Viaggio Tra Tarocchi e Cabala 1. Parte
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Viaggio tra Arcani e Cabala’
LEZIONI SUI
Tarocchi di Esther Malkat Shva LIBRERIA
PUERTO DE LIBROS - Milano Milano, settembre 2009
Chi o cosa sono ? Gli Arcani sono degli enzimi che attivano la vita spirituale dell’essere umano consentendogli di attingere agli strati più profondi del suo essere, individuale e collettivo. Celano e svelano il loro segreto in funzione della profondità con la quale si medita su di loro. Essi creano dei collegamenti, dei veri e propri “cablaggi” con piani e realtà apparentemente lontane e differenti. Funzionano quindi per analogia, concetto essenziale per intravedere l’aspetto esoterico di tutta la realtà. L’analogia è la vera chiave per comprendere la natura nella sua complessità. Il linguaggio simbolico dei Tarocchi, in particolare degli Arcani Maggiori, li collega indissolubilmente alle 22 lettere ebraiche, vettori di energia spirituale, che agiscono su vari livelli percettivi (forma, suono, significato) e che consentono di accedere a piani sempre più sottili. Requisito essenziale per iniziare a comprendere il linguaggio muto de i simboli è un atteggiamento di apertura e umiltà intellettuale. Più l’essere umano si sente vuoto, non affetto dalla più grave delle malattie spirituali, la presunzione di sapere, e più forte sarà l’effetto del simbolo, che mai può essere compreso razionalmente. Le funzioni razionali, scrive Jung, sono per loro natura incapaci di creare simboli e di conseguenza incapaci di “ascoltarli”. Uno dei presupposti dei Tarocchi, ma a monte della cabalà che in essi è intessuta con fili quasi invisibili, è proprio l’accettazione del paradosso … che una cosa possa essere questo ma anche l’altro allo stesso tempo. Solo allora le due parti del nostro cervello (emisfero destro maschile e emisfero sinistro femminile)“si innamorano”, come dicono i cabalisti in termini assolutamente poetici. Per far ciò è necessario trascendere la parte razionale, solare, maschile che è presente in ognuno di noi, uomo o donna che sia, per lasciare spazio alla parte femminile, serbatoio di potenzialità oscure, perturbanti, (unheimlich), per usare un aggettivo caro a Freud,
un’oscura fonte dove attingere
la creatività e la saggezza più
profonde.
Una storia che si perde nella notte dei tempi Moltissime sono le teorie sull’origine dei tarocchi, ma di fatto è sconosciuta. Ricostituiscono il “libro di Toth”, l’unico libro sopravvissuto alle biblioteche egizie, sosteneva Antoine Court de Gebelin1 a fine Settecento collegandoli con i riti iniziatici dell’Antico Egitto. E’ un’opera monumentale ed eccezionale, forte e semplice come l’architettura delle Piramidi e quindi duratura come queste […] scriverà quasi un secolo piu’ tardi Eliphas Levi2 che sostiene l’origine legata alla Cabalà. Altri ancora ritengono che i tarocchi provengano dall’ Oriente e dalla Cina e che siano stati i grandi viaggiatori a portarli in Europa. Le prime tracce ufficiali, in Spagna e Italia, nella veste a noi nota risalgono al Medioevo. A immagini di origine biblica, (la Torre, il Giudizio, il Diavolo) si affiancano altre di sapore cristiano, come la Giustizia, la Forza, la Temperanza, virtu’ predicate dalla Chiesa. Non
mancano poi le
grandi
“potenze” dell’epoca:
il Papa e
L’Imperatore. La prima notizia italiana sui tarocchi è del 23 maggio Antoine Court de Gobelin (1719-1784): Pastore protestante e appassionato di archeologia. Personaggio estremamente colto e versatile, passo alla storia semplicemente come autore del saggio “Du Jeu des Tarots”. 1
2
Eliphas Lévi, pseudonimo di Alphonse Louis Constant, (8 febbraio, 1810 31 maggio, 1875, fu il più famoso studioso di esoterismo dell'Ottocento. Levi stabilì per la prima volta un rapporto preciso fra le 22 lettere dell'alfabeto ebraico e i 22 Trionfi dei Tarocchi, da lui definiti "Arcani maggiori", indicando in queste figure la chiave per la comprensione di tutti gli antichi dogmi religiosi. Dopo quest'opera capitale, Levi pubblicò numerosi altri volumi dedicati alle tradizioni magiche e diventò il punto di riferimento principale per gli studiosi di esoterismo, non soltanto in Francia.
1376: nel Libro di Provvigione fiorentina viene dichiarato un nuovo gioco cui viene applicata la legge della zecca. Famose sono le carte illustrate nel 1392 per Carlo VI, Tarocco Grigonneur,
conservate alla Biblioteca Nazionale di Parigi. Al XV
secolo risalgono i mazzi Visconti-Sforza, sparsi in vari museo e collezioni private e che hanno dato, con ogni probabilità, origine ai mazzi classici e in particolare alla variante marsigliese dalla quale deriva gran parte dei Tarocchi moderni. In Francia il primo mazzo di Nicolas Conver viene stampato nel 1761 e si chiamerà il “mazzo di Marsiglia”. Altri mazzi, piu recenti vennero realizzati da Arthur Edward Waite3 (1857 – 1942) facente parte dell’ordine dei Rosacroce, e da Oswald Wirth4 e infine Alister Crowley, personaggio controverso, che modifico’ pesantemente l’iconografia.
L’Imperatore
TAROCCO
GRIGONNEUR
TAROCCO
RAIDER WAITE
Arthur Edward Waite (2 ottobre 1857 – 19 maggio 1942) è stato un mistico ed esoterista statunitense. Fu anche il creatore di un mazzo di tarocchi, molto amato nei Paesi anglosassoni, noto come Rider-Waite, assieme all'artista e illustratrice Pamela Colman Smith. 3
Oswald Wirth, vissuto tra la seconda metà dell'ottocento e i primi del novecento, fu un famoso e celebre occultista oltre ad essere un affiliato alle principali società segrete e in particolare alla Massoneria 4
22 Arcani – 22 lettere ebraiche - 22 gradini Gli Arcani Maggior dei Tarocchi propongono un percorso iniziatico che sempre impone una morte ed una rinascita. Per morire si intende qui l’abbandonare un antico stato per entrare in uno nuovo. Passare da un campo (di consapevolezza) ad un altro. Jung, più di ogni altro in tempi moderni, ha studiato questi aspetti concentrandosi sia sugli Archetipi che sull’alchimia, dove dal caos della materia primordiale, (raffigurata dal Matto) l’iniziato attraverso divisioni, scuotimenti e distillazioni ottiene, il corpo sottile, l’oro. Le “nozze sacre” che ancora Jung interpreta come la totalità della psiche dopo la ricomposizione e armonizzazione dei contrari. Nei Tarocchi si parla della via solare e lunare, ognuna delle quali nasconde risorse e insidie (come vedremo percorrendole durante il corso). Entrambe valide e “giuste” per giungere al miracolo della cosa una, il ricongiungimento del maschile e femminile, rappresentato nella Cabala dall’ armonizzazione dei due pilastri dell’albero della vita, ottenibile sulla
colonna centrale (la
colonna vertebrale per il principio di analogia di cui parlavamo in precedenza). Anche i Tarocchi sono innestati e fioriscono sull’albero sephirotico5 in punti diversi a seconda dei Maestri e delle Scuole. Ma anche ciò fa parte del gioco, del resto gli Arcani stessi sono stati volutamente nascosti tra le pieghe, non sempre nobili, delle carte da gioco o della divinazione. Travestiti da gioco i tarocchi hanno continuato nei secoli a trasmettere verità profonde e illeggibili ai profani.
Ogni Arcano, dal più positivo al più inquietante ha un suo
lato di luce e uno d’ombra.
L'albero della vita o albero sephirotico, contiene in sintesi i più importanti insegnamenti della Cabalá. E' un mandala altamente simbolico e astratto composto da dieci potenze (intelligenze) disposte lungo tre pilastri. Secondo i Maestri, l'Albero della Vita è il programma secondo il quale si è svolta la creazione. E' al contempo il cammino di discesa delle anime e il sentiero di risalita lungo il quale l'uomo e il creato possono ritornare alla fonte, a quell' UNO da cui tutto ha inizio e a cui tutto ritorna. 5
Si tratta soprattutto di trovare le scintille nascoste in quello d’ombra, guardarle e capirne il messaggio per applicarlo praticamente alla nostra vita.
Cos’è la Cabalà “Insieme
delle
dottrine
esoteriche
e
mistiche
dell'ebraismo,
concernenti l'interpretazione simbolica del senso segreto della Bibbia, trasmesso attraverso un'ininterrotta tradizione iniziatica”. Cosi recita il dizionario. Fino a qualche decennio fa, la conoscenza della Cabalà era infatti posseduta da pochi maestri illuminati e veniva rivelata, solo a voce, a pochi eletti discepoli. Pur essendo profondamente ebraici nella loro matrice gli insegnamenti della cabalà parlano oggi un linguaggio universale compatibile con altre religioni e soprattutto con le più avanzate conoscenze scientifiche in particolare con quelle della fisica quantistica. Non e’ casuale che queste conoscenze si stiano aprendo, praticamente a tutti, dopo secoli e secoli di totale riserbo. Ciò rientra perfettamente nell’ottica di quanto sta accadendo anche con altre discipline. Secondo la Cabalà l’umanita è infatti alle soglie dell’era messianica. Come furono 6 i giorni della creazione, così saranno 6000 gli anni dell’ umanità6 Questo è il significato della famosa era dell’Acquario, corrispondente alla lettera ebraica tzadi, che significa Maestro, Rabbi, il nome con cui i discepoli chiamavano Gesù. Essa ci insegna inoltre che gli archetipi biblici sono ancora attivi in noi e che non sono lettera morta come la parola italiana Testamento farebbe
pensare,
ma
anche
ad
armonizzare
le
componenti
fondamentali della creazione: il maschile e il femminile in ogni suo aspetto e a vedere oltre la polarità delle manifestazioni ricordandoci della radice unica da cui tutto deriva.
Per far ciò è necessario
trascendere la logica razionale, governata dall’emisfero sinistro del cervello e
accettare una comprensione intuitiva, cioè legata alla
dimensione della fantasia e del sogno, indotta dall’emisfero destro. Si tratta quindi di mettersi
in una condizione di ricezione, che è
anche uno dei significati della parola stessa, per comprendere gli 6
secondo il calendario ebraico siamo nell’anno 5769
infiniti cablaggi (parola che deriva appunto da cabala) che tale esperienza rende possibili su vari piani della realtà fisica e spirituale. In altre parole, lasciare che accada (geschehen lassen) come diceva Jung. Nella
mistica
ebraica
le
esperienze
sonno-sogno-profezia
sono
strettamente legate. Non a caso che lo stesso Freud che per primo indagò la dimensione del sogno e dell’inconscio (lato ombra da illuminare) fosse di origine ebraica anche se dichiaratamente laico. Per ricollegare il tutto al presente e alla fisica quantistica, vorrei ricordare la dimensione del mistero, cuore della Cabalà, lasciando la parola ad Albert Einstein:
Quella del mistero e’ la più straordinaria delle esperienze che ci sia dato di vivere e che si trova al centro della vera arte e della vera scienza. Chi non prova meraviglia per il mistero e’ come una candela che non fa più luce.
L’ALBERO DELLA VITA
Cos’è l’Albero della Vita L'albero della vita o albero sephirotico è un mandala altamente simbolico e astratto composto da dieci “sfere” (chiamate appunto sephirot) disposte lungo tre pilastri. Esso
contiene in sintesi i più
importanti insegnamenti della Cabalá. Secondo i Maestri, l'Albero della Vita è il programma secondo il quale si è svolta la creazione. E' al contempo il cammino di discesa delle anime e il sentiero di risalita lungo il quale l'uomo e il creato possono ritornare alla fonte, a quell' uno7 da cui tutto ha inizio e a cui tutto ritorna. Quale piano della creazione l’albero (in realtà sono 4 sovrapposti) contiene tutta la realtà su vari piani, dai pianeti, ai segni zodiacali, agli angeli. Inteso come modello celeste del corpo umano, rispecchia dunque ogni aspetto (fisico psicologico, spirituale) dell’uomo. Ognuno ha poi una sua precisa collocazione sull’albero in funzione della data di nascita, quindi dell’energia angelica attiva al momento. I 72 nomi di Dio estrapolati dall’ Esodo con calcoli cabalistici che corrispondono ai 72 angeli serventi (angeli custodi) disposti anche essi
sull’albero
secondo
precise
gerarchie,
le
nove
gerarchie
angeliche. E’ un salire e scendere di flussi di energia lungo le vie che collegano le varie sephirot. Alcuni “punti” sono ovviamente piacevoli, (lato destro detto della misericordia) altri di prova (lato sinistro detto del rigore) secondo il già accennato principio di polarita ying yang o dualità a cui l’essere umano è vincolato. Nero/bianco, caldo/freddo, giorno/notte, luce/ombra. Qui entra in gioco l’aspetto del male, o meglio il Non-Ancora-Luce
che
all’aspetto severo di Dio. Che è
presente in Noi. Come vedete e un argomento immenso, senza fine. Un mare da cui ognuno trarrà la goccia di conoscenza che e pronto ad assimilare.
7
”La Ruota” Essenziale per la comprensione delle dinamiche dei Tarocchi (Arcani maggiori e minori) è percepirne il movimento, o meglio il “senso del divenire” che li rende delle creature vive nelle quali possiamo riconoscerci nelle varie fasi o accadimenti della vita. Nulla è fermo o sconnesso da ciò che lo precede o lo segue.
Molteplici sono le chiavi di lettura della parola Taro. Nell’etimologia egiziana la parola Tarocchi parte da Ta-Rosch, dove TAR significa strada, mentre Rosch vuol dire Regale, quindi, Strada Iniziatica. In arabo si desume una derivazione dal termine Tarika (via, percorso). Scrivendo la parola in senso circolare si aprono chiavi interpretative ancora più profonde. Procedendo in senso antiorario, abbiamo TORA (Torah), il libro sacro dell’ebraismo, se si parte dalla R, leggiamo in senso orario ROTA, collegata alla ruota buddista del Dharma; partendo sempre dalla T, in senso orario, si ottiene TAROT, sinonimo dell’azoto dei saggi: l’inizio e la fine. In tutti i casi, si può notare un movimento circolatorio di energie insite nei Tarocchi che non sono in realtà tra loro separabili. Queste correlazioni diverranno ancora più evidenti nel disporre le
lame secondo le diverse “leggi” (del 4, 3 e 7) illustrate più avanti nel testo.
”Il Mandala”
L’asse portante, i 22 Arcani Maggiori.
La Legge del Quattro Il numero quattro ci può aiutare molto nel capire l’esistenza umana che sottostà appunto alla sua legge. Il 5 la trascende, perché corrisponde all’ etere, alla quintessenza che libera l’essere umano dalla materia. Il punto all’interno del cerchio, il bindu dei Mandala orientali, spirito unico che risiede all’interno del triangolo (3 x 7 uguale 21). Questa legge
è raffigurata appunto nell’Arcano del Mondo che
contiene in se non solo tutti gli Arcani Maggiori, ma anche quelli Minori raffigurati ai quattro lati della carta. Se andiamo a cercare la Legge del 4 troveremo: I 4 elementi: Fuoco, Aria, Acqua e Terra I quattro semi degli Arcani minori: Bastoni, Spade, Coppe e Denari I quattro animali santi della visione di Ezechiele: Leone, Aquila, Angelo, Toro 4 sono anche le lettere che nell’alfabeto ebraico formano il nome impronunciabile di Dio (Tetragrammaton) (Yod, He, Vav, He ). Nella Cabala si distinguono 4 Mondi: Atziluth (Emanazione) Briah,
(Creazione),
Yetzirah
(Formazione)
e
Assiah
(Manifestazione) Nei Vangeli che sono 4, abbiamo i 4 Evangelisti ( Marco, Matteo, Luca e Giovanni) Le 4 nobili verità scoperte da Gautama il Budda: la sofferenza, l’origine della sofferenza, la soppressione della sofferenza, la via. I 4 stadi della materia: gassoso, liquido, solido e radiante I 4 elementi dell’alchimia: zolfo, sale, acqua e mercurio
4 direzioni: Est, Ovest, Nord e Sud; La visione del mondo, come quattro stagioni, deriva dai due solstizi e dai due equinozi. Lo zodiaco contiene dodici costellazioni, tre volte quattro, perciò troviamo questi simboli divisi in quattro gruppi di tre.
La Legge del Tre Il mondo è un athanor (forno alchemico) dove costantemente si separano si uniscono e si risolvono lo zolfo, il mercurio e il sale. Mercurio (passivo)
Zolfo
(attivo) sale (neutro)
Allo stesso modo nell’essere umano queste energie si oppongono, si contraddicono e si uniscono. E’ una dialettica nella quale gli opposti non si escludono ma tendono a riunirsi. Nell’alchimia tutto il creato, sia ciò che è manifesto, concreto che ciò che è immanifesto è composto da questi tre principi, dalla cui interazione e coniugazione nascono tutte le cose. Questa struttura ricorda il glifo dell’Albero della Vita utilizzato dai Cabalisti.
La dinamica dei 10 gradi
Grado 10 Fine di un ciclo (karma) e inizio di un altro Grado 9 Crisi necessaria all’evoluzione – passaggio tra vita/morte Grado 8 Perfezione ricettiva Grado 7 Movimento – azione verso l’esterno Grado 6 Nascita dell’uomo – scoperta dell’altro – desiderio Grado 5 Richiamo dello spirito Grado 4 Stabilità – equilibrio Grado 3 Movimento organico della materia vivente Grado 2 Gestazione – mistero della materia Grado 1 Potenzialità – pulsazione discontinua 1 = 10
1 + 2 + 3 + 4 = 10 Pitagora
Tetractis di
Arcano I
Il Mago INIZIO Omnia ab Uno E’ da quell’ Uno, che tutto trae origine. Il Mago è l’inizio di ogni inizio. Ciò che precede ogni manifestazione materiale. Egli rappresenta infatti per eccellenza
il pensiero che dovrà poi prendere corpo e
scendere nella materia. Il mago, un giovane uomo in piedi, ha davanti a se un tavolo a tre gambe che rappresentano zolfo, sale e mercurio che secondo l’arte alchemica sono i tre elementi costitutivi della Natura (corrispondenti nell’uomo all’anima, allo spirito e al corpo). Sul tavolo si trovano gli
“strumenti” necessari a realizzare l’idea: una
coppa, un denaro e una spada. Le coppe rappresentano le emozioni, (seme di coppe negli arcani minori) il denaro le azioni materiali (seme di denari) e le spade, l’intelletto (seme di spade).
Ma per agire su di esse è necessaria la volontà rappresentata dalla bacchetta (seme di bastoni) che il mago tiene nella sinistra, lato
ricettivo, e che gli consente di collegare l’alto con il basso secondo l’assioma di Ermete Trimenegisto. Ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso per fare i miracoli della cosa una. Con la mano destra, lato attivo e maschile, il Mago
agisce sulla
materia, sempre collegato con l’alto, con l’ infinito, simbolizzato dal cappello a forma di otto rovesciato.
Il mago insegna l’arte di
apprendere senza fatica. Da notare anche che la posizione del corpo forma la lettera ALEPH, prima lettera dell’alfabeto ebraico che rappresenta l’alito di vita e quindi la radice dell’aria. Per gli alchimisti corrisponde al mercurio. Il significato di bue rimanda all’idea del cammino da intraprendere nel manifesto.
CORRISPONDENZE CABALISTICHE Alfabeto ebraico Valore numerico Posizione sull’albero: Corpo umano
Aleph – (bue) - lettera madre, radice dell’aria 1 Kether (corona) Cuore (sino al diaframma) Sfenoide Sacro (grande aleph, valore 1000)
L’insegnamento del Mago
La mia arte è essenzialmente quella della concentrazione senza sforzo. Essa presuppone il silenzio, prima delle 4 virtù che l’iniziato deve padroneggiare. Nelle antiche scuole pitagoriche si preservava il silenzio per 5 anni. La prerogativa del parlare era di coloro che sapevano ciò che dicevano. Ti consiglio dunque, caro amico o amica, di “imparare a bere il silenzio”. All’inizio sono sufficienti pochi attimi. Con il tempo il silenzio diviene sempre presente nella vita dell’anima che può allora stabilire un contatto con il mondo spirituale e lavorare con esso. Il tuo premio sarà la “Volontà”. Ogni esoterismo insegna la necessita di essere uno in se stessi e uniti al mondo spirituale. Come tutti i numeri non sono che aspetti multipli dell’uno, così tutti gli altri Arcani non sono che aspetti e modalità di questa regola. Ricorda sempre che alla base della diversità dei fenomeni si trova la loro unità. Se vorrai essere Mago, dovrai avere la percezione immanente di questa verità. E ricorda
la
concentrazione
senza
sforzo
non
è
mancanza
di
concentrazione. Altrimenti farai di me solo un triste giocoliere (bagatto). ALCUNE DELLE INTERPRETAZIONI CLASSICHE: Inizio (nello studio, nel lavoro in qualunque attività). Intraprendenza. Rinnovamento. Potenziale disponibile, ma ancora da realizzare. Abilità. Destrezza. Autonomia. Libera professione . Giovinezza. …………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………. …………………………………………………………………………………………….
Arcano II
La Papessa GESTAZIONE Se il Mago è l’azione, la Papessa è la ricezione. Statuaria e ieratica la Papessa è colei che custodisce il segreto per eccellenza: la sapienza divina
generatrice
dell’intelligenza.
Nel
suo
ventre
cresce
la
conoscenza, nel silenzio e nel raccoglimento. L’Arcano rimanda quindi alla gestazione in ogni sua forma: di un’idea, di un progetto, ma anche alla solitudine e alla freddezza. Simbolo di purezza e verginità, sottolineate dal biancore assoluto del volto, la Papessa rappresenta quel nucleo intatto che risiede in ognuno di noi e dal quale possiamo attingere profonde potenzialità. Il biancore, viene interpretato, in senso negativo, anche come rigore eccessivo o frigidità. Abbandonata l’unità (arcano I) con la Papessa entriamo nel dominio del duale, la nostra realtà. Dietro al velo, alle spalle della Papessa, vi è la verità che può essere disvelata solo da colui che possiede le chiavi, una d’oro e una d’argento, come il sole e la luna, entrambi a simbolizzare quel principio maschile e femminile racchiuso in noi e che ogni percorso di consapevolezza, i Tarocchi sono una delle tante “vie” mira da sempre a fondere. L’Arcano invita anche ad andare al di là di
ciò che appare, al di là delle apparenze del mondo materiale. Il visibile inteso come manifestazione dell’invisibile . (Novalis). Il senso che la Papessa aiuta a sviluppare e la contemplazione. L’Arcano corrisponde alla 2. lettera dell’alfabeto ebraico la BET – che significa casa e in senso esteso l’interiorità dell’essere umano, la nostra “abitazione”.
CORRISPONDENZE CABALISTICHE Alfabeto ebraico Valore numerico Posizione sull’albero: Corpo umano Colore Forza angelica
bet – lettera doppia 2 Chokmah (saggezza) Lato destro del cervello – occhio destro Ghiandola pineale ultravioletto RaziEL (Mistero di Dio)
L’insegnamento della Papessa Io sono lo specchio d’acqua dove si riflette il “soffio” per farsi libro. Per sapere da dove viene e dove va, devo esserci io, la sapienza, l’acqua celeste, che permette al verbo di divenire visibile nel totale silenzio del mio grembo. Sappi che la piena coscienza della verità è il risultato della verità insufflata e della verità riflessa. La mia acqua non riverbera le passioni personali, ne
le emozioni ne il lavoro
mentale. Due è il soffio che proviene dallo spirito; in lui sono incise e scolpite le 22 lettere che formano tuttavia un unico soffio. (Sefer Yetzira)8. Custodisco il segreto della vita e lo perpetuo in eterno.
ALCUNE DELLE INTERPRETAZIONI CLASSICHE:
8
Il Libro della Formazione è il piu’ antico e importante testo di Cabala.
Studio – isolamento – gestazione di un’ idea o di un progetto - severità – verginità - statura morale – figura femminile carismatica – madre o nonna – donna fredda – segreto – conoscenza – intuito . …………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………….
Arcano III
L’Imperatrice FRUTTO Natura
naturans,
questo
è
l’appellativo
che
più
si
addice
all’Imperatrice. Essa rappresenta per eccellenza l’eterno e continuo divenire della natura. L’immagine, una giovane donna insignita dei simboli della regalità, lo scettro (dominio sulla materia) appoggiato al ventre, ricettivo e lo scudo con l’aquila (dominio sullo spirito) nella mano destra, rimanda all’energia dell’adolescenza o della gioventù, nella sua fase più “esplosiva”. E’ l’intelligenza creatrice, madre delle forme che si esprime nella poesia del creato e della creature. Il velo della papessa si è qui trasformato in grandi ali che indicano come il lavoro sulle forme possa involare lo spirito come si legge nel Vangelo Apocrifo di S. Tommaso “Grande cosa è lo spirito che si fa carne, ma più grande cosa è la carne che si fa spirito”.
L’Imperatrice
rappresenta
quindi
spesso
l’amante,
una
donna
affascinante e sicura di sé, ma anche una madre affettuosa, l’antitesi della Papessa. Nell’età dell’essere umano rappresenta l’adolescenza e la sua caratteristica principale: una grande forza creativa priva di esperienza che
deve
essere
indirizzata
per
non
disperdersi,
deve
necessariamente portare al compimento rappresentato dal 4. In contrasto con le acque “inferiori” l’Imperatrice
incarna
l’idea
delle
rappresentate dalla Luna, acque
superiori,
luogo
di
illuminazione della mente, o meglio del lato razionale del cervello che nel cammino di risalita lungo l’albero deve aprirsi all’intuizione. In quanto legata alla sephira Binah, in alto a sinistra sull’albero, essa è anche collegata con la facoltà della parola, che richiede rigore, più semplicemente attenzione nel come si usa la parola a tutti i livelli. Esotericamente e l’azione della Magia Sacra che sempre deve essere connessa con il divino. Qui il Mago “impara” la parola Abrakadabra, derivazione e distorsione dell’ebraico "Avrà ki davrà" che significa "creerò mentre parlerò". (Vet e Bet sono la stessa lettera ed hanno anche un identico suono.)
Sta a noi essere consapevoli di ciò che
vogliamo creare ! Nella numerologia, il 3 corrisponde alla manifestazione materiale delimitata dallo spazio temporale. Il “triangolo” entro il quale si dispiega
la
vita
umana:
inizio,
crescita
e
fine.
L’imperatrice
rappresenta l’intelligenza più alta ma anche la facolta’ di parlare. La lettera ebraica corrispondente è la ghimel che tra gli altri significati ha quello di uomo (Ghever) che vede una persona sull’uscio della casa (la lettera beth) e si volge verso l’altro (la lettera dalet che segue)
per aiutarlo e quindi rappresenta anche la generosità e la
beneficenza.
CORRISPONDENZE CABALISTICHE Alfabeto ebraico Valore numerico Posizione sull’albero: Corpo umano Pianeta Colore Intelligenza angelica
Ghimel (cammello) 3 Binah (intelligenza) (sephira in alto a sx. sull’albero della vita) Emisfero sinistro del cervello Orecchio destro - ipofisi Venere infrarosso BinaEl
ALCUNE DELLE INTERPRETAZIONI CLASSICHE: Seduzione – abbondanza – Adolescenza – bellezza – riuscita artistica – fertilità – bella donna – figlia -
successo inteso soprattutto come
realizzazione profonda - abbondanza – generosità .
L’insegnamento dell’Imperatrice Io sono colei che partorisce il frutto che il Mago ha donato alla Papessa. Ho abbandonato il suo silenzio ed ora parlo attraverso il corpo che attraverso di me si esprime. La corona, lo scettro e lo scudo sono gli strumenti che utilizzo per compiere la mia opera. La corona è il potere del divino sulla coscienza. Lo scettro, sormontato dalla croce, rappresenta il potere della coscienza sulla forza, (la parola divina e umana che si fondono), lo scudo con l’immagine dell’aquila significa il potere del volatile (spirito) sul pesante (materia). Questo è il segreto del Gral: dalla coppa superiore il “sangue” scende e diventa una goccia di sangue umano. La mia azione deve essere quella dell’aquila in volo: liberatrice.
Arcano IIII
L’Imperatore STABILITA’ L'Imperatore è il governatore di questo mondo, solido e concreto, simboleggiato dal trono cubico sul quale poggia. La posizione delle gambe traccia il simbolo dello zolfo alchemico, un triangolo con la punta verso l’alto che indica il dominio del fuoco spirituale sui 4 elementi della natura. Il suo trono non può venire rovesciato perché è cubico. (la pietra angolare della massoneria). Lo scudo con l’aquila che l’Imperatrice teneva in mano poggia ora sul terreno a significare il compimento dell’opera dall’alto verso il basso. Sullo scudo è presente anche l’elemento femminile rappresentato dall’uovo. L’Imperatore lavora già per l’unione degli opposti, del principio maschile e femminile, anche se la mano sinistra resta più piccola (più debole) della destra. L'imperatore rappresenta la costruttività, la saggia decisionalità raffigurata dallo scettro con la croce che compare anche al centro del medaglione. La colonna imperiale è una treccia che riappare poi nella Giustizia (arcano VIII) e che è un’ emblema di ordine rigoroso. Tutte le mete potranno essere realizzate grazie alla sua volontà ed al sangue freddo. In una lettura psicologica l’Imperatore rappresenta spesso una tipologia di figura paterna (sicuramente positiva se contrapposta ad
esempio all’archetipo di un padre-eremita) ma totalmente remissiva nei confronti dell’ Arcano del Sole (idealizzazione della figura del padre o del maschile in generale). La lettera ebraica corrispondente è la dalet, quarta lettera che significa porta. Si tratta della porta attraverso cui si entra nella creazione, nel mondo materiale, ma è anche la porta di uscita, che riconduce verso il trascendente. In tal caso la porta è ben sorvegliata per tenere lontani gli orgogliosi e coloro che sono spinti da motivazioni ambigue.
“Colui che non sa
come uscire è bene che non entri neppure” dice lo Zohar. Nella genesi si racconta che il fiume in uscita dall’Eden si estendeva in quattro direzioni. CORRISPONDENZE CABALISTICHE Alfabeto ebraico Valore numerico Posizione sull’albero: Corpo umano Pianeta Colore Intelligenza angelica
Dalet (porta) 4 Chesed (amore) (sephira al centro sul lato destro dell’albero) Braccio destro – narice destra - tiroide Luna Blu ChasdiEl
L’insegnamento dell’Imperatore Egli è l’Imperatore perché ha rinunciato alla spada e alla forza. Regge solo lo scettro proteso verso il mondo. Non è seduto sul trono e nemmeno in piedi è appoggiato senza sforzo apparente con le gambe incrociate. Ha rinunciato al riposo perché non è seduto, a camminare perché non deve avanzare per l’offensiva ne retrocedere per difendersi.
Egli è solo il guardiano del trono e dello stemma che lui non tiene in mano, come fa l’Imperatrice, ma che giace a terra. In termini esoterici egli non ha un nome, perché il nome appartiene al trono. Questa è la vera autorità a cui la materia dovrebbe sottostare.
ALCUNE DELLE INTERPRETAZIONI CLASSICHE: Equilibrio – Sicurezza – volontà – realizzazione – uomo sposato – solidità economica – padre – un uomo realizzato – mascolinità – potere – stabilità - riuscita.
Arcano V
Il Papa FEDE E MEDIAZIONE Il Papa è l’imperatore che procede nel suo cammino con una marcia in più: la fede. Un ponte che consente di lasciare il piano della materia per mete più alte, legate allo spirito e all’evoluzione della coscienza. Il papa collega il cielo con la terra, soprattutto attraverso la parola, mezzo di comunicazione squisitamente umano e sacro al contempo. Come indica anche il numero cinque, questo passaggio può anche rappresentare un momento di crisi che richiede il coraggio di abbandonare la sicurezza materiale raggiunta per uno scopo più alto. Il papa può allora essere identificato con un maestro, che ha superato i tre piani della materia, le pulsioni sessuali, le emozioni e la mente raffigurati dal bastone pastorale. Il suo agire è sacro come indicano la croce sulle mani. Dove la mano sinistra che calza un guanto azzurro è quella più spirituale perché ricettiva, analogamente a quanto accadeva al Mago. Può anche essere un padre anziano idealizzato, un uomo di statura morale
che
apporta
un’ideale.
Seduto
tra
due
colonne,
che
rappresentano le correnti della benedizione in discesa e della preghiera in salita, il Papa si rivolge a due ascoltatori dalla mentalità opposta, ma anche a due istanze conflittuali che sono in noi, e che egli cerca di conciliare. Perfettamente in sintonia con il messaggio classico del Papa, la
lettera
ebraica
HE
che gli
corrisponde
rappresenta la parola e il suo potere. La HE è inoltre il più puro dei suoni perché proviene direttamente dalla gola senza contaminarsi con la saliva. Così dovrebbe essere la vera comunicazione !
CORRISPONDENZE Alfabeto ebraico Valore numerico Posizione sull’albero: Corpo umano Pianeta Colore Intelligenza Angelica
He (ecco !) L’Ariete e il senso del parlare (Sefer Yetzira) 5 Ghevura (rigore) (sephira al centro sul lato sinistro dell’albero) Braccio sinistro – gamba destra Marte Rosso KamaEl
ALCUNE DELLE INTERPRETAZIONI CLASSICHE: Comunicazione – insegnamento – fede – esempio – matrimonio – sacerdote – dogma religioso – benedizione – preghiera - legame – rigore giusto – guida spirituale - ideale
Arcano VI
L’Amoroso SCELTA – PIACERE Ecco il più “umano” di tutti i numeri e di tutti gli arcani. Il 6. giorno l’uomo viene creato (le lettere che formano la prima parola della Genesi sono sei) , maschio e femmina li creo. Prima lama dove appaiono più figure ad uno stesso livello simboleggia il bisogno dell’essere umano dell’altro, ma anche che l’evoluzione spirituale avviene sempre grazie a degli “incontri”. Dopo l’aspetto del rigore, presente nella valenza del 5 e del papa ecco apparire il piacere e il desiderio. L'Arcano numero VI rimanda anche ad un celebre scena mitologica: il giovane Ercole che,
compiuta l'educazione presso il centauro
Chirone, si trova di fronte a una scelta determinante per la sua futura esistenza. Gli appaiono allora due giovani donne, rappresentanti il rigore e la mollezza, che gli promettono strade e vantaggi diversi: il bene e il male, la virtù ed il vizio. L’innamorato (essere umano) è al centro, fra le pulsioni di sinistra e di destra. La figura sulla destra della lama lo tocca a livello cardiaco come ad indicare che il vettore di questa via va percorso seguendo il cuore. La figura di sinistra, corrispondente al rigore e che sembra catturare lo sguardo dell’innamorato, lo tocca più in alto a ricordargli il contatto
con l’alto. Molto importante è la posizione di questo arcano sull’albero della vita dove si trova posizionato su Tipheret, la bellezza irradiata direttamente dalla luce bianca di Keter, la più alta delle sephirot (qui rappresentata dall’arco e dalla freccia dell’angelo che sono bianchi). Si intravede qui l’eterno dilemma umano, “frutto” della caduta. Come vivere il libero arbitrio ? Facendosi toccare dalla freccia di Keter e vificando
così
ogni
attività
mondana
oppure
staccandosi
e
rivolgendosi solo a Malchut (Plutone) divenendo un angelo ribelle? Ma le scelte possono anche essere altre, forse solo apparentemente banali della vita quotidiana, qualunque bivio che l’essere umano si trova di fronte sul suo cammino e che richiede l’intervento di una scelta. Solo l’uomo ha questa prerogativa. La decisione è sempre spiata da Cupido che scocca la freccia, con più o meno intensità, nel momento in cui noi gli diamo il segno per il semplice effetto della nostra volontà. A questo punto del percorso l’essere umano scopre il piacere nel senso più pieno del termine: il piacere di vivere e amare, di scegliere la propria via o vita. E’ una carta molto ricca di significati, anche contradditori perché legata alle relazioni umane, all’emotività e agli affetti. La lettera ebraica corrispondente è la vav che rappresenta la condizione umana con i piedi a terra e la testa in cielo.
CORRISPONDENZE CABALISTICHE Alfabeto ebraico Yetzira) Valore numerico Posizione sull’albero:
Vav (uncino) Il Toro e il senso del pensiero riflessivo (Sefer 6 Tipheret (bellezza) (sephira al centro dell’albero, colore giallo)
Corpo umano Pianeta Colore Intelligenza angelica
Torace, rene destro, Giove Giallo RephaEl
ALCUNE DELLE INTERPRETAZIONI CLASSICHE: Vita sociale – fare ciò che si desidera – nuova unione – scelta da compiere
–
triangolo
amoroso
–
rapporti
interpersonali
–
innamoramento – situazione famigliare – piacere – desiderio – libero arbitrio.
L’insegnamento dell’Innamorato Egli presiede all’equilibrio di ogni energia che qui (in tipheret) deve essere purificata al fuoco dell’amore. Il passaggio dalla condizione di Imperatore e di Papa (le due parti fisiche del cuore) e quindi dall’amore polarizzato indotto dalla dialettica destra/sinistra porta qui allo stato di agape o amore cosmico che porta un innalzamento della temperatura all’interno del nostro crogiuolo biologico e che rimanda alla misteriosa funzione del Triplice Riscaldatore. Ad un livello spirituale l’Innamorato è il figlio nel quale si compie il Nome Divino.
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