Uni 7697

September 25, 2017 | Author: Stefano Squadrani | Category: Glasses, Science, Engineering, Nature
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VETRI...

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periodico di cultura tecnica e scientifica del serramento

PERIODICO DI CULTURA TECNICA E SCIENTIFICA DEL SERRAMENTO

n. 02

TECNICA

(agosto 06)

UNCSAAL Unione Nazionale Costruttori Serramenti Alluminio Acciaio Leghe

UX50

Rivista periodica dell'Unione Nazionale Costruttori Serramenti Alluminio Acciaio Leghe · Anno XIII · Numero 2 Direz. e Amministraz.: via Chieti 8, 20154 Milano - Sped. in abb. post. 45% Art. 2 Comma 20/B Legge 662/96 - Filiale di Milano

La sicurezza nelle vetrazioni Criteri di scelta per finestre, porte, portefinestre e facciate continue Come si può garantire sicurezza nelle aperture a sporgere? Come si può progettare un parapetto vetrato garantendone la sicurezza? Questi sono alcuni dei quesiti tecnici più frequenti, che giungono all'Ufficio Tecnico UNCSAAL. Nella maggior parte dei casi, a causa di una non sufficiente diffusione di conoscenza normativa, viene scelta una vetrazione non idonea al particolare utilizzo e a discapito delle più semplici norme di sicurezza, il cui rispetto è peraltro obbligatorio. La norma UNI 7697 viene in aiuto per operare la scelta più idonea nel rispetto della sicurezza. Per gli interventi sull'esistente le nuove tecnologie legate all'applicazione delle pellicole permettono di porre in sicurezza lastre vetrate ed intervenire, al contempo, sulle proprietà ottico-luminose. L'UX50 risponde agli interrogativi che provengono dal mercato e dal mondo della progettazione e rappresenta un contribuito di trasparenza e chiarezza.

Vi informiamo che i vostri dati personali potranno essere utilizzati per inviarvi materiale informativo su temi di vostro interesse. Ai sensi della Legge 675/96 Art.13 potete esercitare il diritto di cancellazione dei Vostri dati dal nostro archivio dandocene avviso.

UX50 La sicurezza nelle vetrazioni Criteri di scelta per finestre, porte, portefinestre e facciate continue A cura dell’Ufficio Tecnico UNCSAAL Ing. Lara Bianchi - Arch. Marco Lissoni - Ing. Paolo Rigone si ringrazia per il fattivo contributo tecnico il Sig. Dario Schiff - Serex Multivitrum

INDICE 1.

Introduzione

3

2.

Il quadro normativo di riferimento

4

3.

I prodotti vetrari di sicurezza

5

4.

Criteri di scelta delle vetrazioni di sicurezza per le diverse applicazioni

6

5.

Posa in opera delle lastre vetrate di sicurezza

9

6.

Messa in sicurezza di vetrazioni esistenti

9

7.

Conclusioni

9

Fonti normative

10

1. Introduzione “4) Sicurezza di utilizzazione Per soddisfare questa esigenza l’opera deve essere concepita e costruita in modo tale che la sua utilizzazione o il suo funzionamento non presentino dei rischi inaccettabili di incidenti come scivolamenti, cadute, colpi, bruciature, scariche elettriche, ferimenti a seguito di esplosioni ed altri prevedibili danneggiamenti alle persone che la occupano o che si trovano nelle sue prossimità” Decreto del Presidente della Repubblica 21 aprile 1993, n°246 (G.U. 22-7-1993, n°170 Regolamento di attuazione della direttiva 89/106/CEE relativa ai prodotti da costruzione. “Le opere (compresi gli impianti e le attrezzature) presentano rischi di incidenti che sono praticamente ed

economicamente impossibili da eliminare completamente. … L’accettabilità di un rischio viene valutata considerando la gravità dell’incidente, la probabilità del suo verificarsi e la possibilità di ricorrere a misure preventive tecnicamente ed economicamente ragionevoli. Questa valutazione deve riferirsi ad un uso “normale” o “normalmente prevedibile dell’opera”. L’uso “normalmente prevedibile” comprende l’uso da parte di persone anziane e invalide e di bambini, ma non la consapevole e deliberata assunzione di rischi da parte dell’utente. Esso sottintende un comportamento ragionevole e responsabile da parte degli utenti o, nel caso di bambini, degli adulti responsabili della loro protezione.” - Comunicazione della Commissione 94/C62/01 concernente i documenti interpretativi della direttiva 89/106.

QUADRA - Rivista periodica di informazione tecnico/scientifica e culturale dell'Unione Nazionale Costruttori Serramenti Alluminio Acciaio Leghe - Direzione, redazione e amministrazione: UNCSAAL - Via Chieti 8 - 20154 Milano Tel. 023192061 Fax 0234537610 - Direttore editoriale: Daniela Chiara Direttore responsabile: Roberto Sacchi - Stampa: GRAFICA SETTE - Bagnolo Mella BS Reg. Trib. Milano n. 163 del 3/4/1993 - Spedizione in abbonamento postale 45% Art. 2 Comma 20/B Legge 662/96 - Filiale di Milano - Tiratura: 10.000 copie - Copyright: nessuna parte del contenuto redazionale di questo giornale può essere pubblicata senza autorizzazione scritta dell'editore.

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UX50 - La sicurezza nelle vetrazioni

Garantire la sicurezza degli occupanti all’interno degli edifici è più che mai importante: di fatto la mancanza di condizioni di sicurezza può inficiare la funzione primaria per cui l’edificio è stato concepito. Gli Inglesi distinguono tra due tipi di sicurezza: safety e security. Il primo termine si riferisce all’insieme di precauzioni atte a prevenire rischi ed eventualità di danni a persone e/o cose provocate per cause accidentali o naturali. Il secondo invece comprende le misure di cautela contro atti premeditati ed intenzionali ad opera umana. I rischi contemplati dal requisito di safety possono poi riassumersi in tre grandi famiglie. La prima comprende il rischio di lesioni a persone determinate da cadute, inciampate, scivolate delle stesse e conseguenti urti o contatti contro parti dell’opera edilizia. In questo caso il rischio di lesioni può essere sia diretto, cioè dovuto a urti contro parti mobili o fisse dell’edificio, sia indiretto, cioè a seguito di caduta di oggetti facenti parte l’edificio o di movimentazione incontrollata di componenti mobili. A questa prima categoria vanno poi aggiunti i rischi di lesioni fisiche risultanti dal contatto con parti mobili dell’opera e dalla loro manipolazione (rischi di schiacciamento, contusione, taglio). La seconda famiglia include invece i rischi di scottature, ustioni, folgorazioni, esplosioni e lesioni generalmente connessi con la presenza di speciali apparecchiature o impianti nei fabbricati (impianti e sistemi elettrici, termici, idrici, ecc.). In questa categoria di rischi si inseriscono anche quelli relativi ad incidenti dovuti alla circolazione di veicoli. Nel requisito di resistenza al semplice infortunio e alle false manovre possono essere inclusi tutti quei provvedimenti progettuali atti a minimizzare i rischi legati all'utilizzo dei serramenti e compresi nella categoria safety; dalla considerazione delle rimanenti tipologie di rischio deriva invece la scelta progettuale di serramenti a prestazioni speciali come quelli resistenti ai proiettili, alle effrazioni, alle esplosioni, alle folgorazioni e al fuoco. Porte e finestre sono fra gli elementi di un'opera edilizia normalmente più soggetti a contatto e a manipolazione da parte degli utenti; elevata risulta pertanto la probabilità di urti contro i serramenti tali da provocare la rottura delle vetrazioni e conseguenze di entità variabile: si va dalla semplice necessità di sostituzione della lastra frantumata, alle ferite a persone e/o a danni ai beni fino al più grave rischio di caduta nel vuoto di persone, di oggetti e/o di spezzoni di vetro.

2. Il quadro normativo di riferimento Secondo il Decreto Legislativo 626 del 19 settembre 1994 in ambito di sicurezza nei luoghi di lavoro, l’eventualità più comune che la rottura della lastra comporti come danno la sola sostituzione della stessa può essere considerata dove non sussistono rischi particolari ovvero nelle applicazioni dei serramenti ad una quota superiore ai 100 cm dal piano di calpestio. In questa situazione non è pertanto necessario adottare materiali di sicurezza ma risulta sufficiente che il tamponamento sia correttamente dimensionato per supportare i carichi previsti. Il Decreto Legislativo n°242 del 19 marzo 1996, a seguito

della richiesta di un chiarimento effettuata dall'UNCSAAL, su incarico dell'UNI, ha previsto che l’altezza di 100 cm dal piano di calpestio per cui è obbligatorio adottare materiali di sicurezza sia elevata quando ritenuto necessario in relazione alle attività che vengono svolte nell'edificio e al rischio che gli utenti rimangano feriti nel caso di frantumazione delle vetrazioni. Sul medesimo argomento hanno elaborato specifiche norme anche le Regioni italiane e ulteriori specificazioni possono essere contenute nei Regolamenti edilizi e di Igiene dei singoli Comuni. Qualora dal confronto delle normative emergessero delle indicazioni contrastanti è opportuno seguire la disposizione più restrittiva. La normativa nazionale in ambito di sicurezza non entra nel merito della tipologia di vetrazione di sicurezza da adottare nel caso che siano previsti tamponamenti vetrati ad un'altezza inferiore ai 100 cm dal piano di calpestio. Esiste tuttavia la norma tecnica UNI 7697 che guida alla scelta della tipologia di vetrazione più idonea da adottare nelle varie applicazioni in funzione dei potenziali rischi conseguenti alla rottura delle lastre a seguito di possibili azioni e/o sollecitazioni agenti sulle vetrazioni che risulta ragionevole tenere in considerazione. Questa norma illustra lo stato dell'arte in Italia in materia di sicurezza nelle applicazioni vetrarie per tutte le applicazioni. La prima versione della norma UNI 7697 risale al settembre 1977 (Vetri piani - Vetrazioni in edilizia - Criteri di sicurezza) e la versione attualmente valida è del giugno 2002 (Criteri di sicurezza nelle applicazioni vetrarie). Tuttavia, in data 20-07-05, il gruppo di lavoro Vetro Piano dell'UNI, di cui fa parte anche UNCSAAL, ha revisionato la versione del 2002, aggiornando i riferimenti normativi citati e introducendo alcune modifiche nei criteri applicativi delle vetrazioni di sicurezza. La nuova versione della norma UNI 7697 sarà disponibile presso UNI nei prossimi mesi. La norma UNI 7697, seppur nata in ambito volontario, è resa cogente dal decreto legislativo del 21 maggio 2004 n°172, Attuazione della direttiva n°2001/95/CE, che stabilisce che, in assenza di specifiche disposizioni comunitarie, di specifiche regolamentazioni nazionali e del recepimento nazionale di specifiche norme europee non cogenti, "la sicurezza del prodotto è valutata in base alle norme nazionali non cogenti che recepiscono norme europee, alle norme in vigore nello stato membro in cui il prodotto è commercializzato, alle raccomandazioni della Commissione Europea relativi ad orientamenti sulla valutazione della sicurezza dei prodotti, ai codici di buona condotta in materia di sicurezza vigenti nel settore interessato, agli ultimi ritrovati della tecnica, al livello di sicurezza che i consumatori possono ragionevolmente attendersi." Sono escluse dall'ambito di applicazione della norma UNI 7697 i vetri per le applicazioni, coperte da norme specifiche, su mezzi di trasporto terrestri e navali. Per i vetri curvi la norma è applicabile solo nel caso in cui il vetro curvo sia definito da una norma specifica. In generale la natura delle norme UNI è volontaria, trattasi cioè di raccomandazioni; tuttavia in caso di contenzioso vengono prese come riferimento ed é inoltre obbligatorio rispettarle quando si trovano citate nella normativa nazionale vigente, nei capitolati di progetto, nelle richieste di fornitura, nei contratti o in qualsiasi altro documento accettato dalle parti.

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UX50 - La sicurezza nelle vetrazioni

Nonostante il carattere vincolante della norma UNI 7697, è tuttavia possibile adottare criteri diversi da quelli indicati dalla norma medesima, purché non conducano a condizioni di sicurezza meno favorevoli.

3. I prodotti vetrari di sicurezza In funzione delle applicazioni, le vetrate possono essere classificate in funzione della posizione, del montaggio e dell’accessibilità delle stesse da parte dell’utenza: Esterne: quando risultano posizionate all’esterno oppure quando poste a separazione di un ambiente esterno da uno interno; Interne: quando risultano posizionate all’interno o oppure quando poste a separazione di due ambienti interni. Verticali: se l’angolo di montaggio sull’orizzontale è maggiore o uguale a 60 gradi; Orizzontali: se l’angolo di montaggio sull’orizzontale è minore di 60 gradi. Accessibili: quando le persone possono venirne a contatto nelle condizioni d’uso previsto; Non accessibili: quando le persone non possono venirne a contatto nelle condizioni d’uso previsto; Protette: quando si sono adottati accorgimenti che eliminano il rischio connesso alla eventuale rottura delle lastre; Non protette: quando non si sono adottati gli accorgimenti che eliminano il rischio connesso alla eventuale rottura delle lastre. Dal punto di vista delle tecnologie vetrarie disponibili sul mercato sono da considerare vetrazioni di sicurezza le seguenti tipologie di vetrazioni: Vetri temprati termicamente: sono vetri sottoposti ad un trattamento termico che rende, in caso di rottura, i frammenti di piccole dimensioni e con i bordi non taglienti, in modo tale da risultare inoffensivi alle persone. Le caratteristiche dei vetri temprati termicamente sono definite dalla norma tecnica europea UNI EN 12150 Vetro per edilizia – Vetro di silicato sodo-calcico di sicurezza temprato termicamente. NOTA: I vetri temprati possono essere efficacemente impiegati per garantire la protezione dalle ferite ma non la protezione dalla caduta nel vuoto. Vetri temprati termicamente tipo HST (Heat Soaked Thermally Toughened safety glass): trattasi di vetri temprati termicamente sottoposti al cosiddetto Heat Soak Test (HST) che consente di selezionare le lastre temprate, eliminando il 99% di quelle con gravi inclusioni di solfuro di nickel che in opera potrebbero rompersi (statisticamente corrispondono al 3% del totale delle lastre temprate). L’uso di lastre sottoposte ad Heat Soak Test permette di eliminare, nella quasi totalità, il problema della rottura delle lastre temprate in opera il cui fenomeno ha pesanti ripercussioni legate sia ad aspetti di salvaguardia dell’incolumità degli utenti dell’edificio sia di carattere economico.

Le caratteristiche dei vetri temprati termicamente tipo HST sono definite dalla norma tecnica europea EN 14179 Glass in building - Heat soaked thermally toughened soda lime silicate safety glass. Vetri stratificati: sono il risultato dell’accoppiamento di due o più lastre di vetro tramite l’interposizione di resina o di uno o più strati di materiale plastico trasparente, come per esempio il PVB (PoliVinilButirrale). Il processo produttivo delle vetrazioni stratificate prevede che lastre vetrate e fogli plastici vengano opportunamente sovrapposti e introdotti in autoclave dove, per effetto della duplice azione di calore e pressione, si compie il processo di laminazione che rende compatto il prodotto. In caso di urto contro vetrazioni stratificate le schegge non si disperdono e inoltre, in funzione della resistenza all’urto, i corpi impattanti possono essere contenuti e non attraversare la lastra. Accoppiando lastre di vetro temprato e/o indurito si possono ottenere vetri stratificati dalle prestazioni migliorate. E’ consigliabile non impiegare i vetri stratificati nella realizzazione di elementi destinati ad esterni in cui i bordi delle lastre non risultano protetti poiché il film plastico interposto tra le lastre può subire degradazioni a causa dei raggi ultravioletti. Le caratteristiche dei vetri stratificati sono definiti dalla seguente serie di norme tecniche europee: UNI EN ISO 12543-1 Vetro per edilizia - Vetro stratificato e vetro stratificato di sicurezza - Parte 1: Definizioni e descrizioni delle parti componenti UNI EN ISO 12543-2 Vetro per edilizia - Vetro stratificato e vetro stratificato di sicurezza - Parte 2: Vetro stratificato di sicurezza UNI EN ISO 12543-3 Vetro per edilizia - Vetro stratificato e vetro stratificato di sicurezza - Parte 3: Vetro stratificato UNI EN ISO 12543-4 Vetro per edilizia - Vetro stratificato e vetro stratificato di sicurezza - Parte 4: Metodi di prova della durabilità UNI EN ISO 12543-5 Vetro per edilizia - Vetro stratificato e vetro stratificato di sicurezza - Parte 5: Dimensioni e finitura dei bordi UNI EN ISO 12543-6 Vetro per edilizia - Vetro stratificato e vetro stratificato di sicurezza - Parte 6: Aspetto NOTA: Con i vetri stratificati si può ottenere la protezione sia dalle ferite sia dalla caduta nel vuoto. Vetri armati: sono vetri colati e laminati le cui facce non hanno subito lavorazioni successive e contengono al loro interno fili metallici semplici, correnti nel senso della colata o riuniti in una rete metallica in genere a maglia quadra saldata di circa 12,5 mm. Tale armatura trattiene i frammenti vetrari nel caso di rottura della lastra. Le caratteristiche dei vetri stratificati sono definiti dalla seguente serie di norme tecniche europee: UNI EN 572/3 Vetro per edilizia – Prodotti a base di vetro di silicato sodo-calcico – Parte 3: Vetro lustro armato. UNI EN 572/6 Vetro per edilizia - Prodotti di base di vetro di silicato sodo-calcico - Parte 6: Vetro stampato armato UNI EN 572/7 Vetro per edilizia - Prodotti di base di vetro di silicato sodo-calcico - Parte 7: Vetro profilato armato e non armato NOTA: Con i vetri armati si può ottenere la protezione dalle ferite ma non la protezione dalla caduta nel vuoto.

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UX50 - La sicurezza nelle vetrazioni

I vetri ricotti, induriti termicamente o temprati chimicamente NON possono invece essere considerati vetri di sicurezza e pertanto non si rivelano adatti alle applicazioni che presentano un potenziale pericolo indicate dalla norma UNI 7697. Tuttavia queste tipologie di vetri possono essere utilizzate come base per i prodotti stratificati idonei per le applicazioni che prevedono invece l’adozione di vetrazioni di sicurezza.

25 N. Inoltre, se dei frammenti si staccano dal campione fino a 3 minuti dopo l’urto essi dovranno pesare non più dell’equivalente di 10.000 mm 2 del campione originario. Inoltre il frammento più grande dovrà pesare meno dell’equivalente a 4.400 mm 2 del campione originario”.

Ai fini della sicurezza quello che conta è che i vetri applicati abbiano resistenza all’urto certificata ai sensi della norma UNI EN 12600 Vetro per edilizia - Prova del pendolo Metodo della prova di impatto e classificazione per il vetro piano.

4. Criteri di scelta delle vetrazioni di sicurezza per le diverse applicazioni

La classificazione della prestazione di resistenza all’urto delle vetrazioni viene identificata da una sigla alfanumerica α(β)φ dove: α

rappresenta l’altezza di caduta più elevata dell’impattatore sotto cui il prodotto non si rompe tenendo conto che: Classe 1: certifica vetrazioni che hanno sopportato l’urto dell’impattatore fino all’altezza di caduta di 1200 mm. Vetri di questa classe assicurano la protezione contro la caduta nel vuoto. Classe 2: corrisponde all’esecuzione della prova con altezze di caduta fino a 450 mm. Vetri di questa classe assicurano la protezione contro le ferite a persone/animali e/o danni a cose ma non contro la caduta nel vuoto. Classe 3: connota materiali testati con un’altezza di caduta dell’impattatore fino a 190 mm. Vetri di questa classe sono adatti ad applicazioni in cui persone/animali possono entrare in contatto con eventuali spezzoni di vetro in maniera indiretta (es. caduta di spezzoni dall’alto).

β

rappresenta la modalità di rottura della lastra vetrata tenendo conto che: Modalità A: rappresenta la frantumazione che produce frammenti dai bordi taglienti e dalle dimensioni non trascurabili. E’ la tipica modalità di rottura del vetro float; Modalità B: esprime il comportamento caratteristico delle vetrazioni stratificate che a seguito dell’impatto con lo strumento di prova presentano numerose crepe senza tuttavia distacco di frammenti; Modalità C: contempla le vetrazioni, come quelle temprate, che si disintegrano formando un numero elevato di piccoli frammenti non taglienti.

φ

Al fine di scegliere la vetrazione più idonea per lo specifico impiego bisogna analizzare l’applicazione (dimensioni, tipologia di manufatto a cui sono destinate, tipo di montaggio), i danni o rischi e le azioni/sollecitazioni a cui sono sottoposte le vetrazioni stesse in virtù dell’applicazione medesima, della tipologia di edificio e delle attività ivi previste. In prima battuta quindi si dovrà individuare se l’applicazione presenta o meno un potenziale pericolo. Sono da ritenere applicazioni che non presentano un potenziale pericolo quelle per cui si può considerare che alla rottura della lastra si associ come danno la mera sostituzione del vetro. E’, per esempio, il caso di lastre in vetrate, porte, finestre, porte-finestre interamente intelaiate o fissate con continuità su tutto il perimetro, e aperture in facciate continue, strutturali e a fissaggio puntuale, sempre purché interamente intelaiate in serramenti di ogni tipo e di qualsiasi materiale o fissate con continuità su tutto il perimetro, a condizione che, quando vengono normalmente aperti, non sporgano all’esterno dell’edificio e purché il lato inferiore sia ad oltre 100 cm di altezza dal piano di calpestio. In questi casi non è necessario prevedere vetrazioni di sicurezza. Le applicazioni che invece esulano dalla descrizione di cui sopra sono da considerare applicazioni che presentano un potenziale pericolo e pertanto è necessario impiegare vetrazioni di sicurezza. Ai fini della sicurezza, si considerano i seguenti danni o rischi legati all’eventuale rottura delle lastre: • danni a persone/animali o cose: quando la rottura del vetro possa causare ferite a persone, animali o danni a cose; • caduta nel vuoto: quando, per la rottura del vetro, si possa cadere nel vuoto da una altezza uguale o maggiore ad 1 m; • danni sociali: quando la rottura della lastra possa causare danni alla collettività, come: danni ad opere d’arte, accesso ad esplosivi od oggetti pericolosi, evasione da carceri, ecc.

rappresenta l’altezza di caduta più elevata dell’impattatore sotto cui il prodotto non si rompe oppure si rompe con la seguente modalità:

Tra le azioni/sollecitazioni che possono agire sulle vetrazioni in applicazioni serramentistiche troviamo invece:

“Appaiono numerose fratture ma non si verificano tagli o aperture nella lastra vetrata che consentano ad una sfera di 76 mm di diametro di passare quando è applicata una forza massima di

• carichi dinamici (da vento, folla, traffico pedonale, onde di pressione e depressione, ecc.); • carichi statici (peso proprio, carichi imposti, neve, pressione idrostatica in acquari e piscine, ecc.);

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UX50 - La sicurezza nelle vetrazioni

urti da grandine; vibrazioni; torsioni da azionamento di parti apribili; fatica; sollecitazioni sismiche conseguenza di fenomeni tellurici; urti dovuti all’impatto di una persona; urti di pietre, colpi di mazza e/o d’ascia, dovuti ad atti vandalici o tentativi di effrazione; • urti di proiettile; • incendi; • esplosioni. • • • • • • •

Una volta identificati l’applicazione, i danni o rischi connessi all’eventuale rottura delle lastre vetrate e le azioni/sollecitazioni a cui sono soggette le lastre vetrate durante il regolare impiego, la norma UNI 7697 guida alla scelta della tipologia di vetrazione (temperata/stratificata/armata) più idonea. Per specifiche applicazioni la norma UNI 7697 prescrive anche una classe minima di resistenza all’urto delle vetrazioni ai sensi della norma UNI 12600. Le indicazioni sulla classe minima sono applicabili ai soli vetri piani. Nell’ambito del semplice infortunio il Prospetto 1 riporta un elenco non esaustivo delle principali applicazioni estrapolato dalla revisione della norma UNI 7697 del 21/12/2005. Per indicazioni su altre applicazioni si rimanda al testo normativo completo. Si evince, per esempio, che per un parapetto vetrato (altezza inferiore a 100 cm dal piano di calpestio) sarà necessario utilizzare unicamente un vetro stratificato di sicurezza di classe minima di resistenza all’urto 1(B)1 (secondo UNI EN 12600) se sussiste rischio di caduta nel vuoto mentre se vi è solo il rischio di ferite a persone/animali e/o danni a cose possono essere indifferentemente previste vetrazioni di sicurezza temprate oppure stratificate. L’adozione dei tipi di lastra da impiegare prescritti nella norma UNI 7697 è vincolante, a meno che il rischio di danno connesso a quella particolare applicazione sia stato eliminato con provvedimenti o protezioni adeguati. La norma UNI 7697 si limita a guidare alla scelta della tipologia di vetrazione, per quanto concerne il dimensionamento dello spessore atto a sopportare i carichi gravanti bisognerà ricorrere ad apposito calcolo tenendo conto delle dimensioni della superficie vetrata e del metodo di ancoraggio.

Fig. 1 - Per una corretta progettazione delle vetrazioni bisogna tenere in considerazione le azioni e le sollecitazioni legate all'applicazione e all'utilizzo [fonte: Serex Multivitrum]

Fig. 2 - Il vetro non di sicurezza si frantuma dando origine in frammenti grandi con bordi taglienti: schematizzazione di rotture a seguito di azioni diverse.

Fig. 3 - I vetri temprati di sicurezza si frantumano in frammenti piccoli e non taglienti [fonte: Serex Multivitrum].

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UX50 - La sicurezza nelle vetrazioni

Prospetto 1 - Lastre da impiegare in funzione del potenziale di rischio e dell’applicazione estrapolato da: Revisione UNI 7697 bozza definitiva del 21/12/2005

Applicazioni vetrarie (indicativa e non limitativa)

Azioni e/o sollecitazioni considerate

Danni e/o rischi considerati

Lastre da impiegare Temprata

Stratificata Armata

Classe prestazionale minima

1. Serramenti esterni vetrati in genere (finestre, porte, portefinestre interamente intelaiate) e vetrazioni in facciate continue, strutturali): • con il lato inferiore a meno di 100 cm dal piano di calpestio

Urto dovuto all’impatto di una persona o di oggetti

• sporgenti quando aperti verso l’esterno *

Urto dovuto all’impatto di una persona o di oggetti, carichi dinamici, false manovre sulle parti apribili Urto dovuto all’impatto di una persona o di oggetti

• in ambienti aperti al pubblico e/o adibiti ad attività sportive e/o ricreative, anche oltre i 100 cm dal piano di calpestio

Danni a persone/ animali e/o cose Caduta nel vuoto Danni a persone/ animali e/o cose per caduta nel vuoto di spezzoni di vetro Specifici della particolare vetrazione, esclusa la caduta nel vuoto Caduta nel vuoto

• in asili, scuole di ogni ordine e grado, ospedali, ambienti condominiali di edifici residenziali, anche oltre i 100 cm dal piano di calpestio 2. Vetrine interne ed esterne: • con la base a meno di 100 cm dal piano di calpestio

Urto dovuto all’impatto di una persona o di oggetti, carichi dinamici

Danni a persone/ animali e/o cose

Urto dovuto all’impatto di una persona o di oggetti

• con la base a meno di 100 cm dal piano di calpestio 3. Applicazioni di superficie superiore a 6 mq in luoghi aperti al pubblico 4. Lastre di vetro di balaustre, parapetti, partizioni interne, paratie, divisori, ecc. 5. Partizioni interne in vetro, paratie, divisori, ecc. 6. Lastre di vetro di lucernari, tettoie, plafoniere, controsoffitti 7. Pareti di ripari vetrari per fermate di autobus, metropolitane, ecc. 8. Porte di vetro senza telaio o parzialmente intelaiate

Urto dovuto all’impatto di una persona o di oggetti

Specifici della particolare vetrazione, esclusa la caduta nel vuoto Caduta nel vuoto

9. Vetri interni per asili, scuole di ogni ordine e grado, ospedali, centri ricreativi, palestre, palazzi dello sport, cinema, supermercati, compresi i vetri di serramenti interni 10. Applicazioni in vetrate a fissaggio puntuale

1(B)1 secondo UNI EN 12600

1(B)1 secondo UNI EN 12600 1(B)1-1(C)1 secondo UNI EN 12600

1(B)1-1(C)1 secondo UNI EN 12600 1(B)1 secondo UNI EN 12600

Urto dovuto all’impatto di una persona o di oggetti

Danni a persone /animali e/o cose

1(B)1-1(C)1 secondo UNI EN 12600

Urto dovuto all’impatto di una persona o di oggetti

Caduta nel vuoto

1(B)1 secondo UNI EN 12600

Urto dovuto all’impatto di una persona o di oggetti Urto di grandine, carichi statici, fatica Urto dovuto all’impatto di una persona o di oggetti

Danni a persone/ animali e/o cose Danni a persone/ animali e/o cose Danni a persone/ /animali e/o cose

2(B)2-1(C)2 secondo UNI EN 12600

Carichi dinamici, torsioni da azionamenti di parti apribili, urto dovuto all’impatto di una persona o di oggetti Urto dovuto all’impatto di una persona o di oggetti

Danni a persone/ animali e/o cose

2(B)2-1(C)2 secondo UNI EN 12600

Danni a persone/ animali e/o cose

1(B)2 secondo UNI EN 12600

Specifici della particolare vetrazione

***

Tutte

1(B)1-1(C)1 secondo UNI EN 12600

Note: Quando in corrispondenza di una applicazione sono indicate più tipologie di vetrazioni di sicurezza, tale indicazione si deve considerare un’alternativa ovvero può essere impiegata indifferentemente una delle tipologie di vetrazioni di sicurezza segnalate *

Nel caso di impiego di vetrate isolanti in serramenti a sporgere verso l’esterno entrambi i vetri componenti devono essere di sicurezza

*** Data la complessità delle problematiche connesse a queste applicazioni non vengono fornite indicazioni circa il livello prestazionale minimo richiesto; tuttavia nel caso di utilizzo di vetri stratificati questi devono essere realizzati esclusivamente con lastre trattate termicamente; in ogni caso in fase progettuale si raccomanda di considerare tolleranze più restrittive rispetto a quelle richieste dalle norme specifiche applicabili. Analoga attenzione deve essere prestata nella scelta e nel dimensionamento dei singoli componenti.

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UX50 - La sicurezza nelle vetrazioni

atomizzazione metallica, che permettono di respingere fino all’80% dell’energia solare, oppure pellicole riflettenti colorate o con polverizzazione ionica, che possono risolvere problemi di stress e disagio degli occupanti l’edificio, soprattutto nelle vicinanze di finestre e pareti vetrate. Nell’applicazione è però necessario prestare la massima attenzione nell’utilizzo di pellicole molto assorbenti (colori scuri) in quanto sì può incorrere in rotture per shock termico della lastra. Inoltre bisogna tener conto che lastre a cui è stata applicata una pellicola possono avere diversa resistenza agli shock termici rispetto a normali lastre di sicurezza stratificate o temprate. Questo aspetto si rivela particolarmente importante in presenza di sistemi di oscuramento (frangisole, veneziane, ecc.) che possono dare origine ad ombre differenziate sulle superfici vetrate con conseguenti consistenti differenziali termici.

altezza di caduta

Fig. 4 - Schematizzazione dell'impattatore utilizzato nei laboratori per certificare la resistenza all'urto delle vetrazioni secondo la metodologia di prova descritta dalla norma UNI EN 12600 [fonte: Serex Multivitrum].

7. Conclusioni

6. Messa in sicurezza di vetrazioni esistenti

Applicare vetrazioni di sicurezza rappresenta una condizione necessaria ma non sufficiente per garantire la sicurezza al semplice infortunio. Non ha senso, quindi, prevedere vetrazioni resistenti all’urto se i serramenti nel loro complesso (telaio+vetrazione) non lo sono. La resistenza all’urto dei parapetti di facciata continua può essere quindi testata seguendo ancora la metodologia di prova descritta dalla norma UNI EN 12600. I risultati della prova devono però essere classificati secondo i criteri indicati dalla norma UNI EN 14019 Facciate continue Resistenza all’urto - Requisiti prestazionali. Esiste poi anche la norma UNI EN 13049 Finestre - Urto da corpo molle - Metodo di prova, requisiti di sicurezza e classificazione, che prevede le medesime altezze di caduta dell’impattore della UNI EN 14019 e che rimanda all’apparecchiatura di prova descritta dalla norma UNI EN 12600, ma che definisce classi di prestazione valide per le finestre, portefinestre e porte vetrate.

Sull’esistente spesso si riscontrano situazioni in cui i vetri installati non assolvono i requisisti di sicurezza richiesti. La sostituzione delle vetrazioni monolitiche esistenti con prodotti stratificati non sempre è possibile e conveniente a causa del peso e dello spessore che possono determinare la necessità di costosi interventi sugli infissi, se non la loro sostituzione. E’ possibile intervenire applicando pellicole in materiale plastico di spessore variabile dai 50 ai 150 micron circa, che possono far sì che il vetro assolva ai requisiti richiesti e si comporti, in caso di rottura, come un vetro stratificato (trattenimento delle schegge ed eventuale contenimento in caso di pericolo di caduta nel vuoto). La classe di prestazione massima raggiungibile (secondo la EN 12600), può essere tuttavia inferiore. E’ interessante notare che attraverso l’utilizzo di tali pellicole è possibile anche intervenire sulle prestazioni e caratteristiche ottico-luminose delle lastre esistenti, pertanto con un solo intervento si possono integrare i requisisti di sicurezza e migliorare il comfort ambientale (sia ottico che termico). Il numero delle aziende produttrici è consistente ed i diversi produttori, possiedono una gamma estremamente vasta di pellicole sia per tonalità e gradazioni di colore sia per le caratteristiche ottiche sia per la tecnologia di realizzazione. Vi sono per esempio pellicole in poliestere con interposta

Fig. 5 - Contro la caduta nel vuoto solo vetri stratificati di sicurezza di classe minima 1(B)1 certificata in conformità alla norma UNI EN 12600 [fonte: Serex Multivitrum].

5. Posa in opera delle lastre vetrate di sicurezza Nel caso di impiego di vetrate isolanti è opportuno che entrambi i vetri componenti siano di sicurezza a meno che non sussistano condizioni tali da escludere totalmente l'impatto delle persone durante l’impiego da un lato (interno o esterno). Tuttavia anche nel caso di urto prevedibile da un solo lato, l'eventuale scelta di prevedere una vetrata isolante con un solo vetro di sicurezza deve essere soggetta a considerazioni sulle conseguenze della rottura di entrambi i vetri componenti.

Quadra tecnica 2/2005 - pag 9

UX50 - La sicurezza nelle vetrazioni

Fonti normative UNI 7697 Vetri piani - Vetrazioni in edilizia - Criteri di sicurezza UNI EN 12600 Vetro per edilizia - Prova del pendolo Metodo della prova di impatto e classificazione per il vetro piano UNI EN 13049 Finestre - Urto da corpo molle Metodo di prova, requisiti di sicurezza e classificazione UNI EN 14019 Facciate continue - Resistenza all’urto Requisiti prestazionali D.M. 14 giugno 1989, n°236 Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l’accessibilità, l’adattabilità e la visibilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del superamento delle barriere architettoniche Decreto Presidente della Repubblica 24 luglio 1996 n°503 Regolamento recante norme per l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici Decreto Legislativo 19 settembre 1994 n°626 Attuazione delle direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE e 90/679/CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro. Decreto Legislativo 19 marzo 1996 n°242 Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 19 settembre 1994 n°626, recante attuazione di direttive comunitarie riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro. Decreto Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti 14 settembre 2005 Testo unitario delle Norme Tecniche delle Costruzioni.

Fig. 7 - Nelle pareti interne vetrate devono essere previste vetrazioni di sicurezza stratificate oppure temprate [fonte: Serex Multivitrum].

Fig. 6 - Nelle aperture a sporgere verso l'esterno devono essere previste vetrazioni di sicurezza [fonte: Serex Multivitrum]. Quadra tecnica 2/2005 - pag 10

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