Ubaldo Nicola - Atlante Illustrato Di Filosofia

May 8, 2017 | Author: panlib | Category: N/A
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DÀLlÀ DEÀ M1'.DM Al P~SOC~TICI, DÀ Pl.ÀTONE, ANrtOtELE Àl PJN>-JCIMENtO, DÀ 1Si ti vis mo .................................... 418 Postmoderno ................................. 57 4 Pragmatis1no ............ ..................... 448 Prcdestinazio11e .................. ........... 270 Primitivismo ................................. 572 Progresso ..... .................................. 4 24 Proporzione ..................................... 46 Proporzione aurea ........................... 70 Prospettiva .................................... 444 Quadrato degli opposti ................. 212 Quantistica .................................... 486 Quinto postulato ........................... 4 74 Razionalismo ................................ : 304 Razza .. ~ .......................................... 360 Reazione antipositivista ................ 426 Referenzialità semantica ................ 530 Relatività ....................................... 482 Res cogitans/res ex tensa ................ 308 Retorica ......................................... 134 Riduzione eidetica ......................... 438 Riflesso condizionato .................... 550 Riti dionisiaci .................................. 30 FILOSOFIA

Sofisti .............................................. 88 Sostanza .................. ...................... 116 Spazio a priori ............................... 3 76 Spazio-luogo ................................. 122 Spazio-tempo assoluto .................. 370 Stadi cognitivi ............................... 518 Stadi della vita ............................... 410 Stereometria .................................. 112

Stoicismo ....................................... 144 Storicità della scienza .................... 494 St11"e ' be·n ............•..•........••........•......•• 384

Strumenti ...................................... 298 Struttura ...................... .................. 524 Strutturalismo ............................... 520 Sublimazione ................................. 540 St1blime ......................................... 380 Superuomo .................................... 468 Surrealismo ................................... 54 2 Tempo ciclico/rettilineo ................ 174 Tempo-durata ................................ 4 28 Teologia delle icone ....................... 188 Teologia negativa ........................... 196 Test di Turing ................................ 560 Teurgia .......................................... 170 Ti es ti .............................................. 98

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INDICE ALFABETICO

Uo mo silvest re . . . . .. . . .. . ... . . .. . . . ... . .. ... 3 58 Utopia .. ..... ....... ............ ...... ........... 276 Ve rifi cazion e/falsificaz ione ... ......... 492 Viaggio dell'ani111a ..... .. .................. 102 Vita .................................................... 462 Volo11tà di vive re ... ... ...... ...... ......... 402 Zen ........... ..................................... 472

To1nismo .......... ...................... ....... 210 Tragedia .. .. .......... ............................. 32 Trascendenza ............... ... .......... ..... 186 Triangolo se11i_ioti co ...................... 528 U111anesin10 socrati co ........ ........ ... ... 92 U 1nori .......................... ....................... 82 Uon10 ca111aleo nle ................ ... .... .. 230

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F ILL) (.)FIA

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Ubaldo Nicola



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GRECIA

Dea Madre

MATRIARCATO PRIMITIVO

Vedi a11che Mito, Arché simbolico aiuto al parto della Madre Terra). Il culto della Madre poneva come tema centrale il 111istero della nascita e della morte, il rinnovarsi della vita nell'uomo, negli animali e nel mondo vegetale. La ricca decorazione grafica (su vasella1ne, su manufatti, su statuette) con cui si esprimeva l'arte dell'epoca richiama continuamente simboli della generazione: il parto, la vulva (le forn1e geometriche triangolari), l'acqua, l'umidità, for111e dinamiche (spirali, vortici), fasi lunari. Il serpente, che rinnova annual1nente la sua pelle, esprimeva la ciclicità (una nozione i111plicita nell'idea di fertilità). [iperaccentuazione dei seni nelle statuette serviva a mostrare la Dea come dispensatrice di nutrimento.

econdo lo storico delle religioni j. -Bachofen (Il Mat1·iar·cato, 1861) la pri1na forma di organizzazione sociale dcll 'u111anità, nel periodo pre-storico (approssi1nativa1nente dal 7000 al 2500 a.C.) sarebbe stata t1na ginocrazia ('governo delle d{)n11e') centrata sul culto lll·lla Dea Madre. Po11endosi in una prospettiva positivistica, Bacl1ofen cor1sidera va qu esta società matriarcale co1ne una fase selvaggia, uno stato ancora 'ani111ale' dell'umanità. La stessa successione matrilineare che la caratterizzava sarebbe stata, a suo avviso , una co11segt1cnza del disordine (una promiscuità sessuale) regnante nella 'orda pri111itiva', tale da i1npcdi re ogni certezza sul l'idrn ti tà del padre . Ciò nonostante la teoria matriarcale di s,1chofen veniva in qualcl1e n1odo a ribaltare la prospettiva tradizionale e suscitò quindi nella prima 111età del 11ostro secolo numerose criti'che, ancl1e per la scarsità delle prove addotte dallo studioso, la più importante delle quali risiedeva nell'analisi del diritto romano , in cui Bachofen dimostrava l'esistenza di tracce residue di una successione matrilineare dell'eredità. Le ricerche antropologiche più recenti, tuttavia, hanno confer1nato l'ipotesi dello studioso tedesco.

Stt scala europea il crollo del matriarcato avvenne fra il 4000 e il 2800 a.C. a causa di invasioni di tribù provenienti dall'Est e dotate di una cultura basata sull'allevamento del cavallo e sulla fabbricazione delle arn1i (arco, lancia, successivamente spada). Con l'avvento del1a successione patrilineare nacquero il diritto positivo, la mo11oga111ia, la proprietà privata e una cultura basata sulla si1nbologia celeste. Un'ipotesi antropo1ogica affermatasi in tempi recenti sostiene che il culto della Dea Madre non è del tutto scomparso, poiché la sua durata (più di 5000 anni) sembra aver lasciato un'im·p ronta indelebile nella psiche dell'uomo occidentale: la sua eredità sarebbe visibile nel culto di Iside, a lungo sopravvissuto alla sua origine in Egitto, e nella figura cristiana della Madonna, in particolare delle lMadonne Iiere'.

Il governo delle regine-sacerdotesse era caratterizzato dalla co1nunanza dei beni, dal diritto naturale e da un sistema culturale basato appunto sul culto della Dea Madre espresso da due importanti simboli: la terra e l'acqua. La fecondità femminile era posta in relazione con la fertilità della Terra, dal cui lventre' rinasce ogni anno la vegetazione (i riti del raccolto basati sulla danza erano un FILOSOFIA

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La 1nanca1ua tli scri.LtLtra 11on l1n ir11pcditt) la rico trttzionc (ipoteti ca) cli L1nn ideologia preistorica atcra\1 crso lo tttdi o clcll 'artc clccorat i\ 1a (M. Gi 111IJLttas Il l i 11gt~ llgi!,i llell ll Dea, L991 ) . La ta tuctta fcn1n1iT1ilc riprodo tta è cleco ra ta co 11 s i1nbo1i a V (detti cl1 c.·vrc>11). u n'intensifi cazio ne del sin1 bo1c>llella \rul\'a.

È pos i bile lLtdiare la mentalità prci torica attravc r o la ar-

cheomitologia, una sintesi di archeologia , 111itolt1gia, an tropologia, s tucli o dcl folclore e delle religioni . Un esempio di arcl1itcltLtr) e sviluppa caratteris ti ch e se1npre più femminili, sino a co stituire una famiglia con un altro maschio. Tramite un tirocinio 1nolto duro (isolamento, digiuno) , lo sciamano entra in possesso della fac.oltà di passare a suo piaci1nento alla condizione di estasi (->). Secondo la psicopatologia si tratta di un individuo psicl1icamente instabile, tuttavia capace di porre in qualche modo sotto controllo e persino di sfruttare positivamente la propria labilità neurovegetativa. M. Eliade (Lo sciamanesimo e le tecniche ar·caiche dell'estasi, 1951) afferma eh.e l'unica differenza rispetto a uno psicotico è eh.e lo sciamano è in grado di instaurare a proprio piacimento gli stati di dissociazione mentale. La trance sciamanica si manifesta in due modi tipici: • l'invasamento, uno stato di possessione da parte di una potenza esterna Fll_()Sl1f IA

alle ferite. Nelle società tribali queste caratteristiche ne. fanno il depositario di una sapienza superiore, gli conferiscono abilità nella divinazione, nella poesia, nel1 la medicina, con l assunzione di rilevanti responsabilità sociali (provengono dallo· sciamano per esempio le indicazioni sul periodo adatto alla caccia o all1agricoltura).

ln Occidente lo sciamanesimo si è rivelato ancora presen.t e in tempi recentissimi presso le popolazioni artiche (gli Inuit, o Eschimesi). Si suppone tuttavia che in tempi pre-storici fosse diffuso ovunque, sia nel Nord-.E uropa (dmidismo) sia n.ei Paesi mediterranei, Grecia compresa. Secondo R. Dodds (I greci e l'irrazionale), anche se quando nacque la filosofia, nel VI-V secolo a.C., l'esperienza dello sciamanesimo greco era quasi del tutto esaurita, Empedocle e Pitagora vanno considerati gli ultimi esempi di uomo-medicina della tradizione arcaica: .

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GRECIA o

Lo sciarnanesimcl era ancora vivo 11ell'esLrc1110 No rd dell'Europa agli inizi del nos tro seco lo ed è sLato C[Ltintli documentato con 11otevole rigore dalla 111c>dcrna antrop1..1logia sc ientifica. L'esploratore danese K. Rasmussen (Es 1iimo Folk Talcs, 1921) l1a raccolto disegni del volo sciama.nico presso gli ultimi 'stregoni' ·i nuit (Eschimesi). In qL1 cllo qui riprodoLto lo sc iamano è sosccnuto dagli anitnali che ha scelto co me spirili custodi e da cui, tran1ite un meccanismo di identificaz ione , trae il propri e) potere. , l I ...•

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Nel L92 l Ras mu c;c n c l1ic e a un o sciamano e chi111c e d1 - ), in definitiva una forn1a di irrazionalità, necessaria però alla sop1Jortazio11e dell'esistenza e allo svilup1)0 della creatività.

Dioniso (Bacco per i Latini) era il dio della vegetazione e della fertilità, dell'uva e del vino, quindi dell'eccesso e dell1i11[razio11e: sotto ogni aspetto, l'esatto opposto dell'armonia orfico-apollinea. Dio11iso significava la rottura dj ogni barriera fra dèi e uo1nini; ebbro e folle, ' favoriva lui stesso la dissolutezza dei fedeli, li inselvat.iclliva e li portava al vino, alla violenza, all'orgia. Amava le grida disordinate, il delirio, l'esaltazione parossistica, l'estasi ( - »), la maschera e il travestimento (a volte era ritratto in vesti e con tratti femminili), sconvolgeva leggi, costumi e gerarchie sociali. Uncico fra gli dèi, ammetteva le donne e gli schiavi ai suoi riti. I misteri dionisiaci erano infatti particolarmente seguiti dalle donne, dette menadi, ed è probabile che ciò accadesse FILOSl)flA

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Scopo dcl culto dionisiaco era rivivere il tragico destino che aveva segnato la vita del dio, figlio dell'adulterio di Zeus con una do11na u1nana e quindi perseguitato da Era, sposa di Zeus, fino alla follia (o alla morte, 'S econdo un'altra tradizione). Le n1enadi, i11coronate con frasche di alloro, indossavano pelli di animali, n1entre gli uomini si abbigliavano come satiri; nell'ebbrezza prodotta dal vino si abbandonavano al ritmo selvaggio del ditirambo, ossessivo e ripetitivo, eseguito con flauti e tamburelli, ed e·n fatizzato dal grido (evoè evoè) con cui gli adepti si incitavano l'un l'altro. Alla fine satiri e baccanti raggiungevano il desiderato stato di trance ed entravano in una condizione di possessione psichica che gli antichi chiamavano entusiasmo ( ~ ). I..:esito del rito, anticamente collegato al ciclo vitale della vegetazione, che si con.e ludeva nella vendemmia, era il tem·p oraneo ritorno a una condizione naturale (animale): la caccia e lo sbranamento di un animale selvaggio ne erano il coronamento finale. A partire dal VI secolo q,uesta brutale ritualità arcaica fu progressivamente sostituita con una rappresentazione simbolica (dapprima solo mimica) e con canti corali. Dalla liturgia dionisiaca che accompagnava il sacri.f icio della bestia (quasi sempre un capro, tragos in greco) nacque la tragedia ( ~).

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Una delle scoperte più i1nportanti prodc.1tta dalla p ri n1e en'a--. zi.011i ciel cielo fu il moto rotatorio dei pianeti attorno ......_ , alla Terra . ln precedenza i filosofì ionici erano anco"ra convi nti che ogni era il ole, giLtnto a Occ1f

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La nozio ne dcl d1,:enirc e pre ente nei s i111bo li in di\•c r ~c CLtlturc. Nc ll'c>rd1 n e, dall'al to, in cn o o rari o. • la > (ossia di ciò che secondo i Pitagorici non è numeralizzabile).

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Fra tutti i numeri, che i Pitagorici consideravano secondo i principi della numerologia (- .. ), un particolare valore simbolico assunse il 10, la 'madre di tutti i numeri'. La sua espressione grafica, la tetraktys , fu considerata il simbolo della perfezione, uno schema universale, un modello otti1nale rilevabile ovunque nella natura e divenne l'emblema su cui giuravano i neofiti della setta. Lanascita del sistema numerico decimale ancora oggi in uso (fino ad allora i Babilonesi avevano usato un sistema su base 12 e 60) fu una conseguenza della deificazione pitagorica del 10.

Le evidenze non mancavano di certo: so110 leggi nurneriche quelle che regolano il ten1po e le stagioni, il ciclo biologico, quello vegetativo e ogni tipo di 1novi111ento, sia la perfetta rotazione degli astri nel cielo, sia il divettire (- >-) delle sostanze naturali sulla Terra. Non vi è conoscenza cl1e non sia intrinsecan1ente misura, calcolo, proporzione. Ogni f~­ gura geometrica (e quindi ogni volume, ogni corpo) può essere pensata come un numero finito e potenzialmente calcolabile di elementi base unitari, i 'numeri'. Quindi tutto è 11umero e tutto è numeralizz:abile. Su questa certezza Pitagora costruì non solo una matematica, ma anche una metafisica e, ancora oltre, un ideale di ordine, di razionalità, di armonia universale. Secondo il pitagorico Filolao ~C>/J l1i all()tltl licre.

Una ra pprese11 taz ionc d el l'ineo mmensurabilità proposta da G. Bruno ( De Tripli ce Mi11irno , l 59 l ). Mentre in orizzo ntale e in ''ertica le le sferc si tocc.·a no e posso no essere quindi co ng iLtnte da seg me nti pa ri a ll a so mma d ell e lo ro dim ensio ni , ciò non si verifica con le diago nali , la CLti lunghezza sttpera di una qua ntit à non esattamente dctcrininab ile lo s pessore delle quattro palle.

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PRESOCRATICI

Numerologia

PITAGORISMO, MAGIA

Vedi anche Aritmogeometria, Matesi ta a un grande futuro. Per esempio nel Il secolo d. C. il filoso[o neoplatonico Plotino arrivò a considerare l'Uno come l'archetipo ( - .- ) della divinità.

itagora immaginava l'esistenza di relazioni prettan1ente psicologiche fra i nutneri chia1nando 11u1neri an1ici quelli forma ti ognuno dalla somma dei divisori dell'altro. Operava una distinzione fra numeri maschili (quelli dispari , considerati perfetti) e numeri femmi11ili (pari e imperfetti). Secondo i Pitagorici, a(ferma Aristotele, . Questo modo prescientifico di inte11dere la 1natematica sfociò nella numerologia , la dottrina cl1e afferma l'esistenza di un potere magico dei numeri indicato da precise corrispondc11ze con il mondo naturale e divino. La numerologia rimane ancora oggi u11a delle varianti più frequentate della magia ( --~) e sopravvive nella mentalità comune in forma di superstizione (per esempio l'idea che il 13 porti sfortuna). Dal punto di vista critico il filosofo che più di tutti ha cercato di capirne le origini e il significato è statq il neokantiano E. Cassirer (Filosofia delle f ot-m.e simboliche, 1921).

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Strettamente connessa al prestigio teologico dell'unità, la triplicità ne rappresenta in un certo senso l'estensione. Non solo Dio è uno e trino nella religione cristiana, ma esistono triadi divi ne in moltissime confessioni non monoteiste (la Trimurti orientale, per esempio). Intermedia fra unità e triplicità, enti di grande prestigio magico, la duplicità ha assunto una valenza negativa ancora oggi presente in modo residuale nel linguaggio (esiste una doppiezza morale). Pitagora diffidava del due, il primo numero pari, quindi femminile e indeterminato, considerandolo in qualche modo mancante di qualcosa. Il due, diceva, è l'opinione contrapposta al vero sapere (che è sempre unico). Alla quadrupli.cità si è quasi sempre ricorsi per rappresentare il mondo concreto e reale, il creato contrapposto al momento della creazione, l'esperienza umana in opposizione a quella divina: quattro sono le stagioni, gli elementi (- >-) della natura, gli umori ( _.,) del corpo, le età della vita.

Al numero uno la tradizione magico-pitagorica riserva un ruolo assolutamente eccezionale. Esso infatti non è pari né dispari, tanto che Pitagora lo chiamò . . . panmpan, anzi non e neppure un vero e proprio numero, ma rappresenta il concetto stesso dell'unità (il generatore, la madre di tutti i numeri) ed è quindi completamente diverso da tutte le altre cifre che esprimono per loro natura qualcosa di molteplice. In.iziò così con Pitagora la mistica dell'unità, destina...

FILOSOFIA

Meno evidenti sono le ragioni che hanno fatto del sette il 'numero perfetto'. Pitagora lo definisce il momento giusto, ma il prestigio del settenario è ben più antico: nella Bibbia per esempio l'espressione Settantasette volte sette' è usata come sinonimo di infinito. 4

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PRESOCRATI Cl

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li filosofo che piu a fondo ha svolto il programma numerologico è G. Bruno. Qui a fi anco la su a diade ( De f\.1011c1dc, 159 1). Dietro i·apparcnte form·ulaz io11 e matematica, Bruno propo ne un simbolo dall e importanti sugges ti o ni teo logiche. l11f(.1tti ques to sc hema a cercl11 intrecc ia ti era usual111enle impi ega to dagli arti ti mecli evtili per clclirnitare la 'mando rl a' entro la c~ ual e di scgr1are Cris to Sovrano (lo pazio Ja dove i du e si Jc111n o i111 u). Lo s to ri co dcl mi tici rno E. Zolla ( I11 cc>11t1·0 co11 l'anclrlJg i11 0. l 995) sL1 ggcri ce cl1e ques ta ia in rea lt à un a ra1Jp re cntazio nc geometrica dell 'ar1drogir10 ( > ).



L'i111111ccn tc 3JJ'all ic\'O.

Alla n1aict1li ca soc r..1tica, il di alogo ir1tcrsogge LLi\'(), corri pc.> ndc u11'idca 'ii verità come ricerca.

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La nascita di scuole fil oso riche nel IJcrioclo clcll'Ellenismo ( > Sc i1 olc cllc11isli cl1 e) tJrovocò ttn irrigiclin1cnto delle clc> ttrin c e una riclttzionc della rice rca critica. La fil oso fia dive ntG l cli pula polc111ica e ccclimc11to maieutico socratico

va dissimulato. Per questo legame con il 'vissuto' e per la sua paradossale funzione di dire una cosa intendendone un'altra, l'ironia non è stata molto usata dai filosofi. Il metodo socratico (il dialogo interlocutorio faccia a faccia, fatto di argomentazioni, domande e risposte) è rimasto unico nella storia della filosofia, sostituito, già con Platone (a partire dagli anni della maturità), dal saggio scritto, il trattato sistematico basato su un linguaggio tecnico (che per sua natura non può essere ironico, cioè dire una cosa per un'altra).

(-+Maieutica). Socrate strtttturava il prMaieutica), sviluppandolo però solo relati\1 a111e11te alla defi11izio11e dei valori 111orali. (cl1e cos'è l'amicizia, che cos'è la virti1 ... ) Ft1 Platone a i111postare la qttestione nei tern1ini più generali, notando che anche quando si esamina il contenuto di parole concrete (\sedia', per ese1npio) insorgo110 gli stessi problcn1i di qttando si cerca di specificare l'inti111a natura di idee astratte (amicizia, virtù). Con esclusione tiei non1i propri di persona (Marco, Giovanni ... ), che denotano una realtà singola e identificabile, tutto il linguaggio umano è costituito da sostantivi, concetti che rirna.ndano a classi di t)ggetti la cui precisa delimitazione , è molto difficile. Che C). • Aristotele, rifiutando di ammettere un soprannaturale mondo delle idee per spiegare la conoscenza umana, elaborò la dottrina della sostanza, secondo cui ogni concetto può essere definito da una lista di proprietà singolar1nente necessarie e collettivarnente sufficienti, capaci cioè di caratterizzarne l'essenza. È un approccio di grande coerenza razionale, il cui prestigio bimillenario dipende dalla buona applicabilità al sapere mate1natico-scientifico, nel quale le nozioni possono (anzi deb.bono) essere introdotte solo clopo un'accurata specificazione. Il concetto di 'numero pari', per ese1npio, è definito da una .sola caratteristica: lEssere divisibile per due'.



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Il tentati vo e.l i s peciri ca re l'esa tta definizion e di un con cetto è 1n olto piì.t pro blematico di c1uanto s i po a pensare , t,\ 11cl1c quando si an::1lizzano parole relati\'C a ogge tti scrnpli ci. Nessuna cJcrinizionc dcl co ncetto dì sedia ( tipo: ·mobile co n c1ua Ltro gambe') riesce a es ere riel C-) già sa, tna ha ditnenticato. È inS() m t11a un processo di anamnesi con cui si ri C-Ti esti).

--. Scala erotica) .

Al termine idea, che per noi moderni ha un significato esclusivamente }Jsicologico indicando un qualsivoglia contenuto della mente, Platone attribuiva una realtà sostanziale, il che conferisce alla sua dottrina un valore ontologico oltre a quello conoscitivo. li mondo i peruranico delle idee (invisibile, so-

FILOSOFIA

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PLATONE

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Per PlaL011e la cono cenza dcl ignifi cat > c.lclla paro la ·can e' 11on deri va dall'esperi enza cnc; il1ilc, os ia c.la11'a cr \' Ìsto Ltn ce rto nu tn cro ca ne (idea cl1c sara poi a anzat,1 da Ari totclc). Com e illL1 tra la vignetta reali zzata in 111odo u1no ri tic, il ignifi cato della pa ro la viene in vece dal rie1nc rgc re nella cosc ienza c.leJ l,1 noz ione o id ea t tcrn,1 di caninità , os ia clal ri co rcl.o del Ca ne Idea le , il prc)totiJìtller de l la capac ita cl i ric d i proto lipi , d l1 Cand o la 1n accl1ina cli ttn aLla11 1c di fo rrn c csc;c11ziali, ca pac i di co 111 1)c 11 (lia re le ca ra lteri. tic.: l1e 11ccLtl1ari e.li c.leter111inati oggetti . Il ri c di -..o m 1glianza) fra i ril c\1 a111,._" c_____.,(1

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PLATONE

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METAFISICA

Vedi anche Idea platonica, Entusiasmo Il mito suggerisce prima di tutto una spiegazione delle dif.f erenze fra i tipi umani: l'anima che ha contemplato il mondo iperuranico più a lungo darà luogo, incarnandosi, alla figura di un saggio; viceversa dalle anime che hanno potuto osservare di meno si svilup. . . . . ... peranno uom1n1 via via sempre p1u negativi. Platone sottolinea l'aspetto innatistico (--+ lt1nati smo) della sua dottrina: gli uomini migliori sono tali fin dalla nascita. Il mito suggerisce inoltre la possibilità di un premio o di un castigo dopo la morte; infatti le anime più avvantaggiate (dotate di un cavallo bianco più potente, secondo il mito) sono quelle provenienti da un'esperienza corporea eticamente valida. Esiste quindi una circolarità del processo, perché la qualità superiore di alcttni esseri t1n1ani dipende dalla virtù della loro ani1na nelle vite precedenti. Questo circolo virtuoso ha come limite finale la possibilità per l'anima di sfuggire al ciclo delle reincarnazioni. La vera realtà dell'uo1no, infatti, risiede nella sua anirna, di cui il corpo è solo un 'carcere'. Linstallazione in un nuovo corpo è per l'anima una forma di degradazione: l'evento traumatico della rinascita in un essere umano implica l'oblio delle idee eterne (nel mito l'anima, al momento del parto, beve l'acqua del fiume Lete, che offusca la coscienza). La verità tuttavia non è persa per sempre; sopravvive nelle profondità dell'anima e può essere richiamata alla coscienza tramite la sensazione (- .,). In questo ricordo (anamnesi) consiste la conoscenza.

a teoria del mondo delle idee, centrale nel sisten1a di Platone, trovò il necessario co1nplemento nella dottrina dell'anima (_..,) e del suo viaggio nel mondo iperuranico. Facendo propria la dottrina della metempsicosi già profcssata dall'Orfismo (- 1>) e da Pitagora (e a11cora oggi dal Buddhismo e dall'Indt1is1no), Platone affermò l'esistenza di un principio spirituale, l'ani1na appunto , che preesiste al corpo e sopravvive alla sua morte, in vista di una nuova re1ncarnaz1c)ne.

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t:ani1na platonica è un'entità immortale ma non personale (come vuole il Cristianesimo), poiché nel corso della sua esistenza aderisce non a un individuo, n1a a innu n1erevol i. Dttran te il tempo c l1e trascorre libera dalla materia, fra u11a reincarnazi()ne e l'altra , essa ha la possibilità di una diretta cont)Scenza del inondo sopra11naturale, apprendendo così la vera realtà del mondo delle idee. Questa esperienza fu descritta da Platone nel Fl~clr·o con il rnito della biga alata: l'anima è come un auriga che guid~ una coppia di cavalli , di cui uno, bianco ed eccellente, esprime la tensione dell'anima alla spiritualità (verso l'alto) , l'altro, nero e pessimo , rappresenta la tendenza dell'anima verso il basso, ossia verso la dimensione materiale e istintuale. Sebbene l'auriga (la parte razionale dell'anima), attratto dalla perfetta bellezza del mondo ideale, tenti di indirizzare il carro verso l'alto, la sua opera è resa difficile dalle opposte tendenze dei cavalli, così che egli può solamente intravedere le idee, e solamente per poco tempo.



FILO OFIA

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Nel Fedro PlaLc>ne descri e le peregrinaz ioni dell'anima nel mond o ip e rura ni co utili zza nmpc1rtarnc11to. L'ac1L11la, per esempio , rapprese nta il pcricc) IO di vo lare trppc.> 1n alto , ri. cl1ia11do co ì di brucia r i a ('OnLaLLo co n il o lc. -

La teratologia , la cicnza cl1e tudie;l le nla lf> (da questo precetto biblico gli Ebrei desumono tutt'oggi un particolare metodo di macellazion.e della carne, tale da escludere la possibilità di nutrirsi del sangue-anima degli animali). La riduzione del cuore a semplice muscolo avvenne solo con la scoperta della circolazione del sangue nel XVII secolo, quando il medico meccanicista A. Borelli ( 1608-16 79) negò l'esistenza della 'fiamma vitale' (il pneuma) e ridusse il cuore a una semplice pompa idraulica senza rapporti diretti con la respirazione e con il calore corporeo.

1 problema della localizzazione dell'a11i 111a (ossia della sede delle funzioni ,,itali e intellettuali) nel corpo fu risolto nell'antica Grecia secondo due scuole di pensiero.

1



[ipotesi più antica risaliva alla tradizione r11itica orientale e fu sostenuta prima da Empedocle, poi da Aristotele e dagli Stoici , per essere infine sistematizzata sul lJiano scientifico da Galeno, il più grande 111edico dell'antichità (II secolo d .C.) Essa sosteneva il cardiocentrismo: il cuore è il luogo in cui, attraverso un prc.)cesso di raffinazione prodotto dal cale> re, il sangue viene trasfarmato in pr1eun1a (- .. ), la materia della vita e dello spirito che sta alla base di ogni operazione spirituale. Secondo questa teoria fisiologica la funzione che oggi considerian10 tipica del cuore (distribuzione del sangue) era invece espletata dal fegato, mentre al cervello \ eniva attribuito il sen1plice compito di contribuire al raf·freddamento del corpo (autoregolazione termica) . Si ammetteva che alcune funzioni psichicl1e avessero luogo all'interno del cranio, escludendo però che rie fosse coinvolto il cervello; le facoltà dell'a11 i1na (--..) erano spiegabili come il prodotto dell'attività del pneuma circolante fra le rughe (circonvoluzioni) che solcano la materia cerebrale. Il Guore al contrario, centro propulsore della circolazione pneumatica (attraverso le arterie), era considerato il luogo di incontro fra la vita del 1nacrocosmo e quella dell'individuo, sede fisiologica della sensazione, della conoscenza e delle operazioni che oggi diciamo 'cerebrali'. Della glorificazione del cuore approfittò il sangue, la base fisiologica da cui derive1

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Lipotesi più recente, il cerebrocentrismo, fu sostenuta dai medici ippocratici e dai Pitagorici. Forse praticando la dissezione di animali, il pitagorico Alcmeone dimostrò che tutti gli organi di senso sono collegati con il cervello e correttamente ne dedusse che è questo 1organo deputato all'elaborazione delle • percez1on1. 1



Su questo sfondo la dottrina delle tre anime di Platone si pose come una mediazione: pur accettando il cereb.rocentrismo (l'anima razionale ha sede nel cervello), egli ammise il cuore come fonte delle emozioni (anima passionale) e completò lo schema ponendo l'anima concupiscibile (istintuale) nel ventre e l'immaginazione nel fegato.

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ARISTOTELE "

11 sigillo di Martin Lutero. Il cuore rimane anco ra oggi Ltn 1mbolo operanLe dei va lori della fede, della pas ione e ).

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ARISTOTELE

Retorica

COMUNICAZIONE

Vedi anche Sofisti, Figure retoriche gusti dominanti così da poter calibrare su di questi il messaggio promozionale. D'altra parte, notò Aristotele, un discorso che si limita a ripetere ciò che già tutti sanno rischia d'essere semplicemente noioso. Per attirare l'attenzione dell'uditorio occorre che sia anc.h e informativo, contenga aspetti nuovi, tali da impressionare e meravigliare. A questo servono la dispositio e l'actio.

n polen1ica con Platone, Aristotele affern1ò cl1e fra la verità e l'errore esiste 1tr10 spazio internaedio in cui dominano la verosimiglia11za, l'incertezza e l'opinabilità: vi sono problemi, quelli politici e giudiziari per esempio, che per loro natura non conoscono soluzioni definiti\re n1a solo temporanee e probabili. In qt1esto ca1npo trova piena legitti1nità la retorica (la tecnica del comunicare), che favorendo la cl1iarezza dell'esposizione evita i contrasti nati dalla rec11Jroca 1ncomprens1one. Di seguito sono prese in considerazione ]e cir1que tappe in cui Aristotele suddivise i processi operativi della retorica. • lr1ve11tio, l'arte di individuare gli argo111enti pe1·ti11enti . È il punto che maggiorn1ente interessò il filosofo~ più degli altri infatti essa pone l'accento sull'elaborazione intellettuale, sul modo con cui si possono reperire le argomentazioni n1igliori. [intuizione di Aristotele, divenuta il fondamento dell'intera tradizione retorica, fu che il discorso, se vuole essere irresistibile, deve partire dalle stesse opinioni dell'interlocutore. [arma più importante dell'oratore è con·vincere chi lo ascolta che le conclusioni vanno accettate perché derivano, attraverso passaggi inoppugnabili, dalle sue stesse convinzioni. La prima tappa di ogni pratica retorica è quindi la topica, la recensione dei luoghi comuni (topoi in greco), i punti di vista generalmente accettabili o che comunque si suppone siano universalmente condivisi. È un approccio ancora oggi efficace: nella pubblicità per esempio questo compito è svolto dalle agenzie di marketing, che attraverso sondaggi e interviste indagano sugli stereotipi sociali, i modelli e i

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FILOSOFIA



• Dispositio, l'abilità di strutturare l'or-



ganizzazione del discorso in forma adeguata all'oratoria. Aristotele ne distingue quattro parti: esordium (eventualmente preceduto da un proemio), narrati.o (relazione dei fatti ed esplicitazione della tesi), confirmatio (produzione delle prove) ed epilogum, o conclusione.

• Elocutio ovvero scelta dello stile adeguato all'argomento, all'uditorio e all'oratore stesso. Determina la formazione delle singole frasi attraverso la combinazione delle più appropriate figure retoriche, gli abbellimenti e le modificazioni puramente formali del discorso, tali da renderlo nuovo e inconsueto, altamente informativo. • Actio, l'arte del recitare il discorso con le più efficaci tecniche verbali (dizione) e non verbali. Poco elaborata nell'antichità, oggi è tornata di grande attualità con l'avvento dei mezzi di comunicazione visivi (TV, pubblicità). • Memoria, l'abilità essenziale per ricordare gli argomenti del discorso e il loro ordine. Dalla memoria così intesa hanno avuto origine le mne1notecniche

(__., Immagini mnemoniche).

134 •



ARISTOTELE Il modello comportamentale (actio) del retore antico appare nelle statue dedicate ai grandi oratori , tutte accomunate dalla caratteristica p osa trattenuta d el corpo (e ntrambe le braccia sono immobilizzate , le mani nascoste sotto il mantello). C iò corrisponde a una valutazione negativa dell'actio (il gesticolare con foga che pure doveva essere diffuso fra gli o ra tori meno pres tigiosi) . Il nos tro secolo ha scoperto il valore seduttivo dell'acti.o soprattutto a partire dalla drammatica esperi enza dei regimi totalitari . Hitler e Musso lini erano perfe ttamente consapevoli d el s uo grande potere di fascinazione.



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Oggi le fom1e clell'c1ctio sono studia te dalla ps ico logia cle ll a comunicazione non verbale. l 'i m1nag ine m ostra due segnali di accentuazione ' d el discorso indivi duati dall'antropo logo D. Morris (L'uorn>. Si può favorire l'insorgere di questo stato m.entale, ma non determinarlo o controllarlo per intero. affermava Nietzsche >, cui già in vita furono tributati onori divini. Anticipando la mentalità che in età imperiale divenne propria delle sette religiose (e del Cristianesimo) il buon epicureo modellava la sua condotta sull'esempio (più che sulle teorie) del maestro.

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ELLENISMO L'immagi ne popolare riprodo tta, che ritrae il ti pico fil oso fo epic ureo, illustra co me le acc use di edonismo mosse contro la setta non fosse ro del tult o immoti va te. Nella po sa asimm etrica a ga ml1c aperte e affi a nca te (de l tutto inusuale nella statLtaria greca) il pensatore erJi cureo di1nostra la di s involtura tipi ca dell'uomo di mondo. Ancl1 c la grassa pan cia (es il)ita co n soddisfazione) e i naccidi m tt se o l i d e I t o r a c e fanno pensa re a un a vi ta gaudente.

La massima fo ndamentale della sc L10la epi curea era: «Comportati sempre come se Epicuro ti vedesse». D'a ltra parte la co ntemplazione dcl suo vo lt o , i n e u i Ia e a p a e i t a i n t e 11 e Lt t1 a Ie , simlJolcggiata dalla fronte te a e musco losa, si acco mpagna a un'esprc sione se rena, era co nsiderata ttn i11 ciLa1>1entu1n a11imì , fonte di sollievo e di cresc ita SJJi rituale.

Il te ma della danza dello scheletro illtlstrava l'invi to epicur eo a up e ra rc la fJa ura della morte, l'emozio ne piu devasta nte d ella natura umana . Era anche un modo per iro nizza re sui fil osofi c he «pe nsa n o sempre al la morte».

L'immagine popolare del fil oso fo toico e di quello ep icureo a co nfronto e stata ripresa ncll,illustrazione da una tazza del I secolo a.C. Anche dopo la morte i due filoso fi no n ,smettono di dis putare: l'edonista Epicuro, accompagnato dal proverbiale maialino, afferra una fetta di torta: «Obiettivo supremo è il piacere» , è sc ritto vicino al suo teschio, massi1na con tro la quale Zenone argo men ta co n la foga dialettica tipica degli Stoici.

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ELLENISMO

Museo

SCIENZA, ERONE

Vedi anche Macchine meravigliose, Fallimento tecnologico

no dei caratteri costitutivi dell'El........ lenismo ( ~ ), l'importanza assegnata alla ricerca scientifica, si espress e con estrema chiarezza nella fondazio11e di Alessandria d'Egitto da parte di Alessandro Magno (322 a.C.). Fulcro degli scambi commerciali tra EuroP'l e Oriente, Alessandria era una metropoli cosmopolita (solo gli Ebrei erano 40 000) e ricchissima: vi erano quattrocento grandi palazzi, altrettanti teatri e quattromila piscine; i giardini pubblici erano curati da un esercito di dodi cimila giardinieri. Il faro nel porto era così imponente da }Jassare alla storia con1e una delle sette meraviglie del n1 ondo. Il maggior prestigio della città ve ni va però da due innovative istituz i o 11 i c u I tu r al i , di e u i non vi erano ese mpi n ella storia precedente: la Biblioteca e il Museo.

negli anni appena seguenti la fon dazione del Muse o Euclide vi scrisse gli Eleme11ti di geometria; nel II secolo a.C. il siracusano Archimede vi completò, da studente, la sua formazione scientifica e quattro secoli dopo Claudio Tolomeo sintetizzò in un quadro unitario (Almagesto) tutte le conoscenze astronomiche a lui precedenti. Questa continuità nella ricerca, unita a un clima di fattiva collaborazione fra gli scienziati, rese possibili alcune importanti scoperte. I..:astronomo Ipparco, per esempio, dopo aver compilato un atlante stellare di ben 1080 stelle e averlo confrontato con le osservazioni altrettanto precise dei suoi predecessori alessandrini, riuscì a stabilire che le stelle 'fisse' si erano mosse e calcolò quindi, con grande esattezza, la precessione degli equinozi.

La Biblioteca, secondo la tradizione, arrivò a conte11ere ben 600 000 volumi, in pratica l' intero sapere greco. Alcuni aspetti del libro così come lo conosciamo ora nacquero proprio per facilitare , la catalogazione di questo immenso patrimonio. Per esempio si rese obbligatoria l'indicazione di un titolo, sempre omesso in precedenza, e di un autore (per i numerosi testi di ignota provenienza i bibliotecari alessandrini ne inventavano uno di comodo).

La situazione della ricerca era per molti versi ottimale. Gli scienziati godevano di ampi finanziamenti dallo Stato e tuttavia non erano sottoposti ad alcuna forma di censura o pressione politica. Secondo una (dubbia) tradizione, i medici alessandrini approfittarono di questa libertà fino a praticare la vivisezione su esseri umani (furono condannati a morte come criminali dallo Stato).

Il Museo era un complesso edilizio simile a un moderno campus universitario, messo a disposizione degli scienziati di tutto il mondo affinché attendessero alle loro ricerche, stipendiati dallo Stato e in totale libertà. Vi passarono i migliori ingegni dell'epoca ellenistica: Flll)SOFIA

Anche se dall'ingresso del Cristianesimo in Egitto il Museo e la Biblioteca entrarono in un periodo di crisi, queste prestigiose istituzioni rimasero il centro mondiale della ricerca scientifica per più di cinquecento anni. Furono distrutte solo nel 642 d.C. durante l'incendio che accompagnò la conquista araba di Alessandria.

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ELLENISMO

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Una delle macchine di Erone, il più celebre fra g li in gegn e ri d el Museo di Alessandria . Era nascosta nella po rta d el te mpio e.li Alessandria: do po ch e il sacerdo te aveva acceso il fu oco sull'altare, l'aria ne l serba to io so ttos ta nte s i risca ldava e a u tn e ntava di vo lume. Q uindi l'acqua s ul fond o d e l sc rb;:1to io, sotto press io n e, s i tra vasava n e l co nte nit o re a fi a n co, c h e scendeva muovendo le pt1legge coll egate a i cardir1i d ella po rta.

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L'altare di Ctesibio. discepolo di Ero ne . si s pegneva a uto mat icam e nte d o po un certo period o di tempo. Il calo re d e l fu oco, in fa tti , riscaldava (e quindi espandeva) l'acqua sottosta nte, fo rzando la a r isalire a ttraverso i rubi .

Un'a ltra cele bre m acc l1in a d i Erone e la scatola divina , simile a un moderno ClLri l lon. Q uando si gira la m an ovella cster11a g li i11gra naggi nascosti traspo rta no il m o to fino a ll'ttcce llo, c he inizia a g ira re e persin o a fischia re. lnfa ttì lo s tesso movimento si comttnica alla cam pan a e la fa scendere in un co ntenito re d 'acqt1a; in. questo moclo l'a r ia co n te nuta nel su o vano e costre tta a ttscire a ttraverso il fisch ie tto in a lto.

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FILO. O f l.,l,

ELLENISMO

Macchine meravigliose

SCIENZA/TECNOLOGIA

Vedi anche Ellenismo, Museo a condizione psicologica della meraviglia fu oggetto di riflessione da parte di molti filosofi greci: e quindi si interroga, ponendo a se stesso le domande da cui nasce la sapienza, affermava Aristotele.

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Un identico scopo, meravigliare, fu alla base della tecnologia sviluppata dai più illustri ir1gegneri del Museo di Alessandria d'Egitto e in genere dell'antichità. Ero ne, il più celebre fra questi, presentò la sua teoria degli specchi (Cal o t t ,-i e a ) c o n q u es te p a r o I e : Su una cosa tutti i Greci, filosofi o ingegneri, concordavano: ciò che è veramente meraviglioso non può essere utile. Se è vero, come disse Aristotele, che land o con le d ita l'apcrtu radei due l)uchi nell a pa rte alta de ll 'anfo ra >. Sul piano filosofico la teurgia fu favorita dall'arrivo a Roma di una grande quantità di culti orientali e dalla diffusione del Neoplatonismo, che enfatizzava la funzione sacra dell'immagine in quanto archetipo (modello, idea origiFILOSOFIA

170

Nel mondo greco tutte le sculture sacre, senza eccezione alcuna, erano dipinte con colori sgargianti e fortemente naturalistici (come del resto le strutture e i bassorilievi del tempio): pelle rosa, labbra rosse, capelli neri, vesti colorate o patinate d'oro, abbondanza di accessori, corona, foglie d 'alloro, abiti veri, e così via. Con tutta probabilità l'effetto era veramente conturbante, capace di produrre quella particolare suggestione che ancora oggi attira milioni di persone ai musei delle statue di cera. Si cercava di replicare ogni particolare dell'aspetto umano. Negli occhi venivano incastonate pietre brillanti per imitare l'intensità dello sguardo reale. La scultura era quotidianamente sottoposta a una toilette tipicamente umana: lavata, aspersa, unta, rivestita con abiti, inghirlandata, incoronata e rinfrescata con acqua nella stagione calda. Dopo averla rifornita di cibo, la si rallegrava con rappresentazioni, spettacoli, danze; periodicamente poi le si offriva la possibilità di muoversi portandola in processione. Vi era insomma un rapporto intenso e il più possibile fisiologico, quasi carnale, con l'immagine: alcuni riti arcaici prevedevano addirittura che in determinate occasioni si procedesse alla fustigazione rituale delle statue.





ETA IMPERIALE lasciato da un paz iente curalo da Asclepio, il dio greco della medi cina, che raffi gura la parte dcl corpo guarita. Ex-voto

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Statua di Asclepi o ri trova ta a Epidauro e re a li zza ta ill epoca rom a n a . U no d e i fa tti più difficili a spiega rsi della terapia incubatoria prati ca ta a Epidauro è c1uello per cui il dio, a quanto risulta dalle descrizioni dci sogni conservate negli archi\ri dcl tempio, appariva ai fedeli (in co rnpagnia dcl suo scrpcn te) sempre ot tt) le se mbi a nz e de ll a s ta tu a qui riprodotta, Ltn vecchio dal portamcnt() arist()Cratico , dall'es prcssio11t benevola e irnpatica.



11 rito incubatorio era praticato a Epidauro nel tempio dedicato al dio, che si credeva po tesse sa lvare i mala ti incurabili. Come attestano i bassorilievi i11castonati nelle ·m ura del tcn1pio co me cxvo l o, s pesso Asclepi o co1npariva in sogno al malato per suggerirgli la terapia adatta, se no n (anche se n1olco più raran1 e nte) pe r proce d er e seduta stante a una guarigione miracolosa.

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ETÀ IMPERIALE

Manicheismo

DUALISMO TEOLOGICO

Vedi anc 11e Pessimismo antropologico

T 'esistenza del male è il problema fonL damentale di ogni religione, in par-

coerenti, perennemente in lotta ma commiste fra loro>>. Sono parole dello stesso sant'Agostino , che conosceva molto bene le teorie manichee, per avere anch'egli aderito a questa setta all'età di diciannove anni. La risoluzione manichea del problema del male presentava in effetti due notevoli vantaggi. Il primo consisteva nell'offrire una descrizione semplificata ma di grande suggestione: il contrasto psicologico fra bontà e malvagità era assunto come schema di lettura dell'intero universo. Il secondo punto di forza risiedeva nell'eroica ricerca della perfetta santità cui erano chiamati i fedeli. I Manichei infatti , riconobbe con onestà intellettuale lo stesso Agostino, .

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L'Ap lvf1a.sic,c1 delle sfere ). 1

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F t L: questo passo della Epistola ai Rc)n·1a11i di san Paolo è il punto di partc11za della disct1ssione sulla grazia (la salvezza eterna dell'anima), la nozi()ne di certo più co11troversa dell,intera teologia cristiana. Infatti attorno al problen1a di qttali siano le cot1dizio1ii che rendonc) possibile la salvezza dell'individuo si s.o 11 o s v ì l t1 p p a te due in com p a ti bi I i scuc)lc di pensiero. Da una parte sta la posizione che si v·e nne forn1ulando 11el Medioevo e fu sancita poi dalla Controriforma fi110 a dive11tare ()ggi la 111e11talità dominante fra i cattolici: la beatit11dine del Paracliso spetta a coloro che l'hanno meritata co11 le loro buone opere: il giorno del giudizio universale Dio pu11irà i malvagi e accoglierà accanto a sé le anime di coloro che condussero la propria vita second() il bene. D~1ll 'altra

parte sta la posizione di Agostino, fatta propria poi clalla Riforma di M. Lutero e dal Giansenismo: la frase di san Paolo va letta nel senso che il giu.;. sto no11 avrà la salvezza per le buone 01)ere co1npiute in vita (anche se queste sono evidentemente un bene), n1a solo ed esclusivamente per la sua fede.. Affermare il contrario, ossia che il Paradiso è garantito a colui che abbia bene operato in vita, significherebbe ridurre Dio a un buon magistrato. Solo per superbia l'uomo p·u ò pensare di salvarsi da solo e precostituire con le sue buone azioni il giudizio di Dio (rendendolo

FILOSOFIA



192

MEDIOEVO I valori della pi ritualita agostiniana in due in1rnagini dell'arte medie aie. ella rapprese ntaz ione della d1 ce a dell o pirito Santo nel giomc) clella Pentecoste (d a un alteri c.1 parigino del XIII ccolo), l'altcggia111cnto clcgli t\110 -toli (la prima e paradigmatica co1nunita crtStiana) illu tra re enzia le \tirtU richies ta al creclentc: la fede . Gli Apo toli c)nl rappre entati eduti , fcr111i : non c'e alcL1n tipo di az ione in loro, ma Ltna cond1z10ne di totale riccttivita. qua i pa i\'ita _1 noti poi la posizione della mnn o dc tra ul CLtorc, nel gc to del giLtramcnto. La grazia (la co lomba clic scende ). Il Medioevo in1maginò la gerarchia celeste come specch io e gius tifi cazione di quella terrestre. Anche fra le sc hiere ange liche vi so no di fferen ze di prestigio (espresse dal la vicinanza a Dio) e una rigida d ivis ion e dei cotnpiti . Gl.i arca nge li per esempio , c·h e nella scala ge rarch.ica occupan o un pos to mo lto ba o ( > schema al piede) , appena al ~t­ zionc è istito da u11 ar1gclrc . 1na da Dio stesso . 1

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ll prin cipio dell" c1 i1 c lt)l'itc1~ non poteva e~ ere men tito da alcL1na prO\'a concreta . co ri idcra ta 111c.> lto niet1l1 autore\1o lc dcl IJa rere di L111 gra 11 cle elci pa ato. E en1plc1 rc è il ca o de lla teo ria n1Lt ica lc, cl1c olo nel ~\'1 ~cco l o giun e ad amn1cttere J'c Ì!:>Lcnza clcgli accord i SOFIA

ra in ambito teologico e falsa in ambito scientifico. Queste argomentazioni costarono ad Averroè una condanna all'esilio (nel 1195) e suscitarono il sospetto di eresia sull'averroismo latino, l'indirizzo filoso-: fico diffusosi in Occidente dopo il 1270, in particola.re a Parigi per l'insegnamento di Sigieri di Brabante. Nel 1277 l'arcivescovo Stefano Tempier condannò 219 tesi sostenute dagli aristotelici averroisti, iniziando così una polemica filosofica che doveva concludersi solo con il Rinascin1ento. Ciò nonostante l'approccio averroista, che consisteva nell'assumere Aristotele come auctoritas (- ,.,) su-· periore alla stessa Bibbia, si diffuse a partire dal Xlll secolo fra i magistri artiutn, i professori di formazione laica che controllavano nelle università l'insegnamento delle scientiae (aritmetica, musica, geometria) e della scientia prima , la metafisica aristotelica (era il loro motto). Lo scontro fra questi intellettuali e l'ortodossia religiosa raggiunse l'acme con il Tomismo, ma nonostante la liquidazione operata da san Tommaso (secondo il quale Averroè aveva volutamente contraffatto l'insegnamento di Aristotele) lo spirito dell'Averroismo sopravvisse nella tradizione aristotelica rinascimentale (in particolare in Pomponazzi). Il suo appello alla superiorità della ragione sulla fede, al valore della filosofia naturale (la pratica scientifica) in opposizione alla teologia, divenne un importante tass.ello della mentalità scientifica moderna.

208



MEDIOEVO

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L'Occide11te ha avuto un atteggia·mento fortemen te aanbival ente verso la cultura islaanica. Nel Xli e Xlll seco lo sono fr equcnti le rapprescntazioni di un ideale co lloqLt io fra sapienti grec i (o cristiani) e islan1 ici (nell'in1111agin e Porfirio e Averroè). In rea ltà il colloquio • • non r1usc1 111a1 a superare la barriera clclla lingtta e l'a1)proccio occidentale rll scn1pre fortemen te seletti\ 0 , interessa ndosi so lo a ll e ope re sc ie11tifi c l1 e is la111i che (o all e trad uzio11i grec he) senza alcun interesse }Jer la fil osofia o la religio ne dcll'Islaan .

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Cusano an1mise che questo processo di co11trazion e/esplicazione, per il quale il tn o 1te1JI ice si riduce all 'unità e vice\1ersa l'u11ità si esplica nel molteplice, è d estinato a ritnanere un paradosso senza s1Jiegazione p er ogni m ente u1nana, st1pcra11do di tnolto le possibilità dell'intelletto (--+ Dofta igiaoranza). D'altra parte non esitò a trarre da queste congetture tutte le deduzioni possibili sul piano scientifico, astronomico in particolare, anticipando così per molti versi la rivoluzione copemica11a ( _,.) del seco lo seguente. Se l'universo è un Dio contratto, egli argome11tò, non può essere chiuso e fi:.. nito; in esso non vi può essere un alto e un basso e neppure un centro o un insuperabile limite esterno. Così come Dio è in cielo, in terra e in ogni luogo, qualsiasi punto dell'universo può_ essere centro e peri[e ria.

Verso la fine del XVI secolo G. Bruno, forzando il concetto di contrazione/esplicazione fino a trasformarlo in un rapporto di identità, convertì la filosofia di Cusano in una prospettiva pa11teistica e im1nanentista (--+ Immanentismo), totalmente decristianizzata e ben lontana dall'indirizzo del maestro. Per Bruno Dio e mondo coincidono in un'unica realtà; la divinità è la mente, l'intelletto del mondo, non è più un ente separato (per contrazione) dalla natura, ma la natura stessa. A questa quindi vanno attribuite tutte le caratteristiche che il Cristianesimo attribuisce a Dio, a cominciare dall'infinità.

Cusano, inoltre, fu sempre attento nel sottolineare la distinzione fra Dio, in cui si realizza una perfetta coincidenza degli opposti (--+), e la natura (in cui la vita si realizza in forme relative e individuali), evitando così il sospetto di panteismo o immanentismo (----..). In FILOSOFIA

222

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NEOPLATON lSMO Cusano pose il rapporto fra Di o e mon do nei le rmini di unita- moltep licità, riprendendo così. in termini nuovi l'a11tica mistica pitagori ca dell'u no , un non-nttme ro cl1e la nume r o logia ( - >) chi a mava parimpari da cui ttltle le altre cifre cleri van o per esp licazio ne.

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Nell e Co11gettt1rc ( 1440) C usano , riprendendo in modo n_U()VO l'antica m etafora de Ila ltlce dell'a ntico Neopla101ris1no ( ~ ), rapprcsc r1 tò i I co nce tto di co ntrazione/esplicazione con il diagra1n111a riprodo tto. L' uni ver o e la coi;npen ctrazion e dì clue piramidi le CLli basi defin iscono altem atjva mente Lln con o di lt1ce (Dio) e un cor10 di tenehre (la 1nateria , il corpo).

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IllLt trazi one 11 in13 t.1rdc)- lTi t(l ie,·~1 l c tlcll Lt0111 0 111i cr) che giustificava la pratica dell,alchimia e degli incantesimi. Nella mentalità rinascimentale tutto è collegato con tutto perché ogni cosa è solo una parte (un organo) di un grande animale: l'universo. Anche se può non rendersene conto ogni singolo uomo è strettamente correlato alla totalità del cosmo, così come un piede può anche non sapere di essere parte di un corpo, o un parassita può vivere all'interno di un organismo. In qttesto modo, equiparando i fenomeni della fertilità vegetale a quelli della fecondità animale (e abolendo ogni distinzione fra chimica e biologia), la Terra fu veramente pensata durante .il Rinascimento come un animale: le piante sono i suoi 'peli', le foreste i ~ca­ pelli', il legno le 'ossa', i fiumi sotterranei le 'vene', l'acqua il ~sangue'; le miniere e le caverne sono assimilabili a un 'utero' del mondo, in cui nascono e crescono gemme e cristalli minerali. Su queste basi gli alchimisti concepirono la produzione dell'oro come una semplice accelerazione (non una smentita) delle leggi di natura.

Come spesso è accaduto per le idee più semplici e anticl1e, la nozione di anima dcl mo11do ric1ncrse in 111olteplici occasioni nella storia del pensiero, variamente adattandosi a contesti diversi. Gli Stoici (- > Stoicism.o) la identificarono con il p11eu·1na ( -·>) cosmico, quella forza divina, ma immanente alla natura, cl1e governa e fa vivere l,intero universo. Plotino recuperò la nozione all'interno dcl suo siste1na, facendo dell'anima del mondo una delle ipostasi dell'Essere, la seconda emana~ione intermedia fra il Dio-Uno e il inondo materiale, cui essa dà ordine (-> le due voci evidenziate). Nel pensiero cristiano (in particolare della Scuola di C11artres) l'anirna del mondo fu equiparata allo Spirito Santo, ma fu soprattutto nel pensiero magico (e quindi nel Rinascin1ento) che la noFlll>SOFIA

Combattuto dalla scienza moderna come f orina di antropornorfismo (-+) il concetto di anima del mondo fu ripreso in epoca romantica all'interno della filosofia della natura (-> Finito/itrfinito). Schelling (Sull'anima del mondo, 1798) se ne servì per argomentare il principio della continuità fra mondo organico e inorganico, in un tutto da considerarsi come un organismo vivente (-> Assoluto).

226

NEOPLATONISMO

Una ra pprese nt az io ne sccc 11tc ca dcl co me grande a ni111ale.

111 cl ('O-

La vers io11e particola rnle nte elaborata dell'uovo cosmico propnl'l c1u1 rip rotlL)lt 1 il gc.' roglifico cie l c.·c) 11ccttt1 cli ' 1111ro ib 1l 1ta e c1t1c ll tc\·ole se n1plificazio11c (lo ttrinalc: tLttla la rine io c1c lutera11a si arti cc>la attorno al mi c; tr ro elci la v ita e della 111c., rtc cli C r isto (teologia della croce). L'im1n agine della crocìfi SÌOtl e è l'uni ca a tnLnCSSa nelle C}lÌ CSC r>roteslanti (pe r altro so tcnitric· i ll c ll 'icor1ocla..~tia : •). 1

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275

F11o . Il celebre fronte pizio del l'opera di Hobbes, qui riprodotto, rapprese nta lo Stato- Lev ia ta110 corne un enorme mostro il cui co rpo è for111ato dagli innumerevoli sudditi conLracnti il patto, la testa indica l au torità a saluta elci potere sovrano, la spada il potere civil e e l'uso clcJla forza , il pastorale il potere religioso ed ecc les iastico (a t1.c h'esso da a ttribuire allo Stato, se co11do Hobbes). 1

L'illustrazione riprodotta , de l XVII secolo, rapprese nta lo stato di natura dell'uomo primitivo in sintonia con l'approccio contrattualistico di l oc l>.

[eliocentrismo comportava come conseguenza il movimento della Terra attorno al Sole ,( assieme ad altri cinque pianeti) e su se stessa, attorno all'asse dei poli. Tutto il resto del modello tolemaico non venne affatto messo in discussione da Copernico, cosicché il suo universo, visto alla luce degli sviluppi seguenti, appare in realtà ancora straordinariamente simile a quello elaborato da Tolomeo.

Anche se Copernico ebbe il m~rito di iniziare l'opera di distruzione dell'astronomia tolemaica, in realtà il suo obiettivo era molto li1nitato e tendeva solo a una semplificazione del sistema tradizionale, arrivato ormai a uno stato di insopportabile complicatezza. li progresso delle osservazioni aveva reso necessari ben ottanta circoli (epicicli, eccentrici ed equanti) per spiegare il moto di FILOSOF IA

282

RIVOLUZIONE SCIENTIFICA U11a delle cause della resistenza al mutamento dell e teo rie astronomi che era la forte co1lness ione ins taurata dal Medi oevo fra . as tro no mi a e teo logia . A ogni cielo fi sico ne co rrispondeva uno spirituale.

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11 1-uolo dcl Sole r1 ellc1 creclzio- I ne del 1n ~ e il XVll seco lo di immagini -~ astronomiche co me questa ri--prodotta , poco d e ttag li a te ma - -fortemente s imbo li c ~1e , mS llll) 111cn è separabile dalla natura e coincide con essa, solo un mondo infinito può essere stato creato da un Dio infinito. Eppure il paradigtna (--.. )copernicano e la rivoluzione scientifica devono moltissimo alle intuizioni di Bruno, che divennero parte integrante del modello astrono111ico do1ninante fino a Newton. Vedian10 le tesi afferma te dal. filosofo. • Non esiste un'ultima sphaera mu11di, una barriera che racchiude dentro di sé il cosmo. L'universo non ha limiti esterni. • Il cosmo è infinito e le stelle, infinite di numero, si dispongono nello spazio in tutte le direzioni. Per conseguenza il

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FILOSOFIA

cosmo è acentrico e non contiene alcun punto privilegiato. • Esiste una pluralità di mondi simili al nostro. Attorno alle stelle gravitano altri sistemi planetari con infiniti mondi abitabili e abitati, in cui è lecito presumere vivano altri esseri viventi, senzienti e razionali, probabilmente in molti casi più progrediti degli esseri umani. • LUniverso è omogeneo in ogni sua parte, sia per la materia di cui è formato sia per quanto riguarda la natura dello spazio, sempre e ovunque esprimibile in ter111ini euclidei. Le stelle, con i loro sistemi planetari, sono disperse e sospese nel vuoto, non incastonate in sfere cristalline, come pretendeva l'astronomia tolemaica. • Lo spazio interstellare è vuoto. Esistono quindi, come per Democrito, la materia e il vuoto. •

Nonostante l'importanza di queste affermazioni il contributo di Bruno al successo del paradigma copernicano fu però ancora più profondo e di ordine più psicologico che scientifico in senso stretto; lo si può definire come il superamento dell 'angoscia dell,infinito. Così egli riassunse il suo credo (De l'infinito universo e mondi, 1584): . Linfinita immensità cosmologica, fino ad allora fonte di spavento e reverenza religiosa, dive11ta così con Bruno pensabile e praticabile, almeno nell'immaginazione.

292

RIVOLUZIONE SCIENTIFICA

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Il Sole 11cl Dc l111111 c n so ~ 1591 . Pc>rtandt1 all e cstrcn1e co r1scgt1 c n ze il principio d e Il'omogeneità

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s trutttarale e 111atcria lc dcll'u11ivc rso , Bruno affcrr11 ò c'llc il So le e fo r111 ato (s piccl1i cl1i ari ) e eia ~1 cc1Lta (gli piccl1 i neri). Dtte n1 ond i a Ct> ntat to cl e e r i t t i tia Br Ll n o . Ne 11 a sua fanta iosa ·a trono111ia fi losofi ca· i n1c>11di a~~ Lt lll () JlO p c ci ( > /11 co11'> cio cc> ll ctti vo ).

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la formtl cl i 111a11dala gco1nctri -

La rap1)rcscntazionc clcll'univc rso cli G. I3rttnC) i11 Llr Ccr1a ltl~ l tc Cc11 eri ( L584 ). La part e altél ciel disegno indi ca la concezione copc r11ica11a, alla cittalc il fil o o f1.) adc r1 con entt1s ias 1no, la parte i11 basso c1uell a tolemai ca tracli zionale. I pianeti ono a cli tanzc regolari , pres cind e nd o dalle cffc tti\'C . . . .. m1 uraz1on1 copernicane.

Il tentativo cli Brttnsscr\ azione casuale, ma una precisa domanda posta alla 11atura; con il ter1ni11e usato da Galileo è il cimento, la verifica di u11'ipt)lesi per mezzo di u11'esperie11za sensata (ossia sensibile, speri111entale). Un buo11 ese1npio di ricerca scientifica tra111ite sensa.t e esperienze (- • Espe1·ic11zclcli111c)st1-azi(>11i) è il niodo con cui Galileo studiò la forza di gravità, arriva11do a SC>. [accettazione di queste tesi innovative sottolineò la necessità di un cambiamento del metodo scientifico. Si convenne che se gli antichi pensatori erano caduti in errore, la causa non poteva trovarsi in una loro scarsa genialità personale, ma nella mancanza di valide procedure. Sul problema del metodo e dell'insegnamento, non più concepibili come trasmissione di una conoscenza chiusa ma come ricerca innovativa, si sviluppò quindi la riflessione dei ma.g giori filosofi dell'epoca (oltre a Bacone,

er disputa degli antichi e dei mo-

derni si intende co111unen1ente quel}'acceso dibattito che si sviluppò agli inizi del XVII secolo attt)rno all'im1nagine, alla fu11zio11e e agli obiettivi della scier1za. Alla sua nascita contribuì in n1l1do decisi\'O la rivoluzione copernica11a (-.. ), cl1e i11cri11ando il prestigio e l'a Lttorità clegli antic.11i ebbe u11 effetto lil)eratorio su tutte le scienze. Le consegL1e11ze d ella ·disputa' furono notevoli: co11cezio11e ri11asci1nentale del sapere come ripristi·110 dell'antica norma classica (11na sapienza perfetta e definitiva andata te111poranea1nente perduta nel Medioevo: ·-->- Mito delle origi11i) fu soppia11tata da q11ella di progresso(- »), che implica i1uove assLtnzioni.

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• La perfettibilità del sapere. Emerse la convinzione cl1e la co11oscenza sia un processo in co11tinua crescita che 11on è 1nai stato e non potrà mai essere definitivo, anch.e 11el lontano futuro. • la necessità, affi11cl1é il rit1no de] progresso si acceleri, di una costruttiva col-_ laborazione fra gli scienziati, che si oppo11ga, attraverso un'eff.icace ·circolazione delle conoscenze, alla tradizionale gestione sacerdotale del sapere (come strun1ento di potere).

• li le.gai11e fra scienza e tecnologia. E111erse per la prima volta nella storia l'ide.a che il progresso scientifico sia gravido cl.i importanti miglioramenti ·n elle condizioni sia materiali sia morali dell'umanità.

F.. Bacone nel fro·n tespizio del Il pt·ogresso del sapere ( 1605) illustrò la nuoFll_OSOFIA

Galileo e Cartesio).

302

RIVOLUZIONE SCIENTIFICA

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:VG~i ENTI -), egli intendeva mostrare solo come pot1.ebbe configurarsi la relazione fra mente e corpo. Cartesio immaginò il cervello umano come una cavità delimitata all'esterno dalla corteccia cerebrale e riempita al suo interno da una materi.a fluida (la 'poi pa'). Attaccata al fon do di qttesta cavità, impiantata sul midollo spinale, sta la ghiandola pineale. La cavità cerebrale· è una 'ca1nera di compensazione' in cui minuscole oscillazioni della ghiandola interpretano le informazioni sensibili e impartiscono 'ordini' agli a·rti. [interazione 1nente-corpo sj realizza con un processo fisiologicamente descrivibile come una forma di interscambio fra l'epìfisi e la corteccia cerebrale. Ciò che funge da tramite sono gli 'spiriti vitali' (o pneumatici:->- Pneuma) che si formano nel cuore per raffinazione del sangue. In questo modo i processi del pensiero sono pensabili come il rapporto fra le disposizioni assunte dalla ghiandola e le terminazioni nervo·s e presenti nella corteccia cerebrale.

RAZIONALISMO CLASSICO

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la ghia nd ola pinea le all'in tern o d e lla c avità cere bra le



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sull'tio1no, 1644).

Le lin ee indi cano gli sca m -

bi di pneuma fra la ghia ndola e i nervi , cl1c Ca rte io , a·p p li cando a ncl1 e in c.1 ues t o caso la metafora idraulica , co nsidera a piccoli tubi a ttravers o c11i passa no g Ii s r i riti Vi LaI i.

La gl1iandola pineale è libera di oscillare in tLttte le posizioni. Nel suo movirn ento, sottra tto secondo C:i rtcs io alle leggi della gravì.tazi()ne, starcblJc il segreto della fis io logia ciel JJC11s icro .

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-G Anche l.~1 gh.iat1(lola, co111e la parete de lla cavit à ccrelJrale, ha una s u pcrficie porosa cos tituita cla in11t1n1erevoli forellini attraverso etti entrano ed esco.n () gli s piriti vitali .

L'illustrazione riprodttce ttna fitta rete di ne rvi cl1 e seco nd o Ca rtes io co llega la ghia11dola pine,11.e a tutti gli organi periferici, tJer1ne tte11do cosi Ltn fitto sca.mbio informativo fra mente e co rpo.

311

RAZIONALISMO CLASSICO

Body-mind problem

DUALISMO CARTESIANO

Vedi anche Ghiandola pineale a rigida distinzione d.ualistica posta a livello metafisico da Cartesio fra res cogitans (spirito, anima, intelligenza) e res extensa (n1ateria, corpo, istint(), fisiologia), dt1e sosta11ze opposte e incc)1nmensu rabili , divenne uno dei fondan1enti della rilosofia tnoderna. Il nascente 1netodo scientifico si avvalse della despiritualizzazione della materia i1nplicita in questo dualis1110 per sferrare t1na critica radicale alla 1nagia ( - ·»), basata sui princìpi, esattamente oppc)sti, dell'animis1no (secondo cui a11che la 1na teri.a pL)ssiede u11a spiritualità) e d ella simpatia cosmica (secondo cui tutto interagisce con tutto:->). Lo scienziato cartesiano, sia che fosse un fisico, un astronomo o un cl1imi co, i11iziò a trattare la materia come pura estensione, un'entità priva di qualità psichiche , di energie immanenti, di valori spirituali o cause finali. Anche il biologo e lo zoologo cartesiani tendevano a co11sidcrare nello stesso modo gli oggetti delle loro scienze. Una delle co11segt1enze pii.1 rilevanti e discusse del dualis1no fu la riduzione della vita ani~ male ai princìpi del 1neccanidsn10 (--> ). Infatti poiché la ,~es cogitat1s (la capacità intellettuale dotata di consapevolezza) esiste solo nell'uomo e non nella natura, gli animali devono essere considerati come automi 1necc.a nici ·molto complessi ma incapaci di sentimenti consapevoli. [attribuire a essi tratti psicologici prettamente umani è frutto di una forma di antropomorfismo (-->) prescientifico. Un cane non è 'amico' dell'uon10; i suoi .c omportamenti non

esprimono sentimenti e qu.a ndo lo si bas.tona, arrivarono ad afferma re i biologi cartesiani, i rumori che si sentono non sono guaiti di dolore ma una conseguenza automatica, involontaria e inconsapevole di quei 'meccanismi idraulici' di cui è costituita la sua fisiologia. [aspetto apprezzabile di questa discutibile dottrina è che come in una macchina nessun pezzo è inutile, così nella natura nulla è spregevole, ogni fenomeno ha un propr·io specifico valore.

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Un problema ancor più delicato si pose relativamente all'uomo, unico essere in tutto il creato in cui le due sostanze ( __., Sosta·nza) metafisiche non .s olo convivono (ogni individuo è corpo e spirito), ma comunicano e interagiscono: al desiderio prettamente spirituale di alzare un braccio corrisponde un 'azione del corpo. La soluzione elaborata da Cartesio a questo spin.o so problema (ghiandola pineale) lasciò insoddisfatti gli stessi cartesiani. Ma essi, d'altra parte, avanzarono proposte ancora meno convincenti. N. Malebranche suggerì che la natura spirituale e corporale dell'uom.o interagissero per effetto di un continuo intervento di Dio (occasionalismo). Leibniz avanzò la proposta dell'armonia prestabilita, che prevede un solo intervento iniziale di Dio, capace di programmare tutta la vita di un individuo facendo coincidere in ogni momento le azioni del suo corpo con la sua volontà (in questo modo il desiderio di alzare il braccio non ha relazione diretta con la rispettiva azione).

312

FILC)SOFIA •

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li Seice nto 11 o n s olo ina ug urò la vivisezione d egli animali , 111a l,a prati cò co n frequ enza e ferocia oggi inirr1magi11a bi li . L'espe rin1ento della spancreazione, che dimostra so lo come il ca ne riesca a so pravv ive re a lu11go no11os Lan Le l'as portazionc del pa ncreas, fu ese guit o p e r Lutto il seco lo co n un a ta l e passio11 c da rasentare lo s term in io d i alcune r a zze. Gli s pe ttaco .li a nato1nici si svolgeva11 0 in sa le ai1ert e a l pubblico, cl1e acco rreva se mpre nurne roso.

Dal punto di v is ta d ell'eco logia co nt e mpora nea Cartesio è il fo nd a to r e .

onendosi in opposizione a ogni spiegazione di tipo finalistico, magico, cl t1i111istico o spiritualistico, la scienza 111cccanicista sviluppatasi nel XV11 secolt1 nell'ambito del razionalismo cartesiano pretese di spiegare l'intera realtà 11"1 tt1ralc ricorrendo a due soli principi: materia e movimento. Cidea di base degli scienziati cartesiani era che a esclusi(1ne dcll't101no (l'ttnico essere nell'universo dotato di res cogitans: ~ Res cogita11 s/1·cs cxtc11 sa) il mondo nel suo insietne deve essere considerato una n1acchina, complessa finché si vuole, ma co111t1nque spiegabile in base alle leggi della dina111ica , la scienza cl1e st11dia i corpi in movin1cnto. In principio era esteso ancl1e alla natura vivente: persino gli animali (in cui Cartesio escludeva la presenza del pens iero) devono essere co nsiderati solamente automi semoventi, n1olto complicati ma riconducibili a meccanismi automatici (meccanicismo biologico) .

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La macchina fu sicuramente il simbolo dominante ncll'imrnaginario dell'uomo del Seicento . Il genio del secolo si , espresse nella costruzione dei grandi orologi, delle scenografie teatrali, delle fontane ricche di statue semoventi e di uccelli canterini, delle grandiose Lmacchine per le feste' destinate a compiere prodigi per una sola serata e poi essere distrutte. La macchina divenne la principale categoria interpretativa nelle mani degli scienziati. In connessione con la tecnologia del tempo ciò significò il tentativo di spiegare tutta la natura in base a un modello idraulico. Ese1nplare il passo in cui Cartesio paragonò la fisiologia del corpo FIL0Sl1FIA

316

Rispetto alle epoche seguenti ciò che caratterizza il meccanicismo del Seicento fu uno scarso legame con gli effettivi progressi della scienza e persino della tecnologia. Per tutto il secolo la passione per la meccanica mantenne un carattere di gioco, di fantasticheria utopistica, di pura meraviglia filosofica di f ronte al congegno perfetto, allo stupefacente sincronismo degli ingranaggi che imitano e svelano il mistero della natura. Rispetto al precedente storico dell'antico atomis1no ( ~ Atomo), secondo cui atomi e vuoto basterebbero a spiegare l'intera realtà, il meccanicismo moderno si caratterizzò per il rifiuto di ogni implicazione antireligiosa. Al contrario, secondo gli scienziati cartesiani, così come una macchina costruita dall'uomo manifesta la sua abilità, la perfezione della macchina del mondo rimanda a un divino Autore.

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RAZIONALISMO CLASSlCO

L'anatra mecca ni ca cos truita dall'in gegnere J. de Vaucanson ( 17091782) rapprese nta il massin10 live llo mai raggiu nto nell a co truzi onc di automi semoventi prima dell'epoca attua le. Tramite tin mecca ni mo interno costituito da pii_1 di u11 centi11aio di clcn1cnti 1nobili , l'an1n1alc poteva corn piere n un1 erosi mo vimenti . come ca m mi narc, lJecca re. in trodurrc il cibo. cd e pellerlo dor)o averl o ·dige ritt)· .

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Al n1 ecca ni c i~ mc1 ca rtcsiant) i i p1 rò la medicina iatromeccanica u1 G.A. Borclli ( 1608- 1679 ), che a 11L1li zzò la fi si . Durante tutta la vita potrà contenere solo ciò che vi si itnprime dal di fuori, nella duplice fo rma di sensazioni proveni enti dal n1 ondo esterno e di riflessioni sca ture11ti dalla vita i11teriore (sentirsi felice, offeso, e così via). Secondo Locke la falsità d ella teoria contraria (la presenza di idee innate sostenuta da R. Cartesio e dai razionalisti) può essere dimostrata addirittura per via sperimentale: infatti non esiste al mondo alcu11a idea su cui si registri un ~c on s enso uni\ ersale' e persino per quanto riguarda le nozioni logico-maten1aticl1e (il principio di non contraddizio ne) la semplice osservazione di un fanciullo (o di un pazzo) mostra che senza I,esperienza o l'istruzione nessuna · id e a 11a modo di svilupparsi. Locke scartò la possibilità che le idee innate possano vivere nel fancit1llo senza che egli ne sia consapevole, affer1nando che pensare e non essere coscienti del proprio pensiero è un paradosso (in questo modo il filosofo elaborò per la prima volta, per scartarla tuttavia immediatan1ente, l'ipotesi dell,ir1conscio: ~). Sviluppando questi presupposti gli empiristi giunsero a importanti conclusioni.

te derivano in ultima analisi da combinazioni e trasformazioni di impressioni sensibili (idee semplici), secondo la massima già affermata da Aristotele: ) psichico: la mente lavora sulle idee semplici creando complessi strutturati tramite associazioni per so1niglianza o contiguità. • ratomismo psichico, secondo cui qualsiasi idea complessa può essere ridotta a elementi semplici e molecolari. Locke dimostrò che persino },antica idea metafisica di sostanza (- >) si riduce dal punto di vista empirico a un concetto vuoto di senso. ruso di concetti indicanti sostanze, infatti, è semplicemente il prodotto della costanza con cui si presentano certe sensazioni: per esempio la parola 'gatto' non è, come voleva Platone, il ricordo dell'idea perfetta (innata) di felini tà e neppure designa, come voleva Aristotele, una sostanza, un concetto universale. Al contrario è un segno arbitrario utile a riassumere in modo sintetico, per comodità linguistica, una seri e di tipiche impressioni semplici (qualcosa di peloso, di animato e caldo, con i baffi ... )

EMPIRISMO Che cosa c'è nella mente di un neonato? L'uni co modo per ve ri fi care l'esistenza di processi mentali in un lattante è seguirne i movimenti oculari , nell a supposizione che una cosa rico nc>sciu ta o interessa nte attiri di più il suo sguardo. La co mplicata macchina di Fantz e un apparecc hio studiato per rendere oggettive e rigorosamente sperimentali queste osservazioni .

La tabitla rcLsa. Locke m.ostra

la mente di un neo nato: t1n foglio bianco s u cui gli stimoli ambientali e l'ed ucazione im primeranno i loro caratteri .

li problema del l'innatismo e d el valore da attribLtire all 'c pcri enza rimane a ncc) ra di co ltantc attua lità nel nostro ~eco l L>. Certo oggi ncs u r10 più o tie ne con1c i razi o nalisti dcl XV II seco lo che vi possa no essere idee (costrL1tti 1nc ntali o rga ni zza ti ) prenatali, tutra,1ia la ri cerca scie ntifica ml)stra la prese nza innata cli clctcr1ninatc co n1 pctcnze e ca pacità (per esempi o il co mpiere de term ina ti ges ti , riconosce re \·olti ed emozio ni , più tardi apprendere il linguaggio). La disc ussio ne moderna s u ll ' inn a ti s mo e poi co1nplica ta dal fatto clic oggi i ammette , a differenza di Loc kc. ~ la possibi li tà che vi siano pensieri inconsci , un'intera sfera della psiche al di o tto della co nsa pevolezza. Presentando a un ban1bino anche molto picco lo le dtte irnmagini qui riprodotte (in una macchina di Fantz , quindi in assenza di og ni fa tto re dis trae nte) si regis tra una fissaz ione oculare molto s uperiore per la figura che riproduce Ltn \ olto.









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325

F1Lt)~ c1r1.\

EMPIRISMO

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Filosofia sperimentale

RAZIONA.L lSMO/EMPIRISMO

Vedi anche Induzione, Tabula incisa azionalismo (--+ ) ed Empirismo (--> E111pi1·isn10: ta·bula 1·asa), le due dottrine affermatesi nel Seicento, finirono con il concordare su un principio: ove fosse possibile, le diatribe filosoficl1e dovevat10 essere risolte per via spe1i1nen tale. La più i.m portante applicazione di questo metodo rigttardò la cruciale questione dell'i1nportanza da attribuire all,apprendimento, problema che poteva essere chiarito studiando il comportar11ento dei ciechi risanati.

sono preceduti e condizionati dalla ragione. Usando solo il tatto il cieco avrà potuto capire che in una sfera non vi sono angoli, mentre un cubo è strutturato a facce piane e angoli. Ciò lo metterà in grado di risolvere il quesito usando la sola vista (discriminando la forma continua da quella discontinua).

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Fu W. Molynenx, un amico di Locke, a tJorre per la prima volta la questione, a livello del tutto teorico: ' da u11 adu lto cieco , in base al le clescrizi o11i ri cevute.

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Dal pu nto e che >. filosofia il concetto di abitudine co111incjò ad avere t1n ruolo i111portante a p- E1n11i ·1is1110: l 111 c l'abitud ine C ni la pcr cc210 11 c ' 1. i\'a. Le grafic rapprese nt a no lo s le so ogge Lto ( L1 n ~1 cato la cli i111l)~lll ~1gg i l) per u o \ ·3 ) ill L1111i 11,1t0 dall'alt. 1

Dall'Empirismo inglese (---+ Empi1ismo: tabula rasa) l'Illuminisino assunse il valore dell'esperienza e del]a concretezza , di uno stile scie11tifico basato sulla costante verifica speri1nentale delle teorie , i11dividuando 11ella fisica classica (- > Newtonianesir110) il modello di ogni ricerca co11dotta rigorosa. Più complessi furono i rapporti con il Razionalismo francese. Da una parte, l' Illumi11is1no ereditò il desiderio di chiarezza e l'esigenza di verità evidenti al punto da risultare incontrovertibili; dall'altra ne rifiutò lo spirito di sistema, l'idea del deduzior1is1no cartesiano (---+) che l'intelletto debba fondare assiomi da cui dedurre tutte le verità del mondo. I.:llluminismo infatti rifiutò di fare della razionalità un fattore assoluto, l'unica fonte di tutta la conoscenza. La ragione illuminata non è un ente metafisico, ma uno strumento utile: deve essere usata dall'uomo, non do111inarlo. Alla ferrea razionalità logica è preferibile la FILOSO FIA

338

11 te1na filosofico di maggior peso dell'lllt11ninismo ft1 il ritorno alla natura ( - > Buo·r1 selvaggio), vista come sede di autenticità e di razionalità, in contrappt1sizione a quanto di artificioso e arbitrario è stato prodotto dalla cultura del passato. Il principale obiettivo polemico dei Philosophes (-4) illuministi fu infatti il fanatismo, che essi consideravano intrinseco a ogni religione positiva (perché ognuna si ritiene portatrice di una verità assoluta e quindi si arroga il diritto di reprimere il dissenso). Alla fede (come credenza irrazionale) e al principio dell'auctoritas (- >)si deve sostituire una religione naturale (nei limi ti posti dalla ragione) secondo i princìpi del deis1no (---+ ): a Dio vanno attribuite solo le qualità che la ragionevolezza ritiene plausibili (non certe), vale a dire la creazione del mondo, l'esistenza di un premio o castigo dopo la morte e poche altre ancora.

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CETÀ DEI LUMI La co 11 osccnza ·in un'allego ria dcl Sett ccc11tu. Usa11 do il li11gL1aggio m.iL ologico la mente e ra·p pre -) fu un nuovo modo di inter1dere il ruo]o sociale dell'intellettuale. La voce 'Filosofo' dell'Enciclopedia traccia il seguente ritratto. Filosofo è colui che: • i111pone alle emozioni il controllo della ragione («Gli altri uomini sono trasci11ati dalle passioni senza che i loro atti siano preceduti da riflessione: sono U>);

• non si lascia trascinare dall'irnmaginazione , 1na ttsa in modo siste1natico 11n'osservazione senza preconcetti. (); • l1a coscienza dei limiti della ragione ( >); • si propone come guida morale della società (). Il pl1ilosophe, in sintesi, è un libero pensatore laico, un professionista del pensiero e un eroe dell'intelletto: giustifica il suo ruolo come coscienza critica della società, suscitando sistematicamente i dibattiti più scomodi e promuovendo una permanente contestazione del potere costituito. I filosofi impegnati' francesi seppero mantenere questi co1npiti con grande coerenza personale, a volte pagando con il carcere e più spesso con l'ostracismo editoriale. Valga per tutti l'esempio dell'Enciclopedia, più volte vietata su pressione dei Gesuiti e degli ambienti più retrivi della corte. Nonostante il grande valore di riflessioni su alcuni temi specifici, il pensiero degli Illuministi francesi ha finito con il pesare più a livello politico (come ideologia di fondo della grande Rivoluzione del 1789), che a livello filosofico complessivo. 4

CETÀ DEI l UMl

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Il ritra tto ma rmo reo d i Voltaire di ] .A. Houdon (dcl 178 1, du e ann i dopo la rn ort e del fi lo ofo) e 11 piu fa moso monum en to ded ica to a un intellettLtalc in epoca mode rna. ccr>ndo le a nticl1 e co11 uctt1 di ni greche la saggezza r(:lggiu nta . Secondo Voltaire questa tendenza a giustificare tutto impedisce di fatto di capire alcunché. Significa chiudere gli occhi di fronte allo 'scandalo cosmico' della sofferenza degli innocenti e di tutte le sventure che affliggono l'umanità. e affermarlo significa trasformare una speranza in una illusione.

oltivare l'ottimismo significa ritene-re che 'tutto è bene': è giusto che accada tutto ciò che accade, perché anche ciò che se1nbra negativo (dolore fisico, catastrofi naturali, ingiustizia sociale . .. ) è in realtà (a lungo termine, a ragion veduta) positivo e comunque necessario all'economia del tutto. La concezione contraria , in filosofia, non è tanto il pessimismo (secondo cui il mondo tende per propria costituzione al male) quanto l'idea che nel mondo non vi sia alcuna forma di organizzazione e che tutto accada accidentaln1ente, per caso ( __. ). Storicamente l'ottimismo si è presentato come un tratto tipico di due grandi concez1on1: • il finalismo, la concezione professata per la prima volta da Aristotele secondo cui il mondo è organizzato in vista di un fine e i singoli eventi in ogni ambito della realtà possono essere spiegati con il ricorso alla Causa finale' cui tendono; • il Razionalismo (___. ), l'idea professata già nell'antichità dallo Stoicismo ( ~) e in epoca moderna dal sistema hegeliano (--+) secondo cui realtà e razionalità coincidono e quindi 'le cose non potrebbero essere altrimenti di come sono di fatto'. •



La forza di Voltaire sta nell'esprimere queste convinzioni non per via teoretica ma con l'uso dell'ironia (__.). Il Candido, opera importante anche dal punto di vista letterario, è un racconto tragicomico scritto in uno stile rapido e leggero che non confuta il giustificazionismo, ma ne fa l'oggetto di un brillante sarcasmo. Il filosofo pose la conclusione (la morale) del racconto in bocca a un saggio musulmano: . In altri termini è fuorviante perdersi in sterili tentativi di definire la bontà del mondo, perché non tutto è bene così come non tutto è male. Il mondo è essenzialmente problematico: non è il migliore, ma è migliorabile, così come può sempre peggiorare quando venga meno lo sforzo costruttivo.

4

Dell'ottimismo si discusse particolarmente nella seconda metà del Settecento sulla spinta dall'enorme impressione suscitata dal terremoto di Lisbona (1755), catastrofe in cui morirono 30 000 persone. Voltaire scrisse subito un Poema sul disastro di Lisbona e nel 1759 il Candido, il migliore fra i 'romanzi filosofici' dell'Illuminismo. La polemica di Voltaire era rivolta contro la dotFILOSOFIA

344

~ETÀ DEI LUMI «È dimostra to che le cose n o n possono es-

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sere a ltrimenti : giacch é essendo tutto fatto per un fin e , tutto è necessa ria mente volto a l fine miglio re . No ta te bene c he il naso è fa tto per po rtare le lenti e così n oi abbiam o le l enti ~ le gambe sono molto adatte a po rtare i pantalo ni , e n oi abbiam o i pa n talo ni.» Ass ie m e a ll'ottin1isrno finalistico , n e lla c ita zio ne ripo rta ta espresso da l d o tto r Pangloss, m aes tro di Candido nell'o mo nimo ro m anzo di Voltai re, s i espresse n el 1700 anche un ottimisrno urnanistico , incarna to da Robi11so11 Crosue d i Da niel Dcfoe ( 1660- 173 1). L'eroe c he a ffro nta e s upera da solo , senza lasciars i abbattere , diffico ltà d i ogn i genere in un ambiente na tura le inconta mina to d alla 'c iviltà', incarnò la con vinz io ne che l'uo mo s ia in ogni caso 'al centro d cl crea to' (n ell' ill Lts trazionc , u11'in1magine de lla prin1a ediz io ne d cl ro manzo d i Defoe) .

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Moreau le ]eune: Ca11dido f ugge i disas t1~i

della guerra. Al n o tevole s ucces-

so p op o la re d ei ro ma nz i filos o fi ci i l ILtm inis ti contribuì il lavo ro di una fitta schiera di va lidi illus tra to r i.

345



F ILO O FI.-\

LETÀ DEI LUMI

Pedagogia

ILLUMINISMO, ENCICLOPEDIA

Vedi anche Pansofia, Emilio voci dedicate ad argomenti religiosi, filosofici, etici e politici), .ma fu anche il principale stru1ne11to fonnativo di u11a nuova mentalità tea1ica (le voci relative alle questioni del lavoro e della tecnologia sono le più numerose). Parte di questo merito spetta alle tavole che corredano sistematicamente il testo; incise da un piccolo ese·r cit.o di valenti illustratori, esse documentano come l'u·nive1-so del pressa.ppoco tipico della tecnologia ludica del Seicento (---)- Meccanicismo) avesse ormai ceduto il passo a un universo della pYecisione rigorosamente scientifico.

na pecu1ia1-e invenzione dell'Illuminismo (---)-) fu la pedagogia, la scie11za che studia l'educazione e ne produce i1na teoria applicabile poi nella didattica (l'arte dell'insegnare). Certa... 111e11t.e a11che pri1na del Settecento esiste\'a un'istruzione scolastica, t11ttavia l'idea che l'inseg11a111ento consistesse in una semplice trasn1issione di contenuti a\1eva fatto sì cl1e i1 fe11omeno educativo nt)n fosse n1ai stato oggetto di un'indagine specifica. · Il capolavoro della pedagogia illuminis ta fu l'Enciclopedia o Dizio11ario ra-

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gio11atc) L1clll· scic11ze, delle a1-ti e dei mesli e1-i: un'opera di divulgazione scienti-

fi ca il cui prin10 volu1ne uscì nel 1751 e l'11lti1no ( il ventisettesi1110) nel 1772, d opo dtte decenni di lotte, sequestri e censure da parte dei Gesuiti, scandalizzati dal co11te11uto irrispettoso verso la religione di alcune voci. Scopo dell'i1npresa, la cui direzione fu affidata a Diderot e d'Alembert (che si avvalsero d ella collaborazione di un grancle nun1ero di specialisti), era co1npilare I'.

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La ca mera osctrra nelle ta vo Ie de 11·E11 ei e: Iop cclia cli Didc rot. L'accuratezza, la 1) rec1 i 011e e la cl1 iarczza dicl::i tt ica d i qttt te rapprcsc n t~1 zion i fur o no u n o s tim o lo potc 11tc a l pa s aggio d a I 'n1 o nclo ciel p re af)pOCo a 11 a tn o d ern a c ivi1 ta in d u tri,1le.

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La pi ttttra pe1rt cc ipo i11 111od o csc111plare al. program 1na pedagogico illum ic1is ta . Ne è Ltn csc n1pio l'ope ra d i W. Hogartl1 Vicolo dcl gi 11 ( 1785, riproduzione d i Ltn pa rtict) lare) . Do po l'i11vcnzio ne della d is tillaz ione dcl gin si ebbe una straordi11aria diffu sio ne dell 'a lco li s1no , c l1e [JC r un ~,a io di dcce1111i raggiunse live lli ep ide mi ci. Hoga rtl1 i11tcrvc n11 e co n d ue ope re che ill Lt stra no t1na tes i s im ile ~ q u c ll ~1 che att ua lmc11te difende il consumo delle clrogl1e leggere. Jnfatti 1nentre Vicolo de l gi11 è una den Ltncia degli effetti negativi dei su })C ralco l ici, con u11a seconda tela, Via llel1c1birra il pittore volle 1nostrare i bc nefic·i cffetti cli ttn 1nodcrato co11st1n1 0 della 1nc110 distrt1tciva beva nda traclizionalc . 1



347

F ILO ·ori.-\

'CETÀ DEI LUMI

Pansofia

COMENIO, ILLUMINISMO

Vedi anche Pedagogia, Emilio

' merito dei pensatori dell'Illumini-

E smo l'avere inventato, oltre alla pe-

dagogia, anche la didattica, l'area del sapere interessata alle tecniche dell'insegnamento . Fondatore della nuova sc ienza fu Comenio, nome latinizzato dij.A . Komensky (1592-1670), pedagogista ceco e 'primo sacerdote' (vescovo) dell'U11ione dei Fratelli Boemi. Nel 1650 Cotnenio ebbe incarico da parte del principe Rakoczi di ristrutturare il siste1na scolastico ungherese. La rifor1na che ne scaturì, stimolata dall'osse rvazione della realtà più che dall'informazione libresca, oltre a possedere n1olti aspetti di modernità (per esempio il maggior spazio dedicato alla lingua materna al posto del latino), introdusse il metodo ciclico, l'idea fondamentale di ogni didattica moderna, secondo cui ogni tappa scolastica deve affrontare un assieme organico di conoscenze adeguate all'età e alle capacità individuali dello studente. Per la prima volta al ceittTo del problema pedagogico viene posto il bambino e i suoi concreti tempi di apprendi1nento, che si· scandiscono secondo fasi di sviluppo che non possono essere forzate. I..:opera di Comenio era in forte anticipo sui tempi; occorre aspettare due secoli per ritrovare, con lo svizzero j.H. Pestalozzi (1746-1827), un discorso pedagogico altrettanto completo e organico. Ciò nonostante dal punto di vista moderno la sua pedagogia rimane ancora notevolmente adulto-centrica, perché vi manca la nozione precisa della alte-

FILOSOFIA

rità del bambino rispetto all'adulto, solo in seguito introdotta da Rousseau con l'Emilio. In realtà molte innovazioni sviluppate dalla didattica del XVII secolo nacquero da motivazioni storico-religiose, non da una nuova visione dell'infanzia. La Riforma protestante, sottolineando la necessità di un libero esame ( ~) della Bibbia e quindi di una lettura personale, aveva posto in termini impellenti il problema di un'istruzione universale. Fu questa motivazione etico-religiosa a suscitare una particolare attenzione per l'istruzione femminile, per !,alfabetizzazione dei bambini poveri, per il recupero degli adulti analfabeti. In questo quadro il problema dell'educazione infantile si poneva come un caso particolare dell'istruzione universale, secondo quell'ideale che Comenio nella sua maggiore opera (Didactica magna, 1657) chiamò pansofia: la convinzione che sia possibile e necessario insegnare tutto a tutti, cosicché ogni uomo possa tendere alla formazione più completa e integrale (evitando ogni forma di specialismo) in un processo di perfettibilità continua. Illuminante è la storia dell'abbecedario, la piccola ma straordinaria invenzione presentata nel 1654 da Comenio con il nome di Universo figurato delle cose sensibili. [intuizione di questo strumento non nacque affatto dall'osservazione di una specifica esigenza infantile, ma fu uno dei tanti sottoprodotti della cultura visiva del XVI secolo. Comenio, infatti, ebbe l'idea di utilizzare a scopo didattico le tradizionali immagini

mnemoniche ( ~).

348

~ETÀ DEI LUMI

Il bambino come piccolo adulto. elle fa miglie arislocraLi che del Seice nto si vestiva no i ba mbi ni con abili che riproducevano in mi niatura q uelli deg li adulti . tanto scomod i da impedi re non solo il gi oco, ma ancl1e il li bero movim enLo de l co rpo. La scoperta de lla fonda n1e,n tale differenza fra l'ad u lto e il ba r11bi no ( la s ua 'a ltc rilà') si ebbe so lo nel Settcce n Lo co r1 J .J. Rousseau. La natu ra. affer111b il fi losofo fran ccse , «vuole ch e i fan c iu ll i ia no fan ciu lli pri ma di essere uo 111 ir1i. L'infanzia ha ce rti modi di \ ederc. di pcn are , di cnlirc del tutto spec ia l i ~ ni ente e piu ciocco che \ ' Olere sostitu ire a quc ti i no tri >). 1



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• Il filosofo e scrittore francese Miche) de Montaigne (1533-1592) sostenne l'ipotesi intermedia, il relativismo, secondo il quale usi e costumi morali dei popoli non sono inseribili in una scala di valori unitaria, perché geograficamente determinati, ossia dipendenti dall'ambiente, dal clima in particolare. Nei Saggi ( 1580) egli affermò cl1e , mentre un buon . deterrente potrebbe essere la pena carLUSO



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FILOSOFIA

364

ceraria: . Lirrazionalità della pena di morte risulta particolarmente evidente quando è applicata in modo sistematico, anche per delitti meno gravi; in questo caso infatti il suo effetto è quello di moltiplicare le vittime innocenti, spingendo il delinquente a sopprimere i testimoni. In un Paese in cui il furto è punito con la pena capitale si assiste non a una dirninuzione dei furti, ma a un aumento dei delitti a scopo di rapina (similmente la pena di morte per il reato di pedofilia produrrebbe un maggior numero di uccisioni di bambini, al fine di impedirne la confessione). Sono quindi ragioni di opportunità pragmatica che sostengono la critica illuminista del Beccaria, non considerazioni etiche, religiose; lo prova il fatto che egli non esitò ad ammettere la pena capitale in alcune eccezioni isolate, per esempio applicata a chi attenta alla stessa sicurezza dello Stato o . Ne.Ila conclusione della sua opera così il Beccaria sintetizza il suo pensiero: .

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LETÀ DEI LUMI ln ca mp o gi udizia ri o la s tra teg ia preillurninista (ancora oggi praticata in alcun e CLtlture non occicl cn ta I i) si basa va sull'ipotesi che 11n supplizi o pub b Ii e o e terribile fosse un'arma dissuasiva co ntro il delitto. La trategia mod ern a i ba a ir1 cce s u 11 ·id e a d e Ila re e I u sione: «No n è 1·intensita dell a pena cl1 e fa il maggior effe tto u ll'a11imo t1mano , 1na 1·ete n ione di e a, pcrc l1 e la nos tra e nsibilita è più facilmen te e pitt stabilmente rno a da minime e radicate impre ioni cl1e da tin

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L'all egoria pro1Josta dal front espizio del trattato dcl Becca ria Dei delitti e delle pe~1e rappresenta la Gittstiz ia che respinge il boia con in mano tre tes te tagliate, nlentre volge beaevol•11e11te il capo vers·o i si1nlJoli della i1rigionia e del lavo ro forzato. Nonosta11te l'enfasi dell'i1111nagine, le ragion i della scelta devono essere, secondo Beccaria, di ordine utilitaris tico-p ragmatico , no t1 etico o religioso (si 11 0Li la ricercata assenza in qLtesta im 111agi 11e di t)g11i riferimento al tradizit)nale s i1nbolis n10 religioso relativo alla gi ustizi a) .

365

I!ET A DEI LUMI

Classicismo

ESTETICA

Vedi anche Pedagogia a cultttra dell'Illuminismo ( ~) inOuì fortemente sulla storia dell'arte, dctcr111i11ando 11el Settecento la nascita d ell'estetica neoclassica . Tre furono i tratti costittitivi del nuovo stile: ragione,1o lezza, classicismo e pedagogismo.

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• Lidea c h e ancl1e la produzione di or>cre d'arte dc.1vesse ispirarsi al principio d ella ragionevolezza ebbe consegue 11ze particolarn1ente rivoluzionarie ìr1 architettura, in cui si i111pose la rego la cl1e l'edificio dovesse essere funzionale al su o scopo. 1n opposizione al plas ticis111 FILOSOFIA

scenza dipende da un rapporto fra la cosa in sé e il modo (tipicamente umano) di rappresentarla, ossia strutturarla secondo i parametri del tempo, dello spazio e del principio di causa.

372

KANTISMO

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Per spiegare la sua idea della 111ente Kant ricorse ad alcune celebri metafore, la più nota delle quali e di ordine giudiziario. Nella Criti ca del1a rag i o11 J?ltra ( 1781 ), parl a nd o dci li111iti della ragion e uma.n a, egli arrerm ò: «È necessario erigere un tribunale che ga r a nti sca la ragione n e ll e sue pretese legittime ma co ndanni quell e che non hanno fondan1 cnto , non arbitrarian1 cn te , m a seco nd o le s ue etcr11c e immutabili leggi». Ln altri passi Kant parago nò la nien te a un carcere dal qttale n o11 e p oss ibile usc ir e . La n1cntc, infa tti, no n pttò 1)ensarc se non attr-), i a d1 u o rn 111c11t(). di fr o n Lc all a gra ndi o 1ta dcl creato. e quJ 1 C) fra pern1anenza, en1a11az io nc e rito r110. Co111t1ne ai due siste111i è anche il carattere chittso della totalità: esis te un a tri ade assolttla e o rigin a ria c lic tutto to 111prcnde al suo interno (innu1ncrevo li 111a non infi11it c altre triadi dialettiche che la s trt1tLL1rano).

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IDEALISMO

Sistema hegeliano

HEGEL, DIALETIICA

Vedi anc11e Assoluto, Finito/infinito, Eroi cos111ici nega in quanto tale. Su queste basi teoriche il filosofo tedesco operò una lunga e complessa ricostruzione della storia dello Spirito, attraverso le tappe (le 'figure') che ne segnano il divenire (-4). In una grandiosa ricostruzione dello sviluppo del cosmo e della storia umana Hegel costruì un sistema in cui tutto ciò che è esistito ed esiste acquista il suo senso.

eculiare elci pensiero di Hegel è lo spirito di sistemà, l'atteggian1ento seco11do CLli la parte si rende co1nprensilJi le sol() a }Ja rtire dal tutto cui appartie11 e. SeC()tl(lo Hegel i.riro allLi 11c1 di Raffaello. A SLl O a\n.•iso la co r11pos iz io nc fo rte n1 c11tc arcl1itctton ica e la giustappo iz1o r1 e sim n1 ctri ca dell e n1 as. e che si di s po ngo11(1 a fo r1na re Ltn-) e antici1Jando quella di sublimazione (- >-),affermò che tutte le manifestazioni dell'amore (anche quelle più letterarie) si spiegano con l'urgenza dell'istinto riproduttivo, che della volontà di vivere è una nianifestazione succedanea. Pur essendo una forza universale la volontà di vivere si sostanzia poi nei singoli individui, producendo lotta e conflittualità ge11eralizzate. Anticipando filosoficamente la nozione darwiniana di lotta per l'esistenza , Schopenl1auer definì la natura cotne il luogo della più spietata conflittualità. Dato infine che ogni essere vivente è destinato alla morte, la volontà di vivere è un impulso irrazionale capace solo di trasforma re la vita in t111a perenne angoscia ( - >-) della morte. Nella visione irrazionalista di Schopenl1auer la ragione serve solo ad aumentare il dolore dell'esistenza ~ l'uomo, infatti, a differenza degli animali, sa di dover morire. E se da una parte questa consapevolezza lo allontana dall'istinto (impedendogli di vivere come gli animali, in modo pieno e gioioso), dall'altra non offre alcuna soluzione al destino inevitabile. Il dolore è l'esito di ogni riflessione intellettuale sull'esistenza.



POSTHEGELlSMO Ispirandos i a ll a letttira nat o (JFIA

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POSTHEGEllSMO A clcstra : L lt cl1 i1l1icc1 ri\' e I (L I 'e>fJe rl i l i i Di o, frc.1 t1l cspi zio dell'o1Jc ra di G. \ i\i' i I. c.111 Lc1 religione clcllll c11 i·1n i ca, 1862 . s o l l O: 01 a Il i res to r u IJ -



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IJ licita rit) dc l XX ct·o1() . LI r tcc.>rso alla Lcrmi110 lc1gia e al l'ico n og rnria rcJig io C 11 C)fl è rCl0rÌ C lc)rt1 l'a11t i) a ricc r ea rn c '1 i r1 :i.tto d ai p o itÌ\' i ti fu il tcr1La Livo di 111cga rc

u ba i fisicl1c e 111,1Lcriali i p ro cc i ne dell o psicl1iatra ita liane) C. Lombroso ( 1835- 1909). e u11 c-.,c111pio lit pc, ~ it iv i mo C\ c> IL1zio11is tico . In Gc11i rii c 1·uman1ta. ahh1a L111 a s toria . C iò rc11clc pc) 1l1ilc e.l e -cri cr11t lcJ ilLtp[)l) tra111ite allJe ri gc 1 ca lc>gici. li n1oclcll o dcl1',1ll1cro in rca lta non fu pero 1ntroclo1 10 e.la D~1rv:in , nia cJa E. Haeckcl in McJ rjc1logi rgc111 i~1111 ( 1866 J. 1

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tupaia ll 111odcLIL> clclla decimazione. All 'albe ro si sos lilttisce u11 cespugli o c he si ramifica copic.1s a m c nt e, co ntinua 111c11tc s fro ndato dall'est ir1 zio11c . Oggi \ ivonc.1 SLtl pian e l a e i r e a l , 5 tn i l i o n i cl i specie, n1e110 del lo O.1°,t, di tutlc le forme viventi apparse s til pia ne ta : il res to ( il 99 ,9°t{J d e ll e s p ec ie) s i è estinto. Ino ltre S Mate1·ialis1no e Det enni11istno). Non che il Positivismo ottocentesco si fo sse disinteressato della condizione umana, tutt'altro: sociologia, econo1nia e psicologia nacquero proprio in questo periodo. Ma volendo applicare a tali _ 'scienze umane' gli stessi criteri speri- · mentali e rigidamente oggettivi delle scienze forti (matematica e fisica), i positivisti finirono con l'espellere dal loro campo di indagine tutto ciò che non è facilmente osservabile e replicabile in esperimenti di laboratorio. Per esempio questioni quali I,esistenza della fol· lia (--+) o del genio (--+) creativo vennero affrontate sul piano della fisiologia e della neurologia. Contro questa assolutizzazione delle scienze naturali, lo spiritualismo rivendicò },autonomia del 'mondo dello spirito', una dimensione specifica delFILOSOFIA

426

In filosofia la più imrortante espressione della reazione antipositivista fu l'Evoluzionismo spiritualistico del francese Henri Bergson ( 1859-1941). La sua prima opera ha un titolo significativo: Saggio sui dati immediati della coscienza (1889)~ lo scopo ultimo della sua meditazione, infatti, fu dimostrare l'irriducibilità dei fatti di coscienza a ogni spiegazione di stampo materialista. Ma, e questa è la grande novità del suo pensiero, secondo Bergson questa difesa della spiritualità non può prescindere, in epoca moderna, da un confronto ravvicinato con la scienza. Il filosofo si impegnò quindi in una riflessione sul concetto di evoluzione ( ~ Evoluzio11ismo), sui temi del rapporto fra la materia e lo spirito (--+ Materia/memoria), sulla diversità fra la definizione scientifica del tempo e l'esperienza u1nana (--+ Tempo-durata). Il mutamento di mentalità ebbe forti ripercussioni in ambito artistico: la generazione di pittori che si definì simbolista (O. Redon, G. Moureau) può essere considerata la prima espressione dell'arte contemporanea. Pur rimanendo ancora legati a un'impostazione figurativa, gli artisti simbolisti cercarono ispirazione nel mondo del sogno, delle allucinazioni e degli stati non ordi11ari della coscienza, superando così il tradizion.a le rapporto mimetico (--+ Mimesi) con la realtà naturale.

ANTIPOSITIV1SMO La reazione al Posi tivismo fu un ampi o fenomeno culturale, co n ripercussioni ben oltre i co nfini del pensie ro filosofjco. Il nuovo atteggia ment o si espresse nell e a rt i visive co n il Simbolismo. il movi mento artisti co spiritualista nato in Francia a ttorno al 1885 come reazione all'Impressionismo, in cui si incom ineio a vedere so lta nto l'ultima fortna di m i meli mo pittori co, un tentati vo cioe di d ipingere la natura così co me appare alla vi ione ocul are.

vitli 11 cl ciclo t111a \ isi, di Odilon Redon , come le altre opere riprodotte . . 111 questa pagina.

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Il Simbolismo, pe r la prima vo lta nella tradizione occ identale, rifiutò l"idea che la pittura debba rivolgersi necessariamente alla rappresentazione della natura. l 'arte si aprì cos·1 al mondo dello spirito, della fantasia, della coscienza e del sogno, co11 una netta anticipaz ione dei temi J ella psicoanalisi.

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ANTIPOSIT'IVISMO

Tempo-durata

BERGSON

Vedi anche Evoluzione creatrice, Materia/memoria un'eternità. Altri ancora danno senso all'intera esistenza segnandola in modo indelebile: l'atti1no della nascita e quello della morte, per esempio. Il tempo vissuto è denso di significato, ha sempre un sapore particolare per il soggetto~ non per nulla possediamo un termine specifico, noia, per designare quella sofferenza che nasce quando non si riesce a dare un senso al tempo. Nell'esperienza di vita, questo tempo psicologico, una dimensione peculiare dello spiritualità, è soggettivo e non separabile dalla inemoria del passato e dall'anticipazione del futuro (-> Materia/1neinoria). Per il si11golo individuo esso è sempre una durata: un intervallo temporale concreto e psicologicamente variabile, in cui si svolgono gli eventi della vita(->). Più che a una collana di perle, assomiglia al filo di un go1nitolo aggrovigliato.

el pri1no decennio del nostro secolo Einstein L11trodusse nella scienza il co ncetto di 1·elatività ( ~) 111ettendo in crisi l'accettazione acritica che il Positivismo (~) aveva fatto della tradizionale nc)zione newtoniana di spazio-teinpo assoluto (- ·>). Negli stessi a11ni, nel quadre) d el la reazione antipositivista (- >) ? ancl1 e la filosofia riprese la riflessione su qt1 esti te111i. Il pensiero di Bergson , in partico lare, si caratterizzò per l'attenzione dedicata al concetto di te1npo, rispetto a] quale egli distinse f'ra due approcci possibili.

N

• Il tempo della scienza indica la nozione utilizzata dai ricercatori 11ella teoria scientifica e nella pratica sperimenta le . È un tempo che gode delle proprietà di essere: oggettivo, esterno e indipendente dal soggetto un1ano; quantitativo, percl1é la scansione degli atti1ni (o di qualsivoglia unità di 1nisura) che si succedono se1npre con lo stesso ritn10 non presenta differenze qualitative : ogni momento è sempre uguale a tutti gli altri; geometrico, cioè immagi- , nabile come una sequenza infinita di stati unif), la riflessione di Bergson ebbe un impatto notevole sulla cultura e sulle arti visive in particolare. È stato coniato il termine bergsortiSJno per designare l'irruzione della dimensione temporale nello spazio pittorico, un elemento di poetica che accornuna praticamente tutte le avanguardie ( - >) di. inizio secolo, Futurismo e Cubismo in particolare. La scienza, spazializzando il tempo, lo , snatura; inaspettatame11te però la pittura si rivela in grado di ribaltare questo rapporto: attraverso una deformazione delle im.magini spaziali essa inventa l'effetto visivo di un ternpo vivo.

428

ANT1POSLTIVISMO I pittori f Ltturi ti furo11 0 particolarn1 ente interessa ti al lcma dcl tcr11po. Il D111clm 1s1t10 cli t1n ca11e cii gL1 i 11 ~ag f i1lare i pittori francesi denon1inati Fai1ves ('Be lve', a causa dcl lor disprezzo r>cr le tecniche artis tiche tradizionali ). Nelle loro OJ:>c rc la pittura si riso l\ e in ritmo vitale: le pen11cllate no11 sono più fu se i 11 un tL1tto omogeneo, 111a rin1ango no taccc,1tc l'una clall'altra, iso late.· e ben viibili ; la co1111)osizi on e s i strt1tlt1ra i11 t1 11a specie di 1noaico o vortice , clinar11i co e fortc1n ente ritmico . 1

433

L

ANTIPOSITIVISMO

Fenomenologia

HUSSERL

Vedi anche Reazione antipositivista •

l ter111ine fenomenologia (letteral111c11te 'stttdio di ciò che appare') indica 1 ~1 prop.

Ecco t1n piccolo esperimento fenomeno ltlgico: ste11detevi sul vostro diva110·, c l1it1dcte un occhio e disegnate quello cl1 e vedete con l'altro. Confrontate il vostro risultato con quello n ella pagina a fianco , disegnato nelle stesse condizioni cla l filosofo E. Mach ( 1838-1916) . È nl olto probabile che vi siano forti differenze : avete disegnato l'arcata sopraccigliare, la pu11ta del naso e i baffi (se li ave te )? Probabilr11cnte no, eppure tutti questi elementi erano di sicuro all'interno del vostro qt1adro visivo. Forse non ave te rappresentato ciò che effettiva111ente vedevate , ma quello cl1e credevate ' 'i si invitasse a vedere. Linsegnamento di questo esperimento è cl1e fare u11'esperin1za , anche la più banale, costituisce un probleina. Osservare, infatti, non è un'operazione mec- ._ canica o i11genua: non ci si trova mai di fronte a un'evidenza fuori discussione perché, e questo è l'aspetto del problema che più interessa la fenomenologia, la vista e la mente sono sempre in una condizione falsa, condizionata dalle anticipazioni, dai pregiudizi, dalle convi11zioni scientifiche e persino metafisiche del soggetto. La storia della scienza offre innumerevoli esempi in cui evidenze sperimentali ancora più semplici

sono rimaste non viste' per lunghissimo tempo, occultate proprio da ciò che sull'argomento si credeva già di sapere. Evidentemente non basta voler vedere (o sentire, o capire) per vedere veramente; fare un'esperienza vera del mondo, senza lasciarsi confondere dai propri preconcetti, costituisce una difficoltà. È proprio questo il problema della fenomenologia, che significa come si è detto Studio dei fenomeni ', ossia non delle cose in se stesse (a rgomento, questo, delle specifiche scienze), ma del come le cose sono conosciute dalla coscienza u111ana. Secondo H usserl (Idee per una Jeno·me11ologia pura, 1913), questo obbiettivo è raggiungibile attraverso le pratiche mentali dell'epoché ( ~) e della

.

FILL1Sl1FIA

434

4

riduzione eidetica ( ~ ). Il metodo della fenomenologia si è rivelato di grande fecondità ed è stato concretamente applicato da una serie di ri cercatori in una vasta gamma di ambiti del sapere: Max Scheler ha studiato, dal punto di vista fenomenologico, i valori morali; Otto Rudolf l'esperienza del sacro; l..udwig Bingswagner l'ha applicata alla psicoanalisi; Maurice MerleuPonty alla psicologia della percezione; Karl jaspers alla psicopatologia; Martin Heidegger all'analitica esistenziale. Numerose altre ricerche andrebbero aggiunte a questo elenco (per esempio la psicologia della Gestalt: ->), perché il movimento fenomenologico rappresenta una delle tendenze più vitali e feconde del nostro secolo.

ANTIPOSITIVISMO





Diseg110 di E. Mach ripreso T1-iczr1galo se1J1·icJtico) , qt1alcosa cal>ace tii ri11viare a qualcosa d'altro. la sua cli fferenza rispetto al segnale è cl1e nlc11tre questo l1a sempre un solo sig11ificat(1 , il si111bolc1 rin1anda a un'intera classe di oggetti, gode di una relativa ambiguità basandosi su un rapporto di sig11ificazio11e aperto, non stabilito da alcuna nor1na codificata: la bilancia, per ese111pio, può. simboleggiare il potere giudiziario della magistratura, ma in un altro contesto può allt1dere al Giudizio Universale, a una delle costellazioni celesti o a una serie di nozioni astratte (imparzialità, obiettività) che han110 un'a1·ia di fa111iglia, ttna certa atti11enza (analogia) co11 l'atto del pesare. Vi è in og11i segno si111bolico u11'implicita rie ~ cl1ezza che ne in1pedisce un'esaustiva defi11izione. Per questo un simbolo può significare nozioni diversissi1ne ·fra loro, a volte addirittura opposte. Per esempio nella nostra cultura il bianco è simbolo della purezza, mentre in quella cinese sim.boleggia il lutto (e il nero è usato nelle occasioni felici).

re attraverso simboli nozioni altrimenti non pensabili né comunicabili. Per queste sue caratteristiche il simbolo, per molti versi accostabile alla metafora, la più importante fra le figure retoriclte (- >),ha se1npre attratto l'attenzione dei filosofi.

N

Il Neoplatonis1n0 e poi il Cristianesimo interpretarono l'inesauribilità semantica dei si1nboli vede11do in essi un ar• cltetipo (->), una manifestazione della divinità. Nel pensiero moderno l'indagine sulla funzione simbolica è stata sviluppata in particolare da E. Cassirer (18741945). Secondo questo filosofo di impostazione neokantiana , è il modo con cui i concetti si rendono pensabili alla mente. Il linguaggio, il mito e la conoscenza scientifica sono tutte forme sirnbolicJ1e (- >),dotate ognuna di una propria particolarità. Per esempio il pensiero magico (1na anche quello mitico, primitivo, infantile, prelogico) è spiegato da Cassirer come la tendenza ad attribuire un significato realistico alla referenzial·i tà semantica (->), ossia al legame che unisce il segn.o al suo significato. Il rinvio tipico del simbolo avviene in questo caso non secondo un rapporto di a11alogia, ma di identità: il serpente non è solo il segno emblematico della nozione di male, ma è malvagio in se stesso; il Sole non è un semplice segno della luce divina, ma Dio stesso, secondo un rapporto di identificazione sic et simpliciter.

I segnali sono recepiti anche dagli animali, ma solo l'uomo è capace di un'attività simbolica, riesce cioè a vedere in qualsivoglia oggetto il contrassegno di qualcosa d'altro, e di una comunicazione simbolica, riesce cioè a esprimeFlLOSOFIA

440



ANTIPOSITlVISMO li simbolo si ca ratteri zza per l"ambiguità relativa J cl s uo ign ificato . La sfin ge, pc.· r e empio, la figtt ra f,) rmata da Ltna le la un1ana e dal co rrc.1 di U ll Ltccello , era 11rese r1tc in 111 c>lti ~ i 111 e cultu re con ig nificati d ifferent i: nelra nt1co Egitto era l'ar1itt1a ( _., ), tn G rec ia re11igma ( >). D'altra parte qu c tL 1gn1f1cati no n o rll>attril)Lt iti dcl tut to a cno: è la legge rezza clcll e a li a rr 1 rta ncll'an1bitl1 dcl Surreal isttto ( •), ncg lr a n 111 Trenta. L'ir1Ji,'itlL1cl e 11z,t tc ~ t a ( t r a - p u r t ~1 t a ri el l1a f) \'Cn tre, cdc dcgl 1 i Li 11ti, t Lra Ic.1. r 11 1._1ea 1n L1 n,1 ' t e"> la cli ITI rto ') o polo ci11c c.

443

ANTIPOSITlVISMO

Prospettiva

NEOKANTISMO, FORME SIMBOLICHE •

Vedi anc11e Simbolo, Res cogitans/res exteitSa I filosofo neokantiano E. Panofsky

I (La i11·os11clti\1a co111ef 01'"tna si1l1lJolica,

1930) ha di111ostrato come og11i epoca ablJia espresso il pr()prio modo di sentire lo spazio attraverso particolari soluzioni prospettiche, nessuna delle quali pll Ò dirsi vera o esa tta. La p ercezione d ell'ambiente , se pure si presenta all'indi vidtto co1ne t1n dato a priori, è una va• • 11a11te stonca, non t1na cogn1z1one unive rsal e e i1111nt1tabile; è, n el linguaggio n eol-) e i procedimenti della Fe1101ner1ologia ( 4 ' ). Alla luce degli sconvolgimenti prodotti dalla Seconda guerra mondiale, le riflessioni di Heidegger 11an110 assunto un senso nuovo e tragico, contribuendo al nascere, fra gli anni Cinquanta e Sessanta, di quella filosofia della crisi cui si dà il non1e di Esistenzialismo (- >-) .

La morte è il momento non solo conclusivo, ma costitutivo della vita: tutta l'esistenza dell'uomo, infatti, è un essere-pala-•norte (definibile come 'la possibilità che tutte le possibilità diventino impossibili') e pertanto una vita autentica è quella che accetta la dimensione dell'angoscia, che n()n cerca di dimenticare la



FILOSOFIA

446

I

ANTIPOS1TIVISMO Le rin c io ni SLtl Dc1-sci11 l1n11no forte1nc11tc infl uenza to le a rti vi i,·c dcl n o tro cco lo , c..o ntril)Ltendo alla nn cita in pittura de lla tendenza informale, una 'pit tura allo tato brado' (com e fu clctlgc Lo e i tc r1zialc) e d ella mate ri a che nt111 ri111a 11da ac.1 alct1na f(1r111a o in1magine.

-

Co111J' rrt>l1c> ralc> Ltt1 1no lot: Sc ie11ti s111c>) s t1gge r·1 l'idea c li c si polc se riclurrc lo stt1c..lio (leile f u11zic) ni t11c11t al i a ttna prec isa L nna11 cloln in un evento . All a trnd izio n,tl c pittura eia ca al lett o i so tilttislc la pc 1fcJ r111 c111 cc~ a ll'e pos izione s i op&,"'\. ,,, po ne l'/1ct/?f?) appa re ncll 'im1nagine propo ta in cui il Socialisn10 e clcscritto come un angelo sa lva tore, seco ndo i dctta n1 i dell a tradiz ior1ale ic.:o11ografi a religiosa. nicn tre le 'forze dc l male' (le re ligioni ipocrii e. il cap italismo, i pa rt iti poli tici) ono ra ffigu rate (demonizza te) dall'orril)ile mostro cli c d il ani a il proletaria to.

Tipica del periodo nichilisla è l'attril)uzione di un valore religioso (Ltna fede) all e dottrine politiche. Nell'immagine qui riprodo tta clclla rivo luzione messicana, opera del pittore D. Rivera , la figura di Emiliano Za pata, leader e martire dcli.a rivoluzio11e (fu assassinato nel 1919), è consapevol1ncnte associata a quella di Cristo. Tutta la co mposizione, persino nei parti colari , ripete la tradizionale iconografi a religiosa (i ca nta nti in gin occ hi a ti circo ndano Za pa ta co me i quattro eva nge listi , i lo ro larg l1i ca ppelli tengono il posto della aureola dei sant i). 11 Vangelo laico clell 'a1)0Stolo del la ri vol Ltzione co ntaclin a è tutt o riassu11to nell e d ue en1plici parole: terra e libertà.

465

FtL()~QFl.l\



LA VOCE DELCIRRAZIONALISMO

Apollineo/ dionisiaco

NIETZSCHE

Vedi ancl1e Riti dionisiaci, Dadaismo el saggio su La 11ascita della t1·agedia i11 G1·(·cia (1872) Nietzsche i11augurò t1n nttovo modt1 di co11siderare 1a grecità , dia111etraln1ente co11trario all'i111 magi ne ro1nan ti ca do111 inante. Secondo Nictzscl1e la vera grandezza delle.) spirito ar1tico 11011 sta nell'invenzione della fil osofia classica, ma nella tragedia (-->) , in cui si realizzò una temporanea sintesi fra le due componenti essenziali della spiritualità greca: lo spirito apollineo , razionalistico, artntlnico, for111ale , lu1ninoso, e lo spirito dioni• s1aco, estatico, creativo, oscuro.

N





La via di Apollo è speculativa, spinge a cercare spiegazioni ed elaborare teorie, costruisce siste1ni con cui cerca di esprimere il senso ultimo delle cose secondo misura e proporzione ( __..). La via di Dioniso è l'esatto contrario: l'accettazione ebbra della vita (-->), l'esaltazione delle pulsioni energetiche, della salute, della giovinezza e della passione sensuale. ) . Secondo Nietzsche , tanto ostile alla vita da desiderare più di ogni altra cosa la morte del suo corpo. [esigenza di una metafisica che con lui nasce (e che fu poi piena1nente espressa dal Platonismo, dal Cristianesimo e da tutta la storia della filosofia occidentale) è il frutto di una debolezza psicologica, di un disadattamento alla realtà che conti11ua ancora oggi. Ogni spiegazione filosofica, qualunque essa sia, è sempre un modo per non vivere, prendere le distanze dai fatti ed evitare il coinvolgimento dell'azione. Il superuorno ( __..) deve quindi recuperare la dimensione dionisiaca oscurata da due millenni di decadenza della civiltà occidentale, recuperare la libertà di pensiero dei filosofi presocratici (premetafisici) e il senso (tragico e intenso) della vita. La polarità fra apollineo e dionisiaco può essere assunta anche in senso tipologico, come descrizione generale di due universali possibilità d'esistenza, due tipi di umanità. In questo senso, estrapolata dalle implicazioni irrazionalistiche (--> Irrazionalismo) teorizzate da Nietzsche, è stata recepita dal complesso della cultura contemporanea, divenendo un parametro di interpretazione largamente condiviso. Freud, per esempio, ha visto nel dionisiaco la liberazione dell'istinto insofferente di ogni limite, .

LA VOCE DELCIRRAZIONALISMO

La danza dionisiaca e un tem a cl1e atLra\1ersa LL1tta la s tori a d e ll 'a rt e e Ltr o pca. La condizione es ta ti ca e es pressa co n la disarticolazione del corpo ( l e b ra e e i a e i go 1n i ti di e tro le sp a lle la tes ta rovc c ia ta) e d al pa11ncggio V>. Per qt1esti 1notivi la teoria dell'oltreuomo è stata oggetto di differenti interpretazioni filosofiche e politiche.

• Accettare la vita (- ,.) nella sua interezza, nella sua din1ensione irrazionale fondata sul caso ( _,.) e sul caos. Il superuomo non ha paura degli isti11ti e accetta la dimensione dionisiaca dell'esistenza ( _,. lslinlo e Apollineoldio11isiaco). • Rinunciare alla consolazione esistenziale offerta dalle fedi religiose e 'reggere' psicologicamente la 'morte di Dio', ossia la condizione del nicl1ilismo, l'annulla1nento di tutti i tradizionali valori morali. • Condurre la propria vita in una diversa dimensione temporale, ponendosi nella prospettiva dell'eterno ritorno (- •) del tempo. Recuperando l'antica visione pagana del tempo ciclico ( _,.), il superuomo non pensa più in termini di presente, passato e futuro, ma vive ogni istante con intensità totale, come se fosse l'eternità. • Porsi nei confronti della .n atura e· del mondo in una posizione di dominio (volontà di poten~a). Se è vero che la vita è una lotta, si deve accettare, se.nza falsi moralismi, la necessità che il dominio, la supremazia spettino al vincitore.

Il Nazismo, enfatizzando l'approccio indubbiamente aristocratico di Nietzsche, ha voluto scorgere nella dottrina supero1nistica una giustificazione della tirannide. La proposta di Nietzsche non sarebbe rivolta a tutti (a creare un nuovo tipo di umanità), 1na solamente ai più forti, che dovrebbero quindi porsi al comando della società trasformandola in senso gerarchico e autoritario, anche con l'uso della violenza. In effetti secondo Nietzsche pacifismo, amore e altruismo ( _,.) sono 'valori' morali patologici, tipici di un uomo debole.

FILOSOFIA

La critica più moderna, pur ammettendo che l'interpretazione nazista si basa su ambiguità effettivamente presenti in Nietzsche, ha chiarito che non vi è alcun preciso significato politico nelle sue opere, che possono essere lette da molti punti di vista. Di fatto la dottrina superomistica è stata coniugata con il Marxismo, l'Anarchismo, la Psicoanalisi, l'Esistenzialismo, influenzando per queste vie la cultura di tutto il Novecento.

468

I

LA VOCE DELCIRRAZIONALISMO Figuraz ione ideale di Nietz che ( 19 19 ) d i C. Carrà .

• •

- ____ - .. N'ietzscl1e eslato ritratto nella postura (con una mano Ltlla gL1a11cia) c lic la trac.lizio11c ico nografica a•. cgna all a m a linconia , tipica, seco ndo l'an tica rnedicir1a ), degli uon1i ni ir1 CLli il genio s i affianca alla malattia ( > Pa-

togr·afia ).

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,

--..-:;:·= -

NieLz c he ritratt o da E. Munch . La v ita -), l'artista e.a mbia il mondo con un solo gesto o, meglio, con un atto di volo·n tà, determina la natura e lo status degli oggetti in base al suo libero arbitrio.

l movimento dadaista ebbe una durata estrema1nente breve: nacque nel 1916 nella tranquilla Zurigo mentre il 111ondo era sconvolto dalla Prima guerra lnondiale, sotto la guida di Marcel Duchamp ( 1887-1968), l'artista-filosofo che ft1 la 111ente teorica ciel gruppo; si svilt1pp() poi a Parigi e a New York, n1a verso il 1923 l,esperienza poteva dirsi orn1ai conclusa. Ciò nonostante si tratta di 11no dei movimenti artistici più influenti del nostro secolo; è opinione comune fra gli storici dell'arte che il suo n1essaggio di libertà e di rigore (unito a un particolare 1nodo, molto 'concettuale' , di intendere la pittura) sia diventato parte essenziale di Ltttta l'arte eo 11 te m JJ () r.a n ea. Dada fu in se stesso un controsenso: di certo ftt un movimento artistico, nla professò un credo antiestetico, antiartistico e antipoetico. La sua forza, infatti, gli derivò dall'essere la più rigorosa espressione in campo estetico dell'irrazionalismo (- ,.) co11temporaneo nella versione vitalistica di Nietzsche. Si posso110 raccogliere le posizioni teorich~e del movimento in una serie di punti. • 11 ritorno dell'arte alla vita ( --.) e il supera1nento della tradizionale distinzione fra artista e opera (la pratica del lavoro al cavalletto). Un modo per ottenere questo risultato fu il fare deli'arte la prodt1zione di un evento, non più di un oggetto. Inserendo la dime.n sione temporale nelle arti visive e avvicinando la pittura al teatro, il dad.aismo inventò l'happening e la perfonnance. Un altro modo, ancora più radicale, fu trasformare lo stesso artista, la sua esistenza e

I

FIL()SOl=tA

470

LA VOCE DELLJRRAZIONALISMO.



Manifes to del C lub Dalla , lin oleogra(ia di R. Hausmann, 1918. li termine Dcida no n ha a lcun signifi cato (è l'imitaz ione di un balbettio infa 11 til e) e proprio per c1ues to fu sce lt o ca.m e s igla del gruppo. Una vo lta Tristan Tzara , il 'fil oso fo' del g·r uppo di giova·ni ssi1ni f0 11 ra uno stude nle di fil osofia), i la ciò andare a Lina definizione e disse cos i: «Dada e un n1i c robo vergine cl1e si insinua co11 J'insi Lenza dell'aria in tutti gli pazi che la ragio n(' no n e riu cita a colmare» .



PrOSpekT 4B

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1-lilbert e Ackerrnann, 1928

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1-lilbert e Ackerrnar1n, 1959

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P&Q P V Q P/\ Q P V Q

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4 77

La logica è ttno dei ra ri se ttori dcl ap e re in c t1i no n es iste tLn linguaggio tecnico universalmente accettato dagli stL1diosi. Ogni logico premette a lla IJro pria tra ttazio 11 e u.na tabella in dicativa dei simboli Lttilizzati . 1 mo ti vi di questa mancata s tanda rdizzazione son o di ordine con cettt1ale: infatti ogn i auto re ass ume gli o per a tori logici ( negazion e, co ngiunzio.ne, e co ì via) attraverso una propria particolare sfumatura di se nso, enfatizza lo dal diverso s i1nbo lis1no . fl LO~O r-1:\

EPISTEMOLOGIA

l

Logicismo

RUSSELL, PARADOSSO DELLE CIASSI

Vedi anche Geometrie non euclidee, Formalismo, Crisi del fondamento ssie1ne al formalismo il logicismo costituisce uno dei più importanti tentativi nel ca1npo della filosofia della 1nate1natica di risolvere il problema della crisi del f 011damento , ossia d ello specificare la natura del concetto di numero. Elaborato da G. Frege (P1·incipi fonda111 e11tali dcll'a1~ilmctica, 1903), il logicis1110 suggerì la possibilità di ridurre la matematica a un sistema logico. In ques to i11odo il sig11ificato di un numero sarebbe cspri111ibile tramite la nozione di classe (insieme): la collezione di tutti e solo quegli enti (oggetti di qualsivoglia natura) che hanno un certo attributo e so no qui11di d efiniti da una regola di appartenenza. In altre parole il nun1ero sarebbe la caratteristica in comune a un dete rminato tipo di classi: per esetnpio il 7 espri111erebbe ciò cl1e hanno in con1une le segttenti classi: i giorni della settimana, le meraviglie d el mondo, i re di Ro1na, i sigilli dell'Apocalisse, i nani della fiaba, i saggi dell'antichità, e così via. Pur eteroge11ec per contenuto, tutte godono della proprietà di uguaglianza aritmetica: a ognuno dei loro elementi corrisponde uno e un solo elemento n.e-' gli altri. Cl1iamiamo numero 7 l'insieme di tutti gli insiemi simili a questo. Nel programma di Frege il concetto di classe doveva essere utilizzato a livelli crescenti di complessità, spiegaf!do la natura di tutti gli enti matematici e delle operazioni. I.:inattuabilità di questo programma di rifondazione della matematica su basi logiche fu dimostrata nel 1903 dal filosofo inglese B. Russell (I pri nei pi della matematica, 1903). Egli

A

FILOSOFIA

478

pose una basilare distinzione fra 'insiemi normali, e 'insiemi non normali'. • Gli insiemi normali sono definiti dal fatto di non contenere se stessi, cosicché la totalità, la classe, possiede una natura diversa dai componenti. Molti insiemi naturali sono di questo tipo: una classe di studenti non è uno studente~ l insieme di tutti i fruttivendoli è un'associazione di commercio, non un enorme fruttivendolo, e così via. • Gli insiemi non normali sono invece definiti dal contenere se stessi come un elemento. t:insieme di tutti i colori dello spettro luminoso (il bianco) è un colore esso stesso; il catalogo dei libri di una biblioteca è esso stesso un libro, e questo implica che un catalogo perfetto che contenga tutti i libri deve anche contenere se stesso. Il paradosso si pone quando dal considerare classi forma te da elementi si prendono in esame classi di secondo livello, classi di classi. La situazione diventa subito indefinibile: è impossibile stabilire se queste superclassi sono a loro volta normali o non-normali. Russe I parafrasò la sua intuizione con un celebre esempio. Immaginiamo che il barbiere di un villaggio offra la seguente definizione di se stesso: . A questo punto, però, se egli si rade entra in contraddizione con se stesso, divenendo un impossibile barbiere che rade uno che si rade da se stesso; se non si rade cesserebbe comunque di essere il barbiere della definizione, perché non raderebbe tutti coloro che non si radono da sé. 1

EPISTEMOLOGIA Il pa radosso d elle cl ass i d i Russ ell può avere di verse formu lazioni, una delle quali co ns ide ra com.e insieme il catalogo dei libri d i una biblio teca. Il biblio Leca ri o ha due poss ibilità: non inserir e nel ca talogo generale una scheda relaLiva al ca talogo sLesso, crea ndo cos·1 un insieme normale, oppure, jn alte rnativa, elencare il ca talogo nel catalogo stesso. crea ndo così un ins ieme non-n ormale: un ca talogo che cata loga ar1 che se slesso. O ra ch e co a succederebbe se il di rettore ge nerale di Lutte le bi l1liotecl1e volesse creare un ca talogo di tt1tti i ca talogl1i locali non-nor.mal i?



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MAN IPO LAZIONE LOG ICA E MATEMATICA

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1414

1418

493

Lo s trano 'n1acini11(>' illL1 trato è una paroclia dell'in egn a111 ento sco lastico elaborata da T. Kul1n. I man uali sc ier1tifici, a f[e r1n a l 'ep is te n101 ogo , prese in don o dall a cli 1n e ns io ne s tori ca e n e lla lo ro tra ttaz io n e s is temati ca SLtgge ri co n o Lt n a ra l sa i 111111 agi t1 e d e I. I a se i e n z a . Le teo ri e se mbra no nascere da un processo costituito dt1 tre fas i: la fondazione di ass io1ni, pos ttlla ti e condizioni di partenza iniziali, eh.e vengo no in u·n seco ndo tempo 'r11acìnaci', oss ia trasformali con manipolazioni logiche e matemati che; il risultato infin e~ è posto a c·o nfronto cori i clati sperimentali: se la son1iglianza fra i due è ritenuta sufficiente la teoria dovrelJbc dirs i pr()vata. FLLO OFL-\

EPISTEMOLOGIA

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Storicità della scienza

KUHN

Vedi anch.e Verificazione/falsificazione, Anarchismo metodologico Thomas Kuhn (La struttura delle rivol.uzioni scientifiche, 1963) ha suggerito che i criteri di preferenza in base a cui si elaborano e si impongono le teorie dipendono fortemente dal contesto extrascien tifico in cui sono sorte (le convinzioni metafisiche, religiose, po1i tiche). In questa nuova prospettiva epistemologica al tentativo di specificare in astratto la natura della scienza si sostjtuisce l'analisi storica dell'effetti va evoluzione del pensiero scientifico, ricostruendo i procedimenti che hanno prodotto le grandi scoperte. Si crea così un forte legame fra la psicologia (l'analisi dei processi mentali dello scienziato) e la logica (l'analisi del contenuto razionale delle teorie), due scienze che nel passato non avevano mai trovato un punto di contatto. La trattazione di case-studies, per esempio la rivoluzione copernicana ( - >) del XVI secolo, suggerisce che la crescita effettiva della scienza avviene senza obbedire ad alcun canone metodologico, perché non è possibile tracciare un confine netto fra il contesto della scoperta e quello della giustificazione (-> Scoperta/giustificazione). Kuhn sostiene che fra le varie teorie elaborate nel corso della storia della scienza non esiste alcuna unità linguistica, metodologica o ontologica. In ogni epoca la comunità scientifica si costituisce con l'accettazione di paradigmi comuni (--> Paradigma), esattamente come si accettano i dogmi di una religione o i valori politici di un partito. Kuhn parla non a caso di conversione a proposito dei trasferimenti di fiducia da un paradigma scientifico all'altro nei periodi di crisi.

l quadro dell'epistemologia contemporanea è stato profondamente modificato dalla sostituzione operata da Popper del principio di falsificazione (seconlio cui ogni teoria è solo verosimile e tc1nporaneamente confermata) al tradizio11ale criterio di verificazione (secondo cui le teorie sperimental1nente provate sono definitive). La prin1a conseguenza è che la filosofia della scienza (epistemologia) non può più avere, come nel passato, il compito di specificare un criterio di demarcazione, ossia di elaborare regole atte a separare con una linea netta ciò cl1e è scientifico da ciò che non lo è, ma deve limitarsi a giudicare fra più teorie in competizione fra loro. Assumere il principio di falsificazione implica accettare l'idea che l'uomo non possiede un criterio di verità: anche se incontrassimo una teoria assolutamente vera non potremmo mai saperlo.

I

Il problema dell'epistemologia è diventato quindi lo specificare i criteri di preferenza scientifici: i motivi per cui una teoria (o un programma di ricerca) vadano almeno te1nporaneamente preferiti agli altri. Spesso la soluzione non è facile, perché la valutazione di una ~--~- dottrina scientifica deve tenere conto di numerose variabili: la quantità di prove addotte, la vastità dei fenomeni spiegati, la quantità della componente logica rispetto a quella empirica, il numero e la rilevanza delle eccezioni ammesse, la condivisibilità dei postulati di partenza. Ne consegue che in tutte le aree del sapere si registra una compresenza di te.o ·rie egemoni e di altre secondarie, diverse e alternative. flLOS()FIA

494

EPISTEM01-0G1A La storicità della scienza. si rileva indirettamente an che dalla storicità dell'illustrazio ne scienti fica . La storia del pensiero co ntiene molti esempi di co me la stessa percezione (la vista) degli scienziati sia cor1dizionata dalle aspettati ve cullurali Lipi cl1e di un'epoca. Il rinocero nte riprodotto in alto a sinistra è il primo disegnato dal vero (dal naturalista zurighese K. von Gessner nel 1551) ed è chiaramente differente dall'immagine moderna dello stesso animale, in parti co lare neJla struttura a placche della pelle , che non es is te affatto nel vero rin ocero nte . Gess n.er era inco nsciarr1ente influenzato dai disegni dei bestiari medieva li che già immaginavano draghi (sq·ua rnos i, a placc he) in forma di rinocero nte. Anche l'elefante sottostante, in particolare nella probo cide, risulta all'occhio n1oderno quasi immaginario.

uJJJ (

a.l -~ada•4~1

Pupilla

Nervo cavo od ottico

Co nfronto Ha tre illt1s trazioni scientifi che d ello s tesso ogge tto: l'occl1io ttmano. La realtà descriLLa è esa ttan1enle la stessa, ma la rappresentazione dipende in modo chiaro dalla cultura e dalle predilezioni puram ente es tetiche dell'epoca. L'occl1io a si11istra è stato disegna to da un anato n1is ta tardomedievale cl1e vi l1a visto sfere concentriche e guglie appttncite; quello sopra, risolto per via di mezze lune, da uno scienziato arabo; sulla destra, per un ulterio re co11fro nto, è pro posta un'immagine a ttua le de ll'anatomia oculare.

495

FI LOSOFIA

EPISTEMOLOGIA

Paradigma

KUHN

Vedi a11che Scoperta/giustificazione da esempi di risoluzione di problemi. Assunti con l'educazione scolastica, questi sche1ni strutturano la f orn1a rnentis dei nuovi scienziati, plasmando la loro cultura in modo confacente al nuovo modello. Più che una dottrina, il paradigma è dunque una mentalità complessiva, un sistema organico di pensiero. Kuhn pone quindi una distinzione all'interno della scienza, definendone due volti. • La scienza normale caratterizza quel periodo storico in cui un paradigma è accettato, sviluppato e sistematicamente applicato per produrre previsioni scientifiche sempre più perfezionate. I suoi principi dominanti sono accettati dalla comunità degli scienziati alla stregua di valori religiosi o politici, con forti resistenze contro ogni devianza. ), come ipotizzava il Positivismo ( ~ ), ma per rotture rivoluzionarie. Ogni nuova soluzione, infatti, non si affianca ma rimpiazza quella precedente, cambi~n­ do, per così dire, le regole del gioco. ·

L

I..:osservazione fondamentale di Kuhn è che ogni paradigma vincente consiste non solo in un nuovo quadro teorico corroborato da evidenze logiche o speri1nentali, ma. anche di una serie di assunzioni metafisiche e di generalizzazioni simboliche, spesso vissute inconsapevolmente dallo scienziato, tuttavia influenti, come pre-giudizi, sul suo pensiero; da valori epistemologici, professionali, etici, ideologici, politici; infine

FILOSOFIA

496

EPISTEMOLOGIA

S PHJE RA



11 concetto di paradigma so ttolin ea la politicità della scien za . in opposiz·io nc a Il a visione tradizi o na le che ' 'cdcva in essa t1n va lore as olt1to. E ignifi ca ti\'O i·uso dcl termine rivoluzione, nato in ambito cicnti fico per cles ig11arc il ni ovimento d ci piane ti , appli ca to poi alla (JO litica (nel en_o di ca ta trofe ociale) e ora, proprio per c1t1es ta sua cl uplicc \1alenza. in tenzi ona lmen te uti 1izzato clagl i ep is temologi. Un i)tton e empi o dc'I valore ideologico e.lei paradig111i è l'irn111agi r1e riprodotta dcl XVI cco lo in cui r as olt1 ti sn10 dell a regina El1 abetla e o lenuto co n un 'iclcnlif1cazi one fra la ua buona poliLica e la tradizio11alc vi io ne tolerna1ct\ e.l ei cos1110 , a tinta qui n on nel U/ } .

u_:JJ!·

507

FILO~ OFIA

.

SCIENZE NATURALI

Meccanismi inibitori

ETICA, AGGRESSIVITÀ, BIOLOGIA

Vedi anche Istinto, Innatismo ce di suscitare compassione spiegherebbe la legge di Haenkel, per la quale la differenziazione fra le specie procede con il tempo. A mano a mano che si retrocede agli stati iniziali le differenze biologiche fra gli animali (uomo compreso) diminuiscono.

na delle più importanti scoperte di ~ K. Lorenz (1903-1989), il fondatore dell'etologia ( ~ ), è stata quella della presenza 11el l'uomo e negli animali dei meccanismi inibitori dell 'aggressività ( ) , ossia di determi11ati sti1noli in gradt) di st1scitare un automatico e involontario acquietamento nell'aggressore. Se ne possono distinguere due tipi ft)11da1nentali . • 1 meccanismi inibitori comportamentali sono segnali che comunicano la resa o sancisco110 la sudditanza, gesti di pacificazione con cui si chiede pietà: piangere, abbassare il capo, ostentare la rinur1 cia a usare le armi, rnostrare le palme aperte, e così via . Questi rituali hanno la stessa potenza degli stimoli scatenanti l'aggressività, ma agiscono in direz1one opposta. • I meccanismi inibitori fisiologici sono presenti esclusivamente nella prima infanzia e risiedono nella particolare configurazione dei cuccioli di tutte le specie: testa grande, fronte ampia, pelle rosea e morbida , aspetto buffo, comportamento maldestro, e così via. I.:e~o­ luzione biologica ha dotato questi piccoli esseri, ancora inadatti al confronto violento, di strumenti capaci di smorzare la ferocia dell'attaccante, suscitando in esso una corrente di benevolenza. La simpatia che questi tratti infantili suscitano, infatti, è del tutto automatica e universale; la loro potenza, inoltre, è dimostrata dal fatto che funzionano sempre, anche quando compaiono in un oggetto (per esempio in un morbido pupazzo cl.i peluche) o in un'immagine (cartoni animati). Limportanza essenziale di possedere questo aspetto capa-

I segnali inibitori non sono convinzioni etiche o razionali, ma schemi d'azione automatica scatenati da specifiche sensazioni~ si esercitano quindi solo all'interno di un'interazione ravvicinata fra aggressore e vittima. Gli stimoli inibitori devono colpire effettivamente la sensibilità dell interlocutore perché a nulla servirebbe un'informazione mediata. Da questo punto di vista risulta drammatica la sfa.s atura fra il patrimonio biologico e l'ambiente tecnologico. Mentre infatti gli schemi d 'azione inibitori non funzionano a distanza, il progresso degli stru1nenti bellici ha progressivamente aumentato proprio la lontananza fra l'uccisore e la vittima. Questo è molto grave perché dal punto di vista biologico è più facile uccidere a mano a mano che aumenta la distanza dalla vittima: in un contatto ravvicinato l'assassino deve superare gli schemi d 'azione istintivi che lo spingono alla compassione, ma questi diventano meno efficaci usando frecce e lance, ancor meno con le armi da fuoco, fino a diventare nulli quando la vittima non entra nel quadro visivo. Ne consegue un paradosso etico-biologico: molte persone trovano più facile sganciare una bomba e uccidere così migliaia di individui ignoti che scannare con le proprie mani un cucciolo di qualsivoglia specie. 1



FILOSOFIA

508

SCIENZE NATURALI

uomo

neo nato

topo

delle piramidi

lepre

cane da pechinese

pettirosso

La legge di Hacnkcl. È diffi cile, o. crva ndo i

c1ua tt r>.

o Strutturalismo non è propria1nente una dottrina filosofica, ma un orientamento metodologico, un'atmosfera interdisciplinare che si è imposta negli anni Sessanta e Settanta in un variegato gruppo di aree scientificl1e: cri-

L

tica letteraria (R. Barthes); filosofia 1nc11~isla (L. Althusser); psicoa11alisi (J. Lacan); sto1·iog1··afia (F. Braudel); critica delle isl'ituziot1i (M. Foucault); psicologia dcll'evoluzior1e ed cpiste1nologia genct ica (J. Piaget). Come si può notare dall'elenco degli autori citati, il movin1ento strutturalista è stato un fenomeno principal1nente francese, così come francese è stata pure la fase critica, detta post-strutturalista (o decostr-uttivista), che lo ha seguito (J. Deridda).

Una seconda accusa, relativa all'atteggiamento antistoricistico, è stata avanzata soprattutto da parte della cultura marxista: lo strutturalismo sottovaluterebbe la dimensione storica dei fenomeni, facendo attenzione solo ai processi di sincronia; con la conseguenza di trasformare la storia in un assieme discontinuo di stati eterogenei tra cui non è più possibile instaurare relazioni. La realtà, in altre parole, tende a essere interpretata, dal punto di vista strutturale, in termini non evolutivi: certo lo Strutturalismo non nega l'esistenza del divenire (--+) e non contesta affatto la biologia evoluzjo11istica darwiniana(--+ Evoluzionismo), tuttavia concentra tutta l'attenzione sulla realtà dei sistemi in una data unità di tempo.



La fondamentale tesi dello strutturalismo, cl.a cui deriva la frequente accusa d'i antiumanesimo, afferma la priorità del sistema sull'uomo. I.:individuo è un essere condizionato dalle strutture che lo controllano: il linguaggio, le f orme dell'economia, del matrimonio, del gioco, dell'arte, e così via. Ogni sua espressione appare predeterminata e quindi libera solo in apparenza. Secondo gli strutturalisti, inoltre, il numero di queste strutture dominanti è relativamente esiguo e comunque precisabile con notevole dettaglio. In analogia con quanto compiuto da f. de Saussu·re nella linguistica, Lévi-Strauss indicò l'esistenza di un certo numero, finito e teoricamente delimitabile, di tipi strutturali che organizzano la spiritualità umana:

.SCIENZE UMANE Schema di F. de Saussure: la linguis tica tradizional.e opera.va t1nica mente lungo la freccia CD (asse delle s uccessio n i) . La ling uis tica s trutturale co nsidera so lo il segmento (no n orientat()) AB . as-



• •

se di s imultaneità.

e N À•• Il. l • f A T f ~ \I I\ N DA l,1 H I ~· v (S N

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I\• I t' • ga 1nc co n la t11agia ( - >- ) , il rnisticis'tno (- .-) e l a rte . 1

L' immagin e cl1e rappresenta la disposizion e dei pezzi s u 1la scacchiera è una descrizione sincronica. La stessa partita di scacchi pL1 ò essere a n c h e descritta co n un procedimento diacronico, facendone la s toria, come nella seqt1enza riportata qui so tto . 1 = Ca2-c3: Pg5-f8 2 = Pb5-c5 ; e h7-f8 3 = Aa2-c3 ; Pg5-f8

523

FILO -OFI:\

SCIENZE UMANE

Struttura

DE SAUSSURE, STRUTIURALISMO

Vedi a11che Epistemologia genetica, Gestalt na struttura è la relazione che in~ tercorre ft·a le parti di un tutto organizzato. tale da conferirgli stabilità e funzionai i là. 11 senso tecnico e filosofico di qt1esta parola, così co111e è usata dallo Strutturalismo (~) , è abbastanza simile al linguaggio quotidia110: si parla abitualmente di 'strttttura di 11n corpo', di 'strutt11ra edilizia', 'struttura sociale', e così via. La struttura è la logica interna che regola l'interdipendenza delle componenti di un sistema e fa sì che ogni loro n1t1ta111e11to si tradttca i1n1nediata111ente in un ca1nbiamento di tutte le altre e di ttttto l'assie111e nel suo co111plesso. Mentre un agg1·t·gato (un mucchio di sassi per ese1npio) è sen1plicemente cumulativo ( composto da ele1nenti indipendenti dal t11tto), in una struttura questi elen1e11ti S(1no subordinati alla legge di composizione, che caratterizza il siste1na co1ne tale. Per quanto le strutture non siano fisicamente visibili, tutta\'ia si possono rappresentare attraverso sche1ni, per mezzo di diagra111mi e funzioni. Un ese1npio mini1no di struttura è la iste1·esi (~ il diagran1ma nella pagina a fianco). Si trova una curva a isteresi studiando la resistenza dci 1nateriali, ma la cosa notevole è che la stessa funzione si ripresenta in una variegata serie di fenomeni: è usata dagli psicologi per descrivere il ritmo di apprendin1ento di un linguaggio e dai fisici a proposito della magnetizzazione. I.:idea strutturalista è cl1e l'isteresi descriva una legge di formazione e di intelligibilità tipica di un certo tipo di trasformazioni, siano esse, indifferentemente, di ordine psicologico o di ordine fisico.

FILOSOFIA

Lo Strutturalismo studia non le proprietà degli elementi che si presentano in un determinato campo di indagine, ma solo il sistema nel suo complesso e le sue leggi. Il suo obiettivo è l'elaborazione di modelli che mettano in 1uce gli schemi di relazione che collegano fra loro gli oggetti e gli eventi, senza entrare nel merito di un'analisi specifica di questi. La nozione di 'struttura' nacque agli inizi del secolo nell'ambito della linguistica. F. de Saussure (Corso di linguistica gc11erale, 1916) per la prima volta considerò la lingua come un sistema nel quale le singole parti (le parole) non possono essere considerate singolarmente, ma solo nei loro reciproci rapporti: la struttura che sottostà a una lingua è il sistema delle differenze di significato fra le parole. Il massimo successo dell'approccio strutturale si ebbe nel secondo dopoguerra con l'antropologia strutturale di C. Lévi-Strauss, la cui intuizione fu che i rapporti di parentela (ossia la serie di norme che favoriscono o vietano il matrimonio) costruiscono una società esattamente come i fonemi determinano le parole e queste la lingua. La nozione di struttura implica la polarità diacronia/sincronia (-+). Per individuare i rapporti che formano un sistema è necessario considerare gli elementi che lo forma no in un momento dato, prescindendo dalle trasformazioni causate dallo scorrere del tempo.

524

-

SCIENZE UMANE



'•

' •'•

•' ••

Il grafico che descrive la cu rva dell'isteresi. L'i te resi è quel fenomeno per cui il valore assunto da una gra11dezza dipende11 te da altre é deterrninato. oltre cl1e dai valori istanta nei di quesce ultime, ancl1e dai valori cl1e essa ave\ a prececle nte1n en te . I process i caratterizzati da. isteresi so no frequenti sia nel mondo fisico (isteresi rnagneti ca , di elettrica) , sia in que ll o ps icol ogico . L'is te resi può qu indj essere co ns iderata una fonna minit11a di stntttltra. 1

giustizia? VITIIJ\rl E

_.. --- ·---. --· ... ... .. .. . .....

MEDIATORI

OPPR[ "ORI lrumenl1

rolellori ca pitoli I-XIX

don bborlclio

Renzo

11 ~ istc1na dci perso naggi J ~ i Pro11'1css i SfJOS i i11 um lii,.1gra 1nma s tr uttttralis ta. 11 conccLto di struttura 11a "''t1ro t111 a 11 o cevo le in fl l1i: 11za nell'a1nbiro dell a t t iti cn letteraria, suggerenJ 1.1 di cor1sidera re i I tes to l'1.) n1e u11a 'totalità scruttur:tla·. aL1to11o m a e autosuf{icicn te , interpretabile co111c t1 11 sis tema, cioè in base ~"lle relazioni interne ins 1at1ra L c fra i suoi elc111enti .

!>0~1 rU~> (strutture). Secondo Lévi-Strauss, per esempio, la pr()ibizione dell'incesto, una regola fond;:in1entale dei rapporti di parentela co1nu11e a moltissime culture, è . Lo scambio del- ' le donne e tutta la grammatica comportamentale che ne consegue costituiscono la forma iniziale della socialità, percl1é la proibizione del matrimonio fra consanguinei persegue l'obiettivo di impedire che il clan familiare si rinchiuda in se stesso.

I

La funzione di comunicazione propria della lingua e dei rapporti di parentela può essere svolta anche da numerosi altri metodi di relazione (verbali o non), i

FILOSOFIA

526

quali, grazie a un sistema interno di opposizioni dotate di significato, diventano complessi simbolici con cui gli individui strutturano se stessi e la comunità cui appartengono. Il lavoro dell,antropologo strutturalista consiste quindi nel rintracciare queste identiche strutture nei campi più diversi. A questo compito Lévi-Strauss aderì nel modo più completo, mettendo a confronto le più disparate aree espressive. Nel ciclo delle Mitolo-

giche (Dal miele alle ceneri, 1966; [uomo nudo, 1972) analizzò le strutture che appaiono nel mito ( ~). In Il crudo ed il cotto ( 1964) prese in esame la cucina, considerata come un sistema di comunicazione basato sulla fondamentale opposizione fra cibi cotti e crudi. In [origine delle buone maniere a tavola (1968) analizzò l'etichetta alimentare, l'assieme delle prescrizioni, regole e gerarchie che governano l'assunzione comune del cibo (un momento importante nella determinazione dei ruoli sociali). Dal 1934 Lévi-Strauss ricoprì la cattedra di sociologia all'Università di San Paolo in Brasile; durante questo soggiorno effettuò importanti spedizioni etnografiche in Amazzonia, documentate in Tristi tropici (1955). Vi descrive la struttura mentale e sociale (entrambe fondate su un rigido dualismo) dei Caduvei, tribù del Brasile caratterizzata dalla più strana grammatica parentale: l'aborto e l'infanticidio erano praticati quasi normalmente, tanto che la perpetuazione della società caduvea si effettuava al 90°'6 per adozione e solo al 10°'6 per continuità gen.e razionale.



!



SCIENZE UMANE

Disean i usati dalle donne cadL1vee co me pitt ura del viso. da Tt*isti trotJici. Nc ll'anali

di ctue_to stilt" l.évi-Strauss ri conobbe il rigido dualis1110 cl1 e domina quella socie tà: s i tratta infé.1 tti , qua i cmJ)rc, di forme geo1netricl1e contrapposte a li11ec cttrve; si so1n111ano due stili, un o ango loso e gco111ctrizzato, l'altro libero. sciolto e curvilineo. Ogni co n1posizione se1nbra seguire sirn ulta nea111entc Ltn principi o di sirnmetria in u11a parte, e uno di as in1meLria nel resto. t

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52 ----- ---------------------------------------._,,.,,,r;.

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fine

mezzo

mezzo

MIELE

TABACCO

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CARNE

ABBIGLIAMENTO

CUCINA Rappresentazione diagrammatica dei rapporti strutturali esistenti fra i miti legati all'uso del ini ele e. del tabacco presentata eia Lévi-Strauss in Dal tniele alle ce11eri , 1966. È tipico della saggistica strutturalista l'uso in ambito uma11 istico di schen1i e diagrammi nor1naln1cnte ttsa ti nell'a mbito de lle cienze naturali , i11 modo da superare anche per questa via la tradizionale scissione fra scien:e dell'uomo e sc ie11ze della natura.

527

FI LO ·o r i.\

SCIENZE UMANE

Triangolo semiotico

DE SAUSSURE, SEMIOTICA

Vedi a11cl1e Referenzialità semantica, Analisi semantiche il segno può avere anche un riferi mento nella realtà, ossia con un referente appunto.

n segno è, nella sua definizione più ......., generale, qualsiasi cosa che può essere usata per richiamarne un'altra. La scie11za cl1e studia i segni e le loro relazioni è la semantica (o sen1iotica o se1l1 i o logia). Lo strumento usato dalla 11uova scienza per indagare la significazione, tico) è q11ella fra denotazione e

connotazione. Sono segni denotativi quelli che rinviano al significato seguendo le precise regole di 1111 codice~ sono segni connotativi quelli che, in tnodo 1nolto sfumato e an1bigt10, rinviano a un significato che a stia volta ri111anda a qualcosa d 'altro . 50110 denotative le definizioni scientifiche, i segni geometrici o aritmetici (più , 111eno, uguale, triangolo), la co1nposizione dei farmaci, le istruzioni di 1111a scatola di 1nontaggio; sono conn o tati\1i i simboli e le parole poetiche. U11 segno che connota allude senza specificare; è quindi più libero, carico di valenze suggesti\1e, emotive. Nel linguaggio quotidiano molte parole hanno un rileva11te alone co11notativo: gli insulti, per esempio, ma anche tutti i termini in qualche modo c1nozionanti , quelli sessuali o vocaboli come 'amicizia', 'mam, . . ma , e cos1 via. La semantica ha elaborato una serie di strumenti adatti a circoscrivere in modo relativa1nente preciso l'uso dei segni lin~ guistici connotativi. Fra questi strumenti di analisi del linguaggio vale la pena di considerare i due che spiccano per maggiore importanza.

• Lo spazio semantico è stato invece messo a punto dal semiologo L.j. Rips. Poiché il metodo differenziale non fornisce alcuna indicazione sul significato logico, sul contenuto attribuito dai parlanti alle parole, Rips (La distanza semantica, 1973) ha proposto un'altra tecnica che permette di valutare con esattezza le analogie fra le parole e quindi indirettamente il loro contenuto. Il test consiste nel disporre una serie di parole fra loro collegate in uno spazio orientato. Nell'esempio della pagina a fianco una dozzina di specie animali sono messe a confronto relativamente ai parametri della ferocia (in verticale) e della grandezza (in orizzontale). La vicinanza spaziale dei termini misura con esattezza la somiglianza psicologica dei concetti.

• Il differenziale semantico messo a punto da C.K. Ogden (La misura del significato, 1957) è un metodo atto a circoscrivere il significato affettivo di una parola. Il test consiste nel rispondere a dieci domande relative al termine in questione (È buono o cattivo? Attivo o passivo? Spigoloso o arrotondato? ... ), come si può vedere nella tabella propoFILOSOFIA

532

SCIENZE UMANE Un esempi o del differ enziale sema ntico elabo rato da C.K. Ogden per s tudiare il connota to em o ti vo e cultura le delle parole. 11metodo no n fo misce alcuna info rrnazione sul significato co ncettua le del termine 'educa to', rna solo s ulla 'affe ttività' co n cui e recepito dai va ri sogge tti . In ques to sc hem a, per esempio , ri s ulta c he secondo l' inte rvis ta to quel la 'ed u ca ta ' è sos tanzia lm ente una persona buo na , rilas ata, dolce. più arrotondata cl1e s pi go losa. ttn poco piu a ttiva c he pass iva e a nc he piu ·frcsca' che 'rafferma'.

'Educato'

Spigoloso Debole A pro Passivo

ttivo Piccolo Freddo Buono

Rilassato

Te o

l Jmido Fre co

maiale



ca~ ra

• pecora •

e mucca

cavallo



l l n1etodo d e lla s p azio sem a ntico n1esso a punto da L.j . Rips per visualizzare co me i soggetti va lutan o le analogie fra le paro le. La lon tananza s paziale esp rin1e qt1e ll a concettua le, pern1ettendo così di operare valutazioni ogge ttive sulla n1 e ntalità d e l soggetto: d allo schema, per esempio, risttlta che nella psicologia dell'intervistato vi è una .s on1iglianza molto più forte fra una capra e una p ecora cl1e fra un leone e un gatto (considerato qt1asi identico per ferocia al to po) .

animale mammifero





cervo orso





ca ne

•coniglio • topo

• gatto • leone



~----------------

533

Grandezza FrLOSOFIA

SCIENZE UMANE

Linguistica generativa

CHOMSKY, INNATISMO

Vedi anche Innatismo, Cognitivismo Del resto quella tradizionale, che Chomsky chiama grammatica di superficie (la sintassi e l'analisi logica che si imparano a scuola), è del tutto incapace di spiegare il modo concreto con cui i parlanti strutturano le parole in frasi. Solo l'esistenza di una grammatica profonda, presente in modo inconsapevole ìn ogni parlante, permette di disambiguare le proposizioni. Questa 'grammatica' prevede l'esistenza di un'unità prioritaria di ogni atto linguistico: anche se le parole vengono proferite in sequenza, una per una, psicologicamente il parlante parte sempre dal senso globale, dal significato complessivo che vuole dare alla frase. Ugualmente per chi interpreta è fondamentale l'attribuzione generale di senso in base al quale si stabilisce il significato della frase (per esempio, nei due digrammi proposti nella pagina a fianco, leggere 'vecchia' come aggettiv·o o come sostantivo). Una frase può essere esposta in forma attiva (Caino assassinò Abele), oppure in forma passiva (Abele fu ucciso da Caino), e ciò comporta una trasformazione della grammatica superficiale, ma dal punto di vista del significato profondo non vi sono affatto differenze. Non le regole della sintassi, ma la grammatica profonda, che nessuno impara perché è innata in ogni essere umano, ci permette di capire il ruolo giocato da ogni singola parola all'interno di un discorso ed eventualmente di operare le opportune trasformazioni. In questo modo l'analisi del linguaggio è diventata, dopo Chomsky, una scienza prettamente interdisciplinare, legandosi alla logica e soprattutto alla psicologia.

a linguistica generativa, nata nel 1956 con Le strutti1r·e della sintassi dell'a111ericano N. Chomsky, costituisce un approccio del tutto nuovo al p1·oblema della lingua . Nel passato i linguisti hanno sempre studiato le parole e i testi, ossia il prodotto concreto e finale degli atti linguistici~ Chomsky sposta invece l'attenzione a monte, conce11trando il suo interesse non sull'esect1zione di una lingua, ma sulla competenza linguistica dei parlanti, ossia su co111e e attraverso quali processi 1nentali gli umani riescano a usa1·e il linguaggio.

L

Cl1omsky chiama la sua teoria get1erativa perché intende spiegare come le frasi 11ella mente degli uomini, e quindi nel loro linguaggio, si generano. Tradizionalmente questo è stato il campo d e 11 a g r a m 1n a ti ca e de 11 a sin tassi; Chomsky tuttavia fa notare come l'esistenza di una gran1matica non spieghi affatto la competenza linguistica. Parlare una lingua non significa conoscerne la gra1nmatica: si impara a parlare prima di andare a scuola e ogni adulto, per quanto ignorante possa essere, riconosce quasi sempre un uso improprio della lingua madre. Il possesso del linguaggio e delle sue strutture grammaticali è un'abilità, ossia una competenza che il parlante prima acquisisce e poi applica per lo più in modo assolutamente inconsapevole. Di fatto usiamo con estrema precisione regole grammaticali che non abbiamo mai specificato e sulle quali la nostra coscienza non si è mai soffermata.

FILOSOFIA

534

SCIENZE UMANE enunciato gruppo verbale

gruppo nominale

articolo

la

gruppo nominale

verbo

sostantivo

veccl1ia

articolo

sostantivo

la

sbarra

{JO rta

In questo enunciato 'vecchia' è un sostantivo e 'porta' un verbo.

enunciato gruppo verbale

gruppo nominale

articolo

aggeltivo

sostantivo

la

veccl1ia

porta

verbo

la

sbarra

In qt1esto ent1n cia to , forn1almentc del tutto si111ilc al pri1110, 'veccl1.ia' e da leggersi co n1c u11 aggettivo attribLtiLo a Ltn sosLanti\'O ( ur1~1 porta cl1e barra qL1alcOs te nn e r o il dogma della consapevolezza della mente , negando cl1e in essa potessero svolgersi op eraz ioni incon sce. La man canza di una teo ria, tuttavia , non_in1pcdi va un a p ra tica d ell' in co nsc io attraverso procecJ 1n1 e n ti o perati i (m edi c i, ps iclogici) IJa ati ulla s uggestione con1 e l'eso rci 1n o , illus trato nell' immag1ne riprodotta , o l'alchimia .

.~ Il a scc>pcrta dell'i11co nscio co ntribuì l'arri\1 0 in Europa , nei primi decenni del seco lo co r o, dell'ipnotismo (usato all'inizio ancl1c da Freud), da sempre praticato ir1 O ri ente ma fin o aù allora dcl t uLLo ·conosciuto in Occiclente. Gli s tra ni poteri della pratica ipnoti ca (perd ita del la volonta. regrc io11e 1nnc111oni ca, insen ibilità al dolore), pur spiegati con la logica ritlLtzion1 ti ca tipica dcl Positivismo ( - ,. ) , ossi'l co me effe tto Volor1tà di vivere ) . Ancl1e la ce lebre metafora dell'iceberg (nell'illLts trazione) non ru i11 vc11tata cla Frcttd, 1na fu introclotLa r>er la prim.a volta d_a llo psicologo tedesco T.G. Fechner ( 180 11887). fo11datorc de ll a psico lc>gia SJJerin1entale, allo scopo di illustrare il concetto di ·soglia della coscienza

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FILO L) Fl.\

PISCOANALISI

Sublimazione

FREUD, ESTETICA

Vedi anc11e Es, Surrealismo, Patografia ella teoria della psicoanalisi freudiana l'inconscio (-+) tende a imporre alla persona i propri contenuti, ma può farlo solo in maniera deviata, parziale e nascosta. Fra i meccanismi che controllano questo delicato rapporto fra coscienza e pulsioni istintive una particolare iinportanza filosofica ha la sublimazione, perché fu considerata da Freud co111e il fattore chiave della creatività, sia estetica sia scientifica. La sublimazione, infatti, consiste in uno sposta1ne11to delle pitlsioni sessuali e aggressive verso mete non sessuali e non aggressi\'e, quali l'attività artistica o il st1ccessFIA

550



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PSICOLOGIA Nel J 930 lo psi(·olog - Induzione) . Un discorso ordinario raramente procede per deduzione, più spesso è costruito mimando un modello architettonico: vi sono argomenti basilari o traballanti, prove di sostegno , osservazioni fondate. Paradossalmente è proprio la debolezza di queste procedure mentali ciò che riesce difficile implementare nelle macchine. Nel tentativo di emulare queste competenze umane i teorici dell'intelligenza artificiale hanno elaborato numerosi programmi di ricerca, fra i quali due spiccano per importanza: • elaborazione di una logica sfumata (juzzy) capace di riconoscere gli stati di incertezza e definirli secondo gradi di sfumatura (per esempio capire la frase nel senso che la temperatura è nello stesso tempo un po' fredda e un po' calda); • elaborazione di reti connessioniste, capaci di realizzare una forma di addestramento del computer, attraverso un metodo per prove ed errori.

1 tentativo sviluppato dopo la Seconda guerra mondiale di costruire macchine dotate di intelligenza artificiale ha riprodotto in termini scientifici il problen1a del buon senso, l'ineguagliabile capacità degli esseri umani di prendere decisioni misurate ed eqt1ilibrate anche },1cldove la soluzione non è imposta da evidenze logiche.

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I n1aggiori successi della cibernetica (la

scien za d ella programmazione delle maccl1ine) sono stati ottenuti con i sisterr1 i cspc1··ti , programmi limitati a un campo il più possibile ristretto. Il vantaggio sta nel delimitare il numero delle 11ozioni usabili, ognuna delle quali può quindi essere definita in termini precisi . In queste prestazioni specializzate molto complesse (dal gioco degli scaccl1i alla risoluzione di problemi teorici) il computer eguaglia e supera l'uomo. La grande sfida dell'intelligenza artificiale sta però nel riprodurre le modalità ordinarie e non specializzate dell'intelligenza. Ecco come M. Minsky (La società della mente, 1989) pone il proble~ ma: . Se il buon senso non offre certezze as-

FILOSOFIA



562



PSICOLOGlA

Ragionamento del buon senso

Logica matematica

Schema conce ttuale di M. Minsky (La soc ieta della mente) . Sia il pensiero logico sia quello ordinario cos truiscono fra le idee collega menti a catena. La differenza è che nella logica no n c'e via di 111ezzo: un lega me logico o c'è o 11o n c'è, non può ave re un legame debole. La logica ri chiede un solo sostegno per quanto !tingo sia il legame, un'unica ded uzione impeccabile. IL buon se nso ri cl1iede a ogni passo se tLttto ciò che si è trovato è in accordo c·on l'esperi enza quotidiana e puo e sere sostenuto con pro, c ulteri ori . 1

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