The shining

April 30, 2018 | Author: api-3754864 | Category: Leisure
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THE SHINING il mattino ha l’oro in bocca

by littleapple [email protected] http://mylittleapple.blog.ex http://mylit tleapple.blog.excite.it/ cite.it/

SOMMARIO

SCHEDA TECNICA

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IL LABIRINTO

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STANLEY KUBRICK

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“CHICCHE”

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IL ROMANZO

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IL DESIDERIO

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IL FILM E IL SUO SIGNIFICATO

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LO SPECCHIO E I DOPPI

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JACK

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IL TEMPO

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DANNY

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LE RIPETIZIONI

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WENDY

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IL FINALE

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L’OVERLOOK HOTEL

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CONCLUSIONI

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SCHEDA TECNICA

Titolo: “The shining”

Scenografia: Ray Walzer

Origine: Gran Bretagna

Musiche: Gyorgy Lieti, “Lontano”; Bèla Bartok, “Musica per archi, percussione e celesta”; Krzystof Penderecki, “De natura sonoris n. 2 e Utrenja: il risveglio di Jacob”; le canzoni “Home”, “Midnight”, “The stars and you”, “It’s all forgotten now”

Anno: 1980 Regia: Stanley Kubrick Soggetto: Dal romanzo omonimo di Stephen King Sceneggiatura: Stanley Kubrick e Diane Johnson (dialoghi italiani di Riccardo Aragno) Fotografia: John Alcott (Warnercolor); Douglas Milsome (seconda troupe); Mac Gillivray Freeman Films (riprese in elicottero)

Interpreti: Jack Nicholson (Jack Torrance), Shelley Duval (Wendy Torrance, la moglie), Danny Lloyd (Danny, il figlio), Scatman Crothers (Halloran, il cuoco), Barry Nelson (il direttore Ullman), Philip Stone (Delbert Grady) Produttore: Stanley Kubrick

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Produttore esecutivo: Douglas Twiddy Produzione: Hawk Film Divieti: ai minori di 18 anni in Italia, UK, USA, Finlandia e Norvegia, di anni 16 in Germania e di 15 in Svezia. Durata: originale 146’; italiana 120’ (versione Warner Home Video 115’).

 S   c  h   e   d   a   t    e   c  n  i     c   a 

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STANLEY KUBRICK

Kubrick nasce a New York il 26 luglio del 1928. Nei primi anni 60’ si trasferisce definitivamente in Gran Bretagna, scappando da una Hollywood poco disposta a tollerare l’ossessione del controllo, le manie, del giovane regista. Contrapposto Contrappost o a un cinema che cerca sempre di parlare di se, Kubrick cerca di raggiungere la massima perfezione per i suoi film, allungando i tempi di lavoraz lavorazione, ione, dove l’idea iniziale del film deve corrispondere all’idea finale, evitando quindi di produrre un lavoro solo per l’idea di guadagnare e rendersi pubblico. Kubrick nell’arco della sua vita ha prodotto film quasi per ogni genere cinematografico; “Barry Lindon”, il film in costume, “2001:Odissea nello spazio”, la fantascienza, “The shining”, l’horror, “Il bacio dell’assassino”, lo stile noir.

Quindi non era un regista che si focalizzava su un’unica cosa, come spesso succede oggigiorno, rischiando così di avere tanti film di serie B.

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IL ROMANZO

Esistono molte differenze tra il romanzo di Stephen King e il film di Kubrick. Prima di tutte è il finale: nel film, Jack Torrance muore assiderato nel labirinto e si ha poi la fotografia del ricevimento, mentre nel libro il personaggio rimane vittima nell’esplosione dello stesso albergo, perché a detta di King il fuoco purifica tutto. Jack è l’alter-ego dello scrittore, che, quando scisse il romanzo, negli anni 70, attraversava un periodo difficile fra alcolismo e depressione. Nel romanzo c’è un continuo indietreggiare nel tempo, una sorta di flash back continuo, per spiegare nel migliore dei modi il perché del comportamento e della psiche dei personaggi. Inoltre la pazzia di Jack inizia con lo scoprire un vecchio album di ritagli di giornali, che illustrano la storia

malvagia dell’Overlook Hotel, ricca di scandali, omicidi e truffe. Solo in una sequenza del film si nota l’album, quella in cui Jack dice a Wendy che quando lui sta scrivendo non vuole essere disturbato, ovvero le intima di “levarsi dai coglioni”. Inoltre Jack Torrance è ossessionato dal rimorso, dal senso di colpa nei confronti del figlio per avergli spezzato il braccio mentre era ubriaco. C’è una ridondanza di questo concetto e si può dire che è sempre presente nei pensieri del personaggio, come un marchio che non potrà mai essere cancellato. Kubrick eliminò dalla sceneggiatura questi concetti presenti nel romanzo perché li considerò inutili e prolissi, forzati per portare avanti la storia. Introdusse invece il labirinto, concetto chiave del film,

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e cambiò gli elementi scatenanti della pazzia di Jack; infatti nel libro il personaggio viene posseduto dall’alberdall’albergo che vuole impadronirsi delle anime delle persone, come se ciò gli desse una forza inesauribile.

I   l    r   o m  a  n  z   o

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IL FILM E IL SUO SIGNIFICATO

Come ho già detto in precedenza Kubrick non era un regista che produceva film solo per la notorietà e il portafoglio, ma considerava il suo lavoro come una missione di spessore sociale, utilizzando il cinema come messaggero delle sue idee e dei suoi odi. “The shining” di Kubrick è un chiaro riferimento alla società americana, costruita costruita su un massacro di sangue e violenza. I riferimenti sono ovvi: il cimitero indiano su cui è stato costruito l’Overlook Hotel, il cannibalismo della spedizione Donner, il razzismo verso Halloran, il cuoco “negro”.La fotografia dell’ultima sequenza del film è datata 4 luglio 1921, e, come tutti sanno, il 4 luglio è la festa d’indipendenza americana, l’anniversario della nascita della nazione. Il mare di sangue che esce dai due ascensori ricorda il

massacro compiuto da Al Capone, quando ammazzò i membri di una banda rivale. In una delle prime sequenze del film Halloran, il cuoco, mostra a Wendy e a Danny la dispensa dell’albergo, illustrandone con una cantilena molto accentuata le specialità di cui è fornita: è come se lo spettato spettatore re fosse al supermercato e scorresse lo sguardo sui banchi stracolmi di cibo. L’America è nota a tutti come regno del consumismo mondiale. E nonostante tutte le prelibatezze presenti nell’albergo, Wendy continua insistentemente a preparare degli insulsi sandwiches. Possiamo ritrovarli nella sequenza in cui Jack si altera per l’interruzione del suo lavoro e in una scena tagliata nella versione italiana, dove Danny mangia per pranzo un panino preparatogli dalla madre.

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L  I   l    f   i    l    m

Un altro concetto che compare è quello del razzismo, a cui gli americani non hanno mai rinunciato. Nonostante sia una società multi-etnica, il razzismo verso le persone di colore non è mai stato dimenticato. dimenticato. Inoltre, il cuoco “negro”, alla fine del film risulterà l’ancora di salvezza di Wendy e del bimbo, infatti Halloran raggiunge l’albergo isolato dalla tormenta utilizzando un gatto delle nevi. Il mezzo di trasporto servirà ai due personaggi per scappare dall’albergo maledetto, dopo che la furia di Jack si sarà scatenata in tutte le sue sfumature. Halloran, ucciso dallo stesso Jack, rappresenta colui che si è sacrificato per gli altri, ovvio riferimento alla schiavitù negra di cui si sono sempre serviti gli americani per costruire l’economia delle colonie nell’800. Oltretutto tretutt o la società occidentale è legata alla cristianità, dove il concetto fondamentale è quello del Cristo che si è sacrificato per salvare l’umanità. Altri particolari arricchiscono il film: nell’abbigliamento di Danny e Wendy prevalgono i colori del blu, del rosso e del bianco, le tonalità della bandiera americana. Su una maglietta di Danny compaiono anche le stelle, quando percepisce l’immagine del mare di sangue. Inoltre nell’ultima sequenza, quella dell’inseguimento di Danny all’interno del labirinto ricoperto di neve, Jack indossa una giacca rossa e i blue jeans, quindi ancora il

 e  i    l     s   u  o  s  i     g n  i    f   i     c   a   t    o

bianco, della neve, il rosso e il blu della bandiera. Oltretutto il personaggio di Jack è un ex alcolizzato e l’alcolismo è una piaga della società americana.. Jack, uomo frustrato a causa degli avvenimenti della sua vita, è la personificazione del debole che si porta al servizio dei potenti della società, una marionetta marionetta ridotta ad una macchina da guerra, con la missione di annientare chi ostacola il sistema.

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In realtà Delbert Grady è il messaggero del sistema, come un predicatore che cerca di arruolare più anime possibili per il raggiungimento dello scopo dei suoi signori. Nel dialogo che ha con Jack nel bagno si presenta molto persuasivo, consigliandogli di eseguire il suo dovere per il bene di tutti. Praticamente Praticamente Grady lascia il “testimone” a Jack. E ancora qui l’ironia di Kubrick riferita al cristianesimo: la religione cristiana predica che chi in vita si comporta degnamente verrà ricompensato con il paradiso. Grady ora si ritrova a far parte del sistema della società fantasma dell’Overlook, come se fosse un premio per aver compiuto compiuto la sua missione. Ma in realtà la “sor te” è beffarda, perché egli è semplicemente un cameriere, ancora un servitore dunque. Lloyd, il barista, quando dà il drink a Jack e risponde che non è permesso sapere chi lo offre sta a significare il ricollocamento del servo al suo posto di pedina a cui non è consentito il lusso di chiedere. Wendy, quando è minacciata da suo marito nella sala grande, lo colpisce con una mazza da baseball, sport particolarmente amato dagli americani. Kubrick fa di questo un’ironia: la mazza da baseball che diverte e entusiasma tanto gli americani può rivelarsi uno strumento offensivo, uno strumento del male.

E in questa sequenza si capisce il concett concetto o del dovere: Jack infatti accusa Wendy di impedirgli di fare il suo dovere, in apparenza quello del custode, ma in realtà il servo dei signori.

I   l    f   i    l    m  e  i    l     s   u  o  s  i     g n  i    f   i     c   a   t    o

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JACK

Jack Torrance appartiene alla schiera dei personaggi kubrickianii frustrati. E’ un uomo istruito, ma che nella kubrickian sua vita ha fallito del tutto: ex-alcolista, ex-alcolista, violento e irascibile. Costretto ad accettare l’offerta di lavoro come guardiano perché licenziato dal lavoro precedente. E’ inadeguato, chiamato a compiere azioni superiori alle sue capacità. Sogna di diventare uno scrittore importante ma più lo desidera più gli avvenimenti gli si mettono contro. Sua moglie e suo figlio lo irritano. Consapevole Consapevo le del suo fallimento, agisce nonostante ciò con superiorità e sarcasmo. Nonostante Nonostant e gli sforzi per diventare un uomo migliore, sua moglie Wendy lo accusa ingiustamente di essere rimasto un fallito com’era, come si può vedere nella sequenza dove Danny ha le ecchimosi sul collo.

E’ come se avesse un marchio addosso. Tutto ciò porta lo spettatore a comprendere, almeno in parte, la rabbia di Jack. Personalmente non riesco ad odiare il personaggio. Quando Jack strappa il foglio del suo romanzo, in realtà strappa la sua carriera.

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DANNY

Danny, il bambino, in realtà non ha la classica innocenza dell’infante. Ragiona da adulto, contiene le emozioni forti e dolorose provocat provocategli egli dallo shining. Il personaggio nasce nel segno della solitudine: non ha nessuno con cui giocare ed ha un amico immaginario. E’ Danny che principalmente conduce la storia, è lui il vero antagonista dell’albergo. Danny prevede ciò che probabilmente probabilmen te succederà, chiama Halloran in loro aiuto ed è lui che riesce ad uscire dal labirinto, lasciando dentro suo padre morente.

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WENDY

In realtà Wendy sembra molto più bambina di suo figlio. Ricordiamo che Wendy è il nome della fatina di Peter Pan. A prima vista sembra il personaggio più debole del film: bruttina, con poca personalità e sottomessa. Addirittura quando il marito le dice di levarsi dalle scatole lei non obbietta. Piagnucola quando viene attaccata, e mano a mano acquista un po’ d’aggressività che risulta sempre un po’ poco vitale. Appare pudica, come nella sequenza della colazione a letto di Jack dove lei dice che la sera prima hanno fatto tardi, cercando quindi di scherzare su ciò che hanno fatto la sera prima, contenendo l’imbarazzo per il sesso. Possiede un enorme istinto materno, ma nonostante ciò il merito della salvezza di Danny non è da attribuire a lei.

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L’OVERLOOK HOTEL

L’Overlook Hotel rappresenta un piccolo mondo, caratterizzato ratterizz ato dalla sua immensità e dalla presenza di un sistema. Infatti Jack è solamente il guardiano: egli deve solamente badare al fatto che nulla si deteriori per l’anno futuro, deve regolare le caldaie, riscaldare gli interni, pulire la cucina e sbarrare le finestre. Sembra quasi un rito sistematico, un’insieme di regole che bisogna ri-

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spettare per permettere che tutto funzioni. L’albergo è immenso, sperduto sulle Rocky Mountains (montagne rocciose), è il protagonista immobile del film. Infatti “over look” in inglese significa “sorvegliare dall’alto”. Esso ospita molte storie, che rimangono impresse nel tempo, lasciano le loro tracce, come la donna della camera 237, che, come è spiegato nel libro, rappresenta una donna che mentre alloggiava in quella stanza si era suicidata. Gli interni dell’albergo sono perfettamente simmetrici: le scale, le lampade, i mobili. Tutto ciò dà un senso inquietante di immobilità, come se tutto fosse forzatamente in ordine. E tutto è aiutato dalle inquadrature.

L  ’    O  v   e  r  l     o  o k  H   o  t    e  l   

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IL LABIRINTO

Il labirinto è una figura essenziale del film. Esso è un luogo fisico finito, ma per l’uomo è infinito, dato che è difficile trovarvi la via d’uscita. Jack quando fissa il plastico del labirinto inizia un processo di allucinazione: lui vede ciò che vorrebbe vedere. Vede i suoi familiari addentrarsi nel labirinto, li osserva dall’alto, e sono piccoli, insignificanti rispetto alla sua figura enorme. Li vede come suoi sottomessi, di sua proprietà, e imprigionati in un luogo da cui non hanno scampo. E’ l’archetipo della mente umana. La psiche di una persona risulta molto complessa ed è difficile esplorarla e capirla. Jack muore nel labirinto e significa che lui si è perso nella sua mente, travolto dalle sue allucinazioni, dalla sua pazzia che non riesce più a gestire.

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“CHICCHE”

Le inquadrature sono un fiore all’occhiello di questo film. Esse danno una personificazione all’albergo. Possiamo notare una soggettiva della camera 237, quando Danny si ferma col triciclo incuriosito dal mistero che avvolge quella camera; è come se la stanza avesse gli occhi e osservasse tutto ciò che gli passa davanti, o meglio ancora è come se già la donna della 237 guardasse il bambino per attirarlo nelle sue mani.

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“    C  h  i     c   c  h   e  ”  

La macchina da presa all’interno dell’hotel si muove con dei movimenti ad entrare e ad uscire, per coinvolgere meglio lo spettat spettatore. ore. Nella sequenza finale dell’inseguimento c’è la soggettiva di Danny che scappa correndo sulla neve, ripercorrendo le sue orme, e questo ci trasmette ansia. Le riprese sono state fatte utilizzando un obiettivo grandangolare, che offre una panoramica più vasta ma tende a schiacciare gli ambienti e a deformarli, come si può notare nella scena del labirinto mentre Danny e Wendy passeggiano all’interno di questo. Il risultato è estremamente estremamen te claustrofobico, un qualcosa da cui non si può scappare, un mondo che non ha contatti con l’esterno.

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Oltretutto l’hotel è fisicamente isolato dal resto del mondo, complice la bufera. Per la neve il telefono non funziona e in più Jack distrugge la radio e il gatto delle nevi: nessuno andrà mai a cercarli laggiù e non hanno alcuno scampo. In più ad un’accurata regia si aggiunge una fotografia eccezionale. L’illuminazione muta di pari passo con gli eventi del film. Quando c’è una situazione di calma le luci sono bianche, pallide e danno un senso di pace interiore. Al contrario, nei momenti di tensione la tonalità si sposta sull’arancione per tramutarsi poi addirittura in rosso, quando si raggiunge l’apice della follia di Jack.

“    C  h  i     c   c  h   e  ”  

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L’uso dei colori non è da notare solo nell’illuminazione, ma anche nei set. Il bagno dove Jack e Grady conversano ha le pareti rosse (chi ne ha mai visto uno così?), dagli ascensori esce un mare di sangue rosso vivo. Il rosso e quindi la sua associazione al sangue attirano l’attenzione dello spettatore, e questo Kubrick lo sapeva benissimo, perché è nella natura umana. Anche nella musica possiamo notare una ricerca accurata: essa accompagna gli avvenimenti spesso li preannuncia. Quando Jack strappa il foglio dalla macchina da scrivere sentiamo un suono di una lama. Suoni molto angoscianti sono presenti anche nella scena in cui Danny va in giro per l’albergo sul triciclo e quando passa sui tappeti c’è una scansione ritmica del suono: infatti quando il triciclo scorre sul tappeto il suono è sordo, mentre quando ritorna sul parquettes diventa più crudo. Il ritmo fa pensare al battito del cuore, come nella sequenza dove Jack tira la palla contro il muro.

“    C  h  i     c   c  h   e  ”  

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IL DESIDERIO

La mente umana è mossa dal desiderio. A livello conscio o inconscio l’uomo è spinto ad agire secondo i suoi desideri. Possono essere semplici e reali, come avere sete o fame, oppure assurdi e irraggiungibili. In “The shining”, i desideri di Jack vengono mostrati tali quali. Quando lui vede la moglie ed il figlio aggirarsi nel plastico del labirinto in realtà si immagina ciò che desidererebbe vedere. Quando si ritrova nella Colorado Lunge egli dice che avrebbe voglia di bere e un istante dopo si materializza Lloyd, il barista, che gli porge un drink. Oppure quando, imprigionato nella dispensa, viene liberato da Lloyd, che in realtà non esiste realmente, ma tutto ciò soddisfa il desiderio d’uscire che ha Jack.

In realtà può sembrare assurdo, perché qui il desiderio è rappresentato con immagini vere e proprie, ma in realtà vi è illustrata l’immaginazione l’immaginazione che c’è in ognuno di noi. A tutti sarà capitato di viaggiare con la mente e di pensare a cose impossibili, che soddisferebbero un nostro desiderio.

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LO SPECCHIO E I DOPPI

Se ci specchiamo, vediamo la nostra figura. Lo specchio riflette le immagini ribaltate orizzontalmente. Quindi siamo noi stessi, visti da un’altra prospettiva, quindi diversi dal reale. Nel film notiamo spesso le figure di Jack e Danny che si riflettono nello specchio. E non a caso sono i due personaggi che hanno due personalità differenti: Danny e il suo amico immaginario Tony, Jack uomo fallito e Jack trasformato in una belva umana. Il significato dello specchio è che mostra due realtà apparentemente uguali, ma profondamente diverse. Infatti Danny vede vede nelle sue allucinazioni la parola “Redrum” scritta su una porta, ma solo alla fine si capirà che in realtà la parola è il contrario di “murder”, omicidio. E lo si capirà quando redrum verrà riflesso nello specchio.

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Nel film l’immagine dei doppi è molto frequente; ci sono due gemelline ammazzate, e Danny esce dal labirinto sano e salvo solo ripercorrendo i suoi passi, cioè raddoppiandoli. C’è anche la donna della 237: inizialmente una ragazza attraente, ma poi lo specchio rivelerà ciò che è realmente, un ‘anziana donna in putrefazione. Quindi due significati diversi. E Kubrick gioca con questa illusione, come nella scena della colazione a letto. In un primo momento lo spettatore pensa che ciò che vede sia l’immagine reale, ma qualche secondo più tardi scoprirà che è l’immagine riflessa in uno specchio.

L   o  s   p  e   c   c  h  i     o  e  i     d   o  p  p i   

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IL TEMPO

Non esiste un tempo costante in questo film. La storia inizia negli anni 80 e finisce con una fotografia firmata 1921. Addirittura le sequenze temporali non sono costanti. Il film inizia con i capitoli “Il colloquio” e “ Giorno di chiusura”, poi il tempo si trasforma in mesi, “Un mese dopo”, successivamente in giorni, “martedì”, “sabato”, “lunedì”, mercoledì”, fino ad arrivare alle ore, “4 p.m.” Si potrebbe dire che è un tempo relativo: da una parte la precisa scansione del tempo con i titoli, dall’altra il confuso viaggio nel passato e nel futuro. Paradossalmente il significato che noi essere umani diamo al tempo è relativo, è una convenzione. L’uomo ha deciso di misurare il tempo in anni, mesi, giorni e minuti solo per riuscire ad organizzar organizzare e il sistema. L’unico riferimento reale che abbiamo è il movimento di rota-

zione e rivoluzione della terra che tramuta il giorno in notte e scandisce le stagioni. Pensandoci bene il tempo nel sogno scorre velocissimo: possiamo sognare un intera giornata in un solo secondo, un anno in dieci minuti. Oltretutto con la nostra mente riusciamo a viaggiare immaginariamente nel tempo: riusciamo a rivivere mentalmente mentalment e i ricordi ed a pensare al nostro futuro. Il desiderio non ha tempo. Non a caso la parola più ripetuta nel film è sempre: un tempo non misurabile. Una sequenza molto curiosa è quella del colloquio di Jack con Grady all’interno del bagno: il vecchio custode è immobile, fossilizzato nel tempo, mentre Jack si muove animatamente.

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LE RIPETIZIONI

La filastrocca scritta in continuazione sui fogli di Jack, che recita: “All work and no play maken Jack a dull boy”, tradotta in italiano in “Il mattino ha l’oro in bocca”, le bambine che chiedono a Danny di andare a giocare con loro per sempre, sempre, sempre e il padre che ripete la stessa cosa al figlio sono le ripetizioni più significative del film. La ripetizione è classica dell’infanzia, infatti spesso e volentieri un bambino vuole giocare allo stesso gioco, come una sorta di rito. Inoltre quando i piccoli non riescono ad addormentarsi vogliono che qualcuno gli legga la sua fiaba preferita. Diciamo che il film può essere interpretato anche come un gioco o una piccola fiaba: il padre è il cattivo, il bambino che deve scappare, la mamma impotente davanti a tutti gli avvenimenti.

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Oltretutto la storia è ambientata in un luogo terrificante già di per se: isolato, enorme e asettico. Anche in Jack c’è una sorta di regressione infantile quando tenta di entrare nel bagno dove si è barricata la moglie e chiede a lei se non ha sentito il suo “Toc, toc, toc”, e subito dopo “Arriva il lupo cattivo”. Tutto ciò rimanda alla favola di Cappuccetto Rosso. In più il soprannome del bambino è Doc (Doctor), e Doc si chiamava un personaggio dei fumetti di Bugs Bunny.. ny

L   e  r  i     p  e   t   i    z  i     o n  i   

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IL FINALE

Al film non si può dare una spiegazione razionale di ciò che succede e alcune domande è inutile porsele. Bisogna dimenticare la razionalità. La morte di Jack potrebbe significare il fallimento della sua missione e quindi la sua inutilità all’interno del sistema. In realtà è la morte biologica di Jack, ma nel tempo ci sarà sempre un altro Jack Torrance pronto a servire i padroni. Questo lo dimostra la fotografia finale datata 1921: Jack è indistruttibile. Ma poco importa se il servo si chiami Jack Torrance o Delbert Grady, sempre servo rimane. Ciò che Kubrick vuole illustrare non è chi impersona il servo e la sua fisicità, ma la sua missione che sarà sempre eterna. Ecco il significato di “sei sempre stato qui”. Inizialmente il film finiva con Wendy e Danny all’ospe-

dale e Ullman, il direttore, lanciava una palla gialla al bambino, identica a quella della sequenza della 237. Ma Kubrick decise di tagliare questo pezzo, che avrebbe lasciato aperto un ulteriore capitolo irrisolvibile: bastava già la fotografia.

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CONCLUSIONI

Credo di aver spiegato tutto ciò che so riguardo l’argomento. La prima volta che ho visto il film mi era sembrato solamente un horror. Solo riguardandolo più e più volte ho potuto notare quei piccoli particolari che fanno di un film un capolavoro. Subito dopo essermi appassionata all’argomento all’argomento Shining ho cercato vario materiale quali libri, documenti web e recensioni e devo dire che si potrebbe scriverci un’enciclopedia in proposito.

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BIBLIOGRAFIA

Giorgio Cremonini – “Stanley Kubrick - Shining” Casa editrice: Lindau Stephen King – “Shining” Appunti Materiale internet

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