Tesina

November 24, 2022 | Author: Anonymous | Category: N/A
Share Embed Donate


Short Description

Download Tesina...

Description

 

1 INTRODUZIONE Mi chiamo Sara Bruschi ho 24 anni e ho frequentato il corso OSS durante il 2016/2018. Questa è la mia prima esperienza in questo ambito. Ho fatto Servizio Civile per un anno presso la Croce Rossa di Cogorno, questa esperienza mi ha insegnato molte cose, tra cui occuparmi delle persone che non stanno bene e hanno bisogno di aiuto. Questo è stato uno dei motivi per cui ho scelto di intraprendere questo corso, un altro motivo molto importante per me è stato un mio ricovero che è durato 6 mesi. Durante quei mesi ho potuto davvero capire sulla mia pelle cosa significasse essere una paziente, soprattutto cosa si provi a stare in un letto di ospedale. Da quel momento ho capito che quello che volevo fare nella mia vita era proprio aiutare le persone in difficoltà per vari motivi, che sia una malattia o un' incapacità motoria. Grazie a questo corso di Formazione ho avuto la possibilità di acquisire tutte le conoscenze necessarie per intraprendere questo lavoro.

 

2 CASO SANITARIO Il primo caso che propongo alla vostra attenzione ho avuto la possibilità di poterlo osservare durante il mio primo tirocinio sanitario svolto presso la struttura Ospedale di Lavagna reparto Chirurgia.

2.1 DESCRIZIONE DELLA STRUTTURA Il Reparto si occupa di patologie di interesse chirurgico chirurgico di alta e media complessità. Si tratta infatti di una struttura multidisciplinare dove vengono affrontate patologie di varia natura chirurgica. Ne fanno parte le strutture semplici di: - Proctologia per il trattamento e la cura delle affezioni del tratto ano-rettale; - Chirurgia Specialistica Vascolare per il trattamento della patologia arteriosa, per il posizionamento di endoprotesi vascolari; - Day Surgery per il trattamento della patologia erniaria, flebologica e proctologica.

 

2.2 IL CASO Durante la mia esperienza ospedaliera nel reparto di Chirurgia a Lavagna, ho avuto modo di osservare vari tipi di pazienti. Quello che vi propongo io è il caso di Maria (nome di fantasia), di anni 73 , recatasi in Ospedale per un’intervento di Ileostomia. La paziente all’arrivo in reparto è allettata, ma vigile e orientata.

L’ILEOSTOMIA L'ileostomia è una procedura chirurgica delicata e complessa, che consiste nella deviazione dell'ileo verso un'apertura eseguita appositamente sull'addome. Tale apertura chiamata anche stoma, sostituisce l'ano naturale, quindi permette l'espulsione delle feci. Ovviamente, lo stoma presenta la possibilità di attaccarvi una sacca impermeabile, che accoglie il materiale fecale in uscita.

 

BISOGNI PRIMARI DELLA PAZIENTE BISOGNO DI ELIMINAZIONE 

Per quanto riguarda l'Eliminazione Urinaria la signora Maria non presentava nessun problema di incontinenza, per questo motivo al momento della Minzione bastava l'aiuto di un operatore che con una padella provvedeva a soddisfare il bisogno della paziente.  Al contrario per l'Eliminazione l'Eliminazione Intest Intestinale inale poichè portatrice portatrice di ileostomia ileostomia era totalmente dipendente dal personale assistenziale. La cura della stomia e della cute peristomale è di fondamentale importanza per migliorare di vita dellenelpersone che signora ne sonoMaria portatrici. Nei portatori colostomialao qualità ileostomia come caso della il materiale fecaledi contiene ancora enzimi digestivi attivi.

 

E’ importante che la cute peristomale e la stomia vengano controllate ad ogni cambio sacca. Qualsiasi irritazione o lesione va segnalata immediatamente per essere prontamente trattata. La cute dovrà essere detersa, sciacquata, asciugata e trattata ad ogni cambio sacca ed ogni volta che si rendesse necessario.

TIPI DI SACCHE Le sacche di raccolta si differenziano in monopezzo e sacche a due pezzi; inoltre possono essere a fondo aperto o fondo chiuso. Possono avere aperture già pretagliate o da adattare.

La sacca a due pezzi è composta da una parte adesiva con flangia da applicare alla cute e da una sacca di raccolta ( a fondo aperto o chiuso), da applicare sulla flangia. Mentre le sacche monopezzo possono essere sia a fondo aperto che chiuso, e composta da un unico pezzo che comprende sia la parte adesiva che quella di raccolta.

 

BIDOGNO DI IGIENE 

La signora Maria essendo allettata, era totalmente dipendente dal personale di reparto per quanto riguardava alcuni aspetti della sua igiene personale. Ogni giorno mi prendevo cura della signora Maria iniziando dalla sua igiene personale, sempre affiancata un altro operatore . Silei iniziava con emolta calma facendo sentire a proprio agioda la paziente, garantendo la privacy informandola sulle manovre che saremmo andati a eseguire. Maria nonostante le sue problematiche fisiche riusciva tranquillamente ad occuparsi dell’igiene del viso, mani e bocca dopo averle preparato tutto l’occorrente da noi operatori. Per quanto riguarda la pulizia della stomia era totalmente compito degli operatori. Durante la procedura di igiene dello stoma è fondamentale osservare il colore e la quantità del materiale fecale o urinario drenato, controllare che la sacca non perda,valutare l’aspetto della stomia e infine ispezionare l’aspetto della stomia. Molto importante durante le pratiche di igiene personale era fondamentale l'uso dei guanti e il lavaggio delle mani.

BISOGNO DI ALIMENTAZIONE 

La signora Maria non aveva nessun tipo di problema riguardo la sua alimentazione, ma avendo una ileostomia gli era stata prescritta una dieta personalizzata, povera di grassi e povera di scorie ma ricca di Acqua per reintegrare le perdite idroelettrolitiche e ridurre il rischio di complicanze metaboliche. Mangiava in autonomia, il mio compito consisteva nel posizionarla in modo adeguato favorendo così una corretta deglutizione.

 

MOVIMENTAZIONE 

La signora Maria poiché costretta temporaneamente all’immobilità è andata incontro ad una possibile sindrome da immobilizzazione si è reso necessario l’utilizzo di: - materassino antidecubito, - movimentazione della postura ogni due ore, -crema barriera protettiva nelle zone a rischio di piaghe da decubito. La permanenza protratta a letto soprattutto nelle persone anziane,può causare quella tecnicamente viene chiamata da Immobilizzazione”. Ovveroche il prolungato allettamento o stato “diSindrome immobilizzazione provoca nel soggetto un’ipotrofia. La massa dei muscoli si riduce notevolmente, anche nell'arco di qualche settimana, e spesso si notano contratture muscolari. Per quanto riguarda le ossa, queste perdono progressivamente minerali e s’indeboliscono mentre i tendini riducono l’elasticità causando perdita dell'escursione articolare. Tra i segnali fisiologici dell'apparato gastroenterico riconducibili a immobilizzazione immobilizzazion e vi possono essere stipsi e fecaloma.  A carico dell'apparato dell'apparato urinario urinario si possono possono ave avere re invece incontinenza incontinenza o ritenzioni ritenzioni urinarie. La conseguenza più comune dell'immobilizzazione è la comparsa delle lesioni

 

da decubito. Infine, il soggetto che rimane confinato a letto per tanto tempo manifesta dei disturbi di tipo psicologico come umore labile e confusione mentale. Gli interventi da attuare riguardano tre aspetti fondamentali: 1- azione sulle cause, per esempio cura delle patologie che hanno portato all'immobilizzazione; 2- coinvolgimento del paziente/utente nelle attività; 3- recupero delle funzionalità mediante riabilitazione. Gli interventi riabilitativi sono: -di tipo fisico (fisioterapia, attività assistita, esercizi di potenzia potenziamento, mento, esercizi di coordinazione, esercizi di deambulazione, ecc.); -di tipo strumentale (ultrasuoni, magnetoterapia, TENS, ecc., cura del dolore) -di tipo emozionale e psicologico (terapia occupazionale occupazionale,, stimolo delle capacità residue, miglioramento della capacità prensile, ecc.). L'impegno e la partecipazione del soggetto in occupazioni positive favoriscono la sua salute e il suo benessere.

2.3 CONCLUSIONE La signora Maria nell'arco del periodo in cui ho potuto assisterla ha avuto piccoli miglioramenti, nonostante la sua malattia prevedeva una ripresa lenta. Grazie alla sua forza e la sua voglia di vivere il personale medico e infermieristico ha potuto aiutarla e incoraggiarla ad un miglioramento futuro. Da questa esperienza ho potuto apprendere pratiche assistenziali che non avevo avuto ancora modo di conoscere,e soprattutto ho potuto regalare un sorriso a Maria.

 

3 CASO SOCIALE  Per quanto riguarda il mio tirocinio Sociale ho avuto modo di svolgerlo  presso la struttura Centro Benedetto Benedetto Acquarone di Chiavari. 3.1 DESCRIZIONE STRUTTURA

 

Il Centro Benedetto Acquarone è un centro polifunzionale situato in una posizione tranquilla tranquilla e circondata dal verde ma allo stesso tempo vicina al centro cittadino di Chiavari. Sorto dalla trasformazione di un conventuale, ha iniziato le proprie attività nel 1999, al antico terminecomplesso di onerosi lavori di ristrutturazione. Inoltre ospita un centro riabilitativo per persone disabili, piscina terapeutica, centro diurno, residenza protetta/RSA e comunità alloggio per persone anziane, comunità educativa assistenziale, centro giovani/spazio studio, palestra, campo da calcetto, struttura ricettiva extra-alberghiera, sala convegni, teatrino e tavernetta, spazi e opportunità per le associazioni di volontariato. Infine si avvale di personale professionalmente qualificato e conta anche su molti volontari motivati; da diversi anni ha inoltre attivato rapporti di collaborazione con gli istituti scolastici del territorio per la realizzazione di stage e progetti mirati, riconosciuti dalle stesse istituzioni scolastiche quali crediti formativi.

 AREA ANZIANI La Residenza Protetta è una struttura residenziale destinata ad anziani autosufficienti e non, che non sono più assistibili al proprio domicilio e che quindi assicura trattamenti socio-assistenziali socio-assistenziali e sanitari di base tesi alla cura e all’assistenza di situazioni deteriorate deteriorate di natura sia fisica che psichica. Ha una capacità di offerta di 11 posti letto e si propone di accompagnare e

 

sostenere l’anziano e la sua famiglia nel percorso di vita, con inserimenti residenziali residenziali a tempo indeterminato e la partecipazione alle attività del Centro Diurno Anziani. Può organizzare periodi di ricoveri di sollievo per dare alle famiglie momenti di riposo o di sostituzione temporanea delle cure familiari. La Comunità Alloggio è una struttura residenziale destinata a persone in stato di disagio sociale e ad anziani autosufficienti. Ha una capacità di offerta di 20 posti letto e organizza anch’essa periodi di ricoveri di sollievo. Il Centro Diurno Anziani ha iniziato la propria attività nel 2000. Ha una capacità ricettiva di 35 posti ed è autorizzato a erogare prestazioni semiresidenziali ad anziani in varie condizioni di autonomia. È organizzato su due moduli: anziani senza un prevalente disturbo cognitivo e anziani con un prevalente disturbo cognitivo. Il Centro Diurno, in collaborazione con il Servizio Sanitario Nazionale, ha lo scopo di integrare e sostenere il difficile ruolo della famiglia nella cura e nell’assistenza nell’assistenz a dell’anziano, per permettere, il più a lungo possibile, la permanenza nella propria abitazione. I servizi dell’Area Anziani del Villaggio del Ragazzo rispondono ai livelli stabiliti dalla normativa regionale e sono organizzati in base a progetti individuali personalizzati, personaliz zati, formulati dall’equipe multiprofessionale multiprofessionale degli operatori composta da: responsabile sanitario, psicologa, assistente sociale, educatori professionali, infermieri, animatore, operatori socio assistenziali assistenziali.. Questi servizi prevedono: assistenza alberghiera diurna (compresa somministrazione somministrazio ne pasti), assistenza agli ospiti nell’espletamento nell’espletamento delle normali attività e funzioni quotidiane, bagno e doccia assistiti, igiene e cura della persona, assistenza sociale, attività occupazionali e di animazione, attività e riattivazione psico-motoria, prestazioni sanitarie e infermieristiche, sostegno psico-sociale psico-socia le e orientamen orientamento to alle famiglie.

 

 AREA DISABILI L’attività di presidio di riabilitazione funzionale rivolta a disabili fisici, psichici e sensoriali, è fruibile in forma: Residenziale, con capacità ricettiva di 23 posti letto, di cui 1 riservato a ricovero di sollievo per l’ASL4 Chiavarese. L’ammissione avviene su prescrizione dei Servizi Sanitari delle ASL con progetto riabilitativo concordato con la direzione medica della Struttura.  A ciclo diurno, diurno, in ogni sa sala la è presente presente un’equipe un’equipe di ope operatori ratori compo composta sta da diverse figure professionali tra cui: educatori professionali, psicomotricisti, operatori socio sanitari, ambulatoriale e domiciliare.

 

3.2 IL CASO Durante questa mia esperienza presso il Centro Benedetto Acquarone, ho deciso di trattare il caso del sig. Mario (nome di fantasia) . Il sig. Mario al suo ingresso in struttura aveva 80 anni, la sua diagnosi era un inizio di Demenza ( deterioramento deterioramento progressivo che disintegra -La memoria , -Il linguaggio, -La funzione motoria), inizialmente la memoria era alquanto compromessa per quanto riguarda i ricordi dei giorni appena trascorsi, ma alquanto solida la memoria dei tempi passati legati alla famiglia e al lavoro. Il linguaggio iniziava ad essere frammentato con brevi concetti a senso compiuto, ma aveva molta difficoltà ad associare il nome dell'oggetto all'oggetto stesso, in ogni caso riusciva a farsi capire. .

BISOGNO DI IGIENE Il sig. Mario al mattino durante l'igiene necessitava fin dall'inizio dell'aiuto da parte del personale Oss per le pratiche di igiene quotidiana, che si concretizza nella sostituzione da parte dell'operatore al paziente nell'igiene totale del corpo escluso il viso e la cura della barba che il paziente faceva in autonomia, attraverso l'utilizzo del rasoio elettrico personale. Un particolare rilevante sull'igiene di Mario è che era molto infastidito dal getto d'acqua infatti noidoccetta operatoriprovava ci siamoirrequietezza, subito resi conto che alun'aggressività momento del bidet con il getto della mostrava fisica verbale, quindi abbiamo subito provato il risciacquo con la brocca e l'ospite era molto più tranquillo tranquillo.. Noi operatori al mattino procedevamo entrando nella stanza e salutando l'ospite, in questo caso gli ospiti, perché Mario ancora oggi divide una stanza con un'altro paziente e hanno il loro bagno privato, quindi Mario veniva svegliato salutato e aiutato ad alzarsi e accompagnato in bagno chiudendo la porta e così facendo garantire la privacy al paziente. L'operatore procede all'esecuzione dell’igiene della parte superiore con collo, tronco braccia, schiena, parte perianale, gambe e piedi. Mario teneva ti fa moltoteneva all'abbigliamento, si vestiva da solo al mattino sempre conancora camiciaoggi e pantaloni, tene va molto

 

all'aspetto pulito e ordinato.

BISOGNO DI ALIMENTAZIONE Per quanto riguarda la nutrizione Antonio era ed è ancora oggi " di buona forchetta" utilizzava bene le posate, aveva le protesi sia inferiore che superiore ed era è molto amante del dolce. Ma con il passare del tempo demenza è stata anche determinante per la protesi che prima lavava e metteva da solo e che poi non teneva più, la toglieva, la nascondeva nei tovaglioli e cosi facendo non riusciva più a masticare. Si è iniziato ad adattare il pasto a dieta tritata, ma poi al rientro dal ricovero in ospedale a causa di un'ulteriore diagnosi “la disfagia”, con il consulto del logopedista e dietista si è passati ad una dieta frullata. Il sig. Mario mangia sempre in modo autonomo (con cucchiaio) nonostante la sua difficoltà di movimento.

MOVIMENTAZIONE La funzione motoria era alquanto soddisfacente, deambulava molto bene e, spesso, riusciva a raggirare ostacoli come sedie tavoli. Mario riusciva a fare le scale naturalmente con la supervisione di un operatore, ma al centro diurno, dato un ampio spazio circolare con pochi ostacoli e con porte d'uscita allarmate, Mario deambulava molto e in autonomia Purtroppo la situazione di Mario è peggiorata sempre di più, la deambulazione nel tempo è peggiorata non alzava più i piedi ma li strisciava quindi non faceva più scale e aveva più difficoltà a notare gli ostacoli, Mario dal suo ingresso ha sempre fatto sedute singolari più volte a settimana con il fisioterapista per mantenere la deambulazione fino a che un anno e mezzo fa dopo una caduta e la conseguenza rottura del femore rientrando in struttura dopo un breve ricovero Ospedaliero ,come ausilio utilizzava la carrozzina. Di conseguenza non poteva più muoversi in modo autonomo.

 

 Ad oggi l' Oss Oss deve prevenire prevenire il rischio rischio di stipsi stipsi dovuto all all'immobilità 'immobilità del paziente paziente attraverso una adeguata assunzione assunzione di fibre e di liquidi all'interno della dieta assegnata. La stipsi è una infrequente e talvolta dolorosa emissione di feci, i cambiamenti prevalenti riguardo la frequenza di evacuazioni che risulta essere inferiore al solito e la consistenza delle feci che sono più dure e asciutte del normale. Launa stipsi può essere provocata daeuna scorretta alimentare( scarsa assunzione di fibre di apporto di abitudine liquido), movimento fisico carente, ridotta mobilità intestinale( dovuta all'età e dalla patologia del paziente), difficoltà di esercitare la pressione entra - addominale. Le manifestazioni tipiche della stipsi sono la tensione addominale con la conseguente sensazione di "addome pieno" e minor appetito, brontolii intestinale, senso di nausea in alcuni casi associati ad alitosi, cefalea, eccessivo sforzo al momento della defecazione e il senso di svuotamento incompleto. Quindi per evitare la stipsi è bene assicurarsi un adeguato apporto di fibre nella dieta e un idoneo rapporto quotidiano di liquidi, mantenere l'attività fisica compatibile con le condizioni fisiche del paziente, ridurre i fattori che inibiscono la defecazione(abituare il paziente a rispondere allo stimolo, favorire la privacy), limitare l'uso di lassativi e se strettamente necessari necessario o farli assumere dietro prescrizione prescrizion e medica. Inoltre attraverso l'alimentazione l'alimentazione è possibile favorire la guarigione delle lesioni da decubito della quali il sig. Mario solo a breve e comparsa una piccola lesione da decubito di primo grado all'osso sacro, guarita a breve ( mantenendo una dieta di proteine, idratazione abbondante, cambiamenti posturali ogni 2 ore,crema barriera, materassino e cuscino per carrozza antidecubito). Lesioni da decubito (LDD) sono alterazioni dei tessuti, dovute a compressione in corrispondenza con le prominenze ossee e/o sfregamento, che possono comparire in persone allettate o costrette al mantenimento di posizioni obbligate. Le zone interessate variano dalla posizione assunta in modo prevalente dal paziente o alla quale è costretto, che si distinguono in: posizione supina: occipite,scapole,gomiti,s occipite,scapole,gomiti,sacro,tallon acro,tallonii

 

posizione laterale: zigomi, padiglioni auricolari, spalle, costole, creste iliache, grandi trocanteri, condili mediali e laterali delle ginocchia, malleoli m alleoli laterali, bordo esterno dei piedi posizione prona: zigomi, padiglione auricolare, seni nella donna, genitali nell'uomo, creste iliache, ginocchia, dita dei piedi posizione seduta: scapoli, sacro, coccige, tuberosità ischiatiche, talloni; Tra le aree appena nominate quelle maggior mente a rischio sono la regione sacrale,talloni e i malleoli. I fattori casuali sono diversi e riguardano lo stato generale e clinico del paziente, i presidi utilizzati e la qualità dell'assistenza prestata. Comporta un maggiore rischio di formazione e aggravamento delle lesioni da decubito: - la ridotta ridotta mobil mobilità, ità, a causa causa di patolo patologie gie o p per er altre altre cause cause come l'età l'età o la sedazione farmacologica; - le modifica modificazioni zioni dei dei tessuti tessuti intere interessat ssati,i, ciò è dovut dovuto o all'invec all'invecchia chiament mento( o( con conseguente diminuzione del tessuto adiposo sottocutaneo, diminuzione dell'elasticità, dell'elasticit à, riduzione della micro circolazione periferica, prolungamento dei tempi di guarigione delle ferite) ed a una grave compromissione dello stato di salute generale, inoltre la diminuzione della sensibilità sotto cutanea e la minore percezione del dolore porta a una riduzione delle reazioni fisiologiche che portano a modificare la posizione assunta; una inadeguata alimentazione, che porta a una perdita di peso corporeo e una riduzione del tessuto adiposo, l'iponutrizione ostacola il meccanismo di rigenerazione e riparazione dei tessuti che è basato su un apporto equilibrato di proteine, carboidrati, e grassi; una inadeguata idratazione, con conseguente secchezza e rigidità della cute, diminuzione della elasticità e causa un peggioramento generale delle condizioni del paziente;

 

obesità, perché maggiore è il peso maggiore è la forza esercitata dal corpo suiLe lesioni da decubito sono caratterizzate da una evoluzione progressiva,, quindi è possibile progressiva distinguerle per stadi: primo stadio, la cute essere arrossata e calda marisulta è ancora integra; secondo stadio, la lesione coinvolge l’epidermide e/o il derma, presenta varie abrasioni e ulcere, abrasioni o una leggera cavità. E' in oltre possibile rilevare delle alterazioni di colore della cute, edema, odore e dolore; terzo stadio, la lesione interessa il tessuto sottocutaneo in profondità senza intaccare muscoli e ossa, possono essere presenti segni di necrosi e complicanze di tipo infettivo. In questo stadio la guarigione risulta essere lunga e difficile soprattutto in pazienti defedati e terminali permanenza, ossigeno, terapia), e dello stato di coscienza e di vigilanza del malato. quarto stadio, la lesione è profonda e interessa dai tessuti più superficiali sino a muscoli, e articolazioni. I tessuti coinvolti sono danneggiati in modo grave e con necrosi diffusa, è possibile rilevare dei canali attraverso i quali fuoriesce del liquido mal odorante quale pus e sangue. A questo stadio la guarigione risulta essere molto difficile e può richiedere tempi molto più lunghi. La prevenzione delle lesioni da decubito coinvolge tutti gli operatori sanitari e socio sanitari che entrano in contatto con il paziente. L' Oss è chiamato a effettuare piccoli medicazioni dette medicazioni a piatti su indicazioni infermieristica e di essere di supporto all'infermiere e/o medico nel trattamento trattamento delle lesioni di grado superiore al primo onde evitare la comparsa di lesione da decubito è bene mettere il atto tutte le precauzioni del caso tra cui la movimentazione del paziente, variando le posizioni (supina, laterale sinistra/destra, se necessario prona, semi seduta) tenendo conto delle condizioni in cui si trova il paziente e se sono presenti delle apparecchiatura o dei presidi sanitari ( come pompe, monitor, catetere a vasi sanguini e tessuti tra la prominenza ossea e il piano di appoggio.

 

CONCLUSIONE  Ad oggi Mario Mario ha 85 an anni ni e la sua qualità qualità di vita è molto cambiata cambiata dato l'avanzare della malattia, in questi anni si è visto e percepito come la demenza avesse il sopravvento su Mario e come ora lui non c è quasi più solo raramente ha momenti di lucidità dove si vede il vecchio Mario. Mario nel tempo è peggiorato notevolmente, non si esprime più in maniera comprensibile, ma borbotta tutto il giorno, raramente fa frasi brevi a senso compiuto, la memoria è stata quasi completamente compromessa. Il paziente non partecipa più alle attività che si svolgono al centro diurno data la sua completa difficoltà attuale a concepire un'attività. Durante i momenti  di igiene l'operatore si sostituisce in tutto al paziente e ad oggi completamente incontinente e per questo motivo fa uso di pannolone ma il vestiario rimane camicia e pantaloni proprio come piaceva a lui, riconosce gli operatori che sono

 

sempre stati con lui , è sempre stata una persona buona e anche se i disturbi comportamentali ci sono prevale il suo carattere dolce e sensibile. Posso concludere dicendo che la demenza ha cambiato il sig. Antonio così come accade a tutte le altre persone affette da questa malattia. Il sig. Mario (come per gli altri utenti) è supportato da un'equipe di specialisti che collabora al meglio per mantenere una buona qualità di vita del paziente.

View more...

Comments

Copyright ©2017 KUPDF Inc.
SUPPORT KUPDF