Teoria Musicale Completa
October 11, 2022 | Author: Anonymous | Category: N/A
Short Description
Download Teoria Musicale Completa...
Description
Teoria musicale Lezione 1 La durata delle note Le note Ascoltando la melodia di un brano musicale o di una canzone, è possibile notare che i suoni, cioè le note musicali che la compongono, non hanno tutte la stessa durata. Nel brano, infatti possiamo sentire che alcune note sono più lunghe o più brevi di altre, cioè il loro suono è più o meno prolungato rispetto alle note che le precedono o che le seguono. Questo perch, nella musica, le note non sono tutte uguali, ma sono !classi"cate! sulla base di una loro durata. semibreve,, che La nota utilizzata come !unit#! di misura è la semibreve viene ra$gurata con un cerchio vuoto ed alla %uale, convenzionalmente è stato attribito il valore di 1.
Naturalmente, per poter rappresentare dei suoni che hanno una durata minore della semibreve, è necessario utilizzare delle altre note. &cco la gerarchia completa delle note con la loro relativa durata' ( la minima , posta fra la semibreve e la semiminama rappresentata con un cerchio vuoto e da una piccola asta, il cui valore è di 1)* +cioè esattamente la met# della semibreve ed il doppio della semiminima-
( la semiminima , posta fra la minima e la croma rappresentata con un cerchio pieno e da una piccola asta, il cui valore è di
1) +cioè esattamente la met# della minima ed il doppio della croma-
semiminima la semicroma (rappresentata la croma , posta confra unla cerchio pieno ee da una piccola asta con una !piccola virgola! disegnata sull/asta, il cui valore è di 1)0 +cioè esattamente la met# della semiminima ed il doppio della semicroma-
( la semicroma , posta fra la croma e la biscroma rappresentata con un cerchio pieno e da una piccola asta con due !piccole virgole! disegnate sull/asta, il cui valore è di 1)1 +cioè esattamente la met# della croma ed il doppio della biscroma-
( la biscroma , posta fra la semicroma e la semibiscroma rappresentata con un cerchio pieno e da una piccola asta con tre !piccole virgole! disegnate sull/asta, il cui valore è di 1)2* +cioè esattamente la met# della semicroma ed il doppio della semibiscroma-
( in ultimo, la semibiscroma , posta dopo la biscroma e rappresentata con un cerchio pieno e da una piccola asta con %uattro !piccole virgole! disegnate sull/asta, il cui valore è di 1) +cioè esattamente la met# della biscroma.
3ome si pu4 vedere, la loro caratteristica, è determinata dal fatto che ognuna di %ueste note, ha una durata che è esattamente la met# della nota che la precede ed esattamente il doppio di %uella che la segue nella !gerarchia! +ad eccezione della semibreve e della semibiscroma che sono rispettivamente la prima e l/ultima della stessa. 3os5, ad esempio, per rappresentare un valore della semibreve +1 occorre utilizzare due minime +1)* 6 1)*. 7n"ne una particolarit#' le crome, le semicrome, le biscrome e le semibiscrome, %uando sono vicine fra di loro, possono essere raggruppate unendole con un trattino +crome, due trattini +semicrome, trattini la +biscrome, +semibiscrome onde tre facilitarne lettura. %uattro trattini &cco di seguito, per comodit#, la tabella gra"ca con tutte le note dalla semibreve alla semibiscroma.
Le pause Naturalmente in un brano musicale non esistono solo note suonate. &sistono anche note .....non suonate ovvero le pause. 8roprio perch anche esse..... sono delle !note!, sono !in%uadrate! nella stessa gerarchia vista precedentemente e cioè' ( la pausa semibreve pausa semibreve,, che viene ra$gurata con un trattino attaccato alla parte inferiore del %uarto rigo del pentagramma ed alla %uale, convenzionalmente è stato attribuito il valore di 1-
( la pausa minima , posta fra la semibreve e la semiminama rappresentata con un trattino attaccato alla parte superiore
del terzo rigo del pentagramma, il cui valore è di 1)* +cioè esattamente la met# della semibreve ed il doppio della semiminima-
( la pausa semiminima , posta fra la minima e la croma rappresentata da una mezza parentesi gra9a la cui parte inferiore temina con una !specia di virgola!, il cui valore è di 1) +cioè esattamente la met# della minima ed il doppio della croma-
( la pausa croma , posta fra la semiminima e la semicroma rappresentata da una piccola asta inclinata dall/alto in basso da destra verso sinistra con un piccolo pallino posto nella parte superiore, il cui valore è di 1)0 +cioè esattamente la met# della semiminima ed il doppio della semicroma-
( la pausa semicroma , posta fra la croma e la biscroma rappresentata da una piccola asta inclinata dall/alto in basso da destra verso sinistra con due piccoli pallini posti nella parte superiore, il cui valore è di 1)1 +cioè esattamente la met# della croma ed il doppio della biscroma-
( la pausa biscroma , posta fra la semicroma e la semibiscroma rappresentata da una piccola asta inclinata dall/alto in basso da destra verso sinistra con tre piccoli pallini posti nella parte superiore, il cui valore è di 1)2* +cioè esattamente la met# della semicroma ed il doppio della semibiscroma-
( in ultimo, la pausa semibiscroma , posta dopo la biscroma e rappresentata da una piccola asta inclinata dall/alto in basso
da destra verso sinistra con %uattro piccoli pallini posti nella parte superiore, il cui valore è di 1) +cioè esattamente la met# della biscroma.
:icordate che anche per le pause, relavivamente ai rapporti dei valori, valgono le stesse regole viste per le note. &cco di seguito, per comodit#, la tabella gra"ca con tutte le pause dalla semibreve alla semibiscroma.
Le particolarit# Nella notazione musicale esistono tre costrutti che permettono di alterare la durata delle note e delle pause che abbiamo precedentemente visto consentendo al musicista di poter scrivere delle note la cui durata è diversa da %uella per cos5 dire !ortodossa!.
&ssi, sono rappresentati da' valore-( la legatura di valore ( il puntopuntocorona.. ( la corona La legatura di valore, viene fatta fra due note della stessa altezza +%uindi ad esempio fra due LA, due ;7 adiecenti posti sullo stesso rigo o sullo stesso spazio ecc. ed ha lo scopo di prolungare il suono della prima nota che fa parte della legatura del valore dato dalla somma delle due note legateessa viene ra$gurata da un piccolo arco che unisce le due note.
3os5 ad esempio, se in una misura di 2) avessimo due = ed in"ne una nera +per indicare la nota =, di un tono fra le note >= e :&, :& e ;7, BA BA e = ed il :& che sono separati da un tono, è presente una nota di un semitono più alta del >= e un semitono più bassa del :&. &/ evidente che fra le note ;7 e BA e = separate solo da un semitono non si incontrano altri semitoni intermedi. 8er indicare %ueste note, si utilizza il nome delle note presenti nella scala diatonica maggiore aggiungendo vicino ad esse dei particolare simboli denominati accidenti e più precisamente' ( il diesis +J il cui scopo è %uello di aumentare di un semitono l/altezza della nota( il bemolle +b - il cui scopo è %uello di diminuire di un semitono l/altezza della nota.
Nella notazione musicale le note !accidentate! vengono scritte normalmente sui righi e negli spazi ma con l/alterazione accidentale davanti.
;a perch una stessa nota, presente ad esempio fra il >= ed il :&, pu4 essere chiamata >=J +>= diesis o :&b +:& bemolleH =J. 3ome sappiamo è possibile, partendo da una %ualun%ue nota della scala cromatica, determinare una scala maggiore diatonica la %uale sar# naturalmente composta da note separate fra di loro dagli stessi intervalli visti nella scala maggiore diatonica di >=. 8ossiamo per4 notare che, ad eccezione della scala di >=, tutte le altre scale presentano molte note accidentate- in %uesto modo scrivere o leggere un brano musicale che utilizza note che compongono tali scale potrebbe risultare molto di$coltoso. 8er ovviare a %uesto inconveniente vengono posti accanto alla chiave rispettivamente sui righi e sugli spazi delle note, gli accidenti che prendono il nome di alterazioni in chiave. chiave. 3os5, in %uesto modo, è possibile determinare in modo univoco sia la tonalit# del brano, sia %uali sono le note accidentate senza dover scrivere ogni volta prima di esse il diesis od il bemolle. &sempli"cando, nella tonalit# di :& maggiore, troveremo le seguenti alterazioni in chiave' ( il diesis sul %uinto rigo dove do ve è collocata la nota BABA( il diesis sul terzo spazio dove è collocata la nota >=.
3os5 sapremo che ogni volta che incontriamo un BA BA od unfacendo, >=, indipendentemente dalla sua collocazione sul pentagramma, dovremmo considerarlo !accidentato! +%uindi BAJ o =J o :&b. &videntemente la stessa cosa accade per i bemolli che possono essere indicati in chiave. &/ comun%ue possibile in un brano musicale, incontrare delle note che pur essendo indicate come !alterate! in chiave, siano in realt# !normali!.
View more...
Comments