Teoria Musicale Completa

October 11, 2022 | Author: Anonymous | Category: N/A
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Teoria musicale Lezione 1 La durata delle note Le note Ascoltando la melodia di un brano musicale o di una canzone, è possibile notare che i suoni, cioè le note musicali che la compongono, non hanno tutte la stessa durata. Nel brano, infatti possiamo sentire che alcune note sono più lunghe o più brevi di altre, cioè il loro suono è più o meno prolungato rispetto alle note che le precedono o che le seguono. Questo perch, nella musica, le note non sono tutte uguali, ma sono !classi"cate! sulla base di una loro durata. semibreve,, che La nota utilizzata come !unit#! di misura è la semibreve viene ra$gurata con un cerchio vuoto ed alla %uale, convenzionalmente è stato attribito il valore di 1.

Naturalmente, per poter rappresentare dei suoni che hanno una durata minore della semibreve, è necessario utilizzare delle altre note. &cco la gerarchia completa delle note con la loro relativa durata' ( la minima , posta fra la semibreve e la semiminama rappresentata con un cerchio vuoto e da una piccola asta, il cui valore è di 1)* +cioè esattamente la met# della semibreve ed il doppio della semiminima-

( la semiminima , posta fra la minima e la croma rappresentata con un cerchio pieno e da una piccola asta, il cui valore è di

 

1) +cioè esattamente la met# della minima ed il doppio della croma-

semiminima la semicroma (rappresentata la croma , posta confra unla cerchio pieno ee da una piccola asta con una !piccola virgola! disegnata sull/asta, il cui valore è di 1)0 +cioè esattamente la met# della semiminima ed il doppio della semicroma-

( la semicroma , posta fra la croma e la biscroma rappresentata con un cerchio pieno e da una piccola asta con due !piccole virgole! disegnate sull/asta, il cui valore è di 1)1 +cioè esattamente la met# della croma ed il doppio della biscroma-

( la biscroma , posta fra la semicroma e la semibiscroma rappresentata con un cerchio pieno e da una piccola asta con tre !piccole virgole! disegnate sull/asta, il cui valore è di 1)2* +cioè esattamente la met# della semicroma ed il doppio della semibiscroma-

( in ultimo, la semibiscroma , posta dopo la biscroma e rappresentata con un cerchio pieno e da una piccola asta con %uattro !piccole virgole! disegnate sull/asta, il cui valore è di 1) +cioè esattamente la met# della biscroma.

 

3ome si pu4 vedere, la loro caratteristica, è determinata dal fatto che ognuna di %ueste note, ha una durata che è esattamente la met# della nota che la precede ed esattamente il doppio di %uella che la segue nella !gerarchia! +ad eccezione della semibreve e della semibiscroma che sono rispettivamente la prima e l/ultima della stessa. 3os5, ad esempio, per rappresentare un valore della semibreve +1 occorre utilizzare due minime +1)* 6 1)*. 7n"ne una particolarit#' le crome, le semicrome, le biscrome e le semibiscrome, %uando sono vicine fra di loro, possono essere raggruppate unendole con un trattino +crome, due trattini +semicrome, trattini la +biscrome, +semibiscrome onde tre facilitarne lettura. %uattro trattini &cco di seguito, per comodit#, la tabella gra"ca con tutte le note dalla semibreve alla semibiscroma.

 

Le pause Naturalmente in un brano musicale non esistono solo note suonate. &sistono anche note .....non suonate ovvero le pause. 8roprio perch anche esse..... sono delle !note!, sono !in%uadrate! nella stessa gerarchia vista precedentemente e cioè' ( la pausa semibreve pausa semibreve,, che viene ra$gurata con un trattino attaccato alla parte inferiore del %uarto rigo del pentagramma ed alla %uale, convenzionalmente è stato attribuito il valore di 1-

( la pausa minima , posta fra la semibreve e la semiminama rappresentata con un trattino attaccato alla parte superiore

 

del terzo rigo del pentagramma, il cui valore è di 1)* +cioè esattamente la met# della semibreve ed il doppio della semiminima-

( la pausa semiminima , posta fra la minima e la croma rappresentata da una mezza parentesi gra9a la cui parte inferiore temina con una !specia di virgola!, il cui valore è di 1) +cioè esattamente la met# della minima ed il doppio della croma-

( la pausa croma , posta fra la semiminima e la semicroma rappresentata da una piccola asta inclinata dall/alto in basso da destra verso sinistra con un piccolo pallino posto nella parte superiore, il cui valore è di 1)0 +cioè esattamente la met# della semiminima ed il doppio della semicroma-

( la pausa semicroma , posta fra la croma e la biscroma rappresentata da una piccola asta inclinata dall/alto in basso da destra verso sinistra con due piccoli pallini posti nella parte superiore, il cui valore è di 1)1 +cioè esattamente la met# della croma ed il doppio della biscroma-

( la pausa biscroma , posta fra la semicroma e la semibiscroma rappresentata da una piccola asta inclinata dall/alto in basso da destra verso sinistra con tre piccoli pallini posti nella parte superiore, il cui valore è di 1)2* +cioè esattamente la met# della semicroma ed il doppio della semibiscroma-

( in ultimo, la pausa semibiscroma , posta dopo la biscroma e rappresentata da una piccola asta inclinata dall/alto in basso

 

da destra verso sinistra con %uattro piccoli pallini posti nella parte superiore, il cui valore è di 1) +cioè esattamente la met# della biscroma.

:icordate che anche per le pause, relavivamente ai rapporti dei valori, valgono le stesse regole viste per le note. &cco di seguito, per comodit#, la tabella gra"ca con tutte le pause dalla semibreve alla semibiscroma.

Le particolarit# Nella notazione musicale esistono tre costrutti che permettono di alterare la durata delle note e delle pause che abbiamo precedentemente visto consentendo al musicista di poter scrivere delle note la cui durata è diversa da %uella per cos5 dire !ortodossa!.

 

&ssi, sono rappresentati da' valore-( la legatura di valore ( il puntopuntocorona.. ( la corona La legatura di valore, viene fatta fra due note della stessa altezza +%uindi ad esempio fra due LA, due ;7 adiecenti posti sullo stesso rigo o sullo stesso spazio ecc. ed ha lo scopo di prolungare il suono della prima nota che fa parte della legatura del valore dato dalla somma delle due note legateessa viene ra$gurata da un piccolo arco che unisce le due note.

3os5 ad esempio, se in una misura di 2) avessimo due = ed in"ne una nera +per indicare la nota =, di un tono fra le note >= e :&, :& e ;7, BA BA e = ed il :& che sono separati da un tono, è presente una nota di un semitono più alta del >= e un semitono più bassa del :&. &/ evidente che fra le note ;7 e BA e = separate solo da un semitono non si incontrano altri semitoni intermedi. 8er indicare %ueste note, si utilizza il nome delle note presenti nella scala diatonica maggiore aggiungendo vicino ad esse dei particolare simboli denominati accidenti e più precisamente' ( il diesis +J il cui scopo è %uello di aumentare di un semitono l/altezza della nota( il bemolle +b - il cui scopo è %uello di diminuire di un semitono l/altezza della nota.

Nella notazione musicale le note !accidentate! vengono scritte normalmente sui righi e negli spazi ma con l/alterazione accidentale davanti.

 

;a perch una stessa nota, presente ad esempio fra il >= ed il :&, pu4 essere chiamata >=J +>= diesis o :&b +:& bemolleH =J. 3ome sappiamo è possibile, partendo da una %ualun%ue nota della scala cromatica, determinare una scala maggiore diatonica la %uale sar# naturalmente composta da note separate fra di loro dagli stessi intervalli visti nella scala maggiore diatonica di >=. 8ossiamo per4 notare che, ad eccezione della scala di >=, tutte le altre scale presentano molte note accidentate- in %uesto modo scrivere o leggere un brano musicale che utilizza note che compongono tali scale potrebbe risultare molto di$coltoso. 8er ovviare a %uesto inconveniente vengono posti accanto alla chiave rispettivamente sui righi e sugli spazi delle note, gli accidenti che prendono il nome di alterazioni in chiave. chiave. 3os5, in %uesto modo, è possibile determinare in modo univoco sia la tonalit# del brano, sia %uali sono le note accidentate senza dover scrivere ogni volta prima di esse il diesis od il bemolle. &sempli"cando, nella tonalit# di :& maggiore, troveremo le seguenti alterazioni in chiave' ( il diesis sul %uinto rigo dove do ve è collocata la nota BABA( il diesis sul terzo spazio dove è collocata la nota >=.

 

3os5 sapremo che ogni volta che incontriamo un BA BA od unfacendo, >=, indipendentemente dalla sua collocazione sul pentagramma, dovremmo considerarlo !accidentato! +%uindi BAJ o =J o :&b. &videntemente la stessa cosa accade per i bemolli che possono essere indicati in chiave. &/ comun%ue possibile in un brano musicale, incontrare delle note che pur essendo indicate come !alterate! in chiave, siano in realt# !normali!.
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