Sugar Blues - Il Mal Di Zucchero - William Dufty

May 18, 2019 | Author: Davide | Category: Sucrose, Arabs, Crusades, Honey, Heroin
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Sugar Blues - Il Mal Di Zucchero - William Dufty...

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 A Billie Bill ie Holiday la cui morte ha cambiato la mia vita ed a Gloria Swanson la cui vita ha cambiato la mia morte

Sugar/Zucchero Saccarosio raffinato, C 12 H 22 011 , prodotto per mezzo di procedimenti chimici Saccarosio complessi partendo dal succo di canna da zucchero o di barbabietola ed eliminandone tutti i minerali, le fibre e le proteine, che costituiscono il 90% della pianta allo stato naturale.

Blues1 Uno stato di depressione o malinconia, aggravato da un senso di paura, malessere fisico e ansia (spesso reso liricamente in forma di cronaca autobiografica di un disastro personale).

Sugar Blues Molteplic Moltep licii mis miseri eriee uma umane ne,, fisiche fisiche e men mental tali, i, ca causa usate te da dall co consu nsumo mo di sa sacc ccaro arosio sio raffinato, comunemente chiamato zucchero.

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Esser blu, avere i blues, in inglese vuol dire essere strani, depressi, tristi... (n.d.c.).

Lo zucchero vi sta forse uccidendo?  Un libro scon sconvol volgente gente che vi insegna insegna ad eliminare eliminare il  veleno bianco dalla vostre vita e riscoprirvi riscoprirvi piu` sani sani e pi u` snelli. Se siete grassi, se soffrite di emicranie, di ipoglicemie o di acne, il flagello sugar blues  vi ha colpiti. Proprio come l’oppio, la morfina e l’eroina,  lo zucchero e` una droga distruttiva , che d`a assuefazione, dal momento che ne consumiamo ogni giorno in tutto – dal pane alle sigarette – tanto che in base agli studi medici tutta la nostra societ`a e` prediabetica: ≪Il diabete e` senza dubbio la malattia pi`u diffusa in Italia, avendo raggiunto una prevalenza superiore al 3%, con una netta tendenza verso un progressivo incremento nel tempo ≫  (Salu  (Salute te e Territo erritorio rio n. 48, 1990, M. Morsiani, Arcispedale S.Anna, Ferrara). Questo libro autobiografico, che ripercorre la storia personale dell’autore e quella dell’uomo nei secoli, `e l’aiuto che cercavate per superare la tossicodipendenza da zucchero e ritrovare la salute e la gioia di vivere senza malesseri continui `  un forte atto di accusa alla congiura economica (in particolare emicranee). E e sociale  che si e` andata formando nel tempo, a nostro danno. Il tono dell’autore e` via via familiare, discorsivo, ironico e spesso profondamente permeato da una grande poesia.

William Dufty,   brillante brillante giornalista e scri scrittore ttore,, un tempo dipendent dipendente e dallo zucchero, si e` libera liberato to dal suo asservimento asservimento ringiov ringiovannedo annedo visibilmente visibilmente.. Appassionandosi all’alimentazione naturale, come via per una vita sana e libera, ha introdotto negli USA il lavoro di George Ohsawa, con la traduzione in inglese di SIETE TUTTI SANPAKU. Ha scritto tra l’altro anche un libro sulla cantante di blues Billie Holiday, LADY SINGS THE BLUES, che e` diventato un bestseller.

Figura 1: William Dufty:  prima... e dopo

Capitolo 1 Ci dobbiamo arrivare da soli Un bel giorno, tanto tempo fa, quando ero un incorreggibile consumatore di zucchero (C 12 H 22 011 ), fui la causa di un memorabile scontro tra Gloria Swanson e una zolletta di zucchero. Ero stato convocato a una conferenza stampa indetta da un avvocato newyorchese nei suoi uffici sulla 5 strad strada. a. La riunione riunione era gi`a cominciata minci ata da un pezzo quando quando entra entraii cerc cercando ando di non distu disturbare rbare.. Miss Swanson, Swanson, pi`u` sveglia e premurosa di tutti gli altri nello studio, tolse subito la borsetta dalla pi sedia al suo fianco, per farmi posto. L’ave ’avevo vo vista soltanto sullo schermo e non mi aspettavo certo di trovarla t rovarla l`ı. ı. Questo incontro incont ro mi prendeva alla sprovvista. sprovvi sta. a

Siccome era l’ora di pranzo, il cameriere di un bar arriv`o con quello che faceva al caso: panini di segale con salame, caff`e in bicchieri di cartone e un vassoio di zollette di zucchero.  I miei colleghi giornalisti  continuavano a discutere serratamente mentre si distribuivano le razioni. Presi il mio panino, strappai il coperchio del bicchiere di caff`e e prelevai una zolletta di zucchero. La stavo per mettere nel caffe, quando un sussurrio imperioso arriv`o al mio orecchio. Quella robaccia e` veleno – sibil`o Gloria – io non me la mette metterei rei mai in cas casa, a, figuriamoci nello stomaco! ≫ Pieno di stupore la fissai. ≪

Quegli occhioni blu immensi si allargarono, i suoi famosi denti bianchi come il marmo scintillarono con una specie di ferocia dietro a quel sorriso incantevole. Lei era l’angelo della purezza in presenza del demone dell’alcool, l’Anticristo mentre scorge la Croce d’oro, Mos`e con una bistecca di maiale nel piatto. Come un bimbo colto con le mani sul barattolo della marmellata, lasciai cadere immediatamente la zolletta. Notai allora che non c’era niente davanti a miss Swanson sul tavolo: tavolo: lei non gradiva gradiva quella roba. Si era in invec vecee portata uno spuntino spuntino nella borsa – un pezzo di non so che cosa, maturato sull’albero e non trattato chimicamente. Me ne offr`ı un poco. Non avevo avevo mai assaggiato niente di pi pi``u buono in vita 4

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mia e glielo dissi. Certo, sapevano tutti delle leggende sul regime esotico di  miss Swanson. Lo si diceva dappertutto che non dimostrava affatto la sua et a` , ma, vedendola di persona, non potevo che confermare l’efficacia della sua dieta . Prima mi mandava in bestia veder qualcuno ingurgitare veleno – mormor`o – ma  poi ho capito che ognuno deve scoprirlo da solo, nel modo peggiore . Ora potrebbero mangiarmi davanti anche vetri rotti che non batterei ciglio ≫. ≪

Su, continui – disse, sfidandomi a zuccherare il caff`e – si uccida pure. Vedr`a che tanto non me ne importa proprio niente ≫. ≪

Ancora una volta i suoi denti magnifici lampeggiarono. La cosa mi ossession`o per parecchi giorni. Ogni volta che allungavo la mano su di una zolletta di zucchero, rivedevo questa scena e ripensavo alla minaccia di Gloria.  Non ci si accorge mai di essere dipendenti fino a quando non si decide di testa propria di voler smettere di fare qualcosa e si scopre che non  `e la testa a condurre il gioco . Mi resi conto di essere seriamente assuefatto allo zucchero. Volevo liberarmene, ma non sapevo come. Erano anni che lo assumevo tranquillamente. Devo essere stato abituato al dolce veleno fin da bambino, infatti il mio pi`u lontano ricordo di un pranzo in famiglia `e una specie di purgatorio di carne e patate, che sopportavo pazientemente in attesa del paradiso: il dolce  dessert  finale tanto desiderato. La nonna teneva sempre di riserva nella dispensa della sua cucina un sacco da 50 chili di buon zucchero di barbabietole del Michigan, con un generoso cucchiaione di stagno posato sopra. Durante il Proibizionismo, io andavo a raccogliere per lei i denti di leone, lei poi li lavava e li metteva a bagno in una bacinella di coccio, li copriva con zucchero e limone per farli fermentare e produceva cos`ı del vino di contrabbando. Me la ricordo intenta a cospargere di zucchero crostate di mele e di ciliege, biscotti e frittelle ed a versarne dosi generose in enormi pentole ribollenti di prugne e di pesche quando faceva le conserve in autunno. Si metteva dello zucchero anche nelle salse di pomodoro e in tutti i tipi di sottaceti, dolci o agri. Al nostro ritorno da scuola la signora Moulton, nostra vicina e gran cuoca, ci propinava pane casareccio spalmato col burro, con un bello strato di zucchero rosso di canna sopra. C’`e da domandarsi se la memoria non ci tradisca, tanto `e difficile credere ora cos’era vivere una cinquantina d’anni fa in una di quelle cittadine del Midwest ormai scomparse per sempre. La famiglia controllava in modo completo ed assoluto tutto quello che i bambini si cacciavano nello stomaco e noi avevamo ben poco a ridire: i genitori erano i nostri angeli protettori. Ciascuno di noi sapeva cosa era ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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permesso e cosa non lo era. Non era certo pi`u facile rubare un  hamburger  o una Coca-Cola che rapinare una banca o saltar messa la domenica. La citt`a aveva un solo ristorante, che un tempo era stato un  saloon. Se io fossi entrato in un negozio per comprare tre soldi di qualcosa di commestibile, il proprietario avrebbe telefonato a pap`a in ufficio e me le sarei buscate tornando a casa. Tutti e tre i negozi di alimentari avevano un reparto di leccornie ed il droghiere all’angolo aveva una “fontana” di gassosa. Il gelato era una cosa cui si aveva diritto solo la domenica e che si faceva in casa. Quand’era festa grande succedeva che si ordinasse dal droghiere e veniva consegnato subito a casa dal locale pi`u veloce: ghiaccio secco e  freezer   erano cose avveniristiche. Colazione, pranzo e cena si facevano a casa con la signora Moulton che controllava o non si facevano affatto. Non c’era modo di aprir la ghiacciaia senza la sua vigile presenza. Fummo i primi in citt`a a possedere un frigorifero. I cubetti di ghiaccio fatti in casa divennero un’invenzione pi`u stupenda e misteriosa della radio. La cantina cominci`o a cadere in disuso e, invece di imbottigliare e inscatolare in proprio, si pass`o ai prodotti gi`a pronti del negozio. La gassosa, la Coca-Cola e le altre bibite gasate ci erano semplicemente sconosciute. Il gingerino Canada Dry c’era, ma faceva parte della scorta antiproibizionismo di pap`a. Non fu che anni dopo, quando avevo circa otto anni, che un visitatore dal “mondo esterno” ci fece scoprire la decadente invenzione di un gelato galleggiante in un bicchiere di gassosa. Avremmo potuto saperle prima, tutte quelle cose, se ci fosse stato permesso di frequentare quei luoghi di corruzione che erano i cinema – il cine era in zona proibita – al di l`a dei binari della ferrovia. . . Zucchero filato e altre leccornie vendute ai baracconi e nei mercatini erano altrettanto verboten1 del film. ≪Vi fanno solo male≫, ci veniva detto. Quando vedevamo altri ragazzi che ne mangiavano senza cadere a terra rotolandosi, in preda alle convulsioni, lo facevamo notare ai nostri genitori, ma tali prove pseudoscientifiche non valsero mai a piegarli. Commisi i miei primi peccati durante la nostra villeggiatura al Crystal Lake. In confronto alla citt`a dove vivevamo, il Lago di Cristallo era Babilonia o Las Vegas. C’era un casin`o sul lungolago, in cui forestieri danzavano nel buio al suono di una orchestra che pretendeva (sulle fiancate dell’autobus e sulla batteria) di venire da Hollywood. C’erano campi da golf e da tennis, barche a motore veloci, Indiani che vendevano ai turisti domenicali cestini fatti a mano, ragazze che fumavano, ragazzi che facevano il bagno a mezzanotte a dorso nudo e stazioni di servizio che vendevano bottiglie di acqua e zucchero in technicolor, perennemente gelate: 1

Proibito, in tedesco nel testo.

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all’arancio, al limone, alla fragola e a una roba detta “Fiume Verde”. Non persi mai tempo con quei gusti a me noti: fu invece il viola scuro del succo d’uva ad avviarmi sulla via della perdizione. Non avevo mai assaggiato nulla di simile. Il mio vizio per il succo viola con le bollicine divent`o ben presto irrefrenabile. Ricordo di aver cominciato a sentire subito un’intima e segreta fratellanza con l’ubriacone del posto. Rivedo la prima volta che rubai dalla borsa di mamma mentre faceva un pisolino: presi un nichelino solo. Uno per volta. Se non c’erano nichelini, non osavo prender monete pi`u grandi. Avevo l’impressione di rischiare una “overdose” con due bottiglie, che le mie gengive potessero diventare di un color viola rivelatore, che i miei denti potessero cominciare a disintegrarsi. In qualche modo, sapevo qual era il limite da non superare, stavo attento a non far saltare tutto. Passammo tutte le estati al Lago di Cristallo fino a che ebbi dodici o tredici anni. A quel tempo durante l’inverno guadagnavo 75 dollari la settimana – una fortuna incredibile, per quei tempi – come pianista jazz di una radio locale. Ma non potevo certo firmare un assegno ad un venditore ambulante. Quando persi il controllo della mia mania estiva per il frizzantino d’uva, fui costretto a mentire, imbrogliare e rubare per pagarmi il vizio. Il giorno in cui la mia voce cominci`o a cambiare, segn`o la fine della mia carriera radiofonica. Dal momento che la mia voce aveva perso le sue tonalit`a infantili, non rimaneva proprio niente di speciale nel mio modo di suonare il piano. La pubert`a port`o altre paure. Faccia, collo e spalle mi si riempirono di brufoli antiestetici. Dapprima credetti di avere la lebbra e recitai diverse novene. Non avevo mai visto niente di simile nei ragazzi pi u` grandi. Forse non avevo notato i loro difetti, ma i miei non mi potevano certo sfuggire. Mi vergognavo a portare i nuovi slip da bagno alla moda, quelli senza canottiera. L’infermiera di famiglia consigli`o il Noxzema. La lavandaia del quartiere fremette quando vide che il farmaco si rivelava inutile. Ora so che stavo espiando i miei peccati. Se a quell’epoca qualcuno fosse stato abbastanza perspicace da farmelo notare, mi avrebbe risparmiato anni di patimenti. Ma chi sapeva del mio amore segreto per lo zucchero? Chi se lo poteva immaginare? E cosa faceva  il medico di famiglia? Beh, il nostro non era esattamente il dottor Miracolo. Abitava di fronte a casa nostra e uno dei terrori di tutta la citt`a era l’idea di avere soltanto il dott. Hudson a disposizione, in caso di urgenza. Perch´e  il dott. ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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Hudson si drogava a pi u` non posso . Lo si diceva di altri, ma di lui mai. La gente mormorava solo: ≪Povera signora Hudson! ≫. Il buon dottore a volte vagava per ependence  dietro casa e di la citt`a come uno zombi. Aveva il suo ufficio in una  d ´  notte i bambini strisciavano fin sotto le sue finestre in punta di piedi per vederlo giacere sulla sua poltrona in pelle nera, completamente suonato. Quando c’era un’emergenza in citt`a, i pompieri andavano da lui, sfondavano la porta, lo annaffiavano ben bene d’acqua e gli stavano appresso mentre lui bendava un braccio rotto a qualche contadino. Poi portavano il ferito nella citt`a pi`u vicina. Chi poteva permetterselo, si rivolgeva a un medico di un’altra zona. Cos`ı non vedevamo mai un medico finch´e non eravamo veramente ammalati. Oh, costernante significato delle cose che non si sono mai verificate! Mi mandarono ogni sei mesi dal dentista, quando divent`o di moda. Questi mise in relazione le mie carie con gli eccessi di dolci. Non avevo mai sentito un medico dire una cosa simile. I vecchi della generazione della nonna parlavano degli eccessi alimentari: ≪Ti verr`a male allo stomaco≫, che voleva dire mal di pancia con crampi o vomito o qualcosa del genere. Come potevo mettere in rapporto la mia pelle col mio vizio segreto? Cominciai a notare che molti miei coetanei avevano dei brufoli simili, ma non tutti. Poi mi arrivarono delle dicerie, secondo le quali le mie cattive condizioni dovevano essere provocate dalle masturbazioni eccessive. Il fratello d’un amico mio, seminarista a Chicago, era la mia massima autorit`a quanto a legge canonica e sessualit`a. Fu lui a sparger la voce che nell’Arcidiocesi di Chicago la masturbazione era solo un peccato veniale. Ma farlo nel Michigan era peccato mortale. Nell’Illinois2 ci si poteva fare un “solitario” la notte e la mattina dopo lavarsi sotto la pompa e trottare a prender la comunione. Presi allora ad annegare i miei dispiaceri in bicchieroni di latte al malto, che scopersi al liceo. A quel tempo avevamo gi`a traslocato in una citt`a pi`u grande e dovevo percorrere diversi chilometri per andare a scuola. Mi davano 10 cents al giorno, 5 per corsa. Se mi portavo il pranzo dietro? Mi sembrava poco carino andare in giro con la gavetta e mi rifiutai di portare qualcosa da casa, come panini e frutta. La grande crisi del ’29 era ancora vicina e la vita era dura per tutti. Un droghiere del centro vendeva in offerta speciale un frapp`e “gigante” al cioccolato superscontato, il massimo che si poteva bere per un diecino. Per due anni feci la strada a piedi mattina e sera, con ogni tempo, tutto per risparmiare e poter assaporare i miei 5 frapp`e settimanali. 2

Chicago si trova nello stato dell’lllinois.

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I miei problemi di pelle peggiorarono sempre pi`u; ricordo la mia mortificazione nella doccia della scuola. Poi sentii dire che l’acne poteva derivare dall’astinenza sessuale. Non vedevo veramente l’ora di buttarmi, pi`u spinto dalla speranza di liberarmi dei miei brufoli che trasportato da una genuina passione. Metter nei guai una ragazza, prendermi una malattia vergognosa: avrei accettato catastrofi del genere con gioia, pur di poter entrare senza vergognarmi in mezzo ad una assemblea di giovani della mia et`a con una pelle desiderabile. Dei miei compagni nessuno fumava; le sigarette erano troppo care, 10 cents al pacchetto, ed erano considerate vagamente poco virili. Molti ragazzi vivevano sognando la Ford decappottabile che avrebbero ereditato dopo la maturit`a, se si fossero astenuti dal fumo. Nel frattempo, ci fumavamo cose non tassabili che crescevano dietro l’angolo, come barbe di mais secche, grappoli morti e senz’uva e persino una roba che i Messicani chiamavano  marijuana. Tutta roba che mi faceva solo star male, io in effetti mi sentivo molto pi`u euforico con una banana split. Non ci saremmo mai immaginati allora che il “fumo” dei Messicani si sarebbe venduto qualche decennio pi`u tardi proprio come la birra di contrabbando. Negli anni ’20 ero ricco, anche se non avevo mai un centesimo in tasca. Negli anni ’30 – faticando all’Universit`a con piccoli lavori per mantenermi – ero povero, perch´e spendevo tutto quello che avevo per vestirmi. Ricordo di essermi sentito svenire per la fame vestito come un lord – lo stomaco vuoto in un completo di flanella inglese a righine con collarino rigido “duca di Kent” e camicia intonata. L’Universit`a fu una noia completa ed interminabile, una specie di galera obbligatoria da subire per un certo periodo. Presi a collaborare alla redazione del giornalino studentesco per divertirmi e fu in quell’occasione che scoprii che i fabbricanti di tabacco praticamente sovvenzionavano il nostro foglio universitario con i loro annunci pubblicitari. Le ragazze pi`u belle del  campus  lavoravano per queste ditte come propagandiste, regalando sigarette ed insegnando a fumare come Constance Bennett e Bette Davis nei loro film. Io fumavo le cicche gratis, non me ne compravo mai un pacchetto. Preferivo sempre una caramella ad una Lucky Strike. Tra le varie cose noiose da fare c’era un corso di “educazione fisica”. Uno doveva correre, o nuotare, o giocare a pallavolo, o tirar su pesi per un tot di ore settimanali. Ti controllavano ed osservavano, poi ti mettevano un timbro sul libretto e via. Una volta all’anno c’era una veloce visita medica. Se chiedevi al dottorino un’informazione su qualcosa che ti stava tormentando, lui stava ben attento a non invadere il terreno della societ`a medica locale, dicendo: ≪Chiedilo al tuo medico di famiglia≫. Il suo lavoro consisteva nell’individuare ernie latenti o il piede d’atleta. Durante le vacanze estive facevo migliaia di chilometri in autostop, vivendo ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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di Pepsi Cola in bottiglioni da 5 cents. Poi, visitando il sud, una ragazza mi introdusse alla “bomba”. La servivano ai distributori automatici di gassosa con un sacco di ghiaccio tritato, vaniglia, sciroppo dolce e acqua di selz. Al nord, la si chiamava Coca Cola. Laggi`u l’uso popolare aveva conservato il nome, che rispecchiava la sua funzione originale di rimedio indigeno per l’emicrania. Dopo aver patito per due anni all’Universit`a, finalmente me ne andai. Era necessario esser audaci, a quei tempi, per affrontare la vita senza un diploma, ma sentivo che un’altra guerra minacciava l’orizzonte e non intravedevo altre vie che quelle che portavano o in prigione o ai campi di battaglia nelle Fiandre. Nell’estate del 1965 incontrai un saggio orientale, un filosofo giapponese appena tornato da una visita di diverse settimane a Saigon. Se volete davvero conquistare il Vietnam del Nord – mi disse – dovete bombardarlo con le vostre razioni militari zucchero, caramelle e Coca Cola. Questo li distrugger`a pi`u in fretta delle bombe ≫. ≪

Sapevo di che cosa stava parlando. Quando mi arruolarono, nel 1942, mi successe qualcosa di simile. Le razioni militari erano stabilite da qualche parte in alto. Eravamo, come fu garantito a tutte le nostre madri, le truppe meglio nutrite della storia mondiale, ma il cibo dell’esercito mi fece storcere il naso sin dall’inizio: non volli mai assaggiarlo. Cos`ı a colazione, pranzo e cena facevo la corsa allo spaccio. Fu un biennio di orge di latte al malto, caff`e, zucchero, pasticcini, caramelle, cioccolata e Coca Cola. Dopo diversi mesi di questo regime mi ritrovai con delle enormi emorroidi sanguinanti, il che mi spavent`o a morte. Avevo sempre associato quel crudele male all’et`a avanzata, ma eccomi qua, colpito a vent’anni. . . Non importava un granch´e, tanto ero destinato all’olocausto sui campi dell’onore in Fiandra. . . La mia prima esperienza adulta con il sistema medico americano fu con la sua caricatura: la medicina dell’esercito USA. A tempo debito venni spedito oltremare a bordo del Mauritania; direzione: Inghilterra. Gironzolavo sul ponte con la carabina in spalla ed un cappottone regolamentare inzuppato di spruzzi e salsedine; due ore di guardia, due di riposo. Al momento dell’arrivo a Liverpool mi ero preso una polmonite acuta. L’infermiere diede un’occhiata al termometro e mi risped`ı ai miei doveri. La storia continu`o per altri sei giorni, finch´e il termometro tocc`o il numero vincente. Suonarono i campanelli d’allarme, le facce s’addolcirono per la commiserazione, mi portarono di corsa in barella su di un’ambulanza, che vol`o al pi`u vicino ospedale! Cure intensive, tenda ad ossigeno e megadosi della droga magica del momento, il sulfanilamide. Era cos`ı nuova e sperimentale che ad ogni ora mi prendevano ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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un campione di sangue, per esser certi di non uccidermi. Caddi in un piacevole coma e vi rimasi per parecchi giorni. Meravigliose, profumatissime infermiere mi cambiarono con regolarit`a, mi bucherellarono per prendermi un po’ di sangue e mi lavarono dalla testa ai piedi. Affascinanti signore dell’alta societ`a britannica mi confortavano portandomi lill`a. Il cappellano stava in agguato, nascosto in corridoio. Sembrava proprio che non li avrei mai visti, i campi delle Fiandre! Ma un mattino mi svegliai tutto sudato e cosciente. Ebbi persino un’erezione. L’esercito mi aveva fregato ancora! Ero bidonato, condannato a sopravvivere per un altro po’ per servire il governo. Quando arrancai in fondo al corridoio per farmi pesare, la prima volta, l’infermiere svenne quasi guardando la bilancia. Il regolamento dice che non si pu `o esser dimessi dall’ospedale, se non si recupera almeno il peso dell’inizio della degenza, ma, se si viene ricoverati per pi`u di 28 giorni, non si torna al reparto, bens`ı si viene spediti ad un  Centro di Riclassamento, una specie di deposito dove tipi come me sono immagazzinati in attesa di richieste in base a peso, altezza e categoria. Il mio reggimento non era certo  Shangri-la3 , ma il Centro Riclassamento era peggio della morte. Ce l’avrei fatta a metter su sei chili in sei giorni? Gli strilloni ci portavano ogni giorno le ultime cattive notizie, io puntualmente compravo tre giornali e pagavo sempre con una banconota da una sterlina. Le monete di metallo del resto me le incerottavo alla vita e all’inguine. Come per magia, ad ogni pesata quotidiana pesavo un chilo in pi`u. Il giorno X salii sulla bilancia trionfante: avevo recuperato il mio peso. Poche ore pi`u tardi ero di nuovo al mio vecchio reggimento sulla via delle Fiandre. I miei compagni si presero cura di me, proteggendomi e viziandomi con le buone cosettine dello spaccio, poich´e ero troppo debole per andarci da solo. Pi`u tardi fui spedito a Glasgow in treno e, da l`ı, per nave ad Algeri e infime su un camion sino ad Orano. Dopo tre settimane nel deserto ero un uomo nuovo. Niente spacci per chilometri. Mie uniche evasioni, il mare e la birra algerina. Dopo lo sbarco nel Sud della Francia mi aggregarono alla Prima Armata Francese: Arabi, Senegalesi, Sikh, Vietnamiti con ufficiali francesi. Vivevamo dei prodotti della terra, le razioni non erano abbondanti e non si facevano follie. Alcuni avevano con s´e pentole e padellame, anatre e oche, capre e pecore, mogli e concubine. Per mesi non ricevetti la paga; dovevo darmi da fare per procurarmi abiti e scarpe e non vidi mai niente che somigliasse a uno spaccio. La maggior parte degli indigeni con cui si mangiava non avevano visto zucchero da anni: lo si trovava solo al mercato nero. Vivevamo di carne di cavallo, di conigli, di scoiattoli, di 3

Mitica citt`a felice del Tibet, secondo un vecchio film americano degli anni ’40.

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pane scuro campagnolo e di qualsiasi altra cosa si potesse raggranellare. L’inverno nei Vosgi fu brutale ed interminabile, tuttavia non presi neanche un raffreddore. Non mi ammalai mai nei 18 mesi passati in Francia e in Germania. Pensate che io sia stato abbastanza furbo da capire il significato di questa esperienza alimentare cui avevo involontariamente partecipato? Mi sarei potuto probabilmente risparmiare anni di guai, ma ero un perfetto imbecille con meno cervello ed istinto di sopravvivenza dei pidocchi che stavano nel mio elmetto. . . Appena tornato negli Stati Uniti, feci subito una memorabile mangiata: torta alla crema, panna montata, dozzine di frullati di latte e malto, cioccolata, Pepsi. Zucchero. . . zucchero. . . ancora zucchero. . . In poche settimane ero di nuovo a letto in preda a una serie di strane malattie. E tornarono le emorroidi. Ogni giorno la febbre saliva e scendeva. Test ed esami ripetuti diedero come risultato nomi come mononucleosi infettiva, malaria atipica, epatite, fuoco di S. Antonio, dermatite tropicale, infezioni agli occhi ed alle orecchie. Una volta che ebbi finito i soldi, scoprii le meraviglie della Medicina Sociale alla Mutua Veterani di Guerra. Divenni membro fondatore delle  Assicurazioni Malattia. Passai ben 15 anni tra medici, ospedali, diagnosi, cure, esami su esami, medicine ed ancora farmaci. Durante tutto quel tempo interminabile e quel vorticoso giro di medici, non ne ricordo uno solo – delle dozzine che mi curarono – che avesse mai manifestato 1a bench´e minima curiosit`a per ci`o che mangiavo e bevevo. Inevitabilmente, arriv`o il giorno in cui i farmaci persero ogni efficacia. Le emicranie non mi lasciavano pi`u. Per dieci giorni di fila non riuscii a dormire, lavorare, mangiare o muovermi. Mi feci ricoverare d’urgenza all’Ospedale dei Veterani. Praticamente non potevo pi`u sopportare il dolore. Fecero di tutto, esami estremamente accurati, i pi`u completi che mi fossero mai stati fatti. Dopo che le macchine emisero il loro verdetto, il giovane medico lo tradusse per me: niente cancro n´e tumori cerebrali, niente di questo, niente di quello e sorrise annunciandomi con soddisfazione che ero un essere umano sano, normale sotto tutti i punti di vista. Incredulo, balbettai: Ma che cosa posso fare per il mio mal di testa cronico? ≫.



Se non se ne va in un paio di settimane, ritorni pure da noi ≫, rispose. Una settimana o due? Ero pronto al peggio e questo lo era. Non ne potevo pi`u. Telefonai a un amico il cui padre era un medico famoso e conosceva bene un luminare di Park Avenue che curava personaggi celebri. Presero un siringone pauroso e mi misero nel naso qualcosa di molto fresco. Dopo una dormitina stavo bene, per la prima volta da tempo. Ne sapevo abbastanza sulle droghe per capire che si trattava di cocaina. ≪

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Bene, pensai, e` cos`ı che cominciano i drogati. . . In seguito, il mio amico mi sottopose a un regime che mi sembrava strano, ma decisi di dargli retta anche perch´e non sapevo dove procurarmi altra coca. Mi proib`ı sigarette e caff`e, sugger`ı fiocchi d’avena al mattino, riso a pranzo e poi a cena di nuovo riso con pollo. Diagnosi: ipotensione, un rallentamento della circolazione. Prescrisse poi dei bagni caldi al mattino e alla sera ed esercizi fisici a mezzod`ı. Cercai di smettere di fumare e di bere caff`e, il che mi rese quasi incapace di lavorare. Ero abituato a cominciare la giornata col caff`e, a gran tazzoni con crema di latte e zucchero; ne prendevo fino a quattro o cinque prima di pranzo. Dopo che tutto questo mi aveva tolto l’appetito, rallentavo finalmente il ritmo dei caff`e e della Pepsi. A cena ero in un tale stato di stordimento provocato dallo zucchero che era necessaria un’anatra cinese o un’aragosta alla diavola per stimolarmi un poco l’appetito. Provai la nuova dieta e ne ebbi qualche giovamento temporaneo. Poi per`o ricominciai con gli alimenti proibiti e le emicranie tornarono. Allora riprovai ancora. Stavo imparando, ma non me ne rendevo conto. Una sera mi ritrovai a leggere con avidit`a un libretto che diceva in tutta semplicit`a che  se sei malato, la colpa  `e tutta tua. Il dolore `e l’ultimo avvertimento. Tu sai meglio di chiunque altro di aver abusato del tuo corpo, per cui devi farla finita con gli eccessi.   Lo zucchero e` un veleno, affermava il libro, pi u` letale dell’oppio e pi u` pericoloso della pioggia radioattiva . Tornava il ricordo di Gloria Swanson e della zolletta. Non me l’aveva forse detto lei che tutti devono scoprirlo da soli, e nel modo pi`u terribile?   Non avevo nient’altro da perdere, se non i miei dolori, e cos `ı la mattina seguente buttai fuori dalla mia cucina tutto lo zucchero. Poi presi ad eliminare tutto quello che conteneva zucchero : fiocchi di cereali in scatola e frutta sciroppata, minestre pronte e pane. Non avevo mai letto con attenzione la lista degli ingredienti degli alimenti confezionati e cos`ı rimasi proprio di stucco vedendo che il frigo e la dispensa erano vuoti;  mi misi a mangiare solo cereali integrali e verdura .

Quarantott’ore dopo ero in agonia totale, con un’emicrania da impazzire . Se il dolore e` un campanello d’allarme, questo era lungo, intenso e misterioso come un messaggio in codice. Ci vollero alcune ore per venirne a capo. Ne sapevo abbastanza sui drogati per riconoscere con riluttanza una certa affinit`a con loro;  mi stavo infatti disintossicando di colpo. Dopo tutto, l’eroina non e` nient’altro che un prodotto chimico. Dal succo di papavero si raffina l’oppio, poi si raffina questo in morfina ed infine in eroina. ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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Anche lo zucchero non `e nient’altro che un prodotto chimico: si estrae il succo di canna o di barbabietola, che viene raffinato per farlo diventare melassa e questa a sua volta viene trasformata in zucchero rosso e poi in piccoli cristalli bianchi. Non deve stupire che gli spacciatori taglino l’eroina pura con zucchero o lattosio per rendere gradevoli alla vista i pacchetti trasparenti della loro perfida merce.

Stavo eliminando ogni sorta di residuo malsano: zucchero, aspirina, coca, caffeina, cloro, fluoro, glutammato  e tutte quelle mostruosit`a polisillabiche elencate in piccolo sulle scatole e sulle lattine che avevo appena buttato nei rifiuti. Seguirono ventiquattr’ore dure e interminabili, ma  il mattino, gi a` tutto era diverso. Mi ero addormentato esausto tra dolori e tremiti, mi svegliai rinato. Cereali e verdure erano come un dono degli dei . I giorni seguenti portarono tutta una serie di nuovi prodigi: fine delle emorragie anali e

Sugar Blues  Everybody’s singing the sugar blues. . .  I’m so unhappy, I feel so bad   I could lay me down and die You can say what you choose  But I’m all confused   I’ve got the sweet, sweet Sugar Blues  More Sugar!!  I’ve got the sweet, sweet Sugar Blues

Tutti cantan il Blues dello Zucchero. . . Che triste sono, come sto male Potrei accasciarmi e morire. Ma io non so veramente pi`u dove sono Ho il dolce, dolce Blues dello Zucchero Ancora zucchero!! Ahi, ho il dolce, dolce Blues dello Zucchero.

gengivali,  la pelle cominci o` a purificarsi e mentre mi lavavo, aveva al tatto una consistenza e una compattezza tutte nuove. Scoprii le ossa delle mani e dei piedi, prima sepolte nel gonfiore e nel grasso. Al mattino saltavo fuori dal letto prestissimo, pieno d’energia e di voglia di fare, la testa ricominciava a funzionar bene. Stavo davvero bene, mentre le camicie erano diventate troppo larghe, come anche le scarpe.  Un mattino, nel radermi, scoprii di avere anche un mento. Per far breve una lunga storia a lieto fine,  passai da 93 a 63 chili in soli 5 mesi  e mi ritrovai con un corpo, una vita ed uno spirito nuovi. Buttai nel caminetto la tessera della mutua. Pi`u o meno nello stesso periodo mi imbattei in una foto di Gloria Swanson sul New York Times e decisi di scriverle: le dissi che aveva avuto ragione, cento volte ragione! Non avevo capito, allora, il suo messaggio, Ma ora finalmente lo capivo in pieno!

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Questo succedeva negli anni ’60. Da allora, lo zucchero non l’ho pi`u toccato. Mai pi`u visto un medico, un ospedale, una pillola o una siringa, da quei tempi a oggi. E neppure un’aspirina. Ora, quando vedo qualcuno toglier la carta ad uno zuccherino m’innervosisco, proprio come successe a Gloria con me in quel famoso incontro. Mi vien voglia di prenderlo da parte, di portarmelo in un angolo tranquillo e spiegargli quanto sia bello e facile perdere i  Blues  da zucchero. Provate a pensare a qualcuno che prenda proprio voi: cosa avete da perdere? La canzone  Sugar Blues  fu pubblicata nel  1923, anno di scandali in America ma anche  l’anno in cui milioni di diabetici cominciarono a bucarsi con la nuova droga magica appena scoperta: l’insulina. Il 1923 segn`o anche l’apogeo del proibizionismo. Non appena l’alcool divenne illegale, il consumo di zucchero sal`ı alle stelle. L’intero Paese si comportava alla stregua di una banda di etilisti arrestati ad una riunione della Alcolisti Anonimi: ora la gente trangugiava roba dolce a pi`u non posso. Gli astemi erano spesso i pi`u dipendenti dalla zolletta, col loro giurare che mai un goccio avrebbe bagnato le loro labbra, mentre  tutto quello zucchero che ingurgitavano si trasformava in alcool nel loro stomaco  prima di venire espulso nei pisciatoi. Proprio come le altre nemesi dell’universo del Blues nero – gin, cocaina, morfina, eroina – si d`a il caso che anche lo zucchero sia bianco. Le parole di  Sugar Blues  lasciano sagacemente intuire l’antagonismo bipolare dell’esperienza umana con questa sostanza bianca, dolce e pericolosa: attrazionerepulsione, la sensazione di dammene-impediscimelo, vattene via-vieni pi`u vicino, trascinami via da l`ı-coinvolgimi pi`u profondamente, che sono alla radice del Blues. La naturale saggezza del corpo ti dice che ti fa male, eppure lo desideri disperatamente. Sugar Blues cominci`o come una canzone che celebrava una condizione umana assolutamente personale. Meriterebbe ora, dopo cinquant’anni, di diventare il simbolo universale di una piaga planetaria.

I poeti, soprattutto quelli popolari, sono spesso in anticipo di anni rispetto a medici e politici nel trovare il nome giusto per un malessere generale. Non sono certamente riuscito, nelle pagine seguenti, a scoprire o a rivelare tutto quello che ho sempre voluto sapere sullo zucchero e che avevo paura di scoprire. Per`o ho imparato abbastanza per arrivare a concludere che quello che viene considerato come storia della medicina ha bisogno di essere rivisto e corretto. Nell’eterno ordine dell’universo, lo zucchero raffinato, come qualsiasi altra ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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cosa, ha una sua parte. Forse i commercianti di zucchero sono i nostri “predatori”, inducendoci in tentazione, smerciando una specie di pesticida della razza umana infinitamente dolce che trascina alla perdizione gente avida di “dolce vita”, assottigliando cos`ı il giardino umano, seleziono in modo naturale i pi`u adatti alla sopravvivenza, mentre il resto dell’umanit`a annega nei nuovi flutti biblici fatti di Coca, di Pepsi e di gassosa, purificando la razza umana per un’et`a nuova. In genere, lo scienziato non si interessa alla storia ≫, ha detto il dr. Francis Jacob, premio Nobel ed autore de   La logica della vita: una storia di retaggi? (New York Times, 11 aprile 1974). ≪

E continua: ≪Non mi soddisfa il modo in cui si scrive la storia della biologia. In ogni nuova opera, l’uomo di scienza enuncia quello che i suoi predecessori hanno imparato, per comporre una storia lineare che va dall’errore verso la verit`a. Le cose non stanno cos`ı ≫. Sicuramente no.

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Capitolo 2 Il segno della canna La nostalgia e` vecchia quanto Adamo. Ogni qual volta diventa troppo duro guadagnarci il pane col sudore della fronte, anche noi, come Adamo, ci mettiamo a sospirare, rimpiangendo i bei tempi andati. Il concetto di un passato idilliaco fiorisce nelle mitologie di tutto il mondo. Come tutti i miti universali, si cela profondamente nella memoria della razza umana: il  Paradiso Perduto  della Genesi, l’ Et a` dell’Oro del Taoismo e del Buddismo. Forse il  Giardino dell’Eden fu qualcosa di pi`u del fazzoletto di terra nel Midwest sognato da tutti gli Americani: forse abbracciava un tempo gran parte del pianeta, dalle isole della Polinesia alla Shangril`a tibetana. ` impossibile non mettersi a sognarlo. La Bibbia fornisce qualche indizio. E Primo, niente sudore della fronte: gli uomini vivevano naturalmente della generosit`a della Natura. Secondo, niente citt`a. La parola civilt`a non significa nient’altro che l’arte di vivere nelle citt`a. Ai bei tempi andati non esisteva niente di tutto ci`o. Terzo, niente malattie: l’uomo biblico aveva una longevit`a impensabile ai giorni nostri. Le  carte anatomiche  dell’antico Oriente non riportavano soltanto meridiani e punti d’agopuntura, ma anche la posizione dei cosiddetti  nei: un neo in posizione ore 4 sotto l’occhio destro dell’uomo o ad ore 8 sotto l’occhio sinistro della donna indicavano una allarmante probabilit`a di “morte per malattia”. Al tempo della compilazione delle carte,  migliaia di anni fa, la morte naturale – semplicemente addormentarsi per non svegliarsi pi u` – era il modo normale di morire . L’ultimo fatto, non certo meno importante, e` che lo zucchero bianco raffinato non faceva parte dell’alimentazione umana. C’erano mandorle, pistacchi e castagne; mele e prugne, uva, olive e bacche;

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orzo, grano, segale e miglio; cetrioli, meloni, menta e cipolle, anice, aglio e porri; lenticchie, senape, latte e miele ed una infinit`a di delizie. Tutte traboccavano di zuccheri naturali. C’era persino il ginseng, ma lo zucchero raffinato dall’uomo non c’era. (La riscoperta ai giorni nostri del ginseng coincide con quella della Cina e dell’agopuntura. Pochi ricordano che i nostri nonni, pionieri d’America, vennero a sapere delle sue doti magiche dagli indiani e lo usarono, mescolato al cervello di scoiattolo, per curare le ferite da sparo nel vecchio West. . . ). Per migliaia d’anni, nel Giardino dell’Eden, ci`o che oggi chiamiamo zucchero era sconosciuto all’uomo, che pot`e evolversi e sopravvivere ignorandolo. Nessun testo antico lo menziona: la Legge di Mos`e, il Codice di Manu, I Ching, il Canone di Medicina Interna dell’Imperatore Giallo, il Nuovo Testamento, il Corano. I Profeti ci danno qualche informazione su quel che rappresentava la canna da zucchero nei tempi antichi: un lusso raro, importato da lontano e carissimo; che cosa ne facessero, oltre che offrirlo nei sacrifici, lo possiamo solo supporre. Potrebbe darsi che il lontano paese da cui proveniva fosse l’India. Le leggende e i miti polinesiani ne parlano abbondantemente. Si sa che l’India pagava i suoi tributi alla Cina sotto questa forma. Pare anche che la canna da zucchero fosse originaria dei climi tropicali. I tentativi di coltivarla in un paese temperato fallivano regolarmente. Un passo dell’ Atharva Veda  `e un elogio della sua dolcezza: ≪T’ho incoronata con germogli di dolce canna affinch´e tu non mi sia affatto avversa ≫. Gli Indiani la facevano crescere nel giardino di casa e presero a masticarla per la sua dolcezza. La canna da zucchero era ≪coltivata con gran fatica da villani che la pestan nei mortai, lasciando il sugo in un bacile finch´e rappreso duro, qual neve o bianco sale≫. Si mangiava quel che rimaneva sul  chapati  – il pane indiano – o con la minestra. Poi cominciarono a pressare la canna e a berne la spremuta, cos`ı come gli Indiani d’America incidevano gli aceri per estrarne il succo zuccherino e sciropposo. Il sidro di mele o il vino di palma prodotto coi datteri van bevuti freschi e cos`ı era anche per il succo di canna. Delicato com’era, non resisteva a lungo senza fermentare e decomporsi. I Greci non avevano una parola precisa per designarlo. Quando Nearco, ammiraglio al servizio di Alessandro il Grande, discese il corso dell’Indo per esplorare le Indie Orientali nel 325 a.C., lo descrisse come una ≪specie di miele≫  che cresceva nei canneti. I soldati di Alessandro scoprirono degli indigeni nella valle dell’Indo che bevevano il succo di canna in forma di bevanda fermentata. Lo ri¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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troviamo in altri resoconti greci e romani sempre confrontato con i cibi base del tempo: miele e sale. Venne talvolta chiamato “sale indiano” o “miele senz’api” e lo si importava in piccole quantit`a con costi enormi. Erodoto lo chiama ≪miele fatto a mano≫ e Plinio ≪miele di canna≫. E come il miele, lo si usava in medicina. Uno scrittore del tempo di Nerone menzion`o per primo il nome latino:   saccharum. Dioscoride lo descrive come ≪una sorta di miele indurito detto  saccharum, che si trova nelle canne in India e nell’Arabia Felix; ha la consistenza del sale e scricchiola sotto i denti ≫. Si attribuisce alla scuola medica e farmacologica dell’Universit`a di Djondisapour, orgoglio dell’Impero Persiano, la ricerca e la messa a punto di un processo di cristallizzazione e raffinazione del succo di canna, in forma solida, che si conserva senza fermentare. Il trasporto ed il commercio erano finalmente possibili. Questo accadeva poco dopo i1 600 d.C. Quando i Persiani cominciarono a coltivare la canna, i pani di “pietra di miele” di Buchara, importati dalla Cina della dinastia T’ang, venivano depurati e l’aggiunta di latte contribuiva al candore di questo lusso per imperatori. Un pezzetto di   saccharum  era considerato a quel tempo un farmaco miracoloso, raro e prezioso, molto richiesto in un’epoca di pestilenze ed epidemie. Quando il nome latino corrente nel Medio Evo per la preziosa sostanza fu attribuito pi`u tardi in Occidente ad un surrogato dello zucchero (la saccarina – n.d.c.), la parola originale sanscrita per  pezzo  rimase unita al termine  sale indiano  e sopravvisse alle transizioni attraverso le lingue dell’Impero musulmano e la lingua latina: il sanscrito khanda  divenne il  candy  inglese (in italiano, candito – n.d.c.). L’Impero Persiano sorse e cadde, come fan sempre gli imperi. Quando le armate dell’Islam lo travolsero, uno dei trofei del vincitore fu il segreto dell’uso dello zucchero di canna come farmaco: il Wehrner Von Braun di Bagdad magari sar`a stato portato alla Mecca e questo avveniva comunque non molto tempo prima che gli Arabi cominciassero il traffico dello zucchero. Quando, colto dalla febbre, Maometto mor`ı, il califfo che gli succedeva si mise in marcia, forte della fede che smuove le montagne, alla testa di un’armata di poche migliaia di Arabi per sottomettere il mondo intero. Dopo una serie di campagne tra le pi`u brillanti della storia mondiale, stava quasi per riuscirci. In 125 anni infatti, l’Islam si estendeva dal fiume Indo fino alla costa atlantica della Spagna e dal Cachemir all’Alto Egitto. Il califfo conquistatore cavalc`o fino a Gerusalemme con un sacco d’orzo, una manciata di datteri ed un otre di pelle pieno d’acqua. Si possono per`o leggere delle storie meno gloriose sul suo successore, il Ca¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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liffo Omayyade Walid II, che si burlava del Corano, si addobbava in modo eccentrico, mangiava carne di maiale, trascurava le preghiere ed amava le bevande zuccherate. La salsa saracena era servita durante le soste per ristorarsi. Gli eserciti di occupazione arabi si portarono dalla Persia del riso e dei pezzi di canna da zucchero, che i Persiani avevano trovato in India: era pi`u pratico piantare giovani canne che importare il prodotto finito. A questo punto l’Islam dovette porre rimedio a molti nuovi malanni e forzatamente separ`o la scienza dalla religione. La medicina e la chirurgia ebbero un notevole sviluppo. Cominciarono a venire utilizzati gli anestetici, la chimica fece i primi passi, fu introdotto il concetto di zero, fu riscoperta l’algebra, progred`ı l’astronomia e fu fabbricato l’alcool, miglior`o la lavorazione artigianale dei metalli e dei tessuti, del vetro, della ceramica e del cuoio; inizi`o la fabbricazione della carta – come facevano i Cinesi. Di tutti i contributi dati dall’Islam alla nostra civilt`a occidentale, forse la carta e lo zucchero sono stati quelli destinati a produrre in seguito il pi`u grande impatto. Vien la tentazione di chiedersi, basandosi su testimonianze successive, quale ruolo abbia avuto lo zucchero nel declino dell’Impero Arabo. Nel sacro testo di Maometto, il Corano, lo zucchero non viene menzionato, ma gli eredi del Profeta sono probabilmente i primi conquistatori della storia ad aver prodotto zucchero sufficiente ad approvvigionare sia le corti che le truppe con caramelle e bevande dolci. Un osservatore europeo dell’epoca attribuisce all’uso abituale di zucchero, da parte dei guerrieri arabi del deserto, la ragione principale della loro perdita di combattivit`a. Il botanico tedesco L. Rauwolf 1 diede il suo nome alla Rauwolfia serpentina. I derivati di questa pianta sono ancora oggi usati come sedativi e tranquillanti. Rauwolf viaggi`o nelle terre del Sultano in Libia e Tripolitania. I suoi diari, apparsi nel 1573 sono la testimonianza di una abilit`a militare che supera la sua epoca: ≪Li Mori e li Turchi taglian un pezzo di zucchero dopo l’altro e cos`ı li masticano e trangugiano continuamente, anche per la strada, senza alcuna vergogna. . . Gli `e cos`ı che s’abituano alla ghiottoneria e non son pi`u gl’intrepidi guerrieri del tempo che fu . . . ≫. Rauwolf considerava la dipendenza dallo zucchero, tra gli uomini del Sultano, in maniera molto simile a quella di alcuni osservatori moderni circa le forze armate 1

 I diari di Leonhard Rauwolf   costituiscono un insieme di curiosi racconti di viaggio in 2 tomi. Nel primo e` narrato l’itinerario del dr. Leonhard Rauwolf in Oriente: Siria, Palestina, Terra Santa Armenia, Mesopotamia, Assiria, Caldea. Tradotto dall’olandese da Nicholas Staphorst, fu pubblicato a Londra nel 1693 e riedito nel 1705. ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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americane dipendenti da eroina e marijuana: I Turchi si rammolliscono coi vizi di gola e non son pi`u liberi n´e coraggiosi contro il nemico, come erano in passato ≫. ≪

Questo rappresenta forse il primo segnale d’allarme, da parte di un uomo di scienza, sull’argomento dell’abuso di zucchero e sulle sue visibili conseguenze. La parola  scienziato  sar`a coniata solo nel 1840; devono ancora venire la provetta ed il laboratorio, ma questo Rauwolf pare aver avuto la capacit`a innata di vedere gli esseri umani come individui integrati nel loro ambiente ed inseriti in una storia, anzich´e come un’insieme di sintomi accuratamente etichettati. Dopo l’ascesa dell’Islam, lo zucchero divenne un potente fattore politicoeconomico. Gli uomini avrebbero venduto l’anima al diavolo per procurarselo. La stessa sorte, che aveva paralizzato i conquistatori arabi, stava ora per affliggere i loro nemici cristiani. Sulla via della Terra Santa, che volevano strappare all’Infedele, i Crociati presero ben presto il gusto allo sciroppo dei Saraceni. Alcuni di essi desideravano solo languire nella terra degli Infedeli per riempirsi di succo fermentato di canna o di frutta candita. I signori d’Europa scoprirono che i loro ambasciatori alla corte d’Egitto erano stati corrotti dalla dolce vita e comprati a suon di spezie rare e di zucchero. Per questa ragione, alcuni dovettero esser richiamati in patria. L’ultima grande crociata fin`ı nel 1204. Pochi anni dopo, il IV Concilio si riun`ı a Roma per progettare nuove crociate contro eretici e giudei. In seguito, nel 1306, il Papa Clemente V, in esilio ad Avignone, ricevette un invito a rinnovare le crociate dei bei tempi andati. Copie del proclama furono inviate ai re di Francia, di Inghilterra e di Sicilia. Questo antico documento diplomatico prevedeva una strategia politica dello zucchero, per annientare i vili Saraceni. Nella terra de lo Sultano, zucchero cresce in gran copia et da esso lo Sultano raccoglie grandi gabelle et guadagni. Se li Cristiani prendon codeste terre, gran danno ne verr`a al Sultano, mentre gran benefzio ne avr`a la Cristianit`a tutta a partire da Cipro. Zucchero pure si pianta in Morea, Malta e Sicilia e crescerebbe in altre terre cristiane se piantato. Nessun male ne verrebbe per li Cristiani tutti ≫. ≪

Tentata da queste pericolose promesse, la Cristianit`a diede un bel morso al frutto proibito. Seguirono sette secoli di fioritura dei sette peccati capitali al di l`a dei sette mari, un periodo questo che si lasci`o dietro una scia di schiavit`u, genocidi e crimini organizzati. Lo storico britannico N. Deerr afferma: ≪Non e` un’esagerazione stimare il numero di Africani che sono stati fatti oggetto del commercio di schiavi sui 20 milioni, due terzi dei quali furono scambiati con dello zucchero ≫. ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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Nel primo round   della corsa europea allo zucchero, i Portoghesi furono in testa a tutti. I Saraceni avevano introdotto la coltivazione della canna da zucchero nella penisola iberica durante la loro occupazione, specie a Granada e Valencia. Il re portoghese Enrico il Navigatore esplor`o la costa occidentale dell’Africa in cerca di piantagioni fuori dai domini arabi. Non trov`o piantagioni, ma in compenso trov`o un bel po’ di uomini neri adatti a far da schiavi in un clima dove la canna sarebbe cresciuta bene. Nel 1444 Enrico fece portare 235 negri da Lagos a Siviglia, dove furono venduti come schiavi. Fu l’inizio della  Tratta. Dopo dieci anni, il Papa arriv`o persino a dare la sua benedizione a questo traffico. Si us`o l’autorit`a papale per ≪attaccare, assoggettare e ridurre in schiavit`u Saraceni, pagani ed altri nemici di Cristo ≫. Le ragioni addotte dalla Cristianit`a erano le stesse che giustificavano la persecuzione degli ebrei e degli eretici in Europa: salvare l’anima di quegli infedeli. . . Il fatto non secondario che le nuove piantagioni di Madera e delle Canarie abbiano potuto essere coltivate col sudore di quelle nere fronti era un beneficio supplementare e provvidenziale per l’impero portoghese. Per secoli anche le  Sacre Scritture  vennero travisate per dare una copertura spirituale al traffico di schiavi, praticato dai mercanti di zucchero cristiani. Nella sua profetica opera del 1923,   Canna, il poeta nero americano Jean Toomer lo marchi`o indelebilmente per i secoli cos`ı: ≪Il peccato incancellabile della gente bianca. . . Essi fecero mentire anche la Bibbia ≫. Zucchero e tratta dei negri furono le due facce della medaglia del Regno del Portogallo. Verso il 1456, il Portogallo aveva pieno controllo del commercio europeo dello zucchero, ma la Spagna non stava a guardare: infatti i Mori le avevano lasciato in eredit`a le piantagioni di Granada e dell’Andalusia. Al ritorno dal suo secondo viaggio nel Nuovo Mondo (1493), Cristoforo Colombo aveva portato, su richiesta della regina Isabella, dei getti di canna. Il cronista Peter Martyr asser`ı che venne trovata della canna nell’isola di Hispaniola (Haiti). Colombo sugger`ı di trasportare degli indigeni delle Antille in Spagna per lavorare nelle piantagioni andaluse e ne mand`o due navi piene in patria, ma Isabella si oppose rispedendoli indietro. Alla sua morte, per`o, re Ferdinando acconsent`ı all’apertura della tratta di schiavi africani necessari all’industria spagnola dello zucchero, in crescente espansione. A quel tempo i Portoghesi coltivavano gi`a la canna da zucchero in Brasile, grazie al lavoro degli schiavi. Un elemento ingegnoso della loro strategia zuccheriera fu il fatto che, mentre gli altri Stati europei mandavano al rogo giudei, streghe ed eretici, i Portoghesi svuotavano le patrie galere, inviando i condannati nel Nuovo Mondo.  I galeotti erano incoraggiati ad accoppiarsi con le donne ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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pagane, allo scopo di generare una razza meticcia capace di resistere al clima torrido della piantagione . Verso il 1500 entrarono poi in scena i mercanti olandesi: la loro superba abilit`a marinara li rendeva competitivi nei trasporti di schiavi. Ben presto venne aperta una raffineria di zucchero ad Anversa: lo zucchero grezzo che vi si raffinava proveniva da Lisbona, dalle Canarie, dal Brasile, dalla Spagna e dalla Costa dei Barbari. Il prodotto finito veniva poi esportato negli Stati del Baltico, in Germania ed in Inghilterra. Verso il 1560, Carlo V di Spagna si era gi`a fatto costruire i magnifici palazzi di Madrid e di Toledo coi proventi delle tasse sul commercio di zucchero. Mai nessun prodotto ha cos`ı tanto influenzato la storia politica del mondo occidentale quanto lo zucchero, che per il commercio rappresent`o una vera manna ed ebbe un peso determinante nella storia delle origini del Nuovo Mondo. Gli imperi portoghese e spagnolo divennero opulenti grazie al commercio dello zucchero, ma, come gli Arabi prima di loro, anch’essi decaddero ben presto. Fino a che punto il declino sia stato anche biologico – causato dalle dolci orge di corte – lo possiamo soltanto supporre. Comunque sia, l’Impero Britannico fu ben lieto di raccoglierne i resti. Dapprima la regina Elisabetta I aveva cercato di evitare di legalizzare la schiavit`u nelle colonie britanniche, giudicandola come qualcosa di “detestabile”, che ≪avrebbe provocato la vendetta del Cielo ≫  sul suo regno. Ma nel 1588 aveva gi`a messo da parte i suoi scrupoli: promulg`o infatti un editto reale, che estendeva i privilegi della Compagnia dei Reali Avventurieri Inglesi in Africa, che di fatto significava il monopolio della tratta di schiavi nell’Africa Occidentale. Intanto nelle Indie Occidentali (Antille) gli Spagnoli, sull’esempio di Colombo, avevano sterminato gli indigeni ed importato schiavi negri per coltivare le piantagioni di canna. Nel 1515, certi frati spagnoli offrivano 500 libbre in oro in prestito a chiunque volesse aprire uno zuccherificio. Venne poi il tempo in cui la flotta inglese si mise a scacciare gli Spagnoli e molti schiavi fuggirono in montagna per fare la guerriglia. Coll’annessione formale delle isole, gli Inglesi ereditarono il commercio con le relative piantagioni e la tratta degli schiavi.  Il succo di canna fermentato veniva trasformato in rum. I primi contrabbandieri del rum portarono la loro acqua di fuoco a New York, dove veniva spacciata agli Indiani in cambio di preziose pellicce. Un soldo di rum poteva comprare molte libbre di pelli, da rivendere poi in Europa per una piccola fortuna. Lungo la sua rotta verso ovest, la Compagnia inglese razziava schiavi sulla costa occidentale africana, li trasportava alle Antille per venderli poi ai piantatori ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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che ampliavano le loro coltivazioni per produrre pi`u canna, e quindi pi u ` zucchero, melassa e rum. Zucchero e pelli per l’Europa, rum per i Pellirossa, melassa per i coloni americani. (Questo commercio continu`o senza sosta sino a che le Barbados e le altre isole appartenenti agli Inglesi non furono totalmente sfruttate, tanto da non avere pi`u speranza di raccolti). L’affare dello zucchero era diventato cos`ı remunerativo che gli Inglesi erano disposti a fare la guerra per mantenere il loro monopolio: l’ Atto di Navigazione del 1660 proibiva il trasporto di zucchero, di tabacco e di qualsiasi altro prodotto delle colonie americane ai porti fuori dalla Gran Bretagna e dai suoi possedimenti. Ma le colonie volevano esser libere di commerciare con tutti i paesi europei, mentre la loro madre patria voleva proteggere a tutti i costi i suoi proventi e mantenere il suo monopolio dei trasporti; essa possedeva la Real Marina militare, mentre le colonie non avevano navi da guerra, cos`ı Londra dominava i mari. . . e controllava il commercio dello zucchero. E cos`ı,  verso il 1860, la parola  sugar, zucchero, divento` nella lingua inglese sinonimo di denaro . Sebbene certi storici americani asseriscano che fu l’imposizione britannica di una tassa sul t`e a causare lo scoppio della Guerra d’Indipendenza americana, altri individuano come  casus belli l’ Atto sulla Melassa, che nel 1733 tass`o pesantemente ogni zucchero o melassa proveniente dalle colonie britanniche nei Caraibi. Gli armatori dei velieri della Nuova Inghilterra erano infatti coinvolti nel lucrativo commercio di schiavi, rum e melassa; facevano vela dall’America verso la costa africana carichi di rum da scambiare con gli schiavi, che riportavano in America Centrale e rivendevano ai piantatori delle colonie. L`ı imbarcavano melassa da trasportare a casa pi`u a nord, dove veniva distillato il rum da spacciare anche tra gli ubriaconi locali. Molto prima che scoppiasse la rivoluzione americana, il consumo annuale di rum nelle colonie nord-americane era di 16 litri a persona, inclusi donne e bambini. Il  Molasses Act   del 1733 venne perci`o visto come una seria minaccia non solo al libero commercio delle colonie nord-americane, ma anche alla sua sete di rum. Non giunge balla di zucchero in Europa che non sia bagnata di sangue. Vedendo il miserando stato di questi schiavi, chiunque abbia un cuore deve rinunciare a questa merce e rifiutarsi di acquistare e godersi ci`o che fu comprato con le lacrime e la morte di innumerevoli infelici ≫. Cos`ı scriveva il filosofo francese Claude Adrien Helvetius a met`a del XVIII secolo, proprio quando anche la Francia era passata al primo posto nel commercio dello zucchero. La Sorbona lo condann`o; i preti persuasero la corte che era pieno di idee pericolose; lui ritratt`o – in parte anche per salvare la pelle – ed il suo libro fu arso pubblicamente dai ≪

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carnefici, ma la forza dei suoi attacchi contro la schiavit`u richiam`o l’attenzione di tutta l’Europa. Aveva detto in pubblico ci`o che molti pensavano in segreto. Il marchio d’infamia della schiavit`u gravava dunque sullo zucchero, soprattutto in Gran Bretagna. Ovunque lo zucchero era diventato una fonte di grande reddito e di prestigio nazionale. Attraverso tasse e tariffe il governo era praticamente associato al crimine organizzato. Piantatori, proprietari terrieri, mercanti ed armatori costruivano fortune favolose e la sola preoccupazione dell’aristocrazia europea era quella di procurarsene una bella fetta. Ci vollero tre secoli per sollevare le coscienze europee sino al punto da fondare una Societ`a “antisaccarica” nel 1792. Il boicottaggio dello zucchero da parte dei consumatori inglesi si diffuse in tutta l’Europa e la Compagnia Britannica delle Indie Orientali (Asia) – gi`a ampiamente coinvolta nel nuovo commercio dell’oppio – sfrutt`o il movimento di opinione contro la schiavit`u e approfitt`o del boicottaggio contro lo zucchero per costruirsi una qualche immagine di moralit`a commerciale: ≪Lo zucchero delle Indie Orientali non ` e il prodotto dello sfruttamento di schiavi!≫  fu il suo slogan. I magazzini di porcellane Henderson informavano rispettosamente gli Amici dell’Africa che erano in vendita eleganti zuccheriere con la dicitura in oro zecchino: ≪Zucchero delle Indie Orientali prodotto senza lo sfruttamento di schiavi ≫. In caratteri pi`u piccoli si diceva: ≪Utilizzando per 21 mesi lo zucchero delle Indie Orientali invece di quello delle Indie Occidentali, una famiglia che consumi 2 chili di zucchero la settimana salver`a la vita ad una creatura umana. Otto di queste famiglie, in 19 anni e mezzo, eviteranno la schiavit`u e l’uccisione di cento esseri ≫. Il governo di Sua Maest`a per`o, coi suoi irrinunciabili interessi in zucchero e schiavi, difendeva l’Impero con fierezza. L’Inghilterra del resto era il centro della raffinazione e della distribuzione mondiali. La felicit`a, la gloria e la grandezza dell’Inghilterra sono dovute pi`u allo zucchero che a qualsiasi altra merce, lana inclusa ≫, diceva Sir Delby Thomas. ≪

L’impossibilit`a nelle Antille di far a meno di schiavi far`a s`ı che la tratta continui. La pura e semplice assoluta necessit`a di continuare e` dunque la sua scusa, poich´e non ce ne sono altre ≫, affermava un altro eminente politico dell’epoca. ≪

Non ci volle molto perch´e l’Impero diventasse completamente dipendente dalla produzione di zucchero. In altri posti e in altri tempi il raro prodotto era rimasto allo stadio di un lusso costoso. In Gran Bretagna invece, presa dall’ingranaggio della produzione, il desiderio era diventato necessit`a, la ghiottoneria si era convertita in bisogno; qui zucchero e schiavit`u erano inseparabili, perci`o vennero difesi insieme.

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Quando gli schiavi cominciarono a ribellarsi, i ricchi coloni chiesero aiuto a Londra: ≪Noi non permetteremo alle colonie di scoraggiare un traffico cos`ı benefico al Paese ≫, si tuon`o in Parlamento. Il commercio di negri e le sue naturali conseguenze si possono giustamente stimare fonte inesauribile di ricchezza e di potenza marittima per questa Nazione≫, diceva un’altra colonna dell’Impero. ≪

Quando fu introdotto in Inghilterra, lo zucchero aveva un costo proibitivo, che lo relegava tra i lussi da re e cortigiani, simile ai costi delle droghe pi`u pure e care del giorno d’oggi. Il prezzo di un chilo equivaleva a due anni di salario di un operaio del tempo. Nel 1300 pochi grammi costavano il terzo di un opulento banchetto funebre. Nel XVI secolo, sotto Elisabetta I, il prezzo si era dimezzato. Nel 1662 s’importavano sette milioni di chili l’anno. Il costo era sceso a uno scellino la libbra, lo stesso di tre dozzine di uova. Vent’anni dopo, era ancora dimezzato. Importazione nel 1700: dieci milioni di chili l’anno. Nel 1800, settanta milioni. In un secolo, il consumo era aumentato di otto volte.  Altri cent’anni e gli Inglesi avrebbero speso per lo zucchero altrettanto che per il pane: trenta chili pro capite l’anno e il consumo era destinato a crescere . Anche Napoleone Bonaparte lasci`o il segno nella faccenda dello zucchero, sia come consumatore che come produttore. Stanchi di farsi rapinare dai mercanti veneziani sin dai tempi antichi, i Francesi si gettarono nel   business  alla grande. Verso il ’700 lo zucchero raffinato era il principale prodotto esportato dalla Francia e l’industria prosper`o sino alle guerre napoleoniche; poi, col blocco navale inglese, le raffinerie rimasero senza materia prima. Il prezzo dei  bonbon  sal`ı alle stelle. Le armate napoleoniche, come gli eserciti dell’Islam, rimasero senza dolciumi durante il periodo in cui conquistarono gran parte dell’Europa continentale. Napoleone si prese per`o la sua rivincita. Nel 1747 1o scienziato tedesco Franz Carl Achard a Berlino studiava la lavorazione di ≪una specie di rapa o pastinaca proveniente dall’Italia≫. Il suo luogo d’origine sembra fosse per`o in Babilonia. Il lavoro di Achard continu`o sotto il patrocinio di Federico III di Prussia. Tuttavia gli scienziati francesi – per la pressione dovuta al blocco navale – si misero attivamente alla ricerca di un surrogato della canna. Fu un certo Benjamin Delessert – a Plassy, nel 1812 – a trovare il procedimento adatto per trasformare l’umile barbabietola babilonese in una specie di pan di zucchero. Napoleone gli confer`ı la Legion d’Onore; ordin o ` che si seminassero dovunque in Francia le barbabietole da zucchero e fu costruita una raffineria; s’istituirono persino borse di studio per promuovere corsi per l’apprendimento della tecnologia dello zucchero da barbabietole, vennero quindi accordate 500 licenze ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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per la raffinazione. In appena un anno, Napoleone aveva compiuto lo sforzo immane di produrre 8 milioni di libbre (3500 tonnellate) di zucchero. Le razioni per l’esercito in partenza per la campagna di Russia erano assicurate, ma come i Mori prima di loro, anche i Francesi vennero ricacciati nel loro tentativo di conquistare il nord. La potente armata francese, nel clima ostile aveva trovato un ostacolo insormontabile in quell’esercito di gente “arretrata” non ancora abituata allo zucchero nel t`e ... Dopo che Napoleone ebbe superato il blocco britannico della canna, anche i Quaccheri inglesi cominciarono a raffinare zucchero di barbabietola, come atto di lotta allo schiavismo, ma l’industria dello zucchero di canna si oppose dichiarandola una attivit`a sovversiva e chiese che i Quaccheri fossero fermati. Le bietole inglesi finirono alle mucche e non ci fu una ripresa di questa lavorazione sino a che non arriv`o una nuova crisi dell’importazione, nel corso di una successiva guerra. I Francesi furono i primi ad abolire il commercio degli schiavi con una legge del 1807. Ci volle ancora un quarto di secolo di agitazioni, prima che l’emancipazione venisse dichiarata anche nelle colonie inglesi, nel 1833. La schiavit`u era illegale ora dovunque, tranne che nella patria della libert`a, gli Stati Uniti d’America, la terra degli uomini liberi. I piantatori inglesi delle Barbados e della Giamaica andarono in rovina: i proprietari di schiavi ricevettero dal governo britannico una indennit`a da 75 a 400 dollari a schiavo. Segu`ı, nel 1846, l’abolizione delle tariffe protezionistiche, mentre i negri scontenti si ribellavano agli ex padroni, cos`ı si fecero arrivare immigranti dalle Indie Orientali per tenere in piedi ci`o che restava del vecchio commercio zuccheriero. Intanto la tecnologia USA era pronta a recuperarne i resti: una triade d’invenzioni, agli albori del XIX secolo, prepar`o la grande entrata in scena degli Stati Uniti nel business dello zucchero:  la messa a punto di James Watt della sua caldaia a vapore; il metodo di Figuier per carbonizzare le ossa degli animali e l’evaporatore a pressione ridotta di Howard . Tuttavia la schiavit`u, in qualche forma, non pass`o mai di moda nell’industria dello zucchero, anzi divenne il modello per altri tipi di agricolture industriali che si affermarono in seguito. Infatti le bietole andavano piantate, potate e selezionate a mano; mentre la coltivazione di canna da zucchero richiedeva sempre un lavoro massacrante sotto il sole cocente: un lavoro che non poteva essere meccanizzato, ma doveva essere fatto a mano; la maggior parte di quelle mani erano nere. Gli Stati Uniti si erano appena liberati dalla dominazione coloniale britannica che avevano gi`a cominciato a praticare un loro colonialismo a Cuba. L’isola divenne un esempio classico di paese povero dipendente economicamente da un paese ricco. La miglior terra cubana, dopo che le colonie inglesi erano ormai state ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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sfruttate ed impoverite, serviva ad approvvigionare l’America delle materie prime per le sue gigantesche e complesse raffinerie. Fino all’invenzione del carbone animale, del vapore e dell’evaporatore a pressione ridotta non esisteva lo zucchero raffinato bianco oggi in uso. I processi rudimentali di raffinazione producevano uno zucchero grezzo color marroncino. Ci vollero le ossa d’animali e delle enormi raffinerie per trasformarlo in cristalli di un bianco purissimo. Nell’America dei pionieri, chi era nel  business  dello zucchero aveva completa libert`a d’azione e non c’era alcuna interferenza governativa; infatti non erano ancora stati inventati il Dipartimento per l’Agricoltura, n´e le leggi per la protezione del consumatore ecc. La canna da zucchero fu una delle ultime derrate introdotte negli Stati Uniti e ne fu coltivata in quantit`a limitata dagli schiavi della Luisiana. I padri fondatori della nuova nazione non vi prestarono pi`u attenzione di quanto avesse fatto il loro ex tiranno, Giorgio III d’Inghilterra. Il piccolo bilancio federale viveva solo grazie alle tasse e alle gabelle sulle merci importate. Cuba era come una colonia dietro l’angolo e forniva circa il 90% dello zucchero americano. La tassa d’importazione di 5 cents al chilo sullo zucchero grezzo cubano, destinato agli zuccherifici statunitensi, rappresentava il 20% dell’intero reddito federale proveniente dai diritti di importazione. Gli Americani superarono ben presto gli Inglesi ed ogni altro popolo nel consumo di zucchero, ben un quinto di tutta la produzione mondiale ogni anno, tranne che durante la Guerra Civile. Nel 1893 in America si consumava pi`u zucchero di quanto il mondo intero ne avesse prodotto nel 1865. Nel 1920, al tempo del Proibizionismo, il consumo di zucchero raddoppi`o. In guerra come in pace, in depressione e in prosperit`a, con alluvioni e siccit`a, il consumo di zucchero in America `e costantemente aumentato. Probabilmente `e stata la pi`u seria sfida al corpo umano di tutta la storia della nostra specie.

` interessante osservare come l’oppio abbia seguito un cammino storico E parallelo a quello dello zucchero . Entrambi furono dapprima utilizzati come medicine e poi finirono col diventare dei piaceri sensoriali assuefacenti. Il traffico d’oppio, come quello dello zucchero, sembra sia cominciato in Persia. Entrambi furono scoperti e diffusi nel mondo dagli Arabi e in pochi secoli da un uso terapeutico passarono al servizio del piacere puro e semplice. In Cina si inizi`o a fumare l’oppio nel XVIII secolo; i Portoghesi furono i primi a lanciarsi nel commercio delle due droghe, seguiti dai Britannici. Un imperatore cinese aveva previsto – quando fu scoperto l’alcool – che questo avrebbe potuto causare disastri tra i suoi sudditi, ma non eman`o alcun editto per proibirlo. Verso il 1760, invece, le autorit`a imperiali cinesi ritennero di vietare l’uso dell’oppio ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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e renderne illegale anche solo la coltivazione. Come al solito, il proibizionismo serv`ı solo a peggiorare le cose. Gli Inglesi preferirono entrare in guerra contro la Cina, allo scopo di proteggere i loro interessi nel vantaggioso mercato di questa droga. La  Real Compagnia delle Indie Orientali  mantenne il suo monopolio sulla coltivazione del papavero in India alla stessa maniera in cui la  Real Compagnia delle Indie Occidentali mantenne il suo sulla coltivazione della canna da zucchero nelle Antille. Il contrabbando dell’oppio, come il commercio dello zucchero, fu all’origine di alcune delle grandi fortune accumulate in Inghilterra e in America. In tutti e due i casi, l’altra faccia della dorata medaglia era fatta di episodi riprovevoli di schiavismo e di degradazione umana. Le “guerre dell’oppio” terminarono col  Trattato di Nanchino, nel 1842, e le importazioni di oppio in Cina furono riaperte su pressione britannica nel 1858. Circa in quello stesso periodo gli esperti si misero al lavoro contemporaneamente sullo zucchero e sull’oppio e produssero delle versioni raffinate di entrambi. L’oppio raffinato fu chiamato morfina. La stessa rivoluzione industriale, che aveva prodotto la macchina a vapore, invent`o l’ago ipodermico e fu cos`ı che le iniezioni di morfina divennero il farmaco miracoloso del tempo, la panacea per tutti i mali, compresa la nuova malattia scoperta nei paesi pi u ` ≪zuccherivori ≫: il diabete zuccherino o mellito. Dopo la Guerra di Secessione, la morfinodipendenza fu soprannominata negli Stati Uniti la “malattia dei soldati”, perch´e migliaia di veterani uscivano dagli ospedali militari assuefatti. Un’altra abitudine presa durante la guerra fu quella delle lattine di latte condensato, conservato grazie a grandi quantit`a di zucchero. Quando finalmente i medici si accorsero – troppo tardi – delle propriet`a assuefacenti della morfina, i laboratori si rimisero al lavoro ed ottennero un prodotto pi`u raffinato ancora della morfina, vantato dagli “stregoni” come un nuovo analgesico, che questa volta non avrebbe dato assuefazione. Il suo nome scientifico assai complicato, di diacetilmorfina fu presto soppiantato dal nome popolare di eroina. L’eroina fu a sua volta salutata come la droga miracolosa del suo tempo e sostitu`ı la morfina nel trattamento del diabete mellito. Pochi anni dopo l’abolizione delle tasse sullo zucchero nell’America di fine del secolo, il governo si mise a tassare gli oppiacei. Essi scoprirono la vecchia Cannabis Sativa – haschish, marijuana – il cui uso era assai pi`u antico di quello di zucchero ed oppio, solo negli anni ’30. In certi ambienti del primo ‘900 ci furono degli esperti che dichiararono lo zucchero la pi`u dannosa di tutte le sostanze che provocano assuefazione, mentre l’atteggiamento nei confronti degli oppiacei era relativamente pi`u benevolo. ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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Nel 1912, il dentista Boesler faceva notare: Lo zucchero industriale moderno ha provocato malattie del tutto nuove. Quello normalmente in commercio non e` altro che l’acido cristallizzato concentrato. Anticamente era cos`ı costoso che solo i ricchi potevano permetterselo, insomma non era rilevante economicamente. Oggi per`o, a causa del suo basso costo,  ha provocato una diffusa degenerazione di tutta la popolazione ed `e quindi tempo di insistere sulla necessita` di un generale risveglio. La perdita di energia dovuta al consumo di zucchero nell’ultimo secolo non potr`a pi`u essere ricuperata, poich´e ha lasciato un segno indelebile sulla specie umana. L’alcool, consumato per migliaia d’anni, non ha causato la medesima degenerazione di un’intera razza, perch´e non contiene acidi distruttivi. Ci`o che lo zucchero ha distrutto e` perduto e non si pu`o pi`u ricuperare≫ . ≪

L’avvertimento del buon dottore al Paese era drammatico almeno quanto la diagnosi sui Mori di Rauwolf, di 300 anni prima. Nel 1911, l’undicesima edizione dell’ Enciclopedia Britannica riportava una guida pratica completa per l’acquisto, l’uso e la manutenzione di una pipa da oppio e affermava tra l’altro: Fumare dell’oppio si pu`o considerare molto simile all’uso degli stimolanti alcoolici. Per la maggioranza dei fumatori, che ne usano con moderazione, sembra agire da stimolante, rendendoli capaci di sopportare cos`ı molta fatica a lungo, nutrendosi poco o niente. Se il fumatore si dedica attivamente ad un lavoro, l’oppio non e` pi`u nocivo del tabacco. Se preso in eccesso, diventa un’abitudine inveterata; questo per`o capita ad individui dal carattere debole, che altrettanto facilmente si rendono schiavi di bevande tossiche e che son spesso imbecilli morali gi`a assuefatti ad altre specie di depravazione≫ . ≪

La Britannica liquidava in due parole le obiezioni cinesi contro l’oppio e la volont`a economica che lo sosteneva: Non v’`e dubbio che la droga sia avversata da tutti i Cinesi in grado di pensare che non ne siano interessati economicamente e questo per molte ragioni, tra cui il depauperamento delle campagne, il calo demografico, il pericolo di carestie dovuto alla coltivazione del papavero anzich´e di cereali e la corruzione dei funzionari ≫ . ≪

Ogni sguardo al passato ci ricorda che tutto cambia. E  l’accettazione pubblica o il pubblico allarmismo circa appetiti, abitudini e dipendenze nei confronti di sostanze tossiche e` cambiata pi u` spesso di quanto non si creda. La ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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differenza tra la dipendenza dallo zucchero e quella da narcotici e` principalmente in termini di grado d’assuefazione. Piccole dosi di narcotici possono cambiare un comportamento fisico e mentale molto rapidamente. Gli zuccheri ci mettono un po’ pi u` di tempo, qualche minuto nel caso di uno zucchero semplice, liquido, come l’alcool, fino a diversi anni per altri tipi di zuccheri . La persistente fantasia americana circa il tipico spacciatore – radicata nei miti e nelle leggi – e` quella di un viscido degenerato che si aggira nei dintorni di giardinetti e scuole offrendo campioni gratuiti di sostanze stupefacenti a bimbi innocenti. Questo tipo di fantasia caricaturale e scadente fu creata all’inizio del secolo da, e per, una nazione fatta di alcolisti e zucchero-dipendenti con una inguaribile nostalgia per il negozietto dove tanti di loro erano stati iniziati. Mark Twain ci racconta, nella sua autobiografia, che nel 1840 a Florida nel Missouri, sua cittadina natale e mercato di schiavi, c’erano solo due negozi, uno dei quali apparteneva a suo zio: Era un negozietto piccino. . . Qualche barile di sgombro salato, caff`e e zucchero di New Orleans dietro il banco; pile di scope, pale, asce, zappe, rastrelli ed altre cose simili. . . Un mucchio di cappellucci da poco prezzo ed arnesi di stagno appesi alle pareti. . . Un altro banco per la polvere da sparo uno o due formaggi e sacchi di pallini; di fronte, secchi di chiodi e, dietro, un paio di barili di melassa di New Orleans, con del whisky nostrano di mais, alla spina. Se un ragazzetto si comprava 5 o 10 cents di merce, gli veniva regalata una mezza manciata di zucchero dal barile. . . E se un uomo comprava qualcosa poteva tirar su e trangugiare quanto whisky voleva. Tutto costava poco: mele, pesche, patate dolci o irlandesi e mais, tutti 10 cents il sacco; polli, 10 cents l’uno; burro, 6 cents la libbra, uova, 3 cents la dozzina; caff`e e zucchero, 5 cents la libbra; whiskey, 10 cents al gallone ≫ . ≪

Lo zucchero costava molto pi`u del whisky e delle altre derrate: eppure eccoli l`a a distribuirlo gratis, prendendo per sempre i piccoli all’amo. L’autore come qualsiasi bimbo il cui zio possieda un barile di zucchero era un ≪bimbetto gracile, insicuro, sempre stanco ≫, che viveva ≪specialmente grazie alla medicina allopatica≫.

Nel 1840 “spacciatori di zucchero” e  Sistema Malattie2 erano compari di ferro. Washington prendeva 2 cent di tasse ogni sacchetto da 5 cent e continu`o cos`ı per altri cinquant’anni. Dei tossicodipendenti che mantenevano il governo – invece del contrario – una volta tanto. 2

Sottosistema dell’establishment   (il Sistema), il  diseasestahlishment  (Sistema creatore di malattie) sarebbe per Dufty la parte maggioritaria del Sistema che, legalmente e no, produce malattie e miserie umane per suo profitto e lucro. (n.d.c.). ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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Capitolo 3 Come si e` arrivati fino a questo punto Mi comprer`o un bel pezzo di carne, la cuocer`o per cena e poi, prima ancora che abbia finito di cuocere, alzer`o bandiera bianca e cener`o con quel che ho sempre desiderato sin dall’inizio: pane e marmellata. . . Perch´e ci`o che realmente voglio e` solo e sempre zucchero. ≫ ≪

Andy Warhol,  New York Magazine  31-3-75 Siamo in cos`ı tanti oggi a consumare grandi quantit`a di zucchero che ci `e difficile immaginare la reazione di un Crociato non ancora assuefatto al dolce che, stanco e ferito in Terrasanta, si prende la sua prima “dose”. Racconta Bernard Fergusson, in  Oltre il Chindwin1 , come ai soldati, stanchi al punto da non poter neanche parlare, venisse dato da mangiare una specie di zucchero fondente: il. . . risultato immediato era stupefacente, come in una moderna Pentecoste: ≪Le nostre lingue si ammorbidirono e potemmo di nuovo parlare ≫. ` difficile concepire che una sostanza in grado di produrre una reazione cos`ı E forte sul sistema nervoso di robusti e provati guerrieri sia la stessa che di solito regaliamo ai bambini per Natale. Lo zucchero era veramente qualcosa di pi`u potente della birra o del vino e anche della maggior parte dei farmaci conosciuti dall’uomo. Nessuna meraviglia che uomini di medicina arabi e giudei usassero lo zucchero raffinato con cautela e in dosi minime, prescrivendone quantit`a insignificanti aggiunte alle loro ricette: sapevano che dava alla testa, facendo passare istantaneamente corpo e mente da uno stato di spossatezza ad uno di allucinazione. 1

Fiume birmano famoso per battaglie nella seconda Guerra Mondiale (n.d.c.)

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Oggi, gli endocrinologi spiegano con esattezza il meccanismo di tutto ci`o. In termini strettamente biochimici, la differenza tra la vita e la morte `e pi`u impercettibile della differenza tra l’acqua distillata e l’acqua di rubinetto. Il cervello e` sicuramente l’organo pi`u sensibile del corpo. Il fatto di sentirsi pi`u o meno in forma, equilibrati o no, calmi o in preda alla frenesia, pieni di fiducia o depressi, dipende principalmente da quel che ci mettiamo in bocca. Perch´e il corpo sia al massimo dell’efficienza – ed il cervello non e` che una parte del corpo – 1a quantit`a di glucosio e di ossigeno nel sangue deve essere in un certo rapporto di equilibrio. Come fanno notare i dottori Abrahamson e Pezet in  Corpo, mente e zucchero , ≪uno stato di ipoglicemia, in cui il tasso di zucchero nel sangue `e relativamente basso, tende ad affamare le cellule del corpo, specie quelle del cervello. Cosa succede quando le cellule, in particolare quelle cerebrali, sono cronicamente sottonutriite? Sono le cellule pi`u deboli, le pi`u vulnerabili quelle che  per prime ne soffrono≫. Quando tutto va bene, questo equilibrio `e mantenuto stabilmente dalle ghiandole surrenali. Se ingeriamo dello zucchero raffinato (saccarosio), assorbiamo una sostanza che rappresenta lo stadio ultimo di trasformazione prima del glucosio, sostanza che sfugge cos`ı in larga misura ai processi chimici del nostro corpo. Il saccarosio passa direttamente nell’intestino, dove diventa glucosio “predigerito”; questo, a sua volta, `e assorbito dal sangue,  dove il rapporto di equilibrio tra glucosio e ossigeno `e gi a` stato prestabilito con precisione; ecco allora che il livello di glucosio nel sangue viene drasticamente aumentato, l’equilibrio distrutto ed il corpo entra in crisi. ` il cervello a registrarlo per primo. Dalla corteccia surrenale esce un flusso di E ormoni per mobilitare tutte le riserve chimiche che possono equilibrare l’eccesso di zucchero: dalle isolette del pancreas esce l’insulina, che serve proprio a tener basso il livello di glucosio nel sangue, lavorando in antagonismo complementare agli ormoni delle surrenali (adrenalina), che si preoccupano di tener alti invece i livelli di zucchero. Tutto ci`o avviene con un ritmo frenetico, e i risultati sono prevedibili: andando troppo in fretta, si spinge troppo in l`a. Il tasso di glucosio nel sangue scende ad un livello bassissimo ed una seconda crisi si produce in conseguenza alla prima. Le isole del pancreas si devono fermare, come pure alcuni scomparti delle ghiandole surrenali. Altri ormoni devono essere prodotti per controbilanciare quest’ultima inversione della direzione biochimica del corpo, per far s`ı che il tasso ematico di glucosio risalga ancora. Tutto questo si riflette sulle nostre sensazioni, su come ci sentiamo. Quando il glucosio viene assorbito dal sangue, ci sentiamo in forma e viviamo un rapido “tirarsi su”. Per`o questo aumento di energia presa a prestito non tarda a subire un calo e il glucosio scende al minimo. ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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Ci sentiamo allora stanchi, provati e dobbiamo fare uno sforzo anche solo per muoverci o pensare e questo sino a che il tasso di glucosio non sia nuovamente risalito. Il nostro povero cervello diventa cos`ı incline al sospetto ed alle allucinazioni; ci capita di essere irritabili, tutti nervi e scatti. La gravit`a di una crisi conseguente ad un’altra crisi dipende dal sovraccarico di glucosio. Se continuiamo ad assorbire degli zuccheri, una nuova doppia crisi comincia sempre prima ancora che quella vecchia sia finita. L’accumularsi delle crisi arriva entro la fine della giornata a farci “dare i numeri”.

Come risultato di anni ed anni di giornate come questa, ci ritroviamo con le ghiandole surrenali distrutte: non tanto a causa del superlavoro, quanto dai continui “colpi di frusta” . La produzione globale d’ormoni e` scarsa e le quantit`a sono sfasate; questa funzione alterata si riflette su tutto il sistema endocrino. Ben presto il cervello pu`o avere delle difficolt`a a distinguere quello che `e reale da quello che non lo `e. Se poi siamo sottoposti ad uno stress, andiamo a pezzi, perch´e il nostro sistema endocrino non cela fa pi`u; l’efficienza cala giorno per giorno, siamo continuamente stanchi e ci sembra di non riuscir pi`u a combinare niente: siamo in preda agli  sugar blues . I medici che hanno studiato questo meccanismo notano che ≪siccome le cellule cerebrali sono quelle che dipendono interamente, istante per istante, dal tasso di glucosio nel sangue per il loro nutrimento, sono dunque le pi`u colpite. Il preoccupante aumento ed il grandissimo numero di “malati di nervi” tra la popolazione e proprio una riprova di questo fenomeno ≫. Non tutti arrivano al limite estremo; alcuni partono con una costituzione e delle ghiandole surrenali pi`u robuste; altri, come lo scomparso presidente Kennedy, no2 . 2

Stewart Alsop,   Stay of Execution . Scrive Stewart Alsop, nel suo libro   Esecuzione sospesa, che il dr. John Glick dell’Istituto Nazionale della Sanit`a era scettico a proposito dell’uso di steroidi (cortisone) poich´e non curano il male alla radice e perch´e, pur facendo dapprima sentir meglio il paziente, gli fanno pagare un caro prezzo con effetti collaterali: ≪Questo mi turb`o. Ricordo che John Kennedy prendeva steroidi per insufficienza surrenalica ed infatti pareva pieno di incontrollabile energia. . . ≫. Alsop prosegue facendo notare che, quando provava a chiedere a qualche amico intimo del presidente che quantit`a ne prendesse, si sentiva rispondere che Kennedy non ne parlava mai, ma che era facile scoprire quand’era sotto l’effetto del cortisone, perch´e era come se “partisse in quarta”. Nel libro di O’Donnell e Powers,  Johnny ti conoscevamo appena , ci sono numerosi aneddoti sul consumo sconsiderato che Kennedy faceva di gelati, frapp`e al latte e malto e cose simili. Il 2 maggio 1969 un giornale canadese, il Toronto Telegram  riportava un articolo di Sid Adilman su Helen Lewis, redattrice CBC per 14 anni. Tra i ricordi di Helen Lewis sui suoi primi tempi a Hollywood, c’era quello di esser stata l’unica persona in Canada ad aver comprato dei cornetti gelati per John Kennedy e ricorda: ≪Una persona che non mi piaceva per niente, a Hollywood, era Joe Kennedy, un uomo freddo come un pesce. . . Portava i suoi ragazzi agli Studios il sabato

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Ci sono diversi gradi di abuso di zucchero e di  sugar blues, comunque il corpo non mente: consumando zucchero, se ne subiscono le conseguenze. Lo scomparso endocrinologo John W. Tintera fu molto eloquente a questo ` assai facile migliorare il vostro carattere, aumentare l’efficienza proposito: ≪E e cambiar in meglio la vostra personalit a` . L’unico modo per far questo e` quello di evitare assolutamente lo zucchero di canna e di barbabietola, in qualsiasi modo si presenti ≫. Ci`o che gli endocrinologi esperti ci dicono oggi, i guaritori dei cosiddetti “secoli bui” lo sapevano per istinto o lo impararono con la pratica. Di generazione in generazione, secolo dopo secolo, la gente si rivolgeva a loro. Mentre gli imperatori, i re, i papi ed i baroni pi`u ricchi avevano i loro “dottori salernitani” o i medici mori e giudei, la gente comune di tutti i paesi, in tutto il mondo, consultava solo le guaritrici, la  saga, la  sage femme (levatrice), la buona donna o la  bella donna – nome che esse hanno dato ad una pianta utilizzata ancora oggi dai medici. L’ anatomia, l’alchimia e la farmacologia fiorivano presso queste persone molto tempo prima che tali studi diventassero scientifici. Le guaritrici sapevano che l’universo era governato da una legge e un ordine universale: esse erano nello stesso tempo il medico ed il prete, l’amico ed il buon vicino.

Quando i medici erano ancora molto rari e praticavano barbari rituali “virili” come salassi e amputazioni delle membra, i guaritori riuscivano a curare la gente combinando l’azione delle piante con l’imposizione delle mani (pranoterapia) insieme ai consigli relativi alla dieta, al digiuno e alla preghiera. Spesso la maga era anche levatrice ed infermiera ed officiava al momento della nascita e della morte. Se un bimbo nasceva deforme, la maga talvolta gli toglieva pietosamente la vita col cuscino. Se un’anima anziana agonizzava lentamente e in pena, l’aiutava a morire pi`u in fretta con lo stesso cuscino. Filippo Aureolus Paracelsus (alias Theophrastus Bombastus von Hohenheim), il grande medico del Rinascimento, che influenz`o a Goethe, il quale a sua volta ispir`o Darwin, rinneg`o la farmacopea in uso nel 1527 e dichiar`o di aver imparato dalle streghe tutto quello che sapeva . Le guaritrici conoscevano bene le propriet`a di molte piante e alimenti. Per distinguere i cibi buoni e sani dalle sostanze nocive o velenose usavano spesso uno strumento comune tra gli antichi: un rametto biforcuto, un pendolino – una bacchetta divinatoria – sospeso ad un filo. Il bastoncello del rabdomante serve a rivelare la presenza d’acqua o di minerali: si abbassa di colpo in presenza di una pomeriggio e mi ordinava di portare “quei piccoli furfanti” di Joe Jr. – che venne ucciso anni dopo – e John, tutti e due cos`ı carini nei loro abiti alla marinara, allo spaccio. Pagavo sempre io. Joe non mi dava mai un soldo ≫.

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vena sotterranea. Quest’arte rabdomantica e` sopravvissuta in molti posti: ricordo che mio nonno, che era irlandese, si rivolgeva ad un rabdomante quando voleva trovare il posto migliore per scavare un pozzo. Oggi quest’antica arte `e stata riscoperta da ingegneri e scienziati di tutto il mondo e viene usata per calcolare l’energia vitale dei cibi.

Mentre il succo fresco di barbabietola da zucchero permette di registrare 8.500 unita` di energia radiante salutare, una zolletta di zucchero non ne registra nessuna , nonostante il calcolo delle calorie indichi per entrambi all’incirca gli stessi valori. Agli occhi della maga, lo zucchero raffinato sarebbe stato bocciato per un semplice motivo: non era un alimento completo. Le parole inglesi  holy  (sacro, benedetto),  whole  (completo),  healthy  (sano) e  hale  (robusto) provengono tutte dalla stessa radice. Un alimento completo era sacro, benedetto dagli spiriti della natura, destinato a proteggere la salute dell’uomo. Lo zucchero non era ovviamente un cibo completo come una pianta verde o un chicco ambrato. La canna cresceva in terre lontane e tropicali: il contadino medio, specie quello d’Europa, non poteva certo lavorare la canna in casa, come invece faceva con pane, formaggio, vino e birra. Lo zucchero era una sostanza forestiera, importata da lontano, fatta da mani ignote con una pianta che n´e la maga n´e il rabdomante avevano mai visto. Se aveva una sua storia, era una storia estranea. Si astennero probabilmente dal pronunciare un verdetto definitivo su di esso, in attesa che una maga di Cheltenham si fosse consultata con una sua collega delle Barbados. Nel frattempo per`o lo zucchero veniva importato da lontano da lacch`e della Chiesa e dello Stato, che – agli occhi dei guaritori secondo natura – avevano dei precedenti personali che potevano apparire senza macchia, nonostante si fossero lasciati dietro una scia di morte, tasse, dolori e pene, guerre e pestilenze. L’atteggiamento degli uomini di pensiero di quel tempo `e ben simboleggiato dalla leggenda dei “matti di Gotham”. Quando il re annunci`o la sua intenzione di “onorare” il loro villaggio costruendo una specie di cattedrale, la Casa Bianca Occidentale di San Clemente di Nixon nel bel mezzo del paese, i decani di Gotham annunciarono ufficialmente la loro gioia e soddisfazione. Allo stesso tempo, per`o, ben sapendo che ci`o avrebbe causato la rovina della loro vita e la confisca delle uova e delle galline, consultarono ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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la maga locale onde evitare questa calamit`a. Poco dopo, tutti in citt`a presero a comportarsi in maniera bizzarra, come dei matti. Tale insanit`a di mente continu`o sino a che il re ebbe cancellato i propri piani; il fingersi matti era stata l’unica forma possibile di dissenso. I guaritori secondo natura ispiravano fiducia; dovunque la gente aveva il massimo rispetto per la loro saggezza pratica e concreta. Proprio per questo costituivano una minaccia per la chiesa e i governi corrotti di allora. Non ci volle molto perch´e tali autorit`a stringessero un’alleanza sistematica per annientare coloro che praticavano le arti mediche naturali. Tutto ebbe inizio quando i Crociati tornarono a casa trionfanti, con le loro storie piene di gloria. Essi portarono con s´e anche qualche interessante novit`a carpita nella terra degli Infedeli. Una di queste era il mulino a vento, che permise ben presto di macinare i cereali in cima a un colle, oltre che lungo i corsi d’acqua. Poi c’era il trucchetto di usare lo zucchero come fermentante per fare birra e vino. Questo trattamento “di frodo” venne chiamato  sofisticazione. Sofisticare della birra significava corromperla, rovinarla, aggiungendoci qualche sostanza estranea ed inferiore. Lo zucchero era estraneo ed inferiore al malto d’orzo ed al luppolo. La parola   sofisticare   pass`o di moda e venne sostituita da   adulterare, che a sua volta diede luogo alla descrizione quantitativa del tutto anodina di sostanze estranee ed inferiori come gli additivi. Oggi noi siamo cos`ı sofisticati e la nostra alimentazione e` cosi corrotta che i nostri sofisticatori hanno buon gioco a farci credere doppiezze di ogni genere. Il cibo va davvero “integrato” o “vitaminizzato”? Perch´e raffinare la farina per poi “arricchirla”? Il processo di raffinazione spoglia il cereale di molti elementi vitali. Un bel progresso! 3 Ai bei tempi di una volta, quando la birra era birra, la sofisticazione era una cosa da combattere. I veri intenditori della bevanda prendevano misure drastiche per esser certi di bere una birra fatta con nient’altro che cereali, malto e luppolo. Gli amatori incaricati di assaggiarla rovesciavano la bevanda sospetta su di una panca di legno e la “collaudavano” sedendocisi sopra coi loro calzoni di cuoio. Dopo le dovute deliberazioni e la necessaria evaporazione, l’incaricato dell’assaggio si alzava dalla panca. Se il suo derri`ere in cuoio rimaneva appiccicato 3

Negli USA i cereali raffinati (farine di grano per pasta o pane, riso bianco ecc.) vanno per legge “addittivati” con vitamine e minerali (vitamine gruppo B, ferro e altro) di origine sintetica, spesso. . . petrolifera!  La soluzione pi`u ovvia, quella di non raffinarli, non viene presa in considerazione, mentre quella di “addittivarli” pare interessante e forse pi`u remunerativa anche alle nostre Autorit`a, che, dopo aver per legge vietato di chiamare riso o pasta quelli veri e cio`e integrali, stanno esaminando la possibilit`a di “integrare” e “rafforzare” artificialmente gli stessi sul modello americano. (n.d.c.) ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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al legno, il birraio era nei guai, perch´e aveva senz’altro aggiunto dello zucchero alla sua birra, infatti si riteneva che la birra di puro malto d’orzo non fosse appiccicosa.  I consumatori dell’epoca erano violenti e rudi e la punizione seguiva implacabile: il birraio fraudolento finiva o in gattabuia o esiliato. Sotto il regno di Edoardo il Confessore, re d’Inghilterra, le cronache dell’XI secolo parlano di un ≪furfante d’un birraio di Chester che fu portato in giro per la citt a` su di un carro in cui era stato raccolto il liquame dei cessi . . . ≫. Sofisticatori moderni, siete avvertiti! Oggi tutti sanno del buon Re Giovanni e della sua  Magna Charta, proclamata nel 1215, il primo  Documento sui Diritti dell’Uomo. Peccato non si sia troppo informati sul fatto che la gogna o il carretto dei rifiuti servivano a dissuadere i sofisticatori del pane, della carne, della birra e del vino. Nel 1482 in Germania un sofisticatore di vino fu condannato a bere sei litri della sua mistura. Mor`ı nel bel mezzo dello  spot  pubblicitario. . . Il popolo, per fare i propri test, era attaccato a metodi semplici e tradizionali e diffidava dei nuovi sistemi dalla modernit`a oltraggiosa e di importazione. ≪Quando i popoli persero di vista il modo corretto di vivere – scrisse Lao Tze – vennero i codici a sancire l’amore e l’onest`a≫. Nel 1816 in Gran Bretagna venne emanato un editto che metteva fuorilegge i birrai che fossero anche solo colti in possesso di zucchero o di melassa. Nel nostro XX secolo la sola detenzione di droghe `e sufficiente per essere incriminati. Nel XIX secolo aver dello zucchero era considerata una prova dell’intenzione di sofisticare la birra, cosa punita per`o non pi`u con la gogna e la berlina, ma con multe o col carcere. I birrai e i vinai disonesti poterono perci`o permettersi di correre pi`u rischi, data la pena pi`u mite. Un tempo  la birra era  ben altro che questa specie di liquido schiumoso, colorato e truccato della nostra  era della plastica. Era invece  una specie di pane liquido, un prodotto alimentare essenziale . Madri e balie ne bevevano a colazione: un birraio che 1’inzuccherasse era perci`o una minaccia per la sopravvivenza della comunit`a. Il fatto di portarlo a spasso per la citt`a su un carro di... merde4 era un messaggio ben chiaro: corpo e cervello umani non possono sopportare lo zucchero. Lo sapevano bene loro.  La gente imparava dalla maga o sentiva nel sangue che lo zucchero era veramente troppo dolce per non essere estremamente pericoloso : ma, come Eva nel Giardino, si lasci`o tentare. Pensava di potersene disfare facilmente, qualcuno sembrava potercela fare, lo pensarono fino a quando, mesi o anni dopo, scoprirono che non era cos`ı, specialmente gli altolocati e i potenti.  Presto o tardi si manifestavano i segni, gli incidenti, gli avvertimenti: i loro corpi stavano dando i primi segnali. 4

in francese nel testo.

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Soldati e marinai, che trasportavano preziosi carichi di costosissimo zucchero per migliaia di miglia, scoprirono che quella roba rimaneva appiccicata alle loro dita.  Cominciarono ad aver pi u` problemi coi denti . La servit`u delle case dei ricchi, ove il tesoro bianco era tenuto sottochiave, cominci`o a notare che  l’urina nei pitali dei grandi e dei potenti aveva un odore sempre pi u` dolce: era una cosa di cui parlare solo ed esclusivamente con la maga. I naufraghi di navi da carico che trasportavano zucchero cercarono di sopravvivere solo con zucchero e rum, ma si indebolivano e spesso morivano. Se ne parlava un po’ dappertutto. I lavoranti dei depositi e delle nuove raffinerie delle citt`a sembra fossero spesso soggetti a  tisi galoppante. A volte ne parlavano. Quando pizzicavano un pezzo di zucchero qui e l`a, invece, non lo dicevano.

Le culture antiche, come quelle orientali, credono fermamente che tutti i disordini fisici e mentali derivino da ci o` che si mangia. I saggi orientali dicevano che corpo e mente non sono separati, ma una cosa sola . Anche la maga, la levatrice, il guaritore lo sapevano bene. Comunque, al tempo in cui lo zucchero divenne un alimento largamente diffuso in Europa, i guaritori naturali vennero considerati da un giorno all’altro nemici dichiarati della Chiesa e dello Stato. I malati che li consultavano lo facevano sapendo di rischiare un arto o la vita ad aver qualcosa e che fare con loro e i guaritori correvano lo stesso pericolo aiutandoli. La Chiesa dichiar`o, nel XIV secolo, che ≪se una femmina s’osasse di curare senza aver studiato, e` una strega e deve deve morire ≫. Preti cattolici e protestanti proibirono l’esercizio delle arti mediche o la diffusione di ogni tipo di consigli basati sul buon senso, sotto la minaccia della pena di morte. Naturalmente non contava affatto che tali persone avessero passato l’intera vita in studi pratici. Studiavano tutti l’ordine dell’universo, i semi e le stelle, gli animali, gli uccelli e le api nel loro  habitat  naturale. La natura e la tradizione erano i loro maestri e non le Scritture cos`ı com’erano interpretate dai preti. Non esistendo la carta stampata, tutta la conoscenza e la storia che non erano in mano all’onnipotente clero venivano tramandate da guaritore a guaritore. Se consultavi una maga per dei disturbi allo stomaco, ti chiedeva cosa avevi mangiato, ti dava consigli pieni di buon senso e forse una tisana da bere per rimetterlo a posto. Se andavi da un guaritore naturale lamentando malinconia, emicrania o follia, lui sapeva che il malessere era dovuto a qualcosa che avevi mangiato, probabilmente dello zucchero. In questo caso, ti metteva severamente in guardia e ti consigliava forse una pozione o un infuso per rimetterti a posto il cervello.

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Di colpo, quei giorni se ne erano andati e  la medicina naturale era diventata stregoneria . Se le tue allucinazioni erano state attribuite allo zucchero e si era sparsa la voce, l’intera storia poteva esserti rivoltata contro. Eri stato stregato.  La strega stava diffondendo maligne illazioni contro lo zucchero per minare una nuova impresa nazionale, benedetta dalla Chiesa e lucrosa per lo Stato . La stregoneria divent`o di competenza del prete e dell’esorcista e la cura prescritta alla persona posseduta era quella di denunciare la guaritrice, la “strega” o lo stregone, causa dell’incantesimo profano e malefico. La punizione? Il rogo. Gli Inquisitori si lamentavano amaramente del fatto che le persone stregate consultassero la strega e venissero curate con metodi naturali: Si fanno visitare e curare dalla  saga  anzich´e da preti ed esorcisti. . . E dette cure avvengono coll’aiuto de’ diavoli, il che `e contro la legge; per cui non `e legale curare quell’incantesimo5, ma va invece pazientemente sopportato ≫. ≪

All’epoca della caccia alle streghe tutti i disordini, gli eventi e i sintomi eran divisi in due categorie: quelli di cui si riteneva l’ammalato responsabile (fisici) e quelli che si pensava fossero opera del demonio (mentali). La febbre da latte, la tisi galoppante ed altri sintomi e manifestazioni conclamati erano chiaramente di tipo fisico. I sintomi invisibili al contrario, dalla malinconia all’emicrania fino alla pazzia, erano dovuti alla stregoneria. Col sostegno di principi e monarchi, la Chiesa medievale aveva il completo controllo sull’educazione e sulla pratica medica. L’infame manuale del 1486 ad uso di cacciatori di streghe, il  Maellus Malef ocarum  (Il martello delle streghe) le definiva come ≪quelle che cercan d’indurˆ  re altri a fare prodigi malefici ≫. Prescrivere cure era uno dei malefizi cui pensava l’autore. L’eresia era generalmente definita come ≪l’infedelt`a in una persona che `e stata battezzata≫. E le levatrici erano viste come quelle che ≪sorpassan tutte le altre per la malvagit`a≫. Probabilmente non ci fu mai un “porco maschio sciovinista” pari al Grande Inquisitore, che dichiarava che ≪ogni stregoneria viene dalla lussuria della carne, che e` , nella donna, insaziabile ≫. Quando venne proibito ai medici, in quanto maschi, di assistere ai parti, un dottore tedesco troppo curioso si era sostituito alla levatrice di soppiatto. Fu scoperto e mandato al rogo. Ora il pendolo aveva percorso tutta la via fino in fondo. Qualsiasi attacco violento di una qualche malattia improvvisa – o che almeno paresse tale – era attribui5

L’incantesimo sarebbe la malattia, specie se nervosa (n.d.t.)

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to all’opera delle streghe. Gli Inquisitori si affidavano ai medici, per distinguere tra malanni dovuti a cause naturali e incantesimi causati da fatture. Un altro metodo per discernere tra disordini naturali (fisici) e soprannaturali (mentali) era una sorta di  test di Rorschach  medioevale: tenevano del piombo fuso sospeso sopra il corpo del paziente e poi lo versavano in acqua. Se il piombo prendeva una forma riconoscibile, la punizione era immediata. Qualunque forma prendesse il piombo, l’Inquisitore poteva sempre trovare un argomento per provare senza possibilit`a di dubbio, che il paziente soffriva esattamente di quello di cui si sospettava fin dall’inizio. Il latino era la lingua dei preti e dei medici e cos`ı i dottori presero ad usare la parola  sintomi  dal greco  symptoma  che significa  segno. Ci`o che la guaritrice aveva chiamato  segno  o  avvertimento della natura, il medico lo chiamava invece sintomo. Ben pochi medici potevano dirti qualcosa di pi`u di quanto non ti sentivi gi`a nelle ossa. Potevano solo esaminarti, ascoltare le tue lamentele e dare poi ai sintomi nuovi nomi in pompose formule latine o greche, cos`ı il prete non aveva il monopolio del mistero. Se un dottore diceva: ≪Ah, mi sa che hai mal di stomaco ≫, ti stava solo dicendo 1e stesse cose che tu gli avevi appena detto e se poi aggiuneva: ≪Dev’essere qualcosa che hai mangiato ≫, non si pu`o dire che c’era da restare proprio stupiti per la sua gran chiaroveggenza, ma se esclamava: ≪Ah, ecco un caso interessante di dispepsia≫, allora s`ı che sembrava far davvero qualcosa per te. Ti faceva sentire il primo ad esserti preso una nuova malattia nel quartiere: una nuova malattia di cui si parlava in un nuovo libro, magari scritto in latino. Johann Weyer, medico di corte del duca Guglielmo di Cl`eves, uno dei pochi uomini di medicina del suo tempo a pronunciarsi contro la caccia alle streghe, era durissimo nei confronti dei suoi colleghi del XVI secolo, che cooperavano con l’Inquisizione. Attacc`o ≪i medici incapaci e disinformati che attribuivano. . . tutte le malattie, il cui rimedio essi non conoscevano, alla stregoneria. Per questa ragione quei medici son loro i veri malfattori ≫. Il suo libro fu immediatamente messo all’indice.

Per secoli, medici disinformati e incapaci avrebbero continuato ad attribuire i segni del  blues da zucchero – la cui semplice cura sfuggiva loro – alla stregoneria. Tre secoli di malefatte mediche produssero cos `ı una vera babilonia di sintomi in greco e latino : schizofrenia, paranoia, catatonia, demenza precoce, nevrosi, psicosi, psiconeurosi, orticaria cronica, neurodermatite, cefalea, emicrania, tachicardia parossistica, tutti nomi terrificanti come il diavolo stesso. La gente perspicace, che capiva cosa veramente fossero i   blues  da zucchero, era praticamente ridotta ad agire clandestinamente . La serie di segni ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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ed avvertimenti che davano il corpo ed il cervello umani per l’incapacit`a a reggere lo zucchero, fu relegata insieme a loro.   Occorsero secoli perch e´ venisse riscoperto il significato di questi segni e di questi avvenimenti: in seguito gli zelanti missionari della Cristianit a` diffusero la croce, lo stendardo, lo zuccherino e la Coca Cola nel mondo intero . La Chiesa diede la sua benedizione allo schiavismo praticato per la buona riuscita degli affari zuccheriferi, facendolo passare come una salvezza per quelle anime pagane. Medici e preti continuavano a condannare i guaritori come stregoni e li destinavano alla dannazione.

Ora che la concorrenza era stata eliminata, il medico e il prete fecero quello che i conquistatori sempre fanno: si spartirono il bottino. Preti ed esorcisti si presero cura della psiche, lasciando il  soma (corpo) al medico e al chirurgo . Corpo e mente venivano cos`ı suddivisi in nord e sud, come si `e fatto per la Corea e per il Vietnam. Pi`u tardi, i preti furono soppiantati dagli psichiatri. Il dualismo per`o rimaneva: agli uni spettava di curare il corpo, agli altri la mente. L’Istituto Nazionale per la Salute `e distinto dall’Istituto Nazionale per la Salute Mentale. Quando l’imperatore romano Costantino abbracci`o il cristianesimo, obblig`o i suoi sudditi ad adottare la nuova religione di Stato: furono le popolazioni rurali a resistergli e i preti cittadini lanciarono fulmini contro i villani o pagi. Gli Inquisitori non s’avventurarono mai per buie strade pagane e non bussarono a molte porte, perch´e in certe zone erano in minoranza;  i curatori naturali venivano cos`ı protetti, come guardiani del sacro fuoco, e la loro antica saggezza preservata intatta... in clandestinit`a. Le streghe non furono, in fin dei conti, tutte quante destinate al rogo. . . Una gran parte di questo antagonismo storico profondo `e nascosta nella lingua e nei simboli. I cristiani chiamavano stregoni i guaritori naturali, dalla parola latina che designa qualcuno che tira a sorte o usa le carte dei tarocchi o i bastoncini di achillea, per predire il futuro. Essi cominciarono poi a chiamare tutti i non credenti, pagani. I “pagani” chiamavano le loro guaritrici  la buona donna. Il medico naturale usava pozioni ed erbe e queste a loro volta erano misteriose per i preti, che sentivano l’esigenza di mantenere il monopolio di tutti i misteri. Secoli d’orrori sono sepolti nella saga della metamorfosi della  buona donna  nella strega della notte di Valpurga o di Halloween. Un giorno d’estate del 1973, passeggiavo in una foresta antica, in un angolo sperduto del Sud Est della Francia, in compagnia di un guaritore erborista; lo guardavo perpetuare ci`o che i suoi antenati avevano continuato a fare per oltre quattrocento anni. Era per me come andare indietro nel tempo. Questa foresta ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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misteriosa sembrava proprio il Giardino dell’Eden. Camminavamo in scioltezza, attenti a non incespicare e a non disturbare il sacro ordine delle cose intorno a noi. Poi lui si inginocchi`o per assaggiare la rugiada mattutina. Lo vidi passare vicino a dozzine di piante prima di fermarsi davanti ad una, per poi raccoglierla con la stessa delicata considerazione con cui si solleverebbe un bimbo in fasce. Infine se la premette sul viso e il suo modo di odorarla fu come una specie di preghiera. Ci rinchiudemmo in un antico capanno di legno, ove  le piante erano appese a seccare. Ciascuna era stata raccolta al tempo giusto, secondo la luna, le stelle ed anche il grado di maturazione; anche i tempi d’essiccamento sono diversi, ore, giorni o settimane . Alcune erbe servono per infusi e tisane da bere prima dei pasti, mentre altre vengono impiegate per compresse e tinture a sollievo di mani e piedi doloranti. Il guaritore aveva imparato tutto questo da suo padre, che era solito rimanere allungato carponi nei campi a studiare gli insetti, gli uccelli, le api e altre creature, imparando i loro segreti coll’osservazione – come fecero Darwin, Goethe e Paracelso – per poi verificare le sue conclusioni sugli antichi testi ancestrali, validi per secoli e verificati costantemente con mezzi empirici e corretti in base a fatti e pratica e poi ancora pratica. . . La pratica della medicina erboristica. Suo padre se l’era portato su e gi`u per la campagna a raccogliere erbe, alle prime luci dell’alba o al chiar di luna. Le persone venivano da miglia e miglia intorno per chiedere consiglio per qualche malanno: alle volte dava loro delle erbe da portarsi a casa; talvolta preparava un bagno caldo con certi rametti secchi dentro ed il paziente era invitato a mettersi a bagno e a liberarsi dei suoi dolori, l`ı in cucina.  Nessuno mai lasci o` la sua casa senza che gli fosse stato chiesto che cosa mangiava e beveva e a tanti veniva raccomandato di badare alla qualit a` del pane mangiato o del vino bevuto. Si veniva poi sempre messi in guardia contro l’uso dello zucchero. I malati di solito venivano di giorno, una volta per`o un paziente speciale arriv`o nel bel mezzo della notte. Il padre del guaritore lo aveva curato nella maniera pi`u privata e confidenziale possibile, a porte chiuse e finestre oscurate. Quella volta, il padre aveva preparato personalmente il bagno caldo e le erbe medicinali; non avrebbe mai messo in imbarazzo il visitatore col chiedergli in presenza di estranei cos’avesse mangiato o bevuto, poich´e questo  paziente speciale era il medico del villaggio vicino, incapace, con tutta la conoscenza scientifica appresa all’universit a` e approvata dalla Chiesa e dallo Stato, di curare se stesso . Il dottore era in debito, come pure suo padre e i suoi predecessori, nei confronti dell’umile guaritore erborista di poca reputazione, qualche antenato del quale era stato forse arso vivo come stregone. ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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Uno psichiatra moderno, il dr. Thomas S. Szasz, ha riassunto in modo sarcastico quale sia il prezzo da pagare per l’ipocrisia, nel suo   La fabbrica della  follia: . . . Il medico moderno e specialmente lo psichiatra, ripudia sistematicamente il suo reale predecessore medioevale, l’umile e screditato mago e stregone. Preferisce invece far risalire le sue origini direttamente ai medici di scuola ippocratica dell’antica Grecia, saltando in un imbarazzato silenzio i1 Medio Evo.. . Ma ora la professione medica sta pagando il caro prezzo che un compromesso con la verit`a sempre comporta. Col negare le sue vere origini – e cio`e identificandosi con coloro che perseguitarono i suoi veri predecessori – il moderno psichiatra rinuncia a una sua identit`a di modesto ma indipendente guaritore, scevro dal dogma dell’autorit`a stabilita e diviene invece un servile vassallo dello Stato. . . Nella storiografia ufficiale della medicina contemporanea, la negazione di “maghi” e “streghe” quali curatori viene a formare un legame importante nel processo che port`o alla trasformazione del ruolo di medico, da lavoratore indipendente a burocrate del sistema. ≫ ≪

In quel remoto angolo della Guascogna dove visitai il guaritore erborista Maurice M´essegu´e, l’Inquisizione non era passata. Per`o erano passate con i loro disastri la seconda Guerra Mondiale e l’occupazione nazista. Il giovane apprendista stregone aveva lasciato il villaggio per viaggiare nel vasto mondo. Quando il figlio ripet`e altrove le cure semplici e naturali che suo padre, nonno e bisnonno avevano somministrato ogni giorno, queste vennero prese o per miracoli o per ciarlatanerie, a seconda del diverso modo di vedere, frutto della superstizione moderna. M´essegu´e cur`o con successo celebrit`a come l’ammiraglio Darlan, Mistinguette, Jean Cocteau e persino l’allora presidente della Repubblica Francese, Edouard Herriot.

Le cure semplici di M e´ ssegu´e ebbero a volte risultati cos`ı spettacolari che i suoi celebri pazienti ne parlarono un po’ troppo e lui venne cos `ı a rappresentare una tale minaccia per le autorit a` mediche ortodosse che queste non lo poterono pi u` ignorare. Fu cos`ı trascinato in giudizio per tutta la Francia una quarantina di volte per pratica della medicina senza diploma, per aver osato, come gi a` le streghe, curare senza aver studiato nelle istituzioni ufficiali. I processi si trasformarono in una spettacolare propaganda per la medicina erboristica.

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Fu il diseasestablishment 6 or orto todo doss sso o a re rend nder er fa famo moso so in Fr Fran anci ciaa Ma Maur uric icee M´essegu´ essegu´e. e. Un giudice dopo l’altro lo dichiar`o colpevole, condannandolo ad una multa simbolica di un paio di franchi e sollecitando subito dopo i suoi servizi per curare la moglie o l’amica, in attesa nel suo studio privato. Fu cos`ı che scrisse tre libri famosi famo si in Euro Europa, pa, basati sulle sue esperienze esperienze ed i suoi trattamenti trattamenti naturali. naturali. In presc escrizio rizione ne assa assaii semp semplice lice ereditata ereditata dagli ante antenati: nati: cibo tutti, egli ripete  la pr integrale naturale, coltivato biologicamente . Cio` che le punte pi`u avanzate della scienza medica hanno appena iniziato Ci` a scop scoprire, rire, i suoi antenati antenati l’avevan l’avevano o predicato predicato per pi u ` di 400 anni anni:: evi vita tare re lo zucchero di canna o di barbabietola in tutte le sue forme. Quando torn`o trionfante in Guascogna, Guascogna, venne giustamente eletto sindaco della bella citt`a di Fleu Fleuranc rance. e. Ora vive in un magnifico magnifico castello, castello, lo stes stesso so in cui sua madre aveva fatto la serva: ha nella sua tenuta una grande foresta, in cui passeggia ogni mattina. Questa vasta tenuta rappresenta una fonte inesauribile di piante ed erbe medicinali per provvedere ai bisogni di un mondo inquinato ed artificiale. Nel 1964 ho tradotto il primo di una cinquantina dei libri scritti da  un medico naturale giapponese . La mia intr introd oduz uzio ione ne a  You Are All Sanpaku di   George Ohsawa  raccontav  raccontavaa nei particolari la mia personale esperienza di cura guidato dai suoi semplici insegnamenti. Nel libro c’`e un interessante capitolo sullo zucchero che, tra l’altro, dice: La scienza e la medicina moderne hanno appena iniziato a dare dei timidi segnali d’allarme sul colossale aumento dei consumi pro capite di zucchero, specialmente negli Stati Uniti. Le loro ricerche ed i loro avvertimenti sono, temo, in ritardo di molti decenni. . . Sono sicuro sicuro che la medicina medicina occidenta occidentale le ammetter`a un giorno ci`o che e` conosciuto in Oriente da molti anni:  lo zucchero e` senza dubbio l’assassino numero uno nella storia dell’umanita`  – assai pi`u letale dell’oppio o della pioggia radioattiva – e specie per quei popoli, il cui alimento principale principale e` il riso bianco. bianco.7 ≪

Lo zuccher zucchero o e` il male pi`u grave che la civilt`a industriale moderna ha diffuso nei paesi dell’Estre dell’Estremo mo Orie Oriente nte e dell’ dell’Afric Africa. a. . .  Gli insensati, che danno o vendono zuc6

Il sistema causa malattie. Ohsawa Ohsa wa si riferis riferisce ce al fatto che la cucin cucinaa orientale moderna `e tutt’ora basata sul riso bianco, raffinato e che inoltre il consumo di zucchero ( yin, esp espans ansiv ivo, o, raffredd raffreddant ante. e. . . ) col`a usato spesso in cottura per la preparazione di minestre e del riso stesso per “migliorare” il sapore, non `e bilanciato dai consumi di  carni e prodotti animali (come invece in Occidente), i quali in un certo modo “riequilibrano” o, meglio, nascondono maggiormente gli effetti letali del saccarosio . I prodottii animali (carni, salumi, prodott salumi, uova uova,, latticini come formaggi ecc.) ecc.) sono piu`  yang  (concentrante, riscaldante...) e quindi il loro uso “maschera” l’azione devastante dello zucchero. (n.d.c.) 7

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chero ai bam chero bambini bini,, sco scopri priran ranno no un gio giorno rno,, con orr orror ore, e, a che punto ess essii dov dovran ranno no risponderne≫.

I guaritori naturali d’oggi sono in disaccordo tra loro su diversi punti, ma su una cosa son tutti d’acco d’accordo rdo:: il cor corpo po umano umano non pu`o tollerare 1o zucchero raffinat raf finato, o, il saccarosio saccarosio.. . .

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Capitolo 4 Nello zucchero noi fidiamo (Vedi nota  1 ). Nei secoli  bui raramente si rinchiudevano le persone un po’ fuori di testa. Tale reclusione cominci`o nel  secolo dei lumi, dopo che lo zucchero era gi`a passato da rara prescrizione farmacologica a comune confezione di caramelle e dolci. La grande reclusione del malato di mente ≫, come la chiam`o un noto storico, inizi`o verso la fine del XVII secolo, dopo che il consumo di zucchero era salito in Inghilterra da qualche pizzico qua e l`a in qualche barile di birra, ad oltre un milione di chili chili l’anno. A quel quel tempo, alcuni medici medici londinesi londinesi ave avevano vano cominciato ad osservare e registrare segni fisici irreversibili e sintomi della sindrome da  sugar  blues. ≪

Nel frattempo, nel caso in cui i consumatori di zucchero non manifestassero evide ev identi nti sin sintom tomii fis fisici ici e che i med medici ici fossero fossero in se serio rio imb imbara arazz zzo, o, i mal malati ati non erano pi`u dichiarati vittime di fatture o incantesimi, ma pazzi, alienati, turbati emotivamente. Fu cos`ı che la pigrizia, la l a stanchezza, il lassismo morale o il conflitto con i genitori – insomma qualsiasi problema psicosociale – era motivo sufficiente perch´e un giovane sotto i venticinque anni finisse rinchiuso in uno dei primi  ospedali parigini per malati di mente . Bastava solo una lamentela dei genitori, dei parenti o dell’onnipotente signor parroco. Balie col bimbo al seno, ragazzine incinte, bambini ritardati o handicappati, anziani, paralitici, epilettici, prostitute o pazzi furiosi,  chiunque insomma fosse da togliere dalla circolazione e dalla vista, veniva rinchiuso.   L’internamento 1

Il titolo e` la parafra parafrasi si del motto del presidente degli degli Stati Uniti Uniti:: noi fidiamo). (n.d.c.)

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In God We Trust≫ (In Dio



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negli ospedali psichiatrici sostitu`ı la caccia alle streghe e lo strillare strill are all’eretico, sotto le mentite mentite spoglie spoglie d’un metodo metodo pi` piu` umano ed illuminato di controllo sociale. Il medico ed il sacerdote s’incaricavano dello sporco lavoro di ripulire le strade in cambio del fav favore ore reale. Quan Quando do l’Ospedale l’Ospedale Generale Generale fu fond fondato ato a Par Parigi igi per Regio Decreto, ospitava l’uno per cento della popolazione cittadina.   Da allora sino al XX secolo, mentre il consumo di zucche zucchero ro cresceva cresceva senza posa – specie nelle citta` – creb crebbe be notevolmente il numero di persone rinchiuse rinchiuse all’Ospedale all ’Ospedale Generale . Ora, trecento anni dopo, i “mentalmente alienati” vengono trasformati in automi che camminano, col cervello controllato dalle droghe legali psicoattive (sono, (son o, per` pero, o` , “liberi” - n.d.c.). Oggi, pionieri pionieri della psichiatria psichiatria ortomoleco ortomolecolare lare come il dr dr.. A. Hoffer, Hoffer, Allan Cott e Cherkin ed il famoso dr. Linus Pauling hanno confermato che  la malattia mentale e` solo un mito e che i disturbi emotivi sono spesso solo il primo sintomo di una ovvia incapacit a` del corpo a sopportare lo stress di assuefazione allo zucchero . Ortomolecolare, Linus Pauling scrive: In Psichiatria Ortomolecolare Il funzionamento del cervello e dei tessuti nervosi `e pi`u strettamente dipendente dai tassi delle reazioni chimiche di quello degli altri organi o tessuti. Io credo che la malattia di mente (o di nervi) sia quasi sempre causata da dei tassi di reazione anormali, determinati dalla costituzione genetica e dalla dieta e da concentrazioni molecolari di sostanze essenzial esse nzialii anormali.. anormali. . . La scelta scelta del cibo (e dei farmaci) farmaci) in un mondo che subisce subisce rapidi cambiamenti scientifici e tecnologici rischia di essere spesso sbagliata.  Una carenza di Vit. B12, qualunque ne sia la causa, porta alla malattia di mente, spesso pi`u grave delle conseguenz conseguenzee fisiche. La malattia malattia mentale mentale associata associata all’anemia all’anemia perniciosa perniciosa . . . `e spesso osservata per molti anni . . . prima che compaiano compaiano delle manifestazioni manifestazioni fisiche della malatmalattia . . . Altri ricercat ricercatori ori hanno poi riferito riferito un’incidenza un’incidenza superiore superiore di basse concentrazi concentrazioni oni di B12 nel siero di malati di mente che non tra la popolazione media ed hanno suggerito che bassi livelli di B12 qualunque ne sia la causa, possono portare alla malattia nervosa. ≪

L’acido nicotinico (niacina), quando il suo uso venne introdotto, cur`o centinaia di migliaia di malati colpiti da pellagra, guarendo altrettanto bene le manifestazioni psichiche della del la loro loro malat malattia tia . . . Pi`u recentemente altri ricercatori hanno segnalato l’uso dell’acido nicotinico nel trattamento trattamento delle malattie mentali . . . e anche l’acido l’acido ascorbico, la vitamina vitamina C, e` stata usata usata per le stesse malattie malattie . . . Sintomi mentali mentali (depressi (depressione) one) accompagnano accompagnano i ` mia sintomi sinto mi fisici della malattia provocata provocata dalla carenza carenza di vitami vitamina na C, lo scorbuto. scorbuto. . . E opinione, dallo studio della letteratura che molti schizofrenici abbiano un metabolismo accresciuto di vitamina C, probabilmente di origine genetica, e che l’ingerimento di alte ` possibile dosi di acido ascorbico abbia valore nel trattamento della malattia mentale. E che alcune persone abbiano una specie di scorbuto mentale senza alcuna delle altre manifestazion fest azionii o una sorta di pellagra pellagra cerebrale cerebrale o di anemia pernicios perniciosaa cere cerebral bralee . . . Quand Quando o

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sono insufficienti, ogni vitamina, ogni aminoacido essenziale, ogni altro fattore nutritivo essenziale rappresenta una malattia molecolare che i nostri lontani avi sapevano tenere a bada scegliendo una dieta adatta e continuando a tenerla sotto controllo in questo modo≫.

Nel suo  Terapia per la schizofrenia con la Megavitamina B3 , il dr. A. Hoffer notava che ≪ai pazienti si raccomanda anche di seguire un buon programma nutrizionale con restrizioni di saccarosio e di alimenti che lo contengono ≫. Ricerche cliniche su bambini ipercinetici o psicotici, come anche su bambini con lesioni cerebrali e difficolt`a d’apprendimento, hanno dimostrato che Una frequenza particolarmente alta di diabetici nella storia familiare, cio`e genitori e nonni che non potevano reggere lo zucchero; un’incidenza anormalmente alta di ipoglicemia funzionale nel bambino stesso, che indica che il loro sistema non riesce a sopportare lo zucchero; assuefazione e dipendenza da alti tassi di zucchero nella dieta degli stessi bambini che non lo possono tollerare. Ricerche sulla dieta di pazienti dichiarati  schizofrenici  rivelano che l’alimentazione che preferiscono e` ricca di dolciumi, caramelle, pasticcini, caff`e, bevande contenenti caffeina e zucchero (bibite gassate varie) ed altri cibi ricchi di zucchero. Questi alimenti, che stimolano troppo le ghiandole surrenali, andrebbero eliminati o severamente limitati ≫. ≪

L’avanguardia della medicina moderna ha riscoperto ci`o che l’umile maga aveva imparato molto tempo fa con lo studio approfondito della natura. In oltre 20 anni di lavoro in psichiatria – scrive il dr. Thomas Szasz – non ho mai conosciuto uno psicologo clinico che riferisse, sulla base dei test di proiezione, che il paziente era una persona normale, mentalmente sana. Mentre forse certe “streghe” sopravvissero al supplizio delle immersioni forzate, nessun “pazzo” esce indenne dai test psicanalitici. . . Non esiste, in pratica, alcun tipo di comportamento o di personalit a` che uno psichiatra moderno non possa diagnosticare in maniera plausibile come anormale o patologico ≫. ≪

Era cos`ı anche nel XVII secolo.  Una volta chiamato in causa, il dottore o l’esorcista si sentiva in dovere di far qualcosa. Quando ci provava e falliva, il malcapitato paziente doveva essere liquidato. Come si suol dire, qualche volta il chirurgo seppellisce i suoi errori. Cos`ı gli psichiatri ed altri medici potevano far rinchiudere i loro errori.  Gli eccessi dell’Inquisitore e dei cacciatori di streghe finirono per produrre una comprensibile reazione, sotto forma di una ondata di orrore e di sdegno. I medici e i preti protagonisti del dramma si trovavano tutti in una scomoda posizione, che ricordava le loro mani sporche di sangue.

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Le eresie del passato furono istituzionalizzate, come lo furono le nuove ortodossie protestanti.  La gente lasciava la Chiesa in massa ed il governo amico emise pesanti sanzioni su coloro che mancavano di andare a messa.  Le cose peggiorarono: le orge di roghi di streghe e di esorcismi non avevano potuto nulla contro l’ondata di incantesimi, possessioni e pazzie ed ora medici e uomini del clero erano costretti a trovare una nuova spiegazione per i sintomi e i segni del mal di zucchero che sconvolgevano la mente degli uomini e disturbavano le loro emozioni. Nel 1710 un anonimo dottore in abito talare trov`o una risposta . . . Se a quei tempi ci fosse stato il premio Nobel, gliel’avrebbero certamente dato. La sua semplice, infallibile spiegazione soddisfer`a medici e preti per tre secoli, garantendo loro piena occupazione, contentezza d’animo e ricchezza. Nonostante i ragazzini l’avessero fatto sin dalla notte dei tempi, n´e i Greci, n´e i Romani, o gli Egizi, gli Orientali e tantomeno i Persiani ebbero mai una parola speciale per questo fenomeno. L’anonimo dottore-prete spulci`o la Bibbia e pervert`ı la leggenda di Onan per creare  un nuovo peccato, l’ onanismo, che descrive nel suo libro  Onania o l’abbietto peccato dell’autopolluzione. I medici, d’altro canto, spulciarono i dizionari di latino e scelsero la parola latina pi`u prossima,  manustuprazio, “violentare con la mano”. La parola fu ammodernata in  masturbazione, che entr`o nel  Dizionario della Lingua Inglese di Oxford   nel 1766. Onania divenne un best seller e gli scienziati, che sapevano sempre prendere al volo una buona occasione, entrarono in lizza, mettendo da parte le punizioni infernali delle teorie religiose, per adottare questo puntello pseudoscientifico nell’ambito della patologia. Del resto, chi poteva mai controbattere al fatto che la masturbazione non produceva insanit`a mentale? Per poter provare che la teoria era sbagliata, si sarebbe dovuto ammettere d’essersi masturbati per anni, per poter poi dimostrare di esser ancora sani di mente: nessuno os`o farlo.

Che cosa successe allora nella “dolce terra della libert`a”? Il padre della psichiatria americana, il dr. Benjamin Rusch che fu anche uno dei padri della rivoluzione d’America, firmatario della Dichiarazione d’Indipendenza, riprese in fretta il ritornello degli ≪Oh! no, Onan no! ≫, insistendo sul fatto che i giochini sessuali solitari eran forieri di follia e producevano ≪impotenza, dolori di minzione, mancanza di coordinazione nei movimenti, tubercolosi, dispepsia, vista debole, vertigini, epilessia, ipocondria, perdita della memoria, manalgia (qualunque cosa voglia dire), imbecillit`a e morte≫. Il grande psichiatra francese Esquirol si un`ı presto al coro, affermando che la masturbazione ≪e` riconosciuta in tutti i paesi quale causa di alienazione menta¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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le. . . a meno che venga abbandonata senza indugio; `e uno scoglio insormontabile da superare. . . Riduce il paziente allo stato di cretinismo, porta tubercolosi, degenerazione dei tessuti e morte. . . Pu`o essere un segno premonitore di manie, demenza.. . e condurre alla depressione ed al suicidio ≫. Fu cos`ı che il concetto di masturbazione come causa di malattie mentali venne accettato dal mondo civile. La masturbazione diveniva un formidabile alibi della classe medica, che in sostanza diceva: ≪Ti possiamo guarire, a meno che tu ti masturbi e che tu continui a farlo ≫. Di conseguenza, venivi dichiarato incurabile e rinchiuso al manicomio, con una cura definitiva contro la masturbazione: la camicia di forza. Quelli meno gravi indossavano invece una specie di cinture di castit`a di giorno e degli anelli con spuntoni la notte. Questione di poco e anche i chirurghi entrarono in scena. Il loro contributo? Il rituale della circoncisione del Vecchio Testamento. In seguito, si pens`o anche alla maniera di rimuovere chirurgicamente il clitoride alle donne. Negli anni intorno al 1850, il dr. Isaac Baker Brown, eminente chirurgo londinese, cre`o una tecnica chirurgica detta  clitoridectomia, per combattere la masturbazione che era una forma di lebbra morale, causa d’isteria, epilessia ed altre malattie convulsive. Il presidente del Real Collegio di Chirurgia pubblic`o un articolo che raccomandava la circoncisione per curare e prevenire questo vizio vergognoso e propose di andare ancora oltre con la chirurgia di resezione dei nervi sensitivi del pene, per gli uomini, e l’asportazione delle ovaie alle donne. La risposta finale alla masturbazione era quindi nella castrazione e nell’isterectomia. Poi, nel XX secolo, ecco un altro passo da gigante del progresso: la  lobotomia, cio`e l’asportazione di parti del cervello. Intorno al 1880 – scrive lo storico A. Comfon – la persona che volesse per vari motivi far legare, incatenare o storpiare ragazzini sessualmente attivi o pazienti malati di mente (le due categorie di persone pi`u deboli e alla completa merc´e delle sperimentazioni basate sull’uso di grotteschi apparecchi, ingessature o busti di cuoio o di gomma, per batterli, spaventarli o castrarli, per cauterizzare o denervare i loro genitali), poteva trovare delle autorit`a mediche rispettabili e disponibili che lo avrebbero appoggiato liberando la sua buona pace e coscienza. Ora s`ı che l’insanit`a masturbatoria era cosa reale: stava affliggendo la professione medica stessa!≫. ≪

La prima associazione medica in America fu quella dei  Sovrintendenti Medici delle Istituzioni per i Malati di Mente. Fu fondata nel 1844, al tempo cio`e in cui i ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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negozi della Frontiera regalavano qualche etto di zucchero ad ogni ragazzino che entrasse in bottega per una spesuccia da cinque centesimi. La prima presa di posizione del sindacato degli strizzacervelli della dolce “terra della libert`a” fu una risoluzione per difendere la camicia di forza: ≪Risulta essere all’unanimit`a sentito da questo Consesso che il tentativo d’abbandonare interamente l’uso di tutti i mezzi di correzione e restrizione dei movimenti non sia nell’interesse del malato≫. Nel 1855 un editoriale del  New Orleans Medical and Surgical Journal  dichiarava che ≪n´e la peste, n´e la guerra, n´e il vaiolo o tutta una torma di simili malanni furono mai cos`ı disastrosi per l’umanit a` quanto il vizio della masturbazione; essa e` il fattore che distrugge la societ`a civile≫. Mentre la medicina ufficiale USA, da un lato, inveiva contro la masturbazione, dall’altro denunciava come praticone e imbroglione tale I.P. Semmelweis, che aveva scoperto a met`a secolo che la causa delle febbri neonatali era spesso dovuta alla mancanza di igiene del medico, che non si lavava le mani tra il tavolo d’autopsia e la sala parto. Nonostante personaggi illustri come Oliver Wendell Holmes lo abbiano difeso, Semmelweis fu trattato da ciarlatano e truffatore e fin`ı i suoi giorni in manicomio nel 1865. Se i medici, solo cent’anni fa, non riuscivano ad accettare il fatto fondamentale che la loro mancanza di igiene causasse malattie e sofferenze non necessarie, certo sarebbe stato troppo aspettarsi che fossero capaci di collegare l’enorme aumento del consumo di zucchero con le nuove malattie. Al termine dell’era vittoriana, la teoria della follia masturbatoria cominciava gi`a a sgonfiarsi. Ecco allora entrare in scena Sigmund Freud, il quale stabil`ı che la masturbazione non necessariamente rendeva pazzi o portava al suicidio, ma che essa era solo il sintomo di una nuova malattia, la nevrosi. Il rimedio non era pi`u la cintura di castit`a o il bisturi, ma il divano dello psichiatra. Una cintura di castit`a costava poco, mentre gli psichiatri si facevano pagare a ore e le sedute proseguivano per settimane, mesi, anni. Scriveva Freud, nel 1897: ≪. . . Ho avuto l’intuizione che la masturbazione sia un vizio primario, l’assuefazione primordiale, e che solo per sostituirla o per rimpiazzarla vennero le altre assuefazioni: alcool, morfina, tabacco. . . ≫. Peccato che il dr. Freud si sia scordato di menzionare lo zucchero e la cocaina, forse perch´e a questi era assuefatto anche lui. . . In un suo libro, Freud ricorda di essere stato chiamato a casa da una ansiosa mamma viennese per visitare il figlio. Gli occhi di falco del dottore notarono una macchiolina rivelatrice sui pantaloni del ragazzotto ed egli cominci`o a porre ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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domande cautamente esploratorie, cui il giovane rispose affermando che si trattava di bianco d’uovo. Naturalmente il dottore non ci casc`o e giunse a concludere che il paziente ≪soffriva di turbe derivanti dalla masturbazione ≫. Commenta allora acidamente il dr. Szasz ne  La Fabbrica della Follia: ≪Non fu il ragazzo a chiamare Freud e non v’`e motivo di credere che lui soffrisse d’alcunch´e; la persona che soffriva era la  madre, presumibilmente della sopraggiunta maturit`a sessuale del figlio ≫. Stranamente, secoli interi di orrori degni della peggiore  fiction commessi dalla confraternita medicopsichiatrica nel trattamento di questa “follia da masturbazione”, non compaiono affatto nei testi di storia della medicina. Secondo il dr. Szasz, tra milioni di parole di esaltante autostima, nessuna `e spesa su questo soggetto. Come il coinvolgimento dei medici negli orrori della caccia alle streghe, questa storia pietosa e` stata sepolta senza lasciare traccia. Szasz giustamente la paragona alla Costituzione degli Stati Uniti, che riesce ad evitare abilmente l’argomento della schiavit`u dei negri. Similmente, la psichiatria ufficiale resta tra le specialit`a pi`u restie della confraternita medica nel riconoscere che l’incapacit`a dell’organismo umano a sopportare lo zucchero `e riflessa in tutta una serie di sintomi, che essa insiste a definire “malattia mentale”. Fu nel 1911 che Eugen Bleuler coni`o l’inquietante termine   schizofrenia che soppiant`o quello di  dementia praecox. La sola cosa nuova per`o era il nome, i sintomi invece erano vecchi almeno come lo zucchero. In precedenza i dottori, di fronte agli stessi inspiegabili sintomi, avevano dichiarato i loro pazienti “stregati”; ora li chiamavano “schizofrenici”. Mentre un tempo si portava la gente dall’esorcista; ora la si affidava allo psichiatra. La masturbazione ormai non faceva impazzire pi`u nessuno; e che cosa era allora? Ma certo, gli sforzi di mamma per impedirla! Oppure l’insanit`a mentale veniva dal fatto di esser stati obbligati troppo presto e perentoriamente a farla sul vasino. . . dai litigi con pap`a a tavola. . . dalla poca disciplina. . . dalla carenza o dall’eccesso d’amore, da qualunque cosa si potesse ricordare della propria storia familiare: povert`a, ricchezza, litigi o pace tra le pareti domestiche. Quando poi la psichiatria non si dimostr`o tanto pi`u valida dell’esorcismo, alcuni strizzacervelli2 adottarono metodi pi`u drastici e pi`u fisici, come i vari trattamenti di shock, dalle droghe all’elettricit`a, passando per l’insulina. Nel 1935, Egas Moniz di Lisbona disse la parola definitiva in fatto di schizofrenia: la lobotomia frontale o taglio chirurgico di un lobo cerebrale. 2

Shrink , in inglese sta per restringere, asciugare. Nome popolare in America per definire lo psichiatra, cio`e colui che asciuga, stringe, fa contrarre cervelli troppo espansi. (N.d.C.)

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Nel 1949 a Moniz fu conferito un premio Nobel per essere stato il pioniere dell’ultimo atto dell’horror .

La medicina orientale tradizionale ha sempre sottolineato che mente e corpo non sono due entit a` separate. Cio` che noi chiamiamo malattie sono solo i sintomi, che segnalano che il corpo e` fuori quadro. Per render intero un uomo non c’ e` che da dargli del cibo intero. Insiste il pi u` famoso neuropsichiatra della Cina: ≪. . . nevrosi e psicosi qui non esistono e nemmeno la paranoia ≫. Sagen  Ishizuka, un famoso dottore  “antidottore” giapponese (cos`ı chiamato per la sua decisione di seguire i metodi tradizionali , nonostante il fatto che il Giappone abbia adottato la medicina dell’Occidente sin dal 1880),   insegn`o ai suoi discepoli che anche quella che veniva chiamata malattia mentale in Occidente, poteva essere curata con la dieta . Come il cancro e` la malattia yin estrema di chi ha una forte costituzione, cos`ı la schizofrenia e` la malattia yin estrema di persone di debole costituzione ≫, scrisse Nyoiti Sakurazawa (successore di Ishizuka). ≪

Questo autore tenne conferenze e corsi, e pubblic`o molte opere in Europa e poi in America, dal 1920 sino alla morte, avvenuta nel 1966. Come anche nell’agopuntura, nella medicina orientale tutto dipende dal principio unificante dello  yin/yang.

Lo zucchero  `e il cibo yin pi u` estremo mentre la carne  `e un alimento estremamente yang.  L’eccesso di zucchero yin produce malattie eccessivamente yin, come il cancro e la cosiddetta schizofrenia. Una “costituzione debole”, com’`e definita dalla medicina tradizionale orientale, e` determinata dal patrimonio genetico, che `e modificato dal cibo assunto dalla madre sin dai primi mesi di gravidanza.  Per gli orientali, il segno esterno di una costituzione poco robusta `e un lobo dell’orecchio piccolo, o per niente staccato dalla guancia. Dei lobi auricolari grandi e ben staccati, invece, son segno di una costituzione forte e di un patrimonio genetico ereditario sano . La diagnosi occidentale conferma quella orientale, affermando che i lobi grandi e separati sono segno di forti ghiandole surrenali. Molto tempo prima del boom dell’interesse per la medicina orientale, dovuto al riavvicinamento USA-Cina negli anni ’70, mentre agopuntori come Sakurazawa erano sbrigativamente denunciati come ciarlatani, un endocrinologo newyorkese era al lavoro per riscoprire la validit`a di alcuni dei principi base della medicina dell’Antico Oriente. ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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Negli anni ’40, il dr. Tintera riscopriva l’importanza vitale del sistema endocrino (specie delle ghiandole adrenergiche, le surrenali) negli “stati mentali patologici” o turbe cerebrali. Su 200 casi sotto trattamento 3 per ipoadrenocorticismo – cio`e insufficienza nella produzione dell’ormone corticale surrenale o squilibri tra ormoni – egli scoperse che i pazienti lamentavano soprattutto disturbi assai simili a quelli delle persone il cui organismo era incapace di sopportare lo zucchero: segni di stanchezza, esaurimento, nervosismo, depressione, ansia, continuo desiderio di dolci, incapacit`a a reggere l’alcool, mancanza di concentrazione, allergie, pressione bassa. Gli sugar blues! Tintera allora concluse che tutti questi pazienti dovevano sottoporsi al GTT o test di tolleranza al glucosio 4 , per scoprire se potevano o no tollerare lo zucchero. I risultati furono cos`ı allarmanti che i tecnici di laboratorio rifecero gli esami due volte e si scusarono poi per quelli che credevano essere degli errori di lettura. In realt`a, la loro confusione derivava dal fatto che tutti gli esami precedenti erano stati fatti solo su pazienti affetti da diabete giovanile, affezione il cui test presenta una curva grafica bassa e piatta. ≪

La definizione di Dorland di schizofrenia (la demenza precoce di Bleuler) dice tra l’altro che e` “spesso riconoscibile durante o poco dopo l’adolescenza” e continua, parlando di ebefrenia e catatonia, che “si presentano subito dopo l’inizio della pubert`a”. Questi stati nervosi sembrano sopraggiungere o aggravarsi al tempo della pubert`a; ma sondaggi sul passato del paziente spesso rivelano indizi risalenti ai primi giorni di vita, al primo anno d’et`a ed ai primi anni di scuola. Ciascuno di questi periodi ha un suo caratteristico quadro clinico. Questo quadro diventa pi`u marcato nella pubert`a e spesso induce i responsabili scolastici a lamentare  i crescenti tassi di violenza e criminalit a` giovanile o i decrescenti tassi di apprendimento. Un test di tolleranza al glucosio fatto in questi frangenti potrebbe mettere sul chi vive genitori e medici e risparmiare innumerevoli ore e piccole fortune spese per esaminare la psiche del bambino e il suo ambiente familiare per 3

Trattare  (con medicine) e` una parola poco usata in italiano, sostituita da “c´ura” e “curare”. Data la confusione tra curare e guarire e l’uso spesso mistificato,  il traduttore ritiene opportuno usare il pi`u onesto e veritiero termine “trattare” anzich´e “curare”, specie quando si parla di trattamenti di medicina moderna. (n.d.c.) 4 Per la prova da carico di glucosio (per effettuare la diagnosi di diabete mellito) si somministrano per via orale al paziente a digiuno gr.1 di glucosio per kg. di peso corporeo, si esegue un prelievo di sangue prima e gli altri di seguito ogni mezz’ora, sino a due ore e mezza dopo l’ingestione del glucosio. Normalmente, si ha un’elevazione dei valori glicemici (non pi`u di 160mg./100ml.) entro la prima ora dall’ingestione per poi ridiscendere ai valori di base entro le prime 2 ore; in caso di diabete, l’elevazione `e pi`u cospicua e pi`u prolungata.

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individuare cause oscure e spesso discutibili che abbiano provocato uno sviluppo emotivo tarato.  La negativit`a, l’iperattivita` , l’ostinato rifiuto della disciplina  dovrebbero essere indicazioni per fare almeno un minimo di esami di laboratorio: analisi delle urine, conteggio ematico e un test di 5 ore di tolleranza al glucosio. Quest’ultimo si pu`o fare anche su un bimbo piccolo, con microanalisi che non causano traumi al paziente. Suggerisco che questo insieme d’esami sia di routine per tutti, ancor prima di fare esami fisici. In quasi tutti gli studi sull’assuefazione alle droghe, sull’alcoolismo e sulla schizofrenia, si dice sempre che non c’`e un tipo preciso costituzionalmente predisposto a queste sindromi. Si afferma poi che tutti questi individui sono immaturi dal punto di vista emotivo. Da molto tempo il nostro obiettivo e` stato quello di persuadere ogni medico, sia esso psichiatra, genetista o fisiologo, a riconoscere che vi e` in realt`a un solo tipo di sistema endocrino coinvolto nella gran parte di questi casi: il tipo “ipoadrenocorticale” ≫ .

Tintera  pubblic`o diversi articoli medici che fecero epoca. Sottoline`o ripetutamente che miglioramenti, cure o guarigione ≪dipendono dal ripristino del normale funzionamento dell’intero organismo≫.  La prima cosa che prescriveva era una dieta appropriata . Non si stanc`o mai di ripetere che ≪non si d`a mai abbastanza importanza all’alimentazione≫.  E metteva ripetutamente in guardia contro l’uso dello zucchero in tutte le sue forme e travestimenti. Mentre Egas Moniz riceveva il Nobel per aver suggerito la lobotomia per il trattamento della schizofrenia,   Tintera fu ricompensato con la persecuzione, braccato dai mostri sacri della medicina ufficiale . Sino a che il suo energico avvertimento e la correlazione zucchero/schizofrenia da lui individuata restarono confinati alle riviste mediche, lo si pot`e ignorare; fu insomma tollerato, purch´e restasse nell’ambito del suo campo, l’endocrinologia. Anche quando sugger`ı che l’alcoolismo era in relazione all’uso dello zucchero che dava una sferzata alle surrenali, lo lasciarono dire, perch´e i sapientoni avevano deciso che per loro non c’era niente da guadagnare a lottare contro questa piaga sociale. Erano ben contenti di lasciarla agli Alcolisti Anonimi. Per`o   quando Tintera ebbe l’ardire di suggerire, su una rivista a grande diffusione, che ≪e` ridicolo parlare di diversi tipi di allergie guando tutte san dovute al cattivo funzionamento delle ghiandole surrenali. . . a causa dello zucchero ≫, non lo poterono pi u` ignorare. Gli allergologi avevano una professionalit`a da difendere.   I malati di allergie si erano raccontati a vicenda, per anni, aneddoti su allergie alle cose pi u` strane, dal crine di cavallo alle code di aragosta. Ed ecco che arrivava qualcuno che non diceva niente di simile, che li contestava e li teneva lontani dallo zucchero.

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Forse la scomparsa prematura di Tintera, avvenuta nel 1969 a soli 57 anni, rese pi`u facile alla classe medica accettare scoperte che una volta sembravano troppo audaci, come ad esempio la tesi orientale su genetica e alimentazione, yin e yang. Oggi i dottori di tutto il mondo ripetono ci`o che Tintera annunciava anni fa: nessuno, proprio nessuno dovrebbe mai essere autorizzato ad iniziare un cosiddetto trattamento psichiatrico, a meno di essersi per lo meno fatto fare un esame di tolleranza al glucosio (GTT), per scoprire se pu o` metabolizzare lo zucchero in maniera equilibrata . La medicina cosiddetta  preventiva va pi`u in l`a e suggerisce che non `e sufficiente avere avuto in eredit`a delle surrenali forti per credere che possiamo sopportare lo zucchero e che dobbiamo attendere i segni di un loro decadimento per smettere di consumarne. Toglietevi questo peso di dosso ora, subito, eliminando lo zucchero in tutte le sue forme e travestimenti, cominciando da quella bibita gassata che avete in mano... La mente vacilla letteralmente quando si pensa a che cosa `e successo nel corso della storia della medicina. Nei secoli, delle povere anime son state arse al rogo per stregoneria, esorcizzate perch´e possedute, rinchiuse per insanit`a mentale, torturate per follia masturbatoria, psicoanalizzate per psicosi, lobotomizzate per schizofrenia. Quanti pazienti avrebbero dato ascolto al guaritore locale che avesse detto loro che la sola cosa di cui soffrivano era il mal di zucchero?

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Capitolo 5 ` tutta colpa delle api E Fino al 1662, in poco pi`u di due secoli, il consumo di zucchero in Inghilterra era salito da zero fino a qualcosa come 8 milioni di chili l’anno. Poi, nel 1665, Londra fu travolta da una  pestilenza; durante il mese di settembre morirono pi`u di 30 mila persone e, siccome di lazzaretti per appestati ce n’era uno solo in tutta la citt`a i malati venivano rinchiusi sotto vigilanza a casa propria, a porte sbarrate e marcate con grandi croci rosse. Altra gente fugg`ı in campagna e tutte le attivit`a si arrestarono. Mentre un esercito di truffatori vendeva pozioni e compresse inutili,  i medici eruditi si servivano del bisturi e della soda caustica per incidere e bruciare i bubboni ascellari e inguinali; siccome i loro interventi servivano solo a peggiorare le cose ed alcuni tra gli stessi dottori erano rimasti contaminati, smisero quel genere di trattamenti . L’epidemia esaur`ı il suo corso nel giro di un anno e rimase nella storia col nome del suo sintomo pi`u evidente, il rigonfiamento o bubbone: era arrivata la peste bubbonica .  Quella parte di popolazione che, vivendo in campagna, non consumava molto zucchero, sembr o` sfuggire pi u` facilmente alla pestilenza . Ma se solo qualcuno si fosse azzardato a chiamar la “la peste cittadina da zucchero”, si sarebbe esposto al rischio di esser denunciato come nemico dei commerci e della Corona e sarebbe finito sulla forca. Poco tempo dopo la fine della peste, Thomas Willis – anatomista e fisiologo, uno dei primi membri della  Real Societ `a  e socio onorario del  Real Collegio dei  Medici – si install`o nella St. Martin’s Lane, a Londra, dove inizi`o una professione medica destinata a farlo ricordare come uno dei migliori professionisti della sua epoca. I suoi primi scritti d’anatomia, del 1664 – era noto anche per l’eleganza e

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la purezza del suo prosare latino – descrivono quella parte del cervello ancor oggi nota come  poligono del Willis1 . Successivamente, scrisse in inglese  Del semplice metodo per conservare in salute quelli che non sono ancora toccati dal morbo della Peste e per curare quelli che ne son gi a` infetti.

Willis fu il primo a sottolineare – se non anche il primo a scoprire – che le urine dei pazienti ricchi e famosi erano caratterizzate da un sentore inusitatamente dolce. In un successivo trattato,  Pharmaceutice Rationalis,  pubblicato nel 1674 in latino, descrisse questo sintomo chiamandolo  diabetes mellitus. La parola greca  diabetes sta semplicemente ad indicare un’emissione abnorme d’urina. In latino spesso lo stesso sintomo era chiamato  polyuria. Il latino mellitus che Willis combin`o col greco  diabetes, significa “dolce come il miele”. Mel in latino sta per miele ed   itis  per infiammazione. Eccoci a Londra, subito dopo la peste, di fronte ad un nuovo sintomo: l’emissione di quantit`a eccessive d’ urina dall’odore incredibilmente dolce. Dopo oltre duecento anni di consumo di zucchero, specie da parte delle persone ricche e famose, che potevano pagarsi un medico come il dr. Willis, perch´e non chiamare la nuova malattia  polyuria saccharitis, espressione latina per infiammazione da zucchero? Sappiamo gi`a che un linguaggio semplice e comune non era davvero in voga tra i medici del tempo. Gli Inglesi avevano appena fatto decapitare un re e messo sul trono il suo erede. Willis era un fervente realista nemico delle “teste rotonde”; divenne in seguito medico personale di re Carlo II, il quale, come tutti i personaggi reali sin dal tempo della buona Regina Bess (Elisabetta I – n.d.c.), era immerso fino al collo nel redditizio commercio zuccheriero. Che cosa avreste fatto voi, se aveste avuto il re come paziente, come pure numerosi altri personaggi altolocati, che guadagnavano delle fortune col commercio dello zucchero? Perch´e rischiare di offendere la migliore clientela, se non addirittura rischiare di rovinarsi la carriera e forse anche di perdere persino la testa, suggerendo che proprio lo zucchero poteva esser la causa della nuova malattia? Meglio dare alla malattia un nome greco. E meglio ancora, dare la colpa alle api. Il miele e` antico come il mondo ed in fondo nessuno `e ancora riuscito ad ammassare fortune dal frutto del lavoro delle api. Buttando quindi tutta la colpa sulle api, usando parole latine ermetiche per designare l’infiammazione da miele, uno non solo guadagna fama come grande dottore, ma si assicura un posto nella storia della medicina senza correre alcun rischio. 1

Sistema arterioso sulla base cranica, da cui si dipartono i vasi sanguigni che irrorano il cervello. (n.d.c)

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Willis comunque diede il suo durevole contributo alla scienza nosologica – quel ramo della medicina che si occupa della classificazione delle malattie – e merit`o una nota a pi`e di pagina in quella che oggi passa per la storia della medicina, grazie al suo accorto manovrare. Giusto un anno prima, Galileo era riuscito a sfuggire dalle grinfie dell’Inquisizione, quindi gli uomini di scienza non potevano che essere molto cauti, specie se avevano relazioni a corte.  Scienziati che si piegano al volere dell’industria sono tuttora una realt a` . Ad esempio, dopo che un intero villaggio giapponese fu decimato per avvelenamento (i suoi abitanti avevano mangiato del pesce inquinato dal mercurio di una discarica industriale), la miriade di sintomi osservati vennero battezzati “la malattia di Minamata”, dal nome del villaggio e non da quello del mercurio o della sua fabbrica. . . Willis ebbe l’intuito di individuare  la relazione tra consumo di zucchero e scorbuto  secoli prima che fosse scoperta la vitamina C.  Nella raffinazione della canna da zucchero o della barbabietola tutte le vitamine, compresa la C vengono eliminate. Invece lo zucchero naturale presente nella verdura e nella frutta fresche, fornisce al corpo, tra le altre cose, la vitamina C.

Nel XVII e XVIII secolo quel che faceva la differenza tra il  dessert  francese abituale – un frutto fresco, ed il  dessert  inglese della stessa epoca – un budino zuccherato – fu sufficiente perch e´ il secondo provocasse lo scorbuto. (Quanto alla consunzione, ora chiamata   tubercolosi   ed attribuita ad un bacillo,  l’evidenza dei fatti suggerisce che una alimentazione ricca di zucchero pu`o creare le condizioni favorevoli allo sviluppo del bacillo nel nostro corpo . Trecento anni fa, nel ’700, i casi di morte per TBC – specie in Gran Bretagna – aumentarono drammaticamente. La pi u ` forte incidenza si registrava tra gli operai delle fabbriche e delle raffinerie di zucchero, secondo  Naboru Muramoto . Nel 1910, quando il Giappone si procur`o una fonte abbondante e a basso costo di zucchero a Formosa, l’incidenza della tubercolosi in quel paese aument`o drammaticamente). James Hurt, dottore in Fisica, scrisse  Il Compagno della Famiglia per la salute ovvero semplici, facili e sicure regole che se ben osservate e seguite preserveranno le famiglie dalla malattia e procureranno loro una lunga vita , che fu pubblicato nel 1633 sotto il titolo di  Clinica, ovvero la dieta per la malattia . Il dr.  Hurt  non era membro della  Royal Society  dei medici di quel tempo.  Era un medico naturista, convinto che il dottore dovesse essere una guida, interessata pi u` all’alimentazione e alla salute dei pazienti che alla ricerca della notoriet`a, magari ottenuta associando il proprio nome ad una nuova malattia. Scrisse in inglese e non in latino, perch´e anche la gente comune potesse ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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comprenderlo e non solo i dotti della Real Societ`a. Le sue opinioni da uomo del Seicento sullo zucchero sono straordinariamente puntuali: Lo zucchero di per s´e avrebbe effetto d’apertura e ripulitura, ma invece essendo usato in eccesso produce perigliosi effetti sul corpore; e sono, come pure per immoderato uso di confetture dolci e caramelle, quei di riscaldare il sangue, generare ostruzioni, cachessie, consunzioni, marcire de’ denti, che prendon colore nero; e poi causa spesso alito puzzolente disgustoso. E quindi si faccia sapere specie ai giovani quanto troppo vi pasticciano ≫ . ≪

Cachessia  – un termine medico caduto in disuso – deriva dal greco   kakos, cattivo ed   hexis, condizione ed originariamente stava ad indicare uno stato di deperimento grave causato da alimentazione scadente.

I dizionari medici segnalano oggi che la cachessia si pu`o manifestare nelle malattie allo stato avanzato, come nelle fasi terminali di un cancro o di una tubercolosi. Ci sono voluti 300 anni di ricerche complicate per riscoprire ci`o che era evidente e proclamare che la miriade di sintomi di diverse malattie dal nome multisillabico sono causati dallo zucchero.

Si rimane veramente esterrefatti quando, ancor oggi, si legge su varie opere di storia della medicina e su altri testi, che la causa di fondo del diabete mellito e` ancora sconosciuta, che e` cronico ed incurabile o che e` dovuto all’incapacit`a del pancreas di produrre un quantitativo sufficiente di insulina . ` ancora greco per il migliore dei medici? Ed ecco come la storia e la lingua sono E state distorte al fine di provare che il diabete `e una malattia vecchia di migliaia di anni. Quando il papiro di Ebers, definito ≪uno dei pi`u venerabili documenti medici≫, fu scoperto a Luxor, in Egitto, nel 1872, ci rivel`o che anche in quegli antichi tempi si disponeva di numerose ≪medicine contro l’urinazione eccessiva ≫. Bench´e questo non sia che uno dei sintomi del diabete, gli storici della medicina non si sono lasciati sfuggire l’occasione per concludere che ci`o che essi chiamano diabete era noto da oltre tremila anni. Ci`o sembra assolvere convenientemente lo zucchero raffinato. 0 invece no? Gli Egizi non conoscevano il saccarosio raffinato. Tuttavia  avevano molto miele e tanti datteri  e facevano delle caramelle dolcificando un impasto di farina con miele e datteri; l’impasto, tagliato a triangoli, era simile al dolce greco detto baklava, in uso ancora oggi. I ghiottoni delle classi alte forse ne abusavano anche loro.  Datteri zuccherini e miele sono alimenti completi e non se ne pu o` mangiare piu` di tanto senza star male. Per migliaia di anni nessuno, fuori dai paesi tropicali, ha avuto accesso allo zucchero dei datteri. ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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Non riesco a capire come mai Ippocrate non abbia mai descritto un caso di diabete≫, nota il dr. Campbell, esperto sudafricano della malattia, e continua: ≪Un osservatore dall’occhio clinico cos` ı attento non poteva non riconoscere le sue evidenti manifestazioni, o della malattia da sola, o come complicanza d’uno dei morbi da lui studiati. Certamente si doveva trattare d’un disordine poco comune, probabilmente con una frequenza sporadica come in certe comunit`a rurali d’oggi. . . ≫. ≪

La storia medica moderna si sofferma sui Greci solo se questi possono porgere il fianco alla critica, ma nel caso contrario li si pu`o anche dimenticare. ≪Durante il XIX secolo – ci dicono poi – l’incidenza del diabete pare aumentare rispetto a quella dei tempi antichi ≫. Non esistono dati particolareggiati relativi alla sua frequenza nei tempi andati. Non sono mai stati messi insieme dati correlanti il consumo di zucchero nell’America dei pionieri, col numero di decessi a causa del diabete. Le autorit`a danesi possiedono tuttavia delle statistiche di questo tipo, ma `e raro che la storia della medicina degli USA le menzioni o che stabilisca un rapporto tra zucchero e diabete. Nel 1880 il danese medio consumava pi`u di 13 chili di zucchero l’anno e a quel tempo la mortalit`a per diabete era dell’ordine di 2 casi su 100.000 persone. Nel 1911, il consumo di zucchero era pi`u che raddoppiato: 37 chilogrammi l’anno per abitante, con casi di morte per diabete saliti a 8 su 100.000 persone. Nel 1934, i danesi mangiavano 51 chili di zucchero a testa l’anno, e la mortalit`a era salita a 19 casi su 100.000. Prima della seconda Guerra Mondiale la Danimarca aveva il consumo di zucchero pi`u alto di tutta l’Europa (in America, il  danese e` infatti un pasticcino famoso, vera bomba allo zucchero). In Danimarca una persona su 5 `e colpita dal cancro (anni ’70). In mezzo secolo, dal 1880 al 1929, il consumo annuale medio svedese di zucchero raffinato e` cresciuto da 5 a 51 chili. Un abitante su sei si ammala di cancro. Esistono pochi dati per i paesi scandinavi, le cui statistiche risalgono ai giorni in cui il consumo di zucchero era relativamente basso; non esiste negli Stati Uniti niente di simile. Comunque, nonostante il resto del mondo sia pi u ` indietro dei paesi scandinavi nel compilare e pubblicare statistiche del genere, il fatto `e inconfutabile: pi`u cresce il consumo di zucchero (v. tabella) e pi`u inesorabilmente aumenta la frequenza delle malattie fatali. Lo scenario, che fa da sfondo alla saga del progresso della scienza medica, va ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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sempre pi`u avanti e sempre pi`u in alto, mentre le scoperte fanno epoca una dopo l’altra. Ma nella lotta alle malattie da zucchero queste scoperte furono poche e molto distanziate. Non si avanz`o (nella ricerca sul diabete) un granch´e, finch´e nel 1889 una disputa tra il russo Minkowski ed il collega Von Mering fu risolta con la rimozione del pancreas d’un cane, per vedere se la bestia poteva vivere senza di esso; il cane mor`ı, come pure molti altri durante gli esperimenti successivi. Prima di morire, tutti eliminarono una assai copiosa urina contenente tra il 5 ed il 10% di zucchero. Ci si stava arrivando: la causa doveva essere collegata al pancreas! Nel 1923, il medico canadese Fr´ed´erick Banting ricevette il premio  Nobel  per aver scoperto il modo di estrarre l’ormone detto  insulina  – che un pancreas sano produce in discreta quantit`a – e per aver ≪provato che l’ormone pu`o controllare tassi anormali di zucchero nel sangue, che rendono il diabete mellito un assassino che uccide lentamente≫. Andamento dei consumi di zucchero nell’ultimo secolo in Italia (Kg. per abitante per anno) Anni Zucchero (Kg.) Anni Zucchero (Kg.) 1861-70 3 1931-40 7 1871-80 3 1941-50 8 1881-90 3 1951-60 17 1891-1900 3 1961-65 24 1901-10 4 1975 26 1911-20 5 1979 30 1921-30 8 1984 28,1 Tabella 5.1:  I valori qui riportati sono tratti dalle tabelle dell’ISTAT, Sommario di statistiche storiche dell’Italia, 1861-1965, Annuario statistico italiano, 1976, 1977 e bollettino mensile di statistica, maggio 1980.  In 100 anni il consumo di zucchero in Italia e` au mentato di 10 volte. Nel 1984 copriva il 4% del totale dei consumi nella dieta standard  italiana.

Nei decenni attorno al 1880, il malato di diabete aveva dovuto patire le pene dell’inferno. Gli si era fatta di volta in volta soffrire la fame, era stato ingozzato di grassi, gli si era iniettata soda (carbonato o bicarbonato di sodio) ed era stato privato dei cereali, perch´e i chimici li avevano classificati non correttamente come zuccheri. Si amputavano dita, arti ed estremit`a. Purtroppo, tuttavia, a dispetto di tutti gli sforzi della scienza medica, alla fine sopravveniva la morte. Dall’ Enciclopedia Britannica  del 1911 traggo questo saggio di intuizione e terapia medica dei giorni preinsulina:

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` Il   diabete mellito e` una delle malattie causate da metabolismo alterato. E spiccatamente ereditario, molto pi`u comune in citt`a, e specie nelle pi`u moderne, che non in comunit`a rurali ed e` p iu` frequente tra gli Ebrei. L’uso smodato di zucchero e` di solito ritenuto una delle cause del male e l’obesit`a ne aumenta la probabilit`a, ma colti studiosi osservano che l’obesit`a cos`ı spesso incontrata fra i diabetici e` dovuta alla stessa causa che ha creato la malattia stessa. Nessuna et`a e` immune, ma si verifica pi`u comunemente verso la cinquantina, colpisce i maschi in numero doppio delle femmine, i biondi pi`u dei castani. . . Il diabete e` quasi sempre fatale, essendo una guarigione rarissima. . . Ci sono due tipi distinti di trattamento, quello con la dieta e quello con farmaci; la dieta e` d’importanza primaria perch´e si e` provato senz’ombra di dubbio che certi tipi di cibi hanno una enorme influenza nell’aggravare la malattia e particolarmente quelli consistenti soprattutto di materiale saccarino ed amidaceo.. . Vari trattamenti mirano ad eliminare il pi`u possibile questi componenti dalla dieta. . . La dieta migliore si pu`o solo decidere sperimentalmente per ogni individuo. Si sono impiegate numerose sostanze medicinali nel diabete, ma ben poche si possono menzionare come valide perch´e dotate di una qualsiasi efficacia. L’oppio e` spesso assai utile, perch´e somministrandolo si nota un marcato miglioramento dei sintomi. Morfina e codeina hanno un’azione simile. . . L’ipoclorito di eroina e` stato sperimentato al loro posto, ma pare che serva pi`u in casi miti che non in casi pi`u gravi. . . ≫. ≪

La scoperta dell’insulina fu il genere di miracolo moderno che il  diseasestablishement 2 sapeva bene come sfruttare.

La produzione d’insulina fu ed e` tuttora una manna per l’industria farmaceutica.  I malati di diabete rappresentavano un mercato di persone in cattivit`a, un milione all’inizio del ’900. L’aumento dell’assuefazione allo zucchero negli anni ’20 dava la certezza che questo lucroso mercato sarebbe andato aumentando anno dopo anno. Le iniezioni di insulina erano care, ma un palliativo sostenibile, non erano comunque una cura veloce ed economica. Milioni di diabetici sarebbero d’ora in poi diventati insulinodipendenti per il resto della vita. Il farmaco poteva essere confezionato e venduto in farmacia e cos`ı pure i suoi accessori, aghi e siringhe. Catturava la fantasia di una societ`a affamata di vaccinazioni ed incline a droghe e farmaci. Cos`ı i diabetici erano tenuti in vita iniettando loro insulina estratta dalle ghiandole pancreatiche degli animali macellati. Molta gente, che prima moriva, ora si salvava, se poteva pagarsi l’insulina per procreare discendenti a loro volta inclini alla malattia. 2

Sistema causamalattie

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Si moltiplic`o la clas classific sificazio azione ne dei var varii tipi di diabete: diab diabete ete mellito, una infiammazione da miele che causa il copioso passaggio d’urina fu rimpiazzato da una terminologia sintomatica moderna: ipoinsulinismo – insufficiente produzione d’insulina. Nel 1924 poi, un anno dopo l’assegnaz l’assegnazione ione del premi premio o Nobe Nobell allo scopritore scopritore dell’insulina, un professore di medicina scopr`ı l’antagonista complementare dell’ ipoinsulinismo. Com’era inevitabile, medici e pazienti, sperimentando l’insulina, ne presero un po’ troppa o troppo poca. Un’ overdose  (dose eccessiva) produceva sintomi di ci`o` che venne chiamato  shock da insulina . ci Poi il dr. Sca Scale le Harris, dell’Unive dell’Universit` rsit`a dell’ dell’Alab Alabama, ama, comin cominci` ci`o a notare sintomi di questo shock in molte persone che non erano n´e diabetiche n´e comunque sottoposte sotto poste a trattamento trattamento insulinic insulinico. o. Si diagnostic` diagnostic`o che queste persone avevano tassi troppo bassi di glucosio nel sangue, mentre al contrario i diabetici hanno tassi alti. Il dr. Harris rifer`ı le sue scoperte quell’anno stesso: i bassi livelli di glucosio nel sangue furono dichiarati sintomo dell’iperinsulinismo, ovvero di un eccesso di insulina. Fino ad allora i sinto sintomi mi dell’iperinsu dell’iperinsulinism linismo o erano stati trattati per trombosi coronariche o altre malattie di cuore o per tumori cerebrali, epilessia, mal di fegato, appendicite, isteria, asma, allergia, ulcera, alcoolismo e tutta una variet`a di malattie di mente. Il dr. Harr Harris is non ebbe il premio Nobel, comunque. comunque. Fors Forsee la sua scoperta scoperta non era una pacchia per il “sistema fabbricamalattie”, era anzi imbarazzante. Il rimedio da lui suggerito per l’iperinsulinismo o insufficienza di di glucosio nel sangue non era una nuova droga miracolosa e prestigiosa che si potesse mettere in flacone e vendere in farmacia o la cui licenza poteva esser venduta all’industria farmaceutica per farne un affare da molti miliardi. Il dr. dr. Harr Harris is sottoline` sottoline`o che il trattamento per l’iperinsulinismo – detta anche erroneamente ipoglicemia – era qua qualco lcosa sa di cos cos``ı se sempl mplice ice che ne nessu ssuno no – ne nemme mmeno no i dottori – poteva guadagnarci qualcosa.

Il rimedio consisteva nel prendersi cura da soli del proprio corpo.   Il paziente doveva rinunciare allo zucchero raffinato, alle caramelle, al caff`e e alle bibite gassate zuccherate, perch´e questi erano gli alimenti che avevano provocato la malattia. I malati di iperinsulinismo non dovevano pi`u per nessuna ragione rendersi dipendenti da qualcun altro per il resto della loro vita, se la dovevano sbrigare da ¤dizioniPDF  www.edpdf.it    www.edpdf.it 

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soli ed il medico poteva solo insegnare insegnare loro che cosa non dovevano dovevano fare: la terapia del far-da-s´e, e, dopo le dovute istruzioni. Come c’era da aspettarsi, la medicina ufficiale si oppose al dr. Harris col peso di una va valanga langa di mattoni: le sue scop scoperte, erte, se non attaccate, attaccate, furono boicottate; boicottate; forse, se le si rendeva troppo note, potevano creare problemi al chirurgo, allo psicanal psic analista ista o ad altri specialisti. specialisti. Anco Ancora ra al giorn giorno o d’oggi l’iperinsulin l’iperinsulinismo ismo `e rimasto l’orfanella tra le malattie descritte dal “sistema fabbricamalattie”. Ci vo volle llero ro 25 an anni ni pe perc rch´ h´e l’O l’Ordi rdine ne dei Me Medic dicii ame americ rican ano o ric ricomp ompens ensass assee Ha Harris rris con una medaglia. Nel 1929 1929 il dr. Fr ed´ e´ d´erick erick Banting, che aveva scoperto l’insulina, cerc`o di dirci che la sua scoperta era solo un palliativo e non un rimedio e che il modo per prevenire il diabete era di fermare questa ≪pericolosa orgia di zucchero ≫. Negli USA l’incidenza del diabete `e cresciuta proporzionalmente col consumo pro capite di zucchero – ammoniva – Nella cottura e nella cristallizzazione della canna e dei suoi derivati si altera qualcosa, che fa del prodotto finito un alimento pericoloso≫. ≪

Dati di fonte inglese indicano che l’insulina pu o` al massimo ritardare la morte per diabete e questo e` tutto. Prima dell’introduzione dell’insulina in Gran Bretagna, i morti per diabete erano: 110 per milione nel 1920 119 per milione nel 1922 112 per milione nel 1925 Dopo l’impiego dell’insulina i decessi furono: 115 per milione nel 1926 131 per milione nel 1928 142 per milione nel 1929 145 per milione nel 1931 Negli anni ’30, brillanti ricercatori americani scoprirono che i Cinesi e i Giapponesi, il cui alimento principale e` il riso bianco, soffrono assai poco di diabete. Notarono poi che  tra gli Ebrei e gli Italiani il tasso di’ diabete era molto alto. Basandosi su questi dati ed ignorando la grande differenza di consumo di zucchero tra Est ed Ovest, arrivarono a concludere che, siccome gli Ebrei usano molti grassi animali e gli Italiani usano l’olio di oliva in sovrabbondanza, i diabetici erano coloro che consumavano troppi grassi. ¤dizioniPDF  www.edpdf.it    www.edpdf.it 

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Altre statistiche americane dimostrarono che il numero di diabetici si abbasso` notevolmente durante la prima Guerra Mondiale (quando lo zucchero era razionato).  Altri dati statistici mostrano che l’incidenza del diabete tra i giovani va ni de delle lle for forze ze arm armate ate (qu (quand ando o pe perr i sol solda dati ti c’e c’era ra a dis dispos posizi izione one lo zuc zucch chero ero di cui i civili facevano invece a meno), aument`o costantemente dalla prima alla seconda Guerra Mondiale. Herbert Spencer diceva che quando il sapere di un uomo non `e `e in ordine, pi`u` ne ha e pi`u e` grande la confusione del suo spirito. La risposta della medicina pi occidentale alla malattia da zucchero era cos`ı segnata dalla pi pi``u grande confusione. Lo zucchero raffinato (saccarosio) fu introdotto in Giappone con l’arrivo dei missionari cristiani dopo la fine della Guerra Civile Americana (verso il 1870). Dapprima i Giapponesi utilizzarono lo zucchero raffinato come medicina, come gi`a avevano avevano fatto in precedenza precedenza gli Arabi e i Pers Persiani. iani. Infa Infatti tti era pesa pesanteme ntemente nte tassa tas sato to co come me ogn ognii fa farma rmaco co imp import ortato ato.. Nel 1906 in Gia Giappo ppone ne c’e c’eran rano o sol solo o 20 mila ettari di terreno coltivati a canna da zucchero, contro i 3,5 milioni di ettari ` interessante notare che, durante la guerra destinati alla coltivazione del riso. E del 1905 contro la Russia, i soldati nipponici si portavano le proprie razioni in battaglia e che queste erano molto simili a quelle dei Vietcong degli anni ’70: ogni uomo aveva abbastanza riso arrostito secco per poter resistere tre giorni, pi`u pesce salato, alghe secche e  prugne  umeboshi salate. Negli anni successivi alla vittoria sui Russi, molti Giapponesi iniziarono gradualmente ad abbandonare le antiche tradizioni a favore delle idee occidentali sulla medicina, la nutrizione, la tecnologia e la religione. L’introduzione progressiva dello zucchero nell’alimentazione giapponese giapponese port o ` con s´e i primi segni delle malattie occidentali.

Un’ostetrica giapponese, giapponese, che ben conosceva le tecniche occidentali per via della sua professione di infermiera, si ammal o` e venne abbandonata, in quanto incurabile, incurabile, dai medici venuti venuti dall’Ovest, dall’Ovest, cui si era affidata. affidata. Tre dei suoi figli morirono allo stesso modo. Il quarto, Nyoiti Sakurazawa (pron. Nyo `ıci) ıci) non ne volle sapere di morire di tubercolosi e di ulcera prima dei suoi vent’ anni; si mise allora a studiare gli antichi testi di medicina orientale, che erano stati messi ufficialmente fuorilegge nel Giappone moderno.  Fu specialmente attratto dal lav lavoro oro e dalla poco ortodossa ortodossa carriera carriera del dr. Sage Sagen n Ishiz Ishizuka, uka, famoso famoso per aver curato migliaia di persone con l’uso tradizionale del cibo, dopo che queste eran state abbandonate come incurabili dalla moderna medicina occidentale. Il dr. Ishizuka aveva scoperto la validit`a biochimica dell’antico principio unico dello yin-yang mettendo in evidenza l’antagonismo complementare tra sodio (yang) e potassio (yin). ¤dizioniPDF  www.edpdf.it    www.edpdf.it 

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Il giov giovane ane Sak Sakuraz urazaw awaa studi` studi`o a lun lungo go co con n Ish Ishizu izuka ka e, qua quando ndo que questi sti mor mor``ı, ı, and` and`o ancora oltre; studi`o le antiche medicine indiana e cinese, l’agopuntura e i testi sacri di queste civilt`a. a. Dopo la prima Guerra Mondiale, Mondiale, Sakuraza Sakurazawa wa and` and o ` a Parigi per studiare alla Sorbona e all’Istituto Pasteur. L`ı, ı, negli anni ’20, apr`ı uno studio privato di agopuntura (allora sconosciuta sconosciuta in Occidente) per potersi potersi mantenere. Pi u ` tardi collabor collaboro` col medico francese De Morant, che si era interessato all’agopuntura quand’era in Indocina coll’esercito della R´epublique epublique e insieme pubblicarono un libro sull’agopuntura, il primo scritto in una lingua occidentale, il francese. Questo lavoro valse a Sakurazawa una noticina nelle traduzioni tedesca e inglese del   Canone dell’Imperatore Giallo di Medicina Interna, che e` oggi usato come testo storico nelle Facolt`a di Medicina americane. In seguito, Sakurazawa doveva pubblicare moltissimi libri in giapponese o in francese franc ese sulla filos filosofia ofia orientale e sulla medicina medicina pre preven ventiv tiva. a. Tra Traduss dussee il capo capo-lavoro lav oro di Alex Alexis is Carr Carrel, el,  L’uomo, questo sconosciuto  e lo fece cos`ı conoscere in Giappone. In base alle sue molte esperienze personali in Oriente e Occidente egli giunse alla conclusione che la medicina occidentale era in ritardo di molti decenni nel dare l’allarme sulla relazione tra consumo di zucchero e malattie. La medicina occidentale dovr`a un giorno ammettere ci`o che in Oriente si sa da anni – scrive in  Siete tutti Sanpaku – lo zucchero `e la pi`u grave calamit`a che la civilt`a industrializzata moderna. ha diffuso tra i popoli d’Oriente e d’Africa ≫. ≪

Sakurazawa raccomand`o che ciascuno si prendesse personalmente cura del proprio corpo, sia per prevenire che per guarire la malattia, non solo per l’ iperinsulinismo, come aveva consigliato il dr. Harris. Com’era naturale, in America e all’estero, il “sistema fabbricamalattie” si fece delle gran risate. risate. Dov Dovee non era ignorato, era deriso. deriso. Eppu Eppure re la sua analisi analisi della malattia da zucchero e` la quin quintesse tessenza nza della semplicit` semplicit`a: a: quando mangiamo, il processo digestivo converte, demolendolo, il cibo in glucosio (uno zucchero semplice, yin); questo glucosio `e trasportato dal sangue sangue sino al pancreas, pancreas, dove l’aumento di livello zuccherino stimola la produzione d’insulina (yang); l’insulina `e portata dal sangue fino al fegato, fegato, dove l’eccesso di glucosio `e convertito convertito in glicogeno (uno zucchero o carboidrato pi`u complesso, yang), che `e poi accumulato nel fegato. Al contrario, un abbassamento dei livelli di glucosio nel sangue stimola la secrezione degli ormoni corticali nelle ghiandole surrenali, nonch´e quelli della pituitaria (questi ormoni – ACTH – sono yin) che rialzano i tassi di glucosio utilizzando le riserve di glicogeno del fegato che vengono riconvertite in zucchero semplice semp lice (glucosio) (glucosio).. In un org organis anismo mo sano la quan quantit` tit`a di glucosio nel sangue `e mantenuta costante grazie al gioco di equilibrio tra l’insulina (yang), gli ormoni corticali e l’ACTH (yin). ¤dizioniPDF  www.edpdf.it    www.edpdf.it 

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In un organismo dal funzionamento deficiente, per`o, le oscillazioni del livello di glucosio nel sangue sono molto pi`u estreme. Se il pancreas produce troppa insulina, troppo glucosio sar`a convertito in glicogeno, mentre il livello sanguigno di glucosio si abbasser`a e rimarr`a basso. Questo stato di cose viene chiamato  ipoglicemia  o  iperinsulinismo  e rappresenta il primo stadio del  blues allo zucchero (depressione da zucchero).   L’iperstimolazione del pancreas e` provocata  dall’ingestione di troppi zuccheri semplici, tipo quelli di saccarosio, miele,  frutta, specie se molto zuccherina o tropicale , e indirettamente da altri cibi yin (cioccola la, caff`e, alcool, stimolanti, olio, spezie, farmaci e droghe) 3 . Al contrario, se il pancreas non produce abbastanza insulina, il fegato non pu`o convertire l’eccesso di glucosio in glicogeno e si ha il diabete. Il pancreas `e stanco e non pu`o pi`u produrre insulina in dose sufficiente a neutralizzare tutto quello yin da zucchero, miele o droghe e gli zuccheri si accumulano nel sangue. I livelli di zucchero restano alti. Quindi la prima fase della malattia da troppi dolci `e dovuta al gran consumo di questi, che obbliga il pancreas a un superlavoro, con conseguente iperinsulinismo o ipoglicemia; segue poi una fase invale, in cui il pancreas `e esaurito e si arriva al diabete, lo stadio successivo dei  sugar blues. Il tasso eccessivo di glucosio nel sangue, che Willis chiam`o diabete nel 1674, fu scoperto per primo perch´e basta odorare un campione d’urina per determinarvi la presenza di zucchero , mentre la metodologia clinica per scoprire l’ipoglicemia `e pi`u recente.

Siccome questa malattia e` yin, la cura, secondo Sakurazawa deve essere yang: un’alimentazione ben equilibrata, n e´ troppo yin n e´ troppo yang. Sugger`ı il riso integrale, non raffinato, fagioli rossi giapponesi, gli azuki, e zucca rossa dolce (Hokkaido, bernoccoluta o altre) . Lo studioso orientale introdusse la coltivazione di questi ed altri prodotti in Belgio e Francia, dove prima erano sconosciuti, come pure quella dei fagioli di soia (il “manzo” d’Oriente), che erano stati introdotti in America come fonte primaria di proteine vegetali gi`a negli anni ’20. La soia divenne subito popolarissima negli USA e in Canada, perch´e costituiva un alimento primario per il bestiame, che a sua volta veniva mangiato sotto forma di carne o di sottoprodotti caseari. La zucca e i fagioli azuki, il riso integrale e altri prodotti tradizionali a base di soia, come  il miso, il tofu e il tamari o salsa di 3

Tuttavia il pancreas pu`o anche essere “spremuto” e  iperstimolato a produrre insulina a causa di troppi cibi yang (cibi animali vari, sale, prodotti del forno, cibo stracotto etc.)  che dapprima causano contrazione e ipoglicemia (yang), lasciando poi un pancreas esaurito ed impoverito (yin) che porta al diabete (yin). (n.d.c.).

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soia, non ebbero invece un successo iniziale altrettanto strepitoso. Anche questo cambier`a, aveva predetto Sakurazawa, ed `e cambiato. Come e` facile intuire, i santoni della medicina moderna accusarono Sakurazawa di essere un ciarlatano e un imbroglione. Il fatto che praticasse persino l’agopuntura senza la laurea di qualche universit`a – e questo prima del riavvicinamento USA-Cina – bast`o per screditarlo completamente in certi ambienti. Il fatto di prescrivere cibi che la medicina occidentale aveva erroneamente etichettato “ad alto contenuto di carboidrati” a persone con alti tassi ematici di glucosio o col diabete fu definito assurdo, perch´e si sapeva bene che i carboidrati sono digeriti e scomposti nei loro costituenti pi`u semplici, gli zuccheri, i quali poi tenderebbero a far aumentare i livelli di glucosio nel sangue a limiti pericolosi.

Sakurazawa rappresentava una minaccia per l’industria zuccheriera e per la sua figliastra, quella dell’insulina.  Egli comunque si ritenne molto onorato da tutte queste avversit`a; scriveva infatti nel 1960: Nessun dottore in Occidente pu`o guarire il diabete, nonostante da trent’anni si faccia uso dell’insulina. I medici continuano a prescriverla, condannando i diabetici a camminare per tutta la vita con l’insulina come stampella. Eppure, in occasione del 25 anniversario della sua scoperta, l’inefficacia dell’insulina nella cura del diabete fu pubblicamente ammessa . Nel frattempo, milioni di diabetici hanno continuato a pagare milioni di dollari per questo rimedio inefficace, non solo in America, ma in tutto il mondo. Ed il loro numero aumenta ogni giorno.  Da quando iniziano a prendere l’insulina, possono esser certi di avere iniziato a riempire le tasche dei medici e degli industriali farmaceutici e di continuare cos`ı finch´e vivono.≫ ≪



Sakurazawa rimase saldo nelle sue teorie, insistendo sul fatto che un qualunque regime dietetico per diabetici, che escludesse ci`o che l’Occidente chiama carboidrati4 , era in realt`a pericoloso. Fu lui il primo a supplicare gli esperti di nutrizione occidentali di  distinguere la qualit`a degli alimenti  che essi avevano meccanicamente etichettato come carboidrati: li preg`o di non confondere i cereali completi non raffinati, mettendoli a casaccio tra gli “amidacei” e le patate, il pane bianco, il riso bianco e lo zucchero di ogni tipo e colore, che sono le fonti abituali di carboidrati dell’occidentale moderno. 4

I carboidrati semplici come glucosio, saccarosio (zucchero), fruttosio, causano l’aumento rapido di glucosio nel sangue e andrebbero quindi limitati. I carboidrati complessi (amidi) contenuti in cereali completi, legumi e verdure, si scindono lentamente in glucosio e non causano crisi diabetiche.   Questo e` oggi dimostrato dalle pi`u aggiornate ricerche mediche. (n.d.c.). ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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Un segno evidente della poca chiarezza che regnava tra i medici USA nel classificare le cause e sintomi delle malattie da zucchero, era dovuto al fatto che molti medici – e le loro mogli – ne soffrivano e non potendo nemmeno curare se stessi, abbandonavano i pazienti alla loro sorte. La storia del dr. Stephen Gyland di Tampa, Florida, `e un caso esemplare. Questo medico cadde ammalato, con una miriade di sintomi e disturbi mentali e fisici: perdeva memoria e capacit`a di concentrazione; era debole e in preda alle vertigini, col cuore dal battito accelerato senza un motivo apparente; soffriva di crisi d’ansiet`a e di tremori inspiegabili. Il dr. Gyland and`o da uno dei pi`u grandi specialisti che conosceva, per sentirsi dire semplicemente che era nevrotico e che avrebbe fatto bene ad andare in pensione ≪per il bene di tutta la categoria ≫. Consult`o un altro medico e poi un altro, quattordici in tutto, tra cui tre dei pi`u illustri clinici diagnostici in America. Emmanuel Kant ha affermato che i medici hanno l’impressione di avere fatto molto per un paziente quando hanno dato un nome alla sua malattia. Il dr. Gyland aveva pi u` di un nome a disposizione per la sua, non aveva che l’imbarazzo della scelta: nevrosi, tumore cerebrale, diabete mellito, arteriosclerosi cerebrale. . . Gli cost`o una fortuna arrivare allo stesso punto da cui era partito, malato, incapace di lavorare e sconcertato da un gergo contraddittorio. Era ormai quasi al termine del suo calvario, quando si imbatt`e nel primo articolo medico pubblicato nel 1924 dal dr. Seale Harris sul  Journal of the American Medical  Association. Gyland fece allora il test di tolleranza al glucosio di 5 ore (GTT) e scopr`ı di avere un tasso di glucosio insufficiente nel sangue. . . l’ipoglicemia. . . i  blues  da zucchero. Segu`ı allora i consigli di Harris, adott`o una dieta pi`u semplice, eliminando tutti i prodotti raffinati. I suoi sintomi d’ansia, i tremiti, i capogiri, le nevrosi e l’arteriosclerosi sparirono. Dopo la guarigione, si ricord`o che uno dei medici aveva diagnosticato la malattia correttamente, ma prescrivendo la cura sbagliata! Infatti costui aveva diagnosticato ≪un basso livello di glucosio nel sangue ≫  ed aveva consigliato dolci e caramelle per rialzarlo! Ovviamente ci`o aveva solo aggiunto combustibile al fuoco della malattia di Gyland ed aggravato il suo stato. Se anche voi avete passato questo genere di esperienza, come me e milioni di altri, saprete che  si finisce per rimanere disgustati e come coscienti di avere una missione da compiere . Il dr. Gyland era amareggiato e seccato al punto giusto e salt`o alla ribalta con una lettera al  Journal  dell’AMA (vol. 152, 18 luglio 1953) in cui rimproverava ai suoi colleghi di aver ignorato il magnifico lavoro da pioniere fatto dal dr. Harris. Giur`o di voler trarre profitto da una lezione cos`ı ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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duramente imparata per contribuire a diagnosticare e curare le legioni di persone che soffrivano di  sugar blues , tra cui i molti cui era stato detto – come era capitato a lui – che lo zucchero raffinato era un buon rimedio per le loro malinconie e altre miserie, quando ne era invece la causa. Cerc`o poi di dimostrarlo praticamente, trattando oltre 600 pazienti che soffrivano dei suoi stessi sintomi e scrisse uno studio esauriente su questi casi, con diagnosi dettagliate, i sintomi ed il modo con cui rispondevano al  suo trattamento, che iniziava sempre con la completa soppressione dei carboidrati raffinati, specie zucchero e farina bianca.  Divenuto una pulce nell’orecchio dell’AMA, gli venne finalmente concesso di leggere quanto aveva scritto di fronte ad una delle Associazioni Mediche. Attese per `o invano per anni di veder pubblicati i suoi studi. Ecco quanto era ansiosa l’Associazione Medici Americani di attirare l’attenzione dei suoi membri sull’importanza del test di tolleranza al glucosio tra tutti gli altri esami normali. (Ci sono tre tipi di questo test, ciascuno con durata diversa). Il rapporto sull’importante lavoro del Dr. Gyland fu finalmente pubblicato in portoghese su di una rivista medica brasiliana. Mentre Gyland peregrinava da uno specialista all’altro, depresso e con la testa confusa in preda ai fumi dello zucchero, uno scrittore scientifico, che aveva studiato ad Harvard ed al MIT 5 stava passando per lo stesso scoraggiante calvario. Dovette girovagare per innumerevoli sale di consultazione, sopravvivere a diagnosi sbagliate e trattamenti inadatti per pi`u di dieci anni prima di trovare un medico che isolasse il vero problema, lo confermasse con un test GTT e lo liberasse dallo zucchero. Lo scrittore, W.A. Pezet, vide i suoi malanni sparire. Pose allora delle domande assai stringenti al suo medico, il dr. Abrahamson:

Perch´e cos`ı tanti medici non sanno nulla su questa costellazione di sintomi che affliggono tanti milioni di persone?  Se la diagnosi e` cos`ı semplice e la rimozione della causa dei sintomi pi`u semplice ancora,  che cosa si deve pensare di tutta la preparazione dei medici? ≫. ≪

Il senso della missione si approfond`ı in Pezet, quando si accorse che sua moglie soffriva degli stessi suoi sintomi e che, dopo aver smesso lo zucchero, ne aveva avuto lo stesso sollievo. Ne risult`o cos`ı una proficua collaborazione Abrahamson-Pezet, con la pubblicazione nel 1951 del volume storico   Corpo, mente e zucchero .   La vendita di pi u` di 200 mila copie rivelava in modo significativo il grande interesse del pubblico sul soggetto . Il libro, dedicato al dr. Seale Harris, non dovette attendere d’esser pubblicato sulle riviste mediche come era accaduto per i lavori di Harris e Gyland, ma pass`o direttamente sopra le teste dei capi dell’AMA per raggiungere chi soffriva, il grande pubblico dei mal 5

Le due pi`u prestigiose universit`a scientifiche americane.

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diagnosticati. I pazienti cominciarono a richiedere il test GTT e la parola ipoglicemia divent`o d’uso comune. Purtroppo, l’uso di termini come “poco zucchero nel sangue” e “affamato di zucchero”, comparsi sull’edizione tascabile, generarono confusione e molta gente fin`ı per credere a medici disinformati che dicevano che la risposta alla “fame di zucchero” era mangiarsi tavolette di canditi tra un pasto e l’altro. . . Nel 1969, l’esperto in nutrizione Carlton Fredericks, in collaborazione con il dr. H. Goodman, scriveva il validissimo libro  Low Blood Sugar And You  (Voi e l’ipoglicemia). Nonostante tanti libri e articoli di questo genere, l’ Associazione Medici Americani continuava ad assicurare all’America che i suoi membri sanno tutto su ci`o che ci fa o non ci fa ammalare. Il suo Journal, infatti, nel 1973 proclamava: Fatti pubblicizzati di recente nella stampa popolare hanno portato il pubblico a credere che la frequenza dell’ipoglicemia sia cosa comune nel Paese e che i molti sintomi che affliggono gli Americani siano dovuti alla suddetta malattia e non riconosciuti come tali. Queste affermazioni non sono sostenute da alcuna prova medica. . . Ipoglicemia vuol dire basso livello di zucchero nel sangue. Quando si manifesta, si hanno sintomi come sudorazione eccessiva, tremiti, ansia, battito cardiaco accelerato, emicranie, sensazione di fame, debolezza passeggera, a volte convulsioni e coma. Per o` , la maggior parte delle persone con questi sintomi non ha l’ipoglicemia≫ . ≪

Come possono, in nome di Allah, proclamare cos`ı sicuramente di saperlo? Cosa cercano di dirci, che solo una minoranza, magari il 49,2%, degli Americani ha l’ipoglicemia? Tra chi si poneva questa domanda c’era Marylin Hamilton Light, direttrice della Societ a` di Ricerche AdrenoMetaboliche per l’Ipoglicemia, che aveva vissuto lo stesso incubo del dr. Gyland. Secondo i dati della fondazione, la vittima media dei  sugar blues, non diagnosticati o mal diagnosticati, aveva consultato venti medici e quattro psichiatri prima di scoprire – per sentito dire, per caso o per averlo letto – che poteva trattarsi di ipoglicemia, in seguito confermata dal test GTT. Marylin Light scrisse al Ministero della Sanit`a, Educazione e Assistenza Pubblica e chiese di avere i loro dati sull’incidenza dell’ipoglicemia nel paese. Ecco la risposta: ≪. . . Dati non pubblicati dal censimento Sanitario indicano che circa 66 mila casi sono stati accertati con inchieste a domicilio di persone non facenti parte di istituzioni, durante l’anno fiscale 1966-67. Di 134 mila persone intervistate, si ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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riportano 66 mila casi di ipoglicemia; questo rappresenta il 49,2% delle persone interrogate≫. Non la maggioranza, bens`ı “solo” il 49,2%! Ulteriori ricerche stabilirono poi che: 1. Lo stesso modulo d’intervista e` usato dal governo USA per raccogliere dati e valori su qualsiasi genere di problema di salute. 2. Le persone intervistate non erano in alcun modo indotte o indottrinate. Sulla lista delle passibili malattie non esisteva n´e la parola ipoglicemia n´e la definizione “basso livello di zuccheri nel sangue”. 3. Per avere questa riposta si doveva rispondere affermativamente ad una domanda sola, polivalente: ≪Oltre a questa, avete altre malattie? ≫ 4. Gli intervistati dovevano gi`a essere al corrente circa il loro problema e dovevano volerlo denunciare spontaneamente all’intervistatore. 5. Nonostante il fatto che la percentuale del 49,2 sia gi`a vecchia di 10 anni e che anche cos`ı dovrebbe servire come notevole campanello d’allarme contro i blues da zucchero (basandosi su dati simili per altre epidemie), il Ministero non aggiunse mai l’ipoglicemia alla sua lista di malattie e ≪non prevede di includerla nel prossimo futuro ≫. Ve lo sareste aspettato? Ve l’immaginate il Ministero della Sanit`a e l’Ordine dei Medici che cancellano una campagna contro il cancro o le malattie di cuore perch´e non affliggono ancora la maggioranza della popolazione, ma solo un misero 49,2%? La differenza tra una malattia “cara” come il cancro ed una “economica” come i  sugar blues e` essenziale.  I trattamenti odierni per il cancro sono proibitivamente e malignamente cari. La vostra rovina finanziaria e` uno yacht per il vostro medico. Invece la cura del blues da zucchero e` un affare da gestirsi in proprio. Vuol dire buttar via lo zucchero raffinato e dire ciao al dottore e ai conti d’ospedale . Un medico riesce difficilmente a cavarne delle pellicce di visone per la sua signora e dei convegni al sole delle Bermude. Negli anni ’70 era di moda lo slogan ≪medicina preventiva≫. Se non che ci`o che il “sistema fabbricamalattie” chiama con  medicina preventiva non sono altro che costose visite regolari presso un medico o una clinica per effettuare esami onerosi e magari sorbirsi una predica sui danni provocati dal fumo o sul colesterolo,  sempre che il dottore riesca a nascondere la pancia sotto il camice , o a star lontano dalle sigarette abbastanza a lungo per fare il suo discorsetto.  Questo ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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genere di medicina preventiva pu o` far guadagnare un sacco di soldi, spillati a gente spaventata dal cancro o dall’infarto . La medicina ha in realt`a una sola risposta valida per prevenire i  sugar blues  o ipoglicemia o prediabete: la nutrizione preventiva. Smettete di mangiare zucchero. Smettere prima di rovinarvi le surrenali prima di finire coi sintomi del ≪mal di zucchero≫, ipoglicemia, prediabete o comunque lo vogliate chiamare. Ma quanto ci si pu`o far pagare un consiglio semplice come questo? I dati sui  blues  dello zucchero del Ministero della Sanit`a non furono mai pubblicati e per questo l’AMA pu`o dire di non esserne al corrente. Ecco perch´e, nel 1973, essa pu`o impunemente dire all’America che le numerose denunce di casi d’ipoglicemia nel Paese ≪non sono confermati da prove mediche ≫. Dopo tutto, l’evidenza dei fatti viene solo da statistiche del Ministero. . . Sono stati infatti i pazienti, mal diagnosticati e mal curati, a riferire le prove, non i dottori. Certo non e` una prova medica, questo `e sicuro, naturalmente; la “prova medica” non esiste, perch´e quelle 66 mila persone menzionate nei sondaggi non avevano cartelle cliniche per provare le loro affermazioni. Forse, non avevano cartelle cliniche perch´e la maggioranza dei medici e degli ospedali si rifiutano di dare ai pazienti copie delle loro diagnosi e dei referti d’esami.  La credibilit a` dell’AMA `e basata sulla nostra ignoranza. Nel caso in cui vi sfugga ancora la differenza tra prove e prove mediche o tra fatto reale e fatto scientifico, lasciate che ve la spieghi io. Se ho mal di capo o la febbre, questo e` un fatto certo solo per me. Se ne parlo al dottore, questi definisce questa prova anedottica o di testimonianza. Se poi mi prende la temperatura e se la annota, questa diventa una prova medica. Se un altro dottore si copia il dato, diventa un fatto scientifico. Ma, se mi occorressero delle prove che gioved`ı scorso avevo la febbre a 40 e chiedessi al dottore una copia del grafico della mia temperatura, lui non me la darebbe. Quel semplice fatto `e ora un fatto, una realt`a scientifica ed e` solo a disposizione di un altro medico. Se mi lamento che il dottore non mi vuol fornire i dati scientifici della mia malattia, questo costituisce una prova anedottica. Ed eccoci tornati al punto di partenza. Dopo aver fatto per trent’anni praticamente una religione della dieta povera di carboidrati per i diabetici, la medicina moderna fu sconfessata da un’altra sco di ricercatori guidata dal dr. Edwin L. perta.  All’inizio del 1971 un’ equipe ´  Bireman, riferiva sul  New England Journal of Medicine che un’alimentazione ricca di carboidrati in realt a` abbassa i livelli di glucosio nel sangue dei diabetici non gravi e delle persone normali. ≪Diete ricche in carboidrati non alzano i tassi di glucosio nel sangue diceva il dr. Bireman questa e` l’erronea credenza che quasi tutti i medici hanno avuto negli ultimi trent’anni ≫.

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La Societ`a Americana contro il Diabete sugger`ı allora ai professionisti della medicina di fare un completo voltafaccia e di raccomandare ai pazienti una dieta ricca di carboidrati uguale o pi`u ricca di quella delle persone normali. Questa decisione rifletteva il fatto che, nonostante il largo impiego di insulina e di altri trattamenti sintomatici, molti diabetici avevano cominciato a soffrire d’indurimento delle arterie – l’arteriosclerosi – di malattie cardiache e di colpi apoplettici. Tali problemi sembrano provenire dal consumo di quantit`a eccessive di grassi, raccomandate dai medici ai diabetici. Cinquant’anni dopo la scoperta dell’insulina, che fece tanto scalpore, il numero di diabetici e` cresciuto senza sosta. Dalla Prima Guerra Mondiale alla guerra del Vietnam, i risultati delle visite di leva mostrano un crescente aumento di gente riformata per condizioni prediabetiche o diabetiche. I dati del 1970 ne segnalano un 12%. Il diabete `e la causa principale della cecit`a ed una delle maggiori cause d’invalidit`a o morte per affezioni cardiache e renali. Si calcola che il numero dei diabetici in America oscilla tra i 4 e i 12 milioni (nel 1985, oltre 20 milioni). Si ritiene che il numero dei prediabetici, cio`e di persone sofferenti d’ipoglicemia, iperinsulinismo, o insufficienza di glucosio nel sangue – 1’antagonista/complementare ed a volte precursore del diabete – sia ancora pi`u elevato. Gli appelli all’autoregolazione per il controllo delle malattie da mal di zucchero sono soffocati dagli strombazzamenti di innumerevoli Fondi Federali alla ricerca della nuova pozione magica, di una pillola, di una vaccino o magari di un   pacemaker  atomico, magico, pancreatico, pagato dalla mutua, che possa un giorno vincere come per miracolo la malattia. Vogliamo avere la salute, ma vogliamo anche mangiare la torta.

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Capitolo 6 Dal biberon alla siringa ` il mezzogiorno d’una calda giornata di luglio a Manhattan. Un uomo scende E barcollando le scale della metropolitana aggrappato alla ringhiera, cercando di raggiungere le macchinette automatiche di dolciumi. Niente caramelle, niente Pepsi-Cola: solo gomma da masticare. Sta sudando, balbettando. Sembra un ubriaco, mentre rimane appoggiato ad un pilastro di ferro sino a che arriva il treno. Allora fa uno sforzo, sale e s’aggrappa al sostegno centrale, il sudore gli impregna la camicia e lui a fatica, sempre tenendosi alla ringhiera, si toglie la giacca, prima una manica e poi l’altra; quando questa cade a terra non riesce a raccoglierla. Il treno si ferma stridendo. Si tiene alla ringhiera, cercando di non afflosciarsi a terra. Due passeggeri, una elegante matrona ed un robusto lavoratore lo afferrano, altri due si alzano per lasciarlo sdraiare. Gli slacciano la cravatta. Gli chiedono se ha mal di cuore e se ha con s´e qualche farmaco da prendere. L’ uomo, disperatamente malato, sospira senza poter parlare. L’operaio gli d`a un paio di schiaffi sulle guance, il che lo costringe ad aprire gli occhi. Con la lingua ispessita, biascica di essere un diabetico e che croller`a, se qualcuno non gli d`a subito qualcosa di dolce. La voce si sparge nello scompartimento e due ragazzi trovano nel loro cestino della merenda una lattina di aranciata, mentre il guidatore chiama per radio un’ambulanza. Una grassona l`ı vicino gli passa una pasta. Gradualmente, l’uomo ` un riprende il proprio equilibrio metabolico e scende dal treno a Times Square. E giornalista del  New York Times, famoso per i suoi reportages politici, diabetico da 23 anni, che aveva dimenticato il suo abituale pacchetto di caramelle ≪sciogliinboccanonintasca ≫. Aveva appena avuto uno shock insulinico, per troppa insulina. Reazione ipoglicemica. Basso livello di glucosio nel sangue.  Sugar blues.

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Pochi mesi dopo, il 6 marzo 1974, moriva per “complicazioni diabetiche”. Il numero del  New York Magazine  del 25 marzo pubblic`o postuma la storia del suo incidente sul treno. ≪Per smentire una volta tanto tutte le storie sulla supposta freddezza umana e mancanza di sentimenti dei Newyorkesi – diceva la rivista – quest’uomo fu trattato amorevolmente da quanti lo circondavano. Questo episodio e` l’esempio di uno dei tanti miti urbani che vengono sfatati ≫. Un mito cade e un altro se ne crea. E cos`ı via. Quando muore un  junkie, che sia sconosciuto o meno, `e sempre per complicazioni metaboliche? Certo che no. L’eroina uccide; i  junkies, i drogati, muoiono di  junk , di porcherie. Persino un ubriacone, quando muore, muore per i propri peccati, ma quando qualcuno muore di mal di zucchero, spesso i parenti servono dolcini alla veglia funebre. “Avvelenamento da zucchero” `e un’espressione che raramente si vede stampata. La stessa ambiguit`a e parzialit`a e` evidente nel mondo dell’arte e dello spettacolo. Drogati e ubriaconi muoiono a tutte le ore, sul piccolo schermo. Gran parte di queste saghe moralistiche ci vengono proposte da quelle fantastiche persone che pubblicizzano la vendita di zucchero e di altre porcherie, ad ogni spot pubblicitario. Camilla soffre di TBC. Gli spettatori versano calde lacrime mentre l’eroina di   Love Story   muore di leucemia. Gli psicopatici riempiono i nostri schermi e ` i palcoscenici. Abbondano gli infarti, quando si vuole arricchire una trama. E tutto un alternarsi di fosse di serpenti, prigioni orrende e divani da psichiatra, tutta un’orgia di confessioni autobiografiche e drammi televisivi basati su storie di alcolizzati e di mangiatori d’oppio. Ma dove sono i week-end perduti degli zuccheromani? Nella letteratura moderna, la cosa pi`u significativa e` forse proprio quella che manca. Avete forse mai letto un libro o visto uno spettacolo teatrale, un film o un programma TV che avesse per soggetto la piaga dello zucchero nel XX secolo? Chi ci ha mai parlato del baratro dei  sugar blues? Ci sono solo due eccezioni, che confermano questa regola. La prima risale alla fine del 1973 durante la trasmissione di Merv Griffin. Griffin rivel`o di avere tardivamente scoperto di essere una vittima dell’ipoglicemia, dopo aver lottato con problemi di sovrappeso ed essersi preso delle belle ubriacature. La reazione esemplare che ebbe alla scoperta della sua malattia, fu quella di dedicare diverse puntate della sua trasmissione a discussioni molto illuminanti sui problemi dello zucchero raffinato nella nostra alimentazione, su come avveleni la gente e quanto sia facile seguire una dieta curativa.

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La seconda eccezione si trova ne   La Filosofia di Andy Warhol  (pubblicata nel 1975). Warhol ammette francamente che lo zucchero `e la sola cosa che egli abbia mai desiderato: ≪Uno non pu`o mica portare una principessa fuori a cena ed ordinare un bign`e per antipasto, anche se ne muore dalla voglia. La gente s’aspetta che uno mangi delle proteine, uno lo fa, cos`ı nessuno pu`o aver niente a che ridire≫. E continua poi a spiegare che ≪oltre a quella di vivere, la fatica pi`u ardua e` il fare all’amore. . . Ho scoperto che e` troppo faticoso≫. Quand’era bambino, sua madre gli dava una caramellina ≪ogni volta che finivo di colorare una pagina del mio album≫. All’epoca in cui l’insulina era appena stata scoperta, Sydney Kingsley scrisse quello che fu un popolarissimo successo di Broadway:  Uomini in bianco, che poi divenne un film con Clark Gable. In questa storia, due dottori sono in conflitto al capezzale d’una ragazzina, che versa in condizioni disperate. Il medico pi `u giovane diagnostica (correttamente) che la paziente si trova in uno stato di shock  insulinico (bisogno di glucosio), mentre il medico anziano insiste trattarsi di coma diabetico (bisogno di insulina). Fortunatamente, il medico che ha fatto la diagnosi giusta ha la meglio: la bimba si riprende, apre gli occhi e gli sorride. Fine. Questa rappresentazione scenica della grande divisione e confusione che regnava tra i medici, risale a quarant’anni fa. Oggi, ci sono milioni di storie di catastrofi personali provocate dallo zucchero. Vediamo questi malati incespicare ed annaspare intorno a noi ogni giorno e questo dramma si produce nella vita reale e non sui libri e sulle riviste; dietro le quinte del teatro e non sul palcoscenico; sulle poltrone dei cinema e davanti alla TV, mai sullo schermo. Secondo Elijah Muhammad, profeta dei Musulmani Neri, i bambini allattati artificialmente finiscono per amare il biberon e odiare le loro mamme. Lo avrebbe potuto dire di George, che `e un ragazzo alto, bianco e bello. Da b´eb´e era stato “figlio” del biberon. Bevve il suo primo zucchero da una tettarella di gomma. Una volta messi i dentini, mangi`o zucchero insieme ai Corn Flakes ed al succo d’arancia e poi col Ketchup di pomodoro che metteva sulle uova fritte. I suoi genitori, come milioni di altri, non sapevano neanche che il Ketchup contenesse zucchero (ancora oggi pochi consumatori si rendono conto che gli ingredienti sono elencati sulle etichette in ordine decrescente in base al loro peso. I diversi nomi dati allo zucchero raffinato complicano ancor pi`u la questione; il Ketchup, che contiene pomodori, zucchero, destrosio, aceto, sale, cipolle, spezie, contiene due diversi tipi di zucchero raffinato, il destrosio `e lo zucchero nascosto). Carne e patate erano servite ogni sera a cena con piselli surgelati; poi crostata di mele abbondantemente zuccherata o frutta sciroppata in scatola, zuccherata, ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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naturalmente. Quando faceva il bravo bambino, era ricompensato con una barra candita o una bottiglia di 7 UP e con del cioccolato fondente prima d’andare a letto. I suoi denti erano gi`a pieni di carie la prima volta che qualcuno gli guard`o la bocca. Aveva continue infezioni alla gola, cosicch´e gli strapparono le tonsille a soli 5 anni. Ebbe tutte le classiche malattie infantili, come il morbillo e gli orecchioni, e, in pi`u, strane allergie che lo tennero a letto con impacchi caldi, durante l’estate del 1954. La casa di sua nonna (che era polacca) sapeva sempre di crauti e di prosciutto affumicato, di sapone, lill`a e rum. La nonna parlava molto della sua dieta, ma in realt`a aveva spesso in mano una fetta di ciambella al cioccolato. George la ricorda tirarsi su la gonna del vestito a fiori per piantarsi un ago nella coscia. Lui ben presto non ci pens`o pi`u. Forse tutte le vecchie di 52 anni hanno quella cosa che chiamano diabete. Quando una volta il ragazzo trov`o una siringa abbandonata in un vicoletto, la porto` alla nonna per farla risparmiare. Poi, quando George aveva tredici anni e la nonna cinquantanove, lei mor`ı. Non poteva tollerare lo zucchero e mor`ı per aver cercato di sopportarlo.  Nessuno in famiglia parve imparare qualcosa dalle sue sofferenze . Quando pi`u tardi George andava in chiesa con la zia, si sedevano insieme nel coro e mangiavano torrone. Sua madre aveva ereditato da sua nonna l’attrazione per le cose dolci. George poteva sempre contare su di lei per avere qualche caramella; purch´e, beninteso, facesse il bravo bambino.

Tre anni dopo la scomparsa della nonna, la famiglia si ritrovava un altro diabetico: il piccolo George . Si era appena meritato una menzione d’onore della scuola per il tennis. In quel suo primo giorno, nel maglioncino blu fiammante, come voleva la tradizione, ogni ragazzo pi`u anziano aveva il diritto di afferrarlo e torcere la nuova lettera arancione cucita sulla maglia, rituale che determinava lo stato sociale alle scuole superiori. Si azzuff`o con diversi ragazzi e per l’ora di pranzo era cos`ı accalorato che fece fatica a mangiarsi il suo hamburger e la sua torta alla crema. Dopo le lezioni corse alla fontanella a bere acqua a pi `u non posso. Un’ora dopo era in bagno a svuotarsi. Il suo peso cal`o da 82 a 70 chili in pochissimo tempo. Sua madre sapeva che cosa voleva dire e con pap`a lo portarono dal dottore. Due minuti dopo che George aveva dato il campione d’urina, ricevettero la notizia: poteva condurre una vita “normale” solo iniettandosi ogni giorno insulina nella gamba, come la nonna. Nervoso, respirando a fatica, George si chiese: “Quanto tempo mi rimane? Oh, dolce Ges`u, per quanto ancora? Da sedici anni fino a quando?”. Quella notte la madre lasci`o mangiare al suo ragazzo condannato l’ultima tavoletta  Hershey  alle mandorle. ≪Perch´e non e` successo a me? ≫, singhiozz`o.

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George pass`o una settimana all’ospedale per imparare a bucarsi, facendo pratica su di un’arancia prima di cominciare sulla sua gamba. Gli insegnarono a stare attento alla dieta: niente zucchero e tutto il resto era razionato. Ben 4000 calorie al giorno da equilibrare con 45 unit`a di insulina Eli Lilly NPH-U80. Insistevano sulle calorie, ogni cibo ne aveva un certo numero, persino la birra.   La qualit`a invece non contava, nessuno ne parlava. Solo le calorie. Dei cereali integrali macinati a pietra avevano lo stesso numero di calorie di quella roba spugnosa del supermercato chiamata pane, fatta di farina bianca e zucchero. Gli fu detto di stare alla larga dallo zucchero, ma nessuno insegn`o a` sua madre come poteva evitare lo zucchero di cui sono pieni gli alimentari da supermercato. Forse perch´e la spesa la fa la moglie del medico, non lui – disse George – perch´e pare che lui non abbia mai dato un’occhiata a un’etichetta per rendersi conto di cosa succedeva e, del resto, neanch’io l’ho mai fatto ≫. ≪

George venne poi equipaggiato con un bagaglio composto da siringhe, aghi, alcool, garza,  Clinistix - un reagente colorato – insulina e zollette di zucchero. Un drogato qualsiasi viaggia pi`u leggero. Ogni volta che urinava, gettava il Clinistix  nel gabinetto: se l’urina diventava rossa, era perch´e aveva troppo zucchero nel sangue; presto, altra insulina. Ma il  Clinistix non serviva a niente, quando aveva troppo poco glucosio nel sangue; questo voleva dire che si era iniettato troppa insulina, o che aveva lavorato troppo o saltato un pasto: rischiava di avere uno  shock . Un’overdose di insulina pu`o essere altrettanto pericolosa di una dose eccessiva di eroina. George poteva solo contare sul suo cervello che, affamato di glucosio, gli mandava il messaggio: ≪Presto, gli zuccherini! ≫. Era continuamente sulla corda. Appeso al collo portava un collarino dell’ Allerta Medica, con un numero di telefono da chiamare in caso qualcuno lo trovasse in giro svenuto. Una tesserina plastificata nel suo portafoglio diceva: ≪Sono diabetico non sono un tossicomane. Se mi trovate in stato d’incoscienza o se il mio comportamento e` insolito pregasi vedere le istruzioni sul retro di questo documento ≫. E, sul retro: ≪Trattamento d’emergenza; se la persona `e impossibilitata a deglutire, dategli dello zucchero in qualsiasi forma – succo d’arancia, CocaCola o altre bibite, caramelle, sciroppi etc. – e chiamate subito un medico≫. Si preparava per una partita di pallacanestro prendendo meno insulina. A volte, dopo uno sforzo, si sentiva il naso diventare freddo e umido, le gambe e le braccia formicolare e la parte posteriore del cervello come vuota e leggera. Erano i segni dell’imminenza dello shock da insulina: qualche cubetto di zucchero e tutto andava di nuovo bene. ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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Un giorno, mentre lavorava in un supermercato, gli cadde a terra la scatoletta con le zollette di zucchero e, nel tirarla su, sent`ı un vecchio che passava di l`ı dire: ≪Diabetico, eh? . . . ≫. Il simile riconosce il simile, come una segreta confraternita. George si sent`ı come un’anima abbandonata imprigionata nel corpo di un adolescente. Un giorno, dopo una partita, gli altri ragazzi fecero una pausa per comprare un gelato, un “frutto proibito” per lui. Sapeva di dover mangiare qualcos’altro, ma non voleva attirare l’attenzione su di s´e, sentirsi diverso e cos`ı ne prese uno anche lui. Il resto di quel pomeriggio fu una nebbia totale, ricorda solo una macchina che lo riport`o a casa e qualcuno che gli porse il suo pallone, poi fece un passo o due e. . . si risvegli`o in ospedale con una flebo nel braccio: il glucosio si riversava nelle sue vene attraverso un tubo. Aveva cominciato a 16 anni con 45 unit`a d’insulina al giorno, ma quando prese il diploma di maturit`a era gi`a a 55. Al secondo anno di universit`a, la marijuana, l’erba, era un grosso affare. L’erba e il Viemam. Se ti facevi beccare con l’una, sfuggivi all’altro. George fu riformato in quanto diabetico. Si risparmi`o l’agonia della guerra, ma prov`o l’erba. Nel 1967, al terz’anno di universit`a, si fece il primo  trip con l’LSD. Al quarto anno, aveva preso una dozzina di acidi e fumava erba tutti i giorni. Continu`o a superare gli esami al College scrivendo articoli di ispirazione mistica. Richard Alpert venne a fare una conferenza, al campus universitario, sulle droghe allucinogene e annunci`o che l’erba abbassa il tasso di glucosio nel corpo, mentre l’LSD lo alza. Questa fu una rivelazione sconvolgente per George: forse il suo cervello non l’aveva capito, ma lui se lo sentiva nelle vene, che era vero. Ogni volta che si strafaceva con dell’erba, provava una voglia divorante di abbuffarsi di dolci, di mele spalmate di pasta d’arachidi, di pane e marmellata. L’ LSD aveva l’effetto contrario: durante un   trip  con l’acido doveva urinare furiosamente ed aveva bisogno di insulina quand’era finito. Si prepar`o ad ogni nuova eventualit`a aggiungendo nuove scorte al suo bagaglio. Quando i tipi che prendevano l’acido scoprirono le religioni orientali, George ci si mise anche lui.  Un compagno di classe trov o` un libro giapponese in cui si dichiarava che il diabete poteva essere controllato e prevenuto mangiando carboidrati naturali e completi sotto forma di riso integrale, fagioli azuki e zucca. Ci`o suonava del tutto incomprensibile a George.  I medici l’avevano convinto che un carboidrato  `e un carboidrato.  Secondo la religione medica occidentale, il riso era un carboidrato, dunque era assolutamente tab`u per lui.  Ora per o` la sua mente si stava aprendo su tutto quel che concerneva l’alimentazione.

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Cominciava ad intuire che quello che ci si mette in bocca ha qualcosa a che vedere con quel che succede in testa, sia fumando dell’erba che prendendo dell’LSD o mangiando del riso. Fu cos`ı che George cominci`o a cimentarsi con alimenti naturali e bacchette. Pass`o dall’hamburger al pesce, dal riso bianco impacchettato al riso integrale, aggiungendoci un po’ di alghe giapponesi e di insalata verde. Ma continuava a prendere 55 unit`a di insulina al giorno, 45 1a mattina e altre 10 la sera. Qualche tempo dopo, una notte si svegli`o dibattendosi come un pesce in agonia: il suo compagno di stanza chiam`o l’ambulanza e lo portarono di corsa all’infermeria del College. Qui il dottore gli disse che 55 unit`a di insulina erano troppe e che doveva, scendere a 45. Forse il guru orientale c’era per qualcosa!   Qualche settimana a riso integrale e alghe avevano cambiato la sua direzione. Per festeggiare, gett`o via la sua collanina dell’Allerta Medica. Dopo la laurea si trasfer`ı a San Francisco, per unirsi ad una comunit`a di hippies. Un pomeriggio, mentre stava fumando dell’erba seduto a terra, si addorment`o e si svegli`o all’ospedale con una flebo di glucosio nelle vene. Lo imbottivano tanto di glucosio negli ospedali che, appena uscito, doveva ogni volta aumentare la dose d’insulina. George stava imparando che l’equilibrio del glucosio `e molto precario. Il giorno dopo accadde la stessa cosa, venne persino un psichiatra a domandare se per caso George stesse tentando di suicidarsi. George detestava di essere un insulino-dipendente e di dover contare le ore tra i pasti con precisione. Non ne poteva pi`u di essere diabetico. Se non fosse stato diabetico, che cosa diavolo mai sarebbe stato? Non aveva un’identit`a migliore per il momento. L’invalidit`a era in fondo una via d’uscita attraente, una scusa pronta per qualsiasi fallimento. Con l’insulina, l’erba, l’ LSD ci si sceglie la propria dipendenza. Ma che cosa sarebbe successo, se la  Ely Lilly avesse fatto fallimento? Alla fine di quell’estate, ad un concerto rock, George sent`ı un bisogno divorante di qualcosa di dolce. Aveva con s´e gli zuccherini, ma voleva qualcosa di normalmente dolce, come un’aranciata. Si diresse al banco che vendeva le bibite. La lunga fila in attesa si muoveva al passo di lumaca e lui cominci`o a barcollare e, vacillando, si fece largo a fatica, per mettersi al riparo della siepe che correva lungo il marciapiede, si allung`o a terra e cerc`o malamente di aprire la scatoletta degli zuccherini. Le riviste dell’inizio degli anni ’70 lasciavano credere che tutte le zollette di zucchero della California fossero imbevute di LSD. E George si stava comportando da drogato. E pensare che non cercava affatto di sfuggire alla polizia; anzi, gli avrebbe fatto piacere che ci fosse. Aiuto!≫, biascic`o sordamente, invocando un passante.



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Lo sconosciuto ne sapeva abbastanza per riconoscere un tipo in acido, quando gli capitava di vederne uno. Se la svign`o. George svenne. Un amico lo sent`ı gridare, lo trov`o e prese subito a dargli dello zucchero, uccidendolo dolcemente, affondandolo pi`u profondamente. . . In seguit`o si trov`o un lavoro in un ranch californiano, dove, il primo giorno, arrivarono degli Indiani Mokelume per fumare il calumet della pace pieno di hashish, ma questa fu l’unica droga che prese durante tutto il suo soggiorno, a parte  Lilly, la bianca insulina. Mangiava pane di frumento integrale, fiocchi d’avena, formaggio, mele appena colte, crescione selvatico raccolto lungo il ruscello e lamponi di bosco. And`o a cavallo, uccise un serpente, spacc`o della legna. Nei giorni di lavoro pi`u duri arriv`o a ridurre l’insulina a 25 unit`a. Quando era ancora troppa e sentiva arrivare lo shock insulinico, mangiava un po’ di miele e tornava al lavoro. L’eccesso di glucosio nel sangue peggiora col tempo; l`ı per l`ı si rimane coscienti, ma si perde il controllo di se stessi. Troppo poco glucosio nel sangue, o quella che chiamano  ipoglic`emia, pu`o invece lasciarti in asso, svenuto da qualche parte l`a nella foresta. Un diabetico conosce l’angoscia dei terrori pi`u profondi del mal di zucchero. Quando aveva mangiato troppo si svegliava la mattina dopo con la vescica dilatata, gettava un Clinistix nella pip`ı e diventava furioso vedendola diventare rossa. Si metteva allora a guardare quell’alba stupenda, odiando sua madre per aver fatto di lui un invalido. A volte non riusciamo a perdonare gli altri perch´e sappiamo di essere noi stessi nel torto. George sapeva che era colpa sua se mangiava troppo, ma perch´e avrebbe dovuto sentirsi responsabile del senso di paura in cui viveva, sballottato tra l’ipoglicemia e lo shock da insulina? Quando gli faceva comodo un capro espiatorio, George assolveva se stesso e si sfogava sulla madre, lontana mille miglia. Colpa di lei, che l’aveva nutrito con quella tettarella di gomma, che l’aveva portato all’ago d’acciaio. Dalla tettarella all’ago, ecco la storia della sua vita! Poi torn`o a Berkeley e all’LSD.  Aveva capito che mangiare con attenzione era di molto aiuto  e sapeva ormai di doversi svezzare dall’erba, oltre che dall’insulina. Bench´e anche solo mangiare cereali e verdure, come aveva suggerito il profeta giapponese, fosse gi`a fantastico, George non era un buon cuoco e non aveva voglia di diventarlo. Voleva che mamma cucinasse per lui: era lei che l’aveva cacciato in questa galera, allora che si desse da fare per toglierlo dai guai. Stava ormai alla larga dalla carne, ma l’erba gli faceva venire voglia di dolci pesanti, caramellosi e appiccicaticci. Nonostante queste occasionali mangiate, aveva ridotto l’insulina a 25 unit`a, cercando di risparmiare grossi shock al suo ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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fisico e infliggendogliene alcuni di minore entit`a, come quel suo “ultimo tango a Sacramento”. Aveva fatto un’avance, si era accorto che la ragazza ci stava.. . e lui, sul pi`u bello, era rimasto fuori combattimento. Al primo segno di stress, il pene aveva cominciato ad avvizzirsi, un altro segno rivelatore di shock insulinico incipiente. La ragazza era rimasta a guardarlo stupita mentre, nudo, scartava una caramella al miele e l’ingurgitava avidamente. Quest’ultimo episodio l’impression`o molto, portandolo a fare molte sciocchezze e cose troppo drastiche per scoprire la sua vera natura. . . Cerc`o di eliminare del tutto l’insulina e di vivere solo di riso, azuki e zucca. A questo punto, fu per lui come tornare ai sedici anni e dovette di nuovo bere litri e litri d’acqua e orinare ettolitri di liquido incolore, sino a che si arrese e si fece un’iniezione. Poi prov`o a non mangiare: altro fallimento. Da un estremo all’altro. Voleva una cura miracolosa e istantanea.  Non aveva la pazienza di ridurre l’insulina gradualmente, seguendo una dieta ben bilanciata di cereali integrali, legumi e verdure. Forse e` perch´e non mi sono mai svezzato dal seno materno? ≫  si chiede, e aggiunge: ≪Non lo so proprio≫. ≪

Nell’estate del 1969 prese una quarantina di acidi, ammettendo di cercare di uccidersi. O meglio, di uccidere il suo vecchio s´e. Girovagava per Berkeley tra le proteste studentesche fumando erba su erba, sino a che un giorno entr`o in un lavabo pubblico ed incontr`o una ragazza. Vidi questa bella figliola alta e pensai di averla gi`a vista prima da qualche parte≫. ≪

Poi si accorse di star guardando la propria immagine riflessa in uno specchio. Salt`o gi`u dal tappeto volante psichedelico ed and`o a farsi tagliare i capelli. Smise coll’acido e con l’erba e scopr`ı solo allora che specie di mostro l’aveva reso il suo metabolismo. Ora non desiderava nient’altro che zucchero, come un avvinazzato che non sogna altro che il moscatello. Prese a correre da un negozio all’altro a comprare dolciumi. Scopr`ı di non essere solo; questo succede spesso quando si lascia perdere 1’LSD, ma nessun medico glielo aveva mai detto, perch´e alla Facolt`a di Medicina non dicono niente sull’LSD. Non ancora. Non pi`u che sull’ipoglicemia, nonostante quanto aveva detto Seale Harris nel 1924. Ero un maniaco del cremino – ricorda George – Mi stavo premiando con una corsa al suicidio≫. ≪

Dopo queste follie, dovette aumentare la dose di insulina fino a 60 unit`a al giorno. Tra un’incursione in pasticceria e l’altra, decise di tornare sulla costa atlantica a studiare la medicina orientale con i cui insegnamenti aveva flirtato per ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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cos`ı tanto tempo. Sent`ı che questa era la sola via d’uscita. fisicamente e spiritualmente≫.

. Ero disperato,



Si trasfer`ı in una casa comunitaria vicino a Boston dove  bravi cuochi preparavano cibo orientale tradizionale: riso integrale, verdure, un po’ di pesce, insalate, fagioli, alghe, salsa di soia naturale, tofu (formaggio di soia fresco), miso (pasta di soia e sale, fermentata e invecchiata) e un po’ di frutta di stagione. Lentamente e gradualmente il suo equilibrio si ristabil`ı. Arriv`o al punto in cui i cibi senza zucchero gli sembravano dolci.  Il suo folle appetito per i dolci se ne and`o per sempre, come anche la voglia di yogurt, latte, formaggio e persino di gelato.  In due anni riusc`ı a ridurre 1’ insulina da 60 a 15 unit`a al giorno ed il suo peso diminu`ı, stabilizzandosi sui 75 chili. Ora non si deve pi`u portare dietro le zollette di zucchero e se sente arrivare una piccola crisi insulinica, non ha neanche pi`u bisogno di miele: gli basta un pezzetto di pane integrale o un boccone di riso. Quando lo mastica bene a lungo, talvolta fino a una cinquantina di volte, questo si scompone lentamente in glucosio nella sua bocca ed `e sufficiente a riequilibrare il suo metabolismo come prima le zollette di zucchero, senza pi`u quell’impatto violento sul suo organismo. Ogni settimana si sottopone a un trattamento d’agopuntura da un ex compagno di universit`a. Dice: ≪L’agopuntura mi ha insegnato la pazienza; il mio amico mi spiega perch´e avevo il fegato sovraccarico, forse per la collera repressa e per le tonnellate di zucchero mangiate durante l’infanzia. Secondo la teoria dell’agopuntura, l’eccesso di attivit`a del fegato ha un effetto distruttivo sul pancreas, dove viene prodotta l’insulina≫. Un giorno, in aereo, George era seduto vicino a un ragazzino. Pot`e comprendere, dal modo in cui la madre esaminava con apprensione il suo pasto, contando le calorie, che il ragazzo era diabetico e insulinodipendente.

A George erano occorsi dieci lunghi anni per scoprire la sua strada.  George non pot`e trattenersi dal domandare quanti anni avesse il bambino: ne aveva solo nove. Non os`o chiedere da quanto tempo fosse a questo punto. Oggi la compagnia farmaceutica Lilly trova clienti sempre pi`u giovani.

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Capitolo 7 A proposito di cavoli e di re Durante la costruzione della Grande Muraglia cinese, ai lavoratori venivano dati dei cavoli sotto sale insieme al ris o` , per mantenerli forti ed in buona salute. La salatura serviva a conservare i cavoli anche fuori stagione ed era l’unica verdura che usavano per integrare il riso scuro non decorticato. Quando i Mongoli invasero la Cina, apprezzando le cose buone di quel paese, adottarono i cavoli sotto sale per le loro razioni da viaggio, poich´e erano molto pratici. I loro eserciti si spinsero nel XIII secolo sino all’Ungheria, attraverso la quale introdussero in Europa quel cibo, conosciuto come crauti o  Sauerkraut , che divenne uno degli alimenti principali in Germania e nell’Europa dell’Est. Le legioni di Giulio Cesare, la pi`u efficiente macchina da guerra che il mondo abbia mai conosciuto, si spingevano assai lontano da Roma. Le sole provviste che si portavano dietro erano dei sacchi di granaglie, uno per soldato. Come i Vietcong, i legionari di Cesare non avevano zucchero n´e cucine, e nemmeno ospedali da campo, solo qualche chirurgo per ricucire le ferite. Mangiavano i cereali in grani interi durante le campagne, o macinati quando erano a Roma: ci aggiungevano del cavolo o qualche altra verdura che riuscivano a rimediare.. . Plinio ha detto che il cavolo tenne Roma lontana dai medici per secoli. Furono invece gli eserciti europei, che viaggiavano nell’altra direzione, a cacciarsi nei guai. Nelle sue cronache sull’invasione dell’Egitto – prodigo di zucchero – da parte dei Crociati di S. Luigi, nel 1260, il Sire Jean de Joinville descriveva le gengive putride, sanguinanti e come fungose, le chiazze emorragiche cutanee e le gambe rigonfie che minarono le armate cristiane e le condussero alla disfatta finale con la cattura dei Cavalieri della Croce e del Comandante supremo.

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I Cinesi, i Mongoli ed i Romani sapevano che il cavolo sotto sale preservava dallo   scorbutus, come i Romani lo chiamarono la parola latina ne descrive i sintomi cutanei. Pare che anche i contadini d’Europa sapessero che cosa bisognava fare per proteggersene: le sagge donne, le levatrici e altri guaritori naturali prescrivevano ogni sorta di piante selvatiche a foglie verdi come l’ erba da scorbuto . Gli eserciti e le flotte cristiane furono decimati dallo scorbuto. Mentre Chiesa e Stato mandavano al rogo i curatori naturali come “streghe”, maghi, avvelenatori e quanti trafficavano con la magia nera, clero e regnanti erano invece vittime della loro magia di Stato, dell’idea che lo scorbuto poteva esser guarito col semplice tocco di un  sangue blu, re o imperatore. Se un imperatore si autoproclamava capace di guarire lo scorbuto col proprio tocco divino, poteva il re suo vicino non sentirsi in dovere di fare altrettanto? Voltaire ci ha raccontato l’incontro tra un santo cristiano, che soffriva di scorbuto, ed un re malato di altri malanni, che sperava che il tocco del sant’uomo lo potesse guarire. Qual e` la storia dei cavoli e dei re? Dagli Arabi in Persia ai Crociati in Islam, agli esploratori del Cinquecento, soldati e marinai furono spesso i primi a diventare zuccheromani. I califfi, i sultani, i re e le regine potevano ordinare e comandare; avevano i mezzi e il diritto divino di prendersi per primi le cose difficili da ottenere, ma potete star certi che molto zucchero rimase appiccicato alle dita dei soldati e dei marinai, che trasportavano le preziose merci da un capo all’altro dell’oceano. C’`e una differenza sostanziale tra esercito e marina. Gli eserciti di terra possono sempre rimediare qualcosa in giro da mangiare. Le razioni dei naviganti sono invece stabilite da leggi reali e tendono a riflettere l’avarizia, la corruzione e i pregiudizi che comunemente regnano tra i potenti. Gli eserciti possono confiscare per s´e del buon cibo contadino, ma in marina ci si nutre come vuole Sua Maest`a.  I contadini e le loro bestie mangiavano solo cibo completo, e rimanevano perci o` integri, ma coloro che vivevano lontani dalla campagna, nelle nuove citt a` o in alto mare, intenti a scoprire nuovi mondi, si nutrivano di cibi sempre pi u` raffinati e prima o poi s’ammalavano. Durante uno dei primi viaggi di Cristoforo Colombo verso il Nuovo Mondo, una parte dei suoi uomini cadde gravemente ammalata e le loro condizioni diventarono ben presto disperate. L’ ammiraglio stava per gettarli ai pesci quando un’isoletta verdeggiante apparve all’orizzonte. I malati chiesero e ottennero di essere sbarcati per morirvi. Dopo lo sbarco in quest’isola paradisiaca, i moribondi si fecero tentare dalle piante e dai frutti sconosciuti che crescevano l`ı intorno e se ne cibarono. Con loro somma sorpresa, la loro salute prese a migliorare.

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Quando Colombo ripass`o per l’isola, alcuni mesi pi`u tardi, sulla via del ritorno verso l’Europa, rimase stupefatto vedendo degli uomini bianchi barbuti chiamarlo da terra e fu ancora pi`u sbalordito nel constatare che i suoi moribondi erano tutti vivi e in buona salute. Per celebrare questo felice avvenimento, l’isola fu battezzata Curac¸ao, che in portoghese vuol dire “guarigione”. Vasco de Gama, mentre cercava un passaggio per l’India attraverso il Capo di Buona Speranza, perse, a causa dello scorbuto, 100 dei suoi 160 uomini. Magellano lasci`o l’Europa nel 1519 per fare un giro del mondo con una flotta di cinque navi. Tre anni pi`u tardi, dopo aver fatto scalo in isole come Guam e Curac¸ao, ritorn`o in Spagna con una nave e un equipaggio superstite di soli 18 uomini. Durante il regno di Elisabetta I, numerosi marinai inglesi cominciarono a morire di scorbuto. I malati erano spesso sospettati di fingere il morbo e venivano perci`o puniti con la flagellazione. Questa era l’unica cura prescritta. La Marina Reale and`o quasi in crisi per mancanza di personale, essendo malata la met`a degli uomini. La storia dello scorbuto e` ormai classica. Quando se ne parla oggi, si dice di solito che non c’era allora un modo per portarsi dietro per molto tempo delle verdure fresche. Come se non ci fossero stati altri esploratori prima di quelli della Regina ≪Betta≫.  Che dire allora dei Vichinghi, dei Fenici e degli orientali? Com’erano sfuggiti alla piaga dello scorbuto?  Alcuni portandosi la loro versione dei cavoli di Giulio Cesare sotto forma di crauti, ovvero sotto forma di insalatini o verdure in salamoia;  altri si portavano fagioli, lenticchie ed altri semi, che facevano germogliare per ottenere quello che noi chiamiamo  acido  ascorbico  o  vitamina C . La curatrice di villaggio druido avrebbe forse potuto consigliare in questo senso la Real Marina, se non fosse gi`a stata tanto occupata a nascondersi per evitare di essere bruciata sul rogo: anche quella era infatti un’epoca dura per quanti praticavano una medicina non ortodossa. Dopo tutto, fu solo nel 1684 che l’ultima strega fu arsa viva nella felice Inghilterra. Quando la spedizione dell’esploratore francese Jacques Cartier fu decimata dallo scorbuto presso Terranova, nel 1535, un amichevole stregone indiano consigli`o una pianta verde locale: un decotto di aghi d’abete appena colti. Nel 1593 l’ammiraglio Sir Richard Hawkins protesse efficacemente l’equipaggio del  Dainty, nave di Sua Maest`a, con scorte di arance e di limoni. Tuttavia, ogni volta che si racconta la storia dello scorbuto, c’`e un elemento che viene raramente menzionato. Era stato aggiunto un nuovo cibo alla dieta dei marinai d’Elisabetta, cibo che n´e i Vichinghi, n´e i legionari romani, n´e i Fenici ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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ed i navigatori d’Oriente usarono mai e di cui fecero benissimo a meno; lo stesso alimento che caus`o perdite tra i Crociati, il “tesoro” che si erano portati dietro dalla Terrasanta: zucchero grezzo e rum. All’inizio, soldati e marinai presero ad arraffare tutto lo zucchero e il rum su cui mettevano le mani. Non molto tempo dopo, entrambi erano entrati a far parte delle razioni regolari della   Royal Navy inglese. Uno dei primi allarmi sul possibile rapporto tra zucchero e scorbuto venne dal dr. Willis e ricomparve dopo la sua morte in un libro, scritto in latino e pubblicato in Svizzera, la   Diatriba de medicamentorum operationibus in humano corpore (Diatriba sulle operazioni della medicina nel corpo umano). Disapprovo grandemente le cose conservate o comunque condite con molto zucchero – scriveva il dr. Willis – e giudico che la sua invenzione e l’uso smodato di esso hanno molto contribuito al grande aumento di scorbuto nella nostra epoca. . . ≫. ≪

Non ci sono documenti a provare che proprio nessuno si sia curato del monito del dr. Willis. Sicuramente non l’Ammiragliato britannico, comunque. Lo scorbuto continu`o a far strage nella Regia Marina, prendendosi migliaia di vite. Tutto questo succedeva mentre gli Inglesi dominavano e controllavano il commercio dello zucchero. Nel 1740 il commodoro Anson lasci`o l’Inghilterra con sei navi e 1500 marinai, per tornare quattro anni dopo con una nave e 335 uomini. Negli anni intorno al  1750, James Lind, assistente chirurgo sul  Salisbury, nave di Sua Maest`a, allarmato dal fiasco di Anson e dai molti casi di scorbuto osservati anche sulla sua nave, si mise a fare  uno dei primi esperimenti di nutrizione che sia mai stato registrato. In mare aperto sul  Salisbury, Lind isol`o 12 malati di scorbuto, dividendoli in sei gruppi di due. Tutti ricevevano la razione regolamentare della  Royal Navy: Una brodaglia zuccherata, la mattina; Brodo di montone a pranzo, spesso; Altre volte budini, gallette bollite in acqua calda e zucchero, etc.; (L’etc. significa probabilmente gelatine o marmellate zuccherate). Per cena, orzo, riso, ribes e sag´u (una fecola tropicale) uvetta e vino.

Confrontiamola ora con la tipica colazione “di lusso” inglese del 1516, prima che venisse di moda la mania dello zucchero:

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Nei giorni di magro, Milord e Milady si dividevano una pagnotta di pane grezzo, intero, non raffinato. Poi due michette (pagnottine di pane bianco). Un quarto di birra o un po’ di vino. Due pezzi di pesce salato, sei aringhe salate e un piatto di pesciolini. Nei giorni di carne, bollito di montone o vitello al posto del pesce. (Nel 1500 il prezioso zucchero era raro, a meno di non essere invitati a corte e di vedersene offrire un pizzico: un po’ come sarebbe oggi farsi offrire una presina di cocaina, tanto per provare).

Ciascuna delle sei coppie di malati di Lind ricevette un rimedio sperimentale diverso. Quattro ebbero qualcosa di liquido: sidro, aceto, una pozione d’acido solforico diluito e di acqua di mare. La quinta coppia ricevette un rimedio ≪raccomandato da un medico d’ospedale: una pasta fatta d’aglio, semi di senape, rafano, balsamo del Per`u e gomma di mirra≫.  Agli ultimi due vennero date due arance e un limone al giorno. ≪Questo lo mangiarono con avidit`a – not`o Lind – e con subitanei e ben visibili effetti positivi≫. Uno dei due che mangiarono agrumi guar`ı e fu pronto a riprendere il lavoro in sei giorni e l’altro miglior`o tanto da prendersi cura delle altre cavie umane. Sia che Lind avesse sentito dire o meno degli avvertimenti contro lo zucchero del dr. Willis, non vi prest`o comunque attenzione. Non era venuto in mente a nessuno di fare prove togliendo degli alimenti dalle razioni anzich´e aggiungendone altri, specie con qualcosa di forte come lo zucchero. I medici, allora come adesso, si fanno valere prescrivendo qualcosa in pi`u. Persero spesso la faccia e i loro pazienti, prescrivendo qualcosa di gradevole al palato.  Nel XVI secolo, gli Inglesi avevano gi a` iniziato a perdere i capelli e i denti.  Sino a quel momento solo i privilegiati ne erano stati colpiti, ma ora persino l’uomo della strada era ormai uno zuccheromane. La relazione tra zucchero e scorbuto era ritenuta empirica, “non scientifica”.  Verdura, frutta, bacche e semi oleosi, le fonti naturali di ci`o che noi conosciamo come vitamina C, erano considerati dei dolci prima che arrivasse lo zucchero. Questo invece e` un dolce innaturale, privato della vitamina C nel processo di raffinazione, insieme al 90% degli altri fattori nutritivi della canna. La sostituzione dei dolcificanti naturali con zuccheri raffinati concentrati e` la causa effettiva dello scorbuto. La scoperta di James Lind venne, come di dovere, riferita all’Ammiragliato. Naturalmente il “sistema fabbricamalattie” inglese sapeva bene di non poter ammettere di aver causato il morbo con una dieta non equilibrata: tutti sapevano che la Reale Marina era la migliore del mondo e i suoi marinai i meglio nutriti, per cui continuarono a fustigare i marinai scorbutici per altri cinquant’anni almeno. . .

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Lind lasci`o la Regia Marina l’anno seguente all’esperimento, fin`ı gli studi a Edimburgo e apr`ı uno studio privato per diventare successivamente il medico personale di re Giorgio III a Windsor. Continu`o tuttavia le sue ricerche e pubblic`o un trattato sullo scorbuto nel 1753. Nel frattempo,  il ritardo nel modificare le razioni della Marina cost o` al paese circa 100 mila vite in meno di 50 anni. Lind mor`ı nel 1794. Un anno dopo, quando il buon dottore non era pi`u l`a a perorare la causa, fu fatta finalmente marcia indietro. Tutt’a un tratto, quelle che eran state ufficialmente definite “panzane”, si trasformarono in un ordine ufficiale: ogni marittimo inglese doveva ormai ricevere ogni giorno una dose di succo d’agrumi col suo rum. Con l’arroganza che fu in ogni epoca caratteristica dell’amministrazione, si sparse la voce che si trattava di un’arma segreta per mantenere la supremazia sui mari.

Una nuova verit a` scientifica non trionfa convincendo i suoi detrattori e facendo loro vedere la luce – diceva Max Planck – ma piuttosto perch e´ alla fine si lascia che i suoi oppositori muoiano e li soppianta una nuova generazione cui la novit a` va bene ≫. ≪

Gli Inglesi chiamavano il limone lime1 , a quell’epoca, e i marinai d’Inghilterra sono da allora noti al mondo intero come  limeys. Se Lind avesse tolto lo zucchero ai suoi uomini, offrendo loro decotto di aghi di pino, del  t`e Bancha  o avesse dato loro da mangiare dei crauti, dei germogli, del prezzemolo, delle alghe o del pesce crudo – tutti quanti ricchi di vitamina C – agli Inglesi sarebbe stato forse affibbiato un nomignolo del tutto diverso. La confusione britannica tra  limoni  e  limes  caus`o un vero disastro nella spedizione polare di Sir George Nare nel 1875: per il viaggio furono imbarcati dei limes delle Indie Occidentali, anzich´e dei limoni del Mediterraneo: scoppi`o un’epidemia di scorbuto che rovin`o la spedizione. L’ inchiesta che ne segu`ı non riusc`ı a stabilire la vera causa della sciagura. A quell’epoca, la teoria dei microbi di Pasteur come causa delle malattie divent`o di moda e la semplice scoperta del dr. Lind pass`o nel dimenticatoio, come l’antica maga e la sua efficace verde erbetta antiscorbuto. Medici eminenti proclamavano ora che la vera causa dello scorbuto era un’intossicazione da acido e, nel 1916, un’altra scoperta ne dava la colpa ad una costellazione di diabolici germi. Poi fu la volta della costipazione intestinale e infine, durante la II Guerra Mondiale, due medici tedeschi, incaricati della salu1

 Lime  o  Limetta: frutto tropicale dell’albero della famiglia delle Rutacee, simile al limone, ma pi`u piccolo, tondo ed aspro, ricca fonte di vitamina C; dalla buccia si ricava un olio, usato come aromatizzante nell’industria cosmetica. Se ne conoscono due specie, la limetta acida ( citrus aurantifolia) originaria della Malesia e coltivata nelle zone tropicali: e la limetta dolce o limone dolce, che `e un ibrido della precedente ed e` coltivata nell’America Centrale.

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te dei prigionieri di guerra russi, arrivarono alla conclusione che lo scorbuto era trasmesso da parassiti. L’idea che un morbo sia causato da un qualche diavolo al di fuori di noi placa evidentemente un bisogno atavico nell’uomo: combattiamo fino all’ultimo sangue pur di evitare di accettare la responsabilit`a dei nostri mali. Se era occorsa un’eternit`a, alla  Royal Navy, per accettare un concetto che un qualsiasi guaritore campagnolo avrebbe potuto suggerirle, i suoi quarantadue anni di tergiversazioni sembrano un record di velocit`a in confronto alla totale inefficienza di altre amministrazioni dell’Impero Britannico. Ad esempio, il Ministero del Commercio, incaricato del controllo della marina mercantile, per oltre un secolo non ne volle sapere di adottare cure per lo scorbuto. Ci sono documenti comprovanti che certe navi mercantili, i cui uomini eran colpiti dallo scorbuto (che di solito si rivelava fatale), erano cariche di limoni de destinatiti alla  Royal Navy. Sull’altra sponda dell’oceano, in un’America sconvolta dalla guerra civile, i dati riportati non sono pi`u confortanti. L’esercito nordista dell’Unione – i cui soldati si riempievano di latte condensato zuccherato – segnal`o ben 30 mila casi di scorbuto ed il comando coi suoi medici ci mise altri trent’anni per capire ci`o che ogni stregone indiano avrebbe potuto dir loro, per non parlare dell’esempio dietetico inglese. Sul volgere del XX secolo, quando ormai il latte condensato zuccherato era divenuto una assuefazione nazionale, si cominci`o a considerare superato allattare al seno i beb`e, e le mamme cominciarono a nutrire i bambini col latte condensato. Fu cos`ı che comparve un nuovo tipo di scorbuto, i cui sintomi furono chiamati morbo di Barlow, dal nome del medico che aveva scoperto che due pi`u due fa quattro. Nel corso dell’estate del  1933,   un intrepido dentista americano si avventurava nelle zone pi u` lontane e impervie delle Montagne Rocciose canadesi, nel territorio dello Yukon. Il dr. W. Price trov o` delle tribu` indiane, la cui salute e dentatura non erano ancora stati corrotti dal contatto con la cultura ed il commercio degli invasori bianchi . D’inverno, nello Yukon la temperatura scende anche fino a 50 gradi sotto lo zero, per cui, ovviamente, gli agrumi sono sconosciuti, come anche la maggior parte degli alimenti noti alla civilt`a moderna come fonti di vitamina C. Questi indiani vivevano quasi esclusivamente di caccia alla selvaggina. Il viaggiatore si chiedeva come mai gli indiani non erano preda dello scorbuto. Interrog`o un vecchio indiano tramite un’interprete: Come mai il tuo popolo non s’ammala di scorbuto? ≫



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Perch´e e` una malattia dell’uomo bianco ≫, disse l’indiano.



Non e` possibile che un indiano se lo prenda? ≫, fu la domanda successiva.



S`ı, certo, ma gli indiani sanno come prevenire lo scorbuto. L’uomo bianco,



no≫ Perch´e non dici all’uomo bianco come fare per preservarsi da questa malat-



tia?≫ L’uomo bianco sa troppo per chiedere qualcosa ad un indiano ≫



Me lo diresti, se te lo chiedessi? ≫.



Il vecchio rispose che prima doveva consultare il capo-trib`u. Quando ritorn`o, disse che il capo accettava di dividere il segreto col visitatore, amico dell’indiano,  consigliando di non mangiare la farina e lo zucchero che si vendevano all’emporio dell’uomo bianco.  Poi il vecchio descrisse nei minimi particolari la maniera con cui i cacciatori uccidono l’alce, come aprono la sua carcassa sulla schiena, appena sopra le reni. Qui si trovano quelle che gli indiani descrivevano come due palline di grasso: le ghiandole surrenali! Queste due piccole palline di grasso venivano tagliate in tanti pezzetti quante erano le bocche da sfamare nella famiglia e ciascuno mangiava la sua parte. Mangiavano cos`ı anche le pareti del secondo stomaco dell’animale. Tutti i popoli primitivi che cacciavano, avevano dei medici-stregoni che studiavano gli animali selvatici in libert`a ed  avevano cos`ı imparato a mangiare gli organi interni dell’animale; spesso, il muscolo ed il filetto erano gettati in pasto ai cani. L’uomo civilizzato moderno, che mangia per il proprio piacere, e non per la propria sopravvivenza, fa esattamente l’opposto. Gli indiani dello Yukon erano in grado, da secoli, di ricavare l’acido ascorbico o vitamina C, dalle ghiandole surrenali dell’alce o dell’orso grizzly. Nel 1937, due scienziati, l’ungherese dr. Albert Szent-Gyorgyi ed il chimico inglese Sir Walter Haworth, furono entrambi ricompensati col Premio Nobel (uno per la Fisiologia e la Medicina, l’altro per la Chimica – diviso con Paul Karrer) per aver riscoperto il segreto della vitamina C. Szent-Gyorgyi trov`o il primo indizio importante quando isol`o una sostanza contenuta nelle surrenali d’un bue, che aveva delle propriet`a biochimiche insolite. Eppure, per cinque secoli, l’uomo bianco aveva saputo troppo per chiedere qualcosa al pellerossa. . . Nel 1855 il Capo Sealth della Trib`u dei Duwamish, che abitava quello che oggi e` lo Stato di Washington, scrisse al presidente Franklin Pierce per protestare contro la sua intenzione di comprare le terre della sua trib`u . Oggi la citt`a di Seattle, ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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corruzione del nobile nome di quel grande capo, giace nel cuore della terra dei Duwamish. La sua lettera era un monito contro le abitudini corruttrici e distruttrici dell’uomo bianco: Come potete voi comprare o vendere il cielo, il calore della terra? Questo concetto ci e` cos`ı estraneo. . . La freschezza dell’aria o lo scintillio dell’acqua non sono nostri. Come potete comprarli da noi? Sappiamo bene che l’uomo bianco non capisce le nostre abitudini. Per lui un pezzo di terra vale l’altro, poich´e egli e` uno straniero che arriva nel cuore della notte a prendere dalla terra quel che gli serve. La terra per lui non `e una sorella, ma un nemico, e cos`ı, una volta che l’ha conquistata, continua per la propria strada, lasciandosi dietro le tombe dei suoi padri, senza ricordarsi del diritto di nascita dei suoi figli. L’aria e` preziosa per l’uomo rosso, poich´e tutte le cose sono unite in un unico respiro: le bestie, gli alberi, gli uomini. L’uomo bianco sembra non accorgersi dell’aria che respira. Come un moribondo che trascina la propria agonia, intorpidito dal proprio fetore. . . L’uomo bianco deve imparare a trattare gli animali della terra come fratelli. Io sono un selvaggio e non posso capire un altro modo. Ho veduto migliaia di bisonti marcire nella prateria, lasciati dall’uomo bianco, che li aveva uccisi col fucile da un treno in corsa. . . Che cos’`e l’uomo, senza gli animali? Se tutte le bestie sparissero, gli uomini morirebbero, per una grande solitudine nel profondo del cuore, perch´e tutto ci`o che accade alle bestie accade anche all’uomo.  Tutte le cose sono collegate . Tutto quello che succede alla terra succede ai figli della terra. ` una cosa che noi sappiamo, che l’uomo bianco scoprir`a un giorno. Il nostro E Dio e` lo stesso Dio. Ora forse potete illudervi di possederlo, cos`ı come deside` impossibile. Egli e` il Corpo stesso dell’uomo rate possedere la nostra terra. E e la sua compassione e` la stessa per l’uomo rosso che per l’uomo bianco. La terra e` preziosa per Lui. Fare del male alla terra significa disprezzare il suo Creatore.. . Continuate pure a insozzare il vostro letto e finirete per soffocare una notte nel vostro stesso sudiciume. Noi potremmo capire, se solo sapessimo che cosa sogna l’uomo bianco, quali speranze comunichi ai suoi figli nelle lunghe notti d’inverno, quali visioni accenda nelle loro menti. . . I nostri guerrieri hanno provato vergogna. E, dopo la sconfitta, essi hanno reso pigri e vuoti i loro forni, contaminando i loro corpi con cibi dolci e bevande forti ≫. ≪

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Capitolo 8 Come complicare la semplicit`a Il  boom  dello zucchero penetr`o anche nella civilt`a del  bohio  e nel pi`u profondo della giungla. Tutto si pieg`o al reale decreto: ≪Disboscate pi`u terra per piantare pi`u canna≫. Le magnifiche foreste primordiali, piegandosi di fronte all’atroce comando, assunsero un triste ruolo nella storia cubana. Non c’`e nessun paese al mondo pi`u ricco, nella sua dovizia di legni e piante, della perla delle Antille. Nella foresta cubana crescevano quaranta diversi tipi di legno pregiato da mobilio e da costruzione: mogano, legno di rosa, campeggio, ebano, il fragrante olmo spagnolo. . . Disboscando il paese per far posto allo zucchero, i cubani abbatterono e bruciarono intere falangi di vecchie palme secolari, che davano cibo, latte, fibre, cordami e diverse altre cose essenziali alla vita del contadino che furono sacrificate al dio supremo: lo zucchero. In modo pi`u sottile, l’avvento dell’industria dello zucchero su larga scala cambi`o il mondo del contadino. Prima il cubano di campagna risiedeva contento nel suo fazzoletto di terra, con a portata di mano qualunque cosa di cui avesse bisogno, tanto che un venditore ambulante tedesco aveva coniato la immortale espressione damned wantlessness, la dannata mancanza di volont`a,  il “maledetto bisogno di niente” del paesano cubano . Ora che la sua terra era stata venduta alle compagnie saccarifere, si ritrov`o a far parte di una grande impresa industriale che gli dava una casa ed un salario da essa convenuto. Per temperamento non era fatto per questa ondata di progresso industriale moderno in mezzo al quale si era venuto a trovare. . .

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Non prende parte alla gestione di questo gigante industriale; non ha voce in capitolo nella sua amministrazione. Ci`o nonostante, deve mettersi al lavoro per la propria ed educazione, per lo svago e per il pane quotidiano. Ha scambiato, suo malgrado, la sua vita semplice con l’asservimento ad un colosso straniero. Il suo futuro non gli appartiene pi`u: e` deciso per lui in qualche consiglio d’amministrazione a New York ≫. ≪

L’America e` una terra che ha elevato lo spreco a livello d’industria, adottando la politica di base di sciupare risorse “inesauribili” per comprare quelle di altri paesi. Arrivati alla met`a del XX secolo, gli Stati Uniti si sono ritrovati immersi fino al collo in una doppia crisi, energetica ed alimentare, entrambe interdipendenti. Una delle differenze principali tra America ed Europa – e dopo tutto la maggioranza dei padri fondatori dell’America venivano dall’Europa – `e che negli Stati Uniti esistevano delle risorse nuove da dilapidare e saccheggiare. L’enorme divario geografico naturale fra l’Oriente e l’Occidente fu ancora accresciuto con l’invenzione e l’utilizzazione d’un semplice strumento: il mulino. Con esso si pot´e avere la scelta tra farine di grano, d’avena, di segala, d’orzo e di mais. Dapprima il cereale era macinato tra due pietre e si usava l’energia manuale umana per trasformare il grano in farina. Le creme di cereali, i dolci ed il pane erano fatti con la farina. Dal momento in cui il chicco integro e` ridotto in farina, la sua energia naturale o la sua forza vitale – che si chiamano elementi nutritivi, vitamine o enzimi – si riduce.

Infatti il cereale macinato non pu o` piu` germogliare, non si pu o` piu` riprodurre. Le macine a energia umana furono sostituite dal mulino ad acqua. I Crociati poi portarono il mulino a vento dai paesi arabi. In seguito le pietre delle macine vennero sostituite da rulli d’acciaio; l’acqua divent`o vapore e infine elettricit` a. La potenza dei macchinari aumentava e le farine diventavano sempre pi`u raffinate. Quella che viene chiamata civilt`a – la separazione dalla terra – avanzava. Veniva utilizzata sempre pi u` energia per togliere ai cereali la loro forza vitale, con macinazione, rottura del chicco e setacciatura, inizialmente attraverso tessuti di lana, che furono poi sostituiti da tele di lino ed infine dalla seta. La gente mangiava farine raffinate e divenne anch’essa raffinata.  Il chicco intero e` un frutto contenente il germe: se ne eliminarono parti sempre pi u` importanti, specie il germe e la crusca. Se si fossero piantati nella terra i chicchi di grano cascati tra i rulli, ciascuno di essi avrebbe prodotto molti, molti altri chicchi. Invece il prodotto finale della macinazione, la farina, `e morto. Messa nel terreno marcirebbe, perch´e l’energia vitale e` stata estratta, distrutta, perduta, uccisa. Cos`ı dunque l’energia dell’uomo fu impiegata per spremere via l’energia dal ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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chicco.  Furono messe a punto, l’una dopo l’altra, altre tecniche di raffinazione come la sbiancatura ed i trattamenti col gas.  Per la canna da zucchero si usava in origine, per schiarirne il succo, sangue animale. Pi`u avanti questo metodo decadde e, per sbiancare lo zucchero, si usarono le ossa carbonizzate degli animali. Il germe e la crusca del grano che restavano nel setaccio vennero chiamati  scarti, parola che significa residui, sottoprodotti di un trattamento. I residui della canna da zucchero, la  bagassa, venivano dati alle mucche e ad altri animali. Mentre le persone diventavano sempre pi`u raffinate a furia di mangiare grano e zucchero raffinati, aumentava il consumo di animali nutriti con gli scarti della raffinazione stessa. Il mulino aveva sostituito la masticazione dell’uomo, si utilizzavano ora gli animali nello stesso modo.

I cereali completi in grani vanno masticati molto, molto bene, altrimenti non si digeriscono, e questo vale anche per il pane integrale,  mentre il pane bianco praticamente si scioglie in bocca e si sa che gli umani scelgono la via pi`u facile, la strada pi u` veloce. Dopo la II Guerra Mondiale, l’industria alimentare americana ha fatto passi da gigante per permettere ai suoi clienti – praticamente tutti i bambini ed una buona parte degli adulti – di non dover affatto masticare per la prima colazione. I rimasugli gasati, sbiancati e ricolorati dei cereali produttori di vita vengono arrostiti, tostati, ricoperti di zucchero, imbalsamati con conservanti chimici e imballati in una scatola variopinta assai pi`u grande di ci`o che realmente contiene. I servizi di vendita e pubblicit`a sprecano delle quantit`a incredibili di energia per riuscire a vendere le loro scatole semivuote di cibo morto: ci vogliono buoni sconto, fischietti e pistoline giocattolo per indurre madri raffinate a tirar gi`u queste scatole semivuote dagli scaffali del supermercato. Una delle ragioni per cui l’Oriente era l’Oriente e l’Occidente l’Occidente e per le quali sembrava impossibile gettare un ponte tra i due, consisteva nel fatto che il mulino non esistette in Oriente per secoli, dopo la sua invenzione e la sua integrazione nel modo di vita occidentale. L’uomo e la terra erano considerati come un tutto indivisibile, sano e sacro (whole,  healthy  e  holy hanno in inglese la stessa radice n.d.c.).

Cereale completo significava chicco sano, salutare e sacro. Wa, l’ideogramma giapponese che rappresenta la pace, `e fatto a forma di bocca con un chicco di riso dentro. Sprecare alcunch´e, specie il cibo, era considerato una offesa a madre natura e all’ordine dell’universo. Al bambino cinese, che lasciava del riso nella sua ciotola, si diceva che la ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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sua futura sposa avrebbe avuto tanti puntini sul viso quanti erano i chicchi da lui sciupati. In Oriente, i cereali si mietevano nei campi: gli steli del riso venivano battuti entro contenitori di legno per rimuovere la pula; poi si faceva saltare nel vento il riso e il suo involucro con un telo: il vento faceva volar via la pula ed i chicchi ricadevano sul terreno. Il chicco di riso – intero, completo, il frutto col seme – veniva mietuto, conservato e mangiato completo. Il resto della pianta – tutta la parte non commestibile veniva restituito alla terra. I chicchi di riso erano mangiati completi, masticati in bocca, invece che tra le pietre del mulino. Veniva messo poco o niente da parte per gli animali e tuttora in Oriente si allevano pochissimi animali domestici. I rifiuti umani, come pure i residui di ogni genere, non venivano affatto sprecati; il sovrappi`u che l’uomo non utilizzava nel suo corpo veniva restituito al suolo da cui era venuto. Durante la fioritura dell’epoca industriale in Europa e in America, i mugnai di tutto il mondo fecero a gara nel creare marchingegni sempre pi`u complicati per torturare i chicchi di grano e trasformarli in farina bianca. Mentre la raffinazione dello zucchero raggiungeva l’ultimo stadio, in cui lo zucchero era privato di tutto, tranne che delle calorie, gran dispute legali si contendevano brevetti di macinazione e di raffinazione. Poco tempo dopo la messa a punto di macchinari sofisticati per raffinare zucchero e farina, venne brevettata un’invenzione tedesca,  la macchina di Engelberg. Si era ben lontani dalla pulitura del riso fatta in passato a mano sui campi. Ogni chicco veniva spogliato dei suoi strati intermedi ed interni. Le sostanze nutritive, ricche dei minerali dello zucchero e della canna, erano eliminate. Restava ben poco, salvo appunto l’amido puro. Tutto a un tratto, l’umile cibo del  coolie (il facchino orientale) era stato reso adatto ai palati delicati ed agli appetiti raffinati dell’Occidente. Questo riso fu fatto passare in Europa per riso vero: usarono la parola intero per descrivere quelli che oramai erano solo i resti. Se il riso bianco `e riso e il riso non decorticato e` riso integrale o completo, secondo questa logica potrebbero venderci il torsolo di una mela al posto di una mela e, nel caso protestassimo, domandarci perch´e non avevamo detto che volevamo una mela integrale. . . La macchina Engelberg per brillare il riso fu introdotta nei paesi orientali consumatori di riso. Questo cereale poteva forse solo essere una prelibatezza esotica in Occidente, ma in Oriente era stato per secoli l’alimento base. Il processo di trasformazione dei chicchi interi in farine, attraverso la setacciatura e i vari processi di raffinazione aveva preso diversi secoli in Occidente, per cui  il deterioramento biologico della gente era stato molto graduale, ma ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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questo deterioramento si produsse in Oriente molto rapidamente . Riso bianco voleva dire novit`a, modernit`a, raffinatezza e civilt`a. Fu accettato ovunque soffiasse un vento di modernit`a. Nella sua scia lasci`o improvvisi focolai di una nuova malattia, che dai sintomi fu chiamata  beri beri, che in Senegalese vuol dire debolezza. Quando le prime manifestazioni del  beri beri  seguirono all’introduzione del riso brillato in Giappone, la gente del popolo generalmente cap`ı quale fosse la soluzione. Le abitudini tradizionali, fortunatamente ancor fresche nella memoria, suggerivano di tornare ad un’alimentazione all’antica, al riso integrale, e chi lo faceva stava bene, perch´e con esso ritornava intero e sano. Ancora oggi, se si entra in un ristorante giapponese in America o in Europa e si prova a chiedere del riso scuro, completo, e` possibile che la cameriera vi chieda gentilmente se vi sentite bene. Sull’esempio dell’Ammiragliato britannico d’un secolo prima alle prese con lo scorbuto, anche gli ufficiali educati all’occidentale della Marina giapponese furono incapaci di capire questo semplice fatto. Fu solo dopo l’introduzione di zucchero e riso raffinati sulle navi da guerra giapponesi che il  beri beri  cominci`o a mietere vittime tra i marinai nipponici, come lo scorbuto aveva fatto con gli Inglesi. Eppure, invece di tornare a mangiare riso completo come i contadini, la Marina Imperiale and`o fino in fondo con l’adozione delle razioni occidentali, tipo quelle delle navi inglesi e tedesche. La carne e il latte condensato, tra l’altro, furono aggiunti alla dieta dei marinai giapponesi. Solo i colonizzatori imperialisti, i superpiazzisti della tecnologia europea ed i grandi geni della scienza d’Occidente pensavano che il  beri beri  fosse una peste misteriosa, che doveva essere vinta con la scienza moderna. Dapprima fu classificato come malattia tropicale e studiato come un’infezione parassitaria. Tra le terapie proposte c’erano il chinino, i salassi, le docce fredde, i bagni di vapore, i bagni di sole, la stricnina ed i massaggi. A Giava, nel 1890, l’esercito olandese, i missionari e gli amministratori coloniali furono colpiti da una vera e propria epidemia di  beri beri. Dormivano sotto le zanzariere, si aspergevano a vicenda di acido fenico e stavano ben attenti a non farsi toccare dagli sporchi indigeni quando uscivano per andare in chiesa, ma nessuna di queste precauzioni serviva a proteggerli. Furori mandati allora a Giava i migliori dottori e scienziati educati in Germania, per fare esperimenti e trovare una cura. Un gran numero di essi morirono o tornarono in patria in barella. Uno di loro, il giovane dr. Christian Eijkman, torn`o una seconda volta. Egli si ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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mise al lavoro da solo, in un laboratorio nella giungla presso Batavia, vicino ad un ospedale per malati di beri beri e cominci`o ad inoculare sangue di questi ultimi nei polli, ma i volatili parevano immuni. Poi, finalmente, un giorno vide una gallina barcollante con tutti i sintomi apparenti del morbo. Eureka! Stava scoprendo qualcosa. Ben presto, tuttavia, tutti i polli si ammalarono, sia quelli inoculati che gli altri presentavano gli stessi sintomi. Le sue speranze svanirono. I polli guarirono poi, spontaneamente e misteriosamente, cos`ı come si erano ammalati, senza nessun aiuto della medicina occidentale. Eijkman si improvvis`o detective; aveva un solo indizio: di solito, gli animali erano nutriti con riso scuro, non decorticato – la qualit`a pi`u economica, che i nativi giavanesi mangiavano. C’era stata recentemente penuria di questo riso e cos`ı avevano dato ai polli del riso bianco raffinato come quello che si serviva all’ospedale ai raffinati pazienti europei insieme a zucchero puro, raffinato, bianco, pane bianco con burro e marmellata e tutte le dolci ghiottonerie importate dai missionari e dai colonialisti. Poi non appena si accorsero dello spreco del prezioso riso raffinato per nutrire i polli, li rimisero a riso grezzo. Eijkman cominci`o a fare esperimenti sull’alimentazione dei polli. Ben presto scopr`ı  il segreto che gli indigeni giavanesi non volevano condividere con i “mangiazucchero” dell’esercito di occupazione straniero: chi mangia zucchero bianco e riso brillato si busca il  beri beri. Mangiando riso intero scuro, non raffinato, si guarisce . Questa non era una novit`a, per i popoli semplici dell’Oriente. Una delle leggi naturali che essi osservavano da sempre era che in natura tutto `e perfettamente equilibrato: la legge di natura decreta che l’uomo deve mangiare degli alimenti completi, il pesce intero, la radice del porro, le foglie della carota, le verdure selvatiche marine come le piante coltivate sulla terra.  Gli imperatori del Giappone si sforzarono di insegnare ci o` con l’esempio, mangiando sempre riso integrale. Il buon dottore ispezion`o in seguito le carceri moderne e igieniche costruite sul modello olandese, dove erano imprigionati gli indigeni che avevano trasgredito le leggi dell’esercito d’occupazione. I prigionieri erano nutriti con lo stesso riso bianco dei pazienti dell’ospedale coloniale: su 3.900 uomini, 270 erano colpiti dal beri beri. Fuori dal carcere, tra i nativi che vivevano in capanne di fibre vegetali (in condizioni ritenute disgustosamente antiigieniche dai colonialisti olandesi maniaci di una pulizia sterile), l’alimento principale era il riso non brillato, che essi trebbiavano e sbramavano da s´e, Eijkman non pot´e trovare un solo caso di   beri beri  in una popolazione di 10 mila persone. Timidamente, Eijkman fece il suo primo rapporto nel 1893:  Su di una polinevrite simile al beri beri osservata tra i polli.

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Nessuno ci fece caso e pi u ` tardi fu rispedito in Europa. Il collega che lo sostitu`ı, il dr. C. Grinjs, pubblic`o nel 1901 le sue conclusioni in base ad esperimenti che suggerivano che il  beri beri, sia nei volatili che negli esseri umani, era causato dalla mancanza nel riso brillato di una certa sostanza vitale contenuta nella crusca del riso. Nel 1907 due norvegesi, Holst e Froelich, indussero sperimentalmente il  beri beri  in polli e piccioni. La cavia scelta per l’esperimento fu nutrita con riso brillato; l’animale si ammal`o di qualcosa che venne definito una forma di scorbuto. Tutto a un tratto, la cosa fece un gran rumore negli ambienti scientifici occidentali. La lezione avrebbe potuto sembrare evidente, dal momento che era molto semplice: l’uomo occidentale doveva imparare qualcosa dai semplici popoli d’Oriente, il cui alimento principale era stato, per centinaia d’anni, il riso integrale non raffinato. Questa per`o era una cosa troppo semplice per la comunit`a scientifica occidentale, che a quel tempo si trovava nel bel mezzo di un’esplosione d’interesse per la nuova scienza chimica, che pareva capace di risalire alla radice di tutti i segreti della vita. Nel 1911 all’Istituto  Lister   di Londra il chimico polacco Casimir Funk part`ı dall’esperimento di Eijkman con polli e riso e si prodig`o per perfezionarlo. Pass`o quattro mesi a brillare e a macinare 380 chilogrammi di riso integrale, da cui estrasse 170 grammi di crusca di cui fece una soluzione. Diede una quantit`a infinitesimale d’essa ad un piccione paralizzato dal  beri beri  e l’uccello si ristabil`ı in poche ore. Nel 1912, Funk pubblicava la sua audace e rivoluzionaria teoria, secondo la quale una sostanza vitale presente nel riso integrale non brillato viene eliminata col processo di raffinazione. Quando ci sono delle lacune nella comprensione umana – diceva Goethe – gli uomini creano delle parole nuove ≫. ≪

Cos`ı Casimir Funk, vittima della mania della nomenclatura – di preferenza latina o greca – si spremette le meningi per battezzare questa misteriosa forza vitale naturale, che aveva “scoperto” nel riso integrale non decorticato. Combin`o la parola latina  vita  col termine  amina  – gli aminoacidi sono dei componenti del protoplasma – per formare il termine  vitamina. La vitamina anti beri beri. Avrebbe potuto dare il proprio nome a questa forza misteriosa, secondo la moda anglosassone di chiamare le nuove scoperte col nome dello scopritore – come fanno i medici quando battezzano nuovi sintomi – avrebbe potuto chiamare la misteriosa forza vitale  Funky Funky 1 e risparmiare a questo pazzo mondo un 1

Gioco di parola basato sul nome –  Funk   – dello scienziato ed il termine gergale americano

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bel po’ di confusione. Il passo successivo venne fatto all’Universit`a del Wisconsin nel 1912. Chimici tedeschi avevano scoperto la dieta equilibrata: proteine, carboidrati, grassi, sali minerali e acque. Questa era l’ Et a` della Scienza  di cui Mary Shelley aveva tracciato il quadro creando il personaggio del dr. Frankenstein. Il vero dr. Frankenstein fu in realt`a fratello in carne ed ossa del barone Liebig, il Superman della nuova scienza chimica. Liebig annunci`o che stava per produrre in laboratorio un latte artificiale straordinario e migliore di quello prodotto dal seno materno o dalle mammelle di una mucca! L’origine e la qualit`a del cibo non erano importanti in quel periodo, tutta l’attenzione era accentrata sulla formula chimica. Stephen Babcock, che studi`o con Liebig in Germania, divenne successivamente uno dei pionieri del Dipartimento USA per l’Agricoltura, nell’ultima met`a del XIX secolo. Analizz`o il cibo fornito ad un gruppo di “mucche campione” e poi ne analizz`o le feci. Con suo sommo stupore, scopr`ı che uscivano pi `u sali minerali di quanti ne entrassero. Sottopose le due formule chimiche al direttore del laboratorio, chiedendogli in tutta seriet`a quale sarebbe stato il miglior cibo per le bestie. Chimicamente, non c’era una grossa differenza tra l’alimento e il letame: erano identici. La cosa non poteva avere nessuna importanza per nessuno, solo per le mucche! E le mucche, vittime della nuova scienza, non avevano nessuna voce in capitolo. (Cent’anni dopo un altro scienziato trov`o un procedimento per riconvertire il letame in alimento per il bestiame). All’Universit`a del Wisconsin, nel 1912, il prof. E.V. McCollum fece esperimenti di nutrizione sui ratti, somministrando loro varie combinazioni di proteine, carboidrati e grassi. Con certe combinazioni i ratti prosperavano, mentre con altre deperivano. Eppure sia la dieta che li irrobustiva che quella che li debilitava avevano esattamente la stessa composizione chimica. Ovviamente, la chimica non forniva l’unica risposta. I ratti venivano nutriti con latte, zucchero ed altre letali combinazioni consumate dagli occidentali civilizzati. Se si fosse lasciata ai ratti la libert`a di scegliersi il cibo secondo il proprio istinto, McCollum avrebbe potuto imparare una lezione assai valida. In ogni caso, tra prove ed errori, pot´e concludere che non tutte le proteine hanno lo stesso valore nutritivo; che non tutti i carboidrati sono uguali, che alcuni grassi sono diversi da altri. Ancora una volta, solo una comunit`a scientifica incantata dalla chimica tedesca poteva cogliere in questo processo una novit`a. funk che vuol dire pressappoco fifa, tremarella, o anche un genere musicale moderno.(n.d.c.)

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McCollum isol`o un fattore nutritivo presente in certi grassi, nelle foglie di erba medica, nel fegato e nei reni di molti animali. Lo tolse dal burro e lo mise dentro a della margarina, che diede da mangiare a dei ratti fino ad allora sottoposti ad un regime di latte e zucchero: i roditori si misero a prosperare. Eureka! Questa era la prova inconfutabile dell’esistenza di una “nuova” sostanza, che McCollum chiam`o  liposolubile A. E qui entra in gioco il genio scientifico per le etichette: la lettera A fu aggiunta alla parola vitamina creata da Funk.  Era nata la vitamina A e, con essa, un altro affare da miliardi. Nel 1906, Frederick Hopkins dell’Universit`a di Cambridge aveva richiesto pi`u ricerche sulle vitamine: ≪... Una cosa `e certa: ogni alimento contiene quantit`a minime di sostanze di cui il corpo ha bisogno. . . ≫. Se questa affermazione `e vera, ne consegue che lo zucchero non `e un alimento. Nel 1920, Hopkins si associava al dr. Wilson dell’Ospedale St. Mary di Londra in una dichiarazione congiunta: ≪Si pu`o certamente concludere che esistono gi`a le prove che le malattie da carenza, quando compaiono in individui con effettiva carenza di vitamine necessarie, si possono prevenire aggiungendo alla dieta alimenti contenenti le vitamine stesse. La storia delle epidemie di scorbuto e  beri beri  durante la guerra consente di arrivare a questa evidente conclusione ≫. Ora, se queste scoperte hanno un qualche significato, significano solo che c’era qualcosa presente nel riso integrale non decorticato – chiamatelo vitamina o  funky  funky – che e` essenziale per la salute e la vita, sia che si tratti dei polli giavanesi che degli uomini d’Occidente. Ci`o significa che decorticare riso e canna – mediante il processo di raffinazione – elimina gli elementi nutritivi. Ne consegue che il consumo di queste sostanze fa male (nel 1973, una commissione del Senato USA impieg`o il termine antinutritivo per designare lo zucchero).

Dunque queste sostanze sono davvero nocive, perch e´ sconvolgono l’equilibrio esistente nel corpo, nel flusso sanguigno e negli organi vitali. I responsabili della scienza condivisero forse questa scoperta con l’uomo della strada? L’ Associazione Medica Americana ha forse lanciato una crociata educativa per dire alla gente d’America e del mondo intero che una dieta contenente riso brillato e zucchero poteva condurre al  beri beri  o alla polinevrite o comunque la si voglia chiamare? Ci hanno forse detto che una dieta a base di riso integrale e senza zucchero pu`o invece curare questa malattia o mantenerci in buona salute? I termini  pellagra e  beri beri  designavano entrambi la stessa malattia . La pellagra portava il malato ad invalidit`a progressiva sino alla morte; l’autopsia rivelava una generale degenerazione dei tessuti. Per anni, si era pensato che la pellagra fosse dovuta a un virus tropicale infettivo imparentato con la malattia del e ts´  e. Dopo che anche la febbre gialla fu domata grazie alla sonno e la  mosca ts´  ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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sperimentazione del vaccino da parte dei militari, ci si aspettava che con la vaccinazione si potessero debellare tutte le malattie tropicali. Si provarono l’arsenico ed altri veleni, ma la pellagra disorient`o per due secoli i cervelloni europei della medicina.

Per tutto quel tempo i contadini d’Italia e di Spagna – dove questa malattia era ormai endemica – non smisero mai di ripetere ≪Date da mangiare bene a chi ha la pellagra e star a` subito bene ≫. Questo era troppo semplicistico per i cervelloni a caccia di vaccini, mosche ts´e ts´e e premi Nobel. I contadini poveri sembravano sopravvivere, mentre erano i ricchi – che avevano abbastanza soldi per chiamare un dottore – a morire. Nel 1914 1a pellagra raggiunse proporzioni epidemiche nel Sud degli Stati Uniti. Il Medico Generale di Stato ed il Servizio di Pubblica Sanit`a americani subivano una enorme pressione da parte del Congresso e del pubblico per trovare una cura veloce per questa peste italiana. I pi `u famosi medici e ricercatori americani, potendo disporre di sovvenzioni illimitate avevano tentato esperimenti senza successo per cinque anni. I medici del Sud degli Stati Uniti erano certi che fosse contagiosa: interi villaggi in Carolina del Sud, Georgia e Mississippi furono tutto a un tratto travolti da queste strane eruzioni cutanee d’un rosso fuoco. Infine la Sanit`a trov`o un volontario per andare dove altri medici esitavano ormai ad avventurarsi: Joe Goldberger, un ebreo ungherese che veniva dai quartieri bassi dell’East Side newyorkese, era un eccellente batteriologo e un esperto in malattie tropicali – non scordate che quelli, eran tempi di caccia al microbo. Goldberger, anzich´e studiare in laboratorio culture batteriche e cadaveri all’obitorio, si mise a girare per ospedali e manicomi per vedere da vicino i malati di pellagra ancora in vita. Quanti dei vostri dottori ed infermieri hanno preso la pellagra? ≫  chiese al capo di un manicomio della Georgia. ≪

Veramente mai nessuno. Solo i pazienti ne muoiono ≫  rispose il medico. Si sgonfiava cos`ı la teoria scientifica sulla contagiosit`a della pellagra. ≪

Essendo venuto a sapere che la pellagra colpiva pi`u i poveri dei ricchi, Goldberger ipotizz`o che poteva esserci una relazione col fatto che la gente povera non sempre riesce a procurarsi le cose giuste da mangiare. ≪No, non pu`o essere – dissero al manicomio – qui tutti mangiano lo stesso cibo, pazienti e personale ≫. Goldberger volle a tutti i costi controllare di persona. Visitando la mensa all’ora di pranzo, vide molto mais: polenta, polpette di granturco e sciroppo di ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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zucchero di canna. Mais e zucchero raffinati. Certo, anche medici e infermiere ne mangiavano, ma si servivano pure di bei tagli di carne e di bicchieroni di latte. Goldberger trov`o la stessa cosa negli orfanotrofi: pane, polenta, altri prodotti vari di mais degerminato e melassa con biscotti di meliga costituivano l’alimentazione dei ragazzi tra i sei e i dodici anni. Anche l`ı cereali e zucchero raffinati. Il latte e la carne che avevano, li davano ai pi`u piccoli e agli adolescenti. La malattia colpiva invece molto di pi`u il gruppo dei ragazzi tra i sei e i dodici anni, la cui dieta era pi`u ricca di cibi raffinati, quelli “antinutritivi”. Dopo qualche mese, Goldberger ebbe la certezza. Ottenne dei fondi governativi per fare un esperimento di nutrizione in due orfanotrofi parrocchiali della stessa citt`a. In poche settimane non si verificarono nuovi casi di pellagra e ci fu un notevole miglioramento dei ragazzi gi`a ammalati. Prima di pubblicare i risultati dei suoi esperimenti, doveva ora fare l’inverso e cio`e far ammalare di pellagra della gente sana, rendendo la loro alimentazione carente. C’era un posto solo dove far questo, senza che si sollevasse uno scandalo a compromettere l’esperimento. Nemmeno un campo di lavori forzati in Georgia poteva andar bene: ci voleva una vera prigione con tanto di mura. Il governatore del Mississippi assecond`o il piano di Goldberger con l’assicurazione che non ci sarebbero state vittime. Goldberger isol`o undici volontari maschi adulti in una prigione agricola del Mississippi per sei mesi. I detenuti poterono mangiare a saziet`a il migliore pane bianco, biscotti di meliga, polenta, patate dolci, maiale salato, sciroppo di canna, cavolo e caff`e. L’esperimento inizi`o nell’aprile del 1915. Ai carcerati – tra i quali vi erano omicidi ed ergastolani – venne promessa la libert`a al termine degli esperimenti. La colazione era composta da gallette di mais 2 , crema di mais, riso brillato, sciroppo di canna, caff`e e zucchero; per pranzo mangiavano pan di meliga, foglie verdi bollite, patate dolci, sciroppo di canna e altra polenta. Per cena avevano ancora polenta, crocchette di mais in salsa, sciroppo di canna, zucchero e caff`e. Per creare una certa variet`a si sostituiva il men`u di pranzo con quello di cena. Era insomma una cena a base di cereali raffinati, farina raffinata, sciroppo di canna e zucchero. Molto occasionalmente veniva aggiunta un poco di carne. Quello che era cominciato come qualcosa di molto divertente per i detenuti, si tramut`o rapidamente in qualcosa di spiacevole. In poche settimane tutti lamentavano gi`a  mal di schiena, mal di stomaco e vertigini: i primi sintomi della  pellagra. Siccome per`o le famose eruzioni rosso fuoco (la “pelle agra”) non erano 2

Il mais e` molto usato, raffinato o degerminato, nel Sud degli USA. I piatti  corn grits,  hominy,  biscuit   ed altri sono approssimativamente tradotti con polenta o altro, in quanto non esistono altrove n e´ sono in alcun modo traducibili in italiano (n.d.c)

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comparse, l’esperimento doveva essere prolungato.  Dopo cinque mesi, gli uomini erano indeboliti e si trascinavano, ma ancora niente fenomeni cutanei. Il tempo prestabilito stava per scadere, i guardiani e i medici, oltre ai galeotti, erano molto preoccupati. L’ eruzione rivelatrice era presunta comparire prima sulle nocche e sulla parte posteriore del collo. Un mattino, durante l’appello, l’assistente di Goldberger fece un’ispezione accurata ad un paziente. Sotto lo scroto c’era l’eruzione rivelatrice a forma di ali di farfalla. Sette altri uomini presentavano la stessa eruzione nello stesso punto. Goldberger fece chiamare urgentemente un esperto di pellagra da Menphis ed un dermatologo da St. Louis. Arrivarono, esaminarono e dichiararono ufficialmente che sei detenuti avevano la pellagra, senza ombra di dubbio. Goldberger pubblic`o le sue ricerche e scoperte come vuole il protocollo medico, su di una rivista scientifica. La piaga della pellagra – che tenne in agitazione il Congresso, il Dipartimento Medico Generale di Stato e la comunit`a scientifica per anni – era semplicemente quello che i vecchi contadini italiani avevano detto. L’alimentazione la provocava e l’alimentazione la curava. Un’alimentazione a base di cereali raffinati (mais degerminato) e zucchero la causava. Nutrite bene un pellagroso e star`a presto bene. Goldberger vinse forse il premio Nobel quell’anno o pi`u tardi? O ricevette una medaglia d’Onore del Congresso o le felicitazioni dell’Ordine dei Medici? Alcuni dei luminari della medicina accettarono le sue conclusioni. La maggioranza rumorosa lo contest`o. Misero in dubbio le sue conclusioni, lo vilipesero. Insistevano sui dati che classificavano la malattia tra i morbi contagiosi, come la febbre tifoide, e dicevano che era infettiva, causata da un microbo. Le teste dure son dure a morire. Goldberger li defin`ı ≪ciechi, egoisti, gelosi e pieni di pregiudizi ≫. Cerc`o addirittura di convincere gli scettici, iniettandosi in corpo sangue di pellagrosi, ingoiando cellule prese da scariche intestinali di ammalati o cellule tolte dalla loro cute. Non mor`ı, ma non si fece nemmeno una gran fama nel mondo medico. Walter Reed divenne invece un eroe nazionale e la sua storia divenne un’opera teatrale e poi un film; questo perch´e Reed fece degli esperimenti a Cuba, che portarono alla creazione di un vaccino contro la  febbre gialla, che rese sicuro e senza rischi lo sfruttamento, da parte degli Americani, delle piantagioni di canna da zucchero dell’isola. Forse questo spiega perch´e l’ospedale dove vengono ricoverati i presidenti americani e` chiamato Walter Reed e non Joe Goldberger. La scienza e la medicina continuarono la loro marcia. Il passo successivo fu abbastanza lungo e complicato da far sembrare primitiva la scoperta di Casimir Funk. Invece di insegnare a quei “mangiazucchero” degli occidentali di smetterla ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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di eliminare la vita dal riso brillandolo, gli scienziati sgobbarono duro nei laboratori per preparare dei magici cristalli di vitamina pura, isolandola a partire da grandi quantit`a di sottoprodotti della raffinazione del riso. Come si otteneva la crusca? Brillando il riso! Tutti i chimici del mondo lavorarono come pazzi su quei cristalli in uno sforzo comune per ridurli a una formula chimica. Il dr. Robert R.  Williams ed i suoi colleghi impiegarono ventisei anni per isolare cinque grammi di cristalli puri da una tonnellata di crusca di riso . Grazie ad essi, venne infine determinata la struttura molecolare di questo misterioso elemento vitale. In altri due anni la molecola fu ricostruita sinteticamente nei loro laboratori e quando questo formidabile compito fu portato a termine, nel 1936, si profilava ormai lo spettro di un’altra guerra mondiale. L’annuncio al mondo dell’isolamento della sostanza, chiamata  tiamina o  vitamina B, fece sensazione sulle colonne del  New York Times  del 23 agosto 1936: Trentasei anni fa il dr. Robert R. Williams, diventato poi direttore della Ricerca Chimica presso i laboratori della Telefoni Bell, cominci`o a dedicare il suo tempo libero allo studio della vitamina B. (. . . ) Tre anni fa annunci`o, con altri colleghi, di aver sviluppato il primo metodo, coronato da successo, per estrarre la sostanza su larga scala dalle sue fonti naturali vegetali allo stato di puri cristalli; questo la rende disponibile nelle sue forme pi`u attive per l’utilizzazione immediata, da parte della medicina, nel trattamento e nella cura della nevrite. Rimane ora solo un altro passo da compiere: quello di imitare la natura, creando la vitamina artificialmente in laboratorio. (. . . ) Mescolando e rimescolando in infinite combinazioni 50 diversi composti contemporaneamente, gli scienziati sono riusciti a copiare perfettamente la segreta combinazione naturale. Williams e Cline condividono i meriti con molti altri collaboratori della grande scoperta nel campo della chimica, scoperta che non solo permetter`a ai medici di avere la vitamina a disposizione in abbondanti quantit`a, ma ridurr`a molto il suo costo sul mercato, mettendola alla portata anche delle tasche pi`u modeste. Attualmente il prezzo di mercato del prodotto e` di 400 dollari al grammo ≫(nel 1936!). ≪

La pubblicazione di questo articolo non fu che la prima bordata; un riconoscimento ed una convalida ulteriori seguirono qualche settimana pi`u tardi in un articolo sul  Times scritto da William Laurence:

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15/9/1936. La relazione eziologica (causale) tra un’alimentazione carente ed il beri beri polinevritico (un disordine nervoso dovuto ad una insufficienza di vitamina B1) e` stata notata da diversi anni – dichiarava il dr. Strauss – ma solo recentemente si e` scoperto che molti altri disordini nervosi possono essere il ri` dimostrato che le polinevriti sultato di un modo di alimentarsi insufficiente. E associate all’alcolismo cronico, alla gravidanza e a certe anomalie gastrointestinali sono clinicamente e patologicamente identiche alla polinevrite da beri beri≫. ≪

Leggete con attenzione la storia sul  New York Times  del 23 agosto: menziona forse il fatto che il riso integrale contiene la vitamina B1 e quello bianco no? No di certo.  Il riso scuro non brillato costava solo 20 centesimi al chilo, a quel tempo. L’ articolo di giornale vi suggeriva forse di precipitarvi al pi u` vicino negozio di alimentari a comprarne? No, che diavolo! Fate invece un salto ai laboratori Bell a comprare un po’ di vitamina B1 per soli 400 dollari al grammo! Dopo che le vitamine divennero un’altra religione dispensatrice di miliardi di dollari,   il dr. Funk cerc`o, come gi a` aveva fatto Pasteur, di tornare sui suoi passi per smontare ci o` che aveva contribuito a costruire. Dichiar`o che ≪le vitamine non sono pozioni magiche: esistono nel latte perch´e la madre o la mucca le mettono insieme a partire dal cibo che hanno mangiato. . . ≫. E poi: ≪Per quale ragione dobbiamo preparare artificialmente degli alimenti quando Madre Natura ce li fornisce gi`a in abbondanza?. . . Sarebbe una follia persino solo pensare di trasformarci in fabbricanti e consumatori di cibi fatti da noi, mentre la natura ce li offre in quantit`a sufficiente. . . ≫. Era per`o gi`a troppo tardi.  La moda delle vitamine era diventata un grosso affare commerciale, che non poteva pi u` essere fermato . I mulini dei signori del mercato dei cereali completarono l’opera di devitalizzazione del riso, che in natura era completo.  Ci vendettero il riso bianco, che – insieme allo zucchero antinutritivo – creava squilibri nel nostro organismo. Poi fu messa in commercio, presentata con l’orgoglio del duro lavoro fatto per “crearla”, la vitamina B1 in pillole, a partire dalla crusca del riso. 3 Ce le vendettero: noi le comprammo, perch´e, dopotutto, ne avevamo un gran bisogno!. . . All’inizio della seconda Guerra Mondiale,  la colonia della Corona Britannica di Singapore fu minacciata da una crisi alimentare , simile a quelle che 3

Oggi le vitamine spesso non son nemmeno pi`u estratte da alimenti vegetali raffinati e poi scartati, ma sono sintetiche, cio`e la loro formula chimica e` ricreata in laboratorio a partire da sostanze semplici di natura minerale, in specie gli idrocarburi. Dunque `e vero, l’uomo pu`o mangiare i sassi, il petrolio, le ossa animali. . . in pillole! (n.d.c.) ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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molti paesi devono fronteggiare oggi. La Malesia e Singapore non producevano abbastanza riso per il proprio fabbisogno e le importazioni erano state di colpo drasticamente ridotte.  Il medico capo inglese a Singapore, dr. Scharff, prese lo stesso tipo di difficile decisione che salv o` la Danimarca durante il blocco tedesco della Prima Guerra Mondiale; emise un’ordinanza di polizia che vietava il riso brillato: si poteva vendere solo quello integrale non decorticato.  Le autorit`a militari britanniche erano influenzate da un solo fattore: scorte insufficienti. Si preoccupavano della quantit`a, la qualit`a non contava. Volevano semplicemente scongiurare eventuali rivolte. Cento tonnellate di riso integrale erano cento tonnellate di cibo, mentre la brillatura e la lavorazione le avrebbero ridotte a sole 70 tonnellate di riso bianco brillato. Ci`o che avvenne dopo fu stupefacente, incredibile. Il dr. Scharff era da principio andato a Singapore con una missione: ridurre la mortalit`a infantile dovuta alla malaria. Al suo arrivo, il tasso di mortalit`a era di 420 bambini su 1000 nati. Us`o metodi erculei, ma ortodossi. In meno di una decina d’anni la mortalit`a era scesa a 160 su 1000 bambini, mettendosi quasi in parit`a con i tassi inglesi del tempo. Per`o,  dopo un anno di dieta a riso integrale per decreto militare, ci fu un enorme cambiamento statistico: senza intervento medico, la mortalit a` si abbasso` del 50%. Invece di 160 bambini morti nel primo anno di vita, ne morivano solo 80 . Scriveva alcuni anni pi`u tardi l’eminente dr. Picton, inglese: ≪Mi pare che qui accada un fenomeno che dovrebbe far riflettere ogni uomo di Stato, perch´e, con un colpo di penna, si sono salvate centinaia di migliaia di vite ≫. Qualcuno diede a Scharff il premio Nobel?  L’Organizzazione Mondiale per la Sanit`a si preoccup o` di spargere la notizia?  O forse le cliniche ostetriche, i pediatri e le bianche navi-ospedale della speranza sparsero la buona novella al resto del mondo?

La risposta e` ovvia. Quanto poteva guadagnare la professione medica diffondendo il riso integrale?  Una moda per i cereali integrali avrebbe creato il panico tra i venditori di vitamine, gli spacciatori di zucchero, le compagnie farmaceutiche, nonch´e tra i loro associati del “sistema fabbricamalattie” . . . La storia di Singapore sembra sepolta per sempre in schedari segreti o forse al Ministero della Sanit`a. . . . Siamo portati a domandarci – ironizz`o il dr. Picton – in quali proporzioni il capriccio e l’abitudine a non pensare siano mescolati alla saggezza che ci dovrebbe governare≫. ≪

La combinazione di riso bianco e zucchero bianco – specie per le popolazioni il cui cibo principale e` il riso – e` letale. La rimozione, oltre alle altre sostanze, del¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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la vitamina B dal riso provoca uno squilibrio, perch´e poi il corpo, cercando quello che gli manca, perde altre vitamine B nel digerire il riso brillato. Lo zucchero bianco raffinato fa perdere vitamine per lo stesso motivo. La combinazione, poi, di farina bianca e zucchero bianco comporta un doppio squilibrio: il  beri beri e` quello stadio finale di debolezza, d’esaurimento, in cui il corpo dice: ≪Basta, non ne posso pi`u≫. I problemi di salute, che ora i medici chiamano   scorbuto  o  beri beri preclinici  coprono tutte le fasi intermedie della malnutrizione e della debolezza.   Beri beri preclinico e` una maniera ermetica ufficiosa di descrivere un beri beri non abbastanza severo nei suoi sintomi per portare il medico medio a diagnosticarlo. L’ avventura americana in Vietnam fu, per opinione mondiale, definita una follia sotto molti aspetti. Forse, al livello di base dell’alimentazione umana, fu una delle storie pi`u tristi che conosciamo.

Il Vietnam era una delle pi u` grandi risaie del mondo  e per decenni esport`o riso all’estero in molti paesi. Il riso integrale era il cibo principale per i Vietnamiti. Per anni, i guerriglieri vietminh e vietcong si sostentarono con un sistema di vettovagliamento semplice e primitivo, come quello delle legioni romane di Giulio Cesare: ogni uomo si portava appresso un sacchetto di riso integrale e del sale; aggiungeva foglie di manioca della giungla o del pesce, quando era possibile. Per anni, ostacolarono gli eserciti occidentali elaboratamente equipaggiati e riccamente nutriti. Quando le forze militari straniere alla fine si ritirarono, il mondo fu informato con ricchezza di particolari sulla “vietnamizzazione” del conflitto. Si sent`ı molto meno parlare dell’ “americanizzazione” del rancio nell’esercito sudvietnamita. Sin dalla fine degli anni ’60, le armate alleate del Sud Vietnam – una delle pi`u importanti regioni produttrici di riso del pianeta – erano state approvvigionate di riso bianco precotto, “istantaneo”, americano. Il costo di questa scelta fu di un milione di dollari al mese, pagati dai contribuenti americani. Spieg`o un ufficiale del Pentagono: Siccome i Vietnamiti sono un popolo “arretrato”, non sono dotati di propri impianti per la lavorazione del riso ≫. (Cio`e qualcuno si accorse che c’era pi`u profitto a vender loro riso gi`a trattato in America che non i macchinari necessari alla raffinazione). ≪Il riso coltivato in Vietnam e` inutile per un soldato in campo, perch´e lo si dovrebbe cucinare sul posto≫ . ≪

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(Questo ragionamento dovette sembrare di una intelligenza militare da lasciare senza fiato un Vietcong). ≪Il riso precotto istantaneo americano e ` perfetto per questa situazione – spiegava Robert Graff del Centro Sostentamento Personale della Difesa a Filadelfia, in una conferenza stampa (17 aprile 1971) – Il Pentagono ha fornito riso “istantaneo” al Vietnam sin dal ’68, ad una media di un milione e mezzo di sacchi – del costo di 65 centesimi l’uno – al mese ≫.

Contemporaneamente, beninteso, gli USA continuarono anche a spedire in Vietnam del Sud zucchero a tonnellate e oceani di bibite gasate. Dopo che il Vietnam del Sud si era definitivamente assuefatto a una dieta all’occidentale a base di zucchero e di riso bianco – ciascuno dei due spogliato delle sue vitamine del complesso B generatrici di vita – non doveva essere sorprendente che i Sudvietnamiti fossero preda di parecchie malattie completamente nuove. I medici americani in servizio in Vietnam si dichiaravano sconvolti per lo scoppio di febbri strane che colpivano soprattutto i bambini. Allora si fecero proclami alla radio e alla TV, si inond`o il paese dall’aria con manifestini, mentre gli ospedali straripavano. Ai medici USA fu ordinato di cercare un vaccino, mentre si continuavano a scaricare dagli aerei plasma e adrenalina e la colpa del focolaio fu data tutta alle zanzare. Quando le armate Vietcong vincitrici invasero Saigon, vennero a contatto per la prima volta, come i Crociati in Terrasanta tanti secoli prima, con la pausa che rinfresca: i distributori di Coca Cola o il banco dei dolci. Toccava a loro adesso abituarsi alla ghiottoneria, alla  dolce vita,  a mangiare e bere zucchero all’aperto sulla strada, senza nessuna vergogna. Non e` da qui che avevamo cominciato?

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Capitolo 9 Cani morti e marinai inglesi Milioni di tonnellate di zucchero non potevano essere trasportate attraverso gli oceani per secoli senza qualche sventura insolita. Ne successe una ad una nave che trasportava un carico di zucchero, naufragata nel 1793. I cinque marinai superstiti vennero alla fine soccorsi, dopo esser rimasti isolati per nove giorni. La mancanza di cibo li aveva ridotti in condizioni pietose: erano sopravvissuti nutrendosi solo di zucchero e rum. (Come molti possono testimoniare, me compreso, e` assolutamente possibile ` senza cibo n e´ acqua. sopravvivere decentemente, per nove giorni o anche pi u, Con un po’ d’acqua e senza cibo  `e possibile sopravvivere ancora pi u` a lungo). L’eminente fisiologo francese F. Magendie si ispir`o a questo incidente per condurre una serie di esperimenti con animali, i cui risultati pubblic`o nel 1816. Nutr`ı alcuni cani con zucchero, o con olio d’oliva e acqua: tutti i cani morirono dopo grave deperimento. I marinai naufragati ed i cani dell’esperimento del fisiologo francese provano, una volta per tutte, la stessa cosa:  come elemento di base della dieta, lo zucchero e` peggio di niente. Dell’acqua pura ti pu o` tenere in vita per un tempo abbastanza lungo, zucchero e acqua ti possono uccidere. ≪Gli esseri umani furono incapaci di sopravvivere ad una dieta di solo zucchero ≫. C’`e la storia dell’odissea di una ragazzina gravemente ferita in un incidente aereo, che si tenne in vita per pi`u di un mese mangiando solo neve. Due naufraghi, andando alla deriva sul relitto di una barca a vela, che si era rovesciata nel Pacifico, sopravvissero per 72 giorni, nell’estate del 1973, solo con una tazza d’acqua piovana ogni cinque giorni, una d’acqua salata, un cucchiaio di crema d’arachidi al d´ı e qualche sardina. Alla fine del 1970, un ragazzino di nove anni scapp`o

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di casa e si tenne in vita per dieci giorni nel deserto dello Wyoming senza cibo, con temperature che scendevano talvolta fino a 15 gradi sotto lo zero. Quando lo ritrovarono, era ancora in ottime condizioni.

Lo zucchero raffinato  `e letale per gli esseri umani in quanto fornisce quel` esso `e peggio le che i dietologi chiamano calorie “vuote” o “nude”. Per di pi u, di niente, perch´e porta via al corpo vitamine ed elementi minerali preziosi e la sua digestione detossificazione ed eliminazione, impongono una grave richiesta all’intero organismo. L’equilibrio e` cos`ı essenziale per il nostro corpo che disponiamo di diversi mezzi contro lo shock provocato dall’ingestione d’una grossa quantit`a di zucchero. Minerali come il sodio (dal sale), il potassio e il magnesio (dalle verdure e il calcio dalle ossa) sono mobilitati ed utilizzati nel processo chimico: vengono prodotti acidi neutri, che cercano di riportare l’equilibrio acido-alcalino del sangue ad uno stato pi`u normale.

Lo zucchero consumato ogni giorno causa una condizione continua di iperacidit`a ed occorrono sempre pi u` minerali, da riserve sempre pi u` profonde nel corpo nel tentativo di correggere lo squilibrio. Infine per proteggere il sangue, viene tolto cos`ı tanto calcio dalle ossa e dai denti che comincia un decadimento ed un indebolimento generale . L’eccesso di zucchero prima o poi colpisce ogni organo del corpo. All’inizio, questo viene immagazzinato nel fegato sotto forma di glucosio (glicogeno). Poich´e la capacit`a del fegato e` limitata, un consumo quotidiano di zucchero raffinato (superiore alla quantit`a necessaria di zucchero naturale) rende ben presto il fegato gonfio come una palla;  quando il fegato si riempie al massimo della sua capacit`a, l’eccesso di glicogeno viene rimandato al sangue sotto forma di acidi grassi. Questi vengono trasportati in ogni parte del corpo ed immagazzinati nelle zone pi u` inattive: il ventre, le natiche, il petto e le cosce .

Una volta che queste zone relativamente inoffensive sono state saturate, gli acidi grassi cominciano a distribuirsi negli organi attivi, come il cuore e i reni. Questi cominciano a rallentare la loro attivit`a ed infine i loro tessuti finicono per degnerare e diventare adiposi. Il corpo intero viene colpito dalla riduzione delle loro capacit`a e si viene a creare una pressione sanguigna anormale. Lo zucchero raffinato manca di elementi minerali naturali (che son presenti nella canna o nella barbabietola); il nostro sistema nervoso parasimpatico viene cos`ı intaccato e gli organi da esso governati, tra cui il cervelletto, diventano inattivi o si paralizzano (raramente consideriamo il normale funzionamento del cervello in modo puramente biologico tanto quanto la digestione). Sono poi invasi il sistema linfatico e circolatorio e la qualit`a dei globuli rossi inizia a cambiare. Si verifica ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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una sovrabbondanza di globuli bianchi e rallenta la produzione di nuovi tessuti. La capacit`a di tolleranza e di immunizzazione del nostro corpo diventa pi`u limitata e non riusciano pi`u a rispondere come dovremmo agli attacchi pi`u estremi: caldo, freddo, zanzare o microbi.

L’eccesso di zucchero ha un forte effetto nocivo sul funzionamento del cervello ; la chiave della sua ordinata funzione `e l’acido glutammico, un composto vitale che si trova in molti vegetali. Le vitamine del complesso B hanno un ruolo preciso nel dividere quest’acido in due composti antagonisti e complementari, che danno, a livello cerebrale, degli stimoli a “procedere” o a “bloccare”. Le vitamine B sono anche biosintetizzate da alcuni batteri simbiotici, che vivono nel nostro intestino. Quando consumiamo zucchero raffinato ogni giorno, questi batteri deperiscono e muoiono e le nostre scorte di vitamina B si esauriscono o quasi. Troppo zucchero, perci o` , ci rende addormentati e letargici e ci fa perdere la capacit a` di ricordare o calcolare . I naufraghi che mangiarono solo zucchero per nove giorni di certo ebbero dei traumi di questo tipo: le storie che raccontarono crearono molti problemi d’immagine pubblica agli spacciatori di zucchero. I cani morti del laboratorio del prof. Magendie misero  l’industria zuccheriera in guardia contro i pericoli della libera ricerca scientifica .

Da allora sino ai giorni nostri, l’industria zuccheriera ha investito milioni di dollari in sovvenzioni clandestine per la scienza. Sono stati assunti i migliori nomi scientifici che il denaro potesse comprare, nella speranza che un giorno o l’altro se ne uscissero con qualche buona novella pseudoscientifica a favore dello zucchero . ` stato comunque provato che E •

 lo zucchero e` il principale fattore di carie dentaria;



 lo zucchero nella dieta provoca obesit`a;



 1’ abolizione dello zucchero dalla dieta ha guarito sintomi di reumatismo e malattie diffuse in tutto il mondo come il diabete, il cancro e le malattie cardiache.

La storia dei tentativi nel campo delle relazioni pubbliche, da parte dei fabbricanti di zucchero cominci`o in Gran Bretagna nel 1808, quando il  Comitato per  le Indie Occidentali  annunci`o alla Camera dei Comuni che era stato offerto un premio di 25 ghinee a chiunque provasse, con esperimenti “soddisfacenti”, che lo ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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zucchero non raffinato andava bene come mangime per ingrassare vitelli, vacche, suini e ovini. Il foraggio per gli animali e` spesso stagionale e sempre caro. A quel tempo, lo zucchero era terribilmente a buon mercato e la gente non ne consumava abbastanza in fretta. I maiali prosperano coi rifiuti, perch´e sanno come cavarsela. Neanche le pecore sono cretine. Quando arrivarono i primi concimi chimici in Inghilterra, un contadino scettico divise il suo prato pi`u grosso in due. Aveva sentito tutta la nuova propaganda scientifica, che veniva dalla Germania, sulle meraviglie del nuovo fertilizzante chimico che il mercato offriva, ma aveva anche molto rispetto per l’intelligenza e l’istinto dei suoi amici a quattro zampe. Quell’autunno distribu`ı il nuovo prodotto fabbricato industrialmente solo su di una met`a del suo prato, mentre sull’altra met`a mise semplicemente il solito letame. Poi, a primavera, tolti i paletti di divisione, lasci`o le pecore pascolare liberamente. Nel giro di pochi giorni erano tutte a brucare sul lato del prato concimato al vecchio modo. Questa, per lui, fu la prova pi`u scientifica di tutte e non us`o mai pi`u fertilizzanti chimici. Sir Frederick Banting, co-autore della scoperta dell’insulina, not`o, nel 1929 a Panama, che il diabete era molto comune tra i proprietari delle piantagioni di canna, che mangiavano molto del loro prodotto raffinato. Invece non riscontr`o il diabete tra i tagliatori di canna indigeni, che masticavano e succhiavano la canna grezza. Ovviamente, il tentativo di foraggiare a zucchero di canna o con melassa gli animali in Inghilterra nel 1808 si risolse in un disastro. Quando il  Comitato per  le Indie Occidentali  fece il suo quarto resoconto alla Camera dei Comuni, un membro del Parlamento, John Curwin, rifer`ı di aver cercato di alimentare con zucchero di melassa i suoi vitelli senza successo. Sugger`ı che ci si poteva di nuovo provare, mescolando questi prodotti al latte scremato. Se comunque la cosa fosse riuscita, potete star certi che i commercianti delle Indie Occidentali avrebbero fatto fare il giro del mondo alla notizia. Dopo questi singolari insuccessi nell’introdurre lo zucchero nei pasti bovini, i mercanti alla fine si arresero. Dato il loro intrepido zelo nel fare aumentare la domanda sul mercato del pi`u importante prodotto agricolo delle Indie Occidentali, il Comitato adott`o una tattica, che serv`ı agli spacciatori di zucchero per due secoli: testimonianze irrilevanti e chiaramente insulse da parte di persone ignote, da posti mai sentiti e con qualche credenziale “scientifica”. Un commentatore del tempo li battezz`o ≪coscienze prese a nolo ≫. Il Comitato aveva un bisogno cos`ı disperato di qualche partigiano locale entusiasta sulla questione dello zucchero che si ridusse a citare un dottore della lonta¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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na Filadelfia, ex capo della recente ribellione antiinglese della colonia americana: ≪Riferiscono che il grande dr. Rush di Filadelfia avrebbe detto che lo zucchero contiene, a parit`a di volume, pi`u elementi nutritivi di qualunque altra sostanza nota≫. Il dr. Rush era quello che allora girava predicando contro la masturbazione, ≪causa di insanit` a mentale≫. Se ha potuto essere citata una dichiarazione volpina come quella, si pu`o star certi che non si poteva trovare un solo veterinario in tutta la Gran Bretagna disposto a raccomandare lo zucchero per la cura e l’alimentazione di bovini, ovini e suini. Durante la preparazione del suo memorabile volume  Storia della Nutrizione, pubblicato nel 1957, il prof. McCollum dell’Universit`a John Hopkins  – ritenuto il massimo esperto in nutrizione d’America e certo un pioniere nel campo – esamin`o duecentomila documenti scientifici, registr`o esperimenti coi cibi, le propriet`a degli alimenti, la loro utilizzazione e gli effetti su animali e uomini. Il materiale copriva il periodo dalla met`a del ’700 al 1940. Da questo gran repertorio di ricerca scientifica, McCollum selezion`o gli esperimenti che giudicava pi`u significativi per ≪correlare la storia del progresso nella scoperta di errori commessi dall’uomo nel campo dell’alimentazione ≫. Il prof. McCollum evita di riferire qualsiasi esperimento sullo zucchero avvenuto tra il 1816 – anno del test di Magendie sui cani ispirato alla storia dei naufraghi – ed il 1940. Bench´e non accenni ai primi avvertimenti sullo zucchero da parte dei settori scientifici rappresentati da Rauwolf, Willis e Hurt, il buon professore trov`o tempo e spazio per riportare la seguente specie di tiritera pro zucchero pi`u che sospetta, che non `e cambiata da allora ad oggi: ≪L’eminente medico Sir John Pringle fece notare che la peste non e`  mai stata conosciuta in paesi ove lo zucchero era parte della dieta del popolo ≫. Di quale piaga o peste si trattasse, non lo dicono n´e l’uno n´e l’altro autore. Uno scritto di Thomas Thompson del 1838 diceva: ≪Lo zucchero `e ormai divenuto parte essenziale della dieta europea. Contiene forse una proporzione maggiore di elementi nutritivi di qualunque altra sostanza vegetale   dello stesso volume. . . A voler credere al Dr. Rush,  un uso abbondante di esso e` uno dei migliori  mezzi ` stato a lungo ritenuto a torto preventivi contro le malattie provocate da vermi. E una causa di malattie dentarie, ma questo pregiudizio `e stato ormai abbandonato≫. (Corsivo aggiunto).1 1

Burle al buon senso su questa falsariga si ebbero anche in Italia nel 1985, con slogan pubblicitari del tipo: ≪L’organismo ha bisogno di zucchero ≫ e ≪Lo zucchero e` vita≫. Quale vita? E di quale tipo di zuccheri ha bisogno l’organismo?  In realta` lo spaccio della famigerata polverina e` in crisi anche in Italia, le vendite ristagnano  e sono state adottate campagne pubblicitarie e mascheramenti vari, come la vendita dello “zucchero di canna” o “integrale”, dove il buon vec¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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I corsivi sono miei, ma l’ironia del testo e` proprio opera del prof. McCollum. Che ci stia dicendo che qualsiasi cosa va bene? O che forse duecent’ anni di scienza hanno perso il treno? Se lo zucchero pu`o uccidere dei cani, come sembra aver provato il prof. Magendie, dovrebbe anche poter uccidere i vermi. Dopotutto non c’`e stata un’epidemia di lebbra ad Ashtabula, Ohio, dopo che vi costruirono un impianto di Coca Cola nel 1922. Perch´e non convertire anche questo “fatto scientifico inoppugnabile” e citarlo sul  Giornale delle Casalinghe? Sfortunatamente, dobbiamo rammentare che  gli scienziati, oggi come sempre, combinano poco senza l’aiuto di uno sponsor . I fatti scientifici ufficiali – chiamati cos`ı per distinguerli da fatti aneddotici come quello del contadino inglese con le sue pecore nel suo campo concimato – sono costosi da realizzare. I protocolli della scienza moderna hanno moltiplicato i costi dell’indagine scientifica. Non possiamo quindi essere sorpresi leggendo la prefazione della  Storia della  Nutrizione di McCollum, dove si precisa che ≪l’autore e gli editori sono debitori verso la Fondazione per la Nutrizione S.p.A., per la sovvenzione concessa per far fronte a parte dei costi di pubblicazione di questo libro ≫. Vi chiederete che cosa sia questa Fondazione per la Nutrizione S.p.A. Autore ed editore non ve lo dicono. Si tratta di  una societ a` di facciata , che cela i nomi di tutte le maggiori compagnie che spacciano zucchero nei cibi, tra cui la Compagnia  Americana Raffinerie di Zucchero, la  Coca Cola, la  Pepsi Cola, la  Dolciumi Curtis, la  General Foods, la  General Mills, la  Nestl´  e, la  Latte Pet , la  Biscotti Sunshine ed altre, per un totale di circa 45 compagnie in tutto di questo genere. Forse la cosa pi`u significativa del lavoro di McCollum del 1957 fu ci`o che non volle pubblicare: un lavoro monumentale di qualche tempo prima, descritto da un eminente professore di Harvard come ≪uno di quei tipi di ricerche che fanno epoca e che fanno venir voglia a tutti gli altri ricercatori di prendersi a schiaffi da soli per non averci pensato prima ≫. Negli anni ’30,  un dentista ricercatore  di Cleveland, Ohio, il dr. Weston A. Price, viaggi`o per tutto il mondo, dalle terre degli Eschimesi alle isole dei Mari del Sud, dall’Africa alla Nuova Zelanda. La sua opera,  Nutrizione e degenerazione  fisica: un confronto tra diete primitive e moderne e loro effetti, che e` illustrata con centinaia di fotografie, fu pubblicata per la prima volta nel 1939.

Il dr. Price fece del mondo intero il suo laboratorio . La sua sconvolgente conclusione, documentata con particolari agghiaccianti zona per zona, era molto semplice:  i popoli che vivevano in condizioni cosiddette primitive e arretrate avevano denti eccellenti e godevano di una splendida salute. Mangiavano chio farmaco e` travestito da parente dolce dei cereali, della verdura e della frutta con l’aggiunta di coloranti da raffineria, melassa, etc. (n.d.c) ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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solo cibo naturale del posto, non raffinato. Dove per o` erano stati introdotti alimenti raffinati e zuccherati dopo i primi contatti col “mondo civile”, subito era iniziata una degenerazione fisica precisamente osservabile nello spazio di una sola generazione . Qualsiasi credibilit`a possano ancora avere gli spacciatori di zucchero, svanirebbe come neve al sole se tutti fossero a conoscenza di opere come quella del dr. Price. Gli industriali dello zucchero continuano a provarci, a sperare e ad elargire generosissime donazioni per sovvenzionare ricerche in varie scuole ed universit`a, ma i laboratori di ricerca non forniscono mai dei dati che gli industriali possano usare a loro vantaggio. Invariabilmente, i risultati della ricerca portano solo ulteriori brutte notizie. Andiamo a vedere il selvaggio ignorante, consideriamo il suo modo di mangiare e di essere saggio – disse il professore di Harvard Earnest Hooten nel suo Scimmie Uomini e Idioti  – e smettiamola di pensare che spazzolini e dentifrici siano in qualche modo pi`u importanti di spazzola e lucido da scarpe. In realt`a, e` il cibo conservato che ci ha dato denti da conservare ≫. ≪

Quando i ricercatori mordono la mano che d a` loro da mangiare e la notizia si diffonde, c’ e` un gran imbarazzo . Nel 1958, il  Time  rifer`ı che un biochimico di Harvard ed i suoi assistenti avevano lavorato per oltre dieci anni con esperimenti sui topi, sponsorizzati dalla  Fondazione per la Ricerca sullo Zucchero S.p.A. con una somma di 57 mila dollari, per scoprire come lo zucchero provochi la carie dei denti e come prevenirla. Ci vollero dieci anni perch´e concludessero che  non c’era alcun modo per prevenire il decadimento dei denti provocato dallo zucchero . Quando i ricercatori riferirono le loro scoperta sul  Giornale dell’Associazione Dentisti, la sorgente dei fondi si prosciug`o.  La Fondazione per la  Ricerca sullo Zucchero ritir`o il proprio aiuto. Piu` gli scienziati li deludevano, pi u` gli spacciatori di zucchero dovevano affidarsi agli agenti pubblicitari . ` e una freC’`e una regola empirica: pi u` un prodotto  `e propagandato pi u ` gatura ≫, scrisse Paul Hawken, autore de  La magia di Findhorn, che pass`o molti anni a mettere in piedi una ditta di alimenti naturali che non usava n´e pubblicit`a n´e zucchero. ≪

Un prodotto come  la Coca Cola, che contiene veleni ben noti e distrugge denti e stomaco, e` oggetto di una delle pi u` stupefacenti campagne pubblicitarie della storia del mondo moderno. ≪

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` davvero fantastico:  questa enorme quantita` di denaro per creare un’ilE lusione, l’illusione che Coke is the real thing. Ora i dirigenti della Coca Cola sanno, grazie ad una ricerca di grande portata, che la giovane America `e alla ricerca di ci`o che e` reale, di un qualcosa che abbia un significato nel mondo della plastica, e un brillante responsabile della pubblicit`a se ne e` uscito con l’idea che questo qualcosa di pi`u (Coca Cola e` di pi`u), la “cosa che conta”, e` la Coca Cola. Gi`a, la Coca Cola e` la cosa vera e da allora questo `e fissato profondamente nel cervello del 97% di tutti i ragazzi tra i 6 e i 19 anni,  fino a che i loro denti diventano marci come quelli dei loro genitori. Non c’`e niente di vero negli annunci pubblicitari. Immaginatevi un ragazzino pieno di brufoli, che davanti alla telecamera cerca di spiegarvi com’era pulita la sua pelle prima di cominciare a bere la Coca Cola e che, anche se sa di farlo a spese della sua vita sociale, non riesce veramente a smettere con quella roba. Questa sarebbe verit`a nella pubblicit`a. Oppure uno spot con una ragazzina con una lattina di aranciata fabbricata nel New Yersey, che dice che `e di color arancio grazie ai coloranti, che la ragione per cui fa male `e che e` fatta con aromi “naturali” a base di catrame e che la ragione per cui vogliamo che la compri `e che vogliamo far soldi.  Pubblicit`a sincera e veritiera significherebbe la fine dei canali di radio diffusione e di quasi tutte le TV, di centinaia di giornali, riviste e di decine di migliaia di imprese industriali e commerciali . Per cui, credetemi, la pubblicita` non sar`a mai veritiera≫ .

Dopo aver dato un’occhiata a 50 anni di pubblicit`a per lo zucchero, `e difficile non essere d’accordo con Hawken. Quando le calorie divennero la grossa faccenda in voga negli anni ’20 e tutti impararono a contarle, gli spacciatori di zucchero tirarono fuori la nuova storia che esso conteneva 5.500 calorie al chilo, per cui un solo etto di zucchero forniva il 20% del fabbisogno giornaliero totale. Se poteste comprare tutto il vostro fabbisogno calorico ad un prezzo basso quanto quello dello zucchero – dicevano – i vostri costi sarebbero molto, molto ridotti. Con lo zucchero a 15 cents al chilo, ci vorrebbero solo 35 dollari all’anno!≫. ≪

Una maniera davvero economica per uccidersi. Certo, non si pu`o vivere con una dieta cos`ı squilibrata – ammettevano poi – ma questi dati servono a far capire quanto economico sia lo zucchero come fonte d’energia per il corpo. Ci`o che un tempo fu un alimento per i pi`u fortunati, e` oggi anche alla portata dei pi u ` poveri≫. ≪

Pi`u tardi, gli stessi spacciatori proclamarono che lo zucchero era chimicamente puro, anche pi`u del sapone  Ivory, essendo puro al 99,9% contro il 99,4% del ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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sapone: no.

Nessun alimento della nostra dieta quotidiana e cos`ı puro ≫, assicurava-



Che cosa intendevano per puro, oltre al fatto incontestabile che tutte le vitamine, i sali minerali, le proteine erano stati eliminati nel corso del processo di raffinazione? Bene, quei signori con la purezza, facevano valere un nuovo punto di vista: ≪Non dovete selezionarlo come i fagioli, n´e lavarlo come il riso. Nessuno spreco nel suo impiego. Niente ossa inutili come nella carne, n´e fondi come nel caff`e≫. Puro e` l’aggettivo preferito dagli spacciatori, perch´e significa due cose ben diverse per il chimico e per il comune mortale. Quando il miele `e definito puro, significa che e` naturale, cio`e rubato direttamente alle api che lo hanno fatto, senza adulterazioni con saccarosio per allungarlo e senza residui chimici nocivi, che qualcuno pu`o aver spruzzato sui fiori; non significa che il miele `e privo di minerali come lo iodio, il ferro, il calcio, il fosforo o di diverse vitamine.

` talmente efficace, la purificazione cui vanno incontro le barbabietole o E le canne da zucchero in raffineria, che lo zucchero ne esce chimicamente puro quanto l’eroina o la morfina di laboratorio.   Quale virt`u nutritiva rappresenti quest’idea astratta di purezza, gli spacciatori non ce l’hanno mai detto. All’inizio della prima Guerra Mondiale, essi diedero alla loro propaganda il tono di un appello a combattere al meglio. I dietologi sono al corrente da tempo dell’alto valore nutritivo dello zucchero – diceva un prospetto degli anni ’20 – ma c’`e voluta questa guerra per portare ci`o a conoscenza del pubblico. Il potere energetico dello zucchero arriva in pochi minuti ai muscoli ed e` prezioso per i soldati come razione distribuita immediatamente prima di andare all’assalto ≫. ≪

Gli spacciatori hanno gracchiato per anni sull’energia calorica dello zucchero, perch e´ esso non contiene nient’altro! Energia calorica e sapore assuefacente, tutto l`ı.  Tutti i cibi veri contengono energia, tutti gli altri alimenti contengono un’energia positiva, tutti contengono certi elementi nutritivi tipo proteine, carboidrati, vitamine, minerali o tutti questi insieme. Lo zucchero contiene solo calorie. Punto e basta. L’energia “veloce” di cui parlano gli spacciatori, quella che in realt`a fa partire gli esitanti ragazzi in divisa all’assalto e rende insopportabili le piccole pesti, `e basata sul fatto che lo zucchero raffinato non `e digerito in bocca o nello stomaco, ma passa direttamente in fondo all’intestino e, da l`ı, nel sangue. Questa estrema velocit`a con cui `e assorbito fa insomma pi`u male che bene. In ogni caso, durante la prima Guerra Mondiale, mentre era razionato in Ame¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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rica per le persone che erano al fronte, il saccarosio girava liberamente tra i soldati che combattevano. Non ce l’avevano solo nelle caramelle e nella gomma da masticare distribuite prima dell’assalto, ma anche a colazione, pranzo e cena. Forse l’esercito lo stava volutamente usando come stimolante per le truppe in trincea. Lo zucchero raffinato sar`a forse anche servito da stimolante momentaneo durante le due guerre mondiali, ma in Corea e in Vietnam le truppe erano cos`ı stracolme di zucchero che molti optarono per l’hashish. . . per l’erba. . . e poi per diverse droghe pesanti.

Gran parte della confusione del pubblico sullo zucchero raffinato e` dovuta all’ambiguit`a del linguaggio.  Gli zuccheri sono classificati chimicamente come  carboidrati . Questo termine designa una sostanza contenente del carbonio associato ad idrogeno ed ossigeno. Se gli scienziati vogliono usare questi termini ermetici tra loro in laboratorio, facciano pure. L’uso della parola  carboidrati  fuori da quell’ambiente l`ı – e specie nella terminologia usata per etichettare gli alimenti o nel linguaggio pubblicitario – per designare indistintamente cereali integrali, che sono stati l’alimento principale dell’umanit`a, e zucchero raffinato nato industrialmente (che `e una droga artificiale ed uno dei principali veleni dell’umanit`a solo da poche centinaia d’anni) `e scorretto e ambiguo in modo dimostrabile. Confusioni di questo tipo rendono possibili argomentazioni pubblicitarie equivoche, usate dagli “spacciazucchero” per confondere madri ansiose e convincerle che al pupo lo zucchero `e indispensabile per sopravvivere. Nel 1973, la  Fondazione per l’Informazione sullo Zucchero  mise annunci a tutta pagina sulle riviste nazionali. In realt`a, si trattava di ritrattazioni mascherate che la Fondazione dovette fare in una sua ritirata strategica, dopo una lunga lotta con la  Commissione del Commercio Federale  a proposito di una campagna pubblicitaria precedente, secondo la quale una piccola “dose” di zucchero prima dei pasti “rompeva” l’appetito: ≪Avete bisogno di carboidrati. E lo zucchero e` proprio il carboidrato dal sapore pi`u gradevole. . . ≫. Allo stesso modo si potrebbe anche dire che il corpo ha bisogno di liquidi ogni giorno e che, per molti, lo champagne e` il migliore dei liquidi. . . Ma per quanto tempo l’Unione per la Temperanza delle  Donne Cristiane  lascerebbe passare annunci del genere?

L’uso del termine  carboidrati per designare lo zucchero e` volutamente ingannevole.  Dal momento in cui la legge americana sul miglioramento delle etichette impose che fossero elencati i principi nutritivi contenuti in scatole e lattine, i carboidrati raffinati come quelli dello zucchero furono confusi con quei carboidrati che potevano anche non essere raffinati. I diversi tipi di carboidrati furono assommati per dare un totale complessivo. Il risultato finale fu quello di celare all’ignaro consumatore il quantitativo reale di zucchero. I chimici ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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aumentano poi spesso la confusione usando la parola zuccheri per descrivere tutto un gruppo di sostanze simili, ma non identiche . Il glucosio e` uno zucchero che si trova spesso in combinazione con altri zuccheri nella frutta e nelle verdure. Costituisce il carboidrato di base del metabolismo di tutti gli esseri viventi. Gran parte dei nostri alimenti sono convertiti in glucosio nel nostro corpo. Il glucosio `e sempre presente nel nostro flusso sanguigno ed `e spesso chiamato “zucchero del sangue”. Il destrosio,  derivato sinteticamente dall’amido, e` anche chiamato “zucchero (o malto) di mais”. Il fruttosio e` lo zucchero della frutta. Il maltosio e` quello del malto (ottenuto facendo germinare i cereali; ad es. malto d’orzo, di riso etc.; e` gi`a uno zucchero polisaccaride, cio`e pi`u complesso di quelli finora elencati, saccarosio compreso – n.d.c.). Il lattosio e` lo zucchero contenuto nel latte. Il saccarosio e` lo zucchero bianco comune, ottenuto dalla raffinazione della barbabietola o della canna da zucchero. Il  glucosio e` sempre stato un elemento essenziale del flusso sanguigno umano. Invece l’assuefazione al  saccarosio e` una cosa abbastanza recente nella storia dell’uomo.  Usare la parola  zucchero  per descrivere due sostanze che son ben lontane dall’esser identiche, che hanno strutture chimiche diverse e che influenzano il corpo in maniera profondamente differente, genera confusione. Questo permette ulteriori “bl`a–bl`a” da parte degli “spacciatori di zucchero” per spiegarci quanto sia importante lo zucchero come componente essenziale del corpo umano, come viene bruciato per produrre energia, come `e metabolizzato per produrre calore e cos`ı via. Naturalmente stanno parlando del glucosio, che produciamo da soli nel nostro corpo. Siamo per`o portati a pensare che i fabbricanti stiano parlando del saccarosio, che invece `e fatto nelle loro raffinerie. Se la parola  zucchero  pu`o designare sia il glucosio del tuo sangue che quello della Coca Cola, questo e` un gran vantaggio per i venditori, ma `e un serio problema per chiunque altro. La gente e` stata confusa talmente tanto da essere portata a pensare al proprio corpo nello stesso modo in cui pensa al proprio conto in banca. Se solo sospetta di aver poco zucchero nel sangue, `e indotta a farsi uno spuntino in pasticceria o un salto al bar per una bibita zuccherata in modo da rialzare il proprio tasso ematico ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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di glucosio. In realt`a, per`o, questa e` la cosa peggiore che si possa fare. Il livello di glucosio nel sangue `e basso, perch´e si mangia gi`a troppo zucchero! (che scatena produzione di insulina – n.d.c.).

Chi si libera da questa dipendenza dal saccarosio e se ne tiene alla larga, scopre che la quantit a` di glucosio nel suo sangue ritorna normale e tale rimane. Dopo la fine degli anni ’60, milioni di Americani sono ritornati ad una alimentazione naturale. Un nuovo tipo di negozio, quello di alimenti naturali, ha incoraggiato parecchie persone ad abbandonare il supermercato . L’alimentazione naturale pu`o essere lo strumento privilegiato del ristabilimento della salute; per questo molta gente ha iniziato ad usare la parola naturale come sinonimo di “salutare”.  Ecco allora che gli spacciatori di zucchero hanno cominciato ad impadronirsi della parola ≪naturale≫  per confondere il pubblico . Tutto naturale! Fatto con  ingredienti naturali!≫  non fanno che ripetere alla televisione per qualsiasi prodotto. Non insistono sul  con. ≪

Dovrebbero farlo.  Anche lo zucchero chimico raffinato e` pur sempre fatto con alimenti naturali. Niente di nuovo. Gli ingredienti naturali sono la canna e le barbabietole. Ma le tre lettere da cui e` composta la parola  con  non ci lasciano sospettare che il 90% della canna o della barbabietola sono stati gettati via!

Anche l’eroina potrebbe essere pubblicizzata come fatta con elementi naturali.  Il papavero da oppio `e naturale quanto la barbabietola, ma `e ci`o che l’uomo ottiene da queste piante che `e un’altra storia. Sul retro della scatola dei fiocchi d’avena  Quaker naturali al 100%, si legge: ≪Il segreto del buon sapore sta nel lasciare le cose come stanno il pi`u possibile. Ogni ingrediente e` naturale e non `e stato lavorato. Non contiene aromi artificiali n´e conservanti≫. Sembra fantastico, no? Sulla scatola c’`e poi la lista delle proteine e dei carboidrati, dei grassi e delle vitamine, ma non `e scritto da nessuna parte che contiene un buon 50% di zucchero, ben nascosto dalla parola carboidrati che fa da paravento. Niente e` stato aggiunto, ma dallo zucchero `e gi`a stata tolta via ogni cosa, tranne le calorie. Sfortunatamente, esempi come questo sono senza fine. Se volete evitare lo zucchero al supermerato, c’`e un solo metodo sicuro. Non comprate niente, se non c’`e scritto: ≪Non contiene zucchero≫.  L’uso del termine carboidrato come termine scientifico per zucchero e` diventato una strategia di difesa classica ` la loro copertura di sicurezza. degli spacciatori e dei medici che li difendono . E

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Il 12 aprile 1973, tre illustri medici, due dei quali rappresentavano il  Consiglio dell’Alimentazione e della Nutrizione dell’Associazione Medica Americana (A.M.A.) erano sul banco dei testimoni d’una Commissione del Senato per la  Nutrizione e le Necessit a` Umane. Il senatore Schweiker della Pensylvania tent`o validamente di indurre i dottori a fare una distinzione tra zucchero e carboidrato. Ecco che cosa accadde (corsivi e parentesi quadre sono stati aggiunti dall’autore): Sen. Schweiker  – Uno dei punti apparentemente contraddittori e` che, parlando da un punto di vista medico (nel rapporto dell’AMA), `e scorretto dire che lo zucchero ha elevate propriet`a antinutritive. Mi chiedo se quest’affermazione sia corretta. Chi pu`o dire qualcosa a questo proposito? Dott. Van Italie   – Quando noi parliamo di propriet`a antinutritive, normalmente ci riferiamo ad un alimento o ad una droga che e` antagonista ad un fattore nutritivo e che interferisce in qualche modo con l’utilizzazione e col metabolismo di quest’ultimo. I carboidrati sono metabolizzati o bruciati con l’aiuto di certi enzimi contenenti tiamina e altre vitamine del gruppo B. C’`e quindi un maggiore fabbisogno di queste vitamine quando il consumo di carboidrati aumenta. Ecco perch´e la gente con diete molto ricche di carboidrati in Estremo Oriente e, nello stesso tempo, con uno scarso apporto di vitamina B1 e` soggetta al beri beri. Il fatto che la necessit`a di vitamine del gruppo B aumenti un poco, quando si consumano pi`u carboidrati non giustifica l’affermazione che i carboidrati – o lo zucchero – siano antinutritivi. Sen. Schweiker  – Non sto parlando dei carboidrati, parlo dello zucchero. Restiamo in tema di zucchero, per favore. Dott. Van Italie  – Non c’`e differenza fra zucchero e carboidrati dal punto di vista della vitamina B1. (Questo e` falso, a meno di specificare che si tratta di carboidrati raffinati – n.d.c.). Sen. Schweiker  – Eppure abbiamo avuto recentemente con noi un certo numero di dentisti, che ci hanno detto quanto lo zucchero e non i carboidrati, rovini i denti. ` vero, ma non sto parlando di questo. Allo zucchero mancaDott. Van Italie – E no vitamine, questo e` un fatto, e probabilmente fa male ai denti.. . Io mi riferivo ad una dichiarazione specifica. . . che afferma che lo zucchero `e antinutritivo. Scientificamente, questo non e` esatto. Lo zucchero e gli altri carboidrati aumentano il fabbisogno di vita` l’unica mia affermazione. mine B. E (L’affermazione e` di nuovo scorretta. I carboidrati completi forniscono le loro vitamine B, quelli raffinati invece no n.d.c.). Sono antinutrienti quelle sostanze che interferiscono con l’utilizzazione o il metabolismo di un fattore nutritivo, che e` effettivamente antagonista alla sua utilizzazione metabolica; come ad esempio l’eccesso di un certo metallo tossico, che pu`o creare delle interferenze col metabolismo. Certe droghe interferiscono con gli elementi nutritivi e sono dette antinutritive. La pillola anticoncezionale pu`o avere ad esempio propriet`a antinutritive. Sen. Schweiker  – E quindi state dicendo che qualcosa che accresce il fabbisogno di fattori nutritivi in termini di quantit`a non e` antinutritivo? ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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Dott. Van Italie  – Esatto. ` sicuro di non perdersi in sottigliezze linguistiche? Sen. Schweiker  – E Dott. Van Italie  – Genera confusione l’idea che ci sia qualcosa di male nei carboidrati solo perch´e aumentano il bisogno di vitamine. . . (Ed e` ancor pi`u tendenzioso parlare di carboidrati naturali come i cereali integrali senza differenziarli dai carboidrati raffinati tipo lo zucchero n.d.c.). Dott. Van Italie  – Dopotutto anche l’esercizio fisico fa aumentare il fabbisogno di vitamine, ma non per questo si pu`o dire che l’attivit`a sia antinutritiva. Sen. Schweiker  – Se mettiamo in commercio un cereale pre dolcificato, con un’aggiunta di zucchero, stiamo lavorando contro noi stessi. Un cliente compra un pacco di cereali, con elementi nutritivi addizionati e zucchero. Abbiamo insomma tutti e due nello stesso alimento. Con questo, chi stiamo cercando di prendere in giro? Se non avessimo messo dello zucchero nel prodotto, non avremmo bisogno di aggiungerci degli elementi nutritivi!2 Dott. Van Italie  – Senatore, io non difendo lo zucchero e non sono favorevole a un eccessivo consumo di zucchero [E chi mai `e favorevole ad un eccesso?]. Stavo solo facendo un’obiezione al termine antinutritivo usato in questo contesto. Sono d’accordo con lei che, quando si zucchera un prodotto, lo si fa consumare pi`u volentieri, perch´e e` dolce, ma questo non aggiunge certamente alcuna propriet`a nutritiva, solo calorie. Sen. Schweiker  – Esatto. Ho concluso, grazie. Dott. Butterworth  – Lo zucchero e` un carboidrato. ` uno dei carboidrati, ma dire che tutta la gamma dei carboidrati e Sen. Schweiker  – E lo zucchero siano la stessa cosa non e` esatto. La carie `e causata dallo zucchero, non dai carboidrati. Questa e` esattamente la differenza che sto cercando di evidenziare. Dott. Butterworth  – Questo e` esatto, per`o non volevo lasciare al pubblico l’impressione che lo zucchero sia antinutritivo, anche se `e certo che causa la carie ai denti e ci sono le prove di questo. Sen. Schweiker  – Senz’alcun dubbio. ` un alimento nutriente Dott. Butterworth  – S`ı, ma non e` un elemento antinutritivo. E ed e` un carboidrato. Sen. Schweiker  – Ma fa aumentare sostanzialmente il fabbisogno di vitamine e minerali. Dott. Van Italie  – Non pi`u di altre forme di carboidrati. . . (Questo medico continua a ripetere questa inesattezza. Quanti medici comprendono che alcuni carboidrati contengono le vitamine, mentre altri ne sono stati completamente privati e contengono solo pi`u calorie “vuote”? n.d.c). Dott. Van Italie  – Penso che sia importante sottolineare che qualunque carboidrato si assuma, quando sta per essere assorbito nell’intestino deve prima esser demolito, esser ridotto in zucchero. 2

Come gi a` ricordato precedentemente, il “cereale del mattino” ( Corn flakes, fiocchi d’avena etc.) industriale americano, essendo raffinato e molto dolcificato, deve per legge essere “fortificato” con vitamine e minerali sintetici aggiunti, come con vitamina B complesso, ferro etc. (n.d.c.)

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(La differenza tra glucosio elaborato nel corpo a partire dal cibo e zucchero bianco raffinato e` paragonabile alla differenza tra la vita e la morte). Quando si assorbono degli amidi in qualsiasi forma, questi vengono digeriti nell’intestino, trasformandosi in glucosio o in un altro degli zuccheri pi`u semplici. Ne consegue che lo zucchero bianco, o saccarosio, e` un tipo di carboidrato “predigerito”. (Altra confusione. Il saccarosio `e un carboidrato raffinato, che con la raffinazione ha perso il 90% della massa originale della canna; con quel 90% se ne sono andati tutti i minerali, le vitamine etc. Questa `e precisamente l’origine dei danni al nostro organismo, che derivano dal consumare zuccheri semplici. Per assimilare questi “carboidrati predigeriti”, il corpo deve attingere alla sua riserva di vitamine e minerali e si crea uno squilibrio. Poich´e infine questa costrizione e` continua se la dieta e` molto ricca di zucchero, il risultato sar`a prima o poi una mancanza di salute cronica – n.d.a) Sen. Schweiker   – Ora la Commissione del Commercio Federale [FTC] ha vietato ai produttori di zucchero e di cibi zuccherati di pubblicizzare lo zucchero come cibo nutriente o fonte d’energia. Possiamo dire che i carboidrati forniscono energia, ma dire che lo zucchero e` nutriente e che fornisce energia e` proibito dalla FTC; siamo cos`ı vicini all’impressione che la gente comune puo` avere della questione. Dott. Adamson   – Vorrei esaminare le credenziali di coloro che hanno fatto que` difficile per me, non essendo dietologo, accettare che chiunque sta raccomandazione. E sia qualificato a dare un giudizio e a testimoniare davanti a questa commissione, possa dichiarare che lo zucchero non `e un fattore che d`a energia. Dott. Van Italie  – Penso che la ragione per cui la FTC si `e scagliata contro quell’annuncio sia stata che gli agenti pubblicitari suggerivano che lo zucchero avesse una qualit`a sua unica di produttore di energia. Se questo e` il nostro caso, credo che la Commissione governativa abbia fatto bene a criticare questo genere di approccio pubblicitario. Sen. Schweiker  – Ma questo era fare pura semantica su quello che l’uomo della strada pu`o comprendere. Va bene definire la portata di quello che vogliamo dire, ma se l’effetto sul pubblico e` quello opposto, allora la Commissione ha il diritto di lamentarsi. L’annuncio sottointendeva che lo zucchero e` un fattore nutritivo. Ora lei ha detto che non e` esatto chiamarlo antinutritivo, per cui stiamo arrivando molto vicino alla stessa cosa. Sono due negazioni che affermano. Dott. Van Italie   – Un cibo contenente calorie facilmente disponibili e` una buona fonte d’energia. Penso che questo sia ci o` che la Commissione voleva dire. (Veramente?). Sen. Schweiker  – Allora quando dite che non e` esatto chiamarlo antinutritivo, state affermando forse che lo zucchero `e nutriente? Dott. Van Italie  – Lo zucchero e` nutriente. Sen. Schweiker  – E questo e` ci`o che la Commissione vi ha proibito di dire, perch´e non crede affatto che lo sia. Dott. Van Italie – Mi spiace, ma non sono d’accordo. Penso che la Commissione obiettasse solo su certe informazioni poco chiare o fuorvianti che la tecnica pubblicitaria utilizzava per la promozione dello zucchero. Sen. Schweiker Bene, sarei lieto di mostrarle l’annuncio, ne ho qui una copia.

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A quel punto, il presidente della Commissione Senatoriale, il senatore McGovern, aggiorn`o l’udienza e con essa la discussione. Va da s ´e che il senatore Schweiker aveva ragione dall’inizio alla fine. Qualche mese pi`u tardi, una Commissione giudicatrice di cinque membri dell’Ufficio Nazionale di Controllo della Pubblicit`a ( National Advertising Review  Board ) dichiar`o che  la pubblicita` sullo zucchero come cibo nutriente era priva di fondamento ; i mercanti di zucchero si impegnarono a interromperla sino a quando non sarebbero stati in grado di giustificarla. Tuttavia altri milioni di persone vennero ingannati prima che questa venisse sospesa. Non costava nulla agli spacciatori promettere di non fare pi`u in futuro campagne pubblicitarie simili. Mentre il governo con una mano dava un colpetto ai fabbricanti di zucchero, con l’altra stava gi`a correndo in loro soccorso: prepar`o infatti un opuscolo a fumetti a colori da inviare gratis su richiesta (a spese del contribuente) prodotto dal Ministero americano dell’Agricoltura, della Salute, dell’Educazione e del Benessere Pubblico in cooperazione con gli   Industriali Alimentari Riuniti  ed il Consiglio Pubblicitario. Il fumetto in sostanza proclamava esattamente ci`o che la Commissione aveva proibito di fare ai commercianti: sottintendeva che lo zucchero e` nutriente. Esso figurava nella lista degli alimenti nutritivi pi`u importanti, aumentando la confusione del pubblico ed evitando di fare la distinzione fondamentale tra carboidrati naturali come quelli dei cereali completi, verdura e frutta e carboidrati raffinati come quelli dei cereali raffinati e zucchero. Non appariva nemmeno la nozione universalmente accettata che lo zucchero rovina i denti e i consigli per un consumo limitato erano indirizzati solo ai ragazzini obesi. Come il popolo americano ha potuto intuire negli anni ’70 durante il Watergate3 ,  il governo della Casa Bianca non finge neppure un certo imbarazzo quando `e colto in flagrante a raccontar menzogne.  Questo e` il progresso, come dice Russel Baker del  New York Times, checch´e ne dicano i moralisti.  Le panzane governative sono le pi u` pericolose, perch e´ spesso sono prese per buone: la loro credibilita`  `e fondata sulla nostra ignoranza. Circa vent’anni fa, il dr. William Coda Martin tent`o di rispondere alla domanda.  Quando un cibo  `e tale e quando e` invece un veleno? La sua definizione di veleno fu: 3

Scandalo scoperto da giornalisti sui controlli telefonici degli avversari politici del presidente Nixon. Di fronte alle evidenti prove, Nixon ed altri non si vergognarono affatto, ma insultarono tutti e disinvoltamente finirono per ammettere.(n.d.c.)

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Dal punto di vista medico: qualunque sostanza che, applicata sul corpo, ingerita o elaborata nel corpo, provoca o pu`o provocare malattia. Dal punto di vista fisico: qualunque sostanza che inibisce l’attivit`a d’un catalizzatore o enzima, che a sua volta `e una sostanza chimica in quantit`a minima che attiva una reazione≫ ≪

Il dizionario d`a una definizione di veleno pi`u ampia: Cio` che esercita un chiaro effetto nocivo o che perverte ≫ .



Il dr. Martin classific o` lo zucchero raffinato tra i veleni, perch e´ e` stato privato delle sue forze vitali, vitamine e minerali. Quel che rimane sono solo dei carboidrati puri, raffinati. Il corpo non puo` utilizzare questo amido e questo carboidrato raffinato senza la contemporanea presenza di proteine, minerali e vitamine. La natura ci d`a in ogni pianta questi elementi in quantit`a sufficiente per metabolizzare i carboidrati contenuti in quella stessa pianta, ma non c’`e un’eccedenza disponibile per eventuali altri carboidrati aggiunti. N´e pi`u n´e meno di ci`o che occorre e` presente. Un metabolismo incompleto dei carboidrati porta a formare “metaboliti tossici” come l’acido piruvico e zucchero anormali con 5 atomi di arbonio anzich´e 6. L’acido piruvico si accumula nel cervello e nel sistema nervoso e gli zuccheri anormali nei globuli rossi del sangue. Questi metaboliti tossici interferiscono con la respirazione delle cellule, che non possono pi u` ricevere ossigeno a sufficienza per vivere e funzionare normalmente . Cos`ı alcune di esse muoiono. Ci`o, a sua volta, danneggia l’organo da esse composto ed inizia una malattia degenerativa. Dal momento che il 50% della nostra dieta moderna e` composto da questi carboidrati raffinati, occorrono proprio miliardi spesi in ricerche per scoprire la ragione per cui questa generazione e` sempre pi`u soggetta a queste nuove e frequentissime forme di malattie degenerative? ≫ ≪

Le cose sono cambiate davvero molto poco negli ultimi trecento anni. Quando il dr. Willis pubblic`o i suoi avvertimenti contro lo zucchero nel 1685, ci vollero quarant’anni perch´e l’industria saccarifera trovasse un dottore per difenderla, ma infine usc`ı a Londra la  Difesa dello zucchero contro l’accusa del dr. Willis . Non era scritta in latino, come avrebbe dovuto se fosse stata indirizzata ai soci della  Reale Societ `a  di cui Willis era un fondatore. Era scritta in inglese e ≪dedicata alle signore ≫. Il suo autore ammetteva che era oggetto di continui dibattiti ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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all’interno della classe medica, per`o diceva anche che era sopravvissuto a ≪molti nemici implacabili di quella preparazione balsamica assai deliziosa e nutriente, il fine zucchero ≫. Questo fu forse un colpo del destino diretto al Willis, che mor`ı giovane. Aveva scoperto i pericoli dello zucchero a proprie spese. ` difficile leggere questa cosiddetta  Difesa  senza sospettare che l’autore sia E stato gratificato con un bel po’ di azioni della  Compagnia Britannica delle Indie Occidentali. Non era una difesa, ma solo una sviolinata propagandistica. Ho spesso raccomandato a Lor Signore un pasto del mattino, detto  breakfast  (letteralmente, il “rompidigiuno” – n.d.c.), fatto di buon cibo come pane, burro, latte, acqua e zucchero. Anche il t`e e il cioccolato sono dotati di virt`u poco comuni, se usati con prudenza e moderazione; n´e io condanno il caff`e bench´e si sia rivelato nocivo per la mia salute. Per certa gente esso e` buono se usato in quantit`a modeste specie per certe particolari malattie, se mescolato con un quantit`a di zucchero fino. . . Si deve raccomandare di astenersene o di farne un uso moderato a coloro che tendono ad esser troppo grassi poich´e specie lo zucchero, essendo un s`ı ricco nutriente, pu o` predisporli ad ingrassare pi`u di quanto desiderino, essendo paurosi di perdere la bella figura del corpo, ma del resto esso si fa perdonare dandoci aspetto molto sano e di buona apparenza, addolcendo gli umori cattivi ed amari quando sfortunatamente ci fossero. . . Pi`u ancora son gli elogi per lo zucchero. Sar`a esso che useremo per correggere l’asprezza o acidit`a residua de’ nostri frutti, anche dei pi`u dolci anche maturi come le pi`u dolci fra le fragole e i lamponi, che son migliorati cospargendovi zucchero sopra e l’uva sultanina che e` intollerabile senza di esso. Lo zucchero potr`a dimostrarsi una specie di Vice Reggente del Glorioso Pianeta, il Sole, col suo anticipare le virt`u che maturano grazie a quella famosa Stella ≫. ≪

L’autore era il dr. Fr´ed´erick Slare, membro del  Real Collegio dei Medici e della  Reale Societ a` .  Il suo nome suona del tutto simile a quello del dr. Fr´ed´erick  Stare della  Scuola di Alimentazione  di Harvard, che ancora oggi scrive varie rassicurazioni su riviste a grande tiratura, propagandando apertamente lo zucchero. In una recente intervista a W , un giornale femminile che `e una versione bisettimanale del  Women’s Wear Daily, il dr. Stare e` riuscito a trovare il modo di rovesciare le cose riportandole allo stesso punto da cui erano partiti gli spacciatori di molti anni or sono. Egli pensa che, data la crisi energetica di oggi, sia imperativo raddoppiare i nostri consumi di zucchero:

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Dobbiamo metterci a coltivare quei cibi che richiedono la minor quantit`a possibile di terra per produrre il massimo d’energia. Per esempio, ci vogliono 0,07 ettari di terra per produrre un milione di calorie dello zucchero; ci vogliono invece ben 8 ettari di terreno per produrre questo milione di calorie con la carne. Le calorie sono energia ed io vorrei raccomandare alla maggior parte della gente di raddoppiare il proprio consumo quotidiano di zucchero. Lo zucchero e` la pi`u economica fonte d’energia alimentare ed io prevedo che diventer`a molto pi`u prevalente nell’alimentazione mondiale. Si dice che nello zucchero si trovano solo calorie e niente di nutriente. Come molti altri cibi, mi aspetto che nel futuro sia sempre pi`u fortificato. Non esiste un alimento perfetto, nemmeno il latte materno≫. ≪

La dichiarazione di Stare e` una di quelle famose menzogne efficaci, che strumentalizzano la verit`a senza mai dirla.   La sua credibilit a` e` ancora una volta basata sull’ignoranza di chi gli crede . La scelta tra zucchero o carne `e disperata e falsa. Sia la coltivazione della canna da zucchero che quella del foraggio per animali da carne o latte e` uno spreco mostruoso. Lo zucchero potr`a forse offrire le calorie pi`u economiche sul mercato, finch´e non si faranno i conti dei suoi costi veri, che sono tenuti nascosti.  La stima delle spese necessarie a riparare o rimettere i denti degli Americani arriva a 54 miliardi di dollari. Gli USA hanno gi`a raddoppiato il loro consumo di zucchero diverse volte, dal 1909, con le palesi conseguenze di degenerazione fisica che ci circonda. La gente afferma che lo zucchero abbia solamente calorie, sia senza valore nutritivo≫, dice il dr. Stare. Non spiega se ci`o e` vero o falso. Ma dicendo  la gente, anzich´e le autorit a` mediche, rende l’affermazione perentoria, lasciando intendere (senza promettere niente) che in futuro capiremo tutti meglio. ≪

Nel frattempo, Stare si aspetta che lo zucchero venga presto fortificato. La FDA dovr`a di nuovo rivedere la propria affermazione. L’ “arricchimento” dello zucchero devitalizzato con qualche vitamina sintetica sar`a la perversione finale. Se il Conte Dracula vi viene a succhiare il sangue e vi fa poi un’iniezione di vitamina B12 prima di scapparsene dalla finestra, voi cosa dite, di esser stati fregati o arricchiti? Lo zucchero non `e perfetto, ammette Stare. Ma, del resto, nessun cibo `e perfetto, neanche il latte materno. Ma di quale latte materno sta parlando? ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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Lo zucchero e` una specie di costante fisica. Come alimento, la sua mancanza di perfezione e` totale. Su qualunque scala di valori nutritivi, sarebbe sotto lo zero. Il latte materno e` infinitamente variabile, quanto la vita stessa; esso dipende soprattutto – come il futuro della razza umana – dal buon senso e dal giudizio che ogni madre eserciter`a nella scelta del suo cibo. In un suo discorso sulle mode alimentari, pubblicato dalla  Fondazione per la  Ricerca sullo Zucchero il 16 maggio 1951, Stare affermava: Devo concludere dicendo che l’industria alimentare, la Fondazione per lo Zucchero, la Fondazione per l’Alimentazione e numerose compagnie dell’industria alimentare a titolo individuale hanno certamente fatto molto per migliorare la buona alimentazione di base ed hanno anche molto contribuito a sostenere il nostro dipartimento (di Nutrizione, all’Universit`a di Harvard), per la qual cosa noi siamo profondamente grati ≫. ≪

Tra il 1950 ed il 1956, secondo la  Lettera Aperta  numero due della  Societ `a di  Nutrizione di Boston del 22 gennaio 1957, i gruppi suddetti donarono circa 250 mila dollari al Dipartimento del dr. Stare ad Harward. Diverse autorit`a mediche, come il dr. G.D. Campbell, medico della Clinica Diabetici dell’Ospedale di Re Giorgio VII a Durban, in Sud Africa, hanno suggerito limitazioni urgenti – sotto l’egida della FAO – alle dichiarazioni altamente perniciose e spesso virtualmente false emesse dalle multinazionali dello zucchero e dai loro agenti medici per promuovere le vendite. Campbell sugger`ı l’istituzione di un codice etico, che bandisse l’intrusione di scienziati interessati o sovvenzionati dagli zuccherieri, nelle societ`a che si occupano di nutrizione, per impedire loro di utilizzare tali societ`a o dei titoli accademici nell’interesse di qualche sponsor o dei loro datori di lavoro: Gli scienziati disinteressati dovrebbero fare particolare attenzione prima di accettare qualsiasi forma di assistenza finanziaria da parte di potenze zuccheriere, specie se concessa “senza secondi fini”; pi`u di un dietologo o nutrizionista ha gi`a avuto delle ragioni per rimpiangere di aver imboccato una strada del genere≫. ≪

Ogni tanto nelle pubblicazioni sullo zucchero compaiono versioni interessantissime di risultati intermedi, senza che i veri autori dei lavori sovvenzionati ne siano stati informati o che abbiano dato il loro consenso . ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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Capitolo 10 Codici d’onest`a Le leggi americane sulla purezza di cibi e sulle droghe sono spesso considerate una pietra miliare nella storia della legislazione sociale. Certamente un governo non pu`o aver obiettivi pi`u alti di quello di cercare di proteggere la salute del suo popolo. Forse per`o il declino biologico doveva esser gi`a ben avviato, quando divenne necessario promulgare delle leggi per impedire agli uomini di avvelenarsi a vicenda per la loro eccessiva devozione al denaro. Quando le genti perdono di vista il giusto modo di vivere – disse Lao Tse – compaiono i codici d’onore e d’onest`a≫. ≪

Cos`ı, ad esempio, cercare di vietare l’uso dello zucchero nella produzione della birra fu una bruciante causa di dispute in Inghilterra per secoli. Finalmente, nel 1816 il Parlamento vot`o una legge che rendeva illegale per tutti i birrai il possesso di zucchero. Un birraio poteva esser ritenuto colpevole di intenzione di “sofisticazione” se nella sua bottega veniva trovato anche solo un po’ di zucchero. Laddove una volta i birrai traditori erano portati in giro su di un carro pieno dei rifiuti del pitale, il Parlamento stabil`ı multe e ammonizioni. La sofisticazione era ora punita in modo “civile”. Li si portava in Tribunale, dove gli avvocati risolvevano la faccenda. I birrai intrigarono e fecero pressione sul Parlamento per vent’anni, finch´e vennero finalmente autorizzati a produrre – solo per uso personale – uno sciroppo zuccherato per scurire la birra. Tanto di guadagnato, per il progresso. A quel tempo, un consumatore britannico anonimo aveva provocato un grande scalpore pubblico – siamo nel 1830 – col suo libro   Adulterazione e lento avvelenamento smascherati, ovvero  Malattia e morte in pentola e bottiglia, in cui le adulterazioni – che avvelenano il sangue e distruggono la vita – dei vini, degli

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alcolici, della birra, del pane, della farina, del t´e, dello zucchero, delle spezie, dei prodotti del latte, della pasticceria, dei farmaci ecc., erano rivelate al pubblico. Nel 1850, un medico inglese ebbe la felice idea di controllare gli alimenti sospetti attraverso quella nuova invenzione, che era il microscopio. Quando lesse davanti alla Societ a` Botanica di Londra i risultati delle sue sconvolgenti scoperte, che l’esame microscopico dello zucchero aveva consentito, ci fu un gran rumore sui giornali e tra il popolo. Il dr. Arthur H. Hassall venne perci`o incaricato dal proprietario dell’eminente periodico medico,  The Lancet , di estendere il suo esame microscopico ad altri alimenti. Il panico arriv`o all’ estremo tra il pubblico.

Il  Lancet  pubblic`o per quattro anni i resoconti di Hassall, fornendo dati indiscutibili sullo stato pietoso del cibo quotidiano. Non si fece alcuno scrupolo. Nomi e indirizzi di centinaia di migliaia di produttori e fornitori di cibi adulterati furono rivelati . Le cifre erano allarmanti: su 34 campioni di caff`e esaminati, solo tre erano puri; su 49 tipi di pane, nessuno era esente da allume; su 56 campioni di cacao, solo 8 erano soddisfacenti; tra 26 diversi tipi di latte, 15 erano sofisticati. Di un centinaio di dolciumi zuccherati, praticamente tutti contenevano prodotti chimici nocivi. Si nominarono commissioni parlamentari; ci furono udienze alla   Watergate per anni. Alla fine, vennero votate leggi severe e le dispute continuarono ancora per lungo tempo. Nel 1899, per`o, la maggior parte della produzione alimentare in Inghilterra era stata ormai industrializzata, il che venne a creare un nuovo tipo di problema. I fabbricanti potevano pi`u agevolmente ingannare un pubblico senza sospetto. Nel 1900 avvenne un grande disastro: circa 6 mila persone furono colpite da una strana nuova malattia per la quale non si trov`o un nome. Fu alternativamente etichettata come alcolismo, nevrite periferica o polinevrite. Prima che qualcuno dei grandi cervelloni della medicina potesse trovare uno strano batterio, un insetto esotico o un’oscura ameba cui dare la colpa, si scopr`ı che la grande maggioranza delle persone colpite – compresa quella settantina di esse che morirono – avevano una cosa in comune. Erano tutti bevitori di birra; anzi, molti lavoravano nelle moderne birrerie modello. In seguito un’inchiesta rivel`o quantit`a pericolose d’arsenico nella mistura sospetta. Fu ritirata dal commercio e l’epidemia cess`o di colpo. Semplicemente. Tutte le birrerie coinvolte nell’intossicazione di massa avevano usato zuccheri da birra – glucosio e zucchero invertito – forniti da un’unica ditta. Scoprirono che questi zuccheri erano stati contaminati dall’arsenico durante la loro fabbricazione. Alcuni campioni ne contenevano fino al 2,6%! Venne nominata una reale commissione per andare fino in fondo al barile di ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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birra inglese. Nel corso delle indagini si scoprirono particolari spaventosi sulla raffinazione dello zucchero: si faceva, ad esempio, passare del gas di acido carbonico attraverso il succo di canna e di bietola per fare precipitare altre impurit`a, come la calce e lo stronzio, a loro volta usati nelle fasi precedenti della raffinazione. Siccome questo acido carbonico gassoso `e ricavato dal carbone, lo zucchero finisce spesso per presentare delle tracce d’arsenico! Quando poi gli additivi dello zucchero o del malto all’arsenico fermentano il lievito, come quando si fa la birra, questo fa precipitare una parte considerevole delle impurit`a, purificando cos`ı parzialmente la birra, ma, a questo punto, tutte le preparazioni fatte a partire da questo lievito sono a loro volta suscettibili di essere contaminate dall’arsenico. La regia commissione scopr`ı cos`ı che i vecchi avevano visto giusto quando punivano severamente i birrai fraudolenti. Sul continente europeo la birra era ancora fatta all’antica maniera: il malto non era essiccato nei forni con gas di combustione, ma su pavimentazioni riscaldate. Il processo tradizionale era lento, ma sicuro. Le birre tedesche e di altri paesi del continente non contenevano arsenico: questa sostanza letale fu ritrovata solo nelle birre dell’industrializzata e progressista Inghilterra! Questa scoperta apr`ı il campo a nuove allarmanti possibilit a` . Infatti tale pericolosa lievitazione di zuccheri invertiti non era usata solo per la birra – dopo che il Parlamento si era arreso e l’aveva permesso nel 1847 – ma per diversi altri prodotti “sofisticati” come il miele, la marmellata ed i dolciumi. Con un bell’eufemismo, ` difficile dire, nello l’ Enciclopedia Britannica conferma l’assioma di Lao Tse: ≪E stato attuale della legislazione, se una tale mistura sia da considerarsi un’adulterazione. Essa fu chiaramente fatta con proposito di frode sin dall’inizio, ma l’uso comune e la decisione della Corte Suprema hanno gradualmente conferito a detta pratica un’aria di rispettabilit`a≫. L’epitaffio sulla tomba delle leggi a salvaguardia della purezza del cibo in una societ`a industrializzata fu scritto in Gran Bretagna, prima ancora che negli USA si incominciasse a parlarne. In Inghilterra la battaglia, s’accese per la birra, in America per il whisky e la Coca Cola.

In tutte e due le nazioni, allora come oggi, il governo era un’appendice del commercio. La corruzione politica era un ramo collaterale della corruzione economica . Dagli scandali sul whisky al tempo del presidente Grant negli anni intorno al 1870, al   Teapot Dome  degli anni ’20, sino al   Watergate  del 1970, si evince che il pubblico `e spesso meglio informato sulla corruzione politica che non sulla corruzione commerciale. Non si pu o ` governare completamente in segreto, ma, come dice John Yay Chapman, si possono fare i propri affari. Questo `e particolarmente vero per l’industria alimentare. Quando una persona `e candidata al Congresso, la sua vita diventa un libro aperto. Anche se dal 1975 gli altri prodot¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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ti alimentari devono avere un’etichetta che indichi chiaramente il loro contenuto, tuttora il consumatore americano non ha il diritto di sapere cosa ci sia nel gelato. Il governo americano ha tenuto lo zampino – tramite l’Ufficio Imposte – nel business del whisky sin dai primi giorni della Repubblica. Si istitu`ı una pesante tassa sull’alcool, sia su quello per uso industriale che su quello da bere, destinato alla “ricerca della felicit`a”. Per molti anni il whisky rimase whisky: il distillato d’un impasto acquoso di cereali fermentati. Conteneva tutti gli elementi naturali del chicco, come pure alcool etilico e simili, volatili a temperatura di distillazione. Il whisky conteneva pure una colorazione ed altri prodotti solubili dovuti alla fermentazione in botti di quercia e nuove sostanze che si potevano creare, durante il processo di invecchiamento, che durava quattro anni. Il whisky era una versione irlandese e scozzese della latina  aqua vitae, o acquavite, acqua di vita, che in Francia si faceva con l’uva e si chiamava  eau de vie. Il suo nome in Gaelico Scozzese era  uisge beatha e poi  usquebaugh, anglicizzato in  whiskey.

Poi venne l’invenzione dell’alambicco distillante continuo, un apparecchio che – analogamente alla raffineria di zucchero – rivoluzion o` la produzione. Si poteva ora fare un alcool meno caro, distillato e non tassato che, mescolato con un po’ di whisky vero, con aggiunta di coloranti e aromi vari, poteva passare per whisky. Questo whisky sofisticato veniva definito per “rettificato” . Di colpo, la fabbricazione di questo nuovo alcool economico divenne un tremendo business. Quella roba adulterata fu messa in commercio col nome e l’aspetto di quello vero. Il Congresso fu persuaso a chiudere un occhio sulla frode, in cambio d’un aumento della tassa sull’alcool. Ubriachezza e avvelenamento da alcoolici erano ora alla portata di tutti, ricchi e poveri. L’alcolismo divent`o ben presto una malattia nazionale e fin`ı per creare da s´e il proprio antidoto: la crociata per la proibizione di tutte le bevande alcoliche, vere o false. Fu un’epoca, quella, in cui ne succedevano delle belle nel campo dell’alimentazione, delle bevande e delle droghe.  L’eroina, la morfina e la cocaina erano vendute liberamente nelle farmacie. Addirittura farmaci – legali a base di droghe assuefacenti – venivano venduti per posta, in un giro d’affari di miliardi. Il whisky “rettificato” era in vendita al saloon o all’emporio locale. I fabbricanti di medicine assuefacenti si accaparravano gli annunci pubblicitari pi`u vistosi su giornali e riviste.

Durante la guerra ispano-americana (1901), i fornitori di carne di scarto per le forze armate esagerarono : i combattenti si ammalavano e morivano, ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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a causa del manzo putrido. Questo scandalo fece molto rumore e alcune riviste cominciarono una crociata per informare sui pericoli derivanti dall’uso increbilmente indiscriminato di additivi vari, aromi artificiali e coloranti negli alimenti in scatola e in bottiglia. Upton Sinclair attacc`o i commercianti di carne in scatola: il suo romanzo  The Jungle  sconcert`o il pubblico che reclam`o un’efficace azione governativa. Il capo dell’Ufficio Chimico del Ministero dell’Agricoltura, il dr. Harvey W. Wiley, fu il Ralph Nader 1 di quel tempo. Dopo aver lottato per decenni per ottenere una legislazione che tutelasse la purezza di cibi e farmaci, nel 1902 intraprese un esperimento pubblico che cattur`o la fantasia popolare. Dei volontari di sesso maschile furono divisi in squadre, che i giornalisti battezzarono  Squadre Veleni  e a questi giovani sani fu proposta una dieta americana tradizionale. Poi ad essa si cominciarono ad aggiungere, ad uno ad uno, i nuovi additivi in uso all’epoca nella salsa di pomodoro o  ketchup, nel mais in scatola, nel pane e nella carne. Gli industriali tremavano, il pubblico gioiva e tutti seguivano avidamente l’esperimento, il cui resoconto appariva quotidianamente sui giornali. Per cinque anni, alla  Squadra Veleni  furono date dosi giornaliere di conservanti, adulteranti e coloranti allora largamente presenti nell’industria commerciale: acido borico, borace, acido salicilico, salicilati, acido benzoico e benzoati, anidride solforosa e solfiti, formaldeide, solfato di rame (verderame) e salnitro. Periodicamente, Wiley pubblicava un bollettino con i particolari dei severi effetti di questi additivi sull’organismo. I giornali portarono il suo nome sulla bocca di tutti e la  Squadra Veleni  divenne popolare al massimo. Le forze che gestivano l’industria alimentare, farmaceutica e del whisky rettificato vennero sconfitte e, dopo venticinque anni di agitazione pubblica a favore di una riforma, le  Leggi per il cibo e le droghe 2  puri  si fecero finalmente strada attraverso i dedali del Congresso. Il risultato congiunto del Senato e delle Camere fu di 304 voti a favore e solo 21 contro. Il 1 gennaio 1907 all’Ufficio Chimico di Wiley fu conferito potere poliziesco all’interno dell’industria alimentare americana, col compito di legiferare, ispezionare e denunciare i fraudolenti. ◦

Wiley e i suoi si misero ad applicare la legge alla lettera. Casse e casse di 1

Nader e` da oltre vent’anni una popolarissima figura di “difensore dei deboli” e pioniere – forse il primo nel dopoguerra dei diritti dei cittadini, specie dei consumatori. Le sue battaglie, per svelare il vero contenuto o qualit`a dei prodotti, ne hanno fatto un eroe del pubblico ed il terrore dei commercianti poco scrupolosi, specie quelli molto in vista. (n.d.c.). 2  Drug  in Inglese vuol dire droga o farmaco e   drugstore   vuol dire farmacia (negozio delle droghe).

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pseudo-whisky furono sequestrate ed i fabbricanti portati in tribunale.  Poi fu la volta dei carichi di Coca Cola mandati da uno Stato all’altro, con l’accusa di sofisticazione ed etichettatura impropria .

Ma che cos’ e` la Coca Cola? All’inizio del XVII secolo, un viaggiatore italiano in Sud America scopr`ı che gli Indios masticavano tutto il giorno delle foglie di coca; al lavoro, spostandosi, portavano sempre con s´e la coca in un sacchettino oppure la tenevano in bocca, mescolata ad un po’ di calce o di cenere di pianta di china. ≪Dopo averla presa, lavoravano contenti e camminavano un giorno o due senza bisogno di riposo, o rinfresco, o cibo alcuno ≫, scriveva Francesco Carletti nel suo diario del 15941606.

Tre o quattro volte al giorno tutto si fermava per un “coca-intervallo”. E Per gli Indios del Per u` quella era stata da tempo immemorabile la pausa che rinfresca, stimola, aguzza l’ingegno ed aumenta il vigore fisico. Raffinando la foglia di coca sudamericana si riesce ad ottenere tutta una serie di droghe alcaloidi, dette cocaina . Ora la pianta e` coltivata anche nelle Antille, a Giava, a Sumatra e in altre terre tropicali. In Nord America gli Indiani fumavano o masticavano foglie di tabacco. In Africa Occidentale i nativi usavano “tirarsi su” masticando le mandorle delle noci di cola. Questa noce `e ricca di caffeina (presente in minor quantit`a nel caff`e) ed anche di un altro stimolante, la colanina, che venne utilizzato nella farmacopea occidentale come stimolante cardiaco.

Ai bei tempi, negli Stati Uniti del Sud, quando molte signore bene si “curavano da sole” con dosi quotidiane di laudano ed altri sciroppi assuefacenti a base d’oppio, la Coca Cola cominci o` la sua carriera come rimedio efficace per l’emicrania. Lo spaccio di droga era allora una miniera d’oro perfettamente legale. Oppio, cocaina, morfina e, in seguito, eroina erano pubblicizzate sulle prime pagine dei giornali come cura universale per tutti i mali, dalla sifilide all’alito cattivo.  Il rimedio brevettato per il mal di testa, come la gran parte delle medicine zuccherate in vendita, era assuefacente per definizione e composizione. L’abitudine a bere Coca Cola fu, nel Sud, all’origine di un   business da molti miliardi di dollari. Nel 1890, la pubblicit`a presentava la Coca Cola come ≪un meraviglioso tonico nervoso e cerebrale ed un notevole agente terapeutico ≫. Il governo federale diede la sua prima occhiata ufficiale al “tonico” dopo la promulgazione della prima legge del 1906. L’ Ufficio di Wiley, applicando i termini di legge, analizz`o la Coca Cola, denunci`o e confisc`o una partita ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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della bibita a un confine tra Stati e raccomand`o che si denunciassero i criminali, fabbricanti e commercianti, per adulterazione e falsa denominazione. Coloro che adulteravano il cibo ed i farmaci, intuirono che, se fossero riusciti a paralizzare le attivit`a dell’Ufficio Chimico – scrisse qualche anno pi`u tardi il suo fondatore e direttore, il dr. Harvey W. Wiley – si sarebbero salvati dalle accuse. Utilizzarono diversi mezzi e riuscirono a rendere questa paralisi effettiva ≫. ≪

Fu di fatto impossibile ottenere una qualunque conferma delle accuse dell’Ufficio Chimico da parte di autorit`a superiori e si giunse al punto di ordinare all’Ufficio stesso, con la firma del ministro in persona, di cessare la sua attivit`a e di desistere dal suo tentativo di portare la compagnia della Coca Cola davanti ai giudici≫. Tutti pensarono che l’imbroglio fosse ai pi`u alti vertici, come per il  Watergate e l’ITT degli anni ’70. Per`o   un tale Mr. Seeley, il coraggioso editore di un giornale di Atlanta (Georgia), venne a Washington a fare visita al dr. Wiley. Voleva sapere perch e´ l’Ufficio Chimico stava perseguendo i sofisticatori di salsa di pomodoro e di fagiolini in scatola e risparmiava la Coca Cola.   Compassatissimo, Wiley gli mostr`o l’ordine firmato del Segretario all’Agricoltura. Seeley esplose. Era molto meravigliato, di fronte ad una tale ingerenza nell’ amministrazione della giustizia≫, ha dichiarato il dr. Wiley. Immediatamente, il visitatore incollerito and`o dal Segretario all’Agricoltura e ≪present`o una vigorosa protesta per i metodi usati da quel Dipartimento per proteggere i sofisticatori di cibo ≫. ≪

Minacci`o poi di rendere noti tutti i particolari pi`u scandalosi sul suo giornale di Atlanta, a meno che il Segretario revocasse l’ordine. L’Ufficio Chimico fu autorizzato a portare avanti l’accusa. Pubblicamente il Ministero dell’Agricoltura diede semaforo verde, non avedo altra scelta. Ma ufficiosamente fece tutto il possibile per sabotare la faccenda dall’interno. L’Ufficio voleva trasferire il caso nel Distretto di Columbia; dove sarebbe stato pi`u semplice riunire esperti e testimoni ed anche meno costoso per il governo. Le alte sfere del Ministero vollero invece che si facesse il processo a Chattanooga, nel Tennessee. La Coca Cola aveva i suoi principali impianti di imbottigliamento laggi`u e la Compagnia vi possedeva anche importanti beni immobili, tra cui l’hotel principale e forse aveva dalla sua anche un giudice o due. Wiley disse che ≪tutto l’ambiente di Chattanooga era favorevole alla Coca Cola. Il Ministero dovette spendere un occhio della testa per mandare i suoi esperti scientifici laggi`u. Tanto valeva fare la causa ad Atlanta ≫3 . 3

Sede legale e direzionale mondiale di quella multinazionale che `e la Coca Cola. Era come

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Il processo fu lungo, stiracchiato e pesantemente contestato. Dei battaglioni di esperti testimoniarono per le due parti. Alla fine, i difensori della Coca Cola si mossero in direzione di una sentenza di non punibilit`a, basata su di un dettaglio tecnico: la caffeina, la principale sostanza nociva contenuta nella bibita, non era una sostanza aggiunta nella lavorazione, ma era gi`a contenuta negli ingredienti di base. Il giudice locale si mostr`o prontamente accomodante e il caso fu per il momento chiuso. In seguito, l’Ufficio Chimico si appell`o alla Corte Suprema. Il Presidente della Corte, C.E. Hughes, trascrisse la decisione unanime che revocava la decisione del giudice di Chattanooga appoggiando l’Ufficio Chimico, nel settembre 1917: Non possiamo trovare nessuna scappatoia alla conclusione che la caffeina sia un elemento aggiunto ai termini di legge. . . L’accusato ha sempre insistito e insiste ora sul fatto che il suo prodotto contiene ci`o che dice il nome (coca e cola). . . Concludiamo che la Corte err`o nel suo verdetto. . . Il giudizio `e revocato . . . ≫. ≪

La decisione della Corte Suprema demol`ı le pretese della Compagnia, decidendo che la caffeina `e una sostanza aggiunta e che Coca Cola sarebbe solo un nome descrittivo e non distintivo.

La Coca Cola era nei guai. Ma la Corte Suprema fu incapace di fare applicare le sue deliberazioni, come accadde anche pi u` tardi, quando le sue decisioni sull’applicazione della Legge Harrison sul controllo delle droghe del 1914 furono pervertite dal corpo esecutivo del governo. Il corpo giudiziario del governo, come il legislativo, non ha truppe. I  Tmen e  Gmen  (agenti del Tesoro e del Governo) dell’Agricoltura lavorano direttamente per la Casa Bianca e per l’Esecutivo (dei Segretari e del Presidente).   Sfidare la legge e l’ordine e` un giochetto nel quale il governo pu o` facilmente battervi. Ci`o che la Coca Cola fece dietro le quinte per salvare l’azienda lo possiamo solo supporre. Quando dovette ritornare davanti alla Corte di Chattanooga nel 1917, la Coca Cola ricorse al  nolo contendere, senza contestare i fatti (da noi sarebbe ≪rimettersi alla clemenza della Corte ≫, pur senza dichiararsi n´e innocente n´e colpevole). Su richiesta del procuratore, il tribunale emise una sentenza il cui valore nominale parve abbastanza severo da soddisfare il pi`u bellicoso editore dei giornali di Atlanta. La Compagnia fu condannata a pagare tutte le spese processuali: i 40 barili e le 20 casse di Coca Cola sequestrati le furono resi, con la clausola che la Coca Cola ≪non li vender`a, altrimenti la Compagnia si metterebbe in una posigiocare in casa propria. (n.d.c). ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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zione contraria ai termini della Legge Federale sugli Alimenti e le Droghe e delle leggi di ogni Stato, territorioo distretto o possesso insulare degli Stati Uniti ≫. Era chiaro: la Coca Cola non poteva esser venduta fuori della Georgia, ma la decisione del giudice conteneva anche una clausola che fungeva da valvola di sicurezza: ≪. . . Il giudizio di violazione non sar`a vincolante per la Compagnia anzidetta o per i suoi prodotti, tranne che per quanto riguard`o questa causa e le particolari merci coinvolte. . . ≫. In altre parole, la Coca Cola non poteva vendere i 40 barili e le 20 casse, ma era libera di continuare a venderne altri, in altri posti. Il Governo sarebbe stato costretto a perseguire il caso tramite l’Ufficio Chimico ancora ed ancora, barile per barile, cassa per cassa, bottiglia per bottiglia. Pochi innocenti termini giudiziari aprirono una falla immensa. Un Ministro dell’Agricoltura aveva dovuto essere minacciato affinch´e applicasse la legge contro la Coca Cola. Questi, sicuro del fatto che il pubblico, preoccupato a preparare la guerra contro l’odiato Unno, si sarebbe accontentato della simbolica sentenza senza vedere la realt`a, proib`ı all’Ufficio Chimico di fare qualsiasi altra nuova azione contro la Compagnia della Coca Cola.  A quel tempo, il coraggioso dr. Wiley era stato bersaglio d’investigazioni di rappresaglia e di minacce telefoniche simili a quelle che la General Motors cerc o` di usare negli anni ’60 contro Ralph Nader. Afferma Wiley nel suo libro: Gli esecutori della legge sugli alimenti non provarono nemmeno a far applicare il decreto del tribunale avviando un’azione contro i prodotti Coca Cola non appena valicavano i confini dello stato di produzione. Secondo il parere della Corte Suprema, tali procedure sarebbero state uniformemente coronate da successo. Siccome queste azioni legali non furono portate avanti, la Compagnia della Coca Cola possiede ora azioni ben quotate alla Borsa Valori di New York. Le sue vendite sono enormemente aumentate, invadendo, dopo il Sud, anche il Nord. Bere caffeina a stomaco vuoto e allo stato libero e` molto piu` nocivo che non berne una quantit a` uguale, ma associata ai tannini del t`e o del caff e` . La minaccia alla salute ed al benessere dei nostri cittadini sta per raggiungere ora proporzioni molto pi`u serie, grazie a questa espansione commerciale. I dirigenti della Borsa di New York hanno ammesso l’entrata delle azioni della Coca Cola, i cui prodotti sono stati condannati da una Corte degli Stati Uniti come sofisticati e falsamente denominati . ≪

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Questa grave situazione si sarebbe potuta evitare, se solo gli ufficiali incaricati si fossero levati ad impedire lo sviluppo futuro di questo commercio, intentando una causa in tribunale contro i suoi fabbricanti per i loro crimini. Si sarebbe chiarita un’altra storia interessante, se la Corte Suprema avesse potuto emettere un giudizio sulla immunit`a accordata dal tribunale alla Compagnia della Coca Cola≫.

La campagna per far passare le Leggi sui cibi e le droghe puri era stata condotta in maniera aperta. La loro inosservanza avvenne invece subdolamente. Industrie alimentari e fabbricanti di whisky rettificato formarono un fronte unito per sabotare Wiley ed il suo ufficio. Tirapiedi dell’industria si accamparono sui gradini del Parlamento, davanti agli uffici dell’Amministrazione e di fronte al gabinetto del Presidente stesso degli Stati Uniti, lamentando la confisca del sacro capitale, pregando, supplicando e ricattando per ottenere respiro dalle azioni di Wiley e dei suoi, ma Wiley era diventato un simbolo del servizio incorruttibile nell’interesse del pubblico e cos`ı dovettero procedere in maniera subdola e trasversale. Quando i fabbricanti di salsa di pomodoro e di mais in scatola si recarono alla Casa Bianca, il presidente Teddy Roosevelt ascolt`o le loro lamentevoli proteste, chiamando anche il Segretario all’Agricoltura e Wiley. Dopo aver udito la commovente litania delle restrizioni che intralciavano le loro attivit`a lucrose, il presidente si volse verso il Segretario all’Agricoltura e disse: ≪Cosa ne pensate dell’opportunit`a di far rispettare le decisioni del vostro Capo dell’Ufficio Chimico?≫  (Non esistono verbali ufficiali o registrazioni di quest’incontro, solo le note di Wiley e la storia pu`o ritenersi fortunata che esistano almeno quelle). Il Segretario rispose che la legge era la legge e che le sostanze nocive aggiunte agli alimenti per un qualche fine, qualunque esso sia, vanno vietate. ≪. Il dr. Wiley ha effettuato uno studio particolareggiato sull’ingestione di alimenti trattati con benzoato su uomini giovani e in buona salute riscontrando che in tutti i casi la loro salute ne era venuta a soffrire ≫. Poi Teddy si gir`o verso Wiley e gli chiese quale fosse il suo pensiero. ≪Signor Presidente – rispose Wiley – io non penso: io, in seguito a pazienti esperimenti, so che il benzoato di sodio o acido benzoico aggiunto agli alimenti `e nocivo alla salute≫. Il Presidente batt`e un pugno sul tavolo e disse ai suoi importanti visitatori: ≪Questa sostanza che voi usate ` e nociva alla salute e voi non la userete pi`u≫. Pareva tutto finito l`ı, ma uno degli emissari – forse il pi u ` prestigioso – un importante uomo politico che stava per esser eletto vicepresidente degli Stati Uniti per rimpiazzare Roosevelt (che era arrivato alla presidenza in seguito all’assassinio di McKinley), intervenne. ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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James S. Sherman era una figura di spicco nei consigli del partito repubblicano, anche se quel giorno rappresentava solo la propria fabbrica, la  Fratelli Sherman  di New York. Signor Presidente cominci`o c’`e un’altra cosa di cui vi ho parlato ieri e che non c’entra niente col benzoato. Mi riferisco all’uso della   saccarina  negli alimenti. La mia compagnia ha risparmiato 4 mila dollari, l’anno scorso, usandola al posto dello zucchero per dolcificare il mais in scatola. Noi ora le chiediamo una decisione anche su questa faccenda ≫. ≪

Il dr. Wiley non era un politico. Tutti gli altri s`ı. N´e era in rapporti confidenziali col presidente, come lo erano tutti i presenti. Se avesse anche solo preso un t´e o un caff`e col Presidente, avrebbe saputo quel che gli altri sapevano. Invece cadde nella trappola. Violando il protocollo presidenziale, invece di attendere che il Presidente gli chiedesse il suo punto di vista, sentendosi oltraggiato da questo sfacciato appello da politicante, dichiar`o bruscamente: ≪Chiunque abbia mangiato quel mais dolce  `e stato imbrogliato. Pensava di mangiar zucchero, mentre invece mangiava un derivato del catrame, totalmente privo di valore nutritivo ed estremamente nocivo alla salute ≫. Come Wiley ricord`o piu tardi, il presidente da dr. Jekyll si trasform`o bruscamente in Mr. Hyde. Voltandosi furioso verso di lui, esplose: Cosa sta dicendo, che la saccarina `e nociva alla salute? ≫.



Per l’appunto, signor Presidente, e` esattamente quello che sto dicendo ≫, disse Wiley. ≪

Il dr. Rixley me la d`a tutti i giorni! ≫, replic`o Roosevelt.



Signor Presidente, forse ritiene che lei sia minacciato dal diabete ≫, rispose Wiley. ≪

Chiunque dica che la saccarina fa male `e un idiota≫.



Il Presidente era furioso. L’incontro fu interrotto e Wiley non rivide mai pi u` Roosevelt. Il dr. Wiley fa risalire l’inizio della non applicazione delle  Leggi per la  purezza degli alimenti e delle droghe al giorno di quell’incidente alla Casa Bianca, proprio al primo anno della loro entrata in vigore. Teddy Roosevelt era stato un bimbetto malatino e gracile. Dopo aver superato le sue limitazioni fisiche, era diventato un prode commissario della polizia newyorkese, un valoroso eroe di guerra, un autentico eroe americano. A quel tempo, l’insufficienza di glucosio nel sangue non era ancora stata chiamata ipoglicemia ed era costume tra i dottori di prescrivere saccarina, al posto dello zucchero, ai pazienti con tendenza al diabete. Wiley non era al corrente del fatto che il Presidente ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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potesse essere uno di questi. Potete scommettere che i rappresentanti industriali, e specie il compare che stava per essere nominato vicepresidente, la sapevano pi`u lunga sul Presidente del Capo dell’Ufficio Chimico. Wiley aveva contraddetto il parere del medico presidenziale: era colpevole di lesa maest`a. Chi sapeva che la precedente  first lady  degli Stati Uniti, Ida McKinley, era soggetta a crisi epilettiche durante i pranzi ufficiali? Chi sapeva che i medici del Presidente Kennedy gli propinavano cortisone e ananfetamine o che quelli di Franklin Roosevelt verso la fine gli somministravano morfina? La dedizione alla salute pubblica aveva trasformato una piccola gaffe in una crisi politica seria. Wiley si pent`ı per il resto dei suoi giorni di avere, senza volerlo, dato il colpo di grazia alle leggi per il cibo, per cui aveva combattuto tutta la vita. L’indomani stesso, Teddy Roosevelt diede un “colpo” ai vertici, istituendo una commissione di consulenza scientifica. Si assicur`o che la nuova commissione sostenesse lui ed il suo medico personale e nomin`o presidente di questa il dr. I. Remsen, l’uomo che aveva ricevuto una medaglia per aver scoperto la saccarina. Il presidente della commissione aveva la facolt`a di scegliere tutti gli altri membri. Questo era l’inizio della fine, per il dr. Wiley ed il suo Ufficio Chimico. 1 fabbricanti di pseudo-whisky presentarono la loro petizione alla Casa Bianca; un’altra commissione fu formata per rimpiazzare il dr. Wiley, che a sua volta doveva spendere tutto il suo tempo a sostenere battaglie burocratiche all’interno del suo Ufficio. Una specie d’inchiesta lanci`o accuse fasulle sul suo conto, nel tentativo di screditarlo. Veniva strangolato a poco a poco per decreto esecutivo. Non pubblicavano i suoi bollettini scientifici contenenti avvertimenti contro nuovi additivi e prodotti. Alla fine si vide costretto a dimettersi per poter finalmente parlare liberamente in pubblico e davanti al Congresso. Era chiaramente previsto dalla legge e pienamente sottinteso al momento della sua promulgazione che l’Ufficio Chimico dovesse esaminare tutti i campioni di cibi e medicine sospetti per determinare se fossero adulterati o mal etichettati e, in questo caso, doveva riferire la cosa ai tribunali per decidere la questione. Ma gli interessi implicati in ci o` che determinammo essere la produzione di alimenti e medicine adulterati o falsamente etichettati, manovrarono per sfuggire al giudizio e difendere le loro pratiche. Furono usati vari metodi per assicurare la riuscita di questa manovra: metodi che spesso ebbero successo. ≪

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Una ad una, le attivit`a dell’Ufficio vennero ridotte e si sottrassero al suo esame vari tipi di cibi manipolati, che vennero passati alla competenza di altri enti non contemplati dalla legge o addirittura esentati da ulteriori controlli. Alcuni di questi casi sono ben noti: la distillazione di pseudo-whisky a partire da alcol, coloranti e aromi; l’aggiunta di acido benzoico e benzoati ad alimenti, oppure di acido solforoso, di solfato di rame, saccarina, allume; la fabbricazione di cosiddetti “vini” con pomice, coloranti prodotti chimici;  l’immersione di ostriche in acque inquinate allo scopo di farle diventare piu` grosse per venderle meglio;  lo spaccio di cereali vecchi, ammuffiti e decomposti; la vendita di glucosio sotto la denominazione di “sciroppo di mais”, usando addirittura abusivamente il nome di un altro prodotto fatto invece con mais indiano originale. La tolleranza degli ufficiali e l’accettazione di tali pratiche hanno ormai ristretto le attivit`a dell’Ufficio Chimico ad un ambito molto ridotto. Come risultato di queste limitazioni, mi sono state date istruzioni di astenermi dall’esprimere pubblicamente le mie opinioni sull’effetto di queste sostanze sulla salute e questo veto ha interferito con la mia libert`a accademica di parola su questioni direttamente legate al pubblico benessere ≫ .

Il libro di Upton Sinclair,  La giungla, aveva contribuito a piegare l’opinione del paese a favore della  Legge sulla purezza degli alimenti . Dopo aver lasciato il suo servizio governativo, il dr. Wiley scrisse un libro su tutta la sordida storia dell’affondamento di quelle leggi da parte del governo stesso. Egli sapeva dov’erano sepolte le prove e decise di dire tutto e lasciare che gli Americani rialzassero ancora una volta il capo. Ma non era un politico. Sottovalut`o di nuovo le forze che gli si opponevano. Mentre cercava finanziamenti per il libro che stava scrivendo, Wiley port`o il manoscritto ad un tipografo. Il manoscritto “scomparve” e non e mai pi`u stato ritrovato. Come avvengano queste cose, non si viene mai a sapere. Sconvolto ma non spezzato, il dr. Wiley riscrisse eroicamente il suo libro da capo; questa faccenda lo tenne completamente occupato per dieci anni. Cerc`o di aggiornare gli argomenti, ma nel 1929 molte delle sue sconvolgenti dichiarazioni erano cosa superata. Alcuni dei cattivi erano morti. Gran parte dei politici erano spariti o decaduti dal potere. Eppure il suo libro Storia di un crimine contro la Legge sugli alimenti restava un libro essenziale sul tema della corruzione governativa e non aveva niente a che fare con quanto era stato scritto in precedenza. L’autore questa volta si tutel`o per evitare di perdere il nuovo manoscritto, seguendo personalmente ogni aspetto della correzione e della stampa. Quando venne pubblicato, sembrava proprio destinato a diventare un best seller.  I libri sparivano in fretta dagli scaffali delle librerie, ma all’autore non giungevano i commenti dei let¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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tori, n´e congratulazioni o critiche e praticamente non apparvero recensioni sui giornali. I libri sembravano sparire, tanto che non se ne poteva trovare una copia da nessuna parte. Disperato, Wiley invi o` i pochi volumi rimasti alle biblioteche del paese, ma sparirono anche da l `ı cos`ı come erano spariti dai negozi. Provate voi stessi oggi a trovarne una copia nella vostra biblioteca. . . Non dovrebbe sorprendere nessuno, attualmente, che queste cose possano succedere, considerando che la cifra investita per la pubblicit`a da una grande industria alimentare e` maggiore dell’intero finanziamento annuale a disposizione dell’ufficio governativo incaricato del controllo alimentare. La conclusione del libro di Wiley fu comunque profetica, nel lontano 1929. Oggi il valore di quell’ultima pagina e` addirittura esemplare. Se fosse stato permesso al nostro Ufficio Chimico di applicare le leggi come dapprima gli era stato chiesto e come di fatto si prov`o a fare, in quale situazione ci si troverebbe oggi? Nel nostro paese nessun alimento conterrebbe traccia di acido benzoico o solforoso, di solfiti o d’allume o di saccarina, tranne che per uso medicinale. Nessuna bevanda gasata caffeina o teobromina. Nessuna farina sbiancata chimicamente potrebbe passare i confini tra gli stati ed i nostri cibi e le nostre droghe sarebbero interamente esenti da adulterazioni e denominazioni fasulle. La salute del pubblico sarebbe assai migliorata e la durata della vita prolungata di molto. I produttori di alimenti, e specie i conduttori di mulini, potrebbero impiegare le loro energie a migliorare la salute pubblica ed a promuovere una migliore, producendo farine e cibi interi e non raffinati. La resistenza del nostro popolo alle malattie infettive verrebbe notevolmente rafforzata da una dieta controllata e qualitativamente pi`u valida. Il nostro esempio avrebbe potuto essere seguito dal mondo civile e quindi avrebbe portato a tutto il mondo i benefici di cui gi`a poteva godere la nostra gente. Ci saremmo potuti risparmiare la disgrazia e la vergogna di vedere grandi uomini di scienza sforzarsi di distruggere lo spirito di una delle pi`u grandi leggi mai promulgate per la protezione del benessere pubblico. Cos`ı anche grandi figure del mondo politico sarebbero potute sfuggire all’indignazione dell’opinione pubblica oltraggiata per aver permesso ed incoraggiato queste frodi sulla loro pelle. La causa d’una alimentazione sana non sarebbe stata ritardata di una cinquantina d’anni se non addirittura cento, e per finire, questa  Storia di un crimine non sarebbe mai stata scritta ≫ . ≪

L’Ufficio Chimico fu infine legalmente smantellato e sostituito dall’  Amministrazione Alimenti, Farmaci ed Insetticidi, che precorreva l’ Amministrazione  Alimenti e Farmaci (FDA).

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La  Squadra Veleni, il gruppo di giovanotti in buona salute che Wiley us`o per sperimentare i prodotti prima che uscissero sul mercato, fu poi sostituita dalla FDA GRAS LIST  (la lista di cibi del Ministero dell’Agricoltura considerati generalmente sicuri,  Generally Regarded as Safe ) una lista di coloranti, additivi e adulteranti.  I produttori ebbero praticamente carta bianca per usare qualunque ingrediente nei loro prodotti, sino a che non ci fossero le prove che un prodotto poteva esser nocivo alla salute pubblica . L’intento della Legge sulla Purezza Alimentare  era cos`ı stato interamente capovolto. La Squadra Veleni era stata estesa all’intero paese, nessuno stato escluso. Oggi la lista  GRAS  e` diventata cos`ı lunga che  l’Americano medio ingerisce due chili e mezzo di prodotti chimici all’anno, insieme a una trentina di chili circa di zucchero. Come, gi`a l’Ammiragliato Britannico 200 anni prima, la FDA ( Food and   Drug Administration) passa la maggior parte del suo temo a supportare ufficiosamente l’industria alimentare, dichiarando che la dieta americana tipo, qualunque essa sia,  `e la migliore nella storia del mondo. Il Governo diede onori postumi al dr. Wiley, emettendo un francobollo con la sua effigie ed il suo nome. Lo si `e proposto in seguito per la  Sala degli Eroi americani, ma questo avverr`a forse il giorno in cui la  FDA ci dir`a che Wiley aveva del tutto ragione a proposito della saccarina 4 (tra le altre cose) e in cui il panico si diffonder`a inesorabilmente tra il pubblico; solo allora gli si eriger`a una statua nel Panteon degli Eroi americani. Nel 1971, la saccarina fu silenziosamente rimossa dalla lista  GRAS   ad opera della FDA. Questa tacita ammissione dell’opinione di Wiley `e avvenuta dopo sessanta lunghi anni. Ora la FDA ha cominciato a limitarne l’uso, tranne che nelle cosiddette bibite a basso contenuto calorico o “senza zucchero”, che utilizzano la saccarina. Gli affari degli alimenti dietetici “senza zucchero” hanno un crescente successo e proporzionalmente sempre pi`u Americani scoprono ogni giorno di avere il mal di zucchero: questo   business e` salito ormai a un miliardo di dollari l’anno (1975) e le acque toniche dietetiche sono le pi`u vendute. Negli ultimi 50 anni, si sono avuti molti segnali d’allarme a proposito dell’assuefazione allo zucchero degli Americani. Quanti di questi vengono dai “cani da guardia” ufficiali della FDA? Nessuno, che io sia riuscito a scoprire. Al contrario, quando gli agenti di quest’ente finiscono intrappolati senza volerlo in un qualche aspetto scabroso 4

Dal 1983  la saccarina `e venduta negli USA con l’avvertimento obbligatorio che ≪e` stata provata cancerogena sulla vescica di animali da laboratorio≫. Un primo passo, ma importante. Il serpente scientifico governativo si mangia la coda. . . (n.d.c.)

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della controversia sullo zucchero, pare che confermino sempre che tutto va per il meglio. Nel 1961 una compagnia alimentare dell’Ohio fece un vero e proprio colpo pubblicitario lanciando un nuovo prodotto: lo zucchero “fortificato”.   Per anni cereali, farine e pani, accuratamente privati dalla raffinazione delle loro vitamine e minerali, sono stati venduti come “fortificati” con l’aggiunta di vitamine sintetiche. La  FDA  continu`o a ripetere che la farina arricchita era buona quanto quella vera . Miliardi di dollari di pubblicit`a hanno indotto la massaia americana a comprare la tal cosa arricchita e la tal altra rafforzata, per cui, perch´e non arricchire anche lo zucchero? Qualcuno si affrett`o infatti a farlo. Lo “zucchero fortificato” apparve sul mercato con un lungo elenco di vitamine e minerali sulla confezione: iodio, ferro, vitamina C, quattro vitamine del complesso B e 400 unit`a di vitamina A. Cosa potevano fare, a questo punto, gli spacciatori di zucchero? Potevano far le scarpe al nuovo concorrente, oppure unirsi a lui. L’unione per`o presentava alcune difficolt`a. Se i venditori di zucchero bianco raffinato si mettevano in gara per vedere chi riusciva ad elencare sulle confezioni pi`u vitamine o minerali, non avrebbero avuto altro da elencare che una bella sfilza di zeri. Se invece si mettevano a fortificare il loro zucchero con vitamine e minerali, si venivano a trovare tra l’incudine e il martello. Parecchi dei loro migliori clienti, come la Coca Cola e gli altri fabbricanti di bevande gassate, avrebbero potuto trovare la cosa decisamente sleale. Non sapremo mai che cosa effettivamente successe nelle alte sfere dell’industria dello zucchero. La FDA  part`ı alla riscossa. Quale riscossa? Gli ispettori governativi sequestrarono quantitativi di zucchero fortificato e dichiararono con un decreto amministrativo che il prodotto aveva una ≪denominazione equivoca≫. Quella di denominazione fraudolenta od equivoca, `e una forma d’accusa usata dalla FDA per fermare un prodotto sino a che non riesce a trovare niente di meglio. In occasione di altre perquisizioni degli agenti della FDA la formula ≪denominazione equivoca ≫ era stata intesa alla lettera per significare ad esempio che, se in un negozio di alimenti naturali un depliant spiega che il riso integrale va bene per curarti e che e` meglio del riso bianco, esso deve essere a 15 metri dal sacco del riso, altrimenti la FDA e` capace di dire che il depliant stesso costituisce una “errata denominazione” per quel prodotto ed a questo punto pu`o procedere a sequestrare e a mandare al rogo il depliant oppure il riso. Poich´e per`o il rogo dei libri ricorda a qualche persona sensibile Hitler e i nazisti, la FDA preferisce bruciare il riso, come gi`a era avvenuto in Vietnam, cosa che a qualcuno pu`o senz’altro andare anche

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bene. 5 I produttori di zucchero ≪fortificato≫ pensarono che la loro situazione non era poi cos`ı drammatica. Dopotutto gli Stati Uniti sono un paese libero e loro avevano il denaro e gli avvocati necessari per portare la faccenda in tribunale. Il processo and`o avanti per due anni prima che si arrivasse a una decisione. Durante l’istruttoria, il Ministero dell’Agricoltura si limit`o al fatto che le vitamine e i minerali elencati sulle confezioni di zucchero arricchito non erano ≪giustificabili dal punto di vista nutritivo, perch´e quantit`a sufficienti di tali sostanze sono gi`a presenti nella dieta americana tipo ≫. Voleva forse dire che lo zucchero arricchito non serve, perch´e c’`e gi`a il pane arricchito? Il giudice federale respinse l’istanza del Ministero con un monito: ≪Se detta FDA avesse ragione si potrebbero eliminare uno ad uno tutti i cibi arricchiti.. . tanto essi son gi`a contenuti in altri alimenti. . . La posizione del Governo `e dunque insostenibile≫. I commercianti di zucchero arricchito vinsero la battaglia giuridica, ma capirono bene l’antifona. Avete mai pi`u visto in giro o sentito uno di quegli annunci radiosi sulle virtu` dello zucchero fortificato? Nel 1951 un medico che era stato incaricato di fare delle ricerche di nutrizione per la Marina americana durante la seconda Guerra Mondiale, rilasci`o un’interessante testimonianza davanti a una commissione del Congresso. (Quando la Marina scopr`ı quali enormi somme di denaro i suoi uomini spendevano in Coca Cola, si mise a studiare tutte le bibite a base di cola. Si evidenzi`o che contenevano circa il 10% di zucchero). L’ industria delle bevande non alcoliche aveva ottenuto delle licenze di approvvigionamento e poteva cos`ı prendersi la sua percentuale su tutto lo zucchero venduto alle forze armate. Il dr. McCay, esperto di nutrizione della   Navy, cominci`o a studiare queste licenze e si dichiar`o molto stupito quando scopr`ı che la bevanda conteneva moltissimo acido fosforico.. . Poi, all’Istituto di Ricerca Medica della Marina provarono immergere dei denti umani in una bevanda a base di Cola e li videro diventare friabili e dissolversi in un tempo assai breve . Mentre i senatori restavano a bocca aperta, il medico cosi continuava: 5

Quanto ai “roghi” di alimenti naturali, il Governo o altri enti pubblici italiani si sono fatti campioni di distruzioni di alimenti naturali, quali oli non d’oliva, se spremuti a freddo, cereali completi, pasta integrale, perch´e≪non conformi alle vigenti leggi ≫. Inutile dire che riso bianco paraffinato, coperto di talco, farina bianca additivata e oli estratti e “chiarificati” chimicamente, sono conformi alle leggi italiane. . . (n.d.c.)

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L’ acidit`a delle coche e` all’incirca pari a quella dell’aceto. L’alta quantit`a di zucchero maschera l’acidit a` e i ragazzi non si rendono conto che stanno bevendo questa strana mistura di acido fosforico, zucchero, caffeina, coloranti e aromatizzanti≫. ≪

Un parlamentare chiese al dottore quale ente governativo fosse incaricato di vagliare il contenuto delle bibite gassate. Che io sappia, nessuno ≫, fu la risposta.



Un altro chiese se fossero stati esaminati gli effetti della Cola sui metalli come il ferro. Quando il medico rispose di no, il parlamentare aggiunse: ≪Un amico mi disse d’aver una volta messo tre chiodini in una bottiglia di Coca e di averli visti scomparire totalmente in ventiquattr’ore ≫. Ma certo – rispose il medico – tutto quell’acido fosforico pu`o dissolvere ferro o roccia. Se la versaste sugli scalini che portano qui, eroderebbe anche quelli. Provateci! ≫. ≪

E concluse: ≪Giacch´e le bevande non alcoliche stanno avendo un ruolo sempre pi`u importante nella dieta di questo paese e tendono a sostituire bevande come il latte, meritano uno studio piu` attento≫. Ci`o avveniva nel 1951. Oggi si va di male in peggio. Le statistiche mostrano che il 25% dello zucchero consumato negli Stati Uniti raggiunge lo stomaco sotto forma di bibite gassate di tutti i tipi. Tra il 1962 e il 1972 il consumo di caff`e e latte scese, mentre il consumo di bibite gassate e zuccherate raddoppi`o, passando da 60 litri l’anno pro capite (1962) a 120 litri (1972). Il t`e e la birra si sono classificati al quarto e al quinto posto tra le bevande preferite dagli Americani. La loro vendita e` aumentata nello spazio di un decennio. L’ aumento della vendita del t`e fu in gran parte dovuto alla commercializzazione di t`e pronti, magari con limone e zucchero gi`a aggiunti. Il t`e fu cos`ı convertito in un  soft drink   zuccherato che cominci`o a competere con altri gusti e marche. Praticamente tutto ci`o che bevono gli Americani – caff`e, bevande non alcoliche, latte, birra, t`e, succhi di frutta o di verdura, alcolici distillati e vino – `e sovraccarico di zucchero o di edulcoranti artificiali. Il nostro vizio di bere – dalla culla alla tomba – `e una forma di dipendenza dallo zucchero. Secoli fa, i villani erano oltraggiati dal fatto che qualche sofisticatore mettesse ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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zucchero nella birra piccole quantit`a, come fermento. Negli anni ’20 il valente senatore Robert La Follette, populista del Wisconsin, ingaggi`o la sua lotta contro la confraternita dello zucchero. Fin`ı per concludere che questa non solo controllava i prezzi, ma anche il governo. Oggi gli spacciatori di zucchero e i potenti della Cola hanno praticamente in tasca presidenti e primi ministri. La famosa conferenza “in cucina” tra l’allora vicepresidente Nixon ed il premier russo Krushev a Mosca negli anni ’60, fu in realt`a in gran parte un affare promozionale per fotografare il capo sovietico con in mano una Pepsi Cola. E Nixon era il legale di questa ditta. Il presidente della Societ`a Pepsi Cola divenne presidente della  Fondazione Nixon, dopo che l’avvocato fu nominato presidente degli Stati Uniti. Nel 1972, la Pepsi ottenne la prima franchigia russa per diffondere i suoi prodotti nell’Unione Sovietica, in cambio dei diritti di distribuzione per vini ed alcoolici russi negli Stati Uniti. La multimiliardaria industria delle bibite spacciatrice di zucchero, merita un’attenta considerazione, come il nutrizionista della Marina sugger`ı al Congresso. Potete star certi che l’ha ottenuta, la considerazione.

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Capitolo 11 Cosa dicono gli specialisti Che si tratti di cereali zuccherati o di un caff`e nero con una pasta a colazione, di hamburger e Coca Cola a pranzo o di un vero e proprio men`u da buongustai la sera a cena, dal punto di vista chimico, l’alimentazione dell’Americano medio `e una formula garantita per ottenere dei gorgoglianti mal di stomaco. A meno che una persona abbia preso troppa insulina e che, in stato di shock  insulinico, abbia bisogno di zucchero come antidoto, nessuno ha mai veramente bisogno di zucchero. Gli esseri umani hanno bisogno di zucchero n´e pi`u n´ n e´ meno che della della nicotina nicotina del tabacc tabacco. o. Una cosa cosa `e averne una voglia matta, un’altra `e avernee bisogno. avern Dai tempi dell’Impero Persiano ai giorni nostri, lo zucchero `e stato generalmente usato per addolcire bevande e alimenti, come ingrediente in cucina o condimento dimen to in tav tavola. ola. Lasc Lasciamo iamo per un momento da parte gli effetti effetti ben noti dello zucchero (a breve e lungo termine) su tutto il nostro organismo e concentriamoci sul suo effetto in combinazione con altri alimenti quotidiani. Quando la nonna ci diceva che i biscotti mangiati prima di cena ≪rovinano l’appetito≫  sapeva quel che diceva. La sua spiegazione non avrebbe magari soddisfatto un chimico, ma, come nel caso di molti detti tradizionali, dalle leggi di Mos´e sul cibo  kosher  e la separazione degli alimenti in cucina, tali regole sono basate su anni di prove, riprove ed errori hanno un loro fondo di validit`a. La maggior parte delle moderne ricerche sulla combinazione dei cibi e` una elaborata scoperta delle cose che per la nonna erano scontate . Qual Qualunqu unquee dieta intrapresa al solo fine di perdere peso `e pericolosa per definizione. Nell’America del XX secolo, l’obesit`a e` considerata e curata come una malattia. In realt`a non e` una malattia, e` semplicemente un sintomo, un segno, un av-

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vertimento che il nostro corpo `e in disordine.  Stare a dieta per perdere peso e` altrettanto sciocco  e pericoloso che prendere un’aspirina per farsi passare un mal di testa prima di conoscere la causa di quel mal di testa. Sbarazzarsi di un sintomo equivale a far tacere un allarme: lascia intatta la causa fondamentale. Ogni dieta intrapresa senza porsi come obiettivo il ripristino totale della salute del proprio corpo e pericolosa. pericolosa. Molte persone persone in sovr sovrappe appeso so sono sottonutrite sottonutrite (il dr. M. Curtis Wood sottolinea con vigore questo punto nel suo libro del 1971, Sovralimentati Sovralimen tati ma sottonutriti). Man Mangia giare re men meno o pu`o aggravare aggravare questa questa condizione, a meno che ci si interessi della qualit`a del cibo invece che solo della quantit`a. a. Molte persone – medici inclusi – ritengono che che perdere peso significhi perdere perdere grassi, ma non e` nec necessa essariame riamente nte cos cos``ı. ı. Una dieta che assomma insieme tutti i carboidrati e` pericolosa, perch´e non considera la qualit`a di questi carboidrati e non fa la cruciale distinzione tra carboidrati naturali non raffinati, come i cereali comple com pleti ti ed i leg legumi umi e que quelli lli raf raffina finati ti industria industrialme lmente nte,, co come me lo zuccher zucchero o e la fa farin rinaa bianca. Qualsiasi dieta che preveda preveda un’assunzione di zucchero zucchero raffinato e farina bianca, non importa quale nome “scientifico” abbia, `e pericolosa.

Eliminare lo zucchero e la farina bianca sostituendoli con cereali completi, verdura e frutta di stagione,  `e il punto di partenza di ogni regime naturale ragionevole . Cambiare la qualit Cambiare qualit`a` dei carboidrati che mangiate pu o` cambiare la qualit a` della vostra salute e della vostra vita . Se scegliete scegliete alimenti alimenti naturali naturali di buona qualit`a, a, la quantit`a tender`a a sta stabil bilirs irsii da sol sola. a. A nessuno nessuno salter` salter`a mai in mente di mangiare una mezza dozzina di barbabietole in una sola volta, o una scatola interaa di zucchero inter zucchero di can canna. na. Anch Anchee se qualcuno qualcuno lo face facesse, sse, sarebbe sarebbe sempre meno pericoloso del consumo giornaliero di alcune decine di grammi di zucchero raffinato. Lo zucchero di ogni tipo – gli zuccheri naturali come quelli del miele e della frutta (fruttosio), come pure gli zuccheri bianchi raffinati (saccarosio) – tendono a fermare la secrezione dei succhi gastrici ed hanno un effetto inibitore sul naturale movimento dello stomaco. Gli zuccheri non vengono digeriti in bocca, come i cereali, o nello stomaco, come la carne animale. Quando vengono ingeriti da soli, passano rapidamente attraverso lo stomaco stomaco e vanno vanno a finire nell’intestino tenue. Quando gli zuccheri zuccheri vengono consumati insieme ad altri cibi – come nel caso di un panino con della carne – si fermano per un po’ nello, stomaco. Lo zucchero della Coca Cola e del pane sta l`ı ad aspettare che l’hamburger e il pane vengano digeriti. Mentre lo stomaco lavora per digerire tutte le proteine animali e l’amido raffinato del pane, la presenza associata dello zucchero praticamente garantisce  una rapida fermentazione ¤dizioniPDF  www.edpdf.it    www.edpdf.it 

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acida, nelle condizioni di calore ed umidit`a presenti nello stomaco. Un cucchiaino di zucchero nel tuo caff ` caff e, e` , dopo un panino, e` sufficiente a trasformare lo stomaco in una palude ribollente, e una soda con un hamburger,, in una landa congelata. ger congelata. Lo zuccher zucchero o sui cereali cereali – sia che li comp compriate riate gi`a` zuccherati o che lo zucchero lo aggiungiate voi – garantisce una fermengi tazione acida . Sin dalla notte dei tempi, le leggi di natura sono state osservate in entrambi i sensi della parola, quando si trattava di mangiare cibi diversi associati. Gli uccelli fanno in modo di mangiare gli insetti in un certo momento del giorno e i semi in un altro. Gli altri , animali di solito tendono a mangiare un solo cibo alla volta. Gli animali carnivori consumano le loro proteine crude e direttamente. In Oriente e` tradizione mangiare quel che e`  yang  prima di quanto e` yin. Zuppa di miso (proteina di soia fermentata,  yang) a colazione, pesce crudo (proteine pi`u yang) all’inizio del pasto; dopo di che  viene il riso (meno  yang del miso e del pesce); infine le verdure che sono  yin . Se vi capitasse di mangiare con una famiglia giapponese tradizionale ed infrangeste quest’ordine, gli Orientali vi riprenderebbero cortesemente, ma con fermezza. La legg leggee osse osserva rvata ta dagli Ebrei ortod ortodossi ossi proibisce proibisce molte combinazion combinazionii in un solo pasto, specialmente se si tratta di carne e latticini. Utensili speciali per i pasti a base di latticini e differenti utensili per i pasti a base di carne rafforzano questo tab`u nel posto dove questi alimenti vengono preparati, la cucina.

L’uomo impar` imparo` assai presto cosa possono provocare combinazioni scorrette all’organismo umano. Quan Quando do avev avevaa mal di pancia pancia per av aver er associato associato frutta cruda e pane o cereali, o miele col porridge, non prendeva una pastiglia di antiacido; semplicemente non mangiava pi`u in questo modo. Quando poi la ghiottoneria e gli eccessi divennero comuni, si cominciarono ad invocare i comandamenti ed i codici religiosi. La ghiottoneria e` un peccato capitale per la maggior parte delle religioni; non vi sono specifici avvertimenti o comandamenti contro lo zucchero raffinato, poich´e il suo abuso di esso – come quello di droghe o farmaci – comparve sulla scena del mondo diversi secoli dopo che i sacri testi erano stati scritti. Si domanda domanda il dr. Herb Herbert ert  Shelton: ≪Perch´e dobbiamo accettare come normalee ci o` che troviamo in una razza di esseri umani malati ed indeboliti? Dobbiamal mo forse prender sempre per stabilito che le attuali pratiche alimentari dell’uomo civile siano normali?≫. Feci nauseabonde, liquide o indurite, piene di calcoli, gas intestinali flatulenti, colite, emorroidi, emorroidi, sangue nelle feci, il bisogno bisogno di tanta tanta carta igienica. igienica. . . sono ≪

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fatti passare per normali ≫. Quando Quan do gl glii am amid idii e gl glii zu zucc cche heri ri co comp mple less ssii (c (com omee qu quel elli li de della lla fr frut utta ta o de dell mie miele le)) monosaccaridi ridi, vengono digeriti, sono demoliti e ridotti in zuccheri semplici detti monosacca che sono sostanze utilizzabili – un nutrimento.

Quando zuccheri e amidi son presi assieme e fermentano, sono scissi in biossido di carbonio, acido acetico, alcool e acqua. Ad eccezione dell’acqua, dell’acqua, tutte queste altre sono sostanze inutilizzabili – veleni. Quando le proteine vengono digerite, sono scomposte in aminoacidi, che sono sostanze utilizzabili, nutritive. Se vengono consumate con dello zucchero, vanno in putrefazione e sono scisse in una variet a` di ptomaine e leucomaine, che sono sostanze inutilizzabili – dei veleni.   La digestione enzimatica del cibo lo prepara ad essere utilizzato dal nostro organismo; la sua decomposizione da parte di batteri lo rende inutilizzabile da parte del nostro corpo. Il primo processo proc esso ci d` d a` del nutrimento, il secondo del veleno. Gran parte di ci`o che e` spacciato per “moderna dietetica” `e ossessionata dalla mania dei dei conteggi conteggi quantitati quantitativi. vi. Il corpo `e trattato trattato come un conto conto in ban banca ca:: si depositan depo sitano o calo calorie rie (come soldi) e si ritira dell’ener dell’energia. gia. Si depositano depositano proteine, proteine, carboidrati, grassi, vitamine e minerali – in quantit`a equilibrate – ed il risultato dovrebbe essere in teoria un corpo sano.  La gente si considera in buona salute, al giorno d’oggi, se e` capace di saltar fuori dal letto, arrivare in ufficio e timbrare il cartellino.  Se non ce la fa, chiama subito il dottore per farsi mettere in malattia, per farsi mandare all’ospedale o per farsi prescrivere un periodo di riposo, qualunque cosa va bene, dall’essere pagati senza andare a lavorare fino a farsi mettere un rene artificiale, per gentile concessione dei contribuenti.  Ma che vantaggio possono dare tutte queste calorie e proteine necessarie (almeno in teoria), se poi sono consumate di corsa, ingozzandosi, e questa arlecchinata caotica di alimenti finisce solo per fermentare e putrefare nel tratto intestinale? A che pro nutrire il corpo con tutte queste proteine, se poi vanno a male nel duodeno? Mentre i carboidrati che fermentano nell’intestino si trasformano in alcool e acido acetico, monosaccaridi non digeribili. ≪Per aver sostentamento dal cibo mangiato, esso dev’esser digerito bene e non andare a male ≫, avvertiva Shelton molti anni fa. S`ı, ı, certo, cer to, il corpo co rpo pu o` eliminare eliminare tossin tossinee con l’urina l’urina e attra attravers verso o i pori; la quantit`a` di veleno nell’urina e` considerata indicativa di cosa sta avvenendo neltit l’intestino. Il corpo instaura una certa tolleranza per questi veleni, cos`ı come si abitua gradualmente all’eroina. Ma, continua Shelton, ≪lo stato di disagio causato dall’accumulo di gas, l’alito cattivo e altri odori nauseabondi, o semplicemente sgradevoli, sono tanto indesiderabili quanto gli stessi veleni ≫. ¤dizioniPDF  www.edpdf.it    www.edpdf.it 

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Non so cosa avete fatto voi durante la  Settimana delle Malattie dell’Apparato Digerente  (maggio 1973); io ho seguito un seminario televisivo tenuto nella trasmissio trasm issione ne di Da David vid Suss Susskind. kind. Tre eminenti eminenti gastr gastro-en o-enterol terologi ogi di Ne New w York e uno psichiatra hanno parlato per novanta minuti di ulcere. Avevo scommesso con me stesso che questi eminenti specialisti avrebbero continuato per un’ora e mezza senza mai pronunciare la parola  zucchero. Ho ascolta ascoltato to perci` perci`o le loro parole attentamente, fino alla fine. Ci sono state citazioni dai classici, come da consuetudine ( ≪Iago si rodeva dentro≫); poi si sono succedute succedute seducenti seducenti disqu disquisizio isizioni ni psichiatriche psichiatriche sulla per per-sonalit`a dell’ulceros dell’ulceroso o (tassisti, (tassisti, controllori controllori di volo volo,, donne dopo la menopausa. menopausa. . . ). Non son sono o man mancat catee le dig digres ressio sioni ni sto storic riche he,, com comee il ric ricord ordo o del pa padre dre de della lla ga gastr stroen oen-terologia, W Beaumont, che studi`o per primo l’uomo con lo stomaco perforato da un colpo di fucile; cenni sulla predisposizione predisposizione familiare (la frustrazione che che ti “rode”);; un’esposizio de”) un’esposizione ne dei sintomi (dolo (dolori ri “come da fame fame”, ”, che passano passano mangiando, mangiando, vomito con sangue, corri dal medico e sicuramente ti fai una bevuta di bario e di raggi X). Qua e l`a appa appariv rivano ano degli av avvert vertimenti imenti quasi incidentali. incidentali. L’asp ’aspirina irina pu o ` infiammare le ulcere e causare emorragie nel 70% dei casi (ve lo immaginate uno spot pubblicitario con un medico che vi dice queste cose?). Un altro ha affermato: ≪Odio l’aspirina: l’aspirina: mia suocera suocera ci vive, di quell quellaa roba, ma io credo che l’ aspirina nascosta  sia una causa delle ulcere ≫. Ch Chee cosa cosa sia sia l’aspirina nascosta  non lo hann hanno o detto, per`o! o! Sono quindi stati illustrati gli ultimi progressi della scienza per un avvenire pieno pien o di sper speranz anza: a: Neil Miller dell’ dell’Istitu Istituto to Rock Rockefel efeller ler av avev evaa trov trovato ato un nuov nuovo o farmaco contro l’acidit`a, a, i Giapponesi avevano creato strumenti di precisione per individua indi viduare re l’ulcera. l’ulcera. Non sono mancate generose generose ammissioni ammissioni su error errorii medic medicii passati: pass ati: si era ricorsi troppo prematuramen prematuramente te alla chirurgia, chirurgia, asportando asportando tutto lo stomaco o quasi. Infine, i medici hanno elencato esempi di vari casi, arrivarono alla vera causa: l’eccesso di acidit`a nello stomaco provoca l’ulcera. Niente acidit`a, a, niente ulcera. La maggioranza di noi, hanno affermato, ha uno stomaco stomaco acido. Che cosa provoca l’acidit`a gastrica? Ebbene, tutto ci`o che e` acido. Lo stomaco veniva veniva considerato considerato come un conto in banca, per l’ennesima volta. Si mandano i pazienti dallo psichiatra? ≫, voll vollee sapere Susskin Susskind. d. Gene Generalralmente,, no. Sono meglio mente meglio gli antiacid antiacido. o. Fan Fanno no sentire sentire meglio meglio pi` pi u ` in fret fretta. ta. Pe Per` r`o non esistono farmaci per accelerare la guarigione. Dobbiamo tutti fare i conti con lo stress. ≪

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L’acidit`a prov provoca oca dolore e per av avere ere sollie sollievo, vo, un medic medico o sugg sugger er``ı una dieta leggera in bianco. Gradevole, ma non troppo gustosa. E poi tre pasti e uno snack  ad interva intervalli lli reg regolari. olari. Troncare Troncare l’ac l’acidit` idit`a, a, eliminan eliminando do i cibi spezi speziati ati (avete (avete mai visto uno spot spot pub pubblic blicita itario rio ch chee illu illustr strii i cibi spe spezia ziati? ti?). ). La ca caff ffein einaa e` ac acida ida:: il caff` caff`e ne nero ro e` fuori questione, questione, prendetelo prendetelo alla crema. Si sta stavan vano o avv avvicina icinando ndo all’argomen all’argomento to per cui avrei perso la scommessa, ma sorvolarono. Nessuno nomin`o lo zucchero o la Coca Cola, che `e pie piena na di zuc zucch chero ero e di caffein caffeina. a. Com Comee die dieta ta se seve vera ra per i pazienti in preda a dolori acuti, suggerirono un thermos di latte caldo, sempre pronto, pron to, crema di gran grano, o, budino di latte e uov uovaa e qualc qualche he gelatina. gelatina. Ques Questi ti ultimi due alimenti sono pieni di zucchero, ma nessuno lo fece rilevare. Dopo un periodo di tempo dalle due alle sei settimane di questa dieta, l’ulceroso doveva, secondo loro, sentirsi un po’ meglio. E poi?

Poi un dottore (senza che gli altri avessero niente a che ridire) afferm o: o` : ≪Potete mangiare tutto quello che volete ≫. Nessun medico pu o` guarire l’ulcera oggi, aggiunsero.  La chirurgia e` l’ultima risposta, richiede un caro prezzo. In luogo della chirurgia mutilante praticata ancora fino a non molti anni fa, ora i chirurghi fanno un altro tipo di operazione, che non richiede l’asportazione dello stomaco, ma taglia solo i nervi, bloccando la trasmissione del dolore al cervello (la vagotomia, o taglio del nervo nervo vago – n.d.c.). Il 50% degli ulcerosi deve in ogni caso aspettarsi una ricaduta entro due anni; il 75% entro quattro. Il dolore e` il segnale d’allarme benedetto, che ci d`a la natura per farci sapere che qual qualcosa cosa non va nell’ nell’orga organismo nismo.. Ebbene Ebbene si propo propone ne un’o un’opera perazion zionee che spe spegne gne questo ques to segnale segnale d’allarme. d’allarme. . . Immaginatevi di essere nel bel mezzo d’un incendio con l’allarme che suona e che arrivino i pompieri con le loro sirene solo per spegnere l’allarme senza preoccuparsi dell’incendio. Secondo questo modo di vedere, l’aborto `e semplicemente un contrac contraccetti cettivo. vo... .

Guarda, guarda. Venti milioni di americani hanno l’ulcera, ci hanno detto quei bravi dottori. Ecco qui alcuni tra i pi u` grandi luminari di New York a dirci quanto poco ne sappiano, nel modo pi u` dotto e convincente possibile . Qual e` la soluzione? Ci vogliono pi`u soldi, soldi, pi` piu` fondi dal governo per sovvenzionaree pi u` ricerche. In novanta minuti essi non sono riusciti a dare un solo suggerinar mento utile al cittadino medio per poter prevenire 1’ ulcera. E sono anche riusciti a parlare per novanta minuti senza menzionare una sola volta lo zucchero. Un mese dopo, tre gastroenterologi gastroenterologi dichiararono dichiararono ad una sottocommissione senatoriale che l’aspirina ed altri farmaci che la contengono, come l’ AlkaSeltzer, ¤dizioniPDF  www.edpdf.it    www.edpdf.it 

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possono far aggravare aggravare i problemi di stomaco cui dovrebbero dovrebbero invece invece dar sollievo. Il dr. J. Donald Ostrow, professore titolare di una cattedra di medicina all’universit`a di Pennsylvania, propose di fare vedere in TV, a spese dei produttori di AlkaSeltzer, ≪un uomo, mentre vomita sangue, con un tubo gastroscopico ≫ cacciato gi`u` in gola gi gola.. Il dr. Ostro Ostrow w fece notare che per 18 mesi avev avevaa tenuto in osse osserva rvazion zione, e, all’Ospedale Veterani Veterani di Filadelfia, 18 pazienti ≪in cui le emorragie gastriche erano state causate dall’ingestione di preparazioni a base di aspirina. Per cinque di loro si trattava di AlkaSeltzer, preso pi`u volte in poco tempo per trattare sintomi di imbarazzo gastrico, che erano in realt`a legati a disordini profondi dello stomaco ≫. Ostrow parl`o del circolo vizioso che si instaura quando qualcuno prende dell’ Ostrow AlkaSeltz Alka Seltzer er per dar sollie sollievo vo ad un senso di fas fastidio tidio allo stoma stomaco: co: da principio sembra che funzioni, ma appena cessa l’effetto antiacido, il dolore ritorna pi`u acuto ac uto di prima prima.. Ci`o porta a prendere ancora AlkaSeltzer e cos`ı via, nuovi dolori, di nuovo un po’ d’AlkaSeltzer, fino a che il paziente finisce all’ospedale con un’emorra un’e morragia. gia. Utilizz Utilizzando ando i dati fornit fornitii dai fabb fabbrican ricanti ti del prodo prodotto, tto, il medic medico o stimava che ogni quattro mesi, circa 600 mila individui usano dosi eccessive di AlkaSeltzer finendo per star peggio di prima. Un altro medico assicur`o davanti alla commissione del Senato che l’aspirina non causa causa emorragie emorragie allo stomaco stomaco nell’individuo nell’individuo sano. sano. Certo che no. Perc Perch´ h´e la gente in buona salute non prende quella roba. E allora questo a che cosa ci porta?

Accadono cose intere Accadono interessanti ssanti quando i medici cercano cercano di curarsi.  Se vi capita di incontrare un dottore che pratichi una medicina non ortodossa, pu`o darsi che i suoi occhi e la sua mente si siano aperti quando aveva cercato di curarsi seguendo quel che dicono i libri. Vedendo che la cosa non funzionava, avr`a gettato via il manuale e cominciato a sperimentare su se stesso.  Il dolore e la sofferenza tendono a minare la fede nei trattamenti convenzionali.  Dopo qualche tempo si ha voglia di provare qualcosa di diverso. Persino qualcosa di cos`ı semplice come lo star attenti attenti a quel che si mangia. mangia. Ques Questa ta `e sostanzialmente la storia di grandi medici non convenzionali come il dr.   Tilden, il dr. Hal  Beiler  e moltissimi altri, in America ed altrove. Nel suo  Puro, bianco, ma nocivo , il dr. John Yudkin, l’eminente medico britannico, biochimico e professore professore onorario onorario di Alimentazione all’Univers all’Universit it`a` di Lon Lon-dra, racconta racconta che anche a lui erano state diag diagnostic nosticate ate delle ulcere. ulcere. Gli avevan avevano o fatto le solite raccomand raccomandazio azioni: ni: calma calmati, ti, tranq tranquilliz uillizzati, zati, non te la pren prendere dere,, non ti stancare, evita i cibi piccanti, mangia meno e pi`u spesso, rinvia l’operazione a meno che non diventi indispensabile. indispensabile. Prende Prendeva va delle medicine contro l’acidit`a ogni volta che aveva difficolt`a digestive. Aveva cominciato ad aumentare di peso, ¤dizioniPDF  www.edpdf.it    www.edpdf.it 

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come molti uomini della sua et`a. a . In Iniz izi` i`o cos`ı una dieta dimagrante, evitando di mangiare, tra le altre cose, anche lo zucchero. Nel giro di qualche mese si accorse che i sintom sintomii dolorosi allo stomaco erano erano quas quasii comp completam letamente ente spariti. spariti. Nei due anni che seguirono Yudkin fece esperimenti rigorosi, raccogliendo informazioni su 41 pazi pazienti. enti. I risult risultati ati erano molto chiari. chiari. Due di loro disse dissero ro di esse essersi rsi sentiti peggio con una dieta povera di carboidrati, undici non trovarono alcuna apprezzabile differenza, ma una maggioranza decisiva, di ventotto individui, afferm`o di stare veram veramente ente meg meglio lio con meno meno carboid carboidrati rati e molti dec decisero isero di di continuare continuare ques questa ta dieta. Tra i pazienti c’erano uomini e donne con ulcera gastrica o duodenale, alcuni soffrivano soffriv ano anche di ernia iatale. Dice Yudkin: Yudkin: ≪Adesso nessuno pu`o pi`u affermare che la dieta non possa migliorare migliorare una dispepsia dispepsia anche anche sev severa. era. La dieta giusta ovviamente, perch´e una dieta sbagliata sbagliata non ci avr`a alcuna efficacia ≫. Perch´e la dieta giusta funziona? ≪Lo zucchero irrita il rivestimento della parte superiore supe riore del tratto digestiv digestivo: o: l’eso l’esofag fago, o, lo stoma stomaco co e il duod duodeno. eno... . ≫. La die dieta ta prescritta da Yudkin a quei pazienti conteneva poco o niente zucchero. Il dr. Yudkin lavorava lavorava con pazienti non completamente controllabili, controllabili, perch´ perch e´ non erano ricoverati. I medici della sua equipe  dovevano fidarsi della loro parola, ´  quanto alla fedelt`a alla dieta prescritta. prescritta. In cond condizion izionii megl meglio io controllabili, controllabili, come nell’esercito o in carcere, i risultati di questo tipo di esperimento a base di una dieta senza zucchero sarebbero stati pi`u attendibili. Il dr. Yudkin riferisce un altro recente esperimento in senso inverso. Persuase sette ragazzi a trangugiare una microprovetta per poter avere dei campioni di succhi gastrici al mattino a digiuno, con lo stomaco a riposo; ogni quarto d’ora – dopo che tutti avevano ingerito un leggero pasto di sole pectine per il test – prese altri campioni gastrici, che venivano analizzati nel solito modo, misurando il grado di acidit`a e l’attivit`a digestiva. digestiva. Poi i pazi pazienti enti furono sottoposti sottoposti per due settimane a un regime molto ricco di zucchero e nuovamente esaminati. I risultati mostrarono che due settimane di questa dieta ricca di zuccheri erano pi`u che sufficienti a portare sia l’acidit`a gast gastrica rica che l’atti l’attivit` vit`a digestiva dei succhi gastrici a un livello simile a quello riscontrato in persone con ulcere gastriche o duodenali. La dieta ricca di zucchero aumentava l’acidit a` nello stomaco del 20% circa e l’attivit`a` enzimatica veniva triplicata  (tale effetto gi`a si notava al mattino prima l’attivit di colazione). Questi dati sono probabilmente troppo semplici per interessare uno specialista di ulcere. I reg regimi imi dietetici dietetici moderni si preo preoccu ccupano pano,, per la magg maggior ior parte, della quantit`a. a. Par Parlano lano di calorie. Mang Mangiate iate proteine, proteine, attenti ai grassi, riducete riducete magari i carboidrati. Occasionalmente si sente dire che c’`e qualche differenza qualitativa ¤dizioniPDF  www.edpdf.it    www.edpdf.it 

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tra grassi vegetali e animali, polisaturi e poliinsaturi. Tuttavia, i carboidrati fanno tutti parte di un medesimo gruppo e le proteine sono proteine. L’ intera faccenda del mescolare i cibi tra loro in pessime combinazioni indigeste e` lasciata a Lisa Biondi e ad altra gente che inventa libri di cucina e cene televisive. Non impariamo niente dai nostri mali e dai nostri bruciori di stomaco, tranne che prenderci un AlkaSeltzer.

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Capitolo 12 Perch´e non prendi una Lucky invece di un dolce? ` facile da Il maggior consumatore di zucchero del paese `e l’industria alimentare. E indovinare. Ma chi `e al secondo posto, con un crescente aumento dei consumi? Ci credereste se vi dicessi che si tratta dell’industria del tabacco? I dati precisi sono dei segreti commerciali. All’Ufficio d’Igiene e` permesso avvertirci, su ogni pacchetto o immagine pubblicitari, che fumare `e nocivo alla salute. Nello stesso tempo, per`o, i fabbricanti di sigarette non sono tenuti a fornire alcuna ulteriore informazione. I fabbricanti di “baci canditi” sono tenuti a dichiarare sulla confezione che lo zucchero e` il principale ingrediente del prodotto. Persino le scatolette di vongole devono avere sull’etichetta la lista degli ingredienti. Il fabbricante del “Fortunello” e` tenuto ad elencare ad uno ad uno tutti gli ingredienti del biscotto, ma non `e obbligato a dire cosa c’`e nel gelato. Lo stesso vale per il tabacco. Ti dicono quanto catrame e nicotina contiene; la fanno lunga sul filtro speciale, ma che altro ancora c’`e nel tabacco? Non lo dicono. Un’autorit`a dell’industria americana del tabacco ha segnalato nel marzo 1973 su  Notizie del Mondo Medico, che  in media alle sigarette viene aggiunto un 5% di zucchero, fino a un 20% nei sigari e persino un 40% nel tabacco da pipa, quasi sempre sotto forma di melassa e simili . La mania di mettere dello zucchero dappertutto ha raggiunto un tale parossismo in questo paese che, per un periodo di quattro anni, durante gli anni ’60, la quantit`a di zucchero utilizzata per gli alimenti industriali ha avuto un aumento record del 50%. Aumenti simili si sono anche verificati nell’uso dello zucchero

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raffinato da parte dell’industria del tabacco? Secondo un documentario presentato alla televisione dalla BBC inglese nell’autunno del 1972 `e successo proprio questo e per un bel pezzo. Questa particolare trasmissione forse non l’avrete vista, ma `e bene che almeno sappiate che,  secondo studi chimici e sperimentali, lo zucchero nel tabacco e` una delle possibili cause di cancro polmonare . Interessanti statistiche hanno poi permesso di confrontare il numero dei casi di cancro in paesi dove si fumano sigarette zuccherate, con quello di altri paesi dove le sigarette non sono adulterate, non sono cio`e impregnate di zucchero. Il tabacco, come si sa, `e qualcosa di quasi altrettanto nuovo nella civilt`a occidentale dello zucchero raffinato industrialmente. Gli Indiani d’America hanno fumato la loro pipa della pace per secoli, che io sappia, ma il tabacco rimase sconosciuto all’uomo bianco sino a che Colombo non vide i nativi di Cuba masticarlo e fumarlo nel 1492. Si fumava in occasione di cerimonie tribali del pi`u solenne carattere religioso. Si dice che la parola  tabacco  fosse usata dagli Indios messicani per designare l’ erba; altri dicono che fosse il nome del tubo a Y in legno, con cui i nativi si adornavano le narici. La pianta di tabacco vera e propria fu portata in Europa nel 1558 da un medico inviato da Filippo II di Spagna a studiare la flora e la fauna del Messico. L’ ambasciatore francese in Portogallo ne port`o i semi alla sua regina, Caterina de’ Medici. Il suo nome, Jean Nicot, divenne pi`u tardi la radice del nome botanico latinizzato della pianta, la  nicotina. Come allo zucchero, si attribuivano alla nicotina poteri curativi. Divenne in breve la nuova droga-miracolo del suo tempo e coloro che la apprezzavano la vantarono chiamandola  herba panacea ,  herba santa, divino tabacco, l’erba santa e benedetta, l’erba che serve per tutto. Durante il XVII secolo la mania del tabacco si propag`o come un incendio in tutta l’Europa, nonostante l’opposizione di uomini di Stato e di Chiesa, che minacciarono pene estreme come la scomunica e la morte. Siccome la pena di morte non ebbe sufficienti poteri dissuasivi, la maggioranza dei governi opt`o per la tassazione. Il tabacco fin`ı per essere coltivato in tutto il mondo, ma i primi produttori e coltivatori furono americani. Dapprima le foglie erano trattate dopo il raccolto alla maniera degli Indiani: mettendole a seccare al sole su dei graticci. Poi vennero allestiti capannoni e tettoie per proteggere i raccolti dalla pioggia. Il trattamento ad aria – il tabacco viene appeso sotto un tetto dove circola liberamente l’aria quando il tempo e` asciutto – era simile all’essiccamento al sole. ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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Nelle stagioni fredde, si us`o un riscaldamento artificiale. La maggior parte del tabacco da sigari e` oggi seccato all’aria. Questo trattamento richiede circa tre mesi e lascia nella foglia solo tracce di zucchero naturale. Nell’essiccazione a flusso (conosciuta pure come ≪trattamento Virginia≫), si accendono dei fuochi all’esterno del capanno ed il calore `e convogliato per mezzo di tubi di ferro o cappe sin dentro all’ambiente dove `e appeso il tabacco appena colto. Poich´e la temperatura sale fino a una trentina di gradi, questo metodo accelera l’essiccamento. Il tempo `e denaro nel   business  del tabacco, come in tutti i  business, per cui questo metodo permette di risparmiare. Talvolta per`o l’intenso calore attiva gli enzimi naturali, che da parte loro provocano la fermentazione degli zuccheri naturali del tabacco: ne consegue che il tabacco trattato in questo modo contiene fino a un 20% del suo peso di zucchero. Per complicare ancora di pi`u le cose, durante l’operazione di miscelatura viene aggiunto al tabacco seccato all’aria anche dello zucchero (saccarosio). Da quanto tempo si protrae questa pratica? Praticamente da sempre. Alla fine del secolo scorso le autorit`a inglesi dichiaravano che il trinciato veniva ≪solo inumidito con acqua ≫  nel Regno Unito, mentre in America si impiegavano certe soluzioni di sostanze aromatiche, di zucchero, di liquirizia, di sale ed allume etc., disciolti in acqua. Queste sostanze servono a migliorare l’aroma e la combustione della foglia.

Chiunque abbia fumato una sigaretta francese e l’abbia posata dopo qualche boccata, avr a` notato che si spegne da sola nel posacenere. Se mettete gi u` una sigaretta americana, noterete che non si spegne.   In Francia si possono anche comprare sigarette avvolte in carta di mais gialla, non sbiancata. La prima volta che offrii una sigaretta “made in USA” ad un francese, lo vidi accettare con piacere, tagliare per il lungo col coltello, aprire e riavvolgere il tabacco in una cartina gialla; quando poi diede fuoco alla cartina bianca non usata e me la mise sotto il naso, mi misi a tossire. Devo confessare che l’idea che il tabacco fosse stato trattato con zucchero per tutto questo tempo mi giunse del tutto nuova. Nell’Inghilterra degli anni ’70 la controversia sul contenuto di zucchero nelle sigarette ha occupato spesso la prima pagina dei giornali. Quando, alla fine del 1972, il governo britannico annunci`o l’imminente pubblicazione della lista dei tassi di catrame e nicotina delle sigarette inglesi – come era gi`a stato fatto in America – il  London Sunday Times  pubblic`o il suo commento polemico in prima pagina. Criticavano il fatto che questi elenchi sono spesso ingannevoli e citavano degli studi che dimostrano che  i tabacchi inglesi fatti seccare ad aria calda, e quindi ricchi di zucchero, possono comportare un serio rischio di malattie polmonari gravi, anche nel caso in cui il contenuto di catrame e nicotina sia relativamente basso. ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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Lo scomparso dr. Richard Passey dell’Istituto di Ricerca   Chester Beatty di Londra ha portato avanti per vent’anni le sue ricerche sul cancro in relazione al fumo. Incuriosito dal minor numero di tumori tra i fumatori di sigari che non tra quelli di sigarette, studi`o la differenza tra i due tipi di tabacco ed il fumo che producono. Fece allora notare che la maggior parte del tabacco inglese da sigarette subiva il trattamento a flusso, mentre quello dei sigari era essiccato ad aria. In diversi paesi le sigarette contengono misture dei due tipi di tabacco come negli Stati Uniti, oppure solo tabacco seccato ad aria come nell’Europa dell’Est e in Asia. Secondo il dr. Passey, i tipi di fumo prodotti bruciando i due tipi di tabacco sono molto differenti.  Un tabacco molto zuccherino produce un fumo assai acido, mentre un tabacco poco zuccherato e` debolmente acido o alcalino. Questa tesi e` sostenuta anche dal dr. G.B. Gori, condirettore dell’Istituto Nazionale per il Cancro americano, che spende 6 milioni di dollari l’anno per cercare una sigaretta “pi`u sicura”. ≪Si tende ad inalare di pi`u, se il fumo e` acido e per questo penso che il tabacco seccato a flusso possa essere alla lunga pi`u pericoloso che non il tipo  burley  o tabacco seccato ad aria ≫, afferma il dr.Gori. Il dr. Passey, l’esperto britannico sul tabacco in relazione ai tumori, ha messo a confronto, paese per paese, i tassi sul consumo di sigarette di ogni nazione europea, con quelli sull’incidenza del cancro: Inghilterra e Galles hanno i pi`u alti tassi di cancro al polmone del mondo intero per quel che riguarda gli uomini.   Le sigarette inglesi contengono il piu` alto tasso di zucchero del mondo, il 17% circa. I Francesi fumano a testa circa i due terzi delle sigarette che fumano gli Inglesi. I loro tassi di cancro polmonare sono di un terzo rispetto all’altra nazione. In Francia, il tabacco `e seccato all’aria e contiene solo il 2% di zucchero. Gli Americani fumano piu` sigarette pro capite degli Inglesi, ma da loro il tasso di tumori e` la met`a che in Inghilterra. Le sigarette americane sono una miscela dei due tipi di tabacco e contengono in media il 10% di zucchero. In Russia, in Cina, a Formosa ed in altri paesi dove le sigarette sono fatte di tabacco seccato all’aria pi`u simile al metodo usato dagli Indiani d’America prima che si inventassero le “salse aromatiche” zuccherate – i ricercatori sono stati finora incapaci di trovare una qualunque correlazione tra il fatto di fumare ed il cancro al polmone≫. ≪

Bench´e il governo maoista (siamo nei primi anni ’70 – n.d.c.) abbia sempre incoraggiato il popolo a tenersi in forma, la Cina `e uno dei pochissimi paesi al mondo dove non c’`e stata nessuna campagna ufficiale antifumo.  Si ritiene che ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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le sigarette cinesi abbiano dei contenuti di nicotina e catrame estremamente bassi, come anche pochissimo zucchero . In India, dove le malattie coronariche sono assai frequenti tra i ricchi, ma del tutto rare nella gran massa della popolazione, R.P. Malhotra e N.S. Pathania hanno dimostrato, in un articolo del ’58 su di una rivista medica inglese, che la malattia coronarica era altrettanto comune tra i Sikh che non fumano e gli Ind`u che fumano. Tuttavia la rivista medica inglese The Lancet  sollev`o serie obiezioni alle teorie e ai dati del dr. Passey e il dr.Gori dell’ Istituto Nazionale per il Cancro insiste nello stesso senso: ≪Non penso che si debba focalizzare l’attenzione sullo zucchero in particolare≫. Tutti gli esperti sono d’accordo su di una cosa sola, e cio`e che si debbano fare ricerche pi`u profonde sulla questione.  L’Istituto USA per il Cancro non studia solo gli effetti dei diversi fertilizzanti usati nella coltivazione del tabacco, come pure dei vari prodotti chimici usati nella manifattura dei tabacchi, ma affronta ora anche l a` questione zucchero. Nel 1973 il dr.Gori mi scrisse: ≪Stiamo progettando di studiare nei particolari il problema, per determinare le quantit`a di fumo inalato da chi usa sigarette contenenti per lo pi u` tabacco seccato ad aria (poco zucchero, alto pH) e da coloro che utilizzano sigarette con tabacco seccato a flusso caldo (molto zucchero, debole pH). Se scopriamo dei legami, sar`a allora possibile mettere in relazione la quantit`a di zucchero nel tabacco con le quantit`a inalate e quindi diminuire i rischi pi`u o meno gravi derivanti dal fumo ≫.

I miei amici dell’Estremo Oriente, come Herman Aihara, trovano molto buffa la dottrina ufficiale americana del cancro polmonare provocato dal tabacco. Essi pensano che entro una decina d’anni l’Istituto Nazionale per il Cancro sar`a costretto ad ammettere che l’enorme eccesso di zucchero e di prodotti chimici nel nostro cibo, come pure l’eccessivo consumo di proteine animali trattate chimicamente, hanno la loro parte di responsabilit`a nel provocare il cancro al polmone1 .  Per loro, la causa del cancro e` un eccesso di yin, zucchero e prodotti chimici. 1

Parole profetiche. Infatti il  National Cancer Institute  ha ufficialmente dichiarato che almeno il 7.0% dei tumori (1984) e` dovuto agli eccessi della dieta moderna. (n.d.c.)

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Fumare e` molto yang e, dunque, preferibile ad un consumo eccessivo di frutta, succhi di frutta, bibite ed altri intrugli gasati, zuccherati e contenenti caffei` piu` importante  smettere di prender droghe e  diminuire il consumo di na. E frutta che smettere completamente di fumare . Il tabacco allo stato naturale veniva utilizzato dagli Indiani d’America per curare diverse malattie. Le sigarette in commercio contengono prodotti chimici e zuccheri; evitatele allora e fatevi le sigarette da soli con del tabacco naturale – se vi e` possibile trovarne – usando cartine non trattate chimicamente . Le persone con polmoni, fegato e reni deboli, non dovrebbero fumare molto. Fumare non e` una necessit`a, come mangiare: e` un piacere.   La difficolta` , per i piaceri, e` sempre quella di trovare un equilibrio soddisfacente tra essi ed i loro effetti .

Molti anni fa, quando sorvegliare continuamente il proprio peso divenne una delle principali preoccupazioni degli americani e soprattutto delle americane – una marca di sigarette aveva adottato lo slogan: ≪Prendete una Lucky invece di una caramella≫– (questo slogan era forse pi u ` saggio di quanto non sembri). Nonostante tutte le campagne antifumo dell’Igiene e del “sistema fabbricamalattie”, la gente in America non fuma di meno 2 . Oggi l’individuo da solo non pu`o fare gran che per migliorare la qualit`a dell’aria che respira, ma pu`o ancora controllare quello che si mette nello stomaco e la qualit`a del tabacco che si permette. Le sigarette zuccherate non sono necessarie. Se i fumatori cominciassero a chiedere sigarette “senza zucchero”, credo che il mercato cercherebbe di soddisfare questa domanda. Negli anni ’70 combattere il fumo e` diventata una politica ufficiale, negli Stati Uniti. I treni e gli autobus hanno sempre degli scompartimenti per non fumatori. Lo stesso sugli aerei, nei bar e nei ristoranti dove i non fumatori trovano un loro spazio. Nei cinema, nei teatri, nei grandi magazzini, negli uffici pubblici e negli ospedali si fanno rispettare severamente le norme antifumo, con pesanti multe anche per ragioni antincendio. Il tabacco `e sottoposto a tasse assai alte dappertutto e in paesi come la Svezia `e tassato in modo esorbitante, non tanto per aumentare gli introiti statali, quanto per seguire una linea di politica sociale destinata a risvegliare la coscienza ed a scoraggiare i fumatori. I non fumatori sono sempre pi`u protetti e, se il fumo li disturba, possono protestare, minacciare o altro: i contravventori vengono individuati con facilit`a, visto che qualcuno conserva ancora qualche vestigia del proprio senso olfattivo. Ma se il rischio d’aria appestata sar`a sempre dietro l’angolo per il non fumatore, 2

Non pi`u. Negli anni ’80, il fumo e` molto calato, sia in America che in Europa (n.d.c.).

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la sua croce `e come una brezza fresca e pura a confronto di quella del diabetico, dell’ipoglicemico o dell’individuo cosciente che cerca di tenersi lontano dallo zucchero.

L’obiettore di coscienza dello zucchero e` solo  e attraversa le sue giornate come una nave in un mare minato. Il pericolo `e l`a che lo aspetta fin dal momento in cui apre la bocca. Il mattino, ancora mezzo addormentati, vi lavate i denti.  Siete proprio sicuri che il dentifricio non contenga zucchero?   Una pubblicit`a molto convincente vanta le sue infinite qualit`a e la sua benefica azione sull’alito e tanti altri dati incomprensibili sulle sostanze anticarie in esso contenute. Ma quale tubetto vi dice veramente cosa contiene? Anche dopo aver letto tutte quelle belle formule, ne saprete quanto prima. Per potersi fidare, bisognerebbe mandarlo a far analizzare in un laboratorio indipendente. L’ unica maniera sicura e` di evitare tutti i dentifrici ed usare una pasta non propagandata e che non sappia di dolce, se si viaggia, portarsi qualche dentifricio non adulterato dall’Europa, o  farselo da s e´ con del sale marino e della polvere di buccia di melanzana, seccata e tostata nel forno.

Nel marzo 1974, il tenente Hiro Onoda usc`ı dalla giungla filippina dopo aver vissuto un’esistenza precaria e marginale per quasi trent’anni . Per tutto quel tempo non aveva voluto arrendersi, non essendogli stato espressamente ordinato dal suo ufficiale superiore. Fu portato in aereo a Tokyo dove fu accolto come un eroe. Dopo un attento esame, i medici annunciarono che stava bene e che non aveva carie. Senza dentifrici al fluoro! Certamente senza zucchero. E senza carie! I coetanei americani di Onoda, ubriachi di zucchero, hanno perso in media almeno la met a` dei loro  denti. Verso i 55 anni, un Americano su due li ha persi tutti.  Sugar blu, blu carta da zucchero, `e persino il colore della soluzione in cui si immerge la dentiera di notte. Nel giugno 1975 il  New York Times  riferiva che ≪il 44% degli Scozzesi sopra i 16 anni e` senza denti ≫, secondo statistiche dei servizi sanitari scozzesi. Solo il 2% tra le persone esaminate si poteva considerare a posto in bocca. Il rapporto concludeva in maniera significativa che ≪la Scozia ha uno dei pi`u alti tassi di consumo di zucchero del mondo, 65 chili a testa ogni anno ≫. Nei numeri di febbraio e agosto del 1973, la rivista  Esquire  pubblicava due lunghi articoli, uno sulle diete dimagranti e l’altro sugli enormi costi delle cure dentistiche, senza mai menzionare 1a parola  zucchero, oggi individuato come il primo responsabile dell’obesit`a e della carie. In un altro articolo sulle diete dimagranti scritto da un medico, la parola  zucchero e` menzionata una volta sola, per dire che esso e` un ≪carboidrato puro≫. ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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Ma nell’articolo sulle carie non `e nominato per niente. L’ Esquire  defin`ı i carboidrati ≪la causa principale che contribuisce alla carie dei denti ≫. I mangiatori di zucchero potranno anche spazzolarsi i denti tra un boccone e l’altro ed andare dal dentista tre volte al giorno, ma non ci sono scappatoie ai  sugar blues . L’ avanguardia dei dentisti ha riscoperto che il corpo e i denti non sono due entit`a separate: i denti fanno parte del corpo. Ci fu un periodo in cui i denti venivano considerati “organi inattivi” e la carie un fenomeno locale alla loro superficie. I dentisti erano considerati alla stregua dei barbieri, dei meccanici degli estetisti e dei callisti. Se un dentista parlava ad un paziente di altro che di carie e di otturazioni, si azzardava ad entrare nel campo riservato all’uomo di Medicina (per fortuna non e` pi`u cos`ı, ora). Le ricerche in campo dentistico hanno dimostrato che i denti sono soggetti agli stessi processi metabolici degli altri organi del corpo. Tutto il corpo `e una cosa sola. Adattando una tecnica originariamente sviluppata per studiare il movimento dei fluidi all’interno di organi come il fegato o i reni, due ricercatori della Scuola di Odontoiatria di Loma Linda hanno scoperto che gli impercettibili cambiamenti nella struttura interna del dente, provocati dallo zucchero, possono essere il primo segno d’un inizio di carie. Nel loro rapporto ad un congresso tenuto a Chicago dall’ Associazione Interna zionale per la Ricerca Dentistica, i dottori R.E. Steinman e John Leonora mostrarono che  il principale cambiamento causato dallo zucchero e` il movimento di fluidi all’interno dei denti. Sostanze chimiche di tipo ormonale sono trasportate dalla polpa interna allo smalto esterno attraverso la dentina per mezzo di minuscoli canaletti . La resistenza alla carie implica la salute di tutto l’organismo: ci sono complessi processi fisiologici, che mantengono e proteggono la salute dei denti. I due ricercatori scoprirono che: •





Una dieta ricca di zucchero pu`o arrivare a ridurre di due terzi la velocit`a di trasporto delle sostanze chimiche ormonali  anche in una sola settimana.  Denti con attivit`a interna lenta sono pi u ` soggetti alla carie. Un ormone dell’ipotalamo stimola a sua volta la secrezione di un secondo ormone da parte delle ghiandole parotidi o salivari. Questa seconda sostanza aumenta la velocit`a di scorrimento dei fluidi nei denti.

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Una dieta ricca di zucchero sconvolge l’equilibrio ormonale e riduce il flusso interno gi`a descritto, cosa che indebolisce la dentatura e la rende pi`u vulnerabile alla carie.  I denti sani sono generalmente intaccabili da parte dei microbi sempre presenti in bocca.

E chi vuole liberarsi degli amichevoli microbi della bocca, tranne quei matti che vendono soluzioni orali disinfettanti? Cercando di risolvere in piedi nel nostro bagno il primo imbarazzante problema della giornata, per consolarvi fumereste volentieri la prima sigaretta. Ma lo passerebbe il test anti-zucchero? L’Istituto di Igiene avverte che fumare `e pericoloso per la salute. Ma quel che pu`o essere una disgrazia per uno, pu`o esser vantaggioso per un altro. La quantit`a cambia la qualit`a. Cosa contiene? Su certi pacchetti e` indicato il tasso di catrame e nicotina. Ma quale tabacco `e trattato con zucchero e quale non lo `e? Se volete una sigaretta d’importazione non zuccherata, dovete pagare una tassa doppia. Se la volete arrotolare da soli, dovete comprare del tabacco e delle cartine d’importazione senza chimici e senza salnitro. La libert`a di scelta diventa una farsa, se uno deve essere un esperto in tabacchi o se `e costretto a mandare la sua erba secca ad un laboratorio di fiducia. Ma ritorniamo alla nostra stanza da bagno: avrete magari gi`a spento la cicca ed allungato la mano su di un flacone di vitamine. Da un lato, il governo ci informa che fumare priva il nostro organismo di certe vitamine; dall’altro, ci assicura che non ci dobbiamo preoccupare, dal momento che la dieta corrente nel nostro paese ci fornisce queste sostanze nutritive essenziali in abbondanza. Ma proprio per star tranquilli, senza abituarvi troppo alle pillole, magari ne prendete una ogni tanto. E come fate a distinguere quelle ricoperte di zucchero dalle altre? Sarebbe obbligatorio indicare tutto quello che contengono sull’etichetta, se c’`e zucchero o no: uno deve chiederlo al farmacista vicino a casa, o scrivere al fabbricante? Che fare? Sugli aerei, se ci tenete a farvi servire qualcosa senza zucchero da bere o mangiare, dovete portarvi da voi il pranzo o telefonare 48 ore prima per prenotare un pranzo dietetico. Ho sempre desiderato provarne uno, ma non ce l’ho mai fatta a prevedere una partenza due giorni prima. Ho sicuramente mancato un festino. Nonostante tutta la pubblicit`a ed il baccano fatti dalle compagnie aeree, i viaggi in aereo riguardano solo un 5% della popolazione americana. Tutti quei milioni di voli son destinati principalmente a questa piccolissima percentuale di persone. In America, la gran massa viaggia in macchina sulle autostrade. Le autostrade ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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hanno praticamente eliminato o quasi gli angolini da picnic, le buone vecchie osterie lungo la strada, i ristoranti per i camionisti e le altre trattorie casalinghe. L’automobilista affamato odierno e` un cliente forzato. Sulle autostrade ci sono solo i ristoranti di grandi catene che hanno vinto un appalto, tutti con architettura e men`u standardizzati ed uguali da un capo all’altro del paese, dal Maine alla California. Vendono gli stessi gelati dai mille gusti diversi, uno pi`u “delizioso” dell’altro (anche se in realt`a hanno spesso solo vaniglia, cioccolato e talvolta un gusto pi`u esotico), lo stesso assortimento di bibite e cole e gli stessi aggeggini zuccherati avviluppati nel modo pi`u seducente possibile, in modo da provocare gli strilli rivendicatori dei bambini. Se sperate di trovare qualcosa senza zucchero per sostenervi, vi sbagliate di grosso.

` sempre la stessa solfa: pane, panini, pasticcini, crackers, biscotti, ciamE belle e wafers, brioches e toast, marmellate e succhi, maionese e ketchup, verdure e frutta, bistecche e patatine; dall’antipasto al dolce tutto surgelato, preparato, strapieno di zucchero .   Al mattino, fareste meglio a lasciar perdere la colazione completa superzuccherata a favore di  una bella tazza di crema di fiocchi d’avena al naturale . Insistendo, vi troveranno forse un po’ di miele da metterci dentro per dolcificarla, ma anche il miele probabilmente sar`a stato allungato con dello zucchero. La zuppa d’avena viene normalmente salata durante la cottura ed  anche il sale a volte contiene dello zucchero . Se osate, potete sempre informarvi.   Anche i fagioli in scatola sono pieni di zucchero e anche il prosciutto o la pancetta lo sono. Mentre i tuoi occhi danno una scorsa al men`u alla ricerca di un cibo che forse potrebbe non contenerne, ti esce alla fine un sospiro di sollievo vedendo che ci sono degli spaghetti alle vongole. Trattieni il respiro aspettandoti magari che la cameriera ti dica, con un sorriso d’occasione, che non ce ne sono pi`u o che non e` la stagione. Se sei stato fortunato, ti porteranno un piatto di pasta bianca con vongole in scatola, qualche verdura appassita e non molto di pi`u. Ti congratuli per il tuo acume: la pasta aveva il gusto di quella fatta in casa. Mentre fai la fila alla cassa per pagare, scopri, in mezzo ad altre cose zuccherate, anche delle lattine di vongole per sugo da portar via. Ne prendi una e la guardi da vicino; il tuo stomaco emette un gorgoglio sonoro. . . il primo ingrediente della lista e` lo zucchero cui avevi cercato di sfuggire. Pi`u zucchero che vongole. Ti hanno fregato. L’unico scampo e` portarsi dietro colazione, pranzo e cena. ` tempo di tornare al vecchio cestino da viaggio. Io ne ho uno di quelli col E thermos fissato sul coperchio. Non parto mai in macchina senza il thermos pieno e qualcosa di sostanzioso tipo “razioni d’emergenza”. L’ultima volta che ho attraversato tutto il paese da un capo all’altro, ho scoperto le meraviglie d’una preparazione particolarmente pratica per il viaggio, molto semplice:  le crocchette di ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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riso. Fate cuocere una pentola di riso integrale con un po’ di sale e lasciatelo raffreddare. Fate tostare sulla fiamma qualche foglio di nori, una gustosa alga marina giapponese, finch e´ non diventa croccante. Mettete al centro della pallina di riso – che avrete formato con le mani bagnate in acqua fredda salata, in modo che il riso non si appiccichi – una prugna salata  umeboshi o anche solo mezza e avvolgete l’alga tostata attorno alla crocchetta, sino a che vi aderisca perfettamente. Potete mettere gli  arancini di riso  in un sacchetto, ma non impacchettateli troppo stretti, in modo che l’aria possa circolare.  La prugna salata agisce da ` dipende dal cliconservante naturale per tre o quattro giorni o anche pi u, ma. L’alga tostata che lo avvolge impedisce al riso di seccare . Se avete fame mentre guidate, prendetene una e  masticatela bene, almeno un minuto per ogni ` importante per digerire bene. L’alga assorbe l’umidit`a del riso, il che boccone . E la rende soffice ed elastica; la prugna d`a al riso un leggero sapore aspro. Farete un viaggio eccellente. Avrete l’impressione di avere un occhio dietro la testa e guiderete senza gli alti e bassi causati dalla stanchezza della giornata e senza le fitte della fame. E, cosa ancora pi`u importante, sarete in grado di fronteggiare le bizzarrie dei guidatori della domenica, che fanno la coda uscendo dall’Autogrill. La carneficina sulle autostrade d’America supera il numero dei morti di tutte le sue guerre messe assieme; anno dopo anno, nonostante i miliardi di dollari spesi per la sicurezza autostradale, le opere d’arte, l’educazione, la polizia ecc., questo numero continua ad aumentare. Le cause reali degli incidenti sono quasi sempre sepolte con le loro vittime. Sono stati fatti studi approfonditi, a questo proposito. Radar, computer e studiosi del comportamento hanno cercato una risposta; appelli sconvolgenti e angosciosi alla televisione cercano di mandarci in paranoia; ex alcolizzati hanno supplicato i guidatori alticci di stare alla larga dal volante. Al tempo dei grandi esodi, si raccomanda ai guidatori di lasciar perdere l’ultimo bicchiere e di prendere un caff`e al suo posto. Ma quanti appelli televisivi avete sentito che suggerivano di non lasciar partire la gente “fatta” di zucchero? Tuttavia non si potr`a continuare ad ignorare questa necessit`a per molto tempo ancora. Nel 1971, in uno degli studi pi`u completi mai fatti sugli incidenti stradali, il dr. H.J. Roberts, specialista in medicina interna, consacr`o mille pagine di testo e di grafici per mettere in evidenza il fatto che la ricerca delle “cause” dei sinistri doveva essere rivista da cima a fondo. Nel vero senso del termine, gli incidenti sono mal denominati. Un incidente e` semplicemente un avvenimento dalla causa nascosta. Che significato pu`o avere il fatto che qualcuno “bruci” uno stop, attraversi un incrocio senza precauzione, ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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stia troppo a sinistra, sorpassi in salita, prenda una curva troppo forte o perda il controllo della vettura? Perch´e il guidatore l’ha fatto? Si impara durante un combattimento militare, negli sport, negli incidenti stradali, in un incendio o in ogni situazione limite, che comporti un pericolo fisico, che pochi secondi possono rappresentare un’eternit`a, l’eternit`a che pu`o costituire la differenza tra la salvezza e l’abisso della morte.   La capacit a` di reagire rapidamente, in un batter d’occhio, con precisione, ad ogni sfida o situazione pericolosa, e` quello che ciascuno apprezza nei compagni di squadra o di plotone, nei camionisti, sciando o facendo dell’alpinismo ed in tutte le attivit a` fisiche rischiose. E questo  `e uno dei pi u` importanti indici dello stato di salute di qualcuno. Dire che si e` veramente in buona salute, e` dire che si possiede questa capacit`a di reagire spontaneamente. Se uno straniero, in uno dei suoi primi giorni in questa citt`a che gli e` poco familiare, scende a Londra dal marciapiede sulla parte della strada dove il traffico e` in senso contrario a quello cui `e abituato, se e` una persona sveglia sapr`a prevenire il pericolo. Se le rocce che state scalando presentano un rischio, valutate rapidamente in che modo aggirarlo. Lo stesso accade quando si guida sull’autostrada. Nel suo vasto studio, frutto di anni di ricerche e pubblicato nel 1971, il dr. Roberts concludeva che ≪l’origine significativa≫  di molti incidenti inspiegabili sta nel fatto che ≪milioni di persone al volante sono soggette a una sonnolenza patologica ed a ipoglicemia dovuta a iperinsulinismo funzionale ≫. Egli stimava che ci potevano essere pi`u di dieci milioni di guidatori di questo tipo sulle strade americane. In altre parole, un basso tasso di glucosio rende pi`u “appiccicosi” e lenti il funzionamento, le percezioni e le reazioni del cervello. Che cosa provoca questa condizione? Ecco la risposta di quel medico: ≪La frequenza manifestamente accresciuta dell’iperinsulinismo e della narcolessia (attacchi di sonnolenza anormali) negli ultimi decenni sono da attribuirsi largamente alle conseguenze dell’enorme aumento del consumo di zucchero da parte di una popolazione vulnerabile ≫.

Oggi gli Americani consumano un pasto su tre al ristorante, al bar o in una mensa, dove nessuno e` obbligato a dire al cliente, sul men u` o in altro modo, se ci sia dello zucchero nel pasto . Qualcuno riesce a reggere quel men`u – il solo disponibile per il guidatore imprigionato dall’autostrada – con lo zucchero in ogni cosa, fornito da ditte tutte simili sparse a macchia d’olio per il nostro paese, e poi i gelati, la Coca Cola, il caff`e, le caramelle, la gomma da masticare e l’incredibile gamma di merendine zuccherate disponibili presso la cassa. Certi non lo sopportano. Naturalmente, altri lo sopportano almeno fino al momento in ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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cui non ce la fanno pi`u. Non scopriranno mai quando `e abbastanza, finch´e non scoprono quando `e troppo e finiscono all’ospedale, su di una sedia a rotelle o al cimitero. L’iperinsulinismo o tasso insufficiente di glucosio nel sangue pu`o essere aggravato da altri fattori, secondo il dr. Roberts. Il primo e` l’et`a. Roberts cita diversi studi che mostrano come  tre anziani su quattro abbiano un metabolismo degli zuccheri insufficiente . Un altro fattore di complicazione e` il largo e crescente uso di agenti terapeutici, come tranquillanti ed antistaminici, che tendono molto spesso a causare sonnolenza. Combinare queste droghe con dello zucchero pu`o essere disastroso. Poi c’`e l’alcool. Di per s´e, un bicchiere o due pu`o non voler dire niente. Ma il test del “palloncino” riesce a rivelare solo un aspetto della questione. Per una persona con problemi di metabolismo degli zuccheri, `e importante il tipo di alcool bevuto. Infatti whisky, grappa, vino e birra contengono altre cose, oltre all’alcool. Il loro tasso di zucchero varia molto. L’ alcool combinato con dello zucchero aumenta l’esaurimento del cervello e diventa particolarmente significativo il fatto che la maggioranza degli alcolizzati, per non dire tutti, sono anche ipoglicemici o iperinsulinici, con poco glucosio nel sangue. Roberts cita altri studi fatti su automobilisti soliti ad avere molti incidenti, tutti forti bevitori, e nota che moltissimi incidenti accadono anche quando sono sobri. Se siete stati senza zucchero per lungo tempo, come me, imparerete a riconoscerne la presenza molto facilmente. Dopo aver mangiato o bevuto in un locale dove non potete controllare il vero contenuto di quello che consumate, il gusto non sempre e` infallibile, ma  se dopo quel pasto vi viene sonno potete stare sicuri che conteneva dello zucchero o del miele.

Anche mangiare parecchia frutta, specie quella tropicale molto dolce, fa dormire. Il miele pu o` fare lo stesso effetto. Conosco una signora giapponese che non aveva mai assaggiato dello zucchero in vita sua, prima di venire in America. Mangi`o un pezzo di pane integrale che una gentile persona le aveva offerto e lei si assop`ı poco dopo, perdendo l’aereo. Nel pane c’era un pochino di miele e ci o ` era bastato. Per migliorare la sicurezza sulle strade, il dr. Roberts suggerisce ai guidatori di evitare glucosio e saccarosio. Insomma, se vuoi arrivare a destinazione, viaggia senza zucchero. Ho smesso di consumare zucchero negli anni ’60; voglio dire che ho eliminato il saccarosio dalla mia alimentazione. In seguito,  ho conosciuto centinaia di giovani che hanno scoperto che la malattia o l’abuso di zucchero o di droghe poteva essere la strada che porta alla salute. Una volta riusciti ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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a ristabilire la salute da soli, avevamo in comune lo stesso interesse per l’alimentazione. Se posso usare qui quest’espressione, dividevamo uno “stile di vita” senza zucchero. Mi sono tenuto in contatto con un certo numero di loro, nelle universit`a e nelle comunit`a, in viaggio, dovunque. Un giorno ci si incontrava a Boston. La settimana seguente ci si trovava in California. In tutti questi anni, con centinaia di amici sempre pi`u o meno in viaggio, sono venuto a conoscenza solo di due che hanno avuto degli incidenti. Ho fatto una piccola inchiesta personale su questi incidenti. In entrambi i casi, guidavano da soli.  Uno aveva avuto una storia di epilessia. Si era curato da solo per qualche anno con una dieta priva di zucchero, con molti cereali integrali, verdure, legumi, un po’ di pesce ogni tanto e poca frutta. Era diventato cos`ı euforico da scordarsi la sua vecchia malattia. Dopo un anno in cui non si permetteva il minimo strappo, durante una visita ad un vecchio sacerdote alla Curia di Boston, fu invitato a cena: una “trappola” di pasto, degna di un arcivescovo, coronata da un dolce “esplosivo”. Anche se aveva evitato accuratamente il vino, durante il viaggio di ritorno ebbe un mancamento, un attacco epilettico. L’incidente che ne segu`ı gli lasci o` tutte e due le gambe ingessate.

L altro amico coinvolto in un incidente automobilistico era stato diabetico sin dall’et`a di sedici anni e sottoposto ad insulina da dieci. Dopo incerti tentativi ed errori, tra bicchierini e marijuana, aveva imparato abbastanza sul suo metabolismo da trovare un regime che per lui funzionava. Da allora era stato in grado di arrivare pi`u che a dimezzare le dosi di insulina, mettendosi a quella che un dietologo quantitativista chiamerebbe  una “dieta ricca di carboidrati”, soprattutto a base di cereali integrali e verdure.   Prima per`o di arrivare a questo, al tempo in cui era ancora alle sue combinazioni di insulina e marijuana, si sent`ı svenire al volante e fin`ı in un fossato. La Stradale lo port`o all’ospedale. Quando gli trovarono addosso la targhetta ≪Sono diabetico≫, gli ritirarono la patente. Quando oggi si fa l’esame di guida viene data molta importanza a come sapete parcheggiare; c’`e anche un test scritto per vedere se ricordate tutte le norme del Codice Stradale. Un ispettore fa il giro dell’isolato con voi per vedervi fare gli stop, le partenze etc. Vi provano la vista. Poi i computer della polizia terranno conto di tutti i vostri incidenti e delle vostre multe. Ma,  fino a quando non si sar a` scoperto il modo per individuare la gente ubriaca di zucchero, la sicurezza stradale sar a` solo una pia illusione.

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Capitolo 13 Come farla finita Farla finita con l’assuefazione allo zucchero non `e facile, ma pu`o essere molto divertente. La miglior soluzione, se vivete da soli, e` di sbarazzarvi una volta per tutte di questa porcheria. Mettete insieme tutto quello che avete in casa contenente zucchero, buttatelo nell’immondizia e ricominciate da capo. Facendo in questo modo, sar`a pi`u facile resistere, nel caso in cui ve ne venisse una voglia matta. E pi`u facile tener duro facendo le compere al negozio che reprimere continuamente la tentazione in voi stessi a casa vostra. Ci vorr`a forse un mesetto o gi`u di l`ı per cambiare il modo di fare le compere, di cucinare e di concedervi qualche piccolo piacere. I dettagli della vostra battaglia quotidiana non sono importanti, ma la direzione generale che prendete `e vitale. Se siete pesantemente assuefatti ai gelati, non cercate di eliminarli completamente. Potete trovare dappertutto  ottimi gelati al miele, in America (in Italia no. Forse qualcuno tra i nostri molti lettori coglier`a l’ispirazione. . . – n.d.c.). Negli Stati Uniti una marca ne propone di buonissimi senza zucchero, fatti con emulsionanti naturali e miele. Ci sono anche i gelati  Danish Haagen Das, ma fate attenzione. Haagen Das ne fa di due tipi: uno con miele e zucchero e un altro solo con miele. Il fatto che il miele sia menzionato sull’etichetta non significa che non contenga affatto zucchero; deve esserci scritto che non vi `e zucchero aggiunto. Una volta svezzati ripiegando sui gelati al miele, potete cominciare a dimezzare la quantit`a e cos`ı via. Lasciate il gelato come gratificazione: in qualche occasione speciale compratene delle piccole quantit`a. Il fatto di prender nota di ci o` che mangiate e di dove l’acquistate pu`o contribuire a rendere il gioco pi`u divertente. Poi, se i vostri amici vogliono sapere esattamente cosa avete fatto e come lo avete fatto, il vostro esperimento sar`a documentato e registrato giorno per giorno in modo esatto.

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Se bevete troppo caff`e, con molto zucchero e latte, forse vi andr`a bene fare come ho fatto io: smettere di colpo. Mi sembrava che, se non potevo pi`u prendere il mio caf e` au lait   con due o tre cucchiaini di zucchero, tanto valeva non berlo affatto. Fortunatamente, mi piaceva il t`e.  Se pensate di non amare il t e` , forse dipende dall’idea sbagliata che ve ne siete fatti a causa di quella “roba” in bustine che c’ e` in giro. Buttatele via e spendete qualche soldo in pi u` per un t`e cinese o giapponese.

Il t`e bancha giapponese o “t e` di tre anni” – sia in foglie che in rametti, o i due mescolati – e` mille miglia lontano da quella specie di porcherie tipo t e` Lipton.  Il t`e bancha si tosta leggermente in un pentolino e  si fa bollire a fuoco lento in un recipiente in pyrex per 15 o 20 minuti; preparatene molto e fatelo riscaldare quando desiderate berne un po’ . Questo t`e pu`o anche essere usato due volte o ve ne si pu`o anche aggiungere di nuovo.

Figura 13.1: il t e` Bancha e il “t e` di tre anni” Se lavorate in un posto dove l’intervallo per il caff`e, la macchinetta del caff`e o il ragazzo del bar fanno parte di un rito quotidiano, fate come me:  compratevi un bel thermos e portatevi il t e` da casa . Non c’`e nessun soggetto di conversazione migliore di questo. Non siate esclusivi! Faste in modo di dividere ogni giorno la vostra felicit`a senza zucchero con qualcuno, basta un giorno per ognuno, lasciate che si portino il loro thermos. Dopo esservi abituati a bere  solo t`e senza niente , provate del caff`e nero o del caff`e con una fettina di buccia di limone. Potete anche provare uno dei tanti sostituti del caff`e, alcuni sono fatti di cereali, orzo e riso, arrostiti e ben tostati, altri con radici come cicoria, dendelio etc. Dopo una lunga astinenza da caff`e, questi sostituti possono avere un gusto delizioso. Alcuni sono istantanei, altri vanno ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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bolliti. Provate a portarveli nel thermos con una buccia di limone. Imparerete che tutto cambia, compresi i gusti, le voglie e le abitudini alimentari che pensavate essere vostre per il resto dei vostri giorni.

Tutto quello che mangerete avr a` un sapore migliore, dopo aver eliminato lo zucchero: dapprima penserete che ci o` dipenda dal cibo, poi vi renderete conto che dipende da voi e dal vostro corpo. Per anni, molti negozi di alimentazione naturale hanno venduto zucchero chiaro e zucchero scuro di canna o “non raffinato”, insieme alle vitamine e al germe di grano.  I dolciumi vari – e persino il pane – venduti nei negozi di alimentazione naturale erano sovente fatti con questo zucchero parzialmente raffinato, che dava l’impressione di esser meglio di quello bianco del supermercato. Se uno si informava, veniva spesso portato a pensare che gli zuccheri normalmente usati dall’industria alimentare naturale fossero stati sottratti alla raffineria ed alle sue grinfie meccanizzate prima che la buona canna venisse completamente snaturata e trasformata in zucchero bianco. Poi, verso la fine degli anni ’60, al tempo in cui i giovani facevano attenzione alla qualit`a del cibo che compravano e in cui cominciarono a sorgere un po’ dappertutto cooperative e negozi di alimentazione naturale, un giovane pioniere di questo movimento nella California del Nord ebbe i suoi dubbi a proposito dello “zucchero integrale” .

Fred Rohe aveva venduto quella roba nei suoi “negozi alimentari della Nuova Era”, in California. Vedendo che non riusciva ad ottenere delle risposte chiare sulla sua provenienza e sui trattamenti cui veniva sottoposto lo zucchero “integrale”, si prese la briga di andare a visitare di persona le raffinerie che lo producevano alle Hawaii e in California. Ben presto ebbe la risposta: lo zucchero chiaro, quello rosso scuro e lo zucchero “non raffinato” sono fatti tutti allo stesso modo: aggiungendo melassa allo zucchero bianco. Arriv o` alla conclusione che ≪tutti gli zuccheri integrali sono zucchero bianco mascherato ≫. Viene aggiunto un 5% di melassa al tipo pi`u chiaro, fino a un 13% a quello pi`u scuro. Il fatto che dia l’impressione di non essere raffinato, `e dovuto a un processo di cristallizzazione appositamente studiato, che produce questa illusione estetica. Fred Rohe butt`o fuori tutti gli zuccheri colorati dal suo negozio e contribu`ı a fondare un’organizzazione di proprietari di alimenti naturali chiamata  Organic  Merchants (qui si direbbe ≪Commercianti Biologici≫– n.d.c.). Uno dei punti basilari di questa organizzazione consisteva nel rifiutare uno spazio negli scaffali dei loro negozi a tutti i tipi di zucchero ed a tutti i prodotti che ne contenevano. Rohe ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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scrisse anche un corrosivo opuscolo di due pagine,  La storia dello zucchero , per educare i suoi clienti. Non intendiamo togliere il piacere della vita a chicchessia – dice la  Storia dello Zucchero  – ma intendiamo avere un ruolo nel miglioramento della qualit`a del cibo americano. Se un numero sufficiente di noi smette di comprare porcherie – persino le porcherie migliori – i produttori ci dovranno ascoltare ≫. ≪

I  Commercianti biologici  vendono miele e raccomandano di sostituirlo a una met`a della quantit`a di zucchero consigliata dalle ricette. Certi vendono melassa e sciroppo di carrube, sciroppo di canna da zucchero non raffinato, melassa di sorgo e zucchero di datteri.  Erewhon  vende ora uno sciroppo di glucosio naturale fatto con riso e orzo. I negozi di alimenti naturali sono diventati oggi delle vere e proprie istituzioni educative, perch´e insegnano con l’esempio. Il saccarosio raffinato industrialmente, bianco o colorato che sia, `e uno dei punti essenziali attraverso cui mostrano la via da seguire.

Per farla finita con lo zucchero, il consiglio pi u` utile che io vi possa dare e` quello che per me ha funzionato: abolite insieme ad esso la carne rossa . E pi`u facile farlo oggi che i prezzi della carne sono saliti alle stelle. Scoprirete ben presto ci`o che gli orientali sapevano da tempo immemorabile.  La carne (che e` yang, maschile) produce nel vostro organismo un profondo bisogno di essere equilibrata dal suo opposto, da qualcosa di molto dolce, femminile, yin, come frutta o zucchero. Gi`a solo sostituire la carne rossa con del pesce o con carni bianche, riduce il desiderio di qualcosa di dolce alla fine del pasto, rendendo pi`u facile accontentarsi di un po’ di frutta o anche di saltare del tutto il   dessert 1 . Pi`u si utilizzano proteine vegetali al posto delle proteine animali e pi`u diventa facile non pensare allo zucchero, ai pasticcini e ad altre cose del genere. Una ragazza, che conosce bene il problema, mi ha confidato un’astuzia che funziona assai bene. Quando era invitata fuori a cena, talvolta ordinava un antipasto, talvolta un primo e poi il secondo. Poi anzich´e proporre d’andare a casa per un drink, invitava il suo compagno a finire il pasto con un dolce senza zucchero preparato da lei, con un t e` o con un caff`e “finto”. Se non vivete soli, dare l’addio allo zucchero pu`o diventare difficile; fatto in compagnia pu`o diventare divertente. Se siete padri o madri di famiglia, `e la stessa cosa. Quando il padre e la madre sono tutti e due d’accordo a provare e in pi`u ci 1

Il meccanismo e` anche logico dal punto di vista biochimico: carni, uova, formaggi e altri latticini sono ricchi di grassi e proteine, ma privi di carboidrati. Ne consegue la voglia di carboidrati ≪puri≫, di cui lo zucchero ` e il capostipite e poi farine bianche etc. (n.d.c.)

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sono dei bambini di mezzo, pu`o diventare una bella avventura.  I bambini piccoli possono essere le migliori piccole cavie che abbiate mai visto. I risultati che si ottengono con loro sono spesso cos `ı spettacolari da servire da esempio e da motivazione per gli adulti . Ricordate che nessuna autorit`a medica di questo pianeta potr`a mai sostenere che lo zucchero `e necessario a qualcuno; nessuna di esse potr`a mai dichiarare che lo zucchero fa bene ai bambini; nessuna autorit`a medica potr`a mai dire che una dieta senza zucchero pu`o essere in qualche modo pericolosa. La sola cosa su cui i medici possono concordare `e che lo zucchero ha un buon sapore e che contiene calorie. Se avete un bimbo in casa, diciamo tra i due e i cinque anni, eliminare lo zucchero pu`o veramente essere un’avventura fantastica. Ci sono pochi posti nella nostra societ`a dove un esperimento di nutrizione possa essere fatto con il necessario controllo. Si pu o ` fare ad esempio in un carcere, o in un’unit`a dell’esercito in condizioni di isolamento. Persino un ospedale non `e un posto dove pu`o essere esercitato un controllo assoluto, a meno che le camere siano isolate e sorvegliate. Ma con un bimbo praticamente ancora in fasce, o abbastanza piccolo perch´e possiate controllare la sua alimentazione, l’occasione `e unica. Se il vostro bambino e` abituato a una certa quantit`a giornaliera di zucchero (come quello contenuto negli alimenti per neonati, nei succhi di frutta, nei biscotti etc.), all’inizio non siate drastici. Quando gettate via tutto lo zucchero destinato agli adulti, conservate ancora per un po’ quello del piccino. Osservate attentamen` di umore capriccioso quando si sveglia? E ` contento di te il suo comportamento. E giocare? Sorvegliate la sua attivit`a, i suoi umori, le sue parole. Guardate bene il bambino per 4 o 5 giorni, mentre la sua alimentazione `e ancora zuccherata (dagli omogeneizzati al gelato, ai cereali, alle verdure, alle bibite, ai succhi etc.). Poi cambiate completamente regime. Via le caramelle, via tutto quello che contiene zucchero. Dategli pere, mele, noci, uva passa e succhi di frutta senza zucchero. Osservate il comportamento del bambino per almeno una decina di giorni la differenza vi meraviglier`a. . . Questo potrebbe essere la prova di cui avete bisogno per proseguire l’esperimento con voi stessi e con il resto della famiglia.  Ho visto tanti bambini cresciuti senza zucchero in Europa e in America. E incredibile: sembrano essere di un’altra razza rispetto alla media dei bambini strapieni di zucchero . La cosa notevole `e che, se allevati completamente senza zucchero, i bambini, una volta esposti alle numerose tentazioni della nostra civilt`a zuccherata, hanno gi`a sviluppato spontaneamente una loro naturale immunit`a. Se si offrono loro delle caramelle o delle bibite zuccherate, le rifiutano. Pi`u i vostri bambini sono piccoli, pi`u vi sar`a facile eliminare lo zucchero dalla loro dieta. Se sono gi`a pi`u grandicelli, togliere loro lo zucchero pu`o essere un problema. ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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In molti casi deve esser tolto lentamente e con precauzione. Offrite loro del succo naturale di mele al posto della Coca Cola o di altre bibite gassate. Se danno in escandescenze, lasciateli sfogare. Preparate loro dei dolci fatti in casa col miele e dei  dessert  vari, anche se diranno di detestarli. Fate loro dei gelati al miele al posto di quelli soliti strapieni di zucchero. Fateli partecipare, facendo in modo che le ragazzine si preoccupino sufficientemente del loro aspetto e dei loro dolori mestruali, per cercare di vedere gli effetti prodotti da dolci e pasticcini senza zucchero che loro stesse avranno aiutato a preparare. Talvolta anche i ragazzi si preoccupano molto per il loro aspetto fisico o per altri problemi (dall’acne all’eccesso di peso) e finiscono per interessarsi all’esperimento familiare.  Se sono gi a` grandi, di 17 o 18 anni, e` possibile che i ruoli siano completamente rovesciati. Moltissimi giovani oggi si interessano sem` sull’argomento, dei loro pre piu` all’alimentazione naturale e ne sanno di pi u, genitori. Una famiglia e` un gruppo di persone con lo stesso sangue. La madre nutre con il proprio sangue e con il proprio latte il bambino durante i suoi primi mesi di vita. Poi, a partire da questo momento,  il sangue di ogni persona si ricrea un poco ogni giorno col cibo che la famiglia mangia insieme. Mangiare ogni giorno insieme gli stessi alimenti contribuisce a fare della famiglia un gruppo di persone con lo stesso sangue.  Nei tempi antichi, la cucina e la sala da pranzo erano i luoghi sacri di ogni casa. La madre rafforzava l’unione della famiglia con il cibo che preparava. Nessun’altra cerimonia terrestre ha mai superato in importanza il pasto collettivo. Non fa meraviglia che quasi tutte le famiglie americane siano oggi cos`ı poco unite. Nel XX secolo, la famiglia potrebbe essere definita un gruppo con lo stesso indirizzo e lo stesso numero di telefono.  Nei primi giorni di vita, il neonato e` nutrito dalle catene di montaggio degli ospedali. Poi arrivano i pasti pieni di zucchero, preparati con le scatolette e i barattolini del supermercato . Sin da quando il pupo `e in grado di sgambettare, viene premiato a suon di caramelle; per punirlo gli si toglie la Coca Cola. Se e` stato bravo, il piccolo avr`a il diritto di scegliere il pacchetto di cereali in fiocchi zuccherati, con un giocattolino di plastica dentro. Beve il latte di mucche mai viste, il succo congelato di frutta mai toccata. “Mister Buon Umore” lo attende all’angolo della via con la sua delizia: il gelato allo zucchero. Quelli che una volta erano cibi riservati alle feste di compleanno pizze, torte, biscotti, gelato e Coca Cola sono oggi diventati la versione surgelata del pane quotidiano. Prima che i bambini abbiano sviluppato qualche altro tipo di giudizio diverso da quello dettato dalle loro papille gustative, vedono gi`a fratelli e sorelle mangiar biscotti in scatola e cioccolata in barattolo. Le parole “trattenimento” ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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e “spuntino” sono svuotate del loro significato: i ragazzi si intrattengono da soli quando l’impulso glielo detta. Si servono dal frigo, dal freezer, dalla dispensa, al negozio di dolci, al bar, al distributore automatico. Se dovessero ringraziare il Signore prima di mangiare, sarebbe un pregare intermittente tutto il giorno. Mamma prende le sue preparazioni dimagranti da una scatola. Pap`a intanto sta pranzando in centro con due Martini. I ragazzi a scuola sono nutriti come meglio piace all’onnipotente governo o scialano la loro “paghetta settimanale” in pasticceria o dal gelataio. Dopo la scuola, la baldoria senza fine ricomincia e i ragazzi si rovinano l’appetito ruminando continui spuntini o sorbendosi bibite zuccherate. Se le cene surgelate su di un vassoio davanti alla TV sono troppo per la mamma, se quest’oggi lei ha bisogno di un po’ di riposo, tutta la famiglia scappa via in auto al pi`u vicino  drive-in, dove ognuno prende quel che gli pare e piace. Ho fatto un sondaggio.

Tutte le giovani donne consumatrici di zucchero che conosco hanno confessato la stessa cosa: non sanno e non hanno mai saputo cosa significhi avere una mestruazione regolare senza dolori, crampi, o un estremo disagio.   Nessuna meraviglia se la pubblicit`a in TV mostra delle madri all’atto di iniziare le figlie adolescenti alle meraviglie degli analgesici ≪per quei giorni assai speciali di indisposizione femminile≫. Mi sono interessato all’argomento in un periodo in cui avevo incontrato una giovane attrice. Quando venne il suo giorno di gloria per una scena madre, cominci`o a comportarsi da nevrotica, alla Marilyn Monroe. Quand’ebbi indovinato che cosa la faceva soffrire, si lasci`o andare confidandomi qual era il suo problema. La invitai ad eliminare lo zucchero. Era ben decisa e disposta a fare qualsiasi cosa, pur di sfuggire a quei tre giorni di torture che si ripetevano ogni mese sin da quando aveva raggiunto la pubert a` . Il suo ciclo successivo and o` gi`a molto meglio e nel giro di due mesi, quando dovevano venirle le mestruazioni, non se ne accorgeva neanche, mentre sino ad allora queste erano preannunciate da almeno 24 ore di dolori lancinanti . Dopo quest’esperienza mi sentii un piccolo dr. Kildare (un eroe dei telefilm – n.d.c.).  La mia bellissima paziente sparse la buona novella tra studi di estetica e saloni di parrucchiere da New York alla California .

In seguito scoprii che molti medici – specie in Francia – erano al corrente da decenni dell’effetto nefasto dello zucchero sull’equilibrio ormonale femminile. Sulla rivista La Vie Claire il dr. Victor Lorenc scrive:

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Nelle donne lo zucchero provoca dolori mestruali . Ecco la storia di Sophie Z. . . che consumava circa un etto di zucchero raffinato al giorno. Verso i trent’anni i suoi periodi erano diventati molto dolorosi, ma questo disagio scomparve completamente dopo che nel 1911 abol`ı tale “alimento omicida”. Da allora ho avuto modo di osservare molti casi analoghi. Questo fatto dovrebbe esser conosciuto e divulgato ampiamente da chi cura le donne. Astenersi dallo zucchero libera le donne da quella che passa per una “debolezza naturale”, vale a dire dal nervosismo e dall’incapacit`a di lavorare che sono spesso la conseguenza di mestruazioni difficili≫. ≪

Avete delle  lentiggini? Se s`ı, vuol dire che siete seriamente dipendenti dallo zucchero.  Dopo averlo eliminato, per un annetto o due, comincerete a notare grandi cambiamenti nel modo in cui la vostra pelle reagisce al sole. Stare sdraiati al sole con il corpo unto di olii chimici e di grassi vari per ottenere una bella abbronzatura, significa cercarsi dei guai, per le donne specialmente.  Dopo aver eliminato lo zucchero scoprirete che i bagni di sole senza lozioni protettive sono normalmente possibili. con minore o senza rischio di scottature . Anche se la pelle si arrossa, non ci si dovrebbe scottare. Da bambino, quando prendevo il sole per la prima volta d’estate, di solito mi prendevo delle dolorose scottature.  Dopo dieci anni senza zucchero, posso girare nel deserto per un’ora e prendere una bella tintarella senza arrossarmi o provare prurito, dolore o qualche altro sintomo di scottatura . Provate e vedrete! Ricordatevi solo di essere molto prudenti nei vostri esperimenti col sole. Non e` che non stia bene ingannare madre natura, `e semplicemente impossibile. Certe persone farebbero comunque meglio ad evitare il sole, sia che mangino zucchero, sia che non ne mangino. Nel bel mezzo di un picnic sulla spiaggia o in un parco, ecco arrivare la tipica famiglia americana. I bambini schizzano fuori dal pulmino prima ancora che pap`a abbia spento il motore. Mamma comincia a svuotare la macchina ed informa pap`a sul posto migliore dove stendere la coperta. Prima di aprire la scatola-frigo con le bibite, mamma invade l’aria, l’erba o il terreno con un letale spray insetticida. Una rappresaglia massiccia contro il nugolo di insetti che li aveva tormentati durante la loro ultima gita. Mamma si e` scordata – nel caso in cui lo sappia – che come lo zucchero versato attira in cucina le formiche e gli insetti, cos`ı   lo zucchero nel nostro sangue attira irresistibilmente zanzare, microbi e parassiti. Una delle gioie pi u` grandi, che si provano tenendosi alla larga dallo zucchero, e` quella di potersi sdraiare su di una spiaggia o di andar per i boschi senza esser tormentati dalle zanzare o da altre creature dello stesso genere. Dopo un anno senza zucchero o gi u` di l`ı, provate a vedere se funziona anche per

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voi. Se siete in compagnia di un consumatore di zucchero non ancora pentito, tenetevelo accanto e vedrete da chi vanno gli insetti e chi lasciano in pace. Dopotutto non e` un caso se il primo scoppio di febbre gialla trasmessa dalle zanzare – nell’emisfero occidentale – si `e verificato nel 1647 nell’isola delle Barbados, che produceva zucchero. All’inizio fu chiamata  nova pestis. La febbre gialla pass`o da una terra di produzione di zucchero all’altra: Guadalupa, St. Kitts, Giamaica, Brasile, Guinea Britannica, Spagna, Portogallo, New Orleans e infine Cuba, ove l’esercito USA si impegn`o all’inizio del nostro secolo in una massiccia campagna per salvare dalle zanzare la sua colonia produttrice di zucchero. La dipendenza dallo zucchero `e ormai un fenomeno di dimensioni mondiali. La produzione mondiale ha superato i 75 milioni di tonnellate nel 1975. I prezzi sono saliti alle stelle, ma il consumo annuale per abitante va da 50-60 chilogrammi nei paesi ricchi, come gli USA, a meno di 5 chilogrammi nei paesi sottosviluppati.

Gli spacciatori hanno ora gli occhi puntati sull’Asia e sull’Africa.  Se anche solo qualche milione di persone sono suscettibili di diventare Coca Cola dipendenti, un aumento di qualche chilo a persona pu`o rappresentare, nell’ambito di questo enorme mercato, un vero e proprio boom. Se questo si verifica, la crisi alimentare attuale pu`o trasformarsi in una catastrofe. Il marchio infame dello schiavismo rimane ancora legato al taglio della canna da zucchero in molti paesi tropicali. Numerosi militanti di colore non ne vogliono sapere della coltivazione della canna da zucchero sotto il sole cocente dei tropici. Per le nazioni da poco indipendenti, impazienti di entrare a far parte del “club ` difficile chiedere a qualcuno di dei ricchi”, e` il simbolo della “dolce vita”. E rinunciare a qualcosa che non ha mai avuto. I bianchi, da parte loro, hanno avuto tutto lo zucchero che volevano per secoli senza dover mai sudare sotto il sole cocente. I Cinesi sono passati dal carro trainato dai buoi al jet, saltando cos`ı molte tappe intermedie. Ma l’adattamento alla tecnologia `e una cosa e l’adattamento del corpo umano ad un ambiente invaso dallo zucchero `e ben altra. Oggi chi non ha mai assaggiato dello zucchero in vita sua pu`o passare da un momento all’altro – come i ragazzini di periferia che se ne vanno in giro con delle droghe – dall’innocenza alla dipendenza pi`u totale. Quando ci`o avviene – in periferia o in Siberia – il risultato e` sempre uno: un disastro ben visibile. Mentre orde di scienziati prostituiti al soldo dell’industria zuccheriera, lavorano nei loro costosi laboratori per cercare di mettere insieme qualche brandello di giustificazione pseudoscientifica, un gruppo di scienziati inglesi ha ancora una volta messo a nudo tutto l’inganno, studiando l’umanit`a nel suo insieme, facendo del pianeta intero un laboratorio globale, come aveva fatto il dr. Price negli anni ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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’30. Ai nostri giorni, il sole non tramonta mai sulle insegne della Coca Cola, cos`ı i tre dottori britannici hanno fatto di questo il loro filo conduttore: la loro inchiesta spazia su tutte le terre dell’ex Impero Britannico e su alti ancora. Considerano l’uomo come un essere facente parte di un ambiente e di una storia (come gi`a aveva fatto secoli prima, nel ‘500, il medico botanico Rauwolf) e non come un gruppo di sintomi su di una cartella d’ospedale o un dato da passare a un computer. Il loro lavoro e` stato di portata darwiniana e costituisce una sintesi dell’esperienza orientale e del sapere occidentale. Le loro conclusioni giungono a rafforzare gli avvenimenti che i nostri amici dell’Oriente hanno portato fino in Occidente per poterli dividere con noi. Il loro campo di esplorazione va dagli Zul`u nelle loro terre tribali confrontati ai loro cugini urbanizzatisi da un momento all’altro; mettono i neri d’ America a confronto con gli altri Africani; gli Indiani dell’India con quelli emigrati in Sud Africa; gli Indiani Cherokee con gli Indiani del Bangla Desh; gli Eschimesi a paragone con gli Islandesi, gli Yemeniti nella terra dei loro avi opposti agli Yemeniti che hanno scelto di vivere in Israele. Il consumo di zucchero viene messo in relazione con la degenerazione fisica su scala globale. Questo lavoro profetico e corrosivo `e merito del capitano chirurg T.L. Cleave (pensionato della  Royal Navy), del dr. G.D. Campbell della Clinica per Diabetici dell’Ospedale Re Edoardo VIII di Durban, Sud Africa e del prof. N.S. Painter del Real Collegio di Chirurgia di Londra. La seconda edizione di  Diabete, trombosi coronarica e la malattia saccarica , pubblicata dall’editore John Wright and Sons, Ltd. in Inghi terra, `e del 1969. Ecco alcune delle loro conclusioni: I diversi sintomi di avvelenamento da arsenico, la sifilide o altre malattie (dovute ad un’unica causa) non sono normalmente trattati separatamente, ma allo stesso modo. Perch´e dunque le multiple manifestazioni patologiche provocate dallo zucchero dovrebbero esser trattate in questo modo? Di tutti gli alimenti trattati dall’uomo, i carboidrati raffinati come lo zucchero e la farina bianca sono i pi`u alterati: il 90% della canna o della barbabietola e il 30% del grano vengono eliminati. I cambiamenti prodotti dalla cottura dei cibi sono un’inezia al confronto. Questo pervertimento degli alimenti naturali e` cos`ı recente in tutta la storia dell’uomo che si pu`o dire che risalga solo a ieri. L’uomo `e assolutamente in grado di vivere di soli vegetali; milioni di orientali lo hanno dimostrato vivendo di riso completo e verdure per millenni. ≪

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Dove l’uomo vive di alimenti naturali integrali, le malattie da zucchero sono assenti nel modo pi u` evidente. I prodotti della raffinazione di carboidrati come lo zucchero bianco e la farina bianca colpiscono il corpo umano in tre modi diversi:

1. Lo zucchero raffinato industrialmente e` otto volte pi`u concentrato della ` il farina, otto volte meno naturale, forse otto volte pi`u pericoloso. E suo carattere artificiale che inganna il palato e l’appetito, portando cos`ı al consumo eccessivo. Chi mangerebbe piu` di un chilo di barbabietole al giorno? Eppure il loro equivalente in zucchero raffinato e` di solo 120 grammi. Questo consumo esagerato provoca il diabete, l’obesit`a, la trombosi coronarica tra le altre cose. 2.  La soppressione delle fibre vegetali naturali provoca la carie dentaria, malattie delle gengive, problemi di stomaco, vene varicose, emorroidi e diverticolite. 3. La rimozione delle proteine causa ulcere peptiche≫ .

Sarebbe poi straordinario, se lo zucchero e la farina bianca, fattori di cui `e dimostrato l’effetto disastroso per i denti, non avessero anche profonde ripercussioni su altre parti del corpo. La malattia coronarica e` stata considerata come una “complicazione” del diabete. Infatti hanno entrambi una causa comune: lo zucchero bianco e la farina bianca. Gli Indiani del Natal, in Sud Africa, consumano nove volte pi`u zucchero di quello che consumano i loro compatrioti in India, ed i primi hanno subito una vera e propria esplosione di diabete, il cui tasso `e forse il pi`u alto del mondo. Se succedesse che le masse in India avessero altrettanto zucchero a loro disposizione, le conseguenze in 10 o 20 anni sarebbero ≪troppo spaventose per poter essere immaginate≫. I programmi di salute pubblica dovrebbero concentrarsi sulla nutrizione preventiva – principalmente sostituendo i carboidrati naturali a quelli raffinati – piuttosto che sulla individuazione della malattie causate dallo zucchero. La nutrizione preventiva dovrebbe anche comprendere, temporaneamente, l’uso “teoricamente scorretto” di dolcificanti artificiali sostitutivi, che gli autori di  Diabete, trombosi coronarica e la malattia saccarica   paragonano all’uso della pillola contraccettiva ritenuta ≪non desiderabile, ma spesso inevitabile ≫. L’eroina venne dapprima introdotta come sostituto non assuefacente e non tossico della morfina. Poi e` stato introdotto il metadone come sostituto non assuefacente e non nocivo dell’eroina. Questo `e avvenuto solo poco tempo prima che

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si scoprisse che i prodotti di sintesi erano altrettanto pericolosi dei narcotici alla vecchia maniera. Lo stesso discorso vale anche per  i dolcificanti di sintesi , che adescano il cliente in quanto venduti come sostituti innocui dello zucchero.  La saccarina e il ciclammato hanno molti difensori tra la classe medica. Se comparati con lo zucchero, si possono sempre trovare degli argomenti scientifici per difenderli come il minore dei mali. Gli scienziati sono freneticamente all’opera per scoprire nuove formule per dolcificanti sintetici. Altri ricercatori nel contempo sono al lavoro, talora sovvenzionati dall’industria dello zucchero, per dimostrare che le nuove sostanze sintetiche sono potenzialmente pericolose. Il guaio, con tutti i vari dolcificanti chimici, oltre al potenziale pericolo per la nostra salute, e` che pi`u dipendiamo da essi pi`u ci diventa difficile apprezzare la naturale dolcezza del vero cibo. Questa dipendenza dai dolcificanti sintetici, come quella da zucchero, attenua il nostro senso del gusto fino a farlo sparire quasi completamente.

Il parere pi u` sensato sui dolcificanti artificiali secondo me l’ha dato il dr. A. Kawahata, nutrizionista dell’Universita` di Kyoto, che cita un antico assioma buddista : Se cerchi la dolcezza  La tua ricerca sar a` senza fine  Non sarai mai contento  Ma se cerchi il vero gusto Troverai ci`o che cerchi.

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Capitolo 14 Dalla minestra al dolce ` un vero miracolo trovare in commercio una minestra in lattina che non contenga E n´e zucchero 1 n´e conservanti. Se volete farla finita con lo zucchero, dovete contare su voi stessi in questo settore. Una zuppa fatta in casa `e questione di un attimo, basta solo procurarsi gli ingredienti giusti.

Figura 14.1:  un’alternativa di qualit a` allo zucchero: il malto di riso 100% [seguono suggerimenti di cucina macrobiotica: da leggere si consigliano i libri di  George Ohsawa  e  Michio Kushi] Io tengo sempre a portata di mano  una scorta di legumi secchi, come piselli, fagioli rossi2 e lenticchie. Si combinano a meraviglia con le verdure di base come cipolle, porri, carote e sedani. Poi faccio variazioni con verdure di stagione come zucche, mais fresco, barbabietole, rape e pastinache. Basta mettere a bagno i piselli o i fagioli secchi durante la notte in acqua fredda. Se volete essere avventurosi, aggiungeteci un pezzetto di  wakame  secco – 1

Probabilmente quegli illustri scienziati non conoscevano dolcificanti pi`u naturali, quali il malto d’orzo, di riso etc. (n.d.c.) 2 azuki.

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una verdura marina giapponese che si pu`o trovare nei negozi di alimenti naturali. I minerali dell’alga riducono il tempo di cottura e danno un gradevole sapore. Le zuppe  sono la quintessenza della semplicit`a. Cominciate col procurarvi  un olio vegetale di buona qualit a` , non filtrato e spremuto a freddo, di sesamo o di mais , o una combinazione dei due. Fate saltare una cipolla tritata in una pentola ben spessa. Aggiungete sedano tagliato fine e magari delle carote. Versate a poco a poco i piselli con la loro acqua d’ammollo. Portateli a bollore e cuoceteli a fuoco lento per un’ora, sino a che i legumi siano teneri, ma non sfatti. Lasciate riposare e riscaldate per qualche minuto prima di servire nelle ciotole, aggiungendo un po’ di  shoyu, una salsa di soia tradizionale a base di sale marino. (Lo shoyu, la salsa di soia tradizionale giapponese, e` un alimento vivo, fermentato naturalmente e fatto invecchiare per due anni in botti di legno; non contiene prodotti chimici, zucchero o conservanti: i suoi ingredienti sono acqua, fagioli di soia, grano e sale marino. Molte altre salse di soia in commercio in America sono fatte con zucchero ed altri prodotti chimici, per ridurre il tempo di fermentazione). Questa e` la ricetta di base. Le variazioni possibili sono infinite: •









 Se trovate delle belle cipolle, potete gi`a fare una buona minestra.  Oppure mettete a cuocere molto sedano e passatelo: ecco pronta una crema di sedano.  Con delle bietole tagliate, parti verdi comprese e qualche foglia di cavolo, otterrete una specie di  borsht  alla polacca. Fate saltare della cipolla con della zucca sino a che siano soffici, aggiungete dell’acqua ed ecco pronta una zuppa di zucca.  Se trovate dei porri, usateli insieme o al posto della cipolla e avrete una minestra che si avvicina molto alla cosiddetta  vichyssoise. La potete ispessire con farina d’avena.

Io evito di utilizzare patate e pomodori nelle zuppe ed evito anche la maggior parte dei cereali in chicchi, a parte 1’ orzo, che, aggiunto in piccole dosi a qualunque combinazione di verdure, d`a una densit`a ed un sapore completamente diversi. Faccio anche una meravigliosa  zuppa di mais  che di per s´e e` gi`a un pasto. Fate saltare delle cipolle affettate. Quando sono dorate, aggiungete mescolando ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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mezza tazza o pi`u di farina di mais gialla o bianca, facendola saltare un poco (del peperone verde aggiunge colore e sapore). Dopo aver fatto rosolare un poco la farina nell’olio, aggiungete lentamente l’acqua come quando si fa una salsa. Si pu`o poi aggiungere altra acqua e cuocere a fuoco lento per circa un’ora. Togliete qualche chicco di mais fresco e tenero da una pannocchia e servite con shoyu. Fuori stagione potete usare mais in barattolo (attenti allo zucchero. . . ). Con minestre cos`ı non avete bisogno di scrivervi le ricette. Potete farne una all’italiana facendo un brodo di cipolla e sedano e aggiungendo scarola o lattuga romana. Ricordatevi di decorare le ciotole per la minestra con cipollina verde cruda tritata fine, come fanno i Giapponesi, o con prezzemolo, all’italiana. Potete usare le foglie di carota e le radici dei porri, come fanno i Francesi, se li tagliate sottili e li saltate bene. Usate pure molto cavolo, come fanno i Russi e gli Irlandesi. Usate anche fiocchi d’avena, alla scozzese o all’irlandese. Oppure aggiungete al brodo di cipolle le verdure ancora crude per fare una minestra mediterranea. Il fatto e` che se riuscite a trovare delle verdure fresche, la zuppa vi riuscir`a eccellente. Shoyu o miso daranno poi il giusto sapore. [O ancora, un semplice brodo di  kombu (alga marina) e altre verdure, poi tolte e mangiate asciutte, pu`o far da brodino in cui mettere un’ottima pasta di grano saraceno, la  soba, cotta a parte, appena condita con shoyu e un pizzico di zenzero, e con qualche elegante decorazione di verdure tagliate finemente n.d.c.].

In America, tra quegli ammazza-persone che sono gli “spacciazucchero”, Fannie Farmer  `e certamente la regina. Se abbia rispecchiato l’era vittoriana o se sia stata lei ad influenzarla, non lo sapremo mai. ` certo che i suoi libri di cucina erano come la bibbia delle cuoche americane, E verso la fine del secolo. Inizi`o con un diploma della  Scuola di Cucina  di Boston e forse aveva rubato molte delle sue ricette alla preside, signora Lincoln, il cui libro, pubblicato alcuni anni prima del suo, ebbe meno successo. Per decenni, le donne hanno copiato le loro ricette da Fannie. Forse venne incoraggiata dalla  Zuccherieri Riuniti e Company! Giustamente, ad ogni modo, la sua effige venne tramandata ai posteri su di una scatola di caramelle, poich´e   fu una, se non la prima, ad aver l’idea omicida di aggiungere zucchero praticamente a tutto : al pane, alle verdure, alle insalate e ai loro relativi condimenti.

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Nel capitolo del suo libro di cucina, pubblicato nel 1896, dedicato alle insalate, le ricette dei loro condimenti pretendevano che ci si mettesse dello zucchero. In edizioni successive, le gelatine di pomodoro erano rese letali dalle aggiunte di zucchero. Questo veniva usato anche per accelerare la lievitazione de pane, tanto che gli europei scambiavano il pane americano per un dolce. E infatti lo era. La sua mania di aggiungere zucchero culmina nell’edizione del 1965 del suo libro, che consiglia di usare la maionese commerciale (gi`a zuccherata) e di aggiungervi una parte di zucchero contro due di succo di limone e altri condimenti. Consiglia poi di ≪sbattere bene≫. Sicuramente e` questo, comunque, l’effetto che produce!   Oggi e` praticamente impossibile comprare della maionese o delle salse pronte per insalate in vasetto o in bottiglia che non siano gi a` zuccherate . Se poi cominci ad aggiungere gelatine colorate (tutte pesantemente zuccherate) e frutta sciroppata in scatola ben zuccherata, avrai fatto una tipica insalata all’americana. Molte donne non mangiano nient’altro che questa specie di “bomba allo zucchero” e pensano di essere a dieta. Poi si stupiscono che ai loro uomini non piacciano tanto i loro pasticci colorati. Farebbero meglio a mangiarsi i fiori del vaso a centrotavola, invece di quella roba!

Senapi e mostarde, ketchup, maionesi e le loro diverse combinazioni chiamate “insalate russe” sonno stracariche di zucchero . Se volete lasciar perdere lo zucchero, dovrete ripartire da zero per quel che riguarda le insalate. Ricordatevi che nel 1905 i Giapponesi le suonarono ai Russi; perch´e non provate un’ insalata ` facile a farsi ed eccellente per lo stomaco, si combina bene con giapponese ? E quasi tutti gli altri piatti e inoltre e` compatta e pu`o esser trasportata in un barattolo, infine si conserva molto a lungo. L’ insalata pressata si prepara mettendo delle verdure tagliate fini a strati sovrapposti in un recipiente di terracotta e, dopo averle salate, si coprono con un asse leggermente pi`u piccolo coperto da un peso. Se avete un vaso in terracotta e una grossa pietra va bene. Altrimenti vi potete arrangiare con due insalatiere messe una dentro l’altra, con una gran caraffa piena d’acqua sopra, come peso. Dopo un poco – da 15 minuti a 2 ore – si versa l’eccesso d’acqua trasudato dalle verdure, che diventano cos`ı pi `u gustose. Il cavolo cinese va benissimo per le insalate pressate, ma praticamente qualunque verdura va bene: lattuga, scarola, bietola, dente di leone, sedano, cipolla, rapanello a fettine,   daikon  e il verde di tante radici come carote rape, sedani, zucchini, cipolline, cipolla selvatica, radicchio rosso e verde. Io evito di usare le foglie dal sapore troppo aspro, come il cavolo e gli spinaci. I cetrioli si combinano bene con quasi tutte le verdure verdi e sono buoni anche da soli.

Comincio sempre lavando bene le verdure  (ogni volta che lo faccio mi ricordo sempre della storia della signora americana a Parigi, cui dissi com’era bello ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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andar per mercatini all’aperto in Francia a comperare verdure fresche. Lei, con un’espressione disgustata, sottoline`o: ≪Per`o sono cos`ı sporche! ≫). Se siete abbastanza fortunati da avere le verdure del vostro orto o di quello di qualcun altro, coltivate senza chimici ed insetticidi, biologiche, scoprirete che hanno veramente un buon sapore. In questo caso, sono quasi sempre sporche di terra. Dopo averle lavate ed asciugate, tagliatele a pezzettini; mettetele poi in un recipiente (o in un vaso di terracotta), cospargendo ciascuno strato con un po’ di sale marino. ` meglio usare il  sale marino grezzo , bianco o chiaro e non grigio e non il E salgemma o il sale fino, che `e forse anche additivato con zucchero per renderlo scorrevole. Dopo aver cosparso di sale tutti gli strati di verdure, mettete l’insalatiera piccola su quella grande contenente le verdure, posandoci sopra qualcosa di pesante. Come pressa-insalate potete anche trovare qualcosa in commercio, oppure farvi fare un coperchio per un barilotto o altro contenitore a bocca larga: il coperchio di legno non dovr`a essere troppo giusto, in modo da poter entrare nel barile e scorrervi liberamente. Come peso ci potete mettere un pietrone o altro. Dopo un’ora, l’insalata pressata e` generalmente pronta. Togliete il peso, gettate via il liquido e servite con un poco di shoyu, o con shoyu e limone o shoyu e aceto di riso o altro. Se volete, potete aggiungere un po’ d’olio di sesamo, non raffinato. Se qualche verdura particolarmente fibrosa e` ancora dura, rimettetela a pressare ancora un po’. I Giapponesi con lo stesso metodo preparano dei favolosi  insalatini o salamoie, con un po’ pi`u di tempo e forse un po’ pi`u di sale. Lasciano le verdure in salamoia per giorni, talvolta per settimane. L’azione del sale sulle verdure opera una trasformazione completa e d`a un sapore del tutto diverso. Un’insalata pressata pu`o servire per un piatto principale. Fate cuocere della pasta di grano integrale, scolatela bene e fermate la cottura con un po’ d’acqua, aggiungete un poco d’olio di sesamo e di salsa di soia e mescolatela poi con le verdure. Non rimpiangerete molto la maionese zuccherata in commercio e se proprio volete la maionese, fatela voi con uova fertilizzate (fecondate), olio buono e limone con  shoyu. Sino a che non avrete svezzato i vostri familiari dagli alimenti industriali, penseranno di non poterne fare a meno.

I pomodori e gli avocados sono frutti tropicali, per cui non li uso mai nelle insalate, e nemmeno le patate. Se siete ai tropici e volete un avocado, mangiatelo cos`ı com’`e con un po’ di salsa di soia. Per un’insalata di pasta uso spesso la  soba, ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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o spaghetti giapponesi di grano saraceno, ancora poco conosciuti, pur essendo una “delicatezza”. Il grano saraceno `e ricco di proteine e di rutina, che molti comprano a caro prezzo sotto forma di “integratori” in pillole, in farmacia. Conosco delle donne che si esaminano spesso con cura la pelle alla ricerca di capillari rotti, sgradevoli a vedersi. Appena scoprono qualcosa del genere mangiano del grano saraceno. Provate anche voi.  Se il vostro medico ha delle venuzze varicose sul viso o sul naso, parlategli del grano saraceno. Non vi lasciate mai visitare da un medico senza esaminarlo anche voi. Molti medici hanno bisogno di tutto l’aiuto che gli potete dare . Quando preparo un’insalata, ci aggiungo sempre dei  germogli , che io stesso preparo. Gli orientali hanno fatto germogliare semi, fagioli e legumi per secoli, prima ancora di sentire parlare di vitamina C. Oggi che la verdura fresca costa cara, `e bene che chiunque pu`o li produca in casa. Per far germogliare i chicchi o i semi non serve n ´e terra n´e una finestra al sole, si possono persino far crescere nella cella di una prigione! Avete solo bisogno di un recipiente adatto, di acqua e dei  semi di soia o di erba medica (alfa alfa) o di lenticchie. Mettete i semi sul fondo del vaso, pochi, in uno strato. Bagnateli e teneteli bagnati, prima al buio e poi alla luce (in modo che i germogli si colorino di verde). Molti negozi di alimenti naturali vendono speciali vaschette con filtro rimovibile. Seguendo le istruzioni, in qualche ora o in qualche giorno avrete pi`u germogli di quanti ne possiate mangiare. Si possono conservare per parecchi giorni in frigorifero vanno bene nelle insalate, oppure mescolati ad altre verdure, scottati o saltati. Dopo aver raccolto quasi 50 milioni di dollari l’anno per decenni, promettendo ai donatori che, se continuavano a dare e poi dare, si sarebbe finalmente potuto trovare un rimedio per la loro malattia di cuore prima che morissero, la   Societ `a Cardiaca Americana  ha recentemente ammesso che non si poteva impedire agli uomini di scavarsi la fossa con i propri denti. L’ Associazione Cardiaca  ha pubblicato con molto rumore un libro ufficiale di cucina per una dieta “a basso tenore di grassi”. Spiega come “contare” i grammi di colesterolo proprio come una volta si contavano le calorie. Non avevamo certo bisogno che ci venissero a raccontare, dopo tanti anni, che olio di sesamo, di girasole, di mais e di germe di grano sono meglio di strutto, lardo, margarina, burro o qualche altro buon grasso in commercio. Se ne sono anche usciti con altre geniali trovate (come la frittata povera di colesterolo, fatta con un tuorlo e tre chiare d’uovo), ma continuano a non fare ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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spesso una gran differenza tra uovo e uovo.   Tra le uova di fattoria fecondate di galline “ruspanti” che corrono e beccano in libert a` e uova non fecondate di galline fantasma sequestrate nei pollai d’allevamento simili a prigioni. Se una gallina cova un uovo fecondato, nasce un pulcino. Se cova un uovo sterile pu`o insistere quanto vuole e ne risulter a` un uovo marcio e puzzolente . Non e` facile trovare delle buone uova come le prime, mentre quest’ultime sono quelle dei supermercati.  Visto che le uova vere sono cos `ı rare, e` meglio non mangiarne affatto. Selezione dal Reader’s Digest  si un`ı al coro, pubblicando con grande enfasi alcuni paragrafi tratti dal libro di cucina dell’Associazione Cardiaca Americana, col titolo  La dieta con pochi grassi . Non potei resistere dal dare un’occhiata alle ricette. Nonostante tutti i lavori scientifici pubblicati sul rapporto tra l’alto consumo di zucchero e le varie malattie di cuore, l’Associazione abborda l’argomento zucchero con grande precauzione.

Mangiate alimenti che soddisfino il vostro bisogno quotidiano di proteine, vitamine, minerali e altre sostanze nutritive. Il vostro appetito sar`a meglio soddisfatto da cibi utilizzabili anzich´e da calorie vuote come quelle che si trovano nello zucchero ≫. ≪

Tuttora non si sono ancora spostati di un millimetro dal vecchio concetto superato e screditato, secondo il quale lo zucchero rappresenta solo calorie vuote o nude, senza pericolo. I cereali, ci dicono, non contengono colesterolo. Ma non ci dicono che cosa contengano. Non consumate troppi latticini ricchi come burro, gelati e latte intero. Gli alimenti convenienti spesso non lo sono per chi vuole limitare l’uso dei grassi. Si possono far dolci con meno uova e burro. Quando si arriva alle ricette, tutte senza grassi e povere di colesterolo, sono completamente sullo stile di Fannie Farmer: zucchero nel pane, nelle frittelle e nelle crepˆes, nei dolci, nelle torte, nei plumcake, nelle paste; gelatina d’uva e marmellate varie con gli hamburger; maionese, cornflakes (fiocchi zuccherati di mais) e frutta sciroppata come contorno! Tutto questo prima ancora di arrivare al dolce! Quasi tutti i dolci consigliati sono pieni zeppi di zucchero. Sono grato a questo libro solo per una cosa: anche se le sue ricette non mi sono piaciute, la salsa di ceci mi ricorda un favoloso piatto arabo, il delicato  hummus  tahina. Esistono due tipi di   tahin: quello chiaro, fatto con semi sbucciati, e quello scuro, di semi interi e tostati,  chiamato burro o crema di sesamo , di gusto assai simile a quello del burro di arachidi. ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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Fatta con ceci in scatola (come suggerisce il libro degli “amici del cuore”) e senza tahin – la pasta bionda fatta di semi schiacciati di sesamo, una derrata di base in Medio Oriente da secoli – per`o la crema di ceci diventa solo una pallida imitazione. Io preferisco i ceci secchi del negozio di alimenti naturali; perch´e comprare tutta quell’acqua in scatola? Lasciateli a bagno tutta la notte e fateli cuocere nella loro acqua sino a che non siano soffici. Io ci aggiungo un pezzo di alga kombu giapponese sin da quando li metto a bagno per sveltire la cottura ed aggiungere nuovi elementi nutritivi, tutti senza colesterolo! Ed eccoci all’aglio, terzo ingrediente dell’hummus. Nessuno ti pu`o dire quanto aglio usare, perch´e dipende dai tuoi gusti e anche dall’aglio. Credevo di saperne abbastanza sull’aglio, sino a che non visitai la vecchia cittadina francese di Fleurance, in Guascogna. Ho trovato qui un aglio mai assaggiato prima, fatto crescere senza prodotti chimici o insetticidi. Il sindaco del paese `e il famoso guaritore naturale ed erborista Maurice M´essegu´e (v. capitolo III). Lo scopo della sua vita e` quello di fare del nome della sua citt`a il sinonimo della migliore alimentazione naturale d’Europa, se non del mondo (gli incomparabili polli di Fleurance sono nel men`u di Maxim’s a Parigi e sicuramente contribuiscono a far salire il conto. . . ). L’ aglio che cresce intorno a Fleurance `e cos`ı ricco e succoso da esplodere di succhi ed odori quando lo si apre. M´essegu´e dice che  l’aglio ha la virtu` di tonificare e di guarire, ma che  `e pericoloso se coltivato artificialmente perch e´ i prodotti chimici tossici tendono a concentrarsi negli spicchi . Tornai da Fleurance con aglio in sacchetti blu con fiocchi verdi.  Uno spicchio dovrebbe bastare a dare aroma a un piatto , ma se dovete accontentarvi di quella roba stanca e un po’ secca venduta in citt`a, ve ne occorre una testina alla volta. Quando sar`a riconosciuta la loro superiorit`a qualitativa, le verdure e le erbe biologiche saranno in gran voga. Per l’hummus, fate una pasta nel frullatore e ancor meglio nel mortaio, con dei ceci cotti, aggiungere l’aglio, il tahin ed un bel po’ di salsa di soia o shoyu. Mescolare il tutto ed assaggiare. Se non siete soddisfatti aggiungete ancora un po’ di ceci o di tahin, di shoyu o di aglio. Servire con prezzemolo tritato fine. ` una crema eccellente, pratica da usare sul pane per tartine o per farcire altre E ` un piatto molto ricco di nutrimento e, al contrario della maionese, verdure crude. E non contiene grassi animali, e` meno grasso ed `e senza zucchero. Man mano che cresce il vostro rispetto per il cibo che cucinate e mangiate, comincerete a provare un rispetto simile per la precisione della lingua francese; non fa stupire che fosse il linguaggio diplomatico e, per precisione ed economia, `e anche diventata la lingua ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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della cucina internazionale. In francese, ad esempio, il riso integrale, quello con tutte le vitamine, i minerali e la crusca intatti, e` detto riz complet , mentre in inglese ci si deve accontentare del termine pi`u impreciso di riso bruno,  brown rice, una descrizione imprecisa del suo colore e questo ha spesso causato una confusione voluta. In certi supermercati si trova del riso bianco colorato. Scuro lo `e, ma e` ben lungi dall’esser completo. In francese,   raisin   vuol dire uva. Il  raisin   inglese e` , in Francia,  raisin sec (uvetta secca). Serve a ricordarci che era uva e che ora `e secca. Lo zucchero naturale dell’uvetta la rende un dolcificante naturale; idem per l’uva sultanina. Ci sono poi mele, pesche, albicocche, prugne, ciliegie e altri frutti seccati, che, al naturale o cotti dopo esser stati a bagno, sono dei dolcificanti. Si potrebbero comprare datteri, fichi, banane ed altro, secchi, ma   io preferisco lasciare questa frutta zuccherina e tropicale a chi vive ai tropici. Ci o` che e` naturale per un Eschimese non lo e` per un isolano della Polinesia e viceversa .  Provate l’umeboshi, la favolosa prugna secca salata giapponese. Impiegata nella medicina tradizionale locale come antiacido,  `e anche un prezioso aiuto in cucina, in vari tipi di cotture o come condimento.

Fate seccare la frutta fresca di stagione per l’inverno . Seccata al sole senza prodotti chimici ha un sapore favoloso, tutto diverso da quello della frutta sciroppata zuccherata in scatola e migliore di quella cruda. Si mantiene a lungo e occupa poco spazio. Con qualche barattolo di frutti seccati, prugne umeboshi, noci, mandorle e nocciole in dispensa, siete pronti a fare grandi scoperte. Una volta lasciato lo zucchero raffinato, aprite il vostro gusto ad una nuova gamma di sapori, che in realt`a nuovi non sono e che predominavano nei dolci e nei piatti atti di una volta. Un altro ingrediente, che spesso uso per il suo aroma, `e  la buccia secca di arancia o di limone  non trattati,  conservata in un vaso di vetro. Le possibili combinazioni sono infinite. Cominciate con mele secche, uvetta e un po’ di buccia di limone. Lasciate una manciata di mele secche a bagno; tagliate un po’ di uvetta in modo che tutta la sua dolcezza impregni la composta. Mettete in pentola con un po’ di scorza d’agrume, cuocete a fiamma bassa un 20-30 minuti, spegnete. Questa composta si pu`o consumare cos`ı, oppure passata, oppure la si pu`o rendere un po’ pi`u solida con un amido, il  kuzu3 o  arrowroot , o con  agar-agar 4 3

Kuzu: e` un amido estratto da una leguminosa (Pueraria Thunbergii) che cresce sulle montagne vulcaniche del Giappone. E molto nutriente, indicato per persone con un debole apparato digerente ed anche utilizzato in caso di raffreddore, diarrea, acidit`a del sangue, anemia. Per la sua propriet`a di rassodarsi al calore e` utilizzato in cucina per salse, zuppe, dolci e gelatine. Della stessa famiglia del kuzu e` l’arrowroot, radice che si sviluppa in pianura e in clima pi`u dolce. 4  Agar-agar  `e un prodotto derivato da alghe marine, serve a preparare gelatine: non d a` calorie ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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cotta insieme e poi raffreddata. La si pu`o anche usare come ripieno per crostate. Si possono aggiungere castagne fresche o secche, bollite e pelate. Per una composta di frutta diversa, potete combinare uvetta, albicocche e scorza d’agrumi. Oppure uva sultanina e pere. Queste combinazioni prendono un sapore migliore aggiungendo delle prugne salate   umeboshi   (volendo, potete togliere il nocciolo). Agiscono come un catalizzatore, addolcendone il sapore. Tengo sempre della frutta cotta in frigo: posso cos`ı in poco tempo fare un dolce, una crostata, un budino o una gelatina di frutta; basta frullare la composta e aggiungere acqua e  arrowroot   per ispessirla, versarla poi in un bicchiere o in uno stampo e lasciarla raffreddare, gelificare o assomigliare a. . . quel che vi pare! La maggior parte dei budini in polvere in commercio sono pieni zeppi di zucchero e altre cose poco consigliabili. Ho avuto qualche successo nello svezzare dei bambini dal budino con un frullato di frutta e  tahin  (che serve da sostituto del latte da secoli, nei paesi arabi). O anche con  “latte” di soia e malto d’orzo, nocciole tostate e tritate e caff`e d’orzo, il tutto gelificato con  agar-agar . O potete mettere a bagno una tazza di frutta secca in acqua con una buccia di limone, con una prugna  umeboshi. Fate cuocere per qualche minuto a fuoco basso e lasciate raffreddare. Frullate tutto con qualche cucchiaiata di tahin. Versate nei piatti per servire e guarnite con un poco di noce di cocco grattugiata o con qualche bacca di stagione. Per fare la  pasta per le crostate , l’abilit`a sta tutta nel trovare gli ingredienti giusti: farina fresca di grano biologico tenero e completo setacciata, farina di granturco, un po’ di farina pasticciera, olio di sesamo di prima spremitura, non raffinato n´e colorato, senza prodotti chimici5 . La farina di mais d`a variet`a, compattezza e sapore. Se la consistenza che d`a e` troppo grossolana, riducetene la quantit`a. Infine, aggiungere sale marino.  Io uso in genere un terzo di farina di mais e due terzi di farina di grano completo , un po’ setacciata.

Mescolate le farine in una terrina, con un pizzico di sale marino, aggiungere goccia a goccia 2 o 3 cucchiai di olio di sesamo o di mais. Mescolate fino a che l’olio abbia ben impregnato la farina; aggiungete a poco a poco acqua ed e` ricco di sali minerali. 5 Come gi`a detto tale olio costituirebbe, secondo la legge italiana, una frode, almeno sino a che i consumatori non riusciranno a farla cambiare. – (n.d.c.)

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fino a che si possa lavorare bene la pasta e fate una palla. Lasciatela riposare un’oretta.  Cospargete bene di farina un tavolo o un tagliere di legno, prendete il mattarello (o una bottiglia ben pulita) e fate una sfoglia piatta e sottilissima. Adattatela ad una teglia da forno. Preriscaldate il forno (i forni col grill sono molto indicati per cuocere il fondo delle crostate). Infornate e lasciate cuocere per pochi minuti, tirate fuori e lasciate raffreddare. Se utilizzate il forno della cucina economica, preriscaldate fino a 220 C e lasciate il fondo della crostata sino a che sia ben dorato e croccante. Ogni forno e` diverso, per cui per temperatura e tempi vi dovete regolare da soli.  In genere, 20 minuti bastano . Provate a fare crostatine piccole, individuali: sono pi`u facili da preparare e pi`u attraenti.  Potete riempire la crostata con la vostra crema di frutta, passata o intera . ◦

` raro che usi frutta fresca per fare crostate o fagottini.  Se riuscite a trovare E della bella frutta fresca di stagione, mangiatela cos `ı com’`e.  Se pensate di non poter apprezzare delle fragole senza zucchero, fate cos`ı: lavatele con tanto di gambetto e  lasciatele in acqua fredda salata per una mezz’ora (un cucchiaino di sale in mezzo litro d’acqua) poi asciugatele. Tutti sappiamo come un po’ di sale ravvivi la dolcezza del melone o delle mele. Lo stesso vale per le fragole o i lamponi. Le pesche seccate con noci tostate rendono la crostata deliziosa. Versate le pesche con la loro acqua in un pentolino, aggiungendo una scorza di limone – fresco o secco – e fate bollire. Non scordate di ispessirle con  arrowroot  (o  kuzu  o  amido di mais). Versate il tutto sul fondo della torta e tenete in forno per qualche minuto. Se il composto e` troppo liquido, aggiungete ancora arrowroot, se lo si vuole pi`u dolce, basta del malto o l’acqua d’ ammollo dell’uvetta. Per la parte superiore, potete far tostare i ritagli di sfoglia con del germe di grano, con fiocchi d’avena o con un po’ di datteri o di miele, semi di sesamo schiacciati, un po’ di cocco, un goccio d’olio di sesamo e un po’ d’acqua. Cospargete la crostata con questa ≪granola≫. Dorate sotto il grill.

Troppi cuochi ignorano tutte le possibilit a` di verdure come carote, zucche, pastinache e cipolle, che rendono le crostate ottime e fragranti. Pelate le cipolle e tagliatele a fettine non troppo sottili, fatele saltare in olio di sesamo fino a dorarle e aggiungete un po’ d’acqua. Fate bollire gentilmente e mescolatevi, girando, un cucchiaio di  arrowroot  disciolto in un po’ d’acqua fredda fino a che formi una pasta che render`a biancastre ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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le cipolle nella loro acqua di cottura; continuate a girare, a fiamma bassa, finch´e bollendo diventa trasparente. Aggiungete allora una buona dose di salsa di soia o shoyu. Fate delle prove per stabilire la quantit`a ideale per voi.   Versate le cipolle cotte sul fondo della crostata, precedentemente preparato, e mettete in forno per pochi minuti: la crostata  `e buona sia fredda che calda . Il furikake `e uno straordinario condimento orientale fatto con semi di sesamo, miso (pasta fermentata di soia), un po’ di farina di soia, nori (un’alga secca tostata) e di  bonito  (fiocchi di pesce secco). Si trova gi`a pronto o si fa in casa, tostando questi ingredienti. Aggiungetelo alla vostra verdura, prima di mettere ( arrowroot   e la salsa di soia e cospargete tutto di sesamo tostato prima di mettere in forno. Passiamo ora all’argomento crˆepes. suzettes sono delle sfoglie arrotolate e farcite. Sono facili da fare e Le  cr epes ˆ  deliziose.

Io uso la farina fine integrale setacciata, talvolta mescolata ad altre farine per variare. L’ impasto e` lo stesso di quello utilizzato per le crostate, con l’aggiunta di latte, o latte di soia, o yogurt, oppure acqua. Se volete, potete aggiungere un uovo o due, a seconda della quantit`a di farina.  Il latte e le uova non sono essenziali , si possono usare una volta ogni tanto. Diluite l’impasto sino a che non ottenete una pastella filante, non troppo liquida (non scordate olio e sale). Pi u` leggera e` la pastella, pi u` sottile sara` la cr ˆepe.  Cuocetela su di una piastra ben calda, oleata o in una padella pesante, leggermente unta con olio di mais . Versate un po’ di pastella sulla piastra calda e lasciate cuocere finch´e la parte superiore della cr´epe e` asciutta. Saggiate l’orlo della frittella: se e` pronta, giratela. In Francia la lanciano in aria con la padella e la fanno capovolgere in volo, epes  bretoni al saraceno sono troppo grandi per esser voltate mentre le enormi  cr ˆ  senza aiutarsi con uno strumento. Quando la cr epe ˆ   `e cotta sui due lati, fatela scivolare su di un piatto. Per  dessert  le si pu`o farcire con un sacco di cose diverse: composta naturale di mele; mele, castagne e uvetta mescolate oppure uvetta da sola, la cui acqua si sia ispessita con arrowroot, oppure una composta di albicocche, uva sultanina e buccia di limone. Spalmate semplicemente qualche cucchiaio della vostra composta favorita sulla cr e´ pe, piegatela od arrotolatela e servite.

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Delle noci leggermente cosparse di sale marino, tostate a fiamma bassa e poi servite ancor calde costituiscono uno spuntino o un dessert incomparabile. Chiunque apprezza la differenza tra le noccioline tostate e quelle che non lo sono, ma, chiss`a perch´e, in genere si presentano le noci semplicemente senza guscio o si usano come decorazione. Non avete mai assaggiato niente di buono, se non avete mai provato delle noci fresche appena tostate. Date la vostra preferenza a noci e semi non trattati.



 Le mandorle non decorticate sono molto buone, ecco il modo di gustarle alla giapponese. Mettetele in un recipiente ed inumiditele con un poco di shoyu (la qualit`a della salsa di soia e` molto importante). Mescolate in modo che se ne impregnino bene, la buccia assorbir`a la soia. Mettetele in una teglia da forno, facendo in modo che non rimanga shoyu sul fondo. Passatele al grill a bassa temperatura, 200 C o meno, stando ben attenti che non si brucino e girandole ogni 5 minuti. ◦

Occorrono da 15 a 20 minuti perch´e le mandorle diventino abbastanza croccanti per poter essere servite. •

Le  caldarroste  sono una delizia di stagione molto familiare nelle strade di Parigi e di altre citt`a. Le castagne secche si possono conservare indefinitamente. La loro farina e` buona fresca, macinata da poco.  Le castagne sono dolci per loro natura e si sposano magnificamente con le mele e con l’uvetta per ripieni di strudel, fagottini e crostate e con la loro farina si pu`o fare il castagnaccio  o, se mescolata con farina di grano integrale, ogni tipo di pasticceria: cr epes ˆ  , cialde, chapati o bign´e6 .

Combinando un po’ di fantasia e creativit`a con gli ingredienti giusti, riuscirete a preparare degli alimenti naturali, deliziosi e senza zucchero. Quando vi sarete decisi a fare questo passo, vi ritroverete in condizioni migliori, in migliore salute, mentalmente pi`u svegli e liberi dal mal di zucchero, dal  sugar blues .

6

La dolcezza autentica comunque `e quella dei cereali completi ben cotti e ben masticati: piu` si masticano, pi`u son dolci. Provate anche voi! Li si pu`o anche cuocere con uvetta o altra frutta fresca o seccata e decorare o passare in forno con noci o semi, per un  dessert  casalingo tipo ≪pudding≫ di riso di eccellente qualit` a. (n.d.c.) ¤dizioniPDF   www.edpdf.it 

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Indice COPERTINA

1

1

Ci dobbiamo arrivare da soli

4

2

Il segno della canna

17

3

Come si `e arrivati fino a questo punto

32

4

Nello zucchero noi fidiamo

47

5

` tutta colpa delle api E

58

6

Dal biberon alla siringa

77

7

A proposito di cavoli e di re

87

8

Come complicare la semplicit`a

96

9

Cani morti e marinai inglesi

113

10 Codici d’onesta`

133

11 Cosa dicono gli specialisti

152

12 Perch´e non prendi una Lucky invece di un dolce?

161

13 Come farla finita

175

14 Dalla minestra al dolce

187

A . . . altri libri in PDF

201

200

Appendice A  . . . altri libri in PDF Sono stati anche digitalizzati, tra gli altri, i libri che seguono e scaricabili con eMule  durante i  week-end . Tutti eccellenti. Cercali ... Perch`e? Per informare ... anche chi ha pochi soldi in tasca e non pu`o spendere per acquistare decine e decine di libri. Troppa ignoranza in giro. L’informazione veicolata dai  media  in tema di nutrizione e cura delle malattie fa pena. Il solito bla-bla, la solita  tiritera, le solite filastrocche, le solite balle. E infatti ... la gente sta male, sempre peggio, e gli ospedali traboccano. Quello delle malattie e` un grande  business in cui a sguazzarci sono i sanitari, i ricercatori, gli industriali, i politici... Tanti si arricchiscono e non ne hanno mai abbastanza, vogliono sempre pi`u soldi ma serve allora una popolazione sempre pi`u malata. ...appunto! Gli autori sotto indicati, sono stati boicottati per avere intuito frammenti di verit`a, altruisti, eroici per avere cercato di aiutare i loro simili. Grandi uomini, da ammirare. Diversi libri sono dedicati al DIGIUNO, un rimedio che non costa nulla ... approfondisci! Chiss`a, potr`a esserti utile. Gli altri titoli:

Digiuno razionale, per il ringiovanimento fisico mentale e spirituale   del Prof. Arnold Ehret Il Sistema di Guarigione della Dieta Senza Muco  del Prof. Arnold Ehret (Pregevole per tante intuizioni valide e per quanto `e scritto sul digiuno ma ATTENZIONE: la dieta di Ehret non vale per chiunque, con qualunque costituzione fisica ... e lui inoltre non distingue a seconda della costituzione fisica, non parla di canali energetici nel corpo, non sa nulla di prana/etere, non parla delle qualit`a energetiche dei diversi alimenti ... e questa dieta presuppone comunque che si accompagni al digiuno e lunghi bagni di sole ... meglio 201

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