Studio Metodologia Pianoforte

January 19, 2023 | Author: Anonymous | Category: N/A
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Studio su alcuni importan importanti ti metodi metodi per lo studio studi o del pianoforte pianoforte Metodologia dell’insegnamento Strumentale di Oriana Celesti

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Indice

 Introduzi  Intr oduzione one Bartok - Il Mikrokosmos Bastien - Metodo per lo studio del pianoforte

Beyer - Scuola preparatoria del pianoforte op. 101 Metodo Russo Brugnoli - Dinamica pianistica Cesi - Metodo per lo studio del pianoforte Clementi - Il metodo completo per pianoforte Cortot - I principi razionali della tecnica pianistica Czerny - Metodo per pianoforte Dalcroze Il metodo Emonts - -Metodo Europeo per pianoforte Hall - Piano Time Lebert & Stark - Metodo per pianoforte Mugellini - Metodo d'esercizi tecnici per pianoforte Rossomandi - Antologia pianistica Rossomandi - Guida tecnica per lo studio del pianoforte Ruocco & Ghezzi - Metodo per pianoforte Montanari Dardi - Mani sull’avorio Suzuki - Il metodo Thompson - Easiest Piano Course Trombone - Il primo libro per lo studio del pianoforte Yamaha - Il metodo

Conclusione

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Introduzione

Ho usato vari metodi a supporto della didattica, cambiandoli in base all'allievo che ho avuto di fronte: la sua età, le sue esigenze, le sue ambi am bizi zion oni, i, ec ecc. c. Sare Sarebb bbee infa infatt ttii oppo opport rtun unoo non non us usar aree se semp mpre re lo stes stesso so meto me todo do,, ma cr cred edoo che che sia sia gius giusto to cali calibr brar aree la lezi lezion onee sull sull'a 'all llie ievo vo,,  partendo  parte ndo dal suo vissuto vissu to e cercando cercand o di capire e intuire i suoi desideri, desideri , anche anc he inespr inespress essi. i. Il lavoro lavoro dell'i dell'ins nsegn egnant antee divent diventaa cos cosìì un lavor lavoroo che necessit neces sitaa di molte risorse risorse e di molte competenze: competenze : pedagogia, ped agogia, psicologia, didattica. Anche avere la coscienza di ciò che è 'bello' è importante per   poter insegnare: è infatti fondamenta fonda mentale le trasmettere trasme ttere l'amo l'amore re per la musica vera, qualsiasi qualsiasi essa sia, cioè cioè suonat suonataa con competen competenza, za, passi passione one,, amo amore, re, dedizione, onestà. L'arte ha bisogno d'artigianato e compito dell'insegnante è quello di trasmettere le competenze e conoscenze per poter fare da sé. Quando l'allievo saprà fare da sé il compito dell'insegnante sarà cessato. Solo avendo avendo 'coscienz 'coscienzaa del bello' bello' il nuovo nuovo mus musici icista sta potrà diventar diventaree un artista.I metodi per imparare a suonare il pianoforte scritti fino a qualche decina d'anni fa erano dedicati soprattutto a coloro che potevano  permettersi di studiare musica. musica. Erano pertanto metodi piuttosto impegnativi impegnativi e che esigevano una grande dedizione e applicazione. Era come dire: solo chi riesce a passare indenne attraverso queste difficoltà può aspirare a diventare un vero virtuoso del pianoforte. Oggi le cose sono cambiate: molti studiano pianoforte e molti smettono. Nel passato, chi studiava di solito continuava, mentre oggi chi studia spesso smette molto presto, preso da mille altri impegni. Ecco che allora i metodi pianistici si sono trasformati, diventando molto più simpatici, accattivanti, divertenti. Sono lo specchio della nostra società, dove quello che conta è la pubblicità e la capacità di attirare nuovi clienti. Non è detto, però, che un metodo facile e divertente possa sortire migliori risultati di uno difficile e impegnativo. Quello che fa la differenza è, come sempre, la 'stoffa' dell'allievo, la sua voglia, la sua passione. Il problema è proprio la passione: chi insegna al giovane studente la passione per la musica? La famiglia? La scuola? Questo è il quesito principale da cui dipende tutto, ma questa non è la sede  per affrontare affrontare il delicato tema. tema.

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 Nella storia del pianoforte ci sono stati moltissimi grandi didatti che hanno scritto importanti metodi. In questa mia tesi ne analizzerò alcuni tra i  più celebrati, omettendone però degli altri ad esmpio i metodi di Ad Adam am,, Zinner Zin nermann mann,, Marmont Marmontel, el, Fétis Fétis con Mosche Moscheles les,, Koh Kohler ler,, Br Brei eith thau aupt pt,, sono stati visionati o comunque sono state raccolte delle informazi informazioni oni al riguardo: riguar do: si tratta però di metodi in alcuni casi molto sp speci ecifi fici ci,, oppure oppure eccess ecce ssivam ivamente ente datati, datati, nel senso che oggi si può giudic giudicarl arlii difficilmente appli app licab cabil ili. i. I metodi metodi di Leime Leimer/ r/Gi Gies eseki eking, ng, di Ca Case sell lla, a, di San Sando dor, r, di  Neuhauss più che dei metodi sono dei trattati, nel senso che in essi non  Neuhau troviamo praticamente degli esercizi o degli studi progressivi da suonare, ma del delle ana analisi isi sui var vari as aspe pettti che conc conceern rnon onoo l'es 'esecuz cuzione ione e l'interpretazione pianistica. A metà strada si trova il lavoro sui princìpi della tecnica pianistica di Cortot, nel quale vengono sviscerati i problemi tecnici inerenti l'esecuzione pianistica, in un senso progressivo e con il fine dello unica studioegiornaliero. Il suo è un trattato/metodo/studio: un'opera, non a caso, dall'alto valore didattico-musicale. In questa carrellata, oltre ai metodi di tipo 'classico', ho cercato di cons co nsid ider erar aree anch anchee quel quelli li più più or orig igin inal ali, i, tra tra cui cui Me Meto todo do Russ Russso so,, il "Mikrokosmos" di Bartok e alcuni dei metodi più recenti, ma interessanti: è il caso del metodo Yamaha e di quelli di Bastien, Thompson, Emonts, Hall, Ruocco e Ghezzi. Ho vol voluto poi poi agg ggiiung ngeere dei metodi todi d'insegnamento della musica che riguardano anche il pianoforte: i metodi Dalcroze e Suzuki. La spera speranza nza è di aver aver fo forn rnit itoo una suff suffici icien ente te ana anali lisi si su alcun alcunii fondamentali metodi d'insegnamento del pianoforte e di aver stimolato l'interesse e la curiosità per l'argomento.

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Il "Mikrokosmos" di Béla Bartòk 

Béla Bartòk, oltre che un grande compositore e pianista, fu un illuminato illumina to e prolifico didatta. Dalla sua attività attività didattica scaturì l'esigenza di comporre alcuni cicli pianistici con i quali introdurre l'allievo nelle singolarità melodiche, armoniche e ritmiche del linguaggio popolare dell'Ungheria. Più che didattici, i cicli andrebbero valutati come "connessi all'insegnamento", opere in cui l'autore esercitò la sua tempra pedagogica nel solco di un'ispirazione un'ispirazione creativa di prim'ordine. Il primo ciclo fu quello dei "Dieci pezzi facili" del 1908 cui seguirono nel 1913 diciotto brevi pezzi  per un metodo per p er pianoforte a cura di Sàndor Sàn dor Reschofsky (poi estrapolati contatto o con il pianofo pianoforte" rte" nel ed autonomamente editi come "Il  primo contatt 1929). Di più ampio respiro è il ciclo "Per i bambini" composto fra il 1908 e il 1909 e consistente di 85 (poi ridotti a 79) incantevoli pezzi basati su melodie popolari ungheresi e slovacche. In età più avanzata Bartòk elaborò cicli di caratura più elevata, "44 duetti" duetti "  per avvicinandosi due violini cori" per del 1931, i "27a brani del repertori 1935 e i concertistici: 153 pezzi pianistici dello straordinario "Mikrokosmos", concluso nel 1939 e nel quale il linguaggio popolare non è  più citazi cit azione one melod mel odica ica,, ma compon com ponent entee gramma gra mmatic ticale ale del tessuto tes suto compositivo. Fra le due epoche si pongono opere nelle quali l'intento didattico passa in secondo piano, ma che ugualmente l'autore volle mettere a disposizione degli allievi per mostrar loro cosa fosse un arrangiamento di melodia popolare: la "Sonatina", le "Danze popolari rumene", le "Colinde"  contadini dini ungheresi", ungheresi", tutte per pianoforte e i "15 canti conta pianoforte e composte composte fra il

1914 e il 1918. • Il "Mikrokosmos" È composto da 153 pezzi di difficoltà progressiva in 6 volumi. Mikro kroko kosmo smoss può es esser seree  Nel 1944 lo stesso Bartòk Bart òk dichiarava dichi arava:: "Il Mi

interpretato come una serie di pezzi in stile diverso che rappresentano nell 'insieme un piccolo universo, oppure può essere riguardato come un mondo musicale per i bambini". Il titolo è infatti davvero azzeccato, perché

riesce ad illustrare l'incredibile varietà di forme musicali che il ciclo mette in luce.

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L'incentivo alla composizione dell'opera fu il desiderio di creare un ciclo didattico, con un valore pedagogico. Inoltre Bartòk fu spinto anche dall'esigenza di insegnare il pianoforte al proprio figliolo. L'autore dichiarò: "I primi  primi quattro volumi di questo ciclo di brani pianistici sono  stati composti con l'intenzione di offrire ai principianti uno strumento di lavoro che comprenda nei limiti del possibile tutti i problemi che il futuro  pianista incontra al suo debutto. Iprimi tre volumi sono destinati al primo oppure ai primi due anni di pianoforte... Infondo a questi quattro volumi si trovano degli esercizi ... raccomandiamo di affrontarli prima dello studio dei pezzi. E' necessario aggiungere che gli esercizi più comuni (esercizi ordinari per le cinque dita, passaggio del pollice, arpeggi, ecc.) non sono contemplati in questa pubblicazione contrariamente ai metodi abituali.  Pezzi ed esercizi sono raggruppati per ordine progressivo secondo la loro difficoltà tecnica o musicale. Le indicazioni di metronomo, soprattutto nei  primi tre volumi, non devono essere osservate che in modo approssimativo.  I pezzi iiniziali niziali posso essere suonat suonatii pi più ù lenti o più vveloci. eloci. Nel Ne l quint quinto o e nel   se st oamente v ol nte u meoss inervate p ar ti co la redilelà delle i nd ic indicazioni az io ni di tedi m po d ev on o eèssogni er e  str  strett ettame osserv ate". ". Al prefazione,

singolo brano a racchiudere in sé i presupposti dell'educazione creativa  proprio nel suo essere regola grammaticale g rammaticale e di coordinazione coordinaz ione linguistica, linguistica , l'opera insomma "esemplifica la filosofia della teoria attraverso la pratica". II suo inestimabile valore sta infatti nell'introdurre gradualmente a tutti gli aspetti della teoria poiché è un tesoro inesauribile che contiene nello spazio ristretto di un 'microcosmo' tutti i caratteri dell'opera di Bartòk nonché tutti i problemi della musica contemporanea: la soluzione tecnica dei  problemi esposti esposti corrisponde alla soluzione soluzione di quelli musicali musicali e dunque alla loro acquisizione da parte dell'allievo. Oltre a costituire un importantissimo  primo contatt con tattoo con co n la musica music a modern mo derna, a, la l a raccolt rac coltaa te tende nde a sv svilup iluppare pare fin dall'inizio l'indipendenza fra le due mani e il ritmo. L'autore consiglia di non usare solo il suo metodo, ma di affiancarlo ad esercizi provenienti dalla tradizione occidentale. L'opera è basata sulla matura concezione del 'folklore inventato', al contrario della raccolta "Per i bambini": in esso i temi sono dell'autore, ma dappertutto sono evidenti gli elementi grammaticali dell'est europeo. Vi sono pezzi con una parte aggiunta per un secondo pianoforte, oltre a pezzi doppiabili all'ottava superiore e questo  per sollecitare la la pratica educativa dell'esecuzione dell'esecuzione in coppia.

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Il "Mi "Mikrok krokosmo osmos", s",  più che un metodo met odo,, è un tesoro tes oro di mus musica ica straordinaria e unica, che solo la mente di Béla Bartòk poteva concepire. In esso vi troviamo tutto. L'allievo che avrà la costanza e le capacità per  studiarlo ne riceverà degli enormi benefici, sviluppando una cultura musicale e un approccio alla musica originale e multiforme. Anche la sua tecnica pianistica diventerà solida, forte, disponibile alle novità e aperta ai  più diversi diversi tipi di scrittura scrittura musicale. musicale.

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Il "Metodo per lo studio del pianoforte" di James Bastien

Il metodo dello statunitense James Bastien (1934-2005) è forse uno dei metodi più usati, oggi. È stato pubblicato dalla 'Neil A. Kjos Music Company' a partire dal 1963 ed è stato finora tradotto in 14 lingue. È dedicato soprattutto ai bambini dai sette agli undici anni, ma può essere adatto anche per ragazzi e dispone di volumi specifici per allievi adulti. È molto curato, dalla grafica ai contenuti, costituendo a tutti gli effetti un valido percorso per apprendere le principali nozioni relative all'esecuzione  pianistic  piani stica. a. Il metodo è preceduto da due livelli preparatori, A e B, specifici per   bambini  bamb ini piccoli, picc oli, dai cinque cinq ue ai sette anni, ann i, cost costitui ituiti ti a loro volta volt a da due libretti, uno di pianoforte e uno di teoria e tecnica. Dopodiché vi è un livello cosiddetto preparatorio, o intermedio, adatto ai bambini di circa sette anni, suddiviso in quattro volumi: il metodo di piano vero e proprio, la teoria, la tecnica e il repertorio. Dopo la serie preparatoria inizia la collana didattica principale, costituita da quattro livelli, ognuno dei quali è suddivis sudd ivisoo in: "Piano"; "Teoria"; "Repertorio"; "Tecnica"; "A line a day  sight  sig ht rea readin ding" g" (quest'ultimo è un volume nella sola lingua inglese e dedicato alla lettura a prima vista). Sintetizzando, possiamo dire che si tratta senza dubbio di un valido metodo, anche se si possono riscontrare delle mancanze nelle parti per la mano sinistra, troppo spesso relegata a semplice accompagnamento con accordi. Inoltre, le composizioni sono forse spesso troppo semplici e non vi è quasi mai un pezzo veramente impegnativo, che riesca a dare una scossa al semplice alternarsi di brani abbastanza simili. La collana di Bastien è arricchita da moltissimi altri volumi: libri dedicati studio pere gli adulti; sonatine raccolte di brani popolari; celebri canti natalizi; allo boogie, rock country; americane; raccolte di famosi  brani classici; ecc. arrivando così a costituire costituire un grande tesoro musical musicalee per  il giovane, o meno giovane, pianista.

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La "Scuola preparatoria del pianoforte", op. 101, di Ferdinand Beyer

Uno dei più importanti e famosi metodi per imparare a suonare il  pianoforte  piano forte è senz'altro senz' altro quello quell o di Ferdinand Ferdi nand Beyer, Beyer , che risale alla metà dell'ottocento. Si tratta di una raccolta di 106 semplici esercizi per   pianofort  pian oforte, e, di graduale grad uale complessi comp lessità, tà, destinat desti natii al primo insegnam inse gnamento ento.. Questo testo è tuttora uno dei riferimenti riferimenti della didattica di tale strumento. Il metodo è preceduto da una parte teorica, dove sono riassunti i principali elementi della musica: notazione, divisione, intervalli, tempi, alterazioni, scale e accordi. Poi vi sono degli esercizi preliminari dedicati alle mani separate e quindi unite. Dopo questa parte introduttiva, ha inizio la serie di melodie, numerate dalla uno alla centosei. La prima è per la mano destra sola e  pres  pr esen enta ta dodi do dici ci vari va riaz azio ioni ni,, ognu og nuna na dell de llee qu qual alii con co n una un a part pa rtee d'accompagnamento per il maestro. La stessa cosa avviene per la mano sinistra e le sue otto variazioni. I brani successivi sono per le due mani insieme, anche se,dalperdoilcentrale. momento, la mano suona in ichiave violino, violi no, partendo centr ale. I brani fino sinistra al numero undici undic hanno di la  parte per essere suonati a quattro mani. Dal numero dodici al trent'uno i  pezzi sono a due mani e sono sempre per le cinque dita in posizione di Do maggiore. Dal numero trentadue al trentaquattro compreso si passa alla tonalità di Sol, anche se non c'è l'alterazione in chiave e pertanto è più conv co nven enie ient ntee parl parlar aree di 'pos 'posiz izio ione ne di Sol' Sol'.. In ques questi ti br bran anii rito ritorn rnaa l'accompagnamento per l'insegnante. I numeri dal trentacinque al quaranta  pres  pr esen enta tano no un al alte tern rnar arsi si dell de llee due du e pr prec eced eden enti ti po posi sizi zion oni,i, se senz nzaa accompagnamento. I numeri dal quarant'uno al quarantatre compreso sono in posizione di La minore, con accompagnamento. Il brano quarantaquattro è un esercizio sui diversi valori delle note, con accompagnamento e dal numero quarantacinque si passa a pezzi decisamente più interessanti e vari, sempre in posizione di Do maggiore: troviamo vari tempi (4/4, 3/4, 2/4, 3/8, 6/8), note puntate, legature, ecc. I brani si spostano anche in Sol maggiore, La minore. Da sottolineare che tra il brano cinquanta e il cinquant'uno fa la sua comparsa, in un piccolo esercizio, la chiave di basso, anche se un po' in sordina. Viene fatto un parallellismo tra la posizione del Do centrale in chiave di violino con quella in chiave di basso. La notazione in chiave di basso ritorna solo di sfuggita nel numero cinquantaquattro e

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man mano nei numeri seguenti. Solamente dal numero sessant'uno la chiave di basso trova spazio in modo definitivo. I numeri sessantatre e sessantaquattro sono in Sol maggiore con accompagnamento per il maestro. Prima del numero sessantacinque vengono spiegati il passaggio del pollice e la scala di Do maggiore. I brani dal sessantacinque al sessantasette sono in Do e presentano le 'doppie note', con intervalli armonici armonici di terza e sesta. Dal sess sessant'otto ant'otto si passa alla scala di Sol maggiore con l'indicazione del Fa# in chiave: il settantaquattro è un bel brano in Sol con l'introduzione delle terzine di crome. Quindi si arriva alla scala di Re maggiore e a un solo esercizio in questa nuova tonalità. Si ritorna poi a tre brani in Sol e Do. Vengono presentate le scale di La e Mi maggiore con dei brani relativi. I successivi brani fino al novanta spaziano attraverso attraverso le tonalità di Do e Sol, proponendo esercizi per  l'agilità, per le successioni di terze, sulla diversa durata dei suoni. Si arriva alla scala di La minore, ma solame solamente nte melodica, con un relativo relativo esercizio. Finalmente si trova la scala di Fa maggiore, con alcuni brani carini in questa tonalità. L'ultima scala maggiore a venire proposta è quella di Si  bemolle,  bemoll e, con un solo brano per applicarla. applicarla. Gli ultimi pezzi del metodo sono tutti in Do e Fa maggiore, con un leggero intensificarsi delle difficoltà, con la comparsa dell'acciaccatura, dell'acciaccatura, della semiminima semiminima con due punti, della croma  puntata in 3/8. Dopo una pagina dedicata alla scala cromatica, troviamo gli ultimi due brani basati su figure di crome e semicrome e molti passaggi cromatici. È interessante l'Appendice, dove vi sono molti esercizi per le due mani, prima separate e poi unite, che affrontano varie figure ritmiche e melodiche e diverse diteggiature, arrivando anche alle doppie terze. Alla fine ci sono due pagine dedicate dedicate a tutte le scale maggiori e relative minori minori armoniche. Il metodo di Beyer è senza dubbio un metodo valido e il suo grande successo nella storia della didattica pianistica ne è la conferma. Oggi, però, con la notevole varietà d'opere a disposizione, esso appare datato e insufficiente. È necessario affiancargli altri testi per approfondimenti ulteriori e per una maggiore varietà. Soprattutto la conoscenza della chiave di basso e la lettura per la mano sinistra devono essere incentivate con altre opere e altri strumenti didattici.

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Metodo Russo

Il Metodo russo per pianoforte, realizzato da una equipe di noti insegnanti, pianisti e compositori sovietici fu pubblicato a Mosca nel 1969. Esso è il metodo per lo studio del pianoforte diffuso ufficialmente nelle scuole primarie di musica dell'Unione Sovietica. Gl Gli i 'imp in inse segn gnant anti i che ch e logi logico es esam amin anno noione cogl coglie nnooè fa faci cilm lmen ente le gr ca cara ratt tter eris isti che dell de ll'i mpia iant nto o meto me todo dolo co e iner l'at l'eran atte tenz nzio ne che chiera erann vi rise riserv rvat ata atealla alla grad adua uali lità tàtich dei deei  processi didattici. didattici. Gli esercizi e gli studi destinati alla tecnica manuale si intrecciano con le nozioni della teoria musicale, e si realizzano nei brani proposti per l'esecuzione degli allievi, da soli o con la partecipazione dell'insegnante. Lo scopo dichiarato dell'opera non è di fornire una robusta tecnica, a scapito della formazione e dello sviluppo delle componenti più propriamente musicali; assai presto difatti, fin dai brani che rientrano nell'ambito delle cinque dita , si affrontano i  problemi del tocco, del fraseggio, dell'espressione. La caratteristica di fondo o, se si vuole, la novità -per noi- di questo "Metodo russo per pianoforte" consiste nel  privilegiare l'acquisizione del gusto musicale, la formazione del senso artistico. I  brani "dilettevoli" -tratti da motivi popolari o di autori, del passato e di oggi- sono in numero notevolmente superiore a quello degli esercizi e degli studi, ma non bisogna dimenticare che tali brani sono essi stessi occasione e stimolo concreti allo sviluppo di aspetti specifici della tecnica manuale. L'attenzione che si presterà alle avvertenze date dagli autori, sia nei Criteri metodologici ed editoriali e nei Suggerimenti didattici dell de ll'I'Int ntro rodu duzi zion one, e, sia sia nell nellee br brev evii note note che che pr prec eced edon onoo o se segu guon onoo sing singol olii br bran anii dell'opera, consentiranno di conseguire, nel tempo dedicato allo studio (che gli autori ritengono di individuare nel primo anno, o poco più, di "corso") una formazione  pianistica o musicale musicale strettamente integrate. integrate.

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La "Dinamica pianistica" di Attilio Brugnoli

Il me meto todo do di Bru Brugno gnoli li ha un pre preci ciso so sot sotto toti titol tolo: o: "Tr "Trat attat tato o  sull  'insegnamento razionale del pianoforte e sulla motilità muscolare nei suoi aspetti psico-fisiologici". E' stato stampato dalla Ricordi per la prima volta

nel 1927 e poi ristampato in quindici capitoli nel 1961 a cura di Aldo Lazzari che ha ritenuto opportuno eliminare tutte le dimostrazioni di esercizi ginnastici tutti gli aspetti del preparatori fare musicaconsiderandoli e della pratica'superati'. pianistica.Il Èmetodo diviso analizza in venti capitoli, ognuno dei quali affronta un preciso argomento. Il primo capitolo parla del potere emotivo della musica in confronto a quello della letteratura e delle arti visive; del rapporto fra la concezione artistica musicale e l'esecuzione. Passa in rassegna, quindi, le grandi scuole del passato e i grandi virtuosi della tastiera, arrivando alla presentazione dell'albero genealogico dei pianisti, molto complesso e articolato, che serve a rivendi rivendicare care le origini origini italian italianee dell'ar dell'arte te dell'es dell'esecuz ecuzione ione pianist pianistica ica.. "Ques uesto to qua quadro dro è la doc docum ument entazi azione one Testual Tes tualmen mente, te, Brugnol Brugnolii scrive scrive:: "Q inconfutabile dell'origine italiana di quasi tutti i grandi pianisti d'ogni  paese. . . . è italia italiana na non soltanto l'origin l'originee dello strumento, ma anche quella dei grandi virtuosi".

 Nel secondo seco ndo capitol cap itoloo Brugnol Brug nolii cita cit a Clem Clement entii com comee primo prim o vero ver o  pianista  pian ista e pedagogi peda gogista; sta; arriva arri va quindi quin di a Liszt visto come virtuoso virtu oso ed insegnante; parla poi del rapporto fra sentimento artistico e mezzi d'espressione in confronto all'esecuzione, di come un artista possa tradurre in opera d'arte le proprie sensazioni e di che cos'è l'esecuzione artistica.  Nel terzo ter zo capito cap itolo lo inizia ini zia a parlar par laree d'aspe d'a spetti tti tec tecnic nicii ine ineren renti ti lo strumento e dei criteri didattici adottati nel passato; spiega i tipi di esercizi adottati nei metodi precedenti e il meccanismo delle azioni muscolari; parla deii vant de vantag aggi gi e degl deglii svan svanta tagg ggii dell dell'i'imi mita tazi zion one, e, dell dellaa trad tradiz izio ione ne nell'insegnamento e nell'esecuzione. Il quarto capitolo passa in rassegna gli strumenti precedenti al  pianoforte: il clavicordo e il clavicembalo. clavicemba lo. Analizza quindi il carattere dell'opera di Bach e traccia una sintesi dell'evoluzione della musica strumentale dal 1500 fino ad oggi.

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 Nel quinto quint o capitolo capit olo ritorna ritorn a ad aspetti aspet ti generali gene rali e analizza anali zza l'anatomia l'ana tomia del corpo umano: lo scheletro e i muscoli, gli aspetti nervosi e i movimenti che si possono imprimere agli arti toracici.  Nel sesto capitolo parla dei muscoli interessati al movimento delle  braccia e delle mani e il loro rapporto con la dinamica, l'agilit l'agilit à, la velocità. Approfondisce poi aspetti inerenti l'indipendenza, la volontà, il rapporto tra agilità e intelligente allenamento, l'agilità contrattile, le funzioni muscolari in rapporto alla memoria.  Nel settimo capitolo capito lo spiega come l'intensit l'inten sitàà sonora sia dipendente dipen dente alle varie cause che possono produrla. Quindi azione muscolare, peso, inerzia, immobilità; inerzia e agilità; azione alternativa d'attività e riposo muscolare; l'azione del peso considerata in rapporto ai vari elementi costituenti il braccio e alla velocità con cui il peso si fa agire sulla tastiera; il ri rilas lassa samen mento to muscol muscolare are;; il suono suono natura naturale; le; l'impi l'impiego ego razion razionale ale dell'energia; inerzia e uguaglianza; conseguenze degli sforzi muscolari.  Nell'ottavo  Nell'ott avo capitolo capitol o approfondisce approfo ndisce aspetti di tipo psicolog psicologico ico e di sensibilità connessi all'esecuzione; cosa significa "capire la musica"; la sensibilità tattile, muscolare e articolare; gli automatismi; la sensibilità e l'arte. A questo proposito Brugnoli dice: "La grandezza di un artista è in rapporto diretto alla sua sensibilità; gli esseri poco sensibili rinunzino quindi a studiare musica”!

 Nel nono capitolo egli insiste ancora su aspetti fisiologici fisiologici in relazioni all'atto del suonare: statica del braccio e della mano; contrazioni muscolari; come si scompone l'azione del peso del braccio; equilibrio della mano sulla tastiera e rendimento delle varie dita.  Nel decimo decim o capitolo capi tolo ancora anco ra la funzione funzi one istintiva istinti va e normale norma le della mano; l'analisi del gesto prensile; la flessione articolare; dove si manifestano resistenze vincere per suonare pianoforte;inl'importanza e l'influenzaledel peso suldapiano in rapporto allaildirezione cui lo si fa agire; agi re; scompo scomposiz sizion ionee e compos composizi izione one delle delle for forze; ze; come come il perfet perfetto to funzionamento muscolare influisca sul suono; la posizione naturale della mano sulla tastiera; rapporto fra l'azione prensile e l'intelligenza; come debbano essere concepiti gli esercizi tecnici, intesi come "cura fisica che mira a sviluppare o a creare qualità essenziali e di carattere generale".

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 Nell' undicesimo  Nell'undic esimo capitolo capit olo passa in rassegna rassegn a il timbro, timbr o, l'alt l'altezza ezza e l'intensità dei suoni; il tocco; la bellezza del suono; corrispondenza tra fenomeno meccanico e fonico; differenze tra mano magra e grassa; influenza dell'azione del peso; differenze strutturali tra il braccio dell'uomo e della donna; azione delle dita combinata con quella del braccio; il suonar   piano che richiede maggiore attività muscolare che il suonar forte; suoni staccati e legati; gli accenti; l'artificio nell'arte; in arte tutto è relatività,  proporzioni,  propor zioni, armonia. armonia.  Nel dodicesimo dodice simo capitolo capitol o inizia con delle osservaz osservazioni ioni prelimina preliminari ri circa le azioni muscolari dell'allievo principiante; con degli esercizi per il rilassamento del braccio nel suo insieme; con la pratica della 'caduta' ed esercizi specifici con note singole, terze, salti, ecc.; mostra i movimenti del  polso e della mano; indica indica l'importanza degli esercizi esercizi a note tenute.  Nel tredicesimo tredicesi mo capitolo parla del suono legato, del portamento, portamen to, dell'l'in del infl flue uenz nzaa del del peda pedale le dest destro ro sul sul suono suono lega legato to,, de dell qu quar arto to dito dito,, dell'uguaglianza e come ottenerla, dell'inutilità di estendere le dita per  lasciare i tasti; scrive poi degli esercizi per la dissociazione tra muscoli flessori ed estensori; esercizi su due, tre, quattro suoni consecutivi in tutte le combinazioni; il moto divergente e parallelo; esercizi su cinque suoni; combinazioni combinaz ioni per l'azione l'azione indipendente indipendente delle due mani; l'importanza l'importanza delle azioni lente per il controllo delle azioni muscolari; l'opportunità di immaginare raggruppamenti di note per poterle eseguire con sicurezza; l'influenza di simili discipline sulla memoria.  Nel quatto qua ttordic rdicesim esimoo capito cap itolo lo parla par la del tempo temp o e del ritmo ritm o e dei rapporti tra la musica e la matematica; dell'orecchio in rapporto alle leggi dell'acustica; dei valori e delle figurazioni musicali; della notazione dei greci e di quella del mensurale; dell'origine del battere tempo e delle misure; del metronomo; tempo 'rubato'; del ritmo e degliilaccenti.  Nell quin  Ne qu indi dice cesi simo mo ca capi pito tolo lo scri sc rive ve degl de glii es eser erci cizi zi per pe r il mo moto to alternativo degli avambracci, combinato con l'azione delle dita sulla tastiera, a gruppi di due, tre o quattro suoni. Alterazioni ritmiche di uno stesso disegno musicale; esercizi per i contrasti ritmici.

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 N el s e d ic e si m o c a  p it o lo i n iz ia c o n g li a r   p e g g i,  p ri m a n el l' e 15

 

st e n si o n e de ll a m a n o ,  p o i  p r  o  p o n e d e g li e s e r  c i z i  p e r  l' est e 16

 

n si o n e d e  pl a l m o ; m o v i m e n ti l a t e r  a li , d a ll 'a lt o a l  b a s s oe c 17

 

ir  c o l a ri d le  p o ls o ; c ri t e ri  p e r  l a d it e g g i a t u r  a d e g li a r   p eg g 18

 

i n e l l e g ta o ; c o n c a t e n a m e n t o d e g li a c c o r  d i; a c c o r  d ia r  19

 

 p e g g ia ti ; ta v o le d' a c c o r  d i; a  p  p li c a zi o n i d i s v il u  p  p o d e g li ac c 20

 

o r  d i.  Nel diciassette dicia ssettesimo simo capitolo capit olo affronta affron ta i movim movimenti enti di rotazione, rotazi one, la loro origine funzionale e quale uso ne fecero i pianisti del passato; la rotazione volontaria e involontaria; riferimenti ai lavori di Matthay, Breithaupt, il trillo, sua originei ed esercizi; gli abbellimenti abbellime nti Mugellini; e la loro esecuzione; il tremolo; trilliessenza a mani con alternate, in note semplici e doppie.  Nell dici  Ne di ciot otte tesi simo mo ca capi pito tolo lo appr ap prof ofon ondi disc scee l'us l' usoo de dell poll po llic icee nell'esecuzione delle scale; esercizi per l'allenamento dei flessori del  polli  po llice ce;; movim mo vimen enti ti circo cir colar larii del de l polso po lso ed eserci ese rcizi zi per pe r svilup svi luppa parli rli;; allenamento all'esecuzione delle scale simmetriche; esercizi vari sulle scale e cons consid ider eraz azio ioni ni sull sullee dite diteggi ggiat atur ure; e; appli applica cazi zione one alle alle sc scal alee di var varii raggruppamenti ritmici; scale in ritmi misti e per moto irregolare; scala cromatica; scale nelle modalità greche; scale cinesi; scale nei modi ecclesiastici e plagali; tecnicismo degli arpeggi lunghi in tutte le combinazioni.  Nel capitolo c apitolo diciannovesimo parla ddii quanto quan to e perché perch é sia necessaria la varietà di tocco nella polifonia; di come essa nacque e quale importanza essa abbia; la polifonia in Frescobaldi, Bach; esame di una sua invenzione a tre voci; esercizi per la polifonia; esercizi polifonici sugli accordi di tre e quattro suoni; poi su cinque suoni; sulle doppie terze; esercizi a tre parti per  ciascuna mano, su quattro suoni; esercizi a cinque parti, su cinque suoni; contrasti ritmici fra due parti eseguite dalla stessa mano; esercizi per lo scavalcamento delle dita; scale legate da eseguire con un solo dito; scale in doppie terze, doppie seste e doppie ottave; scale cromatiche in doppie note (in tutti gli intervalli); intervalli); trillo in doppie note e in ottave; l'uso e la segnatura segnatura del pedale.

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L' ul ti m o c a  pi to lo c o n cl u de la m a st o d o nt ic a o  p er  a, a n al iz z a n do l' 22

 

a  p  pl ic a zi o ne d el le te o ri e  p re c e d e nt e m e nt e e s  po st e in re la zi o n e a q u al 23

 

u n q u e fe n om e n o di n a m ic o ri g u ar  d a nt e 'il m ot o del el le m e m  b ra '. Q u al i ri s 24

 

ul ta ti  p o ss o no d ar  e q u es te te or  ie d al  p u nt o di vi st a ar  ti st ic o e  p e d a g o gi c o. L 25

 

a di s  p o si zi on e al la v o r  o di q u al si a si g e n er  e e ss ossii a e le c a u s e c h e la d 26

 

et er  m in a n o. In g e g n o e g e ni o. L' is  pi ra zi o n e. P er  c hé c er  te o  p er  e d' ar  te c o m 27

 

m u o v o n o. C o m e h a n n o la v o ra to al c u ni tr  a i  pi ù grraa n di ar  ti st i. Il di le tt a nt e 28

 

e l' ar  ti st a. P er  c h é è f  o n d a m e nt al e u n  b ra v o ar  ti st a n el la g ui d a di u n al li e 29

 

v o. S tu di ar  e es u o n ar  e. L a di s ci  pl in a d el l' al le n a m ent nt o. L' e s a m e d ei  p ri n ci 30

 

 p al i a  p  p ar  ec c hi u s at i n el  p a ss at o. L' i m  pi e g o di  pa  p ar  e c c hi ri  p r  o d ut to 31

 

ri d el l' e s e cu zi o n e  pi a ni st ic a u s at i a s c o  p o di dat at ti c o. C o m e v a c o n si 32

 

d er  at o l' al li ev o. Il  b el lo e il s u  bl i m e. I n c h e c o s l'la' ar  te m u si c al e di ff  er  is c 33

 

e d al le al tr  e ar  ti. C h e c o s' è  p er  fe zi o n ar  e l' e s e c u zi o n e.  Nelle note finali, final i, Brugnoli Brugn oli raccomanda racco manda di mirare alla qualit quali t à del lavoro e non alla quantità: la prima è questione di mezzi, la seconda riguard rig uardaa soltant soltantoo il tempo. "Chi riesce a suonare bene un pezzo è in condizione di suonare bene qualunque numero di pezzi, perché riuscendo ad eseguirne uno ha implicitamente conquistata la possibilità di eseguirne quanti ne vuole". Conclude dicendo: "L'arte musicale è godimento sublime  per chi ascolta e godimento ma, al tempo stesso stesso,, tormento perenne p per er chi la produce".

Per la completezza, profondità, attenzione, attenzione, conoscenza e meticolosità meticolosità con la quale sono stati affrontati e analizzati tutti i possibili aspetti del fare 34

 

"Dinamic amica a pian pianisti istica" ca"  può a ragione essere musica con il pianoforte, la "Din considerato uno dei migliori trattati mai realizzati nella storia del  pianofort  piano forte. e.

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"Metodo per lo studio del pianoforte" di B. Cesi

Molto interessante il metodo di Beniamino Cesi, del 1929, suddiviso in 12 fascicoli, ognuno dei quali affronta vari aspetti. Nella prefazione del metodo, l'autore scrive:

"Questi esercizi nuovamente ordinati per la presente pubblicazione  sono parte integrale del metodo che mi prefiggo dare alla luce nella sua completa totalità. totalità. Furono questi esercizi dettati in classe giorno per giorno ed allo scopo di correggere e vincere i difetti, dirò così, naturali delle mani e sviluppare il meccanismo specificamente deficiente. I sempre facili,  pronti, buoni, a volte splendidi risultati per essi durante i miei venticinque anni d'insegnamento nei conservatori di Napoli e Pietroburgo, mi fanno  sp er erar aree ch e qu ques esti ti eser es ercc izi iz i po poss sa sano no rius ri usci cire re ai giov gi ov an anii tutt tu ttav avia ia  profittevoli  profit tevoli.. " 

I dodici fascicoli sono divisi nel seguente modo: 1 - 20 esercizi; 2ribattute; - esercizi6 e- scale; 3 - arpeggi; 4 - eguaglianza per le delle mani;ottave; 5 - note8 articolazione del polso; 7 - tecnicismo -legato; 9 - terze legate; 10 - doppie note; 11 - seste; 12 - meccanismo difficile. I fascicoli sono raccolti in due volumi: numeri 1 - 6 e numeri 7 -12. Il meto me todo do pres presen enta ta un capit capitol oloo denom denomin inat atoo  Ele  Elemen menti“ ti“", ", dov dovee l'au l'auto tore re spiega spi ega gli elementi elementi fondam fondament entali ali della musica musica:: le not note, e, le chi chiavi avi,, gli gli accidenti, la durata dei suoni, i tempi. Quindi presenta 44 esercizi, sia in chiave di violino, sia di basso, per iniziare a suonare: esercizi con semibrevi, minime, semiminime, con le crome, con le pause, con la nota col punto, con le legatu legature re di valore, con le terzine, con le alterazioni e nei vari tempi, anche composti. Dopo questa parte introduttiva, inizia il metodo vero e proprio. Come si può evincere dalla presente descrizione, si tratta di un metodo monumentale, che parte dalle nozioni basilari per arrivare alle più grandi difficoltà che un pianista possa immaginare di dover affrontare. Un'opera veramente colossale!

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Il "Metodo completo del Piano-Forte" di Clementi

Tra i grandi metodi storici va sicuramente annoverato quello di Muzio Clementi, grande pianista e didatta nato a Roma nel 1752 e morto a Evesham nel 1832. Nella prefazione del libro vi leggiamo un avvertimento dell'au del l'autore tore:: "Offro al pubblico un nuovo metodo riguardante l'arte di  suonare il Piano-For Piano-Forte. te. Convinto da una lunga esperienza esperienza,, che non si  possono, senza l'aiuto del maestro, appianare le numerose difficoltà che si incontrano nella maggior parte dei pezzi di musica scritti pel Piano-Forte, m i o sc o p o si è q u e l l o d ' i n d i ca c a re a l l e p e rso n e c h e si d e d i c a n o all 'insegnamento del medesimo la miglior strada da seguire, onde renderne lo studio più facile e più gradevole ai loro allievi. Il mio zelo pei  programmi dell'arte possa trovare la sua rincompensa nell'approvazione degli amatori illuminati ”.

Il metodo, del 1801, si apre con la presentazione dei principi elementari musica. con vari paragrafi riguardanti i seguenti argomenti: della Dei tuoni (le Inizia note musicali) - Della riga (il pentagramma) -Delle chiavi (le chiavi di fa e sol con le relative scale) - Degli intervalli -Della battuta (intesa come simboli delle figure e dei valori) - Del punto di  prolunga  prol ungazion zionee - Delle Dell e terzine terz ine - Dei segni segn i di alte alterazi razione one - Di molti molt i altr altrii segni segni - Dell Delloo stil stilee (l (leg egat ato, o, stac stacca cato to,, ecc. ecc.)) - Del Del mo movi vime ment ntoo e dell'espressione (segni di agogica e dinamica) - Delle note di abbellimento - Della costituzione del tuono (suono) e della formazione del modo (modi maggiore e minore) - Del diteggiare. Quin Qu indi di,, con con il titol titoloo "Is "Istru truzio zione ne prel prelimi iminar nare", e", si passa a delle istruzioni riguardanti la posizione del corpo e il collocamento delle mani sulla tastiera. Senza esitazioni Clementi presenta subito tutte le scale maggiori con la relativa minore, per ambedue le mani e la scala per  'Semituoni', cioè la scala cromatica. A questo punto inizia il vero e proprio metodo, con la presentazione di molte piccole melodie con accompagnamento, alcune scritte da Clementi stessoo e altre di diversi autori. Troviamo stess Troviamo infatti pezzi tratti da composizioni di Mozart, Haendel, Haydn, Mayer, Paisiello, Dussek, Martini, Steibelt, Beethoven, Cramer. Egli trascrive anche molti motivi popolari di varie nazionalità: troviamo arie inglesi, spagnole, italiane e anche siciliane, alemanne (tedesche), irlandesi, tirolesi, persiane, russe, gallesi, dei Pirenei.

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O g n i  b r  a n o v i e n e c o nsi d e r  a t o c o m e u n a l e z i o n e e qu i 38

 

n d i n u m e r  a t o . F i n o a ll a l e z i o n e n o v e  bi r  a n i s o n o i n D o m 39

 

a g g i o r  e eL a m i n o r  e,  p o i si  p a s s a a d a lt r  te o n a li t à : S o l m a g 40

 

g i o r  e  p e r  m o lt i a lt ri  p e z z i, q u i n d i M i m i no r  e ; F a m a g g i o r  e 41

 

e R  e m i n o r  e ; R  e m a g g i o r  e e S i m i n o r  e ; iS  b m a g g i o r  e e S o l 42

 

m i n o r  e ; L a m a g g i o r  e e F a # m i n o r  e ; M i  bm a g g i o r  e e D o m i n 43

 

o r  e. I n t u tt o c i s o n o 5 3 l e z i o n i. Va osservato osservato che fin dal primo brano s'inizia a suonare suonare con tutte e due le mani, con le due chiavi e che i pezzi sono abbastanza impegnativi,  per un principiant principiante. e. Dopo la lezione 53 c'è una sezione dedicata agli esercizi: note ribattute, per terze, terzine, semicrome, arpeggi, terze e seste. Troviamo poi una pagina dedicata a tutte le sette chiavi e alla loro scrittura pentagramma. Dasul questo punto del metodo Clementi propone dapprima cinque suoi  prelud  pre ludii in Do maggio mag giore re e poi delle del le variaz var iazion ionii sul tema tem a "Dio salvi la regina", quindi un’”Aria" e la "Marcia funebre" di Haendel. Poi presenta lo "Studio "Stu dio giornalier giornaliero o del piano pianoforte forte", ", con le scale in tutti i toni maggiori e minori. Si tratta di vari esercizi scritti da Clementi stesso partendo dalle diverse scale. Poi riprende con brani, intervallati da esercizi, suoi e di altri autori basati sulle scale di Do magg. e Do min. Troviamo pezzi di Corelli, Haendel, Mozart, Couperin, Scarlatti, Bach, Dussek, Pleyel, Haydn che spaziano tra le varie tonalità, similmente a quanto proposto nella sezione  precedente del metodo. Clementi propone, tra i vari brani, scale ed esercizi nelle varie tonalità, arrivando a brani di una certa difficoltà e rilevanza  pianistica. Arriva a 'toccare' tutte le tonalità, anche le meno frequentate: Si magg. e Sol# min., Fa# magg. e Mib min. 44

 

Concludendo, si tratta sicuramente di un metodo completo e abbastanza impegnativo per il pianista principiante, che si trova a dover  affr af front ontar aree cert certee diff diffic icolt oltàà fi finn dai pr prim imii br brani ani,, quind quindii con con poca poca 'preparazione'. Ma forse era questo il modo d'imparare il pianoforte ai tempi dell'autore, quando l'impegno dello studente e la sua dedizione allo studio erano sicuramente superiori rispetto ai giorni nostri.

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I "Princìpi razionali della tecnica pianistica" di Cortot

Discorso a parte merita l'importante lavoro di Cortot intitolato: "Princìpi "Pri ncìpi razion razionali ali della tecnica pianist pianistica ica "  pubb  pubblica licato to nel 1928 192 8 . Ci trov trovia iamo mo di fr fron onte te a un'o un'ope pera ra comp comple leta ta,, da dall ll'a 'alt ltoo va valo lore re ar arti tist stic icoo e scientifico, in cui tutti i problemi tecnici vengono considerati secondo il loro principio fisiologico e in base a questo risolti. Si tratta di un lavoro dedicato a pianisti di disc scret retam ament entee abili abili e pr prepa epara rati ti ad af affr fron ontar taree i var varii studi. I risultati che si possono trarre dal libro sono notevoli, sia per lo svilupp svi luppoo tecnico tecnico,, sia per l'inte l'interpr rpreta etazio zione ne che dipend dipendee da una perfet perfetta ta  padronanza dello strumento. Secondo il pensiero di Alfred Cortot, due sono i fattori alla base di tutto lo studio strumentale: un fattore psichico, dal quale scaturiscono il gusto, l'immaginazione, il ragionamento, il senso della sfumatura della sonorità, in una parola, lo stile; un fattore fisiologico, cioè l'abilità manuale eesigenze digitale,materiali che deriva dalla sottomissione assoluta di muscoli e nervi alle dell'esecuzione. Uno dei progressi più significativi dell'insegnamento strumentale è consistito nel sostituire all'esercizio meccanico, lungamente ripetuto, di un  passaggio difficile, lo 'studio ragionato della difficoltà', riportata al suo  principioo elementare,  principi elementare, che il passaggio passaggio stesso stesso contiene. Cortot ha cercato di generalizzare una formula per estenderla alle difficoltà pianistiche di ogni specie, riducendole a cinque categorie essenziali. Ciascuna di queste viene analizzata in un capitolo specifico. Vi è un capitolo preliminare preliminare dedicato allo studi studioo dei movimenti delle dita, della mano e del polso. Esso è suddiviso in nove esercizi dedicati alla indipendenza delle dita, allo sviluppo dei muscoli e ai movimenti laterali delle dita, all'ammorbidimento dei movimenti laterali del polso, allo sviluppo della fermezza d'attacco delle dita, alla flessibilità del polso, all'avambraccio, ecc. Dopodiché inizia ad affrontare i princìpi razionali della tecnica pianistica, dividendoli, appunto, in cinque categorie essenziali: 1 - uguaglianza, indipendenza e mobilità delle dita 2 - passaggio passaggio del pollice (scale-ar (scale-arpeggi) peggi) 3 - doppie doppie note e tecnica tecnica polifonica polifonica 4 - estens estension ionii 5 - tecnica del polso, polso, esecuzione esecuzione degli degli accordi

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Ciascun capitolo è suddiviso in tre serie: A, B, C, che vanno studiate in tempi diversi e consequenziali. Ogni serie è suddivisa in paragrafi che affrontano le varie difficoltà. Ogni esercizio di ciascun paragrafo va suonato ogni giorno in una diversa tonalità (maggiore e minore). Al termine di un primo periodo in cui si devono suonare tutti gli esercizi in ordine, si può mescolare lo studio delle difficoltà, sia concatenando quotidianament quotidi anamentee le serie contenute contenute in ciascun capitolo, capitolo, sia spezzandone spezzandone la regolare successione. Al termine di quest'altro periodo, l'allievo, con l'aiuto dell'insegnante, può annotare alla fine d'ogni capitolo degli altri esercizi per approfondire e sviluppare particolari aspetti o problemi riscontrati nello studio. Il libro è fornito di una 'tavola mobile' che serve da guida per lo studio sistematico di ogni capitolo. In essa sono segnati: 1quotidiane - elenco delle 12 scale maggiori maggiori e minori per le trasposizioni trasposizioni tonali 2 - modello della formula formula cromatica che deve essere essere usata per alcuni esercizi 3 - quadro delle delle combinazioni combinazioni armonich armonichee 4 - quadro dei differ differenti enti ritmi ritmi 5 - quadro quadro delle diteggiature diteggiature Al termine del libro vi è un'appendice dedicata al 'Repertorio', nel quale Cortot indica, per ogni brano della letteratura pianistica, il capitolo del suo metodo nel quale la specifica difficoltà è stata affrontata. Egli suggerisce suggeris ce inoltre che gli esercizi tecnici possono essere ricavati dalle varie composizioni. composizi oni. Passa in rassegna le composizioni composizioni dei più diversi autori delle varie scuole clavicembalistiche: italiana, francese, inglese, tedesca. Quindi indica brani del periodo di transizione dal clavicembalo al pianoforte (includendo Haydn e Mozart) e poi elenca le più importanti composizioni dedicate al pianoforte, andando da Beethoven a Franck.

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Il "Metodo per pianoforte" di Czerny

Il ti tito tolo lo comp comple leto to del del meto metodo do è: "I "Ill maestro di pianoforte ossia istruzione teorico-pratica teorico-pratica per pianoforte che insegna nel più breve tempo a  suonar bene spe speditamente ditamente e con prec precisione". isione". Il metodo presenta l'aggiunta di "Quindici sonatine di ricreamento" di E. Becucci e le "Scale in tutti i toni maggiori e minori" di F. Pollini.

Il metodo è diviso in quattro capitoli. Il primo passa in rassegna le nozioni fondamentali, dalle note al rigo musicale, dalle chiavi alle alterazioni. Il secondo le figure musicali e il loro valore, le terzine e sestine, le indicazioni di tempo, le abbreviature, gli accordi, le legature, lo staccato, gli abbellimenti, la sincope, gli accenti, i termini indicanti il movimento e l'effetto dominante della composizione (moderato, vivace, allegro, ecc.)  Nel capitolo terzo troviamo gli intervalli, interval li, i toni e semitoni, i modi delle scale; il prospetto dei troviamo 24 toni maggiori le cadenze.  Nel capitolo c apitolo quarto le regolee minori; fondamentali del portamento delle mani, cioè le diteggiature ed esercizi con le cinque dita; l'uso dei  pedali; la posizione del corpo, delle braccia, delle mani; il primo esercizio con dita tenute; dodici esercizi sulle cinque note; esercizi preparatori alle scale; scale in tutti i toni con le relative relative cadenze; otto eserci esercizi zi sugli arpeggi; dodici esercizi sulle note doppie; quattro esercizi sulle ottave; quindici sonat so natine ine elemen elementar tari; i; quindi quindici ci sonat sonatine ine di ricre ricreame amento nto (di Becucc Becucci) i).. Il metodo si conclude con tutte le scale maggiori, minori e cromatiche curate da F. Pollini (da sottolineare che come minore vi è solamente la melodica). Si tratta di un metodo piuttosto sinte sintetico, tico, ma esaustivo, che prende in esame tutti gli aspetti principali della tecnica pianistica e li analizza in modo asciutto e pratico. Czerny ha scritto centinaia d'esercizi di tecnica  pianistica e di studi; è stato un grande didatta e ha contribuito in modo determinante allo sviluppo dell'esecuzione pianistica. Questo metodo rappresenta una tappa importante del suo percorso d'insegnante, rimanendo tuttora valido e attuale.

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Il "Metodo per pianoforte" di Lebert & Stark 

Il metodo di Lebert & Stark è diviso in tre volumi. Il metodo è stato scritt scr ittoo nel 1858 e rivist rivistoo dal maestro maestro Filipp Filippoo Iva Ivaldi ldi nel 1919. 1919. Vi è una  prefazione nella quale vengono dati dei consigli per colui che si attinge a studiare il pianoforte. Quindi passa ai principi elementari della musica: le note, le chiavi, chiavi, le dura durate te e i valo valori ri delle delle note, note, le pause pause,, le terzi terzine ne e sestine, il ritmo, il tempo e il movimento. Poi spiega molto bene, con degli esempi, i tempi semplici e composti. Passa a spiegare le indicazioni di movimento, il colorito (dinamica) (dinamica) e la nozione di interv intervallo, allo, di tonalità e scala. sca la. Apre Apre poi poi un paragrafo sulla teoria del meccanismo, meccan ismo, parlando del tocco e della fo form rmaz azio ione ne del del suon suono, o, dell dellaa po posi sizi zion onee dell dellaa ma mano no,, de dell mecc me ccan anis ismo mo dell delloo st strum rument entoo pianof pianofort orte, e, del legato legato e dello dello stacc staccato ato.. Troviamo Trov iamo quindi quindi tre pagin paginee con con delle delle ta tavol vole: e: nella nella prima prima la posiz posizio ione ne delle pianoforte, tutta nella seconda i valori note enote della dellsul a pause; paus e; nella nellainte terza rza lal'estensione; corre corretta tta posizi posi zione one delle delle br bracc accia ia,, delle delle delle mani, delle dita. Il metodo di Lebert & Stark è molto interessante, originale e ben organizzato, apprezzabile soprattutto per i molti brani da suonare a quattro mani, cosa sempre valida e per l'allievo stimolante.

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Il "Metodo Jacques-Dalcroze"

Il Metodo Jaques-Dalcroze, altrimenti noto come 'Ritmica Dalcroze', è un metodo di educazione musicale che si pone all'origine dei nuovi sistemi d'insegnamento della musica di questo secolo. Fu creato all'inizio del '900 dal musicista, compositore e pedagogo svizzero Emile Jaques Dalcroze (Vienna 1865 - Ginevra 1950) il quale, spinto dalle difficoltà ritmiche e di ascolto che riscontrava nei suoi allievi in Conservatorio, spese tutta la vita alla ricerca di un metodo di educazione musicale alternativo. Egli perseguì l'unione perfetta tra musica, corpo, mente e sfera emotiva e  pose il corpo e il movimento movim ento alla base dei suoi rivoluzion rivol uzionari ari principi princ ipi educativi. Il lavoro teorico e pratico di Dalcroze ha influito in maniera decisiva non solo sulla pedagogia musicale, ma anche sulla danza e la coreografia, gettando le basi per un uso educativo e rieducativo della musica e del movimento. La Ritmica, disciplina fondamentale di questo metodo, consiste nel mettere in relazione i movimenti naturali del corpo, il linguaggio musicale e le facoltà di immaginazione e di riflessione. In questo modo la coscienza del legame esistente fra percezione e azione si acuisce e le capacità espressive del corpo si ampliano e si diversificano favorendo di pari passo l'arricchimento del pensiero musicale. Inoltre, facoltà diverse quali la riflessione, la memoria e la concentrazione, come anche la spontaneità e la creatività, vengono esercitate in modo armonioso. "... l'elemento fondamentale, maggiormente legato alla vita e all'arte del suono è il Ritmo! Il Ritmo dipende esclusivamente dal movimento e trova l'esempio perfetto nel nostro sistema muscolare.” (Émile Jaques-

Dalcroze)

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L le lee zi o ni di R  it m ic a si  pra ti c a n o in g r  u  p  p o, m a o g ni si n g ol o al li 51

 

e v o n e è  p ar  te at ti v a e d in te g ra nt e  p oi c h é l' e s  p er  ie n z a in di vi d u al e è c e 52

 

nt ra le n el la  p ed a g o g ia d al c r  o zi a n a. I d i v e rs i as  p et ti d el d is c o rs o m u 53

 

si c al e v e n go n o  p er  c e  pi ti e e s  p re ss i c o n il m o vi m e nt o, st i m ol at i e s o st 54

 

e n ut i d al l'i m  p r  o v vi s a zi o n e  pi a ni st ic a/ v o c al e/ st r  u m e nt al e d el l'i n s e g 55

 

n a nt e il q u al e a d e g u a c o st a nt e m e nt e la m u si c a al le c a  p a ci tà e ai  p r  o g 56

 

re ss i d e gl i al li e vi te n e n d o c o nt o d el la lo r  o in di vi du al it à e  p o ss ib il it à e s 57

 

 p re ss iv a. L'educazione musicale secondo questo metodo si articola su tre aree di studio: - la Ritmi Ritmica ca che sviluppa la capacità capacità di risposta risposta spontanea spontanea del corpo alla musica attraverso il movimento; - il Solf Solfeggio eggio che educa educa l'orecchio l'orecchio e la voce; - l'Improvvisazione che riunisce tutti gli elementi finora menzionati menzionati e libera le potenzialità creative individuali. Con i bambini o con gli adulti principianti questi tre aspetti del lavoro vengono integrati in singole classi nelle quali gli allievi utilizzano il movimento, la voce e gli strumenti in una varietà di attività che coinvolge l'ascolto, la capacità elaborativa e inventiva. Gli obiettivi educativi sono molteplici: trovare il piacere di esprimersi con il corpo in sintonia con la musica; sviluppare l'orecchio e acquisire una comprensione musicale globale e profonda; sviluppare la consapevolezza corporea (coordinazione, reazione, dosaggio dell'energia, equilibrio, uso del peso ecc.); sviluppare sviluppare la personalità personalità nella sua interezza (sfera cognitiva, affettiva, psico-motoria); e-ducare le capacità creative ed artistiche; collaborare e adeguarsi al gruppo, nel rispetto di sé e degli altri.

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Il "Metodo Europeo per Pianoforte" di F. Emonts

Molto ben fatto e interessante è il "Metodo Europeo per Pianoforte "  di Fritz Emonts. È pubblicato dalla tedesca 'Scott Music' ed è piuttosto recente: la prima pubblicazione è del 1992 e l'ultima ristampa del 2007. E' suddiviso in tre volumi e, come la maggior parte dei moderni metodi, è rallegr ral legrato ato da disegni disegni molto belli e pagine pagine colorate colorate.. S'intit S'intitola ola "Metodo  Europeo"  per la seguente motivazione espressa dallo stesso autore: "In considerazione del crescente sviluppo della Comunità Europea ritengo importante che i nostri giovani, anche nel quadro della loro formazione musicale, abbiano l'opportunità di entrare in contatto con la cultura di altri paesi. Per questo ho voluto inserire numerosi canti e brani musicali  provenienti da ogni parte d Europa". Il primo volume parte con una serie di 'pagine gialle' con i "Primi  passi sui tasti neri", contenenti dei pezzi molto semplici che devono venire

suonati dall'insegnante e so, poi, più perù imitazione, dall'allievo. tratta di brani  bas  basati ati soprat sop rattut tutto to sull'u sul l'uso, pi che delle del le singol sin golee dita, dit a,Side della lla man mano o e coinvolgono i movimenti dell'intero braccio successivamente iniziano delle  piccolee melodie per le due mani, con la sinistra  piccol sinistra spesso speculare speculare alla destra. Addirittura alcuni brani lasciano lo spazio da riempire per la mano sinistra, che l'allievo deve scrivere imitando la parte in chiave di violino. I brani successivi si sviluppano nell'ambito delle cinque dita e spesso i brani hanno una parte di accompagnamento per l'insegnante. Le melodie per le cinque dita sono poi trasposte in altre tonalità, per imparare a conoscere e usare i tasti neri e le alterazioni. Come detto nella prefazione, sono molti i  brani estrapolati dal repertorio popolare delle varie nazioni dell'Eur dell'Europa. opa. Si arriva quindi alla differenziazione maggiore/minore e allo studio delle tonalità di Re, Sol, La, sempre con brani sulle cinque dita, senza  passaggio del pollice. Il primo libro termina con alcuni pezzi adattati da composizioni di Beethoven, Bartok e alcune melodie di derivazione  popolare: sempre sulle cinque dita, in diverse posizioni e con cambio di  posizione all'interno dello dello stesso pezzo.

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Il secondo volume offre un approfondimento sul piano tecnico e musicale. music ale. Inizia con alcuni brani per approfondire approfondire gli aspetti del fraseggio fraseggio e dell'articolazione. Dopodiché si passa allo studio delle scale maggiori e quindi allo studio del passaggio del pollice, alle scale minori armoniche e melodiche. A questo punto si apre un'importante parte del metodo dedicata alle tonalità maggiori e relative minori, con aggiunte le rispettive cadenze IV-V-I (riprendendo, forse, l'idea presente nell'Hanon). Ogni sezione è accompagnata da composizioni tratte dal repertorio dei paesi dell'Europa: Paesi Bassi, Italia, Grecia, Inghilterra, Ungheria, Germania, Svezia, Spagna, Russia, Francia, Estonia e in più gli Stati Uniti (con il blues). Troviamo, dalla pagina 54, degli esercizi per la velocità e l'uguaglianza e dei pezzi di vari compositori che sviluppano dei problemi tecnici. Un capitolo viene dedicato al pedale di risonanza, con varie indicazioni sul suoe" uso. pagina 70Da è spiegato il termine "cantabile", , con "Piccola "Picc ola canzon canzone" la di A Schumann. pagina 76 ritornano"cantabile" esercizi per la velocità e uguaglianza, con pezzi di Czerny, Kuhlau, Bertini, Bach e altri importanti autori. Il secondo volume si chiude con degli esempi di danz nza, a, con le cadenze e gli accordi accompag acco mpagname namenti nti per canzoni canzoni e da costruiti sulla scala maggiore e minore, su come accompagnare una canzone con due o tre accordi, con una danza con armonie cadenzanti. Il terzo libro si propone, più che come metodo per pianoforte in senso tradizionale, come raccolta di materiale e stimolo per le lezioni di livello avanzato, per degli allievi ormai cresciuti e abbastanza esperti. Fritz Emonts ha individuato alcuni brani del vasto repertorio per pianoforte e li ha ordinati secondo precisi criteri metodologici. Aspetti tecnici come terze, seste vanno di pari passo con tematiche musicali come il tocco espressivo, la consapevolezza ritmica, l'uso del pedale. Questi due processi di sviluppo interagiscono costantemente: il lavoro tecnico deve procedere di pari passo con lo svil svilupp uppoo delle delle capaci capacità tà es espre press ssive ive.. Tr Trovi oviamo amo quind quindii molte molte composizioni dei grandi della musica affiancate a motivi dei vari paesi europei che contengono e affrontano varie difficoltà tecniche.

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Ci sono anche studi ritmici, con pezzi che usano cambi di tempo, misure irregolari e tempi composti. Si arriva addirittura a pezzi moderni con autori come Lutoslawski. Il libro si conclude con moltissime composizioni di varia difficoltà e diverso periodo storico. Il capitolo finale s'intitola: "Pezzi da concerto di tre secoli diversi".

Molto utile, Molto utile, interes interessan sante te e stimol stimolante ante è l'Appen l'Appendic dice, e, dedicata dedicata a suggerimenti per l'improvvisazione: su un basso ostinato, in forma di ciaccona, con ritmo asimmetrico. Vengono presentate poi diverse soluzioni di accompagnamento usando gli accordi, per imparare le loro funzioni. Ci sono anche brani dove bisogna completare la melodia e sui quali si può improvvisare. Troviamo le cadenze attraverso le dominanti secondarie e gli accordi di settima, nelle diverse specie. Si conclude con l'introduzione all'armonia jazz e con un paio di famosi 'standard': "Autumn leaves" e Tea  for two ""..

Il "Metodo Europeo per Pianoforte " è veramente un bel metodo, completo, articolato, interessante e stimolante, dove lo sviluppo della fantasia e della creatività dell'allievo viene curato particolarmente e con un certo 'ordine'. Esso costituisce una delle migliori novità degli ultimi anni in fatto di didattica pianistica.

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"Piano Time" di Pauline Hall

"Piano Time" è

un metodo curato da Pauline Hall e pubblicato dalla "Oxford University Press" per la prima volta nel 1983; ha avuto finora varie edizioni. edizioni. Si tratta, tratta, come spesso spesso accade nei moderni metodi, metodi, di una serie di volumi separati che costituiscono un completo percorso per  imparare a suonare il pianoforte. Il metodo è in inglese. Il percorso è diviso in tre livelli, con l'aggiunta di raccolte di brani dedicati al repertorio e alla tecnica. Il livello uno è diviso in due libri: "Tu "Tutor tor"" e "Repe "Repertoi rtoire". re". Con "Tutor" si intende il vero e proprio metodo, con le spiegazioni, gli esempi, gli esercizi, esercizi, i pezzi relativi. relativi. Con "Repertoire",  brani di vario carattere e di diversi autori. Il livello livello due è diviso in tre libri: "Tutor", "Repertoire" e "Duets", cioè brani da fare a quattro mani. Il livellotre trelivelli è divisosono in modo simile da al due. Questi preceduti dei libretti introduttivi, con semplici brani per le dieci dita. Ci sono poi altri libri suddivisi per stili: arrangiamenti di brani classici; musiche d'opera; carole natalizie; pezzi dal carattere divertente e giocoso, con insieme dei giochi e quiz musicali; pezzi dal carattere  jazzistico. Per finire, troviamo delle raccolte d'esercizi per la tecnica e tre libretti dedicati all'aspetto della scrittura e dell'analisi musicale. Il libro si conclude con alcune composizioni composizioni un po' più impegnative impegnative di Diabelli, Berens, Blackwell, Joplin. La serie "Piano Time" è arricchita, come detto, da parecchi volumi che spaziano attraverso attraverso diversi repertori e varie tematiche. Interessanti Interessanti sono "Musicc throu through gh time" time" che presentano brani di grandi i tre volumi intito intitolati lati "Musi compo

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Il "Metodo d'esercizi tecnici per pianoforte" di Bruno Mugellini

È un metodo che risale al 1911, basato su esercizi di tecnica  pianistica e diviso in otto volumi, ognuno dei quali affronta le seguenti tematiche: I - elementi della della teoria e primi esercizi esercizi tecnici, 2 - le scale scale e altri esercizi d'agilità; d'agilità; 3 - gli arpeggi; 4 - le note doppie legate e staccate; 5 - le seste, le ottave e gli accordi; 6 - esercizi per lo stile polifonico; 7 - esercizi  per il legato-cantabile legato-cantabile e l'uso del pedale, 8 - esercizi di perfezionamento. perfezionamento. II primo libro libro presenta presenta una parte teorica con nozioni di teoria musicale, solfeggi facilissimi ed esercizi riassuntivi. La parte pratica inizia con degli esercizi preliminari, per poi passare alla percussione di suoni isolati, congiunti, suoni tenuti con vari ritmi ritmi in Do maggiore; la tonalità e figure ritmiche diverse in Mi maggiore e Fa minore; il pollice e il mignolo sui tasti neri; esercizi con note tenute in Do maggiore; lo staccato delle dita; la preparazione del trillo; esercizi sui tasti neri; esercizi cromatici e per una maggiore indipendenza delle dita, per l'allontanamento e l'avvicinamento delle dita, per l'agilità lungo la tastiera, preparatori per l'esecuzione delle doppie note e di agilità con accento ritmico vario. Il secondo libro inizia con la preparazione alle scale; le scale per  moto retto in tutte le tonalità e le minori armoniche; esempi di scale con varietà di ritmi e coloriti. Nella seconda parte ci sono esercizi per lo sviluppo delle dita più deboli; trilli semplici e con note tenute; note ribattute; scale per terza, sesta, decima e per moto contrario; scale cromatiche; cromatic he; scale a mani alternate. Nella terza parte altri esercizi per le dita deboli; scale minori con la quarta e settima alterate; scale scivolate;  passaggi cromatici d'agilità. d'agilità. Il terzo libro è diviso in tre parti. La prima presenta esercizi senza voltata del pollice: arpeggi per moto retto e contrario, accordi arpeggiati, accordi in forma d'arpeggi spezzati per moto retto e contrario, esercizi d'arpeggi con note doppie, accordi arpeggiati. La seconda parte presenta accordi a quattro parti e arpeggi di due ottave, in tutti i toni, arpeggi spezzati per moto retto e contrario, arpeggi su accordi di settima. La parte terza propone esercizi con il quarto e quinto dito, esercizi preparatori ai grandi arpeggi, con note doppie, accordi di tredicesima in forma d'arpeggi, grandi arpeggi in varie forme.

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Il quarto libro è diviso anch'esso in tre parti. La prima presenta esercizi  per le note doppie legate e staccate, le scale di doppie terze, per moto retto, in tutte le tonalità. Lacontrario; seconda parte i trilli doppielegate; note; le in doppie terze, per moto esercizi di diquarte la scale, scala cromatica per doppie note. La terza parte le scale di doppie note a mani alternate; esercizi vari legati e staccati; esercizi di scivolamento; le scale maggiori in doppie terze. Il quinto libro, nella prima parte affronta le seste legate e le scale di doppie seste per moto retto in tutte le tonalità; le scale cromatiche in moto retto e contrario per doppie seste maggiori e minori. Nella seconda parte esercizi per le ottave staccate e legate, con le relative scale; scale cromatiche per ottave; ottave interrotte; ottave disgiunte; doppie seste a mani alternate. Nella terza parte si affrontano gli accordi: doppie note a accordi con note da rilevarsi; scale per accordi di terza e sesta; scale per  ottave con terza; ottave framezzate da accordi; ottave e accordi a mani alternate;; scale in doppie note scivolate; alternate scivolate; arpeggi per ottave. Il sesto volume affronta varie problematiche nella prima parte: esercizi con mano ferma, con vario accento e ritmo; scale con vario tocco e colorito; arpeggi con diversità di tocco; scivolamento delle dita; accavallamento delle dita; sostituzione sosti tuzione delle dita; contrasto contrasto di ritmi; ritmi; es eserc ercizi izi polifo polifonic nicii fa facil cilii a mani unite. Nella seconda parte le doppie note con un suono da porsi in rilievo; doppie note di valore diverso; esercizi polifonici uguali per ambo le mani con 'fraseggiature'; esercizi con contrasto d'accento e di ritmo fra le due mani; arpeggi disposti a due voci in vario modo; passaggi in formaa di progression form progressionee tratti tratti dalle opere di J. S. Bach Bach.. Il settimo volume affr affron onta ta il te tema ma del del le lega gato to-c -can anta tabi bile le e dell dell'u 'uso so del del pe pedal dale. e. Ecco Ecco che che troviamo vari esercizi per la mano destra sola, sinistra sola, sull'uso del  pedale  peda le con vari esempi esem pi e consigli. cons igli. Finisce Fini sce con alcu alcuni ni brani di autori celebri pedalizzati. L'ultimo volume è dedicato ad esercizi di perfezionamento ed è una sorta di riepilogo. Troviamo esercizi per acquistare una maggiore estensione ed elasticità della mano; il perfezionamento delle scale; le scale cromatiche; i salti; le note doppie scivolate; le note ribattute; il contrasto di ritmi; esercizi in forma di preludi. Come suggerisce il titolo, si tratta di un metodo prettamente tecnico, che lascia poco spazio al repertorio e ai problemi dell'interpretazione, focalizzando l'attenzione tutti diopera natura tecnica di meccani mec canica ca delle del le dita. dita. Dasuquesto que stoi principali punto di problemi vista vista è un' un'oper a comple com pleta tae ed esaustiva, di grande utilità per il pianista professionista che voglia 64

 

raggiungere notevoli traguardi e abilità ragguardevoli.

La "Antologia didattica per lo studio del pianoforte" di F. Rossomandi

Impo Im pone nent ntee il la lavo voro ro co comp mpiu iuto to da Fl Flor ores esta tano no Ro Ross ssom oman andi di

"Antol tologi ogia a did didatt attica ica per lo stud studio io del pianoforte pianoforte", ", scritta negli anni nell’"An sessanta del novecento. Il successo ottenuto dalla precedente antologia didattica e dalla "Guida per lo studio tecnico del pianoforte", ha portato l'autore a pubblicare una nuova edizione riveduta e ampliata d'entrambe le opere didattiche, destinate a svolgersi contemporaneamente nei corsi di studio. L'antologia è divisa in tre categorie: A, B, C. La serie A comprende dieci fascicoli contenenti un repertorio di studi d'ogni stile, scelti, riveduti e ordinati dal facile al difficile difficile progressivamente. progressivamente. La serie B, di otto fascicoli, si basa su pezzi e sonate a due mani, di vario stile, classico, romantico,  brilla  bri llante nte,, coordi coo rdinat natii progre pro gressiv ssivame amente nte.. La serie ser ie C, di otto ott o fas fascic cicoli oli,,

contiene composizioni da marce, suonarepezzi a quattro manitemi di diverso tipo: trascrizioni, sonate, danze, romantici, e variazioni, ouvertures, rapsodie. I volumi costituenti le tre serie vanno studiati  parallela  para llelament mente, e, completa comp letandos ndosii a vicenda. vice nda. L'antolo L'an tologia, gia, unitamen unit amente te alla guida, svolge lo studio pianistico per un percorso di cinque/sei anni, ossia conduce l'alunno a un grado d'esecuzione sufficiente per intraprendere il "Gradus ad Parnassum " di Muzio Clementi. I fascicoli divisi intre categorie A- B- C tre diverse categorie  possonoo essere spalmati  posson spalmati in cinque corsi di studi studi.. Il primo corso avrà, ad esempio, i fascicoli uno e due della categoria A, il fascicolo due della categoria B e C. In questo modo ogni livello avrà una parte di studi, una di composizioni a due mani e una a quattro mani. Si tratta di un corso molto ben articolato e complesso, che può portare l'allievo ad un ottimo grado di preparazione e a studiare, come dice lo stesso autore, il "Gradus ad Parnassum " di M. Clementi.

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La "Guida per lo studio tecnico del pianoforte" di F. Rossomandi

per lo studio tecnico del pianoforte", scritta La "Guida negli anni cinquanta del novecento, va affrontata parallelamente all'altro grande lavoro lav oro didatt didattico ico di Rosso Rossoman mandi: di: l’”Ant l’”Antologi ologia a didattic didattica". a". Gli esercizi  presenti nella guida per lo studio tecnico mirano allo sviluppo delle facoltà meccan mec canic iche he del pianis pianista, ta, mentr mentree i brani brani dell' dell'ant antolo ologi giaa sono sono diret diretti ti all'educazione artistica. La guida, suddivisa in otto volumi, definisce quanto occorre per rendere sicura e artistica l'esecuzione: impianto della mano alla tastiera, sviluppo della tecnica, mezzi per rendere l'espressività musicale, l'uso dei pedali. Gli esercizi sono sviluppati con tutte le varietà ritmiche e tonali, avvalendosi di ogni procedimento armonico, compreso l'esacordale.

Rossomandi indica che per compiere tutto il percorso di studio, ci vorranno all'incirca sette anni, che potranno variare a seconda delle facoltà e del tempo dedicato allo studio. Chi riuscirà a percorrere tutta la guida, riusciràà a maturare una tecnica notevole che andrà poi perfezionata con altri riuscir studi e altri metodi.

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Il "Metodo per pianoforte" di Ruggero Ruocco ed Emilio Ghezzi

nel 1990.Il metodo è opera di due pianisti/compositori ed è stato pubblicato Il libro si articola in undici capitoli e traccia un itinerario didattico che va dall'impostazione agli arpeggi, fornendo uno strumento di base per i  primi quattro/cinque anni di studio. I primi otto capitoli si suddividono sudd ividono in tre parti ciascuno, di cui la parte A concerne problematiche più  propriamente  propriame nte tecniche; la parte B riguarda riguarda aspetti musicali musicali connessi connessi a quelli tecnici; la parte C applica in uno o più brani espressamente composti quanto trattato nelle due parti precedenti. I capitoli nove e dieci sono incentrati sulle scale e gli arpeggi; il capitolo undici è di carattere  principalmente  principal mente teorico. teorico. La parte tecnica del metodo è stata maggiormente curata da Ruggero Ruocco, mentre le composizioni composizioni presenti, ricche e originali originali,, anche se, forse, di non semplice esecuzione, sono opera dell'ingegno di Emilio Ghezzi. È un metodo molto molto articolato articolato e dettagliat dettagliato, o, con un approccio di tipo scientifico alle problematiche inerenti lo studio del pianoforte: ogni  proble  pro blema ma tecnic tec nicoo viene vie ne smonta smo ntato to in tutte tut te le minime min ime frazio fra zioni; ni; nul nulla la è lasciato al caso, tutto è previsto, calcolato e analizzato.

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Il "Metodo Suzuki"

Il reale motivo della venuta in Occidente di Shinichi Suzuki, fondatore dell'omonimo metodo, era quello di comprendere il vero dell'Arte, risposta che sperava di trovare nell'Europa degli anni significato '20 - '30. A Berlino Berli no egli non solo studiò violino con Karl Klingher, allievo allievo di Joachim ed affermato violinista e insegnante, ma divenne intimo amico di Albert Einstein e conobbe le nuove idee sull'educazione dei bambini che si stavano diffondendo grazie alla generazione di Maria Montessori e Jean Piaget. La sintesi di questo "apprendimento", avvenuto in un ricco e variegato "L'art artee non è  panoramaa culturale,  panoram cultura le, si riassunse alla fine nella sua frase: "L' qualcosa che sta sopra o sotto di me, l'arte è legata alla mia essenza più  prof  pr ofon onda da". ". Questa profondità d'indagine, la ricchezza della cultura

musicale europea e la messa a punto di nuovi e rivoluzionari metodi educativi in cui il bambino diventava soggetto, dunque, furono il fertile terreno da cui, grazie a quel lungimirante e intraprendente didatta che era Shinichi Suzuki, nacque il "Metodo Suzuki". E' un fatto che il repertorio appreso dagli studenti del metodo Suzuki, dai pezzi più semplici fino ai brani da concerto, si rifà interamente al  patrimonio  patrimon io compositivo compositivo barocco o romantico dell'Europa, principalmente principalmente a quello della Germania, dell'Italia e della Francia. Nel suo libro Suzuki fa riferimento a Pablo Casals e ad altri artisti esecutori europei come modelli di studio per gli studenti, intendendo sottolineare l'importanza di una corretta imitazione del suono e di un buon dominio tecnico nel momento in cui si muovono i primi passi nell'esecuzione strumentale. Suzuki Suz uki aveva aveva compre compreso so che propri proprioo "l' "l'imi imitaz tazion ione" e" è alla alla base base del  processo d'apprendimento umano nei primi stadi della vita e, attraverso il metodo che egli chiamò "della lingua madre", dimostrò che si poteva insegnare ad un bambino così come gli si insegna a parlare: niente di più ovvio, eppure niente di più straordinariamente rivoluzionario per quei tempi in cui il gran maestro giapponese ideava e codificava il metodo.

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C o m e, i n f  a tt i, u n  b a m  b i n o i m  p a r  a  pa a rl a r  e a s c o lt an d 69

 

o e ri  p e t e n d o c o n ti n u a m e n t e l e  p a r  o l e de tt e i n fi n it e v o lt e d 70

 

a i g e n it o ri , c o sì i m  p a r  a a s u o n a r  e a s c o lt a n d o e ri  p et e n d o c o 71

 

n ti n u a m e n te u n fr  a m m e n t om u si c al e, u n ri t m o, u n a m el o d ia c h e g li 72

 

st e s si g e n it o ri , " a d d e st r  at i" d al l' i n s e g n a n te , g li  p r  o  p o rr  a n n o

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n el c o rs o d el la g i o r  n at a a ff  in c h é g li ri s u lt i n o f  a m il ia ri . P o ic h é la

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m u si c a s a r  à a q u e st o  p u n to e n tr  at a a f  a r   p a rt e i n m o d o d el t u tt o

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n at u r  al e d el la v it a d el  b a m  b in o e d el la s u a f  a m i g li a, d i v e n te r  à  p e

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r  l o r  o " m et o d o d i v it a ", a tt r  a v e r  s o il q u a l e v e rr  à c o st r  u it o il c

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a r  a tt e r  e, si c o lt i v e r  à il  b uo n g u st o , si s v il u  p  p e r  a n n o l e  b u o n

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e m a n i e r  e, si i m  p a r  e r  à a de n tr  a r  e i n r  e l a z i o n e c o n g li a lt ri ri

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s  p e tt a n d o l e r  e g o l e, m a an c h e a ff  i n a n d o l a s e n si  b il it à ; s o  p

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r  a tt u tt o si tr  o v e r  à i n e s s aq u e ll a c o m  p a g n i a c h e n o n v e rr  à m ai

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m e n o , a n c o r   p i ù s e si s a r  à i n g r  a d o d i s u o n a r  e u n o st r  u m e n

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t o . Inoltre, attraverso l'inserimento nei gruppi di ritmica prima e d'orchestra poi, il bambino (con i suoi genitori) si potrà confrontare costantemente costantem ente con i suoi compagni, imparando a capire in modo concreto il  proprio ruolo all'interno di un gruppo, il proprio stile particolarissimo, la  propria capacità di stare e di fare con gli altri senza rinunciare ad essere, come direbbe Suzuki, "profondamente se stesso". Elevato obiettivo questo, ma come dicono dicono gli orient orientali ali:: "Bisogna mirare alla luna per colpire l'aquila".

In queste poche e significative significative parole ritroviamo ritroviamo tutto lo spirito spirito delle scuole Suzuki: massimo impegno di tutti (allievi, (allievi, genitori, insegnanti) insegnanti) per   perseguire i livelli di studio e preparazione e l'ingresso nell'orchestra, che è la grande ambizione di tutti i bambini.

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"Easiest Piano Course" di John Thompson

Il metodo di John Thompson, degli anni novanta, rientra tra quei metodi modernia giovani suddivisiallievi. in vari volumi diabbellito crescentedalivello e dedicati  principalmente È anch'esso simpatici disegni e adotta una grafica chiara, facilmente leggibile. È pubblicato in lingua inglese. Il primo volume inizia con le nozioni basilari e passa subito a dei semplici esercizi ritmici su una nota, Do, con le due mani. Poi aggiunge il Re in chiave di violino violino e il Si in chiave di basso. basso. Via via aggiunge aggiunge le altre note, ma con molta calma e soffermandosi su ogni piccolo passo con degli esercizi.. È un approccio interessante per dar modo al giovane allievo di fare esercizi  pratica e assimilare assimilare le nuove nuove informazioni. informazioni. Il secondo volume riprende con la posizione delle due mani sul Do centrale, in modo speculare. Vengono quindi presentate, nell'ordine: le crome; il segno di alterazione (Fa#, Sib) e la tonalità con l'indicazione dell'accidente in chiave. Dalla pagina 16 ci si sposta sulle tre note mancanti, cioè sul La, Si e Do, per tutt'e due le mani. In questo modo si  può passare alla tonalità di Fa e alla relativa posizione sulle cinque dita. I  brani seguenti 'sfruttano' tutte queste informazioni, spaziando in diverse tonalità tonali tà e posizioni. posizioni. A pagina 30 vengono spiegati spiegati gli accordi, divis divisii nelle due mani, con degli esercizi specifici. Quindi troviamo pezzi con gli accordi a parti strette per la mano sinistra. Il volume si chiude con due  brani da suonare a quattro quattro mani. mani. Il terzo libro si apre con la spiegazione del concetto di frase musicale e con la relativa legatura. Quindi viene mostrato come spesso un periodo musicale costituito da quattro semifrasi. A pagina 16 si spiegano intervalli sia di tono e semitono, con due brani basati su questi intervalli.gli A  paginaa 20 è illustrata  pagin illustr ata la scala maggiore magg iore e si invita l'all l'allievo ievo a scrive scriverne rne alcune, trasportando il modello. I brani seguenti spaziano, toccando le tonalità di Sol, Fa, Do, Do min. Si ritorna agli accordi maggiori e alla spiegazione dei rivolti. Il volume si chiude con molti altri pezzi, in diverse tonalità e con sette diverse scale maggiori con la relativa cadenza.

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I l q uar  to v ol u m e in iz ia c o n la n o zi o n e di 's ta c c at o' e c o n u n  b ra n o

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d o v e la m el o di a è al la m a n o si ni st ra . Q ui n di tr  o vi a m o la s  pi e g a zi o n e d ei ta

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gl i a d di zi o n al i,  p er  la c hi a v e  bdi a ss o v er  s o l' a c ut o,  p er  q u el la di vi ol in o v er 

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s o il g ra v e. S i ar  ri v a al la to n al it à di M i m a g gi o re e a  b ra ni in 6/ 8. P oi a u n  b ra n

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o d o v e l' a c c o r  d o vi e n e s  pe z z at o. C i s o n o q ui n di v ar  i  p e z zi d o v e

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tr  o vi a m o lo st u di o d el lo 's ta c c at o' , d el s al to di u n a m a n o n el l' al tr  a c hi a v e,

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d el ri t m o si n c o  p at o. A rr  iv ia m oq ui n di al le to n al it à di S i m a g g. , R  e  b m a g g.

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, S ol  b m a g g. , o g n u n a a c c om  p a g n at a d a u n o o  pi ù  b ra ni . Il li  b or  si c

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hi u d e c o n al tr  e s et te s c al e m ag gi o ri (a n c h e D o # m a g gi o re !) . Dal quinto volume si ha un cambiamento: il libro non è più in formato orizzontale come i precedenti, ma in formato verticale. Esso inizia con unatatibreve spiegazione delle semicrome e une,relativo  presen  presentati i tagli addiziona addiz ionali li delle note estreme, estrem verso ilbrano. graveVengono e verso l'acuto, ma solo fino a tre linee addizionali. Viene poi mostrata l'acciaccatura e lo studio del pedale di risonanza. Vi sono vari brani per 

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affrontare i vari usi del pedale. Le semicrome vengono presentate in brani con diverso tempo: 4/4, 3/4, 2/4, 6/8. Gli studi successivi affrontano invece il problema del passaggio del pollice, dopo il secondo e il terzo dito. I brani seguenti, quasi tutti originali tranne qualche adattamento di composizioni d'altri autori, sviluppano in maniera graduale e progressiva le varie difficoltà, arrivando a un livello discreto, che potrebbe coincidere con un secondo anno di pianoforte classico. Anche i seguenti volumi continuano sulla stessa strada, presentando  brani di diverso genere e carattere, carattere, in vari tempi e tonalità. Troviamo anche  brani adattati adattati da Chopin, Chopin, Thomè, Thomè, Rimsky-Korsa Rimsky-Korsakoff koff e molti molti altri. altri. In gene genera rale le,, si tr trat atta ta senz senzaa dubb dubbio io di un buon buon meto metodo do,, sufficientemente suffici entemente articolato. Forse non approfondisce approfondisce particolarmente particolarmente alcuni aspetti (scale minori, arpeggi, arpeggi, esercizi, ecc.) e i brani proposti hanno spesso la mano sinistra usata a sostegno della destra, ma questo è un problema generale dei metodi moderni, che cercano di portare nel più breve tempo  possibi  poss ibile le lo studente stud ente a poter pot er suonar suo nare. e. Il rischio risc hio è però per ò que quello llo di non  potenziare a sufficienza la mano sinistra e non sfruttare appieno tutte le risorse possibili.

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"Il primo libro per lo studio del pianoforte" di Antonio Trombone

Il lavoro di Trombone, degli anni cinquanta del '900, è dedicato a coloro che iniziano lo studio del pianoforte. L'autore sottolinea che, per  iniziarne lo studio,Il èlibro necessario teoria e solfeggio. è diviso che in trel'allievo parti. conosca i primi elementi di  Nell  Ne llaa pr prim imaa part pa rtee trovi tro viam amo: o: es eser erci cizi zi su sull llee cinq ci nque ue dita di ta pe per  r  l'impostazione della mano e l'indipendenza delle dita, scritti nella sola chiave di violino; 28 piccoli studi nella estensione delle cinque note a due  partii indipe  part ind ipende ndenti nti e con l'uso l'us o gradua gra duale le delle del le dita della del la mano man o sinistra sini stra,, sempre nella sola chiave di violino; esercizi per lo studio del legato e dello staccato.  Nella seconda parte ci sono: 16 studietti nella estensione estensione delle cinque note, in varie tonalità, nelle chiavi di violino e basso, preceduti da esercizi  preparatori; esercizi per lo spostamento graduale delle mani e per l'agilità  progressiva  progress iva delle dita; esercizi preliminari preliminari di arpeggi senza il passaggio del  pollice.  polli ce.  Nella terza parte vengono vengo no proposti: proposti : 12 studietti studiett i nella estensione estension e superiore alle cinque note, senza il passaggio del pollice; esercizi  preparatori al passaggio del pollice; scale maggiori e minori armoniche e melodiche per moto retto, raggruppate secondo le affinità di digitazione. Gli esercizi della prima parte sono scritti nella sola chiave di violino  per facilitare la lettura e vanno suonati a mani separate per evitare che all'inizio dello studio l'allievo si abitui a un movimento uguale fra le mani. La parte della mano sinistra, scritta con i numeri delle dita sotto le note,  può essere suonata all'ottava all'ottava inferiore. Gli esercizi della seconda parte, che si muovono attraverso diverse tonalità, sono preceduti da relative. esercizi specifici per fare pratica delle nuove  posizioni e delle alterazioni alterazioni In generale, si tratta di un metodo piuttosto succinto, essenziale, ma abbastanza abbast anza completo. E' basato più su esercizi che su brani veri e propri: propri: va sottolineato, comunque, che i brani presenti sono tutti composizioni dell'autore. È forse uno dei metodi che più si avvicina al famoso "Beyer", con il vantaggio che, in quello di Trombone, la chiave di basso entra in scena prima, dando modo alla mano sinistra di rendersi maggiormente autonoma e indipendente.

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Il "Metodo Yamaha"

Il "Metodo Yamaha" è progettato per educare i bambini alla musica, dai 5-6 anni fino agli 8-9 anni, nel massimo divertimento. Il bambino apprende in modo naturale, cominciando dallo sviluppo dell'orecchio musicale e imparando man mano vari brani. Questi ultimi sono stati concepiti non soltanto per la loro validità, ma anche per l'attrattiva che esercitano sui bambini. Le lezioni sono collettive, allo scopo di facilitare l'apprendimento. Partecipando Partecipan do alla lezione con i loro coetanei, infatti, gli allievi condividono la gioia di imparare a suonare. Sviluppano un'attitudine positiva verso l'apprendimento. Sono più motivati e traggono giovamento dall'ascolto reciproco. Già dalla prima lezione, gli allievi imparano a suonare il primo brano musicale, accompagnati dall'insegnante musicale, dall'insegnante e dalla base registrata registrata su compact disc. Man mano che gli allievi progrediscono, i brani diventano sempre più complessi e divertenti da suonare. I libri del corso sono ricchi di brani musicali vivaci e divertenti, appositamente creati per i bambini di questa età. Ogni libro di testo è accompagnato da un CD che contiene le registrazioni orchestrali di tutti i  brani e che aiuta l'allievo l'allievo a suonare in modo più m musicale usicale ed espressivo. espressivo. Glii insegn Gl insegnant antii dei corsi corsi Yamaha Yamaha,, musi musicis cisti ti sp speci eciali alizza zzati ti nell'educazione nell'ed ucazione musicale, musicale, hanno una qualificata qualificata esperi esperienza enza di lavoro con i  bambini di questa età. Vengono accuratamente selezionati e seguono una rigorosa preparazione prima di cominciare la loro attività. Si tratta di un corso per imparare a suonare il pianoforte a gruppi di allievi, ognuno dei quali ha a sua disposizione un pianoforte elettronico. Tutte le attività vengono condotte in modo collettivo, senza l'utilizzo di cuffie. La durata delle lezioni è di un'ora, una volta a settimana. È lo "Metodo do Yamah Yamaha", a", adottato da più di trent'anni in tutto il standard del "Meto mondo. In base a questo metodo, l'allievo dapprima ascolta la frase musicale proposta dall'insegnante, poi la memorizza cantando. Quando il  branoo è perfettam  bran perfe ttamente ente memorizz memo rizzato, ato, si passa a suonare, suon are, mediante medi ante una tecnica particolare "ad imitazione". L'ultima fase è quella della lettura, sul  pentagramma,  pentagramm a, delle note che l'allievo l'allievo ha memorizzato memorizzato e che sa già suonare. suonare.

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In sintesi, lo schema è il seguente: ASCOLTARE » CANTARE » SUONARE » LEGGERE Il metodo tradizionale fa esattamente il contrario: si comincia dalla lettura delle note e poi si passa maggior parte degli allievi.a suonare, con la conseguenza di scoraggiare la Il corso è articolato in sei volumi, ciascuno corrispondente ad un livello progressivo. Ogni volume è suddiviso in unità e le materie di ciascuna di esse sono le seguenti: 1. Brani di repertorio repertorio di difficoltà difficoltà progressiva progressiva 2. Esercizi tecnici tecnici per l'agilità delle dita. 3. Esercizi per imparare ad armonizzare ed arrangiare melodie di vario tipo. 4. Esercizi Esercizi per la musica musica d'insi d'insieme. eme. Ogni brano è dotato di base musicale su dischetto. dischetto. Oltre a imparare un notevole numero di brani di repertorio, l'allievo impara anche ad armonizzare le melodie in svariate tonalità e ad arrangiarle con stili diversi di accompagnamento. Il corso propone una formazione musicale completa, in grado di abbracciare tutti i generi musicali, dalla musica classica a quella  popolare, al jazz, al al rock. Il corso ha una durata media di quattro anni, dal primo passaggio al completamento di ogni volume, con il rilascio di certificati di studio con validità internazionale. E' stato progettato per rendere l'apprendimento non solo facile ed immediato, ma anche divertente. Si impara in modo naturale, soprattutto sviluppando prima l'orecchio musicale e affrontando man mano vari brani di difficoltà progressiva. Questi ultimi sono stati concepiti non soltanto per la loro validità, ma anche per l'attrattiva che esercitano su tutti. Partecipando alla lezione con altre persone, c'è più motivazione e si trae giovamento reciproco.laL'atmosfera è più simpatica ed è priva di tensione. dall'ascolto La musica favorisce socialità. Si diventa tutti amici e si impara a fare musica d'insieme, ed è questa un'esperienza di valore straordinario. Fin dalla prima lezione, si impara a suonare il primo brano musicale, musica le, con l'accompagnamento l'accompagnamento dell'insegnante dell'insegnante e della base registrata registrata sul compact disc. I brani successivi sono molto attraenti e vari, studiati per  incontrare i gusti e le esigenze degli allievi nelle varie fasce d'età.

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Conclusione

Lo scopo di questo mio lavoro è stato quello di vedere come sono stati concepiti e scritti alcuni tra i più importanti metodi pianistici della storia. È stato, inoltre, molto interessante vedere come essi siano cambiati, come contenuti e struttura, nel corso del tempo. I metodi più 'vecchi', tra quelli qui inclusi, sono quelli di Clementi, del 1801, di Czerny, della prima metà dell'800, di Beyer, dello stesso  periodo, di Lebert & Stark, del 1858. Seguenti a questi sono i metodi di Mugellini, del 1911, di Brugnoli, del 1927, di Bartok, del 1926-39, di Cesi, del 1929. Si arriva ai metodi degli anni cinquanta/sessanta del novecento di Trombone, Rossomandi e poi a quelli recenti di Bastien (anche se egli ha iniziato negli anniThompson, sessanta ilHall, suoEmonts. è un metodo che si è imposto da noi successivamente), L'aspetto che maggiormente emerge è che i metodi del passato erano spesso corposi ed impegnativi. Ad eccezione del metodo di Beyer, gli altri erano di solito lunghi e molto dettagliati. dettagliati. Anche altre opere non comprese comprese nel mio lavoro, ma che però sono state visionate (ad esempio i lavori di Breithaupt, Breit haupt, Adam ed altri), altri), erano estremamente estremamente articolate, articolate, comprendendo anche aspetti fisiologici, muscolari, ecc. Tra i metodi che ho analizzato quello di Brugnoli è forse l'unico che riprende queste idee, andando a studiare studi are tutte le componenti componenti dell'attività dell'attività di suonare suonare il pianoforte. pianoforte. La sua è, infatti, un'opera addirittura impressionante per la quantità d'aspetti d 'aspetti trattati e d'informazioni fornite. Altro lavoro colossale è quello di Cesi, in dodici fascicoli, ognuno dei quali affronta un argomento relativo all'esecuzione  pianistica. E' un metodo monumentale, che parte dalle nozioni basilari per  arrivare alle più grandi difficoltà che un pianista possa immaginare di dover  affrontare. Anche il metodo di Clementi è molto impegnativo, soprattutto  per il pianista pian ista principia princ ipiante nte e sottinten sotti ntende de una notevole note vole applicaz appl icazione ione.. Il metodo di Lebert & Stark è forse meno difficile difficile dei precedenti e ha in più il vantaggio di avere molti brani da suonare a quattro mani. Quello che gli manca, però, è la profondità d'analisi di tutti i particolari che caratterizza i grandi metodi storici menzionati.

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Discorso a parte merita il lavoro di Bartok, anche se molto è già stato Discorso detto nel capitolo specifico. Più che un metodo è un cammino progressivo attraverso attrav erso le numerose numerose difficoltà difficoltà che un pianista è chiamato chiamato ad affrontare, stimolando lo freschezza studio e lacompositiva fantasia dello studente con un ricchezza di contenuti e una davvero straordinarie. Molto interessanti sono anche le due opere di Rossomandi, che costituiscono insieme un imponente lavoro, degno dei più grandi didatti. Dei metodi moderni, quello che forse merita un'attenzione particolare è quello di Fritz Emonts: è un lavoro estremamente stimolante e vario, che  partee dai rudimen  part rudi menti ti per arrivar arri varee a dei brani bra ni belli bel li e anc anche he impegna impe gnativi tivi;; inoltre è accompagnato da ricche spiegazioni e aperture a musiche diverse, come il jazz. Questo è un aspetto da mettere in rilievo, in quanto manca a molti metodi moderni. Dal punto di vista meramente tecnico, molte sarebbero le cose da sottolineare. La più evidente è forse il cambiamento che si è avuto nel corso del tempo al riguardo dell'inizio degli studi da parte di un  principiante.  principi ante. Nei metodi storici l'alunno veniva subissato subissato di informazioni informazioni e tenuto 'fermo' per molto tempo su aspetti come la lettura, il solfeggio, gli esercizi; oggi si tende a farlo suonare subito, per non correre il rischio di fargli 'odiare' la musica. Molti sono, infatti, coloro che hanno abbandonato la musica per il troppo tempo passato a solfeggiare! Nei metodi moderni si suona subito, subito, anche con i pugni, sui tasti neri, con due note: tutto è utile per   prendere  prend ere subito subit o confidenza confid enza con la tastiera tastie ra e partire partir e senza esitazioni. esitaz ioni. Il rischio è quello di trascurare aspetti importanti come, appunto, il solfeggio e costruire castelli sulla sabbia: dipende dalle capacità del maestro riuscire a insegnare anche le cose 'noiose', rendendole chiare e comprensibili. Altro aspetto aspett che può quellosidella differenza differenza di impostazione per oi pezzi piùessere facili.evidenziato Nei metodi èstorici iniziava, spesso, dalla chiave di violino con tutt'e due le mani a distanza di ottava, oppure con la sinistra in chiave di basso, ma sempre partendo con il mignolo dal Do. Oggi la tendenza è invece quella di partire con la sinistra speculare alla destra dal Do centrale, e quindi subito con la chiave di basso, per non complicare le cose con il mignolo della sinistra, sempre 'indisciplinato' e difficile da gestire nel primo periodo di studi.

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Quello che rimane in comune a tutti i metodi è la parte iniziale dedicata principali nozioni di teoria musicale: le note, la notazione,alle il tempo musicale, le alterazioni, ecc. Diverso è poileilchiavi, modo di mettere in pratica le cose e il 'come' far iniziare l'allievo. Un particolare metodo preferisce insistere sull'aspetto ritmico, uno sul suonare subito qualcosa, anche partendo dai tasti neri, un altro da esercizi su tre note, oppure su cinque, e via dicendo. Tutti i metodi sono validi; la responsabilità è dell'insegnante che deve valutare con attenzione l'allievo che ha davanti e 'calibrare' il metodo in base alle esigenze. L'ideale è, quindi, adottare adottare un metodo come guida principale cercando quello che più si adatta al singolo studente e nello stesso tempo allargare l'orizzonte 'pescando' da altri metodi o altri testi che possono essere complementari a quello principale. Probabilmente il metodo ideale non esiste: la soluzione si può quindi trovare prendendo le cose che più interessano da vari testi, riunendole in modo omogeneo, senza creare degli sbilanciamenti e senza concentrarsi troppo su un aspetto a discapito di un altro. Ecco che la programmazione  personalee per ciascun allievo può risultare uno strumento utile, se non  personal addirittura indispensabile, per tenere sempre sotto controllo la situazione, calibrando le azioni dell'oggi in base agli obiettivi e ai risultati da  perseguire.  perseg uire.

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