Strabone - Geografia Vol.5 (Libri XV-XVII)

January 26, 2017 | Author: leonardo7804 | Category: N/A
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DELLA

GEOGRAFI A DI

STRABONE LIBRI

XVII

VOLGARIZZATI

DA FRANCESCO AM BROSOLI

VOLUM E Q U IN TO

MILANO coi tipi di Paolo Andrea Molina Contrada d M Agnello, riunì. g63

1835.

DELLA

GEO G R A F I A DISTRABONE

LIBRO DECIMOQOINTO

CAPO

PR IM O

D ifficoltà che i incentrano neUa descrizione d e ll India. — Spedizioni in quel paese prima di Alessandro o poco vaisim ili o favolose. -~ Lim itij figura* estensione delP India. — Suoi fium i. — Produzioni del? India j e parallelo de’ suoi abitanti con quelli degli a ltri pae­ si. — • Isola d i T'apro bona. — Piogge periodiche d e ll India. — Coltivazione del riso e del bosmoro. — Confronto delT India colFE gitto. — Alberi e piante singolari ,delFIndia. — Cagioni del co­ lore degFIndiani. —. Fium i che precedono o che seguono lin d o . — Popoli e paesi situati tra il Cofite e l'in d o . — Fra V Indo ( f / ■ daspe. — F ra F Idaspe e F Acesine. — Città fondate da Alessan­ dro fr a questi due fium i. — Scimmie dalla lunga coda, e maniera

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BELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

d i prenderle, — Paese de’ Catei e di Sofite. — Usarne d é Ca­ tti. — Produzioni del paese d i Sofite. — Fium i che si scaricano nel? Indo. — Perchè Alepsagclrp non potè procedere oltre V Ipani. — N azioni e città Jra P iparti e t Idaspe* ed a l d i sopra di tjuesli fium i sino alla Pattatene. — La Pattatene, ovvero il Detta fbrm atq d a lf In j» ,— Paese fi M&sicanp ^ d ipfnze d i suoi abi­ tanti. jm II trang^ —: Gittà d i PtUkotrtu '— Paese situato a l d i là dell’ Ipani j e cose straordinarie che se ne raccontano. — D ivi­ sione degl’Indiani in sette $tassi. ■— Delle prime trm classi. — De­ g li elefanti. —>D ille fo rn ic h i nelle miniene. •— Rettili ed a ltri ammali. — Delle altre quattro classi degli Indiani. — M agistrati e loro varie fu n zio n i. — Costumi ed usanze degt Indiani in gene­ rale. — Modo di vivere dei loro re. — Costumi singolari degli, abitanti d i Tassila. — Dei filo so fi e particolarmente di Calano. — A ltri costumi degtIndiani. — Industria di quegli uomini. — Morte d i Calano. — Religione e pompe religiose degt Indiani. — A ltra specie (fi filo so fi d ftfi P rqm n. -r . Sorgente 4(1 Gw>&h — Amba­ sciata spedita da Pgro a d Auguste. — Bramano abbruciato in Atene.

I luoghi dell’ Asia che restano da descrivere sono quelli al di là del T a u ro , tranne la Cilicia, la Panfi< lia e la Licia (i); poi quelli che principiando dall’india fino al Nilo stanno fra il Tauro e 1’ Oceano tneridio* «ale. 0opo P Asta segue la L ibia, della qaale diremo più tardi i ora è da cominciare dall’ In d ia , eh’ è la prima e la più grande fra le regioni verso 1’ oriente. Ma è necessario che sia -benignadente ricevuto quel tanto ch’ io ne d irò , perchè questo paese è lontanis­ simo e non molti dei nostri l’ han visitato. Que’ me­ li) Perché di questi luoghi parlò già -1’ Autore nel libro pre­ cedente.

L IM O PKC1MOQUIBTO

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desimi poi «he vi finono ne videro soltanto' aleone p a rti, sicché i più ne scrissero per udite ^ ed anche idi quello che videro s’ istruirono eammia facendo e nel corso di qualche spedinone militare. Di qui è ve­ nuto eh’essi non sono d’accordo nelle loro relazioni (seb­ bene ne abbiano scritte come di cose da loro medésimi accuratamente esaminate, ed toleuni vi siano stati in ano stesso tempo o partecipi di una stessa spedizione, o compagni di qualche peregrinazione; quali furon coloro che insieme con Alessandro soggiogarono l’ A sia), ma l’ uno dall’ altro asseriscono cose contrarie. O ra sa in quel oh’essi videro differiscono tanto) che dobbidtn ere» dere di quello che raècontano sull’ altrui fede ? Nè quelli che scrìssero di que’ paesi in tèmpi molto posteriori, n i quelli ehe navigano colà ai. nostri giorni ci fan conoscere cosa alcuna sicura. Così, per esempio, Apollodoro autore della storia dei Parti, facebdfì men­ zione di quegli Elleni che sottrassero la Batlriana ai re della Siria discendenti da Selenco N icatore, dice che quando furon cresciuti in potenza piombarono anche sull’ India ; ma non chiarisce punto pè poco più di quello che già si sapeva, anzi vi apporta qualche con* traddizione. Perocché afferma aver quegli Elleni oceupata una parte dell’ india maggiore di quella che ne possedettero i M acedoni, e dice per prova di questa asserzione, che Eucratida ebbe sotto di sè mille città : ma è noto che i Macedoni soggiogarono soltanto fra l’ Idaspe e l’ Ipani nove popolazioni, e vi possedettero cinquemila città, nessuna delle quali era minore di Coo

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DELLA GEOGRAFIA D I STRABONE

nella MeSopide ; e che Alessandro pioti donò tutto qué> sto paese a Poro ( 1). Rispetto a* mercatanti che van dall’ Egitto all’ India -pel Nilo- e pel golfo Arabico non si spiDgo'no, tranne s ò l’pochi, fino al Gange ; oltre di «he sono uomini idioti e da non giovar punto la storia di qùè’ luoghi. DI colà poi non sono venuti se non alcuni da nna qualche provincia e da parte di qualche re ( per esempio di Pandione e di Poro) per recare a Cesare Augusto doni e messaggi; e quel filosofo indiano che s’ abbruciò in Atene, Come già si abbruciò Calano per fare di sè stes­ so spettacolo ad Alessandro. Che se , lasciando queste cose in dispìartej si vogliono considerare le tradizioni precedenti alla spedizione di Alessandro, si trova molto più oscurità. Tuttavolta ben fu naturale ad Alessandro dar fede a siffatte tradizioni, acciecato com’ era da tanta fortuna. Quindi Nearco dice ch’ egli preferì di condurre il suo esercito a traverso della Gedrosia, seb­ bène avesse sentito che Semiramide e Ciro avevàti ten­ tata la stessa strada, ma entrambi se ne tornarono ad­ dietro fuggendo, quella con venti de’ suoi, questi con sette : perocché gli parve glorioso guidare l’ esercitò il­ leso e vittorioso a traverso di quelle nazioni e di que’ , ( 1) Tutto questo paragrafo può soggiacere ad una interpreta­ zione alquanto diversa. Può darsi che Strabone accusi Apollodoro di contraddizione non alle cose già conosciute, ma a quelle che dice egli stesso, notando che dopo aver assegnato ad Eùcralidà (uno dei re della Battriana) mille città , ne assegna cinque mi)a ai Macedoni; e nondimeno sostiene, che i Battriani possedettero nell’ India più di quello che non avevano posseduto i Macedoni.

LIBRO DECIHOQUINTO

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luoghi dove quei due principi erano stati sconfitti. Egli dunque credette a questi racconti. Ma noi chi potreb­ be. giustificarne se intorno alle cose dell’ India dessimo fede a coteste spedizioni di Ciro e di Semiramide? Con questo nostro discorso concorda in qualche modo an­ che Megastene, dicendo che non dobbiamo fidarci alle antiche storie dell’ India : perocché né dall’ India fu mai spedito fuori un esercito, né alcuno mai ve n’entrò dal di. fuori e vi prevalse, fuor quelli di Ercole e di B acco, e più recentemente quel dei Macedoni. Ben è il vero ( egli dice ) che Sesostri egizio e Tearco etio­ pe s’ avanzarono fino in E uropa; ed é il vero altresì che Nabuccodonosoro (i), riputatissimo presso i Caldei, superando anche Ercole pervenne fin alle Colonne, al qual punto arrivò anche Tearco; e Nabuccodonosoro condusse inoltre l’ esercito dall’ Iberia nella Tracia e nel P onto, e lo scita Idantirsi fece un’ irruzione dah* l’ Asia fin nell’ Egitto ; ma nessuno di costoro toccò l’Indra. E Semiramide (aggiunge Megastene) morì pri­ ma di dar principio alla sua spedizione. I Persiani poi chiamaron gl’ Idraci dall’ India in qualità d’ ausiliari, ma non mandarono mai loro eserciti in quella regione, e solo vi si accostarono quando Ciro andò contro i (i) Nabuceodonosor della Sacra Scrittura, - Le Colonne men­ zionate poco appresso non devono significare lo stretto di Gibil­ terra , come ha creduto Megastene ; le spedizioni di Sesostri di Teàrco, e di Nahucqodonosor furono nella Palestina, Siria, Mesopotamia, Armenia , Iberia , Colchide ; e le Colonne di cui qui si tratta dovettero essere al di sopra dell’ Albania e dell’Iberia dove comincia il deserto della Sarmazia asiatica. (Ed. frane.)

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DELLA GEOGRAFIA DI'STRABONE

Massageti. Finalmente le cose di Ercole e di Bacco Me» gastene con pochi altri le crede; ma i più (e fra questi anche Eratostene ) le stimano incredibili e favolose co* me quelle altre geste che si raccontano dagli Elleni. Perocché nelle Baccanti d’ Euripide Bacco dice giovo* miniente : ........... ......................... partito D alle contrade della Lidia ricche I f oro ; e de’ Frigj e de7 Persiani i campi A p rici, e la città de' B a ttrj, e il fred d o Suolo de’ M e d i, e la felice Arabia Passando e V Asia tu tta ................. .............io giunsi prima a questa greca Cittade (i).

£ v’ ha anche presso Sofocle qnalcuno che esalta il monte Nissa celebrandolo come sacro a Bacco, con queste parole : Di quivi io vidi la montagna di N issa celebrata f r a gli uomini, la quale il cornuto Bacco agita col suo furore. Egli la coltiva come sua ben amata nutrice, nè mai vi s"1ode la voce d? alcun uccello , ecc. D’onde poi gli fn anche dato il soprannome di Merotrafio (a). Ed Omero parlando di Licurgo figliuolo di Elone dice: ' Su pel sacro Nissejo egli di Bacco Le nudrici inseguia (3). ( 1 ) Eurip., Bacc., v. i3. (2 ) Cioè : Nutrito sul M ero, Io stesso che il Nissa. Del resto non può confondersi il monta Nissa di cui parlava Sofocle eoa quello delP India non conosciuto dai Greci se non dopo la spe­ dizione1di Alessandro. Anche nel passo di Omero citato subito dopo trattesi di un monte Nissa della Tracia e non già dell* In* d ia , paese sconosciuto da Omero. (G). (3) II., lib. v i , v. i 32.

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Questo dunque è ciò che si dice di Bacco. Rispetto ad Èrcole poi gii uni affermano ch’ egli diresse le sue spe­ dinoci solo dalia parte opposta fiso alte estremità oc­ cidentali ; e gii altri sostengono che percorse anch’egli lo stesso paese di Bacco. l a conseguenza di queste tradizioni fu poi immagi­ nata tmà nazione eoi soprannome di Nissei, e una città di Nissa fondata da Bacco, e al di sopra di questa città «n monte detto Mero, adducendo per prova che vi al­ lignano l’ellera e la vite, benché questa non rechi a ma* lurauza i suoi fru tti, perchè i grappoli cadono innanzi tratto a motivo delle piogge eccessive. E si dissero di* scendenti di Bacco gli Ossidraci appunto per trovarsi appo loro la vite, e perchè i loro principi nelle spedi­ zioni militari e in tutte le altre solennità portano certi abiti di seta a varii colori (come s’usa anche dagli altri indiani), e procedono a suon di tamburro a guisa di cb! celebra baccanali. Così anche di una certa rupe detta Aorno le cui ra­ dici sono bagnate daU’ Indo vicino alle sue sorgenti, dopoché Alessandro se ne impadronì al primo assalto, i suoi adnlatorl spacciarono che Ercole tentò tre volte di espugnarla e tre volte ne fu ributtato. E dicevano che i Sibi erano discendenti da coloro che furon compagni d’ Ercole in quella spedizione \ affermando che quasi simboli di qpell’ origine conservavano ancora 1’ usanza di andar vestiti di pelle come quell’eroe, e di portar una clava di cui imprimono la figura sulla pelle de’ buoi e dei muli col meazo d i un ferro rovente. E questa opi­ nione piglia maggior forza altresì da quanto si narra del

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DELLA GEOGRAFIA. DI STRABONE

Caucaso e di Prometeo; perocché trasportarono coleste cose dal Ponto Enssino nell’india (i) fondandosi sopra un deboi motivo, cioè sopra un antro sacro trovato presso i Paropamisadi : essi spacciarono che quell7antro fu la prigione di Prom eteo, che Ercole venne colà a libe­ rarlo , e che quello era il Caucaso menzionato dagli Elleni come il luògo dove Prometeo fh incatenato. Ora che queste siano invenzioni degli adulatori di Ales­ sandro riesce evidente per la discordanza degli storici, a l ­ cuni dei quali ne parlano lungamente, ed altri invece noà ne fanno nemmanco menzione: mentre non.è probabile che questi ultimi non avessero notizia di avvenimenti così celebri e così pièni di orgoglio, o che avendone avuta notizia non li abbiano creduti degni d’ essere ri­ cordati, principalmente quelli tra loro che più hanno fama di veritieri. E si fa manifesto eziandio da ciò, che quei popoli pei quali, i compagni di Bacco e di Èrcole andando all’ India avrebbero dovuto passare, non con­ servarono alcun testimonio d’ un tal viaggio a traverse dei loro paesi. Rispetto poi all’ abito d’ Ercole esso ò molto più recente della tradizione troiana; e se lo finse chi compose l’ Eraclea , o fosse costui Pisandro od un altro : perocché le statue antiche non sono vestite così. > Da queste tradizioni dell’ India pertanto bisogna co­ gliere solo ciò che v’ha di più vicino al probabile. E (i) Cioè attribuirono alle montagne dell’ India il nènie del Caucaso, che propriamente è situato fra il Ponto Eussino e il Mar Caspio.

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già noi nella prima introduzione dove parlammo deHa Geografia abbiamo 'esaminata, per quanto era possibile, cotesfa controversia: ed ora all’ uopo adopreremo al­ cuni di qiiegli argom enti, ed altri ne aggiungeremo se­ condo che par richiesto a render la còsa evidente. Dal»1 l’ esame che allora si fece apparvero massimamente cre­ dibili le cose dette per sómmi capi da Eratostene net tèrzo libro della Geografia intorno all’india, quale consideravasi al tempo in cui Alessandro 1’ assalì. L’ Indo serviva allora di confine tra questa regione e P Ariana, che le tenea diètro verso occidente ed era' occupata dai Persiani; mentre poi in progresso di tempo molta parte dell’ Ariana 1’ ebbero invece gl’ Indiani, ricevutala dai Macedoni. Eratostene poi dice così: te L’ India è limitata verso il settentrione dalle estremità del Tauro ( dall1Ariana fino al mar orientale) che i na­ tivi chiamano quali Paropamiso, quali Emodo, Imaò o con altri nomi , e i Macedoni dicono Caucaso. Dalla pàfte occidentale ha il fiume Indo. E i lati di m eno* giorno é d’ oriente, molto maggiori degli a ltri, prolun­ gami verso il mare Atlantico ; sicché la figura di tutto il paesè diventa 'romboidale, con questa legge però, che ciascuno de’ suoi lati maggiori supera il lato a lui Opposto di ben tre mila stadii. Siffatto è il promontorio comune così alla spiaggia orientale come a quella di mezzogiorno, e che progettasi in mare all’oriente del pari che al mez­ zogiorno (i). La misura del fianco occidentale pertanto dai monti Caucasii fino al mare meridionale si fa asceta (j) È questo il cupo Comorin,

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jdere a tredici mila stadii, procedendo brago il trame Indo fino alla sua foce : laqnde il lato opposto orientale avendo per sopra più i tre mila stadi! del promontorio^ diventa di sedici mila. Ed ecco la massima e la minima larghezza dì quella regione. La lunghezza poi va dal* l'occidente all’oriente; e può determinarsi con sicurezza per quello spazio che si stende dall’ Indo a Palibòtra perocché fu misurato a tch en i, ed é una via reale di? venti mila, stadii. Il restante si crede ehe sia di sei mila stadii, congetturandolo dal tempo che impiega chi na­ vigando rìsale dal mare a Palibòtra contro la corrente del Gange.. » La lunghezza pertanto dell’ India , anche- dwv* essa è più breve y sarà di sedici mila stadi*: e tale dice Era* tostene ( con cui va d’ accordo anche Megastene ) l a ­ veria presa dalla descrizione probabilissima degl’ itinerarii. Patroclo però la fa di mille stadii minore. Se poi a qaesta lunghezza si aggiugne quella del promontorio che più si spinge all’ oriente, cioè i tre mila stadiiy si formerà la maggior lunghezza dell’ìndia, che va dalle foci del fiume Indo lungo la spiaggia che a quelle tlen dietro, sino al promontorio predetto, od ai suoi confini orientali, dove abitano i così detti Co­ niaci ( 1}. Di qui dunque si peò scorgere quanto siano eccessive» le opinioni degli altri. Ctesia dice ohe l’ Indi» non è minore di tutto il restante dell’Asia: Qnesicvito* afferma ch’essa è la terza parte di. tutta la terra abitata: Neareo’ (i) Qualcuno vorrebbe leggere Coliaci, altri Consci.

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pone che sia lunga quante si pud camminare in quat­ tro mesi alla pianura : Megastene e Deknaco più mo­ derati di tolti felino maggiore di venti mila stadii lo spazio dal mare di mezzogiorno al Caucaso : anzi Deim ato sostiene che v’ba dei luoghi, in cui la lunghezza ò di più che trenta mila stadii. Ma contro costoro già s’è parlato nel principio dii quest’ Opera : qui poi basta notare òhe queste diffe­ renze giustificano chiunque domanda perdono se nel parlare dell’ India è necessitato recare in mezzo opi» nioni che non oserebbe sostenere. T utta l’india è attraversata da fiumi, alcuni dei quali si congiongooo c o id u e più grandi, l’ Indo ed il Gange; altri vanno a acaricarsi nel mare per foci loro partico­ lari. Tutti poi traggono il principio dal Caucaso, e cor­ rono sul principio al mezzogiorno ; poi gli uni proce­ dono seguendo la stessa direzione, quelli principalmente che vanno a confluire nell’ in d o ; gli altri convertonsi all’ oriente, come fa anche il Gange. Questo fiume tosta che è disceso dal m onte aliai pianura si volge all’oriente, e dopo avere bagnata- la grani città di Palibòtra av­ viasi al mare orientale dov’ entra per un* sola foce, benché sia il maggior fiume di tutta l’ India. Ma l’indo invece si scarica per due bocche nel mare di mesto* giorno, abbracciando tra: que’ due rami il paese di: Patt falene che somiglia al Delta d’ Egitto. P er le evaporazioni di tanti fiumi, e pei venti Etesii n e ll'ìn d ia , al dir di Eratostene, in tempo d’ estate ab­ bondano le piogge, sicché le pianure impaludano. Du­ rante quelle piogge sogliono seminare Un» e miglio, ed

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DELLA GEOGRAFIA DI STRADONE

anche sesamo, riso e bosmoro. Nella stagione invernale, per lo contrario seminauo frum ento, orzo, legami e certi altri frutti buoni da mangiare, dei quali noi bian­ chiamo. Del resto le produzioni del suolo nell' India sono le stesse che nell’ Etiopia e nelP Egitto. Questo vale anche per gli animali dei fiumi, tranne soltanto l’ippopotamo: anzi Onesicrito sostiene che questo pure si genera nell’ India. Degli uomini i meridionali sono somiglianti agli Etiopi nel colore, ma somigliano a tutti' gli altri nell’ aspetto e nei capegli che non possono per, l’ umidità dell’ aria esser ricciuti. I settentrionali somi» gliano agli Egiziani. La Taprobana (i) è un’isola situata nell’alto del mare, distante dalle parti più meridionali dell’ìndia, cioè dalle parti vicine ai Coniaci, quanto si naviga in sette giorni. La sua lunghezza verso l’ Etiopia é di otto mila stadii: vi sono anche elefanti. Tali sono le notizie sull’ India che abbiamo da Era­ tostene : ora v’ aggiungeremo quelle che alcuni altri ne diedero, per comporne così la nostra descrizione. Alla Taprobana, per cagione di esempio, Onesicrito assegna un’ estensione di cinque mila stadii, senza de* terminare se li conti per la lunghezza o per la larghezza: la fa lontana dal continente la navigazione di venti gior-. n i , ma nota però che le navi sono colà molto le a le , mal provvedute di vele, e non punto ricurve nei fianchi.. Dice poi che vi sono anche altre isole fra Taprobana (più meridionale di tutte) e l’india: e che. intorno a (i) L’ isola d i Ceilan.

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Taprobana si trovano de’cetacei anfibj somiglianti a buoi, a cavalli e ad altri animali di terra. Nearco parlando di alluvioni di fiumi reca questi esempi, che le pianure dell’ E rm o, del Caistro, del Meandro e del Gaico furono così denominate perchè crebbero o piuttosto si creardho della molle e pingue terra che questi fiumi trascinan con loro dalle montagne ^ sicché ragionevolmente da quelle pigliano il nome. So­ miglia questa denominazione a quella di Eroidoto che chiamò l’Egitto dono del Nilo \ e per questo poi dice Nearco ben a ragione darsi a quel paese il nome d’ Eg itto , che fu anticamente nome del Nilo. Aristobulo afferma che nell’ India piove e nevica sol­ tanto sui monti od alle, radici dei m o nti, ma che le pianure vanno èsenti cosi da pioggia come da iveve, e sono bagnate soltanto dagli straripamenti dei fiumi. Nei monti poi nevica durante l’ inverno: col principiar della primavèra cominciano anche le piogge, le •quali vanno poi sempre pigliando accrescimento; e quando spirano i venti,etesii piove incessantemente di notte e di giorno con gran violenza fino al levarsi d’ arturo : d’ onde i fiumi gonfiati-dalle nevi e dalle piogge inon­ dano i campi. E dice Aristobulo che tutte queste cose furono notate non solamente da lui, ma ben anche da altri. Perocché partendosi dai Paropamisadi entraron nell’india dopo il tramonto delle Plejadi, e passarono l’inverno sulle montagne nel paese degli Aspasii ed in quello di Musicano (i) ; quando cominciò la primavera (i) II Letronne cambia questo Dome io quello di Assacaco ,

Strabone , tonu V.

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discésero atte pianure ed all’ampia città di Tassila, d’on­ de procedettero poi al Some ed al regno di Poro. Nel tempo d’ interno aduoqae non videro pioggia, ma sol­ tanto nevi ; e in Tassila per la prima volta cominciò a piovere : e quando, discesi da qnei monti all’Idaspe e vinto l ’orò, pigtixron la Via dell’ oriente verso l’Ipani, e di quivi wa’ altra volta all’Idaspe, in tatto quel viaggio principalmente «Uo spirar degfi etesii ebbero continua pioggia, fin tanto che non apparve la costellatone d’ artnró {»). Perniatisi lungo I’ Idaspe per costruirsi dei légni «emaciarono a navigare non molti giorni innanzi al tramonto delle Plejadi; e dopo aver consumato in qaella navigazione tatto I’ autunno , t’inverno, la tas­ seguente primavera e ia state, arrivarono alla Pattalene al levarsi della canicola (a). Dieci mesi durò questo viag­ gio , nè mai ebbero pioggia, nemmanco mentre soffia­ vano i venti etesii in tutta la loro forza. Osservarono però che i campi erano inondati dai fiumi straripanti, e efee il mare diventava difficile a navigarsi per certi Venti «he traevano avversi, mentre da terra non ne sof­ fiava nessuno. Q aesto dice anche Nearco ; ma rispetto poi alle piogge n eo s’accorda con Aristobulo: perocché sostiene che le pianare sono bagnate dalla pioggia dorante la considerando che il regno di Musicano apparteneva alle province meridionali dell’Iadia non lontano della Pattalene, — Mà rispetto ai canali della Babilonia basti quanto si è detto. 11 suolo poi produce tanto orno quanto non ae reca alcun a ltro , dicendosi che suol moltiplicare trecento volte il seminato. Tutte le altre cose necessarie al vivere le somministra la palma, cioè pane, vino, aèetoj m ele, farina ; oltre di ciò dà poi materia per lavori tessuti ; e i fabbri ardono i suoi nocchi invece di carbóne^ i quali nocchi poi se meltonsi a macerare nell’ acqua servono a nutrimento di buoi e di pecore (t). ÌDicesi ansi che V’ha una canzone persiana nella quale si annoverino trecento sessanta utilità che reca la palina. Rispetto all’ olio si valgono per lo più di quello di sèsamo, albero di cui gli altri paesi scarseggiano. (l) T«(i

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G l’ interpreti (dice il'L etronne) passaroDsi tutti di tradurre la voce , come se fosse un sinonimo di ù t Egli prova poi che potrebbe avere in questo luogo il significato di riltvttr&icf, ingrassare, lo credetti di dover accen­ nare questa opinione in una nota, anziché trasferirla nel testo, com’ egli fece. Tutti gli altri interpreti, tranne lui solo, danno a questo passo la spiegazione da me adottata. Convien però Con­ fessare che la voce riesce allora soverchia.

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Abbonda nella Babilonia l’ asfalto, intorno al quafo cosi ragiona Eratostene: « L’asfalto liquido ebe chiama­ no nafta si genera nella Susiana; il secco e capace d’in­ durirsi nella Babilonia. La sorgente da cui si trae è vi­ cina all’Eufrate ; e quando questo per lo sgelar delle ne­ vi si gonfia, gonfiasi anche la sorgente dell’ asfalto, e traboccando si versa nel fium e, dove si rapprende l’a­ sfalto in gròssi pezzi che servono poi agli edifizii che si fanno di mattoni colti. Alcuni poi sostengono che nella Babilonia nasce anche l’asfalto liquido. Rispetto al solido già si è detto quant’ esso é utile principalmente al fabbricare ; e sostengono altresì che certe barche di giunco tessuto, intonacate d’asfalto diventano impenetra­ bili dall’ acqua. Rispetto al liquido detto nafta si raccouta questa singolare proprietà, che appressato al fuo­ co lo attrae , e quando si avvicini al fuoco un corpo qualunque intriso di questa matèria, s’infiamma. Spegner coll’acqua quel fuoco non sarebbe possibile: perciocché s’accende anzi meglio, salvo se l’ acqua non sia moltis­ sim a: bensì col fango, coll’aceto , coll’allume e col vi­ schio si arriva a soffocarlo ed a spegnerlo. E dic.esi.che Alessandro per farne sperienza comandò che si ungesse di nafta un fanciullo in un bagnatolo, poi volte che gli si accostasse un lum e: e il fanciullo s’accese, e fu vicino a p e rire, se non che i circostanti versarouvi acqua in tanta copia che prevalse alla forza del fuoco e lo salvò (i). (i) Plutarco nella vita d’Alessandro, c. 33 racconta anch’ egli questa barbara esperienza.

LIBRO DECIMOSESTO

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Posidonio dice che le sorgenti del nafta nella Babilo­ nia in parte sono bianche , in parte nere : e le prim e, dico le bianche, danno un zolfo liquido,- ed è quello che attrae la fiamma : le nere producono liquido asfalto, con cui sogliono accendere le lucerne invece dell’olio. Anticamente Babilonia era metropoli dell’Assiria, ora è invece Seleucia così detta sul Tigri. Ivi presso è un. gran borgo detto Ctesifone, il quale fu scelto dai re Parti a soggiorno nella stagione invernale , per sot­ trarre gli abitanti di Seleucia all’incomodo di alloggiare la moltitudine degli Sciti e l’esercito da cui solevano sem­ pre farsi accompagnare. Nella potenza dunque e nella grandezza Ctesifone si deve considerare come una cit­ tà partica anziché come un borgo, tanta è la moltitu­ dine eh’ essa contiene, tanti i pubblici lavori fattivi ese*guire dai Parti, e la copia delle cose mercantabili, e ie produzioni delle arti a quelle necessarie. Solevano poi abitarvi ! re Parti nella stagione invernale per la boutà del clima ; ma la state si trasferivano ad Ecbatana neU l’Ircania per l’antica rinomanza di quel paese. E sicco­ me chiamiamo Babilonia quella regione, così diciamo Babilonesi coloro che l’abitano, derivandone il nome non dalla città ma dal territorio : e così anche quei di Seleucia , benché nati in quella c ittà , come accadde di Diogene filosofo stoico. Artemita è una città ragguardevole distante cinque­ cento stadii da Seleucia, andando quasi sempre verso l’oriente; e così anche Sitacene, la.quale è anch’essa una grande e potente città collocata nel mezzo fra Babilonia e la Sùsiana, sicché andando da ^Babilonia k

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DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

Susa tutta la strada è un traverso della Sitacene. E vanno alla volta dell’ oriente anche le strade che da Susa conducono nelle parti mediterranee della Persia passando per l’Ussia, e quelle che dalla Persia si addenfrano nel seno della Carmania. Questa Carmania è compresa nelle parti settentrio­ nali della Persia, regione assai vasta. Le sono contigue la Paretacene e la Cossea fino alle Pile Caspie, na* zioni montuose e date al ladroneccio. Alla Snsiana poi si coogiunge l’Elimaide, aspra anch’ essa ia gran parte ed abitata da ladroni : e coll’Elimaide confinano il ter­ ritorio del Zagrio e la Media. 1 Cossei sono per la maggior parte arcieri, non altri* mentì che i popoli montanari confinanti con lorù, e vi­ vono sempre 6ul ladroneccio : perocché possedono un paese angusto e sterile, sicché sono necessitati a vivere dell'altrui. Quindi sono anche fortissimi, perocché tutti sono guerrieri ; d’onde poterono poi somministrare tre­ dici mila ausiliari agli Elimei quando ebbero guerra contro quelli di Babilonia e di Susa. I Paretaoeni attendono più de’ Cossei alla coltura del terten o , benché non si astengano neppur essi dal ladroneccio. Gli Elimei posseggono ub paese più ampio e più va­ rialo che non è quello delle nazioni predette. Coloro che abitano quella parte dov’«ssa è fertile sorto agricol­ tori: la parte montuosa produce soldati, per lo più arcie­ ri, e com’è grande, così se ne Wae anche un esercito nu­ meroso, tanto che il re di quel paesepossedendo una con­ siderevole forza, non crede di doversi mostrar soggetto

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còme fanno gli altri, al re dei Parti ; e questa ubbidien­ za negaronta anche ai re Macedoni divenuti padroni della Siria. Allorché dunque Antioco il Grande ( i ) si ac« cinse a depredare il tempio di Belo, i barbari circonvi­ cini lo assalirono da sè soli e lo uccisero. Dalla svento' ra di questo principe ammaestrato il re dei P a rti, sen­ tendo iu progresso di tempo che presso quelle genti v’erano ricchi templi, e vedendo che ricusavano di ub­ bidire, andò ad assalirle con esercito numeroso e prese il tempio di Minerva e quello di Diana detto Aaara portandone via un tesoro di ben dieci mila talenti. Prese anche lungo il fiume Edifone la grande città di Seléucia che anticamente fu detta Soloce. .< V’hanno tre comodi ingressi in questo paese, l’ano dalla Media e dai luoghi circostanti al Zagrio attra­ versando la Massabatica; l’altro dalla Susiana passando per la Gabiana (così la Gabiana come la Massabatica sono provincia dell’Elimaide); la terza dalla Persia. An­ che la Corbiana poi è una provincia delPEliinaide; e con quest’ultima confinano i Sagapeni e i Silaoeni, piccole signorie. Queste siffatte nazioni stanno al di aopva della Rabi* Ionia verso l’oriente. Verso il settentrione abbiasi detto che v’ ha la Media e l’ Armenia: «IP occidente si tro* vano l’ Adiabene e la Mesopotamia* La maggior parte delP Adiabene è pianura. Essa è una parte della Babilonia, ma con uq governo sdo pro­ prio ; e in certi siti è contigua all’ Armenia, Perocché i (i) Ciò accadde 187 anni prima dell’ E. V. .

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M edi, gli Armeni ed i Babilonesi sono i tre più grandi popoli di quella regione, ed ebbero fin dal principio questa usanza, che secondo le occasioni si assalivan l’ un l’ altro, poi facevan pace di nuovo} e in questo costume durarono finché venne la signoria dei Parti. Questi poi son divenuti padroni dei Medi e dei Babilo* n esi, ma non mai degli Armeni: perocché sebbene li abbiano spesse volte assaliti, non poterono mai soggio* garli intieramente 3 e Tigrane fra gli altri oppose loro fortissima resistenza , come si disse nel trattare la sto­ ria d’Armenia (1). Tale pertanto é l’ Adiabene, i cui abitanti si chiamano anche Saccopodi. Della Mesopotamia poi e delle nazioni che abitano al mezzogiorno parleremo appresso, dopo aver prima brevemente riferito ciò che raccontasi sui costumi degli Assirii.. . In generale le costumante degli Assirii somigliano a quelle dei Persiani : questo poi hanno di particolare, che a ciascuna tribù prepongono coinè capi tre uòmini prudenti, i quali conducono nel cospetto della moltitu­ dine le giovani da m arito, poi ne fanno gridare il no* me da un banditore, incominciando sempre da quelle alle quali vien posto un prezzo maggiore. Così si fanno le nozze. Ogniqualvolta poi marito e moglie hanno fra loro commercio, ciascuno levandosi dal letto abbrucia dei profumi in disparte dall’altro, e tutti e due di buon mattino si lavano prima di toccare veruna suppellettile: perciocché hanno in costume di lavarsi dopo quell’alto non altrimenti che dopo avere toccato un cadavere. (1) Nel libro xi. '

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A tulte le donne babilonesi per non so quale oracolo è ordinato di meschiarsi con uno straniero, venendo a tal uopo ad un sacrario di Venere con servi e con nu­ meroso corteggio (i), ornate con una corona di cordi cine. Il primo cbe arriva mette sulle ginocchia della donna quanto argento a lui pare conveniente, è condottala lontan dal sacrario si meschia con lei t e quell* argento si considera come sacro a Venere. I tribunali degli Assirii sono t r e , l’ uno degli uomini che hanno già oltrepassata l’ età della milizia ; 1’ altro dei più illustri ; 1’ altro dei vecchi, oltre quello istituito dal Re. E ufficio del primo il dar marito alle fanciulle, e il giudicare le cause d’ adulterio; il secondo giudica dei furti; i l terzo delle violenze. Sogliono esporre gli ammalati ne1 crocicchj, e inter­ rogare i passeggieri, se sanno indicare alcun rimedio a quella infermità : e nessuno è tanto malvagio, che ab­ battendosi a passarvi non suggerisca quanto créde che possa giovare. II loro abito é una tonaca di lino che discende giù fino ai piedi, e sopravi un abitò bianco di lana. Usano avere capegli corti ; il calzare somiglia ad un’ embada (ut). Portano tutti un anello ed un bastone, non semplice, ma ragguardevole, in cima al quale sta (i) Erodoto dice, c o i t i ’ è naturale, che questo corteggio lo avevano soltanto le più ricche. (Edit. frane.) (a) Il fjarcher citando Giulio Polluce dice che l ' embada so-, migliava ad un piccolp coturno : r it

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un pom o, o una rosa od un giglio o qualche altra còsa siffatta. Sogliono poi ungersi con olio d i sesamo. Piangono i morti come fanno gli Egizii ed anche molti altri popoli; e li seppelliscono nel mele dopo averne spalmalo il cadàvere di cera. Tre delle loro tribù mancano di grano, perchè abitano luoghi paludosi ; perciò sogtìon nutrirsi di pesci e vivono alla maniera dei Gedrosii. La Mesopotamià fu denominata cosi perchè giace fra l’ Eufrate ed il Tigri. Il Tigri poi le cinge soltanto il fianco orientale; l’Eufrate l’occidentale e il meridionale; al settentrione le sta il Tauro che disgiunge gli Armeni dalla Mesopotamia. Lo spàzio maggiore onde sono di­ visi l’ uno dall’ altro cotesti fiumi è presso i monti; e potrebb* essere di due mila e quattrocento stadii come quello che «fisse Eratostene trovarsi da Tapsaco dov’era anticamente il ponte (gt&yf**) dell’Eufrate, a quel luogo dove Alessandro attraversò il Tigri. 11 minore intervallo poi fra questi due fiumi è di poco più che duecentq stadii presso Seleucia e Babilonia. Il Tigri attraversa il lago detto Toniti quant’ esso è largo, e pervenuto alla riva opposta si precipita sot­ terra destando gran rombo e gran vento. Corre quindi per Lungo tratto invisibile , poi di nuovo risorge non molto lontano da Gordiea. E con tanto impeto attra­ versa il lago predetto , che al dir di Eratostene, ben­ ché il lago sia salato e poco pescoso, in quella parte dove passa il fiume 1’ acqua si trova dolce e piena di pesci. La Mesopotamia si va a poco a poco restringendo

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nella sua lunghezza, ed è in certo modo somigliante ad una nave. La maggior parte delta sua periferia è for­ mata dall’Eufrate. Il tratto da Tapsaco fino a Babilonia, come disse Eratostene, è di quattromila e ottocento stadii ; e quello dal Zeugma di Commagene , dov1à il il princìpio della Mesopotamia, fino a Tapsaco non è minore di duemila stadii. Quella parte della Mesopotamia che va lungo i monti è abbastanza fertile: e quella porzione ch’è lungo I’Eu-k frate tra il nuovo Zeugma della Commagene e quello antico di Tapsaco, è occupata da quei popoli che t Macedoni denominaron Migdoni. In cotesto tratto di paese i situata Nisibi (denominata essa pure Antiochia della Mi'gdonia ai piedi del monte Masio ) , ed anche Tigranocerta. Vi sono inoltre i territori! di Carra e di Niceforto, e Cordiraza e Sin na c a , nella quale Crasso in o ri, preso ad inganno da Surena generale dei Parti. Vicini al Tigri sono i luoghi de’ Gordiei delti Car­ daci dagli antichi: le loro città sono Sarasa, Sitalca, P inaca, castello fortissimo con tre colline , ciascuna delle quali è cinta d’ nn muro suo proprio, sicché ren­ dono imagine di tre città. Nondimeno il re d’ Armenia l’ ebbe soggetta, e i Romani la presero a forza; con-’ tuttoché i Gordiei fossero architetti di gran valore, ed esperti nel costruir macchine di guerra, sicché di loro si valse anche Tigrane. Anche il restante della Mesopotamia venne in poter dei Romani. Pompeo poi ne assegnò a Tigrane la mag­ gior parte, e propriamente lat migliore. Perciocché questo paese abbonda di pascoli e di piante d’ogni m anica \

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sicché produce anche alberi sempre verdi, e P amomo che va fra gli aromi. Vi si trovano anche leoni, e prò* duce il nafta e la pietra gangite da cui soglioa fuggire i serpenti (i). Dicesi che Gordi figliuolo di Trittolemo popolasse la Gordiene, dove stettero poi anche gli Eritrei che i Persiani scacciarono dalle proprie loro abitazioni. Ma di Trittolemo noi terremo discorso ben tosto nel parlar della Siria. Le parti della Mesopotamia inclinate al mezzogiorno e lontane dai monti sono aride e sterili. Le posseggono gli Arabi Sceniti, uomitii che vivono di ladroneccio e di pastorizia, e facili a tramutarsi da luogo a luogo, quando o i pascoli o la preda vengano meno. A coloro pertanto che stanno in vicinanza dei monti accade di essere infestati e da questi Sceniti e dagli A rm eni, i quali abitano in luoghi più elevati e maggioreggiano per forza sopra di loro : insomma essi vivono il più del tempo soggetti od ai popoli già mentovati od ai Parti che loro stanno dai fianchi possedendo la Media e la Babilonia. Fra PEufrate ed il Tigri scorre un altro fiume detto reale (2), ed un altro verso P Antemusia denominalo Aborra. I mercatanti che dalla Siria vanno nella Se* leucia e nella Babilonia , viaggiano attraverso certi Sce* (1) Plinio dà a questa pietra il nome di Gagates lapis. (2) Era questo un ramo dell’ Eufrate che andava a Ctesifone detto dagli Assirii Nearmalca, cioè fium e naie. Ne parla Aro* niiano Marcellino, lib. xxiv , c. 2 e 6.

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niti detti ora Malti ; e fanno il tragitto dell’ Eufrate presso Àntemusia luogo della Mesopotamia. Trovasi al di là del fiume, alla distanza di quattro scheni, la città di Bambice detta anche Edessa e Jerapóli, dove ha culto Atargati, siriaca divinità. Valicato poi il fiume, la strada va pel deserto fino a Sceni ragguardevole città, situata verso i confini delia Babilonia lungo un canale, e distante il viaggio di ven­ ticinque giorni dal luogo dove si passa PEufrate. Sono su quella via alcuni alberghi aperti da custodi di cam­ melli ; gli uni abbondano d’ acqua, e principalmente d’ acqua raccolta in cisterne; gli altri somministrano acqua colà d’ altronde portata. Gli Sceniti lasciano in pace i mercatanti ponendo un moderato tributo sulle loro m erci, pagato il quale essi evitando la strada che va lungo il fiume, e lasciandola a destra quasi Io spazia, di tre giorni di via, possono attraversare il deserto.* Perocché i capi delle tribù abitanti le due sponde del fiume, possedendo un paese non fertile ma pur meno sterile degli a ltri, si sono fatta ciascuno una partico­ lare dominazione , e ciascuno esige un tributo che non suol essere moderato : giacché in tante e così fatte po­ polazioni sarebbe difficile stabilire un tributo comune a vantaggio dei mercatanti. Sceni poi è distante da Seleucia diciotto scheni. Il confine della dominazione dei Parti lo costitui­ scono PEufrate e la sua sponda orientale : il paese al di qua fino alla Babilonia è posseduto dai Romani e dai capi delle tribù arabe, i quali obbediscono di prefe­ renza od ai Parti od ai Rom ani, secondochè sono più *Strabone

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vicini a questi od a quelli» Del retto men voleutieri obbediscono ai Romani gli Sceniti nomadi situati luo­ go l’Eilfrate; più facili invece all’obbedienza sono i più lontani da quel fiume verso l’Arabia Felice. I Parti da principio ebbero desiderio dell’ amicitia dei Romani, ma pei respinsero Crasso quando comin­ ciò contro di loro la guerra. Essi medesimi poi furono alla loro, volta battati allorché pigliarono l’armi ai danni di Roma e mandarono nell’Asia Pacoro... (i). Antonio fidandosi al consiglio! dell’Armena (3) fa tradito, e com­ battè infelicemente. Fra ate che gli successe fu tanto desideroso dell’amicizia di Cesare Augusto, che gl’inviò i trofei innalzati dai Parti colle insegne tolte ai Ro* mani ; e chiamato a colloquio Tizio, allora governatore della Siria, gli consegnò, come ostaggi quattro suoi figli legittimi Saraspade, Cerospade , Fraate e Boone eoa due loro moglie quattro figlinoli. Temendo le ribellio­ ni che alcuni gli macchinavano c o a tro , e sapendo che . (1) Pacoro fece la sua spedizione nella Siria 5 così dicono tutti gli storici ; e cosi dice poco dopo anche Strabone : ma non per questo deve credersi che qui invece di Asia si debba leggere Si­ ria. II nostro Autore abbraccia qui la spedizione di Pacoro e tutte le operazioni onde fu accompagnata, e congionge net suo pen­ siero Pacoro e Labieno che resero i Parti padroni dell’ A sia , cioè della Siria e dell’ Asia Minore. 11 Letronne. che f* questa osservazione cita alcuni passi di Strabane stesso da cui la sua opinione & convalidata , ed aggiunge anche Giustino ove dice : Pacoro duce, inila cum Labieno socielate Syriam et Asiana vastavere — Orodes pater Paeori, qui paullo ante vastatam Syriam , occupatam Asiam a Paftkis audierat ec. (1) Fu costui Artavasde re d’ Armenia. V. life. *(.

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niuno riuscirebbe ad abbatterlo se noA avesse da sosti­ tuirgli qualcuno della schiatta degli Arsacidi pel grande amore dei Parti verso quella famiglia, pensò di rimo: ver da sè i figliuoli per tògliere così a’ suoi nemici la speranza che forse sopra quelli fondavano.{Quelli per-; tanto de’ suoi figliuoli che ancora gli sopravvivono in Roma sono a pubbliche spese regalmente odorati : e i re suoi successori continuarono poi sempre a mandarti ambasciate e a tener colloqui» coi governatori roihaui. C A P O II. D dla Siria in generate. — Commagene. — Seleucia. — Antiochia a D ctfhe. — O rontt. — C im tlica . — Disposatone é i Antiochia. — Apamea, — Ribellione d i T tifone. Catodica. Costa della Seleucide. — Costa della Fenicia fino a . Tiro. — Cele-Sùia. — Costa della Fenicia da B ibti fino a Sento. — Dtbhascena. — Sidone e Tiro. mentre qui invece l’at* tribuisce alla Siria ; e si persuade perciò ch’ella Casse proprio sul confine di queste due regioni.

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cbS Dolabella quando vi si rifugiò; perciocché vi fu asse* dialo da Cassio fino alla morte, e fu cagione che molte parti di quella città rovinassero poi insieme con lui (i). Nel territorio d’Apamea trovasi anche una città molto fo rte , siccome quella che consiste in una collina che s’ eleva dal mezzo della pianura, tutta murata all1in­ torno, e fatta penisola dall’ O ran te, da un gran lago cbe le sta into rn o , e da ampie paludi. Vi sonò altresì praterie di straordinaria grandezza, da nutrirvi buoi e cavalli. Per questa circostanza quella città è assai forte ; e fu nominata anche Chersoneso ( o Penisola ). Ha poi abbondanza di territorio fertilissimo, irrigato dall’ Oronte con tortuosa corrente. Quivi Seleuco Nicatore e gli altri antichi re solevan nutrire i cinque cento loro elefanti, e la maggior parte delle milizie. Una volta si dissè anche Pella sotto i Macedoni, per* chè i più de’ Macedoni concorsi alla spedizione del­ l’Asia vi si posero ad abitare; e Pella patria di Filippo e di Alessandro era divenuta quasi metropoli della Ma* cedonia. Quivi ancora facevansi le rassegne degli eser­ citi , e si tenevano le razze dei cavalli, composte di ben trenta mila puledre e trecento stalloni. E final­ mente vi si tenevano addestratori di cavalli, maestri d ’ arme, ed altri stipendiati maestri di militari esercizi!. L a potenza poi di questa città è fatta manifesta dal*

(t) Dolabella quando disperò di poterai difendere, si uccise o si fece uccidere da una delle sue guardie. Cassio poi saccheggiò i tem pli, punì i principali cittadini e ridusse la città a pessimo partito. (Ed. frane.)

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l’altezza a cui pervenne Trifone soprannomato Diodotoj e Tessersene egli valuto come di piazza d’arme per assalire il regno dei Sirii (i). Costui nato aC assiana, fortezza nel territorio di Apamea, fu educato in que­ st’ ultima c ittà, e raccomandato al re del pari ebe a’ suoi cortigiani. Quando cominciò a far novità, trasse il necessario all’ impresa da Apamea e dalle città cir­ costanti , come a dire Larissa, Cassiana, M egara, Apollonia ed a ltre , le quali tutte erano dipendenti da Apamea \ ed egli si proclamò re di quel paese, e per molto tempo si conservò quel grado. Anche Cecilio Basso capo di due legioni avendo fatto ribellare Apa­ mea , benché vi fosse assediato da due grandi eserciti rom ani, potè resistere per lungo tem po, nè si ar­ rese se non volontario, dopo avere ottenute quelle con­ dizioni eh’ ei volle. Perocché il territorio provvedeva abbomdevolmente del necessario il suo esercito, e lo giovavano come alleati i vicini capi di tribù (a) padroni di luoghi assai forti. Uno di questi luoghi era Lisin al disopra della palude vicino ad Apamea, ed un altro era Aretnsa, soggette a Sampsiceramo ed a Giamblico sh o figlio, tutti e due fblarchi degli Emesenii. Non sono (ontano da Apamea nè anehe Eliopoli e Caleide soggette a Tolomeo figliuolo di M enneo, ebe possedeva il Marsia e il territorio montuoso degl’ Iturei (3). («) Trifone fa poi assediato in Apamea, preso e messo a morte i 38 acini prima di Gesù Cristo , dopo tre anni di regno. (s) Letteralmente Fnlarchi. (3) Questo Tolomeo era principalmente padrone di Caleide ar

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Uno degli alleati di Basso fu anche Alchedamo re de’Rambei, popolazione nomada al di qua dell'Eufrate. Costui fu prima amico dei Romani, ma tenendosi poi ingiuriato da alcuni governatori, si ritirò nella Meso* potamia e si fece stipendiato ausiliare di Basso. In Apamea nacque PosidoniO, il più erudito filosofo de’ nostri giorni. Col territorio d’ Apamea confinano all’oriente la Parapotamia soggetta ai fularchi arabi •, e la Calcidica la quale comincia dal monte Marsia : dal lato del mez­ zogiorno il palese confinante con quel d’Apamea appar­ tiene per la maggior parte a popoli Soeniti somiglianti ai nomadi della Mesopotamia. Quanto più questi popoli si avvicinano alla Siria, tanto più s’ inciviliscono, e manco somigliano agli Àrabi ed agli Sceniti, reggendosi con meglio ordinati governi. Tali sono Aretusa signo­ reggiala da Sampsicerarno, Temella soggetta a Gambaro , ed altre signorie siffatte. Tale è la parte interiore della Seleucide. La spiaggia che rimane partendosi da Lsodicea è quale ora dire­ mo. In vicinanza di Laodicea stanno le piccole città di Posidio , Eracleone e Gabala. Quivi già comincia la spiaggia degli Aradii, dove sono P altò , Balanea e Ca­ reno , arsenale marittimò d’A rado, fornito anche d'un piccolo porto. Appresso vengono Enidra e Marato città piedi del Libano. Pompeo stava per movere contro di lu i, ma lo distolse dall’ im presa, donandogli mille talenti, sicché poi conservò sino alla morte i suoi possedimenti , ed anzi li la­ sciò al proprio figliuolo Lisania. — Il monte Marsia era uuo dei rami dell’ Antilibano.

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antica de’ Fenici! (ora distrutta, e gli Aradii se ne di­ visero il territorio ) \ poi il paeste detto Simira. A questo seguitano Ortosia e il fiume Eleutero, ebe alcuni considerano come il confine della Seleucide verso la Fenicia e la Cele-Siria. Arado sta innanzi a una certa spiaggia aspra ed im­ portuosa fra il suo proprio arsenale marittimo e Marato, distante venti stadii da terra. Ed è uno scoglio circon­ dato dal mare con sette stadii di circuito, pieno di abi­ tazioni , e si copioso di gente, ebe anche oggidì le case sono di molti piani. Fondaronla, per quanto si d ice , alcuni esuli di Sidone. Gli abitanti prowedonsi d ’acqua o raccogliendo in cisterne la pioggia, o facen­ dola venire dal vicino continente. In tempo di guerra poi attingono acqua nel canale a poca distanza dalla c ittà , dov’ hanno una copiosa sorgente. A tal uopo dalla barca destinata a codesto ufficio calano capovolto nella fontana un recipiente di piombo d’ ampia bocca che vien sempre più restringendosi verso il fondo dov’è nn picciol foro. Intorno a questo fondo è strettamente attaccato un tubo o , se così vogliam dire, un piccol o tre , o qualcosa consimile, dove si raccoglie 1’ acqua che ascende pel recipiente. Da principio quest’ acqua è salata, ma dopo qualche tempo comincia ad attin­ gersi pura e buona da bere : quindi ne raccolgono in vasi quanta ne hanno bisogno, e la portano seco nella città. Anticamente gli Aradii erano governati da un re loro p roprio, non altrimenti che ciascuna delle altre città dei Fenicii ; ma poi i Persiani, i Macedoni ed ora i

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Romani li ridussero alla presente condizione. Gli Aradii pertanto insieme cogli altri Fenicii ubbidivano in qua­ lità di amici ai re della Siria ; ma quando vennero a discordia i due fratelli Callinico Seleuco ed Antioco soprannomato Jerace (i), fecero un trattato, che potes­ sero ricevere quanti del regno andassero a ricoverarsi appo lo ro , con questa condizione di non doverne con­ segnare nessuno a suo dispetto, nè permettere che nes­ suno più si partisse da loro senza la permissione del re. Di qui veanero loro grandi vantaggi ; perchè non furono già persone del volgo che cercarono asilo presso di lo ro , ma bensì quelli ai quali erano stati commessi grandissimi ufficii, e che perciò temevano un’ estrema vendetta. Costoro dunque ospitalmente accolti consi­ deravano gli Aradii come benefattori e salvatori, e ne conservarono gratitudine, principalmente allorché si ri­ condussero alla patria. E di qui è avvenuto che quei d’Arado s’impadronissero di una gran parte della spiag­ gia della quale sono in possesso anche oggidì } e chef ia tutto il resto le cose loro andassero prosperamente. Aggiunsero inoltre a questa loro buona fortuna la pru­ denza , I’ amore della fatica e lo studio delle cose ma­ rittime : ma benché vedessero i Cilicii loro vicini dati all’ esercizio della pirateria, non vollero punto acco­ munarsi con loro in quella usanza. Dopo Ortosia e il fiume Eleutero è Tripoli che ri­ cevette questo suo nome dall’essere fondata da tre città, T ir o , Sidone ed Arado : e contiguo a Tripoli è il (i) Ciò accadde 243 anni prima dell’ E. V.

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promontorio Teoprosopo (i) nel quale finisce il monte Libano. Nello spazio frapposto si trova un picciol sito detto Triere. Due catene di monti quasi paralleli formano la così detta Cele-Siria, e sono il Libano e l’Antilibano. Tutte e due queste catene cominciano a poca distanza dal ma­ re; il Libano verso Tripoli e Teoprosopo; l’Antilibano verso Sidone. Finiscono vicino ai monti d’ Arabia al di sopra della Damascena, ed ai cosiddetti Traconi, in colline coltivate e assai fertili» Queste catene di monti lasciansi sello spazio interposto una valle larga presso la sponda del mare duecento stadii, e lunga circa il doppio dal mare andando nell’interno del paese. Questo poi è fertile ed abbondante di ogni produzione, ed irrigato da fiumi, il maggior dei quali è. il Giordano t ha inoltre un lago che produce il giunco aromatico e canne. Vi sono eaiandio paludi; il lagosi chiama Gennesaritide (a) e prò* duce anche il balsamo. Uno dei fiumi predetti è il Crisori oa. Esso ha il suo principio dalla città di Damasco, e si disperde quasi tutto in varii canali, siccome quello che scorre per un terreno ampio e molto assorbente. Tanto poi il Lieo quanto il Giordano li risalgono gli Ardii con navi cariche di mercatanzie (3). (1) Teoprosopo letteralmente tradotto significherebbe fro n it o faccia di Dio : ed è quel Capo su cui ora trovasi un luogo detto Capoga. (G.) (2) Fu detto anche lago di Tiberiade da una città fondata sotto Tiberio da Erode Anlipa. (5 ) 11 Letronne considerando le inesattezze di questa descri­ zione coochiude che Strabone non vide questa parte della Siria,

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La prima pianura partendosi dal mare chiamasi Maera o Macrapedio; dove Posidonio racconta di avere veduto morto quel drago la cui lunghezza era poco meno d’ un pletro ( i ) , e la grossezza era tale che due cavalieri standogli dai lati non si potevan vedere l’ un r altro : nella gola aperta avrebbe potuto entrare un uomo a cavallo, ed ogni squamma della pelle vinceva in ampiezza uno scudo. Dopo la pianura detta Macra evvi quella che nomasi M arsia, nella qualè sono alcune parti montuose , per esempio Caleide che può esserne considerata come la cittadella. 11 principio di questa pianura è Laodicea presso il Libano. Tutte le parti montuose le posseggono gl’ Iturei e gli Arabi, uomini di mala vita: quelli che stanno nelle pianure sono agricoltori; i quali poi vessati d& quei prim i, di quando in quando abbisognano di qual* ebe difesa, e si valgono de’ luoghi naturalmente forti come piazze d’ armi. Così quelli che abitano il Libano posseggono sull’ alto del monte, Sinna, Boi-rama ed al* tri siffatti luoghi murali 4 ed al piano, B otri, G igarto, le caverne sulla sponda del m are, e la fortezza che s'innalza sul promontorio Teoprosopo. Tutti questi luo* gbi poi furono distrutti da Pompeo dopo avere corso e soggiogato Biblo e Berito che le tien dietro, le quali stanuo fra Sidone ed il Teoprosopo. e fu tratto in errore dalle notizie che gliene vennero date. Egli trasporta nella Cele-Siria la Giudea co’suoi laghi e co’suoi fiumi, oltre di che confonde la Cele-Siria propriamente detta colla Cele* Siria presa in più ampio significata. (1) Cento piedi.

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La città di Biblo, reggia di C iairo, è sacra ad Ado* ne. Pompeo la fece libera dopo aver fatto tagliare la testa a Ciniro che la tiranneggiava. Essa è posta sopra un’altura a poca distanza dal mare. Dopo Bibio sono il fiume Adonide, il monte Glimace e Palebiblo (i) ; quindi il fiume Lieo e poi la città dì Berito. Questa fu distrutta da Trifone; ma la rialzarono poi i Romani, e ricevette due legioni postevi ad abitare da Agrippa, che le assegnò altresì molta parte del Mar­ sia sino alle sorgenti; dell’ Oronte , le quali si trovano in vicinanza del Libano, del Paradiso e del Castello d’ Egitto verso il territorio di Apamea. Tali sono adun­ que i luoghi lungo il mare. Al di sopra del Marsia trovansi la così detta Valle Reale, e la Damascena, paese celebratissimo. Anche Damasco è nna città ragguardevole, e fu quasi la più illustre di tutte al tempo della dominazione persiana (2). Dopo Damasco s’ incontrano le due province dette T raconi, e verso certi luoghi abitati da Arabi e da Iturei mescolatamente, sono alcuni monti poco acces­ sibili, con profonde caverne. Una di queste può con­ tenere ben quattro mila uomini nelle frequenti scor* rerie che gli abitanti faQno sopra i Damasceni. 1 bar­ bari d’ordinario rubano i mercatanti che vengono dall’ Arabia Felice: ma ora questo male è meno frequente,

(1) Cioè : P antica Biblo. (2) K*rìt tx nspiiix.it. Alcuni tradussero vicina alla Persia; ma il Letronne osserva che in questo senso la frase non sarebbe di buon greco.

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dacché furono dispersi i ladroni compagni di Zeno* d o ro (i) per la buona amministrazione dei Romani, e col soccorso delle milizie stanziate nella Siria. T utto pertanto il paese posto al di sopra della Seleu* cide e stendentesi fino all’ Egitto ed all’ Arabia chia­ masi Cele-Siria ; ma più propriamente quello a cui ser* vono di confine il Libano e l’ Antilibano. Del rima­ nente, la spiaggia che va da Ortosia fino a Pelusio di* cesi Fenicia; ed & uno spazio angusto lungo il mare:, e al di sopra di questa il paese dentro terra fra Gaza e 1’ Antilibano sino agli Arabi dicesi Giudea. Poiché dunque, noi abbiamo trattato della Cple-Siria propriamente detta, ci faremo ora a parlare della Fe­ nicia, della quale già abbiamo toccati i luoghi posti fra Ortosia e .Berito. A circa quattrocento stadii da Berito è situata Sidone , e nello spazio frapposto trovansi:ilfiume Tamira, il bòsco di Esculapio e Leontopoli. Dopo Sidonè 8’incontra la più grande e più antica città della F enicia, T iro; emula di Sidone stessa per ampiezza, gloria ed antichità celebrata da molte favole. I poeti à dir vero parlarono assai più di Sidone, ed Omero non fa né ancbe menzione di Tiro : ma le colonie fondate da questa città nella Libia e nell’ Iberia sin fuori delle Colonne la rendono molto più illustre. Del resto tutta e due sono famose e splendide fra gli antichi del pari che fra i moderni, e si contendon fra loro qual delle due si debba dire metropoli dei Fenicii (a). (i) Ne parla Giuseppe Flavio nel lib. i, ( 3) Presso Isaia (cap. x xm , v. 1 2 ) Tiro è delta figlia di Si ■ dotte ; vcggasi auclie Giustino , lib. xvm, c. 3. (G.)

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Sidone fornita di buon porto formato dalla natura è fondata sul continente. Tiro invece è tutta isola, e co­ strutta quasi alio stesso modo tli Arado. Essa è con­ giunta col continente da un argine fatto innalzare dà Alessandro allorché 1’ assediò. Ha poi due p o rti, I’ uno dei quali può chiudersi, l’altro è aperto, e nomasi Porto Egizio. Dicesi che quivi le case hanno un numero dr piani maggiore anche di quello che usasi in Roma ( i ) , d’onde poi corse pericolo quella città di essere intiera­ mente distrutta dai terremoti. Ed anche quando fn presa dopo l’ assedio d’ Alessandro rimase assai danneggiata. Nondimeno superò tutti questi mali e si riebbe, così colla navigazione nella quale i Fenicii furono in ogni tempo migliori di tutti, come col commercio della porpora; giac­ ché la porpora di Tiro si esalta per bellissima sopra tutte. La pesca delle conchiglie d’onde la si trae, è quivi vicina, non altrimenti che tutte le altre cose necessarie al tinger le stoffe. La moltitudine dei tintori rende per verità incomodo il soggiorno di quella città, ma il valore degli abitanti in quell’arte è però cagione della sua ric­ chezza. I Tirii poi furono riconosciuti indipendenti non solo dai re della Siria, ma ben anche dai Rom ani, i quali con pochissimo premio s’ indussero a conferma­ re quella decisione (2). (1) Strabone nel sesto libro disse che Augusto proibì d’ innal­ zare le case a settanta p iedi, d’ onde è da credere che si faces­ sero di più che cinque piani. (Ed. frane.) (2) Marcantonio lasciò a Sidone ed a Tiro l’indipendenza di cui godevano fiuo ab antico. Ma Dione Cassio poi racconta che Augusto venuto nell’oriente la primavera dell’anno 734 di Roma,

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Essi onorano massimamente Èrcole. La moltitudine e la grandezza delle città fondate dalle loro colonie aV testa quanta ne fosse la potenza nelle cose di mare. Tali sono i Tirii. I Sidonii poi oltre all1essere in voce di molto operosi e molto periti nelle arti, come attesta anche O m ero, sono altresì filosofi, e valenti nel* l’ astronomia e nell’ aritm etica, alla cognizione dello quali dottrine pervennero per mezzo della logistica (i) e della navigazione notturna; perciocché tutte e due ab­ bisognano al commercio ed all’ esercizio dèi navigare. Così è fama che la Geometria fosse inventata dagli Egi^ii necessitati a misurare le terre, di cui il Nilo colle sue escrescenze confonde i confini. Quindi si crede cbe gli Elleni ricevessero la geometria dagli Egizii, ma dai Fenicii 1’ astronomia e l’ aritmetica : ed anche oggidì in Sidone ed in Tiro può l’uomo comodissimameuta istruirsi di tuttaquanta la filosofia. Se poi dobbiàm ere» dere a Posidonio, anche la dottrina degli atomi è un antico trovalo d’ un certo Mosco da Sidone vissuto pri­ ma dei tempi troiani. Ma lascinsi in disparte le cose antiche : certo si è che ai nostri giorni Sidone produsse illustri filosofi, quaji sono Boeto col quale noi abbiamo studiata la filosofia d’ Aristotele, e Diodoto suo fratello. In Tiro poi nacque Antipatro, e poco prima di questa nostra età Apollodoro , che lasciò un elenco dei filo­ sofi seguaci di Zenone e dei loro libri. e trovate queste città in preda alle fazioni, tolse loro la libertà. Quello adunque che dice Strabone si riferisce ai tempi anteriori a quel viaggio d’Augusto. (Ed. frane.) (i) La logistica ossia il calcolo elementare e commerciale; l’ aritmetica era il calcolo trascendente e di pura speculazione.

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Tiro è distante da Sidone non più di duecento sta* dii. In questo spazio frapposto trovasi la così detta Ornitopoli ( i ) , e in vicinanza di Tiro la foce d’un fiume. Dopo T ir o , alla distanza di trenta stadii , incontrasi Paletiro (a). Più oltre è situata Tolemaide, città grande anticamente nomata A ce, e dalla quale solevano sal­ pare i Persiani navigando alla volta dell1Egitto. Fra Ace e Tiro evvi una spiaggia sabbionosa, d’ una terra opportuna alla fabbricazione del vetro j ma c h e , per quanto si dice, non sL può fondere là dove si trova. Udii poi in Alessandria da coloro che attendono all’arte del vetro, che si trova anche in Egitto una terra atta a ve­ trificarsi, senza la quale non è possibile che si facciano opere di varii colori e di molto pregio. Non di ra­ do'abbisognano somigliati meschianze : ed anche in Roma si dice che a forza d’ ingegno riuscirono così a colorire come a facilitare questi lavori e quegli al­ tri imitanti il cristallo ; tanto che un piatto od un piecol vaso da bere si possouo comperare per un calco (3). Raccontasi che su questa spiaggia fra Tiro e Totemaide avvenne uno dei fenomeni più r a r i, allorché gli abitanti di quest’ultima città ingaggiarono battaglia con Sarpedonle. Perocché quando i soldati di costui, vinti, diedero volta, una grande ondala diffondendosi a guisa (i) Opt'iS-aii x lx ti la città detta degli uccelli. (a) Cioè : F antica Tiro. Di questa città veggonsi ancora al­ cuni avanzi. Quivi era quel celebre tempio d’Èrcole Fenicio, là cui fondazione, al dire di Erodoto, risaliva a più che 2,700 anni avanti 1’ E. V. (3 ) Moneta greca di ram e, come significa la parola.

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di marea sommerse i fuggenti, alcuni dei quali furono strascinati nel mare dove m orirono, altri rimasero morti nei bassi fondi ; sicché il flutto ritraendosi li scoperse e mostrò i cadaveri che giacevano alla rin­ fusa coi pesci morti. Un accidente consimile a questo avvenne anche in vicinanza del Casio presso 1’ Egitto. In una scossa improvvisa e veemente di terrem oto, parte del suolo eh1 era alta si sprofondò, parte in­ vece di bassa eh’ era da prima si elevò, sicché que­ sta respinse da sé 1’ acqua del mare , quella invece la ricevette nelle sue profondità : ma sorvenne poi una seconda scossa per la quale il suolo riacquistò la forma di prima, se non quanto ne rimase in alcune parti leg­ giermente alterato. Forse questi fenomeni si rinnovano con un certo ordine di tempi da noi non conosciuto: e questo presso a poco vuol dirsi anche rispetto alle inon­ dazioni del Nilo , le quali benché avvengano con circo­ stanze differenti l’ una dall’ altra, conservano fórse in questa differenza medesima un certo ordine che noi ignoriamo. Dopo Ace trovasi la torre di Stratone dov’é una rada da gettar l'à n c o ra ; e nello spazio frapposto v’ ha il monte Carmelo con molte terre che di città hanno il nome e nuli’ altro , per esempio, Sicaminopolj, Bucolopoli, Coccodrillopoli ed altre siffatte. Poi succede un gran bosco. A questo tien dietro Joppe, dove la spiag­ gia che vien dall’Egitto convertesi notabilmente verso il settentrione, mentre prima tende all’ oriente. Quivi adunque favoleggiano alcuni che Andromeda fu esposta al mostro marino. E nel vero il terreno è colà tanto

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elevato c h e , per quanto si d ice, pnò vedersi Gerusa* lemme metropoli de’ Giudei, i quali anzi di questo sito valevansi come di porto allorché i loro possedimenti stendevansi fino al mare : ma i porti dei popoli dati al ladroneccio non sono altro che ricoveri di ladroni (i). Furon soggetti a' Giudei anche il Carmelo ed il bo­ sco; e quésto paese fiorì d'abitanti per modo che del territorio di Jamnia (a) e de’ paesi circonvicini arma* vansi quarantamila soldati. Di quivi poi al Casio presso Pelusio v’ha un po’ più di mille stadii ; e trecento altri dal Casio a Pelusio. Nello spazio fra mezzo evvi la G adaride, e questa pure i Giudei si erano appropriata; poi Azoto e Asca­ lone. Da Jamnia fino a queste due città vi sono circa duecento stadii. Il territorio degli Ascalonili è fertile di cipolle, ma la loro città è piccola. Ne fu nativo An­ tioco il filosofo vissuto poco prima dei nostri tempi. A Gadari nacquero Filodemo epicureo, Meleagro, Menippo il satirico e Teodoro retore dei giorni nostri. \ Seguita quindi il porto de’ Gazei ; e sètte stadii più oltre evvi una città che domina questo porto, già cele­ bre in altri tempi ; ma fu rovinata poi da Alessandro e rimase deserta. Di quivi alla città d’ Aeila situata nel fondo del golfo Arabico dicesi che v’ ha un istmo di mille e duecento sessanta stadii. Questo golfo poi si divide in due ; l’ uno forma quella parte che va all’ Arabia ed a Gaza, e chiamasi Elanite dal nome della (i) T«» S’ t T t t t i a t S> àrirlSr, k u r ì i f t * JtiXttcìi tr i/.

(?) Si disse poi Jsbna. (G.)

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città che vi è fondata; 1’ altro è dal Iato dell’ Egitto^ verso Heroopoli, dov’ è il più breve tragitto per chi viene da Pelusio. Il viaggio si fa sopra cammelli per luoghi deserti e sabbiosi, nei quali si trova altresi una grande quantità di serpenti. Dopo Gaza s’incontra Rafia dove accadde la battaglia fra Tolomeo IV ed Antioco it Grande (1). Poi Rinocolura, così chiamata perchè vi fu posta ad abitare una gente a cui s’era tagliato il naso. Perocché un re degli Etiopi avendo fatta invasione nell’Egitto, invece di ucciderne i malfattori, quivi li ridusse dopo avere tagliato loro il n a so , affinchè non ardissero più ritornare alla patria per vergogna di quella deformità. Il territorio che tien dietro a Gaza è tutto sterile e sabbioso; ma ancor più quello che viene appresso, ed al di là del quale trovasi il lago Sirbonide. Questo è pa­ rallelo al m are, nè resta fra mezzo altro che un angu­ sto terreno fiuo al luogo detto Ecregtna (2), per la lun­ ghezza di circa duecento stadii. La larghezza, dov’è maggiore, ne conta cinquanta. L’ Ecregma ora è ottu­ rato. La spiaggia poi che tien dietro fiuo al Casio, c di quivi fino a Pelusio è d’una stessa natura col terreno predetto (3). E il Casio una sterile ed arida collina che a guisa di promontorio si spinge nel mare, e suvvi è il sacrario di Giove Casio dov’ è sepolto il corpo di Pompeo Magno, (1) L’anno 318 prima dell’ E. V. (2) Cioè Apertura fa tta dall' acque. ( 3) Cioè sterile e sabbiosa.

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il quale fa presso que’ luoghi trucidato a tradimento dagli Egiziani. Di quivi a Pelusio è una strada lungo la quale trovansi G erra, il così detto Accampamento di Cabria, e i Baratri vicini a Pelusio formati dal Nilo quando straripa per essere que’luoghi naturalmente av­ vallati e paludosi. Siffatta è la Fenicia. Dice Artemidoro che da Ortosia a Pelusio, chi costeggia anche i golfi conta tre mila e seicento cinquanta stadii ; da Melena o Melanà presso Celenderi nella Cilicia sino ai confini tra la Cilicia stessa e la Siria, mille e novecento venti; e di qui alPOronte, cinquecento venti ; poi mille e cento trenta fino ad Ortosia. Rispetto alla Giudea le sue estremità occidentali verso il Casio sono occupate dagl’ Idumei e dal lago (i). Gl’Idumei sono originariamente Nabatei; ma cacciati dal proprio paese per una certa sedizione ricoverarono presso i Giudei e parteciparono delle costóro istituzioni. II lago Sirbonide occupa la maggior parte di - quello spazio che stendesi al mare; il restante è occupato dal territorio che va fino a Gerusalemme; la qual città può considerarsi come vicina al mare ; poiché ( siccome ab­ biamo già detto ) si vede dal porto di Joppe. Tutti questi luòghi sono volti al settentrione, e quasi tutti sono abitati da popolazioni miste di Egizii, di Ara­ bi e di Fenicii. Tali sono gli abitanti della Galilea, della pianura di Gerico, e del territorio di Filadelfia e di Sammaria, soprannomata Sebaste da Erode (2). Rispetto poi (1) Il lago Sirbonide già detto. (a) Erode ricoslrusse Saminaria e la denominò Sebaste od A u­ gusta ì d onore d’Augusto.

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a questa meschianztf di abitatori, l’opinione che prevale sulle altre intorno al tempio di Gerusalemme dice cbe i progenitori di quelli cbe ora son chiamati Giudei fu­ ro no gli Egizii (■). Un certo Mosè sacerdote egiziano che abitava una parte del paese dettò (i) . . mal comportandone le isti* tuzioni se ne p a rtì, e tramutossi in questa contrada seguitato da una moltitudine d’ uomini che intorno alla ■Divinità avevano opinioni conformi alle sue. Egli diceva e insegnava : Che gli Egiziani mal s’ avvisavano rappre­ si) Non è da tralasciarsi la nota del Casaubono a questo passo: Sic multi veterum Graecortim existimavere, non tamen omnes : nam alias voluit Judaeos esse progeniem sophistarum Indiae, alius Creta insula profugos , alius Mthiopum prolem , alias aliter. Fide Josephum contra Apionem , Cornelium Tacitam Historiarum lib. r inilio , et Justinum. Omnes quam procul a ventate aberrarint , scimus hodie nos. Christiani, postquam Deo Optimo Maximo singulari misericordia etiam gentibus sacrosanctum verbtun suum communicare visum est : quo sane nomine ridiculi sunt et inepti qui veteribus scriptoribus (quo­ rum miseranda potius est conditio ) audent insultare, et ignorantiam objicere ; quo in genere singularis est quorundam komuneionum impudenlia , qui Aristoteli principi philosophorum in fittile et a S iiv iltf yf»pài intendunt, non ob paeanum nere io quem, ut olim factum a male ferialis Atheniensibus, «ed quia non conventi illi in Ethicis et Metaphjrsicis cum Mose s quanquam quid boni illi vivi in Arislolelis scriptis intellexerinl alias viderimus. (a )-Il Letronne crede che dovrebbe leggersi

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che abitava una parte del così

detto Egitto inferiore. Prima di lui nessuno aveva notata la man­ canza del nome.

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BELLA GEOGRAFIA DI STB ABONE

tentando la Dirigila sotto le imfegini di animali sel­ vaggi o domestici ; e male eziandio quei di Libia e gli Elleni che le danno umana fignra : perchè secondo lui essa non è se non ciò che ne circonda noi tutti e la terra ed il mare ( ciò insomma che noi chiamiamo Cielo, Mondo e Natura generatrice di tutte le cose ). Ma qual uomo assennato oserebbe configurarne l’ imagine a somiglianza di alcuna delle cose onde siatn circondati? Però doversi lasciare in disparte ogni ,simu­ lacro , e limitarsi ad adorare la Divinità in nn tempio e sacrario venerabile, senza imagine alcuna (i). Vo­ leva altresì che tutti coloro i quali sogliono far sogni felici dormissero in questo sacrario per vantaggiò loro proprio ed anche a prò degli altri : e doversi aspettar sempre da Dio o qualche dono o qualche utile segnale coloro i quali vivono temperantemente e secondo giu­ stizia , non gli altri. Egli dunque insegnava siffatta dottrina, e la persuase a non pochi di buon intendimento, poi li condusse fuor dell’ Egitto in quel sito dove ora è fondata Gerusa(i) Judaei (dice Tacito, H ist., lib. r , c. 5 ) mente sola unumque numen inlelligunt; summurn illud et aeternum , netjue mu­ tabile , neque inleriturum. Quando poi Strabdne dice : Ciò in­ somma che noi ec., e da intendere che voglia spiegare l’opi­ nione di Mosè colle dottrine della setta Stoica a cui egli appar­ teneva. In generale Strabone fa di Mosè un Deista che non am­ metteva quasi nessuna pratica religiosa, ridncendosi presso a poco allo spiritualismo : d’onde poi viene quella specie di approvazione con cui ne parla. Finalmente egli come stoico balte alcun pòco le assurdità del paganesimo. (Edit. fr.)

i.id ro d e c im o s e s to

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lemme. Facilmente egli potè impadronirsi d1 un paese che non dovette essergli invidiato, e pel quale nessuno avrebbe volato pigliar guerra seriamente con lai. Infatti il terreno di Gerusalemme è tutto pietroso; e benché nella città si trovi abbondanza d’ acqua, il paese all’in* torno peraltro è sterile, arido e per lo spazio di sessanta stadii tutto roccioso. . Invece di armi poi Mosè faceva fondamento sulla re* ligione e su D io , al quale diceva di andar cercando una sede ; e eh1 egli insegnerebbe tal religione e tal culto , che non turberebbero chi li adottasse nè con di* spendii, nè con Teoforie (i ) , nè con altre pratiche assurde. Egli pertanto venuto in buona opinione presso quegli abitanti si fondò una non dispregiabile signoria, concorrendo facilmente a lui tutti i circonvicini allettati dal suo discorso e dalle sue promesse. I suoi successori per qualche tempo continuarono nell’ osservanza di quelle istituzioni, coltivando la giustizia e la pietà come uomini veraci : ma essendo poi sollevati al sacer» dozio primamente uomini superstiziosi, e poi anche ti­ rannici , dalla superstizione nacquero l’ astinenza da certe vivande, delle quali hanno in costume anche og­ gidì di non nutrirsi, le circoncisioni, i tagli (a), e le altre consimili usanze ; e dalla tirannia venne il ladroneccio. Perocché coloro i quali si ribellavano cominciarono a devastare il paese, così il proprio come il vicino : e (i) Inspirazioni divine. (3) Tltpiltfiitt *«< 1*7c/tuì. Colla voce volle signi* ficare Strabone la circoncisione delle femmine, ma s’ingannò attri­ buendo a’ Giudei questa usanza eh’ essi non ebbero.

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quelli che favorivano ai capi, datisi a far proprie le cose a ltru i, soggiogarono molta parte della Siria e della Fe­ nicia. Tuttavoita si continuò ad avere in una certa ve­ nerazione la città principale,, e invece di combatterla come nido di tirannia, fu rispettata e venerata come uo tempio. E questo è conforme a natura, e comune ancbe agli Elleni ed ai barbari. Perciocché come uomini incivi­ liti vivono tutti conformandosi ad una comune autorità. Senza di questo non sarebbe possibile che la moltitu­ dine tendesse concordemente a un sol fine, nel che ap­ punto consiste la civiltà o , come altrimenti si dice, il viver socievole. L'autorità poi è di due sorta; o dagli Dei o dagli uomini. Ora gli antichi ebbero in più stima e più venerazione l’autorità divina, e perciò allora s’in­ terrogavano frequentemente gli oracoli ; e gli uni cor­ revano a Dodona Per Giove consultare, e udir dalP alla' Quercia indovina (i)

il volere del Dio nel cui consiglio afSdavansi; gli altri andavano a Delfo, come dice Giocasta presso Euripide: .......................... e andovvi anche Lajo Marito mio onde anch’ ei saper se il figlio Esposto respirava ancor quest’ aura (a).

E presso i Cretesi Minosse, che del Tonante Ogni nono anno era agli arcani ammesso (3)

................ ...

- Rispetto ad Or­ tagora trovasi citato da Eliano e da Filostrato, e pare che avesse composta uoa Descrizione dell’ India.

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coperti : e sono cosa veramente mirabile, perché la spiaggia è tutta senza piante 3. Rispetto dunque al mare di Persia, che noi dicemmo essere il fianco orientale dell1 Arabia F elice, questo è quanto ci lasciò scritto Eratostene. Dice poi Nearco che Mitro^aste venne ad incontrarli in compagnia di Mazeno ( era costui governatore di O aratta, una delle isole del golfo Persico, nella quale Mitropaste ricoverò /uggendo da O giri(i), e vi fu ospitalmente accolto) per unirsi alla flotta m acedone, a cui Mazeno servì poi di guida. Dice inoltre che sul principio della navigazione lungo la costa del golfo Persico trovasi un’ isola do­ ve le margarite abbondano e sono di molto pregio : e che in altre si rinvengono pietre diafane e lucenti. In quelle isole poi che stanno dinanzi all’Eufrate crescono alberi che odoran d’ incenso, e le cui radici spezzate gemono un succo odoroso. Vi si trovano inoltre grancbj e ricci marini assai grandi ( ciò che é pur comune a tutto il mare esteriore ) ; tanto che gli uni vincono net1’ ampiezza un largo cappello, gli altri potrebbero nelle loro chiocciole contenere quanto due cotili. E Nearco aiferma di avere veduta sul lido una balena di cinquanta cubiti. ( 1 ) V isola dOrmut.

L1BEO DECIMOSESTO

C A P O IV. Descrizione delP Ambia secondo Eratostene. — Coste accidentali ed orientali del golfo Arabico secondo Artemidoro. — Paese dt? Na­ batei. — Spedizione (f Elio Gallo contro gli Arabi. — Paese degli Aromi. — Digressione sopra un verso di O/nero.

Il primo paese dell’ Arabia partendosi dalla Babilo­ nia è quello di M acine, intorno al quale stanno da una parte il deserto degli Arabi, da un’ altra le paludi formate dall’ Eufrate che straripa verso il paese de’ Caldei, da un’ altra il mare di Persia. L ’ aria di questo paese è insalubre, soggetta a nebbie, a piogge e nel tempo stesso ad eccessivo calore ; ma non per tanto il terreno è ferace. Nelle paludi alligna la vite sopra certe canne intrecciate e ricoperte di tanta terra quanta basta a riceverne le radici: sicché spesse volte quelle piante sono trasportate qua e l à , e bisogna eoa per­ tiche ricondurle al loro posto. Ora poi ritorniamo a quello che soggiunge Eratostene dopo le cose già -riferite, intorno all’ Arabia. Egli parla della parte set­ tentrionale e deserta, la quale si trova fra l’ Arabia F elice, i Cele-Sirii e i Giudei sino all’ estremità del golfo Arabico , dicendo : « Da Heroopoli, che sta nel fondo del golfo Arabico fino a Babilonia andando verso Petra de’ Nabatei (i) (i) Il testo originalmente è qui corrottissimo. Secondo l’ edi­ zione del Coray la lezione sarebbe: A t ì wlxitts, v m irr 1» f> r f xp'tt r it NuAo» (tv%£ TtZ 'Ap*fi(tv , *.

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sodo cinquemila e seicento stadii, tutti volti al levante d’ estate, attraversando il paese abitato dalle nazioni degli A rabi, de’ N abatei, de’ Caulotei e degli Agre». Al di sopra di costoro è situata l’Arabia Felice cbe si stende al mezzogiorno per Io spazio di dodici mila stadii fino al mare Atlantico (i). » Dopo i Sirii e i Giudei i primi popoli ond’ è abi­ tata quella regione sono coltivatori. Dopo costoro viene nn terreno sabbioso ed arido, con poche palme, acan­ ti , mirici, pozzi d’acqua come nella Gedrosia. Ne sono abitatori gli Arabi Sceniti pastori di cammelli. Le estre­ mità poi verso il mezzogiorno è rimpetto all’ Etiopia .sono bagnate da piogge estive, e vi si fanno due se­ minagioni ogni anno come nell’in d ia ; oltreché v’hanno de’ fiumi che perdonsi nelle pianure e nelle paludi. Quel paese oltre all’essere produttivo di frutti, é ferace anche di mele ; abbonda di bestiame, tranne i cavalli , i muli e i maiali •, ed ha d’ogni sorta accelli, fuor so­ lamente le oche ed i polli. » Quattro principalissime nazioni abitano questa par­ te estrema dell’Arabia: i Minei in quella porzione cbe è verso 1’ E ritreo , e la loro maggior città è Carna: contigui a costoro i Sabei, la cui metropoli è Mariaba:

r. A. Da Heroopoli, che sta nelfondo del golfo Arabico ver­ so il Nilo y ecc. Altri diversamente corressero, o proposero di correggere questo passo. Il Letronne tralascia la voce Nilx » ( nel Coray Na/Aor ) , e dà la traduzione che qui si è seguitata. (t) Crede il Letronne che la vera lezione dovrebb’ essere fin o

al mare Etiopico, cioè fino all’ Eritreo.

LIBRO D EC 1M 08EST Q

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terzi sono i Cattabani (1) stendentisi fino allo stretto do­ ve tragittasi il golfo Arabico, e la loro reggia è Tamna: più orientali di tutti poi sono i Calram otiti, che oo' -capano la città di Gabatano. » Tutti quei paesi vivono sotto il governo di un solo r e , sono fertili e ornati di templi e di palazzi reali. Le case somigliano alle egizie nel modo di commettere il legname 5 e tutte insieme le quattro popolazioni occupano un paese più ampio cbe il Delta d’ Egitto. Il regno non passa per eredità dal padre al figliuolo , ma tocca al primo cbe nasce dopò 1’ assunzione d’un nuovo re in qualcuna delle principali famiglie. A tal (ine quando creasi un re nuovo s’ inscrivono tutte le mogli , Lungo quella spiaggia trovansi non molte città ; ma dentro terra molte e ben abitate ». Questo è quanto dice Eratostene dell’Arabia; al che Ora conviene aggiungere anche quanto ne fu scritto dagli altri. Dice pertanto Àrtemidoro « che il promontorio del1’ Arabia opposto a quello di Dira chiamasi Ocila ; e che gli abitanti delle vicinanze di Dira soglionsi mu­ tilar^ nel glande (i). Chi naviga da Heroopoli verso la Trogloditica trova la città di Filotera che ricevette il suo qòme dalla sorella del secondo Tolomeo j e la fondò Satiro quando fu spedito (a) a visitare il luogo in cui si faceva la caccia degli elefanti, e il paese della Trogloditica. Appresso trovasi un’ altra città delta Arsinoe ; poi certe sorgenti di acque calde amare e sa­ late, le quali da una pietra elevata discendon nel mare. Ivi presso è un monte che innalzasi da una pianura del colore del minio. Poi viene Miosormos, detto anche Afroditesormos (3) , eh’ è un gran porto il cui ingresso è tortuoso. Dinanzi a questo porlo stanno tre isole, (1) K l i m i riti P a X i t u t . (2) Da Tolomeo stesso. 0 ) Cioè: il Porto del topo, detto anche Porto di Venere,

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DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

due delle quali sono ombreggiate da ulivi, e l’ aHra che meno ne abbonda, è piena di meleagri. Vien poscia il golfo Acatarto , che giace anch* esso quasi alla stes­ sa altezza della Tebaide , come anche Miosormos. Ed è detto Acatarto ( ■ ) , perchè dagli scogli e dalle rocce del fondo, e dai venti che per Io più vi soffiano, è fatto pericoloso. Quivi poi nel fondo del golfo è fondata la città di Berenice. » Dopo quel golfo trovasi l’ isola detta Ofiode (a) dai gran numero dei serpenti che v’ erano un tempo ; ma liberolla poi da que’ rettili il r e , sì perchè uccide­ vano quauti vi approdavano , e sì perchè non fosse im­ pedito 1’ andarvi in cerca di topazii. E il topazio una pietra diafana che riflette una luce color d’ oro. Di giorno Don può vedersi facilmente, perchè il suo splen­ dore è superato (3); ina di uotte la veggono coloro che ne vanno in cerca , e per segnale vi mettono sopra uu vaso capovolto, poi di giorno la scavano. E v’ era una compagnia d’ uomini ordinati alla custodia ed alla ri­ cerca di cotal pietra, mantenuti dai re dell’Egitto. » A quest’ isola tengono dietro molte popolazioni d’ Ittiofagi e di Nomadi: poi viene il Iago della Dea la lv a tr ic e , a cui diedero questo nome alcuni condot­

( i) Cioè Im puro, e forse Infam e, in quel senso in cui si dissero infames frigoribus aìpes ; infames scopulos Aeroce-

raunia. (a) Isola dei serpenti. - Il re ohe la liberò fu Tolomeo F iladelfo. ( 3) Dalla luce del sole.

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tieri di flotte che in quello da grandi pericoli si ritras» sero a salvamento. » Quindi innanzi si vede una grande mutazione sì della spiaggia e si del golfo; perciocché la spiaggia nou è più rocciosa e congiungesi in certo modo coll’ Ara­ bia ; e il mare diventa sì basso, che appena ha duo orgie di profondità, e la sua superficie apparisce ver-* de, riflettendovisi il colore dell’ alga è del fuco di cui è gran copia - nel fondo. In quelle parti cresco­ no anche delle piante sott’ acqua ; ed ha inoltre quel luogo molti cani marini. » Appresso vengono i T au ri, due m onti, che da lontano sono a vedersi somiglianti a due tori. Poi un altro monte su cui è un sacrario d’ Iside' fondato da Sesostri. Poi un’ isola tutta arborata di ulivi, e quasi coperta dall’ acque : dopo la quale trovasi Tolemaide presso la caccia degli elefanti, fondata da Eudemo che Filadelfo aveva spedito a far caccia di quegli ani­ mali. Costui prima circondò celatamente di fossa e di steccato una penisola, poi si diede a blandire coloro che avrebbero voluto respingerlo, e invece di avversar) se li rese amici. » Nello spazio fra mézzo si scarica in mare un ramo del fiume detto Astabora ; il quale traendo principio da un lago, in parte va quivi a metter foce, ma col più delle sue acque si confonde col Nilo. Seguitano poi sei isole chiamate Latomie ; e dopo di queste la bocca Sabaitica. Dentro terra trovasi un castello fondato da Suco. Appresso vengono il porto Elea e l’isola di Stra­ tone; poi il porto Saba, ed un luogo dello stesso nome

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dove sì cacciano gli elefanti. Il paese al di sopra di questi luoghi chiamasi Tenesi, ed è occupalo da quegli Egiziani eh’ emigrarono al tempo di Psammitico, e sono soprannomati Sembriti, che vai quanto dire venuti d'al­ tronde. Costoro sono governati da una donna a cui è soggetta anche Meroe , isola formata dal Nilo in vici­ nanza di questi luoghi, al di là della quale poi a non molta distanza evvi un1 altra isola nel fiume stesso , co­ lonia degli emigrati predetti. Da Meroe al mare v \ha quanto può camminare un buon viaggiatore in quindici giorni. » Ne’dintorni di Meroe è il confluente dell’Astabora, dell’Astapo ed anche dell’Astasoba col Nilo. Lungo questi fiumi abitano i popoli soprannomati Rizofagi ed Elei (1), perchè raccolgono dalla vicina palude radici, le schiac­ ciano con sassi e ne formano certe paste delle quali si nu­ trono dopo averle ia tte seccare al sole. Quel paese pro­ duce anche leoni , ma nei giorni in cui spunta la cani­ cola ne sono scacciati da grosse zanzare. Stanno in vi­ cinanza di que’ paesi anche gli Spermatofagi (a) ; i quali allorché le sementi di cui soglion nutrirsi scarseggiano, mangiano certi frutti salvatici apparecchiandoli a quel modo che i Rizofagi fanno delle radici. » Ad Elea tengono dietro le vedette di Demetrio e le Are di Conone : e nella parte mediterranea, detta il paese di Coracio, cresce una gran quantità di canne ( 1) Rizofagi vuoi dire mangiatori di radici-, ed Elei significa abitanti di paludi. . .

(a) Mangiavano le sementi di certe piante.

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radiane. Più oltre infra terra trovasi Endera abitata da uomini ignudi, i quali si valgono d’ archi fatti di giunco e di frecce indurite al fuoco. Con queste saettano le belve il più delle volte dagli alberi, e tal fiata anche dal suolo. V’ ha fra quelle genti un gran numero di buoi salvatici, sicché vivono delle carni così di questi come d’ altri animali : e qualora non ne prendano al­ cuno mangiano le pelli secche arrostite sulla graticola, e stanno contenti a quel cibo. Ai fanciulli non pervenuti ancora alla pubertà hanno in costume di proporre il certame dell'arco. » Dopo le Are di Coitone segue il porto M elino, al di sopra del quale trovasi un castello con parecchie case di caccia. Quindi incontrasi il porto di Anlifilo ; poi i Creofagi (i) che abitano al di sopra, mutilati nel glan« d e , e dove le donne alla maniera giudaica (a) si cir­ concidono anch’ esse. » Ancor più in là di costoro verso il mezzogiorno stanno i Cinamolgi chiamati Agrii ( selvaggi ) dagli abi* tanti di que’ paesi. Costoro portano lunghi capegli e lunga barba ; e nutrouo cani assai grossi coi quali poi vanno a caccia de’ buoi che loro pervengono dalle vi» cine regioni dell’ india d’onde o le fiere, o la mancanza dei cibi li scacciano : e il tempo dell’ arrivo di quegli animali è dal solstizio d’ estate fino a mezzo l’inverno. m Al porto d’Antifilo tien dietro l’ altro detto bosco (■) Coloro che nutronsi di carne. (a) Già si è notato che Strabone s’ inganna attribuendo agli Ebrei questa mania.

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dei Colobi (i) \ poi Berenice di Sàba, e ia grande città di S aba, e il bosco d’Eumene. Al disopra di questi luoghi è situata la città di D araba, ed una caccia de­ gli elefanti vicina al pozzo. L’ abitano gli Elefantofagi, i quali fanno la caccia degli elefanti in questo moda. Allorché dagli alberi veggono una schiera, di quegli ani? mali andarsene pel bosco, non le muovono guerra; ma avvicinandosi inyecp nascostamente a quelli cbe vanno appartati, tagliano lorp le gambe di dietro. Alcuni altresì li uccidono colle frecce le cui punte sono intinte nel fiele de’ serpenti: ed a quel saettamento concorrono tre Uomini, due dei quali tengono 1*arco puntando i piedi innanzi, e 1’ altro lira il nervo. Alcuni altri avendo no? tati certi alberi ai quali gli elefanti soglionsi appoggiare dorm endo, lattisi dall’ altra parte del tronco lo segano presso alle radipi : così quando 1’ animale viene e vi si appoggia, cade insieme coll’albero; e non potendo più rialzarsi, perché h a . 1’ osso delle gambe tutto intiero e non pieghevole, i cacciatóri balzan dagli alberi e li tagliano a pezzi. I nomadi chiamano impuri quei cac­ ciato^, » Al di sopra di questi Elefantofagi abita la nazione pon pnntp numerosa degli Struzzofagi, appo i quali si trovano certi uccelli grandi quanto i cervi, che nou pos* sono volare, ma corrono invece colla celerità degli struzzi. Per farne caccia alcuni adoperano le frecce ; al­ cuni altri si coprono con pelli di struzzo, e introdu­ cendo il destro braccio nella parte del collo , lo vannq ( i ) Bosco dei circoncisi.

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movendo al modo che soglion fare quegli animali, in­ tanto che colla manca spargono del grano da no pa­ lliare che pórtan sospeso : cosi gli uccelli allettati dal­ l’esca lo seguono e.vanno a cadere iti certe fosse, dove poi i cacciatori a tal uopo appóstati li assalgono con bastoni. Que’ popoli vaigonst della pelle di quegli oc* celli anche per Girne, abiti è letti. Sogliono poi essere in guerra con loro quegli Etiopi ché si chiamano Siiti, i quali usano par acmi corni di origi (i ). » Yiehii a costóro abitano certi «omini più neri, più piccoli e di più corta vita dagli altri. Costoro non ol­ trepassano te non di rado i q u a ra n ta n n i, perchè le carni invemainano loro addosso. Vivono di cavallette cacciate in qtw’luoghi dal forte soffiare dei venti di pri­ mavera e di settentrione» Per pigliarle gettano ne’ bur­ roni certe legne che abbruciando mandano gran fum o, e vi mettono sotto un po’ di fuoco: le cavallette sorvo­ lando a quei burroni cadono accieeate dal fumo ; ed essi allora pestandole con farina ne fanno una specie di polenta della quale si nutrono. » Più oltre si trova una regione deserta con abbon­ danti pascoli. Fu abbandonata per l ’eccessiva quantità degli scorpioni e delk falangi così dette a qnattro m a­ scelle che una voltà vi si moltiplicarono a dismisura e costrinsero gli abitanti di partirsene affatto. » Dal portò di Eumene sino a Dira ed allo Stretto dette sei isole abitano gl’ Ittiofagi, i Creofagi ed i Co­ lobi stendentisi nelle parti mediterranee. Vi sono an> (■) Probabilmente una specie di antilope. (Edit. fiauc.)

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DELLA GEOGRAFIA D I STRABONE

c h e p arecc h ie caccie di elefanti , e città di poca rino­ m a n z a , ed isole situate lungo la spiaggia. I più di quei p o p o li son Nom adi ; pochi s o d o i coltivatori. Presso ai» cuni d i costoro abbonda io storace. » G l’ Ittiofagi quando ritirasi la marea sogiion pren­ d ere il p e s c e , lo stendono sopra pietre facendolo sec­ care a i s o j e y poi dopo averlo abbrustolito ne traggono le lisch e delle quali fanno cataste, e ne pestan coi piedi le c a rn i facendone mia poltiglia di coi si nutrono dopo averla esposta un'altra volta al sóle. E nelle stagioni bur­ rascose non polendo far preda di pésci riducono in pol­ vere le lische accatastate, nè compongono una poha e se ne valgono per nutrim ento; o se sono ancora recenti le succhiano.- Alcuni mangiano conchiglie carnose che tengon raccolte in certe fopse o stagni d vacqua m arin a j dove le nutrono gettandovi piccioli pescij e le serbano da mangiare nel caso che la pescagione riesca scarsa. E d hanno inoltre vivaj di pesci d ’ogni genere per d is p tn ^ sarli nei casi di somiglianti bisogni 7ì Alcuni poi di quelli che abitano dove la sp iag g ia è priva di/acqua dolce sogliono fare un viaggio dì c in ­ que giorni per condursi accompagnati da tu tta 1$ fa m i­ glia e cantando peani aMuoghi che ne son p ro v v e d u ti^ e quivi mentendosi proni sul snolo bevono al m o d o d e ’ buoi, finché il ventre gonfiato suoni a guisa di t i m p a n o ^ poi ritornano al mare. Costoro vivono dentro s p e l o n ­ che o tugurii dove invece di pilastri e travi si v e g g o n o ossa di cetacei coperte da frondi d ’ ulivo. » I Cfhelonofagi (1) coprono le loro abitazioni c o i n i c ( 1) Mangiatori di testuggini.

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LIBRO D E O IM O SE StO

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cbj delle testuggini, di tanta grandezza in que’ luoghi, che s’adoperano per navigare. Altri coll’alga che il mare I STRABONE.

al promontorio di Pitolao non osservano 1’ usanza di circoncidersi. Dopo costoro' viene il paese che produce P incenso, poi un promontorio e un territorio sacro dov’ è un pioppeto. » NelP interno del paese incontransi la valle così detta d’ Iside , e l’altra detta Nilo, tutte e due feraci di mirra e d’ incenso. Evvi anche una piscina che s’ em­ pie .delle acque dei monti; poi il borgo del Leone, e il porto di Pitangefo. Il paese ebe viene appresso produce la falsa cassia. Subito dopò sono parecchie vallate di fiumi nelle quali cresce P incenso, e parecchi finmi siuo al paese che produce il cinnamomo. Il fiume poi che serve di confine a questo paese produce il Phleus (i) in gran copia. Segbita poi un altro fiume, e quindi il porto Dafneo : poscia una vallata detta di A pollo, la quale oltre P incenso produce mirra e cinnamomo : m a quest’ altimo alligna assai meglio nei luoghi m editerra­ nei. Quindi tengono dietro il monte Elefante, un bara­ tro, e il gran porto di Psigmo, il serbatoio d’acqua detto Cinocefalo, poi il Noto-cera ch’è l’ultimo capo di quella spiaggia (a). Quando si abbia superato questo capo fdice ancora Artemidoro) volgendo a mezzogiorno non abbia­ mo più lungo la spiaggia che segue descrizioni n è di porti nè d’ altri luoghi, per essere sconosciuta. » Vi sono colonne ed are di Pitolao, di Lica , di (1) Phleus sehoenoris di Linneo. (a) Noto-cera significa Corno o Capo meridionale. Il G ossellin poi crede che v'abbia una lacuna nel testo, e che m anchi la descrizione che Artemidoro dovette aver data di quel tra tto di spiaggia che dal monte Elefante va sino tri Noto-cera.

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Pitangelo, del Leone e di Carimotro lungo quella parte di spiaggia che si conosce da Dira fino a Noto-cera ; . ina s’ignora la distanza di questi luoghi fra loro. Il patìse è pieno di elefanti e di leoni così detti rairmeci (i). Questi autmali hanno volte al rovescio le parti genitali, tendono al colore delP oro, e sono men villosi ehequei dell’ Arabia. Vi si trovano anche forti leopardi 6 rino­ ceronti. Questi sono di poco inferiori agli elefanti, come afferma Àrtemidoro. . . . t benché dica di averne veduti in Alessandria; ma quasi eguali in altezza (a). A giudi­ carne pot da uno -che noi abbiamo veduto j il colorcf di questo animale somiglia non tanto a quello del bos­ so qvanto a qoello dell’ elefante ; la sua mole è quella del toro; la figura è simile a quella del cinghiale mas­ simamente se) muso, se non che il suo naso è formato da nn corno ricurvo più darò d’ ogni osso. Questo egli usa per sud a m a , come il cinghiale adopera le saune. Ha inoltre due callosità , 1’ una dietro il collo, 1’ altra ai lombi che lo circondano dalla schiena fino al ventre come spire di serpenti : ma tutto questo noi lo diciamo fondandoci sopra il rinoceronte da noi veduto. Avtemidoro poi aggiunga « che questo animale solito ad ave­ re particolarmente battaglia pel pascolo coll’ elefante (i) Leoneformica, Ai*»» ftipftnj; : ma s’ ignora a qual ani­ male gli antichi dessero questo nome. (a) Il testo dice: O vth efi x x tX /r s tlx t ra t tAsQ xn*t

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DELLA GEOGRAFIA. DI STRABOWE

F ra Cesarea e il capo Trito trovasi un gran porto denominato Salda, e questo è il confine fra lo Stalo di Giuba e il territorio soggetto ai Romani. Furono varie le divisioni a cui soggiacque quel paese, perchè molte 6ono le popolazioni ond’essO è abitato, le quali poi iu diversi tempi ora furono amiche ed ora avverse ai Ro* mani ; sicché questi ora tolsero ora aggiunsero loro ter­ reno , non conservando sempre la stessa misura. Dèi resto il paese della Maurosia è più ricco così di produzioni come d’ uomini : quello di Cartagine e de1 Massesilii è più fiorente e più adorno, benché molto abbia sofferto, primamente per le guerre cartaginesi, e poi per quella che si fece contra Gingurta. Costui per avere assediato e preso in Utica ( 1 ) Aderbale amico dei Romani attirò sopra quel paese la guerra. In progresso di tempo si succedettero poi varie altre guerre; l'ultima delle quali fu quella combattuta dal Divo Cesare con­ tra Scipione (a), nella quale morì Giuba, ed insieme coi capi rovinarono le città di Tisiace, Vaia, Thala, Capsa (dove Giugurta faceva eustodire i suoi tesori ) , Zama e Zinca, e quelle vicino alle quali Cesare vinse Scipione, cioè prima a Ruspiuo, poi a Vizita ed a Tapso, quindi lungo il lago vicino a questa città ed in altri siti. Quivi presso trovansi anche Zella ed Acholla, città libere. Cesare prese poi al primo assalto Pisola di Cercinna e la piccola città di Tbena posta sulla riva del mare. Ora di tutte queste città alcune intieramente disparvero, al­ ti) Salustio dice in Cirta j ed è questo un errore di Slrabo&e. (?) Il suocero di Pompeo Magno.

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Ire furon lasciate mezzo distratte. Faro poi fu inceu* diala dalla cavalleria stessa di Scipione. Dopo il promontorio Trito pertanto s’ incontrano su* bito i territori! de’ Massesilii e di Cartagine. Dentro terra è situata Cirta , residenza reale di Massinissa e de’ suoi successori , città fortificatissima, e riccamente fornita d’ ogni maniera di edificii , massimamente da Micipsa. Costui vi trasportò anche una colonia d’Elleni, e tanto la fece fiorire, che poteva mandar fuori dieci mila soldati di cavalleria, e due volte tanti di fanteria. Quivi dnnque è C irta, e vi sono inoltre le due città d’ Ippona , 1’ una presso Ita c a , l’ altra piò lontano e più verso il promontorio T rito , ed-amendue residenze reali. La città d’ Utica per ampiezza e per dignità è la se­ conda dopo Cartagine: e quando quest'ultima fu distrut­ ta , essa rimase quasi metropoli pei Romani, ed è co­ me il centro donde si amministrano tutte le cose spet* tanti alla Libia. È fondala proprio sul golfo cartaginese presso uno dei promontorii ond’ esso è formato. Que­ sto promontorio dov’ è Utica dicesi Apollonio ; )’ altro Ermea : e le due città sono situate di tal maniera che stanno 1’ una nel cospetto dell’ altra. Scorre presso Utica il fiume Bagrada (i). Dal promontorio Trito fino a Cartagine sono due mila e cinquecento stadii : ma rispetto a questa distan­ za non sono d’ accordo gli scrittori, come anche rispet­ to a quella da Cartagine alle Sirli. (i) Si disse poi Megerda.

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DELLA GEOGRAFIA DI STRABÒNE

Cartagine poi è fondata sopra una specie di penisola che descrive un cerchio murato di quasi trecento ses­ santa stadii : la parte che va da un mare all’ altro sull’istmo ne conta sessanta. Quivi i Cartaginesi tenevano gli elefanti in un luogo assai spazioso. Nel mezzo della città innalzasi la rocca denominata Birsa, altura notabilmente e rta, e tutta abitata alt1 in­ torno. Sulla cima poi ha nn tempio d1 Esculapio, ehe la moglie di Asdrubale incendiò per abbruciatisi quan­ do la città fu espugnata. Stanno ai piedi di quella rocca i p o rti, e Cotone , piccola isola rotonda circondata da un euripo, e tutto all1intorno fornita di ricoveri per le navi. Cartagine fu una città fondata da Didone che vi con» dusse gente da Tiro : e questa colonia riuscì così pro­ spera ai Fenicii, non altrimenti che quelle d1Iberia ai di qua ed al di là delle Colonne, eh’ essi anche al pre­ sente abitano i punti migliori d1Europa , così nel con­ tinente come nelle isole vicine. Ed eransi inoltre ap­ propriala tutta la Libia, quanta almeno non è destinata ad essere abitata soltanto da Nomadi. Per questa potenza la città di Cartagine era divenuta emula di Roma, e sostenne contro i Romani tre grandi guerre. E quanto potessero i Cartaginesi, si fece palese principalmente nell1ultima di queste guerre, nella quale furono distrutti da Scipione Emiliano , e la loro città disparve affatto. Perciocché quando cominciarono a combattere possedevano, nella Libia trecento città, e nella sola Cartagine avevano settecento mila abitanti.

LIBHO DECIMOSETTIMO

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Assediati (i) poi e costretti di pensare ad arrendersi consegnarono ai Romani trecento mila gravi armature com­ piute, e tremila macchine da scagliare da lungi. E non­ dimeno essendosi dopo risoluti di ricominciare la guer­ ra , in un subito si accinsero a fabbricare nuove ar­ m i , e deposero ne’ magazzini ogni giorno cento qua­ ranta scudi compatti, trecento spade, cinquecento lance, mille dardi da catapulte, e le schiave (2 ) diedero le proprie trecce per farne le corde. Oltre di ciò già da cinquant’ anni addietro, secondo i patti concbiusi nella seconda guerra, possedevano dodici sole navi ; é nondimeno sebbene si trovassero costretti dentro la sola Birsa, nello spazio di due mesi ne fabbricarono cento venti catafratte. E perchè la bocca del porto Co­ tone era guardata dai Romani, se ne apersero nn’ al­ tra , dalla quale improvvisamente mandarono fuori la loro flotta. Perciocché avevano il necessario legname riposto già da gran tem po, e una quantità d’ operai mantenuti a pubblica spesa si adoperarono a quella co­ struzione. Tale era Cartagine , e nondimeno perì e fu distrutta. Di una parte del suo paese i Romani fecero una pro­ vincia ; del restante dichiararono signore JVfassinissa e (1) È un errore di Strabone anche questo. I Cartaginesi con­ segnarono quanto egli dice appunto per fuggire una terza guerra e un assedio. (a) 11 testo dice «ì Il Letronne traduce le f in i­ rne* escìaves ou domestiques ; poi osserva in una nota come gli altri scrittori accordansi invece a dire che questo fu fatto d o u dalle sole donne di condizione servile, ma da tutte generalmente,

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DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

i suoi figli) principalmente Micipsa : perciocché Massi* nissa fu molto onorato dai Romani a motivo della sna virtù ed amicizia. Costui infatti condusse i Nomadi alla civiltà ed all’ agricoltura, e dal ladroneccio li ammae* strò nella vera milizia. Perciocché que1 popoli ebbero un corso tutto loro particolare, siccome quelli che seb­ bene abitassero un paese felice, se non quaoto vi ab­ bondavano troppo le belve, lasciavano eh' esse vi si moltiplicassero, e invece di coltivare tranquillamente la terra , rivolgevano l’ armi gli uni contro gli altri. Quindi fu loro necessario di menare una vita errante e in continue trasmigrazioni a simigliatiza di quelli che a ciò fare sono costretti da indigenza, sterilità di paese ed asprezza di clima : sicché poi si trovò appropriata ai Massesilii la denominazione di Nomadi con cui so­ gliono indicarsi (i). Essi erano necessariamente ridotti a una vita miserabile e incerta, sostentandosi per lo più di radici, c arn e, latte e formaggio. Cartagine adunque, rimasta deserta per lungo tem* p o , al pari di C orinto, fu riedificata quasi ad un punto con questa città da Giulio Cesare, il quale vi mandò come colonia que’ Romani che amarono di tra­ sferirvisi , ed anche alquanti soldati ; ed ora essa è ben popolata quanto nessun1 altra città della Libia. In mezzo all’ ingresso del golfo cartaginese è un'isola (i) I Greci dissero Nomadi i popoli detti Numidi dui Latini.

ffumidae vero Nomades a pcrmutandis pabulis. È noto che nowòt in greco significa pascolo.

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delta Corsura (i) : e rimpetto a questi luoghi è situato il paese di Lilibeo alla distanza di circa mille e cinque cento stadii: chè tanti, si dice, ve n 'h a dal Lilibeo fino a Cartagine. E non sono molto lontane da Cor» sura nè dalla Sicilia alcune altre isol't fra le qaali evvi anche Egimuro. Il tragitto da Cartagine al punto più vicino dell’ op­ posta spiaggia è di sessanta stadii ; di quivi a Neferi (città forte fabbricata sopra una rupe) si ascendono cento venti stadii. In quel medesimo golfo in cui sta Cartagine evvi an­ che la città di Tunisi. Vi sono altresì delle sorgenti calde, e cave di pietre, poi 1' erto promontorio Ermeo} e sovr’ esso una città del medesimo nome (2 ). Appresso vien Neapoli ; poi il capo Tafiti sul quale si eleva un colle detto Aspi (scudo) a cagione della sua figura. Lo popolò Agatocle tiranno della Sicilia , quando fece la (1) Strabone è il solo che parli di quesl’ isola. Probabilmente volle accennare l’ isola Pentellaria, a cui anche nel lib. 11 diede il nome di Corsura. (a) Il testo ordinario è K 6 a. Sua spedizione nella Gedrosia , 7 5 e seg. Strada eh’ ei tenne inseguendo Besso ,8 1 . Incendia la reggia di Persepoli, ga. Va a Pasargada , g3. Suoi disegni sull’ Arabia ,1 1 6 . Assedia T iro , 146. Fonda Alessandria, aao. Sua tom ba, aa 4* Alicarnasso, reggia dei principi della Caria, IV , 349 e 35o. Alierto, I I I , 409. Alisio, I I I , 371. Alizia, I I I , 4g5. Alizoni, I V , i 3 i a 143Allobrogi, I I , 4 >3. Alo (città), I I I , 455. Alope (città della Locride Opunzia), I I I , 43^ Alpi, loro descrizione, I I , 43i a 447Loro catena, 111, 8. Aitino (città della Celtica cisalpina), I I I , Amaltea (corno di) ,111 , 5 i 5. Amano , monte che si dirama dal Tauro , IV , 74 » 388. Amasea (patria di Strabone), descritta, I V , 154Amassia , città della Cilicia, I V , 3 j 5 . Amassici, I V , io. Amaslri (città), d’ onde ricevesse il suo nom e, I V , iaa. Amazoni, loro paese, I V , 35. Considerazioni sulla tradizione delle Amazoni, 37. S tm bo n e , ioni. V .

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INDICE

Taleslri loro regina, 38. Loro invasione della Misia, 181. Ambracia , I I I , 4§5. Ambracia , I I I , a35. Amfissa (città), suoi abitanti puniti dagli am fuioni, H I , 4^3. Amfizioni, I II , 4*3 , 424 e 4^5. Amfrisso (fiume), I I I , 4^iAminta, storia di lu i, I V , 170. e segueati. Amiseni , IV , 127. Amiso (città della Soarene), IV , 127. Ampelite (terra), 111, aig. Aua (fiume dell’ Iberia) , l ì , 307. Anassimandro, filosofo e geografo, autore della prima Carta geo­ grafica , l i , 14. Anattorio (città dell’Acarnania), III , 495. Anchiala, città della Cilicia, I V , 384A ncona, I I I , 71. Andira (città), I V , 255 , a63. Andriclo , monte della Cilicia , I V , 376. Anemorea, I I I , 4^4Anfizioniche (le radunanze) in Oncheslo, I I I , 4 >•• Anigro (fiume), I I I , 283. Antedone , I I I , 396. Anticira , I I I , 4?3. Antimonio, suo uso, V , «85. Antiochia (sul Meandro), IV , 25^7. Antitauro, I V , 7Ì. Aoo (fiume), I I I , a 18. Aorno, I I I , 78. Agrippa abbatte la selva che lo circondava, 79. Apamea, V , i 3 6 ; I V , 187. I Macedoni la dissero Pella, 137. Soggetta a tremuoti ,1 9 6 . A parni, I V , 5 t. Apennini, I I , 4 13.

in d ic e

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Apollo Marmano, III , 486. Didumeo, suo oracolo, I V , 3o5. Ciarlo, suo oracolo, IV , 3a i, Apollodoro. Si confuta la sua opinione lugli ausiliari dei Tra* iani, V I» 389 a 397 Apolloniati, I I I , 318. Apsirtidi (isole), I I I , a i 5. Apso (fiume), 111, a i 8. Aquae Statiellae , I I I , 3i e 33. Aquileia , sua fondazione, III , id. Aquilani (popoli della Celtica), l i , 377, Aquitania, sua descrizione, I I , 98. Arasse (fiume), dove lo passò Alessandro, V , cp. Dove mette foce , I V , 5o. Arbella , V , 109. Illustrata dai Macedoni, n o . A rbii, V , 74Arcadia , sua situazione, I I I , s 58. Arconneso (isola), I V , 3a4Ardenna (foresta), l i , 4 14* Ardia (1’) , IH , 3i 1. Sua descrizione generale, 363 a 365A rdiei, 111, a i6 e 317. Ardione (monte), I I I , si6 . Are di Carimotro , V , 180.

3a4

in d ic e

Are di Conone, V , 176. Dei F ileni, V , 3o8. Del Leone, Y , 180. Di L ica, V , «Vi. Di Pitolao , V , ivi. Arecomici, l i , 397. A re ta , accoglie Elio Gallio traviato per gl’ inganni di Silleo„ V , 197Aretirea , I I I , 35i. Aretusa (fonte), IH , ia8. Argantorio (monte) , IV , i 5g. Argissa od Argisa, I I I , 47° e 47** A rgo, in quanti modi Omero abbia usato questo nome, 111, Posizione di. Argo , 3ag. Sue vicende, 33? e seg. Pelasgico , I I I , 3o. Amfilochia , I I I , a36, 49^> Argolide , sua descrizione, I I I , 3a5 a 343. Argonauti, errori di Demetrio intorno alla loro spedizione, I I , 96. Omero ebbe notizia di quella spedizione, 97 e seg. Quel ch’ egli ne disse come storico o come poeta, 100. Gli Argonauti in Etalia , III , 36. Aria (F), natura di questo paese, I Y , 61. Sua estensione, 6a. Ariana , suoi confini, Y , 73 e 78Sua estensione, 79. Sue popolazioni , 8 1 . Arimi, l y , 191. Aristarco, sua interpretazione di un passo d’Omero risguardante gli E tio p i, I I , 65 e seg. Aristobulo, sua relazione sull’ ìndia, V , 17 e seg. Esame di questa sua opinione, 68. Aristotele, sua divisione della terra in zone, I l , 198. Armenia , sua posizione , IY , 37.

in d ic e

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Armenia , sua descrizione , IV , 86 a 98. Minore, i 43 e seg. Aromi (paese degli), sua divisione in quattro p a rti, V , aoo. Arotrebri. V. Artabri. Arsinoe, città della Cilicia , I V , 576. Artabri (popoli della Lusitania), 11, 33o. Artemidoro , suo favoloso racconto , 11, 4a3. Altro racconto meno inverisimile, 4a4Artemita (città), V , la t. A rverni, loro situazione e storia , l i , 406 e seg. Ascania (1’) , I V , 161. Asepo (fiume), IV , a38. Asfalto , V , 1ao. Come si raccogliesse nel lago Sirbonide , 160. Se ne trova nella Massesilia, 396. Asia, I I , 376. Come si unisca all’ E uro pa, IV , 5. Sua divisione generale, 7. Settentrionale divisa in quattro parti , 7 8 9 . Meridionale, 9. Prima parte dell’ Asia settentrionale ,1 0 . Seconda p a rte , 4a. Costumi dei popoli compresi in questa seconda parta, 71. Asine (città), III , 335. Aspendo, città della Panfilia , I V , 371. Aspin (isola), I V , 3s 4. Asplidone (città), I H , 4 *5. Assiria, suoi confini e sua estensione, V , 107 e 108. Costumi degli Assirii, 124 a 136. Asso (città), I V , 355 e a56. Asta (roccia), I I I , 378. Asta (città d’ Iberia), I I , 309. Astiga (città), l i , 3o5. Astipalea (isola), I I I , 5 yg. Astira (città' della Troade), I V , 2 i5 ; 262.

3a6

i Ndtce

Asturii d’ Iberia , I t , 3a8. Atalanta (isola), I l i , 438. Atamani, I I I , 494* A tene, suoi numerosi monumenti, I I I , 378. Sue vicende , 381 e seg. Atene Diade (nell’Eubea), i l i , 485. A tria, di qui il nome di Adriatico, I I I , i 5. Atrulla (città), V , 198. Attalea, città della Panfilia , IV , 370. Altalidi re di Pergamo, IV , a83 e seg. Attica (1’) , sua descrizione, 111, 367 e 386. Aturia , V , 109. Auasi, V , 215, a6a. Che cosa siano « l ì , a8i. Aufidio (fiume) , IH , i 53. Augusta-Emerita , città dei T urduli, I I , 3a5» A utariati, I I I , a a i. Azzii (giuochi), I I I , a36. Axeno (mare), III , 184.

fe Babilonia (la), V , n 3. Sue produzioni, 119. Città fondata da Semiramide, V , 109. Sua situazione, ilo . Sue m u ra, ivi. Abitazioni dei filosofi, ita . Anticamente era metropoli dell’ Assiri», ìa r . Babilonia d’ Egitto , V , a4g. Bacco, tradizione della sua spedizione nell’ in d ia , V , a». Balbo Gaditano, l i , 36o. Balbura (città), IV , 298. Balsamo (albero), V , i 5g. Barbari e Barbarofoni. Spiegazione di queste voci I V , 35g e seg.

INDICE

Bardi, l i , 4a *Bargassa IV, 34gBargilia (città) IV , 355. B ari, 111, i 53. Bastetani, o Bastali, I I , 336. Battriana, IV , 63 a 6g. Bebeide (lago), I I I , 463. Belgi, l i , 3^8 , 4 i 5 , 4 ' 8Belione. V. Lete. Benis, fiume dell’ Iberia , I l , 3ag. Beozia , I I I , 36g. Sua descrizione generale, 386 a 4 >8. Berebista gela , I I I , ig 3. Berecinzii, I V , iga. Berenice (città dell’Egitto), V , a6 5 , 3og. Berito , V , 144* Besso , IV , 6g. Beti (fiume dell’ Iberia), I I , 3o3. Città principali lungo la sua corrente, 3o5. Beti (città) , 11, 3o4Biblioteca d’Aristotele e di Teofrasto, I V , 25a e seg. Biblo, V , 144 « 334Birsa (rocca di Cartagine), V , 3oo e 3ot. Bitinia, suoi confini difficili a determinarsi, I V , >6o. Bitinii, I V , 16, i 83. Bitinio (città), I V , i 63, Biturigi, l ì , 4o4> Bizanzi'o, I I I , aa5 e 226. Boagrio (fiume), I I I , 44oBogo , re de’ Maurosii ; dove fosse ucciso, I I I , 3o8. B oj, I H , i7g* Bomiesi, tribù etolica , I I I , 496. Borsippa (città), V , 113. Bosforani, I V , 16. Bosforo Cimmerio, suo estremo confine, I V , i 4<

3a8

in d ic e

Bosmoro , produzione dell’ India, V , 20. Bram ani, V , 57 e seg. Branchidi, IV, 3o5. Brentesio, I I I , 149 e segu. Bruto Gallaico o Gallecio, sua guerra contro i Lusitani, II, ùid. Estremo confine della sua spedizione, 3og. Bubonia (città), IV , 298. Bucefalia (città dell’india), V , 3 i. Bullioni, I I I , 137. Buprasio, I I I , 268, 369. G Cabali (città), I V , 297. Cabalano, città de’ Cetramotiti, V. 171» Cabiri, I I I , 53i e seg. Cadice V. Gadi. Cadusii, I V , 4 5 , 80. Caesar Augusta , I I , 3a5 , 345. Caico (fiume), IV , a85. Caistriana (la pianura), I V , 294 Calano (bramano), sua conversazione Con Onesicrito, V* 63. Sua morte, 67 e seg. Calari (città della Sardegna), III, 3g. Calati, III, 224. Calauria (isola), III, 326, 536. Calcante indovino, sua gara con Mopso, IV , 321 e segCalcedonia , I V , i 58. Calcedonii, IH , 226. Calcide (borgo), IH , 273. Calcide (monte dell’Etolia), I I I , 496. Calcide, quasi metropoli dell’Eubeà , III , 486 e seg., igotCalcidica. V , i 3g. Caldei, filosofi di Babilonia, V. i n . Caldei, una volta si dissero Calibi, I V , ì S u

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Calibe (città), III , 227. Calibi (fiume), IV, 33g. Calicadno, fiume della Cilicia su cui è costruita Seleucia, 76, 75. Calidna, (città della Caria) ; I V , 33g. Calidne (isolette), III, 58o e 5 8 1. Calidone (città) , H I , 5 1 7 ; 4g3. Calidone (città degli E toli), I H , Calimna (isola), I I I , 581). Gallipoli , IV , 210. Calpe (monte e città), I I , 3oi. Sua distanza da Cartagine Nuova, 335, Cambise, distrugge gli edifizii sacri dell’Egitto, V , 267. Camisena, IV , 5 8 . Cammellopardi. V. Giraffe. Campania , I I I , 74 a 88. Cane (città), IV, 264 . Canopico (rame del Milo), V , 2(2. C aoni, I I I , a35. Capo. V. Promontorio. Cappadocia, suoi confini, I V , 99. Sua divisione > 01,6 seg. Sua estensione, 11 a a 114' Caprea , I I I , 84, 36. Capria (lago), IV , 371. Capua, 111, 87. Caradro, fortezza cella Cilicia, IV, 376» Careso (fiume), IV, 24 o. C aria, sua descrizione generale, IV, 338 a 364> Carianda (porto), IT, 353. Carii, I I I , 229. C arii, 1V , 178. Cariste (porto), IV, 025. Caristo, H I, 485. Carmania, sua estensione, V , 85,

33o

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Carmilesso (caslello) IV, 367. Cannona (città dell’lberia), I I , 3o5. Cam a città principale de’ Mioei V, 170* Carneate (monte) , I I I , 3 5 1. Sue produzioni, 86. Usanze de* suoi abitanti, ib. Caronei, I V , 18g. Caronio in Acaraca IV, 355. Carpato, o Crapato (isola), III, 58o. Carpentani (popoli d’iberia), l i , 3 9 9 , 337. Carta Geografica. La prima fatta da Anassimandro , l i , Quella di Eratostene I I , i 43. e seg. Maniera di disegnare una carta della Terra abitata secondo Strabone , 348. Cartagine Nuova, o Cartagenova, li , 34o. Cartagiue. Suo territorio, V , 399. Sua posizione, 5 oo. Sua fondazione , ib. Divisione del suo territorio sotto i Rom ani, 3o3. Carteja , città dell' Iberia , 11, 3 i 3. Cantra, confine tra la Frìgia e la Caria, IV, ’8g. Casio (monte), V , 453. Caso (isola), III, 58o. Caspi i, IV, 73. Caspio (mare). Sua estensione e sue coste srcondo Eratostene, I V , 42 e seg. Poca fede da darsi agli storici rispetto a juel mare, 44Cassiteridi (isole), II , 374. Castalona (città dell’lberia), I I , 337. Catacecaumene, I V , 190, 393 e seg. Catania. Cagione della sua fertilità , I I I , 84 Cataonia, IV, i°o, io 2, 106. Cataratte (fiume della Panfilia) IV , 570. Catea. Costume de’ suoi abitanti, V , 3a e icg. Catone (Mar.) Suo viaggio nella Libia, V , 3>9»

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Catramotìti popoli dell’Arabia Felice V , 171. Caltabani, popoli dell’Arabia Felice V , 171. Caucaso. Descrizione di questo monte, IV , 31 e seg. Popoli ond’fc abitato, 4o e ^3. Da questo monte nascono tutti 1 fiumi dell’india, Y, i 5. Cauconi, IH, 373 , e seg. Cauconi della Trifilia, 280; IV, 117, Cauno (città dello Caria) IV, 33() e 34o. Cefallenia, III, 5oo , 5o8 e seg. Cefisio (lago), 111, 4oi. Cefisso (Game), I I I , 385 , 3gg. Celenderi, città della Cilicia I V , 376. Cele-Siria, V, i 4a , i 45. Celossa (monte), III, 35i. Celsa (città), l i , 345. Celti. Loro posizione II, 378) I I I , 10 e segu. Celtiberia, II, 354. Celtica Transalpina. Come se ne dividono le popolazioni li , 376. Suoi limiti, 377 e 378. Sua descrizione generale 379. Celtica Narbonese. Sua figura, 58o. Descrizione della costa da Marsiglia al V aro, 393. Popoli e città mediterranee fra il Rodano e l’Alpi, 3g 4 a 397. F ra il Rodano e i Pirenei, 397 e 398. Fiumi della Celtica, 401. Descrizione della Celtica lungo il Reno ed il Rodano 408 a 5a6. Costumi ed usanze de’ suoi popoli in generale, Ì16 a 4^3. Celtica Cisalpina , I I I , 8. Sua descrizione, 10 a 34* Celto-Sciti, IV , 43. Cemneno (monte della Celtica), 11, 577 , 378. , Cencrea (porto de’Corintii), I I I , 337. Cencrio (fiume) IV, 5 i 5. Cenomani, I I I , 19.

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in d ic e

Ceo (isola), I I I , 5^5. Cepione (torre di), l i , 3o3. Ceramo, IV , 34g. Cerauni (monte), I I I , a33. Ceraunii (monti) , IV , 29. Cerbesii, I V , 191. Cercinna (isola), V , 3o4 a 3o5. Cercopitechi o scimmie dalla lunga coda, V , 3 i e seg. C ere, geste de* suoi abitanti, 111, 28. Cerinto , I I I , 485. Cerna (isola), I I , io3. Cerretani (porto de’) , I I I , 4o. Certami in Delfo , I I I , 429Cestri (fiume), I V , 174, 371. Chaalla (borgo), V , 199. Chelidonie (isole), IV , 368. Cheronea , III , 4oiCherreide (porto), I V , 3a5. Sua situazione , III , 4 *3. Due vittorie ivi riportate, 4 *4Chersoneso (gran), sua figura, I I I , 306 e seg. Taurico , 201. (Piccolo), 303. Chimera (valle cosi detta), I V , 367. Chio (isola), IV, 3s6. Suoi uomini illustri, IV , 3a8. Cianee, I I I , 334. Cibelia (borgo), IV, 3s 6. Cibira (città) , IV , 397. -Cicesio , I I I , 3 o 3 . Cicladi (isole), III, 571 e seg. Cidonia (città di Creta), 111, 553. Cilbiana (la pianura), IV, 395. Cilicia, I V , 108. Sua descrizione generale, I V , 373 a 398.

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Cilicii , LV , a58 , 2 ^3 . Come si dessero alla pirateria IV , 3 7 3 e seg. Cilla, IV , a5g. Cillene, I I I , a63. Cilleo, più luoghi d i'ta l nome, IV , a59. C im bri, I I I , 1 7 3 . Dove: sconfissero Gneo Carbone , ia. C im e, I V , 2 7 9 e sego. Cimmerii, furono conosciuti da Omero , I I , 1 2 , 43. Dove si crede che una volta abitassero, I I I , 7 8 e seg. Cimmerio (borgo), IV , i3. Cinia (lago), I I I , 5 1 7 . Cinocefalo , I I I , 47^* Ciparissei, I I I , 3 7 8 . Ciparissente , 111, a85. Cipro, descrizione generale di quest’ isola, I V » 3gS a 4o4Cipselo s’ impadronisce di Corinto , 111, 344> Cira (città fondata da C iro), I V , 65 e 6 6 . Circe, come Omero la supponesse congiunta di parentela con Medea , l ì , 44 , I I I , 55. Cirenaica e C irene, V , 3o8 , 3io. Personaggi celebri di Cirene , 3 11 . Cireo (fiume dell’ Eubea), 111,493* Cirfio (monte), I I I , 4aa. Cirno , I I I , 3 7 . Ciro (fiume), I V , a 6 , 3o ; V , 9 2 . Ciro, sua spedizione contro i Saci, IV , 53. Sua infelice spedizione nell’ In d ia , V , 8 . Trasporta la sua sede ia Susa , 8 8 . Sua tomba in Pasargada, g3. Cirra (città), 111, 4aa. Cirrestica (la), V , 135. Cirta , V , agg. Cisamo (Arsenale di A ptera), I I I , 55gt Citerà (isola), I I I , 3 1 5.

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IN D ICE

Cizico (città), I V , 1 83 a i85. Gizio città Dell’isola di Cipro IV , 40tkClazomene (città) IV , 3a8. Clazomenii, I V , 3a5. Cleone capo di pirati, e sua storia, IV , 1 8 9 . Clidi (isole), 1V , 3 9 9 . Clima, che cosa intendessero gli ' antichi sotto questo nome, 11, >5. Trattato dei C lim i, a83 a 9 9 3 . Climace (monte), IV , 3 6 9 . Cneraide, luogo forte nella Locride Opunzia , III « 4^9Coarene (paese della), V , 83. Enormi fiseteri che si trovano nel mare ivi presso , 84Coaspe (fiume), V , 9 0 . Coccodrilli abbominati nella città di Téntira , V , 3 6 4 . Colchide, descrizione di questo paese, I V , a i a 1 6 . Coloe (lago), I V , a 8 8 . Colofone (città ionica), I V , 3ai. Colofoni!, 3aa. Colone , diverse città di tal nome , IV , a io e a i t. Colonna di Reggio, 111, 1 0 2 , j 1 9 . ' Colonne (stretto delle), varii luoghi intesi sotto questa notn» , l i , 363 a 3 6 7 . Comana (città), I V , io3. Comaro (porto) , I I I , a34. Commagene , V , i3a. Como , I I I , 4 ’ Sua storia , I I I , ia. Conistorsi (città dell’ lberia), l i , 3o5. Consenzia , IH , 1 0 0 . Coo (isole e città d i) , I V , 35i e 35a. Copaide (lago) , I H , 4 0 > e 4 oa. Corace (monte dell’ Etolia), I I I , 4g6. Coracesio, fortezza dei Cilicii, I V , 3 7 1 . Coreira la nera (isola), I I I , a 1 6 . Corduba città della Turditania I I , 3o4>

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Coreoa , IV , 58. Coresso (cittì), IV , 3i6. Coribanti , 111, 53 1 e seg. Coricio , antro nella Cilicia, I V , 3^8. Corico (monte), IV , 3a5. Corinto. Demetrio Poliorcete distolto dal tagliarne l’istmo, II, 1 1 7 . Sua posizione, I I I , 343. Sua potenza c sua distruzione, 344 a 3 5 i. Riedificata , V , 3oa. Corocoodama, I V , i4Corocondamite (lago), I V , i4 , >5. Corsica, vedi Cimo. Corsura (isola nel golfo di Cartagine), V , 3o3. Cossei, V , laa. Crago (monte della Licia), I V , 3 6 7 . C rago, rupe nella Cilicia , IV , 5 7 6 . Crambusa (isola), IV , 3 7 8 . Cratete, sua lezione di un passo d’ O m ero, I I , 65. Cremila (città), I V , 1 7 1 . Creta , descrizione generale di quest’ isola , e sua legislazione , I I I , 549 a 5 7 1 . Crisa, I V , 4 4 3 , 543. Crissa (città), I I I , 4a3. Crissei, loro condotta contraria ai decreti degli Amfizioni, 111, 4 2 3 . Critote (città), I I I , 5 1 7 . Criu-Metopon , I I I , ao3. Crocia (la pianura), I H , 4 6 1 . Cromnione, 111, 3 4 8 . Crotoniati, I I I , i n . Ctenunte (porto), I I I , ao3. Ctesia, sua esagerazione nella misura dell’ india:, V , i4* Ctesifone (città), V , 1 2 1 . Cuario (fiume), I I I , 4 6 1 . Cuinda , fortezza della Cilicia , IV , 38 1 . Cuneo nell’ Iberia , l i , 2 9 6 .

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C ureti, III > 4 6 0 . Dalmati, III, 216. Damascene (la), V , 1 44* Damasco, V , 1 44Danao e Danaidi, I I I , 3 3 i. Darbe , IV , 7 0 . D arb ici, I V , 7 2 . Dardano (città), IV , 223. Dario. Iscrizione sulla sua tomba, V , 84Dasciliti (lago), IV , 1 83. ■ . . Dattili Id e i, I I I , 53 1 e seg. Daulide (città), III, 453. Daunii, I I I , i54Decelia, I I I , 3 7 9 . Dedala, fortezza appartenente a R o d i, IV . 3 3 9 .' Monte di questo nome, 365. Deimaco, sua esagerazione nella misura dell’india, V, i5. D elfo, I t i , 4ai e 42aSuo oracolo, 4 2 5 e seg. Posizione di questa città , 4^5. Delio, I I I , 3 g 2 . Deio, III, 5 7 2 e seg.

Delta del Nilo, I I, 3 2 7 . Demetriade, III, 463. Demetrio da Scepsi. . Suoi errori sulla spedizione degli Argonauti l i , 9 6 . Diana Efesia, suo tempio in Emeroscopio, I I , 34 1. Dicearcbia, I I I , 8 0 e seg. Suo commercio con Alessandria, V , a a i. D idim a, vedi Gadi. Dime , I I I , 3 7 0 e seg. Città dell’ Acaia , 111, 36i. Dindimene, suo tempio, I I I , i83Dio (città), IH , 485. Diomede, luogo a lui consacrato, I I I , 1 6 . Signoria eh’ egli ebbe lungo l’ Adriatico , 1 7 . Racconto della sua sparizione, i54 e seg. Diomedee (isole), I I I , 1 7 , 154 e 1 55. Dioscuri detti Guardiani del m are, I I , io5. Dioscuria o Dioscuriade , I I , ioa ; IV , ao e aa. • Dodona, suo oracolo, I I I , a4 i e a4a. Dolioni, IV , , 83. D orici, loro situazione, III , 44?* Dorilao il fallico, 111, 556. Dorio , I I I , a 8 g. Drangiana , IV , 6 1 . Drochimete , re dei G eli, 111, 9 0 . D ruidi, l ì , 4 ai. Durio (fiume) , I I , 3 2 7 . E Ea (città) , 11, 43 , 9 8 . E buso (isola), 11 , 34i , 3 5 7 . Ecalia d’ Eurito , 111, 2 8 9 . Ecateo milesio, credesi autore di un Trattato di Geografia, II, i4* Ecatonnesi (isole), I V , 2 7 1 e seg.

SriuBOttE , tom. V,

ai

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Echinadi (isole), I I I , 5 14 e seg. Echino , I I I , 35g. Edui (popoli della Celtica), l i , 4>oEfeso , IV f 3 1 7 e seg. Suoi uomini illustri > 3ao. Efira (città), 111, a64 e seg. E foro, suo racconto sui Delfii non credibile, 111, 43o. Antica opinione sull’ Etiopia da lui riferita, I l , 7 3 , E g e, I I I , 3 5 8 , 36o. Egea , piccola città della Cilicia , I V , 388. Egialea , 111, 353. Egina , I I I , 338 e seg. Egineo , III , ^ 3 9 . Egira (città), 111, 35 8 , 36o. Egitto. Confronto fra 1’ Egitto e l’Etiopia , V , aog. Divisione dell’ Egitto in N om i, aio . Sua estensione, 3 1 7 . Storia de’Lagidi che vi ebbero regno, 3 3 7 e seg. Amministrazione dei R om ani, aag e seg. Rendita dell’ Egitto , a3a. Edifizii sacri dell’ Egitto , a4f>. Sapienza de’ sacerdoti egizii, 3 4 7 e seg. Piram idi, a5i. Animali tenuti sacri in Egitto , a6t. Guerre che fecero i Romani in quel paese, 3 7 4 * Produzioni ed animali dell’ Egitto , a8i e seg. Eiatea. La più grande città della Focide, H I , 4a 1 e 4?a' Elba.- V. Etalia. Elea (città), I I I , g4. Elefanti, come si pigliassero nell’ In d ia, V , 4*. Come nell’ Arabia , 1 7 8 . Asserzione di Gabinio sugli elefanti della Maurosia , sg3. Elefantina (isola del Nilo), V , 3 7 0 . Elena (isola), I II , 384Eleona , I I I , 4 6 9 .

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Eieunte , I V , 348. Eleussa (Isola) , IV > 33g a 3 7 8 . Eleutera , III , 4 1 0 . Eleuterolaconi, I I I , 3?o. Elice, H I , 355 e 356. Elicona , I I I , 4o3 a 4 0 6 . Elide, sua descrizione generale, I I I , a 6 o , 2 6 1 a 3o5. E lim ei, V , 1 2 2 . Elimeia, H I , 2 3 7 . Elio G allo, sua spedizione nell’ A rabia, V , 1 9 4 e seg. E liade, introduzione alla sua Geografia, I I I , s5 i. Sue nazioni e suoi dialetti , 352 e 253. Sua divisione in due parti principalissime, 255. Elleno e i suoi figliuoli, n i , 353. E lli, I I I , 2 4 0 . Etiopia , I I I , 3 4 0 . E lo , I I I , 3 8 9 . Elone (città de’ Perrebii), I I I , 4 7 3 . Elvezii, I I , i n ; I I I , 1 7 3 . Embada (calzare), V , ia5. Emeroscopio (isola) , I I , 34 1 . Emo (monte), I II , s i i . Emodo (m onte), V , i3. Enchelii,, I I I , 3 3 7 . E n ea, sua venuta in Italia, H I , 48 e seg. Eneti (popoli della Celtica Cisalpina), I I I , 1 0 . Loro razze di cavalli, 1 8 . Altri E n eti, I V , 1 3 0 , is t . Eniani, I V , 4 5 , g5. Eniochia, I V , 1 8 . E n o e, I I I , 353. Enotridi (isole), I I I , gS. Eolie (colonie), I V , 1 9 6 . E o lii, I I I , 3 5 3 e seg.

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Epalio re dei D orici, I I I , 4 4 3 . E p e i, I I I , 2 6 8 e seg. Epidamno, I I I , a i 8 . E pidauro, I I I , 3 3 7 . E p iro , difficoltà che sì trovano a descriverlo, I I I , a3o. Eraclea (città d’ Italia), I I I , 1 i5. Altra città di tal nom e, I V , 1 1 8 . Città del golfo Latmico , I V , 3o8. Eraclidi, I I I , 354 e seg. Eraclio , 111, 83. Erana (città), 111, a 8 6 . Eratira , 111, 3 3 7 . Eratostene, esame della sua O pera, I I , 3i , l o r , i33. Suo errore rispetto‘all’ istmo ora di Suez, 84» Difeso contra Ipparco, 1 1 9 e seg. Suo errore sugl’ Iperborei, i3 i. Sua opinione sulla lunghezza della terra i3 3 ; e sulla lar­ ghezza, i35. Divisioue da lui adottata, i38. Sua divisione degli abitanti della terra desunta dal carattere morale, 1 4 1 . Descrizione della sua Carta Geografica, i43 e seg. Sua opinione sulla posizione dell’ India combattuta da Ip parco , 1 4 6 . Sua descrizione del mar Caspio, IV, 4 Notizie ch’ egli ci ha lasciate sull’ india V , t3 e 1 6 . Sue misure della Persia, 8 8 . Sua descrizione dell’ A rabia, 1 6 9 e seg. Sua descrizione del N ilo, 3 0 7 . Ercinia (selva), III, 1 7 0 . Ercolano. V. Eraclio. Ercole, tradizione della sua spedizione nell’ India, V , 10 . Venerato ia Tiro, 1 4 7 . E rem b i, qual popolo debba intendersi gotto questo noine, I I.S g .

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E retria, la più grande città dell’Eubea dopo Caleide, 111, 4 8 6 , 4 8 9 e seg. Erice (monte nella Sicilia), I I I , i3a. Eridano, diverso dal Po 0 P ad o , 111, 17 . Erisichei (gli), 111, 5i8. Erithia, II, 3 1 9 . E litra (città della Beozia), I I I , 385. Porto nell’ionia , I V , 3a5. Ermione , I H , 3a6. Esepo. V. Asepo. Etalia (isola), I I I , 35. Particolarità delle sue miniere, 36. Suo p o rto , ivi. Origine favolosa di. certe sue pietre, ivi. Eteono (città), H I, 4o3. Etiopia , sua posizione, I I , 6 8 . Come si pub spiegare che Omero la dica divisa in due p a rti, 8 0 Antica opinione su questo paese riferita da Eforo, 7 3 . Opinione di Strabone sulla divisione Omerica, y5. Viaggio di Menelao in Etiopia secondo Omero, 8 1 . Suo confronto coll’E gitto, V, 3 0 9 . Guerre che vi fecero i Rom ani, 3 7 4 . Digressione sull’Etiopia, 3 7 7 e seg. Usanze degli E tiopi, 3 7 0 e seg. Etiopi E sperii, 3 8 9 . E tn a , I I I , >38 e seg. V. Sicilia. E to li, 111, a5a. Eubea. Città che portarono cotesto nom e, I I I , 4g3. Sua descrizione generale, I I I , 4 8 7 a 493* Eucratide, IV, 5 9 . Eudosso, relazione della sua navigazione intorno alla Libia, I I , 3 0 7 e seg. , Eufrate, suo corso I V , l i e 7 5. Attraversa Babilonia, V , i n .

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Eufrate, suoi canali, V , 114. DifTondimento delle sue acque, 117. Opinione di Policleto su questo fiume, ivi. Popoli situati lungo l’E ufrate, >3g. Eurimedonte (fiume), IY, 174, 371. Euripide, suoi errori geografici, I I I , 321. E uropa, I I , 271. Sua figura, 273. Idea generale di questa parte della Terra abitata, I I I , 165 e seg. Europa al di qua dell’ lstro , a io e seg. Europo , I I I , 23g. Eurota , 111, 274. Eussino. Y. Ponto. Eveno (fiume dell’Etolia), I I I , 496. Anticamente dicevasi Licorina, 497* F Falisci, I I I , 4 >* Fanagoria , IV , ìfl e 16. Fara , I I I , 36a. Faricadone, I I I , 467. Farmacuse (isole), I I I , 377. Fam a eia, IV , i 45. Faro (isola), perchè Omero la dicesse disgiunta dal continente il viaggio d’ un giorno , I I , 80. F aru sii, V , 392. Faselide , IV , 36g. Fasi (fiume e città), IV, a 3, 27. Fazamoniti (le), I V , i 5a e seg. Féa , I I I , 274 l'enea , IH , 364. Fenicia, V , a4 e seg. Sua unione coll’astronomia e colla geometria, 171 Utilità della geografia, ivi e seg. Principi generali della Geografia, secondo Strabone, a3a a a35. L a Geografia indica le divisioni naturali dei paesi, non quelle introdotte dagli uomini, 3 7 9 . G eresto, I I I , 4 8 6 . Gerico (città), V , i5 g , 1 9 4 . G erm ani, I I I , 1 6 6 a i 7 r. Filosofi dell’in d ia , V , 5y e 5g. Gerra e G errei, V , 1 6 6 . G e li, I I I , 1 7 6 , 1 8 9 . Loro stato ai tempi di Strabone, 111, 1 9 3 e seg. Essi sono noti agli Elleni meglio dei D aci, 1 9 5 . G etnli, V , 4 8 7 1 3o6. G iasone, suo passaggio per l’Albania, IV , 34. Sua spedizione nell’Armenia, g4* V- Argonauti. Giasonie, II, 9 9 . Gigea (lago), IV , 3 8 8 . Gimnesie (isole), I I , 34?. Loro descrizione, 3 5 7 e seg. Giove Trofonio, suo oracolo, III, 4*4Giraffa, V , 1 8 4 . G irtonii, III, 47^G iudea, V, i45 a i63 G iu d ei, tradizione che li fa discendere dagli Egizi!, V , i53. G iugurta, V , 3 9 8 . Giunone Farigea, I H , 44'• G n id o , I V , 348 e 3 4 9 Gnosso (città di Creta), I I I , 553 e seg. Golfo Ambracico , I I I , 4 9 8 . A rabico, V , 1 7 3 e seg. Canale fra il Nilo e questo golfo, 244S tmjsonBj tom. V. *aa

346

IS D IC E

Golfo Argolico, I II , 3a4. Ceras, I I I , aa5. Corintio, 111 , *58. Crisseo. I l i , 3 4 7 ^ 3 3 . Emporico "V, 2 8 7 . Erm onico, I I I , 3a4. Ida (d’) o d’ Adramite, IV, aoo. Latmico , I V , 3o8, L ocrino, H I, 8 0 . Messenio, I I I , 3o8. Opunzio, I I I , 4 3 7 . Persico, avventure incontratevi da Nearco, V, 83 , 1 6 7 0 seg. Ampiezza della sua bocca, 8 7 . Sua denominazione e descrizione, i65 e seg. Possidoniate, III, g4. Rizonico, I I I , 2 1 7 . Salamina (di), I I I , *5j. Saronico, H I, 'a 5 7 , 3 3 7 . Scillezio , I H , 9 9 n i . Taranto (di), I I I , m , 1 43. G onno, I H , 4 7 3 . Gordi, V, ia5. Gordiei, V , 1 2 7 . Gordiene (la), V , ia5. Gorgippia (città) , IV , i5. Gortina (città di Greta) , 111, 553. Gneo Carbone, sconfitto dai C im bri, I I I , 1 6 . G re a , I II, 3g4> Grecia. V. Eliade. Gru. Si spiega un passo di Omero intorno a questi uccelli, II, 7 4 .

I Iapigia, I H , 1 4 8 . Iapodi, I I I , ai5.

IM IICE

3 (^7

lardano (fiume), I I I , a83. Iaso, IV , 353. Iassarte (fiume) , IV , 48 > 6 8 . lb e ri, loro indole e costumi, I I , 33g a 349Iberia (dell’Asia), sua descrizione fisica e politica, I V , a 6 a Qg. Ib eria, idea generale di questo paese, I I , ag4 e seg. Mal abitabile nelle sue parti settentrionali, ag5. Fertile verso il mezzo-gioano, ivi. Sua figura, lunghezza e larghezza, ivi. Suoi quattro lati secondo Strabone, 1 9 6 . Suo punto più occidentale, ib. Sue produzioni, 35o. Sua divisione generale, 355. Isole ad essa adiacenti, 3 5 7 i ^ 7 5 . lbero (fiume), I I , 34> , 345 a 354. Sua particolarità, 3 7 3 . Icaria (isola), I V , 3l4. Iconio, I V , i 6 g. Ida (monte di Creta), III , 55 1 . Ida (della T roade), fiumi che hanno le loro sorgeuti in questo monte, I V , 138. Ida (monte della Misia), IV, 1 8 1 , 4g8 e seg. Idubeda (monte d’Iberia), I I , 345. Ie ra , o Isola di Vulcano , I I I , i38. lerapoli, 1 ^ , ag5. Ila , sua favola, IV , i5g. Ilibiride ( fium e), l i , 388. Ilio, situazione dell’ antica città di tal nome , I V , aig. Posteriore , aao. Suoi casi, aao e a a i. Differenze di posizione dei due Ilio , aaa. Perchè gli abitanti d’ Ilio non onorassero Ercolfi, 235. Prove e cagioni della sparizione dell’ antico Ilio , a 33. llliria , III , a ia. Suo suolo, aao.

348

INDICE

Ilo ti, i n , 3i8. Iinaco (fiume), H I , 33o. Imao (monte), V > l3. In d ia , Omero non n’ebbe notizia, l i , 85. Sua posizione secondo Eratostene, i44Difficolti di descriverla, Y, 6 e seg. Spedizioni che vi si fecero prima di Alessandro, 8 a i! Suoi confini, sua figura ed estensione, i3 a i5. Suoi fiumi, i 5 , 3 7 , e seg. Sue produzioni, e qualità de’ suoi abitanti, i5 e >6 . Piogge periodiche nell’india, 1 7 . Riso, bosmoro ed altre produzioni dell’india, 1 9 a i ( . Colore degl’indiani, e sua cagione, 3 5 a 3 7 . Divisione degl’indiani in sette classi, 4° a 48. Rettili ed altri animali dell’india, 45. Frugalità degl’indiani e loro buona salute, 4& Magistrati dell’india e loro incumbenze, 4 8 e seg. Costumi ed usanze degl’indiani in generale, 5 i a 53. Dei loro re , 53 e seg. Singolarità raccontate da Megastene sull’india, 54 e seg. Filosofi dell’in d ia , 56 e seg., 7 0 e seg. Altri costumi degl’indiani, 66 e seg. Loro religione e cerimonie religiose, 6 g e seg. Indiceti (popoli d’ib e ria), 11, 336 343. In d o , Y , i5 Fiumi che vi si scaricano, 25 e seg. In su b ri, 111, 1 3 . Iolco, I I I , 4 6 2 , 463. Io n ia, I Y , 3oo e seg. Io n ii, I I I , s53. los (isola), I I I , 5y. Ipparco, si confuta una sna opinione sull’Oceano, II, 10 e Cognizioni necessarie secondo lui al geografo, i5. Confuta Eratostene, i45. Confutato egli stesso, i65 e seg.

INDICE

O4 9

Ipalo (monte della Tebaide), 111, 4 (o* Iperborei, si rettifica l’etimologia di questo nome, II, e 1 32. Ipponio , I I I , 1 0 1 . lrcania, sua descrizione, IV , 9 , ai4> ' Istrioni. V. Lebedo. Istro , opinione eh’ esso mettesse foee nell’Adriatico, l ì , 9 9 . Itac a, III, 5 o o , 5o3 e seg. Italia, sua denominazione, I I I , 5. Sua figura, 6 . Sua prima p arte, ossia Celtica Cisalpina, 1 0 a 2 4 . Seconda p a rte , ossia Ligustica, a5. Terza parte, a5 a 7 1 . Quarta parte, 7 1 a 7 4 . Quinta p arte, .7 4 a 9 2 . Sesta p arte, a io3. Settima parte, io3 a i4a. Ultima parte, i4a a i58.

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IBDICE

Ittiofagi, V, 74 e seg. Itome, III t 4 6 6 . lulide (città nell’isola di Ceo) III , 5j5.

K Korali (lago), IV,

169.

L L abirinto, sua descrizione, V, s58. Lacedemoni, loro governo e rivoluzioni, 111, 3 i8 e Laceia, città dell’ Iberia , II , 3a6. L aconia, sua descrizione, I I I , 3 i4 a 3?5. Lada (isola), I V , 3 0 7 . Ladone (fiume), I I I , 364Laerte, castello della Cilicia, IV, Sj5. L agidi, loro storia, V , 2 3 7 . Lampsaco , IV , aio. Agrippa ne fa portar via un lavoro di Lisippo , ai Lao (seno, fiume e città di tal nom e), I I I , 9 5 . Laodicea (di F rig ia), I V , 1 8 8 . Di Siria , V , i36 e seg. L apiti, H I , 4 7 0 e seg. Lario, l i , 4>o; 111, i3. Larissa , cittadella d’ Argo , 111, 3 3 9 . Sua fondazione, 3 3 1 . L arissa, varie città di tal nom e, I I I , 47> '■>I V , 3 7 6 . L a tin i, I I I , a 6 e 5a. Latino (fiume e borgo di questo nom e), I V , 3 7 9 . Lazio , I I I , 4 8 , sua storia antica , ivi. Suoi primitivi confini, 5a. Descrizione delle sue coste marittim e, 54 c 58. Descrizione delle sue parti mediterranee, 58 e 7 0 . Lebadia , III, 4>4>

INDICE

35

JLebedo, abitazione degl’istrioni, IV , 3a3. L eboridi, animali nocivi dell’ Iberia, I I , 3 n . Leebeo , I I I , 34j. Lelanlo (pianura di) , I I I , 4 8 7 . L elegi, I I I , aag ; I V , a 4 5 , 2 *7 , 3 5 7 q seg., 9 7 4 . Leprea , I I I , 2 7 7 . Lepti. V. Neapoli. Lesbo (isola), sua descrizione generale, IV, 2 6 7 . I>ete, fiume dell’ Iberia, l ì , 3 ag. Leucade (isola), I I I , 4 9 8 , 499* Leucania , I I I , 9 3 , g5 e seg. Leuce, piccola c ittà, IV , 3ag e 33o. Leuco-Com e, V, 1 9 6 . Leucopetra , I I I , 1 0 6 . Leucosia (isola), I I I , 63. Leucotea, I V , 2 4 . L eu ttri, I I I , 4i4* Libia. 1 Fenicii vi fondarono colonie poco dopo la guerra Troia, l i , io3. Sua descrizione sommaria, 2 8 0 . Considerazioni generali sopra questa regione, V, 284. Sua figura, 2 8 5 . Discussione sui fiumi ond’ è bagnata, 2 9 4 e seg. Non se ne possono determinare i confini, 3i3. Libo-Fenicii, V, 3o6. Liburni, I I I , 2i5. Liburnidi (isole), III, 2 1 6 . Licadi (isole), I I I , 43g. Licaonia, I V , 1 6 9 . L icia, sua descrizione generale, IV , 364 a 3 7 0 . Licii, loro sistema di governo, I V , 365 e seg. Ligeri (fiume della Celtica), I I , 4o6 e seg; Isola adiacente alla sua foce, abitata solo da donne, 4a3. Ligustica, 111,25. Lilibeo, I I I , n g .

35 a

in d ic e

Liraeo (fiume della Lusitania), I I , 33 ò. Limone. V. Elone. Lincisti, III, 3 3 7 . L ip a ri, I I I , 3 8 7 . L o cri, o Locresi, H I , 1 0 6 a 1 0 9 . Locride orientale, I I I , big. O punzia, 4 3 7 . Epicnem idia, 4 3 9 . O c c id en tale n o n menzionata espressamente da Omero, 44*• Lorim a, IV , 348* Lotofagi, V, 3g3. Lucotocia, II, 4 >4* Lugduno (Lione), I I , 4°8. Luni (città), III, 33. Lusitania , l ì , 3 3 8 . Costumi generali de’ suoi abitanti, 3 3 1. M Macinia, H I, 4 9 7 . Macropedio, V , >43. Magnesia, (città eolica), IV, 33 1 . Suo sacrario di Dindimene, 332. Suoi uomini illustri, ivi e seg. Maioni e Meoni, IV , 1 7 6 . Malaca (città d’Iberia), U , 336. Maleoto pelasgo, 111, 4. Malia (città), IV , '2 6 8 e seg. Malli, popoli dell’india, V, 35. Mallo, città della Cilicia, IV , 386 e 3 8 7 . Malota (lago), V , 1 9 9 . Mandani Bramano, V , 6 4 . Mantinea, III, 364. Maratona, H I, 383. Mare, perché talvolta occupa, talvolta abbandona certi siti, II,

110

IN D IC E

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M are, somigliato ad un animate, u4> Mari che circondano la (erra, 2 6 0 a J j l . Margiana, IV, 6 3 . Mariaba, metropoli de’ Sabei, V , 1 7 0 . Mariabi. V- Sahei. Mariandini, I V , 1 6 e seg. Mario, sua morte, III, 6 7 . Marsiana (città), V, 1 9 8 . Marsiglia, sua posizione, l i , 3 8 2 . Sua origine, 583. Suo governo, ivi. Stima che ne fecero i Romani, 385. Danno che ricevette dall’aver favorito Pom peo, ivi. Pianura sassosa fra Marsiglia e le bocche del Rodano, 3 8 9 , Marsii, III, 7 2 . Maruncini, 111, 7 4 . Marzio (fiume), IV, 1 8 7 . Massageti, IV , i3, 5 i. Loro paese e loro costumi, 54 e 55. Massesilii, V, ag i. Produzioni della Massesilia, 2 9 6 , e seg. Massilii. V , 2 9 4 . Maurosia, V, 2 8 6 . Sua fertilità, 3 8 8 . Maravigliose esagerazioni spacciate intorno a questo paese, ivi e seg. Descrizione della Maurosia lungo il mediterraneo, ago. Usanze dei Maurosii, ag i. Opinione sull’origine di qutsto popolo, aga. Storia della Maurosia, ivi. Varie opinioni sulla M aurosia, ig5. Notizie storiche su questo paese, ag 8 . Maurusia. V. Maurosia. Mausolo. Suo sepolcro, I V , 349-

S tiabonb ì toni, V,

a3

354

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Mazaca (capitale della Cilicia), I V , 1 0 8 m . Meandro, IV , 1 8 7 . Terreno cbe esso bagna, 1 8 9 . Strana usanza rispetto a questo fiume, 1 9 1 . Meandro (fiume), IV , 3 9 4 3 9 5 . Medama (città), 111, 1 0 1 . Medea. Opinione di Omero intorno a Medea, II, 44» Media. Sua posizione, H I, 7 7 . Sua descrizione, 7 8 a 8 6 . Mediolano, 111, i3. Mediterraneo. Congettura intorno #lla formazione di questo mare, II, 103. Megalopoli, III, 365. M egara, III, 3 7 3 . Megaride. Sua descrizione generale, III, 3 6 7 a 386. Megista (isola e città di tal nome), IV , 368. Mela (fiume), IV , 1 0 9 , 3 7 1 . Ariarate ne fa otturare la bocca, 1 1 0 . M elibea, I II , 479Melitene (la), IV , 103, 1 0 6 . Melso , fiume dell’ Iberia, I I , 356. Memnone e Memnonio, V, s 6 i, 3 6 7 . Menacea, sue rovine , I I , 336. Menalo (monte), III, 364. Menandro (re della Battriana), IV , 63. Men-Arceo, IV , 1 8 6 . M en-C aro, suo tem pio, IV , 1 9 3 . M en-Farnace, suo tempio, I V , 1 47Menelao, suo viaggio secondo O m ero, 11, 8 1 . M enfi, V, 35 1 . Meoti (i), loro divisione, IV , i3 a 1 7 . Meotide (palude), la sua bocca chiamasi Bosforo Cimmerio, III, 3 o 5 5 IV, 1 0 . Meride (lago), V, 3 5 3 , 2 5 7 . Mermedali (fiume), IV , 35.

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Mermoda (fiume), IV, 36. Meroe'(isole del Nilo), II, 6 9 ; V> 1 7 6 , 3 7 8 . Mesopotamia, V, iati. Assegnata per la maggior parte da Pompeo a T igrane, 1 9 7 . Messapia, III, i ^ 3 e seg. Messapio (monte), III, 3 9 6 . Messene (città), III, 3 1 1 . Messenia, sua descrizione, III, 3o6 a 3i3. Messogide (monte), H I, 334 i IV , 2 9 4 3 9 5 . Metaponto, III, 1 1 7 a 1 1 9 . Metello Balearico, II, 358. Metimna (città de’ Lesbii), IV , 3 6 8 . Metona della Beozia, 111, 463. Metona di T racia, 111, 3o8 e seg. Metropoli, città dell’ ionia, V, 3oi. Micalesso, 111, 3g4Micene , 111, 332 e seg. M idea, III, 334. Migdonii, IV, i83. Milano. V. Mediolano. Milasa, I V , 354 a 3 5 7 . Mileto (città), IV, 3 o 3 , 3o6 e seg. Miliade (la), I V , 3 9 9 . Milone atleta, 111, 1 1 3. Mima (monte), IV, 3a6. Minei, popoli dell’Arabia Felice, V, >7 0 . Miniere della T urditania, l i , 3o6, 3 1 4 e Mg. Loro straordinaria ricchezza, 3 r 4Miniere delle Cassiteridi gelosamente custodite dai Fenkii, 3 7 4 * Miniere de’ Salassii, 449De’ Taurisci e Noricii, 445. Della Celtica Transpadana, III, 1 6 , s4» Di Damastio nella T roade, IV , 315, vOr]' Nel paese di Sofite, V, 33, Nella Massesilia, 3 9 6 .

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in d ic e

Miniere nell’ Iberia , I I , 3 o6* Presso Cartagine Nuova , II , 3 i 8 . M inii, III, a 83 e seg. Minio (fiume). Y. Benis. Minosse. V. Creta. Mionesso (isoletla), 111, 46o. Miosormos, V, a 65. Mira (città), IV, 368. Mirmecio (città), I I I , 206. Misia, IV, 160. Divisa in due parti, 175. Confusione dei Frigii coi Missii> 176 e 177* Estensione della Misia, i 85. Misii, III, 178. Si astengono dal mangiare animali, 179. Mililene (città di Lesbo), IV, 268 e seg. Miti (i.), loro utilità, l ì , 33 e seg. A qual fine li usi Omero, 42. M iunte, sua fondazione, IV , 3 ó2, 309. Molicria, III, 497Monda , fiume dell’ Iberia, I I , 329. Mopsio (città), III, 479. Mopso indovino. Sua gara con Calcante, IV , 322. Morona (città deU’lberia), l i , 326. Moschica (paese della), IV, 25. Mosè, tradizione intorno a lui ed alle site dottrine* V, 153 e Muli di Reate, III, 47Mummio (Lucio) distrutlor di Corinto, III, 349Miinda (città della Turditania), II, 3« 5. Munichia, III, 377. , Museo d’Alessandria, V, 223. Musica, 111, 534 e seg. Musicano (paese di), V,

INDICI!

N Nabatei nell’Arabia Felice, V, ig3. Loro temperanza , 2 0 2 . Loro usanza rispetto ai m orti, ao3. Loro culto del sole, ib. Nagide, città della Cilicia, IV , 3 7 6 . Napoli, III, 8 i e seg. Narbona (città), II, 38g. Narbonese (la Celtica), sua figura, II, 38o. Narciso, suo monumento, III, 394* Nasso (una delle Cicladi), III, 5j6* Nasta, V , 1 2 0 . Nauplia, III, 3s6. Nespoli (città della Libia), Y, 3o6. Nearco, sna esagerazione nella misura dell’india, V , i4< Sua opinione intorno a certe alluvioni di fiumi, 1 7 . Periplo del golfo Persico, 1 6 7 . Nedone (fiume), III, 3og. Negriti, V, 2 9 2 . Nemauso, metropoli degli Arecomici, 11, 3 9 7 . Nerilo, III, 5oi c seg. Nesea, IV , 47» 52. Nestore, sulla sua patria, III, 2 6 7 e seg. Nicea (città della Bitinta), IV , i63. Sua figura e descrizione, iVi. Nicea nell’ India, V, 3 i. Nicomedia, IV , i58. Nicopoli, I I I , 235. Nileo (fiume dell’Eubea), III, 4g3. N ilo , Omero conobbe la natura di questo fiume, l i , 6 1 . Perchè lo disse disceso da Giove, 7 9 . Industria degli Egizii intorno a questo fium e, V, s u . Sue foci principali, 2 1 2 .

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N ilo, cagione de* snoi straripamenti, 2 »4 . Sue sorgenti secondo Erodoto ed altri, 2 ^3 . Descrizione che ne fa Eratostene, V , 2 0 7 . Nilometro, sua descrizione, V, 2 7 0 . Ninfeo, 111, 2 1 8 . Ninive fondata da Nino, V, 1 0 8 . Nisa (città), IV , 335. Suoi uomini illustri, 3 3 7 . Nisa della Beozia, controversia su questo nome, IH, Nisea, III, 3 ^ 0 . Nisira (isola), IV, 349* Noaro (fiume), III, ai3. Noega , città dell’ Iberia , I l , 356. Nomadi, 111, 1 9 9 , 2 0 8 . Nomento (città della Sabina), 111, 4 6 *

397.

O Oasi. V. Auasi. Qbulco (città d’Iberia), II, 3o5^ 345. Oco (fiume dell’ lrcania), IV, 47> 6 7 . Odissea (città d’ Iberia), l ì , 3 3 7 . Oeta (monte), III, 4 4 2 e seg. O etei, 111, 4 5 7 . Ofiusa (isola d’Iberia), I I , 3 5 7 . Ofode (isola) , V , 1 7 4 . Oiasona , I I , 346. Olbe, città della Cilicia, IV, 3 8 1 e Seg. Olbia, città da cui comincia la Panfilia dopo Fase'lide, IV , 370. O lim pia, III, 2 9 6 e seg. Olimpo (monte della Misia), IV, 18 ( a 1 83. Olisipo , città dell’ Iberia , l ì , 3 2 6 . O lm i, città della Cilicia , IV, 3 7 6 . Oloossona (città), IH, 4 7 3 . -

069,

in d ic e

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Onierio, moneta degli Sw irnei, IV, Zig. O m ero, fondatore della scienza geografica, lì , e seg. Difeso contro Eratostene, 33 e seg. Più diligente di Sofocle e di Euripide nelle indicazioni geo­ grafiche, 56. Sua opinione sui viaggi d’Ulrese, 338. Come divise l’Elide, H I, 2 6 8 . Che cosa intendesse per Alizoni, IV , 1 3 1 a i43. Limiti da lui assegnati alla Troade, iq 5 e 1 9 6 . Riordinamento de’ suoi poemi, 1 1 1 e 3 3 3 . Omolio (città), III, 477* Oncbesmo (porto), III, 335. Onchesto, H I, 4>'> Onesicrito, sua esagerazione nella misura dell’ in d ia, V , i4* Sua misura dell’isola Taprobana, 1 6 . È mandato da Alessandro a conversare coi filosofi dell’ In­ dia, 6 a. ' Opsicella (città d’iberia), II, 338. Opunte (metropoli della Locride Opnnzia), 111, 4 ^ 7 . Opunte (metropoli dei Locri Epicnemidii), 111 j 4 ' 6 O racoli, frequentemente interrogati dagli antichi, V , i56. Orco (città), III, 484* Orcomenii (gli), Omero li distingue dai Beozii, 111, 4>4* Orcoineno , III, 4°° > 4*4. Tempio delle Grazie fondatovi da Eteocle, 4'5. Tradizione intorno al sito di questa città, 4 3 7 * Oretani (popoli d’Iberia), 11, 2 9 7 , 3 3 7 . O rgie, I I I , 535 e seg. O ria (città dell’Oretania in Iberia), I I , 3 3 7 . Oriti (gli), I I I , 4 8 4 . Oriti (popoli dell’ Ariana), V , 7 4 , 7 9 . Ornea (città e fiume), I I I , 35 1. O ronte (fiume), IV, 388 j V , 1 34O ropo, III, 384. Orospeda (monte d’Iberia), lì , 345.

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Orse. La seconda di queste costellazioni si osservò tardi dai Fen icii, l i , 6 . Sotto il nome di Orsa, Omero intese il cerchio artico, ivi e seg. O rtigia, III, 1 3 8 . ; IY , 3i5. Adunanza che vi si celebra ogni anno, 3 1 6 . Antico nome di Deio, III, 5j5Osiogeni (gli), IV , 3 0 9 . Ostia (città della Tirreni»), III, 4°> Oxee (isole), III, 5 i4 e seg. Oxo (fiume dell’ lrcauia), IV» 47* 6 7 « 6 8 . P P acoro, figlinolo del re dei P a r li, V , i35. Pado. V. Po. Padova. V. Patavio. Pallagonia, I V , 130 a 1 2 2 , 1 S6 . Paga (città), III, 347* Pagase (arsenale di Fare), 111, 4 6 3 . Pagra (città), V , l35. Palebiblo, V , 1 4 4 . Patena, utilità di quest’albero, V, 1 1 9 , 2 7 2 . Palescepsi, I V , 3 4 1 , 348. Paletiro, V, >48. Palibòtra (pittà dell’ìndia), V , 38. Palladi, V , 3 6 9 . Palma (città) , 11, 55y. Pamiso (fiume), I I I , 3lo. Pandosia, III, >0 0 . Panfilia, sua descrizione generale, I V , 5 7 0 a Panionio e le Panionie, I V , 3(5. Pannonii, III, 2 1 2 . Panopeo (citlà della Focide), III, 4>7 433Panormo (porto), IV , 3i5. Panticapea, IV , 1 6 .

373.

u rD icit.

Papiro. V. Biblo. Parapotamia, V, i5g. Parapotamio, III, 4^5. Paretaeeni, V , 1 2 2 . Parlo (città), IV, 2 0 8 . Parisii, II, 4 ‘4Parmenide, sua divisione della Tersa ia zone» II, 1 9 8 . Sua patria, III, g4< Parnaso, III, 4°& Disgiunge le due Locridi, 4'9Sua descrizione, £ 3 0 . Paro (una. della Cicladi) , III, Sy6Parrasii, IV, 45. Partenia (la Dea), III, 2 0 a. Partenio (fiume), IV, 1 2 2 . Partenope, suo monumento, 111, 8 1 e- Ss, Partiea , natura di questo p a e s e I V , 58. Partici o Parti, origine e progresso della loto potenza., I V , 5(y. Confine del loro dominio, V , 1 2 9 . .’ Loro storia, i3o. Pasargada, V , 8 9 . Tomba di Ciro, g3. Pasitigri, V , 9 >. Patavio, I I I , 1 4 . Patrocle o Patroclo, citato da Eratostene e contraddetto da l|vparco, II» i44Pattalene (isola), V , 35 e seg. Pattolo (fiume), I V , 2 8 7 . Pedaso (città nel territorio di Stratonicea), I V , a5j. Pednelisso, castello della Panfilia» IV 3 7 1 , . Pelasghi, I I I , 2 9 e 32. Loro grandezza, I V > 2 7 5 . Peligni, I I I , ya. Pellene, I I I , 358 36©. S t r a b o n e j toni. V .

*a3

36a

IMHCB

Peloponneso , I I I , 2 2 7 . Sua descrizione e suoi popoli, I I I , 356 a 2 5g. Peloro, traditore dei L ib ii, I I , a i. Peneo (fiume), I I I , 1 6 1 . Pergamo , IY , 2 8 2 . Suoi uomini illustri, 2 8 5 . Perge , città della Panfili» , IV , 3 7 ». Tempio di Diana Pergea, ivi. P errebii, I I I , 458, 4? '• Persepoli, V, 8 9 Incendiata da Alessandro, 9 2 . Persia. Incertezza dei primi storiti di quttto J>afese, ÌV , 43» Sua posizione e suo clim a, V , 8 7 . Costumi e religione de’ Persiani, 9 8 a 1 0 1 . Educazione de’ figliuoli, 1 0 1 . Usanze dei P ersiani, lo5 a 1 0 6 . Breve esposizione della stona persiana, to 6 . Pcssiaunte, 1V> 1 6 7 . Petelia, I I I , 9 7 . P etra, metropoli de’ Nabatei, V , >9 3 . Peuce (isola), III , 1 9 6 . Picentini, I I I , 71 9 1 e seg. Pigelia (piccola città), I V , 3i5. Pile (o le Termopoli), IH , 444-

Adonanze -die vi si tenevano, 445 « seg. Pilo (città), H I , 2 6 2 , 2 6 7 , 2 7 6 , 2 9 0 , Pinaro , fiume della Cilicia , I V > 388. P in d o , i n , 44° 458 494Piram idi, V , 2 S 1 e seg. Piramo (fiume), I V , i«4 » 386. Piraso , I I I , 4 6 1 . Pirene (fontana), I I I , 346. P ireo, I I I , 36g. Pirgo (città della Tirrenia), H I , 35. Pisa (città della Tirrenia), I I I , 35.

307

, 333.

indice

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Pisatide , I I I , 3 6 9 . Suoi antichi dominatori , 3oo e seg. Pisatidi (i), perché non in ter ven pero alla guerra di Troi#, 111, 3 Pitecusa (isola), 111 , 85, Pitia e Pitiunte , I V , 2 0 9 . Pitiuse (isole), l i , 3 5 7 . Pilodori, paese a lei soggetto, I V , i 45 a seg. Pitodoro , I V , 334. Pixo (rocca, porto e fiume di U t pome), IH > 95. Platamode , I I I , 2 8 6 . Platea, I I I , 4>o. Platone, sua opinione sui tre stati delle politiche società v I V , 2 1 6 e seg. Pleuroce (città degli Etoli), I I I , 4g5. P lutonii, I I I , 7 8 5 I V , ag5. Plutonio in Acaraca borgo de’ Nigei, I V , 335. Poesia, sua definizione, I I , 1 4* Pola (città), I I I , 1 9 . Polibio, intese meglio di Eratostene i miti di Omero-, H , 49Suo errore rispetto ai viaggi d ’ Ulisse, 53. Divide la terra in sei zo n e, aoa. Esame della sua geografia , aao. Policleto, sua opinione sull’Eufrate, V , 1 1 3 . Pollenzia (città), I I , 3 5 7 . Ponto o Ponto Eussino, creduto dagli antichi il maggiora dei m ari, I I , 44Opinioni sul suo livello, III. Ponto. Descrizione della sua spiaggia dall’ Istro fino a Bw#ozio, III, a3a.

3 Ì6 4

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Pompeja , I I I , 83. Pompejopoli, I V , 365. Pompelona, I I , 346. Pordoselene (isola e città di tal nom e), IV , 2 7 2 . Portogallo , V , Lusitania. Posidonio, esame del suo sistema geografico , 1 1 , 1 0 7 e seg. Sua opinione sui Misii menzionati da t)m m > , I I I , 1 7 8 . Sue inesattezze rispetto all’ Asia , I V , 8 e 9 . Sua p atria, V , 1 3g. Sua opinione sui fiumi della L ibia, ag4 e seg. P ram nii, filosofi indiani, V , 7 0 . P rasia, I I , 3a5. Priapo (città), IV , so j. P riene, sua fondazione , IV , 3oa. Promontorio d’Ammone, V , 3©4Anemurio, I V , 3 7 6 . Apollonio, V , agg. Astipaleo , IV , 353. Argenno , IV , 3a6. Carambi, I I I , 2 0 4 . Cimmerio, 111, 234Chelonata , 111, a56 , 2 6 * G iga, IV , ai3 . Lesteo , I V , 2 4 5 . Leucimna, H I , 2 2 3 .

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Promontorio. Melena, IV , 3s6. Metagonio , V , 3 9 4 . Maleo, I I I , 256 3a4 34 1. Minoo , I I I , 3;o. Noto C era, V , 1 8 2 . P irra , I I I , 46i. Psendopenia , V , 3og. Rio , 111, 358. Sacro, IV , 368. Surio, 111, 368. Samonio , I I I , 55o. Sigeo , I V , 2 2 4 . Tirizis , I I I , 2 2 4 . Tenaro , I I I , 3 i 4 ; V , 3 0 9 . T rito , V , 2 9 4 * Prusa (città), IV» 1 6 0 . Sacro (Dell’Iberia), l ì , 2 9 6 . Zefirio , IV , 353. Armozo, V , i65. Barbario, l ì , 325. Cantario, IV , 3 i4Corico , IV , 3 7 8 . Coo (di), I V , 35 1 e 352. D ira, V , 1 7 2 . Mace (di), V , i65. Trogilo , I V , 3 0 9 . Curiada, I V , 4oi* Sarpedonte, I V , 3 7 7 . Pteleo (lago), I V , 2 2 4 . Pteleo (città della Beozia), 111 t 46t. R Ramniti (i), V , 1 9 8 . Ravenna, I I I , 1 4 , 43 e seg.

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Reggio, e suo territorio, I I I , io 3 , 1 0 8 . Regis-Villa , H I , 4o. R egina, o le foci del Cidno nella Cilici* > IV , 3 8 2 . Remi (popoli della Celtica), l i , 4 >5. Reteo (cit(à), I V , aa4. Reti (i), I I I , 1 7 2 . Riti. Considerazioni sopra alcuni di essi > I I I , 534 « seg* ’ Rizona (città), I I I , 3 1 7 . Rodano. Sue bocche , II, 3 9 1 , 3g4> Rodi (città dell’ isola di cotal nom e), 3 4 0 , Suo colosso, 34». Suoi abitanti, 34a. Loro origine, ivi. Omero non fa menzione della città di R o d i, 343. Antichi nomi dell’ isola di R o d i, 344* Quando fosse fondata la città di R o d i , 345Sua prosperità, sue m u ra, suoi uomini illustri, 346 a 348' R om a, 111, 4 8 . Sua fondazione, 5o. Tradizione diversa dall’ ordinaria sulla fondazione di R è m a, 5 i e 5a. Come fu ampliata e munita, 56 e seg. , Sue comodità naturali ed artificiali, 6 1 c seg. Considerazioni sulla grandezza dei Rom ani, i58 a 1 6 4 . Rombile (il grande e il piccolo), I V , ia. Romolo e Remo , loro storia , I I I , 49 e se8 Ruscinone (fiume), I I , 388. Rossolani, I I I , 1 9 8 . S Sabatei, nell’ Arabia Felice, V , 1 9 3 . Sabei, popoli dell’ Arabia Felice, V , 1 7 0 . Sabina (la), I I I , 46 e seg. S abini, I I I , a 6 , 47- Loro colonie, 47-

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S abo, re dell’ A rarene, V , 1 9 8 . Saci , I I I ; I V , 4 3 , 5 i. Loro storia , 5 s a 54Altre notizie intorno a questo popolo, 54 e S'j. - Saffo , IV , a 6 g. Sagalasso, I V , 1 7 1 . Sagunto , II , 342. Salamioa , 111, 3 7 3 e seg. Salassii, l ì , 438 e seg. Salentini, I I I , 1 4 8 . Salgaoeo, traditore de’ P ersian i, I I , 9 1 . Salii (popoli della Celtica), l i , 584 , 3 8 7 . Salmacida (fontana), I V , 349Salmona (città), I I I , 3oa. Sam ija (la pianura), I I I , 2 8 4 . Sam ico, suo tempio di Nettuno , 111, 3 ^ 5 . Sua descrizione, 3 8 1 . Samo e Sam e, I I I , 5 o i , 5 t t e seg. Samo (isola e c ittà ), I V , 3 io a 3i4Della T rifilia, I I I , 284. Sandaracurgio (m onte), I V , i56. Sangario (fiume), I V , 1 1 9 . Sanguisughe di straordinaria lunghezza , V , 3 8 8 . S a n n iti, I I I , 8 8 a 9 3 . Sapra (lago), 111, 3 0 1 . Saramene (la), I V , 1 ) 7 . S a rd eg n a, il suo mare è creduto più profondo di tutti, l ì . Descrizione di quest’ isola, 111, 38 4 seg. Sardi (città), IV , 3 8 7 , 3 9 1 , 3 9 3 . S a rm ati, IV , 43. Saurom ati, loro costumi secondo E fo ro , I I I , 1 9 0 e seg. Castrano i cavalli, 2 1 0 . ScBftiandro , IV , 2 2 4 . Esame di ciò che dice Omero sulle sue sorgenti , 2 3 9 . Scarfea , I I I , 44-

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1HDICB

Scepsi, IV ) 2 4 9 . Suoi uomini illustri, 35) e seg. Schedio e suo sepolcro, I I I , 436. Scheno nel territorio di T eb e, I I I , 3 4 7 e 348> 4o3» Sciluro e suoi figli, I I I , 3 0 9 . Scironidi (rocce), I I I , 3 7 0 . S citi, IV , 43. Soprannomati D aii, 5 i, Loro costumi seeondo E foro , I I I , igo- e seg. Castrano i eavalli, aio . Scizia (piccola), I I I , 3 0 7 . Scombrarìa (isola dell’lberia), I I , 34 1 . Scordisci, H I , 1 7 9 . Vincono gli A atoriati, 111, 93 1 . Segesta (città dei Pannonii), IH , ai3. Segusiani (popoli della Celtica), I I , bug, Selenusio (lago), IV , 3ai. Seleucia , città della Cilicia , IV , 3 7 7 . Città nella Piena , 388. Seleucide (paese della) , V , i3a , t3g^ C ittà, V , i 3 i , i ó a , >36. Seleuco Nicatore, V , i3a e seg. Selge (città della Pisidia), I V , 1 7 3 . Sua fondazione , 1 7 3 . Storace ed iride di questo paese, ivi. Suo territorio e suoi abitanti, 1 7 4 e 1 7 5 . Selinnnte (fiume), I V , 3 7 5 . Selleente (fiume), I V , 313. S elli, I I I , 3 4 0 . Semiramide, sua infelice spedizione nell’ In d ia, V , 8 , 1 0 9 . Senna. V. Sezzana. Sequana (fiume), I I , 4 0 9 ', 4 [4Sesostri, si dice che volesse aprire un canale • traverso l’ isluux di Suez, I I , 83. ludizii de’ suoi viaggi , V , 1 7 3 .

S ibari, I I I , 1 1 4 e u 5 , Sicilia, forse è una prodazione dell’ E tn a , l i , 1 1 6 . Sua descrizione, I I I , 1 1 9 a 1 3 7 . Sicione, 111, 3 5 7 . Sicione, sua fondazione e sua storia, H I , 35a, Side, città della Panfilia, I V , 3 j i . Sidene (la), IV , 1 3 9 , Sidone, sua situazione, V , i45 e i i 6 . Suoi abitanti ed uomini illustri, 1 4 7 e, seg. Sidonii, perché Omero li nomini disgiuntamente dai Fenicir I I , 8 7 e seg. Qual popolo s’ intenda sotto questo nome , Y , ao3, S id ra, città della Cilicia, IV , 3 7 3 . Siene , V , 7 0 e seg, Siface , V , 8 9 4 . Siga (città della Massesilia), V , ag^. Sigeo (città), IV , aa4Sua distruzione, a34. Siginni, IV , 7 9 . Silari (fiume) , III > 9 3 . Silfio (paese del), V , 3 i i , 3 13. S iila, suo abboccamento don Mitridate in Bardano , IV , 9^3Silleo, ministro de’ N abatei, inganna Elio G allo, V ', 1 9 5 . Siina (isola) , I V , 348. Simoenta , IV , 3 3 4 . Simplegadi (scogli), I I , 44 ? 3 ai. Sindi, loro reggia, IV , i5. Enumerazione dei popoli sindii, ivi. Loro costumi , 1 6 . Sindica (città), IV , 1 9 . Sinnada (città), IV , 1 8 7 . Sinope, I V , >33 a 1 2 6 .

S trakoxe , ioni. V,

24

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UffD ie *

Siracusa , I I I , >2 6 . S irbe, antico nome del fiume Xanto , I V , 36j. Sirbonide (lago), V , i5a , 1 6 0 . Sirennse, 111, 9 2 . S iria, idee generali sopra questo paese, T , 1 S1 . S irti, piccola o m inore, V , 3o4. Grande o maggiore, 3o6. Sua descrizione, 3 0 7 . Sisifeo , I I I , 347* Sitacene (la), V , 9 8 , 1 9 0 . Sm inteo, parecchi luoghi di questo nom e, IY., 3^4* £a>irne , I Y , 3 o 3 , 3 a 8 , 5 3 9 . Soani (popoli della Colchide), I V , a5 e 2 6 . Sofite, paese -di questo nome nell’ In d ia, V , 33 * Kg. Sogdiana, I V , 64 e seg. Soli (città), I V , 364Città della Cilicia , I V , 3 7 6 3 7 9 . Solimi (i), I V , 3 9 7 . Solmisso (monte), IV , 3i6. Sorento , I I I , 84Spagna. V. Iberia. Sparta, I H , 34 1 . Suo suolo, I I I , 3i4Spina (città della Celtica Cisalpina), I I I , i5. Sno tesoro m Delfo, ivi. Spitamene, IV , 55, 6 9 . Sporadi (isole), I I I , 5 7 1 e seg. Stecadi (isole), 11, 3g3. Stibio , V , 1 9 1 e seg. Stira , IH , 485 e 486. Stomalimne (Iago), I l , 3 9 9 . Stomalimne (borgo), I V , 354Storace di Selge , I V , i63. Strabone, proponsi di scrivere un libro politico più ehe altro , I I , 16.

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Slraboae, scopo e disegno generale del suo lib ro , i9. Sua opinioae sulla divisione della T e r r a , io a e seg. Suo sistema geografico, a3a a a83. Relazione de’ suoi parenti coi Gttossii , I H , 55fl. Suoi viaggi, a5a. Notizie intorno alla sua famiglia, I V , i < 7 e seg. Sue opinioni filosofiche, V , a55 e Stratone, sua opinione sui cambiamenti della T erra, l i , lo ft Slratonicea , IV , 354 i 357 ® 358. Strofadi (isole), 111, 3oj. Strongilo, I I I , i4o. Sucrone (fiume) l i , 34•• Sulcbi (città della Sardegna), H I , 3 9 . Susa, Ciro vi pone la sua sed e, V , 88. Suo fondatore, 8 9 . Sua situazione, 9 0 . Alessandro vi trasporta tutti i tesori delta P ersia, 9 5 .. Suside, considerata come parte della Persia , V , 8 8 . Suo clima e sue produzioni, 9 6 e 9 ,7 . Svevi, 11, 4«3. Loro posizione , I I I , 1 6 8 . T Tafiaso (monte dell’Etolia), I I I , 4 9 6 . Tafiaso (colle), e monumenti dei Centauri, 111, 44 * e seg. T afii, I I I , 5i6. Tago , I I , 3i5. Taigete (monte), I I I , 3 i 4 3a3. T alari, popoli cbe abitarono sul P indo, I I I , 458. Talestri regina delle Amazzoni, I V , 38. Tamenio , I I I , 3a5. , T am na, città principale de’ Cattabani, V , 1 7 1 . Tanai (fiume), serve di confine tra l’Asia e l ’E uropa, IY , Corso di questo fiume, 11 e • Tarracina , 111, 56. Tarragona , I I , 34a. T arso , città della Cilicia, I V , 383. Suoi uomini illustri, 384 a 386. Tartesso, I l , 3ig. Tassili (nell’india), loro usanze , V , 6 3 . Tatta (lago), I V , 1 6 7 1 6 8 . Taulanzii, I I I , 3 3 7 . Tauro ,. coni’ esso divida l’ Asia , 1Y , 6 e 7 . Sua parte orientale, 5o. Paesi e popoli situati al settentrione della parte orientale di questo m onte, 5 i. Descrizione del T a u ro , 7 3 e seg. Teageti, I I I , 2 7 8 . Tebe (della Troade), I V , a58 e seg. a 6 a. Tebe di Beozia. Sua situazione, I I I , 46i. Tebe d’ Egitto , V , 3 6 7 . Suoi sacerdoti, a 6 8 . Telcbini (i), I V , 344Teletrio (monte), I I I , 484> Telmesso , IV , 3 6 7 . Telo (isola) , 111, 5 7 9 . Temesa e Tem psa, III , 1 0 0 . Temiscira (la) , I V , 1 2 7 e seg. Tenea (borgo), 111, 348. Tenedo (isole), I V , a4a.

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Tenerica (la pianura), I I I , 4< >■ Tentila, V , 3 6 4 e a65. Teo (isola) , I V , 3a4. Teodosia (cittì), III , ao3 ao4. Teofrasto, sua biblioteca, I V , a5a e seg. Tera (isola), I I I , 5^ 1. Terasia (isola), I I I , a 8 3 , 5 7 1 . Terea (monte), IV , 2 0 9 . Tergeste (borgo della Caria), I I I , a i 3. Termessa (isola), I I I , 1 3 7 . Termesso (città della Pisidia), IV , 1 9 8 . Termopili, I I I , 444* Terra , cagione delle sue mutazioni, I l , tio . Esempi di ragguardevoli mutazioni, 123. Sua larghezza secondo Eratostene, 1 33 e seg. Sua lunghezza secondo lo stesso autore, i35 e seg. Come Eratostene la divideva , i38. Figura della terra secondo la carta di Eratostene, i43 e seg. Divisa da Eratostene in sezioni, i63 1 7 3 e seg. Divisa in cinque zone da Parmenide e da Aristotele, 1 9 8 . Come la dividessero Posidonio e Polibio, ivi e seg. Esame di tutte queste divisioni , aoa. Divisione della terra secondo Strabone , a36 a3g e seg. Figura della Terra abitata secondo Strabone, a53. Descrizione generale e sommaria di tutta la Terra abitata , ■ a54 a 2 6 0 . Dei mari che la circondano, a 6 o a 3 7 1 . Qual forma le diano le coste che dall’estremità del Tauro orientale risalgono fin dove il mare lrcano entra nell’ Oceano settentrionale , IV , 6 9 . Sotto qual meridiano si trovi la sua massima lunghezza, 7 0 . Divisione della Terra abitata Sotto i Romani, V, 3 i3 e seg. Tesori (edifizii), in Delfo, I I I , 4^4Tessaglia, descrizione generale, 111, 447 a 48». Tessali, loro posizione, III , 46 . T ira (fiume), I I I , 1 9 7 . T irid i, H I , 3 1 4 . TiriDto, I I I , 333 e seg. T iro, sua* posizione, V, i 45Non è menironata da O m ero, ib. Cagione della sua celebrità, ib a 1 4 7 * Sua descriùoae , >4& Sua porpora; colto d’Èrcole 5 uomini illustri ^ t 4 7 » T irre n i, loro guerre cogli tJm b rii, 1 1 1 , 1 9 . Loro posizione, 3 5 . Loro storia, 2 6 a 3 8 . Loro città nella Campania , 7 5 .. T irrenia, sua lunghezza, 111, 3 3 . Sue città merittime e m editerranei laghi, strada etc. a 43Tisbe (città), I I I , 4o8. Tkaresio (fiume), I I I , 474* Tmolo (moute), IV , 4 8 7 . Toanzio (spiaggia del) , I V , 347Tolem aide, città della Panfilia , ÌV • 3 7 *. Tolislobogii, IV , 1 6 7 . Tolosa, l i , 4 o i. Tonili (lago), V , n 6 .

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Tracine (isolette), V , 3o4. T ra c i, loro confini coi Macedoni , I I I , s3a. T ra ci, alcuni di costoro vivono senza donne, I I , 1 8 0 . Traili (città), I V , 334Trapezunte, I V , 1 5 9 . Trecca , 111 , 466. T rezeue, I H , 3a6 335. Trezene (figlinolo di Pelope), 111, 336. T ribali!, I l i , asa. Trifilia , I I I , 3 6 3 , 3 7 2 e seg. Altri confini della Trifilia , 2 8 1 . Trifone Diodoto, sua storia, V , 138 i44T rip o li, V , i4*Trittolem o, V , ia 8 i33. Troade , IV , 1 8 0 e seg. Sua posizione, 1 9 5 . Suoi limiti secondo Omero, ivi e 1 9 6 . Secondo gli scrittori venuti dopo, 1 9 6 . Diverse opinioni «u questi confini, 1 9 7 . Sua divisione in nove principati ,, 2 0 0 . Sue mutazioni posteriori alla, guerra di T ro ia, ao4» Fiumi della Troade, a 13. Descrizione della sua spiaggia marittima , aa3> Pianura di T ro ia, 2 2 0 . Gli Ateniesi tolgono la Troade a quelli di Mitilepe* 3 35. Trocmi (i), I V , 1 6 6 . Trofei di Pompeo (nelt’Iberia), l i , 3ia4 « 344» Trogili (lago) , IV, 1 6 9 . Trogloditi, V , i85 e se^, Tronic (città della Loeride O p u n z i a ) I l i , 43g> e 44#-' Tuie (isola), 4 3 9 . Tunisi, V , 3 o3 . T urditania, sua posizione e iesCTfeiw , I l t 3o5 a 3*& T u ri, 111, 1 i5r .

3^6

R itorce

U D bii, 11, 4 i 3* Ulisse. Suoi viaggi secondo Omero > e come si spieghino l i , 46 e seg. Come Omero potè dire che questo eroe navigasse nell’Atlan* lic o , 338. U lobii, filosofi dell’ India , V , 5g. Umbria , sua descrizione, I I I , 43 e 46. U m brii, I I I , 15. Loro guerre coi T irreni, ig. Loro posizione, 3 6 , 43. Uria (lago) , I I I , 5 1 7 , U tica, Y , 3 9 9 .

V Vaccei (popoli d’ìberia), l i , 3 s ^ Vada Sabbatorum, I I I , 1 9 . Varia (città deU’lberia), I I , 347Varo (fiume), l ì , 3 9 3 . Veneti (popoli della Celtica), II, 4*5. Da loro probabilmente tiscirono i Veneti dell'Adriatico, 4i& Vestini, I I I , 7 3 . Vesuvio, 111, 83.' Vettoni (popoli d’Iheria), li , 3 2 7 . Via : Appia : Latina : Valeria, III, 63. Città situate lungo queste vie, 63 a 66. Candavia, H I , i 3 i , 9 38. Ignazia, H I, 3 3 i , a38. Vindelici, i n , 1 7 3 . Volci (popoli della Celtica), l i > 3 9 7 . V olterra, H I , 34.

lltbicg

Xanto (fiume) , IY , 367.

Zacinto (ìsola), 111, 5i3> Za ma , V , ag4. Zainolxi, gela , III 3 1 8 2 . Itefirà -, antico nome di Alicaraassò , IY , Zela e la Z eliti, I V , i 5 i . Zenicato (pirata), I V , 3 7 9 . Zenone, sua patria, 111, g4> Z one, 11, 1 9 8 , 3 0 0 , i36. Z ttch i , lago e città di questo nome > V > 3o5.

CORREE'ZIONl

ERRORI TOMO SECONDO 13 lio. 1 $ e della spedicione 20 ■m l5 proprie d* un luogo parti* colare 33 w 4 il poeta dirige a 7 6 H 2 circa mille e cinquecento stadii 7 8 m 2 0 delle svolte dell* Euripo 5 circondato 81 » n 3 w 9 Salmidesso ivi w 1 6 il luogo opposto alle I l 5 m 1 2 la terra e V acqua ecc. 134 139

H n

8 Cinnamoforo

3 in nota

w «47 M 421 » 423

li

iwiy*\J/«t»

2

delle correnti dell* Euripo circondata Salmidessa il luogo dove sono le la terra e l’acqua a cu ì essa è eoo»* mista sieno ec. Cinnamomoforo

iutypte^at settentrione Pantondi

5 nord 3 la testimonianza

145

e p&xla della spedizione proprie d* un luogo dell* India in particolare il poeta tende a circa quindici mila stadii

i& T i*

in nota

Artemidoro

ult. Posidonio

TOM O TERZO

*» 48 M ivi » 37

mirabile popdaxione abitavauo

2 0 miserabile 6 città 8 si abitavano

TOM O QUARTO

25

»

Soani Andini

1 6 Soeni

254

*» ult. Andria

3 16

m

8 opere di Scopa. Il testo dice tf & e X t* Questa frase parve un errore di scrittura a tu tti gl’ interpreti. Nella mia traduxione segni tai cogli Editori francesi la correzione proposta dal Tyrrw ibtt. Solo più tardi conobbi la Leila spiegazione del Brondsted. Egli ha mostrai» ebe posto di * ? ¥ *

t

f / e t sono Fop­

cioè opere non isolate nè m piedi, ma

aggruppate in varie movenze e posture. 389

Capo III

Capo VI TOMO QUINTO

25 x3j

» 25 direttamente *» 4 Nel territorio «ce.

.

dirittamente

forse più chiaramente: Nella provi®. e h Apamea trovasi una erti* d i questo nome

i53 »3idt. K À T U

r* f K A T U

INDICE DELLE MATERIE CONTENUTE IN QUESTO TOMO.

LIBRO DECIMOQUINTO. Capo

I. Difficoltà che s’incontrano nella descrizione del­ l’india. — Spedizioni in qoel paese prima di Alessandro o poco verosimili o favolose. — Limiti * figura , estensione dell* India. —- Suoi fiumi. — Produzioni dell’ India j e parallelo de’ suoi abitanti con quelli degli altri pae­ si. — Isola di Taprobana. — Piogge periodi­ che dell’ india. — Coltivazione del riso e del bosmoro. — Confronto dell’ India coll’ Egit­ to. — Alberi e piante singolari dell’india. — Cagioni del colore degl’indiani. — Fiumi che precedono, o cbe seguono l’ indo. — Popoli e paesi situati tra il Cofete e l’indo.' — F ra l’ Indo e l’ Idaspe. — F ra l’ Idaspe e 1’ Acesine. — Città fondate da Alessandro fra questi due fiumi. — Scimmie dalla ltuiga coda, e maniera di prenderle. — Paese de*

C apo

Cale! e di Sofite. — Usanze de* Catei. — Produzioni del paese di Sofite. — Fiumi che si scaricano nell’ Indo. — Perchè Ales­ sandro non potè procedere oltre l’Ipani. — Nazioni e città fra l’ Ipani e 1*Idaspe, ed al di sopra di questi fiumi sino alla Pattalene. — La Pattalene, ovvero il Delta formato dall’in ­ do. — Paese di Musicano ed usanze de* suoi abitanti. — Il Gange. — Città di Palibotra. — Paese situato al di là dell* Ipani, e cose straordinarie che se ne raccontano. — Divisione degl’indiani in sette classi. — Delle prime tre classi. — Degli elefanti. — Delle formiche nelle miniere. — Rettili ed altri ani­ mali. — Delle altre quattro classi degli In­ diani. — Magistrati e loro varie funzioni. — Costami ed usanze degl’ Indiani in gene' rale. — Modo di vivere dei loro re. — Co­ stumi singolari degli abitanti di Tassila. — Dei filosofi, e particolarmente di Calano. — Altri costumi degl’ indiani. — Industria di quegli uomini. — Morte di Calano. R eli' gione e pompe religiose degl’ indiani. —■ Al­ tra specie di filosofi detti Pramni. — Sorgente del Gange. — Ambasciata spedita da Poro ad Augusto. —*• Bramano abbruciato in Atene. Pag. II. Limiti dell’ Ariana. — Suoi diversi popoli. Gli Ittiofagi. — Della Gedrosia e delle sue produzioni. — Viaggio dell’ esercito d’ Ales­ sandro per la Gedrosia. — Estensione dell’ Ariana. — Ordine in cui sono collocati i diversi popoli dell’ Ariana, e viaggio d’ Ales­ sandro per que’ paesi. — La Coarene. — Na­ vigazione di Nearco nel golfo Persico, ed av­ venture del suo viaggio. — Estensione della

5

381 Carmania. — Produzioni della Carmania. — Usanze de’ suoi a b i t a n t i ..................... Pag. III. Estensione, natura e popoli della Persia. —■ La Suside. Cittì di Susa. — Estensione e fiumi della Suside. — Città di Persepoli. — Città di Pasargada e Tomba di Ciro. — Te­ soro del re dei Persiani. — Clima della Su­ side. — Fertilità .della Suside. — La Sitace­ ne. — Costumi e religione dei Persiani. —• Come educassero i figliuoli. — Usanze della Persia. — Stato antico della Persia. — Sue riv o lu z io n i..................................................... » ,

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LIBRO C iro



87

DECIMOSESTO.

I. Limiti ed estensione dell’Assiria. — Nino e Se­ miramide. — N inive , Aturia , Arbella e suo territorio. — Babilonia. — Caldei. — Esten­ sione della Babilonia. — Dell’Eufrate. — Dise­ gni di Alessandro sull’Arabia. —- Inondazioni .dell’Eufrate. — Esame dell’ opinione di Poli* d ito sull’ Eufrate. — Produzioni della, Babi­ lonia. —* L’ asfalto e il nafta. — Seleucia e Ctesifone. — Artemite , Sitacene ed altri luoghi. — Cossei, Elimei, Paretaceni. — Adiabene. — Costumi ed usanze degli Assirii. — Mesopotamia. — T ig ri, lago Toniti. — Migdonii , Nisibi, Tigranocerta. — G ordiei, — Arabi sceniti. — Imperio dei Parti. — T ratti della loro Storia ......................................» II. Della Libia in generale. — Commagene. — Se­ leucia. — Antiochia e Dafne. — Orante. — Cirrestica. — Disposizione di Antiochia. — Apamea. — Ribellione di Trifone. — Calci-

107

C apo



dica. — Costa della Seleucide. — Coaia delta Fenicia fino a Tiro. — Cele-Siria. — Costa della Fenicia da Bibli fino a Berito. — Da­ mascena. — SidoDe e Tiro. — Alcuni feno­ meni. — Continuazione della Fenicia fino a Rinocolura. — Giudea ..................... Pag. i 3 i H I. Situazione dell’ Arabia , e periplo del golfo P ersico. .......................................................... » 1 6 4 IV. Descrizione dell’ Arabia secondo Eratostene. — Coste occidentali ed orientali del golfo Arabico secondo Àrtemidoro. — Paese dei Nabatei. — Spedizione d’ Elio Gallo contro gli Arabi. — Paese degli Aromi. — Digressione sopra un verso di O m e r o ..........................., . . # 1 6 9

LIBRO C apo

I.

DECIMOSETTIMO.

Notizie generati sull’ Etiopia e sull’ Egitto. — Straripamenti del Nilo. — Estensione dell’ E gitto. — Descrizione d’Alessandri». — Storia dei Lag idi. — Amministrazione dell’Egitto. — Litorale dell’ Egitto e del Delta. — Parte in­ teriore ed orientale del Delta. — Ramo Ca­ nopi co e luoghi adiacenti. — Misure generali del Delta. — Canali nella parte orientale del Basso Egitto. — Parte superiore dal Delta ad Eliopoli. — Babilonia, Menfi, le Pira­ midi. — Acanto, nomo Arsinoite , Lago di Meride. — Labirinto. — Eracleopoli Cinopoli, Ossirinco. — Abido e le Oasi. — Pic­ cola Diospoli, Tenlira , Copto , Mios-ormos, Berenice. — Tebe. — Ercnontide, Latopoli, Siene, Elefantina, File. — Guerre dei Romani nell’ Egitto e nell’Etiopia. — Digressione sul­ l’Etiopia. — Produzioni dell’E gitto. . . »

206

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II. Notizie generali della Libia. — Parte occidentale della Maurosia, e favole che si spacciano in­ torno a quella regione. — Produzioni della Maurosia. — Etiopi occidentali. — Ancora della Maurosia ; spiaggia lungo il Mediterra­ neo. — Usanze dei Maurosii. — Di alcune opinioni sulla Maurosia. — Paese dei Masse­ silii. — S i confala nn’ opinione di Posido­ nio. — Produzioni e città del paese dei Mas­ sesilii. — Territorio di Cartagine. — Descri­ zione e storia di questa città. — Costa della Piccola Sirti. — Gran Sirti. — Della Cire­ naica, sue città e sue produzioni. — Paese al di sopra della Cirenaica. — Dell’ Imperio r o m a n o ..................................................... Pag. a84 Indice delle cose principali della Geografia di Strabone. • 3 ig Errori e C o r r e z io n i...........................................................■ 3 7 8 C apo

INDICE DELLE TAVOLE IN RAME CONTENUTE BEI CINQUE VOLUMI

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE.

Rose dei venti dei Greci e de’Romani paragonate alla Rosa dei m o d e r n i ......................................... Voi. Torre dei venti eretta in Atene da Andr. Cirreste » Pianta della Torre dei venti .................................... » Triangoli ipotetici d’ I p p a r o o .................................... m Geografia primitiva de Greci di Omero e di Esiodo » Viaggi degli Argonauti e di U l i s s e ..........................» Carta dei Sistemi di Tolomeo, di Strabone e di E r a t o s t e n e ..............................................................» Sistema geografico di Strabone Sistema geogràfico d’ipparco . ............................... » Sistema geografico di Eratostene ..........................» Mare interno o mediterraneo secondo Polibio. Emi­ sfero settentrionale secondo l’ipotesi di Strabone » Galli* tipus cum iis quae a Strabone in regionis descriptione m e m o r a n t u r ....................................» Itali» partes boreale» .............................................. » Itali® pars m e rid io n a lis...............................................» Germani® tabula cum regionibus ad usque Tanaim s itis ...................................................................» Macedoni» ac Traci® T a b u la .................................... » Peloponnesus cum insulis circumjacentibus . . . » Grascia propria; Acarnania, et Aetolia . . . . » Mare Creticum et jE g e u m ......................................... » Caspii maris Tabula cum regionibus a Ponto Euxino ad usque Sogdianam ac B a c t r i a m .....................» Asise Minoris T a b u l a ................................................... .. » Mysia, Ionia et L y d i a .............................................. » Tabula regiones inter Sùsaniam et Indiani complectens . ..............................................................» Tabula regiones inter Syriam et Assyriam continens » Tabula Arabiam et vEgyptum complectens . . . » Tabula Mauritaniam et Syriam complectens . . »

I pag. 195 I » 301 I » ivi II » 168 II » in fine II «infine II II II II

» » » »

ivi ivi ivi ivi

II

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III III III

» » m

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III III Ili IV IV

» » » » »

ivi i 51 5 ivi

IV IV V

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V V V V

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107 206 a84

Nota: le tavole erano mancanti negli scan originali

5 5 i 65

5

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