Storia delle relazioni internazionali (con cartine)

September 9, 2017 | Author: Federico Faleschini | Category: Austria Hungary, Ottoman Empire, Otto Von Bismarck, Nazi Germany, International Politics
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Appunti - corso di Scienze Internazionali e Diplomatiche, Università di Trieste...

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STORIA DELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI INTRODUZIONE E METODOLOGIA DELLA DISCIPLINA René Giraud disse che “La storia delle relazioni internazionali è la storia di tutto ciò che ha attraversato un confine” (confine geografico, politico). In questa definizione diamo per implicito che qualsiasi relazione umana transconfinaria sia oggetto di questa materia, ma dobbiamo ovviamente limitare il campo di ricerca: ci riferiamo quindi solo alle relazioni politiche ---> si può dire quindi “Storia dei rapporti politici fra gli Stati / della politica estera” (non solo delle relazioni diplomatiche e dei rispettivi documenti, che non esauriscono le informazioni sui rapporti int.). ●

I SOGGETTI PROTAGONISTI: seguendo la concezione '800entesca, essi sono gli Stati sovrani, cioè “superiorem non reconoscens”. Questa dizione fa si che lo Stato sovrano non può accettare ordini da alcuno ---> in una visione classica del diritto internazionale, per fare ciò bisogna sconfiggere in guerra lo Stato sovrano, che accetterà l'ordine in maniera coatta. Come già detto in diritto internazionale, al giorno d'oggi gli Stati sovrani sono ancora protagonisti fondamentali ma non esclusivi: ci sono infatti altri soggetti non sovrani ma che fanno sicuramente politica estera, come le organizzazioni internazionali (governative e non), i grandi gruppi industriali, le confessioni religiose (non tramite gli Stati teocratici ma attraverso i capi religiosi), persino i grandi gruppi criminali. Anche se non sono forze specifiche della politica internazionale, bisogna anche considerare quelle che si definiscono “forze profonde”, come l'opinione pubblica (dalla II metà del XIX sec), il fattore ambientale, le correnti demografiche, la miseria: tutti quegli eventi/movimenti che influenzano in maniera indefinita ma determinante tutti gli uomini e quindi anche le loro azioni.



L'ARCO TEMPORALE: fondamentalmente se ne può parlare da quando esiste una comunità di stati sovrani, e cioè precisamente dalla fine della guerra dei 30 anni, col “Trattato di Westfalia” del 1648. La guerra dei 30 anni sconvolge l'Europa, dimezzandone la popolazione (ovviamente al 90% per epidemie e carestie) e cambiano così gli equilibri globali. Fino alla guerra dei 30 anni vi erano stati dei tentativi egemonici in Europa da parte di 2 soggetti: il Papato e l'Impero Asburgico (che al tempo controllava tutti i territori di lingua tedesca, le Fiandre, la Spagna con le sue colonie). La guerra dei 30 anni è la resa dei conti che fa capire come sia impossibile avere un controllo egemonico sull'intero continente. Si interrompe quindi una dinamica di lungo periodo, non ripresa certo da eventi sporadici come le conquiste di Napoleone o peggio quelle di Hitler. Il trattato di Westfalia sancisce la nascita degli Stati nazionali e di tutte le dinamiche ad essi connesse. È un processo tuttora in corso e ha enormi potenziali sia nel bene sia nel male. Che sia un processo epocale lo si capisce da subito e anche da particolari “secondari”, come ad esempio il fatto che il trattato di Westfalia sia il primo scritto e diffuso (e valido) nelle lingue volgari (cioè nazionali), non più solo in latino. In questa occasione compaiono per la I volta le figure dei mediatori internazionali (i negoziati durano 10 anni). Fanno parte di 2 Stati non direttamente coinvolti in quella guerra, Roma (Fabio Chigi) e Venezia (Alvise Fontarini). Viene creata, in maniera “spontanea”/non intenzionale, la diplomazia multilaterale. Vengono anche poste le basi delle organizzazioni internazionali (che altro non sono che conferenze rese permanenti). Nasce anche il protocollo diplomatico: tutto l'insieme di usi, costumi e modi di comportamento che regola la vita diplomatica. Non sono solo formalità, dietro di essi si celano rapporti di potere: è

infatti la prima volta nella storia che per un lungo periodo di tempo convivono folte delegazioni diplomatiche ---> sono necessarie regole di comportamento condivise. Si cominciano ad archiviare ora i documenti diplomatici di ogni paese: è quindi possibile rintracciare 1 certa sistematicità nell'organizzazione/archivizzazione dei documenti diplomatici. Last but not least, si “santifica” il principio del cuius regio, eius religio: vengono cioè proibite le guerre di religione (non fra religioni diverse, ma fra diverse confessioni). La guerra dei 30 anni è figlia delle guerre di religione del '500-'600: stabilisce quindi che il regnante di ogni paese europeo scelga la confessione religiosa ufficiale (cuius regio, eius religio = a chi ha il potere regio, la sua religione). Viene stabilito anche il principio della tolleranza religiosa (“tolleranza” per i tempi), cioè chi sia di un'altra confessione religiosa rispetto a quella dominante in una data regione può andarsene alienando i suoi beni. ●

LE FONTI: in ordine importanza: ○ le fonti/documenti primari: è un'enorme mole di materiali e costituiscono la base fondamentale. Sono fonti primarie, cioè fonti non soggette a interpretazioni, scritte di prima mano dai protagonisti degli avvenimenti studiati. C'è un problema: gli Stati si tutelano ponendo un limite temporale alla consultazione/apertura dei documenti ufficiali (in USA 25 anni, in Italia circa 50 anni e fino a 70 per singole persone) che finché non sono consultabili non hanno neanche un nome/titolo, solo un numero di serie. L'obiettivo ovviamente è proteggere le proprie informazioni mentre vengono prese le decisioni, per tutelare se stessi e i soggetti coinvolti. Questo limite temporale va distinto dalla classifica di segretezza che il documento ha: questa infatti determina solo la circolazione che il documento può avere al momento della sua stesura (segreto, ecc). In uno stato democratico non si può obbligare nessuno a rendere pubblici i suoi documenti: questo vale anche una volta scaduto il limite per la pubblicazione, perché ci sono documenti che volendo possono non essere mai resi pubblici per vari motivi: 1) gettano particolare discredito sull'immagine del paese (es. carte per l'organizzazione di un colpo di Stato in altri paesi) o su una persona importante (ad es. Rudolf Hesse, numero 2 del regime nazista e che firmò le carte per l'Olocausto, nel '42 vola in Scozia per una missione segreta ---> le carte britanniche relative a questa missione sono coperte da segreto per 75 anni, cioè fino al 2017, quando qualunque protagonista diretto sarà sicuramente morto; tra le altre Hesse poi non fu condannato a morte ma incarcerato con molti comfort); 2) possono ancora mettere in pericolo la sicurezza dello Stato (es. accordi USA-ITA del '53: Eisenhower ottiene il permesso per le basi USA in ITA ---> gli accordi generali sono resi pubblici nei tempi standard ≠ dagli accordi di implementazione, cioè quelli relativi ai dati tecnici/militari: planimetrie/spazi aerei/rotte di avvicinamento/ecc.); 3) principio della reciprocità: se un altro paese/organizzazione chiede che determinati documenti vengano tenuti segreti, fa parte del bon ton internazionale acconsentire alla richiesta. Nei paesi democratici , soprattutto nei più potenti, vengono pubblicate raccolte di documenti ufficiali: si sa però che c'è già stata una “minima” selezione dei documenti (ma quelli che sono pubblicati sono sicuramente fedeli all'originale perché manometterli è reato). Per gli archivi privati, invece, tutto è affidato alla volontà dei gestori di questi archivi. Non è possibile che tutta la nostra conoscenza si basi su fonti primarie, perché la mole di materiale è troppo vasta e bisogna quindi scegliere i documenti più rilevanti ---> ○

le fonti mediate/secondarie: sono gli scritti dello storico per i documenti primari di 50 anni fa, gli articoli del giornalista per quelli attuali. Sono fondamentali, però il rischio inevitabile è che durante la mediazione (la coscienza soggettiva del mediatore) il contenuto del documento primario sia travisato/distorto/ridotto/ecc. La grande importanza di questa categoria di fonti è che, ignorandole, ci si riduce a fare una

“histoire evenementelle” (def. della scuola degli Annales), cioè un semplice elenco di fatti. Le maggiori fonti di questo tipo sono le riviste specializzate (Foreign Affairs ad es.) e le testimonianze dei protagonisti. ●

IL CRITERIO INTERPRETATIVO: siamo nell'ambito delle scienze sociali, quindi il massimo a cui si può aspirare è una oggettività soggettiva. Ci sono 3 categorie, valide sia per lo storico sia per il giornalista, per operare una mediazione “scientifica”: ○ coerenza logica: principio aristotelico di non contraddizione, passaggi logici (tesi, antitesi, sintesi) ---> nel mondo occidentale condividiamo queste regole logiche, necessarie da seguire per argomentare in maniera efficace; ○ coerenza cronologica: l'errore da evitare è quello deterministico, cioè desumere dalla successione temporale una successione logica (post hoc, ergo propter hoc = dopo ciò, quindi a causa di ciò). In particolare, nel campo delle relazioni internazionali, questa logica è fuorviante perché in molti casi i documenti sono segreti e quindi chi decide non conosce gli esatti retroscena di avvenimenti/decisioni/azioni anteriori (cronologicamente) alla decisione da prendere/azione da fare ---> conoscenze (dei protagonisti storici) troppo lacunose per desumere dei rapporti causaeffetto meccanici e predeterminati; ○ coerenza non ideologica/atteggiamento avalutativo: si va a toccare l'onestà intellettuale dello storico/giornalista, che deve sempre cercare di liberarsi dai suoi pregiudizi (e da quelli dell'ambiente che lo circonda) e di non porsi l'obiettivo preordinato di provare una certa tesi/conclusione (fare questo sarebbe fare politica - es. antifascismo, antistalinismo). Ovviamente si intende “assenza di pregiudizi” come tensione, non come realtà assoluta.



PERIODIZZAZIONE DELLA POLITICA INTERNAZIONALE: seguiamo il criterio di Ennio di Nolfo, cioè il concetto di episodio periodizzante: un evento che per la sua particolare e significativa natura chiude un periodo e ne apre un altro. Abbiamo quindi diversi periodi della storia delle relazioni internazionali, scanditi sia da episodi eclatanti (guerre mondiali) sia da episodi meno vistosi (marzo 1890: dimissioni di Bismarck). Ecco quindi un'ipotesi di periodizzazione dal 1815 fino al 1955 (quella dello storico delle relazioni internazionali Albrecht-Carrié): ○ Età della Restaurazione (1815-1848): tentativo di dimenticare e far dimenticare quegli eventi straordinari che furono la Rivoluzione Francese e poi Napoleone ---> la sconfitta di Napoleone viene vissuta come la fine di un incubo, cioè il dominio della Francia e di idee sentite come estranee. La regia di quest'opera oscurantista è austroungarica (principe di Metternich, dimessosi solo nel 1848), con il ruolo da protagonisti della nobiltà e del cristianesimo di tutta Europa. È un'operazione in qualche modo irrealistica ma tiene soprattutto grazie all'intelligenza della pace del Congresso di Vienna, che non umilia la Francia sconfitta, anzi la fa sedere al tavolo della pace in posizione paritetica. All'interno di questo periodo, tuttavia, ci sono 2 “sottoperiodi”, con un importante episodio “subperiodizzante”: nel 1830 gli aristocratici Borboni vengono rovesciati dai borghesi d'Orleans ---> i principi della restaurazione (vecchi regnanti sul trono) cominciano a scricchiolare; ○

Età degli Stati nazionali (1848-1870): le rivoluzioni del 1848 sono sicuramente un episodio periodizzante. La maggior parte sono rivolte originate dalla fame, benché in diverse aree ci furono sviluppi nazional-indipendentistici che tuttavia furono rapidamente messi a tacere ---> è comunque un segnale molto forte: la Restaurazione è fallita (anche se la carta politica dell'Europa è ancora uguale). D'ora in poi bisogna fare i conti con la questione nazionale, che piaccia o no (Metternich allora si dimette volontariamente). Questo periodo si conclude con il 1870, anno del completamento dell'unità italiana e tedesca (da concetti geografici a Stati nazionali) ---> ora abbiamo il quadro contemporaneo delle grandi potenze europee (Gran Bretagna, Francia, Impero Russo, Germania,









Italia); Età Bismarckiana (1870-1890): il cancelliere prussiano Otto Von Bismarck diventa cancelliere dell'Impero Tedesco. Con questo passaggio cambia ruolo: da uomo di assoluta rottura degli equilibri, a uomo di assoluta stabilità, garante dei nuovi equilibri (ovviamente alle sue condizioni, cioè a quelle della Germania); In questo suo ruolo di uomo dell'equilibrio, dà il nome a quest'età appunto “Bismarckiana”. La deriva delle alleanze (1890-1914): Bismarck si dimette e inizia un periodo di lento disfacimento del sistema di alleanze bismarckiano ---> Albrecht-Carrié parla di “deriva della alleanze”: paragone intelligente, perché la deriva implica l'assenza di governo, di controllo, il cui frutto finale sarà la I Guerra Mondiale; 20 anni fra 2 guerre (1919-1939): si tratta solo di una fase di sospensione momentanea di una conflittualità mai risolta. Poteva durare di più o di meno, ma il II conflitto mondiale doveva verificarsi, perché le sue premesse erano già poste nei trattati di pace di Versailles ---> i tedeschi militarmente non erano stati sconfitti e quindi non avevano la coscienza di aver perso: la pace estremamente punitiva crea da subito un clima di rivolta e rivincita. Albrecht-Carrié distingue 2 sottoperiodi: “L'età delle illusioni di pace” (anni '20) e “Il ritorno alla realtà” (anni '30 ---> dal '29 fascismo è “vero” regime, con le modifiche istituzionali e dal '30 Hitler al governo); Età bipolare (1947-1955): la II Guerra Mondiale è l'episodio periodizzante per eccellenza: tutto cambia (basti pensare all'evoluzione degli armamenti durante la guerra) ---> la “Guerra fredda” è l'impossibilità di mantenere un'alleanza di guerra artificiosa, che non poteva durare nel tempo, tra alleati incompatibili; è in definitiva l'impossibilità di 1 dialogo (quindi blocchi contrapposti). Il risultato di questa assenza di dialogo è, nel '55, la costruzione dei 2 blocchi militari, Allenza Atlantica-NATO e Patto di Varsavia (in risposta all'ingresso nella NATO della Germania Ovest).

1. DAL 1870 ALLA I GUERRA MONDIALE 1.1. GLI INTERESSI STRATEGICI AGLI INIZI DEGLI ANNI '70 Le potenze protagoniste sono quelle già citate: Inghilterra, Germania, Italia, Impero Russo, Impero Austro-Ungarico e Impero Ottomano. Discorso a parte per gli USA, che entrano prepotentemente in scena in seguito, nel XX secolo (“il secolo americano”): in questo periodo infatti costruiscono le fondamenta che gli permetteranno poi di essere grande potenza (nel '900 sono già il maggior produttore mondiale di acciaio). In questa fase le politiche mondiali più rilevanti si svolgono in Europa. Vediamo quindi nel dettaglio gli orientamenti di fondo della politica estera di ognuna delle potenze europee protagoniste: ●

La Gran Bretagna è nel cuore dell'era vittoriana o “dello splendido isolamento” ---> la GB è la principale potenza mondiale soprattutto a livello coloniale, commerciale e marittimo e non ha interesse a stabilire alleanze sul continente: l'unico interesse che ha è impedire l'affermazione di un potere unico su tutta Europa (quindi mantenere con un raffinato sistema diplomatico la pax europea) e garantire la libertà di commerci e movimenti a livello mondiale (essendo una grande potenza coloniale, ha interessi prevalentemente extraeuropei). La potenza con cui gli attriti sono più forti è la Russia, perché i loro interessi sono conflittuali in Asia centrale (conflitto per il controllo dell'Afghanistan, “porta” dell'India) e nel Mediterraneo orientale (Russia principale nemica dell'Impero Ottomano, in quanto interessata allo sbocco sul Mediterraneo). Fino a inizio '900 (1904 Entente cordiale) c'è anche il contrasto con la Francia intorno all'Egitto e al Sudan.



L'Impero Ottomano è nel pieno del suo lunghissimo e inarrestabile declino (dopo il suo culmine nel 1683, con il fallito assedio di Vienna). Negli ambienti della diplomazia europea, l'espressione politically correct è “La questione d'Oriente”, mentre l'espressione brutale è “l'uomo malato d'Europa”: esercita ancora un potere formale sui Balcani, ma si comincia già a pensare alla sua eredità in maniera che la sua scomparsa non lasci pericolosi vuoti di potere. Questo vuoto di potere sarebbe stato ancora più pericoloso in quanto avrebbe lasciato nel caos i Balcani: proprio l'area d'Europa più instabile (rivalità tra Russia, Austria-Ungheria e Italia + violenti nazionalismi locali) e quindi fonte di conflitti. Durante l' '800 quindi l'Impero Ottomano, cosciente del declino al quale va incontro, cerca di mantenersi in vita stabilendo con tutte le potenze europee dei “trattati ineguali”, con cui rinuncia a importanti elementi di sovranità (ad es. nell'amministrazione della giustizia: l'europeo che commetteva un crimine a Istanbul veniva processato dall'autorità consolare europea “rovesciamento” delle “Capitolazioni” concesse dal Sultano ottomano al culmine del suo potere). Gli Inglesi difendono gli Ottomani, i Russi cercano di mettere le mani sugli Stretti (del Bosforo e dei Dardanelli), le altre potenze europee non hanno interessi particolari nei confronti dell'Impero Ottomano e quindi hanno posizioni moderate: in particolare Bismarck vuole solo che i Balcani non creino problemi e occasioni di conflitto (interesse strumentale).



La Russia ha numerose latenti conflittualità potenziali: di India e Impero Ottomano s'è già detto, ma è importantissimo anche il contrasto con l'Austria-Ungheria riguardo ai Balcani. La politica panslavista della Russia cozza irrimediabilmente con il ruolo dell'Impero Asburgico nei Balcani, considerati “giardino dell'Impero” (in cui intendono anche esercitare un ruolo di equilibrio per evitare conflitti). La tensione austro-russa per il controllo dei Balcani è una delle cause principali della I guerra mondiale.



In Austria-Ungheria nel 1867 si ha lo sdoppiamento delle corone con due governi indipendenti a Vienna e a Budapest, uniti dalla dinastia Asburgica (la “Duplice Monarchia”). La componente ungherese ha dunque appena compiuto un importantissimo salto di status, diventando componente dominante assieme a quella tedesca. Proprio per mantenere questo suo ruolo privilegiato, negli anni seguenti gli Ungheresi si opporranno sempre con forza (e se necessario con la repressione) alla concessione di maggiori autonomie alla componente slava ---> la Russia capisce che le “sue” popolazioni slave dovranno subire repressioni e quindi i rapporti si inaspriscono sempre di più. Riguardo ai rapporti con le altre potenze, l'Austria-Ungheria ha interesse nel mantenimento di un Impero Ottomano fatiscente e ormai è un saldo alleato della Germania. Invece con l'Italia c'è una conflittualità latente riguardo alla questione delle terre irridente, risolta solo con la I guerra mondiale (vista qui come “IV guerra d'indipendenza”).



L'Italia cerca i suoi spazi, non può ancora giocare un ruolo da grande potenza. Si innesca la competizione coloniale dal 1870-75, soprattutto con la Francia, riguardo al Nord Africa (in particolare dal 1880 quando la Francia stabilisce il suo protettorato sulla Tunisia). Ha un naturale contenzioso (terre irridente) anche con l'Austria-Ungheria.



La Germania stabilisce le regole del gioco, l'unico fondamentale interesse di una Germania soddisfatta è la stabilità dello scenario europeo. Bismarck ritiene che qualsiasi ulteriore acquisizione sarebbe un rischio per la stabilità, impone questo leit motiv a tutte le altre potenze europee, legandole in una rete di accordi diplomatici e facendo capire che qualsiasi tentativo di destabilizzazione violenta avrebbe avuto un costo molto elevato. Per conseguire l'obiettivo della stabilità europea è fondamentale isolare la Francia, umiliata proprio dalla Germania con la battaglia di Sedan e attraversata quindi dal revanscismo.

1.2. ETÀ BISMARCKIANA (1870-1890) Bismarck ha 2 volti: dal '62 al '70 cancelliere prussiano e uomo di guerra, che sconfigge Austria e Francia (Sedan, 1870 e Trattato di Francoforte, 1871) ---> dal '71 al '90 cancelliere dell'Impero Tedesco e uomo della stabilità, solo perché sa che la Germania ha già tutto ciò che ragionevolmente poteva ottenere, non per ragioni ideologiche. Il fondamento della diplomazia bismarckiana è l'isolamento della Francia, la più danneggiata dalla risistemazione degli equilibri europei. Fin da subito ci sono segni che la Francia non accetta lo status quo (es. il boulangismo, dal generale Boulanger): tuttavia essa non è pericolosa da sola ---> il pericolo da evitare è un'alleanza francese con la Russia (incubo della guerra su 2 fronti) tra le altre legate da una lunga amicizia e ammirazione, specie da parte russa (rischio che non esiste con l'Italia - Crispi è filo-bismarckiano e poi ha approfittato della debolezza francese per riprendersi Roma - mentre l'Inghilterra vuole solo un'Europa pacifica dove commerciare tranquillamente). ●

IL PRIMO SISTEMA BISMARCKIANO: Bismarck ritiene che il miglior mezzo sia stabilire un'alleanza salda tra Germania, Austria e Russia, in contrasto su molti punti ---> sistema troppo semplice perché ignora una variabile importantissima: la rivalità russo-ottomana. Vediamo in particolare il primo Dreikaiserbund, nell'estate 1873, un trattato costituito da 3 parti: ○ accordo militare reciproco tra Germania e Russia : è l'accordo su ciò che viene considerato più necessario e il fine è tranquillizzare la Russia per evitare che stringa alleanze con la Francia. Prevede un aiuto reciproco di 200mila uomini in caso di aggressione di una III potenza non definita ---> non si menzionano nemici né l'area balcanica, per cui la Russia si sente autorizzata ad attaccare l'Impero Ottomano; ○ amichevoli relazioni tra Russia e Austria: non è assolutamente un'alleanza militare, ma prevede che in caso di crisi europea ci siano consultazioni tra i rispettivi governi e che ci siano rapporti amichevoli in generale (Bismarck non vi entra direttamente ma pone il suo sigillo e se ne fa garante); ○ accettazione e garanzia da parte della Germania della convenzione russo-austriaca di Giugno. Questo sistema si basa su alleanze bilaterali (il cui cardine è appunto il Dreikaiserbund, “Patto dei 3 imperatori”) e salta con la “Crisi d'Oriente” ('75 - 3 Marzo '78 Pace di S. Stefano): nell'estate del '75 la Bosnia-Erzegovina si ribella al dominio turco, presto seguita da Serbia, Montenegro, Bulgaria. La Russia interviene dichiarando guerra all'Impero Ottomano (che oppone una resistenza inaspettata), in supporto della Bulgaria ---> progetto panslavista: creazione di una “Grande Serbia” e soprattutto di una “Grande Bulgaria”, stato satellite della Russia che gli garantisca il tanto desiderato sbocco sul Mediterraneo. La Bulgaria dal 1856, cioè dal “Congresso di Parigi” post Guerra di Crimea, era un principato autonomo ma formalmente sotto la sovranità del Sultano ottomano; in seguito la Russia si fece protettrice di questo stato slavo, appunto per demandarle il compito di conquistare uno sbocco sull'Egeo, “aggirando” così lo stretto dei Dardanelli (la Russia era consapevole al tempo di non essere abbastanza forte per sconfiggere sul campo il pur decadente Impero Ottomano). Gli Inglesi ovviamente sostengono gli ottomani, perché non vogliono che i Russi conquistino gli Stretti (solo nel marzo del 1915, gli Inglesi prometteranno ai Russi gli Stretti purché questi restino nell'Intesa fino alla fine). L'Austria-Ungheria approfitta della guerra, firmando con la Russia un trattato di “buon vicinato” (conversazioni segrete austro-russe del Luglio '76) per avere mano libera in Bosnia-Erzegovina, lasciando in cambio mano libera ai Russi in Bulgaria. Alla fine ad inizio '78 l'Impero Ottomano è sconfitto: con la “Pace di Santo Stefano” (imposta dalla Russia) Bulgaria, Serbia, Montenegro e Romania (che cede la Bessarabia alla Russia) conquistano l'indipendenza. La Bulgaria sarebbe dovuta diventare un principato autonomo e ottenere la Macedonia (sbocco sul Mediterraneo) e la Romelia ma ovviamente il nuovo assetto non è accettato dalle altre potenze europee, con la GB in testa che addirittura firma con l'Impero Ottomano un accordo difensivo nel

giugno 1878. Bismarck coglie il rischio per la stabilità e si prodiga per ridefinire gli equilibri e convoca tutte le potenze interessate al Congresso di Berlino ---> ●



Nel 1878, col Congresso di Berlino, Bismarck vuole riequilibrare la situazione nei Balcani, ridimensionando le pretese russe (in particolare riguardo al progetto di “Grande Bulgaria”) e salvaguardando l'Impero Ottomano. La Russia, avendo tutta l'Europa contro (come nella Guerra di Crimea di appena 20 anni prima), è costretta ad accettare le sue condizioni; comunque le vengono riconosciute alcune conquiste che effettivamente fece (provincie di Kars e Ardahan, in Armenia non le viene tuttavia riconosciuto il possesso della Bessarabia), anche se ovviamente la sovranità sugli Stretti rimane pienamente ottomana. Riguardo alla Bulgaria, le viene tolta tutta la regione macedone e quindi lo sbocco sull'Egeo; inoltre le sue istituzioni vengono riformate sotto la sorveglianza di una commissione europea: la sovranità formalmente è ancora ottomana (paese tributario), ma il principe è eletto dalla popolazione e dispone di una milizia indipendente. All'Austria-Ungheria viene dato il diritto di occupare e governare la Bosnia-Erzegovina e lo strategico sangiaccato di “Novi Bazar” (entrambi formalmente restano sotto sovranità ottomana - si parla di “spinta verso Oriente” dell'Austria-Ungheria). La Bosnia diventa uno stato-cuscinetto tra le coste dalmate e le aree interne dei Balcani, coi neonati Serbia e Montenegro (indipendenti ma di fatto fortemente legati alla Russia ---> vera conquista della Russia), che vedono le loro conquiste ridotte a favore della Grecia (protetta dalla GB). Gli interessi di Francia e Italia sono conflittuali, in quanto la rivalità per la Tunisia - ancora sotto il formale controllo ottomano - è acuita dalla guerra. Bismarck promette a entrambi i paesi piena comprensione e sostegno nelle loro aspirazioni: così facendo fa deteriorare i rapporti tra le 2 potenze (premessa per la “Triplice alleanza”, sempre in funzione antifrancese). Bismarck capisce che ci vuole un sistema più raffinato ---> è il SECONDO SISTEMA BISMARCKIANO. ○

Il 7 Ottobre '79 abbiamo la segreta, strettissima e esplicitamente anti-russa alleanza militare difensiva Austria-Ungheria/Germania (importantissima perché fino al 1918 è un punto fisso): in caso di attacco russo a una delle due parti, l'altra le avrebbe portato supporto con tutte le sue forze; inoltre viene stabilito il divieto di paci separate.



Nell' '81 il secondo Dreikaiserbund: Bismarck non vuole isolare la Russia ma è molto più centrato sui Balcani, dicendo alla Russia che prima di attaccare l'Impero Ottomano deve consultarsi con Germania e Austria-Ungheria, altrimenti nessuna “benevola neutralità”. L'art. II dice poi che la Russia ha “intenzione di rispettare gli interessi austriaci derivanti [...] dal trattato di Berlino” (forzatura). In ogni caso viene ribadito il divieto di passaggio di navi militari negli Stretti;



Il 20 Maggio '82 viene segnata la Triplice Alleanza con cui anche l'Italia è trascinata nel fronte antifrancese (nell' '81 la Francia aveva imposto il suo protettorato sulla Tunisia con il “Trattato del Bardo”, riconosciuto da tutte le potenze ---> tempismo perfetto di Bismarck, che percepisce l'isolamento internazionale dell'Italia) e contemporaneamente viene molto ridotto il rischio di una guerra italo-austriaca, potenzialmente assai destabilizzante. È inoltre un'alleanza conservatrice (intesa con Crispi): intende “rafforzare il principio monarchico e con ciò mantenere intatto l'ordine sociale dei tre Stati”. È un trattato militare in funzione antifrancese e antirussa: da un lato, l'art. II stabilisce l'obbligo di supporto reciproco incondizionato in caso di attacco della Francia alla Germania o all'Italia (“senza provocazione diretta da parte sua” cioè italiana); dall'altro, l'art. IV garantisce la “benevola neutralità” delle parti nel caso in cui una “grande potenza non menzionata nel trattato”

(la Russia) minacci una delle parti contraenti (l'Austria Ungheria). La Triplice sarà sempre rinnovata fino all'ingresso dell'Italia a fianco dell'Intesa nel '15 (benché nel passaggio fra i 2 secoli l'alleanza si svuoti di reale significato e l'Italia continui a rinnovarla solamente per evitare di provocare Austria e Germania; infatti la denuncia di un trattato difensivo di fatto equivale a una dichiarazione di guerra). Il 20 Febbraio '87 c'è il rinnovo (anticipato) della Triplice: cambiano gli equilibri interni, con un maggior peso dell'Italia (si parla addirittura di “sottosistema di Robillant” - ministro degli esteri italiano - in cui l'Italia si ritaglia un suo spazio autonomo, ma è un'esagerazione). Il rinnovo coinvolge diversi aspetti: cade la “clausola Mancini” ormai superflua (vietava di intendere la Triplice in senso anti-britannico ---> 8 giorni prima ITA aveva firmato con GB gli “Accordi mediterranei”) ma soprattutto vengono aggiunti 2 trattati separati (dal '91 parte integrante del trattato): - trattato italo-austriaco: stabilisce il diritto dell'Italia a compensi in caso di aumento della posizione austro-ungarica nei Balcani e l'obbligo per l'Austria di consultazione preventiva con l'Italia (appunto per accordarsi sui compensi); - trattato italo-tedesco: contiene 1 clausola offensiva unilaterale dalla Germania all'Italia ---> Bismarck prende un rischio enorme ma assolutamente teorico: supportare l'Italia in una guerra preventiva con la Francia (“per salvaguardare la sua posizione nel Mediterraneo”), che l'Italia non avrebbe mai fatto in condizioni normali; inoltre il fatto che fosse unilaterale in verità non era un problema, perché Bismarck non avrebbe mai attaccato direttamente la Francia; in ogni caso, sono posizioni assai forti che lusingano l'Italia senza alcun rischio reale per la Germania. ○

infine il 18 Giugno '87 c'è il capolavoro del Trattato di contro-assicurazione con la Russia, con cui Bismarck fa capire alla Russia il limite estremo per agire senza essere attaccati dalla Germania: si assicurano infatti la reciproca benevola neutralità in caso di guerra con un III Stato qualunque, tranne che in caso di attacco della Russia all'Austria o di attacco della Germania alla Francia (violazione sia della Triplice sia del trattato austro-tedesco del '79 in quanto non consulta né l'Italia né tanto meno l'Austria) ---> Bismarck assicura la pace in Europa senza prendere impegni e in più tranquillizza completamente la Russia, che ha mano libera sempre (conflitto con GB per sbocco sul Mediterraneo o per questioni centroasiatiche, conflitto con Impero Ottomano) tranne che con l'Austria.

In questo modo, Bismarck creò una rete di alleanze a geometrie variabili per cui ogni Paese aveva tutti gli interessi a mantenere lo status quo in Europa, perché in caso contrario si sarebbe trovato da solo contro altri paesi europei. A proposito del colonialismo, Bismarck non era affatto anticolonialista; al contrario, utilizzava il discorso coloniale per evitare che le tensioni fra i paesi europei scatenassero guerre nell'Europa stessa. Inoltre, alla fine del suo cancellierato, la Germania aveva comunque conquistato un Impero coloniale molto vasto.

1.3. LA DERIVA DELLE ALLEANZE (1890-1914) Bismarck si dimette il 18 Marzo 1890 perché ci sono evidenti incompatibilità caratteriali con il giovane, arrogante ed esaltato Kaiser Guglielmo II (sobillato dalla sua “anima nera”, il principe Von Holstein, segretario generale del ministero degli Esteri). Come dice lo stesso Bismarck, è il ritorno a un sistema neoassolutistico che lo costringe a farsi da parte, in quanto garante dell'ordine costituzionale. Gli errori di valutazione fatti da Guglielmo II e dal suo entourage sono numerosissimi: alcuni sono semplicemente scelte politiche sbagliate, altri sono vere e proprie manifestazioni di prepotenza ---> vengono poste le basi per la I guerra mondiale: è la deriva delle alleanze e in

definitiva la degenerazione della politica estera tedesca (la weltpolitik o “assalto al potere mondiale”: impedire ad ogni costo che le altre potenze si rafforzino). Un esempio lampante delle ingiustificate manifestazioni di prepotenza della Germania e del nuovo Kaiser è il supporto ai Boeri nella guerra anglo-boera (1895-1896): una vicenda che non toccava minimamente la Germania, la quale puntava solamente ad arrecare danno agli Inglesi (ad es. con la convenzione de L'Aja sui diritti umanitari vietò l'uso di munizioni da caccia nelle guerre: gli Inglesi furono quindi costretti a spostare milioni di munizioni che teneva nei depositi delle colonie). Oppure ancora, durante le due crisi marocchine, mentre la Francia sta imponendo il suo protettorato sul Marocco (avendo già ottenuto il consenso delle potenze realmente interessate), si inserisce aggressivamente nella questione. Altro esempio è la competizione navale con la GB, dettata solamente da ragioni di prestigio: era infatti evidente che la flotta inglese (la più grande del mondo, sia mercantile sia da guerra) era irraggiungibile su tempi anche molto lunghi. Inoltre, la marineria inglese adottava il principio del “two powers standard”: la marina inglese doveva essere almeno equivalente alla somma delle marine della II e III potenza marittima mondiale. Non c'è dubbio che questa folle corsa al riarmo fu uno dei motivi principali della Grande Guerra (tra le altre lo sforzo tedesco sarà totalmente inutile dal punto di vista strategico durante la I guerra mondiale, che fu una guerra essenzialmente campale). ●

LA DERIVA DELLE ALLEANZE: alla fine del 1890 l'unico modo per evitare lo scoppio dei numerosi conflitti latenti in Europa era il collaudato e solido sistema bismarckiano. Il primo errore che fa degenerare rapidissimamente la situazione (2 settimane circa dopo le dimissioni di Bismarck) è il rifiuto di rinnovare il “Trattato di contro-assicurazione” con la Russia (rifiuto da lei stessa sollecitato): la giustificazione era che, visti i buoni rapporti reciproci, era inutile irritare altre potenze rinnovando il trattato. Come già detto, la denuncia di un trattato difensivo è praticamente equivalente a una dichiarazione di guerra: questa è la percezione che ha la Russia. In più, in quel momento la Russia era ai ferri corti con la GB e sospetta che la Germania stia tramando contro di lei alleata con la GB ---> sono supposizioni false e paranoiche ma giustificate dal comportamento della Germania e fomentato dal “classico” senso del complotto dei Russi, i quali avvicinano i francesi. (che, costretti all'isolamento internazionale ormai da 20 anni, sono assolutamente entusiasti di aver trovato un potenziale alleato contro la Germania; se anche i rispettivi governi sono diffidenti all'inizio - specie lo Zar nei confronti delle istituzioni repubblicane francesi - le entusiastiche reazioni in particolare dell'opinione pubblica francese facilitano e velocizzano le trattative - ad es. festeggiamenti alla squadra navale russa in visita a Tolone nell'Ottobre 1893). Un'altra gaffe clamorosa è l'esplicito rinnovo anticipato della Triplice Alleanza (1891), fino ad allora rigorosamente segreta. L'obiettivo sarebbe far capire chiaramente che l'alleanza è solamente antifrancese, assolutamente non anti-russa ---> il risultato è che i Russi non si fidano (sospettano ancora della inesistente alleanza con la GB) e i Francesi scoprono tutto. La conseguenza è immediata e devastante: nell'agosto del '91 ci sono consultazioni e si segna una vaga intesa franco-russa (contratti di forniture militari francesi alla Russia) e già un anno dopo, il 18 Agosto '92, viene firmata a S. Pietroburgo una convenzione militare difensiva in funzione antitedesca (1,3mln di soldati francesi o 0,8mln di russi), che sarebbe durata quanto la Triplice (molto tecnica, è un vero e proprio piano di guerra ---> convenzione molto particolare perché predisposta e discussa in misura rilevante dai militari; la GB non viene citata perché infine la Russia si rende conto di avere travisato tutto). In appena 2 anni il sistema bismarckiano viene smantellato e si realizza l'incubo della Germania: l'alleanza franco-russa in funzione anti-tedesca. Il 27 Dicembre '93 il governo russo e poi il 4 Gennaio '94 anche il governo francese ratificano la convenzione militare del '92, che resta l'unico vero accordo militare all'interno della cosiddetta “Triplice Intesa” (non percepita né ideata come tale dai contemporanei).

Riepilogando dunque, nel 1890 Francia e Gran Bretagna sono ostili, Russia e Gran Bretagna sono ostili, Italia ed imperi centrali sono fedelmente alleati. Analizziamo ora i rapporti e i motivi di competizione/tensione tra le varie potenze: ●

RAPPORTI ANGLO-FRANCESI: alla fine del XIX sec. i rapporti tra UK e FR sono molto deteriorati perché c'è una competizione fortissima in campo coloniale: il punto di maggior attrito è l'Egitto (in pratica protettorato della GB dal 1882) e il Sudan (1886 rivolta Mahdista), la cui conquista permetterebbe a entrambe le potenze di dominare di fatto l'Africa (FR tutta Africa del Nord, GB tutta l'Africa Orientale). È in questo contesto che avviene l'incidente di Fashoda (1898), dove si ritrovarono per puro caso 2 compagne regolari (non mercenari), 1 francese e 1 inglese. Il valore simbolico del possibile scontro (in realtà di scarso valore, essendo pochi uomini) era altissimo (il dominio su Egitto e Sudan) e avrebbe potuto scatenare una guerra anglo-francese ---> per quasi 2 anni le diplomazie europee restano col fiato sospeso ma alla fine la Francia cede (influenza della situazione politica interna col “caso Dreyfus”) e si avviano negoziati per risolvere la controversia africana. Nello stesso tempo, gli sforzi dei diplomatici tedeschi favorevoli a un'intesa con la GB andavano scemando e nel 1902 moriva la regina Vittoria, notoriamente filo-tedesca ---> clima favorevole all'avvicinamento alla Francia. Nel 1899 c'è un primo scambio di favori, per cui la Francia ottiene la sovranità su Ciad e Repubblica Centrafricana mentre la GB la ottiene sulla Valle del Nilo. Si arriva infine all'Entente cordiale dell'8 Aprile 1904. Non è assolutamente un'alleanza militare, ma una solida amicizia suggellata da un semplice scambio di interessi: la GB dà carta bianca alla Francia sul Marocco mentre la Francia fa altrettanto riguardo a Egitto e Sudan ---> responsabilità britannica sul Canale di Suez, di proprietà anglo-francese. A questo punto, la Francia si premura di ottenere il permesso sul Marocco anche dalle altre potenze interessate, cioè Spagna e Italia. Lo ottiene e a questo punto pensa di avere mano libera, perché ragionevolmente ritiene che la Germania non vi abbia alcun interesse reale ---> errore terribile e scoppio delle 2 crisi marocchine (vedi oltre).



RELAZIONI ANGLO-RUSSE: nel 1890 sono assolutamente pessime per il contenzioso sull'Asia Centrale: la GB considera l'Impero Russo una forte minaccia per l'India, soprattutto nel momento in cui avesse appunto conquistato l'intera Asia Centrale (Afghanistan in particolare). Con tutto questo, la debolissima sovranità cinese su questi territori è un ulteriore fonte di preoccupazione per la GB ---> è una situazione potenzialmente esplosiva. Nel 1902 viene firmata l'alleanza difensiva anglo-nipponica (in funzione anti-russa e anche antitedesca ---> intervento della “Triplice d'estremo Oriente” Ger+Rus+FR contro l'aggressione giapponese alla Cina nel 1894-'95), un evento molto significativo perché la GB aveva sempre evitato di segnare accordi militari (lo “splendido isolamento” è ormai agli sgoccioli). Nel 1904 il Giappone scatena la guerra con la Russia: è la I grande guerra tra una potenza extra-europea e una europea ---> per quanto dal punto di vista militare il Giappone fosse allo stesso livello delle potenze occidentali, la pesante sconfitta della Russia impressiona tutta l'Europa. I Russi allora si rendono conto, pur non conoscendo l'alleanza anglo-nipponica, che la GB avrebbe potuto approfittare di quel momento di estrema debolezza per colpirli duramente ---> per scongiurare ciò, decidono di definire immediatamente la situazione centroasiatica e subito dopo la sconfitta aprono i negoziati. Il 31 Agosto 1907 vengono dunque firmati gli Accordi di S.Pietroburgo: benché siano decisamente favorevoli alla GB, la Russia ottiene comunque ciò che vuole ottenere, cioè il buon vicinato con la GB in Asia e quindi buoni rapporti a livello generale (“propedeutici” alla “Triplice Intesa”). Ciascun accordo riguarda un'area di fondamentale importanza strategica per la difesa dell'India (sono accordi “indianocentrici”): vediamoli dunque nei

dettagli: ○ accordo sulla Persia: è un impero di debole sovranità, ma è sovrano ed è un paese importante perché è la naturale via d'accesso via terra all'India ---> dev'essere assolutamente accessibile alla GB (ancora non si parla di sfruttamento delle risorse petrolifere e quindi non se ne valuta l'importanza strategica; solo pochi anni dopo, nel '14, Churchill decide di convertire la propulsione della marina da guerra dal carbone alla nafta). Visto che è la Russia a dover cedere, la sfera d'influenza inglese è ben più importante, comprendendo tutte le coste iraniane; la fascia centrale del paese viene lasciata libera ---> non c'è alcuna velleità di annessione della Persia; ○ accordo sull' Afghanistan: l'altra parte della “via delle Indie”, di fondamentale importanza: proprio per questo viene sancito lo status quo in Afghanistan, che rimane uno Stato cuscinetto che non doveva essere occupato né da GB né dalla Russia; ○ accordo sul Tibet: anche qui si tratta di un accordo sullo status quo: il Tibet è il controllore “dall'alto” dell'India ed è uno Stato sovrano solo nominalmente, mentre l'Impero Cinese è in pieno sfascio e non può esercitarvi un controllo effettivo ---> non va occupato né da GB né dalla Russia. N.B. Parliamo di “accordi” perché furono siglati 3 accordi differenti: dato che ognuno ha vita propria, se ne può denunciare uno solo senza che gli altri vengano annullati. ●

L'ITALIA TRA TRIPLICE ALLEANZA E AVVICINAMENTO ALLA FRANCIA: la Triplice diventa sempre meno importante col passare degli anni e dal 1908 si può considerare carta straccia. Mentre da metà anni '80 fino a metà anni '90 il governo Crispi aveva meritato riconoscimenti e compensi per la sua assoluta fedeltà, con le sue dimissioni (sconfitta di Adua) sale al governo la Destra storica (marchese di Rudinì), decisamente francofila; inoltre cominciano a venire meno le ragioni dell'artificiosa inimicizia con la Francia, fomentata ad arte da Bismarck e indebolita invece dalla weltpolitik guglielmina. Da parte francese, l'invio a Roma dell'ambasciatore Barrer (la “missione Barrer”), finissimo diplomatico, riesce a “staccare” di fatto l'Italia dalla Triplice Alleanza (antifrancese). Nel 1898 si firma un accordo sullo status degli Italiani in Tunisia: potrà sembrare un dettaglio ma la somma di tanti dettagli come questo riavvicinarono notevolmente l'Italia alla Francia e segneranno la sconfitta italiana sulla vicenda tunisina. Passando ad accordi più concreti, lo Scambio di note Visconti-Venosta / Barrer, nel Dicembre del 1900, è un importante scambio di favori: l'Italia promette mano libera alla Francia sul Marocco mentre la Francia fa altrettanto su Cirenaica e Tripolitania (la Libia italiana). Se giuridicamente questi accordi non sono una violazione della Triplice Alleanza e soprattutto riguardano territori extra-europei, nella sostanza e nello spirito ne sono un pesante tradimento, perché ormai tra FR e ITA ci sono rapporti decisamente cordiali. Tanto cordiali che nel Luglio 1902 Barrer porta l'Italia a violare esplicitamente la Triplice Alleanza, con lo Scambio di note Prinetti / Barrer che, in primo luogo riconferma le sfere d'influenza in Africa e in secondo luogo, l'Italia assicura la sua benevola neutralità se la Francia verrà attaccata da terzi ---> è una specie di “trattato di contro-assicurazione” italo-francese, per cui è al limite dell'illecito. Non solo, ma assicura la sua benevola neutralità anche nel caso in cui la Francia attacchi “per ragioni di difesa dell'interesse nazionale o del proprio onore” (espressione estremamente ambigua), a patto che ci siano precedenti consultazioni (per stabilire o meno se i motivi dell'attacco sono validi e eventualmente concordare uno scambio di favori) ---> questa è una aperta violazione della Triplice Alleanza.



L'AUSTRIA E L'ANNESSIONE DELLA BOSNIA: la Germania e l'Austria capiscono di non potersi più fidare dell'Italia (Von Bülow parla adesso dei “giri di valzer”), né fanno alcunché per ricucire l'alleanza, anzi: l'annessione della Bosnia-Erzegovina all'Austria del 6 Ottobre 1908 è un vero affronto all'Italia e una palese violazione della Triplice (compensazioni per l'Italia) ---> questo

è un punto di svolta: in questa occasione infatti la Germania stacca all'Austria il primo cosiddetto “assegno in bianco”, garantendogli il suo appoggio incondizionato sulla questione bosniaca. Il II “assegno in bianco” trascinerà l'Europa nella I Guerra Mondiale, con la vicenda della Serbia. Il protettorato sulla Bosnia-Erzegovina era stato concesso all'Austria fin dal 1878 (congresso di Berlino), perché facesse da regione-cuscinetto tra l'Impero Austroungarico e i neonati Stati nazionali slavi (Serbia e Montenegro). Il problema maggiore era dato dalla dinastia serba dei Karageorgevic (salita al trono nel 1903, in seguito a un colpo di Stato), fortemente anti-austriaca e irridentista (volontà di creare uno stata nazionale di slavi del Sud, la Yugoslavia ---> grande pericolo per l'Impero Austro-Ungarico). L'annessione della Bosnia quindi è un chiaro segno della volontà di continuare a mantenere un ruolo forte nei Balcani. Oltre all'Italia, anche la Russia è estremamente irritata dall'annessione perché violava il trattato del 1905 per il mantenimento dello status quo nei Balcani ed anche perché ne era stata tenuta all'oscuro. La Russia quindi non accetta il fatto compiuto e chiede con insistenza una conferenza diplomatica per sistemare la questione ---> la risposta tedesca (marzo 1909) è brutale e arrogante: la Russia quindi deve accettare il fatto compiuto ma le relazioni tra Russia (e Italia) e Imperi centrali sono deteriorate. Il 24 Ottobre 1909 Italia e Russia (in occasione della visita dei Romanov ai Savoia) firmano gli Accordi di Racconigi (formalmente “Accordi Tittoni-Isvolski”): non è un'alleanza militare, ma prevedono che se ci sarà di nuovo una situazione di tensione nell'area balcanica Russia e Italia si consulteranno per dare una risposta unitaria ---> si crea un fronte anti-austriaco relativo all'area balcanica (e ormai è tardi per le scuse austriache, che comunque arriveranno un anno dopo). In secondo luogo, c'è un do ut des “leggero” per entrambi i paesi: l'Italia lascia via libera sugli Stretti mentre la Russia fa altrettanto per la Libia. Infine gli articoli 3 e 4 stabiliscono che nessuna delle 2 parti contraenti possa stabilire un trattato riguardante i Balcani con una III potenza senza la partecipazione in esso dell'altra parte contraente ---> l'Italia riesce a infrangere il “monopolio” austro-russo sui Balcani. ●

LA GERMANIA E LE CRISI MAROCCHINE (1905-06 e 1911): l'arroganza tedesca si fondava sulla smisurata fiducia nella propria potenza militare: il problema è che la guerra è l'ultima ratio nei rapporti internazionali. Le crisi marocchine sono l'ennesima dimostrazione di arroganza da parte della Germania. La I crisi nasce dal fatto che l'influenza francese in Marocco cominciava a essere troppo forte, almeno secondo la Germania che decide quindi di convocare una conferenza internazionale: nella conferenza di Algeciras del 1906, la Germania concede alla Francia solamente un ruolo di consulenza per la modernizzazione del paese. La FR cede, ma è ovvio che è solo rimandare l'inevitabile. In ogni caso questa conferenza rappresenta uno scacco per la diplomazia tedesca perché non riceve il supporto né dell'Italia (questione già sistemata da Visconti-Venosta) né della Russia (assolutamente indifferente alla questione) che restano neutrali. La II crisi nel 1911 nasce dalle agitazioni scoppiate in Marocco, probabilmente sobillate dai servizi segreti francesi: il Sultano chiama l'esercito francese a sedare la rivolta. La Germania invia una nave da guerra e pretende una decisione internazionale sulla questione ---> con la conferenza di Fez del Novembre 1911 la Germania acconsente al protettorato francese sul Marocco ma chiede un compenso coloniale, cioè una parte notevole del Congo-Brazzaville (francese) in cambio di un pezzettino di Camerun tedesco. Dal punto di vista strategico, queste vicende sono insignificanti per la Germania; dimostrano solo la sua volontà di potenza, che pretende di far sentire la sua voce in tutte le questioni di politica internazionale, anche in quelle che non la toccano minimamente.



L'IMPERO OTTOMANO E LE GUERRE BALCANICHE: è un eufemismo definire l'Impero Ottomano una grande potenza, ma formalmente possiede ancora terreni in Europa. A testimonianza della sua debolezza (resa palese dalla sconfitta della guerra di Libia contro l'Italia - vedi),

nell'Ottobre 1912 scoppia la I guerra balcanica: una coalizione dei neonati stati balcanici (Bulgaria, Serbia e Grecia) sconfigge l'Impero Ottomano (pur aiutato dalla Germania e dall'Austria-Ungheria) e lo estromette dall'Europa. Appena 2 mesi dopo, nel Dicembre '12, le parti vennero convocate alla Conferenza di Londra. Tuttavia già il 6 Gennaio del '13 le ostilità ripresero e si giunse a un trattato (quasi) conclusivo solo il 30 Maggio. Con il Trattato di Londra la Turchia conservò solamente Costantinopoli e gli Stretti. L'Albania nacque su iniziativa austro-ungarica, per impedire alla Serbia di raggiungere il Mediterraneo.

Il problema a questo punto è la spartizione dei territori conquistati: la Bulgaria crede di avere più diritti degli altri paesi balcanici (in particolare rivendica, su basi etniche, ampie porzioni della Macedonia ---> sarebbe diventata la più grande potenza dei Balcani) e nel Luglio 1913 riprende le ostilità (comincia quindi la II guerra balcanica) ma viene rapidamente sconfitta ---> con il Trattato

di Bucarest del 10 Agosto 1913 viene duramente punita (anche a causa delle famigerate “Atrocità bulgare” nei confronti dei greci) e questo anima un revanscismo pericoloso, gravido di conseguenze (si schiererà infatti con gli Imperi centrali e verrà quindi nuovamente sconfitta). Per ora comunque conserva lo sbocco sull'Egeo (Tracia occidentale); la nazione più favorita dalle condizioni di pace è sicuramente la Grecia, e poi la Turchia che ri-ottiene la Tracia orientale. ●

LA CONQUISTA DELLA LIBIA: con l'approvazione di Russia, FR e GB e la non interferenza degli Imperi centrali (mea culpa per la questione bosniaca), l'Italia dal Settembre 1911 all'estate del '12, con una guerra piuttosto impegnativa, conquista la Libia e anche le isole del Dodecanneso, davanti alla costa turca (Trattato di Ouchy/Losanna del 15 Ottobre '12). La situazione è ambigua dal punto di vista giuridico, specie riguardo alle isole del Dodecanneso (annesse come pegno contro eventuali - impossibili - attacchi dell'Impero Ottomano e finché tutti i funzionari turchi non avessero lasciato la Libia); è insomma più una situazione di fatto, una prova di forza che turba il già fragile equilibrio della regione. Inoltre le altre potenze non riconoscono subito le conquiste, per punire l'Italia dello scarso rispetto del diritto internazionale.

1.4. LA I GUERRA MONDIALE La Grande Guerra non è un evento inevitabile, ma solo la logica conseguenza di una serie di fatti anteriori. Sicuramente l'area più tesa era quella balcanica, dove la minoranza slava, non riconosciuta dall'Impero Austro-Ungarico, era in perenne agitazione: bastava quindi un nonnulla per far esplodere le innumerevoli tensioni latenti. Questo nonnulla è l'uccisione, il 28 Giugno '14, dell'Arciduca Francesco Ferdinando, prossimo erede al trono. È “interessante” notare che il giorno della visita a Sarajevo era lo stesso dell'anniversario della battaglia di Kosovopolje, evento fondante dell'identità nazionale serba. Aggiungiamo il fatto che il servizio di sicurezza fu organizzato molto male: non ci si può sorprendere che per un irredentista serbo quella fosse un'occasione d'oro. Il 6 Luglio '14 la Germania stacca il II assegno bianco all'Impero Austro-Ungarico: supporto incondizionato all'Austria sulla questione serba ---> l'Austria dichiara guerra alla Serbia. È una decisione di importanza fondamentale e ha certamente un peso determinante nel rendere la Germania l'unica responsabile della I GM, come stabilirono i trattati di pace di Versailles. Il Luglio 1914 è un mese di follia delle cancellerie europee, su cui molto pesano le limitate possibilità di comunicazione dell'epoca. Ci sono quindi anche molte incomprensioni e avvenimenti casuali nello scoppio della guerra. Il misunderstanding più grave è sicuramente quello tedesco rispetto alla mobilitazione parziale (solo dei reparti d'élites) dell'esercito russo del 29 Luglio: pensando fosse una mobilitazione totale, la Germania il 31 Luglio dichiara guerra alla Russia ---> la Francia ordina la mobilitazione generale il 1 Agosto. Il 2 Agosto l'Italia dichiara la sua neutralità e il 5 l'Inghilterra dichiara guerra alla Germania ●

IL “PIANO SCHLIEFFEN”: è il piano ideato dal generale Von Schlieffen nel 1894, subito dopo la sigla dell'alleanza franco-russa ---> le strategie belliche praticamente medievali unite ai nuovi, potentissimi armamenti portarono ad una devastante guerra di trincea. Il piano prevedeva una guerra su 2 fronti: ○ Fronte occidentale: aggiramento dell'imponente linea difensiva francese (che diventerà poi l'inutile linea Maginot) invadendo il Belgio e sfondando al centro lo schieramento francese. Il Belgio, nato nel 1830 attraverso compromessi diplomatici voluti dagli inglesi, è una specie di promontorio europeo verso la GB, che ha interessi vitali nel mantenerlo libero e neutrale ---> la GB entra in guerra subito a fianco di Francia e Russia, il 14 Agosto 1914: senza questo intervento immediato molto probabilmente l'esercito tedesco sarebbe dilagato in FR. È importante notare che durante tutta la guerra il suolo tedesco non viene mai invaso;





Fronte orientale: una volta sconfitto l'esercito francese (la previsione del piano era di appena 39 giorni, ma escludeva l'intervento della GB), gran parte delle truppe sarebbe stata spostata sul fronte orientale (confidando nella lenta mobilitazione dell'esercito russo, che però non fu così lenta come previsto dal piano). Su questo fronte, Impero Ottomano e Bulgaria si schierano con gli Imperi Centrali. Gli spazi sono più ampi, è una guerra di movimento.

LA POSIZIONE DELL'ITALIA: è in una posizione assolutamente ambigua. Formalmente è ancora parte della Triplice, che è un'alleanza esclusivamente difensiva: l'Italia quindi è in regola col diritto internazionale dichiarando la sua “non belligeranza”, cosa diversa dalla neutralità. Tuttavia questa è considerata un'occasione unica per completare l'unità nazionale. Non bisogna sottostimare l'importanza dell'Italia: benché non fosse una potenza militare, aveva milioni di uomini da schierare e quindi poteva avere un “peso determinante” negli equilibri fra i 2 schieramenti (l'esercito ITA schierato sulla frontiera francese e russa è cosa ben diversa da quello schierato esclusivamente sul fronte austriaco) ---> è quindi fortemente corteggiata da entrambe le parti: i tedeschi inviano l'ex presidente Von Bülow, che offre le terre irridente come ricompensa per l'Italia. Gli Austriaci ovviamente non ci stanno, cedendo al massimo su Trento ma non su Trieste, il porto di Vienna. D'altra parte, per l'Intesa la concessione delle terre irridente (e anche di più) è una cosa facilissima da promettere: sono infatti terre strappate al nemico ---> si arriva così al “Patto di Londra” del 26 Aprile 1915: l'Italia si impegnava a entrare in guerra entro 30 giorni e a restare a fianco dell'Intesa fino alla conclusione del conflitto, senza poter concludere paci separate. Le ricompense in caso di vittoria sono ricche: confine sul Brennero (includendo così Bolzano e Alto Adige, territori anche etnicamente austriaci), Trento, Carniola Occidentale (montagne slovene), contee di Gorizia e Gradisca, Trieste e Venezia-Giulia, tutta l'Istria ma non Fiume (porto asburgico anche in caso di sconfitta), numerose isole della costa dalmata fino all'Albania ---> nasce il mito dell'Adriatico “lago italiano”. Inoltre, prevede una donazione di 30mln di sterline e il riconoscimento della Libia e del Dodecanneso. Un fatto gravido di conseguenze è la mancanza di strategie relative al fronte austriaco, sia da parte italiana sia da parte austriaca (in fondo almeno formalmente erano rimasti alleati all'interno della Triplice Alleanza), determinate anche dalla segretezza e dalla rapidità della stipula del patto di Londra. Il 24 Maggio '15 l'Italia dichiara guerra all'Austria e comincia la prima delle 12 battaglie dell'Isonzo (la 12esima è il disastro di Caporetto).



VICENDE MILITARI: è importantissimo ricordare che la Germania non viene sconfitta militarmente, anzi: alla firma dell'armistizio (10 Novembre '18) le sue posizioni sono molto migliori rispetto all'inizio della Guerra ---> coscienza tedesca di non aver perso la guerra dal punto di vista militare e rifiuto del diktat di Versailles. Sul fronte occidentale la guerra si combatte in Francia, mentre sul fronte orientale il ritiro della Russia (pace di Brest-Litovsk del 3 Marzo 1918) in seguito alla rivoluzione bolscevica in pratica regala enormi territori ai tedeschi. Riguardo al fronte italiano, ci sono 2 fasi: ○ fino all'Agosto '17 leggero vantaggio italiano; ○ disfatta di Caporetto (XII battaglia dell'Isonzo) dell'Ottobre '17: i tedeschi ritirano ingenti forze dal fronte orientale (disponibili dopo il ritiro della Russia) e sfondano lo schieramento italiano in profondità (tra Tolmino e Boveç), tagliando fuori le truppe sulle montagne e dilagando nella pianura friulana. L'esercito italiano (col generale Diaz) sorprendentemente non va alla sbando totale e blocca tedeschi e austriaci sul Piave ---> di nuovo fronte statico per circa 1 anno.



GLI EVENTI DIPLOMATICI: la maggior parte sono atti a consolidare i rapporti interni all'Intesa (tra Austria e Germania l'unione è sempre ferrea). Vediamo dunque gli accordi più importanti, oltre al fondamentale “Patto di Londra”:

Nel Marzo '15, con l'accordo detto di “Costantinopoli e gli Stretti”, per evitare che i Russi segnino una pace separata (permettendo ai tedeschi di sfondare il fronte occidentale), GB e Francia promettono ai Russi che se condurranno la guerra fino alla fine avranno gli Stretti ---> rimane lettera morta per il ritiro della Russia, ma era una concessione molto pesante. Anche la Russia però avrebbe dovuto pagare un prezzo elevato, e cioè l'importante rafforzamento dell'Italia nell'area balcanica in seguito al Patto di Londra del mese successivo (se fosse stato applicato integralmente); ○ Nel Maggio '16 l'importante accordo segreto anglo-francese Sykes-Picot stabilisce la divisione in sfere d'influenza dell'Impero Ottomano, destinato comunque a scomparire dopo la guerra: alla GB Mesopotamia (dal '19 Iraq), gran parte dell'Arabia e i porti di Haifa e Acri in Palestina (che viene internazionalizzata) // alla FR Cilicia, Siria (comprendente il Libano), Piccola Armenia e parte del Kurdistan // alla Russia Armenia e Kurdistan. ○ Alla fine del '16 il kaiser Guglielmo II è disponibile alla pace e cerca nel presidente Wilson un mediatore neutrale: decide di fare questo passo in quel momento perché poteva far valere posizioni militarmente forti mentre nel lungo periodo il crescente isolamento degli Imperi Centrali li avrebbe soffocati economicamente ---> Wilson però ha già deciso di scendere in guerra, non è neutrale come si sperava. ○ Alla fine del '16 l'Italia è in condizioni disperate (fronte statico) e si intravede già lo sfaldamento del fronte orientale ---> gli alleati capiscono di dover rassicurare l'Italia: l'accordo segreto di San Giovanni di Moriana del 19 Aprile 1917, in Savoia, vede la partecipazione di Inglesi e Francesi, ma non dei Russi (in quel momento c'era il governo Kerenskij, social-rivoluzionario). In ogni caso, in quella riunione si promettono all'Italia le coste turche meridionali di Smirne, Adalia e Conia. Le stesse zone saranno poi promesse alla Grecia nel '17 e cedutele nel '19 (l'assenza della Russia è la scusa adottata da GB e FR per non applicare i termini dell'accordo alla fine della guerra). Quindi, assieme all'accordo di Sykes-Picot, definisce le basi per la negoziazione della situazione in Asia Minore; ○ “Dichiarazione Balfour” del 2 Novembre 1917 sulla opportunità nel lungo periodo di donare al popolo ebraico un “focolare nazionale” (National home). N.B. Alla fine della guerra, con il ruolo preponderante degli USA e quindi in nome del principio di autodeterminazione dei popoli e della “Nuova diplomazia” che rifiuta i trattati segreti, i trattati di Sykes-Picot e di S. Giovanni di Moriana avevano perso la loro legittimità giuridica; ciò nonostante, nelle loro grandi linee vennero applicati. ○



INGRESSO E RUOLO DEGLI U.S.A.: la data fondamentale è il 2 Aprile '17, in cui Wilson ottiene ad ampia maggioranza il sostegno dal Congresso per l'ingresso in guerra. Quali sono gli antefatti a questo ingresso in guerra? Fino a quel momento la dottrina seguita nella politica estera americana è la “Dottrina Monroe”: tendenziale isolazionismo e assoluto disinteresse nei confronti degli affari europei (addirittura, la Costituzione stessa impediva al Presidente di segnare accordi preventivi in tempo di pace; norma cambiata solo nel 1948 dalla “risoluzione Vandenbergh”). Di fronte alla I GM, però, non possono fare finta di niente, specie perché le maggiori relazioni commerciali degli USA erano con FR e GB. Wilson fu presidente dal '13 al '21 (2 mandati pieni) e dovette gestire i rapporti con un opinione pubblica interna assolutamente frammentata secondo le linee di divisione etniche: irlandesi contro inglesi, italiani contro tedeschi, 6 mln di polacchi contro tutti. Lo staff democratico ovviamente era schierato con l'Intesa perché, oltre alle affinità ideologiche, lo Stato tedesco militarista (cioè governato dai militari) non è adatto al dialogo e alla tutela degli interessi americani. L'ingresso degli USA in guerra è determinato essenzialmente dall'esigenza di veder ritornare (con gli interessi) i prestiti fatti all'Intesa (stimabili in 17 miliardi di $, una cifra spaventosamente alta e con alto rischio di restituzione). Wilson nel '16 conduce una campagna elettorale molto prudente perché non vuole irritare la forte corrente astensionista ---> viene eletto (I martedì di Novembre) con la promessa di un rigido astensionismo che però si rimangerà pochi mesi dopo: la ragione

ufficiale dell'ingresso in guerra è la supposta “guerra sottomarina indiscriminata” della Germania contro navi mercantili di paesi terzi (che spesso portavano rifornimenti militari ai paesi dell'Intesa, oltre che civili e merci). Un' altra ragione molto più vaga è il complotto (documentato con il “Telegramma Zimmerman” ma irrealistico) che i diplomatici tedeschi e austriaci in USA tentavano di portare il Messico dalla parte degli Imperi Centrali, incitandolo ad invadere gli USA. La I dichiarazione di Wilson è che l'ingresso degli USA non ha lo scopo di far vincere l'Intesa, ma quello di “una pace rapida e giusta per tutti”: parole mai sentite prima da un capo di Stato che entra in guerra. Dal punto di vista tattico/strategico, la tradizione di comando militare degli USA è molto scarsa: non sono in grado di comandare battaglioni numerosi e di gestire strategie di ampio respiro, tant'è vero che riescono a schierare dei soldati sul fronte francese solo mesi dopo la dichiarazione di guerra (con 80000 morti). Inoltre, FR e GB non vogliono una presenza troppo massiccia degli USA sul fronte per evitare che al tavolo di pace avessero troppo potere contrattuale (più di quello che avevano, già notevole). Il ruolo di Wilson, comunque, è fondamentale nelle trattative per la pace. La sua è una proposta di pace, appunto, “rapida e giusta per tutti”: questo crea un enorme misunderstanding e ha conseguenze vastissime per la storia futura. I cardini di questo progetto (gli “scopi di guerra” degli USA) sono i famosi “14 punti” di Wilson (enunciati in un discorso al Senato l'8 Gennaio 1918): seguendo queste linee guida, la pace per la Germania non sarebbe stata troppo onerosa, ed anzi accettabile ---> la Germania firmerà l'armistizio, il 10 Novembre 1918, convinta che la pace si baserà sui 14 punti. Però, al contrario, dai trattati di pace esce il diktat di Versailles, una pace punitiva assolutamente devastante e umiliante per la Germania (convinta di avere vinto militarmente la guerra), disarmata e in condizioni di non riprendersi nel medio periodo. Nel concreto la traslazione dei 14 punti sul piano pratico ne stravolgerà il significato: il punto del “disarmo mondiale” si traduce sul piano pratico nella distruzione dell'esercito tedesco; la questione della “equa soluzione” del problema delle colonie è la divisione delle colonie tedesche tra Inglesi e Francesi. Ancora, riguardo al “principio di nazionalità” e in particolare alla rinascita della Polonia, non era certo prevista la creazione del corridoio di Danzica. In sintesi, i famosi “14 punti” di Wilson sono i seguenti:

1. divieto di stipulare accordi e trattati segreti (instaurazione di una diplomazia “aperta”); 2. assoluta libertà di navigazione in tempo di pace e di guerra (uniche eccezioni i mari chiusi temporaneamente in seguito a convenzioni internazionali);

3. abbattimento,

nei limiti del possibile, delle barriere economiche/commerciali e delle distinzioni/discriminazioni tra i paesi partecipanti al commercio internazionale;

4. disarmo generalizzato, tale per cui gli eserciti siano proporzionati a scopi difensivi; 5. regolamento delle rivendicazioni coloniali, tenendo conto sia della volontà

dei popoli

colonizzati sia delle potenze coloniali;

6. evacuazione di tutti i territori russi e sistemazione di tutte le questioni riguardanti la Russia, che dovrà essere accolta con piena dignità nel consesso internazionale (N.B. in quel periodo in Russia apice dello scontro tra le varie componenti rivoluzionarie, l'evoluzione democratica è ancora possibile);

7. evacuazione e restaurazione immediata e totale del Belgio; 8. evacuazione della Francia occupata e restituzione dell'Alsazia-Lorena (inglobata dal II Reich nel 1870);

9. rettifica dei confini italiani secondo le linee di nazionalità (ma il Trattato di Londra riservava alcune regioni e porti, tra cui ad es. Fiume, ai futuri stati Yugoslavi);

10.appoggio ai movimenti nazionalisti interni all'Austria-Ungheria; 11.evacuazione di Romania, Montenegro e Serbia (alla quale va garantito lo sbocco sul mare) e instaurazione di rapporti “amichevoli” tra gli Stati balcanici;

12.appoggio a popoli ed etnie non-turchi all'interno dell'Impero Ottomano; apertura degli Stretti dei Dardanelli e del Bosforo a tutte le navi mercantili;

13.fondazione di uno Stato nazionale Polacco, cui dovrà essere garantito uno sbocco sul mare (Danzica), e che dovrà essere protetto da convenzioni internazionali;

14.fondazione della Società delle Nazioni, a garanzia di tutti gli Stati partecipanti. Particolarmente importante sono il X, XI e XII punto, riguardo alle “autonomie” dei popoli balcanici sottoposti all'Impero Asburgico e a quello Ottomano . Con la nota del 12 Febbraio '18, il concetto si trasforma nel “principio dell'autodeterminazione dei popoli” e viene esteso a tutta Europa ---> fattore fortissimo di destabilizzazione perché in linea di principio non ha limiti: chiunque può sentirsi nazionalmente/etnicamente diverso e decidere di creare un proprio Stato. Questo principio comunque ha conseguenza importantissime già durante la guerra: infatti già nel '18 sorgono all'interno dell'Impero Asburgico parlamenti nazionali (slovacco, ceco, ...) ---> rotta dell'esercito Austroungarico e vittoria italiana. La “Conferenza della Pace” di Parigi inizia i suoi lavori il 18 Gennaio 1919 (40° anniversario della fondazione a Versailles del II Reich) e produrrà 5 trattati (uno per ogni paese sconfitto): ○ Trattato di Versailles del 28 Giugno '19 (Germania); ○ Trattato di Saint-Germain-en-Laye del 19 Settembre '19 (Austria); ○ Trattato di Neully del 27 Novembre '19 (Bulgaria); ○ Trattato di Trianon del 2 Giugno '20 (Ungheria); ○ Trattato di Sevrès del 10 Agosto '20 (Impero Ottomano) : in realtà è provvisorio perché cambia la situazione in Turchia in seguito alla rivoluzione di Ataturk; il trattato definitivo (più favorevole alla Turchia) è quello di Losanna del 1923. ●

IL TRATTATO DI VERSAILLES (e di Saint-Germain-en-Laye) : non ci sono delegazioni rappresentative dei paesi vinti e quindi non c'è nessun diritto di negoziare le clausole: elemento importantissimo del diktat. Importante è la pretesa di Wilson di inserire come prima parte di questo e di tutti gli altri trattati il 14° punto, cioè la costituzione della Società delle Nazioni: è un'idea forte che vuole evitare la pura politica di potenza degli Stati europei e prevede un nuovo modello di convivenza mondiale fondato sull'idea di “sicurezza collettiva” (visione universalistica del problema sicurezza: un grande ente multinazionale in grado di gestire la violenza per garantire la pace-schema ripreso in seguito da Roosvelt con l'ONU) ---> l'idea non entusiasma la “vecchia Europa”, con i suoi uomini di Stato (Lloyd George, Clemencau, Orlando) provenienti dall'ancien regime della politica di potenza: tuttavia la tollerano perché al limite non fa alcun danno, stante la garanzia della sovranità interna degli Stati. Il problema dell'inserire la SdN come primo punto dei trattati di pace è che i paesi vinti la vivono come l'ennesima imposizione da parte dell'Intesa e quindi ne rifiutano la legittimità. La cosa più importante poi è il fatto che gli USA non entrano nella SdN: Wilson vedeva un ruolo attivo degli USA in questo sistema di “sicurezza collettiva” ma il popolo americano non lo seguiva minimamente. Infatti capiscono che, oltre ad aver perso 80.000 soldati, non avrebbero rivisto in tempi brevi i loro 17 miliardi di $ perché i paesi dell'Intesa avevano subordinato il pagamento dei

debiti con gli USA al pagamento delle indennità di guerra da parte della Germania. Durante la campagna elettorale del '20, Wilson fa della ratifica dei trattati (e quindi dell'ingresso nella SdN) il suo cavallo di battaglia. L'elettorato americano gli volta le spalle ed elegge il conservatore Hardings: questi non ratifica i trattati di pace e fa delle paci separate (1 Agosto 1921, pace separata Germania-USA) a condizioni molto più vantaggiose per la Germania rispetto a quelle dei trattati (vogliono solo riprendere buoni rapporti commerciali il più presto possibile) ---> totale delegittimazione della SdN (di cui Wilson era stato l'unico promotore entusiastia) e di tutti i trattati. ○

La posizione francese: è durissima (specie quella del Maresciallo Foch) e chiede importanti modifiche di confine a svantaggio della Germania, con l'obiettivo dell'umiliazione (tutti i territori a Ovest del Reno ad es.): Wilson ha un ruolo da moderatore molto importante. Comunque i francesi riescono a far passare il principio della colpevolezza pressoché unica e assoluta della Germania e quindi anche il suo dovere al risarcimento del danno ingiusto, le “riparazioni di guerra” tedesche devolute in gran parte alla Francia stessa (articoli 227-232, in cui si stabiliscono anche responsabilità personali ---> presupposto di un processo internazionale per crimini di guerra, quello che sarà poi Norimberga). Il risarcimento verrà stabilito da una commissione interalleata che, in 2 anni (Maggio '21) e con la consulenza di esperti tedeschi, doveva stabilire entità e modalità delle riparazioni. Comunque si stabilisce subito che al Maggio '21 la Germania avrebbe dovuto versare 20 miliardi di marchioro (per “sfuggire” alla devastante inflazione del marco in quegli anni).



Le clausole punitive nei confronti della Germania: di vario tipo: - clausole territoriali: in Europa, ci sono molte variazioni: a Nord la questione del confine con la Danimarca trova facile soluzione (plebisciti sia x lo Schleswig sia x l'Holstein: la I alla Danimarca e la II resta alla Germania), come pure quella del confine del Belgio (distretti di Malmedy e Eupen) e della Francia, con il recupero di Alsazia e Lorena.

La questione più spinosa è a Est, per garantire uno Stato alla Polonia (smembrata fin da dopo le guerre napoleoniche) si strappano territori in parte alla Russia, in parte all'ex Impero AustroUngarico e alla Germania; quest'ultima perde (cfr. XIII punto di Wilson: “territori abitati da popolazioni indiscutibilmente polacche”) Posnania, parte dell'Alta Slesia e il “Corridoio di Danzica” (cioè Prussia occidentale), che garantiva alla Polonia uno sbocco al mare: Danzica (etnicamente tedesca) è città libera formalmente sotto tutela della SdN ma di fatto l'amministrazione è polacca. È il simbolo dell'umiliazione tedesca e del revanscismo. Importante la questione della Saar: internazionalizzata per 15 anni, i suoi proventi saranno parte delle riparazioni dovute alla Francia. Dopo 15 anni sarebbe stato organizzato un plebiscito (plebiscito che ovviamente sarà favorevole alla Germania, è solo in ossequio al principio di autodeterminazione); - clausole militari: il IV punto recita: “Tutti i paesi impegnati nella guerra dovranno impegnarsi per un disarmo generale”. Il risultato pratico è che viene disarmata solo la Germania: viene abolita la leva e l'esercito (ora di professionisti) viene limitato a 100.000 uomini, di cui solo 4000 potevano essere quadri dirigenti ---> questa misura, assieme alla chiusura delle Accademie,

voleva impedire alla Germania di avere un esercito minimamente efficace. Vengono poi vietate specifiche categorie di armamenti: l'aviazione, i carroarmati, l'artiglieria pesante (potentissima) e la marina militare limitata a mezzi da 10000 tonnellate. Infine, si stabilisce la completa smilitarizzazione di tutti i territori ad Ovest del Reno e, laddove il Reno sia confine, smilitarizzazione di una fascia di 50km. - clausole di garanzia: Colonia, Magonza e Coblenza vengono occupate militarmente e, solo in caso di corretto adempimento delle riparazioni, sarebbero state liberate con cadenza quinquennale ('25 Colonia, '30 Magonza e '35 Coblenza). C'è poi una clausola generale: in caso di inadempimenti, gli Alleati avrebbero potuto occupare altri territori. Questa clausola verrà applicata + volte ---> un'altra violazione dei 14 punti. - Anschluss-Verbot: l'art.80 vieta alla Germania l'annessione dell'Austria o di parte di essa (cosa che sarebbe stata estremamente probabile visto il favore della popolazione austriaca); ○

L'Italia e la “vittoria mutilata”: l'Italia ha le aspettative del Patto di Londra “integrate” dalle concessioni contenute nell'accordo di San Giovanni di Moriana (giudicato carta straccia da GB e FR per i motivi detti sopra). Un problema particolarmente spinoso è la posizione di Fiume: nel Patto di Londra doveva rimanere all'Impero Asburgico come porto commerciale, ma l'Italia sostiene di avere dei diritti su di essa (pressione dei nazionalisti e soprattutto il fortissimo argomento del principio di nazionalità/autodeterminazione). A complicare il tutto Wilson sostiene che, seguendo il principio di nazionalità, tutta la parte orientale dell'Istria (a ovest del golfo del Quarnaro) è etnicamente slava e dovrebbe quindi essere assorbita dalla Yugoslavia ---> Orlando e Sonnino abbandonano per 15 giorni i tavoli di pace (protesta anche contro l'appello di Wilson al popolo italiano di rinunciare alle annessioni imperialiste ---> scavalca il governo). Alla fine, per chiudere le trattative di pace, la questione dei confini a nord-est viene rimandata ad accordi diretti italo-yugoslavi. Pochi giorni prima della firma del trattato di St. Germain-en-Laye, c'è l'impresa fiumana di D'Annunzio, che occupa Fiume (solo perché nessuno aveva provato a fermarli) e vi instaura la “Reggenza del Carnaro” (N.B. “Reggenza” perché era in attesa del vero Re d'Italia). A Belgrado preferiscono cominciare subito le trattative per una soluzione diplomatica. In quel momento la bilancia pende a favore dell'Italia (governata da Giolitti e con Carlo Sforza, ex ambasciatore nei Balcani, come ministro degli Esteri) più forte militarmente della neonata Yugoslavia (che non può neanche contare sul sostegno di Wilson, impegnato nella competizione elettorale). Prevalgono quindi le sue posizioni: tutta l'Istria all'Italia (cade l'idea di Wilson), Fiume città libera sotto il mandato della SdN e compromesso sulle basi italiane promesse dal “Patto di Londra" (svanisce il mito dell'Adriatico “lago italiano”). Questa nuova sistemazione dei confini viene sancita dal Trattato di Rapallo del 12 Novembre 1920. Invece, riguardo al Trattato di S. Giovanni di Moriana, la diplomazia italiana è molto abile e spudorata: dato che la rivoluzione kemalista rendeva improbabile un'occupazione militare delle coste turche, l'Italia fa un patto con la Grecia. Il 15 Luglio '19, con lo “Scambio di note TittoniVenizelos” il ministro degli Esteri Tittoni con il presidente greco Venizelos operano un brutale scambio di favori: mano libera all'Italia in Albania e altrettanto per la Grecia in Turchia. La notizia tuttavia trapela e viene convocata una conferenza internaz. sull'Albania: l'Italia comunque vi ha un ruolo dominante e in appena 2 anni costituisce il suo protettorato. Ritornando alla questione Fiumana, l'insediamento di Mussolini a capo del Governo del 28 Ottobre '22 fa precipitare la situazione; alla fine però prevale una linea, se non moderata, realista (influenza della diplomazia non fascista, ancora in posizione di controllo). Il 27 Gennaio '24, dopo la vittoria del Partito Fascista alle elezioni amministrative di Fiume, col “Patto di Roma”, la Yugoslavia accetta il cambio di status di Fiume che il 20 Luglio '25 con la Convenzione di Nettuno passa sotto sovranità italiana.



La disfatta dell'Austria (trattato di “Saint-Germain-en-Laye” del 10 Settembre '19): oltre alle cessioni all'Italia, questo trattato stabilisce altre pesanti cessioni. Infatti: - alla neonata Cecoslovacchia deve cedere la Boemia (comprendente i Sudeti), la Moravia, la Turingia e la “Slesia Austriaca” (importante regione mineraria); - alla Polonia cede la Galizia; - alla Romania cede la Bucovina; - alla Yugoslavia: la Bosnia-Erzegovina e gran parte dell'attuale Slovenia (Stiria meridionale e Carniola orientale). Rischiò inoltre di perdere (con referendum) anche la Carinzia meridionale, in cui era presente una forte minoranza slava.



TRATTATO DEL TRIANON del 4 GIUGNO '20 (UNGHERIA): anche qui, è un massacro: - cede alla Cecoslovacchia la Slovacchia e la Rutenia subcarpatica; - cede all'Austria il Burgenland; - cede alla Romania la Transilvania (forte commistione etnica tra Ungheresi e Rumeni) e la parte orientale della regione del Banato; - cede alla Yugoslavia il Banato “occidentale”, la Backa (che diventerà poi la provincia autonoma serba della Voivodina, a forte minoranza ungherese - è una cessione importante perché prima Belgrado era sul confine con l'Ungheria).



TRATTATO DI NEULLY DEL 27 NOVEMBRE '19 (BULGARIA): la Bulgaria nei 10 anni precedenti aveva fatto solamente errori, prima nella guerra balcanica poi durante la I GM. Le conseguenze sono dunque molto pesanti: - cede la Tracia orientale alla Grecia (perdendo lo sbocco sul Mediterraneo); - cede la sua parte di Macedonia alla Yugoslavia; - cede la Dobrugia meridionale alla Romania.



TRATTATO DI SÈVRES (10 AGOSTO '20) E DI LOSANNA (23 LUGLIO '23): le paci balcaniche sono le ultime a essere firmate perché la questione da risolvere aveva radici molto profonde. Tale questione è appunto la vecchia “Questione d'Oriente” (che si fa risalire alla spedizione d'Egitto di Napoleone del 1799): quello di Sèvres è l'ultimo trattato risolto con spirito ottocentesco, cioè real politik, imperialismo e interessi ---> trattato anacronistico.

Il presupposto è la capitolazione della Bulgaria il 29 Novembre '18 (è il primo stato della Triplice a crollare) e più tardi dell'Impero Ottomano: Impero che ha saputo dare filo da torcere all'esercito inglese. Durante le trattative per l'armistizio - bloccate dalla GB, con mentalità colonialista, finché non occupa tutti i territori dell'Impero Ottomano - la parte alleata era rappresentata dall'ammiraglio inglese Woodrow. Le condizioni dell'armistizio di Mudros (30 Ottobre 1918) sono molto dure: - apertura degli Stretti (smantellamento delle fortificazioni); - apertura di tutti i porti alla marina alleata, sia militare sia civile; - internazionalizzazione di Istanbul/Costantinopoli; - ritiro delle truppe ottomane da Siria, Yemen, Cilicia, Mesopotamia e Armenia; - consegna della flotta; - consegna agli alleati di tutti gli ufficiali tedeschi e austriaci con funzione di collegamento; - interruzione di tutti i rapporti con gli Imperi Centrali (ancora in guerra); - diritto degli Alleati di occupare il territorio in caso di disordini; - diritto degli Alleati di sostare presso le zone petrolifere. Quello contro cui l'Impero Ottomano voleva tutelarsi era ovviamente la Grecia, entrata in guerra nel '16 e spaccata a metà tra il Nord filo-alleato e il Sud filo-tedesco. Per questo chiede che i Greci non partecipino alla conferenza di pace: ovviamente però l'Impero Ottomano non aveva più il diritto di avanzare alcuna richiesta. Durante il conflitto, la Russia nel '16 aveva rinunciato alle sue rivendicazioni in Oriente e questo aveva dato grande influenza alle posizioni della Grecia, vista come la potenziale nuova potenza egemone nei Balcani. I Greci due mesi dopo, il 30 Dicembre '18, presentarono le loro rivendicazioni: la principale era l'unione con la madrepatria della zona di Smirne (1 milione di greci vivevano tra l'area di Smirne e la Tracia), mentre per i greci che si trovavano fuori dalla zona di Smirne proposero uno scambio con i Turchi nella zona greca. La conferenza di pace prende nota delle richieste ma non assume iniziative concrete. Il problema rilevante è che gli Alleati avevano promesso sia alla Grecia sia all'Italia gli stessi territori in Turchia, perché entrassero in guerra. La questione si risolverà solo con gli “accordi Tittoni-Venizelos” (vedi sopra). L'Impero Ottomano partecipa alle conferenze di pace ma il movimento Kemalista dei Giovani Turchi viene ignorato, perché ufficialmente non è riconosciuto da nessuno. I rappresentanti ottomani scaricano tutta la colpa della guerra sul “Comitato Unione e Progresso”, frangia estremista del movimento dei Giovani Turchi (la stessa che nel '15 perpetuò lo sterminio degli Armeni). All'interno della Turchia, infatti, si confrontano il partito lealista all'Impero Ottomano e il partito nazionalista turco. Il confronto tra le 2 realtà è interessante: l'Impero Ottomano è uno stato multietnico e il cui Califfo è rappresentante di tutti i musulmani, mentre il movimento dei Giovani Turchi si basava su un ideale fortemente nazionalista. La cosa curiosa è che nel '19 il Califfo inviò proprio Kemal Ataturk a sedare le rivolte autonomiste: Kemal non aveva mai fatto mistero delle sue tendenze autonomiste e infatti prese il comando degli insorti e iniziò la sua guerra di indipendenza (disse che non si poteva obbedire al Califfo perché era un pupazzo in mano agli Alleati) ---> è possibile che nell'imminenza della fine il Califfo abbia preferito favorire la creazione di uno Stato forte. Il trattato di Sèvres, costituito da diversi accordi specifici, affida a una commissione anglo-italofrancese il potere di controllare il bilancio dello Stato e le sue leggi finanziarie, per far sì che l'ex Impero paghi le riparazioni di guerra. Soprattutto, questo trattato definisce le aree di influenza e la nuova sistemazione territoriale anche in Asia Minore: Attalia e regione di Iconion all'Italia // Cilicia, Siria e Libano alla Francia // Palestina, Mesopotamia (via delle Indie e controllo dei pozzi petroliferi) e Egitto alla GB // Smirne e Tracia orientale alla Grecia // Armenia indipendente (unita alla parte ex-russa) // Kurdistan autonomo // liberalizzazione e smilitarizzazione degli stretti.

Ci son 2 questioni che nonostante gli accordi rimangono aperte: ○ Tracia orientale e occidentale: importante perché è la testa di ponte della Turchia verso l'Europa ed è popolata da popolazioni in maggioranza turcomanne musulmane. È una regione che dalle guerre balcaniche aveva subito numerosi “passaggi di proprietà”: mentre la Tracia occidentale dal '13 è saldamente Bulgara, quella orientale passa dalla Bulgaria all'Impero Ottomano poi di nuovo alla Bulgaria e infine passa alla Grecia assieme alla parte occidentale ----> Kemal non accetta la perdita della Tracia Orientale. ○ Neutralità degli Stretti: Kemal non accetta questo trattato perché era stato segnato dal Califfo che non aveva più nessuna autorità effettiva. La Grecia allora si propone per occupare gli Stretti e garantirne la neutralità ---> guerra greco-turca dal '21 al '22: la guerra si conclude disastrosamente per la Grecia ma interviene la GB che occupa Costantinopoli e gli Stretti. È significativo il supporto dell'URSS a Kemal, che non si limitò a donazioni di armamenti ma anche alla restituzione dei distretti di Karse e Ardahan (riconosciutile dalla conferenza di Berlino): da una parte lotta contro le potenze capitaliste e dall'altra rifiuto dei “trattati imperialistici” (anche il trattato con la Cina del 31 Maggio '24 vuole marcare la differenza tra l'URSS e la vecchia mentalità colonial-imperialista di cui è ancora pervasa l'Europa). Cominciano le trattative per la pace, con un testo inizialmente elaborato solamente da Turchi e Inglesi, che viene rifiutato dai Greci ---> iniziano nuove trattative in 2 fasi: - I fase (dall'Ottobre '22 al 4 Febbraio '23): è incentrata sulle clausole territoriali e sulle riparazioni. Si decide della permanenza del patriarcato ecumenico di Costantinopoli, i confini del nuovo Stato greco e turco (sul fiume Ebro ---> Tracia Orientale alla Turchia), un colossale risarcimento per la Grecia (che non è in grado di pagarlo) e lo scambio di popolazioni; - II fase (dal 23 Aprile '23 al 24 Luglio '23, firma della Pace di Losanna): risolto il problema di Mosul (frizioni tra GB e Turchia perché è una zona ricca di petrolio), si passa alla definizione delle clausole economiche. Il tema + importante era quello delle capitolazioni: questi erano

accordi commerciali favorevoli stipulati a suo tempo tra le Repubbliche Marinare italiane e l'Impero Ottomano, poi estese alla Francia. Col tempo si erano aggiunte sfumature giuridiche importanti, per le quali un cittadino italiano, francese, tedesco, ecc poteva essere giudicato solo dai tribunali dei propri paesi anche per gli illeciti commessi nell'Impero Ottomano. Con questi accordi anche la GB avrebbe goduto di questi privilegi. Per ottenere la cancellazione delle capitolazioni e dei debiti contratti dall'Impero Ottomano, la Turchia dovette rinunziare a ogni pretesa su Egitto, Sudan, Libia, Siria, Iraq e riconobbe la sovranità inglese su Cipro (occupata nel 1914). Inoltre, la Grecia conservò tutte le isole dell'Egeo, tranne il Dodecanneso che restò all'Italia. In compenso, la Turchia riacquistò appunto la Tracia Orientale e le isole di Imvros e Tenedos. In secondo luogo, si riconobbe il principio del libero transito e sorvolo degli Stretti (situazione immutata fino al “Trattato di Montreux” del '36), ma la Turchia doveva garantire le seguente condizioni (una commissione internazionale avrebbe vigilato sul loro rispetto): 1) in tempo di pace: libero transito per navi mercantili e navi da guerra, a condizione che il numero di navi militari che si dirigeva verso la Russia non superasse quello delle navi da guerra possedute dagli Stati che si affacciavano sul Mar Nero; 2) in tempo di guerra con Turchia neutrale: come in tempo di pace ma se uno Stato infrange la regola/limite, allora tutti possono trasgredirla; 3) in tempo di guerra con Turchia belligerante: libero transito per le navi mercantili, neutrali e non, a patto che non facciano contrabbando di armamenti (nel cui caso la Turchia ha il diritto di sequestrarle) // libero transito per le navi da guerra neutrali con le condizioni del tempo di pace. ●

LE CONSEGUENZE DEI TRATTATI DI PACE: la più importante è il revanscismo tedesco e (con le dovute distinzioni) italiano. L'obiettivo ultimo è il rivolgimento di tutti questi trattati di pace e di tutte le loro conseguenze (a partire dalle sistemazioni territoriali) ---> sogno hitleriano del “Nuovo ordine”.

2. DALLA I ALLA II GUERRA MONDIALE 2.1. LA SOCIETÀ DELLE NAZIONI E GLI ANNI '20 ●

IL PROBLEMA DELLE RIPARAZIONI: il problema più spinoso delle relazioni internazionali negli anni '20 fu quello delle riparazioni tedesche. L'art. 231 del trattato di Versailles stabilisce la responsabilità esclusiva della Germania dello scoppio del conflitto e quindi di tutti i danni ad esso connesso. Nell'art. 232 si stabilisce che la Germania dovrà pagare delle riparazioni, stabilite via via da una commissione (art. 233) di membri appartenenti a FR, ITA, GB, Belgio e USA (che però poi non ne fanno parte ufficialmente perché non entrano nella SdN). Nel trattato viene stabilito solo l'ammontare della prima rata, 20 mld di marchi-oro, da pagare entro il 1 Maggio '21. ○

Il contrasto franco-tedesco e l'occupazione della Ruhr: nel corso degli anni '20 ci sono numerose conferenze sul tema delle riparazioni: da una parte la Germania riottosa a pagare, dall'altra la Francia rigidissima nell'esigere il pagamento delle riparazioni e infine la GB con un ruolo di mediazione tra le 2. Fino al '21 la resistenza della Germania a tutte le clausole del trattato è fortissima; alla conferenza di Spa del 5-16 Luglio '20 vengono stabilite le percentuali delle riparazioni: FR 52%, GB, 22%, ITA 10%, Belgio 8% e così via. Nel Marzo '21 (conferenza di Londra), di fronte al rifiuto tedesco di pagare, la Francia e il Belgio occupano Ruhrort, Dusseldorf e Duisburg, città importantissime per l'economia tedesca. Nell'Aprile '21 a Londra viene infine definito l'ammontare preciso delle riparazioni: 132 mld di

marchi-oro. Fino al '25 sono i rapporti tra Francia e Germania a dominare la scena internazionale, con la posizione della Francia sempre durissima nei confronti della Germania. Dal '25, con l'intesa tra Aristide Briand a ministro degli esteri e Gustav Stresemann (presidente tedesco), i rapporti si distendono. Intanto già dal '21 la GB aveva cominciato delle trattative per un trattato di garanzia franco-inglese in cambio di una moderazione delle richieste riguardo alla questione delle riparazioni e assecondava le posizioni francesi più concilianti. In occasione della conferenza di Cannes del Gennaio '22 si arriva all'accordo sulla convocazione di una conferenza economica e viene ufficialmente presentato il progetto di trattato di garanzia franco-inglese. La posizione francese è piuttosto incerta, perché c'è il contrasto tra Briand (allora I ministro) e Millerand (presidente) e Poincarè (storico avversario di Briand), i quali intimano a Briand di non fare alcuna concessione sulle riparazioni in occasione della conferenza economica (oltre a non permettere che fossero presenti delegati tedeschi e che fossero presenti delegati sovietici senza che l'URSS accettasse specifiche condizioni) ---> Briand cerca di tenere una posizione equilibrata ma perde la fiducia del paese e del governo e Poincarè forma un nuovo governo. La conferenza economica di Genova dell'Aprile/Maggio '22 doveva trattare 2 temi: il ristabilimento del commercio internazionale e il reinserimento in esso della Germania e un nuovo problema, quello della nazionalizzazione delle proprietà/industrie straniere (soprattutto francesi) nell'URSS. La conferenza è un disastro perché gli USA non hanno intenzione di trattare con l'URSS e Poincarè è assolutamente intransigente, pure riguardo al risarcimento dell'URSS (che da parte sua non cede di un millimetro) -----> avvicinamento URSS-Germania: col trattato di Rapallo del 16 Aprile '22 la Germania è il primo stato al mondo a riconoscere de jure l'URSS (normali relazioni diplomatiche) e i 2 paesi annullano i debiti reciproci. La collaborazione va anche oltre, in ambito militare: da una parte la Germania può addestrare i suoi ufficiali in territorio sovietico (dove non valgono le restrizioni imposte dal trattato di Versailles), dall'altra l'URSS ha accesso alle avanzate tecnologie belliche tedesche. Nel Luglio '22 il governo tedesco chiese una moratoria di 6 mesi per eseguire i pagamenti del '21 (il contrasto franco-inglese sul tema si era naturalmente ripresentato durante le conferenze di Cannes e di Genova, ma senza fare alcun progresso). La Francia allora dichiarò alla GB che avrebbe occupato in pegno il bacino della Ruhr ---> si inaugura la politica dei “pegni produttivi”. Nel Gennaio '23, di fronte a una mancata consegna di pali telegrafici da parte tedesca, FR e Belgio occupano militarmente il bacino della Ruhr (in pratica la regione a ovest del Reno), inaugurando così il sistema dei pegni produttivi. Il governo tedesco allora ordina la “resistenza passiva”, cioè uno sciopero assoluto in tutte le fabbriche della Ruhr, e francesi e belgi inviano loro operai ---> situazione insostenibile sul lungo periodo. Infatti pochi mesi dopo, nel Settembre '23, il nuovo (da Agosto) presidente Stresemann sospende la resistenza passiva e chiede una ridiscussione generale delle riparazioni, appellandosi al presidente USA Coolidge (appena succeduto al deceduto Hardings in quanto suo vice-presidente). Su iniziativa americana, dunque, il problema delle riparazioni viene affidato a una commissione internazionale (la Francia perde potere contrattuale ma accetta perché deve risolvere velocemente la sua forte crisi economica). Nel gennaio/febbraio '24, quindi, viene presentato il “piano Dawes” (generale americano), quinquennale, con l'obiettivo di risollevare l'economia tedesca per permettere così alla Germania di pagare le riparazioni. Viene posta una ipoteca su ferrovie e industrie tedesche e i pagamenti annuali vengono gradualmente aumentati a 2,5mld di marchi-oro (ma il primo anno viene anche concesso un prestito di 800milioni di marchi-oro). In generale riduce molto l'entità delle riparazioni rispetto alla cifra iniziale dell'Aprile '21. Allo stesso tempo, si cercano di stabilire le regole per l'evacuazione dalle zone occupate: le città

di Colonia, Magonza, Coblenza, occupate in base al trattato di Versailles, sarebbero state evacuate 1 ogni 5 anni. Invece riguardo a Dusseldorf, Duisburg e Ruhrort + bacino della Ruhr, il nuovo I ministro francese Herriot (+ moderato) vuole subordinare l'evacuazione della Ruhr alla conclusione di un patto di sicurezza ma si scontra con il netto rifiuto di Stresemann. Il risultato è che non si arrivò a concordare alcuna soluzione e alla fine queste zone verranno evacuate tra il Luglio e l'Agosto '25, quando Francesi e Belgi ritennero sufficienti le garanzie contro il riarmo tedesco. ○

Gli “Accordi di Locarno” (16 Ottobre '25) e la crisi del '29: la Germania capisce che per recuperare un ruolo importante deve riprendere buoni rapporti con Francia e Belgio ---> il 16 Ottobre '25 vengono segnati gli “Accordi di Locarno”, con ITA e GB garanti: la Germania si impegna a non attaccare Francia e Belgio (che si impegnano a fare altrettanto nei confronti della Germania), rinunciando quindi a ogni pretesa su Alsazia e Lorena. Inoltre stabilì che la Germania rinunciava alla guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, ricorrendo in suo luogo all'arbitrato internazionale. L'effetto positivo dello “Spirito di Locarno” è immediato: già l'anno successivo infatti la Germania viene ammessa nella SdN. Negli stessi anni, la presenza di Briand e Stresemann ai vertici favorisce il dialogo. Nel frattempo, però, la Francia aveva comunque cominciato a tessere la sua rete di alleanze (“Il sistema francese”), segnando alleanze militari difensive con la Polonia (Febbraio '21), con la Cecoslovacchia ('24), con la Romania ('26), con la Jugoslavia ('27) ---> accerchiamento della Germania. C'è poi l'alleanza di Yugoslavia, Romania e Cecoslovacchia (la “Piccola Intesa”) contro l'Ungheria e l'Austria (supportata dall'Italia fascista nelle sue tentazioni revisioniste). Col “Patto Briand-Kellog” del 27 Agosto '28, Francia e USA fanno una dichiarazione congiunta in cui rinunciano alla guerra come mezzo di risoluzione delle controversie (appello presto condiviso da praticamente tutti gli Stati del mondo, soprattutto grazie al suo carattere non vincolante); in questa occasione Briand e Stresemann si incontrano e cercano di risolvere la questione delle evacuazioni, senza però concludere niente di rilevante. Riguardo all'onnipresente questione delle riparazioni, la commissione per le riparazioni presentò il 7 Giugno '29 il sostituto del “Piano Dawes”, cioè il “Piano Young” (banchiere americano), cge era più conciliante nei confronti della Germania. In particolare, le restituiva l'autonomia dei pagamenti e diminuiva nettamente l'entità delle riparazioni. A proposito dell'evacuazione della Renania, la conferenza de l'Aja dell'Agosto '29 stabilì che il ritiro di tutte le forze alleate sarebbe dovuto avvenire entro il 30 Giugno 1930. Nella stessa conferenza si parlò di un progetto di Federazione Europea, accolto con entusiasmo da Briand e Stresemann. Briand però non è supportato dalla società francese in questa sua apertura al dialogo e infatti viene estromesso dal governo. La crisi del '29 arriva in Europa in ritardo: in Inghilterra l'annus terribilis è il '31 (abbandono del gold standard e del libero scambio, cioè stabiliscono delle barriere doganali), in Francia addirittura il '33 (ma poi non riesce a risollevarsi seguendo la ripresa degli altri paesi); in Germania invece ha fin da subito conseguenze devastanti (aggravate dalla morte di Stresemann del 3 Ottobre '29 e dalla fortissima dipendenza dal credito USA). Ancor più delle implicazioni economiche, gli effetti politici della crisi sono dirompenti: di fronte all'impossibilità della Germania di pagare, alla conferenza di Losanna del 26 Giugno - 9 Luglio '32, vengono abolite tutte le riparazioni tranne un ultimo pagamento di 3 miliardi di marchi-oro entro il '35 (mai pagati). Il debito interalleato invece in teoria rimane valido ma in realtà non viene mai pagato, perché gli Stati europei continuano a considerarlo subordinato alle riparazioni ---> disgusto degli USA e ennesimo ripiego nell'isolazionismo (le democrazie occidentali quindi si trovano sole di fronte alla crescente arroganza di Hitler). Alla fine la più “avvantaggiata” da queste vicende è la Germania, che si stima abbia pagato in

tutto circa 25 miliardi di marchi-oro invece dei 132 iniziali. ●

LA SOCIETÀ DELLE NAZIONI: enunciata nel XIV punto, la SdN nell'idea di Wilson aveva lo “scopo di fornire mutue garanzie di indipendenza politica e di integrità territoriale ai grandi come ai piccoli Stati”. La sua costituzione è stabilita nel “Patto istitutivo”, che forma la parte prima dei trattati di pace. Lo scopo fondamentale è sviluppare la cooperazione fra gli Stati e garantire loro pace e sicurezza. La società è un 'associazione di Stati che seguono i medesimi principi ---> l'attività della SdN si manifesta attraverso le decisioni dei governi nazionali, l'operato della SdN è quindi il risultato degli accordi fra governi. Dunque, gli Stati membri si impegnano a: - accettare determinati obblighi e a non ricorrere alla guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; - osservare rigorosamente le regole di diritto internazionale; - far rispettare gli obblighi derivanti dai trattati sottoscritti. Fra i primi temi affrontati all'interno della SdN, particolarmente rilevante è quello della riduzione degli armamenti (l'art. 8 dello statuto prevedeva la necessità di un disarmo ai minimi compatibili con la sicurezza nazionale, per tutti gli Stati). La Francia è ovviamente la più restia a fare concessioni nel campo del disarmo e della rinuncia alla guerra. In particolare, rispetto al protocollo di Ginevra (che stabiliva precisamente il sistema delle sanzioni), il “patto Briand-Kellog” non viene firmato. La SdN prevedeva un disarmo generalizzato. Le conferenze sul tema (promosse dal presidente cecoslovacco Benes e svoltesi a Ginevra) vanno dal '26 al '31, con la conferenza finale del Febbraio '32 (cui parteciparono anche USA e URSS). Emergono diversi piani/progetti: - piano francese: il “Piano Tardieu”, il più restio a un disarmo incisivo, prevedeva che le armi più potenti (aerei da bombardamento, artiglieria pesante, corazzate) fossero tenute dalla SdN e concesse solo in caso di difesa del proprio territorio a una nazione determinata. Inoltre prevedeva una polizia internazionale e l'obbligatorietà dell'arbitrato; - piano tedesco (e italiano): la Germania chiese l'uguaglianza dei diritti e quindi la riduzione degli armamenti degli altri paesi fino al proprio limite stabilito dal trattato di Versailles; - piano americano (e inglese): il “piano Hoover” del '33 era più concreto e prevedeva: riduzione di 1/3 degli effettivi di terra, eliminazione degli armamenti pesanti (artiglieria pesante e carroarmati), riduzione di 1/3 di numero e tonnellaggio delle corazzate e del tonnellaggio dei sottomarini, riduzione di ¼ di portaerei, incrociatori e cacciatorpediniere, eliminazione degli aerei da bombardamento. Le reazioni sono prevedibili: la GB non è d'accordo con le clausole navali (e il Giappone lo è ancor meno) e la FR rimane arroccata sulla posizione della “sicurezza prima di tutto”; la Germania addirittura abbandonò la conferenza e non rientrò finché non le venne riconosciuta la parità dei diritti. Il risultato è che alla fine nessun piano viene adottato e ci si limita a dichiarare il comune intento nella riduzione progressiva degli armamenti. Nel '33 la conferenza sul disarmo riprende, con una sostanziale differenza: la presenza di Hitler, che, forte della appena conquistata parità dei diritti in tema di armamenti, accusa le altre potenze di trattare i tedeschi come popolo di II rango. Ci sono aperture da parte di alcuni paesi, GB in testa, ma evidentemente Hitler non le ritiene sufficienti ---> la Germania quindi abbandona nuovamente la conferenza ed il 19 Ottobre '33 esce dalla SdN. ○

I motivi del fallimento della SdN: innanzitutto l'assenza di un esercito proprio. Poi meccanismi decisionali molto lenti e farraginosi (ad es. voto all'unanimità, consiglio e assemblea con

competenze in parte sovrapposte) e squilibri fra i vari membri (es. passività di fronte all'occupazione francese della Ruhr o all'occupazione italiana dell'Etiopia ---> guerre giuste VS guerre ingiuste). L'inefficacia dell'azione della SdN rifletteva la crisi dei valori e degli ideali che stavano alla sua base: la tomba della SdN fu sicuramente l'invasione italiana dell'Etiopia. È poi una società che alla vigilia della II GM è scarsamente rappresentativa: nel '33, oltre alla Germania, esce il Giappone (crisi della Manciuria) e nel '35 l'Italia (Etiopia) - entrambi membri del Consiglio Permanente - e soprattutto mancano USA e URSS.

2.2. LA POLITICA ESTERA ITALIANA fra le 2 guerre Parliamo di politica estera “italiana” e non “fascista” perché è sbagliato considerare la politica estera di questi anni come staccata (eccezionale ---> “eccezionalismo” del fascismo) dalla politica estera italiana. Questo atteggiamento è ampiamente comprensibile ma solo dal punto di vista politico, perché dal punto di vista storico significa precludersi la corretta comprensione delle decisioni e delle politiche di età fascista (ad es. “svalutare” la grande innovazione della partecipazione statale in economia attraverso l'IRI, o l'avanzata politica sociale oppure le grandi opere/infrastrutture). È evidente, poi, che il margine di “eccezionalità” consentito al fascismo nel campo della politica estera era assai ridotto: infatti la politica estera è sempre condizionata da fattori di potenza e geopolitica non modificabili. Mussolini questo l'ha sempre capito molto bene e infatti è sempre stato molto cauto nella gestione dei rapporti internazionali (durante le fasi più critiche, mantiene a sé anche la carica di Ministro degli Esteri per lunghi periodi: sia dal '22 al '29 - consolidamento del regime dal punto di vista istituzionale e 11 Febbraio '29 Patti Lateranensi, poi il Ministero passerà a Dino Grandi - sia dal '32 al '36 - campagna d'Etiopia, in seguito al Palazzo della Consulta andrà il genero del Duce, Galeazzo Ciano). Un altro fattore rilevante è che la diplomazia ha sempre seguito perlopiù regole proprie e suoi obiettivi: essa è infatti gestita da una casta separata, altamente specializzata e impossibile da sostituire. La diplomazia ha quindi una inerzia interna difficilmente superabile, anche in tempi piuttosto lunghi come il ventennio fascista, durante il quale la politica estera fu realmente gestita dal segretario del Ministero degli Esteri (allora detta la Consulta, sede del Ministero), cioè dall'establishment tecnico/diplomatico. Il III fattore è che il governo fascista usò sempre la politica estera a fini propagandistici (ad esempio Italia garante, assieme alla Gran Bretagna, degli accordi di Locarno , in particolare dell'immutabilità della frontiera franco-tedesca ---> grande successo sul piano interno, Italia sembra equiparata al rango di grande potenza della GB // vicenda di Fiume: pura propaganda). Quest'atteggiamento “arrogante” sul piano interno riflette l'insicurezza e la scarsa libertà d'azione sul piano esterno. I Patti lateranensi segnano il consolidamento del regime, l'assenso della Chiesa è necessario per controllare il paese. Vengono firmati due trattati internazionali: - trattato costitutivo dello Stato Vaticano; - trattato che istituisce la religione cattolica come religione di Stato. ●

IL “PESO DETERMINANTE” DELL'ITALIA: il regime fascista aveva una sua propria filosofia/teoria di politica estera, che venne esposta in un discorso del '31 di Dino Grandi (ministro degli Esteri dal '29 al '32), ricordato sotto il nome di “Discorso del peso determinante”: è il discorso che “ufficializza” il mito della vittoria mutilata. L'Italia, tra le potenze vinte e vincitrici della Grande Guerra, non ha un ruolo chiaro (atteggiamento altalenante tra revisionismo e antirevisionismo; si pensi alla “Vittoria mutilata”) e può dunque muoversi dalla parte dei vinti o dei

vincitori, costituendo così il “peso determinante” nella bilancia del potere stabilendo il fronte vincitore. Anche se forse sopravvaluta il reale peso militare/strategico dell'Italia, è comunque una teoria interessante anche perché Grandi intuisce già nel '31, con grande lucidità, che ben presto ci sarebbe stato un regolamento di conti in Europa, dove il “peso determinante” dell'Italia sarebbe stato, se non “determinante”, sicuramente molto influente. A questo proposito, De Felice dice che Mussolini mantenne un atteggiamento molto ambiguo fino all'ultimo, cioè fino alla primavera del '40, su quale parte scegliere. Benché il “Patto d'Acciaio” fosse sia difensivo che offensivo, esso era in realtà lettera morta e quindi Mussolini aveva ancora la possibilità di scegliere (poi Mussolini doveva anche mediare all'interno del partito fascista, diviso tra un'ala filo-tedesca e l'altra anti-tedesca, capeggiata dal ministro degli Esteri Ciano). Alla fine, la straordinaria offensiva tedesca del Maggio/Giugno '40 contro la Francia convinse anche i più scettici a scendere in guerra assieme alla Germania (che aveva già conquistato la Polonia). Un grave errore di valutazione sia da parte tedesca che italiana fu quello di pensare che la GB, una volta rimasta isolata, non avrebbe voluto continuare questa guerra. In generale, poi, l'Italia sì che aveva preso sottogamba quella guerra, sperando di poterne uscire con pochissime perdite (difatti subito dopo l'entrata in guerra non si procede all'occupazione di Malta - il che avrebbe tagliato le comunicazioni inglesi nel Mediterraneo - commettendo un grave errore strategico: Mussolini non voleva dei morti già nei primi giorni di guerra e quindi non ordinò alcuna offensiva). ●

LE DIRETTIVE D'ESPANSIONE: dopo il consolidamento del regime, Mussolini può muoversi con più autonomia. Si stabiliscono allora 2 direttive d'espansione: ○

espansione nell'area balcanica: Mussolini preme in maniera occulta per destabilizzare la neonata Jugoslavia, potenzialmente una formidabile terra di conquista per l'Italia ---> supporto al movimento antiserbo degli Ustascia croati di Ante Pavelic (simpatizzante dei fascisti), nemici storici e acerrimi dei Cetnici (serbi fascisteggianti e sostenitori della monarchia serba dei Karageorgevic). L'atto sovversivo di maggiore gravità degli Ustascia fu l'attentato del '34 al Re di Jugoslavia Alessandro Karageorgevic, accolto a Marsiglia dal ministro degli Esteri francese Bartou: entrambi restarono uccisi. Bartou in quel periodo stava elaborando un “piano di sicurezza” per l'Europa centro-orientale, in maniera da stabilizzarla e evitare tentazioni revisioniste e di riconquista (da parte soprattutto dell'Italia). Il ministro degli Esteri francese che gli succede, Pierre Laval (uno dei personaggi più cinici e spregiudicati di tutta la diplomazia europea, ebbe ruoli di governo anche nella Francia di Vichy - anni '30 periodo di decadenza della politica francese) sostituì il piano di Bartou con una vaga alleanza con l'URSS. Sempre nell'area dei Balcani, l'Italia riuscì ad avere una notevole influenza anche sull'Ungheria, paese in quel momento debole e fortemente revisionista. L'Italia riuscì a imporvi una specie di protettorato (con un'azione di penetrazione economica e culturale, favorita dal regime collaborazionista dell'ammiraglio Horty), approfittando anche della scomparsa di Bartou e del suo piano di stabilità per l'Europa orientale.



espansione coloniale “vecchio stile” in Asia e Africa: negli anni '30 tutti gli spazi erano occupati (l'Italia aveva l'odierna Libia e il “Corno d'Africa”). L'unico Stato veramente sovrano e indipendente rimanente era l'antico Regno d'Etiopia, un paese vastissimo e con poche risorse naturali. La motivazione ufficiale per la conquista dell'Etiopia era la necessità di acquisire nuovi territori di coltivazione per nutrire una popolazione in forte aumento; un'altra motivazione ufficiosa è la voglia di emergere sul piano internazionale.

Mussolini è consapevole di dover preparare il terreno dal punto di vista diplomatico, specie con la GB ---> difatti nel 1932, riprende a se il ministero degli esteri e invia come ambasciatore a Londra l'ex Ministro degli Esteri Grandi (ci resta fino allo scoppio della II GM): è un segnale importante di cordialità. L'Italia deve ovviamente trovare un pretesto per attaccare l'Etiopia, tanto più che quest'ultima era parte della SdN quindi la sua invasione costituiva un vero e proprio illecito internazionale (era stata proprio l'Italia a proporre e a farsi garante dell'ingresso dell'Etiopia nella SdN). Il casus belli avviene il 5 Dicembre '34, con l'“Incidente di Ual-Ual”: in questa sperduta oasi al confine tra possedimenti italiani ed etiopi avviene uno scontro tra truppe etiopi ed italiane ---> l'incidente viene amplificato e l'Italia dichiara in pericolo le sue colonie di Eritrea e di Somalia. A questo punto Mussolini deve trattare con FR e GB. Riguardo alla FR, l'incontro del 7 Gennaio '35 (uno dei più ambigui e meno definiti della storia diplomatica) portò agli Accordi MussoliniLaval: in essi ci sono delle sistemazioni territoriali e concessioni reciproche tra le colonie africane italiane e francesi, ma non si menziona chiaramente la vicenda etiopica ---> “Misunderstanding Mussolini-Laval”: l'Italia si sente giustificata all'invasione, la Francia non la giustifica ma nemmeno la condanna. Diversa la situazione con la GB: nonostante l'iniziativa di addolcimento, Grandi non ottiene la minima concessione dagli Inglesi, che comunque in quel momento hanno altro a cui pensare (riarmo della Germania in primis). Infine, il 5 Ottobre '35 iniziano ufficialmente le operazioni militari italiane. La Francia lascia fare e la GB si rende conto che avrebbe dovuto combattere da sola ---> rinuncia alle operazioni militari in acque territoriali italiane (viene elaborato allora il piano d'attacco a Taranto, attuato con successo durante la II GM) e rinuncia anche a bloccare il Canale di Suez (co-gestione anglo-francese), facendo solamente pagare il normale pedaggio alle navi militari italiane. L'unica azione contro l'Italia che prendono sono le famose “sanzioni”, in realtà inutili (perché non comprendono petrolio e beni di prima necessità) e anzi dannose, perché permettono ai fascisti di fare propaganda e soprattutto alla Germania di intensificare le relazioni con l'Italia. In realtà, c'era stato un tentativo di mediazione in extremis, il “piano Hoare-Laval”: si cedeva la gran parte del territorio etiope all'Italia, il Tigré, parte della Dancalia e Ogaden e il diritto italiano a colonizzare le regioni sudoccidentali dell'Etiopia senza stabilirne la propria sovranità, ma rimaneva un piccolo Stato etiope con uno sbocco sul mare ad Assab ---> Mussolini è tentato di accettare (gli viene promesso più di quanto abbia effettivamente conquistato) ma il piano salta fuori e il ministro Hoare e altri membri del governo sono costretti a dimettersi. Nel Maggio 1936, l'Italia conquista l'Etiopia, Vittorio Emanuele III viene nominato imperatore d'Etiopia e Mussolini si gode il crescente consenso popolare. ●

L'AVVICINAMENTO ALLA GERMANIA: le conseguenze della conquista dell'Etiopia sono ben più importanti della conquista stessa: di fronte al raffreddamento dei rapporti con inglesi e francesi, la Germania nazista offre il suo entusiastico sostegno ---> l'Italia è isolata internazionalmente (ma il sostegno interno è al massimo) e il sostengo della Germania è estremamente significativo. Il 1 novembre '36, a Milano, Mussolini si inventa la figura dell'Asse Roma-Berlino intorno a cui ruota la politica europea: non c'è nulla di ufficiale, solo la “convenzione Hitler-Ciano”, ma da quel momento Italia e Germania si avvicinano sempre di più (anche se questo non preclude i buoni rapporti con i paesi dell'Intesa e l'Italia si lascia sempre la possibilità di cambiare schieramento ---> dottrina del “peso determinante”). Nonostante alcuni episodi decisamente squallidi e servili (ad esempio le leggi razziali del '38), non c'è ancora un'alleanza militare tra Germania e Italia; il “Patto anti-Comintern” del '37, del quale fa parte anche il Giappone, è più scenografico che militare. L'alleanza militare vera e propria, il “Patto d'acciaio”, è del 22 Maggio '39. Hitler pressa

insistentemente perché si stabilisca un'alleanza, pensando già alla Polonia: per Mussolini è impossibile rifiutare ma le riserve mentali dietro questa scelta sono fortissime e lo si vede quando comincia la guerra. L'ambasciatore Attolico a Berlino infatti deve inventarsi qualcosa di plausibile per rimandare l'entrata in guerra: presenta ai tedeschi la famosa “Lista del molibdeno”, lunghissimo elenco delle risorse necessarie all'Italia per entrare in guerra in condizioni competitive ed efficienti ---> i tedeschi decidono di prendere tempo, anche perché, sicuri di sé dopo la conquista-lampo della Polonia, capiscono di non aver immediatamente bisogno dell'Italia. La situazione cambia solo, come già detto, nell'estate del '40, con la Francia messa in ginocchio in pochi mesi: Mussolini si rende conto che è l'ultima occasione per prendere parte al banchetto europeo che sta organizzando Hitler. L'idea è quella di una guerra veloce e simbolica: massimo risultato col minimo sforzo. Sappiamo bene la portata di questa tragica illusione.

2.3.

LA POLITICA ESTERA INGLESE: l'APPEASEMENT

Il termine appeasement indica la politica conciliante del governo conservatore di Chamberlain in primo luogo con la Germania e poi con l'Italia, dal 1937 al 1939. È importante notare che l'intento è quello del divide et impera: non vogliono concedere allo stesso modo a Germania e Italia perché così facendo in pratica creerebbero con le loro stesse mani un fronte comune. ●

L'APPEASAMENT VERSO LA GERMANIA: il limite dell'appeasement nei confronti della Germania è etnico: finché la Germania ingloba territori con popolazioni di lingua tedesca, è lecito farle concessioni (perché in fondo sono richieste ragionevoli - pura realpolitik - e la popolazione è d'accordo - cfr. 13 Gennaio '35 plebiscito nella Saar: 90% dei voti a favore) ---> l'appeasament finisce solamente con l'occupazione della Cecoslovacchia, nel '39. All'interno della politica e dell'opinione pubblica inglese, si creano subito 2 schieramenti, pro e contro l'appeasement. La motivazione principale per l'appeasement è che le forze armate inglesi complessivamente non possono competere con quelle tedesche, potentemente rinforzate da Hitler in quegli anni: l'obiettivo quindi come minimo è guadagnare tempo. C'è poi la consapevolezza che la Germania alla fine era stata punita troppo duramente durante gli anni '20. Vediamo i fatti specifici: ○

Conferenza di Stresa (Aprile '35): il 7 Marzo '35, Hitler (“approfittando” della conquista italiana dell'Etiopia che “distrae” l'attenzione dell'opinione pubblica internazionale) aveva unilateralmente occupato la Renania (già evacuata nel '30 ma ancora smilitarizzata): nessuna reazione dell'Intesa. Soprattutto nello stesso mese aveva reintrodotto la leva obbligatoria, contravvenendo ai Trattati di Versailles ---> alla conferenza di Stresa FR, GB e ITA si limitano a bacchettare la Germania ma non fanno niente di concreto;



Accordo navale anglo-tedesco (Novembre '35): revisione del Trattato di Versailles: Ribbentrop firma a Londra un accordo che concede alla Germania lo stesso numero di sommergibili della GB, toglie il limite alla costruzione di navi di grande tonnellaggio e pone le basi per la ricostruzione della marina tedesca;



Invio di Neville Anderson come ambasciatore a Berlino: gli vengono dati poteri speciali (ad es. riferisce direttamente al primo ministro) per ammorbidire le relazioni con la Germania. In generale nel ministero c'è una vera e propria rivoluzione, con la messa da parte di figure molto autorevoli poiché contro l'appeasement. (il detto degli anti-appeasers era “Between Neville -Chamberlain- and Neville -Anderson- we'll go to the devil”). Anderson si prodiga in maniera esagerata e perfino ridicola per venire incontro a Hitler: ad esempio difende vigorosamente il “diritto dei tedeschi e degli austriaci di unirsi”, non limitandosi ad un diplomatico silenzio. Nella primavera del '37 poi propone a Hitler anche il cosiddetto “appeasement coloniale”, proponoendogli alcuni territori d'oltre mare, ma il progetto

viene subito abbandonato, perché Hitler chiarisce che il nodo centrale è il “corridoio di Danzica”. ○

La questione dei Sudeti e l'occupazione della Cecoslovacchia: la Cecoslovacchia, nata dai trattati della I GM era uno stato prevalentemente slavo ma con una grossa minoranza tedesca nella regione dei Sudeti. Il capo del loro partito (partito essenzialmente etnico, più che nazista) avanzò nella primavera del '38 una serie di richieste di autonomia praticamente illimitata ---> Hitler nel Maggio '38 (forte della riuscita dell'Anschluss appena 1 mese prima, 13 Marzo '38) alza la voce di fronte al rifiuto del governo cecoslovacco delle richieste più estreme, per far capire che ha l'intenzione e l'autorità necessaria per intervenire anche con le armi. Nello stesso tempo incita la componente indipendentista slovacca alla rivolta. La protettrice della Cecoslovacchia era la Francia, almeno finché era in piedi il piano di sicurezza collettiva e di reciproca difesa di Bartou. Tutto quel che ne resta con Pierre Laval è un' alleanza difensiva con l'URSS, che era però molto vaga perché subordinava la reciproca difesa e assistenza all'approvazione della SdN ---> svuotato di serietà/significato. A sua volta l'URSS aveva stipulato un trattato difensivo con la Cecoslovacchia, che però subordinava il suo aiuto all'intervento della Francia ---> nella primavera del '38 la difesa della Cecoslovacchia è totalmente in mano a Parigi: i francesi ne sono consapevoli, però subordinano a loro volta il loro intervento alla partecipazione della GB, che ovviamente rifiuta. A complicare la situazione, la Polonia aveva assolutamente negato il passaggio di truppe sovietiche anche solo aeree sul loro territorio. La conclusione, quindi, è che la Cecoslovacchia è sola. Chamberlain vola in Germania più volte, tenta un'ultima mediazione e proprio lì si rende conto che le rivendicazioni di Hitler sono illimitate e insaziabili: nella sua mente l'appeasement finisce lì. Mussolini allora, che conserva ancora un certo ascendente su Hitler, lo convince a convocare la Conferenza di Monaco (30 Settembre - 1 Ottobre 1938) in cui GB, FR e ITA intimano alla Cecoslovacchia di cedere i Sudeti, altrimenti daranno carta bianca alla Germania ---> l'Accordo di Monaco segna il limite estremo dell'appeasement, perché i Sudeti in fondo erano ancora abitati da popolazioni tedesche: ora altre rivendicazioni non sarebbero state più tollerate. Già ora a livello del Ministero vengono cambiati tutti i ruoli, con il ritorno degli anti-appeasers, diplomatici antifascisti (tutti tranne Neville Anderson a Berlino). Churchill, fortemente antiappeaser, commentò lo squallido spettacolo con la celebre frase “Potevano scegliere fra il disonore e la guerra; hanno scelto il disonore, avranno la guerra”. Il 31 Marzo '39, dopo l'occupazione dell'intera Cecoslovacchia, Chamberlain dichiara alla Camera dei Comuni che “il tentativo di far scomparire la sovranità polacca da parte di chicchessia sarebbe diventato per il governo britannico motivo di guerra”: è importante notare che parla di “sovranità polacca”, non di “confini polacchi”, indicando che la cessione di Danzica sarebbe stata tollerata pur di evitare il peggio. È comunque la conclusione definitiva dell'appeasement verso la Germania nazista, poco dopo anche i francesi si schierano sulle medesime posizioni.



L'APPEASAMENT VERSO L'ITALIA: la GB capisce che non ha senso continuare ad attaccare l'Italia sulla questione etiopica, spingendola così nelle braccia della Germania. Mentre gli uomini di Chamberlain al Ministero degli Esteri sono favorevoli, il capo del Foreign Office Eden, succeduto a Hoare, è decisamente antifascista e in generale detrattore dell'Italia. Ciò nonostante, tollera la linea dell'appeasement finché consiste in accordi commerciali e dichiarazioni di buone relazioni. Tuttavia, quando capisce che si sarebbe firmato un accordo politico complessivo con l'Italia, coerentemente si dimette e viene sostituito da Lord Halifax, ben più conciliante e in linea col pensiero di Chamberlain.

Questo accordo politico complessivo consiste di 8 trattati diversi, detti “Accordi di Pasqua” del 16 Aprile 1938, perlopiù di contenuto tecnico (a parte uno in cui i rispettivi governi si impegnano a raffreddare la reciproca propaganda ostile), specie riguardo ai rapporti nel Mediterraneo e in Africa (A.O.I.= Africa Orientale Italiana). Le misure sono le più varie, per stabilire la civile convivenza nella “nuova” Africa e ridurre i motivi di tensione; tra le altre: ○ l'Italia si impegna a non modificare il corso delle acque del lago Tana, che determina il flusso del Nilo bianco; ○ tutti i missionari britannici hanno libero accesso nella AOI; ○ l'obbligo di notificare manovre militari nella AOI e nel Mediterraneo orientale, per evitare che siano prese per azioni offensive; ○ l'obbligo di non costruire nuove fortificazioni nell'AOI e nel Mediterraneo Orientale; ○ il divieto di conquistare lo Yemen e l'Arabia; ○ libero passaggio nel canale di Suez; ○ i militari indigeni della AOI non possono combattere in Europa. In realtà, dal punto di vista politico, sono molto più significativi gli scambi di note tra l'ambasciatore Perth e il Ministro degli Esteri Ciano, perché toccano le questioni più delicate. Stabiliscono un brutale do ut des: l'Italia pretende il riconoscimento della conquista etiopica (ottenuto e anche con la promessa di convincere gli altri Stati a riconoscerla), mentre la GB (consapevole che nel '38, in Spagna, Franco sta vincendo) pretende che l'Italia non acquisisca/costruisca basi militari in Spagna (in particolare, una grande base aero-navale nelle Isole Baleari avrebbe seriamente compromesso alla marina inglese l'accesso al Mediterraneo; in ogni caso anche Franco stesso non concederà alcuna base, nonostante l'Italia fascista fosse stata la potenza più coinvolta nella guerra civile spagnola). È importante notare che grazie a questi accordi tra GB e ITA non rimane alcun contenzioso aperto e questo è un dato molto significativo al momento della dichiarazione di guerra.

2.4. LA POLITICA ESTERA AMERICANA fra le 2 guerre Generalmente si ritiene che gli USA in questo periodo fossero assolutamente rinchiusi nel loro isolazionismo, seguendo la dottrina di Washington e Monroe. In effetti, dal punto di vista della politica estera europea (termini squisitamente politici, balance of power) l'isolazionismo fu pressoché totale e costantemente confermato e ricercato dai governanti USA (soprattutto in funzione di politica interna). Però, dal punto di vista economico (fattore fondamentale della politica estera), al contrario gli USA furono sempre interessati ad estendere la loro influenza nei mercati di tutto il mondo, anche nel “nido di vipere” dell'agitata Europa di quegli anni. Ovviamente le leve economiche avevano importanti risvolti politici, come testimoniato dalla vicenda delle riparazioni tedesche (Piano Young e Piano Dawes). Incrementarono le relazioni anche con il Giappone, potenza emergente dopo la Grande Guerra; gli interessi americani e giapponesi risultavano incompatibili su alcune questioni: la Cina (politica della porta aperta: nessuna potenza doveva essere prevalente in Cina) e la questione del disarmo navale. Durante la conferenza di Washington (12 Novembre '21 - 6 Febbraio '22) sul disarmo navale, il Giappone si disse disponibile a trattare la parità navale con gli USA, a patto che questi non rafforzassero le loro basi navali nel Pacifico, nelle Filippine, etc. (rapporti di vero e proprio balance of power). I rapporti con la Russia bolscevica, a causa dell'anticomunismo viscerale, erano inevitabilmente freddi e distaccati, l'URSS dal canto suo, inizierà la sua politica estera con il già citato Trattato di Rapallo del '24 (con cui viene riconosciuta de jure per la prima volta,

dalla Germania, mentre era già stata riconosciuta de facto dalla GB con gli accordi commerciali anglo-sovietici del 16 Marzo '21). Un tema importante è la forte influenza dell'opinione pubblica nella politica americana, sia estera che interna. In questi anni è probabilmente l'unico paese nel quale l'opinione pubblica ha i mezzi per farsi sentire (rilevazioni Gallup) e una classe politica attenta. I limiti dell'isolazionismo politico diventarono evidenti di fronte alla grave crisi della Manciuria (18 Settembre '31 - 27 Marzo '32 Giappone esce dalla SdN): l'invasione della Manciuria da parte del Giappone è una chiara violazione del diritto internazionale, che dimostra l'impotenza della SdN e soprattutto colpisce la “protetta” degli USA, la Cina. Di fronte a tutto ciò, la politica estera americana esprime solamente un rifiuto dello status quo (“dottrina Stevenson”) senza fare alcuna pressione militare. Incredibilmente, questa politica gode del pieno appoggio dell'opinione pubblica americana (esemplari in questo senso i lavori della “commissione Nye”, che confermarono in tutto e per tutto la politica isolazionista degli USA ---> teoria della neutralità assoluta, applicata anche nel caso dell'aggressione italiana all'Etiopia, max isolamento politico USA: non cambia il fatto che l'Italia sia un regime antidemocratico, non prendono posizione a favore dell'Etiopia). Insomma, l'evoluzione dell'isolazionismo USA tra le 2 guerre fu un processo lento e graduale, pesantemente influenzato dagli eventi esterni, che alla fine portò al grand design di politica estera di Roosvelt (presidente dal 4 Marzo '33 e poi fino al '45). ●

IL RUOLO DEGLI U.S.A. NELLA QUESTIONE DELLE RIPARAZIONI: una Germania economicamente bloccata avrebbe limitato l'economia europea, contrariamente agli interessi americani. Il Piano Dawes (1924) e poi anche il Piano Young (1929) hanno quindi, come già detto, l'obiettivo di rilanciare l'economia tedesca. Questa fase rappresenta il sorpasso del dollaro sulla sterlina negli scambi internazionali (dopo la guerra la GB non poteva minimamente competere con le risorse finanziarie degli USA). Questo passaggio segnò un momento difficile (forse il più difficile) nei rapporti tra GB e USA, anche in altri campi (es. sulle politiche per l'immigrazione, sul disarmo navale).



IL SUPPORTO ALL'INTESA (USA “ARSENALE DELLA DEMOCRAZIA”): Roosvelt, eletto nel 1932, inizia a preparare l'uscita degli USA dall'isolazionismo e ci riesce perché ha una notevole capacità di influenzare l'opinione pubblica, nel senso della difesa e supporto delle democrazie contro l'Asse totalitario. Due leggi rappresentano l'azione dell'amministrazione Roosvelt per uscire dall'isolazionismo: ○ legge “Cash and carry”: del 1938, è una legge fatta su misura per vendere armi solo agli inglesi. Gli americani vendono cash (cioè le armi) e l'importare si impegna nel trasporto; gli unici che possono approfittarne sono appunto gli inglesi, senza che gli americani siano direttamente trascinati in guerra. In seguito a questa legge gli USA donano alla GB 60 vecchi cacciatorpedinieri, le navi da guerra più adatte a scortare i convogli commerciali (la Germania aveva cominciato fin da subito la guerra sottomarina); ○ legge “Affitti e prestiti”: varata alla fine del '39, dopo lo scoppio della guerra in Europa: gli USA diventano l'arsenale delle potenze alleate. Dopo l'inizio del “Piano Barbarossa”, Roosvelt estende la legge anche ai sovietici: è la fine del neutralismo.



L'ENTRATA IN GUERRA DEGLI USA: al di là delle polemiche sull'uso più o meno strumentale della vicenda di Pearl Harbour (7 Dicembre 1941), è evidente che lo scontro tra gli USA e il Giappone non era più procrastinabile. Gli USA avevano posto un embargo strettissimo sul Giappone, che da parte sua poteva ipoteticamente scegliere tra 3 direttive di espansione: ○ attacco all'URSS (in realtà neutralità assoluta per tutto il conflitto, nonostante avesse firmato con la Germania e l'Italia il patto anti-Comintern);

attacco alle colonie britanniche e francesi; ○ scontro frontale con gli USA. Com'è noto, la scelta cadde sull'ultima opzione, specie a causa delle pressioni dell'ala più oltranzista dell'esercito e del governo (fascista) giapponese. ○

2.5. LA POLITICA ESTERA TEDESCA fra le 2 guerre Stesso discorso fatto per l'Italia, anzi in questo caso ancora più importante. ●

L'ANSCHLUSS: come si ricorderà, sia l'art.88 del trattato di Saint-Germain-En-Laye (per l'Austria), sia l'art.80 del trattato di Versailles (per la Germania) proibivano espressamente l'Anschluss. L'Austria era un paese piccolo, prevalentemente agricolo e con una capitale abnorme (“una capitale imperiale senza un Impero per sostenerla”): non aveva i mezzi materiali per sostenersi e doveva ricorrere continuamente agli aiuti delle potenze vincitrici e peraltro era etnicamente e culturalmente omogenea alla Germania ---> il termine Anschluss indica non un'annessione violenta da parte della Germania ma al contrario una spontanea volontà di unione da parte austriaca (ad es. anche i socialisti austriaci desideravano unirsi al grande partito socialista tedesco). Nel '31 Germania e Austria presentarono 1 progetto di unione doganale (“Anschluss economica”) che, nelle intenzioni dei ministri austriaco e tedeschi e nelle paure di Francia e Italia, era solo il primo passo della vera Anschluss politica; tuttavia proprio nel '31 la crisi economica arrivò in Europa, gli austriaci dovettero rivolgersi alla Francia, la quale si fece garante economica dell'Austria, chiedendo in cambio l'abbandono del progetto dell'Anschluss. Le potenze maggiormente interessate all'esistenza dell'Austria (e sue garanti) erano la Francia (punto importante della sua politica di sicurezza) e ovviamente l'Italia. Per l'Italia era molto meglio avere alla frontiera un paese piccolo, politicamente e militarmente irrilevante, piuttosto che il grande Reich tedesco; inoltre, la costruzione di un grande Reich tedesco che comprendesse tutte le popolazioni di lingua/etnia tedesca includeva anche il territorio appena conquistato dell'Alto Adige (confine del Brennero) ---> dicotomia della politica estera fascista: aggressivamente revisionista su quasi ogni tema ma inflessibilmente anti-revisionista proprio riguardo al tema dell'Anschluss. La posizione inglese è (comprensibilmente) ben diversa: anche se fino alla conferenza di Stresa dell'Aprile '36 “asseconda” l'ossessione francese per una politica di sicurezza assolutamente intransigente, in realtà crede che le frontiere imposte alla Germania non possano essere difese ad oltranza ---> non appena inizia la politica di appeasament, la GB fa capire subito che è disposta a concedere tranquillamente l'Anschluss. È proprio in questo momento che avviene il tentativo di putch nazista, probabilmente ad opera di schegge autonome del movimento nazista austriaco (fuorilegge) che uccidono il primo ministro Dolfuss, simbolo dell'influenza italiana in Austria. È un evento che allarma Mussolini che ordina dei movimenti di truppe in Brennero, e la crisi rientra. Comunque, il cosiddetto “Fronte di Stresa”, che legava l' anti-revisionismo italiano e francese, già nel '35 si era indebolito con l'invasione italiana dell'Etiopia, che aveva reso i rapporti tra GB, FR e ITA molto più tesi. In seguito, l'ulteriore deterioramento dei rapporti tra ITA e FR e la politica di appeasement della GB cambiano i rapporti di forza a favore della Germania nazista. All'inizio del '38 il governo austriaco legalizza il partito nazista austriaco che può così compiere normale attività politica e riscuote subito un grandissimo successo e, anche se la Germania ha formalmente promesso di non voler fare l'Anschluss, è questione di pochi mesi perché questa avvenga. Il 12 Febbraio '38 Berlino impone come capo della polizia il nazista Seyss-Inquart. Il cancelliere austriaco Schussnigg tenta di opporsi e propone un referendum ma viene subito dissuaso da Seyss-

Inquart; quest'ultimo il 12 Marzo, di fronte alle resistenze del presidente Miklas, occupa la Cancelleria e invoca le truppe tedesche. Così, il 13 Marzo '38, Hitler annette la festante Austria (con successivo referendum-farsa), con l'esplicito appoggio di Mussolini, l'appeasement di Chamberlain e senza che la FR abbia la possibilità di intervenire militarmente.

2.6. IL “NUOVO ORDINE” EUROPEO Il 27 Settembre 1940 Germania, Italia e Giappone firmano il “Patto Tripartito” in cui appare il concetto di “nuovo ordine internazionale”, nel quale si stabiliscono le tre rispettive aeree di controllo (Asia orientale, Europa continentale e Mediterraneo). In quel momento, l'incredibile serie di successi dell'esercito tedesco faceva effettivamente parlare di “nuovo ordine”, che in pratica consiste nella distruzione dell'assetto europeo uscito dai trattati di pace della I GM. A dir la verità, già le prime azioni e provocazioni di Hitler del '35-'36 indicano l'inizio di questo nuovo ordine, di quest'opera di revisionismo totale. In particolare, lo smembramento della Cecoslovacchia tra Ungheria, Polonia e ovviamente Germania ne è un esempio lampante: in pratica la Cecoslovacchia torna sotto l'Austria(Germania)-Ungheria. È nuovo ordine l'annessione dell'Albania da parte dell'Italia. È nuovo ordine il famigerato “Accordo Ribbentrop-Molotov” del 23 Agosto '39: in particolare, è nuovo ordine non nella parte del trattato di non aggressione,firmato con grande sfarzo, quanto piuttosto nella segreta spartizione con l'URSS dei territori dell'Est Europa (Hitler dimostra grande generosità, mantenendo la riserva mentale di una futura riconquista ---> nessuno considerava seriamente il Mein Kampf). Significativa riguardo a questo trattato è anche l'assenza della consueta limitazione che la “benevola neutralità” è garantita solo se la l'alleato è stato attaccato senza provocazione ---> praticamente è un invito ad invadere la Polonia: invito subito colto dalla Germania (1 Settembre '39). È nuovo ordine la completa sottomissione della Francia alla Germania, con la divisone tra Vichy e la zona d'occupazione diretta, e l'occupazione tedesca della Norvegia, ritenuta strategicamente importante. L'asse Roma-Berlino e gli alleati dell'Asse, come Ungheria o Spagna, stabiliscono un potere effettivo in Europa. È nuovo ordine la spartizione della Romania tra URSS (Patto Molotov-Ribbentropp) e Ungheria (supportata dall'Italia): sempre revisionismo totale. Ancora nel '41, è “nuovo ordine” l'annientamento della Yugoslavia da parte dei Tedeschi, che approfittano dell'azione per salvare gli italiani in Grecia e smembrare così i Balcani. ●

L'ATTACCO ALL'URSS E LA FINE DEL NUOVO ORDINE: l'attacco all'URSS, se avesse avuto successo, sarebbe stato l'acme del nuovo ordine, perché sarebbe stata la realizzazione del “sogno” hitleriano descritto nel Mein Kampf: la sottomissione e la messa in schiavitù di tutti i popoli slavi, considerati “esseri inferiori”. I geniali comandanti militari tedeschi cercarono di dissuaderlo, ma ormai Hitler era talmente sicuro di sé e sicuro della cieca fedeltà, al limite del fanatismo, della stragrande maggioranza dei tedeschi, che non volle sentire ragioni. Il 22 Giugno 1941 comincia l'”Operazione Barbarossa”, l'ultimo effimero successo della blitzkrieg (già in autunno le cattive condizioni meteorologiche - specie il fango - rallentano l'avanzata nazista). Stalin, uomo estremamente razionale, non vuole credere fino alla fine alla pazzia di Hitler, in quel momento totale e assolutamente incontrastato padrone dell'Europa: basti pensare che l'ondata iniziale tedesca contro l'URSS era composta di 2 milioni di uomini. Se Hitler avesse deciso di fermarsi in Europa, con un esercito in perfetto stato ed efficienza, molto probabilmente non ci sarebbe stato nessuno sbarco in Normandia. Stalin non vuole crederci tanto che si sa che punì

duramente alcune unità che spararono contro i ricognitori tedeschi che ormai da mesi esploravano il territorio tedesco. Quando apprende che Hitler ha davvero invaso l'URSS, si chiude in camera sua una settimana senza contatti col mondo. La svolta nell'andamento della guerra si consuma proprio fra la fine del '42 e l'inizio del '43, quando finalmente cominciano a prevalere le potenza dell'Intesa. La caduta del “sogno” del “nuovo ordine” è sicuramente l'assedio di Stalingrado (Settembre '42 Febbraio 1943), in cui cadono 1,2 milioni di soldati sovietici e 800000 tedeschi, mentre la maggior parte dei superstiti viene catturata dall'Armata Rossa o muore nel gelido abbraccio del sempre efficace Generale Inverno; comunque già nella primavera del '42 i corpi di spedizione tedesco e alleato (l'ARMIR, armata italiana in Russia) si erano trovati con risorse troppo scarse e con un numero di effettivi insufficiente a coprire l'infinito fronte russo. Inoltre, 2 mesi dopo, il 13 Maggio '43, cedeva anche il fronte nordafricano (“operazione Torch”) sotto l'urto delle divisioni comandate dal generale Montgomery (23 Ottobre '42, battaglia di El-Alamein). FINE PRIMO MODULO!!!

3. LA GUERRA FREDDA 3.1. I RAPPORTI TRA GLI ALLEATI DURANTE LA II GM L'elemento di maggior ambiguità era sicuramente l'alleanza tra i campioni del capitalismo, USA e UK, e la patria del comunismo, l'URSS. Subito dopo l'inizio dell'”Operazione Barbarossa”, sappiamo che Stalin non fece letteralmente nulla per impedire la penetrazione dell'esercito tedesco. Forse voleva mostrarsi fedele fino all'ultimo all'accordo per dissuadere Hitler dall'operazione, ma è ben presto costretto a rendersi conto che non sarà così. La rapidissima avanzata tedesca spinge immediatamente UK e USA afornire all'URSS tutto il sostegno possibile: già nel ??? '41 USA e URSS segnano l'accordo Molotov-Pritz ???? e nel Settembre '41 estendono la legge “Affitti e prestiti”. ●

IL CLIMA POLITICO: l'URSS può distogliere l'attenzione dal punto di vista militare e concentrarlo su quello politico solo dopo la vittoria nell'assedio di Stalingrado (Febbraio '43): fino a quel momento infatti l'urgenza dettata dalla presenza delle truppe tedesche sul territorio sovietico avevano reso preponderanti le considerazioni militari (ad es. l'insistenza sull'apertura del II fronte). Già da subito comunque si comincia a discutere del futuro assetto mondiale e i 2 aspetti, militare e politico, resteranno strettamente legati fra loro (specie per Stalin e Churchill). Nell'estate del '41 la debolezza dell'Armata Rossa è drammaticamente palese. Un colpo particolarmente duro è la perdita dell'Ucraina (occupazione di Kiev nel Settembre '41): Stalin era consapevole che l'Ucraina era il tassello più debole dell'URSS, in quanto storicamente cattolica e tendenzialmente anti-comunista e soprattutto perché negli anni delle “purghe” staliniane la repressione in Ucraina era stata particolarmente dura. Un constrasto fortissimo tra angloamericani e sovietici è rappresentata fin da subito dal contrasto in merito ai confini del dopoguerra. L'URSS infatti insiste sul mantenimento dei confini stabiliti dal patto Molotov-Ribbentropp, ma è ovvio che per gli angloamericani questa è una condizione inaccettabile. Nel dicembre '42 Churchill si reca a Mosca e i punti principali sono il destino della Polonia e l'apertura di un secondo fronte. Stalin in particolare richiede la riapertura immediata del fronte occidentale , che però in quel momento non è fattibile dal punto di vista militare (nè UK nè USA avevano completato il loro riarmo). Lo sbarco in Normandia quindi viene rinviato e vengono per contro proposti piani alternativi: Churchill, ragionando in termini di sfere di influenza, propone

l'apertura di un fronte nei Balcani (per impedire che l'URSS annettesse nella sua avanzata tutti i Balcani, paura condivisa anche da Roosevelt, idealista ma non troppo). Riguardo alla Polonia, essa è la prima reale vittima del conflitto: gli angloamericani si rendono conto di non poter dire di no all'infinito all'URSS ma faticano a mettere il governo polacco in esilio a Londra di fronte alla realtà (e cioè di fronte al fatto che hanno perso tutti i loro territori). In più a Londra si era creata la “Unione dei patrioti polacchi” che era apertamente supportata dall'URSS (e non aveva partecipato alla prima durissima resistenza contro i tedeschi); dietro insistenza dell'URSS stessa i volontari del governo in esilio vennero mandati a combattere in Iran mentre i volontari del fronte patriottico furono inviati proprio sul fronte “polacco”. Nel Gennaio '43 c'è la “Conferenza di Casablanca” cui Stalin non partecipa. Ciò nonostante, è un insuccesso degli angloamericani perché sono costretti a rimandare ancora lo sbarco in Normandia, perché Roosevelt intendeva concentrarsi sull'area mediterranea/nordafricana (soprattutto per evitare che la flotta francese cadesse in mano tedesca). Stalin è estremamente diffidente e teme soprattutto che gli angloamericani segnino una pace separata con la Germania: proprio per questo gli angloamericani ribadiscono l'impossibilità di paci separate. Questo impegno derivava anche dalla consapevolezza da parte di Roosevelt della necessità di coinvolgere l'URSS nel futuro assetto mondiale. Roosevelt poi insiste anche nel coinvolgimento della Cina nel nuovo sistema. Nella Primavera '43 si consuma la rottura dei rapporti tra URSS e governo polacco in esilio, con la drammatica scoperta delle “fosse di Katyn” e la richiesta del governo polacco in esilio di una commissione internazionale per accertarne la responsabilità. L'URSS (che ne era l'effettiva responsabile) si indigna e anche Churchill prende le distanze dalla richiesta polacca ---> i rapporti tra gli Alleati cominciano a distendersi (anche per la vittoria di Stalingrado) e a riprova di ciò nel Maggio '43 l'URSS chiude il Komintern. Nell'Ottobre '43 a Mosca viene segnata la “Dichiarazione delle 4 potenze” in cui riemerge l'intenzione degli USA di coinvolgere la Cina nel futuro assetto mondiale. Viene anche posta la questione della liberazione dell'Italia (nel Luglio '43 Mussolini era stato esautorato dal Gran Consiglio del Fascismo e l'8 Settembre viene firmato l'armistizio), in cui gli angloamericani non concedono alcun ruolo all'URSS (che consentono quindi a quella che in pratica è una pace separata ---> si parla di “precedente italiano”: Stalin si mostra molto conciliante nei confronti delle manovre angloamericane in Italia per ottenere lo stesso nell'Europa orientale; viene così ri-legittimato il principio del balance of power, con le sfere di influenza definite dalle zone occupate dalle rispettive truppe). Non dobbiamo dimenticare la fondamentale questione del Pacifico. Per tutta la durata del conflitto (a parte gli ultimi mesi) l'accordo di neutralità tra URSS e Giappone resse, ma gli interessi sovietici in estremo Oriente erano fortissimi. In occasione della conferenza del Cairo (novembre '43) infatti partecipano funzionari sovietici di altissimo grado. In quel momento il rappresentante della Cina è il nazionalista Chang Kai Sheck, supportato a oltranza dagli USA e in quel momento anche dall'URSS, che realisticamente non crede nel successo dei comunisti di Mao e ha più interesse nella resistenza contro il Giappone. ●

LA CONFERENZA DI TEHERAN (NOVEMBRE '43): è in questa conferenza che si decidono le future sorti del mondo, più che in quella di Yalta. Innanzitutto infatti viene deciso il destino della Polonia: si stabilisce quindi che i territori polacchi conquistati dall'Armata Rossa sarebbero rimasti sotto sovranità sovietica (punto fermo di Stalin è ricompattare sotto il dominio sovietico tutta la popolazione ucraina, per annullarne il potenziale destabilizzante). La Polonia comunque non veniva cancellata, ma si espandeva a spese della Germania ---> 2 obiettivi: annullare il potenziale offensivo della Germania (meno territori e milioni di profughi) e, da parte dell'URSS, creare un cordone sanitario di Stati satelliti (in qualche modo “inverso” rispetto a quello creato dagli Occidentali nell'anteguerra).

Un'altra questione sollevata a Teheran (e non a Yalta) sono le condizioni poste dai Russi per entrare in guerra contro il Giappone ---> Teheran è una netta vittoria dei sovietici, soprattutto grazie all'estrema debolezza degli Alleati: da una parte Churchill era estremamente preoccupato per le sorti dell'Impero, dall'altra Roosevelt temeva un probabilissimo ritorno nell'isolazionismo, mentre entrambi erano preoccupati dal rallentamento dell'avanzata in Italia, che a sua volta rischiava di rallentare ancora la “Operazione Overlord” (cioè lo Sbarco in Normandia). Questa debolezza si palesa con la promessa all'URSS del controllo degli Stretti in cambio del suo intervento contro il Giappone. ●

L'AVANZATA SOVIETICA IN EUROPA: dopo Teheran comincia l'attività più propriamente politica dei sovietici in Europa. Nel Dicembre '43 viene segnato l'accordo Russo-Cecoslovacco, con cui il presidente Benes (quello della primavera di Praga) assicura le frontiere cecoslovacche prima che l'avanzata dell'Armata Rossa li travolga. Nel Febbraio '44 è importantissimo l'invio di diplomatici sovietici presso i partigiani yugoslavi: viene offerto tutto il sostegno possibile ai Titini in cambio ovviamente dell'ingerenza sovietica in Yugoslavia. Tuttavia non se ne fa niente perché i partitigiani Titini dimostrano di essere in grado di liberarsi da soli dall'occupazione nazista. Nel Giugno '44 c'è lo sbarco in Normandia --->il 1 Agosto '44 c'è la rivolta di Varsavia, durata 8 settimana e inaspettatamente soppressa dai tedeschi, soprattutto grazie alla “collaborazione” di Stalin, che definisce i rivoltosi polacchi “criminali” e rallenta l'avanzata dell'Armata Rossa. Questa è la prima mossa che aliena le simpatie occidentali nei confronti dell'URSS. Nell'autunno del '44 c'è la famosa “Offensiva delle Ardenne”, con cui Hitler fece un ultimo disperto tentativo di sfondare il fronte occidentale. Questo spinse gli angloamericani a chiedere un intensificazione dell'offensiva sovietica sul fronte orientale ---> ancora fino all'inizio del '45 potevano esserci delle sorprese in Europa dal punto di vista strategico: questo era un ulteriore elemento negativo, perché costituiva un interrogativo dal punto di vista politico e soprattutto alimentava la sfiducia un po' paranoica di Stalin nei confronti degli angloamericani, sospettati di non voler rispettare i patti e soprattutto di voler segnare una pace separata con la Germania. Si vede quindi che questo atteggiamento sospettoso da parte di Stalin nasce ben prima della morte di Roosevelt e della salita al potere di Truman e della sua dottrina di contenimento dell'URSS. Stalin comunque era sempre stato ossessionato dal problema della sicurezza, memore del “cordone di sicurezza” con cui l'URSS era stata circondata alla fine della I GM. In effetti già alla sua entrata in guerra abbiamo già detto che Stalin pretese il ristabilimento delle frontiere promesse dal patto Molotov-Ribbentropp ---> estensione irragionevole del concetto di sicurezza: Stalin combatte una guerra essenzialmente difensiva ma se la difesa andava estesa a tutte le aree in cui poteva esserci frizione con l'Occidente, si capisce bene che era un approccio ancora più pericoloso di una guerra offensiva. Nei confronti della Germania, l'approccio di Stalin è realista e mira a tenerla sotto controllo per evitare che avesse ambizioni di revanche. Come abbiamo già detto, lo spostamento a Occidente della Polonia avrebbe ed ha effettivamente comportato l'esodo di milioni di tedeschi, mettendo così letteralmente in ginocchio la potenza tedesca. L'approccio inglese poi era ancora una volta il più realista: vuole conservare una potenza tedesca per evitare che l'unica potenza continentale fosse l'URSS ---> la GB teme che gli USA ripiombino nell'isolazionismo dopo la guerra, ritirando tutte l e truppe dal territorio europeo e lasciandola sola di fronte all'URSS.



LA “SVOLTA DI SALERNO” (MARZO '44) E l'”ACCORDO DELLE PERCENTUALI”: dopo la cacciata dei nazisti dalla penisola italiana si era stabilito un modus vivendi tra gli angloamericani, il precario governo Badoglio e l'influenza sovietica. Era stata creato un organismo consultivo in cui anche l'URSS aveva un peso notevole (inviato il ministro ???? Tishynsky ????); le sorti dell'Italia

erano in bilico perché il governo Badoglio non era per nulla autorevole, compromesso com'era dai rapporti troppo stretti con la monarchia e il fascismo. La linea tenuta dal PCI al tempo era quella di antagonismo verso il governo Badoglio, per farlo crollare e instaurare un governo socialista. Però Stalin, in un colloquio con Togliatti, lo convince alla famosa “Svolta di Salerno”, con cui il PCI abbandonava questa linea di opposizione e accettava di entrare a far parte del governo Badoglio ---> obiettivo di Stalin non è far dell'Italia uno stato satellite, ma di esercitarvi una forte influenza, sia in Europa sia soprattutto nel Mediterraneo (bisogna tenere in considerazione anche la situazione della Yugoslavia, che si era liberata da sola sotto il comando di Tito e non voleva quindi rientrare nella sfera di influenze sovietica). Anche in occasione di questo episodio quindi emerge l'uso strumentale e politico della guerra da parte di Stalin. Questo approccio era d'altronde condiviso da Churchill, come dimostrò il famoso “Accordo delle percentuali” tra Churchill e Stalin, del Novembre '44. In questo incontro Churchill cedette il 90% della Romania e il 75% della Bulgaria all'URSS, mentre la ????? venne grosso modo divisa tra URSS e GB e Stalin dimostrò chiaramente il suo disinteresse verso la Grecia. Sempre in questa occasione fu deciso che l'URSS avrebbe dovuto entrare in guerra contro il Giappone 3 mesi dopo l'armistizio con la Germania (gli USA non erano ancora del tutto sicuri dell'efficacia della bomba atomica). ●

LA CONFERENZA DI YALTA (FEBBRAIO '45) E L'AVVENTO DI TRUMAN: come giò detto, molto era già stato stabilito a Teheran. In questa sede però vennero decise le regole di procedura pià importanti riguardo all'assemblea della futura ONU e del Consiglio di Sicurezza. L'URSS vorrebbe che in sede all'assemblea ogni repubblica sovietica venisse rappresentata, ma non si raggiunge l'accordo su questo punto, così come non lo si raggiunge riguardo alle modalità di decisione del Consiglio di Sicurezza. Invece, la questione polacca resta un punto dolente e irrisolto: l'URSS fa pesare la sua fortissima influenza in Polonia e Churchill (già in modalità “Guerra fredda”) vorrebbe accellerare la penetrazione nel territorio tedesco per entrare in Polonia e sottrarla all'influenza sovietica, anche a costo di una guerra. Un misunderstanding importante è quello relativo al confine sul fiume Oderneisse: vi erano infatti 2 fiumi con questo nome e gli angloamericani volevano scegliere per segnare il confine quello più a Est, per togliere terreno (e le città di Breslavia e ????) ai sovietici, ma così non avviene. A questo punto, l'URSS può già mettere sul tavolo delle trattative l'enorme sacrificio sopportato durante la gran parte del conflitto, almeno fino al Giugno '44 (Sbarco in Normandia). Un altro vantaggio strategico è la posizione sul campo dell'Armata Rossa, che è decisamente pià favorevole e incisiva rispetto agli alleati. Ma soprattutto Stalin è avvantaggiato rispetto a Churchill e Roosevelt nel momento in cui è l'unico a non dover render conto all'opinione pubblica interna ---> le sorti del dopoguerra sono in pratica in mano a Stalin, che deve dimostrare di saper fare scelte ragionevoli. In molti casi ne dà prova, dalla Grecia a Trieste (1 Maggio '45 occupazione da parte dell'esercito di Tito: non dà il suo sostegno). Verso la fine del conflitto però Stalin si sente sempre più minacciato, specie perché la resistenza tedesca nei confronti delle truppe angloamericane era molto più morbida rispetto allo scontro all'ultimo sangue con le truppe sovietiche (erano d'altronde ordini dello stesso Stato maggiore della Wermacht). Ritornava quindi l'antica paura di una pace separata. Dall'altra parte, anche i rapporti tra Gb e USA vedevano momenti difficili ovviamente riguardo all'assetto del dopoguerra. Il piano di Roosevelt, cioè il ritiro completo delle truppe americane dall'Europa, si poggiava su un ipotetico equilibrio tra GB e URSS in Europa. Questa teoria però mancava dei fondamenti necessari perché c'era un chiara sproporzione di forze a favore dell'URSS (la GB distruta dal conflitto non poteva più contare sul suo impero coloniale) e soprattutto perché i rapporti tra le 2 potenze erano assolutamente pessimi. Roosevelt se ne rende conto ben presto, già

appunto in occasione della conferenze di Yalta. Il 12 Aprile '45 muore Roosevelt e gli subentra il vice-presidente Truman, che fino a quel momento era stato totalmente estromesso dalla gestione della politica estera e non poteva contare sul forte rapporto personale di fiducia con Stalin (molto probabilmente reciproco). Truman arriva quindi al potere largamente inconsapevole dei problemi e dei rapporti di forze che avrebbe dovuto affrontare. Va però anche detto che lo stesso segretario di Stato ???? Kennan, uno dei maggiori conoscitori dell'URSS, disse che l'entourage di politica estera di Roosevelt era sostanzialmente incompetente. Comunque, anche Truman ci mette del suo, a cominciare dal ritiro immediato della legge “Affitti e prestiti” nei confronti dell'URSS: un errore prima che formale sostanziale, perché le condizioni in cui versava l'URSS erano assolutamente tragiche. Uno dei primi momenti di fortissima tensione è la questione di Trieste. Gli alleati arrivano nella città solo pochi giorni dopo l'arrivo delle truppe di Tito (1 Maggio '45), che conduce una politica da un lato fortemente ideologica, dall'altro legata a puri interessi territoriali/di potere (Trieste porto della Yugoslavia). L'esercito yugoslavo compie nella città e nei territori occupati violente repressioni, finché con l'accordo di Giugno si stabilisce che le truppe yugoslave si ritirino dalla città, nella “Zona B” (in pratica l'Istria italiana) mentre gli alleati avrebbero occupato la città e gli immediati dintorni (“Zona A”). Su questa questione, comunque, sia Stalin che Truman si dimostrano ragionevoli, non provocando gratuitamente l'ennesimo conflitto. Un altro motivo di tensione è l'instaurazione dei governi comunisti nei paesi satelliti (Marzo '45 ingresso di membri comunisti nel governo cecoslovacco ---> cessione della Rutenia Subcarpatica all'URSS). ●

LA CONFERENZA DI POTSDAM (LUGLIO/AGOSTO '45): l'equilibrio tra URSS e USA è adesso cambiato, in seguito alla dimostrazione di forza della bomba atomica da parte degli USA (6 e 9 Agosto Hiroshima e Nagasaki). Con l'accordo Stalin/Hotkins, gli USA concedono all'URSS di instaurare un governo comunista in Polonia e in cambio ottengono l'accettazione piena da parte sovietica delle regole di procedura all'interno del Consiglio di Sicurezza. Sempre in questa conferenza l'URSS ottiene, ancora in cambio del suo intervento in Giappone, l'accettazione da parte della Cina delle regole di procedura del CdS.

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