Shelton - Periodo di Transizione
February 25, 2017 | Author: murutomoto | Category: N/A
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LE CAUSE DEL FALLIMENTO NELL'APPLICAZIONE DELL'IGIENISMO Credo che la causa più grande di fallimento sia l'eccesso d'entu-siasmo. A causa di una comprensione, soltanto parziale, riguardo a ciò che si ha da fare, gli individui hanno tendenza ad esagerare in tutto ciò che fanno. Nello stesso tempo sono portati ad essere trop-po prodighi verso le loro risorse. Fanno troppo cammino, fanno troppi esercizi, mangiano troppi cibi credendoli adatti a loro, si mettono in testa, poichè ora mangiano «igienicamente», di poter mangiare tutto ciò che gli altri igienisti mangiano. Stanno troppo al sole, si bagnano troppo sovente e per periodi troppo lunghi, fan-no bagni caldi o troppo freddi. Sciupano la loro energia esageran-do nell'adoperare ogni elemento del loro nuovo programma. Sono inclini a lavorare seguendo questo principio: «Il meglio è prendere il doppio di una buona cosa». Corrono verso il loro igieni-smo eroicamente. Se iniziano a bere del succo lo ingoiano a litri. Il succo alcalinizza il sangue — dicono — purifica il sangue, forni-sce un'abbondanza di minerali e di vitamine, proprio loro che so-no così profani in materia. Inondano i loro tessuti con questi suc-chi nella stessa maniera e per la stessa ragione in cui si esercitano troppo o si bagnano troppo. Hanno bisogno di riposo per riprendere la loro energia, ma non sopportano di stare a letto. Si giustificano dicendo che sono stati attivi per tutta la vita. Questa sembra essere una buona ragione per continuare l'attività al posto di prendere un po' di riposo. Forse hanno bisogno di digiuno, ma sono convinti — poichè desiderano che sia così — che il succo faccia ciò che il digiuno potrebbe fare. Dicono d'aver provato l'Igienismo ma che non ha loro giovato. Ciò può voler dire che hanno tentato d'applicarlo con una conoscen-za soltanto superficiale della maniera in cui si doveva praticare, ma ciò può anche significare che hanno passato una settimana o due in un istituto igienista. Il loro entusiasmo per l'Igienismo li spinge a credere che esso fac-cia miracoli, che possa riparare in due settimane, al massimo, i danni causati da molteplici anni di vita sbagliata. Avevano bisogno di essere curati in tre mesi ma frequentarono il nostro istituto per soli 10 giorni. La loro «prova» fu di breve durata. Hanno «prova-to l'igienismo» e ciò non ha portato al loro caso nessun beneficio. «L'égienismo può essere utile a certi fisici» dice un vecchio «gufo» molto saggio «ma è assurdo poter pensare che convenga a tutte le costituzioni». E pérchè no? Forse che ogni fisico non ha bisogno d'acqua da re, d'aria per respirare, di cibo per nutrirsi, di sonno per recupera. re, di movimento per fortificarsi e di bagni per pulirsi? Non è forse possibile adattare questi elementi d'igiene ai bisogni e alle diverse capacità d'ogni fisico? Se gli Igienisti avessero insistito per nutrire con un regime pesante come il cuoio da scarpe si po-trebbero avere delle obiezioni legittime, ma poichè insistono col nutrire tutti con i migliori alimenti, tenendo conto dei bisogni dell'organismo individuale e della capacità d'assorbirli e di utiliz-zarli, perché il loro programma non converrebbe a tutte le costitu-zioni? L'igienismo non fa fare a tutti gli stessi esercizi, nè la stessa quantità d'esercizi. L'igienismo non obbliga tutti a seguire un regi-me uguale, né dichiarare che tutti devono mangiare la stessa quan-tità di roba, nè che devono mangiare alla stessa ora. Adatta i ba-gni di sole ad ogni individuo, non fa un programma di vita unifor-me, insistendo affinchè tutti lo seguano. Come non s'insiste affinchè tutti imparino a suonare il violino, im-pedendo che s'impari a suonare anche il banio, cosi non si esige che tutti pratichino gli stessi spotts astenendosi invece da altri. Dr. H. M. Shelton (Estratto dalla rivista «Dr Shelton's Hygienic Review») PREPARATEVI A SUBIRE CRISI DI DISINTOSSICAZIONE Il neo-igienista si trova posto di fronte a numerosi problemi, tra i quali non è di certo uno dei minori la sollecitudine dei parenti ed amici colmi di un timore che rischia sovente di diventare contagio-so. Quest'ansia dei parenti e dei vicini è reale, ed è il frutto del-l'idea errata ereditaria, secondo la quale la «malattia» (cioè i segni di difesa dell'organismo), è sempre un male di per sè stessa. Da ciò scaturisce l'ondata di raccomandazione: «Siate prudenti; non si deve accettare tutto...». Questa attitudine negativa è un serio ostacolo per il neo-igienista, a tal punto che egli sarà tentato d'abbandonare la lotta alla prima manifestazione della crisi di disintossicazione, poichè egli stesso si lascerà prendere dal panico. Se resisterà, la lotta che dovrà so-stenere contro la sua cerchia gli farà disperdere una buona parte della sua energia vitale, la quale sarebbe stata meglio impiegata dal-
l'organismo nel suo compito intrapreso di purificazione e di rige-, nerazione. Le idee negative, i pensieri carichi d'ansia e d'angoscia, trascinano con sé disturbi psicologici (apparenti o latenti) e causano sovente un vero disordine nelle funzioni fisiologiche. Il processo di restau-razione verrà cosl ritardato. Una buona dose di coraggio è necessaria nella «lotta» contro le ap-prensioni ansiose e i consigli d'abbandono provenienti da una cer-chia ignorante e poco comprensiva. Questi timori si accentuano maggiormente quando, nel corso del ritorno verso la salute, il neo-igienista viene colpito da una «malat-tia acuta»: raffreddore, febbre, diarrea, eruzioni cutanee, urina tor-bida, lingua carica, perdita d'appetito, debolezza, emaciazione, agi-tazione, vertigini, spasmi, vomiti, perdita di sangue (dalla bocca, dal naso, dagli organi genitali, dall'ano, dalla pelle), riapertura di un'ul-cera varicosa, ritorno d'una polmonite, sputo, tosse, dolori intensi, infiammazione dei muscoli o delle articolazioni, irregolarità del pol-so, disturbi respiratori con crisi d'asma, ecc... Ma questi sono segni della benefica crisi di disintossicazione. Il pro-fano o il medico li considereranno come indici sfavorevoli, come sin-tomi «molto cattivi per la salute». Ma non è affatto il nostro pare-re d'igienisti. Nella pratica del programma di cura igienista, tali fat-ti sono considerati come una tappa che segna il ritorno alla salute e all'equilibrio. I sintomi di disintossicazione devono essere rispettati: sappiamo che l'intero organismo è impegnato in un'azione vi-tale e profonda, che mita all'eliminazione delle tossine che lo ingombrano e gli impediscono di svolgere le sue funzioni come si deve. Il paziente deve riuscire a non disperarsi in questo momento cru-ciale. E' specialmente a questo punto che ha bisogno d'essere coraggiato. Purtroppo ha tendenza ai cattivi pensieri, al pessimismo, al dubbio. Abbiamo visto con troppa frequenza neo-igienisti perde-re fiducia all'apparire dei primi disturbi che annunciavano la crisi di disintossicazione e ritornare alla pratica medica per sopprimere tali sintomi. Insistiamo ancora: quando si manifesta una crisi di disintossicazione, il paziente deve sapere che essa è un segno estremamente felice del buon svolgimento delle «operazioni interne». L'energia vitale è sufficiente per permettere all'organismo di condurre a buon termine una lotta potente ed efficace. Queste crisi saranno seguite da un periodo di sosta, ma senza dub-bio, più tardi altre crisi si verificheranno ancora. La purificazione sarà sempre più profonda; un riposo organico è necessario tra una crisi e l'altra. In alcuni casi, queste crisi si ripresenteranno duran-te un periodo di parecchi anni. E cosa vi è di strano? Magari, de-cine d'anni, o alcune precedenti generazioni, furono necessarie per creare gli squilibri interni e l'intossicazione attuale; cosa rappre-sentano quindi, in confronto alcuni mesi o alcuni anni d'indisposi-zione, se è in gioco il miglioramento della salute nel corso degli anni avvenire? NON C'E' PIU' NIENTE CHE FUNZIONI! Questi periodi di disturbi seguono sovente una prima fase nel cor-so della quale il paziente si sentirà molto meglio e riprenderà a sperare. Da molto tempo, non si era sentito così bene! Ed ecco che questa inopportuna «ricaduta» sopraggiunge improvvisa. Abbiamo visto così, per esempio, un tubercoloso cronico riprende-re dei farmaci nel momento di panico seguente ai primi sintomi del ritorno alla fase acuta della sua «malattia». Queste prime crisi di disintossicazione si manifestano sovente dopo tre o sei settimane di cure igieniste. Tanto più il tenore di vita è sano e l'alimentazione ridotta, più presto sopraggiunge la prima crisi. Che cosa è avvenuto? Non è esatto incolpare il freddo, la nebbia, la pioggia, il contagio, l'insufficienza alimentare, un'esposizione trop-po prolungata al sole, ecc... Diciamo: «Qualcosa non va; non sono sulla retta via, sono consi-gliato male; sono un incurabile; non hanno scoperto il mio male; non sono come gli altri...». Ma la realtà è esattamente il contrario! Il paziente si sentiva me-glio, era più calmo; viveva in un modo più igienista. Durante que-sto tempo, le forze riacquistate per merito di questo nuovo modo di vita furono risparmiate, fino al giorno in cui «l'intelligenza somati-ca» giudicò che il suo potenziale di energia era sufficiente per per-mettergli d'impegnare una lotta intensa al fine d'eliminare le tos-sine generatrici di disturbi. Noi sappiamo che l'organismo possiede il potere di proteggersi, d'ac-crescersi normalmente, di riparare le sue perdite e i suoi darmi, di mantenere e ricostruire la sua integrità. Diamogli i mezzi e la pos-sibilità d'agire senza ostacoli in questo campo, e da solo, egli si met-te all'opera — senza che
noi ne abbiamo coscienza. Che cosa bisogna fare in caso di crisi acuta? La risposta igienista è estremamente semplice: LASCIARE FARE ALLA NATURA. Digiunare, riposarsi in ogni campo, ecco l'unico provvedimento igienista, quello che vi permetterà d'«uscirne» rapidamente e sicuramente. Non entreremo qui nei dettagli delle disposizioni pratiche d'adottare, questa domanda è stata lungamente trattata nella no-stra opera «Iniziazione all'Igienismo», primo volume, capitolo «Cure nei disturbi acuti» (questo capitolo è riportato nell'opu-scolo «Periodo di Transizione», parte seconda). Pazienza, coraggio, calma, ottimismo, questi sono gli imperativi del momento. I sintomi, il dolore, spariranno rapidamente. Dopo questo periodo di disturbi, il paziente si trova sollevato, sor-ridente più ottimista che mai; ha l'occhio vivo, un colorito chiaro, l'alito fresco, le urine normali, la pelle liscia e pulita, la respirazione calma, il polso regolare. Si sente e dice d'essere ringiovanito. Allo-ra non rimpiangerà d'aver perseverato poichè il suo livello generale di salute si è ritrovato ad un grado più elevato. A. Passebeq (Estratto dalla rivista «La Nouvelle Hygiène») LE DIFFICOLTA' ESTERNE DEL NEOFITO «Le false opinioni rassomigliano alla moneta falsa che pri-ma viene stampata dai grandi colpevoli e in seguito spe-sa dalle persone oneste che perpetuano il crimine senza sapere quello che fanno». Joseph DE MAISTRE La riforma alimentare s'opera tramite la modificazione personale e sociale. Ora questa modifica va contro le abitudini e le idee del-l'ambiente. — Famiglia e amici, — il che rende il cambiamento difficile. A questo riguardo, bisogna sapere, che, quando si tratta del benessere proprio, non vi sono ragioni di fare compromessi, soprat-tutto se siamo sufficientemente cresciuti. L'igienista preferisce agire con saggezza, anche col rischio di non piacere. Egli obbedi-sce a questa legge della natura che, sempre e sotto tutti i meridiani, costringe l'eletta coscienza all'alternativa, o di mirare ad una vita esuberante e radiosa, o di rassegnarsi come la maggioranza ad una compassionevole mediocrità. Se, eccezionalmente, l'ostilità dell'ambiente è tale da rendere la riforma causa di discordie interminabili, di liti violente e di brighe giornaliere, in questo caso conviene usare abilità e politica nei ri-guardi dell'opposizione. Se no le emozioni risentite, ridurranno al nulla tutto il profitto che possiamo ricavare da un pasto sano. In questo caso se è possibile cercheremo di mangiare da soli. Usere-mo persuasione e pazienza. Non si deve, per esempio, proclamare a cielo scoperto la propria intenzione di cambiare regime, ne espor-re le proprie idee alla luce del giorno. Non cercheremo neanche di convincere gli altri ad ogni costo perchè facciamo scattare imme-diatamente una feroce opposizione. L'unica maniera d'agire è di prestare un testo d'igienismo. Non vi è bisogno di dire che in questo caso si tratti di persone molto ostili alle riforme alimentari, per-sone prudentemente avvicinate in precedenza, anche solo con lo scopo di tastare il terreno e di valutare il loro grado d'ostilità o di ricettività. Notiamo tra l'altro un fatto importante: avete cento volte più for-tuna d'interessare e di convincere una persona in cattiva salute che una in buona salute. Possiamo dunque, azzardarci ad aprire un ella-logo sull'argomento con un ammalato, con molta più fortuna di riuscita, mentre con della gente sana, le probabilità sono quasi zero. In seguito, prendere come linea di principio di non discutere mai, tutt'al più informate la gente circa le vostre idee, rispondete alle domande e confutate uno o due argomenti. Alla terza obiezione, se non ci si accorge che esista un desiderio sincero di conoscenza, Cessate la discussione, cambiate soggetto, e non ritornate mai più sull'argomento, con chi non cerca di capire e di ragionare liberamente senza pregiudizi. Infine, per riformare il vostro regime con il minimo d'opposizione incominciate col sopprimere o adottare un solo cibo per volta. Agi-te discretamente per evitare contrasti inutili. Lottate con tutte le vostre forze per questo primo cambiamento. Quando avrete vinto la battaglia ricominciate con un secondo alimento, e così di seguito fino a che tutto il vostro regime sia modificato. Non dimenticate soprattutto di ricercare la compagnia delle persone che hanno le vostre stesse idee, — perchè esse vi incoraggiano, — e evitate il più possibile la compagnia degli altri. Questo ultimo suggerimento da solo è più utile che tutti gli altri. Infatti, non bi-sogna mai esitare a scegliere i propri amici, perchè essi ci influen-zano per il bene o per il male. Fate nuove conoscenze e troncate con la gente dubbiosa.
LE DIFFICOLTA' INTERIORI DEL NEOFITO Rieducate il vostro gusto. — preferiamo alcuni cibi ad altri perchè il nostro gusto e il nostro appetito ne hanno preso l'abitudine sin dall'infanzia. Questa preferenza non è per niente sana, cioè non fisiologica. — perchè il nostro gusto e il nostro appetito sono sta-ti deviati sin dalla prima infanzia dalla cucina tradizionale. Pren-diamo, a titolo d'esempio, le spezie o il tabacco che pervertono il gusto in modo tale che impediscono di gustare la frutta, e a volte non invogliano a mangiarne. Nondimeno una ripugnanza istintiva per un alimento è ammessa, a condizione che tutti gli altri cibi siano sani sotto ogni aspetto. Que-sta ripugnanza risponde ad un bisogno fisiologico normale d'aste-nersi. Non è per niente difficile acquistare nuovi gusti. E' inoltre assai più agevole che acquistare il gusto per il tabacco, l'alcool, le spe-zie, il caffè, ecc... Se riformiamo le nostre abitudini con la stessa determinazione di quella con la quale abbiamo imparato a fumare, non subiremo sconfitta. Il gusto per una sostanza sana può esse-re sviluppato e acquisito in meno tempo e con meno sforzo che il gusto per una sostanza malsana. La coscienza o il senso somatico. — La depravazione dell'appetito può prendere le forme più spinte. Su questa sindrome, l'appetito depravato si manifesta tramite l'ingerimento di gesso, fango, sabbia, carbone, capelli, vernici, pietre, metalli, biglie, ecc... Il sale, i con-dimenti, le spezie, il bestiame, il tabacco, ecc., deve essere aggiunto a questa lista. L'appetito depravato è a volte il risultato di una educazione degenerata. A volte è un sintomo di «malattia». Una nutrizione malsana può essere causa di perversione. Una carenza, per esempio, di vitamine e di sali minerali, sovente causa voglie vaghe, indefinite, che conducono la vittima a mangiare non importa che cosa per soddisfare questi stimoli. Nella dorosi e nel-la gravidanza, le voglie anormali sono determinate dalle deficienze nutritive e spariscono con un'alimentazione sana. Si dice che i bagni di sole prevengono queste anomalie nei ragazzi. Quello che Jennings ha qualificato buona coscienza fisica è la som-ma totale degli istinti e clei riflessi non pervertiti, ne irregolari in un individuo. Bisogna sempre tenere e mantenere una buona co-scienza fisica, la quale ha dei vantaggi inestimabili. La persona fortunata che la possiede è meno soggetta a violare le leggi fisiche di quella che non la possiede. Se, questa persona sana ingerisce per semplice inavvertenza un piccolo pezzo di pepe nero mescolato ai cibi, un vivo dolore dovuto alla sua fine sensibilità le permet-terà di individuare all'istante il veleno. Tale è il segnale avverti-Core per tutte le future infrazioni. Una persona che possiede una buona coscienza fisica vomiterebbe all'istante un fungo velenoso mentre nel caso contrario, avviene l'av-velenamento a causa della presenza di questa sostanza tossica nelle vie digestive. LE BENEFICHE CRISI DI DISINTOSSICAZIONE Qualsiasi adattamento alle abitudini, agenti o influenze ostili alla vita, si compie per mezzo di cambiamenti dei tessesti invariabilmen-te distanti dall'ideale. Il rinnovamento e i processi di assestamento chc devono seguire la riforma del nostro tenore di vita vengono compiuti dalla distruzione e il rigetto di questi tessuti inferiori. Tessuti nuovi e superiori prendono il loro posto. L'intero corpo è rinnovato. Ora questo pro-cesso di «aggiustamento» non è particolarmente gradevole. Si può manifestare con dei mali di testa e vertigini di breve durata, dei dolori, una sensibile perdita di peso, delle eruzioni cutanee, forun-coli, ecc. Tutti questi sintomi sono eminentemente utili alla disin-tossicazione dell'organismo. «Se dopo anni d'abusi, diceva Helen Densmore, potessimo arresta-re questo tenore di vita malsano e raccogliere all'istante tutti i vantaggi d'una abbondante salute, ebbene, questa disubbidienza non sarebbe tanto cattiva dopo tutto». Quando un ubriacone si astiene dal bere, egli attraversa delle crisi di «pulizia» molto forti, come ad esempio, mali di testa, vertigini, disturbi visivi, insonnia, malesseri generali fisici e mentali, febbre, ecc... La madre, le sue sorelle e i suoi amici lo esortano vivamente a sopportarli e a prendere coraggio, malgrado tutti i sintomi appa-rentemente cattivi. Poichè tutti sanno perfettamente bene che è l'alcool che l'ha reso malato, e questo deve essere eliminato. Tutti riconoscono la necessità di questa crisi di disintossicazione che se-gue l'astensione. Eppure quando un dispeptico debole cerca di ri-formare la sua alimentazione, alla prima crisi violenta di disintossi-cazione, tutti i suoi amici cercano di dissuaderlo. Tutti gli dicono ch'egli si sta uccidendo, tutti gli ripetono interminabilmente senza sapere niente, ch'egli impoverisce il suo sangue. Nessuno in que-sto caso, riconosce come salutari questi disturbi di «pulizia», men-tre li riconosciamo come tali nel caso degli ubriaconi e dei fumato-ri. E se, per disgrazia, questo dispeptico si decide di ritornare al suo vecchio regime, i
sintomi dolorosi scompaiono, e egli si crede gua-rito! Adesso è sicuro che il cambiamento di regime lo ha danneg-giato. Riprende gli antichi pasti e accumula nuovamente nel suo corpo le tossine della «malattia». Vogliamo talmente mantenere le nostre vecchie abitudini che, al primo disturbo e alla prima crisi, siamo tentati di abbandonare la ri-forma, malgrado che siamo stati prima avvisati e istruiti. I malesseri che accompagnano ogni cambiamento provano che il nuovo regime è sano o malsano in confronto all'antico. Come sa-perlo? Se la cura è buona, col passare del tempo la salute ne appro-fitterà, altrimenti avverrà un deterioramento lento e progressivo dello stato generale. Il miglioramento o il deterioramento della sa-lute non si avverte, in questo caso, da un giorno all'altro. Occorre del tempo. E' necessario fare le proprie esperienze da se stessi, per decidere sul valore d'ogni cibo? No, perchè numerosi scienziati hanno compiuto questo compito teoricamente e sperimentalmente per la maggioranza dei cibi. D'altronde, un cambiamento di regime che non è seguito da nes-sun malessere prova che i due regimi, — l'antico e il nuovo, — sono simultaneamente o buoni o cattivi. Passiamo adesso ad una questione d'importanza capitale per tutti. Le persone che hanno più vitalità sono quelle in cui si manifesta-no le crisi più violente e le febbri più alte. Queste persone hanno la fortuna d'avere la forza necessaria per espellere rapidamente le tossine con l'aiuto d'una febbre o, d'una azione acuta. I deboli, in-vece non hanno abbastanza vitalità per generare una buona crisi uti-le di disintossicazione. Essi compiono una serie d'azioni eliminatorie manifestate con dei malesseri benigni che diventano sempre più forti a regola della loro vitalità aumentata con l'adottazione di una vita sana. Infine, quelli che hanno lo stato di salute particolarmen-te offeso, sia per una causa ereditaria, sia per distruzioni patolo-giche, dovranno rassegnarsi a non sviluppare fortissime febbri, ne crisi acute, e accontentarsi di piccole serie di disintossicazioni che si manifestano sotto forma di lievi disturbi. Si tratta qui del can-cro, della tubercolosi, ecc... Queste grandi malattie non permetto-no di raggiungere una salute perfetta al cento per cento se non do-po almeno la terza generazione, sempre che queste tre generazioni vivano correttamente. Infatti ogni generazione si rigenera sempre di più fino alla perfezione. Comunque, queste persone molto de-boli potranno raggiungere nella loro esistenza un miglioramento molto sensibile nella salute e nel vigore, in modo indicativo fino al 60 per cento, e vivere in modo abbastanza soddisfacente. Questo miglioramento si realizzerà dopo il ristabilimento, in due o dieci anni, a secondo della perseveranza del soggetto. Per quanto riguarda il ristabilimento, possiamo dire tra l'altro, che la maggioranza di questi grandi malati possono rimettersi sicuramente trascorrendo qualche mese in una CASA DI RIPOSO IGIENISTA. Gli eccessi alimentari. Gli eccessi o gli errori alimentari occasionali non sono tanto nocivi come le cattive abitudini quotidiane. Intanto, non conviene nutrirci male per fare piacere agli altri. Non è me-glio fuggire le cattive compagnie e ricercare quelle buone? Alcuni si nutrono meglio quando sono soli. In ogni caso quando è in palio la nostra salute, niente deve essere tralasciato. La riuscita della riforma alimentare dipende dall'attitudine che ado-periamo per sradicare le antiche abitudini e adottarne delle nuove. Una volontà di ferro è sicuramente più importante in questo caso che il ferro dei sali minerali negli alimenti, dato che quest'ultimo è inaccessibile senza l'altro. Bisogna ostinarsi e perseverare, per acquistare abitudini buone. Possiamo imparare ad amare tutti gli alimenti sani che detestiamo, più rapida-mente di come abbiamo imparato a degustare la birra, o a gioire d'una sigaretta. SURERIORITA' DEL CAMBIAMENTO BRUSCO Non vi è nessun pericolo cambiando bruscamente un regime. Più presto ci sbarazziamo d'un regime malsano e più presto assumeremo un'alimentazione sana, e più presto ne trarremo profitto. Non si guadagna niente mangiando usando un po il vecchio regime e un po' il nuovo. La continuazione anche parziale di pasti malsani non procura alcun vantaggio, non più dell'uso dei veleni. In ef-fetti, non si chiede a chi si avvelena d'essere moderato, progres-sivo nel suo suicidio, ma di smettere l'ingerimento del veleno mi-cidiale. Abbandonando un regime stimolante, o sopprimendo un cibo ec-cessivo per un'altro frugale, invariabilmente all'inizio risentiamo un desiderio di mangiare maggiormente. Possiamo anche avvertire svenimenti, indolenzimenti, debolezze, subire una perdita sensibile di peso e molto difficilmente un'aumento. Sovente anche, risentia-mo dei malesseri delle sensazioni spiacevoli allo stomaco, mali di testa e altri sintomi, che sovente preoccupano il paziente
e la sua cerchia. Ora tutti questi sintomi non possono sopraggiungere mentre vi ab-bandonate allegramente alle abitudini viziose di cibo eccessivo che sorpassa i bisogni immediati del vostro corpo. Se perseverate, tutti questi sintomi spariranno rapidamente, e non tarderete a raccoglie-re il frutto delle vostre «sofferenze». Bisogna solamente dare al vostro corpo il tempo di raggiustarsi e di riparare le sue falle effettuate da un regime malsano e copioso, praticato per lunghi e sven-turati anni. Il mezzo più rapido d'effettuare la transizione tra l'antico e il nuovo regime è quello di sottomettersi a un digiuno in una Casa di Riposo Igienista. Durante il digiuno, la pulizia dell'organismo, l'e-quilibrio del sistema nervoso, la riparazione dei danni fisici, liberano il neoigienista dalle voglie coltivate e dagli appetiti anormali, e tutto questo compito si svolge più rapidamente digiunando che con l'alimentazione. Colui che è abituato, per esempio, all'uso del sale, del pepe, ecc., troverà molto difficile poter gustare i pasti senza condimento. Un digiuno invece gli permetterà di desiderare e di gustare gli alimenti senza condimento. Possiamo lottare contro la voglia degli stimolanti, del té, del caffé, dell'alcool, del tabacco, dell'oppio, ecc., più agevol-mente dopo un digiuno che non prima. Perché non solamente il digiuno accelera i riaggiustamenti organici, ma li facilita e li rende sopportabili. Il digiuno è l'unico mezzo che permette di sbarazzarsi dalla voglia del tabacco, dell'alcool, delle spezie, ecc., come pure dell'abitudine di mangiare troppo. Non bisogna concludere con questo che bisogna rimandare la ri-forma alimentare fino al giorno in cui avremo l'occasione di digiu-nare. E' oggi stesso che bisogna cambiare le abitudini perniciose e non domani. Interrompete con le vostre cattive abitudini il più presto possibile, coltivate abitudini migliori e, raggiungerete una sa-lute esuberante e un vigore eccellente per tutta la vita. In ogni modo, alcuni troveranno più pratico un'altro programma. Se non abbiamo l'occasione di digiunare come si deve in una Casa di Ri-poso Igienista. — per una o diverse settimane a secondo il caso, — sceglieremo allora tra queste due alternative: l) Effettuare un cambiamento un po' brusco. Prendere un conge-do di tre mesi, oppure non lavorare più di quattro ore al giorno. 2) Effettuare un cambiamento progressivo che richiederà due an-ni per compiersi totalmente. Lavorare come al solito. La debolezza risentita è proporzionata al cambiamento effettuato. Più il cambiamento è brusco e più ci SENTIREMO deboli, — ma in realtà non lo siamo affatto. In ogni caso la debolezza che accom-pagna il cambiamento di regime è un mezzo eccellente per risparmia-re energie, per ridistribuirle e spartirle in vista della disintossicazio-ne generale. Le forze del soggetto non subiscono nessuna diminuzione degna di nota, ma si dirigono verso l'interno per la disintossicazione, invece d'essere spese per l'attività muscolare esterna. Inoltre, quando siamo abituati ad assorbire della carne dall'infanzia, la digeriamo general-mente bene. Ora se vogliamo abbandonarla per le diverse altre pro-teine vegetali di qualità superiore: noci, mandorle, ecc., sovente non saremo capaci di digerire questi nuovi prodotti; perchè è cer-to che colui che non ha l'abitudine non può digerire i frutti oleagi-nosi da un giorno all'altro. Traverseremo allora un periodo di tran-sizione dove l'organismo sarà privo di protidi: sia perchè mangia-mo poco in conformità al principio: «MANGIATE SECONDO LA VOSTRA CAPACITA' DIGESTIVA». Essa è debole perché non è abituata a questi nuovi alimenti; sia perchè ne assorbiamo troppo con le indigestioni, il che intossica l'organismo per sovrappiù. E' necessario prendere nota che l'assenza momentanea di protidi du-rante il periodo di transizione è sempre profittevole, ma da rilievo al cambiamento brusco del regime. Occorre dunque un periodo di adattamento. Questo periodo di adat-tamento è molto rapido dopo un digiuno completo, meno rapido durante il cambiamento brusco di regime senza digiuno, e abbastan-za lento durante il cambiamento progressivo. Segnaliamo tra l'altro che l'opera indispensabile che tratta la tec-nica del digiuno è quella di J. Rialland: Guarisciti da te stesso. E' per questo dunque che consigliamo vivamente a coloro che desiderano abolire la carne, senza avere l'occasione di digiunare, d'inclu-dere per un certo tempo nel loro menu: latte crudo formaggio bian-co, fresco e senza sale, come pure tuorli d'uovo cotti leggermente. I protidi contenuti in questi cibi sono facilmente assimilabili, contrariamente ai protidi vegetali delle diverse noci. La carne si potrà, (se uno ci tiene in modo particolare) consumare una o due volte alla settimana tutt'al più. Dobbiamo giungere al regime di transizione che indichiamo qui ac-canto, a poco a poco, nello spazio di alcuni mesi. Quando lo avremo adottato per un anno, lo potremo modificare nel corso del secondo anno per arrivare al menu ideale, cioè ad un menù di
crudezza in-tegrale, senza pane, ne alcun prodotto animale o sotto prodotto animale. Naturalmente, se digiuniamo come si deve per favorire il cambiamento brusco, non avremo bisogno di due anni per arrivare al menu ideale, ma lo applicheremo senza periodo di transizione, immediatamente dopo la ripresa del digiuno. Per i magri: Conservare il pane una volta al giorno. La soppressio-ne totale del pane trascinerà ad una magrezza eccessiva. LA PERDITA DI PESO Ogni chilo in più è un anno di vita in meno Alcune settimane d'un menu sano bastano, in genere, per fare per-dere al principiante un po' di peso. Non diremo niente, se la cosa si fermasse lì. Ma il nostro neofito nel medesimo tempo perde la te-sta, quando non perde: addirittura la fiducia. A questo signore sen-za bussola, e che ci importuna, noi diremo una volta per tutte: «VOI NON AVETE CAPITO NIENTE». Avreste dovuto almeno tener presente che l'eliminazione dei rifiu-ti, delle tossine e dei ricambi che infettavano il vostro corpo rappre-sentano una pulizia tra le più desiderabili; avreste anche dovuto pensare che la pinguedine che avete trascinato ovunque andavate consisteva a dire poco in dieci chili di marciume della peggiore specie. E in seguito vi lamentate di possedere una «dimora» più pulita e meno ingombrante! Eppure, oggi, l'Assicurazione ha accettato d'assicurare la vostra vita, mentre appena un mese fa, all'esame medico, vi avevano scartato per ragioni di salute o d'obesità. Decisamente non sapete bene dove mettere la testa. I vostri amici vi dicono con aria composta ed afflitta che siete dimagrito, che ave-te una cattiva cera, e vi lasciano in uno stato più scoraggiato di prima. Cercate una bilancia per pesarvi e trovate, che realmente, avete perso del peso. E' vero che vi avevano avvisato, ma vi rimane un dubbio indefinibile. Coloro che conducono un tenore di vita igienista, sono normalmente considerati «troppo magri». Abbiamo torto nell'identificare la salu-te in un sovrappiù di grasso, ciò che tra l'altro è totalmente assur-do. I magri abitualmente vivono più a lungo degli obesi. Le sta-tistiche delle societa d'assicurazione lo confermano. Così per esempio, è stato dimostrato quanto segue: PESO VITA Secondo i prontuari usali Peso esatto Corta 10 chili in meno Molto lunga 15 chili in meno Lunga • Vediamo dunque che le concessioni abituali sono errate, poichè chi vive più a lungo, cioè coloro che sono «magri» godono d'una salute migliore degli altri. L'errore deI concetto comune che stabilisce un determinato peso come normale deriva dal fatto che hanno preso la la media e, l'hanno considerata come normale. PESO MORTALITA' Secondo i prontuari usuali 100/a in più 20% in più 15 a 25% in più 440/a in più Oltre il 25% 75% in più (Secondo Harper's Magazine, maggio 1950) Il vostro peso è normale? Hanno detto che occorre pesare il nume-ro di centimetri segnato dalla nostra statura, ma questa misura è accettabile solo per gli atleti. Per voi che non lo siete affatto, bi-sogna contare da 5 a 6 chili in meno. Così, ad esempio coloro che misurano 1,76 m. devono pesare entro i 70 chili. Desiderate recuperare del peso? Bisogna fare del culturismo usan-do pesi molto pesanti. Inoltre senza cultura fisica intensiva, due volte la settimana, non possiamo profittare d'un menu sano, né ave-re una splendida salute. Qual'è la qualità dei vostri tessuti? Le persone obese hanno dei tessuti di cattiva qualità, e fibre poco resistenti, esattamente simili ad una stoffa a buon prezzo con maglie larghe e fili poco solidi. L'eccesso di rifiuti acidificanti richiama nel corpo un eccesso d'ac-qua per sciogliere queste tossine corrosive in cui la concentrazione rischia d'annientare gli organi vitali. Il sale produce un risultato si-mile. Orbene capita ai tessuti quello che capita ad una carta as-sorbente inzuppata nell'acqua. Le fibre della carta assorbente perdono la loro resistenza, si distendono e si strappano facilmente alla minima tensione. In un'organismo malsano, specialmente obe-so, i tessuti sono impregnati di rifiuti, di sale e di acqua. Così, per esempio, colui che pesa 10% in più del peso considerato nor-male, si piazza tra coloro che hanno una mortalità del 20% più elevata della mortalità abituale considerata normale. La soppressione degli alimenti malsani — specialmente il sale — fa-vorisce l'eliminazione dei rifiuti tramite i reni e i polmoni. Quando dopo alcune settimane, la quantità di tossine sarà diminuita, l'ac-qua che era necessaria per dissolverle sarà espulsa sotto forma d'urine abbondanti e chiare. — benchè non si abbia sete e, si beva poco. Per contro , prima, quando ingerivamo alimenti con-centrati e malsani, bevevamo molto e urinavamo
poco, poichè l'ac-qua era trattenuta nell'organismo. Se siamo troppo magri, bisogna mirare ad aumentare di peso. L'uni-co mezzo è l'allenamento fisico con manubbrio e pesi, come l'ab-biamo già detto. L'ideale consiste nel possedere un corpo che, or un minimo di volume possibile, pesa di più. Noteremo che due persone in apparenza perfettamente uguali, con un medesimo volume e la stessa statura, possono avere una diffe-renza di peso di parecchi chili, a motivo della qualità diversa dei loro tessuti. L'uno possiede una «stoffa» in cui le fibre sono di buo-na qualità, strettamente tessute, mentre nell'altro, le maglie sono larghe e, il filo poco resistente. Tra l'altro per le medesime ragioni, due persone dello stesso peso possono essere l'uno obeso, l'altro normale. Sappiamo che in fisica, il peso d'un battello è uguale al peso del-l'acqua spostata. Un nuotatore grasso galleggia con comodo, e avanza più presto, mentre un nuotatore «magro», ma muscoloso af-fonda nell'acqua e nuota più lentamente. Ma, il nuotatore «magro» e muscoloso può vantare d'avere tessuti migliori dell'altro, quindi una salute migliore. A. I. MOSSERI (Estratto dal Libro «La santé par la nourriture») « NON POSSO E NON VOGLIO » Queste parole — «non posso e non voglio» — costituiscono due ostacoli posti frequentemente attraverso il cammino della riforma della vita. Quando ostruiscono il passo, tutta la riforma prevista viene fermata o deviata. Nonostante ci siano molti uomini «forti», i quali hanno capito il messaggio della verità, nonostante abbiano messo la leva della verità sotto questi due ostacoli, non possono smuoverli. Questi ostacoli si dimostrano impossibili da superare. Passate alcune ore con una signora giovane o vecchia che è da molto tempo schiava della sua «tazza di callé», parlatele del suo vizio preferito — scegliendo termini adatti per una comprensione più chiara possibile — e provate a mostrarle come possa sbarazzarsi della sua tazza di veleno e come potrà abbandonare questa pratica nociva. «Oh! non posso abbandonare l'abitudine al mio cal Ed — dirà — mi da gioia, mi risana il mal di testa, mi aiuta a gioire della vita. Contribuisce al mio benessere e non posso pensare di doverlo abbandonare». Voi insistete sui pericoli del caffé, fate un discorso «scientifico» ed essa chiuderà il discorso dicendo: «Non posso abbandonare il mio caffé e non voglio farlo». «Ma se voi abbandonate l'abitudine al caffé non soffrirete più dei vostri mal di testa mattutini», l'assicurate, in un ultimo sforzo disperato per convincerla che questa abitudine le sarà nociva. «Oh! raramente ho il mal di testa "risponde" sono sicura che il caffé non mi fa male, non posso lasciarlo». Non è una persona imparziale che parla, sono le sue cellule intos-sicate; voi non parlate alla ragione umana ma all'abitudine al calle. Un'abitudine non può modificare le leggi immutabili della psico-logia, né può trasformare una sostanza nociva in sostanza sana. E' come difendere la menzogna assicurando che voi siete così abi-tuati ad essa che ormai non vi disturba più mentire. L'uso del caffè è quasi universale, oggigiorno. «Tutti bevono caffé» è una scusa frequente. Dr. H.M. SHELTON (Estratto dalla rivista «Nouvelle Hygiène») LE TRANSIZIONI VERSO IL MENU CRUDO AL 100% Non c'è dubbio che l'alimentazione ideale e normale dell'uomo dev'essere composta da frutta, noci varie, e verdure, tutto allo sta-to crudo al 100%, cioè non cotto. Da una parte il quadro d'anatomia e di fisiologia, pubblicato nel numero 14 di questa rivista e ripreso nel «Guarisciti da te stesso» mostra che l'uomo si classifica tra i frugivori. D'altra parte l'uso del fuoco per cuocere non è naturale. La scoperta del fuoco non è che recente nella storia dell'umanità che viveva già da prima con alimenti completamente crudi e andava avanti benissimo e forse meglio. L'alimentazione cruda la soppressione evidente dei cereali e della carne stessa, la quale, cruda, provoca, fortunatamente, di-sgusto alla maggioranza. Quanto ai cereali, crudi hanno un gusto inac-cettabile. I cereali sono naturali all'uomo? Il pane è forse l'alimento base della nostra razza come afferma «La Vie Claire» (la chiara vi-ta )? Bisogna mangiare del pane a rutti i pasti come lo raccomanda questa tendenza? L'abuso dei cereali ha rovinato non poche saluti delicate. I benefici attribuiti al loro regime provengono unicamente dalla soppressione delle medicine, dell'alcool e della carne in genere. Ma, d'altra parte, dapertutto, si trovano in questo regime gli stessi
ec-cessi che nell'alimentazione corrente: abuso di pane, sia esso in-tegrale, di olio sia esso vergine, uso di sale sia esso marino, di zuc-chero sia esso (grezzo), miscugli incompatibili tra diversi farinacei, tra frutta acida e farinacei ecc. Studiando da vicino il quadro dell'anatomia e della fisiologia siamo portati a concludere che i cereali, dai quali abbiamo il pane, sono destinati, per natura agli uccelli, i quali sono granivori. E se l'uomo si è abituato a mangiarne dopo la scoperta del fuoco e della coltivazione del grano non è provato che questa alimenta-zione abbia cambiato le caratteristiche anatomiche e fisiologiche originali. Al contrario, i soli cambiamenti registrati sono quelli relativi al deterioramento progressivo dello stato della sua salute nel corso della storia. Lo scopo da raggiungere dev'essere, dunque, quello del menu cru-do al 100%. Come arrivarci? Possiamo adottarlo tutto d'un colpo? E' preferibile adottarlo tutto insieme o per transazione? Shelton è irriducibile su questo punto. Non ammette nessuna transizione. Si oppone al «gradualismo» «Non ci si guadagna niente — dice — a mangiare alimenti sani e malsani». Non ci è stato possibile seguirlo su questa strada. I fallimenti che abbiamo visto sono stati numerosi. Siamo stati sul punto di dire che il cambiamento brusco del regime è una delle cause principali della mancanza d'equilibrio alimentare. L'individuo cammina su di una corda tesa e soccombe troppo spesso alle tentazioni. Perde tut-ta la saggezza e passa dalla nevrosi gastrica alla bulimia. Per atten-dere che l'adattamento sia totale dovremmo limitarci e controllar-ci, cosa che ben pochi di noi sono capaci di fare per lungo tempo. Di conseguenza, abbiamo consigliato una transizione alimentare che la si troverà nella nostra opera «La santè par la nourriture» (la salute nel cibo), ma abbiamo soppresso nella nostra seconda edi-zione la possibilità, per tutti, di poter raggiungere la dieta ideale prima di molte generazioni. Ci è parso evidente che il regime crudo al 100 per cento non era possibile se non che alle saluti perfette a livello di quelle degli Hounzas. Queste 'idee sono esatte? Shelton le contesta all'infuori di rare eccezioni. Avremo occasione più tardi di pubblicare tutti i pezzi in nostro possesso riguardanti questo ar-gomento dibattuto. Per il momento diciamo che forse le nostre idee possono essere state esagerate e ciò vuol dire che l'uomo può adattarsi più rapida-mente nella maggior parte dei casi al menu crudo al 100 per cento senza attendere 2 o 3 generazioni. Quale via seguire? Una sola transizione, come suggerito nella nostra introduzione, è chia-ramente insufficiente. «Non bisogna parlare di una sola transizio-ne» mi ha detto G. NIZET durante uno dei nostri lunghi incontri «ma delle transizioni». Infatti la sola transizione nominata nella «La santè par la nourriture» ( la salute nel cibo) non può assolutamente condurci al menu crudo al 100 per cento. Ne occorrono delle altre. Così abbiamo diviso in tre categorie le componenti del seguente menu: 1) I veleni come il caffé, il tabacco, l'alcool e i condimenti biso-gna sopprimerli molto bruscamente In questo caso non è accetta-bile alcuna transizione, alcun compromesso salvo le precauzioni citate in seguito. 2) Gli alimenti di seconda e terza scelta come la carne, gli ali-menti cotti, il pane, il riso ed i derivati animali possono essere gradualmente ridotti sino ad arrivare a sopprimerli in qualche me-se o in qualche anno, a seconda degli individui. 3) Gli alimenti di prima scelta come le noci diverse e tutti gli alimenti crudi necessitano un lungo adattamento alla digestione che può durare da 3 mesi a 3 anni, raramente più di una generazione. Abbiamo conosciuto molte persone che si aspettavano un miglio-ramento del loro stato di salute più sensibile, non l'hanno raggiun-to, a nostro parere, poichè, non sono passate, allo stadio finale del-le transizioni alimentari. Hanno conservato, nella loro alimentazio-ne, il pane e gli alimenti derivati dagli animali, invece di cercate di sopprimerli a poco a poco. Il pane, (anche se integrale) come tutti i cereali, è molto povero di vitamine e di sali minerali. D'altra par-te i proteici vegetali (noci ecc.) sono proteici di prima scelta in confronto ai proteici animali che sono di seconda scelta (latticini, uova) o di terza scelta (carne, pollo ecc.). PROGRAMMA DI TRANSIZIONE Le transizioni alimentari saranno dunque elencate in un programma ben preciso. Questo programma dev'essere seguito con molta «do-cilità», senza mai dimenticare lo scopo finale della dieta cruda al cento per cento. A nostro avviso le persone, la cui salute è buona dovrebbero provare ad arrivarci in 5 o 6 mesi. Gli altri, la cui salute è meno buona, vi arriveranno in 2 anni, circa. Infine un'ultima categoria di gente molto umalpresa» fisicamente non potrà, da viva, giungere a questo scopo. Saranno necessarie una o due generazioni. Necessita la guida di un igienista profes-sionale poichè si
possono commettere degli errori di comprensio-ne gravi. Un profano non può avviarsi tutto solo attraverso un de-dalo senza rischiare delle amare delusioni. Bisogna sempre cerca-re la sorveglianza di un igienista praticante che abbia una lunga esperienza in materia. Penso che i quattro o cinque aiuti passati all'inizio della mia carriera nel cercare di capire, nel cercare la via, nel riprendermi di caduta in caduta, nell'alzarmi dopo ogni errore commesso, avrebbero potuto essere raccorciati e retrocessi in qual-che settimana se un igienista praticante mi avesse seguito. Ma non ce n'erano in questo continente e la diversità delle tendenze non poteva fare altro che imbrogliare la pista. Vediamo dunque brevemente, uno ad uno, tutti gli elementi. IL TABACCO Non abbiamo mai consigliato a nessuno di smettere di fumare in maniera brusca. E' troppo difficile. Crediamo che questo problema dev'essere risolto per vie indirette per non tassare la volontà dell'individuo e di mettere a dura prova la sua pazienza, inutilmente. In questo caso particolare abbiamo dunque consigliato di fare gli sforzi maggiori non per smettere di fumare, ma, per le riforme alimentari. Gli sforzi diretti contro gli alimenti nocivi sono maggiormente pos-sibili, cioè permetteranno all'individuo di smettere di fumare con più facilità. I tentativi per smettere di fumare saranno fatti, dunque, senza grandi sforzi sapendo che un solo tentativo non sarà suffi-ciente. Ogni tentativo potrà essere seguito da un fallimento se si soccomberà; ma entro qualche mese si finirà con l'abbandonare l'idea del fumo. Va da sè, senza bisogno di dirlo, che il metodo più rapido e facile per smettere di fumare è quello di intraprendere un digiuno sorvegliato, a letto. In poco tempo il corpo si disintossica e con un cibo sano la voglia di fumare non ritornerà più. L'ALCOOL Consigliamo la soppressione immediata. Facciamo eccezione per il vino e la birra che si potranno bere in piccole quantità soltanto al-la domenica senza però dimenticare che bisogna eliminare anch'es-si dopo qualche tempo. IL CAFFE' E IL TE' Il caffè e il tè sono degli stimolanti che logorano il sistema nervo-so sino al punto di distruggerlo. Un cavallo stanco può sempre cor-rere se lo si frusta. Ma un altro colpo di frusta non può che distrug-gerlo. Lo stesso vale per queste bevande. Chi troverà difficoltà nell'ab-bandonarle potrà rimpiazzarle con del caffè decaffeinato o del tè deteinato. Certi bevitori di caffè hanno gusti molto difficili riguardo al caf-fè preferito. Non amano il gusto del caffè decaffeinato. Ad essi, ne esiste una dozzina venduta nei negozi per alimenti dietetici. Na-turalmente dopo qualche mese bisognerà pensare di sopprimere il caffè decaffeinato e il tè deteinato. IL CIOCCOLATO ED IL CACAO Eccessivamente nocivi, a causa della teobromina da essi contenuta, questi due alimenti devono essere soppressi per sempre. In ogni caso, se capita di prendere raramente un quadretto di cioccolato non bisogna farne un dramma, ne avere dei rimorsi o prendere delle misure draconiane, poichè ciò non può fare molto male. Pensia-mo, al contrario, che i bambini trarranno un certo beneficio da ciò, poichè la frustrazione può causare in loro un irreparabile scompenso psicologico. Dunque, alla domenica i bambini potranno ave-re ciascuno un piccolo quadretto di cioccolata allo scopo di soddisfare le loro voglie e di farli sembrare del tutto uguali ai loro amici, soprattutto poi per evitare che prendano l'abitudine di man-giarne, di nascosto, una quantità maggiormente nociva. Abbiamo tenuto presente a questo proposito la lezione fatta da J. C. Thom-pino. Segnaliamo infine che non possiamo tenere presente il cioc-colato «attenuato», venduto in certi negozi per alimenti dietetici. Infatti, l'idea che questo alimento sia meno nocivo dell'altro può portare a consumarne eccessivamente. Lo scopo allora sarebbe distrutto. Non si gioca mai col fuoco. Facciamo questo rimprovero agli adulti e non ai bambini. Quando avremo il. tabacco «attenuato» e l'alcool «attenuato»? Quando l'attenuazione avrà delle proporzioni omeopatiche, diminui-ranno anche le nostre obiezioni. LA CARNE, IL PESCE, IL POLLO Sono alimenti proteici di terza scelta. Coloro che ne hanno sempre fatto uso volentieri potranno assumere la carne ancora una o due volte la settimana o a qualche invito a pranzo, aspettando di eliminarli progressivamente dopo qualche mese. Fare un piccolo pa-sto a base di carne durante un
invito non può causare disastri alla salute. E' l'abitudine quotidiana che bisogna evitare. Ho conosciu-to persone che hanno cercato di eliminare, in un solo colpo, questi alimenti. Non hanno saputo resistere e sono ritornate al loro re-gime di carne abituale. La diminuzione progressiva avrebbe loro evitato questo pietoso fallimento! Va da sè che questi alimenti vanno consumati senza alcuna salsa, nè mostarda, nè fritti. Cotti semplicemente alla griglia o al forno. I DERIVATI ANIMALI Sono i latticini e le uova, proteici di seconda categoria, i quali pos-sono prendere, a poco a poco, il posto della carne, del pesce e del pollo, a mano a mano che avviene l'eliminazione di questi ultimi, Il bianco d'uovo è da evitare perchè indigesto e velenoso. Il for-maggio preferibile è quello bianco, senza sale, fresco. I for-maggi cotti sono meno buoni, i formaggi fermentati sono i peggio-ri. Il latte è generalmente mal digerito dopo i 5 anni. E' meglio sostituirlo con Io yogurt senza zucchero. LE NOCI DIVERSE Sono le noci, le mandorle, le nocciole ecc., proteici di prima scelta, non sono digeribili per tutti. Il loro consumo deve essere seguito con precauzioni straordinarie poichè la minima indigestione può provocare guai seri seguiti da disfunzioni. Non le raccomandiamo mai agli ammalati. Chi ha la salute troppo scossa per poter spera-re d'arrivare ad una certa misura — (ed il praticante igienista ne sarà il giudice, infatti solo la diagnosi di un igienista praticante è valida) — dovrà abbandonare l'idea di mangiare questi alimenti. Gli altri, che formano la maggioranza, possono consumare comin-ciando da 20 grammi al giorno aumentandone la quantità a seconda del potere digestivo, per arrivare, a capo di un anno o due da 80 a 120 grammi secondo il lavoro. A mano a mano che si aumenterà la quantità di noci ingerite si diminuirà quella dei derivati animali sino alla loro soppressione totale. Tra le precauzioni fondamentali prese per avere una digestione perfetta delle noci bisogna notare — quantità minima all'inno, — una sola qualità alla volta — aspet-tare quattro ore la fine totale della lunga digestione prima del pa-sto seguente — non accompagnarle da nessun altro alimento, ecc. Il programma sarà dunque il seguente: eliminazione dell'alimenta-zione a base di carne, in seguito soppressione progressiva dei deriva-ti animali in favore delle diverse qualità di noci. GLI AUMENTI CELLULOSI Sono la frutta, le verdure, i legumi crudi. Le qualità consumate abitualmente sono ridicole: due foglie d'insalata durante il pasto, una mela dopo, ed è tutto. Ora, se questi alimenti devono costituire la maggior parte del pasto non si può non rischiare, consuman-done molti da un giorno all'altro, gravi malesseri. Il corpo ha biso-gno di un periodo d'adattamento. Dunque aumentare a poco a poco la quantità. Alla fine dell'adattamento si farà un pasto formato unicamente da arance, se ne potrà prendere a sazietà e senza alcun limite. E così pure per tutta la frutta presa isolatamente e senza alcuna misura. D'altra parte se si vuole «abbinare» diversa frutta bisogna dimi-nuire la quantità. Mele a sazietà seguite da un pugno di datteri for-mano un pasto molto soddisfacente e ricco. L'aumento progressivo degli alimenti cellulosi verrà con la diminuzione progressiva, sino all'eliminazione totale, del pane e di tutti i cereali. IL PANE E I CEREALI Non ritorneremo su ciò che abbiamo detto, all'inizio del nostro articolo, a proposito del pane e di tutti i cereali. Chi si avvia ad una vita «igienista» inizierà consumando pane per una volta al giorno al posto delle tre abituali, mantenendo il riso e le patate per il secondo pasto della giornata. Questa tappa dovrà durare diversi mesi, ma può essere saltata com-pletamente dopo un digiuno preparativo seguito da un igienista pra-ticante. La seconda tappa consiste nel prendere farinacei, pane, riso o cereali per una sola volta al giorno. Questa tappa dev'essere seguita obbligatoriamente per un minimo di 6 mesi ed oltre. Il pane è pre-feribile ai cereali poichè è più facile da masticare. Ma sono tutti alimenti inadatti all'uomo e frustrano la sua forza fisica e morale. «Il pane è il sostengno della morte — scrisse EMMET DENSMO-RE, igienista della prima ora. Alimenti destinati ai granivori e consumati cotti, essi non possono che ritardare od impedire il restauro della salute raggiante. Paralizzano gli organi della digestione che abbandonano facilmente tutti i loro elementi. D'altra parte le poche vitamine ed i sali mine-rali che contengono, siano essi pure integrali (pane integrale o ri-so integrale), vengono quasi tutti distrutti dalla cottura. La tappa seguente sarà dunque, quella di
ridurre questi alimenti ad una o due volte alla settimana. E dovrà continuare per parecchi mesi. L'ultima tappa consisterà nel sopprimere totalmente tutti i cereali, compreso il pane, e nel rimpiazzare le patate per tutti i giorni. Infine non si metterà nel menu alcun farinaceo. Saranno sufficienti radici crude (come le carote) che sono più grade-voli al palato delle patate crude! A nostro parere occorrono uno o due anni per giungere a questo risultato. Chi vorrà bruciare le tappe si brucierà le dita! Ci dispiace dover contestare Shelton ma dobbiamo insistere col dire che la progressione assicura meglio la riuscita della dieta cruda al 100 per cento del cambiamento brusco. Va da sè che noi avremmo fatto am-menda se Shelton avesse potuto indicarci una via migliore, con i ri-sultati concreti appogggiati dalla sua grande esperienza in materia. La posizione inflessibile di Shelton su questo argomento ha delle ragioni profonde che egli ci ha esposte in un suo eccezionale articolo intitolato «Gradualismo» (per gradi). D'altra parte si troverà nel volume: «La santè par la nourriture» (La salute nel cibo) un capitolo intero di Shelton su «La superio-rità del cambiamento brusco della dieta». La prossima edizione chiarirà le riserve che abbiamo fatto in questo articolo. Citeremo, come appoggio alle nostre idee, la corrispondenza avuta con il dot-tor Shelton, il dottor Vetrano (U.S.A.), il dottor Razzon (Israele). E' quest'ultimo che dobbiamo ringraziare per l'ispirazione che il suo esempio eroico ci ha dato, applicando su se stesso COD succes-so e senza transizione, la dieta cruda al 100 per cento. A. I. MOSSERI (Estratto dalla rivista la Nouvelle Hygiène) IL FRUTTARISMO INTEGRALE E' l'alimentazione di coloro che si nutrono esclusivamente di frut-ta fresca, di frutta seccata in modo naturale, e di frana grassa azo-tata (noci, mandorle, nocciole, e simili). Insalate e ortaggi crudi so-no esclusi dal loro cibo, come pure tutti i cereali. Alcuni del nostro gruppo animati da un ideale di perfezione e di purezza, praticano questa alimentazione che procura loro un equilibrio, una serenità e un'euforia incontestabile ma sul piano fisico non si sentirebbero ancora meglio, se aggiungessero a questa alimentazione, forse troppo esclusiva delle verdure? T primi Igienisti (Jennings, Graham, Trall), attirarono l'attenzio-ne su l'importanza delle insalate verdi, e degli ortaggi crudi. Essi affermano che queste foglie verdi contengono elementi vivi (sali mi-nerali, clorofilla) che non esistono (per lo meno sotto le medesime forme) nella frutta; che queste foglie verdi completano la frutta nell'alimentazione ideale dell'essere umano. Il Dr. Shelton non esita ad affermare: «Le insalate sono talmente importanti che sareb-be utile mangiarne due volte al giorno mezzogiorno e sera». Anche le scimmie antropoidi, che sul piano anatomico e fisiologico presentano una identità quasi totale con l'uomo ( vedere nel libro Guarisci da te stesso l'articolo del Dr. Shelton consacrato a questo soggetto, pagine 82 a 90), mangiano piccoli germogli di vegetali. Le abbiamo osservate nel loro ambiente naturale con tutti i mezzi della scienza moderna (binocolo, cineprese automatiche) e abbia-mo notato ch'esse mangiavano piccoli germogli di vegetali special-mente per accompagnare le noci. Orangotanghi dall'inizio della lo-ro cattura, sono stati nutriti esclusivamente di frutta fresca e azo-tata (il loro cibo abituale allo stato selvaggio). Dopo un certo tempo, abbiamo completato questa alimentazione con differenti verdure fresche, e abbiamo notato la loro unanimità di comporta-mento nella selezione immediata delle sole verdure, scelte tenere e allo stato di giovani germogli, quando si lasciava loro la scelta. Nella «Sala Pleyel», prima d'una conferenza d'un esploratore, se-guita da proiezioni, ho sentiti) l'uditore piazzato davanti a me: «Il tuo «Gibbon» esiste ancora? — Si, ed è un raffinato che mi co-sta caro. «Egli non mangia che della frutta fresca scelta. Quando mangia delle noci, il signore, esige delle insalate, e gli occorrono te-nere, adora le insalate da taglio». Per la documentazione degli aspiranti sulla perfezione in campo alimentare questa sarebbe: frutta fresca, frutta azotata (categoria delle noci), giovani germogli di verdura verde. Ricordiamo la superiorità dei giovani germogli d'una verdura in confronto a questa medesima verdura allo stato di sboccio com-pleto: i giovani germogli sono alcalini; quelli completamente svilup-pati sono acidi. Prima dell'assimilazione, quest'ultimi devono esse-re neutralizzati da un complemento di forza nervosa. Le radici sono secondarie. Sono alimenti eccellenti, ma nell'alimentazione ideale, non sono che dei succedanei inferiori (relativamen-te) alla frutta. Per la loro
digestione più lenta, essi si rivelano intan-to estremamente preziosi nella correzione delle «nevrosi digestive». Riguardo ai cereali, essi sono acidificanti. Il Dr. Densmore ha detto di questi: «Sono il sostegno della morte». Questa affermazione, ve-ramente esatta, deve essere però capita in confronto all'alimentazio-ne fisiologicamente IDEALE. I tuorli d'uovo e il formaggio bianco sono utili come alimenti di transizione. Facilmenete digeribili, possono essere tenuti senza pericolo nel menu igienista, correttamente associato. Spero che queste messe a punto e questi richiami possono essere uti-li a tutti i cercatori che evolvono verso una perfezione, naturalmente sempre relativa. G. WYCKAERT (Estratto dalla rivista «La Nouvelle Hygiéne») HO DIGIUNATO 17 GIORNI E, DOPO AVER SUBITO PER 14 ANNI LE SOFFERENZE DELL'ARTRITISMO, ECCOMI INFINE RISTABILITO Risale al 1952 la mia scoperta del «Sistema Igienista», e siccome desideravo veramente migliorare la mia salute, divorai letteralmen-te i libri che parlavano dell'argomento. Lessi le opere di A. Mosseti, J.C. Thomson e H.M. Shelton. Fu il Dott. H.M. Shelton che mi interessò maggiormente e rosi trascorsi interi mesi, a leggere i suoi grossi volumi. Mi parve che nessun altro autore, avesse mai sviluppato le argomentazioni igienistiche sulla salute, in modo co-sì perfetto, come il Dott. H.M. Shelton. Ed ecco come la mia salute cominciò a migliorare: soppressi le sigarette, il caffé, il té, le medicine, le iniezioni, e modificai il mio regime alimentare nutrendomi solo di verdure crude, di frut-ta fresca e di quella oleaginosa quali le noci, mandorle, ecc. Ogni tanto digiunavo 1 o 2 giorni bevendo solo acqua. LE CRISI DI DISINTOSSICAZIONE Il Dott. Shelton aveva fatto capire, tramite la letteratura dei suoi libri, che sarei andato incontro a benefiche crisi di disintossicazione: e cioè che in seguito alla eliminazione dei cibi malsani e all'adozione di alimenti crudi e sani, sarebbe avvenuta una reazione dovuta pro-prio alla rigenerazione e fortificazione dell'organismo stesso. Infatti dopo un po' di tempo avvenne una disintossicazione abbastanza vio-lenta e apparve sotto forma di foruncoli, diarrea, mal di testa, febbre ecc.. Da segnalare che, più l'organismo è vitale, più la crisi sarà violenta, ma benefica (verranno così eliminate le tossine che soggiornano nel corpo da diecine di anni). Un anno dopo aver modificato il mio regime malsano persi la mia obesità, godendo di una salute che non avevo mai conosciuta. Ac-crescendo la vitalità, mi aspettavo in qualche modo che «l'intelligenza somatica» delle mie cellule, decidesse che era venuto senz'al-tro il momento opportuno per perfezionare ancora di più la mia di-sintossicazione completa. Avevo inoltre appreso che generalmente, le crisi di disintossicazione, prendono (nel senso opposto della lo-ro incidenza), la forma delle antiche malattie. Infatti, quattordici anni fa, ero stato affetto da una forma di atritismo nelle articola-zioni che mi aveva completamente paralizzato, fino alla colonna ver-tebrale, e, con punture e medicine, mi avevano «guarito» in pochi giorni. In realtà, il trattamento medico somatico, aveva semplicemente respin-to le tossine che cercavano di uscire e non si può certo pensare che il mio artritismo fosse veramente «guarito»; in seguito fui affetto da artritismo cronico che mi causò sofferenze specialmente alle piante dei piedi. Ho imparato più tardi come avviene il passaggio di una affezione dallo stato acuto, allo stato cronico, e cioè come un peg-gioramento, che si manifesta con una riduzione della vitalità. Il cammino del ristabilimento doveva essere dunque compiuto nel sen-so inverso, dal cronico all'acuto: un vero cammino di ritorno alla vitalità e alla salute. Era logico quindi, che sentissi dei forti dolori nelle articolazioni, simili a quelli subiti quattordici anni pri-ma, perchè il mio organismo incominciava ad eliminare la tossiemia, in seguito al cambiamento del mio modo di vita. Infatti le tossine dovevano essere eliminate, anzichè costringerle a retrocedere ver-so le articolazioni. Per attivare questa eliminazione, intrapresi un digiuno che durò 17 giorni, bevendo secondo la sete e rimanendo sempre a letto. Il Sig. Mosseri, che controllava il mio digiuno, mi spiegò più tardi, che l'organismo può eliminare le tossine quando ne ha il tempo e la forza necessaria. (Nel mio caso precedente gli alimenti malsani causavano delle tossine e queste venivano respinte anziché essere eliminate, nell'interno dell'organismo stesso, al fine di impedire e ostacolare
il buon funzionamento del medesimo). Durante il mio primo giorno di digiuno i dolori nelle articolazioni furono intensi nelle dita del piede sinistro, mentre cessarono il giorno dopo per riprendere nelle dita dell'altro piede. Al terzo giorno i dolori cessaro-no nei piedi e cominciarono nel ginocchio sinistro, quindi nel quartogiorno, come nel caso precedente, cessarono per riprendere nel-l'altro ginocchio. Era sorprendente constatare come l'organismo si fosse organizzato ordinatamente, nel suo compito di eliminazione; e, infatti, ogni giorno intraprendeva la «pulizia» di un'articolazione diversa. Per assicurare l'immobilità e il riposo, il corpo, anchilosa-va l'articolazione, mandandole nello stesso tempo molto sangue, al fine di sciogliere le tossine e i depositi calcarci e causando una forte infiammazione e dolori inimagginabili. L'anchilosia e l'infiammazione sparivano, e cioè, quando, nello spa-zio di una notte, finiva il lavoro di eliminazione in un'articolazione, questa riprendeva il suo corso normale. In sintesi, dita, spalle, gi-nocchia, subirono ognuna, a suo turno, una «pulizia» perfetta. De-vo anche ripetere che, a volte, il dolore era tale da farmi gridare. Furono molto utili le visite dei miei amici igienisti che mi incorag-giarono a perseverare e si adoperarono per convincere i miei famiglia-ri dell'utilità di questo sistema naturale di guarigione. Infatti sia mia moglie che mia madre erano convinte che non si potesse vivere senza mangiare per tanti giorni e naturalmente usavano tanti stratagemmi per farmi interrompere il digiuno. Il Sig. Mosseti e Reverendo Padre J. Rialland convinsero mia moglie con una lunga e convincente spiegazione, al fine di essere lasciato in pace per il buon esito della mia guarigione. Così potei proseguire il mio di-giuno in uno stato d'animo sereno e cioè in condizioni ambientali favorevoli e indispensabili a tale cura. A volte il polso mi batteva a 145 pulsazioni, ma non avevo nes-sun timore perchè avevo studiato coscienziosamente l'argomento sul digiuno e sapevo quali sintomi potevano sorgere. Il colore della mia urina era marrone, perchè tutta carica di tossine eliminate dal san-gue, attraverso i reni. Il Sig. Mosseri mi spiegò i due motivi per cui le mie crisi di disintossicazione erano rosi violente: 1) La mia grande vitalità. 2) Le medicine (i veleni chimici) che avevo preso e che erano di difficile eliminazione. Il ristabilimento: Dopo 17 giorni i miei dolori cominciarono a scom-parire e la mia lingua da sporca divenne rosa e l'urina chiara. Il Sig. Mosseri, che rei visitava ogni sera, sia per controllare il digiuno, che per incoraggiamento amichevole (tanto necessario in casi del genere), mi confermò che quelli erano i sintomi che segnala-vano l'interruzione del digiuno assoluto, succhiai alcuni limoni aci-di ( li trovai davvero succolenti!). Il secondo giorno ogni tre ore gustai «le delizie» di un grosso pompelmo. Al quarto giorno aggiun-si alla frutta, noci, mandorle, pinoli pistacchi e verdura (il tutto crudo e tenendo presente le combinazioni alimentari). Sin dal pri-mo giorno in cui troncai il digiuno le mie feci, che prima erano rare, si fecero abbondanti (non avevo preso né purghe, né lavaggi). Durante i 17 giorni di digiuno persi 8 kg., che ho ripreso poi, in tre settimane. La differenza ovviamente di qualità: prima erano 8 Kg. di rifiuti, dopo gli 8 Kg, riacquistati erano l'equivalente di tessuti rigenerati e sani. Attualmente posso con gioia affermare che la mia salute è radiosa, e che mi sono completamente liberato dall'artri-te, che mi ha martirizzato per 14 lunghi anni. Il digiuno è il sistema più valido per far ritrovare la salute a tutti gli ammalati ed è meravigliosa l'armonia nella realizzazione del rin-novamento organico e conseguente rigenerazione e ringiovanimento. E' come una rinascita! Per concludere posso dare alcuni consigli dovuti alla mia personale esperienza. Sovente la propria casa non è l'ambiente migliore per effettuare un lungo digiuno per i tanti motivi pregiudiziali delle persone che ci circondano. E' necessario leggere opere serie che trattano il digiuno e non rischiare di di-giunare se soli, e, non competenti in materia. Per ovviare ai gravi inconvenienti, che possono sorgere, è necessaria la sorveglianza di un igienista competente per la condotta tecnica del digiuno, secondo le giuste regole sperimentali. Il digiuno non è mai pericoloso in que-ste condizioni, al contrario, esso diventa una rinascita a nuova vita. MICALIZI (Estratto dalla rivista «La santé»)
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