January 21, 2017 | Author: Antonella Mazzariol | Category: N/A
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AVVERTENZE L’autore e l’editore declinano ogni responsabilità dall’applicazione della metodica terapeutica citata nel testo e nelle immagini. Ogni approccio terapeutico deve essere guidato dalla competenza del Medico secondo scienza e coscienza. © 2011 Foto e immagini di Vincenzo Di Spazio. ® Cronoriflessologia è un marchio registrato.
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L’ebook contribuisce alla salvaguardia del patrimonio forestale
Format prodotto da dispazioebook
Pubblicazione digitale e distribuzione a cura di Simplicissimus.it 2
Contenuti
Gli eventi sono segnati sul corpo cinque Erich Koerbler, il padre dei segni curativi diciannove Segni e simboli di guarigione emotiva ventitre Out of Me quarantasette Il Simillimum Emozionale cinquantatre Vivere più leggeri cinquantotto Appendice sessantatre Sms Emozionali dei Pazienti sessantaquattro Tavola di cronoriflessologia spinale ottantaquattro bretta Co m O a e n ie ok appart o b e Set dei Segni di Koerbler ottantasei o t s e Qu Note sull’autore novanta Attività didattica novantadue Attività clinica novantatre Altre pubblicazioni dell’autore novantaquattro
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Medicina è ripareggiamento de’ disequalati elementi; malattia è discordanza d’elementi fusi nel vitale corpo. Leonardo da Vinci 4
Gli eventi sono segnati sul corpo
Questo ebook appartiene aOmbretta Corradi
Gli eventi che hanno generato una intensa risposta di stress nell’individuo, vengono registrati non soltanto nel nostro cervello, ma sono mappati sulla superficie cutanea e nella memoria degli organi. Un esempio paradigmatico è quello dei soggetti trapiantati che, dopo l’impianto del nuovo organo, subiscono profondi cambiamenti del loro modello comportamentale: queste drammatiche modificazioni sono legate alla memoria cellulare dell’organo donato. Un incredibile caso di trasmissione donatore‐ricevente è stato riportato in aprile 2008 dal quotidiano Il Corriere della Sera: lo statunitense Sonny Graham, 69 anni, si è suicidato sparandosi un colpo di pistola alla gola, come fece dodici anni prima l’uomo che gli donò il cuore. Per più di un decennio, nel petto di Sonny ha battuto il cuore di Terry Cottle, morto suicida a 33 anni. Il trapianto cardiaco, effettuato nel 1995, aveva salvato la vita di Sonny Graham, a quel tempo manager della Hargray Communications di Hilton Head (South Carolina). Appena uscito dall’ospedale, si era attivato immediatamente per rintracciare la famiglia del 5
donatore; alla fine riuscì a contattare la vedova Cheryl Cottle, rimasta sola e con quattro figli piccoli. “L’ho vista ed è come se l’avessi conosciuta da sempre – ha raccontato poi lui mille volte agli amici – mi ha come ipnotizzato, non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso.” Nel 2004 hanno deciso di sposarsi e di stabilirsi a Vidalia nel sud della Georgia. Sonny ha condiviso con il suo donatore non soltanto lo stesso organo, ma addirittura la stessa moglie e i suoi bambini. In ultimo, ricevente e donatore hanno condiviso lo stesso, tragico destino: ambedue hanno posto termine alla loro vita nello stesso modo, sparandosi un colpo di pistola alla gola. La sfortunata Cheryl, vedova due volte, ha recitato ripetutamente il copione di un film, che mai avrebbe voluto vedere. Per completezza dei dati su questi misteri scientifici, riporto dal sito web www.mayerwillman.com le considerazioni ironiche sul fenomeno della memoria cellulare nei pazienti trapiantati:
UN ANEDDOTO – . Tutte le ricerche scientifiche hanno 6
finora escluso che si possa trapiantare, insieme all’organo, anche la psiche del donatore, nonostante esistano alcuni casi aneddotici e nonostante le persone trapiantate in molti casi mostrino davvero qualche cambiamento della personalità. L’anno scorso il tabloid inglese The Sun, aveva riportato il caso di Chery Johnson, una signora inglese di 37 anni, cui era stato trapiantato un rene. Appassionata di soap opere e telenovelas, dopo l’intervento aveva cominciato a interessarsi di egittologia e a leggere Jane Austin e Fyodor Dostoevsky : lei stessa si era convinta di avere cambiato personalità, trasformandosi da estroversa casalinga in una solitaria intellettuale Qu
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MEMORIA CELLULARE - Secondo una teoria pseudo scientifica questi fenomeni si spiegherebbero con la cosiddetta memoria cellulare: la nostra personalità e i nostri gusti non risponderebbero soltanto al nostro cervello, ma dipenderebbero anche dalle cellule del nostro corpo. La maggior parte degli studiosi considera questa teoria «senza senso» e spiega in altro modo i cambiamenti di personalità, che pur esistono, dei trapiantati. Numerosi studi, infatti, dimostrano che in molti pazienti con un cuore nuovo si verificano considerevoli mutamenti psicologici che si traducono in sintomi vari, come ansietà, depressione, labilità 7
emotiva, disadattamento sociale, difficoltà sessuali. Tutti questi disturbi non sono legati al trapianto in sé, ma derivano proprio da quell’idea comunissima che il cuore è la sede dei sentimenti , del carattere, dell’amore. E comunque dal fatto che il ricevere un organo da un altro in qualche modo compromette l’integrità fisica di una persona, cambia la percezione del corpo e può portare a un relativo mutamento della coscienza di sé.
Se il corpo, come emerge in modo sostanziale dalle continue ricerche sperimentali in cronoriflessologia, si configura come un sofisticato dispositivo di memoria, allora l’ibridazione chirurgica prodotta dal trapianto è in grado di generare memorie aliene nel ricevente. Mi occupo della dimensione temporale in medicina dal lontano 1996, anno in cui ho individuato lungo i punti della colonna vertebrale, dalla prima cervicale alla quinta lombare, una straordinaria mappa del tempo anagrafico (AgeGate Code); in altre parole questi particolari punti corrispondono alla geografia cronologica del nostro vissuto secondo uno schema sessagesimale (ciclo di 60 anni). Ogni singolo punto spinale si configura in questo modo come uno speciale accesso in superficie, un varco temporale, che consente l’emersione di memorie a genesi traumatica. Q
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In medicina allopatica e complementare mancava fino a pochi anni fa una precisa visione della dimensione temporale, il quando, un elemento fondamentale nella diagnosi e nella cura di coloro che soffrono. Perché un individuo sano, improvvisamente si ammala? Questo tormentoso interrogativo mi ha sempre accompagnato fin dall’inizio della mia attività di ricerca e ha trovato la giusta risposta solo nel 1996. Ho sempre avuto la chiara e netta consapevolezza che l’origine di un malessere o di una malattia risiedesse nella precisa esposizione a una esperienza stressante, che non è stata compiutamente elaborata: il problema frustrante era come contattare quella determinata esperienza. L’individuazione della mappa spinale del Tempo, nonché la stimolazione diretta dei punti, mi ha finalmente permesso di interagire in modo diretto con la dolorosa memoria di questi eventi biografici (lutti, separazioni, conflitti familiari e lavorativi, etc.), per ridurne il carico tossico emozionale. Questo eb oo Ai fini della comprensione scientifica e della corretta divulgazione dei dati, ho elaborato una nuova terminologia per documentare le ricerche sperimentali in questo nuovissimo campo; per tale motivo ho denominato questa metodica con il termine di
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Cronoriflessologia in italiano e di AgeGate Emotional Release in lingua inglese. Il successivo passo è stato quello di elaborare una modalità di stimolazione idonea sui punti, adatta non soltanto ai medici, ma pensata proprio per i naturopati. Nei primi anni di sperimentazione ho utilizzato prima la percussione diretta con le dita, poi quella con il martelletto neurologico. Ambedue le tecniche hanno il limite di stancare l’operatore e di generare falsi positivi nei soggetti sofferenti di cefalea per l’effetto di riverbero prodotto dall’onda sonora lungo la colonna vertebrale. Ispirandomi alle ricerche del prof. Giuseppe Calligaris (1876‐1944), figura geniale di neuroscienziato, ho preventivamente testato e poi introdotto in terapia nel 1999 la stimolazione luminosa con luce bianca, che ho chiamato leucofotostimolazione cutanea. Si tratta di una tecnica molto affidabile, che si contraddistingue per alcuni fondamentali aspetti: • non stanca l’operatore • la strumentazione e la gestione hanno costi ridottissimi • non produce lesioni cutanee di alcun genere • non viene toccata la superficie cutanea 10
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• può essere utilizzata con tranquillità anche con i bambini • si possono stimolare tutti i punti di riflessologia (cronoriflessologia, agopuntura, riflessologia plantare, punti trigger, etc.) Come si svolge di norma una sessione individuale di cronoriflessologia? Il paziente viene invitato a esporre il motivo, per cui ha richiesto il consulto; si inquadra sotto il profilo clinico il quadro sintomatologico (disturbi della sfera corporea o disagio emozionale) e su questa base si intervista la persona, mettendo in luce possibili eventi traumatici nel suo passato. La datazione degli eventi avversi rappresenta la fase chiave del lavoro di ricerca e di inquadramento; senza questo fondamentale passaggio clinico si rischia di lambire soltanto la superficie della problematica, perdendo i legami con la sorgente emozionale del conflitto psicobiologico. Due sono le chiavi di lettura indispensabili per questo tipo di approccio: emersione dei segnali di conflitto e successiva datazione dei medesimi. Quando è accaduto quello che mi racconta? In che mese e in che anno? Quanti anni aveva in quel momento della sua vita?
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Se l’indagine biografica appare ancora lacunosa, è necessario esplorare gli accadimenti della linea parentale per evidenziare eventuali sincronicità anagrafiche. In ogni modo, quando si è relativamente sicuri della datazione anagrafica dell’evento (per esempio un lutto in 2° anno di vita), si procede di norma con la semplice palpazione manuale del punto spinale corrispondente, come riportato nel cronogramma (per il 2° anno di vita il punto corrispondente è la 2° vertebra cervicale). La ricerca dei punti dolenti alla digitopressione prende il nome di diagnosi baroestesica. es t o eb
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Il cerotto bianco evidenzia la posizione C2 12
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Sulla colonna esistono posizioni di riferimento anatomico, utilizzate per localizzare con maggiore precisione il punto spinale, che si vuole trattare: il gibbo sporgente alla base del collo corrisponde, per esempio, alla esatta localizzazione dell’ultima vertebra cervicale, la settima (C7). Se devo raggiungere la posizione anatomica della terza vertebra dorsale, inizio il conteggio delle creste ossee a partire proprio dalla settima cervicale; scorrendo con il dito medio sulla linea verticale della schiena, concludo la manovra sul quarto rilievo cutaneo posto in basso. Molto frequentemente è il paziente stesso, che riconosce il punto spinale coinvolto, per effetto della sua dolorabilità alla pressione (dolore puntorio o contusivo). A quel punto siamo sicuri di aver individuato correttamente l’area da stimolare e ne segniamo i confini con un quadratino: da qui l’operatore comincia la stimolazione luminosa dell’area cutanea, che dura mediamente da 3 a 10 minuti. Si invita poi il soggetto a descrivere le eventuali percezioni corporee (o emotive) generate dalla stimolazione luminosa. Le risposte percettive più frequenti sono contenute nel seguente elenco: 13
• parestesie periferiche (polpastrelli delle mani, appesantimento degli arti, etc.) • percezioni viscerali (nodo laringeo, gastrospasmo, dispnea, palpitazioni, borborigmi, etc.) • risposte neurovegetative come nausea, vertigine, sudorazione, arrossamenti cutanei • attivazioni emozionali (malinconia, rabbia, tristezza, agitazione, pianto)
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Ecco cosa ha scritto una paziente sulle sensazioni percepite dopo la sessione di cronoriflessologia: 14
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Nei giorni successivi al trattamento sulla colonna mi è sembrato di entrare nella stanza degli incubi e di leggere sulla parete “Stiamo lavorando, attenda! Fra una sessione e l’altra il soggetto viene invitato a continuare il singolare trattamento cronoriflessologico con l’applicazione di cerotti transdermici, contenenti un mix di Fiori di Bach ad azione antitraumatica (tecnica del Flowertaping sec. Di Spazio) sui punti spinali coinvolti, in maniera tale da mantenere aperte queste incredibili porte del tempo. La finalità della terapia è quella di alleggerire il carico tossico e paralizzante dei traumi emotivi, riportando un nuovo equilibrio al corpo e alla mente. Nel 2006, dopo 10 anni di continue ricerche cliniche, si è verificato un salto straordinario nella conoscenza dei meccanismi temporali, che regolano il nostro vissuto traumatico: i punti cronoattivi della spina dorsale non contengono esclusivamente la memoria di eventi 15
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stressanti ai quali siamo stati esposti nel corso della vita, ma rivelano la storia dolorosa dei nostri antenati. Ho denominato il nuovo filone di ricerca epigenomica emozionale, una estensione applicativa del metodica. Questa straordinaria scoperta chiarisce finalmente la sincronicità fra il disagio (o la malattia) del soggetto a una determinata età e un evento luttuoso, accaduto anche molto tempo prima della sua nascita nell’ascendenza familiare: il soggetto, per esempio, rivive inconsciamente la morte del nonno paterno alla stessa età in cui il padre è rimasto orfano (cronomimesi, Di Spazio) e ne imita in forma attenuata la causa o la modalità di decesso (patomimesi). Sul tema della patomimesi è possibile scaricare l’ebook gratuito intitolato Breviario di cronoriflessologia dal sito www.cronoriflessologia.blogspot.com. Se il nonno è scomparso per una polmonite, il nipote lamenterà disturbi dell’apparato respiratorio (dispnea, asma). Tutte queste conoscenze, scaturite dall’applicazione di questo nuovo modello temporale, sono fondamentali per inquadrare al meglio il malessere dell’individuo e per comprenderne le cause emozionali. Non dobbiamo dimenticare che anche Erich Koerbler, lo scopritore dei segni curativi, si è personalmente 16
occupato della dimensione del Tempo, individuando una singolare mappa anagrafica lungo la linea mediana, che dall’atlante si porta sul vertex cranico in corrispondenza del punto di agopuntura GV 20. Koerbler pone l’inizio della datazione anagrafica sul punto dell’atlante (nascita) esattamente come viene effettuato in cronoriflessologia (1° anno di vita).
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Sul vertice cranico si localizza l’età del soggetto al tempo presente e la linea di unione fra questo punto e quello della prima vertebra cervicale (non palpabile alla 17
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digitopressione) viene poi suddivisa in tacche temporali intermedie. Di norma i punti cronoattivi del cranio vengono riconosciuti per la loro intensa dolorabilità alla pressione locale. Questa interessante linea del Tempo, denominata Psicomeridiano da Koerbler, viene testata ‐ secondo i suoi preziosi insegnamenti ‐ mediante l’utilizzo di un particolare strumento radioestesico, il biotensor, che oscilla in senso orizzontale (o verticale), quando viene sfiorato il punto anagrafico in relazione al trauma emotivo. Purtroppo la ridotta estensione anatomica di questa virtuale linea del Tempo incrementa la difficoltà di ricercare una precisa età, alla quale l’individuo è stato esposto a un evento avverso. Poniamo il caso di un paziente di 72 anni, con il quale bisogna trattare un lutto del 14° anno di vita. Si deve suddividere la linea dello Psicomeridiano in 72 tacche temporali e localizzare con precisione il punto del 14° anno, impresa non facile per il Terapeuta. L’uso semplificato di questa mappa del Tempo si rivela utilissimo, quando invece dobbiamo intervenire sul trauma della nascita (C1) o su un evento attuale (intervento sul punto GV20). di
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Erich Koerbler, il padre dei segni curativi eb o t es u Q
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Erich Koerbler, al cui intuito dobbiamo la scoperta dei segni curativi, è nato il 13 maggio 1938 a Vienna. Dopo la maturità in elettronica ed elettrotecnica, ha lavorato come tecnico delle telecomunicazioni presso le Poste austriache. Probabilmente la natura stessa della sua professione, insieme a una spiccata vocazione personale, lo ha avvicinato al campo delle energie sottili, contribuendo così alla nascita di un nuovo approccio terapeutico.
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Il suo merito è stato principalmente quello di aver sottolineato l’importanza curativa dei segni come modelli vibrazionali, capaci di modificare l’assetto e il flusso energetici. Nel corso delle sue sperimentazioni ha scoperto come precise forme geometriche (le linee o codici a barre, la ipsilon e la sinusoide o sinus) si comportano come Questo eboo k appartiene aOmbrin antenne informazionali etta grado Corradi di modificare i segnali ultra‐deboli del Corpo Energetico. Il codice a barre (barcodes) può essere utilizzato anche per la risoluzione di stress emotivo o mentale (traumi, blocchi), che viene cristallizzato di norma nella memoria cellulare dell’individuo. Koerbler ha dimostrato che la semplice riproduzione di un segno con la matita su un foglio di carta – per effetto del differenziale di conducibilità dei due vettori ‐ può generare una debolissima tensione accompagnata da attivazione del flusso. Nel corso della sua attività di ricerca ha scoperto nuovi segni come la croce celtica, il Sinus Binarius, il sole, che esibiscono singolari proprietà curative. Viene considerato il padre della Nuova Omeopatia (Neue Homoeopathie) per la scoperta di un nuovo metodo, capace di esaltare la natura informazionale dell’acqua a scopo curativo. Erich Koerbler muore prematuramente nel 1994. 20
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La sperimentazione di Erich Koerbler ha portato alla scoperta di 9 segni principali, da lui chiamati vettori. Il vettore 1 corrisponde alla linea singola, il vettore 2 alla linea binaria e via di seguito fino al vettore 9, corrispondente a un codice composto da 9 linee.
© Christina Baumann
Il codice pentalineare (codice a 5 linee) viene sostituito dal segno della sinusoide (sinus), mentre quello esalineare (codice a 6 linee semplici) viene convertito in sinusoide preceduta da 1 linea verticale. 21
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Il vettore 7 (codice eptalineare) viene rappresentato da una sinusoide preceduta da una doppia linea verticale e infine il vettore 8 composto dalla sinusoide, preceduta da 3 linee verticali. Il vettore 9, l’ultimo della serie, corrisponde all’allineamento di 9 linee orizzontali.
© Christina Baumann
I due grafici mostrano l’andamento delle onde informazionali di ogni singolo vettore sul piano dello spazio.
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La linea singola
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Il primo dei segni curativi di Koerbler, glifo ad attività riequilibrante sulla rete energetica dei Meridiani e sui 24 punti di comando cronologico della colonna vertebrale, è la linea singola (codice lineare). La linea singola viene impiegata con successo (tatuaggio temporaneo) sul decorso delle cicatrici chirurgiche per mitigare la possibile presenza di focus di disturbo, così frequenti in questi casi. 24
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La linea viene disegnata perpendicolarmente alla cicatrice in corrispondenza di un punto dolente (o trigger) della medesima.
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Come individuare possibili focus irritativi lungo il decorso di una cicatrice chirurgica? 25
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Si può utilizzare lo specillo per la stimolazione in auricoloterapia o una banale bacchetta di legna (di quelle fornite alla clientela nei ristoranti cinesi) per testare la cicatrice punto per punto; quando un punto è dolente alla pressione o genera un riflesso in un’area remota del corpo (punto trigger), viene semplicemente marcato con una linea tratteggiata in senso perpendicolare. La marcatura con il pennarello (di colore nero) svolge una buona azione di riequilibrio energetico, che può essere accompagnata dal micromassaggio topico con Star of Bethlehem (Fiore di Bach). Il segno grafico della linea ricorre anche nell’antico alfabetico runico Futhark, composto da 24 lettere e suddiviso in 3 distinte famiglie, chiamate Aettir: il glifo di questa tradizione arcaica, che riproduce una semplice linea verticale, prende il nome di Isa, visibile in terza posizione nel 2° gruppo di Aettir.
© www.lacittadellaluce.org
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Le due linee
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Dalla linea singola si passa al raddoppio anche se il numero totale delle linee, impiegato in questa singolare metodica, non è necessariamente in relazione agli effetti (codice binario). L’utilizzo dei segni può essere individuato attraverso l’esame chinesiologico o il test cronoposturale (per i punti spinali). 27
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Le tre linee
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Le tre linee sono un altro segno di riequilibrio energetico. Sui punti della colonna vertebrale (i punti che corrispondono alla sporgenza cutanea delle apofisi spinose) le linee vanno disegnate in verticale (non in orizzontale, se non in casi eccezionali). Le linee, in numero di 3 e 4, sono chiaramente visibili in corrispondenza della colonna lombare della 28
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mummia del Similaun (chiamata anche Oetzi), trovata nel 1991 da una coppia di turisti germanici, i Simon, durante un’escursione alpina a quota elevata.
© marco samadelli, south tyrol museum of archaeology
Si notano le 3 sequenze di segni (barcodes), tatuate sul dorso della mummia in paravertebrale sinistra e corrispondenti alle prime vertebre lombari. L’area cutanea, sulla quale sono incisi questi misteriosi segni, è una zona occultata dalle vesti; significa che le linee tatuate non possono essere 29
interpretate come una forma di cosmesi arcaica e neanche come segno distintivo della posizione gerarchica; la spiegazione più ovvia è che si tratti di glifi con funzione curativa. I piccoli segni presenti sullʹ epidermide della mummia sarebbero il risultato di una pratica medica finalizzata a combattere lʹartrosi, malattia di cui sono stati scoperti i postumi sullo scheletro. Secondo la ricostruzione fatta da esperti antropologi e paleopatologi lʹintervento che poi lasciava il tatuaggio prevedeva l’incisione della pelle, lʹinserimento nelle ferite di erbe medicamentose e quindi la bruciatura delle stesse con conseguente annerimento delle incisioni. Si è scoperto che anche alcune tribù nomadi del Tibet utilizzavano fino al secolo scorso tatuaggi terapeutici per curare l’artrosi, molto simili a quelli rinvenuti sulla mummia del Similaun. Il terapeuta praticava una piccola incisione in corrispondenza della zona dolorante, quindi introduceva nella ferita delle erbe medicamentose che poi bruciava accostandovi la punta di uno strumento metallico riscaldato (cauterio); in seguito applicava una garza. La ferita, cicatrizzandosi, inglobava le particelle carboniose derivate dalla combustione delle erbe medicinali creando di fatto una sorta di tatuaggio. 30
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Questo singolare procedimento della medicina tibetana sembra aver trovato riscontro anche sui resti di Oetzi; infatti, lʹesame istologico dei frammenti di cute con tatuaggio prelevati dalla mummia ha mostrato la presenza di tessuto cicatriziale e di particelle carboniose. E’ molto interessante rilevare che la posizione di queste linee coincide esattamente con il decorso del Meridiano Vescica dell’agopuntura cinese.
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Le linee e la croce celtica sono glifi di riequilibrio energetico individuati dal ricercatore austriaco Erich Koerbler, ma che appaiono anche misteriosamente 31
incisi sulla pelle dell’Uomo del Similaun (Iceman): una coincidenza che richiama le affascinanti teorie del biologo inglese Rupert Sheldrake, quando parla dei cosiddetti campi ricordo. Possiamo quindi inserire in un’unica tabella i 5 segni condivisi dell’Uomo del Similaun e di Koerbler.
Tabella dei segni di Iceman‐Koerbler
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1. Linea singola 2. Linea binaria (2 linee) 3. Linea ternaria (3 linee) 4. Linea quaternaria (4 linee) 5. Croce celtica
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Le quattro linee
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Un altro glifo importante è la sequenza di 4 linee, che può essere utilizzata come segno verticale oppure come segno orizzontale. Nel caso di infiammazione il glifo viene tatuato in senso orizzontale sulla faccia ventrale del polso (sinistro o destro). 33
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La croce celtica
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La croce celtica si riconosce poiché le due linee che si intersecano esibiscono la medesima lunghezza
La croce celtica, formata da due bracci di uguale lunghezza, può essere utilizzata sui punti di agopuntura e sulle aree di riflessologia. E’ un segno che ricorre in percentuale più marginale rispetto alle classiche linee verticali sui punti della colonna vertebrale.
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Trova maggiore applicazione sui punti extraspinali come le aree addominale o toracica, gli arti e in corrispondenza delle articolazioni.
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La croce celtica è l’altro segno presente sulla mummia del Similaun, tatuaggio chiaramente riconoscibile in corrispondenza dell’articolazione del ginocchio. Anche le donne berbere si tatuano una croce sul calcagno per essere protette da inseguitori malintenzionati e un uccello stilizzato sulla tempia che protegge dal male. Alcune zone particolarmente delicate del corpo come occhi, naso e parti intime vengono protette da piccole linee sottili, puntini e croci. 35
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Il glifo della croce celtica viene disegnato sul punto spinale soltanto nel caso in cui la sua applicazione venga confermata dall’esito del test cronoposturale. I segni più ricorrenti sui punti cronoattivi della colonna vertebrale sono le linee (da 1 a 4), seguiti a grande distanza dalla croce celtica e dalla ipsilon. Occasionalmente il test cronoposturale può orientare la scelta dei segni curativi verso glifi come il seno (sinusoide o Sinus), il sole e il Sinus Binarius. e k
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Il segno Y
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Il segno Y viene utilizzato come segno di rinforzo positivo. In natura ritroviamo questa forma nella struttura tridimensionale delle immunoglobuline.
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Il segno Y viene utilizzato come segno di rinforzo positivo. In natura troviamo questa forma nella struttura tridimensionale delle immunoglobuline,
nella biforcazione degli alberi e dei corsi d’acqua, nella ramificazione delle corna nei mammiferi.
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Applicazione del segno Y sulla proiezione di C3
In cronoriflessologia il segno Y viene utilizzato con bassa frequenza in base alle risposte del soggetto al test cronoposturale, con cui si selezionano i glifi curativi. Nelle manovre Out‐of‐Me questo segno viene 38
disegnato direttamente sulla frase a carattere positivo per rinforzane la potenza del messaggio (segno di rinforzo delle affermazioni positive). Un esempio potrebbe essere il seguente: Sono profondamente convinto che questi pensieri negativi svaniranno in breve come neve al sole. rradi o C retta b m Ancora: e aO n e i t ppar a k eboo o t s Que Anche se quella volta avrei potuto rispondere diversamente, credo di aver imparato la lezione. Oppure: Anche se all’esame ho fatto una brutta figura, sono certa che in futuro sarò molto più sicura di me stessa. Il segno di rinforzo ipsilon deve essere disegnato direttamente sull’affermazione positiva, allo stesso modo con cui il glifo del Sinus viene posizionato su quella negativa (vedi esempi in appendice).
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Vediamo nel seguente caso clinico come si effettua operativamente la manovra di rinforzo positivo con il segno Y posizionato sopra l’affermazione. Si tratta di una giovane paziente che soffre di ansia generalizzata dopo essersi separata dal marito, perchè esasperata dai continui comportamenti aggressivi.
Nonostante le continue aggressioni del mio ex, ne uscirò vincente e mi guadagnerò la serenità. Un dettaglio importante nella corretta esecuzione di questa manovra è l’utilizzo di carta bianca intonsa, cioè libera da altre scritte o segni. Come mostra l’esempio sopra riportato l’affermazione deve essere scritta a mano e non con l’ausilio del computer. Ques
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di La sinusoide, chiamata anche Seno o Sinus, è un segno utilizzato secondo gli insegnamenti di Koerbler sui punti energetici di agopuntura. Questo segno si comporta come un interruttore, svolge in altre parole una funzione di reversibilità di flusso e possiede una equivalenza simbolica con il codice a 5 linee. Bisogna porre particolare attenzione nell’uso di questo segno, poiché è in grado di rimuovere le stasi
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energetiche, ma può anche invertire il flusso dell’informazione (bioconvertitore di segnale). blocco > sblocco ma anche sblocco > blocco Per questo motivo è opportuno testare mediante le prove chinesiologiche (o l’uso del biotensor) la durata di applicazione del segno disegnato sul punto di agopuntura o sui punti cronoattivi della colonna vertebrale. Se si utilizza il test cronoposturale, è buona norma predisporre foglietti singoli recanti il numero progressivo del tempo di applicazione ( 2, 4, 7 o più giorni) e testarli nel seguente modo: il soggetto tiene nel palmo della mano sinistra il foglietto con il glifo della sinusoide insieme Qa ues quello con la durata to e applicativa (esempio: sinus + 2 giorni). boo ka ppa il grado di L’operatore, impegnato nel test, verifica rtie n aO oscillazione del soggetto a occhi chiusi, escartando mb rett aC progressivamente i foglietti che non generano una orra di buona stabilità posturale. 42
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Sinus Binarius
Il Sinus Binarius è un segno composto da una sinusoide preceduta da una linea binaria. Anche per questo particolare glifo è consigliabile la verifica del tempo di applicazione per evitare spiacevoli effetti di reversibilità energetica, così come è stato scritto a proposito della sinusoide semplice nei paragrafi precedenti; corrisponde al codice composto da 7 linee. 43
Il simbolo del Sole
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Il sole stilizzato è un simbolo che compare in molte culture arcaiche e corrisponde alla rigenerazione, al calore e alla potenza della nostra stella. Il suo uso sui punti cronoattivi della colonna vertebrale è molto limitato, perché viene scelto raramente dai soggetti sottoposti al test cronoposturale. Anche se in percentuale molto bassa, il simbolo curativo del sole stilizzato viene comunque impiegato 44
in cronoriflessologia nel trattamento locale dei punti dolenti come viene evidenziato nella immagine qui riprodotta; si tratta in questo caso di un trauma emotivo avvenuto in 9° anno di vita.
Sul simbolo, disegnato direttamente sul punto spinale, viene poi applicato un cerotto transdermico a base di fiori di Bach per potenziarne gli effetti.
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Segno di elettrosmog
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Questo singolare codice svolge un’azione di contrasto valido e di schermatura nei confronti delle sorgenti elettromagnetiche, alle quali siamo esposti. Il simbolo può essere anche riprodotto sul retro del cellulare per mitigarne gli effetti potenzialmente tossici sull’organismo. Il suo uso è inoltre consigliato su tutti i dispositivi presenti negli uffici come computer, stampanti e fotocopiatrici per abbattere l’effetto nocivo delle emissioni. 46
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Amore è la virtù del Cuore, Sincerità la virtù della Mente, Decisione la virtù della Volontà, Coraggio la virtù dello Spirito. Frank Lloyd Wright Le intense parole del famoso architetto americano introducono la tematica di questo capitolo, dedicato a quelle strategie che facilitano il rilascio emozionale.
La mente, o piuttosto la pianificazione logica di un’azione, costituisce un raffinato e complesso strumento evolutivo a disposizione dell’umano. Come ho già ribadito più volte nel mio blog, la mente è congegnata per generare scenari di pericolo in grado di preservare l’azione dall’insuccesso. Questo dispositivo biologico permette all’individuo di accrescere sensibilmente le possibilità di raggiungere l’obiettivo prefissato, riducendo i rischi per la sua incolumità. Tutto questo ha un senso solo se la pianificazione razionale viene accompagnata dall’azione stessa e dalla sua ripetizione nel tempo secondo una precisa sequenza: intenzione > azione > ripetizione L’intenzione corrisponde alla formulazione mentale del programma con la generazione di schemi virtuali adattativi, in grado di incrementare la positività del risultato da ottenere con l’azione. L’azione corrisponde al passaggio successivo, quando operiamo la scelta di intervenire nel Reale, cercando di realizzare compiutamente quanto immaginato attraverso la pianificazione. Ques
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L’ultimo passo è caratterizzato dalla ripetizione intenzionale dell’azione nel tempo per consolidarne gli effetti. I problemi iniziano nel momento in cui viene erroneamente interrotta questa virtuosa sequenza; ciò accade quando la mente genera scenari negativi funzionali alla sopravvivenza, senza però procedere all’azione. Un esempio classico è l’esposizione a un evento avverso (lutto, separazione affettiva, perdita del posto di lavoro, etc.), che condiziona spesso un comportamento anomalo della mente: un dissipante e negativo flusso di pensieri ripetitivi, che rinforza pericolosamente il senso di paralisi dinanzi a quanto è accaduto. Senso di smarrimento, incertezza e incapacità di reagire in modo costruttivo inquinano le risorse vitali della mente e del corpo. La bussola che ci orientava con sicurezza fino a poco tempo prima, ora sembra girare all’impazzata. Ci si trova improvvisamente imprigionati nei tentacoli invisibili e velenosi di questi pensieri intrusivi, perdendo di vista l’unica via di salvezza: l’azione. Senza il passaggio all’azione diventa molto più doloroso e complicato uscire dalla cristallizzazione della memoria traumatica dell’evento, operata non 49
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più dall’evento stesso, ma dalla testarda resistenza della mente a ogni possibile e salvifico cambiamento. Sputare il rospo è la manovra primaria nel programma che ho denominato Out‐of‐Me. E’ opinione diffusa e condivisa che per sputare un rospo sia necessario comunicare al diretto interessato il motivo del nostro malessere. Se abbiamo subìto un torto e il ricordo di questa esperienza brucia dentro di noi, dobbiamo liberarci da questo disagio il più presto possibile. Non sempre, però, è possibile fare outing; le regole sociali imposte, le nostre credenze familiari (non dire niente, evita il conflitto, etc.), il modello comportamentale a cui siamo fedeli, bloccano l’azione di sputare il rospo. Cosa fare? Fare finta di niente, sperando che il disagio possa dileguarsi d’incanto, è un meccanismo fallimentare e tossico per l’equilibrio emozionale. Ma se non posso gridare al diretto interessato tutto il risentimento che provo nei suoi confronti, come mi devo comportare? In primo luogo occorre essere consapevoli di questo circuito erratico, il sabotaggio dell’azione a opera della mente; successivamente è necessario attivare strategie utili a interrompere il fenomeno di paralisi. Una di queste strategie è quella di trasferire il più rapidamente possibile il messaggio emozionale 50
negativo dall’interno all’esterno di noi stessi (programma Out‐of‐Me).
Come operare attivamente questa trasformazione? Una manovra molto efficace è quella di scrivere su un foglio il contenuto emozionale negativo (come viene proposto in appendice). L’azione dello scrivere consente di eseguire un salto quantico nel processo di traformazione. Scrivere permette di isolare e condensare in ambito extracorporeo (fuori da me) il magma informe e doloroso delle memorie. Ora ho la possibilità di vedere le mie emozioni, posso acquisire una distanza visiva da questo contenuto disturbante; la manovra è completa solo se rispetta la sequenza di intenzione, azione e ripetizione. In altre parole il primo passaggio è quello di immaginare il contenuto di quanto scriverò sul foglio (intenzione). Il secondo passo è quello di scrivere sul foglio il contenuto emozionale disturbante, facendo attenzione nella chiarezza dei dettagli, come se Ques
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dovessi spiegare a un estraneo il motivo del mio malessere (azione). Per potenziare il processo di trasformazione, si disegna il simbolo della sinusoide sull’affermazione negativa.
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Il terzo e ultimo passaggio è quello relativo alla lettura quotidiana della frase fino al momento in cui si diluisce ogni moto emozionale (ripetizione). La corretta esecuzione della magica sequenza (intenzione > azione > ripetizione) può essere applicata non soltanto nel caso di affermazioni negative, ma anche quando si desideri realizzare un programma o un progetto che ci sta a cuore (applicando il segno Y). sto
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Il Simillimum Emozionale
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Ero intelligente e volevo cambiare il mondo. Ora sono saggio e sto cambiando me stesso. Dalai Lama
Erich Koerbler ha introdotto il neologismo Neue Homeopathie (Nuova Omeopatia) per descrivere un nuovo e originale modello terapeutico, che trae spunto dai precetti della medicina elaborata da Samuel Hahnemann, padre della teoria omeopatica. 53
Ispirandosi al suo modello di similarità (similia similibus curantur), ha trasferito l’azione terapeutica dal rimedio omeopatico (vegetale, animale e minerale) a quella dell’informazione, utilizzando l’acqua come vettore primario. In altre parole si tratta di una manovra terapeutica, che Koerbler ha chiamato Wasseruebertragung e che prende spunto dal messaggio dell’affermazione negativa.
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Come potenziare l’efficacia di questo messaggio sul piano terapeutico? Trasferendo semplicemente l’informazione all’acqua contenuta in un bicchiere. Il soggetto tiene nella mano sinistra il foglietto con l’affermazione negativa e nella destra sorregge un bicchiere colmo d’acqua. 54
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Concentrandosi mentalmente per un periodo di tempo da 1 a un massimo di 3 minuti, visualizza il passaggio dell’informazione dal foglietto all’acqua. Terminata la visualizzazione, beve tutto il contenuto del bicchiere, ripetendo l’operazione ogni giorno per una durata complessiva stabilita mediante il test chinesiologico o la risposta radioestesica (uso del biotensor). Il procedimento, anche se potenzialmente efficace, risente dei limiti dati dalla sua applicazione quotidiana. Chi si prende il tempo di eseguire ogni giorno questa manovra? Consapevole di questo limite, ho elaborato una nuova variante, ispirata non soltanto all’originale modello proposto da Koerbler, ma integrata dalle ricerche sull’acqua del celebre Masaru Emoto. Lo scienziato giapponese ha studiato per decenni le possibili modificazioni morfologiche del cristallo di ghiaccio, sottoposto al contatto informazionale con le più diverse sorgenti (parole, suoni, musica, etc.). Partendo dall’ipotesi che l’acqua risponde a ogni genere di informazione memorizzandone gli effetti, ha dimostrato questi cambiamenti, fotografando migliaia di cristalli di ghiaccio nel suo laboratorio. Nella prima fase della sperimentazione l’acqua contenuta in un flacone di vetro viene esposta a una 55
particolare informazione (per esempio alla coppia di parole Love + Gratitude); in un secondo momento l’acqua viene fatta congelare e successivamente si fotografa il cristallo di ghiaccio (cristallizzazione del messaggio) per osservarne i cambiamenti di forma. Le fotografie realizzate dimostrano elevati gradi di simmetria quando l’acqua viene esposta a sorgenti armoniche (parole e affermazioni positive); presenta invece drammatiche alterazioni morfologiche e collasso della struttura cristallina se la sorgente è disarmonica (affermazioni come “io ti uccido” o musica del genere heavy metal). Insomma l’acqua dimostra di esibire un’elevata quanto inaspettata sensibilità alle informazioni provenienti dal mondo esterno; attraverso le modificazioni di forma e brillantezza il cristallo d’acqua congelata ricorda il contatto con la sorgente. Sulla base di queste incredibili sperimentazioni ho personalizzato la manovra di Koerbler, sostituendo il passaggio della visualizzazione con il diretto contatto fra affermazione negativa e acqua (variante sec. Di Spazio). In altre parole la manovra è composta dai seguenti passaggi: scrivere su un foglietto di carta (grandezza di un’etichetta) l’affermazione negativa accompagnata dal glifo della sinusoide e applicare l’etichetta su un Qu
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flaconcino contagocce contenente acqua (meglio se acqua minimamente mineralizzata). Scuotere con intensità il flaconcino prima di riporlo nel congelatore; estrarre il flaconcino con l’acqua ghiacciata e attendere lo scongelamento. Infine assumere quotidianamente il contenuto nella quantità di 5 gocce per 3 volte prima dei pasti per un periodo di 3 settimane.
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Vivere più leggeri
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Il comando imperativo per vivere più leggeri è il seguente: la vita ha senso solo quando usciamo da noi stessi. Cosa significa? Vuol dire che soltanto quando passiamo all'azione, ingannando le trappole paralizzanti della nostra mente e i sabotaggi dei pensieri intrusivi, possiamo aspirare a una maggiore libertà; libertà conquistata attraverso il disciplinato silenziamento dei programmi virali della mente, che può diventare un pericoloso nemico se la sua pianificazione non viene accompagnata dall'agire. Azione significa generare una nuova realtà, una realtà in sintonia con quello che desideriamo. 58
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Alla luce di quanto è stato scritto sull’importanza della cosiddetta sequenza magica (intenzione, azione, ripetizione), possiamo comprendere con maggiore acutezza il significato profondo e veritiero delle parole di Menelippo. Menelippo, il più bello tra i giovani allievi di Socrate, disse un giorno al filosofo che aveva lodato la perfezione del suo naso: “Non si è mai felici per quello che si ha, Maestro, ma soltanto per quello che si fa. O si rifa.” Menelippo comprende che solo quando prendiamo le distanze dai limiti del possesso (quello che si ha) e dalle primitive rivendicazioni dell’Ego rettiliano (io, io, io), si genera la possibilità di compiere un salto quantico nel nostro processo evolutivo. Il cambio di paradigma prende avvio dal momento in cui si esprime con chiarezza un consapevole ordine emotivo nella nostra vita. Uscire da noi stessi ci consente non soltanto di prendere le distanze dalle ferite dell’Ego mediante l’uso di vantaggiose strategie, ma ci spinge verso il mondo e verso l’esperienza con maggiore leggerezza. L’esposizione a un evento avverso (lutto, tradimento, separazione affettiva, conflitti lavorativi, menopausa, etc.) genera ferite profonde anche se invisibili, che perdurano molto a lungo.
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Questo ebook appartiene aOmbretta Corradi
Abbiamo disimparato a comportarci come la gazzella sfuggita all’attacco potenzialmente mortale della leonessa. Passato il pericolo, la mite gazzella cosa fa? Scrolla il corpo come per liberarsi dagli effetti nocivi dell’esperienza stressante appena conclusa; in questo modo riesce a resettare le informazioni disturbanti dell’evento per affrontare con slancio un nuovo giorno. Nell’umano questo meccanismo difensivo è inceppato o inibito perché a differenza degli altri mammiferi possiede un dispositivo evolutivo unico: la coscienza. Ma questo meraviglioso, unico e inimitabile gioiello biologico può produrre imprevisti effetti collaterali. L’esposizione all’evento avverso genera una ripetitiva serie di scenari virtuali negativi e di pensieri intrusivi (mind‐loop) in grado di rinforzare il peso emotivo di quanto è accaduto. Non possiamo più dimenticare l’evento, perché la memoria dello stesso viene continuamente consolidata dall’azione rimuginativa della mente: senza saperlo si cade rovinosamente nella trappola e si stenta a trovare la via d’uscita. Per quanto paradossale e svantaggioso, il ricordo ossessivo del trauma viene trattenuto con tenacia per un arco di tempo molto lungo. La mente è aggrappata a quel ricordo, perché il suo vincolo costituisce una sicurezza, anche se negativa e distruttiva. 60
Cosa mi potrebbe accadere se per caso riuscissi a dimenticare quell’evento? Con quale altro ricordo potrei sostituirlo? Forse è preferibile non correre il rischio di un salto nell’ignoto, ma confrontarsi ogni momento con i nodi irrisolti della memoria. Questo remissivo atteggiamento costituisce una forma di identificazione nel dolore e ripropone il tema dell’alibi, così caro alla mente: la mia condizione è giustificata da quanto è accaduto, io sono totalmente identificato con gli effetti di quell’esperienza. Il labirinto del dolore si comporta come una selva di piante infestanti, programmata per proliferare in modo tumultuoso. L’unica forma di contrasto è quella legata all’azione (simbolica, terapeutica, etc.), che può segnare il vero e decisivo punto di svolta, il transito benefico verso la trasformazione. Insisto molto con i miei pazienti sull’uso preventivo di quelli che ho chiamato sms emozionali, le affermazioni negative accompagnate dal segno della sinusoide, perché dimostrano un elevato potenziale terapeutico. In molti casi ho notato una riluttanza nell’eseguire questa manovra e per un certo periodo non riuscivo a comprenderne il significato. ppartiene a Ombretta
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Quale misterioso meccanismo inibisce il semplice fatto di scrivere sul foglietto il motivo del proprio malessere? La riluttanza nell’eseguire questa semplice operazione è condizionata dal sabotaggio della mente che censura, ridicolizzandolo, il passaggio all’azione. Nel contempo è anche vero che gli schemi familiari e sociali impongono da tempo immemore la segretezza delle emozioni, l’occultamento del sentire personale come indice di forza. Comunicare il malessere nei modi e nei tempi opportuni non deve essere letto come un segnale di vulnerabilità o di cedimento, ma come una misura di prevenzione. L’azione di mettere nero su bianco il motivo del disagio è percepito molto spesso come una forzatura inutile e genera negli interessati una sensazione di sconcerto (cosa devo scrivere?). Per questo motivo è preciso compito dell’operatore aiutare il Paziente nella redazione del messaggio, orientandolo con tatto e sensibilità. Sul piano terapeutico lo scritto si comporta come un condensatore grafico, un vettore capace di spostare il segnale intrusivo dall’interno del contenitore corporeo all’ambiente esterno. 62
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Se l’anima è leggera e lo spirito è buono, chiunque si sente soddisfatto con acqua e insalata. Cìntia Moschovich 63
Sms Emozionali dei Pazienti Tutto quello che possiedi deve stare in una valigia, allora la tua mente sarà libera. Charles Bukovski
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Questa parte dell’appendice è dedicata agli esempi di scritti dei pazienti, tratti dalla pratica clinica. Ho inserito un certo numero di casi non soltanto per mostrare dal vivo cosa significhi redigere il cosiddetto Sms Emozionale, ma soprattutto per insistere sulla fondamentale azione terapeutica dei medesimi. Il primo consiglio agli operatori è quello di aiutare l’utente a compilare lo scritto durante la sessione e non di consigliarne la redazione in sede domiciliare. Questa piccola strategia consente di rompere il ghiaccio, affrontando insieme le difficoltà di esprimere il contenuto emozionale disturbante. Accade di frequente infatti che il Paziente si dimostri disorientato, impreciso e apparentemente incapace di verbalizzare il motivo del disagio. Non siamo abituati a esprimere e verbalizzare i nostri stati d’animo, perché gli schemi e le credenze sociali impongono una 64
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falsa reticenza: il non‐detto diventa spesso e volentieri una presenza muta con cui conviviamo, ignorandone gli effetti devastanti sul nostro ordine emozionale e sullo stato di benessere fisico. Le regole familiari e sociali con cui siamo stati educati impongono una severa censura sulle dinamiche del sentire, come se si trattasse di una pericolosa e umiliante forma di fragilità dell’individuo. Sputare il rospo è il primo e fondamentale precetto di quella che chiamo igiene emozionale. Ma sputare il rospo non significa comunicare per forza il mio disagio alla persona interessata; un’alternativa vincente e risolutiva è quella offerta dalla possibilità di estrinsecare il malessere attraverso la formula dello scritto (Sms Emozionale). Comunicare con decisione all’esterno del sistema corpo‐mente, è la chiave per aspirare al benessere psicofisico. Vale nel caso di conflitti emozionali, così come per progetti e programmi desiderati. Non possiamo trascorrere l’intera esistenza sognando un sogno, che la mente giudica irrealizzabile: dobbiamo riprodurre nel Reale i tasselli di questo mosaico, perché possa progressivamente prendere forma e consolidarsi. Il Sogno rimane tale perché siamo i primi a tenerlo incarcerato dentro di noi, impedendogli di spiccare il volo. o st ue
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Tornando all’importanza terapeutica dei cosiddetti Sms emozionali, mi preme sottolineare alcuni dettagli per la corretta redazione dei medesimi. Il messaggio espresso sullo scritto deve essere il più chiaro possibile e non generico, come potrebbero essere la frasi del tipo sono triste, sono preoccupata, sono angosciata. Debbo confrontarmi con il vero nodo del conflitto per lanciare un messaggio coerente: sono triste, perché Mario mi ha lasciata senza preavviso per mettersi con Antonella. Bisogna far precedere lo scritto con la data precisa in cui viene redatto (datazione del messaggio), in modo da localizzare nella dimensione del Tempo il contenuto emozionale disturbante. Scrivere a mano evitando l’uso del computer, mette in luce non soltanto la nostra personalità, ma esibisce un’informazione vibrazionale unica, perché legata al contenuto dell’affermazione negativa. Inoltre il foglio sul quale scriviamo il messaggio, deve essere bianco e intonso (privo di intestazioni). In ultimo, seguendo le indicazioni dello studioso Erich Koerbler, sigliamo l’affermazione con il segno grafico della sinusoide, che accellera il processo di conversione del segnale (da negativo a positivo). Buon Out‐of‐Me a tutti! 66
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Provo malessere verso mio marito perché beve e mi tratta male e perché è come se io non esistessi.
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Mi è crollato il mondo addosso quando ho scoperto che mia sorella aveva rubato i soldi ai genitori 70
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Sono depresso da quando ho chiuso la gelateria in Germania 71
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Ogni volta che mi veniva il mestruo dopo l’inseminazione mi sentivo una donna incapace di procreare, una moglie inadeguata nei confronti di mio marito 72
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Sono molto preoccupata perché se non mi operano subito possono partire delle cellule e forse avere qualche altro tumore da qualche altra parte del corpo.
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Sono stufo di stare male, di piangermi addosso, di essere sempre indeciso. k
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Ho l’impressione che mi si fermi il cuore, quando penso all’inutilità di questo divorzio. C o
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Sono molto angosciato per le palpitazioni, perché mi ricordano quel terribile periodo del giugno 1995, quando ho sofferto di aritmia. 76
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il mio ex mi sta rendendo la vita impossibile con accuse infondate su di me e sui figli. Non lo sopporto più, mi deve lasciare in pace 77
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Mi pesa molto che per motivi economici, ho dovuto accettare questo nuovo lavoro molto faticoso, dove devo fare le pulizie. 78
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ho lasciato il lavoro nel 2008 perché sia a livello lavorativo, che a livello ambientale non mi sono rivisto in quello che faccio… 79
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Quando ho subito l’abuso mi sono sentita completamente paralizzata dal comportamento inaspettato di N., che mi ha intimato di non dire niente a nessuno 80
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Sono molto arrabbiata con mia madre perché non si è presa cura di me quella volta che ho subito violenza ha taciuto con tutti anche con me 81
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Mi sento un gran peso sulle spalle, perché non riesco a trovare una soluzione alternativa all’accudimento di mia madre tt
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Pur avendo l’impressione di dare tutta me stessa, va tutto male e non ricevo niente in cambio 83
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Tavola di cronoriflessologia spinale
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Tabella di conversione cronospinale dal 1° al 90° anno di vita (Di Spazio, 1996) C1 1° C2 2°‐3° C3 4°‐5° C4 6°‐7° C5 8°‐9° C6 10°‐ 11° C7 12°‐ 13° D1 14° D2 15° D3 16° D4 17° D5 18° D6 19° D7 20° D8 21° D9 22° D10 23° D11 24° D12 25° L1 26° L2 27° L3 28° L4 29° L5 30°
60° 58°‐ 59° 56°‐ 57° 54°‐ 55° 52°‐ 53° 50°‐ 51° 48°‐ 49° 47° 46° 45° 44° 43° 42° 41° 40° 39° 38° 37° 36° 35° 34° 33° 32° 31°
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61° 62°‐ 63° 64°‐ 65° 66°‐ 67° 68°‐ 69° 70°‐ 71° 72°‐ 73° 74° 75° 76° 77° 78° 79° 80° 81° 82° 83° 84° 85° 86° 87° 88° 89° 90°
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Set dei Segni di Koerbler
Il set dei Segni di Koerbler, riprodotto personalmente dall’autore, viene offerto in dotazione agli operatori. Le carte possono essere stampate anche su carta fotografica per un miglior rendimento visivo e per incrementarne la durata d’uso. Come utilizzare con successo il set dei segni? Di norma il radioestesista sceglie il simbolo più adatto, testandolo con le oscillazioni del biotensor, mentre il chinesiologo ne verifica l’idoneità curativa attraverso le risposte di adattamento del muscolo deltoide. Un’altra modalità di utilizzo dei Segni è quella offerta dal test cronoposturale (Di Spazio‐Martani, 2010). Il soggetto si posiziona in stazione eretta, a occhi chiusi e con i piedi ravvicinati, mentre l’operatore pone la mano sinistra a 20 centimetri dal suo torace; con il dito medio della mano destra viene sfiorato il punto spinale relativo all’età dell’evento traumatico (per esempio l’apofisi spinosa della 3° vertebra dorsale per un lutto avvenuto in 16° anno di vita) e si osservano le oscillazioni posturali del soggetto. 86
Si raccomanda di porre una particolare attenzione nell’esecuzione di questo test, poiché in alcuni casi il soggetto può perdere l’equilibrio, rischiando di cadere e di coinvolgere l’operatore.
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Il soggetto impugna nella mano sinistra la carta con il simbolo, valutando la sua risposta oscillatoria. Il test è finalmente positivo nel momento in cui la carta selezionata genera una buona stabilità posturale del soggetto. Si ripete nuovamente il test dopo aver disegnato il simbolo selezionato sul punto spinale. E’ anche possibile stabilire la durata complessiva del trattamento (quanto tempo il segno deve essere riprodotto sulla cute) con l’aiuto delle carte dei giorni. 87
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Note sull’autore
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Vincenzo Di Spazio (1962), medico olistico, è un autorevole esponente della psicologia energetica italiana. Durante gli studi universitari di medicina, incontra nel 1985 colui che sarà la sua prima guida nel mondo della medicina naturale, l’iridologo e omeopata Siegfried Rizzi (1915‐1987). Dal 1990 al 1991 è stato Dirigente del Servizio Sanitario presso la Compagnia Alpini Paracadutisti “Monte Cervino” di Bolzano. Ha insegnato in qualità di professore incaricato alla Scuola Quadriennale Post‐Laurea di Biotipologia e Metodologia Omeopatica presso l’Università di Urbino dal 1994 al 2002, dove è stato anche Membro di Commissione d’Esame e di Discussione Tesi. Dal 1992 al 2002 ha svolto attività di Direttore Scientifico del Centro Dorimo di Padova ed è stato Docente in Cronoriflessologia, Iridologia, Oligoterapia, Fitogemmoterapia e Floriterapia. Nel 2008 ha insegnato come docente ospite al Corso di Neuroscienze e Teorie della Mente presso la Scuola Superiore dell’Università di Catania (coordinato dal prof. Alberto Giovanni Biuso). Nel biennio 2008‐09 ha tenuto 2 seminari di medicina complementare presso la Divisione Malattie Infettive dell’Ospedale Centrale di Bolzano e un corso monotematico per l’Associazione Italiana Odontoiatri (A.I.O.). Nel 1996 ha identificato l’orologio spinale dei traumi (spinal clock), una griglia temporale proiettata sui 24 punti della colonna vertebrale, scoperta che ha ispirato da quel momento in avanti tutta la sua attività di ricerca. Sulla base di queste nuove evidenze sperimentali ha introdotto una nuova metodica di intervento, denominata cronoriflessologia (AgeGate Emotional Release). Nel decennale della scoperta (1996‐2006) pubblica Le polmoniti di marzo. Il gene emozionale, testo che raccoglie i risultati di una fondamentale intuizione: l’orologio spinale registra non soltanto le esperienze traumatiche vissute nel corso della vita, ma contiene tangibili tracce di eventi stressanti nel gentilizio 90
(epigenomica emozionale). Le verifiche cliniche hanno consentito di estendere il modello temporale, applicato ai punti della colonna vertebrale, anche alla mappa riflessologica del piede (cronoriflessologia plantare, 2011). Ispirandosi alle indagini del neuroscienziato Giuseppe Calligaris (1876‐1944), ha introdotto in riflessologia la fotostimolazione a Led bianco (White Led Photostimulation, WLP). Autore di diversi testi e articoli su queste scoperte, svolge la sua attività clinica a Bolzano. Ha fondato la scuola di Cronoriflessologia e conduce seminari di rilascio emozionale in acqua termale (Aquanesting) a Montegrotto Terme (Pd). Contatti con l’autore:
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Attività didattica
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L’attività didattica si svolge regolarmente due volte all’anno (edizioni a Cor ett r b primaverile e autunnale) presso l’Hotel Garden Terme**** di Montegrotto Om a e Terme (PD), sede istituzionale dei Corsi Residenziali di Cronoriflessologia. tien r a pp Il programma del corso prevede la trattazione dei teorici della aprincipi k o o metodica e l’applicazione di essa sui punti spinali eb e quelli riflessi del piede o t s (cronoriflessologia spinale e plantare). Que
La cronoriflessologia plantare è parte integrata nel workshop residenziale di cronoriflessologia. Le date del calendario corsi sono consultabili direttamente al sito: www.cronoriflessologia.blogspot.com www.gardenspa.eu Per informazioni e prenotazione corsi si può contattare direttamente la Segreteria dell’Hotel Garden: Tel. 049 89 11 699 Fax 049 89 10 182 Email
[email protected] Web www.gardenterme.it Corso delle Terme 7 – 35036 Montegrotto (Pd) 92
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Attività clinica
Le sessioni individuali di cronoriflessologia integrata (intervento sui punti della colonna, test cronoposturale, floriterapia locale e sistemica, omeopatia, riflessologia dei meridiani di agopuntura, etc.) si svolgono presso la sede di Bolzano. Le sessioni collettive si svolgono due volte all’anno (marzo e novembre) presso l’Hotel Garden Terme di Montegrotto Terme (Pd) e sono identificate sotto la denominazione Aquanesting®, workshop di rilascio emozionale in acqua termale; si tratta di sessioni guidate in piscina e sono adatte anche ai non nuotatori. Le sequenze motorie, facili da eseguire, si ispirano alla cronoriflessologia, alle tecniche di EFT (Emotional Freedom Technique) e ai principi dell’agopuntura. La sequenza degli esercizi viene preceduta dalla focalizzazione individuale su eventi passati dolorosi o su condizioni di conflitto emozionale. La finalità delle sessioni acquatiche collettive è legata al rilascio emotivo delle memorie disturbanti.
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Altre pubblicazioni dell’autore
Collana
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Le pubblicazioni digitali di Vincenzo Di Spazio sono disponibili presso:
ultimabooks.simplicissimus.it
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Titolo: I 24 Chakra del Tempo Pubblicazione: marzo 2011 Editore: sbf narcissus La cronoriflessologia è uno strumento relativamente nuovo (1996), un originale e potente sistema di autoadattamento, basato sulla fortuita scoperta di una sequenza di Chakra, ignota alla tradizione classica. Questi vortici energetici, localizzati in corrispondenza delle creste ossee della colonna 94
vertebrale, si distinguono da quelli codificati negli antichi testi indiani per la loro singolare azione: si comportano infatti come porte biologiche del Tempo in grado di facilitare lʹaccesso alle regioni oscure del Passato, dove sono cristallizzati gli eventi dolorosi. Il contatto intenzionale con queste memorie stressanti mediante la stimolazione riflessologica ne facilita il rilascio emozionale. Liberando le emozioni trattenute dalla matrice dellʹevento, il corpo‐mente vive lʹesperienza di un benefico mutamento, di un progressivo alleggerimento dal peso delle memorie dolorose e comincia un nuovo viaggio. Integro questa breve presentazione con l’estratto integrale della prefazione all’ebook, curata dal professor Alberto Giovanni Biuso, filosofo della Mente all’Università di Catania: Vincenzo Di Spazio (1962) I 24 CHAKRA DEL TEMPO Come sciogliere i nodi del passato Ciò che il corpomente memorizza istante dopo istante, incontro dopo incontro, pensiero dopo pensiero, non sono degli eventi ma dei significati, è il senso che noi attribuiamo agli eventi. Schopenhauer ha ragione: «il mondo in cui un uomo vive dipende anzitutto dal suo modo di concepirlo [...] Quando ad esempio degli uomini invidiano altri per gli avvenimenti interessanti in cui si è imbattuta la loro vita, dovrebbero piuttosto invidiarli per la dote interpretativa che ha riempito siffatte vicende del significato, quale si rivela attraverso la loro descrizione» (Parerga e Paralipomena, vol. I, Adelphi, Milano 1981, p. 426). È altrettanto vero che questa capacità di interpretare gli eventi che ci accadono secondo una Stimmung serena oppure angosciosa dipende da una molteplicità di fattori. La cronoriflessologia di Vincenzo Di Spazio ha individuato alcuni tra i più radicali e profondi di tali elementi, quelli che affondano nella memoria corporea non soltanto dellʹindividuo ma anche dei suoi genitori, familiari, antenati e ‐alla fine‐ dellʹintera specie e, filogeneticamente, oltre essa:
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L’orizzonte temporale del nostro patrimonio genetico si estende così indietro nel tempo evolutivo, da lasciare senza fiato; significa in altro 95
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modo che dentro di noi si agita ancora l’ombra della scimmietta Pau, il modo con cui afferrava frutti e bacche, ma forse anche la rabbia delle lotte con i suoi simili per garantirsi la supremazia nel gruppo e per potersi riprodurre, nonché le quotidiane paure di finire nelle fauci di sanguinari predatori. Tutto questo si è stratificato dentro di noi per tredici milioni di anni grazie al lavoro preciso dei geni, che hanno passato il testimone in una staffetta che si perde nella notte dei tempi. (p. 16)
Si tratta di un affresco biologico e psicosomatico che consente di andare alla radice del nostro stare al mondo, del nostro essere tempo in atto. Mediante questa ipotesi ‐e le pratiche terapeutiche che ne conseguono‐ facciamo pace con i traumi nostri e di quanti ci hanno preceduto, coloro che sapienze millenarie e rigorose hanno definito Manes, «le loro sofferenze rivivono in noi come se gli eventi accaduti anche in un lontano passato trovassero modo di ripetersi». Il legame del bios di ciascuno, del Leib che siamo, con i corpi e con le vite di coloro dai quali siamo nati è assai più radicale della storia e delle sue memorie documentarie, consapevoli, selettive. È, infatti, il legame del biologico con se stesso. Una continuità e una dipendenza che si strutturano come patomimesi e cioè «l’imitazione della sofferenza di chi abbiamo amato e non c’è più», la condivisione coi quali rimane inalterata «attraverso il tempo delle generazioni». La struttura al cui interno il legame vive è lʹintera corporeità, e in particolare i 24 punti spinali bilaterali, «24 aggregati recettoriali, ubicati lungo la colonna vertebrale e in corrispondenza dei processi spinosi, che si comportano come importanti porte di accesso temporale: ogni punto spinale, o meglio ogni singolo sincronizzatore spinale, contiene gli engrammi di eventi traumatici, avvenuti a una determinata età». Il modo di questa continuità non è semplicemente circolare ma assume la forma di una spirale, la forma forse più universale che si dia nellʹuniverso, dalle galassie ai “ritorni” di Vico, dalla tridimensionalità della materia alla precessione degli equinozi. orr C a rett Il risultato diagnostico ‐e insieme teoretico‐ di tali indagini è che il nome b aOm stesso degli umani è memoria, una memoria che consiste nellʹinevitabile e en tiricordo r a dolore dellʹaver vissuto, dellʹessere stati, dellʹessere morti. «Il del p p a k dolore è il dolore del ricordo», a cominciare dai ricordi che si accumulano sin boo
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dalla nascita e che esistono già come memoria genetica dei corpi dai quali siamo scaturiti. Il ricordo delle ferite ci accompagna sempre, anche quando la coscienza desta sembra averle dimenticate. È di questo ricordo che sono fatti i trampoli, i quali ‐splendida immagine conclusiva della Recherche‐ crescono col tempo sotto di noi, «comme si les hommes étaient juchés sur de vivantes échasses grandissant sans cesse, parfois plus hautes que des clochers, finissant par leur rendre la marche difficile et périlleuse, et d’où tout d’un coup ils tombent» (M. Proust, À la recherche du temps perdu, Édition publiée sous la direction de J.‐Y. Tadié, Gallimard, Paris 1999, p. 2405). Questi trampoli sono i nostri ricordi, sono il dolore che cresce laddove «ciò che ci ha ferito nel passato, sanguina ancora oggi nel presente». E lo fa nella duplice forma della «stratificazione delle passate generazioni in ogni cellula del corpo» e del «tempo‐memoria [che] si specchia nell’identità corporea di ognuno di noi e tesse le invisibili trame del destino emozionale. La sfida terapeutica risiede perciò nel riconoscimento incondizionato di questa interdipendenza fra disagio psicocorporeo e sorgente temporale del ricordo doloroso. Diventa indispensabile allora la possibilità di confrontarci con la natura intima del Tempo, che scorre e attraversa le nostre esistenze». Una medicina statica, incapace di pensare il Tempo, si rivela pertanto incapace di guarire. È dunque non soltanto ai pazienti che la proposta di Di Spazio si rivolge ‐con le concrete modalità terapeutiche che questo libro illustra in dettaglio‐ ma alla stessa scienza medica e a ciascuno di noi che vive e ricorda, ricordando soffre, ma comprendendo la radice temporale e mnestica del dolore se ne può finalmente liberare. Alberto Giovanni Biuso
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Titolo: Gli Gnomi dei Fiori Guaritori Pubblicazione: marzo 2011 Editore: sbf narcissus Gli Gnomi dei Fiori Guaritori, piccole creature dai poteri speciali, traggono origine da quella medicina delle emozioni, la Floriterapia, sviluppata dal gallese Edward Bach negli anni Trenta del secolo scorso. I cosiddetti Fiori di Bach sono estratti floreali, utilizzati in medicina naturale, per il riequilibrio di emozioni e sentimenti disturbanti. Gli Gnomi protagonisti di queste quattro fiabe (Mimulus, Larch, Pine e Holly) hanno il compito di venire incontro alle richieste di aiuto dei bambini. La loro azione positiva si esplica mediante la preparazione della pozione magica e con il superamento di una prova, indispensabile per la guarigione emotiva del bambino.
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Titolo: La mappa dei traumi emotivi sul piede Pubblicazione: maggio 2011 Editore: sbf narcissus
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NOVITA’ IN RIFLESSOLOGIA DEL PIEDE: è possibile intervenire sull’età in cui abbiamo registrato un evento doloroso? E’ possibile ‐ mediante la stimolazione riflessologica ‐ mitigarne gli effetti sulla sfera emozionale e su quella somatica? L’ebook La mappa dei traumi emotivi sul piede risponde a questi interrogativi, ripercorrendo le tappe di un’importante scoperta, effettuata nel lontano 1996 dal medico italiano Vincenzo Di Spazio: dalla decodifica dei punti spinali, intesi come incredibili porte dimensionali del Tempo a quella dei punti riflessi sulla pianta del piede. La cronoriflessologia plantare è una innovativa metodica di intervento, che rientra nel panorama delle terapie neuro‐emozionali e si basa sulla stimolazione dei punti riflessi della colonna vertebrale sul piede. Se Robert St. John, scopritore della tecnica metamorfica, ha individuato la mappa del Tempo prenatale, Di Spazio ha
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codificato sul piede la rete di punti in relazione ai traumi avvenuti dopo la nascita. Il contatto intenzionale con questi ricordi dolorosi, mediante la stimolazione riflessologica, ne facilita il rilascio emozionale. Liberando le energie trattenute dalla matrice dellʹevento, il corpo‐mente vive lʹesperienza di un benefico mutamento, di un progressivo alleggerimento dal peso delle memorie dolorose e comincia finalmente un nuovo viaggio. L’ebook è arricchito con fotografie di casi clinici, schemi e mappe riflessologiche. Contenuti dell’ebook: • La cronoriflessologia • Breve storia della cronoriflessologia • Il dolore speculare • Il tempo speculare • Le ossa ricordano • Cronoriflessologia plantare • La mappa del piede • Le tecniche di stimolazione
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eb Il poster componibile, da scaricare e stampare, è fornito in 3 diverse misure: un formato da tavolo (cm 21 x 29,7) e due formati da parete: il primo con dimensioni cm 29,7 x 42 e il secondo di maggiore grandezza (cm 59,4 x 42).
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Per il lettore! Il poster componibile non è un classico poster cartaceo, ma un documento digitale da scaricare e stampare in fogli assemblabili come le tessere di un puzzle (printable poster). Questo poster componibile contiene una parte introduttiva sulla cronoriflessologia plantare, una metodica elaborata per promuovere il rilascio emozionale dei traumi emotivi e una sezione con la mappa del Tempo sul piede (griglia anagrafica delle età).
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Titolo: Poster componibile di cronoriflessologia plantare Pubblicazione: giugno 2011 Editore: sbf narcissus
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Titolo: Poster componibile di cronoriflessologia plantare Pubblicazione: settembre 2011 Editore: sbf narcissus Per il lettore! Il poster componibile non è un classico poster cartaceo, ma un documento digitale da scaricare e stampare in fogli assemblabili come le tessere di un puzzle (printable poster). Questo poster componibile contiene una parte introduttiva sulla cronoriflessologia spinale, una metodica elaborata per promuovere il rilascio emozionale dei traumi emotivi e una sezione con la mappa del Tempo sulla colonna vertebrale (griglia anagrafica delle età). Il poster componibile, da scaricare e stampare, è fornito in 2 diverse misure: un formato da tavolo e un formato da parete: il primo con dimensioni cm 21 x 29,7 e il secondo di maggiore grandezza (cm 42 x 59,4).
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Titolo: vademecum naturale per chi ha perso il seno Pubblicazione: agosto 2011 Editore: sbf narcissus L’ebook è rivolto a chi attraversa il delicato momento della diagnosi di tumore al seno e le successive fasi di cura. Nel vademecum vengono dispensate semplici strategie di auto‐aiuto, indicazioni che hanno lo scopo di alleggerire questo impegnativo cammino. Come la guarigione fisica viene affidata alla sapienza della medicina, così la guarigione emotiva può essere concretamente facilitata dall’azione positiva di chi vive questa esperienza in prima persona. Il testo è arricchito da fotografie a colori, che illustrano le strategie di auto‐ aiuto. Contenuti dell’ebook: • Capire perché • Le parole possono fare molto male 103
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Ecologia delle emozioni L’identificazione positiva La terapia epistolare I Fiori Guaritori I punti riflessi per stare meglio Tecniche di Libertà Emozionale I tuoi suggerimenti Appendice Ricorda cosa fare Note sull’autore Ti ringrazio
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