Segni E Simboli Di Guarigione Emotiva 9788863692563 914398

January 21, 2017 | Author: Antonella Mazzariol | Category: N/A
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AVVERTENZE    L’autore e l’editore declinano ogni responsabilità dall’applicazione   della metodica terapeutica citata nel testo e nelle immagini.   Ogni approccio terapeutico deve essere guidato   dalla competenza del Medico secondo scienza e coscienza.    © 2011 Foto e immagini di Vincenzo Di Spazio.  ® Cronoriflessologia  è un marchio registrato.       

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 L’ebook contribuisce alla salvaguardia del patrimonio forestale   

 Format  prodotto da dispazioebook   

 Pubblicazione digitale e distribuzione a cura di Simplicissimus.it  2

 

Contenuti   

Gli eventi sono segnati sul corpo                                                    cinque    Erich Koerbler, il padre dei segni curativi                                    diciannove    Segni e simboli di guarigione emotiva                                          ventitre    Out of Me                                                                                           quarantasette    Il Simillimum Emozionale                                                               cinquantatre    Vivere più leggeri                                                                             cinquantotto    Appendice                                                                                          sessantatre    Sms Emozionali dei Pazienti                                                           sessantaquattro                       Tavola di cronoriflessologia spinale                                              ottantaquattro  bretta Co   m O a e n ie ok appart o b e Set dei Segni di Koerbler                                                                 ottantasei  o t s e Qu   Note sull’autore                                                                                novanta    Attività didattica                                                                              novantadue    Attività clinica                                                                                  novantatre    Altre pubblicazioni dell’autore                                                      novantaquattro     

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    Medicina è ripareggiamento de’ disequalati elementi;  malattia è discordanza d’elementi fusi  nel vitale corpo.  Leonardo da Vinci      4

Gli eventi sono segnati sul corpo     

Questo ebook appartiene aOmbretta Corradi

Gli eventi che hanno generato una intensa risposta di  stress  nell’individuo,  vengono  registrati  non  soltanto  nel  nostro  cervello,  ma  sono  mappati  sulla  superficie  cutanea e nella memoria degli organi.   Un  esempio  paradigmatico  è  quello  dei  soggetti  trapiantati  che,  dopo  l’impianto  del  nuovo  organo,  subiscono  profondi  cambiamenti  del  loro  modello  comportamentale:  queste  drammatiche  modificazioni  sono legate alla memoria cellulare dell’organo donato.  Un incredibile caso di trasmissione donatore‐ricevente  è  stato  riportato  in  aprile  2008  dal  quotidiano  Il  Corriere  della  Sera:  lo  statunitense  Sonny  Graham,  69  anni, si è suicidato sparandosi un colpo di pistola alla  gola, come fece dodici anni prima l’uomo che gli donò  il cuore. Per più di un decennio, nel petto di Sonny ha  battuto  il  cuore  di  Terry  Cottle,  morto  suicida  a  33  anni.   Il trapianto cardiaco, effettuato nel 1995, aveva salvato  la vita di Sonny Graham, a quel tempo manager della  Hargray  Communications  di  Hilton  Head  (South  Carolina).  Appena  uscito  dall’ospedale,  si  era  attivato  immediatamente  per  rintracciare  la  famiglia  del  5

donatore; alla fine riuscì a contattare la vedova Cheryl  Cottle, rimasta sola e con quattro figli piccoli.   “L’ho vista ed è come se l’avessi conosciuta da sempre – ha  raccontato  poi  lui  mille  volte  agli  amici  –  mi  ha  come  ipnotizzato, non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso.”  Nel  2004  hanno  deciso  di  sposarsi  e  di  stabilirsi  a  Vidalia nel sud della Georgia.   Sonny  ha  condiviso  con  il  suo  donatore  non  soltanto  lo  stesso  organo,  ma  addirittura  la  stessa  moglie  e  i  suoi  bambini.  In  ultimo,  ricevente  e  donatore  hanno  condiviso  lo  stesso,  tragico  destino:  ambedue  hanno  posto  termine  alla  loro  vita  nello  stesso  modo,  sparandosi un colpo di pistola alla gola. La sfortunata  Cheryl, vedova due volte, ha recitato ripetutamente il  copione  di  un  film,  che  mai  avrebbe  voluto  vedere.  Per  completezza  dei  dati  su  questi  misteri  scientifici,  riporto  dal  sito  web  www.mayerwillman.com  le  considerazioni  ironiche  sul  fenomeno  della  memoria  cellulare nei pazienti trapiantati:   

UN ANEDDOTO – . Tutte le ricerche scientifiche hanno 6

finora escluso che si possa trapiantare, insieme all’organo, anche la psiche del donatore, nonostante esistano alcuni casi aneddotici e nonostante le persone trapiantate in molti casi mostrino davvero qualche cambiamento della personalità. L’anno scorso il tabloid inglese The Sun, aveva riportato il caso di Chery Johnson, una signora inglese di 37 anni, cui era stato trapiantato un rene. Appassionata di soap opere e telenovelas, dopo l’intervento aveva cominciato a interessarsi di egittologia e a leggere Jane Austin e Fyodor Dostoevsky : lei stessa si era convinta di avere cambiato personalità, trasformandosi da estroversa casalinga in una solitaria intellettuale Qu

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MEMORIA CELLULARE - Secondo una teoria pseudo scientifica questi fenomeni si spiegherebbero con la cosiddetta memoria cellulare: la nostra personalità e i nostri gusti non risponderebbero soltanto al nostro cervello, ma dipenderebbero anche dalle cellule del nostro corpo. La maggior parte degli studiosi considera questa teoria «senza senso» e spiega in altro modo i cambiamenti di personalità, che pur esistono, dei trapiantati. Numerosi studi, infatti, dimostrano che in molti pazienti con un cuore nuovo si verificano considerevoli mutamenti psicologici che si traducono in sintomi vari, come ansietà, depressione, labilità 7

emotiva, disadattamento sociale, difficoltà sessuali. Tutti questi disturbi non sono legati al trapianto in sé, ma derivano proprio da quell’idea comunissima che il cuore è la sede dei sentimenti , del carattere, dell’amore. E comunque dal fatto che il ricevere un organo da un altro in qualche modo compromette l’integrità fisica di una persona, cambia la percezione del corpo e può portare a un relativo mutamento della coscienza di sé.  

Se  il  corpo,  come  emerge  in  modo  sostanziale  dalle  continue  ricerche  sperimentali  in  cronoriflessologia,  si  configura come un sofisticato dispositivo di memoria,  allora l’ibridazione chirurgica prodotta dal trapianto è  in grado di generare memorie aliene nel ricevente.  Mi  occupo  della  dimensione  temporale  in  medicina  dal  lontano  1996,  anno  in  cui  ho  individuato  lungo  i  punti  della  colonna  vertebrale,  dalla  prima  cervicale  alla  quinta  lombare,  una  straordinaria  mappa  del  tempo anagrafico (AgeGate Code); in altre parole questi  particolari  punti  corrispondono  alla  geografia  cronologica  del  nostro  vissuto  secondo  uno  schema  sessagesimale (ciclo di 60 anni).   Ogni  singolo  punto  spinale  si  configura  in  questo  modo  come  uno  speciale  accesso  in  superficie,  un  varco temporale, che consente l’emersione di memorie  a genesi traumatica.   Q

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In medicina allopatica e complementare mancava fino  a  pochi  anni  fa  una  precisa  visione  della  dimensione  temporale, il quando, un elemento fondamentale nella  diagnosi e nella cura di coloro che soffrono.   Perché  un  individuo  sano,  improvvisamente  si  ammala?  Questo  tormentoso  interrogativo  mi  ha  sempre accompagnato fin dall’inizio della mia attività  di ricerca e ha trovato la giusta risposta solo nel 1996.   Ho sempre avuto la chiara e netta consapevolezza che  l’origine  di  un  malessere  o  di  una  malattia  risiedesse  nella  precisa  esposizione  a  una  esperienza  stressante,  che non è stata compiutamente elaborata: il problema  frustrante  era  come  contattare  quella  determinata  esperienza.  L’individuazione  della  mappa  spinale  del  Tempo,  nonché  la  stimolazione  diretta  dei  punti,  mi  ha  finalmente permesso di interagire in modo diretto con  la  dolorosa  memoria  di  questi  eventi  biografici  (lutti,  separazioni,  conflitti  familiari  e  lavorativi,  etc.),  per  ridurne il carico tossico emozionale.   Questo eb oo Ai  fini  della  comprensione  scientifica  e  della  corretta  divulgazione  dei  dati,  ho  elaborato  una  nuova  terminologia per documentare le ricerche sperimentali  in  questo  nuovissimo  campo;    per  tale  motivo  ho  denominato  questa  metodica  con  il  termine  di 

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Cronoriflessologia  in  italiano  e  di  AgeGate  Emotional  Release in lingua inglese.  Il  successivo  passo  è  stato  quello  di  elaborare  una  modalità di stimolazione idonea sui punti, adatta non  soltanto  ai  medici,  ma  pensata  proprio  per  i  naturopati.   Nei primi anni di sperimentazione ho utilizzato prima  la  percussione  diretta  con  le  dita,  poi  quella  con  il  martelletto neurologico. Ambedue le tecniche hanno il  limite  di  stancare  l’operatore  e  di  generare  falsi  positivi nei soggetti sofferenti di cefalea per l’effetto di  riverbero prodotto dall’onda sonora lungo la colonna  vertebrale.   Ispirandomi alle ricerche del prof. Giuseppe Calligaris  (1876‐1944),  figura  geniale  di  neuroscienziato,  ho  preventivamente testato e poi introdotto in terapia nel  1999 la stimolazione luminosa con luce bianca, che ho  chiamato leucofotostimolazione cutanea.  Si  tratta  di  una  tecnica  molto  affidabile,  che  si  contraddistingue per alcuni fondamentali aspetti:    • non stanca l’operatore  • la  strumentazione  e  la  gestione  hanno  costi  ridottissimi  • non produce lesioni cutanee di alcun genere  • non viene toccata la superficie cutanea  10

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• può  essere  utilizzata  con  tranquillità  anche  con  i  bambini  • si  possono  stimolare  tutti  i  punti  di  riflessologia  (cronoriflessologia,  agopuntura,  riflessologia  plantare,  punti trigger, etc.)      Come si svolge di norma una sessione individuale di  cronoriflessologia? Il paziente viene invitato a esporre  il motivo, per cui ha richiesto il consulto; si inquadra  sotto  il  profilo  clinico  il  quadro  sintomatologico  (disturbi  della  sfera  corporea  o  disagio  emozionale)  e  su  questa  base  si  intervista  la  persona,  mettendo  in  luce  possibili eventi traumatici nel suo passato.   La  datazione  degli  eventi  avversi  rappresenta  la  fase  chiave del lavoro di ricerca e di inquadramento; senza  questo  fondamentale  passaggio  clinico  si  rischia  di  lambire  soltanto  la  superficie  della  problematica,  perdendo  i  legami  con  la  sorgente  emozionale  del  conflitto  psicobiologico.  Due  sono  le  chiavi  di  lettura  indispensabili per questo tipo di approccio: emersione  dei  segnali  di  conflitto  e  successiva  datazione  dei  medesimi. Quando è accaduto quello che mi racconta?  In che mese e in che anno? Quanti anni aveva in quel  momento della sua vita? 

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Se  l’indagine  biografica  appare  ancora  lacunosa,  è  necessario  esplorare  gli  accadimenti  della  linea  parentale  per  evidenziare  eventuali  sincronicità  anagrafiche. In ogni modo, quando si è relativamente  sicuri  della  datazione  anagrafica  dell’evento  (per  esempio un lutto in 2° anno di vita), si procede di norma  con la semplice palpazione manuale del punto spinale  corrispondente, come riportato nel cronogramma (per  il 2° anno di vita  il punto corrispondente è la 2° vertebra  cervicale).   La  ricerca  dei  punti  dolenti  alla  digitopressione  prende il nome di diagnosi baroestesica.    es t o eb

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  Il cerotto bianco evidenzia la posizione C2    12

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Sulla  colonna  esistono  posizioni  di  riferimento  anatomico,  utilizzate  per  localizzare  con  maggiore  precisione  il  punto  spinale,  che  si  vuole  trattare:  il  gibbo  sporgente  alla  base  del  collo  corrisponde,  per  esempio,  alla  esatta  localizzazione  dell’ultima  vertebra cervicale, la settima (C7).   Se  devo  raggiungere  la  posizione  anatomica  della  terza  vertebra  dorsale,  inizio  il  conteggio  delle  creste  ossee  a  partire  proprio  dalla  settima  cervicale;  scorrendo con il dito medio sulla linea verticale della  schiena,  concludo  la  manovra  sul  quarto  rilievo  cutaneo  posto  in  basso.  Molto  frequentemente  è  il  paziente  stesso,  che  riconosce  il  punto  spinale  coinvolto,  per  effetto  della  sua  dolorabilità  alla  pressione (dolore puntorio o contusivo).   A  quel  punto  siamo  sicuri  di  aver  individuato  correttamente  l’area  da  stimolare  e  ne  segniamo  i  confini  con  un  quadratino:  da  qui  l’operatore  comincia  la  stimolazione  luminosa  dell’area  cutanea,  che dura mediamente da 3 a 10 minuti. Si invita poi il  soggetto a descrivere le eventuali percezioni corporee  (o emotive) generate dalla stimolazione luminosa.     Le risposte percettive più frequenti sono contenute nel  seguente elenco:    13

• parestesie  periferiche  (polpastrelli  delle  mani,  appesantimento degli arti, etc.)  • percezioni  viscerali  (nodo  laringeo,  gastrospasmo,  dispnea, palpitazioni, borborigmi, etc.)  • risposte  neurovegetative  come  nausea,  vertigine,  sudorazione, arrossamenti cutanei  • attivazioni emozionali (malinconia, rabbia, tristezza,  agitazione, pianto)   

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  Ecco  cosa  ha  scritto  una  paziente  sulle  sensazioni  percepite dopo la sessione di cronoriflessologia:    14

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  Nei  giorni  successivi  al  trattamento  sulla  colonna  mi  è  sembrato  di  entrare  nella  stanza  degli  incubi  e  di  leggere  sulla parete “Stiamo lavorando, attenda!    Fra  una  sessione  e  l’altra  il  soggetto  viene  invitato  a  continuare il singolare trattamento cronoriflessologico  con  l’applicazione  di  cerotti  transdermici,  contenenti  un  mix  di  Fiori  di  Bach  ad  azione  antitraumatica  (tecnica del Flowertaping sec. Di Spazio) sui punti spinali  coinvolti, in maniera tale da mantenere aperte queste  incredibili porte del tempo.  La finalità della terapia è  quella di alleggerire il carico tossico e paralizzante dei  traumi  emotivi,  riportando  un  nuovo  equilibrio  al  corpo e alla mente.  Nel 2006, dopo 10 anni di continue ricerche cliniche, si  è verificato un salto straordinario nella conoscenza dei  meccanismi  temporali,  che  regolano  il  nostro  vissuto  traumatico: i punti cronoattivi della spina dorsale non  contengono  esclusivamente  la  memoria  di  eventi  15

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stressanti  ai  quali  siamo  stati  esposti  nel  corso  della  vita, ma rivelano la storia dolorosa dei nostri antenati.   Ho  denominato  il  nuovo  filone  di  ricerca  epigenomica  emozionale,  una  estensione  applicativa  del  metodica.  Questa  straordinaria  scoperta  chiarisce  finalmente  la  sincronicità fra  il disagio  (o  la  malattia)  del  soggetto  a  una  determinata  età  e  un  evento  luttuoso,  accaduto  anche  molto  tempo  prima  della  sua  nascita  nell’ascendenza  familiare:  il  soggetto,  per  esempio,  rivive inconsciamente la morte del nonno paterno alla  stessa età in cui il padre è rimasto orfano (cronomimesi,  Di  Spazio)  e  ne  imita  in  forma  attenuata  la  causa  o  la  modalità di decesso (patomimesi).   Sul tema della patomimesi è possibile scaricare  l’ebook  gratuito intitolato Breviario di cronoriflessologia dal sito  www.cronoriflessologia.blogspot.com.  Se il nonno è scomparso per una polmonite, il nipote  lamenterà  disturbi  dell’apparato  respiratorio  (dispnea,  asma).   Tutte queste conoscenze, scaturite dall’applicazione di  questo  nuovo  modello  temporale,  sono  fondamentali  per inquadrare al meglio il malessere dell’individuo e  per comprenderne le cause emozionali.    Non  dobbiamo  dimenticare  che  anche  Erich  Koerbler,  lo  scopritore  dei  segni  curativi,  si  è  personalmente  16

occupato  della  dimensione  del  Tempo,  individuando  una  singolare  mappa  anagrafica  lungo  la  linea  mediana, che dall’atlante si porta sul vertex cranico in  corrispondenza del punto di agopuntura GV 20.   Koerbler  pone  l’inizio  della  datazione  anagrafica  sul  punto  dell’atlante  (nascita)  esattamente  come  viene  effettuato in cronoriflessologia (1° anno di vita).      

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  Sul  vertice  cranico  si  localizza  l’età  del  soggetto  al  tempo presente e la linea di unione fra questo punto e  quello della prima vertebra cervicale (non palpabile alla  17

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digitopressione) viene poi suddivisa in tacche temporali  intermedie.  Di  norma  i  punti  cronoattivi  del  cranio  vengono  riconosciuti  per  la  loro  intensa  dolorabilità  alla pressione locale.  Questa  interessante  linea  del  Tempo,  denominata  Psicomeridiano  da  Koerbler,  viene  testata  ‐  secondo  i   suoi preziosi insegnamenti ‐ mediante l’utilizzo di un  particolare  strumento  radioestesico,  il  biotensor,  che  oscilla  in  senso  orizzontale  (o  verticale),  quando  viene  sfiorato  il  punto  anagrafico  in  relazione  al  trauma  emotivo.  Purtroppo  la  ridotta  estensione  anatomica  di  questa  virtuale  linea  del  Tempo  incrementa  la  difficoltà  di  ricercare una precisa età, alla quale l’individuo è stato  esposto  a  un  evento  avverso.  Poniamo  il  caso  di  un  paziente  di  72  anni,  con  il  quale  bisogna  trattare  un  lutto del 14° anno di vita.  Si  deve  suddividere  la  linea  dello  Psicomeridiano  in  72  tacche  temporali  e  localizzare  con  precisione  il  punto  del  14°  anno,  impresa  non  facile  per  il  Terapeuta.     L’uso  semplificato  di  questa  mappa  del  Tempo  si  rivela utilissimo, quando invece dobbiamo intervenire  sul  trauma  della  nascita  (C1)  o  su  un  evento  attuale  (intervento sul punto GV20).    di

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Erich Koerbler, il padre dei segni curativi  eb o t es u   Q      

© www.natur‐wissen.de       

 

Erich Koerbler, al cui intuito dobbiamo la scoperta dei  segni  curativi,  è  nato  il  13  maggio  1938  a  Vienna.  Dopo  la  maturità  in  elettronica  ed  elettrotecnica,  ha  lavorato  come  tecnico  delle  telecomunicazioni  presso  le Poste austriache.   Probabilmente  la  natura  stessa  della  sua  professione,  insieme  a  una  spiccata  vocazione  personale,  lo  ha  avvicinato al campo delle energie sottili, contribuendo  così alla nascita di un nuovo approccio terapeutico.  

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Il  suo  merito  è  stato  principalmente  quello  di  aver  sottolineato  l’importanza  curativa  dei  segni  come  modelli vibrazionali, capaci di modificare l’assetto e il  flusso energetici.  Nel corso delle sue sperimentazioni ha scoperto come  precise  forme  geometriche  (le  linee  o  codici  a  barre,  la  ipsilon  e  la  sinusoide  o  sinus)  si  comportano  come  Questo eboo k appartiene aOmbrin  antenne  informazionali  etta grado  Corradi di  modificare  i  segnali ultra‐deboli del Corpo Energetico.  Il codice a barre (barcodes) può essere utilizzato anche  per la risoluzione di stress emotivo o mentale (traumi,  blocchi),  che  viene  cristallizzato  di  norma  nella  memoria cellulare dell’individuo.  Koerbler  ha  dimostrato  che  la  semplice  riproduzione  di  un  segno  con  la  matita  su  un  foglio  di  carta  –  per  effetto  del  differenziale  di  conducibilità  dei  due  vettori  ‐  può  generare  una  debolissima  tensione  accompagnata  da  attivazione  del  flusso.  Nel  corso  della  sua  attività  di  ricerca  ha  scoperto  nuovi  segni  come  la  croce  celtica,  il  Sinus  Binarius,  il  sole,  che  esibiscono singolari proprietà curative.   Viene  considerato  il  padre  della  Nuova  Omeopatia  (Neue  Homoeopathie)  per  la  scoperta  di  un  nuovo  metodo,  capace  di  esaltare  la  natura  informazionale  dell’acqua a scopo curativo.  Erich Koerbler muore prematuramente nel 1994.  20

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La  sperimentazione  di  Erich  Koerbler  ha  portato  alla  scoperta di 9 segni principali, da lui chiamati vettori.   Il  vettore  1  corrisponde  alla  linea  singola,  il  vettore  2  alla  linea  binaria  e  via  di  seguito  fino  al  vettore  9,  corrispondente a un codice composto da 9 linee.   

 

© Christina Baumann 

  Il codice pentalineare (codice a 5 linee) viene sostituito  dal  segno  della  sinusoide  (sinus),  mentre  quello  esalineare (codice a 6 linee semplici) viene convertito in  sinusoide preceduta da 1 linea verticale.    21

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Il  vettore  7  (codice  eptalineare)  viene  rappresentato  da  una sinusoide preceduta da una doppia linea verticale  e  infine  il  vettore  8  composto  dalla  sinusoide,  preceduta  da  3  linee  verticali.  Il  vettore  9,  l’ultimo  della  serie,  corrisponde  all’allineamento  di  9  linee  orizzontali.     

 

 

© Christina Baumann

  I  due  grafici  mostrano  l’andamento  delle  onde  informazionali di ogni singolo vettore sul piano dello  spazio. 

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Segni e simboli di guarigione emotiva       

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  Il primo dei segni curativi di Koerbler, glifo ad attività  riequilibrante sulla rete energetica dei Meridiani e sui  24  punti  di  comando  cronologico  della  colonna  vertebrale, è la linea singola (codice lineare).  La  linea  singola  viene  impiegata  con  successo  (tatuaggio  temporaneo)  sul  decorso  delle  cicatrici  chirurgiche per mitigare la possibile presenza di focus  di disturbo, così frequenti in questi casi.   24

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La  linea  viene  disegnata  perpendicolarmente  alla  cicatrice    in  corrispondenza  di  un  punto  dolente  (o  trigger) della medesima.    

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    Come  individuare  possibili  focus  irritativi  lungo  il  decorso di una cicatrice chirurgica?     25

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Si  può  utilizzare  lo  specillo  per  la  stimolazione  in  auricoloterapia  o  una  banale  bacchetta  di  legna  (di  quelle fornite alla clientela nei ristoranti cinesi) per testare  la  cicatrice  punto  per  punto;  quando  un  punto  è  dolente  alla  pressione  o  genera  un  riflesso  in  un’area  remota del corpo (punto trigger), viene semplicemente  marcato  con  una  linea  tratteggiata  in  senso  perpendicolare.   La  marcatura  con  il  pennarello  (di  colore  nero)  svolge  una  buona  azione  di  riequilibrio  energetico,  che  può  essere  accompagnata  dal  micromassaggio  topico  con  Star of Bethlehem (Fiore di Bach).  Il  segno  grafico  della  linea  ricorre  anche  nell’antico  alfabetico  runico  Futhark,  composto  da  24  lettere  e  suddiviso  in  3  distinte  famiglie,  chiamate  Aettir:  il  glifo  di  questa  tradizione  arcaica,  che  riproduce  una  semplice linea verticale, prende il nome di Isa, visibile  in terza posizione nel 2° gruppo di Aettir.     

© www.lacittadellaluce.org  

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Le due linee 

II 2 linee

Dalla  linea  singola  si  passa  al  raddoppio  anche  se  il  numero  totale  delle  linee,  impiegato  in  questa  singolare  metodica,  non  è  necessariamente  in  relazione  agli  effetti  (codice  binario).    L’utilizzo  dei  segni  può  essere  individuato  attraverso  l’esame  chinesiologico  o  il  test  cronoposturale  (per  i  punti  spinali).  27

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Le tre linee       

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III 3 linee

 

Le  tre  linee  sono  un  altro  segno  di  riequilibrio  energetico.  Sui  punti  della  colonna  vertebrale  (i  punti  che  corrispondono  alla  sporgenza  cutanea  delle  apofisi  spinose)  le  linee  vanno  disegnate  in  verticale  (non  in  orizzontale, se non in casi eccezionali).   Le linee, in numero di 3 e 4, sono chiaramente visibili  in  corrispondenza  della  colonna  lombare  della  28

appartiene aO mbrett

Questo ebook

mummia  del  Similaun  (chiamata  anche  Oetzi),  trovata  nel  1991  da  una  coppia  di  turisti  germanici,  i  Simon,  durante un’escursione alpina a quota elevata.   

© marco samadelli, south tyrol museum of archaeology 

 

Si notano le 3 sequenze di segni (barcodes), tatuate sul  dorso  della  mummia  in  paravertebrale  sinistra  e  corrispondenti alle prime vertebre lombari.   L’area  cutanea,  sulla  quale  sono  incisi  questi  misteriosi  segni,  è  una  zona  occultata  dalle  vesti;  significa  che  le  linee  tatuate  non  possono  essere  29

interpretate  come  una  forma  di  cosmesi  arcaica  e  neanche  come  segno  distintivo  della  posizione  gerarchica;  la  spiegazione  più  ovvia  è  che  si  tratti  di  glifi con funzione curativa.  I piccoli segni presenti sullʹ epidermide della mummia   sarebbero il risultato di una pratica medica finalizzata  a  combattere  lʹartrosi,  malattia  di  cui  sono  stati  scoperti i postumi sullo scheletro.   Secondo la ricostruzione fatta da esperti antropologi e  paleopatologi lʹintervento che poi lasciava il tatuaggio  prevedeva  l’incisione  della  pelle,  lʹinserimento  nelle  ferite  di  erbe  medicamentose  e  quindi  la  bruciatura  delle  stesse  con  conseguente  annerimento  delle  incisioni. Si è scoperto che anche alcune tribù nomadi  del  Tibet  utilizzavano  fino  al  secolo  scorso  tatuaggi  terapeutici  per  curare  l’artrosi,  molto  simili  a  quelli  rinvenuti sulla mummia del Similaun.   Il  terapeuta  praticava  una  piccola  incisione  in  corrispondenza  della  zona  dolorante,  quindi  introduceva nella ferita delle erbe medicamentose che  poi bruciava accostandovi la punta di uno strumento  metallico  riscaldato  (cauterio);  in  seguito  applicava  una  garza.  La  ferita,  cicatrizzandosi,  inglobava  le  particelle carboniose derivate dalla combustione delle  erbe  medicinali  creando  di  fatto  una  sorta  di  tatuaggio.   30

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Questo  singolare  procedimento  della  medicina  tibetana sembra aver trovato riscontro anche sui resti  di  Oetzi;  infatti,  lʹesame  istologico  dei  frammenti  di  cute  con  tatuaggio  prelevati  dalla  mummia  ha  mostrato  la  presenza  di  tessuto  cicatriziale  e  di  particelle carboniose.   E’  molto  interessante  rilevare  che  la  posizione  di  queste  linee  coincide  esattamente  con  il  decorso  del  Meridiano Vescica dell’agopuntura cinese.   

 

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  Le  linee  e  la  croce  celtica  sono  glifi  di  riequilibrio  energetico  individuati  dal  ricercatore  austriaco  Erich  Koerbler,  ma  che  appaiono  anche  misteriosamente  31

incisi sulla pelle dell’Uomo del Similaun (Iceman): una  coincidenza  che  richiama  le  affascinanti  teorie  del  biologo  inglese  Rupert  Sheldrake,  quando  parla  dei  cosiddetti campi ricordo.    Possiamo quindi inserire in un’unica tabella i 5 segni  condivisi dell’Uomo del Similaun e di Koerbler.       

Tabella dei segni di Iceman‐Koerbler   

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1. Linea singola   2. Linea binaria (2 linee)  3. Linea ternaria (3 linee)  4. Linea quaternaria (4 linee)  5. Croce celtica 

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Le quattro linee   

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    Un altro glifo importante è la sequenza di 4 linee, che  può  essere  utilizzata  come  segno  verticale  oppure  come segno orizzontale. Nel caso di infiammazione il  glifo  viene  tatuato  in  senso  orizzontale  sulla  faccia  ventrale del polso (sinistro o destro).        33

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La croce celtica 

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La croce celtica si riconosce poiché le due  linee che si intersecano esibiscono la  medesima lunghezza

        La  croce  celtica,  formata  da  due  bracci  di  uguale  lunghezza,  può  essere  utilizzata  sui  punti  di  agopuntura e sulle aree di riflessologia.   E’ un segno che ricorre in percentuale  più marginale  rispetto  alle  classiche  linee  verticali  sui  punti  della  colonna vertebrale.    

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Trova  maggiore  applicazione  sui  punti  extraspinali  come  le  aree  addominale  o  toracica,  gli  arti  e  in  corrispondenza delle articolazioni.   

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          © florencetattooconvention.com    

 

La croce celtica è l’altro segno presente sulla mummia  del  Similaun,  tatuaggio  chiaramente  riconoscibile  in  corrispondenza dell’articolazione del ginocchio.   Anche  le  donne  berbere  si  tatuano  una  croce  sul  calcagno  per  essere  protette  da  inseguitori  malintenzionati  e  un  uccello  stilizzato  sulla  tempia  che  protegge  dal  male.  Alcune  zone  particolarmente  delicate  del  corpo  come  occhi,  naso  e  parti  intime  vengono  protette  da  piccole  linee  sottili,  puntini  e  croci.   35

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Il  glifo  della  croce  celtica  viene  disegnato  sul  punto  spinale  soltanto  nel  caso  in  cui  la  sua  applicazione  venga confermata dall’esito del test cronoposturale.  I  segni  più  ricorrenti  sui  punti  cronoattivi  della  colonna  vertebrale  sono    le  linee  (da  1  a  4),  seguiti  a  grande distanza dalla croce celtica e dalla ipsilon.  Occasionalmente  il  test  cronoposturale  può  orientare  la  scelta  dei  segni  curativi  verso  glifi  come  il  seno  (sinusoide o Sinus), il sole e il Sinus Binarius.      e k

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Il segno Y     

                                           © sottoosservazione.wordpress.com 

   

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Il segno Y viene utilizzato come segno di  rinforzo positivo. In natura ritroviamo questa  forma nella struttura tridimensionale delle  immunoglobuline.

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Il  segno  Y  viene  utilizzato  come  segno  di  rinforzo  positivo.  In  natura  troviamo  questa  forma  nella  struttura  tridimensionale  delle  immunoglobuline, 

nella  biforcazione  degli  alberi  e  dei  corsi  d’acqua,  nella ramificazione delle corna nei mammiferi.    

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  Applicazione del segno Y sulla proiezione di C3   

 

In  cronoriflessologia  il  segno  Y  viene  utilizzato  con  bassa  frequenza  in  base  alle  risposte  del  soggetto  al  test  cronoposturale,  con  cui  si  selezionano  i  glifi  curativi. Nelle manovre Out‐of‐Me questo segno viene  38

disegnato direttamente sulla frase a carattere positivo  per  rinforzane  la  potenza  del  messaggio  (segno  di  rinforzo delle affermazioni positive).     Un esempio potrebbe essere il seguente:    Sono  profondamente  convinto  che  questi  pensieri  negativi  svaniranno in breve come neve al sole.  rradi o   C retta b m Ancora:  e aO n e i t ppar a k   eboo o t s Que Anche se quella volta avrei potuto rispondere diversamente,  credo di aver imparato la lezione.    Oppure:    Anche  se  all’esame  ho  fatto  una  brutta  figura,  sono  certa  che in futuro sarò molto più sicura di me stessa.        Il  segno  di  rinforzo  ipsilon  deve  essere  disegnato  direttamente  sull’affermazione  positiva,  allo  stesso  modo  con  cui  il  glifo  del  Sinus  viene  posizionato  su  quella negativa (vedi esempi in appendice).  

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Vediamo  nel  seguente  caso  clinico  come  si  effettua  operativamente la manovra di rinforzo positivo con il  segno Y posizionato sopra l’affermazione.   Si  tratta  di  una  giovane  paziente  che  soffre  di  ansia  generalizzata dopo essersi separata dal marito, perchè   esasperata dai continui comportamenti aggressivi.   

    Nonostante  le  continue  aggressioni  del  mio  ex,  ne  uscirò  vincente e mi guadagnerò la serenità.    Un  dettaglio  importante  nella  corretta  esecuzione  di  questa  manovra  è  l’utilizzo  di  carta  bianca  intonsa,  cioè  libera  da  altre  scritte  o  segni.  Come  mostra  l’esempio  sopra  riportato  l’affermazione  deve  essere  scritta a mano e non con l’ausilio del computer.  Ques

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di La sinusoide, chiamata anche Seno o Sinus, è un segno  utilizzato  secondo  gli  insegnamenti  di  Koerbler  sui  punti  energetici  di  agopuntura.  Questo  segno  si  comporta come un interruttore, svolge in altre parole  una funzione di reversibilità di flusso e possiede una  equivalenza simbolica con il codice a 5 linee.  Bisogna  porre  particolare  attenzione  nell’uso  di  questo segno, poiché è in  grado  di rimuovere le stasi 

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energetiche,  ma  può  anche  invertire  il  flusso  dell’informazione (bioconvertitore di segnale).    blocco > sblocco   ma anche    sblocco > blocco   Per  questo  motivo  è  opportuno  testare  mediante  le  prove chinesiologiche (o l’uso del biotensor) la durata di  applicazione  del  segno  disegnato  sul  punto  di  agopuntura  o  sui  punti  cronoattivi  della  colonna  vertebrale.     Se  si  utilizza  il  test  cronoposturale,  è  buona  norma  predisporre  foglietti  singoli  recanti  il  numero  progressivo  del  tempo  di  applicazione  (  2,  4,  7  o  più  giorni)  e  testarli  nel  seguente  modo:  il  soggetto  tiene  nel  palmo  della  mano  sinistra  il  foglietto  con  il  glifo  della  sinusoide  insieme  Qa  ues quello  con  la  durata  to e applicativa (esempio: sinus + 2 giorni).   boo ka ppa il  grado  di  L’operatore,  impegnato  nel  test,  verifica  rtie n aO oscillazione  del  soggetto  a  occhi  chiusi,  escartando  mb rett aC progressivamente  i  foglietti  che  non  generano  una  orra di buona stabilità posturale.  42

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Sinus Binarius     

      Il  Sinus  Binarius  è  un  segno  composto  da  una  sinusoide  preceduta  da  una  linea  binaria.  Anche  per  questo  particolare  glifo  è  consigliabile  la  verifica  del  tempo di applicazione per evitare spiacevoli effetti di  reversibilità  energetica,  così  come  è  stato  scritto  a  proposito  della  sinusoide  semplice  nei  paragrafi  precedenti; corrisponde al codice composto da 7 linee.    43

Il simbolo del Sole     

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        Il  sole  stilizzato  è  un  simbolo  che  compare  in  molte  culture  arcaiche  e  corrisponde  alla  rigenerazione,  al  calore e alla potenza della nostra stella.   Il suo uso sui punti cronoattivi della colonna vertebrale  è  molto  limitato,  perché  viene  scelto  raramente  dai  soggetti sottoposti al test cronoposturale.   Anche  se  in  percentuale  molto  bassa,  il  simbolo  curativo del sole stilizzato viene comunque impiegato  44

in  cronoriflessologia  nel  trattamento  locale  dei  punti  dolenti  come  viene  evidenziato  nella  immagine  qui  riprodotta;  si  tratta  in  questo  caso  di  un  trauma  emotivo avvenuto in 9° anno di vita.   

    Sul simbolo, disegnato direttamente sul punto spinale,  viene poi applicato un cerotto transdermico a base di  fiori di Bach per potenziarne gli effetti. 

 

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            © www.raum‐und‐zeit.de          

Questo singolare codice svolge un’azione di contrasto  valido  e  di  schermatura  nei  confronti  delle  sorgenti  elettromagnetiche, alle quali siamo esposti.   Il  simbolo  può  essere  anche  riprodotto  sul  retro  del  cellulare  per  mitigarne  gli  effetti  potenzialmente  tossici sull’organismo.   Il  suo  uso  è  inoltre  consigliato  su  tutti  i  dispositivi  presenti  negli  uffici  come  computer,  stampanti  e  fotocopiatrici  per  abbattere  l’effetto  nocivo  delle  emissioni.    46

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Amore è la virtù del Cuore,  Sincerità la virtù della Mente,  Decisione la virtù della Volontà,  Coraggio la virtù dello Spirito.    Frank Lloyd Wright    Le  intense  parole  del  famoso  architetto  americano  introducono la tematica di questo capitolo, dedicato a  quelle strategie che facilitano il rilascio emozionale.  

La  mente,  o  piuttosto  la  pianificazione  logica  di  un’azione,  costituisce  un  raffinato  e  complesso  strumento evolutivo a disposizione dell’umano.  Come ho già ribadito più volte nel mio blog, la mente  è congegnata per generare scenari di pericolo in grado  di preservare l’azione dall’insuccesso.   Questo dispositivo biologico permette all’individuo di  accrescere  sensibilmente  le  possibilità  di  raggiungere  l’obiettivo  prefissato,  riducendo  i  rischi  per  la  sua  incolumità.  Tutto  questo  ha  un  senso  solo  se  la  pianificazione  razionale  viene  accompagnata  dall’azione  stessa  e  dalla  sua  ripetizione  nel  tempo  secondo  una  precisa  sequenza:    intenzione > azione > ripetizione    L’intenzione  corrisponde  alla  formulazione  mentale  del programma con la generazione di schemi virtuali  adattativi,  in  grado  di  incrementare  la  positività  del  risultato da ottenere con l’azione.  L’azione corrisponde al passaggio successivo, quando  operiamo  la  scelta  di  intervenire  nel  Reale,  cercando  di  realizzare  compiutamente  quanto  immaginato  attraverso la pianificazione.  Ques

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L’ultimo  passo  è  caratterizzato  dalla  ripetizione  intenzionale  dell’azione  nel  tempo  per  consolidarne  gli effetti.  I  problemi  iniziano  nel  momento  in  cui  viene  erroneamente interrotta questa virtuosa sequenza; ciò  accade  quando  la  mente  genera  scenari  negativi  funzionali  alla  sopravvivenza,  senza  però  procedere  all’azione.   Un  esempio  classico  è  l’esposizione  a  un  evento  avverso  (lutto,  separazione  affettiva,  perdita  del  posto  di  lavoro, etc.), che condiziona spesso un comportamento  anomalo della mente: un dissipante e negativo flusso  di  pensieri  ripetitivi,  che  rinforza  pericolosamente  il  senso di paralisi dinanzi a quanto è accaduto.   Senso  di  smarrimento,  incertezza  e  incapacità  di  reagire in modo costruttivo inquinano le risorse vitali  della  mente  e  del  corpo.  La  bussola  che  ci  orientava  con  sicurezza  fino  a  poco  tempo  prima,  ora  sembra  girare all’impazzata.    Ci si trova improvvisamente imprigionati nei tentacoli  invisibili  e  velenosi  di  questi  pensieri  intrusivi,  perdendo di vista l’unica via di salvezza: l’azione.  Senza  il  passaggio  all’azione  diventa  molto  più  doloroso  e  complicato  uscire  dalla  cristallizzazione  della  memoria  traumatica  dell’evento,  operata  non  49

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più  dall’evento  stesso,  ma  dalla  testarda  resistenza  della mente a ogni possibile e salvifico cambiamento.  Sputare il rospo è la manovra primaria nel programma  che ho denominato Out‐of‐Me.   E’  opinione  diffusa  e  condivisa  che  per  sputare  un  rospo  sia  necessario  comunicare al  diretto  interessato  il motivo del nostro malessere. Se abbiamo subìto  un  torto e il ricordo di questa esperienza brucia dentro di  noi, dobbiamo liberarci da questo disagio il più presto  possibile. Non sempre, però, è possibile fare outing; le  regole  sociali  imposte,  le  nostre  credenze  familiari  (non  dire  niente,  evita  il  conflitto,  etc.),  il  modello  comportamentale a cui siamo fedeli, bloccano l’azione  di  sputare  il  rospo.  Cosa  fare?  Fare  finta  di  niente,  sperando  che  il  disagio  possa  dileguarsi  d’incanto,  è  un  meccanismo  fallimentare  e  tossico  per  l’equilibrio  emozionale.   Ma se non posso gridare al diretto interessato tutto il  risentimento  che  provo  nei  suoi  confronti,  come  mi  devo comportare?  In  primo  luogo  occorre  essere  consapevoli  di  questo  circuito  erratico,  il  sabotaggio  dell’azione  a  opera  della  mente;  successivamente  è  necessario  attivare  strategie utili a interrompere il fenomeno di paralisi.  Una  di  queste  strategie  è  quella  di  trasferire  il  più  rapidamente  possibile  il  messaggio  emozionale  50

negativo  dall’interno  all’esterno  di  noi  stessi  (programma Out‐of‐Me).   

    Come operare attivamente questa trasformazione?  Una manovra molto efficace è quella di scrivere su un  foglio  il  contenuto  emozionale  negativo  (come  viene  proposto in appendice).   L’azione  dello  scrivere  consente  di  eseguire  un  salto  quantico nel processo di traformazione.   Scrivere  permette  di  isolare  e  condensare  in  ambito  extracorporeo  (fuori  da  me)  il  magma  informe  e  doloroso delle memorie.   Ora ho la possibilità di vedere le mie emozioni, posso  acquisire  una  distanza  visiva  da  questo  contenuto  disturbante; la manovra è completa solo se rispetta la  sequenza di intenzione, azione e ripetizione.   In  altre  parole  il  primo  passaggio  è  quello  di  immaginare il contenuto di quanto scriverò sul foglio  (intenzione).  Il  secondo  passo  è  quello  di  scrivere  sul  foglio  il  contenuto  emozionale  disturbante,  facendo  attenzione  nella  chiarezza  dei  dettagli,  come  se  Ques

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dovessi  spiegare  a  un  estraneo  il  motivo  del  mio  malessere (azione).   Per  potenziare  il  processo  di  trasformazione,  si  disegna  il  simbolo  della  sinusoide  sull’affermazione  negativa.    

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  Il terzo e ultimo passaggio è quello relativo alla lettura  quotidiana  della  frase  fino  al  momento  in  cui  si  diluisce ogni moto emozionale (ripetizione).  La corretta esecuzione della magica sequenza (intenzione  > azione > ripetizione) può essere applicata non soltanto  nel caso di affermazioni negative, ma anche quando si  desideri  realizzare  un  programma  o  un  progetto  che  ci sta a cuore (applicando il segno Y).  sto

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Il Simillimum Emozionale   

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Ero intelligente e volevo cambiare il mondo.    Ora sono saggio e sto cambiando me stesso.  Dalai Lama   

  Erich  Koerbler  ha  introdotto  il  neologismo  Neue  Homeopathie  (Nuova  Omeopatia)  per  descrivere  un  nuovo  e  originale  modello  terapeutico,  che  trae  spunto  dai  precetti  della  medicina  elaborata  da  Samuel Hahnemann, padre della teoria omeopatica.   53

Ispirandosi  al  suo  modello  di  similarità  (similia  similibus  curantur),  ha  trasferito  l’azione  terapeutica  dal rimedio omeopatico (vegetale, animale e minerale) a  quella  dell’informazione,  utilizzando  l’acqua  come  vettore primario.  In  altre  parole  si  tratta  di  una  manovra  terapeutica,  che  Koerbler  ha  chiamato  Wasseruebertragung  e  che  prende  spunto  dal  messaggio  dell’affermazione  negativa.   

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Come  potenziare  l’efficacia  di  questo  messaggio  sul  piano terapeutico?   Trasferendo  semplicemente  l’informazione  all’acqua  contenuta in un bicchiere. Il soggetto tiene nella mano  sinistra il foglietto con l’affermazione negativa e nella  destra sorregge un bicchiere colmo d’acqua.  54

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Concentrandosi  mentalmente  per  un  periodo  di  tempo  da  1  a  un  massimo  di  3  minuti,  visualizza  il  passaggio dell’informazione dal foglietto all’acqua.  Terminata  la  visualizzazione,  beve  tutto  il  contenuto  del  bicchiere,  ripetendo  l’operazione  ogni  giorno  per  una  durata  complessiva  stabilita  mediante  il  test  chinesiologico  o  la  risposta  radioestesica  (uso  del  biotensor).  Il  procedimento,  anche  se  potenzialmente  efficace,  risente  dei  limiti  dati  dalla  sua  applicazione  quotidiana.  Chi  si  prende  il  tempo  di  eseguire  ogni  giorno  questa  manovra?  Consapevole  di  questo  limite,  ho  elaborato  una  nuova  variante,  ispirata  non  soltanto  all’originale  modello  proposto  da  Koerbler,  ma  integrata  dalle  ricerche  sull’acqua  del  celebre  Masaru Emoto.  Lo  scienziato  giapponese  ha  studiato  per  decenni  le  possibili  modificazioni  morfologiche  del  cristallo  di  ghiaccio,  sottoposto  al  contatto  informazionale  con  le  più diverse sorgenti (parole, suoni, musica, etc.).   Partendo  dall’ipotesi  che  l’acqua  risponde  a  ogni  genere  di  informazione  memorizzandone  gli  effetti,  ha  dimostrato  questi  cambiamenti,  fotografando  migliaia di cristalli di ghiaccio nel suo laboratorio.    Nella  prima  fase  della  sperimentazione  l’acqua  contenuta  in  un  flacone  di  vetro  viene  esposta  a  una  55

particolare  informazione  (per  esempio  alla  coppia  di  parole  Love  +  Gratitude);  in  un  secondo  momento  l’acqua  viene  fatta  congelare  e  successivamente  si  fotografa  il  cristallo  di  ghiaccio  (cristallizzazione  del  messaggio) per osservarne i cambiamenti di forma.  Le  fotografie  realizzate  dimostrano  elevati  gradi  di  simmetria  quando  l’acqua  viene  esposta  a  sorgenti  armoniche  (parole  e  affermazioni  positive);  presenta  invece  drammatiche  alterazioni  morfologiche  e  collasso  della  struttura  cristallina  se  la  sorgente  è  disarmonica  (affermazioni  come  “io  ti  uccido”  o  musica  del genere heavy metal).   Insomma  l’acqua  dimostra  di  esibire  un’elevata  quanto  inaspettata  sensibilità  alle  informazioni  provenienti  dal  mondo  esterno;  attraverso  le  modificazioni  di  forma  e  brillantezza  il  cristallo  d’acqua congelata ricorda il contatto con la sorgente.   Sulla  base  di  queste  incredibili  sperimentazioni  ho  personalizzato la manovra di Koerbler, sostituendo il  passaggio della visualizzazione con il diretto contatto  fra  affermazione  negativa  e  acqua  (variante  sec.  Di  Spazio).  In  altre  parole  la  manovra  è  composta  dai  seguenti  passaggi: scrivere su un foglietto di carta (grandezza di  un’etichetta)  l’affermazione  negativa  accompagnata  dal  glifo  della  sinusoide  e  applicare  l’etichetta  su  un  Qu

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flaconcino  contagocce  contenente  acqua  (meglio  se  acqua minimamente mineralizzata).   Scuotere  con  intensità  il  flaconcino  prima  di  riporlo  nel  congelatore;  estrarre  il  flaconcino  con  l’acqua  ghiacciata e attendere lo scongelamento.   Infine  assumere  quotidianamente  il  contenuto  nella  quantità di 5 gocce per 3 volte prima dei pasti per un  periodo di 3 settimane.   

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Vivere più leggeri 

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Il comando imperativo per vivere più leggeri è il seguente: la vita ha senso solo quando usciamo da noi stessi. Cosa significa? Vuol dire che soltanto quando passiamo all'azione, ingannando le trappole paralizzanti della nostra mente e i sabotaggi dei pensieri intrusivi, possiamo aspirare a una maggiore libertà; libertà conquistata attraverso il disciplinato silenziamento dei programmi virali della mente, che può diventare un pericoloso nemico se la sua pianificazione non viene accompagnata dall'agire. Azione significa generare una nuova realtà, una realtà in sintonia con quello che desideriamo. 58

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Alla  luce  di  quanto  è  stato  scritto  sull’importanza  della  cosiddetta  sequenza  magica  (intenzione,  azione,  ripetizione),  possiamo  comprendere  con  maggiore  acutezza  il  significato  profondo  e  veritiero  delle  parole  di  Menelippo.  Menelippo,  il  più  bello  tra  i  giovani  allievi  di  Socrate,  disse  un  giorno  al  filosofo  che aveva lodato la perfezione del suo naso: “Non si è  mai  felici  per  quello  che  si  ha,  Maestro,  ma  soltanto  per quello che si fa. O si rifa.” Menelippo comprende  che  solo  quando  prendiamo  le  distanze  dai  limiti  del  possesso  (quello  che  si  ha)  e  dalle  primitive  rivendicazioni  dell’Ego  rettiliano  (io,  io,  io),  si  genera  la possibilità di compiere un salto quantico nel nostro  processo evolutivo.    Il cambio di paradigma prende avvio dal momento in  cui  si  esprime  con  chiarezza  un  consapevole  ordine  emotivo  nella  nostra  vita.  Uscire  da  noi  stessi  ci  consente  non  soltanto  di  prendere  le  distanze  dalle  ferite dell’Ego mediante l’uso di vantaggiose strategie,  ma ci spinge verso il mondo e verso l’esperienza con  maggiore  leggerezza.  L’esposizione  a  un  evento  avverso  (lutto,  tradimento,  separazione  affettiva,  conflitti  lavorativi, menopausa, etc.) genera ferite profonde anche  se invisibili, che perdurano molto a lungo.  

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Questo ebook appartiene aOmbretta Corradi

Abbiamo disimparato a comportarci come la gazzella  sfuggita  all’attacco  potenzialmente  mortale  della  leonessa. Passato il pericolo, la mite gazzella cosa fa?  Scrolla  il  corpo  come  per  liberarsi  dagli  effetti  nocivi  dell’esperienza  stressante  appena  conclusa;  in  questo  modo  riesce  a  resettare  le  informazioni  disturbanti  dell’evento  per  affrontare  con  slancio  un  nuovo  giorno.  Nell’umano  questo  meccanismo  difensivo  è  inceppato  o  inibito  perché  a  differenza  degli  altri  mammiferi  possiede  un  dispositivo  evolutivo  unico:  la coscienza.   Ma  questo  meraviglioso,  unico  e  inimitabile  gioiello  biologico può produrre imprevisti effetti collaterali.   L’esposizione all’evento avverso genera una ripetitiva  serie di scenari virtuali negativi e di pensieri intrusivi  (mind‐loop)  in  grado  di  rinforzare  il  peso  emotivo  di  quanto  è  accaduto.  Non  possiamo  più  dimenticare  l’evento,  perché  la  memoria  dello  stesso  viene  continuamente  consolidata  dall’azione  rimuginativa  della  mente:  senza  saperlo  si  cade  rovinosamente  nella trappola e si stenta a trovare la via d’uscita.  Per  quanto  paradossale  e  svantaggioso,  il  ricordo  ossessivo del trauma viene trattenuto con tenacia per  un arco di tempo molto lungo. La mente è aggrappata  a  quel  ricordo,  perché  il  suo  vincolo  costituisce  una  sicurezza, anche se negativa e distruttiva.   60

Cosa  mi  potrebbe  accadere  se  per  caso  riuscissi  a  dimenticare  quell’evento?  Con  quale  altro  ricordo  potrei  sostituirlo?  Forse  è  preferibile  non  correre  il  rischio  di  un  salto  nell’ignoto,  ma  confrontarsi  ogni  momento con i nodi irrisolti della memoria.   Questo remissivo atteggiamento costituisce una forma  di  identificazione  nel  dolore  e  ripropone  il  tema  dell’alibi,  così  caro  alla  mente:  la  mia  condizione  è  giustificata  da  quanto  è  accaduto,  io  sono  totalmente  identificato con gli effetti di quell’esperienza.  Il  labirinto  del  dolore  si  comporta  come  una  selva  di  piante  infestanti,  programmata  per  proliferare  in  modo tumultuoso.     L’unica  forma  di  contrasto  è  quella  legata  all’azione  (simbolica,  terapeutica,  etc.),  che  può  segnare  il  vero  e  decisivo  punto  di  svolta,  il  transito  benefico  verso  la  trasformazione.  Insisto  molto  con  i  miei  pazienti  sull’uso  preventivo  di  quelli  che  ho  chiamato  sms  emozionali, le affermazioni negative accompagnate dal  segno  della  sinusoide,  perché  dimostrano  un  elevato  potenziale  terapeutico.  In  molti  casi  ho  notato  una  riluttanza nell’eseguire questa manovra e per un certo  periodo non riuscivo a comprenderne il significato.     ppartiene a Ombretta

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Quale  misterioso  meccanismo  inibisce  il  semplice  fatto  di  scrivere  sul  foglietto  il  motivo  del  proprio  malessere? La riluttanza nell’eseguire questa semplice  operazione è condizionata dal sabotaggio della mente  che censura, ridicolizzandolo, il passaggio all’azione.  Nel contempo è anche vero che gli schemi familiari e  sociali impongono da tempo immemore la segretezza  delle  emozioni,  l’occultamento  del  sentire  personale  come  indice  di  forza.  Comunicare  il  malessere  nei  modi  e  nei  tempi  opportuni  non  deve  essere  letto  come  un  segnale  di  vulnerabilità  o  di  cedimento,  ma  come una misura di prevenzione.     L’azione di mettere nero su bianco il motivo del disagio  è percepito molto spesso come una forzatura inutile e  genera  negli  interessati  una  sensazione  di  sconcerto  (cosa devo scrivere?).   Per  questo  motivo  è  preciso  compito  dell’operatore  aiutare  il  Paziente  nella  redazione  del  messaggio,  orientandolo con tatto e sensibilità.     Sul  piano  terapeutico  lo  scritto  si  comporta  come  un  condensatore  grafico,  un  vettore  capace  di  spostare  il  segnale intrusivo dall’interno del contenitore corporeo  all’ambiente esterno.     62

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    Se l’anima è leggera e lo spirito è buono,   chiunque si sente soddisfatto   con acqua e insalata.   Cìntia Moschovich      63

Sms Emozionali dei Pazienti        Tutto quello che possiedi deve stare in una valigia,   allora la tua mente sarà libera.   Charles Bukovski 

 

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Questa parte dell’appendice è dedicata agli esempi di  scritti  dei  pazienti,  tratti  dalla  pratica  clinica.  Ho  inserito  un  certo  numero  di  casi  non  soltanto  per  mostrare dal vivo cosa significhi redigere il cosiddetto  Sms  Emozionale,  ma  soprattutto  per  insistere  sulla  fondamentale azione terapeutica dei medesimi.  Il  primo  consiglio  agli  operatori  è  quello  di  aiutare  l’utente  a  compilare  lo  scritto  durante  la  sessione  e  non di consigliarne la redazione in sede domiciliare.   Questa piccola strategia consente di rompere il ghiaccio,  affrontando  insieme  le  difficoltà  di  esprimere  il  contenuto emozionale disturbante.   Accade di frequente infatti che il Paziente si dimostri  disorientato, impreciso e apparentemente incapace di  verbalizzare il motivo del disagio. Non siamo abituati  a  esprimere  e  verbalizzare  i  nostri  stati  d’animo,  perché gli schemi e le credenze sociali impongono una  64

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falsa reticenza: il non‐detto diventa spesso e volentieri  una presenza muta  con cui conviviamo, ignorandone  gli  effetti  devastanti  sul  nostro  ordine  emozionale  e  sullo  stato  di  benessere  fisico.  Le  regole  familiari  e  sociali  con  cui  siamo  stati  educati  impongono  una  severa censura sulle dinamiche del sentire, come se si  trattasse  di  una  pericolosa  e  umiliante  forma  di  fragilità  dell’individuo.  Sputare  il  rospo  è  il  primo  e  fondamentale  precetto  di  quella  che  chiamo  igiene  emozionale.   Ma sputare il rospo non significa comunicare per forza  il  mio  disagio  alla  persona  interessata;  un’alternativa  vincente  e  risolutiva  è  quella  offerta  dalla  possibilità  di estrinsecare il malessere attraverso la formula dello  scritto  (Sms  Emozionale).  Comunicare  con  decisione  all’esterno  del  sistema  corpo‐mente,  è  la  chiave  per  aspirare al benessere psicofisico.   Vale  nel  caso  di  conflitti  emozionali,  così  come  per  progetti e programmi desiderati.   Non possiamo trascorrere l’intera esistenza sognando  un  sogno,  che  la  mente  giudica  irrealizzabile:  dobbiamo  riprodurre  nel  Reale  i  tasselli  di  questo  mosaico,  perché  possa  progressivamente  prendere  forma  e  consolidarsi.  Il  Sogno  rimane  tale  perché  siamo  i  primi  a  tenerlo  incarcerato  dentro  di  noi,  impedendogli di spiccare il volo.  o st ue

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Tornando  all’importanza  terapeutica  dei  cosiddetti  Sms  emozionali,  mi  preme  sottolineare  alcuni  dettagli  per la corretta redazione dei medesimi.  Il  messaggio  espresso  sullo  scritto  deve  essere  il  più  chiaro  possibile  e  non  generico,  come  potrebbero  essere la frasi del tipo sono triste, sono preoccupata, sono  angosciata.  Debbo  confrontarmi  con  il  vero  nodo  del  conflitto per lanciare un messaggio coerente:   sono triste, perché Mario mi ha lasciata senza preavviso per  mettersi con Antonella.  Bisogna far precedere lo scritto con la data precisa in  cui viene redatto (datazione del messaggio), in modo da  localizzare  nella  dimensione  del  Tempo  il  contenuto  emozionale disturbante.   Scrivere a mano evitando l’uso del computer, mette in  luce  non  soltanto  la  nostra  personalità,  ma  esibisce  un’informazione  vibrazionale  unica,  perché  legata  al  contenuto dell’affermazione negativa. Inoltre il foglio  sul quale scriviamo il messaggio, deve essere bianco e  intonso (privo di intestazioni).     In  ultimo,  seguendo  le  indicazioni  dello  studioso  Erich  Koerbler,  sigliamo  l’affermazione  con  il  segno  grafico  della  sinusoide,  che  accellera  il  processo  di  conversione  del  segnale  (da  negativo  a  positivo).  Buon  Out‐of‐Me a tutti!  66

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  Provo  malessere  verso  mio  marito  perché  beve  e  mi  tratta  male e perché è come se io non esistessi. 

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Mi è crollato il mondo addosso quando ho scoperto che mia  sorella aveva rubato i soldi ai genitori    70

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Sono depresso da quando ho chiuso la gelateria in Germania          71

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  Ogni  volta  che  mi  veniva  il  mestruo  dopo  l’inseminazione  mi  sentivo  una  donna  incapace  di  procreare,  una  moglie  inadeguata nei confronti di mio marito        72

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  Sono  molto  preoccupata  perché  se  non  mi  operano  subito  possono  partire  delle  cellule  e  forse  avere  qualche  altro  tumore da qualche altra parte del corpo. 

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Sono  stufo  di  stare  male,  di  piangermi  addosso,  di  essere  sempre indeciso.    k

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    Ho  l’impressione  che  mi  si  fermi  il  cuore,  quando  penso  all’inutilità di questo divorzio.    C o

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      Sono  molto  angosciato  per  le  palpitazioni,  perché  mi  ricordano quel terribile periodo del giugno 1995, quando ho  sofferto di aritmia.    76

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il mio ex mi sta rendendo la vita impossibile con accuse  infondate su di me e sui figli. Non lo sopporto più, mi deve  lasciare in pace  77

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          Mi  pesa  molto  che  per  motivi  economici,  ho  dovuto  accettare questo nuovo lavoro molto faticoso, dove devo fare  le pulizie.  78

 

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        ho lasciato il lavoro nel 2008 perché sia a livello lavorativo,  che  a  livello  ambientale  non  mi  sono  rivisto  in  quello  che  faccio…  79

 

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          Quando  ho  subito  l’abuso  mi  sono  sentita  completamente  paralizzata dal comportamento inaspettato di N., che mi ha  intimato di non dire niente a nessuno  80

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Sono molto arrabbiata con mia madre perché non si è presa  cura di me quella volta che ho subito violenza ha taciuto con  tutti anche con me  81

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                Mi  sento  un  gran  peso  sulle  spalle,  perché  non  riesco  a  trovare  una  soluzione  alternativa  all’accudimento  di  mia  madre  tt

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  Pur avendo l’impressione di dare tutta me stessa, va tutto  male e non ricevo niente in cambio    83

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Tavola di cronoriflessologia spinale

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Tabella di conversione cronospinale dal 1° al 90° anno  di vita  (Di Spazio, 1996)    C1    1°  C2  2°‐3°  C3  4°‐5°  C4  6°‐7°  C5  8°‐9°  C6  10°‐ 11°  C7  12°‐ 13°  D1  14°  D2  15°  D3  16°  D4  17°  D5  18°  D6  19°  D7  20°  D8  21°  D9  22°  D10  23°  D11  24°  D12  25°  L1  26°  L2  27°  L3  28°  L4  29°  L5  30° 

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Set dei Segni di Koerbler   

    Il set dei Segni di Koerbler, riprodotto personalmente  dall’autore,  viene  offerto  in  dotazione  agli  operatori.  Le  carte  possono  essere  stampate  anche  su  carta  fotografica  per  un  miglior  rendimento  visivo  e  per  incrementarne la durata d’uso.  Come utilizzare con successo il set dei segni?   Di  norma  il  radioestesista  sceglie  il  simbolo  più  adatto,  testandolo  con  le  oscillazioni  del  biotensor,  mentre  il  chinesiologo  ne  verifica  l’idoneità  curativa  attraverso  le  risposte  di  adattamento  del  muscolo  deltoide.  Un’altra modalità di utilizzo dei Segni è quella offerta  dal test cronoposturale (Di Spazio‐Martani, 2010).  Il  soggetto  si  posiziona  in  stazione  eretta,  a  occhi  chiusi  e  con  i  piedi  ravvicinati,  mentre  l’operatore  pone  la  mano  sinistra  a  20  centimetri  dal  suo  torace;  con  il  dito  medio  della  mano  destra  viene  sfiorato  il  punto  spinale  relativo  all’età  dell’evento  traumatico  (per  esempio  l’apofisi  spinosa  della  3°  vertebra  dorsale  per  un  lutto  avvenuto  in  16°  anno  di  vita)  e  si  osservano  le  oscillazioni posturali del soggetto.   86

Si  raccomanda  di  porre  una  particolare  attenzione  nell’esecuzione  di  questo  test,  poiché  in  alcuni  casi  il  soggetto può perdere l’equilibrio, rischiando di cadere  e di coinvolgere l’operatore.   

 

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  Il soggetto impugna nella mano sinistra la carta con il  simbolo, valutando la sua risposta oscillatoria. Il test è  finalmente  positivo  nel  momento  in  cui  la  carta  selezionata  genera  una  buona  stabilità  posturale  del  soggetto.  Si  ripete  nuovamente  il  test  dopo  aver  disegnato il simbolo selezionato sul punto spinale.   E’  anche  possibile  stabilire  la  durata  complessiva  del  trattamento (quanto tempo il segno deve essere riprodotto  sulla cute) con l’aiuto delle carte dei giorni.  87

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Vincenzo  Di  Spazio  (1962),  medico  olistico,  è  un  autorevole  esponente  della  psicologia  energetica  italiana.  Durante  gli  studi  universitari  di  medicina,  incontra nel 1985 colui che sarà la sua prima guida nel mondo della medicina  naturale, l’iridologo e omeopata Siegfried Rizzi (1915‐1987).     Dal 1990 al 1991 è stato Dirigente del Servizio Sanitario presso la Compagnia  Alpini Paracadutisti “Monte Cervino” di Bolzano.  Ha  insegnato  in  qualità  di  professore  incaricato  alla  Scuola  Quadriennale  Post‐Laurea di Biotipologia e Metodologia Omeopatica presso l’Università di  Urbino  dal  1994  al  2002,  dove  è  stato  anche  Membro  di  Commissione  d’Esame e di Discussione Tesi.     Dal 1992 al 2002 ha svolto attività di Direttore Scientifico del Centro Dorimo  di  Padova  ed  è  stato  Docente  in  Cronoriflessologia,  Iridologia,  Oligoterapia,  Fitogemmoterapia e Floriterapia.   Nel 2008 ha insegnato come docente ospite al Corso di Neuroscienze e Teorie  della Mente presso la Scuola Superiore dell’Università di Catania (coordinato  dal prof. Alberto Giovanni Biuso).   Nel biennio 2008‐09 ha tenuto 2 seminari di medicina complementare presso  la  Divisione  Malattie  Infettive  dell’Ospedale  Centrale  di  Bolzano  e  un  corso  monotematico per l’Associazione Italiana Odontoiatri (A.I.O.).    Nel 1996 ha identificato l’orologio spinale dei traumi (spinal clock), una griglia  temporale  proiettata  sui  24  punti  della  colonna  vertebrale,  scoperta  che  ha  ispirato da quel momento in avanti tutta la sua attività di ricerca.   Sulla  base  di  queste  nuove  evidenze  sperimentali  ha  introdotto  una  nuova  metodica  di  intervento,  denominata  cronoriflessologia  (AgeGate  Emotional  Release).     Nel decennale della scoperta (1996‐2006) pubblica Le polmoniti di marzo. Il gene  emozionale,  testo  che  raccoglie  i  risultati  di  una  fondamentale  intuizione:  l’orologio spinale registra non soltanto le esperienze traumatiche vissute nel  corso della vita, ma contiene tangibili tracce di eventi stressanti nel gentilizio  90

(epigenomica emozionale). Le verifiche cliniche hanno consentito di estendere il  modello  temporale,  applicato  ai  punti  della  colonna  vertebrale,  anche  alla  mappa riflessologica del piede (cronoriflessologia plantare, 2011).  Ispirandosi alle indagini del neuroscienziato Giuseppe Calligaris (1876‐1944),  ha  introdotto  in  riflessologia  la  fotostimolazione  a  Led  bianco  (White  Led  Photostimulation, WLP).    Autore  di  diversi  testi  e  articoli  su  queste  scoperte,  svolge  la  sua  attività  clinica  a  Bolzano.  Ha  fondato  la  scuola  di  Cronoriflessologia  e  conduce  seminari di rilascio emozionale in acqua termale (Aquanesting) a Montegrotto  Terme (Pd).    Contatti con l’autore:   

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  [email protected]    www.cronoriflessologia.blogspot.com  91

Attività didattica   

   

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L’attività  didattica  si  svolge  regolarmente  due  volte  all’anno  (edizioni a Cor ett r b primaverile  e  autunnale)  presso  l’Hotel  Garden  Terme****  di  Montegrotto  Om a e Terme (PD), sede istituzionale dei Corsi Residenziali di Cronoriflessologia.   tien r a pp Il  programma  del  corso  prevede  la  trattazione  dei  teorici  della  aprincipi  k o o metodica  e  l’applicazione  di  essa  sui  punti  spinali  eb e  quelli  riflessi  del  piede  o t s (cronoriflessologia spinale e plantare).  Que  

    La  cronoriflessologia  plantare  è  parte  integrata  nel  workshop  residenziale di cronoriflessologia.    Le date del calendario corsi sono consultabili direttamente al sito:  www.cronoriflessologia.blogspot.com  www.gardenspa.eu    Per  informazioni  e  prenotazione  corsi  si  può  contattare  direttamente  la  Segreteria dell’Hotel Garden:  Tel. 049 89 11 699  Fax  049 89 10 182  Email [email protected]  Web www.gardenterme.it  Corso delle Terme 7 – 35036 Montegrotto (Pd)  92

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Attività clinica   

      Le sessioni individuali di cronoriflessologia integrata (intervento sui punti della  colonna,  test  cronoposturale,  floriterapia  locale  e  sistemica,  omeopatia,  riflessologia  dei meridiani di agopuntura, etc.) si svolgono presso la sede di Bolzano.    Le sessioni collettive si svolgono due volte all’anno (marzo e novembre) presso  l’Hotel Garden Terme di Montegrotto Terme (Pd) e sono identificate sotto la  denominazione  Aquanesting®,  workshop  di  rilascio  emozionale  in  acqua  termale;  si  tratta  di  sessioni  guidate  in  piscina  e  sono  adatte  anche  ai  non  nuotatori.     Le sequenze motorie, facili da eseguire, si ispirano alla cronoriflessologia, alle  tecniche  di  EFT  (Emotional  Freedom  Technique)  e  ai  principi  dell’agopuntura.  La  sequenza  degli  esercizi  viene  preceduta  dalla  focalizzazione  individuale  su eventi passati dolorosi o su condizioni di conflitto emozionale.   La finalità delle sessioni acquatiche collettive è legata al rilascio emotivo delle  memorie disturbanti. 

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Altre pubblicazioni dell’autore   

Collana 

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Le pubblicazioni digitali di Vincenzo Di Spazio sono disponibili presso: 

  ultimabooks.simplicissimus.it   

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  Titolo: I 24 Chakra del Tempo  Pubblicazione: marzo 2011  Editore: sbf narcissus    La  cronoriflessologia  è  uno  strumento  relativamente  nuovo  (1996),  un  originale e potente sistema di autoadattamento, basato sulla fortuita scoperta  di  una  sequenza  di  Chakra,  ignota  alla  tradizione  classica.  Questi  vortici  energetici,  localizzati  in  corrispondenza  delle  creste  ossee  della  colonna  94

vertebrale, si distinguono da quelli codificati negli antichi testi indiani per la  loro singolare azione: si comportano infatti come porte biologiche del Tempo  in  grado  di  facilitare  lʹaccesso  alle  regioni  oscure  del  Passato,  dove  sono  cristallizzati  gli  eventi  dolorosi.  Il  contatto  intenzionale  con  queste  memorie  stressanti  mediante  la  stimolazione  riflessologica  ne  facilita  il  rilascio  emozionale.  Liberando  le  emozioni  trattenute  dalla  matrice  dellʹevento,  il  corpo‐mente  vive  lʹesperienza  di  un  benefico  mutamento,  di  un  progressivo  alleggerimento  dal  peso  delle  memorie  dolorose  e  comincia  un  nuovo  viaggio.   Integro  questa  breve  presentazione  con  l’estratto  integrale  della  prefazione  all’ebook,  curata  dal  professor  Alberto  Giovanni  Biuso,  filosofo  della  Mente  all’Università di Catania:    Vincenzo Di Spazio (1962)    I 24 CHAKRA DEL TEMPO  Come sciogliere i nodi del passato      Ciò  che  il  corpomente  memorizza  istante  dopo  istante,  incontro  dopo  incontro, pensiero dopo pensiero, non sono degli eventi ma dei significati, è il  senso che noi attribuiamo agli eventi. Schopenhauer ha ragione: «il mondo in  cui un uomo vive dipende anzitutto dal suo modo di concepirlo [...] Quando  ad  esempio  degli  uomini  invidiano  altri  per  gli  avvenimenti  interessanti  in  cui  si  è  imbattuta  la  loro  vita,  dovrebbero  piuttosto  invidiarli  per  la  dote  interpretativa  che  ha  riempito  siffatte  vicende  del  significato,  quale  si  rivela  attraverso la loro descrizione» (Parerga e Paralipomena, vol. I, Adelphi, Milano  1981, p. 426). È altrettanto vero che questa capacità di interpretare gli eventi  che ci accadono secondo una Stimmung serena oppure angosciosa dipende da  una molteplicità di fattori.    La  cronoriflessologia  di  Vincenzo  Di  Spazio  ha  individuato  alcuni  tra  i  più  radicali  e  profondi  di  tali  elementi,  quelli  che  affondano  nella  memoria  corporea  non  soltanto  dellʹindividuo  ma  anche  dei  suoi  genitori,  familiari,  antenati e ‐alla fine‐ dellʹintera specie e, filogeneticamente, oltre essa:   

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L’orizzonte temporale del nostro patrimonio genetico si estende così  indietro nel tempo evolutivo, da lasciare senza fiato; significa in altro  95

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modo che dentro di noi si agita ancora l’ombra della scimmietta Pau,  il  modo  con  cui  afferrava  frutti  e  bacche,  ma  forse  anche  la  rabbia  delle lotte con i suoi simili per garantirsi la supremazia nel gruppo e  per  potersi  riprodurre,  nonché  le  quotidiane  paure  di  finire  nelle  fauci  di  sanguinari  predatori.  Tutto  questo  si  è  stratificato  dentro  di  noi  per  tredici  milioni  di  anni  grazie  al  lavoro  preciso  dei  geni,  che  hanno passato il testimone in una staffetta che si perde nella notte dei  tempi. (p. 16)  

  Si tratta di un affresco biologico e psicosomatico che consente di andare alla  radice  del  nostro  stare  al  mondo,  del  nostro  essere  tempo  in  atto.  Mediante  questa  ipotesi  ‐e  le  pratiche  terapeutiche  che  ne  conseguono‐  facciamo  pace  con  i  traumi  nostri  e  di  quanti  ci  hanno  preceduto,  coloro  che  sapienze  millenarie e rigorose hanno definito Manes, «le loro sofferenze rivivono in noi  come se gli eventi accaduti anche in un lontano passato trovassero modo di  ripetersi». Il legame del bios di ciascuno, del Leib che siamo, con i corpi e con  le  vite  di  coloro  dai  quali  siamo  nati  è  assai  più  radicale  della  storia  e  delle  sue  memorie  documentarie,  consapevoli,  selettive.  È,  infatti,  il  legame  del  biologico con se stesso.     Una  continuità  e  una  dipendenza  che  si  strutturano  come  patomimesi  e  cioè  «l’imitazione  della  sofferenza  di  chi  abbiamo  amato  e  non  c’è  più»,  la  condivisione  coi  quali  rimane  inalterata  «attraverso  il  tempo  delle  generazioni». La struttura al cui interno il legame vive è lʹintera corporeità, e  in  particolare  i  24  punti  spinali  bilaterali,  «24  aggregati  recettoriali,  ubicati  lungo  la  colonna  vertebrale  e  in  corrispondenza  dei  processi  spinosi,  che  si  comportano come importanti porte di accesso temporale: ogni punto spinale,  o  meglio  ogni  singolo  sincronizzatore  spinale,  contiene  gli  engrammi  di  eventi traumatici, avvenuti a una determinata età».  Il  modo  di  questa  continuità  non  è  semplicemente  circolare  ma  assume  la  forma  di  una  spirale,  la  forma  forse  più  universale  che  si  dia  nellʹuniverso,  dalle  galassie  ai  “ritorni”  di  Vico,  dalla  tridimensionalità  della  materia  alla  precessione degli equinozi.     orr C a rett Il  risultato  diagnostico  ‐e  insieme  teoretico‐  di  tali  indagini  è  che  il  nome  b aOm stesso  degli  umani  è  memoria,  una  memoria  che  consiste  nellʹinevitabile  e en tiricordo  r a dolore  dellʹaver  vissuto,  dellʹessere  stati,  dellʹessere  morti.  «Il  del  p p a k dolore è il dolore del ricordo», a cominciare dai ricordi che si accumulano sin  boo

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dalla  nascita  e  che  esistono  già  come  memoria  genetica  dei  corpi  dai  quali  siamo scaturiti. Il ricordo delle ferite ci accompagna sempre, anche quando la  coscienza desta sembra averle dimenticate.     È  di  questo  ricordo  che  sono  fatti  i  trampoli,  i  quali  ‐splendida  immagine  conclusiva  della  Recherche‐  crescono  col  tempo  sotto  di  noi,  «comme  si  les  hommes  étaient  juchés  sur  de  vivantes  échasses  grandissant  sans  cesse,  parfois  plus  hautes  que  des  clochers,  finissant  par  leur  rendre  la  marche  difficile  et  périlleuse,  et  d’où  tout  d’un  coup  ils  tombent»  (M.  Proust,  À  la  recherche  du  temps  perdu,  Édition  publiée  sous  la  direction  de  J.‐Y.  Tadié,  Gallimard, Paris 1999, p. 2405). Questi trampoli sono i nostri ricordi, sono il  dolore  che  cresce  laddove  «ciò  che  ci  ha  ferito  nel  passato,  sanguina  ancora  oggi  nel  presente».  E  lo  fa  nella  duplice  forma  della  «stratificazione  delle  passate generazioni in ogni cellula del corpo» e del «tempo‐memoria [che] si  specchia nell’identità corporea di ognuno di noi e tesse le invisibili trame del  destino  emozionale.  La  sfida  terapeutica  risiede  perciò  nel  riconoscimento  incondizionato  di  questa  interdipendenza  fra  disagio  psicocorporeo  e  sorgente  temporale  del  ricordo  doloroso.  Diventa  indispensabile  allora  la  possibilità  di  confrontarci  con  la  natura  intima  del  Tempo,  che  scorre  e  attraversa le nostre esistenze».    Una  medicina  statica,  incapace  di  pensare  il  Tempo,  si  rivela  pertanto  incapace di guarire. È dunque non soltanto ai pazienti che la proposta di Di  Spazio  si  rivolge  ‐con  le  concrete  modalità  terapeutiche  che  questo  libro  illustra in dettaglio‐ ma alla stessa scienza medica e a ciascuno di noi che vive  e  ricorda,  ricordando  soffre,  ma  comprendendo  la  radice  temporale  e  mnestica del dolore se ne può finalmente liberare.                    Alberto Giovanni Biuso     

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  Titolo: Gli Gnomi dei Fiori Guaritori  Pubblicazione: marzo 2011  Editore: sbf narcissus  Gli  Gnomi  dei  Fiori  Guaritori,  piccole  creature  dai  poteri  speciali,  traggono  origine  da  quella  medicina  delle  emozioni,  la  Floriterapia,  sviluppata  dal  gallese Edward Bach negli anni Trenta del secolo scorso. I cosiddetti Fiori di  Bach sono estratti floreali, utilizzati in medicina naturale, per il riequilibrio di  emozioni  e  sentimenti  disturbanti.  Gli  Gnomi  protagonisti  di  queste  quattro  fiabe (Mimulus, Larch, Pine e Holly) hanno il compito di venire incontro alle  richieste  di  aiuto  dei  bambini.  La  loro  azione  positiva  si  esplica  mediante  la  preparazione  della  pozione  magica  e  con  il  superamento  di  una  prova,  indispensabile per la guarigione emotiva del bambino. 

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    Titolo: La mappa dei traumi emotivi sul piede  Pubblicazione: maggio 2011  Editore: sbf narcissus 

 

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NOVITA’ IN RIFLESSOLOGIA DEL PIEDE: è possibile intervenire sull’età in  cui  abbiamo  registrato  un  evento  doloroso?  E’  possibile  ‐  mediante  la  stimolazione  riflessologica  ‐  mitigarne  gli  effetti  sulla  sfera  emozionale  e  su  quella  somatica?  L’ebook  La  mappa  dei  traumi  emotivi  sul  piede  risponde  a  questi  interrogativi,  ripercorrendo  le  tappe  di  un’importante  scoperta,  effettuata  nel  lontano  1996  dal  medico  italiano  Vincenzo  Di  Spazio:  dalla  decodifica  dei  punti  spinali,  intesi  come  incredibili  porte  dimensionali  del  Tempo  a  quella  dei  punti  riflessi  sulla  pianta  del  piede.  La  cronoriflessologia  plantare  è  una  innovativa  metodica  di  intervento,  che  rientra  nel  panorama  delle  terapie  neuro‐emozionali  e  si  basa  sulla  stimolazione  dei  punti  riflessi  della colonna vertebrale sul piede. Se Robert St. John, scopritore della tecnica  metamorfica,  ha  individuato  la  mappa  del  Tempo  prenatale,  Di  Spazio  ha 

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codificato  sul  piede  la  rete  di  punti  in  relazione  ai  traumi  avvenuti  dopo  la  nascita.  Il  contatto  intenzionale  con  questi  ricordi  dolorosi,  mediante  la  stimolazione riflessologica, ne facilita il rilascio emozionale.   Liberando le energie trattenute dalla matrice dellʹevento, il corpo‐mente vive  lʹesperienza di un benefico mutamento, di un progressivo alleggerimento dal  peso delle memorie dolorose e comincia finalmente un nuovo viaggio.   L’ebook  è  arricchito  con  fotografie  di  casi  clinici,  schemi  e  mappe  riflessologiche.    Contenuti dell’ebook:    • La cronoriflessologia                                                                      • Breve storia della cronoriflessologia                                             • Il dolore speculare                                                                             • Il tempo speculare                                                                             • Le ossa ricordano                                                                                 • Cronoriflessologia plantare                                                              • La mappa del piede                                                      • Le tecniche di stimolazione      

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eb Il poster componibile, da scaricare e stampare, è fornito in 3 diverse misure: un  formato  da  tavolo  (cm  21  x  29,7)  e  due  formati  da  parete:  il  primo  con  dimensioni cm 29,7 x 42 e il secondo di maggiore grandezza (cm 59,4 x 42).  

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Per  il  lettore!  Il  poster  componibile  non  è  un  classico  poster  cartaceo,  ma  un  documento digitale da scaricare e stampare in fogli assemblabili come le tessere  di  un  puzzle  (printable  poster).  Questo  poster  componibile  contiene  una  parte  introduttiva  sulla  cronoriflessologia  plantare,  una  metodica  elaborata  per  promuovere  il  rilascio  emozionale  dei  traumi  emotivi  e  una  sezione  con  la  mappa del Tempo sul piede (griglia anagrafica delle età).  

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    Titolo: Poster componibile di cronoriflessologia plantare  Pubblicazione: giugno 2011  Editore: sbf narcissus   

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Titolo: Poster componibile di cronoriflessologia plantare  Pubblicazione: settembre 2011  Editore: sbf narcissus      Per  il  lettore!  Il  poster  componibile  non  è  un  classico  poster  cartaceo,  ma  un  documento digitale da scaricare e stampare in fogli assemblabili come le tessere  di  un  puzzle  (printable  poster).  Questo  poster  componibile  contiene  una  parte  introduttiva  sulla  cronoriflessologia  spinale,  una  metodica  elaborata  per  promuovere  il  rilascio  emozionale  dei  traumi  emotivi  e  una  sezione  con  la  mappa del Tempo sulla colonna vertebrale (griglia anagrafica delle età).   Il poster componibile, da scaricare e stampare, è fornito in 2 diverse misure: un  formato da tavolo e un formato da parete: il primo con dimensioni cm 21 x 29,7   e il secondo di maggiore grandezza (cm 42 x 59,4).  

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Titolo: vademecum naturale per chi ha perso il seno  Pubblicazione: agosto 2011  Editore: sbf narcissus      L’ebook  è  rivolto  a  chi  attraversa  il  delicato  momento  della  diagnosi  di  tumore  al  seno  e  le  successive  fasi  di  cura.  Nel  vademecum  vengono  dispensate semplici strategie di auto‐aiuto, indicazioni che hanno lo scopo di  alleggerire  questo  impegnativo  cammino.  Come  la  guarigione  fisica  viene  affidata  alla  sapienza  della  medicina,  così  la  guarigione  emotiva  può  essere  concretamente facilitata dall’azione positiva di chi vive questa esperienza in  prima persona.  Il  testo  è  arricchito  da  fotografie  a  colori,  che  illustrano  le  strategie  di  auto‐ aiuto.    Contenuti dell’ebook:    • Capire perché                                                 • Le parole possono fare molto male             103

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Ecologia delle emozioni                                L’identificazione positiva                             La terapia epistolare                                     I Fiori Guaritori                                              I punti riflessi per stare meglio                    Tecniche di Libertà Emozionale                   I tuoi suggerimenti                                        Appendice                                                       Ricorda cosa fare                                           Note sull’autore                                              Ti ringrazio     

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