Sciogliere più di 30Kg di grasso
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Sciogliere più di 30Kg di grasso Di solito in questo blog parliamo di pesi, con quella mal celata autoincensazione per la nostra bravura, condita con un pizzico (forse più di un pizzico…) di retorica del guerriero che affronta gli eventi nefasti con la spada sguainata nel vento. Questa volta, invece, vi voglio raccontare una piccola impresa titanica. Un mio carissimo amico è entrato di diritto in quella fascia ristretta di popolazione che è riuscita a dimagrire di 30Kg senza riprendere peso nei 5 anni successivi. Credo che il suo caso sia emblematico di come il singolo dovrebbe affrontare il problema obesità, senza slanci indomiti e depressioni fulminanti, senza privazioni eccessive ma con piccole rinunce costanti nel tempo, e con la volontà di… capire. Per ovvi motivi di privacy il mio amico si chiama Mr.P Mr.P si infortuna a sciare, un infortunio abbastanza grave. Immobilizzazione, carrozzina, stampella, riabilitazione difficile, zoppia. Nel giro di un anno il peso lievita senza nemmeno accorgersene. Come? Le solite cose… sedentarietà forzata, eliminazione di quel minimo di attività data dal muoversi, abitudini alimentari sbagliate come abbiamo tutti, un sacco di tempo a casa e per ingannare il tempo ci si aiuta con qualche snack. Non è che tutti sono stupidi e volontariamente vogliono diventare obesi. Semplicemente… succede. In un anno o poco più, come per magia nera, il peso sale a 122Kg che per una persona di 170cm significa obesità elevata, fatevi il BMI e vedrete. Il bello è che non ci si accorge di queste cose, se non quando si guarda una foto passata. E poi, le solite diete fai-da-te, di brevissima durata, i soliti discorsi "eppure io mangio poco, non capisco". Io non è che sono un nutrizionista, ma da ingegnere con il cemento armato colato nel cervello ho sempre dato valore alla quantificazione dei fenomeni. In altre parole, gli dicevo: "Mr.P, guarda che tu mangi tanto, e di sicuro squilibrato. Prova a scrivere per una settimana quello che mangi, vedrai quanta merda butti giù". E lui: "Siiiiieeeeh" (provate a pronunciarlo, altrimenti vi mando un mp3) "tu la fai troppo lunga… segnare… ma che segnare…". Ad un controllo standard la pressione si rivera alta, ipertensione borderline, e i trigliceridi non è il massimo. La somma di due fattori di rischio cardiovascolare è maggiore delle singole componenti. Qui Mr.P prende coscienza del problema. Un problema di salute. Io penso che solo sotto pressione si vede il carattere delle persone, e infatti Mr.P si è dimostrato quello che è: uno che agisce, e che agisce cercando di capire. Si rivolge ad una struttura del SSN e inizia uno screening completo. In altre parole, lui ha canalizzato la volontà di risolvere il suo problema in un percorso positivo. Il problema esiste, mi informo su chi me lo può risolvere dato che io non sono in grado. Esami, visite, misurazioni. Inizia a capire cosa è il BMI, la massa magra e tutto il resto. Una mattina mi dice: "mi hanno detto che questa settimana devo scrivere quello che mangio su un quaderno".
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Per 2 millisecondi visualizzo la scena in cui apro la finestra e lo scaravento di sotto, vedendolo rimpicciolire, e poi la testa che si spappola come un cocomero sull’asfalto… Dopo qualche giorno di quadernino mi fa: "effettivamente, mangio troppo. Pensavo di mangiare di meno. Ieri sera ho mangiato un cetriolo, un wurstel, un pezzo di formaggio, un pezzo di pane". Gli rispondo: "boh… a me non mi sembra troppo…". E lui: "si, ma questo prima di cena, mentre cucinavo…" Questo episodio mi conferma quello che intuitivamente avevo sempre pensato: non è possibile migliorare le proprie abitudini alimentari se non si prende coscienza di quello che si mangia e di come si mangia. Una semplice analogia. Io ho dei mal di testa ricorrenti. Mi fa male la testa, prendo il Saridon, mi passa. Curo l’effetto, non la causa, che è il fatto che mi faccio i capelli corti e devo coprirmi la testa altrimenti il dolore mi sale dalla cervicale. "Ah ah ah, che cazzata" direte… bravi, vero, però io non l’ho capita alla prima, nè alla seconda, nè alla terza. Solo quando mi sono messo la papalina in testa (mai messa in tutta la mia vita prima) ho capito che con una fesseria potevo evitare delle medicine. Perciò, quelli grassi che non capiscono perchè ingrassano, sappiano che stanno mangiando molto e male. Per saperlo, devono tastarlo con mano, devono… scriverlo! Per questo, diffidate sempre da chi vi propone una "dieta" come un elenco di cibi da mangiare, due misurazioni del grasso e un foglio con scritto quello che si deve mangiare. Perchè, semplicemente, funzionerà per un po’ di tempo, e poi stop. I dottori a cui MrP si rivolge gli propongono un piano dietetico ipocalorico abbinato a della attività fisica, la corsa. In più, per un certo periodo di tempo avrebbe dovuto utilizzare quel palloncino nello stomaco che serve a rimpicciolire lo spazio dedicato al cibo e a togliere il senso della fame. Il palloncino è un aspetto importante. Perchè rappresenta uno strumento facilitante. Si sarebbe potuto anche evitare, in effetti c’è bisogno di un piccolo intervento per inserire questo affare sgonfio nello stomaco per poi espanderlo. Il punto è che costituisce un supporto psicologico. Dobbiamo, cioè, smettere di pensare in termini di "volontà", di "riuscire" o di "fallire". Dimagrire è un processo molto complesso, perchè ha impatto sulle nostre abitudini alimentari. E le nostre abitudini alimentari sono parte dell’ossatura delle nostre abitudini di vita: minimizzare la difficoltà di questo cambiamento è ingiusto e tatticamente sbagliato, perchè porta a non centrare l’obbiettivo. La volontà deve essere diretta non nel resistere alle privazioni, ma nel voler capire quale è il metodo migliore per ottenere il risultato. Il palloncino in questo caso ha rappresentato un supporto importante, per altri questo supporto sarà dato da altre cose. Chi vuole dimagrire, deve, necessariamente, crearsi questo supporto. Qui, sta a voi: questo supporto può essere il voler indossare un certo vestito per una certa occasione, o un giorno di sgarro dalla dieta a settimana, o l’evitare persone grasse e le situazioni in cui l’ambiente vi sottopone enormi quantità di cibi. L’importante è il giusto equilibrio fra voglia di fare e comprensione che il cammino sarà difficile. Se vi ficcano un palloncino nello stomaco, voi capite che state facendo qualcosa di difficile e di importante. Se ciò non è possibile… cercate di capirlo lo stesso. Il punto è che è richiesto da parte vostra un impegno notevole. Ci vuole energia da spendere. Perciò, spendetela bene. Createvi un ambiente di supporto adatto a permettervi di ottenere quello che volete. Spendeteci energia, in questa ricerca.
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MrP in questa fase della dieta e della corsa è stato molto bravo, determinato, inflessibile. Ma, conoscendolo, non poteva che essere così. Si è pesato tutte le mattine, ha imparato a controllare le calorie, ha iniziato a correre partendo dal camminare quasi strisciando. E si è sottoposto a visite di controllo periodiche. Ha fatto anche lui i suoi errori e la sua brava dose di cazzate come quella di andare a correre a digiuno e facendo flop. Del resto, come far capire se non con un "esperimento sul campo" cosa si prova quando gli zuccheri si azzerano? Il motore si ferma, si corre di meno, si consuma di meno. La comprensione che mangiare poco non è una cosa intelligente è un passo importante. MrP ha anche provato ad andare in palestra, ma non si è divertito, e ha optato, quando ha avuto dei dolori articolari, per la bicicletta. 2,3, 5 ore a settimana di bicicletta (che so… 1 ora 2 volte a settimana, poi il sabato o la domenica 3 ore), oppure 1, 2 ore di corsa. Ha provato la smania da carboidrati, quella fame che viene quando togliete gli zuccheri. Quando avete fame, fate un esperimento: cosa visualizzate? Una scatoletta di tonno o una fetta di torta della nonna? Se è la torta, non avete fame. La dieta è stata una semplice riorganizzazione dell’alimentazione, l’eliminazione degli spuntini fuori pasto, dei junk food, delle bevande gassate, dei sughi. All’inizio, una vera ipocalorica, stretta, ma sotto controllo. Ma comuque fattibile con la roba che si trova ovunque. E Mr.P ha preso coscienza di "quanto" valgono caloricamente i cibi, leggendo le etichette. Farsi una coscienza alimentare, riuscire a dare un peso energetico a quello che si mangia, è fondamentale. Mr.P ha capito che un etto di pasta ha circa 350Kcal e un etto di ceci 100Kcal, ma, principalmente, che a parità di volumi le calorie sono del tutto diverse. Questo non va solo "compreso", ma va assimilato, fatto proprio, "sentito". Perchè è la chiave per acquisire dei criteri di scelta corretta degli alimenti. Serve a capire che non devo privarmi di tutto, solo limitare. Il problema è che appena si fa così, si è bollati come maniaci, fissati… addirittura il leggere le calorie sulle etichette è considerato l’inizio di una patologia alimentare. Questo, se può essere vero, va visto in una ottica ben più complessa. Il palloncino è stato tolto, la dieta è diventata meno restrittiva, ma il peso ha continuato a calare. Questo, semplicemente, perchè MrP ha capito le regole di questo giochetto, che si basa sulla costanza e sulla pazienza. Non si è fatto mancare delle cenette domenicali poco edificanti da un punto di vista alimentare, ma il peso ha continuato a calare. Non c’è bisogno di fare i monaci tibetani per dimagrire. A -15Kg dal peso iniziale la pressione massima è scesa di 20mm di mercurio, tornando da iperteso borderline a normale. Oltre al valore numerico, la forma fisica e la sensazione di benessere erano tutt’altre, come mi raccontava. Dopo circa un annettino o poco più, i -30Kg, per scendere poi ad un peso minimo di 89Kg. Non so se questi numeri vi fanno impressione, ma, tanto per quantificarli, si tratta di un disco di ferro da 20Kg, un disco da 10Kg e qualche altro pesetto piccolo. Tenete il disco da 20Kg con una mano per 30". Vedrete quanto è pesante. Oppure, vedeteli come un bambino medio di 10 anni… che evapora. In più, MrP ha corso qualche mezza maratona non competitiva, cosa che a me non riesce, e tutto questo partendo da qualche minuto di camminata. Perchè si era dato un obbiettivo per finalizzare l’attività sportiva.
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Dopo 5 anni MrP non ha ripreso il peso, e continua a correre e a mantenere un certo comportamento alimentare. Non è che si diverta a fare così, però… se l’è fatto piacere ed è diventato parte del suo stile di. Incredibilmente, anche questo conferma un aspetto che certi studi rilevano: non è importante come si arriva a dimagrire, ma chi riesce a mantenere il peso attua strategie simili alla sua. Gli ho scritto per sapere se potevo pubblicare questo pezzo, mi ha detto che si è beccato una tenosinovite al tendine d’Achille della gamba infortunata, e non può più correre. Però si muove sempre a piedi per andare e tornare dal lavoro, 13Km al giorno, e va in piscina. Perchè, alla fine, è diventata una forma mentale. Non sto a dire che è sposato, due figli, il lavoro. I mille problemi di tutti noi. Se volete una "morale della fiaba", a mio avviso è questa: dimagrire implica "perderci tempo", non ci sono cazzi. Ripeto, chi la mette sul semplice, sbaglia. Non è impossibile, ma non è semplice, perchè è un impegno costante. Su una settimana tutto è facile. In fondo, si tratta di togliere i peccati di gola, sostituire qualche cibo, mangiare più pulito. E andare 1-2 volte in palestra e correre o andare in bicicletta 1-2 volte (l’ideale sarebbe alternare, 1 settimana 2 volte bicicletta e 1 palestra, per invertire quella successiva). Fare tutto questo per 2 mesi è ben più impegnativo. Perchè questa è la Società del Tutto&Subito, mentre il vostro corpo non è assolutamente intenzionato a cambiare. Cosa succede se non fate così? Nulla. Però, per esperienza delle persone intorno a me, pochissimi hanno fatto in questo modo, e questi sono i pochissimi hanno ottenuto risultati duraturi nel tempo. Viceversa, ho visto persone perdere Kg a raffica e svuotarsi come budini marci, per poi riempirsi di smagliature alla ripresa del peso, ho visto persone fare sacrifici maniacali per mantenere il peso raggiunto con fatica, ho visto persone con la pelle invecchiata dal troppo dimagrire. Ho visto cose che nemmeno Roy Betty ha visto, lui e le sue navi in fiamme del cazzo al largo dei bastioni di Orione. Poi, fate come vi pare. Io non vi vendo nulla, non propongo nulla, e non ho interessi a scrivere queste righe se il piacere di farlo nei miei viaggi da pendolare in treno. Non dovete nemmeno starmi ad ascoltare, e se lo farete, sappiate che la palla è sempre in mano vostra, siete voi che decidete del vostro corpo, non io. A me non mi ascolta nemmeno mia moglie, figuriamoci se ho la pretesa che lo facciate voi… Però so per certo che questo approccio al problema funziona, perchè dimagrire e mantenere il peso è un qualcosa di semplice nella formulazione e sono ben note le scelte da fare, oramai. Non è che non sappiamo come fare. E’ farlo, che è difficile. Dimagrire è crudele nell’attuazione di quelle scelte ben note, che sono… crudeli. E rimango sempre affascinato dalle scelte semplici ma crudeli.
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