Rugaas Turid - Aiuto Il Mio Cane Tira

April 4, 2017 | Author: sonoiltuoguru | Category: N/A
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TURID RUGAAS Aiuto, il mio cane tira! © 2003 Turid Rugaas Turid Rugaas PO Box 109 3361 Geithus, Norway Tel./Fax: +47 32 78 09 87 www.turid-rugaas.no [email protected] Titolo dell’opera in Norvegese: Hva gjør jeg når hunden drar i båndet? Titolo della versione Inglese: What do I do ... when my dog pulls? Edizione Italiana © 2004 Haqihana S.r.l. - Cormano (MI) Traduzione dall’inglese: Sheila Freir Revisione traduzione: Rita Scaringi Foto: Kirsten Berger, Turid Rugaas, Annette Gevatter, Rita Scaringi Illustrazioni: Jürgen Zimmermann, Stuttgart Studio grafico: Annette Gevatter, Grosserlach Edito da: Haqihana S.r.l. Via Dante 35, 20032 Cormano (MI) www.haqihana.com I edizione 2004 ISBN 88-89006-04-8 Stampato nel mese di Settembre 2004 da: Lithotris, Trezzano sul Naviglio (MILANO)

INDICE PrefazionE.................................................................................................................................................... COME INIZIÒ............................................................................................................................................. La Ricetta di Base........................................................................................................................................ Istruzioni passo passo.................................................................................................................................. Perchè il cane tira?....................................................................................................................................... accessori da usare e da non usare................................................................................................................. Apprendimento per associazione................................................................................................................. 1

Risoluzione di problemi............................................................................................................................... IL cucciolo................................................................................................................................................... il cane anziano.............................................................................................................................................. La vita di tutti I giorni.................................................................................................................................. Training IN gruppo...................................................................................................................................... Quando Non usare il metodo....................................................................................................................... Riepilogo...................................................................................................................................................... Riflessioni finali........................................................................................................................................... L’Autore....................................................................................................................................................... Bibliografia e Letture consigliate .............................................................................................................

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Era l’inverno di qualche anno fa e la strada che conduce alla mia fattoria era lastricata di ghiaccio. Vidi spuntare all’orizzonte la mia allieva col suo cane, un allegro Bovaro del Bernese. Lanciato al galoppo, le orecchie al vento, con aria felice si trascinava dietro la sua padrona, seduta a terra a gambe distese … un po’ meno divertita. L’ingresso fu spettacolare, e quando finalmente il cane arrestò la sua corsa, la padrona, esausta, tirò un sospiro di sollievo. Quella strada ghiacciata non dava scampo al proprietario di un cane di quella mole che tira al guinzaglio! Mi piace aiutare persone così meravigliose e i loro cani a gestire e controllare qualsiasi situazione, ed è per questo che sono entusiasta del metodo che ho sviluppato. E’ uno strumento valido, facile e piacevole da usare, che consente di affrontare serenamente ogni contesto.

PREFAZIONE Sheila Harper "Usavo già da tempo, e con successo, il metodo di lavoro al guinzaglio di Turid su cani abituati a tirare, ed ero molto curiosa di sperimentare come funzionasse su un cucciolo, cioè su un cane che non avesse ancora subito condizionamenti di sorta. Finalmente ebbi l’occasione di provare quando arrivò Taku, il mio cucciolo di Alaskan Malamute. Taku sarebbe diventato un cane potente e quindi era fondamentale che imparasse a non contrapporre il suo peso al mio. Il metodo non solo si rivelò perfettamente efficace e molto rapido, ma mi resi conto che Taku era in grado di auto-correggersi non appena avvertiva la pur minima tensione del guinzaglio, e quindi non arrivava mai al punto di tirare. Le circostanze vollero che nel corso dell’adolescenza Taku non avesse la possibilità di socializzare correttamente e così divenne molto eccitabile alla vista di altri cani. E’ la situazione in cui la maggior parte dei cani si scaglia in avanti strattonando violentemente il guinzaglio. Non così Taku. Era facilissimo col suono richiamare l’attenzione su di me, e potevo con tutta calma e senza problemi condurlo in un'altra direzione, fuori della situazione, qualsiasi fosse lo stimolo. L’effetto dell’insegnamento dura ancora oggi che Taku ha sette anni: è sempre un piacere andare a spasso insieme. Ho sperimentato molti metodi per insegnare ai cani a camminare col guinzaglio lasco e non ho alcun dubbio che la ricerca e la ricetta di Turid siano corrette. Il suo metodo è l’unico tra quelli che conosco che riduce lo stress sia del cane sia del proprietario; consente al cane di fare la scelta giusta e di usare liberamente i segnali calmanti. Il risultato è un cane sereno, e così il suo compagno umano!" Sheila Harper e Taku – Inghilterra Qualche anno fa ero sulle colline dello Yorkshire per un campo di addestramento. Durante una pausa accompagnai Sheila e Taku in passeggiata ed ebbi l’onore di averlo al guinzaglio privilegio riservato a pochi! 3

Eravamo su un sentiero molto stretto quando, dopo una curva, ci trovammo in mezzo al caos. Un metro da noi c’erano pecore a sinistra e mucche a destra. Mi chiedo se esista un cane capace di mantenere la calma in una situazione del genere. E infatti Taku non ci riuscì. Esplose in ringhi, abbai e ogni altro tipo di terribile verso di cui un Malamute sia capace, saltellando e scagliandosi a destra e a sinistra, … e il tutto col guinzaglio perfettamente allentato! Rimasi ferma, con in mano un guinzaglio pendente e un cane isterico all’altro capo; devo ammettere che mi sono proprio goduta la scena. E’ stato veramente straordinario! Riuscimmo ad uscirne con grande facilità e rimane uno dei ricordi più cari di quella bellissima estate nelle valli dello Yorkshire. Turid Sally Askew In occasione di un campo di addestramento estivo a Hardraw, Yorkshire: "Il messaggio di Turid è molto forte: così semplice e allo stesso tempo così profondo. Il suo approccio è straordinariamente unico. Al momento nessun altro, almeno qui da noi, esprime un atteggiamento simile nei confronti del cane. E’ un approccio olistico che stimola i proprietari a immaginare il mondo dal punto di vista del cane. Turid crede molto nell’insegnamento dell’arte del "guinzaglio lasco". Con grande entusiasmo ci mostra e ci incoraggia ad adottare il suo semplice ma efficace approccio. Come tutte le cose che Turid insegna, un solo semplice strumento produce ben più di un effetto positivo. Infatti il suo metodo: • • • • • • • • •

ci insegna come richiamare l’attenzione del cane evitando la pressione sul collo, riduce lo stress fa smettere di tirare rinforza il richiamo rende consapevole il proprietario di quanto sia difficile per il cane essere concentrato sul camminare con lui e contemporaneamente tener conto di tutto ciò che accade intorno stimola il cane mentalmente gli permette di usare i segnali calmanti può risolvere il problema di cani che al guinzaglio hanno comportamenti aggressivi: si avventano, abbaiano, ecc. aiuta a calmare il proprietario.

In conclusione, uno strumento veramente utile." Sally Askew, Rainbow Pet-dog Training School, Inghilterra

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COME INIZIÒ Nel corso della mia attività di istruttore ho sempre posto ai miei allievi la domanda: “cosa vorreste insegnare al vostro cane?”. In cima alla lista dei desideri invariabilmente negli anni c’è "camminare bene al guinzaglio"; seguono a distanza "smettere di saltare addosso alle persone", "rispondere al richiamo" e altri ancora. Ma l’incontrastato vincitore è sempre stato "camminare bene al guinzaglio". Ed è ben comprensibile! Per me nulla è più snervante che andare a passeggio con un cane che tira in ogni direzione e che magari si scaglia contro gli altri cani o contro ciclisti e jogger. In più, può anche essere pericoloso. Alcuni anni fa l’inverno da noi fu particolarmente rigido; c’era ghiaccio dappertutto e già stare in piedi era un’impresa. Tra i proprietari di cani fu un disastro: moltissime le fratture dovute a cani che con estrema facilità trascinavano a terra i propri compagni umani. Fu allora che decisi di andare a fondo del problema e mi dedicai a sviluppare un metodo per insegnare a non tirare al guinzaglio. Un metodo dai risultati duraturi che consentisse di fermare il cane quando, scordandosi per un attimo di ciò che aveva imparato e che gli era richiesto, avesse ricominciato improvvisamente a tirare. A noi tutti capita di sbagliare in qualcosa che sappiamo fare molto bene, e i cani sotto questo aspetto non sono diversi da noi. Volevo un metodo che non procurasse dolore e che non spaventasse e non stressasse il cane, e la maggior parte di quelli che conoscevo non erano propriamente gentili. L’opportunità mi capitò qualche tempo dopo in occasione di un corso annuale per istruttori alla Clinica Veterinaria di Groruddalen alla periferia di Oslo. Dovevamo elaborare la tesi di fine corso ed io, da persona pratica, naturalmente scelsi un progetto pratico: sviluppare un metodo per insegnare ai cani a camminare bene al guinzaglio. Mi sono divertita moltissimo. Nessun problema nel reperire i volontari: sparsi un po’ la voce e in brevissimo tempo trovai 204 "cavie". Avevo a disposizione un campione molto variegato: cani d’ogni età e sesso, razze diverse e diversi caratteri, e tutti col problema di tirare al guinzaglio per i più svariati motivi. Il più giovane era un cucciolo di Collie di quattro mesi, il più anziano un Elkhound Norvegese di 14 anni. Decisi di sperimentare la seguente strategia: • ignorare il comportamento indesiderato del cane, fermandosi quando tira e fare null’altro • lodare e premiare il cane quando cammina al fianco del conduttore senza tensioni sul guinzaglio. Il metodo era molto semplice e piuttosto inflessibile. In seguito, come dirò più avanti, ha subito leggere modifiche. Fissai un periodo di osservazione di trenta giorni e tenni il conto delle volte in cui il cane tirava. Per garantire l’omogeneità delle osservazioni scelsi un tratto di strada uguale per tutti i soggetti. Pensai che, per organizzare e presentare i dati della sperimentazione, una formalizzazione di tipo matematico sarebbe stata l’ideale; i numeri esercitano sempre un grande fascino. Riportai su grafico i risultati delle osservazioni: sulle ascisse i giorni, sulle ordinate il numero di "tirate". Alla fine disponevo di 196 grafici relativi ai soggetti con cui avevo portato a termine 5

la sperimentazione. Erano talmente simili che avrei potuto ottenerli mettendo uno sull’altro 196 fogli e facendo la copia del primo grafico con la cartacarbone! Calcolai le medie e il grafico relativo risultò, come è ovvio, praticamente uguale a quelli dei singoli soggetti. Il primo giorno la media supera le 70 tirate. Dopo i 30 giorni di sperimentazione la media di tirate sullo stesso tratto di strada si riduce ad una soltanto e spesso si trattava di una tensione appena percettibile. I risultati della sperimentazione mi diedero sicurezza, sentii di essere sulla strada giusta. Tuttavia si sono rese necessarie piccole correzioni per arrivare a un metodo efficace e veramente semplice che evitasse qualsiasi disagio al cane e che fosse facile da applicare. Il metodo che uso tutt’oggi è l’evoluzione di quel primo tentativo raffinato dall’esperienza e dalla pratica. L’ho insegnato in tutto il mondo e mi ha dato grandi soddisfazioni. E’ sufficientemente semplice da poter essere adottato da chiunque con un aiuto minimo e una breve spiegazione, ed è anche facile da imparare per il cane. I commenti che ricevo sono a volte addirittura entusiastici: "ADORO il tuo lavoro col guinzaglio". Ciò mi rende veramente felice perché spesso significa una vita migliore per un cane. Entriamo quindi nel dettaglio del metodo.

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LA RICETTA DI BASE Ingredienti: • • • • •

Un cane Un umano Una pettorina o un collare fisso morbido Un guinzaglio lungo (non del tipo estensibile!) Leccornie

Il metodo in sintesi: • Insegnate al cane un segnale (per esempio lo schiocco della lingua o delle labbra) che significa “attento … seguimi” • Fermatevi appena avvertite una pur minima tensione sul guinzaglio • Aspettate due secondi, immobili, senza dire nulla • Fate il segnale • Lodate il cane non appena accenna a girarsi verso di voi • Muovetevi di un paio di passi cambiando direzione, il cane vi seguirà • Premiate il cane con un bocconcino per avervi seguito Ripetete la sequenza ogni volta che volete cambiare direzione o quando il guinzaglio si tende.

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ISTRUZIONI PASSO PASSO L’addestramento si svolge per fasi successive. Il guinzaglio non serve per i primi tre passi. Passo 1 Insegnare al cane che un suono neutro, facile da riprodurre (lo schiocco della lingua o delle labbra oppure un colpetto sulla coscia), significa qualcosa di positivo e di interessante. • Iniziate in casa o in un posto tranquillo privo di distrazioni • Scegliete un momento in cui il cane è vicino a voi e tenete pronto in mano un bocconcino • Emettete il suono • Il cane, animale curioso, si girerà verso di voi • Nel preciso istante in cui si gira lodatelo e premiatelo • Qualche ripetizione e presto imparerà che il suono significa premio o qualcosa di piacevole • Vedrete che saranno sufficienti pochi minuti per creare l’associazione tra suono e premio, e il cane si volterà sempre più prontamente. Passo 2 Insegnare al cane a seguirvi quando emettete il suono; non usate ancora il guinzaglio. • Continuate l’allenamento in un posto tranquillo, privo di distrazioni • Emettete il suono • Lodate il cane quando si gira verso di voi e allontanatevi di qualche passo • Il cane vi seguirà per prendere il premio. Passo 3 Insegnare al cane a seguirvi per brevi tratti con cambi di direzione, sempre senza guinzaglio. • Rimanete ancora in un posto tranquillo con poche distrazioni • Emettete il suono, lodate il cane quando si gira • Fate qualche passo; soltanto due o tre inizialmente, altrimenti il cane potrebbe frustrarsi e rinunciare • Premiate il cane quando vi segue • Emettete nuovamente il suono e cambiate direzione • Ripetete quattro o cinque volte di fila, non di più • Cambiate ogni volta la direzione. 8

Passo 4 Insegnare al cane a seguirvi per brevi tratti, al guinzaglio. • Sempre in posti tranquilli e con poche distrazioni ripetete la sequenza del passo precedente, ma questa volta con il cane al guinzaglio; non usate un guinzaglio estensibile! • Tenete il guinzaglio sempre lasco. Fate attenzione alla vostra mano, non assecondate la tendenza a portarla indietro! Passo 5 Insegnare al cane a seguirvi al guinzaglio per tratti e tempi più lunghi. • Iniziate a fare qualche passo in più. Procedete molto gradualmente e cambiate frequentemente direzione • Aumentate gradualmente anche il tempo: prima due minuti, poi cinque, dieci e così via. Se il cane perde concentrazione significa che è stanco. Probabilmente avete ecceduto con i tempi o siete andati troppo veloci. Non è possibile forzare la concentrazione; l’avrete già sperimentato su voi stessi. La capacità del cane di mantenere la concentrazione varia con l’età, il livello di stress e le precedenti esperienze di lavoro. Passo 6 Aumentate gradualmente le difficoltà introducendo stimoli e distrazioni. Gli stimoli possono essere: • • • • • • • • •

Automobili Biciclette Bambini sui pattini Gatti Altri cani, amici o sconosciuti Cavalli, mucche, pecore, ecc. Ragazzi che giocano a calcio Jogger ecc.

Le variabili da gestire sono la distanza e l’intensità dello stimolo. Iniziate tenendovi ad una certa distanza dallo stimolo e osservate il cane: se si mostra tranquillo e a suo agio, avvicinatevi gradualmente allo stimolo, poco a poco. Poi aumentate, sempre gradualmente, l’intensità dello stimolo. Cominciate in luoghi tranquilli in cui, per esempio, passano poche automobili, per arrivare via via alle strade molto trafficate. Passo 7 Variate la frequenza dei premi: una volta su due, una su tre, poi sempre meno. 9

Non usate uno schema fisso; cercate di essere imprevedibili nell’elargire il premio; ma non dovete mai eliminare completamente i bocconcini. Per mantenere alta la motivazione lui ha bisogno di un premio ogni tanto. E non dimenticate di lodarlo ogni volta che si comporta in modo corretto, di fargli capire che siete contenti di lui. Procedendo sistematicamente in breve il cane andrà piacevolmente al guinzaglio in tutte, o quasi, le situazioni. Se avrete costanza avrà imparato per tutta la vita.

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PERCHÈ IL CANE TIRA? Una piacevole passeggiata nel bosco o in città insieme al vostro cane; cosa c’è di più bello? Tenere al guinzaglio un cane che tira e strattona in continuazione quasi a staccarvi il braccio, o che all’improvviso vi fa volare per inseguire una bicicletta che vi incrocia, … che peso portarlo in giro! Ma perché i cani lo fanno? Sono in molti a chiedermelo. Anche per il cane deve essere estremamente spiacevole e doloroso! E in effetti è proprio così. Ma bisogna ricordare che il cane non pensa esattamente come noi. Lui collega gli eventi in modo diretto, semplice e immediato, e non ha la nostra stessa capacità di ragionare ed elaborare sulle conseguenze delle azioni. Dobbiamo provare ad intuire il modo di apprendere del cane, il modo in cui associa gli eventi. Alcuni motivi per cui il cane tira 1. Il cane tira perché in tal modo noi lo seguiamo. Bene! Proviamo a non andargli dietro! 2. Il cane tira perché sbagliamo la tempistica dell’intervento correttivo inducendo un’associazione indesiderata. Esempio tipico:     

il cane tira per insegnargli a non tirare decidiamo di strattonarlo per dar forza allo strattone dobbiamo prendere un minimo di rincorsa, e quindi per un attimo allentiamo il guinzaglio subito dopo arriva lo strattone, e … il dolore. Così si crea l’associazione tra l’allentarsi del guinzaglio e il dolore la conseguenza è che il cane tira per evitare il dolore che secondo lui è collegato all’allentarsi del guinzaglio.

3. Camminare al guinzaglio crea fastidio al collo. Il collare è troppo stretto o troppo sottile, magari di metallo o a strozzo. Il cane respira con difficoltà e prova dolore per il collare stretto, e quindi cerca continuamente di fuggire da questo disagio. 4. State usando un guinzaglio estendibile che è progettato proprio per rimanere sempre teso. Qualsiasi cosa voi diciate al cane o qualunque cosa lui cerchi di fare, il guinzaglio rimane sempre teso e scomodo. Il cane non ha alcuna possibilità di imparare a non tirare perché neppure sa cosa vuol dire un guinzaglio non teso. 5. Siete nervosi e facilmente irritabili. Gridare al cane, tirargli le orecchie, afferrarlo per il collo, sono tutti motivi per cui il cane cerca di allontanarsi il più possibile da voi, di scostarsi dal vostro fianco. In altre parole, smettete di essere la persona da cui il cane vuole tenersi alla larga. Se non create una buona relazione lui non potrà mai imparare a camminare serenamente con voi. 6. Il vostro cane ha, in generale, un livello di stress troppo elevato. 11

Questo lo rende eccessivamente attivo e impulsivo. Farà fatica a camminare lentamente e a mantenere la concentrazione su ciò che sta facendo. Ripensando ai motivi per cui il cane tira ecco alcuni punti di riflessione: 

Non consentite che il cane tiri al guinzaglio. Se lo fa, fermatevi immediatamente, non seguitelo.



Contenete irritazione e rabbia. Non maltrattate il cane e non strattonatelo. Non permettete che soffra fisicamente o sia spaventato da modi troppo rudi.



Aiutate il cane a fare la cosa giusta; lodatelo e premiatelo quando si comporta bene.



Create un legame tra voi e il cane. Lavorate per una buona relazione. Fate in modo che il vostro cane si senta a suo agio con voi. Seguirvi ovunque andiate deve essere un piacere.



Non procurategli problemi di salute; evitate di strattonarlo perché potreste ferirlo e danneggiare la tiroide, la laringe, le vertebre e la muscolatura del collo.



Un singolo strattone violento, così come strappi leggeri ma continui, possono facilmente danneggiare l’apparato muscolo-scheletrico del cane. Non è raro il colpo di frusta. Inoltre, la circolazione del sangue al cervello può subire alterazioni, e vi sono veterinari che ascrivono a ciò alcuni casi di cecità o di disturbi visivi. Si discute anche sulla relazione tra strattoni e danni cerebrali.

Pensiamoci quando portiamo il cane al guinzaglio. Usiamo la pettorina invece del collare: la pettorina sposta il punto di pressione dal collo a livello del torace migliorando decisamente il comfort. Evitiamo comunque gli strattoni. Semplici accorgimenti permettono di garantire ai nostri cani una salute migliore.

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ACCESSORI DA USARE E DA NON USARE Gli accessori da usare La pettorina Il collare agisce sul collo, zona molto sensibile; la pettorina invece sposta la pressione sul torace ed è molto più confortevole. È la scelta ideale perché evita il rischio di lesioni: colpo di frusta, contusioni, ecc. Non deve essere del tipo progettato per creare disagio al cane quando tira, per esempio stringendo sotto le ascelle. Il collare Di materiale morbido, deve essere a banda larga e confortevole. Ne esistono anche di imbottiti con tessuto trapuntato con cui i cani sembrano trovarsi bene. Ovviamente non deve essere a strozzo e neppure a semi-strozzo. La pettorina è però da preferire perché, non premendo sul collo, è comunque più sicura in caso di strattoni improvvisi. Il guinzaglio Deve essere di lunghezza tale da consentire al cane di muoversi senza che vada subito in tensione. Normalmente 2 o 3 metri sono sufficienti. Ne esistono in cuoio morbido o in tessuto. Alcuni modelli sono regolabili in lunghezza. Non deve essere del tipo estensibile. Gli accessori da non usare Cavezze/Halti e oggetti simili messi sulla testa del cane Essere tirati per la testa non è molto piacevole. Provatelo su di voi e vedrete quanto può essere opprimente e limitante. Inoltre l’uso di questi attrezzi non consente al cane di guardare in giro, di scegliere cosa ispezionare e dove annusare e non gli permette di dare gli opportuni segnali agli altri cani. Per la sua stessa sicurezza è molto importante che il cane abbia la possibilità di fare tutte queste cose. Spesso questi strumenti hanno un evidente effetto deprimente. Questa cosa intorno al muso li può rendere più facilmente irritabili. Se non è messa bene o non è della misura giusta, può finire sugli occhi creando un sicuro fastidio. Se è troppo stretta gli impedisce di respirare normalmente. Un cane irritabile e depresso non si gode certo la passeggiata, anzi si stressa ancor più, e da ciò possono derivare altri problemi. Collari con le punte Sono dolorosi! Provate a indossarne uno. Fa veramente male! Se guardate sotto il pelo del collo di un cane che ne ha indossato uno vedrete chiaramente la pelle arrossata e piccole ferite. Non dobbiamo causare dolore al cane solo perché non abbiamo voglia di investire un po’ di tempo e pazienza per insegnargli a non tirare. 13

Collari a strozzo o a semistrozzo di qualunque tipo I collari fatti per strangolare o anche solo per stringersi intorno alla gola del cane quando tira, siano essi di catena sottile o altro materiale, sono assolutamente da evitare. Strozzano il cane e gli tolgono il fiato; sono scomodi e dolorosi. Abbiamo già accennato ai danni fisici anche seri che l’abitudine a tirare e allo strattonare o l’essere strattonati può provocare, anche col collare fisso; il collare a strozzo o semistrozzo è ovviamente peggiorativo. Si tratta anzitutto di insulti meccanici alle strutture del collo: muscoli, vertebre, laringe, trachea, tiroide. Inoltre la respirazione è ostacolata con la conseguenza che l’apporto di ossigeno alle cellule è ridotto, e a ciò si aggiunge l’ostacolo meccanico alla circolazione del sangue, in particolare alla testa. Alcuni veterinari indicano l’uso di tali collari tra le cause di cecità e di disturbi visivi e addirittura di danni cerebrali. Altra importante conseguenza è legata all’apprendimento per associazione. Se il cane si sente strozzare o prova dolore mentre è concentrato su un oggetto, collega ad esso la sensazione fisica negativa. Se sta fissando un altro cane o una persona e viene strozzato, impara ad averne paura. È questa la causa più frequente di comportamenti di paura e di aggressione nei confronti di altri cani e persone. Pettorine di costrizione Queste pettorine sono progettate perché, quando il cane tira, limitino i movimenti e procurino fastidio o dolore. Non sono da usare per i motivi già detti, e cioè la possibile, e probabile, associazione negativa tra disagio e oggetto dell’attenzione del cane nel momento in cui il disagio insorge. Il dolore, il fastidio, il sentirsi limitati nei movimenti, in generale la sensazione di disagio, viene dal cane molto spesso associata a ciò su cui sta fissando l’attenzione in quell’istante, e non al fatto del tirare, all’azione in sé che invece vorremmo non faccia, che vorremmo evitare. Ho conosciuto cani che avevano tanta paura di queste pettorine che guaivano e andavano a nascondersi quando il proprietario faceva per mettergliela. Se si pensa a quanto il cane ami uscire si ha un’idea di quanto fastidio la pettorina procurasse loro. Il guinzaglio molto corto Inibisce i movimenti del cane così da impedirgli di camminare e muoversi liberalmente e con naturalezza, di guardarsi intorno, di abbassare la testa per annusare. Se collegato ad un collare determina inevitabilmente una continua pressione su gola e collo. Quando vi capita di incontrare cani con il guinzaglio molto corto, guardate i loro occhi, lo sguardo, e spesso noterete che esprime depressione, paura o addirittura disperazione. Pistole ad acqua e spruzzini Perché non usarli? Soprattutto perché si rischia che il cane apprenda altro e non quello che vorreste insegnargli; anche in questo caso la controindicazione è il realizzarsi di un’associazione indesiderata. Non smetteremo di ripetere che Il cane, come del resto tutte le creature viventi, apprende per associazione. 14

L’improvviso e spiacevole spruzzo d’acqua sul muso verrà associato a voi, al movimento della vostra mano, o, nel migliore dei casi, se avrete usato tutta la vostra fantasia per non farvene accorgere, cosa del tutto improbabile, verrà associato al luogo o a qualunque altra cosa a cui in quell’istante il cane stia prestando attenzione. Ed è inverosimile che il cane mentre tira sia attento e concentrato sull’azione che lui stesso sta compiendo. Pensate davvero che lo schizzo gli insegni a non tirare? Può succedere, ma è molto raro e io non l’ho mai visto. Ho visto invece imparare cose totalmente diverse. Un cane imparò a non tirare solo quando l’istruttore era presente. Un altro imparò ad aver paura dell’acqua e si nascondeva ogni volta che si apriva il rubinetto di casa. Ed anche nel caso in cui il cane effettivamente smetta di tirare, o di abbaiare, o di saltare addosso, quando gli arriva lo schizzo, non lo fa perché ha capito che la sua azione è indesiderata, ma perché la sorpresa e lo spavento interrompono l’azione. Anche voi smettereste di parlare o di fare quant’altro se qualcuno vi gettasse addosso qualcosa o vi spruzzasse in faccia dell’acqua! Ma così avreste imparato a non parlare? La reazione è dovuta solo all’effetto sorpresa. Qualsiasi cosa provochi dolore o disagio al cane Noi, uomini arroganti, non abbiamo alcun diritto di causare dolore ad un essere vivente, se ciò può essere facilmente evitato.

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APPRENDIMENTO PER ASSOCIAZIONE Perché non usiamo segnali negativi Abbiamo già detto che, se il cane tira o viene strattonato, l’uso del collare può mettere a rischio la sua salute. È un fatto su cui riflettere seriamente poiché sono molti i cani che soffrono di problemi di schiena e di collo o di danni alla tiroide. Altro elemento di attenta riflessione deve essere il rischio di associazioni errate e indesiderate. L’essere irritati o l’inviare al cane segnali negativi è facile che produca ansia, stress e frustrazione, il che non è di alcun aiuto nell’insegnare al cane a camminare tranquillo accanto a noi. Il cane potrebbe addirittura cominciare ad aver paura di noi che siamo il suo riferimento, la persona di cui fidarsi, e questo sì che può essere un problema serio. Ma il risultato indesiderato più evidente dei messaggi negativi è che troppo spesso inducono il cane a realizzare associazioni negative verso le persone e gli altri cani, così confermando o addirittura determinando proprio quei comportamenti che invece quei messaggi e segnali vorrebbero contrastare. Ivan Pavlov È risaputo che i cani apprendono per associazione. Fu dimostrato da Ivan Pavlov più di cento anni fa, ma a tutt’oggi non abbiamo ancora imparato ad utilizzare bene questa evidenza. Come funziona Il cane fissa l’attenzione su qualcosa: un altro cane, una persona, un bambino o un oggetto. Nello stesso istante qualcosa lo spaventa o gli procura dolore: un “NO” urlato all’improvviso, uno strattone al guinzaglio, una pizzicata all’orecchio, ecc. È quasi certo ed inevitabile che il cane colleghi mentalmente i due eventi e dia una connotazione negativa all’oggetto su cui era focalizzato. In molti casi è questo il meccanismo con cui impara ad aver paura degli altri cani o delle persone, o a sentirsi insicuro in loro presenza, e reagisce cercando di tenerli lontani con quei comportamenti che chiamiamo “aggressivi”. Può capitare per caso: qualcosa cade addosso al cane mentre sta guardando una persona; oppure tocca col naso il cavo elettrificato di un recinto mentre sta osservando i cavalli in un campo. Gli eventi fortuiti non si possono evitare. A volte però siamo noi a provocarli. Urliamo “NO” al cane in una certa situazione o con riferimento a qualcosa che il cane impara a percepire come pericolosi. Si strattona il cane al guinzaglio con l’intenzione di insegnargli a non tirare e come risultato il cane diventa aggressivo con gli altri cani perché magari in quell’istante stava proprio guardando altri cani. Dobbiamo avere sempre ben presente questo meccanismo. La maggior parte dei comportamenti problematici è il risultato di un qualche collegamento negativo. Capire il meccanismo ci consente di evitare che il cane diventi insicuro e diffidente verso 16

persone, cani, bambini, biciclette ecc. e che perciò diventi aggressivo nei loro confronti. Prevenire è sempre la scelta migliore, è meglio che curare; possiamo però sempre rimediare ad eventuali collegamenti negativi, spesso in modo molto efficace. Esempi Vediamo alcuni casi emblematici del ruolo di associazioni errate.  Una signora portò a casa il suo piccolo cucciolo di Basenji. Il marito l’attendeva impaziente.

Lei aprì la porta della cucina e, nel medesimo istante in cui il cucciolo si accorse del marito, gli cadde addosso una scopa. L’uomo divenne per il cucciolo motivo di terrore. Dopo un anno e mezzo, quando vennero da me, il cucciolo, ormai quasi adulto, era ancora molto spaventato dal marito, che ovviamente era molto dispiaciuto di ciò.  Una Elkhound Norvegese nel corso di un’esposizione aveva subito un piccolo incidente: il

giudice le aveva fatto male con il cinometro nel misurarle l’altezza. Da quel momento cominciò a temere gli estranei e non si faceva avvicinare da nessuno. Fortunatamente la proprietaria si rivolse a me immediatamente così che si poté impostare subito un programma di recupero. Dopo cinque mesi l’Elkhound tornò ad essere quella di sempre. Partecipò con successo ad un’altra esposizione e conquistò il titolo utile ad ottenere dal suo club di razza il certificato ufficiale di attitudine all’allevamento.  La proprietaria di un Labrador aveva l’ossessione che il cane potesse far male ai bambini

saltando loro addosso. Così, quando il cane cercava di avvicinarsi ad un bambino, urlava “NO” e gli dava un forte strattone per tirarlo indietro. In breve l’amore del cane per i bambini si trasformò in odio puro, non sopportava più di vederli neppure da lontano. Strattonare e urlare è il modo migliore e il più usato per insegnare al cane a reagire negativamente nei confronti di altri cani o di persone, fatto certo non desiderabile. È sufficiente tener presente il meccanismo dell’apprendimento per associazione per prevenire questo tipo di problemi. È così facile insegnare al cane un suono per attirare la sua attenzione, e usare questo strumento per evitare che salti addosso ad un bambino! Ed è altrettanto facile insegnargli che in presenza di un bambino ci si siede e lo si saluta educatamente.  Un cane e il suo proprietario stavano frequentando un corso di educazione. Durante una

sessione particolarmente lunga e faticosa al cane venne sete, andò verso una ciotola e si mise a bere. L’addestratore, accortosi di ciò, si lanciò sul cane urlando a squarciagola “NOOOOOOO!”. Il cane si spaventò a morte e non osò più bere. Una volta a casa aveva paura anche solo di avvicinarsi all’acqua. Quando i proprietari chiesero il mio aiuto, due giorni dopo, il cane non aveva ancora bevuto ed era prossimo al collasso. Ha rischiato di morire: che inutile sofferenza per un cane che aveva sete e voleva solo bere! Dovremmo prestare maggiore attenzione alle conseguenze delle nostre azioni, a cosa facciamo e come lo facciamo. Un solo banale errore può avere effetti importanti e drammatici. Molti cani vengono soppressi a causa di comportamenti dovuti ad associazioni sbagliate e spesso i 17

responsabili dell’errore siamo proprio noi. E purtroppo gli errori non sono solo dei proprietari ma anche di istruttori e addestratori che pure dovrebbero saperne di più e avere più buon senso.  State insegnando al cane il riporto e lui, raggiunto l’oggetto, si mette a masticarlo. Voi

urlate “NO!”, anche se in realtà vorreste dire “Non masticarlo!”. È molto probabile che il cane associ il “NO” al fatto di avere in bocca l’oggetto e non all’azione del masticare e quindi sputa l’oggetto e rimane col timore di riprenderlo in bocca. È questo il modo migliore per distruggere quello che avrebbe potuto essere un buon lavoro di riporto, e succede di frequente. Se dite “NO!” al vostro cucciolo ogni volta che, per la sua naturale curiosità, mastica qualcosa, presto imparerà che è pericoloso prendere qualcosa in bocca e, più avanti, quando vorrete che impari a riportare gli oggetti, potreste avere grossi problemi.  Un mio amico prese un cane di quattro anni. Era una femmina e non osava prendere in

bocca nulla: né giocattoli né ossi da mordere, niente che non fosse puro cibo. Il proprietario avrebbe voluto che il cane facesse il riporto; a noi piace sempre molto la ricerca e il riporto! Il cane impiegò tre anni per superare la paura, e anche dopo, se qualcuno la guardava, lasciava immediatamente cadere l’oggetto. Tutto ciò era dovuto al fatto che da cucciola le avevano detto sempre, “NO, NO, NO!”

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RISOLUZIONE DI PROBLEMI Di seguito è un elenco dei problemi più frequenti nell’applicazione del metodo e la possibile soluzione. • In generale, se ti sembra che il cane sia a disagio durante l’esercizio, esamina attentamente ciò che stai facendo e come, verifica che non vi siano imprecisioni o sbavature; il problema potrebbe essere lì. • Assicuratevi subito che il cane non abbia problemi di salute. Potrebbe avere dolori alle zampe, alla schiena o qualsiasi altra cosa che lo infastidisce, lo disturba. • Non insegnate al cane a mantenere il contatto visivo con voi. Focalizzerebbe tutta la sua attenzione sul fatto di guardarvi invece di concentrarsi su ciò che vorremmo insegnargli: camminare col guinzaglio lasco. • Il cane ritorna da te per poi andare di nuovo in avanti? Rimani fermo troppo a lungo. Muoviti subito cambiando direzione non appena si gira verso di te. Eviterai un fastidioso effetto “Yo-Yo”. • Il cane vi gira intorno? Il motivo è lo stesso: aspettate troppo. Allontanatevi da lui più rapidamente. • Il cane prende il premio e se ne va di nuovo? In questo caso lodatelo subito, ma attendete qualche secondo prima di dargli il premio. Cambiate anche direzione più spesso affinché diventi più interessante seguirvi. • Il cane si muove in modo agitato e confuso? Camminate più lentamente, come se foste a spasso ad osservare il panorama e gli uccelli. Rilassatevi! Godetevi la passeggiata! Non affrettatevi! Il cane vi imiterà. • Il cane rifiuta il bocconcino? Potrebbe essere stressato; forse dovreste prima occuparvi del suo livello di stress. Oppure dovete semplicemente migliorare la qualità del premio. Forse il tono di voce o l’atteggiamento vi rende ancora un po’ troppo “dominanti” o troppo esigenti. Potrebbero anche esserci troppe distrazioni; fate un passetto indietro, provate in un posto più tranquillo. Se il cane rifiuta il cibo, c’è sempre un motivo, e forse più di uno. Cercate di scoprirlo. Provate a cambiare l’ambiente o il modo di entrare in relazione con lui. • Il cane mordicchia il guinzaglio o i vostri pantaloni? Anche questo potrebbe essere sintomo di stress. Specie i cani giovani si comportano così quando sono stanchi o troppo eccitati. La cause: la passeggiata troppo lunga, troppo movimento intorno, le pretese eccessive. • Il cane non reagisce al segnale? Avete difficoltà ad ottenere la sua attenzione? A volte i cani diventano “sordi” quando si sentono sotto pressione; cercate le cause dello stress. In ogni caso non irritatevi! Lui non lo fa apposta! Se un cane è molto concentrato nell’osservare o nell’annusare qualcosa, può capitare che non risponda al vostro segnale. In questo caso aspettate, rimanete fermi e rilassatevi. Dopo qualche istante riprovate. È probabile che il cane risponda immediatamente. Quando il cane usa un senso molto intensamente “taglia fuori” gli altri. Se è molto concentrato nell’annusare qualcosa che lo interessa, esclude l’udito e la vista, praticamente non ci sente, è come se fosse sordo e cieco. 19

Ricordate che per il cane è molto più importante usare i suoi sensi ed evitare conflitti che essere ubbidienti. Per il cane, l’ubbidienza non ha valore, non è un valore. Fa ciò che gli si chiede per accontentarci o per ricevere una ricompensa, ma si tratta di comportamenti appresi che nulla hanno a che vedere con ciò che realmente vorrebbe fare. • Il cane non risponde in modo soddisfacente al segnale? Potrebbe essere un problema di tempismo. Date il segnale il più presto possibile. Non aspettate che il cane stia già mangiando l’arrosto della domenica! Cercate di prevenirlo. Emettete il suono non appena accenna ad andare nella direzione dell’eventuale stimolo, e comunque non dopo che abbia mosso i primi passi. Date il segnale immediatamente se avete l’impressione che voglia correre e saltare addosso a qualcuno, non aspettate che sia già arrivato sulla persona. In generale è più corretto, ed è più facile per lui imparare, evitare che il cane commetta errori piuttosto che dover intervenire per correggerlo. • Il cane comincia bene le sessioni di training e poi peggiora? Forse le sessioni durano troppo a lungo. All’inizio bisogna limitarsi a non più di 10 minuti per volta, o anche meno. In seguito potete aumentare i tempi, gradualmente. • Non rendete la vita troppo difficile al cane. Per distruggere un buon addestramento non c’è nulla di meglio che pretendere più di quanto lui possa dare. Provate a pensare come vi sentireste se qualcuno vi chiedesse di fare qualcosa che sentite fuori della vostra portata, di cui non vi sentite all’altezza. Un bel colpo per la vostra autostima!

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IL CUCCIOLO I modi e i tempi di apprendimento del cucciolo sono diversi da quelli del cane adulto, perciò con un cane molto giovane è necessario adeguare le modalità di insegnamento. I cuccioli riescono a concentrarsi per tempi brevissimi, una manciata di secondi per volta, e non è possibile forzarli a lavorare oltre le loro capacità. Non va dimenticato che sono dei “bimbi”; anche se ci appaiono grandi e autonomi, non lo sono, non ancora. • La prima settimana abituate il cucciolo alla pettorina, al collare e al guinzaglio, con dolcezza e per tempi brevi, e tenetelo d’occhio affinché non si impigli e non si ingarbugli. • In seguito insegnate al cucciolo il segnale per richiamare l’attenzione. Ripetetelo alcune volte al giorno e lo imparerà rapidamente. • Usate il segnale anche per distoglierlo da potenziali pericoli o dissuaderlo dall’esplorare qualcosa cui non volete che si avvicini. Cercate di usare il segnale prima che abbia l’opportunità di fare la cosa sbagliata. Ma non abusatene; non usate il segnale in continuazione per salvare le vostre fragili suppellettili dalla naturale ed essenziale curiosità del cucciolo. Diverrebbe un tormento per lui e servirebbe solo a renderlo insicuro di sé e stressato. Per un po’ di tempo mettete via gli oggetti fragili o pericolosi in modo che la casa sia sicura per lui e i voi siate tranquilli. È molto meglio che continuare a corrergli dietro per casa agitandovi, col risultato di rendere il cucciolo infelice, frustrato e probabilmente anche pauroso. Si tratterà solo di un breve periodo. Dopo pochi mesi le vostre suppellettili potranno tornare al loro posto. • Quando il cucciolo avrà imparato a reagire al segnale, cominciate a camminare con lui per casa per 10–15 secondi. E quando avrà cominciato a seguirvi con sicurezza e senza esitazioni, agganciate il guinzaglio, ma controllate che rimanga sempre allentato mentre lavorate insieme. Tempi brevissimi e premi al momento giusto daranno i risultati migliori. Ricordate di cambiare direzione frequentemente. • Inoltre, quando il cucciolo si trova a pochi passi da voi, usate il suono anche per iniziarlo al richiamo. I cuccioli vanno richiamati da distanze molto piccole: all’inizio non più di 2–3 metri. La distanza va poi aumentata gradualmente man mano che crescono. Seguendo questi semplici passi il cucciolo imparerà a camminare al vostro fianco in modo naturale, mentre cresce. Ma attenzione, i cuccioli devono fare passeggiate molto brevi: 10 minuti all’età di tre mesi, aumentando di cinque minuti ogni mese; da adulto, quando avrà raggiunto la maturità fisica, potrà fare anche lunghe passeggiate. In più, avrà imparato a camminare bene al guinzaglio!

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IL CANE ANZIANO Per imparare non è mai troppo tardi, non c’è limite di età. I giovani imparano rapidamente ma dimenticano facilmente e hanno bisogno di frequenti ripetizioni. I cani più anziani imparano altrettanto velocemente e memorizzano immediatamente. Riescono a mantenere una migliore concentrazione e hanno esperienza sufficiente per apprezzare il valore dell’essere trattati bene. Mi piace educare i cani anziani. È fantastico vedere come capiscono al volo ciò che gli spieghi. Vediamo alcuni esempi. Una Labrador femmina di nove anni tirava così forte da toccare terra col torace e il suo respiro affannoso era terribile. La proprietaria aveva dovuto lasciare il lavoro per i gravi disturbi ai tendini dovuti anche al comportamento del cane al guinzaglio, ed erano in molti a suggerirle di sbarazzarsene. Ma lei decise di fare prima un tentativo e così mi chiamò. La prima lezione fu memorabile. Dovetti mettere in campo tutta la mia abilità per riuscire a tenerla. Ma, dopo pochi istanti, l’anziana Labrador capì ciò che volevo da lei e lo fece volentieri. Ovviamente anche lei si sentiva molto meglio. Tornò per la seconda lezione un paio di settimane dopo ed era uno spettacolo vederla camminare come un angelo accanto alla proprietaria, col guinzaglio completamente lasco, felice e contenta. La Labrador continuerà a camminare così per il resto della sua vita. Mi capita di incontrala in paese a passeggio con la padrona ed è un piacere vederle insieme. Un cane anziano capisce subito quando le cose funzionano meglio; prima di allora semplicemente lei non aveva avuto l’opportunità di imparare. Qualcosa di simile successe con un Golden Retriever di 13 anni. Il proprietario venne da me non perché volesse fare del training con lui, era solo curioso di vedere come io lavorassi con i cani e quali metodi usassi; in effetti non credeva nemmeno che a quell’età un cane potesse imparare qualcosa. Il cane, per l’età e per non aver mai fatto nulla prima di allora, si stancava facilmente. Quindi, dopo una decina di minuti di training molto semplice, interrompemmo e tornammo lentamente alla macchina, il cane al guinzaglio molle che ogni tanto dava un’occhiata al proprietario. Costui era visibilmente stupito e restò in silenzio fino al momento di salire in auto. Solo allora si girò e mi disse: “Per la prima volta in tutta la sua vita mi ha guardato mentre siamo fuori assieme”. Il cane anziano impara eccome, e impara velocemente. E ciò che impara gli resta. Tenete solo presente che, se non è allenato, e spesso non lo è, altrettanto velocemente si stanca. “Conciso ed efficace” è il modo migliore per educarlo.

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LA VITA DI TUTTI I GIORNI Pensate a tutte le occasioni in cui potete usare questa tecnica, non solo a passeggio ma anche nella gestione del cane sia a casa sia fuori, ovunque voi andiate. A casa, per esempio, potete usarla quando il cane vuole avvicinarsi a un ospite, specie se l’ospite ha paura dei cani. Fate il segnale per attirare l’attenzione e il cane torna da voi. Il cane sta correndo allegramente verso un bambino. Invece di ordinargli di “non farlo”, potete fermarlo nello stesso modo, con il solito segnale, evitando così di indurre il cane ad un’errata associazione. Il segnale per attirare l’attenzione non è negativo e non dà l’impressione che siate risentiti, in collera con lui. Può capitare che qualcuno abbia aperto la porta e il cane stia per uscire; usate il segnale per richiamare il cane senza arrabbiarvi e senza spaventarlo. Fuori, a passeggio, le occasioni in cui far uso di questa tecnica sono parecchie. Dato che si usa sempre lo stesso segnale, lo si ricorda facilmente, e diventa una cosa che viene automatica, anche in situazioni di emergenza. Immaginate di incontrare gente nel bosco; sarà facile farvi seguire dal cane, curvando mentre li incrociate. Oppure un ciclista sta arrivando a gran velocità. Appena lo vedete, reagite con prontezza facendo il segnale perché il cane si sposti lasciando strada e spostandovi voi stessi. Così il guinzaglio non va in tensione e non succede niente di allarmante che possa indurre il cane a reagire. Può capitare che vi sia qualcosa sul marciapiede, ad esempio un hot dog mezzo mangiato. Sarà facile aiutare il vostro cane a passare oltre. Davanti al recinto di un giardino il cane fa per alzare la zampa, ma alla gente non piace che i cani facciano pipì sui loro recinti e cancelli. Usate in fretta il segnale e andate in un posto più adatto. Un gruppo di ragazzi della scuola si sta avvicinando, strillando e occupando la maggior parte del marciapiede. Attirate l’attenzione del cane con il segnale e fatevi seguire mentre curvando vi spostate un po’ di lato o passate dall’altra parte della strada. Durante tutta la manovra lodate e premiate il cane per la capacità di passare nonostante il trambusto tutt’intorno. In altre parole, potete usare questa tecnica in molte situazioni della vita quotidiana senza arrabbiarvi e senza causare malintesi nel cane. Provatelo e vedrete quanto sia facile e utile sia per il cane sia per voi; un solo segnale invece di tanti diversi comandi.

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TRAINING IN GRUPPO Potete usare il metodo anche in gruppo. Se i cani durante il lavoro si eccitano troppo, dategli più spazio, lavorate con meno soggetti alla volta, o cambiate altre cose; comunque, garantisco che il metodo funziona veramente bene anche in gruppo. È utile variare un po’ il contesto dell’esercizio: fare qualcosa di divertente, organizzare una piccola gara, o inventare altri espedienti per rendere il lavoro più piacevole. Qualche spunto: • Esercitare il lavoro al guinzaglio facendo l’otto intorno a due oggetti posti a qualche metro uno dall’altro. Si può usare qualsiasi cosa: sedie, secchi, cappelli, addirittura sassi. Cambiate gli oggetti di tanto in tanto per rendere il gioco più interessante. • Posizionare in fila cinque o sei oggetti e fare lo slalom con il cane. Per aumentare la difficoltà, tenere nella stessa mano del guinzaglio un bicchiere colmo d’acqua o un cucchiaio con sopra qualcosa: una patata, una pallina da ping-pong, un uovo sodo, ecc. • Mettere per terra oggetti vari: hula hop, sedie, palle, carrozzina da bambola, borse, bollitore, scarpe, ecc. - più sono strani meglio è. Conduttori e cani fanno lo slalom tra gli oggetti. Togliere punti al team che tocca gli oggetti con i piedi, con le zampe o con il naso. • Esercitare il cane all’incontro con persone e al superamento di oggetti: un “complice” cammina verso il cane mentre il proprietario si esercita a dare il segnale col giusto tempismo e a passare oltre curvando. • Una bicicletta procede lentamente e il team la incrocia camminando bene con il guinzaglio molle. Usate la vostra creatività per inventare esercizi che aiutino a gestire correttamente il guinzaglio e a tenere il cane vicino in ogni situazione.

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QUANDO NON USARE IL METODO Durante la fase di apprendimento il cane non ha ancora assimilato la tecnica e non è ancora veramente esperto nel camminare correttamente sempre, o quasi, al guinzaglio lento. Abbiamo visto che le distrazioni vanno introdotte gradualmente così come gradualmente vanno allungati i tempi. Quanto più riusciamo ad applicare con rigore questo principio, tanto più la fase di apprendimento sarà breve e senza intoppi. È dunque necessario distinguere bene tra il poi e il prima per entrambi i soggetti del team uomo-cane, … tra la fase di acquisizione della tecnica e il suo consolidamento. Perciò nelle prime fasi dell’apprendimento non è opportuno chiedere al cane di camminare diligentemente al suo posto in luoghi eccitanti come il parco dove di solito va per divertirsi, o in altri posti dove va molto volentieri. Questo è chiedergli troppo e sarebbe un insuccesso previsto. Non è lui o il metodo che non funzionano, è che pretendiamo di passare, o peggio di saltellare su è giù, dalle elementari all’università, e questo non è possibile; è in evidente contraddizione con quella necessaria programmazione della propedeuticità che è insita e forse è l’essenza stessa di ogni insegnare. E lo stesso è per i tempi; mentre sta imparando non potete subito pretendere che il cane sia in grado di mantenersi al nostro fianco senza mai tirare per l’intera durata di una lunga passeggiata. All’inizio camminare senza tirare è per lui un esercizio che richiede molta concentrazione, un lavoro che lo stancherà già dopo 5 – 10 minuti. In seguito sarà in grado di reggere tempi sempre più lunghi perché gli verrà sempre più naturale. Quando avrà imparato a camminare abbastanza bene, rispondendo prontamente al segnale, potrete provare ad esercitarvi per un’intera passeggiata. Ma attenzione: se notate segni di stanchezza o di stress, se comincia a mordicchiare il guinzaglio o abbaia agli altri cani o mostra segni di inquietudine, significa che avete esagerato. È inutile insistere nel volergli insegnare qualcosa. Ma allora la domanda è: “come gestire il quotidiano nella fase di apprendimento? Come gestirlo quando mi accorgo che è stanco, ma bisogna pure tornare a casa?”. Si potranno usare i suggerimenti riportati più avanti, che sono nell’ottica dei criteri generali già visti e che vanno contestualizzati, adeguati e realizzati nelle specifiche situazioni con intelligenza, fantasia e un po’ di pazienza. Si dovrebbe trovare il modo di distinguere tra il “momento del lavoro” e il “non lavoro”. La comunicazione può essere verbale: “si lavora” e, alla fine, “finito”, o affidata all’uso di una diversa attrezzatura, per esempio il guinzaglio diverso. Quando “non si lavora” lasciate che il cane tiri – ma deve avere la pettorina; e vedrete che comunque non tira più come prima di iniziare il percorso educativo. Se il cane è stanco per l’esercizio, sedetevi e fate una pausa. Se è possibile, e non sempre lo è, lasciatelo libero. Il sedersi ha effetto anche quando il cane è troppo eccitato, vedrete che anche lui si rilasserà e si stenderà accanto a voi. Se poi nel posto tranquillo all’improvviso compaiono indesiderate distrazioni potreste: • Camminare avanti e indietro, su e giù, o andare via in una direzione meno interessante • Per brevi tratti di strada potreste tenere un bocconcino in mano lungo il fianco, in modo che il cane possa vederlo. • Potreste camminare all’indietro (ma attenti, non tutti i posti sono adatti!): tenete la mano con il premio davanti a voi, a livello della vita, e il cane vi seguirà mentre camminate all’indietro. In conclusione, è totalmente inutile lavorare con un cane stanco, stressato, eccitato o impaurito; lui è letteralmente sordo, non ci sente e non riesce più a concentrarsi su nulla. In 25

quello stato non può imparare nulla. Trovate un altro momento o un altro posto.

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RIEPILOGO Come procedere • Il primo passo è insegnare al cane a reagire ad un suono neutro specifico dandovi l’attenzione. Il suono deve essere facile e comodo da riprodurre. • Cominciate in casa o in un posto tranquillo. State fermi, emettete il suono, lodate e premiate immediatamente appena il cane si gira verso di voi. Ripetete alcune volte. Vi sbalordirà la rapidità del cane nel capire che il suono significa un premio. • Poi procedete così: emettete il suono, lodate il cane quando si gira, allontanatevi di un paio di passi, premiatelo quando vi segue. • Quando questo funziona bene, fate alcune ripetizioni consecutive, tre o quattro volte, cambiando direzione. Prima il suono, poi allontanatevi quando il cane vi guarda e vi segue, premiatelo, ripetete il suono e seguite la stessa procedura, cambiando direzione. • Adesso mettete il guinzaglio e ripetete il punto precedente; ma attenzione, il guinzaglio deve assolutamente essere molle. Riguardate le immagini e rendetevi conto di quanto molli siano i guinzagli. Anche il vostro dovrà essere così. • Quando riuscite a fare tutto ciò in casa, nel vostro giardino o comunque in un posto tranquillo, solo allora è il momento di uscire e affrontare le distrazioni; ma non troppe inizialmente, e a una certa distanza dal cane; se notate incertezze nell’esecuzione, aumentate immediatamente lo spazio tra voi e la distrazione. • Poi, quando il cane è già abbastanza bravo e voi riuscite a lavorare bene col guinzaglio, cominciate a ridurre la frequenza dei bocconcini: una volta sì e una no, poi una volta su tre, e così via, variando sia la frequenza sia la sequenza. L’obiettivo finale è “il bocconcino una volta ogni tanto". Ma non smettete mai completamente di premiare il cane. L’irregolarità, la variabilità nel premiare porta alle migliori performance, mantiene alta l’aspettativa e la motivazione del cane. Sottolineature • Smettete di dare al cane messaggi negativi: gridare, pizzicare le orecchie, sbatacchiarlo per il collo, urlare "NO!". Niente punizioni. • Non chiedete e non ricercate mai il contatto visivo. L’arte del guinzaglio non ha nulla a che vedere con l’Obedience. • Usate questa tecnica non solo per insegnare il guinzaglio ma nelle situazioni più diverse ogni volta che volete che il cane si allontani da qualcosa o non la tocchi e quando volete distoglierlo dal fare qualcosa che non vi aggrada. • Ricordate: camminare bene al guinzaglio non ha nulla a che vedere col comando "al piede". Il cane può camminare indifferentemente a destra o a sinistra, davanti o dietro di voi, può annusare e guardarsi intorno. L’importante è che non tiri. • Prestate molta attenzione agli accessori che usate, pensate alla salute del cane. Se necessario sottoponetelo a controlli veterinari. • Impegnatevi per dare al cane la possibilità di sviluppare capacità sociali. 27

• Se il cane, distraendosi, tira o si lancia verso qualcuno, qualcosa o un altro cane, fermatevi, state immobili per alcuni secondi, poi date il segnale per avere di nuovo la sua attenzione. Per il cane è normale essere curioso e interagire col mondo. Non c’è motivo di punirlo per comportamenti assolutamente naturali. • È importante prevenire i comportamenti indesiderati. Se riuscirete ad essere sufficientemente veloci sarete in grado di evitare che il cane tiri o si scagli contro qualcosa o qualcuno usando il suono di attenzione prima che lo faccia.

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RIFLESSIONI FINALI Il mio sogno è vivere in una società in cui i cani siano rispettati e apprezzati per ciò che sono. Immagino un luogo dove la gente porti a spasso i cani con piacere reciproco: nel traffico cittadino con pettorina e guinzaglio lento, senza guinzaglio al parco, nei boschi e nei campi. Niente urla e sgridate, ma un’allegra atmosfera d’intesa tra cane e proprietario e una cordiale tolleranza con le altre persone. Nessuno che strattoni o trascini il cane per il collo, al contrario gli è data la possibilità di annusare gli odori interessanti e osservare ciò che succede intorno. Non è un quadro piacevole e rilassante? Io sono convinta che sia possibile realizzarlo. Basterebbe un po’ di ragionevolezza e disponibilità a comprendere, e un minimo sforzo. Iniziate da subito ad organizzare un piano di lavoro e attuatelo con cura. Non bruciate le tappe e non pretendete troppo dal vostro cane. Proponetevi di diventare il suo miglior amico e lui, automaticamente, diventerà il vostro. I cani non nutrono rancore, non provano risentimento. Non prestate troppa attenzione all’obbedienza e, … ai comandi! Concentratevi invece sulla qualità della relazione col cane, il resto verrà automaticamente. Se gli insegnate con serenità a camminare bene al guinzaglio lento, ricordandovi di rispettare la sua naturale curiosità per l’ambiente circostante, il rapporto col vostro miglior amico si svilupperà e fiorirà.

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L’AUTORE Turid Rugaas lavora da più di trent’anni con i cani. Ha fondato e dirige il centro di educazione cinofila „Hagan Hundeskole" in Norvegia nei pressi di Oslo. Il percorso professionale, dopo l’iniziale interesse e collaborazione con i Club Cinofili, si è poi orientato alla ricerca e sviluppo di propri metodi di training che ha applicato oltre che all’educazione di base e a quella dei cani da salvataggio, anche all’attività agonistica con ottimi successi nelle “prove di lavoro” e nei concorsi di “obedience”. Alla fine degli anni ottanta con il suo collega Ståle Ødegard ha studiato, descritto e sistematizzato i “Calming Signals” – “Segnali Calmanti” nel cane. Il libro e i video sull’argomento, nelle numerose traduzioni, sono stati e sono tra i best seller del settore specifico e costituiscono punto di riferimento riconosciuto per gli operatori del settore in tutto il mondo. La competenza e l’originalità di idee e proposte operative si coniuga perfettamente con la capacità di divulgare, comunicare ed istruire così che Turid Rugaas è richiestissima per corsi completi e campus come per conferenze e simposi in ogni parte del mondo. Il messaggio caratterizzante è forte e a volte inflessibile: educazione e addestramento “gentile” basati su associazioni positive escludendo quelle negative. Turid Rugaas è vera cinofila, ama il cane oltre il sentimentalismo del “mi piace” egoistico, del pietismo qualunquista, del “povero cane”, e via andare. Turid ama il cane anche e sopratutto con la ricerca rigorosa di percorsi interpretativi e operativi nuovi e moderni, di ruoli uomo-cane basati sulla comunicazione e sull’umile rispetto delle differenze e delle esigenze individuali, e tutto con la piena e totale disponibilità a trasmetterli a tecnici e non, cosa non frequente nel settore.

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BIBLIOGRAFIA E LETTURE CONSIGLIATE Roger Abrantes:

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How to teach old dogs new tricks

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Kunsten å bli tam Den ensomme apen

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Bones would rain from the sky

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Dominance: Fact or fiction? (Dominanza: Realtà o mito?)

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Valpen : Om Kärleksfull Valpuppfostran Unghunden

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Training your dog with love

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So kam der Mensch auf den Hund (E l’uomo incontrò il cane) Das sogenannte Böse: Zur Naturgeschichte der Aggression (Il cosiddetto male: l’aggressività)

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The Toolbox for Remodeling Your Problem Dog

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Clickertraining for obedience

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Getting in TTouch with your dog

The right dog for you

D.Weston & R.Ross: Dog problems – the gentle modern cure Nicole Wilde:

So you want to be a dogtrainer

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