Riassunto Sociologia Dei Media- Mcquail
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Riassunto accurato del Libro Sociologia dei Media di Mcquail capitolo per capitolo. La Sociologia dei media studia gli e...
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ARTICOLI MEDIATIZATION OF POLITICS-MAZZOLENI Comunicazione e mass media= necessari per il sistema politico. La politica è, di fatto, comunicazione. Mutamento della politica dovuto alla massificazione. Per una democrazia sana è necessario che media e politica siano interdipendenti. Agenda setting: fenomeno per cui i media riescono a organizzare le campagne, l‟affluenza in televisione decidendo cosa dire e quando dirlo, aggiungendo spettacolarizzazione, senso d'appartenenza. Retorica della seduzione di massa. I politici cercano anche di cambiare la loro immagine a seconda di cosa richiede il loro personaggio. Spesso i politici sono messi in buona o cattiva luce volutamente dai media, (per avere più audience).Da personaggio politico a personaggio mediatico. Americanizzazione dei media: i vari canali fanno gara di audience e si adattano alla spettacolarizzazione. POLITICS IN POPULAR COMUNICATION – DEBORA MACEY Comunicazione politica popolare- ruolo della comunicazione nel processo della politica. Accezione Positiva – oggettiva politica influenzata dalle nuove tecnologie= infotainment (sensazionalismo= attirare l'attenzione) internet mezzo più sviluppato, raggiunge tutti. Democrazia ideale = opinione pubblica agisce coi politici. (non sempre così) CELEBRITY CULTURE – JIL CARAVELLI ruolo oggettivo delle celebrità nella cultura mediatica- alcune c. sono universalmente apprezzate. Culto celebrità 2 tipi = big star e benedetta parodi. (giudicati dalla vita privata + performance ) attrazione interpersonale- fenomeno fan ( capelli, occhiali,...) = brandizzazione del proprio corpo. Paparazzi- zoom sui difetti per umanizzare il personaggio. Programmi/documentari che parlano delle vite delle celebrità = fatti per mostrare la vita reale ma in realtà è finzione.
POLITICA POP Infotainment 1.0 TV-magazine che affrontano argomenti di vario genere. Il giornalismo ha perso l'oggettività che l‟ha sempre caratterizzato per indirizzarsi verso il divertire, la caccia allo scandalo ed altri effetti tipici dell'intrattenimento. TV del dolore (e del gossip): informazione mercificata volta ad utilizzare fatti di cronaca come merce basata sulla spettacolarizzazione del dolore. Infotainment 2.0 Spettacolarizzazione della sfera giornalistica e, più in generale, di tutta l'informazione per rendere più attraente la comunicazione dei propri messaggi. Anchor man = da le notizie e sfonda lo schermo, carisma. Esempi: • talk show politici • talk show d'opinione ( attualità) • programmi di intrattenimento con fini informativi. ( IENE, STRISCIA) Infotainment 3.0 parlare di argomenti politici utilizzando relatori di diverso genere. 1. comici che si occupano di argomenti seri, deridendo il sistema che li gestisce. 2. Comici che interpretano un pensiero comune trasformandolo in una corrente di opinione 3. giornalista che sceglie di mescolare la sua figura con quella del presentatore di talk show riguardanti argomenti politici. (es. Bruno Vespa). LA VIA ITALIANA ALLA POLITICA POP In Italia media e politica sono interdipendenti: la leadership politica si personalizza, il leader politico si assimila al consumo mediatico e il discorso politico è spettacolarizzato. Il politico sa che comparendo in televisione può accedere ad un pubblico più numeroso e variegato di quello che normalmente si interfaccia con lui negli ambiti di propaganda tradizionali (comizi, meeting, ecc.). Il leader politico è diventato una merce che si vende al miglior offerente, in questo caso al telespettatore-elettore. Il discorso politico è intriso di semplicità del linguaggio (superamento del “politichese”) ed è immediato perché, tante volte, il politico ha a disposizione poco tempo e quindi deve fare in modo che il messaggio sia recepito immediatamente. I media condizionano la politica e non viceversa. Esistono tre diversi tipi di relazione tra media e politica che caratterizzano diversi stati in diverse parti dell'europa: • modello pluralista-polarizzato (mediterraneo): dipendenza dei media dalle logiche di partito ( politica dipende dai media) • modello democratico-corporativo (Europa centro-settentrionale): contro dei media e professionalizzazione dei giornalisti, mai schierati con un partito • modello liberale (nord Atlantico): bilanciamento potere dei media-potere
politico, autonomia e atteggiamento watchdog (“cane da guardia”) dei media. POLITAINMENT Il termine politainment è una crasi tra politica e intrattenimento: rispetto all'infotainment, ci riferiamo ad un ambito che non è quello giornalistico-informativo. Con il politainment ci riferiamo ai momenti in cui la politica entra in trasmissioni che normalmente non le apparterrebbero. I programmi televisivi diventano una “terza palestra” in cui si può promuovere la leadership, dopo le prime due palestre che sono i luoghi istituzionali e le piazze. La politica si innalza a vero e proprio genere televisivo: la partecipazione, annunciata o meno, di un politico a un programma che con la politica non ha nulla a che vedere suscita nei telespettatori, magari anche elettori attivi, interesse. Il loro comportamento nella trasmissione è osservato con attenzione e può determinare anche le future decisioni di voto. POLITICA POP E CITTADINANZA Molti studiosi concordano nel dire che i mass media stanno progressivamente allontanando le persone dalla vita sociale, in particolare dal civismo e dalle associazioni collettive. Il cittadino sarebbe reso passivo di fronte all'informazione che gli viene sparata come fosse un bersaglio, generando in lui confusione e apatia. Invece, alcuni studiosi ritengono al contrario che la ricezione di messaggi provenienti dai media sia un'attività attiva, in quanto nella mente delle persone si innescano meccanismi di accoglienza o repulsione nei confronti della notizia ascoltata. Si viene così a creare la cosiddetta cultura popolare ovvero la declinazione dell'esercizio della cittadinanza diffusa dai media. La politica pop produce un approccio populista alla politica, in quanto espressione della cultura popolare; i mass media educano le persone affinché siano in grado di esercitare i loro diritti di cittadini informati nel modo migliore. LO SPETTATORE CITTADINO. La televisione è ormai la fonte d'informazione privilegiata perché è semplice da fruire e per avere nel tempo un trend di ascolti più o meno costante.
SOCIOLOGIA DEI MEDIA Capitolo 1 i mass media migliorano i mezzi di comunicazione di massa e li integrano; essi hanno un'importanza culturale e politica, dipendono infatti dal potere politico-economico. CULTURA DI MASSA: Insieme dei mezzi per diffondere e divulgare messaggi di diverso valore a un pubblico anonimo, indifferenziato. RETE DI COMUNICAZIONE: mezzo attraverso il quale vi è uno scambio di idee e informazioni da parte di tutti gli utenti. TEORIA DI LASWELL: un modo conveniente per descrivere un atto comunicativo è rispondere alla seguente domanda: CHI DICE COSA, IN CHE CANALE , A CHI, E CON QUALI CONSEGUENZE MASS MEDIA: insieme delle attività e delle organizzazioni che si impegnano a trasmettere informazioni che agevolano la creazione di un'opinione pubblica. Capitolo 2 STORIA DEI MEZZI DI COMUNICAZIONE: – libro ( nasce ad uso religioso) – primo giornale ( fa gli interessi della borghesia, i contenuti variano ) – stampa politica ( fogli di partito) – stampa d'opposizione ( circolazione di idee anti-governative) – stampa d'élite ( fine censura, trionfo del liberalismo) – cinema ( scopo propagandistico e culturale – 1895 ) – radio e tv ( Diretta degli avvenimenti- grande innovazione) – nuovi media ( scambio diretto di idee e informazioni tramite internet ) Capitolo 3 RAPPORTI MEDIA-SOCIETA' potere: i media hanno potere sull'opinione pubblica essendo capaci di raggiungere la maggior parte della popolazione. Integrazione: i mass media possono favorire un nuovo tipo di coesione in grado di unificare i singoli individui. Acculturamento: i mass media grazie alla loro espansione e promulgazione di informazione sono un canale di educazione delle masse. Il processo di comunicazione è unilaterale quini l'individuo è considerato spettatore passivo, perdendo così la propria identità diventando parte di una Massa ( concezione negativa); in questo modo anche il contenuto di ciò che si apprende è standardizzato e prende il nome di Produzione di massa che diventa quindi Cultura di massa , ovvero cultura del popolo non per il popolo. Per spiegare meglio il concetto di Massa ci appelliamo agli studi di Blumer il quale ha contrapposto le definizioni dei concetti di Gruppo, Folla, Pubblico a quella di Massa: Gruppo: i membri del gruppo si conoscono e condividono gli stessi valori. Folla: è un insieme di individui che stanno assieme temporaneamente in modo disordinato.
Pubblico: si forma attorno ad una causa; elemento fondamentale della democrazia. Massa: individui che non hanno nessun obbiettivo in comune, disaggregati ed eterogenei. Gli intellettuali vedono nella Massa una perdita culturale; secondo Bauman infatti la cultura di massa è universale e standardizzata; Bordieu invece dice che il capitale culturale dipende dalla classe sociale. Possiamo quindi dire che il capitale economico influenza il capitale culturale. PARADIGMA DOMINANTE ( i media hanno un effetto persuasivo sulla massa) 1) Lasswell spiega l'utilità della comunicazione nella società e ne riconosce sia effetti positivi ( favorisce l'integrazione) che effetti negativi ( soffoca la democrazia) 2) Shannon e Weaver riconoscono l'efficienza tecnica dei canali d'informazione COMUNICAZIONE: processo seriale, concatenazione di eventi indissolubili. 3) Teoria della persuasione : quanto gli individui siano influenzati dai media. ( riguardo le idee) Rogers studia infatti gli effetti che la comunicazione ha sulle opinioni degli individui e sostiene che la comunicazione di massa sia controllata da coloro che hanno il potere di informazione, come meccanismo efficace per trasmettere informazioni sotto forma di propaganda. PARADIGMA ALTERNATIVO ( ognuno percepisce il messaggio dei media in modo diverso) critica il paradigma dominante sostenendo che esso non funzioni perché i messaggi inviati dagli emittenti possono essere mal interpretati e soprattutto non vi è una comunicazione diretta e immediata infatti essa può essere filtrata da altri canali. Questo paradigma deriva dalle idee Marxiste che criticano la cultura di massa, poiché è considerata uno strumento di manipolazione. Il paradigma alternativo è considerato migliore dai suoi sostenitori poiché si estende verso un pubblico più ampio; avviene così una rielaborazione della definizione di comunicazione di massa sulla base di modelli alternativi, poiché quella vecchia non teneva conto degli effetti che essa aveva sulla società: 1) Modello della trasmissione: riprende le idee del modello di Laswell infatti sostiene che il messaggio è determinato dalla fonte ma soprattutto dall'emittente; un'esponente che sostiene questo modello è McLean infatti dichiara che non può esistere la comunicazione senza una figura specializzata ( giornalista ) che trasmette l'informazione in seguito ad un suo resoconto ( ciò che ha capito ) deve quindi avvenire un processo che assicuri la corretta trasmissione della comunicazione: - selezione degli agenti di trasmissione - scelta delle informazioni fatta in base a ciò che è di interesse pubblico. - la comunicazione non deve essere finalizzata a convincere il destinatario. 2) Modello rituale o espressivo: pone l'accento sul gradimento della notizia da parte dell'emittente e del ricevitore; la trasmissione della notizia è vista come un rituale che ha un'importanza propria, riesce infatti a cogliere gli elementi che hanno a che fare con arte teatro e spettacolo e gli usi simbolici della comunicazione. 3) Modello delle pubblicità: l'obbiettivo primo dei media è quello economico; questo modello sottolinea l'importanza di vendere l'attenzione del pubblico agli inserzionisti, poiché la visibilità porta al consumo che a sua volta porta al guadagno. 4) Modello della ricezione: il tanto decantato potere dei media è illusorio, poiché in fin dei conti è il pubblico che decide cosa apprendere. Capitolo 4 Il concetto di Mediazione implica un rapporto tra individui, ma attraverso i media tendono ad essere più distanti. Thomson elabora la teoria dell'interazione: 1) interazione diretta o face to face 2) interazione mediata, che implica mezzi tecnici nella comunicazione ( carta, computer,telefoni...) 3) quasi interazione mediata nella quale le relazioni sono stabilite dai mezzi di comunicazione di massa : gli interlocutori non sono specifici e le informazioni sono unilaterali ( siti web ,...) I media sono una finestra sugli avvenimenti e allo stesso tempo lo specchio della società; essi hanno anche il compito di filtrare gli avvenimenti ,di porre l'attenzione su specifici argomenti piuttosto che su altri ( gatekeeper) e di presentare e spiegare al pubblico , le notizie e ciò che accade nel mondo. Alla luce di ciò che è appena stato affermato possiamo dire che i media hanno un onere molto importante da svolgere e devono cercare di essere più imparziali possibile; non sempre però riescono in questo difficile compito anche perché ricordiamo che i media sono controllati da chi è al potere ( politico-economico)e spesso questi ultimi influenzano i canali mediatici. A questo proposito troviamo due correnti di pensiero differenti che si esprimono sulla tematica dell'influenza di chi è al potere: il modello egemonista dichiara che il potere di influenzare i media è nelle mani di pochi ''eletti'' , mentre il modello pluralista sostiene che non esista un‟élite dominante e di conseguenza ci sia il liberalismo. Un altro tema fondamentale è il dibattito su quanto i media siano utili per l'integrazione sociale: essi hanno un'accezione positiva poiché sono capaci di unire individui di qualsiasi tipo anche isolati,, ma allo stesso tempo sono impersonali e portano ad un sentimento individualistico. La domanda che ci si pone in seguito a ciò appena sostenuto è : i media sono la causa o l'effetto del cambiamento sociale? A questo quesito non esiste una vera e propria risposta, bensì diverse scuole di pensiero che hanno sostenuto una o l'altra ipotesi. TEORIA DELLA SOCIETA' DI MASSA: questa teoria sottolinea il fatto che esista una collaborazione tra chi ha il potere e i mass media che, secondo quest'ipotesi, agevolano la posizione di chi è alla guida; quest'opzione sostiene la visione causale dei media. Questa teoria si basa sul pensiero marxista che critica in modo deciso i mass media, sostenendo che essi siano in mano alla borghesia e che manipolino il pensiero e gli ideali del popolo. (causa) TEORIA FUNZIONALISTA:
I media sono funzionali alla società per quanto riguarda l'integrazione e la cooperazione; essi non cambiano radicalmente la società ma cercano di mantenerla così com'è. - apolitica- ( fine) TEORIA CRITICA ECONOMICA-POLITICA si occupa dei rapporti economici-politici dei media; essi sono una parte integrante del sistema politico- economico di un paese. (causa) TEORIA DEL COSTRUTTIVISMO SOCIALE partendo dal presupposto che la società è una realtà costruita, i media forniscono il materiale per una costruzione sociale; essi però non possono offrire una visione oggettiva della realtà, poiché tutto ciò che accade ( le notizie) è interpretato. (causa) TEORIA DEL DETERMINISMO TECNOLOGICO. (causa) Questa teoria sostiene che siano effettivamente i media ad influenzare la società; quando le tecnologie cambiano, anche la società lo fa. sostenitore di questa teoria è sicuramente la scuola di Toronto, in particolare uno dei suoi esponenti, Innis il quale sostiene che i mezzi di produzione del sapere sono monopolizzati dalla classe dominante e che alcuni mezzi di comunicazione sono più adatti di altri in un particolare periodo storico. McLuhan sostiene il pensiero della scuola di Toronto, aggiungendo che l'essenza stessa dei media può spiegare il cambiamento sociale ; anche Goulder interviene a riguardo , dicendo che i mass media recenti fanno crollare le ideologie, poiché con essi si passa dall'ideologia concettuale all'ideologia iconica. Con i nuovi media siamo meno inclini a crearci un'opinione personale poiché siamo influenzati dalle icone e da ciò che pensano loro; ci fidiamo ciecamente delle loro opinioni TEORIA DELLA SOCIETA' DELL'INFORMAZIONE la tecnologia dei nuovi media, porta alla creazione di una società dell'informazione basata sulla conoscenza; possiamo dire per spiegare meglio che essa è ciò che il popolo conosce grazie a quello che viene diffuso dai media. Bell parla infatti dell'economia dell'informazione ovvero il fatto che l'economia non è più basata sull'industria ma che il predominio del lavoro è basato sull'informazione; bell da più importanza alle risorse intangibili come la conoscenza discriminando l'importanza delle risorse materiali.(causa) Van dijk parla di network society invece che società dell'informazione per mettere in risalto rapporti in reti mediatiche. Capitolo 5 APPROCCIO CULTURALISTA DI CAREY Carey pone al centro la cultura teoria media-culturale questa teoria ha come temi di dibattito, il carattere della cultura di massa e quanto i mass media influenzino e cambino la cultura. Si concentra su tre punti: 1) affronta il carattere della nuova cultura di massa ( con i mezzi di comunicazione la cultura viene vista in modo diverso) 2) riguarda le conseguenze delle nuove tecnologie sostiene che le tecniche di comunicazione influenzano il modo di conoscere la società 3) parla degli aspetti economici-politici della produzione organizzata della cultura. Le conseguenze sono la mercificazione della cultura e l'internazionalizzazione della produzione e della distribuzione SCUOLA DI FRANCOFORTE gli esponenti più importanti di questa scuola sono Horkeimer, Adorno , Marcuse e Benjamin; essi analizzano il fallimento della rivoluzione sociale di marx. Essi sono noti per le aspre critiche al sistema dei mass media, considerati un'industria culturale che manipolerebbe l'individuo, per integrarlo in un sistema di produzione oppressivo. ( le idee che i mass media propongono) L'idea che muove Adorno è che i mezzi di comunicazione di massa, fanno acquisire agli individui i valori e i disvalori della società esistente; i mass media sono essi stessi ideologia. Marcuse definisce unidimensionale ( gli individui consumano quello che la società offre) la società consumista di massa fondata sul commercio, pubblicità e finto egualitarismo SCUOLA DI BIRMINGAM pone l'attenzione sulla questione dell'ideologia contenuta nei testi mediali e di come essa viene letta dal pubblico; uno degli esponenti è stuart Hall il quale propone la teoria della codifica/decodifica del discorso mediale, nella quale i produttori costruiscono un certo significato e il pubblico lo deve decodificare. Quest'idea è sfociata nella decodifica differenziale con l'obbiettivo di dimostrare una resistenza della classe operai ai messaggi dei media. RIABILITAZIONE DELLA CULTURA POPOLARE I mass media sono responsabili della cultura di massa detta anche popolare; il termine popolare è preferibile perchè ha un'accezione positiva. POTERE SEMIOTICO DEL POPOLO Fische definisce il testo mediale come il risultato della lettura da parte del pubblico e la polisemia e la pluralità di significati del testo. La cultura del popolo è fondamentale perchè fa si che il popolo abbia il potere; essa è in fatti sensibile ai bisogni del popolo e quindi il successo commerciale è la prova che la cultura è pertinente ai bisogni dei cittadini ( altrimenti non è popolare) Il termine intertestualità è l'interconnettività di significati tra i media e le esperienze culturali ( la cultura è aperta a tutti ). GENERE NEI MEDIA i media hanno emarginato le donne nella sfera pubblica; essi veicolano stereotipi sui ruoli sessuali. COMMERCIALIZZAZIONE la cultura e l'informazione inizia ad essere commercializzata per poter essere di dominio pubblico Infotainment è una tattica mediale che rende fruibile e interessante a tutti una notizia; quest'idea nasce dal bisogno di vendere di più.
Tabloidizzazione:è la competizione tra i giornali per contendersi il mercato dei lettori CULTURA E TECNOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE McLuhan osserva il modo in cui sperimentiamo il mondo attraverso i differenti mezzi di comunicazione; più i nostri sensi sono impegnati ad acquisire il significato più l'esperienza è coinvolgente. Questa teoria, per spiegare il l'influenza della tecnologia sulla cultura mediale, riprende il concetto di Innis della distorsione del significato, elencando 5 tipi di distorsione mediale. 1) espressione dell'esperienza sensoriale 2) '' della forma e rappresentazione 3) '' del contenuto del messaggio 4) '' del contesto d'uso 5) '' del rapporto COLTIVAZIONE MEDIALE DELL'IDENTITA' (quanto la televisione influenza la nostra esperienza.) Gerbner ha identificato l'imprtanza della comunicazione di massa nella trasformazione della società dovuta all'aumento dell'acculturazione; egli parla di pubblicazione intendendo la trasformazione dei sistemi di conoscenza da privati a pubblici. La tv è responsabile di un processo di coltivazione e acculturamento secondo cui le persone sono esposte ad una visione selettiva della società su ogni aspetto della vita, che plasma le loro credenze e i loro valori. Tesi di Meyrovitz sostiene che i media elettronici abbiano eliminato la compartimentalizzazione tra sfere sociali, tipica del passato trasformando l'esperienza sociale. GLOBALIZZAZIONE DELLA CULTURA:internazionalizzazione della cultura di massa I MASS MEDIA E LA CULTURA POST MODERNA concetto di condizione post moderna è una teoria fatta su misura per la società dell''informazione; si chiama così perchè è l'ultimo stadio del periodo moderno principale teorico della modernizzazione è Weber che parla di razionalizzazione dicendo che la cultura post moderna non è gerarchica ne fissa , ovvero in continuo cambiamento. Post moderno significa rifiuto delle ideologie politiche, abbandono dell'utopia e sfiducia nella ragione e nella scienza, lasciando più spazio a svago, edonismo ( idea del piacere) e individualismo. Jean baudrillard spiega il concetto di simulacro in base al quale la differenza tra immagine e realtà ha perso importanza. ( truman show) Capitolo 6 COSA C'E' DI NUOVO NEI NUOVI MEDIA L'aspetto più importante di questa tecnologia è la digitalizzazione in base alla quale tutti i testi sono sottoposti allo stesso processo di distribuzione e di produzione; un'altra caratteristica importante è la convergenza tra i media ( internet , cellulare). Internet è fondamentale non solo per la produzione e la distribuzione ma anche per l'elaborazione, la memorizzazione e lo scambio di notizie e informazioni; grazie ad internet il lettore diventa autore grazie all'interattività dei siti. TEORIA DEI NUOVI MEDIA la teoria dei media si occupa di tre questioni: • per quanto riguarda il potere, non si può più localizzare i nuovi media in relazione al possesso e all'esercizio del potere , non esistono infatti termini di proprietà e monopolizzazione. • I nuovi media frammentano o creano coesione della società? La configurazione di base di internet tende ad un effetto di frammentazione sociale. • Riesce la tecnologia a modificare l'esperienza sociale e culturale? Questa teoria divide 4 categorie di nuovi media che hanno caratteristiche simili 1. mezzi basati sulla comunicazione interpersonale ( tel, mail, dove il contenuto è privato) 2. mezzi basati sui videogiochi interattivi ( interattività) 3. mezzi basati sulla ricerca dell'informazione ( internet, ..) 4. mezzi basati sulla partecipazione collettiva. ( social network) i nuovi media differenziano da quelli vecchi perchè: sono interattivi, sociali, indipendenti, agevolano la privacy e sono più sviluppati tecnologicamente. Videotopia: processo culturale e sociale che nasce dal presupposto che ogni famiglia possiede un televisore e quindi possa disporre delle notizie da lei divulgate. L'opposto di questo concetto è il divario digitale ovvero: non tutti vogliono o possono utilizzare i media. Comunità virtuale comunità online creata dalla diffusione di internet fondata da individui che condividono determinati interessi. Capitolo 7 TEORIE NORMATIVE DEI MEDIA I media e l'interesse pubblico I media hanno un importante ruolo nei confronti della popolazione poiché si occupano di scegliere le notizie che arriveranno ai lettori; essi devono dunque essere giusti, equi e democratici ( ovvero che appoggino i sistemi politici democratici) La stampa come quarto potere Il termine Quarto potere (coniato da Edmund Burke) nell‟Inghilterra del XVIII sec. si riferisce al potere politico della stampa al pari con gli altri 3 poteri della società politica dell‟epoca: Lord, Chiesa e comuni. Il potere della stampa derivava dalla sua capacità di informare e di conferire o negare pubblicità, mentre la sua libertà principale consisteva nel
riportare e commentare le deliberazioni, le assemblee e gli atti del Governo. La libertà di stampa era strettamente legata all‟idea di libertà dell‟individuo e alla filosofia liberale e utilitaristica Commissione americana sulla libertà di stampa e responsabilità sociale Questa Commissione fu importante per varie ragioni: costituiva la prima di molte inchieste per indagare sull‟incapacità dei media di venire incontro alle esigenze della società, fu il primo momento in cui venne contemplata l‟esigenza di un intervento del Governo nel sanare i mali della stampa. Il Rapporto finale della Commissione criticava la stampa per la sua debolezza e per il limitato accesso che assicurava a coloro che non facevano parte della cerchia dei privilegiati o di minoranze potenti. Venne elaborato il concetto di responsabilità sociale e precisò i principali criteri per una stampa responsabile: fornire un resoconto completo, rappresentare la complessità della realtà sociale, evitare il sensazionalismo, essere credibili e obbiettivi e deve seguire un codice deontologico. (Decano deontologico dei giornalisti) Le quattro teorie della stampa Negli USA nel 1956 è stato pubblicato un libretto “le 4 teorie della stampa”riguardanti i rapporti tra stampa e società. Un‟idea importante di questo libro è che la stampa assume sempre le forme delle strutture sociali e politiche entro cui opera. APPROCCIO AUTORITARIO: è privo di contenuto teorico e ha il suo principio ispiratore nelle parole di SAMUEL JOHNSON scrittore inglese del XVIII°: ogni società ha il diritto di preservare la pace e l‟ordine pubblico e ha il diritto di proibire la diffusione di opinioni pericolose. Tale diritto spetta alla Società. TEORIA SOVIETICA: i media avevano come loro obiettivo la diffusione dell‟ideale marxista e il raggiungimento di una società senza classi. C‟è un forte richiamo ai diritti della società piuttosto che a quelli dell‟individuo. TEORIA LIBERTARIA: è descritta nei termini della classica battaglia per la libertà e la democrazia e anche come base del sistema mediale americano. La libertà è concepita come libertà dal governo e non anche dalla proprietà privata. Questa teoria si riferisce soprattutto alla stampa. TEORIA DELLO SVILUPPO: occorrerebbe una teoria che riconoscesse che i paesi in via di sviluppo hanno spesso bisogno di risorse, denaro e infrastrutture per sostenere una adeguato sistema mediale. Capitolo 8 i media sono considerati una vera e propria industria e producono beni privati e pubblici; essi sono strutturati secondo diverse caratteristiche: 1. diritto alla libera espressione e formazione delle opinioni. 2. Non favoriscono in nessun modo i detentori del potere. 3. diversificano i loro temi e contenuti in base al pubblico. 4. Propongono un'informazione oggettiva volta ad educare il cittadino alla vita sociale e politica. 5. Hanno l'obbiettivo latente di mantenere l'ordine sociale; non sostengono quindi idee di tipo sovversivo. 6. Promulgano la cultura. Responsabilità dei media tutti quei processi volontari o involontari attraverso i quali i media rispondono direttamente o indirettamente alla società di appartenenza in merito alla qualità e/o alle conseguenze di quanto da essi diffuso, con particolare riferimento alle questioni di bene pubblico. esistono effettivamente due diversi tipi di controlli, quello interno e quello esterno; Quello interno è di responsabilità dei proprietari dei canali mediali mentre quello esterno è di competenza di colo che potrebbero essere danneggiati dai media. 4 CORNICI FONDAMENTALI DELLA RESPONSABILITA: 1. LEGGE E REGOLAMENTAZIONE: creare e mantenere le condizioni per una comunicazione libera all‟interno della società; documenti regolativi riguardo a cosa i media devono e non devono fare. 2. FINANZA E MERCATO: il mercato è un importante mezzo per equilibrare gli interessi delle organizzazioni mediali e quelli dei loro pubblici; dovrebbe incoraggiare il miglioramento tramite la concorrenza. 3. RESPONSABILITA’ PUBBLICA: le organizzazioni mediali svolgono alcune importanti funzioni pubbliche. 4. RESPONSABILITA’ PROFESSIONALE deriva dalle norme deontologiche dei professionisti che lavorano nei media CAPITOLO 10 carattere nazionale e internazionale dei media esiste una divisione netta tra media di carattere nazionale e media di carattere internazionale: cinema, giornali e radio sono mass media nazionali, poiché cambiano a seconda del paese in cui ci si trova; i libri e la stampa sono invece di carattere internazionale perchè lo stesso testo viene tradotto in tutto il mondo. il fattore tecnologico ha però un notevole impulso alla globalizzazione la quale però ha anche fatto si che si venissero a creare numerosi stereotipi. L'esempio più lampante dell'internazionalizzazione è la diffusione globale della musica, specialmente quella pop La comunicazione di massa globale è quindi un fenomeno molto vario che si può raccogliere in diverse modalità: 1. TRASMISSIONE e DISTRIBUZIONE diretta di canali mediali da un paese ai pubblici di un altro 2. Alcuni MEDIA specificatamente INTERNAZIONALI (MTv, Cnn, Bbc) 3. Contenuti di vario tipo importati e inseriti nell‟offerta nazionale 4. Formati e genere di origine straniera, adattati o rielaborati per adeguarli al pubblico nazionale 5. Notizie internazionali mostrate dai media nazionali 6. Contenuti vari (eventi sportivi, pubblicità) di origine o riferimento stranieri La LINGUA e la CULTURA sono barriere naturali alla globalizzazione IMPERIALISMO CULTURALE O MEDIATICO
tentativo di invadere o sovvertire lo spazio culturale altrui (con l‟IMPOSIZIONE). I contenuti trasmessi riflettevano VALORI OCCIDENTALI quali l‟individualismo, il secolarismo, il materialismo (CONTROLLO GLOBALE DEL MERCATO, OCCIDENTALIZZAZIONE) – promuovere il capitalismo. La globalizzazione della cultura combatte ideologie come l' ETNOCENTRISMO, NAZIONALISMO e XENOFOBIA che hanno caratterizzato alcuni media nazionali. XIX secolo: nasce la GLOBALIZZAZIONE DELLE NOTIZIE – la notizia è stato il primo prodotto mediale ad essere mercificato. SQUILIBRIO INFORMATIVO: i paesi in via di sviluppo sono massicci importatori di notizie, mentre i paesi sviluppati producono un‟enorme quantità di notizie selezione notizie estere. Fattori che influenzano le notizie estere: • FATTORI LEGATI ALL‟ORGANIZZAZIONE: hanno anche conseguenze ideologiche la raccolta delle notizie deve essere organizzata verso eventi e storie che ben si adattano alla macchina della selezione • FATTORI LEGATI AL GENERE: preferenza per eventi-notizia che rispondano all‟aspettativa del pubblico e che possano essere facilmente inquadrate in una cornice interpretativa • FATTORI SOCIO-CULTURALI: si legano all‟interesse nei confronti dei personaggi pubblici come pure verso vicende negative, violente o drammatiche. Questa graduale globalizzazione della cultura ha dato vita ad un meccanismo di tutela dell'identità culturale; riguardo alla globalizzazione esistono DUE TENDENZE CONTRADDITTORIE CENTRIPETA (verso al COESIONE) e CENTRIFUGA (verso la FRAMMENTAZIONE) poiché i media uniscono paesi e culture diverse ma I media non si impegnano granchè a diffondere le culture realmente diverse. Le condizioni principali per lo svilupparsi di questa cultura globalizzata sono: • Esistenza di un LIBERO MERCATO dei prodotti mediali • Effettivo DIRITTO ALL‟INFORMAZIONE (libertà politica, di parola…) • Serie di TECNOLOGIE Capitolo 12: il contenuto dei Media Lo studio del contenuto dei Media è nato da un interesse per gli effetti che questo esercitava sul pubblico. All‟inizio ci si focalizzava prevalentemente sul contenuto della notizia, sul sesso o sulla violenza trasmessa, dando per scontato che il contenuto dei Media corrispondesse ai fini dei produttori. In realtà gli aspetti più interessanti sono proprio i messaggi non evidenti, nascosti nei contenuti mediali. Gli approcci Marxisti, di cui il più importante è quello della scuola di Francoforte, riprendono l‟idea di falsa coscienza (=pensiero comune che deriva dalla riproduzione dei feticci sociali-pensiero alienato). Viene posto il problema della “decodifica”, i testi non soltanto “mediano la realtà ma creano di fatto l‟esperienza”. Per Hall si da luogo all’egemonia quando un‟insieme di idee dominanti permeano la società in modo tale da far sembrare sensato il potere dominante. L‟egemonia tende a liquidare l‟opposizione, aiutata dall‟informazione che opera nei seguenti modi: -maschera alcuni aspetti della realtà, dando per scontato la natura classista della società; -produce una “frammentazione” degli interessi, che insidia la solidarietà nelle classi subalterne; -la notizia impone un‟unità e coerenza immaginarie. Un altro aspetto critico riguarda la pubblicità. Althusserl riadatta il concetto di ideologia, che è l’espressione del rapporto immaginario che gli individui hanno con le condizioni reali dell’esistenza. Per Williamson l‟opera ideologica della pubblicità si compie trasferendo significati e idee rilevanti (bellezza, felicità, natura) ai prodotti commerciali e per questa via a noi stessi. Processo simile è la mercificazione, cioè il modo in cui la pubblicità trasforma il valore d’uso dei prodotti in valore di scambio, consentendoci di raggiungere lo status sociale desiderato. Il punto sicuramente più criticato è il contenuto spropositato di violenza, che non incoraggia tanto alla violenza diretta, ma che provoca disturbi emotivi e gusti devianti (il thrilling e azione sono i generi d‟intrattenimento preferiti). La critica fondata sul genere, ovvero come i due generi (in particolare quello femminile) vengano posizionati dai testi nelle interazioni testuali e narrative è un argomento molto vario, che si concentra sulla stereotipizzazione e marginalizzazione della donna. (Analisi della Soap opera che propina un modello patriarcale e di divisione del lavoro). Un altro universo di pensiero sul cdm è lo studio del linguaggio;lo strutturalismo riguarda il modo di costruzione del significato nei testi. Il termine struttura suggerisce una relazione di elementi ordinati, ma spesso non è così evidente e occorre una decodifica. Non si occupa solo dei linguaggi orali ma anche di ogni sistema segnico che abbia tratti linguistici ,studiando il loro significato alla luce della cultura dove sono inseriti. Il segno è composto da: significante(l‟elemento fisico) e significato (il concetto mentale evocato da un segno fisico in un codice linguistico. La relazione fra significante e significato è governata dalle norme di cultura e deve essere condivisa dalla comunità interpretativa. La significazione opera in genere a due livelli: denotativo (il significato letterale) e connotativo (il significato accessorio che può essere evocato); l‟attivazione del secondo richiede una consuetudine con la cultura da parte del lettore. Barthes introduce il concetto di mito= sono una serie di idee preesistenti e cariche di valore desunte dalla cultura e trasmesse con la comunicazione. La semiologia (o semiotica) può essere usata per individuare la distorsione del contenuto dei media e l‟ideologia latente. La teoria si è sempre occupata della “sede” del significato. I testi fortunatamente sono permeabili all‟analisi diretta, non deperiscono nel tempo, anche se il loro contesto si deteriora e con questo la possibilità di sapere veramente il significato che avevano per gli emittenti o riceventi. La scelta del metodo di ricerca segue la distinzione tra: -Paradigma del contenuto tradizionale: analisi del contenuto tradizionale, contenuto manifesto. Si base su due assunti principali, ovvero che il legame tra „oggetto e il riferimento ad esso collegato siano chiari e che la frequenza dei riferimenti rivelerà il significato. Uno dei limiti a questo sistema è che crea un sistema di categorie prima di applicale è tende ad imporre il proprio sistema anziché dedurlo, vi è inoltre la presunzione che le categorie istituite siano attendibili. - Variante qualitativa critica: afferma che i significati più importanti sono quelli nascosti/latenti.
Dei due metodi (analitico e interpretativo) non ce n‟è uno più giusto dell‟altro, poiché vengono utilizzati per fini diversi. Esistono anche casi dove vengono usati entrambi (approccio ibrido). Un altro pensiero in voga è quello psicanalitico. Discrepanza fra gli autori/pubblico e l‟analisi del contenuto: gli autori credono sempre nell‟unicità e originalità di ciò che fanno; gli spettatori pensano al contenuto come una fonte di soddisfazioni provate e attese. Capitolo 13: Generi e testi dei media Il termine genere viene applicato a ogni categoria particolare di prodotto culturale. Presenta le seguenti caratteristiche: -ha un‟identità collettiva riconosciuta sia dai media che dal pubblico dei media, che riguarda i suoi fini, la sua forma e il suo significato. -tende a perpetuare le forme culturali, seguendo una struttura narrativa o una successione di azioni prevedibile, con un repertorio di variazioni sul tema. Il genere può essere considerato un congegno pratico per consentire a ogni mezzo di comunicazione di massa di produrre in modo efficiente e coerente e per legare la sua produzione alle aspettative dei consumatori. Soap opera: esempio molto tipico della forma narrativa seriale. Talk show: inizia come programma di intrattenimento (televisione del mattino) per espandersi in tutto il mondo sotto forma di programmi che vanno dalle trasmissioni più sensazionalistiche a serissime occasioni di partecipazione politica. Berger ipotizza che tutto il contenuto televisivo possa essere classificato secondo quattro tipi, riportati su due dimensioni: grado di emotività(e) e grado di obiettività(o): -Concorsi: programmi con competizione (+e;+o) -Attualità: informazione (-e; +o) -Sceneggiati: coprono l‟arco della fiction (+e;-o) -Persuasivi: pubblicità, patrocinio, propaganda (-e; -o) Altheide e Snow hanno elaborato un metodo di analisi usando il concetto di: - logica mediale:insieme di regole e norme implicite che disciplinano il trattamento e la presentazione del contenuto. L‟agire della logica mediale implica l‟esistenza di una “grammatica mediale”. - formato mediale: sono routine per trattare temi specifici all‟interno di un genere, possono attraversare le tradizionali categorie contenutistiche del prodotto mediale, compresa la linea di demarcazione tra finzione e realtà. La notizia è uno dei pochi contributi originali dei mass media alle forme culturali di espressione. A differenza di quasi tutte le altre forme di creatività, il news-making non può avvenire privatamente e neppure individualmente. L‟istituzione fornisce non solo il meccanismo di distribuzione ma anche la garanzia di credibilità e autorevolezza. I due padri fondatori della sociologia della notizia erano due ex-giornalisti. Lippman dice che la notizia non è uno specchio della situazione sociale, ma la cronaca di un aspetto che si è imposto all‟attenzione. Park la paragonò alla storia, fissando alcuni punti: -la notizia è tempestiva (riguarda eventi recentissimi), - non è sistematica (eventi scollegati) -è effimera(vive solo finchè gli avvenimenti sono attuali) -gli eventi che diventano notizia devono essere insoliti o imprevisti, nonché caratterizzati da certi “valori” che implicano un giudizio soggettivo sul presunto interesse del pubblico -serve a calamitare l‟attenzione e non sostituisce il sapere -la notizia è prevedibile (paradosso di Park, a fare notizia sono le cose temute e desiderate). Breed dice che la notizia è contrapposta all‟interesse umano, cioè la prima riguarderebbe l‟informazione seria, mentre il secondo qualcosa come l‟intrattenimento. Come nel caso degli altri generi, esistono varianti della notizia (es.pettegolezzo) e forzature di genere ( es.televisione spazzatura). Goffman sosteneva che l‟organizzazione di informazioni o di aspetti dell‟esperienza avvenga attraverso un frame, una cornice cognitiva. In questo caso il frame del contenuto viene confrontato con il frame del membro del pubblico. Secondo Entman riassume il tutto dicendo che i frame individuano dei problemi, ne diagnosticano le cause, formulano dei giudizi morali e suggeriscono i rimedi. Quando le notizie arrivano ai media dalle fonti esterne esse sono già preconfezionate all‟interno di un frame adeguato agli scopi della fonte, perdendo in partenza la loro obiettività. Più la fonte è potente e il flusso di informazione controllato, più il processo di framing è influenzato. La forza del genere notizia è attestata dal grado in cui certi tratti fondamentali si ritrovano nei diversi media, nonché il modo di indicare l‟importanza di eventi e tipi di contenuto e il modo di strutturare il tutto. Gran parte dei contenuti dei media, in un modo o nell‟altro, raccontano storie, strutturate secondo modelli prevedibili. La funzione principale della narrazione è quella di dare un senso ai resoconti dell‟esperienza (essa rielabora i miti dominanti di un società, con un inevitabile carico ideologico). La notizia non segue una narrazione normale (sintesi all‟inizio, sequenza che sviluppi i vari valori-notizia ). Gli aspetti della forma della notizia sono chiaramente legati alla ricerca dell‟obiettività nel senso di fatticità (aderenza ai fatti), che è vitale per il genere notizia, infatti l‟idea stessa di notizia è che questa va al di la delle opinioni, ma di fatto non esiste un sistema di raccolta e trattamento delle notizie che sia realmente non ideologico, apolitico e imparziale. Il linguaggio della notizia è lineare(un‟unica dimensione), 2 modi: -Performativo(interpretativo e affabulatorio) -Constativo (dimostrativo e fattuale). Il termine “testo” è stato usato in due accezioni fondamentali: come messaggio stesso (doc stampa, programma tv) e l‟incontro tra il contenuto e il lettore. Fiske ci dice che un programma è prodotto dall‟industria, un teso dai suoi lettori. Il contenuto dei mass media è in linea di principio polisemico (+significati) e fatto di molti linguaggi, tratto fondamentale della cultura mediale popolare, poiché più significati coesistono, più persone di differenti categorie sociali è possibile attirare. Riprendendo Hall e la sua teoria di codifica/decodifica, egli nota come i contenuti mediali “costruiscano” il lettore. Il “lettore iscritto” è generalmente colui a cui si indirizza essenzialmente il messaggio. Questo processo è anche chiamato “interpellanza” e significa il modo in cui un qualsiasi uso del discorso “aggancia” il ricevente. I media sono intertestuali, perché rimandano continuamente uno all‟altro. Noi capiamo la realtà che ci circonda tramite la nostra comprensione dei codici e delle convenzioni linguistiche. Un contenuto mediale può essere considerato aperto/chiuso. La differenza fra questi ha un possibile significato ideologico: una rappresentazione più aperta produce
anche punti di vista alternativi, una chiusa rafforza la visione dominante. Una trama stretta/larga rafforzerebbe rispettivamente una scelta aperta/chiusa. La narrazione dipende spesso da una presunzione di realismo e serve a rafforzare il senso di realtà, evocando la prevedibilità del comportamento umano. Il realismo dei media dipende dall‟atteggiamento secondo il quale quello che è rappresentato è verosimile (potrebbe accadere o è già accaduto). Capitolo 14: Tradizioni teoriche e di ricerca (pubblico) Il termine Pubblico(audience) indica i riceventi nel modello sequenziale più semplice del processo di comunicazione di massa. I pubblici sono il prodotto del contesto sociale e la risposta ad un particolare modello di offerta mediale. In questo modo un pubblico può essere definito in base al luogo, alle persone, al tipo di mezzo o canale, in base al tempo. Herbert Blumer coniò il termine massa, che ricorda qualcosa di ampio e disperso, dove i membri posso anche non conoscersi fra loro. All‟inizio aveva una connotazione prevalentemente negativa, contrapponendosi agli ideali di individualismo tipici della visione Occidentale e della visione pessimistica della società industriale moderna. Dal momento che le persone scelgono liberamente quale prodotto mediale fruire, esse non ritengono di essere manipolate. L‟interazione sociale che si sviluppa intorno ai media aiuta le persone ad incorporarla all‟interno della vita quotidiana come una presenza più amica che alienante. Considerando che i media sono divenuti un business sempre più grande, il termine “mercato mediale” è diventato di uso universale e può essere definito come insieme di consumatori ideali o potenziali dei servizi e dei prodotti dei media di cui è noto il profilo socio-economico; i rapporti interni tra i consumatori vengono ignorati e si può parlare di transazione commerciale tra produttore e consumatore (ci si concentra più sul consumo che sulla ricezione), dove i membri del pubblico non sanno di far parte di un mercato e tutto il discorso è implicitamente manipolatorio. Quando si parla di ideologia della cultura di massa, si intende quel momento secondo cui gran parte dell‟intrattenimento popolare è automaticamente bollato come inferiore, privo di gusto è di incapacità di scelta. Smythe avanzò l‟ipotesi secondo la quale i vari pubblici lavorino effettivamente per i pubblicitari. Essi lo fanno dedicando parte del proprio tempo ai mezzi di comunicazione: questo impegno viene confezionato e venduto dai media come un nuovo tipo di merce. Il pubblico deve ancora pagare per i media. Tutto il sistema poggia su questa estrazione di plusvalore. I cosiddetti indici d‟ascolto sono il prezzo concordato a cui i pubblicitari e le reti comprano e vendono la merce-audience. Le varie tipologie di gruppo sono: Pubblico come gruppo: è una collettività che preesiste indipendentemente dalla sua identificazione come insieme di ascoltatori (gruppo sociale). Pubblico come insieme di gratificazioni: ci si riferisce alle molteplici possibilità dei pubblici di formarsi sulla base di necessità, preferenze, interessi connessi ai media. È qui rilevante il concetto di cultura del gusto, elaborato da Gans per descrivere il pubblico generato dai media, fondato su una convergenza di interessi piuttosto che su un comune background sociale o locale. Pubblico come mezzo: si identifica in base alla scelta di un particolare tipo di mezzo (utenti regolari e fedeli). Oggi è la maggior parte dei pubblici è talmente sovrapposta che non c‟è una grande differenziazione, se non a seconda dei media, in base ai rispettivi usi, funzioni sociali, vantaggi svantaggi percepiti. Nell‟economia dei media, la questione della sostituibilità continua ad essere importante e viene spesso sollevata per capire fino a che punto determinati pubblici dei media rimangono tali. Pubblici definiti dal canale o contenuto: qui il concetto più rilevante è quello di fandom(regno dei fan) Il Pubblico raggiunto dai media: Pubblico potenziale: tutti coloro che hanno le competenze di base e/o la possibilità pratica di ricezione. Pubblico pagante: chi paga per un prodotto mediale. Pubblico attento: chi legge o guarda i contenuti. Pubblico interno: chi rivolge l‟attenzione a particolari generi o parti del contenuto. Pubblico cumulativo: la percentuale di pubblico potenziale raggiunta in un determinato periodo. Pubblico target: il segmento di pubblico potenziale preso di mira. La ricerca della selettività ha portato a distinguere differenti segmenti di attività del Pubblico: Selettività: definire un pubblico attivo in base alle scelte o ai rifiuti rispetto ai media. Un consumo abbondante di media è generalmente definito indiscriminato e quindi inattivo. Utilitarismo: il consumo dei media è determinato dalla soddisfazione di un bisogno più o meno conscio. Intenzionalità: il pubblico si impegno attivamente nell‟elaborare informazione e esperienza. Refrattarietà: la capacità di un pubico di resistere a influenze o informazioni indesiderate. Coinvolgimento: che può essere inteso come coinvolgimento emotivo o il semplice reagire ad un contenuto. Capitolo 15 concetto di feedback:il sistema dei media risponde al FEEDBAck del pubblico in modo da mantenere un equilibrio tra domanda e offerta; il pubblico ha dei bisogni sociali come ad esempio l'intrattenimento, l'informazione, lo svago,... e i media offrono in risposta un contenuto mediale adeguato alla domanda. Ovviamente l'offerta è varia e risponde ad ogni tipo di richiesta da parte del pubblico. È proprio per questo motivo che il pubblico utilizza i canali mediatici, per ottenere coesione sociale, informazione pubblica e la continuità culturale. Stile di vita e psicografia:la psicografia è la combinazione di caratteristiche psicologiche e demografiche studiate per aiutare la classificazione di diversi stili di vita e quindi di diverse categorie di consumatori , in modo tale da facilitare l'obbiettivo commerciale dei media e l'ideazione pubblicitaria. Pubblico e generela: diversità dell'utilizzo dei media è riconosciuta da tempo: certi tipi di contenuto sono specificatamente creati per un pubblico femminile ( soap opere, fiction,...) e altri rivolti a soddisfare un pubblico maschile ( sport,...).
Punto di vista del pubblico: nello studio delle relazioni tra media e pubblico, sono state identificati due diversi tipi di dimensioni collegate all' utilizzo dei media: • interazione, ovvero quando il pubblico si sente coinvolto dalla storia da portarlo ad effettuare una sorta di interazione con gli attori ( film horror ) • identificazione, significa invece che lo spettatore prova una sorta di coinvolgimento con la figura mediale. Queste due dimensioni, portano il pubblico a provare cattura o distacco nei confronti del prodotto mediale proposto. esistono due gradi di coinvolgimento con i personaggi e personalità mediali: riconoscimento nel quale lo spettatore ha un legame positivo nei confronti del personaggio ma non per questo perde la cognizione della realtà; in secondo luogo troviamo l'identificazione che rende il coinvolgimento del pubblico così forte da calarsi nei panni del protagonista e perdere così il contatto con la realtà MERCATO MEDIALE e mercificazione del pubblico:il mercato mediale è un aggregato di consumatori reali o potenziali dei servizi e dei prodotti dei media, di cui è noto il profilo socio-economico [emittente e riceventi sono legati da un rapporto interessato]. I membri del pubblico non hanno la consapevolezza di far parte di un mercato – discorso implicitamente MANIPOLATORIO. Sono i mezzi di comunicazione ad essere serviti dai loro ascoltatori e non viceversa. Fine del pubblico?:CON LE NUOVE TECNOLOGIE sparisce il concetto di pubblico, visto come un insieme di spettatori passivi, lasciando il posto ad una graduale trasformazione dei contenuti mediali basati sui gusti e gli stili di vita; quest'evoluzione da vita alla segmentazione e alla frammentazione, ovvero il processo per cui i prodotti mediali sono mirati ad uno specifico pubblico e la proposta mediale diventa sempre più ampia. Grazie allo sviluppo dei media, siamo partiti da un modello unitario dell'esperienza mediale ( tutti guardano e leggono quello che c'è), per poi passare pian piano a modelli intermedi, fino ad arrivare al modello della dispersione caratterizzato da infinite offerte mediali. (Esistono 3 principali approcci di ricerca sul pubblico STRUTTURALE (studio pubblico: composizione ,chi. quanti e come sono, a che livello sociale appartengono gli spettatori prendendo come misurazione quanto e quando viene utizzato il media) COMPORTAMENTALE (studio su usi e effetti dei media) SOCIO-CULTURALE (capire significato del contenuto ricevuto) ) Capitolo 16: La ricerca sugli effetti L‟intero studio della comunicazione di massa si basa sulla premessa che i media hanno effetti importanti. La nostra mente è colma di informazioni e impressioni ricavate dai mezzi di comunicazione. In molti casi è indubbia l‟influenza che i media esercitano, ma è insensato parlare dei media come entità; essi sono i veicoli di un insieme eterogeneo di materiale proveniente dalla società stessa a cui ritornano attraverso questi ultimi. L‟evoluzione della riflessione sugli effetti sociali dei media ha avuto una storia naturale (sviluppata con circostanze di tempo e spazio, influenzata da governi e tecnologie): Prima fase-media onnipotenti: 900- anni‟30, ai media si attribuiva il potere quasi assoluto di formare la pubblica opinione.→effetti diretti Seconda fase-verifica della teoria dei media onnipotenti: anni ‟30-‟60, senso comune che assegna un ruolo molto più modesto ai media nel provocare effetti intenzionali o involontari (operavano in contesti culturali e sociali già preformati)→effetti condizionali Terza fase-riscoperta del potere dei media: si continuano a cercare i possibili effetti, ma in base a concezioni aggiornate dei processi sociali e mediali in gioco. Noelle-Neumann slogan “ritorno all‟idea dei media potenti”→effetti cumulativi Quarta fase-influenza negoziata: la nuova posizione conserva alcuni punti di contatto con la prima fase (ideologia e falsa coscienza). L‟approccio considera sia il potere dei media sia quello della gente di scegliere, trovandosi su un terreno di continua negoziazione.→effetti cognitivo-transazionali. Il potere dei media può variare nel tempo, ad esempio è assai probabile che la gente dipenda maggiormente dai media come fonte di informazione e orientamento in tempi di cambiamento e di incertezza. Gli effetti dei media sono semplicemente le conseguenze dell‟attività, intenzionale o meno dei mcm. L‟espressione potere dei media sta ad indicare la capacità di indurre effetti. L‟efficacia dei media indica la loro efficienza nel raggiungere un certo obiettivo. Framing: come effetto dei media si riferisce all‟influenza sul pubblico da parte delle cornici interpretative entro cui vengono contestualizzate le notizie. Agenda setting: il processo attraverso cui l‟attenzione prestata a temi presentati dalla copertura informativa influenza la consapevolezza pubblica e l‟attribuzione di importanza. Effetti involontari a breve termine: Reazione individuale: le conseguenze impreviste dell‟esposizione individuale ad uno stimolo mediale. Reazione collettiva Effetti politici Effetti intenzionali a lungo termine: Promozione dello sviluppo Diffusione dell‟innovazione Diffusione dell‟informazione Diffusione del sapere Effetti involontari a lungo termine Controllo sociale: riguarda le tendenze sistematiche a far rispettare un ordine stabilito o un modello di comportamento. Socializzazione: il contributo informare dei media all‟adozione di norme e valori. Impatto sugli eventi: il peso dei media nello sviluppo di grandi avvenimenti.
Definizione della realtà e costruzione del significazione Cambiamento istituzionale Mutamento culturale Effetti sull‟integrazione sociale. Modello stimolo-risposta: singolo messaggio→singolo ricevente→reazione; questo modello viene poi sviluppato in una sequenza di sei stadi (teoria del proiettile o ipodermica), termini che sopravvalutano l‟eventualità di un effetto e la vulnerabilità del fruitore. Fattori di mediazione: fonte, contenuto, canale, riceventi, destinazione. Le campagne hanno obiettivi aperti e dichiarati e durano un tempo limitato. Il target è in genere un pubblico di massa. Una caratteristica peculiare di molte campagne è che puntano a redistribuire un ammontare di attenzione, azione o denaro pubblico limitato (condizione somma-zero).Il successo di una campagna dipende da un compromesso ragionevole tra la composizione del target e il pubblico di fatto raggiunto. Capitolo 17:Effetti socio-culturali Wartella e i suoi colleghi elaborano 3 modelli teorici Teoria dell’apprendimento sociale Effetti di priming: determinati contenuti (ad esempio violenti) “innescano” pensieri e valutazioni simili Teoria dello script: il comportamento sociale è regolato da copioni che indicano come comportarsi. Teoria della coltivazione (Gerbner): la televisione si è conquistata un posto così centrale nella vita quotidiana da dominare il nostro “ambiente simbolico” sostituendo il suo messaggio sulla realtà (distorto) all‟esperienza personale. La televisione è anche definita l‟arma di establishment industriale. Le critiche mosse ai media sono varie: sono stati accusati di portare all‟isolamento personale, alla frammentazione sociale. Putnam accusa la televisione della decadenza del capitale sociale. Capitolo 18: Informazione, opinione pubblica e comunicazione politica Le notizie non vengono trasmesse a scopo di apprendimento, ma più semplicemente per offrire informazioni potenzialmente in grado di soddisfare bisogni e interessi per il pubblico. È peraltro noto che molta informazione viene “consumata” senza molta attenzione e con scarsa selettività. La notizia viene inquadrata tematicamente per facilitarne la compressione, ed è ragionevole supporre che il pubblico utilizzi gli stessi schemi nell‟elaborarla. Lo schema(o frame) è una struttura cognitiva consistenza nella conoscenza organizzata di situazioni o individui, desunta da esperienze precedenti ed usata per elaborare nuove informazioni. Ci sono due tipi di frame: media frames e individual frames. L’agenda setting (Shaw –McCombs) ha come idea centrale che l‟informazione dei media indica al pubblico quali sono le principali questioni all‟ordine del giorno e questo si riflette in quelle che il pubblico pensa siano le principali notizie. Nonostante la logica della teoria, quanto più ci si allontana dal concetto generale che i media orientano l‟attenzione e modellano il sapere e si passa ad esaminare casi concreti, tanto più dubbia diventa l‟esistenza di tale teoria. Rogers e Dearing riconoscono 3 tipi di agende: le priorità dei media, quelle del pubblico e quelle della politica. Si parla di effetti mediali di priming (cioè di innesco) come aspetto più specifico dell‟agenda setting, la capacità di innescare determinati criteri di giudizio nel target pubblico, in modo da modellarne l‟opinione. Un‟opinione è la dichiarazione di preferenza per un‟argomentazione o per una scelta. Ha un carattere provvisorio e non vi è obbligo di coerenza. L’opinione pubblica è l‟inclinazione predominante della popolazione nel suo complesso, nonostante abbia una certa interdipendenza dagli individui che la formano. I media influenzano molto meno gli atteggiamenti che le opinioni, poiché gli atteggiamenti sono più resistenti e cambiano molto lentamente. Il concetto di spirale del silenzio deriva da una più ampia idea di opinione pubblica; in breve, la teoria suggerisce che, per non rimanere isolati su importanti questioni, molti si lasciano guidare da quelle che ritengono le opinioni dominanti nel loro ambiente. Collegata a questa troviamo l‟idea degli effetti “terza persona”: il punto centrale è che molte persone sembrano pensare che altri, non loro, sarebbero soggetti all‟influenza dei media. I media tendono a raffigurare il mondo come più pericoloso di quanto non lo sia in realtà. Gli effetti della comunicazione politica vanno ricercati nella reciproca dipendenza della politica dai veicoli mediali. Nonostante tutto, è raro trovare conferma dell‟ipotesi che i media influiscano in modo significativo sul risultato elettorale. Sebbene le possibilità di influire sul risultato di una competizione elettorale siano davvero scarse, sarebbe più facile perdere un‟elezione non facendo campagna o facendola male; le campagne infatti tendono alla conservazione dello status quo, per timore di passi falsi e dei dannosi effetti boomerang. Gli effetti dei media sulle istituzioni sono sintetizzati nel concetto di mediatizzazione. Esso viene ormai correntemente usato per indicare i processi di adattamento della politica alla logica dei media e per sottolineare la crescente importanza della cosiddetta “politica simbolica”. L‟espressione “effetto CNN” è stata riferita all‟influenza sulla politica estera esercitata dai media. Il termine deriva dal mito che i canali globali riescono a collegare direttamente e in tempo reale i governi agli eventi mondiali. Si può definire la propaganda come il tentativo deliberato e sistematico di modellare le percezioni e i comportamenti verso una risposta promossa dal propagandista (accezione negativa, è il nemico che fa propaganda). In condizioni di monopolio sull‟informazione o di gravi conflitti etnici, il controllo dei media viene usato per alimentare l‟odio e incitare alla violenza. Capitolo 19 Non c'è motivo di pensare che la comunicazione di massa tradizionale non scomparirà perchè l'uso dei nuovi media è ancora condizionato dalle aspettative ed abitudini dei cittadini, inoltre i vecchi media hanno risposto in modo eccellente all'arrivo dei nuovi media. A livello politico i nuovi media sono stati criticati poiché hanno di fatto favorito la banalizzazione della politica e la sua spettacolarizzazione al contrario di quello che hanno sempre fatto i media tradizionali.
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