Riassunto Psicologia Legami Familiari
December 5, 2022 | Author: Anonymous | Category: N/A
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PSICOLOGIA DEI LEGAMI FAMILIARI I.
IL QUADRO STORICO E TEORICO
LA FAMIGLIA TRA IDENTITA’ E MUTAMENTO Due sono le domande fondamentali che hanno segnato il percorso storico-teorico sulla famiglia, quella sull’identà (cos’è la famiglia e come denirla) e quella sul mutamento familiare (come si evolve la famiglia). Possiamo individuare nelle teorizzazioni sui piccoli gruppi e nella teoria dei sistemi gli approcci che più hanno contribuito a rispondere alla domanda sull’identà della famiglia. Mentre nella Family stress and coping tory e nella family development teory quelli che si sono occupa dei mutamen familiari. A parre dagli anni ’80, l’interesse degli studiosi si sposta e concentra il tema sul funzionamento della famiglia araverso mini-teorie. COME DEFINIRE LA FAMIGLIA: LA DOMANDA SULL’ IDENTITA’ FAMILIARE La famiglia come piccolo gruppo : aspe di somiglianza somigl ianza e di dierenza die renza Gli studiosi sono sta colpi dall’unità familiare. Burgess ad esempio deniva la famiglia come “unità di persone interagen”. Kurt Lewin in quel periodo riesce r iesce a concepire il gruppo come fao psicosociale. Egli denisce il gruppo come: Il gruppo è qualcosa di più, o meglio qualcosa di diverso dalla somma dei suoi membri, Ha struura e ni peculiari e relazioni parcolari con gli altri gruppi, Può denirsi come totalità dinamica.
Emergono così due aspe innovavi: l’idea che il gruppo sia un’ eccedenza e il secondo è l’idea di interdipende interdipendenza nza dei membri . La denizione di famiglia come piccolo gruppo si è quindi denita negli anni ’50. L’oggeo famiglia arriva dunque ad assolvere pienamente le caraerische richieste dai gruppi sociali. Alcune caraerische sono di natura psicologica come:
presenza di interazioni frequen orientate al perseguimento di uno scopo comune ai componen dell’insieme in esame, presenza di consapevolezza.
Altri rieono in maniera più evidente sui processi di natura sociale:
presenza di una struura organizzava orizzontale presenza di una struura gerarchica vercale presenza di una struura normava
Il “vantaggio” del gruppo/famiglia è dovuto al fao che esso viene considerato un sistema sociale in miniatura. Il gruppo sociale negli ulmi anni è stato concepito come un contenitore, e il ffocus ocus si è spostato dalle qualità psichiche del campo, le forme di relazione all’individuazione dei ussi di interazione. Emerge così la necessità di trovare dierenze tra la famiglia e i piccoli gruppi. I piccoli gruppi appaiono caraerizza da seng arciali, alto livello di manipolazione da parte del ricercatore e controllo massimo delle variabili, mentre la famiglia rappresenta il seng naturale e minimi livelli di manipolazione e controllo. La famiglia è quindi una forma sociale primaria perché sta all’origine della stessa civilizzazione in quanto luogo che garansce il processo generavo dal punto di vista biologico, psicologico, sociale e culturale. Essa è anche una forma sociale primaria. Dieren sono gli scopi dei due pi di gruppi, in quanto la famiglia ha come scopo lo sviluppo dei suoi membri e della famiglia come un tuo, mentre i piccoli gruppi sono nalizza da produvità e ecienza. E’ dierente così anche la gesone del potere, nei gruppi c’è la necessità di un leader mentre nella famiglia il potere è suddiviso in base ai ruoli da essi ricoper e dalla posizione intergenerazionale occupata. I gruppi famiglia possiedono la dimensione storico-tempo storico-temporale rale, che non è per niente signicava nei gruppi ad hoc. In sintesi, l’identà della famiglia viene idencata: nel suo essere gruppo naturale/primario, dotato di totalità dinamica, interdipendenze e nell’avere sue specicità per quanto riguarda la struura, i ni e la dimensione temporale.
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La famiglia come sistema : il caleidoscopico contributo della terapia familiare fam iliare Nel 1950 nasce la terapia familiare, un movimento policentrico che presenta mol e diversi pun d’origine. Un primo lone è dato dalla psicoanalisi. Facciamo riferimento a Sullivan e Fromm-Reichmann, che nel 1948 sviluppa il conceo di “madre schizofrenogena” per censurare la schizofrenia del glio. Si traa di un primo tentavo di indagare questa forma della soerenza psicoca, spostando l’aenzione dall’inconscio individuale alle relazioni signicave per la vita della persona. Si vuole quindi ricercare strumen più ecien di quelli che av aveva eva precedentemente trovato Freud. Ad esempio, Nathan Ackerman, pioniere della terapia familiare a New York. In italia abbiamo Mara Palazzoli, a dare un contributo allo sviluppo della clinica della famiglia, lavorando su pazien anoressico-bulimiche. Troveremo quindi un cambiamento clinico. Esso si occuperà del disagio clinico non più legato al singolo individuo bensì nel suo contesto relazionale. Emerge così il conceo di sistema partendo da due linee teoriche: la ciberneca (branca della matemaca che si occupa dei processi di scambio dell’informazione) e la teoria generale dei sistemi. Esso (il sistema) possiede la non sommavità, dal momento che esso possiede una totalità con le sue proprietà che emergono dalla complessità delle interconnessioni delle sue par. Gli scambi delle par del sistema non avvengono in modo casuale, essendo organizzate secondo regole (paern). Meccanismi di autoregolazione, che consente di evitare cambiamen destabilizzan. Il mantenimento della stabilità di un sistema è fondato sulla natura circolare dove ogni azione sia anche eeo o reazione, in un constante inuenzamento reciproco. Nei primi anni, il lavoro di ricerca del gruppo si concentra sugli scambi comunicavi, con parcolare aenzione al membro schizofrenico. Grazie a questa si sposta il focus sull’aenzione dalla psiche individuale a ciò che accade fra fr a i sogge. Concezioni sistemache della famiglia:
Soolineano che la famiglia è più la somma delle par, Enfazzano le interazioni dinamiche reciproche tra le par (individui, soosistemi come diversi ambi relazionali, tra le diverse par) e le dimensioni contestuali, sociali e culturali della famiglia. Scambi con altri sistemi presen nel contesto sociale di appartenenza.
La famiglia è quindi un sistema aperto che funziona in relazione al suo contesto socioculturale e si evolve durante il suo ciclo di vita. Apporto sistemico dalla denizione di famiglia:
Natura relazionale, nessi logici e vitali con i propri membri e con altri sistemi Qualicazione astraa della famiglia
La famiglia come organizzazione Concezione della famiglia come organizzazione, soolineando sooli neando l’aspeo organizzavo della famiglia, il i l suo essere una totalità organizzata. La famiglia organizza relazioni di parentela. Bisogna quindi allargare il campo, l’organizzazione ene conto della dinamicità dei ruoli. COME CAMBIA LA FAMIGLIA: LA DOMANDA SUI MUTAMENTI FAMILIARI Le teorizzazioni che hanno posto aenzione al tema del cambiamento familiare sono idencabili nella teoria dello stress and coping e nella teoria dello sviluppo familiare. La prima teoria si concentra sugli even imprevedibili che la famiglia può incontrare mentre la seconda si occupa soprauo del ciclo di vita familiare e degli even prevedibili. I cambiamen familiari secondo la Family Stress and Coping Theory (FSCT) Essa concentra la sua aenzione sugli ee causa da sconvolgimen interni alla fam famiglia iglia o esterni ad essa. Al suo interno possiamo parlare del modello ABCX di Hill del 1949 che spiega gli ee delle separazioni familiari a causa della guerra. Secondo tale modello la crisi (X) è il risultato dell’interazione tra un evento stressante (A), la maggiore o minore capacità della famiglia nel trovare risorse (B) e la denizione che la famiglia da all’evento e della sua gravità (C o percezione dell’event dell’evento o). Il processo riadaavo della famiglia dopo l’impao con l’evento stressante comprende tre fasi: un periodo di disorganizzazione, un periodo avo di ricerca e l’arrivo a un nuovo livello di organizzazione.
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Dopo il modello di Hill ci sono sta mol altri contribu come quello di:
Antonovsky (1979), il quale contribuisce a un raorzamento della teoria dello stress denendo il paradigma
adoato come “saluto genico” in opposizione al paradigma “patogenico”. Egli soolinea il ffao ao che gli esi di una crisi della famiglia non siano necessariamente negavi ma come l’esperienza allo stress possa contribuire al raorzamento degli individui e delle famiglie. Essi concentrano l’aenzione sui sintomi del benessere e si interrogano su cosa consente alla famiglia famigli a di stare bene anche in situazioni di stress. McCubbin e Paerson (1983), meono a punto il FAAR (family adjustement and adaptaon reponse model), un modello di spiegazione del funzionamento familiare secondo il quale la famiglia va intesa come un sistema che viene connuamente sooposto a sde che si presentano sooforma di even stressan o di tensioni. Secondo gli autori la famiglia nel suo ciclo di vita è caraerizzata da fasi di funzionamento (momento stabile e prevedibile) e di adaamento. La fase di funzionamento è un periodo della vita familiare relavamente stabile e prevedibile, durante il quale la famiglia riesce a far fronte alle richieste provenien dal proprio interno o dal mondo sociale. Essa può usare a questo livello strategie di evitamento, eliminazione o assimilazione. La prima comporta la negazione o la soosma delle richieste. L’eliminazione è il tentavo di sbarazzarsi delle richieste o di minimizzare il loro signicato in modo tale che la famiglia non debba cambiare. L’assimilazione è la modalità più evoluta di arontare le richieste, la famiglia accea di modicarsi per accogliere le domande, ma i cambiamen cambiano solo i paern di interazione. La crisi vera e propria emerge quando la famiglia è sooposta a sde. Il processo di cambiamento richieste dagli even stressan include i nclude diversi componen: una nuova consapevolezza, una denizione condivisa degli elemen stressan, la ricerca o il raorzamento e l’avazione di speciche strategie. Le strategie mirano a ridurre il numero o l’intensità delle richieste, acquisire direamente risorse non ancora disponibili, mantenere e riulizzare in maniera nuova le risorse già disponibili… L’analisi delle strategie di coping presenta un versante di po cognivo-emovo ed un versante più pragmaco-comportamentale. Abbiamo dei faori fondamentali per la teoria dello stress e coping che sempre più si concentra sui conce di coping. I faori sono: la coesione, l’adaabilità e la capacità di comunicazione, la forza della coppia coniugale, la capacità di denire con chiarezza i conni familiari e l’abilità del problem solving. Secondo Antonovsky una buona capacità di coping dipende dal senso di coerenza. Le ricerche da lui condoe riportano a dire che le abilità di coping sono raorzate quando i membri della famiglia condividono valori, scopi e impegni. Un altro faore importante per il coping è il supporto della rete sociale. Il sostegno sociale è l’insieme delle informazioni, scambiate a livello interpersonale, che fornisce sostegno emovo, sma e aiuto e si fonda sull’appartenenza di una rete. Gli en che orono sostegno alle famiglie li ritroviamo nelle re “informali” e “formali”. I “ modulatori dello stress” è il nome associato a ques en che diminuiscono gli ee negavi di una situazione stressante. A parr parree dagli anni ’90 nello studio della teoria dello stress and coping si è sviluppato il costruo di “ coping diadico” che parte dall’idea che il processo di coping debba essere considerato anche espressione di una reciproca inuenza che i sogge impegna in una relazione esercitano sul benessere. Ciò che dierenzia le prospeve da quest’ulmo è il signicato di esso. In alcuni contribui il coping diadico è concepito come interazione tra le strategie di coping dei partner oppure come strategie che ogni partner mee in ao per preservare il benessere dell’altro/relazione. Il modello dello sviluppo contestuale individua invece la tendenza del coping diadico a modicarsi nel tempo.
I cambiamen familiari secondo la Family Developmental Develo pmental Theory Theor y (FDT) Essa ha origine alla ne degli anni ’40 e basa il suo conceo di cambiamento familiare sull’idea che le famiglie cambiano forma e funzioni nel corso del loro ciclo di vita in una sequenza ordinata di stadi di sviluppo. Essa riporta un ritorno alla normalità. Questo approccio ha una connotazione interdisciplinare: punto di confronto tra economis, psicologi, demograci e sociologi. Grazie a Duvall e Hill che nel 1948 vengono chiama a presiedere il Commise on the Dynamics of Family Interacon alla Naonal Conference on Family life, si dà il via allo sviluppo e la circolazione circolazi one di nuove idee sulla struura e sul funzionamento della famiglia, come organizzazione di persone in connua crescita. La famiglia deve riorganizzare le caraerische dei ruoli di ciascun membro, per fare fronte ai cambiamen araverso l’assunzione di precisi compi di sviluppo. sviluppo. Duvall propone la suddivisione in 8 stadi del ciclo di vita familiare (inizio, allevamento, glio di età prescolare, glio in età scolare, scolare, adolescen, come trampolino di lancio, mezza età, anziana). Per fare questo usò tre criteri: cambiamen della dimensione della famiglia, cambiamento di età del glio maggiore, cambiamento dello status lavoravo. Rodgers nel 1964, amplia lo schema individuando 24 stadi per dare conto con precisione della crescita di più gli. Hill descrive la generazione di mezzo come ponte tra gli anziani e i giovani: in ogni fase del ciclo si ha a che fare con almeno 3 generazioni. Hill vuole disnguere le caraerische di esse. C’è una rigidità di questo approccio normavo di concepire il cambiamento (inteso come un percorso obbligatorio, poco spazio lasciato alla considerazione delle
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dicoltà dalla transazione di uno stadio all’altro) che porta a spostarsi verso un approccio sociologico e psicologico. L’aenuamento dei limi e ampliazione di prospeva secondo Hill è favorita da:
teoria dei sistemi : l’interconnessione dei componen della famiglia varia di intensità e conosce periodi di forza e
di debolezza. in una seconda area di confronto si riconosce la natura sociale della famiglia che si evolve anche in funzione delle aspeave della società. società. L’ambiente sociale diventa importante per comprendere il funzionamento della famiglia e come aronta gli even del ciclo di vita. Dialogo con l’intervento sociale e clinico, arricchisce l’originario schema dell’approccio dello sviluppo aprendolo a una prospeva temporale mulgenerazionale (per comprendere la famiglia nel presente è necessario percorrere le generazioni passate: gli even nodali vengono col nelle connessioni intergenerazionali. Confronto della teoria dello stress e coping, l’aenzione si sposta da elemen descrivo - struurali a quelli di processo “familiare, soolineando gli aspe di disconnuità. Aenzione ai faori che facilitano o meno il passaggio da uno stadio all’altro del ciclo di vita e meccanismo di coping. Boss collocandosi in questa teoria dice che la fonte di stress più disorganizzante in una famiglia è la capacità o meno di gesre le ambiguità nelle fasi di transizione del compito evoluvo e di arontare lo stress. È fondamentale capire la durata e il grado di questa ambiguità. Questa visione è dinamica e rispea la complessità dell’organizzazione familiare.
Famiglia come sistema emozionale plurigenerazionale e il movimento della famiglia araverso il proprio ciclo di vita non è lineare. Questa prospeva rappresenta l’interazione esistente tra i livelli sistemici (individuale, familiare e culturale) lungo una dimensione temporale vercale, quindi il tempo storico, e una orizzontale, tempo che si spande nel presente. La famiglia inoltre è in uno spazio intermedio tra soggeo e cul cultura, tura, soolineandone la sua funzione regolatrice di scambi e rappor. La proposta di McGoldrick, Heiman e Carter dimostra una essibilità che supera i limi segnala dagli altri contribu dell’approccio dello sviluppo. In una recente revisione della FDT, Marn (2018) osserva che l’approccio dello sviluppo manene una sua validità che consente di tenere in considerazione tu i livelli della ricerca sulla famiglia da quello individuale no a quello sociale considerando la famiglia come istuzione. Marn soolinea come l’approccio allo sviluppo abbia costuito la base teorica di una varietà di temi di ricerca in ambito familiare. Possiamo dire che grazie alle due teorie emerge una concezione della famiglia che possiamo sintezzare come:
la famiglia è un microsiste microsistema ma sociale e intergenerazionale in evoluzione con caraerische proprie non ricavabili dalla somma dei suoi componen, essa è ritenuta capace di reagire agli stress prevedibili e non che incontra nel suo percorso, l’entrata e l’uscita e lo sviluppo dei membri della famiglia costuiscono even crici prevedibili, la crescita della famiglia è legata al suo eevo superamento di tali even crici.
La famiglia è infa denita come “microsistema plurigenerazionale in evoluzione” IDENTITÀ E MUTAMENTI FAMILIARI: DALL’ELABORAZIONE DI MODELLI INTEGRATI AL PLURALISMO DEGLI ANNI 90 FINO AL DECOSTRUZIONISMO DEGLI ANNI 2000 I modelli di funzionamento della famiglia famigli a degli anni ‘80 ‘8 0 L’era dei modelli è connessa all’interesse, da parte di clinici e ricercatori, per la famiglia normale, invece che per la famiglia sintomaca. I modelli tengono conto delle caraerische che deniscono l’identà della famiglia, sia quelle che ne consentono l’interpretazione del mutamento. Klein e White (1996) deniscono d eniscono ques modelli come “rappresentazioni di come un determinato fenomeno funziona” e ruotano aorno ad alcune variabili che a seconda della loro combinazione danno luogo a pologie familiari. Olson, invece, idenca due variabili principali: coesione , essibilità e una variabile facilitante, la comunicazione.
In parcolare, la coesione denita come “il legame/impegno emozionale reciproco tra i membri di una famiglia”, ha a che fare con gli aspe di unità e legame tra le persone che rendono la famiglia un insieme che è qualcosa di più della semplice sommatoria di individui. Il conceo di essibilità si riferisce invece alla “quantà di cambiamento nella leadership, nei ruoli e nelle regole relazionali”. Con lui possiamo parlare di modello circonesso. Beavers , invece, idenca due variabili: sle familiare con una tendenza centripeta (legare i membri in essa) o centrifuga (espellere i membri da essa) e la competenza (po di struura, qualità degli scambi, capacità di
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adaabilità alle esigenze). Combinate si oengono pologie di famiglia omali, adeguate o dis disfunzionali. funzionali. Il modello di riferimento è quello della competenza familiare. Reiss, si concentra sullo sle interavo familiare. Le unità familiari sviluppano un modo condiviso di percepire il mondo interno ed esterno alla famiglia: Paradigma familiare. Esso ha tre variabili:
congurazione, coordinazione e chiusura. La combinazione di queste variabili var iabili dà origine a diverse diver se pologie familiari: sensibili all’ambiente, alla distanza interpersonale e al consenso. Dal pluralismo degli anni ’90 al decostruzionismo degli anni 2000, alla ricerca di nuovi orientamen Alla ne degli anni ’80 il tentavo di individuare dei modelli e di formalizzare araverso pologie le caraerische del funzionamento familiare sembra iniziare a declinare. Per Klein e White (1996), gli anni ’90, inuenza dalla posizione post posivisca, sono così caraerizza dalla sducia nel riuscire a reperire modelli e regolarità. Si percepisce una trasformazione dei fondamen teorici in miniteorie. Una considerazione ricorrente tra gli studiosi della famiglia diventa perciò relava alla cosiddea “ ateorecità ” delle ricerche sui temi familiari. Diverse sono le interpretazioni del pluralismo in questo decennio, che può essere dovuto dalla crescita degli studiosi della famiglia oppure per la nascita di innumerevoli teorie. Un’altra possibile ragione, come osserva Emery (1988) può essere indicata dal fao che i fenomeni familiari sono spesso fruo di processi mulfaoriali e che nessuna teoria psicologica o sociale può dar conto adeguatamente ed esausvamente dei loro molteplici ed interagen aspe. Il pluralismo degli anni ’90, che ha come posizione soostante il costruvismo, farà poi i con con il diondersi del decostruzionismo, che ha le sue radici culturali nel radicalismo nichilista e nel pensiero debole della società liquida. Si fanno così strada posizioni teoriche che meono m eono radicalmente in discussione gli stessi elemen struurali della famiglia, come nelle cosiddee teorie del gender.
II. II.
MODE MO DELLO LLO RE RELA LAZI ZION ONAL ALE E SIM SIMBO BOLIC LICO O TRA TRA ID IDEN ENTIT TITA’ A’ E CAM CAMBI BIAM AMEN ENTO TO FA FAMI MILI LIAR ARE E
Il modello relazionale simbolico è messo a punto da Scabini e Cigoli. Bisogna provare a rispondere alle domande “cos’è la famiglia?” e “come interpretare il suo cambiamento”. IDENTITA’ DELLA FAMIGLIA: PAROLE CHIAVE La famiglia: corpo sociale che genera La famiglia è resa diversa dai gruppi per via della generavità, il fao generavo. La famiglia quindi genera, è quel corpo sociale che genera. La struura organizzava della famiglia prende cioè la forma del corpo. Cigoli (1992) ha usato la metafora del corpo. La parola corpo è polisemica, ha mol signica ed è usata per indicare un’entà faa di materia o di persone che hanno una forma o una struura, ma è usata anche in senso più avo come quando si dice che qualcosa “prende corpo”, ci riferiamo quindi sia alla condizione struurale della famiglia come gruppo/sistema sia ad un processo di appartenenza. Ciò che disngue però il corpo, è il suo compito, cioè generare. Generare è più chiaro se confrontato con il termine riproduzione. La seconda è legata al mondo animale e indica una riproduzione in serie. La riproduzione umana è sorrea dal mandato “biblico” di far proseguire la specie umana. Il piccolo dell’uomo che nasce non serve solo a far connuare la specie umana, ma la rinnova. Il piccolo dell’uomo è un generato, legato per sempre ai suoi genera che lo riconoscono r iconoscono e che egli riconosce. Dare il nome sigilla il riconoscimento. La generazione umana spinge non solo in avan ma anche indietro, rimanda ad una genealogia. Il tema dell’origine e del riferimento ad una “catena generazionale” come ricordava Freud è fondamentale. Generare signica quindi dare la vita ad un essere umano, fruo del legame tra genera che a loro volta sono genera e che rimandano alla duplice genealogia paterna e materna. La famiglia è quindi quel corpo sociale che genera un nuovo essere umano, una nuova persona legando tra loro, collegando, generazioni e srpi. La dierenza di genere è alla base della relazione della coppia. Il termine gender si riferisce all’identà socioculturale del sesso maschile e femminile. La dierenza di generazione è invece alla base della relazione parentale-liale e implica la conseguente responsabilità di quella che precede su quella che segue. La relazione generazionale-liale viene intesa in senso lungo, si traa di un albero al bero genealogico.
Caraerische dei legami familiari
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Sono legami primari: i membri della famiglia sono infa lega tra di loro in quante persone, cioè nella totalità e unicità del loro essere, al di là del ruolo che ricoprono e dell’ecienza delle loro prestazioni come sperimentano le famiglie che hanno al loro interno “membri deboli” Sono vincola: i gradi di libertà di scelta dei legami familiari hanno limi struurali e culturali. Sono gerarchicame gerarchicamente nte struura Sono deni sia da aspe “ aevi” che “eci” Sono nalizza al generare
DALLA GENERATIVITA’ AL MODELLO RELAZIONALE-SIMBOLICO La generavità è il compito della famiglia e come essa si disngua per la caraerisca simbolica specie-specica che avvolge il fao creavo. Essa però può fare riferimento anche all’ adozione. Con Erikson (1982), possiamo denirla come in senso espansivo come prendersi cura di ciò che insieme è stato generato, ma anche ciò che è all’ordine della creavità. Contribu successivi di Mc Adams e de St. Aubin (1998) hanno esteso la generavità alla cura/invesmento da parte delle generazioni adulte verso quelle successive. Possiamo quindi parlare di generavità sociale. Il modello relazionale-simbolico: il relazionale L’interazione è ciò che è osservabile nel qui e ora, gli scambi, le comunicazioni che si eeuano in famiglia. È il livello di osservazione da cui il ricercatore, ricercato re, lo studioso o chi opera con e per le famiglie, deve parre per avviare un processo di conoscenza della famiglia. La relazione famigliare rimanda a un legame che precede l’interazione in ao e ne costuisce il contesto signicavo. La relazione lega i membri della famiglia fra di loro, è la loro storia famigliare e la storia della loro cultura di appartenenza. La qualità dei legami e il po di scambi tra le generazioni sono gli gli elemen peculiari del livello relazionale. Possiamo quindi ragurare i due livelli di analisi, interavo e relazionale. Il campo relazionale della famiglia è più ampio e popolato di quello che possiamo osservare ed i compi cui devono rispondere i membri della famiglia sono ben più delle prescrizioni di ruolo. La relazione senza interazione si vanisca in una espressività inecace. Ambi della relazione Il legame coniugale è l’asse portante della famiglia e della trasmissione intergenerazionale (tua la storia della famiglia passa di lì), è considerato un legame pariteco. Il legame tra fratelli non è pariteco, perché a seconda del sesso e dell’ordine di genitura possono esserci discriminazioni. La relazione fraterna è accomunamento, solidarietà e insieme di rivalità. Ogni genitore aribuisce un valore diverso ai propri glio e stabilisce con ognuno un legame specico. L’aribuzione di privilegi e di ruoli rigidi tra glio fa nascere senmen di rivalità: i gli non valorizza si muovono in un mondo in cui il valore personale non ha signicato. Il legame intergenerazionale: legame gerarchico e si disnguono due pi di scambio, tra genitori e gli e tra le famiglie d’origine e la nuova famiglia. questa relazione collega i genitori agli antena. Il legame tra famiglia e comunità: come la famiglia interagisce con il mondo esterno. Tu ques legami sono profondamente connessi fra di loro. La coppia è il luogo in cui può essere traata e vagliata la duplice eredità delle famiglie di origine: è quindi un disposivo di mediazione intergenerazionale e sociale. Le relazioni tra generi e generazioni possono essere o generavi, quindi di equità tra le generazioni o degeneravi, quindi di diseccita tr traa le generazioni. I vari pi di relazione producono benessere se sono all’opera processi generavi.
Il modello relazionale-simbolico: il simbolo Intendiamo per simbolico il senso profondo che araversa e nutre le relazioni familiari. Abbiamo chiamato il “famigliare” la matrice simbolica del legame fra generi, generazioni e srpi che araversano le forme storiche di famiglia. Essa è specie-specica, cioè pica della specie Homo sapiens e si manifesta araverso il linguaggio e gli artefa culturali. La sostanza simbolica è composta da faori aevi ed eci. Esse costuiscono il nutrimento sia della relazione di coppia sia della relazione genitori-gli e tra le srpi. Eco va disnto da morale e aeo va disnto
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da emozione. Aeo è cura amorosa e faa di dedizione verso l’altro, mentre eco ci riferiamo al volere e dovere rispeare il valore del legame. I legami familiari sono costui da impegni di lealtà e non ci si può sorarre alle responsabilità che i membri della famiglia hanno gli uni verso gli altri. Gli aspe aevi sono lega alla ducia/speranza, mentre quelli eci alla giuszia/lealtà. La condizione che consente alla famiglia di costuire una vera risorsa per il benessere è dunque quella d’incrementare la sua linfa relazionale-simbolica, il famigliare. Lo scambio simbolico Osserviamo le relazioni familiari da un punto di vista più dinamico. Possiamo individuare tre tradizioni al proposito: una sociologica e psicosociale, una psicodinamica transgenerazionale e inne una di po antropologico-etnologico. La prima, la corrente storica della teoria dello scambio vede lo scambio interpersonale in termini ulitarisci. Secondo questa concezione nella famiglia i membri si muovono sostanzialmente alla ricerca di ricompense e le relazioni familiari sono basate su un contrao in vista di una gracazione reciproca di po aevo o economico. La coesione familiare e la stabilità coniugale sono assicurate da un calcolo di cos e beneci. Il meccanismo dello scambio in senso ulitarisco sta alla base della formazione della coppia e del suo sviluppo. La norma dello scambio si basa sulla reciprocità a breve termine, il rapporto fra i cos e i beneci deve infa tornare entro un certo tempo a favore dei secondi. Ci sono sta diversi studi no ad arrivare al modello dell’invesmento messo in ao da Rusbult (1980) che sviluppa la teoria dell’interdipendenza nel campo delle relazioni inme. La seconda tradizione, psicodinamica-transgenerazionale, è quella inaugurata da Boszormenyi-Nagy, lo scambio è su base eca più che ulitarisca. Come soolinea Sampson anche quando lo scambio è asimmetrico, come accade nella relazione genitori/gli, esso è giuscato da un principio p rincipio di giuszia. Tale principio si basa sui bisogni di sviluppo del bambino (ha bisogno di cure). Lo scambio è quindi movato dalla necessità di compiere il proprio dovere e da altruismo. Lo scambio può essere anche deo come uno scambio nel tempo. La terza tradizione si rifà alla prospeva di stampo antropologico-sociologico e alla psicologia storico-culturale storico-culturale, essa si concentra sulla formazione del legame sociale e la sua siologia. L’approccio incorpora l’aspeo eco che è l’altra faccia del dono. Dono come espressione dell’ao duciario, origine or igine di un nuovo legame vi è un u n nuovo dono di apertura segno di ducia che ricambiata con un altro dono da luogo a una relazione sociale. Godbout ribalta la posizione che vede l’obbligo e il debito come primari e pone con forza il dono come costuvo del legame familiare. Possiamo parlare della dinamica dello scambio fra generazioni che accompagnano una nuova nascita. La nascita è fruo di un dono, il dono della vita, ma il glio si trova legato da un grande debito di riconoscenza per quello che da essi ha ricevuto. Genitori e gli sono accumuna sia da dono che dal debito. Da un punto di vista psichico è quindi cruciale il processo di idencazione. Lo scambio simbolico pico delle relazioni familiari consiste dunque nel dare all’altro ciò di cui ha bisogno o si presuppone abbia bisogno. IL CAMBIAMENTO FAMILIARE: PAROLE CHIAVE Transizioni familiari Sono i passaggi cruciali della storia familiare innesca da even prevedibili ed imprevedibili, segna dall’acquisizione o dalla perdita di membri, o da nuovi rappor con il mondo sociale: mobilitano l’intera organizzazione familiare, mobilitando l’intera organizzazione familiare, meendone in discussione gli equilibri e facendo emergere il po di relazioni. Le transizioni presentano, presentano, nella nostra società, caraerische peculiari. Nella società premoderna i passaggi erano inseri nella struura sociale, nella quale erano inseri i tempi e i modi di passaggio (es. matrimoni); Oggi, i percorsi sono principalmente determina in maniera autonoma dai sogge, che decidono quando e come realizzare r ealizzare la transizione. Sempre più spesso, oggi, i processi di transizione stanno perdendo coralità e ritualità. ri tualità. C’è anche un ming: li cambiamen danno luogo ad un periodo di disorganizzazione e ad esso segue un periodo di ricerca di una soluzione: in quest’ulma fase emergono le debolezze ed i pun di forza delle famiglie e da questa fase si esce con soluzioni, che non sempre sono posive. Là dicoltà del transito è che si esce da una condizione sicura e nota per qualcosa di nuovo, incerto e rischioso. La transizione riguarda quindi qualcosa ch chee va lasciato e implica il raggiungimento di un obbievo-scopo, che si declina in precisi compi di sviluppo
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Even crici La transizione è innescata da un evento crico. Nel duplice senso emologico di separazione-scelta. Crico è quell’evento che provoca un potenziale cambiamento nel sistema familiare: la famiglia deve angere alle sue risorse interne o esterne per costruire il proprio funzionamento. L’evento crico implica sempre una perdita. Ci possono essere: •Even normavi: sono aesi e prevedibili e caraerizzano i principali avvenimen che caraerizzano ogni fase del ciclo di vita della famiglia (es. nascita di un glio) •Even non normavi: non sono prevedibili o ancipa dalla famiglia (separazioni familiari, disastri naturali e inciden, malae gravi e le invalidità. Sono state fae altre due disn disnzioni zioni per quanto riguarda gli even crici. Ess Essii possono essere: •Even scel: Un evento normavo e scelto può essere il matrimonio e non normavo la separazione. •Even non scel: Un evento normavo non scelto è la morte e non normavo un incidente improvviso. C’è un interesse auale sulle “microtransizioni”: esse sono piccoli cambiamen che le famiglie compiono costantemente. È un’evoluzione graduale con for margini di libertà e di soggevità. Studiare queste transizioni, risponde all’esigenza di conceualizzare mutamen pici delle condizioni socioculturali odierne. Risorse e coping Le famiglie raramente di confrontano con un solo evento crico: devono gesrne mol contemporaneamente: deo ciò è probabile che le famiglie famigli e non abbiano risorse sucien per arontare in modo ecace anche le altre richieste. Far fronte ad evento implica il saper riconoscere lefamiglia. risorse disponibili nei singoli individui e ulizzarle per gli scopi desidera. Laun risorsa è una abilità organizzava della Compi di sviluppo intergenerazionali La transizione tende ad un obbievo, i singoli membri familiari sono chiama a far fronte all’evento crico avando le risorse di cui dispone. Il punto di vista familiare-intergenerazionale rende dunque complessa la nozione di compito di sviluppo, perché pone in strea relazione non solo le problemache dei singoli membri ma anche delle varie generazioni. Per questo si parla di compi di sviluppo non solo relazionali ma soprauo intergenerazionali. III. III.
LA FA FAMIG IGLLIA E LE SU SUE TR TRASFORMAZIONI
Varie sono le forme familiari che si sono sviluppate nel tempo. La famiglia è un oggeo in perennemente trasformazione. Paola di Nicola, in un suo contributo del 1993 con un’immagine semplicata ma ecace idencava in tre parole il processo di trasformazione della famiglia in Europa: aggregato domesco, abitazione e casa. Nella famiglia premoderna siamo in presenza di una forte permeabilità della famiglia stessa alle inuenze esterne rappresentate dalla parentela o dalla comunità di appartenenza. La famiglia include tu coloro che vivono soo lo stesso teo. La moderna privacy è sconosciuta e la coppia coniugale e i gli sono meno confusi nelle relazioni con gli altri. In seguito, la coppia si emancipa gradualmente dalla rete parentale assistendo così ad un progressivo raorzamento della relazione coniugale. L’unità abitava, costuita dal capo famiglia, dal coniuge e dai gli, indica il distacco dalla parentela e l’individualizzazione della famiglia nucleare. L’enfasi sull’autonomia e sui diri dell’individuo e l’aermarsi di un’eca di autorealizzazione che rende il soggeo il metro di tuo, fanno si che la famiglia non coincida più con la sua denizione normava. Ci troviamo quindi davan a due opposte tendenze: da una parte la privazzazione della famiglia porta ad un’accentuazione dei suoi conni interni ed all’esaltazione della sua funzione comunicava anche se problemaca e dall’altra il rapporto fra famiglia e società. La società ha un’inuenza sulla famiglia. LA CRESCENTE FRAGILITA’ DELL’UNIONE CONIUGALE E LE NUOVE CARATTERISTICHE DELLA COP COPPIA PIA
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La relazione di coppia è oggi soggea a rilevan trasformazioni. La più recente e radicale di esse tocca la stessa struura della coppia in quanto basata sulla dierenza di genere e cioè composta da un uomo e una donna. In mol paese dell’area occidentale c’è il riconoscimento alle coppie dello stesso sesso. In Italia tale riconoscimento è avvenuto con la legge sulle unioni civili del maggio 2016 . Sono così nate le teorie del gender che hanno portato alla derubricazione dell’omosessualità dal DSM. Questa trasformazione struurale della coppia e della famiglia è anche peraltro l’esito estremo della caraerisca socioculturale delle relazioni familiari che vede un forte sbilanciamento dello humus simbolico sul versante aevo-emovo a scapito di quello eco-normavo. Queste forme familiari vengono chiamate “costellazioni aeve”. La concezione della relazione di coppia è infa rappresentata come luogo dell’amore emozionale dove prevale la rannia dell’inmità, che teorizza una fusionalità senza incrinature tra i due partener, che produca emozioni uniche a scapito della componente eca e il legame. La relazione di coppia pare rieere al suo interno in maniera acuta la dicoltà che la nostra cultura individualisca nutre nei confron delle relazioni. Il problema è l’aspeo l ’aspeo di vincolo che le relazioni portano con sé. Diventa tempo delle passioni “intense ma leggere”. Parliamo quindi di una crescente fragilità della coppia tesmoniata da una drasca caduta dei matrimoni sia civili che religiosi, un aumento delle unioni libere ed un aumento delle separazioni. Per quanto riguarda l’Italia, bisogna ricordare che negli anni ’70 c’è stato uno sparacque nei confron della famiglia. E’ infa del 1970 l’introduzione del divorzio, del 1978 la legge sull’interruzione volontaria della gravidanza e del 1975 il nuovo dirio della famiglia basato sul principio di uguaglianza morale e giuridica dei coniugi. Alla scelta del matrimonio si è progressivamente aancato il fenomeno della convivenza, diusa soprauo dei giovani con un buon livello di istruzione. Nell’arco degli ulmi dieci anni il quoziente di nuzialità è passato da quasi 5 a poco più di 3. Il matrimonio oltre ad essere in calo viene sempre più rimandato. Nel passato il matrimonio era fruo di un’alleanza di famiglie che intervenivano nella scelta del coniuge successivamente è diventato uno strumento di aermazione sociale e di miglioramento del di proprio status. Nel passato per le donne il matrimonio eraoggi vistoè come condizione di sicurezza e di raggiungimento uno status posivo e riconosciuto. Questa movazione decisamente passata sullo sfondo ed è preminente la ricerca nel rapporto di coppia la propria felicità personale. Il matrimonio da fao sociale totale diventa un’impresa personale. Oggi già alla formazione della coppia si fa una domanda sul possibile prolungamento nel tempo del legame. Troviamo quindi di fronte ai partner varie strade: un rinnovato legame tra le stesse persone che sappia coniugare l’aspirazione all’inmità con l’impegno progeuale, uno stare insieme rassegnato e precario che protegge pr otegge dalla solitudine, un distacco/separazione che taglia con il passato Per quanto riguarda i gli dei separa essi risultano in ado condiviso, ma i minorenni vivono con la madre nella casa coniugale e perdono i rappor con la realtà paterna. Esistono però anche nuclei ricostrui.
LE NUOVE CARATTERISTICHE DELLA GENITORIALITA’ La transizione alla genitorialità si presenta aualmente connotata da alcune caraerische sia di po demograco sia di po socioculturale. Va considerato un cambiamento nella modalità procreava che si va sempre più imponendo e cioè il ricorso alle tecnologie riproduve che consentono il riconoscimento dei gli da parte di coppie dello stesso sesso o coppie inferli. Il fenomeno della denatalità ha il suo avvio negli anni ’70 che porta a due gli per coppia, soglia che garansce il ricambio generazionale. Da allora le stasche ci meono davan a tassi di natalità che oscillano tra 1,3 e 1,4 gli per donna e tesmoniano la presenza del glio unico. Ci troviamo quindi in una generazione meno consistente della precedente. La popolazione immigrata tende a conformarsi ai modelli riproduvi del paese in cui vive. Questo è dovuto anche allo spostamento in avan delle tappe del ciclo di vita individuale. Inne, un altro fenomeno è legato alla riduzione dei matrimoni è rappresentato dal numero di nascite da genitori non coniuga. Gli italiani aribuiscono un grande valore al glio sia come fonte di realizzazione personale sia come elemento che favorisce la riuscita della relazione di coppia. La stabilità della coppia non può dipendere dai gli perché così il bambino rischia di perdere la sua infanzia… L’auale rappresentazione dell’infanzia vede il bambino come sovrano o idolo della famiglia aeva, possiamo quindi parlare di puerocentrismo narcisisco. Esso corrisponde al rischio che il bambino oggeo di preoccupazione degli adul diventa prodoo e prolungamento dell’adulto stesso. Le dimensioni del fenomeno adozione in Italia sono davvero consisten. Questo fenomeno ha molteplici cause: innanzituo mol paesi di provenienza dei minori hanno cominciato ad auare poliche sociali di prevenzione dell’abbandono. A questo fao si aggiungono il fao burocraco, b urocraco, il costo e la dicoltà che l’adozione comporta.
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Accanto all’adozione abbiamo il fenomeno dell’ ado familiare, questo fenomeno è meno ulizzato. LA LENTA TRANSIZIONE ALLA VITA ADULTA DEI GIOVANI In Italia è nato il fenomeno di famiglia lunga, dove i giovani-adul prolungano la permanenza nelle mura domesche e così due generazioni adulte si ritrovano a convivere per anni in famiglia. La transizione alla vita adulta ha assunto nuove connotazioni rispeo al passato quando essa era più breve, la cosiddea “ fase di lancio dei gli” ed era marcata da even che succedevano in sequenza (ne dell’iter formavo, lavoro, matrimonio). Oggi la transizione diventa un passaggio lungo e graduale. Questo però porta alla creazione di nuove forme di vulnerabilità. Il giovane gode di ampi spazi di libertà ma ha uno status sociale debole perché ha un limitato esercizio di responsabilità come in ambito lavoravo. I giovani si accontentano di lavori che sono minori delle loro capacità. Anche la creazione della famiglia è segnata da incertezza e rallentamento per quanto riguarda il tempo della sua realizzazione. La decisione di sposarsi e di avere gli è sempre più poscipata. Ciò che orienta llee scelte di vita pare essere un valore di autorealizzazione. La condizione del giovane-adulto però è anche caraerizzata dalle modalità diversicate delle radici culturali proprie. Nei paesi del sud Europa i legami familiari sono for e duraturi, l’aiuto reciproco molto diuso mentre debole sono il sostegno che deriva dallo stato. Nel nord Europa invece, abbiamo legami più deboli, i giovani possono contare su un welfare pubblico che fornisce loro strumen per costruire la propria indipendenza. L’allungamento della vita ha comunque creato una nuova fase della vita, quella del giovane-adulto. In Italia il fenomeno del rinvio dell’uscita dalla famiglia d’origine prende avvio a parre dagli anni ’80 e aumenta progressivamente. La crisi economica ha aggravato a ggravato la situazione facendo nascere anche il fenomeno dei NEET, cioè giovani passivi che stanno in famiglia famigli a senza essere ne nel circuito degli studi ne nel circuito del lavoro, ne in quello della formazione. L’ALLUNGAMENTO DELLA VITA: LA PLURALITA’ DEI PERCORSI DI INVECCHIAMENTO Il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione è da anni al centro dell’aenzione. Il fenomeno si è sviluppato con grande intensità in Italia. Questo diventa però problemaco a livello sociale e familiare, se è associato al calo della fecondità. L’immigrazione non costuisce la soluzione al problema perché come abbiamo già visto anche il tasso di natalità degli immigra è sceso soo il livello. La solitudine anagraca, e il distacco abitavo dei gli modicano la struura familiare che contraddisngue la vita degli anziani, ma non signicano abbandono ed isolamento. Molte indagini hanno fao notare che il legame con il nucleo familiare originario rimane di solito molto saldo. La rappresentazione sociale è quindi legata all’idea di un generale processo di decadimento, derivante da una p progressiva rogressiva perdita delle funzionalità psicosiche, sociali e produve. Viene introdoa una nuova fase del ciclo di vita, cioè la quarta età, essa rappresenta gli anziani dopo i 75 anni. Il mutamento dell’equilibrio demograco tra le generazioni determina una trasformazione qualitava del processo di invecchiamento sia per le dinamiche interne alla famiglia sia per le relazioni tra la struura familiare e la struura sociale. Possiamo quindi trarre due quesoni essenziali: necessità di porre mano ad una revisione complessiva delle forme e dei meccanismi di ridistribuzione della ricchezza sociale, crescente fabbisogno di cura e assistenza sanitaria.
L’AUMENTO E LA DIVERSIFICAZIONE DEI FLUSSI MIGRATORI l nostro paese si caraerizza per l’incremento consistente, degli ulmi decenni, di popolazione straniera. L’ambito scienco nazionale e internazionale rivela un’aenzione crescente all’esperienza delle famiglie immigrate ed etniche. etni che. Una prospeva evoluvo-familiare è aenta alle dimensioni processuali e relazionali del processo migratorio. La migrazione è considerata una transizione familiare che ha origine in una storia che coinvolge più generazioni. C’è anche una prospeva relava alle dimensioni etniche e culturali. C’è crescente consapevolezza del fao che il confronto con altre culture può invesre la concezione di famiglia e di società e le aribuzioni relave alle relazioni familiari. Alcuni valori possono essere: la centralità del membro più anziano, la superiorità del maschio, il tema della lealtà e della forza delle re parentali… IV. IV.
LA TR TRANSIZ IZIO ION NE AL AL PA PATTO DI CO COPPIA
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OBBIETTIVO DELLA TRANSIZIONE: DARE VITA E RILANCIARE NEL TEMPO IL LEGAME COSTRUENDO UN’IDENTITA’ DI COPPIA Il pao di coppia si fonda sulla ducia reciproca dei partner e ha nel matrimonio il suo ao esplicito e il suo rito di transizione. Il matrimonio è oggi spesso preceduto dalla convivenza che sempre più di frequente rimane tale. Il pao di coppia si costuisce anche nella convivenza ma se ciò non accade si sfoci sfociaa tuo nella separazione. Quando parliamo di “pao” ci riferiamo ad un elemento costuvo di ogni struura sociale, dove in esso abbiamo due valenze una di natura “aeva” e una “ eco-normava”. La prima si riferisce alla passione, agli aspe eroci, all’arava e all’aeuosa cura reciproca. È una dimensione gracante, coinvolge la sfera emova e sessuale e spesso è la scinlla che fa nascere il legame. L’amore passionale senza un progeo di vita di coppia rischia di risolversi in un’esperienza emova di breve respiro e in un senmento di poco spessore. Ecco perché è necessaria anche la natura econormava che fa riferimento all’impegno a rispeare il pao e a rispondere agli obblighi che esso comporta. Hanno a che fare con questo l’impegno e la responsabilità r esponsabilità che i membri della coppia si assumono durante la relazione. Impegnarsi signica anche dichiararsi. Il solo impegno senza il calore aevo è vuoto e triste. Alcuni autori (Pincus e Dare 1978) hanno parlato a proposito di pao segreto (polo aevo) e pao dichiarato (polo eco). Il pao segreto è un incastro di bisogni, desideri e paure che forma la coppia e che costuisce in un certo senso il suo “inedito”. Il pao eco invece è dichiarare davan ad altri che siamo una coppia e che ci impegneremo a mantenere nel tempo la nostra coppia.0. Il pao segreto dichiara che la dichiarazione esplicita d’impegno (pao dichiarato) è sorrea e accompagnata da un altro po di pauizione che in gran parte sfugge alla consapevolezza ed al controllo dei contraen. Nel caso della relazione di coppia il fenomeno è più accentuato, il nocciolo dell’arazione pare risiedere in una mescolanza di bisogni bi sogni e di aspeave che i partner pensano di soddisfare nel rapporto di coppia. Le aspeave i bisogni hanno di a che fa re con i modelli degli idencatori pregressi, con il bagaglio familiare che fare ciascuno portaed con sé. L’ identà coppia è costruita sia dagli aspe eevi che quelli eci. Si parla di coppia quando due individui possono parlare di “ noi” Costruire l’identà di coppia implica il considerare la relazione stessa come un’entà che è sovraordinata sovraordinata rispeo alla realtà psichica individuale. Una salda identà di coppia facilita un orientamento “pro relaonsh r elaonship ip”. Il conseguimento del bilanciamento eco-aevo del pao si costruisce nel corso degli anni. Cruciale agli inizi i nizi è l’“innamoramento” che tende a denire l’altro l’al tro in base ad un processo di presunzione di somiglianza. Il pao matrimoniale richiede il superamento di ciò. COMPITI DI SVILUPPO DELLA COPPIA Nella coppia abbiamo un compito ricorrente cioè nel rilancio del legame nelle transizioni della vita che la inducono ad assumersi sempre nuovi compi per la realizzazione degli obbievi . Froma Walsh (2015) aerma che piuosto che di
nuovi partner le persone hanno bisogno di cambiare il contrao relazionale a seconda delle diverse fasi del ciclo. In parcolare, nella giovinezza c’è bisogno di un amore romanco e appassionato; per allevare i gli di un rapporto con responsabilità condivise; più tardia nella vita di unche rapporto caraerizzato for capacità aeve e di accentuato accudimento reciproco. Il pao fa riferimento una tensione compone e regola. Il da potenziale coniuale è oggi dal nuovo asseo della coppia. I coniugi sono riconosciu in posizione pariteca. Ma non è il conio il problema ma la sua gesone. Il processo coniuale assume connotazioni dieren a seconda che sia inserito in una relazione cooperava (permee la risoluzione del problema) o compeva (esalta l’opposizione tra le par). Goman, ha idencato quaro modalità comunicave ulizzate durante il conio. Ques comportamen sono chiama “quaro cavalieri dell’Apocal dell’Apocalisse isse” sono: la crica, il disprezzo, la difesa e il riro. Se i primi due sono usa come armi ave contro il partner gli ulmi due sono usa per difendersi. Oggi gli studiosi si stanno occupando di studiare i diversi paern coniuali, ossia ai possibili “ abbinamen di sli” che possono vericarsi nella coppia e che possono creare modalità pericolose. Parliamo del paern demand-whitdraw, in cui il partner è esigente e l’altro tende a rirarsi dalla relazione e del modello di reciprocità negava. Un esito distruvo è caraerizzato proprio dall’accentuazione progressiva e dall’espansione del conio ( escalaon ) che comporta nella coppia un incremento delle tensioni, dei risenmen, delle recriminazioni reciproche. Al contrario il conio risolto con esito posivo è caraerizzato da de-escalaon , ossia un processo di progressiva aenuazione e riduzione dei suoi aspe a spe negavi. Uno dei comportamen deni pro-relaonship che consente di rompere il circolo vizioso della reciprocità negava e del demand-whitdraw è stato individuato nell’accomodamento ossia nella tendenza di reagire in modo costruvo.
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L’accomodamento non è spontaneo, ma è sforzo di volontà da parte di chi lo ulizza. L’assunzione di oche a lungo termine permeono di trasformare le proprie movazioni e di mostrare aeggiamen di accomodamento. Un altro comportamento pro-relaonship che consente il rilancio del legame nel tempo è il perdono. Compi di sviluppo in quanto coniugi I compi eco-aevi che si propongono ai nuovi nuovi coniugi sono: prendersi cura dell’altro riconoscendo la sua specifcità e la sua dierenza di genere/storia, riconoscere il valore dell’altro e aprirsi a un progeo generavo.
Nella cultura occidentale la relazione coniugale è tra sogge adul e su ba base se pariteca. Lo scambio si congura nel dare cura/aenzione e riceverne. Mantenere la comunione senza annullare a nnullare la dierenza, non è facile. Ci sono due pericoli: vedere solo la dierenza o vedere solo la somiglianza. Parliamo quindi di “ struura drammaca” della coppia che porta a integrare le dierenze in unità. La dierenza di genere, di storia e di tra personali che costuiscono l’altro nella sua unicità è nel legame coniugale, colmata da un movimento avo di reciproca presa in carico, di cura. Anche la parola “reciprocità” ha bisogno di chiarimento, essa include la paritecità e la supera con un processo che Wynne chiama mutualità. Essa fa riferimento a un comune riconoscimento che travalica la comunanza di ruolo che ciascun membro della famiglia ricopre. I diri e i doveri ineren al ruolo coniugale vanno connuamente avvalora dai partner stessi. Il processo generavo, è l’ulmo l’ulm o aspeo importante, nel senso di uscire da sé e prendersi cura delle nuove generazioni. L’impegno progeuale consente alla coppia di costruirsi costruir si e denirsi con più forza perché la collega a un terzo, che non è per forza un glio ma può essere rappresentato da proge che la coppia genera. Compi di sviluppo in quanto fgli
Il lorol’unione compitodiconsiste nel creare un po di legame con lefamiliari famigliecon di origine. Il matrimonio, infa,modalità comporta solo due persone ma anche l’incontro di storie le loro speciche e diverse di non aeggiarsi nei confron della vita e della società. La trasmissione tra le generazioni non riguarda solo i geni ma anche un patrimonio di beni culturali, di status, di valori, di credenze, tradizioni, modalità relazionali, mi, tabù, aspeave… Tale patrimonio si verica in alcune prache e roune familiari “visibili” e in alcune credenze ma incide anche sulla storia, le aspeave di ruolo… Il cognome può essere considerato l’emblema di questo patrimonio patri monio tramesso e consente anche l’appartenenza. L’accoglimento o il riuto del partner dalla famiglia incidono sui processi di lealtà rendendo dicile, o meno, l’acquisizione dell’identà di coppia. Compi della prima generazione
Anche la prima generazione può oscillare tra tr a una eccessiva distanza che si tra traduce duce in disinteresse, ed interferenze troppo pesan nella vita della giovane famiglia, la giovane famiglia può rivendicare una totale autonomia o può coinvolgere in modo massiccio. In parcolare, è pico il persistere di una rappresentazione pressoché immutata dei propri gli ormai adul, considera sempre e solo come gli e pertanto dipenden e bisognosi. L’ “inerzia delle immagini mentali” è un processo secondo cui al ne di economizzare le risorse si tende a adaare tue le informazioni nuove in modelli conosciu e occorre accumulare un consistente numero di informazioni contrastan con i modelli preesisten perché vengono eevamente messi in discussione e modica. V.
IL LE LEG GAM AME E GEN ENIT ITO ORI RIAL ALE E E LE SUE TR TRAN ANSI SIZI ZION ONII
OBBIETTIVO DELLA TRANSIZIONE: ESERCITARE LA CURA RESPONSABILE La nascita di un glio è l’evento crico più saliente della famiglia e dà luogo a quella che è stata chiamata transizione chiave per eccellenza. Questo evento è segnato da un’inedita centralità del bambino-glio di cui oggi viene esaltato il potere di conferire alla coppia una stabilità che il legame coniugale non garansce più. L’accadimento-nascita fa sprigionare nuove posizioni relazionali e nuovi ruoli. Quella che si crea è una generazione ponte come diceva Hill, essa è l’eredità della generazione precedente e deve trasferirla, trasformandola, tra sformandola, in quella successiva. La nascita di un glio se da un lato unisce la coppia dall’altro la eccede in modo irriducibile. L’obbievo di questa transizione come viene
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deo da Erikson consiste nello sviluppo, da parte della coppia, della capacità di prendersi cura in modo responsabile di ciò che è stato generato. L’obbievo primario della transizione è l’assunzione da parte della coppia di una responsabilità genitoriale condivisa. La creazione del pao genitoriale non è automaca, ma necessita di tem tempo po e di energie sia sul piano aevo sia sull’impegno alla cura. In questa direzione è nato il coparenng, espressione che trova origine nel divorzio, si riferisce alla collaborazione, al supporto e all’impegno congiunto dei due genitori nella nascita dei gli. Numerosi studi hanno parlato del coparenng nelle diverse fasi del ciclo di vita. Possiamo individuare un inerario che la neo-coppia è chiamata a percorrere nel realizzare la cura responsabile. La prima traieoria consiste nel passare da una centratura sugli aspe aevi nel rapporto con il glio ad una regolazione equilibrata delle modalità di relazione sul versante aevo/eco/normavo. La seconda traieoria consiste a sua volta nel passaggio da una visione autocentrata del glio aad d una più etero centrata. Nelle fasi successive alla nascita, la cura genitoriale consiste nell’assicurare una connua protezione al neonato e di fornire una base sicura che gli consenta di regolare in modo m odo sempre più adeguato le sue funzioni psicosiche. Un aaccamento sicuro rappresenta una base adabile e una grande risorsa ri sorsa per lo sviluppo del soggeo umano. Man mano che il glio cresce bisogna orirgli un contesto che gli dia sicurezza e allo stesso tempo di orientarlo nella sua crescita. È compito del genitore dare al glio uno sle educavo autorevole. Potremmo dire che la cornice del pao genitoriale assicura ai gli una protezione dal pericolo e sulla spinta aeuosa. LA COPPIA GENITORIALE E I SUOI COMPITI DI SVILUPPO In quanto coniugi
In quanto genitori
In quanto gli
In quanto membri di una comunità
sociale
Integrare la dimensione genitoriale con la relazione coniugale e negoziare i rispevi ruoli Riconoscere sostenere Dare spazio ale nuovo natoil ruolo genitoriale del coniuge Esercitare la “cura responsabile” Condividere la cura sul piano organizzavo Costruire e denire lo sle di parenng Quando il glio è adolescente consenre la reciproca separazione araverso una protezione essibile Orientare e supportare l’autonomia del glio Iscrivere il neonato nella storia familiare Auare un riconoscimento reciproco coi propri genitori in base alla comune esperienza della genitorialità Connuare la storia familiare in modo innovavo Accogliere e trasformare i rituali familiari Gesre la combinazione tra spazi per la famiglia e spazi per il sociale Quando il glio è adolescente, assumere una funzione di mediazione con il sociale, tramite strategie individualizzate Imparare a gesre nuove tecnologie di comunicazione Riconoscere il valore della generavità come scelta di appartenenza sociale
Compi di sviluppo in quanto coniugi L’arrivo di un glio ava risorse personali e relazionali, consolidare l’identà della coppia ma può anche ostacolare il cammino e portare alla fraura il pao coniugale. La transizione da relazione coniugale a genitorialità può portare i coniugi a crisi del rapporto di coppia, spesso interpretate come crisi evoluve, ma può anche portare a gracazioni ed a conseguenze posive nella coppia. Se l’organizzazione e le suddivisioni di ruoli è buona, dopo la nascita di un glio, anche il rapporto di coppia è giudicato più soddisfacente. Il passo dicile è passare da una identà di coppia ( coniugale) ad una identà diversa (genitoriale). Con la nascita del glio il legame coniugale acquista infa nuove valenze, diminuiscono gli aspe pici di companionship mentre emerge la partnership. Questo passaggio è denito da Cowan (1992) “passaggio dall’alcova al nido”. L’equilibrio tra dimensione coniugale e genitoriale genitoriale dato è molto delicato. Nella faseprotezione succes successiva sivaealla nascita, ad del esempio, la dimensione genitoriale risulta predominante, il bisogno di connua accudimento
piccolo. Il rischio che i coniugi posso incorrere è quello di diminuire gli spazi dedica a loro come coppia. Tale
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mancanza oltre a creare un indebolimento del pao coniugale, porta con sé rischi anche nel rapporto con i gli come ad esempio: un iperinvesmento sulla loro riuscita sociale, una diusione dei conni generazionali ( invischiamento ) o un controllo non rispeoso dell’individualità ( intrusità ) oppure il sorgere di alleanze genitore-glio. Un compito richiesto a ciascun coniuge è quello di arontare adeguatamente il “ salto di posizione”. Essere genitori signica essere in una posizione relazionale gerarchicamente superiore ai gli, da cui nasce il parenng condiviso. Quest’ulmo è fruo del dialogo e della negoziazione. Il contesto culturale in cui la coppia vive non facilità l’assunzione dell’identà genitoriale. Possiamo quindi parlare di “ cura della dierenza dell’altro”, dove la dierenza di ogni coniuge di riconoscere e rispeare l’altro si accentua con le nuove connotazioni di ruolo “ madre” e “padre”. Compi di sviluppo in quanto genitori L’aesa e i primi passi: cura aeuosa e pa chiari La transizione alla genitorialità è il momento del concepimento. La gravidanza è un privilegio femminile e la donna fa un’esperienza unica. Il tempo dell’aesa segue due percorsi disn. Finzi (2017) dice che la paternità inizia con una comunicazione, la maternità con un sogno. L’inerario materno è quello più delicato e cruciale. La madre deve passare dal sogno di un bambino perfeo al bambino reale. La nascita per la madre rappresenta un distacco doloroso, per il padre rappresenta il primo contao ed avvicinamento con il glio. Il primo ed essenziale compito dei nuovi genitori riguarda perciò la condivisione e la negoziazione all’interno della coppia delle modalità con cui accogliere e dare spazio al nuovo arrivato all’interno della famiglia. L’iscrizione legale alla nascita è l’ao con cui si sanziona dal punto di vista sociale la nascita del bambino come ciadino, mentre per la coppia è il riconoscimento del bambino nella loro vita. La cura genitoriale si esprime in due livelli: Garantendo aeo, ducia, contenimento, acceazione (gura materna), così da permeere al bambino di assimilare vitalità, calore, ducia, sma di sé, capacitò di rapporto. Fornendo una direzione alla crescita, una guida che implica il sapere e il volere dare regole (gura paterna) La “cura responsabile” è garanre la compresenza compr esenza di aspe aevi di “cura” e aspe eco-normavi di “responsabilità” assicurando in tal modo aspe riducibili al dono materno e paterno. Lo sbilanciamento sul polo aevo porta all’iperprotevità (perdita della norma) è una presenza disimpegnata dell’adulto. Ma possiamo parlare anche di potere senza aeo (caso di maltraamen ma ltraamen e di incuria). Anche se sta nascendo un maggiore interesse dei padri, possiamo dire che questa fase del ciclo di vita è maggiormente gesta dalle madri.
L’adolescenza: guidare con ducia. Un’impresa evoluva congiunta di gli e genitori La costruzione dell’identà da parte dei gli adolescen è stato soggeo di numerosi contribu di po psicologico. La crescente acquisizione di autonomia da parte pa rte dell’adolescente ha come storia una cornice che alterna una presa di distanza e una richiesta di vicinanza. Appare quindi l’esigenza dell’autonomia e del distacco. Il compito evoluvo dell’adolescente è segnato dal lavoro emancipatorio che esisterà nell’acquisizione della piena responsabilità con le sue componen aeve, ideave e sociali. Il bambino/glio è ormai perduto, bisogna “dare vita, curare e lasciare andare”. Con l’adolescenza del glio lo sviluppo della famiglia diventa un’impresa evoluva congiunta di due generazioni. Quando i gli sono adolescen, la cura responsabile si traduce in un aeggiamento di “protezione essibile” che ene conto sia degli aspe di dipendenza ancora presen nella condizione adolescenziale, sia degli aspe di autonomia e della loro dicile dici le e mutevole composizione. Il controllo senza acceazione da origine allo sle educavo autoritario, che può provocare nel glio egocentrismo, bassa autosma ed un aeggiamento negavo verso ver so il mondo. L’acceazione senza controllo è pica dello sle permissivo che può essere esercitato da genitori indulgen o da genitori privi di reale interesse nei confron del glio (dannoso). Anche in adolescenza è quindi fondamentale che i genitori sappiano garanre al glio entrambi gli aspe di cura. L’adolescente ha bisogno di adul “senza riserva” che sappiano assumersi le loro responsabilità educave e indicare il percorso di crescita.
Compi di sviluppo in quanto gli
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Il glio si colloca all’interno della storia familiare. I neogenitori fanno ciò aribuendo al nuovo nato un nome e un cognome e di consenrgli con il tempo l’accesso alle proprie radici familiari. A livello intergenerazionale l’arrivo dei gli-nipo esprime una tappa essenziale del processo di riconoscimento reciproco delle generazioni sulla base del comune stato di genitore. Williamson (1991) ricorda che la comune esperienza di avere gli consente a gli adul e genitori di esprimere nuovi aspe di legame. Nel percorso dell’assunzione della genitorialità risulta parcolarmente crico il processo di disnzione-dierenziazione della coppia della famiglia d’origine. Si possono disnguere due processi:
Interiorizzazione delle funzioni genitoriali che ciascun coniuge compie a parre dalle relazioni vissute nella famiglia di origine. Incontro-incastro che si realizza tra i coniugi e che da luogo all’esercizio concreto delle funzioni genitoriali come prodoo del nuovo disposivo di coppia. Anche in questa fase ci sono varie forme for me di legame favorevole e non fa favorevole. vorevole. Possiamo dire che è in aao o un processo generavo quando la coppia riconosce la rete parentale una fonte beneca dalla quale parre per disnguersi. In questo caso il rapporto tra connessione e separazione è cruciale: una dierenziazione riuscita alimenta il legame tra le generazioni e garansce una connuità innovava. L’esito sfavorevole è invece l’inibizione della generavità. Il rituale stabilizza la famiglia secondo due livelli temporali: hic et nunc, dove i ri costuiscono il punto di appoggio, per ogni nucleo si può trovare in essi l’equilibrio tra nuovo e consueto, spontaneo e programmato dimensione più estesa della temporalità, dove il rito lega il presente al passato.
Compi di sviluppo come membri di una comunità sociale Nella transizione rappresentata dalla nascita del glio, nuovi compi sociali si presentano presentano ai nuovi genitori. La nascita comporta un periodo di restrizione dei conta con le re sociali. Con la crescita dei gli il sociale entra sempre più prepotentemente nella vita della famiglia, e per questo i genitori devono assumere compi specici, che devono stabilire lo spazio per la famiglia e per il sociale, ridenendo i ruoli nella coppia. Le madri che interrompono l’avità lavorava durante gli anni di allevamento dei gli, non riescono successivamente a reinserirsi nel mercato del lavoro. Il peso della composizione tra famiglia e lavoro grava sulla coppia e sul rapporto con le famiglie di origine. In ogni caso oggi si riscontra maggiore collaborazione tra marito e moglie in merito all’accudimento al l’accudimento dei gli, anche se le madri si fanno carico delle maggiorate delle incombenze legate alla gesone del glio e della vita familiare, mentre i padri vivono più al margine di questa relazione. L’aiuto della famiglia d’origine è molto importante e permee ai genitori di conciliare interessi professionali ed impegni familiari (il rischio è quello di rimanere nell’orbita genitoriale della famiglia d’origine). I neogenitori devono riconosce il valore dei generavi come scelta che è profondamente intrecciata al senso di appartenenza sociale. Man mano che il glio cresce i compi della coppia si complessicano sul versante sociale: la famiglia è mediatrice verso il sociale. PROCREAZIONE MEDICALMENTE ASSISTITA E OMOGENITORIALITA’: SFIDE E QUESTIONI APERTE La procreazione medicalmente assista: un nuovo scenario procreavo Per secoli la nascita dei gli avveniva in modo naturale. L’odierna possibilità di scegliere i gli, ma anche di programmarli rimane un fao nuovo. Nascono quindi nuove tecniche di fecondazione assista. Questo fao ha un versante posivo perché permee di avere gli alle coppie sterili, ma ha anche risvol negavi quando il glio è ricercato a tu i cos. Simona Argeneri (2014) osserva che spesso il desiderio si trasforma in ossessione. Le tecnologie riproduve spingono a dare forma alla hybris, cioè l’andare al di là del limite. Il desiderio procreavo ha origine nell’inconscio per sua natura insoerente del limite e perché realizzi a pieno il suo compito di umanizzazione deve associarsi alla responsabilità condivisa. Dagli anni ’70 in poi, il fenomeno si è diuso esponenzialmente per l’incremento dell’inferlità, per il dirio alla genitorialità reclamato dalle dal le coppie omosessuali e per l’emergere di un proprio business economico. Numerosi sono gli individui di cui disponiamo: tecniche di fecondazione omologa (unione arciale di seme e ovulo della coppia), tecniche di fecondazione (ulizzo di un gamete esterno dalla coppia), utero in ao (madre surregata, che si presta
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per portare a termine una gravidanza su commissione). Il ricorso della PMA pone diverse quesoni di po giuridico, eco e psicologico. Sde e quesoni dello scenario odierno: Invasività delle tecniche di PMA P MA che inuiscono sull’inmità relazionale e sessuale dei partner. Diseguaglianza procreava perché facendo ricorso a un donatore esterno dalla coppia, solo uno dei genitori può trasmeere il proprio patrimonio geneco e l’altro assume la posizione di genitore “sociale”. Un’indagine condoa sui giovani italiani ha sondato il vissuto personale dei giovani chiedendo loro di immaginare di diventare genitori con i diversi pi di fecondazione e di indicare come si senvano in queste situazioni. I da hanno
dimostrato che il ricorso alle tecniche di fecondazione assista è associato aad d un povero senso identario e sono più le femmine ad esprimere maggiore dicoltà. I gli di PMA avranno diverse sde davan a sé come: scelta della coppia di rilevare o meno al glio la verità sulla storia del suo concepimento, rischi di salute dei bambini na da PMA.
L’omogenitorialità e i suoi interrogavi L’espressione omogenitorialità risulta generica, in quanto comprende com prende situazioni assai diverse fra loro (coppie lesbiche o gay, coppie che hanno avuto un glio da una precedente relazione o coppie che pianicano la PMA). Da un punto di vista psicologico è dierente per un glio sapere chi è suo padre, o sua madr madree e farei i con con la trasformazione identaria e sessuale di uno dei suoi genitori. Ad oggi la maggioranza della leeratura psicosociale disponibile riguarda le madri lesbiche. Questo perché il fenomeno si congura nella realtà r ealtà come più diuso tra le donne lesbiche perché il desiderio di genitorietà è più diuso. Focalizziamo Focalizzia mo l’aenzione sulle conseguenze sui gli. Per la maggior parte dei casi i gli avu da relazioni eterosessuali vivono aualmente con il genitore che ha cambiato orientamento sessuale e il suo partner. Sono sta svol diversi studi, ad esempio con le coppie eterosessuali vengono spesso ulizza strumen di self-report somministra ai genitori che forniscono solo le loro percezioni individuali sul benessere dei gli. Gli strumen ulizza sono vol a rilevare comportamen e competenze ma raramente vengono ulizza strumen per indagare su identà più profonda. La ricerca qualitava viene usata quando si vuole avvicinarsi maggiormente ai vissu e alle esperienze delle persone coinvolte e ore un quadro più arcolato. Sono emerse tre problemache: orientamento orientament o sessuale dei gli. Le ricerche hanno dimostrato che i genitori omosessuali tendono ad avere aeggiamen più liberali rispeo ai comportamen sessuali dei gli e ad essere in generale più aper verso la diversità di genere. Spesso però i genitori indirizzano i gli verso l’eterosessualità, per facilitare la vita conoscendo loro stessi le dicoltà. Sgma sperimentato nelle relazioni con i pari. Soprauo nel contesto scolasco frequen sono gli episodi di derisione specicatamente lega al fao di avere genitori omosessuali. Figli na da donazione . I gli hanno domande sulla loro storia e sui propri genitori naturali. La famiglia di nascita occupa gran spazio nella mente del ragazzo.
VI.. VI
IL DI DIST STAC ACCO CO DEI DEI FIG FIGLI LI:: UNA UNA LU LUNG NGA A TRAN TRANSI SIZI ZION ONEE FAM FAMIL ILIA IARE RE
OBBIETTIVO DELLA TRANSIZIONE: TRAGHETTARE LE GIOVANI GENERAZIONI ALLA CONDIZIONE ADULTA L’uscita dall’adolescenza non coincide più con l’entrata nell’età adulta, ma piuosto sfocia nella giovinezza o meglio nella fase dea del “giovane-adulto”. La transizione alla vita adulta si delinea perciò come doppia transizione, dalla fase adolescenziale a quella del giovane-adulto. La prima assume così i tra di una fase preparatoria per la transizione vera e propria. Si traa di un processo che avviene all’insegna della gradualità e che vede il giovane passare da una posizione di marginalità parziale nella fase del giovane adulto ad una posizione sociale pienamente riconosciuta nella fase adulta. Nel prolungamento della giovinezza e nel ritardo di assunzione del ruolo adulto acquista maggiore salienza la famiglia d’origine. L’uscita psichica dalla casa parentale implica la struurazione e realizzazione di un progeo di vita. Tale progeo riguarda sia una realizzazione lavorava sia l’impegno in una relazione aeva stabile tesa alla costruzione di una nuova famiglia. GENERAZIONE DI MEZZO E TRASFORMAZIONE GENERATIVA
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I genitori di giovani adul convergono sia il passaggio dei gli all’età adulta, sia la propria transizione alla fascia di mezza età. Essi rappresentano la generazione che deene maggior potere e responsabilità. Hanno il compito di trasformazione generava sociale, contrastare la scissione tra famiglia e società, e allo stesso tempo esercitano le funzioni di nonni. Questa generazione viene chiamata chiamata sandwich generaon. I genitori di mezza età costuiscono la generazione cerniera, il fulcro delle relazioni intergenerazionali e rappresentano anche la generazione che deene il maggior potere e responsabilità. In questa parte assisamo a una stressima connessione tra compi familiari e sociali, e ciò implica una vera e propria trasformazione generava.
In quanto coniugi In quanto genitori
In quanto gli
In quanto membri di una comunità sociale
Reinvesre nel rapporto di coppia dando nuova linfa al pao, sia nelle sue componen aeve che eche Tragheare il glio alla condizione adulta dandogli ducia, legimandolo e supportandolo a distanza Arontare il dolore del distacco e la condizione di nido vuoto. Prendersi cura della generazione precedente arontando il suo declino. Riconoscere il suo ruolo di tesmone Passare dalla generavità parentale a quella sociale Contrastare lo stallo generazionale
Compi di sviluppo come coniugi C’è un reinvesmento nella relazione di coppia (ritorno alle origini), potendo de dedicare dicare più tempo e spazio. Per la donna essere supportata dal marito, dopo il distacco dai gli, è fondamentale, poiché spesso essa ha sacricato sé stessa, il lavoro e i suoi interessi per il loro accudimento. Compi di sviluppo in quanto genitori: una sda intergenerazionale I compi dei genitori sono di tragheare e autorizzare i gli verso l’assunzione della piena responsabilità adulta. Nel contesto auale questo compito risulta dicile a ragione della sempre maggiore vicinanza emozionale delle generazioni che tende a indebolire la prova della transizione e il suo essere un vero “salto di posizione” sia per i gli che per gli adul. Mc Adams e Logan (2004) sintezzano la dinamica della generavità: dare vita, curare e lasciare andare. Oggi siamo in dicoltà su tu e tre gli aspe, ma teniamo ad ampliare la cura. Nella famiglia lunga il movimento di progressiva spinta emancipava pico dell’aeggiamento di cura responsabile tende ad aevolirsi poiché genitori e gli, soddisfacendo in essa esigenze speculari, producono una pericolosa stabilità che impedisce il i l distacco. Per quanto riguarda il giovane, tale forma familiare sembra potergli garanre una giusta dose di autonomia a parre dalla quale egli può fare una sorta di esperienza controllata del mondo adulto. Il giovane adulto non ha solo vantaggi però ma anche rischi, nasce il problema della solitudine dei genitori di cui i giovani si liberano. Dalla generavità parentale alla generavità sociale Fino a qualche decennio fa la maggiore brevità della vita, il numero consistente di gli, con la temporanea dilatazione del tempo di allevamento e il susseguirsi constante delle generazioni rendevano l’aesa di diventare nonni meno drammaca. Riprendendo le osservazioni di Snarey (1993) possiamo dire che i genitori sono chiama ad una transizione specica cioè passare dalla generavità parentale alla generavità sociale. Compi di sviluppo in quanto gli Membri della coppia di mezza età, in quanto gli, devono arontare la perdita o la malaa dei propri propri genitori. Si assumono la responsabilità della cura sia su piano aevo che eco (come riconoscenza nei lo loro ro confron).
VII.
TRANSIZI TRANS IZION ONII PECULI PECULIARI ARI:: SEPARA SEPARAZIO ZIONE, NE, RIC RICOMP OMPOSI OSIZIO ZIONE NE FAMI FAMILIA LIARE, RE, ADO ADOZIO ZIONE, NE, AFF AFFIDO IDO E IMMIGRAZIONE
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Tali transizioni sono “non normave” e “non prevedibili” entro il percorso tradizionale della famiglia. Inoltre, tue le transizioni hanno problemache analoghe, come il riconoscimento della storia parentale, del rispeo della dierenza e della legimazione delle origini. In queste transizioni il sociale irrompe sulla scena familiare: il rapporto con un terzo esterno. Gli even che innescano tali transizioni tra nsizioni sono complessi e di natura diversa: risorse famigliari che spingono a comportamen pro-sociali e ad esercitare una sorta di generavità sociale come nel caso dell’ado, in altre circostanze scaturiscono dalla rivelazione di una mancanza. LE FAMIGLIE SEPARATE/DIVORZIATE La relazione di coppia è concepita come realtà del tuo privata e tende a prescindere dai vincoli sociali e dall’intervento delle famiglie d’origine. La separazione e il divorzio diventano così un’occasione dolorosa e drammaca ma anche speciale per vedere le dinamiche del pao coniugale. La frequenza stasca non autor autorizza izza a “normalizzare” ciò che è di fao fonte di faca e di rischio per la persona e per la relazione tra le generazioni. Il divorzio è tanto una situazione di stress che richiede un coping adeguato quanto una situazione traumaca sia per i gli che per i genitori. Ogni transizione porta con sé disorganizzazione e soerenza, coinvolgendo tua la rete di relazioni in cui un individuo è inserito. Separazione e divorzio sono la conseguenza di una fraura che si inserisce entro un contesto di perdita che non di rado degenera in discordia e che mee profondamente alla prova la famiglia. Soprauo per i gli la transizione appare dolorosa. Possiamo notare che se l’evento della roura si ricollega ad altri even crici le conseguenze sulle nuove generazioni sono ulteriormente problemache. La transizione alla separazione va intesa come passaggio crico delle relazioni familiari, che implica il raggiungimento di un obbievo e ha insi diversi compi di sviluppo per tue le generazioni coinvolte. I legami durante le transizioni non si rompono ma si trasformano. Obbievo della transizione alla separazione: portare in salvo il legame L’obbievo fondamentale di questo passaggio è arontare la ne del pao sapendo portare in salvo il legame. La messa in salvo del legame non è un processo di conservazione, ma è un vero e proprio lavoro psichico di ri ricostruzione costruzione e revisione delle vicende del rapporto di coppia. Questo implica un dicile percorso, la coppia si trova ad arontare la decisione di infrangere il pao è messa di fronte alla necessità di risalire alle origini del medesimo e alle modalità araverso le quali esso è stato spulato. Il livello di lavoro psichico che conduce a questo ritorno all’origine e che riguarda sia il rapporto della persona nella propria famiglia di origine che la costuzione del pao di coppia, varia a seconda della disponibilità psichica personale e dalle occasioni del contesto sociale. Dopo il divorzio il corpo familiare sarà impegnato a perseguire l’obievo di questa transizione ad ostacoli tramite la cura delle relazioni interroe dalla fraura coniugale. Compi di sviluppo nella separazione In quanto ex coniugi
In quanto genitori
In quanto gli
In quanto membri di una comunità sociale
Traare la ne del pao elaborandola Impegnarsi nella gesone del conio coniugale Meere in ao una forma di collaborazione con l’ex coniuge per garanre l’esercizio della funzione genitoriale Esercitare la cura responsabile Consenre ai gli di connuare ad essere gli Garanre al glio l’accesso all’altro genitore e alla sua srpe Realizzare un interscambio supporvo con le famiglie d’origine Evitare di appiarsi in una relazione esclusivamente liale Consenre ai propri gli la possibilità di non rompere il rapporto con entrambe le famiglie d’origine Mantenere uno scambio avo con la rete amicale Ricorrere a servizi competen Superare la concezione della separazione come scelta privata priva ta
Compi di sviluppo in quanto ex-coniugi
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Ad essi verrà richiesta una ristruurazione della loro relazione coniugale. Essi saranno chiama sia a traare la ne del legame elaborandola sia a impegnarsi in una gesone cooperava del conio coniugale, contrastando l’escalaon e ridenendo i conni coniugali e familiari. Considerare il divorzio una transizione come un ne-passaggio. Non è possibile uscire dal legame annullandolo ma è possibile separarsene nel senso di riconoscerlo per quello che è stato. Realizzare il cosiddeo divorzio psichico implica principalmente l’elaborazione e la comprensione dei moven e dei problemi alla base del fallimento del legame a livello dei singoli individui, il trarre la ne è un compito congiunto. Per arontare adeguatamente il divorzio i partner devono riconoscere qualcosa che li accomuni. Compi di sviluppo in quanto genitori Quando il disposivo della coppia non funziona, f unziona, emergono varie dicoltà nel processo di tr trasmissione asmissione intergenerazionale. Nei casi di separazione in cui gli ex coniugi sono anche genitori, il compito richiesto a loro diventa più complesso. I genitori separa sono dunque fondamentalmente chiama a: Meere in ao una forma di collaborazione con l’ex coniuge per garanre l’esercizio della funzione genitoriale, Esercitare la cura responsabile legimando l’altro genitore, Consenre ai li l’accesso alla storia di entrambe le famiglie d’origine, Consenre ai gli di connuare ad essere gli. Veniamo al primo compito. Pure nella profonda connessione che esiste tra l’essere coniugi e l’essere genitori vi è dierenza tra i due pi di scambio: lo scambio coniugale è su base e responsabilità pariteca e lo scambio generazionale è su base e responsabilità gerarchica. Quando viene vi ene meno il primo po di scambio è quindi ancora possibile mantenere vivo il secondo. Il glio infa non solo lega i due coniugi ma collega il coniuge alla sua storia
generazionale e alla storia generazionale del partner. L’impegno per i genitori separa è di mantenere la genitorialità. Il divorzio non è solo una modicazione dei ruoli si traa di modicare una relazione. Potremmo dire che il paradosso del divorzio è l’uscita da un pao di coppia per riaermare il valore del pao generazionale. Ai genitori divorzia viene richiesta anche una cura responsabile garantendo aeo e norme ai propri gli. Viene richiesto anche di legimare l’altro come genitore perché i gli hanno bisogno di entrambi i genitori. Gli ex coniugi devono consenre ai gli l’accesso alla storia generazionale, sia dall’asse materno sia da quello paterno. Goldstein, Freud e Solnit (1973) avevano teorizzato la necessità di idencare nella coppia separata il “ genitore psicologico” al quale adare il glio e demandar interamente la funzione educava. Oggi (a parre dagli anni ’80) si è giun progressivamente a garanre l’accesso del glio anche al genitore non convivente. Si traa di una nuova interpretazione del conceo di “connuità”. L’ado congiunto presente in alcuni paesi e da qualche anno introdoo anche in Italia e aualmente oggeo di nuovo dibato da voce a questa esigenza anche se non automacamente da seguito a relazi relazioni oni cooperave tra ex coniugi. Il genitore convivente e/o adatario avrà un luogo cruciale nel favorire nel glio la relazione con l’altro genitore e la sua storia. Mantenere entrambe le relazioni non promuove solo il benessere nel glio ma anche la con il padre è spesso messo a rischio. Per i gli maschi la qualità delle all’interno della famiglia. Il legame mancanza delrelazioni padre sembrerebbe essere assenza del genitore che stabilisce le regole e che trasmee gli insegnamen uli per la vita. La mancanza del padre nella vita della femmina, invece, indica l’assenza di un partner accanto alla madre, è solitudine della madre. Un altro compito dei genitori separa è legato a consenre ai gli di connuare ad essere gli. È importante che i coniugi mantengano relazioni con i propri gli. La separazione crea anche degli ee a lungo termine ai gli: mol problemi che sembrano contenu o del tuo assen in età scolare possono “esplodere” in adolescenza o in età giovane-adulta. Questo ha condoo a parlare di slepeer eect, cioè eeo ritardato del divorzio quasi a soolineare il caraere latente e l’improvviso riemergere dei problemi dell’età infanle e preadolescenza. Ciò che dierenzia i giovani delle famiglie separate da quelli delle famiglie unite è la loro dicoltà a stabilire relazioni aeve signicave e durature nelle quali poter dare esperienza del dare e ricevere amore. Inoltre, i gli di separa avranno anche dicoltà dal punto di vista della professionalità economica e nel raggiungimento di uno status economico stabile. L’esperienza della separazione rilascia nei gli il i l senmento di more nel ripetere il loro fallimento. Per i children of divorce è dunque a rischio la speranza nel legame e la ducia nel percepirsi capaci di creare legami duraturi.
Compi di sviluppo in quanto gli
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Il lavoro di dicile ridenizione dei legami anche con la famiglia dell’ex coniuge. Soprauo quando la separazione avviene dopo più anni di matrimonio, le relazioni con la parentela vanno geste per il signicato che esse hanno avuto e hanno per sé e per i gli. Il mantenimento o la fraura delle relazioni tra generazioni sembrano dipendere non tanto dal divorzio in sé, ma dalle modalità secondo le quali esso è avvenuto e dalla solidità e adabilità delle relazioni precedentemente struurate. In non pochi casi, gli ex suoceri rimandano in contao con nuore/generi soprauo qualora sia stato il proprio glio a chiedere la separazione. I compi di sviluppo che i separa in quanto gli sono chiama a soddisfare per realizzare l’obievo della transizione possono essere idenca nei seguen: Realizzare un interscambio supporvo con le famiglie d’origine,
Consenre ai propri gli la possibilità di connuazione del rapporto con entrambe le famiglie d’origine, Non appiarsi in una relazione esclusivamente liale.
Compi di sviluppo in quanto membri di una comunità sociale I separa possono promuovere relazioni sociali dei gli ma anche ricercare nel sociale risorse che supporno questa complessa transizione. Essi sono pertanto chiama a: Mantenere uno scambio avo con la rete di amiche, Ricorrere a servizi competen per arontare la crisi, Superare la concezione della separazione come “scelta privata”
LE FAMIGLIE RICOMPOSTE La riorganizzazione familiare è uno degli aspe che porta alla nascita di un nucleo ricomposto, il cui coniuge separato con i gli vive stabilmente con un nuovo compagno o compagna (step-parent). Questo implica che il glio si trova a vivere soo lo stesso teo con un adulto con il quale non ha alcun vincolo di sangue e condividere spazi e ogge con fratelli acquisi, con i quali non vi è alcun legame biologico. La famiglia ricomposta e la sua specicità Le famiglie ricomposte nascono da una perdita ma mentre nel passato si traava della morte del genitore cui seguiva una nuova unione, nella condizione odierna la perdita è costuita dalla roura dell’unità matrimoniale. È quindi la relazione genitore/glio acquisito lo specico e il punto crico della famiglia ricomposta. La leeratura sul tema racconta di un’anomia legislava e sociale nella quale ciascun genitore acquisito è chiamato a far da sé trovando un proprio ruolo e una propria collocazione nella relazione con il glio e con gli adul con funzioni genitoriali. Allo stesso modo la ricerca soolinea la relazione a doppio lo che lega il rapporto genitore acquisito/glio e quello di coppia, facendo sovente dipendere il desno e la durata di quest’ulmo dalla fortuna del primo. Al centro però abbiamo il tema dell’educazione e della crescita dei gli. La coppia deve garanre dei “conni” che la nuova coppia deve prima costruire e poi garanredella nel tempo. della pur famiglia delineano lo spazio familiare, chi è dentro considerarsi all’interno famigliaI conni e chi è fuori essendo presenza signicava. Neisancendo nuclei ricompos la e può dimensione spaziale riguarda e araversa molteplici aspe della vita della famiglia. Abbiamo la quesone logiscoabitava che necessita nei gli di cambiare abitazione e con essa abitudini e contesto comunitario di appartenenza. In secondo luogo, la dimensione spaziale aene al ruolo del genitore acquisito sia rispeo ai gli che all’altro compagno che rispeo alla sua famiglia. In terzo luogo, l’amministrazione dello spazio familiare interessa ed inuenza le diverse modalità di gesone della relazione tra gli adul coinvol e di organizzazione dell’adamento dei gli. La dimensione spaziale si connee con quella temporale. Possiamo parlare di due triangoli cruciali: il primo ha come verci se, il glio e l’ex genitore il secondo ha come verci se, il glio e il nuovo genitore I gli però si ritrovano catapulta in una nuova realtà familiare. Inne, tu si trovano in dicoltà a vivere e reggere con successo dieren ruoli e mantenere posizioni molteplici, molteplici , e questo può portare a fondere i due triangoli. Compi di sviluppo della famiglia ricomposta Sapersi riconoscere ancora famiglia rispeando ri speando e legimando legami e genealogie pregresse. In poche parole, è importante che la famiglia ricomposta si senta famiglia raggiungendo coesione e unità facendo propri i compi eco
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aevi propri del famigliare. È importante per i gli non solo mantenere i rappor con le proprie origini ma anche sperimentare ducia verso una nuova gura adulta in famiglia. I genitori acquisi che facano a mantenere questa posizione di conne e di ponte sia entro la famiglia che tra le famiglie rischiano la caduta in due posizioni anteche e pericolose: l’indierenza nei confron dei gli dell’altro o l’inglobamento. Possiamo fare riferimento a due pi di ricerche. La prima qualitava (greco e roncari 2006), mul-metodologica che prevedeva l’impegno di un’intervista e dello strumento graco “la doppia luna”. Tra i mol spun di riessione che la ricerca propone, vale la pena soermarsi sulla dierenza di percezione circa l’immagine della famiglia tra gli minori e membri della nuova coppia genitoriale. In parcolare, due terzi dei gli intervista dichiarava di acceare nella vita quodiana il padre acquisito e di vedere in lui un importante punto di riferimento. Ma nelle rappresentazioni grache i ragazzi si rappresentavano come isola. Sorge quindi la necessità di trovare il posto giusto. La seconda ricerca condoa da Monica Accordini (2007) addoa un punto di vista relazionale analizzando le rappresentazioni grache di un campione di gli e dei loro genitori acquisi. DI parcolare interesse è delineare alcune specicità della famiglia ricomposta. I risulta mostrano padri acquisi che fanno collassare la propria rappresentazione del famigliare. La gura materna è però messa maggiormente in crisi. Le glie femmine hanno un rapporto migliore con il genitore acquisito mentre i gli maschi sono in grado di ragurarsi come crocevia e punto di incontro. Un ulmo studio ci ha portato a prendere avvio dalla denizione del “contesto microsistemico plurinucleare di appartenenza” (1 fase) per approdare alla gesone dei rischi relazionali e delle problemache auali o potenziali che aiggono il nucleo ricomposto (4 fase), passando araverso la ricostruzione della modalità di gesone della separazione (2 fase) e dalla storia del legame (3 fase) e trova il proprio cardine nella creazione del disegno genograco, vale a dire nella ragurazione del sistema familiare ricomposto. LE FAMIGLIE ADOTTIVE L’adozione è una modalità peculiare di “fare famiglia” che mee parcolarmente in evidenza il versante simbolico dei legami familiari e travalicando i legami di sangue, pone l’accento sulla profonda connessione tra famigliare e sociale. L’adozione risulta posiva per quei bambini senza casa. Potremmo dire che l’adozione si posiziona nel punto di intersezione tra generavità parentale (la cura verso i propri gli) e la generavità sociale. Essa racchiude un valore profeco, capace di illuminare la comune natura più profonda dell’essere genitori e dell’essere gli. Obievo della transizione: costruire il pao adovo Esso deve prevedere un progeo/impegno generavo volto a inserire il glio nella genealogia familiare ed esso coinvolge sia i genitori che i gli. L’adozione origina da una doppia mancanza: per il glio la mancanza di una famiglia e per la coppia la mancanza di un glio o il completamento della famiglia. Il pao per poter essere costruvo deve assumere le reciproche mancanze e trasformarle trasformarl e in un progeo/impegno generavo che coinvolga sia i genitori che i gli. L’emologia adoare indica la dimensione della scelta. La scelta di adoare è l’inizio del pao adovo. Compi di sviluppo delle famiglie adove In quanto coniugi
In quanto genitori
In quanto gli
In quanto membri di una comunità sociale
Prendersi cura della relazione coniugale Fare i con con la mancanza di gli e rilanciare, trasformandolo, il progeo generavo di coppia Legimarsi reciprocamente come genitori nella scelta adova Costruire legame con il glio in assenza della connuità biologica ed esercitare una “cura responsabile” Riconoscere e valorizzare la dierenza del glio Facilitare e sostenere la ricostruzione della storia da parte del glio Gesre l’entrata del glio nella famiglia estesa Favorire la creazione del legame con i nonni addovi Inserire il glio a pieno tolo nella storia familiare Sviluppare una rete di solidarietà e di supporto Curare i rappor con le realtà sociali con cui il glio entra a contao Cooperare col sociale specie in situazioni di adozione di bambini di altra etnia
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Compi di sviluppo in quanto coniugi Ai genitori adovi è richiesto di prendersi cura della propria dimensione coniugale, arontando la ferita della mancanza della gravidanza e della nascita e aronta la sda della scelta di diventare genitori adovi. Parliamo di “entlement ” per indicare l’esercizio della tolarità nel ruolo di genitore e l’assunzione piena della responsabilità nel percorso della crescita di quel glio. Compi di sviluppo in quanto genitori I bambini adoa sono a rischio. Infa, rispeo ai loro coetanei manifestano più frequentemente problemi comportamentali, maggiori dicoltà scolasche e una elevata probabilità di avere interiorizzato un paern di aaccamento insicuro. L’adaamento del bambino dipende dalla qualità della relazione con il padre. Mentre nelle famiglie naturali è la madre con il suo vantaggio biologico a legimare il padre, nelle famiglie adove è il padre che legima la madre e con essa la coppia. Come genitori essi sono chiama a esercitare la cura responsabile nei confron del glio, di spronarlo verso la crescita e l’autonomia, e di orientarlo verso una meta. Questo compito risulta più dicile davan a gli “problemaci”. Il compito più sdante come genitori è quello di creare un legame genitoriale con il glio in assenza di un legame biologico. Un compito aggiunto alle famiglie adove è quello di “sintonizzarsi” reciprocamente nella storia adova. La famiglia originaria avrà sempre una parte nella memoria del bambino. Compi di sviluppo in quanto gli Come gli, i genitori adovi sono chiama a gesre questa new entry anche nella famiglia estesa, poiché l’ingresso del minore in famiglia segna inevitabilmente tue le relazioni a livello intergenerazionale. A chi addoa è richiesto di gesre anche con i propri genitori la nuova relazione, visto che essi diventano “nonni adovi”. Il glio con l’adozione viene inserito a tu gli ee nella ggenealogia enealogia e nella storia della propria famiglia. Compi di sviluppo in quanto membri di una comunità sociale Ad essi è richiesta una parcolare capacità di sviluppare una rete di solidarietà tra famiglie e di collaborare con gli operatori dei servizi e tra famiglie e sistema giuridico-istuzionale. Importante è anche la cura dei rappor con il nuovo mondo sociale con il quale il glio entrerà in contao. Parcolarmente delicata è l’adozione di un glio di una diversa etnia. LE FAMIGLIE AFFIDATARIE Possiamo parlare di ado etero familiare, che si propone come una forma di supporto temporaneo ai minori e alle famiglie in dicoltà. Un aspeo cruciale dell’ado è costuito dai passaggi delle due famiglie, parcolarmente facosi da gesre sia da parte degli adul che dei minori. La separazione che il minore sperimenta all’ingresso e all’uscita dell’ado, ma anche ogni volta che rientra nella famiglia d’origine per le visite previste, sono tra i momen più dicili da arontare perché collega al senmento di perdita, tradimento, abbandono e del vuoto. Anche la conclusione dell’ado porta con sé una separazione sia se si tra di un ritorno o a un nuovo ado. La quesone della temporalità dell’ado è un aspeo importante. Ecco cosa esce dalle ricerche condoe: ciò che garansce il buon andamento dell’ado si gioca innanzituo sulla buona qualità delle relazioni familiari e sulla capacità di apertura alla famiglia naturale del minore da parte degli adatari, in parcolare alla madre. Non bisogna inglobare l’adato entro i propri conni. Bisogna ricordare ai genitori che i gli sono “gli al conne” e come tali portano con loro una storia e dei legami che possono essere in alcun modo rescissi o nega. Compresenza sul piano della realtà delle due famiglie. Il glio adatario manene un legame tenace con le origini. Ulità ed ecacia dell’ado.
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PROTEGGERE L’ESSERE FIGLI: UN COMPITO COMUNE TRA ADOZIONE E AFFIDO Gli aspe della genitorialità sono tu araversa dalla dimensione simbolica e possono essere disn nei seguen registri: biologico-geneco, accudivo-educavo, storico-intergenerazionale e culturale-sociale. Si è infa genera da una coppia genitoriale, in quanto accudi, nutri e fa crescere araverso la cura responsabile, resi membri di una srpe e inseri in una storia intergenerazionale e si è gli in quanto riconosciu nella propria appartenenza civile, sociale, etnica e culturale. La compresenza di queste quaro dimensioni è ciò che consente a ciascun ci ascun glio di crescere quanto tale. Quando uno di ques registri viene v iene meno, la persona rischia di non poter realizzare a pieno la sua identà. Si potrebbe aermare che “non si esiste se non come gli”. Per questo il contesto sociale si fa carico e cerca di supplire alle eventuali carenze relave a tale aspeo, riconoscendo implicitamente il valore della categoria antropologica di glio come generato da un padre e una madre entro una storia intergenerazionale. I genitori nell’ado assumono la funzione accudiva-educava. LE FAMIGLIE IMMIGRATE Obievo della transizione: portare in salvo il patrimonio delle origini integrandole con il nuovo contesto La migrazione è una transizione di vita e familiare che si snoda in un arco di tempo lungo, implica una serie di perdite signicave e ha ae signicavi sia a livello di coppa che a livello intergenerazionale. La sda cui la famiglia è chiamata a rispondere si traa di un connuo e mai concluso compito di cura dei legami che il migrante è chiamato a realizzare sia sul versante familiare che su quello del rapporto con la società ospite. Il compito del famigliare riconducibile al far vivere e rivivere generavamente il legame tra generi e generazioni, con le loro irriducibili dierenze. L’obievo di questa transizione è perciò di portare in salvo le origini con il loro patrimonio familiare e culturale aprendo al nuovo contesto di vita. Compi di sviluppo della famiglia immigrata Le dierenze tra i vari pi di famiglie migran fanno sì che gli obievi e i compi di cura che via via indicheremo siano giocoforza soopos, più che per altri pi di transizione al confronto sempre drammaco con la specica situazione. Come dire che la nostra prospeva simbolico/relazionale è sooposta ad un arduo compito di applicazione alla singola storia familiare e alla singola avventura migratoria. La transizione migratoria ha nella coppia migrante il suo snodo crico. Essa ha infa una funzione f unzione di mediazione generazionale essendo la generazione ponte di collegamento con la storia delle origini e le nuove generazioni che lei provengono. In quanto coniugi
In quanto genitori
In quanto gli
Compito sociale
Aiutare il coniuge ad acceare e comprendere il senso del viaggio migratorio Costruire un’identà di coppia che sappia coniugare realiscamente i modelli del passato con le nuove caraerische di ruolo richieste al contesto sociale di accoglienza Rendere il progeo migratorio accessibile al glio Gesre la trasmissione delle eredità garantendo la connuità con le origini e dando ducia alla costruzione di nuove sintesi da parte del glio Selezionare le priorità valoriali mantenendo spazi esploravi nei confron di ciò che il sociale ore Acceare la parte straniera del glio Gesre in maniera essibile il mandato familiare reinterpretandolo alla luce delle richieste del contesto sociale di accoglienza Riconoscere il valore della cultura di origine e il mondo nel quale si è sviluppata nonostante le carenze e i problemi che hanno spinto alla scelta migratoria Mantenere vivi gli scambi con la famiglia d’origine Far diventare familiare l’estraneo
Compi di sviluppo in quanto coniugi L’aumento dei matrimoni tra persone straniere nei paesi di accoglienza nonché il vericarsi di matrimoni mis, l’interesse per la relazione coniugale è aumentato. La migrazione rappresenta un evento parcolarmente crico per la
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coppia sia come rischio ma anche come opportunità. I compi che essa deve arontare sono molteplici. Ne soolineiamo fondamentalmente due. Un primo aspeo riguarda la possibilità o meno di condividere il progeo migratorio. Un secondo aspeo che si presenta in modo assai diversicato a seconda della cultura di provenienza dei coniugi è dato dal confronto tra il ruolo femminile e maschile diuso nel paese di accoglienza rispeo a quello sperimentato nelle culture di origine. I membri della coppia sono chiama ad un lavoro di costruzione e di ricostruzione di identà di coppia assai facoso. Compi di sviluppo in quanto genitori Il rapporto tra le prime generazioni di migran e quelle successive è di gran lunga il tema più indagato dalla ricerca psicosociale. Esso però si restringe tra il rapporto genitori e gli, trascurando la generazione dei nonni e la trama della parentela allargata che ha molta rilevanza nell’educazione delle giovani generazioni. Di certo i genitori emigra, nella crescita dei loro gli trovano di fronte ad un compito parcolarmente complesso: trasmeere loro il patrimonio materiale e simbolico, sospesi come sono tra due culture che essi stessi fanno faca ad integrare sia a livello della visione della vita che dei comportamen comporta men conseguen. La crescita della seconda generazione nel nuovo contesto assume quasi sempre traieorie inaspeate. Per i genitori bisogna acceare che i gli siano in parte diversi da come si immaginavano essi, signica immaginare il luo per la perdita parziale delle loro origini. Con l’arrivo dei gli, quindi, la famiglia migrante è chiamata a garanre connuità e al tempo stesso possibilità di dierenziazione dalle generazioni preceden. I giovani devono quindi acceare di fare fa re parte a due mondi. La storia delle generazioni deve potersi arcolare in una dinamica familiare di mantenimento e di mutamento in coerenza con il progeo migratorio dell’intera famiglia che potrebbe anche prevedere un ritorno r itorno nel paese d’origine della prima generazione, quando i gli diventano giovani-adul. Il tema della separazione/distacco segna in modo molto forte la famiglia migrante. Compi di sviluppo in quanto gli I temi che la coppia migrante è chiamata a traare a questo proposito riguardano prevalentemente la lealtà e riconoscenza nei confron di chi è rimasto rim asto in patria e del mondo da cui si proviene. Le origini possono essere vissute nei termini di un mondo ideale rigido che consente rielaborazione, che si blocca e manene immobili. La mente e il cuore sono rivol all’indietro per cui non vi è possibilità di rivisitazione connuazione della propria storia personale e familiare alla luce dell’oggi. All’opposto le origini possono essere viste come prive di valore, fruo di un mondo che porta con sé solo soerenza, mancanza di prospeve, povertà materiali e simboli simboliche. che. Oppure le origini possono anche rappresentare un indicatore di roa. La comunità sociale e il suo compito: far diventare familiare l’estraneo L’esito posivo del processo migratorio è a carico del migrante e della sua famiglia, ma anche a carico di chi accoglie, che è chiamato a conoscere, rispeare, discernere quel che altre a ltrefamiliare culture ci dicono deiquesto rappor tra generi familiari sapendone vedere sia i limi che risorse. Far diventare l’estraneo, il compito chee ilgenerazioni grande Levi Strauss diceva all’origine del legame coniugale/familiare. La migrazione, ci fa vedere come questo stesso imperavo sia centrale anche perché il legame sociale superi la prova e si rigeneri. Possiamo quindi parlare di intervento clinico ma anche opportunità e necessità di un intervento psicosociale.
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OBIETTIVO GENERALE: CONSENTIRE IL PASSAGGIO DELLE EREDITA’ MATERIALI E MORALI L’elemento che contraddisngue e dierenzia l’ulma età della vita è proprio il fao di essere l’ulma. È questo elemento infa che contrassegna e unica la condizione anziana e induce a considerare questa transizione evoluva in termini del tuo parcolari. Si traa infa di una transizione sui generis che è caraerizzata dal fao di non avere
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un transito compiuto, poiché con la morte non c’è un passaggio a una successiva condizione di vita. La morte come evento crico è il marcatore forte della transizione: essa dà direzione e signicato anche a tu gli altri even, in parcolare pensionamento e malaa, che diventano di ventano in qualche modo dei precursori di essa. L’anziano che esce di scena lascia un vuoto reale, ma contemporaneamente fa emergere il piano delle connessioni simboliche familiari e sociali e obbliga i familiari stessi a confrontarsi con l’inevitabilità del distacco e a procedere a un impegnavo lavoro di passaggio di consegne e di distribuzione delle par ed eredità familiari. Oggi la morte è messa ai margini della vita sociale: sempre più spesso si muore in ospedale, lontano dal conforto dei propri familiari, famil iari, i funerali sono in genere aseci, privi di ritualità signicava. La privazzazione del morire ha tolto a questo evento gli aspe di accomunamento che aiutano non poco ad arontarlo. La morte è l’interruzione di un rapporto, ma chi se ne va rimane simbolicamente avo araverso i suoi lasci materiali e morali. Qual è l’obievo da raggiungere in questa transizione familiare? Consenre il passaggio di eredità morali e materiali. Si traa di un passaggio di consegne che impegna a diverso tolo entrambe le generazioni e che suggella un processo che inizia ben prima che l’evento crico morte sopraggiunga. La generazione anziana è chiamata a fare spazio in modo avo ai gli adul, riconoscendoli e legimandoli come capila generazionali. Si traa di una sorta di investura della generazione adulta da parte della generazione anziana. La generazione adulta è chiamata ad acceare tale posizione di capola generazionale assumendosi la responsabilità dell’esercizio della cura, nei confron oltre che delle generazioni successive, anche della generazione precedente. Il passaggio di consegne tra la prima e la seconda generazione prende la forma della trasmissione, accoglimento ed elaborazione della memoria familiare che è una forma del tuo parcolare di cura che necessita di un signicavo lavoro mentale. Essa consiste nella capacità di senre ed esperire ciò che connee le diverse generazioni, nel riconoscere e colvare la comune appartenenza e nell’impegno di riproporla con appor personali. La trasmissione può essere dicoltosa quando la prima generazione, nel corso della sua vita, vi ta, è stata decitaria nell’esercitare le sue responsabilità a livello coniugale e genitoriale, oppure quando essa è stata colpita da perdite e lu che non ha potuto o saputo arontare. Anche lu non aronta psichicamente dalle generazioni preceden possono far senre i loro ee mol anni dopo, di fronte a un passaggio crico o a un nuovo luo. La trasmissione intergenerazionale è mediata da alcune variabili: il genere, l’ordine di genitura e la gerarchia generazionale. Il fao stesso di essere il primogenito maschio o l’ulmogenito femmina all’interno della parentela, indirizza e predetermina alcuni aspe a spe idencatori piuosto che altri e legima aese speciche in ordine all’assunzione dei diversi ruoli. È noto come al primogenito maschio venga facilmente aribuito il compito di connuatore della tradizione familiare e all’ulma femmina quella di garante della cura dei genitori anziani. Cura della riconoscenza e trasmissione intergenerazionale Nelle famiglie, quando la prima generazione si avvicina al traguardo della morte, si sviluppa una matrice di senmen del tuo peculiari. Il tuo è soeso da una qualità aeva e cogniva che accompagna questa transizione: la riconoscenza. Il passaggio/transito della morte costringe la generazione che se ne avvicina a ricapitolare la vita trascorsa, a ri-conoscere ciò che si è ricevuto e dato, le gioie e i dolori, i successi, i fa fallimen. llimen. In genere le persone che hanno goduto relazioni familiarie sane concludono il bilancio posivo. esito è la il fruo un lavoro di contrasto deglidiaspe depressivi rancorosi lega alle vicendeininfelici cheTale costellano vita diditu. Eriksonpsichico ha descrio il conio specico di questa fase della vita tra tendenza a tenere le cose insieme e cedimento alla disperazione e al disprezzo e ha soolineato l’importanza l’im portanza di conservare una funzione generava anche nella fase nale dell’esistenza. La riconoscenza però non è uno stato automaco ma fruo di un percorso. Oggi la presenza di malae croniche mee a dura prova pr ova questo senmento sia per l’anziano, sia per chi se ne prende cura. La riconoscenza va curata, colvata e sviluppata incessantemente, contrastando la polarità opposta, che è rappresentata dal disconoscimento, ovvero dal riuto della storia dei legami. Le generazioni successive possono infa non ricevere alcuna investura, ma al contrario essere disconosciute: ne è segno pico l’esclusione totale o parziale dall’eredità dei beni materiali, il riuto r iuto di ricevere cure e aiu da un certo glio e così vvia. ia. Oppure le generazioni eredi possono essere in dicoltà nel riconoscere ciò che hanno ricevuto nel corso della vita familiare: esempio ne è il riuto o la grave dicoltà del glio a riconoscere e a tener conto del patrimonio ricevuto quando il decadimento del genitore lo rende irriconoscibile. La riconoscenza di esprime nei comportamen di aiuto e nelle prestazioni di caregiving. Alle sue origini essa riguarda il dono-debito della vita stessa, poiché il genitore anziano, che ha dato la vita al glio e ne ha seguito la crescita, ha stabilito araverso ciò una posizione di credito nei suoi confron. La cura della riconoscenza è prima di tuo nalizzata al mantenimento e allo sviluppo dei legami e si inserisce nel più ampio movimento di “dare-ricevere-
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ricambiare” proprio della circolazione del dono che costuisce una forma del tuo diversa da una semplice relazione di scambio ulitarisco. PASSAGGI CHIAVE DALLA TRANSIZIONE ALL’ETA’ ANZIANA E LORO COMPITI DI SVILUPPO Il passaggio di consegne tra le generazioni ha alcuni precursori, rappresenta in parcolare dall’evento crico del pensionamento e della malaa. In quanto coniugi
In quanto genitori e nonni
In quanto membri di una comunità sociale
Rinegoziare i nuovi spazi di coppia e legimarsi dopo il pensionamento nei nuovi ruoli Prendersi cura del partner malato e supportarsi reciprocamente Sostenere i gli nell’esercizio della genitorialità Acceare la cura da parte dei gli Riconoscere nei nipo una nuova generazione familiare familiar e e trasmeere loro un’eredità posiva Re invesre sulle re amicali e informali Mantenere relazioni sociali ave Instaurare una relazione collaborava con i servizi di cura
Diventare nonni La presenza dei nipo assume aspe simbolici complessi poiché è sia segno di arricchimento di vita sia segno della vita che passa. La nascita dei nipo è per i nonni una ta tappa ppa signicava, il segno di ciò che è iniziato quando hanno dato vita alla loro famiglia può proseguire nel tempo. Essere nonni è un importante tassello nello sviluppo della propria identà. Queste forme di invesmento nelle relazioni intrafamiliari o sociali rappresentano modalità araverso cui l’anziano può mantenere un buon livello di avità. In una ricerca recente dal nome “io non mi riro” (Scabini e rossi 2016) sono sta evidenzia tre proli dieren di invecchiamento in base a come i partecipan agivano nella loro vita quodiana le loro risorse e i loro vincoli, i loro scipi, le competenze, le norme e i valori di riferimento. I proli emersi vedevano accanto ad un gruppo di anziani in precoce riro due altri gruppi di anziani avi. In quelli avi abbiamo una generazione pivot, caraerizzata da al livelli di benessere individuale e relazionale e da al livelli di risorse sociali ed economiche e un gruppo denominato da “tante risorse- tanto impegno” caraerizzato da al livelli di risorse sociali ed economiche che orientano la propria avità prevalentemente verso la partecipazione sociale. Il rapporto tra nonni e giovani risulta gracante. Pensionamento Il riro dall’avità lavorava rappresenta sia per l’uomo che per la donna un momento delicato: è il segno del graduale abbandono della centralità sociale che contraddisngue la posizione adulta. Esso cambia non n on solo la situazione esteriore dell’individuo, ma anche la sua situazione psicologica: rappresenta l’allontanamento dal mondo produvo e con questo la perdita di una riconosciuta e valorizzata collocazione sociale che provoca quasi inevitabilmente una sensazione di inulità e di vuoto. In tal senso, questo evento può essere vissuto come un precursore del riro denivo dalla vita. Il riro dall’avità professionale spesso facilita un rinnovato invesmento di ordine relazionale. Molte ricerche hanno dimostrato l’importanza di intensicare o di recuperare alcuni legami spesso rimas sullo sfondo della scena familiare durante gli anni occupa dall’allevamento e dall’educazione dei gli. Parcolarmente signicave sembrano essere le relazioni tra fratelli che in questa fase della vita vivono una sorta di riedizione. Inoltre, acquisiscono una valenza specica le relazioni amicali che sembrano avere un’inuenza parcolarmente posiva sul morale degli anziani, dal momento che sono basate sulla mutua scelta, sulla condivisione di valori e sli di vita, più che su aspe di obbligo. Il pensionamento di uno o di entrambi i coniugi provoca all’inizio un disequilibrio nella coppia, abituata a ritmi e a una divisione dei compi consolida e collauda da anni. Il massiccio aumento del tempo da trascorrere insieme obbliga i coniugi a ricercare un nuovo adaamento e a ridenire i reciproci compi e spazi individuali. Malaa
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La malaa di un familiare anziano costuisce probabilmente uno dei passaggi più crici nel percorso evoluvo di una famiglia non solo per l’impegno di lavoro e il riadaamento dei tempi e dei ritmi di vita che essa sollecita, ma anche per i signica che presenta all’interno della famiglia. Essa annuncia che si sta auando un passaggio tra le generazioni, che una generazione sta per scomparire e un’altra è chiamata in prima linea a sostuirla nella storia della famiglia. Con la comparsa di patologie inguaribili e croniche l’anziano acquisisce in modo denivo la consapevolezza del suo invecchiamento. L’anziano ammalato evidenzia due pi di bisogni crescen: Uno è la necessità della dipendenza sica che consiste sostanzialmente nel bisogno di ricevere aiuto nelle situazioni concrete della vita.
L’altro è il bisogno di conservare un’identà u n’identà adulta e quindi di godere di rappor di scambio reciproco, liberamente scel e non impos dalla necessità: in una parola, il bisogno di autonomia che è pico dell’adulto e che non viene meno neppure in questa fase estrema della d ella vita. Quando la malaa colpisce un anziano, che ha ancora il suo coniuge, essa ha connota meno drammaci. La lunga consuetudine di vita e la disponibilità del partner, rendono più facile sia l’acceare la dipendenza che il fruire della cura, anche se il coniuge è sooposto a notevole stress e faca psicosica. I genitori anziani devono elaborare l’idea di poter dipendere dai propri gli e ques, a loro volta, devono pensare a farsi carico di genitori sempre meno autonomi. Acceare l’aiuto e orire sostegno sono i compi com pi di sviluppo speculari che toccano le due generazioni dei genitori e dei gli. Gesre bene il senmento di obbligo liale è impresa di non poco conto. Assumere una posizione di non evasione della responsabilità della cura e allo stesso tempo di percezione realisca delle proprie risorse è un equilibrio dicile. Esso d’altra parte dipende dal livello di aspeave del genitore anziano ammalato, che se troppo elevate incidono negavamente sul suo morale e sul po di prestazioni del glio. Tali aspeave sono anche culturalmente segnate. Nel sud Italia per esempio gli anziani si aspeano di essere cura dai gli, in misura maggiore rrispeo ispeo al nord. L’evento crico può agire da detonatore pericoloso di nodi problemaci da tempo laten e che, araverso la malaa
dell’anziano, possono emergere o ripresentarsi. L’area pericolosa sollecitata dalla malaa dell’anziano può anche riguardare il futuro, la malaa funziona così da ancipatore di ostacoli futuri che i familiari temono. La malaa dell’anziano può anche risultare occasione di crescita, poiché può orire agli anziani l’opportunità di risolvere anchi coni e di portare a compimento il processo di trasmissione intergenerazionale. Collaborare con i servizi: una nuova esigenza La malaa dell’anziano obbliga la famiglia a confrontarsi con il tema della cura e a ricercare al suo esterno risorse di cura. La trasformazione struurale della famiglia e in parcolare la riduzione del numero dei suoi componen riduce le risorse della famiglia desnabili alla cura degli anziani. Il problema diventa drammaco quando le persone anziane bisognose di cura siano più di una e pesino p esino su un unico glio o un’unica coppia. Da questo punto di vista il rapporto coi servizi è cruciale. Il rapporto tra la famiglia e i servizi di cura però non è né semplice, né lineare. La possibilità per la famiglia di accedere alle possibilità di aiuto oerte dal sistema dei servizi sociosanitari sembra essere determinata sia da variabili interne alla famiglia, sia alle caraerische organizzave e alla qualità della prestazione oerta dai servizi stessi: è proprio la relazione che si instaura tra l’organizzazione familiare e del servizio che può inuenzare posivamente o negavamente il compito adavo della famiglia di fronte alla malaa dell’anziano. In alcuni casi le famiglie e i servizi si incontrano aorno alla malaa dell’anziano secondo una logica di esclusione reciproca che può esitare o nella coniualità o nella rigida scomposizione delle competenze e delle prestazioni. In altri casi, invece, la famiglia e i servizi si incontrano aorno alla malaa dell’anziano secondo una logica di scambio e di cooperazione, che è caraerizzata dalla capacità e dall’abilità dei servizi di consenre ai familiari di stabilire un giusto equilibrio tra vicinanza e lontananza rispeo all’anziano ammalato. Compito della famiglia è quello di instaurare un rapporto collaboravo coi servizi, e parallelamente compito dei servizi è quello di muoversi in un’oca familiare sapendo leggere la cura dell’anziano entro i suoi rappor vitali che vanno inclusi entro il processo di cura.
AFFRONTARE LA MORTE: CONDIVISIONE DEL DOLORE E CURA DEL RICORDO La morte rappresenta la transizione normava più dicile da arontare e mee alla prova le relazioni familiari. Per l’anziano il compito specico è acceare la perdita del coniuge e prepararsi alla propria scomparsa. Per i gli si traa di far fronte alla morte non considerandola un’interruzione totale, ma un’eredità da accogliere. La perdita del coniuge, nella nostra società, è un’esperienza che riguarda soprauo le donne, poiché esse vivono mediamente più degli
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uomini. L’ulma fase della vita ha perciò un diverso percorso per uomini e donne: gli uomini arontano in genere prima delle loro compagne la morte, ma possono godere della loro cura e compagnia, le donne arontano questo evento più tardi, hanno cioè il vantaggio di vivere di più, ma spesso arontano in solitudine l’ulmo trao della vita. Walsh e McGoldrick soolineano l’importanza per i familiari della condivisione del dolore. Un primo compito è quello di condividere la soerenza e acceare che ciascun familiare la esprima secondo proprie modalità, facendo i con con l’ambivalenza dei senmen che sempre accompagna i legami più signicavi della vita. Dopo la fase di disorganizzazione che segue alla scomparsa dell’anziano, le famiglie si trovano di fronte al compito di riorganizzarsi e di adeguare i propri obievi alla nuova congurazione relazionale. Perché si aui uno sviluppo familiare occorre che intervenga un processo specico, con valenza prevalentemente eca, che si è chiamato “cura del ri ricordo”. cordo”. La cura del ricordo comprende il processo di elaborazione del luo, ma se ne disngue perché connee tale processo alle vicissitudini dei legami familiari. Anche i ricordi possono essere oggeo di cura, di eccesso di cura o di trascuratezza. Si può trascurare un ricordo dimencando la persona scomparsa, si può invesrlo di un eccesso di cura lasciandosene dominare, o si può farne oggeo di un’appropriata cura: in questo caso la soerenza per la mancanza si trasforma in un dialogo interiore con chi se ne è andato. La cura del ricordo non è mai un fao totalmente privato nelle famiglie. Rievocare insieme fa ed episodi è in genere un buon modo per conneere passato e presente e per avvicinare avvicinar e in modo vivo chi è ormai lontano. Anche in questo caso la qualità della relazione tra coniugi e tra genitori e gli è un faore importante nell’orientare l’acceazione e la successiva elaborazione del distacco. Se essi hanno saputo stabilire e consolidare il loro legame nel periodo di invecchiamento del genitore o del coniuge, l’acceazione del distacco può risultare favorita e più serena per l’anziano. Al contrario, il perdurare di dicoltà relazionali nelle fasi preceden la morte si pone spesso come un forte ostacolo per l’acceazione, da parte di entrambe le generazioni, di quest’ulma transizione. Va soolineato che la morte dell’anziano non riguarda solo la generazione successiva, ma anche la terza o la quarta generazione, quella dei nipo e dei pronipo. In molte occasioni, essa rappresenta per i bambini il primo contao con questa realtà e con le reazioni degli adul ad essa. Chi apparene alle generazioni più giovani ha così l’opportunità di percepire che una perdita importante è una dura prova, ma che i legami persistono oltre la morte. Mantenere vivo il dialogo tra vivi e mor, tra generazioni uscite di scena e quella ancora sulla scena, è il cuore del famigliare. IX. IX.
LA RI RIC CER ERCA CA SU SULL LLA A FAM FAMIG IGLI LIA: A: PR PROB OBLE LEMI MI E PRO PROSP SPET ETTI TIVE VE
Nell’impostazione di un progeo di ricerca scienca si possono disnguere tre livelli: logico, metodologico m etodologico ed empirico. Il livello logico riguarda le teorie e le ipotesi intorno a un certo oggeo di indagine, quello metodologico rappresenta la via da percorrere e si riferisce sia alla scelta del po di informazione da raccogliere, sia al modo di traarla. Il metodo riveste dunque una funzione di mediazione tra la teoria sulla quale si basano le ipotesi e il livello empirico che è quello rappresentato dalla scelta delle tecniche e degli strumen da usare per raccogliere le informazioni ed elaborare i da. Ques tre livelli sono intreccia tra loro, il passaggio da uno all’altro avviene in modo circolare: se è vero che dalla teoria si formulano ipotesi da vericare araverso metodi e tecniche, è anche vero che dal livello empirico possono scaturire la teoria. All’interno di questo cerchio lavoro di ricerca non ha un iter lineare, ma piuosto a spirale: previsioni dopo ognicirca operazione condoa, il rricercatore icercatore oene ildei feedback relavi anche alle operazioni preceden, che gli consentono di valutare la bontà del lavoro svolto no a quel punto. Aspe peculiari di metodologia della ricerca sulla famiglia L’applicazione della metodologia della ricerca scienca alle discipline psicosociali pone non pochi problemi. Quando l’oggeo di analisi della psicologia sociale è la famiglia, si aggiungono, oltre ai tradizionali problemi, anche dicoltà speciche. Il primo trao di specicità è costuito dal fao che l’unità di analisi non è costuita da un unico individuo, ma da un gruppo e che nella ricerca si abbia l’esigenza di oenere informazioni sia a livello di gruppo familiare, sia in relazione ai soosistemi che lo compongono. Un secondo trao di specicità è legato alla natura relazionale e storica dell’oggeo famiglia stesso: il gruppo familiare famili are possiede regole, ruoli e storia che rendono del tuo parcolari le relazioni tra i suoi componen e che esigono di essere in qualche modo considerate nel percorso metodologico. Un terzo trao di specicità è la non-indipendenza dei da familiari. La non-indipendenza dei da si fonda sul presupposto che le persone che appartengono allo stesso gruppo sono tra loro più simili e hanno percezioni più sim simili ili rispeo alle persone che appartengono a gruppi diversi. Kenny e Judd evidenziano tre dieren faori che danno origine alla non-indipendenza dei da nei gruppi: la composizione del gruppo (indica che le persone non sono
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assegnate in modo casuale al gruppo), il desno comune (determinato dalla condivisione dell’ambiente di vita e dall’avere aspeave comuni per il futuro) e la reciproca inuenza (le relazioni tra le persone appartenen a uno stesso gruppo sono caraerizzate da una reciproca inuenza). Inoltre, se si analizzano le relazioni familiari, bisogna considerare che i diversi membri della famiglia rispondono agli smoli della ricerca facendo riferimento a ogge/relazioni, even condivisi. La ricerca sulla famiglia è complicata a causa della natura complessa delle relazioni all’interno di essa. Per tale movo si trovano molteplici approcci. Solitamente il ricercatore innanzituo sceglie una propria teoria di riferimento sul funzionamento familiare e individua i costru teorici sui quali intende condurre lo studio. Conseguentemente si trova a dover scegliere il metodo e gli strumen che consentono di analizz analizzare are i costru sui quali vuole focalizzare l’aenzione. Passerà poi alla fase di reperimento del campione che dovrà comprendere almeno due o più membri della famiglia. Le ulme fasi consistono nell’analisi dei da e nell’interpretazione dei risulta emersi, a parre dalla teoria di riferimento assunta. I risulta oenu contribuiscono poi a confermare o meno la teoria di partenza e ad aprire nuove piste di indagine. Olson e Lar Larsen sen pongono l’accento sulla consequenzialità e coerenza tra le fasi: la validità della ricerca risiede proprio nella coerenza tra le diverse fasi e tra le scelte eeuate dal ricercatore. Questo aspeo assume nello studio sulla famiglia i connota di una vera e propria sda. Ancora oggi si osserva come la maggior parte delle ricerche risenta della dicoltà a passare dalla considerazione dei singoli membri della famiglia, al gruppo familiare inteso nella sua unità. Il vero problema consiste nel trovare il modo di integrare le prospeve dei vari membri della famiglia in punteggi di coppia o di famiglia senza però perdere informazioni relave al singolo individuo. I livelli di analisi della realtà amiliare
Secondo la nota classicazione di Doise gli ogge della psicologia sociale si collocano lungo iill connuum individualeinterpersonale-sociale-collevo. Tale disnzione consente di focalizzare l’aenzione su livelli l ivelli di analisi diversi, ciascuno dei quali agisce come ltro, caurando un aspeo della realtà. Per cogliere la realtà nella sua interezza è necessario ulizzare analisi complementari a livelli diversi. Al livello intrapersonale aengono tu quegli studi sulla famiglia che indagano i costru cognivo-aevi che intervengono come mediatori o faori esplicavi del benessere familiare, nonché i più comuni outcomes dei modelli di funzionamento delinea nelle ricerche sulla famiglia. Al livello interpersonale sono da ricondurre le ricerche in cui si esaminano i faori interavo-relazionali che caraerizzano determinate pologie familiari. I livelli di analisi superiori (sociale/culturale) sono in gioco ogniqualvolta la ricerca si basa non solo sulla rilevazione delle percezioni e dei comportamen di singoli membri familiari, ma sul gruppo familiare nel suo insieme, sulla famiglia come organizzazione gerarchica in cui i membri rivestono una posizione sociale ben denita e ogniqualvolta si presta aenzione alle dimensioni simboliche del legame familiare, allargando l’orizzonte anche verso la dimensione intergenerazionale delle relazioni. LE OPZIONI METODOLOGICHE DELLA RICERCA SULLA FAMIGLIA L’approccio: qualitavo o quantavo? Nella scelta metodologica innanzituo è opportuno operare una grande disnzione tra ricerca quantava (basata sulla numerosità dei da raccol e con obievi di estensibilità e generalizzazione dei risulta) e ricerca qualitava (basata sull’ulizzo di tecniche e strumen applica a un numero relavamente basso di da e con l’intento di approfondire i nodi cruciali di un problema, più che cogliere la signicavità stasca di un dato). Per studiare un oggeo complesso come la famiglia, la soluzione più ecace sembrerebbe essere la combinazione dei due approcci qualitavo e quantavo. In un approccio integrato si conduce la ricerca qualitava in una fase esplorava del problema, mentre nella fase di verica si procede con la quantava, che ha l’obievo di dimensionare e controllare le ipotesi. Se è vero che può essere produvo ulizzare in maniera combinata i diversi approcci, è altreanto vero che in ques ulmi anni appare acquisita, a proposito della combinazione tra metodi qualitavi e quantavi, l’eliminazione di due equivoci di fondo: da un lato l’omismo di poter arrivare a cogliere l’oggevità del fenomeno indagato, dall’altro l’aspeava di arrivare a sostenere i risulta di un metodo con un altro metodo ritenuto più forte. Una possibile soluzione è quella di ulizzare una formula diversa rispeo all’approccio integrato, i ntegrato, auando una combinazione dei metodi qualitavo e quantavo come operazione preliminare allo sviluppo autonomo delle par quantava e qualitava di una ricerca. Raccogliendo da prodo da un campione di sogge ai quali siano sta somministra sia strumen della ricerca quantava, sia strumen della ricerca qualitava, è possibile confrontare i
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risulta oenu relavamente agli stessi costru. Tale operazione preliminare mul-metodologica renderà lo sviluppo autonomo della ricerca qualitava e quantava più consapevole e meno ideologico rispeo alla natura dei risulta e consenrà di raccogliere informazioni i nformazioni più rispeose della natura sfacceata e complessa dell’oggeo in esame. Gli strumen: self-report o osservavi? Olson ulizza per lo più strumen di po self-report (quesonari, scale di valutazione), mentre Reiss privilegia i metodi osservavi che applica a situazioni interave. Le dierenze sono soprauo riscontrabili nella diversa relazione tra sogge e ricercatore. Nei metodi self-report, il ricercatore rivela inevitabilmente molto di ciò che vuole indagare, così che il compito dei sogge diventa quello di decidere cosa e quanto svelare al ricercatore. Inoltre, poiché le scale selfreport vengono solitamente somministrate ai singoli membri, ogni soggeo determina per sè stesso che cosa e quanto svelare. Il metodo dell’osservazione direa permee invece al ricercatore di rivelare in misura molto minore l’intento della ricerca, poiché, in situazioni di questo po, viene mantenuta una maggiore d distanza istanza tra ricercatore e sogge. Inoltre, i sogge devono rispondere come gruppo, consentendo al ricercatore di osservare e di misurare la relazione tra i membri del gruppo, nonché tra gruppo e osservatore. Reiss e Ci Cigoli goli sostengono che con gli strumen osservavi il ricercatore diviene, per la famiglia, rappresentante del mondo sociale e che la sua possibilità di rilevare alcune informazioni gli deriva da questo ruolo. Se il vantaggio dei metodi osservavi è soprauo quello di poter sondare la relazione tra i membri della famiglia, oltre che tra ques e il ricercatore, i metodi self-report hanno comunque il vantaggio di rifuggire da qualsiasi rischio di soggevismo e consentono di oenere punteggi puntuali e aendibili a parre da ingen quantà di da. Anche rispeo agli strumen si sta aermando un approccio mul-strumento che prevede l’ulizzo complementare di più strumen che consentono di indagare a più livelli i costru in esame. L’approccio mul-metodologico, suggerito da Wilkinson, soolinea l’opportunità di ulizzare strumen diversi tra loro consentendo la possibilità di potenziare i vantaggi e di neutralizzare o per lo meno di diminuire gli inconvenien lega a entrambi e insieme l’opportunità di tener conto di diverse unità di analisi. Tale approccio tenta di risolvere il problema del rapporto tra produzione di da a livello individuale e sovraindividuale impegnando il ricercatore a lavorare sulle dierenze e connessioni esisten tra i vari livelli: il ricercatore è quindi impegnato a un meta-livello che lo porta a esercitare un’avità sinteca di po interpretavo. X.
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I presuppos teorici dell’intervento In una ricerca sulla famiglia fam iglia il metodo deve essere coerente con la teoria che fonda e denisce l’oggeo di ricerca, ri cerca, ci deve essere dunque simmetria tra il livello teorico e i livelli metodologico ed empirico. Nel lavoro con le famiglie, una parte molto visibile è rappresentata interven alle famiglie per le famiglie. Anche tali forme intervento devono essere coeren con il livello dagli teorico. Il focus rivol di aenzione degli ointerven di cui traeremo sarà ladifamiglia normale o la famiglia che in quel momento non manifesta parcolari disagi. La famiglia è stata denita come un soggeo che organizza relazioni tra generi, generazioni e mondo sociale: intervenire per la famiglia signicherà pertanto potenziare questa sua caraerisca peculiare, far emergere questa sua specicità relazionale, incrementare il famigliare favorendo le capacità relazionali e potenziando i legami generavi, contrastando i processi degeneravi. Da questa prospeva quindi i referen degli interven psicosociali saranno gruppi familiari nei quali essi vivono e che costuiscono il contesto cruciale di riferimento per la risoluzione dei loro bisogni. E ciò non solo per le situazioni altamente problemache, ma per le normali dicoltà evoluve. Per molto tempo, la presa in carico del bisogno è stata vista e progeata dai servizi come qualcosa che impegnava un singolo operatore e un singolo soggeo, o peggio, la singola patologia di un singolo soggeo. Spesso il sistema dei servizi non ha preso iin n considerazione le relazioni familiari che signicano gli individui, né le re sociali, che circondano le famiglie. La maggior parte delle proposte di legge recentemente varate a sostegno della famiglia, famigli a, dell’infanzia e dell’adolescenza, hanno nanziato proge che vanno nella direzione della prevenzione del disagio, araverso il sostegno della relazione genitoriale, il potenziamento delle relazioni entro e tra le famiglie, l’implementazione degli interven di rete, all’interno di una prospeva che considera la famiglia come soggeo e non solo come desnatario passivo di servizi. Tali forme di intervento possono spaziare dalla semplice conferenza, o intervento a tema, a incontri di formazione a pensare, per gruppi di coppie,
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genitori, famiglie, con momen di elaborazione e appropriazione dei contenu in gruppo e/o vere e proprie esercitazioni guidate da conduori, che consentono di rieere e apprendere dall’esperienza, no a specici programmi rivol al miglioramento/potenziamento della relazione di coppia o della relazione genitoriale. Si traa di programmi struura che lavorano sulle due dimensioni principali della famiglia, quella coniugale e quella genitoriale, e che sono accomuna dall’intento di riconoscere e potenziare le risorse presen in essa, anche per contrastare l’aeggiamento delegante verso i servizi, restuendo alla famiglia il potere e il dovere dell’esercizio delle funzioni che la connaturano. I PERCORSI DI ENRICHMENT FAMILIARE I percorsi di enrichment familiare (PEF) sono una forma di intervento semi struurato, che viene proposta a gruppi di coppie e genitori, con l’obievo di arricchire e promuovere sia le competenze familiari sia una riessione sull’identà familiare, anché le famiglie possano arricchire i loro legami e prevenire i possibili esi distruvi dei momen di crisi. Tali PEF sono pensa come spazi di riessione che accompagnano e sostengono le famiglie nelle diverse fasi fa si del ciclo di vita. Il termine enrichment comprare nella leeratura che si occupa di interven per la famiglia negli anni ’70. Esso sta a indicare qualcosa che sviluppa e arricchisce un patrimonio di risorse che la famiglia possiede, almeno potenzialmente. I PEF sono sta pensa come luoghi della d ella ducia/speranza e dell’impegno, in cui il codice aevo e quello eco si intrecciano. Finalità
I PEF sono ispira da precisi obievi che orientano il lavoro formavo. La prima nalità è quella di promuover la capacità riessiva delle persone in quanto membri della famiglia, perché queste di divenno venno maggiormente consapevoli dei pilastri sui quali le loro relazioni sono costruite, vale a dire le dimensioni eco-aeve, intergenerazionali e sociali. Una seconda nalità è quella di incrementare i ncrementare la capacità che le persone possiedono di ulizzare risorse e abilità per arontare più ecacemente la vita quodiana, le transizioni familiari normave e gli even crici non normavi. Una terza nalità dei PEF è quella di promuovere la dimensione sociale della famiglia perché essa non imploda in un aeggiamento autoreferenziale. Il principale compito del PEF è di incrementare il famigliare. Metodologia
Le peculiarità del PEF richiedono precise scelte metodologiche che lo dierenziano. Il metodo dei PEF mira a far emergere l’esperienza, i bisogni e le domande dei partecipan araverso dei momen esercitavi, con l’obievo non solo di fare esperienza ma di rieere sull’esperienza e conneerla agli aspe chiave che reggono la famiglia, in modo da smolare le capacità riessive dei partecipan in un processo di ri-signicazione dell’esperienza personale e familiare. Lo strumento formavo ulizzato nei PEF è il piccolo gruppo: tale strumento consente di realizzare e rieere su un’esperienza relazionale, con le sue qualità eco-aeve, grazie alla a lla quale i partecipan possono sperimentare la potenza della relazione anche nel gruppo. Il gruppo catalizza le risorse e facilita facili ta l’espressione e la riessione su di se. Grazie all’aspeo gruppale si crea tra i partecipan un aspeo di comunanza e di condivisione di ansie, mori, speranze che facilita l’apertura di sé e la rielaborazione individuale. Il gruppo ha mol aspe di analogia con la famiglia. Tale lavoro è accompagnato da esper e professionis. I PEF sono inoltre accompagna da un apparato di valutazione che riguarda sia la progeazione sia la realizzazione. Dopo la progeazione iniziale, esso viene realizzato in 4-6 incontri della durata di due-tre ore. Fasi
Ogni PEF è unico perché intende adaarsi il i l più possibile alle richieste della com commienza mienza e alle istanze dei partecipan. Nel primo incontro si denisce il contrao di lavoro e si dedica tempo a costruire il gruppo. In questo momento viene anche proposta una esercitazione, la “torta delle aspeave” che consente di raccogliere le aspeave, mori e desideri dei partecipan e una seconda esercitazione concentrata sul tema scelto per il PEF specico.
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In ogni incontro è presente almeno un’esercitazione che ha la funzione di far fare un’esperienza u n’esperienza ai partecipan. Gli incontri centrali sviluppano il tema scelto per il PEF. Ogni incontro prevede inizialmente un momento di connessione con l’incontro precedente in modo che l’esperienza faa possa p ossa non solo sintezzare ma assumere signica nuovi. L’avazione nale invece consente di fare sintesi, di confrontare le diverse percezioni dei partecipan sull’incontro e di aribuire un ulteriore signicato. Durante gli incontri centrali vengono ulizza alcuni disposivi formavi che promuovono il confronto e la riessione. Uno strumento è il brain storming in cui si chiede ai genitori-partecipan di associare ad alcune parole (madre e padre) tue le immagini, i termini e i signica che vengono loro in mente e scriverle su un cartellone. Emergono così le rappresentazioni che hanno i genitori sul proprio ruolo e del ruolo dell’altro. Possiamo fare ricorso anche ai role-playing, la proiezione di lma, l’ascolto di canzoni o la leura di tes che possano smolare la riessione sul tema che si richiede di traare all’interno dei diversi moduli. L’ulmo incontro presenta sempre una parte nale dedicata alla valutazione dell’intero PEF, spesso riprendendo l’esercitazione sulle aspeave del primo incontro. Alla ne del PEF i genitori evidenziano signicavi segnali di cambiamento. I GRUPPI DI PAROLA PER FIGLI DI GENITORI SEPARATI I gruppi di parola (GdP) sono una proposta nata per rispondere all’esigenza di supportare i gli delle famiglie che vivono il dramma della fraura coniugale. Ques interven sono diusi in Canada e negli Sta Uni. In Italia sono sta ava a parre dal 2006 presso l’università caolica di Milano. Essi hanno avuto come punto di riferimento iniziale il modello d’intervento sviluppato in Canada e quello legato all’esperienza francese, ma poi si sono sviluppa facendo riferimento al nostro modello relazionale simbolico. Finalità L’obievo di questa risorsa è espresso nella dominazione stessa, ovvero la possibilità di meere parola parol a sulla separazione, autorizzando i gli a nominare nomi nare senmen, pensieri, paure connesse alla nuova situazione familiare famili are e al desiderio di mantenere il legame con ciascun cia scun genitore dopo la fraura. L’intervento non ha nalità terapeuca, lo scopo è di consenre ai gli di meere in modo un circolo virtuoso nello scambio relazionale con i genitori che consenta di avviare un processo di cambiamento ao a contrastare avamente i possibili esi degeneravi del divorzio, permeendo perm eendo di far emergere risorse di ducia, speranza e di giuszia. Tale forma di intervento si pone di portare in salvo i legami. Metodologia L’intervento prende corpo in un seng peculiare, che assume per i partecipan una funzione di organizzatore e rappresenta una cornice di riferimento caraerizzata dalla presenza di momen rituali. Ciascun incontro viene scandito da tre precisi tempi: l’accoglienza, la pausa merenda e la chiusura. Il momento dell’accoglienza apre l’intervento, con i partecipan sedu in cerchio insieme ai conduori ed è volto a dare signicato della loro presenza all’interno dell’aula, a condividere le regole e ad esprimere il loro stato d’animo. Il conduore garansce la riservatezza. La scelta del momento della merenda esprime la cura e aiuta i partecipan a socializzare e a interagire fra di loro. La chiusura inne ritualizza il termine dell’incontro araverso il racconto di una storia o la leura da fare tu insieme che precede il momento dei salu. All’interno All ’interno di tale cornice che struura l’intervento vengono propos ai partecipan dieren smoli e avità da svolgersi a livello individuale o gruppale. I temi e le avità su cui lavorare vengono deni di volta in volta. Vengono invece sempre arontate le quesoni relave alla dimensione temporale della separazione per alleggerire i gli dal more che il conio auale duri per sempre o che l’abbandono riguardi anche loro. Viene sempre tenuta in considerazione la gura dei nonni. La metodologia di lavoro con i partecipan si fonda sul valore della parola nel gruppo. La gesone del gruppo spesso è adata a due operatori ed è auspicabile che siano di sesso diverso, in quanto possano rappresentare la coppia genitoriale. Fasi
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L’avità dei gruppi di parola inizia con un intenso lavoro di promozione dell’intervento presso i professionis dei servizi socio psicoeducavi, gli avvoca, i giudici… I genitori vengono invita ad un incontro informavo di gruppo, nalizzato a riconoscere l’importanza di entrambi e iniziare a costruire un’alleanza tra loro ma anche tra loro e il professionista. Al termine essi rmano la scheda dell’iscrizione. Il GdP è un intervento breve, caraerizzato da quaro incontri della durata di due ore ciascuno a cadenza semanale, è rivolto a un piccolo gruppo di partecipan (massimo oo/dieci) di età compresa fra 6 e 12 anni oppure da adolescen tra i 13 e i 17 anni. L’eterogeneità dell’età consente ai partecipan di confrontarsi con esperienze e di crescita di vita dieren. L’intervento al suo termine prevede che i genitori vengano invita durante la seconda ora dell’ulmo incontro a condividere con i gli la chiusura del percorso. Questo permee ai genitori di porsi in sintonia con i bisogni e le richiede che il i l gruppo dei gli esprime. In parcola parcolare, re, il lavoro del gruppo ha come esito nale la redazione comune di un messaggio scrio una leera che viene lea ai genitori nella quale vengono le i desideri dei gli. Successivamente vengono le ai genitori anche i messaggi segre, biglieni anonimi… A questo momento segue un momento di silenzio in cui i genitori presen scrivono a loro volta un messaggio ai gli, in cui aermano di solito di volere loro bene, li assicurano sul loro futuro dichiarando di essere consapevoli del disagio provocato loro. LA MEDIAZIONE FAMILIARE Essa è una praca di aiuto nata allo scopo di facilitare la riorganizzazione delle relazioni familiari a fronte di una separazione e di un divorzio. Finalità Concepiamo la mediazione come una praca clinico-sociale orientata non solo a orire un aiuto per la soluzione dei coni ma volta a traare il rischio evoluvo presente nel delicato passaggio data dalla roura del legame. Nel lavoro mediavo si lavora sia sull’oggeo del contendere sia sulla relazione che lo incorpora. Tra i caraeri comuni agli interven di mediazione condivisi a livello internazionale ricordiamo: La focalizzazione sull’obbievo di ricercare una soluzione negoziata dal conio e quindi la necessità che ci sia un compito decisionale possibile, ben idencato e chiaramente circoscrio, L’autonomia del contesto giudiziario La specicità del ruolo del mediatore Il caraere pariteco della relazione di lavoro tra il mediatore e le par L’ulizzabilità della praca mediava non solo nelle situazioni di separazione e divorzio ma anche in riferimento ad altri coni familiari Il caraere globale
Il rilievo aribuito alle dimensioni relazionali L’inclusione all’interno del percorso di mediazione di una fame preliminare nalizzata alla costruzione della mediabilità che implica la valutazione delle opportunità o meno di questo percorso.
Metodologia La mediazione familiare sosene i genitori nella ricerca di accordi relavi a tue le quesoni connesse alla separazione. La fase centrale dell’inerario è occupata dall’avità di negoziazione e viene v iene condoa secondo la logica e la tecnica della negoziazione ragionata. ragionata . Ciascuno dei temi individua viene cioè arontato secondo una sequenza quadriparta: denizione comune del problema, esplorazione e idencazione degli interessi e dei bisogni ad esso correla, ricerca e sviluppo delle possibili opzioni valutazione crica delle opzioni e decisione.
Dal nostro punto di vista crediamo sia importante renderci disponibili ad accompagnare i genitori nella negoziazione anche su ques aspe per due ragioni: anzituo perché è evidente che i temi sono interrela e che la sostenibilità di un’opzione rispeo al collocamento dei gli va valutata anche nelle sue implicazioni economiche e patrimoniali. È
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importante che anche i beni materiali assumono spesso importan signicavi simbolico-aevi e che la dicoltà a trovare accordi sul piano economico non è altro che l’espressione della dicoltà ad acceare il cambiamento dell’asseo relazionale. Il mediatore diventa quindi un terzo equidistante delle par. Fasi Il percorso di mediazione si snoda araverso ara verso fasi successive, ognuna contraddisnta da specici obievi e d daa tecniche e strumen di lavoro dieren. La fase inziale del percorso mediavo, che precede la negoziazione vera e propria, ri risponde sponde alla necessità di costruire un progeo di lavoro condiviso e valuta le condizioni di mediabilità. In questa fase i coniugi vengono aiuta dal mediatore a rieere sul senso della loro lo ro vicenda di coppia e a confrontarsi con la conseguenza della separazione. Spesso qui ci si avvale del genogramma, genogramma , uno strumento graco simbolico che ava il dialogo sia durante l’esecuzione del disegno sia alla sua conclusione. Questo pone i coniugi in una ri-narrazione della vicenda familiare e di coppia che non è puramente descriva. Alla ne di questa fase i genitori sooscrivono il contrao di mediazione in cui vengono denite le modalità di lavoro e anche i temi da arontare su cui si vuole trovare un accordo. La fase della negoziazione può considerarsi conclusa nel momento in cui è stata individuata un’opzione vale a dire un’ipotesi di accordo. Si può così procedere nella fase conclusiva, dedicata alla redazione degli accordi, vale val e a dire del progeo d’intesa. ATTUARE PROGRAMMI PREVENTIVI, PROGETTARE INTERVENTI DI RETE E ATTIVARE PROCESSI COOPERATIVI: NUOVE FUNZIONI DELL’OPERATORE PSICOSOCIALE Bisogna comprendere la dinamica del legame dentro la famiglia e tra la famiglia e il contesto sociale, visto nelle sue speciche dierenziazioni fae di re informali, di sistema di servizi e di istuzioni. Si traa non solo di conoscere ma anche di apprendere come avvengono ques scambi. In parcolare, per l’operatore psicosociale si potranno aprire nuovi spazi di intervento. Nei nuovi spazi vanno senz’altro annovera sia gli interven di enrichment che la mediazione familiare e la conduzione del gruppo di parola, ma anche gli interven di rete e gli interven di comunità che richiedono speciche capacità di gesre processi relazionali. Un intervento di rete o di comunità che risponde ad un bisogno familiare deve essere condoo da chi ha una conoscenza dello specico funzionamento di quel gruppo sui generis che è la famiglia fam iglia e del ruolo primario che esso svolge nel contesto sociale. Deve inoltre meere a tem le possibilità e dicoltà che incontrano famiglie e servizi nell’auare uno scambio collaboravo, acquisendo anche competenze nel campo dell’organizzazione dei servizi e delle poliche sociali. Inoltre, lo sviluppo di nuove forme di accomunamento tra le famiglie se, da una parte, ore risposte più o meno adeguate ai bisogni familiari, dall’altra ripropone la collaborazione con la gura dell’esperto in termini diversi dai tradizionali.
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