Riassunto di Filologia Germanica di Molinari

February 5, 2017 | Author: Francesca Marcotulli | Category: N/A
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FILOLOGIA GERMANICA 





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Studia ed interpreta testimonianze scritte di quelle civiltà che hanno avuto origini comuni nel mondo germanico antico e che riflettono tali origini nelle loro evoluzioni successive. Filologia, 'philein' amare e 'logos' parola: amore per la parola. Somma di due discipline (glottologia e letteratura), studio linguistico dei documenti letterari e non letterari. Germanesimo: i termini germanesimo e germanico hanno oggi un significato preciso. Quando parliamo di germanesimo ci rifacciamo consapevolmente o no al concetto di appartenenza di determinate lingue ad uno stesso gruppo e germanico può essere definito solo ciò che si riferisce ad un ambito culturale caratterizzato e delimitato dall'uso di tali idiomi. Le lingue definite germaniche sono: ◦ inglese ◦ tedesco ◦ nederlandese ◦ frisone ◦ danese ◦ svedese ◦ norvegese ◦ islandese ◦ rispettivi dialetti Tale definizione non nasce dall'osservazione dell'aspetto attuale di tali lingue che sono oggi tipologicamente una molto diversa dall'altra, ma dalla considerazione delle loro fasi più antiche. La letteratura nordica comincia ad essere fissata per iscritto nel XII XIII sec. Ma conserva tradizione orale di almeno due secoli precedente. Le lingue attestate in questi primi documenti sono molto più vicine tra loro rispetto alle fasi moderne sia sotto l'aspetto grammaticale sia per quanto concerne il patrimonio lessicale fondamentale. Si parte da un interesse antiquario: nel 1455 riscoperta di De origine et situ Germanorum (Germania) di Tacito e nel 1513 con la prima edizione di Gesta Danorum di Saxo Grammaticus. La filologia nasce dall'idea che i cosiddetti popoli Germani abbiano un'origine anche mitologica comune. Si può definire una scienza solo agli inizi dell'800 con la scoperta dei primi tratti storici e l'osservazione dei cambiamenti linguistici. Nasce la grammatica e l'enunciazione scientifica delle leggi di evoluzione fonetica. Fu Jacob Grimm con la sua Deutsche Grammatik il primo ad esporre i fenomeni linguistici comuni alle lingue germaniche, notando e trasformazioni grammaticali del germanico comune e delle singole lingue germaniche. Lo studio dei principali fenomeni che vede lo sviluppo delle lingue germaniche va a interessare settori della germanistica come la metrica, l'epica e la religione.

PROBLEMI NELLA GERMANICA



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RICOSTRUZIONE

E

DEFINIZIONE

DELL'UNITA'

CULTURALE

Le popolazioni abitanti nel Nord dell'Europa si suddividevano in due gruppi etnici: Celti a Ovest e Sciti a Est (tradizione storica ed etnografica greca). La considerazione dei Germani come unità etnica a sé stante e una definizione del loro territorio appaiono per la prima volta nel De Bello Gallico di Cesare; il quadro offerto non è del tutto obiettivo ma spesso è condizionato dai suoi interessi politico militari. Scarso interesse per i costumi, poche notizie sul livello della loro civiltà che si rifanno ai topoi dell'etnografia greca sui popoli del Nord dell'Europa e non si fa cenno alla lingua. Il Reno è diventato effettivo confine politico tra Germania e Gallia romanizzata. Grazie a Plinio abbiamo passi sui territori abitati dai Germani nella Naturalis Historia. Sopratutto in Tacito abbiamo la comparsa di una consapevolezza nelle popolazioni germaniche di costituire un'unità in senso etnico ed in parte anche politico. Tacito però pur attingendo alla

tradizione etnografica antica può sottolineare gli aspetti che si possono agevolmente contrapporre ai Romani contemporanei. La sua è un'opera che serve alla moralità corrotta dei Romani. La scelta dei dati è condizionata in Tacito dal suo interesse storico politico, mancano notizie non generiche sulla situazione geografica ed economica, dati recisi su monti e fiumi, città e fortificazioni. Tale lacuna nei documenti storici può essere a volte colmata malgrado l'incertezza della tradizione dalle note ricavabili da opere di compilazione di Strabone e Tolomeo. Scompare intorno al IV sec. La visione di un mondo germanico compatto, in seguito all'affermarsi delle singole popolazioni che rappresentavano volta per volta il pericolo più immediato per le varie parti dell'impero. Si perde a questo punto il concetto di germanesimo come unità tecnica e culturale ed il termine stesso di Germani esce dall'uso comune pur restando in quello letterario. Si preferiscono denominazioni più precise (Franchi, Alemanni, Goti, Vandali – non più sottogruppi ma nuove unità politiche). UNITA' CULTURALE GERMANICA L'esame delle varie fonti ci autorizza a presupporre una vera e propria unità culturale tra le tribù germaniche all'inizio dell'era volgare. ▪ Suddividere i dati in quelli precedenti alle grandi invasioni e quelle in particolare per singole popolazioni. ▪ Leggenda del fabbro welund a cui alludono alcune strofe dell'elegia anglosassone di deor, ricompare poi nella saga nordica Wolundarkvida e non può essere attribuita all'antico patrimonio mitico germanico, spiegabile come motivo letterario diffusosi nell'ambito delle relazioni culturale tra Inghilterra settentrionale e mondo nordico. ▪ Religione: Cesare attribuisce ai Germania atteggiamento religioso alquanto primitivo, privo di rituali caratteristici dediti al culto degli elementi naturali e principalmente al sole, no rappresentazione antropomorfa delle figure divine. Il quadro che offre Tacito è molto più ampio: ai Germani attribuisce un pantheon reciso con una triade di divinità maschili identificate con Mercurio, Ercole e Marte, e una divinità femminile Iside (sopratutto tra gli Svevi). Descritte pratiche di divinazione, funzioni sacerdotali, riti e culti singolari e caratteristici. Odino/Wotan: confermata l'identificazione con Mercurio nelle lingue germaniche dal calco che traduce il nome di mercoledì, lat. Mercurii dies, angl. Wodnesdaeg, ingl. Wednesday. In tutto il mondo germanico, a lui fa riferimento una delle più antiche formule magiche tedesce dette di Merseburg (mitico episodio, Wotan seppe guarire la slogatura di un cavallo con una formula magica). Personalità complessa: dio-mago, custode di sapienza e forza magica della parola, ma anche ispiratore dell'impeto bellico del furor, audace e irrazionale, gli eroi morti in battaglia finiscono nel paradiso dei guerrieri, il Walhalla. Edda prosastica: manuale per i poeti e lettori di versi, contiene anche storie di mitologia norrena. Costituita da un discorso preliminari e da tre parti (Gylfaginning - Inganno di Gylfi, Skaldskaparmal - Dialogo sul linguaggio degli scaldi, Hàttatàl – trattato di metrica); l'artificio narrativo prevede un uomo versato nelle arti magiche che arriva alla fortezza degli dèi, uno di essi parla con il poeta di poesia, e alla fine la finzione viene dimenticata e si passa ad un vero e proprio dizionario di metafore, le kenningar. (Borges) Anche padre degli dei. Presenta caratteristiche contrastanti: nelle fonti nordiche assume atteggiamenti di tipo sciamanico attribuiti ad una presupposta origine nordorientale del culto. Affinità con dio celtico Lug, identificazione con Mercurio e frequente associazione con le Matres testimonierebbero in epoca più antica in favore di una profonda influenza celtica. Thor: Donar-thor, sinonimi di nomi germanici che indicano il tuono, identificato con Ercole; prerogativa di dio della tempesta e dei fenomeni naturali. In epoca romana è stato più spesso identificato con Giove. Eroe fortissimo e benefico, uccisore di mostri e giganti. Jovis dies, giovedì, giorno di Giove, Thursday, Thorsday, giorno di Thor. Presente nei racconti del Ragnarok (fine del mondo per la mitologia norrena: nel Gylfaginning e nella Voluspà, la battaglia finale tra le potenze della luce e dell'ordine e quelle delle tenebre e del caos, in seguito alla quale l' intero mondo verrà distrutto e quindi rigenerato). Il culto di Odino potrebbe essersi diffuso gradualmente fino alle regioni più appartate del mondo germanico, fondendosi con la primitiva religione vanica. Il risultato di questo sincretismo si rispecchierebbe nel mondo mitologico nordico dove da un lato gli dei Vani si personalizzano rivelando più spiccate caratteristiche individuali, dall'altro gli stessi Asi assumono nuove funzioni di tipo vanico. Tyr: Complessa e scura, identificata con Marte (Martis dies, Tuesday, tiesday ant. Frisone). Una posizione un tempo molto più importante di quella guerriera, identificato anche come dio venerato dai Semnoni. Vani: Tacito indugia a descrivere il culto attribuito alla divinità femminile Nerthus. Dea nascosta in un carro

coperto da un velo e trascinato da giovenche, in processione tra i popoli a lei devoti. Notevole è il fatto che il nome ritorni al maschile nel dio nordico Niordr capostipite dei Vani e padre di Freyia e Freyr, venerato a sua volta a Uppsala come dio della fertilità. Due tipi di religiosità, racconto della guerra e successiva pacificazione tra due stirpi divine, quella dei Vani e quella degli Asi, a cui appartengono Odino, Thor e Tyr. I Vani(al singolare Vanr) sono una delle due stirpi della mitologia norrena, l'altra, molto più conosciuta, è quella degli Æsir (Secondo Snorri proveniente dall'Asia). Dopo una lunga guerra, e avendo come ostaggio Hœnir e Mímir, i Vanir sono diventati alleati degli Æsir ed insieme lotteranno contro le forze distruttive di Hel nel Ragnarök. Il culto degli Asi portato dalle genti indoeuropee avrebbe avuto la meglio sul culto autoctono dei Vani. Il dualismo tra i due pantheon interpreta con molta evidenza gli elementi contrastanti che dovevano coesistere all'interno della religiosità germanica fin da tempi molto antichi. ▪ Il contrasto tra Cesare e Tacito si può spiegare anche pensando alla differenza cronologica tra le due testimonianze, sopratutto se consideriamo l'enorme evoluzione compiuta dai Germani proprio in quel periodo. In questi anni soprattutto attraverso le relazioni, pacifiche ed ostili, con Galli e Romani, i Germani hanno sviluppato una nuova capacità dinamica rendendo più espliciti e quindi manifestati al mondo esterno certi atteggiamenti spirituali e religiosi dapprima inosservati, e forse modificando in senso più attivo ed aggressivo i loro ideali umani e religiosi. Bisogna tener conto anche della vastità del territorio e del frammentarismo delle tribù germaniche quale appare anche da Tacito malgrado riesca nella sua sintesi a mettere in luce i caratteri comuni. ▪ Rilevata una notevole varietà di usi funebri, distinzione fra popolo e defunti di alto rango con splendide tombe naviformi, cibo e acqua lasciati per attraversare l'aldilà; ▪ I Germani dovettero subire in vario modo l'influsso di altre religioni vicine per lo più a noi poco note, e questi contatti non furono certamente uniformi per tutte le tribù disseminate sul territorio germanico. Ad esempio risente della vicinanza di analoghi culti celtici la devozione ad alcune divinità femminili dette Matronae o Matres (notevole numero di iscrizioni latine nella zona renana). ▪ Pratica di sacrifici di bottini e prigionieri di guerra ▪ culto di boschi e piante ▪ divinazione per mezzo di bastoncini iscritti o attraverso l'interpretazione dei nitriti e dei fremiti dei cavalli ▪ venerazione verso le facoltà profetiche delle donne ▪ dèi chiamati ad intervenire direttamente nella vita degli uomini 



il re dove esiste ha una funzione oltre che civile e funge in qualche caso da mediatore dell'aiuto divino, spesso ha rapporti di parentela con la divinità, come attestano le genealogie tradizionali dei sovrani Ostrogoti, detti discendenti dagli Asi o di famiglie regnanti svedesi e anglosassoni con capostipite Odino. Le assemblee e le attività giuridiche sono sempre affidate alla protezione delle divinità e il loro esito dipende dall'approvazione divina. ▪ La vita individuale dell'uomo germanico è guidata da atteggiamento di fede cieca e di conseguente spiccato fatalismo verso le decisioni degli dei.

La società germanica 



Certe istituzioni comuni a tutti i Germani sono proprie anche di altre popolazioni sopratutto a nord dell'Europa. Famiglia: istituzione fondamentale, la Sippe, nel senso più ampio gruppo che si riconosce nella discendenza da un antenato comune. Legame di sangue in primo piano, indispensabile per comprendere non solo i rapporti sociali ma della mentalità germanica primitiva. Coscienza di superiore interesse collettivo, in cui la personalità dell'individuo passa in secondo piano alla radice di atteggiamenti caratteristici dell'uomo germanico, come la vendetta di sangue e le faide familiari sentite come obblighi giuridici che inducono nel caso dell'assassinio di un parente ad uccidere l'omicida o un suo congiunto quasi gli individui siano considerati tutti uguali e intercambiabili nello spirito dell'appartentenza alla stessa collettività familiare. Entrambi le linee di parentela importanti, materna e paterna. Doveri dell'uomo e della donna che sembrano costantemente equilibrarsi fra loro, secondo principi di eguaglianza e parità nel matrimonio. Preminenza della linea maschile nelle











successioni Il “comitatus”: c'è un ideale opposto che tende alla piena realizzazione dell'individuo e allo stimolo e all'esaltazione delle qualità personali. Gruppi di uomini tendono a evadere dalle consuetudini pacifiche ed agresti della Sippe per dedicarsi completamente alle armi, al servizio di un capo illustre. Non ha legami di sangue, ma una libera scelta in base alla quale il capo e il suo seguace stipulano quasi un patto di adozione: il princeps si impegna a proteggere e mantenere il guerriero (comes) e ad offrirgli banchetti e doni prestigiosi. Il comes combatte in cambio per acquistare fama e potenza al suo capo. Valori dell'onore e assoluta lealtà reciproca. Il comitatus si regge su di un rapporto gerarchico, non solo tra capo e guerrieri ma anche tra membri stessi del seguito in un continuo sforzo di emulazione per la conquista di sempre maggior stima da parte del princeps e di preminenza all'interno del gruppo. Può prestare servizio anche presso altre nazioni in cui esista uno stato di guerra, quasi come una compagnia di mercenari. Sono centri di fondazione di un potere politico autoritario ed individuale. Tipo più ampio di aggregazione politica nella descrizione di Tacito della cerimonia di ingresso nella vita pubblica del giovane con l'assunzione da parte sua delle armi, e afferma che da quel momento non sarebbe più appartenuto alla casa ma allo stato. Associazione superiore di una res publica che trascende la concezione tribale della Sippe. Il re viene eletto dall'assemblea e puà essere deposto da questa in qualsiasi momento sopratutto quando vuole imporre autoritariamente la sua volontà: la sua funzione è sacra, la sua persona è importante in quanto simbolo della comunità e viene scelta in base alla fiducia nella sua capacità di interpretare e assecondare i voleri degli dei e del fato. Accettazione del principio dell'autorità individuale presente con più frequenza presso i Germani dell'Ovest, monarchia di tipo sacrale probabilmente caratteristica del mondo arcaico settentrionale ed orientale. Oligarchia intertribale testimoniata dalla presenza di tombe principesche in un ampio tratto del territorio germanico settentrionale, la presenza di vere e proprie classi sociali è testimoniata molto più tardi in alcune popolazioni occidentali più vicine all'influsso della società celtica, rigidamente organizzata inc aste. Gli schiavi, trattati con una certa mitezza, fanno parte per Tacito di un caratteristico costume di tutti i Germani. Presso i Sassoni tre classi di liberi, no matrimoni: nobiles, liberi, liberti che abbiamo anche presso anglosassoni e frisoni. I liti sono una categoria intermedia tra liberi e schiavi vincolati alla terra. Relatività del concetto di U.C.G. : L'appartenenza all'UCG non deve essere considerata in senso assoluto ma relativamente alla componente che prendiamo in considerazione. Non tutti i popoli che abbiamo chiamato germanici partecipano in egual misura di ognuno degli atteggiamenti culturali considerati caratteristici del germanesimo. Si tratta di un'unità in senso relativo, e spesso risulta difficile stabilire ciò che è o non è germanico, e dare quindi una definizione univoca e completa del germanesimo culturale. Evidente come le civiltà che hanno maggiormente influito nel germanesimo siano quella celtica e romana da ovest e sud ovest e quella scito-iranica da oriente, e non è impossibile delineare vie e modi della loro penetrazione nel mondo germanico. I Germani si dividono in tre gruppi per Tacito, chiamati dai nomi dei tre figli del capostipite Mannus: Ingaevones vicini al mare, Herminones nelle regioni interne e Istaevones gli altri di cui non è facile dare una precisa posizione geografica. La classificazione di Plinio invece, più antica, propone una divisione in cinque gruppi, che comprende Vandali e Peucini o Bastarne. Gli studiosi moderni sono d'accordo nel riconoscere che le stirpi di Mannus non comprendono tutti i germani, ma solo una parte delle tribù occidentali. Plinio e Tacito parlano di gruppi etnici come leghe di origini culturali e religiose, tra tribù legate tra loro nella venerazione dello stesso dio e determinati culti.

IL PROTOGERMANICO E IL CONCETTO DI PROTOLINGUA 

La scrittura runica: detta FUTHARK in successione dei segni, tratto dalle prime 6 del suo alfabeto, risale alla fine del II secolo o inizio III secolo d.C. Proviene da rùn, conservato in altre lingue col significato di segreto. I documenti più antichi sono una ventina di iscrizioni brevi su oggetti venuti alla luce in Danimarca, Norvegia meridionale e Europa orientale. Le grandi invasioni barbariche vedono una serie di oggetti con iscrizioni runiche che ricade molto rapidamente nei Germani continentali, fino a scomparire nell'VIII secolo. Dall'importazione della scrittura per vie commerciali, la scrittura è rielaborata all'uso germanico per impiego magico all'inizio, in secondo luogo per dare il nome del proprietario a singoli oggetti. La scrittura runica si presenta come un

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sistema alfabetico formato e modellato con una fonetica analizzata in modo da adattarsi e di costruire una vera e propria lingua germanica. Il futhark antico ha 24 segni, la variante semplificata 16, usato solo nel mondo scandinavo del IX secolo. Una lingua compatta senza particolari dialetti che in seguito differenzierà le varie lingue germaniche. Presenta tratti comuni alle lingue germaniche antiche, per quel che riguarda la sua struttura sintattica, ordine di parole, allitterazione, elementi morfologici e fonologici. Il concetto di protolingua nasce nella linguistica dell'800 nel processo di ricostruzione di antiche relazioni tra lingue attraverso le comparazioni di fasi attestate di vari elementi. Il protogermanico rappresenta un sistema linguistico intermedio derivatao dalla lingua madre indoeuropea, ma di esso non abbiamo alcuna documentazione: lo ricostruiamo attraverso elementi comuni alle lingue germaniche storiche, nasce come proiezione di un momento di sviluppo linguistico e rappresenta uno schema astratto privo di spessore storico nel suo interno. Il concetto di protogermanico lo esaminiamo con studi di preistoria, con mezzi linguistici come l'analisi fonologica o strutturale che indica vari stati e sviluppi dialettali. Il legame innegabile che sussiste tra situazione socioculturale e mutamento linguistico si stabilisce con elementi comuni che rappresentano il protogermanico. ◦ I mutamenti caratteristici non sono avvenuti contemporaneamente ma possono essersi verificati durante un lasso di tempo che separa l'unità indoeuropea dalle prime attestazioni scritte delle lingue germaniche; ◦ Non tutti i fatti che configurano la fisionomia germanica hanno lo stesso effetto caratterizzante e peso storico; ◦ Non sempre un mutamento che sembra comune ha origine di diffusione in aree geograficamente vicine o per contatti culturali diretti o mediati ma spesso si realizza come sviluppo simile ma indipendente. ◦ Il lessico germanico non trova confronti con altre lingue e può essere un documento di particolare cultura e lingua poiché si riscontrano diffusi che riguardano campi lessicali diversi in ambienti naturali. ◦ Non sempre la presenza della voce in tutte le lingue germaniche è garanzia della sua origine antica, ma può indicare che è stata trasmessa anche da un centro di diffusione. L'espressione più evidente di quella che abbiamo chiamato unità culturale germanica è la lingua, o meglio l'insieme dei fatti linguistici coincidenti, la lingua che possiede e testimonia in ambiti culturali affini. Il protogermanico comparato ad altre lingue indoeuropee presenta elementi esclusivi di cui le altre lingue non sono partecipi – caratterizzano appunto quelle lingue chiamate germaniche. Non possiamo riferire nessun documento linguistico di rilievo all'unità germanica preistorica o protostorica, sia perchè le testimonianze erano solo nomi, sia perchè è difficile valutare storicamente le affinità tra i vari dialetti. Le lingue germaniche continuano ad elaborare strutture simili che possono risalire all'antica parentela protogermanica. Il mutamento linguistico appare molto delicato. La ricostruzione si presenta principalmente in una teoria laringale: si presuppone nella protolingua la presenza di determinati suoni che non si ricostruiscono in base ai dati delle lingue germaniche attestate ma dalla comparazione con fasi ricostruite di altre lingue europee. Questa metodologia complica il sistema fonologico del protogermanico e non fornisce spiegazione dei fenomeni. I singoli elementi fonologici del protogermanico non vengono studiati come fatti isolati ma come componenti di una struttura dove si inseriscono sistemi linguistici già attestati. L'identificazione dei momenti dell'evoluzione preistorica di una lingua con trasformazioni logico mentali, forniscono un 'interpretazione del mutamento troppo meccanico che non sempre offre una sostanziale utilità. Fatti conservativi di anche altre lingue indoeuropee – permettono di definire l'appartenenza indoeuropea nel gruppo germanico. Le caratteristiche indoeuropee più evidenti: ◦ struttura flessiva nominale e verbale attuata con un sistema di suffissi e desinenze e di relazioni apofoniche applicate alla radice che servono ad indicare i casi ed eventualmente la nozione di pluralità e di genere, la persona nei verbi, i modi e i tempi;

◦ il mantenimento del sistema fonologico di tre serie consonantiche caratterizzate dallo stesso modo di articolazione corrispondenti a tre serie di occlusive presupposte in tutte le lingue indoeu. Occidentali, lo slittamento fonetico per la rotazione consonantica è tipicamente germanico; ◦ l'utilizzazione dell'apofonia, modificazioni del vocalismo radicale (per esprimere funzioni radicali); ◦ nell'ambito morfologico in particolare il sistema pronominale che conserva le caratt. Indoeu. Sia nella distrubuzione funzionale che nelle singole corrisp. Formali; ◦ gran parte del lessico (categorie numerali, nomi di parentela, aniimali, parti del corpo, funzioni vitali); ◦ sistemi di formazione di nuove parole mediante derivazione con suffissi e mediante la composizione di due o più lessemi;  Le caratteristiche esclusive delle lingue germaniche: ◦ la trasformazione dell'accento che da libero diventa fisso sulla sillaba radicale e influisce sul ritmo della frase, manifestando una perdita di autonomia delle sillabe atone che generano un indebolimento delle vocali non accentate e la sincope di vocali e sillabe finali; ◦ la confluenza dei fonemi o ed a presupponibile per l'indoeu. In un unico fonema a e parimenti i così detti dittonghi ei oi ai eu ou au (in una prima fase il vocalismo germanico si riduce ad una serie di otto fonemi: a e i u e i o u – vocali lunghe – rispetto i dieci presupposti nell'indoeu.); ◦ l'evoluzione di liquide e nasali sonanti; ◦ sistema apofonico di verbi forti, utilizza lo schema indoeu. Della variazione vocalica radicale per l'elaborazione di paradigmi germanici indicanti i temi temporali. I verbi sono in sette classi: le prime 5 hanno alternanza di vocali, nella sesta vocali germaniche a e o si alternano, la prima caratterizza il tema del presente e del participio mentre la seconda il preterito. Il gotico ha un tipo di preterito con raddoppiamento, rispetto a lingue che differenziano il preterito singolare e plurale con una variazione vocalica. Il raddoppiamento e l'apofonia sono mezzi di origine indoeu. Per la formazione di tempi verbali; ◦ la rotazione consonantica o legge di Grimm, vede l'appartenenza di una parola al patrmonio linguistico germanico, vedendo le occlusive sorde, sonore e sonore aspirate trasformarsi in spiranti sorde e spiranti sonore. L'esito di spirante sonora può realizzarsi in corrispondenza di un'occlusiva sorda tra elementi sonori che avviene in caso l'accento non cada sulla sillaba immediatamente precedente – tramite la legge di Verner. Quindi: occlusive sorde, sonore e sonore aspirate → spiranti sorde, occlusive sorde, spiranti sonore Con lo sviluppo di spiranti sorde e sonore a seguito di mutamenti il germanico sostituisce correlazioni sorde/sonore e aspirate/non che avevano rilevanza nel sistema delle occlusive indoeu. Con correlazioni tra spiranti e sorde. ◦ Altri sviluppi caratteristici di tutte le lingue germaniche investono il campo morfologico, anche se le premesse possono risiedere in mutamenti fonetici quali: ▪ semplificazione delle declinazioni a nominativo, accusativo, genitivo, dativo più ablativo (locativo in altre lingue indoeu.); ▪ riduzione categorie verbali a due tempi (presente, preterito) e tre modi (indicativo, ottativo congiuntivo e imperativo); ▪ formazione sistema temporale di verbi deboli con suffissi in dentale per preterito e participio e conservazione del vocalismo radicale; ▪ sviluppo declinazione in -n dei sostantivi e sua utilizzazione per flessione debole degli aggettivi; ▪ notevole parte di lessico che trova corrispondenza in tutte le lingue e può essere data come fase unitaria. 

Periodizzazione: la ULG si è formata in un lungo lasso di tempo, comprende una suddivisione del protogermanico in due o più periodi, la cui fase più antica è detta protogermanico (alla quale risalgono le leggi di Grimm e di Verner, la riduzione a otto vocali e la strutturaz. Del sistema apofonico) e la più recente germanico comune (in cui si ha la rivoluzione del vocalismo con la metafonia).







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Datazione della rotazione consonantica: si sono espressi dubbi sulla presupposta antichità di questo fenomeno (tradizionalmente il più antico). Il primo documento attribuito al germanesimo con la presenza di questo fenomeno è l'iscrizione in alfabeto nord-etrusco (harikaistiteivahil) sull'elmo B di Nagau che risale dal V sec. a.C. Al I d.C. In essa vengono riconosciuti la presenza di uno o due nomi di provenienza germanica. L'iscrizione non ha ancora interpretazione sicura. La posizione è molto periferica rispetto agli antichi stanziamenti germanici. Per l'individuazione dei limiti cronologici e geografici della rotaz. Consonantica è spesso utilizzata l'onomastica latina, con i casi in cui uno stesso nome compare con o senza rotazione consonantica. Se le parole di origine latina non hanno rotazione consonantica e entrano nel germanico solo dopo il mutamento concluso, alcuni prestiti dal celtico sono stati acquisiti prima o durante l'evoluzione consonantica. Per l'individuazione dei limiti cronologici e geografici della rotazione consonantica è spesso utilizzata l'onomastica latina (studio dei nomi propri di tutti i generi, delle loro origini e dei processi di denominazione e nell'ambito di una o più lingue o dialetti) tenendo in considerazione i casi in cui un nome compare anche senza rotazione consonantica. La tradizione letteraria latina stessa dà il suo aspetto fonetico rispetto ai nomi germanici. Se le parole di origine latina non hanno rotazione consonantica e entrano nel germanico solo dopo il mutamento concluso, alcuni prestiti dal celtico sono stati acquisiti prima o durante l'evoluzione consonantica (es. moneta di conio celtico contiene un nome germanico e presenta gli effetti della rotazione consonantica). Interesse nell'ambito preistorico del germanesimo linguistico: quanto più facilmente si può provare che l'affinità nasca da un contatto tra parlanti. C'è da rilevare la partecipazione del germanico nell'area linguistica centro-occidentale europea che abbraccia celtico, italico, e il suo peso culturale. Nelle relazioni lessicali di germanico con altre lingue europee bisogna tenere sempre presente che l'isoglossa (tratto linguistico condiviso dai parlanti della zona compresa, un'isoglossa è condivisa quando le lingue hanno un fenomeno linguistico in comune) è la più diffusa tra tutte le lingue ma spesso appare limitata ad una o ad un gruppo; Le lingue germaniche presentano una struttura fonologica e grammaticale uniforme; Le fasi preistoriche di ogni dialetto offrono un quadro vicino alla realtà di sviluppo germanico linguistico caratterizzato dalla presenza dei dialetti. Non è ipotizzabile un momento cronologico preciso in cui gli elementi delle lingue germaniche siano stati presenti contemporaneamente in tutti i dialetti. Osservando i mutamenti possiamo presupporre che siano avvenuti in età preistorica. Sulle cause storiche e linguistiche che hanno provocato lo sviluppo delle lingue germaniche è difficile poter affermare qualcosa di preciso, aldilà di un'ipotesi generica all'influsso di lingue che potessero modificare una struttura linguistica più vicine alle altre lingue indoeuropee. Dal protogermanico alle lingue germaniche: l'evoluzione dalla fase unitaria alla pluralità di dialetti storicamente attestata viene considerata da un punto di vista cronologico o genealogico, come un progressivo e sempre più capillare smembramento dell'antica unità. La germanistica di tradizione neogrammatica interpreta i fenomeni di conservazione o innovazione rispetto ad una situazione in una fase precedente come propria di tutte le lingue germaniche. Tuttavia la presenza di una serie di isoglosse può rispecchiare un certo periodo di vicinanza geografica e quindi di evoluzione comune. Isoglosse parziali tra le lingue germaniche:



la suddivisione delle lingue germaniche:

Tradizionalmente:  germanico settentrionale o nordico (Scandinavia, Islanda, Faroer): ◦ nordico occidentale (norvegese, islandese) ◦ nordico orientale (svedese, danese)  germanico occidentale: ◦ anglo-frisone (inglese, frisone, neerlandese o basso francone, basso tedesco) ◦ tedesco (neerlandese, basso tedesco o basso sassone, alto tedesco)  germanico orientale, che si riferisce quasi unicamente al gotico. ◦ La tripartizione delle lingue germaniche è data in orientali, settentrionali e occidentali da Schleicher che applica una teoria di sviluppo genealogica delle lingue, dicendo che le fasi preistoriche erano quelle da cui avrebbero avuto origine le lingue germaniche tripartite, e che successivamente avrebbe portato ad una situazione più documentata. ◦ Una divisione bipartita era stata proposta da Scherer per cui ad un germanesimo orientale si opponeva un germanesimo orientale, che comprendeva Goti e Germani settentrionali (soluzione che prevedeva l'ipotesi dei Goti → Scandinavia, e loro sviluppo autonomo solo dopo l'allontanamento dalle sedi originarie);

◦ Schwarz la ripropone e mette in rilievo le isoglosse gotonordiche (connessioni linguistiche); ◦ Khun rammenta che isoglosse tra singole lingue germaniche possono essersi stabilite anche per contatti successivi al distacco di singole tribù dalla comunità protogermanica e non sono sempre indice di antiche unità in seguito dissoltesi. Si sarebbe stabilita intorno al Baltico e al Mar del Nord una stretta unità testimoniata dalle isoglosse sviluppatesi tra nordico e germanico occidentale (document. Già in alcune iscrizioni runiche molto antiche); ◦ Delicata la posizione delle lingue germaniche occidentali e dei loro contatti con altri gruppi: Streitberg → divisione dell'occidentale in anglofrisone e tedesco (derivati alto e basso tedesco da questo). Wrede → Numerose isoglosse ingevoni che riaccostano il basso tedesco all'anglosassone a l frisone, scoperta di ingevonismi in un dialetto tedesco meridionale (alemanno) rimpiazza l'immagine di un germanico occidentale suddiviso come per Streitberg, con un antico blocco di dialetti ingevone che avrebbe abbracciato i dialetti occidentali dall'Inghilterra alla Svizzera. ◦ Ingaevones, Istaevones, Erminones → Maurer identifica gli ultimi con i Germani dell'Elba, i secondi con i Germani settentrionali e del Mar del Nord e i primi con i Germani della Weser e del Reno. Demolito il concetto di germanico occidentale come unità culturale. ◦ Possibili contatti Goti-Germani dell'Elba durante le migrazioni dei Germani orientali verso sud: potrebbero giustificare le analogie tra gotico e alto tedesco antico; ◦ Le ll nordiche e occidentali continuano congiuntamente la loro evoluzione fino all'età delle migrazioni dopo la partenza dei Goti; ◦ A prima della conquista della Britannia da parte di Angli, Sassoni e Juti risalgono probabilmente le basi della comunità linguistica ingevone, che si manterrà e per certi aspetti rafforzerà (anche grazie a relazioni culturali e commerciali attraverso il Mar del Nord); ◦ Dopo che Bavari e Alemanni si spostano dall'Elba verso la Germania meridionale, inizia l'espansione verso nord dei fenomeni linguistici tedesco meridionali (provocherà una progressiva ritirata delle caratteristiche ingevoni conservate nel territorio tedesco settentrionale). ◦ Tuttavia la nozione di germanico non acquista il suo pieno e significato se non viene inserita nel panorama delle altre nozioni di lingue indoeuropee. 1. IL GOTICO





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Per quanto il gotico sia attestato da diversi documenti e testi di varia natura esso ci è noto quasi esclusivamente in una forma che risale al sec IV dopo Cristo e in un solo testo: la traduzione della Bibbia compiuta dal vescovo visigoto Vulfila/Wulfila/Ulfila. Nonostante sia la lingua di un solo uomo e di un solo testo è di capitale importanza sia per il germanista che per l'indoeuropeista. Il gotico è l'unica lingua germanica che ci sia attestata con sufficiente larghezza di documentazione in un'epoca abbastanza remota (le testimonianze di qualche importanza per le altre lingue germaniche sono notevolmente posteriori, il nordico l'anglosassone e l'alto tedesco dal sec VIII, il basso tedesco dal sec IX e il frisone dal sec XIII); Il gotico appare abbastanza vicino a quell'immagine vaga ma sufficientemente concreta del germanico quale esso risulta dallo studio comparativo delle lingue germaniche e delle restanti indoeuropee. Il gotico ha importanza nella valutazione protostorica e preistorica del germanico e per il riconoscimento dei tratti comuni o differenziatori all'interno dell'indoeuropeo.

1.1. La storia dei Goti:  I Goti cominciano ad entrare in contatto con l'impero romano agli inizi del III sec. d.C in seguito al loro stanziamento sul Mar Nero, dopo che ebbero lasciato le antiche sedi sulla bassa Vistola. Dopo si mossero nuovamente verso meridione con le loro famiglie, e per attraversare un fiume si ritrovarono improvvisamente divisi in due tribù perchè il ponte che avrebbero dovuto usare crollò: una di esse finì nella parte della Russia meridionale e si affacciarono sulle coste del Mar Nero e del Mar di Azov fra Nipro e Don, dove appaiono divisi in Visigoti e Ostrogoti.  Dopo più di un secolo di guerre con Romani e le confinanti popolazioni dell'impero nell'ultima parte del IV sec la gran parte dei Goti, sotto la spinta dell'invasione Unna, abbandona l'Europa orientale per spingersi verso le regioni dell'impero occidentale.



I Visigoti varcano più volte il Danubio, giungeranno con Alarico in Italia saccheggiando Roma nel 410. Nel sud ovest della Gallia nel 418 fondano il regno di Tolosa, arrivano fino a gran parte della penisola iberica, dove saranno sconfitti dai Franchi nel 507.  Il regno Ostrogoto viene travolto dagli Unni nel 375, alcuni si rifugiano in zone come la penisola di Grimea, la maggior parte segue invece le sorti degli Unni, con i quali vivranno a stretto contatto (insieme ad altri germani).  Dopo la morte di Attila gli Ostrogoti ritornano indipendenti, si stabiliscono in Pannonia e nel Norico come federati dell'impero romano: da qui invadono l'Italia sotto la guida di Teodorico, che cercherà di conciliare in uno stesso stato esigenze giuridiche, religiose e culturali di Germani e latini.  Secondo una leggenda si dice che provengano da una Scandza insula (isola, terreno acquoso – o addirittura da scandere navem, scendere dalle navi). WULFILA:  I due momenti importanti per l'evoluzione culturale dei Goti sono: l'impatto con il mondo greco bizantino e la conversione al cristianesimo, attuata specialmente tramite i Visigoti, e il regno di Teodorico in Italia.  Il vescovo visigoto Wulfila (lupacchiotto, piccolo lupo) e il prestigio della sua traduzione furono determinanti per l'acquisizione e la diffusione del cristianesimo da parte dei Goti (probabilmente la conobbero durante i contatti con i Bizantini).  Wulfila sembra essere un tipico rappresentante di quella minoranza Visigota che comincia ad operare una revisione della tradizione germanica alla luce dell'acquisita cultura greca.  Era probabilmente ariano.  Si fece promotore della diffusione del cristianesimo ariano tra i Visigoti, dirigendo come capo spirituale e temporale una piccola comunità di convertiti; conosceva molto bene latino e greco.  Fu più volte inviato a Costatinopoli come ambasciatore. Verrà scelto poi come vescovo presso i Goti da Eusebio di Nicomedia.  Wulfila fu il protagonista della conversione dei Goti.  La traduzione della bibbia: ◦ L'unica delle opere del vescovo giunte fino a noi probabilmente grazie alla funzione liturgica del testo che lo rendeva utile presso il clero dei Goti; ◦ Il testo rivela una sensibilità linguistica molto raffinata; ◦ la lingua gotica possedeva una tradiz. Letteraria limitata alla poesia orale, epica, e doveva rifarsi a concetti e tradizioni di vita tribale; ◦ Presenta comunque una straordinaria ricchezza ed eccezionale varietà di generi e stili. ◦ Prima di passare alla traduzione dovette creare un alfabeto in cui poterla scrivere: 18 lettere dal greco, 5 dal runico, 1 dal latino ed un'altra che indicasse la Q (provenienza incerta); ◦ Lunghi frammenti sono conservati nel Codex Argenteus. ◦ La Bibbia Gotica è il più antico monumento delle lingue germaniche, e Wulfila dovette superare diverse difficoltà: 1. la Bibbia è una letteratura, riprodurla in un dialetto di guerrieri e pastori era un lavoro quasi impossibile; 2. I concetti di cosmo e mondo erano eccessivamente astratti per i Germani (es. traduzione di con ); 3. Dovette civilizzare una lingua di barbari;



◦ Per opera di Wulfila, precursore di Wyclif e Lutero, i Visigoti furono il primo popolo in Europa a disporre di una Bibbia in volgare. ◦ Wulfila spiega la lingua tramite il testo sfruttando espressività, ampliando la parola gotica, creando nuovi vocaboli e inserendo greco e latino dove fosse orecchiabile. ◦ La lingua espressa dal vescovo non sembra mai però influenzata dal greco (sintassi e ordine delle parole secondo un criterio di rispetto del testo sacro ma che invita alla modifica della struttura frasale; ◦ Il testo gotico non corrisponde perfettamente alle versioni greche; Alcune delle iscrizioni runiche più antiche si trovano su oggetti rinvenuti nell'Europa dell'est e possono essere considerate come scritte in gotico o dialetti vicini.







Tutti i documenti gotici che abbiamo noi risalgono al V-VI secolo e sono occidentali; Il ritrovamento più importante è il Codex Argenteus, di Uppsala, ed è un vangelo su pergamena del V secolo; il codex è in forma frammentaria, tra i documenti minori possiamo ricordare il calendario gotico. Tra i documenti più antichi troviamo anche il Codex Carolinus e Codex Gissensis, e i cinque codices Ambrosiani (denominati A B C D E); i fogli dei Codex Taurinensis e codex Vaticanus sono dei gruppi A ed E. La lingua gotica: ◦ Presumibile che la lingua scritta possa aver conosciuto un'evoluzione cronologica ed una differenziazione dialettale nel passaggio dall'ambiente visigoto a quello ostrogoto, ma tali variazioni non sono tuttavia identificabili e la lingua e la scrittura non presentano sostanziali differenze da un documento all'altro; ◦ L'alfabeto gotico presenta un carattere fonologico (cioè salvo qualche eccezione ogni segno grafico indica un fonema); ◦ La trascrizione dei nomi stranieri latini o greci in caratteri gotici è una prova attendibile del valore fonetico di un segno; ◦ Per determinare il valore fonetico dei grafemi gotici ci si è basati sull'osservazione degli usi grafici degli alfabeti modello e sui criteri di coerenza interna e sulla ricostruzione della situazione pregotica attraverso la comparazione; ◦ Morfologia: il gotico si distingue dalle altre lingue germaniche per una migliore conservazione di alcune strutture di origine indoeuropea, come la distinzione di più declinazioni nella flessione nominale e dei vari casi all'interno della stessa declinazione, desinenze distinte per la voce passiva del tema presente e per la prima e la seconda persona del duale dei verbi, il raddoppiamento nel preterito dei verbi forti di VII classe; la presenza ◦ Il consonantismo gotico → corrisponde essenzialmente al sistema germanico (tranne per quanto riguarda l'assorbimento delle sonore in fine parola; ◦ il vocalismo gotico rivela vistose trasformazioni (e → i: itan, non ags etan; davanti a r h hv le i e u germaniche in gotico → e ed o, baurgs → burg, monottongazione di ai e au; fonemizzazione di e ed o); ◦ Gli effetti dell'accento protosillabico nel vocalismo gotico non provocano modifiche vistose come quelle che si verificano nella documentazione germanica posteriore; ◦ Nel gotico non si verifica la metafonia. ◦ Sintassi: l'influsso del greco che condiziona l'ordine nelle parole e la struttura della frase e del periodo, impedisce in molti casi di riconoscere gli elementi sintattici prettamente gotici; tra le caratteristiche particolari possiamo notare: l'uso del prefisso ga- per esprimere diverse funzioni aspettuali del verbo rispetto al verbo semplice (generalmente durativo), evoluzione verso un tipo di espressione analitica dei rapporti sintattici molto meno avanzata rispetto alle latre lingue germaniche, impiego dell'articolo molto limitato, uso relativamente frequente del dativo, o del genitivo senza preposizione per alcuni complementi, e l'impiego di wisan, essere, con participio presente per esprimere azione durativa. ◦ Lessico: il vocabolario fornito dai documenti giunti fino a noi è molto limitato rispetto a quello che doveva essere. Poco documentati campi lessicali come quello delle attività militari, dell'arte, delle scienze, mentre il vocabolario di base per la vita, le attività umane la natura e i rapportii sociali è abbastanza esteso. Sono fondamentali i prestiti e i calchi dal latino. I primi sono penetrati nel lessico gotico in un'epoca prima di quella di Wulfila, e hanno subito differenti gradi di integrazione. Le voci religiose sono ben integrate ed acquisite prob in epoca abbastanza antica. Le parole di un linguaggio religioso di ambito dotto possono invece appartenere alla traduz effettuata da Wulfila. I calchi hanno notevole impiego nella Bibbia gotica perchè sono il mezzo più appropriato per trasmettere con immediatezza i concetti della dottrina e della pratica cristiana. Calchi di struttura: riproducono con mezzi gotici la formazione lessicale greca, sono frequenti gli aggettivi qualificativi ed astratti. Calchi semantici: ad una parola già esistente nel lessico gotico originario si attribuisce un nuovo significato sul modello greco per indicare un concetto nuovo.

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La politica espansionistica di Teodorico stimolò scambi culturali a livello non superficiale (tenuto anche dal prestigio che già i Goti tenevano presso gli altri Germani con i loro successi militari e la penetrazione nell'impero Romano); Nel campo linguistico la Bibbia Gotica lascia tracce sicure nel lessico delle lingue germaniche

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occidentali (terminologia religiosa), fino al tedesco prestiti gotici, greci e latini; L'irradiazione della cultura gotica nel mondo germanico sarebbe ridiscussa tenendo il fatto che i germani possano aver conosciuto il mondo greco orientale e la tradizione dottrinaria attraverso anche altri canali. Gotico di Crimea: sopravvivenza di popolazioni germani orientali rimaste nelle sedi sul Mar Nero. Si conserva qui una lingua di tipo germanico, documentata da testimonianze scritte fino almeno al XVI secolo; un dialetto germanico orientale più di un millennio dopo l'epoca di Wulfila; viene trascritto un glossario di circa 90 parole la maggior parte delle quali di origine germanica dal diplomatico fiammingo Busbecq, per alcuni aspetti presentano affinità con il gotico di Wulfila.

2. L'ANGLOSASSONE  Origini della cultura anglosassone: nel periodo anglosassone, cioè dall'emigrazione degli Angli, Sassoni e Juti alla conquista normanna, la lingua e cultura inglese, pur conservando caratteristiche germaniche, subiscono un'evoluzione condizionata dall'assorbimento nella matrice germanica di elementi diversi che vanno essenzialmente ricercati nell'apporto dei sostrati celtico e latino e nei contatti con il continente e la Scandinavia.  Allo sbarco in Britannia i Germani trovarono un popolo cristiano di cultura romano celtica, al sud e al centro isola, tribù pagane dei Picti e degli Scoti a nord, e un'Irlanda già cristianizzata. Beda ci informa che i Germani sarebbero giunti dalla Danimarca e dalla Germania del nord, prima come mercenari chiamati dai britanni contro il nord, e poi si sarebbero impadroniti dell'isola dopo una lunga guerra di conquista (esclusi Cornovaglia e Galles, ancora celtiche);  Conversione: nel VI secolo gli anglosassoni rafforzano il proprio dominio suddividendo il territorio in sette regni, Kent, Sussex, Essex, Wessex (influenza Sassone), Mercia, Anglia orientale e Northumbria. Nei territori rimasti celtici, la tradizione cristiana è consolidata e si diffonde una spiritualità monastica(rigide pratiche ascetiche e penitenziali, viva volontà missionaria). Al sud si stabiliscono fecondi contatti con la tradizione cristiana continentale romana. Re Ethelbert del Kent, 599 → si converte e autorizza il monaco Agostino a predicare, sarà poi nominato Arcivescovo di Canterbury. La reazione della popolazione non è stata particolarmente violenta (il cristianesimo non era totalmente una novità e poteva costituire elemento di prestigio per la classe dirigente germanica). Nel giro di circa mezzo secolo tutto il territorio delle isole britanniche occupato da Germani potè dirsi cristianizzato. Ci furono contrasti tra i missionari irlandesi e la curia di carattere liturgico (giorno della Pasqua), ma dovevano esistere anche motivi di attrito più profondi (mancato riconoscimento della curia romana). Svolta → Sinodo di Whitby, adottata la pasqua romana. I monasteri inglesi nel VII secolo svilupparono una notevole forza culturale: feconde le scuole dei monasteri settentrionali, dalla Northumbria stimolata la nascita della poesia in volgare. Beda → scrisse numerose opere grammaticali, commenti alle scritture. Alcuino → in latino opere in versi e manuali grammaticali, chiamato da Carlo Magno per riorganizzare la scuola. Legami tra mondo inglese e Germania settentrionale → documentati da traduzioni letterarie in sassone del IX secolo come l'omelia di Beda e la presenza di notevoli analogie nella poesia di ispirazione cristiana. Devastazione e conquista da parte dei Vichinghi nel settentrione → periodo travagliato, con Alfredo il Grande però il mondo inglese conosce tranquillità. Sconfigge i danesi e stipula il contratto di Wedmore (attribuiva a lui sovranità su Wessex, Sussex, Kent, Mercia , ai danesi Essex, East Anglia, Northumbria e Mercia del nord). Alfredo propone di riedificare i costumi e riformare l'istruzione religiosa. Importante la stesura di un nuovo codice di leggi che perfezionava la legislatura dei suoi predecessori. Dopo Alfredo → riprende la guerra coi danesi.  La produzione letteraria dell'epoca (intorno al 1000) è sopratutto di carattere dottrinario e si sviluppa nelle abbazie meridionali, ma si trovano anche 4 codici riguardanti la poesia anglosassone.  La prosa inglese entra ormai nell'uso letterario con l'omelia sostituendosi a quella latina;  L'invasione dei Normanni scandinavi ma di lingua e cultura francese pose fine al periodo anglosassone della cultura inglese: la battaglia di Hastings del 1066 porta Guglielmo il Conquistatore nel regno inglese, iniziando una nobiltà feudale di origine normanna e provocando mutamenti profondi in politica e società. Decadenza aristocratica anglosassone → soppressione quasi totale dell'uso dell'inglese nei testi letterari e nei documenti ufficiali. La nuova classe dotta non comprendeva i manoscritti inglesi fino all'ora prodotti, e non ebbe interesse a conservarli e riprodurli.  La letteratura anglosassone: Lo studio dei testi in lingua non andrebbe disgiunto da quello delle







opere in latino, che sono comunque parte determinante del contesto culturale nel quale va inserita l'analisi delle manifestazioni letterarie e linguistiche (Beda, Alcuino). La lingua anglosassone entra nell'uso scritto molto prima rispetto alle lingue germaniche nord occidentali, assume importante rilevante → i primi testi anglosassoni sono in un alfabeto di origine runica modificato per i suoni inglesi, la grafia latina di origine irlandese viene adattata presto ad esprimere il sistema fonologico anglosassone. Beda ci dice che già re Ethelbert avrebbe pregato Agostino di mettere per iscritto in angl. Le leggi del Kent, e lo stesso Beda narra del poeta Caedmon → avrebbe iniziato a comporre in inglese poemi di ispirazione cristiana usando lo stesso linguaggio poetico di carattere profano a seconda metà del VII secolo. I più antichi documenti di poesia epica in anglosassone sono due brevi inni, uno dei quali proprio del poeta Caedmon: l’unica opera di Cædmon pervenuta fino a noi è il Cædmon's Hymn (Inno di Cædmon), una

preghiera dialettale in nove versi composta in onore di Dio, probabilmente frutto di quel sogno ispiratore. La

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poesia è uno dei primi esempi accertati di "Old English" ed è anche uno dei primi in lingua germanica. I 9 versi dell'Inno sono riportati nella Historia ecclesiastica gentis Anglorum di Beda in latino, ma nei testimoni di questo testo vengono riportate a margine, oppure sotto il testo, o in alcuni casi nel testo stesso, la versione originale in northumbrico o quella in sassone occidentale.

Il secondo documento è il canto di morte di Beda → molti versi in northumbrico. Il grosso della poetica anglosassone si divide in: ◦ manoscritto Juniux XI, poemi caedm. Ispirati all'antico testamento; ◦ exeter book, poemi cristiani di carattere profano e semiprofano; ◦ Vercelli book, omelie in prosa; ◦ codice Cotton Vitellius A XV, unico poema a carattere profano; il B, preceduto invece da tre brani in prosa e seguito da un frammento in versi che tratta dell'episodio di Giuditta (il B → mescola leggende eroiche di origine scandinava ma risente dell'epica classica e di un'impostazione morale cristiana). ◦ Nei poemi di argomento cristiano evidenziamo: il manoscritto Junius XI dal primo editore F. Juius a Caedmon sulla base del racconto di Beda, e quelli di Cynewulf e della sua scuola. Nei poemi → schemi narrativi e stilistici caratteristici della poesia pagana di tradizione germanica. Dio è re vittorioso, Mosè lo slancio eroico di un condottiero germanico. ◦ Quattro poemi contengono in runico il nome dell'autore → Cynewulf, VIII e IX secolo nel nord. La poesia di Cunewulf si accinge ad argomenti più vari, come il nuovo testamento e le vite dei santi. ◦ Tutta la poesia anglosassone si serve di un linguaggio runico che ubbidisce a metriche e stili germanici → le strutture di versi anglosassone tornano nell'epica tedesca antica. Unione di versi anglosassoni tramite allitterazione di origine germanica, ripetizione di stesso suono in due o tre sillabe accentate. ◦ La poesia anglosax muove dall'antica tradizione germanica pagana per i contenuti e nei modelli stilistici; nel linguaggio poetico l'apporto della cultura latina cristiana non fa che inserirsi in schemi già acquisiti. ◦ La sintassi di Alfredo presenta strutture più complesse. La sua opera tradizionale forma la lingua inglese in esposizione a un patrimonio ideologico e dottrinario fino ad allora in larga parte estraneo al mondo germanico. ◦ In periodo anglosax si parla di immissione di elementi lessicali di origine scandinava che si riflettono solo in testi medio inglesi e che vengono facilitati in seguito per origini germaniche o la vicinanza al Mar del Nord. ◦ Anche se minima la tradizione anglosax conserva comunque un'influenza nordica. La lingua anglosassone: l'antico inglese, o Old English, appartiene al gruppo germanico occidentale; manifesta analogie più strette con le lingue del nord (frisone e sassone continentale). I doc letterari in Old English mostrano la presenza di 4 dialetti (nord sud: Northumb, Merciano, Kentico, Sassone occidentale). Dialetti anglico e kentico → limitati a brevi testi; la maggior parte dei manoscritti è in sassone occidentale (quella che conserva più a lungo indipendenza politica e culturale). Il merciano sarà quello che acquisirà maggior importanza a seguito dello spostamento del centro della vita politica da Winchester a Londra. La scrittura: è detta insulare; la corrispondenza segno/suono per certi aspetti è imprecisa, es.





presenza di un solo segno per più fonemi (es. g → j, dj, gh). Incertezze nell'interpretazione → dalla conversavazione in codici tardi di grafie storiche, anche dopo l'evoluz. Del corrispondente suono. Rispetto al germanico occidentale → nel sistema fonologico vistosa evoluzione specialmente nel vocalismo. Morfologia: La più interessante caratteristica è la tendenza ad una semplificazione della flessione (si accentuerà nel tardo anglosax e nel medio inglese). Si nota la conservazione della distinzione dei casi, anche se presenti fenomeni di adeguamento analogico (come coincidenza in desinenze di acc gen e dat sing nei femminili in -o). Differenziazione nei temi nominali semplificata, generalmente con l'uniformarsi delle vare declinazioni ai temi più comuni. Flessione verbale → fin dalle origini della documentazione una spiccata tendenza all'uniformazione delle desinenze.

3. IL TEDESCO ANTICO  Confini della tradizione culturale tedesca antica: possiamo intendere come Germania, prima del definitivo smembramento dell'impero carolingio, è quel territorio dell'Europa centrale in cui si parlavano diversi dialetti germanici occidentali, differentemente da quelle zone in cui erano presenti lingue di ceppo diverso (romanze ad ovest, slave ai confini orientali).  Teudisca lingua: le prime testimonianze dell'aggettivo theudisk, theodisk si rifanno all'uso del volgare da parte di popolazioni di lingua germanica, contrapposti a coloro che facevano uso del latino (theodisk → vulgaris, theoda → vulgus). Manca un diretto riferimento ad una situazione etnica e tantomeno politica. Fino al IX sec non si può nemmeno parlare di un vero confine linguistico tra il volgare romanzo e quello germanico (la classe dirigente franca aveva comunque appartenenza germanica → mantenuta a lungo una situazione di parziale bilinguismo). Adozione dei Franchi dei dialetti romanzi, stabilito un confine linguistico → interverrà più tardi, con la divisione dell'impero carolingio (metà IX sec), contemporanea la scissione politica tra regno franco occidentale e orientale. Documentato un uso ufficiale nei due regni di due lingue popolari diverse → Carlo il Calvo e Ludovico il Germanico si pronunciano giuramento reciproco di alleanza ognuno nella propria lingua, il tedesco e il francese (Giuramenti di Strasburgo, 842).  Suddivisione dei dialetti tedeschi antichi: sono frequentissime glosse in lingua tedesca anche nei manoscritti latini, per citare denominazioni germaniche relative ad usi e oggetti caratteristici, come aiuto alla comprensione e alla traduzione del testo latino (glosse che documentano anche in merito alle popolazioni che non risiedevano nell'odierna Germania, come Longobardi o Franchi, che per le loro caratteristiche fonologiche possono essere definiti tedeschi. ▪ 3 periodi: 1. Tedesco antico (VIII-XI sec) → frammentarietà dei dialetti e delle tradizioni grafiche; 2. Tedesco medio (XII-XV sec) → con letteratura e civiltà cortese si crea una lingua letteraria omogenea e sopradialettale; 3. Tedesco moderno (XVI-oggi).  Due gruppi dialettali: ◦ bassotedesco (settentrionali) → bassofrancone, sassone; ◦ altotedesco (meridionali) → ▪ centrali → mediofrancone, francone renano, francone orientale; ▪ superiori → alemanno, bavarese;  I dialetti franconi (fascia medio e basso Reno) → suddivisi secondo un criterio che pone l'accento sulla comparsa della rotazione consonantica altotedesca; il bassofrancone non conosce questa evoluzione; il francone centrale parzialmente; i franconi del sud mostrano un'attuazione più avanzata della rotazione consonantica; la rotazione consonantica è completamente realizzata nell'alemanno e nel bavarese.  La documentazione su cui si basa questa divisione è comunque influenzata dalla tradizione scolastica trasmessa all'interno di uno stesso scriptorium, indipendentemente dal dialetto parlato nella regione. 

La cristianizzazione della Germania: ◦ La suddivisione dialettale del tedesco → riflesso della situazione storica che ha radici nella

collocazione geografica delle tribù germaniche nell'Europa centrale. ◦ Alemanni, Bavari, Frisii, Sassoni, Turingi → caddero presto sotto l'influenza del regno Franco (dominavano la Gallia settentrionale e la zona del medio Reno; regno Franco potente per l'accorta politica del re Clodoveo, si impose su Burgundi, Visigoti, Alemanni, e seppe accentrare nelle sue mani il potere con un'opportuna conversione al cattolicesimo facilitando al suo popolo l'inserimento nel mondo politico e culturale romano cristiano, di cui i Franchi divennero difensori contro il paganesimo e l'eresia). ◦ Le popolazioni germaniche aldilà dal Reno entrarono direttamente nell'orbita romano cristiana solo con l'avvento al potere dei carolingi, che incoraggiarono la penetrazione organizzata di missionari in Germania e la fondazione di monasteri (monaci anglosassoni più preparati del clero franco). ◦ S.Bonifacio → figura di punta della cristianizzazione, attua nella prima metà dell'VIII sec un'azione evangelizzatrice. Con l'appoggio di Carlo Magno promosse una riforma disciplinare e organizzativa di tutta la chiesa franca. Con lui si completa la cristianizzazione della Germania centromeridionale. ◦ Carlo Magno → dopo aver ereditato il possesso delle regioni orientali, impose la sua protezione all'azione riformatrice di Bonifacio offrendo esercito e mezzi finanziari. Il clero divenne così strumento di dominio politico. ◦ Carlo Magno → politica civile di enorme importanza per tutta l'Europa.  Progetto di restauro dell'idea imperiale: l'orientamento degli studi di tutta la vita artistica e letteraria promossi da Carlo sono legati alla valorizzazione del mondo classico (sottolinea i legami con il nuovo impero francocristiano).  Principio di recupero dei modelli romani → riforma del canto liturgico e della scrittura.  Imposta e divulgata regola benedettina.  Opera di rivalutazione del volgare → fondamentale per la nascita della cultura scritta tedesca, nasce dalla preoccupazione di una miglior diffusione e comprensione dei testi liturgici.  Opera di divulgazione dottrinaria attraverso il volgare che continua e s potenzia anche dopo la morte di Carlo e la suddivisione dell'impero.  Secondo i moduli stilistici della poetica germanica viene composto Heliand → per rendere accessibile la materia dei Vangeli alle popolazioni sassoni da poco convertite.  Nella Germania post carolingi l'organizzazione ecclesiastica (specialmente quella monastica) diventano l'unica reale forza unificatrice capace di realizzare un'opera coerente di acculturazione in senso cristiano. ◦ Rinascita ottoniana: potere detenuto dall'alta nobiltà dopo i carolingi; si formano i grandi ducati (Baviera, Svevia, Franconia, Sassonia) ma si viene consolidando intorno al re un'idea di unità nazionale che nasce dal rispetto per la sacralità dell'autorità regale ma anche dall'esigenza di coesione contro le minacce di invasione di Ungari e Slavi. Re Enrico di Sassonia assume nel 919 la corona di re dei Teutoni → fulcro del Sacro Romano Impero restaurato dal figlio di Enrico Ottone I. La politica della casata d Sassiona → restaurazione dell'idea imperiale, invadenza nelle vicende dell'Italia e della Roma dei papi, hanno legato il mondo tedesco alla tradizione del culto della romanità e del mondo classico.

Fino alla seconda metà dell'XI sec la poesia si esprime quasi sempre in latino, il tedesco si usa a scopi didattici. In latino in quest'epoca si riesca a dar voce a motivi molto vari e ricchi, come la coscienza dell'uomo dell'individualità e del valore immanente della vita terrena, l'affermazione degli ideali cortesi. L'impiego della lingua volgare → limitato a scopo di divulgare testi di carattere liturgico e dottrinario ma si estende alla traduzione di complesse opere teologiche e filosofiche. Il latino contribuisce nella trasformazione del tedesco in lingua letteraria atta ad esprimere nella sua completezza il mondo culturale europeo posteriore al 1000. In una prospettiva di allargamento dell'area dei destinatari della cultura, la cultura scritta assume più spazio → la lingua volgare si muove da una perfetta aderenza al modello linguistico e culturale del

latino, gli si affianca e ne assume in parte le funzioni. ◦ La tradizione scritta: ▪ Documentazione frammentaria, per quanto riguarda il carattere dei testi, la loro motivazione ed il loro interesse storico e culturale. Situazione politica della Germania altomedievale → lotte tra i singoli stati, impediscono a lungo la formazione di un forte potere centrale e la nascita di centri culturali dotati di forza di coesione. Impatto con civiltà latino cristiana → avvenuto dall'esterno con contatti successivi con tradizioni diverse, aveva impedito completamente l'espressione scritta della lingua germanica e aveva ritardato il processo di assorbimento della cultura cristiana. ▪ L'uso nei testi scritti della lingua tedesca → solo dopo la fine del sec VIII e per l'esortazione di Carlo Magno a rendere comprensibili i testi liturgici; piena considerazione per la lingua volgare solo con la prosa di Notker. ▪ Mancata instaurazione nel corso di tutto l'alto medioevo di una tradizione linguistica sopradialettale e di usi grafici univoci (grande varietà di dialetti e grafie), che costituissero uno strumento di comunicazione scritta familiare alle varie regioni. ▪ Germania altomedievale → la tradizione scritta in lingua tedesca rimane legata alle abitudini dei vari scriptoria e agli interessi liturgici e dottrinari dei singoli monasteri → assumono importanza solo i dialetti delle regioni dove la vita monastica è più vivace ed attiva in senso culturale: alemanno, bavarese, francone meridionale, francone orientale. ▪ Epoca medio tedesca → si afferma una lingua scritta sopradialettale che sarà strumento della fioritura letteraria tra il XII e il XIII secolo. ▪ Esempi importanti di poesia in versi allitteranti:  Carme di Ildebrando (Hildebrandslied) → poemetto eroico del IX secolo, conflitto interiore di Ildebrando costretto per fedeltà verso il suo signore a combattere contro il figlio, suo nemico in battaglia. Esempio di lingua mista, frutto di sovrapposizione di diverse tradizioni grafiche, dal punto di vista narrativo è rielaborazione di modelli germanici generali diffusi in epoca sassone e anglosax;  Due testi poetici bavaresi di argomento religioso: Preghiera di Wessobrunn e il poemetto Muspilli (manoscritti dei primi del IX sec);  Heliand → poema sulla vita di Cristo in sassone;  Tre frammenti di un altro poema sassone → la Genesi.  Esempi di poesia allitterante si sono inoltre conservati a lungo nelle formule magiche e nelle benedizioni.  Letteratura di traduzione: molto importante, permette di determinare tappe del processo di assimilazione di modelli concettuali e linguistici latini. Esempi più antichi sono le glosse ai testi latini e i glossari, come Vocabolarius San Galli e l'Abrogans, traduzione di dizionario alfabetico di sinonimi latini prob di provenienza italica.  Poesia in rima: intorno alla metà del IX secolo. Liber evangeliorum del monaco Otfrid di Weissenburg, primo poeta tedesco di cui ci è noto il nome. Esposti gli episodi della vita di Gesù, commento e interpretazione morale e simbolica. Grandi novità l'uso della rima finale e gli schemi metrici latino romanzi grazie ai quali la lingua francone può acquistare dignità necessaria per cantare una materia così elevata. 

ANTICO ALTO TEDESCO: ◦ La produzione in tedesco antico è priva di unità e frammentaria: fino al XII secolo si ha



















una pluralità di lingue scritte, fondate sul materiale fornito dai singoli dialetti parlati. Alcuni elementi grafico fonologici dei testi tedeschi antichi → riconducibili al loro monastero di provenienza, altri peculiari di ogni singola opera o autore (es. tedesco di Notker). Osservazione dei sistemi linguistici dei testi di una stessa scuola → permette di individuare l'evoluzione di alcuni fatti linguistici relativi a quel determinato dialetto. Le variazioni grafiche tra due testi contemporanei possono rivelare mutamenti fonologici già avvenuti nella lingua parlata ma non sempre registrati dalla scrittura. Nella varietà dialettale → importante elemento unificante è il modello culturale e linguistico del latino, influisce sull'evoluzione delle strutture sintattiche e assume un ruolo particolarmente determinante per quanto riguarda l'arricchimento del lessico. Prestiti → penetrano in differenti periodi e attraverso diversi ambienti linguistici, documento l'ampia diffusione e durata dei rapporti latino tedeschi. Alcune parole latine acquisite in epoca romana e altre più recenti, come dal latino volgare della Gallia diffuso con il francone. I prestiti dotti sono di carattere religioso e ambiente monastico. Incremento lessicale dei calchi → nasce in ambiente dotto a fianco del lavoro di traduzione, per ampliare le possibilità espressive del tedesco per adeguarle all'interpretazione e all'espressione della cultura cristiana. Epoca antica → non solo nuove formazioni ma anche nuove strutture (es. elemento -heit diviene strumento per la formazione di astratti con l'utilizzo da parte dei glossatori per la traduzione di -tas e -tio latini). I calchi strutturali, le nuove coniazioni, sono stati catalogati da Betz a seconda del tipo e del grado di dipendenza al modello latino: 1. Lehnubersetzung → nuova parola = esatta struttura formale del modello (gewisseni = coscientia); 2. Lehnubertranung → nuova parola → solo in parte il modello (meisterscaft = doctrina); 3. Lehnschopfung → nuova parola → creazione indipendente ma stimolata dall'esempio (artzagot = Esculapius, dio dei medici). Descrizione grammatcale corretta e completa del tedesco antico → dovrebbe essere costituita dalle descrizioni comparate dei sistemi dei singoli dialetti o meglio di singoli testi. Convenzione più diffusa → tenere come base della descrizione il dialetto francone orientale del IX sec (Fulda, traduzione di Taziano).

4. IL FRISONE ◦ Tre zone non contigue geograficamente: 1. Frisia olandese e isole frisoni occidentali (frisone occidentale); 2. Frisia tedesca (frisone orientale); 3. Schleswig nord-occidentale e isole prospicienti (frisone settentrionale);  In origine la zona in cui si parlava il frisone era più estesa → doveva esistere una continuità linguistica relativamente compatta tra Frisia occidentale e orientale (nella zona settentrionale → origine dall'immigrazione di elementi frisoni nello Jutland durante l'alto medioevo, priva di una tradizione scritta, mentre l'area originaria (occidentale e orientale) è documentata in epoca medievale con una letteratura scritta di notevole importanza (testi giuridici con usi, vita e istituzioni dei frisoni dal XII secolo).  Origini della civiltà frisone: storia segnata inizialmente da lotte contro l'invadenza dei Franchi, che nel corso di quasi un secolo attrassero progressivamente tutta la Frisia nella loro orbita politica (introducendo il cristianesimo assecondando l'opera dei monaci anglo-irlandesi, conversione completata con la conquista di tutto il territorio da parte di Carlo Magno → incorpora le popolazioni della Frisia nell'impero, in cui essi ritrovano







unità politica rafforzata poi dalla necessità di difesa dalle incursioni normanne). Dopo l'impero carolingio → i Frisoni acquistano una più solida individualità politica e culturale (basandosi sulle comunità rurali → in una federazione già dal XII secolo). Vita politica e giuridica → fino al XV secolo su solide basi, diritto di matrice germanica e amministrata da magistrati locali. XVI secolo → ingerenza politica dei potentati vicini (specialmente del ducato di Sassonia), l'indipendenza anche culturale dei Frisoni venne intaccata, diritto rimaneggiato e adattato a modelli di tradizioni romana, e lingua frisone ridotta a dialetto. Documenti letterari: ◦ Quasi totalità dei testi → letteratura giuridica, diverse stesure e rielaborazioni delle norme del diritto tradizionale del popolo frisone. ◦ Prescrizioni fondamentali → in varie redazioni nella maggioranza dei codici che riguardano gli ordinamenti di tutte le popolazioni frisoni → 17 disposizioni e 24 leggi della regione. I singoli manoscritti sono completati da disposizioni di interesse più particolare (elenco delle multe generali, altre testimonianze storiche o tali, o aneddoti leggendari estranei alla vera e propria materia giuridica). Non generalmente veri codici di leggi ma manuali che raccolgono le disposizioni tradizionali ad uso dei singoli magistrati. ◦ Alcune composizioni in rima o prosa: Fon alra Fresena fridome, “Della libertà di tutti i frisoni. ◦ Anche la prosa giuridica contiene a volte elementi caratteristici dell'antica poesia germanica → frequente in brani più antichi uso di allitterazione ed endiadi. La lingua frisone: 1. Frisone, dialetti anglosassoni e in parte il sassone continentale → fenomeni linguistici comuni che hanno fatto sì che si raggruppassero in un gruppo omogeneo detto lega linguistica ingevone. Perchè: 1. Originaria affinità etnica degli anglosassoni con le popolazioni sulle sponde continentali del Mar del Nord → può aver favorito lo sviluppo indipendente di tendenze comuni; 2. Molti elementi culturali e storici che dimostrano come il mondo anglosassone abbia continuato a mantenere solidi legami culturali con il continente che possono aver incoraggiato sia lo sviluppo parallelo di elementi mitologici e letterari, sia un'evoluzione affine di fatti linguistici. 3. Dopo il XI secolo → il frisone decade nell'uso scritto fino al XIX secolo (nella Frisia olandese si rivalutano le manifestazioni della cultura popolare con i movimenti di origine romantica, la lingua frisone conosce una nuova fioritura letteraria legata ai contenuti culturali tradizionali. 4. Nella Frisia olandese il frisone è tuttora usato e insegnato come seconda lingua ufficiale.

5. L'ANTICO NORDICO

◦ Rilievo assolutamente unico dell'ambito delle manifestazioni delle lingue germaniche antiche della tradizione nordica antica → ricchezza, vastità, i testi nordici documentano molti aspetti di tradizioni, cultura e mentalità germaniche dell'epoca pagana. ◦ Gran parte della produzione letteraria → Islanda e Norvegia (misura minore). Svezia e Danimarca → limitato a test giuridici del XIII-XV secolo (anche se particolare interesse anche linguistico → documentano differenze dialettali che dovevano esistere tra le varie regioni del mondo scandinavo antico). ◦ Lingua antico nordica → lingua letteraria che è al di sopra delle differenze dialettali locali, rappresentata in tutta la documentazione scritta indigena del mondo nordico dalle origini al XIII-XIV secolo. Tre periodi nella tradizione linguistica antico nordica: 1. Periodo runico → V-IX sec, iscrizioni runiche di area nordica, uso futhark antico 24 segni, carattere formulare e stereotipato tipico delle tradizioni epigrafiche; 2. Periodo vichingo → IX-fine XI sec, effettiva documentazione iscrizioni runiche più tarde (alfabeto a 16 segni). Ha inizio in questo periodo probabilmente la tradizione letteraria di quei generi di origine orale (poesia eddica, scaldica, saghe); 3. Periodo nordico classico o norreno → fine XI-XIV sec, tutta documentazione manoscritta e il nordico si afferma con islandese e norvegese antico (antico nordico occidentale) → importanza preponderante nella tradizione letteraria e linguistica. ◦ Quando regno di Svezia e Danimarca assumono importanza culturale → rilevante nel mondo nordico l'influenza del danese e dello svedese → svedese: isolato, evoluzione più regolare; danese: agirà in maniera determinante sul mondo linguistico nordico (diventando a partire dal XIV sec la lingua ufficiale dell'amministrazione statale norvegese (riksmal) – ad essa solo nel secolo scorso si oppose una lingua nuova creata artificialmente su materiale dialettale indigeno (landsmal). ◦ Origini della cultura islandese → l'evoluzione culturale e letteraria del mondo nordico si realizza in concomitanza con tre fatti storici di vitale importanza: 1. Il movimento vichingo → I vichinghi durante la loro espansione entrano in contatto con le civiltà più ricche e diverse (celti, anglosassoni), le cui esperienze civili alimentano molti aspetti della cultura e della letteratura norrena. La debolezza dell'impero carolingio e la ricchezza dalle scorrerie piratesche li incoraggiarono ad una penetrazione violenta nell'Europa continentale (fondati possedimenti stabili ad es in Normandia → contatti continui con la cultura cristiana medievale); 2. Colonizzazione dell'Islanda → fino a fine IX secolo, sovrani settentrionali avevano rispettato l'autonomia delle piccole comunità di origine tribale in cui si organizzava tradizionalmente la società scandinava (comunità con capi elettivi con funzioni giuridiche e religiose insieme, assemblee periodiche intertribali che riunivano le personalità più importanti delle singole comunità per arginare le contese e celebrare i comuni riti religiosi. Re Harald Harfagr (Harald bellachioma) → cercò di unificare tutta la Norvegia, organizzando uno stato autoritario di tipo feudale molti norvegesi preferirono emigrare in Islanda trasferendovi antiche istituzioni e abitudini di vita. Secondo un ricorrente mito, l'unificazione della Norvegia è legata ad una storia d'amore. La vicenda inizia con una proposta di matrimonio rifiutata da Gyda, la principessa di un regno confinante; lei disse che avrebbe rifiutato di sposare Harald "prima che fosse diventato re di tutta la Norvegia". Harald fu, quindi, spinto a fare voto di non tagliarsi né pettinarsi i capelli finché non fosse diventato l'unico re di Norvegia. 3. Conversione al cristianesimo → Introduzione di un nuovo culto ma anche di una nuova civiltà cristiano medievale, estranea fino ad allora al mondo scandinavo. Intorno al 1000 → Islanda, decisione dell'assembl generale e in Norvega per politica di due re. Metà XII secolo → alfabeto latino. Scrittura latina → permette la diffusione nel mondo nordico dei testi liturgici e dottrinari cristiani. Sul continente → Danimarca, Saxo Grammaticus, prosa latina Historia danica, ampiamente sul mondo nordico pagano. In Islanda → si esprime sostanzialmente in norreno.  La tradizione letteraria:

◦ A partire dal XII secolo in Islanda e Norvegia in lingua norrena. Vasto corpus letterario, origine e ispirazione pagana, conosciuto ora da copie di epoca più tarda. 1. Poesia eddica → da manoscritto 1270 detto Codex Regius (Islanda, 1643) denominato da scopritore Edda Saemundi multi scii (Edda di Saemund il sapiente) attribuita al dotto islandese Saemund. Rimane alla raccolta il nome di Edda poetica per distinguerla dall'opera in prosa dello storico Snorri Sturluson. 28 canti anonimi, argomento epico mitologico, omogenei come linguaggio. Prima serie agli dei (sopr Odino, Thor) e loro avventure (storia mitologica del mondo, creazione della terra, dei giganti, fine apocalittica – Ragnarok), seconda parte di carmi eroici con brani esplicativi in prosa. Gli studiosi vi riconoscono la presenza di un nucleo più arcaico di origine schiettamente pagana. Riferimenti al cristianesimo non espliciti, ma si nota presenza di sensibilità nuova rispetto a quella più tipicamente epico eroica (es resurrezione del dio Baldr → richiamo a Gesù Cristo, come rigenerazione del mondo dopo apocalisse). 2. Poesia scaldica → poesia encomiastica e di occasione, aspetto attuale di valori fondamentali del valore nordico islandese, desiderio di onore e ricchezza, amore per l'avventura e fedeltà verso il capo. Opera di poeti di mestiere, scaldi, salda coscienza artistica, le fonti ci riferiscono talora le imprese avventurose. Tecnica → ubbidisce a schemi prestabiliti, stile descrittivo, virtuosismo metrico, originalità delle variazioni sinonimiche e delle metafore (kenningar). 3. Snorri Sturluson → importante trattazione teorica della poesia scaldica, nell'Edda prosaica (Gylfaginning, Hattatal, Skaldkaparmal). Prima esposizione ordinata della mitologia eddica e materia dell'arte poetica, seconda e terza a linguaggio poetico e metrica. 4. Tutta la poesia nordica → strofe, unità stilistica e concettuale (fornyrdislag – metro epico antico, 4 versi lunghi allitteranti e cesura dopo secondo verso; liodahattr – due versi lunghi alternati da due versi brevi, tre accenti forti, struttura relativamente libera. Tipico della poesia scaldica – tendenza a regolare il numero delle sillabe nel verso lungo ed estrema libertà nella disposizione delle parole nella frase. 5. Saghe (affine a sagen, say) → narrazioni in prosa eroico leggendarie in senso sminuito, totalmente originali, parlano sia di fatti mitologici che di fatti di cui non sappiamo la veridicità storica ma anche di personaggi che sarebbero potuti esistere. Dalle popolazioni stesse nasce un'esigenza ad avere una memoria storica. Attraverso le saghe abbiamo notizie storiche su quelle fasi della storia dei popoli nordici di cui non avremmo nessuna traccia se non ampiamente dopo il 1000. Senza gli islandesi con quello che è arrivato da Tacito e dalle altre letterature avremmo poco o niente. Principali → Heidarvigasaga, Njals saga, Erikssaga, Grettissaga, Heimskringla (sedici biografie di re, quattro secoli di storia), Graenlendingasogur, Volsunga saga (amplificazione in prosa che conserva nonostante l'epoca tarda in cui fu composta tratti primitivi e barbari, “la saga degli antenati di Sigurd”, una delle massime epopee della letteratura, opera meno barbara del suo argomento); 6. Gragas → raccolta di leggi del 1117 rimaste in vigore fino al 1274; 7. Primo trattato grammaticale (1130 – 1150) → analisi accurata e minuziosa dei suoni dell'islandese antico, si dimostra la necessità di adattare l'alfabeto latino a quello islandese introducendo nuovi segni come era stato fatto in Inghilterra. 8. Landnamabok → terra, presa, libro → libro dell'occupazione del territorio, elenco scarnissimo di date e nomi che segna la colonizzazione dell'Islanda



Lingua norrena → evoluzione fonologica dal germanico all'antico nordico → i tratti più caratteristici riguardano specialmente il vocalismo, dove si manifesta una spiccata e precoce tendenza alle trasformazioni di tipo metafonico. Si semplificano i gruppi consonantici attraverso l'assimilazione o la scomparsa di alcune consonanti. Negli aspetti morfologici è tipico l'articolo enn et posposto al nome (konungrenn, il re, augat, l'occhio). Notevole varietà di locuzioni idiomatiche grazie alla possibilità di indicare la relazione tra gli elementi della frase e del periodo con estrema libertà ed immediatezza, con schemi agili e sintetici.



I GERMANI IN ITALIA ◦ Le caratteristiche culturali del germanesimo arcaico si sono mantenute tanto più a lungo quanto più lontano nello spazio e nel tempo si è verificato l'impatto con la civiltà mediterranea; ◦ Nelle regioni più romanizzate → Italia, Iberia, Gallia, i barbari hanno creato insediamenti stabili, ma il germanesimo non ha prevalso né sul punto culturale né su quello linguistico, ma in tali situazioni ha agito da superstrato contribuendo alla fondazione e all'evoluzione delle nuove civiltà romanze. ◦ Suolo italiano, più dominazioni germaniche (Goti, Longobardi, Franchi) → due tematiche di ricerca → impatto di ogni singola popolazione con la civiltà romana e con quella greco bizantina; i rapporti e le sovrapposizioni tra invasori germ provenienti da diverse etnie spesso non ben distinguibili per quanto riguarda le peculiarità della loro civiltà e della loro lingua. ◦ Fonti → cronachistiche (Cassiodoro, Jordanes, Procopio, Paolo Diacono); reperti archeologici ed epigrafici, leggi, documenti pubblici → documenti pubblici e privati editi progressivamente nel Codice diplomatico longobardo; primo documento di rilievo Edictum Rothari, modello della giurisdizione latina con leggi di altre popolazioni germaniche; testi agiografici, biografie dei Papi, cronache nei monasteri per Goti e Longobardi; glosse in testi storici o giuridici in lingua latina o in glossari bilingui, nomi propri di persona e di luogo in testi, documenti e iscrizioni, elementi lessicali e morfologici penetrati nella lingua e nei dialetti italiani. ◦ Inizio della penetrazione germanica in Italia → primo tempo nell'arruolamento mercenario, germani di varie origini occuparono sempre più numerosi i ranghi dell'esercito romano. Odoacre → assunse il potere inviando a Costantinopoli le insegne imperiali decretando la caduta dell'Impero d'occidente, si qualificò come re delle sole genti germaniche stanziate in Italia. ◦ Ostrogoti → si insediarono in Italia dopo guerra con Odoacre, nella classe dei proprietari terrieri, dopo una vera e propria migrazione. Il regno di Teodorico rappresenta un lungo periodo di pace per l'Italia. ◦ Longobardi → sassoni, bavari, svevi, la migrazione fu un'operazione militare, si insediarono in tre zone, nel Nord, in Toscana e nell'Italia centro meridionale. ◦ Franchi → penetrano come nuova classe dirigente negli strati alti di una società ormai stabile. ◦ Gli studiosi hanno riconosciuto nei germanismi in italiano tre strati principali: gotico, longobardo e francone. Come criterio linguistico per individuare l'apporto longobardo → presenza di quella che viene ritenuta la caratteristica distintiva più tipica di questo dialetto rispetto alla lingua dei Goti e dei Franchi → la rotazione consonantica alto tedesca. L'analisi dei germanismi in italiano si viene complicando se consideriamo l'influsso linguistico diretto da alemanni e bavaresi nell'Italia settentrionale e la problematica sollevata da prestiti franconi posti prima dello strato carolingio romanizzato che possono essere penetrati in Italia già in epoca longobarda. ◦ Germanismi di origine gotica → linguaggio quotidiano, mancano termini di ambito giuridico ed amministrativo (es. bega → got. baga, lite, contesa; albergo → got. Hali bergo, alloggio dell'esercito). ◦ Germanismi di origine longobarda → vita pubblica, funzioni e posizioni politiche e sociali; nomi di persona; dovrebbero essere riconosciuti come longobardi tutti i germanismi che presentano un'affricata nel luogo di un'occlusiva sorda germanica, o un assordamento delle originarie sonore, come milza, zanna, zazzera, ciuffo, panca, palco, guancia.

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