RIASSUNTI FILOSOFIA ARISTOTELE
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RIASSUNTI FILOSOFIA: ARISTOTELE IL PROBLEMA DEGLI SCRITTI Le opere che ci sono giunte comprendono scritti che Aristotele chiama “acroamatici”, in quanto destinati agli ascoltatori ascoltatori o “esoterici”, ovvero ovvero che racchiudono una dottrina segreta. Oltre a questi scritti, compose anche quelli in forma dialogica chiamati da lui stesso “essoterici”, “essoterici”, cioè destinati al pubblico, dove si servì di miti e di altri ornamenti ornamenti vivaci; ma di questi scritti ci sono pervenuti solo pochi frammenti. frammenti. li scritti acroamatici ini!iarono a essere conosciuti solo nel " secolo a.#., quando furono pubblicati da Ludovico di $odi, dove, secondo il racconto di %trabone, erano stati trovati nella cantina della casa dei discendenti di &eleo. 'er( sta di fatto che dopo la pubblica!ione degli scritti acroamatici, acroamatici, questi presero il sopravvento sopravvento sui dialoghi. "n questo modo, nasce il problema del rapporto tra dialogo e scritti scolastici. &ei trattati scolastici il pensiero di Aristotele appare perfettamente chiaro e de)nito, il che sembra escludere che lui abbia avuto dei dubbi; mentre nei dialoghi emerge il fatto che la dottrina di Aristotele ha subito mutamenti, infatti, nei frammenti frammenti che possediamo di questi dialoghi ci mostrano un Aristotele che aderisce prima al pensiero platonico, ma poi si allontana e lo modi)ca. GLI SCRITTI ESSOTERICI (DESTINATI (DESTINATI AL PUBBLICO) *ra *ra i dialoghi dialoghi di Aristotele ci sono il %imposio, %imposio, un %o)sta, %o)sta, il 'rotrettic 'rotrettico, o, ecc. +uestultimo è unesorta!ione alla )loso)a, in quanto lui a-erma che )losofare è necessario, questo perch, anche per decidere di non )losofare, è necessario )losofare. &el 'rotrettico il )losofare è concepito ancora in senso platonico, ossia come abbandono del mondo sensibile; il dialogo //%ulla )loso)a// delinea il primo distacco di Aristotele al 'latonismo. LE OPERE ACROAMATICHE AC ROAMATICHE (DESTINA (DESTIN ATE ALL’INSEGN ALL’INSEGNAMENTO AMENTO)) li scritti esoterici vengono classi)cati in0 1scritti di logica, noti con il nome di Organon, 2ossia strumento di ricerca3 ricerca3 e vengono organi!!ati organi!!ati in0 #ategorie 24 libro3, %ullinterpreta!ione %ullinterpreta!ione 24 libro3, Analitici primi 25 libri3, Analitici secondi 25 libri3, *opici 26 libri3 e 7lenchi so)stici. 1 8eta)sica 249 libri3 è un insieme di scritti diversi e composti in epoche diverse. &ei libri " e "" Aristotele include anche se stesso tra i platonici. " libri :""" e :" appartengono appartengono allo stesso periodo e sono una rielabora!ione dei precedenti. "l :"" contiene la teologia aristotelica,ossia aristotelica,ossia la teoria del primo motore immobile. " libri "", """ e ":, espongono la teoria della sostan!a. 1scritti di )sica, storia naturale, matematica e psicologia, 2sarebbero 2sarebbero le dottrine scienti)che3 organi!!ate organi!!ate in0 Le!ioni di )sica, %ul cielo, %ulla genera!ione e la corru!ione, corru!ione, %ulle meteore, %toria degli animali, %ulle parti degli animali, %ul movimento degli animali. 1scritti di etica, politica, economia, poetica e retorica, 2sarebbero le dottrine di carattere carattere //pratico//3. politica e vede il )losofo nella sua massima incarna!ione. incarna!ione. Aristotele )ssa invece lo scopo della )loso)a nella conoscen!a disinteressata del reale e vede il )losofo come un sapiente, uno scien!iato1 professore professore,, che si dedica quindi, alla ricerca e allinsegnamento. “vere” e “apparenti”, e dallaltro distingue le conoscen!e “superiori” e “inferiori”. "n un primo tempo Aristotele, segue le idee del maestro, ma nella maturit> del suo pensiero e negli ultimi anni, guarda il mondo secondo unottica tenden!ialmente ori!!ontale e unitaria, che considera tutte le realt> allo stesso piano di dignit> ontologica, e tutte le scien!e allo stesso piano di dignit> gnoseologica; infatti, egli ritiene che la realt> si divida in varie “regioni”. L’ENCICLOPEDIA ’ENCIC LOPEDIA DELLE SCIENZE SCIENZ E IN ARISTOTELE ARISTO TELE Aristotele ritiene che la )loso)a, intesa come meta)sica, si di-eren!i dalle altre scien!e in quanto essa si interroga sullessere o sulla realt> in generale, studiandole in quanto tali, sen!a prenderne in considera!ione le varie facce. #osì la )loso)a diviene la scien!a prima, ossia la disciplina che studia loggetto comune a tutte le scien!e 2lessere3, e i principi comuni a tutte le scien!e 2principi dellessere3. edendola in questo modo, la )loso)a appare come lanima uni)catrice e organi!!atrice delle scien!e, in quanto studia il loro comune fondamento. dunque, nellottica di Aristotele la )loso)a continua a essere la “regina delle scien!e”. I DIVERSI METODI E INTERESSI INTERESSI DEI DUE FILOSOFI FILOSOFI E LE ANALOGIE ANALOGIE 8entre in 'latone vi è un sistema “aperto” e un )losofare diplomatico, che ripropone svariati interrogativi interrogativi e solu!ioni, in Aristotele vi è un sistema “chiuso”, “chiuso”, cioè un insieme )sso e immutabile di verit>. "noltre, mentre 'latone fa uso di miti e si sfor!a di recuperare recuperare la sapien!a politica in quella )loso)ca, )loso)ca, Aristotele concepisce concepisce la )loso)a come una specula!ione specula!i one ra!ionale e “specialistica”. ?naltra grossa di-eren!a tra i due )loso) risiede nel fatto che 'latone ha interesse per la matematica, e non per le scien!e naturali e empiriche, mentre Aristotele ha poco interesse per la matematica, e notevoli passioni verso le scien!e naturali.
*ali *ali di-eren!e, di-eren!e, per(, per(, non devono devono far pensare pensare a una contrapposi!ione contrapposi!ione tra i due )loso). "nfatti, non bisogna dimenticare che Aristotele è pur sempre il discepolo di 'latone. LA METAFISICA Aristotele distingue tre tipi di scien!e0 le scien!e teoretiche, quelle pratiche e quelle poietiche. Le scien!e teoretiche hanno come oggetto il necessario 2ossia ci( che non pu( essere diverso da comè3, come scopo la conoscen!a disinteressata della realt> e come metodo quello dimostrativo. 7sse sono la meta)sica, la )sica e la matematica. Le scien!e pratiche e poietiche hanno come oggetto il possibile 2ossia ci( che pu( essere diverso da comè3, come scopo lorientamento dellagire e come metodo quello non dimostrativo. 7sse sono letica e la politica. Le scien!e poietiche invece sono le arti belle e le tecniche, e hanno come scopo la l a produ!ione di opere o la manipola!ione di oggetti. IL CONCETTO DI METAFISICA METAFISICA Aristotele per indicare il termine di “meta)sica” usava lespressione “)loso)a prima”. &ella sua opera Aristotele a-erma che questultima studia0 1le cause e i principi primi; 1lessere in quanto essere; 1la sostan!a; 1 in generale, ovvero l/aspetto fondamentale fondamentale e comune di tutta la realt>. "nfatti il dominio dellessere dellessere è diviso tra le singole scien!e0 ad esempio, la matematica ha come oggetto lessere come quantit>, mentre la )sica lessere come movimento. %olo la meta)sica considera lessere in quanto tale e studiando le caratteristiche universali che strutturano lessere come tale e quindi tutto lessere e ogni essere. 'er questo motivo la meta)sica è la “scien!a “scien !a prima”, mentre le altre alt re scien!e “)loso)e “)l oso)e seconde”. +uindi, l/idea della meta)sica come //scien!a dell/essere dell/essere in quanto essere// essere// è veramente la grande scoperta di Aristotele. I SIGNIFICATI SIG NIFICATI DELL’ESSERE DELL’ESSERE E LA SOSTANZA La meta)sica è dunque lo l o studio dellessere. Aristotele Aristotele giunge alla conclusione che lessere pu( venire inteso in modi diversi e considerato in modo univoco quando in tutte le sue occorren!e è inteso sempre nello stesso senso, ovvero come esistere. "n questo caso si incorre in un problema0 se con il verbo essere si indicasse in modo univoco lesisten!a allora laggiunta di una nega!ione alla predica!ione porterebbe a negare non solo lattributo ma la stessa esisten!a del soggetto. Altrettanto insostenibile è il carattere equivoco dellessere, ovvero la-erma!ione che lessere vada inteso ogni volta in senso diverso a seconda del contesto, ma se si intendono le parole in modo sempre di-erente, si arriva allimpossibilit> di comunicare, poich chi ascolta o chi legge una parola non sapr> mai in quale acce!ione essa sia impiegata in quella particolare occorren!a.
$esta un ultima possibilit>, cioè che lessere vada inteso in parte nel medesimo senso e in parte in senso diverso 2polivoco3. 2polivoco3. %i giusti)ca in tal modo il fatto che noi vi attribuiamo signi)cati particolari e diversi ai quali riconosciamo un comune signi)cato di fondo0 gli studiosi medievali parleranno di signi)cati analoghi. Dalle categ!"e alla ##ta$%a 'er Aristotele lessere ha una molteplicit> di aspetti e di signi)cati. *ra tutti i modi possibili dellessere, dellessere, Lui cerca di mettere in luce quelli basilari raccogliendoli in una apposita “tavola”0 1lessere 1lessere come accidente; 1lessere come categorie o “essere per se”; 1lessere come vero; 1lessere come atto e poten!a. 'er categorie Aristotele intende le caratteristiche fondamentali dellessere, ossia quelle determina!ioni generali che ogni essere ha e non pu( fare a meno di avere. 7sso sono0 la sostan!a, la qualit>, la quantit>, la rela!ione, lagire, lagire, il subire, il dove e il quando. A queste otto Aristotele aggiunge lavere e il giacere. %e dal punto di vista ontologico le categorie sono i generi supremi dellessere, ossia i modi fondamentali in cui la realt> si presenta, dal punto di vista logico sono i vari modi con cui lessere si predica delle cose, ossia quei predicati fondamentali che fungono da caselle dove si collocano tutti gli altri predicati possibili. logica di a-ermare e negare nello stesso tempo un qualcosa a uno stesso soggetto. Ad esempio, non si pu( a-ermare contemporaneamente che luomo è un animale ragionevole e che luomo non è un animale ragionevole. 1 è impossibile che la stessa cosa sia e insieme non sia; tale formula esprime limpossibilit> ontologica che un determinato essere essere sia e insieme non sia quello che è. Ad esempio, se luomo è un animale ragionevole, a ogni uomo bisogna riconoscere la natura di animale ragionevole. ragionevole.
. Ognuna di queste sostan!e forma forma un sinolo, ossia ununione di due elementu che non si pu( scegliere, che sono0 la forma e la materia. 'er “forma” Aristotele intende la sua natura propria, ossia la struttura che la rende quella che è, e quindi è un elemento ricettivo. 'er “materia”, invece, intende il soggetto di cui cui una cosa è fatta, ossia ossia il quid,e quindi è un elemento elemento attivo. attivo. La sostan!a è lessen!a necessaria di una cosa, è la struttura )ssa e immutabile che la de)nisce e la organi!!a. organi!!a. che una cosa pu( o non pu( avere, sen!a per( cessare di essere quella determinata cosa o sostan!a. LE +UATTRO CAUSE La teoria della sostan!a è strettamente connessa alla dottrina delle quattro cause0 materiale, formale, e@ciente e )nale. 1La causa materiale è la materia, ossia ci( di cui una cosa è costituita; 1La causa formale è la forma, ossia lessen!a necessaria di una cosa; 1La causa e@ciente e@ciente è il principio principio del movimento; movimento; 1La causa )nale è lo scopo del movimento. +ueste quattro cause sono speci)ca!ioni della sostan!a in generale, che è la vera causa dellessere. "noltre nei processi naturale la causa e@ciente, formale e )nale sono la stessa cosa, mentre in quelli arti)ciali possono essere distinte tra loro. LA DOTTRINA
DEL DIVENIRE
Le t"&lg"e 'el ,-",e$t Aristotele divide 9 tipi di movimento o divenire0 a3 movimento locale0 spostamento di un corpo da un posto allaltro; b3 movimento qualitativo0 di-eren!a da una qualit> ad un altra; c3 movimento quantitativo0 di-eren!a di-eren!a da una quantit> ad unaltra; d3 movimento sostan!iale0 nascita e morte 2genera!ione e corru!ione3. " tre tipi di movimento avvengono in una sostan!a che resta immutata che ospita il movimento. movimento. %i tratta, dunque, di un passaggio dallessere dallessere in un modo o in un luogo allessere in un altro modo o in un altro luogo. 8entre il quarto tipo di movimento riguarda la sostan!a ed è della sostan!a e in questo caso nasce o muore il soggetto stesso. La sostan!a proviene dal non essere, ritenendo la nascita e morte come passaggi da un tipo di essere ad un altro tipo. Pte$%a e att La dottrina delle quattro cause è connessa al problema del divenire, che ai tempi di Aristotele era molto discussa. #he il divenire esista è un fatto, mentre come il divenire
debba essere pensato è un problema, infatti 'armenide aveva dichiarato che il divenire non pu( essere pensato, perch implica un passaggio dallessere al non essere, essere, comportando il nulla. Aristotele, Aristotele, invece, ritiene che il divenire non implichi un passaggio da un certo tipo di essere a un altro tipo di essere, dunque ritiene che il divenire sia una modalit> dellessere, per questo elabora i concetti di “poten!a” e “atto”. 'er poten!a intende la possibilit>, possibili t>, da parte della materia, di assumere una determinata forma, invece, in vece, per atto, intende in tende la reali!!a!ione reali!! a!ione di tale tal e capacit>. in atto. La poten!a aristotelica è dunque una possibilit> a senso unico, cioè la necessit> a costituire la modalit> fondamentale dellessere. La ,ate!"a &!",a "l movimento oltre alla materia e forma, poten!a e atto, presuppone anche la causa e@ciente, che è lini!io al divenire, e la causa )nale, che è la )ne del divenire. %pesso ci( che è forma, ossia punto di arrivo di un movimento, diventa materia, ossia punto di parten!a di un altro movimento. 'erci( una stessa cosa pu( essere sia forma che materia, a seconda da dove la si osserva. %econdo Aristotele, in questa catena vi è da un lato la materia pura o materia prima ossia la materia1madre di cui aveva gi> parlato Aristotele nel *imeo, e dallaltro vi è la forma pura o atto puro, ossia la perfe!ione completamente reali!!ata. LA CONCEZIONE ARISTOTELICA DI DIO Meta.#"ca e telg"a ?naaltra fascia fascia sul concetto della meta)sica lo getta la teologia, che ha il compito di indagare lessere lessere pi= alto, ossia di enti divini. LA LOGICA &ella classi)ca!ione delle scien!e di Aristotele vi è sen!a dubbio la logica, che è un scien!a comune a tutte le scien!e, e che quindi non è autonoma. 'er indicare la propria dottrina di ragionamento, ragionamento, lui utili!!a il termine analitica, in quanto la logica si serve del del linguaggio, che si suddivide suddivide in tre tre livelli0 il discorso, discorso, le proposi!ioni proposi!ioni e i termini, infatti lui anali!!a il discorso in proposi!ioni, proposi!ioni, e le proposi!ioni proposi!ioni in termini, o partendo dai termini, anali!!a i questultimi in proposi!ioni, proposi!ioni, e le proposi!ioni in discorso. LOGICA E METAFISICA li studiosi si sono chiesti0 se la logica venga prima della meta)sica e se la logica debba essere considerata una costru!ione formale oppure un legame tra i modi di pensiero e i modi della realt>. 'er quanto riguarda il primo punto, sembrano ipoti!!are che la logica e la meta)sica si siano mosse parallelamente. 'er quanto riguarda il secondo punto, dal punto di vista aristotelico, la logica ha un oggetto, ossia la struttura della scien!a in generale. "noltre, per Aristotele, tra le forme del pensiero e le
forme della realt> esiste un rapporto necessario, tale rapporto si fonda non solo sul realismo gnoseologico, ossia la verit> delle forme del pensiero, ma anche la preceden!a preceden!a ideale della meta)sica rispetto alla logica. LE PROPOSIZIONI #ombinando pi= termini otteniamo le proposi!ioni, che sono apofantiche 2o vero o falso3. Aristotele distingue le proposi!ioni proposi!ioni in0 1a-ermative 1a-ermative e negative, a seconda che che attribuiscano o separino separino qualcosa da qualcosa. 1universali, nella quale il soggetto è universale, come nel caso di “tutti gli uomini uomini sono mortali”. 1particolari, nella quale il soggetto si riferisce a una classe particolare, come nel caso di “alcuni uomini sono bianchi”. 1singolari, dove il soggetto è un ente singolo. Aristotele ha so-ermato la sua atten!ione soprattutto ai rapporti tra le proposi!ioni universali e quelle particolari. +uesti rapporti vengono illustrati nel “quadrato degli opposti”, dove le universali a-ermative vengono indicate con la lettera A 2prima vocale di ad)rmo3, le universali negative con la lettera 7 2prima vocale di nego3, le particolari a-ermative a-ermative con la lettera l ettera " 2seconda vocale di ad)rmo3, le particolari negative con la lettera O 2seconda vocale di nego3. iene detta “contraria” lopposi!ione tra luniversale a-ermativa e luniversale negativa, in quanto sono quantitativamente quantitativamente identiche i dentiche e qualitativamente qualitativamente diverse; “contraddittoria” “contraddittoria” lopposi!ione lopposi!i one tra luniversale luniversal e a-ermativa e la particolare negativa e tra luniversale lunivers ale negativa e la l a particolare a-ermativa, che ch e di-eren!iano tra loro sia quantitativamente quantitativamente che qualitativamente; qualitativamente; “sub1contraria” “sub1contraria” lopposi!ione tra la particolare a-ermativa e la particolare negativa, che sono quantitativamente identiche e qualitativamente diverse; “subalterna” la rela!ione tra luniversale a-ermativa e la particolare a-ermativa o luniversale negativa e la particolate negativa, che sono qualitativamente qualitativamente identiche ma quantitativamente di-erenti. della predica!ione, predica!ione, distinguendo lasser!ione lasser!ione 2 A è 3, la possibilit> 2A è possibile che sia 3 e la necessit> 2A è necessario che sia 3 e sviluppando così una serie di considera!ioni logiche e )loso)che. %econdo Aristotele, non si pu( dire che dei termini o concetti singoli siano veri o falsi, infatti attribuiamo il vero e il falso a una qualche combina!ione. +uesto signi)ca che il vero e il falso nascono con la l a proposi!ione e con il giudi!io, da ci( nascono due teoremi0 il primo è che la verit> è nel pensiero, il secondo è che la misura della verit> è lessere. IL SILLOGISMO Aristotele a-erma che noi quando ragioniamo passiamo da giudi!i a proposi!ioni che abbiano tra loro dei punti di contatti e che siano le une le cause delle altre. "l sillogismo è il ragionamento ragionamento per eccellen!a. "l sillogismo1tipo è composto da tre
proposi!ioni, proposi!ioni, le quali due fungono da antecedenti e una la conseguente. conseguente. &el sillogismo, inoltre, si hanno tre elementi0 il maggiore, nella prima premessa, il minore, nella seconda premessa e il medio, in entrambe le premesse. "l termine medio è lelemento che connette gli altri due termini, e iinoltre noltre risulta incluso nel termine maggiore e include in s il termine minore, di conseguen!a, la caratteristica espressa dal termine maggiore appartiene al termine medio. *utto ci( pu( essere espresso anche mediante una formali!!a!ione di tipo simbolica, dove Aristotele ha fornito una sorta di “algebra del discorso”. "nfatti, sostituisce ai termini del sillogismo le lettere dellalfabeto e indica rispettivamente il termine maggiore, minore e medio, generali!!ando il sillogismo, ad esempio0 se ogni se è A, e ogni # è , ogni # è A. le caratteristiche del sillogismo aristotelico sono il suo carattere mediato e la sua necessit>. Bacendo lesempio “luomo è mortale”, la no!ione animale funge da termie medio del sillogismo, in quanto rappresenta la sostan!a, o causa, o ragione, che rende possibile la conclusione del concetto0 luomo è mortale solo perch è animale. La connessione tra la sostan!a e il sillogismo spiega perch le premesse di questultimo questult imo siano sempre sempre universali, questa universalit> emerge dal fatto che le premesse devono sempre riferirsi alloggetto nella sua totalit>, e quindi allessen!a necessaria. necessaria. "n base alla posi!ione del termine medio, Aristotele distingue varie )gure di sillogismo0 nella prima il termine medio è soggetto della premessa maggiore e predicato della minore; nella seconda è predicato di entrambe le premesse; nella ter!a è soggetto di entrambe le premesse; nella quarta il termine medio è predicato della maggiore e soggetto della minore. IL PROBLEMA DELLE PREMESSE &egli Analici primi Aristotele studia la struttura del sillogismo dal punto di vista formale, formale, ed è consapevole del fatto che la validit> di un sillogismo non si identi)ca con la sua verit>, in quanto un sillogismo, pur essendo correttamente logico, pu( partire da premesse false e arrivare quindi a una conclusione falsa. Ad esempio, il sillogismo “ogni animale è immortale, ogni uomo è animale, ogni uomo è immortale”, pur essendo un formalmente logico, è per( materialmente falso. &egli Analici secondi Aristotele si so-erma invece sul sillogismo scienti)co che da premesse prime. LA DIALETTICA La dialettica si identi)ca con il procedim p rocedimento ento ra!ionale, ma non dimostrativo e si distingue dalla scien!a per la l a natura dei suoi principi che sono probabili. probabili. Aristotele vede la dialettica come un ragionamento debole, che non arriva a conclusioni perch parte delle premesse son probabili. LA RETORICA Aristotele de)nisce la retorica come larte generale di produrre discorsi convincenti mediante entimemi, cioè sillogismi nei quali una premessa viene omessa in ragione della sua ovviet>. 7ssa appartiene allambito del probabile e pu( sostenere una tesi e anche convincere, ma non dimostrare. Largomenta!ione della retorica non pu( prescindere dal contesto e dallauditore, questo signi)ca che la retorica deve tener conto anche degli aspetti emo!ionali che invece non hanno spa!io nella dimostra!ione. dimostra!ione. La rivaluta!ione della retorica operata da Aristotele si fonda sulla convin!ione che comunica!ione e argomenta!ione sono entrambe connaturate alla ra!ionalit> umana.
LA FISICA " movimenti Le sostan!e in movimento, che sono percepibili con i sensi, costituiscono loggetto della )sica. %econdo Aristotele, questultima è la seconda scien!a teorica, ossia quella scien!a che viene subito dopo la )loso)ca prima e quindi la meta)sica. meta)sica. La )sica aristotelica aristotelica è essen!ialmente essen!ialmente una teoria teoria del del movimento, movimento, dove il )losofo classi)ca le sostan!e )siche a partire dalla natura del loro movimento. Aristotele distingue quattro tipi di movimenti0 1il movimento sostan!iale, ossia la genera!ione e la corru!ione; 1il movimento qualitativo, ossia il mutamento; 1il movimento quantitativo, ossia laumento e la diminu!ione; 1il movimento locale, ossia il movimento propriamente detto. +uestultimo per Aristotele è quello fondamentale, in quanto tutti gli altri movimenti in qualche modo la presuppongono. "l movimento locale si suddivide a sua volta in tre specie0 1movimento circolare intorno al centro del mondo; 1movimento dal centro del mondo verso lalto; 1movimento dallalto dallalt o verso il centro del mondo. li ultimi due movimenti sono reciprocamente opposti e possono appartenere alle stesse sostan!e, le quali saranno soggetti al mutamento. "l movimento circolare non ha contrari, e per questo le sostan!e che si muovono con questo movimento sono immutabili, ingenerabili e corruttibili. Aristotele ritiene che letere, ossia lelemento che compone i corpi celesti, sia lunico capace di muoversi con il movimento circolare. I LUOGHI NATURALI " movimenti dallalto verso il basso e dal basso verso lalto sono propri dei quattro elementi che compongono le cose terrestri, terrestri, ossia lacqua, laria, la terra e il fuoco. 'er spiegarli, Aristotele ricorre alla teoria dei luoghi naturali, secondo la quale ognuno di questi ha nelluniverso un proprio luogo naturale,e se una parte di essi viene allontanata, essa ha la tenden!a a ritornarvi mediante un moto naturale. " luoghi naturali dei quattro elementi sono determinati dal loro peso. Al centro de mondo vi è la terra, lelemento pi= pesante; intorno alla terra ci sono le sfere degli altri elementi, posti nel seguente modo0acqua, aria e fuoco; al di sopra del fuoco vi è la luna, ossia la prima sfera celeste. Aristotele era stato portatore di questa teoria attraverso delle esperien!e semplici0 la pietra immersa nellacqua, a-onda; una bolla daria rotta nellacqua sale in super)cie, quindi laria si posi!iona sopra dellacqua; il fuoco )ammeggia sempre sempre verso lalto e quindi tende a connettersi alla sua sfera, che si posi!iona sopra laria. LA CONCEZIONE TEOLOGICA DELLA NATURA &el cosmo aristotelico i movimenti non hanno mai luogo a caso o in base a una cieca necessit> di tipo meccanico, ma sempre in vista di uno scopo. La natura persegue per( dei )ni che le sono intrinseci e che rendono superCua un intelligen!a divina esterna esterna che la regoli 2come il nous di Anassagora o il indipendente dai corpi. *ale teoria tende a negare non solo il vuoto intracosmico, ossia il vuoto tra oggetto e oggetto, ma anche il vuoto eFtracosmico, ossia il vuoto che ospita luniverso. luniverso. perfetta e )nita. #i( vuol dire che esso non ha avuto ne un ini!io ne una )ne. Alleternit> Alleternit> del mondo si unisce leternit> di tutti gli elementi fondamentali che lo costituiscono, ossia sono eterne le specie animali, e in particolar modo la specie umana. LA FISICA NELLA STORIA DELLA SCIENZA per secoli la scien!a doccidente. "l trionfo della mentalit> di Aristotele e la sua vittoria presentano presentano tuttavia delle scon)tte0 1la scon)tta dellatomismo democriteo, ossia il maggior sistema scienti)co greco; 1il ritardo della nascita della scien!a. La contrapposi!ione tra felice solo se vivr> secondo ragione0 in ci( consiste la virt= umana. Alla vita secondo virt= è congiunto il piacere. 7ssa è la vera attivit> delluomo e il piacere accompagna qualsiasi attivit> umana alimentandola e motivandola. " beni esteriori secondo Aristotele possono facilitare o renderla pi= di@cile. &on possono per( determinarla. La virt= e la malvagit> dipendono solo dagli uomini e dalle loro scelte. Aristotele Aristotele chiama libero ci( che ha in se il principio dei propri atti, ovvero ci( che è principio di se stesso. Luomo Luomo è libero in quanto è il principio e il padre dei suoi atti come dei suoi )gli e si ha la l a virt= che il vi!io son manifesta!ioni manifesta!ioni di questa libert>.
Le due virt= fondamentali Aristotele ammette due virt= fondamentali0 43 la virt= “intellettiva, ra!ionale ra!ionale o dianoetica” che consiste nelleserci!io nelleserci!io stesso della ragione; 53 la virt= “morale “morale o etica” che consiste nel dominio dominio della ragione sugli sugli impulsi sensibili per determinare la buona condotta. Le -"!t4 et"c5e La virt= morale determina il dominio della ragione sugli impulsi e consiste nella disposi!ione a scegliere il giusto me!!o adeguato alla nostra natura, tra due estremi vi!iosi, di cui uno pecca per eccesso, laltro laltro per difetto 27%. coraggio è il giusto me!!o tra temerariet> e vilt>, temperan!a giusto me!!o tra intemperan!a e insensibilit>3. La virt= etica pi= importante è la giusti!ia, che pu( essere0 essere0 1 distributiva0 distribuisce onori e vantaggi in base ai meriti; 1 commutativa0 presiede ai contratti che possono essere volontari 2acquisto, vendita, mutuo3 e involontar i nvolontari, i, fraudolenti e violenti 2furto, tradimento, uccisione, rapine3, pareggiando pareggiando vantaggi e svantaggi.
Le -"!t4 '"a$et"c5e La virt= intellettiva o dianoettica è propria propria dellanima ra!ionale. 7ssa comprende0 comprende0 1 larte 2techne3 che produce oggetti; 1 la sagge!!a 2phronesis3 che dirige il comportamento; 1 lintelligen!a che coglie i primi principi; 1 la scien!a che deduce dai principi ed e-ettua le dimostra!ioni; 1 la sapien!a 2sophia3 che conosce i principi, le dimostra!ioni dimostra!ioni e studia le realt> pi= alte e sublimi. 'oich la virt= come attivit> propria delluomo è la stessa felicit>, la felicit> pi= alta consister> nella virt= dianoettica pi= alta I LA %A'"7&JA. La vita del sapiente è fatta di serenit> e pace la cui raggiungibilit> è problematica, ma per un )ne che coincide con la stessa attivit> della sua intelligen!a. La vita contemplativa o teoretica è dunque una vita superiore a quella tipicamente umana. Letica di Aristotele si conclude con la-erma!ione la-erma!ione netta della superiorit> della vita teoretica. La 'tt!"$a 'ell’a,"c"%"a &ell 7tica troviamo anche un analisi dellamici!ia. 'er Aristotele lamici!ia o è una virt= o è strettamente strettamente congiunta con la virt=. 7ssa risulta quanto mai indispensabile indi spensabile alla vita, giaccè sen!a amici nessuno sceglierebbe di vivere anche se possedesse tutti gli altri beni. Lamici!ia non è solo una cosa necessaria alla vita, ma anche una cosa bella. 7sistono tre tipi di amici!ia0 4153 amici!ia di utilit> e di piacere0 piacere0 gli uomini che si amano reciprocamente reciprocamente in ragione dellutile non si amano per se stessi, ma in quanto deriva loro un qualche vantaggio reciproco. *ali amici!ie sono facili a rompersi non appena cessi lutilit> o il piacere; E3 amici!ia di virt=0 stabile e ferma in quanto fondata sul bene. #hi è buono ama lamico per se stesso e non per i vantaggi super)ciali che da tale amici!ia possono derivare. +ueste amici!ie sono assai rare poich rari sono i buoni, inoltre tali amici!ie hanno bisogno di tempo. "l desiderio di amici!ia sorge rapidamente, ma lamici!ia no. "n senso forte e primario, lamici!ia è soltanto quella di virt= mentre le altre lo sono in senso debole e secondario. Aristotele puntuali!!a che soltanto coloro i quali vivono in intimit> di rapporti possono esercitare lamici!ia. "n)ne secondo Aristotele essa è una forma di concordia che per fun!ionare adeguatamente presuppone una sostan!iale uguaglian!a tra gli individui. Lamici!ia tipica si reali!!a soprattutto tra “uguali”. Aristotele si interroga intorno “al numero degli amici” e dice che coloro che hanno molti amici e che si legano intimamente con tutti quelli che capitano è comunemente riconosciuto che non sono amici di nessuno. Lamici!ia è una forma di comunit> basata su unuguaglian!a di rapporti e fondata su di unintesa solidale e virtuosa fra persone che perseguono reciprocamente reciprocamente il bene altrui. 7ssa va distinta dalla dalla benevolen!a e dallamore La cata!#" e le #0e "$te!&!eta%"$" Aristotele )nisce per riconoscere all/arte uno speci)co ruolo educativo e formativo. %ulla catarsi non fornisce elementi su@cienti che consentono di intendere la natura e-ettiva, favorendo favorendo così dibattiti tra studiosi. Alcuni critici hanno ritenuto che Aristotele parlasse parlasse di puri)ca!ione delle passioni in senso etico, come se l/arte KsublimasseK le passioni, cioè trascurando ci( che esse hanno di peggiore. peggiore. Altri studiosi hanno invece interpre i nterpretato tato la catarsi come libera!ione psicologica temporanea
delle passioni, intendendo dire così che l/uomo vedendo rappresentata artisticamente una passione, la contempla dall/alto, smor!ando l/e-etto emotivo che pu( suscitare suscitare immediatamente nella vita pratica. Altri a-ermano invece che la catarsi è una forma di de1rimo!ione, cioè la scarica emo!ionale delle passioni nocive che portiamo inconsciamente inconsciamente dentro di noi.
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