raccolta analisi reale complessa

October 16, 2017 | Author: nitrosc16703 | Category: Mathematical Analysis, Power Series, Integral, Zero Of A Function, Mathematical Structures
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raccolta analisi reale complessa...

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI ROMA TRE FACOLTÀ DI SCIENZE M.F.N. DIPARTIMENTO DI MATEMATICA

Esercizi svolti di analisi reale e complessa a cura del

Dr. Alfonso Sorrentino

Esercizi assegnati nei tutorati di AM3, AM4 e AC1 da me svolti negli a.a. internet

2000-01, 2001-02 e 2002-03 (in parte reperibili sul sito

www.mat.uniroma3.it)

Indice I

Testi degli esercizi

3

1 Calcolo dierenziale in Rn 1.1

Spazi normati, topologia standard in

1.2

Funzioni da

Rn

Rn

4 . . . . . . . . . . . . . .

Rm : regolarità, polinomio di Taylor, estremi etc . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

4

in

liberi e vincolati,

5

1.3

Equazioni dierenziali ordinarie e problemi di Cauchy

. . . . . .

12

1.4

Successioni e serie di funzioni. Elementi di analisi complessa . . .

13

1.5

Teorema delle funzioni implicite e della funzione inversa

16

2 Integrazione in Rn

Rn

. . . . .

18

2.1

Misura di Peano-Jordan e integrale di Riemann in

. . . . . .

2.2

Integrali iterati

18

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

19

2.3

Integrazione su varietà di

e forme dierenziali . . . . . . . . .

22

2.4

Serie di Fourier e applicazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

26

Rn

3 Analisi complessa

27

II

37

Soluzioni degli esercizi

1 Calcolo dierenziale in Rn 1.1

Spazi normati, topologia standard in

1.2

Funzioni da

Rn

Rn

38 . . . . . . . . . . . . . .

Rm : regolarità, polinomio di Taylor, estremi etc . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

38

in

liberi e vincolati,

46

1.3

Equazioni dierenziali ordinarie e problemi di Cauchy

. . . . . .

66

1.4

Successioni e serie di funzioni. Elementi di analisi complessa . . .

69

1.5

Teorema delle funzioni implicite e della funzione inversa

78

2 Integrazione in Rn

Rn

. . . . .

85

2.1

Misura di Peano-Jordan e integrale di Riemann in

. . . . . .

2.2

Integrali iterati

85

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

89

2.3

Integrazione su varietà di

2.4

Serie di Fourier e applicazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 120

Rn

e forme dierenziali . . . . . . . . .

3 Analisi complessa

99

126 1

Appendici

154

A Esercizi proposti (non svolti)

155

2

Parte I

Testi degli esercizi

3

Capitolo 1

Calcolo dierenziale in Rn 1.1 Spazi normati, topologia standard in Rn Esercizio 1.

R1 0

Vericare che la funzione

k.k : C([0, 1], R) → R

, t.c.

f 7→ kf k ≡

|f (x)| dx

è una norma su

Esercizio 2.

C([0, 1], R).

Trovare un esempio in cui vale la stretta disuguaglianza triango-

lare, nel caso della

k.k∞

; cioè:

kx + yk∞ < kxk∞ + kyk∞

Esercizio 3.

Dimostrare che l'unione di due curve, con un estremo in comune,

è ancora una curva.

Esercizio 4.

Dimostrare che l'anello

A = {x ∈ R2 : 1 < kxk < 2}

è connesso

per curve.

Esercizio 5. (Spazio delle funzioni Lipschitziane) E ⊂ Rn C(E, Rm ): Sia

un insieme compatto e si denisca il seguente sottoinsieme di

  m Lip(E, R ) ≡ f ∈ C(E, Rm ) :  Si dimostri che

kf kLip

(Lip(E, Rm ), k · kLip )

  |f (x) − f (y)| ≡ sup + sup |f (x)| < ∞ .  |x − y| x,y∈E x∈E x6=y

è uno spazio di Banach.

4

Esercizio 6. (Spazi di successioni: `1 e `∞ ) Sia

x = {xn }n ∈ RN

una successione a valori reali (o complessi) e deniamo

kxk1 ≡

X

|xn |

kxk∞ ≡ sup |xn | .

e

n∈N

n∈N Consideriamo i seguenti sottospazi di

`1 `∞ 1

Mostrare che

2

Mostrare che (quindi

3∗∗

≡ {x ∈ RN : ≡ {x ∈ RN :

(`1 , k · k1 )

e

kxk1 < ∞} kxk∞ < ∞} .

(`∞ , k · k∞ )

sono spazi di Banach.

`1 ⊂ `∞ , ma non è un sottospazio (` , k · k∞ ) non è uno spazio di Banach).

chiuso di

(`∞ , k · k∞ )

1

Qual è la chiusura di

Esercizio 7.

RN :

`1

rispetto alla metrica indotta dalla

k · k∞

?

(`1 , k · k1 ).

Si consideri lo spazio di Banach

(i) Si dimostri che l'insieme

Ω := {x ∈ `1 :

kxk1 ≤ 1}

non è compatto. (ii) Dire se è compatto l'insieme

D := {x ∈ `1 : |xk | ≤ 1 ∀ k, xk = 0 ∀ k > 10} .

1.2 Funzioni da Rn in Rm: regolarità, polinomio di Taylor, estremi liberi e vincolati, etc . . . Esercizio 8. Esercizio 9. ogni

Mostrare che la funzione

Fissato un

|x − x0 | < δ

 >0,

f (x) =

si trovi un

xi kxk non è continua in O=(0,0,..,0)

δ

tale che

1.

f = |x|α , α > 0 x ∈ R4 , x0 = (0, 1, 1, 2) x0 = (0, .., 0) );

2.

f = sin

1 x1 x23

|f (x) − f (x0 )| <  ,

per

nei seguenti casi:

, x ∈ R3 , x0 = (−1, 0, −1) ; 5

(ripetere il calcolo per

4.

Qn f = log[cos ( i=1 xi )] , x ∈ Rn , x0 = (0, .., 0) ; P+∞ 2 f = k=0 e−k|x| , x ∈ Rn , x0 = (1, .., 1) ;

5.

f = tanh |x|1 , x ∈ Rn , x0 = (1, .., 1) ;

6.

f = ( |x| 2 , tanh |x|1 ) , x ∈ R4 , x0 = (0, 1, 1, 2) ;

3.

3

Esercizio 10.

Sia

Esercizio 11.

Sia

S 2 ≡ { x ∈ R3 : |x| = 1 } , x ≡ (2, 0, 0) , x0 = (1, 0, 0) , f ≡ x1 x2 (sin |x − x|)−1 . 2 Trovare δ tale che |f (x) − f (x0 )| <  , per ogni x ∈ S tale che |x − x0 | < δ .

f : R4

−→

R2 

x 7−→

(f1 (x), f2 (x)) ≡

Calcolare il modulo di continuità in

Esercizio 12.

 1 , sin(x1 x4 ) . 1 + |x|

x0 = (0, 0, 0, 0).

Mostrare che

f : E ⊂ Rn −→ Rm è continua se e soltanto se sono continue le funzioni componenti

fi : E ⊂ Rn −→ R per ogni

i = 1, . . . , m.

Esercizio 13.

Trovare, se esiste, una costante

|f (x) − f (y)| ≤ L|x − y| con

x ∈ Rn

e

(i)

f

così denita (con

f (x) =

|·|

1 , 2 − |x|

L>0

tale che

∀ x, y ∈ Ω

si intende la norma euclidea):

! n Y xi , sin

Ω = B1 (0) ;

i=1

1

(ii)

f (x) =

Ω = B1 (x0 ), x0 = (2, . . . , 2) 1 , 2 − |x| 2 oppure x0 = (0, . . . , 0) (per il primo dominio dobbiamo supporre che n 6= 3, 4, 5, 6 );

(iii)

f (x) = e|x| x ,

2

Ω = Br (0), r > 0 . 6

Esercizio 14.

Sia

P ≡ {(x, y) ∈ R2

tali che

y = x2

consideriamo la funzione di due variabili denita da



0 1

f (x, y) = Si controlli che, per la funzione

f

se se

1:

(x, y) 6= (0, 0)}

e

(x, y) 6∈ P (x, y) ∈ P

sopra denita, si ha

ξ 6= 0.

∂|x|α ∂xi

e

Esercizio 15.

Calcolare

Esercizio 16.

Si consideri la seguente funzione

∂f ∂ξ

(0) = 0 ,

per ogni

, ∀ x ∈ Rn \ {0} , e ∀ α ∈ R.

( f (x) =

|x1 x2 |α |x|β

se

0

se

f : R2 → R ,

con

α, β > 0 :

x 6= 0 x=0

Trovare condizioni necessarie e sucienti anchè:

1.

f

sia continua nell'origine;

2.

f

abbia derivate direzionali nell'origine;

3.

f

sia dierenziabile nell'origine;

4.

f

sia

C 1 ({0}).

Esercizio 17.

Sia

Dimostrare che se

f : A ⊂ Rn → Rm con A aperto. f ∈ C 1 ({x0 }, Rn ) con x0 ∈ A , allora f

è dierenziabile in

x0 .

Esercizio 18.

Si consideri la funzione

f : R2

−→

(x, y) 7−→ 1. Calcolare

∂f (x, y) ∂x

e

R2 2

(sin(xy), exy ) .

∂f (x, y). ∂y

2. Usando la denizione, mostrare che

1 Vedi

anche [C], Esempio 5.18

7

f

è dierenziabile in

(0, 0).

3. Sia

−→ R

g:R

7−→ tgh t +

t e si denisca

Esercizio 19.

F (t) ≡ f (g(t), 1 − g 2 (t)).

Siano

Calcolare:

f ∈ C 1 (R3 , R)

e

∂ f (x, h(x, z), z) ∂x

p 1 + t2

Calcolare

F 0 (0).

h ∈ C 1 (R2 , R). ∂ f (x, h(x, z), z) . ∂z

e

Esercizio 20. 1. Dimostrare che se

y = f (x)

è una soluzione

C2

in un intorno di

x = 0

dell'equazione

x2 + sinh y + exy = 1 tale che

f (0) = 0,

allora ha un massimo relativo nell'origine.

2. Cosa si può dire relativamente all'esistenza di una funzione siatta?

Esercizio 21.

R6

con

1. Calcolare

2. Se

Siano

x ∈ R2

e

y ∈ R3

e consideriamo la funzione

f : R5 →

f ∈ C1. ∂f ∂x

e

g : R → R3

Esercizio 22.

∂f ∂y ;

è una funzione

C1

, calcolare

Consideriamo la funzione

∂ ∂t

f (x, g(t) ) .

f (x, y, t) = (sin(tx1 ), |x|,

(y1 +y22 x3 ) ), 1+t

x ∈ R3 , y ∈ R2 e t ∈ R . con

1. Calcolare

∂f ∂x

,

∂f ∂f ∂y e ∂t con

g(t) = (tanh t, ln[ln t] ), t > 1.

2. Se e

Esercizio 23. 1.

Sia

D1 f (0) (ξ)

e

x 6= 0 e t 6= −1 ; calcolare

2

f (x) = e|x| (x1 + x4n ) D3 f (0) (1, 2, .., n)3 ; 8

∂ ∂t

[f (x, g(t), t)]

con

x ∈ Rn .

con

x 6= 0

Calcolare:

2.

∂5 f ∂x1 ∂x2 ...∂x5

3.

∂x

4.

∂f ∂x

(1,0,..,10)

(1, 1, .., 1)

f (x0 )

n > 5;

con

x0 = 0

con

e

x0 = (−1, 1, −1, .., (−1)n ) ;

(0) .

Esercizio 24.

Sia:

( f (x, y) =

e(x+y) 1 + (x + y) +

1. Si discuta la continuità di 2. Dato

>0

δ>0

si trovi

f

su

se

(x+y)2 2

se

x 6= y x=y

R2 ;

tale che

|f (x, y) − f (0, 0)| < 

per ogni

|(x, y)| <

δ; 3. Discutere la dierenziabilità di

k

4. Trovare il massimo Taylor di grado

Esercizio 25.

k

di

f

in

(0, 0) ;

f ∈ C k ({(0, 0)}) (0, 0) .

tale che

f

in

e calcolare il polinomio di

Calcolare il polinomio di Taylor di grado 6 in

x = 0 della funzione

x1 1−x2 x3 x4 .

Esercizio 26. ordine 3 2. Trovare

f (x) = x3 ex1 +x2 . nell'intorno di x = 0 ;

δ

Esercizio 27.

1. Sia

tale che

|f (x)| <

Sia:

1 4 per ogni

( f (x) =

Dimostrare che

f ∈ C 1 (Rn )

|x| < δ .

sin |x| |x|

se

1

se

x 6= 0 x=0

e calcolarne le derivate parziali.

Esercizio 28.

 f (x, y) =

Discutere la regolarità di

Calcolare il polinomio di Taylor di

x2 + y 2 4y 2

f.

9

se se

x 6= y x=y

Esercizio 29.

Si trovino i punti stazionari e si dica se si tratta di massimi o

minimi (relativi o assoluti) di

Esercizio 30.

f (x, y) = (x + 3y)e−xy .

Determinare i massimi e minimi assoluti di

f (x, y) = x2 y

sul-

l'insieme

D ≡ {x2 + y 2 ≤ 1}.

Esercizio 31.

Calcolare

1

∂ ∂xi

g(|x|)

dove

x ∈ Rn \ {0}

e

g

è una funzione

C ((0, +∞)) .

Esercizio 32.

1. Si calcoli il polinomio di Taylor di ordine 1000 di

nell'intorno di

2. Si calcoli il polinomio di Taylor di ordine 1000 di di

log (s + t)

(s0 , t0 ) = (1, 0) ; log (x − y 2 )

nell'intorno

(x0 , y0 ) = (1, 0) .

Esercizio 33.

Sia:

 f (x, y) ≡ 1. Dimostrare che

0

se

y −( x−1 )2

ye

se

x=1 x 6= 1

f ∈ C ∞ (R2 \ {(1, 0)}) ;

2. Studiare la continuità e la regolarità di 3. Studiare i punti critici di

f

in

(1, 0) ;

f;

1 δ > 0 t.c. |f (x, y) − f (x0 , y0 )| < 100 per |(x, y) − (x0 , y0 )| < δ con (x0 , y0 ) = (1, 1) e (qualora f sia continua in (1, 0) ) con (x0 , y0 ) = (1, 0).

4. Trovare

Esercizio 34.

Calcolare

Qn

∂f ∂x per:

x2i ;

1.

f (x) =

2.

f (x) = (x1 + x22 , cos (x1 x2 ))

3.

f (x, y, z) =

i=1

Esercizio 35.

x ∈ Rn n ≥ 2

;

y z−x2 .

Spiegare il signicato del simbolo

della funzione

con

∂f ∂x in ciascuno dei precedenti casi.

Calcolare il polinomio di Taylor di ordine

|x| sin |x| (x ∈ Rn ) . 10

N

attorno a

x0 = 0,

Esercizio 36.

Supponiamo che esista una funzione

un intorno del punto

(1, 1),

z = z(x, y)

z 3 − 2xy + y = 0

con

z(1, 1) = 1.

Si calcoli il polinomio di Taylor di ordine 2 nell'intorno di senza esplicitare la

che soddis, in

la relazione:

z = z(x, y),

(1, 1)

(possibilmente

ma applicando il teorema di dierenziazione

delle funzioni composte).

z = z(x, y) z 3 − 2xy + z = 0

Facoltativo: Ripetere il ragionamento precedente per una funzione che soddis localmente al punto con

(1, 1)

la relazione:

z(1, 1) = 1.

E se la relazione fosse stata

z 3 − 2xy − 3z = 0

con

z(1, 1) = 1

?

Cercare di giusticare le risposte date.

Esercizio 37.

Siano:

 s(t) ≡ Si denisca

sin 1t 0

t 6= 0 t=0

 e

c(t) ≡

cos 1t 0

t 6= 0 t=0

f (x, y) = x2 s(x)+y 2 c(y) ; discutere la regolarità di f

(continuità,

dierenziabilità, etc..).

Esercizio 38. 2

Trovare Massimo e minimo di

f (x, y) = √1+x−y 2

1+x +y 2

su

D ≡

2

{x + y ≤ 4}.

Esercizio 39.

Trovare il rettangolo di area massima, che può essere inscritto

nella circonferenza

Esercizio 40.

x2 + y 2 = R2 .

Sia

f (x, y) = x2 − xy 2

K il compatto intersezione tra il cerchio x2 + y 2 ≤ 1 ed il rettangolo [− 12 , 12 ] × [−2, 2].

e

1. Trovare l'estremo superiore ed inferiore di 2. Determinare i punti critici di

f

f

in

R2 .

e la loro natura.

3. Calcolare il massimo e il minimo assoluto di

11

f

in

K.

Esercizio 41.

Calcolare il massimo ed il minimo assoluto della funzione

f (x) =

4 Y

xii

x ∈ R4 ,

i=1 sull'insieme

D ≡ {x ∈ R4 : xi ≥ 0,

4 X

xi = 1 }.

i=1

Esercizio 42.

(∗∗)

1 x2 +y 2 ; determinare l'estremo superiore ed inferiore (specicando se si tratta di massimi o minimi) di f sull'insieme Sia

f (x, y) ≡

A ≡ {(x, y) : xy +

1 sin (xy) > 1} . 2

1.3 Equazioni dierenziali ordinarie e problemi di Cauchy Esercizio 43.

Consideriamo il seguente problema di Cauchy in

R2 :

   π y πy 2   cos x˙ = −    (1 − 2y)2 2 (1 − 2y)   y˙ = 2y 2         x 12 = y

1 2



= 1.

1.1 Trovare la soluzione di tale problema, il suo intervallo

(α, β)

di esistenza

massimale e disegnarne un graco approssimativo. 1.2 Mostrare che

 lim dist t↓α

  1 (x(t), y(t)), y = =0 2

e

lim |(x(t), y(t))| = +∞ . t↑β

In particolare mostrare che comunque si sceglie un punto esiste una successione di tempi

tk ↓ α ,

tale che

k→+∞

(x(tk ), y(tk )) −→ P .

12

P ∈ [−1, 1]×

1 2

,

 K ⊂ R2 \ y = 12 e per ogni 0 < δ < β −a, t0 ∈ (α, α + δ) e t1 ∈ (β − δ, β) tali che

1.3 Dedurre che per ogni compatto esistono due tempi

(x(t0 ), y(t0 )) ∈ 6 K (x(t1 ), y(t1 )) ∈ 6 K.

Esercizio 44.

Consideriamo il seguente problema di Cauchy in

R2 :

   x2 π   1+ 2  x˙ = β 4 β y ˙ = β y    x(0) = 0, y(0) = 1 al variare del parametro

β

β ∈ R \ {0}.

Trovare la soluzione

ed il relativo intervallo di esistenza massimale

Mostrare inoltre che esiste una

L>0

x(t, β)

al variare di

Iβ .

tale che

|x(t0 , β) − x(t0 , β 0 )| ≤ L |β − β 0 | β, β 0 ∈ K ⊂ R \ {0}

per ogni

compatto e per ogni

t0 ∈ C ⊂ ∩β∈K Iβ

compatto.

1.4 Successioni e serie di funzioni. Elementi di analisi complessa Esercizio 45. 1. Se

Dimostrare che valgono le seguenti due aermazioni:

un ∈ C([a, b]) e un converge uniformemente in (a, b), allora un [a, b].

converge

uniformemente in 2. Se

un ∈ C([a, b])

e

un

Esercizio 46. vale

1

Sia

fn

(a, b) (a, b).

converge in

non converge uniformemente in

ma

e coincide con una retta negli intervalli

(0,

1.

limn→∞ fn (x) = 0

2.

fn

3.

per ogni

x;

non converge uniformemente su

lim

0

fn =

R1 0

lim fn = 0 .

13

[0, 1];

non converge, allora

0 se x 6∈ (0, n1 ), per 1 1 1 2n ) e ( 2n , n ) .

la funzione continua che vale

Dimostrare le seguenti aermazioni:

R1

un (a)

x=

un

1 2n

Esercizio 47. lim

R1 0

fn 6=

R1 0

f

.

Sia k ∈ N . fn ∈ C k ([0, 1]), convergente R1 R1 che lim f 6= 0 f ? 0 n (Facoltativo):

E'possibile trovare una successione di funzioni puntualmente ad una funzione

E se richiedessi alle funzioni di essere

Esercizio 48.

fn ∈ C([0, 1]), f ∈ C([0, 1]) ma tale che

Trovare una successione di funzioni continue

convergente puntualmente ad una funzione continua

Sia

fn (x) = n

1 n



tale

?

√  x . n

ad

Studiare la convergenza delle seguenti serie di funzioni di

x,

1. Trovare, per

x > 0,

q x+

C ∞ ([0, 1])

f ∈ C k ([0, 1])

il limite puntuale

f (x)

di

fn (x)

al tendere di

innito. 2. Discutere l'uniformità della convergenza di

Esercizio 49.

fn

ad

f.

(ossia si trovino i più grandi insiemi dove le serie convergono puntualmente, uniformemente e totalmente) al variare, qualora appaia, del parametro reale 1.

∞ X

e−αn xn

n=0 2.

∞ X xαn nx n=1

3.

∞ X (x sin n)n 1 + n2 x n=2

4.

5.

∞ X (xn)n x + n! n=1 ∞ X

un (x)

con

n=1

n X un (x) ≡ ( j x )−1 j=1

14

α:

Esercizio 50.

Usando le proprietà di derivazione delle serie uniformemente

convergenti, si calcoli il valore delle seguenti serie:

(i)

Esercizio 51.

∞ X n3 2n n=0

(ii)

∞ X

n3 xn

n=1

R 1 −nxt4 e dt . Discutere la P convergenza (puntuale, un = n12 P 0 0 uniforme e totale) di u(x) ≡ u (x) e di v(x) ≡ n n≥1 n≥1 un (x) , e dire per quali x la funzione u(x) è derivabile e la sua derivata coincide con v(x).

Esercizio 52.

Sia

Dimostrare gli sviluppi in serie di Potenze delle seguenti funzioni

elementari: 1.

xm (1−x)n

2.

ex =

=



P+∞

k=m

n−1−m+k n−1



xk

n, m ∈ N , n ≥ 1 |x| < 1

xk k=0 k!

P+∞

6.

∀x P+∞ k log (1 + x) = k=1 (−1)k+1 xk |x| < 1 P +∞ 2k+1 1+x log ( 1−x ) = 2 k=0 x2k+1 |x| < 1   P+∞ α (1 + x)α = k=0 xk α ∈ R \ Z , |x| < 1 2 k P+∞ x2k+1 sin x = k=0 (−1)k (2k+1)! ∀x

7.

cos x =

8.

arcsin x =

3. 4.

5.

9.

P+∞

k=0

arccos x =

2k

x (−1)k (2k)!

P+∞

k=0

π 2



∀x

(2k−1)!! 1 2k+1 (2k)!! 2k+1 x

P+∞

k=0

11. 12.

cosh x =

2I

x2k k=0 (2k)!

P+∞

|x| < 13

(2k−1)!! 1 2k+1 (2k)!! 2k+1 x

P+∞ 2k+1 arctan x = k=0 (−1)k x2k+1 P+∞ x2k+1 sinh x = k=0 (2k+1)! ∀x 4

10.

|x| < 1

|x| < 1

∀x 5

coecienti binomiali sono così deniti



α 0



 ≡ 1,

α 1

 ≡ α

e



α k

 ≡

per k ≥ 2 . Sugg: Usare la formula del resto integrale di Taylor, e dimostrare che questo tende a 0, usando i seguenti accorgimenti: Siano x ∈ (−1, 1) e |x| < θ < 1 ⇒ esiste  > 0 t.c. θ(1 + ) < 1 ; Sia inoltre α(α−1)...(α−k+1) k!

k0



 1 k

≤ 1 +  (perchè posso dire che esiste un tale k0 ?) t.c. ∀ k ≥ k0 α k 3 Osservare che arccos x = π − arcsin x 2 4 Osservare che sinh x = −i sin ix 5 Osservare che cosh x = cos ix 15

13. arcsinh x 14. arctanh x

Esercizio 53.

=

P+∞

=

P+∞

k=0

|x| < 1 7

x2k+1 k=0 2k+1

Si diano le denizioni di exp(z ) e di

più completa possibile) che exp(iπ )=

Esercizio 54.

|x| < 1 6

1 2k+1 (−1)k (2k−1)!! (2k)!! 2k+1 x

π e si dimostri (nella maniera

−1.

ϕε (x) ∈ C ∞ , ϕε (x) ≥ 0 con supp(ϕε ) = [0, ε] , si costruisca gε ∈ C , monotona non decrescente tale che gε (x) = 0 per x ≤ 0 e gε (x) = 1 per x ≥ ε. Si calcolino le serie di Taylor di gε in x = 0 e x = ε. Data



1.5 Teorema delle funzioni implicite e della funzione inversa Esercizio 55. mo che

Sia M una matrice di funzioni nella variabile t: t → M (t) ; direM (t) è continua ⇐⇒ Mi,j (t) è una funzione continua ∀ i, j . Dimostrare

che :

M (t)

è continua

Esercizio 56. R

2

t.c.

Si consideri la funzione

kM (t) − M (t0 )k <  , ∀ |t − t0 | < δ

f : y ∈ R2 7−→ f (y) = (f1 (y), f2 (y)) ∈

denita come:

f1 = y1 + y12 cos y2 f2 = y2 + y12

Si dica se

r

⇐⇒ ∀  > 0, ∃ δ

f

è invertibile in un intorno di

y0 = (0, 0)

e se sì, si dia una stima di

in modo che valga la condizione del teorema della funzione inversa.

Esercizio 57.

Sia

f (x, y) = |x|2 + y 2 − 2x1 + 4x2 − 6y − 11 con

x ∈ R2 , y ∈ R.

1. Quante soluzioni

g

2. Si verichi che se

6 Osservare 7 Osservare

C ∞ in un intorno f (x, g(x)) = 0 ?

di classe

esistono per l'equazione

g(x0 ) > 0

allora

g

del punto

ha un massimo relativo stretto in

che arcsinh x = −i arcsin ix che arctanh x = −i arctan ix oppure che arctanh x = 16

x0 = (1, −2),

1 2

1+x log ( 1−x )

x0 .

Esercizio 58. Sia

v∈R

n

8

un vettore di norma minore o uguale a

1

e sia

f (x) ≡ x + v sin |x|2 . Si dica se un

r>0

f

x=0 Br (0).

è invertibile in un intorno di

tale che

f −1

sia denita su

ed in caso aermativo si trovi

Esercizio 59. (0, 0)

1. Dimostrare che in un intorno di 2

ex denisce una funzione

+y 2

l'equazione

− x2 − 2y 2 + 2 sin y = 1

y = f (x).

2. Dare una stima sull'intorno di denizione delle 3. Calcolare

lim

x→0

f.

f (x) . x2

8 Questo esercizio può essere formulato nella seguente maniera equivalente: Sia v ∈ Rn un vettore di norma minore o uguale a 1 e sia

f (x) ≡ x + v sin |x|2 .

Si dica se l'equazione f (x) − y = 0

ammette una soluzione x = g(y) in un intorno di y = 0 ed in caso aermativo si trovi un r > 0 tale che g sia denita su Br (0).

17

Capitolo 2

Integrazione in Rn 2.1 Misura di Peano-Jordan e integrale di Riemann in Rn Esercizio 60. (m e

n

Sia

f ≡ 0 su ([0, 1]\Q)∪{0} e f (x) =

1 n se

x=

m n con

0≤m≤n

relativamente primi).

1. Dimostrare che l'insieme di discontinuità di

f

è

Q ∩ (0, 1];

2. Dimostrare direttamente (senza usare il Teorema di Vitali-Lebesgue) che

f ∈ R([0, 1]).

Esercizio 61.

Dimostrare che

A ⊂ Rn

limitato è misurabile secondo Peano-

⇐⇒ ∀ε > 0, ∃E1 , E2 insiemi elementari t.c. E1 ⊂ A ⊂ E2 e misn E2 − misn E1 < ε. Inoltre misn A = inf{misn E2 : A ⊂ E2 , E2 insieme elementare} = sup{misn E1 : E1 ⊂ A, E1 insieme elementare}. Jordan

Esercizio 62.

Dimostrare che se

o

Jordan, lo sono anche

Esercizio 63.

A

è un insieme misurabile secondo Peano-

A, A e ∂A.

Dimostrare che

Qn ∩ E

(con

E

rettangolo qualunque, non dege-

nere) è un insieme di misura nulla, non misurabile secondo Peano-Jordan.

Esercizio 64. 1. Se

Dimostrare o confutare le seguenti aermazioni:

X ⊂ Rn

o

ha misura nulla, allora

18

X= ∅;

2. Se

X ⊂ Rn

o

con

X= ∅,

allora

X

ha misura nulla;

Qx , Qy ⊂ R hanno misura (unidimensionale) nulla, Qx × Qy ⊂ R2 ha misura (bidimensionale) nulla;

3. Se

Q ⊂ R2 ha misura Q ≡ {x : (x, y) ∈ Q}

4. Se

y

Esercizio 65.

Sia

X ⊂ R

nulla, allora

∀x, y ∈ R, Qx ≡ {y : (x, y) ∈ Q} R.

l'insieme degli elementi di una successione Dimostrare che

X

{xn }n

è Peano Jordan misurabile e

= 0.

Cosa si può dire se la successione non è convergente?

2.2 Integrali iterati Esercizio 66. RR x2 i) dx dy RRD y22 2 ii) RRD x y dx dy iii) RRD y 3 ex dx dy iv) xy dx dy D

Esercizio 67. 1

Z

Z dx

0

0

1

dove dove dove dove

D D D D

≡ {(x, y) ∈ R2 ≡ {(x, y) ∈ R2 ≡ {(x, y) ∈ R2 ≡ {(x, y) ∈ R2

: : : :

1 ≤ x ≤ 2, x1 ≤ y ≤ x} x2 + y 2 ≤ 1} y ≥ 0, x ≤ 1, x ≥ y 2 } x + y ≥ 1, x2 + y 2 ≤ 1}

Dimostrare che:

x−y 1 dy = (x + y)3 2

Z

1

Z dy

mentre

0

0

1

x−y 1 dx = − . (x + y)3 2

Come mai in questo caso non si può invertire l'ordine d'integrazione?

Esercizio 68.

Calcolare

ZZ D

dove

 D = (x, y) ∈ R2 :

Esercizio 69.

Calcolare

1 ≤ x ≤ 2,

ZZ

x2 dx dy y2  1 ≤y≤x . x

y 3 ex dx dy

D dove



2

D = (x, y) ∈ R :

e

sono insiemi di misura nulla in

di numeri reali convergente. mis(X)

allora

y ≥ 0, x ≤ 1 , x ≥ y 2 .

19

Esercizio 70.

Calcolare

ZZ xy dx dy D

dove

 D = (x, y) ∈ R2 :

Esercizio 71. rette

x + y ≥ 1 , x2 + y 2 ≤ 1 .

a > 1. Calcolare l'area della regione x 2 2 e la parabola y = a x . Per quale y = ax, y = a Sia

di

R2

delimitata dalle

valore di

a

tale area è

massima?

Esercizio 72.

Calcolare il seguente integrale triplo:

ZZZ

x2 dx dy dz

D sull'ellissoide

D ≡ {(x, y, z) ∈ R3 :

Esercizio 73.

x2 a2

+

y2 b2

+

≤ 1}

con

Trovare il volume della palla unitaria di

3

{(x, y, z) ∈ R : |x| + |y| + |z| ≤ 1 }). Usando 4 volume della palla unitaria di R con la k . k1 .



z2 c2

a, b, c > 0.

R3

k . k1

con la

(cioè

il risultato precedente, trovare il

(Facoltativo) Generalizzare il risultato precedente nel caso di una palla unitaria

n-dimensionale. (Sugg.: Procedere per induzione)

Esercizio 74.

Si denisca:

Dn ≡ {(x1 , . . . , xn ) ∈ Rn :

0 ≤ x1 ≤ x2 ≤ . . . ≤ xn ≤ 1};

Calcolare: 1.

I2 =

R

2.

I3 =

R

3.

D2

xy dx dy

;

xyz dx dy dz ; R ∗ (Facoltativo) In = (x1 . . . xn ) dx1 . . . dxn Dn D3

Esercizio 75.

.

Trovare il volume della regione interna al cilindro di equazione

x2 + y 2 ≤ 1, compresa x + y + z = 4.

tra la supercie di equazione

20

z = x2 + y 2 − 2

ed il piano

Esercizio 76.

Sia

E = {(x, y) ∈ R2 : 1. Descrivere

E

in coordinate polari (ed eventualmente disegnarlo).

2. Calcolare l'area di 3. Sia

k > 0;

x ≥ 0, (x2 + y 2 )2 ≤ (x2 − y 2 )} .

E.

trovare l'area dell'insieme

Ek ≡ {(kx, ky) :

(x, y) ∈ E} .

4. Trovare il volume dell'insieme

G = {(x, y, z) ∈ R3 :

Esercizio 77.

x ≥ 0, (x2 + y 2 )2 ≤ (1 − z 2 )(x2 − y 2 ), |z| ≤ 1} .

Calcolare il seguente integrale doppio:

ZZ

3

x2 (y − x3 )ey+x dxdy

T dove:

T ≡ {(x, y) ∈ R2 :

x3 ≤ y ≤ 3, x ≥ 1}.

(Sugg.: Considerare il cambio di variabili

Esercizio 78.

u = y − x3

e

v = y + x3 )

(Teorema di Guldino)

Sia

D un < x, z >

insieme Peano Jordan misurabile e connesso, contenuto nel semipiano

ruotando

D

e non intersecante l'asse delle attorno all'asse delle

z.

z.

Consideriamo il solido



ottenuto

Dimostrare che:

RR x dx dz D mis2 (D). Vol(∆) = 2π RR dx dz D Dedurre che tale volume coincide con la misura dell'insieme

D,

moltiplicata per

la lunghezza della circonferenza percorsa dal suo baricentro. Applicare questo risultato per calcolare il volume dei seguenti solidi di rotazione: 1. Sfera di raggio

r;

2. Toro tridimensionale, ottenuto ruotando il cerchio di centro

(a, 0) e raggio

r < a; 3. Cilindro di altezza

h

e raggio di base

4. Cono circolare retto di altezza 5. Tronco di cono di altezza superiore

h,

h

r;

e raggio di base

r;

raggio della base inferiore

r. 21

R

e della base

Esercizio 79. 2

2

Sia



il solido limitato dal cono

z =

p

x2 + y 2

e dalla sfera

2

x + y + z = 1. Calcolare: ZZZ

2

(xe1+z ln (1 + z 2 ) − y sin z + 1) dx dy dz



Esercizio 80.

Dopo aver disegnato la regione D delimitata dalle superci

 2  x + y 2 − 2y = 0 4z = x2 + y 2  z=0 calcolare il seguente integrale:

ZZ

p x |yz| dx dy dz.

D

Esercizio 81.

Calcolare qualora esista

R D

xe−xy dx dy , dove D = {(x, y) ∈ R2 :

x < y, x, y > 0}. (Si ricorda che f è integrabile su un dominio D non limitato, se esiste una successione crescente {Dk }k di domini limitati tale che D = ∪k Dk , f è integrabile R R R su Dk per ogni k e supk |f | < ∞. In tal caso, D f = limk→∞ Dk f ) Dk

Esercizio 82.

Si dica per quali valori di

α ∈ R

e

p > 0,

la funzione



è

integrabile su

Fp ≡ {(x, y, z) ∈ R3 :

0 < z < 1 , x2 + y 2 ≤ z 2p } ,

e per tali valori calcolare

ZZZ

z α dx dy dz .

Fp

2.3 Integrazione su varietà di renziali Esercizio 83.

Rn

e forme die-

3 2 Sia Γ la curva in R data dall'intersezione delle superci {y = x } {z = x3 } e limitata dai piani {x = 1} e {x = 2}. Vericare che Γ é un elemento R log |z| di curva regolare e calcolare f ds con f ≡ √1+4y+9xz . Γ

e

22

Esercizio 84. Sia

(Superci di rotazione in

R3 )

Γ ≡ {(u(t), v(t)) : t ∈ (a, b)} un elemento di curva regolare (eventualmente (0, ∞) × R e α un numero in (0, 2π]. Si dimostri che:

chiusa) in

S ≡ {(x, y, z) ∈ R3 : x = u(t) cos θ, y = u(t) sin θ, z = v(t) con t ∈ (a, b) e θ ∈ (0, α)} R3

é un elemento di supercie regolare in

e se ne calcoli l'area in termini di un

(a, b).

integrale su

Esercizio 85.

Sia

γ

la curva in

R2 ,

espressa (in coordinate polari) dalla condi-

zione:

ρ = a (1 + cos θ)

θ ∈ [0, 2π) .

Calcolarne la lunghezza al variare del parametro (Nota: Tale curva prende il nome di 

Esercizio 86. avente raggi (Nota: Tale

r

a > 0.

Cardioide .)

Calcolare l'area della supercie di un Toro tridimensionale

R

e

(con

T3 ,

r < R).

toro può essere visto come un insieme in R3 generato dalla rotazione z (od intorno ad una qualsiasi altra retta) di un cerchio z e tale che la distanza del dall'asse sia uguale ad R > r .)

completa intorno all'asse di raggio

r

che giace su un piano contenente l'asse

centro del cerchio

Esercizio 87.

Vericare il teorema della divergenza (in

f (x, y) = (1 + xy, x)

Esercizio 88. ∂Ω

nel seguente caso:

A = {(x, y) ∈ R2 : (x − 2)2 + y 2 < 1, y > 0} .

ed

Ω un aperto connesso di R3 la cui frontiera ∂Ω è una supercie Sapendo che il volume di Ω è 1, si calcoli il usso (esterno) F (x) = x (x ∈ R3 ).

Sia

regolare chiusa. attraverso

R2 )

di

Esercizio 89.

Dire se le seguenti 1-forme dierenziali sono chiuse o esatte nel

loro dominio di denizione; qualora siano esatte, trovarne una primitiva: 1.

ω(x, y, z) = x3 dx + y 2 dy + z dz

2.

ω(x, y) =

3.

ω(x, y, z) =

1 1+y 2

4.

ω(x, y, z) =

Ax+By x2 +y 2

x x2 +y 2

dx +

2y x2 +y 2

dx −

dy

2xy (1+y 2 )2

dx +

;

;

dy

Cx+Dy x2 +y 2

;

dy

23

al variare di

A, B, C, D ∈ R .

Esercizio 90.

Calcolare l'integrale curvilineo della

1-forma

dierenziale

ω(x, y) = x2 dx + xy 2 dy ϕ

lungo la frontiera

Esercizio 91.

Sia

1. Calcolare

R

2. Calcolare

R

T

del quadrato

[0, 1] × [0, 1],

percorso in senso antiorario.

T ≡ {(x, y, z) ∈ R3 : |x| + |y| + |z| ≤ 1 }. |z|γ dx dy dz

γ ∈ R per cui esiste nito;  |x|α + |y|β + |z|γ dx dy dz per gli α, β, γ ∈ R

T

per i

per cui tale

integrale esiste; 3. Calcolare il usso uscente da

T

del campo vettoriale

F (x, y, z) = (x + y +

z, x + y + z, x + y + z); 4. Calcolare il usso di

F

attraverso la porzione di

T

contenuta nel primo

ottante.

Esercizio 92.

Calcolare

R

ω direttamente e per mezzo del teorema di Stokes,

+∂S

dove:

• ω = • S

x dy − y dx , x2 + y 2 + z 2

è la supercie laterale del cilindro

{x2 + y 2 ≤ 1, 0 ≤ z ≤ 1},

con

l'orientazione della normale esterna.

Esercizio 93.

Sia

C ≡ {(x, y, z) ∈ R3 :

1. Calcolare il volume di 2. Sia

frontiera di

F

trovare il usso di

F

uscente da

C;

uscente da ciascuna delle singole porzioni della

C;

4. Calcolare l'area della frontiera di

Esercizio 94.

C.

Consideriamo il dominio tridimensionale

E = {(x, y, z) ∈ R3 : x2 + y 2 + z 2 ≤ 1, z ≥ 1. Calcolare l'area di

:

C;

F (x, y, z) = (x, 0, 0);

3. Trovare il usso di

z ≤ 4, x2 + y 2 ≤ z, x2 + y 2 ≤ 1}

∂E .

24

p x2 + y 2 } .

2. Sia

F

il campo vettoriale così denito:

F (x, y, z) = (x, y, z) ; trovare il usso uscente di che costituiscono

F

attraverso ciascuna delle due superci regolari

∂E .

3. Utilizzando il punto precedente, dedurre il volume di

Esercizio 95.

Si consideri il dominio tridimensionale di

E.

R3 ,

denito da

o n p E = (x, y, z) ∈ R3 : x2 + y 2 + z 2 ≤ 1 , 0 ≤ z ≤ x2 + y 2 . 1. Si calcoli l'area della supercie

∂E ;

2. si calcoli il usso uscente del campo vettoriale verso

∂E

F (x, y, z) = (x, y, z)

3. usando il punto precedente, calcolare il volume di

Esercizio 96.

Si consideri la

ω(x, y) = ω

1-forma

E.

dierenziale

(y 3 − x2 y) dx + (x3 − y 2 x) dy . (x2 + y 2 )2 ω

è esatta? Perché?

α > 0 e sia γα = +∂Bα (0) (cioè una circonferenza α, orientata positivamente). Calcolare Z ω.

di centro l'origine

1. Dimostrare che 2. Sia

attra-

(direttamente senza utilizzare il teorema della divergenza);

è chiusa. Si può dedurre da ciò che

e raggio

γα 3.

(∗)

Sia ora

γ

una qualsiasi curva chiusa e semplice in

un giro intorno all'origine .

R2 \ {0}, che  compia

Mostrare che

Z ω = 0. γ 4. Dedurre dai punti precedenti che

ω

25

è esatta e trovarne una primitiva.

2.4 Serie di Fourier e applicazioni Esercizio 97.

Determinare lo sviluppo in serie di Fourier della funzione

2π -

periodica

2|x| π [−π, π].

f (x) = 1 − e studiarne la convergenza in

x ∈ [−π, π]

Dedurre il valore delle seguenti somme:

(i)

1 n≥0 (2n+1)2

P

Esercizio 98.

;

(ii)

1 n≥1 n2

P

; (iii)

1 n≥0 (2n+1)4

P

;

(iv)

 

2

− ∂∂xu2 = 0 u(0, t) = u(π, t) = 0  u(x, 0) = x 2.

.

Risolvere i seguenti problemi di Dirichlet per equazioni dieren-

ziali del secondo ordine alle derivate parziali: 1.

1 n≥1 n4

P

∂u ∂t

 2 ∆u ≡ ∂∂xu2 +      u(x, 0) = x2 u(x, π) = x2    u(0, y) = 0   u(π, y) = π 2

∂2u ∂y 2

=0

26

0 < x < π, t > 0 t≥0 0≤x≤π; 0 < x < π, 0 < y < π 0≤x≤π 0≤x≤π 0≤y≤π 0 ≤ y ≤ π.

Capitolo 3

Analisi complessa Esercizio 99.

Trovare i valori di:

1.

Im {(1 + i)n + (1 − i)n }

;

2.

Re {(1 + i)n + (1 − i)n }

;

3.

ii ;

4.

(−1)2i ; √ 4 i.

5.

Esercizio 100. nel dominio

D

Trovare l'estremo superiore e inferiore delle seguenti funzioni,

indicato:

1.

| sin z|

su

D=C

2.

| sin z| z−i z+i

su

D = {z ∈ C :

3.

su

z−i

4.

|e z+i |

su

Esercizio 101.

;

|Im z| < R };

D = {z ∈ C : Im z > 0}; D = {z ∈ C : Im z > 0}.

Dimostrare che:

1. f (z) è analitica su Ω

⇐⇒

f (z) è analitica su Ω.

1

2. Una funzione analitica non costante, non può essere costante in modulo. 3. Una funzione analitica non costante, non può essere tale che Re f = f . 1 Abbiamo

denito Ω ≡ {z :

z ∈ Ω}

27

4. Una funzione analitica non costante, non può essere tale che Im f = f . Esercizio 102.

Trovare il più generale polinomio armonico della forma:

P (x, y) = ax3 + bx2 y + cxy 2 + dy 3 . Determinare, inoltre, la funzione armonica coniugata e la corrispondente funzione analitica.

Esercizio 103.

2z+3 z+1 in serie di potenze di

1. Espandere

z − 1.

Qual è il

raggio di convergenza? 2. Espandere

Esercizio 104. 1. 2. 3. 4. 5.

2. 3.

con

m>0

in serie di potenze di

z.

Trovare il raggio di convergenza delle seguenti serie di potenze

n

P∞

z n=0 n!

P∞

n!z n

P∞

n!z n!

P∞

z n!

P∞

nn z n

n=0 n=0 n=0 n=0

Esercizio 105. 1.

(1 − z)−m

2

Studiare la convergenza delle seguenti serie:

(z+i)n n=0 (1+i)n+1 ;

P∞

zn n=0 n(n+1) ;

P∞

n √z n=0 n n+1 .

P∞

Quanto vale la somma delle serie

Esercizio 106.

(1)

?

P∞

n n=0 an z con raggio di convergenza il raggio di convergenza delle seguenti serie:

P∞

a2n z n ;

P∞

an z 2n ;

P∞

a2n z 2n .

n=0 n=0 n=0

Data la serie

28

R, calcolare

Esercizio 107. 1.

R

2.

R

σ

x dz

|z|=R

Calcolare i seguenti integrali:

dove

x dz

σ

è il segmento orientato da 0 a

1 + i;

in due modi diversi:

(a) mediante calcolo diretto; (b) osservando che

z+z 2

x=

=

1 2



3.

R

dz ; |z|=2 z 2 −1

4.

R

ez dz al variare di |z|=1 z n

5.

R

dz ; |z|=2 z 2 +1

6.

R

dz con la condizione che |z|=ρ |z−a|2

7.

R

sin z dz al variare di |z|=1 z n

8.

R |z|=2

z n (1 − z)m dz

Esercizio 108. 1. Sia

f

(con

z+

R2 z



sulla circonferenza

{|z| = R};

n ∈ Z;

|a| = 6 ρ;

n ∈ Z;

al variare di

n, m ∈ Z.

(*) (Stime di Cauchy e applicazioni)

Ω, tale che |f (z)| ≤ M 0 < ρ < R; trovare una stima di:

una funzione analitica su

BR (0) ⊂ Ω).

Sia

per ogni

|z| ≤ R

sup |f (n) (z)| . |z|≤ρ 2. Mostrare che le derivate successive di una funzione analitica in un punto, non possono mai soddisfare la relazione

Esercizio 109.

|f (n) (z)| ≥ n!nn ,

per ogni

n.

Dimostrare che una funzione intera con parte reale positiva, è

costante.

Esercizio 110.



Trovare

f

analitica su

{|z| < 1},

e non identicamente

nulla, tale che possieda un numero innito di zeri.



f come sopra. Esiste g analitica in |z| < R (con R > 1), tale che f ≡ g {|z| < 1} ? (giusticare la risposta!)

Sia su

29

Esercizio 111.

Sia

f :C→C

f è z ∈ C, si ha f (z +ω1 ) = f (z +ω2 ) = 2 indipendenti su R).

olomorfa e doppiamente periodica, allora

costante. (Doppiamente periodica: per ogni

f (z),

dove

ω1 , ω2 ∈ C

Esercizio 112.

Sia

|z| < 1; dimostrare |λ| = 1), allora:

f

sono linearmente

f

ha in

0

uno zero di ordine

|f (z)| < |z|m

Esercizio 113. ogni

z ∈ Ω.

Sia

|f (z)| < 1 per f (z) 6= λz m (con

analitica sul disco unitario aperto, con

che se

f : Ω → C

m,

e

∀ |z| < 1 .

una funzione analitica tc

|f (z) − 1| < 1

per

Si dimostri che:

Z γ

Esercizio 114.

f0 =0 f

per ogni curva chiusa

γ ⊂ Ω.

1. Mostrare che ogni trasformazione lineare fratta che map-

pa l'asse reale in se stesso, può essere scritta con coecienti reali. 2. La riessione

Esercizio 115.

z→z

è una TLF? Giusticare la risposta

Trovare una TLF che mappi:

1. il semipiano

Imz > 0 nel cerchio unitario di z0 (con Imz0 > 0) vada nel

un punto ssato 2. il cerchio 3. i cerchi

|z| = 2

|z| = 1

e

in

|z + 1| = 1,

|z − 14 | =

in modo che

centro l'origine, in modo che centro;

−2 → 0

e

0 → i

;

1 4 in due cerchi concentrici. Qual è il rapporto

tra i raggi?

1 2 , nel semipiano x > 0. (Attenzione: in questo caso non viene proprio una TLF... andrà composta

4. la regione tra i cerchi

|z| = 1

e

|z − 21 | =

con qualche funzione elementare nota!)

Esercizio 116. gine tramite

2 Per

R

z+1 z−1 una TLF; descrivere (completamente) l'immadelle rette verticali x = c al variare di c ∈ R. Sia

R(z) =

la cronaca: una funzione con queste caratteristiche, si chiama funzione ellittica.

30

Esercizio 117.

(**) Sia

f

una funzione analitica su

Imz ≥ 0

tale che

∃ lim f (z) < ∞ . z→∞

Imz0 > 0 si ha la seguente Z Imz0 +∞ f (t) f (z0 ) = dt. 2 π −∞ |t − z0 |

Dimostrare che per ogni

z0

tc

relazione :

(Sugg.: può essere utile ricordarsi la formula di Cauchy su dischi ed aver fatto l'esercizio 2.1 ).

Esercizio 118.

1. Sia

f

una funzione meromorfa con polo di ordine

h in z0 ;

dimostrare che:

Resz0 f =

1 Dh−1 [(z − z0 )h f(z)]|z=z0 . (h − 1)! z

f una funzione analitica z0 ∈ Ω. Calcolare il Resz0 fg.

2. Sia

Esercizio 119.

(b) (c) (d) (e)

1. 2. 3. 4.

dθ con 0 a+cos θ π 2

0

R∞ 0

R∞ 0

g

meromorfa con polo semplice in

1 z 2 +5z+6 1 (Z 2 −1)2 1 sin z z cotan z := cos sin z 1 sin2 z

a > 1;

dθ con a+sin2 θ

|a| > 1;

x2 x4 +5x2 +6

dx;

cos x x2 +a2

con

dx

Esercizio 121.

e

Calcolare i seguenti integrali:

Rπ R



Trovare i poli e i residui delle seguenti funzioni:

(a)

Esercizio 120.

in

a ∈ R.

Calcolare i seguenti integrali:

31

1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8.



dθ 0 a+cos θ π 2

R

0

con

dθ a+sin2 θ

R∞

con

x2 x4 +5x2 +6

0

x2 −x+2 −∞ x4 +10x2 +9 x2 (x2 +a2 )3

0

R∞

cos x x2 +a2

0

R∞

log x 1+x2

0 0

dx;

dx

con

dx

con

a ∈ R \ {0};

a ∈ R \ {0};

dx;

log(1+x2 ) x1+α

R∞

|a| > 1;

dx;

R∞ R∞

a > 1;

Esercizio 122.

dx

con

0 < α < 2.

Quante radici possiedono i seguenti polinomi, nei domini di

anco indicati? (a)

P1 (z) = z 7 − 2z 5 + 6z 3 − z + 1

(b)

P2 (z) = z 4 − 6z + 3

, nell'anello

(c)

P3 (z) = z 4 + z 3 + 1

, nel quadrante

Esercizio 123. direttore

1.

Sia

P (x)

, nel disco

|z| < 1

1 ≤ |z| < 2

;

;

{z = x + iy | x, y > 0}.

un polinomio con coecienti reali e con coeciente

Supponiamo inoltre che

P (0) = −1 e che P (x) P (1) = 0.

non abbia radici

complesse nel cerchio unitario. Dimostrare che

(Sugg.: Per cominciare, dimostrate che se ho un polinomio monico

Q(z) = z n + . . . + a0 allora il prodotto delle sue radici (considerate con molteplicità) è uguale a

(−1)n a0 .)

Esercizio 124. m

zeri in



uniformemente a oppure

f

Sia

fn

una successione di funzioni analitiche in

Ω, con al più fn converga

(contati con le relative molteplicità). Supponiamo che

f

ha al più

Esercizio 125.

sui compatti di

m

Sia

zeri in

f

dimostrare che per ogni



Ω;

dimostrare che o

una funzione analitica in

n,

f

è identicamente nulla,

(contati con molteplicità).

esiste

g

z = 0

tale che

analitica in un intorno di

punto in tale intorno si abbia la rappresentazione:

f (z n ) = f (0) + g(z)n . 32

0,

f 0 (0) 6= 0;

tale che per ogni

Esercizio 126.

(i) Mostrare che

∞  Y

1−

n=2

1 n2



1 . 2

=

(Sugg.: Trovare un'espressione ricorsiva per

|z| < 1,

(ii) Dimostrare che per

an =

Qn

k=2

1−

1 k2 )



si ha: n

(1 + z)(1 + z 2 )(1 + z 4 )(1 + z 8 ) · . . . · (1 + z 2 ) . . . =

1 . 1−z

Sugg.: dimostrare che

m Y

2n

(1 + z ) =

n=1

Esercizio 127.

m 2X −1

z 2n .

n=0

Mostrare che la funzione:

θ(z) =

∞ Y

(1 + h2n−1 ez )(1 + h2n−1 e−z )

n=1 con

|h| < 1,

è una funzione intera e soddisfa l'equazione funzionale

θ(z + 2 log h) = h−1 e−z θ(z) .

Esercizio 128. zione

(a) Applicare il teorema di Weierstrass

f (z) = sin πz ,

3 Ricordiamo

3 nel caso della fun-

lasciando, per ora, indeterminata la funzione

g(z).

il seguente risultato:

Fissata una successione {an }n ⊂ C∗ tale che an → ∞, ed m ∈ N, esiste una funzione intera il cui insieme degli zeri (esluso eventualmente l'origine), coincide esattamente con {an }n , ed avente nell'origine uno zero di ordine m se m > 0. Tale rappresentazione non è ovviamente unica; infatti, se f è una funzione intera con esattamente tali zeri, allora si può rappresentare nella forma: Teorema (Weierstrass).

f (z) = z m eg(z)

Y

1−

n

z an



z

e an

+1 2



z an

2

+...+ m1

n



z an

m

n

(3.1)

dove g è una funzione intera, e gli mn sono certi interi.

La rappresentazione (3.1) diventa interessante quando possiamo scegliere gli mn tutti uguali tra loro (in tal caso parleremo di prodotti canonici ). Una condizione suciente anché si possa fare ciò è l'esistenza di un intero non negativo k tale che: X n

1 0,

∃ a ∈ [0, 1]

t.c.

e applicando il teorema della permanenza del segno si giunge

immediatamente alla conclusione; 2.

omogeneità :

3.

disug. triangolare :

segue dalla linearità dell'integrale; basta osservare che

|f (x) + g(x)| < |f (x)| + |g(x)|.

Per

la monotonia e la linearità dell'integrale secondo Riemann, si ha la tesi.

Esercizio 2. Esercizio 3.

Consideriamo ad esempio i vettori

Siano date due curve

x = (1, 0, 0, .., 0) e y = (0, 1, 0, .., 0).

3

n

Γ = {γ ∈ R : γ = γ(t), a ≤ t ≤ b } Φ = {φ ∈ Rn : φ = φ(t), a ≤ t ≤ b } che soddisfano la condizione γ(b) = φ(a).  γ(2t − a) λ(t) ≡ φ(2t − b) 1 [C], 2 [C], 3 [C],

R 0.1 Denizione 6.1 Denizione 5.16

38

Consideriamo l'applicazione : se se

a ≤ t ≤ a+b 2 a+b 2 ≤t≤b

Denendo la curva

Λ = {λ ∈ Rn : λ = λ(t), a ≤ t ≤ b },

si verica che

Λ = Γ ∪ Φ.

Esercizio 4.

E' conveniente utilizzare la rappresentazione in coordinate polari e

osservare che in tale sistema di coordinate l'insieme considerato è un rettangolo, quindi è un insieme convesso, che è connesso per segmenti. Quindi dati comunque

P = (rP , θP ) , Q = (rQ , θQ ) ∈ A,

basterà considerare la

curva:

γ : t 7→ (x = (trQ +(1−t)rP ) cos(tθQ +(1−t)θP ) , y = (trQ +(1−t)rP ) sin(tθQ +(1−t)θp )).

Esercizio 5.

Cominciamo col mostrare che l'applicazione

k · kLip :

Lip(E, R

m

) −→ R

è una norma su tale spazio.



Chiaramente

kf kLip ≥ 0

per ogni

kf kLip = 0

f ∈ Lip(E, Rm ).

⇐⇒

Inoltre

sup |f (x)| = 0 ⇐⇒ x∈E

⇐⇒ Quindi abbiamo mostrato la



Mostriamo l'

omogeneità.

kaf kLip

=

positività

Per ogni

sup x,y∈E x6=y

f (x) = 0 ∀ x ∈ E. e la

a∈R

non degenerazione.

si ha:

|af (x) − af (y)| + sup |af (x)| = |x − y| x∈E

= |a| sup x,y∈E x6=y

|f (x) − f (y)| + |a| sup |f (x)| = |x − y| x∈E

= |a| kf kLip . •

Inne, facciamo vedere che vale la due funzioni in Lip(E, R

m

).

disuguaglianza triangolare.

Siano

Osserviamo in via preliminare che

|(f (x) + g(x)) − (f (y) + g(y))| |x − y|

≤ +

39

|f (x) − f (y)| + |x − y| |g(x) − g(y)| . |x − y|

f

e

g

Quindi:

kf + gkLip

=

sup x,y∈E x6=y

|(f (x) + g(x)) − (f (y) + g(y)| + |x − y|

sup |f (x) + g(x)| ≤

+

x∈E



sup x,y∈E x6=y

+

sup x,y∈E x6=y

|f (x) − f (y)| + sup |f (x)| + |x − y| x∈E |g(x) − g(y)| + sup |g(x)| = |x − y| x∈E

= kf kLip + kgkLip . Abbiamo appena mostrato che

(Lip(E, Rm ), kf kLip )

è uno spazio normato. Ci

manca da mostrare che è completo, cioè che ogni successione di Cauchy (rispetto alla norma sopra denita) converge ad un elemento nello spazio. Consideriamo

{fk }k

una successione di Cauchy, cioè per ogni

tale che per ogni

k, h > N0

kfk − fh kLip

=

sup x,y∈E x6=y

+

ε>0

esiste un

N0 = N0 (ε) > 0

si abbia:

|(fk (x) − fh (x)) − (fk (y) − fh (y))| + |x − y|

sup |fk (x) − fh (x)| ≤ ε .

(1.1)

x∈E Quindi la successione

{fk }k

è una successione di Cauchy in

4

(C(E, Rm ), k · k∞,E ) e di conseguenza (poichè tale spazio è completo) ammette un limite cioè esiste un

N1 = N1 (ε) > 0

tale che se

k > N1

f ∈ C(E, Rm ),

allora

kfk − f k∞,E ≤ ε . Da (1.1) ricaviamo che se

x, y ∈ E

con

x 6= y

e

k, h > N0

allora

|(fk (x) − fh (x)) − (fk (y) − fh (y))| ≤ε |x − y| da cui, passando al limite per

h → +∞,

otteniamo:

|(fk (x) − f (x)) − (fk (y) − f (y))| ≤ ε. |x − y| 4 Denoteremo

con k · k∞,E la norma del sup, cioè per ogni f ∈ C(E, Rm ) intenderemo kf k∞,E ≡ sup |f (x)| . x∈E

40

Poiché ciò è vero per ogni

sup x,y∈E x6=y

x, y ∈ E

possiamo concludere che se

allora

|(fk (x) − f (x)) − (fk (y) − f (y))| ≤ ε. |x − y|

Mettendo insieme le stime ottenute e denendo otteniamo che per

k > N0

N = N (ε) = max{N0 (ε), N1 (ε)},

k>N kfk − f kLip ≤ 2ε

cioè

f

è il limite di tale successione rispetto alla norma

k · kLip . f ∈

Per concludere la dimostrazione, ci manca da mostrare che Infatti, ssando

k>N

Lip(E, R

m

).

si ha:

kf kLip ≤ kf − fk kLip + kfk kLip < ∞.

Esercizio 6. Nota: Denoteremo con

x = {xn }n .

x

gli elementi di

RN ,

cioè le successioni a valori reali

Con il pedice indicheremo un elemento di una di queste successioni,

mentre useremo l'apice per indicare gli elementi di una successione in

(k)

{x } indica (k) (k) x = {xn }n ).

esempio cioè

una successione i cui elementi

1. Cominciamo col considerare lo spazio

(k)

x

(`1 , k · k1 ).

RN

Mostriamo che l'appli-

cazione

k · k1 : `1

−→ R

x 7−→ kxk1 ≡

X

|xn |

n∈N è una norma su tale spazio.



Chiaramente

kxk1 ≥ 0

x ∈ `1 . Inoltre X ⇐⇒ |xn | = 0 ⇐⇒

per ogni

kxk1 = 0

n∈N

⇐⇒ Quindi abbiamo mostrato la



Mostriamo l'

omogeneità. kaxk1

xn = 0 ∀ n ∈ N.

positività

Per ogni

=

X

e la

a∈R

non degenerazione.

si ha:

|axn | =

n∈N

= |a|

X n∈N

41

(ad

sono delle successioni,

|xn | = |a| kxk1 .



disuguaglianza triangolare.

Inne, facciamo vedere che vale la

x

e

y

due successioni in

`1 .

kx + yk1

Siano

Allora:

X

=

|xn + yn | ≤

n∈N

X



(|xn | + |yn |) =

n∈N

X

=

|xn | +

n∈N

X

|yn | =

n∈N

= kxk1 + kyk1 . Osserviamo che il poter separare le due serie è giusticato dal fatto che queste convergono entrambe assolutamente.

{x(k) } una sucN0 = N0 (ε) > 0

Dobbiamo mostrare ora che tale spazio è completo. Sia cessione di Cauchy in tale che se

k, h > N0

1

`

, cioè per ogni

ε>0

esiste un

allora

kx(k) − x(h) k1 ≡

X

(h) |x(k) n − xn | ≤ ε .

(1.2)

n∈N Ma quindi per ogni

n∈N

ssato, si ha

(h) |x(k) n − xn | ≤ ε (k)

{xn }k è una successione di Cauchy in R (per k che tende a +∞) che indicheremo con

e di conseguenza la successione e quindi ammette un limite

xn .

Possiamo quindi considerare la successione dei limiti

x = {xn }n . Mostriamo che

x

è il limite della successione

{x(k) }k

rispetto alla norma

k · k1 . Osserviamo che da (1.2) si ha che per ogni

M X

M >0

e per

(h) |x(k) n − xn | ≤ ε ;

n=0 passando al limite per

h → +∞ M X

otteniamo:

|x(k) n − xn | ≤ ε

n=0 e, vista l'arbitrarietà di

ε≥

M, ∞ X

possiamo concludere che

(k) |x(k) − xk1 n − xn | = kx

n=0

42

k, h > N0

che è quanto volevamo mostrare. Per completare la dimostrazione, osserviamo che

x ∈ `1 ;

infatti, se ssiamo un

k > N0

otteniamo:

kxk1 ≤ kx − x(k) k1 + kx(k) k1 < ∞. Si procede in maniera analoga per dimostrare che

(`∞ , k·k∞ ) è uno spazio

di Banach. 2. Se

x ∈ `1

kxk∞ < ∞ ∞ quindi x ∈ ` .

allora

convergere!) e

(altrimenti la serie

P

n

|xn |

non potrebbe

Abbiamo appena mostrato che

`1 ⊆ `∞ ; d'altronde tale inclusione è stretta (cioè si tratta di un sottoinsieme proprio) come si verica facilmente prendendo la successione

x ˜ = {1, 1, . . . , 1, . . .} ; infatti tale successione ha norma

k˜ xk∞ = 1

ma

k˜ xk1 = ∞ .

Per mostrare

che non si tratta di sottoinsieme chiuso, facciamo vedere che esiste una

`1 che converge (rispetto alla norma k · k∞ ) 1 in ` . Deniamo   1 1 x(k) = 1, 1, , . . . , , 0, . . . 2 k

successione in che non sta

{x(k) }k .

e consideriamo la successione

ad un elemeno

Questa successione ammette un

k · k∞ e tale limite è dato   1 1 x = 1, 1, , . . . , , . . . . 2 k

limite rispetto alla norma

da

Infatti

kx(k) − xk∞ = Osserviamo che

kxk1 = ∞

1 k→+∞ −→ 0. k+1

(è la serie armonica!)

e questo completa la

nostra dimostrazione. 3. Abbiamo appena mostrato che

`1

non è un sottospazio chiuso di

(`∞ , k · k∞ ), cioè rispetto alla topologia indotta da tale norma. Vogliamo determinare la chiusura di

`1

(che indicheremo con

`1 )

rispetto a tale topologia, cioè il

più piccolo chiuso che lo contiene. Per far questo aggiungeremo a

`1

tutti

i suoi punti di accumulazione (abbiamo infatti visto nel punto precedente che esistono punti di accumulazione che sono esterni ad che le successioni in

1

`

`1 ).

Osserviamo

godono della proprietà di avere limite nullo (questa

43

è infatti la condizione necessaria per la convergenza della serie questa condizione è necessaria ma non suciente per stare in

`1

P

n

|xn |);

(vedere il

punto precedente). Quindi quello che ci si può aspettare è che l'insieme

n C ≡ x ∈ RN :

o lim xn = 0

n→∞

sia proprio l'insieme che stavamo cercando. Mostreremo i seguenti fatti: a.

C

è chiuso ;

x ∈ C esiste norma k · k∞ .

b. per ogni nella

una successione

{x(k) } ⊂ `1

che converge a

x

Osserviamo che il punto b ci dice proprio che si tratta del più piccolo chiuso contenente per

`1 ,

`1 ; infatti aerma che ogni punto di C

è punto di accumulazione

e quindi non può esistere un chiuso più piccolo che lo contenga.

Diamo uno

sketch

della dimostrazione di questi punti.

C contiene tutti i suoi {x(k) }k ⊂ C una successione convergente ogni ε > 0 esisterà N0 = N0 (ε) > 0 tale che

a. Per mostrare che è chiuso, facciamo vedere che punti di accumulazione. Sia e sia

x

il suo limite. Per

kx(k) − xk∞ ≤ ε per ogni

k > N0 .

Allora:

(k) |xn | ≤ |xn − x(k) n | + |xn | ≤ (k) ≤ kx − xk∞ + |x(k) n | ≤ 2ε per di

ε

(k)

n sucientemente grande (in quanto xn → 0).

Dall' arbitrarietà

otteniamo

⇐⇒

lim xn = 0

n→∞

x∈C.

b. Per mostrare questo punto si procede esattamente come abbiamo fatto nel punto

{x(k) }

2.

Data una successione

x ∈ C , costruiamo la successione

così denita:

x(k) = {x0 , x1 , . . . , xk , 0, . . .} . Chiaramente

{x(k) } ⊂ `1 .

esisterà un

N0 = N0 (ε)

x è il limite di tale xn → 0, per ogni ε > 0

Mostriamo ora che

successione rispetto alla norma

k · k∞ .

Poiché

tale che

|xn | ≤ ε per ogni

n ≥ N0 .

Quindi, prendendo

k ≥ N0

kx(k) − xk∞ ≤ ε e questo conclude la dimostrazione.

44

si avrà

Esercizio 7.

Ricordiamo alcune denizioni che useremo in seguito.

5

Denizione (Compattezza). Uno spazio topologico X si dice compatto se ogni suo ricoprimento aperto (cioè costituito da insiemi aperti) possiede un sottoricoprimento nito, cioè possiede una sottofamiglia costituita da un numero nito di insiemi che è ancora un ricoprimento dello spazio. Denizione (Compattezza numerabile). Uno spazio topologico X si dice numerabilmente compatto se ogni sottoinsieme innito Z ⊂ X possiede un punto di accumulazione. Denizione (Compattezza per successioni). Uno spazio topologico X si dice compatto per successioni se ogni successione di elementi di X possiede una sottosuccessione convergente ad un elemento di X . Si dimostrano le seguenti relazioni fra queste denizione:

X

compatto

⇒X

numerabilmente compatto

⇐X

compatto per successioni.

Nessuna delle implicazioni precedenti è - in generale - un'equivalenza. Si può però dimostrare in generale il seguente risultato:

Teorema. Sia X uno spazio metrizzabile. Le seguenti condizioni sono equivalenti: (a) X è compatto. (b) X è numerabilmente compatto. (c) X è compatto per successioni. Torniamo ora al nostro esercizio. (i) Mostriamo che l'insieme



non è compatto.

Poiché stiamo consideran-

do uno spazio normato (e quindi metrico) la denizione di compattezza è equivalente alla denizione di compattezza per successioni. vedere quindi che esiste una successione in sottosuccessione convergente.



Facciamo

che non ammette alcuna

Consideriamo la successione

{x(n) }n

così

x(m) ,

con

denita:

x(n) = (0, 0, . . . , 0, 1, 0, . . .) . | {z } n−1

Se prendiamo due generici elementi della successione

n 6= m,

x(n)

ed

si osserva che la loro distanza (nella metrica indotta dalla norma)

è costante, cioè

  d x(n) , x(m)

= kx(n) − x(m) k1 = 2

e quindi non è possibile estrarre alcuna sottosuccesione convergente.

5 Cfr.

E. Sernesi, Geometria 2, Bollati Boringhieri (1994). 45

(ii) Anche in questo caso è più semplice mostrare la compattezza per successioni. Supponiamo di avere una successione

{x(n) }n

in

D

e facciamo

vedere che è possibile estrarre una sottosuccessione convergente. Possiamo considerare la naturale immersione di

D

in

R10

i : D −→ R10 x 7−→ (x1 , . . . , x10 ) i(D)

ed osservare che

R10 ,

è la palla unitaria in

rispetto alla

k · k∞ ;

in

particolare

−→

i:D

i(D)

è una biezione. Quindi è possibile associare alla successione

{y

(n)

}n

data da

y

{x(n) }n

una sottosuccessione

(n)

). 10 Osserviamo che i(D) è compatto in (R , k · k∞ ) e quindi è compatto per successioni, cioè esiste una sottosuccessione {ynk }k , convergente ad un certo y ∈ i(D), i.e: in

i(D),

(n)

= i(x

∀ ε > 0 ∃ N0 = N0 (ε) t.c. se Mostriamo che la sottosuccessione

allora ky (nk ) − yk∞ ≤ ε .

k ≥ N0 {x(nk ) }k ,

data da

x(nk ) = i−1 (y (nk ) ) è una successione convergente in

−1

x=i

(y) ∈ D.

Infatti, se

(`1 , k · k1 ),

k ≥ N0

kx(nk ) − xk1

=

e che converge ad un limite

abbiamo:

10 X

(nk )

− xj | =

(nk )

− yj | ≤

|xj

j=1

=

10 X

|yj

j=1

≤ nky (nk ) − yk∞ ≤ nε . Inoltre

x∈D

per come è stata denita.

1.2 Funzioni da Rn in Rm: regolarità, polinomio di Taylor, estremi liberi e vincolati, etc . . . Esercizio 8. suciente

6 [C],

Per mostrare che tale funzione non è continua in

6 trovare due successioni

x(k) , y (k) ⊂ Rn \ {O},

proposizione 5.8 i) 46

t.c.

O = (0, .., 0),

è

limk→+∞ x(k) = limk→+∞ y (k) = O, ma limk→+∞ f (x(k) ) 6= limk→+∞ f (y (k) ). Consideriamo ad esempio le successioni:

x(k) = (0, .., k1 , ..0)

y (k) = (0, .., −1 k , ..0)

Esercizio 9.

(k

δi,j k , j = (k −δi,j (cioè ha componenti yj = k , j

(cioè ha componenti

xj =

x0 = (0, 1, 1, 2) si 1 x0 = (0, 0, ., 0) si ha δ() =  α ; 1. Nel caso

Nel caso 2.

 δ() = min{ 38 , 12 } ;

3.

δ() = min{( π4 ) n ,  2n };

4.

δ() = min{

5.

δ() =

6.

δ() = min{ n , 5α√n , |x0 | − 1 }.

1



n 2

1

5

−4n

, n 2 e12



ha

1, .., n) = 1, .., n)

 δ() = min{ 5α , |x0 | − 1 };

7

};

8

√ ; n

Esercizio 10.

E' suciente considerare

δ() = (sin 3) .

Esercizio 11. Nota: In tale contesto

|·|

indica la norma euclidea, sia su

R4

che su

R2 .

Uti-

lizzando le relazioni di equivalenza fra le varie norme si possono ottenere immediatamente i moduli di continuità associati alle altre combinazioni di norme denibili su tali spazi. Trovare il modulo di continuità in

δ(ε) > 0

tale che se

|x| ≤ δ ,

x0 = (0, 0, 0, 0),

equivale a trovare un

δ =

allora

  1 |f (x) − f (0)| = − 1, sin(x1 x4 ) ≤ ε . 1 + |x| Cominciamo stimando separatamente le varie componenti di questo vettore.



Prima componente:

1 1 + |x| − 1

7 Si

può dimostrare che se

cos t ≥ √

1 1+2 sin2 t

8 Osservare

−π 4

≤ t ≤

π 4

1 − 1 − |x| = = 1 + |x| |x| = ≤ 1 + |x| ≤ |x| ≤ δ .

allora vale la seguente disuguaglianza:

che si tratta di una serie geometrica 47



Seconda componente:

| sin(x1 x4 )| ≤ |x1 x4 | ≤ |x|2 ≤ δ 2 ; abbiamo usato che

| sin t| ≤ |t|

per ogni

t ∈R

e che

|xi | ≤ |x|

per ogni

i = 1, 2, 3, 4. Mettendo insieme le varie stime otteniamo:

  1 |f (x) − f (0)| = − 1, sin(x1 x4 ) ≤ 1 + |x|   √ 1 ≤ 2 max − 1 , | sin(x1 x4 )| ≤ 1 + |x| √  ≤ 2 max δ, δ 2 . Assumendo che

δ≤1

possiamo semplicare tale espressione:



|f (x) − f (0)| ≤



=

 2 max δ, δ 2 = 2δ .

Quindi sarà suciente prendere

 δ(ε) = min

Esercizio 12.

 ε √ , 1 . 2

Consideriamo una funzione

f : E ⊂ Rn → R m tale che

f

f (x) = (f1 (x), . . . , fm (x)) è continua in

x0

⇐⇒

e sia

fi

x0 ∈ E .

Vogliamo mostrare che

è continua in

x0

∀ i = 1, . . . , m .

Dimostriamo separatamente le due implicazioni. Osserviamo che anche in questo caso considereremo la norma euclidea su entrambi gli spazi: questa non è una scelta restrittiva in quanto le norme su spazi vettoriali di dimensione nita sono tra loro equivalenti (cioè inducono la stessa topologia) e quindi le proprietà topologiche (quali la continuità) non dipendono dalle norme scelte.

(=⇒)

Supponiamo che

f

sia continua in

∀ ε > 0 ∃ δ = δ(ε) > 0 :

x0 ,

cioè

|x − x0 | < δ

Quindi è suciente osservare che per ogni

=⇒

|f (x) − f (x0 )| < ε .

i = 1, . . . , m

|fi (x) − fi (x0 )| ≤ |f (x) − f (x0 )| per poter concludere la tesi.

48

(⇐=)

Assumiamo che per ogni

i = 1, . . . , m

le funzioni

fi

siano continue in

x0 ,

cioè

∀ ε > 0 ∃ δi = δi (ε) > 0 :

|x − x0 | < δ

=⇒

ε |fi (x) − fi (x0 )| < √ . m

La tesi segue facilmente prendendo

δ = δ(ε) = min{δ1 (ε), . . . , δm (ε)} ; infatti con tale scelta si ha che se

|f (x) − f (x0 | ≤ ≤



|x − x0 | ≤ δ ,

allora

m max {|fi (x) − fi (x0 )|} ≤ i=1,...,m



ε m√ = ε . m

Esercizio 13. Nota: In tale contesto (i) Siano

|·|

x, y ∈ B1 (0).

indicherà la norma euclidea su

Consideriamo separatamente le due componenti di

f (x) − f (y) = Prima componente:

1 1 − , 2 − |x| 2 − |y|

! n n Y Y xi − sin yi . sin

in

N)

i=1

2 − |y| − 2 + |x| | |x| − |y| | = = ≤ (2 − |x|)(2 − |y|)) (2 − |x|)(2 − |y|) |x − y| ≤ ≤ |x − y| . (2 − |x|)(2 − |y|)

Osserviamo che questa stima è ottimale.

m

i=1

9

1 1 2 − |x| − 2 − |y|

variare di

Rn .

Infatti, se consideriamo (al

i punti



xm ym

 1 = 1− , 0, . . . , 0 2m   1 = 1 − , 0, . . . , 0 m

9 Utilizzeremo

i seguenti fatti: 1. | |x| − |y| | ≤ |x − y|, per ogni x, y ∈ Rn ; 2. 2 − |x| ≥ 1, per ogni x ∈ B1 (0) .

49

otteniamo:

1 1 2 − |xm | − 2 − |ym |

1 = 2−1+

1 1 − 1 = 2 − 1 + 2m m 1 1 1 − 1 = 1 + 2m 1+ m 2m m − = (1 + 2m) (1 + m) m = (2m + 1)(m + 1) 2m2 1 = (2m + 1)(m + 1) 2m 2m2 |xm − ym | . (2m + 1)(m + 1)

= = = = = Quindi la costante

xm

e

ym )

Lm

che rende

sharp

la disuguaglianza sopra (nel caso

è data da

Lm := e di conseguenza

2m2 (2m + 1)(m + 1)

m→+∞

−→ 1

L ≥ 1. 10

Seconda componente:

n n Y Y xi − sin yi sin i=1



i=1

≤ ≤ ≤

n n n n Y Y Y Y xi − sin yi ≤ xi − yi ≤ sin i=1 i=1 i=1 i=1 n n n n Y Y Y Y xi − x1 yi + x1 y i − y1 yi ≤ x1 i=2 i=2 i=2 i=2 n n n Y Y Y |x1 | xi − yi + yi |x1 − y1 | ≤ i=2 i=2 i=2 n n Y Y |x1 − y1 | + xi − yi ≤ i=2

i=2

≤ ... ≤ ≤ |x1 − y1 | + . . . + |xn − yn | = = kx − yk1 ≤ √ ≤ n |x − y| . 10 Utilizzeremo

i seguenti fatti: 1. | |x| − |y| | ≤ |x − y|, per ogni x, y ∈ Rn ; 2. | sin t − sin s| ≤ |t − s|, per ogni t, s ∈ R ; √ 3. kxk1 ≤ n|x|, per ogni x ∈ Rn .

50

Mettendo insieme le due stime precedenti, otteniamo:

|f (x) − f (y)|

v u u ≤ t

1 1 − 2 − |x| 2 − |y|

2 +

!2 n n Y Y xi − sin yi ≤ sin i=1

p √ |x − y|2 + n|x − y|2 = n + 1 |x − y| . ≤

i=1

Quindi possiamo prendere



L=

n + 1.

(ii) Prendiamo innanzitutto in esame il caso in cui

Ω = B1 (x0 ) con

x0 = (2, . . . , 2). x∈Ω √ √ 2 n − 1 ≤ |x| ≤ 2 n + 1

Facciamo delle osservazioni preliminari. Se

allora

e quindi

αn := 2 −

q q √ √ 1 2 n + 1 ≤ 2 − |x| 2 ≤ 2 − 2 n − 1 =: βn .

Osserviamo che: 1. Se

n = 1, 2

2. Se

n = 3, 4, 5, 6

allora

αn , βn > 0.

allora

αn < 0 < βn , quindi la funzione f presenta Ω. In particolare se n = 4 tale singolarità

una singolarità nel dominio è proprio in 3. Se

n≥7

x0 .

allora

αn , βn < 0.

Considereremo quindi

n 6= 3, 4, 5, 6. 1

In tali casi avremo la seguente stima: 1

αn2 ≤ (2 − |x| 2 )(2 − |y| 2 ) ≤ βn2 . √ √ Inne notiamo che in In = (2 n−1, 2 n+1) la funzione radice quadrata

è

lipschitziana. Questa è una semplice conseguenza del teorema di Lagrange; infatti se

s, t ∈ In

allora

√ √ | s − t| ≤ =

1 sup √ ξ∈In 2 ξ

! |s − t| =

1 √ |s − t| . 2(2 n − 1)

51

x, y ∈ B1 (x0 ), allora: p p | |x| − |y| | ≤ 1 1 |(2 − |x| 2 )(2 − |y| 2 )| p p | |x| − |y|| ≤ αn2 ||x| − |y|| √ ≤ 2αn2 (2 n − 1) 1 √ |x − y| . 2 2αn (2 n − 1)

Possiamo ora mostrare la stima cercata. Siano

1 1 2 − |x| 12 − 2 − |y| 12

= ≤ ≤ ≤

Quindi possiamo prendere

L=

1 √

2αn2 (2

n − 1)

.

Passiamo ora a considerare il caso in cui

Ω = B1 (0) . Mostriamo che in questo caso non esiste una costante

L

che soddisfa la

condizione richiesta. Consideriamo infatti i seguenti punti (al variare di

m

in

N): 

xm ym

 1 = , 0, . . . , 0 n2   1 = , 0, . . . , 0 . 4n2

Otteniamo:

|f (xm ) − f (ym )| =

=

= = = = =

1 1 p p − = 2 − |xm | 2 − |ym | 1 1 = q q − 1 1 2 − 2 − 2 2 m 4m 1 1 2 − 1 − 2 − 1 = m 2m m 2m − 2m − 1 4m − 1 = m = (2m − 1)(4m − 1) 4m3 3 = 3(2m − 1)(4m − 1) 4m2 4m3 |xm − ym | . 3(2m − 1)(4m − 1) 52

Se esistesse una costante

L

L ≥ Lm :=

con le proprietà richieste, si dovrebbe avere:

4m3 3(2m − 1)(4m − 1)

e questo conclude la dimostrazione della (iii) Siano

x, y ∈ Br (0),

m→+∞

−→ +∞

non esistenza

di una simile

L.

r > 0. Abbiamo: 2 2 |f (x) − f (y)| = e|x| x − e|y| y ≤ 2 2 2 2 ≤ e|x| x − e|x| y + e|x| y − e|y| y ≤ con

2

2

2

≤ e|x| |x − y| + |y||e|x| − e|y| | ≤ 2

2

≤ er |x − y| + rer (|x| + |y|) | |x| − |y| | ≤ 2

≤ er (1 + 2r2 )|x − y| . Quindi possiamo prendere 2

L = er (1 + 2r2 ) .

Esercizio 14.

Osserviamo che la funzione che abbiamo denito è ovviamente

discontinua nell'origine; nonostante ciò si ha l'esistenza di tutte le derivate direzionale

∀ ξ = (ξ1 , ξ2 ) 6= (0, 0)

; ciò segue immediatemente dalla denizione

di derivata direzionale, osservando che

∃ δ > 0 t.c. ∀ |t| < δ (tξ1 )2 6= tξ2 .

Esercizio 15. ∀ x ∈ Rn \ {0} e ∀ α ∈ R Esercizio 16.

Le condizioni da imporre su

1.

2α − β > 0 ;

2.

2α − β > 1 ;

3.

2α − β > 1 ;

4.

2α − β > 1 .

Esercizio 17.

Si ha che:

α

e

β

∂|x|α ∂xi

(0) = α|x|α−2 xi

.

sono le seguenti:

Per la denizione di dierenziabilità di funzioni vettoriali ([C]

Def. 5.46), facciamo vedere che:

lim

h→ 0

f (x0 + h) − f (x0 ) − L(h) = 0 |h|

Usando il fatto che le funzioni componenti sono l'operatore lineare

L:R

n

→ R

m

C1

e quindi dierenziabili, e che

è individuato dall matrice Jacobiana di

segue la tesi.

53

f,

Esercizio 18. 1.

∂f (x, y) = ∂x



y cos(xy) 2 y 2 exy



∂f (x, y) ∂y



x cos(xy) 2 2xyexy



=

.

2. Dobbiamo mostrare che

|f (h1 , h2 ) − f (0, 0) − L(h)| = 0, |h| h=(h1 ,h2 )→(0,0) lim

(1.3)

dove



∂f (0, 0) ∂x   0 0 = . 0 0

L(h) ≡

∂f (0, 0) ∂y

   h1 · = h2

Cominciamo col fornire una stima del numeratore che compare nell'espressione in (1.3). Stimiamo separatamente le due componenti del vettore di cui stiamo calcolando la norma (euclidea):



Prima componente:

| sin(h1 h2 )| ≤ ≤ |h1 h2 | ≤ |h|2 . •

Seconda componente (non è restrittivo assumere che quanto poi andremo a considerare il limite per

|h| → 0):

h1 h22 − 1 ≤ e ≤ 3 h1 h22 ≤ ≤ 3 |h|3 ≤ ≤ 3 |h|2 . Quindi otterremo la seguente stima:

|f (h1 , h2 ) − f (0, 0) − L(h)| ≤ |h| √ 10 |h|2 ≤ = |h| √ h→(0,0) = 10 |h| −→ 0 . 54

|h| ≤ 1,

in

3. Applicando la regola per la dierenziazione di funzioni composte otteniamo:

F 0 (t)

=

∂f ∂f (g(t), 1 − g 2 (t))g 0 (t) + (g(t), 1 − g 2 (t))(−2g(t)g 0 (t)) . ∂x ∂y

Osservando che:

g(0)

= 1

g 0 (t)

=

1 t √ 2 + cosh t 1 + t2 = 1

g 0 (0)

ed usando le espressioni ricavate nel punto

F 0 (0)

Esercizio 19.

1),

otteniamo:

∂f ∂f (1, 0) − 2 (1, 0) = ∂x ∂y   −2 = . 0 =

Applicando la regola di dierenziazione delle funzioni composte

si ottiene:

∂ ∂f ∂f ∂h f (x, h(x, z), z) = (x, h(x, z), z) + (x, h(x, z), z) (x, z) = ∂x ∂x ∂y ∂x   1   ∂f ∂f ∂f  ∂h  (x, h(x, z), z), (x, h(x, z), z), (x, h(x, z), z) ·  = (x, z)  ∂x ∂y ∂z ∂x 0 ∂ ∂f ∂f ∂h f (x, h(x, z), z) = (x, h(x, z), z) + (x, h(x, z), z) (x, z) = ∂z ∂z ∂y ∂z   0   ∂f ∂f ∂f  ∂h  (x, h(x, z), z), (x, h(x, z), z) ·  (x, h(x, z), z), = (x, z)  . ∂z ∂y ∂z ∂z 1

Esercizio 20. 1. Sia

y = f (x)

una soluzione

C2

in un intorno di

x = 0,

dell'equazione

x2 + sinh y + exy = 1 , tale che

f (0) = 0.

Quindi la funzione

F (x) ≡ x2 + sinh f (x) + exf (x) − 1 ≡ 0 55

e di conseguenza anche tutte le sue derivate saranno indenticamente nulle (in quanto si tratta di una funzione costante).

In particolare usando il

f (0) = 0 otteniamo: h i 0 = F 0 (0) = 2x + (cosh f (x))f 0 (x) + exf (x) (f (x) + xf 0 (x))

fatto che

|x=0

=

= f 0 (0) cioè

x = 0

è un punto critico per tale funzione.

Studiamo la derivata

seconda in modo da determinare la natura di tale punto critico:

0 = F 00 (0)

=

h

2 + (sinh f (x))(f 0 (x))2 + (cosh f (x))f 00 (x) +

i + exf (x) (f (x) + xf 0 (x))2 + 2f 0 (x) + xf 00 (x) = e quindi

|x=0

=

2 + f 00 (0) ,

f 00 (0) = −2,

cioè si tratta di un punto di massimo relativo.

2. L'esistenza di una simile funzione è garantita dal Teorema della funzione implicita, in quanto

∂F (0, 0) ∂y

Esercizio 21.

=

1 6= 0.

∂f1 ∂x2 . . . ∂f6 ∂x2



1.

 ∂f  = ∂x

2.

= [cosh y + xexy ]|(x,y)=(0,0) =

∂f1 ∂x1 . . . ∂f6 ∂x1



  ∂f =   ∂y

 P3  ∂ f (x, g(t)) =   ∂t

56

∂f1 ∂y1 . . . ∂f6 ∂y1

∂f1 ∂y2 . . . ∂f6 ∂y2

∂f1 0 j=1 ∂yj gj (t) . . . P3 ∂f6 0 j=1 ∂yj gj (t)

   

∂f1 ∂y3 . . . ∂f1 ∂y3

   

Esercizio 22.

1.

 ∂f ∂y

=  

∂f ∂x ∂f ∂t 2.

0 0

1 1+t

2y2 x3 1+t

 = 



t cos(tx1 )

0

0



x1 |x|

x2 |x|

0

0 

x3 |x| y22 1+t

 

 =  



0 0

x1 cos(tx1 )  |x|  y1 +y22 x3 − (1+t)2

∂ ∂f ∂f f (x, g(t), t) = (x, g(t), t), g 0 (t) + (x, g(t), t) = ∂t ∂y ∂t   x1 cos(tx1 )   |x| =   2 ln(ln t)x3 tanh t+x3 ln2 (ln t) 1 + − 2 2 (1+t)t ln t (1+t) (1+t) cosh t

Esercizio 23.

D1 f (0)(ξ) Pn= ∇f (0) ξ = (1, 0, .., 0) ξ = ξ1 ; D f (0)(1, 2, .., n)3 = 6 j=1 j 2 = n(n + 1)(2n + 1) ; 1.

3

2.

3.

4.

∂5f ∂x1 ∂x2 ...∂x5 (1, 1, .., 1) = 90 en ;

2

2

= (25 x1 x2 x3 x4 x5 e|x| (x1 +x4n )+24 x2 x3 x4 x5 e|x| )|(1,..,1) =

(1,0,..,10)

∂x f (0) = 30240 (1,0,..,10) ∂x f ((−1, 1, .., (−1)n )) = −(99050016)en

11

∇f (0) = (1, 0, .., 0) .

Esercizio 24.

1.

f ∈ C(R2 \ {(x, x) | x ∈ R \ {0} } ) ;

2. Basta prendere ad esempio

δ = min{ 12 ,

√ } ; 2e

3. La funzione è dierenziabile nell'origine;

11 ∂ 10

∂ ∂x10 n ∂x1

2

2

2

(e|x| (x1 + x4n )) = ex1 +..+xn−1 2 x2 1 +..+xn−1

2 ∂ 10 (exn (1 ∂x10 n

+ 2x21 + 2x1 x4n )) =

(*) .

Chiamiamo c e g(t) = et . Allora (*) = Dk (f )D10−k (g)) in k quanto D f = 0 se k > 4. 2 Si dimostra per induzione che Dj (g) = et Pj (t) dove Pj (t) è un polinomio di grado j nella t, 0 così denito: P0 (t) = 1 e Pk+1 (t) = Pk (t) + 2tPk (t). =e , a = 1 + 2x21 , b = 2x1 x4n , f (t) = (1 + bt4 ) P10 P 10! 10! c k=0 ( k!(10−k)! Dk (f )D10−k (g)) = c 4k=0 ( k!(10−k)!

57

2

4.

∀k ≥ 0

di ha che

f 6∈ C k ({0}) .

Infatti dal punto 1) segue che non è

continua in un qualsiasi intorno dell'origine; osserviamo invece che

f ∈

C 2 (0) .

Esercizio 25. P6 (x; 0) = x1 + x1 x2 x3 x4 + o(|x|6 ) . Esercizio 26.

1.

P3 (x; 0) = x3 + x1 x3 + x2 x3 +

o(|x|6 ) ;

2. Si può prendere ad esempio

Esercizio 27.

Ovviamente

x21 x3 2

+

x22 x3 2

+ x1 x2 x3 +

1 4e .

δ=

f ∈ C(Rn \ {0});

d'altro canto

lim|x|→ 0

sin |x| |x|

= 1,

quindi

f ∈ C(Rn ). 1 n Inoltre f ∈ C (R \ {0})

e tutte le sue derivate parziali in 0 valgono 0; da ciò

si dimostra facilmente che

f ∈ C 1 (Rn ) .

Esercizio 28.

R∗ ≡ {(x, x) | x ∈ R \ {0} } . f ∈ C (R \ R ) e in tale insieme è anche dierenziabile; inoltre f ∗ continua nei punti di R e in tali punti non esistono le derivate parziali. ∞

Sia



2

Esercizio 29. q (− 32 , − √16 ).

I punti critici della funzione sono:

e

P2 =

Entrambi sono dei punti nè di massimo nè di minimo.

Osserviamo che

Esercizio 30.

q P1 = ( 32 , √16 )

non è

sup f = +∞ ,

mentre

inf f = −∞ .

Cominciamo con l'osservare che la funzione è continua su

D

che

è compatto, quindi per il Teorema di Weierstrass ammette massimo e minimo assoluti. I punti critici della funzione interni al dominio sono i punti sull'asse delle y:

Py = (0, y) (−1 ≤ y ≤ 1)

e in tali punti la funzione è identicamente nulla.



I punti

Py

con

00

che se

Si vede facilmente da uno studio si tratta di un punto di minimo,

si tratta di un punto di massimo locale (ovviamente

non sono assoluti in quanto ci sono punti in cui la funzione assume valori strettamente positivi e strettamente negativi!); Per

y = 0

abbiamo un

punto di sella. (attenzione: Nella ricerca dei punti critici il punto va studiato a parte, in quanto la funzione non è tale punto);

59

C1

(1, 0),

in alcun intorno di

4. Basta prendere in entrambi i casi

Esercizio 34.

∂f ∂x

1.

δ=

1 100 .

= ∇f = 2f (x) x.Infatti: Y ∂f = 2xi (x2j ) = 2xi f (x) ; ∂xi j6=i

2.

∂f = ∂x



1 2x2 0 ... 0 −x2 sin (x1 x2 ) −x1 sin (x1 x2 ) 0 . . . 0



∂f 2xy ∂x = z−x2 . Osservazione: Nel primo caso si tratta di un gradiente, nel secondo di uno

3.

jacobiano e ne terzo di una derivata parziale.

Esercizio 35.

N X

PN (x; x0 ) =

aβ (x)β

β∈N n |β|=1 con

( aβ =

Esercizio 36.

| β |!

β

2 (−1)| 2 |−1 (|β|−1)! ( β )!

se

βi

è pari

∀i = 1..n

2

0

altrimenti

G(x, y, t) ≡ t3 − 2xy + y e supponiamo z = z(x, y) denita in un intorno del punto (1, 1), tale che G(x, y, z(x, y)) ≡ 0 e z(1, 1) = 1. Ovviamente questa nuova funzione è una funzione delle sole variabili (x, y), che è identicamente nulla nell'insieme di denizione della z . Quindi tutte le sue derivate saranno identicamente nulle in Consideriamo la funzione

che esista una funzione

tale intorno. Calcoliamocele applicando il teorema di derivazione delle funzioni composte:

∂G(x,y,z(x,y)) ∂G ∂z = ( ∂G ∂x ∂x (x, y, z(x, y)) + ∂t (x, y, z(x, y)) ∂x (x, y))|(1,1) |(1,1) ∂z ∂z (−2y + 3z(x, y)2 ∂x (x, y))|(1,1) = −2 + 3 ∂x (1, 1) . ∂z 2 Da cui segue che : ∂x (1, 1) = 3 .

0 =

=

(Si procede in maniera analoga per la derivata parziale rispetto alla y e per le derivate seconde)

P2 (x, y; 1, 1) = 1 + 32 (x − 1) + 13 (y − 1) − 49 (x − 1)2 − 19 (y − 1)2 + 29 (x − 1)(y − 1). Facoltativo: Nel primo caso si procede esattamente come sopra, scegliendo come

G(x, y, t) = t3 − 2xy + t.

Nel secondo caso, invece, se si procede come sopra, si

giunge immediatamente ad un assurdo (Quale?). Questo semplicemente per il fatto che non può esistere alcuna funzione z che soddis tali condizioni nell'intorno del punto (1,1). (Lo vedremo meglio parlando del teorema delle funzioni implicite).

60

Esercizio 37. e

E' utile studiare separatamente le due funzioni

s(x, y) ≡ x2 s(x)

2

c(x, y) ≡ y s(y).

Si verica facilmente che tali funzioni sono continue e dierenziabili dappertutto

x=0

ma le derivate parziali non sono continue nei punti (rispettivamente) con o

y = 0.

Da ciò segue che

f (x, y) = s(x, y) + c(x, y)

è continua dappertutto (in quanto

somma di funzioni continue), dierenziabile ovunque (in quanto somma di funzioni dierenziabili ovunque) e con derivate parziali che esistono in ogni punto, ma che non sono continue sui punti sull'asse delle x o sull'asse delle y. (A tal proposito è bene sottolineare, che in generale la somma di funzioni discontinue non è una funzione discontinua! Nel nostro caso, possiamo giungere a tale conclusione soltanto perchè

f

è a variabili separate:

f (x, y) = x2 s(x) + y 2 c(y)

e

quindi una discontinuità dell'una non può venir compensata da una discontinuità dell'altra).

Esercizio 38.

Cominciamo con l'osservare che la funzione è continua su

D

che

è compatto, quindi per il Teorema di Weierstrass ammette massimo e minimo assoluti. I punti critici della funzione interni al dominio sono i punti sull'asse delle y:

Py = (0, y) (−1 ≤ y ≤ 1)

e in tali punti la funzione è identicamente nulla.



I punti

Py

con

0 0. 4 8

In particolare in tali punti si ha:

f (A)

= f (C) =

5 8

1 f (B) = f (D) = − . 8 Studiamo la funzione sui lati verticali, cioè sulle rette

√ √ ) 1 3 3 x=± , −

(x,y)∈K

1 2 . Per quanto detto prima

lim y(t) = t↓0

1 2

e

lim y(t) = +∞ , t↑1

e quindi (come segue dalla denizione di limite) esisteranno sicuramente dei tempi

Esercizio 44. •

t0

e

t1

che soddisfano le ipotesi richieste, per ogni

0 < δ < 1.

Risolviamo anche in questo caso le due equazioni separatamente.

Cominciamo con la prima equazione:

  π x2 1+ 2 4 β  x(0) = 0 .  

x˙ = β

Integrando otteniamo

Z 0

x

1 Z π t β dx = t dt  2 4 0 x 1+ β

⇐⇒

e quindi la soluzione sarà data da:

x(t, β) = β tg

68

π  t . 4

arctg

  x π = t β 4



Per quanto riguarda la seconda equazione, si integra facilmente ed otteniamo

y(t, β) = eβt . In conclusione la soluzione trovata è data da

  x(t, β) = β tg

π 4t



y(t, β) = eβt .



Quindi l'intervallo di esistenza massimale è

Iβ = (−2, 2) , che non dipende da

β.

Mostriamo ora la seconda parte. siano

β, β 0 ∈ K ;

C

sia inoltre

Sia

K

un compatto contenuto in

un compatto in

∩β∈K Iβ = (−2, 2)

R \ {0} e t0 ∈ C .

e sia

Deniamo le seguenti costanti (sono tutte nite in quanto si tratta di massimi di funzioni continue su compatti):

T M

 π  ≡ sup tg t 0 ∃N0

t.c.

∀m, n >

supx∈(a,b) |um (x) − un (x)| < ε . Per concludere basta osservare che: supx∈(a,b) |um (x) − un (x)| = supx∈[a,b] |um (x) − un (x)| . b−a Infatti se consideriamo la successione {xk }k≥2 = {a + k }k≥2 ⊆ (a, b) , questa è tale che limk→∞ xk = a; dalla continuità delle funzioni un segue che limk→∞ |un (xk ) − um (xk )| = |un (a) − um (a)|, e quindi si ha che |un (a) − um (a)| ≤ supx∈(a,b) |um (x) − un (x)|. Si applica lo stesso ragionamento per il punto b e segue l'asserto. (2) Se per assurdo convergesse uniformemente in (a, b), applicando il punto precedente seguirebbe la convergenza uniforme in [a, b]; ma ciò implicherebbe la convergenza di {un (a)} .

Esercizio 46.

Osserviamo che le funzioni si possono esplicitare nella forma:

1 x ∈ [0, 2n ] 1 1 se x ∈ [ , 2n n ] 1 se x 6∈ [0, ] n

 

2nx −2nx + 2 fn (x) =  0

se

Dimostriamo le varie aermazioni:

x ≤ 0 allora fn (x) ≡ 0 ∀n; mentre t.c. ∀ n ≥ n0 si ha che fn (x) = 0 ;

1. Se

2. Infatti 3.

lim

R1 0

∀n ≥ 1

si ha che

x > 0,

allora esiste

n0 = [ x1 ] + 1

sup[0,1] |fn (x)| = 1 ;

1 fn = lim 2n =0=

Esercizio 47.

se

R1 0

f.

Consideriamo ad esempio le funzioni:

 

4n2 x −4n2 x + 4n fn (x) =  0

1 x ∈ [0, 2n ] 1 1 se x ∈ [ , 2n n ] 1 se x 6∈ [ , 1] n se

Per la prima parte del punto facoltativo, considerare ad esempio le funzioni:

 gn (x) =

[x( n1 − x)]k+1 0

Esercizio 48.

se

x ∈ [0, n1 ]

altrimenti

e denire la successione

2. Se

(−eα , eα ) α α compatto K ⊂ (−e , e ) ;

1. Convergenza puntuale in

Convergenza totale ed uniforme in ogni

α ≤ 0: •

Convergenza puntuale in



Convergenza totale e uniforme in

(1, +∞)

70

gn fn = R 1 g 0 n

[a, +∞)

con

a > 1;

Se

α > 0: •

Convergenza puntuale in



Convergenza totale e uniforme in

[0, 1) [0, a]

0 < a < 1;

con

A ≡ { n12 | n ≥ 1} : puntuale in [−1, 1] \ A

3. Deniamo l'insieme Convergenza

Convergenza totale ed uniforme in ogni compatto contenuto in

[0, 1]) ∩ Ac

con

4. Convergenza puntuale in

(−e−1 , e−1 )

12

Convergenza totale ed uniforme in ogni compatto 5. Convergenza puntuale in

Sostituendo

Si ha che

x=

K ⊂ (−e−1 , e−1 ) ;

(0, +∞)

Convergenza totale ed uniforme in

Esercizio 49.

([−1, a] ∪

−1 < a < 0 ;

∀x ∈ (−1, 1), P

[a, +∞)

P

n≥1

n3 n≥1 2n

1 2 si ottiene che

con

a > 0; x3 +4x2 +x (1−x)4 .

n3 xn =

= 26 .

Esercizio 50.

1. Sappiamo che la serie geometrica di ragione x, con |x| < 1, P 1 1 1 k k≥0 x = 1−x . Derivando j volte 1−x ot1−x , cioè si ha che j j! 1 d teniamo: dxj ( 1−x ) = (1−x)j+1 . Per il teorema 2.5 ([C]) si ha la seguente relazione: ha somma

Se

|x| <

j! 1, allora (1−x) j+1

=



(k+j)! k 1 k≥0 k! x ovvero (1−x)j+1

P

=



k≥0

P k+n−1 xm 1 m m ∀ |x| < 1 : (1+x) n = x k≥0 (1−x)n = x    n − 1 P P k+n−1 n − 1 − m + k xm+k = k≥m xk . k≥0 n−1 j P+∞ xk x Osserviamo che la serie e = k=0 k! ha raggio di convergenza

Quindi

2.

P



k+j j

xk =

innito

( si dimostra ad esempio con il criterio del rapporto); dobbiamo quindi

xk k=0 k! . Consideriamo il Polinomio di Taylor di ordine N di

dimostrare che

∀x ∈ R

ex =

P+∞

ex

ed esprimiamo il

resto con la formula di Lagrange; si ha:

|ex −

N X xk k=0

k!

|≤

|x|N +1 ξ N →∞ e −→ 0 (N + 1)!

∃ξ

da cui segue la tesi.

12 Può

essere utile ricordarsi la formula di stirling limn→∞

, e applicando il

n! =1 2πn( n )n P e (xe)n √ 2πn+x



criterio del confronto asintotico, ricondursi allo studio della serie . (Cfr E. Giusti Esercizi e compl. di Anal. mat. I, Cap 7 par.9 (formula Stirling) e Cap.4 par.2 (Criterio asintotico) 71



xk

.

Rx 1 log(1 + x) = 0 1+t dt . Noi sappiamo che per |t| < 1 si P∞ 1 k k ha: (segue immediatamente osservando che si tratta k=0 (−1) t 1+t = di una serie geometrica di ragione −t). Applicando il Teorema 2.5 ([C]), per |x| < 1 si ha che:

3. Osserviamo che

Z

x

log(1+x) = 0

+∞ Z x

X 1 dt = 1+t

k=0

(−1)k tk dt =

0

∞ X k=0

4. Dal punto precedente segue immediatamente che: (Basta infatti sostituire ad



(−1)k

X xk+1 xk = (−1)k+1 . k+1 k k=1

log(1−x) = −

x, −x )

1+x 1−x = x) ; Sostituendo le relazioni precedentemente trovate

Inoltre dalle proprietà della funzione logaritmo, segue che:

log (1 + x) − log (1 −

xk k=1 k

P∞

log

si ha la tesi:

log

∞ ∞ ∞ ∞ X X 1+x X xk X xk xk x2j+1 = (−1)k+1 + = [(−1)k+1 +1] =2 . 1−x k k k 2j + 1 j=0 k=1

k=1

k=1

5. Cominciamo col calcolare il raggio di convergenza della serie

P+∞

k=0



α k



xk

(con α ∈ R \ Z ); applicando il criterio del rapporto si ha che:   α k+1 k!α(α − 1) . . . (α − k) = lim α − k = 1  = lim lim  k→∞ k→∞ (k + 1)!α(α − 1) . . . (α − k + 1) k→∞ k + 1 α k da cui segue che vergenza

  1 α k = 1; lim sup k

quindi tale serie ha raggio di con-

R = 1.

Calcoliamo ora lo sviluppo di Taylor nell'origine di tale funzione:

Dk (1+x)α . . (α−k +1)(1+x)α−k |x=0 = α(α−1) .  |x=0 = α(α−1) . . . (α−k +1)  PN α quindi: PN (x, 0) = xk . k=0 k   P+∞ α Verichiamo ora che ∀ |x| < 1 (1 + x)α = k=0 xk . k Per fare questo, mostriamo (usando l'espressione integrale del Resto di

N →∞

|(1 + x)α − PN −1 (x, 0)| −→ 0 . x ∈ (−1, 1) e sia |x| < θ < 1; allora ∃  > 0

Taylor) che : Sia

per il semplice fatto che

esisterà un

N0

t.c.

θ < 1 );

∀ N ≥ N0

mente dalla denizione di

θ(1 + ) < 1 (questo   1 α k = 1, lim sup k

t.c.

Inoltre, poichè

  1 α N N ≤1+

lim sup). 72

(segue immediata-

Tenendo conto delle assunzioni fatte e dell'espressione integrale del resto

 ≥N  0 ): Rx R1 N −1 P α N −1 (N ) |(1+x)α − k=0 xk | = | 0 (x−s) (s)ds| = | 0 (N −1)! f k R1 N −1 |x|N | 0 (1−t) − 1) . . . (α − N + 1)(1 + tx)α−N dt| = (N −1)! α(α   R1 N −1 α |x|N | 0 N (1−t) (1 + tx)α−N dt| = (N −1)! N   α R 1  (1−t) N −1 | N |x|N (1 + tx)α−1 dt| ≤ 13 N 0 1+tx N −1 R1 N ((1 + )θ)N (1 − θ)−|α−1| 0 (1−t) dt ≤ 14 1+tx di Taylor, si ha (N

(x−xt)N −1 (N ) (tx)xdt| (N −1)! f

=

N →∞

6.

N ((1 + )θ)N (1 − θ)−|α−1| −→ 0 . P+∞ k x2k+1 Osserviamo che la serie k=0 (−1) (2k+1)!

ha raggio di convergenza inni-

to (si dimostra ad esempio con il criterio del rapporto). Per dimostrare che

∀x ∈ R

sin x =

P+∞

k=0

2k+1

x (−1)k (2k+1)! ,

usiamo l'espressione di Lagrange

del resto di Taylor (come in (2)):

| sin x −

N X

(−1)k

k=0

x2k+1 |x|2N +3 2N +3 |x|2N +3 N →∞ |≤ |f (ξ)| ≤ −→ 0 . (2k + 1)! (2N + 3)! (2N + 3)!

7. Si dimostra esattamente come in (6);

Rx arcsin x = 0  P∞ √ 1 = k=0 1−t2

8. Osserviamo che

∀ |t| < 1

√ 1 dt . Dal punto (5) segue che: 2 1−t −1 P∞ 2k 15 2 (−1)k t2k = k=0 (2k−1)!! . (2k)!! t k

Dal teorema 2.5 [C]:

Z arcsin x = 0

x



Z ∞ ∞ X X 1 (2k − 1)!! x 2k (2k − 1)!! x2k+1 dt = t dt = (2k)!! (2k)!! 2k + 1 1 − t2 0 k=0 k=0

. 9. Basta osservare che

arccos x =

π 2

− arcsin x

e applicare il risultato prece-

dente; 10. Basta osservare che

arctan x =

Rx

1 dt e procedere esattamente come 0 1+t2

in (8); 11. Notiamo che

sinh x = −i sin(ix)

sinh x = −i sin(ix) = −i

∞ X k=0

e utilizzando il punto (6) si ha:

(−1)k





k=0

k=0

X X (x)2k+1 (ix)2k+1 (x)2k+1 (−1)2k+2 = = (2k + 1)! (2k + 1)! (2k + 1)!

.

13 Usiamo il fatto che sup α−1 = sup α−1 ≤ (1 − θ)−|α−1| ξ∈[−θ,θ] (1 + ξ) t∈[0,1] (1 + tx) 14 Basta osservare che per le hp fatte su t e x si ha: 0 ≤ 1−t ≤ 1 1+tx 15 Il doppio fattoriale è denito così: (−1)!! ≡ 1 , 0!! ≡ 0 , 1!! ≡ 1 e per n ≥ 2 n!! ≡

n(n − 2)!!

73

cosh x = cos(ix)

12. Basta osservare che

13. Basta osservare che arcsinh x

e procedere come sopra;

= −i arcsin(ix)

14. Basta osservare che arctanh x

e procedere come sopra;

= −i arctan(ix) e procedere come sopra; 1+x ed utilizzare il punto = 12 log 1−x

(oppure si può usare l'identità: arctanh x (4)).

Esercizio 51.

1. Osserviamo che

! 1 √ fn (x) = n x+ − x = n ! q r x+ 1 √ = n x + − x q n x+ r

=

1 q x+

Quindi il limite puntuale è

1 n

1 n 1 n

√  x √ = + x +

1 n→∞ √  −→ 2√x . + x 1 √ 2 x

f (x) =

∀x > 0.

2. Per quanto riguarda l'uniforme convegenza, ricordiamo che:

fn

converge uniformemente ad

f

in

E ⊆ (0, +∞) ⇔ lim sup |fn (x)−f (x)| = 0 . n→∞ E

Osserviamo che:

1 1 1 |fn (x) − f (x)| = q √  − 2√x = √ q 1 x+ n + x 2n x x+

1 n

+

√ 2 x

quindi la successione di funzioni non può convergere uniformemente su

(0, +∞),

in quanto

sup(0,+∞)

1 √ √ √ 2 1 2n x x+ n + x

n→+∞

= +∞ 6−→ 0.

Dimostriamo invece che vi è uniformità nella convergenza in ogni sottoinsieme del tipo

[a, +∞)

1 q √ [a,+∞) 2n x x+

con

sup

Esercizio 52. 16 Notare

P

n≥1

1 n

a > 0;

infatti:

1 = 16 √ 2 √ q + x 2n a a+

un (x) :

che si tratta di una funzione monotona decrescente 74

n→+∞

1 n

−→ 0 . √ 2 + a



Convergenza puntuale in

[0, +∞) ;



Convergenza uniforme in

[0, +∞) ;



Convergenza totale in

P

n≥1

[0, +∞) .

u0n (x) :



Convergenza puntuale in

(0, +∞) ;



Convergenza uniforme in

[a, +∞)



Convergenza totale in

[a, +∞)

con

con

a > 0;

a > 0.

Applicando il Teorema di derivazione per serie (cfr. [C], Teorema 1.6), si vede

u ∈ C 1 ((0, +∞))

facilmente che

Esercizio 53.

e che su tale insieme

u0 (x) = v(x).

(Cfr.: [C], Paragrafo 2.4, e W.Rudin Principle of Mathematical

Analysis, McGraw Hill )



Deniamo la

funzione esponenziale nel campo complesso, nel seguente

modo:

exp z ≡

∞ X zk k=0



Deniamo le

∀z ∈ C

k!

funzioni trigonometriche

nel campo complesso, nel se-

guente modo:

cos z ≡

∞ X

(−1)k

k=0



z 2k (2k)!

sin z ≡

e

k=0

Diamo una denizione analitica di del coseno ovvero

π:

A ≡ {x > 0 :

vuoto. Infatti il coseno è una funzione

cos 2 < − 13 . Deniamo π = 2α1 , Dimostriamo ora che

∞ X

dove

(−1)k

z 2k+1 (2k + 1)!

∀z ∈ C

A l'insieme degli zeri positivi cos x = 0}. Tale insieme è non continua tale che cos 0 = 1 mentre sia

α1 ≡ inf A .

exp(iπ) = −1.

Prima di procedere nella dimostrazione, dimostriamo dei fatti che torneranno utili in seguito.

Lemma 1: Dim.: iz

e

=

∀z ∈ C

eiz = cos z + i sin z

Per come abbiamo denito l'esponenziale complesso, si ha che:

∞ X (iz)k k=0

4k+3

i

(Formula di Eulero)

k!

=

z 4k+3 (4k + 3)!

∞ X

kz

i

k=0

 =

k

k!

=

∞  X k=0

∞  X k=0

i4k

z 4k z 4k+1 z 4k+2 + i4k+1 + i4k+2 + (4k)! (4k + 1)! (4k + 2)!

z 4k z 4k+1 z 4k+2 z 4k+3 +i − −i (4k)! (4k + 1)! (4k + 2)! (4k + 3)! 75

 =

  ∞  4k ∞  X X z z 4k+2 z 4k+1 z 4k+3 − +i − = (4k)! (4k + 2)! (4k + 1)! (4k + 3)!

k=0

=

k=0

∞ X

2k

(−1)k

k=0

z +i (2k)!

∞ X

(−1)k

k=0

z 2k+1 ≡ cos z + i sin z. (2k + 1)!

Lemma 2: ∀ z ∈ C cos z = cos(−z) e sin z = − sin(−z) Dim.: Per come abbiamo denito cos e sin, si ha che la prima è una funzione pari (ci sono solo coecienti pari nella serie), mentre la seconda è una funzione dispari (ci sono solo coecienti dispari): 2k P∞ k (−z) k z 2k k=0 (−1) (2k)! k=0 (−1) (2k)! = 2k+1 P∞ P∞ k z 2k+1 k (−z) k=0 (−1) (2k+1)! k=0 (−1) (2k+1)! = −

P∞

Lemma 3: ∀ z, w ∈ C exp(z + w) = exp(z) exp(w) Dim.: Vedi [C], formula (2.60) con relativa dimostrazione. Lemma 4: ∀ z ∈ C cos2 z + sin2 z = 1 Dim.: Per come abbiamo denito cos e sin, si ha che: cos2 z+sin2 z = (cos z+i sin z)(cos z−i sin z) = (cos z+i sin z)(cos (−z)+i sin (−z)) = = eiz e−iz = e0 = 1 .

Lemma 5:

Valgono le seguenti formule di duplicazione:

cos(2z) = cos2 z − sin2 z

sin(2z) = 2 sin z cos z

Dim.:

Dimostriamo quelle relative alla funzione

sin

(per il

∀z ∈ C cos

si procederà in

maniera analoga).

sin 2z = 2 sin z cos z :

Per la denizione data: Calcoliamo invece

2 sin z cos z = 2

∞ X k=0

P∞

2k+1

k=0

z (−1)k 22k+1 (2k+1)! .

z 2k+1 (−1) (2k + 1)! k

!

∞ X k=0

z 2k (−1) (2k)! k

! =

Osserviamo che la serie prodotto avrà solo i termini di grado dispari (in quanto ogni termine è ottenuto moltiplicando un termine di grado pari con uno di grado dispari).

=2

∞ X

α2k+1 z 2k+1

(∗)

k=0 con:

α2k+1 =

k k X (−1)n (−1)k−n (−1)k X (2k + 1)! = = (2n)! (2(k − n) + 1)! (2k + 1)! (2n)!(2k + 1 − 2n)! n=0 n=0

76

 k  (−1)k X 2k + 1 = 2n (2k + 1)! n=0     2k + 1 2k + 1 = , quindi: 2n 2k + 1 − 2n =

Osserviamo che

=

 2k+1  (−1)k 1 X (−1)k 1 2k+1 2k + 1 = 17 2 n (2k + 1)! 2 n=0 (2k + 1)! 2

Quindi sostituendo in (*) si ha la tesi.

Utilizzando i lemmi precedentemente esposti segue immediatamente il nostro asserto; infatti:

eiπ = cos π + i sin π = cos 2 Per come abbiamo denito

π π π π π π + i sin 2 = cos2 − sin2 + 2i cos sin = 2 2 2 2 2 2

π

segue immediatamente che

= − sin2

cos π2 = 0,

per cui:

π π = cos2 − 1 = −1 2 2

che è la tesi.

Esercizio 54.

f ∈ L1 (R)),

Osserviamo che

C∞

in quanto è

Z

φ

è una funzione integrabile su

a supporto compatto (si denota

+∞

Z φ dx =

−∞



R (si denota f ∈ C0∞ ) e quindi:

φ dx ≤ kφ k∞  < ∞18 .

0

Costruiamo ora la funzione

γ;

deniamo:

Rx γ(x) ≡ R −∞ +∞ −∞

φ dx φ dx

.

Facciamo le seguenti osservazioni: 1. Tale funzione è ben denita per quanto detto sopra sull'integrabilità di

φ 1

ed inoltre è

γ (k) (x) =

17 Osserviamo

che

C∞

per le proprietà di regolarità date su φ(k−1) (x)  R +∞ ); φ dx −∞



2k + 1 n



φ

(infatti

∀k ≥

(Formula del Binomio di Newton) 18 la limitatezza segue dal teorema di Weierstrass: φ è continua su [0, ] che è compatto e  nulla al di fuori di tale compatto. P2k+1 n=0

= (1 + 1)2k+1 = 22k+1

77

2.

γ

è monotona non decrescente : infatti

φ ≥ 0

e per la monotonia dell'in-

tegrale di funzioni positive, segue l'asserto;

Rx

x ≤ 0

3. se

γ(x) =

R −∞ +∞ −∞

(−∞, x) ∩

suppφ

γ(x) =

R −∞ +∞ −∞

(−∞, x] ⊇

che

R +∞0 φ dx −∞

=

φ dx

= 0

(infatti in questo caso

= ∅ ); Rx

x≥

4. se

φ dx

φ dx φ dx

R +∞ R−∞ +∞

=

suppφ e quindi

R−∞ x

φ dx φ dx

−∞

=1

φ dx =

(infatti in questo caso si ha

R +∞ −∞

φ dx );

Quindi la funzione così costruita soddisfa tutte le condizioni richieste. Calcoliamo le due serie di Taylor richieste:



x = 0, ho che γ(0) = 0 e ∀ k ≥ 1 γ (k) (0) = 0 (in quanto φ è C ∞ e ha supporto in [0, ]: quindi si deve raccordare in x = 0 in maniera regolare,

In

e perciò deve avere in tale punto derivata di ogni ordine nulla). Quindi la serie di Taylor richiesta in tale punto è la serie identicamente nulla.



x = , ho che γ() = 1 e ∀ k ≥ 1 γ (k) (0) = 0 (in quanto φ è C ∞ e ha supporto in [0, ]: quindi si deve raccordare in x =  in maniera regolare, In

e perciò deve avere in tale punto derivata di ogni ordine nulla). Quindi la serie di Taylor richiesta in tale punto è la serie costantemente uguale ad 1. Osserviamo che la funzione così costruita, nonostante l'elevata regolarità non è analitica in nessuno dei punti sopra considerati, in quanto non riesco a trovare due intorni di tali punti in cui la funzione sia

≡0

e

≡1

, rispettivamente.

1.5 Teorema delle funzioni implicite e della funzione inversa Esercizio 55. (⇒) : M (t)

è continua, quindi ∀ i, j Mij (t) è una funzione ∀  > 0 , ∃ δij t.c. |Mij (t) − Mij (t0 )| <  , ∀ |t − t0 | < δij . Prendendo δ = mini,j δij si ha la tesi. (⇐) : Basta osservare che ∀ i, j |Mij (t) − Mij (t0 )| < kM (t) − M (t0 )k . continua; da ciò segue che

Esercizio 56.

Applichiamo il Teorema della funzione inversa:

f ∈ C ∞ ({y0 }, R2 )

e si ha che

0

f (y0 ) =



1 + 2y1 cos y2 2y1

det f 0 (y0 ) = 1 6= 0 C ({f (y0 )}, R2 ). quindi



−y12 sin y2 1 ∃!



 = |y0 =(0,0)

1 0

funzione inversa locale di



78

0 1 f



di classe

r

Stimiamo ora inversa:

19

in modo che valga la condizione del teorema della funzione

kI − T f 0 (y)k∞,∞ = max {|2y1 cos y2 | + |y12 sin y2 | , |2y1 |} ≤ 3ρ quindi è suciente scegliere

ρ=

1 6 , da cui segue che

r=

ρ 2kT k

=

1 12 .

Esercizio 57. 1. Cominciamo con l'osservare che

g(x0 )2 − 6g(x0 ) − 16 = 0 g(x0 ) = −2 oppure g(x0 ) = 8

f (x0 , g(x0 )) = 0 ⇐⇒ ⇐⇒

quindi dobbiamo applicare il teorema delle funzioni implicite nei punti

P+ = (1, −2, 8)

P− = (1, −2, −2).

e

In tali punti si ha:

∂f (P+ ) = ∂y ∂f (P− ) = ∂y

(2y − 6)|y=8 = 10 6= 0 (2y − 6)|y=−2 = −10 6= 0

e di conseguenza (applicando il TFI) esistono due funzioni

C∞

in un intorno di

x0 ,

tali che

g+ (x0 ) = 8

f (x, g± (x)) = 0 e

2. L'unica soluzione che è positiva in

g± ,

che sono

in tale intorno e

g− (x0 ) = −2 . x0

è

g+.

Quindi dobbiamo mostrare

che in tale punto la funzione ha un massimo relativo stretto, cioè il suo gradiente è nullo in

x0

e la sua matrice hessiana in tale punto è denita

negativa. Cominciamo col mostrare che intorno di

∇g(x0 ) = 0.

Usando il fatto che in un

x0

f (x, g+ (x)) = |x|2 + g(x)2 − 2x1 + 4x2 − 6g(x) − 11 ≡ 0 , e derivando questa equazione otteniamo:

0 ≡ = = = 19 Per

∇(f (x0 , g+ (x0 ))) =   −2 2(x0 )T + 2g+ (x0 ) ∇g+ (x0 ) + − 6∇g+ (x0 ) = 4     1 −2 2 + 16 ∇g+ (x0 ) + − 6∇g+ (x0 ) = −2 4 10 ∇g+ (x0 )

la notazione usata, cfr. [C] Teorema 7.5 79

∇g+ (x0 ) = 0,

e quindi

cioè

x0

è un punto critico per la nostra funzione.

Valutiamo ora la matrice hessiana

Hg+ (x0 ).

Usando la relazione scritta

sopra e derivando, otteniamo:

∂2 f (x, g(x)) = ∂ x2   2 0 = + (2g+ (x0 ) − 6)Hg+ (x0 ) + 0 2   ∂x1 g+ (x0 )∂x1 g+ (x0 ) ∂x1 g+ (x0 )∂x2 g+ (x0 ) +2 = ∂x2 g+ (x0 )∂x1 g+ (x0 ) ∂x2 g+ (x0 )∂x2 g+ (x0 )   2 0 = + 10 Hg+ (x0 ) , 0 2

0 ≡

e di conseguenza la matrice hessiana è denita negativa:





1  −5 Hg+ (x0 ) =  0

0  1  − 5

e quindi si tratta di un punto di massimo relativo (stretto).

Esercizio 58.

prima formulazione dell'esercizio (poi faremo

Consideriamo la

delle osservazioni sull'equivalenza della seconda formulazione). Applichiamo il teorema della funzione inversa alla funzione l'osservare che

f ∈ C ∞ (Rn , Rn )

∂f (x) = In + 2(cos |x|2 )A ∂x Ovviamente

∂f (0) = In , ∂x

f.

Cominciamo con

20

e la sua matrice Jacobiana è data da:

con A matrice di elementi

Aij ≡ (vi xj )

che è chiaramente invertibile e

det

∂f (0) = det In = 1 . ∂x

g ∈ C ∞ (Br (0)) per opportuno r > 0. Cerchiamo di dare un stima del raggio r di tale intorno. 21 segue che se ρ è t.c. In particolare, dal teorema della funzione inversa

∂f 1

sup In − In

≤ 2 ∂x |x|≤ρ Quindi esiste un'unica funzione

20 Notare

21 Cfr.

infatti che

g,

inversa di

f,

∂fi = δi,j + 2vi xj cos |x|2 , dove δi,j ∂xj  1 se i = j δi,j = 0 se i 6= j

con

è il simbolo di Kroenecker, cioè:

Luigi Chierchia, Lezioni di Analisi Matematica 2, pag. 156 80

un

allora

g

è denita su

Br (0)

con

r≡ Diamo quindi una stima per

ρ

ρ ρ = . 2 kIn k 2

usando i seguenti fatti:



In − In ∂f =

∂x ≤ kAk = ≤

22



In − In − 2(cos |x|2 )A ≤ 2kAk max {|v1 |kxk1 , . . . , |vn |kxk1 } ≤ √ kvk∞ kxk1 ≤ n kvk∞ |x| .

Usando tali relazioni segue immediatamente che:



∂f

sup In − In ≤ ∂x |x|≤ρ

√ sup 2 n (kvk∞ |x|) ≤ |x|≤ρ

√ ≤ 2 n kvk∞ ρ

e di conseguenza sarà suciente prendere

1 ρ≤ √ 4 nkvk∞ e quindi

1 r≤ √ . 8 nkvk∞ Osserviamo che

r → +∞ quando kvk → 0; questo risultato era in un certo senso kvk → 0, la f tende alla funzione identità, che

 attendibile in quanto quando è invertibile dappertutto! Discutiamo ora brevemente la

seconda formulazione dell'esercizio.

In tal caso

l'esercizio può essere risolto applicando direttamente il teorema della funzione implicita (anzichè il teorema della funzione inversa). Indichiamo con

F (x, y) = f (x) − y 22 La

norma di una matrice è così denita (consideriamo su Rn la norma del sup): kAk

=

sup x∈Rn kxk∞ =1

=

sup x∈Rn kxk∞ =1

kAxk∞ = kxk∞ kAxk∞ .

Si dimostra (Esercizio!) che tale sup è proprio uguale alla seguente espressione: kAk =

max

 n X

k=1, ..., n 

j=1

|aij |

  

cioè è il massimo delle somme dei moduli delle componenti di ciascuna riga. 81

e mostriamo che è possibile applicare il TFI in un intorno del punto

(0, 0);

(x, y) =

infatti (utilizziamo la stessa notazione introdotta nella discussione prece-

dente):

F (0, 0) = f (0) − 0 = 0   ∂F (0, 0) = In + 2(cos |x|2 )A (x,y)=(0,0) = In ∂x (0, 0). Applicando il TFI g denita in un intorno di y = 0,

quindi la matrice jacobiana è invertibile nel punto possiamo concludere l'esistenza di una funzione

tale che per ogni punto in tale intorno si abbia:

⇐⇒

F (g(y), y) = 0 ma quindi la

g

f (g(y)) = y

altri non è, se non l'inversa di

Troviamo ora un

r > 0

in modo che la

g

f

x = 0. Br (0). Sempre trovare r, ρ > 0

in un intorno di

sia denita su

23 segue che è suciente

teorema della funzione implicita

dal tali

che

sup |F (0, y)| ≤ Br (0)



ρ 2kT k

T ≡

con

−1 ∂F (0, 0) = In ∂x



1

∂F

sup

In − In ∂ x (x, y) ≤ 2 . Bρ (0)×Br (0) Cominciamo dalla prima stima:

sup |F (0, y)| = Br (0)

sup |y| = r , Br (0)

ρ 2. Per quanto riguarda la seconda stima (useremo le osservazioni fatte in precequindi bisognerà richiedere che

r≤

kAk):



∂F

sup

In − In ∂ x (x, y) = Bρ (0)×Br (0)

denza a proposito di

sup



In − In − 2(cos |x|2 )A =

Bρ (0)×Br (0)

=

sup Bρ (0)×Br (0)



sup

(2kAk) ≤  √ 2 nkvk∞ |x| ≤

Bρ (0)×Br (0)

√ ≤ 2 nkvk∞ ρ quindi sarà suciente richiedere Concludendo la

g

ρ≤

è denita per

r≤ 23 Cfr.

1 . 4 nkvk∞ √

1 √ . 8 nkvk∞

Luigi Chierchia, Lezioni di Analisi Matematica 2, pagg. 151 e ss. 82

Esercizio 59. 1. Applichiamo il teorema della funzione implicita alla funzione 2

g(x, y) = ex

+y 2

− x2 − 2y 2 + 2 sin y − 1 .

Osserviamo che

g(0, 0) = 0 e che

∂g (x, y) = ∂y

 2 2  2y ex +y − 2 + 2 cos y

da cui

∂g (0, 0) = 2 6= 0 . ∂y Quindi applicando il TFI segue l'esistenza di una funzione nita in un intorno di

x = 0

(i.e

Br (0)

y = f (x), der > 0), tale

per un opportuno

che

g(x, f (x)) = 0 ∀ x ∈ Br (0)

e

f (0) = 0 .

2. Cerchiamo di dare una stima sul raggio dell'intorno di denizione della

f,

r. Dal teorema trovare r, ρ > 0 tali che i.e.

24 segue che è suciente

della funzione implicita

ρ con T ≡ sup |g(x, 0)| ≤ 2|T | Br (0) 1 − T ∂ g (x, y) ≤ 1 . sup 2 ∂y Br (0)×Bρ (0)



−1 ∂g 1 (0, 0) = ∂y 2

Cominciamo con lo studiare la prima stima, assumendo che

sup |g(x, 0)| = Br (0)

r < 1:

2

sup |ex − x2 − 1| ≤ Br (0)



sup



 2 |ex − 1| + |x|2 ≤



 2 er |x|2 + |x|2 ≤



 2 er + 1 |x|2 ≤

Br (0)



sup Br (0)



sup Br (0)

th.

≤ 4 r2 ≤ ρ . 24 Cfr.

Luigi Chierchia, Lezioni di Analisi Matematica 2, pagg. 151 e ss. 83

(1.4)

Per quando riguarda la seconda stima, assumendo che

sup Br (0)×Bρ (0)

1 − T ∂ g (x, y) ∂y



sup Br (0)×Bρ (0)



si ottiene:

2 2 1 − yex +y + 2y − cos y ≤ 

sup

ρ < 1,

2

|1 − cos y| + |y| |ex

+y 2

 − 2| ≤

Br (0)×Bρ (0)



(|y| + 6|y|) ≤

sup Br (0)×Bρ (0)



7|y| ≤

sup Br (0)×Bρ (0) th.

≤ 7ρ ≤ cioè è suciente chiedere

r2 ≤

ρ≤

1 . 14

1 , 2

Sostituendo in (1.4) otteniamo

1 1 = 4 · 14 56

1 r≤ √ . 56

⇐⇒

3. Il limite richiesto è una forma indeterminata, ma può essere risolto applicando il teorema di De L'Hopital. Osserviamo innanzitutto che

∂g (x, f (x)) = f (x) = − ∂ x ∂g (x, f (x)) ∂y  2 2  2x ex +f (x) − 1  = − 2f (x) ex2 +f 2 (x) − 2 + 2 cos f (x) 0

e quindi:

f (x) x→0 x2 lim

=

f 0 (x) = x→0 2x lim

2

= − lim

x→0

=

ex 2f (x)

0.

84

+f 2 (x)

ex2 +f 2 (x)

−1  = − 2 + 2 cos f (x)

Capitolo 2

Integrazione in Rn 2.1 Misura di Peano-Jordan e integrale di Riemann in Rn Esercizio 60.

q = m n (con 0 < m ≤ n e MCD(m,n)=1), allora f è discontinua in q . n→+∞ Consideriamo, infatti, la successione {αn } ⊂ [0, 1]\Q t.c. αn −→ q (questo è possibile per la densità degli irrazionali in [0, 1]). Si ha •

1.

Cominciamo col dimostrare che se

quindi:

lim f (αn ) = 0 6=

n→+∞



1 = f (q). n

f è continua in q = 0. n→+∞ Infatti, se {βn } ⊂ [0, 1] con βn −→ 0, allora ∀ε > 0, ∃N : n > N, 0 < βn < ε; è opportuno distinguere due casi: se βn è irrazionale, mn allora f (βn ) = 0; se invece βn = kn , allora per n > N si ha ε > mn 1 βn = kn ≥ kn = f (βn ). Concludendo: ∀ε > 0, ∃N : n > N, 0 ≤ f (βn ) < ε, che dimostra Chiaramente

l'asserto.



(0, 1] \ Q. n→+∞ βn −→ α.

Inne dimostriamo la continuità nei punti di

α ∈ (0, 1] \ Q e sia {βn } ⊂ [0, 1] con Osserviamo ∀ε > 0, esistono soltanto un numero nito di razionali qj , tc f (qj ) ≥ ε. 1 Per quanto detto, ∃N : n > N, 0 < f (βn ) < ε e quindi

Sia

che

1 Infatti,

se q =

m n

(con m, n come sopra), si ha che f (q) =

1 1 ≥ ε ⇐⇒ n ≤ n ε

e quindi, i razionali (della forma suddetta) che soddisfano tale proprietà sono esattamente Φ = ϕ(1) + ϕ(2) + . . . + ϕ

  1 0, ∃f1 , f2 f1 (x) ≤ f (x) ≤ f2 (x) ∀x ∈ [0, 1] e [0,1] (f2 − f1 ) < ε.

Consideriamo le seguenti funzioni:

• f1 ≡ 0; •

ovviamente

f1 (x) ≤ f (x) ∀x ∈ [0, 1].

f2 nel seguente modo: m N ≥ 3 ssato; Ovviamente i numeri razionali qj = njj con f (qj ) > 1 2 N sono in numero nito Φ . Sia δ ≡ inf 1≤i 0. Detto bj ≡ min{δ, 2hj1N Φ }, deniamo la nostra Costruiamo sia

funzione nel seguente modo:

 f2 (x) =

1 nj 1 N

se

x ∈ (qj − bj , qj + bj )

altrimenti

Osserviamo che questa funzione è ben denita, in quanto per la nostra scelta dei

bj ,

gli intervallini sopra sono disgiunti; inoltre

f2

è una

funzione a scalini. Concludendo:

Z

Z

[0,1]

Φ

1

(f2 − f1 ) =

f2 = 0

Dall'arbitrarietà di

N

Φ

X X 1 1 1 2 + hj 2bj ≤ + hj 2 = . N j=1 N j=1 2hj N Φ N

segue l'asserto.

Esercizio 61. A è Peano-Jordan misurabile ⇐⇒ la funzione caratteristica χA ⇐⇒ (per def.R di integrabilità) ∀ ε > 0, ∃f1 , f2 f1 (x) ≤ χA (x) ≤ f2 (x) e Rn (f2 − f1 ) < ε.

è Riemann integrabile scalini tc Siano:

PN1 f1 (x) = n=1 χ 1 (x) PN2 Rn f2 (x) = n=1 χRn2 (x)

con con

1 {Rn1 }N n=1 2 N2 {Rn }n=1

funzioni a

rettangoli disgiunti rettangoli disgiunti

1 1 f1 e f2 assumono valori in {0, 1}: esattamente f1 vale 1 su E1 = ∪N n=1 Rn , N2 2 mentre f2 vale 1 su E2 = ∪n=1 Rn (con E1 , E2 insiemi elementari). Poichè f1 (x) ≤ χA (x), allora :

Quindi

x ∈ E1 =⇒ f1 (x) = 1 =⇒ χA (x) = 1 =⇒ x ∈ A quindi

E1 ⊂ A.

Analogamente, si dimostra che

A ⊂ E2 .

Per concludere, basta osservare che: misn E2

2 Cfr.

nota (1) 86

− misn E1 =

R Rn

(f2 − f1 ) < ε.

Esercizio 62.

∂A ∂A è

Cominciamo col dimostrare che

le; dal teorema di Lebesgue-Vitali segue che

è un insieme P-J misurabiun insieme di misura nulla

χA , ∀ ε > 0, ∃ {E } ricoprimento al più n n≥1 P numerabile di ∂A, tc mis E < ε . Inoltre A è limitato =⇒ ∂A è n n n≥1 0 N un compatto, quindi posso estrasse un sottoricoprimento nito {En }n=1 con PN P 0 n=1 misn En ≤ n≥1 misn En < ε. Da ciò segue che ∂A è un insieme P-J (in quanto rappresenta l'insieme dei punti di discontinuità dell funzione

che è Riemann integrabile).

Quindi,

misurabile, con misura nulla. Adesso osservando che gli insieme P-J misurabile costituiscono un'algebra

o

gue facilmente che

3 se-

A = A ∪ ∂A e A= A \ ∂A stanno ancora nell'algebra e quindi

sono P-J misurabili.

Esercizio 63.

Qn ∩ E ha misura nulla. Osserviamo che Q ∩ E è un insieme numerabile denso in E , e quindi lo possiamo n 1 n scrivere nella forma Q ∩ E = {qj }j≥1 con qj = (qj , . . . , qj ). ∀ ε > 0, consideriamo il seguente ricoprimento {Qj }j≥1 dove: Cominciamo col dimostrare che

n

1  ε  n1 1 1  ε  n1 1  ε  n1 n 1  ε  n1 n , q + ) × . . . × (q − , qj + ). j j 2 2j 2 2j 2 2j 2 2j h  1 in Qj è un parallelepipedo n-dimensionale con misn Qj = 2 12 2εj n =

Qj = (qj1 − Quindi

ε 2j . Perciò

{Qj }j≥1

è un ricoprimendo numerabile di

+∞ X

misn Qj

=

j=1

Qn ∩ E ,

con :

+∞ X ε = ε. j 2 j=1

Dimostriamo ora che non è Peano-Jordan misurabile (usando l'esercizio 2). Sia

E1

un insieme elementare tc

E1 ⊂ Qn ∩ E ;

poichè

Qn ∩ E

sconnesso, ogni rettangolo contenuto deve essere degenere, quindi di un numero nito di rettangoli degenere, da cui segue che misn E1

sup{misn E1 : E1 ⊂ Qn ∩ E

è un insieme elementare}

è totalmente

E1 è unione = 0. Perciò:

= 0.

Vediamo ora, come possiamo approssimarlo dall'esterno con insiemi elementari. Se

E2 ⊃ Qn ∩ E , o

o

allora

p ∈E e p 6∈ E2 =⇒ Drn (p) ∩ E2 = ∅.

se

E ⊂ E2 .

Infatti (per assurdo):

(usando il fatto che

3 F ⊂ P(Rn )

si dice un'algebra se: 1. ∅ ∈ F ; 2. A ∈ F =⇒ Ac ∈ F ; N 3. {An }N n=1 ⊂ F =⇒ ∪n=1 An ∈ F .

87

(E2 )c

o

è aperto)

∃ Drn (p) ⊂E ⊂ E

tc

Drn (p), esistono inniti elementi di Qn ∩ E (semplicemente Q in E ), e questo contraddice il fatto che E2 ⊃ Qn ∩ E .

Ma in di

per la densità

n

Inoltre: misn E2

o

= misn E2 ≥ misn E = misn E > 0

e quindi:

inf{misn E2 : E2 ⊃ Qn ∩ E Quindi

Qn ∩ E

è un insieme elementare}

non può essere P-J misurabile in quanto l'inf e il sup visti

sopra, non tendono ad un valore comune; cioè misn E2

≥ misn E > 0.

− misn E1 ≥

misn E

> 0,

∀ E1 ⊂ Qn ∩ E ⊂ E2

si ha che

e quindi non può essere resa arbitrariamente

piccola.

Esercizio 64. esisterebbe

o

X 6= ∅, allora Dr (x0 ) ⊂ X ; da cui:

1. VERO: Se per assurdo si avesse che

x0 ∈ X

e quindi potrei trovare

0 = mis(X) ≥ mis(Dr (x0 )) > 0 che è chiaramente una contraddizione. 2. FALSO: Prendiamo come controesempio

o

razionali segue che

X = ∅,

ma

X

X = [0, 1] \ Q;

dalla densità dei

non è un insieme di misura nulla (tra

l'altro non è Peano Jordan misurabile): infatti se fosse di misura nulla avrei

1 = mis([0, 1]) = mis(X ∪ ([0, 1] ∩ Q)) = mis(X) + mis([0, 1] ∩ Q) = 0 che è assurdo! 3. VERO: dalla denizione di insiemi di misura nulla segue che esistono

{Xn }n , {Ym }m ⊂ R

P Pn misXn <  m misYm < .

Qx ⊂ ∪n Xn Qy ⊂ ∪m Ym

Qx × Qy

Consideriamo ora il seguente ricoprimento di

{Xn × Ym }n,m ;

∀ > 0

ricoprimenti con rettangoli tali che:

con rettangoli:

si hanno le seguenti proprietà:

Qx ×Qy ⊂ ∪n,m Xn × Ym

e

X

mis(Xn

× Ym ) =

n,m

X

XX n

mis(Xn )

·

n

X

mis(Ym )

m

da cui segue che tale insieme ha misura nulla.

88

< 2

m

(mis(Xn )·mis(Ym )) =

Q = {0} × R (cioè l'asse delle y ). Se Q0 = R che non è di misura nulla (non è

4. FALSO: prendiamo ad esempio consideriamo

x=0

allora si ha

nemmeno P-J misurabile!). (Cfr. [C] esercizio E.9.23 e la soluzione proposta in appendice B).

Esercizio 65.

Consideriamo il caso della successione convergente e sia

l =

limn xn . Ovviamente si tratta di un insieme di misura nulla: infatti ogni insieme numerabile è di misura nulla. Facciamo vedere che è anche P-J misurabile (cioè che per ogni

{Rn }N n=1

t.c.

P >0 N

riusciamo a trovare un ricoprimento FINITO con rettangoli

n=1 mis(Rn )

ne di limite; infatti

< ). Questo segue semplicemente dalla denizio∀  > 0, ∃ N > 0 t.c. xn ∈ [l − , l + ] per ogni n ≥ N .

Consideriamo quindi il seguente ricoprimento nito:

Rk = {xk } RN = [l − , l + ]

per

k 1).

prima:

  1 1 7 A (a) = − 2+ 8 6 a a 0

91

Studiando la derivata

che si annulla per

a=

√ 6

7,

√ a = ± 6 7;

quindi il massimo che stiamo cercando è per

dove l'area vale

Amax

= = =

Esercizio 72.

  1 1− = 7 6 7 1 6 √ = 6677 1 √ . 7 67 1 √ 6

Considerare il cambio di coordinate:

  x = aρ sin ϕ cos θ y = bρ sin ϕ sin θ  z = cρ cos ϕ con

(ϕ, θ) ∈ (0, π) × (0, 2π) e 0 < ρ < 1. Il determinante ∂(x, y, z) 2 ∂(ρ, ϕ, θ) = abcρ sin ϕ.

Jacobiano risulta

quindi:

Con tale sostituzione, si ottiene facilmente che:

ZZZ

x2 dx dy dz =

D

Esercizio 73.



Indichiamo con

4 πa3 bc. 15

(1)

B3 (0, 1) ≡ {x ∈ R3 : kxk1 = |x1 |+|x2 |+

|x3 | ≤ 1} e quindi: (1) B3 (0, 1) ∩ {xi ≥ 0, i = 1, 2, 3} = {x ∈ R3 : x1 + x2 + x3 ≤ 1} = {x ∈ 3 R : 0 ≤ x3 ≤ 1, 0 ≤ x2 ≤ 1 − x3 , 0 ≤ x1 ≤ 1 − x3 − x2 }. Per la simmetria del problema si ha che:

(1) Vol(B3 (0, 1))

Z

Z

=

dx1 dx2 dx3 = 8

(1)

1

Z =8

Z dx3

0



dx1 dx2 dx3 =

(1)

B3 (0,1)∩{xi ≥0, i=1,2,3}

B3 (0,1) 1−x3

Z

1−x3 −x2

dx2 0

dx1 = 0

4 23 = . 3 3!

4: (1) B4 (0, 1) ≡ {x ∈ R4 : kxk1 = |x1 | + |x2 | + |x3 | + |x4 | ≤ 1} = {x ∈ R4 : (1) −1 ≤ x4 ≤ 1, (x1 , x2 , x3 ) ∈ B3 (0, 1 − |x4 |)} Vediamo cosa succede ora in dimensione

quindi:

(1)

Vol(B4

Z

Z

(0, 1)) = (1)

1

dx1 dx2 dx3 dx4 = −1

B4 (0,1)

92

Z dx4

(1)

B3 (0,1−|x4 )|)

dx1 dx2 dx3 =

Usando il cambio di coordinate

Z

1

Z

=

dx4 −1



x0i =

xi 1−|x4 | (con

(1 − |x4 |)3 dx01 dx02 dx03 =

(1)

Procedendo per induzione su

n

1. Osserviamo che

Z

1

I2 =

Z dx2

si ottiene:

4 24 (1 − |x4 |)3 dx4 = . 3 4! (1)

si ottiene che Vol(Bn

(0, 1)) =

2n n! .

D2 = {0 ≤ x2 ≤ 1, 0 ≤ x1 ≤ x2 }.

x2

0

D2 (r) ≡ {0 ≤ x1 ≤ x2 ≤ r}.

Quindi:

1 1 = . 8 4!!

x1 x2 dx1 dx1 =

0 2. Deniamo

1

−1

B3 (0,1)

Esercizio 74.

Z

i = 1, 2, 3)

Quindi:

D3 = {0 ≤ x3 ≤ 1, (x1 , x2 ) ∈ D2 (x3 )}. Considerando il cambio di variabili

Z

1

I3 =

Z

Z

x3 dx3

x1 x2 dx1 dx2 = D2 (x3 )

0

xi x3 con

x0i =

i = 1, 2,

1

Z

1

x53 I2 dx3 =

0

x43 x01 x02 dx01 dx02 =

x3 dx3 D2

0

Z

abbiamo:

1 1 = . 48 6!!

3. Generalizzando in maniera analoga a quanto fatto nel punto precedente, si dimostra che

Esercizio 75.

In =

1 4 (2n)!! .

Innanzitutto osserviamo che per

disco unitario in

R2 )

(x, y) ∈ D

(con

D

denotiamo il

si ha che

x2 + y 2 − 2 ≤ −1

e

4 − (x + y) ≥ 2 ,

da cui possiamo concludere che

x2 + y 2 − 2 ≤ 4 − (x + y) , cioè la base superiore di tale regione è rappresentata dalla porzione di piano

z = 4 − (x + y) intercettata dal cilindro, mentre la base inferiore dalla 2 2 di paraboloide z = x + y − 2. Quindi la nostra regione R può essere scritta in forma normale nel

porzione seguente

modo:

R = {(x, y, z) ∈ R3 : x2 + y 2 ≤ 1, x2 + y 2 − 2 ≤ z ≤ 4 − (x + y)}. 4 Dove (2n)!! ≡ (2n) · 2(n − 1) · . . . · 2 = 2n n!

93

Possiamo quindi calcolarne il volume applicando le formule di riduzione:

ZZZ Vol(R)

ZZ

=

dx dy dz = R

ZZ

Z

4−(x+y)

dx dy D

dz = x2 +y 2 −2

  4 − (x + y) − (x2 + y 2 − 2) dx dy =

= Z ZD

  6 − (x + y) − (x2 + y 2 ) dx dy = (∗)

= D

passando in coordinate polari, ed utilizzando il fatto che

0,

R 2π 0

cos θ dθ =

R 2π 0

sin θ dθ =

otteniamo:

Z (∗)

1

=

Z dρ

0

Z = = =



  ρ 6 − (ρ cos θ + ρ sin θ) − ρ2 dθ =

0 1

  2πρ 6 − ρ2 dρ = 0   1 1 2π 6 − = 2 4 11 π. 2

Esercizio 76. E in coordinate polari (ρ, θ). Innanzitutto, il fatto x ≥ 0 implica una prima limitazione per la variabile angolare θ, cioè π π − ≤ θ ≤ . Scriviamo ora la relazione (x2 + y 2 )2 ≤ (x2 − y 2 ) in 2 2 coordinate polari (usando la relazione x = ρ cos θ e y = ρ sin θ ):

1. Descriviamo la regione che

ρ4 ≤ ρ2 (cos2 θ − sin2 θ)

⇐⇒

ρ2 ≤ cos 2θ .

Osserviamo che la relazione sopra ha senso soltanto per valori di

cos 2θ ≥ 0,

cioè

π π − ≤θ≤ . 4 4

θ

per cui

In conclusione, la rappresentazione di

E

in

coordinate polari è data da:

n E (pol) = (ρ, θ) :



o π π ≤ θ ≤ , ρ2 ≤ cos 2θ . 4 4

Volendo gracarla, otterremo una regione a forma di petalo compresa

I e IV quadrante, simmetrica (0, 0) e passante per (1, 0).

tra le bisettrici del con vertice in

2. Determiniamo l'area di

E,

rispetto all'asse delle

x,

utilizzando la rappresentazione in coordinate

94

polari:

ZZ Area(E)

Z

=



π 4

Z

Z

= Ek n = (ρ, θ) :

3. Osserviamo che l'insieme

(pol)

Ek

cos 2θ

ρ dρ =

−π 4

=

E (pol)



= =

ρ dρ dθ =

dx dy = E

1 2

0 π 4

Z

cos 2θ dθ = −π 4

π 1 [sin 2θ]−4 π = 4 4 1 . 2

si può scrivere in coordinate polari:



o π π ≤ θ ≤ , ρ2 ≤ k 2 cos 2θ , 4 4

mentre in coordinate cartesiane:

Ek = {(x, y) ∈ R2 :

x ≥ 0, (x2 + y 2 )2 ≤ k 2 (x2 − y 2 )} .

Usando la rappresentazione in coordinate polari, si calcola facilmente

E ):

l'area (procedendo come già fatto per

ZZ Area(Ek )

Z

=

dx dy = Z

=

= = 4. Calcoliamo ora il volume di

√ k cos 2θ

dθ −π 4

=

Ek

π 4

Z

ρ dρ dθ = (pol)

Ek

1 2

ρ dρ = 0

π 4

Z

k 2 cos 2θ dθ =

−π 4

π 1 2 [k sin 2θ]−4 π = 4 4 2 k . 2

G.

A tal ne osserviamo che

G

può anche

essere denito nel seguente modo:

G

= {(x, y, z) ∈ R3 : x ≥ 0, (x2 + y 2 )2 ≤ (1 − z 2 )(x2 − y 2 ), |z| ≤ 1} = {(x, y, z) ∈ R3 : |z| ≤ 1, (x, y) ∈ E√1−z2 } .

95

Quindi:

ZZ Vol(G)

=

dx dy dz = Z

G 1

=

Z

dz

dx dy = E√

−1

Z

1

= −1 Z 1

= −1

1 − z2 dz = 2

Consideriamo il cambio di coordinate suggerito:

 Φ(x, y) ≡

Area(E√1−z2 )dz =

2 . 3

=

Esercizio 77.

1−z 2

u = y − x3 v = y + x3

( Φ−1 (u, v) ≡

⇐⇒

x= y=

q

v−u 2 v+u 2 . 3

Il determinante Jacobiano è dato da:

∂(x, y) |v − u|− 23 √ . ∂(u, v) = 332 Osserviamo inoltre che tale trasformazione agisce nel seguente modo sul dominio

T: Φ−1 (T ) ≡ {(u, v) : 0 ≤ u ≤ 2, 2 + u ≤ v ≤ 6 − u}. Possiamo quindi concludere che:

ZZ

3

x2 (y − x3 )ey+x dx dy

=

T

= = =

Esercizio 78. z,

Detto



1 6

Z

1 6

Z

u ev du dv =

Φ−1 (T 2

)

Z

6−u

du 0

u ev dv =

2+u

Z  1 2  6−u u e − e2+u du = 6 0 e6 2e4 e2 − − . 6 3 6

il solido ottenuto dalla rotazione di

D

intorno all'asse

possiamo rappresentarlo nel seguente modo come dominio normale usando le

coordinate cilindriche:

∆ = {(ρ, θ, z) : θ ∈ (0, 2π), (ρ, z) ∈ D}. 96

Quindi:

ZZZ Vol(∆)

=



Z dx dy dz =

ZZ dθ



ZZ ρ dρ dz = 2π

0

D

Ricordando ora che le coordinate del baricentro di

1 dx dz D

RR

RR

x dx dz, D

RR

z dx dz D



x dx dz =

D

D

sono date da

(xb , zb ) =

si ha:

RR ZZ x dx dz = 2π RRD dx dz = 2πxb mis(D). dx dz D D Applicando ora il teorema appena dimostrato ai solidi di rotazione sotto riportati (con un'opportuna scelta di

D)

si ottengono le seguenti espressioni dei volumi:

4 3 1. 3 πr ; 2.

2π 2 ar2 ;

3.

πr2 h;

4.

1 2 3 πr h;

5.

πh 2 3 (R

+ rR + r2 ).

Esercizio 79.

Osservare che in coordinate sferiche il dominio è dato da:

Φ−1 (D) ≡ {(ρ, θ, ϕ) : 0 ≤ ρ ≤ 1, 0 ≤ θ ≤ 2π, ρ cos ϕ ≥ ρ sin ϕ} = = {(ρ, θ, ϕ) : 0 ≤ ρ ≤ 1, 0 ≤ θ ≤ 2π, 0 ≤ ϕ ≤

π }. 4

Calcolando l'integrale in coordinate sferiche (osservando che il modulo del determinante Jacobiano è

Esercizio 80.

ρ2 sin ϕ)

si ottiene che è uguale a

A ≡ {(x, y) : x2 + y 2 − 2y ≤ 0} (che non x, y di centro C = (0, 1, 0) e raggio 1) si ha: ZZ p x |yz| dx dy dz =

D

θ ≤ π}),

A

Z

A

= Scrivendo



2).

1 2 (x + y 2 )} 4

Quindi ponendo

ZZZ



Osserviamo che il dominio di integrazione, si può scrivere:

D ≡ {(x, y, z) : x2 + y 2 − 2y ≤ 0, 0 ≤ z ≤

nel piano

π 3 (2

2 1 3 4 32

ZZ

p √ x |y| z

! dx dy =

0

p 3 x |y|(x2 + y 2 ) 2 dx dy.

A

T −1 (A) = {(ρ, θ) : 0 ≤ ρ ≤ 2 sin θ, 0 ≤ ottenuto si ottiene che il risultato è uguale a 0.

in coordinate polari (cioè

e calcolando l'integrale

2 2 1 4 (x +y )

è altri che un cerchio

97

Esercizio 81.

Dk = {(x, y) : 0 < x < k, x < y < k}. Dk per ogni k e che: √ Z Z π −xy −xy xe dx dy = lim . xe dx dy = k→∞ 2 D Dk

Basta considerare

Segue

facilmente che

f

Esercizio 82.

Per cominciare ricaviamo alcune informazioni relative all'insieme

Fp .

è integrabile su

z0 ∈ (0, 1) e studiamo z = z0 :  z = z0 x2 + y 2 = z02p

Consideriamo un valore

intersecando

Fp

con il piano

si ottiene una circonferenza di centro

Cz0 = (0, 0, z0 )

la sezione che si ottiene

e raggio

inoltre che i raggio di queste sezioni crescono al crescere di

zp.

Quindi si tratta di una gura

nell'origine) e base sul piano

5

z=1

simile

Per

0 < p < 1 la funzione z p

ha la

1).

Al variare di

prolo

paraboloide recipiente concavo. •

Per



Per i

p=1

p

varia

di tale cono:

concavità rivolta verso l'asse delle z

quanto i raggi crescono abbastanza lentamente), quindi simile ad un

Osserviamo

secondo la legge

ad un cono capovolto (con vertice

(il raggio di base è

la velocità con cui crescono questi raggi e quindi varierà il



z0 ,

z0p .

(che corrisponde al caso

Fp

(in

ha una forma

1 2 ), cioè a mo' di

p =

abbiamo esattamente un cono circolare retto.

p > 1 la funzione z p ha la concavità rivolta verso il piano xy (in quanto raggi crescono più velocemente), quindi Fp ha una forma simile ad un

imbuto.

Passiamo ora allo studio dell'integrabilità della funzione (al variare di

p > 0). α

Fp ).

Consideriamo quindi una famiglia

Fp

Fp

α≥0

(la

I problemi sorgono quando consideriamo

(in tal caso la funzione non è più limitata su

un polo nell'origine). tutto

su tali domini

Chiaramente non c'è alcun probleme quando

funzione è continua e limitata su valori negativi di



(cioè ogni compatto in

crescente

Fp

di compatti

Fp :

ha infatti

che

invadono

{Kn }n ,

è denitivamente contenuto negli elementi

di tale famiglia); poiché la funzione in esame è una funzione positiva (su basterà considerare

ZZZ

Deniamo per

ci

z α dx dy dz .

lim

n→∞

Fp )

Kn

n > 1:

Kn ≡ {(x, y, z) ∈ R3 :

1 < z < 1 , x2 + y 2 ≤ z 2p } ; n

5 Questa descrizione abbastanza colorita è dovuta al fatto di non poter/voler aggiungere delle gure!

98

ovviamente si tratta di una famiglia crescente di compatti (Kn

n > 1)

per

Inoltre la funzione è continua

e limitata (e quindi integrabile) su tali domini.

Calcoliamo il valore di tale

e invadono (al variare di

tutto

n > 1:

integrale per

ZZZ

n)

⊂ Kn+1

Fp .

ogni

z α dx dy dz

Z

1

ZZ

z α dx dy =

dz

= 1 n

Kn

Z

x2 +y 2 ≤z 2p

1

z α Area (Bz2p (0)) dz =

= 1 n

Z

1

z α πz 2p dz =

= 1 n

1

Z

z α+2p dz =

= π 1 n

 1 se α + 2p = −1  π [log z] n1 i1 h = z α+2p+1  π α+2p+1 1 se α + 2p 6= −1 n  π log n  se α + 2p = −1  = π 1 1 − se α + 2p 6= −1 . α+2p+1 α+2p+1 n Vediamo cosa succede passando al limite per

ZZZ

z α dx dy dz

n→∞

−→

Kn

n → +∞:

  +∞ +∞  π

se α + 2p = −1 se α + 2p < −1 se α + 2p > −1 .

α+2p+1

Concludendo, la funzione tal caso l'integrale vale



è integrabile su

Fp

se e solo se

2.3 Integrazione su varietà di renziali Esercizio 83.

a > −1 − 2p

e in

π α+2p+1 .

Osserviamo che la curva

Γ

Rn

e forme die-

ha la seguente parametrizzazione:

  x(t) = t y(t) = t2 Φ(t) =  z(t) = t3

t ∈ I = (1, 2).

˙ Γ = Φ(I) con Φ ∈ C 1 (I) e iniettiva, ed inoltre Φ(t) = (1, 2t, 3t2 ) 6= (0, 0, 0), ∀ t ∈ I . Questo dimostra che Γ è un elemento regolare di varietà 1-

Quindi

dimensionale, cioè un elemento di curva regolare. Calcoliamo il seguente integrale superciale:

Z

Z f dσ1 =

Γ

1

2



p log t3 1 + 4t2 + 9t4 dt = 3(log 4 − 1). 1 + 4t2 + 9t4 99

Esercizio 84.

Osserviamo che S = Φ(A), dove A = (a, b) × (0, α) e Φ(t, θ) = (u(t) cos θ, u(t) sin θ, v(t)) ∈ C 1 (A) è una funzione iniettiva (queste proprietà si dimostrano facilmente, ricordando che Γ è una curva regolare in (0, ∞) × R, e quindi la sua parametrizzazione γ(t) = (u(t), v(t)) soddisfa queste proprietà di

regolarità e iniettività). Calcoliamo l'area di tale supercie:

Z ∂Φ ∂Φ dt dθ = ∧ A(S) = dσ2 = ∂θ S A ∂t p ∂Φ ∂Φ u(t) ˙ 2 + v(t) ˙ 2 (notare che ∂t ∧ ∂θ = u(t) Z

osserviamo che

per hp

u(t) > 0),

quindi

b

Z =α

u(t)

p u(t) ˙ 2 + v(t) ˙ 2 dt.

a Osserviamo che quest'ultimo integrale si può anche riscrivere come integale curvilineo:

Z A(S) = α

x dσ1 . Γ

Se moltiplichiamo e dividiamo per la lunghezza di

A(S) = α l(γ) avendo indicato con

xb

1 l(γ)

Γ, l(γ),

otteniamo

Z x dσ1 = α l(γ) xb Γ

l'ascissa del baricentro della curva

Γ.

Quindi riassumen-

do, possiamo interpretare questo risultato nel seguente modo:

L'area della supercie ottenuta ruotando di un angolo α una certa curva Γ con le proprietà suddette, non è altro che la lunghezza di Γ per la lunghezza dell'arco di circonferenza, percorso dal suo baricentro durante tale rotazione.6

Esercizio 85. 

Una parametrizzazione per la curva

x(θ) = ρ(θ) cos θ = a (1 + cos θ) cos θ y(θ) = ρ(θ) sin θ = a (1 + cos θ) sin θ

Per trovare la lunghezza di

γ,

γ

è data da:

θ ∈ (0, 2π) .

dobbiamo calcolare il seguente integrale:

Z lungh (γ) =

Z



q

ds := γ

x0 2 + y 0 2 dθ .

0

Osserviamo che

 6 Cfr:

x0 (θ) = ρ0 (θ) cos θ − ρ(θ) sin θy 0 (θ) = ρ0 (θ) sin θ + ρ(θ) cos θ , Tutorato III, esercizio 3 - teorema di Guldino -

100

quindi

q

x0 2 + y 0 2

= = = = = =

p

(ρ0 (θ) cos θ − ρ(θ) sin θ)2 + (ρ0 (θ) sin θ + ρ(θ) cos θ)2 = p ρ0 (θ)2 + ρ(θ)2 = q a2 sin2 θ + a2 (1 + cos2 θ + 2 cos θ) = √ a 2 + 2 cos θ = r 1 + cos θ 2a = 2 θ 2a cos . 2

In conclusione:

Z lungh (γ)



Z

=

ds := γ

Z

q x0 2 + y 0 2 dθ =

0 2π

= 0

Z

θ 2a cos dθ = 2 π

θ dθ = 2 0 π θ = 8a − sin = 2 0 = 8a . =

Esercizio 86. ∂T3 .

4a

cos

Cominciamo col trovare una parametrizzazione per tale supercie

x, y le coordinate x = ρ cos θ, y = ρ sin θ. Considerando un generico asse ρ (ρ misura la distanza dall'asse z ), la circonferenza nel piano ρ, z si rappresenta in coordinate Data la simmetria del problema, introduciamo nel piano

polari

polari nella forma

ρ = R + r cos ϕ ,

z = r sin ϕ

ϕ ∈ (0, 2π) .

Ne segue che una rappresentazione parametrica della supercie del toro è data da:

  x = (R + r cos ϕ ) cos th y = (R + r cos ϕ ) sin th X(θ, ϕ ) ≡  z = r sin ϕ Si verica immediatamente che la funzione

X

θ, ϕ ∈ (0, 2π) .

è di classe

C1

(in realtà è molto

più regolare!) ed iniettiva (segue dal signicato geometrico degli angoli

θ

e

ϕ ).

Osserviamo inoltre che in questo modo non abbiamo parametrizzato tutta la supercie del toro, ma abbiamo escluso due circonferenze (quella corrispondente

101

a

θ = 0

e quella relativa a

ϕ = 0);

questo non incia il risultato, in quanto

misura

stiamo escludendo degli insiemi aventi

nulla, che non contribuiscono

quindi signicativamente al calcolo dell'area. Per trovare tale area, dobbiamo calcolare il seguente integrale:

Area (∂T3 ) =

ZZ



Z dσ :=

Z

dprT3

0



kXθ ∧ Xϕ k dϕ .

dθ 0

Osserviamo che

= (−(R + r cos ϕ ) sin θ, −(R + r cos ϕ ) cos θ, 0) = (−r sin ϕ cos θ, −r sin ϕ sin θ, −r cos ϕ )

Xθ X ϕ

e di conseguenza



X θ ∧ X ϕ

ˆı =  −(R + r cos ϕ ) sin θ −r sin ϕ cos θ

ˆ −(R + r cos ϕ ) cos θ −r sin ϕ sin θ

 kˆ = 0 −r cos ϕ

= r (R + r cos ϕ ) · (− cos θ cos ϕ , − sin θ cos ϕ , sin ϕ ) . Quindi otteniamo che:

kXθ ∧ Xϕ k = r (R + r cos ϕ ) . Concludendo:



Z

Area (∂T3 )

=

Z

0

kXθ ∧ Xϕ k dϕ = 0



Z =

Z



dθ 0

=





r (R + r cos ϕ ) dϕ = 0

4π 2 rR .

Osserviamo che si poteva anche procedere utilizzando il teorema di Guldino, giungendo allo stesso risultato.

Esercizio 87.

Vogliamo vericare il teorema della divergenza in

R2 ,

cioè mo-

strare la seguente uguaglianza:

Z

Z divf

A dove con

ν

f · ν dσ1 ,

dx dy = ∂A

intendiamo il versore normale esterno al bordo

∂ A . Cominciamo col

calcolare l'integrale al primo membro di tale uguaglianza (passando il coordinate

102

polari, con origine nel punto

Z divf

dx dy

A

(2, 0)): Z = [∂x (1 + xy) + ∂y (x)] dx dy = A Z = y dx dy = A π

Z

1

Z

ρ2 sin θ dρ =



= 0

1 3 2 . 3

= =

0 π

Z

sin θdθ = 0

Per quanto riguarda il secondo integrale, osserviamo che

∂A

è una varietà (una

curva) costituita da due tratti regolari, che possiamo parametrizzare nel seguente modo:

∂A1 = {(t, 0) 1 < t < 3} e

∂A2 = {(2 + cos θ, sin θ) 0 < θ < π} ;

osserviamo che tale parametrizzazione orienta il bordo

∂A1

serviamo che i versori normali esterni a

ν1

vamente con

e

ν2 )

e

∂A2

∂A

positivamente. Os-

(che indicheremeo rispetti-

sono dati da:

ν1 = (0, −1)

e

ν2 = (cos θ, sin θ) .

Quindi:

Z

Z

Z

f · ν dσ1 =

f · ν1 dσ1 +

∂A 3

Z =

Z

f · ν2 dσ1 = ∂A2

(1 + (2 + cos θ) sin θ, 2 + cos θ) · (cos θ, sin θ) dθ =

(−t) dt + 1

=

∂A1 π

0

2 . 3

E questo dimostra l'uguaglianza iniziale.

Esercizio 88.

Indichiamo con

attraverso la supercie

∂Ω,

Φ+ ∂Ω (F )

Φ+ ∂Ω (F ) = dove con

ν

il usso esterno del campo vettoriale

F

dove per denizione di usso si ha che:

Z F · ν dσ2 , ∂Ω

∂Ω. = 3), ed

indichiamo il versore normale esterno alla supercie

applicando il teorema della divergenza (osserviamo che divF che Vol(Ω)=1, otteniamo:

Φ+ ∂Ω (F ) =

Z divF

dx = 3Vol(Ω) = 3.



103

Quindi il fatto

Esercizio 89.

1.

ω

è denita su tutto

R3 ,

ed è chiusa e quindi esatta (in

quanto il dominio è semplicemente connesso). Una primitiva è data da:

f (x, y, z) = 2.

3.

x4 4

+

y3 3

+

z2 2 .

  x ω è denita su R2 \{(0, 0)} ma non è chiusa (infatti ∂y x2 +y = 2   −4xy 2y (x2 +y 2 )2 = ∂x x2 +y 2 , e quindi non può essere esatta. ω

R2 ,

è denita su tutto

−2xy (x2 +y 2 )2

6=

ed è chiusa e quindi esatta (in quanto il dominio

f (x, y) =

è semplicemente connesso). Una primitiva è data da:

x 1+y 2 .

4. Si verica facilmente che:

 ω Osserviamo che

ω

⇐⇒

è chiusa

R2 \ {(0, 0)},

è denita su

connesso, per cui chiusura

6=⇒

A=D B = −C

.

che non è semplicemente

esattezza.

Procediamo quindi nel seguente modo:

γ curva chiusa che non gira intorno all'origine, si ha che ω = 0 , in quanto ω è localmente esatta, cioè è esatta in ogni domiγ

(a) Per ogni

R

nio semplicemente connesso, contenuto nel suo insieme di denizione; (b) Se

γ

è una curva che compie un giro intorno all'origine in senso an-

tiorario, detta

C

la circonferenza di centro

0

e raggio

1

orientata

positivamente, si ha che:

Z

Z ω =

ω.

γ

C

(Quest'ultimo risultato segue facilmente applicando le formule di Gauss Green nel piano, ed il fatto che è una forma chiusa).

Da queste considerazioni, si deduce il seguente fatto:

Z ω

è esatta

⇐⇒

ω =0. C

Imponendo quest'ultima condizione si ottiene che:

 ω

è esatta

⇐⇒

In tal caso una primitiva è data da

Esercizio 90.

Si verica che:

R ϕ

ω =

1 3.

104

A=D B=C=0

fA (x, y) = A log

. p

x2 + y 2 .

Esercizio 91.

Comiciamo con l'osservare che T è un ottaedro (cioè la palla R3 , nella metrica indotta dalla k·k1 ). I vertici di tale ottaedro sono le intersezioni con gli assi coordinati: (±1, 0, 0), (0, ±1, 0), (0, 0, ±1). Osserviamo inoltre che T è simmetrico rispetto a tutti i piani coordinati. unitaria di

T parallelamente al piano xy , ottenendo (si osservi z -sezione di T è T (z) = {(x, y) : |x| + |y| ≤ 1 − |z|}, quadrato con √ 2(1 − |z|)): lungo

1. Integriamo sezionando che la lato

Z

|z|γ dx dy dz =

T

Z

1

|z|γ dz

Z

−1

Z

Z

1

|z|γ 2(1 − |z|)2 dz =

dx dy = T (z)

−1

1

=4

 z γ − 2z γ+1 + z γ+2 dz =

0 l'ultimo integrale esiste nito se e solo se

 =4

2 1 1 − + γ+1 γ+2 γ+3

 =

γ > −1,

e vale:

8 . (γ + 1)(γ + 2)(γ + 3)

2. Poichè la funzione integranda è somma di funzioni positive, l'integrale è nito se e solo se ciascuno degli addendi ha integrale nito; per la simmetria del dominio rispetto allo scambio di coordinate, si ha che

R |x|α dx dy dz e T |y|β dx dy dz esistono niti se e so8 e α > −1, β > −1 e valgono rispettivamente (α+1)(α+2)(α+3)

i due integrali lo se

R

T

8 (β+1)(β+2)(β+3) . Riassumendo: l'integrale esiste nito se e solo se

γ > −1,

α > −1, β > −1

e

ed in tal caso vale

8 8 8 + + . (α + 1)(α + 2)(α + 3) (β + 1)(β + 2)(β + 3) (γ + 1)(γ + 2)(γ + 3) 3. La divergenza di

F

è costante e vale divF

volume di

T

= 3;

per il teorema della diver-

R

3 dx dy dz = 3mis3 (T ) = 4 (dove il T 4 è e si ottiene ad esempio dal calcolo fatto in 1) ponendo 3

genza il usso richiesto vale allora

γ = 0). 4. Osserviamo che la nostra porzione di supercie, che indicheremo con

Σ,

può essere parametrizzata nel seguente modo:

Σ = {(x, y, 1−x−y), (x, y) ∈ D} Inoltre il versore normale a

Σ

dove

D ≡ {(x, y) : x, y ≥ 0 x+y ≤ 1}.

in ogni punto è dato da

ν =

√1 (1, 1, 1). 3

Quindi il nostro usso è dato da:

Z F × ν dσ = Σ

√ 3 1 (1, 1, 1) × √ (1, 1, 1) 3 dx dy = 3 Area(D) = . 2 3 D

Z

105

Esercizio 92.

Calcoliamo separatamente i due integrali.

1. Cominciamo calcolando l'integrale sul bordo. Osserviamo che

∂S2 ,

∂S = ∂S1 ∪

con

∂S1 = {(cos t, sin t, 0), 0 ≤ t < 2π} ∂S2 = {(cos t, sin t, 1), 0 ≤ t < 2π} . Osserviamo che per orientare il cerchio

∂S1

∂S

in maniera positiva, dobbiamo orientare

(quello alla base inferiore del cilindro) in maniera antioraria

(cioè positiva), ed il cerchio

∂S2

(quello alla base superiore) in maniera

oraria (cioè negativa). Quindi:

Z

Z ω

Z

=

ω +

+∂S

ω = −∂S2

+∂S1

Z

Z ω −

=

+∂S1 Z 2π 

= 0

ω = +∂S2

cos2 t + sin2 t cos2 t + sin2 t − 1 2

 dt =

= π. 2. Calcoliamo ora l'integrale superciale. Prendiamo come campo vettoriale:

 F (x, y, z) = (F1 , F2 , F3 ) = F3 = 0

Usando il fatto che

rot F Parametrizziamo

S

 −y x , ,0 . x2 + y 2 + z 2 x2 + y 2 + z 2

otteniamo che:

= (−∂z F2 , ∂z F1 , ∂x F2 − ∂y F1 ).

nel seguente modo:

S = {Φ(t, z) = (cos t, sin t, z) : t ∈ [0, 2π), z ∈ [0, 1]} ; quindi il versore normale esterno è dato da

k∂t Φ ∧ ∂z Φk = 1.

ν = (cos t, sin t, 0),

mentre

Applicando il teorema di Stokes otteniamo:

Z

Z ω

=

rot F × ν S Z 2π Z 1

=

dt

∂S

0

=

0

dσ =

2z = (1 + z 2 )2

π.

Esercizio 93.

Cominciamo col capire com'è fatto C . Possiamo descriverlo come C = A ∪ B , dove A ≡ D × [1, 4] è il cilindro circolare retto con basi sui piani z = 1, z = 4 (D è il disco unitario chiuso in R2 ) e B è il segmento di paraboloide 3 rotondo {(x, y, z) ∈ R : (x, y) ∈ D, x2 + y 2 ≤ z ≤ 1}.

106

xy ; per z ∈ [0, 1] la z -sezione di C 2 2 2 C(z) ≡ {(x, y) ∈ R : x + y ≤ z} di centro l'origine e raggio √ z , e quindi di area πz . Per z ∈ [1, 4], invece, C(z) è costantemente il 2 disco unitario D di R , e quindi la sua area è π .

1. Integriamo per fette parallele al piano è il disco

Quindi:

Z Vol(C)

4

=

Area(C(z)) dz

0 2. Essendo divF

= 1,

il usso uscente da

uguale al volume di

7 π; 2

per il teorema della divergenza è

C;

xy , il usso di esso attraverso la z = 4 è nulla; per la stessa ragione è nullo il usso di F attraverso il disco D × 1, base inferiore del cilidro A che costituisce C . Il teorema della divergenza applicato ad A ci dice che il usso del campo uscente da A è pari a 3π ; tenendo conto delle osservazioni

3. Essendo il campo

F

C

=

parallelo al piano

porzione di frontiera di

C

sul piano

appena fatte, si ha che tale usso, coincide proprio con il usso uscente dalla supercie laterale del cilindro, che è quello che ci interessa. Per concludere dobbiamo calcolare il usso attraverso la porzione di frontiera sul paraboloide; per fare ciò possiamo procedere in vari modi: o come sopra, o usando la denizione oppure facendo la dierenza tra il usso totale, trovato nel punto precedente, e la somma dei ussi nora trovati; in tutti i casi viene 4. L'area di

π 2.

∂C ∩{z = 4} è ovviamente π ; l'area di ∂C ∩{x2 +y 2 = 1} è ovvia-

6π , essendo l'area laterale di un cilindro circolare retto di raggio di 1 e altezza 3. Resta da calcolare l'area di ∂C ∩ {z = x2 + y 2 }; questa è 2 2 una supercie cartesiana con parametrizzazione (x, y) → (x, y, x +y ), al p 2 1 + |∇f (x, y)| dxdy , pertanto variare di (x, y) ∈ D ; l'elemento d'area è mente base

l'area voluta è (useremo le coordinate polari):

Z p 1 + |∇f (x, y)|2 dxdy D

L'area della frontiera vale

Esercizio 94.

1. Sia

Z p 1 + 4x2 + 4y 2 dxdy = D Z p π √ = r 1 + 4r2 drdθ = (5 5 − 1) . 6 [0,1]×[0,2π] √ π quindi: 7π + (5 5 − 1) . 6 =

∂E = A ∪ B ,

dove:

A = ∂E ∩ {x2 + y 2 + z 2 = 1} p B = ∂E ∩ {z = x2 + y 2 } . Troviamo una parametrizzazione per queste due superci regolari:

A = {(cos θ sin ϕ , sin θ sin ϕ , cos ϕ ) : θ ∈ (0, 2π), ϕ ∈ (0, B

1 = {(z cos θ, z sin θ, z) : θ ∈ (0, 2π), z ∈ (0, √ ) } . 2 107

π )} 4

Quindi abbiamo:

Z |A|2

1 sin ϕ dϕ = 2π(1 − √ ) 2 0 Z 2π √ π dz 2 z dθ = √ , 2 0



A

0

Z

=

π 4

Z

dσ = Z

|B|2



Z

=

dσ = B

1 √ 2

0

da cui segue che:

1 |∂E|2 = |A|2 + |B|2 = π(2 − √ ) . 2 2. Osserviamo innanzitutto che il campo vettoriale e quindi sarà tangente a sarà

0.

B

F

è diretto radialmente

in ogni punto, e quindi il usso attraverso

Calcoliamo invece il usso uscente attraverso

in ogni punto di

A

Φ+ A (F )

A

il campo coincide con il versore normale esterno):

Z

Z F × νe dσ =

=

(x, y, z) × (x, y, z) dσ =

ZA

A

1 1 dσ = |A|2 = 2π(1 − √ ) . 2 A

=

3. Per quanto visto nel punto precedente, abbiamo che il usso totale di uscente da

∂E

B

(osserviamo che

F,

è:

1 + + Φ+ ∂E (F ) = ΦA (F ) + ΦB (F ) = 2π(1 − √ ) . 2 Applicando il Teorema delle divergenza si ottiene il risultato richiesto:

1 2π(1 − √ ) 2

=

Φ+ ∂E (F ) Z

=

Z

F × νe dσ = Z divF dxdydz = 3 dxdydz = 3Vol(E) ; =

∂E

E da ciò ricaviamo che Vol(E)

Esercizio 95. E.

I punti in

E 2π 3 (1

=



√1 ) . 2

Innanzitutto cerchiamo di capire com'è fatto il nostro dominio

E

devono soddisfare due condizioni:

• x2 + y 2 + z 2 ≤ 1: cioè devono stare internamente alla sfera di centro l'origine e raggio 1; p • 0 ≤ z ≤ x2 + y 2 : si deve quindi avere z ≥ 0 (e quindi stiamo consi-

emisfero

derando solamente i punti nell'

superiore), ed inoltre anché sia

soddisfatta p la seconda condizione tali punti dovranno essere esterni al cono

z=

x2 + y 2

(è un cono circolare retto, con vertice nell'origine e asse

coincidente con l'asse

z ). 108

(ρ, ϕ , θ). Ricordiamo che P = (x, y, z) è un punto diverso

Rappresentiamo tale dominio in coordinate sferiche le coordinate sferiche sono così denite:

se

dall'origine, avremo:

  x = ρ sin ϕ cos θ y = ρ sin ϕ sin θ  z = ρ cos ϕ , dove abbiamo indicato con

ρ

la distanza di

ϕ

P

dall'origine (cioè il modulo del vettore

l'angolo che l'asse individuato dal vettore quindi

ϕ

assumerà valori compresi tra

senso rappresenta una sorta di

θ

l'angolo che la proiezione del vettore

x;

delle

θ

quindi

0

latitudine

e

−−→ OP forma con l'asse delle z ; π (osserviamo che in un certo

geograca);

−−→ OP

sul piano

assumerà valori compresi tra

rappresenta proprio la

longitudine

−−→ OP );

0

e

xy , 2π

forma con l'asse (osserviamo che

geograca).

Traduciamo le condizioni che identicano il nostro dominio, nelle nuove coordinate:

x2 + y 2 + z 2 ≤ 1 ⇐⇒ z ≥ 0 ⇐⇒ z≤

p x2 + y 2

⇐⇒ ⇐⇒

0 1

(non è soddisfatta la condizione

necessaria di Cauchy). 3. La serie converge totalmente (e quindi uniformemente e puntualmente) per

|z| ≤ 1.

La serie non converge per

|z| > 1

(non è soddisfatta la condizione

necessaria di Cauchy).

Esercizio 106.

Dalla denizione di Raggio di convergenza, si verica quasi

immediatamente che:



La prima serie ha raggio di convergenza

R2

(dove se

R = ∞,

si ha che

2

R = ∞); √



La seconda serie ha raggio di convergenza



La terza serie (mettendo insieme i due risultati precedenti), ha raggio di convergenza

R.

Esercizio 107. 2.

R |z|=R

R;

1.

R σ(0,1+i)

x dz = iπR2

1+i 2 .

x dz =

.

3. Osserviamo che:

Z |z|=2

dz 1 = 2 z −1 2

Z |z|=2

dz + z−1

Z |z|=2

dz z+1

! ;

applicando la formula di Cauchy su dischi, segue immediatamente che tale integrale è nullo. 4.



Se

n ≤ 0,

tale integrale è uguale a zero, come segue immediatamente

dal teorema di Cauchy su dischi;



Se n > 0: applichiamo la formula di Cauchy su dishi; (n − 1) volte entrambi i membri, otteniamo: Z (n − 1)! f (ζ f (n−1) (z) = dζ , 2πi (ζ − z)n |z|=1 che applicato al nostro integrale ci fornisce:

Z |z|=1

ez 2πi dz = . n z (n − 1)!

5. Si procede esattamente come in (3) e segue che

130

R

dz |z|=2 z 2 +1

= 0.

derivando

6. Si Procede analogamente a (3) e (5), usando un trucco analogo a quello suggerito nell'integrale (2); otteniamo che:

1 1 = 2 |z − a|2 ρ − |a|2



a ρ2 + 2 z − a ρ − az



e facendo i conti troviamo:



Se

|a| < ρ

il risultato è :

2πia |ρ2 −|a|2 | ;



Se

|a| > ρ

il risultato è :

2πiρ2 a|ρ2 −|a|2 | .

7. Procedendo esattamente come in (4), otteniamo:

• •

Se Se

n ≤ 0, n>0

allora e

n

R

sin z dz |z|=1 z n

R

pari, allora

= 0;

sin z dz |z|=1 z n



Se

n>0

e

n≡1

(mod.4), allora

R



Se

n>0

e

n≡3

(mod.4), allora

R

8. Distinguiamo vari casi:



Se

n≥0

e

m ≥ 0,

= 0;

sin z dz |z|=1 z n

=

2πi (n−1)! ;

sin z dz |z|=1 z n

2πi = − (n−1)! .

1

R

allora

|z|=2

z n (1 − z)m dz = 0;

 n ; |m| − 1   R m n m n+1 ; • Se n < 0 e m ≥ 0, allora |z|=2 z (1−z) dz = 2πi(−1) |n| − 1 •

Se

n ≥ 0 e m < 0, allora



Se

n 0; per le ipotesi fatte, Bδ (z) ⊂ BR (0), che è interno al dominio di analiticità della

1. Sia

Come già notato nell'esercizio precedente, dalla formula di Cauchy su

dischi, segue la seguente rappresentazione delle derivate della

f n (γ) =

n! 2πi

Z ∂Bδ (z)

f:

f (ζ) (ζ − z)n+1

1 E' molto probabile che ci sia qualche errore! Se ne trovate 2 Suggerimento: Non fare l'integrale sulla circonferenza! usa

qualcuno fatemelo sapere... due cammini, ottenuti unendo alla circonferenza il segmento x = 12 ; questi avranno in comune tale segmento (percorso in versi opposti) e ciascuno conterrà nella propria regione interna una sola singolarità! in questo modo, a ciascuno dei due integrali ottenuti, si può applicare la Formula di Cauchy 131

|γ − z| < δ .

per ogni

(n)

|f

Quindi:

Z n!M 1 n+1 2π ∂Bδ (z) δ n!M |∂Bδ (z)| = n!M δ −n = n!M (R − ρ)−n 2δ n+1 π



(z)|

= e quindi

sup |f (n) (z)| ≤ n!M (R − ρ)−n . Bρ (0) 2. Se per assurdo ciò fosse vero, allora prendendo un colo in modo che della

f ),

Bδ (z) ⊂ Ω

(dove con



δ

sucientemente pic-

intendo il dominio di analiticità

e applicando le stime di Cauchy precedenti, otterrei:

n!nn ≤ |f (n) (z)| sup |f (ζ)|n!δ −n , Bδ (z) da cui:

n→+∞

sup |f (ζ)| ≥ nn δ n −→ +∞ Bδ (z) che è assurdo, in quanto

|f |

è continua su

Bδ (z)

(compatto!) e quindi per

il teorema di Weierstrass è ivi limitata!

Esercizio 109.

Supponiamo per assurdo che esista

costante), tale che Rez

≥0

per ogni

z ∈ C;

f

funzione intera (non

consideriamo la funzione:

g(z) = e−f (z) . E' ovvio che

g

sia analitica in tutto

C

(cioè è intera); inoltre

|g(z)| = e−Ref (z) ≤

1 per le hp fatte! Quindi ho trovato una funzione intera non costante (in quanto f non lo era) che è limitata in modulo... questo contraddice il teorema di Liouville!

Esercizio 110.



Considerare ad esempio la funzione

1 f (z) = sin 1−z .

(Ve-

ricate!).



Sia

f

g come nelle hp |z| ≤ 1, ma in tale

come sopra e supponiamo che esista una funzione

dell'esercizio; tale funzione è chiaramente analitica in

insieme ha inniti zeri, che si accumulano in almeno un punto del dominio (ho una successione in un compatto... quindi possiede almeno un punto di accumulazione!). Dalle proprietà degli zeri di una funzione olomorfa, segue che

g ≡ 0

su

{|z| ≤ 1}...

ma su tale insieme

Assurdo!

132

g

coincide con

f ...

Esercizio 111.

f , segue che è suciente R = {aω1 + bω2 : 0 ≤ a, b ≤ 1}; infatti per ogni z ∈ C , me lo posso scrivere come z = r + nω1 + mω2 , dove r ∈ R (vericatelo!). Usando la doppia periodicità della f , posso concludere che f (z) = f (r), da cui: sup |f (z)| = sup |f (r)| < ∞ Dalla doppia periodicità della funzione

conoscere i valori della funzione nel dominio

C in quanto

R

R è un compatto e |f | è continua (in quanto f

è olomorfa), quindi dal

teorema di Weierstrass segue la conclusione di sopra. Quindi ho che

f

è una funzione intera e limitata in modulo: dal teorema di

Liouville segue che

Esercizio 112.

f

è costante!

Consideriamo la funzione:

(

f (z) zm f (m) (0) m!

g(z) = Si dimostra che

g

se

z 6= 0

se

z=0

{|z| < 1} (Cfr. D.Sarason Note 0 < r < 1 la funzione g è limitata

è una funzione olomorfa su

on Complex function theory , VII.13). Per

1 r m nel disco |z| ≤ r (segue dal principio del massimo modulo). − Mandando al limite per r → 1 , otteniamo che |g| < 1 per |z| < 1, e quindi in modulo da (dalla def di

g ): |f (z)| < |z|m

che è la tesi. (Oss.: Per dimostrare che tale disuguaglianza è stretta, applicare il principio del massimo alla funzione

Esercizio 113. {|z − 1| < 1};

g

sopra denita... )

Dalle ipotesi dell'esercizio, sappiamo che

f

mappa

Ω in B1 (1) =

in tale insiema posso denire un ramo analitico del logaritmo,

che indicheremo

log∗ z

(questo è vero in quanto tale dominio non contiene alcun

cammino che gira intorno all'origine... provare a determinare esplicitamente tale ramo analitico!) Quindi:

Z γ

f0 = f

Z γ

d (log∗ z) dz = 0 dz

come segue immediatamente...

Esercizio 114.

1. E' noto che una TLF viene individuata completamente

dal valore che assume su tre punti distinti del piano complesso. Sia:

ζ(z) = 133

az + b cz + d

la nostra TLF che manda l'asse reale in se stesso; consideriamo ora la sua inversa, che sarà data da:

ζ −1 (w) =

dw − b a − cw

e continuerà a mandare l'asse reale nell'asse reale! Calcoliamo ora le due TLF in zero:

z(0) =

b ∈R d

ζ −1 (0) =

e

−b ∈R. a

Distinguiamo ora due casi (è sempre possibile ricondursi ad uno di questi due casi, moltiplicando numeratore e denominatori, per un opportuno coeciente): (a) Se

b, d ∈ R

allora anche

segue che anche (b) Se

b, d ∈ iR

a ∈ R;

quindi calcolando

ζ(1) =

c ∈ R;

e di conseguenza

e denominatore di

ζ

per

i

a ∈ iR.

a+b c+d

∈R

Moltiplicando numeratore

(tanto la TLF rimane la stessa:

è de-

nita come classe d'equivalenza) mi riconduco al caso precedente, e quindi posso concludere che anche in questo caso esiste una sua rappresentazione con coecieni reali. 2. Ricordiamo che due TLF che coincidono su tre punti coincidono dappertutto.

Premesso ciò, supponiamo che la coniugazione sia una TLF ed

osserviamo che coincide con l'identità su tutto l'asse reale; poichè l'identità è una TLF allora avrei trovato due TLF che coincidono su tre punti (in realtà su molti di più) ma che sono diverse!!! (ASSURDO!)

Esercizio 115.

In tutti questi esercizi, il trucco consisterà nel trovare l'imma-

gine di due o tre punti (infatti le TLF richieste non sono uniche in molti casi) e costruirsi la TLF associata; riassumiamo brevemente le proprietà delle TLF che useremo:



Una TLF è univocamente determinata da tre punti. ( Due punti non me la determinano univocamente ma a meno di omotetie e rotazioni)



Una TLF manda la classe (cerchi, rette) nella classe (cerchi, rette) .. ossia può mandare cerchi in cerchi, rette in cerchi, rette in rette oppure cerchi in rette; in particolare:



un cerchio andrà in una retta, solo se un suo punto viene mandato all'innito;



una retta viene mandato in un cerchio se ogni suo punto viene mandato in un punto nito e il limite delle TLF all'innito è nito;

134



una TLF rispetta le simmetrie: punti simmetrici rispetto una retta ( o un cerchio) vengono mandati in punti simmetrici rispetto l'immagine della retta ( o del cerchio)... che sarà ancora una retta o un cerchio; in particolare, per simmetrico di un punto

a,

intendiamo un punto

z∗

z rispetto ad un cerchio di raggio R e centro (z ∗ − a)(z − a) = R2 .

che soddisfa la relazione

Osserviamo quindi che il simmetrico del centro è il punto all'innito;



una TLF conserva gli angoli (è una mappa conforme) e l'orientamento (cioè se prima percorrendo la curva avevo il dominio da un lato (destra o sinistra), l'immagine della curva sarà orientata in modo da avere l'immagine del dominio dallo stesso lato!).

Troviamo ora le trasformazioni richieste: 1. Basta imporre che:

z0 → 0

z0 → ∞ ;

questa non me la determina univocamente: mi manda la retta reale in una circonferenza di centro 0 ma raggio a priori qualsiasi; quindi bisogna imporre che un qualsiasi punto dell'asse rele vada in un punto di modulo 1: ad esempio che il punto all'innito vada in trasformazione sia

1;

1

(cioè che il limite della

quindi otteniamo:

ζ(z) =

z − z0 . z − z0

2. Mandiamo:

−2 → 0

0→i

e per concludere impongo che il punto all'innito (è il simmetrico di 0 rispetto al primo cerchio), vada nel simmetrico di

i

rispetto al secon-

do cerchio, che è dato da (basta applicare la formuletta sopra) otteniamo:

ζ(z) = 3. Per brevità chiamiamo

C1

−1+i 2 ;

i+i z+2 · . 2 2z + (1 − i)

il cerchio più piccolo e

C2

quell'altro.

Supponiamo che i due cerchi concentrici nali abbiano centro nell'origine. Sia

p

il punto la cui immagine è

trico rispetto a

C1

(e

C2 )

0

(ossia il centro) Quindi il suo simme-

deve andare in



(poichè c'è un solo punto

che va all'innito, questi due punti dovranno necessariamente coincidere); imponiamo quindi le seguenti condizioni per trovare



che ci fornisce (una volta

2+



1 (p∗ − 14 )(p − 14 ) = 16 ∗ p p=1 √ risolto) p = 2 + 3; quindi

3→0

1 √ →∞ 2+ 3 135

p:

dobbiamo imporre:

1→1

dove l'ultima condizione è stata scelta arbitrariamente (se ne possono fare altre che vanno ancora benissimo!); otteniamo quindi:

√ (2 + 3) − z √ ζ(z) = . (2 + 3)z − 1 4. Mandiamo:

1→∞

0→0

ed otteniamo:

ζ(z) =

−1→1

2z . z−1

Questa TLF mappa il mio dominio nella striscia

{0 < Rez < 1}.

Quindi

per mandarla nel semipiano superiore, basterà comporla con la funzion

eiπw ,

da cui otteniamo che la trasformazione cercata è: 2πiz

f (z) = eiπζ(z) = e z−1 .

Esercizio 116.

Osserviamo che l'asse reale viene mandato nell'asse reale (vedi

es 1.1) e quindi verrà conservata la simmetria rispetto asse reale (vedi es.2). Vediamo dove viene mandato l'asse immaginario:

0 → −1

i → −i

−i→i

quindi viene mandato nella circonferenza unitaria di centro l'origine; in particolare, poichè

1

è l'unico punto che va all'innito, segue che per

c 6= 1,

tutte

queste retta vanno in una circonferenza. Per

c=1

la retta in questione, viene mandata in se stessa; infatti: se z=1+iy

allora

R(z) =

2 2 + iy =1+ . iy iy

Quindi, poichè le TLF conservano la simmetria, avremo che le immagini delle

c = 1−ε

rette con

c = 1+ε

Rez = 1.

Quindi è suciente studiare cosa succede per

e

avranno immagini simmetriche rispetto l'asse

c < 1:

1. Sappiamo già che l'immagine è una circonferenza, dobbiamo determinarne il centro; per la simmetria rispetto asse reale, sappiamo che il centro deve stare su asse reale; 2. Ogni retta contiene in punto



che viene mandato in

1;

ciascuna retta ha un altro punto immagine su asse reale: centro è il punto intermedio a questi due, cioè

3. Il raggio di queste circonferenze è

c→∞

1 2



1−

c+1 c−1



1 2



c+1 c−1

136

 +1 .

, ed osserviamo che quando

anche questo tende a zero, mentre quando

innito (cioè tende a diventare la retta

d'altro canto c+1 c−1 ; quindi il

Rez = 1).

c→1

questo tende a

Per simmetria si ottengono le immagini delle rette per 1. se

c = 1:

2. se

c < 1:

raggio

3. se

l'immagine è la retta

Rc =

c > 1:

raggio

1 2

1−

c+1 c−1



Rc =

Esercizio 117.

1 2

c+1 c−1

1 2



1+

c+1 c−1



Pc =

1 2



1+

c+1 c−1



e

e

 −1 .

(Premessa:

ipotesi sulla regolarità di

Pc =

;

l'immagine è una circonferenza di centro



Conclusione:

Rez = 1;

l'immagine è una circonferenza di centro



c > 1.

f,

molto probabilmente c'è da aggiungere qualche altrimenti ci sono dei problemi... se ho tempo e le

trovo, correggo questa versione provvisoria della soluzione) Sia

z0

un punto tale che

Imz0 > 0; consideriamo la trasformazione che mi mappa z0 nell'origine: (vedi es.2.1)

il mio dominio nel cerchio unitario mandando

ζ(z) =

z − z0 z − z0

g = f ◦ ζ −1 : B1 (0) → C e analitica su tale dominio: problema è in z = 1, cioè nell'immagine dell'innito..

e consideriamo la funzione infatti l'unico eventuale

si dimostra che per le ipotesi fatte la funzione ha in tale punto una singolarità eliminabile. Quindi posso applicare a

g

1 g(0) = 2πi Osserviamo ora che

la formula di Cauchy su dischi:

Z S1

g(ξ) 1 dξ = ξ 2πi

g(0) = f (z0 )

Z S1

f ◦ ζ −1 (ξ) dξ . ξ

e facciamo il seguente cambio di coordinate

nell'integrale:

z = ζ −1 ξ e di conseguenza:



ξ = ζ(z)

dξ ζ 0 (z) z0 − z0 = dz = . ξ ζ(z) (z − z0 )(z − z0 )

Sostituenso sopra otteniamo:

f (z0 )

= =

Esercizio 118.

Z f (z) R

Imz0 π

Z

f

a−1

z0 − z0 dz = (z − z0 )(z − z0 )

+inf ty

−∞

Ricordiamo che per

diamo il coeciente (Chiaramente se

1 2πi

f (z) dz . |z − z0 |2

Residuo

di una funzione

f

in

z0 ,

inten-

dello sviluppo in serie di Laurent con centro in

è analitica in

z0

il suo residuo in tale punto è 0)

137

z0 .

1. Sia

f

una funzione meromorfa con polo in

trovare il coeciente

a−1

z0

di ordine

h > 0.

Vogliamo

z0 . Os(z − z0 )h f (z) è del suo sviluppo di Taylor in z0 coincide

del suo sviluppo in serie di Laurent in

serviamo che per le condizioni date, si ha che la funzione analitica in proprio con

z0 e il coeciente bh−1 a−1 che stiamo cercando;

1 D(h−1) [(z − z0 )h f(z)]|z=z0 . (h − 1)! z

Resz0 f = 2. Se

f

z0

è analitica in

e

quindi:

g

ha un polo semplice in tale punto, consideriamo

lo sviluppo in serie di Laurent del prodotto:

fg

(a0 + O(z)) · (b−1 (z − z0 )−1 + b0 + O(z)) = a0 (z − z0 )−1 + a0 b0 + a1 b−1 + O(z) . b−1

= =

Quindi ricordandoci la denizione di residuo:

Resz0 fg = a0 b−1 = f(z0 )Resz0 g .

Esercizio 119. •

Soluzione:

(a) La funzione ha poli semplici in

z = −2, −3;

infatti:

1 1 1 1 . = = − z 2 + 5z + 6 (z + 2)(z + 3) z+2 z+3 Quindi



Res−2 = 1

e

Res−3 = −1.

(b) La funzione ha due poli di ordine

Res−1 = •

1 4 e

2

in

z = −1, 1.

I relativi residui sono:

Res1 = − 14 .

(c)

π : quindi tutti e soli k ∈ Z. D'altro canto la

Questa funzione ha poli in ogni multiplo intero di i poli (semplici) sono della forma funzione è periodica di pediodo calcolare il residuo in Per il residuo in

0

e



z = kπ

con

sull'asse reale, e quindi sarà suciente

π.

0: 1 z 1 = · sin z sin z z



Res0 = 1

dove nell'ultimo passaggio ho usato l'esercizio 1. Per il residuo in

π: 1 −1 −(z − π) 1 = = · sin z sin(z − π) sin(z − π) (z − π) 138

quindi procedendo come sopra:

Resπ = −1 . Riassumendo:



k

Reskπ = (−1)

.

(d) Usando l'esercizio 1 e il punto (c), otteniamo che:

Reskπ = cos(kπ) · (−1)k = 1 . •

(e)

π e tali poli sono di π sull'asse reale, è suciente

Questa funzione ha poli in ogni multiplo intero di ordine

2.

Inoltre essendo periodica di periodo

calcolare il residuo in

1 sin2 z

=

2 = + O(z 5 ) 1 1 1 = 2 = z 2 · z2 z2 4 2 1 − 3 + O(z 4 ) z 1 − 6 + O(z )   1 z2 1 1 4 1+ + O(z ) = 2 + + O(z 2 ) . z2 3 z 3 z−

= = Quindi

Res0 = 0,

Esercizio 120.

z = 0: 1 z3 6

da cui segue (per periodicità) che

Reskπ = 0.

1. Consideriamo la sostituzione (per |z|=1):

1 1 cos θ = (eiθ + e−iθ ) = 2 2



1 z+ z

 .

Quindi:

Z 1 2π dθ = 2 0 a + cos θ 0 I dz (iz)−1 1 = = 2 |z|=1 a + 12 (z + z1 ) I 1 dz = 2 i |z|=1 z + 2az + 1 √ La funzione integranda ha poli semplici in α± = −a± a2 − 1, e calcolando Z

π

dθ a + cos θ

=

i relativi residui, otteniamo:

Resα+ =

1 = −Resα− . α+ − α−

Applichiamo il teorema dei residui, ricordandoci che l'unico polo contenuto all'interno del disco unitario è

α+ ,

quindi:

=√

π . α2 − 1

139

sin2 z assume su (0, π2 ) gli π stessi valori che assume su ( , π) ed inoltre è periodica di periodo π sul2 l'asse reale. Quindi possiamo riscrivere il nostro integrale (procediamo

2. Cominciamo con l'osservare che la funzione

esattamente come sopra):

1 4



Z 0

dx a + sin2 x

Calcoliamone i poli: sono in

1 4

I

=

I

=

1 i

|z|=1

|z|=1

dz (iz)−1 1 2 a + 2i (z − z −1 ) −z dz 4 z − (4a + 2)z 2 + 1

p p ± β± , dove β± = (2a + 1) ± (2a + 1)2 − 1.

Vediamo quali stanno all'interno del disco unitario (indichiamo le quattro soluzioni



se

α++ , α+− , α−+ , α−− ):

a > 0:

devo scegliere quelle associate a

β−

(cioè

α−+

e

α−− ).

In

questo caso otteniamo:

Resα−+ =

α−+ (β− − β+ )(α−+ − α−− )

Resα−− =

e

α−− . (β+ − β− )(α−− − α−+ )

Otteniamo quindi il valore integrale (usando teo residui):

π =p . (2a + 1)2 − 1 •

se

a < 0:

devo scegliere quelle associate a

β+

(cioè

α++

e

α+− ).

In

questo caso otteniamo:

Resα++ =

α++ (β+ − β− )(α++ − α+− )

Resα+− =

e

α++ . (β+ − β− )(α+− − α++ )

Otteniamo quindi il valore integrale (usando teo residui):

−π =p . (2a + 1)2 − 1 Quindi riassumendo il valore dell'integrale viene:

sgn(a) π p

(2a + 1)2 − 1

3. Intergriamo la funzione

f (z) =

.

z2 z 4 +5z 2 +6 sul cammino:

γR = CR ∪ σR = {|z| = R, Imz ≥ 0} ∪ {−R ≤ x ≤ R} . Studieremo il comportamento di tale integrale quando La funzion

f (z) ha

poli in

√ √ z = ±i 2 e z = ±i 3;

R tende ad innito.

naturalmente noi consi-

dereremo solo quelli nel semipiano superiore, e prendendo

140

R molto grande

possiamo assumere che sono contenuti all'interno del nostro cammino. Calcoliamone i residui:

Resi



2

√ i 2 = 2

Resi

e



3

√ −i 3 = . 2

Applicando il teorema dei residui otteniamo:

I

Z f dz =

f dz + CR

γR

√ √ f dz = π( 3 − 2) .

Z σR

Vediamo cosa succede quando passo al limite per

Z

CR

z2 dz 4 2 z + 5z + 6

≤ CR

R2 |dz| ≤ + 5z 2 + 6|

R4

R2 |dz| = − 5R2 − 6

Z ≤ CR

= πR mentre:

Z



Z

R→∞

f (z) dz −→

−∞

σR

R → ∞:

|z 4

Z

R2 R→∞ −→ 0 ; R4 − 5R2 − 6

x2 dx . x4 + 5x2 + 6

Quindi:

√ √ π( 3 − 2) = da cui:

I lim

R→∞

0.

f (x) dx −∞

γR

a 6= 0

altrimenti la funzione non è inte-

Applichiamo il teorema dei residui alla funzione

f (z) =

eiz z 2 + a2

γR denito come nel punto precedente. La z = ±i|a|, quindi l'unico polo che si trova all'interno cammino (quando R è sucientemente grande) è z = i|a|, e il

ed integriamola sul cammino funzione ha poli in del nostro



f (z) dz =

Z ∞ √ π √ x2 ( 3 − 2) = . 2 x4 + 5x2 + 6 0

4. Ovviamente dobbiamo supporre grabile in

Z

suo residuo:

Resi|a| =

e−|a| . 2i|a|

Osserviamo ora i seguenti fatti:



Z lim

R→∞

f (z) dz = γR

141

π . |a|

• Z

CR

eiz dz z 2 + a2

Z 1 |eiz | |dz| ≤ R2 − a2 Cr πR R→0 −→ 0 . R2 − a2

≤ ≤

• Z

+∞

Z

+∞

f (x) dx = −∞

−∞ +∞

Z =

−∞

cos x dx + i x2 + a2

Z

+∞

−∞

sin x dx = x2 + a2

cos x dx . x2 + a2

dove nell'ultimo passaggio abbiamo usato la disparità della funzione integranda. Possiamo quindi concludere:

+∞

Z 0

Esercizio 121.

cos x 1 dx = x2 + a2 2

Z

+∞

−∞

cos x π −|a| dx = e . x2 + a2 2|a|

|z| = 1):  1 z+ . z

1. Consideriamo la sostituzione (per

cos θ =

1 iθ 1 (e + e−iθ ) = 2 2



Quindi:

Z 0

π

dθ a + cos θ

Z 1 2π dθ = 2 0 a + cos θ I dz (iz)−1 1 = 2 |z|=1 a + 12 (z + z1 ) I 1 dz i |z|=1 z 2 + 2az + 1

= = =

La funzione integranda ha poli semplici in

√ α± = −a± a2 − 1, e calcolando

i relativi residui, otteniamo:

Resα+ =

1 = −Resα− . α+ − α−

Applichiamo il teorema dei residui, ricordandoci che l'unico polo contenuto all'interno del disco unitario è

α+ ,

quindi:

=√

π . a2 − 1

142

sin2 z assume su (0, π2 ) gli π stessi valori che assume su ( , π) ed inoltre è periodica di periodo π sul2 l'asse reale. Quindi possiamo riscrivere il nostro integrale (procediamo

2. Cominciamo con l'osservare che la funzione

esattamente come sopra):

1 4



Z 0

dx a + sin2 x

Calcoliamone i poli: sono in

1 4

I

=

I

=

1 i

|z|=1

|z|=1

dz (iz)−1 1 2 a + 2i (z − z −1 ) −z dz 4 z − (4a + 2)z 2 + 1

p p ± β± , dove β± = (2a + 1) ± (2a + 1)2 − 1.

Vediamo quali stanno all'interno del disco unitario (indichiamo le quattro soluzioni



se

α++ , α+− , α−+ , α−− ):

a > 0:

devo scegliere quelle associate a

β−

(cioè

α−+

e

α−− ).

In

questo caso otteniamo:

Resα−+ =

α−+ (β− − β+ )(α−+ − α−− )

Resα−− =

e

α−− . (β+ − β− )(α−− − α−+ )

Otteniamo quindi il valore integrale (usando teo residui):

π =p . (2a + 1)2 − 1 •

se

a < 0:

devo scegliere quelle associate a

β+

(cioè

α++

e

α+− ).

In

questo caso otteniamo:

Resα++ =

α++ (β+ − β− )(α++ − α+− )

Resα+− =

e

α++ . (β+ − β− )(α+− − α++ )

Otteniamo quindi il valore integrale (usando teo residui):

−π =p . (2a + 1)2 − 1 Quindi riassumendo il valore dell'integrale viene:

sgn(a) π p

(2a + 1)2 − 1

3. Integriamo la funzione

f (z) =

.

z2 z 4 +5z 2 +6 sul cammino:

γR = CR ∪ σR = {|z| = R, Imz ≥ 0} ∪ {−R ≤ x ≤ R} . Studieremo il comportamento di tale integrale quando La funzion

f (z) ha

poli in

√ √ z = ±i 2 e z = ±i 3;

R tende ad innito.

naturalmente noi consi-

dereremo solo quelli nel semipiano superiore, e prendendo

143

R molto grande

possiamo assumere che sono contenuti all'interno del nostro cammino. Calcoliamone i residui:

Resi



2

√ i 2 = 2

Resi

e



3

√ −i 3 = . 2

Applicando il teorema dei residui otteniamo:

I

Z

Z

f dz =

f dz +

γR

f dz =

CR

σR

√ π √ ( 3 − 2) . 2

Vediamo cosa succede quando passo al limite per

Z

CR

z2 dz 4 2 z + 5z + 6

Z ≤ CR

Z ≤ CR

Z

R→∞



Z

f (z) dz −→

−∞

σR

R2 |dz| ≤ + 5z 2 + 6|

R2 |dz| = R4 − 5R2 − 6

R2 R→∞ −→ 0 ; R4 − 5R2 − 6

= πR mentre:

|z 4

R → ∞:

x2 dx . x4 + 5x2 + 6

Quindi:

√ √ π( 3 − 2) = da cui:

I

Z

lim

R→∞



f (z) dz =

f (x) dx −∞

γR

Z ∞ √ π √ x2 ( 3 − 2) = dx . 4 2 x + 5x2 + 6 0

4. Integriamo la funzione

f (z) =

z 2 −z+2 z 4 +10z 2 +9 sul cammino:

γR = CR ∪ σR = {|z| = R, Imz ≥ 0} ∪ {−R ≤ x ≤ R} . Studieremo il comportamento di tale integrale quando La funzion

f (z)

ha poli in

z = ±3i

e

z = ±2i;

R tende ad innito.

naturalmente noi conside-

reremo solo quelli nel semipiano superiore, e prendendo

R

molto grande

possiamo assumere che sono contenuti all'interno del nostro cammino. Calcoliamone i residui:

Res3i =

7 + 3i 48i

Res2i =

e

1−i . 16i

Applicando il teorema dei residui otteniamo:

I

Z

Z

f dz = γR

f dz + CR

144

f dz = σR

5π . 12

Vediamo cosa succede quando passo al limite per

Z

CR

z2 − z + 2 dz 4 2 z + 10z + 9

Z ≤ CR

Z ≤ CR

= πR mentre:

Z

Z

R→∞



f (z) dz −→

−∞

σR

R → ∞:

R2 + R + 2 |dz| ≤ |z 4 + 10z 2 + 9| R2 + R + 2 |dz| = R4 − 10R2 − 9

R2 + R + 2 R→∞ −→ 0 ; R4 − 10R2 − 9 x2 − x + 2 dx . + 10x2 + 9

x4

Quindi:

5π 12

I =

da cui:

Z

lim

R→∞

5π = 12

5. Oss: Dobbiamo supporre



f (z) dz = ∞

Z

f (x) dx −∞

γR

x2 − x + 2 dx . + 10x2 + 9

x4

0

a 6= 0

in quanto altrimenti la funzione non è più

integrabile (perchè?).

f (z) =

Integriamo la funzione

z2 (z 2 +a2 )3 sul cammino:

γR = CR ∪ σR = {|z| = R, Imz ≥ 0} ∪ {−R ≤ x ≤ R} . Studieremo il comportamento di tale integrale quando La funzion

f (z)

ha poli in

z = ±i|a|

R tende ad innito.

; naturalmente noi considereremo

solo quelli nel semipiano superiore, e prendendo

R molto grande possiamo

assumere che sono contenuti all'interno del nostro cammino. Calcoliamone i residui:

Resi|a| =

4a2 . 26 |a|5 i

Applicando il teorema dei residui e procedendo esattamente come nei due integrali precendenti (le stime sono esattamente le stesse), arriviamo alla conclusione:

Z 0



(x2

1 x2 dx = . + a2 )3 16|a|3

6. Ovviamente dobbiamo supporre grabile in

0.

a 6= 0

altrimenti la funzione non è inte-

Applichiamo il teorema dei residui alla funzione

f (z) =

γR denito come nel punto precedente. La z = ±i|a|, quindi l'unico polo che si trova all'interno

ed integriamola sul cammino funzione ha poli in

eiz z 2 + a2

145

R

del nostro cammino (quando

è sucientemente grande) è

suo residuo:

Resi|a| =

z = i|a|,

e il

e−|a| . 2i|a|

Osserviamo ora i seguenti fatti:



Z lim

f (z) dz =

R→∞

γR

eiz dz 2 2 z +a



π . |a|

• Z

CR

Z 1 |eiz | |dz| ≤ R2 − a2 Cr πR R→0 −→ 0 . 2 R − a2

≤ • Z

+∞

Z

+∞

f (x) dx = −∞

−∞ +∞

Z =

−∞

cos x dx + i x2 + a2

Z

+∞

−∞

sin x dx = + a2

x2

cos x dx . x2 + a2

dove nell'ultimo passaggio abbiamo usato la disparità della funzione integranda. Possiamo quindi concludere:

Z

+∞

0

cos x 1 dx = x2 + a2 2

Z

+∞

−∞

cos x π −|a| dx = e . x2 + a2 2|a|

Ω = C \{z = iy | y ≤ 0} consideriamo la determinazione log z tale che: log 1 = 0 e log(−1) = iπ . log z Applichiamo il teorema dei residui alla funzione f (z) = 1+z 2 analitica in Ω \ {i}; quindi la nostra funzione ha un polo in z = i e residuo Resi = log i π 2i = 4 . Scegliamo come cammino di integrazione:

7. Consideriamo in

analitica del logaritmo

γR,ε

= CR ∪ Cε ∪ σ+ ∪ σ− = {|z| = R, Imz ≥ 0} ∪ ∪ {|z| = ε, Imz ≥ 0} ∪ {−R ≤ x ≤ −ε} ∪ {ε ≤ x ≤ R} .

146

Quindi:

π2 i 2

Z lim f (z) dz = γR,ε ε→0 R→∞ Z 0 Z ∞ log |x| + iπ log x = dx + dx = 2 1 + x 1 + x2 −∞ 0 Z ∞ Z ∞ log x 1 = 2 dx + iπ dx = 2 1 + x 1 + x2 0 0 Z ∞ π2 log x dx + i = 2 1 + x2 2 0 =

da cui segue che:

Z



0

log x dx = 0 . 1 + x2

Osserviamo che nel calcolo dell'integrale abbiamo stimato (in maniera molto semplice) che gli integrali lungo le due semicirconferenze di raggio

ε,

8. Suggerimento: integrare prima per parti e poi distinguere i casi: e

R

e

danno un contributo nullo nel passaggio al limite.

0 2R3 − R3 = R3 ).

Cominciamo col dimostrare il suggerimento: il nostro polinomio

n radici contate con la loro molteplicità, (z − α1 ) · . . . · (z − αn ), da cui si vede che

ha esattamente

quindi lo possiamo

fattorizzare:

il termine noto del

polinomio, corrisponde esattamente al prodotto delle radici (cambiate di segno), da cui segue l'aermazione del suggerimento. Nel nostro caso (non sappiamo niente sul grado del polinomio, quindi avremmo un'indeterminazione nel segno del prodotto delle radici!) il prodotto delle radici di

P (x)

(contate con molteplicità) è uguale a

±1.

Poiché non ci sono radici

all'interno del disco unitario, segue che non ci possono stare nemmeno fuori dal disco (altrimenti il prodotto non potrebbe dare le radici si trovano sul cerchio e che

limx→∞ P (x) = +∞

|z| = 1.

1

in modulo); quindi tutte

Inoltre sappiamo che

P (0) = −1 < 0

(in quanto il coeciente direttore del polinomio è

positivo), e quindi per continuità, deve esistere una radice sul semiasse reale positivo. Quindi necessariamente

P (1) = 0.

Esercizio 124.

Supponiamo per assurdo che

che abbia più di

m

zeri in

Ω,

e sia

Ω0

f

non sia identicamente nulla e

una sottoregione compatta di



con bor-

do rappresentato da una curva semplice (cioè ogni punto interno, ha indice rispetto a tale curva), e supponiamo che

Ω0

contenga

l>m

zeri di

f.

1

Appli-

chiamo il principio dell'argomento (usando il fatto che la successione converge uniformemente su

Ω0 ): m 0}.

sulla semiretta

Esercizio 3.

1 x+ n

n≥1



x

n

(b)

Dimostrare che

P

n≥1

P

n≥0

log

p n

1+

x n

(c)

log n n≥1 n4 +x2

P

sin nx converge totalmente su n!

la somma. (Sugg.: Ricordarsi la formula di Eulero

eiθ = cos θ + i sin θ).

155

R e calcolarne

Esercizio 6.

Trovare il raggio di convergenza delle seguenti serie di potenze:

3n n≥1 (2

(a)

P

(d)

P



n≥1

+ 32n ) xn

1−

Esercizio 7.

4n2 +7n+1 n3 +18n+2

n

xn

(b)

P

n3 x2n+1

(e)

P



n≥1

n≥1

x+2 x2 +1

n



(c)

P

(f )

P

n≥1

n≥1

3n−2 n+1

n

x2n

sin n π4 x2n

Sia

   2 +y 2  p 2 − x |x| 2 x +y 1−e f (x) =  0

se

x 6= 0

se

x=0

Dimostrare che:

• f

è continua in

• f

ha tutte le derivate direzionali in

• f

non è dierenziabile in

Esercizio 8.

(0, 0); (0, 0);

(0, 0).

Calcolare, se esistono, i seguenti limiti: 1 − x2 +y 2

(a)

lim(x,y)→0

x2 −y 2 x2 +y 2

(b)

lim(x,y)→0 e

(c)

lim(x,y)→0

1−cos(x2 +y 2 ) (x2 +y 2 )2

(d)

lim(x,y)→0

Esercizio 9.

sin(xy) y

Le seguenti funzioni sono dierenziabili nell'origine?

1.

 f (x, y) =

se se

x>0 x≤0

p x2 + y 2

2.

f (x, y) =

3.

f (x, y) = [arctg(y + 1)]x+1

4.

f (x, y) = logy+1 (x + 1)

Esercizio 10.

x+y 2 x + ye−x

z = x2 + y 2 − 1 z?

Determinare le rette normali al paraboloide

passano per l'origine. Che angolo formano con l'asse delle

156

che

Esercizio 11.

Sia

( f (x) = f

(0, 0)?

è continua in

Esercizio 12. p z= Sia

se

0

se

E' dierenziabile in

(x, y) 6= (0, 0) (x, y) = (0, 0) (0, 0)?

Trovare, se esiste, l'equazione del piano tangente al graco di

x2 + y 2 in A = (0, 1, 1), B = (3, 4, 5) e C = (0, 0, 0). z = x2 + y 2 ; trovare, se esiste, il piano tangente al graco

1. sia parallelo al piano 2. sia normale all'asse 3. contenga la retta

Esercizio 13. Sia

sin2 (xy) x2 +y 2

2

z=x y

Sia

2x + 4y − z = 0;

z;

x = 1, y = 1.

z = xy ,

x = cos t

con

e

y = sin t.

Calcolare

con



Calcolare

x = 2u + v . y = uev

∂z(u,v) ∂z(u,v) e ∂u ∂v .

Esercizio 14.

Calcolare max e min della funzione

f (x, y) = x2 − y 2 nel dominio

x2 a2

D ≡ {(x, y) ∈ R2 :

Esercizio 15.

+

y2 b2

Calcolare max e min su

1.

f (x, y) = x2 + xy 2 + y 4 ;

2.

f (x, y) = (ax2 + by 2 )e−(x

2

Esercizio 16.

+y 2 )

≤ 1}.

R2 ,

delle funzioni:

al variare di

a, b > 0 .

Calcolare max e min della funzione

f (x, y) = yey nel dominio

che:

D ≡ {(x, y) ∈ R2 :

2

−x2

|x| + |y| ≤ 1}.

157

dz(t) dt .

Esercizio 17. e

(y + 2).

Espandere

f (x, y) = x2 y + 3y − 2

in serie di potenze di

(x − 1)

Farlo in due modi diversi, uno dei quali usando le derivate.

Esercizio 18.

Calcolare max e min della funzione

Z

y

f (x, y) =

2

e−t dt

x nel dominio

K ≡ {(x, y) ∈ R2 :

Esercizio 19.

0 ≤ x ≤ y ≤ 2x}.

Calcolare max e min della funzione

f (x, y) = arctg(x + y) nel dominio

D ≡ {(x, y) ∈ R2 :

Esercizio 20.

x2 4

+ y 2 ≤ 4} .

Calcolare massimi e minimi (relativi e assoluti) della funzione:

f (x, y, z) = xye−z nel dominio

D ≡ {(x, y, z) ∈ R3 :

Esercizio 21.

Si consideri

T :

4x2 + y 2 − z 2 ≥ 1} .

C([−1, 1]) −→ C([−1, 1])

seguente:

T u(x) ≡ 1. Per quali 2.

T

g, T

2

denita nel modo

x x u( ) + g(x) . 2 2

é lineare?

é una contrazione?

3. Dimostrare che

∃! u

T

tc

é continua?

u = T u.

4. Dimostrare che 3) vale anche se

T : C([−a, a]) −→ C([−a, a])

con

a>0

qualunque.

Esercizio 22.

Si consideri

f:

R2 −→ R (x, y) −→ f (x, y) = −xey + 2y − 1 .

P0 = (x0 , y0 ) con x0 ≤ 0 un punto tale che f (x0 , y0 ) = 0. P0 , si puó esplicitare la y ?

1. Sia di

158

In un intorno

2. Taylor all'ordine

2

3. Quali sono i punti di puó esplicitare

Esercizio 23.

{(x, y) : f (x, y) = 0}

in un intorno di

(0, 12 );

in un intorno dei quali non si

y(x)?

Sia

E ≡ {(x, y, z) ∈ R3 : E

1. Dire se

y(x)

della funzione implicita

z 2 = xy + 1}.

é una supercie, cioè se nell'intorno di ogni punto si puó

esplicitare almeno una variabile; 2.

E

3.

f (x, y, z) = x2 + y 2 + z 2

4.

E

non é compatta; ammette un minimo assoluto su

é connessa? Determinare

determinarlo;

f (E);

5. Determinare lo spazio tangente a

Esercizio 24.

E;

E

in

(−1, 1, 0).

Sia

Γ ≡ {(x, y, z) ∈ R3 : 1. Dimostrare che

Γ

z = x2 − y 2

x2 + y 2 + z 2 = 1}.

e

é varietá compatta;

f

2. Determinare massimi e minimi assoluti di 3. Punti di intersezione di

Γ

con piano

(x, y);

su

Γ, P

sia

dove

f (x, y, z) = x;

quello nel primo qua-

drante; 4. Equazione della retta tangente a 5. Parametrizzare

Esercizio 25.

Z

1

Z dx

0

0

1

in un intorno di

in

P;

P.

Calcolare i seguenti integrali doppi:

RR x2 dxdy i) RRD y22 2 ii) RRD x y dxdy iii) RRD y 3 ex dxdy iv) xy dxdy D

Esercizio 26.

Γ

Γ

dove dove dove dove

D ≡ {(x, y) ∈ R2 : 1 ≤ x ≤ 2, x1 ≤ y ≤ x} D ≡ {(x, y) ∈ R2 : x2 + y 2 ≤ 1} D ≡ {(x, y) ∈ R2 : y ≥ 0, x ≤ 1, x ≥ y 2 } D ≡ {(x, y) ∈ R2 : x + y ≥ 1, x2 + y 2 ≤ 1}

Dimostrare che:

x−y 1 dy = (x + y)3 2

Z

1

Z dy

mentre

0

0

1

x−y 1 dx = − . (x + y)3 2

Come mai in questo caso non si può scambiare l'ordine d'integrazione?

159

Esercizio 27.

Determinare il volume della regione di spazio comune ai due

cilindri

C1 ≡ {x2 + y 2 ≤ 1}

Esercizio 28.

e

C2 ≡ {x2 + z 2 ≤ 1} .

Una lamina quadrata di lato

l,

ha una densità specica

ρ(x, y)

che è proporzionale alla distanza da un suo vertice (con fattore di proporzionalità

k ). Si determini la massa della lamina.

Esercizio 29.

Usando il teorema di Pappo, calcolare il volume del pallone da

Rugby:

P ≡ {(x, y, z) ∈ R3 :

Esercizio 30.

x2 + y 2 z2 + ≤ 1} a2 b2

con

0 < a < b.

Trovare la distanza media dei punti di un cerchio di raggio

r,

da

un punto sulla circonferenza.

Esercizio 31.

Determinare il baricentro della regione di piano determinata

dalle parabole:

y 2 = 4x + 4

Esercizio 32.

e

y 2 = −2x + 4 .

Calcolare il seguente integrale triplo:

ZZZ

x2 dxdydz

D dove

D

è l'ellissoide

Esercizio 33.

x2 a2

+

y2 b2

+

z2 c2

≤ 1.

Trovare il volume della regione interna al cilindro di equazione

x2 + y 2 = 1,

compresa tra la supercie di equazione

di equazione

x + y + z = 4.

Esercizio 34.

z = x2 + y 2 − 2

e il piano

R3 con la k.k1 . Usando 4 questo risultato, trovare la misura della palla unitaria di R con la k.k1 . (Facoltativo): Generalizzare il risultato precedente nel caso di una palla nTrovare la misura della palla unitaria di

dimensionale.

160

Esercizio 35.

Calcolare:

ZZ

1 dxdy 2 + y2 1 + 3x Ac

dove

Ac ≡ {(x, y) ∈ R2 :

Calcolare inoltre:

dove

3x2 + y 2 ≤ c2 }, c > 0. ZZZ z dxdydz 2 + y2 1 + 3x A

A ≡ {(x, y, z) ∈ R3 :

Esercizio 36.

3x2 + y 2 ≤ (z − 2)2 , 0 < z < 1}.

(Costruzione di un insieme di Cantor in

R2 :

la spugna di Sier-

pinski). Sia

S0 ≡ [0, 1]x[0, 1],

e consideriamo l'insieme ottenuto eliminando il quadrato

1 3 ; chiamiamo l'insieme così ottenuto S1 . 1 Ripetiamo il passo precedente a ciascuno dei quadrati di lato 3 che costituiscono 1 S1 (eliminando il quadrato centrale aperto di lato 32 ). Iterando il procedimento, si costruisce induttivamente una successione {Sn }, in centrale aperto di lato

Sn è ottenuto dal precedente eliminando, da ciascuno dei quadrati 1 1 3n−1 che lo costituiscono, il quadrato centrale aperto di lato 3n . Si denisca S ≡ ∩n Sn ; dimostrare che: cui ciascun

di lato

1.

S

è chiuso e non vuoto;

2.

S

è perfetto

3.

S

è connesso;

4.

S

è Peano-Jordan misurabile. Qual è la sua misura?

Esercizio 37.

1 (dedurre da ciò che è più che numerabile);

Si denisca:

Dn ≡ {(x1 , . . . , xn ) ∈ Rn :

0 ≤ x1 ≤ x2 ≤ . . . ≤ xn ≤ 1};

Calcolare:

J2 =

R

2.

J3 =

R

3.

Jn =

R

1.

1 Cioè

D2 D3 Dn

xy dxdy

;

xyz dxdydz

;

x1 . . . xn dx1 . . . dxn

;

è un chiuso in cui ogni suo punto è di accumulazione;

161

Esercizio 38.

Calcolare il seguente integrale doppio:

ZZ

3

T x2 (y − x3 )ey+x dxdy

dove:

Esercizio 39.

Sia

E

1. Disegnare

T ≡ {(x, y) ∈ R2 :

x3 ≤ y ≤ 3, x ≥ 1}.

E ≡ {(x, y) ∈ R2 :

y 2 ≤ x2 (1 − |x|)}.

e trovarne l'area;

2. Trovare il baricentro della porzione di

E

contenuta nel I quadrante;

3. Trovare il baricentro della porzione di

E

contenuta nel semipiano

{x > 0}; 4. Trovare il volume dei solidi agli assi

x

Esercizio 40.

e

y

Sia

Sx

Sy ,

e

fn : [0, 1] 7−→ R

Γn

il graco di

fn

e con

∀x ∈ [0, 1] .

Γ

il graco di

f:



E' vero che se

L(Γn ) ≤ M

denitivamente, allora

L(Γ) ≤ M ?



E' vero che se

L(Γn ) ≥ M

denitivamente, allora

L(Γ) ≥ M ?

Esercizio 41. ZZ •

4

R2



Dimostrare che

e−λ(x

+y 4 )

∃c ∈ R,

c dxdy = √ λ

Dimostrare che

Esercizio 42.

√ π π 2

≤c≤

t.c.:

∀λ > 0 . √ π 2π . 2

Calcolare:

lim e−r

r7→+∞

Esercizio 43.

E

attorno

una successione di funzioni reali t.c.

fn (x) −→ f (x) Si indichi con

ottenuti facendo ruotare

rispettivamente.

ZZ

e|x|+|y| dxdy .

B(0,r)

Calcolare l'area del dominio di

D ≡ {(x, y) ∈ R2 :

R2 :

x > 0, | log x| ≤ 1, |y − x log x| ≤ 1} . 162

Esercizio 44. Se

ϕ : R 7→ R

Dimostrare la disuguaglianza di Jensen:

una funzione convessa, allora:

1

Z ϕ

 Z f (x)dx ≤

0

Esercizio 45.

Sia

ha che:

M ≥ 1 un ZZ Dα

dove:

2

Dα = {(x, y) ∈ R :

Esercizio 46. 2

2

2

x + z = a }.

Sia

1

ϕ(f (x)dx .

0

intero. Dire per quali valori del parametro

α

si

1 dxdy < +∞ + y 2 )M

(x2

x ≥ 0, 0 ≤ y ≤ xα } .

Γ = {(x, y, z) ∈ R3 :

Si determini per quali valori

y 2 + z 2 = 1} ∩ {(x, y, z) ∈ R3 : di α:

1.

Γ

è compatto;

2.

Γ

è connesso;

3.

Γ

è il supporto di una o più curve chiuse, e darne una parametrizzazione.

Esercizio 47.

Calcolare:

Z 0

Esercizio 48. e su

V.



dx (1 + x2 )2

U, V ⊂ Rn

aperti e sia ω una 1-forma ω è esatta su U ∩ V ? E su U ∪ V ? se U ∪ V è t.c. U ∩ V è connesso?

Siano

chiusa, esatta in

E' vero che

Che cosa succede

Esercizio 49.

Si consideri la forma dierenziale:

ω = (2xy 3 − y 2 cos x)dx + (1 − 2y sin x + 3x2 y 2 )dy denita su tutto

R2 .

E' chiusa? E' esatta? Se è esatta, trovarne una primitiva.

Esercizio 50. 1.

Quali di queste 1-forme sono chiuse?

ω1 = x3 dx + y 2 dy + zdz

163

U

2.

ω2 =

x x2 +y 2 dx

+

2y x2 +y 2 dy

3.

ω3 =

y x2 +y 2 dx

+

x x2 +y 2 dy

4.

ω4 =

x x2 +y 2 dx

+

y x2 +y 2 dy

Esercizio 51.

Sia

Dimostrare che:

+

z x2 +y 2 dz

|A(x, y)| ≤ k e |B(x, y)| ≤ k ∀x, y ∈ Ω. Z √ A(x, y)dx + B(x, y)dy ≤ 2kl(Γ) Γ

dove

l(Γ)

è la lunghezza della curva

Esercizio 52.

Determinare

ϕ(x, y)

Γ.

(a meno di una funzione della sola

y)

in

modo tale che le seguenti 1-forme siano esatte:

i) x2 ydx + ϕ(x, y)dy ;

Esercizio 53.

ii) sin ydx + ϕ(x, y)dy .

1. Determinare l'area racchiusa tra la cicloide:



e l'asse delle

x = a(t − sin t) y = a(1 − cos t)

0 ≤ t ≤ 2π

x.

2. Calcolare l'area racchiusa all'interno della lemniscata di equazione:

r(θ)2 = 2a2 cos 2θ

Esercizio 54.

Sia

ω

ω

π π ≤θ≤ 4 4

una 1-forma denita in un aperto

che per ogni curva chiusa Si dimostri che



γ

si abbia che

R

Ω ⊂ Rn .

Si supponga

ω ∈ Q. γ

è chiusa.

(Sugg.: Osservare che la chiusura è equivalente all'esattezza locale)

Esercizio 55.

Consideriamo la 1-forma:

ω(x, y, z) = P (x, y, z)dx + (x2 + 2yz)dy + (y 2 − z 2 )dz 1. Per quali

P ∈ C 1 (R3 , R), ω

è esatta?

164

2. Una di queste

P

è identicamente nulla sull'asse delle

x?

Per questa

P

trovare una primitiva.

Esercizio 56.

Per quali

A, B, C, D ∈ R,

ω(x, y) =

la 1-forma su

R2 \ {(0, 0)}

Ax + By Cx + Dy dx + 2 dy 2 2 x +y x + y2

è chiusa? è esatta? Quando è esatta, trovarne una primitiva.

Esercizio 57.

La 1-forma

1

ϕ ∈ C ((0, +∞), R)

ω(x, y) = (3yx2 − 1)dx + 2x3 dy

t.c.:

non è esatta. Trovare



ω (x, y) = ϕ(x)ω sia esatta su

(0, +∞)xR.

Esercizio 58.

Trovare tali

ϕ

e le primitive delle



ω

così ottenute.

Si consideri la 1-forma:

ω=

2(x2 − y 2 − 1)dy − 4xydx (x2 + y 2 − 1)2 + 4y 2 R2 \ {(1, 0) ∪ (−1, 0)}. (1, 0) e (−1, 0) e di all'interno (−1, 0) e γ2 non contenga

Dimostrare che il suo insieme di denizione è Siano

γ1

e

γ2

due circonferenze di centri rispettivamente

raggi così piccoli che

(1, 0).

γ1

non contenga

Siano percorse in senso antiorario. Si dimostri:

1 2π

Esercizio 59. perchè

ω

Sia

ω

Z ω=− γ1

una 1-forma su

1 2π

Rn .

Z ω=1 γ2

Dimostrare che condizione necessaria

ammetta un fattore integrante è che esista una 1-forma

α

t.c.:

dω = ω ∧ α. Vericare in questo modo che la 1-forma su

R3

ω = dy − mdx non ammette un fattore integrante.

Esercizio 60. ω

Sia

ω = Adx + Bdy + Cdz

ammette un fattore integrante

165

una 1-forma. Vericare che :

⇔ (A, B, C) ⊥ rot(A, B, C).

Esercizio 61.

Si consideri nel piano la 1-forma:

ω = xdy − ydx. ϕ(x, y) =

Non è chiusa però

1 xy e

1 x2 +y 2 sono due fattori integranti

ψ(x, y) =

(locali, s'intende). Si dimostri che se

γ(t)

soddisfa:

·

ω(γ(t), γ (t)) = 0

allora

ϕ(γ(t)) ψ(γ(t))

= cost.

(cioè il

loro rapporto è un integrale). Sia

ω

una 1-forma su

Rn .

Si dimostri in generale che se ammette due fattori

integranti, allora il loro rapporto è un integrale.

Esercizio 62.

Siano

Ω, Ω0 ⊂ Rn

aperti e

ϕ : Ω −→ Ω0 un dieomorsmo. Sia dimostri che

Sia ora

V

un campo

γ ∈ C 1 ([a, b], Ω0 )

una curva e sia

γ˜ (t) = ϕ−1 (γ(t)).

Si

 −1 d γ˜ (t) = ϕ0|γ˜ (t) γ(t) ˙ . dt 0 vettoriale su Ω , cioè un'applicazione V : Ω0 −→ Rn .

Si usi il precedente risultato per denire il

pull-back

di

V,

cioè:

ϕ∗ V : Ω −→ Rn . Si dimostri che se

ω

è una 1-forma dierenziale su

Ω0 ,

allora

(ϕ∗ ω) · (ϕ∗ V ) = ω · V .

Esercizio 63.

Sia

Q = [0, 1] × [0, 1] ϕ : Q −→ (u, v) −→

e consideriamo la supercie parametrica

R3 (u + v, u − v, uv) .

Sia

ω = xdy ∧ dz + ydx ∧ dz . Calcolare

ZZ

ZZ ω=

ϕ(Q)

ϕ∗ ω . Q

166

Esercizio 64.

Sia

f : R3 → R

una funzione continua; si denisca:

1 µf (x, r) = 4 3 3 πr 1. Dimostrare che

Z f (y) dy . B(x,r)

limr→0 µf (x, r) = f (x) .

2. Dimostrare che non esiste una funzione

f ∈ C(R3 , R)

tale che

µf (x, r) = xyz + r .

Esercizio 65. palla

B(x, r)

Sia

F : R3 −→ R3

di classe

C1

tale che il usso uscente da ogni

è dato da

7xr3 + xyzr4 . Qual è la sua divergenza? Calcolare il usso di l'origine e con vertice in

Esercizio 66.

F

attraverso il cubo di centro

(2, 2, 2).

(Formule di Gauss)

Siano

(x0 , y0 ), (x1 , y1 ), . . . , (xm , ym ) = (x0 , y0 ) i vertici di una poligonale chiusa senza autointersezioni. Dimostrare che l'area della regione interna alla poligonale è data da:

A =

=

=

m 1 X (xn−1 yn − xn yn−1 ) = 2 n=1 m 1 X yn (xn+1 − xn ) = 2 n=1 m 1 X xn (yn+1 − yn ) . 2 n=1

Esercizio 67.

(Teorema di Guldino per le superci di rotazione)

Dimostrare il seguente teorema:

L'area della supercie generata dalla rotazione di un angolo α della curva regolare γ è data dalla lunghezza di γ per la lunghezza di arco di circonferenza percorsa dal suo baricentro. Dedurre da tale teorema che l'area del toro di raggi

167

r < R è dato da A = 4π 2 Rr.

Esercizio 68.

Calcolare l'area della supercie ottenuta facendo ruotare la

cicloide, di equazione:



x = a(t − sin t) y = a(1 − cos t)

t ∈ [0, 2π]

attorno all'asse

x.

Esercizio 69.

Calcolare l'integrale superciale

Z

x2 dσ

S dove

S = ∂B(0, 1).

Esercizio 70.

Calcolare l'integrale superciale

Z z dσ Σ dove

Σ

è il graco della funzione

z = xy

sull'insieme

U = {(x, y) : x2 + y 2 ≤ 1, 0 ≤ y ≤

Esercizio 71.



3x} .

Calcolare l'integrale

Z x ds ϕ dove

ϕ

è la curva

Esercizio 72.

y = x2

con

0 ≤ x ≤ a.

Un iperboloide di rotazione ha equazione

ρ=

x2 + y 2 − z 2 = 1 . Calcolare l'area della sua porzione fra

Esercizio 73.

Calcolare

ZZ D

dove

D = {(x, y) :

z=0

e

z = 1.

x dx dy y

1 x2 1 x ≤ ≤ 1, ≤ ≤ 1}. 2 y 2 y 168



z 2 + 1,

cioè

Esercizio 74.

Calcolare il volume di

D = {(x, y, z) : x2 + y 2 + z 2 ≤ 2z, z ≤ 2(x2 + y 2 )} .

Esercizio 75.

Si ponga

f (x) =

X sin3 (nx) . n!

n≥1

Si dimostri che la serie converge uniformemente con tutte le sue derivate, e quindi

f ∈ C ∞ (S 1 ).

Esercizio 76. coincide con

Si calcoli la serie di Fourier di

Calcolare la serie di Fourier della funzione periodica dispari che

x(π − x)

in

[0, π].

X n≥0

Esercizio 77.

f.

Usare Parseval per calcolare

1 (2n + 1)6

Dimostrare che se

X 1 . n6

e

n≥1

f ∈ C m (S 1 , C),

allora i suoi coecienti di

Fourier soddisfano la maggiorazione:

|cn | ≤ Viceversa, se è vero (A.1) con

Esercizio 78.

Sia

m ≥ 2,

M . |n|m

allora

(A.1)

f ∈ C m−2 (S 1 , C) .

f ∈ C 2 (S 1 , R) tale che Z 2π f (t) dt = 0 . 0

f 0 dimostrare che: Z 2π Z 2π |f (t)|2 dt ≤ |f 0 (t)|2 dt .

Usando gli sviluppo di Fourier di

f

e di

0

0

Quando vale l'uguaglianza?

Esercizio 79. (i) (ii)

(i −



Calcolare modulo e argomento dei seguenti numeri complessi:

3)14 ;

1 + cos θ − i sin θ ; 1 + cos θ + i sin θ 169

(iii)

(1 + 2i)5 − (1 − 2i)5 ;

(iv)

(2 + i)7 + (2 − i)7 ;

(v)

(1 + i)n . (1 − i)n−2

Esercizio 80. (i)

(ii)

Calcolare

1 5 (i − i−5 ) ; 2i p √ 5 3 − i.

Esercizio 81. esprimere

Utilizzando la rappresentazione di Eulero dei numeri complessi,

cos nθ

come polinomio in

cos θ.

Determinare, in funzione di

n il grado

del polinomio.

Esercizio 82.

Sia

|z| = 1

ed

m ∈ N. Dimostrare m  1 + iw =z 1 − iw

che le radici di

sono tutte reali e distinte.

Esercizio 83.

Date

(z0 , z1 , z2 , z3 )

e

(w0 , w1 , w2 , w3 )

due quadruple di numeri

complessi distinti, mostrare che:

az + b

TLF che porta gli zi nei wi , se e solo se i birapporti sono Esiste T (z) = cz + d uguali, cioè: 

z0 − z2 z0 − z3

       z1 − z2 w0 − w2 w1 − w2 / = / . z1 − z3 w0 − w3 w1 − w3

Inoltre (z0 , z1 , z2 , z3 ) stanno tutti su un cerchio o una retta, se e solo se il loro birapporto è reale.

Esercizio 84.

Trovare tutti i cerchi ortogonali sia a

Esercizio 85.

Sia

Tz =

az + b . cz + d

Trovare

modo che

 T z = [z, z1 , z2 , z3 ] :=

(z1 , z2 , z3 )

z − z2 z − z3

170

|z| = 1

che a

in termini di

   z1 − z2 / . z1 − z3

|z − 1| = 4.

(a, b, c, d)

in

Esercizio 86.

Sia

Tz =

si possono prendere in

az + b . Dimostrare che T (R ∪ ∞) se e solo se a, b, c, d cz + d

R.

Trovare inoltre condizioni necessarie e sucienti anché

Esercizio 87. punto.

Sia

G

T (S 1 ) = S 1 .

Si consideriano due cerchi, uno interno all'altro e tangenti in un la regione tra questi due cerchi.

bietttiva che mappa

Esercizio 88.

G

Trovare una mappa olomorfa

nel disco unità.

Sia

G = {z : 0 < |z| < 1} . G

Esiste una mappa olomorfa biettiva da

Esercizio 89.

Calcolare

ez dz . z

I |z|=1

Esercizio 90.

Calcolare

I |z|=2

Esercizio 91.

Siano

ρ>0

ed

a ∈ C, I |z|=ρ

(Ricordarsi che

zz = ρ2

Esercizio 92.

Sia

f

e che

dz . +1

z2

t.c.

|dz| = −iρ

f

Calcolare

dz ). z

una funnzione analitica in

Qual è la migliore stima di

Sia

ρ 6= |a|.

|dz| . |z − a|2

|f (z)| ≤

Esercizio 93.

nel disco unità?

|z| < 1,

tale che

1 . 1 − |z|

|f (n) (0)| che si può ottenere dalla formula di Cauchy?

una funzione analitica su

DR ≡ {|z| ≤ R},

tale che

|f (z)| ≤ M per ogni

Dρ ,

con

z ∈ DR . ρ < R.

Trovare una stima su

171

|f (n) (z)|

che valga uniformemente in

Esercizio 94.

Dimostrare che se

f ∈ H(C)

e

|f (z)| ≤ A + B|z|n , allora

f

è un polinomio.

Esercizio 95.

Dimostrare che se

|f (z)| ≤ 1 allora

|f 0 (0)| ≤ 1,

Esercizio 96.

per |z| < 1 ,

indipendentemente dal valore di

f

Sia

f (0).

una funzione olomorfa che manda il semipiano superiore

Π+ ≡ {z ∈ C : Imz > 0} in se stesso e tale che

f (i) = i.

1. Ricavare una stima su

|f 0 (i)|.

2. Per quali funzioni viene assunto il valore massimo?

Esercizio 97. locale in



Esercizio 98. 0

|f (i)|?

Sia

Ω ⊂ C aperto.

Sotto quali condizioni

|f | può avere un minimo

?

Si consideri

f ∈ H(Π+ )

e

|f | ≤ 1.

Quanto può essere grande

Quali sono le funzioni su cui il massimo è assunto?

Esercizio 99.

Si determini il tipo di singolarità (rimuovibile, polo, singolarità

essenziale) delle seguenti funzioni nell'origine. determini l'ordine e lo sviluppo di Laurent. 1.

f (z) =

sin z z

2.

f (z) =

cos z − 1 z

3.

f (z) =

log (1 + z) z2

4.

f (z) =

z2 + 1 z(z − 1)

5.

f (z) = z sin

1 z 172

Se si tratta di un polo, se ne

cos z z

6.

f (z) =

7.

f (z) = e z

8.

f (z) =

1 1 cos z z

9.

f (z) =

1 1 − ez

10.

1

f (z) = z n sin

Esercizio 100.

1 z

Sia

f (z) = Dare lo sviluppo di Laurent di

(a) B(0, 1) \ {0}

Esercizio 101. f

negli anelli:

(b) B(0, 2) \ B(0, 1)

Dimostrare che

(c) C \ B(0, 2)

f (z) = tan z è analitica in C tranne per poli n ∈ Z. Determinare la parte singolare

π 2 + nπ , per ogni in ciascuno di questi poli.

semplici nei punti di

f

1 . z(z − 1)(z − 2)

Esercizio 102.

zn =

Sia

G⊂C

aperto. Se

f : G → C ha G

solo poli, dimostrare che

non possono avere un punto di accumulazione in

Esercizio 103.

Sia

d

la distanza iperbolica sul disco unitario. Dimostrare che

 d(z, w) = log

|1 − zw| + |z − w| |1 − zw| − |z − w|

 ,

ovvero, la distanza è il logaritmo del birapporto dei 4 punti in gura:

Esercizio 104.

Sia

d

la distanza iperbolica sul disco unitario. Dimostrare che

 d(z, w) = log

|1 − zw| + |z − w| |1 − zw| − |z − w|

 ,

ovvero, la distanza è il logaritmo del birapporto dei 4 punti in gura :

manca la gura...

 ovvero

d(z, w) = log

(P − w)(z − Q) (P − z)(Q − w) 173

 .

Esercizio 105. residui.

Si calcolino i seguenti integrali deniti, usando il

Z

+∞

a) −∞ Z +∞

b) −∞ Z +∞

c) −∞ +∞

Z d) Z

−∞ +∞

e) −∞ Z +∞

f) −∞ Z +∞

g) −∞

dx x2 + a2 (x2

dx + a2 )2

(x2

x2 dx + 1)2

a>0 a>0

dx x4 + 1 cos(ax) dx x4 + 1

a∈R

cos(ax) dx x2 + b2

a ∈ R, b > 0

sin2 x dx . x2 + 1

174

teorema dei

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