PSICOLOGIA GENERALE
March 19, 2017 | Author: Alessandra Enea | Category: N/A
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PSICOLOGIA GENERALE
Cap. 1 – La psicologia. Storia e metodi
Matteo Paolucci
psicologia studio comportamenti e processi mentali •
prospettiva bio-psico-sociale
inquadramento storico _prime ricerche fisiologiche su apparati sensoriali e percezione: •
Von Helmotz, Fechner
•
Fechner: studio scientifico dei processi mentali osservazione reazioni a modificazioni degli stimoli sensoriali o
rapporti prevedibili modificazione stimolo/esperienza psicologica nascita psicofisica
_nascita psicologia scientifica: 1875 – Wundt laboratorio per ricerca psicologica •
ricerca comprensione della coscienza attraverso analisi delle esperienze immediate (sensoriali)
•
tecnica dell’introspezione: per analisi esperienza conscia (descrizione sensazioni ed emozioni create da uno stimolo) o
2 elementi essenziali:
qualità
intensità
sensazioni rimandabili a piacere/dispiacere, tensione/rilassamento, eccitazione/depressione _Tiichener: strutturalismo •
utilizzo introspezione obiettivo: definire struttura della coscienza
_Ebbinghaus: studi su memoria e apprendimento – no introspezione _Gestalisti (Gestalt: forma, insieme):coscienza come esperienza globale (se si vuole comprendere, non va spezzettata) •
critica Wundt: introspezione ingannevole o
illusioni: sistema globale di stimoli non equiparabile alla somma delle parti
_Freud e la psicoanalisi •
esplorazione inconscio (ipnosi)
•
tutti i comportamenti sono motivati da processi psicologici, in particolare dai conflitti inconsci nella mente dell’individuo o
nevrosi: esperienze infantili traumatiche poi rimosse dalla coscienza
_James e il funzionalismo •
critica Wundt e Titchener; influenze darwiniane (selezione naturale) o
in che modo la coscienza contribuisce all’adattamento degli individui al proprio ambiente
o
coscienza: flusso continuo; differenze individuali nei processi mentali
_Watson e il comportamentismo •
•
influenze darwiniane studio comportamento umano e animale o
comportamento osservabile: più importante fonte di informazione scientifica
o
antiscientifico fare ipotesi su eventi mentali (critica strutturalisti, funzionalisti e freudiani)
coscienza esiste, ma non è indagabile scientificamente
analisi comportamento esplicito e risposte a stimoli
influenze pavloviane apprendimento determina comportamento e quindi adattamento al proprio ambiente Skinner condizionamento operante: modellamento apprendimento (premi/punizioni) modificazione comportamento abbandonato lo studio della coscienza
La psicologia oggi ritorno a studio dei processi mentali nuove tecniche per studio (stavolta) scientifico: bio-immagini studio comportamento + studio processi cognitivi (coscienza) _approccio biologico •
caratteristiche comportamentali fattori genetici, ormonali, alterazioni a livello cerebrale
•
processi mentali determinati da processi biologici
_approccio evoluzionistico •
forme di vita attuali risultato evoluzione (selezione)
•
comportamento umano: risultato dell’evoluzione valore adattativo del comportamento
o
geni favorevoli sopravvivenza trasmissione di questi geni
o
ricerca dei meccanismi anatomo-fisiologici che rendono possibile comportamento
o
ricerca delle condizioni ambientali che influenzano comportamento
_approccio psicodinamico •
da psicoanalisi freudiana comportamenti riflettono lotte costanti e inconsce nell’individuo o
lotte: conflitto tra impulsi (soddisfacimento desideri/necessità di adeguarsi a regole sociali)
o
studio disturbi della personalità
_approccio comportamentista •
in contrasto con i precedenti: comportamento e processi mentali determinati da apprendimento o
Watson: fattori genetici/biologici materiale grezzo modellato da apprendimento e esperienze personali per formare caratteristiche individuali
1
o
caratteristiche psicologiche comprese tramite storia degli apprendimenti e dei modelli personali comportamenti problematici eliminabili disapprendendo vecchie abitudini
•
ipotesi cognitivo-comportamentista: oltre a studio comportamenti osservabili, studio dei processi mentali o
rapporto apprendimento/pensieri e credenze
o
rapporto modelli cognitivi/comportamento osservabile
_approccio cognitivo •
studio modalità di introiezione, rappresentazione mentale e archiviazione delle informazioni o
modalità di percezione ed elaborazione
o
modalità di correlazione tra processi cognitivi e schemi integrati del comportamento osservabile
eventi mentali che accompagnano il comportamento esplicito individuo come attivo elaboratore di informazioni _approccio umanistico o fenomenologico •
comportamento determinato da capacità di ogni individuo di scegliere in che modo agire e pensare scelte determinate non da istinti né da processi biologici: determinate da percezioni individuali o
•
no ricerca leggi generali studio esperienze individuali immediate
Rogers, Maslow (teoria della gerarchia dei bisogni)
Introduzione ai metodi della psicologia comportamento: insieme delle attività direttamente e oggettivamente osservabili che un individuo svolge processi mentali: non osservabili direttamente e legati all’attività del sistema nervoso centrale, che influenzano il comportamento dell’organismo e il suo adattamento all’ambiente psicologia metodo scientifico – concetti chiave: •
oggettività
•
variabili indipendenti/dipendenti
•
controllo
o
definizione e misurazione
strategie di ricerca ricerche sperimentali, studi correlazionali, studi descrittivi – di laboratorio o sul campo •
ricerche sperimentali: relazione causa-effetto ( controllo sulle variabili)
•
ricerche correlazionali: no manipolazione variabili, ma osservazione e misura di 2 o più variabili
•
studio descrittivo: descrizione comportamento di uno o più soggetti
•
metodo clinico: studio dei casi singoli
o
no sicurezza: nonostante correlazione, una delle variabili può non influenzare l’altra
2
Cap. 2 – Genetica del comportamento relazione tra trasmissione genetica ereditaria dei caratteri e comportamento •
influenze dei fattori ereditari sul comportamento umano e animale: rapporti tra variazioni genotipiche e fenotipo comportamentale
•
caratteristiche psichiche: sono più importanti i fattori ereditari o quelli ambientali?
problema nature/nurture (eredità/ambiente) •
comportamento = fattori ereditari + ambiente: o
prodotto del funzionamento di strutture dell’organismo ben definite ed ereditate (SNC) e sotto il loro controllo
o
ma estrinsecazione fenotipica è sottoposta all’azione dell’ambiente
ogni carattere è acquisito nel corso dello sviluppo, ma è anche geneticamente determinato (predisposizione genetica) carattere di comportamento = interazione genotipo e ambiente •
ma è possibile dimostrare differenze genetiche tra individui rispetto a un determinato carattere comportamentale
•
determinante capire importanza relativa di geni e ambiente per ogni carattere (interazione non addittiva) o
studio della genetica del comportamento
requisiti fondamentali di ogni carattere perché possa essere sottoposto ad analisi genetica: •
necessarie differenze individuali rispetto al carattere in esame
•
carattere deve essere specifico e definito
•
meno interazioni tra geni e ambiente assicurano un risultato più affidabile
•
carattere deve essere mono- o oligo-genico
non rispettate da caratteri comportamentali: valutazioni della relativa importanza di geni e ambiente sensate solo se riferite a popolazioni statistiche o
caratteri comportamentali sono continui (individui dispersi senza soluzione di continuità non sono possibili categorizzazioni rigorose) e difficilmente misurabili
3 metodi principali di ricerca sull’uomo: •
alberi genealogici – Galton (ma difficili da usare con caratteri comportamentali)
•
studio di coppie di MZ e DZ – Galton
o o
non possono distinguere i contributi dei singoli fattori e delle loro interazioni MZ: genotipo identico; DZ: condividono 50% del genotipo differenze tra MZ: determinate da fattori ambientali
o
ma spesso gemelli condividono stesso ambiente prima e dopo la nascita
dati più affidabili si ottengono da coppie di gemelli separati (adottati): somiglianze saranno effettivamente dovute a fattori genetici
•
metodo delle adozioni: studio delle correlazioni tra bambini allevati precocemente e i loro parenti sia biologici che adottivi
caratteri comportamentali influenzati da fattori genetici •
•
caratteri monogenici o
corea di Huntington (aut. dom., pen. compl., sintomi tardivi e andamento progressivo)
o
fenilchetonuria (PKU) (aut. rec.)
caratteri poligenici o
ereditarietà delle capacità cognitive – intelligenza dovuta a fattori ereditari?
intelligenza o capacità cognitive – definizioni ancora insoddisfacenti
troppo generiche: “capacità di rispondere adattativamente alle situazioni problematiche”
incomplete: “fattore g di intelligenza generale + capacità specifiche”
definizioni operative – risultati di test: Galton e Binet •
test di intelligenza generale di Binet: costanza tra livello difficoltà delle domande e età dei bambini
•
introduzione concetto di età mentale indice del livello delle capacità intellettive individuali
•
QI: misura delle capacità individuali in rapporto a una determinata popolazione
•
QI = EM/EC x 100 [EM età mentale; EC età cronologica]
•
test influenzati da fattori ambientali, anche se oggi esistono i test “culture free”
o
QI < 100: EM superiore a EC e viceversa
ereditarietà dell’intelligenza
ipotesi ambientalista: individui geneticamente correlati allevati in contesti familiari differenti non potrebbero avere le medesime capacità cognitive metodi educativi determinano sviluppo intellettivo
genetica del comportamento: differenza genetiche sono la principale causa nelle capacità cognitive tra individui, indipendentemente da cure parentali
ricerche su MZ allevati separatamente : correlazione del QI tra 0.72 e 0.78
3
•
fattori genetici importanti anche se non esclusivi
analisi globale: 50% varianza dovuto a fattori genetici, altro 50% dovuto a ambiente condiviso e non condiviso (+ errori)
Bouchard: singolo fattore più importante è rappresentato dalla componente genetica
nuova ipotesi interazionista: capacità cognitive come prodotto di interazione tra fattori genetici e fattori ambientali (interazione non addittiva)
nuove scoperte: •
ereditabilità delle capacità cognitive aumenta nel corso della vita (o diminuzione effetto esperienze formative o presenza di geni ad espressione tardiva)
• o
medesimi geni possono influenzare capacità cognitive differenti
aggressività
fattori biologici su base ereditaria influenzano la tendenza ad esibire comportamenti aggressivi
maschi più aggressivi: differenze ormonali geneticamente determinate •
dati costanti nel tempo e in culture diverse
•
anomalia XYY – base predisponente (ma non sufficiente) a un’aggressività elevata
o
autismo
o
alcolismo
componente genetica – storie familiari di disturbi del linguaggio ipotesi di componente genetica, ma difficilmente analizzabile
tendenza all’alcolismo nei parenti di soggetti alcolisti
frequenza alcolismo nei figli di alcolisti è molto maggiore che nei figli di non alcolisti (ma ciò è spiegabile anche da fattori ambientali) •
ma figli di alcolisti adottati da famiglie normali hanno maggiore probabilità di diventare alcolisti
aspetti socio-culturali molto importanti
esperimenti su animali: ceppi con preferenza per etanolo hanno alterazioni del metabolismo della aldeidodeidrogenasi
3 possibilità:
comportamento geneticamente legato ad altri disturbi comportamentali
reazione abnorme a stimoli ambientali stressanti da parte di individui mal inseriti nella
risposta palliativa a deficit metabolici congeniti
società 4 prospettive di ricerca sulle influenze genetiche:
correlazione con disturbi psichiatrici
studio della suscettibilità all’intossicazione alcolica (diversa nelle popolazioni già nei neonati)
analisi dei meccanismi di detossificazione (ricerche su gemelli)
studio anomalie metaboliche legate a alcoldeidrogenasi
Le psicosi o
disturbi dell’umore
frequenza in crescita negli ultimi decenni influenza ambientale
2 tipi
disturbo unipolare (depressione maggiore)
disturbo bipolare
fase maniacale: aumento noradrenalina e catecolamina
fase depressiva: aumento acetilcolina, diminuzione catecolamina
importanza dei fattori genetici aumenta con la gravità della malattia e con il grado di parentela
donne sono maggiormente colpite: forse legame con cromosoma X, più altri geni autosomici
componente genetica riscontrabile da esame popolazioni apparentemente la predisposizione genetica è maggiore per la forma bipolare gradiente di gravità: unipolari tardivi unipolari precoci bipolari tardivi bipolari precoci o
modello poligenico
schizofrenia (demenza precoce)
sintomi fondamentali + accessori
4 forme fondamentali: paranoide, catatonica, ebefrenica, semplice
elevata incidenza: 1% popolazione
aspetti genetici
4
elevata familiarità – consanguinei stretti: rischio 10 volte maggiore
parenti affetti: stesso tipo di schizofrenia
anche fattori ambientali sono importanti
concordanza cresce con gravità della malattia
malattia più frequente in classi sociali inferiori tendenza al degrado so0ciale degli individui malati
patogenesi
dopamina, serotonina: livelli elevati
a volte presenza di agenti virali
fattori di rischio: povertà della madre (prenatale), denutrizione, depressione, epidemie, esposizione ad eventi bellici •
esposizione a stress (surrene) rilascio cortisolo alterazione attività neurotrasmettitori
malato non eredita schizofrenia, ma sarebbe geneticamente predisposto a svilupparla dipende da stress ambientale
numero elevato di geni fattori predisponenti
5
Cap. 3 – Biologia, cultura, individuo: modelli e implicazioni per la medicina studio cultura e suo ruolo nel modellamento del comportamento •
Tylor: cultura o civilizzazione insieme complesso di conoscenze, credenze, leggi morali, usanze e altre capacità e consuetudini acquisite dall’uomo, in quanto membro della società
•
‘900: studio dell’influenza dei fattori biologici sul comportamento sociale umano costanti e diversificazioni nelle diverse culture o
prospettiva evoluzionistica – comportamento risultante di: fattori trasmissibili
eredità genetica (selezione + adattamento)
ambiente
fattori non trasmissibili geneticamente
comportamento appreso (interazione)
esperienze individuali
elementi culturali: lingua, religione, organizzazione sociale… _approccio biologico: sociobiologia (Wilson) e psicologia evoluzionistica •
differenze tra popolazioni umane primariamente di origine genetica o
cultura: ruolo ausiliario mediare trasmissione di queste differenze attraverso i suoi prodotti
o
Wilson: cultura epifenomeno della selezione naturale – funzionale alla fitness
co-evoluzione gene-cultura cultur-geni (unità culturali) trasmessi attraverso apprendimento eredità genetica influenza probabilità di usare determinati cultur-geni e pone limiti allo sviluppo della cultura
o
psicologi evoluzionisti: socializzazione umana in funzione della fitness della specie
differenze nel comportamento e nelle società strategie che si sono evolute biologicamente per permettere adattamento efficace a diversi ambienti
o
Freedman: studi su neonati differenze biologiche nel comportamento in ceppi diversi
_approccio bio-culturale: chiariscono ruolo cultura sopravvivenza oggi dipende più da ambiente artificiale •
presupposti delle teorie bio-culturali: o
analogia cultura-biologia: fondate su meccanismi di selezione e soggette all’evoluzione
o
interazione e interdipendenza tra eredità biologica e eredità culturale nell’orientare il comportamento umano
•
Cloak: cultura-biologia processi analoghi ma fenomeni distinti o
evoluzione cultura basata su istruzioni culturali ( geni)
o
meccanismi distinti di trasmissione: geniconcepimento; istruzioni culturaliapprendimento
o
istruzioni culturali ad elevato impatto adattativo: trasmesse in tutte le generazioni e immagazzinate nel SNC (IC: intrasomatic culture)
•
si esprimono in comportamenti osservabili (MC: material culture)
Durham: cultura è comunque biologicamente adattativa o o
differenze tra culture e modificazioni di una stessa cultura favoriscono adattamento pratiche culturali consolidate diventano parte integrante ambiente influenzano diffusione di nuove unità culturali (vantaggiose rispetto a cultura esistente e non rispetto ad ambiente)
o
spiegazione di tratti culturali non riducibile a sole predisposizioni genetiche
uomo spende tempo e energie per scopi privi di significato riproduttivo (ricchezza, potere, conoscenza, felicità)
•
Ruyle: analisi idee
•
Dawkins: analisi unità di replicazione dell’informazione culturale memi
o o
riproduzione selettiva idee dipende da elementi culturali e non biologici memi: IC + MC (info immagazzinate nel SNC + loro espressioni fenotipiche)
o
geni e memi: egoisti tendono a replicare se stessi utilizzando i veicoli di cui dispongono
o
geni controllano comportamento solo indirettamente
situazioni imprevedibili fondamentale capacità di apprendimento (acquisizione di istruzioni comportamentali e strategie culturali che favoriscono adattamento)
simulazione (previsioni) consapevolezza soggettiva (simulazione completa del mondo che comprende modello di sé)
•
decisioni non dipendono dai geni SNC si emancipa
Mundinger: cultura popolazione di istruzioni che si replicano nello spazio e nel tempo o
popolazione culturale manifesta (MC) + non visibile (codici neurali, IC)
o
indipendenza reciproca tra sistema ereditario biologico e culturale (ma forti analogie selezione)
evoluzione biologica: cambiamento in popolazione di organismi
6
evoluzione culturale: cambiamento nelle popolazioni culturali (MC e IC) che caratterizzano ciascuna società
•
aspetto dinamico cultura – evolve attraverso cambiamenti divergenti
Richerson e Boyd: posizione dualistica – doppio sistema ereditario: biologico e culturale o
varietà di comportamenti dipende massimamente da meccanismi culturali
apprendimento attraverso imitazione, condizionamento in base alle conseguenze, esplorazione libera dell’ambiente
o
alcuni messaggi culturali sono millenari – riappresi o trasmessi ad ogni generazione
o
per prevedere il fenotipo di organismo dotato di cultura è necessario conoscere genotipo, ambiente,
trasmissione per imitazione, via orale, per mezzi extrasomatici (scrittura)
culturotipo o
differenze e analogie tra trasmissione biologica e culturale:
evoluzione mediante selezione; trasmissione da un individuo a un altro (variazione)
in ogni ambiente, genotipo e culturotipi ottimali possono non combaciare
riproduzione differenziale di culturotipi (adattamento all’ambiente)
trasmissione genetica: in parallelo (non è modificabile durante la vita); trasmissione culturale: in serie (apporto di nuove informazioni)
contributo genitori: paritario geneticamente, non per forza culturalmente
trasmissione genetica: passaggi generazionali; cultura utilizza altri veicoli
o
spesso i due sistemi sono in competizione – ottimizzazione fitness va a scapito di uno dei due
o
comunque capacità per la cultura è controllata da selezione naturale operante sul genotipo
tale capacità ha incrementato la fitness nell’uomo a tal punto che comportamento è massimamente dipendente da apprendimento e eredità culturale
Emergenza della coscienza e selezione psicologica •
SNC: struttura e modalità di funzionamento comuni a tutti – ma differenze nel comportamento: o
diverso peso e significato attribuiti alle informazioni (a seconda della propria cultura)
o
maggior parte del comportamento acquisito mediante meccanismi culturali
interculturazione: processo attraverso il quale il bambino assorbe istruzioni comportamentali dalla famiglia e dal contesto sociale
•
ma individuo non è veicolo passivi di informazioni selezione o
o
Crook: fenotipo individuale
vi agisce selezione naturale
ma crea idee per comunità
uomo ha risorse energetiche limitate – possibile elaborare solo poche informazioni alla volta
per svolgere attività, uomo utilizza attenzione
funzione psichica fondamentale, rende l’individuo consapevole degli stimoli e delle informazioni provenienti sia dal mondo esterno che dal suo stato interno, e gli permette di elaborarli a livello della coscienza, concentrandosi su di essi
risorsa psichica limitata regola entrata nella coscienza delle info, operando su di esse
James: “senza interesse selettivo, l’esperienza è caos”
in ogni momento una selezione attiva e in gran parte intenzionale o
•
scuola di Chicago: studio emergenza coscienza e uso attenzione
selezione dell’attenzione: funzione attiva dell’individuo
selezione psicologica quotidiana (decide stimoli da elaborare e da ignorare)
individuo tende a riprodurre selettivamente nella vita quotidiana situazioni e attività che producano stati esperienziali positivi e gratificanti o
modello di organizzazione della coscienza: percezione soggettiva di challenges & skills
challenges: opportunità di azione presenti nell’attività in corso
skills: capacità personali che individuo ritiene di possedere in quell’attività
Esperienza Ottimale – Flow: situazioni o attività in cui individuo percepisce livelli di opportunità di azione ambientali e capacità personali superiori alla media, e bilanciati tra loro
caratterizzata inoltre da concentrazione, controllo situazione, piacere, motivazione intrinseca nello svolgere l’attività
assenza di ansia, noia, distrazione
Flow attivamente ricercato dall’individuo – replicate attività che ne favoriscono insorgenza: nucleo psichico attorno al quale si effettua selezione psicologica individuale
tendenza a coltivare queste attività: •
maggiore ricerca opportunità d’azione
•
progressivo aumento proprie capacità
7
”tema di vita” – nucleo centrale di investimento dell’energia psichica Selezione psicologica e tendenza alla complessità •
tendenza sistema psichico umano a teleonomia – attualizzazione di progetti – e all’entropia negativa – ordine proprietà comuni di sistemi viventi e sistemi psichici o
teleonomia ricerca di stati stazionari lontani da equilibrio: richiede ordine e complessità, quindi spesa energetica
o
stato stazionario non è stabile: va mantenuto con spesa energetica
o
possono esistere più stati stazionari in un individuo; altri stati esperienziali (noia, apatia) conducono al disordine psichico (entropia positiva contro le leggi dei viventi)
o
challenges e skills come catalizzatori di reazioni
o
selezione naturale opera su challenges e skills: capacità di valutare relazione tra ch. esterni e sk. interni presente già nel comportamento infantile importante per sopravvivenza
o
importanza dell’ambiente esterno – opportunità d’azione: effetti destruenti della deprivazione sensoriale (isolamento da stimoli)
o
proprietà dinamica dell’esperienza sensoriale – possibile innalzare infinitamente livelli di challenges e skills ottenendo sempre maggior positività replicazione preferenziale di tale stato di coscienza
o
regolarità e prevedibilità sono le risposte che individuo oppone a causalità dell’ambiente (basate su valutazione dei valori di ch. e sk.)
Implicazioni per la medicina: il modello bio-psico-sociale •
•
approccio bio-psico-sociale: Engel – visione della medicina centrata sul paziente come individuo o
proprio bagaglio culturale
o
proprio punto di vista personale rispetto a proprie condizioni di salute
o
in contrasto con modello bio-medico, incentrato su componenti bio-fisiche di malattia
OMS, 1986 – salute: non semplicemente assenza di patologia, ma condizione di benessere fisico, sociale e psicologico o
relazione tra salute e ambiente culturale circostante
o
origine non esclusivamente bio-medica della maggior parte delle malattie
•
influenze culturali, stile di vita
ruolo attivo dell’individuo nel valutare e gestire propria salute o
indicatori soggettivi del benessere e della qualità della vita dipendono da vissuto individuale e selezione psicologica
qualità della vita non è associata solo a condizioni di salute: attenzione a risorse dell’individuo
associazione dell’Esperienza Ottimale alle attività quotidiane necessaria per sviluppo individuale e integrazione sociale
•
programmi riabilitativi si devono avvalere della qualità dell’esperienza percepita
ICF – international classification of functioning – valutare funzionamento di individuo nel quotidiano soddisfare esigenze, perseguire obiettivi, godere di qualità di vita reputata dalla persona stessa adeguata e soddisfacente
8
Cap. 4 – La percezione conoscenza mondo attraverso sensazioni e percezioni •
sensazione: direttamente determinata dalla stimolazione degli organi di senso
•
percezione: processo di elaborazione cognitiva attraverso cui le informazioni sensoriali vengono interpretate (le è dato significato) utilizzando le conoscenze e le esperienze precedenti o
non è lavoro passivo, anche se per la maggior parte è automatico e inconsapevole (rapido)
azione dell’ambiente sugli individui: •
stimolazioni quantitativamente e di intensità sufficiente (ma non eccessive)
•
reazioni diverse dell’organismo a stimoli differenti
Effetti della quantità o intensità della stimolazione – effetti generici •
esiste livello di stimolazione ottimale (variabile) o
in mancanza assoluta di stimoli disturbi di vario genere e calo dell’efficienza
o
in situazioni monotone (stimoli ridotti), vigilanza può essere aumentata con introduzione di stimoli aggiuntivi (elevano il livello di arousal) miglioramento capacità attenzione
o
stimolazioni troppo intense (sovraccarico) lesioni agli organi di senso
sovraccarico attraverso:
stimolazione molto intensa di un’unica modalità sensoriale
stimolazione contemporanea di diverse modalità sensoriali distrazione (specialmente con compiti impegnativi) •
fenomeno del cocktail party: attenzione selettiva (2 organi si senso stimolati, ma solo i messaggi di uno dei due vengono percepiti consciamente – ma messaggi emotivamente carichi provenienti dall’altro organo vengono percepite comunque)
Effetti specifici degli stimoli – legati a caratteristiche specifiche •
necessario individuare stimolo (discriminare)
•
necessario determinare se due stimoli sono uguali o diversi – confronti percettivi
•
o
soglia differenziale: differenza più piccola tra stimoli che può essere individuata
o
valutare con precisione le dimensioni della differenza
Fechner e Weber – valutare quanta energia deve possedere uno stimolo per determinare una percezione conscia o
soglia assoluta: quantità minima individuabile
stimoli divisi in subliminali e sovraliminali
soglia psicologica assoluta non è un fenomeno tutto o nulla – viene definita come la quantità minima di energia che può essere individuata nel 50% delle sue presentazioni
•
varia da un soggetto all’altro, a seconda delle situazioni e dell’età
capacità di individuare differenza nella quantità o nell’intensità della stimolazione – 2 fattori: o
dimensioni originarie dello stimolo: capacità di individuare differenze è inversamente proporzionale alle dimensioni dello stimolo
o
modalità sensoriale stimolata
Legge di Weber-Fechner: differenza minima identificabile nell’energia dello stimolo è una costante fissa della sua intensità
costante di Weber – diversa per ogni modalità sensoriale; più è piccola, maggiore è la sensibilità dell’organo
Legge di Stevens: permette di prevedere la relazione tra l’intensità dello stimolo in una data modalità e l’intensità della sensazione Teoria della detenzione del segnale: soglie percettive – variabilità nelle capacità individuali di identificare gli stimoli presenti
rumore sempre presente (rumore interno o neurale) – per identificare stimolo si deve decidere se si ha esperienza solo del rumore o del rumore sommato allo stimolo
decisione determinata da 2 fattori:
sensibilità
criterio di risposta (desiderio dell’individuo di affermare che lo stimolo è presente) influenzato da motivazioni, desideri, aspettative…
•
esistono condizioni in cui uno stimolo presente non può essere identificato – dipende da: o
sensibilità a livello periferico e centrale – accuratezza della discriminazione tra stimoli differenti è limitata da precisione e sensibilità dell’apparato sensoriale
o
esercizio ed interesse – con esperienza, caratteristiche discriminanti delle classi di stimoli sono più facilmente individuabili
•
esperienza: predisposizione verso alcuni stimoli (attenzione verso determinate caratteristiche…)
facilità del riconoscimento degli stimoli è legata a ambiguità degli stimoli (quando sono molto diversi, è facile)
9
o
stimoli ambigui: tendenza a riconoscervi stimoli o categorie di stimoli conosciuti bene (predisposizioni percettive)
Errori percettivi •
problema della dissociazione percezione/sensazione o
fenomeni di costanza e illusione
costanza percettiva: vediamo gli oggetti più o meno come essi sono realmente, anche quando vengono presentati in condizioni inusuali o che li distorcono
costanza di dimensione o di grandezza (dimensioni corrispondono a quelle dell’oggetto reale e non a quelle della sua proiezione)
costanza di forma
importante la percezione della profondità o della distanza
costanza di luminosità e di colore
illusioni percettive: rappresentano percezione imprecisa anziché precisa
stesso principio di fondo: osservatore vede particolare configurazione di stimoli che dà l’impressione di un arrangiamento spaziale tridimensionale percezione degli eventi esterni è organizzata Organizzazione della percettività – Gestalt •
insieme è più della somma delle parti che lo costituiscono
•
Leggi della Forma – principi fondamentali dell’organizzazione percettiva
o
studio esperienza nella sua complessità
o
vicinanza
o
somiglianza
o
direzione
o
chiusura
riassumibili in 2 leggi fondamentali:
principio della pregnanza o della “buona forma”
legge dell’appartenenza
se l’insieme è incoerente, viene modificato a favore di una maggiore coerenza elemento come appartenente a un certo insieme organizzato
Innato o acquisito? •
introspezione gestalisti: analisi processi interni o
individuo è inconsapevole se si verifica un processo di inferenza – non se ne accorge, ma non è detto che sia assente
o
camera distorta di Ames inganno dovuto a caratteristiche del nostro sistema senso-percettivo
o
se organizzazione percettiva fosse innata medesime caratteristiche in tutti i percipienti
ma ci sono sensibili differenze, soprattutto tra individui di cultura diversa
Sviluppo della percezione •
valutazione percezione nei neonati (risposte in base a segnali insegnati tramite condizionamento classico)
•
periodo neonatale – consapevolezza dei rapporti figura-sfondo (macchie indistinte su sfondo indefinito)
o
es.: stimoli diversi – se percepiti come uguali, risposta condizionata in entrambi i casi
•
1-15 settimane – in grado di discriminare tra disegni diversi
•
dopo primo mese – riconoscimento volto umano disegnato
Studio di pazienti che hanno recuperato la vista in età adulta •
sussistono problemi di percezione o
transfert trans-modale (utilizzo di altre sensazioni per ricostruire oggetti visivamente) limitato
organizzazione percettiva dipende da apprendimenti approfonditi in età precoce capacità di accorgersi della presenza di uno stimolo è innata, quella di identificare esattamente lo stimolo sia appresa Percezione del mondo fisico risulta da compromesso tra natura reale oggetti e impressione sugli organi i senso •
regressione fenomenica
Riconoscimento selettivo e percezione motivata •
percezione indirizzata dagli stati interni dell’organismo vediamo ciò che ci aspettiamo e ciò che desideriamo vedere collegamento con ipotesi freudiana di soddisfazione dei desideri: nei bambini, processo di allucinazione primario (bambino vede oggetti necessari per soddisfacimento desideri)
adulto: processo primario rimane, ma è subordinato a processo secondario (percezione realistica) presente in allucinazioni, sogni, stimolazioni ambigue
•
stati motivazionali influenzano riconoscimento stimoli ambigui
•
difesa percettiva contro stimoli minacciosi
•
ricevimento di uno stimolo scatena numerose risposte, tra cui processo di identificazione verbale e reazione autonoma affettiva
10
o
identificazione autonoma precede quella verbale – può inibire completamento stimolo percettivo
Percezione subliminale •
percezioni di stimoli la cui intensità sia appena inferiore alla soglia assoluta
•
informazioni subliminali possono influenzare transitoriamente il comportamento, ma non ci sono prove che modifichino abitudini e capacità senza che i soggetti se ne accorgano
Difficoltà di identificazione stimoli che sono stati sicuramente recepiti da apparato sensoriale •
test dei triangoli percezione del mondo basata su valutazioni globali e superficiali (generalmente sufficienti) e non su un’analisi dettagliata o
lettura e ascolto basati su campionamento probabilistico
•
è più probabile trovare quello che si sta cercando – search-image
•
è possibile affinare capacità percettive con esercizio e esperienza
o
stimoli non vengono interpretati in modo univoco e costante – interpretazione può variare con il contesto
percezione sempre basata sul confronto con schemi di riferimento preesistenti •
stesse cose possono essere viste in maniera diversa
•
vedere: effettuare un’ipotesi basandosi sulla selezione di alcune parti del complesso di informazioni disponibili selezione influenzata da fattori inconsapevoli (circostanze, atteggiamento, aspettative)
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Cap. 5 – L’apprendimento apprendimento principale meccanismo di adattamento – processo cognitivo fondamentale •
utilizzo esperienza precedente per modificare proprio comportamento (per il fatto che quella situazione sia stata sperimentata) migliore adattamento o
2 modalità di adattamento:
evoluzione biologica apprendimento – comportamenti acquisiti: risultato dell’interazione con ambiente soggetti a cambiamento
_prospettiva ecologica-evoluzionistica: capacità è risultato di processo evolutivo maggiore plasticità comportamentale _prospettiva comportamentista: apprendimento come stimoli e risposte •
sostituita da prospettiva cognitivista: apprendimento come acquisizione di informazioni e di formazione di rappresentazioni mentali o
processo cognitivo per acquisizione di conoscenze, abitudini e comportamenti
_Hilgard e Bauer: processo che porta a cambiamento del comportamento di fronte a data situazione (sperimentata ripetutamente) •
relazione tra modificazioni dell’organizzazione interna e del comportamento dell’individuo e modificazioni dell’ambiente esterno
apprendimento legato a cambiamento •
acquisizione conoscenze
•
sviluppo e mantenimento nuovi comportamenti
•
modificazione comportamenti preesistenti
apprendimento è processo interno non direttamente osservabile •
non necessariamente si traduce in una modificazione comportamentale direttamente osservabile o
distinzione tra apprendimento e prestazione
Condizionamento classico (pavloviane o rispondente): •
esperimenti fisiologici sui cani risposte anticipatore allo stimolo o
risposte non solo a stimolo naturale ma anche a stimoli inizialmente neutri
_interpretazione comportamentista: teoria stimolo-risposta (S-R) o
condizionamento classico: appreso nuovo riflesso – nuova connessione stimolo e risposta
_interpretazione cognitivista: teoria stimolo-stimolo (S-S) o
condizionamento classico: individuo forma rappresentazione mentale (aspettativa) dello stimolo incondizionato originale
•
principi del condizionamento classico: o
forma di apprendimento associativo – individuo impara che due eventi che si verificano in stretta contiguità temporale sono tra loro associati (uno anticipa l’altro)
risposte già presenti nell’individuo possono essere elicitate da stimoli diversi da quelli naturali
o
stimolo neutro acquisisce significato
stimolo incondizionale (SI): provoca spontaneamente e automaticamente una determinata risposta (risposta incondizionale, RI)
o
legame SI-RI: riflesso incondizionale
stimoli neutri (SN): provocano risposta aspecifica – possono diventare stimoli condizionali (SC) quando ripetutamente associati a SI
SC provoca stessa risposta di SI anche se presentato da solo risposta condizionale (RC)
o
legame SC-RC: riflesso condizionale
perché si instauri una RC necessario un certo numero di associazioni tra SC e SI
fase di acquisizione: presentazione combinata di SN e SI rinforzo associativo SN si trasforma in SC
o
SC non si sostituisce completamente a SI: RC è sempre più debole, più breve e meno stabile di RI
o
condizioni per sviluppare condizionamento forte:
intensità SC e SI
intervallo temporale tra SC e SI (condizionamento retrogrado – prima SI poi SC – è molto difficile)
o
difficoltà a creare legame se intervallo supera 1-2 sec o se è meno di 0.45 s •
intervalli maggiori: inibizione esterna interferenze di altri stimoli
•
in caso di forti avversioni, intervallo può essere anche di ore
RC:
latenza progressivamente minore con progredire del condizionamento
forza aumenta con progredire del condizionamento
resistenza all’estinzione aumenta con progredire del condizionamento
Estinzione e recupero spontaneo
12
•
dopo instaurazione condizionamento, se SC non è più seguita da SI, RC tende progressivamente a scomparire
•
è sufficiente ripresentare SI dopo SC per riattivare legame SC-RC
estinzione (per Pavlov: inibizione interna) o
estinzione diversa da oblio: risposta viene inibita, ma non dimenticata
estinzione: processo attivo – risposta emessa senza essere seguita da evento rinforzante
oblio: processo passivo – risposta dimenticata per interferenza o decadimento (non viene eseguita)
o
recupero spontaneo – alla ripresa degli esperimenti avviene reintroduzione automatica della risposta che era stata inibita
•
estinzione utile in caso di risposta disadattativa (paure… - eliminabili con ripetute esposizioni allo stimolo in assenza di conseguenze negative)
Generalizzazione e discriminazione •
Pavlov: stimoli simili a SC acquisiscono spontaneamente caratteristiche analoghe a SC generalizzazione o
ma stimoli simili elicitano risposte tanto più deboli quanto più sono lontani dallo SC originario
entità della risposta è inversamente proporzionale alle differenze tra stimolo originario e successivo
•
risposta elicitata da stimoli simili è la stessa dello stimolo originario SC
discriminazione tra due stimoli ( esiste certo grado di generalizzazione): è necessario che uno venga costantemente seguito da SI e altro mai o
dopo certo numero di prove risposta differenziale ai due stimoli
o
meccanismi discriminativi importanti in ogni processo di condizionamento sempre presenti stimoli di sfondo potenzialmente significativi (ma presenti anche in assenza di SI) discriminati da SC
Condizionamento di ordine superiore •
associazione di nuovo stimolo a RC suscitata nuovamente risposta iniziale ma con intensità ridotta o
cond. di secondo ordine (nel cane, non oltre terzo ordine)
o
capacità di elicitare risposte non attraverso associazione diretta con SI, ma attraverso associazione con SC di primo ordine
Validità del condizionamento pavloviano è relativa soprattutto alle risposte involontarie (muscoli lisci, sistema endocrino controllati da SNA) •
risposte volontarie: soggette a condizionamento strumentale o operante (molte eccezioni)
•
risposte incondizionate passabili di condizionamento classico interessano sistema circolatorio, digestivo, muscolare _prospettiva comportamentista – studi sull’uomo:
salivazione, riflesso patellare, riflesso palpebrale, riflesso pupillare, riflesso cardiaco e riflesso psicogalvanico comprensione meccanismi condizionamento classico
Risposte emotive condizionate •
condizionamento classico apprendimento reazioni emotive specifiche (paure) o
possibile sviluppo di paure irrazionali e non volute
o
studiosi evoluzionisti: paura è una delle emozioni fondamentali (primarie) risposte fisiologiche e comportamentali con funzione adattativa (specie-specifiche e universali geneticamente determinate)
risposta emozionale incondizionale provocata da stimoli pericolosi
ma esistono paure o fobie acquisite provocate da stimoli non pericolosi: risultato di condizionamento classico Condizionamento classico riguarda anche le reazioni anticipatorie a somministrazione farmaci •
vari tipi di stimoli possono essere associati a sostanze di vario genere e indurre risposte simili a quelle prodotte dalle sostanze stesse o
si può influenzare anche il funzionamento del sistema immunitario
Condizionamento operante (o strumentale o skinneriano): apprendere nuovi comportamenti _comportamentismo •
•
adattamento attraverso: o
acquisizione e mantenimento nuovi comportamenti
o
modificazione comportamenti inefficaci e disadattivi
Thorndike: problem box o
soggetti sperimentali imparano a risolvere il problema attraverso tentativi ed errori
latenza della risposta corretta diminuisce progressivamente con il crescere del numero delle esperienze ricompensate
legge dell’effetto – delle varie risposte emesse in una determinata situazione, quelle che vengono accompagnate o immediatamente seguite da una soddisfazione saranno collegate più stabilmente a quella situazione quando situazione si ripresenta, maggiori probabilità di essere nuovamente emesse
13
risposte accompagnate da fastidio: indebolimento legame con situazione minor possibilità di essere nuovamente riemesse
maggiori soddisfazione e fastidio maggiori rafforzamento e indebolimento
comportamento di un individuo dipende dalle conseguenze
legge dell’effetto – 2 accezioni: •
empirica: rinforzo di una risposta in presenza di uno stimolo maggiore probabilità che stimolo evochi quella risposta
•
teorica: principio del rinforzo S-R (tenta di spiegare motivo) o
probabilità della risposta aumenta perché il rinforzo (ricompensa) rafforza i legami S-R
_interpretazione cognitivista: non appresa soltanto una relazione S-R, ma una relazione mezzo-fine (comportamento è mezzo per ottenere un certo fine) Skinner (comportamentismo, psicologia sperimentale) •
Skinner-box (maggiore affidabilità e controllo) o
animale libero di agire; determinate risposte gli fanno ricevere ricompensa (rinforzo): emissione risposte è così influenzata
•
comportamento individuale: o
effetto sul mondo circostante
o
effetto retroattivo conseguenze modificano probabilità che comportamento si ripeta
differenze condizionamento classico e operante •
operante: soggetto libero di eseguire risposte non predeterminate – libera interazione con ambiente
•
operante: risposte non di tipo riflesso o automatico provocate da stimoli conosciuti, ma risposte di tipo volontario emesse indipendentemente da stimoli identificabili
•
operante: non vi è relazione preesistente tra comportamento e rinforzo
Rinforzi e punizioni •
rinforzi: favoriscono comparsa e mantenimento del comportamento – evento che si verifica subito dopo determinata azione della quale aumenta la possibilità di ripetersi in quella situazione o
positivo: comparsa o presentazione dell’evento aumento possibilità
o
negativo: scomparsa o rimozione dell’evento aumento possibilità
importante stato motivazionale del soggetto risposte di fuga – evitamento (prevengono verificarsi di evento spiacevole)
rinforzi sono distinti in primari e secondari o
primari: naturali soddisfano bisogni biologici
o
secondari: azione rinforzante acquisita mediante associazione con rinforzi primari
in base al contenuto sono distinti in o
materiali (commestibili e non commestibili)
o
dinamici e manipolativi (attività piacevoli)
o
sociali soddisfano bisogni di appartenenza, di affetto, di considerazione
possibile ottenere rinforzi condizionati (secondari e di ordine superiore)
•
sia positivi che negativi (stimoli aversivi condizionati)
più stabili delle risposte condizionate di ordine superiore
punizioni – eventi che riducono la probabilità che il comportamento immediatamente precedente si verifichi nuovamente in futuro tipologie: o
comparsa di uno stimolo negativo
o
abolizione o sottrazione di uno stimolo desiderato o di interesse per l’individuo
stimoli punitivi: o
punizione fisica stimoli che provocano sensazioni dolorose o spiacevoli
punitivi incondizionali
14
punitivi condizionali (acquisiscono potere punitivo se associati a stimoli punitivi incondizionali)
o
rimprovero
o
time-out (sospensione del rinforzo)
o
costo della risposta
soppressione temporanea della risposta indesiderata Skinner: non è migliore modalità per eliminarli più efficace estinzione attraverso il non rinforzo e il contemporaneo rinforzo di un’alternativa
punizione utilizzata inappropriatamente può avere effetti negativi o dannosi
punizione non insegna cosa fare ma sopprime solo comportamento contro cui è rivolta
procedura e principi generali del condizionamento operante •
necessario ripetersi dell’esperienza per acquisizione comportamento o
inizialmente comportamento che sblocca rinforzo avviene casualmente, poi di prova in prova comportamento diviene sempre più probabile (continuamente rinforzato) fino a livello stabile
da casuale a volontario: si è instaurato apprendimento
estinzione – avviene quando emissione della risposta condizionata non viene più seguita dal rinforzo o
correlazione nulla tra risposta e rinforzo diminuzione della frequenza della risposta
o
tanto più un comportamento è resistente all’estinzione, tanto più è forte l’apprendimento
comportamento non è stato dimenticato può ricomparire spontaneamente
estinzione misura della forza dell’apprendimento
estinzione è più efficace quando viene contemporaneamente rinforzato un comportamento alternativo
o
è più difficile estinguere un comportamento se questo è stato rinforzato in modo intermittente e non continuamente (effetto del rinforzo parziale)
il modellaggio o shaping o
Skinner: modellaggio per approssimazioni successive rinforzo selettivo e progressivo delle approssimazioni successive alla risposta prescelta (influenza azione libera e casuale indirizzandola verso risposta desiderata)
o
permette di plasmare il comportamento del soggetto nel modo desiderato
o
metodo di modificazione del comportamento
generalizzazione e discriminazione o
generalizzazione: estendere un comportamento a nuovi contesti
o
discriminazione: fare la cosa giusta al momento giusto
in base a somiglianza fisica, concetto
classificazione e categorizzazioni stimoli: necessario per sopravvivenza rinforzo, oltre ad aumentare probabilità comportamento, pone la risposta sotto il controllo degli stimoli presenti nel momento della sua comparsa o
stimoli discriminativi: associai al rinforzo acquisiscono controllo sul comportamento
controllo non è assoluto:
generalizzazione dello stimolo (stimolo simile fa comunque aumentare probabilità del
generalizzazione della risposta (favorita comparsa di comportamenti simili mai rinforzati
comportamento) direttamente)
discriminazione tra due stimoli (o categorie di): soggetto si comporta diversamente in presenza di ciascuno di essi
programmi di rinforzo – modalità di somministrazione del rinforzo •
rinforzo continuo – a ogni risposta corrisponde un rinforzo (contrario dell’estinzione)
•
rinforzo parziale (o intermittente) – non tutte le risposte sono seguite da rinforzo effetto del rinforzo parziale o
estinzione è molto più lenta che dopo un programma di rinforzo continuo
programmi a rapporto (fisso o variabile)
variato il rapporto tra numero di risposte e quello di rinforzi
fisso: es.: 10 1 rinforzo ogni 10 risposte
variabile: es.: 10 in media 1 rinforzo ogni 10 risposte
programmi a intervallo (fisso o variabile)
specificato tempo intercorrente tra risposta rinforzata e momento della successiva disponibilità del rinforzo
fisso: es.: 30” rinforzata prima risposta dopo 30” da precedente rinforzo
variabile: es.: 30” rinforzata prima risposta dopo un intervallo in media di 30” da precedente rinforzo
aumento delle frequenze di risposta è più rapido nei programmi a rapporto
15
biofeedback – tecnica che fornisce all’individuo informazioni di ritorno (feedback) sul suo stato fisiologico controllo e modifica di alcune risposte normalmente involontarie (addestramento condizionato) _terapia del comportamento (modifica comportamento pazienti) Apprendimento latente (esplorativo) •
caratteristiche di una determinata situazione apprese e memorizzate senza che quanto è stato appreso venga messo immediatamente in opera e in assenza di rinforzi espliciti o
esplorazione senza specifiche motivazioni o obiettivi ma conoscenza (incidentale) ambiente
_Tolman (precursore cognitivisti) – distinzione tra processo di apprendimento e prestazione; mette in discussione necessità del rinforzo per apprendimento o
organismi elaboratori attivi di informazioni
apprendimento: formazione di rappresentazioni mentali (es.: mappe cognitive)
esplorazione: mappa mentale apprendimento latente poi attivato dal rinforzo •
si ricorre a rappresentazione mentale quando vi è necessità o utilità
apprendimento come acquisizione di informazioni avviene in base alla pura esperienza o
motivazione o ricompensa traducono ciò che si è appreso in una specifica prestazione
Apprendimento per insight (intuizione) •
caso particolare di apprendimento latente o
individuo utilizza informazioni acquisite in precedenza organizzandole in un nuovo modo per risolvere un problema
_Köehler scimpanzè: riorganizzazione improvvisa del comportamento
•
o
non passa per serie di tentativi ed errori come nell’apprendimento strumentale
o
in situazione analoga, azione ripetuta con successo
uomo imprevedibilità – soluzione creativa problemi o
apprendimento per insight più facile quando si è sfiduciati sul metodo utilizzato più propensi a rimettere in discussione soluzione
•
concetto legato a pensiero produttivo di Wertheimer: visualizzazione della situazione in una nuova luce colti aspetti prima non percepiti
•
necessarie abilità: o
identificare quali tra le informazioni disponibili meritino di essere elaborate ulteriormente
o
capacità di scoprire modi nuovi e inusuali di combinare elementi del problema
apprendimento sociale e apprendimento operativo •
apprendimento non solo attraverso interazione con ambiente, ma anche attraverso interazione con gli altri e osservazione del loro comportamento o
interazioni con ambiente apprendimento individuale (condizionamento o insight)
o
interazione e osservazione altri apprendimento sociale (imitazione o insegnamento)
base della trasmissione sociale e culturale del comportamento
trasmissione sicura di conoscenze pericolose da ottenere attraverso tentativi ed errori
presupposti essenziali per sviluppo della cultura (uomo: capacità di accumulare conoscenze e informazioni e di trasmetterle alle generazioni successive)
apprendimento sociale: si apprende aspetto del comportamento di individuo modello (interazione sociale) o
incentivazione dello stimolo
o
condizionamento osservativo
o
imitazione (riproduzione azione dopo averla vista eseguire da un altro individuo assenza di rinforzo)
attraverso osservazione si apprendono non solo azioni ma stili generali di comportamento (aggressività – ma il verificarsi o meno dell’imitazione dipende da diversi fattori, come il fatto che il comportamento visto sia seguito da rinforzo o punizione, come le caratteristiche del modello osservato e come la situazione in cui il modello viene presentato)
o
emulazione dell’obiettivo
_Meltzoff Homo imitans apprend. sociale può portare ad acquisizione di risposte emotive e fobie
condizionamento osservativo (modello manifesta comportamento emotivo in una determinata situazione viene appreso) apprese sia risposte socialmente adeguate che comportamenti disadattativi
influenza o incentivazione sociale: si è influenzati da presenza di un altro individuo senza imparare niente di specifico da esso o
contagio
o
esposizione
o
sostegno sociale
o
apprendimento matched dipendent
(mangiare in compagnia, sbadiglio, risata)
16
•
ruolo centrale nello sviluppo dell’individuo, della sua personalità, delle tendenze…
apprendimento per imprinting •
periodi critici solo nei quali sono acquisite determinate info che possono rimanere latenti o estrinsecarsi immediatamente sviluppo del linguaggio: predisposizioni innate a trattenere informazione linguistica; al di fuori di periodo critico è compromessa acquisizione del linguaggio
•
imprinting – animali: riconoscimento madre e partner sessuale o
suscettibilità all’imprinting limitata a periodo precoce e ben determinato (poche ore dopo schiusa) risposta motoria di inseguimento innata (tende a scomparire successivamente) maturità sessuale: comportamenti di corteggiamento verso oggetti simili a quello iniziale
o
se ala schiusa ci sono due stimoli (madre + oggetto), vince stimolo naturale
sviluppo di familiarità con lo stimolo senza necessità di ricompense
caratteristica peculiare: intensità della risposta di inseguimento aumenta se per eseguirla il soggetto deve compiere uno sforzo (superare ostacoli)
stabile e irreversibile (entro certi limiti)
legame con acquisizione di costanza percettiva
risposta iniziale indifferenziata a grande varietà di oggetti (difficile da subito riconoscere madre in ogni aspetto e momento) poi si restringe a numero limitato di stimoli significativi
o
al termine della fase di riconoscimento, subentra la paura per l’estraneo
o
legame preferenziale con madri artificiali caratteristiche più rilevanti: pelo, calore, morbidezza
o
no soddisfacimento bisogni elementari
crescita con madri artificiali comportamenti anormali – animali non in grado di accoppiarsi
separazione da madre – isolamento nevrosi e asocialità proporzionali al tempo in isolamento
_teoria dell’attaccamento (Bowbly) – bambino: predisposizione a creare precoce legame di attaccamento nei confronti di una figura sociale (madre biologica) riconoscimento caratteristiche madre poche ore dopo nascita (preferenza voce, odore e volto madre)
17
Cap. 6 – La memoria capacità di ricordare necessaria per adattamento utilizzo esperienza appresa per agire nel presente e pianificare e prevedere eventi futuri memoria: capacità dell’individuo di immagazzinare e conservare informazioni ed esperienze, per attingervi quando necessario •
retrospettiva: ricordo di info e esperienze precedentemente appresi
•
prospettica: ricordi di attività da compiere nel futuro
ruolo centrale nell’identità differenze tra memoria biologica e meccanica: •
info immagazzinate in modo diverso a seconda delle loro caratteristiche e significato
•
eventi passati influenzano attivamente quelli successivi e ne vengono a loro volta influenzati
o
soggette a diversa elaborazione e oblio
_cognitivisti: ricostruzione attiva eventi originali vengono rielaborati, riorganizzati e ricostruiti dall’individuo sia attraverso processi di elaborazione e codifica intenzionale, sia in modo automatico ricordo può essere cambiato o distorto
rapporto molto stretto tra memoria e apprendimento
processo di memorizzazione – 3 fasi: •
fissazione o acquisizione o apprendimento
•
ritenzione (info conservata in modo latente)
•
rievocazione o ricordo (riattivato ciò che è stato acquisito condotte mnestiche, comportamenti osservabili)
2 tipi di condotte mnestiche •
riconoscimento – capacità del soggetto di identificare correttamente uno stimolo o un evento presentato in precedenza e che è presente nel suo campo percettivo, unitamente ad altri eventi e stimoli che non aveva percepito precedentemente
•
rievocazione – capacità del soggetto di ricordare un evento o un’informazione in sua assenza o
libero richiamo – ricordo di maggior numero items
o
ricostruzione seriale – ricordo degli items in ordine di presentazione
gerarchia delle prestazioni mnestiche in termini di rendimento: •
riconoscimento
•
libero richiamo
•
ricostruzione seriale
i diversi tipi di memoria •
memoria biologica non può essere considerata un sistema unico funzione complessa e multicomponenziale o
sottocomponenti distinte e interconnesse – caratteristiche funzionali e basi neuroanatomiche differenti
3 distinti sistemi (modello seriale della memoria – Atkinson e Shiffrin)
memoria sensoriale
memoria a breve termine (MBT)
memoria a lungo termine (MLT)
fasi diverse e successive dell’elaborazione delle informazioni
memoria sensoriale •
memoria periferica – mantiene per tempi brevissimi (1-2 sec) l’info presente nella stimolazione
•
ruolo fondamentale per l’esatta elaborazione dei dati percettivi e per il riconoscimento percettivo
•
elaborazione molto scarsa
•
conservate caratteristiche fisiche dello stimolo sugli organi di senso (memoria iconica, ecoica)
•
se info non è utilizzata, decade rapidamente e viene dimenticata, altrimenti è conservata e codificata nella MBT
memoria a breve termine – memoria di lavoro •
capacità limitata
•
breve durata (pochi secondi poi info dimenticate o scartate)
•
rapido oblio
tipo verbale o fonologico (num. di telefono) – senza ripasso articolatorio (es.: attraverso ripetizione subvocalica o rehearsal) viene presto dimenticata; con ripasso, mantenimento in MBT e eventualmente passaggio in MLT o
ruolo importante nello sviluppo e apprendimento del linguaggio
tipo visuo-spaziale – consente di formare immagini mentali fenomeni caratteristici:
18
o
distrazione fa dimenticare
o
effetto di posizione seriale – probabilità di ricordare una parola è strettamente dipendente dalla sua posizione nella lista (le prime e le ultime vengono ricordate di più effetto di priorità e di recenza)
aggiungendo distrazione (interruzione) effetto di recenza scompare (invece prime parole della lista rimangono perché hanno maggiore probabilità di essere reiterate)
memoria di lavoro (ML) o
superamento sequenzialità (MBT MLT) del modello seriale:
sequenzialità non necessaria
probabilità di ricordo dell’info non è necessariamente legata alla ripetizione ma anche al livello di elaborazione
•
MBT svolge funzioni più complesse della semplice archiviazione temporanea
_Baddeley – working memory o
conserva caratteristiche MBT
o
sistema più complesso di elaborazione attiva trattenimento e manipolazione info mentre si eseguono compiti cognitivi (apprendimento, ragionamento, comprensione)
ciclo fonologico – componente verbale
elaborazione e mantenimento componente linguistica
comprensione linguistica, capacità di fare i conti mentalmente
taccuino visuo-spaziale
elaborazione e mantenimento della componente visuo-spaziale
lettura, formazione di immagini mentali, pianificazione movimento
esecutivo centrale
sistema con capacità attentive limitate
controlla e coordina le due componenti
programma l’azione, distribuendo le risorse cognitive (consente di svolgere simultaneamente due compiti)
MBT – basi neuroanatomiche differenti da MLT o
corteccia parietale inferiore dell’emisfero sinistro MBT verbale
o
corteccia posteriore destra (temporo-parieto-occipitale) MBT visuo-spaziale
o
+ lobo frontale (corteccia prefrontale) delayed response task (attesa prima di risposta ritardata mantenimento attivo info per effettuare scelta alla fine dell’attesa)
emisfero sinistro: info verbali; emisfero destro: info non verbali (musica) memoria a lungo termine •
ritenzione duratura e stabile delle informazioni o
conoscenze che individuo ha su di sé, sugli altri e sul mondo esterno
o
conservato ciò che è stato appreso e che serve per interagire in modo adattativo con ambiente e con altri
concetti, linguaggio, esperienze personali, abilità motorie acquisite
•
durata lunghissima (anni o tutta la vita)
•
capacità pressoché illimitata
•
oblio è lento o
forse info non scompaiono mai, ma diventano sempre meno accessibili (recupero più difficile, info distorte)
prima distinzione: memoria dichiarativa / memoria non dichiarativa o procedurale o
m. dichiarativa (o esplicita): ricordi consapevoli apprendimento e rievocazione coscienti
info che sappiamo descrivere e su cui siamo in grado di riflettere
recuperate quando tornano utili
“sapere che” o
m. non dichiarativa: (o implicita): “sapere come”
comprende memoria procedurale e condizionamento
info che non siamo in grado di descrivere, non oggetto di riflessione consapevole
esecuzione di una prestazione specifica
seconda distinzione: Tulving m. dichiarativa si distingue in o
memoria semantica – conservazione di conoscenze generali sul mondo (lobi temporali)
o
memoria episodica – registrazione accurata di specifici eventi (diencefalo)
tipo particolare: memoria autobiografica – capacità di rievocare gli eventi della propria vita (sia componente semantica che episodica)
diverse componenti interagiscono tra loro in modo armonico e integrato svolgimento attività o
ma da pazienti amnesici emerge distinzione funzionale e neuroanatomica fenomeno della dissociazione
19
•
3 tipi di strutture coinvolte nell’immagazzinamento info in MLT o
ippocampo (sistema limbico)
o
diencefalo
o
strutture frontobasali
memoria prospettica – memoria per il futuro o
ricordarsi di compiere determinata azione in un dato momento senza esplicita istruzione al ricordo compito difficile
o
si ricorre a forme di memoria esterna (segnali)
m. prospettica e retrospettiva sono indipendenti
meno ricca di dettagli rispetto a quella retrospettiva
riguarda soprattutto il quando rispetto al cosa
diverso valore della dimenticanza
fallimenti della retrospettiva: dimenticanza neutri
fallimenti della prospettica: attribuiti a caratteristiche personali (disattenzione, superficialità)
o
può essere basata sull’evento (assolvere un compito in presenza di un dato evento) o basata sul momento (fare una cosa in un determinato momento futuro)
anziani buone prestazioni di memoria prospettica basata sull’evento ma non in quelli di memoria prospettica basata sul momento
L’oblio – dimenticanza delle informazioni •
•
perdita di info dalla memoria o impossibilità di recuperarle o
può verificarsi a diversi livelli del processo di memorizzazione
o
può essere transitorio o permanente
o
può essere rapido o lento
fenomeno naturale e fisiologico con valore adattativo
_Shacter (psicologia evoluzionistica): caratteristiche tipiche memoria biologica o
labilità (indebolimento del ricordo nel tempo)
o
distrazione (informazione non viene registrata affatto o non registrata in modo appropriato – attenzione concentrata altrove)
o
blocco (impossibile recuperare info memorizzate: “sulla punta della lingua”)
responsabili oblio (peccati di omissione) •
influenzato da vari fattori: o
passare del tempo (decadimento traccia mnestica)
o
interferenza da parte di altre info, esperienze, attività
calo nella ritenzione rapido soprattutto nelle prime fasi, poi rallenta
proattiva (info precedenti interferiscono con nuova memorizzazione)
retroattiva (info precedenti danneggiate da nuova memorizzazione)
o
attenzione
o
accuratezza con cui info è appresa e codificata
o
significato del materiale (ciò che è compreso viene ricordato meglio, meno sensibile ad interferenza)
elaborazioni superficiali ricordi più labili
20
per alcuni studi, oblio dovuto a mancato immagazzinamento o consolidamento delle info nella MLT oppure oblio imputabile a mancato recupero dell’info da MLT (ricordo non disponibile) •
ricordo può essere influenzato da contesto anche momento del recupero ne sarà influenzato
conoscenze procedurali (“sapere come”) sono meno suscettibili all’oblio di quelle dichiarative (“sapere che”), in particolare di quelle semantiche o
•
più facile dimenticare una nozione che un’abilità
oblio riducibile tramite: o
ripetizione
o
categorizzazioni esplicita
o
semplificazione del materiale
prime informazioni sono quelle più ricordate L’accuratezza dei ricordi • •
corrispondenza tra ciò che viene acquisito e il ricordo conservato ma ricordi non sono copia esatta dell’esperienza vissuta esperienza rielaborate e riorganizzate: possibili errori – versioni falsate di certi avvenimenti e periodi
•
si possono confondere le fonti e i contesti, si può essere influenzati da suggerimenti e domande tendenziose, si possono incorporare nei ricordi informazioni fuorvianti o
errata attribuzione
o
suggestionabilità
•
ricordo di evento passato può essere distorto a causa delle conoscenze e delle convinzioni attuali dell’individuo
•
fattori che influenzano accuratezza:
o
testimoni: memoria episodica influenzabile da memoria semantica (conoscenze generali attuali)
o
natura più o meno traumatica dell’evento cui si è assistito
o
caratteristiche individuali
ansia: ricordi diventano più dolorosi
tendenza di far coincidere le proprie esperienze con proprie opinioni e aspettative o
ciò che succede dopo l’evento
o
modalità di recupero dei ricordi (ricordo libero, domande, interviste)
memoria ed età •
col passare degli anni le funzioni cognitive dell’individuo subiscono un calo fisiologico
•
perdita della memoria nell’invecchiamento è però influenzata da diversi fattori o
giovani/anziani differenza nel ricordo non dovuta a diverso funzionamento memoria: dovuta a diverse caratteristiche dei ricordi recenti
preferenze: giovaniricordi recenti; anzianiricordi lontani – dovute a 2 caratteristiche:
vividezza (ricchezza di immagini visive e particolari)
fatti vissuti per la prima volta
ricordi recenti sono vividi per i giovani e poco salienti per anziani •
anziani hanno memoria meno efficiente, ma solo in determinati compiti o
no differenze particolari di prestazione nei compiti che impegnano MBT
o
alcune differenze nella ML
o
differenze nella MLT soprattutto nella rievocazione di materiale non bene appreso
o
compiti di riconoscimento – no particolari differenze – ma utilizzo di processi diversi da quelli utilizzati dai
ma memoria semantica, eventi bene appresi e memoria procedurale funzionano bene
giovani (riconoscimento: giovaniinfo connesse al contesto; anzianifamiliarità stimolo) o
memoria prospettica non peggiora, ma anziani possono anche superare i giovani come prestazione:
maggior uso di strategie per ricordare
età non determina necessariamente un peggioramento diffuso della memoria, ma vi sono differenze legate a situazioni e compiti specifici o
altri fattori pesano di più sul funzionamento della memoria:
stato di salute
stile di vita
ambiente (più stimoli maggior numero neuroni; ambiente privo di stimolipeggioramento memoria – proporzionale a tempo passato in quell’ambiente)
La memoria e le emozioni •
stato emotivo influenza acquisizione e elaborazione informazioni
•
per compiti di difficoltà media, la prestazione di un individuo aumenta con l’aumentare del suo livello di attivazione (arousal) – sopra un certo livello di attenzione, prestazione si deteriora o
es.: ansia eccessiva compito cognitivo compromesso
21
o
tuttavia, eventi emotivamente significativi possono essere più facili da ricordare rielaborati spesso, maggior investimento attentivo
stimoli altamente emotigeni attirano automaticamente l’attenzione dell’individuo
_ipotesi della congruenza con lo stato emotivo (state-congruency) ricordati meglio gli episodi la cui tonalità emotiva è più vicina allo stato emotivo in cui si trova il soggetto che ricorda _ipotesi della dipendenza dallo stato emotivo (state-dependency) info memorizzate in un determinato stato emotivo verrebbero ricordate meglio nello stesso stato emotivo indipendentemente dalla natura emotigena del materiale in generale, depressi ricordano meglio eventi negativi (inoltre sono poco motivati ulteriore influenza sulla memoria) ansiosi meno efficienti nei compiti che impegnano ML, ma normali nell’apprendimento a lungo termine •
in situazioni particolarmente drammatiche o traumatiche si può verificare un’amnesia totale o
tende a scomparire dopo un certo periodo di tempo
I disturbi della memoria •
deficit a carico di una o più componenti della memoria
•
imputabili a diversi fattori
•
sia transitori (amnesia post-traumatica, causata da farmaci o anestesia) che permanenti (sindrome amnesica, Alzheimer)
tipi di disturbi: o
in seguito a danno cerebrale (disturbi organici)
o
disturbi psicogeni (non vi è compromissione delle strutture o delle funzioni cerebrali)
perdita di memoria dovuta a evento o processo scatenante che non risulta in un danno o una malattia, ma che produce più oblio
stato di umore alterato o di estrema eccitazione interferisce con codifica dell’informazione
2 tipi di amnesia o
anterograda – deficit di memoria che riguarda apprendimento di nuove informazioni dopo il trauma
o
retrograda – incapacità di ricordare eventi accaduti prima del trauma
amnesia globale transitoria entrambi i tipi
22
Cap. 7 – Pensiero e risoluzione dei problemi processo di elaborazione delle informazioni incessante •
caratteristiche diverse a seconda del tipo di informazione su cui si opera o
pensiero che elabora informazioni linguistiche
o
pensiero per immagini
o
pensiero astratto
consapevole e sequenziale consapevole ma non sequenziale
in gran parte inconsapevole difficile spiegare percorsi mentali
utilizzato per risolvere problemi
categorizzazione e formazione dei concetti •
varietà e complessità stimoli necessarie strategie organizzative per elaborazione e memorizzazione o
categorizzazione e concettualizzazione: utilizzo caratteristiche di stimoli esterni per assimilarli ad altri già noti e ricondurli a modello più generale (categoria)
•
concetti: entità astratte non rappresentabili né reperibili nella realtà concreta 2 insiemi di elementi
attributi caratteristici
elementi comuni ed essenziali per definizione categoria
•
prototipo (esempio migliore e più tipico) – molto differenti tra culture diverse
formazione concetti e categorizzazione processi legati all’esperienza individuale (riferimento a conoscenze possedute) o
in base al livello di conoscenza di un ambito specifico, creazione categorie più o meno articolate
costruzione concetti – in base a diverse caratteristiche oggetti:
caratteristiche formali (colore, forma, dimensioni)
caratteristiche funzionali (uso che se ne fa)
caratteristiche affettive (qualità espressive degli oggetti comunicabili e connesse al vissuto emozionale e al significato per gli individui e la collettività) – bellezza, originalità, valore
o
caratteristiche relazionali (collocazione degli oggetti tra loro)
più i concetti sono generali, più perdono di definizione
concetti più definibili delimitano classi di oggetti limitate prototipi più aderenti a oggetti concreti
La soluzione dei problemi •
sequenze comportamentali adeguate a raggiungimento obiettivo
•
problema: situazione in cui si deve riflettere su cosa fare e su come farlo 3 tipi fondamentali: o
problemi di organizzazione o riordinamento: elementi da organizzare in insieme significativo
o
problemi di scoperta o induzione delle strutture: stimoli e indizi esterni risalire a struttura sottostante o
o
problemi di trasformazione: obiettivo chiaro strategia mirata tenendo conto di situazione e risorse di
a sistema di relazioni che leghi gli elementi partenza •
ciclo della soluzione dei problemi – sequenza di 7 fasi o
identificazione problema
o
definizione problema
o
costruzione strategia di soluzione
presa di consapevolezza dell’esistenza del problema rappresentazione del problema errori pregiudicano soluzione: strategie sbagliate pianificazione attraverso analisi (scomposizione problema nelle sue parti) o sintesi (prospettiva generale)
valutazione possibili strategie attraverso pensiero divergente o convergente (delimita alternative)
4 strategie fondamentali:
riduzione della differenza: distanza condizione presente-obiettivo via più adeguata per raggiungerlo ; spesso scomposizione in sotto-obiettivi
analisi mezzi/fini: più articolata – oltre a scomposizione, valutazione della rilevanza di ogni sotto-obiettivo per soluzione problema
procedimento all’indietro: (non esperti)tendenza a formulare ipotesi da informazioni limitate
procedimento in avanti: (conoscenza approfondita del problema) disponibilità di rappresentazioni mentali delle possibili soluzioni alternative
o
organizzazione informazione relativa al problema
strategia resa operativa – decisione riguardo modalità di attuazione strategia; integrazione di nuove info con precedenti e riorganizzazione info in base a cambiamenti nelle situazioni
23
o
allocazione delle risorse
o
monitoraggio della soluzione
importante flessibilità (capacità di valutare situazione in modo critico e di immaginare scenari alternativi di fronte a imprevisti)
o
valutazione finale della soluzione
•
problema è risolto? ne sono sorti di nuovi?
fattori di facilitazioni e di ostacolo alla soluzione di problemi o
fattori facilitanti – esterni e interni
esterni – variabili (disponibilità risorse, supporto relazionale, condizioni logisticamente favorevoli) interni – transfer positivo e competenze e conoscenze precedenti
competenze e conoscenze precedenti – fondamentali per creare strategia corretta: conoscenza non è disponibilità di informazioni, ma organizzazione delle informazioni stesse in concetti, strategie e rappresentazioni mentali della realtà • •
lavoro attivo su realtà esperti: strategie diverse da principianti si soffermano su fasi iniziali (identificazione, pianificazione, organizzazione info)
•
soluzione creative apprendimento per insight: possibile solo laddove individuo ha acquisito tutte le informazioni disponibili sul problema
transfer positivo – transfer di apprendimento è l’influenza che conoscenze o abilità apprese hanno su comportamenti, apprendimenti, soluzioni di problemi successivi •
positivo quando conoscenze precedenti agevolano la soluzione dei problemi
•
utilizzo di strategie acquisite in situazioni analoghe per affrontare un dato problema
• o
può avvenire tra contesti diversi
fattori ostacolanti – interni ed esterni
esterni – molto vari, dipendono da situazione e tipo di problema
interni – 4 tipi
stereotipi – categorie cognitive processo di generalizzazione associano a diversi gruppi specifici attributi •
attributi: credenze riguardo individuo o oggetto tipo del gruppo estesi ad altri membri
•
crea difficoltà quando stereotipo non corrisponde a descrizione accurata o
in caso di stereotipo negativo, dà origine a pregiudizi
o
possono provocare false attribuzioni casuali
o
impediscono di tenere in considerazione altre strategie
fissità funzionale – incapacità di concepire utilizzo di un oggetto per scopi diversi da
set mentale – forma di rigidità del pensiero
quelli abituali •
rappresentazione del problema preesistente utile in altre occasioni tendenza a riapplicarla senza coglierne fallacia o
impedisce possibilità di individuare strategie migliori
transfer negativo – conoscenze precedenti ostacolano soluzione di problemi presenti
il ragionamento •
attività mentale attraverso la quale informazione è elaborata al fine di prendere una decisione o arrivare a conclusio o
info può derivare da situazione e da esperienze e conoscenze posteriori
2 categorie •
per induzione – dai dati empirici si risale a generalizzazione
•
per deduzione – da assunti generali a applicazioni particolari sillogismo (3 proposizioni: 2 premesse + 1 conclusione)
o
tipico del ragionamento scientifico (raccolta dati ipotesi leggi)
entrambe si prestano a rischi di errore o
o
deduttivo: procedimento logico errato, falsità affermazioni di partenza
a volte ragionamento deduttivo è corretto ma non corrisponde al vero
errori nei sillogismi spesso dovuti a stereotipi e a fissità funzionale
induttivo: necessario sottoporre le conclusioni a verifiche errori:
verifica insufficiente delle ipotesi
scorrettezze procedurali
interpretazioni inadeguate dei risultati
i processi di decisione e le euristiche
24
•
decisione corretta dovrebbe essere basata su algoritmo (rappresentazione mentale di tutte le possibili alternative e delle loro conseguenze) irrealistico
•
utilizzo euristiche procedimenti non rigorosi (intuitivi e approssimativi) – 2 tipi: o
euristica della rappresentatività – utilizzato quando si deve stimare probabilità che certo evento rientri in una determinata categoria di eventi più ampia
o
si basa però su legge dei piccoli numeri, anche se giunge a conclusioni relative all’universo
euristica della disponibilità – decisione presa in base a facilità con cui si richiamano alla memoria esempi di quella situazione
stili decisionali •
differenze tra le persone nel modo di prendere decisioni – legate a: o
personalità – caratteristiche stabili dell’individuo (geni + ambiente)
o
bisogno di chiusura cognitiva: esigenza che una persona avverte di giungere a una conclusione sulla base delle informazioni che possiede
chiude processo di elaborazione evitando di esplorare possibili alternative
5 principali componenti:
•
bisogno di ordine e strutturazione
intolleranza dell’ambiguità
tendenza a prendere decisioni rapidamente
bisogno di prevedibilità
chiusura mentale
entità diverso da persona a persona e da situazione a situazione
Petersen, Heesacker, Schwartz e Marsh: modello di stili decisionali con 4 strategie comportamentali (riconducibili a entità del bisogno di chiusura) o
valuta anche grado di consapevolezza con cui individui elaborano info (da teoria della mindfullness consapevolezza + riflessione, elaborazione attiva e ponderata delle info)
o
modello considera:
quantità di info che persona ritiene sufficiente per prendere la decisione
scarso bisogno di chiusura in chi tende a incrementare il più possibile la quantità di info
elevato bisogno di chiusura in chi si basa solo su info che già possiede
partecipazione più o meno attiva e consapevole al processo decisionale
chi si affida ad altri per decidere mindless: non partecipano consapevolmente a decisioni che li riguardano personalmente
mindful protagonisti delle proprie decisioni, agiscono autonomamente, escogitano nuove alternative
4 strategie:
ricercare informazioni (information seeking): persone con basso bisogno di chiusura ed elevata consapevolezza
allargano il più possibile ambito conoscenze
decidono autonomamente
elaborare informazioni (information processing): persone con elevato bisogno di chiusura ed elevata consapevolezza
decidono sulla base delle info che già hanno
decidono autonomamente
rimuginare (ruminating): persone con basso bisogno di chiusura e scarsa consapevolezza
eterni indecisi, non giungono a conclusioni continuano ad acquisire info
non organizzano info mindless, poco consapevoli
seguire consigli (advice following): persone con elevato bisogno di chiusura e scarsa consapevolezza
nelle mani degli altri, non affrontano decisione non cercano info
non decidono, ma delegano ad altri; accettano consigli acriticamente (mindless)
25
Cap. 8 – Lo sviluppo cognitivo e l’intelligenza sviluppo del comportamento influenza di evoluzione e selezione naturale •
es.: sensazioni nel bambino attenzione dei genitori soddisfacimento bisogni
•
maturazione biologica del sistema nervoso sviluppo funzioni cognitive superiori
lo sviluppo fisico •
vita prenatale – 3 stadi o
zigote (da fecondazione a impianto su parete uterina)
o
embrione (3° - 9° settimana) – inizio formazione organi e SN
o
feto (fino alla nascita) – maturazione funzioni fisiologiche e apparati sensoriali
ambiente uterino esposto a influenze esterne – feto: percezione di stimoli visivi ed auditivi •
•
periodo neonatale – prime 4 settimane di vita o
modificazioni dell’apparato respiratorio e cardiovascolare
o
proporzioni diverse dall’adulto (capo: lunghezza corpo)
o
risposte riflesse caratteristiche: riflesso di prensione: dita si chiudono se si tocca il palmo
riflesso di cercamento: labbra si contraggono e testa si gita se si sfiora la guancia
riflesso di suzione: neonato tende a succhiare dito sulle labbra
riflesso di fuga: gamba è ritratta se si tocca pianta del piede
primo anno (1-12 mesi: lattante) o o
•
crescita staturale e ponderale molto rapida sviluppo a livello neuromotorio e psichico
o
4° mese: definitiva maturazione funzionalità visiva (fissazione immagine e percezione colori)
o
sviluppo linguaggio
o
posizione seduta (7° mese) stazione eretta (9°-10° mese) primi passi
infanzia e adolescenza – 3 periodi o
prima infanzia (fino a 2° anno)
o
seconda infanzia (3-6 anni)
o
terza infanzia (fino a 12 anni – periodo scolare)
o
adolescenza
accrescimento più graduale; si stabiliscono proporzioni definitive (capo: 1/8 corpo) inizio maturazione sessuale si compie nell’adolescenza lo sviluppo cognitivo •
evoluzione delle capacità intellettive, ovvero tutte le attività mentali che permettono all’individuo di esplorare e
•
segue linee evolutive geneticamente determinate – su questa base possono agire fattori di modificazione
conoscere ambiente (acquisizione, elaborazione e memorizzazione informazioni + utilizzo quando necessario) o
SNC: plasticità potenzialità di modellarsi in rapporto alle richieste ambientali
o
ambiente ricco di stimoli sviluppo più precoce delle capacità intellettuali
ambiente scolarizzato: evoluzione linguaggio e capacità logico-matematiche
ambiente naturale: sviluppo funzioni motorie, visive, di orientamento
ma potenzialità sono le stesse dal punto di vista biologico:
distinzione tra competenze (abilità dell’individuo) e rendimento (uso effettivo di tali competenze) ruolo dell’ambiente soprattutto nel rendimento
•
attiva elaborazione delle info esterne (dapprima interazione fisica, poi rappresentazione simbolica pensiero formale)
_Piaget •
presupposti della sua teoria dello sviluppo: o
uomo interagisce in modo attivo con ambiente
o
funzioni cognitive si evolvono nel tempo secondo una successione di stadi
o
sviluppo delle funzioni cognitive – 2 processi concomitante interdipendenti:
o
gli attribuisce significato e se lo rappresenta con schemi cognitivi
maturazione biologica di SNC (geneticamente determinata)
ambiente esterno (stimoli e esperienze)
2 meccanismi complementari:
assimilazione
accomodamento
bambino integra stimoli esterni con i suoi schemi di rappresentazione della realtà bambino adegua i suoi schemi cognitivi (modificandoli) alla realtà stessa
sia assimilazione che accomodamento portano a raggiungimento di un temporaneo equilibrio
si interrompe quando arriva nuovo stimolo •
dapprima tentativo di assimilazione
•
eventualmente subentra accomodamento
26
progressivo aumento di complessità nelle attività mentali e nell’interazione con ambiente •
maggiore adattamento
4 stadi sviluppo cognitivo o
stadio senso-motorio (nascita – 2 anni)
da funzioni fisiologiche di base a interazioni più autonome con ambiente (sorriso sociale, lallazione, balbettii)
tramite con esterno: azione schemi cognitivi: rappresentazioni delle sequenze d’azione
prime rappresentazioni mentali verso la fine
funzioni cognitive strettamente legate a esperienza fisica e sensoriale
6 fasi
fase dei riflessi automatici innati (attività riflesse di base)
fase delle reazioni circolari primarie (schemi di azione ripetitivi effetto sul corpo del bambino)
fase delle reazioni circolari secondarie (bambino cerca di protrarre e ripetere esperienze piacevoli;
fase del coordinamento degli schemi secondari (primo nucleo del comportamento strumentale)
fase delle reazioni circolari terziarie (introduzione di variazioni in sequenze già note,
effetti anche sull’ambiente inizio del comportamento intenzionale)
osservandone gli effetti)
fase delle rappresentazioni cognitive (rappresentazione mentale della realtà; non più risoluzione problemi tramite tentativi-errori ma attraverso esplorazione mentale ambiente)
primi concetti di oggetto, spazio, dimensione, peso, volume, causalità compaiono tutte capacità intellettive umane in forma embrionale o
stadio pre-operatorio (2 – 6-7 anni)
linguaggio strumento privilegiato di comunicazione
sviluppo disegno, gioco di finzione, imitazione adulti impiego simboli
non più pura interazione fisica con ambiente uso rappresentazioni simboliche
non ancora concetti e categorizzazione
rappresentazione mentale della realtà, ma non connette immagini mentali tramite operazioni logiche stadi intuitivo o pre-concettuale (visione realtà ancora legata a dato percettivo)
o
egocentrismo: bambino non è in grado di immaginare realtà da punto di vista diverso dal suo
stadio delle operazioni concrete (7 – 11 anni)
prime operazioni mentali (azioni interiorizzate e coordinate tra loro; dotate di reversibilità)
categorizzazione: inclusione di uno o più elementi in classi – gerarchia tra categorie
seriazione: ordinare oggetti secondo criterio quantitativo
giudizi di conservazione di sostanza (cambiamento della forma non cambia quantità di materia) – necessari principio di identità o equivalenza e quello di decentramento (capacità di considerare contemporaneamente più caratteristiche degli oggetti) e principio di reversibilità
ancora stretto rapporto con mondo materiale (operazioni logiche su oggetti concreti, ma no leggi generali né connessioni teoriche)
o
stadio delle operazioni formali (dopo 11 anni)
prime operazioni di astrazione
sviluppo ragionamento ipotetico-deduttivo
capacità di formulare previsioni e generalizzazioni teoriche partendo da fenomeni
problema valutazione ipotesi e esplorazione possibili soluzioni
capace di riflettere su se stesso (autoosservazione e autodescrizione) e su concetti astratti
influenza contesto culturale
prima ricerca di comprensione globale realtà e suo significato
_sviluppi teorici successivi – critiche a Piaget •
funzioni cognitive di tipo logico-matematico (culmina nell’astrazione) valgono per società occidentali
•
divisione in stati non tiene conto di fenomeni quali apprendimento e accumulo esperienza con addestramento, bambini
o
logica formale è una direzione evolutiva, ma non l’unica
possono arrivare prima a tappe successive o •
critiche a tipologie esperimenti Piaget – non alla portata dei bambini (soprattutto nel linguaggio)
egocentrismo bambini in età prescolare: da rivedere, perché esperimenti hanno dimostrato che bambini possono capire punto di vista degli altri
_Vygotskij – influenza del contesto sociale •
dipendenza dell’individuo dalle strutture sociali
•
contesto culturale guida lo sviluppo cognitivo
27
•
studia non solo prestazioni dei bambini, ma anche potenzialità (ovvero ciò che sono in grado di fare se aiutati da persone con maggiori competenze) o
capacità nella zona di sviluppo prossimale (ZSP)
o
misurazioni dinamiche della competenza: test se risposta è sbagliata, informazioni aggiuntive al bambino se allora bambino risponde correttamente: competenze latenti
_Bruner •
nello sviluppo non identifica capacità diverse, ma modalità e strategie differenti che bambino utilizza per risolvere problemi o
strategie connesse a tipologie di rappresentazioni mentali:
rappresentazione esecutiva
rappresentazione iconica
rappresentazione simbolica
corrispondono a stati Piaget (1. senso-motorio, 2. pre-operatorio, 3. operazioni concrete) •
ruolo fondamentale della cultura e delle relazioni interpersonali
_teorie dell’elaborazione dell’informazione •
non spiegano sviluppo cognitivo, ma descrivono passaggi mentali per svolgere un compito o
prospettiva dinamica – quadro dei meccanismi con cui info è immessa nel SNC, è ritenuta, codificata, trasformata ed elaborata
•
struttura dei processi cognitivi e loro modifica durante crescita del bambino o
fattori chiave:
apprendimento basato sul rinforzo
processo di maturazione biologica
continua riorganizzazione del sistema cognitivo dopo nuove acquisizioni e individuazioni di modalità di soluzione dei problemi
•
formazione schemi (aspetti essenziali di un evento conservati in un modello unico) compaiono intorno ai 2 anni
•
esplorazione abilità meta-cognitive (funzioni superiori): o
riflessione su propri processi cognitivi
o
controllo e direzione propria attenzione
o
determinazione scopi
o
scelta strategie migliori
o
pianificazione ordine operazioni
es.: differenze tra comportamento impulsivo e riflessivo ( vantaggioso) _teoria dei sistemi di simboli (Gardner) •
ricerca comprensione delle funzioni mentali coinvolte nei diversi sistemi di comunicazione con l’esterno
•
analisi capacità e prestazioni cognitive possibili (alcune universali, altre circoscritte a contesti, ambienti, culture) o
sviluppo: raggiungimento e superamento stadi di competenza sempre più elevati
capacità in altri ambiti possono non essere soddisfacenti
multidimensionalità delle capacità mentali (autonomia di sviluppo) l’intelligenza e la sua misurazione •
Sternberg: capacità dell’individuo di apprendere dall’esperienza, utilizzando i processi metacognitivi per apprendere meglio e per incrementare la propria capacità di adattamento all’ambiente, inteso come contesto sociale e culturale
•
intelligenza come funzione mentale descrivibile e misurabile – 2 concezioni: o
Spearman – intelligenza come competenza unitaria molto generale
o
Thurstone – esistenza di più capacità di base indipendenti
fattore g: permette sviluppo capacità intellettuali più specifiche regolano ciascuna la risoluzione di compiti specifici
i test di intelligenza – primo: Binet e Simon (1916); oggi sono articolati in 2 gruppi: •
intelligenza come fattore generale e misurabile attraverso un unico valore per ogni individuo o
scala di intelligenza Stanford-Binet (un punteggio), WAIS-R, WPPSI, WISC-III (3 punteggi – verbale, prestazione, totale)
•
concetto di multidimensionalità delle capacità intellettive o
PMAT – non risultato globale, ma valutazione specifiche capacità
ma influenza fattori ambientali, culturali, caratteristiche di personalità, stato emotivo, salute… recenti avanzamenti – teorie multidimensionali _Sternberg teoria componenziale dell’intelligenza – 3 tipi di competenze e abilità (teoria triarchica): abilità pratiche (svolgimento prestazioni), analitiche (processi di metacognizione) e creative (acquisizione conoscenza) o
intelligenza capacità di valorizzare i propri punti di forza
_Gardner modello delle intelligenze multiple (7) logico-matematica, linguistica, musicale, spaziale, corporeo-cinestesica, introspettiva e interpersonale
28
Cap. 9 – Linguaggio e comunicazione Il linguaggio – sistema convenzionale di segni verbali, che rimandano a concetti e rappresentazioni mentali •
•
linguaggio verbale: sistema di comunicazione specificatamente sviluppato dalla specie umana o
apparato fonatorio sopralaringeo produzione di suoni articolati
o
corrispondenti meccanismi neurali (corteccia, SNP)
convenzionalità: costituito da un insieme di elementi che rappresentano la realtà in base a criteri puramente arbitrari, e condivisi all’interno di un gruppo umano o
differenziazione linguistica nelle varie società degli stessi concetti origine composita lingue, influenza di elementi puramente culturali sullo sviluppo, trasmissione nel tempo
•
sistema discreto e combinatorio: costituito da elementi separati e distinti ricombinabili a formare numero infinito di frasi dotate di significato
•
studiato da psicolinguistica
Gli elementi e la struttura del linguaggio •
unità di base del linguaggio: fonemi – diverse emissioni di suoni che costituiscono una lingua
•
morfemi: più piccole unità del linguaggio dotate di significato
o
lettere, accenti acuti e gravi, consonanti raddoppiate, elisioni, inflessioni della frase
o
parole, suffissi e prefissi
o
lessico: insieme dei morfemi
•
sintagmi: morfemi combinati tra loro concetti più o meno complessi
•
pensieri simbolici: unione di più sintagmi periodo: unione di soggetto, predicato e complementi (sintagmi)
sistema linguistico – 4 livelli: o
fonologia: studio fonemi e regole per il loro legame (origine parole)
o
semantica: descrive processi implicati nella determinazione del significato delle frasi (importante contesto)
o
grammatica: regole che permettono di combinare le parole in frasi
o
sintassi (funzione delle parole nelle frasi e regole per combinarle)
morfologia grammaticale (forme delle parole: declinazioni, coniugazioni)
pragmatica: studio meccanismi e rappresentazioni verbali che permettono agli individui di interpretare il messaggio (influenzati da contesto)
importanza del contesto •
possibili ambiguità del linguaggio risolte considerando contesto in cui le frasi vengono pronunciate ambiguità: o
lessicali – parole con più significati (ma sempre nella medesima categoria – sostantivo con 2 significati)
o
superficiali – una parola con diversi significati a seconda della funzione (sost., verbo)
o
profonde – necessarie informazioni più ampie sull’oggetto della frase per interpretazione giusta
sviluppo del linguaggio – successivi stadi di complessità analoghi in tutte le lingue e le culture • •
balbettio (4° mese) – ripetizione semplici sillabe dopo i 12 mesi – rapida evoluzione linguaggio 18 mesi: linguaggio telegrafico (composizioni di prevalentemente 2 parole) – espressione linguistica dell’intelligenza senso-motoria; circa 50 parole totali
•
2-4 anni – ampliamento vocabolario, più chiari i rapporti tra termini e significato o
errori caratteristici: sovraestensione o sottoestensione di un concetto
o
introduzione capacità sociali nel linguaggio (rispetto turni, messaggi non verbali…)
•
rispetto turni contro egoismo definito da Piaget
4-5 anni – raggiunto elevato grado di complessità padronanza di regole e significati o
sviluppo competenza metalinguistica (consapevolezza linguaggio come funzione di cui si dispone e su cui si riflette) autocorrezione, comprensione diversi significati in contesti differenti
•
5-8 anni – tendenza a usare un gran numero di indicatori nella costruzione delle frasi, ridondanza (uso ripetuto e non necessario delle parole modalità di sperimentare i vari significati)
•
dopo gli 8 anni – pieno possesso del linguaggio, sviluppo aspetti astratti e metaforici; discriminazione significato parole a seconda del contesto ( periodo delle operazioni formali)
linguaggio tra natura e cultura •
diversi approcci riguardo: o
apporto fattori innati e appresi per lo sviluppo
o
linguaggio come strumento di comunicazione o di costruzione rappresentazioni mentali
_approcci innatisti uomo geneticamente predisposto a parlare (strutture anatomo-fisiologiche) o
o
corteccia – 2 zone deputate a funzioni linguistiche (emisfero sinistro)
lobo frontale sinistro (in caso di danno, comprensione ma non si riesce a parlare)
lobo temporale (in caso di danno, si parla scorrettamente e non si comprendono gli altri)
periodo critico per apprendimento del linguaggio – dopo i 13 anni non è più possibile apprendere facilmente a parlare correttamente predisposizione innata
o
Chomsky – funzione autonoma, non necessariamente finalizzata alla comunicazione
29
meccanismo biologico di acquisizione linguistica (LAD) esiste grammatica universale condivisa da tutte le lingue
_approcci interazionisti natura sociale ed appresa del linguaggio o
predisposizioni biologiche non sufficienti a determinare sviluppo del linguaggio
o
Ferguson: in tutte le culture gli adulti usano nel dialogo con i bambini un linguaggio semplificato: babytalk o motherese caratteristiche ricorrenti:
semplificazione
chiarificazione
espressività
permette apprendimento linguistico più precoce ed efficace – modificato gradualmente in base a crescente complessità del linguaggio dei bambini genitori tendono a valorizzare chiarezza semantica rispetto a correttezza grammaticale del bambino sviluppo capacità connesse a semantica e pragmatica del linguaggio o
importante qualità della relazione tra il bambino e chi si prende cura di lui
o
sviluppo linguaggio influenzato anche da classe sociale di appartenenza e livello di scolarizzazione
o
anche nel linguaggio, distinzione tra competenze e rendimento (non differenze in capacità ma nel
capacità di leggere e scrivere permette lo sviluppo precoce della capacità di astrazione
contesto) L’uso del linguaggio nella comunicazione con il paziente 5 diversi stili di comunicazione tra medico e paziente o
strettamente bio-medico – poco spazio al paziente, domande chiuse riguardo sintomatologia
o
bio-medico allargato – alcuni riferimenti a aspetti psicosociali
o
bio-psico-sociale – spazio di espressione al paziente, domande aperte, paziente può domandare ed esporre dubbi
“finestre di opportunità” paziente diventa protagonista del rapporto con il medico (non recettore passivo di prestazioni)
o
psico-sociale – carattere di dialogo paritario, enfatizza aspetti personali e relazionali usato con pazienti affetti da disturbi psichici
o
diretto al consumatore – medico come tecnico esperto che eroga servizio, informazioni accurate su aspetti pratici, ma non su quelli relazionali
si cerca di promuovere modello bio-psico-sociale Relazione tra pensiero e linguaggio _comportamentisti – identificano il linguaggio con il pensiero (forma di linguaggio interiorizzata) o
linguaggio è prodotto dell’apprendimento (condizionamento operante)
o
agisce su sviluppo cognitivo etichetta verbale degli oggetti ne permette categorizzazione
non considera capacità creative bambini (neologismi) e inoltre genitori rinforzano espressioni scorrette ma chiare _cognitivisti – approccio basato su teorie Piaget e teorie elaborazione dell’informazione o
linguaggio dipendente dal pensiero pensiero precede il linguaggio e lo include
descrizione verbale della realtà ne presuppone la conoscenza (necessarie funzioni cognitive e capacità simboliche)
sviluppo cognitivo favorisce nel tempo il graduale aumento di complessità del linguaggio
non considera che apprendimento linguaggio è più veloce dello sviluppo cognitivo _innatisti (Chomsky) – linguaggio come funzione a sé stante o
facilita comunicazione del pensiero, non il pensiero stesso prima si impara a comprendere, e poi a parlare
non considera influenze di capacità cognitive più generali sullo sviluppo del linguaggio _determinismo linguistico – il pensiero dipende dal linguaggio la lingua determina le modalità di percepire e pensare o
differenti linguaggi differenti modi di rappresentare la realtà
o
linguaggio come comodo sistema di classificazione della realtà
non considera che differenze lessicali non sono necessariamente differenze semantiche _Vygotskij – linguaggio e pensiero sono in origine autonomi, ma col tempo si integrano in processo di reciproco potenziamento linguaggio razionale e pensiero verbale _Bruner – linguaggio come forma di pensiero (oggettivato verbalmente) o
esercita funzione strutturante sul pensiero
o
facilita apprendimento attraverso istruzioni verbali
nuova interpretazione – riferimento a concetto della multidimensionalità dell’intelligenza: •
costrutti sintattici appresi in strutture specializzate
30
•
supporto dei processi cognitivi interviene nello sviluppo delle funzioni semantica e pragmatica (significante della realtà e mezzo di comunicazione con l’ambiente)
la comunicazione non verbale – sempre compresente a comunicazione verbale •
comunicazione verbale è modulata da elaborazione consapevole o
organizzazione discorso costruita su concetti previamente formulati a livello della coscienza e dell’intenzionalità
•
comunicazione non verbale (CNV) – meccanismi fisiologici legati a quelli delle emozioni o
a volte può sottrarsi al controllo della consapevolezza e dell’intenzionalità
Struttura della comunicazione non verbale •
mimica facciale o
importante: uomo – stazione eretta contatto oculare interpersonale + muscolatura facciale articolata
o
2 famigli di espressioni in funzione dell’evoluzione
minaccia/dominanza (corrugamento fronte, sguardo diretto, inclinazione sopracciglia verso il centro, abbassamento angoli bocca)
affiliazione/sottomissione (distensione fronte, sguardo verso basso, sopracciglia verso esterno, innalzamento angoli bocca)
o •
linguaggio universale
postura – modalità con cui il corpo occupa lo spazio o
minaccia/dominanza (massima espansione corpo, distensione articolazioni, gambe divaricate, mani sui fianchi)
o
affiliazione/sottomissione (massima riduzione possibile corpo, braccia ripiegate, spalle curvate; postura inginocchiata)
•
gestualità – 4 categorie: o
gesti illustratori – accompagnano comunicazione verbale e ne sottolineano gli elementi salienti
minaccia/dominanza gesti sottolineano aggressione o superiorità (indice puntato)
affiliazione/sottomissione gesti sottolineano posizione di inferiorità o non ostilità (braccia dietro la schiena oppure palmi in avanti)
•
o
gesti regolatori – modulano i turni di conversazione
o
emblemi – significato intrinseco ancorato alla cultura
o
gesti di manipolazione – specchio dello stato emotivo (si intensificano in caso di disagio o ansia)
distanza interazionale – analizzata da prossemica o
minaccia/dominanza distanza elevata da interlocutore
o
affiliazione/sottomissione distanza elevata (con manifestazione di inferiorità) oppure avvicinamento e contatto
•
elementi paralinguistici o
•
prosodia (tono della voce, intonazione, velocità, silenzi, pause)
o
coloritura emotiva e relazionale del messaggio verbale
o
minaccia/dominanza tono alto, intonazione assertiva (oppure tono basso con pause)
o
affiliazione/sottomissione tono basso, intonazione affermativa (oppure rapido e affannoso)
fenotipo esteso – artefatti di cui gli uomini si rivestono e si circondano rappresentano l’individuo o
mezzi di espressione personalità; scelti personalmente presentano rappresentazione che ci siamo creati di noi stessi
alcune parti vengono mascherate, altre esaltate
o
minaccia/dominanza abiti appariscenti
o
affiliazione/sottomissione abiti poco appariscenti
Comunicazione non verbale e relazioni sociali •
oltre a minaccia/dominanza e affiliazione/sottomissione, esistono modalità di comunicazione fondate su relazioni sociali paritarie o su legami affettivi più simili a affiliazione, ma con differenze
•
aspetti non verbali in rapporto paritario: o
entrambi interlocutori utilizzano forme di segnalazione analoghe
o
contatto fisico favorito
o
finalità, motivazioni e connotazioni emotive dell’interazione si manifestano con maggiore spontaneità da
accoglienza reciproca, tono simile
entrambe le parti •
maggiore è intensità emotiva, più è evidente involontarietà delle manifestazioni della CNV
comunicazione non verbale in ambito sanitario •
importante ridurre al minimo le segnalazioni di dominanza registro paritario
•
CNV del paziente è importante fonte di informazioni
Lo sviluppo della socializzazione
31
_apprendimento sociale: tendenza a socializzazione non è tendenza innata motivazioni legate ai bisogni fondamentali per la sopravvivenza o
cupboard-love – amore interessato: neonato ha bisogno di cibo cibo è rinforzo primario, madre che lo sfama è rinforzo secondario
presenza della madre diventa gratificante di per sé generalizzazione dello stimolo agli altri individui
o
teoria psicoanalitica freudiana pulsioni di autoconservazione (tra cui sessualità e tendenza sociale)
primi oggetti sessuali sono persone che si prendono cura del bambino da grande, seleziona come oggetti sessuali persone con caratteristiche simili a figure parentali
_approccio cognitivistico – bambino per natura sensibile a determinati tipi di stimoli (mobili, rumorosi, con aree di contrasto, con contorni irregolari) caratteristiche degli essere umani: attirano l’attenzione del bambino o
socializzazione non è innata, ma comportamento sociale risultato dell’apprendimento attraverso rinforzo
vale sia per bambino che per madre (ognuno è gratificato dall’altro)
_approccio etologico (Bolwby) – comportamento sociale non deriva da bisogni o istinti fenomeno esistente di per se o
origina da innato attaccamento tra madre e bambino
o
non tutti gli individui che circondano il bambino sono in grado di evocare attaccamento (paura estranei)
o
attaccamento selettivo
_Bower – componenti motivazionali o
presenza di comportamenti gratificanti di per sé naturale motivazione intrinseca a metterli in atto
o
comportamento sociale è gratificante di per sé uomo nasce come animale sociale
si autoriproduce automaticamente
non richiede cause esterne per manifestarsi
presenza madre è ricercata perché rappresenta opportunità di mettere in atto comportamento sociale
interazioni sociali precoci •
attaccamento del bambino alla madre ( imprinting) o
propensione stabile a cercare contatto e vicinanza
o
comportamenti di attaccamento: vicinanza attiva, ricerca di contatto, segnalazioni (sorriso, pianto, chiamata)
o
nel processo è implicato apprendimento impara a distinguere madre da altre persone
attaccamento parallelo con sviluppo capacità cognitive e motorie
o
concetto di permanenza dell’oggetto può cercare attivamente madre non visibile
importante ruolo adattativo (soprattutto nella 2° metà del primo anno inizio libera esplorazione: necessario punto di riferimento)
o
tendenza all’esplorazione più marcata se madre è presente
tendenza del bambino ad obbedire garanzia di sicurezza
aspetto interattivo: deve coinvolgere entrambe le parti
o •
atteggiamento materno – 4 dimensioni fondamentali:
sensibilità ( responsività)
accettazione
cooperazione
accessibilità
da tenere in considerazione in ambito sanitario (in caso di ricoveri, esami, ambulatori…)
rapporto con i coetanei o
sincronia interazionale – comportamento interattivo, già dai primi mesi
rispetto turni comunicazione
stimolazione comunicazione dell’altro
prolungamento interazione
discriminazione segnali inizio e fine interazione
o
spontanea interazione con coetanei si incrementa mentre il bambino cresce (e diventa più autonomo)
o
selettiva tendenza all’interazione con coetanei per Bower caratterizzata da eguaglianza cognitiva
4° anno declino interazioni con adulti – sviluppo interazione con coetanei
comunicazione deve essere reciproca
bambino tenta di instaurare rapporto di reciprocità (invece che di obbedienza e dipendenza) con i
da obbligo a disponibilità (rapporto con adulto obbedienza)
genitori Lo sviluppo della moralità •
assunti: incapacità iniziale del bambino di distinguere tra morale e convenzioni sociali progressiva evoluzione verso concezione di moralità adulta basata sull’adesione a principi etici universali
32
_Piaget – 2 stadi in questo processo: o
o
fino a 11 anni realtà valutata attraverso principio del realismo morale
visione rigida di ciò che è giusto e di ciò che non lo è
riferimento all’autorità degli adulti
metro di misura: effetto di punizione o premio (indipendentemente dalle motivazioni)
dopo gli 11 anni relativismo morale
idea più astratta di giustizia
diritti di attenzione e considerazione (morale cooperativa legame sociale è più importante comportamento morale, di cui reciprocità è manifestazione più elevata)
_Kohlberg – 3 livelli (ognuno diviso in 2 stadi) o
livello preconvenzionale
egocentrismo e realismo morale indiscussa autorità adulti; giudizio sul comportamento dipende dalle conseguenze
II stadio: prima traccia di reciprocità; comportamento perseguimento di un fine individuale (è buono se ci si arriva senza ostacolare gli altri)
o
livello convenzionale
dichiarata reciprocità altri nutrono aspettative nel bambino
I stadio: comportamento giusto soddisfa le richieste degli altri e dell’autorità in funzione della fiducia e del rispetto che individuo ha per gli altri (e non di punizioni/gratificazioni)
II stadio: bambino aderisce in pieno alle regole sociali (sistema unitario che bisogna impegnarsi a seguire e rispettare)
o
livello postconvenzionale (dei principi)
relativismo morale di Piaget I stadio: sistema sociale insieme di regole non infallibili di per sé, ci si conforma nell’interesse della società (rappresentano contratto sociale)
II stadio: individuo prende conoscenza dell’esperienza di principi etici universali, cui aderire autonomamente a prescindere dalle norme vigenti nella società risultano valide solo le leggi o le regole sociali che poggiano su questi principi; ci si sente autorizzati a non accettare passivamente quelle che li contraddicono
_avanzamenti successivi o
obiezioni non tengono conto di ricerche transculturali moralità e regole sociali influenzate da fattori culturali
o
altri studiosi: moralità non processo che parte da egocentrismo iniziale, ma comprensione intuitiva presente nel bambino
distinguono capacità riflessive da capacità intuitive per loro Piaget e Kohlberg hanno analizzato solo quelle riflessive bambini tra 4 e 6 anni sanno già distinguere tra regole morali e convenzionali
33
Cap. 10 – La motivazione tentativo di comprendere perché delle azioni umane •
comportamenti possono avere origine biologica, culturale, nei valori e nelle norme
perché si fa qualcosa – 2 tipi di risposte •
risposta riferita alle cause del comportamento
•
risposta riferita agli scopi del comportamento
o
comportamenti istintivi, prevale predeterminazione genetica
o
scopi sono intenzionalmente fissati dalla persona (capacità di auto-consapevolezza)
o
non contribuiscono al ripristino dell’omeostasi, ma allo sviluppo di competenze e all’integrazione sociale dell’individuo
bisogni, istinti e pulsioni _Darwin: distinzione tra comportamenti istintivi e comportamenti intelligenti o
istinti: forze che orientano il comportamento in funzione di bisogni biologici ( omeostasi)
innati (no apprendimento, geneticamente determinati)
inconsci (non intenzionali, possono manifestarsi in contrasto con la volontà e le decisioni coscienti dell’individuo)
stabili (non subiscono modificazioni, non variano tra gli individui)
adattativi (frutto della selezione)
_etologia (Lorenz, Tinbergen) – studio comportamenti abituali (ethos) •
distinzione tra comportamenti innati e acquisiti con l’apprendimento o
istinti: ciechi (non finalizzati a raggiungimento obiettivo) semplice scatenamento comportamento
o
comportamenti appresi rivolti ad obiettivi definiti e si plasmano in funzione dell’ecosistema
istinto scatena comportamento, ma per riuscire a portare a compimento l’istinto è necessaria conoscenza dell’ambiente necessario apprendimento (es.: mancanza di cibo scatena fame, ma atto di alimentarsi dipende dal fatto che animale trovi o meno il cibo necessarie strategie per trovarlo)
o
prima attraverso imprinting e istinto di seguitazione
poi attraverso scambi di informazione con i conspecifici
componenti innate ed apprese coesistono, coniugando aspetto causale istinto con quello finalistico del raggiungimento di un obiettivo
_Freud – agire umano determinato da moventi innati ed inconsci o
prima teoria: 2 sistemi psichici fondamentali – conscio e inconscio
fonte motivazionale collocata nell’inconscio eccitazione somatica interna: dà luogo alle pulsioni
o
spinte all’azione comportamenti finalizzati a risoluzione eccitazione
seconda teoria: sistema psichico in 3 istanze
Es (sede inconscia dei bisogni pulsionali innati)
Io (prevalentemente conscio, in relazione con la realtà esterna)
Super-Io (crea gli standard comportamentali di riferimento, a partire da norme interiorizzate dall’ambiente familiare e sociale)
Io come modulatore delle pulsioni incinse attraverso l’interazione con il mondo esterno
es.: meccanismi di difesa pulsioni inconsce arginate ed incanalate in comportamenti socialmente accettabili
2 grandi categorie di pulsioni:
Eros funzioni sessuali, meccanismi di vita e conservazione
Thanatos pulsioni di morte e distruzione)
Il comportamentismo: bisogni e rinforzi •
•
apprendimento per condizionamento soddisfazione di bisogni primari – attraverso: o
risposte innate a stimoli specifici (Pavlov)
o
operazioni più complesse messe in atto in vista di una ricompensa (Skinner)
bisogno di per sé non costituisce causa scatenante dell’azione o
innesca un drive (spinta ad agire aspecifica e non direttamente osservabile)
si concretizza e si definisce attraverso mediazione di stimolo di spinta pulsionale
messa in atto di comportamento adeguato a raggiungimento obiettivo
drive aspecifico + comportamento specifico creazione abitudini (habits) – rimangono stabili finchè risultano adattative •
incentivo più autonomo rispetto a pulsione motivazione non ha come unico fine la riduzione delle pulsioni, ma anche il perseguimento di nuovi obiettivi o
aspettativa disposizione comportamentale appresa e basata sull’anticipazione mentale del risultato dell’azione
emozioni positive o negative responsabili dell’orientamento alla meta o dell’allontanamento da essa
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per i comportamentisti è ancora una pulsione acquisita limiti approccio comportamentista: non è possibile fornire spiegazioni soddisfacenti dell’agire facendo unicamente riferimento ai comportamenti osservabili o •
necessaria rilevanza a processi intrapsichici (rappresentazione della realtà)
studi sul SNC: presenza di centri regolatori dei comportamenti istintivi o
ipotalamo regola funzioni fisiologiche di base attraverso sistema endocrino
identificazione centri e circuiti del piacere
ipotalamo modula sequenze comportamentali innate, ma si aggiunge meccanismo finalistico ricerca piacere (associato a compimento delle azioni che conducono al ripristino dell’omeostasi) obiettivo indipendente da soddisfazione bisogni primari •
o
meccanismo adattativo: duplice motivazione
amigdala
Incentivi, aspettative e valori •
interazione individuo-ambiente motivazione da contestualizzare nella dimensione sociale e culturale
•
spazio alla soggettività: enfatizzato ruolo delle funzioni di elaborazione cosciente delle informazioni
o o
concetti di aspettativa ed incentivo non fonti di motivazione, ma di valutazione
funzioni cognitive orientano il comportamento, ma non lo motivano (meccanismi di motivazione sono autonomi)
_Lewin – campo: spazio costituito dall’individuo, dal suo ambiente circostante e dalle loro relazioni ed influenze reciproche o
individuo propositi da mettere in atto (scaturiscono dal suo interno o da stimoli ambientali) componenti di questo processo:
tensione interna verso realizzazione proposito (agente motivante drive o pulsioni)
valenza che si attribuisce a proposito
fattore interno: valutazione soggettiva della rilevanza e dell’entità del bisogno
fattore esterno: probabilità che l’ambiente offre di realizzare proposito
forza che sostiene comportamento varia in funzione della desiderabilità soggettiva del proposito e delle circostanze esterne, che possono facilitare o ostacolare la realizzazione _McClelland: modello dell’arousal affettivo ruolo delle emozioni nel processo motivazionale o
motivi dell’agire rappresentano caratteristiche tendenzialmente stabili per ogni individuo
si costruiscono nel corso della vita, nelle prime relazioni famigliari e attraverso apprendimento ed esperienza
si fondano sulla valutazione dello stato affettivo:
associazione di una situazione esterna con una variazione affettiva in senso positivo porterà, nel tempo, una spinta motivazionale nei confronti di quella situazione
esperienza con negativizzazione dello stato affettivo evitamento della situazione
_Atkinson – valenza di un obiettivo: insieme di un motivo o bisogno e di un incentivo, cioè dell’aspettativa affettiva associata ad un obiettivo o
incentivo di successo: tanto maggiore quanto minore è la probabilità di perseguire obiettivo (compito più difficile maggiore gratificazione)
o
risorse per cercare successo
incentivo da insuccesso: tanto maggiore quanto più elevata è la probabilità di perseguire obiettivo (compito più facile maggiore frustrazione)
risorse per evitare insuccesso
Elaborazione cognitiva e pianificazione del comportamento – approccio cognitivista •
una delle necessità fondamentali dell’essere umano è il porre ordine negli eventi ordine di causalità o
Heider: classificazione delle cause che uomo attribuisce ad eventi o comportamenti (collocazione interna/esterna all’individuo; stabilità/variabilità nel tempo)
o
Weimer introduce anche aspettative e incentivi (attribuzione di causa agli esiti del comportamento locus of causality) stabile variabile
Personale capacità motivazione
Situazionale difficoltà caso
esito di comportamento può essere causato dall’individuo (interno) in virtù di caratteristiche stabili della persona (capacità) o variabili (spinta motivazionale, impegno)
oppure può essere dovuto a cause esterne: variabili (caso) o stabili (difficoltà insite nel compito)
attribuzione causale importante nell’influenzare incentivi ed aspettative: fallimento individuabili cause interne od esterne cambia futura attrattività dell’obiettivo e aspettative dell’individuo
35
generalmente successi attribuiti a cause interne ed insuccessi attribuiti a cause esterne preservare autostima e senso di valore personale, ma può condurre a errori di valutazione
•
carattere intenzionale delle motivazioni capacità di pianificazione consapevole del comportamento _Wundt:
atti volitivi semplici (impulsi, singolo motivo)
atti volitivi arbitrari (più spinte ad agire, comportamento per risoluzione conflitto tra spinte)
atti volitivi di scelta (diverse possibilità di scelta decisione guidata da intenzionalità)
autonomia della volontà _Miller, Galanter e Pribram individuo in grado di porsi obiettivi, concepire piani e rappresentare in anticipo sequenza e risultati – processo dinamico, 3 fasi:
I fase: incentivi ed aspettative
II fase: pianificazione intenzionale – definizione obiettivi
III fase: attuazione del piano – monitoraggio azione
_Snyder, Duval e Wicklund: ruolo della pianificazione nella motivazione uomo ha consapevolezza oggettiva di sé: armonizza propri piani di azione con opportunità ambientali e tendenze motivazionali personali _Kuhl: motivazione selettiva (identificazione scopo a cui tendere) e motivazione realizzativa (influisce sul perseguimento meccanismi di monitoraggio e controllo) _Gollwitzer, Wicklund e Hilton: definizione obiettivi importante identità personale (uomo tende a perseguirla nei vari ambiti): obiettivi funzionali a raggiungimento identità _Bandura – auto-efficacia percezione di avere capacità adeguate per far fronte a richieste ambientali
caratteristica sviluppata nel corso della vita
influenza la motivazione attraverso la definizione degli obiettivi, delle aspettative e degli incentivi
_Prochaska – modello di perseguimento intenzionale degli obiettivi – 5 stadi
precontemplazione (non si ha consapevolezza)
contemplazione (si prende consapevolezza degli obiettivi)
intenzione (formulazione piano d’azione)
azione (messa in atto del piano)
mantenimento (nella nuova condizione acquisita) – non necessariamente stabile
_Gollwitzer e Oettingen – 2 processi nel comportamento relativo alla salute
valutazione della minaccia (permette pianificazione strategie)
perseguimento dell’obiettivo
la piramide dei bisogni e l’approccio umanistico - Maslow sforzo di ricomprendere tutti i bisogni e le tendenze umane in una visione globale della persona come unità •
bisogni di mancanza: soddisfazione colma uno squilibrio – carenze specifiche
•
bisogni di crescita: promuovono sviluppo individuale e raggiungimento di livelli di complessità maggiore
modello gerarchico: per soddisfare bisogni del livello superiore, bisogna aver soddisfatto quelli del livello inferiore •
bisogni fisiologici: fame, sete, sonno
•
b. sicurezza: contatto con madre
•
b. affiliazione: sentirsi parte di gruppo sociale
•
b. stima: esigenza di manifestare propria individualità
•
bisogno di autorealizzazione: si pongono obiettivi personali da perseguire
sopra la piramide: bisogno di trascendenza – superamento propri confini individuali critiche al modello: non condivisa gerarchia dei bisogni; non necessariamente universale (differenze culturali) motivazione intrinseca e teoria dell’auto-determinazione •
esplorazione ambiente: comportamento non finalizzato o
non soddisfa bisogni e non persegue rinforzi
o
drive o pulsione di esplorazione, di origine genetica – ma mancano caratteristiche dei drive innati:
non legato a carenza o bisogni
non include atti consumatori che pongono fine a stato di carenza
gratificazione derivante non implica riduzione del bisogno
36
_cognitivisti: comportamento esplorativo innescato da percezione di incongruenza tra ciò di cui individuo ha già esperienza e nuove info offerte dall’ambiente o
incongruenza ottimale: divario tra conoscenze acquisite e nuovi stimoli
arousal ottimale: stato di attivazione fisiologica ideale per indurre ad azione esplorativa
_approcci successivi – ricerca identificazione moventi non riconducibili alla biologia – 2 fattori psicologici: o
competenza (incremento proprie informazioni)
o
auto-determinazione (prevale attribuzione interna della causa del comportamento – individuo come locus of causality)
_Deci: motivazione intrinseca origine interna all’individuo
importanza della percezione di sfide o opportunità d’azione ambientali (challenges) abbastanza elevate da stimolare comportamento
teoria dell’auto-determinazione (SDT) – alla base della motivazione intrinseca, 3 bisogni psicologici innati:
bisogno di competenza
bisogno di autonomia
bisogno di connessione (relatedness)
ambiente deve essere sicuro e favorevole – analisi fattori ambientali che influenzano motiv.
ulteriore modello di analisi delle motivazioni all’interno della SDT uomo agisce lungo continuum motivazionale compreso tra due polarità: •
situazioni completamente regolate dall’esterno (attività obbligate o imposte)
•
situazioni in cui il comportamento è totalmente auto-determinato (motivazione intrinseca) •
regolazione esterna pura: comportamento totalmente determinato da cause esterne, ma individuo agisce intenzionalmente
•
regolazione introiettata: individuo non costretto a compiere un’azione, ma ha interiorizzato norme e spettative esterne, pur non condividendole
•
regolazione identificata: attività non motivata da bisogno di competenza o autonomia, ma percepita come tramite per perseguimento di obiettivi auto-determinati
•
regolazione integrata: attività consona ai propri obiettivi (non autodeterminata, ma si armonizza con aspettative e valori individuo)
•
regolazione intrinseca: comportamento auto-determinato; attività
come fine in sé, non strumento per raggiungere altri obiettivi
37
Cap. 11 – Le emozioni componente emotiva in ogni attività •
controllata da funzioni cognitive superiori
•
alla base delle emozioni: forte intensa forza motivante interdipendenza tra processi motivazionali e processi affettivi
•
significato originariamente adattativo delle emozioni: risposte rapide e immediate a situazioni improvvise
struttura delle emozioni 2 elementi fondamentali e caratteristici: o
reazione fisiologica
o
insieme di eventi psichici
_James primato della risposta fisiologica (si prova emozione perché è in atto processo fisiologico) _Cannon trasmissione info a organi periferici è lenta e aspecifica, mentre elaborazione centrale e corticale degli stimoli e rapida e precisa avviene processo fisiologico perchè si prova emozione in realtà struttura modulare e multicomponenziale delle emozioni •
componenti fisiologiche – sostanzialmente 2: o
attivazione del sistema nervoso autonomo
o
componente espressiva
predispone organismo ad azione modificazioni muscolari nella mimica facciale, nella postura e modificazioni negli elementi paralinguistici
emozioni: fenomeni di esaltazione o depressione di numerose funzioni fisiologiche
attività SNA e sistema endocrino (antagonismo sistema simpatico/parasimpatico)
eccitazione simpatico esaltazione funzioni periferiche (azione)
eccitazione parasimpatico depressione (distensione e rallentamento attività)
• •
rabbia, paura, felicità tristezza, vergogna
attività SNC (muscolatura volontaria, innesco azioni e sequenze comportamentali intenzionali)
reazioni fisiologiche più evidenti in alcuni apparati (relativamente poco differenziate per i vari stati emozionali):
sistema cardio-circolatorio
apparato-respiratorio
funzioni secretorie
apparato digerente
sistema muscolare
battito cardiaco aumenta maggiormente nelle emozioni negative
componente espressiva
grande differenziazione e articolazione della muscolatura del volto capacità di autoosservazione molto sviluppata; facile decodificazione espressioni altrui
•
soprattutto: arcata sopraccigliare, fronte, rima labiale
maggior parte delle espressioni: linguaggio universale
componenti psicologiche – eventi durante emozione: o
percezione soggettiva delle modificazioni fisiologiche (attivazione SNA e espressione corporea)
o
valutazione cognitiva del tipo di emozione che si vive
o
valutazione cognitiva dello stimolo o della situazione che ha provocato emozione
o
predisposizione ad agire
struttura multidimensionali delle emozioni (modificazioni dell’organismo, aspetti motivazionali, processi decisionali, componenti metacognitive) strutture neurali •
principale centro di coordinamento delle emozioni a livello dell’amigdala (struttura sottocorticale del sistema limbico) o
doppio interscambio tra amigdala e:
aree corticali associative e sensoriali
nuclei talamici
2 tipi di elaborazione dell’informazione emozionale
via bassa (talamica) trasmette a amigdala info povere ma sufficienti a innescare risposte neurovegetative innate e non controllate dalla coscienza
via alta (corticale) conduce info a aree sensoriali pianificazione e organizzazione di risposta emotiva volontaria
amigdala – crocevia delle componenti cognitive e autonomiche delle emozioni o
invia info efferenti a SNA, SNneuro-endocrino, sistema piramidale ed extra-piramidale
emisfero destro prevalenza nel riconoscimento e elaborazione di stimoli emozionali (ma emisferi sono uguali per la produzione di risposte)
o
produzione di risposte emozionali
38
em. destro emozioni a tonalità negativa
em. sinistro emozioni a tonalità positiva
teorie e classificazioni delle emozioni – 3 approcci principali _teorie di ispirazione evoluzionistica o
sottolineano valore adattativo delle emozioni aspetto più importante
o
ogni emozione ha preciso significato adattativo risposte innate (geneticamente determinate)
privilegiata indagine delle caratteristiche emozionali universali
tipi di emozioni:
Emozione I: coinvolge SNA e endocrino ripristino omeostasi, senza necessità di espressioni manifeste particolari
Emozione II: mediata da espressione corporea mimica e gestuale – nelle specie sociali
Emozione III: implica consapevolezza dei propri stati interni – nelle specie con capacità cognitive superiori; consapevolezza permette di mettere in atto volontariamente comportamenti specifici adeguati alla situazione
emozioni primarie – universali, comuni a tutte le culture – 6:
felicità
tristezza
ira
disgusto
sorpresa
paura
seconda classificazione basata su analisi linguistica delle emozioni (termini utilizzati) – 8 emozioni fondamentali raggruppate in 4 coppie di opposti:
rabbia-paura
gioia-tristezza
accettazione-disgusto
sorpresa-anticipazione
_teorie cognitivistiche componenziali o
non esistono emozioni innate in quanto tali: esistono eventi elementari (fisiologici e mentali) che si possono combinare variamente a costituire le emozioni
insorgenza e manifestazione emozioni fenomeni soggettivi
assume grande rilevanza l’apprendimento e capacità cognitive e motivazionali dell’individuo
di fronte a medesimo stimolo, persone provano emozioni differenti
_teorie dimensionali (Scherer) o
negano esistenza di emozioni primarie innate
o
enfatizzano ruolo della valutazione cognitiva
o
unità di base dei processi emozionali: categorie di risposta molto generali
o
operazioni di controllo che vengono effettuate sullo stimolo emotigeno – 5 tipi: (SEC 1-5)
adoperate in base a proprie valutazioni
grado di novità dello stimolo
grado di piacevolezza dello stimolo
rilevanza dello stimolo per il perseguimento degli obiettivi che individuo si propone
entità delle risorse di cui individuo dispone per controllo della situazione
grado di compatibilità dello stimolo con le norme sociali e con il concetto di sé dell’individuo
emozione è risultante di questo sistema di controlli
non tutti i controlli sono sempre necessari
_teorie costruttivistiche (studi transculturali) o
enfatizzano ruolo della cultura nello sviluppo delle emozioni
emozioni e loro manifestazione appresi da contesto culturale
alcune emozioni tipiche di una cultura, altre non riconosciute da un’altra
i sentimenti •
emozioni: fenomeni a comparsa brusca, ad andamento accessuale, a risoluzione più o meno rapida (emozioni shock)
•
sentimenti: fenomeno stabili, duraturi, generalmente meno intensi
o
carattere improvviso e intenso
_comportamentismo: risposta immediata (emozione), risposta secondaria e effetti persistenti dell’emozione (sentimenti) sentimenti contraddistinguono persona dal punto di vista affettivo •
vero fondamento personalità
•
abitudini emotive che possono instaurarsi col ripetersi delle emozioni
39
•
alla base dei sentimenti – forza motivazionale (meno intensa e senza carattere di improvvisazione e emergenza che caratterizza emozione) sentimenti più controllabili
evoluzione delle emozioni e dei sentimenti •
all’inizio, simili per tutti gli individui
•
in seguito a maturazione e interazione con ambiente stile personale nell’espressione delle emozioni o
inoltre differenziamento delle emozioni dopo prime settimane di vita (inizialmente unica eccitazione diffusa)
o
si impara anche a contenere e controllare emozioni ( educazione, cultura…)
•
manifestazione emozioni sono mezzo di comunicazione del bambino (può esprimere esigenze e bisogni)
•
capacità di provare sensazioni di piacere o disagio da seconda metà periodo di gestazione (feto)
•
emozioni e sentimenti hanno base innata, ma vengono poi associati a specifici stimoli apprendimento per condizionamento
tappe dello sviluppo delle emozioni maturazione SNC e funzioni percettive •
prime settimane – immaturità delle funzioni percettivo-motorie
•
sviluppo capacità percettive e motorie esplorazione
o
pianto di fame e di dolore attenzione adulti
o
paura
o
comportamento intenzionale felicità e rabbia (frustrazione)
•
primi 2 mesi: gioia, disagio, interesse/eccitazione, malessere di varia origine
•
dal 3° mese si distinguono maggiormente espressioni di paura, dolore, sofferenza, piacere e gioia
•
poi compare espressione trionfo in seguito a raggiungimento scopo
•
7° mese: paura degli estranei
•
con apprendimento linguaggio e regole di comportamento appaiono disgusto, biasimo,vergogna, timidezza e colpa
Izard: ogni emozione dotata sin dall’inizio di specificità (ma altri studiosi sostengono tesi della differenziazione) comportamento infantile sorriso e reazione di paura di fronte ad estranei •
sorriso – già dai primi mesi di vita o
segnale di comunicazione sociale
o
indice di vissuto interiore positivo
sorriso completo 3° settimana – stimolato da voce materna
5° settimana – stimolo predominante sono gli occhi bambino stabilisce primi legami sociali
o
bambini sorridono quando apprendono informazioni nuove dall’esterno (in particolare quando scoprono
o
gioco apprendimento – sorriso da esperienza positiva
o
sorriso provocato da esperienze sensoriali piacevoli
relazione tra loro comportamento e modificazione nell’ambiente)
•
paura degli estranei – da 8° mese a secondo anno o
ricerca protezione materna di fronte a sconosciuti
inizia capacità di memorizzare riconoscimento elementi familiari
in caso di stimoli nuovi troppo differenti dai precedenti (si è sviluppata capacità di discriminare tra stimoli diversi)
intrusività dell’estraneo nel rapporto con la madre
lo stress e le patologie psicosomatiche •
influenze somato-psichiche
•
influenze psico-somatiche
stress – prolungata condizione di allerta •
eccessiva e persistente mobilitazione delle risorse psicofisiche che l’individuo mette in atto per far fronte alle richieste dell’ambiente eccesso di sollecitazioni ambientali per lungo periodo o
situazione di continua incertezza o allarme – scarse possibilità recupero risorse psicofisiche
o
alterazione dell’equilibrio dell’organismo
burn-out – esaurimento emozionale + depersonalizzazione + percezione di scarsi risultati o di competenze inadeguate •
condizione patologica da alti livelli di stress
•
soprattutto in ambito lavorativo (lavoro eccessivo, mancanza gratificazioni, basse motivazioni, situazioni sociali problematiche, fattori personali)
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