P.Sal. Gr. 2: Un prosangelma tolemaico

November 10, 2017 | Author: montag2 | Category: Egyptology
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P.Sal. Gr. 2: un prosangelma tolemaico Adele Tepedino Guerra* Ai miei studenti di papirologia Abstract: P.Sal.Gr. 2 can be dated around the first half of the second century B.C. It comes from the Arsinoite nome and has been recovered from mummy cartonnage. The fragment contains the final part of „a complaint against unknown persons“ with a request to find the culprits and bring them before the competent officials. Keywords: Ptolemaic period, προσάγγελµα, theft DOI 10.1515/apf-2015-0008

P.Sal. Gr. 21 proviene dall’Arsinoite come tutta la piccola Collezione dei Papiri dell’Università di Salerno2 ed è stato recuperato da cartonnage di mummia. Il manufatto, di un colore giallo dorato chiaro, è di media qualità, lo scriba esperto. Sul recto sono presenti tredici linee di scrittura, di cui leggibili soltanto dodici, mentre nel verso non v’è alcuna traccia. La scrittura3, una maiuscola a modulo quadrato, dal ductus corsivo, che, ad

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Corresponding author: Adele Tepedino Guerra, Università degli Studi di Salerno, Dipartimento di Scienze dell’Antichità, Via Ponte don Melillo, I-84084 Fisciano, 1 Ringrazio vivamente B. Kramer per i preziosi suggerimenti sul testo, nonché L. Del Corso per l’utile scambio di opinioni sulla datazione della scrittura. 2 Cf. A. Tepedino Guerra, P.Sal. Gr. 1: un symbolon di vendita all’asta di una schiavetta, APF 59/1, 2013, p. 56 n. 2. 3 Questo tipo di scrittura è descritto da G. Messeri/R. Pintaudi, Documenti e scritture in G. Cavallo (et alii), Scrivere libri e documenti nel mondo antico, Firenze 1998, pp. 39–53, part. p. 42 (cf. n. 109, p. 185: PSI III 173); L. Del Corso, La scrittura greca di età ellenistica nei papiri greco-egizi. Considerazioni preliminari, AnalPap 18–20, 2006–2008, pp. 207–267, part. pp. 237–239; Id., Dalla Grecia arcaica all’età romana, in E. Crisci/ P. Degni (a cura di), La scrittura greca dall’antichità all’epoca della stampa. Una introduzione, Roma 2011, pp. 35–75, part. pp. 51–52.

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inizio rigo, determina anche una lieve inclinazione a sinistra, presenta tratti omogenei, anche se l’omicron, rimpicciolito, è per lo più sollevato nella parte superiore del rigo. Il tracciato, piuttosto angoloso, come mostrano le lettere alpha e lambda, è ammorbidito soltanto nelle aste esterne di alcune lettere, come eta e pi; si notano aggiunte di svolazzi alle lettere esterne, talvolta anche prolungate a fine rigo (ll. 9,10,12: sigma). Non ci sono legature vere e prorie, ma alcune lettere sono unite da tratti congiuntivi o allungamenti dei tratti orizzontali; il bilinearsimo è infranto da rho (asta verticale prolungata verso il rigo inferiore), da phi e da psi4 (asta prolungata verso il basso e verso l’alto). Il frammento contiene la parte conclusiva di “una denuncia contro ignoti”: elenco degli oggetti rubati con il loro valore e richiesta di ricercare i colpevoli portandoli davanti ai funzionari competenti. Le caratteristiche della scrittura e soprattutto il fatto che nell’istanza sia presente, come elemento essenziale, la domanda seguita dalla formula di intervento (ἐπιδίδωµι οὖν ὑµῖν | τὸ προσάγγελµα ὅπως | ἀναζητήσαντες | τοὺς αἰτίους ---) portano a datare il documento verisimilmente alla prima metà o, al limite, ai decenni centrali del II sec. a.C. In questo periodo, infatti, pare che il προσάγγελµα abbia perduto la fisionomia propria del III a.C., quando, dopo l’introduzione e la data, si esponeva brevemente il caso e si presentava la sola stima del danno con un elenco degli oggetti rubati o danneggiati. 5 I documenti la cui domanda è introdotta dalla formula ἐπιδίδωµι ὅπως o da προσαγγέλλω ὅπως potrebbero essere il risultato della contaminazione avvenuta proprio nel II a.C. tra il προσάγγελµα e l’ὑπόµνηµα.6 P.Sal. Gr. 2 è mutilo del prescritto con il nome personale del funzionario, la sua carica e/o quella degli altri funzionari7 di polizia (l. 8 ὑµῖν) ai

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L’ unico psi presente nel testo incompleto è a fine rigo. Cf. C. Préaux/M. Hombert, Recherches sur le Prosangelma à l’époque ptolémaïque, CdÉ 33, 1942, pp. 259–286, part. pp. 260–265 (= Préaux [1942]) e anche E. Berneker, Zur Geschichte der Prozesseinleitung im ptolemäischen Recht (Münchener Beiträge zur Papyrusforschung und antiken Rechtsgeschichte, 22), (Ansbach 1930) pp. 38–40. 6 Cf. Préaux [1942], pp. 265–266 e A. Di Bitonto, Le petizioni ai funzionari nel periodo tolemaico, Aegyptus 48, 1968, pp. 53–107, part. pp. 54–56; 71–72 (= Di Bitonto [1968]); Ead., Frammenti di petizioni tolemaiche, ibid., 56, 1976, pp. 107–143, part. p.118 (= Di Bitonto [1976]); cf., inoltre, M. Parca, Prosangelmata ptolémaïques, CdÉ 60, 1985, pp. 240–247. 7 Per i diversi funzionari cui si indirizzavano i vari tipi di richieste, cf. Préaux [1942], pp. 265–268; Di Bitonto [1968], pp. 56–68; Di Bitonto [1976], pp. 120–133. 5

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quali il documento era diretto8 e che erano tenuti a presentare il caso davanti ai giudici competenti, come è chiaro dalle ll. 11–13: ἐξα|ποστείλετε ἐφ’οὓς| κ[α]θή[κε]ι̣. Mancano anche il racconto e la data in cui è avvenuto il fatto, che nelle istanze per furto 9 potevano essere collocati prima dell’elenco degli oggetti rubati. È possibile che il saluto fosse dopo la linea che può segnare un margine.

P.Sal. Gr. 2 Arsinoites

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13 x 7,4 cm

II a.C.

..[ ] ἀξίας ἀνὰ (δραχµὰς) πη̣. . . καὶ σάκκους δύο, ἀφ’ ὧν ἕνα µὲν καινὸν (δραχµῶν) αψ, ἄλλον δὲ ἡµιτριβῆ (δραχµῶν) ω, καὶ ἡµισάκκιον τρίχινον (δραχµῶν) τ, (γίνονται) (δραχµαὶ) Δτζ. ἐπιδίδωµι οὖν ὑµῖν τὸ προσάγγελµα ὅπως ἀναζητήσαντες τοὺς αἰτίους ἐξαποστείλετε ἐφ’ οὓς κ[α]θή[κε]ι̣.

______ 2 ἀνὰ (δραχµὰς) πη̣ legit Kramer

Traduzione « - - - del valore ognuna di 88 dracme…. e due sacchi, dei quali uno nuovo, di 1700 dracme, l’altro, invece, sdrucito, di 800 dracme e un mezzo sacco tessuto di pelo di 300 dracme, totale 4307 dracme. Vi presento, dunque, la denuncia affinché cerchiate i colpevoli e li mandiate davanti a coloro che sono competenti … »

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Cf. commento alle ll. 8–9. Cf., ad esempio, P.Tebt. III 1.796, 2ss. (185 a.C); P.Tebt. III 1.797,5ss. (II a.C.) e Di Bitonto [1968], p. 81; Di Bitonto [1976], p. 116. 9

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Note di commento 2 ἀξίας: il riferimento è ad un sostantivo femminile, indicato precedentemente, ma andato perduto e non facilmente individuabile. 3 Il sostantivo σάκκος ricorre spesso10 nei documenti tolemaici in vari contesti, ma non è frequente trovare la registrazione del prezzo: qui un 10 Cf., ad esempio, le ricevute di un registro postale di P.Hib.1.110,21 (271 a.C.) o la lettera mutila di P.Petrie I 25,6 (251 a.C ) o ancora i conti di Zenone in PSI IV 427,1,2,14,16; le ricevute di P.Cair. Zen. I 59010,28 (259 a.C.) o quelle per il manteni-

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sacco nuovo vale 1700 dracme, mentre un secondo, sdrucito, più della metà, cioè 800 dracme e, infine, il costo di un ἡµιcάκκιον τρίχινον, un mezzo sacco tessuto di pelo, è di 300 dracme. La stessa somma di 800 dracme è registrata per un sacco di pelle di capra in un prosangelma del 17.11.185 a.C, indirizzato all’ἀρχιφυλακίτης Philon e contenuto in P.Tebt. III 1.796,10–11 (185 a.C.): καὶ σάκκον τρίχινον αἰγὸς | ἄξιον (δραχµῶν) τ. 4 κ̣αινόν: è sottinteso σάκκον. L’aggettivo καινός è di uso comune nei documenti di età tolemaica: ad esempio, insieme a τρίχινοι è riferito a σάκκοι, in una lista di «sacchi e borse» fatta da Zenone in PSI IV 427,3 (263/229 a.C.); oppure ad indumenti (per ex., al χιτών: P.Cair. Zen. I 59092,15 (257 a.C.); P.Tebt. III 1.793,8.3 (183 a.C.); P.Petr. (2) I 13,19 (238/237 a.C.); all’ἱµάτιον: P.Heid. IX 423,11 (158 a.C.), con la copia di un prosangelma inviatο al κωµογραµµατεύς; al θέριστρον «velo»: P.Petr. (2) I 13,20 (238/237 a.C); all’ὀθόνιον «panno di lino»: P.Tebt. III 1. 793,6.1 (183 a.C.) o ad accessori per la casa (ad un ἀµφίταποc «tappeto»: P.Cair. Zen. III 59423,7s. (metà III sec. a.C.); ad un προσκεφάλαιον «cuscino»: PSI VI 616,3 (258 a.C.); ad un κέραµος, «vaso»: P.Hib. I 54,26 (245 a.C.). Può riferirsi ad una ἀορτήc «sacco a spalle» in PSI VII 858,37 (metà III sec. a.C.); all’ἀνάβα̣θ̣ρον «seggio, cattedra» in P.Tebt. III 1. 793.8,1 (183 a.C.), che conserva una serie di denunce indirizzate al κωµογραµµατεύς; a un βαλανεῖον in P.Cair. Zen. IV 59664,2s. (metà III sec. a.C.), ma anche alle monete: cf. P.Cair. Zen. I 59021.13,45 (258 a.C.); P.Eleph. 14,8 (223–222 a.C.); ibid. 20,19s. 5 In età tolemaica l’aggettivo ἡµιτριβήc «semisdrucito» è raro: accompagna una χλαµὺς θερινή in P.Cair. Zen. I 59092,5,14,16,21 (257 a.C.) e in P.Heid. IX 423,11 (158 a.C.); un χιτών, ibid.; è riferito a un θέριστρον in P.Cair. Zen. I 59092,20 (257 a.C.). Nel testo l’aggettivo, riferito all’accusativo maschile σάκκον, ha la forma in η, ma cf. J.M. Diethart, Beobachtungen an Adjektiven und Wendungen für „gebraucht“ aus dem Textilbereich in den Papyri, AnalPap 4, 1992, pp. 57-64, part. 57ss. 6 ἡµισάκκιον: pare che ricorra qui per la prima volta.

mento di cavalli e stallieri in P.Petrie II 25 f.16 del 226 a.C. o altre in P.Tebt. III 2, 848.5ss. e la lista di spese per la casa in P.Petrie II 32 A, 9 del 197/173. Compare, inoltre, nell’elenco stilato, dopo il saluto e la data, in P.Dion. 10,20,22 del 109 a.C. per cui cf. commento alle ll. 8–9.

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Per l’aggettivo τρίχινος11 cf. ll. 3–4; esso, inoltre, è riferito a λόφος in PSI V 533,7 del 258–257 a.C., che contiene una richiesta di Amynta a Zenone affinchè acquisti e invii tende per battelli, attrezzature navali e altro materiale utile. 8–9 ἐπιδίδωµι --- ὅπως: insieme a προσαγγέλλω ὅπως sembra essere la formula dei documenti frutto della contaminazione avvenuta nel II sec. a.C. tra il προσάγγελµα e l’ὑπόµνηµα: 12 infatti, in alcuni testi, la cui domanda è introdotta in tal modo, dopo il saluto finale, è presente l’elenco degli oggetti danneggiati con la stima del loro prezzo come nei προσαγγέλµατα, sebbene i petenti chiamino le loro istanze ὑποµνήµατα e, come i προσαγγέλµατα, tali documenti sono inviati a funzionari quali il φυλακίτης, l’ἀρχιφυλαχίτης, il κωµογραµµατεύς13 e l’ἐπιστάτης τῆς κώµης ο τῶν φυλακιτῶν. 14 Ad esempio, P.Tebt. I 45 (113 a.C.) conserva la denunzia di un furto con la richiesta al κωµογραµµατεύς di inviarne una copia a chi compete per recuperare le proprie cose e far punire i colpevoli (ἐπιδίδωµί σοι ὅπως --- ὑπογραφὴν ποιήσηι προσυποτάξαντα | καὶ τοῦ ὑποµνή(µατος) ἀντίγραφον οἷς καθήκει, ἵνα τῶν ἐγκαλου|µένων κατασταθέντων --αὐτοὶ δὲ τύχωσι τῆς | ἁρµοζούσης ἐπ̣ι̣πλήξεως); contenuti simili sono testimoniati anche in P.Tebt. I 46, P.Tebt. I 47, P.Tebt. I 49, tutti del 113 a.C. e P.Tebt. I 50 (112/111) contiene una istanza per il danneggiamento di un canale di irrigazione e la conseguente perdita del raccolto (tutte queste richieste sono inviate al κωµογραµµατεύς). P.Tebt. I 38 (113 a.C.) con la denunzia del fallimento di un’impresa a causa del traffico e della vendita illegale di olio presenta la stessa formula nella domanda, ma l’istanza al κωµογραµµατεύς è chiamata προσαγγελία (l. 8), in P.Tebt. I 39.34ss. (114/113a.C.), invece, la domanda, inviata al medesimo funzio-

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Una interessante ricerca sull’evoluzione semantica di venti termini greci e latini tra cui il sostantivo τριχία, „corda, fune“ che ricorre già nei papiri, è stata fatta da J. Kramer, τριχία / trichia, in Von der Papyrologie zur Romanistik (APF Beiheft 30), (Berlin/New York 2011) pp. 341–351. 12 Cf. Préaux [1942], p. 265 e Di Bitonto [1968], pp. 54–56. 13 Cf. L. Criscuolo, Ricerche sul komogrammateus nell’Egitto tolemaico, Aegyptus 58, 1978, pp. 3–101, part. pp. 81-90 e in generale sui funzionari H.J. Wolff, Das Justizwesen der Ptolemäer, (Münchener Beiträge zur Papyrusforschung und antiken Rechtsgeschichte 44), (München 1962), pp. 160–182 e 172– 176. 14 Cf. P. Kool, De phylakieten in Grieks-Romeins Egypte (Amsterdam 1954), pp. 67–85.

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nario, è definita προσάγγελµα (ἐπιδίδωµί σοι | τὸ προσάγγελµα ὅπ[ω]ς συντάξῃς| `οἷς´ καθήκει ἵνʼ εἰσπ[ρ]αχθέντες ---). Cf., poi, P.Tebt. III 1.797, 24ss. (II a.C.) con una denunzia all’ἀρχιφυλαχίτης per violenze e furto (ἐπιδίδωµί σοι ὅπως | ἐξαποστείληις τούς {τε} διαπεπρα|γµένους ἐπὶ Μελέαγρον τὸν ἐπιστά|την τῶν φυλακιτῶν ὅπως --- τύχωσ[ι τῆς] ἁρµοζούση[ς ἐπιπλή]|ξεως); P.Tebt. III 1.800.31s. (142 a.C.) che contiene una istanza al κωµογραµµατεύς per la caduta di una donna incinta (ἐπι|δίδωµί σοι τὸ ὑπόµνηµα ὅπως ---); testimoniano una denunzia per furto P.Heid. II 217, 24 (II a.C), indirizzata a Δηµητ̣ρίῳ, ἐπιστά̣τ̣ῃ καὶ ἀρχιφυ̣λακίτῃ ([ἐπιδίδ]ω̣µι ὑµεῖν ---) e P.Dion. 10.12s. (109 a.C.), inviata a Νικάνορι καὶ τοῖς συν̣φ̣υλακίταις, per cui cf. commento alle ll. 10s.; P.Mich. XV 688, 13ss. (II–I sec. a.C) a Demetrios, epistates e archiphylakites, conserva la richiesta per un risarcimento dovuto alla caduta di un muro (ἐπιδίδωµί σοι [τὸ] |ὑπό[µν]η(µα) ὅπ̣ω̣ς̣ [ ̣ ̣ ̣ ̣ ̣ ̣]ης αὐτοῦ [- - -]|νοµενος µέχρι τῶν δικαίων τυχ̣ε̣ῖ̣ν̣), mentre in P.Tebt. II 283.16s., inviato all’ἐπιστάτης di Tebtunis (93/60 a.C.), si denunziano le percosse su una donna (ἐπιδίδωµί σοι τὸ | ὑπόµνηµα, ἀξιῶι ἐὰν | φαίνηται τὸν προγεγραµ|µένον Πατῦνιν ἀσφα|λίσασθαι). ὑµῖν: potrebbero essere il φυλακίτης e/o l’ἀρχιφυλακίτηc, che avevano l’incarico di ricercare i colpevoli e di inviarli davanti ai giudici: cf., ad esempio, P.Tebt. ΙΙΙ 2. 954,3ss (metà del II sec. a.C.), con la fine di una petizione, dove si richiede di ritrovare gli oggetti rubati e i colpevoli: --προσήγγειλα τοῖς τοῦ νοµοῦ | φυλακίταις. ἀξιῶ σε συντάξαι | γράψαι τῶι `τῆς κώµης´ ἀρχιφυλακίτηι | ἀναζητήσαντα ἀ̣π̣ο̣δ̣ο̣ῦ̣ν̣α̣ί̣ | µοι; P.Tebt. ΙΙΙ 1. 797,1ss. (II a.C.) con l’accusa di furto e violenze: ̣ ̣ ̣ ̣ ]̣ ησ̣ει ἀρχιφυ[λακίτηι Βερενικίδος] | Θεσµοφόρου καὶ το[ῖς σὺν αὐτῶι φυλακί]|ταις; SB ΩΙ 9537,1ss. (II a.C.) con denunzie di violenze e furto --- ἀ]ρχιφυλακίτῃ | [καὶ τοῖς φυ]λακίταις Κερ|[κεοσίρεως (?)]. Cf. Préaux [1942], p. 271s.; Di Bitonto [1968], p. 82s.; Di Bitonto [1976], p. 121 e nota 3. 10–11 ἀναζητήσαντες | τοὺς αἰτίους: è la formula con cui si richiede la ricerca dei colpevoli: cf. P.Dion. 10,12ss. (109 a.C.): ἐπιδίδωµ̣ι ὑµῖν τὴν προσαγ̣γελίην | ὅπως οἱ αἴ̣τιοι ἀναζη̣τηθέντες ἐξαποσταλῶσ̣ι̣ | ἐπὶ τὸν στρ̣ατηγόν; BGU VIII 1857,11s. (64–44 a.C.) con la richiesta di ricercare i colpevoli di un omicidio: ἀξιοῦµεν --- συντάξαι ἀναζητή|σαντα τοὺς αἰτίους; SB VIII 9792,19ss. (162 a.C.) ἐπεστάληι --- | ἀναζητῆσαι τοὺς ἀνθρώπους; cf. P.Heid. IX 425,15s. (158 a.C.) e anche BGU XIII 2239,12s. (31.10.17): διὸ ἐπιδίδο[µί] σοι τὸ ὑπόµνηµα ὅπως | [ἀνα]ζητήσας τοὺ[ς] α̣ἰτίους ἔχῃς ---.

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11–13 ἐξα|ποστείλετε ἐφ’ οὓς | κ[α]θή[κε]ι ̣: il petente chiede che i colpevoli siano mandati davanti ai funzionari competenti: cf. BGU VI 1253,16ss. (II a.C) con un’istanza di risarcimento di danni per aggressione e furto: ἐξα|ποστήσ̣εις ἐφʼοὓς κα[θήκ]ει, ἵνα ---; P.Tebt. III 2. 960,6 ss. (II a.C.) προσαγγέλλοµέν σοι | ἀσφαλισάµενον αὐτὸν | ἐξαποστεῖλαι ἐφʼ οὓc κα|θήκει ἵνʼ --- con una richiesta di arresto per violenze; P.Tebt. III 1. 797,24ss. (II a.C.) ἐπιδίδωµί σοι ὅπως | ἐξαποστείληις τούς {τε} διαπεπρα|γµένους ἐπὶ Μελέαγρον τὸν ἐπιστά|την τῶν φυλακιτῶν ὅπως ---, con una denunzia per furto e violenze; SB XII 11078, 16ss. (100 a.C.) con una richiesta alla polizia per identificare i colpevoli di contrabbando di rotoli non scritti ἐξαποστέ[λλετε] | παραχρῆµα ἐφʼ οὓς καθή̣[κει] | ὅπως ---; cf. ancora P.Tebt. I 38,8 (113 a.C.) καταστῆναι ἐφʼ οὓς καθήκε[ι; BGU VIII 1796,6 (64/44a.C.): ὅ]π̣ω̣ς̣ τὴν ἀναφορὰν ποιήσηι, ἐφʼ οὓς κ[α]θ̣ήκει. Per altri verbi, quali ἀνάγειν o καθιστάναι, usati in queste formule cf. Préaux [1942], p. 272. 13 Sotto il rigo la linea può indicare un margine.

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