Preparazione Di Un Fervida A Base Di Frutta
February 28, 2023 | Author: Anonymous | Category: N/A
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❀Preparazione
di un Fervida a base
di frutta LENINA GRAZIANI·VENERDÌ GRAZIANI·VENERDÌ 2 DICEMBRE 2016· 2016·
Abbiamo bisogno di: La frutta/tubero che si vuole fermentare un contenitore di plastica o vetro (Pa Cheng fermenta da più di 20 anni e utilizza plastica), della frutta fresca o il tubero possibilmente bio un dolcificante naturale come il miele oppure lo zucchero integrale di canna, (ma anche malti, sciroppi naturali etc... magari aumentando la quantità perchè sono più scarsi di glucosio e/o saccarosio) Acqua di sorgente, se non è possibile va bene acqua del rubinetto lasciata decantare per molte ore per fare evaporare il cloro. Vanno poi sempre bene, acque depurate, osmotizzate. il contenitore deve avere un’apertura larga, in modo da rendere facili le operazioni successive e un tappo possibilmente a vite che dia possibilità al passaggio di aria dal momento che la fermentazione benefica avviene sia a livello aerobico che anaerobico. un dosatore come bilancia Preparazione di un FerVìda senza bilancia - a volumi
Per permettere questa fermentazione benefica dobbiamo mantenere una proporzione tra frutta e/o erbe, acqua e zucchero di 3-5-1 parti.
Per le fermentazioni tutti noi conosciamo l utilizzo di alcuni ingredienti che ci garantiscono la sicurezza alimentare: sale e zucchero. Questi soluti in acqua garantiscono la loro efficacia se utilizzati in determinate percentuali. Vi sono linee guida del Ministero della Sanità che stabiliscono come sicure soluzioni al 10% quando si adopera il sale e del 20% quando si utilizza lo zucchero. Ogni vegetale ha un peso specifico diverso, di conseguenza adotteremo il metodo visivo per non sbagliarci mai nelle proporzioni. Ossia: - 1) Riempiamo il vaso di 3 delle 10 parti di frutta. - 2) Per creare la soluzione corretta (preparazione del liquido) ci aiuteremo con un
DOSATORE (può essere qualsiasi cosa, una tazza, un bicchiere, etc..) Es: se dobbiamo aggiungere 5 lt di acqua metteremo anche 1 lt di miele , oppure lo stesso volume di zucchero, verseremo il liquido cosi miscelato nel nostro contenitore che contiene la frutta. Questa è la proporzione 5:1. Altra interpretazione che può capitare di leggere è che a 1 litro di acqua dobbiamo aggiungere 0,200lt. di miele. Ci fermeremo di versare il liquido solo quando i 9/10 del vaso saranno riempiti, lasciando l’ultimo decimo di spazio per l’ aria, che sarà necessaria per innescare una buona fermentazione. - 3) La frutta dovrà essere lavata con acqua e fervìda, se ne avete, oppure un aceto
naturale. Se il frutto lo ritenete sicuro ed è per esempio, del vostro albero, potete anche non lavarlo così da salvaguardare anche microorganismi naturalmente presenti sui frutti stessi, al limite se serve, una strofinata. - 4) Il contenitore prima di riempirlo per creare il fervìda va pulito, se lo avete,
ripassato con fervìda, oppure con buon aceto di mele. Procedimento: - Una volta riempiti i 3/10 del contenitore (visivamente riempite circa
fino a metà, bisogna considerare l’aria presente tra i pezzi di frutta) di frutta aggiungeremo il liquido ad essa, cioè i litri di acqua e il miele (oppure zucchero) che saranno stati ben miscelati tra loro in precedenza, usate le mani per sciogliere.
Ci fermeremo di versare il liquido solo quando i 9/10 del vaso saranno riempiti, lasciando l’ultimo decimo di spazio per l’ aria, che sarà necessaria per innescare una buona fermentazione. Pulitevi le mani prima di cominciare a creare il vostro fervìda, con aceto, per togliere eventuali tracce di sapone.
Non usate detergenti chimici. Cercare il più possibile di trovare frutta che davvero sia biologica.
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Ricapitolando tutto ciò che è stato detto con un’immagine.... un’immagine....
Consideriamo il nostro contenitore una unità divisa in 10 parti uguali. Esempio grafico al seguente link: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10209577487928127&set=gm.7078326 26037661&type=3&theater 26037661&type=3&theater
Chiusura e fasi successive
Una volta terminato di riempire il contenitore, va applicata un'etichetta che descriva il tipo di vegetale usato e che indichi una data d’inizio della fermentazione del nostro FerVìda. I primissimi giorni si abbasserà la frutta tutti i giorni. Avviata la fermentazione sarà solo necessario abbassare un paio di volte alla settimana poi sempre più raramente a seconda delle necessità per circa un paio di mesi. I contenitori dovranno sempre essere chiusi (e non socchiusi), ma non in modo ermetico. Se si hanno a disposizione solo tappi ermetici, allora vanno il più possibile appoggiati e protetti da un tovagliolo con elastico sistemato sopra al tappo (ottimo sistema è anche l'utilizzo di calza di nylon che aderisce molto bene) per evitare depositi di polvere e l’entrata dei moscerini; un foglio di plastica alimentare (NO domopak) andrà posizionato tra il vaso e il tappo nel caso quest'ultimo sia metallico. Prima che un FV sia pronto all’assunzione all’a ssunzione orale deve passare circa 1 anno, il tempo che serve per far si che la fermentazione abbia estratto ed assimilato nel liquido le virtù del frutto o pianta, oppure almeno 4/5 mesi dalla sua messa in opera, questo però solo se si ha fretta di utilizzarlo, ma deve avere un sapore acetico spiccato e buona limpidezza. Non deve avere muffe, ne odore alcolico ne cattivi odori. FerVìda di scarti
Stesso metodo per i FV misti contenenti bucce, fiori, frutti ecc nei quali facciamo aggiunte quotidiane: 6/10 del contenitore riempito di soluzione 5:1 (acqua e zucchero), la parte vegetale invece aggiunta di giorno in giorno fino al quasi riempimento del contenitore, lasciando appunto 1/10 per l'aria. Prelievo
Arrivato il momento di usarlo, dobbiamo compiere un prelievo aiutandoci con l'uso di una siringa (media/grande), prelevando dall'alto del contenitore e facendo passare il liquido attraverso una garza posizionata su un'imbuto, in questo modo muoveremo il meno possibile la parte bassa del fervida dove si trova tutto il sedimento e riusciremo a prelevare un liquido molto pulito che conserveremo in una bottiglietta/contenitore
possibilmente ben piena e chiusa, non deve avere parti metalliche e non venire esposta al sole (se il fervìda non ha finito la fase fermentativa meglio non chiudere troppo bene) Rabbocco
- non consigliato se il fv è destinato alla cura di problematiche
legate alla salute
la frutta rimasta che per un'anno è stata in fermentazione, potrà essere riutilizzata ancora per cui il passo successivo, che abbiamo definito rabbocco, è quello di riportare il nostro ferVìda (FV) d’origine al livello iniziale introducendo acqua (5) e zucchero (1) in proporzione 5 a 1, ben miscelati, versando fino a raggiungere il livello primario. Dopo aver subito un rabbocco, il FV ha bisogno di molti mesi prima di poter recuperare la sua vitalità. Rabbocchi ravvicinati lo indeboliranno, ovvero diminuirà vivacità ed efficacia; quindi è consigliabile non rabboccarlo fino al termine dell' anno. Questo perchè con il liquido prelevato si sono ovviamente asportati anche i principi attivi dell’essenza fermentata e quindi la massa vegetale che resta, una volta rabboccata, risulterà impoverita dei principi attivi fitoterapici . Avremo dunque un fervida con dei microrganismi già maturati un anno, con un bagaglio di informazioni e specificità, ma con minor proprietà fitoterapiche. In questo caso la forza della fermentazione ricomincia ma non sarà così forte come la sua prima volta, per cui si potrà chiudere il FV molto meglio senza però sigillarlo, ed è sempre una buona abitudine assaggiare e controllare il fervida per verificarne l’andamento durante i mesi a venire. Utile aggiungere una piccola parte di frutta fresca per dare più ricchezza. Rigenerazione del liquido di FV maturo
- non consigliato
Conservarlo così come si presenta dopo il prelievo. Uso
L’invecchiamento di un FV, FV, è direttamente commisurato alla sua efficacia terapeutica, equivale un po' come ad un uomo, che grazie al tempo che passa, acquisisce esperienza e saggezza, diventando quindi un gran dispensatore di buoni consigli e racconti essenziali di vita, un fervìda giovane invece, si può paragonare al suo allievo, che man mano impara dal maestro, dispensando i primi tempi, un effetto tenue a livello
nutrizionale che terapeutico, diventando poi un Fv invecchiato potentissimo, dove bastano poche gocce per aiutare nella cura di gran parte delle patologie più diffuse. I FerVìda sono alimenti vivi, che respirano la vita e la fanno muovere, come il mare spinge le onde a se ogni og ni qualvolta toccano la riva, vivi al pari della frutta, pertanto non solo nutrono l’organismo a livello livello molecolare, bensì anche a livello vibrazionale energetico, donandoci energia vitale psicofisica mentale, agendo sull'umore, aiutandoci così, poco alla volta, a ritrovare serenità ed equilibrio. I FV sono un rimedio universale, perchè la loro azione agisce in diversi livelli: potenziano il sistema immunitario, rigenerano e riequilibrano la flora batterica, depurano e disintossicano l’organismo con la loro azione chelante, nonché l'eliminazione dell'eccessive concentrazioni di cationi metallici nell'organismo e rallentano il deterioramento cellulare, grazie all'altissima percentuale di sostanze antiossidanti. Le infinite sostanze dei fervida, hanno la capacità di nutrire l'intero organismo umano. Contengono tutte le vitamine, compreso la B12, gli omega 3-6-9, gli acidi grassi a corta catena, le proteine essenziali, gran parte dei minerali, enzimi, e ovviamente microrganismi probiotici, e tutte le sostanze nutrienti che riescono ad estrarre dai vegetali fermentati. La fermentazione è un processo apparentemente spontaneo e che non sembra sostenuto da forme viventi, perché queste non sono visibili a occhio nudo. Gli utilizzi dei FerVìda sono svariati e veramente ci si deve affidare alla propria fantasia e percezione, di come il loro intervento possa agire. Consapevoli ormai che parliamo di microrganismi buoni che si nutrono di microrganismi “cattivi” , è facile anche capire dove richiedere il loro aiuto. Di seguito una serie di esempi pratici: Purificano l’acqua che beviamo soltanto aggiungendo poche gocce gocce Igienizzano i cibi freschi allungandone la conservazione Aggiungono elementi nutrizionali ai cibi, anche se cotti Danno un gusto piacevole a bibite e tisane Sostituiscono i detergenti chimici o agiscono in combinazione con essi, aumentandone l’efficacia e annullando l’impatto ambientale ambientale Sostituiscono dentifrici con la loro potentissima azione antibatterica Fungono da ottimi digestivi
Hanno un forte potere cicatrizzante, ottimi sulla pelle, danno lucentezza e morbidezza, eliminano ogni problema epidermico, anche i più resistenti, come la psoriasi Armonizzano l'ambiente e migliorano la qualità delle zone prive di vitalità, riducendo l'azione eventualmente negativa dei campi elettromagnetici Fungono da antiparassitari, per gli animali domestici e per le piante, la muffa dei muri, fertilizzano e ripuliscono la terra Eliminano i cattivi odori Rendono innocui i rifiuti tossici e radioattivi L’assunzione di fervida puo’ avvenire quindi per ingestione orale, applicazione epidermica diretta oppure attraverso pediluvi o bagni in cui basta aggiungere un bicchiere di fervida maturo e restare in immersione nella vasca per almeno 30 minuti. Una pratica semplice e vitale.
❀ FerVìda Le straordinarie proprietà dei cibi fermentati sono note da sempre: pane, vino, yogurt, tempeh, miso, kefir, kombucha, kimchi, aceto, crauti sono i più noti… queste sono fermentazioni veloci. Poi ci sono i fervìda, una lunga fermentazione. I FerVìda, ricordano gli aceti olfattivamente e se vogliamo,visivamente. Sono fermentazioni selvatiche ricche di microrganismi benefici. E’ possibile fermentare non solo cibo ma anche cortecce, foglie che altrimenti sarebbero immangiabili ma che contengono proprietà importanti, con tanta fantasia si possono usare tutti i frutti, semi, erbe (ovviamente NON vanno fermentati vegetali e/o sostanze irrritanti,tossiche e velenose !!). Sono alimenti vivi, che respirano la vita e la fanno muovere, un ritmo che ch e non si interrompe mai, nutrono l’organismo a livello molecolare, vibrazionale, energetico,
donano quella energia vitale che agisce anche sull’umore, aiutandoci a ritrovare serenità ed equilibrio. I FerVída sono un rimedio molto efficace, perchè la loro azione agisce su diversi livelli: 1) rigenerano e riequilibriano la flora batterica intestinale 2) potenziano il sistema immunitario 3) depurano e disintossicano l’organismo ed inoltre hanno inoltre hanno proprietà chelante 4) rallentano il deterioramento cellulare e quindi anche l’invecchiamento grazie all’altissima percentuale di sostanze antiossidanti. antiossidanti. I fervida hanno la capacità di nutrire l’intero organismo umano. Contengono vitamine, compresa la B12, gli omega 3-6-9, acidi grassi a corta catena, proteine essenziali, gran parte dei minerali, enzimi, probiotici, prebiotici e tutte le sostanze nutrienti che riescono ad estrarre dai vegetali durante la fermentazione. Gli utilizzi dei fervìda sono tantissimi: dalle proprietà curative, ai prodotti per la pelle, da ottimi detergenti e sgrassatori a concimi e molto altro ancora. Il bello di tutto questo è che possiamo farlo in modo autonomo e con pochissima spesa!
❀ Gelatine Le gelatine si formano nei nostri fervìda normalmente dopo diversi mesi. Dopo aver creato una “rete” di batteri, iniziano a secernere una matrice extracellulare che è composta
principalmente da proteine, polisaccaridi e acidi nucleici. Questo biofilm funge da collante per tenerli compatti tra loro permettendogli così di proteggersi dagli stress esterni. E’ segno di vitalità della flora batterica presente nel Fervìda, ma quando è in eccesso si può correre il rischio che faccia calare il livello acetico, pare, secondo alcuni studiosi della produzione degli aceti, che potrebbe essere responsabile un batterio benefico, l’Acetobacter xylinum che formando ‘cotiche’ troppo spesse tendono poi a consumare acido acetico, abbassando l' acidita'. Le gelatine vengono in nostro aiuto in molti modi, sia nell’alimentazione che per la cura del corpo, alcuni esempi:
- Creare marmellate frullando a freddo con miele - Tritate in un’insalata - Nella vasca da bagno, dona freschezza fresch ezza alla pelle e ri-equilibria la flora batterica batt erica della stessa. - Come agente di rilascio di Fervìda per merito della capacità della cellulosa microbica di trattenere liquido , da applicare sulla pelle edematosa oppure con ferite. NON USARE SU FERITE ESSUDATIVE
❀ Ricottine, che fare.
La trasformazione dei frutti/vegetali/erbe, messi a fermentare con acqua e zucchero che ci regala in futuro il fervìda, è un processo chimico/biologico che a differenza di fermentazioni alcoliche ha bisogno di ossigeno. Responsabili sono i batteri acetici del genere Acetobacter, riescono a trasf ormare ormare il glucosio e ossidando l’alcool etilico o metilico altrimenti in formazione, danno vita ad un liquido acetico. Se facessimo fermentare il nostro fervìda in modo anaerobico, per merito degli zuccheri si svilupperebbe alcool e anidride carbonica. Nel nostro caso siamo di fronte ad una fermentazione aerobica, cioè in presenza di aria che permette quindi ai lieviti che si trovano nella frutta o nell’aria, di proliferare. È un tipo di fermentazione spontanea, se vogliamo selvatica, non essendo un processo controllato crea ogni volta un fermento diversamente ricco. Si producono anche ceppi di lieviti diversi tra loro, alcuni creano popolazioni molto consistenti, altre meno o pochissime. I batteri producendo enzimi metabolizzano e trasformano questi lieviti, sintetizzando sostanze come le vitamine, gli acidi grassi, ecc.. Durante la fermentazione iniziale, ovvero le prime settimane, talvolta si nota la formazione di piccoli puntini bianchi, che, se lasciamo fare, in breve tempo ricoprono tutta la superficie del liquido, essi sono soprannominati da noi fermentatori per facilitarne il riconoscimento, ricottine. Questi lieviti sono sostanzialmente saccaromiceti, funghi. Quindi in certe fasi di fermentazione può crearsi instabilità, si creano antagonismi e i ceppi batterici che sono più favoriti prenderanno il sopravvento. La cosa migliore da
fare per cui, quando si nota lo sviluppo di lieviti è abbassarli delicatamente e periodicamente, anche se continuano a rimanere in superficie, avranno modo di essere circondati e bagnati dal liquido ricco di batteri, che agevolerà la loro trasformazione. Altre utilissime informazioni e ricerca di risoluzioni dei problemi sono in questo file molto interessante https://www.facebook.com/notes/semplicemente-fervìda/pillole-di-alvespancaldi/720439118110345/ pancaldi/720439118110345/
❀Fervìda in difficoltà (come procedere)
Succede spesso dopo quasi un anno, che il fervìda perda o non diventi acetico, in questo caso ci sono diversi accorgimenti da adottare: Verificare che non ci siano muffe oppure le pareti interne i nterne del vaso, incrostate di materiale che si è seccato. Nel caso ripulire bene. Succussione: In fase di luna crescente prelevare mezzo bicchiere di liquido con
delicatezza senza disturbare il fv, mettere in un vasetto di vetro con coperchio e fare la succussione che altro non è che agitare dall'alto al basso in modo energico almeno una decina di volte....cosi facendo si energizza il liquido, lo si rimette nel vaso cosi che trasmette al tutto l'energia acquisita; Unire della gelatina acetica. Unire del liquido fervìda se è a disposizione. Provare a cambiargli posto. Durante la sua cura, il fervìda tenuto ben chiuso, va però visionato e aperto tutti i giorni o quasi. I tempi che serviranno per capire se il miglioramento sta iniziando possono essere di 1 settimana ma anche di un mese. Un’altra soluzione può consistere nel mettere all’interno del fervìda problematico,
una piccola percentuale nuova di acqua dolcificata nella giusta percentuale e vegetale, per vedere se si innesca una piccola fermentazione che vada a sanare. Sempre anche qua, se ha disposizione, mettere gelatina. Soluzione estrema prima prima di buttarlo: Mettere al sole! A volte il sole fa al fervìda
problematico, cose inaspettate, come fargli riprendere la fermentazione. Altro problema che può insorgere è il famoso blob, fermenti che vengono fatti con zucchero, più frequente succede se si adopera zucchero integrale, un po meno con altri zuccheri. L’incidenza del blob aumenta nel periodo invernale, almeno il 50% dei fervìda vanno incontro a blob, la causa di questo addensamento del liquido dipende molto probabilmente da conservanti e addensanti. Succede in misura molto minore (o quasi mai) con lo zucchero bianco, ma purtroppo lui non è previsto nella nostra ricetta millenaria thailandese. La soluzione è utilizzare quando possibile, specie per i fervìda a noi preziosi, il miele. La formazione del blob prende vita nei giorni subito successivi alla sua preparazione, in occasione della fermentazione forte iniziale, mai dopo.. se il blob non succede all’inizio, non succede più! Quando abbiamo a che fare con un fervìda che ha il liquido denso (ci sono anche diversi gradi di densità) l’unica cosa che si può fare è attendere che i batteri metabolizzano il tutto. A volte passa velocemente alcune volte non c’è la fa. In questa situazione non si formano muffe (raro) e nemmeno lieviti.
❀ Gocce
di diamante
Il collirio thailandese della signora Pa Cheng è ottenuto dalla fermentazione dei 6 superfrutti che lei fermenta in quantità industriali come rimedio universale per il benessere, i 6 frutti sono tinospora crispa, amla, noni, longan, litchi, haritaki. La fermentazione per il collirio dura 12 anni, il tempo necessario e sufficiente a che vengano smaltite le resine presenti nel fervìda che sono troppo aggressive per gli occhi. I Fervìda sono molto acidi, non adatti ad essere utilizzati negli occhi, vengono
quindi diluiti in ragione di 32 parti di acqua distillata ed una parte di Fervìda; poi la miscela, a distanza di qualche giorno è pronta, preleva poi lo strato più superficiale del liquido, ed è per questo che le GD sono così limpide, vengono poi confezionate in flaconcini con contagocce da 12ml. Così come i Fervìda, anche le GD sono un rimedio utilissimo per il benessere, esse rappresentano un rimedio adottato da Pa Cheng per patologie oculari, quali: presbiopia, astigmatismo, miopia, glaucoma etc.., persino per le problematiche infettive, anche se per queste è bene fare una terapia leggera (una sola goccia gocc ia al giorno per occhio).
La dose consigliata da Pa Cheng è di 4 gocce al giorno per occhio, 2 per occhio al mattino e si ripete alla sera; con questa dose ogni fialetta da 10 ml dura circa 2 mesi. I tempi di utilizzo sono ovviamente legati al tipo di problematica e alla sua gravità, ma, già dopo le prime applicazioni del collirio, si potrà notare che la qualità dell'immagine percepita è migliorata e che l’occhio si affatica molto meno. Nel giro di pochi mesi invece è possibile riscontrare miglioramenti effettivi della vista cominciando a recuperare diottrie. Agiscono sul cristallino con la loro azione quotidiana di purificazione. Le GD sono una creazione di Pa Cheng, non un rimedio antico, come i fervìda, ma moderno, anche se l’elemento fondamentale resta comunque sempre la fermentazione. Non hanno problemi di conservazione, basta tenerle riparate dalla luce diretta del sole,
mentre d'estate il fresco del frigo è consigliato (magari proteggendole dal troppo freddo). Col tempo potrebbero formarsi formarsi delle gelatine scure che generalmente generalmente stanno sul fondo. Queste gelatine non compromettono la qualità del collirio, anzi si possono utilizzare come starter per fervìda giovani, poiché provengono da FV invecchiati 12 anni.
L’uso delle gocce di diamante non ha controindicazioni; potrebbero pero’causare reazioni forti in presenza di infiammazione, come per esempio in caso di congiuntivite. Sarà meglio quindi, come già detto, utilizzare una sola goccia al giorno per occhio. Eventuali mal di testa possono essere dovuti alla difficoltà del nervo ottico per la nuova percezione visiva. Un breve periodo di adattamento necessario, come quando si cominciano ad usare gli occhiali e gli occhi si devono abituare. Si è inoltre scoperto, sperimentandole sperimentandole in questi ormai ormai 5 anni, che sono utili anche anche nei confronti della sinusite, per problemi di congestione nasale utilizzandole in ragione di 1 goccia al giorno per narice, nonchè utili per alcuni problemi dell’orecchio.
❀ Essicare le bucce fermentate dei nostri
fervida. Pectine. La pectina è un eteropolisaccaride, ossia uno zucchero composto dall'unione di più monosaccaridi differenti, contenuto nelle pareti cellulari dei tessuti vegetali.È un carboidrato indigeribile che rappresenta a tutti gli effetti una fibra solubile. Questa sostanza è stata isolata per la prima volta nel 1825 da Henri Bracconot. E’ conosciuta per il suo impiego nella preparazione preparazione di marmellate e gelatine di frutta, è dotata però anche di interessantissime virtù dietetiche e farmacologiche. La fonte più ricca in assoluto è la pellicina bianca - detta albedo - che rimane attorno ai frutti degli agrumi e di altri frutti dopo aver allontanato la buccia. Di conseguenza il frutto intero rispetto alle spremute ed ai succhi di frutta, è da
preferire in quanto più ricco di fibre, rispetto ai succhi che invece sono ricchi di zuccheri. La pectina svolge diversi ruoli in natura, ma principalmente è responsabile della consistenza dei frutti durante la maturazione: l’ammorbidimento della frutta e della verdura è dovuto all’idrolisi (scomposizione) della pectina. Non a caso è proprio dai frutti più maturi che si ha l’estrazione maggiore di pect ina. ina.
La pectina la si può considerare un perfetto prebiotico! La metabolizzazione intestinale della pectina da parte della nostra flora batterica residente, oltre a favorire la proliferazione di batteri benefici ed ostacolare indirettamente quella dei patogeni, origina acidi grassi a corta catena, che nutrono la mucosa intestinale e possono diminuire tante problematiche (in internet si trova molto sulle proprietà terapeutiche delle pectine).Questi prodotti naturali trovano applicazione in svariati prodotti farmaceutici, nutraceutici ed alimentari. Le pectine vegetali offrono dei vantaggi sulla salute dell'apparato digerente e del sistema immunitario attraverso le loro azioni nel tratto gastrointestinale, il principale ostacolo che impedisce loro di esercitare al meglio i benefici, è la loro biodisponibilità. Le pectine ordinarie hanno una catena molecolare troppo lunga per poter essere assorbite nel flusso sanguigno. Per renderle assimilabili vengono utilizzati processi enzimatici per creare una catena molecolare più corta; anche il lavoro di fermentazione che si crea nei nostri FerVìda permette di ridurne le dimensioni, rendendola capace di attraversare le ramificazioni delle molecole di pectina diventando così biodisponibile, cioè assorbita facilmente nella circolazione sanguigna e di esercitare numerosi effetti terapeutici in tutto il corpo. Per cui impariamo ad utilizzare il più possibile per il nostro benessere anche questo ennesimo regalo che ci dona il FerVìda!! Buona fermentazione :)
❀ Essicare bucce fermentate del ferVìda Una volta prelevato il liquido che è maturato nel fervìda per almeno 1 anno e se possibile anche due, ci rimane una massa vegetale ricca di pectina naturalmente modificata per merito della fermentazione.
Non ci resta che strizzare il più possibile questi frutti di fermentati per togliere loro possiamo, anche con l’utilizzo un torchio per esempio. esempio. il liquido, meglio che
Distendere poi nell’essicatore la frutta cercando frutta cercando di tagliarla sottile e posizionare il timer a 45/50 gradi.
Il risultato sarà questo. Basterà poi utilizzare un macinacaffè per ottenere della polvere, che sarà molto pratica da utilizzare.
Si può utilizzare all'interno dei cibi, nei centrifugati e a seconda della fantasia, per il nostro benessere sarà un grande aiuto, sia per il sistema immunitario, circolatorio, circolatorio, etc..
❀ I FERVìDA NELLA PROPRIA DIETA
ALIMENTARE Per chi si approccia la prima volta è buona regola cominciare con cautela, in quanto questi fermenti ricchi di microorganismi, acidi grassi e enzimi, favoriscono l'espulsione delle tossine dal nostro organismo. Per cui è sensato iniziare con poche gocce. Dopo ormai 5 anni che si stanno sperimentando, questa che spiego di seguito si è rivelata essere la procedura migliore: Il fervìda può avere 1 anno oppure 7 anni, non cambia la fase iniziale. Cominciare con poche gocce, 3 volte al giorno, così da dare sempre un benefico segnale all'intestino durante il loro transito, si ha così il tempo di ascoltarsi e capire come reagisce il nostro organismo a questa prima fase di disintossicazione. Si aumenta con il numero di gocce ogni 3/4 giorni.. Per gradi si arriverà ad assumere un quantitativo del tutto personale di numero di gocce, in quanto la risposta individuale è sempre diversa. Molte sono le persone che si stabiliscono sulle 20 gocce ogni volta, per un totale di 60 gocce al giorno, ma ci sono altri esempi in cui non si superano le 30 gocce al giorno, per evitare fastidiosi effetti collaterali quali: stanchezza, cerchio alla testa, leggera diarrea o stipsi, dolori articolari, eruzioni cutanee .. che segnalano una mobilizzazione troppo veloce di tossine. Passato il periodo iniziale di purificazione è possibile oltre alla normale assunzione, usarli anche come condimenti per i nostri piatti preferiti! Sono ottimi con verdure crude, verdure cotte, zuppe, formaggi, sul miele, nelle tisane (o far di loro l’essenza della nostra tisana) e anche sulla frutta. Magari evitiamo di inserirli in cibi bollenti per mantenere integre tutte le loro caratteristiche.
❀VARI
UTILIZZI e dosaggi
- API
Consigli che si possono mettere in atto per rinforzare la salute delle colonie di api con l'aiuto dei fervìda: Preparazione arnie Le arnie possono essere tinteggiate con vernice a cui si è aggiunto fervìda, si eliminano così, più in fretta, eventuali esalazioni tossiche, migliora la resistenza e la durata della tinta e si prevengono le muffe. Al posto della vernice, è possibile utilizzare l'olio di semi di lino mescolato con pigmenti . Diluire 1/2 lt. di colore con fervìda ben acetico, potrebbe andare già bene un FV di 6 mesi che abbia la caratteristica necessaria – FV consigliato frutti dolci o agrumi. Bagnare periodicamente All'esterno delle arnie e la vegetazione adiacente alle arnie stesse con soluzione di acqua/fervìda in diluizione 1:400 (1 lt su 400 lt) nell’area intorno agli alveari e sugli alveari ogni 10 giorni. All'interno intervenire lavando con acqua e FV solo su pareti - 1 lt. di acqua e 20ml di FV. Agire anche sui fori di ingresso e atterraggio e all’interno dell’alveare con FV puro aiuta loro a ripulirsi da eventuali contaminazioni esterne. Acqua e sciroppo sciroppo per le api
Le api apprezzeranno l’acqua trattata con fervìda. fervì da. Lasciare sempre a disposizione delle api, acqua arricchita con 10ml di FV per lt. di acqua. Dopo aver estratto il miele ed aver predisposto per il periodo invernale per il riposo delle api, per nutrirle sarà utile una mistura di acqua e miele a cui possono essere aggiunte poche gocce di FV di agrumi (5ml per litro da non superare), un thè di erbe sarà anch'esso gradito. Assicurarsi di lasciare una porzione del miele come alimento per le api.
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STALLE/ALLEVAMENTI STALLE /ALLEVAMENTI
La capacità di igienizzazione che hanno i fervìda fanno si che possano essere usati con enorme soddisfazione anche dove ci sono ricoveri di animali, sono alleati preziosi! La nebulizzazione della stalla e di tutti gli ambienti (animali compresi) migliora il microclima ambientale e costituisce una misura importante per il benessere degli animali. Inoltre prevengono la formazione di cattivi odori e contrastano l'insorgere di batteri patogeni, diminuiscono le problematiche e aumenta la produttività. E' cosa importante, si può diminuire l'uso degli antibiotici!! Prima di iniziare un ciclo di trattamento con i fervìda sarebbe opportuno fare una buona pulizia iniziale, sostituire alcuni materiali come lettiere in uso da un po. Poi inizialmente avere cura di trattare spessissimo (nebulizzare), anche tutti i giorni, l'area interna, per un paio di settimane, poi basterà un mantenimento di almeno due volte settimana. INTERNO: diluire il FV dal 5 al 10% in un litro d'acqua (a seconda delle situazioni, sui giacigli il 5% può essere sufficiente) ESTERNO: Nebulizzare con soluzione FV/acqua che va dal 5 al 10% - (non superare 1 lt. Ogni 10 litri, a seconda della situazione) . Non trattare piante o aree verdi con queste diluizioni. Nebulizzare SUL FORAGGIO CON ATTENZIONE, una soluzione al 1 -2:1000 può giovare, ma non superare questo dosaggio. Anche nell'acqua da bere, giornalmente si può utilizzare FV e acqua all'1:1000 •
MUFFE
In uno spruzzino preparare una soluzione con 10% (10 ml più 90 ml di acqua tiepida). Spruzzare abbondantemente sulle macchie di muffa, lasciare agire un po e rimuovere. Ripetere l'operazione una seconda volta e con una spazzola morbida insistere sulla macchia di muffa, sempre con acqua tiepida e la stessa diluizione. Rimuovere i residui di muffa con una spugnetta, terminare il trattamento nebulizzando finemente del fervìda puro e chiaro, in modo che non si rischi qualche macchia (se
fosse un fervida di melograno per esempio, il rischio che il muro si possa macchiare di giallo potrebbe succedere). Lasciare asciugare. In alcuni casi un trattamento può essere sufficiente ad eliminare ogni traccia. Può succedere anche che appena fatto il trattamento le macchie risultino evidenti, se le macchie di muffa sono importanti si noterà che la macchia diminuisce intensità nei giorni successivi. Questo tipo di intervento si potrà fare 2 volte all'anno, dipende anche dal clima e l'ambiente. Altra buona idea sarà poi risolvere definitivamente il problema (o quasi) approfittando della tinteggiatura quando sarà il momento, inserendo all'interno della pittura murale, in genere secchio da 10 litri, dai 50 ai 100ml di FV, sempre chiaro perchè può alterare la tinta scelta. •
ORTO (da inizio stagione)
E’ possibile utilizzare masse vegetali esaurite dei dei fervìda. Spargere sul terreno asciutto, zappettare superficialmente ed infine irrorare con acqua. Quando possibile, una volta asciugato, zappettare nuovamente per pochi centimetri di profondità. Miscelare 50% di FV in acqua e irrorare. Almeno 1 volta ogni 10 giorni a fine inverno per 4 o 5 volte. Non essendo loro, un concime, ma una miscela di microrganismi vivi, se si vuole rendere la loro efficacia duratura, bisogna apportare sostanza organica (compost, letame..) e minerali. Per chi si fa il compost, è possibile utilizzare del fervìda in ragione di 20 – 30 ml ogni 10 litri di acqua e inumidire di tanto in tanto la superficie del cumulo per velocizzare la decomposizione e togliere cattivi odori, oltre ad aiutare la formazione di humus. Evitare l'uso di erbicidi, pesticidi o funghicidi di sintesi, anche il rame, consentito in agricoltura biologica è ammesso in concentrazioni 10 volte superiori a quelle tollerate dalla microflora del suolo. A seconda delle esigenze delle piante, irrigare il terreno ogni 15-20 giorni con miscele a 1:500 (20ml di FV in 10 lt di acqua) durante la stagione vegetativa. Stimolare una sana attività microbiologica del suolo stimola la crescita delle piante, le rinforza e
migliora notevolmente il gusto e il valore nutrizionale dei prodotti, che si conservano anche più a lungo, grazie ad un elevato tasso di antiossidanti. Il trattamento con i nostri fermenti di vita può essere fatto nebulizzando finemente al mattino presto, oppure alla sera. Molto meglio se prima di una abbondante pioggia, che favorisce la penetrazione dei microrganismi nel suolo. I raggi solari danneggiano i microrganismi, evitare quindi di effettuare il trattamento quando il sole è alto. Sulle foglie i trattamenti si effettuano con regolarità a scopo preventivo, ogni 10-14 giorni in ragione di miscele di 1-2:1000 (sempre NO sole) I dosaggi indicati sono un suggerimento per iniziare a prendere confidenza circa i vari usi. Con il tempo si acquisiscono esperienza e fiducia nella propria intuizione e si è in grado di decidere il dosaggio adeguato anche senza una guida. Buona fermentazione a tutti.
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