Poeti Maledetti

November 11, 2022 | Author: Anonymous | Category: N/A
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POETI MALEDETTI: COMUNE FOLLIA Vite diverse che s’intrecciano e s’influenzano psicologicamente e materialmente. Maledetti perché identificati col peccato inteso come alcool, droga, amicizie opinabili, lussuria e piacere sconsiderato. Così vengono classificati un gruppo di autori francesi ribelli vissuti fra la seconda metà e la fine dell’Ottocento: in questa caso mi riferisco ad Arthur Rimbaud, Paul Verlaine e Charles Baudelaire. Personalità troppo sensibili ed allo stesso tempo impetuose, uomini che sanno e vogliono mettere in luce l’ipocrisia della vita, la consuetudine borghese e le fuggono con ogni mezzo, senza paura e senza vergogna. Varie sono le teorie che giustificano il loro modo di scrivere e rapportarsi con il foglio di carta: ripercorrendo brevemente le loro vite, possiamo comprendere  perché all’epoca, nei confronti di questi personaggi, si fosse creato un clima di mistero, sdegno e  paura. RIMBAUD- Nasce nel 1854 a Charlesville e rivela subito doti di bambino prodigio. La sua infanzia è difficile perché il padre abbandona sua madre e i suoi fratelli per sempre e il giovane Arthur viene isolato e fatto immergere negli studi. La prima esplosione poetica è nel 1920 quando compone venti  poesie che aprono la strada alla consacrazione del suo genio. Quando scrive “Una stagione all’inferno” è nel pieno della relazione amorosa, molto discussa, con Paul Verlaine ma è proprio grazie a quest’unione che nascono le sue opere migliori. PAUL VERLAINE-A differenza del compagno Rimbaud, trascorre un’infanzia felice ma la sua  propensione al bere e agli stravizi si manifesta molto presto. È il periodo in cui legge “I fiori del male” di Baudelaire e i suoiviolenza comportamenti piùgiovane sconsiderati: da momenti di dolcezza all’improvvisa sia versodiventarono la madre siasempre verso la sposa,passa fino all’incontro con P.Verlaine (1871). Tra i due nasce una passione talmente profonda che quando quest’ultimo manaccia di lasciarlo Verlaine gli spara un colpo ferendolo ad una mano. È imprigionato e condannato e conosce così la miseria più nera e la vera e propria decadenza dalla quale nascerà la sua tardiva gloria. In un ennesimo gesto di sfida verso la società borghese che aveva catalogato con disprezzo la categoria d’intellettuali di cui anch’egli faceva parte con l’appellativo Decadenti, dirige e si fa portavoce della rivista “Le décadent”. CHARLES BAUDELAIRE-Definito BAUDELAIRE-Definito il padre dei poeti maledetti, con la sua opera “Les fleurs du mal” viene annoverato come capostipite della famiglia degli autori immortali francesi e fra i suoi grandi meriti, c’è senza dubbio quello di descrivere con magnificenza la sua Parigi che lo tormenta, lo esalta e lo delude. È stato definito “reincarnazione di un angelo ribelle” e la prima edizione di questo testo è addirittura processata per immoralità nel 1875. Baudelaire, la cui vita è stata caratterizzata dall’odio smisurato nei confronti del patrigno morbosamente attaccato alle rigide regole borghesi, fa comparire nei suoi scritti figure dannate come spettri, vampiri e invoca satana  per evidenziare il degrado e l’immorali l’immoralità tà del genere umano che, per dimenticare questi dispiaceri si consola nel vino, nel fumo e nel sesso come lo stesso Charles. I temi giudicati troppo rivoluzionari per l’epoca sanciscono il trionfo del poeta nell’ambito degli intellettuali del tempo, fra cui i citati P.V. e A.R. che lo prendono ad esempio e seguono la sua filosofia di pensiero. Perché non si ammette che ogni secolo è caratterizzato da personalità che hanno qualcosa non di paranormale, ma di semplicemente unico? Questi scrittori hanno creato il loro linguaggio, il loro mondo di parole, musica, suoni, colori e immagini. I misteri delle loro vite sono ormai conosciuti, hanno scandalizzato, elettrizzato, emozionato e stupito. La follia dei comportamentii si riversa in un assoluta fedelt comportament fedeltàà verso la propria persona e il proprio spirito. Solo chi soffre veramente conosce la realtà, grande è la paura della disperazione ma altrettanto ferrea sarà la volontà di coglierla appieno per scoprire l’avversità della vita: solo chi si trova in questa condizione è in grado di comprenderlo, ma il privilegio e davvero di pochi.

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