Ouspensky (allievo di Gurdjieff) - Un nuovo documento [ita - esoterismo - byfanatico 2015].pdf

March 29, 2017 | Author: jacofigarasata | Category: N/A
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P. D. Ouspensky

UN

NUOVO DOCUMENTO Incontri 1928 - 1945

Secondo le leggi della ricorrenza, la possibilità di imbattersi in una Scuola è rara e straordina­ ria. Chi non ha avuto la fortuna di incontrare personalmente Ouspensky troverà qui una viva testimonianza del suo insegnamento.

Casa Editrice Astrolabio

P. D. OusPENSKY

nell'uomo, alla cosmologia e alla pre­ ghiera cristiana del Padre Nostro.

UN NUOVO DOCUMENTO *

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Incontri 1928-1945

Qualcuno chiese un giorno a Ouspensky se intendesse pubblicare le sue conferenze. Questi rispose: "A che scopo? Le domande e le risposte, non le conferenze, sono la cosa più importante". Questo libro offre al pubblico italiano la trascrizione testua­ le di incontri e discussioni che copro­ no un arco di quasi vent'anni. Si trat­ ta di un materiale precedentemente inedito, che era stato pubblicato sol­ tanto privatamente in un'edizione li­ mitata di venti copie. Nel periodo tra il 1928 e il 1945 Ouspensky organizzò molti incontri, nei quali rispose alle domande dei suoi studenti, dalle più ingenue alle più profonde. Ridefinendo e raffi­ nando costantemente i suoi insegna­ menti per renderli sempre più accessi­ bili a coloro che lo ascoltavano, egli offrì loro vaste conoscenze e una chia­ ra esposizione del sistema da lui con­ cepito. Le concezioni di Ouspensky sulla natura dell'Uomo e dell'Universo in­ cludono tutti gli aspetti della nostra vita. Per rendere più agevole la con­ sultazione si è preferito suddividere le sue idee per argomenti piuttosto che presentare i dialoghi in ordine crono­ logico. Quest'opera comprende sezioni dedicate al ricordo di sé, alla volontà, al lavoro di Scuola, alle emozioni ne­ gative, ai centri energetici presenti

P. D. OusPENSKY nacque a Mosca nel 1878. I suoi libri Tertium Orga­ num (pubblicato nella presente colla­ na) e A New Mode! of the Universe rivelarono la sua grandezza come ma­ tematico e pensatore e il suo vivo in­ teresse per i problemi dell'esistenza umana. Dopo l'incontro con Gurdjieff nel 1915, concentrò il suo interesse sullo studio pratico dei metodi per lo sviluppo della consapevolezza, com'è esposto in Frammenti di un insegna­ _ mento sconosciuto e La Quarta Vza, pubblicati anch'essi nella presente col­ lana.

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P. D. OusPENSKY UN NUOVO DOCUMENTO INCONTRI 1928-1945

Titolo originale dell'opera A FURTIIER RECORD EXTRACTS FROM MEETINGS 1928-1945 (Routledge & Kegan Paul, London)

Traduzione di ANDREA ANDRIOTTO

© 1986, Tatiana M. Nagro © 1989, Casa Editrice Astrolabio - Ubaldini Editore, Roma

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marzo

1938

O. La ricorrenza avviene nell'eternità. Non fa parte di questa vita. Questa vita finisce e il tempo finisce. C'è una teoria, che è ammessa da questo sistema, per cui il tempo può essere prolungato. Non ne ho alcuna prova. Molte sono le ricerche fatte dagli spiritisti e da altri riguardo al tempo, ma non ci sono prove. Lo studio della ricorrenza deve partire dallo studio della mente in­ fantile, più precisamente, dei bambini che non hanno ancora imparato a parlare. Se essi potessero richiamare alla mente questo periodo, po­ trebbero ricordare cose molto interessanti. Ma, sfortunatamente, quan­ do iniziano a parlare diventano veri bambini, e dopo sei mesi o un anno dimenticano. Molto raramente le persone ricordano quello che pensavano nei primi mesi di vita, e in quei pochi casi si ricordano co­ me adulti, non come bambini. Solo in seguito sono diventati bambini. Il modo di pensare di allora è identico a quello dell'età adulta, e questo è davvero interessante. D. Può dirci per quale ragione il bambino dovrebbe ricordare la sua mentalità adulta e non la sua precedente mentalità di bambino? Ouspensky. Abbiamo troppo poco materiale per poter trarre delle deduzioni. Sto solo parlando del modo in cui lo si può studiare. Ma se cercassimo di ricordare la nostra infanzia, e, senza far lavorare l'im­ maginazione, scoprissimo che la nostra mentalità era dell'uno o dell'al­ tro tipo, questo sarebbe materiale. Vi sono pochissimi scritti che trat­ tano di questo argomento, perché non si sa come studiarlo. Ma nella mia esperienza personale mi sono imbattuto in casi molto interessanti. Alcune persone da me conosCiute avevano ricordi molto interessanti dei loro primi anni di vita, e tutte avevano la medesima impressione: la loro mentalità non era infantile, il modo di considerare e di cono­ scere le persone non era quello proprio di una psicologia infantile. Ma generalmente non ci si ricorda affatto di quel periodo. Voi capite quel-

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lo che voglio dire. Essi avevano una mente cosl sviluppata, con reazio­ ni cosl tipiche dell'adulto, che è difficile immaginare come si sia potu­ ta formare in sei mesi di vita inconsapevole. Se quelle testimonianze sono vere, la mente doveva essersi formata prima ma, come ho detto, è molto difficile trovare materiale. D. Perché tutto dò scompare quando il bambino impara a parlare? O. Perché egli comincia a imitare gli altri bambini e a fare esatta­ mente quello che gli adulti si aspettano da lui. Essi si aspettano che egli sia uno stupido bambino, ed· egli diventa uno stupido bambino. D. Come può la ricorrenza essere un vantaggio per l'uomo? O. Se si comincia a ricordare, se si comincia a cambiare, non ci si ritrova ogni volta nello stesso circolo, ma si può agire secondo la pro­ pria volontà e fare dò che si crede opportuno; se invece non si sa nulla al riguardo, oppure si sa ma non si fa niente, allora non c'è alcun van­ taggio. Quasi sempre si continueranno a ripetere le medesime cose. D. Se si è incontrato il sistema in una ricorrenza, lo incontreremo anche in quella successiva? O. Dipende da come si è reagito al sistema. Potremmo avere incon­ trato il sistema e aver detto: 'Quante sciocchezze dice questa gente!'. Dipende dallo sforzo che si è fatto. Se d si è sforzati, allora è possibile che si sia acquisito qualcosa, che potrebbe rimanere, se non è solo nella personalità superficiale, se non è solo formativo. D. In ogni ricorrenza si seguono necessariamente certe linee di azione? O. La legge è che tutte le tendenze acquisite si ripetono. Se una persona acquisisce la tendenza a studiare o a interessarsi di certe cose, sarà nuovamente interessata. Se si è acquisita la tendenza a sfuggire da certe cose, si continuerà a sfuggire. D. Queste tendenze diventano più forti? O. È possibile, ma potrebbero anche svilupparsi in una differente direzione. Non c'è nessuna garanzia fino al momento in cui si raggiun­ ge un qualche tipo di azione consapevole, e allora diviene possibile fare affidamento su se stessi. D. Tempo parallelo vuoi dire che tutti i momenti esistono continua­ mente? O. Sl. È molto difficile metterlo a fuoco. Sta senz'altro a indicare l'eternità del momento, ma la nostra mente è incapace di pensare in questa maniera. La mente è un meccanismo assai limitato. Siamo co­ stretti a pensare solo nel modo più facile e dobbiamo tenerne conto. È più facile pensare alla ripetizione che all'esistenza eterna del momen­ to. Dovete capire che la nostra mente non può formulare le cose esat­ tamente cosl come sono. Ci sono concesse soltanto formulazioni ap-

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prossimative che sono più v1cme alla verità del nostro pensiero ordi­ nario. Questo è tutto ciò che è possibile. La mente e il linguaggio sono strumenti troppo rudimentali per tali argomenti e problemi, che sono molto sottili. Il modo più facile per affrontarli è studiare i bambini. Se avessimo materiale a sufficienza potremmo rispondere a molte domande. Per­ ché, per esempio, nei bambini appaiono strane tendenze, del tutto op­ poste a quelle dell'ambiente che li circonda, assolutamente nuove per le persone che li circondano? È un fenomeno che talvolta si presenta in modi assai differenti; possono essere delle tendenze molto forti, capaci di cambiare la vita e di svilupparsi in direzioni del tutto inso­ spettate, completamente indipendenti da qualsiasi causa ereditaria. Co­ me vi ho già detto, l'ereditarietà non ha effetto sull'uomo, è un'idea fantastica. Agisce sui cani e sui cavalli, ma non sugli uomini. D. È perché interviene la questione dei tipi? O. Sì, ma noi non sappiamo nulla dei tipi, la nostra conoscenza è troppo insufficiente per parlarne. Per questo tanto spesso i genitori non capiscono i figli e i figli non capiscono i genitori. Di fatto è impossi­ bile che riescano a comprendersi in modo sufficiente o corretto. Sono persone affatto diverse, del tutto estranee tra loro, alle quali è soltan­ to accaduto di incontrarsi accidentalmente in un certo punto, per poi proseguire di nuovo in direzioni differenti. D. Che cosa intende quando ci dice di 'osservare i bambini'? O. È proprio questo che è così difficile. Se osservate le tendenze su vasta scala, potete trovare tendenze del tutto imprevedibili. Si potreb­ be pensare che ciò sia il risultato di certe cause o dell'ambiente, ma in bambini molto piccoli possono manifestarsi tendenze completamen­ te inaspettate. Non sono tendenze accidentali che appaiono e scom­ paiono, ma tendenze che continueranno per tutto il resto della loro vita. In questo caso, secondo questa teoria, può trattarsi di tendenze acquisite negli ultimi anni di una vita precedente, che poi riappaiono molto presto. D. Allora, dal punto di vista della ricorrenza, non potrebbe darsi che alcune azioni importanti che compiamo tra ora e il momento in cui moriremo siano le vere responsabili delle nostre attuali tendenze? O. Vuoi dire nelle vite precedenti? È assai probabile. Ma ricordate che questo lavoro prima non esisteva. Può darsi che sia esistito un altro tipo di lavoro, ce ne sono diversi, ma non questo. Questo lavoro prima non esisteva, ne sono perfettamente sicuro. D. Quel che intendo dire è che sembra incredibile pensare che tra ora e il momento della nostra morte compiamo le azioni decisive che sono la causa delle nostre future tendenze.

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O. Ma è così. In ogni momento della vita possiamo creare tenden­ ze da cui forse non saremo capaci di liberarci per dieci vite. Ecco perché la letteratura indiana sottolinea sempre questo punto. Può essere pre­ sentato sotto forma di fiaba, ma il principio è il medesimo. 4 aprile 1938 D. Ha detto che questo lavoro non è mai apparso in precedenza. Questo vuoi dire anche che non riapparirà in seguito? O. Non c'è nessuna garanzia. Per quanto riguarda voi, dipende da voi stessi. Una cosa è certa: non si manifesterà nello stesso modo. Forse ci saranno gruppi e scuole, ma non nello stesso modo e non nello stesso periodo di tempo. Il lavoro è la sola cosa che non è sottoposta alla legge della ricorrenza, altrimenti non sarebbe lavoro. Se si è rag­ giunto un minimo di consapevolezza, esso non può essere sottoposto alla ricorrenza. Inoltre, in questo particolare tipo di lavoro, molte co­ se accadranno in modo completamente diverso. E quello che ora av­ viene in un certo periodo forse comincerà venti anni prima. D. Da bambino ero molto attaccato a una cugina che aveva tre an­ ni più di me e morì a dieci anni. Se da allora la sua breve vita si è ripetuta quattro o cinque volte, allora anche la mia vita, in quanto correlata alla sua, deve essersi ripetuta. Come lo si può spiegare? O. È molto difficile spiegarlo, ma nello stesso tempo, matematica­ mente, è molto semplice. Noi calcoliamo la lunghezza di questo tempo in base a certe idee di durata. Diciamo che dieci anni sono più brevi di una vita più lunga, ad esempio di cinquanta anni. Ma in realtà non c'è alcuna garanzia riguardo a ciò che è più breve o più lungo. Come ho detto in A New Model of the Universe, supponete per un momen­ to che quelle che ci sembrano durate differenti siano invece una mede­ sima durata, e che la loro velocità sia differente. Molte cose che consi­ deriamo il fondamento del nostro mondo sono in realtà illusioni. In ogni caso non è difficile coordinare una vita con un'altra, ma il nostro potere di visualizzazione è troppo limitato e debole per riuscirvi. Per­ tanto dobbiamo lasciare il problema senza risposta, pur capendo che tuttavia c'è un modo di risolverlo. D. Come si può sapere ciò che ricorda un bambino? Pensavo che si nascesse con i centri completamente vuoti, e che per ricordare fosse­ ro necessari i centri. O. Questa è una cosa strana. Alcune persone, che non sono parti­ colarmente diverse dagli altri, hanno ricordi strani e molto precisi per­ sino dei primi mesi di vita. Pensano che la loro percezione della gente fosse quella propria di un adulto e non di un bambino. Non ricostrui-

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scano le immagini mescolando diversi elementi, ma conservano impres­ sioni molto precise di case, persone, e cosl via. Possedevano una men­ talità tipica della maturità. D. lo riCordo cose di quando avevo due anni che non sono affatto successe. Come si fa a verificare i ricordi legati al periodo anteceden­ te alla capacità di parlare? O. Come può sapere che non sono mai successe? Potrebbe essersi trattato di un sogno. Io ho avuto un'esperienza di questo tipo. Ricor­ do che quando ero molto piccolo andai in un luogo vicino a Mosca, e l'immagine di quel luogo rimase nella mia memoria. Non vi tornai più per circa quattro anni, e allora mi accorsi che era assai differente da ciò che ricordavo e che le mie memorie si riferivano a un sogno. D. Se una persona muore dopo aver raggiunto il livello dell'uomo n. 4, nella ricorrenza si torna come uomo n. 4 oppure si può decadere da tale livello, imitando le emozioni negative, e cosl via? O. Solamente l'uomo n. 5 può ritornare come uomo n. 5. Potrebbe non esserne cosciente, ma le cose saranno comunque assai più facili per lui. L'uomo n. 4 deve ripetere il suo cammino, ma sarà più facile e inizierà prima. D. Quella che in una ricorrenza è una tendenza, potrebbe diventa­ re un'abitudine nella ricorrenza successiva? O. Dipende dalla tendenza. Se è meccanica, diverrà un'abitudine. Ma se è una tendenza consapevole non può diventare un'abitudine, perché sono due cose diverse. D. Ripensando alla propria vita, vediamo quei momenti decisivi in cui abbiamo preso una decisione che consideriamo sbagliata. C'è qual­ cosa in particolare che possiamo fare in questa ricorrenza affinché vi siano meno probabilità di ripetere i nostri errori in quella successiva? O. Sl, certamente. Si può riflettere e si può cambiare ora e, se riu­ sciremo a farlo in modo abbastanza profondo, ricorderemo certamen­ te; se non riusciremo a farlo in modo abbastanza profondo, forse po­ tremo ricordare. In ogni caso c'è la possibilità di non ripetere azioni compiute in passato. Molte idee e cose simili possono passare da una vita a un'altra. Per esempio, qualcuno ha chiesto che cosa è possibile ottenere dall'idea della ricorrenza. Se si riuscisse a divenire intellet­ tualmente consapevoli di quest'idea e se questa idea divenisse parte della propria essenza, parte del proprio atteggiamento generale nei con­ fronti della vita, non si potrebbe più dimenticarla e nella prossima vita avremmo il vantaggio di conoscerla prima. D. Perché avvenga un qualsiasi cambiamento, nell'essenza o nella ricorrenza, non deve forse intervenire il fattore del sacrificio? O. Sl, certamente, bisogna pagare per tutto. Per ottenere qualcosa

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bisogna dare in cambio qualche altra cosa. Non è possibile avere il nuovo e conservare il vecchio. Il fardello sarebbe cosl pesante da im­ pedire qualsiasi movimento. 7 marzo 1940 D. Le scuole, non essendo meccaniche, sono esenti dalla ricorrenza. Pertanto per noi, che siamo sottoposti alla ·ricorrenza, non c'è alcuna certezza di poter incontrare di nuovo il sistema. O. Proprio cosi, nessuna certezza. È proprio cosl, ma ci sono molte differenti implicazioni. È vero che le cose non ricorrono esattamente nella medesima forma, ma allo stesso tempo non si può perdere nulla di ciò che si è acquisito. Ciò significa che se si manca un'occasione, se ne presenterà un'altra. Ma la responsabilità di queste perdite è no­ stra, non degli eventi, ed è necessario comprendere che le possibilità non sono illimitate. Molto spesso mi rifiuto di parlare della ricorren­ za perché ne ignorate ancora molti aspetti .. La vostra comprensione è troppo superficiale. 'Eterna ricorrenza', per voi, significa che è eterna, cioè 'per sempre'. Ma le manifestazioni sono molte e diverse, e l' 'eter­ no' può non essere affatto eterno. Se si conduce una vita ordinaria, non si accumulano le influenze giuste e non si forma un centro magne­ tico, dopo qualche tempo si può perdere anche la possibilità di accu­ mulare un centro magnetico: esse potrebbero scomparire, perché c'è una grande concorrenza, ci sono molte cose che noi ignoriamo. La pri­ ma cosa che si deve capire riguardo all'eterna ricorrenza, è che non è affatto eterna. Quando si giunge ad avere la possibilità di sviluppo, che è un'occasione molto rara perché molti non vi arrivano mai, quando si giunge a questo punto, nello stesso tempo le probabilità di riuscita si riducono di molto, e continuano a ridursi. Più ci si avvicina, più è facile perdere tutto. Si ha meno tempo. L'avvicinarsi alla possi­ bilità influenza realmente il tempo: il tempo della persona che è vi­ cina diviene più breve. Questa è una risposta, ma non la risposta. D. 'Meno tempo' in che senso? Che ricorriamo meno spesso? O. Ognuno ha il suo tempo personale; il tempo deve essere consi­ derato cosl. Il tempo è un bene individuale. Non esiste un tempo co­ mune, una persona ha più tempo e un'altra di meno: non si può avere tutti lo stesso tempo. D. Allora la sola cosa che possiamo conservare è il cambiamento, se è avvenuto, che operiamo nell'essenza? O. No, prima è necessario fare cambiamenti nella personalità. D. Ma questi non possono durare.

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O. È la sola cosa che possiamo fare. Solo pochissime persone posso­ no lavorare sull'essenza. E ciò non è esattamente un vantaggio per lo­ ro, perché è molto difficile, ma può riuscire. Generalmente si lavora sulla personalità, e questo è il solo lavoro possibile che, se ci impe­ gniamo, ci farà giungere a qualche risultato. 15 marzo 1940 O. Ci sono state alcune domande relative alla ricorrenza. Voglio solo dire qualche cosa che possa darvi materiale per pensare. Evito sempre di parlarne per due ragioni: la prima è che possiamo parlare soltanto teoreticamente, perché non possediamo dati oggettivi a tale riguardo; la seconda è che sappiamo che, in seguito al lavoro, le leggi relative alla ricorrenza cambiano. Si debbono capire queste cose. Mol­ to tempo fa, in A New Model of the Universe, ho scritto che la ricor­ renza si manifesta con profonde differenze anche nella vita ordinaria delle persone. Alcuni possono avere esattamente la stessa ricorrenza, altri possono avere diverse variazioni o possibilità, altri ancora posso­ no salire mentre altri possono discendere, e cosl via. Ma tutto questo non ha rapporti con il lavoro. Voglio dire che quando ci si avvicina alla possibilità del lavoro, in un certo senso, sebbene solo teoricamente, si possono studiare tre ricorrenze successive. Poniamo che la prima sia quando ci si avvicina alla possibilità di incontrare qualche tipo di idee provenienti dalla mentalità superiore; la seconda, quando si entra real­ mente in contatto con l'influenza C, e la terza, ciò che risulterà da tutto questo. È interessante che, dopo la seconda, le possibilità di ri­ correnza diminuiscono moltissimo. Intendo dire che prima di giungere a idee ben precise, nelle condizioni ordinarie, le possibilità sembrano illimitate; ma da quando si entra in contatto con idee ben precise, che noi definiamo come influenze C, la possibilità di ricorrenza diminuisce. Ecco cosa si deve capire. Se comprendiamo questo, ci sarà possibile parlare di queste cose con una certa comprensione, e se ne potrà ri­ cavare una certa utilità, altrimenti è solo un discorso teorico, comple­ tamente inutile se si considera tutto sul medesimo piano. D. Intende dire che dopo essere entrati in contatto con le influen­ ze C il numero delle probabilità diminuisce? . O. Sl, perché le influenze C non possono essere sprecate. Le influen­ ze B sono praticamente illimitate; cioè, vengono continuamente diffu­ se nella vita, e possono essere ricevute o rifiutate, non diminuiscono. Ma le influenze C sono limitate. Dovreste già sapere perché sono limi­ tate. Provate a rispondere a questa domanda, perché le influenze C so-

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no limitate. Trovate voi stessi una risposta e capirete perché la possi­ bilità di ricevere le influenze C deve essere limitata: se non le si sa utilizzare, a che scopo dovrebbero essere sprecate? D. Significa che abbiamo lavorato nel modo giusto? O. No, non significa affatto questo. Significa solo che se non si lavora nel mondo giusto si perderà la possibilità della ricorrenza; non significa niente di più. Se non teniamo in considerazione questa ulteriore caratteristica che ho appena esposto è del tutto inutile parlare della ricorrenza, anche soltanto dal punto di vista teorico. Se poniamo tutto sullo stesso li­ vello ogni discorso è completamente inutile. D. Da dove viene ciò che ricorre? O. Siete voi. Voi ricorrete, io ricorro, egli ricorre, essi ricorrono. Non c'è nessun bisogno di divisioni teoriche. Quando parliamo della ricorrenza, pensiamo alla nostra ricorrenza, non a quella di qualcun al­ tro. Da dove venga non lo sappiamo; possiamo trascorrere tutta la vita a escogitare definizioni teoriche, e possiamo anche giungere a de­ finizioni piuttosto buone, ma questo non cambierà nulla e non aiute­ rà la comprensione psicologica di tale idea. Sto cercando di stabilire certi principi che ci daranno una comprensione pratica dell'idea. Po­ tremmo trovare molte parole, ma le parole non ci porteranno a nes­ sun risultato. Avete trovato la risposta, avete capito perché le influenze C non possono essere sprecate? Pensateci. Se rispondete a questa domanda, sarete in grado di rispondere a molte altre domande. E voi sapete co­ me trarre le dovute conclusioni. [Molte risposte, tutte sbagliate]. D. È perché se queste fossero soggette alla ricorrenza, si continue­ rebbe a sprecar!e? O. Questo è implicito, ma non è la risposta. Certo, se vengono spre­ cate, e si continua a sprecarle, a che servirebbero? Ma in tutto que­ sto c'è qualcosa che non capite, che è la chiave per tutto ciò che do­ vete trovare. È molto semplice, non c'è niente di misterioso. Non si tratta di indovinare la soluzione di un enigma, si tratta di pensare. Provate a pensare cosl: per esempio, in un contesto ordinario, un ragazzo va a scuola e ogni anno incomincia a imparare la stessa cosa. Studia qualcosa per un anno intero, poi torna a casa e dimentica tutto, e deve tornare a studiare la stessa cosa; studia di nuovo per un intero anno, poi torna a casa e ancora una volta dimentica tutto, e ancora una volta ritorna a imparare la stessa cosa. Che cosa potranno dirgli a scuola? Per questo motivo le scuole non vengono mai ripetute; per questo motivo per le scuole non c'è ricorrenza.

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Ecco quello che tutti quanti vogliono, tutti chiedono di poter continuare a imparare la stessa cosa. Ma la volta successiva dovete pas­ sare a una scuola superiore. Se non potete passare a una scuola supe­ riore, non troverete nessun'altra scuola a questo livello, perché lo ave­ te già superato. D. Sono le influenze C che ci permettono di incontrare la scuola? O. Sono le influenze B che permettono di incontrare la scuola. Scuo­ la significa influenze C. D. Non si può passare a una classe superiore se non si è superato un esame. O. Giusto, ma si può superare un esame e dimenticare tutto. Suc­ cede molto spesso. D. Ma si è imparato come si impara, anche se in minima parte. O. Talvolta, ma qualche volta no. Si impara a imparare e si impara a dimenticare. D. Da quello che lei ha detto, mi sembra che l'influenza C signifi­ chi trasformazione, il potere di trasformare, e che qualsiasi cosa che non è a questo livello non sia un'influenza C. O. Molto bene. Ci siete andato molto vicino, ma potete considerare l'influenza C semplicemente come una certa quantità di conoscenza. D. Una conoscenza che può essere usata? O. No, questa è ancora una definizione. Ho detto 'conoscenza'; le definizioni non ci possono aiutare. È strano che non riusciate a capire e ad afferrare che cosa significa. La trasmissione di conoscenza corri­ sponde all'influenza C, significa un certo lavoro, non avviene da sé, significa il lavoro di qualcuno, e questo lavoro non può essere spre­ cato. Se dà risultati, può essere continuato, ma se non dà risultati, al­ lora è certo che non avrà seguito, è del tutto naturale. Quel che inten­ do dire è che questo spiega perché la possibilità di ricorrenza deve es­ sere limitata. Il non trarne vantaggio è un'altra cosa: per esempio, se si entra in una scuola e non si trae alcun profitto da essa, allora certa­ mente non si può continuare a ritornare per imparare le stesse cose; si deve sapere che cosa farne. Cercate di capire, è molto semplice, ma è impossibile parlare della ricorrenza se non si capiscono questi prin­ cipi. Tutti i discorsi ordinari, basati sulla matematica o su qualunque altra cosa, la rendono troppo uniforme, e la ricorrenza non può essere uniforme. Ricordatevi che abbiamo parlato molto spesso della mate­ rialità della conoscenza e del fatto che persino per iniziare ci sono po­ chissime probabilità, perché per questo sono necessarie molte circo­ stanze. Ma dovete capire che, quando si inizia a ottenere una certa co­ noscenza, le probabilità si riducono progressivamente, perché se non se ne fa uso, in modo del tutto naturale sarà sempre più difficile atte-

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nerla. E tutto questo vale per ogni giorno, per ogni anno, per tutta la nostra vita: ecco che cosa si deve capire. Questa caratteristica della ricorrenza è utile perché si riferisce a questa vita. Se non facciamo qualcosa oggi, come possiamo aspettarci di farlo domani? Noi dobbia­ mo fare quello che è possibile oggi; nessuno può rimandarlo a doma­ ni, perché domani potremmo essere impegnati a fare qualcos'altro, e cosi via. Pensiamo sempre di avere tempo. D. Significa che se non ascoltiamo quello che lei dice oggi, non ci sarà più dato di ascoltarlo? O. O forse che voi sarete qui, ma io non ci sarò, come potete saperlo? . D. Possiamo fare progressi solo tramite la sua mediazione? O. No, siete completamente liberi di trovare un qualsiasi altro posto, non siete affatto vincolati. Se conoscete qualcun altro che vi permette di fare dei progressi, dovete certamente trarne vantaggio. Se si ha un'opportunità, qualsiasi essa sia, non la si deve perdere. D. Quel che volevo dire è: in questo caso è lei l'unico mezzo che abbiamo a disposizione? O. No, nessuno può esserlo. Se voi sapete di un'altra via, c'è un'al­ tra probabilità, ma se non siete a conoscenza di un'altra opportunità, allora le cose cambiano. Se non conoscete nessun altro all'infuori di me, allora dovete cercare di ottenere qualcosa da me, ma se conoscete qualcun altro potete rivolgervi a lui: è chiaro? Ma ricordate che non può essere soltanto uno studio teorico. Lo studio teorico non è suffi­ ciente. Nella nostra mente ci sono cosi tante cose sbagliate, che è ne­ cessario un certo ordine, anche dal punto di vista teorico. Ma è inutile impegnare tutto il tempo in speculazioni teoriche, è la pratica che dob­ biamo imparare, dobbiamo imparare a fare le cose che sono più im­ portanti per noi. D. Non è possibile sapere da soli se si è fatto uso delle influen­ ze C, vero? O. Non possiamo ricevere influenze C da noi stessi. Certo, si deve sapere se siamo venuti a sapere qualcosa oppure no, questa è una delle prime conoscenze necessarie. Ricordate che cosa abbiamo detto riguar­ do alla valutazione? D. Nell'idea della ricorrenza le cose accadono di nuovo. Ma le scuo­ le appaiono necessariamente negli stessi luoghi? Forse nella mia ultima ricorrenza questo sistema non era mai arrivato in Inghilterra. O. Vedete, questa è la difficoltà riguardo alla ricorrenza, perché le persone o non ne sanno niente, o, quando ne sentono parlare e comin­ ciano a pensarci, pensano nel solito modo formatorio, cioè secondo la

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logica ordinaria, oppure molto spesso pensano in modo del tutto illo­ gico, o anche peggio. Ma anche se pensano logicamente, non dispongo­ no di un materiale sufficiente; sanno troppo poco per poter pensare a queste cose. È necessario comprendere innanzitutto che stiamo par­ lando di una teoria, e secondariamente che questa teoria deve essere sufficientemente completa, deve poter fare riferimento a un materiale sufficiente. Quando pensiamo alla ricorrenza, pensiamo che tutto si ri­ pete, e proprio questo rovina il nostro approccio. Come ho già detto, la prima cosa da capire riguardo alla ricorrenza è che non è eterna. Può sembrare assurdo, ma è realmente cosl, perché essa si manifesta in modi cosl differenti in ogni singolo caso. Anche se la consideriamo solo teoricamente, !imitandoci alle persone che vivono meccanicamente, vedremo che pure la loro vita cambia. Come ho messo in evidenza in A New Mode! of the Universe, solo alcune persone in certe condizio­ ni, in condizioni di vita completamente cristallizzate, hanno una vita che si ripete esattamente nello stesso modo, anche per un lungo tem­ po. Negli altri casi le cose cambiano, persino nell'ordinaria vita mecca­ nica. Nel caso delle persone che occupano una posizione elevata non ci sono cambiamenti: esse non sono costrette cosl definitivamente dalle circostanze, ma i grandi uomini debbono ritornare a essere gran­ di uomini e nessuno ci può far niente, loro stessi non possono evitarlo. Nella vita futura delle persone comuni vi possono essere diverse va­ riazioni ma, di nuovo, non per sempre. Non pensate mai che qualcosa possa essere per sempre. È molto strano: sembra che le persone che non hanno possibilità - o per certe condizioni, o a causa del loro in­ sufficiente sviluppo, oppure di uno stato patologico - possano tro­ varsi a ripetere la loro vita senza nessun cambiamento rilevante. Nel caso invece di persone che hanno possibilità teoriche, la loro vita può giungere a un certo punto, dopo di che o incontrano una qualche pos­ sibilità di sviluppo, o iniziano una fase discendente: o l'uno o l'altro. Non possono rimanere per sempre nello stesso posto; il momento in cui si incomincia a entrare in contatto con qualche reale possibilità indica che si è arrivati alla fine degli eventi puramente meccanici. Solo allora si è capaci di vedere la possibilità di fare qualcosa, oppure di perdere tale possibilità e regredire. Pensateci sopra e forse sarete in grado di formulare domande pertinenti. D. Quando tentiamo di cambiare il nostro essere, l'essenza è in­ fluenzata quanto. la personalità? O. Dobbiamo lavorare sulla personalità, ma se cambiamo realmente qualcosa l'essenza ne viene influenzata. D. Lo stato di sonno sembra avere almeno un vantaggio, se si è giunti al fondo non si può cadere più in basso.

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O. Sì che si può. D. Nel lavoro, quando si pensa al futuro si ha l'impressione che sia come camminare su di una corda tesa. Si può sperare di ottenere un altro livello di stabilità in una fase successiva? O. Ogni stato può presentarsi in molte forme diverse, e pertanto anche lo stato di sonno ha molte forme diverse. Ci può essere un son­ no con la possibilità di un risveglio, un sonno con una minore possi­ bilità di risveglio, e un sonno con nessuna possibilità di risveglio, e così via. Cercate di pensare a quanto vi ho detto riguardo alla ricorrenza. È un ottimo esercizio per la mente, perché è molto difficile pensarci in modo appropriato. 2 aprile 1940 D. Per quanto riguarda la ricorrenza, posso capire che una spirale sarebbe in grado di fard uscire dal nostro presente cerchio; è possibile che questo cerchio derivi da una precedente spirale? O. Questa non è altro che una congettura, e non credo che dal pun­ to di vista del sistema si possa parlare di spirali. Ma se vogliamo par­ lare di spirali in relazione alla ricorrenza, allora nella ricorrenza ordina­ ria non c'è nessuna spirale, tutto è sullo stesso livello. Le ricorrenze possono differire tra loro nei piccoli dettagli, una può tendere in una direzione e un'altra tendere maggiormente in una direzione diversa, ma si tratta soltanto di minime deviazioni e pertanto non c'è nessuna spirale. L'idea di spirale inizia dal momento in cui si sfugge alla con­ tinua ripetizione delle stesse cose, o dal momento in cui viene intro­ dotto qualche nuovo elemento. Prima di tutto si dovrebbe capire questo. D. Qualche tempo fa d ha parlato di questo paradosso: le cose non sarebbero potute accadere in maniera diversa, ma contemporanea­ mente, in diversi momenti, d devono essere parecchie possibilità. Ora, perché le cose avvengano diversamente è necessario vedere le possi­ bilità, e la capacità di far questo dipende da un cambiamento di esse­ re che può essere ottenuto solamente dopo un lungo periodo di piccoli sforzi ripetuti: potrebbe forse essere questa la soluzione del dilemma? O. Ci sono due cose che è necessario capire a questo riguardo. Primo: vi è un rapporto diverso tra le cose e le possibilità; alcune cose, anche se non sono ancora accadute e se noi possiamo pensare che potrebbero accadere in un modo o in un altro, in realtà sono pre­ destinate; non si può cambiare nulla, perché queste cose sono state mes­ se in moto da cause così grandi che, anche se non sono ancora accadute,

La ricorrenza

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possono accadere solamente in un modo. Secondo: per altre cose la situazione non è così definita. Ci sono molte gradazioni e, assieme a
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