Orto e Piante Da Frutto

December 29, 2022 | Author: Anonymous | Category: N/A
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il grande libro

Orto dapiante frutto e

Dalla piantagione alla raccolta: tecniche e consigli per non sbagliare Come creare un piccolo frutteto in giardino o in vaso Le aromatiche: conoscerle e coltivarle Il calendario lunare dei lavori

G R I B A U D O

 

Orto e piante da frutto

 

   

Il grande libro ORTO e PIANTE DA FRUTTO

  Boffelli, Domenico Domenico Cattaneo Vicini, Adriano Del Fabro, Lorena Lombroso, Testi:  Enrica Boffelli, Testi:  Mimma Pallavicini, Simona Pareschi, Magda Schiff, Guido Sirtori  Revisione Revisione redazionale e testuale:  testuale:   Garden - Lorena Lombroso e Simona Pareschi   Fotografia Fotograf ia di copertina: copertina:   Shutterstock Images Archivio De Rerum Natura, Natura, Archivio Edito, Archivio Archivio Gardenpictures (Enzo Valenti), Archivio Gribaudo, Gribaudo,   Fotografie interne: interne:   Aboca spa, Archivio Arc-en-ciel, Marco Bagnasco, Ferruccio Carassale, Paolo Cottini, Stefano Dulevant, Vincenzo Martegani, Raffaele Ostuni, Mimma Pallavicini, Shutterstock Images (pp. 270-271), Guido Sirtori, Tiziano Terzoli, Debora Vrizzi   Illustrazioni:  Archivio Gribaudo, Alberto Pilotto, Mario Stoppele Illustrazioni:   

Redazione Edizioni GRIBAUDO

     

Via Garofoli, 262 - San Giovanni Lupatoto (VR) tel. 045 6152479 - fax 045 6152440 e-mail: [email protected]

  Responsabile editoriale:  editoriale:    Responsabile di redazione:  redazione:    Redazione:   Redazione:   Responsabile grafico:  grafico:   Progetto grafico e impaginazione:  impaginazione:    Fotolito e prestampa:  prestampa:    Segreteria di redazione:  redazione: 

Franco Busti Laura Rapelli Claudia Presotto Monica Priante Meri Salvadori Federico Cavallon, Fabio Compri Daniela Albertini

 

Stampa:  Grafiche Busti srl (Colognola ai Colli - VR) Stampa: 

 

© Edizioni GRIBAUDO srl

     

Via Natale Battaglia, 12 - Milano e-mail: [email protected] www.edizionigribaudo.it

 

Prima edizione 2010 [1(D)] 978-88-7906-904-5 ISBN PDF978-88-580978-88-580-0318-3 0318-3

Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta, memorizzata o trasmessa con qualsiasi mezzo e in qualsiasi forma (fotomeccanica, fotocopia, elettronica, chimica o altro), senza autorizzazione scritta da parte dell’Editore. In ogni caso di riproduzione abusiva si procederà d’ufficio a norma di legge.

 

il grande libro

Orto e piante da frutto G R I B A U D O

 

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T I T O L O   C O R R E N T E

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Istruzioni per l’uso di questo volume Varietà differenti di lattuga ( Lactuca Lactuca sativa ) sulla stessa proda di orto.

Tre sono le sezioni che compongono questo volume: orto, erbe aromatiche e

questo manuale alla ricerca delle nozioni e dei consigli che fanno per voi.

piante da frutto, corredate da una sezione dedicata all’in󿬂uenza delle fasi lunari sulla crescita delle piante. La sua struttura rende ancor a ncor più semplice consultare



Nomi delle piante e convenzio convenzioni ni  Le schede dedicate alle piante sono ordinate secondo le denominazioni comuni, ma viene riportato anche il nome botanico latino. 



 Le piante dell’orto e le da erbe aromatiche in ordine ossia alfabetico, mentre le piante frutto sono in sono ordineinserite di importanza, in base alla loro diffusione nei frutteti e nei giardini.  Da una stessa specie sono nate forme diverse, spontaneamente (varietà) o grazie al lavoro di incrocio e ibridazione (cultivar); i due termini sono spesso usati come sinonimi nel linguaggio comune. 

 Il nome della  varietà o cultivar  (e   (e del suo portainnesti, nel caso delle piante da frutto) sono informazioni essenziali sia nell’orto che nel frutteto, per scegliere piante adatte alle proprie necessità e al luogo in cui dovranno vivere. 

 

  Nel volume troverete spesso i termini botanici latini, che ormai da secoli servono a identi󿬁care le piante a livello scienti󿬁scienti󿬁co internazionale; internaz ionale; prendiamo un esempio, Ocimum basilicum “Minimum”: la prima parola Ocimum indica il genere botanico; la seconda, basilicum  indica la specie; la terza, “Minimum”, indica la varietà.

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I S T R U Z I O N I   P E R   L U S O   D I   Q U E S T O   V O L U M E

Cucina, salute e bellezza

ogni erba aromatica è descritta

Esposizione chiara

l’approccio visivo piacevole è assicurato dalla ricerca di semplicità, chiarezza e pulizia nella composizione grafica e nella scelta delle immagini

e corredata da approfondimenti sull’utilizzo culinario, terapeutico e cosmetico

Scelta delle varietà Malattie e prevenzione

Calendario dell’orto

Consigli utili

i periodi giusti per semine, trapianti e raccolti

informazioni sulle proprietà terapeutiche e sui principali

sono da unvisualizzati pratico calendario

benefici nutrizionali di ciascun ortaggio

 

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T I T O L O   C O R R E N T E

indicazioni pratiche per riconoscere i problemi, prevenirli e combatterli

per ogni pianta da frutto vengono suggerite le cultivar più interessanti

 

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Orto e piante da frutto per vivere meglio Vivere a contatto con la natura cambia la vita in meglio. Un orto, qualche albero da frutto, dei vasi colmi di piante aromaa romatiche: un grande patrimonio per sentirsi in sintonia con i ritmi naturali  e per portare in tavola un raccolto sano, genuino e di alta qualità. L’interesse per l’orto e per il frutteto frutt eto è in in forte crescita, segno di un bisogno di riavvicinamento alla natura, per conoscerla, rispettarla rispetta rla e riceverne i doni preziosi.  Prendersi cura di ortaggi, aromatiche e frutti è oggi considerato un privilegio; in realtà molte verdure e piante da frutto crescono anche in vaso sul terrazzo, e le aromatiche sono ideali in balcone, pronte per insaporire i piatti, per gli usi tera

peutici e per quelli domestici ereditati da

un’antica e in parte perduta tradizione di un’antica conoscenze popolari.   Questo volume vi accompagna nella scelta e cura delle verdure da coltivare nell’orto, delle piante da frutto classiche e insolite e delle aromatiche, con testi realizzati da  un team di esperti appassionati: un coro di voci diverse con un unico obiettivo, quello di trasmettere conoscenze pratiche e anche il piacere di arrivare a risultati appaganti. 

Le aromatiche sono utili anche in casa: le foglie di alloro, collocate negli armadi, tengono lontani  gli insetti.

  Un tema importante che troverete in questo volume riguarda l’aspetto ornamentale. Ortaggi, fruttiferi e aromi sono piante perfette nel giardino ecologico che sa rispettare la natura ed accoglierla nella sua biodiversità, così importante per il

NE LL A   PA G I N A 

presente e il futuro del nostro pianeta.

e di alta qualità.



A   F I AN C O : 

la ricchezza di sapori di un piccolo orto e di un frutteto familiar familiaree è un dono quotidiano per un’aliment un’alimentazione azione sana, genuina

 

Coltivare l’or l’orto to

 

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C O L T I V A R E   L ’ O R T O

 

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L’ABC per una produzione sana e rigogliosa È pratica sempre più più diffusa riservare riser vare un angolo del giardino o del terrazzo, alla coltivazione degli ortaggi. Sarà forse per la voglia di recuperare un rapporto con la natura: di certo non è solo per risolvere i problemi del caro-vita! Come si avrà modo di capire dalla lettura di questo manuale, l’approccio non si limita al semplice impianto e alla raccolta, ma richiede un impegno appassion appassionato ato e continuo, che non conosce pause, ma è fonte di grandi soddisfazioni. L’ATTREZZATURA BASE Il kit ideale per prendervi cura dell’orto è composto di attrezzi maneggevoli, funzionali e robusti, tali da poter durare a lungo con una semplice manutenzione.

 

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C O L T I V A R E   L ’ O R T O

  Vanga (preferite un modello tradizionale diffuso nella vostra zona, adatto per lavorare proprio quel tipo di terreno), zappa, rastrello  di ferro per livellare, paletta e un paio di forbici sono tutto ciò che serve. Non dovranno, inoltre, mancare un annaf󿬁atoio con rosetta 󿬁ne per le semine e i giovani semenzali, un tubo da irrigazione, dei tutori per la vegetazione di piante alte – quali i pomodori e i fagioli –, legacci di ra󿬁a o plastica. 

  Acquista un po’ di pratica, potranno risultare utili anche altri accessori, come il tubo forato o  poroso  per irrigare la terra alla base degli ortaggi, il velo di tessuto non tessuto per proteggere dal freddo le colture precoci o tardive, e la serra a tunnel, per coltivare le primizie. 

NE LL A   PA G I N A  A   F I AN C O :  disporre

di un orto permette di portare in tavola ortaggi freschi e sicuri. Per la sua coltivazione sono necessari pochi attrezzi, qualche indicazionee di base indicazion e tanta passione.

Il terreno e la sua fertilità Il terreno agrario è il risultato della disgregazione delle rocce sia per fenomeni di tipo 󿬁sico, chimico chim ico e biologico, sia per

Coltiviamo biologico In sintesi, l’orticoltura biologica è quell’insieme di tecniche che permettono di coltivare gli ortaggi senza far ricorso ai prodotti dell’industria chimica: sostanze spesso inquinanti e poco rispettose degli equilibri ambientali e nutrizionali, come diserbanti, insetticidi, anticrittogamici e fertilizzanti chimici. Per metterla in Distribuzione di insetti predatori per contrastare i parassiti orticoli. pratica ci vengono in aiuto la tradizione, la natura e la scienza: occorre osservare le tecniche di coltivazione adottate dai contadini più anziani, ma soprattutto conoscere e rispettare le leggi naturali: vediamone vediamone alcune.  Bisogna affinare le zolle, rompendole e distribuendole con il rastrello, e fertilizzare lavorando il terreno in superficie, arricchendolo di concimi organici. 

 Per controllare le infestanti conviene usare la rotazione, il sovescio, la pacciamatura e altre tecniche meccaniche, invece di diserbanti di natura chimica. 

 Anche per la difesa dagli insetti parassiti e dalle malattie fungine, invece di prodotti chimici si possono usare tecniche biologiche o meccaniche che rispettino l’ambie l’ambiente. nte. 

l’intervento dell’uomo aldelle dell’uomo 󿬁ne di renderlo renderl adatto alla coltivazione piante. Dio qualunque natura sia il terreno in cui vi apprestate a coltivare il vostro orto, sarà importante apprendere alcune nozioni di base. La parte propedeutica di questa entusiasmante attività è certo la più noiosa, ma non se ne può fare a meno. PREP PREPARARE ARARE IL TERRENO TER RENO AD ACCOGLIERE GLI ORTAGGI ORTA GGI In tutti i tipi di terreno, l’operazione più importante è la vangatura, ossia la rottura dello strato super󿬁ciale in blocchi, da rigirare su se stessi e da lasciare per qualche tempo esposti, in modo che l’aria circoli tra le particelle di terra. In genere basta scendere sc endere a 25-35 cm, un po’ di più nei terreni argillosi. Lavorazioni più profonde sono inutili nel caso degli ortaggi, che hanno un apparato radicale super󿬁ciale; oltretutto si porterebbe in super󿬁cie lo strato di terreno inerte, cioè non fertile. Ricordate che un terreno ben lavorato e strutturato ospita, rispetto a uno non lavorato, un maggior numero di microrganismi utili alla fertilità del suolo. Secondo alcuni specia-

 

L ’ A B C   P E R   U N A   P R O D U Z I O N E   S A N A   E   R I G O G L I O S A

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A seconda della composizione, un terreno

 Il terreno deve essere lavorato sempre al momento giusto: mai quando è troppo umido o asciutto e, se è tendenzial-

può essere classificato come sassoso, sabbioso, argilloso o di medio impasto. Quest’ultimo è il più adatto alla coltivazione, perché contiene particelle di varia grossezza in proporzione equilibrata.

mente nonorticoli, troppo siprima dellail semina.limoso, In termini dice che terreno deve essere “in tempra”; se non si segue questa regola, facilmente risulterà inadatto alla al la coltivazione. coltivazione.

Composizione del terreno

TIPO

CARATTERISTICHE

ghiaia 

Ø > di 2 mm

sabbia fine 

Ø da 0,2 a 0,02 mm

limo 

Ø da 0,02 a 0,002 mm

argilla 

Ø < di 0,002 mm

listi, però, vangature troppo frequenti e profonde “destabilizzano” il terreno e gli impediscono di raggiungere il giusto equilibrio. Quando vangare   Nei terreni argillosi  è raccomandata la vangatura prima prim a dell’inverno. Nei terreni friabili, ricchi di humus, con una buona struttura e non troppo infestati dalle malerbe, è suf󿬁ciente una lavorazione primaverile super󿬁ciale, eventualmente eseguita con la forca, invece che con la vanga. Lo stesso vale per i terreni sabbiosi e sciolti. 

 

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Ammendanti e correttivi Sono sostanze naturali o sintetiche che si aggiungono al terreno per modi󿬁carne e migliorarne le proprietà e le caratteristiche, rendendolo più adatto alle necessità speci󿬁che degli ortaggi. Sono correttivi, per esempio, la sabbia nei terreni troppo compatti e umidi e il compost in quelli troppo sabbiosi, nei quali le sostanze nutriti nutritive ve verrebbero rapidamente dilavate con le annaf󿬁ature.

Lavorazioni profonde: profonde: quando eseguirle  Quando si deve ripulire il terreno dai sassi e dalle radici a fittone tipiche di alcune piante infestanti, come il tarassaco o soffione. 

 Quando è necessario interrare il letame.



  Quando si vuole facilitare l’azione disgregante del gelo  sulle zolle, in particolare nei terreni argillosi, duri e compatti. 

 Quando occorre combattere infestazioni di roditori.



COME RIPRISTINARE LA FERTILITÀ Il terreno agrario non è un substrato inerte e neutro, un semplice supporto 󿬁sico per le piante, ma,èun un vero e proprio organismo vivente ecosistema in continua evoluzione. Si de󿬁nisce “fertilizzante” qualunque sostanza che – per il contenuto di elementi nutritivi, oppure per le caratteristiche chimiche, 󿬁siche e biologiche – contribuisce al migliora-

mento della fertilità e al a l nutrimento delle piante coltivate o, comunque, al miglioramento del loro sviluppo. Se torniamo al nostro orto, potremo allora dire che, invece di somministrare direttamente il nutrimento alla pianta, è più saggio e conveniente mantenere attiva la vita del terreno, in grado di trasformare naturalmente le sostanze complesse in elementi semplici, disponibili disponibili poi per le radici.

Il letame migliore è quello lasciato ben maturare in piena aria. Nei piccoli orti, per evitare odori sgradevoli, sarà possibile impiegare letame in sacchi, pronto all’uso.

 

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Il letame o stallatico

Se non si ha

la possibilità di recuperare del letame, ci si orienterà sui concimi organici in commercio. Di pratico uso (nella foto un prodotto in pellet), sono realizzati con materie selezionate a garanzia dell’igiene e dell’apporto ideale di nutrienti.

È considerato il principe dei concimi organici, ed è composto dalle deiezioni solide e liquide degli animali, mescolate alla lettiera vegetale e lasciate opportunamente fermentare. Per l’orticoltore uno dei migliori è il letame equino, poco acquoso ma, purtroppo, costoso e dif󿬁cile da reperire. Il tradizionale letame bovino presenta comunque qualità più che suf󿬁cienti suf󿬁cienti per garantire ga rantire una buona fertilizzazione organica. 

  Disponendo spazio, si può provvederedidaun solipiccolo alla preparazione di un ottimo concime organico. La concimaia  deve avere la base di terra ed essere situata in un luogo ombroso e lontano dalle abitazioni, per evitare di disturbare i vicini con eventuali odori sgradevoli provocati dalla fermentazione. La maturazione, maturaz ione, in cumuli di dimensioni ridotte, dovrà durare almeno 5-6 mesi, dopodiché il prodotto 󿬁nale potrà essere distribuito dist ribuito..   La perfetta maturazione del letame contribuisce al degrado di eventuali sostanze nocive in esso contenute, evitando di danneggiare, in questo modo, l’attività microbica del terreno. Inoltre, ciò riduce il pericolo dell’insorgenza dell’insorgenza di marciumi in

alcuni ortaggidiparticolarmente sensibili alla presenza sostanza organica fresca e devitalizza la maggior parte dei semi di malerbe che si trovano nel letame fresco. Oltre ad apportare al terreno sostanza organica (circa 20 kg/q), il letame maturo contiene discrete quantità di elementi

Composizionee del letame Composizion Composizione chimica del letame fresco, maturo e umificato. I valori indicano la quantità percentuale di elementi nutritivi. acqua

azoto

fosforo

ossido di potassio

calcio

magnesio

H2 O

N

P

K 2O

Ca

Mg

fresco  

70,00

0,46

0,24

0,56

0,49

0,12 0,12

maturo 

66,00

0,69

0,46

0,58

0,88

0,18

umificato 

49,00

0,80

0,20

0,75

0,80

0,20



TIPO

 

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fertilizzanti: in 10 q, infatti, si trovano 4-6 kg di azoto (N), 2-3 kg di fosforo (P) e

 Il letame maturo verrà distribuito sul



4 6 kg di azoto (N), 2 3 kg di fosforo (P) e 6-8 kg di potassio (K) e calcio (Ca). 

 Nel caso in cui acquistiate del letame maturo sfuso, dovrete avere l’accortezza di far effettuare la consegna poco tempo prima dell’ dell’utilizzo utilizzo. Il prezioso concime organico, infatti, non deve rimanere esposto all’aria per lungo tempo, così da limitare al massimo m assimo le perdite di azoto dovute alla liberazione di ammoniaca. Qualora, invece, lo stallatico acquistato fosse ancora fresco, dovrete farlo riposare in concimaia per il periodo necessario a completare la maturazione.

Compost e letame a confronto Rispetto al letame, il compost presenta alcune importanti caratteristiche:  il contenuto totale di acqua è ridotto della metà, per cui è più concentrato; 

 è più facilmente manipolabile;



 l’azione ammendante (migliorativa delle caratteristiche del terreno a cui viene aggiunto) risulta più prolungata nel tempo; 

 a parità di apporti di sostanza organica secca, contiene quantità analoghe di azoto, ma inferiori di fosforo e potassio (tenetene conto quando coltivate ortaggi “avidi” di questi nutrienti); 

 l’effetto concimante sulle piante è maggiormente duraturo.



terreno nel modo più uniforme possibi le e interrato super󿬁cialmente con un accurato lavoro di vangatura qualche mese prima delle semine e dei trapianti, af󿬁nché il fertilizzante possa subire i necessari processi di integrazione con il terreno. ter reno.   Qualora non abbiate la possibilità di procurarvi il letame fresco direttamente da stalle della zona, potrete fare ricorso allo stallatico disidratato  e pellettato (in granuli) in vendita a sacchi. Anche se non darà al terreno lo stesso apporto in termini di massa organica, funzionerà ugualmente da attivatore della fertilità. 

Il compost Si tratta di un ottimo fertilizzante naturale che si può preparare praticando il riciclaggio di residui vegetali (erba tagliata, foglie, ramaglie triturate ecc.), scarti organici della cucina e cenere del caminetto, tutte sostanze che rappresentano, in peso, circa un terzo dei ri󿬁uti prodotti annualmente da una famiglia. Per dare la misura della quantità, basti pensare che un nucleo di tre persone con un giardino di 200 mq produce in un anno da 700 a 1.000 kg di scarto organico compostabile. Dopo la fermentazione,

 

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questo materiale si trasformerà in 2,5-4 q di buon compost.

Cosa compostare

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Qualora fossero presenti, le deiezioni animali degli allevamenti famigliari andranno anch’esse inserite nel cumulo di compostaggio o nel composter  (l’apposito  (l’apposito contenitore) per migliorare lo svolgimento della fermentazione e la qualità 󿬁nale della sostanza organica.  Con il compostaggio, i diversi materiali originari fermentano grazie all’attività dei microrganismi e nell’arco di alcuni mesi danno luogo a una massa scura simile al letame maturo. Dopo 12-24 mesi di fermentazione  si ottiene un ottimo prodotto organico da distribuire in ogni stagione (incorporato, non interrato) nella quantità di 2-3 q ogni 100 mq di terreno destinato all’o a ll’orto. rto. 

 Per ottenere un buon compost è necessario “guidare” il processo di fermentazione miscelando opportunamente i differenti materiali raccolti, in modo che le dimensioni, il grado di umidità, la struttura e la composizione siano tali da facilitare il lavoroo di umi󿬁cazione lavor umi 󿬁cazione dei microrganismi. 

  Compostare in contenitore è possibile avendo a disposizione un composter . In commercio ne esistono molti modelli di varie forme e dimensioni, da 200 a 

Le materie prime per il compost sono tutti gli scarti, residui e avanzi di ogni tipo organico e biodegradabili, ovvero aggredibili dai microrganismi. Vanno Vanno accuratamente evitati i rifiuti r ifiuti di origine sintetica, o comunque non biodegradabili o, ancora, contaminati da sostanze non “na “naturali” turali” o in qualche modo tossiche. All’interno del composter   sarà utile usare anche un prodotto che poster acceleri la compostazione e limiti l’odore della fermentazione in atto. NON DEVONO ESSERE COMPOSTATI

 Vetro,  Vetr o, legno verniciato, carta patinata (riviste).

 

 Vernici e altri  Manufatti conprodotti parti in chimici. plastica o metalli (scatole, contenitori, oggetti vari).  Pile scariche, farmaci scaduti, tessuti.

 

POSSONO ESSERE COMPOSTATI

 Avanzi di cucina: residui di pulizia delle verdure, bucce, pelli, fondi di tè e caffè ecc.  Scarti del giardino e dell’orto: legno di potatura, sfalcio dei prati, foglie secche, fiori appassiti, gambi, avanzi dell’orto ecc.  Altri materiali biodegradabili: carta non patinata, cartone, segatura e trucioli di legno non trattato ecc.







 

  o   c   r   a    P    l   e    d   a    i   r   a   r   g   a

  a    l   o   u   c    S      )    O    M  ,    i   p   r   a    C    (    G

POSSONO ESSERE COMPOSTATI IN PERCENTUALE RIDOTTA

 Avanzi di cibo di origine animale, cibi cotti: in piccole quantità, perché altrimenti attraggono insetti e altri animali indesiderati.  Foglie di piante resistenti alla degradazione (magnolia, lauroceraso, faggio, castagno, aghi di conifere): in piccole quantità e miscelando bene con materiali più facilmente degradabili.  Lettiere per cani e gatti (sepiolite) una volta usate: solo se si è sicuri di ottenere l’igienizzazione tramite un adeguato sistema di compostaggio e usando le ovvie precauzioni igieniche.







 

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   )    I    M  ,   a   z   n   o    M    (   a   z   n   o    M    i    d

C O L T I V A R E   L ’ O R T O

Gli ingredienti del buon compostaggio

materiale da compostare e di spazi idonei. Lo dovrete posizionare in un angolo facilmente accessibile, in ombra;

   A    M    I    A   o    i   z   r   o   s   n   o    C      ”   o   c    i    t   s   e   m   o    d   o    i   g   g   a    t   s   o   p   m   o   c    l    I    “   a    d   o    t    t   a   r    T

 I microrganismi, la cui presenza è indispensabile per condurre la fermentazione in maniera efficace, richiedono carbonio (amidi, zuccheri, legno e cellulosa) e azoto (residui animali) in rapporto ideale C:N = 23:30.  L’’aerazione della massa va favorita inserendo al centro del cumulo  L alcuni pali di legno che creino canali di aerazione. aeraz ione.  L’umidità ideale varia dal 40 al 65%, per cui è necessario lasciar asciugare i materiali molto idratati (sfalci di prato, residui di ortaggi ecc.) e inumidire invece quelli secchi (segatura, trucioli, fieno, paglia ecc.) ecc.)..  La temperatura raggiunta nel pieno del processo di compostaggio supera i 70 °C, per cui i semi delle piante infestanti vengono devitalizzati. Se la massa è troppo “fredda” “fredda”,, per eccesso di lignina o cellulosa, si può distribuire una piccola quantità di starter (a (acceleratori cceleratori naturali della fermentazione), reperibili in commercio. 







1.000 l di volume: generalmente sono fatti di materiale plastico, con un coperchio superiore di carico, uno sportello inferiore di scarico, il fondo forato e un sistema interno di aerazione naturale. Il NE LL A   PA G I NA A   F I AN C O :  per chi dispone di un piccolo orto, il sovescio si rivela una pratica molto utile, che permette di reintegrare i nutrienti del terreno all’interno dello spazio coltivato.

loro prezzo è assaigradevole, contenuto. Di aspetto esteticamente spesso sono concessi in comodato d’uso gratuito da enti pubblici, quali Comuni e Comunità montane, per facilitare lo smaltimen sma ltimento to dei ri󿬁uti organici.   Compostare in cumulo  è una soluzione utile qualora disponiate di molto 

nell’orto, nell’ orto, specialmente nelle zone più soleggiate, si può sfruttare l’area sotto una pergola oppure oppure a ridosso di una u na siepe, o il cono d’ombra di un albero da frutto. Riguardo alle dimensioni, non si dovrebbero superare l’altezza e la larghezza di 1,5 m, senza limitazioni per la lunghezza. Durante l’estate preferite una forma a trapezio, con base larga (permette di assorbire gran parte delle piogge); verso l’inverno è più adatta invece una a triangolo, per garantire ga rantire lo sgrondo dell’acqua. dell’acqua. Nelle zone molto calde, ca lde, invece, invece, si cercherà di dare una forma concava alla parte sommitale del cumulo trapezoidale, in modo da trattenere tratte nere più acqua possibile. Il sovescio Detto anche concimazione verde, è una pratica in uso nell’orticoltura interessante anche per i piccoli biologica, orti famigliari. Consiste nel coltivare vegetali che, invece di essere raccolti, vengono interrati al momento del loro massimo sviluppo. Tale strategia si rivela particolarmente utile per arricchire il terreno di sostanza organica, aumentarne le riserve idriche e la popolazione dei lombrichi, migliorare

 

L ’ A B C   P E R   U N A   P R O D U Z I O N E   S A N A   E   R I G O G L I O S A

Le colture da sovescio Quantità (kg/ha) di azoto, anidride fosforica

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e ossido di potassio nella parte verde di alcune specie da sovescio. azoto

anidride fosforica

ossido di potassio

COLTURA

N

P2O5

K 2O

trifoglio 

40-60

10-20

40-60

veccia 

50-150

10-25

50-90

favino 

30-100

10-35

30-120

colza 

50-100

25-40

80-180

ravanelli 

40-180

20-60

80-220

senape 

50-80

25-30

80-110

facelia 

160

20

165

loietto 

160

20

185

la struttura 󿬁sica del suolo e proteggerla dai dilavamenti e dall’erosione. Con un sovescio di leguminose si apportano 󿬁no a 400-500 kg di sostanza organica per 1.000 mq di terreno che, in una percentuale 5 al 15%, verràil trasformata variabile in humusdalstabile. Circa 50% delle sostanze nutrienti è rilasciato subito, mentre l’altra metà resta a disposizione delle piante per l’anno successivo.   Nell’orto, il sovescio viene di solito praticato dopo il raccolto di una coltura principale e prima di una nuova semina; 

 

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C O L T I V A R E   L ’ O R T O

Le piante per un buon sovescio La maggior parte delle piante utilizzabili a questo scopo appartiene a tre famiglie botaniche.  Leguminose  Arricchiscono il terreno di azoto, il più strategico degli degli elementi nutritivi per la 

qualità e la quantità delle produzioni, e sono ben adattabili ai più diversi tipi di clima e di terreno. Tra le più importanti troviamo il favino, la lupinella, il lupino, il meliloto, il pisello proteico (o da foraggio), il trifoglio, la veccia e alcuni ortaggi come cece, fagiolino, fagiolo, fava, lenticchia e pisello.   Crucifere  Sono particolarmente adatte a essere impiegate se la coltura da sovescio deve produrre una considerevole massa vegetale in un tempo piuttosto piut tosto breve. Idonee allo scopo sono la senape (ha un ciclo molto breve, ma teme il freddo), la colza (molto resistente al freddo) e il ravizzone.  Graminacee  Si usano in genere insieme alle alle leguminose (per esempio avena con pisello pisello e veccia), cia ), in quanto il connubio tra le due famiglie può risultare r isultare vantaggioso a entrambe. 





 Estranei alle tre famiglie citate, ma ugualmente utilizzati per il sovescio, sono il grano sara (Polygonum ceno ( Polygonum fagopyrum, fagopyrum, delle Poligonacee) e la facelia (Phacelia tanacetifolia tanacetifolia,, delle Idrofillacee). Quest’ultima è una pianta a ciclo breve (6-9 settimane), che produce un’ottima massa verde, un’abbondante e decorativa fioritura blu-viola, ricchissima di nettare e per questo molto ricercata dalle api.

può essere praticato anche come concimazione verde annuale al 󿬁ne di reintegrare la fertilità della terra.   La semina  di piante da sovescio può trovare impiego prima di una coltura principale allo scopo di arricchire il terreno: se è necessaria una crescita rapida si ricorrerà a una crucifera. Le piante da sovescio non richiedono che qualche annaf󿬁atura dopo la semina e vengono di solito sfalciate all’inizio della 󿬁oritura. 

 Le piante tagliate andranno interrate  a distanza di qualche giorno dallo sfalcio per favorire un leggero appassimen

to della vegetazione. L’operazione dovrà avvenire almeno un mese prima della semina successiva a non più di 10-15 cm di profondità, soprattutto nei terreni argillosi, per non ostacolare i naturali processi di decomposizione che richiedono un’ampia disponibilità di ossigeno atmosferico.

 

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TEMPI E MODALITÀ DI CONCIMAZIONE Le sostanze sosta nze nutritive presenti presenti nel terreno sono sempre in movimento, in quanto si

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Effettuare una concimazione attenta, studiata in base alle esigenze delle colture, assicura raccolti abbondantiti e saporiti. abbondan

solubilizzano nell’acqua circolante, che in parte le rende disponibili all’assorbimento radicale e in parte le disperde. È quindi importante provvedere a creare una buona riserva nutritiva durevole nel tempo, con la “concimazione di fondo”, da integrare, quando le colture sono nel momento della loro massima attività vegetativa, con la “concimazione di copertura”, di rapido assorbimento. La concimazione di fondo Il fertilizzante si distribuisce nel corso della preparazione del terreno prima delle semine e dei trapianti. L’ottimale è ricorrere all’uso di letame bovino  ben stagionato e, se non si vogliono seguire le regole dell’orticoltura biologica che non fa uso di prodotti di sintesi, aggiungere come integrazione nutrizionale del concime minerale complesso, in genere con azoto, fosforo e potassio in egual misura. In questo caso, sulla confezione del prodotto si potrà per esempio leggere «NPK 12-12-12» che vuol dire: «su 100 parti in peso, 12 sono di azoto (N), (N ), 12 di fosforo (P) (P) e 12 di potassio (K)». Va sottolineato che

il concime minerale non è così necessario necessa rio come si crede, a patto che il terreno sia stato periodicamente arricchito in giusta misura con letame o compost c ompost ben equilibrati e maturi. La concimazione di copertura Si effettua somministrando, poco prima della fase di maggiore accrescimento vegetativo, concimi minerali  mirati a determinati gruppi di piante ortive (da foglia, da frutto, da seme ecc.) perché siano più produttive. Per esempio, un pizzico di concime ricco di potassio somministrato alla formazione dei frutti dei pomodori, li renderà più voluminosi e aumenterà la loro conservabilità.

 

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La scelta degli ortaggi e la pianificazione della coltivazione

NE LL E   PA G I N E  SEGUENT I :  la rotazione

delle piante è una tecnica antichissima; è fondamentale per ottenere i migliori risultati: bisogna suddividere l’orto in settori e stabilire da subito la corretta successione tra le colture. I cavoli, per esempio, sono tra le orticole più esigenti.

La curiosità c uriosità e l’ l ’entusiasmo che si provano nel momento momento in cui si decide di realizzare realiz zare un orto, anche piccolo, portano inevitabilmente a compiere qualche errore di valutazione, che può essere minimizzato se si investe un po’ del proprio tempo per effettuare una corretta piani󿬁cazione. Riportando sulla carta ca rta lo schema dell’ dell’ororto, si potrà allora desumere una corretta programmazione, sia spaziale (super󿬁cie dedicata a ogni coltura, numero di piante e quantità di semi necessari), sia temporale, nel breve termine (epoca e “luna” ideale per la semina di ogni tipo di pianta, assenze vacanziere ecc.) e nel lungo termine (consociazioni e avvicendamenti tra piante, di anno in anno, sulla base delle loro caratteristiche). L’AVVICENDAMENTO DEGLI ORTAGGI Con “rotazione”  o “avvicendamento delle colture” si indica l’ l ’ordine di successione sullo stesso appezzamento di ortaggi appartenenti a specie differenti. Si tratta di una tecnica colturale che risale

 

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ai primordi della storia dell’agricoltura, ma la cui diffusione nei tempi moderni si colloca all’inizio del Settecento, quando fu adottata su vasta scala sca la in Europa, dando luogo a una vera e propria rivoluzione agronomica. Essa permette di migliorare

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Schema di rotazione quadriennale Le rotazioni risolvono i problemi della diminuzione di produttività del terreno, dovuti principalmente a carenze nutrizionali e all’accumulo di sostanze tossiche e parassiti.

agronomica. Essa permette di migliorare la resa delle colture principali, di controllare in modo più ef󿬁cace lo sviluppo delle malerbe e di alcuni organismi patogeni terricoli e, contemporaneamente, di salvaguardare la fertilità del terreno. Avvicendare con criterio il tipo di coltura sullo stesso appezzamento di terreno è vantaggioso per i seguenti motivi: - limita naturalmente lo sviluppo delle erbe infestanti  con la coltivazione di ortaggi che hanno esigenze diverse; - differenzia l’assorbimento quantitativo  degli elementi fertilizzanti riducendo al minimo il rischio di carenze; - mantiene sotto controll controlloo i parassiti animali  e fungini che vivono a spese solo di determinate piante ortive.

PRIMO ANNO Concimazione verde cece, cicerchia, fagiolino, fagiolo, fava, lenticchia, lupino, pisello o leguminose

SECONDO ANNO Colture molto esigenti

carciofo, cardo, cavoli, cetriolo, melanzana, patata, pomodoro, porro, sedano, zucca, zucchina

TERZO ANNO Colture mediamente esigenti

aglio, asparago, barbabietola rossa, carota, cipolla, finocchio, indivie, lattughe, melone, peperone, porro, ravanello, scorzonera

QUARTO ANNO Colture poco esigenti

carota, erbe aromatiche, prezzemolo, spinacio

Per tutti questi motivi, applicando la rotazione le rese produttive aumentano, mentre diminuisce la necessità di diserbanti, concimi e antiparassitari. Organizzare le rotazioni Il tipo di clima e di terreno, la quantità d’acqua a disposizione e le abitudini che

 

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Avvicendamento per famiglie Esempio di rotazione su una stessa proda tra ortaggi appartenenti a famiglie diverse. 1 leguminose cece, fagiolino, fagiolo, fava,

Se si sceglie di eseguire una rotazione quadriennale, per esempio, l’orto sarà diviso in quattro settori di eguali dimensioni, per esempio ricavate con due vialetti che si intersecano.   Ricordiamo che le rotazioni lunghe



8 liliacee aglio, asparago, cipolla, porro

lupino 2 crucifere broccoli, cavolfiore cavolfiore,, rapa, ravanello, verza

7 cucurbitacee anguria, cetriolo, melone, zucca, zucchina

(4-8 anni) producono in genere i risultati migliori. Importante è poi inserire al loro interno le leguminose, poiché queste piante possiedono spiccate proprietà fertilizzanti.   È opportuno iniziare la coltivazione proprio con la semina di una legumi

3 solanacee melanzana, patata, peperone, pomodoro

6 composite carciofo, cardo, cicoria, indivie, lattughe, radicchi chenopodiacee  5 chenopodiacee  barbabietola, bietola, spinacio

4 ombrellifere carota, finocchio, prezzemolo, sedano

nosa, per passare poi a una pianta con elevate esigenze metaboliche (che bene󿬁cia della fertilità residua lasciata dalla coltura precedente), seguita da una con esigenze metaboliche intermedie e, in󿬁ne, da un’altra poco esigente, per poi ricominciare daccapo.   Si possono in󿬁ne anche alternare tra loro le piante appartenenti alle diverse famiglie. In questo modo a una leguminosa potrebbe succedere una crucifera, quindi una solanacea, un’ombrellifera e così via. 

ciascun orticoltore adotta determinano la soluzione speci󿬁ca più adatta. Una volta scelta la strategia migliore, si dovrà dividere l’orto in tanti ipotetici settori (prode o aiuole) quanti sono gli anni di durata della rotazione prima che un certo ortaggio torni nel medesimo settore.

 Un altro criterio consiste nell’ordinare in successione le orticole a seconda se conda della parte che si utilizza maggiormente: 

 

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si comincia dalle piante di cui si impiegano i frutti o i semi (anguria, cetriolo, fava, melanzana, melone, peperone, pisello, pomodoro, zucchina ecc.), a cui seguono quelle da 󿬁ore (broccolo, carciofo, erbe aromatiche, zafferano ecc.), poi da foglia (cavoli, 󿬁nocchio, indivie,

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lattughe, prezzemolo, sedano, spinacio ecc.) e in󿬁ne da radice (aglio, carota, cipolla, patata, porro, rapa, ravanello ecc.).

Mai nello stesso posto! Anche se si decide di non praticare la rotazione, si deve ricordare che esistono piante che non vanno coltivate mai più di un anno nello stesso terreno: aglio, asparago, carciofo, cardo, carota, cavolfiore, cavolo verza, cetriolo, cocomero, fagiolo, lattughe, melone, patata, peperone, pisello, prezzemolo, sedano, spinacio, zucca. Per alcune di esse, tuttavia, può bastare una semplice alternanza con un’altra coltura, come suggerito nella tabella degli avvicendamenti, coltivata magari nel corso dello stesso anno, così da ripristinare una corretta tollerabilità. Per altre, invece, bisogna attendere alcuni anni.

La pratica dell’avvicendamento offre, tra gli altri, il vantaggio di contenere le spese per l’acquist l’acquistoo di fertilizzanti e antiparassitari,  garantendo  garan tendo una produzione di qualità.

 

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Le consociazioni orticole Riportiamo alcuni esempi di abbinamenti tra ortaggi. CONSOCIAZIONI POSITIVE

CONSOCIAZIONI NEGATIVE

cavolo  . . . . . . . . . . . . cetriolo cipolla  . . . . . . . . . . . . . . cavolo

ORTAGGI CHE SI ORTAGGI S I AMANO E CHE SI ODIANO La monocoltura, intesa come presenza di un solo tipo di pianta su un determinato appezzamento di terreno, non si veri󿬁ca quasi mai in natura; al contrario, le piante vicine intessono tra loro rapporti

cavolo  . . . . . . . . . . . . . fagiolo cetriolo . . . . . . . . . . . . fagiolo cetriolo . . . . . . . . . . . . . pisello cipolla  . . . . . . . . . . . . . . carota cipolla  . . . . . . . pomodoro fagiolo . . . . . . . . . . . . . . carota lattughe . . . . . . . . . . . . carota patata . . . . . . . . . . . . . . fagiolo patata . . . . . . . . . . . . . . . . . . fava  . . . . . . . . . . . . . . .

cipolla  . . . . . . . . . . . . . fagiolo fagiolo . . . . . . . . . . . . . . . . aglio fagiolo . . . . . . . . . finocchio fagiolo . . . . . . . . . . . . . . pisello finocchio . . . pomodoro patata . . . . . . . . . . . . . . cipolla patata . . . . . . . . . . . . . girasole patata . . . . . . . .melanzana pomodoro . . . . . . . bietola  . . . . . . . .

patata  . . . . . . . . cavolo pisello pomodoro pomodoro pomodoro . . . . ravanello porro . . . . . . . . . . . . . . . . carota sedano  . . . . . . . . cavolfiore sedano  . . . . . . . . . . . . fagiolo sedano  . . . . . . pomodoro sedano  . . . . . . . . . . . . . . porro

pisello

La zucca si considera una coltura da rinnovo. È sconsigliab sconsigliabile ile che segua a se stessa o ad altre cucurbitacee.  cucurbitacee. 

che possiamo de󿬁nire di simpatia e di “antipatia”. Lo studio delle compatibilità tra le differenti specie vegetali si chiama allelopatia.  I motivi che c he rendono interessanti le colture miste per chi coltiva l’orto possono così riassumersi: 

- il terreno, la luce, l’acqua sono sempre meglio utilizzati nelle colture consociate anziché an ziché in quelle singole; - i rischi di perdita del raccolto sono ridotti al minimo (almeno una delle colture riuscirà r iuscirà a produrre); - la protezione protezione dai parassiti pa rassiti e dalle malatma lattie è più ef󿬁cace (le erbe aromatiche, in particolare, se piantate al margine delle aiuole dell’orto favoriscono la crescita sana degli ortaggi vicini); - le erbe e rbe infesta infestanti nti sono meno invadenti poiché il terreno è più coperto e ombreggiato; - le rese produttive sono mediamente più elevate.

 

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Le principali operazioni colturali Il segreto per avere un orto ordinato e produttivo è dedicarvi anche poche decine di minuti, ma con buona frequenza e regolarità. Soprattutto, bisogna agire nel momento giusto quando ci sono le

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condizioni ambientali adatte per ogni operazione ordinaria. LA VANGATURA Questa operazione consiste nel rivoltare il terreno a mano o con attrezzi meccanici, una volta all’anno, quandoTra si interra anche la sostanza organica. una coltura stagionale e un’altra, invece, di solito è suf󿬁ciente la zappettatura, per af󿬁nare la terra super󿬁ciale. ACQUISTARE SEMI E PIANTICELLE L’evoluzione del mercato dei semi da orto e delle pianticelle pronte per il trapianto costituisce una fonte di reddito per grandi multinazionali; non ci si può stupire, quindi, che gli standard qualitativi siano piuttosto elevati. Oggi è possibile, presso ogni centro commerciale anche non specializzato, reperire qualsiasi sorta di semente e, stagionalmente, anche le piantine pronte per il trapianto.

 Al momento dell’acquisto dell’acqu isto delle pianticelle, controllate che abbiano radici integre e ben sviluppate.

 A inizio stagione, stagione, conviene procedere alla vangatura delle prode.

 

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F1 = formula uno? I semi di alcune orticole sono offerti a prezzi decisamente superiori alla media delle varietà simili. Se accompagnati dalla sigla «F1», che sono prodotti dalda lungo lavorosignifica di selezione varietale operato ditte specializzate, che mira a isolare piante “genitrici”, capaci di produrre semi di qua-

  La germinazione dei semi è garantita dalla certi󿬁cazione della freschezza del prodotto (le bustine riportano sempre la data di scadenza dei semi). È inoltre possibile reperire con facilità sementi di 

ortaggi pregiati, molto dallavoro mercato perché ottenuti da richiesti un attento att ento di selezione varietale: sono quelli di pri-

Pomodori Molteno, una varietà F1.

lità superiore, da cui nascono piante particolarmente sane, produttive e resistenti alle avversità.

ma generazione o F1.   Le pianticelle pronte per il trapianto sono vendute in vassoi, ognuna ospitata in un alveolo col suo terriccio: l’operazione risulta così facilitata e dif󿬁cilmente causa lesioni alle radici. 

LA SEMINA Già da 󿬁ne inverno, presso i vivai specializzati è possibile reperire una gran varietà di pianticelle di ortaggi prodotte in contenitore alveolare e pronte per essere messe a dimora. In alcuni casi, come per le melanzane innestate, non ci sono alternative più pratiche al loro acquisto, ma per moltissime orticole l’esperienza di operare da sé la semina è assai invitante, dato che – a un prezzo davvero modico – assicura l’ottenimento di un gran numero di piantine tra cui selezionare le più forti per poi procedere al trapianto.

 

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Tra teoria e pratica

Un seme è una sorta di pianta in miniatura in profonda stasi vegetativa, che attende solo le condizioni ambientali ottimali per cominciare a vegetare, ossia calore ossigeno   e umidità Perché, questi fattori agiscano suf󿬁cienti. nel modo

migliore, è necessario che i semi siano collocati nel terreno, a una profondità

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Il cassone per le primizie Per ottenere pianticelle in inverno si possono collocare le seminiere in cassoni riscaldati, in cui il calore è generato dalla fermentazione di uno strato di stallatico bovino fresco, ricoperto da terra. Una giornata soleggiata può innalzare eccessivamente la temperatura, per alcuiletame è necessario provvedere un minimo di aerazione. In alternativa si può impiegare una serpentina elettrica interrata.

massima pari alle loro dimensioni.  Per essere certi che le condizioni ambientali siano ideali alla germinazione, la semina dovrà essere eseguita a primavera inoltrata e si potrà effettuare diret

tamente in pieno campo, con modalità diverse, ossia in postarelle (piccoli buchi praticati sul terreno, in ciasuno dei quali porre 3-4 semi), su solchetti oppure a spaglio (alla volata), a seconda delle indicazioni per ogni varietà.   Disponendo di un grande orto, invece, potrebbe essere necessario eseguire la semina in un semenzaio, ossia una piccola parcella di terreno rialzato sul piano di campagna, ottenuto mediante la strati󿬁cazione di materiale drenante (argilla espansa), letame maturo e terra setacciata (letto di semina), provvisto di un ombraio di rete ombreggiante. Le piantine germinate saranno poi messe 

a dimora nell’orto, una volta raggiunte dimensioni dimensi oni minime tali ta li da sopportare il trapianto.  Volendo anticipare il raccolto è possibile eseguire la semina semi na in forte anticipo a nticipo,, durante l’inverno, in seminiera, ossia in una cassettina di plastica profonda almeno 10 cm, oppure in vasetti di plastica d’uso comune per le piante da 󿬁ore, provvisti di fori di scolo, da mantenere costantemente alla temperatura di 18-20 °C in ambiente umido, ventilato e luminoso. 

IL DIRADAMENTO DI RADAMENTO E LA RIPICCHETTA RIPICCHETTATURA TURA A seguito della semina, specie se è stata abbondante, troverete un buon numero di pianticelle che entrano subito in competizione per luce, acqua e sostanze minerali. È, quindi, necessario procedere

 

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al diradamento  per evitare “stress da sovrappopolazione”.  Se la semina è stata eseguita in semenzaio, sarà necessario ripicchettare le pianticelle in più, ossia estirparle con il 

loro piccolo pane di terra, per non danneggiare le radici, e sistemarle in una nuova seminiera o in un vasetto in cui proseguire la crescita.

 Per le semine a pieno campo, conviene eliminare le pianticelle in più, mantenendo solo quelle più sviluppate e sane, poste su 󿬁le equidistanti. 

Per evitare che le zucche si rovinino a contatto con il terreno, conviene inserire una tavoletta sotto i frutti in crescita.

Miniserre e tunnel Disponendo di 4-6 mq di orto esposto a sud, magari protetto dalle correnti fredde da un muro, si possono realizzare con successo una piccola serra o un tunnel che consentono la produzione di primizie  sufficienti per una famiglia di 4 persone. Se non si vuole realizzare una struttura in muratura, ferro e vetro, può essere sufficiente l’impiego di qualche archetto metallico, avendo cura che sia ben piantato a terra, su cui si pone un ampio foglio di PVC trasparente, reperibile presso il più vicino consorzio agrario, da mantenere fermo a terra con mattoni, terriccio o altre zavorre.

IL TRAPIANTO Nella stagione più indicata per ogni tipo di ortaggio, se le pianticelle hanno raggiunto le giuste dimensioni, si renderà necessario procedere con il trapianto per la messa a dimora de󿬁nitiva nell’orto, dopo averlo preparato con un adeguato af󿬁namento del terreno. 

 Dovendo eseguire questa delicata operazione con gli esemplari da voi prodotti con la semina, per favorire il superamento dello shock da trapianto si suggerisce di provvedere alla spuntatura di foglie e radici, azione che mira a limitare le perdite d’acqua per disidratazio-

 

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ne e a stimolare una più pronta ripresa vegetativa.   Meno esposte a crisi idriche sono le piantine allevate in singoli vasi, il cui pane di terra va posto in buche 

di ugual dimensione, avendo cura che non si frammenti con l’operazione. In ogni caso, una volta eseguita la messa a dimora delle piante è necessario provvedere subito alla loro abbondan-

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di mesi al massimo 󿬁orisce e poi muore. Con la cimatura si interviene anche sulle piante di melone e di pomodoro per impedire che formino fusti molto lunghi e poco produttivi. 

  Con la sfeminellatura  – chiamata anche scacchiatura – si eliminano i germogli che si sviluppano all’ascella delle foglie i quali, oltre a non dare frutti, sottraggono risorse nutritive alla pianta.

La cimatura si esegue asportando la parte

più tenera della vegetazione apicale.

te annaffiatura. annaff iatura. GLI INTERVENTI I NTERVENTI DI POT POTA ATURA Anche gli ortaggi si potano, su di loro si operano cioè asportazioni della chioma, utili a migliorare la produzione, seppur sicuramente limitate rispetto a quelle di alberi e arbusti. Per farle non servono attrezzi da taglio ma sono suf󿬁cienti le mani. Inoltre, si interviene sempre sull’esemplare sull’ esemplare in piena vegetazione.   La cimatura  consiste nell’asportazione dell’apice vegetativo della pianta 

quando è ancora tenero, pinzandolo tra le dita. Questa operazione stimola la formazione di rami laterali e un ritardo nella 󿬁oritura. Per esempio, se il basilico non viene cimato quando ha 4 paia di foglioline, diventa alto, disordinato, con poche foglie da raccogliere e in un paio

Per non compromettere lo sviluppo delle piante in seguito al trapianto, è fondamentale assicurare un buon apporto idrico.

 

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Si procede quindi alla loro rimozione asportandoli alla base, nell’incavo tra il fusto e il picciolo delle foglie. Questo tipo di intervento si esegue sulle solanacee da bacca  come pomodoro, melanzana e peperone, e sulle cucurbitacee, come melone, anguria, zucca ecc.

IL CONTROLLO DELLE MALERBE Il terreno dell’orto, ricco e irrigato di frequente, viene presto colonizzato dalle piante infestanti: vegetali ben più resistenti dei nostri ortaggi e molto rapidi nello sviluppo, che sottraggono sostanze nutritive preziose. Per eliminarli si attuano la pacciamatura o il diserbo meccanico.

Nelle piccole superfici è sempre preferibi preferibile le il diserbo manuale.

 

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Come prevenire le malerbe Le malerbe (anche dette infestanti o “erbacce”) non attecchiscono in un orto ben curato, in cui le operazioni colturali sono svolte con metodo.  Utilizzo di sementi pure. 

 Rotazioni  (evitando le monosuccessioni) monosuccessioni)..  Consociazioni (colture miste).   Fertilizzazione organica (con miglior equilibrio dei nutrienti) nutr ienti)..  Correzione delle anomalie fisiche e/o chimiche del terreno.   



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 Utilizzo di coperture vegetali e sovesci (creano ombreggiamento alle malerbe, a cui sotraggono acqua e nutrienti i quali vengono poi restituiti al terreno). 

 Lavorazioni preliminari (arature, erpicature erp icature ecc.).   Pacciamatura  (per impedire la germinazione dei semi).  Solarizzazione  (sterilizzazione a caldo dei primi strati del terreno) terreno)..  Corretta gestione  nell’uso dell’acqua irrigua irrigua in Molte delle operazioni nell’orto sono tuttora modo da non stimolare la germinazione delle in- effettuate a mano, rispettando tradizioni tradizioni e gestualità festanti. consolidate nel tempo.  





La pacciamatura Si tratta della ricopertura della super󿬁cie del terreno per impedire la germinazione e lo sviluppo dei semi di erbacce, cosa che permette anche di conservarne la giusta umidità senza che si debba annaf󿬁are quotidianamente.

 

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Esempi di pacciamatura: con la paglia (a sinistra), materiale naturale, e con teli neri di plastica (a destra) di fabbricazione industriale.

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  I migliori materiali per la pacciamatura dell’orto sono di origine naturale e ricchi di cellulosa (durano almeno una stagione): paglia, segatura, foglie, erba secca, trucioli di legno. Il materiale naturale più utilizzato e disponibile è 

la paglia, da stendere dopo il trapianto degli ortaggi in uno strato variabile dai 5 cm nei terreni pesanti ai 10 cm nei terreni leggeri e sabbiosi. Con questa copertura il contenimento delle infestanti è pressoché totale.   È diffuso anche l’uso di teli plastici neri in cloruro di polivinile (PVC) o polietilene (PE) che vengono stesi e assi

curati al terreno. si praticano tanti piccoli buchiInneiseguito quali mettere a dimora le piantine. Questo tipo di pacciamatura è ideale per anguria, cavol󿬁ore, cavolo, cetriolo, fragola, lattuga, melone, pomodoro e zucchina, perché eleva la temperatura del terreno e lo isola dal

contatto con l’ortaggio, che rimarrà più sano e pulito alla raccolta. A 󿬁ne ciclo, il telo dif󿬁cilmente può essere riutilizzato e va perciò smaltito.  Ricordiamo che i teli di nuova generazione, a base di cellulosa  e  amido  (bio), alle qualità dei precedenti somcover ), mano una notevole capacità traspirante; inoltre sono biodegradabili dopo 2-3 mesi 

di uso: a 󿬁ne con ciclolaproduttivo essere interrati vangatura possono senza alcun effetto nocivo. Gli interventi meccanici Arature, scerbature, sarchiature e rincalzature smuovendo il terreno svol-

 

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gono un diretto effetto diserbante, estirpando le malerbe e impedendo loro di mettere ulteriori radici. È importante, però, agire al momento opportuno, quando il terreno non è troppo umido e in una giornata soleggiata, così che le infestanti estirpate si secchino subito. Inoltre, le malerbe devono essere distrutte ai primi stadi di sviluppo, quando non sono ancora andate a 󿬁ore né, tantomeno, a seme, con il rischio che quelli maturi, cadendo, per-

LA RINCALZATURA È una pratica che consiste nell’addossare con la zappa un certo quantitativo di terra al piede delle piante. Per le patate questa operazione evita che i tuberi siano esposti alla luce e diventino verdi, favorendone una maggiore produzione.  Per altre colture orticole, tra cui cardo, 󿬁nocchio, radicchio e sedano, la rincalzatura protegge l’ortaggio dalla luce del sole, provocando l’imbianchimento che 

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petuino l infestazione.

lo rende più tenero.

Per mantenere l’orto in perfette condizioni, sono necessari costanti interventi di diserbo.

 

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Come proteggere gli ortaggi dalle avversità In natura, in situazioni ambientali equi-

so, per cui insetti, funghi e batteri nocivi

librate sottodil’aspetto tutti gli organismi un dato biologico, ambiente sono in stretta relazione tra loro, in un’armonia complessiva compl essiva in cui ognuno trova una sua nicchia per vivere e riprodursi. Nell’orto Nell’orto questo equilibrio può essere compromes compromes--

diven diventano tano degli pa rticolarmente particolarmente aggressivi confronti ortaggi, l’unica fontenei di cibo rimasta a disposizione.  Per risolvere questo stato di cose ci si trova di fronte a un bivio: l’impiego di pesticidi, che rendono l’ambiente e le 

Pesticidi: cautele e avvertenze Se si ritiene indispensabile impiegare prodotto potenzialmente pericoloso per un la salute si leggano con attenzione le istruzioni riportate sulla confezione. Ci si attenga scrupolosamente al dosaggio consigliato (evitando di abbondare, col fine, sbagliato, di ottenere un u n effetto migliore!), a eventuali indicazioni sulla compatibilità con le piante e con altri prodotti e al tempo di carenza, cioè al periodo che deve intercorrere tra la somministrazione del fitofarmaco e la raccolta degli ortaggi. Per i prodotti da diluire in acqua si prepari solo la dose strettamente str ettamente necessaria, e solo al momento dell’impiego. Inoltre alcuni prodotti, esposti all’umidità e al freddo, perdono efficacia.

piante tossici agli animali, ai funghi e ai batteri, permettendo alle orticole di prosperare, oppure tentare, per quanto possibile, di ricomporre l’equilibrio che è stato perso, limitando l’uso di veleni e favorendo, invece, la presenza di organismi utili, capaci di controllare la proli󿬁cazione di quelli pericolosi per gli ortaggi coltiv coltivati. ati. PREVENIRE PER NON COMPROMETTERE Sia che si voglia condurre la lotta con 󿬁tofarmaci, sia che si voglia farlo con metodi naturali, la difesa preventiva rimane sempre più importante di quella diretta. Per ridurre al minimo i danni di insetti o agenti patogeni di origine

 

L ’ A B C   P E R   C O  L T I V A R E   B E N E   L ’ O R T O   D I   C A S A

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fungina (per esempio i marciumi), si dovrà favorire lo sviluppo sano delle piante tramite: - l’adozione delle rotazioni  colturali e delle consociazioni; - la scelta di varietà resistenti; - una fertilizzazione equilibrata; - lavorazioni al momento giusto. giusto.

CURE CHIMICHE E CURE BIOLOGICHE Se si decide di impiegare un 󿬁tofarmaco per risolvere una malattia, specie se causata da insetti, si eviti di utilizzarne in quantità inferiore a quella indicata: alcuni parassiti potrebbero sopravvivere e uscirne “forti󿬁cati”, dando luogo a

Prediligere metodi di difesa e di cura naturali dà la sicurezza di coltivare ortaggi ricchi di sostanze nutritive, senza alcun pericolo per l’uomo e per l’ambiente.

 

 42

 

C O L T I V A R E   L ’ O R T O

nuove generazioni di insetti resistenti al prodotto. Per la stessa ragione, non si dovrebbe utilizzare sempre il medesimo preparato per la stessa malattia, ma lattia, ma piuttosto alternare tra loro prodotti basati su diversi principi attivi. RIMEDI PER LE MALATTIE DI ORIGINE ANIMALE Gli acari e gli insetti sono tra gli organismi animali più attivi e pericolosi per le piante dell’orto. La lotta biologica, che prevede l’uso l’uso di predatori speci󿬁ci, è ef󿬁cace solo se si dispone di una buona

È costituita da un miscuglio di minerali argillosi come la montmorillonite (50%), (50%), l’illite (15-20%) e la caolinite (5-10%). La distribuzione di bentonite sui fagioli conservati per la semina difende i semi dall’attacco del tonchio. È utile anche per assorbire l’eccessiva umidità  su zucchine e zucche. D OS I   Variano da 2 a 4 kg per 100 l di acqua;

è consigliabile mettere il prodotto a bagno per alcuni giorni prima dell’impiego. Ortica Pianta spontanea e infestante, ha pro-

super󿬁cie coltivata, ma nei piccoli orti è quasi sempre indispensabile controllarli con trattamenti mirati. Bentonite Si trova in commercio sotto forma di polvere polv ere 󿬁nissima, 󿬁 nissima, di d i colore grigio-v grigio-verde. erde.

 Alcuni dei parassiti parassiti più diffusi negli orti: ragnetti rossi (1), bruco della farfalla macaone (2), afidi (3) e bruco della farfalla nottua (4).

1

prietà 󿬁tostimolante  e insetticida. Il suo impiego stimola la crescita degli ortaggi (è ricca di azoto, ferro e altri oligoelementi) e li difende dai parassiti, soprattutto a󿬁di (o pidocchi) pidocchi) e ragnetto ra gnetto rosso, verso i quali svolge un’azione repellente.

2

 

L ’ A B C   P E R   U N A   P R O D U Z I O N E   S A N A   E   R I G O G L I O S A

Si impiegano 10 kg di pianta fresca intera, escluse le radici (2 kg se secca) ogni 100 l d’acqua, da lasciare macerare 1-2 giorni e irrorare sulle foglie la mattina presto o dopo il tramonto. L’aggiunta di 1 kg di zucchero ogni 20 l d’acqua e dell’1% di sapone neutro di Marsiglia migliora l’adesività l’adesività e l’ef󿬁cacia del macerato a scopo curativo. D OS I  

Piretro Polvere che si ottiene dall’essiccazione dei capolini di alcune piante tropicali del genere Chrysanthemum   (della famiglia delle composite). I loro principi attivi,

Nell’acquisto non ci si deve confondere con i piretroidi, sostanze sintetiche simili al piretro, più ef󿬁caci perché sono maggiormente persistenti. Per l’impiego delle formulazioni, liquide o in polvere, bisogna attenersi D OS I  

alle istruzioni riportate sulla confezione. In generale, hanno bassa tossicità e limitata persistenza (circa 48 ore). Risultano moderatamente tossiche per gli insetti utili e francamente tossiche per pesci, rettili e an󿬁bi. I trattamenti vanno eseguiti nelle ore serali.

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le piretrine, agiscono per contatto e per

Sapone di Marsiglia

dell’iningestione, causando la paralisi setto colpito. In orticoltura è attivo contro a󿬁di, mosche, cavolaia, bemisia della melanzana, tingide, dorifora e moscerino del pomodoro.

È ottenuto saponi󿬁cazione con potassa di oli dalla vegetali estratti dai semi di alcune piante (colza, girasole, soia ecc.). Abbinato agli insetticidi naturali, svolge un’azione bagnante e adesivante. Diluito

3

4

 

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C O L T I V A R E   L ’ O R T O

in acqua esercita un’azione insetticida per contatto, danneggiando la cuticola cerosa di aleurodidi, acari, tripidi  e cocciniglia, inoltre asporta la melata secreta dagli a󿬁di e dagli altri insetti succhiatori. D OS I   Si impiega nella proporzione di 1 kg

di i n scaglie in perforte 100 l disapone acqua.diVaMarsiglia irrorato con un getto per garantire l’effetto lavante e coprente. Questo prodotto è biodegradabile e non tossico per le piante, anche se può danneggiare gli insetti utili e gli organismi acquatici. RIMEDI PER LE MALATTIE

durante i mesi più freddi dell’anno, per diventare diven tare virulenti quando l’umidità l’umidità e la temperatura dell’ambiente raggiungono l’ottimale, in primavera. Per contrastarli si può ricorrere a vari rimedi. Estratto di aglio e cipolla È dotato di azione antiparassitaria, legata soprattutto all’elevato contenuto di sostanze antibiotiche (allicina) e composti organici solforati (oli eterici). L’estratto acquoso può tenere sotto controllo la peronospora e la cladosporiosi del cetriolo, nonché l’antracnosi  e la batteriosi  del fagiolo.

DI ORIGINE MICROBICA Esistono microrganismi patogeni, ossia batteri e funghi, molti dei quali passano una fase della propria vita nel terreno, oppure nei residui delle foglie morte

Effetti di alcune malattie fungine: alternariosi su melanzana (1), peronospora su pomodoro (2) e cercospora su radicchio (3).

1

Quelle consigliate sono di 750 g di bulbi tritati in 100 l di acqua, oppure 5 kg di piante fresche (2 kg se essiccate). Il preparato può essere usato come infuso non diluito, direttamente sulle piante D OS I  

2

 

L ’ A B C   P E R   U N A   P R O D U Z I O N E   S A N A   E   R I G O G L I O S A

o sul terreno, oppure come macerato, non diluito, direttamente sulle piante contro la mosca della carota, durante lo sfarfallamento. Bicarbonato di sodio D’uso comune in cucina e in casa, ha dimostrato capacità di controllo di alcune malattie fungine, l’oidio  in particolare, delle cucurbitacee (anguria, melone, zucca, zucchina) z ucchina).. D OS I   Si utilizzano 400-500 g di

prodotto per 100 l di acqua. I trattamenti devono essere eseguiti con cadenza settimanale. La maggiore ef󿬁cacia si ottiene per via

la velocità di azione e per la ridotta 󿬁totossicità, contro le peronospore, le ruggini, la septoriosi, l’antracnosi, l’alternariosi, la cladosporiosi, la cercosporiosi e varie altre malattie fungine. È leggermente tossico nei confronti conf ronti delle api e di alcuni insetti utili. Poltiglia bordolese Si tratta di un composto a base di rame da impiegare contro numerose malattie crittogamiche. fra cui peronospore, septoriosi, antracnosi, alternariosi ecc. È leggermente tossica per le api.

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preventiva. Ossicloruro di rame Questo prodotto ha spiccate proprietà fungicide e trova spesso impiego, per

Zolfo È un minerale naturale estratto dal sottosuolo. Esercita un’azione disidratante sul micelio dell’oidio, un fungo spesso presente sotto forma di polvere biancastra su zucchine e cicorie, portando le piante alla morte. A temperature molto elevate, il trattamento a base di zolfo può però risultare tossico per molte piante e va quindi usato con cautela. c autela. Le quantità egli ultimi tre prodotti citati variano a seconda dell’ortaggio e del tipo di utilizzo, per cui si consiglia di far riferimento alle indicazioni riportate sulle confezioni, confezioni, analizzando caso per caso. DOSI 

3

 

Un bell’orto Chi non dispone diin unoterrazzo spazio in cui realizzare un orto, ma non vuole rinunciare alla coltivazione di alcuni ortaggi di facile mantenimento (sedano, (sedano, carote e lattughe) lattughe),, può sfruttare un angolo del terrazzo ter razzo (ma anche anche del giardino), costruendo una struttura rialzata di contenimento provvista di un fondo impermeabile, in cui porre uno strato di terra di campo di almeno 20 centimetri. Dato il carico notevole a cui si può giungere, è consigliabile eseguire le opportune verifiche sulla tenuta del solaio del terrazzo prima di realizzare l’opera.

 

 48

 

C O L T I V A R E   L ’ O R T O

 

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I principali principali ortaggi ortaggi Le schede proposte nelle prossime pagine sono dedicate agli ortaggi più diffusi, coltivabili con successo a tutte le latitudini della Penisola.

dalle avversità, con i consigli per prevenirle e curarle. Uno spazio, in󿬁ne, è dedicato anche alle proprietà bene󿬁che dei prodotti dell’orto.

 Quando il terreno è ben lavorato, concimato, mantenuto pulito dalle erbacce e annaf󿬁ato, non ci vuole altro che il

La ricerca dell’armonia naturale

pollice verde, ovvero quel sentimento

È il buon senso stesso a consigliarci di non



della terra e dei suoi ritmi che fa agire

al momento giusto, con tempestività e buonsenso. Per diventare esperti la curiosità è una molla importante; spinge a interrogare i vecchi contadini per scoprire i segreti dei loro raccolti, a leggere e rileggere le norme di coltivazione per memorizzarle quanto basta. 

 Per ciascun ortaggio sono forniti suggerimenti per effettuare una coltivazione sicura ed ef󿬁cace; vengono, inoltre, segnalate alcune tra le varietà più importanti e meno attaccabili dalle malattie e

forzare mai la natura che, generosa e flessi bile, perdona gli inesperti, ma si ribella a coloro che non rispettano i suoi tempi e i suoi cicli. Anche se si decide di non seguire alla lettera i dettami dell’orticoltura biologica, si eviti l’uso di pesticidi: sarebbe colpevole “avvelenare” piante destinate ai consumi famigliari; esse rappresentano infatti una fonte importante di benessere per l’organismo umano. Salvaguardare l’ambiente e rispettare l’equilibrio ecologico permette a tutti noi di godere dei doni della natura in assoluta sicurezza.

NE LL A   PA G I N A  A   F I AN C O : 

nell’orto, poche ma precise operazioni colturali garantiscono una produzione abbondante e prolungata.

 

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C O L T I V A R E   L ’ O R T O

 Allium sativum

aglio Semina Prima di procedere alla semina dei bulbilli, occorre preparate il letto di sebulbilli, mina colmando eventuali avvallamenti delle prode, in modo da impedire ristagni idrici.

1

1   5   c  m

Scegliete poi i bulbilli (spicchi) più esterni del bulbo, ovvero quelli di forma più arcuata, e trattateli (concia) con un prodotto in polvere per prevenire eventuali marciumi (per esempio 5 g di ossicloruro di rame-50). Tracciate 󿬁le distanti 25-30 cm l’una

dall’altra e posizionate i bulbilli a 10-15 cm tra loro e a una profondità profondità di 3-5 centimetri.

Per un migliore sgrondo dall’acqua conviene sopraelevare le prode di coltura di almeno 15 cm (1). Rispettate le corrette distanze d’impianto (2).

 Si semina nel periodo primaverile per le regioni settentrionali, in autunno per quelle meridionali. meridionali. La semina autunnale autunna le garantisce bulbi di maggiori dimensioni. 

2

2  5   - 3   30       c m 

10-15 cm

I lavori nell’orto gen enn nai aio o

feb ebbr brai aio o

marz ma rzo o

apri ap rile le

mag ma ggi gio o

giug gi ugno no

lugl lu glio io

agos ag osto to

sett se ttem embr bree

otto ot tob bre

novem nov emb bre dic icem embr bree

semina raccolta

 

I   P R I N C I P A L I   O R T A G G  I   |

    I     C     I     F     E     N     E     B     E      À     T     E     I     R     P     O     R     P

L’aglio ha proprietà  ipotensive, per cui è indicato per i soggetti con pressione sanguigna alta. È, inoltre, un antisettico  delle vie aeree e un antibatterico, in particolare contro i microrganismi responsabili delle infezioni intestinali. Inoltre, stimola la secrezione di bile ed è utile quando è necessario un forte richiamo di sangue nei tessuti (reumatismi, torcicollo ecc.).

aglio

Varietà È la varietà più coltivata in Italia, sia per la quantità prodotta e sia per la qualità ottenuta. A G L I O BI A NCO  

Coltivato prevalentemente nelle regioni meridionali, è più precoce del precedente, dal quale si distingue per A G L I O ROS A  

le tuniche bulbillo, rosa, e per ilesterne saporedel meno intensodi. Sicolore intenso. consuma fresco. Meglio noto come Rosso di Sulmona, si presenta di colore bianco all’esterno del bulbo, mentre le tuniche che rivestono i bulbilli sono caratterizzacaratteriz zate da una tonalità leggermente violacea. Il suo sapore è più marcato delle altre vaA G L I O ROS S O  

Cure colturali  L’aglio è una pianta molto rustica e si adatta facilmente alle diverse condizioni di coltivazione. Le cure saranno quindi limitate all’ a ll’asportazione asportazione delle erbe infestanti e alla sarchiatura del terreno per frantumare la crosta super󿬁ciale, oltre 

rietà di aglio e, inoltre, ha una migliore conservabilità.

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che per facilitare faci litare lo scolo dell acqua.   L’irrigazione andrà effettuata solo in casi di siccità prolungata. prolungata. 

Raccolta La raccolta inizia quando la vegetazione si secca e va da 󿬁ne giugno (al Nord) all’inizio di luglio, per proseguire 󿬁no ad agosto.  Dopo la raccolta, le teste vanno va nno lasciate asciugare 󿬁no a quando non si staccheranno facilmente dal resto della pianta. 

    E     I     T     T     A     L     A     M     E     L     L     A     D     E     N     O     I     Z     N     E     V     E     R     P

Fusariosi e nematodi: effettuate rotazioni lunghe delle colture:

3-4 anni prima di piantare l’aglio o altri ortaggi della stessa famiglia (cipolla, scalogno, porro) nella medesima proda. Utile è la copertura del d el terreno con teli plastici trasparenti (solarizzazione) per 1-2 1-2 mesi tra tr a luglio e agosto. Botrite, marciume bianco, marciume verde: evitate la pian-

tagione in terreni con ristagni r istagni d’acqua; curate lo sgrondo dell’acqua ed effettuate l’impianto l ’impianto a fine inverno. lar ve sono all’in Tignola: è difficile da combattere, in quanto le larve terno delle foglie; eliminate subito le piante colpite.

 

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C O L T I V A R E   L ’ O R T O

Daucus carota

carota Semina Le prode devono essere rialzate di circa 10-15 rispetto alcura pianoallo di campagna. Ponetecm particolare sminuzzamento del terreno, che andrà lavorato di preferenza l’autunno precedente la semina, perché il gelo af󿬁ni le zolle. Tracciate delle 󿬁le distanti tra loro almeno 20-25 cm e spargete i semi in ragione di 1 g per metro quadrato. Considerando che la temperatura minima necessaria per la germinazione è di 10 °C, le semine possono iniziare nel mese di marzo. La germinazione avvie-

Cure colturali   Il primo intervento di diradamento  si esegue quando le piantine hanno raggiunto 4 cm di altezza e si ripete quando 

quelle restanti saranno alte circa 8 cm, in modo che rimangano 7-10 cm tra una pianta e l’altra.

ne dopo 10 15 giorni. Per assicurarsi un prodotto sempre fresco, si possono eseguire semine a intervalli di un mese sino a giugno e ancora una semina a 󿬁ne luglio per il raccolto autunnale.

  I periodi di siccità causano il rallentamento, se non il blocco, nell’accrescimento del 󿬁ttone, che rischia di diventare 󿬁broso, per cui irrigate spesso, per aspersione o a pioggia. Quando la 

I lavori nell’orto semina raccolta poca attività

gen enn nai aio o

feb ebbr brai aio o

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apri ap rile le

mag ma ggi gio o

giug gi ugno no

lugl lu glio io

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sett se ttem embr bree

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novem nov emb bre dic icem embr bree

 

I   P R I N C I P A L I   O R T A G G  I   |

chioma sarà abbondante, si possono ricavare solchi nell’inter󿬁la dove incanalare l’ l ’acqua.   All’inizio la crescita è lenta: è quindi probabile che si insedino erbe infestanti  nell’inter󿬁la e in prossimità delle piantine. Eseguite la sarchiatura  dell’inter󿬁la e la rimozione manuale delle infestanti sulla 󿬁la, cercando nel contempo di coprire di terra eventuali radici esposte alla luce, perché diventerebbero verdi. 

Raccolta Per le varietà lunghe comincia in giugno e prosegue 󿬁no a novembre. Le varietà precoci primaverili a radice corta sono pronte 40 giorni dopo la semina.     I     C

    E     I     T     T     A     L     A     M     E     L     L     A     D     E     N     O     I     Z     N     E     V     E     R     P

53

carota

Marciumi e Sclerotinia: eseguite una rotazione

lunga delle colture (3-4 anni) e curate lo sgrondo delle acque dal terreno; bisogna evitare l’uso di letame e di concimazioni troppo abbondanti e asportare i residui delle colture. Alternaria: eseguite concimazioni non abbon-

danti e adottate il sistema di irrigazione per infiltrazione per non bagnare le foglie. tenete le laterale piante distanziate e arieggiate; se Manfosse indispensabile fate un trattamento a base di ossicloruro di rame-20 (60-80 g/10 l d’acqua).

Varietà Tonda di Parigi, Rossa d’Olanda, Rossa Corta (precoci). RA D I CE CORTA  

MEZ Z A L U NG A   Nantese di Chantenay, Mercato di Sottomarina, Rossa Mezzana di Amsterdam. RA D I CE

Tracciate file distanti circa 20-30 cm tra loro e collocatevi i semi. Dopo un primo e un secondo diradament diradamentoo le piante rimarranno

    I     F     E     N     E     B     E      À     T     E     I     R     P     O     R     P

La carota contiene elevate quantità di carotene, precursore della vitamina A, e vitamina C. Inoltre, attenua le infiammazioni  di stomaco e intestino, stimola la diuresi  e depura  l’organismo; infatti essa decongestiona e purifica le pelli infiammate, lenisce le

Berlicum, Florence, Lunga di Napoli, Lunga di Saint-Valéry. RA D I CE

L U NG A  

scottature e agisce come stimolante cutaneo. I semi di carota hanno proprietà aperitive e digestive e, secondo alcuni, aumentano la secrezione lattea.

a 7-10 cm l’una dall’altra.

  c  m    5     2    0     2

7-10 cm

 

54

 

C O L T I V A R E   L ’ O R T O

Brassica oleracea

cavoli A   D ESTRA :  le

tipiche  foglie larghe che contraddistinguono

il cavolo cappuccio.

Questa specie si diversi󿬁ca in numerose varietà: Brassica oleracea capitata è coltivata per le foglie lisce (cavolo cappuccio) o bollose (verza); B. o. bullata gemmifera  (cavolino di Bruxelles) per i germogli sferici e teneri che si formano all’ a ll’ascella ascella delle foglie; B. o. botrytis cymosa (broccolo) per i boccioli dei 󿬁ori, come il cavol󿬁ore (B. o. botrytis); B. o. acephala (cavolo nero palmizio) per le foglie sottili e dolci dolci.. Semina e trapianto I cavoli richiedono terreni fertili, ben lavorati e strutturati. La preparazione del terreno, a 󿬁ne primavera-inizio estate, prevede una profonda vangatura e un

po spaziate di 30-40 cm in 󿬁le distanti tra loro 70 centimetri. Provvedete all’irall’i rrigazione dopo il trapianto. Cure colturali  A circa 15 giorni dal trapianto t rapianto cominciate la sarchiatura sia tra le 󿬁le sia sulla 󿬁la per mantenere pulito il terreno da infestanti. 

 Quando le piante saranno irrobustite, rincalzate  la base con la terra. Questa operazione servirà anche a garantire stabilità alle varietà che, in pieno sviluppo, 

cavolfiore

buon af󿬁namento super󿬁ciale. Seminate in semenzaio all’inizio della primavera impiegando 2-3 g di seme per metro quadrato. A distanza di 10-15 giorni le piantine inizieranno la formazione delle foglie.   Quando raggiungono 20-30 cm di altezza e hanno 4-5 foglie vere, si possono trapiantare in pieno cam

sono molto pesanti, come per esempio il cavol󿬁oree e la verza. cavol󿬁or   L’ irrigazione  dovrà essere abbondante soprattutto nel periodo che segue il trapianto, per evitare che le giovani piante vadano incontro a stress idrici irreversibili. Nelle coltivazioni autunnali va evitato il fenomeno della 󿬁oritura anticipata, che rende le piante non più adatte al consumo. c onsumo. 

 

I   P R  I N C I P A L I   O R T A G G I   |

cavoli

Raccolta La raccolta si effettua quando le parti destinate al consumo raggiungono raggiungono le dimensioni e la consistenza tipiche delle varietà. Per i cavolini di Bruxelles, i broccoli e i cavoli neri palmizi (come il toscano) la raccolta è scalare e può avvenire per un lungo lungo periodo tra l’l’autunno autunno e la primavera.

Meraviglia di Tutte Tutte le Stagioni; tra quelle tardive e invernali Natalino, Gennarese e Febbrarese.

La resa nella coltivazione sempre alta;kgper i cavoli cappucci si aggiraètra 20 e 30 in media per 10 mq di terreno.

una grossacrudo rapa;e succoso consuma cotto. e aromatico, si

Varietà Express, con testa di forma conica, piede corto, primaverile; Cuore di Bue Grosso, semiprecoce, primaverile; Cavolo cappuccio di Brunswick olandese; Quintale di Alsazia tardivo; Rosso Testa di Negro. CA VOL O CA PPU CCI O  

CA VOL O VERZ A   Quarantino, precoce esti-

vo; di Asti e Padovano, entrambi estivi; di

Altri cavoli CAVOLO RAPA (Brassica gongiloides) 

Èa torto poco diffuso in Italia. Si coltiva per il gambo ingrossato delle dimensioni di

CA VOL O CI NES E O PETS A Ï (Brassica si-

nensis)  È diventato noto con la diffusione

della cucina orientale. Simile alla cicoria Pane di Zucchero, si consuma crudo o cotto. La raccolta avviene nella prima metà dell’autunno.     E     I     T     T     A     L     A     M     E

Fusariosi e phoma: colpiscono in modo particolare par ticolare i semenzai

e i cavoli nelle prime fasi di sviluppo; è necessario partire da piantine sane, meglio se prodotte in proprio.

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Napoli, Savoy King F1 autunnali; di Mi lano, Piacentino, Piacenti no, Napoli Tardivo, Tardivo, Principe d’Inverno, tutti a maturazione invernale.  Jade Cross, precoce e adatto alla coltivazione nelle CA VOL I NO D I BRU X EL L ES  

regioni calde; Perfezione, da raccogliere tra l’inv l’i nverno erno e l’inizio l’in izio della primavera.

    L     L     A     D     E     N     O     I     Z     N     E     V     E     R     P

Cavolaia: i bruchi di questa farfalla bianca sono la causa più

frequente di rosure sulle foglie; se sono pochi, basta raccoglierli a mano, ma in caso di forti infestazioni potete usare il Bacillus  (10-20 g/10 l d’acqua), thuringiensis (10-20 thuringiensis attendendo poi 3 giorni prima di raccogliere.

CA VOL FI ORE   Tra le varietà a raccolta au-

adulto e bruco di cavolaia

tunnale precoce Primaticcio Toscano e

 

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C O L T I V A R E   L ’ O R T O

Cucumis sativus

cetriolo Semina Ponete Pon ete i semi sem i in grupp gr uppii di 2-3, a 3 cm circa di profondità, direttamente nel terreno (semina diretta a poste) poste),, a una distanza di 40-50 cm tra una u na posta e l’ l ’altra. Una volta germinati, eseguite il diradamento lasciando le piantine più vigorose. La semina avviene a partire da maggio all’aperto, ma sin da marzo al riparo in vasetti singoli ponendo 3 semi in ogni vasetto. In seguito andrà tenuta solo la pianta più vigorosa, che trapianterete

lo sviluppo dei germogli laterali. Con questa operazione si ottengono piante

all’aperto in maggio. Cure colturali   Eliminate le erbe infestanti, soprattutto nel primo periodo di accrescimento.

più compatte e con un numero maggiore di frutti.   L’irrigazione  deve essere regolare e abbondante nei periodi molto caldi, altrimenti i frutti diventano amarogno-





altrimenti i frutti diventano amarogno li. Tuttavia, l’eccesso di acqua può far marcire le piante.

  Dopo la formazione di 3 o 4 foglie, procedete alla cimatura, per facilitare 

I lavori semina nell’orto trapianto raccolta poca attività tunnel

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novem nov emb bre dic icem embr bree

 

I   P R I N C I P A L I   O R T A G G I   |

    I     C     I     F     E     N     E     B     E      À     T     E     I     R     P     O     R     P

    L     A     D     E     N     O     I     Z     N     E     V

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  La vegetazione può essere lasciata correre sul terreno oppure si può farla arrampicare realizzando apposite strutture di sostegno. 

Il frutto del cetriolo contiene molta acqua, sali minerali, amminoacidi, vitamina C e carotene, che gli conferiscono buone proprietà diuretiche   e depurative. Il frutto può essere consumato fresco in insalata oppure centrifugato e diluito in acqua come bibita dissetante. Un impiego interessante del cetriolo è quello cosmetico; la polpa ha infatti la proprietà di schiarire la pelle, decongestionandola e idratandola.

    E     I     T     T     A     L     A     M     E

cetriolo

Raccolta Al raggiungimento di dimensioni e consistenza tipiche della varietà coltivata, proced procedete a lla raccoltaper deievitare frutti, staccanstacca ndoli coneteunalla coltellino di lesionare lo stelo o la buccia del frutto stesso. La raccolta si protrae, abbondantissima e continua, da giugno a settembre.

Fusariosi e marciumi: usate sementi

sane e disinfettate, impiegate nella produzione delle piantine piantine un terriccio terr iccio sterile da semina ed effettuate la rotazione colturale. Oidio: solo se indispensabile, a causa di un grave attacco si può intervenire con zolfo bagnabile-80 (10 g/10 l d’acqua) nelle ore più fresche ed evitando

La pianta di cetriolo può essere allevata a terra o in verticale, ver ticale, usando strutture di costituite dasostegno pali di legno e filo di ferro.

Varietà A FRU TTO PI CCOL O  

(adatti per la prepa-

    E     R     P

la raccolta dei frutti per almeno 7 giorni. Se il problema si ripete r ipete tutti gli anni anni,, piantate solo varietà e ibridi di prima generazione (F1) di provata resistenza a questa malattia crittogamica, quali Green Fall F1, Sensation F1, Kudos F1, Triumph F1, Scout F1, Darina F1, Columbus F1 F1,, Egnazia Eg nazia F1.

razione in salamoia, se raccolti quando sono lunghi 4-10 cm) Wisconsin, Piccolo di Parigi, Blitz, Bounty. A FRU TTO MED I O

  (verde scuro, di 18-24 cm di lunghezza) Marketer e Marketmore.

(scanalati, lunghi 3035 cm) Brunex, Daleva, Lungo di Cina. A FRU TTO L U NG O  

 

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C O L T I V A R E   L ’ O R T O

Cichorium Cichor ium intybus

cicoria A   D ESTRA :  cicoria di Verona, riconoscibile per le screziature rossastre.

Si conoscono forme spontanee e numerose varietà selezionate che, in base alla loro utilizzazione alimentare, si classi󿬁cano cicorie da foglie,e da turioni o fusti, dainradice o radicchi cicorie da caffè. La cicoria è una pianta rustica che dà i migliori risultati nei terreni fertili, profondi, freschi, ben lavora lavorati. ti. Semina e trapianto La preparazione del letto di semina deve essere accurata per semine in periodi diversi: all’inizio della primavera per le cicorie a foglie verdi, da 󿬁ne maggio a luglio per i radicchi d’autunno o d’inverno, che possono anche essere sottoposti a forzatura invernale.

za delle foglie e all’assenza di malattie. Preparato il terreno, tracciate 󿬁le distanti tra loro 20-25 cm; a una distanza sulla 󿬁la di circa 20-25 cm ponete le piantine in buchette della profondità di circa 5-9 cm (in terreni sabbiosi anche a 9 cm, più in super󿬁cie per i terreni pesanti), poi rincalzate la terra attorno alla pianta.

cicoria selvatica

 Si può anche partire trapiantando  le piantine prodotte in vivaio. Al momento dell’acquisto, dovete pre-

Cure colturali   Bisogna eliminare le erbe infestanti 

stare attenzione allo sviluppo dell’apparato radicale, alla compattez-

in quanto, oltre a sottrarre elementi nutritivi alla cicoria stessa, aumentano le probabilità di trasmissione di pericolosi virus veicolati dagli a󿬁di.



 

I   P R  I N C I P A L I   O R T A G G I   |

    I     C     I     F     E     N     E     B     E      À     T     E     I     R     P     O     R     P

Squisite in insalata, le cicorie possono essere usate anche per decotti, infusi e tinture per il benessere dell’organismo. Le foglie stimolano le funzioni intestinali, del fegato e dei reni, con un conseguente effetto depurativo e disintossicante per l’intero organismo.

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cicoria

Bianca di Milano, a foglie larghe arrotondate; Pan di Zucchero, a foglie larghe che si riuniscono a palla e imbiancano; Variegata di Castelfranco, a foglie variegate rosse raggruppate a palla; Cicoria di Treviso, a foglie lunghe rosse; Cicoria di Verona, a foglie ampie rosse. Le ultime tre varietà citate si prestano alla pratica della forzatura.



 L’’irrigazione, fondamentale per le cico L rie estive, deve essere eseguita, per quanto qua nto possibile,, senza bagnare le foglie. Quando possibile fa molto caldo buone somministrazioni di acqua riducono al minimo la pre󿬁oritura, che impedisce la formazione dei cespi di foglie commestibili. Raccolta Con il raggiungimento delle dimensioni e della consistenza tipiche delle varietà, si procede alla raccolta scalare, tagliando le foglie alla base, in corrispondenza del colletto. Le foglie esterne, est erne, più dure, vanno scartate. In media da 1 mq coltivato

Cicoria di Magdeburgo e Cicoria di Witloof. Quest’ultima, con la forzatura invernale al riparo, emette germogli bianchi, teneri e amarognoli noti come Cicoria di Bruxelles. Bru xelles. CICORIE

    E     I     T     T     A     L     A     M     E     L     L     A     D     E     N     O     I     Z     N

A

RADICE

GROSSA  

Sclerotinia della cicoria

Muffa grigia, Sclerotinia  e Pythium: ese-

guite la rotazione delle colture (2-3 anni prima di ripiantare la cicoria nello stesso terreno), garantite un ottimo sgrondo dell’acqua dal terreno e distruggete i residui di coltivazione. Con un’infezione in atto potete tentare di limitare i danni eseguendo delle irrorazioni localizzate con una soluzione di ossicloruro di rame-20 (80-90 g/10 l d’acqua)) cercando di bagnare bene il colletto. d’acqua collett o.

con cicoria rossa di Treviso si può ottenere una produzione di 20 radici, pari a 1 kg circa di germogli teneri. Varietà CI CORI E D A FOG L I A   Selvatica,

a foglie di colore verde scuro o rossastre, pelose;

    E     V     E     R     P

Bremia,  Alter  Alternaria naria, muffa grigia e oidio: eseguite la rota-

zione delle colture (come sopra); fate trapianti non troppo fitti. Alcune varietà sono più resistenti alla bremia (per esempio Columbus, Lido, Big Boston, Elsa, Jessy, Saladin, Malika, Odessa, Melissa, Canasta). Quando i cespi vengono legati per l’imbianchimento, le piante devono essere ben asciutte.

 

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C O L T I V A R E   L ’ O R T O

 

 Allium cepa

cipolla Semina e trapianto Eseguite una vangatura profonda almeno 25 cm, quindi sminuzzate sm inuzzate le zolle in cui le radici e il bulbo svilupparsi. Sopraelevate le dovranno prode di circa 10-15 cm per ridurre il rischio di pericolosi ristagni idrici. Utilizzate per il trapianto piantine di almeno 15-20 cm di altezza (a 60-80 giorni dalla semina) e con 3-5 foglioline. Ponete le piantine in 󿬁le distanti 30-40 cm e a 15-20 cm sulla 󿬁la. L’epoca di semina è febbraiomarzo, quella di trapianto aprile.

distanti 15-20 cm impiegando 5-7 g di seme per metro quadrato. Invece, i cipollotti si trapiantano in ottobre a distanza di 30-40 cm tra le 󿬁le e 10 cm sulla 󿬁la, e si raccolgono nella primavera successiva.

  Nel caso delle cipolline, la semina avviene direttamente a dimora in 󿬁le

Cure colturali   La cipolla ha un accrescimento molto lento nei primi periodi dopo il trapianto e



I lavori nell’orto CIPOLLA TRADIZIONAL TRADIZIONALE E



gen enn nai aio o

semina trapianto raccolta poca attività

feb ebbr brai aio o

marz ma rzo o

apri ap rile le

mag ma ggi gio o

giug gi ugno no

lugl lu glio io

agos ag osto to

sett se ttem embr bree

otto ot tob bre

novem nov emb bre dic icem embr bree

CIPOLLOTTO gen enn nai aio o feb ebbr brai aio o

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I   P R  I N C I P A L I   O R T A G G I   |

soffre la competizione delle erbacce, che vanno estirpate non appena si formano.  Irrigate, solo se necessario, necessar io, nei periodi caldi senza bagnare la vegetazione. Sospendete le irrigazioni 20 giorni prima della raccolta. 

Raccolta Le cipolle possono essere durante qualsiasi fase del loro consumate ciclo di accrescimento. Mentre per i bulbi precoci risulterà utile l’impiego della vanga, in modo da scalzare le piante ancora saldamente ancorate al terreno, per quelli più tardivi si procede alla raccolta quando le     I     C     I     F     E     N     E     B     E      À     T     E     I     R     P     O     R     P

Consumata cruda è un ottimo diuretico, disinfetta l’intestino, abbassa la pressione sanguigna  e il tasso di glucosio nel sangue; cotta è ritenuta un regolatore intestinale. Usata esternamente, svolge un’azione antisettica  e stimola la circolazione  periferica; il succo è utile per neutralizzare le punture di insetti e ragni. Una curiosità:

    E     I     T     T     A     L     A     M     E     L     L     A     D     E     N     O     I     Z     N     E     V     E     R     P

cipolla

Fusariosi e botrite: eseguite la rotazione delle colture (atten-

dete almeno 3 anni prima di far ritornare la cipolla nella stessa proda); inoltre eseguite concimazioni e irrigazioni contenute e provvedete a un perfetto sgrondo delle acque piovane e di irrigazione. Alcune varietà sono più resistenti alla fusariosi, per esempio la Dorata di Parma, selezione Erso 1 e 2. Peronospora e ruggine: contenete le concimazioni azotate e

evitate semine troppo fitte e irrigate per infiltrazione laterale; se necessario trattate di frequente (ogni 7 giorni) con ossicloruro di rame-20 (80-100 g/10 l d’acqua).

foglie sono diventate secche e i bulbi cominciano ad af󿬁orare dal terreno. La raccolta avviene a partire da lugli luglioo e si protrae per tutto agosto. Da 10 mq di terreno si ottengono in media 20-40 kg di prodotto. Varietà

Apriatica, appiattita e grossa; Bianca di Giugno, bulbo tondo e bianco lucido; luci do; Bianca di Pom Pompei, pei, Bianca di Barletta, Bianca di Maggio. TA RD I VE   Rossa di Tropea, Fiascona di PRECOCI  

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se l’odore non fosse incompatibile con l’uso cosmetico, la cipolla sarebbe un ottimo vitalizzante cuoiopilifero capelluto, in quanto stimola ildel bulbo e ritarda la caduta dei capelli.

Firenze e Piacentina, tutte rosse e aromatiche; Agostana, Blanco Duro, Tardiva d’ d’Argento. Argento. D A CI POL L OTTI   Bianca di Lisbona, White Knight.

cipollotto White Knight

 

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C O L T I V A R E   L ’ O R T O

Phaseolus spp.

fagiolini Semina Avviene in piena terra a partire da 󿬁ne aprile e si protrae 󿬁no a giugno per le varietà rampicanti, 󿬁no a metà luglio per quelle nane. Preparate il terreno per la coltivazione tracciando 󿬁le distanti tra loro 80-110 cm; ponete un seme ogni 5 cm sulla 󿬁la per quanto riguarda le varietà nane e ogni 15 cm per quelle rampicanti. Nel caso di semina a postarelle (2-3 (2 -3 semi posti sulla stessa buca con successivo diradamento), le distanze sulla 󿬁la saranno di 15 cm per le varietà nane e di 30 cm per quelle rampicanti. In ogni caso, seminate a 2-4 cm di profondità. profondità. Cure colturali Il fagiolino non richiede lavorazioni particolarmente impegnative e necessita di modeste irrigazioni.

  Periodiche sarchiature  del terreno eliminano le erbacce che richiamano gli a󿬁di e trasmettono le virosi. 

 Le varietà rampicanti vanno sostenute con reti plastiche alte 2 m oppure con tutori in legno o canne di bambù. 

I lavori nell’orto semina raccolta poca attività tunnel

 

gen enn nai aio o

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sette set temb mbre re

otto ot tob bre

nov no vem emb bre dic icem embr bree

 

I   P R  I N C I P A L I   O R T A G G I   |

Raccolta I fagiolini vanno raccolti a circa 2/3 della maturazione dei baccelli, quando sono ancora teneri e privi del cosiddetto “󿬁lo”, la cui presenza è segno di decadimento qualitativo (si può attuare una veri󿬁ca periodica spezzando qualche baccello). L’operazione, che per alcune varietà è concentrata nell’arco di 3-4 settimane, per durare mesi. Un altre metropuò quadrato di coltura dà in media 1 kg di raccolto per le varietà nane e quasi il doppo per quelle rampicanti. ra mpicanti.     I     C     I     F     E     N     E     B     E      À     T     E     I     R     P     O     R     P

I fagiolini sono ricchi di sali minerali e, per il contenuto di  vitamina A, proteine e potassio, sono raccomandati a chi soffre di malattie cardiache. Si consuma immaturo pr evia cotprevia tura. Oltreil afrutto rinfrescare l’apparato gastrointestinale, svolgono una spiccata azione diuretica. Hanno un basso potere calorico e sono ricchi di fibre. La minore concentrazione di proteine rispetto alle altre leguminose è dovuta al fatto che la raccolta avviene quando i semi sono in fase di sviluppo e non

    E     I     T     T     A     L     A     M     E     L     L     A     D     E     N     O     I     Z     N     E     V     E     R     P

fagiolini

Insetti del terreno: eseguite la rotazione

delle colture, attendendo 2 anni prima di coltivare i fagiolini sulla stessa proda. Muffa grigia e antracnosi: provvedete con

attenzione allo sgrondo dal terreno dell’acqua piovana e di irrigazione; eseguite concimazioni e irrigazioni modeste. Se in passato nel terreno si sono già verificate malattie crittogamiche, è possibile attuare un trattamento preventivo con ossicloruro di rame-20 (80-100 (80-100 g/100 l di acqua g/1 acqua)) prima della formazione for mazione di fiori e baccelli.

Varietà NA NE   Bronco, Provider, Nerina, Latemar, Labrador, Processor, Gabriella (giallo), Goldrush (giallo). R A M P I C A N T I   Bobis, Anellino (gancetto),

Stortino di Trento, Trionfo (violetto), Meraviglia di Venezia (giallo), Saint Fiacre (giallo).

63

hanno ancora accumulato le sostanze

Le varietà rampicanti vanno sostenute con reti apposite, eventualmente fissate agli archi di un tunnel.

di riservadaaltamente Sono dunque considerareproteiche. ortaggi piuttosto che legumi.

 

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C O L T I V A R E   L ’ O R T O

Phaseolus spp.

fagioli Semina e trapianto La semina del fagiolo inizia a partire dalla seconda metà di aprile, con una temperatura di almeno 15 °C. Le distanze di semina variano a seconda del portamento: - fagiolo nano a 40-60 cm tra le 󿬁le e a 4-5 cm sulla 󿬁la, diradando poi in modo che ne resti una ogni 15-20 cm; - fagiolo rampicante a 80-100 cm tra le 󿬁le e a 20-40 cm sulla 󿬁la. Nel caso di semina a postarelle (2-3 (2-3 semi nella stessa buchetta) si può seminare

fagioli borlotti

già alla distanza 󿬁nale di 15-20 cm sulla 󿬁la. Per quanto riguarda la profondità, non deve superare 2 cm nel caso di terreni pesanti, 󿬁no a 3-4 cm in i n quelli sabbiosi. sabbiosi.

Cure colturali  Le varietà variet à rampicanti richiedono rich iedono un’opun’opportuna struttura di sostegno con tutori o reti plastiche a maglie larghe, queste ultime pratiche e riutilizzabili. 

I lavori nell orto semina tutori raccolta poca attività tunnel

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I   P R  I N C I P A L I   O R T A G G I   |

    E     I     T     T     A     L     A     M     E     L     L     A     D     E     N     O     I     Z     N     E     V     E     R     P

Marciumi: eseguite la rotazione delle

colture (attendete 2-3 anni prima di coltivarli nello stesso terreno), assicurate un perfetto sgrondo sgro ndo dell’acqua dal dal terreno ed evitate la concimazione azotata. Batteriosi: eseguite la rotazione delle

colture, riducete al minimo le concimazioni e non piantate in modo troppo fitto, irrigate senza bagnare le foglie e utilizzate sementi sane.

 Il fagiolo richiede irrigazioni limitate ma frequenti, soprattutto in fase di accrescimento. Vanno evitate, però, quando si formano i 󿬁ori, per il rischio che cadano. 

 Poiché il fagiolo arricchisce il terreno di  Poiché azoto, non sono necessarie concimazioni 

e, anzi, può essere consociato con le in-

fagioli

salate e altri ortaggi da foglia, che sono forti consumatori di azoto. Raccolta L’operazione inizia quando i baccelli assumono la tipica colorazione e screziatura. Altro importante segnale è il leggero appassimento dei baccelli, in contrasto con l’aumentato turgore dei semi. Per la essiccare conservazione completamenteinvernale, i baccelli fate e procedete quindi alla sgranatura. In media da 10 mq di terreno si possono ottenere circa 1,5-2,5 kg di fagioli sgranati per le varietà nane e circa 3-4 kg per le varietà rampicanti. Varietà NA NE   Borlotto, Cannellino. R A M P I C A N T I   di Vigevano, Lingua di fuoco,

di Lima (o del Papa), di Spagna, Saluggia.

  m    2

Le piante

    I     C     I     F     E     N     E     B     E      À     T     E

Il seme del fagiolo è ricchissimo di proteine, amidi, zuccheri e relativamente povero di grassi. Sotto il profilo dietetico, quindi, è un alimento abbastanza completo, a elevato valore nutritivo, che può in parte sostituire la carne. Ai baccelli, inoltre, sono attribuite proprietà diuretiche, oltre che regolatrici del tasso di

65

di fagiolo vanno

    I     R

sostenute con reti di plastica tese fra pali di ferro ben fissati al suolo.

    P     O     R     P

zuccheri e colesterolo nel sangue. Gli infusi rappresentano r appresentano un’otun’ottima bevanda per diabetici e persone affette da arteriosclerosi o che abbisognano di un buon apporto proteico e vitaminico.

 

66

 

C O L T I V A R E   L ’ O R T O

Foeniculum vulgare dulce

finocchio Semina e trapianto La lavorazione del letto di semina per il 󿬁nocchio deve essere profonda (30-40 cm) con un accurato af-

L’imbianchimento si esegue rincalzan rincalzando do le piante una volta sola, 15 giorni prima della raccolta.

I lavori nell’orto

󿬁namento terraalintrapianto super󿬁cie. In genere sidella procede di giovani piante coltivate in alveoli di polistirolo o materiale plastico. Quando vengono acquistate, bisogna badare che le radici siano numerose e bianche e che l’apparato aereo sia compatto (10 cm di altezza) a ltezza) e sano. sa no. Tracciate 󿬁le distanti 50-70 cm e tra-

Cure colturali  I 󿬁nocchi vanno irrigati con attenzione perché periodi di siccità anche brevi pos-

piantate piantine a unasulla distanza ca 20 cmlel’l’una una dall’altra 󿬁la. di cirPer il raccolto del periodo autunnale i primi trapianti vanno eseguiti a 󿬁ne luglio per continuare, poi, 󿬁no ai primi di settembre.

sono pregiudicareIrrigate lo sviluppo delle radici e la produzione. per aspersione, poco ma di frequente, evitando che si formino pericolosi ristagni di acqua in prossimità del colletto, dove potrebbero veri󿬁carsi fenomeni di marcescenza.



semina trapianto raccolta poca attività tunnel

gen enn nai aio o

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novem nov emb bre dic icem embr bree

 

I   P R I N C I P A L I   O R T A G G I   |



 Circa 2 settimane settima ne prima della procedete alla rincalzatura  per raccolta indurre l’imbianchimento dei piccioli fogliari, che rappresentano rappresentano la parte commestibi commestibi-le. La terra va radunata attorno alla base formando una montagnola, in modo che la base delle piante sia protetta dalla luce solare diretta. Raccolta Con il raggiungimento delle dimensioni tipiche della varietà coltivata inizia la raccolta dei 󿬁nocchi. Utilizzate la vanga per scalzare le piante, fortemente ancorate al terreno grazie all’apparato radicale molto profondo. Rimuovete le foglie esterne e lavate l’ortaggio. La raccolta non si deve protrarre oltre la seconda     I     C     I     F     E     N     E     B     E      À     T     E     I     R     P     O     R     P

Il finocchio, notissima pianta alimentare, deve le sue proprietà salutari ai frutti e alla radice, che è un valido diuretico. I frutti stimolano l’appetito, favoriscono la digestione e bloccano i processi fermentativi  intestinali; sono utili anche per sedare dolori addominali e frenare nausea  e singhiozzo. Per un bagno rigenerante,

    E     I     T     T     A     L     A     M     E     L     L     A     D     E     N     O     I     Z     N     E     V     E     R     P

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finocchio

Marciumi:  eseguite la rotazione delle colture (attendete

2-3 anni prima di piantare il finocchio o altre ombrellifere nella stessa proda); assicurate un perfetto sgrondo dell’acqua dal terreno; adottate concimazioni contenute. Sclerotinia:  fate in modo che non

si formino ristagni d’acqua nel terreno; eseguite poche concimazioni e irrigazioni; a scopo preventivo può ossicloruro effettuare una irrorazione sicon di rame-20 (80-100 g/10 l d’acqua).

metà di nov novembre embre perché le gelate precoci causano la distruzione dist ruzione del raccolto. Da 10 mq di terreno si ottengono in media 20-30 kg di prodotto. Varietà STANDARD   di Romagna (o di Bologna, di

Parma, di Firenze), di Sarno, di Napoli, di Sicilia, Romanesco, Latina, Mantova Ma ntova-no, Cervino. I BRI D I   Nevo Nevo,, rotondo, pesante, a semina semi na

estiva, di sviluppo lento ma di ingrossamento rapido; Carmo, medio-grosso,

finocchio affetto da Sclerotinia

deodorante e purificante, basta una manciata di frutti frut ti nell’acqua calda.

adatto per semine resiste bene alla pre󿬁oritura; Rudy,estive, Rudy, a semina primaverile, precocissimo.

 

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C O L T I V A R E   L ’ O R T O

Fragaria Fragar ia vesca ves ca

fragola Trapianto Date le dif󿬁coltà di semina, la piantagione delle fragole si effettua utilizzando pianticelle già pronte per la messa a dimora, ottenute con la molti moltiplicazione propaggine o acquistate in plicazione vasetto. per Dopo aver preparato il terreno, prestando molta attenzione alle concimazioni organiche e minerali, realizzate prode larghe 30 cm, alte 25-30 cm e distanti tra loro circa 70-80 centimetri. Stendete sulla proda il 󿬁lm plastico nero di polietilene come copertura pacciamante. A una distanza di circa 25-35 cm sulla 󿬁la praticate i fori dove verranno poste le piantine. Interrate completamente solo le radici, in modo che il colletto emerga per La moltiplicazion moltiplicazionee per propaggine delle  fragole è facile: facile: dagli dagli stoloni si sviluppano pianticelle che possono essere separate dalla pianta madre (1), poste a radicare in vasetti

circa un centimetro. Questa operazione si esegue in primavera o autunno. Cure colturalil’attecchimento delle gio Per favorire vani piante appena trapiantate, irrigate a pioggia con getto a bassa pressione. pressione. 

  A 󿬁ne inverno procedete con la cosiddetta toelettatura delle piantine, che consiste nella rimozione delle foglie o degli stoloni secchi o marcescenti; lasciate solo 2-3 germogli per pianta. 

  In󿬁 In󿬁ne, ne, trattate con solfato di rame  che, oltre ad avere un’azione disinfettante, è anche un valido cicatrizzante. 

(2), per poi essere messe a dimora (3).

1

2

3

 

I   P R  I N C I P A L I   O R T A G G I   |

Raccolta La raccolta nel fragoleto inizia tra aprile e maggio; i frutti vanno staccati con il picciolo possibilmente nelle ore più fresche della giornata. La raccolta è scalare, in media ogni 5 giorni per 10-12 volte.     E     I     T     T     A     L     A     M     E     L     L     A     D     E     N     O     I     Z     N     E     V     E     R     P

Rizottoniosi e Phytophthora: ese-

guite la rotazione lunga delle colture, evitate ristagni di umidità, assicurate una buona circolazione dell’aria in mezzo alle foglie, fate uso ridotto di concimi chimici, scegliete piantine sane e certificate. Muffa grigia e marciume bruno:

fate sgrondare l’acqua il più possibile, contenete concimazioni azotate e irrigazioni ed effettuate trattamenti preventivi a base di ossicloruro di rame20 (70-90 g/10 litri di acqua) fino a 20 giorni dalla raccolta. r accolta. Ragnetto rosso comune: Tetrany-

chus urticae  urticae  è un acaro che può provocare seri danni alla coltivazione della fragola. Si manifesta con decolorazione delle foglie, che prendono i toni del giallo e del grigio, e in seguito vengono ricoperte da fitte ragnatele dell’acaro che le porta al totale disseccamento. Assicuratevi l’acqua sgrondicon il più possibile dalche terreno e bagnate cautela.

    I     C     I     F     E     N     E     B     E      À     T     E     I     R     P     O     R     P

fragola

Le fragole, ricche di  vitamine  (A, C, gruppo B), contengono poco zucchero, e sono quindi tra i rari frutti permessi ai diabetici. Inoltre, possono essere utilizzate come maschera emolliente, schiarente e rivitalizzante per pelli secche e rugose. Il succo dei frutti, applicato sulla pelle, lenisce le scottature solari. Il rizoma della fragola ha proprietà aperitive, depurative e diuretiche  ed è un valido astringente gengivale. gengiv ale. Le foglie, invece, hanno proprietà astringenti per l’epidermide, antiemorragiche e cicatrizzanti.

Varietà Le varietà di fragola si dividono dividono in unifere, che 󿬁oriscono una sola volta in primapri mavera; bifere, che 󿬁oriscono una seconda volta a distanza di un mese; ri󿬁orenti, che 󿬁oriscono di continuo per tutta la buona stagione. Marmolada (unifera), vigorosa e molto produttiva, dà frutti grossi di ottimo aspetto, ha sapore discreto ed è sensibile alla rizottoniosi e al marciume bruno; Addie (unifera), vigorosa, fornisce buone produzioni precoci, dà frutti medio-grossi, di ottimo aspetto e sapore; resiste alla botrite ma è sensibile all’oidio all’oidio.. TRA L E PI Ù D I FFU S E  

ALTRE VARIETÀ   Chandler (bifera), Elsan-

ta (unifera),Tudla Honeyoye (unifera), Selva (ri󿬁orente), (unifera), Idea (unife-

69

ra), Irvine (ri󿬁orente).

 

70

 

C O L T I V A R E   L ’ O R T O

Cichorium endivia crispum, C. endivia latifolium

indivie

indivia riccia

indivia scarola

A   D ESTRA :  imbianchimento

Le numerose varietà coltivate si differenziano per le dimensioni del cespo, la precocità e la rusticità. Si

mente dopo aver effettuato il trapianto. L’epoca per il trapianto va dalla seconda metà di marzo 󿬁no alla seconda metà di settembre o comunque 󿬁no a quando le

distinguono che temono ilindivie freddoricce, e per le quali la coltiv coltivazione azione si conclude nell’autunno, e scarole, che si seminano invece a 󿬁ne estate perché non subiscano il caldo che le induce alla pre󿬁oritura.

condizioni stagionali lo permettono. permet tono.  Nei primi trapianti, come quelli più tardivi, ricoprite ricoprite la terra con tessuto non tessuto che protegge le giovani piante da forti abbassamenti termici e crea un microclima adatto all’attecchimento delle radici.

Trapianto Per quanto riguarda l’indivia si procede da seme o, meglio, trapiantando giovani piante di vivaio. Preparato il terreno, tracciate 󿬁le distanti tra loro 25-30 cm e, a una distanza sulla 󿬁la di 25-30 cm, ponete le piantine all’interno di buchette della profondità di 5-8 cm (in funzione del terreno e del pane di terra). Compri-



della scarola.

mete bene la terra e in󿬁ne in 󿬁ne irrigate legger-

 

I   P R  I N C I P A L I   O R T A G G I   |

    I     C     I     F     E     N     E     B     E      À     T     E     I     R     P     O     R     P

Raccolta L’indivia è ricca di sali minerali e oligoelementi, in particolare di selenio, un antiossidante   che protegge le cellule dall’invecchiamento. Il rapporto potassio/sodio (tanto/pochissimo) le conferisce proprietà diuretiche . Inoltre, le fibre che rendono le foglie  sode e croccanti favoriscono il transito intestinale. Infine, come la lattuga il germe di grano e di mais e il lievito di

È un’operazione di estrema semplicità, che consiste nel taglio del colletto al di sotto del cespo con l’aiuto di un coltello af󿬁lato. Si eliminano quindi le foglie più esterne, che di solito sono sporche o anche marcescenti. Da 10 mq di terreno si ottengono in media dai 10 ai 25 kg di prodotto utile.

birra l’indivia vitamina contiene,B anche se in secco, minor misura, 9, importante per rafforzare le difese immunitarie e attiva contro anemia  e depressione .

Varietà Cicoria Scarola Casco d’Oro, semina da febbraio ad agosto; Cicoria Scarola Cuore Pieno, semina da marzo a settembre; Cicoria Scarola Sca rola Gigante Gigante degli Ortolani, a raccolto autunnale e invernale; Indivia Grossa di Pancalieri, a semina semi na estiva e raccolto inverinvernale; Riccia Fina d’Estate, con foglie rosse alla base; Riccia R iccia d’Estate, a cuore giallo.

Cure colturali   Sono importanti i diserbi  frequenti perché le erbe infestanti, oltre a sottrarre 

elementi nutritivivirosi. a queste insalate, possono trasmettere   L’irrigazione, fondamentale per le colture estive, dovrà essere leggera ma a frequenza quotidiana, evitando di bagnare le foglie. 

 Per alcune varietà si può fare l’ imbianchimento, che rende tenere e chiare le foglie al centro della rosetta: consiste nel legare il cespo, asciutto e pronto per la raccolta, per 1515-20 20 giorni. 

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indivie

    E     I     T     T     A     L     A     M     E     L     L     A     D     E     N     O     I     Z     N     E     V     E     R     P

In tutti i casi: usate buon terriccio per

semine e trapianti, eseguite la solarizzazione del terreno (copertura con teli plastici trasparenti) per disinfettarlo e togliete dalle prode gli avanzi delle colture e distruggeteli. Lumache e limacce: si consiglia di distri-

buire sali disidratanti (sale da cucina, calce in polvere) collocati nelle zone di passaggio di questi molluschi o di attirarli con esche a base di birra.

danni di mosca dell’indivia

 

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C O L T I V A R E   L ’ O R T O

 

Lactuca sativa

lattuga Trapianto Per la lattuga da cespo si procede al trapianto di giovani piante acquistate in vivaio o prodotte in semenzaio. Preparato il terreno, tracciate 󿬁le distanti tra loro 30-40 cm e, a una distanza sulla 󿬁la di circa 20-30 cm, ponete le piantine in buchette, facendo attenzione che il colletto si trovi a livello del terreno e non interrato. L’epoca per il trapianto all’aperto va dalla seconda metà di marzo a metà settembre, in base alla varietà. 

inizio eleapiantine 󿬁ne stagione puòtrapiantate essere utile Acoprire appena con tessuto non tessuto per protegger proteggerle le dall’escursione dall’escursio ne termica. term ica.

Cure colturali   L’irrigazione, essenziale per le lattughe estive, deve essere effettuata a cadenza quotidiana, ma non deve essere abbondante, soprattutto se il terreno è pesante e trattiene umidità. 

 Per la varietà Romana si può procedere all’imbianchimento, legando il cespo un paio di settimane settima ne prima della raccolta. raccolta. 

I lavori nell’orto colture al Meridione semina trapianto raccolta poca attività tunnel

gen enn nai aio o

feb ebbr brai aio o

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apri ap rile le

mag ma ggi gio o

giug gi ugno no

lugl lu glio io

agos ag osto to

sett se ttem embr bree

otto ot tob bre

novem nov emb bre dic icem embr bree

 

I   P R I N C I P A L I   O R T A G G  I   |

Raccolta Quando il cespo ben formato e sodo al centro, e le foglie èpiù esterne sono a ncora ancora sane e verdi: è suf󿬁ciente reciderlo all’alall’altezza del colletto con un coltello af󿬁lato.  Da un metro quadrato di terreno si ottengono in media 1,5-3 kg di prodotto. 

Varietà L A TTU G A A CA PPU CCI O CL A S S I CA   Mera-

viglia delle Quattro Stagioni, Meraviglia d’Inverno, Regina di Maggio, Trocadero, Trocadero, Kranager Krana ger (estiva), (estiva), Regina d’Estate (estiv (estiva) a).. L A TTU G A BRA S I L I A NA I CEBERG    Nabuc-

co, Nerone, Saladin, Chianti, Salinas, Great lake (estiva (estiva), ), Regina dei Ghiacci (estiv (estiva) a).. TIPO B AT ATAVIA AVIA   Canasta, Bionda di Parigi.

    E     I     T     T     A     L     A     M     E     L     L     A     D     E     N     O     I     Z     N     E     V     E     R     P

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lattuga

Muffa grigia, Sclerotinia  e Pythium: eseguite la rotazione

delle colture (almeno 2-3 2-3 anni prima di ripiantare la lattuga nello stesso terreno), assicurate un ottimo drenaggio del terreno, distruggete i residui di coltivazione e irrorate localmente con una soluzione di ossicloruro di rame-20 (90-100 g/10 l d’acqua) cercando di bagnare bene il colletto. Bremia,  Alter  Alternaria naria, muffa grigia e oidio: eseguite la rota-

zione delle colture (come sopra), limitate concimazioni azotate e irrigazioni, asportate e distruggete la vegetazione residua e preferite varietà resistenti alla bremia (Columbus, Lido, Big Boston, Elsa, Jessy, Saladin, Malika, Odessa, Melissa, Canasta).

Bionda degli Ortolani, Bionda Colosseo, Balloon (estiva), Bionda Lentissima a Montare (estiva). TI PO ROMA NA  

LATTUGA A CESPO MORBIDO O DA TAGLIO 

(da seminare a spaglio) Lollo Rossa e Lollo Verde, Red Salad Bowl.

    I     C     I     F     E     N     E     B     E      À     T     E     I     R     P     O     R     P

Le foglie  di lattuga hanno proprietà diuretiche, dovute al vantaggioso rapporto potassio/sodio. Inoltre contengono elevate quantità di fibre che le rendono sode e croccanti, ma anche un toccasana per l’intestino. Infine, come altre piante ortive da foglia, la lattuga possiede buone quantità di vitamina  B9, antianemica  e antidepressiva   e utile per rafforzare  le difese immunitarie.

Lattuga a cespo morbido, o “da taglio”.

 

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C O L T I V A R E   L ’ O R T O

 

Solanum melongena

melanzana Semina e trapianto Preparate le prode per il trapianto delle melanzane vangando la terra per 30-40 cm di profondità e sopraelevate le prode per permettere un veloce sgrondo delle acque gli interventi gazionesuper󿬁ciali per in󿬁ltrazione in󿬁ltraezione laterale. di irriTracciate le 󿬁le alla distanza di 80-100 cm tra di loro e distanziate le piantine di circa 50-70 cm l’una dall’altra. Effettuate la messa a dimora interrando le giovani radici a 7-8 cm di profondità. Utilizzate piantine con 4-5 foglie ben sviluppate. Bagnatele regolarmente ma con parsimonia. All’aperto l’epoca di trapianto va da 󿬁ne aprile a 󿬁ne maggio. Cure colturali   Eliminate le erbe infestanti con regolari sarchiature, utili tra l’altro per 

rendere il terreno più arieggiato e meno compatto. Eseguite anche una leggera rincalzatura che, oltre a permettere una più facile irrigazione alla base delle piante, fornisce sostegno e ancoraggio. a ncoraggio.   La pacciamatura è un’ottima pratica



colturale in quanto consentediuna drastica riduzione degli interventi pulizia; si esegue con 󿬁lm plastici neri.  Abbondanti e frequenti irrigazioni nel periodo estivo portano grandi bene󿬁ci 

I lavori nell’orto semina trapianto raccolta tunnel

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I   P R I N C I P A L I   O R T A G G I   |

A

B

    I     C     I     F     E     N     E     B     E      À     T     E     I     R     P     O     R     P

La melanzana normalizza le funzioni del fegato, riduce il tasso di colesterolo nel sangue, stimola la diuresi e l’eliminazione di scorie azotate. Per queste virtù è un depurativo generale, un disintossicante e un ricostituente , per esempio dopo lunghe malattie o trattamenti con antibiotici. Per uso esterno, la polpa fresca può essere impiegata per lenire arrossamenti della pelle e scottature.

Varietà TOND A , S TA ND A RD   Black

alle piante di melanzana, a condizione che l’acqua bagni il terreno ter reno e non le foglie.  Un tutore di 1 m di altezza a ltezza è pressoché indispensabile per legare la pianta al 󿬁ne 󿬁 ne di assicurarne la stabilità, specie quando è in piena produzione. produzione. 

Raccolta La raccolta si esegue quando i frutti f rutti hanno raggiunto le dimensioni e il colore tipici della varietà: al momento dell’asportazione, è opportuno provvedere a ruotarli, in modo da staccare anche il picciolo. È consigliabile non ritardare troppo questa operazione, in quanto i frutti, invecchiando, diventano duri,unlasapore bucciaamaro. si decolora e i semi acquistano

Beauty, Ton-

da di Firenze, Piccola Genovese, Tonda Bianca Sfumata Rosa. I B R I D I  Nite King, Purpura. OVALE, STANDARD  Florida Market, Bian-

ca Ovale. I B R I D I  Bonica, Galine. L U NG A , S TA ND A RD   Long

Purple, Riminese. I BRI D I  Baluroi, Marfa, Sicilia.     E     I     T     T     A     L     A     M     E     L     L     A     D     E     N     O     I     Z     N     E     V     E     R     P

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melanzana

 Verticillosi  Verticill osi: eseguite rotazioni al-

meno di 3 anni e utilizzate piante innestate su pomodoro Kyndia F1 resistenti alla malattia. Phoma e  Alt  Altern ern aria : contenete le

concimazioni, irrigate per infiltrazione laterale e se necessario effettuate un trattamento preventivo con ossicloruro di rame-20 (70-90 g/10 l d’acqua).

Il tutore per sostenere il fusto della pianta va legato al fusto principale (A) e al ramo della prima diramazione (B).

 

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C O L T I V A R E   L ’ O R T O

 

Cucumis melo

melone Semina e trapianto La semina avviene al a l riparo in contenitori alveolari di polistirolo polistirolo.. Ponete 2-3 semi in ogni alveolo con l’apice rivolto verso il basso a circa 1 cm di profondità. Attenzione: se maneggiate con cautela i semi che, anche abbastanza grossi, sono delicati. delicati. In alternativa ai contenitori alveolari potete seminare in vasetti di plastica, interrando 3 semi in ogni vasetto.  L’epoca della semina in ambiente protetto va da 󿬁ne gennaio ai primi di marzo, ma anche a epoca più avanzata nelle regioni in cui, arrivando tardi l’estate,

  In maggio trapiantate le piantine all’aperto in terra vangata e concimata con letame; sopraelevate le 󿬁le di 10-15 cm e realizzate dei solchi tra una 󿬁la e





non sarebbe mettere a dimora le piantine (chepossibile necessitano di molto caldo per svilupparsi) in piena terra. Nei climi miti potete anche seminare direttamente a dimora a partire da metà aprile.

l’altra per irrigare l’altra i rrigare senza bagnare le foglie. Cure colturali   Il primo intervento di cimatura  va fatto quando le piantine hanno almeno 

I lavori nell’orto semina trapianto raccolta poca attività

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I   P R I N C I P A L I   O R T A G G I   |

4 foglie, asportando la coppia di foglie dell’apice. Si formeranno rami laterali che andranno cimati dopo la terza foglia. Quando si saranno formati i frutti, se ne lasceranno solo 2-4 su ogni pianta.   Irrigate  di tanto in tanto per infiltrazione laterale (distribuendo cioè acqua tra i solchi) nelle prime fasi di sviluppo; bagnate solo in caso di forte siccità dopo l’allegagione (cioè il passaggio da fiore a frutto) e l’ingrossamento dei frutti. 

    E     I     T     T     A     L     A     M     E     L     L     A     D     E     N     O     I     Z     N     E     V     E     R     P

Le malattie più frequenti sono praticamente incurabili, è quindi fondamentale fare una buona prevenzione. Fusariosi: eseguite rotazioni lunghe

(3-4 anni prima di coltivare nuovamennuov amente melone o altre cucurbitacee nello stesso terreno) e preferite varietà resistenti o meno delicate come Carlo F1, Laro F1, Soleado F1, Calipso F1, Parsifal F1.. Se riuscite F1 r iuscite a trovarle, usate piantine di melone innestate. Oidio: preferite varietà tolleranti tra

cui Parsifal F1 e Calipso F1; solo se risultasse necessario per salvare il raccolto, irrorate le foglie con zolfo bagnabile-80 (7-10 g/10 l di acqua) nelle

    I     C     I     F     E     N     E     B     E      À     T     E     I     R     P     O     R     P

melone

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Il melone è un frutto molto dissetante; se consumato nel corso dei pasti o come piacevole intermezzo durante la giornata, rinfresca e reintegra nell’organismo l’acqua persa con il sudore. Oltre all’acqua, il melone contiene anche una notevole quantità di sali minerali  e vitamina A e C. L’alto contenuto di potassio lo rende un ottimo integratore, soprattutto dopo aver effettuato attività fisiche.

Struttura della pianta di melone quando il frutto è in fase di sviluppo.

Raccolta Inizia quando il peduncolo comincia a screpolarsi e il frutto ha raggiunto le dimensioni, il colore e il profumo tipici della varietà. La raccolta si esegue recidendo il picciolo con un coltello af󿬁lato onde evitare di spez-

cirri

zare i rami.  Da 10 mq di terreno si ottengono otte ngono circa 20-30 kg di meloni. 

Varietà A FRU TTO L I S CI O  Cantalupo Charentais,

Honey Dew, Jolly, Tamaris, Pamir.

foglie vere

A FRU TTO RETA TO

ore più fresche della giornata.

 

  Supermarket, Rony, Supersprint, Supersprin t, Burpus.

cotiledoni

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C O L T I V A R E   L ’ O R T O

 

Solanum tuberosum

patata

Semina Il terreno deve essere preparato all’inizio della primavera con la vangatura e l’aggiunta di una grande quantità di letame molto maturo. Tracciate i solchi distanti tra t ra di loro circa 60 cm e profondi 7-10 centimetri. Ponete i tuberi a circa 30 cm l’uno dall’altro e coprite con poca terra. Cure colturali   Due settimane dopo la piantagione, procedete alla prima rincalzatura, radunando terra sui due lati della 󿬁la, in modo che i germogli restino coperti. Ripetete la

bagnare tra i solchi, preferibilmente preferibilmente nelle ore serali o notturne, per non esporre la pianta a bruschi sbalzi termici.

stessa operazione a un mese di distanza.   L’irrigazione per la patata non è necessaria, se non in annate particolarmente siccitose. In questo caso bisogna

Raccolta Avviene durante l’estate, da metà luglio a 󿬁ne agosto, in base alla maggiore o minore precocità della varietà coltivata.





I lavori nell’orto patate novelle patate media epoca patate tardive raccolta

 

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I   P R  I N C I P A L I   O R T A G G I   |

Si procede alla raccolta quando la vegetazione si presenta ingiallita, a dimostrazione che la formazione dei tuberi è completata. Prima di dissotterrarli, provvedete all’asportazione dei fusti e delle foglie, quindi scalzate con l’aiuto della vanga le rincalzature, da sotto le quali emergeranno i tuberi. Da 10 mq di terreno si ottengono in media 20-40 kg di patate.   La conservazione  deve essere fatta all’interno di ambienti privi di luce, in modo da impedire l’inverdimento della buccia, fenomeno che rende i tuberi amarognoli e non commestibili.

    E     I     T     T     A     L     A

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patata

Batteriosi: fate in modo che l’acqua pio-

vana possa da defluire gate tuberi seme velocemente; certificati. impieDorifora: su superfici limitate eseguite

la raccolta a mano quando appaiono i primi insetti adulti e poi le larve; per superfici elevate intervenite con un prodotto a base di Bacillus thurin che può essere irrorato fino a  giensis, che  giensis, 3 giorni dalla raccolta.

dorifora della patata



Tuberi globosi, buccia liscia e chiara, produzione medio-precoce. I tuberi, specie in terreni pesanti e mal strutturati, possono assumere forme irregolari.

Varietà

K E N N E B E K  Produzione abbondante e tar-

SPUNTA   Tuberi

diva. Sensibile al fenomeno dell’inverdimento se i tuberi sono esposti alla luce del sole e non vengono ben coperti di terra.

di forma regolare allungata, buccia liscia e gialla, produzione precoce e abbondante.     I     C     I     F     E     N     E     B     E      À     T     E     I     R     P     O     R     P

 

JA ERL A  

La patata ha un alto contenuto di zuccheri e di vitamina C: ben 24 mg per 100 g di tubero maturo, ma la quantità diminuisce con la conservazione. Inoltre, questo tubero è ricco di sali minerali, quali potassio, cromo, magnesio e fosforo. Per le spiccate proprietà antifermentative trova impiego come antidiarroico.

piantagione nel solco, a 7-10 cm di profondità

Fasi di coltivazione della patata. seconda rincalzatura

copertura con terreno

prima rincalzatura

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C O L T I V A R E   L ’ O R T O

 

Capsicum annuum

peperone

Semina e trapianto La semina deve avvenire in ambiente protetto a 󿬁ne inverno, mantenendo la temperatura superiore a 20 °C almeno sino alla germinazione. Se si acquistano piantine già pronte per il trapianto, le prode devono essere preparate con anticipo e sopraelevate, al 󿬁ne di garantire un miglior m iglior de󿬂usso dell’acqua.   La messa a dimora si esegue da 󿬁ne aprile a tutto maggio (mai con temperatura inferiore a 15 °C) su 󿬁le distanti tra loro circa 70-80 cm, in cui praticare delle buchette a una distanza di 40-45 cm sulla 󿬁la, in cui interrare il pane di radici avendo cura di tenere il colletto sopra il terreno. 

Cure colturali   Al momento del trapianto è ottimale 

provvedere alla pacciamatura con 󿬁lm plastico nero, ricoprendo con la terra i lembi lungo lungo il perimetro della proda perché non si sollevi; andranno praticati alcuni fori intervallati quanto serve per la piantagione.  Il lento sviluppo iniziale lascia il tempo alle erbe infestanti di proliferare e alla terra di coprirsi di una crosta dura: entrambi gli inconvenienti possono essere risolti con la sarchiatura. 

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colture al Meridione semina trapianto raccolta

 

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I   P R I N C I P A L I   O R T A G G I   |

 L’irrigazione dovrà essere regolare 󿬁no  L’ all’allegagione (cioè il passaggio da 󿬁ore a 

frutto), badando a non bagnare le foglie.  Per evitare che, con il peso dei frutti, le rami󿬁cazioni laterali possano rompersi, si ricorre a robusti tutori, ai quali le piante vengono legate subito dopo il trapianto. 

Raccolta A seconda della varietà, i peperoni si raccolgono quando il colore, le dimensioni e ilstici. pesoPer delle bacche quelli carattericarat terievitare la sono spaccatura dei rami, tagliate il picciol piccioloo dei frutti fr utti con le forb forbici ici o con un coltello tagliente. All’aperto la raccolta inizia verso metà luglio e si protrae sino a inizio autunno.     E     I     T     T     A     L     A     M     E     L     L     A     D     E     N     O     I     Z     N     E     V     E     R     P

Cancrena pedale: eseguite una ro-

tazione lunga della coltura (3 anni e più prima di ricoltivare peperoni nello stesso terreno), garantite un ottimo drenaggio ed eseguite concimazioni azotate minime. Batteri, Alter  Alternaria naria e botrite: evita-

te impianti fitti e concimazioni azotate, irrigate senza bagnare le foglie e i frutti e intervenite con prodotti a base di ossicloruro di rame-20 (60-80 (60-80 g/1 g/100 l di acqua) solo se fosse indispensabile.

    I     C     I     F     E     N     E     B     E      À     T     E     I     R     P     O     R     P

Il peperone è ricchissimo di  vitamine B e C  e contiene una modesta quantità di provitamina A (carotene). Sono note le proprietà aromatizzanti del peperone e ancora di più della varietà piccante, il peperoncino, che favorisce le attività digestive stimolando la secrezione gastrica. A contatto con la pelle il peperone determina una sensazione di calore, dovuta alla stimolazione dei tessuti nervosi. Questa peculiarità è sfruttata nella produzione di cerotti contro nevralgie, reumatismi e geloni.

 Da circa 10 mq di terreno si ottengono in media 25-35 kg di peperoni. 

Varietà Quadrato d’Asti, Super Golia e Carmagnola (giallorosso); Galdino e Golden Calwonder, a frutto giallo; Keystone Resistant Giant n. 3 e California Wonder con frutti rossi. I BRI D I   Ideal, Kali, Duplo, Ghibli, Jolly Giallo e Rosso. QUADRATA, STANDARD 

RETTA NG OL A RE L U NG A E S EMI L U NG A , STANDARD  Marconi, di Nocera.

Lux, Mikalor, Olber, Eldorado, Gladiator,, Cancun, Gladiator Ca ncun, Clovis, Osir, Mayata. I BRI D I  

CONI CA  Cuneo F1 e Cuneo. A FORMA D I CORNO   Hot

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C O L T I V A R E   L ’ O R T O

Large, Diablo,

Ringo. A FORMA D I POMOD ORO   Topepo

Topepo.

 

peperone

391 e

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Pisum sativum

pisello

Semina La preparazione del terreno per la semina del pisello non richiede una vangatura profonda né concimazioni abbondanti, ma il terreno deve essere ben drenato per evitare ristagni d’acqua. A questo scopo le 󿬁ledidovranno quindi essereal sopraelevate circa 10 cm rispetto piano di campagna per evitare ristagni. Tracciate le file, distanti tra loro 30 cm per le varietà nane e circa 50-60 cm per le varietà rampicanti, seminate sulla fila a distanza di 7-10 cm, coprendo con 1-2 cm di terra. Come per il fagiolo, si dice che il seme del pisello debba “sentire le campane”, a indicare una semina molto super󿬁ciale. La germinazione può avvenire anche a 4 °C. Si semina perciò anche in autunno per la germinazione germina zione primaverile primaverile precoce.

Cure colturali   Procedete periodicamente alla sarchiatura per rimuov ri muovere ere le erbe infestani nfestanti oppure fate ricorso alla pacciamatura  sulla 󿬁la con un telo te lo di plastica nera. Le varietà rampicanti necessitano di un’opportuna un’ opportuna struttura str uttura di sostegno. 

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semina raccolta

 

I   P R  I N C I P A L I   O R T A G G I   |

pisello

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    I     C     I     F     E     N     E     B     E      À     T     E     I     R     P     O     R     P

Data la minore concentrazione di amido, i piselli risultano più digeribili di altri legumi e contengono pochi lipidi, trovando quindi impiego anche nelle diete ipocaloriche. Sono dotati, inoltre, di buone quantità di sali minerali  come potassio,  fosforo e calcio. Possono essere consumati sia freschi sia secchi e, se particolarmente giovani e piccoli, sono ottimi aggiunti crudi nelle insalate.



  Le irrigazioni  devono essere limitate ma frequenti, almeno durante l’accrescimento iniziale; vanno evitate nel momento di formazione dei 󿬁ori, per il rischio che cadano. Praticate poco prima della raccolta, invece, provocano un aumento della produzione produzione e una migliore qualità dei piselli. Come per molte altre orticole, si consiglia di irrigare con l’in-

    E     I     T     T     A     L     A     M     E     L     L     A     D     E     N     O     I     Z     N     E     V     E     R     P

Fusariosi, Pythium: eseguite la rotazione delle coltu-

re (attendete 2-3 anni prima di coltivarli nello stesso terreno), approntate un ottimo sgrondo dell’acqua piovana e di irrigazione dal terreno e preferite varietà resistenti alla fusariosi come Progress n. 9. Peronospora, Perono spora, muffa g rigia: limitate le con-

cimazioni e il numero di piante per metro quadrato, assicurate adeguato sostegno alle varietà rampicanti e non esagerate con le irrigazioni.

peronospora del pisello

Varietà Tra le varietà da consumo diretto consigliamo Gigante a Fiore Bianco, Gigante Svizzero, Gigante Dorato.

󿬁ltrazione o a scorrimento, per non bagnarelaterale vegetazione e 󿬁ori. Raccolta La raccolta si esegue scalarmente e a mano, staccando i baccelli dalla pianta facendo attenzione a non danneggiare le in󿬁orescenze e le rami󿬁cazioni.  La produzione varia tra 3 e 5 kg di pi-



selli sgusciati per 10 mq di terreno.

 

84

 

C O L T I V A R E   L ’ O R T O

Giovani esemplari di varietà rampicante  già affiancati affiancati alle reti reti di sostegno.

Solanum lycopersicum

pomodoro

Semina e trapianto La semina si esegue verso la 󿬁ne di febbraio in contenitori alveolari in ambiente protetto. Aiutandovi con uno stuzzicadenti o con una pinzetta ponete un singolo seme per ogni alveolo; in seguito     I     C     I     F     E     N     E     B     E      À     T     E     I     R     P     O     R     P

ricoprite con 2-3 mm di terriccio e con il velo di tessuto non tessuto per evitare sbalzi di temperatura. 

Il pomodoro è un concentrato di buona salute: ha azione rinfrescante, aperitiva, astringente , dissetante, diuretica  e digestiva, soprattutto nei confronti degli amidi, e rappresenta un ottimo rimedio per combattere l’inappetenza, l’azotemia elevata, l’arteriosclerosi, disturbi gastrici e intestinali. È ricco di vitamine (A, B1, B2, B6,

 Ottenute  Ott enute piantine con 4-6 foglie vere (a (a 60-80 giorni dalla semina, ovvero verso 󿬁ne aprile o inizio maggio), procedete al trapianto. Tracciate le 󿬁le a una distanza di 70-100 cm e scavate una buchetta ogni 35-40 cm sulla 󿬁la. Ponetevi la piantina con il suo pane di terra e rincalzate bene la terra alla base. Concludete con una leggera irrigazione.

C, E, K e PP) e di sali minerali (boro, calcio, ferro, fosforo, iodio, magnesio, manganese, potassio, rame, sodio, zinco, zolfo). I pomodori sono ideali per chi fa attività sportiva poiché, essendo ricchi di potassio, prevengono i crampi muscolari. Le foglie di pomodoro tritate e applicate sulla pelle sono un rimedio contro le punture di insetti.

Cure colturali   L’irrigazione, da eseguire solo per infiltrazione laterale, deve essere modesta nelle fasi iniziali della coltura fino alla formazione dei frutticini. In seguito continuate a somministrare poca acqua, ma con maggiore frequenfrequenza, per evitare la spaccatura o la scre

polatura dei frutti.

 

I   P R  I N C I P A L I   O R T A G G I   |

pomodoro

85

licatamente, ruotandoli sul picciolo per evitare di danneggiare i frutti vicini e la vegetazione.

Le piante da semenzaio presentano spesso un  fusto allungato. allungato. In questo caso occorre preparar prepararee un solco in cui adagiare il fusto, ricoprirlo con la terra e legare la piantina a un tutore.

 Da 10 mq di terreno ter reno si possono ottenere in media 40-50 kg di pomodori. 

Varietà da mensa CL A S S I CA   Montecarlo, Carmelo, Tipo Ace, Fandango, San Pietro. A FRU TTI MA TU RI   Luana,

Rita, Monika,

Italico, Brio, Durinta. CI L I EG I NO  Naomi, Cherelino. D A I ND U S TRI A  San Marzano, Roma, Ear-

  La rincalzatura, operazione che consiste nell’accostare terra attorno alla base del fusto, provoca l’emissione di nuove radici super󿬁ciali, che migliorano l’assorbimento sorbimen to di sostanze sostan ze nutrienti e la stabilità delle piante. 



cimatura rinvigorisce i rami late  Lache rali produrranno frutti e la sfemminellatura  elimina i germogli che sottraggono nutrimento, senza alcuna utilità ai 󿬁ni della produzione.

Raccolta La raccolta inizia durante l’estate, nella prima decade di luglio, e si protrae sino ai primi freddi. Staccate i pomodori de-

 

86

 

C O L T I V A R E   L ’ O R T O

peronospora su frutto e foglia

lymech, Earlypeel.     E     I     T     T     A     L     A     M     E     L     L     A     D     E     N     O     I     Z     N     E     V     E     R     P

Peronospora, septoria: rispettate le distanze

di trapianto, contenete le concimazioni azotate, non bagnate le foglie durante l’irrigazione, impiegate la pacciamatura con teli plastici e solo se necessario eseguite trattamenti con ossicloruro di rame-20 (70-90 (7 0-90 g/1 g/100 l d’ac d ’acqua) qua) fino a 20 giorni g iorni dalla raccolta. Afidi: intervenite con prodotti a base di piretrine naturali

(6-8 g/10 l d’acqua) se gli attacchi sono consistenti.  Virosi: per prevenirle potete ricorrere a varietà resistenti come

Fandango e Carmelo. Nematodi: eseguite rotazioni di 3-4 anni prima di coltivare di

nuovo pomodori. Le varietà v arietà Fandango e Carmelo sono meno attaccabili da questi vermi.

 Allium porrum

porro

Semina e trapianto Le varietà precoci vanno seminate a gennaio su letto caldo per il raccolto di giugno-luglio; quelle estivo-autunnali si seminano in marzo in semenzaio o direttamente all’aperto per la raccolta tra agosto e novembre; in󿬁ne, le varietà tardive, t ardive, da raccogliere tra l’autunno e l’inverno, vanno seminate a maggio direttamente in piena terra. Ulteriori semine eseguite in settembre daranno il raccolto l’anno successivo a 󿬁ne primavera, purché la coltura nei mesi più freddi venga protetta con paglia o foglie secche.  Il trapianto si esegue dopo 11-12 setti-



mane semina, le piantine hannodalla raggiunto 15 quando cm di altezza, distanziandole sulla 󿬁la di 8-20 cm e tra le 󿬁le di 30-35 centimetri.

Cure colturali Pianta resistente al freddo, il porro si adatta bene ai climi temperati e temperato-caldi. Vanno evitate le concimazioni eccessive, che ne riducono la resistenza al gelo.   A 30-40 giorni dalla semina occorre procedere al diradamento delle piantine. 

I lavori nell’orto gen enn nai aio o

feb ebbr brai aio o

marz ma rzo o

apri ap rile le

mag ma ggi gio o

giug gi ugno no

lugl lu glio io

agos ag osto to

sett se ttem embr bree

otto ot tob bre

novem nov emb bre dic icem embr bree

semina raccolta

 

I   P R I N C I P A L I   O R T A G G  I   |

porro

87

    I     C     I     F     E     N     E     B     E      À     T     E     I     R     P     O     R     P

Oltre ad avere un buon contenuto di  vitamine, il porro è anche ricco di minerali preziosi per l’organismo umano: per la formazioferro (indispensabile ne dei globuli rossi), magnesio  (importante per il sistema nervoso) ner voso),, zolfo  (indicato per contrastare la fermentazione intestinale), sodio  (combatte l’acidità), silicio (prezioso per i tessuti ossei ed epiteliali) epiteliali)..

  Durante il ciclo colturale del porro sono utili sarchiature  frequenti, per arieggiare il terreno e ridurre lo sviluppo delle infestanti. 

 In󿬁ne, 2-3 settimane prima della raccolta, coprendo di terra i primi 10-15 cm di pianta (rincalzatura) si ottiene l’imbianchimento della parte par te commestibile. commestibile. 

Raccolta Il massimo ingrossamento dei fusti si veri󿬁ca a 5-6 mesi dalla semina (3-4 mesi dal trapianto), ma la raccolta può essere effettuata a qualsiasi stadio di crescita. Si inizia a maggio e, se le semine sono state scalari, si prosegue in pratica per tutto l’anno.

 

88

 

C O L T I V A R E   L ’ O R T O

    E     I     T     T     A     L     A     M     E     L     L     A     D     E     N     O     I     Z     N     E     V     E     R     P

Fusariosi e nematodi: eseguite ro-

tazioni lunghe delle colture (attendete 3-4 anniporri prima di piantare stesso terreno o altri ortaggi nello della stessa famiglia, come cipolla, scalogno, aglio). Botrite, marciume bianco: evitate

ristagni d’acqua curando il drenaggio e le sarchiature; è meglio eseguire l’impianto a fine inverno.

Varietà P O R R I E S T I V I   Semina

a gennaio-marzo e raccolta a maggio-giu maggio-giugno. gno. PORRI A U TU NNA L I   Presentano

una scarsa resistenza al freddo, si seminano in febbraio-marzo e si raccolgono da luglio a ottobre. PORRI I NVERNA L I  Notevolmen Notevolmente te resisten-

ti al freddo, sono adatti quindi a svernare in pieno campo; semina in aprile-maggio, raccolta a novembre-marzo. PORRI BA S TONCI NI 

Semina in settembre e raccolta in aprile.

La raccolta del porro inizia a 5-6 mesi dalla semina, quando la base del fusto inizia a ingrossarsi.

Cichorium Cichor ium intybus

radicchio

Semina e trapianto La semina può avvenire in tutti i periodi dell’anno (tranne i più freddi), ma queste insalate sono più apprezzate nel periodo invernale e primaverile, perciò la coltivazione prende l’avvio a partire dall’inizio dell’estate in un terreno ben af󿬁nato e

Cure colturali  Sono importanti gli interventi di rimozione delle infestanti in quanto sottraggono elementi nutritivi dal terreno, con danno alle piante in coltura.

non eccessivamente fertile. Si può anche procedere al trapianto di giovani piante acquistate con l’apparato radicale già ben sviluppato e le prime foglie che formano un abbozzo di rosetta. La messa a dimora avviene in 󿬁le distanti 25-35 cm e con una distanza sulla 󿬁la di 25-30 cm, interrando le radici a una profondità maggiore nei terreni sabbiosi.

trapianti d’estate, dovràper essere effettuata, per quanto possibile, in󿬁ltra in󿬁ltrazione zione laterale, con bagnature leggere e a frequenza quotidiana. Questa pratica, oltre a evitare pericolosi appassimenti, appassimenti, ridurrà al minimo la possibilità che si veri󿬁chi una 󿬁oritura antici a nticipata. pata.



  L’irrigazione, essenziale per i primi



 In autunno, quando i cespi sono completamente 

radicchio di Treviso precoce radicchio rosso di Verona

radicchio di Tre Treviso viso

 

I   P R I N C I P A L I   O R T A G G I   |

radicchio

89

margine     I     C     I     F     E     N     E     B     E      À     T     E     I     R     P     O     R     P

Il radicchio è ricco di fibre, sali minerali  e  vitamine, ha proprietà depurative ed è consigliato in caso di stitichezza, cattiva digestione, problemi di pelle, artrite e reumatismi. Inoltre è utile in caso di diabete e insonnia e, grazie al basso apporto calorico, rientra nella dieta contro l’obesità.

sviluppati, si può procedere all’imbianchimento per rendere più tenere le foglie del cuore. Bisogna legare il cespo quando le foglie sono asciutte, in modo da accentuare l’imbianchimento della nervatura centrale. Raccolta Il taglio si effettua sotto il cespo, all’altezza del colletto, con un coltello af󿬁lato. Si eliminano quindi le foglie esterne, danneggiate o marcescenti. Se si lasciano nel terreno le grosse radici a 󿬁ttone, all’inizio della primavera è possibile fare un secondo raccolto di foglioline tenere e colorate, prima di eliminare i resti della coltura e vangare la terra per predisporre quelle nuove.  Mediamente da 1 mq di terreno si ottengono 1,5-3 kg di radicchio. 

 

90

 

C O L T I V A R E   L ’ O R T O

nervature

Varietà Cespo piccolo tondeggian-

Il cespo di radicchio al momento

te, foglie dolci rosso vivo.

della raccolta.

RADICCHIO ROSSO DI VERONA 

RA D I CCH I O

DI

TREVI S O 

Foglie lunghe, rosse, spiccatamente amare, con nervature centrali molto accentuate. Varietà pregiata, nelle varianti precoce e tardivo. RA D I CCH I O

DI

lamina o lembo

fittone

CH I OG G I A 

Cespo tondeggiante di grossa taglia, con foglie variegate di colore bianco crema.     E     I     T     T     A     L     A     M     E     L     L     A     D     E     N     O     I     Z     N     E     V     E     R     P

costolatura

foglie che attorniano il cespo

Muffa grigia e Sclerotinia: effettuate la

rotazione delle colture, garantite un ottimo drenaggio del terreno; solo se necessario intervenite con irrorazioni pianta per pianta con una soluzione di ossicloruro di rame-20 (80-90 (80-90 gr ammi per grammi 10 litri d’acqua) cercando di bagnare bene il colletto. Muffa grigia e oidio: effettuate la rotazione

delle colture, rispettate le distanze di trapianto, limitate le concimazioni, irrigate senza bagnare le foglie; quando legate i cespi per l’imbianchimento procedete solo se le foglie sono ben asciutte.

tracheomicosi del radicchio

 Apium graveolens graveolens dulce

sedano

Semina e trapianto Si semina al riparo in semenzaio a inizio primavera. Le piantine si ripicchettano una prima volta quando hanno emesso 2-4 foglie. Solo con il rialzo de󿬁nitivo della temperatura potranno essere trapiantate de󿬁nitivamente a dimora. Seminate sempre rado: un grammo semente di sedano contiene sino a 2.000disemi!

I sedani per il consumo autunnale e invernale possono invece essere seminati direttamente nell’orto nell’ ortoessere in maggio-gi m aggio-giugno. ugno. Le prode dovranno sopraelevate di 10-15 10-15 cm al 󿬁ne di ridurre il rischio r ischio di ristagni idrici. Eseguite il trapianto di piantine che hanno raggiunto l’altezza di circa 15 cm in giornate coperte oppure verso sera, annaf󿬁ando subito dopo perché il terreno rimanga fresco. Il sedano, infatti, soffre un po’ il trapianto, soprattutto nei terreni asciutti ed esposti in pieno sole. Le distanze di trapianto sono di 50 cm tra le 󿬁le e di 30 cm sulla 󿬁la. Cure colturali  Intervenite periodicamente nell’inter󿬁la con zappettature allo scopo di eliminare le erbe infestanti e di rompere la crosta super󿬁ciale della terra. 

Diversi sistemi di imbianchimento.

protezione

di paglia e cartone

rincalzatura

con terra

 

I   P R I N C I P A L I   O R T A G G I   |

  L’irrigazione dovrà avvenire in modo



    E

sedano

91

regolare ed essere leggera, senza mai bagnare le foglie per non favorire l’insorgenza di malattie. La siccità rende dure e 󿬁brose le coste.   Per l’imbianchimento procedete alla legatura delle piante asciutte e coprite di terra la base dei cespi. Le coste esterne, più verdi e tenaci, serviranno come aroma in cucina, quelle interne, chiare e croccanti, potranno essere consumate crude. 

    I     T     T     A     L     A     M     E     L     L     A     D     E     N     O     I     Z     N     E     V     E     R     P

Rhizoctonia, Sclerotinia  e batteriosi:

eseguite la rotazione delle colture (attendete 3-4 anni prima di coltivare il sedano nella stessa proda), rispettate le distanze di trapianto e assicurate un ottimo sgrondo delle acque piovane. Septoriosi: eseguite la rotazione delle col-

ture, rispettate le distanze di trapianto, non bagnate le foglie in fase di irrigazione e imbianchite solo le piante asciutte.

Sclerotinia

Varietà Raccolta Durante tutto il ciclo di coltivazione si possono asportare le coste esterne a mano a mano che servono. Una volta raggiunto il pieno sviluppo, sviluppo, i cespi vanno va nno poi raccolti interi, tagliandoli alla base.     I     C     I     F     E     N     E     B     E      À     T     E     I     R     P     O     R     P

D A COS TE VERD I  Vert

d’Elne, Gigante di Romagna, Verde da Taglio. D A COS TE BI A NCH E  Dorato

co Pieno. D A COS TE ROS S E  (sopporta meglio il fredfre d-

do) Rosso di Torino, Martine Red. Foglie e radici hanno proprietà diuretiche, sudorifere e depurative e colla-

S ED A NO RA PA   Gigante

Di Parigi.

borano a ritrovare il benessere caso di reumatismi, uricemia, renella einobesità. Inoltre il sedano stimola la digestione  e la secrezione biliare. Il succo centrifugato, bevuto prima dei pasti principali, è un ottimo rimineralizzante . I frutti del sedano, che maturano nel secondo anno di coltivazione, favoriscono l’eliminazione dei gas intestinali.

 

 

Spinacia oleracea

C O L T I V A R E   L ’ O R T O

di Praga, Elne,

Distanze di impianto del sedano.

 c  c m  5 0

30 cm

92

d’Asti, Bian-

spinacio Semina La semina avviene direttamente a dimora in tutti i periodi dell’anno, esclusi quelli più freddi e più caldi: nel primo caso i semi non riuscirebbero a germinare, mentre nel secondo lespinacio piantineè,andrebbero Lo infatti, unasubito colturaa seme. tipica delle mezze stagioni e, seminato a 󿬁ne estate, può restare nel terreno anche in inverno senza problemi. I semi sono grossi e facili da distribuire, mantenendoli comunque ben distanziati (6-8 cm in tutte le direzioni). direzioni). Cure colturali   Per la coltivazione  dello spinacio si scelga un appezzamento ben esposto al sole, con terreno sciolto. Sembra dare 

ottimi risultati la consociazione con il pisello.  In caso di semina 󿬁tta, bisogna intervenire con un diradamento quando le piantine sono alte pochi centimetri e hanno prodotto le prime vere foglie. 

 Essendo una pianta piuttosto sensibile alla siccità, è importante ricorrere a irrigazioni frequenti, oppure coprire la coltura con uno strato di compost o torba, che impedisce la rapida evaporazione dell’acqua dell’ acqua super󿬁ciale. 

I lavori nell’orto gen enn nai aio o

feb ebbr brai aio o

marz ma rzo o

apri ap rile le

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lugl lu glio io

agos ag osto to

sett se ttem embr bree

otto ot tob bre

novem nov emb bre dic icem embr bree

semina raccolta

 

I   P R I N C I P A L I   O R T A G G  I   |

    I     C     I     F

Ricchi di fibre e di sali minerali come

spinacio

giornate lunghe, e quindi sono più adatte per la coltivazione nelle altre stagioni.

93

    E     N     E     B     E      À     T     E     I     R     P     O     R     P

potassio, ferro, calcio e fosforo, per S PI NA CI A FOG L I E BOL L OS E  

 vitamina A (di poco inferiore a quello della carota) e C gli spinaci dovrebbero

d’inverno d’inverno, , Riccio R iccio di Castelnuov Castelnuovo, di Asti, Merlo nero, Mostruosoo,diRiccio Viro󿬂ay, Samos F1.

essere consumati crudi (queste vitamine sono termolabili e si degradano con la cottura). Dal punto di vista delle proprietà curative, gli spinaci hanno un’azione lassativa, stimolano l’attività del cuore e del pancreas e collaborano alla risoluzione dell’anemia.

Raccolta Si possono raccogliere tutte insieme le foglie riunite in rosette, recidendole mantenendo una piccola porzione di radice. La raccolta può anche essere scalare, tagliando alla base del picciolo solo le foglie più esterne e svilupp sviluppate. ate. In questo caso la coltura avrà una durata più prolungata, perché dal centro della rosetta continueranno a formarsi nuove foglie.  Da 10 mq di terreno ter reno si possono ottenere 20-30 kg di spinaci. 

Varietà Si distinguono varietà a foglie bollose, adatte per la coltivazione invernale, e varietà a foglie lisce, che necessitano di

 

94

Gigante

conservare il loro prezioso contenuto di

 

Valerianella olitoria

C O L T I V A R E   L ’ O R T O

S PI NA CI A FOG L I E L I S CE   Viro󿬂ay,

Mata-

dor, Estivado.     E     I     T     T     A     L     A     M     E     L     L     A     D     E     N     O     I     Z     N     E     V     E     R     P

Afidi: in caso di infestazione si può in-

tervenire con prodotti a base di piretro, rispettando però, in vista v ista della raccolta, i tempi di carenza in genere segnalati in etichetta. Mosca dello spinacio: le larve di

questo insetto scavano gallerie nello spessore delle foglie, danneggiando soprattutto le piantine ai primi stadi di sviluppo. Peronospora: nei terreni dove questa

malattia crittogamica si è già manifestata bisogna prima di rifare attendere la stessa qualche coltura e,anno soprattutto, usare ibridi F1, perché sono più resistenti. Qualora la malattia si instauri, ricordate che eventuali trattamenti con prodotti chimici determinano la non commestibilità del raccolto. Sicuramente sono più a rischio i raccolti autunnali.

valerianella Semina La proda destinata a ospitare la valerianella non deve essere preparata né concimata; questa insalata, infatti, cresce meglio nei terreni non smossi e di scarsa fertilità. Si semina di norma a spaglio, distribuendo uniformemente il seme in ragione di 1-1,5 g per mq e coprendo i grossi semi con un sottile strato di terra, che successivamente dovrà essere compattata e annaf󿬁ata. L’epoca ideale per la semina è a 󿬁ne estate per la raccolta autunno-invernale, anche sotto tunnel, e a 󿬁ne inverno per quella primaverile. Cure colturali

la competizione di quest’ultime (nella 󿬂ora spontanea convive con le colture dei campi), mantenendo il terreno pulito si garantisce uno sviluppo maggiore e più rapido delle rosette. Coprendo la vale-

L’irrigazione è limitata a sporadici casi di siccità, così come la rimozione di eventuali erbe infestanti. Pur non soffrendo

rianella con foglie secche di felce o noce si ottiene il prolungamento del raccolto 󿬁no al cuore dell’inverno. dell’inverno.

I lavori nell’orto gen enn nai aio o

feb ebbr brai aio o

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semina raccolta

 

I   P R I N C I P A L I   O R T A G G  I   |

Raccolta Quando la valerianella ha formato una rosetta ricca di foglie, si provvede alla

    E     I     T     T     A     L     A

valerianella

Muffa grigia, Sclerotinia e Pythium: assicurate

un ottimo sgrondo dell’acqua dal terreno, distrug-

95

raccolta del cespo intero prelevando an-

    M     E

che una piccola porzione di radici. Le piante dovrebbero essere asciutte per evitare che abbiano luogo marciumi durante la conservazione, con conseguente danneggiamento dell’ortaggio. Il primo raccolto autunnale può essere fatto tagliando le foglie al colletto: in una decina di giorni se ne formeranno altre, che andranno raccolte con le radici.

    L     A     D     E     N     O     I     Z     N     E     V     E     R     P

gete i residui di coltivazione e utilizzate solo leta me ben maturo. Lumache: per proteggere le prode di valerianella

dalle lumache, che sono ghiotte di questo ortaggio, utilizzate un pezzo di rete zincata a maglie fini con il quale circondare la proda. La rete dovrà essere interrata per circa 15 cm e sporgere per almeno 30-40 centimetri.

 Da 1 mq si può ottenere 󿬁no a 1 kg di insalatina. 

    I     C     I     F     E     N     E     B     E      À     T     E     I     R     P     O     R     P

La valerianella ha virtù sedative  del sistema nervoso, antispastiche, antinevralgiche, leggermente ipnotiche. Le sue radici contengono circa l’1% di un olio essenziale dall’effetto antispastico. La pianta agisce quindi come tranquillante  e calmante; favorisce il sonno, è un blando analgesico  e anticonvulsivo  e abbassa la pressione arteriosa. Il cataplasma di foglie pestate può alle viare il dolore  in caso di contusioni, lombaggini, sciatica, stiramenti muscolari e dolori reumatici reumatici..

 

96

 

C O L T I V A R E   L ’ O R T O

Cucurbita maxima, C. moschata, C. pepo

zucche

Disposizione a rosetta basale della valerianella, con foglie ad apice arrotondato e nervature marcate.

Varietà A FOG L I E G RA ND I  Poco resistente al gelo:

d’Olanda a Seme Grosso. A FOG L I E PI CCOL E  Più lisce e lucide: Verde

a Cuore Pieno, compatta con foglie poco carnose; D’Etampes, dotata di una buona resistenza al freddo; Verde di Cambrai.

apparato radicale

colletto

Semina Dopo un’accurata preparazione del terreno, aggiungendo una grande quantità di letame o di compost, seminate direttamente a dimora con la tecnica delle postarelle: ponete 3 semi nella stessa buchetta, a una profondità di circa 2-3 cm, con la parte appuntita del seme ri-

damento in ogni postarella conservando solo la piantina più sana e vigorosa, che dovà trovarsi a circa 1,5 m sulla 󿬁la (identica (iden tica distanza dista nza va tenuta tra le 󿬁le). 󿬁le).

volta verso il basso per favorire la formazione delle radici. La semina si esegue dalla 󿬁ne di aprile 󿬁no agli ultimi giorni di maggio. Per anticipare la produzione bisogna agire in ambiente protetto (a una temperatura minima di 18 °C), seminando in vasetti singoli sin dall’inizio della primavera. Avvenuta la germinazione, e comunque

Cure colturali   In considerazione dell’elevata super󿬁cie scoperta nel periodo iniziale di sviluppo delle piantine, gli interventi di pulizia dalle erbe infestanti saranno molto frequenti e impegnativi. Raggiunta la copertura vegetale tale problema è risolto. Per evitare il lavoro di sarchiatura è utile la piantagione sul 󿬁lm plastico nero,

non che levere, giovani piantine abbianoprima 2-3 foglie procedete al dira-

che oltrettutto aiuta a mantenere caldo il terreno come richiede questo ortaggio.



I lavori nell’orto semina trapianto raccolta poca attività tunnel

gen enn nai aio o

feb ebbr brai aio o

marz ma rzo o

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giug gi ugno no

lugl lu glio io

agos ag osto to

sett se ttem embr bree

otto ot tob bre

novem nov emb bre dic icem embr bree

 

I   P R  I N C I P A L I   O R T A G G I   |

 Eseguite la cimatura dell’apice vegetativo quando si sono sviluppate 4-5 foglie; anche se non indispensabile, questa pratica serve a rendere più compatte e pro

zucche

  Irrigate regolarmente in estate 󿬁no al completo ingrossamento dei frutti, poi sospendete le annaf󿬁ature. Evitate di bagnare le foglie. 

97

duttive le piante.  Per ottenere zucche di grandi dimensioni occorre diradare i frutti lasciandone due per pianta (5-6 frutti nelle varietà con frutti piccoli). I frutticini in eccesso vanno asportati quando hanno raggiunto le dimensioni di una noce. 

    E     I     T     A     L     A     M     E     L     L     A     D     E     N     O     I     Z     N     E     V     E     R     P

Oidio: colpisce le zucche a fine esta-

te formando una sottile patina bianca sulla pagina superiore delle foglie. Si combatte con prodotti a base di zolfo. Afidi: colonizzano gli apici vegetativi

provocando un indebolimento della nuova vegetazione e possibili virosi. Marciumi: eseguite la rotazione delle

colture (aspettate 4 anni prima di coltivare la zucca nello stesso terreno), curate il drenaggio dell’acqua in eccesso e limitate le concimazioni azotate e le irrigazioni. Peronospora: assicuratevi che il ter-

reno sgrondi facilmente l’acqua piovana; contenete le concimazioni e le irrigazioni.

Raccolta Quando si veri󿬁cano l’l’appassimen appassimento to della vegetazione e il disseccamento del peduncolo, le zucche sono pronte per essere raccolte. Benché i primi frutti si possano già asportare all’inizio di settembre, la permanenza in terra sino a quando non cominciano le piogge autunnali ne garantisce unastaccato migliore Il picciolo va di conservazione. netto con l’aiuto di un coltello af󿬁lato per impedire il passaggio dell’aria dell’aria all’interno a ll’interno del frutto, con c on possibile insorgenza insorgenza di marciumi.

 

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Cucurbita pepo

C O L T I V A R E L O R T O

  ’

zucchina

zucca allungata

Varietà Sono centinaia le varietà selezionate in tutto il mondo e alcune di quelle tipiche italiane considerate tra le più buone, comesono Marina di Chioggia. zucca a turbante

STANDARD  Buttermut, Gigante Quintale,

Lunga di Napoli, Tromba d’Albenga. I BRI D I   Delica, Sweet Dumpling. D umpling. Z U C C H E T T E O R N A M E N T A L I   Mandarin,

Griffes du Diable.

 

zucca globosa

zucca appiattita

Semina e trapianto Seminate in ambiente protetto, con una temperatura di almeno 20 °C, a partire dalla seconda metà di marzo per ottenere piantine con 3-5 foglie vere entro la prima decade di maggio, quando potrà avvenire il trapianto all’aperto. Tracciate le 󿬁le a una distanza di circa 100-120 cm tra󿬁laloro e trapiantate a una distanza sulla di 70-80 cm; in corrispondenza del punto di trapianto praticate una buchetta di 8-10 cm di profondità, ponetevi la piantina e rincalzate la terra attorno alla base. Effettuate una leggera irrigazione. All’inizio, per evitare dan    I     C     I     F     E     N     E     B     E      À     T     E     I     R     P     O     R     P

La polpa e il succo hanno proprietà diuretiche e lassative; applicate direttamente sulla inoltre, pelle, hanno un’azione cosmetica ammorbidente  e vitamini  vitaminizzante zzante. Povera di calorie e ricca di acqua, la zucchina è uno degli ortaggi estivi più indicati nelle diete ipocaloriche e contro la ritenzione idrica nei tessuti.

nosi sbalzi termici, si può coprire l’intera super󿬁cie coltivata con tessuto non tessuto. Verso 󿬁ne luglio potrete fare una seconda semina per il raccolto tardivo. Cure colturali   Per evitare di dover diserbare tra le piante, potete provvedere alla pacciamatura  stendendo il 󿬁lm di plastica nera sul terreno precedentemente irrigato con cura. In questo modo saranno necessarie minori annaf󿬁ature durante il ciclo di coltivazione. 

  Irrigate  solo quando è necessario per aspersione o per in󿬁ltrazione laterale, evitando accuratamente di bagnare le foglie. 

 Per la coltivazione delle zucchine può risultare utile anche il ricorso a tutori. Allo scopo impiegate pali di legno piantati nel terreno a pochi centimetri di di

 

I   P R  I N C I P A L I   O R T A G G I   |

stanza dalla pianta e alti 100-120 cm, ai quali andrà legato con un 󿬁lo di plastica il fusto a mano a mano che cresce. Questa tecnica tec nica migliora l’arieggiamento delle foglie (quindi riduce il pericolo di malat-

    E     I     T     T     A     L     A     M     E     L     L     A

zucchina

Marciumi: rotazione delle colture

(4 anni prima di ricoltivare la zucchina nello stesso terreno), buon drenaggio dell’acqua e concimazioni

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tie fungine), l irraggiamento dei 󿬁ori e dei piccoli frutti, facilitando le operazioni di raccolta. Raccolta La zucchina si raccoglie immatura, quando è lunga 15-25 cm, recidendo il peduncolo con un coltello af󿬁lato, evitando di tirare. È necessario ispezionare la coltura quasi ogni giorno, perché i frutti crescono rapidamente e diventano inservibili (ricchi di semi e acquosi) quando raggiungono grandi dimensioni.

    D     E     N     O     I     Z     N     E     V     E     R     P

azotate ridotte. Oidio: colpisce in genere a fine coltura; solo in casi estremi irrorate nelle ore più fresche della giornata con un prodotto a base di zolfo bagnabile-80 (8-10 g/10 l di acqua).

 Da 10 mq di coltura si ottengono circa 30-35 kg di prodotto. 

Varietà Colore verde scuro lucente, taglia media adatta per colture a pieno campo; molto produttivo.

Colore verde lucente, frutto lungo, produzione produzione precoce, pianta con vegetazione allargata che facilita il raccolto.

TA RMI NO  

P R E S I D E N T 

Verde medio scuro, pianta aperta per facilitare la raccolta, adatta per seconda coltura.

TOND O CH I A RO D I NI Z Z A   Forma

Standard striato, frutto lungo; produzione medio-tardiva.

DIPLOMAT  

D I A MA NT  

ROMA NES CO  

tonda, verde chiaro con buccia chiara; precoce e compatto. Frutto lungo, verde molto scuro, cilindrico, pianta di media vigoria.

Per evitare irritazion irritazionii alle mani, durante la raccolta è opportuno indossare dei guanti.

 

Coltivare le erbe aromatiche

 

103

Belle in giardino,

buone in cucina Le piante aromatiche hanno da sempre suscitato un grande interesse per i loro utilizzi culinari, medicinali o anche soltanto ornamentali. In passato, come del

praticamente tutti i tipi di piante aromatiche. Chi ha il pollice verde troverà, però, maggiore soddisfazione coltivandole da sé: basta un angolo dell’orto o del

resto ai nostri di questo nomegiorni, ne era nessun privo.. orto degno privo

giardino, ma anche un modesto davanzale, per avere una riserva delle aromatiche preferite che, inoltre, hanno anche una notevole valenza ornamentale. orna mentale.

 L e erbe aromatiche sono state spes Le so associate alla religione e alla magia, oltre che alla medicina. Dagli antichi giardini persiani 󿬁no agli orti dei semplici (piccoli spazi coltivati dai monaci medievali presso i monasteri) la conoscenza e l’impiego delle erbe sono 

sempre stati tramandati: queste piante, con i loro preziosi principi attivi, hanno consentito di guarire malattie, di conservare i cibi e di profumarli.  In erboristeria e dal droghiere (il cosiddetto “venditore di droghe”, sostanze vegetali essiccate) è possibile procurarsi 

NE LL A   PA G I N A A   F I AN C O : 

le aromatiche, grazie al fogliame variegato e alle incantevoli  fioriture, si possono coltivare anche come piante ornamentali or namentali..

Passeggiando tra le erbe Durante una scampagnata, ci si può divertire a raccogliere le erbe spontanee. Fate attenzione, però: non tutte sono commestibili e alcune possono provocare seri problemi. È infatti pericoloso raccoglierle senza possedere una minima conoscenza delle loro caratteristiche, dal momento che esistono tante piante velenose (alcune addirittura mortali) che si possono confondere con quelle innocue.

 

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C O L T I V A R E   L E   E R B E   A R O M A T  I C H E

Conoscere le aromatiche Le piante da cui si ricavano aromi da addizionare a cibi e bevande sono davvero tante. Le sostanze aromatizzanti possono essere contenute in foglie, frutti, semi, ma anche radici, tuberi e corteccia,

chimiche più o meno volatili, naturalmente contenute contenute all’interno di speci󿬁che spec i󿬁che parti delle piante. Si possono facilmente percepire stro󿬁nando o spezzando gli elementi che le contengono. Per esempio,

tutte parti che possono essere utilizzate fresche, oppure essiccate o, ancora, conservate nei modi più svariati, congelate, sott’olio o sott’aceto. 

  I profumi e i sapori che caratterizza-

semplicemente s󿬁orando le foglie di basilico o di rosmarino rosmari no se ne libera nell’aria l’intenso profumo. Per avvertire l’l’aroma aroma del 󿬁nocchio o del cumino cum ino occorre, invece, masticarne i piccoli semi. Ritroviamo gli oli essenziali in una

no le erbe aromatiche sono dovuti alla presenza dei cosiddetti oli essenziali, miscele di oli vegetali e di altre sostanze

grande varietà di piante differenti, che comprendono sia specie erbacee sia arboree e arbustive.  Non sono chiari i motivi per cui si sono sviluppate queste sostanze: in linea di massima esse rappresentano meccanismi di difesa  dai parassiti che, non apprezzandoli, evitano di nutrirsi delle parti vegetali che le contengono oppure, al contrario, incoraggiano gli animali a nutrirsi dei frutti, con una conseguente miglior dispersione dei semi. Per lungo tempo la presenza di oli essenziali è stata interpretata dall’uomo come comportamento “virtuoso” delle piante, che generosamente mettevano a disposizione 

Le belle fioriture del coriandolo ( A   D ESTRA )  e dell’erba cipollina ( NE LL A   PA G I NA A   F I AN C O ) : i fiori sono uno degli elementi essenziali per il riconoscimento delle piante.

 

B E L L E   I N   G I A R D I N O , B U O N E   I N   C U C I N A

importanti principi attivi senza chiedere nulla in cambio ca mbio..  Grazie alle loro prop proprietà rietà antisettiche,  specie aromatiche come il timo e la salvia sono state impiegate sia per le cure del corpo sia per conservare più a lungo le carni e altri alimenti deperibili, mentre l’uso di spezie molto forti, come 

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pepe e peperoncino, ha invece aiutato, e tutt’ora aiuta, a preservare cibi facilmente alterabili dal caldo.

Pregiate essenze Gli oli aromatici, noti fin dall’antichità, dall’antichità, erano impiegati in medicina e cosmetica per le loro rinomate qualità benefiche.   Le tecniche di estrazione  di tali sostanze dalle piante si sono tramandate nel tempo, fino a giungere agli attuali metodi industriali. 

 Gli oli essenzial essenzialii si utilizzano per praticare l’aromaterapia , che prevede l’utilizzo 

di queste sostanze per curare o prevenire vari disturbi. Si possono sprigionare nell’ambiente tramite appositi diffusori, oppure frizonare sul corpo addizionati a una base (cera d’api, burro di cacao o lanolina), o ancora aggiungere all’acqua calda per preparare profumati bagni.

 

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C O L T I V A R E   L E   E R B E   A R O M A T  I C H E

Preziosi alleati di salute e bellezza D ECOTTI   Si possono realizzare con foglie

oppure con parti legnose quali cortecce, radici o fusti: in tal caso, vanno preventivamente lasciate macerare in acqua tiepida per 12-24 ore, dopo di che si può procedere alla bollitura.

La bevanda deve essere preparata subito prima dell’uso e consumata entro breve: infatti non può essere conservata per più di un giorno. I NFU S I E TI S A NE   Si

Le tisane, essendo preparati curativi, si dovrebbero assumere senza zucchero. Per renderle più gradevoli si può, comunque, addolcirle con grezzo un po’ di zucchero di canna o, meglio, un cucchiaino di miele.

Le erbe aromatiche a romatiche sono tra i più versatili doni della natura: oltre che per l’uso ornamentale e culinario, si contraddistinguono per le proprietà cosmetiche e curative. DECOTTI, INFUSI E TISANE Queste preparazioni si ottengono facendo bollire, o immergendo in acqua bollente, le parti delle piante indicate nella ricetta e 󿬁ltrando il liquido prima dell’uso.

ottengono versando direttamente sulle erbe l’acqua bollente e mantenendo coperto il recipiente per non disperdere le componenti volatili. I principi attivi potrebbero alterarsi o evaporare prolungando eccessivamente l’infusione, che deve durare 10-15 minuti. Prima dell’uso 󿬁ltrate e bevete subito o entro 24 ore dalla preparazione. OLI ESSENZIALI Gli oli essenziali sono una miscela di molecole odorose sintetizzate dalle piante aromatiche. La loro estrazione si ottiene per distillazione delle erbe tramite apposite apparecchiature, grazie alle quali si separa dalla pianta la parte

 

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B E L L E   I N   G I A R D I N O , B U O N E   I N   C U C I N A

me di alcol. Il vegetale viene lasciato in macerazione in un contenitore di vetro a chiusura ermetica per 12-36 ore, in base al principio attivo da estrarre. Al termine si 󿬁ltra il composto, che andrà conservato in un luogo fresco e buio. Si può assumere puro o diluito. ESTRATTI Gli estratti si divido dividono no in 󿬂uidi e secchi. I

La salvia, dotata di rinomate proprietà battericide, diuretiche e stimolanti, viene impiegata anche per la produzione di dentifrici, shampoo e saponi.

di principi attivi non solubile in acqua. Gli oli essenziali vanno utilizzati con cautela: sono sconsigliati per l’uso interno, per il quale e devono prima essere opportunamente addizionati e diluiti in altri componenti. Si possono inalare, applicare sul corpo o ingerire: non vanno, però, impiegati puri. È importante non superare le dosi consigliate. TINTURE Si ottengono per macerazione maceraz ione della pianpianta fresca, o essiccata, in alcol etilico a gradazione compresa fra 20° e 80° (in genere 70°). Di norma si usa una parte in peso della pianta per 5 parti in volu-

primi si preparano con la stessa modalità delle tinture, ma con un rapporto di una parte in peso della pianta per una parte in volume di alcol. I secondi, invece, si ottengono partendo dagli estratti 󿬂uidi e facendo evaporare l’alcol. Si applicano sulle zone da trattare.

Dolci rimedi Con le erbe è possibile ottenere anche gli sciroppi, preparazioni concentrate di zucchero e acqua, a cui vengono aggiunti estratestr atti fluidi di aromatiche oppure decotti. Generalmente, segue questa proporzione: acqua (osi decotto) si aggiungono 250a un g dilitro di zucchero, portando il composto a ebollizione, infine si consuma il preparato puro o in aggiunta ad altre bevande. La presenza dello zucchero rende il sapore gradevole anche per i più piccoli.

 

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C O L T I V A R E   L E   E R B E   A R O M A T  I C H E

Erbe e profumi in cucina Spezie e aromi compaiono in molte ricette, alcuni in quantità minime, altri in quantitàIn maggiori, a secondabastadella tipologia. genere, comunque, no poche foglie, oppure pochi semi, per conferire alle pietanze un profumo e un sapore unici. Gli aromi possono trasfor-

mare i nostri piatti: con una manciata di cime di ortiche ort iche si può preparare un risotto insolito, un trito di erba cipollina darà personalità a una semplice frittata. Nelle diete poverea di sale, inoltre, aromisaporie spezie aiutano rendere ugualmente ti i cibi. Ecco di seguito alcune ricette di base, che rientrano nella preparazione di un gran numero di piatti. Mettete in una padella un bicchiere di olio extravergine di oliva, una cipolla tritata e 6 spicchi di aglio schiacciati. Fate appassire AGLIATA O CARPIONE  

a fuoco basso, poi aggiungete un bicchiere di aceto di vino bianco, 3 foglie di alloro, 6 foglie di salvia, 2 rametti di rosmarino, sale e pepe. Cuocete per una decina di minuti e versate il composto su pesci fritti a strati, lasciando marinare qualche ora.

 

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B E L L E   I N   G I A R D I N O , B U O N E   I N   C U C I N A

MI NES TRA CON VERD U RA   Portate a ebol-

lizione un litro e mezzo mez zo di brodo di pollo, unite 50 g di carote, ca rote, 50 g di champignon, 30 g di porro e 30 g di sedano tagliati a cubetti, aggiustando di sale e pepe. Fate bollire per una quindicina di minuti, tenendo presente che le carote devono rimanere croccanti. Unite un trito preparato con 100 g di pomodori, privati della buccia e dei semi, uno scalogno tritato, basilico e olio extravergine ext ravergine di oliva. SpolSpol-

di garofano, coriandolo, pepe in grani, vino bianco o rosso (a seconda del tipo di carne), aceto, olio extravergine di oliva, sale. Disponete in una terrina metà delle verdure tagliate a rondelle o a tocchetti e gli aromi. Sistematevi sopra la carne e copritela con le verdure e gli aromi rimar imasti. Bagnate poi il tutto con il vino e qualche cucchiaio di aceto e di olio. Durante la marinatura, che deve durare da 12 a 24 ore, tenete il tutto al fresco, rigirando

NE LL A   PA G I N A  A   F I AN C O :  le piante

del genere Artemisia Artemisia   sono caratteri caratterizzate zzate da eccellenti proprietà digestive: con tre diverse specie ( A. A. glacialis, A. mutellina e A. spicata ) si prepara prepara il genepì, celebre liquore alpino.  alpino. 

verizzate con prezzemolo, cerfoglio e dragoncello tritati. Questa minestra può anche essere gustata fredda. COU RTBOU I L L ON   È l’acqua aromatizza-

ta in cui si fa bollire il pesce. La preparazione varia, ma generalmente si usano sale, qualche grano di pepe, una cipolla, una carota, prezzemolo, timo, mezza foglia di alloro, mezzo bicchiere di aceto di di vino bianco e acqua suf󿬁ciente per coprire il tutto. Il pesce va collocato nella pesciera a freddo; la cottura, una volta raggiunto il bollore, va condotta a 󿬁amma molto bassa. MA RI NA TA TA PER C A RNE   Serve per insaporire la carne prima di cucinarla. Si prepara con una cipolla, uno scalogno, un mazzetto guarnito, un gambo di sedano, uno spicchio di aglio, una carota, chiodi

spesso la carne af󿬁nché si insaporisca. In fase di cottura, la marinata può essere usata per bagnare la carne, oppure per preparare salse di accompagnamento. MA RI NA TA TA FRED D A PER PE S CE   Serve per

insaporire i pesci prima di cucinarli alla griglia. A una base di olio extravergine di oliva e fettine di limone, vanno aggiunte erbe aromatiche a piacere: aglio, alloro, basilico, erba cipollina, prezzemolo e timo. Il tempo di riposo è breve: al massimo alcune ore se il pesce è di grosse dimensioni o con carne soda.

rametti di maggiorana

 

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C O L T I V A R E   L E   E R B E   A R O M A T  I C H E

Aceti e oli aromatizzati: indispensabil indispensabilii in cucina L’infusione delle erbe in aceto (sono indicati basilico, dragoncello, finocchio, maggiorana, menta, timo) ne conserva l’aroma a lungo ed è utile per insaporire insalate di verdura e pietanze di vario genere. Aceto alle erbe aromatiche: mettete 60 g di un misto di

erbe fresche in una bottiglia pulita con mezzo litro di aceto di vino bianco. Tenete chiuso ermeticamente per un paio di settimane, poi travasate il liquido, filtrandolo, in una bottiglia sterilizzata, nella quale avrete sistemato, se lo gradite, un rametto di un’erba un’erba aromatica a vostra vostr a scelta tra quelle utilizzate.

timo

Aceto al rosmarino: pulite 3-4 rametti di rosmarino con un panno umi-

do e inseriteli in un vaso di vetro. Cospargeteli con un po’ di sale, versate un litro di aceto e lasciate macerare per 2 settimane. Filtrate e conservate conser vate in piccole bottiglie a chiusura ermetica. Questo aceto è particolarmente adatto per condire patate lessate.

menta

Anche l’olio può essere aromatizzato, ma i tempi di infusione sono lunghi. Il migliore è l’extravergine di oliva, perfetto per condire verdure o grigliate. gr igliate. Combinazioni classiche sono quelle on aglio, basilico, peperoncino e rosmarino. Olio al basilico: lavate sotto acqua corrente 100 g di foglie di

basilico

basilico e asciugatele con un canovaccio. Mettetele una alla volta in una bottiglia o un’ampolla dal collo largo. Versate un litro di olio e lasciate riposare al buio e al fresco per almeno 30 giorni. Olio al peperoncino: sistemate 2-3 2-3 peperoncini piccanti essiccati in una bottiglia a chiusura ermetica. Coprite con un litro di olio e lasciate macerare per 20 giorni in un luogo fresco e buio, scuotendo ogni tanto la bottiglia. bot tiglia. Per un sapore più piccante, prolungate il periodo di riposo e aumentate il numero di peperoncini.

peperoncino

 

B E L L E   I N   G I A R D I N O , B U O N E   I N   C U C I N A

MA RI NA TA CA L D A PER PES CE  

Per aromatizzare preparazioni fritte o alla griglia riscaldate 2 cucchiai di aceto di vino bianco (o di mele), un bicchiere di vino bianco secco, una presa di sale e una manciata di erbe aromatiche fresche a

possono realizzare dei “pennelli”, tagliando il gambo in più porzioni e affettando una delle estremità, così da ricavare delle striscioline. I gambi vanno poi immersi in acqua fredda per una ventina di minuti in modo da farli aprire. I peperoncini si pos-

scelta (per esempio alloro, aglio schiacciato con timo oppure foglie di mirto fresche). Fate intiepidire, versate sul pesce e lasciate insaporire per qualche ora. Servite scolando il pesce e condendo con un 󿬁lo di olio extravergine ext ravergine di oliva.

sono trasformare in “󿬁ori”: il gambo deve rimanere attaccato, mentre vanno eliminati i semi, dopo aver inciso i peperoncini sulla punta in modo da formare dei petali. Vanno poi immersi in acqua ghiacciata e tenuti in frigorifero 󿬁nché non si aprono.

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Le erbe sono determinanti in cucina; consentono di abbinare in un perfetto connubio sapori e profumi, dando anche un tocco di colore alle pietanze.

È un “bouquet” costituito da foglie di prezzemolo, alloro e timo, alle quali vengono aggiunti a piacere sedano, erba cipollina, dragoncello e altre erbe. Il tutto viene legato con 󿬁lo, o spago sottile, in modo da formare un fagottino da utilizzare durante la cottura di carni e pesci, o per insaporire le marinate. MA Z Z ETTO G U A RNI TO  

Alcune aromatiche possono essere usate, oltre che per insaporire, anche per guarnire i piatti. Per rendere più accurata la presentazione di una pietanza bastano un ciuffo di prezzemolo riccio oppure qualche fogliolina di menta disposta ad arte. Con strisce di porro e steli di erba cipollina si possono avvolgere mazzetti di verdure tipo fagiolini e asparagi. Con la parte bianca dei gambi dei cipollotti  si G U A RNI Z I ONI  

 

Chiamiamole per nome Quando procedete alla semina delle erbe che avete scelto, contrassegnate con un grazioso cartellino l’area seminata: avrete modo, così, di ricordare i nomi delle piantine che allieteranno il vostro spazio verde.

 

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Poche esigenze per grandi soddisfazioni Uniamo l’utile al dilettevole: coltivare in uno spazio dedicato le specie aromatiche preferite non è poi così complicato. Anche se non si possiede un orto o un giardino,

esempio, possono felicemente convivere tra loro timo, origano e rosmarino, profumate aromatiche caratteristiche della macchia mediterranea, che nei mesi

NE LL A   PA G I N A  A   F I AN C O : 

Origanum vulgare  vulgare  ‘Country Cream’.

molte di loro possono tranquillamente adattarsi a vivere in vaso, accontentandosi di un terrazzo o di un davanzale soleggiato. Oltretutto, offrono il vantaggio di avere un bell’aspetto, tanto che non s󿬁gurano affatto nell’allestimento di angoli verdi ornamentali, anche in abbinamento con piante 󿬁orite e arbusti, e, quando serve, sono a disposizione per insaporire piatti o preparare

invernali apprezzano luoghi soleggiati e riparati dal gelo. Specie che richiedono discrete annaf󿬁ature, quali basilico e prezzemolo, non vanno piantate assieme a quelle che prediligono invece i terreni asciutti, quali rosmarino o lavanda. È opportuno che erbe aromatiche invadenti (come la maggiorana, la menta, l’origano), le quali tendono a colonizzare tutto lo spazio disponibile, siano colti-

tisane casalinghe casa linghe.. Per raggiungere i migliori risultati, è importante associare specie che abbiano uguali esigenze di coltivazione; per

vate da sole e all’interno di zone a loro riservate: in questo modo eviterete che si diffondano eccessivamente, rubando terreno ad altre piante.

Il rosmarino e l’origano sono estremamente rustici: non necessitano, cioè, di particolari cure colturali.

 

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C O L T I V A R E   L E   E R B E   A R O M A T  I C H E

Tutti i segreti della coltivazione La lavanda, una delle aromatiche più decorative, cresce bene in terreni calcarei ben drenati e predilige le posizioni soleggiate.

Le esigenze di coltivazione delle aromatiche sono simili a quelle di qualunque altro tipo di pianta rustica: per crescere e svilupparsi hanno bisogno di luce, acqua e nutrimento nelle giuste dosi. È

dunque importante conoscere bene le speci󿬁che necessità di ciascuna specie, per poter produrre esemplari vigorosi e ricchi delle essenze aromatiche che li contraddistinguono. SCEGLIERE IL TERRENO ADA ADATTO TTO Per sempli󿬁care, possiamo schematicamente ridurre i tipi di terreno a tre categorie principali: - sabbioso, con scarsa coesione e ben

drenato (non trattiene l’acqua), l’acqua), è adatto adatt o alla coltivazione di piante che amano ambienti siccitosi e caldi (maggiorana, origano); - di medio impasto, ricco di sostanza organica, coerente ma leggera, trattiene l’acqua in giusta quantità e lascia circolare l’aria al suo interno; vi crescono bene quasi tutte le piante aromatiche annuali, come il basilico, e perenni con non, coriacee coria cee (dragon (dragoncello, cello, menta); - foglie argilloso pesante e compatto, lascia drenare l’acqua con dif󿬁coltà e perciò rimane umido a lungo. Per questo motivo si rivela poco adatto a datto alla coltiv coltivazione azione delle aromatiche, a eccezione della menta.

 

P O C H E   E S I G E N Z E   P E R   G R A N  D I   S O D D I S F A Z I O N I

 Se le condizioni del terreno in cui avete intenzione di coltivare le vostre aromatiche non sono le più idonee, potete ricorrere alla correzione  integrando ciò che manca: sabbia per renderlo più leggero e asciutto, torba per trattenere maggiore umidità, letame leta me (o compost) compost) per miglioram igliorare la capacità di drenaggio. 

COME EFFETTUARE LE ANNAFFIATURE Le piante che in natura crescono nella macchia mediterranea sono adattate agli ambienti asciutti e soleggiati, perciò è necessario riprodurre fedelmente queste caratteristiche nella coltivazione in

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proprio. Le aromatiche degli ambienti aridi si riconoscono perché hanno foglie sempreverdi coriacee (rosmarino, alloro), oppure ricoperte da una peluria che non solo le rende vellutate (salvia, lavanda) ma è, appunto, una difesa contro l’eccessiva disidratazione. Per questa ragione, bisogna curare bene il drenaggio e non eccedere con le annaf󿬁ature. Situazione opposta è invececon quella delle piante adattate ad ambienti una grande disponibilità di acqua: le foglie non devono proteggersi dalla disidratazione, perciò sono sottili e ricche di succhi odorosi (basilico, (ba silico, prezzemolo). prezzemolo).

  Le annaf󿬁ature devono essere calibrate in base alle speci󿬁che esigenze  di ogni specie, ma non solo. Anche la

La melissa, essendo un’erbacea perenne, può vivere anche fino a dieci anni, sebbene

fase ciclo vitale della pianta èplantule importante;delper esempio, le giovani appena messe a dimora sono più vulnerabili e devono essere annaf󿬁ate con regolarità, in modo tale da poter avviare bene la loro crescita.

con tempo divenga menoil rigogliosa rigogliosa. .



 

118

 

C O L T I V A R E   L E   E R B E   A R O M A T  I C H E

Il nutrimento delle piante Per svilupparsi, le piante assorbono dal terreno sostanze che vanno integrate con appositi fertilizzanti. Azoto (N): serve per la crescita delle piante, per cui è importante

somministrarlo soprattutto in primavera. Fosforo (P): utile alla produzione dei semi, alla maturazione dei frut-

ti, ma anche allo sviluppo ottimale ot timale delle radici. Potassio (K): stimola la fioritura, aumenta la resistenza a parassiti e

malattie, rafforza i tessuti.  Alla vita dei vegetali sono necessarie altre sostanze minerali in dosi molto piccole, da cui il nome di “microelementi”. Si tratta di boro, calcio, ferro, magnesio, manganese, molibdeno, rame, zinco e zolfo; in genere sono già presenti nell’acqua, nell’acqua, nei concimi complessi che si somministrano alle piante o nel terreno in cui vengono coltivate. A volte, però, non sono in quantità sufficiente, quindi è necessario 

LA CONCIMAZIONE ADEGUATA Per crescere e svilupparsi tutti gli organismi vegetali assorbono dal terreno elementi minerali, che poi elaborano grazie alla fotosintesi. Queste sostanze si trovano distribuite normalmente nel terreno di coltivazione, ma il continuo assorbimento da parte delle radici determina con il tempo una riduzione delle quantità disponibili. Diventa allora necessario ripristinarle attraverso le concimazioni. Esistono in commercio due tipi di fertilizzanti: chimici e organici. Se necessario, è possibile somministrare entrambi i tipi, poiché sono complementari tra loro.

somministrarli per evitare l’insorgenza di segni di sofferenza dovuti a carenze specifiche.

  I fertilizzanti chimici  (o inorganici) più utilizzati per la coltivazione a livello hobbistico sono concimi complessi, costituiti, cioè, da una miscela di sali minerali diversi che fornisce nutrimento diretto alle radici. Contengono in percentuali diverse azoto, fosforo e potassio (macroelementi) oltre a eventuali altri elementi, presenti, però, in dosi minime (microelementi). Esistono anche i cosiddetti concimi semplici, i quali apportano una sola di tali sostanze. 

Attenzione: se somministrati

in quantità eccessiva, i concimi provocano disturbi nella crescita. Per esempio, una sovrabbondanza di azoto determina la produzione di foglie molto grandi e idratate (in cui la concentrazione di essenza è notevolmente inferiore al normale) e una minor propensione alla fioritura.

 I fertilizzanti organici sono sostanze nutritive derivate dalla decomposizione 

 

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P O C H E   E S I G E N Z E   P E R   G R A N  D I   S O D D I S F A Z I O N I

o dalla elaborazione di materiale di origine naturale, per esempio foglie secche compostate, sangue bovino essiccato, o unghie e parti cheratinose animali essiccate e tritate. Il loro compito principale è di aumentare la bene󿬁ca carica batterica della terra, così da renderla maggiormente ricca di humus. Il fertilizzante organico più comune è il letame (o stallatico), derivato dalla fermentazione di deiezioni animali miste alla lettiera (foglie, paglia, 󿬁eno ecc.). Al giorno d’oggi è assai dif󿬁cile reperire letame fresco: è più facile trovarlo in vendita come prodotto disidratato e inodore, in polvere o in i n pellet (agglome-

Periodi di riproduzione delle principali aromatiche Riportiamo di seguito, per ogni pianta, i mesi adatti per effettuare la riproduzione e le tecniche appropriate. PIANTA alloro aneto basilico coriandolo cumino finocchio lavanda maggiorana melissa menta origano prezzemolo rosmarino salvia santoreggia

gen

feb

mar

apr

mag

giu

lug

ago

set

ott

nov

dic

rati granulari).

tagete

timo seme talea (porzione della pianta madre in grado di emettere radici, da cui si sviluppa una nuova pianta) rizoma (fusto di erbacee perenni con la capacità di str isciare sul terreno, posto a dimora per ottenere un nuovo esemplare esemplare))

basilico

erbacea annuale con fioriture di colore giallo

Nota: le semine indicate in inverno si intendono in semenzaio o in vaso.

sono aromatiche anche le sommità fiorite

lobelia menta

1

2

È possibile coltivare più piante in un unico vaso. L’importante è che le esigenze e l’esposizione siano compatibili.  Alcune specie, infatti, amano posizioni soleggiate (1), mentre altre prediligono quelle in mezz’ombra  mezz’ombra (2).

 

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C O L T I V A R E   L E   E R B E   A R O M A T  I C H E

 

Aromi e profumi in vaso Un vaso rettangolare rett angolare a cassetta, possibilmente di terracotta o di legno, consente di ospitare un buon assortimento assor timento di piante aromatiche. Per esempio, si possono associare ass ociare origano, rosmarino, salvia e timo, che hanno le stesse esigenze: molto sole, poca acqua e nessun concime. Oppure è possibile abbinare basilico, melissa, prezzemolo e sedano, che si accontentano anche di meno sole ma, in compenso, richiedono discrete annaffiature. Il numero complessivo di esemplari da mettere a dimora dipenderà dipender à ovviamente dalla capienza del vaso: tenete conto che le piante, sviluppandosi, aumenteranno di volume, per cui è bene che ci sia spazio a sufficienza per tutte; in caso contrario, le più piccole soccomberanno, soccomber anno, soffocate dalle altre e dall’ombra. dall’ombra.  Per una corretta coltivazione assicurate alle aromatiche un corretto drenaggio: predisponete sul fondo uno strato di cocci sminuzzati di un vaso v aso di terracotta, terr acotta, oppure palline di argilla espansa o ghiaia fine. In questo modo mo do l’acqua delle annaffiature annaffiature potrà defluire rapidamente, r apidamente, evitando dannosi ristagni di umidità presso le radici. Al terriccio terr iccio di coltivazione andrà poi aggiunto qualche pugno di sabbia di fiume lavata, come ulteriore ulterior e garanzia di deflusso dell’ac dell’acqua qua in eccesso. 

cedrina

rosmarino

lavanda

mirto basilico

maggiorana

Con le aromatiche si possono creare splendide composizioni da sistemare all’interno di capienti  fioriere: potrete potrete abbellire, abbellire, così, angoli del terrazzo o del giardino, allestendo allestendo suggestive zone verdi di grande impatto visivo.

petunia petunia

 

P O C H E   E S I G E N Z E   P E R   G R A N  D I   S O D D I S F A Z I O N I

COME OTTENERE NUOVI ESEMPLARI Per avere nuove, giovani aromatiche da coltivare si può procedere alla semina oppure alla propagazione vegetativa, utilizzando una porzione di fusto della pianta (talea). La semina L’epoca migliore per la semina delle aromatiche varia da specie a specie, ma in generale va effettuata in primavera, in semenzaio o direttamente nel terreno.

 Per la semina in semenzaio si utilizza un contenitore basso e largo (per esempio una cassettina), in cui si mette terriccio sof󿬁ce misto a sabbia, ben livellato; si spargono poi i semi in super󿬁cie, badando a distribuirli in modo regolare. Se i semi sono molto piccoli (quelli di 

basilico, perun esempio), vanno ricoperti appena con velo di terriccio 󿬁ne setacciato; gli altri (󿬁nocchio, coriandolo ecc.) come regola generale devono essere coperti con uno strato di terra pari al loro diametro, o poco più. Il terriccio deve poi essere compresso con il palmo della mano e in󿬁ne bagnato utilizzando un nebulizzatore, in modo da non smuovere i semi con il getto d’acqua. Si copre il tutto con un foglio di plastica traspa-

121

rente (o una lastra di vetro), af󿬁nché all’interno si crei un microclima umido e caldo, e si attende la nascita delle piantine (plantule). Quando saranno diventate grandi a suf󿬁cienza da poter essere maneggiate, si provvederà a trapiantarle nella sede de󿬁nitiva.

 Alberello di alloro  Alberello alloro con erba cipollina, timo e origano alla base.

 Per la semina direttamente in piena terra, si opera come per il semenzaio. Quando, però, le piantine avranno emesso 2-4 foglie, sarà necessario diradarle (scegliendo gli esemplari meglio

infiorescenze infiorescenz e d’issopo. Questa pianta, dalle rinomate qualità digestive ed espettoranti, si propaga per semina o per divisone.



A   S I N I STRA : 

 

122

 

Le operazioni di propagazione, se eseguite con cura, permettono di ottenere

C O L T I V A R E   L E   E R B E   A R O M A T  I C H E

formati) fino a raggiungere, tra l’una e l’altra, la distanza consigliata nelle singole schede.

un vaso con del terriccio sof󿬁ce e umido. È opportuno coprire il contenitore che ospita la pianta con una sorta di cappuc-

nuovi esemplari in proprio, rinnovando periodicamente  gli angoli verdi.

La talea Con le talee si ottengono giovani esemplari identici alla pianta madre, più rapidamente che con la semina. Questo tipo di propagazione si effettua soprattutto durante i mesi estivi, da giugno a settembre, utilizzando porzioni di ramo  o di fusto  che vanno tagliate,

lasciate asciugare per qualche ora, poi eventualmente immerse in un’apposita polvere radicante, che stimola la rapida formazione di radici, e in󿬁ne piantate in

cio, costituito da un sacchetto trasparent rasparente (o un barattolo di vetro capovolto), al 󿬁ne di conservare l’umidità sino a quando le talee non avranno emesso radici. In ogni caso, non dimenticate di far circolare di tanto in tanto aria all’interno, considerando comunque che, su 10 talee, ne radicheranno 6-8 al massimo.  Si possono anche far radicare le talee in acqua, semplicemente immergendone la base in un bicchiere. Quando spuntano le radichette si procede alla pianta

 

P O C H E   E S I G E N Z E   P E R   G R A N  D I   S O D D I S F A Z I O N I

gione in piccoli vasi con il terriccio ter riccio sopra indicato. Questo metodo è utilizzato per aromatiche suffruticose (con base legnosa),, quali lavanda e rosmarino. sa) La divisione Questo metodo di moltiplicazione è utilizzabile solo con le aromatiche perenni. In autunno o, meglio, all’inizio della primavera, si estrae dal terreno la pianta madre, aiutandosi con le mani e un coltello af󿬁lato, quindi si divide l’apparato radicale  in più porzioni con le cesoie.

Ognuna dovrà essere collocata quanto prima nella terra: si procede scavando una piccola buca, in cui andrà a ndrà posizionato il pane di terra (il blocco di terriccio che si trova intorno alle radici). Prima di proseguire, si bagna il terreno; in󿬁ne si colloca la piantina nel punto desiderato, compattando la terra intorno al colletto. Dalla porzione trapiantata avrà poi origine un nuovo esemplare. Questa operazione si può effettuare anche con i rizomi, parti di fusto striscianti o sotterranee simili a radici.

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Esemplare di Mentha  ‘Crispa’. spicata ‘Crispa’. spicata La menta si propaga per divisione, facendo radicaree i rizomi radicar a dimora in apposite vaschette.

 

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C O L T I V A R E   L E   E R B E   A R O M A T  I C H E

PROTEGGERLE E CURARLE Anche le aromatiche possono essere soggette a malattie e ad attacchi di parassiti, sebbene con minore frequenza rispetto ad altre piante. La ragione risiede nella presenza in loro di oli essenziali, che da una parte allontanano a llontanano i parassiti e dall’altra, grazie alleproteggono molecole antibiotiche che contengono, le piante dalle malattie crittogamiche. Il timolo, per esempio, che conferisce il caratteristico profumo al timo, si estrae per uccidere un parassita delle api, la varroa, mentre la lavanda, come indica il nome latino (lavandula), ha la proprietà di lavare la pelle disinfettandol disinfetta ndola. a.

Difendiamole senza inquinare

 È importante ricordare che una coltivazione corretta aiuta a prevenire molte molte delle avversità. I problemi più frequenti, infatti, sono dovuti a eccessive annaf󿬁ature, che provocano marciumi del colletto, a concimazioni non necessarie e alla scarsa circolazione di aria in mezzo alla vegetazione. In ogni caso, poiché quasi sempre le erbe aromatiche sono destinate all’uso alimentare, è bene evitare il ricorr icorso a prodotti chimici.  Quando serve, ser ve, comunque, comunque, per la protezione delle vostre piante potete ricorrere alla lotta biologica utilizzando prodotti a bassa tossicità, reperibili presso garden center e consorzi agrari. 



In molti casi, per difendere le aromatiche dagli attacchi di insetti e parassiti vengono in aiuto sostanze d’uso comune, per nulla tossiche.  Si può spruzzare una miscela di acqua e sapone di Marsiglia contro gli afidi, o pidocchi delle piante, che talvolta attaccano le aromatiche eccessivamente concimate con un prodotto azotato. In caso di forte infestazione, conviene ripetere il trattamento dopo una decina di giorni. 

  Usando le dovute accortezze, con la birra si può attuare la lotta contro le lumache, che in



primavera vanno all’assalto delle piantine tenere e acquose di aneto, basilico, coriandolo e di altre specie annuali.  Anche esche vegetali (foglie di lattuga, pezzetti di patata) possono attirare l’attenzione di questi famelici gasteropodi, gasteropo di, che vanno poi eliminati manualmente. 

 

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Raccogliere e conservare le erbe aromatiche La fase della raccolta delle parti aromatiche è molto importante e deve essere eseguita correttamente, per conseguire buoni risultati. Infatti, la concentrazione di essenze odorose varia nel corso della vita della pianta, ma anche a nche nell’arco nell’arco della giornata: esiste, infatti, un tempo balsamico per ogni aromatica, in cui la concetrazione di oli essenziali è massima. Bisogna dunque eseguire la raccolta con attenzione, cercando di imparare le tecniche per ottenere il meglio, senza però danneggiare le piante nel caso non abbiano ancora completato il loro ciclo vegetativo.

  Delle specie  arbustive, caratterizzate da un fusto legnoso alla base come rosmarino, salvia e timo, vanno colte le parti apicali, per mantenere una vegetazione folta e compatta. Il discorso è 

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Salvia officinalis tricolor. tricolor. Le foglie della salvia sono tra le più utilizzate in cucina. Perfette per profumare sughi e minestre, sono squisite e fritte, serviteimpanate come antipasto.

LA RACCOLTA DELLE FOGLIE In linea di massima, il periodo migliore per la raccolta delle foglie che devono essere conservate è subi subito to prima della 󿬁oritura; per l’uso immediato è invece suf󿬁ciente staccarle quando se ne ha bisogno. Per quanto riguarda inil genere momento più adatto della giornata, le foglie sono più profumate profumate al mattino, prima del caldo eccessivo ecce ssivo e dopo che l’umidi l’umidità tà della notte si è asciugata. a sciugata.

 

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C O L T I V A R E   L E   E R B E   A R O M A T  I C H E

 

Il calendario del tempo t empo balsamico Le parti vegetali vanno v anno raccolte in determinati momenti, quando sono più concentrati gli oli essenziali e gli aromi. Indichiamo nella tabella il tempo balsamico delle principali piante, da maggio a novembre. MESE

PIANTA

maggio 

prezzemolo

giugno 

borragine, mirto, rosmarino, salvia, timo

luglio 

alloro, basilico, cumino, lavanda, melissa, menta, origano

agosto 

aglio, anice, coriandolo, finocchio, maggiorana, peperoncino, prezzemolo, santoreggia, sedano

settembre 

aneto, angelica, cedrina, rafano

ottobre 

malva, sedano

novembre 

alloro

diverso per prezzemolo, sedano ed erbacee simili, di cui si asportano le foglie esterne (che sono le più sviluppate), tagliandole alla base del picciolo. In questo

vanno raccolti dei rametti, tagliando i cespi a un’altezza di 10-30 cm dal suolo, a seconda della dimensione della pianta. Le arbustive, invece, vanno tagliate a circa un terzo della lunghezza della nuova vegetazione. LA RACCOLTA DI SEMI, FIORI E RADICI  Per ricavare i semi, si tagliano le sommità delle piante per essiccarle ed estrarli. Si usano quelli di aromatiche appartenenti alla famiglia delle ombrellifere, come il 󿬁nocchio, 󿬁nocch io, oppure oppure anche la pianta intera, come nel caso del coriandolo. Il momento più indicato per la raccolta è alla maturazione dei semi, prima che si 

stacchino cadano: questa fase l’intensità del eloro aromainè massima.   I 󿬁ori vanno colti in un momento



modo non si danneggiano le foglioline giovani che si sviluppano al centro. Altre piante, come la rucola, si de󿬁niscono da taglio, poiché le foglie possono essere recise alla base quando sono tenere e lunlunghe circa 5 centimetri.  La raccolta di grandi quantità di foglie per la conservazione va eseguita nel periodo di maggiore concentrazione dell’aroma. Nel caso delle erbacee 

particolare, quando la 󿬁oritura è già iniziata, ma non si è ancora conclusa. Sono molto apprezzati quelli di lavanda, conservati in sacchettini nei cassetti per profumare la biancheria.  Le radici, per esempio quelle del rafano, vanno estirpate in autunno, cioè nel momento in cui sono più ricche di sostanze nutriti nutritive ve e aromatiche, a romatiche, accumulate per affrontare af frontare l’inverno. 

 

P O C H E   E S I G E N Z E   P E R   G R A N  D I   S O D D I S F A Z I O N I

 In mancanza mancan za di spazio oppure con clima eccessivamente umido o piovoso, è possibile sfruttare il forno di casa, portandolo a una temperatura di 40-60 °C. Le erbe vanno sistemate, riunite in mazzetti distanziati stanz iati tra loro e lasciate in forno con lo sportello semiaperto, 󿬁nché non si sono ben asciugate. Fate attenzione a non 

ESSICCARE GLI AROMI Quando si procede all’essiccazione, le parti della pianta devono essere pulite dopo la raccolta, evitando di bagnarle.  Le foglie di molte erbe possono essere



essiccate all’aria disponendole in unostrato su fogli di carta ca, rta oppure appendenappenden

dole, riunite riunite in mazzetti, ma zzetti, in un luogo buio buio e asciutto. Per ridurre i tempi di essic-

bruciarle o a non farle essiccare troppo rapidamente: diventerebbero quasi insapori e inodori. Dopo averle tolte dal forno, le erbe devono essere lasciate riposare mezza giornata prima di riporle in vasetti a chiusura ermetica da conservare al fresco e al buio. L’aroma rimarrà inalterato per qualche mese. CONGELARE GLI AROMI Alcune aromatiche si conservano con il congelamento. È il caso del basilico e

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Il mirto ( Myrtus Myrtus communis ),  ), arbustiva dal portamento cespuglioso, emette profumate bacche impiegate sia in marinate per le carni sia per la preparaz preparazione ione di liquori.

cazione e mantenere gli aromi, bisogna scegliere giornate calde e un luogo ventilato, al riparo dalla luce diretta del sole, per evitare un processo di essiccazione troppo veloce, che farebbe disperdere le essenze volatili e toglierebbe colore alle erbe. Le foglie più tenere saranno pronte dopo circa 3 giorni, mentre per quelle più spesse e ricoperte di peluria possono occorrere anche 15 giorni.

del prezzemolo, che possono anche essere tritati, eventualmente miscelati con olio extravergine di oliva, e congelati nelle vaschette per il ghiaccio (in alternativa, le foglie del basilico si possono conservare anche intere). Altre aromatiche che possono essere sottoposte al congelamento sono il rafano e le radici in generale, il porro, le foglie della salvia e quelle del rosmarino.

 

Lavanda, profumo e bellezza La lavanda è una delle aromatiche più conosciute, apprezzata per la fragranza eccezionale e la bellezza della sua copiosa fioritura. La cura è facilissima ma occorre prevedere una volta all’anno, dopo la fioritura, un intervento di potatura per p er conservare il cespuglio folto e compatto. Nella foto: Lavandula stoechas ‘ Kew Kew Red’, Red’, varietà  dai curiosi fiori bicolori. rietà

 

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Gli aromi della salute e del benessere Le piante aromatiche impiegate in tutto il mondo per cucinare e per la cura personale sono innumerevoli; si pensi, tanto per citarne alcune, allo zenzero, al curry, al cardamomo, che conferiscono l’inconfondibile sapore esotico alle pietanze orientali.   Alcune erbe sono tipiche della cucina italiana, irrinunciabili ingredienti di ricette tradizionali: la pizza napoletana 

preziose per la salute e la bellezza. Dai suffumigi con oli essenziali agli impacchi con tinture, dalle profumate tisane ai bagni rilassanti, le erbe ci vengono in aiuto per eliminare fastidiosi disturbi, ma anche per la cura del corpo come cosmetici naturali.  Un universo tutto da scoprire, quindi, quello delle aromatiche, dotate tra t ra l’altro di innegabili qualità ornamentali. 

Con l’olio essenziale di rosmarino si può lenire il dolore di contusioni, distorsioni e dolori articolari.

non sarebbe la stessa eliminando l origano, il pesto genovese non esisterebbe senza il basilico come non si potrebbe preparare la salsa verde senza utilizzare il prezzemolo.   I pregi delle aromatiche non si limitano all’ambito culinario: sono anche 

Nelle schede che seguono trov t roverete erete una selezione di quelle più adatte a essere coltivate nei nostri climi e di quelle più note. Impararete, così, a conoscere le caratteristiche e le incredibili potenzialità di questi profumati, sorprendenti doni della natura.

NE LL A   PA G I N A A   F I AN C O : 

la ricchezza di colori delle aromatich aromatichee consente insolite associazioni, che rendono unico qualsiasi giardino.

 

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C O L T I V A R E   L E   E R B E   A R O M A T  I C H E

Laurus nobilis

alloro L’alloro, aromatica dal portamento arbustivo, compare spesso in parchi,  giardini  giard ini e siepi come

Comunemente noto anche come lauro, l’alloro è una delle tipiche e profumate piante della macchia mediterranea, il cui

cucina. È un’elegante pianta ornamentale, che ben si presta alla realizzazione di siepi allevate in forma libera o geo-

pianta ornamentale.

impiegoo versatile spazia dal giardino alla impieg

metrica; il suo tipico e intenso sapore è

 

G L I   A R O M I   D E L L A   S A L U T E   E   D E L   B E N E S S E R E   | a l l o r o

    A     N     I     C     U     C       N     I

  Le foglie di alloro si usano per insaporire secondi piatti, nella preparazione di marinate o per aromatizzare verdure e funghi sottolio. È sufficiente mezza foglia, senza eccedere con le carni bianche. 

Raccolta e conservazione Le foglie possono essere usate fresche oppure secche, conservate in barattoli di vetro. Il momento migliore per la raccolta è a 󿬁ne inverno.

 Le bacche dell’alloro possono essere usate per produrre liquori. 

fondamentale nel bouquet di aromi per l’l’arrosto. arrosto. Le sue foglie nell’antica nell’antica Grecia incoronavano i vincitori dei giochi olimpici e ancora oggi è uso cingere il capo dei neolaureati con rami ra mi d’ d’alloro. alloro. Descrizione e coltivazione L’alloro è un albero o un arbusto sempreverde che può superare 6-8 m di altezza, con foglie coriacee, lanceolate, di colore verde scuro. È una specie dioica, cioè con sessi separati: solo le piante femminili sviluppano bacche scure, di circa un centimetro di

    A     Z     Z     E     L     L     E     B

    E     E     T     U     L     A     S

Pianta dai mille usi: le foglie essiccate  tengono lontane le tarme dagli armadi, mentre quelle fresche, inserite tra le pagine dei libri, ne impediscono l’ingiallimento. Usate in infuso sono digestive, antifermentative e alleviano il mal di gola. L’olio essenziale  d’alloro ha virtù

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diametro.   Può essere coltivato  in vaso, oppure



messo a dimora in pienasoleggiata. terra a inizio primavera, in posizione Per la formazione di siepi le piante vanno va nno distanziate di 45 cm l’una dall’altra.

espettoranti, diuretiche e stomachiche (stimolanti della digestione); è inoltre utile per curare distorsioni, dolori reumatici, articolari e, non ultimo, per effettuare suffumigi che danno sollievo nelle malattie da raffreddamento.

 

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C O L T I V A R E   L E   E R B E   A R O M A T  I C H E

 Anethum graveolens graveolens

aneto

Dell’aneto si usano sia le foglie sia i frutti, il cui sapore ricorda quello dell’anice. Le prime, fresche, servono per insaporire insalate, verdure lessate, minestre, zuppe di vegetali, sulle quali un rametto si usa come guarnizione, oppure nelle marinate e per aromatizzare il pesce. I frutti, simili a semi, hanno sapore più intenso rispetto alle foglie; sono poco usati in Italia, ma nel Nord Europa non mancano mai in cucina per aromatizzare carni arrosto e in umido, pesci al cartoccio, per preparare aromatiche e marinate e in󿬁nemiscele per insaporire l’aceto. Conferiscono anche un sapore particolare ai cetrioli sottaceto. Descrizione e coltivazione Pianta annuale erbacea simile al 󿬁noc-

chio, l aneto raggiunge 90 cm di altez za. Dal fusto eretto e cavo si dipartono

L’aneto predilige climi caldi e posizioni assolate: è opportuno, quindi, collocare le piante al riparo dal vento e dal gelo.  gelo.  

rametti foglie sottilibrillante. e penniformi, di colorecon verde-azzurro I 󿬁ori sono molto piccoli, gialli, riuniti in ombrelle di 5-10 cm di diametro.

 

G L I   A R O M I   D E L L A   S A L U T E   E   D E L   B E N E S S E R E   | a n e t o

 Per avere foglie fresche di aneto durante tutto il periodo estivo va seminato mensilmente, a partire da marzo-aprile, in 󿬁le distanti tra loro 30 cm circa. 

 Le piantine devono essere poi diradate in modo che siano intervallate sulla 󿬁la di 30 centimetri. centimet ri. L’ L’aneto ama l’l’espoesposizione al sole e le irrigazioni abbondanti, ma necessita di terreno ben drenato. Si può coltivare anche in vasi e 󿬁oriere sul terrazzo. 

Raccolta e conservazione In cucina è preferibile usare le foglie fresche, ma si possono anche essiccare o surgelare, perdendo però così parte del colore c olore     A     Z     Z     E     L     L     E     B     E     E     T     U     L     A     S

    A     N     I     C     U     C       N     I

Tagliolini al salmone profumati all’aneto PE R 4 PE R S O NE   Fate

imbiondire imb iondire in una noce di burro una cipolla tagliata sottile; aggiungete 40 g di farina e 300 ml di latte, poi cuocete adagio fino a ottenere una salsa densa. Aggiungete 300 g di salmone affumicato a pezzetti e una manciata di aneto fresco tritato. state di sale e spolverizzate con Aggiuun po’ di pepe. Lessate 300-3 300 -350 50 g di tagliolini t agliolini in abbondante acqua salata, conditeli con la salsa e guarnite i piatti con un ciuffo di aneto fresco.

e del sapore. I frutfr utsemi di aneto Iterapeutiche hanno caratteristiche simili a quelli dell’anice e del finocchio. Utili per curare le infiammazioni della bocca, aiutano la digestione, attenuano i dolori intestinali, il vomito, il singhiozzo ed eliminano i gas intestinali. Se masticati, sono anche un ottimo rimedio per chi soffre di alitosi. L’infuso ottenuto con

ti si raccolgono in agosto, a maturazione avvenuta, quando diventano bruni. Si tagliano le ombrelle e si lasciano essiccare 󿬁no a che i frutti non si staccano. Si conservano poi in vasi a chiusura ermetica.

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i semi è un valido diuretico ed è un ingrediente immancabile per le tisane che stimolano la produzione di latte nelle donne in fase di allattamento.

 

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C O L T I V A R E   L E   E R B E   A R O M A T  I C H E

 Angelica archang archangelica elica

angelica La pianta dell’angelica emana un gradevole profumo in ogni sua parte, radici comprese. Foglie, germogli, piccioli, frutti radici trovano impiego tanto in cucina,e per aromatizzare i cibi, quanto quan to in erboristeria, per la salute e la bellezza. Le radici e i frutti si utilizzano per produrre liquori, ma anche per insaporire grigliate, arrosti e marinate. Le foglie profumano     A     N     I     C     U     C       N     I

L’angelica L’ang elica è abbastanza

Orata all’angelica PER 4 PERSONE Dopo

averladipulita, gliate a pezzetti un’orata circa taun chilo. Fate appassire appassire un porro tagliato t agliato a rondelle in olio extravergine extr avergine di oliva, aggiungete l’orata e fatela insaporire. Bagnate con mezzo bicchiere di vino bianco e lasciatelo evaporare. Aggiungete poca acqua o un mestolo di brodo assieme a una manciata di pic-

rara in Italia allo stato selvatico,

cioli e foglie fresche di angelica tritati. Salate, pepate e lasciate cuocere circa mezz’ora a fuoco basso.

per cui è opportuno salvaguardare  gli esempla esemplari ri esistenti esistenti in natura.

 

G L I   A R O M I   D E L L A   S A L U T E   E   D E L   B E N E S S E R E   | a n g e l i c a

salse e zuppe.essere I fusticanditi e i piccioli delle foglie possono per preparazioni di pasticceria. Le foglie in infusione hanno proprietà espettoranti, stimolanti, carminative (facilitano l’espulsione di gas intestinali) e stomachiche. Descrizione e coltivazione Appartenente alla famiglia fa miglia delle ombrel-



lifere, dell’angelica anche 2la mpianta di altezza. Il fusto raggiunge è eretto e cavo, le foglie sono pennate. I 󿬁ori piccoli, di colore bianco-verdastro, sono riuniti in vistose ombrelle composte, e danno origine a semi di forma allungata.

settembre in posizione soleggiata, in terreno ricco di sostanza organica, a 󿬁le distanti tra loro circa 90 centimetri. Una volta nate, le piantine pia ntine devono essere diradate lungo la 󿬁la, tenendo una distanza di 30 centimetri centimetri..

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  Si semina in marzo o in

 Per stimolare la produzione di foglie  è bene rimuovere le in󿬁orescenze mano a mano che si formano. In questo modo le piante possono vivere anche alcuni anni. In caso contrario, l’angelica si comporta da biennale: il primo anno si sviluppa, il secondo 󿬁orisce e va a seme e poi muore. 

L’angelica, usata in piccole quantità, ha effetto stimolante, mentre in dosi elevate l’azione sino a condurre a uno statosidiinverte, forte depressione. L’olio essenziale  di angelica trova impiego nella cosiddetta “acqua delle carmelitane”, che è un noto sedativo; se assunto in forti dosi può risultare velenoso. Il succo fresco della pianta può irritare le mucose e la pelle, per cui è bene manipolare con prudenza

Raccolta e conservazione I fusti per i canditi si raccolgono tra maggio e giugno, come pure le foglie da es-

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le parti fresche. Le radici  in passato

siccare, che vanno staccate quando sono

venivano masticate come protezione dalle malattie infettive.

verde chiaro. Le radici, invece, si dissotterrano all’inizio dell’autunno. I frutti si raccolgono in agosto, come per l’aneto.

 

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C O L T I V A R E   L E   E R B E   A R O M A T  I C H E

Pimpinella anisum

anice

I frutti dell’anice, impropriamente chiamati semi, sono molto utilizzati per aromatizzare liquori, ai quali trasferiscono le loro proprietà digestive. In cucina si usano nella preparazione di dolci e pane, ma anche per cucinare carni, in umido o marinate, alla griglia o al cartoccio. Le foglie fresche insaporiscono salse, sughi e zuppe. L’anice comune non va confuso c onfuso con c on l’anice stellato: il primo è caratteristico delle regioni mediterranee, mentre il secondo è originario originar io del Sudest asiatico; ha sapore simile ma molto più intenso.     A     Z     Z     E     L     L     E     B     E     E     T     U     L     A     S

L’anice ha proprietà disinfettanti, antibatteriche e aromatizzanti. Il suo olio essenziale, costituito principalmente da anetolo, è utilizzato per confezionare dentifrici e saponi. Masticare semi di anice calma il singhiozzo. In erboristeria vengono sfruttate le proprietà digestivo-ca digestivo-carminative rminative,, espetto-

ranti e galattofore (che favoriscono la produzione di latte).

 

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G L I   A R O M I   D E L L A   S A L U T E   E   D E L   B E N E S S E R E   | a n i c e



Descrizione e coltivazione Questo rappresentante della famiglia delle ombrellifere può raggiungere 60 cm di altezza; il fusto presenta una 󿬁ne peluria, con foglie basali lobato-incise e foglie superiori molto frastagliate. Le in󿬁orescenze sono a forma di ombrella composta e portano piccoli 󿬁ori bianchi che si schiudono in giugno. I frutti maturano tra agosto e settembre.   L’anice si coltiva in terreni di medio impasto, fertili, ricchi di calcare e ben esposti al sole. 

    A     N     I     C     U     C       N     I

si effettua tra60 marzo e aprile La su semina 󿬁le distanti tra loro centimetri. Quando hanno emesso le prime 4 foglie, le piantine vanno diradate, mantenendo una distanza sulla 󿬁la di 30 centimetri. Raccolta e conservazione La raccolta va fatta tra agosto e settembre, preferibilmente al mattino, quando la pianta è ancora umida, per evitare che i frutti si stacchino e cadano. Una volta seccate, le ombrelle vanno sbattute per far cadere i frutti, da conservare in contenitori a chiusura ermetica.

Tortelloni fritti all’ all’anice anice PER 6 PERSONE  Preparate

un impasto omogeneo con 400 40 0 g di farina di segale, 100 g di farina di frumento, 30 g di burro fuso, 2 bicchieri di acqua tiepida, un cucchiaino di semi di anice e una presa di sale. Dividete il composto in 12 parti, da stendere ciascuna in una sfoglia del diametro di circa 18 centimetri. Preparate il ripieno con 200 g di ricotta, 120 g di zucchero e 150 g di semi di papavero macinati, amalgamate bene e distribuitelo su 6 dei 12 dischi preparati. Coprite ogni disco con uno dei 6 dischi rimasti e sigillate bene i bordi. Friggete i tortelloni in abbondante olio di oliva bollente, poi scolateli bene. Preparate un intingolo con 50 g di miele, 150 g di semi di papavero, un bicchiere d’acqua e fatelo bollire per un minuto. Irrorate i tortelloni tor telloni e gustate questa dolce ricetta caratteristica delle Dolomiti. Dolomiti.

Liquore all’anice Pestate 25 g di semi di anice e metteteli a macerare per p er 2 mesi in mezzo litro di grappa insieme

NE LL A PA G I N A A   F I AN C O :  dell’anice,

a scopo aromatico, non si utilizzano le foglie, utili al riconoscimento della pianta, ma solo i semi se mi (acheni).

con un pizzico di cannella cannella,, uno di vanillina, 500 g di zucchero e 250 g di acqua. Trascorso Trascorso tale t ale tempo, filtrate e imbottigliate. È ottimo come digestivo.

 

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C O L T I V A R E   L E   E R B E   A R O M A T  I C H E

Ocimum basilicum

basilico Usato da sempre in Liguria e Campania, il basilico si è affermato ovunque: le sue foglie, dall’aroma intenso e deciso, sono perfette per condire c ondire insalate e pomodori, piatti un tocco vivace e,conferendo soprattutto,ai insaporiscono sughi e conserve a base di pomodoro. La famosa caprese, o il rinomato pesto genovese, sono solo due delle ricette più celebri che lo vedono protagonista. Di grande versatilità grazie al suo sapore fresco, il basilico si sposa con un gran numero di piatti estivi, a cui regala aroma e color colore. e.     A     Z     Z     E     L     L     E     B     E     E     T     U     L     A     S

Del basilico sono note le proprietà aromatiche, stimolanti e toniche dell’organismo, utili per curare casi di debolezza, apatia ed esaurimento. È inoltre un eccellente stimolante dell’appetito e della digestione, soprattutto nelle dispepsie, ed è consigliato come carminativo e come antispasmodico per calmare le

nausee e attenuare i crampi allo stomaco, oltre che per favorire la diuresi.

 

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G L I   A R O M I   D E L L A   S A L U T E   E   D E L   B E N E S S E R E   | b a s i l i c o

Descrizione e coltivazione Il basilico è una pianta erbacea annuale della famiglia delle labiate, che comprencomprende un gran numero di specie aromatiche d’uso comune; raggiunge 30-50 cm di altezza. Può essere coltivato sia nell’orto, nell’orto, in piena terra, sia in vaso, sul balcone o sul davanzale di una 󿬁nestra. Per favorire lo sviluppo di un gran numero di foglie è necessario cimare spesso le piante e, raggiunta l’altezza de󿬁nitiva, bisogna asportare le in󿬁orescenze in formazione.  Si  semina a marzo in semenzaio al riparo (i semi non germinano con temperature inferiori in feriori a 18 °C). 

 Le piantine vanno messe in piena terra in maggio, a una distanza di 30 cm sulla 󿬁la e di 40 cm tra le 󿬁le. Essendo 

originario dell’ dell’Asia Asia tropi t ropicale, cale, il i l basilico necessita di climi caldo-temperati e di elevata umidità del terreno durante il ciclo di vegetazione. Raccolta e conservazione La raccolta delle foglie fresche si protrae per tutta l’estate, se la pianta viene cimata. Per mantenere a lungo l’aroma del basilico, è consigliabile frullare le foglie,

gorifero, oppure in freezer, suddivise in piccolee porzioni, in modo che siano sempiccol pre pronte all’utilizzo.  Le foglie ben pulite ma non lavate possono anche essere conservate intere in freezer, mentre mantengono poco l’aroma se vengono essiccate. 

    A     N     I     C     U     C       N     I

Pesto genovese Pestate una tazza di foglie di basilico pulite in un mortaio assieme a uno spicchio di aglio e a una presa di sale grosso. Aggiungete 2 cucchiai di pinoli, un cucchiaio di pecorino e uno di grana grattugiati. Pestate il tutto fino a ottenere un composto omogeneo e trasferitelo in una ciotola, in cui verserete a filo un bicchiere di olio extravergine oliva amalgamandolo con cura. di Continuate a mescolare con un cucchiaio di legno fino a ottenere una crema densa e perfettamente omogenea. Al momento dell’uso, diluitelo con un po’ di acqua di cottura della pasta. Si possono anche frullare gli ingredienti con il mixer, ma il risultato finale non uguaglierà comunque l’eccellenza del metodo tradizionale.

NE LL A   PA G I N A A   F I AN C O :  in genere,

il basilico non si semina direttamente; per aiuole o vasi si acquistano in primavera le piantine già pronte per il trapianto.

eventualmente aggiungendo ottimo olio extravergine di oliva, e conservarle in frifr i-

 

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C O L T I V A R E   L E   E R B E   A R O M A T  I C H E

Borrago officinalis

borragine La borragine è una importante pianta mellifera, molto apprezzata dagli apicoltori.

La borragine è una pianta annuale di cui si usano in cucina le grosse foglie ricoperte di peli ispidi. Il nome stesso (dal latino tardo burra, «lana grezza» si riferisce a questa caratteristica. Si consuma cruda e tritata nelle insalate, alle quali conferisce un inconfondibile aroma di cetriolo, cet riolo, oppure oppure impanata

per accompagnare gli aperitivi e i fritti misti, o anche lessata come verdura di contorno. I 󿬁ori guarniscono i piatti, profumano e colorano l’aceto e si possono persino candire. La medicina popolare assegna alla borragine proprietà emollienti, sudorifere, diuretiche, lassative e depurative. Descrizione e coltivazione Cresce spontanea spontanea ai margini ma rgini di strade e in mezzo alle colture, sempre in terreno fertile, sino a 1.800 m di quota. È una pianta erbacea alta 30-60 cm, molto rami󿬁cata, con numerose foglie ovate, quelle inferio    A     Z     Z     E     L     L     E     B     E     E     T     U     L     A     S

L’infuso di borragine (50 g di fiori e foglie in un litro d’acqua bollente per 10 minuti) è un disinfettante e lenitivo del cavo orale se usato come colluttorio; aggiunto all’acqua del bagno, ammorbidisce la pelle e calma il prurito. prur ito. Le foglie fresche pestate e applicate su ascessi, scottature e infiammazioni della pelle alleviano il dolore e sono emollienti.

 

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ri di grandi dimensioni, sempre più pic-

I magnifici fiori

cole verso l’apice, dove sbocciano i 󿬁ori a stella di colore azzurro vivo.

della borragine si possono congelare in cubetti di ghiaccio per accompagnare aperitivi, o utilizzare canditi per preparazioni dolci.

 Nell’orto va seminata all’inizio della primavera per l’uso in estate, oppure in autunno per il raccolto tardo invernale e primaverile. Resistente al freddo, del tutto inesigente e veloce a svilupparsi, cresce però più rigogliosa nei terreni ben concimati e un po’ umidi, in pieno sole. 

  Poiché tende a disseminarsi ovunque trasformandosi in infestante, è consigliabile rimuover rimuovere e gli gl i apici al termine della 󿬁oritura per impedire che vada a seme. Oltrettutto, con la formazione dei semi la pianta chiude il ciclo vegetativo e muore. 

Raccolta e conservazione Durante di sviluppo gono soloilleperiodo foglie che servono siperraccoll’uso immediato, perché appassiscono facilmente. Si conservano bene in freezer, pulite e non lavate, eventualmente già impanate per i fritti. L’essiccazione non dà buoni risultati per l’l’uso uso gastronomico (le foglie perdono il caratteristico sapore) mentre per l’uso medicinale va effettuata quanto più velocemente possibile, all’aria e all’ombra, appendendo a testa in giù le sommità 󿬁orite.

    A     N     I     C     U     C       N     I

Torta salata di borragine Lavate 8 grosse manciate di foglie, scottatele in un dito di acqua bollente salata per 5 minuti e scolatele. Mentre raffreddano, preparate una besciamella con mezzo litro di latte, 4 cucchiai di farina e un pezzetto di burro. A fuoco spento salate, aggiungete qualche cucchiaiata di grana grattugiato e insaporite con pepe e noce moscata. Passate nel mixer le foglie di borragine con la besciamella e 4 uova. Aggiustate di sale e versate in una tortiera precedentemente rivestita di pasta sfoglia sfoglia.. Spolverate con pangrattato e qualche ricciolo di burro prima di passare in forno a 180 °C per circa 50 minuti. Questa torta è ottima tipieda o fredda.

 

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C O L T I V A R E   L E   E R B E   A R O M A T  I C H E

Lippia citriodora

cedrina L’arbusto della cedrina, potato periodicamente, emette nuovi germogli.

Pianta originaria del Cile, conosciuta anche come erba luigia, la cedrina è apprezzata per le sue foglie odorose di limone, che trovano impiego sia fresche sia secche nelle miscele aromatiche per arrosti, grigliate e marinate, per guarnire i piatti da portata e le macedonie, nonché per produrre liquori alle erbe. Le foglie di cedrina, dal gusto amaro e pungente se masticate, hanno proprietà aperitive, digestive e calmanti, che le rendono preziose per la preparazione di infusi. Diffusa all’interno di orti e     A     Z     Z     E     L     L     E     B     E     E     T     U     L     A     S

Le foglie  della cedrina sono utilizzate per aromatizzare tisane. Così come quelle di salvia, possono essere utilizzate per pulire gengive e denti, sfregandole energicamente e ottenendo anche l’effetto di profumare l’alito. Inoltre, si possono fare bagni aromatici, deodoranti e stimolanti immergendo un pugno di foglie, chiuse in un sacchetto di tela, nell’acqua calda della vasca da bagno.

 

G L I   A R O M  I   D E L L A   S A L U T E   E   D E L   B E N E S S E R E   | c e d r i n a

giardini, la cedrina è diventata un in-

sura ermetica. Il momento migliore per

grediente di alcune ricette della tradizione tipico gastronomica italiana.

la raccolta è all’inizio dellaprofumate. 󿬁oritura, quando le foglie sono più Non attendete però la completa formazione delle in󿬁orescenze, che sottraggono energia e proprietà alla pianta.

Descrizione e coltivazione La cedrina è una pianta arbustiva che può superare il metro di altezza, con foglie ruvide, lanceolate, di colore verde chiaro, e piccoli 󿬁ori bianco-rosei, tubuliformi, riuniti in pannocchie lunghe una decina di centimetri che si formano in estate.  Si propaga per talea: le nuove piantine devonoo essere interrate a maggio, in vaso devon o in piena terra alla distanza di un metro l’una dall’altra, in zone riparate ed esposte in pieno sole. sole. 

 Alla ripresa vegetativa primaverile le piante vanno potate energicamente, per mantenerle di dimensioni contenute. Temono Temono il gelo, ma quasi sempre sopravvivono emettendo nuovi germogli dalla base. 

Raccolta e conservazione In genere si utilizzano le foglie fresche, da utilizzare al momento. Per Per la conservazione, invece, la raccolta va eseguita al mattino, scegliendo le foglie più sviluppate e sane, da far seccare all’ombra e da riporre in un vaso di vetro a chiu-

    A     N     I     C     U     C       N     I

Liquore alla cedrina Raccogliete 40 foglie di cedrina, unite la scorza di un’arancia e quella di un limone non trattati, 2 chiodi di garofano, un pezzetto di cannella, 400 g di di alcol puro per liquori, 400 g di acqua e 300 g di zucchero. Mettete tutti gli ingredienti, esclusi acqua e zucchero, in infusione per 12 giorni, poi preparate uno sciroppo sciogliendo sul fuoco a fiamma bassa lo zucchero nell’acqua. Unite l’infuso allo sciroppo raffreddato, scuotete, filtrate, imbottigliate e lasciate invecchiare per un anno. Il liquore ha proprietà digestive e corroboranti.

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Le foglie essiccate della cedrina si usano per profumare la biancheria.

 

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 Anthriscus cerefo cerefolium lium

cerfoglio Il delicato profumo del cerfoglio ricorda quello dell’anice, mentre le sue foglie sono simili a quelle del prezzemolo, e per questo possono servire per decorare e profumare verdure cotte a vapore, vellutate insalate usano sia lee foglie siafresche. i frutti:In le cucina prime, sifresche, insaporiscono sughi, salse, zuppe, frittate o pietanze al cartoccio; c artoccio; i secondi entrano nelle miscele aromatiche. a romatiche. Descrizione e coltivazione Specie biennale che raggiunge 45 cm di altezza, il cerfoglio ha foglie incise,     A

sottili, portate da un lungo gambo. fiorellini, bianchi, sono riuniti in om-I brelle del diametro di 7-8 cm e compaiono nell’estate dell’anno successivo alla semina. Recidendo le foglie quando sono ancora tenere, si ritarda la fioritura del cerfoglio e si favorisce l’emissione di nuova vegetazione.

  Per avere a disposizione foglie fresche tutto l’ l’anno, anno, è consigliabile seminare a intervalli mensili da marzo ad agosto, diradando poi le piantine per 

distanziarle sulla fila e tra le file di circa 30 centimetri.

    Z     E     L     L     E     B     E     E     T     U     L     A     S

Il decotto di cerfoglio è un ottimo tonico per le pelli grasse. L’ infuso è consigliato nelle cure depurative e contro l’ipertensione, poiché aiuta ad abbassare la pressione. Le foglie stimolano l’appetito e la digestione e sono leggermente diuretiche. Il succo fresco con il latte tiepido calma la tosse, mentre aggiunto a un po’ d’acqua è dissetante. L’impacco di foglie tritate calma le infiammazioni provocate da punture di insetti.

 

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prima che siano compl completamente etamente formate. Iprocedimento frutti vanno raccolti lo stesso adottatoseguendo per le altre ombrellifere, quali aneto e angelica.   Allo stato spontaneo il cerfoglio può facilmente essere confuso con altre piante velenose, motivo per cui è bene che la raccolta in natura sia effettuata solo da persone esperte. 

    A     N     I     C     U     C       N     I

Vellutata al cerfoglio



un cucchiaio di burro in una pentola bassa e fatevi appassire per alcuni minuti 3 cipolle affettate grossolanamente; aggiungete un cucchiaio di farina, mescolate e coprite d’acqua. Lasciate cuocere per 15 minuti, quindi aggiungete 2 cucchiaini di sale, 150 g di cerfoglio tritato e 1,5 dl di

Raccolta e conservazione Generalmente le foglie si utilizzano fresche, raccogliendole al momento. Possono anche essere essiccate, raccogliendole dopo 6-8 settimane dalla germogliazione e comunque prima della 󿬁oritura. L’essiccazione è però piuttosto lenta. Per

panna. Riducete il tutto in purea direttamente nella pentola con il frullatore a immersione, portate a bollore, aggiustate di sale, spolverate di pepe bianco e servite la vellutata ben calda, decorando il piatto con un ciuffo di foglie fresche di

  Nelle zone con climi gelidi, le piante vanno coperte durante l’inverno l’inverno..

prolungare la produzione di foglie fresche è bene asportare le ombrelle dei 󿬁ori

PE R 4 PE R S O NE  Sciogliete

cerfoglio.

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C O L T I V A R E   L E   E R B E   A R O M A T  I C H E

Coriandrum sativum

coriandolo Del coriandolo si utilizzano principalmente i frutti, il cui profumo ricorda l’aroma della scorza di arancia. È uno dei principali ingredienti del curry, ma entra anche nella preparazione di mari-

proprietà stomachiche e carminative, il coriandolo può risolvere problemi di digestione lenta, spasmi gastrici e anche colon irritabile da stress.

nate, court-bouillon, umidi, èe utilizzata di alcuni insaccati. Quest’erba odorosa Quest’erba anche in pasticceria, nella produzione di liquori e in profumeria. Grazie alle sue

Descrizione e coltivazione La pianta del coriandolo ha fusto eretto e liscio che può raggiungere il metro di altezza, con foglie maleodoranti 󿬁nemente divise, 󿬁ori bianchi riuniti in ombrelle e piccoli frutti sferici di color c oloree chiaro. chia ro.   Pianta annuale, teme il freddo e va, quindi, seminata nella tarda primavera in terreni esposti al sole e riparati, 

distanziando i semi dia30 le 󿬁la. 󿬁le e diradando le piantine 15 cm cm tra sulla B

A

Le foglie (A) sono molto utilizzate nella cucina orientale. Il frutto (B), sferico e con sottili costolature, è formato da due acheni uniti insieme.

    A     Z     Z     E     L     L     E     B     E     E     T     U     L     A     S

Un pugno di frutti di coriandolo in infusione nell’acqua calda del bagno o in quella del pediluvio ha effetto stimolante e deodorante. In cosmetica, l’olio  è utilizzato come componente della fragranza di saponette, creme, lozioni e profumi.

 

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Il coriandolo non richiede particolari cure e cresce bene su vari tipi di terreno.

Raccolta e conservazione La raccolta va effettuata in i n agosto, quando le ombrelle ingialliscono e i frutti sono ormai maturi. Il momento migliore è al mattino, mentre le piante sono ancora umide di rugiada, perché dalle ombrelle secche i semi cadono c adono facilmente. I frutti ben essiccati si conservano conserva no a lungo in vasi di vetro dotati di chiusura ermetica, riposti in un luogo fresco e asciutto.     A     N     I     C     U     C       N     I

 

Liquore al miele e coriandolo Fate sciogliere su fuoco basso 500 g di miele di acacia o di tiglio. Fuori dal fuoco aggiungete 400 g di alcol etilico a 70°, 100 100 ml di acqua, 150 ml di vino bianco, la scorza grattugiata di un limone non trattato e qualche frutto di coriandolo pestato e ridotto r idotto in polvere. Amalgamate bene gli ingrediente, imbottigliate il tutto e lasciate riposare il liquore per un paio di mesi, infine filtrate e imbottigliate di nuovo in un recipiente pulito.

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C O L T I V A R E   L E   E R B E   A R O M A T  I C H E

Carum carvi

cumino

Il cumino, noto anche come carvi, può essere osservato in natura nei prati alpini, al di sopra dei 1.000 1.000 m di quota. In cucina se ne usano sia le foglie fresche sia i frutti, per insaporire salse, arrosti, grigliate e court-bouillon. In Alto Adige, così come in altri Paesi di tradizione germanica, il cumino è utilizzato per aromatizzare e decorare decora re vari tipi di pane, nonnonché nella preparazione di piatti a base di verza e carne di maiale. In Oriente, invece, è immancabile ingrediente del curry. Gli oli essenziali contenuti nei frutti sono sfruttati per aromatizzare a romatizzare liquori dalle proprietà digestive, digestive, tra cui il celebre Kümmel.

Il cumino non necessita di particolari cure e si presta ad essere coltivato in vaso.

 

Descrizione e coltivazione Specie biennale con fusto rami󿬁cato, ha piccoli 󿬁ori bianchi o bianco-rosa bianco-rosati ti riuniti in ombrelle ombrelle..   Si semina  in primavera in terreno sciolto, fresco e ben esposto, in 󿬁le distanti 40 centimetri. 

    A     Z     Z     E     L     L     E     B     E     E     T     U     L     A     S

Per uso esterno il cumino stimola la circolazione periferica e ha un’azione disinfettante su mucose e pelle. Per un buon bagno stimolante purificante mettete nell’acqua caldaeun pugno di frutti. Tradizionalmente il cumino viene usato nelle tisane  per accentuare la secrezione lattea delle donne in allattamento e per conferire al latte un sapore gradito ai neonati. Una bevanda digestiva a fine pasto si ottiene mettendo in infusione per 20 minuti un pizzico di frutti di cumino in una tazza da tè di acqua bollente.

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Quando le piantine sono alte circa 5 cm, si diradano sulla 󿬁la a una distanza di circa 25 cm tra loro. Raccolta e conservazione La 󿬁oritura avviene l’anno successivo a quello della semina, tra maggio e luglio. La raccolta dei frutti va fatta prima della completa maturazione, tra metà luglio e metà agosto, tagliando le ombrelle e facendole seccare a testa in giù. Durante l’essiccazione parte deiper frutti si distaccherà spontaneamente; separare i restanti sarà suf󿬁ciente sbattere le ombrelle ormai secche, conservando poi i frutti in un barattolo ermetico.

    A     N     I     C     U     C       N     I

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Arrosto con patate al cumino PE R 4 PE R S O NE   Ta Tagliate gliate in grossi pezzi

1,2 kg di carne di maiale (spuntature e spalla spalla), ), insaporite con un pizzico di sale e pepe, qualche spicchio di aglio schiacciato e una presa di semi di cumino. Fate rosolare la carne in una pentola con un po’ di olio extravergine di oliva e cucinatela aggiungendo poca acqua. Dopo 30 minuti circa di cottura aggiungete un chilo di patate sbucciate e tagliate a tocchi. Aggiustate di sale e fate cuocere ancora per circa un’ora, aggiungendo acqua all’occorrenza. Prima di portare in tavola il recipiente di cottura, cospargete la pietanza con altri semi di cumino.

I semi del cumino (nella foto ingranditi) si possono masticare per profumare l’alito.

 

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C O L T I V A R E   L E   E R B E   A R O M A T  I C H E

 Allium schoenoprasum schoenoprasum

erba cipollina

Dell’erba cipollina vengono sfruttate in cucina soprattutto le foglie, che sono lunghi steli cilindrici cavi dal sapore simile a quello della cipolla, ma più delicato e dolce. Tritate, profumano zuppe e minestre, formaggi cremosi, spezzatini di carne; intere, servono per la guarnizione di piatti, per esempio per legare involtini e mazzetti di verdure. Anche il bulbo trova impiego in cucina, sia crudo per condire insalate sia cotto per insaporire pietanze.

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Pur non avendo un impiego corrente in erboristeria, a questa pianta, come ad altre della stessa famiglia, sono riconosciute proprietà diuretiche  e antiscorbutiche. Insieme con il rafano, i chiodi di garofano e altre erbe aromatiche, l’erba cipollina trova impiego anche nella produzione di un ottimo aceto aromatizzato, coadiuvante della buona digestione.

Descrizione e coltivazione L’erba cipollina è una bulbosa della famiglia delle liliacee con foglie sottili e

I fiori dell’erba cipollina sono di colore rosa, o rosa porporino, riuniti in eleganti capolini globosi dall’allegroo effetto dall’allegr decorativo.

 

tubolari di colore verde scuro, che raggiungono 25 cm di altezza. I 󿬁ori sono rosa intenso, riuniti in capolini globosi portati da lunghi steli. Ama i terreni fertili e profondi, ma si adatta piuttosto bene anche alla al la coltivazione coltivazione in vaso.   Pianta perenne, si propaga per seme o per divisione dei cespi. La semina può essere effettuata in piena terra tra marzo e aprile, in solchi poco profondi. Le pian

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tine ottenute in semenzaio vanno invece trapiantate a primavera inoltrata, tenendo 40-50 distanza le 󿬁le e 25dicmfoglie sulla 󿬁la. cm Perdifavorire la tra produzione è bene tagliare le in󿬁orescenze man mano che si sviluppano. Ogni 2-3 anni, in ottobre, si dividono e si trapiantano i cespi.   Le foglie si  seccano completamente durante l’inverno, per rispuntare nuovamente in primavera. 

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Melanzane piccanti all’erba cipollina Sbucciate e tagliate a striscioline 2 kg di melanzane, cospargetele di sale e mettetele per mezz’ora a perdere l’acqua di vegetazione. Fate bollire un litro di aceto di vino bianco con 2 cucchiai di zucchero, unite le melanzane e riportate a bollore per qualche minuto, poi scolate

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 Una nota a parte va dedicata ded icata all’aspetto ornamentale di questa aromatica. Se 

in giardino con la sua 󿬁oripiantata tura di giugno rallegra, aiuole e bordure e, ai piedi delle rose, ha una funzione repellente contro gli a󿬁di, che infestano infesta no di frequente la regina dei 󿬁ori.

Raccolta e conservazione La raccolta si effettua tagliando le foglie alla base. Vanno usate fresche poiché sia l’essiccazione il congelamento non danno risultatisiasoddisfacenti. Per avere foglie fresche anche d’inverno d’ inverno,, è suf󿬁ciensuf 󿬁ciente coltivare qualche piantina sui davanzali interni della cucina.

conservando il liquido. Alle melanzan melanzanee calde unite 120 ml di olio extravergine di oliva, 2 cucchiai di origano e 3 cucchiai di erba cipollina tritata. Trasferite il tutto in vasi puliti, unendo mezzo peperoncino e 4 spicchi di aglio puliti per ogni barattolo. Pressate le melanzane con un cucchiaio e irrorate con l’aceto di cottura raffreddato prima di chiudere i vasi.

 

COL TI VARE LE ERB E AROMATIC HE

Dell’erba cipollina si utilizzano le foglie  fresche, preferibilmen preferibilmente te spezzate con le dita.

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C O L T I V A R E   L E   E R B E   A R O M A T  I C H E

Foeniculum vulgare

finocchio

Aromatica assai apprezzata per il caratteristico e inconfondibile sapore, il finocchio cresce nelle regioni dell’Italia centrale e meridionale e si trova allo stato spontaneo nei campi incolti e lungo le bordure delle strade. Chiamato ancheviene finocchio selvatico o finocchietto, largamente utilizzato in cucina per aromatizzare brodetti di pesce, carni, salse, sa lse, pani, focacce oltre a dolci e liquori. È anche un ottimo digestivo, tanto che l’infuso ottenuto dai semi viene somministrato persino ai neonati per calmare le coliche e favorire l’espulsione dei gas intestinali.

Per evitare possibili incroci, è bene non piantare il finocchio vicino ad altre ombrellifer ombrellifere, e, come l’aneto.

Descrizione e coltivazione Pianta erbacea perenne  perenne alta 󿬁no a 1,5 m, possiede una grossa radice a 󿬁ttone. Le foglie sono 󿬁liformi e dotate di una guaina che riveste il fusto. I 󿬁ori, bianchi e piccoli, sono riuniti in ombrelle; i frutti sono costituiti da due semi schiacciati.   Il 󿬁nocchio è una specie rustica che



teme il freddo e le eccessive annaf󿬁ature

 

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Pane al finocchio Setacciate sulla spianatoia un chilo di farina a fontana con una presa di sale, versate al centro 30 g di lievito sciolto in acqua tiepida zuccherata e impastate unendo 2 bicchieri di birra a temperatura ambiente. Incorporate la scorza grattugiata di un’arancia, 20 g di semi di finocchio e amalgamate il tutto. Date al pane la forma desiderata, fatelo lievitare finché non raddoppia il suo volume e cuocetelo a 180 °C in forno caldo per circa 20 minuti.

ma, a parte questo, non richiede particolari cure e si adatta con facilità a qualsiasi tipo di terreno.  La propagazione avviene per seme, anche spontaneamente se si lasciano alcuni 

frutti attaccati a lla pianta. alla cadendo si pianteranno nelQuesti, terrenoinfatti, e genereranno nuovi esemplari, per cui non sarà necessario ripetere la semina.

Raccolta e conservazione Il 󿬁nocchio ha la caratteristica di contenere il tipico aroma chedella lo contraddistingue in tutte le parti pianta: semi, foglie, rametti giovani, germogli. A parte i semi, che devono essere raccolti nel periodo di maturazione (da ottobre a novembre), tutte le altre parti possono essere raccolte al momento dell’utilizzo. I semi si conservano facilmente all’interno di vasi o barattoli di vetro, senza bisogno di effettuare alcun trattamento. Le altre parti si mantengono bene in frigorifero e le foglie, ottime per aromatizzare zuppe e minestre, possono anche essere congelate.     A     Z     Z     E     L     L     E     B     E     E     T     U     L     A     S

  Poiché, se non si interviene, il 󿬁nocchio ha la tendenza a divenire infestante, è opportuno recidere la pianta alla base dopo la raccolta dei frutti, così da permettere ai nuovi germogli di formar

si e svilupparsi.

 

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C O L T I V A R E   L E   E R B E   A R O M A T  I C H E

Il finocchio è ricco di proprietà digestive, diuretiche, antispasmodiche e antifermentative. Uno dei suoi costituenti principali, l’anetolo, ha qualità balsamiche e fluidifica le secrezioni catarrali. L’infuso ricavato con i semi è noto, oltre che per la capacità di favorire i processi digestivi, perché stimola e aumenta la montata lattea nelle puerpere. Inoltre, rende il sapore del latte più dolce e gradevole.

Lavandula officinalis

lavanda L’olio essenziale L’olio e ssenziale di lavanda ha potere sedativo: si può porne qualche goccia sul cuscino prima di coricarsi. È efficace anche per i bambini.

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Tra i tanti tipi di lavanda in coltivazione, coltiva zione, la specie L. of󿬁cinalis è quella che presenta le più spiccate caratteristiche aromatiche ed erboristiche. Il bell’aspetto di questa pianta perenne la rende inoltre molto apprezzata apprezzata per la realizzazione rea lizzazione di bordure in giardino. In cucina vengono usati sia i 󿬁ori sia le foglie, freschi o essiccati, per grigliate, arrosti e marinate. Le sommità 󿬁orite rientrano anche nella famosa miscela di “erbe di Provenza”,

I fiori di lavanda purificano la pelle: sono perciò utilissimi per la cura della cute grassa e acneica; favoriscono inoltre la cicatrizzazione di piaghe e ferite, stimolano la circolazione superficiale e migliorano quella cutanea del cuoio capelluto. La tintura di lavanda è utilizzata per frizionare i capelli grassi e combattere la forfora. La lavanda serve anche per purificare l’alito e la bocca mediante sciacqui e gargarismi. Per un bagno balsamico e rilassante mettete in infusione una grossa manciata di fiori, racchiusi in un sacchetto di tela, nell’acqua della vasca. L’essenza di lavanda è anche un repellente contro gli insetti.

mentre da fresche possono decorare i piatti di presentazione. L’olio essenziale che si estrae dai 󿬁ori di lavanda trova impiego in profumeria, nell’industria dolciaria e liquoristica. La lavanda è tra le piante mellifere: il miele che se ne ricava è delicatamente aromatico e molto profumato. Descrizione e coltivazione La lavanda è un cespuglio sempreverde, spontaneo negli ambienti aridi mediterranei, con foglie lanceolate di colore grigio-verde. grigio-v erde. La 󿬁oritura avviene a inizio estate, in verticilli dei piccoli 󿬁ori odorosi azzurro-porpora, ma anche bianchi, rosa o blu nelle numerose varietà.

 

GLI AROMI DELLA SALUTE E DEL BENESSERE  |

lavanda

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    A     N     I     C     U     C       N     I

Luccio grigliato alla provenzale PE R 4  5 PE R S O NE   Pulite

e asciugate un luccio di circa un chilo, incidendolo sui fianchi per favorirne la cottura. cottur a. Fatelo marinare in olio extravergine di oliva, foglie di lavanda, santoreggia, timo, sale e pepe, girandolo più volte. Cuocete il pesce sulla griglia e servitelo aperto a libro, condito con una spolverata di nepitella tritata e un filo di olio extravergine di oliva.

  La propagazione avviene prevalentemente per talee radicate, piantate in primavera a una distanza di 60-70 cm l’una dall’altra in terreni esposti al sole e ben drenati. Le piante acquistate in vaso, già dotate di rami secondari alla base del fusto, possono essere piantate

Raccolta e conservazione La raccolta delle in󿬁orescenze si effettua quando la 󿬁oritura della spiga è iniziata ma non troppo avanzata, nelle ore centrali della giornata con i 󿬁ori ben asciutti, reci-

in momento, esclusi i periodi piùqualsiasi freddi e umidi.  La lavanda tende a ligni󿬁care alla base e a diventare disordinata spogliandosi nella parte bassa. Per mantenere compatta la vegetazione e garantirle lunga vita, i cespugli ce spugli devono devono essere potati tutti gli anni a 15 cm da terra quando è termi-

dendo porzione dianche stelo, una in modo da poterne fare mazzetti da appendere per l’essiccazione. La quantità di essenza contenuta nei 󿬁ori dipende dalla specie, dalla zona di coltivazio-

nata la 󿬁oritura.

ne e dal clima.





 

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C O L T I V A R E   L E   E R B E   A R O M A T  I C H E

Origanum majorana

maggiorana

La maggiorana è un piccolo cespuglio dal profumo molto gradevole presente nella 󿬂ora spontanea delle regioni mediterranee. Le foglie di questa pianta, sia fresche sia essiccate, si usano per aromatizzare pesce, uova, insalate e salsa di pomodoro. La maggiorana ha anche proprietà medicamentose: le sommità 󿬁orite hanno effetti anticatarrali, digestivi e antispasmodici, per cui si rivela un valido aiuto contro le mestruazioni

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Dato che contribuisce a liberare il naso dal muco e a ridurre l’eventuale gonfiore degli occhi, in suffumigi e inalazioni  la maggiorana è un buon rimedio per il raffreddore, mentre aggiunta all’acqua calda del bagno ha effetto tonificante e rilassante. Contro il torcicollo mettete qualche manciata di fiori secchi in un sacchetto di tela e, dopo averlo scaldato, applicatelo sulla parte dolorante.

Della maggiorana si raccolgono gli apici dei getti, evitando i rametti già lignificati alla base della pianta.

 

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dolorose. L’olio essenziale, assunto in piccole dosi, è ef󿬁cace contro il mal di testa e come tranquillante. Descrizione e coltivazione Appartenente alla famiglia delle labiate, la maggiorana è ricoperta da una 󿬁tta e minuta peluria, che conferisce una colorazione verde-grigiastra alle foglie, piccole e 󿬁tte. I 󿬁ori, riuniti in piccole spighe, sono di colore bianco, rosa o malva     A     N     I     C     U     C       N     I

Pollo ripieno alla maggiorana PE R 4 PE R S O NE   Pulite

e lavate lavate un pollo di un chilo e salatelo dentro e fuori, strofinandolo esternamente con un battuto di santoreggia e maggiorana. A parte preparate un ripieno con 50 g di cipolla e uno spicchio di aglio rosolati nel burro insieme con 250 g di funghi coltivati tagliati a pezzi piccoli e lasciati asciugare a fuoco vivace. maggiorana Aggiungete prezzemolo, abbondante e uno spicchio di aglio tritati. Farcite il pollo e legatelo perché il ripieno non esca. Rivestitelo con 150 g di pancetta a fette, avvolgetelo in un foglio di carta stagnola bagnandolo prima con mezzo bicchiere di vino rosso e cuocete in forno a 180 °C per circa 45 minuti. Servite il pollo con delle patate arrosto.

e sbocciano da luglio a settembre. Poiché teme i ristagni idrici, la maggiorana va coltivata coltiv ata in terreni ter reni leggeri e ben drenati.   Può essere seminata direttamente in piena terra a primavera inoltrata, su 󿬁le distanti 30 cm, oppure da 󿬁ne aprile si trapiantano le piantine da semenzaio. semenza io. 

  Per favorire l’irrobustimento degli esemplari, il primo anno è bene tagliare le sommità 󿬁orite. 

Raccolta conservazione La raccoltae va effettuata durante il periodo estivo, prima della completa 󿬁oritura, tagliando gli steli a una decina di centimetri dal suolo. Dopo l’essiccazione in ambiente aerato, si conserva in barattoli chiusi o in sacchetti di tela, al riparo dall’umidità e dalla luce. Se l’essiccazione non è avvenuta rapidamente, l’aroma risulta, però, meno intenso di quello delle piante fresche.

 

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Melissa officinalis

melissa

Pare che a introdurre in Europa questa pianta, originaria dell’Asia sudoccidentale, siano stati i Romani. Da allora la melissa, chiamata anche cedronella per il profumo di limone che sprigionano le sue foglie quando vengono stro󿬁nate, si èospitalità inselvatichita in tutta e ha trovato negli orti e neiItalia giardini, dove è coltivata coltiva ta come aroma sostitutivo del limone in cucina e come pianta medicinale dalda lle spiccate proprietà sedative. Considerata in passato la pianta per eccellenza contro la malinconia, oggi alla melissa viene assegnato un ruolo importante e “dolce” contro lo stress, il nemico più insidioso e diffuso della vita contemporanea. Descrizione e coltivazione La melissa è un’erbacea perenne rizomatosa, con fusti alti 50-80 cm eretti, ornati da foglie ovate verde brillante, un po’ bollose e pelose. Nella prima metà dell’estate produce verticillastri di 󿬁orellini candidi di scarso signi󿬁cato ornamentale. È una delle poche erbe aromatiche che preferi-

 

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    A     N     I     C     U     C       N     I

Torta di riso alla melissa Fate cuocere 300 g di riso in un litro di latte sino a quando tutto il liquido è stato assorbito. Togliete dal fuoco e lasciate raffreddare. In una terrina intanto montare 3 tuorli con 200 g di zucchero, una bustina di vanillina v anillina e un pizzico di sale. Quando il composto si è ben schiarito, unite il riso cotto nel latte e aggiungete un pugno di foglie di melissa tritate fini. A parte montate a neve gli albumi delle uova e uniteli delicatamente alla miscela che, versata in una tortiera imburrata, andrà cotta in forno a 180 °C per circa 50 minuti.

scono la coltivazione in mezz’ombra (insieme a prezzemolo e menta), in terra ben vangata e arricchita di letame maturo.   Si può seminare in primavera, ma



per ottenere facilmente una nuova pianta basta chiedere una piccola porzione di radice a chiunque la coltivi. Perché si mantenga ordinata e compatta, i suoi steli vanno drasticamente accorciati a metà primavera e poi a metà estate.   Poiché tende a diventare invadente se si trova a suo agio, va controllata, eliminando i rizomi in eccesso. 

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Raccolta e conservazione Le foglie possono essere usate sia fresche sia essiccate: in entrambi i casi conservano il caratteristico aroma, se possibile ancora più accentuato nel secco. Per l’asportazione si tagliano con le forbici i rami interi nelle ore più calde della giornata e si appendono a testa in giù, all’aria e all’ombra, raggruppati in mazzetti. Le foglie essiccate si conservano bene per oltre un anno chiuse in sacchetti di carta. Le sommità fiorite si raccolgono raccolgono a inizio in izio fioritura, tra giugno e luglio.

 

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L’infuso di melissa (20 g di foglie fresche in un litro di acqua bollente per 15 minuti) toglie la stanchezza, st anchezza, rilassa la muscolatura dopo lo sport e gli sforzi eccessivi, concilia il sonno, cura i crampi, la cattiva digestione e il mal di testa. È un rimedio semplice ed efficace anche per i bambini irrequieti, febbricitanti e insonni. Una bevanda corroborante per quando fa molto freddo si prepara versando in una tazza di acqua bollente un bicchierino del cosiddetto  vino di meme lissa. Questo si prepara lasciando macerare per 15 giorni in mezzo litro di vino bianco 2 manciate di foglie di melissa appena colte, la parte gialla della scorza di un limone non trattato, 10 chiodi di garofano e un pezzetto di cannella. Questo macerato è utile, puro, su una zolletta di zucchero contro crampi, vomito, vertigini e palpitazioni.

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NE LL A   PA G I N A  A   F I AN C O :  le

foglie di melissa, se strofinate, emanano un gradevole aroma di limone.

Mentha piperita

menta NE LL A   PA G I NA

A   F I AN C O :  le foglie

della menta sono di un bel colore verde scuro con nervature rossicce o violacee.

Al genere Mentha  appartengono molte specie, ma quella dal profumo più gradevole è la menta piperita. In Italia l’impiego in cucina non è particolarmente diffuso, se non per decorare piatti o per insaporire insalate fresche e frittate. Fa eccezione il Lazio, regione in cui la men-

Descrizione e coltivazione Appartenente alla famiglia delle labiate, è una pianta perenne dal fusto quadrangolare verde-violaceo, foglie opposte ovali e seghettate, 󿬁ori biancorosati riuniti in glomeruli, a loro volta raggruppati in in󿬁orescenze a forma di

ta in alcune ricette, ancheinvece, a base di rientra carne. Nei Paesi anglosassoni, è una spezie di largo impiego, per esempio nella tradizionale salsa, usata per accompagnare le carni ovine.

spiga. Ama ie terreni fertili in mezz’ombra richiedefreschi molta eacqua.

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La menta può essere utilizzata come antisettico antise ttico delle vie respiratorie r espiratorie per purificarle e decongestionarle e contro raffreddori e sinusiti, mediante suffumigi. Cataplasmi di foglie fresche  pestate hanno azione calmante per le affezioni della pelle, pruriti e punture d’insetti. Gli infusi e i tè alla menta sono tonici, leggermente astringenti e rinfrescano le pelli irritabili e sensibili; sotto forma di gargarismi e risciacqui, leniscono le infiammazioni delle mucose della bocca.

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Sorbetto di pompelmo alla menta Fate cuocere a fuoco basso per una decina di minuti la scorza di un pompelmo non trattato con 3,8 dl di acqua e 130 g di filtrate e lasciate raffreddare. In zucchero, una terrina mescolate lo sciroppo di zucchero così ottenuto con 5 dl di succo di pompelmo e un paio di cucchiaini di menta fresca tritata. Mettete il preparato in freezer in vaschette basse; quando il sorbetto inizia a solidificare, frullatelo per renderlo cremoso, poi rimettetelo in freezer fino al momento di servirlo. serv irlo.

 

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  Si propaga per mezzo di stoloni, che devono essere interrati a due a due in autunno, a una distanza di 20 cm sulla 󿬁la, con 40 cm tra le 󿬁le.  Può diventare infestante e, per questo, va controllata con il taglio almeno una volta vol ta all’anno, in primavera. 

Raccolta e conservazione Le foglie vanno raccolte prima della 󿬁oritura, tra luglio e agosto, ed essiccate in un luogo ombreggiato e ventilato. Per un secondo si tagliano le piante a livello del raccolto, suolo prima che sboccino i 󿬁ori.

Salsa aromatica di ricotta e menta Mondate e sciacquate rapidamente 2-3 rametti di menta fresca, un ciuffo di finocchio selvatico e un rametto di melissa. Pulite uno scalogno e tritatelo assieme alle erbe. Raccogliete il tutto in una ciotola e unite, mescolando, poco olio extravergine di oliva, qualche goccia di succo di limone e un pizzico di sale. Ottenuto un composto omogeneno, incorporate la ricotta passata al setaccio. Mescolate per amalgamare, spolverizzate con del pepe e aggiungete, se serve, ancora olio e limone. Questa salsa è ottima con uova, carne o verdure bollite.

 

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Myrtus communis

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mirto Pianta tipicamente mediterranea, il mirto mediterranea, soffre gli inverni rigidi delle regioni settentrionali.

Il mirto è una delle piante tipiche della macchia mediterranea. Sia i frutti (bacche sferiche carnose) sia le foglie, fresche o essiccate, vengono usati nella

preparazione di piatti a base di carne e pesce, quali arrosti, umidi, marinate, court-bouillon e grigliate. Con i frutti freschi si possono realizzare salse e insaporire risotti, oltre a guarnire piatti da portata. In Sardegna il mirto è usato per varie ricette tipiche, che spaziano dal porceddu (maialino) allo spiedo, al liquore omonimo. Descrizione e coltivazione Il mirto è un arbusto sempreverde che può raggiungere 4 m di altezza, con esili rami che portano piccole foglie ovali, molto profumate. I 󿬁ori, bianchi o leggermente rosati, anch’essi profumati, si sviluppano tra maggio e luglio all’ascelall’ascella delle foglie. Nei mesi invernali maturano i frutti, di colore bluastro, simili ai mirtilli.   Si propaga in autunno per talee, da interrare a una distanza di un metro sia tra le 󿬁le sia sulla 󿬁la. È una pianta che si adatta molto bene anche alla coltivazione in vaso. 

 

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Raccolta e conservazione Le foglie da essiccare essicca re si raccolgono nella

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Porcellino

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tarda primavera, anche se è preferibile utilizzarle fresche. I frutti maturano tra l’autunno e l’inverno, e vengono tradizionalmente lasciati macerare sotto spirito per la preparazione del celebre liquore. I 󿬁ori sbocciano tra maggio e agosto, in alcuni casi anche 󿬁no all’autunno; sono utilizzati in cosmesi e per la preparazione di profumatissimi pot-pourri. 

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 Le foglie, che vanno essiccate in luo-

asciutti e arieggiati, mantengono aghilungo in sacchetti di sitela , mentre i frutti vanno consumati freschi o si conservano sott’aceto.     A     Z     Z     E     L     L     E     B     E     E     T     U     L     A     S

Il profumo di foglie e frutti del mirto è dovuto alla presenza di un olio essenziale, il mirtolo, che per uso esterno ha buone proprietà sedative e antireumatiche. Le foglie  sono balsamiche e antisettiche, mentre i frutti hanno un’azione astringente, carminativa e tonica. L’infuso può essere utilizzato come detergente intimo per lenire infiammazioni e pruriti. Con il mirto si preparava la cosiddetta “acqua degli angeli”, un tonico per la pelle ottenuto dalla distillazione di foglie e fiori.

 

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Origanum vulgare

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arrosto al mirto Prendete un maialino da latte di 3-4 cakg, con la carne tenerissima che rende ratteristica questa ricetta. Preparate il fuoco dello spiedo con legno di piante aromatiche, tra le quali il ginepro, per migliorare il gusto della carne. Il maialino, dopo essere stato svuotato delle interiora, lavato, asciugato, salato e profumato con molte foglie di mirto, deve essere infilzato e messo a cuocere con l’interno rivolto verso la fiamma. A tre quarti di cottura, ungete bene la carne passandovi un pezzo di lardo di circa 100 g conficcato su una forchetta e precedentemente scaldato per farlo colare meglio. Dopo circa 3 ore girate il maialino ripetutamente sullo spiedo, per ottenere una bella rosolatura e una cotenna croccante. Nell’impossibilità di preparare questa ricetta con lo spiedo, potete arrostire il porcellino nel forno. La carne va servita calda, ma può pure essere mangiata fredda, dopo essere stata coperta con foglie di mirto.

origano Il profumo dell’origano evoca immediatamente quello della pizza, nonché di altri piatti della tradizione culinaria meridionale. Insuperabile per salse al pomodoro, questa erba aromatica è utilizzata anche per insaporire verdure e nella preparazione di pesci e carni “alla pizzaiola”. In cucina si usano dunque le foglie, sia fresche sia essiccate, mentre in erboristeria trovano impiego le sommità 󿬁orite, dotate di proprietà toniche, digestive, carminative e blandamente stimolanti. L’origano, una delle piante simbolo della macchia mediterranea, si sviluppa bene anche in terreni siccitosi.

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L’origano, in suffumigi e inalazioni, libera il naso, attenua il senso di occlusione, la pesantezza al capo e le nevralgie. Una manciata delle sue foglie nell’acqua del bagno o del pediluvio ha proprietà stimolanti, purificanti e deodoranti per le pelli impure e per le estremità affaticate. L’essenza è utilizzata contro le nevralgie. Nella farmacopea popolare, il succo fresco applicato con un po’ di cotone su un dente cariato serve a lenire il dolore.

Descrizione e coltivazione Pianta perenne stolonifera comune nei prati aridi e negli incolti del Sud Italia, l’l’origano origano può raggiungere 80 cm di altezza. È considerato un suffrutice, cioè una specie con base del fusto legnosa come un cespuglio. Ha foglie piccole e 󿬁ori rosa carico riuniti in in󿬁orescenze simili a spighe, che compaiono in estate.   Può essere moltiplicato a inizio primavera per divisione dei cespi oppure per semina in semenzaio protetto, la

 

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Le foglie di origano possono essere utilizzate sia fresche sia secche.

sciando sviluppare le piantine per 6090 giorni prima di metterle a dimora a 60 tra le󿬂ora 󿬁le mediterranea, e a 30 cm sullal’origano 󿬁la. Tipicocmdella teme il freddo e i terreni compatti e argillosi, che trattengono l’acqua. Perché sia più intensamente profumato, deve vivere in pieno sole, va irrigato pochissimo e mai concimato.

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Raccolta e conservazione Le foglie fresche si l’estate. raccolgono momento durante tutta Per al la conservazione, invece, si taglia a 󿬁ne estate la parte erbacea dei rametti, completa degli scapi 󿬁orali, e si fa essiccare  all’ombra in un luogo ventilato. È una delle erbe aromatiche che con l’essiccazione, se avviene rapidamente con tempo asciutto, guadagna in sapore.

 

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Capsicum annuum

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peperoncino

Pizza con origano e aglio PE R 4 PE R S O NE  Fate sciogliere 30 g di lievito di birra birr a in poca acqua

tiepida e lasciatelo agire per 15 minuti circa, finché sulla superficie non si forma una schiumetta. Ponete un chilo di farina sulla spianatoia a fontana e impastate incorporando il lievito e un cucchiaio di sale, finché il composto non diventa liscio e inizia a fare le bolle. Avvolgete poi la pasta in un tovagliolo pulito e lasciatela lievitare 2 ore prima di utilizzarla. Stendete la pasta su una placca da forno unta, fino a uno spessore di tre millimetri. Pulite 3-4 spicchi di aglio e tagliateli a fettine piuttosto spesse, distribuendole sulla base e premetele con le dita per farle affondare. Irrorate la pizza con olio, salate, pepate e cospargete di abbondante origano. Cuocete la pizza in forno già caldo a 230-250 230 -250 °C °C per 35-40 minuti.

Olive all’origano PE R 4 PE R S O NE  Lavate

e asciugate 40 olive nere e fatele soffriggere in una padella con olio extravergine di oliva e uno spicchio di aglio schiacciato. Unite mezzo bicchiere di aceto e aggiungete una manciata di origano. Cuocete qualche minuto e servite.

Le bacche del peperoncino hanno  forme, dimensioni dimensioni e colori molto diversi a seconda delle varietà.

È il re dei sapori piccanti, protagonista indiscusso di un piatto semplicissimo quale la pasta aglio, olio e peperoncino, autentica prelibatezza dalla preparazione ultraveloce. Questo ingrediente entra largamente in cucina, sia per insaporire sughi, carni e grigliate sia per aroma    A     Z     Z     E     L     L     E     B     E     E     T     U     L     A     S

Il peperoncino, oltre a spiccate proprietà stimolanti, digestive  e antiall’alto alto contenuto scorbutiche, grazie all’ di vitamine A e C ha effetti vasodilatatori, e forse per questo un tempo era considerato un potente afrodisiaco. Il consumo regolare di piccole dosi di peperoncino nei cibi favorisce la fluidificazione del sangue. In soluzione alcolica, usato per gargarismi, stimola l’apparato oro-faringeo e schiarisce la voce. Macinato e applicato su appositi cerotti ha proprietà revulsive rev ulsive per il trattamento di reumatismi, artrosi, nevralgie e geloni, poiché stimola le terminater minazioni nervose periferiche e fa affluire il sangue nella zona trattata.

 

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tizzare verdure sottolio, formaggi e insaccati. Le varietà di peperoncino sono numerose: in genere, più le dimensioni sono ridotte e più è accentuata la nota

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Tomini sott’olio al peperoncino

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Tagliate alcuni tomini a cubetti di circa mezzo centimetro, metteteli in un vaso di vetro a chiusura ermetica alternandoli a falde di peperoni cotti alla griglia e privati della pelle, peperoncino piccante essiccato a pezzetti, aglio tagliato a rondelle, origano e grani di pepe nero. Coprite il tutto con olio extravergine di oliva. Chiudete poi il barattolo e capovolgetelo per far risalire eventuali bolle d’aria,

piccante che conferisce ai cibi, soprattutto tramite i semi. Peperoncini essiccati, macinati e variamente miscelati danno origine al pepe di Caienna e alla paprica, mentre dalla miscela con altre spezie si ottengono il chili, il curry, il tabasco e, in miscela con aglio, cumino e coriandolo, l’harissa, una salsa a larga diffusione in Medio Oriente. Descrizione e coltivazione Pianta annuale della famiglia delle solanacee (come melanzana e pomodoro) da seminare  in febbraio-marzo in semenzaio al riparo, con trapianto delle piantine all’aperto in aprile-maggio al Nord, mentre al Sud i tempi sono anticipati di almeno un mese. La distanza tra t ra le piante è di 30 cm sulla 󿬁la e di 50 cm tra le 󿬁le.  Se il clima è caldo e asciutto e gli apporti idrici sono ridotti, i frutti diventano più piccanti. 

Raccolta e conservazione È preferibile lasciar appassire i peperoncini il più a lungo possibile attacca-

quindi aprite e aggiungete altro olio fino ad arrivare a coprire bene i cubetti di formaggio. Lasciate insaporire la preparazione per qualche giorno, poi consumatela nell’arco di 22-33 settimane; mantenete il contenitore in frigorifero.

ti alla pianta, estirpando quest’ultima solo quando arriva alla 󿬁ne del suo ciclo vegetativo e appendendola appendendola a testa test a in giù a completare l’essiccazione. Dopo di che si staccano i frutti e si conservano in vasi chiusi, af󿬁nché non perdano l’aroma. Volendo, si possono macinare o tritare e amalgamare con olio extravergine di oliva.

 

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C O L T I V A R E   L E   E R B E   A R O M A T  I C H E

Petroselinum hortense

prezzemolo

Il prezzemolo in cucina è ingrediente indispensabile per molte ricette: dal pesce alle farciture, 󿬁no alla celebre salsa verde che accompagna le carni bollite. Foglie e frutti, freschi ed essiccati, servono per preparare miscele

aromatiche, court-bouillon e marinate. Per esaltarne l’aroma, dopo la raccolta e prima dell’uso tritato è consigliabile lasciare il mazzetto di prezzemolo con la base immersa immer sa in un bicchiere d’acqua per qualche ora.

La germinazione dei semi di prezzemolo è molto lenta. Per vedere emergere le prime piantine possono essere necessari anche  40 giorni.

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Già Plinio il Vecchio nel I secolo d.C. decantava le virtù di questa pianta, compresa quella di far aumentare la fertilità sia nelle donne che negli uomini. Pur non avendo questo potere (al contrario per molti secoli è stato usato per provocare aborti), il prezzemolo unisce alle indubbie qualità aromatiche buone proprietà aperitive, diuretiche e stimolanti.

 

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Descrizione e coltivazione Il prezzemolo ama i terreni fertili e sempre un po’ freschi, al sole o in mezz’ombra.

Gigante d’Italia, è bene aumentare ulteriormente le distanze.  I 󿬁ori, raccolti in in󿬁orescenze ad ombrella, si formano solo nel secondo anno 

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 La semina avviene tra marzo e aprile; quando le piantine sono suf󿬁cientemente sviluppate si procede al diradamento, mantenendo una distanza sulla 󿬁la di una decina di centimetri tra una pianta e l’altra e 20 cm tra le 󿬁le; per le varietà a grande sviluppo, come la popolarissima     A     N     I     C     U     C       N     I

Tortelloni di ricotta al prezzemolo PE R 4 PE R S O NE   Impastate

400 g di farina, 4 uova e una presa di sale, stendete una sfoglia sottile e tagliatela in quadrati di 6-8 cm di lato. Preparate il ripieno con 400 g di ricotta, 2 uova,  40 g di parmigiano grattugiato, 40 g di prezzemolo tritato, sale, pepe e un pizzico di noce moscata. Mettete un cucchiaino di composto ogni quadrato di pasta, ripiegate e su chiudete premendo bene i bordi. Cuocete in abbondante acqua salata bollente, scolando dopo pochi minuti. Servite condendo con burro fuso e abbondante grana grattugiato, oppure con salsa di pomodoro.

dalla semina, ragion rag ion per cui, se si desidera raccogliere i semi, occorre mantenere la coltura per 2 anni. Raccolta e conservazione La raccolta inizia circa 2 mesi dopo la semina e si protrae 󿬁no alla 󿬁ne dell’estate, tagliando alla base solo le foglie esterne, in modo da consentire consenti re lo sviluppo di nuove foglie al centro. Per la conservazione si può ricorrere al congelamento : un sistema molto pratico è quello di staccare le singole foglioline, pulirle, asciugarle, chiuderle in un sacchetto per la congelazione e surgelarle. Prima dell’uso si stringe nel pugno il sacchetto ancora congelato: in questo modo le foglie si sbricioleranno e risulteranno già pronte, come se fossero appena tritate.

 

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 Armoracia rusticana rusticana

C O L T I V A R E   L E   E R B E   A R O M A T  I C H E

rafano

Le foglie alla base della pianta di rafano sono diverse da quelle del fusto, intere o appena dentate.

Il rafano è coltivato per la grossa radice a 󿬁ttone dall’aroma piccante che è nota anche con il nome di cren. Grattugiata, con l’aggiunta di zucchero e una goccia di aceto, diventa una salsa molto forte, adatta ad accompagnare i bolliti, molto apprezzata nella tradizione gastronomica tedesca. Grattugiare il rafano non è però impresa facile: la radice libera infat-

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In erboristeriadepurative, si sfruttanoantireumatile proprietà propriet à anticatarrali, che e calmanti per l’acidità di stomaco. Per uso esterno, tramite tr amite frizioni, il rafano induce l’afflusso l’afflusso di sangue nelle zone trattate e si rivela, perciò, utile contro i dolori reumatici, della sciatica sciatica e le contusioni.

 

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ti composti talmente acri che stimolano fortemente le vie respiratorie e provocano una lacrimazione abbondante. Anche le foglie giovani, 󿬁nemente tritate, possono essere utilizzate per aromatizzare salse.

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Salsa al rafano (cren) Chi non conosce il cren è meglio che per la prima volta lo assaggi in una versione con aggiunta di panna, nella quale il suo forte sapore sia mitigato.

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Descrizione e coltivazione Il rafano è una specie perenne, caratterizzata da una radice molto grossa e carnosa. Il fusto erbaceo è eretto, con una rosetta di grandi foglie ovate e dentelladentellate alla base.  Si moltiplica alla 󿬁ne dell’inverno, dell ’inverno, piantando nel terreno dei pezzetti di radice. Preferisce i terreni un po’ pesanti, umidi, fertili, al sole o in mezz’ombra. 

Mettete 100 g di rafano grattugiato in una ciotola e aggiungete della mollica di pane bagnata in un po’ di latte e strizzata. Amalgamate il tutto con un paio di cucchiaini di zucchero, 2 cucchiaiate di panna montata non zuccherata, qualche goccia di aceto e un pizzico di sale. È una salsa adatta per le carni bollite, anche quando vengono servite fredde.

Raccolta e conservazione La raccolta si effettua solitamente a partire dall’inizio dell’autunno. Le radici devono essere pulite con cura, preferibilmente senza usare acqua, e poi vanno lasciate asciugare. Si conservano molto bene nel frigorifero , chiuse in sacchetti o contenitori dotati di coperchio, per un tempo che varia da parecchie settimane a una quindicina di giorni, se mantenute a temperatura ambiente. Se si desidera, invece, prolungare maggiormente i tempi di conservazione, un’alternativa valida è la surgelazione.

Liquore digestivo al rafano Mettete 2 manciate di radici spezzettate a macerare per una decina di giorni in un litro di birra o di vino. Filtrate, imbottigliate e bevetene a bicchierini in caso di necessità.

 

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C O L T I V A R E   L E   E R B E   A R O M A T  I C H E

Rosmarinus officinalis

rosmarino  A seconda dell’ambiente

Il rosmarino è una specie tipica della mac-

in cui vive, l’arbusto del rosmarino può crescere da alcune decine di centimetri  fino a 2-3 metri. metri.

chia mediterranea e, assieme all aglio, è uno dei principali aromi della cucina italiana. Viene utilizzato per insaporire carni arrosto, grigliate, sughi, marinate, verdure, ma è molto apprezzato anche per le sue proprietà of󿬁cinali, essendo esse ndo stimolante, stomachico, tonico, e digestivo. L’uso in cucina di questa pianta aromatica deve essere ben calibrato, per evitare di eccedere e di coprire, quindi, gli altri sapori. Descrizione e coltivazione Il rosmarino è un arbusto sempreverde che può raggiungere 2 m di altezza; ha foglie piccole, strette e coriacee e 󿬁ori azzurri, bianchi o violetti che sbocciano a 󿬁ne inverno. inverno. Ama i climi cli mi miti e cresce bene nei terreni siccitosi siccitosi,, sabbiosi e calca lcarei, ma può essere coltivato ovunque, purché in posizione esposta a sud e riparata d’inverno d’inverno..  Le piante si mettono a dimora all’inizio della primavera a una distanza di 20 cm sulla 󿬁la e di un metro tra le 󿬁le. 

 

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Raccolta e conservazione Le foglie del rosmarino sono disponibili fresche in qualunque periodo dell’anno, ma d’inverno il loro profumo è meno in    A     N     I     C     U

Schiacciata aromatica Schiacciata al rosmarino

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Per uso esterno il rosmarino è un buon antisettico. L’olio essenziale, frizionato sulle zone doloranti, cura contusioni, distorsioni, dolori articolari e muscolari, reumatismi e torcicollo. Per questo motivo entra nella composizione di creme per i massag-

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Disponete 500 g di farina a fontana sulla spianatoia, unite 30 g di lievito di birra, dopo averlo fatto sciogliere in poca acqua tiepida e lasciato riposare una decina di minuti finché non si forma una schiumetta; lavorate il tutto aggiungendo l’acqua necessaria a ottenere un impasto elastico e morbido. Lasciate lievitare per circa un’ora e mezza, finché l’impasto non sarà raddoppiato di volume. Stendetelo fino a ottenere una sfoglia alta circa un centimetro, da lasciare lievitare per altri 20 minuti. Ungete con olio una tortiera dai bordi bassi e foderatela con la sfoglia, che pizzicherete formando delle fossette. Spolverizzate con sale grosso e aromatizzate con un paio di cucchiai di un trito misto di rosmarino, maggiorana, salvia e timo. Irrorate con olio extravergine di oliva. Cuocete in forno già caldo a 200 °C per una ventina di minuti. La superficie della schiacciata dovrà risultare dorata.

gi. In cosmesi, le lozioni e i bagni di rosmarino deodorano, stimolano, tonificano e purificano la pelle, mentre le tinture rivitalizzano la circolazione del cuoio capelluto. I dentifrici e i collutori a base di rosmarino rinforzano e proteggono le gengive, mentre gli sciacqui con l’infuso curano le afte (ulcere) del cavo orale. Gli infusi  con le sommità fiorite favoriscono la depurazione dell’organismo e hanno proprietà diuretiche.

tenso. Si adattano comunque bene all’essiccazione, anche se così si perde parte dell’aroma. In estate, nelle ore più calde giornata, siad tagliano i rametti,della e si appendono essiccare a testa in giù, raccolti in mazzetti, in un luogo ombroso e ventilato. Può anche essere surgelato, per esempio legato con altri aromi per il brodo (porro, alloro, sedano ecc.).

 

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C O L T I V A R E   L E   E R B E   A R O M A T  I C H E

Salvia officinalis

salvia te nelle preparazioni a base di carne, soprattutto negli arrosti e nella cottura

allo spiedo. Il suo aroma deciso è indicato per le carni particolarmente saporite, come il montone e la selvaggina, ma si adatta bene pure al coniglio e ad altre carni bianche passate in padella con il burro. Le foglie di salvia hanno inoltre la proprietà di ridurre la diffusione dell’odore del pesce in cottura. È un’ottima pianta mellifera e le sue foglie, foglie, impanate e fritte, sono una leccornia con gli aperitivi e come contorno.

La salvia è una specie perenne, della quale si utilizzano le foglie anche in erboristeria.

Il nome deriva dal latino salus (salute), proprio per le ben note virtù terapeutiche; presso gli antichi Romani la salvia era addirittura sacra. In cucina le sue profumate foglie rientrano abitualmen-

Descrizione e coltivazione La salvia è una pianta suffruticosa sempreverde della famiglia delle labiate, con rami legnosi alla base ed erbacei all’apice. Ha foglie di colore verde argentato chiaro, per effetto anche della 󿬁nissima peluria che le ricopre. Fiorisce a inizio estate in spighe di piccole corolle blu-viola o bianco-rosate. Cresce bene in tutti i terreni soleggiati, anche piuttosto poveri e aridi; non sopporta i ristagni ristag ni d’acqua.

 

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 La propagazione si esegue per talea in autunno, con radicazione in semenzaio e trapianto in piena terra in aprile. La distanza tra le 󿬁le e sulla 󿬁la deve essere di 40 centimetri. 

  Come la lavanda, anche questa specie deve essere tagliata drasticamente perché non diventi troppo legnosa e spo

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Zuppa ligure alla salvia PE R 4 PE R S O NE   Mettete

a bagno separatamente per 12 ore 200 g di ceci, 150 g di fagioli cannellini e 150 g di grano saraceno. Sciacquate i ceci e cuoceteli per 2 ore e mezza in acqua. Una volta cotti, passatene la metà al passaverdura passave rdura e riportate riport ate il tutto a bol-

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glia alla base; l’operazione va effettuata in primavera, prima dell’emissione delle nuove foglie.     A     Z     Z     E     L     L     E     B     E     E     T     U     L     A     S

L’olio essenziale  di salvia è un antisettico naturale e, nell’industria cosmetica, entra nella composizione dell’acqua di colonia, oltre che di saponi, detersivi, creme, dentrifrici e lozioni. La salvia ha proprietà toniche, stimolanti, digestive, carminative e limita la sudorazione. L’infuso di foglie può essere usato per gargarismi e sciacqui in caso di infiammazioni del cavo orale, nonché come detergente, calmante ed emolliente. Strofinare qualche foglia di salvia sui denti è un metodo popolare per pulirli e sbiancarli.

lore, aggiungendo una cipolla affettata, i fagioli e un mazzetto di salvia. Dopo 40 minuti unite anche il grano saraceno e proseguite la cottura cottur a per altri 20 minuti. Aggiustate Aggiust ate di sale e pepe e servite ben caldo.

Raccolta e conservazione Essendo disponibili tutto l’anno, le foglie fresche possono essere raccolte al momento dell’uso. Se devono essere conservate essiccate  o congelate, vanno invece colte prima della 󿬁oritura. I tempi di essiccazione sono piuttosto lunghi; se è necessario accelerarli, dopo l’appassimento all’aria si possono passare per molte ore le foglie in forno tiepido con lo sportello aperto.

L’infiorescenza della salvia è composta da numerosi verticilli di 3-5 fiori ciascuno.

 

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C O L T I V A R E   L E   E R B E   A R O M A T  I C H E

Satureja hortensis

santoreggia La santoreggia è un’erba aromatica dal profumo simile a quello del timo. In cucina si utilizzano le foglie fresche o essiccate per ripieni, marinate, court-bouillon, per

condire arrosti, da sole o mescolate con altre erbe aromatiche. a romatiche. Sono inoltre indicate per insaporire i legumi ed entrano nel bouquet di aromi d’erbe di alcuni liquori.

Nei nostri giardini la santoreggia è coltivata come annuale, ma facilmente si autosemina anno dopo anno.

 

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Seppie ripiene alla santoreggia PE R 4 PE R S O NE  

Pulite 16 seppie di piccole dimensioni e farcitele con pane ammollato nel latte e poi strizzato, 4 spicchisale di aglio e unMettete po’ di prezzemolo tritati, e pepe. le seppie in una pirofila, irroratele con olio extravergine di oliva e cuocetele in forno per circa mezz’ora. Passato questo tempo,

Raccolta e conservazione Le foglie della specie annuale possono essere utilizzate fresche per tutta l’estate, mentre quelle della specie perenne sono disponibili tutto l’anno. In ogni caso, la raccolta per la conservazione si effettua prima della 󿬁oritura, prelevando le parti apicali dei fusti che possono essere essiccate oppure surgelate.

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girate le seppie e spolverizzatele con un trito di foglie di santoreggia. Terminate la cottura e servite.

Descrizione e coltivazione La santoreggia, coltivata negli orti come aromatica, è una specie annuale con fusto eretto molto rami󿬁cato, foglie lineari e 󿬁ori rosa. La specie selvatica, Satureja montana, chiamata anche “falso timo”, è invece una pianta perenne cespugliosa con fusti ligni󿬁cati alla base e 󿬁ori bianchi o rosati.

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 La specie annuale si semina in aprile direttamente a dimora, con successivo diradamento perché ogni pianta possa disporre di 20 cm sulla 󿬁la e di 40 cm tra le 󿬁le. La specie perenne, sempreverde, si propaga invece per divisione dei cespi a inizio primavera.

Conosciuta anche come erba di San Giulio, la santoreggia è compresa nel cosiddetto “paniere delle erbe della felicità”. Per usoantireumatico, esterno serve blando come cicatrizzante, antisettico e stimolante. L’infuso  di santoreggia in sciacqui e gargarismi cura le piccole ulcere della bocca e della gola. Una manciata di foglie nell’acqua del bagno o del pediluvio tonifica la pelle e ha azione stimolante, purificante e deodorante. Usata in compresse sulle punture di insetti, la santo-

reggia calma rapidamente il gonfiore e il dolore. Questa pianta è inoltre sfruttata in erboristeria per combattere il vomito, la diarrea e la cattiva digestione.

 

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C O L T I V A R E   L E   E R B E   A R O M A T  I C H E

Thymus vulgaris

timo

Il timo, che forma cespugli compatti, si adatta a essere coltivato anche nei giardini rocciosi.

Il timoedcresce spontaneo nella 󿬂ora italiana è facilmente riconoscibile dal caratteristico profumo penetrante. È utilizzato in cucina per insaporire carni, pesce, verdure e zuppe. È inoltre mol-

to usato nei miscugli di erbe. Per le sue proprietà antisettiche, note 󿬁n dal Medioevo, veniva adoperato per migliorare la conservazione della carne. Grazie alla sua rusticità e alle dimensioni compatte, il timo può essere coltiv c oltivato ato anche in vaso, va so, nonché piantato come piccolo cespuglio ornamentale nei giardini rocciosi. Descrizione e coltivazione Specie perenne sempreverde, 󿬁ttamente rami󿬁cata, il timo raggiunge 15-20 cm di altezza. Le sue foglioline lanceolate sono piccole, verde-argenteo, mentre i 󿬁ori, che si aprono da maggio a luglio, sono rosa. Cresce in terreni ben drenati, asciutti ed esposti al sole.  Si semina a marzo in semenzaio, ricoprendo i minuscoli semi con pochi millimetri di terra. Le piantine si trapian

tano in autunno o, nei climi più freddi, nella primavera dell’anno successivo, a una distanza sulla 󿬁la di 30 cm e tra le 󿬁le di 50 centimetri. La propagazione può avvenire anche per divisione dei cespi, in marzo-aprile, oppure per talee prelevate all’inizio dell’estate.     A     N     I     C     U     C       N     I

Fegatini di pollo al timo Rosolate una cipolla tritata fine con un po’ di burro e 150 g di fegatini di pollo. Cuocete per qualche minuto a fuoco basso, aggiungete un cucchiaio raso di timo fresco tritato, un cucchiaino di farina, 3 cucchiai di brodo caldo, sale e pepe e fate cuocere altri 10 minuti a fuoco lento. Servite accompagnando con crostini di pane.

 

G L I   A R O M I   D E L L A   S A L U T E   E   D E L   B E N E S S E R E   | t i m o

Raccolta e conservazione Le foglie fresche possono essere raccolte durante tutto l’l’arco arco dell’ dell’anno anno al a l momento del bisogno, cimando i rametti. Per la conservazione si tagliano invece tutti i rami a pochi centimetri dal suolo all’inizio della 󿬁oritura, facendoli essiccare raggruppati in mazzetti collocati a testa in giù, in un luogo ventilato e ombroso. I rametti essiccati vanno poi conservati in contenitori ben chiusi ch iusi..

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Un tempo, i rami  di timo si bruciavano per profumare le stanze e tenere lontani gli insetti fastidiosi e, in effetti, studi recenti hanno dimostrato che l’olio contenuto nella pianta è letale per le zanzare. Le sue principali proprietà sono dovute al contenuto in timolo (potente fungicida) e carvacrolo. L’olio, sia bianco sia rosso, viene impiegato come componente dell’aroma in molti prodotti alimentari, incluse le bevande alcoliche (liquori) e non alcoliche, in semifreddi, canditi, prodotti da forno, gelatine, budini, carni, insaccati e condimenti. La polvere ricavata dalle foglie è un eccellente dentifricio antisettico, inoffensivo inoffensivo per lo smalto e tonificante per le gengive.

 

Coltivare gli alberi da frutto

 

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Il piacere di coltivare frutti sani e genuini Sono innumerevoli i miti e le leggende, in ogni cultura, che immaginano il Paradiso come un luogo popolato di alberi carichi di frutti saporiti. Un sif-

che albero da frutto. La soddisfazione di veder maturare i frutti grazie alle nostre cure sarà enorme e compenserà di qualche fatica; non a caso la coltiva-

fatto piccolo paradiso possiamo averlo a portata di mano: basta un pezzo di terra, o un angolo del giardino, persino un vaso in terrazzo, per coltivare qual-

La scelta bio: frutti sani senza veleni Nel frutteto familiare risulta più facile controllare, e soprattutto prevenire, gli attacchi dei parassiti attuando tecniche di lotta lot ta biologica e naturale.   Fattore fondamentale per la coltivazione biologica è la fertilità del suolo: soprattutto in fase giovanile, un albero da frutto sarà più robusto e meno sensibile alle malattie se cresce in un terreno sano, privo di ristagni idrici e ricco r icco di elementi nutritivi naturali. 

zione di alberi da frutto è consigliata dalla garden therapy, come aiuto importante per disabili, malati e persone in difficoltà psicologica.   Coltivare alberi da frutto è anche un modo per riavvicinarsi ai ritmi della natura, osservandone i cambiamenti stagionali, talvolta spettacolari: basti pensare al magico momento della 󿬁oritura, o all’autunno, quando le foglie si colorano di giallo e rosso. 

  Un altro aspetto interessante è quello di contribuire alla biodiversità. Gli alberi da frutto offrono nutrimento ad api e farfalle, riparo e cibo agli uccellini e alla piccola fauna indispensabile all’equilibrio naturale. 

NE LL A   PA G I N A A   F I AN C O :  il ciliegio

è una delle specie da  frutto più interessanti per il giardino di casa; il raccolto è generoso e l’aspetto della pianta è incantevole in ogni stagione.

 

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C O L T I V A R E   G L I   A L B E R  I   D A   F R U T T O

Progettare uno spazio per gli alberi da frutto Il vecchio melo dal tronco nodoso offre la sua grande chioma protettiva al giardino. Nel tempo, i meli diventano piante maestose.

Prima di comprare un albero da frutto

Sbagliando alcune di queste scelte, si

èquanto bene chiedersi dove andrà collocato, tempo abbiamo a disposizione per la cura, in che periodo desideriamo che il raccolto sia maturo.

rischia delusioni: l’albero di puòandare soffrireincontro o morireaper l’errata collocazione, può risultare troppo impegnativo per le nostre risorse, oppure può dare il raccolto… proprio quando siamo in vacanza. SCEGLIERE IL LUOGO GIUSTO

Prima di tutto occorre ricordare che un albero cresce: la chioma si allarga, le radici si fanno strada nel suolo.  È dunque importante prevedere la sua dimensione da adulto, in base alla varietà scelta: alcune rimangono di modeste dimensioni, altre diventano esemplari maestosi e, dunque, non possono essere piantati in vicinanza di costruzioni, muri o altre strutture permanenti. 



  Fattore importante è anche l’esposizione: gli alberi da frutto hanno bisogno di sole, senza il quale i frutti non giungono a maturazione, e di una buona circolazione d’aria: l’umidità stagnante favorisce l’insorgere di malattie fungine.

 

I L   P I A C E R E   D I   C O L T  I V A R E   F R U T T I   S A N I   E   G E N U I N I

 Nella scelta dell’ubicazione di un frutteto è poi preferibile scegliere una zona lontana da fonti di inquinamento: da evitare la piantumazione a ridosso di una strada con molto traf󿬁co. In città, è consigliabile proteggere l’area dedicata al frutteto con una siepe di cespugli autoctoni, che fanno da schermo agli agenti inquinanti e attirano gli insetti utili per l’impollinazione. 

QUANTO TEMPO DEDICARE? Tutti gli alberi da frutto richiedono che si dedichi loro tempo nei primi 2-3

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Verificare le condizioni climatiche Prima di piantare un albero o un frutteto è importante conoscere l’andamento climatico locale, la quantità media di piogge e le medie minime invernali.   La frequenza di gelate tardive,



per può consigliare evitare esempio, specie a fioritura precoce,dicome l’albicocco (per il quale, volendo, si può però anche scegliere una varietà a fioritura tardiva).  È utile tenere un diario meteorologico del frutteto, annotando l’andamento delle temperature e la quantità 

anni dall impianto, per impostare la forma di allevamento attraverso idonee potature e legature ai supporti (nel caso degli alberi a spalliera); è inoltre importante seguire un programma di concimazioni e irrigazioni. Quando le piante sono adulte, le differenze fra le diverse specie (e varietà) si fanno più ampie: in piena produzione alberi (come meli, peri, peschi e viti) richiedono un certo lavoro per la potatura e i trattamenti di cura e prevenzione, mentre altri (come agrumi, cachi e fichi) sono assai meno esigenti. Una scelta varietale compatibile con le caratteristiche di terreno, clima ed esposizione determina minore lavoro. lavoro.

di piogge (rilevabili tramite un pluvio metro): ciò consente di seguire i fenomeni favorevoli allo sviluppo dei parassiti e di programmare le irrigazioni.

 Contraria mente a quanto si può pensa Contrariamente re, gran parte par te del lavoro necessa necessario rio per la cura dei più comuni alberi da frutto non è concentrato nel periodo primaverile, bensì in autunno-inverno, quando le piante vanno potate, concimate e tratta

te, se necessario, con prodotti ad azione preventiva. Nel periodo della 󿬁oritura gli alberi non vanno toccati; successivamente possono risultare utili interventi di diradamento dei frutti e potatura verde prima della raccolta.

 

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frutto, ai piedi delle quali possono essere coltivate bordure 󿬁orite, tenendo conto del fatto che, in piena estate, gli alberi forniranno ampie zone d’ombra. Per questo è sconsigliabile la presenza di alberi da frutto ai bordi dell’orto, che ha bisogno di essere in pieno sole. Ottimi elementi per il giardino-frutteto sono le pergole: uva e kiwi nelle zone con inverno freddo, freddo, limoni nei climi cl imi miti, crec reano piacevoli zone sotto le quali soggiornare, pur senza rinunciar inunciare al raccolto dei frutti. Se lo spazio lo consente, è bene

coltivare specie diverse, per avere 󿬁oriture e raccolti dalla primavera all’a all’autunno. utunno. La bordura di meli Ballerina allevati a spalliera crea una splendida recinzione fiorita. Questa varietà produce un ottimo raccolto

IL GIARDINOFRUTTETO L’aspett aspettoo decorativo degli alberi da frutfr utto, che muta al cambio delle stagioni, ne suggerisce l’impiego nel giardino. Anche nei piccoli spazi verdi si può trova-

e si caratterizza per le modeste dimensioni, che la rendono ideale per il giardinogiardino-frutteto frutteto e per la coltivazione in vaso.

re una soluzione per non rinunciare al piacere di un piccolo raccolto di frutti, scegliendo le forme di allevamento a spalliera o a cordone. Dove lo spazio lo consente si possono creare viali 󿬁ancheggiati da specie da

Alberi da frutto particolarmente decorativi Melograno, nespolo   e agrumi   sono

belli in qualunque stagione e richiedono prugni e ciliegi  poche cure. Peschi, hanno fioriture primaverili particolarmente belle. Il kaki ha la particolarità di conservare i frutti vivacemente colorati sui rami nudi: è una pianta molto decorativa nel periodo autunnale.

 

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Varietà da frutto consigliabili per la coltivazione in vaso TIPO

F R U T TO

N O T E C A R AT T E R I S T I C H E

Melo Annurca

Frut Fr utto to ros rosso so con con polp polpaa croc crocca cant ntee e zucc zucche heri rina na

Adat Ad atta ta anc anche he per per ilil Sud, Sud, poc pocoo sens sensib ibililee alle alle mal malatt attie ie

Melo Belfiore

Frut Fr utto to gi gial allo lo,, sa sapo pore re ac acid idul uloo e pr prof ofum umat atoo

Perr zo Pe zone ne co conn in inve vern rnii fr fred eddi di,, pe perr la fio fiori ritu tura ra ta tard rdiv ivaa

Pesco Platicarpa

Strano frutto frutto piatto piatto con polpa polpa bianca, gustosi gustosissima ssima

Facilee coltivazione Facil coltivazione,, bella fioritura fioritura,, si ammala ammala poco

Fico Dottato  Vite da Zibibbo Zibibbo

Grosso fico molto Grosso molto dolce, dolce, con buccia buccia quasi quasi bianca bianca Grappo Gra ppolo lo a frutt fruttii bianch bianchi,i, dolce dolce come come ilil Moscat Moscatoo

Non richi richiede ede impol impollin linator atore, e, colti coltivaz vazione ione semp semplici licissim ssimaa Ottima Ott ima uva uva da tavo tavola la tipic tipicame amente nte ital italian ianaa

Ciliegio Compact Stella

Frutti Fru tti dol dolci ci e decor decorati ativi vi che mat matura urano no in in lugl luglio io

Pocoo ingo Poc ingombr mbrant ante, e, res resist istee al gel gelo, o, mol molto to prod produtt uttivo ivo

Pero Cannella

Frutto co con po polpa fin fine e aromatica

Varietà de del Centro ItItalia, è coltivabile anche a sp spalliera

UN MINI FRUTTETO IN BALCONE Oltre agli agrumi, che ben tollerano la

L’olivo cresce lentamente e per molti anni può essere

coltivazione in vaso, esistono diverse

coltivato come pianta

varietà di specie da frutto con portainnesto nanizzante. Hanno dimensioni compatte e sviluppo radicale modesto, adatto alla vita in contenitore, che deve essere comunque il più grande gra nde possibile; l’ideale è una 󿬁oriera in legno, profonda almeno 50 cm e ben drenata sul fondo, da collocare in i n pieno sole. Le piante da frutto in vaso sono più sen-

da terrazzo. I rami giovani vanno aiutati con tutori in bambù, per permettere alla giovane pianta di conservare una forma armoniosa e compatta.

sibili colpi di caldo: richiedono ai irrigazioni regolariineestate abbondanti. È buona norma proteggere la super󿬁cie del terreno con corteccia tritata, che riduce l’evaporazione ed evita lo sviluppo di erbe infestanti.

 

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Nelle mostre mercato di piante e fiori, vivaisti e collezionisti

VARIETÀ ANTICHE: PERCHÉ PREFERIRLE? Negli ultimi anni si è diffusa la passione per le antiche varietà da frutto. Grazie al lavoro lavo ro di ricerca di collezionisti e vivaisti appassionati, sono state recuperate tipologie di frutti un tempo comuni nelle

di sapore e profumo. Le varietà antiche, spesso tipiche solo di una ristretta area geogra󿬁ca, rappresentano una grande ricchezza genetica, risultato dell’enorme lavoro di selezione svolto nel passato e che rischia di andare a ndare perduto. perduto. I vantaggi dell’uso di varietà antiche per

espongono raccoltepreziose di frutti antichi. Sono varietà molto interessanti per la coltivazione  familiare,  familiar e, perché sono sono robuste e spesso meno soggette ad ammalarsi.

campagne. Negli ultimi decenni sono stati sostituiti nelle coltivazioni intensive da varietà che troviamo, identiche, sui banchi dei supermercati di tutt’Europa: danno frutti perfetti nell’aspetto, ma privi di tante preziose caratteristiche

il frutteto di casa sono tanti: in genere si tratta di piante più resistenti alle malattie rispetto alle cultivar moderne, in quanto nei secoli erano state selezionate per resistere alle avversità climatiche e ai parassiti; richiedono dunque meno cure e minor impiego di antiparassitari. Spesso poi si tratta di piante dall’aspetto molto bello, sia quando sono in 󿬁ore sia

nel momento della frutti󿬁cazione. frutti󿬁ca Il sapore dei frutti antichi èzione. poi delizioso e del tutto sorprendente per il nostro palato; il valore nutrizionale  è spesso molto più elevato che nelle varietà commerciali. Esiste una grande scelta di varietà antiche, di ogni tipo di frutto, sia per il consumo fresco sia per la conservazione in cantina o per preparare marmellate Sceglieree conserve. una o più varietà antiche per il proprio frutteto signi󿬁ca partecipare con un piccolo ma importante gesto alla tutela della biodiversità, a favore delle generazioni future.

 

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Scegliere e acquistare l’albero da frutto Una regola importante è quella di evitare gli acquisti d’impulso: un albero da frutto è destinato a durare decenni, se

provvedete alla piantagione; sarà minore il rischio di esemplari in sofferenza per la lunga so-

non secoli in qualche caso, e merita dunque una scelta attenta. Indispensabile, in ogni caso, acquistare piante etichettate con il nome della varietà: è il dato più importante per conoscere le esigenze dell’esemplare. dell’esemplare.

sta nel punto vendita. Questo vale soprattutto per i supermercati, nei quali le piante dif󿬁cilmente vengono accudite correttamente e l’ambiente è caldo e poco ventilato. Preferite per gli acquisti un vivaista specializzato, che possa fornire assistenza post-impianto e consigliare varietà

QUANDO E DOVE COMPRARE Oggi le specie da frutto sono in vendita

Ogni tipo di frutto ha un nome (nella foto, la pera Scipione). La corretta etichettatura

un persino nei L’acquisto supermercati,po’ nelovunque, periodo primaverile. va fatto nel momento in cui si è certi di poter effettuare in tempi brevi il trapianto  a dimora, il che suggerisce un’altra regola importante: le piante da frutto vanno comprate preferibilmente quando il terreno è stato già preparato adeguatamente, come consigliato nelle pagine successive. Se acquistate una pianta a radici nude confezionate in pack (i sacchetti con torba che proteggono le radici), è opportuno non tardare: appena le piante arrivano dal vostro rivenditore, effettuate l’acquisto e

adatte allavisitando zona. A riguardo, ultimoè consiglio: le mostre un mercato facile incontrare collezionisti di varietà antiche coltivate in vaso; fatevi suggerire quelle tipiche della vostra regione.

consente capire e le esigenzedispecifich specifiche e, quindi, di effettuare una scelta idonea.

Comprare per corrispondenza Sono numerosi i vivaisti che propongono piante da frutto in vaso o a radice nuda.  Informatevi, prima di fare l’ordine, sulle modalità di imballo e spedizione e sulle date di consegna. 

 Assicuratevi che le piante vengano spedite nel periodo in cui siete in grado di ricevere la consegna e di effettuare la piantagione. 

 

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Scegliere una pianta nel garden center A

Le piante da frutto per frutteti familiari e giardini sono proposte in vaso, a radice nuda o in zolla, innestate e pronte per il trapianto.  Le piante in vaso sono, in genere, esemplari che hanno due o più anni; spesso portano già qualche frutto. Viti, olivi e limoni sono reperibili in esemplari sorretti da tutori (bacchette di bambù), il che facilita il lavoro di sistemazione sui tutori 

B

definitivi. Tutte le piante da frutto in vaso possono, in teoria, essere trapiantate a dimora in qualsiasi periodo, con esclusione dei momenti di gelo o di gran caldo; è comunque buona norma attendere un periodo fresco, con terreno umido e morbido (primavera o autunno). Le piante in vaso costano di più di quelle a radici nude, ma in genere attecchiscono meglio. Meglio controllare il pane radicale, svasando l’esemplare: le radici non devono essere arrotolate sul fondo o fuoriuscire fuor iuscire dai fori di drenaggio, perché significa che la pianta è in vaso da troppo tempo e avrà più difficoltà ad attecchire. 

  Le piante a radice nuda o in zolla 

Gli esemplari a radici nude, coperte di torba o trucioli di legno e avvolte in rete o plastica, costano meno di quelli in vaso. Controllate che il punto

hanno le radici coperte di torba o terric cio, protette da sacchetti di plastica, reti o vasetti vivaistici alti e stretti. Sono messe in commercio in genere da novembre a marzo. Se rimangono a lungo nel punto vendita, in ambienti caldi e asciutti o esposte al sole, le radici rischiano la disidratazione. Controllate che nel terriccio, torba o trucioli che proteggono le radici non ci siano tracce di muffa né di eccessi-

d’innesto sano e(A) e che la zolla (B) siasia integra leggermente umida.

va Una volta acquistate, vanno secchezza. messe subito a dimora.

 Ogni esemplare deve avere l’etichetta con giovane vite da tavola in vaso, con i tralci già impostati il nome varietale, ed è necessario conosul tutore. scere il portainnesto  (  (vedi  pp. 212-213). vedi pp.

A   D ESTRA :  una



 

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TRASPORTARE LE PIANTE Una volta fatto il vostro acquisto, la pianta va portata a casa. Il metodo peggiore per farlo è 󿬁ssarla al portabagagli sul tetto dell’auto, esposta al vento e al freddo. In queste condizioni, anche se è in dormienza invernale, l’esemplare può soffrire seriamente. Meglio imballare con cura le radici e la chioma, se si tratta di una pianta in vaso già in vegetazione, e trasportarla all’interno dell’auto (ma attenzione al caldo: non lasciate poi l’auto al sole).  Una volta giunti a destinazione, se non vi è possibile effettuare effettua re subito il trapianto, dovete trovare una collocazione provvisoria. Gli esemplari in vaso possono 

Attrezzi: la dotazione di base I normali attrezzi da giardino possono essere utili, ma per svolgere gli interventi di cura con maggiore precisione e minore fatica è consigliabile dotarsi di alcuni utensili specifici per gli alberi da frutto.  Innanzitutto una buona scala, solida e possibilmente del tipo con tre punti di appoggio, 

perché non sempre è possibile addossarsi a un ramo robusto per potare o raccogliere.  Per le attività di potatura occorrono cesoie di tipo professionale, affilate e di dimensione proporzionata alla propria mano. 

  Il taglio di grossi rami va effettuato con un troncarami  a manico lungo, che consente di esercitare una notevole forza di taglio. Particolarmente comodi i nuovi modelli ad asta: la testa di taglio viene azionata dallo scorrimento del manico, grazie a un sistema di ingranaggi a demolti

troncarami amanico doppio

attendere anche per settimane, situati in mezz’ombra (sole alla mattina, per poche ore) e irrigati copiosamente, evitando che l’acqua rimanga nel sottovaso. Quelli a radice nuda possono essere posti in trincee provvisorie scavate nel terreno, dopo aver tolto la confezione in plastica (quella in rete può invece essere conservata), ricoprendo l’apparato radicale con torba o terriccio umido. In alternativa, ponete le radici in un vaso capiente pieno di terra fresca e leggera. Il trapianto dovrà avvenire entro pochi giorni.

plica che riduce lo sforzo. I modelli telescopici si allungano fino a 4 metri e più.  Il segaccio è indispensabile per rami di grosso diametro. La lama inossidabile dovrebbe essere a tre fili, molto efficace.  Se optate per attrezzi con manico intercambiabile potete montare, sull’asta del troncarami telescopico, un cestino raccoglifrutta per arrivare ai frutti posti più in alto o irraggiungibili anche usando la scala. s cala. 



cestino raccoglifrutta

 

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Dalla piantagione al raccolto La realizzazione di un piccolo frutteto familiare familia re o l’impianto di una o più specie specie da frutto nel giardino o in terrazzo comporta un lavoro di preparazione: un esemplare piantato correttamente e ben seguito nelle sue fasi giovanili richiederà, in seguito, minore manutenzione e sarà meno sensibile ai problemi 󿬁tosanitari.  Per i fruttiferi, preparazione del terre

 Gli alberi da frutto piantati in un giardino già sviluppato vanno sorvegliati perché rischiano la competizione  con piante vicine per l’acqua, la luce e il nutrimento; eventualmente occorrerà potare alberi o arbusti che fanno ombra al giovane esemplare da frutto. 

no, concimazione e irrigazione nei primi 2 anni non sono molto diverse rispetto alle esigenze di un albero o arbusto ornamentale, soprattutto se si opta per la coltivazione biologica. Solo in seguito si manifestano le esigenze speci󿬁che: il ciliegio, per esempio, dovrà essere irrigairr iga-

Il momento della raccolta ( NE LL A  PA G I NA   A   F I AN C O )  è il più soddisfacente. Il risultato dipende in buona parte dalla scelta della varietà. Piantate perciò solo piante correttamente etichettate ( A   S I N I STRA ,  assortimento di antiche varietà di viti del collezionista toscano Ugo Fiorini) .

to anche da adulto perché in suoli siccitosi le sue radici piuttosto super󿬁ciali si disidratano rapidamente, mentre specie come il 󿬁co e il melograno possono frutti󿬁care anche in suolo asciutto e povero.

 

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Quando e come piantare un albero da frutto Prima di decidere il luogo in cui effettuare l’impianto è opportuno ri󿬂ettere sulle dimensioni della pianta forma di allevamento e suladulta, tipo disulla terreno (se molto fertile, per esempio, la distanza tra gli alberi di un 󿬁lare dovrà essere maggiore).

magnesio) e può dare indicazioni circa la scelta del portainnesto adatto.  Se il terreno presenta carenze nutrizionali o un pH inadatto agli alberi da frutto, è opportuno intervenire con ammendanti per migliorarlo. 

LA PREPARAZIONE DEL TERRENO La buca d’impianto d’i mpianto va preparata preferibilmente un mese prima, così da aerare il

LA MESSA A DIMORA Le modalità di questa fondamentale operazione devono essere gestite in funzione f unzione del tipo di esemplare che si è acquistato.

suolo e lasciarlo esposto alle rendendolo intemperie invernali, che lo “temprano” morbido e poroso: in questo modo ade-

Esemplari a radice nuda

rirà meglio alle minuscole radici che si formeranno, e che sono responsabili del rapido e corretto attecchimento.  La dimensione dello scavo deve essere di circa 60-70 cm su ogni lato. Vanno tolti eventuali sassi e resti di radici. rad ici. Nell’ocNell’oc

casione è utile ad prelevare dei campioni da far analizzare un laboratorio specializzato: l’analisi mette in luce la composizione del terreno e le percentuali di sostanze nutritive (fosforo, potassio, ferro,

Veri󿬁cate lo stato delle radici dell esem plare: se risultano un po’ asciutte, lasciatele a bagno in un secchio con acqua non troppo fredda.  Inserite nel terreno il palo tutore in legno impregnato, per mantenere l’esemplare stabile nella fase di radicazione. L’altezza del tutore dovrebbe essere pari al punto in cui si aprirà la chioma. 

  Sul fondo della buca  d’impianto è consigliabile distribuire uno strato di 

 

D A L L A   P I A N T A G  I O N E   A L   R A C C O L T O

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Conoscere e migliorare il terreno Prendete un pugno di terra e lavoratelo un poco tra le dita per saggiarne sagg iarne la consistenza: se è un po’ collosa, c’è una buona percentuale di argilla; se si sbriciola, sbr iciola, si tratta di un suolo sciolto e sabbioso o torboso. tor boso. In entrambi i casi è opportuno migliorarlo, prima di piantare un albero da frutto.   Il  suolo argilloso è composto da finissime particelle che si compattano, ostruendo i pori; ciò limita l’aerazione delle radici e lo scorrimento delle acque, che ristagnano a livello delle radici profonde, provocando sofferenza o marciume. Il terreno argilloso, asciugandosi, forma vistose crepe attraverso le quali l’acqua scorre senza riuscire ad inumidire lo strato superficiale dove ci sono le radici più sottili, responsabili dell’assorbimento idrico. Per migliorare un suolo argilloso occorre lavorarlo con vanga e zappa (su aree estese è consigliabile la macchina fresatrice). fresatrice). Durante Dur ante la lavorazione si incorpora sostanza organica: humus o letame maturo, insieme a materiali inerti che favoriscono la porosità, come sabbia grossolana o agriperlite. Il suolo argilloso è calcareo e, 

se ben lavorato, rimane fertile a lungo.   Il suolo torboso è leggero, friabile e tenSO PRA   E   A   D ESTRA , I N   A L TO :  denzialmente acido (pH inferiore a 7). Si 

terra di campagna di medio impasto e a grana grossa. asciuga in fretta e non conserva la fertilità;

l’attività dei lombrichi, preziosi alleati per aerare e umificare il suolo, risulta rallentata o assente. Gran parte degli alberi da frutto non gradisce questo tipo di substrato, che va migliorato aggiungendo sostanza organica (l’ideale è il terriccio da compostaggio) e additivi a base di calcio. In questo modo si favorisce la presenza dei microrganismi microrg anismi che A   D ESTRA , I N   BASSO :  stallatico (concime organico misto formano lo strato fertile (humus) e si migliora a terriccio di humus). humu s). la struttura del terreno.

 

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materiale inerte (ghiaia e terra grossolana), poi uno strato di letame maturo o humus da compostaggio, coperto da buon terriccio, formando una montagnetta di terra.  Sul cono di terra si stendono le radici, aperte senza forzarle troppo per non 

spezzarle, e si ilcopre cond’innesto buona terra fertile lasciando punto appena fuori dal livello del terreno.  La legatura al tutore va fatta in modo da non ferire la corteccia dell’albero; andrà periodicamente controllata e allargata per evitare strozzature. Esistono in commercio appositi legacci elastici dotati di distanziatore per evitare sfregamenti 

fra il tutore e la corteccia. Esemplari in vaso La procedura di piantumazione è analo-

zolla  di terra che protegge le radici; se

risulta molto compatta può essere utile agire delicatamente con un bastoncino per smuovere l’interno e consentire un buon 󿬂usso dell’acqua di irrigazione, dopo l’impianto l’i mpianto.. Importante: non piantare mai un esemplare assetato; il pane radicale deve essere umido ma non fradicio. LA FORMA DI D I ALLEVAMENTO Esistono molti tipi di forma di allevamento, talvolta talvolta tipici di determinate aree geogra󿬁che. Nel frutteto di casa o in giardino è consigliabile scegliere forme che, nel pieno sviluppo, non siano troppo ingombranti: l’albero l’albero a fusto basso e a vaso sono ideali. La scelta della forma di allevamento è uno dei fattori che determinano la distanza fra gli esemplari (il cosiddetto

ga, con l’accortezza di non spezzare la

Drenaggio giusto, radici al sicuro   La soluzione al problema dei ristagni in suoli impermeabili è un sistema di tubi drenanti, interrati a poca profondità (40-50 cm, secondo il tipo di suolo), posati su ghiaia e disposti con una lieve pendenza verso un punto di raccolta (rete fognaria o fossi). fossi). 

 I tubi drenanti raccolgono le acque superficiali stagnanti, responsabili del soffocamento radicale. 

“sesto d’impianto”), qualora vengano messi a dimora più alberi. Gli altri fattori sono la varietà, il portainnesti e le caratteristiche del suolo.  Meli e peri a fusto medio allevati a vaso 



possono essere distanziati da 5 a 8 m o più, nel caso di varietà vigorose.  Nei piccoli spazi, o per sfruttare sfrutt are l’esposizione al sole, sono consigliabili le for

 

L E   P I A N T E   D A   F R U T T O   P I Ù   C O M U N I   |

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me a palmetta  o ventaglio  su 󿬁lare o addossate a un muro: in questo caso le distanze fra esemplari si riducono (da (da 3 a 6 m nel caso di peschi e susini) susini)..  Specie come il 󿬁co, il melograno o il ciliegio sono belle in forma libera. 

L’IMPOLLINAZIONE Gli insetti e il vento lavorano per il frutticoltore: ticoltor e: trasportando trasporta ndo nei 󿬁ori il polline dalle antere (organi maschili) agli stigmi (organi femminili) rendono possibile la fecondazione e, quindi, la formazione forma zione del frutto. I 󿬁ori del prugno europeo, del pesco e dell’albicocco possono essere fecondati da polline proveniente

Per le varietà autoimpo autoimpollinanti llinanti è comun-

dalla stessa, epianta, cioè autoimpollinanti quindi sono da preferire se si ha la possibilità di piantare in giardino un solo esemplare da frutto.

que vantaggio avere lanelle vicinanze altri un esemplari, perché fecondazione incrociata migliora la qualità e la quantità del raccolto. Anche la presenza di meli

Il mandorlo apre le sue corolle a febbraio, attirando le prime api. Visitando i fiori,  gli insetti provvedono provvedono al trasporto del polline. Nel caso del

Gran parte delle varietà di melo, pero e ciliegio richiedono invece la vicinanza di altre piante della stessa o di altre varietà, con 󿬁oritura contemporanea; necessitano cioè dell’impollinazione incrociata. Alcuni meli e peri 󿬁oriscono simultaneamente ma non sono compatibili (mele Stayman e Renetta): in questi casi, l’impollinazione incrociata funziona poco o per nulla.

o pruni da 󿬁ore favorisce l impollinazione, in quanto la grande quantità di 󿬁ori prodotta da questi fruttiferi attira le api e gli altri a ltri insetti pron pronubi ubi responsabili del trasporto del polline da un 󿬁ore all’altro. Gli alberi a 󿬁oritura molto precoce traggono vantaggio dalla vicinanza di siepi o arbusti ornamentali che 󿬁oriscono a 󿬁ne inverno, come la mahonia, che attrae le poche api già attive.

mandorlo, per ottenere la fecondazione dei  fiori occorre occorre che nelle vicinanze vi siano altri esemplari.

 

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Nutrizione e difesa Come ogni tipo di pianta, gli alberi da frutto hanno bisogno di un suolo che contenga tutti i macroelementi: azoto, fosforo e  potassio. Il primo favorisce lo sviluppo

Dalle foglie secche,  grazie  graz ie al proce processo sso di compostaggio, si ottiene un ottimo nutrimento naturale per gli alberi da frutto.

della pianta; il secondo contribuisce alla funzione cloro󿬁lliana (la “respirazione” dei vegetali) e alla ligni󿬁cazione dei nuovi rami; il potassio in quantità idonee consente di avere un raccolto più saporito e di bell’aspetto, perché incide sulla produzione di zuccheri. Esistono poi altre sostanze minerali utili in quantità minime, perequesto vengono detti “microelementi”. SCEGLIERE IL FERTILIZZANTE

Come e quando irrigare il frutteto Innanzi tutto occorre evitare di piantare specie ad elevata esigenza idrica dove l’acqua è scarsamente o difficilmente disponibile, per ragioni climatiche o di esposizione. e sposizione.   Bisogna bagnare con generosità  nel primo anno dall’impianto e non far mancare acqua durante la fioritura e subito dopo: una carenza idrica primaverile può compromettere la qualità e quantità del raccolto. Le piante adulte in piena estate non vanno bagnate eccessivamente. 

  Un sistema di irrigazione estremamente pratico e che riduce gli sprechi spr echi prevede l’uso di tubi gocciolanti: le pareti porose rila

Se l’impianto è stato fatto in terreno ben lavorato e arricchito con sostanza organica, le piante avranno bisogno di poco nutrimento. nutrimen to. La concimazione va comunque valutata anche in funzione del tipo di terreno e della specie o varietà: amarena o 󿬁co sono poco esigenti; peri, meli e albicocchi lo sono ben di più, se si mira ad avere una produzione molto intensa.

sciano l’acqua senza infradiciare il suolo né formare pozzanghere.  In estate, il frutteto va irrigato di mattina presto: il suolo, rinfrescato nelle ore notturne, assorbe assor be meglio l’acqua e le radici non 

risentono di shock termico. Non bagnare le foglie quando sono colpite dal sole che, agendo sulle gocce come una lente ottica, provoca bruciature.

 

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 Chi sceglie la coltivazione bio potrà limitarsi ad apporti annuali, a nnuali, a 󿬁ne inverno o tardo autunno, di stallatico  o terriccio da compostag compostaggio gio, con l’aggiunta di cenere di legna che contiene fosforo. La fornitura del concime si effettua intorno al tronco o ai bordi del 󿬁lare, tramite tra mite leggero interramento nel terreno umido. In

Per una corretta prevenzione è importante saper riconoscere i sintomi delle avversità che possono colpire i nostri fruttiferi. Quando il fogliame ingiallisce evidenziand e videnziandoo le venature ( SO PRA , ramo di ciliegio) , significa in genere

giardino, se l’inerbimento è 󿬁no al tronco, può essere suf󿬁ciente un po’ di stallatico granulare ai a i piedi della pianta.

che il suolo è troppo calcareo; la pianta non riesce ad assorbire sufficiente ferro e si ammala di clorosi. La ticchiolatura ( SO TTO ) , invece, è una malattia  fungina comune comune su meli e peri.



 Per migliorare le prestazioni degli alberi da frutto si può ricorrere ai fertilizzanti chimici. Nel frutteto di casa basta un concime minerale equilibrato, arricchito di magnesio: circa 50 g/mq sparsi sul terreno, a 󿬁ne inverno. 

PREVENZIONE E DIFESA D IFESA DAI PARASSITI Occorre innanzitutto imparare a distin distin--

tano inutili, se non dannosi. In caso di dubbio è consigliabile portare un campione (foglia o frutto malato o un esemplare del parassita) a un esperto in grado di riconoscere l’l’agente agente patogeno e suggerire il metodo di lotta speci󿬁co. Tre le regole base per avere un frutteto in salute: - agire in forma preventiva, durante il riposo vegetativo, vegetativo, per eliminare eli minare le uova

guere i parassiti fungini (muffe e marciumi) da quelli animali (acari, a󿬁di, cocciniglie ecc.) e dalle 󿬁siologie, provocate non da parassiti bensì da problemi ambientali (carenze nutritive, colpi di caldo, gelate tardive ta rdive ecc.). ecc.). I trattamenti di prevenzione e di lotta vanno effettuati in modo mirato e nel momento opportuno, altrimenti risul-

o le forme dormienti; - mantenere le piante ben nutrite, con ottima aerazione aera zione e soleggiamento; soleggiamento; - sorveg sorvegliare liare periodicamente le piante, soprattutto in primavera, esaminando i germogli, il tronco e la pagina inferiore delle foglie, e agire ai primi segnali, per bloccare l’epidemia l’epidemia con un minimo impieg i mpiegoo di antiparassitario. a ntiparassitario.

 

202

 

Trappola biologica a feromoni: a seconda del tipo attira determinati parassiti e consente di effettuare un monitoraggio grazie al quale scegliere tempi e modalità di lotta.

C O L T I V A R E   G L I   A L B E R  I   D A   F R U T T O

La difesa biologica Chi opta per la coltivazione biologica non deve necessariamente evitare qualunque tipo di trattamento. La produzione bio è regolata da norme che stabiliscono i prodotti ammessi e i periodi di intervento. A livello familiare si può optare per una piccola rosa di prodotti

glia bordolese) bordolese) e di zolfo contro patologie fungine quali peronospora, ticchiolatura, ruggine e oidio o mal bianco.

biologici ampiococciniglie, spettro: una󿬁di olioeminerale, utilead contro uova di acari; preparati a base di piretrine e di Bacillus thuringiensis: entrambi i preparati risultano tossici per a󿬁di, larve di lepidotteri (i bruchi di vario tipo) e altri tipi di parassiti. Si possono poi somministrare preparati a base di rame (polti-

sostanze tossiche è tale da scoraggiarne l’usoper a livello livl’ambiente ello familiare, o isolarne l’impiego a pochi e mirati interventi interventi..

La difesa chimica La gamma di prodotti di sintesi per la difesa del frutteto è vasta e speci󿬁ca, l’ef󿬁cacia è spesso immediata ma il rilascio di

Difendere in sicurezza Le regole da rispettare con qualunque tipo di preparato: mai trattare durante la 󿬁oritura, per nessun motivo, sospendere i trattamenti prima del raccolto, in base a quanto indicato sulla confezione del preparato, effettuare la somministrazione rispettando le dosi consigliate e assumendo le opportune cautele di protezione personale e non frequentare la zona trattata per almeno 48 ore.

I prodotto 󿬁tosanitari vanno conservati in luogo sicuro e asciutto, nelle loro confezioni originali ben chiuse. Gli attrezzi necessari per la somministrazione (pompe, vaporizzatori o altro) devono essere destinati esclusivamente a questo scopo e ben lavati dopo l’uso, riponendoli insieme ai 󿬁tofarmaci.

 

D A L L A   P I A N T A G  I O N E   A L   R A C C O L T O

Raccolta e conservazione Il frutteto familiare consente un lusso prezioso: quello di assaporare frutti staccati dalla pianta al giusto punto di maturazione, quando la percentuale zuccherina e il contenuto nutritivo nutritivo sono ottimali. Alcuni tipi di specie da frutto presentano una maturazione scalare, che consente di scaglionare la raccolta nell’arco di 10-15 giorni. Il ciliegio, per esempio, porta a maturazione prima i frutti sui rami ra mi più alti e via via scendendo alla parte bassa. Le antiche e sagge tradizioni contadine suggeriscono di raccogliere   frutti asciutti, senza gocce di pioggia o di rugiada; la frutta da conservare in cantina, poi, dura più a lungo se colta

203

Le pere hanno una polpa molto delicata. Per lo stoccaggio avvolgete i frutti in carta da forno per evitare che entrino in contatto: in questo modo la conservazione è prolungata. La cassetta così allestita va conservata in ambiente maunnon gelido: fresco, se la temperatura scende troppo vicino allo zero, i frutti si danneggiano.

così che perdano lo sgradevole sapore dovuto alla concentrazione di tannini, e diventino commestibili. La presenza di qualche mela, che rilascia etilene, accelera il processo di maturazione.

Come raccogliere i frutti  Le pere vanno raccolte piegando il picciolo nel punto di contatto con il ramo; il frutto non va stretto fra le dita. 

in luna calante. Un ambiente troppo asciutto non è idoneo per la conservazione dei frutti, perché la buccia avvizzisce rapidamente. Frutti come nespole e kaki sono commestibili solo dopo ammezzimento: dopo la raccolta occorre conservarli per un certo tempo disposti a strati in cassette, in luogo fresco,

  I frutti pruinosi, come certe prugne, possono essere raccolti indossando guanti sottili, per non lasciare impronte sulla buccia. 

 Le ciliegie vanno staccate nel punto di innesto con il ramo, senza



tirare il picciolo.   Le mele  vanno staccate con il picciolo, prendendole in mano e sollevandole obliquamente. 

 

205

Potare e innestare le piante da frutto La potatura consente di ottimizzare le potenzialità che le piante possiedono. Nei giardini serve per migliorare forma, 󿬁oritura, aspetto generale di una specie ornamentale; nel caso degli alberi da frutto, l’uomo ha appreso, nei millenni, come utilizzarla per controllare qualità e quantità del raccolto.   Allo stato selvatico, le specie da frutto 󿬁oriscono e portano a maturazione i frutti senza azioni di potatura, se non 

no rapidamente. Gli interventi di taglio consentono di regolare lo sviluppo, mantenendo

Brindillo di albicocco in piena fioritura.

gli esemplari nelle migliori condizioni di salute, armonia e produttività per un lungo periodo.   L’innesto è una pratica complessa, effettuata dai frutticoltori 

N E LL A   PA G I NA A   F I AN C O :   il

taglio

quelle naturali, provocate dal vento, dalla neve o dall’invecchiamento del legno. In

esperti. È necessario per riprodurre le varietà da frutto conservandone

condizioni selvatiche, caratteristiche organolettiche dei fruttilepossono non essere ottimali; la vegetazione si addensa, le piante sono poco produttive e invecchia-

tipici, che andrebbeirocaratteri perduti con la riproduzione da seme. È inoltre utile per regolare forma e dimensione della pianta adulta.

dei rami serve per  formare le piante  giovani e, in seguito, per migliorare la produzione.  Alcuni tipi di potatura hanno  fini ornamentali.

 

206

 

C O L T I V A R E   G L I   A L B E R  I   D A   F R U T T O

Criteri di base e periodi di intervento Dardo a mazzetto su albicocco: è un ramo corto con gemme a fiore e una gemma a legno. Il dardo porterà frutti per molti anni, allungandosi lentamente. Questa  formazione è tipica tipica delle drupacee (ciliegio, susino…).

Forbici a lama doppia e a lama semplice con battuta  fissa.

Fra le operazioni colturali nel piccolo frutteto, la potatura è quella maggiormente destinata a generare dubbi e incertezze, perché le tecniche d’intervento differiscono in base al tipo di frutto, alla forma di allevamento, all’età della pianta e a numerosi altri fattori, tra cui gli usi e le tradizioni locali. All’apprendimento della teoria è indispensabile af󿬁ancare un po’ di pratica, possibilmente frequentando un corso che preveda dimostrazioni pratiche e visite a frutteti della zona. Il corso è indispensab indispensabii-

SCOPI DELLA POTATURA Nei primi anni dopo l’impianto si pota per impostare la forma di allevamento,

le se si desidera condurre un frutteto a produzione intensiva, che richiede un lavoro di potatura molto speci󿬁co e articolato. Per gli alberi da frutto coltivati in giardino ci si può accontentare di puntare a un raccolto di buona qualità, mante-

conferendo all’esemplare struttura arborea desiderata (a vaso, alafusto, a spalliera…). Solo in seguito inizia la potatura di produzione, da effettuarsi annualmente per tutta l’età produttiva del fruttifero allo scopo di mantenerne la forma, la corretta distribuzione dei frutti  e di

nendo le piante ordinate e di aspetto piacevole; questo obiettivo riduce le necessità di taglio e le rende meno complesse.

controllarne l’invecchiamento.

Controllo dell’alternanza di produzione Tagli opportuni evitano che a un’annata di produzione abbondante segua un

 

P O T A R E   E   I N N E S T A R E   L E   P I A N T E   D A   F R U T T O

I rami a frutto delle pomacee Per potare correttamente meli e peri (pomacee) è necessario saper riconoscere i diversi tipi di rami.  Il brindillo (a sinistra) è un rametto corto ed esile, di un anno, che porta un gruppetto di fiori e foglie alla sommità, dove nascerà il frutto; la mela Granny Smith e la pera Kaiser producono prevalentemente sui brindilli che, se sono troppi, vanno diradati. dir adati. 

  La borsa è una ramificazione nata dall’asse portante l’infiorescenza. Quest’asse si ingrossa e le gemme a legno alla base si evolvono in dardi e brindilli. Il risultato è la formazione di un ramo produttivo. La vicinanza di più borse ricche di dardi, lamburde e brindilli forma ramificazioni che sono dette det te “zampe di pollo” pollo”.. 

 Il dardo (foto in basso) è un corto germoglio che spunta perpendicolarmente al ramo su cui si origina, porta in punta una gemma a legno da cui nasce una rosetta di foglie al centro della quale si sviluppa una nuova gemma a legno, alcune volte mista. Solamente dal terzo anno la gemma terminale subirà una differenziazione a fiore (gemma mista) e il dardo entrerà in produzione. Se S e la pianta è vigorosa, la formazione della gemma a fiore nasce già al secondo anno. 



 La lamburda, che è tipica di peri come Abate A bate Fetel, Decana del Comizio, Conference, Conference, si sviluppa

su dardi vecchi; presenta sul ramo di un anno e la durata di questa formazione a fiore puòl’infiorescenza proseguire persilunghi periodi; le lamburde presenti sullaeffettiva pianta diverranno con il passare degli anni numerose e può essere utile ridurle, ridur le, in modo da non avere eccessive produzioni che, a lungo andare, indeboliscono l’esemplare.  Il ramo misto è di lunghezza variabile; le gemme laterali lungo il suo asse possono essere a legno o miste. Al momento di potare, si deve sapere se la varietà produce fiori sui rami misti in punta, a metà o alla base. Un modo per saperlo consiste nell’osnell’os

207

servare, al momento della raccolta, quali sono i rami che portano i frutti e la posizione di questi ultimi sull’asse del ramo misto; alla successiva potatura invernale si potrà così intervenire oculatamente. Nel dubbio, meglio diradare i rami evitando cimature, che provocano un’eccessiva un’eccessiva produzione produz ione di foglie.

 

208

 

C O L T I V A R E   G L I   A L B E R  I   D A   F R U T T O

lo sviluppo di rami, ma in questo caso viene avvantaggiata la struttura generale dell’esemplare, che diventa più folta. È quindi consigliabile non potare severamente una pianta vigorosa, per evitare una crescita esplosiva di nuova vegetazione, mentre conviene fare tagli anche energici su una debole, per stimolare la crescita di nuovi rami. A

In seguito al taglio di un ramo in periodo di riposo (A), nella stagione successiva si assisterà allo sviluppo vigoroso dei germogli sottostanti (B). Eseguendo però la sola spuntatura del ramo (C), lo sviluppo sarà ben più limitato (D).

B

C

D

anno in cui la frutti󿬁cazione è scarsa (pochi frutti, ma di buona pezzatura). Con il passare del tempo, se non si effettuano potature idonee la tendenza all’alternanza si accentua e la pianta invecchia precocemente. Viceversa, favorendo il costante rinnovamento della chioma e del legno, le piante si mantengono giovani e il i l fenomeno dell’alternanza dell’alternanza si riduce. Gestire lo sviluppo Un fenomeno fenomeno da conoscere e capire bene è il seguente: quando si recide un ramo, si stimola la produzione di germogli sottostanti. In una pianta vigorosa ciò

LA POTATURA DI ALLEVAMENTO Chi acquista un astone (così si chiama l’esemplare di un anno già innestato), dovrà scegliere la forma che la pianta avrà da adulta in relazione al tipo di frutto, alla cultivar, cultiv ar, al portainnesto porta innesto e alle condizioni disponibili nel luogo. La potatura detta di formazione o di allevamento di determinare punto in cuihasil’obiettivo formeranno i rami laterali,il e nei primi anni gli interventi mirano a provocare l’emissione di branche legnose ben distribuite, nelle direzioni desiderate, e a farle ingrossare per costruire l’impalcatura principale. Sono reperibili in commercio piantine già provviste di rami

comporta sviluppo eccessivo della vegetazione al di sotto del punto di taglio, determinando un’anormale produzione di rami a scapito della frutti󿬁cazione. Anche in una pianta debole il taglio stimola

principali, che evitano molte problematiche di potatura: gli esemplari sono, in sostanza, già impostati, e al a l frutticoltore non non resta che assecondare la forma mantenendo la chioma armoniosa e ben aerata.

 

P O T A R E   E   I N N E S T A R E   L E   P I A N T E   D A   F R U T T O

1

2

  In un frutteto famigliare le piante, anche appartenenti a specie diverse, possono essere allevate in forme appiattite (palmetta, ventaglio…), in 󿬁lari sostenuti da pali e 󿬁li predisposti prima dell’impianto. Questo tipo di forma è indicata per chi ha poco spazio e per sfruttare al meglio l’esposizione al sole. 

Dopo l’impianto effettuato a 󿬁ne inverno, l’astone va cimato a 40-50 cm da terra, il che provoca la formazione di germogli laterali. Fra questi, a 󿬁ne estate o nella primavera successiva si sceglieranno i 3 migliori m igliori per vigore e posizione, che daranno origine ai rami principali.  È possibile allevare le piante assecon-



3

3-5 bei germogli orientati nello spazio con tutori o canne. Con il procedere del tempo, nelle forme appiattite si dovranno originare nuove impalcature di rami, mentre in quelle in volume si provvederà ad allungare la chioma e a formare branche secondarie. Quando le piante hanno raggiunto i 6-7 anni di età, la forma di allevamento è completata. Gli interventi successivi serviranno solo a mantenere la struttura originaria e a ottimizzare la produzione. Nel frattempo, in alcune specie la potatura di produzione sarà già stata avviata, per esempio melo e pesco producono e portano a maturazione i frutti già al secondo-terzo

209

Formazione si eliminanodel tuttivaso: i rami superflui (1). Per orientare le branche, si prepara un castello di canne (2) e vi si legano i rami prescelti (3) (3)..

dando le caratteristiche naturali della pianta: si parla allora di forme in volume  (a vaso o a globo). Si ottengono, dopo aver cimato l’astone, a partire da

anno dopo la messa a dimora. Perciò, tra la 󿬁ne della potatura di formazione e l’inizio di quella di produzione non si può dire che esista una netta distinzione.

 

210

 

Diradamento dei rami su una pomacea (1): il taglio è stato effettuato correttamente, rasente al legno (2) per impedire lo sviluppo di vegetazione.

C O L T I V A R E   G L I   A L B E R  I   D A   F R U T T O

LA POTA TURA D I PRODUZIONE Per POTATURA impostare il DI lavoro di potatura occorre sapere che sulle piante da frutto si formano diversi tipi di gemme: - le gemme a legno daranno vita a rami, e provvedono dunque allo sviluppo svi luppo deldella pianta e al suo infoltimento; - le gemme a 󿬁ore  producono foglie e 󿬁ori e sono quindi responsabili della frutti󿬁cazione; - le gemme miste danno vita a rami da legno e steli con 󿬁ori. Gran parte delle piante da frutto produce su rami misti, su cui nascono ramoscelli secondari dalle caratteristiche speciali: si chiamano lamburde, brindilli, borse e dardi. Le lamburde, rametti

IlQuasi diradamento deie drupacee, tutte le pomacee drfrutti upacee, in particolare il pesco, possono richiedere un diradamento estivo.  L’eliminazione di una parte dei frutticini in formazione consente di favorire la crescita di quelli conservati, che avranno così più spazio e più nutrimento: pezzatura e qualità ne traggono giovamento. g iovamento.   Il diradamento consente di togliere i 



1

2

corti che generano foglie e 󿬁ori, portano frutti, in qualche caso, per molti anni. È importante riconoscere questi tipi di gemma, perché la loro eliminazione provoca riduzione o scomparsa della frutti󿬁cazione. Ciò vale soprattutto per le pomacee (meli e peri). Nel caso delle drupacee (pesco, albicocco), a 󿬁ne inverno gli interventi di potatura possono essere anche energici, per mantenere le piante basse e compatte. Su questi fruttiferi, infatti, la produzione dei frutti avviene sui rami di un anno. an no.

Le schede delle piante da frutto ripor frutti , segnati da qualchetroppo problemaravvicinati fitosanitario o in posi-

zioni troppo buie.

tate di seguito in questo manuale forniscono indicazioni speci󿬁che per la potatura delle varie specie.

 

211

P O T A R E   E   I N N E S T A R E   L E   P I A N T E   D A   F R U T T O

QUANDO Nel fruttetoPOTARE familiare, su piante già formate, la potatura di produzione si fa tradizionalmente a 󿬁ne inverno. Operando nel periodo in cui la pianta è in riposo si riducono i pericoli di stress vegetativo e le super󿬁ci di taglio hanno il tempo di cicatrizzarsi prima del risveglio dei parassiti. Con la potatura invernale si asportano i rami secchi, danneggiati o deboli, e si scelgono la lunghezza e la quantità dei rami produ produttivi. ttivi.   In estate si può effettuare un tipo di taglio chiamato potatura verde. Consiste principalmente nell’eliminazione dei polloni che nascono dalle radici, sotto il punto di innesto. Sono rami inutili, che sottraggono energia a una buona frutti󿬁

cazione. si tagliano detti i ramisucchiotroppo allungatiInoltre, e non produttivi, ni, e si sfoltiscono le chiome 󿬁tte, nelle quali aria e luce non circolano bene, con il rischio di malattie ma lattie fungine. Questa pratica è consigliabile in particolare sul pesco.

da un esemplare all’altro, per evitare di trasmettere le patologie virali.   La super󿬁cie del taglio  effettuato deve risultare netta e vanno evitate le schiacciature del legno provocate da cesoie sottodimensionate rispetto al diametro del ramo. 

 Il punto di taglio si deve trovare appe-



na sopra una gemma non troppo vicino. Il taglio non deve, ma neppure essere

troppo lontano dalla gemma in quanto resterebbe un moncone di ramo inutile i nutile..   L’inclinazione del taglio deve essere opposta a quella in cui si trova la gemma sottostante, per far scivolare via l’acqua ed evitare che al centro della ferita si possano annidare parassiti e patogeni. 

  Il seghetto  va impiegato per l’asportazione di rami di grosso diametro. Eccezion fatta per i tagli rasenti il tronco, anche con il seghetto occorre operare in posizione inclinata. 

 L’utilizzo di un prodotto protettivo  (mastice per potature) è consigliato per i tagli che provocano un’estesa super󿬁

LE REGOLE DEL TAGLIO  Cesoie e seghetti devon devonoo essere sempre 

A   a    t   n   a    i   p   o   n   r   e    t   s   e

B

Per allargare la chioma si taglia sopra una gemma esterna (A); per avvicinare la vegetazione al tronco si taglia sopra una gemma rivolta all’interno (B).

perfettamente taglienti e accuratamente puliti, privi di tracce di ruggine; è bene abituarsi a disinfettarli prima di passare

cie di legno fresco, dove facilmente si possono installare forme fungine o parassiti rassi ti animali.

 

212

 

C O L T I V A R E   G L I   A L B E R  I   D A   F R U T T O

Lin’innesto: una solai pregi di due piante L’antica pratica dell’innesto, nota già ai Fenici e ai Romani, consente di utilizzare l’apparato radicale di una certa specie varietà per dare, oalla cultivar scelta, robustezza e dimensioni adeguate allo scopo per la quale viene coltivata.

Quando le specie arboree da frutto si riproducono per seme non conservano quasi mai le caratteristiche della pianta originaria; i migliori caratteri ereditari tendono a regredire e la frutti󿬁cazione risulta qualitativamente e quantitativamente scadente. Per questo motivo si deve ricorrere alla pratica dell’innesto, che consente di mantenere tutti i requisiti della cultivar di partenza. La funzione dell’innesto è quella di unire due piante diverse, appartenenti alla stessa specie o a specie af󿬁ni: una fornirà l’apparato radicale, e viene chiamato portainnesto; l’altra, detta marza, darà origine alla chioma. Un fruttifero innestato entra prima in produzione, raggiunge le dimensioni che si desiderano (perché sono determinate dal vigore e dalle caratteristiche del portainnesto), si adatta a terreni e climi differenti, resiste meglio alle malattie. Le piante da frutto commercializzate a

con un portainnesto speci󿬁co, se esso è compatibile con le cultivar scelte. Per esempio, il pesco innestato su mandorlo è adatto a terreni calcarei; se il portainnesto è il mirabolano, si ottengono peschi che crescono bene in terreni umidi. SCEGLIERE IL PORTAINNEST PORTAINNESTO O

radice nuda e in vaso sono già innestate, ma è possibile chiedere a un vivaista specializzato di preparare le varietà preferite

Principalmente un portainnesto provoca un’azione di riduzione o di aumento dello sviluppo della parte aerea.

 

P O T A R E   E   I N N E S T A R E   L E   P I A N T E   D A   F R U T T O

Le selezioni che diminuiscono la taglia degli alberi sono oggi particolarmente richieste perché consento c onsentono no la distribu distribu-zione di un maggior numero di esemplari sull’appezzamento e, inoltre, il portamento ridotto agevola tutte le operazioni colturali. Esistono portainnesti nanizzanti per la coltivazione in vaso o per speci󿬁che esigenze, per esempio le forme a spalliera. Il portainnesto si dice “franco” quando nasce da seme; in genere, il franco dà origine ad alberi di grande vigoria. Per avere esemplari più piccoli, ma di buone caratteristiche produttive, sono stati selezionati dei portainnesti provenienti non da seme bensì da talea: si ottengono quindi esemplari identici (cloni) alla pianta madre. Gran parte delle varietà di melo utilizzano questo tipo di portainnesti, caratterizzati da una M seguita da un numero di riconoscimento. A riguardo, è utile sapere che M27 e M9 per il melo sono portainnesti nanizzanti. Gli agrumi innestati sulla specie selvatica Poncirus trifoliata  sono più resistenti al freddo. I peri su cotogno danno frutti di migliore qualità. Nel caso delle viti,

Un innesto di tipo semplice L’innesto a spacco pieno si può praticare anche con rami di dimensioni piuttosto ridotte.   Marza e portainnesti devono avere lo stesso diametro. La marza deve essere lunga circa 4-5 cm e portare 3-4 gemme.  Si tagliano sia la marza sia il portainnesti trasversalmente, interessando una superficie che corrisponde a circa una volta e mezza il diametro dei due elementi, che deve essere corrispondente, così come sarà uguale e opposta l’inclinazione del taglio t aglio (1).

1





 Le due ferite vengono fatte combaciare perfettamente e si salda l’innesto con la legatura (2).

2



  Per una maggiore protezione del punto di innesto è possibile distribuire del mastice da innesti  sulla 

zona interessata dall’opera-

3

213

lpermesso uso di portainnesti uso portain nesti diesemplari vite americana ha di ottenere più resistenti alle malattie di origine fungina.

zione (3 (3). ).

 

215

Le piante da frutto più comuni La grande disponibilità di cultivar antiche e moderne, nane o di grande sviluppo, rustiche o delicate, apre grandi possibilità a chi desidera coltivare coltivare albea lberi da frutto: si potranno facilmente coltivare piante diverse per avere, nel corso dell’anno, dell’ anno, 󿬁oriture e raccolti ra ccolti continui.

Oltre 6 mesi di raccolto Tra le specie per un piccolo frutteto domestico, ecco una scelta per avere il piacere del raccolto distribuito sull’arco di 6 mesi: ciliegia durone Bigarreau (giugno), albicocca  Valeria (luglio) (luglio),,  Platicarpa pa (agosto), pesca piatta Platicar pera Cedrata e uva fragola (settembre), mela Calvilla (ottobre) (ottobre),, kaki Vaniglia (novembre).

I periodi di maturazione sono influenzati dal clima e dalla posizione della pianta.

Per la scelta della specie e della varietà potrete trovare indicazioni nelle schede riportate nelle pagine seguenti. Se desiderate orientarvi su varietà antiche locali vi consigliamo invece una visita presso un buon vivaio o qualche collezionista.   Un dato da considerare è quello relativo alle modalità di consumo  dei prodotti delle vostre piante. Se non si è in grado di consumarli freschi o trasfort rasformare subito le eccedenze, è consigliab consigliabile ile orientarsi verso specie o varietà conservabili in cantina, caratteristica tipica di certe mele e pere. 

 Il frutteto di casa è un’oasi di natura  apprezzata dalle api e dalle farfalle in primavera, ma anche da merli e storni, voraci mangiatori della vostra frutta. Non resterà che munirsi di uno spaven

NE LL A   PA G I N A A   F I AN C O :   da

agosto a ottobre il raccolto nel frutteto di casa può essere ricco e vario, scegliendo di piantare diverse specie e varietà: fichi, uva, prugne, mele,

tapasseri o di un gatto ben motivato.

kaki, melagrane…

 

216

 

C O L T I V A R E   G L I   A L B E R  I   D A   F R U T T O

Prunus armeniaca L.

albicocco I rami carichi di frutti succosi sono uno spettacolo splendido, ma la raccolta delle albicocch albicocchee va effettuata in tempi brevi per evitare la diffusione di muffe nei frutti che rimangono sui rami.

Storia, caratteristiche e curiosità Gli antichi Romani lo conoscevano come pesca o mela dell’Armenia, e questo “errore“ si è tramandato nel nome botanico dell’albicocco, appunto Prunus armeniaca. Come quasi tutti gli alberi da frutto diffusi nei nostri climi, è di origine asiatica. Furono gli Arabi a realizzare le prime coltivazioni in Europa; in precedenza non aveva larga diffusione, pur essendo già noto nel primo secolo dopo Cristo.  L’albero si sviluppa considerevolmente, sia nella parte aerea sia nelle radici; 

presenta foglie cuoriformi prive di pe-I luria e provviste di un lungo picciolo. 󿬁ori compaiono in primavera (anche già a 󿬁ne febbraio), prima della fogliazione, e sono bianco-rosati, singoli o in gruppi di 2 o 3. Le varietà più diffuse sono tutte autocompatibili: è quindi possibile allevare in giardino o nell’orto anche un singolo esemplare. Il frutto, con buccia delicatamente pelosa, è di colore aranciato con sfumature rosate nei punti colpiti dal sole. Il seme (armellina) racchiuso

nel nocciolo è spesso dolce, commestibile e, come una mandorla amara, ricco di amigdalina amigdal ina che sviluppa cianuro, per cui conviene non abusarne. Il contenuto di vitamina A è elevatissimo. Coltivazione CL I MA   Resiste bene sia al freddo sia al caldo, predilige comunque il pieno sole e un clima temperato-caldo. Nelle zone con inverno molto lungo la sua coltivazione è limitata più che altro dalla precoce 󿬁oritura, che può essere distrutta

 

L E   P I A N T E   D A   F R U T T O   P I Ù   C O M U N I   |

dalle brinate. Nella scelta della varietà per il Nord è quindi essenziale orientarsi verso quelle con 󿬁oritura tardiva. ta rdiva. Non va piantato in zone soggette a forte vento. T E R R E N O   Come

le altre drupacee, preferisce quelli sciolti, freschi, profondi e possibilmente ben irrigati, ma teme l’umidità costante che causa asfissia radicale. FORMA D I A L L EVA MENTO   Nei

giardini viene coltivato generalmente in forma libera; è consigliabile comunque una riduzione dell’altezza del tronco. Se si preferisce una forma guidata, optare per il vaso basso e la palmetta a branche oblique. PI A NTA G I ONE   Va

messo a dimora in autunno come astone di un anno, innestato su franco o mirabolano. Entra in produzione a partire dal terzo anno e produce ottimamente 󿬁no ai 20 anni. CONCI MA Z I ONE E I RRI G A Z I ONE   Si

consiglia di distribuire del letame sul fondo della buca di piantagione, coprendolo coprendolo poi con della terra per impedire il contatto diretto con le radici. Nei primi anni di concimare solo con azoto, in seguito fornire 300-400 g per pianta di concime complesso NPK 2:1:2. Richiede un paio di irrigazioni in estate, ma non si deve deve bagnare a partire par tire da

albicocco

217

    I     N     O     I     Z     U     L     O     S     E     I     M     E     L     B     O     R     P

Apoplessia: appena prima o appena dopo la maturazione dei frutti, può verificarsi l’improvvisa morte della pianta. L’origine di

questo evento non è ancora accertata; non esiste cura. Monilia: i frutti maturi sono estremamente sensibili a questa

malattia fungina, che si presenta sotto forma larvata che li fa apparire appassiti, o in forma virulenta vir ulenta (presenza di muffa a circoli). La soluzione consiste nel non irrigare prima della raccolta, che va effettuata nel giro di pochi giorni.

un mese prima della raccolta per evitare la spaccatura dei frutti. POTATURA   Sensibilissimo ai tagli. Per evitare eccessiva formazione di gomma sulle ferite, va potato dopo la raccolta dei frutti solo per ripulire la chioma, intervenendo venen do su rami ra mi di piccol piccolee dimensioni. RA CCOL TA E CONS ERVA Z I ONE   I

frutti vanno raccolti maturi tra giugno e luglio; la conservazione del prodotto fresco si riduce a pochi giorni.     E     T     A     I     L     G     I     S     N     O     C      À     T     E     I     R     A     V

Bella di Imola: adatta alle regioni settentrionali. Frutto grosso,

produzione costante e precocissima. r esistente alla monilia e alle gelate priIvonne Liverani: varietà resistente maverili. Frutto medio-grosso, di colore giallo intenso. Monaco: ideale al Sud, molto produttiva. Matura a giugno. San Castrese: adatta a tutte le regioni italiane. Frutto grosso e

aranciato, matura a luglio al Nord e a metà giugno al Sud.

 

218

 

C O L T I V A R E   G L I   A L B E R  I   D A   F R U T T O

Prunus avium L.

ciliegio dolce  Albero generoso generoso e longevo, il ciliegio produce un raccolto molto abbondante e nel tempo assume dimensioni maestose.

Storia, caratteristiche e curiosità Ogni anno, nei primi giorni di aprile, i giapponesi si riversano nei parchi delle loro città per ammirare la 󿬁oritura dei ciliegi: il 󿬁ore di questo albero, chiamato Sakura, rappresenta l’anima del Giap-

pone. La delicatezza, il colore pallido, la brevità della sua esistenza sono per i nipponici il simbolo della fragilità, ma anche della bellezza dell’ dell’esistenza. esistenza. Nel resto del mondo, la parola “ciliegio” evoca invece grappoli di frutti rossi e dolci, chiamati duroni o duracine, tenerine o visciole a seconda della consistenza della Nulla a che fareacido con la pianta dipolpa. amarene o ciliegio (Prunus cerasus).

  Il ciliegio ha dimensioni e portamento maestoso; il legno rossiccio è usato in ebanisteria, ma è poco pregiato perché si imbarca facilmente; la corteccia si stacca a nastro. Le foglie sono ovali, pendule e ampie. I 󿬁ori, riuniti in mazzetti anche 

di 6, bianchi, compaiono prima delle foglie. I frutti sono piccoli, globosi, di

colore rosso variabile 󿬁no al nero, con polpa aderente al nocciolo. Coltivazione CL I MA   Resiste bene al freddo, mal sopporta l’eccessivo caldo estivo; si adatta invece a tutte le regioni italiane. Le piogge intense durante la 󿬁oritura compromettono la produzione perché provocano la caduta anticipata dei 󿬁ori. Nell’Italia settentrionale si coltivano preferibilmente varietà a polpa dura, mentre nel Meridione si preferiscono quelle a polpa tenera. T E R R E N O   Ottim Ottimii quelli

sciolti, sciol ti, profondi,

anche sassosi: da evitare suoli argillosi e compatti, in cui ristagna l’l’acqua. acqua.

 

L E   P I A N T E   D A   F R U T T O   P I Ù   C O M U N I   |

FORMA D I A L L EVA MENTO   Innestato

su

franco ad èespandersi considerev mente,tende per cui preferibileconsiderevolallevarlo olin ampi spazi e controllare l’eccessivo sviluppo lup po con la potatura. Innestato I nnestato su amarena, invece, mantiene un portamento limitato, in forma di palmetta o bandiera. PI A NTA G I ONE   In

autunno. Se innestato su franco, le distanze sul 󿬁ore e tra le 󿬁le saranno di 12 cm, minori se su amarena; anche l’entrata in produzione dipende dal portainnesto: tardiva (7-10 anni, poi produttivo per 100 anni) nel primo caso, più precoce nel secondo (ma meno longevo). CONCIMAZIONE E IRRIGAZIONE   Una buo-

na letamazione ogni 2 anni è consigliata per gli alberi dei frutteti familiari. Per incrementare la produzione si può distribuire concime chimico in rapporto 2:1:1. La precocità di produzio produzione ne dei frutti non richiede interventi irrigui. POTATURA   Produce abbondante gomma

dalle ferite ed è meglio non esagerare con i tagli. Sono suf󿬁cienti leggeri interventi dopo la raccolta, solo solo per eliminare elimina re i rami secchi e sfol sfoltire tire l’interno della chioma. RA CCOLTA CCOLTA E CONS E RVA Z I ONE   Le ciliegie

devono essere raccolte mature sulla piandevono ta e non si conservano allo stato fresco se

    I     N     O     I     Z     U     L     O     S     E     I     M     E     L     B     O     R     P

ciliegio dolce

219

Mosca della ciliegia: sono i vermet-

ti che si trovano dentro i frutti bacati. La mosca depone un uovo all’interno di ogni frutto; le larve si nutrono della polpa provocando la cascola preraccolta. Nei frutteti familiari si combattono scegliendo varietà precoci o anticipando la raccolta.

non per pochi giorni. Sono ideali per la trasformazione in confetture, canditi o preparazioni sotto spirito. La raccolta per il frutto da consumo fresco è manuale. Si usano scuotitori solo per le varietà destinate alla trasformazione. La maturazione avviene entro giugno: tradizione vuole che la scadenza per gustare le ciliegie sia il 24 giugno, giorno di San Giovanni, per cui i bachi che trovano nei frutti maturi vengono dettisi“giovannini”.     E     T     A     I     L     G     I     S     N     O     C      À     T     E     I     R     A     V

Bigarreau: gruppo di duroni dal frutto grosso, a polpa bianca o

rosata e buccia rosso scuro (Burlat, Moreau, Napoleon). Napoleon). Durone Classico: Nero, della Marca, dell’Anella, di Pistoia, di

Cesena… Grosse ciliegie duracine, diffuse anche al di fuori della zona di provenienza. More: di Cesena, di Vignola, della Punta. Gruppo di varietà del

tipo Tenerina, dal colore scuro, sapore dolce, frutto grosso.

 

220

 

C O L T I V A R E   A L B E R I   D A   F R U T T O

Ficus carica L.

fico Il fico è una delle più antiche piante da frutto allevate dall’uomo, anche per la sua estrema facilità di coltivazione.

Storia, caratteristiche e curiosità La leggenda racconta che Romolo e Remo furono ritrovati sotto un 󿬁co mentre la lupa li allattava. Questa pianta mediterranea era già coltivata dagli Egizi e a BaOdissea, Ulisse attende, prebilonia; nell’appeso cariamente ad una pianta di 󿬁co sullo scoglio di Cariddi, che Scilla risputi la chiglia e l’albero della sua nave. Credenza popolare vuole che il latte prodotto dal distacco delle foglie, dei frutti e dei rami, possa essere usato come crema abbronzante. Mai diceria è stata più dannosa: spalmarsi sul corpo il lattice ed esporsi al sole provoca ustioni dolorose e dif󿬁cili da curare. La sostanza è invece utile per far cagliare il latte.

 Il 󿬁co è una specie molto pollonifera, tanto da trasformarsi spesso in arbusto. Ha tronco liscio e grigio, rami 󿬂essuosi ma robusti. Sia questi sia le foglie o i frutti, quando vengono staccati, emettono un lattice bianco. Le foglie sono grandi, a 

3cee, o 5ruvide lobi anche sulla stessa e pelose. I fruttipianta, sono coriain󿬁o-

rescenze a ricettacolo a forma di trottola, di colore verde o nero a maturità. Frutti󿬁ca in epoche diverse, più volte all’anno: a giugno maturano i 󿬁chi “󿬁oroni” o “primaticci” che compaiono sui germogli e all’ascella delle foglie nell’autunno dell’anno precedente. I 󿬁chisulla veri,pianta detti anche “forniti”, compaiono a primavera e maturano ad agosto-settembre. Quelli che maturano in ottobre vengono chiamati “tardivi” o “cimaruoli”. Alcune varietà, considerate unifere, producono solo quelli veri. Coltivazione CL I MA   Pianta

mediterranea, soffrepuòil freddo: nelle regioni settentrionali

 

L E   P I A N T E   D A   F R U T T O   P I Ù   C O M U N I   |

essere coltivato solo in posizioni riparate. A –10 °C l’intera pianta può morire. La pioggia è dannosa quando la pianta è carica di frutti. Foglie e frutti subiscono scottature se l’insolazione è intensa. T E R R E N O   Allo

stato selvatico vive in zone impervie; si adatta bene a suoli ciottolosi, sciolti e poveri. Sopporta comunque ogni tipo di terreno, a eccezione di quelli argillosi e impermeabili. FORMA D I A L L EVA MENTO   Viene allevato

in forma naturale, in alternativa si può scegliere il vaso a 4 branche. PI A NTA G I ONE   Si

riproduce facilmente staccando i polloni radicati che annualmente spuntano alla base del fusto, f usto, o anche per talea di rami di 2-3 anni, lunghe 30-50 centimetri. In vivaio si trovano astoni innestati con le varietà migliori. L’impianto è autunnale e la produzione ha inizio al terzo-quarto anno. La massima produzione è raggiunta intorno ai 30 anni per poi decrescere; verso i 60 anni la pianta muore.

    E     T     A     I     L     G     I     S     N     O     C      À     T     E     I     R     A     V

Brogiotto Bianco: ottima cultivar, molto diffusa. La

produzione si concentra sui fichi veri, pressoché assenti i fioroni. Brogiotto Nero: come il bianco, ma con frutti scuri. Dottato: è fra le varietà più diffuse in Italia. Produce

frutti grossi e dolci che a maturità si presentano giallastri. Raramente compaiono i fioroni.

frutti. In assenza di possibilità di innaf󿬁are, sarchiare spesso il terreno. POTATURA   Il

󿬁co non ama gli interventi di taglio. Le ferite si rimarginano con dif󿬁coltà anche per la fuoriuscita di latice dalle ferite. Si eliminano quindi solo i rami rotti e secchi. RA CCOLTA CCOLTA E CON S ERVA Z I ONE   Per l’essic-

cazione, i frutti aperti vanno fatti asciugare al sole per     I

dosi di letame favoriscono sviluppo e produzione. produzio ne. Le piante altamente produ produtt-

alcuni giorni. A livello industriale si disidratano con radiazioni ionizzanti. I frutti freschi durano un mese a 0 °C in alta umidità; i 󿬁chi raccolti qualche giorno pri-

tive richiedono somministrazioni idriche durante il periodo di maturazione dei

ma sonodipiùconsumarli dolci.

CONCI MA Z I ONE E I RRI G A Z I ONE   Buone

fico

    N     O     I     Z     U     L     O     S     E     I     M     E     L     B     O     R     P

Marciume radicale:  in

terreni pesanti la pianta viene attaccata da un fungo che causa marcescenza delle radici. La parte aerea deperisce, le foglie ingialliscono e la pianta muore. Non ci sono cure: l’unica strategia è la prevenzione, preparando il sito d’impianto con un buon drenaggio.

221

 

222

 

C O L T I V A R E   G L I   A L B E R  I   D A   F R U T T O

Diospyros kaki

kaki o loto Storia, caratteristiche e curiosità Specie originaria della Cina ma particolarmente apprezzata in Giappone, dove è molto diffusa 󿬁n da epoche lontane. In Europa arrivò solo alla 󿬁ne dell’Ottocento e subito si diffuse negli orti e nei giardini soprattutto per la qualità ornamentale delle foglie e dei frutti. Nei climi continentali europei è l’ultimo frutto a essere colto dalla pianta prima dell’inverno.

I frutti devono essere colti con la rosetta di foglie e una porzione di picciolo, per prolungare la conservazione una volta raggiunta la maturazione ottimale.

 

    I     N     O     I

Gelate invernali: nei primi anni dopo

    Z     U     L     O     S     E     I     M     E     L     B     O     R     P

l’impianto, il kaki è poco resistente al freddo. Conviene fasciare la base e il primo tratto del tronco con paglia. Nelle aree settentrionali con inverni precoci e molto freddi meglio scegliere esemplari innestati su Diospyros lotus, lotus, specie molto resistente al gelo.

 L’albero adulto raggiunge anche i 12 m di altezza, con chioma globosa. È una delle poche specie poligamo-dioiche: vi sono infatti piante maschili, piante femminili, piante con 󿬁ori maschili ed ermafroditi e altre con 󿬁ori femminili ed ermafroditi. Questi ultimi sono solitari, provvisti di un originale e vistoso calice verde. Le foglie, grandi e ovate, sono verde scuro, lucenti nella pagina superiore e pelose in quella inferiore. 

A parte gli esemplari che portano solo 󿬁ori maschili, gli altri sono tutti molto produttivi. Una singola pianta adulta può produrre anche 3 q di frutti l’anno. Il kaki è una bacca sferica che a maturità assume una colorazione arancio brillante, a volte rosata. Può contenere o no i semi: nel primo caso c’è stata normale fecondazione, nel secondo la produzione dei frutti avvenuta per ossia senzaè l’intervento delpartenocarpia, polline.

L E   P I A N T E   D A   F R U T T O   P I Ù   C O M U N  I   |

Coltivazione CL I MA   Predilige la zona caldo-temperata, ma resiste bene anche in aree con inverni freddi. Teme le gelate primaverili, mentre elevate temperature estive migliorano le qualità organolettiche dei frutti. Soffre Soff re molto la siccità.

POTATURA   Esige solo interventi di rimonri mon-

l’umidità l’umidi tà e il ristagno di acqua. FORMA D I A L L EVA MENTO   In

RA CCOL TA E CONS ERVA Z I ONE   I

frutticoltu-

ra da reddito si adottano principalmente forme a vaso, piramide o anche forme appiattite come la palmetta. Nei giardini e negli orti viene preferita la forma naturale, molto bella. L’albero necessita di spazio per potersi espandere: tra gli esemplari servono distanze di 6x6 m e anche 5x8 metri. PI A NTA G I ONE   Si mettono a dimora in au-

tunno astoni ast oni innestati innestat i di un anno. L’ L’entrata in produzione è rapida e già al terzo-quarto anno dall’impianto si hanno produzioni abbondanti. Oggi sono in commercio solo piante femminili: la produzione è quasi esclusivamente partenocarpica. CONCI MA Z I ONE

E

I RRI G A Z I ONE   Una

concimazione organica annuale sopperisce alle esigenze anche degli esemplari più produttivi. Per portare a maturazio-

223

ne i frutti, la pianta richiede costanti irrigazioni estive. da e pulizia. Sugli esemplari vecchi, una drastica riduzione della chioma è d’aiuto per rinvigorire la vegetazione. Le piante producono sui rami dell’anno, quindi si può facilmente “sbagliare” taglio senza incorrere in una mancata produzione.

T E R R E N O   Fresco, profondo, fertile. ferti le. Teme Teme

 

k a k i   o   l o t o

kaki si

raccolgono autunno, la caduta delle foglie.inI frutti con dopo semi maturano sulla pianta; quelli partenocarpici (apireni) alla raccolta non sono eduli perché astringenti e amari e vanno conservati in casa per un breve periodo prima del consumo. Per accelerare la maturazione (ammezzimento) è bene chiudere i frutti in un sacchetto con alcune mele, che esalano il gas etilene:i questa sostanza pochi giorni porterà kaki alla giusta in maturazione.     E     T     A     I     L     G     I     S     N     O     C      À     T     E     I     R     A     V

Farmacista Honorati: produce frutti di buona qualità che ne-

cessitano di ammezzimento. Fuju: una delle numerosissime varietà giapponesi, dal frutto grande, profumato e molto dolce. Mercatelli: varietà che raggiunge la maturazione sulla pianta. È usato anche come ottimo impollinatore.  Vaniglia: frutti profumati, grossi e dolci. Albero molto bello.

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C O L T I V A R E   G L I   A L B E R  I   D A   F R U T T O

 Actinidia chinensis

kiwi o actinidia

    I     N     O     I     Z     U     L     O     S     E     I     M     E     L     B     O     R     P

Assenza di impollinazione: proble-

mi di spazio possono optare per di la messa a dimora di unafarsola pianta kiwi; in questo caso dovrà essere una femmina dotata di un ramo innestato con un esemplare maschile. Non è però una pratica consigliata, in quanto può succedere che errori di potatura o danneggiamenti possono privare la pianta dell’impollinatore. Mosca della frutta: il parassita più

pericoloso e anche l’unico che richieda interventi fitoiatrici. Si manifesta in tutti i mesi estivi e nel frutteto passa da una specie all’altra deponendo le uova in molti frutti, compreso il kiwi in quanto, per un periodo di tempo, è l’unico ad essere ancora sull’albero. La pianta di kiwi può essere utilizzata anche per formare pergole che, oltre alla gradita produzione di frutti, offrono un piacevole riparo dal sole estivo, in giardino.

 

Storia, caratteristiche e curiosità Solo negli anni Settanta la coltivazione del kiwi si è diffusa nelle nostre regioni sia a livello amatoriale sia in frutteti specializzati. Il merito del successo di questo frutto di origine cinese è dovuto alle qualità organolettiche e all’alto tenore in vitamina C, superiore anche a quello degli agrumi. Oggi l’Italia è il maggior produttore mondiale. Il nome, dato dagli inglesi, gli deriva dalla somiglianza che i frutti avrebbero con

l’omonimo uccello dal corpo tozzo e dal l’omonimo piumaggio marrone e arruffato, simbolo della Nuova Zelanda, dove la specie è largamente coltivata da tempo.   L’aspetto della pianta è quello di un arbusto lianoso con rami ricoperti di peluria marrone, simile alla vite per la tendenza ad attorcigliarsi attorcigliarsi ai pali o agli alberi vicini, allungando i tralci anche per decine di metri. Le foglie sono grandi, tondeggianti, quasi cuoriformi, provviste di un lungo peduncolo peloso. La 

L E   P I A N T E   D A   F R U T T O   P I Ù   C O M U N  I   |

pagina superiore è liscia, quella inferiore è tomentosa. Si tratta di una specie dioica, cioè a󿬁ori sessiesclusivamente divisi: le piantefemminili produttivee portano le piante maschili hanno 󿬁ori solo polliniferi. È necessario intercalare una pianta maschio ogni 3-5 femmine per ottenere la fecondazione. I 󿬁ori con petali biancogiallastri sono profumati e si aprono in maggio-giugno. Il frutto è una bacca ovale con buccia rivestita dalla stessa peluria marrone che ricopre i tralci. polpa verde smeraldo e contiene, in La cerchi con-è centrici, numerosi piccoli semi neri. Coltivazione CL I MA   Si adatta a ogni situazione climatica, resiste anche a –25 °C e sopporta temperature elevate. Necessita però di almeno 700 ore di freddo (sotto i 7 °C) per svolgere al meglio ogni fase fenologica. I frutti temono le gelate autunnali, mentre i germogli quelle primaverili. Mal sopporta i venti forti e salmastri. T E R R E N O   Deve essere sciolto, profondo e

ricco in sostanza organica, a pH neutro o subacido,, senza calcare attivo. subacido FORMA D I A L L EVA MENTO   Come

per la vite si usano la pergola e la pergoletta, anche doppie, e il tendone.

 

    E     T     A     I     L     G     I     S     N     O     C      À     T     E     I     R     A     V

k i w i   o   a c t i n i d i a

225

Allison: frutti poco serbevoli. Matura una decina di giorni prima

della Hayward. Arguta: allevata come pianta ornamentale. Le nuove varietà han-

no frutti dolci, privi di peluria e di colore verde pallido. Hayward: è quella maggiormente coltivata: il gusto è leggermen-

te acidulo. La maturazione avviene a metà ottobre.  Tomuri  T omuri: varietà maschile utilizzata come impollinatore.

PI A NTA G I ONE   Nelle

regioni del Nord si mettono a dimora le talee radicate. Al Sud si preferisce la pianta innestata. CONCI MA Z I ONE E I RRI G A Z I ONE   Ogni 2-3 anni si avvantaggia della distribuzione di letame, nel tardo autunno o 󿬁ne inverno. POTATURA   Produce

sui rami dell’anno; dopo la raccolta si eliminano i rami che hanno frutti󿬁cato lasciando poche gemme. Potare Potare in primavera tardi porta all’ a ll’ababbondante produzione del “pianto”, linfa zuccherina che esce dalle da lle ferite. In estate, è consigliato sfoltire la chioma per arieggiare e illuminare meglio i futuri rami produttivi. produ ttivi. Gli esemplari maschili maschi li vanno ridimensionati energicamente in estate. RA CCOLTA CCOLTA E CONS E RVA Z I ONE   La raccol-

ta avviene a metà autunno. Se le condizioni climatiche sono buone, i frutti possono rimanere sui rami 󿬁no a gennaio.

226

 

C O L T I V A R E   G L I   A L B E R  I   D A   F R U T T O

Prunus amygdalus L.

    I     N     O     I     Z

mandorlo

Storia, caratteristiche e curiosità La sua origine è contesa fra la Cina e i Paesi mediterranei. Furono i Greci a portare la pianta in Sicilia e da lì i Romani ne diffusero la coltivazione in tutta l’Italia meridionale. Columella e Plinio elencano una serie di tecniche per migliorare sia le piante sia la produzione: la più curiosa, già proposta da Teofrasto Teofrasto (IV secolo sec olo a. C.) recita che praticando dei buchi ai piedi di una pianta di mandorlo amaro, questo avrebbe prodotto semi dolci. Ancora oggi non è facile distinguere l’albero delle mandorle amare da quello delle dolci, ma in commercio si trova ormai solo quest’ultimo.   Il mandorlo è un albero dall’ampia chioma, con radice 󿬁ttonante che diventa ampia e fascicolata nei terreni sassosi. Il tronco è contorto e rugoso. Le foglie, simili a quelle del pesco, si riconoscono per l’assenza delle ghiandole basali e per il picciolo più lungo. I 󿬁ori sono biancorosati e compaiono prima delle foglie, 

a 󿬁ne inverno. In Sicilia, già a gennaio

    U     L     O     S     E     I     M     E     L     B     O     R     P

Gelate primaverili: possono distrug-

gere i fiori compromettendo anche per alcuni anni la produzione. Evitare di piantare in zone fredde o esposte al vento. In caso di freddo tardivo, se possibile conviene coprire la chioma con un velo di tessuto agricolo.

la Valle dei Templi di Agrigento è tutta una 󿬁oritura di mandorli. Il frutto, simile ad una pesca, non presenta polpa ma un mallo verde, peloso e carnoso che avvolge un guscio legnoso contenente una o due mandorle, la parte edule della pianta, molto ricca di olio (60%).   Il 󿬁ore è autosterile: occorre quindi piantare almeno due varietà, con epoca di 󿬁oritura simultanea. Le varietà da mandorla amara producono frutti ricchi di amigdalina, glucoside che a contatto con l’acqua si trasforma in acido cianidrico. Bastano pochi frutti per causare avvelenamento. Vengono utilizzate, previo trattamento, solo per l’estrazione dell’olio e la produzione di dolci (amaretti). 

Coltivazione CLIMA  Adatta a climi temperati, vive bene anche al Nord perché può resiste-

 

L E   P I A N T E   D A   F R U T T O   P I Ù   C O M U N I   |

mandorlo

227

re ad abbassamenti termici consistenti (anche –20 °C). Il limite produttivo, dato dallascegliendo precoce 󿬁oritura, essere superato varietà può a 󿬁oritura tardiva. Non gradisce elevata umidità atmosferica. T E R R E N O   Pianta

rustica, per suoli poveri, calcarei, salini ma senza ristagni. FORMA D I A L L EVA MENTO   Nei

mandorleti specializzati viene allevato a vaso. Negli orti e giardini conviene la forma naturale, esteticamente estet icamente pregevole. pregevole. PI A NTA G I ONE   Il mandorlo mal sopporta i trapianti, conviene quindi acquistarlo con il pane di terra o in vaso, oppure innestare a dimora i semenzali. Entra in produzionee verso il sesto anno e può proproduzion durre 󿬁no a 80 anni d’età. CONCI MA Z I ONE E I RRI G A Z I ONE   È

pianta

per consigliate concimazioniterreni azotatepoveri; nel periodo di allevamento e con fertilizzanti ternari (1:3:2) durante la produzione. L’irrigazione è necessaria per avere buone produzioni. Somministrare acqua una decina di giorni prima della raccolta agevola il distacco dei frutti. POTATURA   Non

ama i tagli per cui conviene eliminare solo i rami ram i secchi o defor defor--

migliorare la cicatrizzazione, intervenire a settembre, dopo la raccolta dei frutti. RA CCOLTA CCOLTA E CONS E RVA Z I ONE   La

maturazione avviene ad agosto-settembre. Fresche o secche, le mandorle vengono consumate al naturale o trasformate in prodotti dolciari. dolcia ri. L’ L’olio di mandorle ma ndorle trova largo impiego in liquoreria, pasticceria e cosmesi.     E     T     A     I     L     G     I     S     N     O     C      À     T     E     I     R     A     V

mi ed effettuare leggeri diradamenti. Per

 

228

 

La delicata fioritura invernale dei mandorli è uno spettacolo di rara bellezza; in Sicilia l’evento dà vita a sagre e feste di antichissima tradizione.

C O L T I V A R E   G L I   A L B E R  I   D A   F R U T T O

Etnea o Etna: frutto morbido, adatto al consumo fresco, molto

diffusa in Sicilia. Mollese: a nocciolo tenero, con una resa in seme del 50%.

Adatta al consumo fresco e alle trasformazioni per pasticceria. Pizzuta di Avola: impareggiabile per forma e gusto. Piattissi-

ma, ovoidale e regolare, è la più usata per la confetteria e per la preparazione dei dolci tradizionali del Sud.

Malus domestica

melo Gli antichi meli sopravvissuti nelle campagne e vicino ai casolari di campagna hanno dato la possibilità di recuperare numerose varietà risalenti ai secoli scorsi.

Storia, caratteristiche e curiosità Il primo frutto citato nella Bibbia ha origini antichissime e tracce di questo albero e dei frutti sono presenti in reperti di epoca preistorica. Nella mitologia pagana, Venere e Apollo tengono spesso una mela in mano quale simbolo erotico. Ancora oggi, in molti Paesi europei la mela è presente nei riti nuziali, assieme a noci e nocciole, a simboleggiare fecondità, prosperità e abbondanza.  Di origine europea e transcaucasica, il melo è stato esportato nelle Americhe e 

in Australia solo intorno al 1600. Oggi, nel mondo, sono coltivate almeno 5.000 diverse varietà, che si distinguono in base all’epoca di maturazione o di raccolta rac colta dei frutti (estive, autunnali e invernali), o in base alla destinazione d’uso (consumo fresco, consumo cotto e da sidro sidro). ).  La pianta è vigorosa, con tronco eretto e chioma globosa. I rami, di colore rossiccio e coperti di lenticelle bianche, si allungano man mano che il fusto cresce. Le foglie sono disposte in modo alterno, hanno forma ovale-appuntita e sono pelose nella pagina inferiore. I 󿬁ori spunta spunta-no in concomitanza con le foglie, riuniti in mazzetti (corimbi) di 3-8 󿬁ori, con petali bianchi all’interno e rosso-rosati all’esterno. Solitamente la 󿬁oritura avviene in aprile, con oscillazioni che variano di anno in anno entro un arco di tempo di circa 10 giorni. Il frutto presenta forma e colori molto molto variabili. 

  Quasi tutte le varietà di melo sono



autosterili e per questo motivo in un

 

L E   P I A N T E   D A   F R U T T O   P I Ù   C O M U N  I   |

melo

229

Coltivazione

levamento anche in vaso. Il melo va messo a dimora in autunno o in primavera; l’astone di 2-3 anni entra subito in produzione e non deve essere cimato. La durata produttiva è di circa 25-30 anni. Se innestato su franco, il suo sviluppo è considerevole: entra in produzione anche dopo 10 anni ma rimane produttivo produttivo 󿬁no a 90 anni.

CL I MA   Predilige

CONCIMAZIONE E IRRIGAZIONE  Nel

piccolo frutteto è buona norma inserire sempre più di una varietà per consentire l’impollinazione incrociata ad opera degli insetti pronubi. Nei 󿬁lari dei meleti specializzati si usa inserire alcuni esemplari di meli da 󿬁ore che forniscono polline utile in abbondanza. Questi meli producono anche frutticini che possono trovare impiego in marmellate e conserve o per puro utilizzo ornamentale.

le zone fredde e umide, anche se è coltivato ovunque; nelle zone calde deve essere allevato a quota di circa 800-1.200 800-1 .200 metri. T E R R E N O   Adatto

ad ogni tipo di terreno, predilige quelli a struttura robusta e compatta purché non troppo umidi; non gradisce l’eccessiva presenza di calcare.

periodo produttivo, una pianta di melo asporta dal terreno una notevole quantità di potassio, elemento che presiede alla sintesi

FORMA DI ALLEVAMENTO   Può

essere allevato in ogni forma. Oggi nei meleti specializzati si preferisce farlo sviluppare a fusetto, per consentire di aumentare considerevolmente il numero di piante per ettaro. Fra le forme obbligate la più usata è la palmetta pal metta a branche bra nche oblique. oblique. PI A NTA G I ONE   In

commercio si trovano solo piante innestate su portainnesti clonali nanizzanti, che consentono l’al-

 

230

 

C O L T I V A R E   A L B E R I   D A   F R U T T O

    I     N     O     I     Z     U     L     O     S     E     I     M     E     L     B     O     R     P

Il melo dà un ricco raccolto per decine e decine di anni; con l’età i frutti sono più piccoli, ma di sapore intenso.

Afidi: attaccano i germogli, che si arricciano; trattare con aficida

specifico in caso di attacchi att acchi massicci. Carpocapsa :  è la nota larva dei frutti (baco). Si combatte con

trattamenti ogni 20 giorni a partire dalla comparsa della farfalla. Si utilizzano prevalentemente antiparassitari di sintesi (carbammati). Cascola preraccolta: fenomeno fisiologico che causa la caduta

dei frutti prima della maturazione. Alcune varietà sono più sensibili. Può essere limitato con concimazioni azotate.  Ticchiolatura: malattia grave che colpisce colpisce foglie, fiori e frutti, fr utti, ri-

conoscibile per la presenza di macchie tondeggianti e necrotiche. Sono necessari trattamenti anticrittogamici anche settimanali durante la fase vegetativa e trattamenti invernali a base di rame.

    E     T     A     I     L     G     I     S     N     O     C      À     T     E     I     R     A     V

degli zuccheri: all’atto della concimazione bisogna quindi orientarsi su prodotti

verno si fornisce un concime complesso ternario, in cui l’azoto è presente sotto forma di nitrato. Una seconda concimazione è consigliabile un mese prima della raccolta. Utilizzando letame ogni anno, a 󿬁ne inverno, si può ridurre la quantità di concime chimico da fornire nel corso della stagione vegetativa. L’irrigazione va effettuata solo in piena estate, ed è buona norma sospenderla un mese prima della raccolta per evitare di ottenere frutti acquosi. Piccole dosi d’acqua rav-

ricchi di questo macroelemento. Solitamente, prima della 󿬁oritura o a 󿬁ne in-

vicinate nel tempo favoriscono l’ingrossamento dei frutti. POTATURA   Fuso

de a maturità. Si raccoglie ad ottobre. Golden (gruppo): buccia gialla o rossa, maturazione settembrina, ottima conservazione conservaz ione in atmosfera controllata.

e fusetto richiedono interventi frequenti per mantenere la vegetazione ridotta e compatta. Si effettuano tagli, ma anche piegature, legature e curvature. Le forme libere e semilibere vengono potate in inverno: si effettua il diradamento dei rami, ra mi, l’elil’eliminazione di succhioni o il loro accorciamento a 3-4 gemme per favorire le formazioni a frutto.

Mondial Gala: maturazione precoce, fine agosto, buccia rosso-

RA CCOL TA E CONS ERVA Z I ONE   La

Florina: resistente alla ticchiolatura, ha buccia rossa e ottimo

sapore. Presenta una certa alternanza di produzione che può essere controllata con la potatura, che dovrà essere moderata nella fase di allevamento e poi equilibrata quando la pianta è in produzione. austr aliana,, frutto frutt o verGranny Smith: vecchia varietà di origine australiana

rosata, frutto di eccellente qualità.  Varietà antiche locali: sono numerosissime, spesso tipiche di

aree geografiche ristrette. Interessanti nel frutteto familiare se si desiderano sapori insoliti e piante di facilissima cura.

maturazione è scalare; si cominciano a cogliere prima i frutti colorati dal sole. Varietà come la Granny Smith possono restare sull’albero a lungo. Alcune varietà si conservano per mesi e mesi.

 

L E   P I A N T E   D A   F R U T T O   P I Ù   C O M U N  I   |

melo

231

Il cotogno, un frutto dimenticato Molti incorrono nell’errore nell’errore di ritenere che il melo cotogno sia un tipo di melo; in realtà questa pianta da frutto è una specie affine, ma botanicamente diversa dal Malus Malus:: il suo nome è Pyrus cydonia L. L. o Cydonia oblonga.. A forma di pera (piriforme) oblonga o di mela (maliforme), questo frutto è presente da sempre negli orti o nei giardini di tutte le regioni italiane ed europee. I cotogni vengono coltivati prevalentemente a scopo ornamentale e per la produzione di confetture e gelatine (cotognate).  Piccolo albero pollonifero con foglie grandi e ovate, il cotogno è molto usato anche come portainnesto del pero. Vive bene in tutto l’areale temperato anche se preferisce le regioni meridionali. particolar i concimazioni:  Teme molto i terreni calcarei, preferisce il suolo fertile e non richiede particolari è sufficiente fornire una concimazione organica (letame) ogni anno a fine inverno. Resiste molto bene alla siccità. 



 I suoi fiori sono ampi, lievemente rosati, e sbocciano a maggio all’apice dei nuovi germogli.

Può essere allevato ad alberello o anche come cespuglio per siepi divisorie. Sopporta male le potature, che normalmente devono essere limitate a qualche diradamento e attuate una volta ogni 2 anni. Entra in produzione al quinto anno e si mantiene produttivo fino ai 50 anni circa. Le varietà più diffuse sono: Gigante di Vrania, Maliforme, del Portogallo, d’Angeres, di Lescovatz, di Bazine, Havan.  I frutti del cotogno sono eduli allo stato crudo, perché aspri e duri. Dopo la cottura, invece, la polpa diviene dolce e tenera, ideale per marmellate. I frutti vicini alla maturazione sono molti sensibili alla Monili  Monilia a fructige fru ctigena na, malattia fungina che provoca la formazione di muffa a circoli. Si può prevenire il problema effettuando una raccolta un po’ anticipata. 

 

232

 

C O L T I V A R E   G L I   A L B E R  I   D A   F R U T T O

Punica granatum L.

melograno Il melograno è una pianta dall’aspetto piacevole in ogni stagione.  Ai fiori rossi rossi seguono i bei frutti dalla scorza lucida, che brilla tra il fogliame.

Storia, caratteristiche e curiosità  «L’’albero a cui tend  «L tendevi evi la pargol pargoletta etta mano, mano, il verde melograno dai bei vermigli 󿬁or» nel Pianto antico del Carducci il melograno è ammantato di tristezza e malinconia, ma 󿬁n dall’antichità questa bella pianta è stata invece simbolo fecondità. Salomone fece scolpiredii gioia frutti esui capitelli della sua dimora, e Maometto immaginò la pianta in Paradiso, assieme alle palme.  «Spicchio di melagrana è la tua guancia dentro il tuo velo», recita lo sposo nel biblico Cantico dei Cantici. La melagrana è un portafortuna prezioso, da consumare nella cena di Capodanno come simbolo di dolcezza e prosperità, af󿬁nché l’anno nuovo porti meriti e fortune numerosi quanto i chicchi che contiene. Oggi non viene quasi più coltivato per la produzione dei frutti, ma usato nei giardini e in vaso, per la bellezza dei 󿬁ori e la colorazione autunnale delle foglie. Rientra tra quelle “piante antiche” che richiedono poche cure e producono ottimi frutti.

 Originario dell’Asia, è un arbusto o un piccolo albero a portamento decombente, di lento accrescimento e molto longevo, con rami 󿬂essibili, spinosi e rosati. Le foglie sono piccole, lanceolate, rosse da giovani poi verdi e, prima di cadere in autunno, giallo-rosse. I 󿬁ori, privi di peduncolo, sono rosso vivo, piccoli (più grandi nelle varietà ornamentali) e autofertili: si presentano sulla pianta in continuazione dalla primavera 󿬁no ad estate inoltrata. I frutti (detti “balauste”) sono molto voluminosi e a maturità hanno la scorza giallo-rosata. Sono formati da numerosi settori ricchi di semi rivestiti di una polpa carnosa commestibile, leggermente acidula e succosa. 

 

L E   P I A N T E   D A   F R U T T O   P I Ù   C O M U N I   |

melograno

233

Coltivazione CL I MA   Pianta da clima caldo-temperato, sopporta bene il calore estivo e poco il

    I     N     O     I     Z     U     L

freddo, l’umidità e le piogge, che causano la spaccatura dei frutti prossimi alla maturazione. Va sempre posizionato in pieno sole e nelle zone più fredde conviene proteggere gli esemplari in vaso. T E R R E N O   Deve essere ricco di sostanza organica, fresco, profondo e di medio impasto. Resiste bene al calcare, alla salinità e alla siccità.

    O     S     E     I     M     E     L     B     O     R     P

FORMA D I A L L EVA MENTO   Ad

alberello naturale. Nelle regioni settentrionali, conviene allevare più fusti per premunirsi da morie di d i singole branche, dovute dovute al gelo. Adatto alla coltiv coltivazione azione in vaso. PI A NTA G I ONE   Si possono mettere a dimora in autunno polloni radicati prove    E     T     A     I     L     G     I     S     N     O     C      À     T     E     I     R     A     V

Alappia Dolce: varietà dai frutti di

ottima qualità.

Amara Verace: contrariamente al

nome, anche questa produce frutti voluminosi e dolcissimi. Dolce Nostrana: a frutto grosso e

semi molto dolci, altamente produttiva, la migliore per avere melagrane grosse e numerose.

 

Caduta precoce del fogliame: se la pianta si spoglia precoce-

mente delle foglie in autunno, la causa è una eccessiva umidità nel terreno e/o nell’atmosfera. Essendo una pianta rustica, con ogni probabilità si riprenderà la primavera successiva.

nienti da piante con frutti grossi, oppure talee di ramo fatte radicare in vaso o astoni innestati. La produzione inizia intorno al quarto anno e si mantiene in piena produttività produttività anche per 30 anni. ann i. CONCI MA Z I ONE E I RRI G A Z I ONE   Sono

di certo consigliabili apporti di letame maturo ogni anno a 󿬁ne inverno. L’irrigazione deve proseguire in tutto il periodo estivo e deve essere interrotta circa un mese prima della maturazione dei frutti. POTATURA   Si

eliminare tuttiSei rami terminalidevono che hanno frutti󿬁cato. allevato ad alberello, conviene asportare tutti i succhioni che spuntano alla base. RA CCOL TA E CONS ERVA Z I ONE   Le

melagrane si raccolgono in autunno staccando il frutto con una piccola porzione di ramo che lo sostiene, per non danneggiare la fragile branca.

 

234

Non necessita di trattamenti perché è pianta tendenzialmente sana. Eventuali alterazioni alle foglie sono dovute alla ridotta esposizione al sole.

C O L T I V A R E   G L I   A L B E R  I   D A   F R U T T O

Olea europea sativa

olivo

L’olivo ha un profondo legame con il paesaggio mediterraneo. La commercializzazione di esemplari secolari destinati ad uso ornamentale è oggi regolamentata da normative regionali ed è allo studio una legge specifica per la loro tutela.

Storia, caratteristiche e curiosità Ritrovamenti preistorici di noccioli e foglie hanno dimostrato la presenza dell’oliv dell’ olivoo in varie va rie regioni italiane in epoche lontanissime, quando questo nutriente frutto costituiva già un prezioso alimento per l’uomo. Il mito del ritorno

    I     N     O     I     Z     U     L     O     S     E     I     M     E     L     B     O     R     P

Mosca dell’olivo: insetto molto dan-

noso, compare all’inizio della primavera e in giugno-luglio depone un uovo per frutticino. Le larve si nutrono della polpa, mentre gli adulti ricominciano a ovideporre: si ha un nuovo ciclo ogni 3 settimane. Si combatte con esche avvelenate da distribuire alla comparsa della prima generazione. Rogna nera dell’olivo: batterio che

penetra attraverso ferite o nelle punture della mosca. Provoca escrescenze tondeggianti e rugose sui giovani rami e sulle branche. Passa anche su altri organi, in particolare i frutti, che si coprono di macchie. Si combatte disinfettando le ferite e gli attrezzi di potatura ed eliminando i rami infetti.

della colomba all’arca di Noè con il ramoscello di olivo in bocca quale simbolo di pace è anch’esso antichissimo. antichissimo.

 Di origine orientale, con foglie sempreverdi, l’olivo presenta radici super󿬁ciali ed espanse, chioma a forma conica, tronco cilindrico e contorto di colore grigio scuro con legno duro e pesante. Le foglie sono lanceolate, coriacee, grigiastre, munite di picciolo corto e lembo ricurvo verso il basso. I 󿬁ori, piccoli e abbondantissimi, sono in gruppi di 10-15 e formano una in󿬁orescenza a grappolo chiamata “mignola”.. Lo sviluppo delle in󿬁orescenze, detto la” det to mignolatura, ha inizio verso marzo-aprile 

 

L E   P I A N T E   D A   F R U T T O   P I Ù   C O M U N I   |

olivo

235

e culmina nella 󿬁oritura vera e propria, da 󿬁ne maggio ai primi di giugno. Le varietà più diffuse sono autosterili.

CONCI MA Z I ONE E I RRI G A Z I ONE   Richie-

Coltivazione CL I MA   L’olivo è pianta tipicamente mediterranea. In Italia è presente in tutte le regioni meridionali, sulle coste anche al Nord ed è diffusa in prossimità dei laghi prealpini, dove il clima è connotato da inverni miti e umidità moderata. L’olivo è caratterizzato da elevato bisogno di illuminazione solare.

possono distribuire voltaprolungate l’anno in primavera. Carenze una idriche possono provocare cascola dei frutti e bassa produzione.

T E R R E N O   Pianta poco esigente e di gran-

to viene raccolto percuotendo le fronde (bacchiatura) con pertiche e con l’ausilio di attrezzi a pettine o a rastrello (brucatura). Sono usati anche vibratori meccanici. La raccolta avviene da ottobre 󿬁no a tutto dicembre. L’oliva per il consumo da tavola (varietà dette “da mensa”) non è edule alla raccolta: per poter essere consumata deve subire alcuni trattamenti.

de adattabilità. Predilige suoli sciolti o di medio impasto, freschi e ben drenati, anche calcarei. ca lcarei. FORMA D I A L L EVA MENTO   Tipicamente a

vaso o a siepone, ma nei giardini conviene la forma libera, molto bella. Si adatta alla coltivazione in vaso, come ornamentale. PI A NTA G I ONE   Si

mettono a dimora gli astoni innestati o i polloni provvisti di radice alla ripresa vegetativa, in marzo. La pianta inizia a frutti󿬁care verso il terzo-quarto anno, mentre la piena produttività avviene verso il nono-decimo e la maturità è raggiunta dopo i 50 anni. È una pianta longev longeva: a: in condizioni favorefavorevoli un olivo può vivere vivere anche mille m ille anni. ann i.

de azoto in abbondanza durante tutta la fase vegetativa. Fosforo e potassio si

POTATURA   Durante la fase di formazione, forma zione,

conviene dare alla pianta una struttura il più aperta possibile. Per in󿬁ttire i palchi, cimare i rametti nel periodo vegetativo. RA CCOL TA E CONS ERVA Z I ONE   Il

    E     T     A     I     L     G     I     S     N     O     C      À     T     E     I     R     A     V

 

236

 

Pyrus communis L.

C O L T I V A R E   G L I   A L B E R  I   D A   F R U T T O

frut-

Ascolana tenera: oliva da mensa, portamento assurgente.

Frutti di dimensioni medie, polpa tenera e gustosa. Frantoio: olivo da olio, precoce messa a frutto. Molto diffusa. La pianta è di medio vigore; presenta un portamento pendulo. Leccino:  olivo da olio, mediamente resistente ai parassiti. Produzione precoce, contemporaneità di maturazione. Pianta vigorosa, con portamento a rami penduli.

pero

Il pero è un albero che può dare un raccolto generoso e di ottima qualità per decine e decine di anni. In condizioni idonee, alcuni esemplari arrivano a vivere quasi un secolo.

Storia, caratteristiche e curiosità Pianta coltivata da epoche lontane, pare sia di origine asiatica. Omero, nel libro VII dell’Odissea, così descrive i famosi giardini di Alcinoo: «Alte vi crescon verdeggianti piante, il pero e il melograno». L’amore per questi frutti da parte dei Reali di Francia ha datoscuola origine Cinquecento a una famosa neinel giardini di Versailles, dove appositi poiriers selezionavano le varietà migliori e ne creavano di nuove per la mensa del Re. E ancora oggi molte delle varietà coltivate hanno origine in Francia, dove il frutto ha larghissima diffusione tanto nelle campagne come negli orti e giardini famigliari; vi sono varietà speci󿬁che da cuocere, da sidro, da confettare o sciroppare. Accusata per secoli di causare pesantezza e di essere indigesta, la pera ben matura è oggi considerata da tutti un tesoro di aromi e di freschezza per il palato.  Il pero è un albero dalla chioma conica; sul tronco la corteccia è grigiastra e si fessura facilmente. Il legno è utilizzato in in 

ebanisteria, apprezzato per il suo colore bianco rosato e la grana 󿬁ne. Le foglie, verde brillante e glabre, sono ovali, lungamente picciolate. picciolate. Alla base delle foglie si trovano due stipole che cadono al germogliamento. Fiorisce prevalentemente all’estremità dei rami, con numerosi 󿬁ori bianchi riuniti in corimbi avvolti da un mazzetto di foglie. I 󿬁ori si aprono verso la 󿬁ne di marzo e la 󿬁oritura si prolunga per anche 20 giorni. Ciò rappresenta un limite per la coltivazione, perché nelle zone più fredde possono facilmente essere esposte a gelate e brinate.  Le varietà più coltivate sono autosterili. autosterili. Il frutto varia di aspetto, colore e forma a seconda della varietà. Quelle antiche 

 

L E   P I A N T E   D A   F R U T T O   P I Ù   C O M U N I   |

    I     N

pero

Psilla del pero: l’adulto punge le parti più gio-

237

    O     I     Z     U     L     O     S     E     I     M     E     L     B     O     R     P

vani di ogni organo, mentre le forme giovanili rilasciano abbondante melata che imbratta e porta all’asfissia i tessuti vegetali già danneggiati. Nel frutteto famigliare conviene lavare con getti d’acqua, anche violenti, le parti che manifestano presenza di melata. v irulenta.  Ticchiolatura: è la malattia più grave e virulenta. Conviene praticare sempre un trattamento prevenpr eventivo nella fase di prefioritura con prodotti a base di rame (poltiglia bordolese) e poi, al presentarsi dei sintomi, con prodotti citotropici.

sono di pezzatura più piccola, ma non per questo di minore m inore pregio dal punto di vista del sapore, spesso eccellente. e ccellente. Coltivazione CL I MA   Predilige areali temperati, anche se numerose varietà sono presenti in zone più fredde. Quando le temperature sono elevate e il clima è siccitoso meglio orientarsi su varietà a maturazione precoce.

di possono essere usate forme appiattite come la palmetta, il cordone orizzontale, verticale o obliquo, la ipsilon. L’enorme vigore che manifesta nei terreni fertili consiglia di non utilizzare la piramide e il vaso. Su portainnesti nanizzanti, il pero

Pere antiche, come la Cedrata Romana nella foto, sono ottime per il frutteto  famigliare.  famigli are.

T E R R E N O   Soffre

nei terreni siccitosi e dove si veri󿬁ca ristagno di acqua. a cqua. Quando è innestato su cotogno non deve essere coltivato in terreni calcarei. FORMA D I A L L EVA MENTO   Sopporta

benissimo i tagli e le manipolazioni, quin-

 

238

    E     T     A     I

 

C O L T I V A R E   G L I   A L B E R  I   D A   F R U T T O

Abate Fetel: molto apprezza-

distanza è 1,5-2 m, mentre tra le 󿬁le aumenta leggermente. A causa della diffusa

    L     G     I     S     N

ta per la forma e il sapore. Presenta difformità di produzione

autosterilità tra le cultivar, conviene mettere a dimora almeno due varietà diverse.

    O     C      À     T     E     I     R     A     V

ed è autoincompatibile. all’inizio di settembre. Matura

CONCI MA Z I ONE E I RRI G A Z I ONE   Ogni

Decana d’Inverno: volumi-

nosa, di colore verde e di buone caratteristiche, si raccoglie a fine ottobre e matura lentamente, conservandosi a lungo. Kaiser Alexander : frutto dal-

la buccia rugginosa, è una vecchia e pregevole cultivar. Matura a fine settembre. Passa Crassana: per decenni è stata la pera regina dell’inverno,

a maturazione completa si presenta succosa e dolce. PraticamenPr aticamente autoincompatibile.  William Rossa o Gialla: il frutto è adatto sia al consumo fre-

sco sia alla produzione di pere sciroppate. Ottima per gusto e sapore, matura in agosto.

2 anni, dopo la piantagione, si può concimare con letame maturo, integrando con concimi chimici a base di azoto, fosforo e potassio in proporzione di 1:3:3. Le irrigazioni estive devono essere di portata limitata ma frequen f requenti. ti. Nei terreni di medio impasto e fertili non sono necessarie. POTATURA   Le

poco produttive (Abate Fetel e varietà Passa Crassana) preferiscono l’accorciamento dei rami e l’eliminazione di alcune formazioni a frutto, mentre le altre (Butirre, Cosce, Decane, Kaiser, William) preferiscono il diradamento dei rami. RA CCOL TA E CONS ERVA Z I ONE   Dopo

può essere coltivato coltivato su balconi o terrazzi, purché in contenitore piuttosto ampio. PI A NTA G I ONE   La messa a dimora degli astoni innestati si effettua in autunno. Innestati su cotogno o su clonali, i peri entrano in produzione precocemente e producono per 30-40 anni. Su franco, la produzione dura anche 80 anni, ma l’entrata in produzione è tardiva. Sul 󿬁lare la

la raccolta le pere vanno conservate al fresco. invernali, che vengonoAlcune raccoltevarietà a 󿬁ne ottobre, contengono nella polpa alcune formazioni (sclereidi) che rendono il frutto praticamente immangiabile. Conservate in cantina, al raggiungimento della maturazione 󿬁siologica (anche marzo-aprile) marzo-aprile) le formazioni si ammorbidiscono e scompaiono, rendendo il frutto morbido e succoso.

 

L E   P I A N T E   D A   F R U T T O   P I Ù   C O M U N I   |

Il nespolo, un albero per tutte le stagioni

pero

239

 Il nespolo giapponese, Eriobotrya japonica, japonica, botanicamente affine al cotogno e quindi cugino del pero e del melo, inizialmente venne importato in Europa come pianta ornamentale, apprezzata per le sue grandi e lucide foglie persistenti. Dà il primo frutto fresco di stagione, maturando nei mesi di marzo-aprile quando tutti gli altri alberi da frutto sono ancora in fiore o, nel caso degli agrumi, in riposo. La fruttificazione frut tificazione primaverile, la bella chioma chioma ombrosa in estate, i fiori in autunno e il fatto di essere sempreverde in inverno la rendono pianta ornamentale interessante in ogni periodo dell’anno. I frutti del nespolo, poi, sono succosi, di sapore dolce con una piacevole nota acidula. 

 Le nespole giapponesi sono di colore aranciato, succose e dissetanti: per essere pienamente apprezzate si raccolgono a maturazione completa, provviste di peduncolo per aumentare la possibilità di una pur breve conservazione. L’aspetto “ammaccato” “amma ccato” non deve preoccupare: è, anzi, un fattore che indica la buona maturazione. 

 L’areale di coltivazione si identifica nelle zone a clima mediterraneo, anche se non è raro trovarle nei giardini dell’Italia settentrionale. La pianta sopporta bene il freddo; il problema della produzione di frutti, nelle regioni del Nord, è legato 

all’epoca di fioritura. all’epoca fior itura. Produce infatti vistosi e profumati grappoli di fiori fior i bianchi all’estremità all’estremità dei rami, r ami, in ottobre-novembre, anche dicembre. Il gelo invernale non permette ai frutticini di allegare e di giungere a maturazione. Inverni poco rigidi rig idi o posizioni riparate consentono comunque il raggiungimento r aggiungimento della maturazione anche al Nord; volendo, la pianta può essere coltivata in vaso e spostata al riparo in inverno.   Altre caratteristiche che depongono a favore di questa specie sono le limitate esigenze di cura  e il vantaggio di non soffrire di malattie o parassiti. La potatura consiste solo in interventi di rimonda e di mantenimento della chioma e va eseguita subito dopo la raccolta dei frutti. Anche l’irrigazione viene praticata solo nelle coltivazioni specializzate per favorire l’ingrossamento dei frutti; a livello familiare non è indispensabile. 

 In commercio sono presenti numerose varietà a frutto grosso  e altamente produttive come la Napoleone Rossa e la Napoleone Gigante Bianca, la Grosso Tondo e la Lungo Tondo. 

 

240

 

C O L T I V A R E   G L I   A L B E R  I   D A   F R U T T O

Prunus persica L. o Persica vulgaris

    I     N     O     I     Z     U     L

Bolla del pesco:  è la malattia più

diffusa nelle regioni settentrionali con

pesco

    O     S     E     I     M     E     L     B     O     R     P

primavera umida. Si riconosce per le strane e rosate bollosità sulle foglie, che poi cadono. Con l’aumento della temperatura la malattia scompare. Si combatte con due trattamenti invernali a base di prodotti rameici.

alterno sui rametti inizialmente verdi poi rossastri, che diventano d iventano legnosi negli anni. I 󿬁ori, rosa, si presentano prima delle foglie, in marzo-aprile, singoli o riuniti in gruppi di 3-4. Le varietà coltivate sono quasi tutte autofertili. Il frutto è una drupa sferica che presenta forma, colore di buccia, polpa e dimensioni differenti a seconda della varietà. Le pesche appena raccolte dall’albero hanno una  fragranza  fragran za del tutto assente in quelle

Storia, caratteristiche e curiosità Persica signi󿬁ca «proveniente dalla Persia», ma l’origine del pesco è sicuramente sicurame nte la Cina, dove viene coltivato da millen-

commercializzate nei supermercati, spesso ancora acerbe e poco saporite.

ni. Ad Alessandro Magno va il merito di averlo portato nel mondo greco-romano e ai Romani quello di averlo diffuso in tutta l’Europa.   È una specie di dimensioni mediopiccole, con foglie lanceolate a margine dentellato e provviste di un corto picciolo. Le foglie si inseriscono in modo 

 La pesca classica ha la buccia rivestita da una 󿬁tta peluria, le le nettarine o pesche noci sono invece glabre. La polpa, bianca o gialla, è soda e morbida nei frutti da consumo fresco, più consistente e a tessitura 󿬁ne nelle pesche dette percoche o duracine, utilizzate per le trasformazioni industriali (pesche sciroppate e succhi). Commercialmente, le pesche sono classi󿬁cate in funzione del periodo di raccolta, che va dalla 󿬁ne di maggio a quasi tutto settembre. 

 

L E   P I A N T E   D A   F R U T T O   P I Ù   C O M U N I   |

Coltivazione CL I MA   Preferisce il clima mite, ma nelle zone mediterranee molto calde occorre scegliere le varietà con basso fabbisogno

pesco

portante nel mese che precede la raccolta dei frutti: le dosi, abbondanti, vanno distribuite a intervalli di 10 giorni.

241

POTATURA   In

in 󿬁orire e frutti󿬁care, infatti, freddo. le piantePer necessitano d i un elevato di numero di ore di freddo (sotto i 7 °C). T E R R E N O   Vive bene solo nei suoli sciolti,

profondi, anche sassosi. Non sopporta quelli umidi e argillosi. Resiste Resiste al calcare se innestato innest ato su mandorlo. La pianta muore su terreni in cui precedentemente sono stati coltivati altri peschi (negli anni provocano un accumulo di tossine nel suolo). FORMA D I A L L EVA MENTO   Oggi si tende ad allevare il pesco basso, a vaso o a palmetta, per facilitare la raccolta senza scale. Anche nelle forme semilibere si tende ad abbassare la vegetazione. PI A NTA G I ONE   Si

esegue in autunno, impiegando astoni innestati di 2 anni: già nella primavera successiva inizia la produzione che prosegue per circa 20 anni. Il pesco può essere coltivato in vaso. CONCI MA Z I ONE E I RRI G A Z I ONE   Gradisce

concimazioni azotate (il rapporto NPK è sempre 2:1:1). Si distribuisce in inverno un concime ternario e in primavera si integra con altro azoto. L’irrigazione è im-

produzione devono essere energiche. Con l’invecchiamento, infatti, la pianta tende a spostare la vegetazione verso l’alto, e quindi sono necessari frequenti tagli di ritorno. Il diradamento dei frutticini in estate dà luogo a frutti più grossi. RA CCOL TA E CONS ERVA Z I ONE   Per

ritardare la raccolta delle varietà tardive si può effettuare l’insacchettatura singoli frutti ancora acerbi, quandodei hanno raggiunto le dimensioni de󿬁nitive. Un vantaggio di questa pratica è la certezza che i frutti non si ammaleranno e non serviranno trattamenti antiparassitari.     E     T     A     I     L     G     I     S     N     O     C      À     T     E     I     R     A     V

Andross: percoca vigorosa e produttiva, matura nel

mese di agosto. Maria Elisa: nettarina gialla di origine italiana, con

vigoria e produttività molto elevate. La pezzatura è medio-grossa e la polpa è gialla venata di rosso. Redhaven: la più diffusa, a polpa gialla; matura a luglio. Springcrest : grossa, a polpa gialla, matura a giugno.  White Crest: a polpa bianca. Vigore medio, produtti-

vità discreta, frutto molto profumato.

 

242

 

C O L T I V A R E   G L I   A L B E R  I   D A   F R U T T O

Prunus salicina o triflora (giapponese), P. simonii (cinese)

susino cinogiapponese

Le varietà di origine orientale (nella  foto, susine susine Shiro o Goccia d’Oro) danno frutti indicati prevalentemente per il consumo fresco, perché molto succosi.

no prima delle foglie. Sono autosterili, necessitano perciò della presenza o della vicinanza di altre piante di susino. Il frutto è tondeggiante, mediamente piccolo, molto succoso, con il nocciolo aderente alla polpa. Sono tutte varietà adatte al solo consumo fresco in quanto dif󿬁cili da conservare o trasformare. La produzione del susino cinogiapponese è abbondante e il periodo di maturazione è compreso tra la metà di giugno e la 󿬁ne di ottobre, a differenza di quello europeo che dà raccolto tra agosto e settembre. Nei primi anni in un orto familiare una pianta di susino cinogiapponese arriva a produrre 4-5 kg di frutti: non è raro trovare esemplari adulti che producono anche oltre 200 kg per pianta.

Storia, caratteristiche e curiosità Le varietà coltivate in Italia provengono quasi tutte dall’incrocio della specie giapponese con quella cinese, che si coltivano comunque anche singolarmente.   Fruttiferi di medie dimensioni, con chioma ombrelliforme e rami tendenti al pendulo. Le foglie sono di forma allungata, lanceolate, sottili e poco consistenti. I 󿬁ori sono riuniti in mazzetti di tre e si aprono a marzo-aprile, prima di quelli di pesco e susino europeo: sono presenti soprattutto sui rami misti e compaio

Coltivazione CL I MA   Prediligono un clima caldo e nelle zone temperate più fredde presentano problemi divenendo scarsamente o instabilmente produttive, nonché più suscettibili ad alcune malattie. La 󿬁oritura

 

susino cinogiapponese

L E P I A N T E D A F R U T T O P I Ù C O M U N I

 

precoce induce nella pianta una minor resistenza al freddo e alle gelate tardive. T E R R E N O   Di

medio impasto, tendenti allo sciolto. Si adatta a quelli compatti

 

 

 

    E     T     A     I     L     G     I     S     N     O     C

 

 |

243

Angeleno: è la cultivar più diffusa ed è impollinata con suc-

cesso dalle successive varietà. Il frutto è grosso e violaceo, di eccellente qualità. Sorriso di Primavera:  di fruttificazione precoce, offre abbon-

solo se inserito su portinnesti adatti. FORMA D I A L L EVA MENTO   Negli

orti famigliari si usa la forma libera. Può essere anche allevato a vaso o in forme obbligate come palmette e cordoni.

     À     T     E     I     R     A     V

danti frutti di colore giallo rosato. Cultivar autoincompatibile. Ottimo impollinatore. Shiro o Goccia d’Oro: frutto giallo, grande ed estremamente

succoso, matura alla metà di luglio. Ottimo impollinatore per altre varietà di susine.

PI A NTA G I ONE   Si

mettono a dimora in autunno. Nelle regioni settentrionali è preferibile aspettare l’inizio primavera per evitare che un inverno troppo freddo danneggi il giovane g iovane astone.

è molto esperti, si può potare anche in fase di 󿬁oritura. Durante l’estate sarà poi necessario eliminare i vigorosi succhioni nati in corrispondenza dei tagli, lasciandone di norma uno solo.

CONCI MA Z I ONE E I RRI G A Z I ONE   Nei giar-

RA CCOL TA E CONS ERVA Z I ONE   La

dini cresce e produce con una semplice letamazione annuale. Le concimazioni chimiche, se necessarie, si effettuano una volta all’anno prima della ripresa vegetativa. L’irrigazione è fondamentale nei periodi di 󿬁oritura, allegagione e accrescimento del frutto, per garantirne gara ntirne il giusto sviluppo. POTATURA   Gli

esemplari di susino cinogiapponese richiedono interventi decisi ed energici nella fase di produzione: è necessario diradare i rami produttivi durante la potatura invernale. Se non si

maturazione delle susine è scalare e la raccolta ra ccolta dalla pianta si esaurisce nell’ nell’arco arco di 2 settimane o poco po co più.     I Alcune cultivar, come Angeleno, a frutto grosso, possono essere conservate per circa 2 mesi in ambiente fresco, se raccolte non ben mature: il processo avviene anche quando il frutto è staccato dalla pianta.

    N     O     I     Z     U     L

    O     S     E     I     M     E     L     B     O     R     P

Batteriosi:  il cancro e la macula-

tura delle drupacee sono patologie batteriche gravi, riconoscibili per le estese aree decolorate sui rami; causano alterazioni sui frutti e li portano alla marcescenza. Favoriscono inoltre l’avvento di altri patogeni. Asportare rami e frutti colpiti, non farli entrare in contatto con piante anche ornamentali.

 

244

 

Prunus domestica L.

C O L T I V A R E   G L I   A L B E R  I   D A   F R U T T O

susino europeo (prugno)

Storia, caratteristiche e curiosità La coltivazione del susino in Europa risale a più di 2.000 anni fa e ancora oggi ha grande diffusione; molte sono le specie spontanee presenti nei nostri boschi. Le prugne sono da sempre considerate ottime contro la stitichezza: già la Scuola Medica Salernitana reputava che i frutti

due, si aprono prima dell’emissione delle foglie. Quasi tutte le varietà sono autofertili, ciò consente la coltivazione anche di un esemplare isolato. Il colore dei frutti varia a seconda delle varietà, dal verde al giallo, gial lo, al rosso, al viola bluastro, bluastro, mentre la forma è oblunga-ovoidale e il noccioloo si stacca nocciol stacc a facilmente dalla dal la polpa.

fossero “rinfrescanti e lassativi” lassativi”..  Albero di medio sviluppo, il prugno ha rami eretti e colorazione della corteccia grigio-rossastra. Le foglie sono ovali, pelose nella pagina inferiore, di consistenza coriacea. I 󿬁ori, riuniti in mazzetti di





    I     N     O     I     Z     U     L     O     S     E     I     M     E     L     B     O     R     P

Afidi e cocciniglie:  i primi si presentano sulle parti termina-

li dei germogli, mentre le seconde si distribuiscono su tronchi e rami. Si combattono in inverno con trattamenti a base di oli bianchi e polisolfuri, d’estate con aficidi specifici. Mosca della frutta: depone le uova sui frutti e sulle foglie, e causa la caduta precoce dei frutticini quando la larva larv a è penetrata verso il seme. Si interviene al bisogno con trattamenti a base di prodotti fosforganici (rimedio efficace anche contro le tignole).  Tignole: si nutrono di gemme producendo ragnatele sui germogli.

 Numerose sono le varietà, alcune a lcune adatte al consumo fresco, altre all’essiccamento, alla produzione di confetture e alla distillazione per liquori. Coltivazione CL I MA   Coltiva Coltivato to in tutte t utte le regioni italiane, predilige il clima temperato ma sopporta bene il freddo: la sua diffusione si spinge 󿬁no ai Paesi del Nord Europa. T E R R E N O   Fresco, di medio impasto e possibilmente irriguo anche se le radici temono i ristagni di acqua. Resiste bene anche nei suoli argillosi o compatti. FORMA D I A L L EVA MENTO   Lo

sviluppo limitato (3-5 m) consente l’allevamento

 

LE PIANTE DA FRUTTO PIÙ COMUNI |

susino  europeo

245

(prugno)

    E     T     A     I     L     G     I     S     N     O     C      À     T     E

Bluefre: per essiccamento. Autofertile, matura in agosto. Regina Claudia (gialla e verde): varietà antiche, maturano a

fine agosto; molto produttive, frutti di eccellente qualità. (1927) 27) molto precoce, preco ce, presenta Ruth Gestetter : varietà antica (19 frutto rosso bluastro scuro. È una varietà v arietà autosterile. autosterile.

    I     R     A     V

anche in forma libera. Nei frutteti specializzati si utilizza il vaso o la palmetta, con distanze fra le piante di 5-7 metri. PI A NTA G I ONE   Si

utilizzano piante innestate su Prunus a portamento basso, come il Mirabolano, o portinnesti clonali che si adattano a climi e terreni diversi e già al secondo anno dall’impianto entrano in produzione. Nei Nei primi anni a nni le piante danno poco; solo dopo il sesto anno la produzione diventa abbondante e costante: la durata dell’impianto è di circa 20 anni. CONCI MA Z I ONE E I RRI G A Z I ONE   Si conci-

ma nel periodo di riposo invernale somministrando concimi semplici o complessi: circa 1,5 kg di prodotto per pianta all’anno con un rapporto NPK di 2:1:1.

Stanley : varietà tardiva (settembre) e autofertile. I frutti viola-

cei si adattano adatt ano bene anche all’essiccamento.

La concimazione organica con letame si effettua ogni 2 o 3 anni. Frequenti irrigazioni consentono un buon ingrossamento dei frutti: nelle zone temperate vanno effettuate prima sedella matura-è zione, ogni 20-30 giorni la stagione siccitosa. Dopo la frutti󿬁cazione si deve irrigare solo raramente. POTATURA   Interventi

sono necessari sulle giovani piante per impostare la forma di allevamento. Durante la fase produttiva richiede una potatura leggera, diradamento dei rami mal orientati e tagli all’interno della chioma. Si interviene nel periodo di riposo invernale, quando il freddo è meno intenso. In estate è consigliabile la potatura verde, che si effettua asportando o raccorciando i rami troppo sviluppati. Negli anni di massima produzione, può essere necessario il diradamento dei frutti sui rami.

 

246

 

C O L T I V A R E   G L I   A L B E R  I   D A   F R U T T O

Vitis vinifer vinifera a

uva da ta tavola La vite da tavola

Storia, caratteristiche e curiosità

Per ottenere prugne di grossa dimensione è bene irrigare  generosamentee prima  generosament che i frutti giungano a maturazione.

può essere utilizzata anche come pianta ornamentale: i frutti sono meravigliosi e i tralci possono essere condotti a pergola o contro una parete soleggiata.

    I     N     O     I     Z     U     L     O     S     E     I     M     E     L     B     O     R     P

Narra la Bibbia, “Genesi” 9,20, che  «Noè uscito dall’Arca cominciò a far l’agricoltore e piantò una vigna». Secondo i paleontologi la presenza della vite è accertata sulla Terra prima della comparsa dell’uomo. Comunque sia, la vite e i suoi frutti sono entrati a far parte della storia dell’uo dell’uomo mo non solo come alia limento, ma anche come simbolo religioso e culturale. Inizialmente si trattava di piante destinate alla produzione di vino,

Malattie classiche: trattamenti periodici e preventivi sono ne-

cessari contro la peronospora, l’oidio e la botrite. Si utilizzano rispettivamente prodotti rameici, zolfo e antibotritici specifici. Nuovi problemi: flavescenza dorata e mal dell’esca sono

patologie che si sono diffuse negli ultimi anni. Entrambe non sono curabili: unico rimedio è l’asportazione delle piante colpite. La flavescenza dorata fa assumere alla pianta un aspetto incurvato, l’attività vegetativa si blocca, le foglie si arrotolano e ingialliscono. Il mal dell’esca colpisce foglie, grappoli grapp oli e rami, che degenerano velocemente. È necessario, dopo aver asportato le piante, disinfettare il terreno e ripiantare solo nuovi esemplari di provenienza sicura.

ma già i Romani utilizzavano le varietà più dolci e ad acino grosso per il consumo fresco (Verdea, Moscati).   La vite è un arbusto a rami 󿬂essibili, con foglie (pampini) grandi e a 5 punte. I 󿬁ori, riuniti in grappoli, si presentano alla metà di maggio. I frutti sono bacche di colore, forma e dimensioni estremamente diverse. 

 Dopo la diffusione della 󿬁llossera, che distrusse in pochi anni la viticoltura di 

tutti i Paesi europei, la vite si resistente alleva innestata su “piede americano”, al parassita. Da quel momento (󿬁ne Ottocento) è iniziata la coltivazione dei cosiddetti ibridi produttori diretti, incrocio fra viti europee e americane, adatte alla produzione di un leggero vinello (fragolino) e al consumo fresco.

 

L E   P I A N T E   D A   F R U T T O   P I Ù   C O M U N I   |

uva da tavola

Coltivazione CL I MA   Le molte varietà e i portainnesti consentono alla vite di adattarsi ad ogni fascia climatica, purché in pieno sole.

me per tralcio: sui germogli, a partire dal quarto-quinto nodo, si formeranno grappoli di 󿬁ori. Nelle coltiv c oltivazioni azioni a tendone e a pergola è necessario mantenere uno o più tralci permanenti per favorire

T E R R E N O   Innestata

lo sviluppo della vegetazione. Potare in autunno o a 󿬁ne inverno, per non incor-

su portainnesti idonei, si adatta a qualsiasi tipo e composi-

247

zione di terreno, da quelli as󿬁ttici as󿬁tt ici a quel li a elevato tenore di calcare calca re attivo.

rere nel fenomeno del “pianto” (abbondante fuoriuscita di linfa dai tagli). t agli).

FORMA D I A L L EVA MENTO   Quella

RA CCOLTA CCOLTA E CONS ERVA Z I ON E   I

più tipica è il tendone, ma in giardini e orti spesso si preferiscono la pergola o gli alberelli, adatti anche alla coltura in vaso.

grappoli si raccolgono da agosto 󿬁no ai primi di ottobre, secondo le varietà. L’uva da tavola va raccolta con le forbici, lasciando un pezzo del tralcio.

PI A NTA G I ONE   Le

2 anni, poste a dimora inbarbatelle autunno, dinell’estate successiva danno già i primi grappoli. La durata in produzione si aggira sui 40 anni, ma non è raro ra ro trovare pergolati più vecchi. CONCI MA Z I ONE E I RRI G A Z I ONE   La

produzione ottenibile (anche 1.000 q/ettaro) richiede abbondante concime ternario, in primavera e in autunno. L’ingrossamento degli acini richiede dosi crescenti di acqua a partire dal momento della 󿬁oritura. Si devono sospendere poi le irrigazioni 15 giorni prima della raccolta per evitare la spaccatura degli acini. POTATURA   Produce

sui rami dell’anno. Negli alberelli è bene lasciare 3-4 gem-

 

    E     T     A     I     L     G     I     S     N     O     C      À     T     E     I     R     A     V

Fragola Bianca e Nera: detta an-

che “uva americana”. americana”. In quanto ibrido produttore diretto, non richiede trattamenti e attira poco le vespe. Acini profumatissimi. Regina: con questo nome si raggrup-

pano diverse varietà (Regina Nera, di Firenze, dei Vigneti…), tutte con acini gialli o neri, grossi e dolci, che maturano in agosto-settembre. Ter-Moscato: d’Adda, d’Amburgo, di Ter racina, rispettivamente viola, nero e giallo. Maturano in settembre con acini medi molto dolci. Di questo gruppo esistono molte altre varietà.

Frutteti in festa La simultanea fioritura di migliaia di alberi da frutto è un evento da non perdere ed è l’occasione per una forma di turismo insolita e piacevole, che consente di scoprire meravigliosi paesaggi agricoli e naturali e percorrere strade poco battute dal turismo di massa. Spesso, il momento della fioritura è celebrato da sagre e feste. Tra le più famose: la “Sagra dei mandorli in fiore” ad Agrigento, a metà febbraio; la “Festa dei ciliegi in fiore” a Vignola (Modena), con numerosi eventi da fine marzo ai primi di maggio; le sagre dedicate alla fioritura dei meli in Val di Non (Trentino) e nelle campagne di Merano (Alto Adige) a metà aprile, quando gli alberi si vestono di candidi petali sullo sfondo dei verdissimi prati di montagna.

 

251

Agrumi, i frutti del sole

La bellezza delle piante, il profumo inconfondibile dei 󿬁ori e il raccolto dal prezioso valore nutritivo suggeriscono la scelta degli agrumi per il frutteto familiare terrazzi. e la decorazione di giardini e   Tutti gli agrumi possono essere coltivati in piena terra solamente in quelle aree geogra󿬁che in cui l’inverno è mite, con temperature che non scendono sotto i 2 °C se non occasionalmente e per poche ore. La loro coltivazione in vaso (che dovrà essere il più grande possi

bile) è comunque facile e non è di ostacolo a una soddisfacente produzione  di frutti per molti anni. Raramente le piante assumono dimensioni considerevoli: un mastello in legno o il classico vaso in terracotta sono ideali per ospitare esemplari di alto valore decorativo. decorativo.

 A livello familiare è interessante prendere in considerazione la coltivazione di agrumi rari e insoliti, i cui frutti sono introvabili sui banchi dei supermercati. 

Oltre sorprendere vostri ospiti, sono ottimiada assaporarei appena colti dalla pianta, quando la concentrazione di vitamine è altissima e il sapore conserva tutte le sue sfumature.

I più resistenti al freddo Nessun tipo di agrume resiste al gelo. In esposizione a Sud, riparata dal vento e avvolti con velo orticolo,  il limone e il mandarino cinese (kumquat) coltivati in vaso possono però affrontare gli inverni freddi, avendo cura di impacchettare il contenitore con plastica a bolle o abbondante paglia. Chinotto e pompelmo non sopravvivono all’aperto neppure se protetti.

 

252

 

C O L T I V A R E   G L I   A L B E R  I   D A   F R U T T O

Citrus sinensis

arancio La bellezza dei frutti che brillano tra il fogliame, in inverno, rende prezioso l’arancio anche come specie ornamentale.

Storia e curiosità Si deve probabilmente ai mercanti arabi l’introduzione dell’arancio in Sicilia. Questa pianta dall’aspetto splendido e

In alcune città costiere e nel Sud è usato anche per alberature stradali.

dalla celebre 󿬁oritura profumata fu poi diffusa in tutta Europa come pregiata e delicata specie ornamentale, per la quale venivano spese enormi fortune nella costruzione di serre (aranciere) destinate a protegger proteggere e gli ese mplari esemplari dal freddo f reddo. . L’albero di arancio è longevo, vive anche un secolo; i frutti sono ricchissimi di vitamina C, soprattutto se consumati allo stato fresco e subi subito to dopo la raccolta. I profumati 󿬁ori d’arancio si chiamano zagare, da un’antica parola araba che signi󿬁ca «splend «splendore ore scintillante». Coltivazione CL I MA   Non resiste al gelo. Gli esemplari innestati sul ponciro (agrume molto rustico con frutti non commestibili) risultano più resistenti a brevi e occasionali gelate. T E R R E N O   Non

deve essere argilloso e impermeabile perché i ristagni provoca-

no sofferenza radicale. Gradisce un sub strato neutro (privo di calcare). FORMA D I A L L EVA MENTO   Lo

sviluppo naturale tende a formare piante con chioma globosa; è consigliabile assecondare questo sviluppo, limitandosi a mantenerlo compatto e ordinato. La dimensione della pianta adulta dipende dal portainnesto scelto: gli aranci su limone selvatico formano esemplari di dimensioni imponenti. PI A NTA G I ONE   Preparate

una buca ampia, arricchendo la terra con sostanza organica; il periodo consigliato è l’inizio della primavera. CONCI MA Z I ONE E I RRI G A Z I ONE   Consi-

gliabili interventi con prodotti a lenta cessione, in autunno. Le piante di arancio hanno un notevole fabbisogno idrico, soprattutto in primavera e in la fase di

 

A G R U M  I , I   F R U T T  I   D E L   S O L E   | a r a n c i o

    I     N     O     I     Z     U     L     O     S     E     I     M     E     L     B     O     R     P

maturazione dei frutti che, in caso c aso di sof-

253

Caduta precoce dei frutticini:  indica carenza idrica, stress

ambientale (inaridimento da vento) o terreno povero. Cocciniglia: le infestazioni estese vanno trattate con olio bian-

co, nel periodo invernale, per agire sulle uova. Fumaggine :  muffa nerastra che si forma sulle foglie. Indica la

presenza di parassiti (cocciniglie o afidi): eliminando i fitofagi, il problema si attenua e sparisce.

in base al consumo familiare familia re e allo stadio

ferenza idrica, cadono prematuramente. POTATURA   Non è consigliabile effettuare potature drastiche. I tagli devono piuttosto piuttosto limitarsi alla pulizia e al riordino dei rami

di maturazione dei frutti nelle diverse parti della chioma. Nei Paesi tropicali, la buccia del frutto spesso rimane di colore verde. Le arance non cerate consentono

che escono dalla sagoma. spuntature Gli esemplari coltivati coltiv ati a siepe richiedono spunta ture per conservare la super󿬁cie verticale appiattita. Meglio intervenire quando le piante sono in vegetazione: le potature invernali provocano la formazione di cicatrici sul legno che favoriscono favoriscono gli attacchi attacc hi fungini. Nei climi afosi è consigliabile mantenere libero e aerato il centro della chioma.

l’utilizzo della scorza, riccaedi oli essenziali, per canditi, conserve preparazioni gastronomiche varie.

RA CCOLTA CCOLTA E CON S ERVA Z I ONE   Le

arance bionde offrono un raccolto distribuito bionde su un periodo più lungo rispetto a quelle pigmentate, come le Tarocco. A differenza del limone, il processo di maturazione matur azione si arresta una volta staccato il frutto dalla pianta; è quindi consigliabile raccogliere

    O     S     A     V       N     I     E     N     O     I     Z     A     V     I     T     L     O     C

 A differenza del limone che accetta vasi di media dimensione, l’arancio ha bisogno di grandi mastelli in legno, cotto o plastica, quest’ultima consigliabile se la pianta vive in giardini o terrazzi ventosi, perché riduce i rischi di disseccamento rapido del suolo. Per calcolare la dimensione del vaso, prevedete un diametro pari ai due terzi di quello della chioma dell’esemplare 

in coltivazione.   Durante l’inverno, le piante ricoverate in ambiente protetto vanno sorvegliate spesso, analizzando i germogli e le pagine inferiori delle foglie: negli ambienti chiusi, con luminosità ridotta, si manifestano numerose patologie e fisiopatie. Come prevenzione arieggiate l’ambiente nelle ore più calde della giornata. 

 

254

 

C O L T I V A R E   G L I   A L B E R I   D A   F R U T T O

Citrus limon

limone Fra tutti glièagrumi il limone quello con la maggiore concentrazione di vitamina C.

Storia Rispettoe curiosità agli altri agrumi, il limone è ineguagliabile dal punto di vista nutrizionale e terapeutico. te rapeutico. I suoi principi attivi sono contenuti nel succo, astringente e

rinfrescante nonché ricchissimo di vita mine, ma anche a nche la scorza è ricca di un’esun’essenza dalle forti proprietà antisettiche. Il limone era usato già nell’antichità nell’antichità contro molteimalattie, come lo scorbuto scorbuto. da l dal 1500 limoni di Sorrento erano. Fin celebri per la qualità e il sapore: oggi questa varietà è protetta dal marchio IGP. IGP. Coltivazione CL I MA   In zone con inverni freddi non resiste all’aperto. In piena terra può essere coltivato solo dove non c’è rischio di scendere sotto i 2-3 °C. T E R R E N O   Ha bisogno di un substrato molto fertile, ricco di sostanza organica. Indispensabilee un ottimo drenaggio. Indispensabil FORMA D I A L L EVA MENTO   Lo

sviluppo naturale è da preferire, ma accetta di es-

sere coltivato anche a spalliera o a pergola: quest’ultima quest’ultima è consigliabile solo nei climi miti, per la dif󿬁coltà di proteggere la struttura dal gelo. PI A NTA G I ONE   Va

fatta in terreno molto fertile. Le piante producono frutti per decenni, sia in piena terra sia in vaso. CONCI MA Z I ONE E I RRI G A Z I ONE   Conci-

me organico in primavera. In estate e a inizio autunno, concime chimicodiamolta lenta cessione. Il limone ha bisogno acqua, avendo un apparato radicale super󿬁ciale e quindi esposto al rischio di inaridirsi. Essendo una pianta ri󿬁orente, le necessità di irrigazione irriga zione sono pressoché pressoché costanti durante dura nte l’anno.

 

A G R U M I , I   F R U T T I   D E  L   S O L E   |

POTATURA   La chioma va mantenuta pu-

lita e sana, sa na, liberando il centro per favori favori-re una ricca aerazione. ae razione. Nel caso dei limoni a spalliera è opportuno potare i rami che escono dalla sagoma e orientare sulla struttura gli steli giovani, piegandoli verso il basso per fermare ferma re la vegetazione. RA CCOLTA CCOLTA E CONS E RVA Z I ONE   Il raccolto migliore è quello invernale, ma essendo una pianta ri󿬁orente è possibile avere frutti anche a nche in estate (limoni (limon i Verdelli). Verdelli). Il

    O     S     A     V       N     I     E     N     O     I     Z     A     V     I     T     L     O     C

limone

255

A partire dal Rinascimento, i limoni vennero coltivati non solo per le virtù alimentari e terapeutiche, ma anche a scopo ornamentale, in grandi vasi di terracotta.  Occorrono contenito contenitori ri capienti e dotati di perfetto drenaggio: sul fondo del vaso è opportuno stendere uno strato di pal

line d’argilla.substrati Il rinvasospecifici va fattoper conagrumi. terriccio sciolto; esistono in commercio  Durante l’estate, posizionare le piante al sole o in ombra solo nel pomeriggio, in zona non soggetta al vento. In inverno non è possibile conservare i limoni in casa: sopra i 10-12 °C, in ambiente secco, gli esemplari soccombono rapidamente. 

Femminello siciliano viene raccolto più volte l’anno. Raccogliete i frutti asciutti, senza graf󿬁are la buccia. A livello domestico non è consigliabile la ceratura con additivi alimentari, praticata per migliorarne l’aspetto e la durata. In luogo fresco e umido, i limoni si conservano per circa 5-6 settimane.     I     N     O     I     Z     U     L     O     S     E     I     M     E     L     B     O     R     P

Nelle ville e giardini del passato, le conche di limoni erano un elemento decorativo importante e prestigioso. Durante l’inverno venivano spostate in grandi aranciere, riscaldatee con stufe riscaldat a legna nei periodi di gelo intenso.

Afidi: impiegare infusi a base di ortica

o insetticidi biologici. Clorosi:  le foglie sbiadiscono a causa della carenza di ferro. Impiegare un preparato a base di chelati di ferro. Cocciniglie:  ove possibile, eliminare manualmente gli insetti, ai primi segnali di infestazione; spennellare le zone colpite con una soluzione di acqua e sapone di Marsiglia.

 

256

 

C O L T I V A R E   G L I   A L B E R  I   D A   F R U T T O

altri agrumi Specie e varietà insolite Gli agrumi più comuni (arancio biondo e rosso, limone) sono ampiamente disponibili in commercio in ogni stagione e a buon prezzo. Potendo coltivare qualche esemplare di agrume, dunque, è interes-

B E R G A M O T T O  Senza

gli oli essenziali contenuti in questo agrume, tipicamente calabrese, dovremmo rinunciare alle fragranze di molti celebri profumi: l’essenza di bergamotto è impiegata nell’industria profumiera come 󿬁ssante delle

sante orientare la propria scelta su specie rare o di aspetto singolare. Di seguito forniamo qualche qua lche suggerimento.

caratteristiche olfattive. C E D R O  I

frutti di questo agrume molto sensibile al freddo sono interessanti per la buccia aromatica e il succo acidulo e profumato. Un tipo particolare di cedro è chiamato Mano di Buddha: i frutti non hanno polpa e sono formati da lunghe escrescenze simili a dita adunche. Non sono commestibili ma l’aspetto è molto curioso e attraente. KUMQUAT   Detto

anche mandarino cinese, è proposto come specie ornamentale, da coltivare in ambiente fresco e luminoso. Il nome botanico è Fortunella margarita (a frutto ovale) o F. japonica (tondo). La pianta conserva dimensioni modeste ed è molto decorativa grazie alla lunga persistenza dei frutti sui rami.

Il cedro Mano di Buddha produce frutti non commestibili ma spettacolari spettacolari.. Può essere utilizzato per profumare le stanze della casa, praticando incisioni sulle “dita” per esaltare la fragranza.

 

A G R U M  I , I   F R U T T  I   D E L   S O L E   | a l t r i   a g r u m i

MA ND A RI NO S A TS U MA   Questa

varietà giapponese presenta uno sviluppo lento, il che la suggerisce per la coltivazione in vaso. I frutti persistono a lungo sui rami e, maturando, si gon󿬁ano in quanto qua nto la buccia si stacca dalla dal la polpa, che è dolce dolce e succosa. P O M P E L M O   Questo

L I ME   Questo

agrume sta conoscendo un

bell’albero dai grandi frutti succosi non era coltivato in Italia 󿬁no agli anni Sessanta; è uno dei pochi agrumi originario non dell’Asia, bensì del Centro America. Volendo coltivarlo in vaso, occorrono contenitori molto ca-

257

Il kumquat, a frutto tondo oppure ovale, è apprezzato sia per l’aspetto sia per il sapore dei frutti, che permangono a lungo sui rami.

momento di notorietà. Simile al limone ma di sapore più dolce e delicato, con buccia verdastra, ha una buona resistenza al freddo: da coltivare in vaso, anche per la piacevole 󿬁oritura profumata. MA ND A RI NO

COMU NE

E

CL EMENTI NA 

Esistono innumerevoli ibridi di questa pianta originaria delle calde terre asiatiche meridionali. Il mandarino classico (Citrus nobilis), dalle foglie profumatissime, è stato pressoché soppiantato dagli ibridi apireni (senza semi), chiamati mandaranci o clementine e ormai considerati una specie a sé (Citrus clementina). L’albero di clementina presenta rami spinosi, sviluppo modesto ed elevate necessità idriche: in carenza d’ d ’acqua i frutti cadono prima di maturare.

pienti, con diametro di 80-1 80-100 00 centimetri. centimet ri. Il crescente interesse per gli agrumi ha spinto alcuni vivai a proporre curiosità come il pomelo, il calamondino  o il Citrus mitis nella versione a foglie variegate, specie di interesse esclusivamente ornamentale.     O     S     A     V       N     I     E     N     O     I     Z     A     V     I     T     L     O     C

Anche tutti gli agrumi minori possono essere coltivati in contenitore, il che consente di spostare gli esemplari in luogo riparato durante l’inverno. Patologie parassiti sono analoghi a quelli del limone e dell’arancio, con leequali condividono le esigenze di sole e buona circolazione d’aria, suolo ben drenato e concimazioni prevalentemente organiche o a lenta cessione, nel periodo autunno-inverno. Specie come il kumquat e il Citrus mitis si mitis si prestano bene all’alle vamento a spalliera spalliera, particolarmente ornamentale.

 

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Alberi da frutto per collina e montagna Gli alberi da frutto di cui si parla in queste pagine un tempo facevano parte del paesaggio agricolo e naturale, oggi pur-

Frutti… corazzati Ricci spinosi e gusci durissimi sono le coraz-

troppo essendo il paesaggio spesso for temente impoverito, non sono più così

ze di cui si sono dotati i frutti di castagno, noce, nocciolo e di altri alberi e arbusti con

diffuse queste piante tantoassetto indispensabili per mantenere un corretto ecologico e idrogeologico nelle zone collinari e pedemontane. I loro robusti apparati radicali, infatti, contribuiscono a evitare l’erosione del suolo; le foglie, cadendo e decomponendosi, formano lo strato di humus; frutti, 󿬁ori e foglie offrono cibo e riparo alla fauna. Dove possibile è dun-

fruttificazione L’evoluzione ha determinato, perautunnale. queste specie, la necessità di proteggere i frutti dal freddo e dagli animali: i semi così “corazzati” rimangono intatti fino a primavera, quando potranno radicare e germogliare.

que utile riprendere, a livellointeressante familiare, lae coltivazione di specie così importanti per l’ecosistema.  Oltre alle specie più note, come noce, nocciolo e castagno, si possono scegliere fruttiferi del tutto ignorati dalla frutti

coltura moderna, ma comuni e apprezzati nel passato, come il sorbo, il giuggio giuggiolo, lo, l’azzeruolo: piante belle e robuste, che richiedono poca manutenzione. La loro presenza nel frutteto familiare costituisce un contributo alla salvaguardia di un patrimonio genetico vegetale, altrimenti destinato all’oblio.

 

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C O L T I V A R E   G L I   A L B E R  I   D A   F R U T T O

Castanea sativa

castagno CL I MA E TERRENO   Il

castagno è coltivato

dalla bassa colli collina na bisogno 󿬁no ai 1.200 m; soffrire non resiste al caldo e ha di non la sete in estate-autunno. Le sue poderose radici richiedono terreno fertile e profondo, meglio se neutro o acido. Indispensabile il pieno sole. Al momento della piantumazione siate previdenti e calcolate lo spazio necessario allo sviluppo della

    E     T     A     I     L     G     I     S     N     O     C      À     T     E     I     R     A     V

Esistono numerose varietà tipiche locali, da preferire perché nel tempo selezionate per quel particolare clima e terreno. Castagna: le varietà locali italiane

sono decine, alcune specifiche per l’essiccamento o la produzione di farina. Oggi alcune varietà sono protette dal marchio IGP. Marrone: i frutti (in genere solo uno

in ogni riccio) sono grossi e dolci. Molte varietà di marroni sono autosterili e occorre piantare nelle vicinanze varietà di castagne compatibili.

pianta, che assume dimensioni maestose. Italia esistono esemplari ilInCastagno dei 100 cavalli diantichissimi: Sant’Al󿬁o, in Sicilia, ha più di 2.000 anni.

CU RE CONS I G L I A TE   Le potature si limita-

no a una pulizia primaverile. Gli esemplari giovani gradiscono concime organico a 󿬁ne inverno e un prodotto azotato in settembre-ottobre per favorire la 󿬁oritura, la cui impollinazione è af󿬁data al vento. RACCOLTA E CONSERVAZIONE   I frutti ma-

turi cadono a terra e si estraggono dal riccio. Individuare quelli bacati è semplice: basta metterli in acqua ed eliminare elim inare i frutti che galleggiano. La permanenza in acqua per qualche giorno e la conservazione in luogo fresco, appoggiati su graticci o in cassette con sabbia asciutta, mantengono i frutti ottimi per circa 2 mesi.

 

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A L B E R I   D A   F R U T T O   P E R   C O L L I N A   E   M O N T A G N A

 Juglans regia regia

noce una pulizia generale e uno sfoltimento dei rami giovani in eccesso, per evitare poi di dover tagliare grossi rami. Conviene irrigare solo gli esemplari giovani; in seguito, la pianta è autosuf󿬁cien autosuf󿬁ciente. te. RA CCOL TA E CONS ERVA Z I ONE   I

frutti si raccolgono scrollando scrollando o scuotendo i rami con l’aiuto l’aiuto di un bastone; il mallo mal lo va tolto subito dopo la raccolta, altrimenti si an-

La noce è un frutto dalle importanti virtù alimentari; contiene molta vitamina B, che contrasta l’accumulo dei grassi nelle arterie e abbassa il colesterolo.

CL I MA E TERRENO   Questo

albero maestoso non ha grandi esigenze e resiste bene sia al freddo sia al caldo, dalla pianura alla media collina. Lo sviluppo migliore avviene in terreni fertili e non troppo asciutti, senza ristagni a livello radicale. Tollera il suolo calcareo. CU RE CONS I G L I A TE   La

pianta viene coltivata nella sua forma naturale; le varietà allevate per l’impalcatura ottenere il pregiato legno devono avere dei rami ad almeno 4-5 m da terra. Non ama subire potature sul legno vecchio, in quanto le ferite si rimarginano con dif󿬁coltà. Per questo conviene ogni anno effettuare

nerisce e diventa duro. Le noci si conservano per mesi in luogo fresco e asciutto; quelle commercializzate vengono sbiancate con anidride a nidride solforosa.     E     T     A     I     L     G     I     S     N     O     C      À     T     E     I     R     A     V

Franquette e Hartley : francese la prima e americana la se-

conda, sono varietà adatte per le regioni del Centro-Nord. La prima dà piante interessanti sia per il frutto sia per il legno di alta qualità. Noce di Sorrento: è la varietà più celebre. Il gheriglio, di grosse dimensioni, si stacca facilmente intero. Noce Pecan: la specie Carya illinoensis è illinoensis è affine al noce comune ed è usata anche come albero ornamentale. In Italia è coltivata in Puglia. I frutti maturano a novembre, hanno guscio tenero e gheriglio di ottimo sapore. Preferisce i climi caldi.

 

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C O L T I V A R E   G L I   A L B E R  I   D A   F R U T T O

Corylus avellana

nocciolo La nocciola è un prodotto naturale che ha origini antichissi antichissime me e un forte legame con il territorio collinare italiano; è presente in numerosissime ricette di dolciumi, dal torrone alla celeberrima Nutella.

C L I M A E T E R R E N O   Arbusto

o albero a ceppaia, il nocciolo è pianta tipica del sottobosco mediterraneo e prealpino. Robusta e rustica, resiste al freddo ed è poco esigente in fatto di terreno. Meglio evitare le zone battute batt ute dal vento. CU RE CONS I G L I A TE   In Italia la

produzione di nocciole è concentrata in Campania e Piemonte, in impianti ad elevata tecno-

logia, su 󿬁lari che consentono la raccolta meccanizzata.. A livello meccanizzata livello familiare familia re convieconviene lasciare le piante a cespuglio o ceppaia, mantenendo 5-6 branche per ogni esemplare. Occorrono 4-5 anni prima che un giovane nocciolo entri in produzione. Il     E     T     A     I     L     G     I     S     N     O     C      À     T     E     I     R     A     V

Nocciola Romana: antica varietà del Lazio e in particolare del

nocciolo frutti󿬁ca sui rami di un anno, che in seguito non sono più produttivi: è quindi necessario rinnovare ogni anno la chioma. Le concimazioni sono suggerite solo nelle fasi giovanili e gli interventi parassitari non sono necessari.

Viterbese. È in corso la procedura per il marchio DOP.

RA CCOLTA CCOLTA E CONS E RVA Z I ONE   I frutti ca-

 Tonda  T onda Gentile delle Langhe: dà pregiati frutti grossi, è adatta

duti a terraDopo sono aver al giusto grado ucro di maturazione. tolto l’involucro l’invol di foglie, le nocciole nocciole vanno fatte asciugare al sole; stese in cassette su uno strato di sale sa le grosso, in ambiente privo di umidità, si conservano per mesi.

alla coltivazione in aree collinari con terreno fresco e fertile. La nocciola piemontese è protetta prot etta dal marchio IGP. IGP.

var ietà IGP, IGP, tipica del Salernita Tonda  T onda di Giffoni: anche questa varietà no, è di eccellente qualità; per zone calde e asciutte. asciutt e.

 

A L B E R I   D A   F R U T T O   P E R   C O L L I N A   E   M O N T A G N A

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altri frutti minori Quelli de󿬁niti come “frutti minori” hanno scarsa diffusione e modesto interesse commerciale, ma costituiscono un importante patrimonio genetico e una preziosa memoria del passato, pass ato, nonnonché una piacevole riscoperta di sapori dimenticati. AZZERUOLO  

(Crataegus azarolus)  Alberello rustico e ornamentale, simile al biancospino; produce a 󿬁ne estate o au-

tafortuna. Indicato per terreni anche poveri e sassosi, meglio se in climi non troppo freddi. In autunno, sui rami penduli si formano frutti simili a datteri il cui dol dolce ce sciroppo è il noto “brodo di giuggiole”. S O R B O  (Sorbus domestica)  Bell’albero

un tempo molto diffuso, oggi quasi scomparso. Frutti󿬁ca dopo qualche anno dalla piantagione. I frutti devono essere ammezziti, come si fa con le nespole; matu-

tunno frutti o rossi adatti al aconsumo fresco o agialli marmellate. Specie bassa manutenzione, amante del pieno sole, utilizzabile anche per comporre siepi informali; i frutti sono molto apprezzati anche dagli uccellini. CORNI OL O  (Cornus mas)  Specie

rustica e spontanea in Italia, utilizzata come arbusto o piccol piccoloo albero ornamentale. orna mentale. ProduProduce frutticini rossi commestibil, usati per fare marmellate e aromatizzare liquori. G I U G G I OL O   (Zyziphus sativa)  Piccolo

albero di origine cinese; si usava piantarne uno vicino a casa perché considerato por-

rano autunnoe Germania e si consumano inverno. IninFrancia sono in utilizzati come ingrediente per il sidro. Pianta rustica, non soggetta a malattie.

Le sorbe selvatiche si utilizzano come ingrediente per marmellate marmellate;; alla corte dei Farnese, nel Parmense, il liquore di sorbe era considerato una rara delizia e come tale riservato agli ospiti più prestigiosi.

 

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Frutti di bosco, decorativi e gustosi Li chiamano piccoli frutti o frutti di bosco, anche se da tempo non sono più patrimonio esclusivo della natura spontanea. Ribes, R ibes, lamponi, uva spina, more e mirtilli sono stati incrociati e selezionati dagli ibridatori, per ottenere una vasta

Un concentrato di virtù nutritive La natura ha dotato i piccoli frutti dei boschi di grande potenziale nutritivo: sono ricchi di vitamine A e C, che mantengono in percentuale elevata anche dopo la trasformazione in conserve o succhi. Sono d’aiuto per rinforzare i capillari, so-

prattutto quelli che irrorano la retina oculare, e sono ricchi di antiossidanti: un consumo regolare di ribes, mirtilli, lamponi e more rafforza l’organismo e, secondo alcuni studi recenti, potrebbe prevenire alcune forme di tumore.

gamma di varietà dalle caratteristiche apprezzabili perché forniscono un raccolto generoso, con frutti di grossa pezzatura e di sapore eccellente.  La coltivazione dei frutti di bosco è interessante per la piccola agricoltura familiare in quanto il prezzo al consumo è

gelo, ma sono molto sensibili all’aridità

molto elevato.  In giardino e nel frutteto di casa sono ideali in quanto possono occupare aree marginali e chiedon chiedonoo poche cure. Tutte le specie di frutti di bosco tollerano il

gare con regolarità.   Un altro vantaggio è quello di essere poco soggetti ai parassiti, il che li rende quindi adatti a chi preferisce la coltivazione biologica biologica e naturale.





e al caldo e hanno bisogno di vivere in un terreno fresco, dove sia possibile irri

 

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C O L T I V A R E   G L I   A L B E R  I   D A   F R U T T O

Ribes rubrum, R. nigrum

ribes

CL I MA E TERRENO   Le piante di ribes, di-

I ribes, arbusti molto  facili da coltivare, resistono bene al freddo e producono  generosamente  generosamen te anche in posizioni di mezz’ombra.

sponibili con frutti rossi o bianchi (Ribes rubrum) o con bacche nere (R. nigrum, dal gusto acidulo non a tutti gradito), tollerano il freddo invernale, che anzi è necessario perché frutti󿬁chino con regolarità. Si adattano anche a terreni poco fertili, purché non siano siccitosi o troppo umidi. I ribes rosso e bianco gradiscono suoli a reazione neutra o piuttosto acida (pH 6-7); il nero vuole un terreno neutro o un po’ alcalino (pH 7-8).

    E     T     A     I     L     G     I     S     N     O     C      À     T     E     I     R     A     V

  Le  varietà a frutto rosso  o bianco  sono tutte di facile coltivazione; coltivazione; sono disponibili a maturazione precoce (Junifer) o tardiva (Rosetta): potendo piantare più di un esemplare, si ottiene un raccolto distribuito su molte settimane, tra luglio e agosto. Essendo autoimpollinanti, la 

fruttificazione è sempre garantita.   Il  ribes a frutto nero, poco diffuso in Italia, è molto coltivato in Francia per la produzione del noto liquore Cassis. La varietà Noir de Bourgogne è fra le migliori; dà raccolto in agosto. 

CU RE CONS I G L I A TE   Le

coltivazioni da reddito sono disposte su 󿬁lari per favorire gli interventi interventi di cura; in giardino o ai bordi del frutteto le piante possono formare

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