Orange Cream - Extra

July 20, 2022 | Author: Anonymous | Category: N/A
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I

l pettegolezzo e la curiosità fanno parte del nostro essere femminile: sono d’accordo e non potrei mai affermare il contrario. Tuttavia esiste un sottile limite da non oltrepassare. Questo limite è quello che imponiamo a noi stesse e agli altri, quando l’argomento del pettegolezzo riguarda una persona alla quale vogliamo bene. Figuriamoci poi se la persona in questione è niente meno che la nostra migliore amica! *** «Secondo me sono solo tue fantasie», ribadisco allungando il passo nel tentativo di lasciare indietro Hasegawa. «Kaneda-san, non è possibile che tu non sappia davvero come stanno le cose!», mi afferra per un braccio lei, costringendomi a fermarmi. «Si può sapere cosa ti salta in mente?», mi libero dalla sua presa. «Sono in ritardo, devo essere a casa entro le sei» «Non arrabbiarti... sto solo cercando di capire», Hasegawa si morde le labbra assumendo un’espressione crucciata, come se fosse lei la parte lesa. Tra tutte le chiacchierone della nostra classe, lei è sicuramente la peggiore! «Sai cosa ti dico? Peccato che Miyuki non sia rientrata con me stasera, altrimenti avresti potuto chiederlo direttamente a lei!», le rispondo secca. «Non fraintendermi, a me piace molto Ikeda», dice emettendo un lungo sospiro. «È una bella ragazza, simpatica, ha un animo nobile... Proprio per questo voglio accertarmi che siano vere le voci che circolano nell’istituto», mi rivolge uno sguardo insofferente coi suoi grandi occhi nocciola. «In ogni caso, non sono affari tuoi», la ignoro riprendendo la strada verso casa. «Non credo sia giusto evitare di affrontare il problema, sai?» «Ascoltami bene, quello che so è che la mia migliore amica ha rischiato di finire all’ospedale per salvare la capoclasse da quei tre ripugnanti rifiuti umani! Quindi, se Fujiwara senpai si permettesse di ferirla a sua insaputa in questo momento così delicato, beh... se fosse vero, io... io...», le parole mi muoiono tra le labbra per il disgusto che sto provando. 174

«Non vuoi saperlo, vero?» «No», rispondo decisa. «Perché ti deluderebbe troppo?», mi tira di nuovo per il braccio Hasegawa. «A me puoi dirlo», il suo sguardo si assottiglia mettendomi a disagio. «Tu, dopotutto... sei sempre stata una grande fan del capitano, dico bene?» I nostri occhi si incrociano per un istante, ma è proprio in quell’istante che la mia difesa si abbassa e lei percepisce la mia insicurezza. «Sono sempre stata una fan della squadra di basket», tento di riprendere il controllo. «Ovvio che ammiro Fujiwara, lei è un bell’esempio da seguire» «Non intendevo questo», fa un sorrisetto malizioso. «Lo sai benissimo», insiste invadente. «Quello che so è che stai facendo un sacco di insinuazioni», mi impongo facendola indietreggiare. «Prima mi dici che molti nella nostra classe mettono in dubbio il comportamento di Miyuki sulla faccenda dell’aggressione, definendola un’esibizionista, poi mi riporti degli stupidi pettegolezzi su Fujiwara senpai, secondo i quali starebbe facendo un doppio-gioco e infine... vorresti che ti confessassi che ho delle mire sulla ragazza della mia migliore amica?», prendo una pausa stringendo i pugni. «Ma per chi mi hai preso? Adesso piantala e lasciami in pace!», la guardo torva. Stavolta sono stata convincente, perché Hasegawa non mi segue più, anche se mi rivolge un’ultima frase velenosa alle spalle: «Possibile che non ti dia fastidio che la tua cara amica sia sempre al centro dell’attenzione di tutta la scuola? Non lo trovi frustrante essere la sua ombra?» Mi mordo la lingua e faccio finta di non averla sentita. È tardi e quella stupida mi ha fatto perdere tempo! Persone come lei non hanno coscienza e non sanno cosa significhi il rispetto, per questo si divertono a calpestare i sentimenti altrui. *** 175

«Sono tornata», apro la porta e Mina e Sami mi corrono incontro. «Allora, avete fatto i bravi?» «Sì, la signora Nao è appena andata a casa, ti aspettavamo» Abbraccio i miei fratellini e assegno una busta della spesa a ciascuno di loro. Mina corre subito in cucina e inizia a mettere in frigo le cose che ho comprato al market: ha solo sette anni ma è già un’ottima padrona di casa. Sami invece mi racconta quello che ha combinato a scuola e dondola la spesa come se fosse il suo zaino. «Adesso venite qua con me», faccio segno a entrambi avvicinandomi all’altarino della mamma. «Oggi abbiamo fatto tutti del nostro meglio per far sì che tu sia fiera di noi», dico accendendo l’incenso. Sami e Mina mettono le mani giunte e insieme a me recitano una preghiera per lei. «Dici che ci sente e ci vede, vero?», chiede Sami guardandomi negli occhi. «Certo, quante volte devo ripetertelo», gli arruffo i capelli. Forse tra i due gemelli è proprio lui a sentire di più la sua mancanza. «Aiutami a preparare la tavola, forza», gli sorrido e Sami sembra rasserenarsi. Mangiamo da soli, come ogni sera nostro padre torna tardi. A volte penso a come sarebbe stata la vita se nostra madre fosse ancora tra noi, se papà potesse contare sul suo aiuto per mandare avanti il negozio. «Yuki-chan, quando sarò grande mangeremo tutti insieme. Darò una mano anch’io per lavorare», dice Sami come se mi avesse letto nel pensiero. «Anch’io darò una mano», ripete Mina. «E allora mangiate, avanti», dico indicando le loro ciotole di riso con verdure e carne, trattenendo la commozione. «Tra qualche anno daremo tutti una mano e... ci divertiremo insieme, non credete?», strizzo un occhio ai gemelli. «Sarà come pulire casa e preparare da mangiare?», chiede Mina ridendo. «Sarà molto più divertente», rispondo riempiendo la ciotola con altro riso. «Chi ne vuole ancora?» *** 176

Non tutte possiamo essere farfalle. Non tutte danziamo leggiadre catturando l’attenzione, lasciando espressioni estasiate sui volti di chi ci osserva al nostro passaggio. Alcune di noi nascono libellule e dopo una lunga metamorfosi continuano ancora la ricerca di se stesse. Non ne abbiamo mai abbastanza di volare in alto verso il sole per infiammarci sotto i suoi caldi raggi. Compiamo acrobazie sfiorando l’acqua di qualche torrente, sfidando la sorte, solo per l’ebbrezza di rinfrescarci durante la torrida estate. Altre però, rimangono chiuse nel loro bozzo, vinte dalle convenzioni e dall’incapacità di prendere la propria vita tra le mani... Cara Hasegawa, tu pensi che la mia sia frustrazione, invidia o quant’altro, mi hai già classificato in questo modo, lo so... ma la verità è ben diversa! Sono fiera di poter essere al fianco di una persona speciale come Miyuki. Lei è una splendida amica, un esempio da seguire, un aiuto su cui contare. Quello che provo nei suoi confronti abbraccia cose come rispetto, ammirazione, affetto... Quindi, la prossima volta che vorrai sparare ancora a zero sul prossimo, ricordati questo: «Essere farfalla o libellula, non fa differenza. L’importante è avere le ali!» ***

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Orange Cream di Scarlett Bell

con i disegni di Aeryn Sun

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