Orange Cream Cap9
July 20, 2022 | Author: Anonymous | Category: N/A
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eCre Orang am• Act. 9
«V
uoi che ti parli della ragazza che Fujiwara frequentava prima di te?», mi guardò perplessa Yukino. «Sì, per favore», la supplicai di darmi una mano in quella che ormai era diventata un’ossessione. «È solo da aprile che frequento quest’istituto, non conosco retroscena di questo genere, purtroppo» «Fujiwara è sempre stata molto popolare, ma non ricordo di averla vista fare coppia fissa con qualcuno in particolare. Escluso quel cretino di Yamato, ovviamente», incrociò le braccia pensierosa. «Dimmi un po’, non è che c’è qualche problema tra voi due?» «Oh, no… non proprio, è solo che... ho fatto dei sogni strani» «Sogni strani? Miyuki, vuoi un consiglio? Lascia perdere le cose passate e pensa a quello che state vivendo ora», mi incoraggiò Yukino. «Che ne dici di andare a mangiare all’aperto? Oggi c’è un bel sole», mi strizzò un occhio. «Sì, hai ragione. Usciamo», le sorrisi. Mentre stavo per alzarmi, sentii una mano adagiarsi sulla mia spalla e voltandomi vidi Rei al mio fianco. «Posso parlarti?», chiese gentilmente. «Sto andando a mangiare, è urgente?» «Kaneda-san, puoi perdonare la mia intrusione?», si rivolse alla mia migliore amica. «Figurati, sei la capoclasse dopotutto», rispose Yukino alzando le mani. «Ci vediamo dopo», si congedò e a quel punto non mi restò che seguire Rei. «Dove stiamo andando?», le domandai un po’ seccata. «Che domande, andiamo al mio ‘super attico’!», rise prendendomi di colpo per mano e trascinandomi su per le scale. «Ehi, ma che ti prende?», tentai di protestare. Quando la porta della terrazza si aprì, il cielo azzurro ci investì in pieno e il venticello estivo ci accolse accarezzandoci il viso. «Vieni», disse lei continuando a tenermi stretta la mano come le avevo visto fare con la ragazza del sogno. «Si può sapere che ti prende?», mi divincolai. «Non essere nervosa», disse facendomi segno di sedere sul muretto accanto a lei. 208
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«Ecco, guarda», aprì il suo bento. «Spaghetti di riso saltati?», osservai. «Esatto, ne ho portato uno anche per te. Devi assaggiarlo, è buonissimo!», mi sorrise. «Vuoi dire che mi hai chiamato per pranzare insieme?» «Certo, Yumiko-san ha preparato questa delizia stamattina e ho deciso di portarne una porzione in più», mi allungò un’altra scatola. «Grazie… ma come sapevi che non sarei stata con Misato?», decisi di assecondarla prendendo dalle sue mani il pranzo preparato dalla governante degli Asakawa. «Non lo sapevo», alzò le spalle. «Rei!», esclamai d’istinto. «Oh, andiamo! Non stiamo facendo niente di male, no?», fece un sorrisetto malizioso e iniziò a mangiare. Io, un po’ riluttante, seguii il suo esempio. «Accidenti, è buonissimo!», esclamai sorpresa dopo il primo assaggio. «Che ti dicevo?», s’illuminò Rei. «Sai che non dovrei essere qui però…», sospirai poggiando da una parte il bento. «Miyuki, per favore… dopotutto mi avevi promesso di pranzare insieme, ricordi?» «No, non lo ricordo», le lanciai un’occhiataccia. «D’accordo, scusa. Però ora non lasciarmi mangiare tutto da sola, è un peccato buttare il cibo», disse inclinando la testa di lato. I suoi occhi blu mi catturarono immediatamente. «E va bene», ripresi a mangiare a testa bassa. Rei rise di nuovo: era strano vederla così felice... «Se vuoi puoi assaggiare anche questi», ricambiai offrendole quello che avevo portato da casa. «Hai preparato tutto tu, vero?», prese tra le bacchette un involtino fatto con la frittata. «È delizioso, Miyuki cucini in modo incredibile!», socchiuse gli occhi. «A vederti non sembreresti un’amante del cibo, sai?» 210
«Il fatto che non sappia cucinare bene come te non significa che non mi piaccia mangiare le cose buone», rispose continuando ad assaporare ciò che avevo preparato. «Non mi riferivo a quello, ma alla tua linea. Sei così magra» «Se è per questo anche tu lo sei. Forse... bruciamo in fretta», disse in tono malizioso. «Perché ti stai comportando così?», richiusi la scatola di bento ormai vuota. «Oh, andiamo. Era una battuta», ridacchiò. «Non fare finta di non capire», la guardai seria, alzandomi in piedi di scatto. «Vuoi spiegarmi cosa ci faccio qui?» «Non posso invitarti a mangiare il pranzo insieme?», replicò Rei mettendosi sulla difensiva. «Sai cosa intendo», la fissai stringendo i pugni. «Vorrei passare più tempo con te», si alzò e si avvicinò a passi lenti. «Ho riflettuto su quello che mi hai detto e...», mi prese una mano tra le sue. «Vorrei dimostrarti che sto cambiando, Miyuki», concluse lasciandomi di nuovo spiazzata. «Rei...», ritirai la mano. «A me sembra che tu non abbia capito niente invece» «Perché dici così?» «Se davvero ci tieni a me, lasciami in pace!», distolsi lo sguardo, sentendo il cuore battere furiosamente nel petto. «Devi rispettare la scelta che ho fatto» «Vuoi dire che, poiché frequenti Fujiwara, non posso più parlare o stare un po’ di tempo con te?» «Smettila!», mi arrabbiai. «Non voglio più assistere a una scena come quella di sabato in negozio» «Ok, cercherò di non urtare più così profondamente la tua adorata Fujiwara», disse ironica. «È inutile...», la guardai infastidita. «Tu non cambierai mai. Per te è tutto un gioco, vero?» «No, non lo è», si scurì in volto. «Non sto giocando con te!» 211
«Ah, no? E allora cos’è stata quella scenetta? Tutte quelle stupide e continue provocazioni?» «Ho semplicemente fatto capire a Fujiwara che faccio sul serio!», esclamò togliendomi il respiro. «Tu... faresti sul serio con me?», mi sfuggì una risata isterica. «Ma per favore! Solo due mesi fa mi hai detto che nella vita ci si deve divertire, che non credi nell’amore e nei sentimenti. Adesso invece, vorresti farmi intendere il contrario?» «È vero, lo pensavo», si avvicinò di più. «Magari avevo dei motivi per dire certe cose... Ma forse per te è più facile convincerti che io sia solo superficiale, non è così?» «La colpa è tua. Le persone si giudicano per come si comportano, non lo sapevi?», la freddai. Rei mi rivolse uno sguardo torvo: «Io non ho mai giudicato nessuno» «Già, ma non ti sei fatta problemi a trattarmi come un giocattolo e questo è anche peggio!» «Non sei mai stata un giocattolo!», mi strinse le mani alle spalle scuotendomi. «E allora perché mi hai baciata e… toccata senza preoccuparti minimamente dei miei sentimenti?», le inveii contro. «Perché non posso fare a meno di desiderarti!», ribatté ad alta voce. «Vorrei baciarti anche adesso, stringerti e... è così sbagliato?», mi incollò gli occhi addosso. «Certo che lo è! Sono impegnata con un’altra persona, te lo sei dimenticato?», mi allontanai liberandomi dalla sua presa. «Scusami, io... non mi sono mai sentita così», cercò di ricomporsi. «Davvero? Quindi, quella ragazza che hai sedotto mentre stava con Misato, tu... non provavi niente per lei?» Rei sgranò gli occhi e il suo volto sembrò perdere colore. «Te lo ha detto Fujiwara?» «Rispondimi!» «Che cosa ti ha raccontato?», si alterò. 212
«So che gliel’hai portata via» Rei abbassò gli occhi facendo scivolare le braccia lungo i fianchi: «Ti ha detto questo?» «Sì. Ho capito che si tratta di una storia dolorosa e rivangarla le fa troppo male» «Ma certo...», rise debolmente. «Quindi tu stai pensando che la mia sia una tattica per allontanarti da lei, è così?» La fissai senza rispondere. «Credi davvero che io non abbia di meglio da fare che divertirmi a distruggere la vita di Fujiwara?», chiese ancora più scura in volto. «Non dovrei?», allargai le braccia. «Le hai soffiato la ragazza, ti ci sei divertita e dopo l’hai abbandonata!», la guardai con biasimo. «Come se non bastasse, ti sei presa il suo migliore amico e adesso, guarda caso, ci stai provando con me!» «Vedo che ti sei già fatta un’idea tutta tua…», strinse le labbra. «Se vuoi sapere la verità, non ho mai toccato una ragazza... prima di te» Rimasi in silenzio, spiazzata da quella nuova rivelazione. «Miyuki, non ti sto mentendo. Dovresti chiedere alla tua fidanzata di raccontarti come stanno veramente le cose», continuò a difendersi. «E per quanto riguarda Yamato, è stato lui a venirmi a cercare. Non pensi che abbia già pagato la stupidità di fare sesso con uno come lui?» «Smettila di usare certi termini!», mi arrabbiai ripensando a Rei e Yamato avvinghiati riflessi nello specchietto. «È quello che è stato. Solo sesso! Non mi sono mai nascosta dietro a falsi moralismi», si fece di nuovo più vicina. «Ma con te è diverso» «Come faccio a crederti? Quando mi hai baciato la prima volta non lo hai forse fatto solo per divertirti e umiliarmi?» «No, non è così!», ribatté Rei, irriducibile. «Ricordi quando ti ho portato a fare il giro della scuola?», esordì lasciandomi confusa. «Il tuo nome mi ricordava qualcosa, poi a economia domestica hai detto che i tuoi avevano aperto una pasticceria chiamata Paradiso. A quel punto ho capito che eri ‘quella’ Miyuki con cui giocavo da bambina e... da quel momento ho iniziato a pensarti. Ero sconvolta per questo, credimi... erano senti213
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menti nuovi, forti e ingestibili», le si incrinò la voce. «Ma poi... quando sei venuta da me dopo aver picchiato gli amici di Ryo perché mi avevano offesa, ho provato un’emozione così forte che non sono riuscita a trattenermi. Per quello ti ho baciato!», prese un respiro. «L’ho fatto in modo sbagliato? Mi dispiace! Però adesso dimmi tu una cosa...», mi avvolse tra le sue braccia e mi strinse a sé. «… se quello che vedo accendersi nei tuoi occhi quando siamo vicine è lo stesso fuoco che si accende nei miei!», concluse colpendomi al cuore come solo lei sapeva fare. «Te l’ho già detto… Sei una ragazza attraente», cercai di sfuggirle, sentendo il mio corpo accendersi senza poterlo controllare. «Quindi è solo attrazione? Nient’altro?» «È strano sentire da te una frase del genere», lottai con tutte le mie forze per non cedere. «Vuoi davvero che mi faccia indietro?», mi sfiorò il volto con la mano continuando a tenermi stretta a lei. «Devi dirmelo», incalzò Rei vedendomi titubante. «Se ci tieni davvero a me... sì... per favore, non insistere», sentii gli occhi bruciare. «O finiremo per farci male sul serio», distolsi lo sguardo. «Allora è vero?», le sue labbra si allargarono in un sorriso triste. «Stai scappando...», disse piano mentre mi prendeva il mento tra il pollice e l’indice. Il cuore sembrò esplodermi in petto: Rei aveva ragione, non potevo ribattere. In quel momento non potei fare altro che arrendermi: chiusi gli occhi attendendo un bacio che non sarebbe mai arrivato. «Te lo avevo promesso... non lo farò più», sussurrò a un millimetro dalla mia bocca. «Se vuoi andare... per favore non voltarti più indietro», concluse. Per un intenso attimo mi persi nei suoi occhi blu e fui seriamente tentata di annullare la distanza che mi separava dalle sue labbra ma, ancora una volta, ciò che mi aveva raccontato Misato e il sogno di quella ragazza tornarono a tormentarmi: sarei finita come lei? Contesa e abbandonata? Fu la paura a mettere fine a quel confronto. Mi divincolai dalle sue braccia e corsi via senza voltarmi più indietro, proprio come Rei mi aveva chiesto. 215
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Fortunatamente, con il festival scolastico alle porte, nei giorni seguenti fummo tutte prese dai preparativi. Ero così concentrata sulle mie attività extra scolastiche da riuscire finalmente ad allontanare dalla mia mente quel maledetto sogno e tutto ciò che aveva comportato. Rei, dopo quell’episodio in terrazza, prese a salutarmi con gentilezza quando ci incontravamo in classe o per i corridoi della scuola, ma non mi cercò più. Smise anche di accompagnare sua madre in pasticceria. Ovviamente questo tranquillizzò enormemente Misato, ma in me lasciò un profondo senso di vuoto. «Ehi, Miyuki-chan! Serve un altro vassoio di plum-cake!», mi chiamò Yukino. Il nostro stand fu preso d’assalto appena il festival ebbe inizio. Tutto il gruppo di cucina era su di giri. «Oh, accidenti! Sono già finiti?», mi abbassai per sfilare dalla mensola sotto il bancone l’ultimo vassoio rimasto. «Cosa facciamo? Andiamo a cucinarne altri?», chiese presa dall’ansia un’altra compagna. «No... non abbiamo tempo», risposi pensando velocemente. «Però possiamo mettere in vista anche le torte», ne presi una iniziando a tagliarla a fette. «Ma quelle dovevamo lasciarle per l’ora di pranzo, sono appena le dieci e mezza del mattino!», esclamò Yukino trafelata. «Non abbiamo scelta», dissi facendo un sorriso alle persone in fila. «Signori e signore, abbiamo anche questa buonissima torta se volete favorire», sfoderai il mio sorriso migliore. «Come si vede che sai stare al pubblico Miyuki-chan, sei bravissima», si avvicinò la mia migliore amica. «In realtà è molto semplice» «No, non lo è affatto!» «Invece sì, guarda...», indicai le persone in fila alla cassa. «Sono tutti così felici», ridacchiai. «Questo è il potere dei dolci» «Sei incredibile», esultò Yukino soddisfatta, quando una voce familiare richiamò la mia attenzione: era Misato alle mie spalle. 217
«Eccoti», le andai incontro. «Sei pronta per la partita di oggi pomeriggio?» «Solo se verrai a fare il tifo per me», mi strizzò un occhio. «Certo che ci sarò. Mi daranno il cambio qui», le sorrisi e lei si spostò indicando due persone che stavano mangiando la torta che avevo preparato. «Ti presento i miei genitori», esordì spiazzandomi. «A-ah... buon-buongiorno!», mi inchinai impacciata sbattendo contro la testa di Yukino. «Buongiorno Miyuki-chan, siamo felici di conoscerti», disse sorridente la madre di Misato, anche suo padre sembrava contento. «Misato ci ha parlato così tanto di te, perché uno di questi giorni non vieni a pranzo da noi?» «Sì... grazie, ne sarò onorata», risposi ancora in preda all’ansia. «Tesoro, che ragazza carina ti sei trovata», esordì la madre di Misato portandosi una mano alla guancia. «Dai, Hitomi-chan, guarda, l’hai messa in imbarazzo», rise il padre del capitano finendo la torta. «Complimenti, sei bravissima a cucinare» «E dovresti sentire il suo bento, papà. È favoloso», rincarò la dose Misato. «Accidenti, una visita dei suoceri», bisbigliò al mio orecchio Yukino e io la colpii prontamente col gomito. «Porto i miei a fare il giro dell’istituto, ci vediamo dopo e… tienimi una fetta di torta da parte, ok?», mi strinse la mano Misato prima di andare. «O-ok...», risposi frastornata. «Guarda che se n’è già andata», mi scosse Yukino per le spalle. «Ecco, questo è il pezzo di torta per il capitano», mi porse un piattino. «Dove lo nascondiamo?» «Non mi aveva detto... che i suoi... sapevano di noi», blaterai. «Meglio così, no?», mi girò verso di lei incrociando i miei occhi. «Ehi, non sei contenta?» «Sì... però», portai le mani al volto che sentivo bruciare. «Non me l’aspettavo» «Dai, su! Adesso torna al lavoro», mi spinse alle spalle riportandomi al dovere e in quell’attimo vidi Rei in fila alla cassa affiancata da un’altra ragazza dai capelli castani ondulati. 218
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«Yukino-chan, tu sai chi è quella accanto alla capoclasse?», domandai sentendo un fastidio che ben conoscevo alla bocca dello stomaco. «È Nagisa Nishie, della terza A. Fa parte del consiglio studentesco», rispose Yukino fissando le due. «Sembrano in confidenza. È raro vedere Asakawa ridere a quel modo», mi fece notare. «Già...», sentii la rabbia aumentare non appena le due ragazze si avvicinarono. «Buongiorno Ikeda-san, Kaneda-san», ci salutò educatamente Rei. «Sono rimasti due cornetti farciti alla crema d’arancia?», chiese. «Siete fortunate, ce ne sono ancora un po’», esclamò Yukino allungando i cornetti alle due ragazze. Rei tornò a guardare l’altra ragazza. «Che te ne pare?» «È buonissimo!», esclamò Nishie. «Avevi ragione Rei-chan» «Sono contenta che ti piaccia», le rivolse un sorriso radioso la mia bella amica d’infanzia. Rimasi come una stupida a fissarle finché Rei non si voltò di nuovo verso di me: «Complimenti, siete state bravissime» «Grazie Asakawa-san», rispose Yukino al posto mio vedendomi in difficoltà. «Un bel dolce era quello che ci voleva», riprese l’attenzione Nishie. «Buon lavoro ragazze», fece un piccolo inchino poi sfiorò la spalla di Rei che mi fissò un’ultima volta prima di seguirla. “L’ha chiamata... Rei-chan”, strinsi una mano al petto frastornata. «Ehi, togli quell’espressione dalla faccia!», si arrabbiò Yukino. «C-cosa?», sobbalzai. «Vieni con me», mi trascinò via per un braccio. «Ragazze, cambio!», ordinò al gruppetto dietro di noi che stavano confezionando i biscotti nell’altro piccolo gazebo. «Ehi! Dove state andando?», ci richiamò una di loro. «Torniamo subito», ribatté Yukino trascinandomi in un angolo appartato della scuola. «Yukino-chan, che ti prende?», mi spaventai vedendo il suo volto contrarsi. 220
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«Che cosa sta prendendo a te piuttosto! E non raccontare balle!» «A me non prende niente!», abbassai gli occhi. «Bugiarda!», mi accusò. «Non so di cosa parli» «Parlo di Asakawa, non credere che non abbia notato come la guardi», mi spiazzò. «Dopo che vi siete parlate quel giorno, sei cambiata. Ogni volta che vi incrociate o lei ti saluta, diventi di colpo triste e oggi... era lampante che ti desse fastidio vederla al fianco di quella ragazza. Sei gelosa!» «Non è così», tentai di ribattere. «Io sto bene insieme a Misato!» «Smettila, non ti sto giudicando!», mi sgridò e io mi sentii improvvisamente fragile. «È così... io sto bene con Misato», portai le mani al volto scoppiando a piangere. «Miyuki-chan», addolcì la voce Yukino. «Scusami, non volevo», cercò di asciugarmi le lacrime. «Non fa niente», l’allontanai. «Torniamo allo stand adesso» «Aspetta», mi bloccò di nuovo lei. «Anche Asakawa ha dei sentimenti per te, proprio come Fujiwara... lo sai vero?» Non risposi. Mi limitai a guardare in basso la punta dei miei piedi che si faceva sempre più sfuocata. Yukino non disse più niente. Tornammo in silenzio al nostro posto di lavoro e io cercai in tutti i modi di concentrarmi su quella giornata e sulla partita di Misato, ma nella testa c’erano tante domande che riaffioravano di continuo: davvero Rei aveva dei sentimenti per me? Soffriva la mia lontananza? E allora quella ragazza di terza, quanto era importante per lei? “Sono impazzita”, mi strinsi nelle braccia mentre tutto l’istituto scoppiava in un boato dopo la vittoria della nostra squadra di basket femminile. Misato aveva realizzato gli ultimi tre punti regalandoci una splendida vittoria. Riuscii a stento a ricomporre i cocci della mia faccia e ad affrontare la mia ragazza che era, ovviamente, su di giri: «Miyuki, vieni a festeggiare con noi?», mi abbracciò. «Siamo in semifinale regionale, non è fantastico?» 222
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«Sì, sono contenta per te. Purtroppo però non posso rimanere», la strinsi un po’ di più. «C’è qualcosa che non va?» «No, assolutamente, ma sono stanchissima, è da stamattina alle cinque che sono in piedi, scusami», mi giustificai. «Certo, hai ragione. Senti, dico alle ragazze che ti accompagno a casa, ok?», mi strizzò un occhio. «No, devi andare con loro. Sei il capitano, Misato», mi affrettai a dire. «Ma io voglio stare con te e poi non voglio che torni a casa da sola, hai la faccia stanchissima», si preoccupò. «Stai tranquilla Fujiwara-san, accompagno io Miyuki-chan a casa», si fece avanti Yukino. «Sì, ti prego, vai a festeggiare con le ragazze», mi alzai sulle punte dei piedi dandole un bacio sulla guancia. «Allora... ti chiamo dopo, ok?», mi sorrise. «Kaneda-san, la lascio a te» «Tranquilla, penso io a lei», rispose dolcemente Yukino. Per quasi metà tragitto entrambe non pronunciammo parola, poi fu la mia migliore amica a rompere il silenzio: «Scusa per stamattina», disse cercando il mio sguardo. «Non importa», sospirai. «È tutto a posto» «Miyuki-chan», mi strinse una mano nella sua. «Mi sono comportata in quel modo perché ti voglio bene», spiegò dispiaciuta e a quel punto entrambe ci fermammo a guardarci. «Lo so, Yukino-chan, anche io ti voglio bene. Sei la mia migliore amica», le sorrisi. «Mi dispiace farti preoccupare ma... quello che ti ho detto stamani è la verità, io sto bene con Misato», affermai con decisione. «Non fraintendermi, tu e Fujiwara siete una bella coppia, ti ho sostenuto dal primo giorno, lo sai» Le feci un cenno d’assenso. «Ma...», prese una pausa. «I tuoi occhi... sono così diversi quando...» «Per favore, non dire altro», la bloccai sentendo di nuovo il dolore farsi largo nel mio petto. «Non so cosa tu possa aver percepito, ma tre me e Rei non c’è niente. Non potrebbe esserci in ogni caso perché è Misato che mi dà sicurezza» 224
«È questo dunque? Stai con Fujiwara perché ti da sicurezza?», spalancò gli occhi. «Misato mi piace» «Non devi convincere me», mi fissò. «Non mi fido di Rei!», sbottai alla fine sentendomi di nuovo fragile. «Lei... mi spaventa. Ogni volta che le sono vicina mi sento nervosa ed è... difficile mantenere il controllo», portai una mano al volto sentendo le guance bruciare. «Miyuki-chan, questo significa...» «Per favore, non parliamone più», tagliai corto. «Da amica avevo il dovere di dirti ciò che penso. È da parecchio tempo che volevo parlartene» «Cosa!?», mi allarmai. «Sì, da quando l’hai difesa davanti a Misato mentre Yamato cercava di infangarle la reputazione», annuì. «Poi… stamani la tua reazione è stata palese» «Dici che… se n’è accorta?» «Credo che se ne sia accorta anche Nishie. Infatti ha preso Asakawa e l’ha trascinata via all’istante», sospirò. «Tra poco ci saranno le vacanze estive, avrai tempo per capire meglio i tuoi sentimenti», cercò di rassicurarmi. «Ho già preso la mia decisione», mi ostinai a ribadire. «Quand’è così…», mi prese a braccetto. «Andiamo a casa adesso» Ero convinta che quella chiacchierata a fine giornata con Yukino mi avesse dato il colpo di grazia ma mi sbagliavo: sul cellulare mi attendeva ancora un messaggio di Rei. «Ciao Miyuki, mio padre mi ha regalato un cellulare. Avevo segnato in agenda il tuo numero e ho pensato di mandarti un sms. Come stai? Stamani ti ho visto strana, va tutto bene?» Al messaggio era allegata un’altra foto di me e Rei da piccole mentre mangiavamo dei biscotti. «Sono proprio una stupida», sentii le guance bagnarsi. «Sono diventata una frignona» Un attimo dopo il telefono squillò: era Misato. 225
«Ciao, ti disturbo?» «No, assolutamente. Che cos’è tutto questo rumore?» «Oh, beh... le ragazze hanno deciso di venire al karaoke», sospirò. «Tu sei arrivata a casa?» «Sì, sono entrata in questo momento» «È tutto ok?», chiese. «Hai una voce strana» «Te l’ho detto. Sono solo molto stanca. Domani starò meglio», mentii. «Divertiti» «Non riuscirò a farlo senza di te», sbuffò. «Ma cercherò di impegnarmi», rise. «Brava, te lo meriti. Allora... a domani», la salutai un’altra volta. *** Preparai il bagno e mi immersi nella vasca piena d’acqua profumata. Era quello che ci voleva dopo una giornata del genere: “Cosa devo rispondere a Rei?”, rimuginai. “Forse potrei far finta di non aver ricevuto il suo messaggio”, m’infilai sott’acqua trattenendo il respiro. Quella sera ci sarebbero state sicuramente molte ragazze pronte a provarci con Misato, perché non mi preoccupavo di questo? Perché avevo reagito in quel modo la mattina quando avevo visto Rei felice, in compagnia di un’altra ragazza? “Se se n’è accorta pure Yukino, significa che sono davvero grave”, strinsi le ginocchia al petto. “Cosa devo fare più di così? Devo cambiare classe?”, riemersi. «Basta!», mi arrabbiai con me stessa poi sentii mia madre chiamarmi, affacciandosi dalla porta scorrevole. «Tesoro, tutto ok? Parli da sola?» «Sì, stavo parlando da sola», le feci la linguaccia. «Ok, piccola figlia pazza», entrò facendo un sorrisetto. «Ho una bella notizia per te» «Davvero? Dimmi, oggi ne ho proprio bisogno» «Come mai? C’è qualcosa che non va?», mi chiese porgendomi l’accappatoio. 226
«La giornata è stata pesante», sospirai. «Giusto, avevi il festival scolastico. Mi dispiace di non esser potuta venire» «Non fa niente, so che siete impegnati a lavoro», le sorrisi. «Allora, questa bella notizia?» «Ti ricordi che avevamo programmato di andare qualche giorno alle terme per le tue vacanze estive?» «Sì, avevi detto che saremmo andate in montagna in un posto carino che ti aveva consigliato una cliente», iniziai a sentirmi meglio. «Ci andremo? Sul serio?» «Già prenotato!» «Oh, mamma è fantastico!», le saltai al collo. «Partiamo subito?» «Abbiamo prenotato le camere dal secondo giorno delle tue vacanze» «Benissimo! Ma... avete prenotato? E chi rimarrà in negozio se viene anche papà?» «In realtà non stavo parlando di tuo padre…», spiegò. «Saremo tutte donne», ridacchiò di nuovo. «E avremo stanze separate. Così voi ragazze potrete spettegolare fino a tardi. Non sei felice?», mi strizzò un occhio. «S-stanze separate? A... chi ti stai riferendo, scusa?», mi sentii invadere dal sudore freddo. «A Rei-chan, tesoro! Andremo con lei e Ritsuko», confermò i miei sospetti. «Ah... che bella notizia...», risi debolmente tra le braccia di mia madre che euforica si era messa a canticchiare. “E adesso?”, mi chiesi tentando di metabolizzare anche l’ultima devastante novità della giornata. ***
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Orange Cream di Scarlett Bell
con i disegni di Aeryn Sun
CONTINUA... Tutti i diritti riservati all’autore. Ogni riproduzione vietata. Sostieni il progetto leggendo i capitoli sul blog e iscrivendoti alla pagina facebook.
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