Officina Alkemica

August 9, 2017 | Author: carlott6906 | Category: Alchemy, Magic (Paranormal), Metals, Homo Sapiens, Soul
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Officina Alkemica Tanti siti trattano di temi quali "il Nuovo Ordine Mondiale", la "trappola planetaria", le "interferenze aliene" e tutto ciò che va a condizionare la vita degli esseri umani tenendo succubi le loro menti e chiusi i loro Cuori. Questo sito tratta invece dei metodi di trasformazione interiore che stanno alla base di una « scienza sacra » quale è l'Alchimia, metodi che permettono la liberazione dalla dittatura psichica che imperversa oggi sul pianeta, in Occidente come in Oriente, sotto i governi assolutisti così come al'interno delle cosiddette "democrazie". L'autore si propone, attraverso questo sito, così come attraverso i suoi libri, di trasmettere a UOMINI e DONNE che sentono il desiderio di aprire il proprio Cuore e liberare la propria mente, le conoscenze dell'Ars Regia, che conduce al risveglio della coscienza e alla serenità interiore. Solo nel senso di "strumento atto alla trasformazione psicologica e spirituale" viene qui intesa tale scienza sacra. Verrà illustrata una via esclusivamente pratica, fondata sui concetti fondamentali dell'esoterismo: la PRESENZA, la VOLONTA' e l'AMORE. Tale insegnamento non viene dato con l'intento di informare, ma con quello di condurre gli altri alla medesima liberazione interiore. In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Pad4 I processi dell'arte alchemica I mondi spirituali Il lavoro alchemico su di sé Trappola planetaria e alieni Links

© COPYRIGHT. Ecco cosa penso del copyright. Tutto ciò che io scrivo non mi appartiene, perché appartiene già all'Universo, e in questo corpo non c'è NESSUNO che se ne può attribuire la paternità. Il mio materiale siete liberi di riprodurlo, diffonderlo, interpretarlo, fraintenderlo, distorcerlo, alterarlo, potete copiarlo citando la fonte oppure pretendere di esserne voi gli autori, senza bisogno di chiedere il mio consenso. Mentre voi sarete impegnati a copiare ciò che ho scritto, io starò già producendo nuove intuizioni, nuovi modi di divulgare questi insegnamenti, sempre più belli e più elevati. Quegli autori che su internet pubblicano materiale minacciando denunce per "riproduzione anche solo parziale" dei loro scritti mi fanno ridere, sono la prova più evidente che il Sistema Sociale che ci vuole prigionieri su di loro ha avuto pienamente successo.

Vinca dunque la perseveranza, perché, se la fatica è tanta, il premio non sarà mediocre. Tutte le cose preziose son poste nel difficile. Stretta e spinosa è la via de la beatitudine; gran cosa forse ne promette il cielo. (Giordano Bruno, La cena de le ceneri, Dialogo II)

L'ARTE ALCHEMICA Introitus Obiettivi dell'Alchimia Nigredo - l'Opera al Nero Albedo - l'Opera al Bianco Rubedo - l'Opera al Rosso Sulla trasmutazione dei metalli Corrispondenze fra pianeti, metalli e aspetti psicologici

Alchimia - Scena dal film "La montagna sacra" di Alejandro Jodorowsky, 1973 La Magia ha il potere di esplorare e penetrare le cose che sono inaccessibili alla ragione umana. Perché la Magia è una grande saggezza segreta esattamente come la ragione è una grande follia pubblica. Paracelso, De Occulta Philosophia

Introitus ( sul significato del lavoro magico/alchemico ) La magia non è una superstizione degli antichi né una curiosità intellettuale per i salotti moderni; diventare mago non significa smettere di tagliarsi la barba, addobbarsi con paramenti di dubbio gusto estetico e imparare a memoria delle formule da recitare in stanze semi-buie di fronte a un altare... possibilmente con una donna nuda sdraiata sopra... come si ostinano a raccontare i cosiddetti esperti di magia - i quali d’altronde fanno quello che possono con il materiale cerebrale che la natura ha messo loro a disposizione! La magia concerne innanzitutto lo spalancarsi della coscienza del singolo individuo a nuove dimensioni e il conseguimento da parte sua di determinate facoltà sopranormali. Cerimoniali, formule e incantesimi – seppur indispensabili - costituiscono in fondo gli elementi più tecnici e grossolani dell’Arte. È giunto il tempo di distogliere lo sguardo da questi aspetti della magia che, per quanto possano veicolare conoscenze antiche e occulte, restano pur sempre relegati nella sfera dell’esteriorità, soprattutto se messi a confronto con tutta la somma di acquisizioni concernenti l’interiorità dell’individuo e la possibilità di una sua conversione in Uomo Nuovo.

Il mago/alchimista è un uomo che decide di affrontare un lavoro di tipo psicologico ( psyché=anima ) per trasmutare radicalmente la propria coscienza. Egli mira in primis a ottenere la c o n o s c e n z a - intesa non come acquisizione intellettuale, bensì identificazione completa con l'Uno - e, in seguito, l’immortalità e la capacità di comandare su certe forze che dimorano nel mondo astrale allo scopo di agire esotericamente sulla realtà materiale. Il che è esattamente ciò di cui parla Crowley nella sua famosa definizione: La concezione fondamentale della Magia è porre il Mago in condizione di influenzare il regno che sta aldilà delle apparenze, in modo che egli possa trasformare tali apparenze. Non si vede la ragione per cui a una persona che vuole diventare ingegnere, filosofo, avvocato o gastronomo debba essere fornita in apposite università tutta la documentazione e l’esperienza dei "maestri" del settore atta a produrre nell’aspirante la giusta conoscenza e quindi a fornir lui i corretti metodi operativi, mentre per quanto concerne essenziali sfere del sapere quali sono l’Astrologia, la Magia e l’Alchimia regnino da incontrastate sovrane la confusione, l’approssimazione e l’incapacità di discernere l’indispensabile dal superfluo. Un testo dove l’autore esprime il proprio punto di vista sulla Magia - fondandolo non su una sperimentazione alchemica interiore ma solo sull’acquisizione esteriore di materiale intellettuale proveniente da svariate fonti - non può certo venire considerato un testo alchemico, cioè uno scritto dove vengono esposte v e r i t à e non o p i n i o n i circa i temi trattati. Non è sufficiente leggere libri antichi e meditarci sopra per comprendere la magia. Essa va praticata! Ma ciò non lo si fa limitandosi a prendere parte a pompose cerimonie, bensì attuando la trasmutazione di sé per mezzo di tecniche occulte vecchie di millenni. E a nulla vale dare vita a un nuovo credo o movimento esoterico se non si è prima stati in grado di operare tale trasmutazione all’interno di sé. Nella nebulosa epoca moderna un qualunque filosofastro millantatore può sentirsi in diritto di espellere dalla propria mente un trattato sull’Alchimia o sulla Magia pur non avendo mai acquisito egli stesso nella pratica un determinato indispensabile grado di r i s v e g l i o interiore. La presente opera si ritiene un testo alchemico proprio in quanto non intende esprimere ipotesi od opinioni, ma verità certe e provabili. Ovviamente l’unica prova circa la veridicità delle affermazioni che qui si fanno solo il lettore può fornirla a se stesso, in quanto essa non potrà mai venir data dall’esterno sotto le sembianze di una formula matematica.

Ciò significa che l’aspirante, sperimentando su di sé con costanza e determinazione i metodi qui proposti, potrà guadagnarsi egli stesso l’accesso a nuove dimensioni della coscienza e alle forze archetipali che abitano i mondi spirituali, verificando da sé l'esistenza sia delle prime che delle seconde, senza doversi affidare alle parole di altri e rimanerne quindi sempre succube. Egli, praticando e sperimentando, potrà imparare a distinguere fra ciò che è un'esperienza della realtà spirituale e ciò che invece è unicamente una visione frutto di momentanea allucinazione mentale. L’Astrologia, la Magia e l’Alchimia non fanno parte della superstizione o della fantasia di uomini vissuti in altre epoche, esse sono scienze che, se correttamente applicate, trasformano l’individuo in qualcosa di superiore. Se le nozioni qui esposte non fossero totalmente verificabili nella pratica l’intero scritto non avrebbe alcun valore! Al praticante viene data la straordinaria possibilità di costruirsi un « corpo dell'anima », detto anche « corpo di gloria » o « corpo causale », e di ottenere così la « coscienza extracerebrale » - il che è ben diverso dall’accontentarsi di c r e d e r e nel corpo dell'anima. Gli viene così presentata l'occasione di poter toccare con mano la propria raggiunta immortalità – il che è ben diverso dal limitarsi a c r e d e r e o sperare nell’immortalità. Il mago/alchimista è un individuo che non si ferma all’acquisizione intellettuale di conoscenze o alla partecipazione a rituali, ma decide di lavorare su di sé per ottenere una reale trasformazione della propria coscienza; egli provoca una vera deflagrazione del proprio essere che è costretto a mutare in qualcosa di nuovo e sconosciuto. L'energia che lo muove è una indicibile sete di conoscenza che lo porta a desiderare con tutte le forze di poter "toccare" Dio, fino ad annullarsi in Dio egli stesso e scomparire in quanto individuo separato. Fonte del testo: LA PORTA DEL MAGO Salvatore Brizzi, Antipodi Edizioni, Torino (2007) E' fondamentale realizzare che gran parte dell'operatività è volta a sollecitare, estendere e raffinare la p r e s e n z a di sé, e non a perderla con frequenti stati di smarrimento, beatitudine, estasi o simili. L'operatore ricerca le esperienze enstatiche, che sono realtà non ordinarie entro di sé, anziché le esperienze estatiche, che sono realtà non ordinarie fuori di sé. Giorgio Sangiorgio, Agricoltura Celeste

Obiettivi dell'Alchimia L'Alchimia persegue i seguenti obiettivi (la Triplice Corona Regale): 1 · Fare sì che l'alchimista si identifichi con la Volontà Divina, o l'ntelligenza della Natura (divenire la Coppa del Graal). 2 · Portare l'alchimista a uno stato di coscienza di perenne innamoramento nei confronti della Vita e serenità interiore (fabbricare il Lapis Philosophorum). 3 · Permettere all'alchimista di divenire un « mago », cioè liberare la propria coscienza dalla « gabbia psichica » nella quale è trattenuto in questa sistema sociale, conseguire l'immortalità, invocare entità dai piani spirituali, acquisire il potere di trasmutare i blocchi della propria psiche (possedere la Lancia di Longino). L'alchimista lavora tutta la vita al fine di conseguire tali qualità: 1 · La liberazione dalla schiavitù psichica. La gabbia psichica nella quale siamo invischiati coinvolge i nostri tre corpi: fisico, emotivo (astrale) e mentale. Chi governa in maniera occulta il mondo ci tiene prigionieri attraverso i pensieri, le emozioni e le malattie fisiche (che sono una conseguenza delle emozioni negative). I pensieri vengono controllati attraverso l'educazione scolastica e l'azione dei mass-media. Le emozioni quali paura, senso di impotenza, malcontento e desiderio di vendetta vengono pianificate a tavolino e divulgate per mezzo di trasmissioni televisive e telegiornali. Il sistema immunitario viene indebolito attraverso l'inquinamento atmosferico, l'alimentazione, i vaccini e i farmaci. Liberarsi significa indentificarsi con l'anima immortale, aldilà dei tre corpi della personalità. 2 · L'immortalità della coscienza. Egli è morto alla sua personalità ed è rinato come anima immortale. La sua

volontà è ora identificata con l'Unica Volontà. Da ciò deriva che alla morte del corpo fisico il Mago se ne distacca senza perdere coscienza e prosegue la sua vita nei mondi spirituali dove lo attendono altri compiti. Se giunge al termine dell'Opera, spiritualizza la materia stessa del suo « corpo di carne » portandolo su una più elevata frequenza vibratoria (risurrezione della carne). 3 · La serenità interiore. Ha sciolto i suoi blocchi psichici, vive quindi la sua quotidianità nella Gioia, invaso da un costante senso di innamoramento nei confronti di tutti gli uomini e di tutto ciò che lo circonda, conseguenza del suo percepirsi "uno con tutte le cose". L'Amore è per lui la Legge, l'Amore al servizio della Volontà superiore ("Love is the Law, Love under Will." Aleister Crowley). 4 · L'attitudine a « servire ». Essendosi egli identificato con la Volontà Divina stessa, tutti i pensieri, le parole e le azioni non gli appartengono più. L'Uno opera attraverso di lui. A questo punto la sua vita diverrà inevitabilmente una continua tensione verso il miglioramento delle condizioni dell'umanità, non perché se lo imponga, ma unicamente come conseguenza del suo agire in questo nuovo stato di coscienza. 5 · La guarigione. Egli guarisce il suo corpo quando questo si ammala, ma, soprattutto, può prevenire ogni male fisico lavorando assiduamente sulla trasmutazione dei suoi pregiudizi e delle sue emozioni negative. A un certo grado di iniziazione può usare il Fuoco per favorire la guarigione negli altri esseri umani. 6 · Il potere di dominare la materia fisica - divenendo, almeno potenzialmente, capace di operare la trasmutazione dei metalli - e il potere di invocare e governare entità che vivono su altri piani. Entrambi questi due poteri gli sono conferiti dalla capacità di governare e trasmutare innanzitutto gli elementi psichici all'interno di sé. 7 · La chiaroveggenza. L'alchimista percepisce per empatia - attraverso l'uso del Cuore, con un atto d'amore - il significato nascosto dell'anima di chi gli sta di fronte, cioè la particolare qualità che quell'anima è venuta a esprimere sulla Terra. Come conseguenza di ciò può anche divenire in grado - ma non è detto che accada a tutti - di cogliere i mondi spirituali durante il suo normale stato di veglia, e può dunque osservare i corpi sottili degli altri uomini scorgendone le emozioni, i pensieri e in alcuni casi anche la storia passata e futura. Può praticare la telepatia. Egli può anche divenire cosciente nei propri corpi sottili e assumerne il completo controllo. Ciò significa che il mago può abbandonare il suo corpo fisico e spostarsi in quelli superiori (es.: il corpo astrale utilizzato nello « sdoppiamento astrale ») utilizzando coscientemente tali veicoli per viaggiare nelle dimensioni spirituali. Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare. Non rallegratevi però perché i demoni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli. Lc 10,18-20

Nigredo - L'Opera al Nero L'alchimista completo è un uomo che ha trasmutato la sua natura inferiore fino a farsi a immagine e somiglianza di Dio. Ciò non siginifica che il suo attuale Io è divenuto così grande da somigliare a Dio, bensì esattamente il contrario: il suo Io personale - con tutti i suoi desideri terreni - è morto lasciando spazio a una Volontà superiore che adesso opera attraverso di lui. L'Io che desidera diventare un alchimista non potrà mai diventarlo. L'Io che desidera diventare immortale non potrà mai diventarlo. Se anche ciò potesse succedere sarebbe una tragedia, poiché l'Io è schiavo di pensieri e desideri egoistici e separativi che lo indurrebbero a usare i nuovi poteri acquisiti per fini personali, alimentando in tal modo un karma sempre più infelice per il suo futuro. Ma ciò non può succedere, o almeno, non può succedere a livello assoluto; ma a livello relativo chi intraprende un lavoro alchemico spesso si illude ancora per un lungo periodo di poter evolvere esotericamente al fine di ottenere sempre di più per sé in termini di conoscenza e poteri occulti. L'Io non può divenire immortale perché appartiene alla personalità dell'individuo, alla sua parte terrena e mortale; dunque l'Io non può per definizione approdare all'immortalità assoluta, la quale è una caratteristica divina, cioè una prerogativa dell'anima. Tutto ciò che può fare l'Io di un uomo che vuole evolvere sulla strada dell'alchimia è morire, disintegrarsi, annullare la propria volontà personale in quella dell'Assoluto lasciando che Lui agisca per suo mezzo. La misura della bravura con cui un alchimista è in grado di operare con la materia, dentro di sé e fuori di sé, è data dal suo progressivo annullarsi nello stato di coscienza divino. Più si abbandona al Superiore più Quello è libero di agire attraverso di lui e quindi di operare trasmutazioni sempre più elevate.

Allora le finalità di tali trasmutazioni non saranno più di carattere personale, miranti cioè a soddisfare gli appetiti dell'Io, bensì dettate unicamente dal desiderio di aiutare l'evoluzione dell'umanità e del cosmo intero.

Questo importante assunto va tenuto bene a mente dall'allievo alchimista lungo tutto il corso del suo apprendimento. Egli non deve mai scordare, pena la mancata riuscita di tutti i suoi obiettivi, che l'individuo che oggi desidera divenire immortale non è e non può essere lo stesso individuo che domani lo diverrà. Tale uomo dovrà progressivamente morire e lasciare il posto a un Uomo Nuovo. Un mortale non può divenire immortale. Un'entità che sente di essere nata in dato istante nel passato, necessariamente dovrà morire in un altro istante nel futuro. L'unica soluzione è dimenticare sé stessi per identificarsi interamente con un'entità che non è mai nata e non morirà mai: l'anima. Il processo della morte dell'Io - cioè di tutti i desideri personali dell'allievo alchimista - è detto nigredo, l'Opera al Nero, la « putrefazione ». Questa è l'impresa più difficile alla quale l’uomo possa mai sperare di giungere. È l'impresa dell'Eroe. L'alchimista si impegna a lavorare sistematicamente tutti i giorni per uccidere ciò che lui stesso è. La prima fase del lavoro alchemico è infatti la più ardua, lunga e delicata. Una volta portata a compimento questa in maniera perfetta, le fasi successive saranno rapide e semplici. Il mago/alchimista deve possedere tali qualità: · Volontà ferma. · Costanza. · Coraggio. · Desiderio di amare tutte le cose e tutti gli uomini. · Spirito di sacrificio per il bene degli altri. Tutta la prima lunga fase del lavoro - conosciuta come dissociazione dei misti in termini alchemici - è illustrata nella sezione Lavoro Alchemico, che costituisce il corpo centrale del sito e, più in generale, dell'insegnamento ermetico. L'Opera al Nero consiste in massima parte nell'attenta e costante osservazione di sé condotta dall'alchimista giorno dopo giorno. Un'osservazione distaccata, che non è macchiata da alcun giudizio, né di compiacimento né di rifiuto nei confronti degli aspetti del proprio carattere che inevitabilmente vengono alla luce. Egli si sforza di restare al di sopra delle divisioni fra bene e male, giusto e sbagliato in tutte le questioni che gli si presentano, interiori o esteriori che siano. Il ricordo di sé è il mezzo attraverso il quale l'osservazione può potenziarsi e divenire una tecnica rapida ed efficace. Parallelamente al ricordo di sé deve inziare il lavoro sull'immaginazione negativa e sulle emozioni negative, come descritto nella succitata sezione del sito. L'osservazione neutrale che l'alchimista applica a tutte le manifestazioni di giudizio, desiderio, fastidio, depressione o contentezza... che fanno parte della sua personalità, fa sì che queste perdano progressivamente potere su di lui, divengano oggetti da lui slegati, fino a morire. E insieme ai desideri e alle repulsioni perisce anche il piccolo Io che da essi era tenuto in vita.

La pseudo-chiaroveggenza Nel corso del processo di « dissociazione dei misti » si manifestano spesso le più svariate reazioni. A causa del progressivo allontanarsi del centro di consapevolezza dell'individuo dall'identificazione con la sua macchina biologica, molti aspetti di questa, prima tenuti a bada da una forte presenza dell'Io, vengono ora disordinatamente alla luce e possono pertanto prodursi visioni: proiezioni simboliche del contenuto della psiche e delle forze che si muovono nel corpo, e quindi sempre facenti parte della natura inferiore. Non creda dunque l'aspirante di aver ottenuto solo per questo la chiaroveggenza. Tale qualità sopraggiungerà con l'Opera al Bianco, e implica un vedere a partire da un nuovo organo di percezione: il Cuore. Tutte le visioni astrali antecedenti questa fase riguardano unicamente incursioni disordinate in un mondo nel quale l'allievo per il momento può solo manifestare le stesse capacità di percezione e discriminazione di un infante appena giunto sulla Terra.

Se egli non si è ancora liberato dai legami mentali, emotivi e fisici della sua natura inferiore non potrà che vedere proiezioni astrali di tale natura, siano esse piacevoli o spiacevoli, e mai una verità oggettiva appartenente al piano dell'anima. Fonte del testo: OFFICINA ALKEMICA - l'Alchimia come via per la felicità incondizionata Salvatore Brizzi, Antipodi Edizioni (2006) Che posso dirti di più, figlio? Soltanto questo: una visione semplice si è prodotta in me... Sono uscito da me stesso ed ho rivestito un corpo che non muore. Ora, non sono più lo stesso, ho avuto nascita intellettuale... Non sono più colorato, tangibile, misurabile. Non vedo più i corpi nelle tre dimensioni. Tutto ciò mi è estraneo... e non è con gli occhi fisici che ora mi si può vedere. dal Corpus Hermeticum

Albedo - L'Opera al Bianco Concentrare i propri sforzi sull'osservazione di sé, sui pensieri e sulle emozioni porta alla nascita dell'osservatore, una nuova entità che guarda con distacco le attività della macchina biologica umana e acquisisce nel tempo una capacità sempre maggiore di controllarla. A questo punto si va incontro a un pericolo dal quale è indispensabile mettere in guardia il neofita. L'osservatore - la parte dell'individuo che vuole liberarsi e che si è manifestata fin dai primi passi sul sentiero diviene sempre più potente e sempre più capace di sottomettere la personalità al suo volere. A un dato momento questo osservatore diviene il maggiordomo, secondo la terminologia esoterica, cioè un'entità in grado di impartire ordini all'interno della casa e di farsi obbedire dal resto della servitù: emozioni e pensieri. È a questo punto che l'alchimista può cadere nel tranello e pensare di aver realizzato il suo traguardo. Ma il potere di dominare su pensieri, passioni ed emozioni non rappresenta ancora il conseguimento finale. Egli staziona adesso in una sorta di Terra di mezzo, un punto neutro, che di norma causa una insopportabile sensazione di incertezza. È morto l'uomo ordinario che lui era, ma non è ancora nato l'« Uomo Nuovo ». Il controllo che egli ha acquisito non è ancora frutto dell'identificazione con l'entità spirituale - l'anima - bensì conseguenza della creazione di un centro di gravità permanente, capace di mettere ordine in casa, ma ancora facente parte della servitù, la natura inferiore, la personalità. Il padrone di casa tarda ad arrivare. È in questa "terra di nessuno" che l'aspirante Mago viene sottoposto alla tentazione. Gli si presentano due vie: il Sentiero della Mano Destra e quello della Mano Sinistra. Nel primo si pone la propria volontà al servizio dell'Uno, nel secondo si ha l'ardire di rifiutare ogni genere di obbedienza e si prosegue nel lavoro alchemico per fini egoistici. Egli potrà superare la situazione di stallo rivolgendosi alle forze diaboliche (evocazione), subito pronte ad accogliere il neofita nelle loro schiere, oppure a quelle spirituali (invocazione), anch'esse pronte ad assisterlo, ma più difficili da raggiungere, in quanto il contatto con loro richiede determinazione a servire e a sacrificarsi per il bene dell'umanità. L'Ego con i suoi desideri di POTERE, DENARO e SESSO deve essere « sacrificato » (=fatto sacro). Si noti che finché un uomo non ha dominato le sue passioni e l'incessante lavorìo mentale della sua natura inferiore, è solo un burattino e non riveste alcuna utilità né per i diavoli, né per gli angeli! Le tentazioni giungono solo quando l'uomo ha già creato in sé un centro di gravità permanente, e si è quindi portato piuttosto innanzi nel suo processo evolutivo. La formulazione del pensiero "Non sia fatta la mia, ma la Tua volontà" (Lc 22,42) è il segno che la via della Mano destra è stata preferita. Allora il padrone di casa prende il posto del maggiordomo. L'individuo si identifica con l'anima e l'Uomo Nuovo può nascere. L'Opera al Bianco si è compiuta.

In realtà l'osservatore, il maggiordomo e il padrone di casa sono il risultato del progressivo spostamento del centro di consapevolezza dell'individuo dal cervello al Cuore. Il che equivale al passaggio dal corpo fisico al « corpo di gloria », o dalla personalità all'anima. L'Opera al Nero e l'Opera al Bianco si muovono parallelamente. Durante il procedere della prima avanza anche la seconda. In queste fasi del lavoro alchemico ci si distacca sempre di più dalla personalità, ma al contempo si costruisce già il « corpo di gloria », il « vaso dell'anima ». Ci si allontana dalla caotica e irrefrenabile attività del cervello, ma solo per traslarsi ogni giorno di più in un nuovo organo di senso: il

Cuore. La conclusione si ha nell'identificazione completa dell'Io con l'anima, il che implica l'apertura del Cuore all'amore e la capacità dell'individuo di agire coscientemente nel suo corpo fluidico, o astrale. L'apertura del Cuore altro non è che la ricezione del donum dei, cioè la fabbricazione in sé del Lapis Philosophorum. La tanto agognata Pietra Filosofale è in verità l'attitudine a provocare in sé stessi l'amore attraverso un cosciente utilizzo del centro del Cuore - e a indirizzarlo nelle opere magiche quali la guarigione o la trasmutazione. Nessuna vera opera magica è fattibile se non a partire da uno stato di innamoramento. Le opere, per quanto straordinarie, compiute sfruttando poteri psichici - innati o acquistati con l'esercizio anziché il « donum dei », fanno parte della Magia Nera e producono un effetto limitato nel tempo, oltre che provocare un karma negativo per l'operante. È infatti possibile agire coscientemente nel corpo astrale, o sviluppare la chiaroveggenza, così come altri poteri, anche senza aver compiuto un reale processo alchemico, ma semplicemente dedicandosi a particolari tecniche, dette « acque corrosive ». Tuttavia i poteri così ottenuti appartengono ancora all'Io, alla personalità, la "macchina biologica" e non ancora all'anima. È importante che le frasi "Amate i vostri nemici" (Mt 5,44), "Non sia fatta la mia, ma la Tua volontà" (Lc 22,42) e "Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la Sua opera" (Gv 4,34) impregnino la coscienza dell'aspirante già dall'inizio del suo percorso. Queste affermazioni incarnano infatti l'essenza dell'Ars Regia, dall'Opera al Nero fino all'Opera al Rosso, che sarà affrontata più innanzi e che costituisce il compimento ultimo dell'Opus Magnum. L'intera Scienza dei Maghi si fonda su tali pilastri. Più in particolare "Amate i vostri nemici" (Mt 5,44) riassume occultamente l'Opera al Nero, l'Opera al Bianco e l'Opera al Giallo. Le altre due frasi riassumono l'Opera al Rosso: la cristificazione della materia. Polarizzare quotidianamente la propria esistenza su queste frasi apre un canale alle energie dei piani superiori, che in tal modo possono scendere a coadiuvare gli sforzi dell'allievo, e consente alle entità angeliche di proteggerlo da "presenze sottili" indesiderabili. Il vantaggio di invocare e lasciarsi attraversare dalle forze che agiscono dall'alto risiede nel fatto che esse non combattono sullo stesso piano dell'avversario, come invece è costretto a fare il neofita, che deve lavorare sulla sua personalità con una parte di questa stessa personalità. L'alchimista che volesse ottusamente concentrarsi solo sull'Opera al Nero - cioè sulla dominazione della natura inferiore - senza badare all'aspetto amore, che si esprime nell'apertura del Cuore e nella volontà di servizio per l'umanità, avrebbe possibilità molto minori di riuscire nella sua impresa, poiché agirebbe senza l'aiuto delle energie provenienti dai piani superiori. Inoltre si ritroverebbe a un dato momento nella « Terra di mezzo » senza alcuna connessione con i mondi spirituali più elevati e le entità angeliche che li abitano. A quel punto, a causa della ristrettezza del suo Cuore, la sua scelta ricadrebbe quasi inevitabilmente sul Sentiero della Mano Sinistra. Per chi invece combatte contro i draghi protetto dallo scudo di Cristo, nigredo e albedo giungono a compimento in rapida successione. I risultati sono: - L'apertura del Cuore e di conseguenza la capacità di spostare a piacere il proprio centro di consapevolezza dall'apparato psicofisico all'anima, quindi l'ingresso in uno stato di coscienza di amore incondizionato verso gli eventi e le persone. - La produzione dell'Argento, cioè la realizzazione definitiva del corpo mercuriale, o corpo di luce, o « corpo di gloria » - il tempio dell'anima; evento grazie al quale diviene possibile, in seguito al dovuto addestramento, viaggiare nel mondo astrale con il nuovo corpo come veicolo. - L'immortalità. Alla morte del corpo fisico il Mago è ora certo che resterà in vita, poiché il suo centro di consapevolezza si trova già ora nel corpo causale. Tuttavia questa non è ancora l'immortalità assoluta, in quanto quando l'alchimista si identificherà con l'Uno stesso, anche il corpo dell'anima verrà abbandonato e il corpo dell'Uomo Nuovo sarà l'intera Creazione. Fonte del testo: OFFICINA ALKEMICA - l'Alchimia come via per la felicità incondizionata Salvatore Brizzi, Antipodi Edizioni (2006)

Agli dèi bisogna farsi simili, non già agli uomini da bene: non l'esser esenti dal peccato, ma l'essere un dio è il fine. Plotino

Rubedo - L'Opera al Rosso L'alchimista a conclusione dell'albedo è capace di coscienza extracerebrale, è in grado cioè di percepire la realtà al di fuori del vincolo fisico del cervello. La sua coscienza - il suo senso di sé - si è spostata dalla testa al Cuore, in una regione situata al centro del petto. Non si intende il Cuore in senso fisico, ma « sub specie interioritatis », nel senso interiore, in quanto trattasi di organo che si colloca sul piano dell'anima. Il Mago ora pensa e vuole come un Uomo Nuovo, la cui volontà non è più la semplice espressione dei desideri e dei fastidi della macchina biologica, ma il risultato della completa identificazione col volere dell'anima. I suoi pensieri non sono più l'effetto collaterale della necessità di assicurare la sopravvivenza alla personalità mortale, ma intuizioni artistiche provenienti dal "mondo delle idee". Egli è anima e non più persona. Per progredire nella capacità di viaggiare nei mondi spirituali e quindi divenire in grado di portare a compimento determinati servizi all'umanità muovendosi su tali piani, è indispensabile che egli assuma come guida un Mago più esperto che lo illumini sui segreti e sui pericoli di tali mondi e sulle tecniche da mettere in atto per acquisire maggiore efficacia d'azione. Il neofita è infatti nei suoi nuovi corpi come un neonato ai suoi primi giorni di vita: indifeso, solo vagamente cosciente, all'oscuro dei pericoli così come delle fantastiche possibilità a sua disposizione.

La fase successiva del progresso prevede l'ignificazione della luce astrale o rubedo. Come l'allievo avrà già avuto modo di notare attraverso la pratica, in realtà le varie fasi del processo alchemico non sono rigorosamente successive e confinate entro limiti esattamente definiti. Ad esempio si è detto in precedenza che nigredo e albedo (solve et coagula) procedono parallelamente: alcune sostanze già disciolte iniziano a coagulare mentre altre stanno ancora disciogliendosi. Ora si osservi che la fase di rubedo - spiritualizzazione della materia per discesa del Fuoco - inizia già al termine dell'Opera al Nero - creazione di un « testimone » e dissociazione dei composti psichici della personalità - e contribuisce in maniera essenziale alla fissazione del « corpo di gloria ». Spesso, sebbene in forma più blanda, inizia ancor prima, in pratica ogni volta che l'individuo è in grado di porsi in uno stato particolarmente ricettivo rispetto alle influenze superiori: "Non sia fatta la mia, ma la Tua volontà" (Lc 22,42). Nell'Opera al Rosso il Mago acquieta il suo corpo fisico di modo che i cinque sensi restino inattivi - come nello stato di meditazione - quindi ritira temporaneamente la sua coscienza nei veicoli sottili aprendo così i propri occhi su quei piani... e finalmente può portare a termine la Grande Opera, l'alchimizzazione della Terra, la trasmutazione del Piombo (il corpo fisico) in Oro (Spirito) dopo essere già passato per l'Argento (anima). Solo agendo come anima e non più come personalità egli ha il potere di spiritualizzare il corpo a mezzo dell'elemento Fuoco - lo Spirito Santo che egli fa discendere su di lui. Tale opera di « cristificazione » della materia si realizza solo se lo Spirito discende nel corpo attraverso l'autoconsapevolezza data dallo sviluppo dell'anima, cioè l'identificazione dell'uomo con il suo Sé. Il Fuoco Celeste interviene fin dall'inizio dell'Opera al Bianco, ma in questa fase esso viene ulteriormente intensificato e fatto discendere « nel fondo del vaso » o « nel buio della miniera » a risvegliare il « cadavere », la macchina biologica addormentata. Rendere immortale la carne - la resurrezione nella carne e della carne - è il raggiungimento finale; la discesa dello Spirito Santo e l'ascesa della materia. Risulta chiaro come tale redenzione della materia la si possa effettuare solo prendendo le mosse da un principio superiore. Solo ora che il Mago ha la sua coscienza ben ferma nei mondi spirituali e non più nel cervello fisico, può agire liberamente - da padrone di casa - sulla sua carne e infonderla di Spirito. Come avrebbe potuto, prima, trasmutare il « cadavere » restando al contempo identificato con il suo Io mutevole, che è la coscienza di tale cadavere? Ora tutto è compiuto, egli è "assunto nei Cieli con tutto il corpo". L'assunzione nei Cieli con tutto il corpo indica pure che l'Universo stesso - l'intera manifestazione - è divenuto il corpo del mago. La sua coscienza non è più duale e separativa, non esiste più la divisione soggetto/oggetto: egli è l'Uno che si rende manifesto attraverso un Universo. L'Ego e il mondo non sono più

due entità separate. L'Uomo Nuovo realizza che l'Ego non è mai stato presente, se non come illusorio senso di separazione dal resto del Creato: i suoi piccoli desideri sono scomparsi, non c'è più nulla da fare o da ottenere; persino il supremo desiderio di conseguire l'illuminazione ha perso consistenza. L'individuo si è auto-immolato, si è « sacrificato » (=fatto sacro). Ora c'è solo Quello. Fonte del testo: OFFICINA ALKEMICA - l'Alchimia come via per la felicità incondizionata Salvatore Brizzi, Antipodi Edizioni (2006)

Sulla trasmutazione dei metalli La nostra Medicina si può fare in ogni luogo, in ogni tempo, in ogni ora, in ogni persona, si trova per ogni dove e non c'è necessità di far nulla in senso esteriore. Ma quelli che dicono altrimenti mirano ad occultare la Scienza. Poiché ti dico che tu stesso, quando la conoscerai, la occulterai. Perciò, non stupirti se essi la nascondono, questa essendo la volontà di Dio. Turba Philosophorum Può essere istruttivo a questo punto mettere l'accento sul rapporto che intercorre fra il lavoro interiore dell'uomo e la trasmutazione dei metalli al di fuori di lui. Fra le forze racchiuse nella macchina biologica e alcuni metalli esistono relazioni « magiche » di tipo analogico. L'individuo che sia riuscito nell'impresa di operare la trasmutazione di un'emozione negativa in « emozione superiore » dentro di sé, sarà pure in grado di trasmutare in Oro il metallo che corrisponde analogicamente a tale emozione. Alcuni esempi potranno fugare ogni dubbio circa il significato di quanto detto. Si dà il caso di un individuo dal carattere aggressivo, il quale, avendo iniziato un lavoro su di sé per il proprio perfezionamento, si accorge, grazie all'osservazione condotta in maniera spregiudicata, che tale suo comportamento non dipende da eventi esterni sfavorevoli, ma costituisce una caratteristica della sua personalità. Egli prende allora la risoluzione di trasmutare tale rabbia in qualcosa di superiore. Le emozioni superiori corrispondenti alla rabbia e all'aggressività sono l'irruenza e l'impeto nell'azione. Gesù in occasione della cacciata dei mercanti dal tempio non è stato aggressivo o rabbioso, bensì irruente e impetuoso come un guerriero o un fiume in piena. Esternamente le due manifestazioni appaiono identiche, ma interiormente mentre l'emozione più bassa è intrisa di odio, quella più elevata rappresenta una sfumatura dell'amore. Il samurai e il cavaliere templare combattono con tutte le loro forze, ma al contempo si mantengono interiormente quieti, perché amano e rispettano il loro nemico. Applicando quotidianamente il Lavoro Alchemico e concentrandosi in maniera particolare sulla sua aggressività il praticante entra sotto l'influsso di Marte. Questo pianeta, come ogni altro, non è che la manifestazione più materiale e grossolana di una deità, la quale si trova in un rapporto analogico con alcuni aspetti psichici: l'aggressività, la temerarietà, la rabbia, la violenza, la vendetta, la guerra da una parte, l'irruenza, il coraggio, la determinazione, la forza dall'altra. L'energia dell' « astro » è sempre la stessa, ma dall'uomo può essere incarnata nel suo aspetto inferiore oppure in quello superiore. Il fatto stesso che l'individuo decida di lavorare su un suo aspetto psicologico fa sì che egli si ponga automaticamente sotto l'influenza sottile del pianeta corrispondente a tale aspetto. Quel pianeta volge la sua attenzione, il suo sguardo benevolo, verso di lui. Il lavoro alchemico infatti concerne non solo l'evoluzione personale del singolo e quella dell'umanità intera, ma è pure - e soprattutto - un lavoro cosmico. Pertanto l'uomo che intraprende un percorso magico è immediatamente aiutato nella sua impresa dalle forze cosmiche evolutive... così come è immediatamente ostacolato dalle forze della meccanicità e dell'addormentamento. Nella misura in cui è aiutato, egli aiuta; infatti Marte stesso compie un salto evolutivo ogni volta che un uomo sulla Terra trasforma definitivamente la sua rabbia in un sentimento superiore e più sottile. A ogni pianeta, per analogia, si possono far corrispondere uno o più metalli. Marte, per esempio, è in rapporto diretto con il Ferro. Quando un bel giorno l'aspirante, trovandosi di fronte a un'ingiustizia, anzichè reagire con il solito attacco di rabbia, interviene sempre con forza e decisione, ma restando calmo interiormente, ciò è segno che egli ha conseguito la capacità di trasmutazione nei confronti di una forza psichica presente nella sua macchina

biologica. La conseguenza è che potrà operare la medesima trasmutazione anche all'esterno di sé, cioè nel Ferro, mutandolo in Oro. Un altro esempio. Al pianeta Venere corrisponde analogicamente il metallo Rame. Gli aspetti psicologici legati a Venere sono, per quanto concerne le manifestazioni più elevate: l'amore, l'erotismo, la capacità di cogliere e creare la Bellezza. In basso esse divengono lussuria, perversione, attaccamento all'aspetto fisico, forme d'arte banali o degenerate, incapacità di cogliere il Bello delle cose. Nel momento in cui l'uomo trasforma la lussuria in erotismo e l'attaccamento in amore allora diviene anche capace di trasmutare il Rame in Oro. Lo stesso si verifica quando egli impara a creare e disseminare quotidianamente Bellezza - anziché banalità e confusione - con i suoi pensieri e le sue azioni. ( Per maggiori ragguagli circa le corrispondenze fra pianeti, metalli e aspetti psicologici cliccare sul link e salvare il documento di word. )

Le operazioni Una volta operata la trasmutazione interiore da Veleno in Farmaco di un suo aspetto psicologico, il mago/alchimista ha conseguito una « capacità », quindi è « in potenza » capace di trasmutare un determinato metallo in Oro. Ciò però non implica che egli automaticamente sappia come operare con le energie sottili e con la materia atomica al fine di attuare la trasmutazione. Non basta infatti volerlo perché la trasmutazione avvenga; è indispensabile si conoscano anche gli aspetti più tecnici. Riguardo alle specifiche operazioni magiche da mettere in atto onde ottenere nella pratica la trasmutazione di un metallo in Oro, ci limitiamo per ora a riportare alcuni brani concernenti questo argomento che abbiamo tratto dalle fonti da noi ritenute più attendibili. La trasmutazione dei metalli si raggiunge riducendo un pezzo di metallo allo stato atomico e riordinandone gli atomi in altra forma. Tratto da: IL CORPO ASTRALE - E RELATIVI FENOMENI Arthur E. Powell, Alaya Edizioni, Diegaro di Cesena (FC) 2004 Alchimia significa trasformare una qualità della forma in un'altra. E' importante porre l'accento sul cambio di qualità. La forma visibile esteriore può cambiare, ma potrebbe anche non farlo. L'Oro è l'espressione esteriore della qualità degli atomi fondamentali (anu) che lo costrituiscono, esattamente come il Piombo. Essi sono costituiti di anu in quantità e qualità diverse. Soltanto degli anu che vibrano a una frequenza specifica, molto alta, possono venire attratti per formare l'Oro. Portate il mercurio a uno stato in cui gli anu cominciano a perdere coesione, aumentate la loro frequenza vibratoria fino a raggiungere quella dell'Oro, applicate una forza di attrazione esterna, comparabile a quella dell'Oro, e, secondo la teoria occulta, dovrebbe verificarsi la trasmutazione. Tratto da: IL DIARIO DI UN ALCHIMISTA Douglas Baker, Edizioni Crisalide (1977) Il fenomeno di disintegrazione può anche prodursi mettendo in gioco vibrazioni rapidissime che si oppongono alle forze di coesione delle molecole dell'oggetto. Queste vibrazioni separano le molecole negli atomi che le costituiscono. Un corpo ridotto così allo stato eterico può essere spostato da un luogo all'altro con grandissima rapidità, ed appena ritirata la forza che è stata messa in azione, la pressione fa riprendere all'oggetto il suo primitivo stato. E' necessario spiegare come la forma di un oggetto si conserva quando viene disintegrato e poi rimaterializzato. Se per esempio si riscalda una chiave metallica sino a renderla liquida, quando poi si raffredda il metallo si solidifica, ma invece di una chiave si ha soltanto un informe pezzo di metallo. Ciò dipende dal fatto che l'essenza elementale che conserva la forma di chiave si è dissipata durante il suo cambiamento di stato; non che l'essenza elementale subisca l'azione del calore, ma perché il suo corpo temporaneo è distrutto come solido, e quindi essa si riversa nel grande serbatoio da ci proveniva, allo stesso modo che i principi superiori dell'uomo, indifferenti al calore, sfuggono dal corpo fisico quando questo viene distrutto dal fuoco. Per conseguenza, quando il metallo della chiave è di nuovo solidificato, l'essenza elementale « terrena » che allora va a riempirlo non sarà la stessa di prima, e non vi sarà quindi ragione perché ritenga la forma di chiave.

Ma l'uomo che disintegra una chiave per portarla da un posto a un altro, dovrebbe aver cura di mantenere l'essenza elementale nella precisa forma originale, sino a quando lo spostamento non venga effettuato; e quando cessa l'azione della volontà, l'essenza elementale serve da stampo in cui si riversano le particelle in via di solidificazione, o diremo piuttosto che si riaggregano intorno ad essa. Così la forma dell'oggetto viene esattamente conservata, a meno che non vi sia disattenzione da parte dell'operatore. Tratto da: IL CORPO ASTRALE - E RELATIVI FENOMENI Arthur E. Powell, Alaya Edizioni, Diegaro di Cesena (FC) 2004 Si è brevemente trattato dell'essenza elementale nell'articolo Abitanti astrali. Si noti che può esser fatta una sommaria classificazione delle diverse specie di essenza elementale secondo le categorie di materia che esse abitano, e cioè solida, liquida, gassosa, eterica, supereterica, subatomica, atomica. Questi sono gli « elementali » cui fanno riferimento gli alchimisti medioevali, i quali sostenevano che un elementale, e cioè una porzione di essenza elementale vivente, abitava ciascun elemento o parte costituente di ogni sostanza fisica. Tratto da: IL CORPO ASTRALE - E RELATIVI FENOMENI Arthur E. Powell, Alaya Edizioni, Diegaro di Cesena (FC) 2004 A differenza della chimica profana, l'alchimia presuppone dunque una « metafisica », cioè un ordine di conoscenze sovrasensibili, le quali a loro volta presuppongono la trasmutazione iniziatica della coscienza umana. Fra questa trasmutazione (considerata in quanto precede) e la trasmutazione dei metalli in senso non più simbolico, ma orale, esistono dei rapporti di analogia. Così certi principi e certi insegnamenti, che anzitutto hanno un senso cosmologico e metafisico, sono suscettibili a valere non solo per l'una, ma anche per l'altra trasmutazione - per quella dell'uomo e per quella dei metalli: "...ché unica è la fornace, unico il cammino da seguire, unica anche l'Opera". Fra certe forze chiuse nel corpo e certi metalli esistono relazioni analogiche di tipo « magico » (simpatico) oltreché simbolico, che fanno da base a tre possibilità pratiche distinte: 1) L'introdurre nell'organismo in date dosi e forme certe sostanze metalliche, quando la coscienza è abbastanza « sottilizzata » per poter accompagnare e sorprendere ciò che ne segue dietro le quinte della corporeità più greve, può servire per introdurre la coscienza stessa nei « centri » corrispondenti, che per via di quelle sostanze vengono anormalmente dinamizzati. Inoltre, quando la fantasia si trovasse in una certa indipendenza dai sensi corporei, è possibile che l'esperienza risultante si drammatizzi sotto forma di visioni di figure e di divinità, spesso utilizzando le immagini che l'operatore per via della sua fede o tradizione reca latenti nel suo subcosciente. Come si vede, ciò riporta, in un certo qual modo, e a meno di una più precisa direzione di efficacia, al metodo con le « bevande sacre » e le « acque corrosive » in genere. [D'altra parte si è già accennato alla virtù che soluzioni di metalli introdotte nell'organismo in determinate condizioni fisiche è soprattutto psichiche, possono manifestare: ogni metallo esercita allora un'azione sul « centro » che gli corrisponde nel corpo: dalla metallità dell'Oro, dello Stagno o del Ferro, per es., vengono toccate energie vitali che agiscono rispettivamente nella regione del cuore, della fronte e della laringe. Se, al verificarsi di ciò, la coscienza resta concentrata nello stato sottile, per via delle reazioni specifiche che le si palesano essa può esser introdotta e trasformata nel « mistero » del centro corrispondente alla sostanza metallica fatta entrare nel corpo: raggiungendo qualcosa di equivalente a ciò che nell'antichità era l'iniziazione secondo i vari Numi planetari, iniziazione che fra l'altro conferiva virtualmente la possibilità del rapporto con la « natura interna » di dati metalli, e quindi dell'azione su di essi.] 2) Viceversa, una volta giunti ad estrarre le coscienze dormienti in determinati centri o organi del corpo umano, si può, da ciò, essere introdotti nei « misteri » delle forze che agiscono occultamente nelle metallità corrispondenti o, in termini più mitologici, può esser propiziato il contatto con gli dèi sotto i cui influssi queste ultime si formano. Noi qui abbiamo uno dei presupposti fondamentali per le operazioni di alchimia in senso stretto, cioè proprio come trasmutazione di metalli reali a mezzo del potere ermetico. La produzione dell'Oro metallico era cioè una testimonianza trasfigurante data da un potere: testimonianza dell'aver realizzato in sé l'Oro. La chimica ermetica parte dalla conoscenza spirituale dei Principi, cioè dei poteri primordiali di qualificazione elementare, e agisce sui processi formativi che precedono metafisicamente lo stato nel quale

le sostanze appartengono alla natura come questo o quel metallo ed obbediscono a quelle leggi che chimica e fisica considerano per il mondo fenomenico. "Se non rendi incorporee le sostanze corporee e se non rendi corporee le sostanze incorporee nessuno dei [risultati] attesi si produrrà" E’ chiaro che questo cambiamento nelle sostanze su cui si deve agire non è farle passare da uno stato fisico ad un altro, ma invece farle passare dallo stato fisico ad uno stato non-fisico. La vera operazione preliminare riguarda l'operatore più che non le sostanze stesse e consiste nel raggiungere quella data condizione della coscienza in virtù della quale si realizza appunto l'aspetto psichico delle cose fisiche, l'« anima sottile » celata dalla loro esteriorità. Chiaramente, Zosimo ci dice che la « tintura » in Oro (la trasmutazione metallica) non può avvenire nello « stato solido » (cioè materiale) dei corpi: "essi debbono essere prima sottilizzati e spiritualizzati", tanto da rendere efficaci "le forze spirituali, quelle che non si possono cogliere con i sensi [fisici]". Bisogna "dissolvere le sostanze e ciò che allora va trasmutato per poter trasmutare fisicamente sono le nature celesti". Per quel che concerne, poi, la conversione dell'incorporeo in corporeo oltre che del corporeo in incorporeo, si deve intendere che la coscienza non deve astrarsi nel puro aspetto « spirito » delle materie ma, giunta ad esso, deve mettersi di nuovo in rapporto con la sostanza stessa come corpo, così che « i due divengano uno ». Altrimenti il risultato sarebbe solo un passare ad altre forme di coscienza, senza relazione diretta col piano fisico per ottenere determinati effetti su di questo. Perciò per « trasmutare », oltre che passare dalle specie sensibili delle sostanze allo stato dei « corpi spiritualizzati » o « androgini », occorre trascendere la stessa specificazione che inerisce a questi ultimi, raggiungere l'indifferenziato e da là eseguire, con un atto dello spirito, una « proiezione » che rimuova il nodo dei poteri invisibili manifestantesi in una data mineralità tanto da ottenere una « precipitazione » che determini sul piano materiale e sensibile appunto il passaggio di quella mineralità da una specie ad un'altra specie: per es., da Rame, o Piombo, ad Oro. Specificamente, vi sono tre punti di corrispondenza: il potere di « estrarre le nature », facendo occulto il manifesto, con riferimento alle sostanze fisiche metalliche, si collega al potere di attuare in sé la « mortificazione » e di produrre la « Materia al nero » e poi via via il bianco dal nero; il potere di ricondurre l'anima metallica alla Materia prima si collega al potere di mantenersi nel « Gran Mare » e di dominare la Madre, cioè di fissare la « Materia » al bianco; infine, il potere di proiettare dalla Materia prima indifferenziata una nuova qualificazione, per ottenere la trasmutazione del metallo, si collega all'Opera al rosso e al regime del Fuoco, nel quale ci si adegua alle energie primordiali di ogni individuazione. Infine, facciamo cenno a qualcosa, che lascerà molti perplessi: all'elisir di lunga vita e alla polvere di proiezione, non più come simboli di poteri spirituali, ma come sostanze reali. Qui entra in giuoco la già detta possibilità sovranormale di attrarre o di liberare dal proprio essere certe forze sottili e di legarle a determinate materie fisiche che se ne caricano oggettivamente a guisa di condensatori spirituali. Tratto da: INTRODUZIONE ALLA MAGIA vol. I II III Gruppo di Ur, Edizioni Mediterranee (1927-1929) CORRISPONDENZE

Pianeta

Metalli

SOLE

Oro

LUNA

Argento

Organi e apparati

Cuore, circolazione arteriosa, colonna vertebrale, occhi e vista Stomaco, cicli riproduttivi, cervello Bianco

Colori

Arancione Argento

MARTE ruggine MERCURIO VENERE rosa GIOVE SATURNO

Ferro (Solfo)

Muscoli, genitali esterni, ghiandole sessuali, vescica, bile

Mercurio

Polmoni, intestino, bocca, sistema nervoso centrale, braccia, mani Giallo

Rame

Reni, gola, pelle, circolazione venosa, ormoni femminili, genitali interni

Stagno Piombo (Silice)

PLUTONE TERRA

Cobalto Bismuto, Plutonio Antimonio

Verde e

Fegato, crescita cellulare, ghiandola pituitaria Ginocchia, ossa, denti, cartilagini, milza

URANO Zinco (Platino, Uranio, Radio) Verde/Azzurro NETTUNO

Rosso

Blu Grigio

Sistema nervoso, caviglie, tibie

Piedi, midollo spinale, ghiandola pineale Testicoli, liquido seminale

Viola Nero

Polmoni, sistema digestivo

(si veda anche http://www.astralis.it/astrocol.htm)

Segno

Pianeta

Marte ghiandole surrenali Ariete

Toro

Venere

Organi e apparati

la testa, la faccia, il cervello, l'arcata dentaria superiore,

la mandibola, il collo (faringe,laringe,trachea) la nuca, le

orecchie, tiroide Mercurio i nervi, le mani, le braccia, le spalle, i polmoni, i bronchi, la respirazione, i vasi capillari, il timo Gemelli

Luna la cassa toracica, le mammelle, l'apparato gastrointestinale, le secrezioni interne (il latte, i succhi digestivi, la saliva) Cancro

Leone

Sole

il cuore, l'aorta, la circolazione sanguigna, la colonna

vertebrale Mercurio dell'assimilazione Vergine

Bilancia

Venere

Scorpione

Plutone

Sagittario

Giove

il sistema nervoso, l'addome, l'intestino, la milza, gli organi

i reni, le surrenali, la vescica le gonadi, gli ormoni sessuali, la prostata, l'uretra, il retto, l'ano il fegato, la colecisti, le arterie, i nervi sciatici, le cosce

Saturno ginocchia), i sali minerali Capricorno

le ossa, i denti, la pelle, le articolazioni (in particolare

Urano (anticamente anche Saturno) le caviglie (i malleoli) la circolazione sanguigna, l'attività cerebrale Acquario

Pesci

Nettuno(anticamente anche Giove) i piedi

Pianeta Aspetti spirituali (ottava alta) Aspetti psichici (ottava bassa)

SOLE Identità del Sé, autorità, immortalità, emozionalità del Cuore. Falsa identità dell’Io psichico, orgoglio, autoritarismo. Metallo: Oro Colore: Arancione LUNA Ricettività, mobilità, accoglienza, istinto. Incostanza, influenzabilità, incoerenza, percezione illusoria della realtà, emozionalità della personalità. Metallo: Argento

Colore: Bianco

MERCURIO Comunicazione, intelligenza, discernimento, mediazione tra spirito e materia. Razionalismo, dogmatismo, rigidità, incapacità di cogliere il reale, incapacità di comunicare, menzogna. Metallo: Mercurio

Colore: Giallo

VENERE Amore, arte, bellezza, armonia, erotismo. Lussuria, perversione, cinismo, incapacità di riconoscere il bello, forme d’arte deviate e caotiche. Metallo: Rame Colore: Verde e rosa MARTE Lotta, forza, decisione, coraggio, avventura, impeto guerriero, sessualità maschile. Aggressività, vendetta, violenza, impulsività, sarcasmo.

Metallo: Ferro

Colore: Rosso ruggine

GIOVE Espansione, abbondanza, fiducia, gestione delle risorse, generosità, compassione, filantropia. Sperpero, eccesso, sottomissione alla materialità, pomposità, magniloquenza, vanità, invadenza. Metallo: Stagno Colore: Blu SATURNO Responsabilità, prova iniziatica, cambiamento drastico, pazienza, perseveranza. Cristallizzazione, blocco, sentire il peso della responsabilità, pessimismo, depressione, lentezza, avarizia. Metallo: Piombo Colore: Grigio URANO Innovazione, scoperte, genialità, anticonformismo, amore per la libertà,. Ribellione, impulsività, irrealismo, estremismo, eccessiva tendenza a cambiare per il nuovo. Metallo: Zinco Colore: Verde/Azzurro NETTUNO Ispirazione, misticismo, idealismo, sensitività, chiaroveggenza. Tendenza a cadere nell’illusione e a illudere, fanatismo, tendenza a perdersi nei sogni, annebbiamento. Metallo: Cobalto Colore: Viola PLUTONE Trasmutazione, rigenerazione, transizione, morte/rinascita, passione per l’occulto, magia. Morte, distruzione, rituali di magia nera, spiritismo, metodi per contattare l’astrale. Metallo: Bismuto/Plutonio Colore: Nero

(si veda anche “Astrologia: via e saggezza” di G. Kriyananda)

Corrispondenza tra organi del corpo e aspetti psicologici

Arti

Mobilità, flessibilità, attività

Bile

Rancore e critica

Braccia

Forza

Capelli

Libertà, forza, energia

Colonna vertebrale Sopportare i pesi Cuore

Amore e odio; emozioni in genere

Denti

Aggressività, vitalità

Fegato Capacità di valutare e distinguere ciò che è utile e ciò che è dannoso in modo da non accumulare pensieri negativi ed emozioni negative che poi non si riesce più a elaborare e intossicano l’organismo. Ginocchia

Devozione, servilismo, modestia

Gola

Creatività, comunicazione

Intestino tenue Analisi, critica, giudizio, discernimento Intestino crasso Capacità di donare, attaccamento alla materia Mani e avambracci Azione, contatto con l’ambiente Muscoli

Mobilità, flessibilità, attività

Naso

Capacità di esprimere potenza nella vita, orgoglio, sessualità

Occhi

Capacità di cogliere la realtà

Orecchie

Attitudine a imparare e ubbidire

Ossa

Solidità

Pelle

Separazione dall’ambiente, contatto con l’ambiente

Pene

Potenza

Piedi

Radicamento, solidità

Polmoni

Interscambio con l’ambiente, senso della libertà

Reni

Relazioni sociali, liberazione da ciò che è vecchio ed è diventato inutile

Sangue

Forza vitale

Spalle

Responsabilità

Stomaco

Emozioni, disponibilità

Vagina

Ricettività, accoglienza, apertura

Vescica

Abbandonare la pressione di ciò che non è più utile

(si veda anche in merito il prezioso testo “Malattia come simbolo” di Rudiger Dahlke Mediterranee)

I MONDI SPIRITUALI Hai mai fatto un sogno così reale da sembrarti vero? E se da quel sogno non dovessi mai più risvegliarti, come distingueresti il mondo dei sogni da quello della realtà? Morpheus (dal film "Matrix") Il Piano Astrale Gli abitanti del Piano Astrale Il Corpo Astrale Cosa succede dopo la morte parte I - Oltre il corpo fisico parte II - Inferno Purgatorio Paradiso parte III - Reincarnazione I Vampiri Perché parlare dei vampiri? Breve premessa esoterica Chi è il vampiro? Iniziazione Il magnetismo del vampiro

IL PIANO ASTRALE Prima di parlare in maniera approfondita del piano astrale presentiamo una breve descrizione tecnica dell'universo in cui l'uomo abita. I mondi, o piani, in cui l'universo manifesto è suddiviso sono sette. Questa classificazione, riportata dalla Teosofia, risale ad antichissime conoscenze di matrice Indù. Partendo dal basso essi sono: FISICO, ASTRALE (detto anche Emotivo), MENTALE, BUDDHICO, ATMICO, ANUPADAKA (detto anche Monadico), ADI (detto anche Logos Divino). Si aggiunga che il FISICO si divide in FISICO vero e proprio ed ETERICO; il MENTALE si divide in MENTALE INFERIORE e MENTALE SUPERIORE detto anche CAUSALE. Ecco i sette piani: 7- ADI (o Logos) 6- ANUPADAKA (o Monade) 5- ATMICO 4- BUDDHICO 3- MENTALE e CAUSALE 2- ASTRALE (o Emotivo) 1- FISICO ed ETERICO Solo il piano più basso, il fisico denso, è visibile agli occhi dell'uomo ordinario: qui si manifesta la materia nella sua forma grossolana come è comunemente conosciuta. Il piano più elevato è quello divino, altrimenti

detto « del Logos ». Ogni piano è a sua volta diviso in sette sottopiani, che variano per la minore o maggiore finezza della materia che li costituisce. Nel settimo sottopiano, quello più basso, si trova la materia più grossolana, i cui atomi vibrano a una frequenza inferiore; il primo sottopiano è composto di materia più sottile i cui atomi vibrano molto velocemente. I tre sottopiani più bassi del FISICO costituiscono il fisico che si è in grado di osservare nella quotidianità: solido, liquido, gassoso; i quattro sottopiani più alti costituiscono l'ETERICO, detto anche DOPPIO ETERICO in quanto è una copia perfetta del corpo fisico più denso. I quattro sottopiani più bassi del MENTALE costituiscono il mentale inferiore (la mente razionale); i tre sottopiani più alti costituiscono il CAUSALE o mentale superiore (mente astratta). Lo schema riportato in precedenza può essere presentato anche nella seguente forma, più semplice e, soprattutto, più utile dal punto di vista del lavoro alchemico che ci si appresta a compiere: 1- Fisico superiore (o ATMICO) 2- Emotivo superiore (o BUDDHICO) 3- Mentale superiore (o CAUSALE) 3- Mentale 2- Emotivo 1- Fisico I tre piani inferiori appartengono al mondo della materia, o della personalità. I tre piani superiori concernono il mondo dello spirito. A ogni piano nella materia corrisponde un piano nello spirito. Per ognuno dei piani l'uomo ha fabbricato - o dovrà fabbricare in futuro attraverso il lavoro alchemico - uno specifico « corpo ». Ciò significa che quando l'individuo riesce a trasmutare il suo corpo mentale questo sale di livello e diviene il suo corpo CAUSALE. Quando riesce a trasmutare il suo corpo emotivo questo sale di livello e diviene il suo corpo BUDDHICO. Quando riesce a trasmutare il suo corpo fisico questo sale di livello e diviene il suo corpo ATMICO. Quest'ultima operazione è detta « risurrezione nella carne », in quanto grazie ad essa lo stesso corpo fisico diventa immortale. Per amore di semplicità, nel corso della trattazione comprenderemo sotto l'espressione «corpo di gloria» o «corpo dell'anima» tutti e tre i piani superiori, cioè i piani spirituali, senza distinguere fra causale, buddhico e atmico. Il percorso alchemico porta infatti alla costruzione dei tre corpi al contempo. I due piani più elevati - Anupadaka (o Monade) e Adi (o Logos, cioè Dio) - sono considerati i piani divini. Abbiamo quindi i piani materiali (o della personalità), i piani spirituali (o dell'anima) e infine i due piani divini, ai quali l'essere umano giunge solo al termine dell'Opera. Essi implicano la completa identificazione con il Tutto e la scomparsa totale dell'individuo in quanto singolo essere. I mondi spirituali non sono qualcosa di separato e distante dalla realtà quotidiana; essi bensì compenetrano interamente il piano fisico che l'uomo conosce e nel quale svolge le sue attività. Tali mondi gli risultano però invisibili in quanto costituiti di una materia più sottile di quella fisica, capace cioè di vibrare a una frequenza più elevata. Si può ad esempio immaginare che fra la materia del piano fisico e quella dell'astrale intercorra la stessa differenza che c'è fra il ghiaccio e il vapore. I sensi dell'uomo comune possono percepire unicamente una finestra di frequenze che va dagli infrarossi agli ultravioletti, e rimane per essi inarrivabile l'intero universo che non può essere scorto attraverso tale limitata finestra. Così come gli occhi fisici non sono tarati per vedere le radiazioni elettromegnetiche, allo stesso modo non possono percepire le forme che si trovano sul piano astrale. Ma mentre le prime vengono individuate grazie ad appositi strumenti messi a punto dalla scienza, per le seconde non sono ancora stati approntati mezzi scientifici atti alla loro percezione. In ogni caso ciò che appartiene a un piano superiore può essere realmente percepito solo mutando il proprio stato di coscienza fino a portarlo su quel piano, il che equivale a dire che è possibile conoscere il mondo a quattro dimensioni solo se si possiede una coscienza quadridimensionale e non certo costruendo una macchina capace di registrare e ridurre alle tre dimensioni fenomeni che accadono nel mondo a quattro dimensioni.

La materia dell'astrale (il piano più prossimo al fisico) esiste in sette stati o gradi di finezza, che per meglio comprendere si può far corrispondere ai diversi stati di materia fisica: solido, liquido, gassoso, eterico, supereterico, subatomico, atomico. Ognuno di questi sette stati di materia va a costituire una delle sette suddivisioni, o sottopiani, del mondo astrale. Tali suddivisioni si trovano anche su tutti gli altri piani superiori all'astrale (il mentale, il buddhico, ecc.). Lo studioso può immaginare questi sette livelli come dei « gironi » danteschi, tenendo però presente che essi non sono disposti uno sull'altro: questo è infatti solo un metodo di rappresentazione, ma in verità la materia di ciascuno dei sette sottopiani interpenetra quella del sottopiano immediatamente inferiore. Essi coesistono dunque tutti nel medesimo spazio in corrispondenza della superficie della Terra. L'uomo vive letteralmente immerso in ciascuno di essi. Alla materia di ogni sottopiano corrisponde un determinato livello di coscienza, dal più sottile al più grossolano. L'anima di un trapassato raggiunge, sulla base di una risonanza vibratoria, quel sottopiano ultraterreno che più si addice al suo livello di coscienza. Ogni anima arriva quindi in un suo aldilà, che in ultima analisi rispecchia soltanto i contenuti della propria coscienza. Con il suo modo di vivere la vita quotidianamente ogni individuo si sta creando il suo Inferno e il suo Paradiso futuri; in quanto nell'aldilà non potrà fare a meno di dirigersi, come attratto da una calamita, verso i sottopiani - i "gironi" - che più si addicono a quello che è stato il suo modo di pensare e agire sulla Terra, e sovente, utilizzando la materia astrale presente in quel particolare luogo, si creerà un suo mondo psicologico paradisiaco o infernale. L'argomento viene trattato approfonditamente nell'articolo Cosa succede dopo la morte. Il settimo sottopiano è quello più denso, la materia è la più grossolana e vibra in risonanza con gli istinti meno nobili dell'uomo. Passarci attraverso è come aprirsi il cammino attraverso un fluido nero e vischioso. E' abitato da esseri ripugnanti, brutali e criminali: gli assassini, i pervertiti e gli schiavi dei loro vizi dopo la morte del corpo fisico dimorano a lungo su questo sottopiano prima di poter iniziare la loro ascesa verso i livelli superiori. La materia costituente gli altri sottopiani è via via sempre più sottile e corrisponde ad emozioni sempre meno materiali e pesanti. Ai livelli 3, 2 e 1 le anime dei defunti perdono di vista la Terra e le sue attività. Sono profondamente assorbiti dai pensieri e per lo più sono essi che creano il proprio ambiente. Vivono in città immaginarie di loro creazione, provenienti in parte dai loro pensieri e in parte da quelli dei loro predecessori. Tali scenari fantastici e di notevole bellezza possono ammaliare il viaggiatore spirituale neofita, il quale può rischiare di perdersi in tali paesaggi frutto di allucinazioni astrali, aggiungendo le proprie personali fantasie a quelle già presenti. Il secondo sottopiano è specialmente abitato da religiosi egoisti e poco spirituali. Qui costruiscono templi immaginari e adorano una riproduzione della divinità che già adoravano nel mondo fisico. Il primo sottopiano è destinato a coloro che durante la vita si sono consacrati a ricerche materiali non per rendere un servigio ai loro fratelli, ma per soddisfare le proprie ambizioni egoistiche. Qui gli spiriti non costruiscono ambienti immaginari come sui livelli inferiori. Tali persone possono restare per anni su questo sottopiano, presi dalle loro ricerche intellettuali, prima di cominciare a distaccarsene e decidere di progredire verso i mondi celesti. Le persone viventi sul piano astrale passano l'una attraverso l'altra, e anche attraverso gli oggetti astrali fissi. Nel mondo spirituale non possono avvenire incidenti, perché il corpo astrale, essendo relativamente fluido, non può essere distrutto o danneggiato in modo permanente. Un'esplosione in astrale sarebbe temporaneamente disastrosa, ma poi i frammenti astrali si riunirebbero rapidamente. Sul piano astrale non si sentono le superfici dure o morbide, ruvide o lisce, calde o fredde. Quando si viene a contatto con altra materia astrale, sia essa un oggetto o un'anima, si resta coscienti di un grado vibratorio diverso, il quale potrebbe riuscire piacevole o spiacevole, stimolante o deprimente. In astrale vi è una luminosità diffusa, senza che la luce sembri provenire da una particolare direzione. Tutta la materia astrale è essa stessa luminosa. Non vi è mai la notte e non vi sono ombre perché i corpi astrali sono trasparenti. Le condizioni climatiche non si fanno praticamente sentire su questo piano. Non esiste il sonno. Il piano astrale è spesso detto il reame dell'illusione, e ciò non perché esso sia meno reale di quello fisico - al contrario, più ci si addentra nei piani sottili dell'esistenza più ci si avvicina alla realtà - ma unicamente perché i suoi molti abitanti hanno il meraviglioso potere di cambiare forma con grande rapidità e di creare

mondi fantastici nei quali restano immersi loro stessi e immergono e confondono il visitatore poco scaltro. Questi e altri fenomeni vengono ampiamente descritti nell'ottimo e indispensabile "Il corpo astrale e relativi fenomeni" di A. E. Powell, a cui si rimanda per uno studio serio. La vista astrale percepisce colori differenti da quelli dello spettro abitualmente visibile: l'ultravioletto e l'infrarosso sono perfettamente osservabili. Con la vista astrale si ha l'impressione di vedere gli oggetti da tutti i lati contemporaneamente. Ogni particella interna di un solido è altrettanto visibile come l'esterno. Se si guarda un libro chiuso si vede ciascuna pagina non attraverso le altre, ma come se quella fosse la sola pagina visibile, perché in astrale nulla e sovrapposto a qualcos'altro. In tali condizioni anche gli oggetti familiari possono a prima vista riuscire irriconoscibili. Le caratteristiche del mondo astrale sono quelle di un mondo a quattro dimensioni, come da tempo è già stato concepito dalla geometria e dalla matematica. I libri classici su questo soggetto sono: La Quarta Dimensione e Tertium Organum di P.D. Ouspensky, The Beautiful Necessity e Fourth Dimensional Vistae di Claude Bragdon. Testi sull'argomento: IL CORPO ASTRALE - E RELATIVI FENOMENI Arthur E. Powell, Alaya Edizioni, Diegaro di Cesena (FC) (1927) IL PIANO ASTRALE C.W. Leadbeater, Edizioni Teosofiche Italiane (1896) TERRA DI SMERALDO - TESTIMONIANZE DALL'OLTRECORPO Anne e Daniel Meurois-Givaudan, Edizioni Amrita, Giaveno (TO) (1983) RACCONTI D'UN VIAGGIATORE ASTRALE Anne e Daniel Meurois-Givaudan, Edizioni Amrita, Giaveno (TO) () TERTIUM ORGANUM [per studiosi della materia: teorie ed esperimenti sulla coscienza, ndr] LO YOGA PER NON MORIRE Tommaso Palamidessi, Edizioni Grande Opera, Roma (1949) Questo piccolo ma fondamentale testo è inedito da anni. Può essere rintracciato solo in fotoriproduzione, al prezzo di 8 euro, presso la Libreria Ecumenica di Milano. P.D. Ouspensky, Astrolabio-Ubaldini, Roma (1912) LA QUARTA DIMENSIONE [teoria matematica astratta, ndr] P.D. Ouspensky, Astrolabio-Ubaldini, Roma (1909)

GLI ABITANTI DEL PIANO ASTRALE Risulta pressoché impossibile enumerare tutte le specie di entità astrali, così come è compito assai gravoso compilare un elenco di tutte le specie viventi sul piano fisico. Si elencano pertanto le principali rifacendosi ancora una volta ai preziosi testi di Arthur E. Powell ("Il Corpo Astrale") e C.W. Leadbeater ("Il Piano Astrale"). Entità che sono ancora vive nel corpo fisico: - Persone comuni. Persone i cui corpi fisici sono addormentati e che durante la notte vagano nel corpo astrale per il mondo spirituale. Tutti gli uomini viaggiano in questa maniera durante il sonno, ma data l'assenza di consapevolezza e quindi di controllo sul proprio corpo astrale, tali viaggi risultano involontari e in genere confusi e poco utili. - Maghi e loro allievi. Di norma questa categoria usa il corpo MENTALE e non quello astrale, ma nelle fasi meno avanzate dell'istruzione impartita dal Mago ai suoi apprendisti all'interno dei mondi spirituali il corpo astrale è il primo con il quale si deve prendere confidenza una volta che, attraverso l'esercizio, si è divenuti perfettamente coscienti in esso.

- Maghi neri e loro allievi. Questa categoria corrisponde alla precedente, con la differenza che lo sviluppo ha per scopo il male e non il bene, e i poteri vengono acquisiti per scopi egoistici miranti a soggiogare l'umanità anziché favorirne l'evoluzione. - Psichici. Ogni altra persona che abbia sviluppato - attraverso esercizi o per naturale predisposizione - i suoi poteri psichici al punto da essere in grado di viaggiare coscientemente in astrale. Se essa non è però giustamente seguita e istruita da un iniziato interpreta spesso in maniera frammentaria ed errata tutto quanto vede e non è in grado di sfruttare appieno questi suoi poteri. Entità che non sono più vive nel corpo fisico: - Persone comuni dopo la morte. Questa classe comprende ogni specie di persone a diversi stadi di coscienza. Dalla persona mediamente evoluta all'essere umano più infimo e dalla coscienza malvagia. Solitamente non ci sono qui anime molto evolute, se non un certo numero che ha deciso consapevolmente di rimanervi per aiutare le altre anime in difficoltà. - Ombre. Quando la vita astrale dell'uomo è terminata, egli muore sul piano astrale e lascia dietro di sé il corpo astrale in disintegrazione, allo stesso modo che quando muore fisicamente abbandona il corpo fisico, il quale si decompone. Questo cadavere astrale conserva ancora la sua apparenza e alcune facoltà mentali come la memoria e le vecchie abitudini. Non costituisce un problema in sé - tutt'alpiù può ingannare i medium delle sedute spiritiche che scambiano l'ombra per l'anima del defunto - ma in quanto si presta ad essere utilizzata dai Maghi neri per le loro basse finalità. - Gusci. Sono ombre all'ultimo stadio di disintegrazione prima di scomparire. Possono essere vitalizzate attraverso cerimonie di magia nera o riti Voodoo e Obeah. - Suicidi e vittime di morte improvvisa. Alcuni degli individui che sperimentano il trapasso in queste circostanze traumatiche non si rassegnano alla loro nuova condizione e cercano di prolungare la loro esistenza vicino alla materia terrestre assorbendo vitalità dagli esseri umani che riescono a influenzare. - Vampiri. Vedi pagina sull'argomento Vampiri. - Allievi. Allievi di Maghi e iniziati in genere che in seguito alla morte del corpo fisico decidono di rinunciare a salire verso i piani spirituali più alti per potersi reincarnare subito e continuare a svolgere il loro lavoro a favore dell'umanità. Nell'attesa della reincarnazione svolgono dei compiti di assistenza delle altre anime in astrale. - Maghi neri e loro allievi. Disposti a qualunque nefandezza pur di rimanere sul piano astrale, da dove possono influenzare i viventi e rubare energia per la propria sopravvivenza. Spesso le loro azioni vengono scambiate per attività di demoni. Entità astrali non umane: - Essenza elementale. Forma di vita dall'aspetto indefinito che si trova diffusa in tutto il piano astrale. È una sorta di massa informe che naviga in astrale. E' estremamente sensibile a tutti i pensieri umani, anche i più fugaci, e reagisce in una infinitesima frazione di secondo a ogni vibrazione messa in gioco dal volere o dal desiderio dell'uomo, anche se questi ne è completamente inconscio. Ogni pensiero e sentimento umano fa sì che tale materia si plasmi immediatamente in un essere vivente autonomo, ma la sua esistenza è solo temporanea, perché appena l'uomo cessa di dare energia a quel particolare desiderio o pensiero l'essenza elementale torna nella massa indifferenziata da cui è provenuta. È impressionante il numero di entità che i pensieri umani, buoni o cattivi che siano, evocano incessantemente da quell'oceano di essenza per dar loro anche solo una breve esistenza autonoma. Il visitatore astrale è molto colpito da questo inarrestabile movimento di creazione e dissoluzione che avviene in astrale e che corrisponde al susseguirsi di emozioni e pensieri nell'uomo. Le entità elementali prodotte da pensieri di disprezzo e da emozioni pesanti assumono la forma di minacciosi orrendi mostri dai colori cupi, ma esse si ritirano sempre davanti a uno sforzo di volontà del Mago. L'essenza elementale prende forma sotto l'influenza delle correnti di pensiero involontarie che le persone lasciano scorrere oziosamente attraverso il loro cervello, ma non si crea che una vita semi-intelligente, la quale non agisce, ma si limita a reagire agli impulsi provenienti dall'uomo i quali possono essere diretti a rafforzarla, se il pensiero o l'emozione vengono ripetuti, o dissolverla se essi scompaiono dalla sua mente. L'entità elementale una volta creata, se è tenuta in vita dalla ripetizione del medesimo pensiero o sentimento, cerca comunque di sopravvivere come farebbe una qualunque altra forma di vita, e si adopera per influenzare l'individuo o il gruppo di individui da cui è stata prodotta, affinché le venga fornita, attraverso la ripetizione, l'energia per continuare a esistere. Una forma-pensiero di gelosia o depressione, se

continuamente alimentata, può letteralmente "attaccarsi" a un uomo per tutta la vita e influenzare i ogni suo comportamento. È evidente che il regno elementale nel suo insieme è così come lo hanno reso i pensieri e le emozioni collettive dell'umanità. La maggior parte delle cerimonie di magia, bianca o nera, dipendono quasi interamente dalla manipolazione di queste entità, sia direttamente per volontà del Mago, sia per il tramite di qualche entità astrale da lui evocata per tale scopo. L'elementale in ogni caso non possiede iniziativa, esso è una forza latente che ha bisogno di un impulso esteriore per entrare in azione. Il Mago può così utilizzare l'odio di una persona per danneggiarne un'altra, manipolando quella disgustosa forma-pensiero fatta di materia elementale (ciò che è comunemente conosciuto sotto il nome di "magia nera"). Allo stesso modo un Mago dal Cuore aperto e compassionevole può creare un'entità elementale che guarisca o protegga una persona in difficoltà. - Spiriti di natura. Appartengono a una linea evolutiva diversa dalla nostra: non sono mai stati e non saranno mai membri dell'umanità come noi la conosciamo. Vi sono spiriti della terra, dell'acqua, dell'aria, del fuoco (o dell'etere) che sono entità astrali intelligenti residenti in questi diversi ambienti. Spiriti della terra: gnomi; spiriti dell'acqua: ondine; spiriti dell'aria: silfidi; spiriti dell'etere: salamandre. Nel linguaggio popolare: fate, elfi, folletti, satiri, fauni, koboldi, lutini, genii, troll ecc. Come quasi tutte le entità astrali sono capaci di prendere a volontà una qualunque forma, ma hanno delle forme preferite alle quali ritornano sempre. Sono invisibili alla vista fisica, ma possono rendersi visibili con la « materializzazione » quando lo vogliano. Di norma rifuggono le zone abitate dall'uomo e la vicinanza dell'uomo in genere, le cui cattive emanazioni astrali mal sopportano. Se lo avvicinano è sovente per giocargli degli scherzi e burlarsi di lui, magari per fargli smarrire la strada all'interno di un bosco. Essi amano infatti massimamente il gioco e lo scherzo, anche spinto ad estreme conseguenze. - Demoni. Esseri astrali in genere molto potenti (ma le differenze di rango possono essere anche notevoli) che agiscono unicamente per egoismo e si nutrono dei pensieri separativi e delle emozioni negative degli esseri umani. Appartengono a differenti razze: i più noti sono i « rettiliani » resi famosi dall'autore David Icke e di cui si parla nella sezione "La trappola planetaria" di questo sito. Di norma vengono considerate razze aliene provenienti da altri luoghi del cosmo e giunte sul piano astrale della Terra migliaia se non milioni di anni fa. - Deva. Detti angeli o « figli di Dio » in altre tradizioni. Anch'essi appartengono a un'evoluzione distinta da quella dell'umanità, e occupano un rango che le è immediatamente superiore. Alcuni di essi sono appartenuti all'umanità nel passato. Appaiono generalmente come esseri umani di misura gigantesca. Tutto ciò che è cattivo è già stato da tempo eliminato dal loro essere. In taluni casi essi sono capaci di assumere - qualora lo vogliano - forme umane materiali. Anche sul piano astrale si manifestano raramente, e quando lo fanno rappresentano gli abitanti non umani più elevati. - Corpi astrali degli animali. Testi sull'argomento: IL CORPO ASTRALE - E RELATIVI FENOMENI Arthur E. Powell, Alaya Edizioni, Diegaro di Cesena (FC) (1927) IL PIANO ASTRALE C.W. Leadbeater, Edizioni Teosofiche Italiane (1896) TERRA DI SMERALDO - TESTIMONIANZE DALL'OLTRECORPO Anne e Daniel Meurois-Givaudan, Edizioni Amrita, Giaveno (TO) (1983) RACCONTI D'UN VIAGGIATORE ASTRALE Anne e Daniel Meurois-Givaudan, Edizioni Amrita, Giaveno (TO) ()

IL CORPO ASTRALE Secondo gli insegnamenti tradizionali più antichi - dei quali è impossibile rintracciare le fonti e che si tramandano in gran parte per via orale - l'uomo è composto di diversi corpi oltre a quello fisico percepibile

attraverso i sensi grossolani. Esistono in merito varie classificazioni a seconda della scuola esoterica o della religione che si vuole considerare. Ad esempio nella tradizione cristiana si considerano quattro corpi: - carnale (corpo fisico) - naturale (corpo astrale o emotivo) - spirituale (corpo mentale) - divino Sebbene tutte le suddivisioni siano in qualche modo esatte e si discostino tra loro solo in virtù del fatto che spesso cambiano le capacità del chiaroveggente o anche solo il contesto sociale in cui questo si muove e ha il compito di divulgare tali conoscenze, noi ci atterremo alle informazioni provenienti dagli scritti di Alice Ann Bailey e di Arthur E. Powell, ricordando però che nessun dato deve essere preso come assolutamente vero dal praticante fino a quando questi non lo abbia verificato sperimentalmente attraverso un attento lavoro su di sé. Tutto ciò che non può essere provato seguendo i criteri dell'esperimento non possiede alcun valore. Secondo quanto riportato in tali scritti - e da noi verificato attraverso la pratica - l'uomo possiede tre corpi: 1- FISICO (a sua volta suddiviso in fisico denso e fisico ETERICO) 2- EMOTIVO (più conosciuto come ASTRALE, e in alchimia come Fluidico o Mercuriale) 3- MENTALE Nell'uomo ordinario questi tre corpi esistono in una manifestazione non ancora perfetta. Sulla perfezione del corpo fisico e sulla capcità dell'uomo di controllarlo stendiamo un velo pietoso: è sufficiente un raffreddore per impedirci di alzarci dal letto e non saremmo in grado di lavorare per una notte intera senza cominciare a piangere! Per quanto concerne il corpo astrale, esso, nella maggioranza delle persone è poco più di una massa di materia astrale disorganizzata, i cui movimenti e impulsi sfuggono quasi completamente al controllo dell'individuo. D'altronde è una verità osservabile tutti i giorni quanto sia ancora primitiva la capacità di gestione delle proprie emozioni, desideri e passioni da parte dell'uomo medio. Tutto ciò è ancor più vero per quanto concerne il mentale, a tal punto che spesso egli non ha nemmeno il più vago sentore di talune sue capacità latenti. L'individuo comune infatti non sa di poter mutare la realtà attraverso il potere della sua mente concentrata e non riesce a concepire di poter rappresentare l'ente divino incarnato. È compito del Mago disciplinare e rafforzare - «fissare» - i tre corpi che rappresentano la sua PERSONALITA' (fisico, emotivo e mentale) mentre ancora vive nel mondo fisico, e al contempo fabbricare i tre corrispondenti « corpi superiori » a partire dalle sostanze che i tre inferiori gli mettono a disposizione. Questo coincide con la possibilità di trasferire la sua coscienza in questi corpi superiori - riassunti nell'espressione «corpo di gloria» o «corpo dell'anima» - e quindi di aprire la sua vista su differenti dimensioni della realtà. Tali corpi superiori sono: 3- Mentale superiore (o CAUSALE) 2- Emotivo superiore (o BUDDHICO) 1- Fisico superiore (o ATMICO) Tali involucri - che di norma vengono riassunti nel termine "anima" - esistono nell'uomo solo "in embrione", più come possibilità latenti che non come effettive realizzazioni. L'uomo la cui unica possibilità di coscienza è legata al cervello della macchina biologica dovrà sempre sottostare agli impulsi provenienti da tale macchina. I bisogni e i desideri della sua personalità - la macchina - lo governano e lo trascinano lungo la vita. La sua esistenza è allora una serie di reazioni meccaniche della personalità all'ambiente circostante. Egli è un completo schiavo dei suoi istinti inferiori. Il Mago che abbia « fissato » uno dei corpi sottili inferiori, o « cristallizzato » uno di quelli superiori - e abbia trasferito in esso il suo centro di consapevolezza - può liberamente aprire la propria coscienza su quel

piano superiore e muoversi liberamente utilizzando il nuovo corpo, così come faceva con il corpo fisico nel mondo fisico. Su tale piano egli acquisisce l'autorità per dirigere il corpo anziché subirne i capricci. Egli può ad esempio allontanarsi temporaneamente dal piano fisico per portare aiuto a un singolo o a una comunità muovendosi sul piano astrale o su quello mentale, da dove si può agire con maggiore efficacia. Oppure può ricercare su questi piani i contatti per acquisire maggiori conoscenze in ogni campo del sapere. Una delle spiacevoli conseguenze derivanti del rimanere completamente identificati con una macchina biologica è il fatto di dover morire con essa. Chi si è limitato ad essere un cervello lungo tutta la sua esistenza... morirà quando morirà quel cervello. Un essere umano che crede di essere i suoi pensieri e le sue emozioni, che perde ogni capacità razionale se messo di fronte al tradimento del proprio partner, che si arrabbia o si deprime come un bambino, come può sperare di avere in sé la forza necessaria per sopravvivere coscientemente all'evento della morte? Quando l'anima lascia il corpo fisico, occupa comunque il corpo mercuriale, o astrale, ma l'individuo, non avendo ancora sviluppato la capacità di essere consapevole nell'astrale, si troverà in uno stato di semiincoscienza nel nuovo ambiente. Sarà comunque consapevole di sé, ma in una sfera simile a quella del sogno. Quale è infatti il grado di coscienza astrale dell'uomo medio? Lo si può facilmente dedurre dai sogni. Quando l'uomo sogna si trova nel suo corpo astrale, proprio come lo sarà dopo la morte, quindi è sufficiente che osservi quanto è lucida la sua coscienza durante i sogni per ricavare con buona approssimazione quanto sarà lucido dopo la morte. Nel sogno percepisce ciò che accade intorno a lui ma è solo vagamente cosciente di sé come individuo. È uno stato di semi-incoscienza difficile da descrivere: l'uomo sa ancora di esistere... ma non perfettamente come potrebbe saperlo sulla Terra fisica. Solitamente la sua percezione dell'ambiente durante i sogni è piuttosto vaga ed egli non è in grado di decidere nulla circa gli avvenimenti, sebbene sia convinto del contrario; in realtà viene letteralmente trasportato dagli eventi circostanti. Non stabilisce i luoghi da visitare, né le persone da incontrare; non può gestire la sua forza, né la sua capacità di spostarsi. Tutto gli accade e lui è un burattino semi-incosciente nelle mani delle sue emozioni e dei suoi istinti, i quali decidono di quale commedia egli diviene protagonista di volta in volta. Un destino simile lo attende da disincarnato. Se invece un uomo si dedica all'Ars Regia durante l'incarnazione, può sviluppare la coscienza astrale, può cioè cristallizzare il suo corpo mercuriale e divenire pienamente cosciente in esso pur rimanendo vivo in quello fisico. Il vero chiaroveggente è colui che può decidere di spostare in ogni momento la sua coscienza dal fisico all'astrale e viceversa, percependo ora un mondo ora l'altro. Tale uomo è anche capace di sogni lucidi, cioè di sogni nei quali lui si muove nel mondo astrale con la stessa piena coscienza con cui lo fa nel fisico, stabilendo dove andare e quali entità incontrare. Un giorno si cristallizzerà anche il suo corpo mentale e verrà risvegliata la sua consapevolezza in esso. Gli si aprirà un mondo a cinque dimensioni - non più le tre del cervello fisico o le quattro dell'astrale - e assumerà nuovi poteri eccezionali, ma anche questo evento non garantisce l'immortalità assoluta. L'immortalità ottenuta in tal modo è ancora relativa. Si parla di "sopravvivenza alla morte fisica" più che di immortalità. Il corpo « fluidico » e il corpo mentale vanno infatti anch'essi soggetti a disgregazione e prima o dopo moriranno. L'alchimista deve allora proseguire indefessamente l'Opera - l'Opus Magnum - che gli consente di fabbricare un «corpo di gloria» e realizzare l'identificazione con l'anima ( Albedo ): questa è la vera immortalità. La « fissazione » dei corpi sottili inferiori (astrale e mentale) che permette di sopravvivare alla morte pur senza aver aperto il Cuore ed essersi identificati con l'anima, costituisce un "effetto collaterale" del lavoro magico/alchemico, il cui fine rimane sempre la realizzazione della propria identità animica (nell'Albedo) e dell'identità divina (nella Rubedo). Impegnarsi in funzione dell'ottenimento della sopravvivenza astrale, della visione astrale o dell'attitudine a viaggiare in astrale... costituisce un comportamento infantile, da ascriversi alla Bassa Magia, se non addirittura alla Magia Nera qualora venga fatto per fini egoistici. Credere che ogni uomo possegga un'anima immortale per diritto di nascita è altrettanto folle che non credere all'esistenza dell'anima e della vita dopo la morte. La « coscienza dell'anima » e la conseguente immortalità sono possibili solo nella misura in cui un uomo lavora per ottenerle lungo tutta la sua incarnazione. Il corpo astrale dell'uomo è un veicolo non dissimile dal corpo fisico, circondato da un'aureola di colori sfolgoranti e costitito di un ordine di materia più fine di quella fisica. Per mezzo di tale corpo si esprimono le sensazioni, le passioni, i desideri e le emozioni, ed esso agisce quale ponte di congiunzione tra il corpo

fisico e il corpo mentale. Il corpo astrale interpenetra il corpo fisico ma si estende anche tutt'intorno, come una nuvola. Quella parte dell'astrale che si può osservare al di là dei limiti del corpo fisico è comunemente detta aura astrale. La parte centrale del corpo astrale prende esattamente la forma del corpo carnale ed appare quindi più solida e definita della circostante aura, la quale è invece molto più rarefatta. Una delle caratteristiche del corpo mercuriale è l'incessante gioco di colori, i quali sono l'espressione nella materia astrale dei sentimenti, delle passioni e delle emozioni dell'individuo. Ecco un elenco dei principali colori e delle corrispondenti emozioni che essi esprimono (la fonte è "Il corpo astrale e relativi fenomeni" di A. E. Powell, a cui si rimanda per approfondire lo studio): Nero: odio e malizia. Lampi di rosso scuro su sfondo nero: collera. Nube scarlatta: irritabilità. Scarlatto vivo: nobile indignazione. Rosso sangue e rosso cupo: sensualità. Grigio-bruno: egoismo. Bruno-verdastro illuminato di lampi scarlatto: gelosia. Grigio: depressione. Grigio livido: paura. Rosa: amore non egoista. Arancio: orgoglio o ambizione. Giallo cupo: intelletto usato per fini egoistici. Giallo primula: intelletto votato a scopi spirituali. Giallo oro: intelligenza pura applicata a filosofia o matematica. Verde-grigio: astuzia usata per ingannare. Verde smeraldo: versatilità, ingegnosità altruista. Blu cupo: sentimento religioso. Blu chiaro: devozione a un nobile ideale spirituale. Ultravioletto: sviluppo delle facoltà psichiche del Mago per fini elevati. Infrarosso: basse facoltà psichiche del Mago Nero. In proposito si veda ancora "Il corpo astrale e relativi fenomeni" di A. E. Powell. Nessuno dei sensi astrali è localizzato in una determinata parte del corpo astrale, il Mago che ha sviluppato la vista sottile utilizza una qualunque parte del corpo astrale per vedere, per cui vede egualmente bene gli oggetti che sono davanti o dietro di lui, al di sopra, al di sotto o ai lati. Lo stesso è per gli altri sensi. Sul piano astrale è possibile per il Mago produrre svariati fenomeni: - La proiezione: chi ha raggiunto un dominio completo del corpo astrale può lasciare il corpo fisico non solo durante il sonno notturno, ma anche a suo piacere durante il giorno per spostarsi verso paesi lontani anche a grande distanza dal corpo fisico. L'inattività del corpo fisico, lasciato in un luogo sicuro, è una condizione necessaria per realizzare tali spostamenti. - La disintegrazione di oggetti. - L'apporto di oggetti, cioè il loro trasporto a grande distanza una volta disintegrati, per poi ricostituirli perfettamente una volta a destinazione. - La materializzazione: il Mago, mentre si trova nel suo corpo astrale, può attirare dalla materia ambientale particelle di materia eterica o fisica al fine di materializzarsi a sufficienza fino a diventare visibile fisicamente in un dato luogo. - La levitazione di corpi od oggetti per inversione della forza di gravità. Testi sull'argomento: IL CORPO ASTRALE - E RELATIVI FENOMENI Arthur E. Powell, Alaya Edizioni, Diegaro di Cesena (FC) (1927) IL PIANO ASTRALE C.W. Leadbeater, Edizioni Teosofiche Italiane (1896)

TERRA DI SMERALDO - TESTIMONIANZE DALL'OLTRECORPO Anne e Daniel Meurois-Givaudan, Edizioni Amrita, Giaveno (TO) (1983) RACCONTI D'UN VIAGGIATORE ASTRALE Anne e Daniel Meurois-Givaudan, Edizioni Amrita, Giaveno (TO) () LO YOGA PER NON MORIRE Tommaso Palamidessi, Edizioni Grande Opera, Roma (1949) Questo piccolo ma fondamentale testo è inedito da anni. Può essere rintracciato solo in fotoriproduzione, al prezzo di 8 euro, presso la Libreria Ecumenica di Milano.

COSA SUCCEDE DOPO LA MORTE - parte I Oltre il corpo fisico Poichè è dando che si riceve, perdonando che si è perdonati, morendo che si rinasce a vita eterna. (dalla Preghiera Semplice di San Francesco d'Assisi) Premetto che il contenuto di questo capitolo è puramente nozionistico, le informazioni qui riportate possono infatti venir lette, in forme più o meno differenti, in numerosi testi di esoterismo. Data la natura stessa dell'argomento, tali nozioni circa il percorso umano dopo la morte fisica possono venir trasmesse solo in maniera molto imperfetta; la loro importanza è tuttavia eccezionale, poiché una concezione di quanto l'uomo è destinato a compiere una volta abbandonato il corpo fisico, che sia chiara e purgata di pregiudizi moderni, serve a inserire il momento del suo passaggio nell'aldilà in un più giusto contesto e a privarlo della tragicità di cui è attualmente intriso. L'esistenza di chi è costretto a vivere paventando la morte è in fondo un'esistenza meschina, l'ombra di ciò che potrebbe essere l'esistenza di chi si sente - si percepisce interiormente - un essere immortale. Non saranno certo alcune elementari nozioni a permettere il verificarsi di questo sentire nel lettore; per arrivare a ciò è infatti necessario un accurato lavoro su di sé, ma tale lavoro ha inizio proprio da qui, cioè dalla rimozione del velo di ignoranza riguardo tutto ciò che non ricade immediatamente sotto i sensi. Non si vuole quindi convincere di nulla, ma solo seminare un differente ordine di pensiero nella mente di chi ascolta, trasmettere una vibrazione più elevata, una forma pensiero meno banale di quelle a cui siamo fin troppo avvezzi. Ogni sapere intorno agli argomenti che travalicano le cose ordinarie porta in sé particolari vibrazioni che mettono in moto le vibrazioni corrispondenti nell'anima di chi riceve tale sapere, l'anima infatti tutto già conosce circa il suo mondo e deve solo essere aiutata dall'esterno a ricordare coscientemente ciò che sa già. In chi si presta a ricevere il nuovo con una buone dose di lucido spirito critico, ma in maniera esente da preconcetti, tali vibrazioni compiono un buon lavoro e si creano le basi perché il sapere diventi poi comprensione interiore. Tali sono i primi irrinunciabili passi sulla strada dell'apertura della coscienza.

L'ignoranza circa la morte Si immagini di essere stati a una festa in maschera e che ci si sia fatto prestare sul posto un travestimento da Martin Lutero da indossare per tutta la durata della festa. Si è impersonato Lutero per diverse ore, ci si è divertiti molto, e si è anche sentito un certo disagio (misto a stupore) quando si è incrociato qualcuno travestito da papa Leone X. Non si crede però possibile che un uomo sano di mente, al termine dei festeggiamenti, decida di non restituire il vestito che gli era stato prestato e di andare via continuando a impersonare Martin Lutero anche al di fuori della festa. L'anima (l'uomo) a un certo punto del suo percorso vitale deve fare la stessa cosa con i suoi tre involucri (corpo fisico, corpo emotivo e corpo mentale): deve uscirne e restituirli ai rispettivi tre corpi della Terra. In altre parole gli atomi che al momento della nascita l'anima aveva addensato intorno a sè per costruirsi i tre corpi, non essendo più tenuti insieme, si disuniscono e tornano a vagare liberamente nei rispettivi ambienti: il corpo fisico, il corpo emotivo e il corpo mentale del pianeta Terra.

In tutti gli scritti esoterici si afferma che non solo la morte esiste, ma ne esistono ben tre: una per ogni corpo che l'uomo deve abbandonare. La prima è quella universalmente accettata dall'uomo ordinario e riguarda il degenerare del corpo fisico fino al punto in cui questo diviene incapace di svolgere le funzioni per cui è stato costruito e viene abbandonato dall'anima. Le limitate idee comuni sostengono che dopo la morte del corpo fisico "tutto è finito", cioè che la coscienza del Sé, l'anima, si perda non si sa bene dove (non potendo qualcosa semplicemente sparire dall'esistenza!) per il solo fatto di aver abbandonato un guscio fisico ormai inservibile. Se molti uomini sono ignoranti riguardo la vita dopo la morte del corpo fisico, questo non significa che tutti gli uomini soffrano della medesima ignoranza su questo argomento. Il diffuso modo di pensare che dopo la morte del corpo fisico si interrompa la vita stessa di un uomo risiede principalmente nel fatto che quasi tutti i signori scienziati ritengono sia impossibile conoscere alcunché circa gli stati successivi all'uscita dal corpo fisico. Di norma tutto ciò che loro non possono conoscere pensano che nessuno possa conoscerlo! Credono in effetti che il loro stato di coscienza sia l'unico possibile, e da ciò deducono che se loro sono ignoranti su questo argomento tutti lo siano allo stesso modo... e chi pensa di saperne qualcosa è ritenuto un ciarlatano. Il ridicolo della condizione non è quindi nell'essere ignoranti - tutti in qualche modo lo siamo - ma nel giustificare questa ignoranza ritenendo inconoscibile in generale ciò che loro in particolare non sono riusciti a conoscere con i propri strumenti. In realtà oggi come nei tempi antichi sono sempre vissuti individui capaci di interagire con i mondi sottili dei disincarnati e di farlo talvolta mossi da intenzioni non proprio altruistiche (ciò è conosciuto come Magia Nera). Presso le civiltà più antiche tali conoscenze erano acquisite per visione diretta - grazie alla chiaroveggenza - dai Maestri di Saggezza, e poi diffuse e rese alla portata di tutti attraverso insegnamenti e manifestazioni rituali. Essi avevano il potere di guardare nell'aldilà e di riferire ciò che ritenevano utile. La vera conoscenza può dirsi solo la conoscenza diretta: un percepire interiore per mezzo del Cuore e dei sensi sottili a esso collegati (chiaroveggenza e chiaroudenza). L'uomo moderno invece si ostina a pensare che tutto quanto non sia stato sperimentato dai suoi strumenti scientifici (conoscenza non diretta) non possa essere preso seriamente. Considera la sua conoscenza la forma più evoluta di conoscenza per il solo fatto che essa è temporalmente successiva a quella degli antichi, e ritiene per questo le civiltà che lo hanno preceduto ingenue, primitive e dedite alla superstizione. Per il fatto di aver inventato il computer l'uomo odierno crede di possedere più conoscenza di un sacerdote precolombiano o di uno sciamano Sioux riguardo gli stati della morte... anzi, il che è ancora più grave, crede che loro si illudessero di conoscere qualcosa che non può essere conosciuto in assoluto!

Oltre il corpo fisico Abbandonato il corpo fisico l'anima si trova a occupare ancora gli altri due. Quello fisico è infatti il primo involucro a essere lasciato, ma il corpo emotivo (o astrale) e il corpo mentale - potendo vivere indipendentemente dal fisico - permangono ancora per un certo tempo e la coscienza dell'individuo si trasferisce quindi in essi al fine di sviluppare i processi che saranno ora spiegati. Innanzitutto si deve precisare che al momento della morte fisica l'uomo perde coscienza e cade in una sorta di sonno profondo che può durare un tempo molto variabile; nel caso di una coscienza avanzata il risveglio nell'aldilà avviene dopo un periodo molto breve. Abbandonato il corpo fisico si diviene coscienti nel corpo astrale - anche detto "fluidico" o "mercuriale" pertanto quando si esce da questo primo periodo di incoscienza non si percepisce più il piano fisico, ma si percepisce adesso quello emotivo, meglio conosciuto come mondo astrale, che diventerà il nuovo ambiente dell'uomo disincarnato. Una delle domande poste più frequentemente dai neofiti è:"Ma dopo la morte io conserverò ancora la mia coscienza? Saprò di essere ancora io?". In effetti questo è l'aspetto che più preme all'essere umano. Egli spesso accetta, anche se con estrema difficoltà, di dover abbandonare i luoghi, gli amici, i parenti, il partner e gli oggetti a cui tanto è attaccato, ma non riesce ad accettare l'idea di poter sparire completamente e non esistere più nemmeno in quanto forma di coscienza.

La domanda dovrebbe però essere un'altra: "Prima della morte io ero veramente cosciente? Sono mai stato consapevole di essere io?". La questione fondamentale non è infatti: "C'è coscienza dopo la morte?" bensì: "C'è coscienza dopo la nascita?". Quando esce dal periodo di oblio dovuto alla transizione da un piano all'altro, l'uomo diviene cosciente nel suo corpo astrale solo nella misura in cui lo era già stato durante la vita sul piano fisico. Quindi per sapere quanto sarà cosciente di sé in astrale - oppure quanto sarà cosciente di sé come anima nel «corpo di gloria» - una volta defunto, è sufficiente che egli si chieda quanto è cosciente già adesso in astrale o come anima! Se durante la sua vita fisica un individuo si è sempre completamente identificato con il suo cervello fisico, perché si è sempre sentito cosciente solo in esso, allora quando tale corpo perirà... lui in una certa misura perirà con esso! Ciò significa che l'anima lascerà il corpo fisico, occuperà comunque il corpo astrale, ma l'individuo, non avendo ancora sviluppato la capacità di essere cosciente nell'astrale, si troverà in uno stato di semi-lucidità nel nuovo ambiente. Sarà comunque consapevole di sé, ma in una sfera simile a quella del sogno. Quale è infatti il grado di coscienza astrale dell'uomo medio? Lo si può facilmente dedurre dai sogni. Quando l'uomo sogna si trova nel suo corpo astrale, proprio come lo sarà dopo la morte, quindi è sufficiente che osservi quanto è lucida la sua coscienza durante i sogni per ricavare con buona approssimazione quanto sarà lucido dopo la morte. Nel sogno percepisce ciò che accade intorno a lui ma è solo vagamente cosciente di sé come individuo. È uno stato di semi-incoscienza difficile da descrivere: l'uomo sa ancora di esistere... ma non perfettamente come potrebbe saperlo sulla Terra fisica. Solitamente la sua percezione dell'ambiente durante i sogni è piuttosto vaga ed egli non è in grado di decidere nulla circa gli avvenimenti, sebbene sia convinto del contrario; in realtà viene letteralmente trasportato dagli eventi circostanti. Non stabilisce i luoghi da visitare, né le persone da incontrare; non può gestire la sua forza, né la sua capacità di spostarsi. Tutto gli accade e lui è un burattino semi-incosciente nelle mani delle sue emozioni e dei suoi istinti, i quali decidono di quale commedia egli diviene protagonista di volta in volta. Un destino simile lo attende da disincarnato. Se invece un uomo lavora su di sé già durante l'incarnazione per identificarsi con la sua anima, può sviluppare la coscienza astrale, può cioè divenire cosciente all'interno del suo corpo astrale pur rimanendo vivo in quello fisico. Il vero chiaroveggente è colui che può decidere di spostare in ogni momento la sua coscienza dal fisico all'astrale e viceversa, percependo ora un mondo ora l'altro. Tale uomo è capace di sogni lucidi, cioè di sogni nei quali lui si muove nel mondo astrale con la stessa piena coscienza con cui lo fa nel fisico, stabilendo dove andare e quali entità incontrare. Un uomo del genere ha anche ottenuto la continuità di coscienza, per cui al momento del trapasso non attraversa alcun periodo di oblio, ma si limita a uscire in piena coscienza dal corpo fisico. La credenza che dopo la morte nulla cambi nella propria coscienza è quindi altrettanto falsa della credenza che tutto finirà. Un uomo che è sempre vissuto in stato di addormentamento e non si è mai sforzato di svegliarsi, non può pretendere di diventare improvvisamente sveglio dopo la morte. Se era un addormentato nel mondo fisico lo sarà anche nel mondo astrale, nel mondo mentale e in quello dell'anima. Il livello di apertura di coscienza dell'individuo infatti non muterà minimamente rispetto a quando si trovava sul piano fisico. La morte non è una cura per l'ignoranza, né un corso accelerato di illuminazione interiore. Nemmeno una goccia di consapevolezza gli verrà regalata per il solo fatto di aver cambiato piano di esistenza. D'altronde un truffatore non diventa meno truffatore e un santo non diventa meno santo quando entrambi si cambiano d'abito. L'abbandono del corpo fisico è nulla più che un cambio d'abito per l'anima, e dopo il vestito fisico dovrà poi togliersene altri due. Nel primo periodo dopo l'abbandono del corpo fisico l'essere umano assiste come uno spettatore alla proiezione di tutta la sua esistenza, la quale gli viene trasmessa "all'indietro": dagli ultimi istanti prima di spirare fino all'evento della nascita. Ciò è possibile poiché per la coscienza astrale, che è della quarta dimensione, lo spazio e il tempo si svolgono in maniera differente che per la coscienza ordinaria. Rivedendo la propria vita al contrario si perde la connessione causa/effetto, quindi il comune giudizio circa gli eventi viene sospeso. Secondo le numerose testimonianze riportate da chi ha potuto viaggiare nel mondo astrale, e da coloro che hanno almeno comunicato con esso, molti esseri astrali, in particolare nel primo periodo di permanenza in quel luogo, non si rendono nemmeno conto di essere defunti. Essi si trovano in realtà in un mondo

completamente diverso, ma in massima parte non sono in grado di percepire tale diversità in tutta la sua importanza, poichè anche la loro coscienza fa adesso parte di quel mondo. Essi non impiegano più il cervello fisico come supporto, perché sono nel corpo astrale, quindi ragionano meccanicamente secondo la mutata prospettiva di una coscienza astrale. Le anime disincarnate, soprattutto in principio, non avvertono sostanziali differenze fra lo stato che hanno lasciato e quello nuovo in cui si trovano; i desideri e le abitudini non mutano e il fatto che possano volare nello spazio o costruire un appartamento con l'immaginazione in pochi secondi non è sufficiente a far sì che si avvedano di non essere più nel mondo fisico. In quel nuovo stato di coscienza tutto viene riconosciuto come appartenente alla sfera della "normalità", le caratteristiche ambientali sono quelle di una dimensione superiore, ma anche la coscienza che le percepisce si trova in quella dimensione, dunque non risulta semplice avvertire la differenza, e anche quando poi si prende consapevolezza della nuova situazione essa non crea più di tanto scompiglio nell'individuo. Questo succede anche a causa del nebuloso stato di semiincoscienza in cui si trova. Ma il lato più strambo di tutta la vicenda riguarda il fatto che chi è trapassato in verità non si sta ingannando, come a noi potrebbe sembrare, e ha perfettamente ragione nel ritenersi ancora in vita, poichè è effettivamente in vita né più e né meno di quanto lo era prima, e non v'è motivo per cui dovrebbe porsi una domanda tanto assurda circa la propria presunta morte! È come se un individuo svegliandosi una mattina si sentisse molto stordito, come sotto l'effetto di potenti narcotici, e cominciasse a notare delle differenze nelle forme e nello splendore dei colori intorno a lui; gli potrebbe inoltre capitare di incontrare una serie di persone che non si aspettava di rivedere, magari in luoghi che non frequentava da anni. Egli potrebbe rimanere un po' interdetto e sospettare di essere stato drogato con allucinogeni, ma non sorgerebbero mai in lui il dubbio circa la sua esistenza in vita! Vediamo adesso in quale genere di mondo si vive dall'altra parte. Nel primo periodo l'individuo è ancora molto legato al piano fisico della Terra. La disperazione e il desiderio dei congiunti contribuiscono a trattenerlo "in basso", e questo non è bene. Per lui è importante allontanarsi dalle cose terrene e proseguire la serie di esperienze che lo attendono nell'aldilà, e prima lo fa meglio è, mentre i cosiddetti "parenti inconsolabili" con il loro estremo attaccamento al defunto lo legano al piano terreno rendendogli più arduo il compito di abbandonarsi alla nuova dimensione. I pensieri di stima, di amore e di incoraggiamento a procedere nel cammino gli sono di valido aiuto, ma il desiderio di averlo ancora accanto, l'incapacità di accettarne la perdita e la disperazione, gli sono altamente nocivi. Nel piano astrale si incontrano altri defunti, di solito persone alle quali si era molto legati in vita (i nonni, i genitori, ecc.), ma può anche capitare di interagire con anime che hanno il compito di comunicarci informazioni utili, e anche di vedere amici e parenti, ancora vivi sul piano fisico, che temporaneamente si trovano fuori dal corpo durante una determinata fase del sonno. Esattamente come quando ancora occupava un corpo fisico, l'individuo costruiva la propria realtà quotidiana secondo le caratteristiche della sua personalità, cioè l'ambiente in cui viveva era un'esplicitazione materiale delle sue qualità interiori e delle sue paure, ora egli continua a costruire il suo mondo sottile sempre secondo le caratteristiche della sua personalità, la quale però adesso è composta dei soli corpo emotivo (astrale) e corpo mentale. Trovandosi egli sul piano astrale, l'ambiente che vedrà intorno a sè sarà un fedele riflesso del suo stato emotivo. E non potrebbe essere altrimenti; sarebbe infatti stato sicuramente illogico che più trapassati facessero esperienza dello stesso ambiente e che esso non fosse interamente creato da ciò che loro stessi sono. Se ogni uomo deve "sgretolare" un suo condizionamento emotivo, che ad esempio lo costringe a provare meccanicamente rabbia ogni qualvolta si verificano determinate circostanze, non può certo farlo in un ambiente uguale per tutti. Ognuno deve creare intorno a sé uno specifico ambiente che si occupi di mettere in luce la sua specifica rabbia, e non esiste modo migliore di farlo che lasciare che la vibrazione emessa dalla rabbia stessa organizzi la materia astrale secondo ciò che essa è, costruendo in tal modo situazioni che portino allo scoperto tale emozione negativa. Allo stesso modo quando alla fine del cammino l'individuo potrà gioire e provare estasi nel paradiso, ciò non sarà possibile in un ambiente comune a tutti, perché gli angeli che suonano l'arpa potrebbero piacere a qualcuno ma irritare fortemente qualcun altro; allora anche qui ognuno vivrà in un luogo costruito proiettato - dalle sue stesse caratteristiche, che però in questo caso sono già state purificate nel processo di "sgretolamento" avvenuto durante il passaggio nel piano astrale. Come in tale piano ognuno prova sofferenze che sono sofferenze solo per lui, anche nel piano mentale ognuno prova una gioia che è gioia solo

per lui e una beatitudine che è beatitudine solo per lui, perché esse possono scorrere attraverso dei "binari" energetici che solo lui possiede. Testi sull'argomento: IL CORPO ASTRALE - E RELATIVI FENOMENI Arthur E. Powell, Alaya Edizioni, Diegaro di Cesena (FC) (1927) IL PIANO ASTRALE C.W. Leadbeater, Edizioni Teosofiche Italiane (1896) TERRA DI SMERALDO - TESTIMONIANZE DALL'OLTRECORPO Anne e Daniel Meurois-Givaudan, Edizioni Amrita, Giaveno (TO) (1983) RACCONTI D'UN VIAGGIATORE ASTRALE Anne e Daniel Meurois-Givaudan, Edizioni Amrita, Giaveno (TO) () LO YOGA PER NON MORIRE Tommaso Palamidessi, Edizioni Grande Opera, Roma (1949) Questo piccolo ma fondamentale testo è inedito da anni. Può essere rintracciato solo in fotoriproduzione, al prezzo di 8 euro, presso la Libreria Ecumenica di Milano.

COSA SUCCEDE DOPO LA MORTE - parte II Inferno Purgatorio Paradiso All'inferno La sua permanenza nel mondo astrale è in realtà un viaggio agli inferi. Il corpo emotivo della Terra non la avvolge solo esternamente, ma in una certa misura la compenetra, questo implica che i sottopiani più bassi di questo piano si trovano nel sottosuolo, mentre i piani più sottili, dove si provano emozioni più elevate, risiedono in superficie. Ecco spiegata la tradizione che vuole gli inferi sottoterra, in un ambiente che pare l'interno di un vulcano, e colloca l'ingresso in una caverna. Proprio perché l'ambiente in cui è immerso è solo un'illusione che rispecchia ciò che lui è, il defunto entrerà in risonanza vibratoria con - e quindi si troverà circondato da - ladri se era un ladro, tossicodipendenti se era tale anche lui, iracondi se era propenso alla rabbia, gelosi se era geloso e possessivo; esattamente come accadeva quando era ancora nel corpo fisico, dove ognuno di noi si circonda degli ambienti e degli individui che lui stesso attrae per risonanza (anche se spesso non lo comprende consciamente e crede sempre di avere il diritto di vivere in un posto migliore!). Se io fossi un vero scrittore potrei rappresentare questa visione come se ogni luogo fosse un differente girone dell'inferno o del purgatorio! Magari in futuro qualcuno avrà questa geniale idea e deciderà di scrivere un poema!! Inoltre egli sarà coinvolto in eventi - sempre da lui stesso vibratoriamente creati - che, per la legge del contrappasso, lo metteranno di fronte, per somiglianza o per contrasto, alla sua emozione negativa o al suo attaccamento materiale. Sarà cioè ripetutamente confrontato con i vari aspetti della sua personalità che devono essere "disgregati" per consentirgli di proseguire la sua ascesa in quel mondo. Tutto questo non è il parto di una intelligenza sadica, ma costituisce un processo energetico che segue le stesse regole vibratorie del processo di esistenza nella materia fisica e che consente all'individuo di disintegrare i propri condizionamenti emotivi. Lo scopo di questa fase è bruciare le emozioni inferiori e gli attaccamenti accumulati in vita. Questo non significa però "guarire" i condizionamenti interiori, poiché un condizionamento alla rabbia, all'invidia o alla paura nato sul piano materiale, e a causa delle leggi vigenti su questo piano, può essere trasmutato solo in quel luogo e avvalendosi di quelle leggi; dunque i condizionamenti riappariranno uguali quando l'individuo si reincarnerà in un ambiente sostenuto dalle medesime leggi. Tale è anche il motivo per cui il suicidio costituisce un atto privo di senso; il suicida spera di mettere fine a un disagio uscendo dall'ambiente dove vigono quelle leggi con le quali lui non ha saputo convivere, e non si avvede che solo lo "scontro" con le leggi di quell'ambiente, avendolo creato, ha anche il potere di mettere

fine al suo disagio esistenziale. Egli si troverà nell'aldilà di fronte allo stesso identico problema esistenziale che aveva in vita, ma senza più i mezzi fisici per risolverlo! Dovrà riaffrontarlo tornando ancora in un ambiente materiale alla prossima incarnazione. Tutte le emozioni negative di cui il corpo emotivo è veicolo devono essere completamente disintegrate prima che l'uomo possa passare in condizioni più elevate. Se un uomo ha coltivato per anni o addirittura decenni un pressante desiderio di fumo, di alcool, di sesso, ecc... tale forte desiderio si trova registrato in questo corpo sottile; e in ugual modo se è stato rabbioso, geloso, codardo o depresso. Si trova nella situazione in cui prova ancora tutti i desideri, le passioni e le emozioni che provava quando aveva un corpo fisico - e con intensità mille volte maggiore, a causa del fatto che adesso è cosciente direttamente all'interno della sfera emotiva - ma non ha più un corpo in carne e ossa che gli permette di soddisfare ed esprimere tali manifestazioni. Anche il fatto che le anime più basse si radunino intorno a luoghi dove avvengono guerre, omicidi, rivolte di piazza a carattere violento, incontri orgiastici di matrice non iniziatica... e influenzino negativamente gli individui che lì si trovano senza però poter intervenire direttamente esse stesse con un corpo fisico, contribuisce ad acuire il loro dolore e a metterle di fronte alle loro infime passioni. È una situazione di penosa sofferenza, che tuttavia tali anime devono obbligatoriamente affrontare fino a quando lentamente e per gradi il loro corpo emotivo non si sia logorato, e ciò accade nella stessa maniera in cui le nostre sofferenze fisiche nella carne fanno parte del lento processo di disgregazione del corpo fisico. La sofferenza che si prova in questo luogo è però radicalmente diversa dalla sofferenza di quaggiù, in quanto tutto ciò che ha relazione con le sensazioni fisiche è scomparso, anche lo stesso vedere deve essere immaginato come un vedere di natura più interiore, in quanto oramai indipendente dagli occhi fisici. Per chi durante l'incarnazione è stato eccessivamente indulgente con i propri attaccamenti passionali al mondo della materia, questo nuovo stato gli appare come il fuoco dell'inferno, l'inferno che brucia le sue stesse passioni. Egli non viene punito da un "giudice che sta in alto", in quanto nessuno è colpevole di aver sbagliato in senso assoluto; accade semplicemente che egli sia, per una legge naturale, obbligato a distruggere gli ostacoli che lui stesso si è creato. Non c'è punizione perché non c'è stato errore. La moralità delle azioni è una pericolosa invenzione umana; nella realtà ci sono unicamente processi fisici, cause ed effetti: se abbiamo aggregato della materia emozionale, questa dovrà essere disgregata... e la sofferenza fa parte del processo. Il tempo che trascorrerà in questa fase dipende interamente dalla forza con cui tali emozioni inferiori si sono cristallizzate nel corpo. La sua percezione soggettiva sarà però di una pena eterna a causa dell'intensità atemporale della stessa, e non perché essa sia effettivamente eterna - non potendo esistere una pena infinita per una "colpa" finita. Un evento energetico limitato non può produrre un risultato illimitato, ma sempre solo un risultato proporzionato all'evento stesso. Siamo sempre nell'ambito di leggi fisiche. Non è semplice - ma certo spaventa al solo pensiero - immaginare un patimento così profondo da essere avvertito come atemporale! Non vorrei che il lettore rimanesse atterrito da tale descrizione dell'aldilà; ricordiamo che simile destino di sofferenza attende tutti noi, ma solo nella misura in cui durante l'incarnazione ci siamo identificati con i nostri odi, i nostri attaccamenti alle opinioni e alle cose e le nostre brame di piacere materiale, e nella misura in cui abbiamo sottomesso e sfruttato altri esseri umani pur di raggiungere i nostri scopi, dando cioè più valore alla nostra personale soddisfazione piuttosto che alla vita degli altri, e cristallizzando così nel corpo emotivo energie molto dense e difficili da sciogliere. La progressiva diminuzione dell'intensità di tale infernale sofferenza la rende temporale; a un certo punto l'individuo si accorge che qualcosa sta cambiando e che un'evoluzione della sua situazione nel tempo è quindi possibile. Adesso è più "leggero": "sale" allora sempre di più dentro i sottopiani più alti del piano emotivo, corrispondenti alle sfere che stanno sopra la superficie terrestre: questa è la condizione « purgatoriale », in cui si perde l'illusione dell'eternità della pena. Con il progressivo affrancarsi dagli elementi più grossolani e densi del suo guscio egli "sale" sempre di più, cioè vibra sempre più velocemente ed entra quindi in risonanza con ambienti sempre più sottili, con sottopiani via via più elevati del piano astrale. Nessuno rimane per sempre nello stesso posto, ogni individuo attraversa numerosi sottopiani, all'interno dei quali egli può costruire intorno a sè paesaggi illusori sempre meno "pesanti", in relazione al cammino che lo stato in cui si trovava al momento della morte fisica gli impone di percorrere. È importante notare che i vari numerosi sottopiani che compongono i tre piani principali intorno al pianeta, e che noi attraversiamo dopo il decesso, vengono costantemente strutturati dalle forme pensiero create dagli

uomini ancora nel piano fisico: un'emozione di odio andrà a costituire la sostanza dei piani astrali infernali, mentre un moto d'amore andrà a rinforzare i piani paradisiaci. Gli attuali comportamenti di ogni individuo sono dunque fondamentali non solo perché creano la sua realtà adesso sul piano fisico, ma anche perché vanno a determinare la qualità della sostanza degli altri piani, quei piani dove un giorno andrà a fabbricare le sua nuova realtà post mortem. A causa dei pensieri di giudizio e delle emozioni basse dell'uomo l'inferno diventa sempre più infernale! Se tutti gli uomini emanano pensieri d'amore ed emozioni elevate i piani che andranno ad abitare dopo la loro dipartita saranno composti di sostanza aurea e la loro nuova realtà non potrà che essere d'oro, ma se essi emanano escrementi emotivi e mentali tutto il giorno la loro futura realtà da disincarnati non potrà che essere una realtà di... L'uomo sta edificando già adesso il suo inferno e il suo paradiso! Inviare preghiere ai defunti risulta per essi estremamente utile, in quanto i pensieri di amore e i pensieri di incoraggiamento agiscono a livello vibratorio su di essi abbreviando notevolmente le loro pene, sia infernali che purgatoriali.

In paradiso Morto anche il corpo emotivo tutta la parte inferiore del suo essere è stata bruciata, le forme pensiero legate ai desideri e alle basse emozioni sono scomparse con quel corpo e l'anima può agire adesso all'interno del corpo mentale purificato. L'uomo si trova ad avere come ambiente i più elevati pensieri e aspirazioni nutriti durante la sua vita fisica, secondo una successione: da quelli ancora vicini alla personalità a quelli completamente spirituali. Tutti i pensieri di amore, di amicizia, di tenerezza, di simpatia, di affetto che ha vissuto sono moltiplicati di intensità in un ambiente paradisiaco che corrisponde al suo piano mentale. Essi vengono rivissuti in maniera amplificata. Risulta logico pensare che chi non ha mai coltivato vibrazioni di altruismo e amore o pensieri sottili di filosofia o spiritualità, percepirà un paradiso piuttosto breve e scarno, o addirittura non lo percepirà per niente; per lui non ci sarà paradiso! Mentre l'individuo vive queste situazioni, allo stesso tempo si libera progressivamente del suo guscio formato dai pensieri, fino ad abbandonare anche questo e morire così una terza volta. Nella fase paradisiaca si disgregano gli schemi mentali strutturati durante l'ultima incarnazione, i quali, per quanto elevati, restano comunque impregnati di materialità. Nel piano mentale della Terra, che è più sottile e vibratoriamente più veloce di quello emotivo, non ci sono più forme vere e proprie, ma solo immagini, simboli e, soprattutto, suoni. Nel liberarsi degli ultimi pesi che lo legano alla Terra egli entra nel piano spirituale vero e proprio, il piano dell'anima, dove prova stati di gioia e di beatitudine sempre più alti. Niente più pregiudizi, niente paure, niente sensi di colpa, solo Gioia totale in un crescendo inimmaginabile di profondità. È il mondo degli archetipi - di cui gli oggetti e gli esseri fisici sono solo ombre - i quali non sono astrazioni della ragione umana, ma veri e propri esseri che si manifestano agli occhi dell'anima anche attraverso splendide "melodie celesti". Qui lo stato della coscienza è notevolmente alterato rispetto alla coscienza fisica, tanto da risultare impossibile immaginarlo ora.

Nel mondo dell'anima La funzione dell'aldilà non è specificamente evolutiva, l'evoluzione in termini di consapevolezza avviene sulla Terra, nell'ambiente duale; nell'aldilà, come si è visto, prima l'individuo va all'inferno a ripulire i "binari energetici" dall'identificazione che li fa sembrare pregiudizi e condizionamenti, poi, usa questi stessi "binari energetici" (che sono poi le "memorie di gestione dei corpi" di cui si tratta nel paragrafo "Binari energetici" nell'articolo "Reincarnazione") per vivere nel mondo animico, in una forma estatica, tutto ciò che ha acquisito sulla Terra in termini di capacità di provare Amore e cogliere il Bello. L'aldilà è una vacanza dove si prende consapevolezza dei frutti del lavoro svolto in un ambiente materiale, "ricaricandosi" al contempo per il lavoro successivo. Ma ricordiamo che solo quando si torna nella materia sulla Terra o altrove - si può veramente godere di quanto si è appreso nelle incarnazioni precedenti grazie alle aumentate capacità di cogliere il Vero e di Gioire della creazione. Nel mondo dell'anima - esattamente come sulla Terra - la Gioia, la Bellezza e l'Amore possono essere percepiti soltanto se si hanno i "presupposti energetici" per farlo, se si è cioè sviluppato un buon numero di "binari energetici", se si possiedono le memorie di gestione dei corpi necessarie ad afferrare coscientemente

qualità come l'Amore e la Gioia. Tutti i piani di esistenza sono stracolmi di Bellezza, sono letteralmente fatti di Gioia, ma ognuno ne percepisce unicamente secondo quelle che sono le sue capacità di gestire lo strumento atto a percepirle, la personalità, cioè secondo lo sviluppo del suo Cuore, l'organo preposto a dominare e utilizzare al meglio tale personalità. Un astronomo può scrutare la bellezza dell'universo tanto meglio quanto più ha imparato a usare bene il suo telescopio; come potrebbe operare bene se fosse invece convinto di essere il suo stesso telescopio?! Quando saremo nel mondo dell'anima godremo della Bellezza e della Gioia solo nella misura in cui ci saremo fabbricati un buon telescopio durante la permanenza sulla Terra. Così come accade in tutti gli altri piani sottili, anche nel mondo dell'anima il nostro grado di coscienza di noi stessi risulterà proporzionato al livello di identificazione con l'anima che già avevamo sulla Terra. Riassumendo: saremo coscienti sul piano astrale nella misura in cui eravamo capaci di governare il nostro mondo emotivo mentre stavamo nel corpo fisico; saremo coscienti sul piano mentale nella misura in cui abbiamo sviluppato la nostra mente attraverso lo studio e la produzione di pensieri elevati e altruistici, siano essi politici, religiosi, sociali o filosofici ; saremo coscienti sui piani dell'anima nella misura in cui abbiamo provato emozioni superiori (amore, compassione, tenerezza...) e ci siamo dedicati al pensiero astratto, puro, intuitivo, artistico senza fini materiali. Chi non ha mai avuto pensieri altruistici e non ha mai usato il suo pensiero per pensare veramente, ma si è limitato a usarlo per fare la spesa e parlare delle condizioni atmosferiche o di football con gli amici, non vivrà il paradiso. Come potrebbe infatti restare cosciente su quel piano dopo la morte? Non ha fabbricato i "binari energetici" sufficienti ad ancorare la sua coscienza su quel livello. Allo stesso modo, chi non ha mai provato emozioni superiori, non si è mai dedicato all'arte o al pensiero astratto, non ha speranza di restare cosciente sui sottopiani più elevati del piano mentale e poi sui piani dell'anima dopo la morte del corpo mentale. Spesso sui sottopiani più elevati del paradiso incontra quelle entità e quelle forze che la compenetrano e l'aiutano a sviluppare alcune qualità che essa manifesterà poi nell'incarnazione successiva a vantaggio del progresso dell'umanità intera. Infatti, oltre a gioire di quanto di buono ha fatto e ha imparato durante la vita terrena, l'anima in paradiso si istruisce per la sua nuova prossima missione acquisendo nuove capacità e qualità; ma può farlo sempre solo nella misura in cui si è resa in grado di ricevere nuovi insegnamenti lavorando al proprio perfezionamento durante l'ultima incarnazione. Abbandonati i suoi tre involucri esterni, la coscienza del Sé, cioè dell'anima, se è sufficientemente «cristallizzata», gode della Bellezza dello spazio cosmico. A un certo punto del suo viaggio nel mondo spirituale essa ha ormai ricevuto tutti gli insegnamenti che è in grado di immagazzinare, ed è arrivata al più alto grado di Beatitudine che le è possibile percepire - che può ancora sopportare con i suoi attuali "binari energetici" - e questa Beatitudine è già milioni di volte più intensa di qualunque momento di felicità terrestre. Tuttavia, proprio quando ha toccato l'apice, accade ancora qualcosa di straordinario: si accorge che di fronte a lei si estende... l'infinito. Un infinito tutto da scoprire di Amore, Gioia e Bellezza. Essa si accorge che la sua capacità di accrescere la Beatitudine è potenzialmente infinita, priva di qualsiasi confine; realizza in un istante che un mare di inconcepibile estasi è lì ad attenderla, un'estasi che per adesso le risulta insopportabile (non-supportabile), cioè fisicamente non sostenibile dalle insufficienti "memorie di gestione" (i "binari energetici") costruite fino a questo punto della sua evoluzione. Questo rappresenta un momento cruciale per l'anima. Andare avanti significherebbe "perdersi" nella Gioia e "annullarsi" nell'Uno, perché verrebbero a mancare i supporti per rimanere unitariamente cosciente di quanto sta percependo. Procedere implicherebbe il disciogliersi per sempre nell'inconsapevolezza del Tutto, ritornare a far parte dell'indistinto Uno. E scegliere questa via dell'oblio completo pare sia effettivamente possibile: è la liberazione finale dalla ruota delle reincarnazioni, dallo spazio-tempo, dal concetto stesso di individuo e di evoluzione. Testi sull'argomento: IL CORPO ASTRALE - E RELATIVI FENOMENI Arthur E. Powell, Alaya Edizioni, Diegaro di Cesena (FC) (1927) IL PIANO ASTRALE C.W. Leadbeater, Edizioni Teosofiche Italiane (1896) TERRA DI SMERALDO - TESTIMONIANZE DALL'OLTRECORPO

Anne e Daniel Meurois-Givaudan, Edizioni Amrita, Giaveno (TO) (1983) RACCONTI D'UN VIAGGIATORE ASTRALE Anne e Daniel Meurois-Givaudan, Edizioni Amrita, Giaveno (TO) () LO YOGA PER NON MORIRE Tommaso Palamidessi, Edizioni Grande Opera, Roma (1949) Questo piccolo ma fondamentale testo è inedito da anni. Può essere rintracciato solo in fotoriproduzione, al prezzo di 8 euro, presso la Libreria Ecumenica di Milano.

COSA SUCCEDE DOPO LA MORTE - parte III Ritorno in incarnazione Se l'individuo era già identificato a sufficienza con l'anima - e quindi la sua coscienza era almeno parzialmente capace di traslarsi nel «corpo di gloria» - quando giunge a questo stadio del suo viaggio dopo la morte, può decidere se entrare nell'Eterno, nell'Assoluto inconsapevole di sé, oppure conservare il grado di coscienza raggiunto attraverso le precedenti incarnazioni, e incrementarlo per mezzo di una nuova successiva incarnazione, restando così nella dualità. Si badi bene che una via non è migliore dell'altra. Dal punto di vista dell'Assoluto, che è fuori dallo spazio-tempo e fuori dalla dualità, concetti come evoluzione e coscienza non possono aver senso. Rispetto all'Assoluto, mille incarnazioni impiegate a sviluppare una coscienza sempre più raffinata e il sonno profondo inconsapevole... sono sullo stesso piano. Di norma l'anima, nel momento stesso in cui scorge la possibilità di una più ampia Beatitudine, prova il desiderio di godere tanta maestosità senza perdere la propria coscienza unitaria, quindi, a questo scopo, vuole incrementare i "supporti" su cui far scorrere altra Bellezza. Il fatto stesso di aver toccato il limite massimo della propria capacità di percezione la costringe a richiudersi in se stessa, come una molla tirata al limite che un istante prima di perdere per sempre la sua elasticità viene lasciata andare e si riaccorcia riprendendo la sua configurazione. Allora compie il percorso a ritroso riprecipitando in una materialità sempre più grossolana: l'unico ambiente dove si può percepire un'apparente bruttezza e trasmutarla in "binari energetici" per cogliere più Bellezza. L'anima utilizza le vibrazioni emesse dalle sue "memorie di gestione dei corpi" (i "binari energetici"), accumulate nelle incarnazioni passate, per ricostruire un corpo mentale, un corpo emozionale e un corpo fisico che rispecchino le sue qualità e le diano la possibilità di incrementarle. Riprende quindi il cammino da dove aveva lasciato la volta precedente. In altre parole l'anima attrae vibratoriamente a sé gli involucri di sostanza fisica, astrale e mentale che meglio le permettono di condurre innanzi il piano di sviluppo intrapreso; ad esempio, se vuole portare alla luce la tolleranza, essa costruisce i suoi corpi affinchè vibrino in modo tale da richiamare condizioni della realtà dove l'individuo è spesso confrontato con il "diverso". Gli aspetti planetari, il periodo storico, le circostanze etniche e geografiche, nonché l'ambiente sociale inerenti lo svolgersi dell'incarnazione, sono tutte manifestazioni che esplicitano nella materia le qualità uniche di un'anima. L'anima, vibrando, fa in modo che sul piano fisico si organizzino anche le caratteristiche genetiche che deve possedere l'uovo umano fertilizzato da cui si formerà il corpo fisico, e che devono combaciare con gli scopi che essa si propone. Mentre accade ciò una coppia da qualche parte sta gioendo dei piaceri del sesso! Va detto che il corpo mentale, quello emotivo e quello fisico di un individuo all'inizio non sono veri e propri corpi, ma solo punti vibratori nel piano mentale, nel piano astrale e nel piano fisico del pianeta. Sono punti vibratori che rispecchiano, con la loro frequenza, le esigenze dell'anima, quindi non contengono ancora i pensieri, le emozioni e la forma fisica dell'individuo, bensì li hanno "in potenza", in quanto vibrano in maniera tale da permettere solo a determinati atomi fra quelli appartenenti ai tre piani del pianeta di fissarsi intorno a loro e costruire i tre corpi dell'uomo. Binari energetici. L'anima fa spontaneamente ritorno nella materia perché per sopportare/supportare nuova Bellezza è necessario sviluppare la capacità di coglierla in un luogo dove essa a un primo sguardo non si vede, dove c'è un contrasto apparente tra Bello e non-Bello. Se la si volesse cogliere direttamente non sarebbe possibile, scivolerebbe addosso nell'inconsapevolezza, non si avrebbero sufficienti "appigli - binari -

energetici" per ancorarla a sé. Se non conosciamo il brutto non possiamo apprezzare consapevolmente il Bello. Per acquisire la capacità di trovare i funghi, si devono frequentare i boschi dove i funghi al contempo crescono e si nascondono; non si sviluppa alcuna capacità comprandoli sulle bancarelle del mercato, e l'obiettivo dell'uomo è sviluppare una capacità, non semplicemente cogliere le cose belle, perché allora sarebbe bastato abitare su un pianeta dove non accade mai nulla di brutto, ma senza attrito non ci sarebbe stata nemmeno la consapevolezza; l'uomo sarebbe stato uno zombie. Vivendo invece un'incarnazione nei piani della Terra, l'anima è costretta a organizzare i suoi corpi - il fisico, la mente e le emozioni - per ottenere degli scopi (ad esempio, trovare i funghi). Nello sforzarsi di imparare una nuova professione, di praticare un nuovo sport o studiare una nuova materia, crea delle "memorie di gestione dei corpi", forma cioè nuovi "binari energetici" che la mettono in comunicazione con l'ambiente materiale attraverso i suoi corpi, e che prima non possedeva. Dapprima questi nuovi "binari" le servono per governare i suoi involucri affinché la facciano sopravvivere meglio nel suo ambiente, e poi, una volta compiute le dovute trasmutazioni alchemiche, quegli stessi "binari" le consentono di percepire nuovi gradi di Bellezza e di Beatitudine. Pertanto si librerà ancora più in alto al prossimo viaggio in paradiso. Reincarnazione. A proposito delle incarnazioni mi preme rilevare che l'anima non vive condizionata dal tempo e dalla distanza come le intendiamo noi, per cui dal suo punto di vista essa non svolge un percorso di successive salite e discese dal piano materiale a quello spirituale e viceversa: ciò che normalmente si chiama "ciclo delle reincarnazioni". Per lei le incarnazioni non si sviluppano in maniera "successiva": questa è un'invenzione della personalità. Le incarnazioni avvengono tutte contemporaneamente: stiamo vivendo adesso nell'antico Egitto, durante l'impero romano, all'inizio del '900 e nel XXII secolo. Essa si è ramificata come una piovra in molteplici personalità ognuna delle quali sta sviluppando differenti qualità che necessitano differenti cornici storiche per essere manifestate. Tutte le esistenze di un'anima si svolgono simultaneamente, e continuamente si inviano messaggi: ognuna è partecipe della metamorfosi delle altre; esse evolvono insieme, non in successione come appare nell'illusione temporale. Ognuno di noi con le scelte di oggi sta influenzando sia le incarnazioni "passate" che quelle "future". Fino a quando si rimane identificati con una personalità non si può sapere cosa stanno facendo le altre, si è separati da esse; ma quando finalmente ci si identifica con l'anima si ha il quadro completo. L'attuale memoria dell'individuo è la memoria di quanto è accaduto alla personalità nella quale egli è cosciente - nella quale è identificato - ciò significa che può "ricordarsi" delle altre personalità unicamente se porta la sua coscienza nell'anima, la quale è disidentificata da ciascuna di esse in particolare ed è cosciente di tutte contemporaneamente. Quando il processo di risveglio che porta l'uomo a sentirsi un'anima giunge a uno stadio avanzato, l'inconscio si riversa nel conscio ed egli "ricorda" le storie delle altre personalità; le vede come in un lungo film e comprende chi è veramente e il significato di tutto il percorso.

Contatti non desiderabili I cosiddetti "contatti spirituali" sono di norma fenomeni da evitare per quanto possibile. I sottopiani del piano astrale che in genere un uomo di media evoluzione riesce a contattare sono quelli inferiori, cioè quelli abitati da farabutti che, come è ovvio, tali sono rimasti anche dopo il trapasso, e che inoltre non hanno alcuna voglia di allontanarsi dal piano fisico, in quanto qui possono ancora provare l'illusione di partecipare alla vita fisica. Ogni medium riesce a mettersi in contatto con i piani con i quali la sua personale frequenza vibratoria gli consente di entrare in risonanza, dunque, a meno che non si tratti di un uomo particolarmente risvegliato alla sua anima, i piani più elevati sono quasi sempre preclusi a chiunque cerchi comunicazioni dai mondi sottili. La comune ignoranza porta però a pensare che qualsiasi fenomeno non rientri nella banalità dell'ordinario debba per forza di cose essere qualcosa di estremamente elevato e ricco di significato. Si è quindi indotti a credere, e lo sono essi stessi, che gli operatori di tali comunicazioni con l'aldilà siano persone particolarmente sagge e spiritualmente evolute, e magari prescelti dal divino per compiere importanti missioni o canalizzare messaggi utili all'umanità intera. Inoltre, cosa ancora più pericolosa, si crede comunemente che le entità da essi contattate, per il solo fatto che non occupano più un corpo e riescono a comunicare con l'aldiquà, siano esse stesse intelligenti, oneste e amorevoli. Niente di più sbagliato! Tali entità, essendo ancora molto attaccate al piano fisico, e avvertendone la mancanza, necessitano di energia per poter continuare a gravitare intorno a esso, e sono disposte a tutto pur di ottenerla! Il medium,

cioè un uomo più aperto della norma ai piani sottili, costituisce per loro nulla più che una ghiotta occasione. Ecco allora fiorire i vari Gesù, le Madonne, gli apostoli Paolo e Pietro, faraoni e imperatori assortiti, cioè entità della più infima risma che, sotto mentite spoglie, presentandosi con nomi altisonanti, ingannano l'ingenuo di turno riempiendogli la testa di stupidaggini. Se infatti essi si presentassero dicendo: "Sono un'anima del piano infernale che ha ucciso dodici bambini e che si sta prendendo gioco di te pur di continuare ad arrecare danni sul piano fisico" credo che anche il medium più sprovveduto interromperebbe subito la comunicazione, ma, dal momento che l'inganno è ordito bene, ed essi mentono fingendo di essere San Francesco, Sant'Antonio o lo Spirito Santo, i medium abboccano; ci si ritrova allora con una serie di 'unti del signore' che si vantano di possedere poteri paranormali e di comunicare con i grandi del passato ...in breve tempo immancabilmente seguiti da una folta schiera di ignoranti creduloni. È vero che nei loro messaggi fasulli essi parlano di amore, preghiera, meditazione e aiuto reciproco, invitando a "non commettere più peccati per non fare lacrimare il cuore di Gesù e la Santa Vergine", ma proprio questi sono i messaggi che più arrecano danno alle folle, perché trattengono l'uomo nel sonno della coscienza fornendo una visione infantile della religiosità in cui credere e annullarsi. Non c'è infatti sonno più profondo di quello di colui che crede anziché comprendere. Nessuno di questi messaggi invita mai al risveglio e al lavoro su di sé al fine di incrementare il proprio livello di consapevolezza. Mirano invece a instillare il senso di colpa per i propri peccati e conducono sempre a una credenza cieca in un'entità superiore intrisa di moralità antropomorfa o in una profezia catastrofica dalla quale ci si può preservare pregando o meditando. Tali entità non sono altro che gli spiriti malvagi presenti in ogni tradizione popolare e religiosa; essi sono uomini morti provando odio, rancore, desiderio di uccidere, o più semplicemente un estremo attaccamento ai piaceri terreni nella loro forma più spinta, dall'ingordigia, all'avarizia, alla lussuria, al desiderio di sopraffazione. Ricavano energia dall'alcolizzato che beve, dal tossicodipendente che si buca, da ogni genere di perversione, crimine e violenza, da ogni emozione di odio, rabbia e gelosia che noi proviamo quotidianamente. Gravitano intorno al soggetto - che li attrae con le sue basse vibrazioni - facendolo sprofondare sempre più nel suo vizio, nel suo comportamento criminoso o nel suo attaccamento alle cose. Oppure possono impossessarsi di individui particolarmente sensibili e instabili emotivamente, in genere giovani adolescenti, e usarli per indurli al vizio o per compiere atti criminosi di cui essi si nutrono. Possedere qualcuno significa entrare nel suo corpo emotivo o, più raramente, in quello mentale - che per ragioni evolutive sono ancora poco organizzati e fuori dal dominio dell'anima - e influenzarli con forme pensiero negative. Anche un uomo che viene suggestionato affinchè combatta contro un'etnia - e uccide e si fa uccidere per questo - è un posseduto. Si può essere posseduti sia dalle semplici forme-pensiero di odio che di norma inquinano l'atmosfera, e che una volta entrate nel campo mentale di un individuo lo ossessionano, sia dai succitati esseri disincarnati, i quali amano imperversare nelle zone di guerra per nutrirsi di odio e fomentarlo a loro volta. Se ci si osserva con attenzione si può comprendere che tutti, in misura variabile, siamo dei posseduti. Un gesto di rabbia o gelosia non può certo arrivare dall'anima, quindi è piuttosto evidente che esso è entrato nell'uomo dall'esterno e lo ha usato per un dato periodo di tempo, che può durare pochi minuti, settimane o anni. Il fatto che una persona possa giurare di essere stata proprio lei ad arrabbiarsi, non cambia la realtà delle cose. Un altro genere di possessione è quella operata da entità ben più potenti delle anime dei trapassati, i diavoli, che sarano trattati nell'articolo "Vendere l'anima al diavolo" (sul sito www22.brinkster.com/brizzi/).

La pena di morte Un ultimo appunto: la pena di morte. Tale usanza è un retaggio della legge "occhio per occhio dente per dente" istituita nell'antichità dai saggi per gestire comunità che si trovavano immerse nella coscienza di branco - un preciso livello evolutivo nel quale le leggi devono ancora essere fatte rispettare con la forza e la paura della punizione. Il mio discorso però non verte sul fatto che una tale legge possa essere più o meno consona al livello di coscienza di una data comunità odierna. E' infatti certo che ogni comunità viene amministrata per mezzo di leggi che rispecchiano appieno il grado di apertura della coscienza presente nei suoi abitanti. Io vorrei invece soffermarmi sulle conseguenze meno appariscenti di tale comportamento primitivo.

Fino a quando un criminale rimane confinato all'interno del suo corpo fisico la sua capacità di nuocere è limitata a questo piano, potrà cioè nuocere a una persona per volta e sarà comunque circoscritto nella sua possibilità di muoversi a causa delle leggi fisiche che regolano questo piano di esistenza. Ma una volta eseguita la pena capitale egli viene liberato dai vincoli fisici, e si ritrova quindi a poter scorazzare a piacere sul piano astrale, influenzando gli altri abitanti di tale ambiente e, da qui, quelli del piano fisico, immettendo terribili forme pensiero di odio e violenza - acuite ulteriormente dal fatto di essere stato giustiziato - nei corpi mentale ed emotivo di tutti coloro con cui riescono a entrare in risonanza. In virtù dell'errata considerazione che sia possibile "togliere la vita" a qualcuno semplicemente privandolo del suo involucro fisico, si permette così a una mente criminale di poter realizzare in maniera del tutto indisturbata ciò che prima era costretta a compiere con difficoltà e col timore di essere scoperta; possibilità, questa, alla quale pervengono tutte le anime che, a motivo della loro condotta di vita, una volta disincarnate stazionano a lungo nei sottopiani più bassi del mondo astrale. Ogni informazione riportata in questo capitolo non fa parte di ipotesi, in quanto solo un pazzo, o un genio, potrebbero ipotizzare un sistema del genere senza il supporto di una qualche prova tangibile. In effetti ogni fenomeno è stato più volte osservato da coloro che sono in possesso di una sufficiente apertura verso i piani sottili dell'esistenza - esattamente come chi è dotato di una sufficiente apertura verso la matematica studia con facilità i fenomeni matematici - e di una sufficiente intelligenza critica che ha loro permesso di accostare queste realtà con lo spirito dello studioso serio. Fare della filosofia riguardo alla morte non serve più, l'umanità sta ormai superando la fase dello struggimento interiore riguardo il mistero della morte, la presunta conclusione della vita. Bisognerebbe dire a poeti e saggisti che è inutile spendere troppe parole su un fenomeno... se di tale fenomeno non si ha alcuna cognizione. È inutile restare sul piano fisico e da qui cercare di immaginare cosa ci sarà dopo. Tutto questo è parte di un ingenuo sentimentalismo! A nessun filosofo e a nessuno scienziato è venuto in mente che se si vuole veramente comprendere cosa è la morte qualcuno deve andare là e vedere cosa diavolo c'è? Solo chi ha visitato il piano astrale dove abitano i trapassati può negli effetti conoscere cosa c'è dopo l'uscita dal corpo fisico, e chi ha avuto contatti medianici con i suoi abitanti può almeno farsene un'idea. Ma se c'è qualcuno che non dovrebbe mai pronunciarsi sulla morte, onde evitare di inculcare assurde paure nella comunità, questi sono proprio coloro che si limitano a pensare alla morte o ad analizzarla fisicamente in un laboratorio.

Riassunto Abbandonato il corpo fisico l'uomo si risveglia - dopo un tempo variabile di incoscienza - nel piano astrale del pianeta, diviso, come ogni piano, in ulteriori sottopiani. Egli è cosciente di questo nuovo ambiente nella misura in cui lo era già quando si trovava nel corpo fisico. Nell'aldilà egli si costruisce delle successive realtà che lo mettono di fronte ai condizionamenti e agli attaccamenti che ha accumulato durante la vita terrena, dai più pesanti ai più leggeri. Vivendoli in questa nuova prospettiva, con un più alto grado di intensità, egli li disgrega e in questo modo abbandona tutta la zavorra, tutto ciò che è esterno alla sua anima. Nei sottopiani più elevati del piano mentale egli utilizza poi questi suoi condizionamenti, ormai divenuti dei "binari" depurati, per cogliere stati di Amore, Gioia e Beatitudine e acquisire nuove capacità utilizzabili nell'incarnazione successiva. Testi sull'argomento: IL CORPO ASTRALE - E RELATIVI FENOMENI Arthur E. Powell, Alaya Edizioni, Diegaro di Cesena (FC) (1927) IL PIANO ASTRALE C.W. Leadbeater, Edizioni Teosofiche Italiane (1896) IL CORPO MENTALE Arthur E. Powell, Alaya Edizioni, Diegaro di Cesena (FC) 2004 CENNI SULLA MORTE C.W. Leadbeater, Annie Besant, Blu International Studio, 2000 RINCARNAZIONE Annie Besant, Blu International Studio, 1996 (1892) LA VITA DOPO LA MORTE

Douglas Baker, Edizioni Crisalide, 1982 REINCARNAZIONE: 20 CASI A SOSTEGNO Ian Stevenson, Edizioni Armenia, 2005 (1980) BAMBINI CHE RICORDANO ALTRE VITE Ian Stevenson, Mediterranee, (1977) MORIRE PER RINASCERE Jean Louis Siémons, Mediterranee, (1987)

Vampiri Si è deciso di trattare di questo argomento in quanto il fenomeno vampirismo ci risulta essere molto più diffuso di quanto normalmente non si creda. A causa del costante incremento della frequenza vibratoria del pianeta, le interazioni fra il « piano astrale » (quello, per intenderci, dell'oltretomba) e il nostro piano materiale diventano ogni giorno più frequenti. I vampiri sono un'invisibile realtà di cui nessuno sospetta, ciò nondimeno sono molti gli esseri umani che vengono "vampirizzati" della propria energia vitale a opera di creature che agiscono dal piano astrale. Ci sembra quindi giusto, nonché urgente, divulgare quante più conoscenze possibili riguardo l'argomento. Come sempre... l'ignoranza tiene schiavi, la conoscenza libera. Affinché si possa condurre uno studio scevro di pregiudizi circa i vampiri, è innanzitutto necessario spazzare via dalla propria mente il concetto che essi facciano parte di antiche superstizioni popolari o che siano nati dalla fantasia degli scrittori. I vampiri sono sempre esistiti ed esistono tuttora. Costoro sono esseri umani che hanno condotto in maniera parziale e imperfetta il percorso magico/alchemico che conduce l'individuo a identificarsi con la sua anima immortale. Essi sono infatti riusciti a trasferire la propria coscienza nel « corpo astrale », con il fine di sopravvivere dopo la morte, ma non hanno voluto o potuto proseguire il cammino fino ad abbandonare totalmente l'ego e identificarsi con la purezza dell'anima. Già all'interno di necropoli preistoriche sono stati rinvenuti cadaveri che recano delle pietre piantate nel corpo; ciò fa supporre la credenza in quei popoli che taluni individui potessero tornare dall'aldilà qualora non venissero uccisi secondo un ben preciso rituale. Che la tradizione dei vampiri tragga origine dalla vita del conte Vlad Tepes (1430-1476), detto l'impalatore, a cui il romanziere Bram Stoker si sarebbe ispirato per la sua opera "Dracula" (1897), rappresenta quindi una grossolana falsità. Su alcune iscrizioni tombali persiane risalenti al 2300 a.C. è raffigurato un uomo che lotta contro un mostro intenzionato a succhiargli il sangue. La stessa tipologia di reperti compare già nel VII secolo a.C. anche in Cina, Assiria, presso i Maya, gli Indiani, i Polinesiani ed anche presso i discendenti dei Vichinghi. Le coincidenze tra le svariate testimonianze di popolazioni così distanti e diverse tra loro per cultura e credenze religiose dovrebbero far riflettere anche quegli studiosi intellettualmente microdotati che di norma affrontano l'argomento negando l'esistenza effettiva del fenomeno. In ogni caso qui non si vuole dimostrare niente a nessuno. Basta con libri e articoli che sciorinano elenchi di leggende popolari nella speranza di poter dimostrare agli scettici la reale consistenza del fenomeno! La verità di tale fenomeno può essere solo sentita interiormente, cioè avvertita sul piano intuitivo come una certezza indubitabile, e a nulla vale cercare di convincere gli altri sul piano intellettuale. È possibile studiare i vampiri solo se si posseggono le corrette informazioni di matrice occulta riguardanti la sopravvivenza del « corpo astrale » e la vita dell'individuo dopo la morte. Gli autori che parlano di vampirismo lo fanno di norma nell'ignoranza più completa (una rara eccezione è costituita da Frater Piarus, che ha pubblicato "Vampiri" per le edizioni Venexia); non è infatti possibile trattare l'argomento con cognizione di causa se non si è mai provato un vero « sdoppiamento astrale » comprendendo solo così cosa sono in grado di fare i vampiri. Si noti per inciso che l'irlandese Bram Stoker, occultista di una certa fama, era affiliato alla Golden Dawn (tale affiliazione è segnalata ne "Il mattino dei maghi", di Pauwels e Bergier), società esoterica di cui fecero parte molti personaggi in vista del tempo, tra cui ricordiamo il poeta simbolista William Butler Yeats, il Gran Maestro Samuel Liddel Mathers (meglio conosciuto come Mc Gregor Mathers), Arthur Machen, Thomas S. Elliot, Algernon Blackwood, Rudyard Kipling... e il noto mago/occultista Aleister Crowley, che negli anni successivi avrebbe riportato in auge la magia cerimoniale. Stoker possedeva dunque il genere di conoscenze indispensabili al fine di trattare l'argomento secondo il rigore delle scienze occulte. Compì inoltre una meticolosa ricerca sulle leggende e le antiche tradizioni popolari, e infine si ispirò alla figura del conte Vlad per ammantare di nobiltà e di storicità il suo personaggio, ma pare che tale conte nella realtà nulla avesse a che vedere col fenomeno del vampirismo. Stoker scoprì il nome Dracula quando aveva già completato il manoscritto, dove il vampiro fino a quel momento veniva da lui chiamato semplicemente "Count Wampyr". Solo poco prima della pubblicazione gli capitò di leggere di questo personaggio su un trattato di storia dove compariva un paragrafo dedicato a Vlad Dracula, e quindi decise di utilizzarne il nome.

Vampiri - premessa esoterica In accordo con le tradizioni esoteriche di tutto il mondo, possiamo considerare l'essere umano costituito essenzialmente di due enti: l'uno di carattere spirituale – detto anima, spirito, Sé o Io profondo – l'altro di carattere materiale – detto personalità, apparato

psicofisico o « macchina biologica ». Ora può accadere che un uomo sviluppi un livello di « attaccamento » alla propria vita materiale così esageratamente morboso da fare sì che egli rifiuti in maniera innaturale e categorica l'idea della morte, paventando ossessivamente la scomparsa del proprio corpo e del proprio ego. Ciò significa che tale individuo si trova completamente identificato con il suo apparato psicofisico, una macchina biologica costituita di ossa, carne e sangue che ogni uomo dovrà prima o dopo abbandonare. L'apparato psicofisico è infatti costituito di sostanze deperibili e il suo destino è quello di dissolversi nella materia da cui è venuto. Chi si trova in uno stato di identificazione completa con il corpo – chi sente cioè di essere esclusivamente il suo corpo – è destinato a perire con esso, perché la sua coscienza è imprigionata in quel guscio di carne, e quindi tutta la sua vita risulta impregnata della paura della morte. Al contrario, chi, attraverso un lavoro magico/alchemico portato avanti fino al compimento finale, è giunto a identificarsi con l'anima, con il Sé, non teme più la morte, in quanto sente che alla scomparsa dell'apparato psicofisico egli resterà in vita in una forma più sottile attraverso la sua anima, il « corpo di gloria » dell'Alchimia. Un'analogia renderà più chiaro l'argomento: paragoniamo l'anima a un astronauta e la personalità alla tuta spaziale che lo avvolge esternamente. Se per un bizzarro caso del destino tale uomo si fosse identificato con l'involucro esterno, la tuta spaziale, se egli credesse cioè di essere la tuta e non sentisse più di essere l'individuo che la occupa, allora qualora la sua tuta dovesse andar distrutta egli verrebbe annientato con essa, in quanto tutto il suo esistere si risolve in quell'involucro esteriore. Se invece, come accade nella normalità, tale uomo risultasse identificato con la persona che occupa la tuta spaziale, in tal caso la sua posizione sarebbe totalmente differente: egli potrebbe osservare l'involucro intorno a lui come qualcosa di diverso da sé e la cui integrità non è direttamente legata alla sua personale sopravvivenza. Fuor di metafora, questa è la situazione di un uomo che vede il suo corpo, le sue emozioni e i suoi pensieri come enti differenti da sé, facenti parte di gusci esterni non indispensabili alla sua permanenza in vita come anima. L'uomo che sia giunto a percepirsi come anima dentro la personalità CON LO STESSO GRADO DI CERTEZZA con cui un astronauta si sente diverso dalla sua tuta spaziale, non teme più la morte, e ciò in quanto è a tutti gli effetti divenuto immortale, si è identificato con l'anima. Si badi che non si sta qui trattando di "pensare" di essere un'anima, bensì di "esserla". L'immortalità non si esaurisce in un'acquisizione del pensiero, ma in una realizzazione eminentemente « fisica ». L'astronauta sente infatti "fisicamente" di non essere la sua tuta, non si limita a pensarlo! Lo stesso accade per chi ha svolto un regolare percorso di trasformazione magico/alchemico. All'interno di una scala di relatività ogni essere umano occupa un gradino diverso corrispondente al suo grado di identificazione con l'anima piuttosto che con la personalità. Qualcuno è più vicino a essere un'anima, qualcun'altro è quasi solo un guscio di carne.

Vampiri - Chi è il Vampiro? A questo link il giornalista Mike Plato descrive in maniera piuttosto attinente al vero cosa è il vampirismo: Mike Plato - intervista a Uno Mattina su Rai 1 Il vampiro è un uomo che ha intrapreso il sentiero iniziatico con il solo scopo di sopravvivere alla morte, anziché evolvere spiritualmente fino ad abbandonare il proprio ego e i suoi desideri. Il suo attaccamento alla materia ha fatto sì che non riuscisse a liberarsi totalmente dell'ego per identificarsi con l'anima. Si tratta di un individuo che ancora non "sente" pienamente la sua anima; per lui essa rappresenta solo un concetto mentale, una possibilità e nulla più. La sua paura della morte è dunque più che mai giustificata: essendo la sua coscienza imprigionata nell’apparato psicofisico, egli perirà con esso. Un uomo del genere sarebbe disposto a qualsiasi cosa pur di riuscire a prolungare la propria esistenza terrena. Conscio di dover morire, egli aspira disperatamente all'immortalità e ai piaceri che la materia può offrire! Il paradosso è proprio questo: il suo folle attaccamento alla vita e ai piaceri terreni, il suo voler prolungare l'esistenza materiale a tutti i costi... è ciò che rende sempre più sicura la sua futura morte, in quanto tali comportamenti imprigionano la sua coscienza nella personalità mortale, nella carne corruttibile. Dall’altra parte il non-attaccamento alla materia lo condurrebbe invece sempre più vicino alla sua anima immortale! Egli vuole allora poter sopravvivere in qualche modo alla inevitabile dissoluzione del corpo fisico pur non operando una reale “sintesi con l’anima”, risultato, quest’ultimo, che è possibile ottenere solo intraprendendo fino in fondo il sentiero di risveglio spirituale che conduce alla vera immortalità. La vera immortalità si ottiene infatti proprio "morendo a se stessi", cioè al proprio ego, per rinascere poi come Uomo Nuovo. A questo punto, l’unico modo che ha per restare in qualche modo in vita è cercare di sopravvivere nel « corpo astrale », un involucro sottile che avvolge il corpo fisico e nel quale trasferiamo la nostra coscienza sia durante il sogno (infatti è anche conosciuto come "corpo di sogno" o "corpo lunare") sia dopo la morte. Questo corpo è, per intenderci, quello che talvolta compare ai viventi in forma di fantasma. Non è da confondere con il « corpo di gloria », cioè l'anima, in quanto il corpo astrale è solo un involucro esterno, come il corpo fisico, solo più sottile e quindi invisibile a occhio nudo, ma non è immortale come l'anima. Imparando a portare la propria coscienza nel corpo astrale non si consegue una reale immortalità, poiché anch’esso è costituito di materia – sebbene più sottile di quella a cui siamo abituati – e quindi è destinato a consumarsi con il tempo; tuttavia, la capacità di "trasferirsi in astrale", permette all’essere umano di sopravvivere, per un tempo indeterminato, dopo la sparizione del corpo fisico. Il corpo astrale lo abbiamo tutti, infatti lo utilizziamo per viaggiare durante le esperienze di sogno, ma solo pochi di noi sono in grado di utilizzarlo coscientemente come involucro per spostarsi anche in stato di veglia e compiere i cosiddetti « viaggi astrali ».

Ciò implica che, alla stessa maniera, pochi di noi saranno in grado di usarlo coscientemente dopo l’esperienza della morte. Ci ritroveremo nel corpo astrale, ma ne avremo la stessa padronanza che un fanciullo di due anni può avere del suo corpo fisico: saremo trasportati dagli eventi del mondo astrale in uno stato di semi-incoscienza simile, appunto, a quella che si ha nel sogno. Quanti di noi, infatti, sono capaci di fare « sogni lucidi », all’interno dei quali possono decidere delle loro azioni? Allo stesso modo saremo solo parzialmente in grado di decidere delle nostre azioni dopo la morte. Le pratiche che consentono a un essere umano, maschio o femmina che sia, di spostare la sua coscienza nel corpo astrale in modo da servirsene a piacimento, sia in vita che dopo la morte, riguardano gli esercizi di « ricordo di sé » e l'utilizzo consapevole dell’Energia Sessuale. Conoscenze provenienti dall'antica Atlantide e recentemente ritrasmesse da Georges I. Gurdjieff, P.D. Ouspensky, E.J. Gold e Robert Burton. Tali argomenti vengono ampiamente trattati all'interno di questo sito, che è incentrato sul lavoro psicologico/alchemico. Il percorso iniziatico, se condotto fino al compimento ultimo, consente sia di ottenere la capacità di trasferirsi nel corpo astrale - il che conduce alla sopravvivenza dopo la morte -, sia la successiva e più importante capacità di identificarsi con l'anima stessa - il che conduce all'immortalità vera e propria. Stiamo parlando di due differenti gradi iniziatici: nel primo stadio l'individuo resta ancora attaccato alla materia e all'ego, in quello successivo ne è invece totalmente distaccato.

Vampiri - Iniziazione Il praticante occulto che è riuscito a ottenere un certo controllo del corpo astrale, si ritroverà quindi con un corrispondente grado di coscienza nel mondo astrale dopo la morte dell’involucro fisico. Continuerà, cioè, ad essere cosciente di sé anche nell'aldilà. Tale grado di consapevolezza di sé dipende dalla misura con cui è riuscito, attraverso le pratiche quotidiane, a trasferire la sua coscienza in tale corpo. Non ci dilungheremo qui sulla natura di tale piano e su quanto è possibile fare una volta entrati in esso, sono argomenti affrontati in altre pagine del sito. Una cosa però è certa, anche tale corpo è soggetto a logoramento e giungerà un giorno a consumazione, sebbene in tempi molto più lunghi rispetto al corpo di carne. E il praticante lo sa. L'unica via certa per l'immortalità è infatti l'identificazione completa con l'anima, il « corpo di gloria ». Il percorso magico/alchemico condotto solo fino a un certo punto, non può donare l'immortalità. Esiste però un modo per prorogare – ma non per evitare – tale epilogo: imparare da un vampiro anziano, attraverso una trasmissione orale da maestro ad allievo, la tecnica del vampirismo. Si tratta di ottenere una pseudo-immortalità agendo per mezzo della Magia Nera, quando il corpo fisico è ancora in vita. Nel vampirismo si fa in modo che il corpo venga conservato in uno stato di perenne trance catalettica, tra la vita e la morte, nascosto in un luogo sicuro. Perché non muoia deve essere però alimentato con la trasfusione di energia vitale assorbita da altri esseri umani mediante l'utilizzo del suo corpo astrale semi-materializzato. In altre parole, il vampiro nelle ore notturne abbandona il suo corpo fisico e, spostandosi nel suo corpo astrale (è quindi divenuto in grado di effettuare i viaggi astrali), va a caccia di prede cui sottrarre energia vitale. Al ritorno nel suo involucro di carne egli infonde la nuova energia in tale corpo, e questo gli consente di tenerlo in vita. Essendo il Sole analogicamente collegato alla sfera spirituale dell'uomo e al suo « corpo di gloria », e avendo il vampiro reciso ogni legame con questo suo lato spirituale, il risultato è che il suo corpo non può più sopportare la luce del Sole, ma solo quella della Luna, che è invece collegata al « corpo astrale » detto anche « corpo lunare ». Non gli è concesso di avere vita sotto i raggi del Sole: la sua esistenza senz'anima diviene ora una lunga notte, in senso simbolico... e quindi anche fisico. Per mezzo di una particolare tecnica può rivestirsi di atomi di materia fisica e rendere il suo corpo astrale semi-materiallizzato: sarà allora visibile agli occhi delle vittime, ma non catturabile dagli specchi. In tale veste "succhia la vita" alle persone: più il suo corpo astrale riesce a ricoprirsi di materia fisica e quindi a concretizzarsi sul nostro piano, più è materiale la forma dell'energia che egli sottrae, al punto da poter letteralmente succhiare il sangue dal corpo fisico delle persone e trasfonderlo poi nel suo proprio corpo giacente, di norma, in una bara. Nel sangue è infatti racchiusa l'energia solare/vitale dell'essere umano. Nel corpo astrale egli assume tutti i poteri inerenti tale stato: proiettarsi a grande velocità in luoghi lontani, disintegrare e apportare oggetti, materializzarsi totalmente o parzialmente anche in forma di animale (lupo, pipistrello). Attraverso il vampirismo egli raggiunge lo scopo di ritardare la sua morte definitiva e quindi il suo destino finale; commette però un gran numero di delitti che gli preparano una futura sempre più penosa permanenza nelle sfere più basse del piano astrale, conosciute come “infernali” nel linguaggio comune. Tenere in vita il corpo di carne serve proprio a perpetuare il legame con il piano fisico evitando che il corpo astrale si allontani progressivamente dal piano terrestre e si addentri nel mondo astrale per precipitare nei sui infimi recessi. Tale legame con il suo corpo fisico permette anche al vampiro di continuare a trarre sempre nuova linfa dalle creature umane del mondo materiale della cui vita/sangue egli si nutre. La sopravvivenza post-mortem così ottenuta dal vampiro è sempre parziale; l'unica immortalità assoluta è quella frutto di un lavoro magico/alchemico protratto fino al compimento finale. Questa è l'Opera cui si sono consacrati tutti i maghi/alchimisti seri del passato: Alberto Magno, Nicolas Flamel, Marsilio Ficino, Paracelso, Enrico Cornelio Agrippa, John Dee, il Conte di Saint Germain, Alessandro conte di Cagliostro, Fulcanelli, MacGregor Mathers, Georges I. Gurdjieff, Aleister Crowley... e tanti altri meno conosciuti. Tale lavoro conduce all'identificazione completa con l'ente eterno per eccellenza: l'anima, o Sé. Il vampiro può resistere nella sua poco invidiabile situazione di non-morto anche per diversi secoli, alcuni anche per millenni, ma mai per sempre. Prima o dopo il suo corpo verrà distrutto e allora lo spettro dei sottopiani infernali del mondo astrale si farà reale. Spesso, all'apice della disperazione, vuole egli stesso mettere fine alla sua pallida esistenza fatta di paura, solitudine, tristezza, invisibilità, rifiuto, fuga... ma quasi mai ne ha la forza. Il film "Nosferatu" di Werner Herzog, dove il vampiro è interpretato da Klaus Kinski, mette molto bene in evidenza, più di altre pellicole, il patimento psicologico che deve sopportare una creatura del

genere. "La morte non è il peggio: ci sono cose molto più orribili della morte. Riesce a immaginarlo? Durare attraverso i secoli, sperimentando ogni giorno le stesse futili cose..." Il vampiro è un essere maledetto, sofferente, costretto a uccidere i vivi per non precipitare nel nulla, sempre in bilico tra la vita e la morte. Niente a che vedere con la figura "modernizzata" del vampiro/eroe con gli occhiali da sole e un bel fisico muscoloso. L'antieroe è stato fagocitato dalla cultura moderna democratizzante e perbenista... e trasformato in eroe da fumetto. Esiste anche il vampiro che si crea solo dopo la morte, senza un precedente intervento della Magia Nera. Può capitare, per esempio, ad alcuni individui morti suicidi che, una volta dall'altra parte, si rendano conto di non essere riusciti a "mettere fine alla vita", ma solo di essere passati in un altro ambiente, e quindi, accompagnati da un carattere senza scrupoli, decidano di vampirizzare l'energia dei vivi per restare vicini al mondo materiale. La tecnica resta la stessa: muovendosi nel corpo astrale rubano l'energia vitale, e a volte anche il sangue fisico, delle loro vittime, e quando all'alba tornano nel corpo, trasfondono in esso il sangue/energia, tenendolo così in una sorta di "sospensione" tra la vita e la morte. Può capitare anche a individui malvagi morti in circostanze drammatiche. Questo genere di vampirismo non è però potente come il primo, in quanto, considerazione non da poco, qui la morte del corpo è già avvenuta e quelli del vampiro sono tentativi disperati di arrestarne la decomposizione, la quale non può essere prorogata all'infinito. Inoltre, non essendo tale vampiro un iniziato delle « arti occulte » la sua capacità di gestire il corpo astrale è limitata e le sue facoltà intellettuali nel mondo astrale restano simili a quelle di un animale. Il modo più sicuro per uccidere un vampiro – e interrompere il suo patimento – consiste nel trovare e bruciare il corpo. Spaccare il cuore o tagliare la testa sono due metodi altrettanto validi, in quanto impediscono la sopravvivenza del corpo fisico, ma niente può dare sicurezza come l’incenerimento. Bibliografia: L'unico testo degno di nota in questo campo è VAMPIRI di Frater Piarus - ed. Venexia - 2003. È infatti l'unico che non si limita a fare la solita noiosa carrellata storica o a elencare leggende folcloristiche, e nemmeno tratta dei moderni "bevitori di sangue" (gruppi di persone che si riuniscono per bere sangue), ma prende seriamente in esame il lato più occulto del Vampiro, inteso come un essere vivente che è divenuto capace di viaggiare sul piano astrale e da qui intervenire sul piano materiale.

Vampiri - Magnetismo Il magnetismo può essere definito come un'aura energetica che circonda l'individuo - maschio o femmina che sia - e che lo rende in qualche modo una figura attraente per le altre persone. È una Forza interiore di cui siamo in possesso e che emana anche all'esterno di noi, coinvolgendo chi ci circonda. Ci si sente attratti da un individuo magnetico perché inconsciamente si percepiscono in lui calma, « presenza », sicurezza di sé, conoscenza... Si è portati a credere in lui e nelle sue idee, a seguirlo nelle sue azioni, e talvolta a sacrificarsi per lui. La persona che possiede questa Forza interiore è al di sopra dei bisogni della personalità: non deve dimostrare niente a nessuno, non ha bisogno di gratificazioni esterne da parte di altri, non cerca l'approvazione degli altri parlando di sé e di ciò che sa fare. Da questa Forza interiore, la Forza di colui che basta a se stesso, che si autodetermina, che si autodomina, nasce il magnetismo. La "sicurezza di sé", nelle proprie qualità interiori - indipendentemente dalle condizioni in cui vive e dal ruolo che riveste nella società (ruoli che, in ogni caso, sono sempre maschere) - è una prerogativa di chi possiede magnetismo. Esistono due generi di magnetismo: il magnetismo lunare e quello solare. Il magnetismo lunare. Questo è dato dalla capacità dell'individuo di identificarsi con il suo « corpo astrale » o « corpo lunare ». L'abitudine ai contatti con il mondo occulto che sta "oltre il velo" tipica del mago, della strega o del vampiro, donano un grande fascino al soggetto in questione e lo rendono attraente sia per l'altro sesso che per lo stesso sesso. Il magnetismo solare. Lo possiede chi ha portato a termine il percorso alchemico fino a trasformare totalmente se stesso. In questo caso l'individuo emana una Forza straordinaria che deriva dalla sua identificazione con l'anima, cioè il « corpo di gloria ». È molto più potente di quello lunare in quanto presuppone il sacrificio totale dei desideri della personalità in favore della Volontà dell'anima [Thelema]. Come si sviluppa? Attraverso un costante "lavoro su di sé", cioè proprio il Lavoro interiore di cui si parla in questo sito. Se il Lavoro viene portato avanti solo fino a un certo punto abbiamo il magnetismo lunare, se si giunge al completamento dell'Opera alchemica ( Opus Magnum ) si ottiene il magnetismo solare. Il vampiro, così come ogni genere di mago nero, è un iniziato, a volte anche di alto grado, che però di norma non ha portato a termine l'Opera ed è ancora invischiato nell'egoismo della personalità. Il suo magnetismo è dunque lunare, e affascina uomini e donne con un misto di energia sessuale ed astrale. Il Vampiro è intriso di sensualità e riesce ad ammaliare le sue vittime divenendo irresistibile sessualmente. Usa il sesso per attrarle a sé e al contempo si nutre della loro energia sessuale. Inoltre l'abitudine a muoversi nel corpo astrale o anche solo avere frequenti contatti con quel piano, rende molto magnetica e attraente una qualsiasi persona. Ma anche un Vampiro, se decide di procedere con coraggio oltre la personalità, può completare l'Opera e costruirsi un'anima completa. In entrambi i casi, che si tratti di magnetismo lunare o solare, ciò che rende l'individuo - maschio o femmina che sia irresistibilmente attraente è la Volontà [Thelema] che egli riesce a esprimere nella sua vita. La vera Forza - anche sessuale - deriva dall'aver lavorato sull'ottenimento di un'autentica Volontà. Questa qualità viene prodotta attraverso il "lavoro su di sé"; gli esercizi sul "ricordo di sé" hanno, fra gli altri, anche questo essenziale scopo: costruire una vera Volontà nell'essere umano. Sono esercizi che richiedono un grande impegno, ma se il lavoro di trasformazione interiore fosse facile e i risultati venissero rapidamente, non

potrebbe avere l'importanza capitale che ha. Stiamo parlando di aprire il Cuore, costruire i corpi sottili e approdare all'immortalità: non può essere facile! Poche persone sul pianeta (sebbene ultimamente siano sempre di più) possono capire cosa significa "compiere un lavoro di trasmutazione alchemica", e fra queste è ancor più basso il numero di coloro che riescono a portarlo avanti per anni. L'autentico mago, e l'autentica maga, che non siano solo dei buffoni capaci unicamente di recitare formule a memoria, possiedono come caratteristica principale l'attitudine a focalizzare la propria mente su un unico obiettivo esprimendo il massimo della forza di Volontà [Thelema]. Tale attitudine crea un'irresistibile aura magnetica intorno all'individuo, che lo rende un punto di riferimento per chi lo circonda. Qual è la qualità che in assoluto può rendere un essere umano magnetico? Il ricordo di sé (si veda l'apposita sezione del sito). Parlare con qualcuno mentre si è in uno stato di ricordo di sé significa irradiare una quantità enorme di Fuoco Spirituale che investe l'altra persona elevando la sua vibrazione e rendendoci così - anche se involontariamente - attraenti ai suoi occhi. Attraverso la vibrazione irradiata è come se guarissimo gli altri con il solo sguardo. Le persone non sono abituate alla vicinanza di individui « centrati », cioè in possesso di un "centro di gravità permanente", capaci di ricordarsi di sé, perché questi rappresentano una rarità sul pianeta. Un individuo che si ricorda di sé è qualcuno capace di ascoltare in uno stato di innamoramento il suo interlocutore, che sia il partner o il collega di lavoro, perché la sua mente e le sue emozioni restano in religioso silenzio quando l'altro si sta esprimendo, e anche questa caratteristica è assente fra la gente comune, dove di norma accade che ognuno non vede l'ora di dire la sua mentre l'altro parla. La forza del magnetismo raggiunge il suo apice con l’apertura del Cuore, l’innamoramento verso il mondo, che è il fenomeno a cui si dovrebbe giungere grazie al lavoro su di sé in generale e al ricordo di sé in particolare. Un uomo con il Cuore aperto diviene una fonte di Luce per chi gli sta intorno, una guida e un terapeuta dell’umanità. Interagire con qualcuno restando in un stato di ricordo di sé o, ancora meglio, con il Cuore aperto, crea anche il fenomeno dello "sguardo magnetico". Questo è sempre dovuto all'effetto del Fuoco Spirituale, il quale irradia principalmente attraverso gli occhi e la voce. Anche il Vampiro e il mago nero possiedono lo "sguardo magnetico", ma il loro è un magnetismo lunare, meno potente di quello solare. Per potenziare il loro sguardo essi mentre parlano si concentrano sul Terzo Occhio dell'interlocutore (nella fronte, circa un centimetro sopra la radice del naso), il che in effetti lascia un'impressione profonda nell'altra persona, ma nessun particolare effetto benefico, perché dietro quello sguardo non c’è Amore. Resta solo la sensazione di aver parlato con un individuo decisamente fuori dal comune. Attraverso il Cuore aperto si sta invece trasmettendo una vibrazione elevata, di provenienza animica, che aiuta l'interlocutore a ritrovare la sua anima. Un esercizio Oltre alle già citate pagine di questo sito dove spiego nei dettagli cosa sono il lavoro interiore e il ricordo di sé, vorrei in questa pagina suggerire un esercizio decisamente efficace nel creare magnetismo. Si tratta di resistere a ogni desiderio di approvazione. Tutte le volte che vorremmo dire o fare qualcosa che potrebbe metterci in buona luce con amici, parenti, conoscenti o sconosciuti, dobbiamo trattenerci. Dobbiamo astenerci dal soddisfare il nostro desiderio di sentirci intelligenti, bravi, svegli, capaci... agli occhi degli altri. Se si presenta l'occasione di dire una frase che ci farà apparire come intelligenti, colti, svegli, informati o spiritualmente profondi... agli occhi dei circostanti, noi non la diremo e tratterremo al nostro interno questo impellente desiderio della personalità. Talvolta il desiderio può essere anche molto forte, irresistibile, ma questo significa che la Forza a nostra disposizione è davvero enorme, quindi un motivo in più per non sprecarla disperdendola all'esterno. Questa Forza trattenuta all'interno cresce, si accumula e ci trasforma, perché contribuisce a fabbricare alchemicamente i nostri corpi sottili, e a donarci un grande potere attrattivo. Tutte le volte che non cediamo al desiderio di essere approvati, di apparire originali, furbi o spiritosi di fronte agli altri, allora staremo accumulando un'indicibile Forza dentro di noi. Ciò che non viene espulso diventa come una calamita che attira l'attenzione dall'esterno. Anche trattenere un segreto o una notizia originale che conosciamo solo noi raggiunge lo stesso scopo. Più ci costa fatica non parlarne per far vedere quanto siamo informati, più Forza stiamo immagazzinando al nostro interno. Questa Forza viene utilizzata per fabbricare i corpi sottili. Cedere al desiderio di consenso ci "scarica" e ci indebolisce, mentre resistere a questo desiderio ci "carica", ci rafforza e ci rende persone molto particolari, in quanto tutti gli altri non vedono l'ora di mostrare ciò di cui sono capaci per mendicare un po' di approvazione dall'esterno. Paradossalmente, più vogliamo metterci in mostra per essere accettati e ricevere l'approvazione della nostra compagnia di amici, della nostra famiglia, dei colleghi di lavoro o di una persona che vorremo conquistare... meno ci riusciamo, perché proprio attraverso questo tentativo di essere accettati perdiamo magnetismo. Al contrario, resistere all'impulso di voler essere accettati e considerati intelligenti dall'ambiente, fa sì che guadagniamo in magnetismo personale. Fate buon uso di questo potente esercizio.

IL LAVORO ALCHEMICO

Premettiamo che il Lavoro Alchemico dell'uomo su sé stesso deve consistere innanzitutto nella purificazione da tutte le emozioni negative che pervadono la sua personalità. La lamentela, l'odio, la rabbia, la gelosia e ogni genere di giudizio e fastidio verso gli altri devono essere scomparsi prima che egli possa avventurarsi nei mondi spirituali. In queste dimensioni superiori l'aspirante viene sottoposto a ogni sorta di attacchi emotivi e mentali da parte delle forze ostili che vi abitano e che egli stesso suscita per risonanza. Solo un perfetto equilibrio di emozioni e pensieri potrà renderlo capace di difendersi e di distinguere la realtà dalle allucinazioni. Il ricordo di sé - parte I Il ricordo di sé - parte II Il ricordo di sé - parte III Le emozioni negative L'immaginazione negativa Il lavoro sulle emozioni negative - parte I Il lavoro sulle emozioni negative - parte II La trasmutazione della sostanza emozionale L'apertura del Cuore Il Fuoco La via delle « acque corrosive »: Lo scopo di questa via Le sostanze droganti Il controllo del respiro Il lavoro con l'energia sessuale

il ricordo di se’ ( parte I ) ...In quel periodo avevo cominciato a leggere i libri di Gurdjieff e Ouspensky. Un giorno stavo dialogando con un mio amico, quando a un certo punto vidi che era addormentato. Mi parlava con veemenza dei fatti del giorno... ma non era sveglio. "Qualcosa" parlava al suo posto mentre lui dormiva. Ne provai orrore. Quello era il mio migliore amico, avevamo vissuto insieme momenti belli e brutti per anni. Ciò significava che anche io ero in quello stato. In quell'istante decisi che avrei dedicato il resto della mia vita a cercare di svegliarmi. Salvatore Brizzi Non c'è altro modo per sfuggire alla morte, all'infuori del ricordo di sé. Robert Earl Burton

introduzione al ricordo di sé Entriamo nel vivo dei processi alchemici atti a trasmutare l’uomo in qualcosa di splendidamente superiore. Affrontiamo quindi per la prima volta anche il concetto di « risveglio » dell’essere umano.

Il segreto degli alchimisti consiste nel « ricordo di sé », la PRESENZA. Lo sforzo di restare presenti produce il « fuoco alchemico » necessario per l'Opera. Il primo passo verso l’acquisizione della liberazione e dell’immortalità consiste in un accurato lavoro di « risveglio »; l’individuo deve cioè rendersi pienamente conto che allo stato attuale sta dormendo. Quando ci destiamo al mattino in realtà non ci svegliamo, ma passiamo da uno stato di sogno a un altro: è il sonno verticale; un sonno, cioè, che permette la posizione verticale, il movimento, il parlare, lo studiare... purtuttavia è ancora ben lungi dall'essere un reale stato di veglia. Si tratta di una condizione di perpetuo rintronamento nella quale non si pensa, ma si è pensati, non si provano emozioni, ma si è da esse trascinati, non si gestisce il proprio corpo, ma si subisce la sua fisiologia. Se vogliamo lavorare per evadere dalla prigione è imperativo innanzitutto che sappiamo di essere all'interno di una prigione. Il più grande ostacolo al risveglio è che l'uomo pensa di essere già cosciente e pienamente libero! Per avere la certezza di essere in uno stato di prigionia è necessario vederlo con i propri occhi e, magari, rimanerne scioccati. L'ideale sarebbe riuscire a SENTIRE EMOTIVAMENTE l'addormentamento. Questo fornisce l'energia occorrente per iniziare a lavorare su di sé. I seguenti esercizi si basano sul « ricordo di sé ». Lo sforzo di ricordarci di noi stessi nell'arco della giornata ci permette di vedere come siamo fatti e in quale stato viviamo tutti i giorni; serve a farci comprendere che durante il giorno "dormiamo" e di conseguenza non siamo mai coscienti di noi. Viviamo dentro un’allucinazione; non vediamo la realtà e non possediamo alcun potere occulto in grado di modificarla semplicemente perché dormiamo. Il "ricordo di noi stessi" ci permette di evitare di lasciar scorrere nell'inconsapevolezza la nostra esistenza quotidiana, portando alla luce anche le zone più nascoste di noi. Cosa è il « ricordo di sé »? Non lo si può spiegare a parole: lo si capisce facendo gli esercizi. Come vedremo più avanti, si tratta di essere presenti qui-e-ora almeno in corrispondenza di determinate occasioni che vengono stabilite a priori. Un uomo risvegliato è un uomo che si ricorda di sé sempre, è un uomo che è sempre presente qui-e-ora per ventiquattro ore al giorno... anche nel sonno. Il ricordo di sé è infatti un livello di coscienza superiore che si può raggiungere solo sforzandosi di ricordarsi di sé! L'errore principale della filosofia e della psicologia moderna risiede nell'aver ignorato un quarto stato di coscienza oltre i tre già noti all'uomo ordinario. Gli stati di norma conosciuti sono: sonno verticale (quello ritenuto a torto il normale stato di veglia dell'uomo), sonno profondo, sogno. Nessuna psicologia e nessuna filosofia sono proponibili se non si considera la possibilità nell'uomo di un quarto stato: lo stato di ricordo di sé, che è poi il reale stato di veglia. Il ricordo di sé - è il 'terribile segreto' dell'Ars Regia che tutti gli alchimisti si sono preoccupati di tenere occulto nei loro scritti: è il « regime », l'« agente universale », il « fuoco lento » a cui la materia deve essere sottoposta per ottenere una trasformazione. Premettiamo che l'effettivo stato di ricordo di sé è uno stato EMOTIVO SUPERIORE, non un fenomeno intellettuale. Quando nel corso della presente trattazione ci riferiremo al ricordo di sé, ci staremo in realtà riferendo ai nostri tentativi di ricordarci di noi, cioè all'unico stato attualmente possibile per il neofita: uno stato ancora principalmente mentale, in cui ci si sforza di essere presenti per ricordarsi di sé. Con l'espressione « ricordo di sé » intendiamo quindi riferirci allo sforzo di ottenere questo stato, e non allo stato stesso. Attraverso gli sforzi ripetuti sarà però possibile attivare il 'centro emotivo superiore' ( il Cuore ) e quindi entrare nel reale ricordo di sé... e questo è il nostro scopo. Attraverso lo sforzo di ricordarci di noi tocchiamo con mano la totale assenza di Volontà che ci contraddistingue... ma non dobbiamo abbatterci a causa dei pessimi risultati. Il nostro lavoro consiste nello sforzarci ogni giorno di riuscire, non nell'ottenere un risultato, il risultato non interessa minimamente i nostri scopi. Il ricordo di sé è il fenomeno più importante della Magia, dell'Alchimia e dell’esoterismo in genere. Compreso questo, l’uomo possiede la chiave per farsi progressivamente strada in altri stati di coscienza e acquisire nuovi poteri. Il ricordo di sé costruisce il « corpo astrale », o « corpo lunare », che permette la sopravvivenza dopo la morte, e anche il « corpo di gloria », cioè l'anima dell'individuo, che permette l'immmortalità assoluta. Sono due livelli iniziatici successivi. L'unico modo che abbiamo per capire cosa è il ricordo di sé è fare degli esercizi; esso non può essere compreso attraverso una spiegazione intellettuale

come un qualunque altro concetto. Si può conoscere la meccanicità solo cercando di contrastarla: se noi siamo nati in catene, se siamo nati in una prigione, fino a quando non proviamo a uscire e ci accorgiamo che è difficilissimo, non abbiamo alcuno strumento per capire di essere nati dentro un carcere. Fino a quando stiamo zitti e buoni dentro la nostra prigione tutto fila liscio, solo quando tentiamo di superare il muro perimetrale, e non ci riusciamo, comprendiamo che non siamo liberi e non lo siamo mai stati. Attraverso il persistente sforzo teso al ricordo di sé si produce una trasmutazione alchemica che consente di costruire i "corpi sottili" e di trasferire in essi la nostra coscienza. Tali corpi sopravvivono alla morte del nostro corpo fisico. Stiamo quindi parlando di sopravvivenza alla morte e successivamente di « immortalità assoluta ». Il nostro obiettivo consiste nel lavorare alla fabbricazione dei "corpi sottili", e al trasferimento della coscienza dalla mente al Cuore, dove risiede il nostro vero Sé. Ciò si ottiene grazie ai ripetuti sforzi tesi verso il ricordo di sé, il controllo dell'immaginazione negativa, la trasmutazione delle emozioni negative in emozioni superiori (le emozioni del Cuore) e il lavoro con l'energia sessuale. Tuttavia è bene sottolineare che praticando tali metodi non ci stiamo limitando ad agire soltanto per il « corpo di gloria », poiché stiamo anche lavorando alla fissazione dei corpi "inferiori": l'« astrale » (o emotivo) e il « mentale », che nell'uomo ordinario non sono interamente sviluppati. Del « corpo mentale » si parla poco e anche io non mi soffermerò sulla costruzione di tale corpo, ma è bene si sappia che esiste questo passaggio intermedio fra il corpo astrale e il corpo dell'anima. La fissazione completa di tali corpi consente di ottenere poteri sovranormali.

la pratica del ricordo di sé 1 -- Si tratta di ricordarsi di sé più a lungo che si può durante lo svolgimento di un'azione prolungata nel tempo. Un esercizio classico è il ricordo di sé mentre -- laviamo i piatti; ma le varianti possono essere molte: -- spazziamo il pavimento, -- scendiamo le scale, -- ci laviamo i denti, -- ci facciamo la barba, -- ci depiliamo, -- mangiamo un panino, -- facciamo la doccia, oppure nel tragitto fra l’automobile parcheggiata e il posto di lavoro, o fra casa nostra e la fermata dell’autobus... Ogni attività che abbia una durata non eccessiva può essere utilizzata come esercizio. Si tratta di fermare il lavorìo della mente, il "dialogo interno" della mente, tutte le volte che ci ricordiamo, e sforzarci poi di rimanere presenti più a lungo possibile prima di ricadere nell'identificazione con i pensieri e le immagini mentali. Dobbiamo concentrarci su quello che stiamo facendo rimanendo coscienti di noi, senza vagare con il pensiero. Non dobbiamo lasciare che il corpo fisico esegua il lavoro da solo meccanicamente, dobbiamo accompagnare la sua attività con la nostra presenza qui-e-ora. Il corpo fisico sa lavare benissimo i piatti anche se intanto la mente pensa all'ultimo film che ha visto, ma lo scopo dell'esercizio è che TUTTO L'ESSERE lavi i piatti, non solo un corpo; dobbiamo rimanere pienamente coscienti di ciò che facciamo come se il corpo senza il nostro aiuto cosciente non potesse farlo. Mentre il corpo lava i piatti la mente deve essere lì con lui, e non vagare per associazioni di pensiero come è abituata a fare. Per esempio, ricordiamoci di noi mentre ci spogliamo e ci svegliamo. Che sia la mattina prima di andare al lavoro, la sera quando torniamo, poco prima di andare a letto nell'indossare il piagiama, quando ci troviamo nello spogliatoio della palestra o della piscina... dobbiamo restare "presenti a noi stessi" metnre ci infiliamo o ci togliamo i vestiti, cioè completamente presenti a quello che stiamo facendo, senza farci distrarre da altri pensieri o da persone che richiamano la nostra attenzione. All'inzio può essere utile ripetersi: "Mi sto infilando i pantaloni... e sono presente... mi sto ricordando di me... non sono distratto da altro...". Negli istanti in cui riusciamo a essere presenti sappiamo già che a breve ripiomberemo nel sonno. Ogni momento di presenza è una conquista. Mentre laviamo i piatti o ci spogliamo a tratti siamo presenti e a tratti ci identifichiamo con il contenuto della mente sognando a occhi aperti, immaginando situazioni e

dialoghi assortiti... ma per ora siamo schiavi e non possiamo evitarlo, non abbiamo sufficiente Volontà per evitarlo, possiamo solo sforzarci di "tornare in noi" appena ce ne ricordiamo e prolungare questo stato di presenza finché ci è possibile. Noteremo presto che questi esercizi sono quindi un continuo andare e venire da uno stato di presenza a uno di assenza. Una continua lotta per rimanere desti. E la lotta contro la meccanicità è ciò che ci serve per provocare la « cottura alchemica » delle sostanze che vanno a formare i nostri "corpi sottili". Nei primi tempi sarebbe bene non mischiare i differenti esercizi: è meglio concentrarsi per un’intera settimana su un unico esercizio e poi cambiare. Sette giorni è il periodo ideale. Dopo sette settimane si conclude un ciclo e se ne può cominciare uno successivo, mantenendo gli stessi esercizi oppure sostituendone qualcuno. L'attenzione divisa. Praticando gli esercizi ci si accorge che il ricordo di sé implica il verificarsi di un particolare fenomeno detto « attenzione divisa », cioè la capacità di prestare attenzione a ciò che si sta facendo e contemporaneamente a se stessi. L'attenzione prende così due direzioni: una verso l'esterno e una verso l'interno. Nel corso della vita normale invece l'attenzione è monodirezionale, cioè la coscienza è interamente persa nell'evento esterno. Se una persona ci sta parlando noi siamo concentrati su di lei, la nostra coscienza è interamente PERSA in lei, annullata nell'avvenimento esterno. Quando ci si sforza di rimanere presenti ci si accorge che è possibile parlare con una persona prestando attenzione a quanto dice, e contemporaneamente ricordarsi di sé, cioè essere presenti a se stessi. Si può cioè tenere una parte dell'attenzione sempre rivolta verso l'interno. Questo sforzo fa sì che dentro di noi si strutturi il corpo dell'anima - e che la nostra coscienza divenga perciò immortale - e che il nostro centro di consapevolezza si sposti in esso. Accade che noi diveniamo progressivamente l'entità che osserva l’apparato psicofisico al lavoro, e non si identifica più interamente con esso, non si annulla più in esso. Questa entità è la coscienza extracerebrale, ciò che in oriente viene definito « il testimone », l'osservatore imparziale. Il nostro disidentificarci dalla macchina biologica, il rimanere presenti come osservatori mentre il corpo e la mente fanno qualcosa, fa sì che creiamo nuovi "corpi sottili" da abitare e simultaneamente ci identifichiamo con essi, cioè spostiamo la nostra coscienza in essi. I due processi vanno di pari passo. Se mentre camminiamo per strada ci proponiamo fermamente di rimanere « svegli » fino all’incrocio successivo, ma dopo qualche minuto sorprendiamo la nostra mente a fantasticare sopra gli argomenti più svariati, allora ancora una volta ci siamo ‘dimenticati di noi’... ci siamo ‘addormentati’. Non abbiamo il controllo della nostra mente! Non abbiamo il controllo delle nostre emozioni! Non viviamo la vita che scegliamo noi, ma solo quella della nostra macchina biologica. A questo punto l’assenza di libero arbitrio diviene per noi un fatto indubitabile. Non dobbiamo affidarci alle teorie di qualche filosofo per decidere se l’uomo possiede oppure no una libera Volontà. Lo possiamo sperimentare sulla nostra pelle! Ma fino a quando non vengono attuate nella pratica, queste rimangono solo parole prive di utilità! Questo sito non è un ricettacolo di teorie esoteriche, ma un costante richiamo a lavorare su di sé! 2 -- Questa seconda categoria di esercizi è molto differente dalla precedente: non si tratta infatti di ricordarsi di sé per un periodo prolungato (mentre laviamo i piatti o mentre camminiamo per strada), bensì di ricordarsi di sé in corrispondenza di azioni distribuite lungo la giornata, e che possono anche giungere all'improvviso (non possiamo infatti sapere quando squillerà il telefono o quando qualcuno ci rivolgerà la parola). Una mattina ci alziamo e prendiamo una decisione risoluta: "Oggi, mentre sono in ufficio, voglio ricordarmi di me tutte le volte che giro la maniglia di una porta per aprirla". Questo significa che ogni volta in cui stiamo aprendo una porta dobbiamo essere presenti e pensare: "Ecco, sono presente, sono cosciente di stare aprendo questa porta". Tornati a casa, oppure alla sera prima di andare a dormire, analizziamo la giornata e verifichiamo quante volte siamo riusciti a ricordarci di noi aprendo una porta. Se aprendo una porta non ci siamo mai fermati a pensare: "Ecco, ora ci sono, sono presente, sto aprendo la porta", allora non ci siamo mai ricordati di noi. Abbiamo aperto le porte nell'inconsapevolezza più totale, cioè nello stesso stato di sonno in cui abbiamo compiuto tutte le altre azioni nel corso della giornata. Aprire le porte con consapevolezza rappresenta un esercizio efficace perché ci si costringe a restare

presenti in un momento in cui è difficile esserlo, in quanto stiamo passando da un ambiente a un altro. Questo è solo un esempio e le varianti adottabili sono molteplici. Possiamo fare sforzi per ricordarci di noi tutte le volte che: -- apriamo la portiera di un'auto per salire o scendere, -- saliamo o scendiamo da un autobus, -- ci alziamo da una sedia o ci sediamo, -- squilla un telefono (sia nostro che di altri), -- portiamo il bicchiere alla bocca per bere qualcosa, -- azioniamo la freccia alla guida dell'auto, ...e così via. Anche per questa pratica vale la regola dei sette giorni e delle sette settimane. I due diversi generi di esercizi possono essere alternati di settimana in settimana, in modo che dopo quattordici settimane abbiamo completato un ciclo di sette esercizi diversi per ognuno dei due tipi. Le varianti possiamo anche inventarle noi: scegliamo una qualunque azione e ci imponiamo di ricordarci di noi tutte le volte che la svolgiamo, tenendo conto del fatto che l'esercizio serve solo fino a quando ci costringe a compiere uno sforzo; quando ci abituiamo perde la sua efficacia e si deve passare a un altro. All'inizio probabilmente non ci ricorderemo mai, o addirittura non ci ricorderemo nemmeno di analizzare la giornata alla sera per verificare se qualche volta siamo stati presenti durante il giorno. Ma se tutte le mattine per giorni e giorni ci riproponiamo di farlo, la situazione presto migliorerà. E' importante ribadire che un uomo risvegliato vive permanentemente in quello stato di ricordo di sé che noi fatichiamo a riprodurre solo per qualche istante nella nostra giornata, mentre stiamo mangiando o nel momento in cui squilla un telefono. Essere svegli significa, tra le altre cose, anche questo: ricordarsi continuamente di essere presenti. Non facciamo esercizi per ottenere risultati, i risultati non contano nulla, il risveglio non è altro che un costante TENDERE VERSO il risveglio, pertanto il nostro obiettivo è restare sempre in uno stato di sforzo verso il risveglio, e non raggiungere il traguardo di ricordarci di noi, né un qualunque altro traguardo. La trasmutazione alchemica si produce a causa dello sforzo, non del risultato. Il lavoro alchemico è un salto nel vuoto, è l'accettazione della propria eternità. Ma a questo stadio è difficile comprendere tale affermazione. continua... Testi sull'argomento: LA PORTA DEL MAGO Salvatore Brizzi, Antipodi Edizioni, Torino (2007) RISVEGLIO Salvatore Brizzi, Antipodi Edizioni, Torino (2007) LA QUARTA VIA P.D. Ouspensky, Astrolabio-Ubaldini, Roma 1974 (1921-1946) FRAMMENTI DI UN INSEGNAMENTO SCONOSCIUTO P.D. Ouspensky, Astrolabio-Ubaldini, Roma 1976 (1915-1923) IL RICORDO DI SE' Robert Earl Burton, Astrolabio-Ubaldini, Roma 1994 (1991) LA MACCHINA BIOLOGICA UMANA E. J. Gold, Edizioni Crisalide, Spigno Saturnia (LT) 1999 (1991) IL LAVORO PRATICO SU SE STESSI E. J. Gold, Edizioni Crisalide, Spigno Saturnia (LT) 2004 (1989)

il ricordo di se’ ( parte II )

Ricordati di te stesso, idiota! (Gurdjieff, nascosto dietro le quinte, a Orage che sta parlando sul palco) Se non possiamo controllare la macchina, siamo la macchina. Robert Earl Burton

esercizi di ricordo di sé più avanzati Dopo aver acquisito dimestichezza con gli esercizi precedenti, si possono fare tentativi con esercizi che richiedono maggiore impegno. Ad esempio, molti trovano più difficile ricordarsi di sé quando sono in compagnia di altre persone. Fino a quando svolgono gli esercizi in solitudine riescono a mantenere una sufficiente concentrazione su se stessi, ma nel momento in cui devono prestare attenzione a ciò che fa o dice un'altra persona piombano nel sonno più completo. Facciamo un esempio. Quando laviamo i piatti di norma non occorre un notevole grado di concentrazione, questa è infatti un'attività prevalentemente meccanica, il corpo la compie quasi da solo, tanto che la maggior parte del tempo possiamo permetterci di pensare a tutt'altro fantasticando con la mente. Un po' come accade quando si guida su un'autostrada senza traffico: si può pensare ad altro o parlare con il passeggero, eppure la parte più meccanica del nostro cervello continua a guidare senza problemi. Se vogliamo svolgere l'esercizio di ricordo di sé mentre stiamo lavando i piatti dobbiamo portare l'attenzione su di noi oltre che sulle consuete azioni necessarie a lavare i piatti ( attenzione divisa ). Dal momento che tali azioni non ci impegnano mentalmente o emotivamente, ma solo fisicamente, l'esercizio risulterà relativamente - relativamente alla dimestichezza che abbiamo acquisito con tali esercizi - semplice. Dovremo infatti impiegare molte energie per dirigere l'attenzione verso l'interno, ma relativamente poche per fare sì che il nostro corpo continui a lavare i piatti. Se invece stiamo ascoltando una persona che parla siamo molto impegnati a livello mentale, e spesso lo siamo anche a livello emotivo. Se poi siamo noi a parlare, l'impegno è totale. In tali frangenti dividere l'attenzione fra esterno e interno diventa complesso. Sarà sufficiente provare per accorgersi di quanto sia difficile. Se mentre il nostro interlocutore parla noi ci sforziamo di ricordarci di noi, inevitabilmente perdiamo alcuni frammenti del suo discorso. Se la paura di perdere parte di ciò che sta dicendo l'altro è molta, saremo costretti a smettere di fare sforzi per il ricordo e farci assorbire completamente da ciò che dice ( identificarci ). L'unico modo per migliorare consiste nel provare e riprovare instancabilmente, magari cominciando con i dialoghi al telefono - in quanto la presenza fisica dell'interlocutore è fonte di ulteriore disturbo per il ricordo di sé. Se possiamo guardare in faccia l'altra persona, e lei può guardare noi, siamo molto più coinvolti e identificati con la situazione che si sta svolgendo, mentre al telefono il numero di sensi interessati all'esperienza è minore. Provando ci accorgeremo che nel momento in cui la mente deve comprendere il significato delle parole dell'altro, o deve pensare alla risposta da dare, perde la capacità ricordarsi di sé: o fa una cosa, o fa l'altra. Non siamo abituati a dividere l'attenzione perché siamo sempre vissuti nell'identificazione completa con la nostra mente. Nessuno ci ha mai detto che possiamo essere un'"entità esterna" che osserva la mente al lavoro. Riusciamo a osservare il corpo che lava i piatti, ma ci è difficile osservare la mente mentre compie un ragionamento. Nell'istante in cui la mente deve rispondere, la nostra coscienza, che magari fino a un attimo prima era riuscita a restare presente, e quindi divisa, si riidentifica al cento per cento con la mente pensante. Questo è dovuto al fatto che noi possediamo ancora uno scarso controllo sulla nostra mente e sulle nostre emozioni, mentre ne abbiamo uno molto maggiore sul corpo fisico. Controllo e identificazione sono inversamente proporzionali: meno siamo identificati - cioè meno siamo coinvolti - con qualcosa, più ne abbiamo il controllo. Un buon esercizio in preparazione al ricordo di sé in compagnia di altre persone può essere svolto mentre si guarda la televisione. In questo caso si è meno coinvolti perché ci si esercita in solitudine, ma allo stesso tempo si lavora sulla disidentificazione dalla mente, cioè sul ricordarsi di sé mentre la mente segue i dialoghi di un film o di una qualsiasi trasmissione. All'inizio non è semplice nemmeno questo, ma in ogni caso è preferibile cominciare a compiere questo genere di sforzi davanti alla tv, uno strumento con il quale non

dobbiamo interagire in maniera attiva, che buttarsi subito nel mezzo di una conversazione dove il coinvolgimento è decisamente maggiore e il ricordo di sé diviene un'impresa titanica. Altra possibilità è quella di sforzarsi di ricordarsi di sé mentre si legge. Ci si accorgerà presto che nei momenti in cui si porta l'attenzione verso l'interno si perde il significato di ciò che si sta leggendo. Più precisamente: una parte di noi è ancora capace di svolgere una funzione automatica di lettura, ma la mente che deve comprendere il significato non riesce a lavorare in due direzioni contemporaneamente: o si ricorda di sé, o afferra il significato. E' consigliabile esercitarsi inizialmente con letture poco impegnative dal punto di vista del significato. Ricordarsi di sé ogni volta che si inizia a parlare a qualcuno costituisce un altro buon esercizio. Appartiene alla categoria degli esercizi "istantanei". Il momento in cui parleremo ci coglierà sempre di sorpresa. Sul lavoro qualcuno ci farà una domanda e la risposta uscirà da noi meccanicamente. Solo al termine della conversazione ci accorgeremo di non esserci ricordati di noi quando abbiamo pronunciato le prime parole. Risulta interessante analizzare cosa accade in questo caso. Per esempio, decidiamo fermamente che ci ricorderemo di noi tutte le volte che rivolgeremo la parola a qualcuno durante le prossime tre ore. Non dobbiamo ricordarci di noi durante l'intera conversazione, il che costituirebbe già il passo successivo, ma solo al momento di pronunciare le prime parole. Nonostante il nostro fermo proposito, quando qualcuno ci interpellerà, le parole usciranno dalla nostra bocca come se fossero attirate dalle parole del nostro interlocutore, come se fossero una conseguenza inevitabile delle sue parole. Ciò dimostra che la nostra risposta in realtà non è mai pensata, ma è solo frutto di una reazione meccanica alla domanda dell'altro, o all'evento che abbiamo commentato. Il nostro parlare è sempre una reazione meccanica all'avvenimento esterno, perché noi, come coscienza, veniamo bypassati dalla nostra mente. La coscienza osservatrice ( il testimone ) e la mente razionale sono due cose completamente diverse. Non riusciamo a frenare la reazione meccanica della nostra mente, non ci ricordiamo nemmeno di farlo, perché il nostro parlare è un meccanismo che funziona nello stesso modo da decenni, e tutti intorno a noi ne sono ugualmente schiavi, pertanto non abbiamo un valido metro di paragone. Notiamo un evento esterno e reagiamo meccanicamente, pensando o parlando senza aver realmente pensato in maniera cosciente, cioè con tutto il nostro essere in stato di presenza. Possiamo veramente accorgerci che i nostri pensieri e le nostre parole sono meccanici - cioè reazioni meccaniche a stimoli sensoriali esterni – solo quando proviamo a fermarli coscientemente per mezzo di tali esercizi. Altrimenti questa rimane una teoria come tante. Le conseguenze del parlare in stato di sonno anziché in stato di ricordo di sé sono sotto i nostri occhi tutti i giorni: i rapporti sociali su questo pianeta sono semplicemente disastrosi; e si va dal rapporto di coppia ai rapporti internazionali fra gli Stati. Un altro buon esercizio consiste nel pensare "Io sono" non meno di una volta ogni ora, per tutto il giorno. Questo serve a permeare di ricordo di sé l’intera giornata. Sarebbe meglio accompagnare il pensiero con un'inspirazione (pensando "Io") e un'espirazione (pensando "sono"). Ricordarsi di sé ogni volta che si pronuncia la parola "Io" costituisce un esercizio molto avanzato e difficile da mettere in pratica. Purtuttavia a un certo grado del cammino sarà possibile eseguirlo e la sua efficacia è assicurata. Anche mentre si mangia ci si può ricordare di sé. L’esercizio consiste nel rimanere presenti dal momento in cui si porta il cibo alla bocca a quando si inghiotte il boccone. Portare la propria attenzione sulla masticazione condiziona in maniera notevole l’assimilazione delle sostanze nutritive da parte dell’organismo; la presenza fa sì che cogliamo con maggiore profondità i sapori, estraiamo molta più energia dagli alimenti e di conseguenza percepiamo molto prima il senso di sazietà. Ricordarsi di sé mentre si mangia spesso risulta difficoltoso per la presenza di altre persone che ci rivolgono la parola. In tal caso la buona regola di “non parlare con la bocca piena” può venirci in aiuto per consentirci di svolgere il nostro esercizio prima di dover rispondere a qualcuno. Un contributo al ricordo di sé viene dato dallo sforzo di compiere delle semplici operazioni invertendo il lato con cui si compie l’azione. Per esempio, possiamo sforzarci di mangiare per una settimana con la mano sinistra invece che con la destra (o viceversa per chi è mancino) portando il cibo alla bocca con la mano sinistra e tagliando il pane con la mano sinistra. Lavarsi i denti, farsi la barba o depilarsi con la sinistra è un altro buon metodo per costringersi a rimanere presenti durante queste attività.

All'interno di una scuola esoterica è possibile esercitarsi fra allievi, e questa è in effetti la soluzione migliore. Risulta infatti più semplice ricordarsi di sé mentre si ascolta o si parla con qualcuno che sappiamo si sta a sua volta sforzando di ricordarsi di sé. Questo permette di acquisire una certa sicurezza 'in famiglia', e sarà poi meno complicato fare sforzi quando ci si sposta all'esterno della scuola.

concentrare lo sforzo Una importante raccomandazione è necessaria: concentrare tutto lo sforzo durante il tempo che si è deciso di dedicare all'esercizio e non cercare di ricordarsi di sé anche al di fuori di questo tempo. Per quanto riguarda la prima serie di esercizi, se ad esempio decidiamo di ricordarci di noi tutte le volte che ci alziamo da una sedia, dobbiamo decidere in anticipo per quanto tempo fare sforzi in questa direzione. Possiamo farlo per tutta la mattina, o durante le ore di lavoro in ufficio, o solo nel percorso dall'ufficio a casa, o esclusivamente dal momento in cui varchiamo la soglia di casa fino all'ora di cena, oppure possiamo decidere di fare sforzi per le prossime due ore indipendentemente da dove ci troveremo. E' importante stabilire un limite di inizio e fine. Non è di alcuna utilità fare sforzi indiscriminati per tutto il giorno, perché si perde in capacità di concentrazione e l'esercizio non risulta altrettanto efficace. A meno che non si stiano praticando esercizi che per la loro natura richiedono un'estensione illimitata (ad es. l'esercizio dell'"Io sono"). Dobbiamo avere molta pazienza e procedere per gradi, non dobbiamo farci prendere dall'ansia di voler fare tutto subito. Questa risulta a lungo andare la tecnica migliore per svegliarsi. Sono consigli che nascono dalla mia esperienza diretta. Per quanto concerne gli esercizi di "ricordo di sé prolungato" vale lo stesso principio. Se decidiamo di ricordarci di noi mentre spazziamo il pavimento non dobbiamo fare alcun tentativo né prima né dopo. Se decidiamo di farlo per il tempo in cui viaggiamo sull'autobus, dal momento in cui scendiamo dobbiamo interrompere gli sforzi. Tuttavia nel breve tempo in cui decidiamo di concentrare gli sforzi tutta la nostra energia deve essere veicolata in quel tentativo. Se decidiamo di compiere sforzi per due ore, dobbiamo considerare quelle due ore come le ultime due ore della nostra vita. Sprecheremmo le nostre ultime due ore di vita per vagare con l'immaginazione da un pensiero all'altro senza alcuno scopo? Qualunque cosa succeda in quelle due ore noi ci ricorderemo di noi stessi! Questo deve essere l'atteggiamento. Sforzi prolungati per troppe ore lungo la giornata non portano a nulla. Sforzi concentrati ma potenti portano inevitabilmente al risveglio. Approdare a un nuovo stato di coscienza significa anche entrare consapevolmente in una nuova dimensione: la quarta dimensione. Questa dimensione è stata esaurientemente descritta da poeti, scrittori e chiaroveggenti, e la letteratura in merito è vasta (si vedano Arthur E. Powell e P.D. Ouspensky fra tutti). Penetrare in questa dimensione è come conquistare una fortezza nemica: dobbiamo organizzare dei raid mirati e potenti. Non possiamo combattere tutto il giorno con tutte le nostre truppe, perché ci esporremmo eccessivamente al fuoco nemico e dopo una settimana saremmo esausti. Attacchi di poche ore, ma portati regolarmente tutti i giorni, prima o poi ci consentiranno inevitabilmente di aprire una breccia nel muro nemico. Una volta aperta una breccia nella quarta dimensione, sarà più semplice penetrarvi le volte successive. continua... Testi sull'argomento: LA PORTA DEL MAGO Salvatore Brizzi, Antipodi Edizioni, Torino (2007) RISVEGLIO Salvatore Brizzi, Antipodi Edizioni, Torino (2007) LA QUARTA VIA P.D. Ouspensky, Astrolabio-Ubaldini, Roma 1974 (1921-1946) FRAMMENTI DI UN INSEGNAMENTO SCONOSCIUTO P.D. Ouspensky, Astrolabio-Ubaldini, Roma 1976 (1915-1923) IL RICORDO DI SE'

Robert Earl Burton, Astrolabio-Ubaldini, Roma 1994 (1991) LA MACCHINA BIOLOGICA UMANA E. J. Gold, Edizioni Crisalide, Spigno Saturnia (LT) 1999 (1991) IL LAVORO PRATICO SU SE STESSI E. J. Gold, Edizioni Crisalide, Spigno Saturnia (LT) 2004 (1989)

il ricordo di se’ ( parte III )

Ricorda te stesso sempre e dovunque. Il ricordo di sé produce precisi mutamenti chimici che provocano la comparsa dell'essenza dell'essere umano. P.D. Ouspensky L'attenzione divisa non produce risultati immediati e i centri superiori non possono sopraggiungere senza lo sforzo perseverante di molti anni. Svegliarsi è difficile, ma può essere fatto. E' impossibile svegliarsi senza dedicarsi totalmente alla propria evoluzione. Si è in errore se si pensa che siano sufficienti delle mezze misure. Robert Earl Burton

vedere il sonno Un risultato importante che si ottiene dagli esercizi di ricordo è quello di toccare con mano il proprio stato ipnotico. Possiamo comprendere che se siamo svegli solo nei momenti in cui ci sforziamo di ricordarcelo, allora dormiamo e viviamo come burattini per tutto il resto della giornata. Prendiamo decisioni nel sonno, lavoriamo nel sonno, studiamo nel sonno, facciamo l'amore nel sonno, intratteniamo i rapporti umani nel sonno. Praticando gli esercizi, dopo un po’ di tempo, ci ricorderemo di noi - cioè saremo coscientemente presenti anche al di fuori dei momenti stabiliti per l'esercizio. Magari camminando per strada improvvisamente ci ricorderemo di noi ("Ecco, sono presente, cammino e mi ricordo di me, non sto vagando fra i pensieri come al solito"), senza averlo prestabilito e senza aver fatto uno sforzo. In tal caso potremo approfittare della situazione mantenendo quello stato di presenza più a lungo possibile prima di ricadere nel sonno, ma, come detto in precedenza, non si devono fare sforzi al di fuori dello spazio riservato agli esercizi. Nei momenti di ricordo, osservandoci con attenzione, possiamo cogliere la differenza fra lo stato di coscienza in cui ci ricordiamo di noi e lo stato in cui eravamo un attimo prima, quando non ci ricordavamo e stavamo dormendo. E' indispensabile portare avanti questo lavoro sul cogliere la differenza fra i due stati di coscienza. Dovremmo farlo ogni volta che ci è possibile, ossia ogni volta che ce ne ricordiamo. Se stiamo scendendo dall'autobus e ci ricordiamo di noi per un istante, se riusciamo cioè a essere presenti e non compiamo nel sonno quell'azione ("Ecco, ci sono, sono presente e sto scendendo dall'autobus"), possiamo sforzarci di prolungare questo stato cogliendo la differenza tra come siamo adesso e come eravamo qualche minuto prima sull'autobus: "Cosa facevo? A cosa ho pensato per tutto il tempo del viaggio? Se io sono presente solo ora, allora chi pensava e chi compiva le azioni al mio posto fino a poco prima? Nel sonno avrei potuto picchiare qualcuno reagendo a un'offesa, avrei potuto decidere di cambiare lavoro, o avrei potuto invaghirmi di una persona e risolvermi in seguito di sposarla." Vivere nel sonno è pericoloso, ma lo si può comprendere solo a un certo grado di risveglio. L'uomo comune, che non ha mai provato a svegliarsi, non puo’ essere cosciente del pericolo derivante dal trascorrere la propria vita nel sonno. D'altronde le cronache quotidiane illustrano in maniera soddisfacente le conseguenze della vita nel sonno. Siamo sonnambuli che camminano dormendo sul cornicione di un palazzo a venti metri da terra! Finché dormiamo sembra che vada tutto bene. Se, ad esempio, mentre mangiamo un panino proviamo a fare l'esercizio di ricordo di sé, possiamo

confrontare i momenti in cui siamo coscienti delle azioni che compiamo con quelli in cui invece mangiamo pensando a tutt'altro, e quindi in effetti non mangiamo nel vero senso del termine, perché il nostro corpo fisico mangia meccanicamente senza che noi ne siamo coscienti ("Adesso mangio e sono presente, porto il panino alla bocca e lo mordo, e ne sono cosciente. Ma un attimo prima dove ero mentre mangiavo? Perché la mia autocoscienza non era qui con me?"). Il risveglio consiste nello sforzo di ricordarsi di sé e nel successivo confronto fra i momenti di ricordo, di effettiva presenza, e i momenti precedenti di sonno, di assenza. Se riusciamo a sentire dentro di noi in modo EMOTIVO questa sottile ma enorme differenza allora abbiamo compreso la differenza fra un essere umano che dorme e un essere umano che cerca di svegliarsi. Questo significa toccare con mano il proprio stato ipnotico, e sovente qualcuno ne rimane sconvolto.

volontà [thelema] Il secondo scopo degli esercizi è sviluppare un ottimo grado di forza di Volontà - in greco Thelema, come viene definita negli insegnamenti di Aleister Crowley - indispensabile in tutti gli aspetti del lavoro su di sé. Quando lavoriamo sull'immaginazione negativa (il "dialogo interno" della nostra mente) e sulle emozioni negative, possiamo sfruttare la Volontà costruita grazie al ricordo di sé. Rammentiamo che l'uomo addormentato non possiede vera forza di Volontà, egli fa ciò che la vita gli permette di fare; questo può anche consentirgli di divenire casualmente un uomo colto e di successo, ma non di acquisire un reale potere sugli eventi circostanti. Il fatto che dobbiamo compiere degli sforzi immani per combattere la meccanicità dei nostri atti e ricordarci di noi, è la dimostrazione di questa nostra incapacità di volere. Pensiamo di essere liberi di volere perché decidiamo cosa ordinare al ristorante, mentre in realtà non decidiamo nemmeno quello, i nostri meccanismi inconsci decidono, e loro decidono in base alle informazioni presenti nell’ambiente. Fingiamo di volere, mentre ci lasciamo trascinare da forze più grandi di noi. La forza di Volontà non è altro che la capacità di utilizzare l'energia. Gli esercizi sul ricordo aumentano la nostra capacità di disporre dell'energia. Quando cominciamo a svolgere questi esercizi per noi è un giorno storico, sacro, perché per la prima volta opponiamo resistenza cosciente alla meccanicità che ci ha sovrastati durante tutta la nostra vita. Per la prima volta ci sforziamo di decidere qualcosa: "Voglio essere io a stabilire cosa pensare e quando pensarlo, voglio decidere io se arrabbiarmi o no, se avere paura o no. Non voglio più essere schiavo". Un uomo nuovo sta nascendo in noi e ora vuole essere padrone in casa sua. Dobbiamo diventare degli specialisti del ricordo di sé. Ci sono persone brave a giocare a scacchi, altre brave in uno sport, altre ancora nel cucinare dolci o suonare uno strumento, e alcune sanno fare molto bene il loro particolare lavoro... noi siamo specializzati nel ricordo di noi stessi. Ci accorgeremo presto che ogni altra questione è di minore importanza. Non importa che lavoro facciamo per mantenerci, la nostra specializzazione deve diventare il ricordo di noi stessi. Questa è la nostra preoccupazione più grande: svegliarci. E solo se questa attività diviene il nostro centro di gravità permanente per anni, allora possiamo sperare di svegliarci. Avere un lavoro o essere disoccupati non è di alcuna importanza se non si è svegli. Avere un partner o essere single non fa differenza finché si dorme. Nel sonno è tutto uguale. Ogni singolo sforzo compiuto nel tentativo di svegliarsi provoca una TRASMUTAZIONE ALCHEMICA: durante questi tentativi di ricordo di sé si viene a creare un notevole attrito fra l'abitudine meccanica della nostra esistenza e il nostro voler diventare coscienti. Questo attrito genera un « fuoco », e questo Fuoco agisce sui nostri atomi per creare nuovi elementi più sottili che costituiranno i "corpi superiori", compreso il corpo dell'anima o « corpo di gloria ». Tale trasmutazione coinvolge anche lo sviluppo dei corpi emotivo (astrale) e mentale, con la conseguente acquisizione di siddhi, i poteri inerenti il mago: capacità di viaggiare in astrale, materializzare e smaterializzare oggetti, invocare ed evocare entità presenti sul piano astrale e sui piani più alti. Quel punto di luce che è l'anima comincia ad aggregare gli atomi per costruire il suo nuovo corpo e il nostro centro di consapevolezza inizia a spostarsi in quella direzione, il nostro Cuore comincia ad aprirsi. Il primo giorno in cui compiamo sforzi qualcosa cambia per sempre in noi. Ovviamente, se gli sforzi si limiteranno a pochi mesi di tempo e non proseguiranno, non accadrà nulla di tangibile, ma un seme è stato comunque gettato.

difficoltà Quando si inizia la pratica di esercizi per il ricordo di sé si possono verificare due condizioni in particolare: si incontrano subito grosse difficoltà e non ci si ricorda nemmeno di fare gli esercizi, oppure si riesce molto bene per qualche giorno o settimana, ma poi si subisce un rapido calo di energia e si abbandona tutto. Entrambi i comportamenti sono perfettamente normali. Per qualcuno all'inizio sarà difficile persino il ricordarsi di stabilire al mattino appena sveglio in quali occasioni si sforzerà di ricordarsi di sé durante il giorno. E' necessario trovare la forza di Volontà per eseguire almeno i passi iniziali. Il fatto che durante il giorno non riusciamo a essere presenti nemmeno una volta è perfettamente normale, ma se non ce lo imponiamo con forza non abbiamo speranza di migliorare. E' vitale non abbattersi in questa fase, per quanto possa durare a lungo, e ribadire ogni giorno il proprio desiderio di ricordarsi di sé. Teniamo a mente che lo scopo è sforzarsi, tendere verso, non raggiungere il risultato voluto. Paradossalmente l'esercizio funziona solo fino a quando non siamo in grado di farlo bene e ci sforziamo di farlo. Quando si riesce anche per una sola volta a essere presenti mentre si sta compiendo una delle azioni descritte negli esercizi, si deve assaporare quel momento cercando di prolungarlo: "Ecco, sono vivo, sono presente qui-e-ora, mi sto ricordando di me, sono in uno stato di coscienza diverso da quello in cui ero prima e diverso da quello in cui sarò fra qualche istante". All'inizio il lavoro è soprattutto mentale, si è costretti a ripetersi frasi simili, in cui si afferma di essere presenti; con il tempo diventerà uno stato interiore: ci si sentirà presenti senza alcun bisogno di ripeterselo; poi diverrà un fatto emozionale (EMOZIONALE SUPERIORE), e solo questo sarà il vero ricordo di sé! Grazie al contatto con un sistema di pensiero nuovo e all'entusiasmo iniziale che ne deriva accade spesso che si riesca a svolgere anche più esercizi nella stessa giornata e che ci si accorga subito della differenza fra i momenti di presenza e quelli di sonno. Altrettanto spesso però accade che l'entusiasmo iniziale svanisca e si perda totalmente interesse per gli esercizi, se non addirittura per il lavoro su di sé in generale. I cali di energia devono essere previsti, perché sono ciclici e rispettano leggi ben precise su cui noi non abbiamo potere. Ma già il solo fatto di sapere che tali cali devono obbligatoriamente arrivare serve a non far precipitare l'individuo nell'abbattimento più completo. I cali devono avvenire perché così vogliono le leggi naturali, che sono cicliche. L'attenzione non va concentrata sul tentativo di evitarli, bensì sui metodi per uscirne velocemente grazie a nuove immissioni di energia: leggere un libro, vedere un film particolare, parlare con persone che sono anche loro impegnate nel lavoro, assistere a conferenze... La necessità di contrastare i cali ciclici di energia è forse il principale motivo per cui non è possibile lavorare da soli e a un certo punto è indispensabile trovare una scuola. Quando si intraprende la strada del risveglio e si decide di iniziare con gli sforzi per ricordarsi di sé, accade di frequente che agli sguardi dei nostri conoscenti - paradossalmente - si appaia come più distratti e meno presenti. Ciò è normale e accade perché non siamo abituati allo stato di ricordo di noi stessi, che è uno stato di attenzione divisa. Il fatto di dividere l'attenzione, all'inizio, e per un lungo periodo, impiega tutte le nostre energie, per cui succede spesso di dimenticare oggetti, di scordare gli appuntamenti, di girare nella via sbagliata, di non afferrare ciò che il nostro interlocutore sta dicendo. Sembriamo più assenti agli occhi degli altri proprio perché ci stiamo sforzando di fare qualcosa che non abbiamo mai fatto e nessuno fa mai: essere presente. Inoltre il risveglio ci modifica caratterialmente: tutto ciò che è superfluo nella nostra macchina biologica progressivamente scompare. Di conseguenza alcuni potranno trovarci meno interessanti, o più noiosi, o più seri. In realtà non stiamo diventando meno interessanti, è solo che disidentificandoci dalla macchina e identificandoci con l'anima, non rispecchiamo più le aspettative della società, la quale si fonda sulle caratteristiche della macchina biologica: l'essere al centro dell'attenzione, l'essere competitivi, il discutere con coinvolgimento degli argomenti futili più alla moda in un dato momento, esprimere inutili opinioni su qualunque avvenimento... e così via. D'altra parte diventeremo sempre più interessanti e riconoscibili agli occhi di chi ha intrapreso un percorso di risveglio come noi, o di chi possiede anche solo una visione più profonda dell'esistenza rispetto alla norma.

economizzare l'energia L'uomo ha in sé la capacità di costruire un nuovo corpo che gli permette di cogliere la quarta dimensione, una realtà completamente diversa da quella che percepisce nelle condizioni ordinarie, una realtà che agli altri risulta accessibile solo per mezzo delle droghe, ma per fare ciò ha bisogno di una quantità notevole di energia. All'inizio tale energia viene ricavata semplicemente dalla drastica riduzione degli sprechi. Un uomo infatti, possiede già nella sua macchina biologica l'energia necessaria a iniziare il lavoro su di sé, ma non ne può disporre perché la disperde continuamente in attività inutili e dannose. Il suo primo obiettivo deve essere quindi il risparmio di energia. Questo gli consentirà di disporre della quantità di energia necessaria a fare sforzi per il ricordo di sé. Gli sforzi per ricordare se stessi necessitano di molta energia. Tali sforzi con il tempo produrranno episodi di reale ricordo di sé, e questi faranno affluire ulteriore energia da reimpiegarsi nel lavoro. Per risparmiare energia dobbiamo lottare contro le abitudini che ci costringono a disperderla. Sprechiamo energia provando emozioni negative di ogni sorta (quando siamo in ansia, quando ci arrabbiamo con qualcuno, quando siamo nervosi, quando siamo depressi, ecc), sprechiamo energia lasciandoci ossessionare dall'immaginazione negativa (pensiamo a episodi spiacevoli che potrebbero accadere a noi o ai nostri cari, costruiamo dialoghi immaginari nella nostra testa, alimentiamo inutili fantasie di ogni sorta, realizzabili o irrealizzabili, ecc) e sprechiamo energia utilizzando male il nostro corpo (nel compiere ogni movimento contraiamo molti più muscoli di quelli necessari, assumiamo posture sbagliate, ecc). Emozioni negative e immaginazione negativa verrano trattate nei successivi capitoli, mentre riguardo all'energia che viene sprecata a causa di un cattivo utilizzo del corpo accenneremo qualcosa subito. Ogni giorno disperdiamo una grande quantità di energia nella contrazione di muscoli che non sono interessati nel movimento che stiamo compiendo, oppure nella contrazione sproporzionata dei muscoli interessati in tale movimento. Ad esempio, nel semplice atto di piantare un chiodo in una parete contraiamo un inimmaginabile numero di muscoli che non dovrebbero venire coinvolti in quell'atto (muscoli del viso, delle spalle, delle gambe, ecc) e contraiamo sia i muscoli necessari che quelli non necessari con un'intensità sufficiente a trainare il vagone di un treno! Le posture che assumiamo durante il giorno e il nostro modo di camminare sono scandalosamente antieconomici. In particolare la contrazione dei muscoli del viso, che non è quasi mai necessaria, accompagna tutte le nostre attività (probabilmente avete i muscoli della fronte contratti anche adesso che state leggendo) e causa una fuoriuscita continua di preziosa energia. Ci sono molte persone che vivono l'intera giornata con la fronte aggrottata, lo sguardo corrucciato o la mandibola serrata; tanti digrignano i denti anche di notte. Tutti viviamo con i muscoli del collo e delle spalle - il trapezio - perennemente contratti. Se in questo momento portate la vostra attenzione alle spalle e provate a rilassarle vi accorgete di averle tenute contratte, senza motivo, fino ad ora. Rientra nell'opera di economizzazione dell'energia portare periodicamente durante la giornata la nostra attenzione sui muscoli del volto e cercare di rilassarli. Lo stesso deve essere fatto per il collo e le spalle. Ogni qualvolta ce ne ricordiamo, la postura che abbiamo assunto in un dato momento - per parlare, per scrivere o per aspettare il bus - deve essere osservata scrupolosamente, mettendo l'accento sui muscoli che non dovrebbero essere contratti e invece o sono, poiché non siamo consapevoli del nostro corpo e questo è quasi un estraneo per noi.

la gestione dell'energia Un ultimo appunto riguarda l'afflusso di energia che accompagna gli esercizi di ricordo di sé. Un individuo che decide di fare sforzi a lungo e in maniera intensa consuma molto energia, ma allo stesso tempo il frutto di questi sui sforzi - il ricordo di sé - introduce energia e innalza la sua frequenza vibratoria. Se egli non è seguito da qualcuno che è’ più avanti di lui sul percorso del risveglio (e qui si ripresenta la necessità di lavorare all'interno di una scuola) non sa come utilizzare questa nuova energia, la quale, se non correttamente indirizzata, si riversa nella personalità ingigantendone le caratteristiche. L'individuo potrebbe andare incontro a maggiore irritabilità, nervosismo, mal di testa, crisi depressive, sbalzi d'umore, disarmonia nella capacità decisionale (scelte improvvise condotte in maniera irrazionale). E' dunque necessario che chi svolge tali esercizi si tenga sotto costante osservazione, diventi lo spettatore e

l'analizzatore di se stesso, dei suoi pensieri e delle sue emozioni, in modo da accorgersi di quando il suo carattere inizia a manifestarsi con toni esasperati. Quando si rilevano tali disarmonie è consigliabile interrompere ogni esercizio e concentrarsi esclusivamente sugli altri aspetti del lavoro di risveglio: osservazione delle emozioni negative e controllo dell'immaginazione negativa. Testi sull'argomento: LA PORTA DEL MAGO Salvatore Brizzi, Antipodi Edizioni, Torino (2007) RISVEGLIO Salvatore Brizzi, Antipodi Edizioni, Torino (2007) LA QUARTA VIA P.D. Ouspensky, Astrolabio-Ubaldini, Roma 1974 (1921-1946) FRAMMENTI DI UN INSEGNAMENTO SCONOSCIUTO P.D. Ouspensky, Astrolabio-Ubaldini, Roma 1976 (1915-1923) IL RICORDO DI SE' Robert Earl Burton, Astrolabio-Ubaldini, Roma 1994 (1991) LA MACCHINA BIOLOGICA UMANA E. J. Gold, Edizioni Crisalide, Spigno Saturnia (LT) 1999 (1991) IL LAVORO PRATICO SU SE STESSI E. J. Gold, Edizioni Crisalide, Spigno Saturnia (LT) 2004 (1989)

LE EMOZIONI NEGATIVE Noi ci eleviamo inginocchiandoci, Conquistiamo arrendendoci, Guadagniamo rinunziando. il Maestro a Ercole, nel mito dell'Idra Per mezzo del ricordo di sé si prende atto del proprio stato di addormentamento, si guadagna energia utile per il lavoro successivo, si sviluppa la forza di volontà, si acquisisce la capacità di essere presenti in corrispondenza di determinati eventi e, a livello alchemico, si costruiscono i corpi sottili, fra cui il più importante è il corpo dell'anima. Ma il ricordo di sé è solo una parte del lavoro. Per costruirsi un corpo immortale in grado si ospitare il Sé è indispensabile lavorare assiduamente su più fronti contemporaneamente. La parte più consistente e più difficile del lavoro va compiuta sull'immaginazione negativa e sulle emozioni negative. Sia ben chiaro che lo stato di risveglio è uno stato « emozionale superiore », non mentale. La costruzione del corpo per l'anima e la conseguente apertura del Cuore sono fatti che concernono le emozioni superiori, cioè la capacità dell'uomo di guardare il mondo attraverso le emozioni superiori anziché attraverso le emozioni negative, e quindi di cogliere il Vero e il Bello. Il corpo dell'anima è costituito di emozioni superiori e ci permetterà di vedere il mondo attraverso tali emozioni. La nostra macchina biologica è invece costituita di immaginazione negativa ed emozioni negative e ci costringe a vedere il mondo attraverso di esse. Le emozioni superiori - e quindi il « corpo di gloria » - si sviluppano in due modi: a) per mezzo del NUTRIMENTO che ci viene dalle cose belle che già adesso siamo in grado di vedere intorno a noi e che ci provocano emozioni superiori. Non dobbiamo farci sfuggire nessuna occasione per cogliere più Bellezza che possiamo e per emozionarci di fronte a questa Bellezza: si va dalle manifestazioni artistiche agli eventi quotidiani che possono commuoverci. Dobbiamo educarci al Bello ponendo l'attenzione sul Bello che gli altri uomini manifestano. La percezione del Bello in una cosa o in una situazione provoca emozioni superiori: amore, compassione, tenerezza, perdono, ... coltivare queste emozioni è il metodo più rapido e sicuro per costruire il corpo dell'anima. b) attraverso un lavoro alchemico mirato sulle emozioni negative. I due metodi sono complementari e indispensabili entrambi: si lavora simultaneamente sul ravvivare e

incrementare le emozioni superiori che già siamo in grado di provare e sulla trasmutazione di quelle negative che ci impediscono di cogliere la realtà per come è intrappolandoci nell'illusione. Si tenga ben presente che il lavoro su immaginazione ed emozioni negative deve iniziare parallelamente agli esercizi sul ricordo di sé. L'immaginazione negativa e le emozioni negative ci fanno perdere consistenti quantità di energia. Se non possediamo una sufficiente quantità di energia il ricordo di sé ci appare impossibile; esso infatti comporta un enorme dispendio di energie. Allo stesso tempo il riuscire a essere presenti - anche se non è ancora il vero ricordo di sé - ci permette di guadagnare energia. Se però dovessimo procedere con il lavoro sul ricordo di sé senza aggiungere un parallelo lavoro su immaginazione negativa ed emozioni negative, perderemmo in queste manifestazioni tutta l'energia guadagnata grazie ai momenti di ricordo. Un'arrabbiatura di qualche minuto, o qualche ora di depressione, possono far perdere la quantità di energia accumulata in settimane di sforzi per rimanere svegli. La manifestazione senza controllo di emozioni negative fa subire un crollo alla frequenza delle nostre vibrazioni, ci scarica energeticamente e avvelena le nostre cellule anziché favorirne la trasmutazione. Se non lavoriamo su di esse non facciamo altro che versare acqua in uno scolapasta e ci troviamo continuamente al punto di partenza. Inoltre l'energia acquisita nei momenti in cui ci ricordiamo di noi tende a seguire spontaneamente la linea di minor resistenza e va a rafforzare i vecchi schemi mentali e le vecchie emozioni negative della macchina, quindi, se entrambi non vengono sorvegliati fin dal primo momento, le nostre paure, le nostre rabbie e i nostri pregiudizi diventano sempre meno gestibili e il nostro stato diviene più penoso di quello da cui siamo partiti. Per inciso è utile rammentare - e non lo si rammenta mai abbastanza - che le pratiche di meditazione o di ricordo di sé non costituiscono di per sé stesse il lavoro di risveglio, e possono divenire pericolose quando non vengono inserite in un contesto di lavoro su di sé globale: l'energia che l'individuo accumula meditando o ricordandosi di sé scorre nei vecchi schemi mentali e nei vecchi schemi emotivi, peggiorando la sua situazione. Simili sono le conseguenze della recitazione di mantra: tale pratica, se non accompagnata da un lavoro di risveglio a 360 gradi, può portare a una tranquillità di natura ipnotica, che è esattamente il contrario di ciò che vorremmo ottenere. Non ci si lasci quindi ingannare dalle condizioni estatiche o dalle 'visioni' a carattere mistico che il persistere su alcune tecniche a volte provoca, perché tali manifestazioni quasi mai coincidono con un effettivo risveglio.

Un nuovo ambiente mentale Le emozioni negative più comuni sono: rabbia, desiderio di vendetta, odio, invidia, ogni forma di gelosia, senso di colpa, depressione, frustrazione, lamentela, critica, nostalgia, malinconia, paura, ansia, dispiacere, senso di inadeguatezza, senso del possesso, senso di attaccamento alle cose e alle persone, tutti i generi di fastidio: verso chi non la pensa in modo giusto, verso chi non si comporta in modo giusto, ecc. Il lavoro sulle emozioni negative inizialmente è un lavoro mentale. Noi infatti proviamo emozioni negative perché le giustifichiamo mentalmente e quindi, per fare un buon lavoro, dobbiamo rivedere il nostro vecchio modo di ragionare. Di norma pensiamo che in certe occasioni sia giusto infastidirsi o arrabbiarsi, oppure provare ansia o essere depressi. La giustificazione di tali emozioni è radicata nel nostro inconscio, per cui esse possono ormai esprimersi meccanicamente senza dover affrontare alcun freno cosciente da parte dell'individuo. Gli unici freni alle emozioni negative sono quelli imposti dalla società, quindi non sono voluti, ma sono anch'essi divenuti inconsci e dunque meccanici. Pertanto quando esprimiamo le emozioni più 'basse', così come quando le reprimiamo, tutto avviene meccanicamente. La fase più importante del lavoro consiste nel convincere prima la mente conscia poi quella inconscia che le emozioni negative non hanno alcuna giustificazione. La mente giustifica le emozioni e le tiene vive, quindi sulla mente bisogna lavorare affinché si crei un « ambiente mentale » in cui le emozioni negative appaiono per quello che sono. Esse da un lato sono manifestazioni che ci sottraggono energia e ci fanno soffrire - se le consideriamo inevitabili e lasciamo che abbiano il sopravvento - dall'altro lato sono strumenti indispensabili alla nostra trasformazione - se cominciamo a osservarle e a lavorarci nel modo corretto. Vedremo più avanti quanto esse in realtà siano elementi insostituibili del nostro lavoro e non vadano quindi ritenute difetti della persona o manifestazioni sbagliate. Se esse esistono in noi c'è un motivo, non vanno perciò mai né

represse né eliminate. Esse rappresentano la fondamentale sostanza da cui ricaviamo le emozioni superiori e, di conseguenza, il nostro nuovo corpo. Ma per ora è bene aver chiaro quanto risulti dannoso giustificarle e appoggiarle.

Si lavora a partire dalla mente conscia introducendo le nuove idee che vengono trattate in questo sistema di pensiero. Abituandosi a pensare in maniera differente si creano nuovi schemi di pensiero nel corpo mentale e questo fa sì che in seguito questi nuovi schemi diventino a loro volta inconsci e prendano il posto di quelli vecchi. Lo scopo di questo lavoro è fare in modo che al nascere dell'emozione negativa una parte della nostra coscienza non si identifichi completamente con essa, ma si ricordi di sé e assuma immediatamente il controllo della situazione cercando di opporre resistenza ai pensieri negativi che inevitabilmente accompagnano tale emozione, e tentando di non lasciarsi coinvolgere integralmente da essa. L'attrito che viene a crearsi durante questi tentativi di opporsi alla meccanicità consente la fabbricazione del corpo dell'anima. Il passo successivo sarà non provare più emozioni negative e percepire tutto direttamente attraverso le emozioni superiori. In questo modo i fatti del mondo che attraverso i vecchi schemi di pensiero venivano percepiti come brutti, dai nuovi schemi dell'anima vengono immediatamente percepiti per quello che realmente sono oltre l'illusione: Bellezza allo stato puro. Qualcuno potrebbe chiedersi: "Chi ci garantisce che non stiamo solo sostituendo vecchi meccanismi con nuovi meccanismi - come accade nell'ipnosi, nella programmazione mentale o nel pensiero positivo - e che in tutto questo l'anima c'entri veramente qualcosa?" Rispondiamo che il nostro è un lavoro COSCIENTE e VOLONTARIO; questo significa che per ottenere un cambiamento stiamo operando uno sforzo cosciente andando contro qualcosa che è MECCANICO e INVOLONTARIO. Se noi utilizziamo una qualsiasi forma di programmazione mentale alla fine del nostro lavoro rimaniamo addormentati esattamente come prima, con la sola differenza che adesso siamo schiavi di meccanismi differenti da quelli precedenti. Con il risveglio invece noi diventiamo liberi di provare le emozioni che vogliamo e di pensare ciò che vogliamo: vediamo la realtà sottostante l'illusione e di conseguenza possiamo scegliere se arrabbiarci oppure no; ma fino a quando non vediamo la realtà siamo costretti ad arrabbiarci senza alcuna possibilità di scelta. Deve esser chiaro che la differenza non sta nell'assumere un comportamento 'buono' piuttosto che uno 'cattivo' - rimanendo sempre limitati alla sfera della macchina biologica - bensì nel vedere o non vedere cosa sta accadendo realmente, e nella libertà di agire come più ci pare, magari anche con lo stesso comportamento di prima! Psicoanalisi, pensiero positivo, ipnosi, programmazione neurolinguistica e molte altre tecniche si limitano ad agire nell'ambito della nostra macchina, permettendoci di ottenere una macchina che ci piace di più o che ci è più utile nella vita sociale, ma non agiscono 'alla radice', non ci consentono di traslare il nostro centro di consapevolezza dalla macchina biologica all'anima e non ci dischiudono la verità oltre le apparenze. Quando va bene ottengono come risultato la creazione di una prigione un po' più confortevole per noi e per chi ci circonda. Un'altra frequente domanda è: "Tutta la gioia e l'amore che si provano in questo nuovo stato non potrebbero essere frutto di un forte autoconvincimento che impedisce di vedere la vita con tutte le sue reali sofferenze? Non è forse un modo per fuggire alla vita entrando in un delirio di beatitudine allucinatoria?". Chi pone questa domanda lo fa da uno stato di coscienza diverso da quello risvegliato. Quando si è ancora identificati con la macchina può sorgere la paura di divenire vittime di un lavaggio del cervello di natura tale da annullare anche solo la possibilità del dubbio circa la veridicità del nuovo stato di coscienza. Ma questa paura può sorgere unicamente in un individuo che è ancora identificato con la sua mente e che immagina lo stato risvegliato come un 'diverso stato della mente', non come uno stato « sovramentale ». Nello stato risvegliato si guarda a partire dall'anima e si vede la propria mente dal di fuori, la si guarda mentre lavora e pensa; è qualcosa di totalmente diverso da ogni fenomeno possiamo immaginare adesso utilizzando la nostra mente. Se lo si immagina unicamente come un differente stato della propria mente, magari più gioioso e rilassato, allora non si è capito nulla, e possono ancora sorgere domande come la precedente. Ma quando si è in quello stato si può solo ridere di tali domande!

Perché le emozioni negative non sono giustificabili e vanno trasformate? a) Le emozioni negative nascono dall'incapacità di vedere quello che veramente accade nel mondo intorno a noi; se noi vedessimo la realtà non proveremmo mai emozioni negative. Inoltre la loro manifestazione incontrollata le rende più forti e aumenta questa incapacità di vedere innescando un circolo vizioso: più siamo depressi, più vediamo il

mondo brutto, più lo vediamo brutto più ci deprimiamo. Noi crediamo che un evento esterno oggettivo causi il nostro fastidio, invece sono i vecchi schemi di pensiero che abbiamo dentro - i pregiudizi sulla realtà - a farci vedere un determinato evento così come lo vediamo; e un evento visto dall'interno degli schemi di pensiero della macchina risulta completamente falsato. Tutti i Maestri risvegliati affermano che il mondo è Bello. Essi vivono in un costante stato di Gioia dovuto a un senso di innamoramento per la vita che li pervade in maniera stabile. Se noi viviamo nella sofferenza anziché nella Gioia ciò è dovuto alla cronica incapacità della macchina di percepire la Bellezza della realtà. Siamo ciechi. Non abbiamo occhi per vedere. Quest'affermazione deve entrare a far parte del nostro intero essere. Non siamo in grado di vedere cosa sta accadendo, quindi ogni nostra opinione sul mondo è allucinata già alla radice. I meccanismi della macchina ci impediscono SEMPRE di vedere la realtà, e ogni emozione negativa aggiunge un velo ulteriore, perché rafforza la nostra fede nella veridicità dell'allucinazione che abbiamo sotto gli occhi, immergendoci in un circolo vizioso di falsità. Gesù chiamava la nostra dimensione il "mondo della menzogna", Budda la definiva l'illusione, nella tradizione indù si parla di Maya. Riportiamo un esempio: un uomo ruba il portafoglio a un altro. Non è vero, non è mai successo, su questo pianeta nessuno può rubare qualcosa a qualcuno; in realtà sta accadendo tutt'altro, ma dall'interno dei nostri schemi mentali potremmo giurare di vedere un uomo che ruba il portafoglio a un altro. L'illusorietà di quanto percepiamo è un concetto difficile da afferrare per chi è sempre vissuto in un'allucinazione, perché l'allucinazione è consensuale, cioè tutti la condividono e la confermano. Ma chi è uscito dall'allucinazione vede con certezza che nessuno può rubare portafogli. A livello fisico si muovono certe energie, quindi quell'uomo sta effettivamente compiendo quell'azione, ma non ha niente a che vedere col rubare qualcosa a qualcuno. Lo stesso vale per l'omicidio: due uomini compiono delle azioni uno rispetto all'altro, ma il fatto che uno abbia ucciso l'altro è un'invenzione della nostra macchina, un'interpretazione fornita dai nostri meccanismi condizionati, dai nostri pregiudizi mentali. Sulla Terra non è mai accaduto che qualcuno uccidesse qualcun altro!

Approfondiamo questo primo punto perché è quello fondamentale. Ci accade un evento: qualcuno fa un'affermazione dispregiativa nei nostri confronti. Noi non possiamo ancora usare il Cuore per vedere cosa è accaduto realmente perché non siamo identificati con il sé, l'anima, pertanto la nostra macchina interpreta l'evento secondo i suoi schemi meccanici: "Mi hanno insultato". L'interpretazione mentale della macchina ci fa provare un'emozione negativa: ci arrabbiamo. L'emozione negativa abbassa la frequenza delle nostre vibrazioni - cioè aggiunge un ulteriore velo all'illusione - e ci rende ancor più distanti dalla realtà. Meno vediamo, più tutto diventa allucinato, quindi rispondiamo all'insulto... l'altra persona si esaspera ulteriormente... e poi si arriva alle grida e alla rissa in una spirale discendente. Diventa più chiaro adesso perché si è detto che il lavoro va inizialmente condotto sulla mente. Il processo di alterazione della realtà inizia sempre da una interpretazione errata da parte della mente della macchina, e avviene inconsciamente, cioè prima che la nostra parte conscia abbia il tempo di intervenire in qualsiasi modo. Al fine di imparare a cogliere la realtà attraverso emozioni superiori il lavoro più arduo va compiuto prima a livello della mente cercando di convincere la personalità che allo stato attuale non è in grado di conoscere nulla circa gli eventi che le accadono. b) Le emozioni negative ci privano dell'energia necessaria al risveglio. Praticando gli esercizi per il ricordo di sé ci accorgiamo presto che per risvegliarsi occorrono grandi quantità di energia, perché si tratta di mantenere un livello di attenzione elevatissimo e, soprattutto, di costruire un nuovo corpo con le nostre stesse forze. Il motivo per cui a volte il ricordo di sé sembra impossibile è proprio la mancanza di energia. Se avessimo più energia potremmo fare più sforzi per ricordarci di noi, e questo ci sveglierebbe alle dimensioni superiori e costruirebbe il nostro corpo dell'anima. La lamentela, le arrabbiature, il nervosismo, il fastidio verso cose o persone, il continuo dialogo interiore della mente, scaricano all'esterno la preziosa energia che invece dovremmo utilizzare per la nostra trasformazione. Se l'obiettivo ci appare inarrivabile il motivo è che manifestiamo emozioni negative e ci perdiamo nell'immaginazione negativa.

c) Le emozioni negative, così come gli schemi di pensiero che ne sono all'origine e che le giustificano, non appartengono a noi: sono fenomeni esterni a noi. L'anima utilizza una macchina biologica, la quale ha un suo modo di pensare circa il mondo e di conseguenza prova certe emozioni... ma tutto ciò non siamo noi. Noi non siamo la nostra macchina, bensì un'anima che attualmente è identificata con una macchina. L'anima è identificata con la macchina perché attualmente non possiede un altro corpo attraverso cui manifestarsi. Noi possiamo costruirle questo corpo utilizzando e trasformando gli elementi stessi della macchina. Inoltre ciò che costituisce la macchina con cui siamo identificati è materiale preso dal pianeta, materiale che la macchina attira a sé per « simpatia vibratoria ». Essa entra continuamente in risonanza con pensieri ed emozioni che attraversano l'atmosfera del pianeta. Quando noi proviamo un'emozione negativa ci stiamo stupidamente identificando con oggetti emotivi che passano nell'aria e che la nostra mente ha attratto a sé e ha fatto suoi. Se la nostra mente pensasse in maniera corretta, al sopraggiungere di un certo pensiero e di una certa emozione non li giustificherebbe, ma li riconoscerebbe come oggetti di passaggio inutili e assurdi e non si identificherebbe con essi. Invece la nostra mente è convinta che quelle emozioni siano sue, che sia giusto provarle e che non esista modo per smettere di provarle! L'emozione negativa che viaggia nell'aria è solo una vibrazione con una certa frequenza, non un pensiero definito, già formato. Per esempio, mentre siamo in coda alla posta nell'atmosfera girano determinate vibrazioni di bassa natura emanate dalle altre persone in coda che si lamentano. Ammettiamo che si lamentino perché stanno pagando bollette troppo care, ma noi non ci sentiamo minimamente coinvolti perché non dobbiamo pagare delle bollette. Tali vibrazioni investono comunque la nostra macchina. Se ci arrivasse un pensiero di lamentela rivolto in modo specifico alle bollette noi lo riconosceremmo subito come non nostro e lo scacceremmo, perché in tal caso ci accorgeremmo di non avere nessun motivo razionale per lamentarci. Il problema è che arriva solo una vibrazione, non un pensiero già costruito, e tale vibrazione entra in risonanza con una vibrazione corrispondente che si trova già fra i nostri meccanismi, cioè qualcosa che ci appartiene. Se già in partenza all'interno della nostra macchina non esistesse alcuna tendenza verso queste manifestazioni basse, non attireremmo più emozioni e pensieri di natura bassa. Ma se noi solitamente ci lamentiamo del governo, o dell'economia mondiale, possediamo comunque la vibrazione della lamentela già dentro di noi, quindi entriamo in risonanza con quella vibrazione di lamentela che c'è in coda alla posta, con la sola differenza che noi cominceremo a costruire pensieri di lamentela circa il governo, non circa le bollette troppo care, e a provare emozioni negative conseguenti a quel pensiero. In questo modo, anche se tali basse vibrazioni sono oggetti estranei a noi, noi non li riconosciamo come estranei, perché li coloriamo con la nostra personale sfumatura di pensiero (il governo, piuttosto che l'economia, la guerra o la pettinatura del nostro partner), dunque li riteniamo nostri e li alimentiamo rimuginandoli a lungo. L'emozione negativa è un'energia dotata di una certa frequenza piuttosto bassa che entra nella nostra macchina seguendo la « linea di minor resistenza » che qui trova, cioè seguendo il canale più largo che si è formato in noi grazie alle nostre abitudini di pensiero. Lavorando assiduamente su pensieri ed emozioni negative facciamo sì che anche le tendenze interiori che già sono radicate dentro di noi (per cause genetiche e abitudini socio-ambientali) con il tempo si affievoliscano, fino a scomparire. Evitando di alimentarle a ogni occasione esse infatti progressivamente muoiono per mancanza di cibo. d) Le emozioni negative vanno a inquinare il piano emotivo del pianeta, e contemporaneamente gli schemi di pensiero che le sottendono vanno a inquinare il piano mentale del pianeta. Ogni volta che ci abbandoniamo a una emozione negativa danneggiamo tutti gli abitanti del pianeta, i quali grazie a noi troveranno più facile arrabbiarsi, lamentarsi o sentirsi frustrati. Chi causa l'odio e la guerra nel mondo? Noi, ogni volta che siamo in guerra con qualcuno e proviamo odio. Vogliamo la pace ma lavoriamo in maniera sistematica contro la pace tutte le volte che durante il giorno critichiamo il comportamento di qualcuno... compreso il comportamento di chi fa la guerra. Le nostre critiche e i nostri bisticci coi parenti si riverberano nell'atmosfera emotiva del pianeta e vanno a inasprire i conflitti che già ci sono in tutto il mondo. Guerra, sfruttamento e prevaricazione che sono dentro di noi sono la causa degli stessi fenomeni a livello planetario. Se da qualche parte ci sono dei bambini costretti a lavorare dodici ore al giorno i responsabili siamo proprio noi... si... proprio noi che abbiamo firmato la petizione contro lo sfruttamento minorile operato dalle multinazionali e poi riempiamo l'atmosfera di escrementi provando emozioni negative alla

vista di un certo uomo politico o di un certo nostro parente. Inquiniamo la stessa atmosfera emotiva e la stessa atmosfera mentale in cui crescono le nuove generazioni di bambini, i quali dopo pochi anni sono già pieni di emozioni negative e pensieri di una banalità e di una uniformità sconcertanti. Fino a quando emetteremo anche una sola emozione negativa saremo corresponsabili dell'odio fra ebrei e palestinesi così come del terrorismo internazionale, il quale si alimenta proprio grazie al nostro contributo. Si sta parlando di un fenomeno perfettamente fisico, non morale. e) Le emozioni negative e gli schemi di pensiero che le sottendono - la separatività, la competitività, il senso di inadeguatezza - servono da nutrimento alle entità che si trovano sugli altri piani del globo terrestre. Abbiamo appena parlato di inquinamento emotivo e mentale causato dalle vibrazioni emotive e mentali emesse dalle macchine umane, che vanno a unirsi a quelle che già appestano l'atmosfera e poi ricadono sugli uomini stessi. Accenniamo adesso ai defunti che abitano i piani sottili del pianeta. Ebbene questi defunti solitamente si aggirano intorno a noi, si nutrono delle nostre emanazioni più basse e fanno di tutto perché noi ne emettiamo sempre di più influenzando il nostro comportamento. Questo nutrimento non è per nulla metaforico, ma è reale e tangibile per chiunque sia chiaroveggente. Uguale condotta segue un altro genere di entità, ancora più pericoloso: i diavoli, cioè gli esseri della divisione. Anche queste entità vivono nutrendosi di ogni nostro pensiero separativo e di ogni nostra emozione negativa. All'inizio essi si precipitano su di noi non appena cominciamo a emettere rabbia, odio, depressione, frustrazione e così via, succhiando letteralmente la vibrazione da noi emessa e ingrassandosi di essa. Ma dopo breve essi ci circondano quotidianamente, entrano in simbiosi con noi, tanto che a un certo punto noi viviamo solo per fornire cibo a loro. Ci spingono a emettere vibrazioni sempre più basse e in numero sempre maggiore, perché tali vibrazioni per loro sono di importanza vitale. Non stiamo ancora parlando di casi di completa possessione da parte di entità dei piani più sottili - sebbene anche questo sia un fenomeno frequente - ma della situazione in cui ognuno di noi, chi più chi meno, agisce quotidianamente: siamo circondati da schiere di diavoli che ci spingono alla guerra, all'odio, allo sfruttamento del prossimo. Vorremmo a questo punto far notare che noi non siamo vittime inermi, ma corresponsabili del fatto che essi ci usano come amplificatori di emozioni basse sulla Terra, e lo siamo nella misura in cui diveniamo consapevoli di poterci liberare ma non lo facciamo. In questo particolare periodo storico di risveglio per la Terra e per l'umanità tali entità si organizzano continuamente a livello planetario per impedire con qualsiasi mezzo che gli uomini aprano il proprio Cuore e che smettano così di produrre cibo per loro. Noi tutti i giorni possiamo scegliere di lavorare consapevolmente su noi stessi, e quindi produrre energia per l'evoluzione della Terra e del Sistema Solare, oppure possiamo scegliere di vivere nella normalità, continuando a fornire energia a queste infime entità. Esattamente come ogni altro essere vivente occupiamo una precisa posizione nella catena evolutiva dell'universo: mangiamo e siamo mangiati. Volenti o nolenti l'energia che produciamo alimenta comunque delle forze superiori a noi che di tale energia si cibano e che grazie a essa crescono. Noi possiamo però decidere la qualità dell'energia prodotta, la quale andrà così ad alimentare certe forze piuttosto che altre, angeli piuttosto che diavoli. (Per saperne di più su queste entità e su come operano rimando all'esauriente articolo "Vendere l'anima al diavolo"). f) Trasformando le emozioni negative da esse si ricavano le emozioni del Cuore, le emozioni superiori. La trasmutazione delle emozioni negative in emozioni superiori è un raffinato processo alchemico. La vera alkimiya è il lavoro che l'uomo compie su di sé per costruire il corpo dell'anima trasmutando le emozioni provate dalla macchina da negative in superiori. Per farlo deve essere presente, deve ricordarsi di sé, durante l'espressione delle emozioni negative. Ribadiamo che il nostro nuovo corpo deve essere interamente costruito con le emozioni superiori. Ciò consente di percepire il mondo emozionalmente anziché mentalmente, attraverso le emozioni superiori anziché i vecchi schemi di pensiero e le emozioni negative. La maggior parte di noi prova già delle emozioni superiori. Ogni volta che perdoniamo, ci commuoviamo, proviamo amore disinteressato, o compassione (non pietà) siamo nelle emozioni superiori, e questo può accadere perché in realtà il corpo della nostra anima è in una certa misura già sviluppato (in qualcuno molto, in qualcuno quasi per nulla), ma senza un preciso lavoro su di sé questi rimarranno eventi sporadici e fuori dal nostro controllo. Noi vogliamo poter provare gioia quando lo vogliamo, indipendentemente dal mondo esterno, utilizzando le potenzialità del « corpo di gloria » e del suo organo di espressione: il Cuore.

Testi sull'argomento: OFFICINA ALKEMICA - l'Alchimia come via per la felicità incondizionata Salvatore Brizzi, Antipodi Edizioni (2006) RISVEGLIO Salvatore Brizzi, Antipodi Edizioni, Torino (2007) IL POTERE DI ADESSO Eckhart Tolle, Armenia, Milano 2004 (1997) IL POTERE DELLA KABBALAH Yehuda Berg, Tea, Milano 2005 (2004) L'APERTURA DEL CAMMINO Isha Schwaller de Lubicz, Edizioni Riza, Milano 1999 (1985) LA MACCHINA BIOLOGICA UMANA E. J. Gold, Edizioni Crisalide, Spigno Saturnia (LT) 1999 (1991)

IMMAGINAZIONE NEGATIVA Ogni secondo di « ricordo di sé » penetra l'"immaginazione" e apre una breccia nell'eternità. Robert E. Burton Abbiamo constatato quanto sia pericoloso giustificare e alimentare le emozioni negative, ma abbiamo altresì constatato che esse sono la base di partenza per la nostra futura gioia e per la fabbricazione dei "corpi sottili". Adesso possiamo decidere di lavorare con la "materia emozionale", però, dal momento che una grande percentuale di emozioni negative origina dall'immaginazione negativa si dovrà compiere un parallelo e attento lavoro anche su quest'ultima. Per amor di precisione apriamo quindi una parentesi dove illustriamo la differenza fra immaginazione negativa e « visualizzazione ». Immaginazione negativa. Rientra sotto questa dicitura ogni genere di immaginazione o "dialogo interno" che avviene nella nostra macchina biologica e non è da noi né voluto né controllato. La sua pericolosità sta in due caratteristiche: a) da essa trae origine la maggior parte delle emozioni negative che proviamo durante la giornata; b) essa è in grado di far riaffiorare e poi alimentare un'emozione negativa anche a distanza di ore, giorni o mesi dall'evento che ha causato tale emozione. Facciamo qualche esempio del primo genere: alla vigilia di un esame o di un colloquio di lavoro la nostra mente comincia a costruire situazioni immaginarie che incrementano la tensione e la paura. Alla vigilia di un incontro con un parente per il quale non proviamo alcuna simpatia la nostra mente costruisce dialoghi immaginari in cui si arriva agli insulti o alle percosse. Mentre il nostro partner è in vacanza con amici la nostra mente immagina senza freno situazioni di tradimento oppure disgrazie come incidenti o malattie. L'ipocondria è immaginazione negativa. Ogni pensiero ossessivo origina dall'immaginazione negativa. Tutte queste immaginazioni fanno fremere la nostra macchina a livello emotivo come se stessimo vivendo le situazioni immaginate. Facciamo ora qualche esempio del secondo genere di immaginazione negativa: dopo un incidente stradale nel quale ci siamo infuriati con l'altro automobilista andiamo a casa e trascorriamo ore a pensare a cosa gli avremmo detto o a cosa gli avremmo fatto, riprovando così la stessa emozione di rabbia e frustrazione. Ripensando a una situazione spaventosa riproviamo ripetutamente la stessa paura e ripensando al partner che ci ha lasciato riproviamo per mesi la stessa nostalgia per i momenti belli passati insieme. Ripensando a quel politico o a quell'evento sociale inaudito costruiamo mentalmente situazioni in cui noi litighiamo con quel politico o interveniamo con violenza per risolvere una situazione; allora la nostra macchina vibra di fastidio o rabbia. Le emozioni negative scaturite dall'immaginazione negativa producono sull'ambiente tutti gli effetti descritti nel capitolo sulle emozioni negative. Il fatto che tutto avvenga nella nostra mente non fa alcuna differenza, in quanto la macchina quando pensa emette le sue basse vibrazioni e i suoi pensieri-spazzatura nello spazio. A ben guardare fanno parte dell'immaginazione negativa pure tutti quei "dialoghi interni" e quelle scene da film che la nostra mente immagina e che non producono emozioni negative, ma ci fanno invece provare piacere o gratificazione personale. Nei nostri sogni a occhi aperti immaginiamo di vincere alla lotteria, di

avere un incontro amoroso con un famoso attore, di avere successo sul lavoro, di fare un bel discorso con gli amici, di essere gli eroi o i Maestri in mille situazioni. Anche tutti i 'sogni a occhi aperti' riguardanti il nostro partner, di cui siamo follemente innamorati, rientrano nell'immaginazine negativa, e un giorno, quando ci abbandonerà, invece che dai sogni saremo ossessionati da scene di gelosia, violenza, vendetta e disperazione. Inizialmente i 'sogni a occhi aperti' non causano rabbia o paura, tuttavia possono causare emozioni di gratificazione, euforia, senso di esaltazione personale che appartengono sempre al mondo della macchina e che, in quanto tali, sono anch'esse frutto di una visione alterata della realtà. Con il loro manifestarsi rendono tale visione sempre più allucinata, inoltre, prima o poi, richiameranno inevitabilmente - per effetto della Legge di Compensazione - una dose corrispondente di emozioni negative (vedi l'euforia dovuta all'innamoramento e le corrispondenti rabbia e depressione dovute all'abbandono). Resta il fatto che quando cominciamo a contrastare l'immaginazone negativa, all'inizio ci conviene concentrare la nostra attenzione su quei pensieri direttamente collegati a emozioni negative (lamentela, rabbia, giudizio, ansia, tensione, ecc), perché più dannosi dal punto di vista dello spreco di energia e più facilmente distinguibili nella miriade di oziosi pensieri quotidiani. Visualizzazione. Accenniamo alla visualizzazione perché tale concetto viene talvolta confuso con quello di immaginazione negativa e si pensa che eliminare quest'ultima significhi togliere all'uomo anche la sua facoltà di sognare e di creare. Niente paura, queste magnifiche facoltà umane permangono e fanno appunto parte della visualizzazione. Questa è l'indispensabile capacità di immaginare e costruire col pensiero in maniera voluta e cosciente. Immaginare cosa si dirà prima di un incontro importante è molto utile se lo si fa in maniera controllata, cioè senza ripetere le stesse scene ossessivamente per decine di volte e, soprattutto, senza scivolare nella tensione e nell'ansia (emozioni negative). Anche ricostruire la scena di un incidente o il filo dei discorsi che si sono fatti in una certa occasione è molto utile ed è anche un buon esercizio di addestramento della mente, ma anche qui è indispensabile non farlo con il fine di replicare le stesse basse emozioni - il che rientrerebbe nell'immaginazione negativa. Inoltre la visualizzazione è un elemento importante della creatività: gli artisti creano i mondi che poi rappresentantano nelle loro opere immaginandoli, ma ciò è ben diverso dal sognare a occhi aperti di vincere alla lotteria o di diventare un messia che salva l'umanità. Ricordo di sé. Durante la giornata, ogni volta che ce ne ricordiamo, dobbiamo chiederci cosa stiamo pensando e perché. È sufficiente porsi una domanda: "Avevo il controllo di ciò che stavo pensando, oppure no?". Tutte le volte che non siamo stati noi a voler iniziare coscientemente un certo processo di immaginazione, ciò significa che esso è venuto da sé e ci sta usando, rubandoci preziosa energia. È pertanto meglio interromperlo iniziando un'attività che tenga occupata la mente e le impedisca di sprecare le nostre forze nel sogno a occhi aperti. Come un giovane fiorente d'un tratto si accorgesse di tenere legata al collo la carogna di una serpe o una carogna di cane o una carogna umana e spaventato, raccapricciando e rabbrividendo, subito se la strappasse e la gettasse via. (Majjhimonikáyo, XX) Su tutto questo, nota: in primo luogo, che è necessario arrestare il pensiero o sentimento al suo apparire. Va come colto al volo, prima che prenda terra nella tua anima e vi si diffonda. Previeni. Soffoca in germe. Fatti agile, labile, pronto a distaccarti e a sottrarti. Abraxa, Gruppo di Ur Il modo migliore per gestire l'immaginazione negativa è il ricordo di sé. Nel momento in cui cominciamo a essere ossessionati da pensieri disturbanti - gelosia, ansia, paura o giudizio verso gli altri - dobbiamo portare l'attenzione su noi stessi, sul qui-e-ora. Non è importante l'oggetto della nostra immaginazione negativa, ma solo il fatto che in quel momento non ci stiamo ricordando di noi e siamo totalmente identificati con i meccanismi psicologici della personalità. A noi pare un argomento di importanza vitale, qualcosa di essenziale per la nostra vita, invece è solo frutto dell'illusione provocata dalla macchina biologica. Il ricordo di sé è vera vita, mentre l'identificazione con qualche problema della personalità è tempo perso... qualunque sia l'oggetto delle nostre preoccupazioni. Non c'è differenza fra i vari argomenti; l'unica differenza è fra

"sonno" e ricordo di sé. La personalità è la nostra parte animale, ed essa avrà sempre un motivo per lamentarsi, per essere infelice o ansiosa. Ciò che deve morire avrà sempre paura di morire. Talvolta l'identificazione con un problema può essere davvero pesante e le emozioni negative molto dolorose e durature. Solo nella misura in cui ci siamo esercitati nel ricordo di noi stessi durante i momenti più tranquilli della nostra vita, troveremo la forza per ricordarci di noi nel corso dei periodi difficili. Non si può sperare di svolgere qualche esercizio ogni tanto e poi saper affrontare con equilibrio una disgrazia. Si raccoglie solo ciò che si è seminato. In ogni caso lo scopo non è scappare dalla sofferenza: il ricordo di sé non permette l'estinzione della sofferenza e dei pensieri ossessivi legati a questa sofferenza, bensì la loro osservazione e trasmutazione. Dobbiamo essere p r e s e n t i mentre la macchina si contorce dal dolore perché è stata abbandonata dal partner o ha perso il lavoro. Questa presenza - il ricordo di sé - è sufficiente perché a livello alchemico si verifichino dei processi di trasmutazione. Il fatto che riusciamo a restare presenti durante la sofferenza della macchina significa che già esiste in noi un « testimone » (il maggiordomo degli insegnamenti di Gurdjieff). Questo « testimone » opera profondamente e in silenzio la fabbricazione dei "corpi sottili". Dobbiamo rassegnarci al fatto che su questo pianeta si soffre - e talvolta si soffre anche molto - ma possiamo decidere se sfruttare tale sofferenza a nostro vantaggio oppure continuare a subirla passivamente. Testi sull'argomento: OFFICINA ALKEMICA - l'Alchimia come via per la felicità incondizionata Salvatore Brizzi, Antipodi Edizioni (2006) RISVEGLIO Salvatore Brizzi, Antipodi Edizioni, Torino (2007) IL POTERE DI ADESSO Eckhart Tolle, Armenia, Milano 2004 (1997) IL POTERE DELLA KABBALAH Yehuda Berg, Tea, Milano 2005 (2004) L'APERTURA DEL CAMMINO Isha Schwaller de Lubicz, Edizioni Riza, Milano 1999 (1985) LA MACCHINA BIOLOGICA UMANA E. J. Gold, Edizioni Crisalide, Spigno Saturnia (LT) 1999 (1991)

LAVORO SULLE EMOZIONI NEGATIVE parte I Voi non potete giungere a fine senza illuminazione, senza pazienza e senza il coraggio di aspettare; poiché senza pazienza non si entra in quest'Arte. Che cosa non dovreste fare, e quale pena non darvi, pur di giungere a questa Scienza così alta, di profitto così grande? Quando voi piantate e seminate, non attendete, per il frutto, sino al tempo della maturazione? Come vorreste dunque avere il frutto di quest'Arte in breve tempo? Turba Philosophorum Tutto ciò che è stato detto finora su immaginazione negativa ed emozioni negative è servito a introdurre un « ambiente mentale » indispensabile affinché possa iniziare la loro trasmutazione. Parallelamente agli sforzi sul ricordo di sé, l'operatore alchemico dovrà infatti portare avanti un lavoro di trasmutazione delle sue emozioni negative. Cominciamo col ripetere che nella nostra officina alchemica vogliamo fabbricare un veicolo per l'anima, il che si accompagna allo spostamento del centro di consapevolezza dell'individuo dalla mente al Cuore (il Centro Emozionale Superiore, secondo G.I. Gurdjieff). La mente è l'organo attraverso cui percepisce la macchina, mentre il Cuore è l'organo del « corpo di gloria » attraverso cui percepisce l'anima. Per fare ciò sfruttiamo il ricordo di sé e le preziose materie prime a nostra disposizione: le emozioni negative della macchina. Rabbia, invidia, gelosia, senso di sconforto, senso di inadeguatezza, paura, ansia, stress... sono il

materiale su cui possiamo lavorare per fabbricare i nuovi corpi. In ciò sta il senso di tutta l'Alchimia. Ma per poterlo fare dobbiamo ricordarci di noi. Prima fase. A questo stadio non è ancora possibile lavorare all'interno dell'emozione negativa, perché di norma è troppo difficile ricordarsi di sé nel bel mezzo di un'arrabbiatura o di una fase depressiva. Lo scopo è lavorare non appena ci si ricorda di farlo, non appena ci si disidentifica un pò dalla situazione di sofferenza, il che può avvenire a qualche minuto o a qualche ora dall'apice dell'emozione negativa; meglio se avviene quando la macchina sta ancora fremendo a causa della frustrazione, dello stress o della rabbia da poco provate. Appena ci si ricorda, ci si deve sforzare con tutta la Volontà di sostituire l'immaginazione negativa e l'emozione negativa - che viaggiano sempre in coppia - con pensieri che rappresentano una nuova visione di quanto sta accadendo. Le azioni da compiere sono queste: a) -- ricordarsi di sé, ossia ricordarsi di essere « presenti » qui-e-ora; b) -- cercare di non farsi coinvolgere nei pensieri sfrenati della mente (immaginazione negativa), collegati all'emozione negativa che stiamo provando. Disidentificarsi dai pensieri significa guardarli come se fossimo spettatori esterni dell'attività frenetica di una macchina di cui noi siamo solo ospiti; c) -- assumere un nuovo atteggiamento mentale. Adesso spieghiamo come. Tutte le volte che non siamo in uno stato di Gioia, che non siamo innamorati del mondo e soffriamo per una qualche ragione, il motivo è che non riusciamo a vedere quanto sta accadendo intorno a noi. Lamentiamoci, arrabbiamoci, deprimiamoci, proviamo la nostra paura o lo sconforto, gridiamo il nostro fastidio, facciamo insomma tutto quanto siamo soliti fare, ma una volta tornati in noi, anche se accade dopo qualche ora, ci sediamo e pensiamo: "Quello che mi è successo - la mia sofferenza - non è dovuto a qualcosa che non va bene nel mondo esterno, ma al fatto che io non riesco ancora a vedere il mondo come veramente è" e poi affermiamo con forza: "Ne ho abbastanza di questa allucinazione, IO VOGLIO VEDERE IL MONDO COME VERAMENTE È". Ribadiamo per maggiore chiarezza: non appena ce ne ricordiamo, il prima possibile, ci fermiamo un attimo e assumiamo un atteggiamento che lentamente cambierà la nostra vita: "Se non sono nella Gioia è perché sto vedendo brutto, sbagliato, qualcosa che invece è bello" "VOGLIO VEDERE QUESTA BELLEZZA". Se abbiamo la forza di volontà di pensare queste cose, anche se non siamo ancora del tutto convinti della loro veridicità, anche se siamo ancora scettici, stiamo comunque operando una radicale trasformazione in noi. Quando abbiamo un motivo di preoccupazione, un'angoscia, un'ansia, un fastidio, quello è il momento per ricordarsi che non stiamo percependo la realtà autentica. È ovvio che non possiamo esserne certi; all'inizio sarà solo una frase priva di senso, potrà apparirci come un'affermazione moralistica che stride con quanto noi abbiamo di fronte in quel momento - e che ci appare del tutto sbagliato e ingiusto - ma non importa, ciò che importa è che ogni volta a) -- ci ricordiamo di noi; b) -- non ci identifichiamo con i pensieri della nostra macchina; c) -- ci ripetiamo che la sofferenza deriva da una nostra visione falsata della realtà. Dobbiamo almeno darci la possibilità remota che possa essere così; la possibilità che, forse, quando vediamo l'errore in noi o fuori di noi non stiamo guardando correttamente: gli altri non ci stanno facendo del male e non ce l'hanno con noi. È sufficiente darsi la possibilità, lasciare uno spiraglio aperto e non lasciarsi sopraffare interamente dal 'senso dello sbagliato e dell'ingiusto'. Questo atteggiamento si chiama FEDE. All'inizio sembra non accadere niente: noi ci arrabbiamo, poi più tardi ci ricordiamo che "l'altro è perfetto ma io non riesco a vederlo", ma nonostante questo la volta successiva ci infuriamo con lui esattamente come prima, e continuiamo a vedere l'esistenza piena di ingiustizie esattamente come prima. Infuriarsi, angosciarsi o provare ansia è giusto; in questa prima fase non dobbiamo smettere, né rammaricarci perché non riusciamo a smettere. Il lavoro consiste proprio nell'assumere appena ci è possibile il giusto atteggiamento mentale, non nello smettere di essere infuriati. Smettere di provare l'emozione negativa in questa fase non è utile, è invece utile diventare presenti, osservare bene cosa ci accade e ricordare di mutare il nostro modo di rapportarci agli eventi. È un lavoro molto sottile, dove non ci si pongono obbiettivi, ma qualcosa accade... lentamente e in silenzio.

Una volta che abbiamo analizzato in maniera razionale l'evento che ci è accaduto (un incidente stradale, l'abbandono da parte del partner, un'ingiustizia sul lavoro, ecc.) - abbiamo cioè ricavato gli elementi di utilità pratica e abbiamo pianificato il da farsi per il futuro - ogni immaginazione negativa riguardante quell'evento va sistematicamente contrastata, perché non è utile a comprendere meglio l'accaduto ed è dannosa in quanto causa di ulteriori emozioni negative. L'esperienza insegna che rimuginare per ore o giorni su quanto successo riproduce all'infinito lo stato d'animo negativo provato in precedenza e ne aggiunge di nuovi (senso di colpa, desiderio di vendetta, sconforto, ecc. ). Ricordiamo che il senso di colpa che si prova dopo un'emozione negativa è altrettanto dannoso che l'emozione stessa, quindi anch'esso va immediatamente contrastato. Lavorare nei momenti che seguono la fase acuta di un'emozione negativa significa innanzitutto comprendere appieno l'origine e la dannosità di tale fenomeno per noi e per gli altri. In quei momenti è molto utile ricordarsi che: "La mia mente sta dando un'interpretazione scontata e fasulla di quello che è realmente successo, ed è questa interpretazione a farmi stare male, non ciò che è successo" "La mia mente non è sotto il mio controllo e oltre a farmi stare inutilmente male per delle ore, sta riempiendo di escrementi l'atmosfera terrestre" "Se voglio compiere un'opera di trasformazione su me stesso devo imparare a vedere la realtà con il Cuore, perché fino a quando è la macchina a decidere cosa devo vedere, io sarò un suo schiavo" "VOGLIO VEDERE LA REALTA'". Il modo migliore per sbarazzarsi dell'immaginazione negativa è pensare di buttarla via lontano da noi come se avessimo sorpreso un pipistrello che ci succhia il sangue dal collo e lo strappassimo via con violenza. Perché questo è quello che si sta verificando nella realtà! Poi è importante tenere la mente occupata in altre attività: leggere, andare al cinema, guardare la televisione, fantasticare... tutto è meglio che riprodurre uno stato d'animo di rabbia, ansia, paura o senso di colpa. Compiendo questo sforzo contro la meccanicità dell'immaginazione negativa stiamo lavorando a livello alchemico; il Fuoco sta compiendo la sua opera. La nostra volontà di percepire il mondo in maniera differente sviluppa attrito contro la volontà dei corpi di continuare a pensare come hanno sempre fatto: questo attrito è un Fuoco che agisce sulle sostanze presenti nella macchina biologica per creare delle nuove sostanze che vanno a costituire il corpo dell'anima. Ovviamente i nostri primi tentativi di pensare in maniera diversa all'evento che ci è accaduto andranno continuamente a vuoto; sarà un continuo passare da pensieri come "Io voglio vedere la realtà, se la vedessi non starei male" a pensieri come "Sono maledettamente sfortunato, la vita è proprio uno schifo, le disgrazie capitano tutte a me, è inutile che mi prenda in giro con tutte queste filosofie consolatorie, se avessi fra le mani quel farabutto gli darei io una lezione". Questa alternanza non è qualcosa di negativo, è giusto che sia così; ricordiamo infatti ancora una volta che è lo sforzo ad alimentare il Fuoco, non il risultato. Non dobbiamo cadere nella trappola di pensare al lavoro su di sé inquadrandolo nei nostri vecchi schemi di pensiero, come se ci stessimo occupando dell'amministrazione di un'azienda o di un campionato di calcio. Qui non è un particolare risultato a produrre gli effetti migliori.

Un lavoro contro natura Ipotizzare che stiamo trascorrendo la nostra vita tra fastidi, preoccupazioni e angosce solo perché non siamo capaci di vedere il mondo autentico sembra assurdo, e ci appare tanto più assurdo quanto più siamo presi nell'allucinazione e non riusciamo a concepire un'esistenza fuori dallo stato di allucinazione. In effetti il lavoro su di sé è assurdo, è forse ciò che di più assurdo può essere concepito: esso dice che il mondo è splendido in ogni suo aspetto, e che per vederlo dobbiamo cambiare l'organo con cui lo guardiamo. Esiste qualcosa di più folle di una simile considerazione? È forse bene rammentare che il lavoro su di sé non costituisce per l'uomo un'attività naturale, ma un'accelerazione forzata. Noi stiamo accelerando l'evoluzione, siamo i pionieri del nuovo paradigma, violiamo un numero consistente di leggi terrestri a cui sottostà la macchina biologica: le leggi legate alla sopravvivenza. Gli atomi della macchina si ribellano a questo lavoro, perché vengono costretti a fare qualcosa di completamente innaturale per loro; non provare paura e sospetto è un comportamento innaturale per il nostro apparato psicofisico. Quando ci si sforza di sentire che il mondo è Bello tutta la macchina resiste, si rifiuta, si difende, perché

pensare una cosa del genere per lei è pericoloso, va contro la sua sopravvivenza. Il nostro apparato psicofisico sa che morirà, quindi è costruito in modo da diffidare di tutto e di tutti, è programmato per reagire con la paura e con l'aggressività; se questi meccanismi non avessero funzionato alla perfezione fino ad oggi, non saremmo sopravvissuti per milioni di anni su un pianeta del genere. Adesso, compiendo un'azione INNATURALE per la nostra macchina, una parte di noi vuole imporre un nuovo modo di pensare fondato sull'amore, sulla collaborazione, sull'altruismo. Un parte della coscienza vuole convincere l'altra parte che il mondo non è una fonte di pericolo da cui difendersi, ma una fonte di Bellezza, e che gli altri, qualunque cosa facciano, non sono pericolosi, ma belli. Nel fare questo l'uomo sviluppa un NUOVO CORPO e NUOVI ORGANI DI SENSO che partono dal Cuore... e sfonda la porta della dimensione spirituale, la quarta dimensione.

Cristallizzare un nuovo corpo "Sono arrabbiato solo perché non vedo la realtà. Sono cieco. Non mi è accaduto quello che credo io. La mia mente mi fa vedere degli episodi che in realtà non hanno il significato che lei crede" "IO INVECE VOGLIO VEDERE LA REALTA'". Questa può esser detta una « formula alchemica ». Cominciare a ragionare in questo modo dopo un'emozione negativa, non appena ci si ricorda di farlo, permette con il tempo di trasmutare proprio la sostanza di cui è composta l'emozione negativa in 'occhi per vedere il Bello'. Spiegheremo meglio questa affermazione descrivendo cosa accade alchemicamente. Se, ad esempio, stiamo provando rabbia, ciò vuol dire che la nostra macchina è pervasa della sostanza della rabbia sia sul piano emotivo, che su quello mentale (qui si manifesterà come immaginazione negativa) che su quello fisico (qui si manifesterà con vari fenomeni a livello circolatorio e muscolare). Se noi cerchiamo di ostacolare tali manifestazioni imponendoci di essere « presenti », cioè ricordarci di noi, e sforzandoci di passare a una nuova visione della realtà, creiamo una certa dose di attrito, questo attrito è un Fuoco che agisce sulla sostanza prodotta dalla rabbia e fa in modo che si produca una nuova sostanza che si cristallizza nel nuovo corpo in costruzione. Nel nuovo corpo questa non sarà più rabbia, bensì una specifica emozione superiore che è risultata dalla trasmutazione della nostra rabbia. Così come la personalità provava rancore quando si sentiva vittima di un'ingiustizia, allo stesso modo ora l'anima prova una nuova emozione superiore - qualcosa di gioioso e compassionevole - di fronte alla stesso atto, in quanto i suoi « nuovi sensi » sono in grado di cogliere il Vero e non interpretano più come ingiusto quell'atto. In altre parole, per ogni manifestazione negativa che viene osservata coscientemente e, quando possibile, contrastata, si costruisce una sorta di « senso sottile » appartenente al corpo dell'anima, che l'anima utilizza come 'occhio' per percepire nuovi aspetti di bellezza nel mondo e per provare una corrispondente emozione superiore. La trasmutazione è dunque operata da un cambiamento radicale della prospettiva da cui si osserva la realtà. Il punto di vista del Cuore ha bisogno di essere nutrito con questi nuovi pensieri. La mente ha bisogno di essere polarizzata verso i nuovi principi appartenenti alla visione del Cuore. Il processo è lungo perché si tratta di convertire - questa è l'autentica « conversione religiosa » - gli schemi meccanici, che sono incisi negli atomi stessi della macchina, in « nervi sottili » del Cuore; e all'inizio l'unico strumento che abbiamo per farlo è la mente. Si sarà notato a questo punto che il lavoro di risveglio non è un lavoro psicologico, morale o spirituale, bensì un lavoro squisitamente fisico, che si produce attraverso la creazione di sostanze che sono fisiche e di corpi che sono fisici - sebbene appartenenti a una fisicità meno grossolana di quella cui siamo abituati. Se non trascuriamo mai di agire in questo modo in coincidenza delle emozioni negative, cioè se non le giustifichiamo mai e non le lasciamo passare inosservate, vedremo diminuire progressivamente il lasso di tempo che trascorre da quando accade l'evento emotivo a quando ritorniamo in noi e iniziamo a pensare in questo nuovo modo. Il nuovo modo di intendere la realtà che provoca la nostra trasformazione. In virtù di tale lavoro di avvicinamento all'apice dell'emozione, a un certo punto saremo in grado di agire direttamente sull'emozione sforzandoci di non manifestarla all'esterno, e creando così un attrito ancora maggiore. Ma ciò fa parte della fase successiva.

Altri esempi di nuovi schemi di pensiero: "Se non sopporto una persona o una situazione quella persona e quella situazione non c'entrano. Non li sopporto perché vivo in un'allucinazione dove non vedo cosa accade e proietto all'esterno dei fastidi che fanno parte della mia macchina" "Se qualcuno o qualcosa mi dà fastidio è perché io proietto su di lui un meccanismo che appartiene in realtà al mio apparato psicofisico; il fastidio è un difetto della lente attraverso cui percepisco il mondo". "Il brutto e lo sbagliato fanno parte di un mio difetto di percezione. La verità mi può essere comunicata solo dalla visione del Cuore". "Se mi sembra che quella persona stia facendo qualcosa di sbagliato vuol dire che secondo me l'esistenza si è sbagliata nel crearla. Il mio dire che qualcuno sbaglia implica che secondo me certe persone sono degli 'errori della Vita', e io pretendo di decidere quali sono errori e quali no. Dimentico che niente è oggettivamente sbagliato, ma sono io a dividere in modo arbitrario fra giusto e sbagliato secondo i fastidi e le antipatie della mia macchina". Costringere la mente a pensare in maniera corretta riguardo le emozioni negative crea un nuovo « ambiente mentale » polarizzato in direzione del Cuore. La personalità reagisce con emozioni negative a certi eventi perché pensa: "Lui sta sbagliando, potrebbe comportarsi in un altro modo ma non lo fa. Questa situazione non è giusta", oppure pensa: "Io non sono all'altezza. Farò una brutta figura e tutti rideranno di me. Non potrò mai fare questa cosa". Per correggere queste visioni alterate si devono introdurre nuovi pensieri: "Devo ammettere che io attualmente non ho gli strumenti di percezione adatti a vedere cosa accade intorno a me. Il fatto che qualcuno possa sbagliare, truffarmi, offendermi o ridere di me è il risultato di una mia allucinazione, derivante dal fatto che percepisco il mondo attraverso sensi non ancora convertiti". Spesso iniziamo a pensare a disgrazie che possono capitare ai figli o al partner, o al pianeta intero, quindi ci sentiamo ansiosi, frustrati o impotenti. Le immagininazioni che alimentano la paura di essere traditi sono altrettanto dannose. Ogni volta che ci sorprendiamo in una immaginazione negativa questa va scrollata di dosso con decisione e buttata dove le spetta: nel cesso. Ad esempio in questo periodo la frustrazione e il senso di impotenza per quanto accade nel mondo sono forme di sofferenza molto diffuse. Esse sono completamente inutili e dannose: se possiamo fare qualcosa per gli altri o per il pianeta smettiamo di piangere e iniziamo a farlo oggi stesso; se invece la nostra posizione non ci consente di fare qualcosa per il pianeta smettiamo di piangere e facciamo qualcosa per chi ci circonda. La sofferenza non è nostra, e questo vale per ogni genere di sofferenza, è sempre qualcosa che si trova nell'atmosfera e che la nostra macchina assorbe fornendole nuova energia e rispedendola nell'ambiente più forte di prima. Non è scritto da nessuna parte che dobbiamo soffrire quando ci accade qualcosa. Si buttano via i pensieri inutili e si agisce; non si piange.

Mirare al sovranaturale L'essere umano che nel momento in cui prova un'emozione negativa non si abbandona totalmente ad essa, ma lotta per restare sveglio e presente, comincia a vincere le forze della natura di cui è stato fino a quel momento inconsapevole schiavo. Non perdersi completamente nell'emozione a una prima impressione potrebbe apparire come qualcosa di innaturale e limitante per la libertà dell'essere umano. In realtà non si tratta di una pratica innaturale, bensì sovranaturale, e chi vi si dedica lo fa perché è già divenuto consapevole che la libertà per l'uomo che brancola nel sonno della coscienza non è mai possibile. Continuare a sottostare a ciò che è naturale non può che trattenere l'uomo nell'ambito della mediocrità. Compiere il sovranaturale lo eleva altresì a « Uomo Nuovo », con i poteri che gli competono e la capacità di portare un reale aiuto all'umanità nei piani più sottili della realtà. L'animale è totalmente succube delle leggi di natura, ma l'essere umano può, almeno in parte, svincolarsi da esse. In fondo questo tentativo è stato il motore dell'intera storia evolutiva della nostra civiltà. Scienza, arte, tecnologia, medicina sono il frutto degli sforzi dell'uomo indirizzati a controllare una natura inesorabile. Ora è giunto il momento di imprimere una decisa accelerazione a questo naturale processo evolutivo. Testi sull'argomento: OFFICINA ALKEMICA - l'Alchimia come via per la felicità incondizionata

Salvatore Brizzi, Antipodi Edizioni (2006) RISVEGLIO Salvatore Brizzi, Antipodi Edizioni, Torino (2007) IL POTERE DI ADESSO Eckhart Tolle, Armenia, Milano 2004 (1997) IL POTERE DELLA KABBALAH Yehuda Berg, Tea, Milano 2005 (2004) L'APERTURA DEL CAMMINO Isha Schwaller de Lubicz, Edizioni Riza, Milano 1999 (1985) LA MACCHINA BIOLOGICA UMANA E. J. Gold, Edizioni Crisalide, Spigno Saturnia (LT) 1999 (1991)

LAVORO SULLE EMOZIONI NEGATIVE parte II

[43]Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; [44]ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, [45]perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. [46]Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? [47]E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? [48]Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste. Mt 5,43-48

Gestione delle emozioni negative Fino a ora siamo intervenuti nei momenti della giornata seguenti o precedenti le emozioni negative, avvicinandoci sempre di più a esse, ma adesso si tratta di prendere di petto queste espressioni e cercare di non manifestarle all'esterno. Non si tratta di non provarle, per ora non provarle non è possibile; non siamo nemmeno in grado di cogliere l'attimo in cui l'emozione negativa nasce, quindi cercare di non provarla per ora è fantascienza. D'altronde se non provassimo emozioni negative, come potremmo usarle per creare sostanze nuove? Trasmutare è il nostro scopo, non rifiutare o eliminare. Senza le emozioni negative verrebbe a mancare l'indispensabile materiale per la nostra evoluzione, i metalli da cui far scaturire l'Oro. L'alchimista che vuole trasmutare il piombo in oro, non prova certo odio o rifiuto verso il piombo, tutt'altro, per lui è prezioso alla pari dell'oro stesso, in quanto sa che esso contiene in potenza il metallo più nobile. La circostanza che si trovino in noi delle emozioni negative su cui poter lavorare è pertanto una benedizione!

Possiamo però sforzarci (e ci accorgeremo presto di quanto non sia facile) di non far uscire all'esterno l'emozione negativa - pur continuando a considerarla un aspetto prezioso di noi e non un lato oscuro da schiacciare. Si tratta di tenerla dentro e osservarla, anziché darle libero sfogo urlando in faccia a qualcuno la nostra rabbia. Si tratta di tenerla dentro e osservarla, anziché darle libero sfogo pronunciando frasi o compiendo altre azioni che siano dettate dall'emozione negativa che stiamo provando. Questo è il senso del detto occulto "cavalcare la Tigre". E' indispensabile osservarsi attentamente per cercare di capire in quali momenti stiamo parlando o agendo guidati dalla manifestazione di tali emozioni. Quante frasi diciamo per rabbia, per invidia, per vendetta, per gelosia, per paura di essere abbandonati, per paura di fare una brutta figura? Non manifestare l'emozione negativa significa non parlare o agire come conseguenza di emozioni negative che non riusciamo a tenere dentro. Non manifestarla significa cominciare a p o s s e d e r l a, a farla propria anziché continuare a subirla. L'emozione negativa non è nostra e la sua manifestazione non è voluta da noi. Essa è un'entità esterna a noi che ci possiede sfruttando la nostra attitudine a risuonare con lei. Se per questioni karmiche dentro di noi esiste già una certa predisposizione alla rabbia allora il « demone della rabbia » può entrare in risonanza con noi e prenderci, usarci per scaricarsi sul piano materiale. Allora al fine di liberarci è imperativo che noi interveniamo coscientemente e decidiamo con tutta la volontà di cui siamo capaci di essere noi a possedere lui. In questo modo acquisiremo il potere di controllo su quel « demone », cioè su quella particolare « forza della natura », e ciò ci metterà a disposizione nuovi poteri occulti utilizzabili per modificare magicamente la realtà.

Per non manifestare le emozioni negative è necessaria una buona capacità di essere presenti e svegli durante tutto l'arco della giornata; si tratta di collegare il ricordo di sé a queste emozioni. Risulta infatti ovvio che per non manifestarle dobbiamo innanzitutto ricordarci di farlo. Se tutto nella nostra vita scorre senza attenzione, inosservato, allora non trasmuteremo mai le nostre emozioni, bensì le rafforzeremo nello stato in cui si trovano. Dobbiamo sforzarci di ricordarci di noi non appena ci accorgiamo di essere preda di un'emozione negativa e fermarne immediatamente la manifestazione esteriore. Per molto tempo ancora non riusciremo a coglierla all'inizio, ma non è questo lo scopo della presente fase del lavoro; per adesso lo scopo è sorprendersi nel bel mezzo della gelosia, della rabbia o del desiderio di vendetta. Allora ci si può sforzare di smettere con la manifestazione esteriore dell'emozione negativa e con i pensieri negativi a essa collegati. L'emozione va fatta bruciare all'interno, nel « crogiuolo »! Il crogiuolo è il nostro Cuore in embrione, prima che si trasformi totalmente in Lapis Philosophorum, cioè in una « pietra magica » capace di trasmutare ogni bruttezza in Bellezza e ogni fastidio in Gioia. E' infatti possibile agire su un'emozione negativa solo se si crea il giusto « ambiente mentale » e, soprattutto, se la si porta nel Cuore, cioè se si comincia a osservarla con gli occhi dell'anima. Lasciamo che il 'fuoco lento' crei il giusto attrito tra l'antico e il nuovo trasformando le vecchie sostanze nelle nuove che ci sono necessarie. Riportare alla mente il differente modo di pensare esposto nel precedente capitolo servirà a non giustificare l'emozione negativa e ci fornirà l'energia necessaria a interromperla. Unicamente in tali condizioni esiste la possibilità che finalmente il Cuore emerga; esso è al contempo causa ed effetto della trasmutazione. La macchina biologica è la nostra officina alchemica. Si tenga presente che certi piccoli fastidi saremo subito in grado di non manifestarli all'esterno, già dall'inizio del nostro lavoro su noi stessi, mentre per quanto concerne le emozioni più pesanti la prima fase del lavoro perdurerà forse per anni. Procedendo per tentativi distingueremo presto fra ciò che siamo già in grado di gestire in una certa misura, ciò su cui possiamo lavorare 'a distanza' appena ce ne ricordiamo (prima fase del lavoro) e ciò che per ora è meglio lasciar perdere perché fuori dalla nostra portata. In ogni caso lavorare con impegno sulle piccole cose ci fornirà l'energia giusta per lavorare in seguito anche sulle manifestazioni più profonde e radicate. Il nostro obiettivo è accumulare energia evitando inutili dispersioni. Molte emozioni negative possono essere semplicemente eliminate come insetti fastidiosi, altre invece saranno usate quali sostanze per la trasmutazione in emozioni superiori.

Giustificazioni Una giustificazione molto usata riguardo le emozioni negative è: "Reprimere le emozioni è dannoso, causa squilibri, e prima o poi queste esplodono tutte insieme." Chiariamo subito cosa è la repressione. La repressione avviene in due casi principali: 1) quando noi vorremmo esprimere un'emozione ma non possiamo perché l'ambiente sociale ci impedisce di farlo liberamente; 2) quando noi non riusciamo a esprimere le nostre emozioni perché non siamo capaci di farlo, siamo così condizionati dalla paura interiore che le emozioni faticano a sgorgare da noi. In entrambi questi casi la non-manifestazione delle emozioni è INVOLONTARIA: si vorrebbero esprimere delle emozioni, ma non si può, e a volte non si confessa nemmeno a sé stessi questa impossibilità. Noi però stiamo parlando di tutt'altro. Qui si tratta di un lavoro COSCIENTE: noi operiamo con le emozioni negative all'interno di un contesto di lavoro su di sé, dopo aver compreso la natura delle emozioni negative e la loro grande utilità per il nostro risveglio. Per tale motivo è essenziale creare dentro di noi un « ambiente mentale » dove tali manifestazioni non vengono più giustificate e ricercate: "Ho capito che ne sono schiavo, che non sono io a decidere di provarle, che loro mi usano, quindi voglio assumerne il controllo e sfruttarle". Un uomo può lavorare su di sé solo volontariamente, come conseguenza dell'essersi accorto che per lui è il modo migliore di affrontare la vita. Gli stessi comportamenti possono divenire dannosi quando risultano inconsapevoli o imposti dall'esterno.

Un'altra giustificazione che contribuisce a tener vive le emozioni negative è la convinzione diffusa che la loro causa sia esterna e non interna. Questo è forse l'ostacolo mentale più grosso da superare. Gli uomini sono convinti che le loro emozioni abbiano origine all'esterno e che cambiando la situazione esterna non proverebbero più quell'emozione negativa: "Mi sono arrabbiato perché lui mi ha insultato" "Sto male perché il mio partner mi ha tradito" "Sono depresso perché il mondo fa schifo e la mia vita fa schifo" "Quelle persone mi mettono in imbarazzo" "Sono infastidito da quella persona così materiale e ignorante" "Odio la prepotenza" "Odio la guerra". L'emozione negativa non riguarda mai la presenza o l'assenza di una particolare condizione, altrimenti di fronte alla stessa condizione tutti avrebbero le stesse reazioni; essa riguarda invece la struttura della nostra macchina, i suoi condizionamenti. Tutte le volte che giudichiamo sbagliato o ingiusto qualcuno o qualcosa ci predisponiamo a un'emozione negativa. Se nei nostri vecchi e radicati schemi di pensiero ci sono molte idee di 'ingiusto' e di 'sbagliato' allora proveremo molte emozioni negative. La causa è nei nostri schemi, cioè nei nostri pregiudizi - i nostri giudizi preconfezionati su fatti e persone - non certo negli eventi, i quali sono di per sé stessi sempre neutrali. Il nostro vecchio modo di vedere il mondo è l'unica causa della nostra sofferenza. Anche se riusciamo a mutare la situazione esterna, ma i nostri schemi mentali rimangono gli stessi, prima o poi ci creeremo intorno una situazione analoga dove proveremo sempre le medesime emozioni negative. Se il nostro partner si innamora di un'altra persona si possono verificare due situazioni: a) se la nostra macchina ha registrato in sé un pregiudizio riguardo il tradimento, riterremo sbagliato quell'evento e proveremo un'emozione negativa (rabbia, paura, desiderio di vendetta, ecc.); b) se noi non siamo identificati con la macchina, bensì con il Cuore, proveremo le emozioni superiori che corrispondono, nel Cuore, a quelle che erano negative nella macchina. Ad es. proveremo gioia per il fatto che il partner si trova in una bella fase di innamoramento, invece di provare odio perché è innamorato di un'altra persona, e proveremo eccitazione per un futuro da single tutto da scoprire, invece che paura per essere rimasti soli. Giustifichiamo con particolare forza la nostra emozione negativa quando a livello razionale siamo dalla parte della ragione. Immaginiamo di stare attraversando la strada sulle strisce pedonali e con il semaforo verde. Arriva un'auto pirata che passando con il semaforo rosso ci sfiora e ci fa cadere sul selciato; a un nostro accenno di protesta l'autista si ferma, grida che il semaforo era verde per lui, ci insulta e riparte. Perché in questo caso l'emozione negativa che inevitabilmente proviamo è più forte del solito? Perché la giustifichiamo di più. Il fatto che la nostra percezione di giusto/sbagliato sia suffragata dal codice della strada, che è oggettivo, rende tale percezione più profonda, ma non per questo essa è meno fasulla.

La divisione giusto/sbagliato è fasulla, perché nella creazione non ci sono errori, non possono esistere persone oggettivamente sbagliate. Il concetto di errore è un parto della nostra mente e della sua visione alterata, non sintetica, non animica dell'universo. Vecchi e stupidi schemi di pensiero che ci fanno odiare chi non rispetta le regole o chi è aggressivo, ci costringono a trascorrere ore dentro emozioni negative che vanno dalla rabbia al senso di impotenza e dentro immaginazioni negative in cui pensiamo a cosa avremmo potuto fare a "quel criminale per dargli una lezione". 'Dare una lezione a qualcuno' è proprio una delle giustificazioni più utilizzate dalla mente: "Se qualcuno non gli dà una lezione e non gli fa capire che sbaglia, lui continuerà a sbagliare", e questo qualcuno che deve fargli capire che sbaglia siamo sempre noi! L'educazione degli altri non ci deve interessare, almeno fino a quando non avremo trasmutato la nostra rabbia in un'emozione superiore, allora avremo la giusta lucidità e sapremo cosa fare per agire nel mondo. Il discernimento è una qualità che acquisiremo grazie al costante lavoro di espansione della coscienza. Il fastidio verso chi è aggressivo o verso chi non rispetta le regole è qualcosa che riguarda esclusivamente noi, è una nostra caratteristica, uno schema attraverso cui guardiamo il mondo; il pirata della strada non c'entra niente con quello che noi proviamo, lui fa ciò che può fare in base agli schemi della sua personalità e muovendosi in linea con gli obiettivi del sua personale percorso evolutivo - che è differente dal nostro - e non deve certo chiedere il permesso a noi per agire. Quando vediamo qualcosa di sbagliato e stiamo male per questo, non dobbiamo chiederci quale è la causa, esterna o interna che sia, di questa sensazione, ma solo concentrarci sul nostro stare male, sull'emozione negativa e agire su questa riportando alla mente un nuovo modo di pensare. Chi ha ragione e chi ha torto non ci deve interessare; cosa sia giusto e cosa sbagliato non ci riguarda. Noi non siamo giudici, stiamo compiendo un lavoro di trasformazione e solo questo deve occupare la nostra mente. Mai cadere nelle giustificazioni scontate: "Questa è proprio un'ingiustizia, chiunque al mio posto si sarebbe arrabbiato". La giustificazione va nella direzione opposta al risveglio e non crea il giusto attrito utile a edificare un nuovo corpo. Teniamo sempre bene a mente il nostro scopo e non lasciamoci distrarre dagli eventi mondani.

Emozioni superiori Lavorando su di sé in maniera onesta si giungerà prima o poi a cogliere l'emozione sul nascere e a sostituirla con un impeto d'amore. Allora quando sentiremo un insulto provenire da qualcuno, noi saremo svegli e presenti, pronti a spostare il nostro centro di consapevolezza nel Cuore per cogliere lo stimolo esterno attraverso i nostri nuovi sensi, provando così una nuova emozione superiore, qualcosa che appartiene alla sfera della Gioia e dell'amore invece che alla sfera della rabbia e dell'angoscia. Questa è la trasmutazione del piombo in oro, la realizzazione della Grande Opera: un'emozione negativa viene colta all'origine e attraverso un atto di volontà/amore viene immediatamente trasmutata in perdono, compassione, commozione... Un Uomo Nuovo fa sentire i suoi primi vagiti. Il binario attraverso cui fino a oggi abbiamo colto qualcosa che credevamo sbagliato, diviene immediatamente canale di conoscenza del Cuore, il 'centro emotivo superiore', il nostro Lapis Philosophorum; l'emozione negativa in un istante si trasmuta in emozione superiore e a noi si spalanca la Bellezza nascosta in quello che prima interpretavamo falsamente come un insulto. Abbiamo conosciuto attraverso il Cuore. L'amore ha prevalso sulla separatività. Per la prima volta abbiamo deciso con consapevolezza di conoscere attraverso l'amore invece che per mezzo della mente e ci si è dischiuso uno spicchio di realtà. Abbiamo il controllo sul « demone » di quell'emozione: egli è ora ai nostri ordini e noi non lo siamo più ai suoi. Nuovi poteri magici sono in nostro possesso. Se vogliamo che ciò avvenga sempre più spesso dobbiamo assaporare con tutto il nostro essere questi momenti. Dobbiamo nutrirci di queste emozioni superiori. Fare in modo che rimangano registrate dentro di noi. In seguito sarà impossibile cercare di descriverle con la mente, ma i nostri atomi ricordano... e ricordano bene. Il Cuore nulla ha da spartire con il sentimentalismo; esso è l’organo dell’intelligenza, facoltà esclusivamente spirituale, non mentale. Il Cuore è l'« intelletto d'amore », per usare un'espressione dantesca, e ci dà la conoscenza oltre l'illusione, ci consente di intuire e di creare. Il Cuore ci rende geni.

Le emozioni superiori non possono però venire affrontate come le altre fasi del processo alchemico. Mentre all'inizio l'aspirante, sia esso maschio o femmina, si getta nel lavoro in maniera irruente, pronto a qualsiasi

sforzo, con l'intento di « cavalcare la Tigre », adesso è tempo di cambiare atteggiamento. Il maschile deve fondersi con il femminile a formare l'« androgino ». L'emozione superiore non può essere provocata con lo sforzo e con il desiderio, essa può unicamente venire attesa in uno stato di raccoglimento interiore e accolta nel momento in cui giunge. L'apertura del Cuore implica uno stato passivo, negativo e ricettivo: il Regno dei Cieli non viene più penetrato, bensì accolto nel proprio « utero ». Ciò non significa che il Mago debba rinunciare alle sue caratteristiche di guerriero - tutt'altro - ma solo che egli combatterà con un'irruenza maschile sostenuta da un'energia femminile entrostante. La sua lotta esteriore sarà una danza interiore. Quanto detto non comporta alcuna differenza fra l'alchimista maschio e l'alchimista femmina, in quanto si sta trattando di energie e non di aspetto fisico. Un Cuore aperto rappresenta una incredibile e preziosa forza, capace da sola di dare origine a una "nuova vita", quale è appunto il corpo dell'anima. Come si è già detto il Cuore è insieme causa ed effetto della trasmutazione. Le emozioni superiori sono la conseguenza della cristallizzazione del corpo dell'anima, ma allo stesso tempo ne sono la causa: ogni attimo di commozione, ogni esplosione di Gioia o impulso al perdono costruiscono il « corpo di gloria ». Quando noi cominciamo a padroneggiare le energie interiori invece che essere i loro burattini, possiamo accumularle e poi indirizzarle coscientemente all'esterno. I « demoni » sono sotto i nostri piedi. L'insegnamento, la guarigione, l'attività artistica e la lotta contro le forze involutive presenti sui piani sottili sono le principali vie attraverso cui si possono veicolare tali energie. Allora evolviamo alla velocità della luce e acquisiamo poteri sovranaturali straordinari. Diveniamo cioè veri Maghi. L'uomo che riesce a vincere e ad acquistare potere sulla propria personalità (tradizionalmente simboleggiata dal Serpente o dal Drago) può vincere anche sulle leggi della natura: guarigione da ogni malattia, sospensione dell'invecchiamento, chiaroveggenza, telepatia, preveggenza, immortalità, capacità di viaggiare in astrale, trasmutazione dei metalli ecc. In conclusione vorremmo rammentare ciò che è stato detto all'inizio del capitolo "Le emozioni negative", dove facevamo notare che la costruzione del corpo dell'anima e l'identificazione con il Sé si conseguono attraverso due vie: 1) trasmutando le emozioni negative, che ci sottraggono energia e fino a oggi hanno preso il posto delle emozioni superiori; 2) nutrendosi di emozioni superiori, cioè, in ultima analisi, di ogni sfumatura dell'amore. Le vie vanno intraprese entrambe perché sono interdipendenti. Una non ha senso senza l'altra. Il primo « fuoco » a disposizione dell'alchimista è quello del ricordo di sé, il quale permette di aprire con violenza una breccia nell'addormentamento umano e di creare il giusto attrito fra l'innata tendenza a dormire della macchina biologica e il desiderio di risveglio dell'anima. Il secondo « fuoco » è quello dell'amore: questo è il fuoco più potente, quello che brucia ogni scoria e permette la completa trasmutazione del piombo in oro. La via delle emozioni superiori implica anche il nutrirsi di arte, ogni genere di arte che si ritiene sia in grado di elevare le nostre vibrazioni e di aiutare l'apertura del Cuore - fruire dell'arte ma anche produrre arte. Nutrirsi di emozioni superiori significa pure ricercarle nella vita quotidiana: nei gesti, nelle parole e negli sguardi degli altri. Tutti noi siamo già capaci di provare delle emozioni superiori, ma questi brevi istanti vengono spesso soffocati dalle emozioni negative e si confondono con esse (l'amore che diventa gelosia, la compassione che diventa pietà, la potenza che diventa orgoglio...), oppure passano inosservati e classificati come sporadici 'momenti di commozione'. Incredibilmente molti si vergognano dei momenti di commozione oppure credono che perdonare qualcuno sia una manifestazione di debolezza anziché di estrema forza. Invece è indispendabile al lavoro alchemico abituarsi a vivere nel perdono e nella compassione mantenendole vive e coltivandole come preziosi gioielli. Un'emozione superiore è effetto dell'apertura del Cuore e causa di ulteriore apertura del Cuore. Una sola emozione superiore provata davanti a un quadro, a una melodia o alla malattia di qualcuno, vale quanto anni di faticoso lavoro su di sé. Chi vuole accelerare il proprio progresso dovrebbe tener conto di ciò. Spesso infatti si impiegano tutte le proprie energie nel lavoro di trasmutazione delle emozioni negative condotto con impegno giorno dopo giorno, e poi ci si lascia sfuggire l'occasione di compiere in una volta sola una trasmutazione di proporzioni

eccezionali semplicemente abbandonandosi alla commozione di fronte a un'opera d'arte o perdonando qualcuno che, a nostro parere, ci ha fatto un torto. Le emozioni superiori non ci sono quindi sconosciute, ma nell'uomo comune sono sporadiche e affidate al caso. Il lavoro su di sé consente di provocarle coscientemente ogni qualvolta lo si vuole, fino al punto di poter guardare ogni cosa attraverso i loro occhi. Le operazioni descritte in questa sezione del sito (osservazione di sé, gestione di immaginazione negativa ed emozioni negative, immersione nelle emozioni superiori) rappresentano la struttura portante dell'intera Opus Magna, dai primi passi fino all'Opera al Rosso. Ogni altra pratica è coadiuvante, ma non fondamentale, per l'ottenimento delle qualità dell'alchimista.

Testi sull'argomento: OFFICINA ALKEMICA - l'Alchimia come via per la felicità incondizionata Salvatore Brizzi, Antipodi Edizioni (2006) RISVEGLIO Salvatore Brizzi, Antipodi Edizioni, Torino (2007) IL POTERE DI ADESSO Eckhart Tolle, Armenia, Milano 2004 (1997) IL POTERE DELLA KABBALAH Yehuda Berg, Tea, Milano 2005 (2004) L'APERTURA DEL CAMMINO Isha Schwaller de Lubicz, Edizioni Riza, Milano 1999 (1985) LA MACCHINA BIOLOGICA UMANA E. J. Gold, Edizioni Crisalide, Spigno Saturnia (LT) 1999 (1991)

La trasmutazione della sostanza emozionale Poi l'Eterno Iddio disse: "Ecco l'uomo e' diventato come uno di noi, quanto a conoscenza del bene e del male. Ma ora, che egli non stenda la mano e prenda anche il frutto dell'Albero della Vita, e ne mangi e viva per sempre." Così Egli scaccio' l'uomo, e pose a oriente del giardino d'Eden i cherubini, che vibravano da ogni parte una spada fiammeggiante, per custodire la via all'Albero della Vita. Gen 3,22-24 Compiendo uno sforzo di concentrazione contro la meccanicità dell’immaginazione negativa e delle emozioni negative, stiamo lavorando a livello alchemico. La ferma Volontà del « testimone » di percepire il mondo in maniera differente sviluppa attrito contro la volontà dell’apparato psicofisico di continuare a pensare come ha sempre fatto. Questo attrito è un Fuoco che agisce sulle sostanze presenti nella macchina biologica, per crearne di nuove, che vanno a costruire il « corpo astrale » e il « corpo di gloria ». Il termine Nigredo, o Opera al Nero, sta proprio a indicare l’annerimento, la « cottura » delle sostanze che compongono la natura animale. Grazie all’emergere di un « testimone » distaccato, gli aspetti più grossolani della macchina biologica non vengono più alimentati e vanno in putrefazione (termine alchemico). Le vecchie sostanze vengono incenerite, e da queste ceneri nascono nuove materie. Le materie sottili che emergono da questo processo formano i corpi sottili, l’Uomo Nuovo. L’anima non è un concetto astratto, ma qualcosa di fisico, sebbene di una fisicità molto sottile e per noi intangibile. Possiamo quindi parlare di « corpo dell'anima » come di un fenomeno perfettamente reale. Compiendo un lavoro alchemico, ci identifichiamo sempre di più con l’anima e allo stesso tempo stiamo costruendo il suo corpo sottile, il « corpo di gloria », quello attraverso cui percepiremo il mondo quando saremo entrati nello stato di coscienza del Regno dei Cieli. Se, ad esempio, la nostra macchina biologica sta provando rabbia, ciò vuol dire che essa è pervasa dalla “sostanza” della rabbia, cioè da un aggregato di atomi con una certa struttura. Oltre che manifestarsi sul

piano emotivo, questa sostanza agisce anche a livello mentale – dove prende la forma dell’immaginazione negativa – e a livello fisico – dove provoca varie alterazioni in ambito ormonale, circolatorio e muscolare. Se noi cerchiamo di ostacolare tali manifestazioni della rabbia, osservandole in maniera distaccata e imponendoci un nuovo modo di ragionare, creiamo una certa dose di attrito; questo è un «fuoco» che agisce sulla sostanza della rabbia e fa in modo che si produca da essa una differente materia, che si cristallizza nell’anima. Il «fuoco» cuoce gli atomi della sostanza grossolana e modifica la loro struttura. Questo mutamento strutturale dei nostri atomi è anche conosciuto come «redenzione della materia». Per il fatto di appartenere alla macchina biologica di individui che nel corso della loro vita stanno praticando un lavoro di trasformazione interiore, questi atomi vengono cambiati per sempre. La «cottura» o l’incenerimento, a cui si fa riferimento nei testi alchemici riguarda proprio questo processo. Il presupposto teorico – verificabile sperimentalmente – è che le nostre emozioni non siano "enti astratti" privi di consistenza – come alcuni studiosi oltraggiosamente stupidi si ostinano a pensare – ma sostanze fisiche composte di atomi, la cui struttura può venire modificata coscientemente. Questa "nuova materia" è molto più sottile e delicata di quella da cui ha avuto origine. Essa quindi si cristallizza – si fissa, per usare un termine alchemico – non nel nostro apparato psicofisico, dove si trovano la rabbia e le altre emozioni grossolane, bensì nel "corpo dell’anima". In questo corpo etereo e impalpabile, la nuova sostanza, risultante dalla rabbia, dà origine a un "senso dell’anima". Così come l’apparato psicofisico, anche l’anima ha i suoi sensi, attraverso i quali percepisce il Regno dei Cieli invece che il mondo illusorio. Questi sensi sottili sono fabbricati con la sostanza ricavata dalle emozioni negative, quando vengono trasmutate in emozioni superiori. Notiamo, a questo punto, che il lavoro di trasformazione interiore non è un lavoro psicologico, morale o spirituale, bensì un processo squisitamente fisico, che si produce attraverso la creazione di sostanze che sono fisiche e di corpi che sono fisici – anche se appartengono a una fisicità meno grossolana di quella che siamo abituati a misurare con i mezzi comuni. Testi sull'argomento: OFFICINA ALKEMICA - l'Alchimia come via per la felicità incondizionata Salvatore Brizzi, Antipodi Edizioni (2006)

L'apertura del Cuore [34]Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. [35]Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri. Gv 13,34-35 Il principale compimento del lavoro magico/alchemico consiste nell'apertura del Cuore. Questa esperienza è comunemente nota come « illuminazione » o « salvezza ». E' bene sapere che TUTTI i nostri problemi derivano esclusivamente dall'aridità del nostro Cuore, cioè dalla mancata apertura di questo. Problemi di denaro o di salute, difficoltà a trovare il lavoro più adatto o il partner giusto, incapacità di farsi accettare e senso di inadeguatezza... nessuno di questi fenomeni ha la sua fonte all'esterno di noi: ogni difficoltà origina al nostro interno ed è sempre causata dalla durezza del Cuore, cioè dall'incapacità di vivere in uno stato di innamoramento. Aprire il Cuore significa entrare in una dimensione di complicità rispetto al mondo. Le altre persone smettono di essere fonte di paura, sospetto, ansia... e divengono nostre complici. Fra noi e gli altri si stabilisce una sottile intesa, un senso di intima fiducia che è completamente indipendente da ciò che loro stanno pensando di noi. La trasmutazione della paura in fiducia riguarda un cambiamento che avviene nel nostro Cuore e non ha nulla da spartire con il comportamento delle altre persone. Noi non conosciamo mai gli altri, non ne abbiamo facoltà; semplicemente ci costruiamo un'immagine mentale di loro e interagiamo con quella. Quando il Cuore si apre strappiamo questa immagine e ci lasciamo invadere dall'anima dell'altra persona, percepiamo direttamente la sua essenza senza più alcun filtro. Ecco che inevitabilmente scaturisce l'amore. Non possiamo più fare a meno di innamorarci del mondo e di ogni suo abitante.

Muoversi in ufficio, sull'autobus, al supermercato, in tangenziale... con il Cuore aperto, significa essere continuamente travolti dalla Bellezza delle persone e delle situazioni. Ci si sente protetti, al caldo, fra le braccia dell'esistenza... a casa propria. Quale magnifica sensazione camminare per strada sentendosi sempre a casa propria, perennemente circondati da sconosciuti amici! Quale benessere psicofisico può scaturire dal non dover temere nessuno, dalla certezza che niente di negativo può mai accaderci! L'amore, la fiducia e la serenità interiore non nascono come conseguenza di azioni che qualcuno compie nell'ambiente intorno a noi. Nessuno deve fare o non fare qualcosa per consentire che noi ci sentiamo più innamorati o più al sicuro. Non è grazie al sorriso di qualcuno che diverremo più innamorati e non è aumentando i dispositivi di sicurezza nei luoghi pubblici che ci sentiremo più sicuri. Il nostro grado di fiducia, sicurezza e amore possiamo deciderlo noi... adesso, senza dover mutare alcuna condizione esterna. Per fare ciò dobbiamo avere il coraggio di andare per il mondo con in Cuore aperto. Allora, e solo allora, vivremo in un mondo sicuro, pieno di armonia e pace... anche se gli altri continueranno a vedere la guerra e la sopraffazione. L'illusione di « maya » ci tiene prigioniero il Cuore e lo farà fino a quando non avremo sviluppato occhi per vedere. Aprire il Cuore significa cominciare a galleggiare nell'amore... vibrare a un'altra velocità e spostarsi nel mondo senza mai uscire da quella calda vibrazione. Sentire ardere il Sacro Fuoco interiore lungo ogni momento della giornata. Un elevato livello di amore può dare vertigine e stordimento: non è sentimentalismo, ma qualcosa di tangibile e concreto che produce uno straordinario effetto sulla macchina biologica. L'eccesso di amore può addirittura bruciare. L'amore rappresenta il principale e più potente fuoco dell'alchimista - ancor più del ricordo di sé - che permette di « trasmutare il veleno in farmaco », cioè ogni emozione negativa in emozione superiore. L'amore tenuto costantemente acceso conduce con certezza all'immortalità.

il Fuoco Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli. Mt 5,13-16 E' innanzitutto indispensabile comprendere che l'uomo, al pari di ogni altra creatura, non esiste "a caso " e non è libero di fare ciò che vuole. L'intera vita di un uomo rappresenta una delle innumerevoli tessere dell'inconcepibile mosaico che è il Piano Divino. La completa realizzazione interiore dell'essere umano coincide unicamente con la sua capacità di comprendere e di adeguarsi a tale Piano. Egli può anche esprimere il suo libero arbitrio disinteressandosi alla missione che gli è propria, ma, al di fuori del Progetto del Grande Architetto, l'uomo diventa una scheggia impazzita destinata a vivere soffrendo... e condannata a morire. Ogni individuo, nascendo, eredita un destino personale che è direttamente connesso alla sua storia passata: questa è la « croce » che gli spetta di portare. Egli deve migliorare il suo carattere e sviluppare emozioni superiori, incontrando persone e vivendo situazioni che gli permettono al contempo di esaurire il suo karma. Parte della vita di ogni uomo sarà quindi orientata a portare a compimento le conseguenze delle azioni intraprese nelle esistenze passate, siano esse buone o cattive. Ma, oltre alla sua personale « croce », ogni uomo dovrebbe assumersi la responsabilità di prendere su di sé parte del carico del mondo, contribuendo coscientemente, insieme ai suoi simili, alla realizzazione del Piano Divino. Nel Vangelo è scritto: "Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce

ogni giorno e mi segua." (Lc 9,23) Rinnegare se stessi significa smettere di pensare ai mille problemi legati alla propria personalità. Prendere la propria croce significa cessare di lamentarsi e di chiedere aiuto per la soluzione di questi problemi. L'uomo che prega i Maestri affinché questi lo aiutino a risolvere le sue difficoltà con il partner, i soldi, il lavoro... si sta rifiutando di prendere la sua croce. La vuole mettere sulle spalle di qualcun altro. Sempre nel Vangelo è scritto: "Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero." (Mt 11,28-30) Questo è un invito a partecipare al Piano Divino. Chi è affaticato e oppresso dai suoi crucci personali, sarà ristorato in seguito alla decisione di dedicarsi interamente, di « sacrificarsi » (=farsi sacro) a uno scopo superiore. Il messaggio dei Maestri è: non occupatevi dei problemi relativi alla personalità - conseguenza delle mille sfaccettature del karma -, non sprecate energia nel pensare ad essi, dedicatevi invece con tutta l'anima a servire il Piano Divino; come conseguenza riceverete dall'alto fiumi di Gioia e Amore... e le vostre preoccupazioni si scioglieranno al calore del Sole. Chiunque abbia intrapreso la strada del « servizio » può testimoniare questo risultato. Egli è nel mondo, ma non è più del mondo. Uno degli aspetti fondamentali del Progetto prevede la spiritualizzazione della materia. L'alchimista occidentale intende percorrere un processo di « imitatio Christi » che conduce alla redenzione della materia. Egli si apre alle forze del Cielo per consentire la discesa del Fuoco - lo Spirito Santo - nella carne; la sua carne e al contempo la carne del mondo, cioè la materia in senso più generale. In antitesi a quanto usualmente si crede, il vero « potere » non abita nello Spirito, bensì nel Corpo, e quindi al Corpo si deve obbligatoriamente tornare per concludere l'Opera. Nel Corpo sono l'origine e la fine, nel Corpo è custodito il « segreto ». Durante la Piccola Opera - i Misteri Minori - cioè la fase ascendente del percorso alchemico, l'alchimista mette a tacere la natura inferiore (nigredo) e spicca il volo verso il Cielo (albedo), ma una volta giunto nel Regno dei Cieli deve proiettarsi ancora oltre, identificarsi con il Tutto, la Materia Prima, per discende a redimere e cristificare la carne (rubedo) - innalzandola (Grande Opera o Misteri Maggiori). Si tenga presente che una piccola Opera al Rosso si verifica ogni qualvolta l'alchimista si identifica con l'Assoluto e permette al Fuoco di attraversarlo. Gli atomi che, in tali occasioni, vanno ad aggiungersi al «corpo di gloria» in costruzione sono di due tipi: a) quelli che, grazie ai nostri sforzi, hanno mutato la loro struttura, passando così dal mondo della personalità a quello dell’anima; (Albedo) (Piccola Opera) b) quelli che, grazie al verificarsi di un’emozione superiore, discendono su di noi direttamente dal Regno dei Cieli. (Rubedo) (Grande Opera) Infatti, tutte le volte che esprimiamo un’emozione superiore, stiamo aprendo un «varco» che permette allo Spirito dimorante nel Regno dei Cieli di riversarsi in noi. Ci troviamo nel punto d’incontro fra Piccola e Grande Opera: quando la quantità di atomi trasformati raggiunge un certo livello (fase Albedo), l’emozione superiore che ne deriva ci consente di accedere a una fonte superiore (fase Rubedo). Prima ci siamo distaccati dall’emozione negativa, iniziando a considerarla come un oggetto su cui lavorare. (Nigredo) Poi siamo riusciti a trasmutarla in un'emozione di gioia. (Albedo) Quindi ora ci spingiamo fino a "toccare" Dio, lasciandoci trasmutare dal Suo Fuoco. (Rubedo) Il segreto per far discendere lo Spirito Santo risiede nel porsi completamente al Suo servizio col fine di soccorrere l'umanità, senza manifestare più alcun desiderio personale. È il desiderio del « suicidio occulto », l'annullamento del proprio Io nel Tutto. Ciò può essere compiuto al meglio a partire dal momento della realizzazione dell'Opera al Bianco, poiché è proprio da quello stato di coscienza extracerebrale che l'uomo può fungere da perfetta Coppa del Graal pronta ad accogliere il Fuoco che scaturisce dal Centro del Sole. Ecco quanto avviene nel corso di tale operazione magico/alchemica. Una volta tranquillizzati i cinque sensi del corpo, l'alchimista si dispone nello stato d'animo suscitato dal "sentire interiormente" le frasi evangeliche:

"Non sia fatta la mia, ma la Tua volontà." (Lc 22,42) "Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la Sua opera." (Gv 4,34) Egli si proietta verso il Cielo, accostando la sua coscienza a quella dei Maestri o a Dio stesso. Per fare ciò, oltre a rendere immobili i tre veicoli inferiori (fisico, emotivo e mentale), è indispensabile che "allinei" i centri superiori: il Cuore, la Gola, il Terzo Occhio e il Coronale. A tale scopo può immaginare una linea di luce che salendo lungo la spina dorsale li attraversa tutti fino a uscire dal centro Coronale, in cima alla testa, per collegarsi ai Maestri. Con il tempo, acquisita una certa abilità nel rimanere fermo in questo stato di meditazione, la coscienza dell'alchimista si ritira dai veicoli inferiori per essere rapita nell'anima. Allora, in risposta a questa « invocazione », il Fuoco discende e invade i corpi sottili: dapprima agisce sui corpi mentale, astrale ed eterico, poi da questi può essere indirizzato verso il corpo di carne al fine di operare anche qui la trasmutazione. Ogni singola particella, fino all’ultimo atomo di calcio delle ossa, viene rimpiazzata da una nuova particella mediante un processo fisiologico misurabile scientificamente. La legge dell’Attrazione richiama atomi antichi, con una maggiore frequenza vibratoria, e respinge quelli più "giovani" e meno evoluti (Legge di Repulsione), obbligandoli a cercare altrove nuovi centri di attrazione. Così, mentre la coscienza si espande e ascende, altri atomi di un ordine più elevato e dimoranti sul piano spirituale rimpiazzano quelli vecchi. (si veda a proposito: "Il diario di un alchimista" di Douglas Baker) Nella Grande Opera non avviene più una trasformazione degli atomi di cui sono composte le sostanze grossolane della macchina biologica, come accadeva nella Piccola Opera; si verifica invece la loro sostituzione. Ogni singola particella viene rimpiazzata da una nuova, appartenente alla sfera dello Spirito Santo. Sostituire gli atomi, anziché mutare la struttura di quelli già esistenti nella personalità, rappresenta un’altra forma di «redenzione» della materia.

Irradiazione Ogni alchimista può reggere una differente quantità di Fuoco che varia col variare della sua apertura di coscienza, cioè la sua attitudine a rendersi servo dello Spirito. A causa del processo di « discesa dello Spirito Santo », nel corso della sua vita quotidiana l'alchimista diviene ora un accumulatore di Fuoco capace di « irradiare » tale forza intorno a sé. L'ambiente che lo circonda e le persone con cui interagisce - per il solo fatto di trovarsi nel suo raggio d'irradiazione - vengono sottoposti al medesimo procedimento alchemico, sebbene con minore intensità e sempre secondo le qualificazioni di ciascuno. L'alchimista non lavora solo per sé, ma per la Terra. La materia dell'intero pianeta cambia la sua frequenza vibratoria per sempre ogni qualvolta un singolo uomo si fa canale dello Spirito. È come se il Sole stesso approfittasse di un corpo per penetrare nella materia e da qui irradiare verso l'esterno. La conseguenza di ciò è la risurrezione nel Corpo. A questo punto l'immortalità della carne è ottenuta. Il Mago può conservare il suo corpo fisico attuale oppure, a imitazione di Cristo, abbandonarlo e costruirne un altro. Tenendo la mente fissa sull'immagine del nuovo corpo da creare, opera con la materia al fine di attirare a se’, come fa una calamita, gli atomi necessari a fabbricare il nuovo involucro atto a manifestarsi nell'ambiente planetario. La potente irradiazione ignea del Mago sta alla base del concetto di « iniziazione per trasmissione » o "trasmissione diretta fra Maestro e allievo". Non è infatti possibile conseguire alcunché di definitivo solo attraverso la lettura di scritti e l'applicazione solitaria dei loro contenuti; questi sono indispensabili nell'opera di diffusione dell'Arte e nell'indirizzare l'aspirante sul corretto sentiero, ma non possono, da soli, condurlo oltre un definito limite. A un certo punto del suo lavoro, il neofita deve porsi sotto l'influenza di un Mago/Alchimista più avanzato di lui, affinché si operi l'irradiazione diretta « da Cuore a Cuore », pena l'arrestarsi inesorabile del suo cammino. Scopo futuro di ogni alchimista resta comunque il poter attingere il Fuoco direttamente dal Tutto, attraverso la completa identificazione con esso, senza dover più usufruire di iniziati di vario grado che fungano da mediatori. Quando il suo ego è spazzato via, potrà infatti accedere in linea diretta al Fuoco Solare. Il compito del Mago è annullare se stesso per ricevere lo Spirito Santo dalla sorgente solare e ritrasmetterlo agli uomini che sono sotto la sua influenza. Ciò può esser compiuto dedicandosi all'arte, alla guarigione e all'insegnamento.

Il Mago esperto - proseguendo nel suo percorso di « imitatio Christi » - può regolare la direzione e l'intensità del Fuoco che lo attraversa e decidere di veicolarlo in maggiore quantità verso un individuo piuttosto che un altro, dopo aver valutato le possibilità di ognuno di fungere a sua volta da irradiatore di Fuoco nel suo ambiente. Pertanto, egli si preoccuperà di inviarne maggiormente verso coloro che più sentono il desiderio di servire, tenendo sempre in considerazione le rispettive capacità di assimilazione e ridistribuzione. Egli potrà anche spingerlo nei chakra appropriati a seconda delle particolari necessità del singolo. A causa di una predisposizione naturale, succede talvolta che l'alchimista inizi a ricevere dentro di sé il Fuoco già molto presto a partire dal momento in cui si "mette all'Opera", o addirittura prima ancora di aver inziato il lavoro alchemico o un qualunque altro percorso spirituale; spesso il fenomeno comincia spontaneamente in giovane età. In tali circostanze la natura inferiore non è ancora stata purificata e per l'individuo risulta piuttosto complesso tenere a bada la sua personalità, anche perché, nella maggior parte dei casi, non ha idea dei motivi occulti per cui si accentuano in lui determinati aspetti del carattere. Comportamento irrequieto, aggressività, sensualità spinta e "fuori dalla norma" e atteggiamenti ribelli si annoverano fra le più frequenti manifestazioni esteriori dell'accumularsi del Fuoco in un individuo. Si tenga però presente che l'apparire di tali sintomi non è sempre riconducibile a quella causa elevata. Trattenere per sé il Fuoco costituisce un comportamento suicida. Esso va espresso in qualunque attività che implichi un servizio agli esseri umani: guarigione, insegnamento e realizzazione di opere artistiche sono solo alcune fra le occupazioni possibili. Lo Spirito deve costantemente circolare, altrimenti esso si accumula nell'individuo e consuma la forma che lo contiene. Se Prometeo ruba il Fuoco agli dei è solo per donarlo agli uomini; tenerlo per sé stesso significherebbe condannarsi a bruciare stupidamente. Uno degli usi possibili del Fuoco - in particolare in questo periodo storico - è la "battaglia per la Terra", cioè la lotta contro le forze involutive rappresentate dai Maghi Neri. Un Mago, sia esso bianco o nero, è in grado di muoversi agevolmente sui piani spirituali, dove si consumano quotidianamente titanici scontri fra le « forze della luce » e le « forze dell'ombra » che non hanno nulla da invidiare alle più spettacolari scene dei film di fantascienza o fantasy. Il bisogno di nuovi esseri umani capaci di canalizzare il Fuoco è così pressante che quando un aspirante è pronto - e ciò può essere facilmente visto dall'aspetto dei suoi corpi sottili - e manifesta le qualificazioni necessarie per svolgere tale compito, viene immediatamente contattato dai Maestri della Gerarchia che qualora lui dia la sua volontaria disponibilità - lo arruolano fra le schiere dei combattenti per la liberazione della Terra.

L'aspetto femminile del lavoro alchemico Mentre la Piccola Opera che costituisce le prime fasi del processo manifesta una modalità operativa caratterizzata da un'energia prettamente maschile, l'Opera finale è invece intrisa di energia femminile... la forza del futuro. Il praticante infatti all'inizio non può che concentrarsi sullo sforzo di migliorare, di risvegliarsi, di uccidere la sua natura inferiore. Facendo questo esprime lo stato d'animo di qualcuno che vuole penetrare nel lavoro alchemico e in un nuovo stato di coscienza; egli mira a "prendere il regno dei cieli con la violenza". Ma se non vuole che il suo percorso si arresti miseramente, a un certo punto deve mutare radicalmente atteggiamento nei confronti del lavoro alchemico. Deve cominciare a farsi ricettivo, ad accogliere dentro di sé... per trasformarsi nella Coppa del Graal che viene riempita dallo Spirito Santo. La rubedo implica uno stato passivo, negativo e ricettivo che fa da sfondo a quello attivo, positivo e penetrante. E' una « preghiera » quotidiana e ininterrotta, che si protrae istante dopo istante. Un incessante anelito verso il Cielo. Camminando, lavorando, creando, combattendo e persino dormendo il Mago - sia esso maschio o femmina - ha sempre dentro di sé una vibrazione femminile di fondo: "Non sia fatta la mia, ma la Tua volontà." Non è più uno sforzo pieno di impeto orientato verso l'esterno, ma un attendere, in pace, in fondo alla propria « miniera » che il Fuoco compia il suo lavoro nella materia dando alla luce l'« androgino », perfetta fusione di maschile e femminile. "Io sono il Tuo servo." "Io sono l'altare su cui la carne viene redenta." Non si tratta solo di ripetere tali affermazioni, ma di far vibrare di esse la propria carne fino all'ultima cellula.

La realizzazione ultima ( distinzione fra l'Uno e lo Zero ) Mentre attraverso la Piccola Opera (nigredo e albedo) il mago/alchimista giunge a un primo grado di Illuminazione, vale a dire all'identificazione con l'anima - il Sé - all'apertura del Cuore e a un primo grado di immortalità; grazie alla Grande Opera egli si identifica con l'Uno stesso, Dio, il Demiurgo. Solo questa può dirsi "immortalità", in quanto il « corpo di gloria » - così come la relativa autocoscienza - verrà anch'esso disgregato in favore della successiva assimilazione nell'Uno. L'Uno è radix ipsius, cioè radice di se stesso, in quanto « causa non causata ». L'Uno pur venendo spesso indicato come lo Spirito, si colloca in verità oltre qualunque possibile dualità, quindi anche al di là della dicotomia spirito/materia. Trascende l'Io e il non-Io, l'essere e il non-essere, la coscienza e l'incoscienza. È eterno, quindi aspaziale e atemporale.

Si può però andare ancora oltre. Di norma si considera l'Opera al Rosso - la Grande Opera - come la "realizzazione del divino", ma a ben guardare essa conduce più in là dell'Essere divino. Come già precisato il divino è il Demiurgo, l'« Essere », il « principio », il Grande Architetto, l'Uno. Ma "ciò di cui nulla può esser detto" è lo Zero, non l'Uno. È ciò a partire dal quale Dio stesso si autoproduce. La realizzazione ultima cui tende il mago/alchimista - e a cui può tendere l'essere umano in genere - si esprime dunque nell'identificazione con la cosiddetta « Materia Prima », il « Parabrahman » della tradizione indù... che è di per sé indefinibile e inconcepibile. Questo "stato", se così può essere chiamato, non è toccato nemmeno dalla « dissoluzione universale » ( pralaya ) alla quale Dio stesso pare sia soggetto. Quello sarà sempre, anche quando questo universo e il suo Dio non saranno più. L'unico personaggio di cui si può esser certi che abbia raggiunto tale supremo stato si chiama Sri Nisargadatta Maharaj (1897-1981). Gli altri Illuminati parlano dell'apertura del Cuore, oppure della realizzazione del Sé, che talvolta viene usato per indicare l'anima, talvolta lo Spirito, cioè l'identificazione con Dio; ma solo Maharaj distingue fra l'Uno e ciò che sta oltre.

Testi sull'argomento: OFFICINA ALKEMICA - l'Alchimia come via per la felicità incondizionata Salvatore Brizzi, Antipodi Edizioni (2006) IL DIARIO DI UN ALCHIMISTA Douglas Baker, Edizioni Crisalide (1977)

lo scopo della « via violenta » Il miglior consiglio agli occidentali è di non far nulla per risvegliare Kundalini prima del tempo, ma di vivere una vita pura rispettando le leggi divine. Quando sarà giunto il momento, si risveglierà da sola... La direzione che prenderà kundalini una volta risvegliata non dipenderà dalla volontà, ma dalle qualità e virtù dell'uomo. Omraam M. Aivanhov, Centri e corpi sottili Esistono alcuni metodi di risveglio, sempre facenti parte dell'alchimia, che potremmo definire "non convenzionali", talvolta indicati nella tradizione indù come « via violenta ». Tale percorso si fonda sull'utilizzo di potenti tecniche occulte - le cosiddette « acque corrosive » - che costringono l'energia di kundalini a risvegliarsi e a salire lungo la spina dorsale, indipendentemente dal fatto che il neofita abbia compiuto un regolare percorso iniziatico di purificazione delle sue emozioni e della sua mente, e si sia quindi naturalmente posto in grado di reggere una simile improvvisa deflagrazione interiore.

Questo temibile sentiero veniva percorso dai praticanti maghi/alchimisti ai quali era stata annunciata un'imminente morte, sia per causa di malattia incurabile sia come risultato di una condanna da parte delle autorità - evento che colpiva non di rado chi si dedicava a simili studi e pratiche. Trovandosi dunque costretti a scegliere tra il rischio di dover vivere l'ultimo periodo della loro incarnazione nella follia - causata da un'incapacità del sistema nervoso di reggere l'inteso regime del Fuoco causato dalle tecniche occulte - e la certezza di morire nell'incoscienza di sé e quindi di precipitare nell'oblio una volta abbandonato il corpo, molti di essi preferivano affrontare il primo pericolo. In ogni caso le tecniche venivano sempre accompagnate da un serio tentativo di estirpare i pensieri separativi e le emozioni più basse dalla propria personalità. Nonostante non fosse a disposizione un arco di tempo sufficiente a compiere un lavoro alchemico preciso e profondo sulle emozioni negative, si provava comunque, nei limiti del possibile, a uccidere l'odio, il giudizio, il senso del possesso e l'egoismo in se stessi. E ciò per un evidente motivo: una personalità dove kundalini, una volta risvegliata, comincia a incanalarsi in emozioni come odio, rancore e desiderio di possesso diviene un'aberrazione della natura. Tutte le manifestazioni più basse vengono infatti ingigantite dall'afflusso di nuova energia e divengono estranee a ogni tentativo di controllo. L'individuo si trasforma in breve tempo in un folle lussurioso, spietato, desideroso oltre ogni limite di potere materiale. I 12 capi delle SS, gli apostoli neri di Himmler, sono un esempio eclatante del traguardo a cui può portare il sentiero delle « acque corrosive » se non accompagnato da una coscienza vigile e orientata verso il bene. Al di fuori di un contesto dove i danni provocati dal percorrere tale via possono risultare un giusto rischio da correre in assenza di alternative - data l'imminenza del termine della propria incarnazione - non esiste alcuna ragione intelligente per esporsi a simili pericoli. La via alchemica consueta è infatti già di per sé la via più rapida - ammesso che la rapidità possa venire considerata un metro di giudizio in ambito spirituale - e lo può divenire ulteriormente in funzione della volontà e dell'aspirazione del praticante. In alchimia ognuno può decidere la velocità della propria evoluzione. Si consideri inoltre che, anche qualora la « via violenta » andasse a buon fine e il praticante riuscisse a conservare la propria integrità psichica, lo sviluppo così ottenuto non potrebbe mai essere completo. Non è infatti in alcun modo possibile incrementare la propria intelligenza, ottenere maggior conoscenza o acuire la propria genialità artistica semplicemente limitandosi a controllare il respiro, assumere droghe o lavorare con l'energia sessuale! Tali qualità animiche sono realizzabili innanzitutto grazie a uno studio approfondito, e poi per mezzo del processo di trasmutazione di ciò che è inferiore in ciò che è superiore. Non si diventa infatti geniali semplicemente facendo affluire una considerevole quantità di energia - di per sé neutra - nel proprio organismo, ma solo approntando nel corso degli anni, grazie alla trasmutazione, i «sensi sottili» affinché tale energia possa manifestarsi come genialità. È tuttavia nostra intenzione soffermarci su tali conoscenze occulte in quanto la loro applicazione, se intesa non come sentiero evolutivo in sé, ma esclusivamente come valido aiuto in determinate fasi del proprio percorso alchemico - e sviluppantesi parallelamente a questo - può senza dubbio accelerare il percorso stesso. Riguardo ai modi, ai tempi e alle circostanze di tale utilizzo solo un « iniziato » può fornire le giuste indicazioni al neofita, il quale, proprio in virtù della sua condizione di neofita, non è in grado di distinguere in quale momento l'applicazione di una tecnica può divenire vantaggiosa e in quale invece andrebbe a compromettere, talvolta irreversibilmente, i sottili equilibri della sua psiche. I metodi impiegati come «acque corrosive» sono tre: - l'assunzione di sostanze droganti - il controllo della respirazione - il padroneggiamento dell'energia sessuale Testo estratto dal libro: LA PORTA DEL MAGO Salvatore Brizzi, Antipodi Edizioni, Torino (2007)

Altri testi sull'argomento: L'UOMO COME POTENZA Julius Evola, Edizioni Mediterranee (1925) INTRODUZIONE ALLA MAGIA vol. I II III Gruppo di Ur, Edizioni Mediterranee (1927-1929) LO YOGA PER NON MORIRE Tommaso Palamidessi, Edizioni Grande Opera, Roma (1996) Questo piccolo ma fondamentale testo è inedito da anni. Può essere rintracciato solo in fotoriproduzione, al prezzo di 8 euro, presso la Libreria Esoterica di Milano. Mail: [email protected] oppure [email protected]

le sostanze droganti Vi è come un sistema autoprotettivo naturale: può svegliare kundalini soltanto un forza non minore a quella occorrente per il compito di purificazione: una forza che non sia adeguata al compito di purificazione, salvo casi eccezionali, non saprebbe svegliare kundalini. Julius Evola, L'uomo come potenza Il problema dell'uso delle droghe è inerente questa affermazione di Evola. Nell'accedere ai piani superiori attraverso l'assunzione di sostanze psicoattive si scavalca d'un sol colpo tutto quel lavoro di purificazione che, fra l'altro, è indispensabile allo sviluppo nell'individuo di quella « presenza » e di quella forza di volontà preziose nel momento in cui ci si confronta con energie ed entità che superano di gran lunga le normali capacità di gestione dell'uomo medio. Tutte le acquisizioni supernormali e le esperienze di contatto con il mondo astrale che di norma l’uomo ricerca nelle sostanze psicotrope possono essere raggiunte naturalmente grazie a un lavoro alchemico fondato sul « ricordo di sé », l'apertura del Cuore e la trasmutazione delle emozioni negative. La funzione della sostanza drogante era fondamentale nell’antichità in quanto atta a fornire al mago neofita una breve esperienza delle meraviglie che lo attendevano una volta portata a termine la trasmutazione di sé in Uomo Nuovo e ricondotta quindi la sua coscienza all'Uno primordiale. La sostanza non rappresentava mai una via spirituale in se stessa, ma veniva utilizzata esclusivamente in un contesto iniziatico allo scopo di provocare uno stato di coscienza modificato utile al futuro sviluppo del mago. Era un "assaggio". Uno sciamano o un mago più anziano, si prendevano la responsabilità di guidare il neofita lungo il suo « viaggio » affinché questo non si risolvesse in una inutile esperienza di fascinazione psichedelica, o potesse risultare dannoso, se non addirittura letale. Se, dopo aver sperimentato l'indescrivibile gioia del contatto con i mondi spirituali e il "senso dell'Uno", l'individuo, una volta cessata l'esperienza, iniziasse a lavorare assiduamente su di sé tutti i giorni della sua vita al fine di conseguire in maniera permanente quella gioia e quell'amore, allora i nervi e le cellule del suo corpo fisico si trasformerebbero a poco a poco e anche i suoi veicoli sottili si "fisserebbero" consentendogli di reggere in maniera stabile la nuova frequenza vibratoria. La piramide principale della piana di Giza - che Cheope si era attribuito e che è stata erroneamente identificata con una tomba dagli studiosi - è un perfetto esempio di luogo iniziatico. Il sarcofago di granito collocato nella cosiddetta "camera del Re" serviva da "battello" per il viaggio iniziatico del neofita. L'iniziando assumeva una bevande composta di sostanze psicoattive, veniva poi fatto distendere all'interno del sarcofago, il quale veniva chiuso da un coperchio di pietra. Intorno, i sacerdoti recitavano dei mantra per tutta la durata della cerimonia mentre essenze di vario genere saturavano l'aria. Nel buio più completo e sotto l'effetto delle sostanze droganti il neofita viveva la sua esperienza iniziatica. Tutta la struttura della piramide è stata concepita affinché energie spirituali provenienti dai mondi superiori potessero essere veicolate nel sarcofago, così come in altri punti strategici della costruzione. La piramide fungeva da ponte tra la Terra e il Cielo, e percorrere un determinato tracciato al suo interno, sostando in alcune stanze secondo una precisa successione, significava vivere in forma "compressa" il cammino iniziatico che si sarebbe dovuto poi realizzare nella vita quotidiana. Le droghe erano pure utilizzate dagli sciamani/guaritori, i quali conducevano la coscienza del portatore della

malattia - fisica o psichica che fosse - nei mondi "di là dal velo" per metterlo in contatto con la parte più profonda di sé, spesso simboleggiata dall'« animale-guida ». Tale contatto permetteva al malato di sciogliere alla radice il suo problema. L'attenzione era pertanto sempre posta sull'origine psicologica e animica del disturbo - che poteva essere individuata ed elaborata attraverso un « viaggio » - e mai sul sintomo esteriore. Purtroppo oggi le sostanze psicotrope non vengono più considerate come finestre dalle quali è possibile gettare uno sguardo sulla propria vera essenza, ma come semplice svago o facile via di fuga da una realtà sociale che si ritiene insopportabile. Nell'attesa che venga instaurata una società autenticamente iniziatica, esse andrebbero totalmente proibite, in quanto latrici di maggior addormentamento all'interno delle coscienze, anziché risveglio. Paradossalmente, di questi tempi, proprio le sostanze che potrebbero aiutare il risveglio dell'anima, sono fra le principali cause della prigionia psichica cui il pianeta è sottoposto. Le coscienze dei giovani vengono intontite da un uso sconsiderato e anti-iniziatico dell'alcool e delle droghe, pesanti o leggere che siano. Le potenti energie giovanili vengono in tal modo imbrigliate e rese inoffensive per segreto volere dei governi mondiali che, come chiunque non abbia la coscienza completamente obnubilata può notare, tollerano e segretamente finanziano una diffusione sempre maggiore di droghe, alcool e armi sul pianeta. Qualificazione irrinunciabile per una qualsivoglia pratica – sia essa inserita in un percorso che contempla le «acque corrosive», così come all'interno del processo alchemico classico – è la capacità dell'aspirante di produrre a volontà l'assoluta p r e s e n z a - o « ricordo di sé » - senza la quale nessuna attività realmente magica è possibile. Pertanto il Mago deve innanzitutto essere in grado di mantenere una perfetta concentrazione mentale e una inscuotibile tranquillità emotiva in ogni istante della pratica occulta, sia essa concernente l'assunzione di droghe, l'esercizio di respirazione o il lavoro con l'energia sessuale; inoltre deve essere capace di associare il ricordo di sé, cioè la consapevolezza del « qui-e-ora » a tale stato di ferma e rilassata concentrazione. Lui deve dominare lo svolgersi dell'esperienza con tutta la p r e s e n z a di cui è in grado, e mai lasciare che sia essa a dominarlo. Per tutto il lasso di tempo in cui si accede all'avventura psico-spirituale, il riuscire a essere « presenti a se stessi » segna la differenza tra la vita e la morte. In un altro brano tratto da "L'uomo come potenza" di Julius Evola, si dice infatti: ...la potenza ormai trasformata inonda sushumna e procede lungo la direzione ascendente. Ciò è sentito come vampa, poi folgore e venire trasportato vertiginosamente: allora bisogna immediatamente e in pura evidenza affermare la formula che deve essere già stata oggetto di tante concentrazioni e meditazioni: "Io sono lei"; bisogna cioè fulmineamente e intrepidamente identificarsi con questa cosa terribile, mortale. Se si manca a ciò, se il destarsi di kundalini ci sorprende e travolge - e per quanto ci si possa preparare, fra l'aspettazione e il fatto resterà sempre un salto - se si esita a slanciarsi nell'« Io sono questo », è detto che... disciplina e sacrifici... tutto è vanificato: non solo, ma l'avventura in massima viene pagata a caro prezzo: tutta l'enorme tensione si scarica sull'aspirante imprudente che può venire precipitato in disturbi gravissimi - epilessia, invasamento, idiozia, follia e, talvolta, la morte stessa. Invece la fulminea, intrepida identificazione opera le nozze dell'individuale e dell'universale, la composizione di zolfo e mercurio... Per saperne di più circa gli effetti di ogni particolare sostanza rimandiamo a un documento diffuso dal Gruppo di Ur, che per la sua precisione e fedeltà al punto di vista tradizionale rimane ancora ineguagliato. http://www1.autistici.org/amprodias/txt/psichedelia/sulledroghe.htm Vedi anche il sito: http://psiconautica.byethost13.com Testi sull'argomento: L'UOMO COME POTENZA Julius Evola, Edizioni Mediterranee (1925) INTRODUZIONE ALLA MAGIA vol. III Gruppo di Ur, Edizioni Mediterranee (1927-1929)

il controllo del respiro Vi è come un sistema autoprotettivo naturale: può svegliare kundalini soltanto un forza non minore a quella occorrente per il compito di purificazione: una forza che non sia adeguata al compito di purificazione, salvo casi eccezionali, non saprebbe svegliare kundalini. Julius Evola, L'uomo come potenza Nonostante l'affermazione di Evola sia sicuramente esatta, occorre rilevare che nell'ambito di una « via violenta » è possibile che l'individuo sviluppi un desiderio di risveglio tale da essere capace di impiegare una forza di volontà extra-normale e suscitare in sé, attraverso delle tecniche, una potenza in grado di smuovere kundalini dal suo sonno. Se egli indirizzasse tale superiore desiderio nel lavoro alchemico consueto il successo sarebbe assicurato, e per di più senza dover correre i rischi inerenti l'applicazione di tecniche violente. Ma se particolari circostanze estreme non gli consentono di intraprendere una via più sicura, il controllo del respiro potrà fungere da "ponte" verso mondi altri. All'inizio il neofita si ponga in una posizione comoda, in un luogo tranquillo e poco illuminato - meglio se illuminato solo dalla luce di una candela - e porti l'attenzione sul suo respiro. Egli deve limitarsi a osservare il suo naturale processo di respirazione senza alterarlo in alcun modo. Deve solo preoccuparsi di respirare coscientemente. La pratica di respirare coscientemente si trova in diverse tradizioni, anche in quella occidentale della Gnosi. Tenere l'attenzione focalizzata sul proprio respiro mentre si è seduti in meditazione o, ancora meglio, focalizzarsi sul respiro nel corso della giornata ogni volta che si riesce a ricordarselo, durante le normali attività quotidiane, è un metodo efficace che conduce velocemente in stati superiori di coscienza. Va da sé che il solo fatto di dedicare attenzione al proprio respiro - cosa che in condizioni normali l'uomo mai si degna di fare - lo altera già in una certa misura. Ciò accade naturalmente ed è giusto che avvenga; è però essenziale che, in questa prima fase, il praticante non si sforzi di modificarlo lui stesso coscientemente. Il corpo deve rimanere immobile - ciò che vien detto « tronismos » (=capacità di restare immobili sul trono, in stato di meditazione, che caratterizzava i faraoni egizi iniziati). In questo stato di fissità si deve svolgere il processo di respirazione. Solo quando l'apprendista è in grado di osservare il proprio respiro in uno stato di « presenza » per diversi minuti senza venire distratto da associazioni di pensiero e dialoghi immaginari che si svolgono all'interno della sua mente, allora può passare alla fase successiva. A questo punto il “tempo di ritenzione” - la pausa tra il movimento di inspirazione e quello di espirazione deve cominciare a diventare sempre più lungo. Tale pausa di ritenzione è conosciuta come matra (=misura) dagli indù. Mantenendo una postura fissa e ritenendo il respiro per periodi di tempo sempre crescenti si acquisiscono siddhi ( poteri magici ) sempre più straordinari, fino a giungere alla sospensione dell'invecchiamento e all'immortalità assoluta - al di là della « dissoluzione universale » ( maha-pralaya ). Secondo i più antichi scritti dell'alchimia indù, il grado di progresso è dato dalla lunghezza del tempo in cui si riesce a trattenere il respiro. Si deve procedere con cautela, cercando di aumentare ogni giorno il numero dei secondi che caratterizzano la durata della fase di ritenzione. Secondo quanto riportato nell'Amanaska Yoga (citato ne "Il corpo alchemico" di D.G. White, pagg. 335338): "...Quando si è in grado di trattenere il respiro per 12 minuti la kundalini si rafforza e si risveglia iniziando la sua ascesa; dopo 96 minuti si raggiunge una condizione estatica; dopo tre ore l'assunzione di cibo e la produzione di escrementi sono notevolmente ridotte; dopo sei ore si manifesta la luce della propria anima; ...dopo otto giorni, la cessazione di qualsiasi senso di fame e di sete; ...dopo dodici giorni, la capacità di muoversi sulla Terra a proprio piacimento; dopo tredici giorni, il potere del volo; ...dopo ventidue giorni, il compimento di tutti i desideri; ...dopo ventotto giorni, si può piegare l'universo ai propri voleri; ...". Quanto tali valori numerici vadano presi alla lettera è difficile dirlo. In ogni caso è certa l'esistenza di un legame direttamente proporzionale fra la durata della ritenzione del respiro e l'acquisizione di poteri sovranaturali quali la visione astrale, lo sdoppiamento astrale, la materializzazione di oggetti, la cessazione dell'invecchiamento, ecc... .

Lo studioso avveduto può facilmente intuire quanto tale tecnica possa risultare pericolosa - nonché perfettamente inutile quanto alla possibilità di acquisire le siddhi - laddove il neofita non la conduca sotto la supervisione di un iniziato che lo istruisca riguardo le modalità e i tempi della pratica. Basti dire che l'attitudine a ritenere il respiro si trova in rapporto diretto con la capacità di ritenere i pensieri, cioè di avere sotto il proprio controllo la caotica attività della mente grazie all'utilizzo della ferma concentrazione o del « ricordo di sé ». Il potere di controllo sulla respirazione altro non è, a livello analogico, che la conseguenza di un già acquisito potere di controllo sull'attività della propria mente. Controllo che si ottiene nel corso della prima fase di questa tecnica, quando l'attività respiratoria va semplicemente osservata in stato di « ricordo di sé », cioè portando l'attenzione sia sul respiro che sulla propria « presenza ». Per cui, se il praticante decidesse in maniera sconsiderata di sforzarsi di ritenere il respiro nella speranza di acquisire poteri, non farebbe altro che "mettere il carro davanti ai buoi" confondendo la causa con l'effetto. Nel tentativo di trattenere il respiro in maniera innaturale non otterrebbe né la calma della mente, né le tanto agognate siddhi, bensì, perseverando in tale folle proposito, andrebbe sicuramente incontro ad allucinazioni e altri danni psichici e fisici. Non si devono mai produrre sforzi volti a frenare e inibire i pensieri, ma solo limitarsi a osservarli come testimoni distaccati. Il « testimone » per il fatto stesso di osservare modifica inevitabilmente gli oggetti osservati. Il lavoro su di sé è basato sullo sforzo di « esserci », e mai sullo sforzo di modificare qualcosa: ciò deve rimanere sempre ben chiaro! Testo estratto dal libro: LA PORTA DEL MAGO Salvatore Brizzi, Antipodi Edizioni, Torino (2007) Altri testi sull'argomento: IL CORPO ALCHEMICO David Gordon White, Edizioni Mediterranee (1996)

il lavoro con l'energia sessuale Il Tantrismo consente ai suoi adepti di raggiungere in questa incarnazione, se ne hanno la forza, o almeno in una successiva esistenza, l’immortalità fisica e l’autocoscienza con tutti i poteri sopranormali, poiché per l’appunto lo Yoga Tantriko mira a realizzare: perfetta salute, longevità, volontario distacco dal corpo, poteri telepatici, guaritori o taumaturgici, chiaroveggenza del passato, del presente e del futuro, ricordo chiaro di tutte le passate esistenze, il potere di iniziare altri individui preparandoli per l’ascesi yogica; ricchezza finanziaria, possesso di tutti i beni materiali della terra per potere svolgere bene il proprio lavoro e quello dei propri discepoli; eliminazione di tutti i pensieri e le azioni egoistiche e cattive, operando sempre il bene per l’Umanità. Tommaso Palamidessi, La Tecnica Sessuale dello Yoga Tantriko indo-tibetano

Castitá, rapporto di coppia e libera sessualitá video prodotto da www.ascensione93.org

Premettiamo che il lavoro alchemico dell'uomo su se stesso deve consistere innanzitutto nella purificazione da tutte le emozioni negative che pervadono la sua personalità. La lamentela, l'odio, la rabbia, la gelosia e ogni genere di giudizio e fastidio verso gli altri devono essere scomparsi prima che egli possa avventurarsi nei mondi spirituali. In queste dimensioni superiori l'aspirante viene sottoposto a ogni sorta di attacchi emotivi e mentali da parte delle « forze ostili » che vi abitano e che egli stesso suscita per risonanza. Solo un perfetto equilibrio di emozioni e pensieri potrà renderlo capace di difendersi dalle offensive e di distinguere la realtà dalle allucinazioni.

L'intero significato del lavoro alchemico compiuto utilizzando l'energia sessuale può essere espresso affermando che in virtù di tale operazione il piacere dei sensi viene convertito in "un'esplosione d'amore correttamente veicolata". L'energia sessuale è la forma di energia più potente di cui l'uomo può disporre. Essa è la spinta creativa che porta in manifestazione l'Universo stesso. È infatti l'energia c r e a t i v a per eccellenza, la fonte primordiale di ogni genere di creazione. A seconda di come l'energia sessuale viene diretta si può creare un universo, si può creare un neonato, oppure si possono creare opere d'arte: scritti, dipinti, intuizioni scientifiche o filosofiche. Se tale energia è veicolata da colui che possiede le necessarie conoscenze occulte essa può venire utilizzata per incrementare la propria attitudine ad amare e a soccorrere l'umanità, mentre al contempo si creano in se stessi dei corpi sottili perfettamente costituiti. Il lavoro con l’energia del sesso può iniziare solo dopo una lunga pratica sul ricordo di sé e sulla trasmutazione delle emozioni negative. La capacità di gestire e trasmutare le espressioni della sua natura inferiore deve essere stata acquisita in maniera completa dall’aspirante. Il corpo dell'anima, a questo punto dello sviluppo del mago, si è già cristallizzato quasi per intero, ed egli ha assunto il controllo delle sue emozioni. Solo quando la fabbricazione di tale corpo è vicina al suo termine e il praticante è sulla via dell’apertura del Cuore, egli può arrischiare un efficace ma pericoloso lavoro per mezzo dell'energia sessuale. L'energia è sempre la stessa, ma a seconda del grado evolutivo e delle conoscenze esoteriche di chi la utilizza essa può dare origine ai più svariati risultati. Ad esempio, tutta l'arte che l'umanità è stata in grado di esprimere origina dall'energia sessuale correttamente incanalata verso i chakra superiori dell'uomo anziché verso quelli inferiori. I chakra del Cuore, della gola e della testa consentono lo sviluppo di maggiore amore, creatività e intuizione. Perversione, fanatismo dogmatico e guerre sono invece il risultato della medesima energia incanalata verso i chakra inferiori. Il fine del lavoro alchemico tramite l'energia sessuale è quello di fare in modo che essa non si disperda, ma si accumuli progressivamente nell'organismo umano e venga indirizzata verso scopi definiti. Fino a un certo grado evolutivo, l'essere umano, invece di mettere l'energia sessuale al servizio della propria volontà, di norma ne è completamente succube. In un normale rapporto infatti questa forza non viene controllata e diretta, ma liberata nell'ambiente quasi inconsciamente. Ed è bene che sia così, in quanto tale individuo anche qualora avesse il controllo della propria energia sessuale non saprebbe cosa farsene ed essa gli arrecherebbe esclusivamente danno - ciò che capiterebbe a chiunque volesse afferrare un serpente per la coda. Come può allora un uomo sapere se è giunto per lui il momento di fare uso di tale energia per scopi magicoevolutivi? Innanzitutto si tenga presente che l’impiego dell'energia sessuale non costituisce mai di per sé una via evolutiva - né magico/alchemica, né di altro genere. Le pratiche che concernono il suo utilizzo possono rappresentare un valido aiuto nelle proprie realizzazioni solo se inserite in un ben definito contesto di purificazione interiore. Inoltre, perché risultino efficaci la loro applicazione deve cominciare esclusivamente in seguito all'acquisizione di determinati traguardi evolutivi da parte del praticante. Un aspirante mago non può mai decidere autonomamente di intraprendere un lavoro con l'energia sessuale, in nessuna fase del processo alchemico, ma deve sempre chiedere l'assistenza di un « iniziato » - che sia provato tale e nel quale egli abbia riposto la più completa fiducia. Per molti alchimisti non è di alcuna utilità lavorare con l'energia sessuale e per molti altri è addirittura controproducente, perché essa andrebbe a smuovere forze interiori che, se portare alla luce, frenerebbero il lavoro ermetico intrapreso. Non esistono regole valide allo stesso modo per tutti. Solo un vero mago già realizzato è in grado di verificare se tale percorso può risultare vantaggioso piuttosto che dannoso per il neofita. Egli deve possedere la capacità di monitorare le trasformazioni che avvengono nei corpi sottili del praticante, deve poter evidenziare i suoi eventuali errori e fornirgli giorno per giorno le più corrette indicazioni. Le conseguenze negative di un lavoro con l'energia sessuale condotto senza criterio sono spesso terribili e irreparabili.

Testo estratto dal seguente libro, dove l'argomento viene trattato nei particolari: LA PORTA DEL MAGO Salvatore Brizzi, Antipodi Edizioni, Torino (2007)

LA TRAPPOLA PLANETARIA Matrix è un sistema, Neo. E quel sistema è nostro nemico. Ma quando ci sei dentro ti guardi intorno e cosa vedi? Uomini d'affari, insegnanti, avvocati, falegnami.... le proiezioni mentali della gente che vogliamo salvare. Ma finché non le avremo salvate, queste persone faranno parte di quel sistema, e questo le rende nostre nemiche. Devi capire che la maggior parte di loro non è pronta per essere scollegata. Tanti di loro sono così assuefatti, così disperatamente dipendenti dal sistema, che combatterebbero per difenderlo. Morpheus (dal film "Matrix")

Interferenze aliene NEW parte I - Il Diavolo parte II - Il salto vibrazionale parte III - Vendere l'anima al Diavolo parte IV - Vendere l'anima al Diavolo - parte II NEW Azioni volte all'asservimento delle masse NEW Non odiare per vincere NEW

LE INTERFERENZE ALIENE I suoi alieni, agente Mulder. I suoi omini verdi. Sono giunti qui milioni di anni fa! serie televisiva X-Files

Da moltissimo tempo c'è sul vostro mondo un popolo il cui ego è simile a un blocco di pietra non ancora sgrossato, un popolo formato non solo da esseri simili a tutti voi, ma che anche vivono un po' in voi tutti mediante la forza della loro psiche: provengono dai confini del vostro universo, e la destabilizzazione della loro sfera di vita li ha obbligati a incarnarsi sotto altri cieli per perfezionare la loro evoluzione. Anne e Daniel Meurois-Givaudan, L'incontro con Lui

Filmati prodotti da www.ascensione93.org : Le razze extraterrestri - I Le razze extraterrestri - II Le razze extraterrestri - III Le razze extraterrestri - IV Rettiliani: chi sono davvero NEW La questione dei Rettiliani (ulteriore approfondimento) NEW Questi filmati rappresentano in assoluto la fonte di informazione sull'argomento più attendibile e dettagliata. Non perderò tempo nel tentativo di spiegare al pubblico meno preparato perchè ormai sempre più studiosi danno per assodato che talune civiltà aliene colonizzarono la Terra già migliaia, forse milioni, di anni fa. Le versioni della nostra storia antica e dell'evoluzione della specie umana che vengono propinate nelle scuole e nelle università costituiscono un falso totale, sono semplicemente ridicole e andrebbero completamente riscritte.

La prima cultura storica della presente Era è considerata la civiltà Ubaid, precedente ai Sumeri, nell'odierno Iraq, che va dal 5300 al 4000 a.C. In questa pagina sono riportati esempi delle loro statuette funerarie: rappresentano "divinità" rettiliane. Sulla Terra abitano differenti civiltà aliene. Innanzitutto precisiamo che il termine "alieno" non necessariamente indica provenienza da altri pianeti, in quanto è aliena una forma di vita diversa rispetto a quelle conosciute dall'umanità, che potrebbe anche abitare nella dimensione astrale o nel sottosuolo terrestre. Dal momento che anche nelle visioni di antichi sciamani compaiono i classici volti alieni descritti oggi nelle esperienze di abduction (rapimenti), l'ipotesi che quando parliamo di entità aliene stiamo in realtà parlando di 'qualcosa' che si sposta sul piano astrale è forse la più probabile. In ogni caso tali entità interferiscono nei modi più disparati con la vita degli esseri umani anche nella dimensione fisica. Un libro eccezionale che analizza scientificamente il rapporto fra le piante psicotrope, lo sciamanesimo e il contatto con intelligenze aliene più evolute - le quali avrebbero utilizzato il nostro DNA per trasmettere informazioni attraverso la storia - è SCIAMANI di Graham Hancock. Premetto subito che personalmente non posso fornire alcuna prova di questo. Lo so e basta, perché ho sufficienti motivi per esserne sicuro, e il mio scopo non è certo convincere qualcuno. Ci sono già diversi studiosi che nei loro libri si occupano di trattare la questione anche dal punto di vista delle prove archeologiche, del contattismo e del fenomeno abduction. Io preferisco che la verità di ciò che è contenuto in queste pagine venga avvertita intuitivamente dal lettore, anche perché non ci sono prove materiali che possano sostituire questo sentire interiore. Leggendo sentirete che è così, aldilà di ogni verificabilità, oppure non lo sentirete. Vorrei precisare che non stiamo parlando di qualche disco volante fotografato dal testimone di turno sopra la sua fattoria, ma di un intero pianeta visitato e colonizzato da razze aliene da decine di migliaia di anni. Non a caso in tante antiche culture si parla del "Dio serpente" e dei culti dedicati ad esso. Bisogna però distinguere fra la stirpe rettiliana dei Grandi Antichi, veri e propri maestri che hanno governato la prima umanità e l'hanno istruita, e quelle entità extraterrestri che si muovono sul piano astrale e possono talvolta apparire in forma di "grigi" o "rettiliani", i quali invece sono qui per scopi egoistici di conquista. D'altra parte, in tutte le religioni si fa anche riferimento a « demoni » che dimorano su un piano più sottile, i quali sono sempre stati rappresentati con fattezze simili ai rettiliformi, con tanto di coda e lingua biforcuta. Come anche Corrado Malanga fa notare nel suo testo ALIENI O DEMONI, in realtà quando l'essere umano nella storia ha parlato di "demoni" si è quasi sempre riferito, senza saperlo, a razze aliene, i cui membri sono capaci di assumere una forma esteriore umana e spostarsi con facilità dal piano fisico a quello astrale. Ovviamente questo non significa che gli alieni siano gli unici abitanti del mondo astrale. La situazione del nostro pianeta è ben rappresentata dal film "Essi vivono" (They live), 1988, di John Carpenter. Anche la serie televisiva "Visitors", trasmessa negli anni '80, fornisce un'idea chiara di cosa sta accadendo. Immagini tratte dal film Essi vivono (by Soraya) Gli 'uomini rettile' o 'dei serpente' sono creature sovente menzionate nella mitologia e nel folclore. Sono anche presenti nella fantascienza, nell'ufologia e nelle teorie del complotto di John Rhodes, David Icke, Riley Martin, Herbert Schirmer, Paul Shockley, Laurence Gardner, Zecharia Sitchin e Sebastiano DiGennaro. Il primo re mitico di Atene, Cecrope, era mezzo uomo e mezzo serpente. I nativi americani Hopi raccontano dell'esistenza di una razza di uomini rettile che vivrebbe sottoterra chiamata Sheti o "Fratelli Serpente". Nelle scritture e leggende indiane, i Naga (Devanagari) sono esseri a forma di serpente che si riteneva vivessero sottoterra, pur avendo contatti anche con gli uomini. In Cina, Corea e Giappone, i reami sottomarini sono mitologicamente popolati da Re Dragoni e i loro discendenti sono considerati umani discendenti da una razza di dragoni. Questa discendenza viene spesso rivendicata dagli Imperatori Asiatici, che si credeva fossero in grado di mutare volontariamente da una forma umana ad una forma di drago. Nel Mali c'è una popolazione, i Dogon, che possiede un mito di fondazione che comprende un uomo rettile.

I Dogon dicono di discendere dal dio Amma, proveniente dalla stella Po Tolo (Sirio B). Gli dei serpente, che compaiono in così tante culture, non sono però, per il solo fatto di essere serpentiformi, i cattivi di turno... come vengano spesso additati dai newageisti che pubblicano video su YouTube e la cui unica cultura storico-letteraria deriva dai libri di David Icke!! Le diverse razze presenti sulla Terra sono qui per differenti motivi: -- 1 -- Alcuni sono semplicemente qui per studiarci. Sono più evoluti di noi dal punto di vista intellettuale, ma non da quello spirituale. Ci studiano con indifferenza, così come noi studieremmo in maniera discreta una comunità di scimpanzè, magari catturandone uno ogni tanto per sottoporlo a un'analisi più dettagliata e poi riportarlo nella sua comunità. -- 2 -- Altri sono più evoluti di noi sia dal punto di vista intellettuale che animico. Provengono principalmente da Venere, da Sirio e dalle Pleiadi, rispetto al nostro stato di coscienza loro sono maestri spirituali con il Cuore aperto e si trovano qui per aiutarci a crescere e, in una certa misura, per difenderci dal dominio delle altre razze, di fronte alle quali siamo come bambini ignoranti e indifesi. Basti pensare che siamo l'unico pianeta del Cosmo dove gli abitanti non credono siano possibili contatti con altre civiltà. Quando Georges Gurdjieff diceva che questo è il posto peggiore dell'Universo... aveva ragione. Siamo nel posto dove esiste l'ignoranza maggiore riguardo ciò che accade nel Cosmo e l'attività delle diverse civiltà che lo abitano. So per certo che esiste un'Alleanza galattica di cui numerosi pianeti e centinaia di razze in costante contatto fra loro fanno già parte, e aspettano solo che la Terra - l'idiota del villaggio - si svegli per potersi unire a loro consapevolmente. Ma noi siamo ancora qui a chiederci se "siamo soli nell'Universo"!!! [Al proposito si veda anche il libro di Anne Givaudan "Alleanza", citato in bibliografia] Il personaggio più famoso, fra quelli che contattarono questi alieni spiritualmente più evoluti fu George Adamski, statunitense di origine polacca, il quale negli anni '50 e '60 scrisse numerosi libri a proposito, estremamente utili ancora oggi. Ma anche Helena Petrovna Blavatsky, Alice Bailey e i nostri contemporanei Anne e Daniel Meurois-Givaudan sono in contatto con maestri provenienti da Venere. Ovviamente, quando si parla della vita su Venere, si sta parlando di un piano più sottile rispetto a quello fisico [per una descrizione dettagliata della vita su Venere si veda ancora il libro "Alleanza"]. Anche questi extraterrestri talvolta praticano una certa forma di abduction, ma con modalità decisamente meno traumatiche rispetto agli altri. L'esperienza è positiva per l'addotto, il quale non si sente minacciato, è pervaso di pace interiore e il suo libero arbitrio non viene mai violato. -- 3 -- Altre razze sono invece qui per dominarci e usarci come fonte di cibo energetico/emotivo. I "grigi" e i cosiddetti "rettiliani" fanno parte di questa categoria di razze. I "grigi" a quanto pare sono al servizio delle razze più forti, fra cui i rettiliani, per le quali svolgono numerosi compiti. Occupano quindi una posizione di sudditanza. Sia i "grigi" che i rettiliani hanno delle capacità mentali molto maggiori di quelle dell'uomo medio e sono telepatici. Queste razze sono anche i principali responsabili del fenomeno abduction (i rapimenti). I personaggi più conosciuti che si occupano di queste razze sono David Icke e l'italiano Corrado Malanga [vedi bibliografia]. Ciò che dicono, sebbene molto interessante, non è però da prendere tutto come oro colato. I capi di stato e i reali d'Inghilterra che si trasformano in rettili, come sostiene Icke, potrebbero rappresentare solo il parto di un subconscio molto stressato!! Se uno scrittore esprime un'idea intelligente, ciò non significa automaticamente che TUTTO ciò che esce dalla sua bocca sia intelligente. Per esempio, uno degli errori di Malanga e Icke consiste nel considerare tutti gli alieni come fonte di pericolo. Come abbiamo visto, questo è profondamente sbagliato, ci sono anche razze che sono qui per assisterci nel nostro cammino evolutivo, e persino fra i rettiliani ci sono individui spiritualmente molto evoluti e consapevoli che coadiuvano l'ascensione terrestre da migliaia di anni. -- 4 -- In realtà i VERI rettiliani sarebbero delle coscienze molto evolute, delle divinità se confrontati a noi, detti anche Grandi Antichi, una stirpe regale che milioni di anni fa dominava e istruiva gli esseri umani. (appartengono quindi al sopra citato punto --2--). Una parte dell'umanità di oggi discende geneticamente da questa stirpe: sono i grandi leader, personalità molto carismatiche, magnetiche, veri condottieri (di solito esprimono quello che in Teosofia viene chiamato Primo Raggio, o raggio della Volontà/Potere). Dotati di grande volontà e intelligenza, hanno però difficoltà con l'espressione delle emozioni. Stando ad alcuni racconti provenienti dalle culture sciamaniche, a un certo punto della storia si sarebbero rifugiati nel

sottosuolo, dove ancora risiedono. A quanto pare non provengono da altri mondi, sono indigeni della Terra che hanno seguito la linea evolutiva rettiloide anziché quella degli ominidi. Anche in questo caso sarebbe utile leggere SCIAMANI di Graham Hancock. Invece i rettiliani di cui tratta David Icke - e di cui si parla tanto oggi nell'ambiente new age - appartengono al sopra citato punto --3--, le razze dominatrici. Detti anche Draconiani, in quanto provenienti dalla costellazione Draco (Dragone) dove si trova la stella Alpha Draconis, le loro sembianze rettiliformi non sono reali, si tratta di proiezioni olografiche di coscienze extraterrestri che abitano sul piano astrale, venute qui per scopi di dominio sull'umanità. Sono, per l'appunto, i demoni delle tradizioni religiose... i nostri demoni. Questi ultimi, nel manifestarsi sul piano materiale assumono forme rettiliane perché rappresentano in realtà la proiezione delle nostre stesse paure; sono infatti più INTERIORI che esteriori a noi. David Icke, seppur in buona fede, nel fare "di tutte le erbe un fascio" sta creando confusione anziché portare chiarezza, dando vita a un vero e proprio movimento di persone che odia la stirpe rettiliana nel suo complesso! E l'odio verso una razza... terrestre o meno... è sempre pericoloso! Su internet, fra i numerosi siti che si occupano - pur non possedendo alcuna conoscenza esoterica reale, ma solo rifacendosi ai libri di Icke - di questo argomento, si è già cominciato ad additare personaggi pubblici o addirittura persone comuni come 'rettiliani' oppure 'dominati dai rettiliani' creando una nuova e ridicola sorta di discriminazione!! Le informazioni più attendibili si trovano sul sito www.ascensione93.org e in particolare sui filmati Rettiliani: chi sono davvero La questione dei Rettiliani (ulteriore approfondimento). Non prendo nemmeno in considerazione i video che girano su YouTube dove si vedrebbero persone che si trasformano in rettili davanti alle telecamere!! Sia gli "alieni buoni" che gli "alieni cattivi" diverse migliaia di anni fa si sono accoppiati con maschi e, soprattutto, femmine umane, le "figlie degli uomini" di cui si legge anche nella Genesi 6,1-2: « Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro delle figlie, i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli quante ne vollero.» Ricordiamoci che Eva fu sedotta da un Serpente. Questo ha fatto sì che si creassero nuove combinazioni genetiche, che hanno dato vita a differenti LINEE DI SANGUE, più "demoniache" o più "divine". Nel passato questi esseri venivano scambiati dagli uomini per divinità, angeli e demoni. Queste linee di sangue si sono conservate, più o meno pure, fino ad oggi. Da qui trae origine la prescrizione di preservare la "purezza della razza" e il divieto di accoppiarsi con altre razze che si trova in alcune culture. A questo punto si può infatti facilmente comprendere come a una certa genetica corrisponda anche una determinata linea di sangue e, di conseguenza, una più o meno ampia levatura spirituale. Abbiamo così i FIGLI DEGLI DEI che si distinguono dai FIGLI DEGLI UOMINI. I motivi di tale antica prescrizione con il tempo sono stati dimenticati e tutto è in seguito degenerato in un volgare razzismo privo di senso. Gli esseri umani appartenenti alle linee di sangue aliene possiedono caratteristiche che i FIGLI DEGLI UOMINI - i veri terrestri, quelli che oggi costituiscono le grandi masse inconsapevoli - non possiedono. Hanno facoltà mentali molto sviluppate e possono contare su una grande forza di Volontà e un grande magnetismo che li rende carismatici (sono maghi, guaritori, artisti, leader e condottieri naturali). Per esempio, i discendenti della razza di maestri/alieni provenienti da Venere che ha formato la Fratellanza Bianca - o Loggia Bianca, o Gerarchia Spirituale - che risiede a Shamballa, possiedono in maniera più o meno accentuata una capacità superiore alla media di aprire il proprio Cuore e provare amore verso il prossimo e sono spesso dotati nelle arti. Mentre i discendenti della stirpe rettiliana hanno soprattutto grande forza di Volontà e doti di leadership. Questa è la realtà. E che voi ci crediate o meno, questa realtà non cambia. Se volete veramente approfondire la questione e ottenere più conoscenza, l'Esistenza vi mostrerà le vie per trovarla. Che voi siate medici, operai, avvocati, esoteristi, professori universitari o fruttivendoli... prima o poi arriverete a ottenere questa conoscenza, come è accaduto a tanti. Nei prossimi articoli parlerò delle "forze della dualità", cioè i diavoli, quelle entità che vivono nel mondo

astrale e si nutrono di dualità, ossia di "separazione" e quindi sofferenza. Demonologi e ufologi dovrebbero però lavorare in collaborazione, in quanto quando parliamo di diavoli o demoni stiamo in realtà parlando di entità colonizzatrici di origine non terrestre. Esse si nutrono della sofferenza degli esseri umani, cioè delle emozioni negative che i terrestri emettono quotidianamente vivendo all'interno di questa realtà illusoria. La loro potenza è talvolta così estesa da indurre gli esseri umani ad adorarli come divinità. Noi per loro siamo solo cibo emotivo: finché restiamo addormentati nella nostra personalità invece che identificarci con in nostro vero Sé, non possiamo liberarci dalla schiavitù e il nostro compito consiste nel fabbricare l'energia di bassa qualità che a loro serve per sopravvivere. Siamo le loro batterie. Esattamente come accade in "Matrix" dei fratelli Wachowsky, 1999. L'attuale sistema sociale è stato creato da razze aliene malevole in accordo con i governi della Terra, e ciò è stato fatto proprio con lo scopo di generare quanto più caos e sofferenza possibili. Le disparità economiche fra le diverse aree del mondo ne sono un esempio. Si creano a tavolino situazioni di forte tensione sociale (si veda il fenomeno dell'immigrazione in Italia, gli atti di terrorismo internazionale oppure l'imminente tracollo economico che sta per abbattersi sull'Occidente) proprio per creare più separazione, paura, odio... e quindi caos e sofferenza. Si alimenta un'idea della malattia intesa come "evento accidentale" o "disfunzione" invece che come occasione di guarigione emotiva, e questo, ovviamente, fa sì che le persone lottino contro le loro malattie, le rifiutino, si ammalino sempre di più e comprino sempre più medicinali. Questo sarebbe il risultato dell'avanzare della cosiddetta "tecnologia": più medicine per curarsi invece che meno persone ammalate! Se volete liberarvi dovete svolgere un lavoro quotidiano di « autoosservazione » e « presenza » per andare oltre tutte le emozioni negative e il pensare compulsivo. Lo stato di « presenza » che si trova oltre la mente è l'unico rifugio sicuro. Dovete smettere di fabbricare cibo per loro. Paradossalmente, tutti i demoni riconoscevano immediatamente Gesù quando lo incontravano, mentre la maggior parte degli esseri umani no. Questo può accadere perché Gesù, così come ogni altro "liberato", non costituisce più una fonte di cibo per loro. Queste entità riconoscono immediatamente con terrore un essere che non produce più cibo astrale, e che quindi dal loro punto di vista rappresenta la morte. Inoltre il sistema sociale fa di tutto per tenere in uno stato di "sonno" gli esseri umani attraverso la prescrizione degli psicofarmaci, le diffusione delle droghe a livello planetario, l'alcool, le trasmissioni televisive, le religioni, il cibo spazzatura, l'educazione scolastica, l'abuso della pornografia o il moralismo restrittivo in fatto di sesso. Questi ultimi due fattori, anche se sembrano muoversi in direzioni opposte, agiscono invece entrambi sull'intrappolamento dell'energia sessuale dell'essere umano, la quale può invece venire utilizzata per il suo risveglio e la sua liberazione, come spiego in un'altra area di questo sito. Ho trattato nell'articolo Non odiare per vincere i comportamenti e i metodi da adottare per sconfiggere, o meglio, trascendere queste entità e la trappola planetaria da esse creata.

Testi sull'argomento: ALIENI O DEMONI di Corrado Malanga, Chiaraluna Edizioni, 2007 SCIAMANI di Graham Hancock, TEA, 2005 IL PIANETA DEGLI DEI di Zecharia Sitchin, Piemme Edizioni, 1978 ALLEANZA Anne Givaudan, Edizioni Amrita, 2000 DOPO L'11 SETTEMBRE - DALLA SOTTOMISSIONE ALLA LIBERTA' vol 2 Anne Givaudan, Edizioni Amrita, 20?? FIGLI DI MATRIX David Icke, Macro Edizioni, 2001 I DISCHI VOLANTI SONO ATTERRATI George Adamski, Mediterranee, 1953 I DISCHI VOLANTI TORNERANNO George Adamski, Mediterranee, 1960

DIO, ANGELI, EXTRATERRESTRI... di Zecharia Sitchin, Gruppo Editoriale Futura, 1995

L'ORIGINE DELLA TRAPPOLA - parte I - Il diavolo Il diavolo lo condusse in alto, e mostrandogli in un istante tutti i regni della terra, gli disse: "Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni, perché è stata messa nelle mie mani ed io la do a chi voglio. Se ti prostri davanti a me, tutto sarà tuo." (Lc 4,5-7) In questo capitolo faremo la conoscenza delle “forze” che non vogliono permettere all’essere umano di risvegliarsi a una nuova consapevolezza, in quanto preferiscono che egli continui a dormire servendo i loro scopi come un automa. Abbandonerò dunque su queste righe le ultime vestigia della mia onorabilità agli occhi del mondo, nella previsione, e segreta speranza, che molti di coloro che per decenni mi hanno ritenuto un individuo pressoché normale – e si sono perciò sentiti in diritto di offrirmi la loro purgante compagnia – da domani preferiranno consegnare la propria figlia ai nomadi del deserto piuttosto che ammettere pubblicamente di avermi mai conosciuto. Ricordo che in questo libro si sta compiendo un’operazione di ricerca sulle cause profonde di quanto accade oggi sulla Terra e non ci si preoccupa di compilare l’ennesima – seppur utile all’interno di un ristretto ambito – illustrazione del procedere di fatti visibili nella materia, a cui storici e sociologi solitamente si dedicano. Voglio dire che le ragioni storiche, sociali ed economiche che sono intervenute a creare la presente situazione planetaria non meritano in questa circostanza la nostra attenzione, in quanto già molti studiosi si stanno occupando egregiamente di tali aspetti, mentre ancora pochi si impegnano nella ricerca delle cause più nascoste, e quindi più rilevanti, ai fini della comprensione di quanto sta accadendo sul pianeta. Indagheremo i perché, e non più solo i come, della nostra attuale situazione. Il rischio di un’esposizione cruda e sincera è che io non venga creduto se non da un piccolo numero di miei creditori, i quali sperano in tal modo, cioè fingendo di condividere ogni balzana teoria da me esposta, di rendersi più graditi ai miei occhi e magari indurmi finalmente a saldare il debito che ho con loro; mentre la totalità di coloro ai quali io non devo del denaro, e loro non ne devono a me, si guarderanno bene dal prendere in considerazione tali scelleratezze. D’altronde se la cause vere di questa particolare situazione mondiale non risultassero incredibili agli occhi dei più, esse non conserverebbero il potere di continuare ad agire sommessamente e sortire i loro effetti.

Angeli e diavoli Cominciamo con una breve premessa di carattere filosofico utile a comprendere il significato del cosiddetto Male presente sul nostro pianeta. Un giorno il Venerabile Reggitore di questo Sistema Solare volle creare uno spazio virtuale a scopo didattico, un vero e proprio pianeta-scuola all'interno del quale alle anime fosse consentito di evolvere sviluppando più consapevolezza. Un ambiente dove un'anima potesse gradualmente accorgersi di esistere e costruirsi gli strumenti per incrementare la sua conoscenza del mondo. Allora Egli mise in azione dei Ministri, cioè delle forze coscienti che predisponessero questo particolare pianeta. Tali forze costruttive portano in manifestazione la Sua idea, sono i messaggeri della Sua volontà: gli angeli (dal gr. angelos = messaggero). Apro un inciso per dire che un “principio” o una “forza” sono manifestazioni viventi, e non qualcosa di inanimato o astratto – qualunque cosa si voglia intendere con questa parola, che solitamente viene tirata in ballo quando non si sa in quali termini descrivere un fenomeno. Non si deve pensare che, ad esempio, la “forza di gravità” non sia un principio vivente. Se un pianeta gira intorno a una stella è perché qualche “intelligenza” opera affinché ciò possa accadere. Lo stesso dicasi per ogni altra legge o principio, e in particolare per il "principio della d u a l it à", il principio che consente la presa di coscienza delle anime. Vi sono quindi angeli appositamente incaricati di provvedere alla manifestazione del principio della dualità.

Il pianeta che gli angeli-messaggeri concepiscono per ordine del Creatore, allo scopo di permettere l'evoluzione della coscienza nelle anime, è un ambiente dove vige il principio della dualità, che si manifesta nelle coppie di opposti (io/gli altri, giusto/sbagliato, bene/male, bello/brutto, caldo/freddo, giorno/notte...). Il pianeta nel quale le creature sono soggette alla dualità è chiamato Terra. Questo ambiente duale è una matrice energetica costituita da tre piani (fisico, emotivo, mentale) dove gli esseri viventi possono cogliere una dualità illusoria e divenire progressivamente più consapevoli di esistere. Se infatti un uomo non si sente separato dal resto del mondo non può individualizzarsi e prendere coscienza di sé. Essendo tali angeli essi stessi dualità, traggono dalla propria sostanza la sostanza degli atomi che costituiscono i piani del pianeta. La matrice (dal lat. matrix = utero) non è altro che il campo energetico di una "realtà virtuale immersiva" all'interno della quale ogni anima può edificare la propria personale realtà duale; essa è il campo formato dai tre piani della personalità del pianeta (fisico, emotivo, mentale), i quali sono infatti costruiti con una sostanza che è in sé stessa duale, cioè composta di atomi duali. Per tale motivo è impossibile all'uomo cogliere l'Amore assoluto, che è sintesi - Unità - fino a quando rimane identificato con una personalità duale che appartiene al pianeta. L'ambiente duale è detto illusorio in quanto nessuna contrapposizione può mai esistere di per sé; stiamo infatti parlando di coscienze che nascono nell'Uno per volontà dell'Uno, e non c'è mai stata, né potrebbe esserci, alcuna reale scissione. Vivere all'interno della matrice formata dai tre piani procura però un'allucinazione consensuale che fa temporaneamente credere alle anime di essere separate le une dalle altre e ognuna dall'Universo; ma, ribadisco, questo non è realmente possibile, perché l'esistenza è sempre solo Una. Gli angeli relativamente alla nostra manifestazione svolgono dunque la funzione di diavoli, creano cioè la falsa divisione (dal gr. diabolos = colui che divide, colui che getta [ballein] differenza [dia]). L'angelo svolge il mestiere di diavolo (=creatore di separatività), ma rimane sempre un angelo, un messaggero che manifesta delle forze cosmiche restando costantemente al servizio del Venerabile Superiore. Fino a qui quello del diavolo è quindi un compito previsto e indispensabile. Lucifero è, si dice, il migliore fra essi, il Suo preferito, egli è il lucis -ferum = il portatore di luce, cioè colui che permette la luce della consapevolezza grazie alla dualità; eppure proprio lui guida la ribellione. La ribellione deve accadere in quanto il Venerabile Reggitore per poter divenire consapevole di sé deve fare in modo che una parte di sé, una parte che Gli è massimamente cara - Lucifero, appunto - si illuda di potere separarsi, allo scopo di creare il necessario attrito nella manifestazione. Il Male non può essere altro che una parte del Bene che si illude di separarsi da esso, di poterlo combattere esprimendo così il suo libero arbitrio e provocando una salutare "frizione". Dobbiamo rendere omaggio al Male se oggi possiamo essere consapevoli. Il termine diavolo deve essere una volta per tutte spogliato di ogni fuorviante significato ecclesiasticomorale. La nera figura con la coda e con le corna (simbolo di dualità e quindi falsità) simboleggia unicamente un'entità capace di manifestare la dualità dell'esistenza, un processo scientifico indispensabile al fenomeno della coscienza. Il diavolo non è cattivo, nel senso in cui lo intendiamo noi, è semplicemente duale. Fa il suo dovere. La Terra è un'anima, un essere consapevole - a un livello evolutivo superiore a quello umano, e per noi inimmaginabile - che evolve, ed è costituito da tre piani. I frammenti dell'Uno - le anime - precipitando in questo ambiente duale vestono tre gusci - il corpo fisico, il corpo emotivo e il corpo mentale - utilizzando il materiale duale che trovano nei tre piani del pianeta. Tali involucri duali consentono alle anime di cogliere una realtà separata da sé e di divenire così sempre più consapevoli di esistere e sempre più capaci di conoscere la Bellezza insita nell'Universo. La percezione di un "esterno a sé", di un "altro da sé" consente di prendere di riflesso sempre più coscienza di sé. E' un conoscersi in negativo.

La ribellione Il gioco funziona alla perfezione - è divinamente geniale - senonchè a un certo punto i diavoli, o angeli, si rendono conto che, essendo stati loro a edificare la matrice energetica duale che permette la manifestazione (la Terra), essi ne hanno anche il completo controllo. Sono i signori incontrastati della dualità, per cui possono manipolare i tre corpi duali (fisico, emotivo, mentale) di un qualunque organismo terrestre. Possono esercitare la loro influenza sui tre piani della Terra e di conseguenza possono farlo sui tre corpi duali

dell'uomo. Accade quindi che alcuni di tali angeli guidati da Lucifero « cadono »: essi restano abbagliati dal potere che è stato loro concesso, affascinati dalla possibilità di assoggettare totalmente un ambiente e ricavare da questo l'energia necessaria alla sopravvivenza, rendendosi così indipendenti dal loro Creatore. "...perché è stata messa nelle mie mani ed io la do a chi voglio." Il Venerabile Altissimo è colui che concede la Vita, ma è anche colui che può toglierla. Tutti gli esseri viventi vanno soggetti a tale legge. Nessun uomo, così come nessun angelo, può sapere quanta vita gli verrà ancora concessa. Gli esseri viventi non hanno il controllo sulla loro vita; ne possono godere e possono evolvere all'interno di essa, ma solo il Venerabile ne dispone a suo piacimento. Gli angeli « cadono » nel momento in cui intravedono la possibilità di rendersi indipendenti dalla volontà del Creatore tagliando ogni collegamento con Lui - che è la fonte primordiale di Vita - per iniziare a ricavare l'energia necessaria alla loro sopravvivenza dall'ambiente terrestre. Detto con un'espressione comune: vogliono "mettersi in proprio". Essi vogliono poter decidere autonomamente quanto e come vivere. Il loro progetto è molto più ambizioso di quanto non sembri, perché per riuscire nel loro intento devono sovvertire il Piano evolutivo creando un'interferenza nella corrente della Vita; una regione dell'universo - la Terra - dove la corrente evolutiva non possa transitare; un luogo di stasi dove le creature non tendono più spontaneamente verso l'Unità; un ambiente vibratoriamente in opposizione alla Sua Volontà nel quale la dualità può regnare sovrana e l'evoluzione collassa. In questo anti-Universo loro possono nutrirsi dell'energia riciclata dagli essere umani tenuti in uno stato di schiavitù inconsapevole, senza doverla ricevere direttamente dal Venerabile Reggitore. Vivono così nell'illusione di essere divenuti indipendenti da Lui e capaci di poter decidere autonomamente della propria vita. L'uomo spesso dimentica che se esiste è perchè serve a qualcuno, esattamente come ogni altro essere nell'Universo. E' un anello che occupa una ben precisa posizione all'interno di una catena evolutiva: mangia creature che stanno più in basso ed è mangiato da creature che stanno più in alto. Il fatto che lui creda di essere la creatura posizionata più in alto, e che quindi nessuno possa usarlo come cibo, è una convinzione solo sua, e non, evidentemente, delle creature che stanno più in alto di lui, le quali in realtà lo usano come lui usa i maiali da allevamento. Il Venerabile Reggitore di questo Sistema Solare ha voluto l'uomo perchè producesse cibo, cioè energia, che è utile per la Sua evoluzione, cioè per portare a compimento il Suo piano evolutivo. Tale cibo è costituito dalle « emozioni superiori », le quali vengono provate dall'essere umano in base all'apertura del suo Cuore. Ma l'uomo nella sua condizione di addormentamento non produce la qualità di energia utile agli imperscrutabili scopi del Venerabile, ne produce invece una di qualità decisamente più bassa - con una frequenza vibratoria più lenta - che viene utilizzata come cibo dalle entità diaboliche. L'uomo che vive inconsapevolmente viene usato come un maiale da allevamento dalle schiere di Lucifero e morendo inconsapevolmente la sua coscienza svanisce per sempre. L'uomo che durante la vita lavora per risvegliarsi produce invece un'energia che serve scopi più grandi di lui e per lui inconcepibili. Inoltre, e non è certo cosa da poco, lavorando su di sé ha la possibilità di divenire più consapevole, accedere a una nuova dimensione di coscienza e creare un corpo per la sua anima all'interno del quale egli sopravviverà coscientemente alla sua morte fisica. Egli è cibo alla pari di ogni altra creatura, ma è l'unica creatura che può scegliere per CHI essere cibo e ricavarne enormi vantaggi personali. Testi sull'argomento: LA PORTA DEL MAGO Salvatore Brizzi, Antipodi Edizioni, Torino (2007) IL CORPO ASTRALE - E RELATIVI FENOMENI Arthur E. Powell, Alaya Edizioni, Diegaro di Cesena (FC) (1927) IL PIANO ASTRALE C.W. Leadbeater, Edizioni Teosofiche Italiane (1896)

L'origine della trappola - Parte II - Il salto vibrazionale

Per ottenere questa fantomatica indipendenza dal loro Creatore gli "angeli caduti" hanno intenzione di sfruttare a loro vantaggio il particolare momento evolutivo che sta interessando il pianeta Terra. È solo un piccolo pianeta fra milioni di altri, ma si trova al termine di un ciclo evolutivo e sta per effettuare un balzo quantico. La Terra è un sistema energetico che sta per entrare in una vibrazione superiore corrispondente a un nuovo livello di consapevolezza, e ciò consente a tutto il Sistema Solare - l'organismo più grande di cui noi siamo un importante centro energetico - di raggiungere un nuovo equilibrio e compiere un passo nell'evoluzione della sua coscienza. Questo è il passaggio dall'« Eone di Osiride », o Era dei Pesci, all'« Eone di Horus », o Era dell'Acquario. Come tutto nell'Universo, anche il nostro pianeta è costituito di vibrazioni energetiche. Anche l'essere umano è un sistema energetico con una sua particolare frequenza vibratoria, la quale ciclicamente compie dei "balzi". I "balzi" più grandi sono quelli che consentono alla coscienza di ampliarsi in maniera più evidente, e nell'esoterismo sono conosciute come « iniziazioni ». Esiste una frequenza misurata dalla scienza che si chiama "frequenza Schumann" o "Risonanza di cavità Schumann" dal nome del fisico tedesco che la misurò per primo nel 1898: a quell'epoca il suo valore era di 7,8 Hertz o cicli secondo. Sino alla fine degli anni '70 la frequenza Schumann rimase invariata, poi nel 1995 il geologo americano Gregg Braden ha pubblicamente affermato che stava crescemdo molto rapidamente: intorno al 1985/86 tale frequenza era passata da 7,8 a 8,6. Secondo quanto riportato anche da Daniela Bortoluzzi nel suo testo "Anima Cosmica", nel 2006 eravamo a 11,3 cicli al secondo, e continua a salire. Pare che a 13 cicli al secondo avvengano delle modificazioni a livello molecolare e la materia cambi di stato. Nella precedente versione di questo sito avevo fatto affidamento sugli studi del geologo Gregg Breden riguardo alla “frequenza Schumann”. Infatti riportavo i dati forniti da Braden e dalla Bortoluzzi (che probabilmente però fa a sua volta riferimento a Braden) che ho appena citato, i quali arrivano a ipotizzare un cambio di stato della materia terrestre in corrispondenza del raggiungimento dei 13 cicli al secondo. Conducendo una mia personale ricerca ho poi scoperto - grazie all'aiuto del ricercatore indipendente Andrea Doria, del sito www.automiribelli.org (dove è possibile leggere il suo articolo) - che non esiste nemmeno uno studio scientifico che attesti l’incremento di questo particolare parametro!! LA FREQUENZA SCHUMANN, ORMAI FAMOSA IN TUTTI GLI AMBIENTI ESOTERICI E NEW AGE, SEMPLICEMENTE NON STA AUMENTANDO !! Non so in quale errore sia incappato Braden e quale fosse il suo scopo nel fornire quei dati, ma una cosa è certa, la vibrazione della Terra STA COMUNQUE AUMENTANDO. Ma probabilmente non ha nulla a che vedere con il signor Schumann e la sua frequenza. Io non ho idea se questo parametro sia mai stato misurato o sia misurabile, ma l’incremento della frequenza vibratoria di un pianeta è qualcosa che può essere avvertito quando si raggiunge un certo grado di apertura del Cuore, al di là del fatto che la scienza sia già in grado di determinarlo con i suoi strumenti o meno. A un certo punto avverranno delle modificazioni a livello molecolare e la materia cambierà di stato. Esattamente ciò che accade all’acqua che viene messa sul fuoco: dapprima si riscalda progressivamente, e poi, allorché raggiunge la giusta temperatura, passa improvvisamente di stato e diviene vapore. L'aumento della frequenza vibratoria del pianeta - anche se non corrisponde alla Risonanza di cavità Schumann - è accompagnato da un altro fenomeno: la diminuzione del campo magnetico terrestre. Il nostro pianeta è un enorme magnete avente una moltitudine di livelli che ruotano per formare un campo magnetico. L'intensità della densità del campo magnetico è proporzionale alla velocità di rotazione del pianeta. Tanto tempo fa, all'incirca duemila anni fa, l'intensità del campo magnetico terrestre raggiunse il suo apice, ma da allora essa è sempre diminuita, man mano che la Terra rallentava la sua velocità di rotazione. Attualmente il campo magnetico terrestre ha raggiunto una flessione pari al 50 per cento se comparato a quello di 1.500 anni fa. Secondo il geologo Gregg Braden il culmine della trasformazione potrà essere raggiunto quando la risonanza magnetica toccherà i 13 cicli al secondo e il campo magnetico terrestre potrebbe addirittura assestarsi attorno allo zero. Egli sostiene che per alcuni giorni la Terra smetterà di ruotare e poi inizierà a farlo in senso opposto. Se il pianeta smetterà temporaneamente di ruotare avrà una metà illuminata e l'altra metà al buio, e questo fenomeno non sarebbe la prima volta che accade, è stato già descritto migliaia di anni fa dagli antichi. Gli indiani Hopi dell'Arizona lo hanno registrato: "il giorno in cui il sole sorse due volte da due diverse direzioni nello stesso giorno, il giorno più lungo". È successo e sono sopravvissuti a questa

esperienza. Quando la Terra inizierà a ruotare in senso opposto muterà direzione anche il suo flusso elettrico, e quindi si invertiranno i poli. Questo processo lo si può osservare in una barra di ferro quando il flusso di elettricità che la attraversa viene invertito: si ha l'inversione dei poli. Si avrà l'impressione che il tempo scorra più velocemente man mano che ci si avvicina al culmine del processo: un giorno di 24 ore apparirà come un giorno della durata di circa 16 ore o meno. Questo "Passaggio delle Ere" è stato predetto da antiche popolazioni. Nel passato ci sono stati molti passaggi fondamentali come quello che stiamo per vivere, incluso quello che avviene ogni 13.000 anni, cioè a metà del movimento di Precessione dell'Equinozio (26000 anni circa). E' possibile scaricare il contenuto integrale della conferenza di Gregg Braden: "Risvegliarsi al Punto Zero" La dualità - il diabolos, il cosìddetto male - accompagna senza sosta la creazione perché ne è una componente fondamentale: attraverso il male si realizza « in negativo » la consapevolezza del bene. Esso però, desiderando una propria autonomia, uno svincolo dal limitante ruolo di "strumento del bene", ha deciso di intervenire in modo massiccio sulla Terra, la cui frequenza vibratoria è prossima a effettuare un balzo quantico - e quindi attraversa una fase di instabilità - allo scopo di frenare la corsa evolutiva di quanti più individui gli è possibile. Questo tentativo di frenare crea attrito, ma l'attrito a sua volta incrementa la consapevolezza, perché la consapevolezza nasce proprio dalla frizione che si crea nell'ostacolare il flusso, altrimenti inconsapevole, della Vita. Quindi, nel tentativo di frenarci, gli esseri diabolici da una parte raggiungono il loro scopo facendo cadere in una situazione di "ristagno" chi non è ancora pronto per un cambio di coscienza, dall'altro però accelerano il passaggio a un livello superiore di quelle anime che sono già pronte per compierlo. Più la situazione è difficile, più essa diventa per alcuni un'occasione evolutiva e per altri un'occasione di « perdizione ». Fare in modo che gran parte dell'umanità non passi su un nuovo livello di consapevolezza rappresenta per loro un progetto di importanza vitale, in quanto la loro stessa esistenza dipende dal riuscire a tenere in vita un ambiente dove le creature non cercano più l'Unità, ma rimangono in un sonno ipnotico in cui si sentono soddisfatte della separazione, della dualità, emettendo emozioni basse (rabbia, odio, paura, senso di inadeguatezza, gelosia...) che fungono da cibo energetico per queste entità. A livello assoluto le possibilità di successo di tale piano sono nulle, in quanto il male stesso è sempre solo una componente interna del bene, e a lui non può opporsi se non in maniera relativa e per un tempo relativo. Il male può solo illudersi di opporsi per un tempo limitato, ma non ha alcuna speranza di riuscita a livello universale. Relativamente alla nostra coscienza però le conseguenze possono essere gravi, in quanto il desiderio stesso di raggiungere un obiettivo operando in senso inverso alla creazione comporta di per sé la possibilità di determinare uno stato di notevole disordine. Dal punto di vista della coscienza cosmica si tratta di un istante di smarrimento, una breve decelerazione nell'infinita corsa del fiume della Vita, un circoscritto tentativo senza alcuna speranza... e il problema in sé non sussiste. Ma dal punto di vista della coscienza umana e della sua sfera temporale siamo di fronte alla possibilità che miliardi di anime - quelle più giovani e quindi meno pronte al balzo quantico - rimangano intrappolate nell'illusione duale e debbano subire milioni di anni di « perdizione », cioè di ritardo evolutivo. Quei servi che il padrone al suo ritorno non troverà svegli potrebbero andare incontro a qualche guaio. Vigilate dunque, poiché non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino, perché non giunga all'improvviso, trovandovi addormentati. Detto in altre parole, gli uomini che al momento del balzo quantico terrestre non avranno ancora compiuto un ben preciso mutamento nella propria frequenza vibratoria - che non si saranno sufficientemente risvegliati alla propria anima - non riusciranno a seguire il pianeta quando questo assumerà la sua nuova frequenza vibratoria. Essi non saranno in sintonia con lo stato di coscienza della Nuova Terra e rimarranno allora ancorati all'attuale sfera materiale in balia delle forze della dualità, perché si troveranno in sintonia proprio con queste ultime. Le frequenze di chi sarà ancora polarizzato nella coscienza della personalità, cioè nel suo ego separativo, non entreranno in simpatia con le frequenze più elevate del pianeta. Avverrà un naturale processo fisico di selezione, e non certo una scelta divina fondata su principi morali di giusto/sbagliato bene/male. Milioni di anime abbandoneranno il corpo già nei prossimi anni (per epidemie, omicidi, guerre) in quanto incapaci di reggere una vibrazione sempre più alta, e molte altre lo faranno in prossimità del balzo vero e

proprio. Tali anime non potranno più incarnarsi sulla Nuova Terra, perchè non sarebbero in grado di costruire corpi adatti a manifestarsi a quel livello vibratorio, dovranno quindi proseguire la loro evoluzione su un altro globo planetario, accolti fra le calde braccia degli esseri duali. Stiamo parlando di una lunga fase di schiavitù dell'anima a vantaggio di forze involutive per noi inimmaginabili, che mirano allo sfruttamento totale della nostra energia animica per i loro personali scopi di sopravvivenza e ribellione. Sono entità che cercano un confronto con Lui, che hanno acceso una battaglia nella quale noi siamo pedine, sistemi energetici da convertire a loro vantaggio. Vorrebbero fare del nostro pianeta una zona di « ristagno energetico » abitata da zombie dove la corrente evolutiva non ha più accesso, dove cioè gli individui vengono tenuti a una frequenza vibratoria minima di sopravvivenza che non consente loro di evolversi, ma solo di reagire meccanicamente a stimoli esterni controllati. Noi non rivestiamo per loro il benchè minimo valore in quanto esseri viventi in evoluzione, per loro noi siamo energia da intrappolare e utilizzare. Si veda a proposito il film "Matrix" dei fratelli Wachowski. Non potranno impedire l'inevitabile mutamento di frequenza vibratoria del pianeta dovuto all'entrata nell'Eone di Horus, ma possono operare per "catturare" e tenere assoggettate quante più anime possono e far sì che quando una parte dell'umanità si sposterà su un'altra frequenza, la maggior parte resti invece sulla frequenza attuale, sotto il loro dominio, magari su altri mondi, ad assicurare loro il nutrimento. In quella notte due si troveranno in un solo letto, l'uno verrà preso e l'altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo, l'una verrà presa e l'altra lasciata.

Cibo per diavoli Video sui parassiti dimensionali secondo gli insegnamenti di Castaneda (by Soraya).

Per ottenere l'assoggettamento delle anime gli angeli caduti diffondono sulla Terra delle forme pensiero separative che trattengono l'uomo all'interno della dualità. Continuando a pensare in maniera duale e saparativa (io/gli altri giusto/sbagliato bello/brutto) l'uomo produce inconsapevolmente l'energia necessaria ai suoi controllori per rafforzare il loro potere. La paura, l'odio, la rabbia, la gelosia, la depressione e tutte le emozioni negative in genere, trasformano l'energia animica, l'energia dell'Uno che scorre dentro di noi, in "materiale commestibile" per le forze oscure. Noi usiamo quotidianamente l'energia della Vita che è in noi per produrre una qualità di energia vibratoriamente più bassa che consente loro di nutrirsi. Chi pensa che "Matrix" sia solo un film di fantascienza e non un resoconto di come si svolge la vita su questo pianeta, non ha ancora aperto gli occhi sulla realtà che lo circonda. Lo stesso processo di trasformazione vibratoria viene messo in atto quando siamo prigionieri della competitività, del senso del possesso, del desiderio di vendetta, dell'invidia, del senso di colpa, del senso di impotenza, di ogni contrapposizione orizzontale giusto/sbagliato, e quindi ogni volta che ci schieriamo in favore di qualcuno o di qualche idea giudicando sbagliata la fazione opposta. Ognuno di questi atteggiamenti mentali ed emotivi presuppone, e quindi alimenta, il senso di separazione, si muove cioè nella direzione inversa a quella dell'evoluzione - che invece mira alla sintesi e all'Unità. Ognuno di questi atteggiamenti è nel vero senso del termine « diabolico », cioè falso e duale, e ci costringe a restare prigionieri di tali forze. Il razionale, equilibrato e scientifico uomo del XXI secolo incontra qualche seria difficoltà nel credere che su questo globo idilliaco possano esistere dei diavoli, cioè degli esseri che si occupano di alimentare la dualità e far sentire l'uomo separato dalla Vita Una. Per scacciare questa scomoda presenza si è inventato che il diavolo è una proiezione del subconscio, un archetipo dell'umanità, qualcosa, insomma, che non ha esistenza reale e reale potere di nuocere. Non si accorge, questo razionale uomo del XXI secolo, che così facendo cancella con un solo gesto la millenaria tradizione, presente in tutte le culture e in tutte le religioni, che ha sempre trattato di demoni e diavoli come entità reali e pericolose, e ha riportato innumerevoli episodi di uomini da essi ingannati o posseduti. Egli, rifiutando questo argomento, implicitamente afferma che gli uomini che lo hanno preceduto erano degli stupidi, visionari, superstiziosi e suggestionabili, e che gli episodi del Vangelo, per citare una scrittura più vicina alla nostra cultura, sono solo rappresentazioni "simboliche". E' oramai pratica d'uso comune considerare "simbolici" quei riferimenti culturali che mettono in dubbio gli

schemi di interpretazione dell'esistenza che si fermano all'apparenza delle cose. Tutto ciò che va oltre la mera materialità diventa "simbolico" e può così essere accantonato senza troppi danni alle marmoree coscienze degli studiosi moderni. Di fronte all'inconsueto, all'extra-ordinario essi, anziché compiere l'immane sforzo creativo di ipotizzare l'azione di un differente piano di realtà sul nostro, riducono automaticamente ogni episodio a una rappresentazione simbolica dell'unico piano che hanno conosciuto fino a oggi. Il diavolo diventa allora "la parte maligna e tentatrice della psiche umana", perdendo così la sua dignità di essere cosciente! Povero diavolo!! In verità nel Vangelo, come in ogni altra scrittura sacra, tutto possiede sia una valenza simbolica che un corrispettivo reale, e non si vede perché l'uno debba escludere l'altro. Anche nell'opera sacra "I racconti di Belzebù a suo nipote" di George Ivanovitch Gurdjieff, ogni episodio è reale, sebbene contenga anche la possibilità di interpretazioni simboliche, e in questo caso persino molti dei suoi stessi allievi si sono lasciati ingannare. Possiamo quindi confermare ciò che era già stato detto da personaggi ben più illustri di noi: la più grande astuzia del diavolo è quella di far credere che non esiste. Affogare nel ridicolo e tacciare di esaltazione visionaria chi "negli anni duemila ancora crede al diavolo" è uno dei metodi messi in atto per tenere sotto controllo le masse. E l'aspetto più interessante di questa situazione sta proprio nel fatto che oggi chi parla del diavolo è in effetti nella quasi totalità dei casi un fanatico religioso, un mistico visionario o più semplicemente una persona disturbata. Paradossalmente molti di questi strani personaggi (mistici, esoteristi o religiosi) sono in verità strumenti inconsapevoli - psichicamente manovrati - di quelle stesse forze contro cui si scagliano, e la loro involontaria funzione è proprio quella di gettare discredito sull'argomento con la loro ridicola o inquietante presenza, affinchè tale argomento venga ritenuto tabù dagli studiosi seri e intellettualmente più dotati, cioè proprio da coloro che potrebbero costruire una più efficace opera di divulgazione e di lotta contro quelle entità. Le "schiere di diavoli" di memoria biblica dunque esistono, sono terribilmente reali e presenti, sono in mezzo a noi tutti i giorni e talvolta posseggono molti di noi, potrebbero cioè occupare e influenzare temporaneamente quegli apparati psicofisici sui quali l'anima non è ancora riuscita a ottenere un buon controllo, manovrando quegli individui che non si sono ancora risvegliati all'anima e che quindi provano quelle emozioni e quei comportamenti separativi che attraggono queste forze. L'abitudine a emozioni negative pesanti come l'odio o la depressione con tendenze suicide creano dei veri e propri « buchi vibratori » nei corpi della personalità, cioè emissioni di frequenze estremamente basse che calamitano entità diaboliche. Ecco allora l'improvviso furore omicida, la strage compiuta dall'"inquilino della porta accanto", gli attentati terroristici. Sono esemplari i signori o le signore apparentemente tranquilli che in un improvviso raptus di violenza sterminano l'intera famiglia o i colleghi d'ufficio, così come i giovani che pianificano ed eseguono con freddezza l'omicidio dei genitori o dei compagni di classe, o il giovane che uccide la sua compagna "per amore", oppure gli attentatori che seminano bombe convinti di fare cosa gradita al loro Dio e non si accorgono di essere già stati accolti fra le calde braccia del diavolo. "Non è possibile che io abbia fatto una cosa del genere. Non ero io" dice il ragazzo che ha sparato ai suoi genitori. Niente di più vero... non era lui! Una casa senza padrone viene occupata dal primo profittatore che le passa accanto e che si accorge di un buco nel muro. L'uomo che non si risveglia è una "casa libera"! Video sui parassiti dimensionali secondo gli insegnamenti di Castaneda (by Soraya). Testi sull'argomento: LA PORTA DEL MAGO Salvatore Brizzi, Antipodi Edizioni, Torino (2007) LA SCONFITTA DI CRONOS Salvatore Brizzi, Antipodi Edizioni, Torino (2010) LE PROFEZIE DEI MAYA Adrian G. Gilbert, Maurice M. Cotterell; Editrice Corbaccio, Milano (1995)

L'ORIGINE DELLA TRAPPOLA - parte III Vendere l'anima al diavolo Come vengono diffuse le forme pensiero separative dal piano sottile dove si trovano le entità duali al nostro piano fisico? Alcuni uomini in cambio di denaro e potere "vendono l'anima al diavolo". Decidere coscientemente di vendere l'anima al diavolo non è come diventare temporaneamente ospiti di una forza diabolica che si impossessa di noi e ci fa compiere atti criminosi - cosa che accade molto più spesso di quanto crediamo - ma significa essere tanto schiavi dei desideri materiali da voler in loro nome destinare la propria esistenza a lavorare coscientemente per le forze oscure della dualità. Ciò può esser fatto a diversi livelli: si va da coloro che si votano al male per soddisfare piccoli desideri personali, fino a coloro che fanno parte di una oligarchia planetaria, una cerchia di persone in contatto fra loro che accentra su di sé un enorme potere. Coloro che sono conosciuti come "gli Illuminati". "Vendere l'anima al diavolo" significa essere così abbacinati dal desiderio di gratificazione materiale da giungere a rompere in modo definitivo il legame tra personalità e anima. Non si tratta più di essere polarizzati nella personalità e schiavi dei desideri materiali - il che, per ragioni evolutive, ci riguarda ancora tutti - ma di qualcosa di molto più grave: essere tanto convinti che tutto ciò che si chiama esistenza sia confinato all'attuale incarnazione materiale e che nell'uomo non esista alcuna interiorità permanente, da decidere di consacrare, o meglio, « dissacrare » sé stessi alle forze della dualità in cambio di piaceri materiali, potere, fama e una vita più lunga. Allora, se il desiderio è tanto forte da impedire ormai un qualsiasi contatto con la voce dell'anima, è possibile recidere in maniera irreversibile ogni collegamento con essa. Si realizza ciò per mezzo di riti occulti durante i quali vengono adottate particolari tecniche. Ma più che le tecniche, ciò che consente la riuscita della separazione della personalità dall'anima è la ferma e irrefrenabile v o l o n t à dell'individuo di votarsi definitivamente al Male. A distacco avvenuto la personalità rimane comunque in vita in quanto in essa viene trattenuto il minimo indispensabile per continuare a interagire con l'illusione materiale: la Vita continua a passare attraverso di lei, e continuano ad agire il principio coesivo, che mantiene la forma dei corpi, e il principio cosciente, limitato però alla coscienza separativa dell'ego. L'anima - in quanto essere divino ospite di un corpo - invece si ritira sul suo piano e se vorrà tornare in incarnazione nella dualità, dovrà costruirsi dei nuovi corpi, perché questi si sono rivoltati contro di essa e hanno interrotto le comunicazioni. Ciò che è rimasto di quello che era un uomo, e cioè i suoi gusci esterni, continua a vagare sulla Terra in uno stato molto simile - anche se non proprio uguale - a quello degli zombie. E', e resterà, incapace di provare alcuna emozione elevata: amore (se non nel senso di "desiderare possedere un oggetto"), amicizia, compassione, affetto, gioia, empatia non potranno più essere da lui sentite né riconosciute all'esterno. Potrà provare solo un genere di piacere relativo ai suoi corpi e alla soddisfazione dei loro desideri, oppure capire con una mente fredda che due persone si stanno amando ma non avere nessuna percezione interiore di cosa ciò significhi. La conseguenza più spaventosa del suo gesto è però un'altra. Mentre un qualunque uomo, per quanto possa dichiararsi ateo e non credere nell'anima, e dedicarsi interamente all'ottenimento di piaceri materiali e al crimine, possiede pur sempre dentro di sé - che lo sappia o meno - il fuoco dell'anima, e quindi una certezza inconscia, profonda, di essere un'entità immortale, per quanto concerne invece l'individuo senza più anima egli percepisce dentro di sé a livello inconscio, con un'orribile certezza inimmaginabile per l'uomo comune, che un giorno per certo morirà. Egli inconsciamente sa che, dopo la sparizione della sua personalità, non esisterà più in quanto individuo. Non può esistere esperienza più agghiacciante, qualcosa che va immensamente al di là di ogni umana disperata solitudine. Mentre l'uomo comune si può illudere mentalmente ed emotivamente di essere solo, ma in realtà non lo è mai, l'uomo "venduto" è realmente solo, abbandonato a sé stesso poiché separato da tutto il resto, ridotto a un'appendice che aspetta di sparire definitivamente. Un individuo in questa situazione è ormai disposto a qualunque compromesso con le forze oscure pur di ritardare il più possibile l'abbandono del corpo fisico, e, dopo averlo inevitabilmente abbandonato, farà ugualmente qualsiasi cosa pur di non lasciare almeno il piano astrale del pianeta. Dopo morto egli, sapendo di essere altrimenti destinato a sparire, si tratterrà con tutte le sue forze nel sottopiano più basso del piano

astrale, cioè in quello più vicino al piano fisico, entrando così a far parte della folta schiera degli spiriti malvagi, quelle entità disincarnate che aleggiano nella nostra atmosfera alimentando i vizi, i crimini, le depravazioni e le emozioni più basse degli uomini per potersene nutrire e ricavare in tal modo l'energia necessaria a rimanere in quel sottopiano così vicino alla tanto agognata materia. Molti, ad esempio, preferiscono sopravvivere in forma di « vampiri » piuttosto che sparire per sempre [vedi articoli sul vampirismo presenti su questo sito]. Qualcuno ci ha insegnato che non dobbiamo temere chi può uccidere il corpo, ma coloro che possono far perire l'anima. Noi non possiamo morire, pertanto chi uccide i nostri corpi a livello profondo non ci danneggia in alcun modo, perché l'anima se ne costruisce degli altri e ricomincia. La nostra evoluzione non viene minimamente compromessa dall'estinzione dei nostri involucri. Ma se qualcuno ci tiene in vita e al contempo ci distacca dalla nostra anima (questo è il significato dell'espressione "far perire l'anima"), allora non solo si estinguono le nostre possibilità evolutive per quella incarnazione, ma fungiamo da canale di propagazione del male, causando così la diminuzione delle possibilità evolutive di milioni di uomini, sia sul piano fisico che su quello astrale. Persone con queste caratteristiche trovano temporaneo, illusorio sollievo alla propria disperata condizione nella prevaricazione, nel sadismo, nello sfruttamento e nella sistematica distruzione degli abitanti della Terra - siano essi vegetali, animali o umani - con il fine di ottenere sempre più controllo su di essi, sempre più potere e sempre più piacere fisico, emotivo e mentale. Hitler e coloro che gli erano vicini rappresentano forse l'esempio più eclatante di uomini che sono voluti divenire volontariamente canali di espressione per le forze del male. Chi ha occhi per vedere può accorgersi ancora oggi, visionando le registrazioni, che durante i suoi discorsi in pubblico Hitler canalizzava l'energia di una potente entità diabolica che lo possedeva interamente e in tal modo, attraverso lui, poteva influenzare milioni di persone e tenerle addormentate. Gli uomini che si vendono a tali forze vengono da esse "energizzati", in altri termini per il fatto stesso di fungere da canali per l'espressione di esseri appartenenti a un piano di esistenza superiore possiedono automaticamente un carisma, una capacità di influenzare gli altri e un'energia fuori dal comune, e li possiedono nella misura in cui le loro personalità sono dotate di caratteristiche tali da poter essere sfruttate al meglio come canali del male. Gli uomini più 'dotati' in questo senso assumono allora in breve tempo un grande potere e hanno a disposizione enormi somme di denaro. Essi occupano spesso posizioni strategiche e di grande influenza per il destino del pianeta, anche se quasi mai sono figure conosciute al pubblico. Oggi chi ha veramente il potere non è minimamante interessato ad apparire in televisione! Tuttavia ciò non deve ingannare il lettore portandolo a credere che una posizione di potere implichi di necessità l'appartenenza a tale categoria di uomini. Per esempio, il diffuso astio verso i politici espresso dall'uomo medio è del tutto ingiustificato - come d'altronde qualsiasi forma di astio - in primo luogo perché, come già detto, l'uomo comune non ha modo di conoscere i volti di chi detiene veramente il potere; in secondo luogo perché pure i maestri di saggezza che sono qui per aiutarci vengono "energizzati" dalla forza divina e utilizzati come canali di diffusione del bene da tale forza ("Non io, ma il Padre attraverso di me"), pertanto anch'essi emanano carisma e possiedono facilità nell'assumere posizioni di potere e nel guadagnare grandi somme di denaro. Potrebbero infatti gli agenti del bene avere meno capacità e possibilità materiali degli agenti del male? L'uomo ordinario non ha quindi modo di distinguere fra chi agisce per il bene e chi lo fa per il male. Anche la guerra può diventare strumento del bene, ma ciò può essere inteso solo da chi ha cominciato a lavorare su di sé per il risveglio. L'unica maniera di cui l'uomo dispone per capire chi sta operando per il bene e chi per il male - e quindi non farsi ingannare dai falsi profeti che verranno - è costruirsi "occhi per vedere" attraverso il lavoro su di sé e quindi l'apertura del Cuore. Nello stato di addormentamento non può infatti comprendere nulla. Ognuno di noi vende la sua anima. L'atto di vendere l'anima al diavolo non è qualcosa che concerne solo misteriose figure occulte che abitano il pianeta! Tutti noi compiamo quest'atto ogni volta che forniamo cibo ai diavoli esprimendo le nostre quotidiane emozioni negative e i nostri giudizi verso le persone o gli eventi. Per il solo fatto che non ci sforziamo di vedere il mondo attraverso gli occhi del Cuore siamo dei "venduti" che ingrassano le schiere diaboliche. Siamo inconsapevoli collaborazionisti nei confronti del Governo Occulto che ci usa come maiali da allevamento. Ci vendiamo quotidianamente in cambio dei piaceri relativi alla personalità: una bella macchina, due cellulari, una casa, un partner, la serata con gli amici e un po' di

sesso. Il fatto che prostituiamo per tali inezie è indice della nostra inguaribile catramosa mediocrità. Come diceva Gesù: non si possono servire due padroni. Non voglio dire che sia sbagliato possedere una macchina o due cellulari. Il punto non è questo. Il punto è che ci prostuiamo totalmente in cambio di queste cose. L'attaccamento alla materia ci acceca e ci impedisce di condurre la ricerca interiore che ci permetterebbe di liberarci. Il sistema sociale del pianeta è costruito in modo da distrarci dal nostro Sé profondo. E' una grande giostra, una immensa trasmissione televisiva che fa "intrattenimento". Veniamo proprio "in-trattenuti", affinché non ci fermiamo mai a pensare a ciò che veramente conta e potrebbe liberarci. Siamo stupide galline allevate in batteria. Crediamo di essere "fortunati" perché vediamo che in Africa stanno peggio di noi, in quanto non hanno videogiochi e cellulare, e questo basta a farci sentire contenti e non pretendere niente di più dalla vita. Gli africani, da parte loro, vedono noi che abbiamo pc e cellulare e credono che siamo realmente "fortunati" e quindi arrivano a migliaia sulle nostre coste per avere un pezzo della nostra "fortuna". Creando a tavolino questi disequilibri sociali si tiene schiavo un intero pianeta. C'è chi vuole mantenere e incrementare la sua presunta "ricchezza" e chi vuole avere accesso ad essa per la prima volta. E intanto tutti dormono tranquillamente. Nessuno volge mai lo sguardo al Cielo. Testi sull'argomento: LA PORTA DEL MAGO Salvatore Brizzi, Antipodi Edizioni, Torino (2007) DOPO L'11 SETTEMBRE - DALLA SOTTOMISSIONE ALLA LIBERTA' vol 2 Anne Givaudan, Edizioni Amrita, 20?? I SIGNORI DI THULE - Segreti e misteri del Nazionalsocialismo Fabrizio Bucciarelli, Edizioni Il Punto d'Incontro, Vicenza 2006 (2006) SATANA E LA SVASTICA - Nazismo, società segrete e occultismo Peter Levenda, Oscar Mondadori, (1995-2002) L'ULTIMO VALZER DEI TIRANNI Ramtha, Macro Edizioni, (FC) (1987-2009)

L'ORIGINE DELLA TRAPPOLA - parte IV Vendere l'anima al diavolo II Io ne ho viste cose... che voi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione... E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser... E tutti quei momenti andranno perduti... nel tempo... come lacrime nella pioggia. dal film Blade Runner

All'espressione "vendere l'anima al diavolo" può essere dato un secondo significato, più approfondito e più realistico, che fino a cinquant'anni fa l'umanità non avrebbe ancora potuto dare. Come abbiamo spiegato nell'articolo introduttivo "Interferenze aliene", i diavoli che si muovono sul piano astrale (ossia in una dimensione superiore rispetto alla nostra) e che possono materializzarsi operando incursioni nella nostra dimensione, sarebbero principalmente esponenti di razze aliene presenti sul pianeta. Avrebbero in realtà progettato loro questa immensa realtà virtuale - Matrix - in origine per la nostra evoluzione e ora per il nostro asservimento. Per esempio, molte delle famose « possessioni diaboliche » verrebbero in realtà operate da individui alieni, in particolare di sembianze rettiliformi. Altre possessioni sono invece causate da anime appartenenti a individui defunti con intenzioni malevole, non essendo certamente quelle aliene le uniche entità presenti nella dimensione astrale. Il maggiore studioso a livello mondiale del fenomeno delle abduction - i rapimenti alieni - è un professore italiano e si chiama Corrado Malanga. Come spiega in un'intervista presente sul sito www.roswell.it egli si è avvalso di tecniche di ipnosi regressiva coadiuvate dall'utilizzo della PNL (Programmazione Neuro Linguistica). Fino al 2007 tali analisi avevano interessato in modo approfondito ben 400 individui, a cui se

ne aggiungono almeno altri 200 in versione più embrionale. Ciò significa 600 casi di rapimento alieno accertati e in fase di studio solo in Italia. Lo studioso afferma: "Ho utilizzato le tecniche di ipnosi regressiva elaborate dallo psichiatria americano Milton Erickson, basate sull’esame dell’inconscio visto come un harddisk con funzioni di sola scrittura: una vola registrate le esperienze, non si possono più modificare». Una tecnica che non permette di dire menzogne, come dimostrato dalla letteratura scientifica relativa all’argomento. Malanga continua: "Soltanto nel 2006 ho ricevuto qualcosa come 12mila messaggi da parte di vittime degli alieni e nei primi mesi di quest’anno siamo già a diverse centinaia. Secondo i miei dati, più dell’uno per cento della popolazione italiana, circa 650mila persone, sono state rapite, analizzate e rilasciate." Racconti identici. Storie identiche, dice il ricercatore, che riguardano persone che neanche si conoscono. "Alcune storie sono sovrapponibili fin nei minimi particolari - aggiunge - ad esempio anche nelle descrizione degli alieni, riconducibili a quattro tipi diversi: un essere biondo, alto due metri e 80 centimetri, con la tuta attillata e l’occhio a pupilla verticale; un coccodrillo in piedi, con il muso da serpente e le mani palmate; una specie di mantide alta più di due metri; infine, un essere piccolo, alto un metro e 20 centimetri, con tre dita, il pollice opponibile, senza orecchie e con gli occhi grossi. Insomma, razze diverse che sembrano essersi messe d’accordo per un progetto comune che ci riguarda e che sono, ovviamente, di diversa provenienza: Orione, le Pleiadi, Sirio, la costellazione del Leone. Tutte origini molto lontane ed apparentemente irraggiungibili secondo le leggi fisiche terrestri, ma evidentemente a portata di mano di tecnologie più avanzate". Anche per quanto concerne la nostra esperienza personale, possiamo dire con certezza che il fenomeno delle abduction è molto, molto più diffuso di quanto non si voglia far credere. Dopo il rapimento la vittima non ricorda nulla, o quasi, e alle volte pensa di aver solo fatto un brutto sogno. Solo con il tempo cominciano a emergere confusi sprazzi di ricordi e un'inquitudine, una paura di fondo che rende invivibile l'esistenza del rapito, il quale non sa nememno perché. Attraverso l'ipnosi regressiva i ricordi emergono totalmente e il rapito può ritrovare la serenità. Per questo motivo il lavoro di Corrado Malanga è prezioso. Tutto ciò non è da confondere con la "sindrome del falso rapimento", che costituisce un problema psicologico e nulla ha da spartire con la realtà delle interferenze aliene. Questa sindrome interessa persone nella cui vita le figure genitoriali, quella paterna in particolare, sono state assenti. Tali individui sviluppano il marcato bisogno di una figura "superiore", un "maestro che viene da altri mondi", un "padre spirituale" che rivolge nei loro confronti la sua attenzione, la stessa attenzione che era stata loro negata in famiglia. In questi casi l'alieno spesso investe il rapito di una missione da compiere per la salvezza degli esseri umani, rendendolo così superiore ai suoi simili. Discorso molto simile a quello delle apparizioni di una Beata Vergine Maria che in questo caso va a compensare l'affetto e l'attenzione della madre. Queste persone, a causa di carenze psicologiche, hanno bisogno di sentirsi al centro dell'attenzione di alieni-dei che li prescelgono come "eletti". Il vero addotto ha paura che gli alieni tornino a prenderlo, il falso addotto invece non vede l'ora.

Gli scopi Gli scopi dei rapimenti sono diversi, e Corrado Malanga nel suo libro "Alieni o demoni", Ed. Chiaraluna, tratta anche questo argomento. Ma aldilà delle scoperte degli studiosi odierni del fenomeno, lo scopo principale per cui alcune razze aliene sono qui è sempre stato tramandato in segreto all'interno dell'Esoterismo tradizionale. I segreti riguardo le vere origini dell'umanità, l'esistenza degli alieni e i loro scopi venivano comunicati solo a chi raggiungeva i gradi più alti delle scuole esoteriche, come avveniva per esempio nelle logge massoniche. Ciò che adesso studiosi come Malanga stanno riscoprendo, in verità ha sempre fatto parte delle conoscenze occulte riservate a pochi. Gli alieni sono qui per conquistare l'immortalità: loro non sono immortali perché non hanno ancora costruito un'anima - infatti non provano emozioni superiori, di Cuore - e quindi sperano di diventare immortali "rubando" l'anima di chi l'ha già sviluppata fino a un certo grado. Come lo stesso Malanga fa notare nel suo libro, non tutti possono essere addotti dagli alieni, ma solo quegli esseri umani che possiedono già un certo grado evolutivo... solo coloro che "hanno un'anima".

Per poter ottenere un'anima utilizzano due metodi: Il primo consiste nel rapire gli esseri umani e tentare di strappare letteralmente l'anima dai loro corpi per farla entrare in un corpo alieno. Nel testo di Malanga, grazie alle testimonianze ricavate in ipnosi regressiva dagli addotti, viene spiegato che alcuni rapiti, portati in un laboratorio (che tutti i rapiti descrivono nello stesso modo!!!), si sentono "tirati fuori" dal loro corpo e introdotti in un corpo differente. Operazione che però non riesce mai completamente con grande disappunto da parte degli alieni. Il secondo metodo che utilizzano per conquistarsi un'anima è accoppiarsi con gli esseri umani, affinché nascano razze ibride in grado di ospitare un'anima immortale al loro interno. Sono davvero numerosi i casi di donne inseminate con seme alieno a cui poi, durante un successivo rapimento, è stato sottratto il feto intorno al terzo mese di gravidanza. Fenomeno spiegato da medici miopi come aborto spontaneo, nonostante i fatti neghino in maniera evidente questa possibilità: dove è finito il feto??? Sono stati registrati anche alcuni casi di uomini costretti ad avere rapporti con donne aliene. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna. Mt 10,28

Cosa significa dunque "vendere l'anima al diavolo"? Alcuni fra i potenti della Terra - i grandi finanzieri, i padroni delle banche, coloro che "tengono per le palle" i governi nazionali, personaggi che non amano mostrarsi in televisione - talvolta stipulano un patto con il "diavolo", ossia l'alieno rettiliano: lasciano che al momento della morte del corpo fisico la loro anima venga utilizzata dagli alieni per i loro scopi. Lo fanno in cambio di - notare l'originalità - ricchezza, potere, sesso. Questi individui hanno un'anima che ha raggiunto un certo grado minimo di sviluppo, ma non sono ancora abbastanza identificati con essa da rendersi conto di cosa stanno facendo. Nel cedere la loro anima distruggono l'unica possibilità di divenire loro stessi immortali. Ciò può essere fatto solo da un individuo che è ancora così distante dalla sua anima da non percerpirla come la sua preziosa parte immortale. Per lui è solo una "cosa" che può essere scambiata, e non è in grado di percepirla come "se stesso". Da parte loro gli alieni inseriscono quell'anima - quel principio di autocoscienza - in un corpo che indubbiamente fatica non poco a riceverla. Da qui nasce l'intento di creare razze ibride umane/aliene che siano maggiormente in grado di accogliere un'anima senza il rischio del rigetto. Loro sperano che con il passare degli anni il loro corpo e l'anima ospite possano amalgamarsi, entrare in sintonia, e quindi, al momento della morte fisica, loro possano in qualche modo restare in vita nel principio animico. Inserirebbero quindi tutta la memoria - che sono già in grado di duplicare e trasferire a piacimento - in un nuovo corpo alieno nel quale l'anima entrerebbe per ricominciare così un'altra esistenza. Con il trascorrere di un certo numero di incarnazioni di questo tipo è forse possibile che a un certo punto la personalità aliena si identifichi totalmente con l'anima divenendo effettivamente immortale. A che punto sono i risultati di tali esperimenti bisognerebbe però chiederlo a loro. Testi sull'argomento: LA PORTA DEL MAGO Salvatore Brizzi, Antipodi Edizioni, Torino (2007) ALIENI O DEMONI di Corrado Malanga, Chiaraluna Edizioni, 2007 SCIAMANI di Graham Hancock, TEA, 2005 IL PIANETA DEGLI DEI di Zecharia Sitchin, Piemme Edizioni, 1978 ALLEANZA Anne Givaudan, Edizioni Amrita, 2000 DOPO L'11 SETTEMBRE - DALLA SOTTOMISSIONE ALLA LIBERTA' vol 2 Anne Givaudan, Edizioni Amrita, 20?? FIGLI DI MATRIX David Icke, Macro Edizioni, 2001

I DISCHI VOLANTI SONO ATTERRATI George Adamski, Mediterranee, 1953 I DISCHI VOLANTI TORNERANNO George Adamski, Mediterranee, 1960 DIO, ANGELI, EXTRATERRESTRI... di Zecharia Sitchin, Gruppo Editoriale Futura, 1995

AZIONI VOLTE ALL'ASSERVIMENTO DELLE MASSE Le loro linee di azione ...e tutta la terra, meravigliata, andò dietro alla bestia; e adorarono il dragone perché avea dato il potere alla bestia; e adorarono la bestia dicendo: "Chi è simile alla bestia? e chi può combattere contro di lei?" E le fu data una bocca che proferiva parole arroganti e bestemmie. E le fu dato potere di agire per quarantadue mesi. ...Le fu pure dato di far guerra ai santi e di vincerli, di avere autorità sopra ogni tribù, popolo, lingua e nazione. L'adoreranno tutti gli abitanti della terra i cui nomi non sono scritti fin dalla creazione del mondo nel libro della vita dell'Agnello che è stato immolato. Se uno ha orecchi, ascolti. Apocalisse 13,3-9 Gli obiettivi principali cui mirano le forze diabolico-aliene sono tre: a) procurarsi cibo sfruttando l'energia emessa dalle emozioni negative dell'uomo. Esse sono entità duali, quindi fa parte della loro dieta ogni forma-pensiero separativa, ogni atteggiamento che implichi alla base il non amore, il non riconoscersi come Unità. b) acquisire un'anima immortale sottraendola agli esseri umani che la posseggono. c) ottenere un accentramento del potere che consenta un controllo totale delle energie della popolazione planetaria: un Nuovo Ordine Mondiale retto da un Grande Fratello informatico onnipresente. Questo obiettivo è solo una conseguenza dei primi due, in quanto è necessario conseguirlo allo scopo di potersi procurare cibo emotivo e anime, liberamente e per un tempo indeterminato. Video sui parassiti dimensionali secondo gli insegnamenti di Castaneda (by Soraya). Per realizzare questi obiettivi le forze della dualità mettono in atto alcune linee di azione che alimentano la diffusione di forme pensiero separative nell'umanità: -- Fare sì che l'uomo si consideri esclusivamente un corpo e una mente mortali - cioè un mucchio di materia pensante che dispone di questa unica vita - anziché un essere divino immortale che si trova solo temporaneamente dentro una personalità mortale allo scopo di acquistare più conoscenza e più consapevolezza. -- Fare sì che l'uomo identifichi la reale conoscenza con il sapere mentale razional-scientifico. Anche la stessa spiritualità viene sostituita da una serie di nozioni filosofiche e dall'applicazione di tecniche psicologico/meditative, evitando così che l'uomo lavori concretamente per espandere la sua coscienza e aprire il suo Cuore alla ricerca della Verità fondendosi con l'Uno. -- Si vuole applicare il metodo scientifico alla sfera spirituale, cioè alla conoscenza della Verità sull'Universo. La definizione stessa di "metodo scientifico" dice che esso può essere applicato esclusivamente a ciò che è misurabile con qualche strumento, e a nient'altro. Il metodo analitico e razionale può venire applicato esclusivamente alla soluzione di problemi che concernono la sfera materiale spaziotemporale - quindi la sfera dell'illusione - e non alla conoscenza vera e propria. La mente razionale come già dimostrato da tutti i filosofi che si sono dovuti scontrare con i paradossi - non può rispondere a

interrogativi quali: Cosa è l'Universo? Chi sono Io? Cosa è l'anima? Perché c'è la Vita invece che il nulla? Per tali questioni si esige l'intervento dell'aspetto «sovrarazionale», il genio intuitivo, sintetico, nonlinguistico, che scavalca l'analisi. Convincere le persone che tutti gli interrogativi debbano essere risolti attraverso il metodo scientifico fa parte della trappola planetaria. In questo modo tutto ciò che non è ancora misurabile viene negato, ritenuto inesistente o relegato nel campo della fede. Si delega a una "comunità scientifica" - peraltro spesso manovrata da interessi economici - il potere di decidere ciò che può essere creduto e ciò che non può essere creduto dalle "masse ignoranti". -- Fare sì che gelosia, invidia, desiderio di vendetta, senso di colpa, paura e critica verso gli altri vengano mostrati attraverso la televisione e gli altri media come comportamenti "normali", affinché gli attaccamenti materiali e affettivi siano giustificati e considerati da tutti "inevitabili manifestazioni umane". -- Fare sì che l'uomo viva nella separatività (divide et impera). Si applica a questo scopo il principio delle opposte fazioni: si divulgano attraverso i media due o tre opinioni concernenti un evento - che può riguardare la sfera politica, militare o sociale - si fa poi in modo che si creino degli schieramenti e che tutti aderiscano a uno degli schieramenti criticando e accusando le fazioni "nemiche". -- Fare sì che vengano inculcati il senso dello sbagliato e il concetto di caso, anche questi conseguenza del sentirsi separati dal resto dell'Universo. L'uomo comune è portato a pensare: "Nella mia vita c'è sempre qualcosa che non va per il verso giusto!" oppure "Potrebbe accadermi qualsiasi cosa in qualsiasi momento, perché le disgrazie colpiscono a caso!". Invece chi ha "occhi per vedere" si accorge che la nostra realtà è creata da noi stessi, quindi non può mai essere sbagliata, va solo compresa, e niente può succedere "a caso" perché ci accade solo ciò che ci serve per compiere il prossimo passo sul nostro personale cammino evolutivo. Comprendere profondamente questo significa raggiungere l'unica vera sicurezza, la sicurezza che può accadermi solo ciò che mi serve, perché, anche se a livello inconscio, lo creo sempre solo io. -- Fare sì che l'uomo viva nella paura, nell'angoscia e nell'ansia. Si vive in apprensione perché l'omicidio, il furto, la truffa, l'aggressione, la malattia infettiva, l'attentato terroristico o il tracrollo economico sono sempre dietro l'angolo e potrebbero colpire chiunque e in qualsiasi momento. Si fa in modo che ognuno di noi si senta sempre più insicuro in mezzo ai suoi simili e cerchi protezione e sicurezza dall'"alto" in un Governo Globale dotato di massimo controllo e potere di accentramento delle decisioni: tutti sotto un'unica bandiera contro il terrorismo o contro l'epidemia, anche a costo di rinunciare alle più elementari libertà personali! In nome della sicurezza le masse umane sono disposte a farsi monitorare da telecamere che ormai sono a ogni incrocio (per la nostra sicurezza) dentro i taxi (per la nostra sicurezza) e in ogni edificio pubblico (per la nostra sicurezza). In nome della sicurezza le masse umane sono disposte a farsi vaccinare. E' sufficiente pianificare a tavolino un'epidemia (progettazione del virus, diffusione, campagna mediatica allarmistica, e quindi offerta - se non obbligo della vaccinazione) perché la parte più animale della psiche umana si metta in allarme e cerchi la protezione dall'alto - il vaccino - il quale in realtà mina il sistema immunitario esponendolo a un rischio questa volta reale. Libri sull'argomento: LE VACCINAZIONI PEDIATRICHE di dott. Roberto Gava, SISTEMA IMMUNITARIO E VACCINAZIONI di dott. Heinrich Kremer, VACCINAZIONI - IL BUSINESS DELLA PAURA di Gerhard Buchwald. -- Fare sì che le moltitudini siano uniformi, cioè che adottino gusti e comportamenti simili in ogni luogo del pianeta: stessi cibi (fast-food), stessi format televisivi, stessi film (blockbuster), stessa musica (MTV), stessi libri (best-seller), stessi videogiochi. L'uniformazione degli stimoli sensoriali provenienti dall'esterno porta inevitabilmente all'uniformazione dei pensieri e delle reazioni emotive. Uomini che guardano gli stessi programmi televisivi, assistono agli stessi film e ascoltano la stessa musica, cominciano a pensare gli stessi pensieri; diventano quindi prevedibili e controllabili nelle loro reazioni emotive agli eventi diffusi dai media. Manovre commerciali, rivolte, guerre, elezioni politiche possono così essere pianificate a tavolino manipolando e direzionando le reazioni uniformate della massa.

Queste linee di pensiero anestetizzanti sono quelle già messe in atto quotidianamente. La causa dell'attuale sottomissione siamo, ovviamente, NOI STESSI, in quanto ci viene dato dall'Esistenza solo ciò che inconsapevolmente chiediamo nel nostro sonnambulismo. Se rinunciamo alle nostre libertà in nome della sicurezza... alla fine non avremo più né libertà né sicurezza. Come è giusto che sia.

Le azioni future Vogliamo invece adesso accennare ad alcune iniziative tese alla sodomizzazione del genere umano che potrebbero essere rese operative in un prossimo futuro: -- Diffondere un virus che faccia ammalare milioni di persone e poi far apparire un "messia" capace di guarire gli ammalati, il quale in realtà ha a disposizione l'antidoto e lo distribuisce magari sottoforma di "acqua benedetta" o simili. In seguito masse consistenti di individui penderebbero dalle labbra di questo falso profeta. -- Far apparire un falso messia che inviti all'amore, alla pace, alla meditazione e al buonismo e compia prodigi e guarigioni miracolose. I pridigi in questo caso saranno autentici, cioè veri atti di Magia, che però nulla hanno da spartire con il reale livello spirituale di chi li mette in atto. In altre parole, si tratterà di un mago nero. Anche qui lo scopo è mostrare un falso profeta nelle cui parole le masse potranno riporre la loro fiducia. Tale sarà il comportamento dell'anticiristo, il quale, oltre a possedere poteri sovranaturali, non parlerà di guerra e distruzione, ma di pace e amore. Per questo motivo ...saranno tratti in inganno anche gli eletti. -- Incrementare gli atti terroristici fino a rendere la situazione insostenibile. Tutte le nazioni si unirebbero sotto un'unica bandiera e accetterebbero qualsiasi violazione della libertà personale e della privacy in nome di un Governo Unico. (Sta già accadendo). -- Simulare un'invasione extraterrestre. Come abbiamo spiegato gli alieni già collaborano a tempo pieno con le forze militari. Anche in questo caso avremmo il risultato voluto: tutte le nazioni si unirebbero sotto un'unica bandiera e accetterebbero qualsiasi violazione della libertà personale e della privacy. Si otterrebbe facilmente un Governo Unico. Qualcosa di simile accadrebbe qualora gli alieni si presentassero come "salvatori dell'umanità" anziché come invasori. -- Iniettare dei microchip, sia legalmente (con il consenso dei cittadini) che illegalmente (in alcuni Paesi sono stati inoculati insieme ai vaccini). Tali microchip esistono già e vengono posizionati sul palmo della mano o sulla fronte e trasmettono in tempo reale a un computer centrale tutti i dati medici del soggetto (dal gruppo sanguigno allo stato del suo battito cardiaco o della pressione), consentono la sua localizzazione in qualunque punto del mondo, e in futuro serviranno anche da bancomat per l'acquisto di qualsiasi bene, per accedere agli alberghi, pagare le autostrade... in ogni nazione. Se si sceglierà la via legale le persone verranno convinte a farsi innestare il microchip attraverso grandi campagne mediatiche che presenteranno tale iniziativa come la soluzione a tutti i problemi dei cittadini: delinquenza, sequestri, terrorismo, sparizione dei bambini e pedofilia (non è un caso che negli ultimi anni il problema della pedofilia stia letteralmente "lievitando" negli interessi dei media), sorveglianza di anziani malati e soli, eliminazione della cartamoneta... Tali sofisticati strumenti porterebbero però anche al controllo mentale ed emotivo degli "innestati", in quanto da una centrale operativa verrebbero inviati segnali capaci di influenzare l'apparato psicofisico di tali individui: aggressività, paura e depressione delle masse sarebbero così pilotate dall'alto. E' infatti qualcosa di accertato che attraverso determinate frequenze sonore subliminali è possibile influenzare il comportamento emotivo umano.

No al microchip video prodotto da maustrin Microchip in discoteca da esseno

E operava grandi prodigi sino a far scendere fuoco dal cielo sulla terra in presenza degli uomini. E seduceva gli abitanti della terra con i prodigi che le fu concesso di fare... Inoltre obbligò tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, a farsi mettere un marchio sulla mano destra o sulla fronte. Nessuno poteva comprare o vendere se non portava il marchio, cioè il nome della bestia o il numero che corrisponde al suo nome. Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza, calcoli il numero della bestia, perché è un numero d'uomo; e il suo numero è seicentosessantasei. Apocalisse 13,13-18 Seguì un terzo angelo, dicendo a gran voce: "Chiunque adora la bestia e la sua immagine, e ne prende il marchio sulla fronte o sulla mano, egli pure berrà il vino dell'ira di Dio versato puro nel calice della sua ira; e sarà tormentato con fuoco e zolfo davanti ai santi angeli e davanti all'Agnello". Il fumo del loro tormento sale nei secoli dei secoli. Chiunque adora la bestia e la sua immagine e prende il marchio del suo nome, non ha riposo né giorno né notte. Apocalisse 14,9-11 [ Prima di prendere commiato mi preme avvisare gli esponenti della Chiesa degli Umili Devoti della Santa Mente Razionale che l'invio di agenti della psicopolizia presso la mia abitazione costituirebbe iniziativa poco gradita almeno quanto infruttuosa, in primo luogo perchè il prezioso tappeto presente nell'ingresso allo scopo di "dare un tono all'ambiente" verrebbe inevitabilmente danneggiato dagli stivali di pessima fattura che tali agenti si ostinano a portare, e in secondo luogo perchè il sottoscritto non esiterebbe ad affermare in presenza dei suddetti agenti la sua totale estraneità a quanto un frammento della sua personalità multipla può aver scritto mentre lui era occupato a fare la doccia o a riprodursi con esponenti dell'altro sesso. Risulta d'altronde intuitivo che un autore serio e dalla mente lucida non chiederebbe mai a lettori sani e rispettabili di prendere per vero l'antico quanto famoso mito del Male che vuole assoggettare il mondo utilizzando schiere di diavoli o... ancor peggio... schiere di alieni!! Suvvia, ragazzi... si stava solo scherzando. Grazie. ]

Testi sull'argomento: LA PORTA DEL MAGO Salvatore Brizzi, Antipodi Edizioni, Torino (2007) DOPO L'11 SETTEMBRE - DALLA SOTTOMISSIONE ALLA LIBERTA' vol 2 Anne Givaudan, Edizioni Amrita, 20?? L'ULTIMO VALZER DEI TIRANNI Ramtha, Macro Edizioni, (FC) (1987-2009) LE SOCIETA' SEGRETE E IL LORO POTERE NEL VENTESIMO SECOLO Jan Van Helsing, Andromeda Edizioni, 1998 IL LATO OSCURO DEL NUOVO ORDINE MONDIALE Marcello Pamio, Macro Edizioni, 2004

NON ODIARE PER VINCERE Alla luce della situazione sopraesposta risulta semplice comprendere che alimentando l'insofferenza e l'odio verso le entità duali stesse, o nei confronti degli eserciti, della globalizzazione o dei responsabili dell'inquinamento ambientale, si ottiene l'effetto esattamente opposto a quello voluto. Chi agisce in tal modo diviene egli stesso inquinatore del pianeta... e anche della peggior specie: inquinatore mentale ed emotivo. Le forze duali si nutrono infatti proprio di quelle basse emozioni che l'uomo esprime nei suoi maldestri tentativi di ostacolarle. Su troppi siti ho notato un astio serpeggiante nei confronti del Nuovo Ordine Mondiale così come degli alieni. Questi argomenti vengono affrontati con pesantezza invece che con leggerezza. In fondo è tutto un gioco divinamente perfetto. Le migliori armi per vincere sono la Gioia, la Compassione, la Presenza... Se si incrementa la separatività non si fa altro che incrementare il potere dei signori della dualità. È un discorso perfettamente logico. La "battaglia per la Terra" si combatte a livello sottile più che sul piano fisico grossolano. Come sconfiggere un nemico che si nutre di odio? Con l'amore. Non combattendolo, ma sottraendogli i soldati; divulgando cioè il risveglio delle coscienze e facendo così in modo che nessuno sia più disposto a

farsi abbagliare dalle sue promesse. Il vecchio modo di intendere la vita appassirà con un moto naturale derivante dal non riuscire più a trovare terreno fertile nelle coscienze ormai liberate dei nuovi uomini. Le informazioni riguardo il loro operato vanno diffuse; essi vanno portati allo scoperto, mostrati all'opinione pubblica, ma non odiati, bensì trascesi, resi impotenti dall'avanzare di una nuova visione dell'esistenza all'interno della comunità umana, resi innocui perché superati dalla nuova presa di consapevolezza. Allora moriranno d'inedia, perché non saranno più alimentati in alcun modo da un'umanità consapevole ormai incapace di provare in famiglia, sul lavoro, in auto o davanti alla tv le basse emozioni che costituiscono il loro cibo. Il disegno diabolico di sottomissione della Terra è come l'Idra dalle nove teste che compare in una delle fatiche di Ercole. L'eroe riesce a sconfiggere il mostro solo quando smette di voler tagliare le sue teste - ne nascevano due ogni volta che ne veniva tagliata una - ma si inginocchia di fronte a lui, lo solleva e lo espone alla luce del Sole. Ogni genere di interferenza culturale che risvegli le coscienze dal piattume - e dal pattume - quotidiano può essere compiuta. Non ci sono limiti a ciò che si può fare per aiutare il risveglio degli uomini, purchè ogni intervento non sia mai accompagnato da odio e risentimento nei confronti di un presunto nemico; il che trasformerebbe un'azione a favore del Bene in un'azione contro. Rammento che la saggezza popolare ha sempre saputo che "non si sconfigge il diavolo divenendo noi stessi diavoli": nel momento in cui li si odia si entra a far parte delle loro schiere, divenendo inutilizzabili per il servizio all'umanità. Non ha d'altronde alcun senso logico voler odiare entità che sono solo manifestazioni energetiche agenti secondo una natura duale. Quale colpa avrebbero commesso se non quella di esistere e di voler svolgere il loro compito - la divisione - secondo la loro natura? Sarebbe come accusare la forza di gravità di essere di ostacolo all'uomo. Lo è, ma la colpa è della struttura dell'uomo, non della forza. Per gli uccelli la forza di gravità non è un problema, bensì un mezzo per godere della Bellezza del volo. Gli esseri diabolici ci sono utili, ci sono indispensabili, perché attraverso la separazione illusoria ci costringono a divenire ogni giorno più consapevoli di noi stessi. L'adorazione del diavolo in quanto portatore di luce (=lucis -ferum) che avveniva all'interno di antiche confraternite, ha origine da questa esatta considerazione. Adorare Lucifero significava adorare il portatore della coscienza. Ciò naturalmente non giustifica le deviazioni sataniche operate al fine di soddisfare desideri personali! Sia chiaro che se l'uomo è schiavo delle forze duali lo deve al suo addormentamento, non a una loro presunta "cattiveria". Noi creiamo la nostra realtà: questa è una legge che vale SEMPRE. Non è odiando le forze del Male che si salva il mondo... ma nemmeno restando nella passività. Ogni uomo ha un suo specifico lavoro da svolgere. Invece il lavoro che, più in generale, ognuno di noi deve svolgere, consiste nel cominciare a risvegliarsi alla sua anima con il fine di diventare più utile al risveglio del pianeta. È un lavoro "per", non "contro". Il vero Guerriero, il Portatore della Fiamma, sia esso uomo o donna, non si occupa del male, non spreca le sue energie, egli è un artista che si focalizza su opere e interventi che facciano crescere a dismisura il Bene nel mondo. D'altronde combattendo il cosiddetto "male", combattendo contro i governatori occulti del pianeta, combattendo contro i rettiliani, stiamo sempre combattendo contro noi stessi. Chi sono i rettiliani, se non una parte di noi? La più primitiva, la più animalesca. La parte più antica del nostro cervello è proprio il cervello rettile. Noi tutti abbiamo un rettile dentro di noi con il quale dobbiamo fare i conti quotidianamente. Se non li avessimo già dentro... "essi" non si sarebbero materializzati fuori. Assieme al midollo allungato, il cervelletto è la parte più antica del cervello. È una parte del cervello chiamata cervello rettile. È la sede degli istinti primordiali, è tarato per sopravvivere fuggendo o aggredendo, non certo per provare compassione o porgere l'altra guancia. La competitività, la territorialità, il corteggiamento originano qui. Il secondo "strato" del cervello, detto anche "sistema limbico", nella scala evolutiva corrisponde al cervello dei mammiferi, specie dei primi mammiferi, ed è coinvolto nella vita delle emozioni. Deputato all'elaborazione e all'espressione delle emozioni, compare, da un punto di vista filogenetico, nei mammiferi, mentre nei rettili non è presente. Il terzo "strato", la corteccia cerebrale, è quello più esterno e anche il più recente, è esclusivo dei primati ed è sede di tutte le funzioni cognitive e razionali. In particolare i lobi pre-frontali rappresentano la zona più

evoluta dell'essere umano, che influenza il suo carattere, giocando un ruolo chiave nella gestione degli istinti. E' l'ultima parte del cervello a maturare alla fine dell'adolescenza, è la zona preposta all'autocontrollo, dove si distingue fra chi agisce sotto l'impulso emotivo e chi riesce a fermarsi e ragionare. Aggiungiamo inoltre qualcosa a cui la scienza arriverà - forse - in futuro: l'attivazione del corpo pituitario (ipofisi) consente l'identificazione con l'anima, mentre l'attivazione della ghiandola pineale consente la fusione della coscienza individuale in quella dell'Uno. Per concludere, noi tutti siamo rettili, mammiferi, primati e uomini al contempo. Dentro di noi si esprimono in misura più o meno grande, a seconda del nostro grado evolutivo, queste differenti nature. Sta a noi, attraverso il lavoro di risveglio della coscienza, tenere a bada il rettile e far emergere l'uomo. Chi odia i rettiliani e li vuol combattere dovrebbe applicare su di sé la Legge dello Specchio e chiedersi se non sta forse combattendo contro i suoi stessi istinti di prevaricazione e distruzione. D'altronde è sufficiente osservare con quanta animosità i sostenitori della teoria del 'complotto rettiliano' si scagliano contro questi esseri e i personaggi politici che li sostengono, e con quanta animosità si scagliano anche contro chiunque non sia d'accordo con la loro visione del mondo... per verificare la Legge dello Specchio: stanno combattendo contro loro stessi. Quando avranno finalmente accettato con amore e quindi trasceso questi aspetti di loro stessi, allora non odieranno più né i rettiliani né il Nuovo Ordine Mondiale e saranno in grado di trascendere tutto questo. TRASCENDERE è la parola chiave, non combattere. Quando VEDO e SENTO che loro sono le parti nascoste di me, ossia le parti 'grige' e 'rettili' che albergano in me, allora comprendo che li sto creando e sostendendo io. Le cose non accadono a me, ma DENTRO di me. Il mondo è nella mia coscienza. Fino a quando giudicherò e lotterò contro un nemico esterno sarò sempre sconfitto... per definizione. Perché considerare il mondo come esterno è già una sconfitta, la prima e l'ultima. Solo uno schiavo lotta per liberarsi. Un Re sa di essere Re e non lotta mai, si limita a regnare sul suo Regno. Questa è la psicologia di fondo che anima chi governa il mondo: loro si sentono padroni. Mentre la stupida psicologia che anima i ribelli è la classica psicologia dello schiavo che cerca la libertà. Ma la ribellione dello schiavo rafforza il padrone, lo legittima, lo fortifica nel suo ruolo. Per questo motivo un certo grado di ribellione è sempre tollerato, in tutte le dittature. Si tratta di un gioco psicologico estremamente sottile. Puoi essere uno schiavo che si ribella eternamente al suo padrone, oppure puoi essere un padrone tu stesso, un Re, e combattere ad armi pari contro altri Re. La libertà la si ottiene solo quando si capovolge la propria psicologia. NON DOBBIAMO AVERE PAURA DI LORO, SONO LORO CHE HANNO PAURA DI NOI. Il loro volere controllarci deriva esclusivamente dal terrore che gli esseri umani si sveglino, che riacquistino la propria regalità. Abbiamo un'anima che loro non hanno, abbiamo un potenziale interiore infinito, possiamo identificarci con l'Uno e cominciare a dominare il nostro mondo... e per questo ci temono. Il loro potere sembra maggiore del nostro solo perché loro credono profondamente in se stessi e noi ancora no. Ma possiamo farlo anche adesso, noi possiamo aprire il Cuore, identificarci con l'Uno e diventare inarrivabili per la loro prigione psichica. Loro sono in realtà prigionieri della stessa prigione di cui sono i guardiani... come il signor Smith confessa a Morpheus nella scena dell'interrogatorio, nel film Matrix. Video sui parassiti dimensionali secondo gli insegnamenti di Castaneda (by Soraya).

links http://officinaalkemica.altervista.org/index.htm www.iltibetano.com Sito ispirato alla figura del maestro di secondo raggio (Amore e Saggezza) Djwhal Khul, detto anche Maestro Tibetano, vero autore degli scritti di Alice Bailey. Nel sito si trattano in maniera approfondita le grandi tradizioni: Gnosi, Massoneria, Teosofia, Rosa+Croce, Martinismo. www.ascensione93.org

Ascensione 93 è un gruppo di studio, sperimentazione e confronto, che si occupa di esoterismo, storia occulta, esopolitica, ufologia e di antiche e nuove conoscenze, arti e scienze "di confine", in relazione con il Sé profondo di ogni Individuo. www.centrostudilaruna.it Celtismo, Julius Evola, Ernst Jünger. www.magia-rituale.com Articoli molto utili a cura della scuola di magia Golden Dawn. Amoreterno Testi scaricabili di Aleister Crowley. www.etanali.it Utile per lo studio dei chakra. http://psiconautica.byethost13.com La filosofia del sito è: Lo stato alterato di coscienza non può essere considerato come secondario alla "coscienza lucida". La coscienza "alterata" non è altro che la coscienza allo stato primitivo, liberata cioè da condizionamenti sociali imposti; una coscienza anteriore, "originaria". http://portale.wicca.it Portale molto ricco sulla Wicca. www.bethelux.it Libri rari, begli articoli di introduzione a Magia e Alchimia. www.esonet.org Sito dove si possono trovare studi seri e approfonditi sull'esoterismo. Tradizione orientale: Agni Yoga, Teosofia, Veda, Yoga. Tradizione Occidentale: Alchimia, Massoneria, Psicosintesi, studi biblici... Il Labirinto Stellare Magick, Thelema, Zos Kia Cults, Spiritual Technology... fino alla cultura Industrial e alla pop-art di Alan Moore e Grant Morrison. Il percorso magico-spirituale nelle sue chiavi più moderne. Biografie e articoli di Austin Osman Spare, Kenneth Grant, Michael Bertiaux... Aghori Il primo sito italiano interamente dedicato agli Aghori. Gli Aghori sono una delle principali tradizioni Indiane e la forma più estrema ed affascinante del Tantra. Dattatreya è considerato essere il fondatore di questa scuola. Sono noti inoltre per la loro conoscenza sulle arti magiche, molti credono siano in possesso di poteri magici e non è difficile sentire storie di miracolose guarigioni. Tra la gente la parola Aghori suscita sempre un misto tra rispetto e sospetto. In Quiete - Gianfranco Bertagni Sito eccezionale per la mole di articoli molto interessanti riguardanti: Vedanta, Sufismo, Taoismo, Zen, filosofia comparata, la Scuola di Francoforte. Tra gli autori trattati: Gurdjieff, Steiner, Mircea Eliade, Guénon, Michel Foucault, Noam Chomsky, Jean Baudrillard... Misteri e cospirazione globale www.automiribelli.org Sito di Andrea Doria: "... è un dato di fatto che questo cambiamento ideologico spontaneo, infiltratosi nella rete della coscienza umana, sta di fatto individuando tra i “morti” coloro che sentono di voler “tornare in vita”. Questo concetto è presente tutt’ora nei rituali d’iniziazione delle Società Segrete. Quando un membro di una di queste società è attivo, si dice che è VIVO. Colui che invece non vi fa parte, e perciò non è un

membro riconosciuto, si dice che è MORTO, mentre quando un membro attivo si congeda, si dice che si è ASSONNATO. www.misteria.org Alcuni argomenti trattati da questo interessante sito: Egitto "proibito", Gnosi, Ermetismo, Maria di Magdala e i Templari, il Libro del Nulla, Nibiru: il decimo pianeta, Kundalini - chakra e meditazione, ecc. www.xmx.it I Grigi e i viaggi fuori dal corpo. www.angelsofmars.it Nazismo esoterico e UFO. www.disinformazione.it Tutto quello che al tg non dicono. Vampirismo www.vampiri.net Il Catafalco Librerie e case editrici "occulte" Primordia Libreria di Milano. Esotericamente Libreria di Torino. Safarà Libreria di Roma. Harmonia Mundi Harmonia Mundi è una libreria nel centro storico di Roma (zona Colosseo-Celio). Nasce nel 2005 con l’intento di proporre testi mirati all’evoluzione dell’essere umano. Il fine di Harmonia Mundi è quello di mantenere un impegno costante di studio e di crescita per dare alle persone la possibilità di trovare una risposta alle proprie esigenze. Il Reame d'Inverno Una delle librerie più esoteriche d'Italia. Si trova a Bari: per chi ne ha la possibilità è d'obbligo passare a visitarla. Possiede libri fuori commercio, inediti d'epoca, gli introvabili della casa editrice All'Insegna di Ishtar, testi di Magia Sexualis tradotti per la prima volta in italiano, Vama Marg, Corrente Ofidiana, rarissimi di Alchimia e Magia. Vende anche on-line. www.arcistreghe.it Comunità e libreria online. Aradia Edizioni Wicca. Altri link Vivere Meglio Il dott. Mario Rizzi coordina un numero straordinario di informazioni: metafisica realizzativa, tecniche di

studio veloce, le banche e la trappola del denaro, Maestri di Saggezza e Gerarchia Planetaria, come creare un sito, psicologia pratica e alcuni ottimi corsi gratuiti per corrispondenza. Progetto Caduceo Medici e ricercatori finalmente riuniti per spiegare cosa e' la vera medicina: nuove terapie, medicina olistica, la mafia del cancro, le otturazioni, i vaccini, elementi di biopsichica. Specchio Magico Un simpatico portale esoterico-letterario dove scrittori anche non professionisti di magia, esoterismo e spiritualità, possono pubblicare liberamente e gratuitamente. Dal Tramonto all'Alba L'Associazione Culturale Dal Tramonto all'Alba ha come scopo principale lo studio, l'approfondimento, la ricerca e la divulgazione delle tematiche che rientrano nell’ambito del paranormale, dell’ufologia e dell'esoterismo, la catalogazione delle segnalazioni di eventi paranormali o avvistamenti ufologici e la promozione di visite e manifestazioni culturali.

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