Morelli Raffaele - Come Risvegliare l'Eros
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psicologia. amore...
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Raffaele Morelli Come risvegliare l'eros
INDICE Prefazione di Maurizio Costanzo Capitolo primo La carica erotica è la carica della vita Capitolo secondo Il desiderio è stanco? Chiediti perché Capitolo terzo Se l'eros si spegne, anche il corpo si ammala Capitolo quarto Come accendere la scintilla dell'eros Capitolo quinto Le cure dolci che aiutano il desiderio
PREFAZIONE di Maurizio Costanzo
Se non sbaglio questo è il decimo manuale proposto da Raffaele Morelli e i suoi collaboratori. Confesso, e non è certo professionale per un prefatore, di non aver nemmeno sfogliato il manuale, coltivando da sempre l'idea che a risvegliare l'eros dovremmo pensarci ognuno per proprio conto, grattandoci il cervello per richiamare in servizio vecchie fantasie o pescando nella memoria situazioni che allora ci fecero fare bella figura e che potrebbero venir replicate con successo. Ma perché rifiutare suggerimenti che nascono dall'aver studiato migliaia di casi e aver cercato perciò tra i disagi di molti quel minimo comun denominatore utile a tutti per risvegliarsi da sonni antichi o da torpori recenti? Da buon prefatore dico adesso che, consegnata questa scheda, andrò a leggermi i consigli di Morelli e dei suoi collaboratori. Il problema, a mio parere, non è limitabile al dolce o brusco risveglio dell'eros bensì a una più larga e inquietante difficoltà di rapporti che sì nota nella sfera sessuale degli uomini e delle donne. Ma, se prima ad aver problemi erano i maschi che si avviavano all'andropausa e le femmine che rifuggivano dall'idea di invecchiare, oggi sono le più giovani e i più giovani a scontrarsi, più spesso di quel che si creda, con una serie di appuntamenti mancati. Non è un appuntamento mancato l'antica aillance dell'uomo, magari stressato, bensì la difficoltà a decidere di mettersi insieme e di fare all'amore e di dare a tutto ciò un senso compiuto. Sono portato a credere che Donna Moderna, che ospita questi scritti, dovrà impegnarsi sul tema cominciando con il consentire alle lettrici dai 28 ai 38 anni di riferire la loro condizione e dì come hanno cercato o stanno cercando di risolverla. Mi dicono che in America, dove ovviamente questo disagio è presente, un mensile, avviando un dibattito tra lettori e lettrici, avrebbe conseguito buoni risultati. Perciò: come risvegliare l'eros, indirizzandolo però a quelli che sanno farne buon uso. Maurizio Costanzo
CAPITOLO PRIMO LA CARICA EROTICA È LA CARICA DELLA VITA
Secondo le religioni, i mistici e i santi, quando si trovano in uno stato di coscienza chiamato estasi, sono in grado di avere visioni profetiche, di ascoltare la voce del dio, di compiere miracoli. Ebbene, questo "stato di grazia", questo allargamento dei confini della coscienza, capace di dare risultati suggestivi, non ha, da un punto di vista neurochimico, assolutamente nulla di diverso da ciò che si accende in noi col desiderio sessuale. Nel nostro sistema neuroendocrino l'eros ha, infatti, gli stessi effetti dell'estasi, perché tocca le aree del cervello da cui nasce la salute. Se cominciamo a pensare che, ogni volta che in noi si accende l'erotismo, scatta un'immagine nell'ipotalamo che si trasforma in un toccasana per il cuore, i reni, i polmoni e che il sistema immunitario si rafforza e il sangue si rigenera, allora comprendiamo che la carica erotica è la carica della vita, che tanto più l'eros entra nell'ipotalamo e va in circolo, tanto più ci tutela la salute. Grazie a sofisticati strumenti di indagine (in particolare la Pet) è possibile vedere che, quando nella nostra mente si attiva una fantasia erotica, si accendono le aree frontali e prefrontali del cervello e sgorga una cascata di risposte bio-chimiche. L'eros: dove nasce, dove agisce, come si diffonde L’immagine erotica nasce nella corteccia frontale, si miscela con eventuali stimoli visivi, tattili, olfattivi, acustici e, attraverso dei mediatori chimici (presumibilmente la dopamina), va ad attivare l’ipotalamo (da cui dipendono le funzioni fondamentali dell'organismo: sonno, appetito, attività sessuale) e il sistema Limbico. Da qui si traduce in messaggio ormonale e investe beneficamente tutta la periferia dell'organismo: il sistema endocrino, il sistema immunitario, il sistema nervoso autonomo vegetativo (attraverso il quale l’onda eccitatoria tocca il cuore, i reni, i polmoni, l'apparato digerente): in pratica, tutte le funzioni del corpo. Questo processo può essere inibito? Certo che sì. A fare da "censori" sono i nostri atteggiamenti mentali, che agiscono in maniera decisiva sull'ipotalamo: i nostri pensieri, i comportamenti, gli scrupoli, le credenze religiose e non, le abitudini, insomma, la nostra "mentalità" sono come una parola d'ordine che filtra e inibisce oppure rende più diretta ed efficace
l'azione dei mediatori chimici. Ciò significa che una disponibilità mentale verso la sessualità o, al contrario, un rifiuto netto nei confronti dell'eros sono come... rubinetti che, aprendosi o chiudendosi, decidono che questo input vitale entri o meno nell'ipotalamo, attivando una serie di benefici effetti sul corpo. Una sessualità felice è garanzia di benessere Un rapporto equilibrato con la sessualità è la premessa fondamentale per la salute psico-fisica: accresce le difese e ci allunga la vita, intervenendo positivamente sul funzionamento dei diversi organi. Il cuore: batte con più forza Un buon rapporto erotico fa bene al cuore perché: da una carica vitale con la produzione di adrenalina e noradrenalina, dall'effetto cardiostimolante ed energetico; tiene allenato il cuore, che accelera i suoi battiti; migliora la circolazione. Una ricerca dell'Asper condotta su infartuati sopra i 50 anni ha constatato che la ripresa di una vita erotica piena e soddisfacente (80% dei casi) aveva determinato miglioramenti evidenti anche nel recupero della funzionalità del cuore, che viveva una sorta di seconda giovinezza. Cala l'ansia: l'insonnia e la cefalea spariscono Vivere pienamente la dimensione erotica, lo affermano tutti i sessuologi, fa calare i livelli d'ansia, rialza il tono dell'umore e combatte l'insonnia. L'assopimento è infatti favorito dalle endorfine, che determinano uno stato dì serenità, e dalla distensione muscolare dopo il rapporto amoroso. Lo confermano anche recenti esperimenti su donne che soffrono d'insonnia e che hanno visto migliorare il sonno, sostituendo il sonnifero serale con un rapporto sessuale. Anche i sintomi della cefalea migliorano di pari passo con la dimensione erotica. In particolare è l'orgasmo, con la liberazione delle endorfine, che determina un aumento della soglia del dolore. Così anche i disturbi mestruali ne traggono giovamento. Le difese immunitarie si rinforzano Sono ancora le endorfine, liberate in un rapporto erotico, che rinforzano il sistema immunitario, aumentando le nostre difese contro l'aggressione di agenti patogeni. In particolare sono i linfociti T, responsabili delle nostre difese immunitarie, a essere interessati. La conferma viene da una ricerca del Dipartimento di ostetricia e ginecologia dell'Università dell'Ohaio, condotta su donne operate dì tumore al seno: quelle che, nonostante la
malattia, erano soddisfatte della loro vita erotico-sessuale presentavano un miglioramento del livello di linfociti T e una sopravvivenza più lunga. Il cibo diventa un alleato Nei casi di gravi disturbi dell'alimentazione, come per esempio la bulimia, il recupero di un buon rapporto con la sessualità è un fattore determinante per il miglioramento della patologia. Questo dato è confermato da recenti studi sperimentali che attestano la necessità di una terapia sessuologica per chi soffre di bulimia e ha, nella quasi totalità dei casi, una vita erotica nulla o insoddisfacente. Dopo un anno di terapia (sono dati Asper) il miglioramento della vita erotico-sessuale porta di pari passo, nel 75% dei maschi e nel 78% delle femmine, a un miglioramento, se non alla scomparsa, dei disturbi alimentari. La vita è più lunga per chi ama L'erotismo fa vivere più a lungo perché incrementa la produzione di dopamina, il neurotrasmettitore che a sua volta stimola l'ossitocina. Questo ormone, detto ormone dei legami affettivi, aumenta nel plasma durante l'orgasmo e ha un effetto benefico e rilassante, per cui combatte bene lo stress e i suoi effetti negativi per la salute. Una ricerca inglese dell'Università di Bristol ha dimostrato che gli uomini più attivi sessualmente sopra i 50 anni vivono più a lungo: a due orgasmi la settimana corrisponde una diminuzione di rischio di morte del 30%. E anche le effusioni che accompagnano l'amore (baci, carezze, abbracci), liberando le endorfine, determinano un miglioramento del benessere psicofisico. Lo dimostrano sia una ricerca americana, da cui risulta che chi da e riceve baci vive in media cinque anni in più di chi se ne astiene; sia uno studio dell'Università La Sapienza di Roma sugli ultraottantenni, in cui si è constatato che muore tre volte di più chi non ha più rapporti affettivi. Guai a mortificare l'eros: si cancella il meglio dentro di noi Se l'eros è la "guardia del corpo" del nostro benessere, perché mai dovremmo metterlo ai margini o addirittura bandirlo dalla vita? Eppure noi abbiamo sempre la tendenza a penalizzarlo o quantomeno a confinarlo. Iniziando coi bambini, quando li riprendiamo se li cogliamo in uno stato di eccitazione; continuando con gli adolescenti, che castighiamo se passano troppo tempo con il fidanzato/a e non gli preferiscono l'algebra o il latino; per arrivare agli adulti che, nonostante la famiglia, i figli, il lavoro, le responsabilità, hanno ancora voglia di pensare al sesso, magari di trasgredire, di perdere la testa: in questi casi scatta subito la condanna. Che
dire poi degli anziani, che, chissà perché, dovrebbero obbligatoriamente identificarsi anzitempo con la pace dei sensi, pena doversi vergognare e sentirsi ridicoli se a quell'età sanno ancora provare dei... brividi. E così, cadendo vittime di un moralismo esagerato, impregnato da modelli antivitali, finiamo col dimenticare che l'eros è il motore potente che fa muovere la vita. Ce lo testimonia l'universo che, attraversato da infiniti movimenti di espansione e contrazione, "fa l'amore" incessantemente. Tutta la natura fa l'amore Il comune senso scientifico, riguardo al tema erotismo e natura, ha ben poco da dire: da infatti per scontato che la sessualità, nel mondo vegetale e animale, sia finalizzata alla riproduzione, ovvero alla prosecuzione della specie. Quindi niente eros, ma solo scambio di geni. Eppure basta ascoltare le urla strazianti del gattino di casa non castrato nella stagione degli amori per farsi venire un dubbio. E se il nostro modo di vedere fosse parziale? Guardiamo la natura con altri occhi; quelli della nostra sensibilità, dei nostri sensi, dei nostri affetti e scopriremo un'altra verità: tutta la natura fa l'amore! Tutto il cosmo è un atto d'amore o, meglio, un amore in atto, che si svolge su infiniti piani. La riflessione umana, in ogni epoca, ha individuato nell'espansione e nella contrazione i due movimenti che governano tutti i processi naturali. Andata e ritorno, sollevazione e abbassamento sono la cellula ritmica di ogni evento, tradotta visivamente nel simbolo dell'infinito, costituito da un doppio anello. Pensiamo all'attrazione gravitazionale esercitata dalla Luna, che fa alzare le maree. Ma perché mai deve essere anti-scientifico che questa attrazione sia ciò di cui siamo costituiti, l'ambiente in cui siamo stati forgiati? Un universo in cui persino gli oggetti inanimati si devono attrarre e respingere, cercare e desiderare. In cui il mare, l'aria e la crosta terrestre si alzano ogni sera per cercare la loro inaccessibile sposa, la Luna, senza mai poterla raggiungere. Allo stesso modo la flora si copre a primavera di colori e profumi che attraggono gli insetti e così facendo, attraverso l'impollinazione, riproduce se stessa. Ma perché dire che tutto questo è un semplice automatismo? L'intelligenza del cuore vede altro: vede un "tempo dell'amore" che è regolato nientedimeno che dalla rotazione della Terra intorno al Sole. Anche gli animali vivono una sessualità "libera" I comportamenti legati a una sessualità non finalizzata, cioè dichiaratamente erotici, non sono una rarità nel mondo animale. Le Cnemidophorus uniparens sono lucertole che vivono in una società
interamente femminile, deponendo uova autofecondate. Non hanno mai rapporti eterosessuali, ma questo non impedisce loro di praticare un'attività erotica: con la coda alzata e la schiena inarcata, una morde il collo dell'altra, mimando le mosse dell'amore. Le femmine che praticano questa pseudocopulazione depongono tre volte più uova delle compagne inattive. Man mano che si sale nella scala evolutiva, ritroviamo comportamenti sessuali di marca erotica, soprattutto nei mammiferi che hanno un'intensa vita sociale. Ma si tratta soprattutto di baci e carezze; l'atto sessuale vero e proprio è riservato alla riproduzione, oppure viene usato omosessualmente dagli animali dominanti per sottomettere gli inferiori. Bisogna arrivare molto vicini all'uomo per ritrovare una sessualità svincolata dalla riproduzione. I Bonobo sono scimpanzé nani, i più intelligenti tra i primati, che presentano due peculiarità: il loro patrimonio genetico è il più simile a quello umano e sono gli unici animali a praticare il coito frontale. La loro vita sessuale è ricca e variata e si svolge indipendentemente dal periodo dell'estro. Per i Bonobo è l'amore il cemento delle relazioni sociali, inteso come modo per conoscersi, scambiarsi informazioni ed esplorare il mondo. L'eros è la forza che trasforma il nostro essere In una chiave energetica, si evidenzia come il concetto di eros, inteso comunemente come forza attrattiva che forma e tiene insieme la coppia, abbia un significato ben più ampio. Di fatto l'eros ha la funzione di estrarre dal nostro Sé, ovvero dalla nostra essenza, una potenza creativa che ci fa trasmutare. Non ci siamo mai accorti che, quando viviamo uno stato di eccitazione erotica, ci vengono più idee, siamo più creativi, più allegri, guardiamo la vita da un punto di vista più sereno? Il desiderio sessuale attiva un'onda eccitatoria che scorre dentro di noi e accende qualcosa di diverso. L'errore che facciamo, e che inibisce la potenza erotica, è ostinarsi a voler razionalizzare tutto e ingabbiare così l'eros in uno schema relazionale fondato sull'attaccamento. Prendiamo esempio dagli animali: si accoppiano, ma non si "attaccano" gli uni agli altri. Uomini e donne, invece, usano l'eros come pretesto per aggrapparsi l'uno all'altro, salvo poi lamentarsi dei limiti del partner "mi lasci troppo sola... non ci sei mai e quando ci sei sei stanca...". Quando ci fissiamo in un modello mentale, uccidiamo la forza trasmutativa dell'eros che, inevitabilmente, si spegne. LA STORIA DI LUISA Luisa, 37 anni, entra in psicoterapia per una forma depressiva insorta dopo aver provato per anni ad avere un figlio, senza riuscirci. Parlando di
sé, racconta che la cosa che più la disturbava era il ricordo di un uomo con cui da ragazza aveva vissuto una passione travolgente e che poi l'aveva lasciata. Per non soffrire più, si sposa con un coetaneo, cui la legano tanti interessi comuni, ma per il quale non prova trasporto sessuale. A un certo punto la coppia pianifica un figlio, che però non arriva. Nonostante i suoi esami clinici siano perfetti, Luisa sì convince di essere sterile ed entra in crisi. Finché un giorno racconta di essere andata al ristorante con un'amica: nel tavolo vicino due uomini attaccano discorso e alla fine sì fanno dare il loro numero dì cellulare. Pochi giorni dopo uno dei due la chiama: escono, bevono un po’, finiscono in un motel, dove lei sì lascia andare in maniera spontanea e naturale, senza obiettivi e senza attese. Rimane incinta. Presa dal senso di colpa rinuncia al figlio. Ma dopo un anno e mezzo lascia il marito, trova un altro compagno. E adesso è madre di due gemelli. E, inutile dirlo, è tutt'altro che depressa! IL COMMENTO Cos'è successo a Luisa? Ha avuto il coraggio dì buttare via il modello mentale di coppia in cui si era incagliata: compagno fidato, vita tranquilla, pianificazione di un figlio. Disfandosi dell'idea di "come dovevano essere le cose" ha permesso che tutto sgorgasse naturalmente e senza sforzo. Anche i desideri erotici devono stare in un territorio dove la mente cessa di esistere, dove i giudizi muoiono, dove gli obiettivi svaniscono. Un luogo in cui c'è solo la presenza a se stessi. Che ci piaccia o no, l'Universo è stato creato per l'uomo libero, non per l'uomo programmato. Solo nell'uomo libero l'eros può sprigionare la sua potenza creativa. In Occidente prevale il senso del peccato, in Oriente la cultura del piacere Ammettiamolo, la cultura in cui siamo calati non ci aiuta a vivere l'eros come uno stato eccitatorio permanente: spesso si confonde addirittura l'erotismo con la pornografia e, in ogni caso, lo si relega nell'ambito dei piaceri materiali, associandolo a un'immagine di consumismo sessuale. Questo è dovuto soprattutto all'influenza delle religioni monoteiste che, nei secoli, hanno consolidato una visione negativa della sessualità, accettata solo nell'ambito del rapporto coniugale, in funzione della generazione. Sono così andate perdute la natura e la funzione spirituale ed evolutiva della cultura erotica che permeava altre civiltà. Nell'epopea sumerica di Gilgamesh, il primo testo mitologico occidentale, che si legge che una sacerdotessa dell'amore trasforma il selvaggio Enkidu in essere umano, facendo sesso con lui nel tempio della dea e aiutandolo a diventare "saggio come un dio" Diventare saggi facendo l'amore? È una
prospettiva che anche le menti più aperte difficilmente accettano. Eppure la teoria del caos ci insegna che i sistemi viventi possono subire trasformazioni in tempo breve, quando si trovano in stato di squilibrio e, nell'acme dell'orgasmo, il sistema psico-fisico di un essere umano si trova proprio in questo stato. Ecco allora le tecniche del Tantra, che sfruttano le possibilità aperte dalla tensione erotica per liberare l'energia e dirigerla nel senso voluto, che può essere tanto terapeutico quanto evolutivo. Sempre nello stesso senso le Shaktini della cultura erotica indiana, come le Geishe giapponesi e le Etere greche non avevano niente a che fare con la prostituzione: erano donne colte, di alto rango, sacerdotesse di Amore, uniche donne ammesse alla vita politica e filosofica dei loro tempi in virtù della loro capacità di mantenere accesa la fiamma del grande dio trasformatore: Eros appunto. - L'erotismo è il passaporto della salute e della longevità. - L'eros è la vita che entra nella nostra mente senza sforzo. - Tutto l'universo... fa l'amore. - Il personaggio che ci costruiamo addosso disturba questa nostra forza interiore. - L'eros è lo stato eccitatore permanente che ci consente di trasmutare.
CAPITOLO SECONDO Il DESIDERIO È STANCO? CHIEDITI PERCHÉ
La sensualità del nostro corpo in movimento, aspirare un profumo con voluttà, il contatto elettrizzante della seta sulla pelle: l'erotismo è uno stato di eccitazione mentale e fisica, uno stimolo che affiora spontaneo ed è libero di fare il suo percorso indisturbato, senza doversi per forza tradurre in un atto sessuale vero e proprio. Attenzione però: tutto questo oggi avviene sempre meno. Calano i sogni erotici e aumentano i casi di coniugi fratelli, diminuisce la frequenza pro-capite di rapporti sessuali e cresce il numero delle separazioni per inadempienza dei mariti. Le statistiche parlano chiaro e fotografano il fenomeno in maniera inequivocabile: siamo affetti da una preoccupante stanchezza sessuale. E quel che più allarma è che il calo del desiderio non sembra dipendere da una sindrome circoscritta con precisione, ma da una tendenza, uno stile collettivo che tocca tutti, uomini e donne, coppie consolidate e amori appena sbocciati, giovani e non. Insomma, se il sesso si spegne, vale di certo la pena di chiedersi perché. Un sovraccarico di messaggi e immagini inibisce l'erotismo Un fattore da prendere senz'altro in esame è l'inquinamento, non solamente quello ambientale, ma anche quello psichico. Il primo, più evidente, è conosciuto e rappresentato da agenti fisici dalle caratteristiche tossiche e agisce sul sistema immunitario e ormonale, limitando la capacità sessuale e procreativa. Il secondo, ancora più subdolo, è l'inquinamento virtuale prodotto dall'eccesso di messaggi a contenuto erotico lanciati dai mass media in tutte le situazioni. Questo fenomeno è capace, infatti, di creare un sovraccarico tensionale che finisce per dar luogo a un accumulo enorme di immagini mentali "stimolanti". La conseguenza di un simile bombardamento è uno stato di ipereccitazione e di infarcimento di specifiche aree cerebrali. Si crea in tal modo un sovraccarico di desiderio che inibisce la naturalezza della sessualità. Come a dire che le immagini erotiche a getto continuo devono essere filtrate a livello corticale-frontale. Ma, se il filtro risulta intasato da un eccesso di "traffico in transito", diventa impossibile anche fare delle scelte. Infatti, ogni immagine corrisponde a una reazione chimica che ha bisogno di esser filtrata, selezionata, decodificata.
Quando è impossibile "organizzare" queste informazioni è anche impossibile fare una scelta mirata. In parole più semplici, è un po’ la differenza che esiste tra un sano appetito che scatta spontaneamente ogni 56-7 ore e un appetito stimolato senza interruzione da sfizi continui. Alla fine non sappiamo più se abbiamo veramente fame, né di cosa. L'ansia della prestazione Un altro fattore che inibisce l'erotismo è l'abitudine a vivere una sessualità a comando, che ci condanna a fare l'amore quando lo decidiamo e nel modo migliore possibile: questo ci rende vittime della fantomatica ansia da prestazione. Finiamo quindi col vivere una sessualità tutta basata sulla performance, quindi sullo sforzo. Facciamo l'amore riferendoci a uno standard, dentro uno schema, senza gioia. Nella concezione del sesso di questa cultura, non cerchiamo la felicità e non ci rendiamo conto che così ci facciamo dei danni fisici. Non a caso nell'antichità solo chi osava "rubare il fuoco agli dei", ovvero impossessarsi della libido-energia vitale, era un eroe, cioè "pregno di eros" Attenzione a queste trappole Anche se riteniamo che la nostra sfera sessuale sia a prova di bomba, è opportuno domandarsi se questa aillance collettiva, dal sapore tutto occidentale, non abbia qualcosa a che vedere con un modo di vivere l'eros che, con l'eros... ha sempre meno da spartire. Per esempio, pensiamo alla brutta fine che sta facendo l'immaginario erotico in un mondo iper-razionale e iper-programmato, che ruba spazio, giorno dopo giorno, alle emozioni e alla fantasia. Non diamo ascolto, quindi, ai tam-tam dei luoghi comuni, né alle interpretazioni superficiali che vanno sulla scia dell'ultima moda. Potremmo rischiare di cadere nelle solite conclusioni banali: il maschio è in crisi perché travolto dallo stress quotidiano, la donna insoddisfatta perché troppo emancipata, alla ricerca più di sicurezze che di eccitazione. No, il problema non è questo. Il fatto è che l'eros ha bisogno di uscire dall'ambito dello scontato, di tornare a calcare il terreno del mistero, di esser meno a portata di mano, più imprevedibile e creativo. Una sessualità arenata sul litorale dello "standard" forse potrà infondere sicurezza a qualcuno, ma di sicuro con le vampate della passione ha poco a che fare. Attenzione, quindi, ad abbandonare il terreno della creatività e dell'imprevisto. Il rischio è di scivolare nelle dieci situazioni-trappola che inibiscono l'eros. Come testimoniano le storie che raccontiamo qui di seguito.
Se si accende la televisione... il sesso si spegne Racconta Mauro, 43 anni, agente di commercio: A volte mi capita di avere un gran desiderio di fare l'amore con Anna, mia moglie. Lo farei subito, li per lì, appena la vedo. Anche lei è d'accordo, ma prima va un attimo in bagno a cambiarsi. L'aspetto in salotto e nel frattempo accendo la televisione, zap... il telegiornale, .. zap... il gioco a premi... zap... il calcio: mi fermo a guardare qualche minuto e vengo risucchiato dallo schermo. Le comodità della casa e la televisione fanno veramente gola! E la voglia viene rinviata a data da destinarsi». Nelle coppie più consolidate, ma non solo per loro, lo schermo si pone in concorrenza con l'eros, tanto da diventarne il più terribile avversario. Se il sesso diventa programmabile, finisce per ritagliarsi a fatica uno spazio nell'intervallo tra il primo e il secondo tempo di un film o durante il telegiornale con, in sottofondo, le parole del presentatore, spesso più intriganti delle nostre! Mi faccio sexy... e luì legge il giornale Racconta Sandra, 42 anni, commessa: Ho comperato una sottoveste di seta trasparente, l'ho indossata e ho aspettato che Giorgio rientrasse dal lavoro. Ero veramente insolita e sexy. Quando lui mi ha vista, si è avvicinato e mi ha dato un tenero bacio sulla guancia, poi ha chiesto cosa cera per cena ed è andato in sala a leggere il giornale. Niente da fare: alle otto si mangia!». Se l'erotismo è colonizzato solamente dai temi legati alla concretezza della quotidianità corre il rischio di inaridirsi. Finiamo così per introiettare un'immagine rassicurante, ma scontata, del partner, che permane in noi anche quando lui/lei si propone in modo differente. Come a dire che l'abitudine a collocare l'altro nella cornice dell'intimità casalinga, dove anche la sessualità è addomesticata e la tenerezza prevale sulla passione, ci porta a non riconoscere più nel partner quel mistero e quell'imprevedibilità così necessari all'eros. Il rischio più frequente? Che la sottoveste di seta, prima o poi, sia apprezzata da qualche altra persona! Lei parla sempre... anche a letto Racconta Franco, 38 anni, architetto: Paola è un'intellettuale, tra noi lo scambio dialettico è stimolante. A volte fantastico di fare l'amore non appena la vedrò. Ma, quando lei arriva, iniziamo a parlare e il peggio è che continuiamo a farlo anche a letto. E allora, non so perché, comincio a innervosirmi e il desiderio finisce per spegnersi definitivamente».
Il silenzio è un grande alleato dell'erotismo: ci obbliga infatti a fare a meno della parola, strumento con cui intessiamo col partner uno scambio dì testa, impedendoci di calarci nel corpo. Per molti l'alcova finisce per essere l'ultimo tassello dì un mosaico complesso e variegato. Si parte dalla valutazione intellettuale del partner, dei suoi interessi e la seduzione passa attraverso un serrato confronto, verbale e culturale. Insomma, la dote più sexy è l'intelligenza. In questo modo l'erotismo è imbrigliato in una serie infinita di giudizi sterili. Anche nel fare l'amore tutto deve corrispondere a uno schema preciso, disegnato dalla mente. Che, col sesso, ha molto poco a che fare. Se ho voglia di trasgredirmi... c'è sempre Internet! Racconta Giovanni, 42 anni, manager: La sera tardi lascio che Lina se ne vada a letto e, con la scusa di lavorare al computer, mi collego a Internet e comincio a chattare. Anni fa ho provato con le hot-line, ma questo è ancora meglio. Di norma l'eccitazione è al massimo, ma tutto resta allo stato virtuale. L'adulterio è talmente faticoso... ». Quando eccitarsi diventa un problema, ecco che viene quasi spontaneo ricorrere a strumenti esterni: dai video-porno alle hot-line, ai siti infuocati di Internet. Non ha alcun senso stigmatizzarli come espressione dì una devianza sessuale. A volte sono l'unico modo per recuperare quel tasso di trasgressione andato perduto. Chattare con uno sconosciuto, per esempio, è il segnale di un bisogno impellente di avere un appuntamento "al buio", dove l'imprevisto e il mistero la fanno da padroni. Che poi sia solo un incontro virtuale può indicarci come, al di là della sua reale messa in atto, la sessualità cerchi comunque di ritrovare una strada fuori dalla banalità, per non morire. Così, con una telefonata a pagamento, si può ascoltare la propria voce mentre dice cose che il partner di certo censurerebbe. Oppure si può guardare un videoporno, prendendo visione di fantasie erotiche tenute troppo a lungo "al guinzaglio". Che noia» finisce sempre allo stesso modo! Racconta Elisabetta, 35 anni, impiegata: Giorgio ha avuto sicuramente buon gusto, perché al nostro primo appuntamento mi ha portata in uno dei ristoranti più quotati della città. La serata si è conclusa con un bacio e un altro appuntamento. Sapevo già tutto: saremmo finiti a casa mia (lui è sposato), sicuramente a letto. E da lì sarebbe partita l'ennesima storia uguale a mille altre. Il giorno dopo ho disdetto l'appuntamento, tanto pulsione e desiderio erano ormai scomparsi».
Poche cose alla pari della prevedibilità imprigionano l'eros. E quel che è più grave è che la trappola scatta fin dal primo incontro: sequenze di approccio obbligate, corteggiamento veloce, dialogo sacrificato ad allusioni e sguardi mirati alla conquista in tempi rapidi. Fino a pochi anni fa la tacca sul fucile e la vittima caduta nella rete erano appannaggio dei maschi, oggi anche le donne si sono prese la briga di contare le prede. L'impegno del coinvolgimento emotivo e l'energia dell'innamoramento sono sostituiti dalla conquista, purché superveloce e diretta al bersaglio. Della serie: facciamolo ma senza tanto "esserci", per poterlo raccontare una volta di più. Nello stesso senso saltiamo i preliminari, niente coccole o carezze, bandite parole come stima, affetto, amicizia, catalogate nell'elenco delle smancerie inutili di un passato che ormai è superato. Il sesso? Solo dopo il matrimonio Racconta Maura, 48 anni, casalinga: A mio marito mi uniscono l'amore per i figli e per la casa e molti interessi comuni. Il sesso? Per noi rappresenta il modo di donarsi all'altro. Non ho mai pensato di tradirlo* non potrei. Per me è un complemento importante del matrimonio, in cui credo, come lui del resto. A volte mi chiedo se sia stato soddisfatto di me come amante, in tutti questi anni, ma m'imbarazza parlare con lui di certe cose, perciò Lascio perdere» Frutto di un'educazione tradizionalista, il sesso è inteso come una manifestazione dell'amore coniugale, sancito e legittimato da un sacramento. Ciò che conta non è tanto una sessualità libera e appagante, quanto quella "donazione di sé" che nobilita il fare l'amore. Scarso peso, per non dire nullo, hanno la fantasia e la sperimentazione: attraverso il sesso sì cerca soprattutto una conferma dell'amore dell'altro. Una visione finalistica del sesso che finisce per uccidere la creatività. E alla lunga, mina alle basi il rapporto di coppia. Senza gelosia che gusto c'è? Racconta Riccardo, 39 anni: La cosa che mi eccita di più, quando faccio l'amore con mia moglie, è sentire che cosi la lego a me. Coi gesti, con le parole, permettendomi tutto... Mi fa impazzire l'idea che lei possa consentire a un altro di entrare nella sua, anzi nella nostra, intimità. La gelosia crea in me un malessere che però mi fa apparire mia moglie ancora più attraente». I supergelosi usano il sesso come strumento di possesso. Fare l'amore, per loro, è un modo per legare a sé il partner, nel corpo e nella mente. L'altro è un terreno di caccia esclusivo. E, al minimo segno di pericolo, si parte a
cercare le prove del delitto: si fruga nei cassetti, nel portafoglio, nel cellulare... Anche se tale morbosità può rivelarsi sulle prime eccitante, il rapporto diventa una fonte inesauribile di ansia. Addirittura tragica è la gelosia retroattiva, che spinge a confrontarsi con un ex più o meno ingombrante. Un modo molto comune di rinchiudere l'eros in uno spaventoso "castello delle streghe". Con tanto di fantasmi! Avventure? Mai: io credo al principe azzurro Racconta Lucia, 51 anni, insegnante: Avventure sessuali? Mai. Per me il sesso senza amore non esiste. Io ho sempre avuto rapporti importanti, storie nel vero senso del termine. Se non sono coinvolta completamente non provo alcun piacere. In un angolo di me, per abbandonarmi, devo pensare che sia per sempre». Vivono solamente grandi amori: di avventure scanzonate o storie poco impegnative neppure l'ombra. Sono gli idealisti, coloro che tendono a guardare all'oggetto del proprio desiderio come a una proiezione di tutte le loro aspirazioni. Lui (o lei) è un essere perfetto, che come per magia sì è interessato a noi. E noi, coscienti di questa presunta superiorità, ci rifugiamo nel suo abbraccio caldo e protettivo. Una modalità dì vivere la coppia che non tiene conto degli aspetti più istintuali ed emotivi dell'altra persona. Quello che mi eccita è la conquista Racconta Gianfranco, 35 anni, art director: Io amo sedurre. Lo faccio sempre e comunque. Appena il mio sguardo è catalizzato da una donna, parte alla conquista. Certo, a volte è faticoso. Anzi, ultimamente cacciare ogni sera una preda diversa non mi da più il gusto di una volta» In un collezionismo sfrenato che mira soprattutto a catturare il maggior numero possibile di prede, quello che conta è la quantità. Le modalità di seduzione non cambiano: il copione è sempre lo stesso e il seduttore, o la seduttrice, lo recitano senza portare variazioni. In fondo, non c'è un vero interesse per l'oggetto del desiderio, che una volta conquistato non attira più. C'è in gioco la conferma della propria eccezionalità: più alta è la quantità delle vittime, maggiore è il valore del cacciatore. Ma, in una situazione in cui a primeggiare sono i numeri, il desiderio si spegne molto in fretta. M'innamoro sempre dello stesso tipo di donna... Racconta Luca, 48 anni, impiegato: La conosco, mi sembra diversa, mi Lascio coinvolgere. E poi scopro che si tratta ancora dello stesso tipo di
donna, da cui rifuggo e che, fatalmente, continuo a incontrare: materna, ma inflessibile; calda, ma invadente. Alla fine mi resta dentro un'insoddisfazione che nemmeno a letto passa». Innamorarsi sempre della stessa tipologia di persone è un errore comune a molti. All'inizio ci si illude di aver trovato qualcuno diverso dai nostri precedenti partner. Poi, col tempo, emergono affinità insospettabili: il nuovo amore è troppo assente o troppo presente, poco attento o soffocante. Proprio come chi lo aveva preceduto. Questa ripetitività costringe a ripercorrere sempre le strade del passato. Anche tra le lenzuola: quando si è legati a uno schema già sperimentato, si finisce per chiedere e dare ogni volta le medesime cose, restando comunque insoddisfatti. Anche le emozioni bloccate smorzano il desiderio Il ruolo giocato dalle emozioni nella nascita del desiderio sessuale è ben sperimentato da tutti: la passione, l'amore, la gioia, l'eccitazione rappresentano la scintilla che da fuoco alle polveri e porta verso una sessualità intensa e coinvolgente. Ma la stessa cosa accade anche nelle situazioni in cui domina la stanchezza sessuale: forse ne siamo meno coscienti, ma la comparsa di emozioni quali la rabbia, la tristezza, la noia rappresenta un fondamentale campanello d'allarme. Se ciò avviene, i nostri sentimenti si possono trasformare in veri e propri ostacoli, che inevitabilmente finiscono per spegnere la fiamma. Ecco alcuni brevi flash clinici che lo confermano. La rabbia Paolo, 45 anni, da un po’ di tempo non riesce più a fare l'amore con la moglie. Dice: Quella li... lo so che mi tradisce con Giorgio. Lei ci ride su e dice che sono troppo geloso, ma se ci penso mi sento esplodere dentro. E anche mentre facciamo l'amore, finisco per immaginarmela tra le braccia di un altro. Quando succede, cominciano a prudermi le mani e mi incavolo così tanto che... mi smonto!». La tristezza Amelia, 27 anni, parla così dei suoi rapporti sessuali: Quando eravamo appena sposati era diverso, ogni momento era buono per fare l'amore. Ma adesso è cambiato tutto: Marcello è diventato freddo e distaccato, sembra lontano mille miglia... E a me prende un magone che, appena lui si addormenta mi ritrovo sempre a piangere. Anzi, la settimana scorsa ho cominciato a piangere mentre ancora stavamo facendo l'amore».
La noia Ad Alberto, 54 anni, tutto sembra noioso e banale: Fare l'amore non mi diverte più, è diventato quasi un accordo scontato e ripetitivo. La mia vita scorre su binari sempre uguali; mattina al lavoro, sera davanti alla televisione e tutti i sabati appuntamento sotto le lenzuola. Se dovessi dare un titolo alla mia vita, oggi sarebbe: giovedì gnocchi e sabato sesso!». Il rancore A soli 19 anni, Francesca già si lamenta: Franco è un caro ragazzo: disponibile e gentile, fa di tutto per essere simpatico ai miei genitori. Eppure mai un complimento, mai che mi dica che mi vuole bene... E anche quando facciamo l'amore pensa solo a se stesso, io non conto nulla. Ormai trovo insopportabile sentirmelo addosso e, quando andiamo a letto, mi si chiude lo stomaco. È una situazione che non riesco più a mandare giù!». Le fantasie "proibite" ci segnalano che l'eros non trova lo spazio per esprimersi Un altro segnale che non dovremmo trascurare è la presenza di fantasie sessuali molto forti, inconfessabili, che ci spaventano: scene di violenza fatta o subita, di rapporti omosessuali, sadici, masochistici eccetera. Davvero dentro di noi albergano desideri così osceni? In realtà ciò che le nostre fantasie mettono in scena è la difficoltà esasperata a lasciare spazio alle emozioni che comprimiamo e che esplodono in noi prendendo la forma di fantasie inconfessabili. La sensazione è che se potessimo realizzare nella realtà la nostra fantasia, proprio "quella", la soddisfazione e il godimento che ne potremmo ricavare sarebbero immensi. Ma non è questo il senso profondo di simili immagini. Che, nella vita di una coppia, rappresentano sempre un campanello d'allarme, ci indicano che c'è una difficoltà. Utilizziamole allora per comprendere cosa non va nella nostra vita sessuale e scoprire quali rimedi mettere in atto. Ecco quali sono le più comuni fantasie proibite. Orgia Viene letta abitualmente come la fantasia, soprattutto maschile, di fare tutto quello che ci passa per la testa senza responsabilità alcuna, confusi nel gruppo, dove nessuno è in grado di riconoscerci. Ma può anche significare semplicemente la voglia inconfessata di cambiare finalmente ruolo senza doverne rendere conto a chicchessia. Omosessualità
Anche le fantasie inconfessabili di omosessualità, che creano disagio o preoccupazione perché ci fanno sentire anormali, possono in realtà avere significati molto più abbordabili. Per esempio: per l'uomo possono rappresentare la voglia dì agire con più dolcezza e passività. In contrapposizione alla scelta di un atteggiamento tipicamente maschile di ipervirilità o di un ruolo, sbagliato, da sfrenare Casanova. Per la donna invece una fantasia omosessuale racconta facilmente il desiderio dì trovarsi finalmente tra le braccia di qualcuno in grado di capire ì suoi problemi. Violenza Essere presa con violenza fino all'estremo dello stupro rappresenta l'incubo femminile di dover soggiacere ai desideri e alle voglie del padrone. Può però anche significare un desiderio inconscio di abbandonarsi di più, durante un rapporto, lasciando a lui l'onere di occuparsi di tutto. Zoofilia Le fantasie erotiche con animali sono sempre state lette come un desiderio inconscio e distorto di una sessualità troppo istintiva. Ma potrebbero anche significare, soprattutto là dove i protagonisti sono i tipici cagnolini di compagnia o dei cuccioli, un bisogno di attenzione e soprattutto dì tenerezza da parte del partner. Serata ad alto tasso erotico: vediamo di non rovinarla! Per concludere, anche l'eros, che rifugge ogni regola, ha un "galateo" da rispettare per non mettere in fuga la passione. Esistono, infatti, situazioni e atteggiamenti che possono distruggere anche il gioco a due nato sotto i migliori auspici. Sono modi dì comportarsi ai quali spesso non diamo importanza, ma che in realtà provocano reazioni a catena con esito negativo. Un occhio di riguardo va riservato a cibo e bevande, corredi fissi dell'alcova. Il filo che unisce i "no" che seguono ha come finalità quella di non seccare il torrente del desiderio che naturalmente scorre in noi. Così da lasciarlo fluire indisturbato. No al sesso regolato Durante l'anno lavorativo, la sera del sabato viene troppo spesso individuata come l'unico momento per fare l'amore col partner. In realtà, il rapporto sessuale programmato mortifica l'aspetto più istintuale e passionale e si rivela fonte di difficoltà per la coppia.
No ai cibi sabotatori Per evitare interferenze con l'appetito sessuale, bisogna abolire tutto quello che rende difficile la digestione. Tra i cibi che sabotano gli incontri galanti spiccano quelli che hanno un alto potere fermentante come legumi, ravanelli, cipolle, carciofi, uova sode, mollica di pane, cavolfiori. No all'abuso di alcolici Le bevande alcoliche possono, se utilizzate in quantità modeste, dare una mano all'approccio amoroso, riducendo le inibizioni e favorendo così l'eccitazione. Attenzione però a non superare il limite: sonnolenza, ottundimento, a volte malumore sono spesso le penalità da pagare. No al "non ho più l'età" Lo ripetiamo continuamente e finiamo per crederci, ma non è così. Se c'è un'età per la performance sessuale (rispetto alla quantità), non c'è limite all'energia libidica, all'eccitazione e al piacere, che possono mantenersi qualitativamente inalterati, a dispetto degli "anta". No all'orologio Quando la voglia ci coglie in piena notte, tendiamo a mandarla via, "siamo tornati a casa, ma ormai era troppo tardi" Il timore è che l'attività sessuale tolga energia al lavoro, Si tratta però di una credenza errata, dal momento che l'eros altro non è che energia circolante e vivificante, ovvero il modo più naturale per sentirci carichi e vitali. No alla trascuratezza La trascuratezza spegne l'eros. Troppo spesso la sicurezza del rapporto di coppia ce lo fa dimenticare: per mantenere alto l'interesse e il desiderio del partner è importante continuare a curare i particolari estetici (i capelli, la depilazione, il trucco) e l'abbigliamento intimo, senza dare niente per scontato. No alle "magagne" A frenare il coinvolgimento emotivo e la carica sessuale è ancora una volta la mente, che ci impone di aderire a schemi prefissati, che non ci permette di entrare nel mondo degli istinti, dove non esistono modelli ideali cui aderire. Il chilo in più, la smagliatura, il seno non più giovane non sono di ostacolo se il piacere e il desiderio erotico sono i veri protagonisti. No al telefono
Sembra una banalità, eppure è importante. Il cellulare va spento. Perché possiamo essere interrotti dalle telefonate, con effetti disastrosi sul pathos del momento. Dimenticarlo acceso rivela oltretutto un pericoloso atteggiamento mentale: la tendenza inconscia a tenere aperto un canale con l'esterno e a non calarsi nell'intimità dell'eros. LE TRAPPOLE DELL’EROS Ecco quali sono le più comuni trappole per l'eros: l'ansia della performance la ripetitività la troppa razionalità la noia l'educazione rigida il sogno del principe azzurro le emozioni bloccate le fantasie erotiche represse la fretta la paura di non essere all'altezza del partner.
CAPITOLO TERZO SE L'EROS SI SPEGNE, ANCHE IL CORPO SI AMMALA
Come è vero che un erotismo vivace è una garanzia di benessere per l'intero organismo, allo stesso modo, se l'immaginario erotico esce dalla nostra vita, o si pretende di deciderne tempi e modi» si finisce per bloccare il libero fluire dell'energia. E si pongono così le basi per l'insorgere delle malattie. Già l'analista e sessuologo Wilhelm Reich, negli anni Cinquanta, ci metteva in guardia da una sessualità ingabbiata, che può avere gravissimi riflessi sull'organismo. Nel suo libro La biopatia del cancro, afferma che: Il cancro è l'espressione somatica dell'effetto bio-fisiologico della stasi sessuale». E sostiene che buona parte dei nostri atteggiamenti mentali errati deriva da una morale tutta da riconsiderare, alla luce di una nuova visione tra sessualità e salute. DISTURBI SESSUALI DELLE DOMNE Esistono casi in cui il calo del desiderio si trasforma in una vera e propria impossibilità a fare l'amore oppure, anche quando si verifica un rapporto sessuale, nell’incapacità di provare piacere. Per la donna questo si traduce in vaginismo, anorgasmia e frigidità, disturbi che negli ultimi anni hanno registrato un forte aumento. Le cause? La sessualità viene sempre più identificata con la necessità di prestazione e, allo stesso tempo, impoverita delle sue componenti più autentiche: il desiderio, la passionalità, l'istintività e il coinvolgimento emotivo. Tutto ciò genera insoddisfazione, disinteresse per l'altro sesso, talvolta timore o rifiuto della sessualità. Vaginismo: maschio non mi avrai! Il vaginismo è il persistente spasmo involontario dei muscoli della parte più esterna della vagina, che ostacola o impedisce la penetrazione. La traduzione del messaggio corporeo attraverso il sintomo è "sono più forte, sono più dura di te, maschio, e non ti faccio entrare". Oppure "sei pericoloso, brutale, sporco, dunque non ti voglio". Da un lato la donna si trova a incarnare il ruolo dell'amazzone, dall'altro quello della vittima. In ogni caso, tende inconsciamente a sentirsi responsabile per l'impossibilità di
dare piacere al compagno: a volte si giustifica e cerca di compensare il vuoto con una sessualità alternativa, per sé poco gratificante; altre volte diventa rigida, aggressiva e sempre più indisponente. Nelle donne che soffrono di vaginismo scattano comunque pericolosi comportamenti mirati ad allontanare il partner: trascurano l'aspetto fisico» si fanno sciatte, così da non suscitare neanche il più piccolo desiderio. Oppure simulano improvvisi mal di testa, inventano crisi depressive, scatenano furiosi litigi del tutto immotivati pur di scoraggiare anche il più tenace degli amanti. Frigidità: il ape regina che non conosce il piacere Vista dall'esterno ha tutti i canoni per essere una grande seduttrice: sempre truccata, pettinata e vestita in modo da attrarre l'attenzione dell'uomo. Le forme del corpo, sottolineate da abiti attillati, mirano a catalizzare con sfacciato magnetismo lo sguardo, ad accendere il desiderio. La donna frigida, come l'ape regina, è condannata a cercare perennemente il maschio che riuscirà a darle piacere, quel piacere che non arriva mai. Il suo, infatti, è un femminile di facciata, quasi arrogante, che maschera un'interiorità fragile e spesso molto infantile, che ha paura di un rapporto vero e adulto. Questo ruolo implica un elevato "traffico" di partner, che confermano alla donna che è bella e seducente, ma la lasciano comunque perennemente insoddisfatta: attrice sexy in una recita per lei frustrante. Anorgasmia: se la testa vigila, il corpo non si abbandona Le statistiche provengono da varie fonti, ma più o meno concordano sui medesimi una percentuale di donne compresa tra il 10% e il 15% non Ha mai provato l'orgasmo, All'incirca il 30% non lo prova durante la penetrazione e più del 40% finge saltuariamente di provarlo. Questo si verifica nonostante il femminismo negli ultimi 25 anni abbia posto in primo piano l'importanza del piacere femminile, facendone una delle proprie bandiere. Di fatto, ancora ai nostri giorni, molte donne continuano a non concedersi l'abbandono totale. Perché? Forse perché oggi, più di ieri, devono tenere la loro vita sotto controllo: non solo casa e figli, ma lavoro, impegni, stimoli culturali, sport. Quanta fatica per avere in pugno la situazione ed essere brave in tutto! Così facendo la testa si mantiene in un costante stato di vigilanza e l'onda del piacere non ha la forza di travolgere la barriera della lucidità. LA STORIA DI VALERIA Valeria, 39 anni, durante l'adolescenza aveva vissuto spiacevoli esperienze sessuali, sfociate nella maggiore età dapprima in vaginismo e poi
in anorgasmia. In tema di olfatto Valeria afferma di provare un fortissimo piacere nei confronti degli odori fisici del marito, ma, al tempo stesso, un disgusto per l'odore di sesso (come lo chiama lei) che impregna la stanza dopo aver fatto l'amore. In psicoterapia la paziente ricontatta quelle forze istintuali dalle quali, nel corso degli anni, aveva preso distanza e gradualmente il suo rapporto con gli odori si modifica, fino alla scomparsa delle sensazioni sgradevoli che la bloccavano, proteggendola da un coinvolgimento più profondo che non si poteva permettere. COMMENTO A volte l'indifferenza, la totale insensibilità e il distacco da qualsiasi richiamo erotico sono tali da non far distinguere un disturbo sessuale vero e proprio dal disinteresse per il partner, sostenuto dal desiderio di rompere la coppia e separarsi. In questi casi a fare la differenza è la sensibilità olfattiva della paziente. La donna (anche l'uomo, ma spesso in misura minore) ha infatti un rapporto privilegiato col mondo degli odori e, in modo particolare, con l'odore della pelle, del sudore, dell'alito del compagno. Quando la relazione è finita, spesso i) primo segnale di non ritorno è dato proprio dall'intollerabilità dell'odore del partner. Ecco che allora il fastidio di dover sopportare questo "cattivo odore" può indurre condotte esasperate riguardo alla propria igiene, docce continue, ripetuti lavaggi giornalieri delle zone genitali con detergenti e disinfettanti (che il più delle volte producono vaginiti cronache, uso e abuso di deodoranti nel tentativo inconscio di nascondere istanze sessuali ritenute "sporche" o inaccettabili. Buona regola per testare se c'è compatibilità olfattiva col partner sarebbe quindi quella di non profumarsi eccessivamente, correndo così il rischio di nascondere il proprio odore, che è la fonte primaria dell'attrazione. Per fortuna a portare a nudo l'essenza di ognuno di noi ci pensa la natura, che in certi momenti produce nell'individuo secrezioni incoercibili, dall'odore Prepotente, che nessun deodorante può annullare. I DISTURBI SESSUALI DEGLI UOMINI La ripetitività di ruoli e situazioni, l'assenza di fantasia, l'ansia di prestazione, la paura di imboccare nuovi percorsi: questi i nemici conclamati e più subdoli che scaricano l'erotismo e che inibiscono la potenza sessuale del maschio. Il letto diventa così un luogo di fatica, di frustrazione, di paura del fallimento, di aggressività verso la partner. E meno sesso si fa, più il desiderio si asciuga, spegnendo l'eros o facendolo
ammalare con patologie sessuali che mettono in luce quanto si sia lontani dall'energia vitale. Impotenza: dipende da un atteggiamento mentale sbagliato Marco, 19 anni, dopo le prime esperienze sessuali è spaventato, confuso: Il suo corpo non va nella direzione dei suoi desideri. Giancarlo, 37 anni, sposato da cinque, sta attraversando un momento di crisi nel rapporto con la moglie e di grosse tensioni in ambito lavorativo. Vive con angoscia l'avvicinarsi della sera e le avances della moglie: da alcuni mesi, infatti, non è più capace di portare a termine un normale rapporto sessuale. Sandro, 58 anni, da diversi mesi si sente spento, vagamente depresso, tutto gli sembra venire meno, anche il sesso. Tre uomini, tre diverse storie di impotenza, un problema che negli ultimi anni ha assunto proporzioni allarmanti: dall'Università di Boston il professor Joseph Morgan Goldstein, uno dei massimi esperti del fenomeno, ha diffuso i risultati relativi a un campione dì quattromila maschi dai 40 ai 70 anni: il 52%, e cioè un uomo su due, ha riferito difficoltà a raggiungere l'erezione. Questa la situazione negli Stati Uniti: e da noi cosa sta succedendo? Ammorbidiamo i toni allarmistici: è vero che un numero maggiore di uomini si sta rivolgendo agli operatori del settore per problemi inerenti la propria vita sessuale, ma il principale movente di questa casistica è dato dalla maggior consapevolezza, dal coraggio e dalla disponibilità da parte del maschio, superiore al passato, di affrontare i momenti critici della propria vita, esternando senza imbarazzo quei disagi che fino a pochi anni fa si consumavano in silenzio. Qual è l'identikit del maschio in difficoltà? Dai resoconti clinici emergono denominatori comuni: preoccupazione per l'inefficienza sessuale, ma anche e soprattutto stress nel contesto lavorativo. Emblematica la storia di Giacomo, 42 anni, da due afflitto da casi di impotenza: Esco di casa alle 7,30 del mattino, code interminabili per raggiungere l'azienda e poi via, per otto, nove ore la mia mente deve essere lucida per poter risolvere tutti i problemi che devo fronteggiare. Spesso mi sembra di essere un computer tra i computer. Non so che colore abbia il cielo per parecchi mesi l'anno, non so più se l'inverno ha un odore diverso dalla primavera e dall'autunno. A volte, in azienda, ho l'impressione di muovermi in un'atmosfera plastificata. Tutto ha uno strano odore di chiuso... Poi torno a casa stravolto, il televisore conclude l'opera di inscatolamento della mia testa, vorrei sprofondare nell'oblio, ma Teresa e lì, che aspetta, e io no, proprio non ce la faccio... Ho come la sensazione di
doverle dimostrare qualcosa, di dover essere all'altezza, Per me iniziare a fare l'amore è come salire sulla luna». Già, chi soffre di impotenza è quasi sempre prigioniero di un'atmosfera che pervade la sua mente. Alla sessualità si associano il senso di inadeguatezza, la fatica, l'infelicità. Per lo più le persone che hanno difficoltà a raggiungere l'erezione sono prigioniere di un'immagine: quella di dover far godere la partner, di dover fornire una prestazione all'altezza, di essere virile secondo lo schema classico alla Rambo. Ripetono in ogni rapporto la stessa routine; paura di non farcela, desiderio di trattenersi e uscire dalla scena, caduta dell'erezione e fallimento. Spesso per loro l'erezione avviene senza sforzo durante la masturbazione, ma scompare quando è richiesta la performance. C'è chi dice che la crisi dell'uomo sia nata dalla liberazione della donna, Ma era forse felice l'uomo che doveva esser macho a tutti i costi? Più probabile che l'infelicità sessuale nasca in gran parte dal mito della virilità, inscatolato dalla nostra cultura in ogni angolo della mente di un uomo. Non è la donna che ha messo in crisi il maschio, ma è il maschio stesso che non ne poteva più di essere un mero portatore di fallo. L'uomo diventa impotente quando cerca di non coinvolgersi, quando trasforma il sesso in un fatto meccanico. In questo senso la sua crisi è stata messa in moto dall'inconscio per fargli tornare il desiderio di dolcezza, di tenerezza, di gioco, che l'erotismo contiene. Come a dire che l'impotenza si crea nel cervello per le immagini sbagliate che vengono attivate. L'erezione si accende, infatti, in ben precise aree del cervello: la stimolano i ricordi, le immagini, le parole, i suoni, gli odori, ma, più di tutto, l'atteggiamento mentale. Ecco perché i farmaci che la inducono chimicamente (sempre se la causa è psichica) sono pericolosi: perché trasformano l'uomo in un oggetto erettivo e nulla più, facendogli dimenticare che a volte l'erezione manca perché ci sono una partner o una relazione che non soddisfano o una comunicazione sbagliata. A conferma di questo, sono frequenti i casi in cui l'impotenza si risolve nell'attimo magico dell'incontro con una nuova partner. Infatti è spesso un episodio trasgressivo, è il magnetismo a cui non ci si può sottrarre, che trascinano un uomo e una donna in un letto senza sapere perché e senza preoccuparsi del dopo, che risolvono il problema. Ad agire è l'istinto, il fiuto animale che ha infranto per un istante le barriere della razionalità e ha ricatapultato il maschile nel mondo di eros. I CAMPANELLI D'ALLARME
Non a tutti è concesso di incontrare l'attrazione "fatale", che con le sue ondate di ormoni rivivifica la funzione sopita. Chi non è toccato da questa fortuna può avvalersi di una serie di campanelli d'allarme che permettono di prevenire danni più seri. Gli avvertimenti a cui prestare attenzione sono: il calo del desiderio l'assenza di fantasie e dì sogni erotici la scomparsa delle erezioni mattutine. Eiaculazione precoce: la regola della fuga Secondo l'opinione di molti, il maschio deve essere un consumatore di femmine. Un tempo si definiva questo personaggio come "il collezionista", ma spesso, dietro a questa facciata, si scopriva che il più delle volte le prede venivano lasciate... sul più bello di un rapporto, per la velocità con cui si concludeva. Su un piano simbolico l'eiaculazione precoce smaschera il bluff di chi incarna questo ruolo: non Superman, ma il maschio spaventato o rancoroso, il Peter Pan che deve fuggire il più rapidamente possibile dal rischio di un rapporto vero e adulto. Prova ne sia che ad avere questo problema sono spesso uomini che non sanno accettare la nuova autonomia della partner o che, sentendosi giudicati o non compresi, evitano il confronto diretto scegliendo la via di fuga. Un'altra valenza da non trascurare è l'aggressività liftata che l'uomo mette in atto con un comportamento del genere: eiaculando in tempi record, si sosta nel corpo femminile quanto basta per accendere la partner e poi frustrarla, non assecondando i suoi tempi. Come a dire "in questo modo ti punisco, ti lascio insoddisfatta, non mi concedo". Così il corpo segnala un malessere più profondo Anche quando non abbiamo consapevolezza di essere sessualmente scarichi e ci trinceriamo nel classico "col partner tutto bene", è spesso il corpo a segnalarci con particolari patologie il nostro profondo malessere. D'altra parte è ovvio che negare spazio all'eros significhi creare i presupposti della malattia ed è proprio ciò che emerge abitualmente dalla nostra esperienza clinica. Non esiste patologia che non rifletta un rapporto disturbato con la sfera erotico-sessuale. Obesità: il cibo perde il suo valore Obesità, ovvero quando la libido si sposta sulla bocca. Il cibo compensa una mancanza di erotismo e si sostituisce al piacere. La voracità è il tratto caratteristico del mondo dell'obeso e, quindi, anche del suo erotismo. Che è spesso sfrenato, alla ricerca continua di una soddisfazione difficile da
raggiungere. E solo cercando di riaccendere l'erotismo come via al piacere che l'obeso vedrà migliorare i propri sintomi. Cellulite: il segno della resa La cellulite colpisce di più fianchi, cosce e natiche: le zone legate alla sessualità. La pelle a buccia d'arancia che la caratterizza è piena di buchi e il mondo erotico della cellulitica è imperniato su una sessualità ferita. I "colpi del destino" l'hanno portata a pensare che la sua vita, in particolare quella sessuale, è finita» che la partita è persa. Cefalea: quando si gioca solo di testa L'atmosfera erotica di chi soffre di cefalea è dominata dalla testa. La paura delle parti calde e passionali porta a un controllo onnipotente del pensiero. La sessualità è spesso basata sul gioco della seduzione, un gioco tutto di testa, freddo e lucido, che si governa sempre, senza farsi mai travolgere. Il timore più grande dei cefalalgici, infatti, è proprio quello di "perdere la testa": anche nella sessualità non riescono ad abbandonarsi, sono molto inibiti e hanno difficoltà a raggiungere l'orgasmo. Un miglioramento potrebbe quindi venire da un erotismo più libero, cui potersi finalmente abbandonare. Cardiopatie: poco spazio alle emozioni Il cardiopatico ha un erotismo che privilegia il sesso e lascia poco spazio a sentimenti ed emozioni. In realtà egli teme il mondo dell'affettività. Ambizioso e competitivo, cristallizzato nel suo stile di vita che ha al centro il lavoro e l'affermazione personale, non lascia trasparire il proprio mondo interiore. Per lui è un vanto saper tenere sotto controllo tutti i sentimenti e non lasciarsi mai andare. Infatti non sì innamora quasi mai. Il suo è un eros senza cuore. Ma se non si lascia alle emozioni la possibilità di fluire liberamente, il cuore, negato e pietrificato, si ammala, alterando il proprio battito: ecco allora comparire i disturbi che, dalle aritmie possono arrivare all'infarto. Il cardiopatico dovrebbe recuperare tutta la sua vitalità emotiva, innamorarsi perdutamente. Ipertensione: se non si allentano i controlli.. La lotta tra emotività e controllo, che caratterizza l’iperteso, domina anche il suo erotismo, segnato da una continua opera di "contenimento" dell'istintualità. E poiché chi soffre di ipertensione ha tendenzialmente un temperamento impulsivo, sanguigno appunto, non sempre riesce a padroneggiare le situazioni. Se perde il controllo, cerca subito di
recuperarlo. Così i suoi rapporti sessuali sono spesso dominati dalla fretta e canalizzati in ambiti rassicuranti e, se si lascia andare, corre subito a ripristinare il controllo: al termine di un rapporto sessuale va immediatamente a lavarsi. Gioverebbe quindi all'iperteso allentare i freni, riaprire il flusso interrotto e bloccato delle pulsioni. Perdita dei capelli: mai frenare la fantasia La calvizie che colpisce la donna rimanda a un erotismo colpevolizzato (per esempio un adulterio o l’essersi sottoposta a pratiche sessuali considerate "peccato") I capelli, attributo principe della femminilità e della seduzione, rappresentano l'energia istintuale. E sono anche, per la loro vicinanza alla mente, il simbolo del mondo delle fantasie, dell'immaginario. Non a caso, molte donne che perdono i capelli non si permettono fantasie erotiche. In campo maschile, invece, tende a perdere i capelli chi usa troppo la razionalità: l'erotismo passa così sempre al vaglio della ragione. Infezioni vaginali: per proteggersi dal pericolo Può un'infezione da candida, ribelle a ogni trattamento, esser collegata a un problema di sesso stanco? Certo, lo testimonia Antonella, 19 anni, venuta in terapia per una micosi vaginale, che si ripresenta dopo ogni rapporto sessuale. L'infezione provoca disturbi anche a Franco, il suo ragazzo: infatti il giorno dopo il suo pene si arrossa e brucia, tanto che, dopo alcuni mesi, il giovane smette di prendere l’iniziativa. La candidosi sembra, quindi, da un lato proteggere Antonella da "contatti pericolosi", dall'altro giunge a "punire" Franco per la sua indifferenza. Cistiti: il disgusto per il sesso Un altro esempio può essere la "cistite da notte di nozze", come gli omeopati della fine dell'Ottocento chiamavano una forma di infiammazione della vescica, che compariva appunto dopo i primi rapporti sessuali. Le ragazze in cui si presentava sembravano avere in comune un netto disgusto per "quelle cose" che i mariti imponevano loro e che vivevano come una sopraffazione. Oggi questi disturbi non compaiono più nei primi giorni di matrimonio, ma certamente diversi bruciori urinari (non solo della donna) sono collegati ai rapporti sessuali. Perdite ematiche: il pianto dell'utero Un senso simile hanno le perdite di sangue che compaiono dopo l'amore: possono rappresentare "il pianto dell'utero" in una donna che fatica ad
accettare ciò che è successo, ma che non si permette dì versare lacrime sulla sua situazione. I problemi sessuali possono essere nemici della salute. Ecco i disturbi più frequenti, quando l'eros si spegne: ipertensione insonnia obesità cellulite perdita di capelli cefalea cardiopatie infezioni vaginali, cistiti, perdite ematiche.
CAPITOLO QUARTO COME ACCENDERE LA SCINTILLA DELL'EROS
Prima di addentrarci negli atteggiamenti psicologici che risvegliano l'eros, garantendo una continuità al desiderio, sarebbe buona norma soffermarsi a riflettere sul tipo di relazione che intratteniamo col partner. Per cogliere eventualmente dei "vizi" di pensiero che, senza che noi ne abbiamo coscienza, vanno a inibire la portata erotica del rapporto. Le affermazioni che seguono sono finalizzate a liberarci degli stereotipi amorosi che, anche se in apparenza possono nobilitare il rapporto, in realtà ne mortificano l'essenza, legandoci a doppia mandata alla logica della rinuncia, del sacrificio, dell'attaccamento. COSA LA COPPIA NON DEVE ESSERE Non si ama per dovere Non esiste nessuna regola, di comportamento o di cosiddetto buon senso, che ci possa imporre di mantenere vivo un rapporto che non ci crea benessere, ma disagi. Una relazione amorosa ha ragione d'essere solo fino al momento in cui chi la vive ha modo di manifestarvi se stesso, le proprie attitudini, le proprie energie, la propria unicità. Non si ama per possedere Vivere in due non significa esercitare un controllo reciproco né, tantomeno, tentare di modificare la personalità, l'aspetto fisico, i gusti dell'altra persona. Ci si innamora di qualcuno in un certo momento perché lo si vede così com'è: che senso ha tentare di cambiarlo? Per farlo assomigliare a chi abbiamo già amato in passato o per avvicinarlo a un modello ideale di uomo o di donna che ancora non abbiamo incontrato? Una relazione troppo possessiva o inquinata da eccessiva gelosia indica che la coppia non viene vissuta come uno spazio interiore benefico e condiviso, ma come un luogo di tensioni, ansie e aspettative che non hanno alcun fondamento nel presente e che finiscono per uccidere la carica erotica. Non si ama per appoggiarsi al partner o per usarlo come una specie di "muro del pianto"
La coppia non deve funzionare né come un ospedale né come una seduta di psicoterapia. "Usare" l'altro come sponda significa tradire il significato profondo della vita a due, che è un'occasione irripetibile per lasciar parlare il proprio Io, la propria individualità e le proprie energie. Senza dimenticare che chi è vittima delle lamentele e dell'autocommiserazione del partner, prima o poi finirà col ribellarsi. Non si ama per annullarsi nell'altro Chi vive in coppia non deve mai mettere in secondo piano la propria identità. Questo significa che, anche se siamo innamorati, non possiamo cancellare le amicizie, gli interessi, gli hobby che sono propri dell'individuo singolo. Il rischio? Che la coppia, troppo chiusa e autoreferenziale, col tempo si autoannienti e alla fine scoppi. Non si ama per sempre Nessuno può affermare (o chiedere all'altro di dire) che una certa relazione durerà per la vita intera. Si tratta di una proiezione sul futuro che distrae l'Io dalla coppia che vive adesso, nel presente. E, inoltre, l'idea del "per sempre" costringe Ì partner a entrare dentro a una gabbia impegnativa che, invece di avvicinarli, li irrigidisce, li smorza e li allontana. LE REGOLE PER TENERE L'EROS SEMPRE VIVO Non si tratta solo di artifici per vincere la monotonia. Nemmeno di metodi originali per superare inibizioni o tabù. In realtà i suggerimenti che seguono mirano a uno scopo ben preciso, dettato da un'urgenza che negli ultimi anni si sta facendo sempre più pressante: quella di tenere accesa la propria vitalità erotica. I dati sono eloquenti: da un lato viene alla luce un mondo insoddisfatto da rapporti scontati e piuttosto logori, che, dopo i fuochi artificiali dell'inizio, si adagia sulle sponde di una tenerezza un po’ melensa e un po’ distratta; dall'altro lato si fa strada un immaginario erotico decisamente fantasioso, spesso affidato a destinatari virtuali (Internet, hot-line eccetera), che allude alla sfera sessuale come a un territorio plastico, desideroso di mutare, in cui tornano in campo gli istinti più intensi. Segno che la voglia c'è, o meglio ci sarebbe, ma spesso non sappiamo difenderla dalle aggressioni quotidiane del buon senso, della misura, dei principi da salvare, della correttezza, veri e propri veleni per l'eros, che inquinano nel profondo. Ecco allora come fare, in concreto, per imparare a intervenire il meno possibile su quello stato di eccitazione permanente,
l'eros appunto, che, per fluire liberamente, ha solo bisogno di essere assecondato e... di non essere disturbato. Ritorniamo alla giocosità Ridiventare bambini in coppia: è il modo migliore per eliminare tutti gli schemi di comportamento e le aspettative che ci hanno condizionato durante altre relazioni (vietato, per esempio, vivere un nuovo amore come fotocopia di storie del passato), e di inoltrarci lungo la strada dell'eros in maniera spontanea. E infantile. Il ritorno alla giocosità tipica dell'infanzia è uno degli accorgimenti che possono trasformare l'amore in un elisir magico per corpo e spirito. Ma ne esistono altri, altrettanto efficaci e validi. Vediamoli insieme. L'amore implica una maggior cura di sé Quando si è innamorati il corpo si pone al centro dell'attenzione, nostra e del partner, e per questo gli dedichiamo più cure e più carezze, più massaggi, più bagni rilassanti. L'eros crea intorno a noi un'atmosfera magica Amiamo così circondarci di oggetti piacevoli, di tessuti morbidi, ci piace illuminare gli ambienti con le candele, facciamo attenzione a profumare gli spazi in cui viviamo con essenze afrodisiache. L'innamoramento vuole la segretezza Non dimentichiamo che prima di tutto ci si innamora del mistero e che l'altro ci affascina proprio perché è, in parte, sconosciuto. Facciamo così anche noi: non sveliamo totalmente i nostri segreti, non mettiamo subito tutte le nostre carte in tavola. La seduzione si gioca anche sul non detto, sul velato, sul volutamente sfumato. Le spiegazioni sono bandite. Erotismo senza obiettivi Uno degli atteggiamenti maggiormente responsabili dell'infelicità di oggi è il vivere di obiettivi. Senza rendercene conto abbiamo sostituito l'azione con l'obiettivo, cadendo così "fuori tempo", in una sequenza ininterrotta di programmi, progetti, pianificazioni del futuro, che ci impediscono di calarci nell'istante e vivere l'eros nella sua pienezza. A differenza dell'obiettivo, che è figlio della mente e come tale ci tiranneggia in un labirinto di "vorrei... se potessi... spero di farcela... devo arrivare fin là...", l'azione ci cala nel corpo e ha su di esso un potere immenso. Per questo gli antichi facevano i riti e i
pellegrinaggi: perché l'azione, una celebrazione religiosa, un lento cammino verso il santuario sono terapeutici mentre si svolgono: né prima né dopo. Così per l'eros. Nella relazione amorosa, non consumiamo energie pianificando dettagliatamente come dovrà essere o proiettandoci costantemente su ciò che avverrà: facendo in questo modo, senza rendercene conto, ci assentiamo dal rapporto che accade qui e ora, impedendo a noi e al partner di godere della vitalità del desiderio, che affiora sempre e solo nel presente, come una sorgente che sgorga ininterrottamente. Largo alle novità Esiste un'area del cervello, detta "nucleo accumbens", in cui sì raccolgono gli stimoli della fase appetitiva del piacere: quando questa zona viene soddisfatta dall'eros, non siamo spinti a ricercare piaceri alternativi. Vero è che l’accumbens è tanto più soddisfatto quanto più nuovi e variati sono gli stimoli che riceve. Questo non significa che dobbiamo cambiare partner continuamente; vuol dire invece che la coppia deve rinnovarsi e non deve trasformare il legame in abitudine o attaccamento. Per esempio: una coppia in cui lui e lei si sentono tutte le mattine in ufficio a una certa ora o che si mandano quel certo messaggino sul cellulare prima di andare a letto, che fanno tutto insieme, frequentano gli stessi amici, hanno gli stessi hobby, praticano gli stessi sport e non hanno nessun segreto, non è una coppia unita: è una coppia dipendente. E questa forma di attaccamento chiuso è estremamente pericolosa, perché lascia l'accumbens insoddisfatto e quindi lo porta a cercare piaceri diversi. Primo fra tutti il cibo, cui ricorriamo quando, come coppia, ci incagliamo in un binario morto. Impariamo a stare soli anche in un rapporto a due Anche in una relazione erotica ad alto tasso di coinvolgimento dobbiamo trovare uno spazio per la solitudine. È necessario ritagliarselo per non riversare sul partner gli eventuali momenti di tristezza e di dolore che proviamo e, soprattutto, per intrattenere un filo diretto con la nostra interiorità, che possiamo contattare solo nel silenzio. Mantenere uno spazio di solitudine ci aiuta poi a non perdere di vista il confine tra la nostra identità e quella del partner, così da preservare quell'autonomia necessaria a farci restare comunque "altro" da lui/lei e a non cadere nella pericolosa trappola della simbiosi, che apre le porte alla dipendenza affettiva. Non c'è solo la posizione del missionario
Mi piace pensare che ogni gesto del corpo ha un valore rituale, ci affaccia sull'istinto infinito di noi stessi. Non siamo così scontati come vuole la cultura: in ogni gesto corporeo si racchiude la possibilità di varcare lo spazio e il tempo, di entrare in un territorio "tutto a parte". Non vi è nulla come l'orgasmo che ci porta nella nostra totalità: dovremmo ricordarcene quando trattiamo il sesso come una gabbia in cui imprigionare la nostra routine. Per esempio, se è vero che l'80% degli italiani ricorre alla posizione del missionario, significa che la sessualità viene relegata nel mondo della "norma", dello standard, senza alcuna partecipazione affettiva, emotiva o istintuale. Per ovviare a tale rischio, cambiarne posizioni quando facciamo l'amore. Ogni posizione sessuale ci apre infatti a un rito nuovo, a un incontro nuovo con noi stessi. Le molteplici posizioni del kamasutra avevano proprio questo significato: accendere un interruttore nell'anima, portare l'individuo nel centro di se stesso. Come se in ogni diverso modo di fare l'amore ognuno potesse trovare aspetti diversi della propria forza, dei propri organi, del proprio carattere. Non è vero che siamo sempre uguali: in ogni posizione sessuale cambiamo modo di scendere in campo nella vita. Basti pensare, come affermano i sessuologi, a come l'impotenza o l'eiaculazione precoce possano migliorare di molto ribaltando la posizione e sostituendo a quella canonica (donna sotto, uomo sopra) quella opposta (uomo sotto, donna sopra), anatomicamente migliore per far godere la compagna e far entrare il maschio in uno stato di passività, che gli consente di lenire le sue ansie da prestazione. In quest'ottica e nella tradizione cinese e indiana lo sapevano bene - quando una donna assume un ruolo attivo e fa l'amore stando sopra il partner cambia il mondo! È un po’ come se la terra e il cielo si scambiassero le parti! Mettiamo il naso nell'eros Gli animali, quando sono eccitati o affettuosi, si avvicinano e si annusano dappertutto. Proviamo allora a immedesimarci nel "nostro animale" e annusiamo il partner nelle parti più inconsuete (gli occhi, le orecchie, le mani, i capelli): concentrandosi sull'odore si scoprono stimoli nuovi per l'eros. L'olfatto è in effetti il più antico dei sensi e ci fa accedere direttamente alla parte del cervello legata agli istinti: grazie all'olfatto siamo in grado di suscitare in noi emozioni inedite e profonde. Ogni incontro fisico diventa così un incontro di odori. Per sperimentarlo fino in fondo, sdraiamoci accanto al partner, in uno stato di rilassamento, e concentriamoci sul respiro
cercando di captare, del suo corpo, un odore alla volta. All'inizio questa distinzione potrà sembrarci difficile, ma se riproviamo a farla più volte, ci accorgeremo di aver acquistato una sensibilità sensoriale che prima non sapevamo di avere. A questo proposito è interessante sapere che alcuni uomini affermano dì essere in grado di identificare il periodo ovulatorio della compagna proprio in base all'emanazione di un odore diverso, per molti più eccitante. Testimonianza singolare, che ci permette di credere che forse l'uomo non ha ancora perso del tutto quell'istintualità primitiva che invece regna sovrana nel mondo animale, regolandone gli accoppiamenti e assicurando la sopravvivenza della specie. E molte donne sostengono di avvertire l'ovulazione dall'amplificazione del loro olfatto, che diventa particolarmente sensibile alle più delicate sfumature odorose. A metà ciclo (dato confermato da studi recenti) le donne riescono a percepire ancora più nettamente l'odore maschile. Ciò comporta che, in fase di ovulazione, diventino più sensibili all'infatuazione, allorché riescono a sentire l'essenza maschile, da cui sono inconsciamente attratte. Incontri al buio Secondo la cabala ebraica le forze maschile e femminile una volta erano simili, poi, in una determinata fase della creazione, il femminile è stato penalizzato. Per poter raggiungere il massimo del piacere fisico e spirituale, l'uomo deve quindi restituire importanza al femminile. E per farlo, la parte conclusiva dell'atto sessuale deve essere compiuta al buio. Infatti la sessualità maschile viene stimolata in modo eccessivo dalla vista,» più vicina degli altri sensi al processo razionale, e questo porta a un'alterazione sia dei tempi sia dell'atto stesso. L'unione viene così spostata su un piano dove il maschile domina a discapito del femminile, che invece risponde più al tatto che alla vista, e il rapporto non raggiunge la sua massima intensità. Come dice il filosofo francese Gaston Bachelard, ogni volta che vogliamo spiegare e tradurre qualcosa, inesorabilmente tradiamo l'evento e noi stessi. Il buio ci protegge dalla tentazione di "vedere" e "capire", consentendoci di arrivare al partner con il corpo: il tatto» l'olfatto, il gusto... Qualche "pausa" fa bene all'amore Una buona regola per preservare la carica erotica è quella di separarsi ciclicamente dal partner. Per esempio» secondo la religione ebraica, i giorni non ammessi per compiere l'atto sessuale sono quelli del ciclo mestruale, più i sette giorni seguenti. Uno dei significati di questa legge è il
rinnovamento del desiderio: chi la osserva, quando si congiungerà di nuovo carnalmente al partner, è come se lo ritrovasse per la prima volta. La Torà, libro sacro degli Ebrei, comanda ai coniugi di osservare questo periodo di separazione trattandosi con affetto e rispetto reciproci, ma senza toccarsi mai. La coppia può quindi comunicare ad altri livelli, sviluppando la componente più intellettuale e spirituale. Possiamo far nostro questo insegnamento, traducendolo nella nostra esperienza con "pause" prese di comune accordo, che interrompano la continuità di contatto col partner, consentendo al desiderio di non arenarsi nel pantano dell'abitudine o dello scontato. Se non si convive, questa regola aprirà spazi che riserveremo a noi stessi e dai quali l'altro sarà escluso: per esempio, una serata da dedicare agli amici, allo sport, alle attività solitarie che manteniamo anche in coppia. Se invece conviviamo, sarà stimolante evirare in alcuni giorni qualsiasi contatto sessuale... troppo ravvicinato, relazionandoci coi partner con modalità più "sottili": dalla conversazione alle carezze, al condividere momenti ugualmente intensi nonostante l'astinenza sessuale. Non ci sono certezze nell'eros Da recenti sondaggi emerge che la maggioranza di noi ha paura dei nuovi amori: pare che l'80% degli intervistati affermi di preferire la sicurezza della routine a un nuovo ma incerto colpo di fulmine. In effetti - e questo ne determina il fallimento - per molti di noi l'eros è il luogo privilegiato in cui trovare le proprie certezze. Abbiamo bisogno di schemi fissi, di percorsi noti: la novità spaventa. Non a caso, ben nel 67% dei casi il fattore che lega a prima vista due persone è l'attrazione mentale: il che conferma che siamo sempre più portati a innamorarci con la testa, mettendo in secondo piano istinto e le energie fisiche. Cerchiamo allora di abbandonarci all'onda e, invece di "decidere" quale direzione una storia debba prendere per collimare al meglio con gli schemi mentali in cui l'abbiamo incasellata, lasciamo che l'eros si esprima come viene» nella sua forma più autentica. Procedendo così, oltre a mantenere intatta la potenza energetica della relazione, ci libereremo dal rischio dell'ansia, che altro non è se non il desiderio che non ascoltiamo più. Prendiamo la storia di Marzia, 32 anni, avvocato di successo, una donna vivace, attenta, curiosa, ma molto "di testa" Di tanto in tanto ha storie brevi e tormentate con uomini ancora più cerebrali di lei, spesso sposati, con cui riesce a lasciarsi andare poco, diventando vittima di un gioco di potere che la sta massacrando e che le procura, terribili cefalee, che l'hanno poi portata a intraprendere una psicoterapia. Un giorno conosce un giovane praticante:
un tipo sportivo, godereccio, uno che sa divertirsi. Marzia ne è attratta, ma si frena: cerca di autoconvincersi che non è il tipo adatto a lei, non corrisponde ai suoi cliché. Solo quando cede alle sue avances e si innamora in modo pieno e disinibito, il mal di testa se ne va. La gelosia è bandita La gelosia può essere il pepe di una storia, ma entro certi limiti. Se deborda diventa una corazza per se stessi, oltre che per chi ne è l'oggetto. Senza contare che spesso gli ipergelosi sono persone che tendono a tradire: trasferiscono sull'altro le loro insicurezze e le loro smanie di possesso esclusivo, come a volerle esorcizzare. Nella realtà, la paura di essere traditi, più che un sentimento naturale, è un chiodo fisso che alla lunga fa sfiorire la passione. Nel tempo può provocare insonnia, indebolimento del sistema immunitario, attacchi di fame emotiva, cefalee eccetera. Ci fissiamo infatti sul pensiero dì lui o di lei, non vediamo più noi stessi né il mondo che ci circonda, il corpo e la testa sono tesi: si crea così un panico da incertezza e la relazione si trasforma in una prigione malsana per entrambi. Interessante a questo proposito la storia di Alberto, 36 anni, che con tutte le sue fidanzate cerca dì esercitare un controllo strettissimo: telefonate continue, improvvisate, domande a tamburo battente. E ogni volta, a una nuova storia, ecco che si ripresenta la gastrite spastica. Come se Alberto avesse una cintura d'acciaio che gli blocca lo stomaco. Il problema si risolve quando conosce Sandra, una donna morbida, capace di rassicurarlo: una compagna che non lo mette alla prova, che si fa sempre trovare. In Alberto viene meno l'ansia di controllo e la gastrite, con la gelosia eccessiva, passa. Facciamolo... strano! Negli ultimi anni stiamo assistendo in psicoterapia a un fenomeno sempre più frequente: entrano in analisi coppie fresche di convivenza, ma già emotivamente stanche. Un esempio tipico è quello di lui e lei che lavorano, arrivano a casa stanchi, dividono in par condicio le incombenze domestiche, poi si sdraiano sul divano in pigiama e... dormono. Il sesso? Chi ne ha più la forza! Per queste coppie in particolare, e per tutti in genere, è di fondamentale importanza attuare strategie che stimolino la fantasia e la creatività, in vista di un'intimità più frizzante. Fare l'amore dentro casa o fuori non conta: il luogo deve diventare un accessorio dell'istinto e l'istinto può scattare quando meno ce lo aspettiamo. In cucina, in ascensore, anche sul divano. Purché non diventi un'abitudine.
Persino il motel, luogo trasgressivo per eccellenza, può diventare un posto come tanti se lo si frequenta "stesso giorno, stessa ora", come accade a Lucio e Grazia, amanti clandestini da tre anni. Lo scontato, l'esplicito, ciò che è prevedibile, sono i peggiori nemici della "conoscenza carnale" Vediamo allora di muovere le acque con qualche variazione sul tema. Per esempio, diamo al partner un appuntamento a un'ora insolita, manteniamo il riserbo più assoluto su motivazione e destinazione dell'incontro e... concediamoci con lui mezza giornata nel grande letto di un hotel di lusso. Un'altra modalità che risveglia l'eros è ricavarsi intimità tra la folla di una discoteca o di uno stadio, oppure tra le poltrone di un cinematografo: può essere un'esperienza estrema molto inebriante. Allo stesso modo, anche la casa, se si evitano i luoghi deputati (divano, letto), può diventare fonte di ispirazione: basta spaziare dalla vasca da bagno alla doccia, al tavolo della cucina. E non sottovalutiamo il fattore tempo, anche lui ha una sua importanza: cinque minuti o cinquanta, chi può dire quale sia la durata migliore di un rapporto? Fondamentale è che nella coppia non ci sia un atteggiamento sbrigativo. È chiaro infatti che l'eros mal sopporta la logica del "prima di dormire, ma che non si faccia troppo tardi" oppure quella del "quando ci svegliamo, ma sbrighiamoci, altrimenti si fa tardi al lavoro". Riflettiamoci: perché ci sembra sacrosanto esigere quattro ore di permesso per fare una visita specialistica e non altrettanto per vivere il tempo giusto dell'amore? Prepararsi al crescendo finale con lentezza, massaggiarsi reciprocamente, giocare a interpretare ruoli e personaggi diversi, riposarsi e magari (perché no?) ricominciare daccapo. Nel sesso le contraddizioni sono necessarie Gli opposti che abitano in noi devono potersi esprimere. Se questo non avviene, il rischio è che un'eccessiva unilateralità si trasformi in malattia. Uno dei campi in cui un atteggiamento simile è davvero importante è proprio la sessualità. Saper vivere la nostra parte "rigida" a fianco di quella "elastica", quella "maschile" accanto a quella "femminile" serve a far nascere il simbolo dell'armonia... A questo proposito, impariamo a confessare e a confessarci che il desiderio senza amore abita in ognuno di noi, invece di fingere, per convenzione o pudori, di essere innamorati tutte le volte in cui abbiamo una relazione sessuale. Emblematico il caso di Marta: si definisce una donna tutta d'un pezzo, lamentando i suoi insuccessi sentimentali, che la portano a rispettare le
regole anche quando non vorrebbe, obbligandola ad "accontentarsi sempre delle briciole" Poi, lentamente, in psicoterapia avviene il viraggio. Alla fine Marta parla di una donna che abita in lei ed è esattamente il suo opposto. Quando l'altra donna si affaccia, il tono diventa subito più armonioso, più morbido, dolce e sereno. Confessa alla fine: Io ho bisogno di sentirmi dire "ti amo" e di dire "ti amo", ma adesso so perfettamente che non amo Roberto. Mi piace sessualmente, a livello erotico mi carica l'idea di amarlo, ma di fatto non e proprio così. E finalmente riesco ad accettarlo». Essere tutta d'un pezzo per Marta, come per ognuno di noi, appartiene a un atteggiamento unilaterale; l'altro lato, quello elastico, quando si affaccia, produce soltanto un'apparente contraddizione. In realtà restituisce, come è necessario per la nostra armonia interiore, l'altra faccia della medaglia. La salute e la sessualità in questo senso sono i due centri vitali più significativi, in cui è normale che convivano stati contraddittori. Quando accettiamo il fatto che i nostri opposti coesistano, si supera il senso dell'armonia. È l'eros fluisce senza costrizioni. Ecco quali sono i trucchi per risvegliare l'eros: via libera alle novità ritorniamo alla giocosità non rincorriamo la sicurezza gelosi sì. ma con moderazione non pretendiamo il "per sempre" sesso o amore? Accettiamo le contraddizioni non ripetiamo sempre lo stesso copione meglio farlo al buio ogni tanto andiamo a fiuto... ciclicamente, prendiamoci una pausa dal partner.
CAPITOLO QUINTO LE CURE DOLCI CHE AIUTANO IL DESIDERIO
I problemi sessuali si possono affrontare anche con cure dolci, come omeopatia, fitoterapia, aromaterapia e massaggio. Senza dimenticare che l'alimentazione ha un ruolo tutt'altro che marginale, l’importante è avvicinarsi a questo tipo dì rimedi con la cautela di riconoscere quando non è possibile e utile fare da soli, ma ci vuole un sostegno da parte di uno specialista. Se le cose non migliorano nel giro di qualche settimana, allora è meglio rivolgersi senza timori a uno psicoterapeuta di coppia o a un andrologo. Per potenziare al meglio i benefici effetti della medicina alternativa, sarebbe bene operare su diversi fronti. Quindi, ogni giorno, associamo a una sana alimentazione la tisana o il rimedio omeopatico più adatti al nostro problema. SCEGLI I CIBI NATURALI Se mettiamo legna umida in un camino, brucia poco e fa molto fumo; al contrario, con un bel pezzo di tronco secco, niente fumo e molta fiamma. Allo stesso modo, alimentarsi correttamente è altrettanto funzionale alla fiamma dell'eros, che si accende e brucia meglio con determinati cibi. Ecco le regole cui attenersi. No a cibi raffinati e sterilizzati Sono poverissimi di vitamine, enzimi e acidi nucleici. Sì a una dieta ricca di alimenti naturali e integrali, pollini, semi in crescita e lieviti Sono cibi "vivi", che fanno esplodere la vita dentro di noi. Polline e semi in crescita poi sono un condensato vero e proprio di energia, che va a nutrire la nostra carica vitale. Sì anche a tutti i derivati del miele. Integrare con vitamina A Questa vitamina va assunta sotto forma di olio di carota. Integrare con vitamina E Il modo migliore per farne il pieno è assumerla sotto forma di olio di germe di grano.
Integrare con vitamina D Va assunta sotto forma di olio di fegato di merluzzo. La posologia per le tre vitamine è di 2 capsule al giorno a ogni pasto o 1 cucchiaino d'olio al giorno, alternando un olio per giorno. UN BAGNO PROFUMATO PER DUE Per migliorare l'intesa sessuale col partner possiamo fare assieme un bagno, diluendo nell'acqua un mix di oli essenziali: versiamo in t cucchiaio di olio di mandorle dolci 2 gocce di essenza di gelsomino, 1 goccia di cannella, 2 gocce di neroli. Aggiungiamo il tutto all'acqua della vasca e immergiamoci nel bagno per almeno 15 minuti. Per risvegliare l'eros sopito, le essenze più indicate, da usare nell'acqua, per inalazione o nel massaggio (2 gocce di olio essenziale per 1 cucchiaio di olio di jojoba), sono: basilico, cannella, Patchouli, pino silvestre, santoreggia, vetiver, sandalo (per lui); chiodo dì garofano, rosa, gelsomino, lavanda, pepe nero, rosmarino (per lei) Possiamo anche utilizzare le stesse essenze per via aerea, diffondendole nell'apposito bruos-profumi, sistemato in camera da letto almeno due ore prima, A nostro piacimento si possono miscelare 3 oli insieme tra quelli indicati, nella misura di 2 gocce per olio, da diluire nell'acqua. CON LE MANI SCOCCA LA SCINTILLA Per riaccendere il desiderio, proponiamo al nostro partner qualche gioco da fare insieme. Si tratta di una serie dì esercizi, particolarmente utili a facilitare e riattivare la comunicazione con l'altro. Questi esercizi, durante i quali, a turno, ciascuno dei due partner interpreterà prima il ruolo attivo e poi quello passivo, vanno eseguiti in assoluto silenzio, in un luogo tranquillo e accogliente e, quando si vive il ruolo passivo, possibilmente a occhi chiusi. Al termine dell'esperienza potrà seguire un momento di confronto tra noi e il partner, durante il quale ci comunicheremo sensazioni, emozioni, immagini affiorate durante gli esercizi. A seconda del piacere o delle resistenze incontrate nella loro esecuzione, ciascuno di noi individuerà i tempi più appropriati da dedicare a ciascuna fase. Un massaggio senza toccarsi Il partner si stende su un tappetino, in modo tale da permetterci di girargli attorno con facilità. Noi passiamo le mani vicinissime al suo corpo, circa a un centimetro, quasi sfiorandolo (si consiglia di indossare abiti leggeri).
Potremo cominciare dal punto che vorremo, prima su un lato, poi sull'altro del corpo (supino e prono). Alla fine saremo noi a sdraiarci e sarà il partner a condurre l'esercizio. In questa prima fase vanno a ridiscutersi automaticamente i ruoli sessuali: si attiveranno cosi proiezioni, fantasie e immagini che in un rapporto uomodonna non equilibrato sono spesso represse o soffocate. Inoltre, la consegna del non-contatto scatenerà una serie di desideri legati al divieto, il che giova particolarmente a chi ha una sessualità spenta. Sentire caldo e freddo In questo esercizio ripetiamo i gesti del precedente, con un'aggiunta: dobbiamo concentrarci, durante il passaggio delle mani, sulle sensazioni di caldo e di freddo provenienti dal corpo dell'altro. Poi sì cambiano i ruoli. Il sentire fredda o calda una parte del corpo del partner potrà essere anche il risultato di una nostra proiezione: così gli "ingorghi" energetici eventualmente avvertiti nell'altro possono essere reali, ma pure immaginati, fantasticati o temuti... Adesso ci sì può toccare In questa fase, simile alle precedenti nell'esecuzione, è previsto il contatto tra le mani dell'uno e il corpo dell'altro. Noi e il partner procederemo a turno a massaggiarci: nessuna parte del corpo verrà tralasciata e di nuovo sperimenteremo l'attività e la passività, con tutto quanto ne consegue. La somiglianza di questa fase con Tatto sessuale (compreso il desiderio di dare piacere all'altro) è evidente. L'investimento emotivo qui sarà molto forte e le emozioni avranno il tempo di emergere e arrivare all'acme. Chi è steso, abbandonato nelle mani dell'altro, conoscerà l'essenza stessa della passività, con tutte le paure connesse. Questo spesso costituisce, nella sessualità, il centro di disturbi come l’anorgasmia e il vaginismo, per le donne, e l'eiaculazione precoce, per gli uomini. Ora facciamo quello che vogliamo Tutto si svolge come negli esercizi precedenti, ma questa volta l'esperienza si allarga e noi potremo fare quello che vogliamo col corpo dell'altro, che sarà completamente passivo. Massaggiarlo, accarezzarlo, tirarlo, aggredirlo... e il partner non dovrà rispondere con l'azione, ma solo emotivamente. Poi la situazione sì ribalterà a ruoli invertiti. La possibilità di esercitare un potere assoluto sul corpo dell'altro farà emergere i tratti fondamentali della personalità e del carattere dei due soggetti. Portando alla luce paure e fantasmi legati non solo alla vita
sessuale, ma anche all'infanzia, con l'eventuale carico di aggressività accumulata. IL DESIDERIO PERDUTO SI RECUPERA CON LE ERBE A parte gli interventi mirati di psicoterapia del singolo o di coppia, si è da sempre provato a rimediare ai disturbi da "calo di desiderio" con medicamenti naturali, in grado di assicurare la potenza sessuale. Ecco le piante e le erbe più adatte in questi casi. Contro l'impotenza Orchidea: afrodisiaca, rialza il tono generale È curioso rilevare come molte delle sostanze tradizionalmente utilizzate per potenziare le prestazioni sessuali provengano dalle piante che richiamano nella forma proprio gli organi genitali, oppure vengono ricavate dalle ghiandole odorifere di mammiferi. Per esempio, c'è l'orchidea maschio, il cui tubero ha un aspetto piuttosto allusivo (in greco orchis significa testicolo). La farina e la gelatina che si ottengono da tali tuberi essiccati, il salep, era rinomatissimo in Arabia come afrodisiaco maschile e rimedio dell'impotenza. In effetti ha una certa azione tonica sull'organismo in generale. Posologia: mettere in infusione, in 1 litro di acqua bollente, 4-5 g di polvere di orchidea, da bere a tazze nell'arco di 24 ore. Damiana e panare: sostengono l'erezione La damiana ha un'azione elettiva sul centro nervoso dell'erezione, localizzato sul parasimpatico sacrale. Posologia; assumere 20 gocce di Tintura Madre 2 volte al giorno. L'odore e il sapore del panace, altro potente afrodisiaco, non sono dei migliori. Conviene quindi ricorrere alla Tintura Madre. Posologia: 20-30 gocce 2 volte al giorno. In alternativa: macerare 50 g di radice e foglie spezzettate in 1 litro di vino rosso per 24 ore e poi filtrare. Bere un bicchierino prima dei pasti. Contro l'eiaculazione precoce Lachesis e Graphites, per prolungare il piacere Ribadiamo che il problema va affrontato anche dal punto di vista psicologico e che le terapie di coppia spesso sono molto utili. A queste comunque possiamo associare l'assunzione di Lachesis e Graphites, i due rimedi omeopatici. Posologia: da prendere alla 30 CH, 5 granuli una volta al giorno, fino a miglioramento.
Oppure, quando non si avverte l'eiaculazione, si può ricorrere a Natrum phosphoricum, sempre allo stesso dosaggio. Per stimolare il desiderio femminile Fieno greco: quando la voglia non c'è Ottimo ricostituente e stimolante dell'appetito, il fieno greco cela nei suoi semi proprietà afrodisiache insospettate, specialmente per le donne. Dato l'odore molto sgradevole, è preferibile usarlo sotto forma di Tintura Madre. Posologia: 20-30 gocce, 2-3 volte al giorno. Zenzero, ginseng e ginkgo biloba: difficoltà a raggiungere l'orgasmo Soprattutto per le donne non più giovanissime, consigliamo il ginkgo biloba, ricco dì principi attivi che agiscono sulla circolazione favorendo l'apporto di sangue ai tessuti. Da usare in associazione con lo zenzero, pianta afrodisiaca. Ricetta: miscelare 40 g di ginseng radice (stimolante e riequilibrante) e), 40 g di ginkgo biloba foglie e 20 g di zenzero radice. Versare una tazza di acqua bollente su un cucchiaio di miscela, lasciare riposare per 15 minuti e filtrare. Bere 2 tazze al giorno. Platina e sepia: per arrivare al culmine del piacere In questo caso può essere di grande aiuto l'omeopatia, con platina e sepia, i rimedi più indicati per arrivare al culmine del piacere sessuale. I rimedi sono da assumere alla 7 CH, 5 granuli due volte al giorno per un mese. IN PILLOLE Qui di seguito una breve rassegna dei rimedi naturali che risvegliano il desiderio: il massaggio a due, il piacere di toccarsi alimentazione: meglio i cibi naturali aromaterapia: tutti i profumi della passione fitoterapia: le piante contro l'impotenza e quelle per raggiungere l'orgasmo.
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