Manuale di storia dell'arte vol. III - Il Rinascimento in Italia

April 28, 2017 | Author: Belva64 | Category: N/A
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Largamente ampliato nelle illustrazioni e nel testo da Corrado Ricci. Con 480 Illustrazioni nel testo e 15 Tavole colora...

Description

SPRINGER Corrado RICCI

Ant.

LE DI iumìii!

IL

RINASCIMENTO

IN

ISTJTVID ITALIANO D ARTI

EDÌT0RE "

MHK|

GRAFICHE

BERGAMO ,,• ,,n ^

Verrocchio

la

e

.

pl

t

ticini, '

.



stiche della Certosa di Pavia (fratelli Mantegazza, Amadeo, Solari, Bambaja), L'arte plastica minuta, medaglie e placchette (Pisa-

96—

De' Pasti, Geremia, l'Antico, Sperandio, Boldu, Caradosso, Nicolò di Forzore Spinelli,

nello,

-

134

Botdi Co-

Simo, Cosimo Rosselli, 138. ,,



,.

,

.

Italia Centrale:

p ler .

„ „ Della Francesca

,,

e

,-> n Melozzo 139 ,

,, d U a Francesca /Affreschi in Arezzo^ .

1

(

.\ , 1„? h \Forh h (feschi "L; in Melozz ° da 41 f allegorie), 142. figure scorciate,

~

,

c

.

La perfetta modellazione

Alta

j

nello studio dei

Affreschi in Loreto, nella Cappella Sin a, a Monte Oliveto ed Orvieto, 146.

nudi st

D n !,i' Roma, .,( 1 46

„.

.

S.gnorell.

Bellano, Briosco, Gagim, Laurana, 91-93 Plastica in terracotta: Nicolò Dall'Arca, Mazzoni, Begarelh, 93-94— Decorazioni pia-

contempo-

i

Tom91

122

pittura

affreschi narrativi della vita

Sandro

-

bronzo. Verrocchio

nei dipinti sacri; gli

ranea: Benozzo di Lese, 122; Baldovinetti, fratelli Poliamolo, 125. 124; Pesellino,

''

in

mondano

affreschi di Prato e di Spoleto, 120.

La nuova

-

'

La scoltura

-

118

L'indirizzo





115

-

Filippo Lippi

i

'

113

Lorenzo Monaco, 1 15 Quadri d'altare ed affreschi del Convento di S. Marco, 117 Affreschi della Cappella Vaticana, 118.

d'Empoli, 81 Civitali altare di S. Regolo Tabernacolo del Duomo), 81 Mino da Fiesole e suoi collaboratori nelle scolture romane (Isaia da Pisa, Mino del Reame, Giov. Dal-

^

,,

transizione

di

Frate Angelico

Sebastiano

mata, Bregno, Capponi), 81-84 Benedetto d M a "° < L ;?'; ar ma ?g' ore di S Domefr „ n t a tar S Fm S G" " " Ì. ! di S. Croce), ? 84. r migliano il t pulpito v h

.

1



Collegiata

nella

(Tomba Noceto,

..

Paoio uccello, Andrea del Castagno, Do13-1 15. menico Veneziano,





,.

1U4

Masolino 104

e

-

Maestri





P a 8-

-

72

lievi

...

,.

,

- -Le

Robbia

della



Pili

L '" dirizz0 realistico studio della natura, colorito e prospettiva 104 Masaccio e gli Ila Cappella Brancacci in Firenze, ? re s chi de " l4 Masol.no (Affreschi in S. Clemente d, Roma e a Castiglione d Olona), 106.

renze, 70, 71.

Luca

™"

i

Marco), 100-103.

S.

La pittura fiorentina: Masaccio

-

-

Piazza

di

~~ DITTIID UKA,

, 6m

-



Vendramin,

sepolcrale

antenne

delle

64

— Pietro

(Sepolcro Mocenigo), Leopardi

e figli

i

(Monumento

Donatello

toria

So ar

Michele, 6_.

S.

100

Antonio Rizzo (Tomba Tron), 100



_

Italia:

Mantegna e Jacopo

Squarcione

146

(Senso di realtà dello spazio, lo scorcio nella prospettiva, l'efficacia plastica della rappresentaBellini

INDICE DELLE MATERIE C.



Introduzione.



Affreschi in Padova e Mantova, Quadri d'altare, Trionfi di Cesare, 148, 149 zione).

Lo sviluppo

Incisioni in rame, cisione in Italia, 153.

La

Veneziana

pittura

fino



159

Crivelli,



Carpaccio, 164



159

Bellini,

Cima

Bastiani,

e

Milano

e

Pisanello, Liberale, Buonsignori, Montagna, Foppa, Zenale, BergoMarescalco, 167 gnone, Bramantino, 168.



Ferrara, Bologna

e

Marche



Santi,



177.

Umbria: Perugino Francesco

Ghissi detto FranNuzi, Fratelli Salim-

Cecco

pag. 210

la

sua scuola

211

Affreschi già nella casa PaniL'architetto: Canonica di S. Ambrogio e S. Satiro a Milano, Cancelleria, 213; Palazzo Vaticano, S. Pietro, Chiostro di S. Maria della Pace, S. Pietro in Montorio, 214; Loreto, 214; Chiesa della Consolazione a Todi, 217 La scuola del Bramante, 217.





Fra Giocondo. Antonio da Sangallo

217

....

220

Peruzzi

Farnesina, Palazzo 220.

177

Pintoricchio

e

di

e

pittore: garola, 212 Il







- ARCHITETTURA

Bramante





di

Carattere dell'Architettura del Rinascimento 210

169

Cossa (Affreschi del Palazzo Schifanoja), Cosimo Tura, 172 Lorenzo Costa ed 171 Ercole Roberti, 172 Francesco Francia e la pittura sacra a Bologna, 172 Gli scolari: Giacomo, Giulio, Giovanni Battista Francia, 174-177 Boateri, Tamarocci, Chiodarolo, Giovanni Aspertini, 177;Timoteo Viti, 177

morte



Ba-

165

la

polari, 204.

1.

Verona, Vicenza

dopo

Firenze







164

165.

salti,

Cinquecento.

Lorenzo il Magnifico; Influenza del SavonaPrimato di Roma, 202 rola sull'Arte, 201 Scavi e studi di antiche opere d'arte, Distacco dell'Arte dagli elementi po203

Anto160

olio,



Il

Rinascimento.

Giorgione 153

a

da Messina e la pittura ad Gentile Giovanni Bellini, 161 nello



dell'in-

Murano (Giovanni Alemanno,

pittori di

I

Vivarini),

i



152 —

Massimo

dalle Colonne,

Laurana

Raffaello.

221

cescuccio, Allegretto beni, Nelli Gentile da Fabriano, 177 Fra Carnevale e Giovanni Boccati, 178 Vittore Crivelli, Alamanni, Folchetti, Lorenzo

Raffaello: architetto (Palazzo Brariconio dall'Aquila, Palazzo Vidoni-Caffarelli, S. Eligio degli Orefici, Cappella Chigi, Palazzo Pandolfini), 221 Decorazioni delle facciate

Giovane, Bernardino di Mariotto e Cola dell'Amatrice, 178 Alunno, Lorenzo da Vi-

(Palazzo Spada); Architettura delle finestre (Palazzo dei Duchi di Urbino in Pesaro del Laurana), 222.





il



terbo, Mesastris, 178



Buonfigli, Caporali,



Fiorenzo di Lorenzo, 180 Andrea di Aloigi, Perugino, 182 Affreschi della Cappella Sistina e in S. Maddalena de' Pazzi a Firenze, 182-184 nel Cambio a Perugia, 184 Progressi della pittura ad olio (Vita di Maria), 185 Pintoricchio: La tecnica personale, impiego decorativo dei freschi, varietà dei soggetti, 188 (Affreschi della Cappella





— —

Giulio

Borgia,

S.

Duomo

di

Maria in Aracoeli, Appartamento Maria del Popolo, Libreria del Siena),

188-190

Pastura, Antonazzo



Romano,

seguaci: il Matteo Bal-

I

ducci, Eusebio da S. Giorgio, 194 lievi

del

d'Assisi,



Roma,

architettoniche 224.

di

Firenze

Gli

e

di

224

San Pietro

230

imitatori di Michelangelo

Vasari (Uffizi), Ammannati (Palazzo Negami), Alessi (Palazzo Marino, Villa Scassi, Palazzo Grimaldi, S. Maria di Carignano),

Gli al-

Caporali, 195.

230.

Romagna

195

L'ibridismo: Giovanni Francesco da Rimini, 195 Coda, Palmezzano, Scaletti, Utili, Foschi, Bertucci seniore, Tonducci, Marchetti, Rondinelli, Cotignola, 195-197.



i

I

197

Periodo di sosta; Domenico di Bartolo, Giovanni di Paolo, Vecchietta, 198 Matteo di Giovanni, Sassetta, Sano di Pietro, Martini, Landi, Benvenuto di Giovanni, Girolamo di Benvenuto, 198 Cozzarelli, Fungai, Pacchiarotto, 199.



231

ecc

teorici: Vignola, Serlio,



nuovo

indirizzo architettonico, 231 Vignola (Palazzo Caprarola, Villa di Papa Giacomo Giulio III e Chiesa del Gesù), 231 della Porta (S. Pietro, Chiesa del Gesù), 232. Il



Alta

Siena



223

Opere

Perugino: Spagna, Manni, Tiberio Ibi,

222

Palazzo del Te, 223.

Michelangelo



Sistina, S.

Romano Madama,

Villa



Italia.

Genova

e

Bologna

233



Alessi e La viva attività artistica, 233 Terribilia, Formigine, G. B. Castello, 234 Triachini, Pellegrini, 235.



Veneto: Jacopo Sansovino

235

Falconetto e Sanmicheli (Palazzi BeviSansovino (Palazzi lacqua e Canossa), 236



INDICE DELLE MATERIE

XII

Zecca, Loggetta, BiCornaro, Manin, Scamozzi (Procuratie Nuoblioteca), 236 ve), 237. la



Siena:

La decorazione

nell'Architettura

in







3.

Ornamento plastico e pittorico delle facPolidoro ciate; la pittura a graffito, 241 da Caravaggio, Maturino, 244 interna (Grotteschi, lievo), 246. razione

— —

LEONARDO, MICHELANGELO

RAFFAELLO

e

pag. 276

La deco-

stucchi

in

ornatisti della scuola Raffaellesca

Gli

273

sua scuola



Rina240

del

scimento

la

In S. Domenico, Farnesina, Roma, 275 S. Bernardino, nel Palazzo Comunale di Pacchia (Affreschi in Siena; quadri, 275 S. Bernardino), Peruzzi, Beccafumi (PaviGiorno mento del Duomo di Siena, 275 del Sodoma, Rustico, Riccio, 276.

Studio delle forme architettoniche classiche (Teatro Olimpico, Chiostro della Carità); Palazzi e Ville di Vicenza (Basilica), 238 FacLe chiese Palladiane di Venezia, 239 ciate ad un solo ordine di colonne, 240.



e

— —

238

Palladio

Sodoma

li

L'inferiorità della pittura senese nella seconda metà del 400; gli affreschi'del Sodoma Gli affreschi nella in Monteoliveto, 274

.

ri-

a.

Origine, studi, lavori'giovanili (Adorazione dei Magi), 277 Il suo ingegno molteplice, 279 Al servizio di Lodovico il Moro a Milano (Statue di Francesco Sforza e del

249

.

Leonardo da Vinci.







Pintoricchio, Giovanni da Udine, 249 Mazzoni, Brandani, Giulio Romano, Perin del Vaga, 250.

Trivulzio,

femminili,

ritratti

281;





nell'Italia Centrale al principio

L'Annunciazione

pag. 254

1500

del

Caratteri

Ferrucci, Benedetto da Rovezzano, Baccio Rustici (Predica di da Montelupo, 252 Giovanni nella porta del Battistero), 253.

Rovere

in

Venezia: Jacopo Sansovino

e

S.

La

pittura

b.

Petronio a Bologna S.



mano, 264



Andrea del Sarto La perfezione





Primo periodo Romano Chiamata a Roma, lavoro intorno



306 al

se-

polcro di Giulio IL Decorazioni della Cappella Sistina, 306.

270

del colorito nei suoi affreschi e quadri di cavalletto (Affreschi del Chiostrino dell'Annunziata e Confraternita dello Scalzo, 270 Deposizione di Cristo, Madonna delle Arpie, Annunciazione), 270 Gli scolari (Rosso Fiorentino, Pontormo, Granacci, Puligo), 272.

302

302







II

nico,

Bartolommeo 261

Mariotto Albertinelli, 267

Giulio

s. Giovannino, Cupido dormiente) e ritorno a Roma (La Pietà, il Bacco, Cupido, Le sue prime pitture Davide), 303-304 (Madonna con gli Angeli, il Cristo deposto e Episodio della la Sacra Famiglia), 306 guerra di Pisa (cartone), 306.

e dello

Bugiardini, Franciabigio, Ghirlandaio, 268.

di

La maniera personale della sua arte. Educazione. Sue opere giovanili (Lotta dei Centauri coi Làpiti, la Madonna e il Bambino); fuga a Bologna e breve ritorno a Firenze; l'Angelo di destra della tomba di S. Dome-

Domenico, 260.

fiorentina. Fra'

Michelangelo, fino alla morte

Periodo Fiorentino

dipinto sacro di grande stile, 262 Il perfezionamento della tecnica pittorica, 263 L'effetto pittorico raggiunto col disegno a Il

292

257



Bologna: Tribolo, Properzia, Lombardi, ecc. 259 di



leone,

297 Macrino d'Alba, Defendente Ferrari, Cane, Giovenone, Gaudenzio Ferrari (Affreschi di Varallo, Saronno, Vercelli), Lanino, 299.

Giganti a Venezia; Scolari e seguaci (Campagna, Vittoria), 258-259.

Rilievi



290

de' Pre-

Piemonte

Della

Bronzi e rilievi Statua del Bacco, 257 della Loggetta, Porta della Sagrestia di di Padova, Marco, Rilievi in Antonio S. S. Statue di Marte e Nettuno sulla Scala dei

zoccolo dell'Arca di

I

Ambrogio

253 nella porta del Batti-

Monumenti Sforza

Maria del Popolo, 253.

S.

284



disegni, 291 Melzi, 292.





S.

stero di Firenze;

Monna

col

Solario (immag. dell'Ecce Homo), Boltraffio, 294; Luini (Transito di S. Caterina, Affreschi della chiesa dei Pellegrini a Saronno e di S. Maria degli Angeli a Lugano), 295 Bernardino de' Conti, Sala, Marco d'Oggiono, Cesare da Sesto, Giampietrino, Magni, Francesco Napoletano, 297.

Scultori fiorentini del periodo di transizione 252

Andrea Sansovino Battesimo di Gesù

dis,

Girolamo

Andrea

Rinascimento 251

del



s.

La scuola pittorica lombarda

Baccio d'Agnolo, 251.

della scoltura

291

e

251

Firenze culla della vita artistica

Cronaca,



della battaglia di Anghiari, 288 Lisa, 289 Madonna con s. Anna,

SCOLTURA E PITTURA

2.

Vergine

delle Rocce, 284; Sala delle'* Asse, Cenacolo Il cartone in S. Maria delle Grazie, 284)

e.

311

Raffaello

Periodo

Umbro





1 primi anni Intluenza di Viti e del Perugino (Incoronazione Nicola da Tolentino, Crocifisso, Incoro-

L'origine

Timoteo di s.

311

INDICE DELLE MATERIE nazione, Sposalizio della Madonna, Madonna 11 Sogno del Cavadi Casa Ansidei), 311 liere ed altre opere giovanili, 312.



i

i

312

Periodo Fiorentino

Madonne

mona: la famiglia Piazza, Boccaccino, 365; Campi, 366; Sojaro, Anguissola, Malosso, 369.

L'APOGEO DELLA PITTURA

5.

della

maniera fiorentina, Cristo

VENEZIANA

deposto, 316.

Periodo

Romano

317

370

delle

Caratteristiche della sua arte. Efficacia del colorito, paesaggio di fondo, 370; la pala di



Castelfranco, la Tempesta o la famiglia di Giorgione, Tre Filosofi, 371; la Venere dormente, 372.

stanze in Vaticano: La Disputa, La Scuola d'Atene, gli altri dipinti della prima stanza, 318; la seconda stanza: Eliodoro, 320 Attila, s. Pietro liberato la dal carcere, la Messa di Bolsena, 320 terza e la quarta stanza: Prigionieri di Ostia, di l'Incoronazione Carlo l'Incendio di Borgo, Collaborazione Magno, Leone 111,320-322 Affreschi

pag. 370

Giorgione

i

;

degli scolari,

324





Madonne

Ritratti e

del

periodo romano (Giovanna d'Aragona, Leone X, 324; Donna velata, Madonna di Loreto, Madonna col diadema ed altre), 326 Cartoni per Ritratto di Giulio II, 327 arazzi, 327 Decorazioni delle Loggie, 328





-





Affreschi Affreschi delle Sibille. 329 della vòlta e della parete della Farnesina, 329. lavori La versatilità della sua arte, 330 di architettura, incisioni in rame, ricostituzione di Roma antica ecc., 331 la Madonna Sistina, 332 Gli ultimi lavori (la Sacra Famiglia di Francesco I, la Trasfigurazione), 334 La scuola di Raffaello, 334.

— —





d.

L'opera tarda

di

334

Michelangelo



Monumento sepolcrale dei

Medici, 334 Sepolcro di Giulio 11, 338 Il Giudizio Universale della Cappella Sistina, 341 Affreschi della Cappella Paolina, 341 Composizioni degli scolari e seguaci (Venusti, Condivi, Allori, Daniele da Volterra, 341; Sebastiano del Piombo, 342) La Pietà del Duomo di Firenze; studi dell'architettura, 343.



— —





4. LA PITTURA DEL 1500 NELL'ALTA ITALIA pag. 345

Romano

345



vanni Evangelista, la cupola del Duomo), 350 Quadri allegorici e mitologici (Danae, Leda, Io), 351 Quadri di Budapest, Londra, Parigi, Dresda, 353 Scolari e seguaci (Gandini del Grano, Rondani, Anselmi, MazzolaBedoli), 359 Parmigianino (quadro di







Margherita, affreschi della chiesa della Steccata e di Fontanellato, ritratti), 361-363 Giulio Romano (affreschi del palazzo del Te e del castello Ducale), 364-365 1 suoi aiutanti (Pagni, Rinaldo Mantovano, Ghisi Primaticcio), Leonbruno, 365 Lodi e Cres.









380

Tiziano Vecellio

Suoi rapporti con Giorgione. Opere giovanili (Amor sacro e Amor profano, il Tributo), 381 Lavori del Palazzo Ducale, 381 — Rapporti con le Corti principesche (Baccanali, Festa di Venere, Bacco ed Arianna, La Venere Satiri e Baccanti), 383-384 di Urbino, 384 Ritratti virili (Carlo, V, Strada, duchi d'Urbino, Aretino, Duca di Norfolk, Papa Paolo III. l'Uomo dal guanto), Ritratti femminili (figlia di Roberto 385 Strozzi, la Flora, l'amante di Tiziano, Laura











Quadri d'altare Dianti, la Bella), 385-386 tre Santi, Madonna delle cil'Assunta, Madonna di Cà Pesaro, il Martirio di s. Pietro Martire), 387-390 Pitture degli ultimi anni. Soggetto mitologico:

(Madonna con liege,



Venere ed Amore, Danae, Venere ed Adone, 390. Soggetto sacro: il Martirio di s. Lorenzo, l'Ecce Home, l'Addolorata, 390-393.

contemporanei

di

Tiziano

393



Considerazione sulle scuole d'arte locali. L'indirizzo della scuola di Ferrara (Garofalo, Mazzolino, Ortolano, Dosso, 346; Scarsellino, Bonomi), 348 Correggio: educazione artistica, lavori giovanili, 349; maniera personale, 350; Correggio a Parma (decorazione del Monastero di S. Paolo, affreschi di S. Gio-





Violante, le Tre Sorelle, s. Barbara), 375 Sebastiano del Piombo: Quadri d'altare (S. Giovanni Crisostomo), 376 Ritratti (la Fornarina, Andrea Doria), 376-377— Lorenz» Lotto: quadri sacri, ritratti (Gentiluomo dalla barba rossa, il Cardinal Rossi), 377-380.

Pittori



Correggio e Giulio

Palma Vecchio, Sebastiano e Lorenzo Lotto 373 Palma Vecchio: Bellezza femminile (la

Giovanni Antonio da Pordenone, 393 Licinio, Bonifazio dei Pitati, Antonio Palma, Battista di Giacomo, 394; Polidoro de' Renzi, Marconi, 396; SchiaParis Bordon, 396 Influenza della pitvone, Bassano, 397 tura veneziana sulla lombarda: Moro, Brusasorci, Badile a Verona; Cariani, G. B. Moroni a Bergamo, 397; Savoldo, Romanino, Moretto a Brescia (quadri d'altare delle

— —

i

Chiese e Pinacoteca), 402.

402

Tintoretto e Paolo Veronese

Influenza di Michelangelo sulle composizioni. Peggioramento della tecnica. Forte contrasto d'ombre e luci, 402 Le sue tele colossali delle chiese veneziane, Palazzo Ducale e

Scuola

di S.

— —

Rocco, 402

Paolo Vero-

nese: toni argentei del colore, 404; la riproduzione della vita veneziana nelle Cene (Nozze di Cana, Cena in casa di Levi, Cena in casa di

Simone, il Convito di S. Gregorio Magno), 405 Quadri di chiesa (s. Antonio, s. Se-



INDICE DELLE MATERIE

\l\



Quadri di soggetto storico 407 L'elemento de(la Famiglia di Dario), 407 confavo delle sue pitture (dipinti co ossali del Villa Maser), della Palazzo Ducale, affreschi bastiano)

-

Decorazione

A

LA FINE DEL RINASCIMENTO j

,

j-

industriali, trascuratezza del di-



segno, immiserimento della fantasia, 412 ritratti e le statue (Carlo V a Madrid, CoSimo I a Firenze, Filippo 111 a Madrid), 413 Plastica decorativa: la Fontana delle TarBenvenuto Celtarughe del Landini, 413 lini e Guglielmo della Porta (statua del Perseo. 416 Ammannati, Paolo III), statua di Pierino da Bandinelli (Ercole e Caco), 417 Vinci, Leone Leoni, Giambologna (Fontana dei Nettuno, Ratto delle Sabine, Mercurio), 418-419 Decadenza della pittura: ritratti (Vasari, Bronzino, Salviati, Allori, Zuccari, Le pitture di Arpino Barocci), 420-421 Palazzo Vecchio a Firenze del Vasari, 421 Quadri figuranti supplizi del Pomarancio, 422 Accademie e Società d'Arte delle piccole città (famiglie Procaccini in Milano, Cambiaso a Genova; Pupini, Marchesi, Francucci, Bagnacavallo, Fontana, Sabbattini, Tibaldi, Passarotti e Samacchini a Bologna), 423-426. 1











i

-

-

-

D. del

-

L'Arte Industriale

Rinascimento

Italiano.

Influenza dell'Architettura nell'arredamento 427

Produzione industriale, rivestimento delle Leggi fisse dei pareti, camini ecc., 428 campi decorativi, 429.



db(jri

chiese 430 fe t

,

bat . del

£

dei

431

palazzi

Portafiaccole, lanterne (Caparra), picchiotti ecc., 431.

... pag. 412

_,.... Produzioni

,

acquasantiere, cancelli, stalli ' ca nde bri) lampade ecc., 430.

£

Arredamento -

delle

.

,

i(j

411.

6.

arredamento

e

.

,

Mobili

431

,-.-..

Cofani, forzieri,

letti,

coperte, 433.

433

Bronzi

"Vi" -ini" 'l\'à'\ Cancellate, candelabri (Chiesa del Santo di Padova, del Riccio), lampadari, 433. 434. ,'

,'



_.•

4^ ta>

«pialli nnhiii metani nooiu

Bacini, anfore, coppe, orecchini, anelli, armature, saliere (Celimi, Bernardo da Castelbolognese), la pittura a smalto, 435-437.

439

Legno

,",.'" '"."*". .'„ ''.',.'.'.'.", ln 10 - tarsia (Giovanni Barili frati conBrunelleschi Benedetto ventilali lombardi ,

}^\

da Maiano Fra Giovanni da Verona, Fra Damiano da Bergamo), 439. maioliche

Arte Vasaria: Deruta, Faenza, Gubbio (Mastro Giorgio Andreoli), Pesaro, Urbino (Xanto Avelli, Dario Fontana), Casteldurante Cafa gg iol °> R avenna > Ferrara 44 '- 444 '

-

'

Vetri e vetrate

444

vetri artistici: Venezia e Murano. Le veI trate (Giacomo da Ulma, Marcillat, i Vivarini, Cristoforo de Motis, Antonio da Pandino, Pandolfo da Pisa, Pastorini ecc.), 444445.

COLLOCAZIONE DELLE TAVOLE FUORI TESTO

I.

II.

Andrea Mantegna:

S.

Giorgio.

nella

Frontispizio

Venezia, Gallerie

Masaccio: La cacciata dal Paradiso.

Firenze, Cappella Brancacci

Carmine

chiesa del

Pag.

suonano. Roma, Sagrestia

III.

Melozzo da

IV.

Bramante: L'uomo dall'alabarda

Forlì: Angeli che

(affresco).

di S. Pietro.

Milano, Brera

V. Decorazioni murali nel Palazzo Doria a Genova VI.

Sodoma:

S.

VII.

Leonardo da Vinci: La Vergine

Vili.

Michelangelo: Sacra Famiglia. Firenze, Galleria degli Uffizi

IX. Raffaello:

Madonna

delle

della Seggiola

Roccie. Parigi, Louvre ...

Firenze, Galleria

....

Pitti

X. Raffaello: Madonna Sistina. Dresda, Galleria XI. Correggio:

Madonna

XII. Sebastiano del

del

La

XV.

Il

ricco

212

del

quadro

di

250

»

274

»

284

»

306

»

326

»

332

»

348

s.

»

376

Firenze, Galleria Pitti

»

386

Epulone. Venezia, Gallerie

»

394

»

440

Bella di Tiziano.

XIV. Bonifacio:

Francesco. Dresda, Galleria

Piombo: Tre Donne. Particolare

Giovanni Grisostomo XIII.

s.

145

»

>.

Sebastiano. Firenze, Galleria degli Uffizi

107

»

a

Venezia

Maioliche d'Urbino. Raccolta Spitzer



A.

Mentre

NICOLÒ PISANO

e

GIOTTO

coloro che studiano la storia

la dividono, per darle maggiore chiaepoche distinte, l'umanità procede per periodi fluenti uno che solo l' occhio sperimentato di chi guarda dietro a sé punto di separazione. Anche nel campo dell'arte lo stile

rezza, in tante nell'altro così,

può scorgere qualche muta man mano, o inconsciamente abbandonando continuare accanto

Germania, però,

In

verso che in

nome



si

associa all'arte

in Italia

i

nuova

in

modo

E

una ragione

ciò per

del periodo degli Hohenstaufen, in Italia

quell'ordinamento politico

quella cultura nazionale che

di

e

senso

dagnando potenza

Roma

si

nuovi tentativi

Dacché secolo XII,

e autorità.

fantasia e serve d'impulso e

la

ricomincia

il

fervore di una

vita

esempio nei

di

si

si

al

segue soprattutto nelle opere di scoltura

risvegli

prima

la fresca

cioè

art'stica,

progresso, benché più lento, è più costante che

Questo progresso

dove par che

rinvigorisce

affermano, gua-

si

artistici.

in Italia il

basi

Agli occhi dei contemporanei, l'immagine dell'antica

sempre più viva, eccita

fa

le

dovevano condurre

municipale, forti personalità

sorge l'orgoglio

politico,

storica.

gettarono

si

paese ad un costante progresso. Le città salgono a grande altezza,

il

assai di-

caratteri che saranno quelli propri all'arte

Rinascimento appaiono già nel Medio Evo.

Infatti, alla fine

di

antiche forme o lasciandole

molti elementi gotici vengono ripresi dall'arte che porta

Rinascimento tedesco,

di

del suo

il

medioevale

l'arte

Mentre

Italia.

le

nuove.

alle

di

nel corso del là

dell'Alta

delle Alpi. Italia,



ispirazione artistica.

prendano, per esempio, come punto di partenza bassorilievi della facciata a Verona, rappresentanti leggende, scene del Vecchio e de! Nuovo Testamento (fig. 1) e le occupazioni di ogni mese, per procedere innanzi fino alle Si

di S.

i

Zeno

scolture del secolo XII (Deposizione di

Parma -

di

Verona -

un

soffio

forma. essere

fig.

fig. 2), e si

nuovo

di

canicamente

anche in

meschino autore,

frammento

di

pulpito nel

Duomo

XIII (fonte battesimale in S. Giovanni

vedrà come venga gradualmente spirando da queste ultime un'impronta personale più forte, un migliore senso della

in

Germania

figure semitonde, si

secolo

vita,

Nelle scolture del portale di

nate

dalla Croce,

3) o del principio del

o

Verona manca ogni individuaiità; potrebbero Francia. Si direbbero disegni tradotti mec-

in e,

nullostante

le

direbbe ch'ei neppure conoscesse

iscrizioni le leggi

che glorificano

del bassorilievo.

il

loro

Anche

MANUALE

2 la tavola

conservata nel

maestranza

Duomo

STORIA DELL ARTE

DI

Parma

di

(fig.

3) e scolpita dal

discendente d'una

d'Antèlamo, Benedetto Antèlami,

di scalpellini della valle

1178,

nel

forme par che derivi da antichi modelli. Ancora ai lati della due figure simboleggianti la Sinagoga e la Chiesa, più piccole delle

nel soggetto e nelle

croce

vedono

si

le

contraddistinte l'una dal calice, l'altra dall'abito pontificale. La composizione

altre,

come un quadro,

è intesa

maggior verità

di

e

manca

movenze.

In

concezione plastica;

di

ciò

fonte battesimale di Verona, nel quale e

Antèlami

l'

sono mosse con singolare giustezza

le

e

è

singole figure

hanno

figure snelle

hanno

le

vesti a ricche pieghe,

V

v*~

-

1.

le

con vivace energia. Manca però ancora quel

<

Fig.

ma

superato ancora dal maestro del

L'Adorazione dei Magi. Bassorilievo

di

Nicolò, sul portale della chiesa di

senso dello spazio, che insegna a disporre con equilibrio

e

Zeno

in

simmetria

Verona.

le

figure;

e

difetta ogni conoscenza della tecnica meglio acconcia al bassorilievo.

Da questo punto gresso,

benché

Toscana

il

offriva

di vista

le

scolture toscane appaiono più suscettibili di pro-

disegno ne sia più greve

anche minor campo

e

più rozzo. L'architettura romanica della

alla scoltura

che

la

lombarda. Le scolture dei

portali del secolo XII (per es. a Pistoia) sono di piccole dimensioni e di esecuzione

povera. il

Invece

l'uso

di

senso plastico

loro

e

adornare di

canti e dei frati predicatori,

i

e fu

il

dà occasione agli [artisti Furono nuovi ordini dei

pulpiti

di esercitare frati

mendi-

favore col quale venne accolta dal popolo

la pre-

perfezionarlo.

i

La predica divenne parte indimezzo alla chiesa, isolato, sorretto

dicazione, che diedero tanta importanza al pulpito.

pendente del servizio divino,

da colonne, ascoltatori.

invase

i

così

e

il

da permettere

La scoltura

si

pulpito sorse in al

predicatore di raccogliere tutti intorno a sé

gettò avidamente sul

parapetti del pulpito di ornati

e

nuovo campo che

di figure.

le

si

offriva,

gli

e

NICOLO PISANO

Fig. 2.

Fonte battesimale

in

S.

La ripetizione dei soggetti (Giovinezza Angeli) condusse

E

(iloTTn

Giovanni

e

in

Fonte

Verona.

di

Passione di Cristo, Giudizio universale,

dar maggiore importanza alla

Profeti,

Evangelisti,

forma

a tentare di ricondurla alla verità e alla vita. Nei pulpiti toscani

gresso,

e

in

tal

l'Alta Italia, bassorilievi,

si

senso,

è

costante;

e

gli

fin

artisti

dall'inizio,

1

confronto

in

il

pro-

alle scolture del-

scorge in essi una maggior conoscenza delle leggi della plastica.

che da un pulpito della distrutta chiesa di

renze furono trasportati in S. Leonardo d'Arcetri al

a

(fig.

S. Pietro

4) e

Scheraggio a

I

Fi-

che appartengono circa

250, in un modellato più rotondo dei drappeggi, nelle teste di profilo, nelle figure

Fig. 3. Depo*,izion

edetto Antclan

ei

Duomo

di

Pi

MANUALE

4

più regolarmente rilevate dal fondu

DI

ci

STORIA DELL'ARTE

mostrano

il

tentativo di una decorazione pla-

stica dei piani.

Simili a questi sono

i

bassorilievi in S. Michele in Grappoli (1194)

e

in

S.

Bar-

opera questi di mastro Guido Bigarelli da Como (1250), che attivamente lavorò in Toscana (a Lucca, a Pisa, a Pistoia) dal principio del

tolomeo a Pistoia

(fig. 5),

Fig. 4. Nascita di Gesù. Bassorilievo"

r

derpulpito

di.'S.

Leonardo d'Arcetri presso Fi

si distinguono dalle contemporanee toscane nelia compoChe anche all'epoca romanica si sapessero affrontare con grandi problemi della statuaria, lo prova l'eccellente gruppo di San buon successo Martino col mendicante sulla facciata del Duomo di Lucca (fig. 6). La statua deve essere della seconda metà del secolo XIII e si rivela opera nata in quella Toscana

XIII secolo. Le sue opere

sizione evidente e felice. i

che fu sin dall'antichità

la

non sa dare ancora grazia

culla dello sviluppo artistico. e finezza alle

Però

singole figure, che

la

mano maldestra

non sono per anco

di-

NICOLO rettamente dal

in

forme

le

reali,

l'occhio di

ed

zione,

che

rale

tempo fosse

pulpito di S. Bartolon

ha

educaè

matuquel

in

]

all'artista

più facile

sicuro

forme plastiche

i

le

già

Ed ecco

pronte. arte

e

cercare

il

suoi modelli tra

l'

nel

pla-

una ben

lunga

più

i

immagini

stiche

bisogno

W: Statua equestre del Gattatnelata

Accanto a Donatello e al Ghiberti sta in prima linea, tra gli antichi artisti del Rinascimento, Luca della Robbia (1400-1482). Di carattere più arrendevole, egli comincia dal subire l'influenza dei suoi due grandi compagni d'arte, soprattutto sorilievi

cantoria sopra

della

Firenze, ora nel

la

Museo dell'Opera

del

primo

L'esecuzione

è

qui

Rinascimento, più fine

venze sono meno ardite lice.

fare

Un'altra volta Luca le

porte di bronzo per

e

e

in

gara con

lui

egli

eseguì

suonano

cantano

e

s'indovina

varie, e nel

sostituisce a

la stessa

81),

(fig.

facilmente

pergamo

una

l'indole di

Donatello;

gli

di

aveva

li

delle più

Donatello, quando questi non

Duomo, che

bas-

belle

speciale di Luca.

complesso l'invenzione non

sagrestia del

i

Duomo

ne ebbe l'ordinazione, nel 1441

graziosa che nel

meno si

Donatello;

(nel 1431

già messi al posto). Nei putti che

opere

di

porta della sagrestia settentrionale del

ma

le

mo-

è

così fe-

si

cura di

erano state allogate

quattrocento: la scoltura

il

73

1436. Luca assume il lavoro con Michelozzo nel 1446 e lo finisce più tardi Benché Luca stesso apprezzasse, a quanto pare, la sua opera di scultore e di fonditore, pure la sua maggiore rinomanza è dovuta al piti modesto lavoro dei bassorilievi in terracotta invetriata, coi quali seppe ravvivare una forma d'arte specialmente fino dal

da

solo.

cara li

al

popolo. Con uno smalto qualche volta colorato,

rendeva più durevoli

maggior

e di

ma

solitamente bianco, che

questo genere

effetto, egli creò in

le

opere più

PmS.

Fig. 80. Donatello: Crocifissione. Bassorilievo

belle che

si

in

fossero viste in Italia fin allora e diede al

S.

Lorenzo a Firenze.

tempo

stesso la consacrazione arti-

Madonne, alla calma soaLa materi: ubbidiente favoriva la trattazione più dolce ricerche naturalistiche, e questo fu appunto il merito di Luca di

stica alle terrecotte, grazie alla deliziosa bellezza delle sue

vità delle sue figure delle

forme

e

le

(fig. 82).

1

.

trar partito dalla materia per ottenere

monotonia come l'esagerazione. Non misurato nel sentimento

e

miglior risultato stilistico, evitando così

il

nel secolo

c'è

nessuno che

egli

non usa che una

scolture in

limitata

serie

sono quasi sempre bianche,

marmo. Solo

gli

e

come Ad animare

concilii

fresca vivacità e la plastica compostezza. di

XV

colori;

le

non sfigurano, grazie

accessori, specie

i

lui

la

altro artista più semplice e

l'intima espressione con

ed arricchire

i

la

suoi bassorilievi

figure rivelate su

fondo azzurro

alla loro lucentezza,

accanto

alle

festoni di fiori e di frutti che spesso

MANUALE

74 incorniciano

bassorilievi

i

soave maniera

salì

Lungo un d'arte, cui dà e alla

morte

di

figli:

toni

a

gran favore

in

intero secolo la famiglia dei Della il

lui

Andrea diventa capo

Girolamo,

Luca

Duomo,

Luca,

della

La

diversi.

tutta

in

nuova

il

nipote

in

e

la

questa forma

Andrea

(1435-1525),

della bottega, che a sua volta trasmette

Robbia: Putti cantori.

ora nell'Opera di S. M. del Fiore a Firenze.

Paolo,

Marco

e

Giovanni che

fu

il

più valente

Questa forma d'arte sopravvisse innanzi nel secolo XVI. bassorismaltati di Luca sono spesso decorativi e si legano indissolubilmente all'am-

(1469-1529). lievi

tecnica

Toscana.

la

Robbia prosegue

suo nome. Luca prende come aiuto

Fig. 81.

cinque

STORIA DELL ARTE

sono colorati

rapidamente

Dalla cantoria del

ai

DI

biente soffitto

I

architettonico del

col

quale formano

protiro della cappella

cappella del cardinale di Portogallo delle lunette sulle porte

Pazzi, in

S.

un tutto: e

i

così

tondi con

Miniato. Le sue

(Museo Nazionale -

fig.

82 -

lacunari con rosette nel

i

le

figure delle Virtù della

Madonne

e altri

nei bassorilievi

a Firenze; in S.

Dome-

il

quattrocento: la scultura

75

nico ad Urbino ecc.) s'ispirano ancora ad un sentimento severamente religioso. Solo nelle

d'Andrea

opere

comincia

apparire

ad

grazia, quella soave amabilità che è considerata e

qualche volta par che ricordi

madre amorosa che nocchiata

più

di

in

ig.

Luca

82,

A poco

plastica

monumentale le

sulla

soave

in

e

a

e commuove Madonna ingi-

agita

si

Gesù bambino disteso

allargando

la

terra,

in

cerchia dei suoi bassorilievi,

in creta cotta, e

Madonnaro

invade così

Angeli. Terracotta nel

la si

e

vivace;

tali

sono

i

quegli

in

tempo ed anche

questa tendenza

Ceppo

è

al di il

E

volte

alle

il

campo

della

Museo Na

architettonica della decorazione.

osserva.

li

rinfocolassero

dale del

e

domina

Ma la

sono sempre più affa-

morbidezza

delle

forme

putti fasciati (medaglioni) d'Andrea della

Loggia dello Spedale degli Innocenti

diletto per chi

di

questo

e

per volta, col crescere dell'abilità tecnica,

semplici figurine in bassorilievo dove

e l'espressione

del

sempre

R.ibhia:

della

scinanti

Robbia

Robbia La Madonna diventa una

rappresentazioni drammatiche, in gruppi; costruisce altari, fonti battesi-

mali, tabernacoli, fregi,

i

bambino,

composta devozione davanti

frequente.

scuola comincia a prender coraggio,

avventura

suo valore quella molle

motivo, così caro anche alla pittura, della

Il

e in atto di

s'incontra

il

caratteristica dei Della

figure dell'Angelico.

le

volentieri scherza col suo

con ingenua vivacità.

tutto

in

come

in

Firenze

(fig. 83),

fonte d'infinito

comprende come la materia stessa e l'uso dei colori artisti la smania del verismo, soprattutto con lo scorrer fuori della stretta scuola robbiana. 11 più famoso esempio però

fregio che

si

adorna

in tutta la

sua lunghezza

a Pistoia, di Giovanni della Robbia,

il

portico dell'Ospe-

dove sono vivacemente descritte

sette quadri

Ma

le Opere di Misericordia (fig. 84). ben s'intende come l'attività dei grandi maestri non bastasse a tutta

la

Accanto a questi lavorano, più o meno derivando da essi, quali però con le opere loro non porteranno nessun nuovo elemento

vita artistica fiorentina.

numerosi

artisti,

i

nella scoltura fiorentina. Per le grandi imprese di diverso valore: di

il

Ghiberti per

la

venivan chiamati a collaborare

seconda porta

venti colleghi; Michelozzo fu per molti anni tra

di

bronzo

gli

si

aiuti di

fece aiutare

Donatello;

artisti

da più

Maso

di

MANUALE

76

STORIA DELL ARTE

DI

Bartolomeo (detto anche Masaccio), tanto apprezzato da Michelozzo

Luca

e

della Robbia. Perciò difficilmente

delle singole personalità, e

avviene

Duccio,

di

opere principali sono a Perugia (facciata di Francesco,

di S.

tata

v. pag. 49).

ad avere un'idea chiara

ad assegnare ad ognuno un indirizzo ben definito: così

d'Antonio

Agostino

per

B. Alberti, lavorò con

L.

riesce

si

(1418-1481),

fiorentino

Bernardino)

S.

Rimini

a

e

cui

le

(interno

Alcune 'delle sue teste ricordano con l'espressione

esal-

scuola pittorica umbra, altre figure nell'agitazione tortuosa dei veli o delle

la

lunghe vesti



però

di cui

si

hanno esempi

alcune rappresentazioni, molto mosse



classici

rasentano l'affettazione;

in

fortemente appassionate, raggiunge un'ap-

e

parente efficacia ed una grande varietà, senza però rivelar una perfetta natura d'arCiò valga anche per molti altri contemporanei di

tista.

Donatello, l'influenza del

quale s'esercita con più prepotenza sulle personalità più deboli.

A

Siena, mentre

nuove

svolge

(1371-1438)

Jacopo della Quercia

sua feconda attività. Già

la

prima opera che

nella

come

egli

XIV.

dello stile del secolo

per

mirabile

morta,

per

e

il

si

il

Lucca

di

nobile

la

conserva,

da molti Infatti

Duomo

del Carretto nel

pera

di lui

liberato

sia

si

aprono

scultori fiorentini

gli

vie all'arte loro,

vede

si

degli impacci

sepolcro d'Ilaria (fig.

86) è un'odella bella

figura

fresco senso di vita che spira dai

un motivo

putti del fregio, tolto a

suo capolavoro, invece



la



Del

classico.

decorazione plastica

non rimangono che della Fonte Gaia a Siena frammenti (dal 1904 ricomposti nell'altana del quali pur bastano a rivelare Palazzo Pubblico), i

degna concezione

la

e Fig. 83. fascie.

della Robbia: Bambino in Terracotta nello Spedale degli In-

Andrea

battesimale però,

Esso rivela

la

mano

del

uno

e

Gesù

e

i

(fig.

pilastri 85),

la

è

la

tomba

agli

uditori

(fig.

e

e col

malgrado

la

loro e

Petronio

S.

piccolezza,

Un

vigorose.

e

nello

il

e

tali

e

i

suoi ultimi

ne decorò l'archi-

della giovinezza di

da mostrare

la

sua

S.

Giacomo Maggiore, con in cattedra in mezzo

dottore

La sua forma d'arte personale rimase quasi senza influenza la

quale seguiva con ardore

d'un'espressione piena di sentimento fine esecuzione: Oltre a

e

altro suo lavoro del periodo

del dotto Galeazzo Bentivoglio in

87).

fonte

il

Ghiberti, autore d'altri due {Cattura

un bassorilievo rappresentante

sulla scoltura senese,

è

sei bassorilievi,

misura qui con Donatello,

si

con bassorilievi figuranti scene della Genesi

efficacissimi

parecchie statue

Giovanni. De'

largo

opera gran-

solo è suo: quello raffigurante Zaccaria

porta maggiore di

maravigliosa padronanza delle forme vive bolognese

S.

Battesimo di Gesù), senza rimaner loro inferiore. Visse

anni a Bologna, dove architettò trave

modo

il

vesti. Altra

maestro nella bellezza formale delle figure

autore di uno dei bassorilievi (Cena d'Erode)

san Giovanni

in

commovente. Jacopo

schietto procedere della scena

di

le

diosa affidatagli dai suoi concittadini

nocenti a Firenze.

nel tempio.

delle figure e

possente di trattare

Jacopo

e

di

la

scuola pittorica nella ricerca

compostezza,

e

poneva ogni cura nella XV non ha

della Quercia, la scoltura senese del secolo

più artisti altrettanto grandi, pur producendo molte piccole opere (sopratutto

Ma-

quattrocento: la scoltura

ii.

donne

bassorilievo), che sono fra

in

creazioni del primo

migliori

mento. Gli scultori senesi

come

fonditori

abili

distinsero

si

bronzo;

in

le

Rinasci-

di

e

questa loro abilità restano begli esempi

maggiore del

nel tabernacolo sull'altar

Duomo

Pietro detto

di

1480,

il

88) e nei due

fig.

Martini

Come

1497).

nese

in

149J

dal

(lavorati

metà

gruppo

della

il

Giacomo Cozzarelli composizione

nella

al

terracotta nella seconda

Pietà, all'Osservanza di Siena di

lo

Gior-

di

saggio della plastica se-

400 ricorderemo

del

angeli che

Francesco

fiancheggiano, di

gio

di Lorenzo Vecchietta (1412-

Siena, opera

di

(fig. 89),

(1435-1515),

nell'espressione

e

perfetto.

Contemporaneamente

la

scoltura

decorativa fiorisce in Siena per opera degli intagliatori

Antonio

Barili

scultore

Mariano 1

dello

e

detto

fratelli Barili

il

Marrina(1476-1534).

lavorarono insieme nello

ornamento

splendido

e Giovanni Lorenzo di

legno, inta-

di

gliato e dorato, che racchiude l'organo

sopra

zione

porta

la

Duomo,

e

della

Marrina

il

fronte

del

Cattedrale

e

sagrestia

la

ricca

Libreria nella

della

maggiore

l'aitar

del

decora-

chiesa in Fontegiusta (1516,

fig.

della 90), la

cui lunetta racchiude alcuni angeli che

piangono di

vero

e

il

Salvatore morto con senso

profondo dolore.

La seconda metà

XV

del secolo

non ha scultori grandi come Donatello,

ma una

serie di valorosi lavoratori che

continuano l'opera iniziata da

lui.

La

tecnica progredita permette loro di ot-

tenere nella parte decorativa un'esecuzione ferire

splendida alle

grazia gaia

geva

il

pratutto ed

al

e

grandi e

arrivare a

con-

composizioni

ima

di

tranquilla cui non giun-

loro antesignano, attento so-

all'espressione

movimento

caratteristica

delle figure.

Il

bu-

77

78

MANUALE

sto-ritratto e

sepolcro sono

DI

STORIA DELL'ARTE

temi prediletti dalla plastica fiorentina di questo nota già un realismo alquanto crudo, che non cerca la nobiltà dei tratti a scapito della vivace espressione individuale. La prova ce la porgono, tra gli altri, alcuni busti nel Museo di Berlino (già proprietà della famiglia il

periodo. Nei ritratti

come ad esempio

Strozzi),

i

si

il

busto

in

marmo

calcare della cosidetta principessa di Urbino

gnano,

un

e

Majano,

F'g- 85.

busto

il

terzo si

marmo

in

ritratto

di

conserva

così

il

da questi

eseguiti

busti di Piero,

e

fig.

da

il

92, e di

busto del vescovo

in

91),

opere

Egitto.

terracotta (Berlino)

Bassorilievo in

trovano anche

di

marmo

come

e

quello in pietra

Desiderio da Setti-

il

busto

in

nel portale di S. Petronio a

in altri busti di

altri artisti fiorentini nel

di Pietro Mellini, opera di e

si

in

Manetta Strozzi

Nicolò Strozzi, opera forse di Mino da Fiesole. Di quello di Filippo Strozzi, opera di Benedetto da

modello

Jacopo della Quercia: La fuga

(Louvre). Le stesse qualità

i

di

famiglia,

di

(fig.

terracotta e di

corso del secolo

XV

(si

marmo

Bologna

marmo

confrontino

Giovanni dei Medici, opere

Benedetto da Majano,

Salutati, pur

dovuto

a

al

di Mino da Fiesole; quello Museo Nazionale di Firenze;

Mino, nel

duomo

di Fiesole), qualità

che spiccano naturalmente anche più di quelli di terracotta dipinta. Il crescere del favore per la scoltura colorata, d'altronde così conforme alle tendenze allora dominanti, mostra quanto fosse popolare l'arte plastica e spiega perchè siano rari i

busti

in

bronzo.

che esiste tra vacità

e

la

scoltura, che

Infatti

la

vera arte popolare non conosce ancora

l'effetto plastico e quello

verità fisica;

pittorico: essa

non chiede che

perciò difficilmente s'adatta a rinunciare

non vuol ridotta a pura arte formale.

la la al

separazione schietta vicolore nella

MANUALE

80

monumenti

Nei

sepolcrali

la

DI

STORIA DELL ARTE

ricca

incorniciatura

sua grazia l'intonazione troppo aspramente realistica.

sume un Evo,

che

alto edificio; lo

mentali,

porta

pilastri

i

al

rivolto quasi

Fig. 87.

laterali

che fiancheggiano

sempre

Jacopo

a chi

guarda; una nicchia

della Quercia:

Tomba

di

da un tondo con

la

e,

angeli

come architetto (1409-1464) e capolavoro di Desiderio è la tomba del già

Carlo Marsuppini (f 1455), in Santa Croce

o la stessa parete

in S.

Giacomo Maggiore

e col

viso

formano

il

a Bologna.

sopra, una lunetta, occupata di solito e

più belli fra questi sepolcri fiorentini sono di

parlammo

liscia

Galeazzo Bentivoglio

Madonna, sorretto da

sarcofago. Su questo posa,

il

morto, steso orizzontalmente

il

fondo, terminato con un cornicione ornato;

Il

la

secolo

su un catafalco o sopra una bara,

1464).

con

sepolcrale as-

e dal sarcofago isolato propri al Medio XVI. Appoggiato alla parete, esso si svolge zoccolo, adorno di festoni con frutta, grifoni e figure orna-

durerà fino

come un

1

attenua

monumento

tipo fisso, diverso dalla lastra tombale

tipo

come

decorativa 11

di

un festone

di frutta.

Bernardo Rossellino,

del quale

incorniciato da

Desiderio da Settignano (1428-

segretario della Repubblica fiorentina,

(fig.

94);

di

Bernardo

è

il

monumento

Leonardo Bruni (segretario prima del Marsuppini, morto nel 1444 e sepolto pure in S. Croce, fig. 93), dove il ritratto del morto ha una profondità di espressione maravigliosa. Di poco inferiore è l'opera principale del fratello minore di Bernardo, Antonio a

(1427-1478), ossia

il

monumento

che per ricchezza decorativa

Sorge naturale

la

si

al

cardinale di Portogallo in S. Miniato

(fig.

95),

avvicina a quello del Marsuppini.

domanda: quale

è

il

posto di questi artefici in confronto a

QUA rROC ENTO:

IL

Donatello? È ben vero che eredità ad

in

ma

altri;

sua grandezza non era

la

URA di

delle sue qualità, tanto che davanti a tante opere minori,

possibile

è

che

pili

dubbio

il

che

artisti

degli

si

gli

solo per

predominanti

spesso

come

busti

qualcuna

di

bassorilievi,

e

quello

è

per

grazia

soave che sa dare

gran

ma

torme, per

delle

alle figure

elementi

gli

sue opere,

nelle

morbidezza

anche

la

trasmettono

si

avvicina, mentre dal maestro s'allon-

Antonio Russi-lumi, non

tana

decorativi

quelle che

sieno opera del maestro o

se

succedettero. Desiderio

gli

SI

poterono tuttavia impadronirsi

scolari

suoi

i

LA SCOLI

I

loro

alle

e

la

mo-

venze, qualità rese anche più evidenti dalla perfetta tecnica glioso

sono

e di

Gesù bambino,

deliziosi,

opere per

sellino e

di

la

massima parte d'Antonio Ros-

Desiderio da Settignano.

senza dubbio,

e

Duomo

nel

del segretario pontificio Pietro

l'altare

di

S.

Regolo (1484),

le

Lucca

di

proprio

Civitali

al

in

:

quali

risentono

si

carattere

il

come negli stesso Duomo,

altre opere minori,

angeli del distrutto tabernacolo nello

alcune figure allegoriche femminili (ad esempio

Fede, nel Museo Nazionale di Firenze,

Homo

Ecce

nelle

e

la

da Noceto (1472)

modelli fiorentini. Più chiaro appare

(.lei

in

l'amico suo

quale compi,

sua educazione artistica a Firenze.

la

provano due opere

tomba

san

di

così frequentile così

il

lo

busti

i

Ad Antonio Rossellino si avvicina Matteo Civitali da Lucca (1436-1501), Ce

Empoli dove

di

fanciulli sotto l'aspetto

nobili

ritratti

maravi-

saggio

e

menzione meritano

Speciale

Giovannino

quali

delle

e

Sebastiano della Collegiata

san

96).

(fig.

marmo

del il

Madonne

la

98), in vari

fig.

Spira da

in bassorilievo.

queste scolture una mistica pietà, una fede serena,

dà anche

cui

maggior

l'esecuzione accuratis-

risalto

sima, amorosa, che ritroveremo pure nelle sue opere

puramente decorative. Però malgrado questo carattere, per dir così, commovente, dell'arte sua, Civitali non ha né una grande potenza creatrice, né vigore il

o ricchezza di fantasia.

Forse

impedì

la

vita

calma

Civitali

al

sue energie

di

e

vuota della piccola

città

completamente le come Mino da Fiesole

sviluppare così

artistiche,

Fig

Lorenzo I

(1431-1484),

perdere nita

lavoro di

man mano

alla

zione,

sopraffatto

fresca

rende a

troppo

dal

finì

col

ih-i

i

(

Vecchietta):

ilir.ilt.il

>uomo

m.iL'.'-'iri

'li

quella acuta personalità, che u-

naturalezza

così

lavoro

B8

Pietro

«li

..lui ii.H iilu

seducenti

Firenze per

la

e i

alla

suoi

Badia (un altare

Bernardo Giugni, 1464-1481), ma

esecu-

schietta

primi

la

marmi, soprattutto e

i

busti-ritratti.

i

sepolcri del conte

sua maggiore attività

la

Ugo spiegò

fig.

in

Egli

97 -

e

Roma,

MANUALE

82

dove operò un numero grande S.

Cecilia,

S.

M.

Fig. 89.

molti

:

Mino da

della fine del

scultori,

Popolo,

M.

di

in

Trastevere

e

di

ecc.).

A

in terracotta nella Lllie^a

Fiesole, che gli

secolo

chiamati

STORIA DELL ARTE

tabernacoli scolpiti

di S.

Giacomo Cozzargli Altare

della fecondità di

romane

del

l'I

sepolcri (Ss.

tanto

giunse

Apostoli, la

fama

dell'Osservanza presso Siena.

vennero attribuite quasi tutte le scolture che accanto a lui lavorarono

XV, mentre sappiamo

fuori (ad eccezione di Paolo Taccone, detto

Romano),

Fig.'90.

MARRINA: DECORAZIONE D'ALTARE NELLA CHIESA

HI

FONTEGIUSTA

IN SIENA.

MANUALE

84

IH

STORIA DELL ARTE

come

da Pisa, Mino del Reame,

Isaia

Giovanni Dalmata da Tran

in

Dal-

mazia, Andrea

Bregno da Osteno Lugano, Luigi Capponi

lago di

sul

da Milano:

artisti tutti

impersonali,

diversi dei quali collaborarono con

Mino

nelle stesse opere. Dalle trac-

rimaste non

eie

fermare

romana

può ancora

si

che

riscontro

faccia

af-

una scuola

esistenza di

la

alla

toscana ed abbia caratteri assoluta-

mente che

propri; solo

si

l'intonazione,

ornare tabernacoli

può affermare costruire

nel

e sepolcri, fu

senza dubbio da Andrea Bregno, cui primi

lavori del genere (1464)

trovano nella chiesa

e

data i

si

Osteno.

di

L'ultimo degli scultori fiorentini, in

Benedetto

ordine di tempo, è

da Majano (1442-1497), operosità

si

vasto.

assai

svolge

in

intarsio in legno, forse

occupa

egli

un

posto

tra

maestri di plastica decorativa

numentale. Loreto, Faenza migliori

sua

l'opera

richiesero di

le

rimaste

sono

lui

i

mo-

Napoli

e

ma

;

e

cose nella

patria Toscana. La chiesa di S. Domenico a Siena ha sull'altar maggiore un suo ciborio di marmo, che

dà una perfetta idea della lussureggiante decorazione cara al primo

Rinascimento.

mostrano come

E

se

egli

suoi

i

non

ritratti

fosse secondo

a nessuno nella fresca e schietta na-

turalezza, S.

i

lavori nella Collegiata di

Gimignano

(altare di

Santa Fina)

sono testimoni della grazia vivace della

ambito

Esperto nei lavori

di

da Settignano: Busto della principessa d'Urbino

io

tetto,

la cui ricca

un

morbidezza

arrivare.

di

e

forme cui sapeva

L'opera sua

pulpito in Santa Croce

migliore (fig.

è

il

99) ric-

camente architettato e poggiante su una mensola, le nicchie del quale

.Mino da Fiesole: nel

Busto

il

Museo Na

anche archi-

Il

Simo ornate

statuette,

di

\

(.11

e

l

i

R0(

parapetto

il

concezione pittorica, pur ricordando plastica.

dall' arte

in

unità

il

Al

quando

dall'altra

l'ima

primo

declinare il

ciclo del

Altrettanto coltivata bronzo, che per

le

N

l

s'

O:

LA SCOL

ili

bassorilievi.

quadri

i

secolo

del

secolo

i

II

Questi

scoltura

e

(fig.

di

100),

pittura, cosi

la

felice

non sconfinano

epoca,

stessa

della

la

85

RA

lontane

tanto da chiudere strette

iniziava, s'avvicinano

Rinascimento. che

la

scoltura

marmo

in

era

difficoltà tecniche eccitava la fantasia

d'altra parte, per lo studio delle forme e

la

Firenze

in

fusione

la

inventiva degli

artisti;

in

essa.

precisione del modellato richiesta dalla

natura del materiale, corrispondeva all'indirizzo realistico di quelle anime d'artisti. fratelli Antonio (1432-1498) e Piero (1441-1489) fonditori preferiti sono Tra i

i

POLLAIUOLO. Antonio studio

Fig.

'

il

nobile

largo e

assegnare

Oggi difficile

Badia

dalla

quale

si

sente

l'abside

toglie

Gli

Ambrogio

con

Ma

(fig. 33).

sua di ottenere e

(fig.

quella

215) e

la

pittori, subito

anche per

saggi

dopo

mag-

i

la

e si

Cortile del Palazzo Spada.

preferiti, per serbargli, in

Milano,

la

Canonica

chiesa di S. Satiro con la prospettiva del coro e la

queste cose, del resto, bastano a dar saggio di quell'arte tutta grandiosi con minimi mezzi, con quei suoi purissimi profili ogni

sua dote di coordinare le

Bramante, traversa un laborioso di S. Maria delle Grazie, che

cupola

effetti

particolare all'insieme, tutte cose che

sue creazioni, più che risultato di

simo senso dell'armonia. Del celleria (fig.

e

Roma:

designava come uno de' suoi lavori

fanno parere

i

questi

Brera, un

ma

del Quattrocento.

la critica, rispetto alle architetture del

momento.

sagrestia

Comunque^ bastano fra

a

con Leonardo,

famigliarità

un posto onorevole

Fig. 224.

di S.

Chiaravalle ora passato

di la

decorativo.

l'intento

architetto,

lui,

frescanti

giori

nel

rivela

qualcosa" che a

colonna,

alla

Cristo

nel

e

fare

213

cinquecento: l'architettura

212),

pari, tra

con inclusa

la

i

un

monumenti che

chiesa di S.

Lorenzo

calcolo, frutto di

esistono in in

Damaso,

Roma, si

un

finis-

la

Can-

considerava

MANUALE

214

STORIA DELL ARTE

DI

a poco fa come la prima opera romana del Bramante: ma le ultime ricerche hanno provato che cinque anni prima della venuta del Bramante a Roma, era fi. io

già compiuta, così che piano ed esecuzione appartengono ad altri

Andrea

ad

semplice

Breno,

rustico,

pilastri, fregi

piano

il

principale

cornicioni),

e

degli specchi

quella del

cortile,

la

palazzo

Rucellai

che^taluni insistono

a

(fig.

a

un

credere del

e al giardino, in il

solo fizio,

Bramante nei

disegni

quale oggi

minor

col

che

piano se

S.

Pietro,

conservano

esiste, discernere la il

e

un

effetto

la

Maria del Popolo (1509)

e

il

in

superiori

sono

gradazione

ampliamento

l'architettura del porticati, .uno sul-

\1

le

colonne doriche certamente tolte

opera del Bramante

è

il

compimento

al cortile

Né molto

posteriore

più fortunato

giacché noi conosciamo quei suoi progetti in

Firenze,

non essendo

parte che spetta a

lui.

Così,

chiostro di S. Maria della Pace (1500)

di S. Pietro in Molitorio (fig. 217).

è

(parapetti,

fine

felice è

due

parte migliore, cioè quella intorno

di

ne

piani

dei

facciata pare

piano, forse,

il

;

pianterreno

11

architettura

forme

sue

parte non fu eseguita, in parte fu distrutta.

indiscusso e d'intatto che di S.

la

finestre

di

che reggono un piano superiore ed hanno

ma

ricca

Bramante, con

edificio classico (fig. 213). Più probabile

del Palazzo Vaticano;

fu

le

più

delle

Ne

40).

.W.Hlt'A.I

l'altro,

tra

varietà

delle aperture nelle pareti, la

e

Montecavallo.

una

ha

specchi

gli

rianimati da due pilastri. Con

di

Antonio

ad

l'esecuzione

possibile nell'edi-

non (fig.

ci

rimane

di

214), l'abside

piccolo tempio dorico rotondo (1502), nel cortile

Che operasse anche

a Loreto è sicuro. Anzi, fra

Fig. 226.

PESARO: PALAZZO DEL GOVERNO.

Fig. 227.

FIRENZE: PALAZZO PANDOLFINI.

216

Fig.

MANUALE

DI

228. Pianta di S. Pietro, del Bramante.

STORIA DELL ARTE

Fig. 229.

Pianta

di

S.

Pietro, di Michelangelo.

notar pure il magnifico molti lavori, fatti là con la scorta de' suoi progetti, è da da Nazareth. rivestimento marmoreo della casa della Vergine, che si narra portata chiostro di S. Pietro in Riesce di grande interesse il paragonarlo col tempietto del i

Fig. 230.

Pianta attuale di S. Pietro.

il

cinquecento:

l

architettura

217

dell'elemento classico, tanto Montorio, per vedere in che modo il Bramante si servì proporzioni, come pel buone semplicissimo delle mezzo col effetto suo il per ottenere degli edifici che il Bradi decorar riccamente. Pur essendo esiguo il numero

modo

mante

ci

ha lasciato,

il

posto che

egli

occupa come spirito

straordinario. Così la chiesa della Consolazione a Todi di

Matteuccio da Caprarola

Fig. 231.

è nel di

e

da Gabriele

Roma: Chiesa

c!i

S.

di

artistico,

come insegnamento

e

stile

il

fra

il

1508

è

da Cola

216), costruita

Giovanni da Como,

Pietro, secondo

suo insieme un bellissimo esempio di

minor pregio

(fig.

e

il

1524

progetto di Michelangelo.

bramantesco.

II

tamburo

e

la

cupola,

sono posteriori (1607).



Antonio da Sangallo il Giovine. Accanto al Bramante fiorisce in Roma una magnifica schiera di artisti. Le grandi imprese edilizie di Giulio li e di Leone X richiamano a Roma numerosi architetti: vengono da Verona il vecchio fra'^Giocondo da Firenze Giuliano da Sangallo già ricordato. Il nipote di quest'ultimo, Antonio da Sangallo detto lavora senza tregua non solo a palazzi e a chiese, ma anche

e

il

Giovine (1484-1546), La sua

a fortificazioni.

Fig. 232.

ROMA: BASILICA

DI S.

PIETRO



LA CUPOLA,

DI.

MICHELANGELO.

Fig. 233.

Fig. 234.

FIRENZE:

S.

LORENZO - SAGRESTIA NUOVA.

ROMA: PALAZZO DEL MUSEO CAPITOLINO

MANUALE

220

rinomanza

anzitutto

collega

si

DI

STORIA DELL ARTE

Palazzo

al

Farnese

Michelangelo condusse a termine. Di Michelangelo di

cui

si

fece

prima

la

prova

Baldassarre Peruzzi lui

si

di

Agostino Chigi per

la

quale

egli

c'è

Roma:

costruì in

chi fece

il

il

220) che alla sua morte è

teatro di Marcello

Siena (1481-1537) ha

attribuiscono molti edifici senesi.

Fig. 235.

(fig.

Vignola

il

cornicione

(fig.

legno, e l'ordine superiore del cortile che nei

in

ordini inferiori, dovuti al Sangallo, imita

A

e del

Chiesa di

Roma

nome

di

nel

(fig.

219),

due

218).

suo posto~presso

il

Bramante.

Sappiamo dal Vasari che per

incarico di

S.

il

Maria degli Angeli.

1509 una villa sul Tevere,

la

Farnesina,

Raffaello, sostenendo questa opinione con ra-

corpo centrale e le due ali avanzate, non ha modesto come il numero e la vastità dei locali è anche l'ornamento esterno. Malgrado ciò, anzi forse per ciò, è difficile trovare un edificio che meglio risponda al suo fine, e meglio si riveli luogo di dimora nobilgioni di

stile.

villino (fig. 221), col

11

che poche sale

e

mente piacevole.

poche loggie:

Il

palazzo

e

Massimo

fu utilizzato lo spazio angusto

e

dalle

Colonne

è

famoso per

l'abilità

con cui

tutto angoli, e per l'effetto pittoresco del cortile

interno. Esso è l'ultima opera del Peruzzi, la cui attività giunse fin nell'Alta Italia,

a Bologna

e

sopratutto a Carpi, dove sotto

svolse una fervida vita artistica.

la

signoria del conte Alberto Pio

si

il

--

Raffaello. è

Raffaello,

non

Alessandro

disegno la

(fig.

a'

e

il

nei

in

fondi

segue che

S.

erede.

architettonici

possiamo

suoi seguaci. Per libera e

far

largo

al

Orefici,

il

cui

le

fece la pianta nel

Ma

primo

il

il

destino

il

fabbriche aggiunte,

quadri

degli affreschi.

e

intravedere

1509, e nella Cappella

cupola su pianta quadrata,

edificio a

Egli

Bramante, senza aggiungervi nulla

meglio le

dei

di

quale

fosse

di

ma

anche

nella sua produzione

personale;

l'ideale caro al

ma

qui

è

Bramante

e

a'

chiese l'ideale è la pianta centrale a cupola, possibilmente più

armonica nella sua membratura In uno è curata soprattutto

sono due.

Bramante

colonnato del Bernini, non rimase che

Vidonì Caffarclli ha perduto, con

Maria del Popolo, altro

attentamente

noi

dal

successore nell'opera di San Pietro.

Nondimeno Raffaello ha diritto ad u\\ posto nella storia Bramante stesso dal letto di morie lo raccomandò al papa E come tale egli ci appare non solo nella piccola chiesa a

cupola di S. Eligio degli Chigi

derivata

221

originale.

dell'architettura,

come suo vero

architettura

suoi palazzi: del Palazzo Brancolilo dell' Aquila, distrutto

per

222), e quello

forma

sua

VII

e

l

generazione

giovine

suo compatriota

mostrò benigno

si

sotto

Della

cinquecento:

di la

quanto fosse prima. Pei palazzi, decorazione della facciata,

i

i

tipi

muri sono

da ghirlande a festoni, da statue nelle nicchie, tutte cose che prendono posto della tradizionale facciata a colori, così conforme allo spirito monumentale del Rinascimento. Oltre al palazzo dell'Aquila, abbiamo un buon esempio di tale

abbelliti il

MANUALE

222 indirizzo nel palazzo

Spada

(fig.

223

D!

e

STORIA DELI. ARTE

224) architettato forse da

(1501-1556), poi decorato da Giulio Mazzoni.

L'altro

Girolamo da Carpi

più semplice

è

e

severo.

Il

pianterreno, tuttora rustico o finto rustico, ha una più ricca membratura; nel piano

superiore

le

semicolonne prendono

colonne o due

pilastri,

il

posto dei pilastri;

finestre

le

si

aprono tra due

con l'architrave sormontato da un timpano angolare o cur-

Quando

vilineo.

intonacate, spigoli.

gli

le facciate sono bugne orlano almeno In generale durano la

le

ricerca dell'armonia nelle proporzioni e l'effetto piani.

Ji-^àii^^W



I

degradante dei vari

primo esempio

Il

corona-

di

mento

delle finestre sostenuto

pilastri

l'abbiamo nel palazzo dei

Genova: Pianta

Fig. 238.

di

di S.

da

Maria

Carignano.

duchi di Urbino a Pesaro, di Luciano da Laurana, cominciato nel 1465 (fig.

226).

Quanto grandiosae

ta sia tale costruzione,

mente

numero

abil-

larga fascia intermedia

la

mascheri

schiet-

quanto

la

disuguaglianza tra

delle arcate

e

il

quello dei

finestroni,non èchi non veda! LuFig. 237.

Roma: Palazzo

Caetani,

del sori del

fu il maestro Bramante, ed uno dei precur-

ciano da Laurana

architettato dall' Ammarinati.

Rinascimento, come l'Alberti. Anche nel palazzo Pandolfini a Firenze, eseguito

(solo in parte) su progetto di Raffaello (verso

il

1520), prevale l'architettura delle finestre Scostandosi dalle abitu-

in grazia delle grandiose proporzioni e delle forti sporgenze.

dini fiorentine,

ij

pianterreno



è costruito allo stesso

modo

dei piani superiori

(fig.

227).

Anche il migliore fra gli scolari di Raffaello, Giulio Romano, lavorò d'architettura. Conforme a un progetto del suo maestro egli cominciò Giulio Romano.

il

a

Roma

stata

il

per

il

modello

cinquecento:

cardinale Giulio de' Medici di

una residenza

l

architettura

la Villa

estiva, destinata

Madama,

223 che, compiuta, sarebbe

ad albergare molta gente. Porticati

ad arco, con nicchie ai lati, terrazze, cortili, tutto è vasto, ma esteso più in larghezza che in altezza. Una leggiadra decorazione accresce giocondità all'edilizio, che

sa di S.

Maria

di

Carignano.

ascende sul pendìo di Monte Mario utilizzando ingegnosamente il terreno. A Mantova dove Giulio Romano dimorò usualmente dal 1524 sino alla morte avvenuta nel 1546, egli fuori della città costruì il palazzo del Te (Tejeto) in stile rustico, con un magnifico vestibolo aperto sul giardino (fig. 225), e costruì la chiesa, a tre la

cupola ottagonale

Michelangelo.

al



disopra del coro, di

Con piena

S.

libertà di

navate con

Benedetto a Polirone. spirito

intraprese Michelangelo a la-

MANUALE

224

DI

vorar d'architettura negli ultimi anni

di

STORIA DELL ARTE sua vita. Egli non aveva avuto educazione

Romano.

d'architetto, più di Raffaello e di Giulio

toniche non ebbe guita) di

campo

di

dimostrare tutte

Nelle sue prime opere architet-

sue qualità. Per

le

San Lorenzo a Firenze progettò più che

altro

tettonica a sostegno di statue e bassorilievi; e nella |

chiesa

233)

(fig.

tenne

si

alla

)

delle

romane

(dal

Capitolini

(fig.

opere

edifici

l'edicola

Angelo, Porta Pia,

Terme Diocleziane

sala delle

appare evidente che tutto

il

disposizione,

la

la

l'inventare e

gusto,

in

il

parole,

una 235),

dei

dimensioni, 11

suo

tutto

pel

infine.

era

grandioso e pel potente, e parti dovevano,

(fig.

saldezza

comporre

altre

chiesa in

suo forte era su la

rapporti, la fermezza delle

le

il

Maria degli Angeli inserta

S.

come com-

1534),

234),

pimento del palazzo Farnese, di Castel S. di

date

alle linee

vecchia dal Brunellesco. In molte

[|

gli

facciata (non ese-

la

una magnifica cornice archisagrestia nuova della stessa

le

forme

e

anche a spese della

loro singola bellezza, contribuire all'ab-

bagliante effetto dell'insieme.

Ma

sua vera produzione archi-

la

tettonica

s'affermò

di

architetto di S.

Già nel

XV

si

Paolo

con

II,

la

interrotta,

di

pola

a cui

il

Rinascimento tendeva

in

i

forma

centrale

ammirazione.

fin dall'inizio,

fu II

e

rimase

nel 1506 la

Bramante disegnò una

arrotondati

bracci

più profonda

finché Giulio

progetti, tra

centrale

la

Il

sotto

direzione di Giuliano

da Sangallo. L'opera poi riprese.

pro-

Bernardo Rossellino

continuato, molto lentamente,

e

ancora

pontiil

cominciato col rifacimento del

coro, per opera di

assicurargli oggi

il

era fatto

un rinnovamento dell'antica

di

basilica,

Pietro.

secolo, sotto

ficato di Nicolò V,

getto

quand'egli, settan-

1546, fu chiamato all'ufficio

tenne, nel

(fig.

Infatti

quali di e

serie

uno a pianta

croce greca, coi

una potente cu-

228),

che basta ad

tale tipo di chiesa,

parve portare l'architettura all'altezza

dell'arte classica.

Piante simili il Bramante aveva visto ed eseguito egli stesso, in Lombardia. Eppure sembra che questo progetto non venisse accettato senza proteste, sebbene il Bramante cominciasse il lavoro con l'innalzare quattro piloni della cupola. La i

Fig. 241.

CAPRAROLA: PROSPETTO DEL PALAZZO FARNESE.

Fig. 242.

ROMA: VILLA

DI

GIULIO

III.

MANUALE

226

DI

STORIA DELL ARTE

Facciata della Chiesa del Gesù,

di

Giovanni Trista

tradizione dell'edificio a croce latina era ancora troppo forte; onde non è meraviglia elicsi tentasse di sostituire

tipo a quello proposto dal te.

E

questo

Braman-

così resta facile a darsi ra-

gione del tentennaredegli architetti successivi tra lo,

successo

un progetto, quale

si

tetti)

è

navata. peratori

i

al

due

tipi.

Di Raffael-

Bramante,

in cui

la

attennero tutti

preceduta da

A

lui

è

rimasto

cupola gli

(alla

archi-

una lunga

furono dati per coo-

Giuliano

da Sangallo

e

r ISéiEST

"

IiF»'ì%[

.'"

(J

i

SAMPIERDARENA: VILLA SCASSI

Fig. 24G.

(IMPERIALI).

GENOVA: PALAZZO SAULI.

Fig. 247.

GENOVA: PALAZZO IMPERIALI

Fig. 248.

MILANO: PALAZZO MARINO





ATRIO.

CORTILE.

cinquecento:

il.

fra'

Giocondo.

Ma

poi,

morto

il

rimase interrotto,

e

di

nulla

si

Antonio da Sangallo.

fece

nemmeno del

229).

(fig.

Fig. 249.

parti dell'edificio alla cupola

buro, prima di morire. Sul

le

cupola sormontata dalla

(i

lavori sotto la direzione

(fig.

pilastri, le

da

braccio

al

quattro

lanterna

nicchie

della

croce

armonizzò

e

vide compiuta sino a tutto

231), ch'egli

della

anteriore

colonne

egli

tutte

le

Bologna: Archiginnasio.

tamburo

l'esterno della parte posteriore

cupola

i

morte del Sangalli!, ritornerai parti accessorie, rendendo tutto più semplice,

Davanti

ideò un portico a frontone sostenuto

la

progetto di Baldassarre Peruzzi tornato

Infine Michelangelo, entrato alla

progetto del Bramante, togliendone

sotto

229

primo (1516), morto Raffaello (1520) e partito fra' Gioattraversò dopo la morte di Leone X, l'edificio

nel 1536 furono ripresi alacremente

più grande, più definito

la

architettura

Roma

condo, nei giorni torbidi che

alla croce greca. Solo

l

dalle colonne accoppiate (fig.

232).

chiesa,

e

A

si

il

tam-

eleva poi sublime

Michelangelo appartiene anche

parzialmente

la

decorazione interna

ecc.).

Quarant'anni dopo la sua morte (1605), per opera di Carlo Maderna, il braccio anteriore della chiesa fu, con grande svantaggio ottico della cupola, allungato; e l'edificio, ricondotto alla forma di croce latina, divenne quale lo vediamo oggi (figura 230). L'occhio del critico trova molto a ridire sulla decorazione della facciata e

dell'interno

e,

in ispecie, sul

rivestimento marmoreo dei pilastri, compiuto da Lo-

MANUALE

230 renzo Bernini dopo

rimane pensa

di il

una

la

STORIA DELL ARTE

DI

morte del Maderna (1629),

ma

indescrivibile grandiosità, e che, per

è

innegabile che

quanto

complesso

il

com-

facciata guasta,

la

colonnato maraviglioso, opera dello stesso Bernini.

La forma

definitiva,

che ebbe

S.

Pietro,

benché non

riuscisse in tutto soddi-

sfacente, esercitò una grande influenza sulle fantasie degli artisti che vennero di poi. Si

vede nella predilezione per

gli

edifizi

a cupola, nell'abbandono delle navate tra-

verse e di un alto campanile, nel predominio che prendono sieme.

Quanto

più

si

ammira

langelo, l'autore principale del

chitettonica,

egli

la chiesa di S.

singole parti sull'in-

le

Pietro, tanto più alto

onora Miche-

si

monumento. Senza aver fondato una vera scuola

ebbe un seguito grande d'artisti che

sentirono legati a

si

ar-

lui

e

ammirandolo come un dio. Ma la natura singolare di Michelangelo, che dell'antichità fece uno studio puramente razionale, per desumerne alcune regole, non poteva dare frutti vitali. Infatti negli architetti posteriori a lui si è offesi troppo l'imitarono,

spesso da qualche cosa di calcolato, di freddo, che tende solo all'effetto, talora con

un'asprezza esagerata. Però Giorgio Vasari aretino (1511-1547), celebre storico degli artisti

italiani,

Bartolomeo Ammansati

Galeazzo Alessi

(151 1-1592) anche scultore,

Perugia (1512-1572),

di

rappresentanti maggiori

nuova tendenza,

quella

di

fe-

cero anche nobili cose. Del

Vasari

è bella la

degli

Uffizi

(fig. il

236),

fabbrica

Firenze

in

dell'Ammannati

palazzo Caetani(fig. 237)

e

giunte di

Romano

Collegio

il

Roma,

dell' Alessi

le

in

ag-

Palazzo Pubblico

al

Bologna

240),

(fig.

il

lazzo Marino oggi del

pa-

Mu-

nicipio in Milano (fig. 248), la

villa Scassi a

darena

(fig.

zo Sauli a e

Sampier-

245),

il

palaz-

Genova (fig. 246)

chiesa di S. Maria di

la

Carignano, pure a Genova, che

tutte

al

giolesco

si

accosta più di

piano michelandi

S.

Pietro

(fig.

239), e la cui pianta (fig.

238)

ha

figura

di

croce

greca inclusa in un quadrato, e

cui cupolette

le

minori non appaiono come satelliti della Fig. 250.

Bologna: Palazzo Malvezzi-Campe

la,

ma

l'ufficio

grande cupo-

fanno di

piuttosto

lanterne.

cinquecento: larchiteth ra

il

i



23!



Bl'ii diversamente importante che Vignola, il Serlio ecc. che ebbe sul nuovo indirizzo architettonico fu Giacomo Ba(1507-1573) chiamato più comunemente, dal nome della sua patria, Vignola.

teorici

Il

l'Alessi per l'influenza

rozzi

il

La sua regola

cinque ordini

di

colonne

di

poraneo Sebastiano Serlio (1475-1552) principali

attinsero

cui

a

Vignola, pur onorando lungi

un

dall' essere

come

di

i

libri

d'architettura del suo contem-

Bologna furono per lungo tempo

conoscenze teoriche

loro

le

e

tutti

i

gli

architetti

fonti

le

europei.

Ma

il

suoi contemporanei l'antico Vitruvio, era ben

teorico

arido

vitruviano; e basta per convincersene

guardare

l

Illa

del

i

suoi tre capolavori:

Caprarola presso

lazzo di di

Papa di alio

Popolo

Roma.

e

la

Egli è

un

Pa-

il

Viterbo,

la

III fuori Flirta

Chiesa del

in

(jcsìi

artista versatile, di

vigorosa fantasia, che, cercando di

li-

berarsi dalla dispotica influenza michelangiolesca, crea opere originali. Nella Villa Giulia (fig. 242) egli diresse soprat-

tutto l'esecuzione:

committente'stesso

il

e vari collaboratori (fra cui

il

Vasari

e

PAmmannati) concorsero al completamento dell'edificio ancora per intero ideato nello spirito del buon Rinascimento. Nel palazzo 241) egli

si

provò

rivestir delle

di

Caprarola

forme proprie

mento una forma poderosa L'edificio pentagonale,

bastioni,

(fig.

e riuscì felicemente a al

Rinasci-

di castello.

mascherato da

ha nel suo centro un cortile

circolare chiuso

da arcate. La membra-

tura architettonica del cortile,

la

leg-

giadra decorazione delle stanze, mostra-

no comejl principesco abitatore volesse

menar

qui

non solo sicura,

vita

lieta e sfarzosa.

Ma

del Vignola (1568) fu

chiesa dei Gesuiti

ma

l'opera principale il

(fig.

progetto per 244).

la Fig. 251.

La chiesa

Bologna: Palazzo dell'Università.

una sola navata, già frequente pel passato, aveva incontrato gran favore presso a

gli studiosi d'arte antica. Leon Battista quando disegna la chiesa di S.Andrea a Mantova ritorna per primo all'antico modello. Ora lo stesso sentimento religioso, che tende a forme di culto più impressio-

Alberti

nanti, più sensuali, favorisce questo indirizzo. Così avviene nell'architettura quel che

era avvenuto in generale nella civiltà italiana dalla idee fondamentali

il

Medio Evo continua

metà

a signoreggiare,

del secolo in poi; il

mentre

nelle

formalismo classico afferma

suoi diritti nella decorazione esterna. Il nuovo tipo di chiesa si avvicina, con l'accentuarsi della navata maggiore, alla chiesa medioevale, e abbandona l'ideale del i

MANUALE

232

Rinascimento puro, ornamentale

la

STORIA DELL ARTE

pianta a cupola centrale. La cupola soppravvive come parte

vien collocata all'estremità della navata maggiore. Altri caratteri

e

sono distintivi del nuovo nelle cappelle

DI

architettonico.

stile

Le navate

per concentrar tutto l'effetto nell'ampia

vòlta a botte, alla quale segue nella vòlta rappresentano

le

il

i

Fig. 252. Milano: Cortile del

irresistibile; la

musica, tutto

è

comincia a dare

la

S.

la

facciata

(fig.

magnificenza delle cerimonie

sala fastosa, fa i

sensi con po-

all'altare, la predicazione, in

tali

il

canto,

chiese foggiate a sala,

si

acustici.

(15209-1604), successore di Michelangelo nella fabbrica

cupola, diversa da quella da 243) opera del ferrarese

lui

progettata.

alle pareti.'

Ma

porte

e finestre

Nemmeno

Giovanni Tristani

svolgimento architettonico successivo. Essa e di colonne. La incorona un frontone

pilastri

chi

una

per colpire

Pietro, fece alla chiesa del Gesù, che nella pianta e nella figura è opera del

Vignola,

lo

a quella di fusi

Palazzo Arcivescovile.

maggiormente gustato, perchè, dovuta importanza agli effetti

""Giacomo della Porta di

immiseriscono

si

navata centrale con

maestoso vano della cupola. Le finestre aperte « orecchie ». Le chiese senza campanile hanno

e raccolta. La decorazione, simile mezzi sono usati e una grande impressione. Tutti

la

laterali

alta

cosidette

forma più definita

tenza

e

due

e

punto

piani,

è

a

e

l'abbelliscono

è del

di

Vignola

partenza

con membratura di le

nicchie e

gli

non hanno più alcun carattere chiesastico

brano piuttosto appartenere a uno dei

soliti-palazzi.

Un

la

per

gran numero

di chiese,

e

spec-

sem-

soprat-

cinquecento:

il

tutto fra quelle che appartengono egli,

seguendo

le

norme

Maderna,

e poi

tipo creato dal Vignola, al quale

fisse,

in

contrasto con e

lo stile

del Borromini,

barocco, che, per opera'del

dominò tutto

il

secolo XVII.

Bologna: Cortile del Palazzo dell'Università.

e Genova. In confronto di Roma, le città toscane passano in La capitale italiana era loro troppo vicina, per permettere ad esse

uno svolgimento nel

il

233



Alta Italia linea.

Gesuiti, ripete

per opera del Bernini

Fig. 253.

seconda

architettura

Vitruvio, oltre alle forme e alle membrature, aveva dato

di

salda regola e proporzioni

ai

i.

artistico indipendente.

Cinquecento una viva attività

Non

non significava abbandono d'ogni carattere speciale mare della costa adriatica e mediterranea, Venezia tato in potenza politica,

ma

la

dove regna anche dominanti locale. Le due grandi città di Genova, avevano molto scapi-

così nell'Alta Italia

artistica, per la quale l'accogliere le idee

decadenza non

e e

fu così precipitosa

da estinguere ogni

234 potenza dal

di

vita,

commercio

come

DI

Firenze

a Siena. Al contrario, la ricchezza

e

STORIA DELL ARTE

nel corso dei secoli, offre ora più che

mai

i

mezzi

di

accumulata

condurre vita

ricchi a edificare splendide dimore La maggior parte dei palazzi Rubens ammira tanto da non disdegnare la fatica di riprodurli in diligentissimi, sorse nel secolo XVI. La magnificenza degli scaloni, la bel-

piacevole, e invita

genovesi, che disegni

a

MANUALE

i

il

Fig. 254.

Padova: Torre dell'Orologio

nel

Palazzo del Capitano.

lezza degli effetti prospettici, l'arte di trar partito dalle angustie del terreno

pregi insigni di questi edifizi.

Galeazzo Alessi

(pag. 230) col

appaiono

bergamasco Giovanni

maggiori tra gli architetti che diedero a Battista Castello (1500-1570?) sono il diritto di chiamarsi « la Superba ». L'educazione architettonica romana i

Genova

dell' Alessi

nestre ecc.

si

Vede nei particolari, nelle colonne doriche binate, nei timpani alle fi240, 245, 246 e 248). Ma se, vagando per le strade, si passa, ad

(fig.

il

cinquecento:

Fig. 255.

architettura

235

Verona: Palazzo Bevilacqua.

esempio, per via Garibaldi che deve l'insieme qualcosa di proprio a

l

all'

Alessi

le

sue maggiori bellezze,

Genova, un carattere particolare ad

tettura che splendidamente armonizza con l'ambiente. Le strette vie,

impediscono

salita

alle

facciate di svolgersi nel senso

monumentale,

vede

si

nel-

un'archi-

essa,

terreno in

il

sia

limitando

l'architettura esterna, sia costringendo a concentrai" la ricerca e la ricchezza nella

membratura

interna.

vostri occhi, con

diosità

logna

(fig.

247).

240),

(fig.

Marchesi detto 250

Appena varcata

-

e

soglia,

la

l'ampio scalone che

si

presenta

ai

varie prospettive che forma, dà subito una impressione di gran-

Galeazzo Alessi lavorò pure per Milano (Palazzo Marino)

e

per Bo-

dove fiorivano ragguardevoli architetti come Antonio Terribilia

autore di parecchi palazzi fra

(f 1568)

fig.

le

il

Formigine

Fantuzzi)

oggi dell'Università

i

quali

Bartolomeo Triachini

e

(fig.

253)

l'Archiginnasio

(fig.

249),

Andrea

(chiesa di S. Bartolomeo, palazzi Malvezzi-Campeggi-

la cui

facciata

(fig.

che fece 251)

si

il

cortile del palazzo

Poggi

deve a Pellegrino Tibaldi o

Pellegrini pittore ed architetto(1527-1597) occupato da san Carlo Borromeo, a Milano, lavori dell'Arcivescovado (Cortile, fig. 252) e del Duomo, nonché nel suo palazzo a Pavia, poi chiamato in Spagna da Filippo II per le decorazioni dell'Escuriale. nei

Venezia bando un suo La



Jacopo Sansovino.



Anche

l'architettura di

tipo richiesto dalle condizioni locali, è costretta a

città delle lagune

non

è

infatti esclusa dal

Venezia, pur ser-

cambiare

movimento architettonico

lo stile.

del resto

MANUALE

236

come non ne è Falconetto (1458-1534) Verona (1484-1559)

STORIA DELL ARTE

esclusa la terraferma veneta.

d'Italia,

a

DI

Padova

a

(fig.

di Gianmaria Michele Sammicheli

Nelle opere

254) e in quelle di

sente in qualche particolare un accenno allo

si

stile

braman-

tesco.

L'influenza locale

pianterreno, e per

le

artistica nell'Alta Italia

Sammicheli usa

lo stile

Fig. 256.

riossa,

rivela anzitutto nella predilezione pei porticati aperti al

si

grandi finestre ad arco nei piani superiori. Anche esplica più liberamente.

si

La forma

e

il

rustico nei suoi palazzi veronesi, Bevilacqua

Vene

Palazzo Cornaro a

S.

ricordano quei progetti di fortezze

la

modo, (fig.

personalità coi quali

255)

e

il

Ca-

Maurizio sul Canal Grande, ora Prefettura.

e di

porte di città, oggetto di studio degli

suggeriva forme un po' grevi e masSansovino (1486-1570), che solo in età avanzata si recò da Roma e da Firenze a Venezia (1527), dove raggiunse gran fama, non può sottrarsi interamente alle influenze veneziane. Con la chiesa di S. Salvatore, artisti veronesi e veneziani, ai quali la fantasia

sicce.

in

Lo

stesso

Jacopo Tatti detto

costruzione dal

1506

al

il

1530 circa, finisce l'antico

stile

lombardesco; seguono

immediatamente le chiese del Sansovino con le loro cupole e le loro vòlte a botte. Ma egli non deve tanto la sua fama alle chiese quanto ai palazzi Cornaro (oggi Prefettura, fig. 256), Manin oggi Banca d'Italia, della Zecca (fig. 258) e agli edifici della Piazzetta di S. Marco. La loggetta del campanile rovinata insieme con questo nel 1902 e, con questo, ricostrutta dieci anni dopo (fig. 259), puro edificio decorativo, pur non avendo alcuna pretesa monumentale, ha la più grande importanza, perchè mostra

il

quale indirizzo ornamentale

cinquecento: si

Anche in

la

cui

Biblioteca era

(fig.

maestro,

architettura

fosse introdotto in Venezia,

sapesse trasformare l'arco trionfale

stico,

l

romano con

257) deve

alle

figure

la

nei

la

237 in

e

che

modo

sua trabeazione

il

e col

Sansovino suo attico.

sua maggior bellezza all'ornamento plapeducci dell'arco,

al

ricco fregio ed alla

balaustrata popolata

di

statue (motivo usato prima dal Sammicheli nel palazzo Ca-

Essa consiste

in

un doppio porticato che

nossa).

rivela la

buona scuola romana. Nell'insieme,

Rinascimento. La membratura architettonica,

nelle

essa è le

semi-colonne

una

e nel

cornicione

delle ultime creazioni del

proporzioni hanno tale una salda

il minimo mutamento distruggerebbe l'effetto complessivo. Ma ciò non Vincenzo Scamozzi (1562-1616) grandioso costruttore di palazzi (fig. 261), noto pure per aver trapiantato il Rinascimento italiano in Germania quando nelle Procuratie Nuove (fig. 260) ripetè la Biblioteca del Sansovino aggiungendovi un piano,

unità, che



intese

e

alterando

così,

per molto, l'effetto e l'armonia delle parti.



MANUALE

238

Palladio.

ma I



Il

contemporanei

tettura,

lo

seppe,

e

mondo romano,

STORIA DELL ARTE

Sansovino portò a Venezia

Andrea Palladio

solo

DI

di

Vicenza (1508-1580)

paragonarono a Vitruvio,

come nessun

senza però che

altro,

forme architettoniche

infatti

ad imporle con egli

fu

classiche,

le

sue opere.

un dotto

dell'archi-

indagare con alto intelletto nelle rovine del

dottrina e

la

e

le

riuscì

il

senso critico ottenebrassero

ma-

la

ravigliosa forza creatrice della sua fantasia. Concetti antichi egli svolse nel Teatro

Olimpico

di

Vicenza

della Carità a

brature, e

le

la

(fig.

262) che è una ricostruzione di scena romana,

Venezia (incompleto) dove tentò

vita classica.

Le sue

ville

e

i

nel Chiostro

e

di far rivivere, nelle stesse

suoi palazzi, in Vicenza

e

sue

mem-

nei dintorni,

sue chiese di Venezia sono ancora opere di quel Rinascimento che cercava

suoi

effetti

nella

degli architetti

romani soprattutto nell'uso

nella distribuzione dei locali, per esempio,

Tra

anteponeva anche

monumentali, che alla

fossero fatti per semidei piuttosto che per semplici mortali.

essi

uno

dei più rinomati è la

numerosi palazzi vicentini che portano piani, o stico)

egli,

comodità, quasicchè

Rotonda presso Vicenza, un

edificio centrale,

su alto stilobate, con un porticato jonico, a timpano sporgente ai quattro

norme,

come

delle colonne e delle semi-colonne,

parti essenziali di ogni edificio, e per la tendenza agli effetti

gli edifici

i

semplice grandiosità delle proporzioni. Si distinguono da quelle

tolte ai

classici.

lati.

suo nome, noi possiamo apprendere

le

Nei sue

L'unità della facciata non deve essere interrotta da molti

almeno questi debbono zoccolo; modera

come uno

il

essere dissimulati. Quindi tratta il

il

pianterreno (ru-

significato dei cornicioni orizzontali e

Fig. 258. Venezia:

La Zecca, oggi Biblioteca.

dà maggior

ciN(,n

il.

i

u

m:

\

Fig. 259. Venezia:

importanza

i.

architi;!'!

uka

239

Loggetta del Sansovino.

che spesso hanno l'altezza di due e sino di tre Ben s'indovina quale effetto dovessero produrre quegli edifizi monumentali che non rispondevano a uno speciale bisogno. A ragione la cosidetta Basilica, con la quale egli avvolse e coprì una sala medioevale, è considerata come il suo capolavoro (fig. 263). L'aperto porticato ad archi, a due piani, ciralle

colonne

e ai pilastri

piani (palazzo Valmarana).

conda l'antica fabbrica. La disposizione somiglia a quella della Biblioteca del Sansovino che già vedemmo a Venezia, ma è più ariosa e con la trabeazione più evidente. Le semicolonne che sporgono e quelle binate a sostegno degli archi sono doriche nel pian terreno e ioniche nel piano superiore, e ciò costituisce

due

ferenza tra

i

dimensioni,

la stessa

porticati, giacché

membratura

plice ripetizione dello stesso

una esclamazione,

Anche dano

a

edilizio

la

il

Palladio dava

al

la

porticato inferiore

del superiore, e otteneva

il

sola difle

stesse

suo effetto nella sem-

motivo, non diversamente dal retore che, col ripetere

rende più efficace.

nelle chiese

Venezia

il

suo

il

S.

Palladio mette

la

stessa intenzione

monumentale.

Giorgio Maggiore (rifacimento, eseguito nel

Si

ve-

1560, di un

più antico), S. Francesco della Vigna (soltanto la facciata) e il Redentore. La pianta della chiesa del Redentore (1577) si attiene ancora ai tipi del XVI secolo. La navata ha la vòlta a tutto sesto e strette cappelle ai lati, un vano coperto di

240

MANUALE

un'alta cupola sostituisce più importante è

a questa parete fece

la

la

Mentre, fino allora, posti

uno

transetto, tra

braccio maggiore

il

dallo

zoccolo su

e

pilastri

le

facciate erano fatte a

all'altro, e,

di

Palladio

la

pili

su fino alla

se

il

Palladio diede

col

suo timpano,

trabeazione

superiore.

soprattutto nella parte di mezzo, qualche aggiunta messa in

norma

timpano. Anche

coro. Storicamente

ordini di colonne o pilastri sovrap-

di

abbandonare tutte

le

i

diversi piani, qui

membrature intermedie

per un solo ordine di colonne, necessariamente più massiccie il

il

un portico chiuso

senso orizzontale (grandi portali, finestre) raffigurava col

e

facciata. Sotto l'influenza dei concetti classici,

forma puramente decorativa

colonne

salire

il

STORIA DELL ARTE

DI

e

si

afferma

orizzontali,

potenti, che portano

questo concetto palladiano non entra senza discu'ssione nella

nuova architettura chiesastica, guadagna però favore in un'ampia cerchia, e le facun ordine di colonne sorgono accanto alle altre d'origine romana, ed hanno l'approvazione soprattutto dei teorici. La fama del Palladio crebbe ancora dopo la sua morte e soprannome di Figlio degli Dei, che al figlio di povera gente, andata da Padova a Vicenza, fu posto da uno de' suoi ammiratori, non gli fu conteso dalla posterità; egli rimane sempre il rappresentante della probità architettonica, e quando gli artisti, stanchi della pompa e del lusso frenetico dell'arte edilizia del XVII o del XVIII secolo, sentono il bisogno di riposarsi, cercano e trovano la loro via nella ciate a

il

grandiosità semplice e calma dello

stile

caro, grazie al suo alto

il

ammiratore,

del

Palladio, ai Tedeschi particolarmente

Goethe.

La decorazione nell'architettura del Rinascimento. dei rapporti e nell'armonia delle masse,

pale dell'architettura del

Rinascimento.

Fig. 260.

si Il

fa a



ragione consistere

il

biasimo, poi, che spesso

Venezia: Procuratie Nuove.

Nella

bellezza

merito princisi

muove

allo

cinquecento:

il

stile del si

Rinascimento,

di

conto della ricca

tien

e

formava

ciate,

il

completamento necessario

soprattutto nel

le

241

al lusso,

delle

ma

forme

che nella maggior parte dei edilizie.

Le nicchie

nelle fac-

Rinascimento, sono fatte per accogliere statue,

tardo

statue erano incoronate

architettura

una certa fredda compostezza, dipende dal fatto che non vivace decorazione, in gran parte scomparsa, che nelle

opere d'allora non era affatto indifferente casi

l

balaustre sui cornicioni,

Queste opere plastiche spesso non hanno valore

e

di

rilievi

artistico,

ma

erano ornati se

mancano,

i

la

e di fregi.

crea-

zione architettonica appare nuda, anzi incompleta.

Palazzo

L'ornamento plastico

degli

Boriiti,

già Thiene.

specchi nelle facciate assai spesso è indipendente

dal pittorico. La pittura entra in uso più rapidamente in quei paesi riale di

costruzione

è

umile

e rozzo, e

quindi

meno

Cosi nei paesi del mattone, ossia nell'Alta Italia, è più diffusa ciate. Dalle figure isolate

tata

si

Talora

la

la

passa all'intera dipintura dell'esterno;

come un fondo generale

e

dove

il

mate-

atto a prender forma artistica.

quindi coperta in tutta

la

pittura delle facla

parete è trat-

sua superficie

di

figure.

decorazione pittorica rimane inclusa nella membratura architettonica. Le

pitture policrome o

monocrome

o in chiaro-scuro

erano ugualmente favorite. Nell'I-

MANUALE

244 talia centrale e a

Roma

appare una diversa forma

Le muraglie sono coperte

sopra,

e

il

disegno vi

vare sino alla

è

di

decorazione pittorica delle fac-

un doppio intonaco, nero di sotto e bianco di praticato raschiando o grattando, in modo che appare nero

ciate.

su fondo chiaro,

STORIA DELL ARTE

DI

di

può dalla semplice imitazione dei mattoni quadri (fig. 264) decorazione di un quadro a soggetto storico o mitologico. Questa e

tura a graffito, si

arripit-

quale

nella

distinsero particolarmente

Polidoro

Caravaggio

da

(f 1543)

eMATURiNO Fioren-

tino

e.

(|

1528)

che dà alla

e

un'apparenza

decorazione

plastica che l'accosta al bassorilievo, trovò facile e rapida

fortuna nell'ambiente romano, così appassionato per lo stile

plastico e per tutto ciò

che sapeva di classico.

rado

Assai di

possono oggi

occhi

gli

nei

deliziarsi

una facciata dipinta. Troppo fu distrutto dal tempo e dalle generazioni più tarde, nemiche del coresti di

lore.

noi

vita

con

Solo

fantasia

la

possiamo richiamare bellezza

la

in

quelle

di

lunghe vie fiancheggiate da facciate

Quel

dipinte.

rattere

festoso,

danno ora

strade

alle

peti distesi

o

le

ca-

che

gaio,

tap-

i

stoffe, nelle

grandi solennità, davano lora

durevolmente

razioni

al-

deco-

le

predilette alla gente

del Rinascimento.

Molte cose abbiamo anFig. 264.

cora che

Facciata fiorentina a graffito.

ci

provano

ric-

la

chezza della decorazione terna.

Anche

tettura,

ma

l'architetto

si

qui vale la regola che la decorazione non solo la

In

molte

fabbriche,

come

palazzi

e

di

in-

ravviva l'archi-

campagna

contenta sino di preparare l'opera all'artista decoratore

fondamentali che 11

completa.

anima

e

dar

le

ecc.,

linee

l'artista riempirà.

Rinascimento, con l'accentuare

la

decorazione a colori nei locali interni, non

Medio Evo. Infatti in Italia, riguardando indietro per secoli e secoli, si trova sempre la decorazione a colori dominare all'interno degli edifici. Basti accennare agli affreschi delle case romane e degli ipogei etruschi, alle

fece che seguire l'esempio del

Fig. 265.

SIENA: LIBRERIA PICCOLOMINI

Fig. 266.



PARTICOLARE DELLA VOLTA.

SOFFITTO DEL SERLIO.

MANUALE

246

marmoree

incrostazioni Sicilia,

musaici nelle chiese bizantine, agli

e ai

ecc.)

e

generale fosse questa consuetudine. la arricchisce di

dando col

lo

quale

è

svolgimento della decorazione nel senso decorativo

il

si

la

l'eredità,

ma

veramente con vivo interesse che, guarsec. XV e nel XVI, si ammira il modo

va armonizzando

col

monumentale, seguendone

lo

Stucchi di Federico Brandani

Palazzo Bavii

senza allontanarsi dalla naturalezza né venir

facendo nello stesso tempo e

Rinascimento non solo ne accetta

nuovi elementi. Ed

Fig. 2P7. Senigallia:

stile,

dai giotteschi, per mostrare quanto antica e

e 11

normanni in Zeno a Verona,

edifici

e S.

trattazione policromica dei costoloni e delle

alla

vele nelle vòlte decorate da Giotto

anche

Fermo

travate dipinte delle chiese romaniche (S.

alle

Miniato presso Firenze

S.

STORIA DELL ARTE

DI

meno

al

culto dell'arte classica, e

giusta parte alla ispirazione che deriva dalla freschezza

dalla vivacità della vita che circonda l'artista. Assai spesso lo studio attento delle

decorazioni, nelle quali l'artista l'essenza e

i

si

numenti spesso dovuti a influenze

La decorazione pittorica sperimentati. adiacenti

zoccolo e

che

le

I

il

esteriori e fortuite.

quadro,

fregio.

e

Inoltre,

da principio affidata ad artisti buoni e assumevano anche la decorazione delle parti

delle pareti fu

pittori a fresco di solito

al loro

maggior libertà, fa meglio comprendere non quello fatto sui grandiosi e semplici mo-

esplica con

del Rinascimento, che

fini

dipingevano

i

pilastri,

quando lavoravano

nervature architettoniche (nelle vòlte

i

al

che scompartivano soffitto,

gli affreschi,

lo

coprivano di pitture an-

costoloni). Modelli di tale specie sono

i

:

268.

ROMA: PALAZZO VATICANO — LOGGIE DI RAFFAELLO. PARTICOLARE DEGLI ORNATI .NEI PILASTRI

MANUALE

248 gli

affreschi del

nate di

di

fiori

Mantegna,

e

e di frutta.

ville e nei

Quando e

delle

allo

scorcio

prende

vòlte

un

a frugare coinè in grotte (di qui

lievi

lande messe

al

e

motivi architettonici; posto delle travi,

e circondate di fiori,

audace svariare con

le

di

risorgono



carattere. le

Le vele sono or-

265).

costoloni

i

secolo

altro

il

(fig.

lungo

XV

Roma: Palazzo Spada

nuovi modelli ornamentali di

del

umbra

e

bagni romani, che giacevano sepolti sotto

andando

giuoco

della scuola

quelli

Fig. 26D.

tori

STORIA DELL'ARTE

medaglioni legati insieme da cordelle,

decorazione dei muri

serie di

DI

macerie,

grotteschi, la

i

pittori e gli scul-

Partii

nome

di

grotteschi) trovarono

una

ne rimasero affascinati. Era tutto un leggiadro di

di studi

in cui

i

Nei palazzi, nelle

fusti sottili sostituiti

vaghissimi,

di

alle

non

sai se

più

colonne, di ghir-

cartelle sostenute

genietti, d'animali scherzanti tra le foglie.

forme

corrono festoni

ammirar

la

da

viticci

Quel giocondo e

sapiente distribuzione

dello spazio o

la

e

della flora,

zione a colori lascia poi qualche volta

rimarranno bianchi

solo

Tale varia profusione

tomessa

alle

ARCHITETTURA

249

si

di

aspirazioni

alle

libera imitazione dei motivi classici, vedi farsi strada,

grande uso della fauna

il

L

lussureggiante fantasia, corrispondeva perfettamente

la

del Rinascimento. In esso, tra

mercè

1A lAiii:

L'INI,}!

11.

animeranno ornamenti

linee architettoniche, e

non

un fresco senso

posto agli stucchi

il

di

di

La decora-

verità.

di

rilievo,

che più tardi

qualche profilo dorato.

pittorici e plastici

rimane però sempre

toglie chiarezza alle singole

sot-

parti dell'edi-

Parte d;l soffitto della loggii

Ed è apounto questo spontaneo e disinvolto adattamento sempre evidente attraverso la decorazione, che distingue

ficio.

nico, del

fondo architettostile

ornamentale

puro Rinascimento dalle opere dello stesso genere più tarde. Gli ornatisti della scuola raffaellesca.

primi ad uSare ticano

e

da Udine tinte, tali,

i

stile



grotteschi nelle pitture delle vòlte

Libreria del

nuovo

che

(fig.

al lo

Duomo

raggiunse

la

di

Siena,

fig.

265);

Il Pintoricchio fu uno de' (Appartamento Borgia in Va-

ma

è

con

la

scuola di Raffaello

perfezione. Le Loggie Vaticane, eseguite da

sotto la direzione di

Raffaello,

hanno ormai perduto

lo

Giovanni

splendore delle

ma il disegno basta a dare un'idea dell'infinita ricchezza dei motivi ornamenche scaturiva, senza alcuna apparente fatica, da quelle inesauribili fantasie

268).

Anche

nei motivi

fondamentali della decorazione delle vòlte

c'è

una grande

MANUALE

250 varietà.

Ora sono

edifici a

STORIA DELL'ARTE

DI

colonne, ora ombrelle e ventagli, ora

i

classici cassettoni.

Questi ultimi anzi vennero usati a preferenza, perchè con l'aiuto dello stucco offrivano maniera di scompartire variamente soffitto a cassettoni del Serlio (fig. 266)

che

la superficie.

in

essi

Piuttosto schematico è

il

questa forma trovò frequente appli-

cazione anche fuori d'Italia. Senza paragone più ricca

è

la

decorazione delle vòlte

quali mirabili quelli del palazzo hanno moltissimi saggi, fra Spada in Roma, dovuti a Giulio Mazzoni (fig. 269), e del palazzo Baviera in Senigallia, dovuti all'urbinate Federico Brandani (fig. 267). Giulio Romano portò la decorazione romana a Mantova (pag. 222) e Perin del Vaga (1499-1547) a Genova, dando bel saggio dell'arte sua soprattutto nel palazzo Doria (fig. 270 e tav. V). Non in

istucco di cui

si

i

eccessiva, né grama, questa decorazione che nelle sue linee

sempre trasparente

e

si

limita a pochi toni di colore

chiara, produce

pressione in chi guarda. Al vedere queste opere d'arte

che destassero nell'anima pensieri giocondi che fici

è

il

e

una deliziosa si

e

e

rimane

durevole im-

respira liberamente, quasi

sentimenti dolci. La composta armonia,

tratto caratteristico del Rinascimento, appare evidente così nei grandi edi-

sacri e pubblici,

come

nei più modesti luoghi destinati alle gioie intime della vita.

Tav. V.

DECORAZIONI MURALI NEL PALAZZO DORMA Da un

acquerello di Paolo Schuster.

A

GENOVA.

Benedetto da Rovezzano: Miracolo

;i

2.°



di

san Giovanni Gualberto. Firenze, Museo Nazionale

SCOLTURA E PITTURA

NELL'ITALIA CENTRALE AL PRINCIPIO DEL

Nel 1489 a

Roma

pone

si

compie

si

Firenze

in

prima pietra del palazzo Strozzi; nel 1495

la

in pietra,

ancora ideata secondo

lo

spirito dell'antica

toscana, mentre l'altra rivela, per prima,

la

completa fioritura

Rinascimento. Con

dell'alto

architettura

nell'

nuovo

è

ciò è definito

posto che storicamente Firenze occupa

il

Anche se avrà qualche artista Baccio d'Agnolo (1462-1543)

Rinascimento.

del

come

stile,

Cronaca

il

e

specialmente nei piccoli palazzi (palazzo Bartolini-Salimbeni) patria dell'alto Rinascimento.

pletamente,

Ma

forze

e

i

la

ricevettero

tra

sue

i

per

e il

Caratteri

XV

quali

dell'arte, e d'a-

grandi artisti del Cinquecento

le

loro

la

vita

dove

vediamo

nel

essi,

nei giovani anni,

campo

prima

di

ci

intraprendere

affascina

è

la



Nelle

gioia

benché spesso aspra

i

impetuosa. La

quasi e

in

molti

opere di scoltura

mancano quasi mai.

allora allora scoperto la natura, ed è con ardore che gli scultori

una

storia

freschezza della vita che vibra in esse, e

ingenuità che non

di

la

una nuova generazione.

della scoltura del Rinascimento. quello che

di

della scoltura e più ancora in quello

Quattrocento avvenimenti importanti che

a copiarla; la spiano avidi in tutti

con

i

esercitarono

insieme quegli incantevoli tratti

aveva

pittura. Qui è Firenze che

la

impulsi. Si dovrà quindi abbracciar con l'occhio

officina

vari

punti sembrano annunciare l'opera creatrice

del secolo

del

non sarà mai la si svolgerà com-

nuovo incremento

artistica fiorentina e toscana alla fine del secolo,

pittura, già

seguace

quest' ultimo

completa unità.

grande i

mura

mercè

dei grandi eroi dell'arte italiana. Nel della



d'azione, dove questo

scoltura

la

le

singoli elementi,

l'arte alla

È Firenze



Roma.

sarà

può vantarsi d'aver preparato condussero

campo

vero

11

ben altrimenti avviene per

ver serbato tutti

circa

tempo

facciata del palazzo della Cancelleria. Quasi nello stesso

la

sorgono due opere, delle quali una costruzione

1500

si

L'arte

mettono

suoi moti e cercano di avvicinarsi alla verità

ingenua

naturalezza

della

sconnessa, dà alla scoltura del primo

rappresentazione,

Rinascimento dure-

MANUALE

252

STORIA DELL ARTE

DI

e soprattutto, in un tempo d'arte fredda e riflessiva, le dà imporun modello desiderato. La giovane generazione, che salì in alto nei primi anni del 1500, non se ne accontentò e cercò ogni mezzo, proseguendo in quell'indirizzo, di condurre l'arte alla perfezione. La scoltura del 400 è per lo più decora-

vole valore;

tanza

1'

di

com'è all'architettura,

tiva, e, legata

motivi

i

pittorici,

per

es.

si sente imbarazzata anche dal dover imitare La natura poteva essere vista più in grande, le

nei vestiti.

forme copiate potevano diventar più potenti

non

tichi

era ancora tratto tutto ciò che

si

navano sempre più vento i

lacci

e

ai loro

modelli.

la

legavano all'architettura

Fig. 272. Alfonso

Come

pendenza.

eleva anche

la

le

Lombardi: Cristo

gli

prima una

I

si

avvici-

il

soprav-

le

e

conquista

marmo). Bologna,

S.

la

sua indi-

Petronii

la

il

si

pericolo (che diventerà

presuntuosa nullità

al

posto della

posto della vita vera, piena di carattere, rapcontatti col popolo diventano più fiacchi, e più frequenti al

i

aristocratici e intransigenti conoscitori d'arte.

serie di artisti,

ciano con opere nello la

in

statue

prendeva

concezione. La scoltura scioglie

decorativa,

(gruppo

vedere

di

Scultori fiorentini del periodo la

idealistico

dimensioni delle opere crescono fino a divenir colossali, così

potenza, l'arbitrio soggettivo dell'artista impressionante.

e della loro

e all'arte

risorto

ma

poteva trarre;

potenza delle forme. Ed ecco comparire

troppo presto un difetto inevitabile)

porti con

più semplici ad un tempo. Dagli an-

e

Oramai l'elemento

decideva della scelta dei soggetti

che

si

nuova maniera,

stile

tratti

di

transizione

appartenenti a un periodo

antico,



Firenze

di

transizione, che comin-

ci

presenta per

che introducono nelle opere, create secondo

e

particolari all'antica. Tali

Andrea Ferrucci da

Fiesole

Benedetto da Rovezzano (1474-1556; fig. 271) e Baccio da Montelupo (1469-1535; fig. 274) padre di Raffaello da Montelupo (1505-1567)

(1465-1526;

fig.

273),

fedele alle formule di Michelangelo.

Il

principale tra

gli

scultori di questo

ciclo è

il

cinquecento: scoltura

pittura

e

253

Giovanni Francesco Rustici (1474-1554). L'unica grande opera die di lui rimane è il gruppo di bronzo sulla porta nord del Battistero di Firenze, rappresentante san Giovanni che predica tra due ascoltatori (un Fariseo e un Levita; fig. 275 e 276). La potente

caratteristica espressione delle figure e la modellatura delle vesti

e

strano che" egli appartiene già all'arte nuova,

semplice ed esatta fedeltà

alla

dimostra quali

modo

in

abbiamo

al

vero.

che

e

si

Specialmente

evidente quanto stretti fossero

i

la

propone qualche

fine

dimoolire

figura di san Giovanni

rapporti tra

lui

e

ci

Leonardo, dei

notizia dal Vasari.

Andrea Ferrucci: Dossale

273.

d'altare.

Duomo.

Fiesole,



Completamente nello spirito cinquentesco è Andrea Andrea Sansovino. Con ucci da Monte Sansavino (1460-1529) che si vuole cresciuto alla scuola del 'Antonio

fonditore

;

del

bottega dei Cronaca. poi,

subito dopo

Battesimo

di

Poliamolo,

Egli

suo ritorno

il

sopra

Gesù

mentre

in

patria,

nudo

nella figura di

Gesù

nel

e

il

ili

dignità,

dove

i

monumenti

educato

creò

il

suo (fig.

nella

capolavoro, 277).

mano Vincenzo Danti perugino le

grandiose, e di un effetto potente. scolpì

1502,

fu

1492-1500) in Portogallo; il

Sono due

(1530-1576).

disegno della veste del Battista sono perfetti;

contrasto dell'espressione e del carattere fra

(1504),

(circa

porta orientale del Battistero

la

statue colossali alle quali diede l'ultima Il

probabilmente

più

lavorò qualche tempo

il

due figure ambedue semplici, piene

Da

Firenze,

dei cardinali Sforza e Della

Andrea passò a Roma Rovere pel coro della



5 5

w d Q < ffl

<

z O « W

O <

o < o u K H O z Z cu

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ce

< <

K U

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5H

Fig.

427.

SAVOLDO: MADONNA COL BAMBINO E SANTI. MILANO, PINACOTECA DI BRERA.

MANUALE

402

DI

STORIA DELL'ARTE

scuola di Brescia vanta tre ragguardevolissimi artisti:

Girolamo Savoluo

(

1

480?-

1550?), che dalla vecchia scuola veneziana trasse dignità e compostezza; dalla nuova,

Girolamo Romani detto il Romanino (1485rammenta Giorgione; e, maggiore di tutti, Moretto (1498-1555). Oltre a diversi ritratti, Alessandro Bonvicino chiamato il Moretto dipinse in dolci toni argentei un gran numero di quadri d'altare, che colpiscono per la compostezza dei gruppi e per la movenza dignitosa delle figure, piene di sentimento. È solo a Brescia, sua patria, che può giudicarsi in tutto il vigoria di colore di

1566),

forme

e di

427);

(fig.

che spesso

ardente,

colorito

il

suo valore. Là

egli

ornò

infinite chiese

con quadri che

in

parte

scolaretti (fig.

429),

Vergine

la

Cristo in

e

rato, per la bellezza delle figure e

nella chiesa dei Ss.

Nazzaro

Emmaus. Ma

il

conservano nella

si

Pinacoteca Civica. Tra questi ricordiamo 5. Nicola che presenta

Madonna

alla

fervido sentimento, è V Incoronazione di

il

Francoforte

e Celso. All'estero le gallerie di

gli

quadro suo più ammie di

Maria Vienna

(Santa Giustina) hanno bei saggi dell'arte del Moretto.

La tenace

Venezia

vitalità di

e

il

gran posto che teneva Tiziano nell'arte

ri-

non tanto però da impedire che le nuove tendenze si facessero a poco a poco strada anche nel modo di intendue maggiori campioni della nuova forma d'arte furono il Tintodere la pittura. tardano di molto

decadenza

la

dell'arte

veneziana,

1

retto e Paolo Veronese.

Jacopo Robusti detto

il

Tintoretto (1519-1594) rompe

l'unità dello stile ve-

neziano, non solo col sostituire alla dorata luce, diffusa per tutto forte contrasto

d'ombre

ma

il

quadro, un più

anche nell'ardore della scena, mossa, agitata,

e di vita, svolta

palpitante di passione

Da una

e di luci,

con piena indipendenza da ogni tradizione.

parte è attratto dalle potenti figure michelangiolesche, dall'altra non arriva

a liberarsi del realismo insito nella sua natura. Di qui quel senso di disarmonia che

urta alquanto nelle sue opere tarde. Nelle prime, invece, dove più brilla l'antico

splendore del colorito veneziano, come nel S. Giorgio di Londra, nella Nascita di

san Giovanni a Pietroburgo, o nel Miracolo di san Marco che piomba dal cielo a



salvare uno schiavo dal martirio (dipinto nel 1548

o nel rinvenimento del suo corpo (Pinacoteca di Brera,

mento

dalle figure!

quanta varietà

Il

Vasari

si

reprimere

sentì di

e

chiamò, quindi, a ragione

lo

tura, stravagante, capriccioso, presto e risoluto, e

il

fig.

432)

430), qual mirabile movi-

Dovette

nella composizione!

dere una fantasia irrequieta ch'ei non dello stile tradizionale.

Gallerie di Venezia, fig.

«

il

Tintoretto posse-

contenere nei limiti nelle cose della pit-

più terribile cervello che abbia

può vedere in tutte le sue opere e ne' componimenti lui diversamente e fuori dall'uso degli altri pittori». Quando egli adottò una maniera che richiedeva un lavoro eccezionale e l'uso d\ forti vernici secche, esagerò in rapidità ed impetuosità per rendere anche più fecondo il avuto mai

la pittura,

come

si

delle storie fantastiche e fatte

suo lavoro. Con

le

da

sue tele colossali coprì non solo

le

versale e Adorazione del Vitello d'oro nel coro della

canti di vita e di foga giovanile), ina anche

le

chiese veneziane (Giudizio Uni-

Madonna

pareti e

i

dell'Orto, opere riboc-

soffitti

nel Palazzo Ducale,

quadri, che che dopo l'incendio nel 1577 esigeva una nuova decorazione pittorica. egli operò qui, in gara con Paolo Veronese, trattano in gran parte allegorie o epiI

sodi relativi alla gloria di Venezia. ligiose (Glorie e Presentazioni) egli

nei quadri storici,

ad

es. la

Ma è

più che nelle significazioni allegoriche o re-

grande come vivace

e

appassionato narratore

Conquista di Zara, nella sala dello Scrutinio.

Il

Paradiso

Fig. 428. G.

B.

MORONI: RITRATTO DI VECCHIO GENTILUOMO. BERGAMO, ACCADEMIA CARRARA.

MANUALE

404 nella sala del

Gran Consiglio

molti dipinti che ornano

i

sionante

è la Crocifissione.

Scuola

ammucchiate

ai

il

emozione.

la

È da

gruppo

delle

Madonna

è

il

sue gigantesche dimensioni. Tra

(figg.

431 e 433), forte e impres-

tragico episodio in

donne

una

ricca, vi-

dolenti, perfette di disegno,

un

effetto di straziante

e san Nicola. Brescia, Pinacoteca.

deplorare che nella maggior parte dei quadri del Tintoretto

siano fortemente oscurati, e che molti d'essi luce

le

Rocco

piedi della croce, raggiunge

Fig. 429. Moretto:

si

di S.

Tintoretto allarga

vacissima scena popolare, dove raccolte, anzi

STORIA DELL ARTE

famoso anche per

è

la 11

DI

si

i

colori

trovino collocati in luoghi dove

insufficiente.

Paolo Caliari, detto

più

comunemente Paolo Veronese

(1528-1588), giunge

a Venezia nel 1555 artista completo, avendo già ornato di affreschi molte

anche nella pittura sacra. Non

ville,

ed

dunque da maravigliarsi che egli conservasse qualche carattere tradizionale dell'arte veronese, come toni argentei del colore. Nullameno egli può considerarsi come uno dei sarebbero avendo dato buone prove

i

di



è

l'apogeo della pittura veneziana

405

La potenza

più schietti rappresentanti della vita e dell'arte veneziana.

mercantile

Venezia era certo sulla via della decadenza,

di

nunciavano

smaglianti, per

Egli raffigura

ciò. al

pompe esterne, la vita comoda e

alle

Louvre

e

a

le

ma

i

politica e

Veneziani non

ri-

all'antica magnificenza, all'amore per le cose belle e

lieta. Le opere del Veronese esprimono appunto tutto le Nozze di Cana, Cene sotto splendidi porticati a colonne

Dresda,

la

Cena



casa di Levi nelle Gallerie di Venezia,

in

Cena

la

san Marco. Milano, Pinacoteca di Brera.

Simone nelle Gallerie di Torino e di Milano, il Convito di san Gregorio Monte Berico presso Vicenza (fig. 434) e ci mette dinanzi agli occhi,

in casa di

Magno in tutti

a i



più splendidi particolari,

il

più ricco

e

il

più nobile dei festini. Paolo

dare maggior risalto alla bellezza delle sue donne con delle vesti, e alla tranquilla e

piccante e vivace.

È

gli

ornamenti

e

lo

ama

splendore

formosa venustà del tipo antico, sostituisce una grazia

innegabile, pero, che qualche volta in questi quadri giocondi

va perdendo della sua signorile finezza, per cadere nella materialità, quasiché suoi contemporanei non sapessero godere qualche ora in lieta compagnia senza l'ostentai

zione di grandi apparati.

dare

alle

A

Tiziano, invece, pochi e semplici mezzi bastavano per

creature del suo pennello l'espressione della felicità.

l'apogeo della pittura veneziana

Anche

nei quadri di chiesa (S. Antonio a Brera

Venezia, uno dei suoi capolavori, intorno

al

quale

si

-

fig.

407

435

-

e S.

Sebastiano a

affatico dieci anni) egli

non

si

astiene dall'introdurre qualche tratto profano, ispirato non tanto a un senso di realismo,

quadri

quanto di

al

desiderio di piacere allo spettatore. In

soggetto storico

Fig. 433. Tintoretto:



la

Gesù

alla

adjAlessandro (Galleria Nazionale nuncia ad empire di

presenza

di

Pilato.

Londra)

di

di curiosi la terrazza

Paolo nel mettere figure

sopra

il

si

fosse trattato di

si

pigliano licenze.



un dileggio ornamento

dei più

belli

tra

i

suoi

alla

religione.

Venezia, Scuoia di S. Rocco.

non omette

la

scimmia

non

e

ri-

colonnato. Del resto l'audace libertà

di buffoni, di cani, di

nità d'una cena dov'era Gesù, insospetti sino

fatte tali figure per

uno

famiglia di Dario, die s'inchina riverente davanti

il

pappagalli ecc. nella sacra solen-

Tribunale del Sant'Uffizio come se

Egli

pittorico e perchè

i

si

giustificò

pittori

(come

dicendo che aveva i

poeti

e

i

matti)

Fig. 435.

PAOLO VERONESE:

S.

ANTONIO ABATE FRA SS. CORNELIO E CIPRIANO. DI BRERA.

MILANO, PINACOTECA

I

Fig. 436.

PAOLO VERONESE: VENEZIA TRIONFANTE



VENEZIA, PALAZZO DUCALE.

L

Una

APOGEO DELLA PITTURA VENEZIANA

delle caratteristiche di

Paolo Veronese fu

la

411

predilezione

per

vaste ar-

le

ampie tele. Ciò non gli consuoi personaggi nobilsentì più il severo elevarsi dei gruppi, sì che noi vediamo mente vestiti, sorridenti amabilmente o superbamente eretti, passarci innanzi, ora chitetture

popolosissime composizioni tradotte

e le

in

i

ora isolati, non senza qualche squilibrio dell'insieme. In sostanza, l'elemento

affollati,

decorativo domina nei quadri del Veronese assai più che

meglio

ogni altro artista

di

Fig. 437.

affidate nel Palazzo

storici,

e nella Villa

Venezia

(fig. i

437).

fratelli

A

Maser, nella

Barbaro,

il

(fig.

quali

i

co' suoi affreschi

Non

Olimpo sono prettamente veneziani

moda

nei

tratti,

pareti di amplissimi

irrompono nella scena, colonne) dà ai dipinti

e lo stesso

di

il

che

negli

paesaggio che

si

Le dee

e

gli

e

dei

nelle

questo, in-

che spiano dalla porta

intravede

di

Palladio di-

abbigliamenti

ma appunto

e fanciulle

Paolo una intonazione

il

raggiunse una delicata nota

fastosa del tempo,

sieme all'amabile vivacità degli episodi (come bimbi o

le

cerchi profondità di sentimento o di caratteri.

acconciature, corrispondenti alla

le

e

meritamente famosi sono

più

villa dalle linee semplicissime,

Veronese

poetica.

si

soffitti

i

436) e V Abbondanza ora nelle Gallerie di

del suo

vi

furono

Giacomelli a Maser presso Treviso. In pa-

dei

allegorici,

e

Ratto d'Europa, la Venezia trionfante

segnò per

gli

Paolo Veronese: L'Abbondanza. Venezia, Gallerie.

Ducale

mitologici

Tiziano. Perciò

in quelli di

adatto ad opere come quelle che

Palazzo Ducale, Paolo coperse

recchie sale del

quadri

egli si sentì

e

par sorridere fra

gioconda intimità, allietata

MANUALE

412

STORIA DELL ARTE

DI

pure dalla luce chiara del colore, grazie alla quale

Veronese non cadde mai

il

quella freddezza che fu propria della pittura decorativa del tardo

LA FINE DEL RINASCIMENTO.

6.0

Se

il

in

Rinascimento.

giudizio sopra

un periodo

della storia dell'arte

sità degli artisti e sulla opinione che questi

ebbero

fondasse sulla opero-

si

ed espressero aper-

di sé stessi

tamente, nessuno potrebbe

fermare che

desse diminuire nel

che

corso

un

metà

scoltura su-

e la

tracollo intorno alla

quel

di

venne

sua 'fortuna

la

cinquecento, né

del

pittura

la

bissero

af-

italiana ve-

l'arte

Quanto

secolo.

dipinto, scolpito e fuso

dal 1530

lunga

1570 supera

al

la

somma

gran

di

opere

delle

create nel primo Rinascimento.

Un

altro fatto innegabile è che

l'arte italiana

mai come

potè gloriarsi

di

allora

servir di

mo-

dello a tutte. Schiere di artisti

anno passa-

settentrionali ogni

vano

le

parar

Alpi per venire ad im-

la

vera

dimodoché Scuola

la

arte in Italia

Roma per

Europa.

tutta

All'incontro, schiere italiani

;

era diventata

di

artisti

erano chiamati da ogni

parte d'Europa a maggior gloria Fig. 438.

Taddeo Landini: Fontana

dell' arte

disposizioni

delle

italiana. e

maestria sono fuori sione.

samente che, cioè, perfetta,

verso

la

La grande

abilità

di

Ma quando

di

discus-

essi orgoglio-

studio.

conduce a lavori abborracciati.

studiare la natura coscienziosamente

e

Gli artisti

non

si

curano più

riferendosi ai grandi modelli offerti loro

dagli artisti anteriori, da Michelangelo soprattutto, terli

felici

si tengono da più dei loro predecessori, in un senso solo dicono il vero, compiono più rapidamente un più ampio lavoro grazie all'abilità completa, cui sono arrivati. Ma qui appunto la posterità, che vede chiaro attrapolvere dei secoli, ha fatta giustizia. Di quel gran numero di opere solo

pochissime riconosce degne

di

Le

loro singolare

la

si

accontentano

al

più di ripe-

con qualche lieve mutamento.

mai pel corso dei secoli ebbe vita prospera un inquando si allontanò dalla natura, unica eterna norma

L'artificio soffoca l'arte; né

dirizzo artistico e durevole dell'arte stessa.

LA FINE DEL RINASCIMENTO Infatti, ciò

rono

che meglio opera-

del secolo furono

questi al

metà

sino circa alla

gli artisti

413

i

perchè

ritratti,

obbligavano ad attenersi

li

vero. Così

scoltura

i

come

pittura

in

sono

ritratti

lunga più pregevoli che

le

in

gran

di

compo-

sizioni sacre e mitologiche. Parteci-

pano

questo pregio

di

sura anche quali

in certa

da Leone

statua equestre di Co-

Leoni,

la

simo

a Firenze di

I

Giambologna

statua equestre di Filippo

fusa da Pietro Tacca.

e

Anche

decorazione

nella

tombe

a crear opere buone. Alcune

molte fontane sono fra

la

più

le

A Roma,

magnifiche che esistano.

è

gli

questa età riescono spesso

artisti di

e

III

Giambo-

a Madrid abbozzata da

logna

V

statua in bronzo di Carlo

la

a .Madrid, fusa a Milano

e la

mi-

monumentali

ritratti

i

fontana detta delle Tartarughe opera così bella che

ne attribuì

il

tradizione

la

disegno a Raffaello,

mentre ne fu autore un fiorentino

Taddeo Landini 1585. Il nome le tarughe levate

che

eseguì nel

la

viene dalle tar-

in alto

da quattro

giovani nudi sottoposti alla vasca 438).

(fig.

Il

fenomeno

scorriamo non gare.

Quando

affaticarsi

in

storico di cui di-

gli

forme

canza

di

avverte; la

posa

sono

anziché

artisti,

cerca

elevati e significativi, di

da spie-

è difficile

soggetti

di si

contentano

lievi e semplici, la

man-

naturalezza difficilmente la si

e

i

figurati

sente invece gesti dei in

modo

si

quando

personaggi assoluta-

mente inverosimile, con uno sforzo che non deriva, come nella prima età delle arti, da difetto di abilità manuale e da imperizia dell'occhio, ma da un traviamento del gusto.

Fig. 439. Perseo, di

Benvenuto

Firenze, Loggia de'

Celli

Lanzi.

MANUALE

414

Fig. 44(1.

PI

Guglielmo della Porta: La Giusti;

STORIA DELL ARTE

.

Particolare del

!ica

di

S.

lento di Paolo

Farnese.

111

Pietro.

Questa inverosimiglianza non è da confondere con quella esagerazione o meglio

esaltazione

del

che

vero,

tende ad una superiore

pura

espressione

e

più

del carat-

che deve considerarsi

tere, e

una idealizzazione

della na-

tura per opera dell'arte. La figura idealizzata è superiore alla

ma non

natura,

ad

traria

caso presente

con-

Invece

essa.

nel

contraddi-

la

zione sta in ciò, che quegli

tumultuosi

sforzi

dono renza

una

come

ma non

Due

Apostoli. Firenze,

Duomo. Cinta

del Coro.

dicono nuli?,

quelle orazioni

matorie

Fig. 441. Bandinelli:

indiffe-

quelle figure parlano

;

molto,

nascon-

intima

nelle

suono

delle

tutto,

e

belle

manca

nuto. Di ciò

quali

gli

declal'alto

parole

è

ogni conteartisti

per-

LA ['INE DEL RINASCIMENTO

sonalmente hanno

anche

minor culpa. Spesso

la

la

415

composizione

risente

si

della

troppo rapida esecuzione.

Ad

ogni

modo

deve riconoscere che

si

anche

se

gli

artisti

si

fossero applicati

non avrebbero mai raggiunto la freschezza dei loro predecessori. Il mondo ideale del Rinascimento italiano era oramai esaurito; oramai consumate erano le forme artistiche nelle quali quelle idee si erano concretate, e nessuno con più pazienza

lavoro,

al

nuovi concetti che allora signoreggiavano

dei

di



dalle

Alpi

poteva

farsi

strada

in Italia.

Ammarinati: Fontana del Nettuno. Firenze, Pia

Fig. 442.

Come sempre,

la

fantasia

attingerne vera ispirazione, e lo sforzo della

La nuova forma sibile se

e

si

attiene specialmente alle antiche forme, senza più

senza riuscire a conservarle quali erano.

grandiosità non bastano a mascherare d'arte,

non unito

a

il

la

del

pensiero nazionale. Invece, in questo il

vano favore tutta

in Italia, così gli italiani

l'arte italiana è la civiltà

esteriori,

tra l'arte e gli

artisti

la

nazione.

stranieri tro-

sono accolti ed onorati nelle più lontane Corti,

come un ornamento indispensabile. Del resto aveva assunto un carattere internazionale per le sue forme

considerata ormai

italiana

magnifiche

fasto esterno

realismo che succede all'idealismo plastico, non è pos-

un nuovo indirizzo

momento appunto, par che si venga sciogliendo legame Infatti gli artisti mutano paese con somma facilità, e come dove

Il

meschinità del concetto.

e squisite. All'arte,

che un bell'effetto decorativo.

che non

è più

capace d'altro, non

si

chiede

MANUALE

416

Sarebbe tura. Se es.

si

difficile dire se

guardano

i

concludere che

più soffrisse di questo

bassorilievi che

della statua equestre di

STORIA DELL ARTE

DI

Cosimo

I

ornano

gli

mutamento

monumenti

a Firenze), o certi sfarzosi altari,

scoltura decade più visibilmente. Perduto

la

pittura o la scul-

la

zoccoli dei grandi

vazioni,

senso delle belle ele-

il

neppur raggruppare posta

ed

non sanno più figure in com-

scultori

gli

(ad

dovrebbe

si

le

simmetria,

equilibrata

neppure raggiungono rico cui

tendono con l'accentuare

singole

figure.

grandi

i

storici

intravedere e

D'altra

lasciano

trascurata esecuzione

la

miseria e

la

le

anche

parte

religiosi

e

e

pitto-

l'effetto

il

delle forme, così

vuoto pretenzioso

da fare un'impres-

Comunque, numero delle

sione anche più penosa. si

può affermare che degne

opere

di

il

studio

maggiore

è

nelle scolture di questo periodo, che

pitture.

nelle

Senza tener conto del Tribolo, già ricordato, che segue in parte

traccie del Buonarroti,

noscere

e

della Porta (15009-1577). con

ma

sua orgogliosa

la

le

rico-

Benvenuto Celdi Guglielmo

valore di

il

(1500-1571)

lini

deve

si

Il

Cellini

bellissima

autobiografia provvide da sé a cele-

brare

la

sua grandezza.

fama non durò né Francia



dove

in

molto

Corte di Francesco indiscussa,

come

più colpisce in

Ma

patria,



I

la

operò così a

sua

né in alla

lungo

egli

sperava. Ciò che

lui, è

l'irrequieta atti-

vità che lo fa operare nei più diversi

campi

dell'arte. Nella storia dell'arte,

più che lo scultore s'ammira l'orafo,

quantunque Leone l Gian Giacon

Fig. 443.

diiì

:

Particolare del

de' Medici. Milano,

monumento Duomo.

a

nel

Lanzi a Firenze)

Perseo (Loggia dei egli

che supera quasi tutte

tempo giovinetto eroe nel loro realismo

Porta appare così suo sepolcro,

anche se altrove

439).

Le forme acerbe del

risentono ancora del tipo caro

al

XV

secolo e

si

dalle

egli sa si

(fig.

un'opera

altre del suo

vuote esagerazioni dei manieristi. Anche Guglielmo della felicemente ispirato, quando nella statua di papa Paolo III seduto

mantengono monde sul

si

lasci le

mettere tanta viva verità e tanta freschezza, che si perdona le orme di Michelangelo e, come tutti gli artisti del

limita a seguire

tardo Rinascimento, crede che l'arte tragga l'effetto maggiore dalle proporzioni colos-

LA FINE DEL RINASCIMENTO

Fig. 444.

sali

(fig.

440).

A

417

Giamnologna: Fontana del Nettuno. Bologna, Piazza del Nettur

tanto errore

li

aveva condotti l'imitazione

senso pedestre, superficiale. La tendenza alla grandezza

di Michelangelo, intesa nel

e alla

potenza, che

emanava

non era più che una ripetizione meccanica. Anche peggio fecero Bartolomeo Ammannati (1511-1592) e Baccio Bandinelli (1493-1560) fiorentini quando vollero gareggiare con Michelangelo. Il Bandallo spirito stesso del maestro, negli scolari

MANUALE

418 dinelli, se

dobbiamo credere

al

STORIA DELL ARTE

DI

Vasari, lo scimmieggiava anche nella vita. Certo

gli

Ìstro.

porto invidia

e gelosia finche visse, e

non comincio mai nessun lavoro senza atteggiarsi continuatore, anzi emulo del maeNon gli mancò ingegno, come mostrano

n

le

figure degli Apostoli a bassorilievo, che

ornano

cinta del coro

la

rità e bellezza

tecnica.

quali

più noto

è

V Ercole e

Caco

della Signoria a Firenze, spiace

dezza

movenze

le

intima

dei

satiri

contra-

e la

Del

si

fred-

resto

cose mi-

nelle

ben

nori comportarsi meglio, e

vede nella

dove

Net-

il

poco meno che grottesco, mentre

e

i

Piazza

il

personaggi.

fontana della stessa piazza, è

altre

grande

in

agitate

anche l'Ammarinati seppe

tuno

e

ima

rivela

Nei gruppi colossali, tra

abilità

sto che c'è tra

di

semplicità, ve-

linea (fig. 441),

di

opere sue nelle quali

il

Duomo

nel

una singolare

Firenze, di

i

ninfe della vasca sono model-

le

con vivacità ed eleganza non comuni

lati

1554)

Leone Leoni (1509-1592

e

che ebbe

gran successo

continuata dal

l'opera sua fu

-

fig.

443)

Spagna, dove

in

figlio

Pom-

peo, morto a Madrid nel 1610.

È

però uno straniero che nell'ultimo

periodo

del

Rinascimento

scultori indigeni

Boulogne stabilirsi a in

di

:

il

trionfa

Donai (1524-1608), che

Firenze(1556) italianizzò

Giovanni

sugli

fiammingo Giovanni

Bologna

o

il

nello

nome

Giambologna.

Egli divenne in tutto italiano. Studiò con

amore Michelangelo; ma, dotato un temperamento più tranquillo,

grande com'era

di

suo vide limpidamente,

l'occhio

lavorò sicura, d'ogni miti

e

l'opera,

la

mano

rimanendo scevra

esagerazione, non

oltrepassò

i

li-

dell'arte.

Altra sua fortuna fu di avere avuto della verità e della vita

un sentimento Fig. 445.

Mercurio

di

Giambologna.

Firenze,

superiore a quello di tutti

Museo Nazionale.

sue

i

suoi

contem-

che appare specialmente dalle Madonne. Assai belle sono pure le

poranei;

il

Nettuno a Bologna, bene ideata come disposizione delle architetto palermitano (15087-1592 varie parti da Tommaso Laureti pittore e sarà Lanzi dei Loggia nella Ratto delle Sabine fig 444) Il aruppo così ardito del un'opera piuttosto ragionata che pur sempre ammirato anche da chi lo giudichi figure della fontana del

LA FINE DEL RINASCIMENTO ispirata, nella quale

curio in bronzo del

il

calcolo prevale sulla fantasia.

Museo Nazionale

di

419

Opera perfetta

è

invece

Mer-

il

Firenze, in atto di volare nell'aria

pog-

e

Con questo capolavoro, meritamente ammirato ed invidiato dagli artisti, Giambologna si affrancò superbamente dallo stile dominante nell'età sua ed infuse un palpito di vita nuova in un concetto classico. Nelle opere decorative invece egli è vero figlio del colossale, e quando lavora d'ornato trasporta nel campo della suo tempo: ama giante leggermente

il

piede sopra

il

del

soffio

vento (1564

-

fig.

445).

il

plastica l'antico stile grottesto con

Eie. 44(1.

In

tutta

la

Vasari: Leone

X

in

le

mezzo

al

sue maschere

Mercurio

di

Giambologna. Se osserviamo

1540

al

1580,

dal e le

venir

meno

le

vediamo rapidamente

permette

v'è

Firenze, Palazzo Vecchio.

un'opera

di

merito uguale

senso del disegno

il

Oramai

le

al

e

del colore

figure leziose e inespressive o

vizio universale.

Inoltre,

un'esecuzione superficiale

agli artisti

animali fantastici.

molti affreschi e quadri a olio prodotti

offuscarsi

caratteristiche individuali.

movenze esagerate sono divenute un

abilità tecnica

i

suoi

i

Collegio dei Cai. liliali.

momento non

pittura di questo

e

mentre

e affrettata,

la

la

coltura poetica non è cosi profonda da preservarli dalle vuote declamazioni

grande diffusa e

dalle

stranezze.

Anche

qui l'imitazione di Michelangelo ha portato

per opera di quel gruppo che

Dal naufragio si

si

salvano soltanto

attiene alla tradizione.

altro è a dire se

non che

Quanto gli

i

peggiori frutti, soprattutto

Andrea del Sarto. Santa Famiglia che quadri d'altare non

raccolse in Firenze intorno ad

si i

ritratti e

ai

artisti,

qualche

Madonna

o

vasti affreschi e ai colossali

dominati dalla tendenza formale del momento.

MANUALE

420

STORIA DELL ARTE

DI

sembrano abdicare alla loro personalità e intendono l'arte, la natura, la vita tutti a un modo. Le figurazioni si somigliano fra di loro al punto che è difficile riconoscerne l'origine anche ai segni esterni. Del resto, non tornando neppure il conto di passare in rassegna

Fra

i

fiorentini,

Fig. 447.

tali

opere, basterà ricordare

accanto a Giorgio Vasari

Angelo Bronzino: Andrea Doria

in

il

di

nome

degli artisti più acclamati.

Arezzo (1511-1574

-

fig.

446)

la

aspetto dilNettuno. Milano, Pinacoteca di Brera.

cui fama letteraria e la cui opera architettonica compensano le deficienze pittoriche, vengono in prima linea Angelo Bronzino (1502-1572 - fig. 447) e Francesco Rossi

detto dei. Salviati (1510-1563).

1

loro ritratti,

giustamente pregiati,

e

i

loro quadri

una scrupolosa coscienza. Però comincia a sfuggir loro il senso dell'armonia coloristica, che difetta anche più in Alessandro Allori fratelli Taddeo (1529-1566) e Federico (1535-1607). A Roma hanno intanto fama d'altare sono,

almeno

nel disegno, di

i

Zuccari (1540-1609 fuori

A

-

fig.

449)

e

quest'ultimo conta mecenati

e

ammiratori anche

d'Italia.

poco a poco però l'influenza

di

Michelangelo va impallidendo per lasciar

il

LA FINE DEL RINASCIMENTI!

421

posto a una vivacità esteriore, a una grazia di ornamenti, a un colore più seducente, la noncuranza del sentimento e lo sforzo. E qui dobbiamo fare Giuseppe Cesari più noto come Cavalier d'Arpino (15609-1640) che salì in gran fama a Roma e a Napoli, e su tutto quello di Federico Barocci (15281612) ammiratore del Correggio, elegantissimo nel disegnare, vivace nel comporre, lieto

che mal celano però il

nome

di

nel colorire a contrasti di tinte fredde e calde che ricordano la madreperla(fig. 448).

ig.

Se

si

448. Feder

vuol vedere come pochi decenni bastassero alla decadenza dell'arteria

nella esecuzione che nel concetto,

renze, opera al loro

si

esaminino

tempo ammirata

le

descrive minutamente. Gli ornati che incorniciano

gerezza né slancio; accanto ceffi in

grotteschi

caricatura vengono a interrompere

sono imitati rificazione

in pittura

i

si i

le

minute figure

i

in

i

al

Vasari, che

quadri non hanno più né

stendono nastri

tirati;

le

maschere

li

lege

i

leggiadri viticci. Sui timpani delle porte

coperchi centinati dei sarcofagi

tombe Medicee; nelle figure allegorica; campi di battaglia,

gelo creò per

folla di

ai

pitture di Palazzo Vecchio a Fi-

imitata da molti, dovuta

e

è le

come

una mescolanza città e

i

quelli che di

Michelan-

verismo

e

di

glo-

paesaggi, popolati da una

tumulto, sono rappresentati a volo d'uccello

e sul

davanti

MANUALE

422 del

quadro

naturale. servile, di

pavoneggiano

si

In

DI

STORIA DELL ARTE

insignificanti figure allegoriche o simboliche a

quasi tutte queste rappresentazioni offende poi

omaggio cortigianesco. Che parole

terribili

tono

il

di

grandezza adulazione

avrebbe trovato Michelangelo

per que' suoi discepoli che nel dipinto dell'Assedio di Firenze onorarono così mici

Fìr. 449.

Un

i

ne-

Repubblica!

della

Federico Zuccari: Età dell'Argento. Firenze,

Uffizi.

nuove tendenze l'abbiamo nelle scene di martirio frescate Roma da Cristoforo Roncalli detto il Pomarancio (1552-1626 - fig. 452) allievo di Niccolò Circignani pure da Pomarance nel Volterrano, dove sono figurati supplizi più raccapriccianti, non soltanto senza alin

S.

altro saggio delle

Stefano

Rotondo

a

i

cunché

di

Non

Roma

e

elevato, si

pensi

ma

in

modo

quasi da esprimere un senso di voluttà brutale.

però che l'attività artistica

Firenze. Molte sono

le

si

limitasse ai grandi centri

piccole città che possedevano

Accademie

e

come società

LA FINE DEL RINASCIMENTO

423

lavoro; anzi spessii, in vista di un maggiore attace nelle quali ferveva camento alla tradizione e di una minor folla di lavoro, l'arte non vi decadde rapidamente come a Roma, e vi sopravvisse almeno una maggiore abilità tecnica. Tali scuole locali noi vediamo operare con fervore e con intendimenti relativamente sani a Milano, a Genova, a Ferrara, a Bologna. In .Milano occupa un posto eminente la famiglia Procaccini, con Ercole d'arte

il

(1520-1591) che gli

si

distingue per l'accurata esecuzione dei suoi quadri,

Camillo (15509-1627)

Fig. 45U.

Giulio Cesare (15609-1626

e

Luca Cambiasi)

imitatori del Correggio e del

decoratori

si

eleva per

Cambiaso (1527-1585

-

il

fig.

vantare allora un rigoglio pittori

Parmigianino.

450). di

Roma

il

A

451) noti

e

suoi

i

come

Genova,

di

contro

ai

molti

e

vigoroso e piacevole naturalismo

fi-

felici

facili

Luca

Delle città secondarie d'Italia nessuna pero può

vita artistica pari a quello di Bologna.

bolognesi comincia col

darono a

e

fig.

Firenze. Uffizi.

nell'atto di dipingere

vivo colore

-

Francia

e

continua

coi

pittori

La

serie dei

che da Bologna an-

per farsi discepoli o seguaci di Raffaello, quali Biagio Pupini

fio-

Girolamo Marchesi da Cotignola (1471-1540), Innocenzo Francucci da Imola (1494-1550) e Bartolomeo Ramenghi detto il Bagnacavallo (1484-1542 - fig. 454), ai quali seguono Prospero Fontana (1512-1597), Lorenzo Sabbattini (1530-1577) ed Ercole Procaccini trapiantatosi, come vedemmo, a Mirito

intorno

lano coi

figli,

al

1530,

intorno

al

1570.

Il

sentimento raffaellesco dura qui più sensibile

e

più

LA FINE DEL RINASCIMENTO

Fig. 453. Pellegrino Tibaldi:

tenace che nelle altre scuole, quella sorta a fervidi seguaci.

Mantova con 1

e

Ade

così

Giulio

3ne dei Pastori.

Roma,

425

Galleria Borghese.

avviene anche delle tendenze similari, come

Romano,

la

quale a sua volta ebbe a Bologna

maestri bolognesi hanno in genere una tecnica eccellente;

ma

a

da essere dai più giovani contemporanei messo a pari dei grandi maestri, Pellegrino Pellegrini detto Tibaldi (1527-1596) che a Bologna lavorò tutti sovrasta, così

specialmente

di pittura, a

Milano

di architettura,

e

nuovamente

di pittura

neh' E-

MANUALE

42(5

STORIA DELL ARTE

DI

scuriale in Spagna. Egli fu artista molteplice, e nelle

sue opere d'architettura,

modeste

e

nei

il

in

benché allievo

quelle di

si

Michelangelo, seppe

di

attenersi

pittura,

quadri serbarsi straordinariamente vivace

tardi la scuola bolognese

durante

come

e

sincero

a

proporzioni

(fig.

543).

Più

diede amorosamente allo studio del Correggio, che, pur

trionfo del raffaellismo, aveva già avuto qualche felice

Bartolomeo Passarotti (1530-1592) e Orazio Samacchim Due fatti risultano chiari dallo studio di queste scuole spesso in eredità da padre in

figlio,

e

la

ammiratore come

(1532-1577). locali:

passa

l'arte vi

forma

produzione artistica prende una

quasi industriale. Essa fiorisce soprattutto nell'Alta Italia;

all'educazione

provinciale,

più borghese, basta l'abilità tecnica; però la lontananza dalle capitali artistiche di-

minuisce

soggezione

la loro

qualche tratto

di

vera

e

ai

gusti ivi

dominanti

fioritura che verrà nell'ultimo decennio del sec.

completa

serba alla loro fantasia almeno

e

fresca naturalezza. Essi preparano

XVI,

e

il

salvano

suolo per

la

miglior

l'arte italiana dalla

ruina.

Fig. 454.

Bartolomeo Ramenghi detto

il

Bagnacavallo: Circoncisione. Parigi, Museo del Louvre.

455. Cassone in legno intagliato. Firenze,

N'azionale.

L'Arte Industriale del Rinascimento Italiano.

D.

Assai

Museo

incerti e

mutevoli sono

i

confini die separano, nel nostro Rinascimento,

pura dall'arte applicata all'industria, quantunque, secondo l'andazzo

l'arte

comune,

consideri industriale tutta l'arte decorativa.

si

primo Rinascimento, l'architettura come decorativa così spesso

e

la

invadono

scoltura,

con tanta fortuna, che non

degli artisti quell'elemento, in

Ma, soprattutto il

campo

nel

dell'arte

potrebbe togliere all'opera

si

apparenza secondario, senza diminuirne sensibilmente

si occupano con lo stesso fervore mostrano di non fare differenza tra l'arte pura e l'arte industriale. Il Ghiberti, Luca della Robbia, Desiderio da Settignano, e molti altri scultori, hanno una grande parte nella storia dell'arte decorativa; e resta sempre che pittori illustri non isdegnarono di abbellire letti, lettiere e cofani con l'opera loro anche

la

bellezza

se

e

l'importanza. Gli artisti medesimi, che

due campi

nei

esclude

si

la

diversi,

leggenda che unisce all'arte vasaria

di

Urbino

Influenza dell'architettura nell'arredamento. viva parte presa dagli belle

forme pure; ed

sulle linee e sugli

è

artisti nella

soprattutto l'architettura che esercita

ornamenti. Gli

partizioni architettoniche:

altari,

il

i

sepolcri, ripetono

le

Rinascimento

tettoniche, corre

e

parti accessorie,

fregio e

dell'architettura: ovuli, dentelli, gole ecc. del

È

il

in

di

Raffaello.

virtù di

questa

le

la

alle

sua felice influenza

forme architettoniche,

come

i

camini, hanno

le

cornicione decorati coi motivi propri

(fig.

456).

E però

quello del periodo gotico, che pur

si

tra lo stile decorativo

attiene alle regole archi-

una differenza profonda. Negli oggetti d'arte

sono coperti interamente

nome

produzione industriale, che questa s'attiene

monumentali. Nelle abitazioni, anche loro



il

gotici

di particolari decorativi tolti all'architettura,

tutti

per

i

es.:

piani

uno

MANUALE

428

STORIA DELL ARTE

DI

Il Rinascimento invece separa forma dell'oggetto da quella della parte deve, ad esempio, rivestire una parete od incorniciare una porta?

sportello tutto traforato e ornato di archi acuti ecc.

nettamente

dell'oggetto. Si (fig.

32). Si

decorazione

nelle opere di



alle singole

parti,

architettonica corrispondente

che l'ornamento, che copre

Fig. 456.

Camino

ramente, con frondami,



tali

che palesemente sostengono o gravano, pilastri, architrave, cornicione

parti,

di pietra di

viticci,

sapiente, geniale, sicuro con

la

cui

non abbia



e si fa

la

figura

in

modo

altro ufficio che di abbellirle libe-

Simone Moschini. Arezzo, Palazzo Fossombroni.

festoni

di

frutti,

trofei

ecc. (fig.

Ma

50).

questi motivi ornamentali coprono

i

il

piani

modo ampi un ramo

o stretti, verticali od orizzontali, tondi o quadrati, rivela nell'artista decoratore

architetto esperto della grande arte monumentale. Nei pilastri non saliente dal

basso all'alto

(figg. 32, 33,

59, 64, 67, 89, 90,

sorge da un vaso o da un calice di foglie, e

si

delizioso contrasto col profilo rigido del pilastro.

114,

si

usa che

184,

il

194 ecc.) che

svolge con una linea serpentina, in

La

fioritura del

ramo

è

più o

meno

L

folta e

ricca,

ARTE INDUSTRIALE DEL RINASCIMENTO ITALIANO

secondo

larghezza del pilastro. Nei fregi

la

e

nelle

429 parti orizzontali

minimo particolare, così che non si potrebbe in nessun caso servirsi di un solo frammento d'essi collocandolo in senso verticale (figg. 42, 45, 50, 60, 90, 94, 108, 114 ecc.). Quando si tratta di una superficie

la

direzione orizzontale è sensibile in ogni

quadrata,

decoratore tende sempre a dare

il

dal centro, con simmetria circolare verso

Fig. 457.

Questa ubbidienza struttive e

i

in

alle

leggi

l'arte classica

Stalli

sue linee una direzione raggiante (fig.

457).

del coro. Particolare.

al

vivo contrasto fra

le

parti co-

osservano frequentemente nelle opere del

si

e simile esecuzione

quanto che



alle lati

insieme

fisse,

riempimenti decorativi,

primo Risorgimento; sorprende

Perugia, S. Pietro

i

organica delle parti decorative tanto più

ne offre scarsissimi esempi. La severa som-

missione alle leggi architettoniche dà sovente agli arredi qualche cosa di rigido di

compassato,

ma

soprattutto quando

in

compenso conferisce

tali

oggetti

sono

fatti

e

loro distinzione e mirabile compostezza,

con materiale nobile come

sarebbe

il

MANUALE

430

marmo. È ravano

il

DI

STORIA DELL ARTE

infatti sicuro che gli artisti del Rinascimento, anche quando non lavomarmo, avevano sempre dinanzi quei modelli marmorei che tanta in-

fluenza esercitarono sullo

Decorazione

stile

Rinascimento.

decorativo del

arredamento delle chiese. -- L'arredamento,

e

delle

sia

chiese che dei palazzi e delle ricche abitazioni private, richiedeva l'opera delle arti industriali e

dava lavoro ad una schiera

ale

lo

Rinascimento non

al

propone quasi

si

i

Medio Evo),

cibori

(fig.

(fig.

462, 463),

le

i

i

pulpiti

i

(fig. 99),

cancelli

lampade

la

civiltà

ma

soggetti tradizionali illuminandoli di

artistica. Nelle chiese gli altari (appoggiati alla e i

frontone

(fig.

(fig.

464),

i

-

figg.

90

i

fonti battesimali

460), gli scanni del coro, preziosi vasi,

i

i

parete, costruiti

anziché

e 273,

sepolcri (figg. 86, 87, 93, 94, 95,

88), destinati a custodir l'ostia,

459),

una volta che

contrappone come nemica a quella del Medio Evo,

si

architettonicamente, con colonne

santiere

Sansovino. Volterra, Battistero.

compito d'interpretare

il

una nuova bellezza nel

Così anche l'arte decorativa è

servizio della chiesa, ciò che prova ancora

per del

più

del

di artefici.

(fig.

isolati

108,

come

114, 278),

458), le acqua-

candelabri

reliquiari (fig. 465), le

(figg.

461,

gemme,

gli

l'arte industriale del RINASCIMENTO ITALIANO tutto

pontificali

abiti

marmo,

un largo campo a lavori

offre

artistici

431 d'ogni sorta:

in

legno, in metallo, in ricamo, in merletto, in tessuto ecc.

in



Anche prima di varcare la soglia dei palazzi del Arredamento dei palazzi. Rinascimento, noi salutiamo un primo segno di quell'amore dell'arte che abbellisce portafiaccole (fig 467), le lananche gli oggetti d'uso più comune; vogliam dire i

terne

e

porte che ornano

468

delle

il

pianterreno

(figg.

e 469).

Fra

lanterne

le

quattro

le

martelli

o

picchiotti

i

Firenze

Strozzi a

più famose sono

le

angoli

agli

Palazzo

del

opera

466),

(fig.

di

un fabbro molto stimato ai suoi tempi Niccolò e famoso per umor bisbetico Grosso, soprannominato il Caparra, :

perchè

senza

Anche

gli

ferro gli

e

dapprima

porte

ma

;

ultimi,

non

caparra

anelli

furono

poi più

in

specialmente

bronzo;

in

logna, Venezia, Ferrara

tano

delle

lavorati

tardi,

fusero

si

lavorava.

picchiotti

i

e

Bo-

e

Milano van-

più bei saggi di tal genere

i

più riccamente ornati.

e

i

picchiotto del

Il

Museo Civico a Venezia, con la figura di Nettuno (fig. 468), è considerato a ragione come un prezioso oggetto d'arte.

E

per quanto

tali

picchiotti di porta

siano per sé stessi cosa insignificante,

portano pur sempre l'impronta particolare della fantasia di quel tempo, che

non

forme morte, ina

tollera

infonde

oggetto vita

vita

e

movimento sempre

e

in

ogni

movimento

:

conformi

però all'ufficio che l'oggetto deve compiere.

Fig. 459.

sto, Cattedrale.

Pila dell'acqua santa.

picchiotto della porta risulta

Il

semplice:

ma

perchè

mano

la

lo afferri

più facilmente prende una forma triangolare, ovale, leggermente appuntita all'estre-

mità superiore

diventano

una

collocata o

di

mostro

solo

fatta così

figura, (fig.



Mobili.

Non

e

che

delfini, draghi, sirene

nel

ii

peso gravi più

basso.

in

Le linee curve

mentre sopra

e

sotto

si

colloca

una testa

e

i

Nelle sale interne

i

satiro

leone, di

mobili sono animati dallo stesso sentimento.

palazzo del gran signore,

letti

di

469).

ma

anche

nelle

case borghesi,

semplici, ogni cosa è ornata con grazia e ha linee artistiche. forzieri

laterali

avvolgentisi a spira nel centro dove solitamente è

di

parata,

sono

gli

oggetti

di

maggior lusso

I

cofani negli

piccole (fig.

471),

addobbi

e i

delle

;$•

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Fig. 460.



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U o H Di

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— » z _ z a

Tav.

~

MAIOLICHE D URBINO Raccolta Spitzer.

XV.

L

Maioliche.

ARTE INDUSTRIALE DEL RINASCIMENTO ITALIANO



del vasaio, che nel

caduta,

e

Una

441

parte importante assume nel Rinascimento italiano l'arte

Medio Evo presso

solo in Oriente

i

popoli d'Occidente era completamente de-

era in parte conservata, e in parte

si

aveva progredito.

Nella ceramica araba e persiana la decorazione a colori, di arabeschi e

minava, mentre

la

forma plastica

ragone degli antichi. Anche tale,

ramo

il

argille

i

degli oggetti

Mori

di fogliami sul

Fig. 474.

il

Spagna, che rappresentano, nella

più fiorito, coltivano con ardore questa

smaltate ad ornati

riflessi

di

metallici giallo-rossastri.

fiori,

pareva meschina, soprattutto

forma

predoin

pa-

civiltà orien-

d'arte, principalmente le

fondo bianco, che messi contro luce danno

Piatto di "Mastro Giorgio.

Pare che a Maiorca (una delle

centro dell'industria vasaria moro-ispana,

e

che nel

XV

isole

Baleari) fosse

secolo l'amore per tali

si fosse di là trapiantato in Italia, donde il nome di maiolica. Già prima Luca della Robbia aveva a Firenze trovato lo smalto bianco non trasparente, ma aveva applicato la sua invenzione piuttosto alla decorazione plastica architettonica. In

oggetti

Italia,

magna,

la le

vera patria

Marche

e

dell'arte

vasaria è

la

l'Umbria, dove molte

e

zona centrale che comprende feconde officine producevano

la

Ro-

bacili,

Nominiamo le principali: Deil suo nome alle maioliche (falence), Gubbio (fig. 474), Pesaro, Urbino (tav. XV), Casteldurante. Buon nome ebbero anche le fabbriche di Cafaggiolo in Toscana, di Ravenna e di Ferrara. anfore, vasi, coppe, piatti dipinti, smaltati a stagno.

ruta presso Perugia, Faenza

(fig.

475), che diede

anche

MANUALE

442 L'epoca d'oro per

le

maioliche

DI

è

contrate nelle guerre avevano vuotato

STORIA DELL ARTE

prima metà del 1500. Le

la i

disfarsi delle argenterie di casa e di tavola.

dotti della ceramica, che

Fig. 475.

non appena sono

questi si

Ed

ecco prendere

e

perdono

il

vollero rilevati

tentò pure

la

in

loro posto

Modena

(sec.

i

pro-

un nuovo

XVI).

loro carattere di umili e semplici og-

d'uso casalingo. Se in principio bastavano si

il

accolti dalle Corti acquistano

Piatto di Faenza nella Galleria Estense di

valore di decorazione artistica getti

forti spese in-

privati tesori dei principi, obbligandoli a

gli

arabeschi dipinti, ben presto

chiaro su fondo colorato, azzurro o giallo. Più tardi

riproduzione di quadri a colori su fondo chiaro,

e

si

trovò

modo

di

dare allo smalto uno splendore metallico quasi di rubino. In ciò riuscì a maraviglia

Mastro Giorgio

o Giorgio

Andreoli (14707-1537)

di

Intra sul

Lago Maggiore,

L

il

ARTE INDUSTRIALE DEL RINASCIMENTO ITALIANO

quale, intorno al

nella quale

di quelle sue luci di di

1490,

si

stabilì

portavano d'ogni dove rubino

(fig.

Xanto Avelli da Rovigo

con due

fratelli a

Gubbio,

vi

443 fondò un'officina

maioliche già lavorate perchè

le

egli

le

(fino

al

Fig. 470. Vetrata a colori di

1542)

e

di

iridasse

Urbino sono legati nomi Orazio Fontana (f 1571). Le

474). Alle maioliche di

i

Antonio da Pandino. Certosa

di

Pavii

maioliche erano in generale oggetti di lusso, non d'uso giornaliero; piatti erano probabilmente donati come segno d'amore e spesso, in essi, veniva dipinta una figura ideale femminile con intorno la scritta: Cintia bella, Giovanna bella (fig. 474), i

Beatrice diva ecc. Altri oggetti, stiche; I

ma

si

pittori

tratta su

sempre

come anfore

ecc.,

hanno

di suppellettili decorative e

maiolica tentano anche di riprodurre

bellissime decorazioni pla-

non d'uso comune. le

grandi composizioni;

le

MANUALE

444

STORIA DELL ARTE

DI

del sec.

incisioni

in

rame da Raffaello

e

lo

Florio.

disegni originali servono spesso

i

In questi oggetti di maiolica la pittura

riguardo alla forma per

XVI. Palermo, Raccolta

occupa liberamente tutta

più curvilinea del vaso.

Ma

la

verità,

neppure

verosimiglianza del colore; ed

la

senza

limitata scelta dei colori

la

costringe sempre la ceramica dentro ai limiti dell'arte decorativa.

nonché

come modello.

la superficie,

è

Non

è possibile,

perciò che

le

maioli-

che con pitture puramente ornamentali sono assai preferibili a quelle con rappresentazioni figurate, nelle quali

il

contrasto tra

la

colorazione convenzionale e la ve-

rità richiesta dalle scene e dai ritratti è inevitabile e sgradevole.



Vetri e vetrate. Accanto alle ceramiche si possono collocare vetri arAnche in essi gli antichi avevano raggiunto il sommo dell'arte, imitando a perfezione col vetro le gemme ed cammei, e creando mirabili vasi trasparenti, leggerissimi, talora rivestiti di una rete di vetro lavorato a giorno. Bizantini fui

tistici.

i

I

rono

gli eredi

lorato, e dai

Bizantini tale arte passò

del pericolo che di

ai

e

i

loro vetri a smalto co-

la

confinarono, a motivo

a fuoco forzato

come quella, nell'isola non vale l'orientale,

l'industria veneziana del vetro

essa brilla per altre qualità che

ghevole grazia dei suoi vasi

intero

Veneziani che

accompagnava un'industria

Murano. Come colorazione

ma

mondo

degli antichi, e fornirono al

le

sono speciali: come

delle sue coppe, di

un

l'esile,

incorporea, pie-

effetto affascinante. Infatti

suoi vetri a filograna e a mille fiori furono a lungo considerati

come

inimitabili.

i

I

modo di unire tanti fili di vetro di varii colori così da serbare forma e colore, e da esser sempre distinti anche se arrotolati a spirale. Né giovarono poco alla loro bellezza e grazia le forme fantastiche e originali delle anse (fig. 477 e 478). Veneziani trovarono loro

l'arte industriale del rinascimento italiano

Ma

dai vetri fu anche tratta un'arte maggiore: quella delle grandi vetrate

storiate a colori, si

445

onde

in Italia

fa risalire al secolo XI,

ma

s'adornarono specialmente

è certo

le

chiese.

La sua

i-

storia

che fra di noi ebbe unicamente largo sviluppo

XV e XVI. Era d'altra parte una cosa imGermania e in Francia, ed anche più logica laddove le pareti delle cappelle e delle chiese non erano e non sono, come da noi, ricoperte d'affreschi, ai quali il riflesso multicolore non giova dal lato pittorico e sempre toglie luce. Nullameno anche l'Italia, rinfrancata talora dal lavoro di grandi artisti come Giacomo da Ulma e Guglielmo di Marcillat, produsse anche in quel ramo opere insigni che più che altrove si possono ammirare a Bologna nelle chiese di S. Petronio, di S. Giovanni in Monte e della Misericordia; a Pavia nella Certosa; a Venezia nei durante

la

Rinascenza, ossia nei secoli

portata, più fiorente in

Giovanni

Ss. in e

in

e

S. Maria del Fiore, in Or' S. Michele, in S. Croce, suburbana Certosa del Galluzzo; a Siena nel Duomo

Paolo; a Firenze in

Maria Novella

S.

e

nella

Fonte Giusta; ad Assisi

in

Francesco; a Perugia in

S.

S.

Domenico,

cattedrali di Milano, di Lucca, d'Orvieto, cui sono da aggiungerei

e nelle

monumenti dove

Roma. Più spesso uno stesso artista fece può dirsi, oltreché dei Vivarini, di Cristoforo de Motis (op. 1460-1482), d'ANTONio da Pandino (op. 1452 - fig. 476), di Pandolfo di Ugolino da Pisa (op. 1485) e di cento altri registrati dai documenti.

lavorò il

il

Marcillat ad Arezzo, Cortona e

disegno ed eseguì

Molte altre volte

ad esempio

il

la

vetrata. Così

l'artefice

tradusse sul vetro

il

cartone eseguito da

che lavorò spesso sui modelli di Perin del Vaga. Fra nirono disegni

Andrea

pittori,

come

per vetri

ricordiamo infine

colorati

gli

più insigni che for-

artisti

Donatello,

Lorenzo Ghiberti,

del Castagno, Paolo Uccello, Filippo Lippi in Toscana; Francesco del Cossa,

Lorenzo Costa, in

altri

notissimo Pastorino Pastorini (1508?-1592) scolaro del Marcillat,

Lombardia

il

e

Francia in

e

il

Tibaldi in Bologna;

il

Bergognone

Liguria.

('

•&

4 Fig. 478.

Coppa

di

Murano

(sec.

XVI). Museo

di

Mur

e

Martino Spanzotti

.

INDICE DEI LUOGHI E DEI

N.B.



numeri fra parentesi sono quelli delle illustrazioni. Gli altri indicano le pagine del testo. Sono esclusi musei e le collezioni pubbliche e private, bastando a rintracciare le opere dei singoli autori l'indice dei noni

I

Arezzo, Chiesa Affreschi

Francesco. P.ero della

di S.

di

Francesca 141 (150). Palazzo Fossombroni. Cain pietra 427 (456). Asciano, Collegiata. Pittura



mino

Brescia,

Affreschi di Giotto 18 (24); di Simone Martini 23; Vetrate a colori 445.

Maria

S.

degli

Angeli.

Bergamo, Cappella e monumento Colleoni 96.



Chiesa di S. Spirito. Pala d'altare del Lotto 420.

Bologna, Chiesa

Arca

nico.

— —

di

ba 76

S.

Domenico

Galeazzo Bentivoglio

(87).

Chiesa soril

260;

:

di S.

Petronio. Bas-

evo nel portale 76

Gruppo

in

(85),

marmo 252

(272); Sculture dei Tribolo e di Properzia de' Rossi 260 (284); Vetrate a colori 445. S. Maria della Vita. Gruppo



di Niccolò dell'Arca 93(105),

260.



Chiesa della Misericordia. Vetrate a colori 445.

— Palazzo

Domenico. Dipinto di Giovanni Santi 177 (194). Caprarola (Vedi Viterbo). Capua, Fortezza. Decorazioni di una porta marmorea 6. Carpi 220. Castelfranco, 370. Pala d'altare di Giorgione 371 (399). Castiglione d'Olona, Battistero. Affreschi di Masolino 107

Comunale.

Fine-

Palazzo Fava, 56 (56). Palazzo dell'Università 235 (251, 252).

-

Malvezzi-Campeg235 (250). Case Tacconi 57 (56). Piazza del Nettuno. Fontana del Nettuno 418 (444). Borgo S. Sepolcro, Palazzo Comunale.Resurrezione di Piero della Francesca 140(152).

— —

gi

Sansovino 253 (277); Tomba di Papa Giovanni XXIII 68. Carmine. Affreschi della Cappella Brancacci 106, 107; La cacciata dal Paradiso di Masaccio (tav. II); 110, 111

(116, 118, 119, 122, 123), 131 (140, 141). Confraternita dello Scalzo. Affreschi di Andrea del Sarto 270. Santa Croce. Affreschi di Giotto 17 (21); Cappella dei Pazzi 41 (35); L'Annuncia-

— —

(121).

Como, Duomo. Porta meridio-

zione di Donatello 69 (78);

nale 38 (32); Statue 96. Chiesa di S. Maria

Tomba

54 (52). Cremona, Porta già del Palazzo Stanga 59 (64). Empoli, Collegiata. S. Sebastiano di Antonio Rossel-

Pulpito

di Leonardo Bruni e Marsuppini 80 (93, 94); di Benedetto da Majano 84, 85 (99, 100); Ve-

Crema,

del

della Croce

lino 81

Faenza,

(96).

Duomo



(34); porta di

Duomo. Dossale

Chiesa dell'Annunziata. AfAndrea del Sarto



del

Castagno

114

(126).

Badia.

Monumento sepolConte Ugo di Mino La

visio-

ne di san Bernardo di Filippino Lippi 131 (142)/ Battistero. della porta di

Bassorilievo

Andrea Pisano

della

d'Arezzo,

trate a colori 445.

Campanile. Scolture di Giotto e di Andrea Pisano 10 (16); Statue dei Profeti di Donatello 67; Testa dello Zuccone di Donatello 67 (74) S. Leonardo d'Arcetri. Bassorilievo del pulpito 3 (4). S. Lorenzo 41, 70; Sagrestia vecchia 41, 70; Crocifissione di Donatello 71 (80); Sagrestia nuova 224 (233); Cappelle Medicee coi sepol-

S. Apollonia. Affreschi di

crale al da Fiesole 81 (97);





(293).

Andrea



Pontormo

Nicolò

Cantorie di Donatello e di Luca della Robbia69(77),72, 73 (81); Gruppo della Pietà di Michelangelo 343 (365); Cinta del Coro,' due Apostoli del Bandinelli.418(441); Ve-

d'al-

freschi di

272

Bassorilievo della Bassorilievi

Nanni di Banco 61; Statue di Nanni di Banco, Donatello e Ciuffagni 66 (70, 71);

tare del Ferrucci 252 (273); Busto di Mino da Fiesole 81 Firenze, 1. Chiese.

270. Affresco del

Duomo.

porta 12(18); Parte absidale

172.



Certosa del Galluzzo. Vetrate a colori 445.

38

Fran-

— Duomo. Annunciazione del Tura 172 — Palazzo Schifanoja 171, Fiesole,

trate a colori 445.



52.

Ferrara, Chiesa di S. cesco 55 (54, 55).

Archiginnasio 235 (249).

— Palazzo



Cagli, S.

stra (240).

— —

Ghiberti 61 (67); Sculture del Rustici 253 (275, 276); Il battesimo di Gesù di A.

(189).

Chiesa di S. Giovanni in Monte. Madonna col Figlio di Lorenzo Costa 172 (190); Vetrate a colori 445.



IO (15); Porta principale del

Maria

del Moretto 402. Palazzo Municipale 56(57). Bruges, Chiesa di Nostra Donna. Madonna di Michelan-

Dome-

di S.

Giacomo Maggiore.Tomdi

Celso.



8(11), 260 (282), 303 (329). S.

e

di

gelo 305 (335).

Assisi, Chiesa di S. Francesco.

Chiesa di

Nazaro

Ss.

L'Incoronazione

del Sassetta 198(207).



MONUMENTI

— —

INDICE DEI LUOGHI E DEI MONUMENTI

448

-

cri di

LorenzoVGiuliano'de' Medici 337 (357, 358, 359,

88; Decorazioni di Leonardo e di Michelangelo 288, 306;

360).

del Vasari 420 (446). Casa Martelli. Statua

Marco. Dipinto'di Fra

S.

Bartolommeo 263; Affreschi dell'Angelico 116(127). S.'.M. Maddalena de' Pazzi. Crocifissione del Perugino 184. -

S. Maria Novella. Madonna Rucellai di Duccio o del Ci13 (19); Cappellone degli Spagnoli 18 (25); Affreschi dell'Orcagna 17 (22);



Giovanni

s.



(ora nel

di

Donatello 69

di



Facciata 48 (41); Porta Mag-

Genova, S. Maria di Carignano 230 (238, 239). — Palazzi di Via Garibaldi

Gruppo

di

Andrea

235.

Palazzo Sauli 234 (246). Palazzo Imperiali 234(247). Palazzo Doria. Decorazioni interne 250 (270, tav. V). Groppoli, Chiesa di S. Michele. Bassorilievi delsecolo XIII 4. Cattedrale. Pittura

Grosseto,

landaio 134 (143). - S. Spirito. Sagrestia 51 (47). - S. Trinità. Affreschi del Ghirlandaio 134. - 2. Palazzi, Loggie, Piazze, ecc.

- Loggia dei Lanzi 416 (439);

Ratto delle Sabine 418. - Palazzo Bartolini-Salimbeni

251.

- Palazzo Guadagni 46 (39). - Palazzo de' Medici (Riccardi) 46; Tondi e fregi di Donatello nel cortile 68; Affreschi tìi Benozzo di Lese 122(133). - Palazzo Pandolfini 222 (227).

- Palazzo Pitti 43 (36). - Palazzo Rucellai 48 (40). - Palazzo della Signoria 262. - Palazzo Strozzi 37, 46 (37, 38), 251 Lanterna 431 (466). - Palazzo degli Uffizi 230 ;

(236).

- Palazzo Vecchio. Statuetta di

fontana del

Verrocchio

Giovanni 198

di

Loreto, Santa Casa. Affreschi

Cappella

della

del

Tesoro

Melozzo

142; Affreschi del Signorelli 146; Costruzioni del Bramante 214; Lavori di Andrea Sansovino 255. di

Lucca,

Duomo.

Martino col Lunetta

S.

mendicante 4

del Carretto

76

(86);

Tomba

Noceto 81 Madonna e santi di Fra Bartolommeo 263; Ve;

trate a colori 445. S. Maria degli Angeli. Dipinti del.Luini 296.

Lugano,

Madrid, Statua

in

bronzo

di

V

413; Statua equeIII 413. Mantova, S. Andrea, 49, 231; Sepolcro del vescovo Andreasi di P. Spani 261 (283). S. Benedetto a Polirone Carlo

stre di Filippo

— 223. — Chiesa di





S.

Sebastiano 49.

Castello di Corte. Affreschi del Mantegna nella sala degli Sposi 149,1150(160, 161); Decorazioni di Giulio Romano 365.





del

284.

Modena,

Milano, Canonica di S. Ambrogio. Porticato Bramantesco 213 (215).

Duomo. Statue 96; Partimonumento a del

colare

Gian

Giacomo

de'

Medici

S.

Francesco. Gruppi

in terracotta del Begarelli 94.

— S. Giovanni. Gruppo in terracotta del Mazzoni 93(106). — S. Pietro. Gruppo della Passione del Begarelli 94. Montefalco. Affreschi di Benozzo di Lese (Vita di san Francesco) 122. Monteoliveto Maggiore. Affreschi

Sodoma

Signorelli 146, 274.

del

Montepulciano,

e

Madonna

del di

Biagio 51 (46). Murano, S. Pietro Martire. s.

Quadro Bellini

d'altare di 163.

Giovanni

Napoli, S.Giovanni a Carbonara. Sepolcro Caracciolo 10 Chiesa di S. Gennaro dei Poveri. Affresco di Andrea da Salerno 334. Monteoliveto. Gruppo della Passione del Mazzoni 93. Orvieto, Chiesa di S. Domenico. Sepolcro del cardinale

— —

di



Braye 8

(10).

Duomo. Bassorilievo della facciata 10 (14); Affreschi del Signorelli 146(154, 155); Pila dell'acqua santa 430 (459); Vetrate a colori 445. Osteno, Chiesa. Sculture del Bregno 84. Padova, S. Antonio (Santo). L'aitar maggiore ed altri bassorilievi di Donatello 70; Affreschi di Altichiero e Avanzo 29 (30); Bassorilievo Sansovino 259 (281); Candelabro in bronzo 433

Palazzo del Te 223 (225);

Dipinti e decorazioni di GiuRomano 364 (388, 389). Messina, Fontana del Montorsolo 261 (285). lio



Sforza e Sante, dipinto Luini 296 (315). Palazzo Arcivescovile. Cortile 235 (252). Marino. Cortile Palazzo 234 (248). Castello. Sala delle Asse. di Leonardo Decorazioni lita



(6);

sulla porta sinistra della facciata (Deposizione di Nicolò Pisano) 7; Tomba d'Ilaria

Santo Sepolcro 49. - Spedale degli Innocenti.

Bambini in fasce di Andrea della Robbia 75(83); L'Adorazione dei Magi del Ghir-

Matteo

(208).

del Ver-

rocchio 88 (104); Tabernacolo dell'Orcagna 10; Scoltura di Baccio da Montelupo 252 (274); Vetrate a colori 445. - S. Pancrazio. Cappella del

285 (305).

— Chiesa di S. Satiro 213; Sagrestia 38 (33). — Monastero Maggiore. Ippo-

I

di

de!

54,

213; Cenacolo di Leonardo

413. Statua di Cosimo Fontanellato, Rocca. Affreschi del Parmigianino 363.

— — —

colori

445.

Museo Nazionale).

Piazza della Signoria. Grupcolossali del Bandinelli (Ercole e Caco) 418; Fontana del Nettuno 418 (442). pi

mabue

giore 48 (42); Afffreschi di Filippino Lippi nella Cappella Strozzi 131; Affreschi coro del Ghirlandaio nel 134 (144, 145; Afffreschi di Paolo Uccello nel chiostro 113; iVetrate a colori 445. - S. Maria Nuova. Affreschi di Fra Bartolommeo 263. - S. Miniato. Tomba del cardinale Giovanni di Portogallo 80 (95). - Or' San Michele. Statue'del Ghiberti, di Donatello, di Nanni di Banco 64, 65, 66 (68, 69, 70, 71); Esterno 65;

418 (443); Vetrate a

— S. Eustorgio. Affreschi Foppa 168. — S. Maria delle Grazie

del



(461).

Arena. Affreschi

di

Giotto

16 (20).

— Eremitani. Affreschi del Mantegna 148 (159). — Statua equestre del Gatta-



melata 70 (79). Torre dell' Orologio (254).

236

INDÙ Parma, Duomo.

l'I

1

il

Hill

I

Mi INI

(373).

della facciata e dell'interno

ed Apostoli ili Melozzo (Museo Petriano) 145 (tav. ili); Particolare del monumento

(53); Tomba di Gian (Galeazzo Visconti 96(108); Ve-

416

224,

Bassorilievi

Certosa.

54

di

Perugia, S. Bernardino. Scolture della facciata 76. Cambio. Affreschi del Perugino 184. loinenico. Vetrate a cos. lori 445. S. Pietro. Stalli del coro I



429

(457).

Pesaro, Palazzo detto del Governo 222 (226). Piacenza, S. Maria di Campagna. Adorazione dei Magi

Pordenone 393

del

(417).

Pienza, Duomo, 51; Palazzo Piccolomini 52; Palazzo Pretorio 51 (48). Pisa, Battistero. Pulpito di Nicolò Pisano 6(8, 9). Camposanto. Affreschi del sec. XIV (Trionfo della Morte) 21; Affreschi di Benozzo di Lese 123 (134). - Duomo. Pulpito di Gio-

vanni

Pisano

detta di Galileo 430 (464). S. Ranieri. Crocifisso di

Giunta Pistoia,

Duomo. Cenotafio

For-

Chiesa di S. Andrea. Pulpito 8 (12). Chiesa di S. Bartolomeo. Bassorilievi del pulpito di Guido da Como 4 (5). Chiesa di S. Giovanni Fuoricivitas. Pulpito di Fra Guglielmo 8. Ospedale del Ceppo. Fregio

donna

in

terracotta

della

Chiesa

Duomo. Statua

Vergine

di

della

Giovanni Pisano

Donatello

e

di

Michelozzo

68; Affreschi di Lippi 120 (131). S.

Facciata Chiesa del

— — — —

— —

d'Agostino d'Antonio Duccio 76; Lavori di Leon Battista Alherti 212.

zioni di

degli

pianta della Gesù 231, 232

Chiesa di S. Giovanni in Laterano. Annunciazione di Marcello Venusti 341 (367). Chiesa di S. Maria degli Angeli. Interno 224 (235). Chiesa di S. Maria dell'Anima. Facciata 52. Chiesa di S. Maria Maggiore. Mosaici 29. Chiesa di S. Maria sopra Minerva. Affreschi di Filippino Lippi 131; Gesù di Michelangelo 334. Chiesa di S. Maria in Aracoeli. Affreschi del Pintoricchio

188.

Chiesa di S. Maria della Pace, Chiostro del Bramante214(214); Affreschi del Peruzzi 275; Sibille di Raffaello

329

(354).

Chiesa di S. Maria del Popolo. Facciata 52; Affreschi del Pintoricchio 190; Cappella Chigi 221 Sepolcro dei card. Sforza 253 (278) e della Rovere 253; Statua di Giona di Raffaello e Loren-



rj

nezia 52.



Palazzo Massimo dalle Colonne 220. Palazzo Spada. Facciata 222 (223); Cortile 222 (224); Decorazioni 250 (269). Palazzo Venezia 52. Palazzo Vidoni - Caffarelli



221.



Michelangelo 306 (336); Adi Raffaello 327. Appartamento Vaticano. Borgia. Affreschi del Pintoricchio 188, 249. — Vaticano. Cappella di Nicolò V. Affreschi di Frate Angelico 118(128). Vaticano. Cappella Paolina. Affreschi di Michelangelo 341. Vaticano. Loggie. Decorazioni 249 (268), 328; Parte delle Loggie di Raffaello 439

razzi



— — —

zetto 261.

— Chiesa stevere. — Chiesa

Maria in TraMosaici 29. di S. Onofrio. Affreschi del Peruzzi 275. Chiesa di S. Pietro in Molitorio.



di S.

Chiostro.

(473).

Vaticano. Stanze 318. Pitture murali di Raffaello e sua scuola: La Disputa 319 (343); Scuola d'Atene 321 (344); Parnaso 320; Liberazione di Pietro 322 (345); E liodoro 323 (346); La Messa



Affreschi del Sodoma, del Peruzzi, di Raffaello, di Se-

Tempietto

Bramante 214(217). Chiesa di S. Pietro in VinFacciata 52; Sepolcro

di Bolsena 324 (347); L'incendio di Borgo 325 (348). Villa Farnesina 220 (221);

del

bastiano

coli.

275

II 338 (361); Mosè Michelangelo 338 (362). Chiesa della Trinità dei Monti. Dipinto di Daniele da Volterra 342 (366).

di Giulio



Vaticano. Cappella Sistina Affreschi del Botticelli 128; Ghirlandaio Affreschi del 134; Affreschi del Perugino 184 (203); Affreschi del Si gnorelli 146; Affreschi del Pintoricchio 188; Giudizio

Universale di Michelangelo 341 (363); Decorazioni di

;

Maria delle Carceri 51

(44. 45).

Eligio

S.

e

(243, 244). —

Filippo

Ravello, Duomo. Busto del XIII secolo 6. Rimini, S. Francesco. Facciata e interno 49 (43); Decora-

di

Orefici 221.



Palazzi, Ville. Lontane.

Lontana delle Tartarughe 413 (43S). Palazzo Branconio 220 (222). — Palazzo Caetani 230 (237). Palazzo della Cancelleria Facciata 213(212). 251; Cor file 214 (213). Castel S. Angelo. Edicola di Michelangelo 224. — Palazzo del Museo Capitolino 224 (234). Palazzo Farnese 224; Facciata 220 (220); Coitile 220 (218); Cornicione 220 (219). — Palazzo di S. Marco Ve-

(117).



(84).

9 (13); Fregi del pulpito di

Madonna

Jacopo Sansovino 257. — Chiesa di S. Clemente. Crocifissione di Masolino 106

Giovanni

di

Robbia 75

Gruppo della MaAndrea Sansovino

di

di



Prato,

(La Giustizia) Agostino. Fac-

255; Statua della

13.

teguerri 90.

III

di S.

(440).

ciata 52;

Lampada

7;

Paolo

Chiesa

trate a colori 445(476).

I

_'.

chelangeli. 3(14(330); Tombe IV e d'Innocendi Sisto zo Vili 85; Angeli musicanti

Affreschi del Cor-

(3);

449

'

Chiese.

.

Correggio 350 (374, 375). Ex convento di S. Paolo. Affreschi del Correggio 350

XI secolo dell'Antelami 2

Pavia,



l

Chiesa ili S. Pietro. Pianta 229 (228, 229. 230); Esterno 229, 343 (231, 232); Interno 230; La Pietà di Mi-

1,



Li

I

Roma,

reggio 351 (376, 377). S. Giovanni. Affreschi del

del



Bassorilievo,

di

Pentii,

— —

del

di

329

Piombo,

Giulio

del

Romano

(355).

Villa di Giulio IH 231 (242). Villa Madama 223. Sampierdarena, Villa Scassi

234 (245). San Gimignano,

Collegiata.

,

45(1

Ma j ano

Benedetto

di

84;

Quadro

da

del Pol-

iamolo 125 (135); Affreschi del Ghirlandaio 134(146). Chiesa di S. Agostino. Aff reschi di Benozzo d Lese 22. Saronno, Chiesa dei Pellegrini.



1

i

Affreschi di Gaudenzio Ferrari, del Luini 299 (325). Senigallia, Pai. Baviera, Stucchi del

Siena,

Brandano 250

Duomo, Opera

(267). Li-

Buoninsegna: Madonna in trono 22 (26); S. Giovanni di

statua

Battista, tello

69

di

Dona-

Tabernacolo

(76);

Spoleto, Duomo. Affreschi di Fra Filippo Lippi 120. Todi, Madonna della Consolazione 217 (216). Torino. Duomo 56 (58). Urbino, Cattedrale. L'ultima cena del Barocci 421 (448).

— —

maggiore, opera del Vecchietta 77 (88); Ornamenti dell'organo, opera dei

Rob

della

Palazzo Ducale 53 (49, 50, Atti eschi di

Gauden-

Fondaco dei Tedeschi. Affreschi di Tiziano e di Gior-

381. — gione Libreria 237

Piombo 376

del

(tav.

XII).

Giorgio degli Schiavoni. Giorgio uccide il drago di Vittore Carpaccio 164(175). Ss. Giovanni e Paolo. MoS.

S.



Comaro 236

Palazzo

— Palazzo Manin



— — — ture dei — Scuola

Lombardi di

cifissione,

Reli-

quiario a cofano 430 (465); Vetrate a colori 445. S. Agostino. Dipinti del Sodoma 273.

Oratorio

di S.

Chiesa Ciborio

Majano

di di

Bernardino.

Sodoma

e



del

San Domenico. Benedetto da



Tron 100; La Madonna col Figlio e Santi di Bartolomeo

84; Affreschi del So-

doma 275 Chiostro

Vivarini 159 (166); Trittico Giovanni Bellini 163(172); S. Giovannino del fonte battesimale del Sansovino 259;

(295). di

S.

Francesco.

Frammenti di affreschi Ambrogio Lorenzetti 27.

di

di

Chiesa di Fontegiusta. Decorazione d'altare 77 (90); Dipinto del Peruzzi 275 (297); Vetrate a colori 445. — Chiesa di San Giovanni. Fonte battesimale di Jacopo della Quercia e d'altri 70. Chiesa dell'Osservanza. Altare in terracotta 77 (89). — C'appella Piccolomini. Decorazioni della vòlta 248, 249 (265); Statue di Michelangelo 306. Palazzo Pubblico, Madonna di Guido 13; Affreschi di Simone Spinello 17 (23); Martini, Maestà e ritratto di Guido Riccio 25 (27, 28); Affreschi di Ambrogio Lorenzetti 27 (29); Affreschi di Taddeodi Bartolo 27; Fonte Gaia di Jacopo della Quercia, 76; Affreschi del Sodoma 275,

Cancello della Cappella del Consiglio 43(1 (460). — Palazzo del Magnifico. Portafiaccole 431 (467).

presenza

Madonna



Cà Pesaro 390

di

(414).

Maria

S.

dei

(61); Capitello

Miracoli ili

58

pilastro 37







Dipinti del Tintoretto 402. Redentore 239. Salute. Candelabro in bronzo 433 (463). S.

S.

Salvatore

236;

Chiesa

Ferrari

299

di

Sebastiano

di

S.

di

S.

— —

— —

gano 439

(472).

Chiesa

S.

di

Zeno. Basso-

(17); Cortile

1

(1);

An-

cona del Mantegna 150; Diantichi 246. Palazzi Bevilaqua

pinti



239



Basilica

Ca-

57

Palladiana

(263).

Monte

Berico. Il Convita Gregorio Magno di Paolo Veronese 405 (434). Palazzo Bonin 237 (261). Palazzo Valmarana 239.

di

— — —



e

nossa 236 (255). Palazzo del Consiglio



Vicenza,

Giudizio di Salomone) 10 58(63); Adamo ed Eva, statue in marmo dell'Arco Foscari 100 (112, 13); Scala dei Giganti. Scolture del Sansovino 259; Pit-

(Il

Anasta-

Affreschi del Pisanello 167 (181). Chiesa di San Giovanni. Fonte battesimale 1 (2). Chiesa di S. Fermo. Affreschi del Pisanello 167; Dipinti antichi 246. Chiesa di S. Maria in Or-

tomba

— Pala di Giovanni Bellini 163. — Chiostro della Carità 238. — 2. Scuole, Palazzi, Monumenti. — Palazzo Ducale. Capitello

Cristo-

Gaudenzio

sia.

(60).

Paolo Ve-

102).

Pili delle

(326).

Verona, Chiesa

Statua

ronese 407. S. Zaccaria.

1

Piazza S. Marco. antenne 103 (115). foro. Affreschi di

dell'Orto.

della Speranza nella del doge Venier 259.



Bartolomeo

rilievo nel portale

Madonna



a

Colleoni 85, 87 (101,

Vercelli,

(31).



Gesù Cristo alla 404 (431

di Pilato)

Monumento

Marco. Porta della Sagrestia 258; Candelabro in bronzo 433 (462). S. Maria Formosa. S. Barbara di Palma il Vecchio 375 (400). S. Maria dei Frari. Tomba S.

101.

Rocco. Di(La Cro-

S.

pinti del Tintoretto

colori 445.



(256).

236.

Palazzo Vendramin-Calergi 58 (62). Zecca 236 (258). Procurale Nuove 237 (260). Scuola di S. Marco. Scol-

433).

275;

Ma-

in terracotta del Sansovino 259.

ne di S. Pietro Martire di Tiziano 390 (415); Vetrate a

Béccafumi

(257).

236 (259);

Loggetta

-

donna







299.

Ferrari

zio



Il Paradiso) 402; di Paolo Veronese (Il ratto d'Europa, Venezia trionfante)41 1(436).

'

allo.

Alessan-

III) 397 (422); del Tintoretto (La conquista di Zara,

dro

bia 75.

Venezia, 1. Chiese. -S. Francesco della Vigna 239. S. Giorgio Maggiore 239. Giovanni Grisostomo. S. Pala d'altare di Sebastiano

Barili

Affreschi del Pacchia 275.



Luca

;

con

Ziani

Decorazioni del pavimento del



di

doge

numenti Mocenigo e Vendramin 104(114); L'uccisio-

del



Lunetta

dro

Domenico.

S.

di LeanBassano (Incontro del

ture di Tiziano 381

77; Affreschi Pintoricchio 190 (204);

fratelli



di

Vai

dell'aitar



Chiesa

51).

e

rappresentanti l'Annunciazione, la NascitaTdi Gesù e l'Adorazione dei Magi 5; Pulpito di Nicolò Pisano 7; Duccio Bassorilievi

breria.

MUNÌ MISI!

Ithl

1

Sculture

S.

La Rotonda 238. Teatro Olimpico 238 (262).

Viterbo, Chiesa di S. Maria della Verità. Affreschi di Lorenzo da Viterbo 179 (198). Palazzo di Caprarola 231.



(241).

Volterra,

Battistero.

Vasca

battesimale 430 (459).

INDICE DEI NOMI DEGLI ARTISTI

Abate. Nicolò dell'. 365. Agnolo, Baccin d", 251. Agostino d'Ant. di Duccio 49. 76.

Agostino Veneziano 306. Alamanni, Pietro 178. Iacopo

Pietro l'Antico 97.

Alari,

Alba, Macrino

detto

299. Alberti, Leon Battista 32. 48. 51. 212. 231. Albertinelli Mariotto 267. d',

Alemanno, Giovanni

159.

Alessi, Galeazzo 231 1. 234. 235. Allegretto Nuzi 177. Allegri, Antonio v. Correggio. Allegri, Lorenzo 348. 350. Allori, Alessandro 341. 420. Altichiero da Verona 29. 165. Alunno, Nicolò da Foligno detto I', 178. Amadeo, Giov. Ant. 54. 96. Amatrice, Cola dell', 178.

Ammannati, Bartolomeo 41',.

230.

d',

261.

Andrea d'Assisi 182. Andrea Pisano 10. 12. 61. Andrea del Sarto v. Sarto. Andreoli v. Giorgio Angelico, Fra 115. 116. 117. 118. Anguissola, Sofonisba 369. Anselmi, Michelangelo 359. Antelami, Benedetto 2.

Antico

v.

Alari.

Antonazzo Romano Antonello da Messina

194. 100. 161.

163.

Antonio

del

Massaro detto

il

Pastura, 90. Aspetti Tiziano, 434. .Antonio da Pavia 365.

Antonio da Settignano 80. Antonio Veneziano 20. Araldi, Alessandro 350. Arca, Nicolo dall', 93. Arezzo, Nicolò di Piero 61. 65.

Arnolfo

di

Aspertini,

Cambio 8. Amico 177.

Assisi, Tiberio d', Avanzo 3o. 165.

195.

Banco, Nanni di, 64. 65. Bandinelli, Baccio 417. Barili, Antonio e Giovanni 77.

Barnaba

e

Tommaso

Marco

165.

dro) 397. Bastiani, Lazzaro 165. Battagio, Giovanni 54. Battista di Giacomo 394.

Bazzi v. Sodoma. Beccatomi, Domenico 275. Begarelli Antonio 94. Bellano, Bartolomeo 91. Bellini, Gentile 161. 164. Bellini.

Bellini,

Giovanni 161. 163. 164. Jacopo 148. 161. 169.

di,

48.

Francesco

Bigarelli, Guido (da Como) Bigordi v. Ghirlandaio.

Boateri,

Giacomo

4.

177.

Boccaccino, Boccaccio 365 Boccaccino Camillo, 366. Boccati, Giovanni 178.

Boldu, Giovanni 97. Bologna, Giovanni da.

413,

418. 419. 434. Boltraffio,

il

Giovanni 294.

Marescalco 168.

Bottoni, Carlo 348.

Francesco 168 Bonvicino v. Moretto. Bordon, Paris 396. Borromini, Francesco 233. Bortolotti, Antonio 348. 129. Botticelli, Sandro 128. Bonsignori,

130. 153. Botticini, Francesco 135. Bramante 53. 54. 211. 212 213. 214. 217.

Bramantino, Bartolomeo di detto

il,

Sitar-

168.

Federico 250. Brazzi v. Rustico. Bregno, Andrea 84. 100. Briosco, Andrea detto il Riccio

Brandani,

91.

433.

434.

Bronzino, Angelo 420. Brunelleschi, Fil. 38. 61. 439. Bugiardini, Giuliano 268.

Bembo, Bonifacio 365.

Buonarroti

Benozzo di Lese 20. 122. Benvenuti v. Ortolano. Benvenuto, Girolamo di, 198. Benvenuto di Giovanni 198. Bergamo, Damiano da, 439. Bergognone, Ambrogio 168.

Buonfigli, Benedetto 180. Busi, Giovanni detto Cariali 397. Busti, Agostino detto il Bambaja 96. Butinone, Bernardino 168

445. d',

Ferrari,

Bonifazio (dei Pitati) 394, 397

Barocci, Federico 421. Barozzi, Jacopo detto il Vignola 231. Bartolo, Domenico di, 197. Bartolo, Taddeo di, 27. Bartolomeo della Porta 261. 262. 263. 264. Basaiti,

Bettino, Giovanni

Bianchi 348.

Bonconsiglio, Giovanni 97.

439. Barisini, 29.

Bassano (Francesco, Jacopo, Gian Batt., Girolamo e Lean-

418.

Ancona, Pietro

Xanto 443. Averlino, Antonio v. Filarete. Baccio da Montelupo 252. Badile, Antonio 397. Bagnacavallo (Bart. Ramenghi) 423. Baldini, Baccio 153. Baldovinetti, Alesso 124. Balducci, Matteo 194. Bambaja v. Busti. Avelli,

Bernardino di Mariotto 17S. Bernardo di Lorenzo 52. Bernini, Lorenzo 230. Bertoldo 71. Bertoldo di Giovanni 97. Bertucci, Giacomo 195. Bertucci. Oio. Battista 195.

v.

Michelangelo.

Paolo v. Veronese Cambiaso, Luca 423. Campagna. Girolamo 259, 434. Campi, Antonio 366. Campi, Bernardino 367. Campi, Galeazzo 366. Campi, Vincenzo 367. Cane. Ottaviano 299 Caliari,

.

452

IND1C

I

in

431. Caporali, Bartolomeo 180. Caporali, Oio. Battista 195. Capponi, Luigi 84. Caprarola, vedi Cola di Matteuccio.

\l'l ISTI

i

I

Caprina, Meo del, 5ȓ. Caradosso, Cristoforo Foppa detto il. '.17. Caravaggio, Polidoro da, 244.

Domenico di Bartolo Domenico Veneziano

198. 115. 124.

Donatello 61. 62. 64. 65. 67.

334. Cariarti

v.

68. 69. 70. 71. 72. 445. Dossi, Dosso 347.

Busi.

Carnevale, Fra 178. Carpaccio, Vittore 1(54. Carnicci v. Pontormo. Caselli, Cristoforo detto

Duccio, Agostino d'Ant.

Duccio

Buoninsegna

di

Fabriano,

Andrea

49.

76.

Tem-

perello 350.

Castagno,

del,

Gentile

22.

168.

da,

177.

114.

Falconetto, Gian Maria 236.

445.

Fattore

nardo da, 437. Castello, Clio. Batt. 234.

Ferrari,

Cattaneo Danese 434. Cavalier d'Arpino 421.

Ferrari,

Cavallini, Pietro 29. Cecco, Francescuccio Cellini,

Benvenuto

Fiesole, di,

177.

4lf>.

434.

to,

Maso

99.

Lorenzo

di

Vincenzo 168. v. Melozzo da. Formentone. Tommaso Formigine v. Marchesi Foppa,

tifi.

Vincenzo Matteo 81.

Civerchio,

Forlì

168.

Clementi v. Spani. Coda, Benedetto 195. Coducci, Mauro 58. Cola dell'Amatrice 178. Cola di Matteuccio da Capra-

mia 217. Como, Guido

da,

drea. Foschi,

Francesco

da,

Borgo

di

An-

Francesco Francesco

Conti. Bernardino de', 297.

Correggio 348. 349. 350. 351. 353. 355. 357. 358. 359. 360. 361. 363. 364. Cosimo, Piero di, 138. Cossa, Francesco del, 172. 445. Costa, Ippolito 369. Costa, Lorenzo 172. 445. Cotignola, Bernardino e Francesco 197; Girolamo 423. Cozzarelli, Giacomo 77. Cozzarelli, Guidoccio 199. Credi, Lorenzo di, 85. 134. 135. Crivelli, Carlo 159. Crivelli, Vittore 178.

i

il,

46. 251.

di

S.

Agnolo

da

Rimini

Giovanni da Milano 17. Giovanni da Verona 439. Giovanni di Bettino 48. Giovanni di Paolo 198. Giovanni di Pietro 195. Giovanni Pisano 9, 12. Giovenone, Girolamo 299. Girolamo di Benvenuto 198. Girolamo da Carpi 222. Girolamo del Pacchia 275.

il,

Se-

detto il, 172. 174. 348. 445. Francia, Giacomo 174. Francia, Giulio e Giovanni Battista 174. 176. Franciabigio 268. Francucci v. Innocenzo da Imola. Fungai, Bernardino, 199. Gabriele di Giovanni da Como e

Ste-

Romano

v.

Romano.

Gozzoli, v. Benozzo di Lese. Granacci, Francesco 272. Grandi, Ercole 346. Grano, Giorgio Gandini del, 359.

Giorgio 77. 198. Stefano v. Pe-

Gaddi, Taddeo

di

124.

217. I

Tommaso

Giunta 13. Gobbo, Cristoforo Solari detto

Francesco da Volterra 20. Francescuccio di Cecco 177. Francia, Francesco Raibolini

'

v.

fano.

v.

sellino.

Cronaca, Simone del Poliamo-

Daddi, Bernardo 17. 21. Dalmata, Giovanni 84.

di

.

Giottino

Giulio

195. da,

polcro 52.

165.

detto

57.

Francavilla, Pietro 434. Francesca, Pietro della, 125. 146. 170. 212.

4.

Condivi, Ascanio 341. Conegliano, (ì. B. Cima

Sigismondo

Fossano, Ambrogio Bergognone.

detto, 297.

v. Bologna. Giocondo, Fra, 57. 217. 229. Giorno del Sodoma (Girolamo Magagni) 276. Giorgio, Mastro (Andreoli) 442. Giorgio, Stefano di, v. Sassetta Giorgione 370. 371 372. 373.

195.

18(1,

Firenze, Andrea da, v. Andrea. Folchetti, Stefano 178. ['(intana, Orazio 443. Foppa, Cristoforo v. Caradosso

13.

Cittadella v. Lombardi Alfonso. Ci uff agni, Bernardo di Pietro

132.

Ghirlandaio, Ridolfo del, 268. Ghisi, G. B. 365. Ghissi Francesco v. Francescuccio di Cecco. Giacomo, Battista di, 394. Giacomo da Pietrasanta 52. Giacomo da Ulma 445. Giampietrino, Gian Pietro Riz-

Giotto 13. 14. Giov. Francesco

122.

Fiorenzo

134.

del,

Garofalo, Benvenuto Tisi detto il, 346. Gatti, Bernardino v. Sojaro. Gentile da Fabriano 168. 177. Geremia, Cristoforo 97. Gerini, Nicolò di Pietro 17. Ghiberti, Lorenzo 61.62.427. 445. Ghirlandaio, Domenico 128.

zi

Defendente 299. Gaudenzio 296. 299. Andrea 252. Giovanni da, v. An-

Finiguerra,

Garbo, Raffaellino

Giambologna

45.

Penni.

gelico. Fiesole, Mino da, 78. 81. 82. Filarete, Antonio Averlino det-

Cesare da Sesto 297. Cesari v. Cavalier d'Arpino. Chiodarolo, Gian Maria 177. Cima v. Conegliano.

Civitali,

v.

Ferrucci,

437.

Cimabue, Giovanni

Luca

Fancelli,

Castelbolognese Giovanni Ber-

lo

DI '.Il

439. Daniele da Volterra 3116. 342. Danti, Vincenzo 253. Da Ponte, Famiglia detta lassano 397. Del Grano v. Grano. Desiderio da Settignano 78. so. SI. 427. Dolci, Giovannino de', 52.

iì,

61.

mimi

l

Damiano da Bergamo

Caparra, Nicolò Grosso detto

17.

Gagini, Domenico 92. Galasso (Matteo Piva) 172.

96.

Grosso v. Caparra. Guglielmo, Fra 8. Guido da Como 4. Guido da Siena 13. 22. Ibi, Sinibaldo 195. Ingegno (Andrea di Aloigi) 182. Innocenzo da Imola (Francucci) 423.

da Pisa 84. Jacopo da Faenza, Isaia

Jacopo della

161

Quercia 61. 76.

77.

Lamberti, Nicolò di Piero 61. Lanciano v. Renzi. Landi, Neroccio 198. Landini, Taddeo 413. Lanino, Bernardino 299.

Laurana, Francesco 93.

INDICE DEI NOMI DEGLI ARTISTI

Laurana, Luciano da, 53. 222. Laureti, rornmaso 418. Leonardo 134. 212. 261. 276. 277. 278. 279. 280. 281. 284. 285. 286. 287. 28S. 289. 290. 291. 292. Leonbruno, Lorenzo 365. Leoni, Leone 413. 418. 4;t4. Leoni, Pompeo 418.

Leopardi, Alessandro 85. 101.

da Verona 168. Licinio Bernardino 394.

Mazzola, Lodovico (Mazzolino)

di

Mariano

v.

190.

Pellegrini v.

Andrea detto lo Schiavone 397. Melozzoda Forlì 142. 145. 146.

Mar-

nila.

Lorenzo di Pietrov. Vecchietta. Lorenzo da Viterbo 178. Lotto, Lorenzo 373. 377. 380. Luciani Sebastiano del v. Piombo. Luini, Bernardino 294. Macrino d'Alba 299. Madcrna, Carlo 229. 233. Magagni, Girolamo v. Giorno. Magni, Cesare 297. Maiano, Benedetto da, 46. 78.

160.

163.

229. 304. 310. 339. 420.

220. 223. 224. 230. 261. 276.302. 305. 306.307. 308. 334. 335. 336.337. 340. 341. 342. 343.

Michelozzo 46. 67. 68. 75. Milano, Giovanni da, 17.

Mino v. Fiesole. Mino del Reame 84. Monaco, Lorenzo 115. Montagna, Bartolomeo •

Vaga v. Vaga. Perugino (Pietro Vannucci) 85.

275. Pesellino 126. Piazza, Albertino, Martino e Calisto 365. Pietrasanta, Giacomo da, 52. Piero di Lorenzo detto Piero di

Cosimo

167. 165.

168.

Montelupo, Baccio da, 252. Montelupo, Raffaello da, 252. Montorsolo, Giov. Ang. da,

v.

Cosimo.

Piero di Puccio 20. Piero d'Ancona 261. Pintoricchio (Bernardino di Betto)129. 188. 190. 194.249. Piombo v. Sebastiano. Pisanello (Antonio Pisano) 96. 169.

Pisano Andrea, io. 12. 62. Pisano, Giovanni, 9. 12. Pisano, Nicolò 6. 329. Pitati v. Bonifazio.

Piva

Moretto (Bon vicino Aless.)402. Moroni G. B. 397.

v. Galasso. Polidoro v. Caravaggio. Polidoro Veneziano (Polidoro de' Renzi da Lanciano detto) 396.

260.

Motis, Cristoforo de, 445.

Poliamolo (Antonio

Murano, Antonio da, Nanni di Banco 64.

Poliamolo Simone

Malosso, G. B. Trotti 369. Manni, Giannicola 195.

Napoletano, Francesco 297. Nelli, Ottaviano 177. Neroccio v. Landi.

Mantegazzat Fratelli) 54. 96. Mantegna, Andrea 147. 148. 149.

150.

151.

152.

153.

248.

Marcantonio (Raimondi) 306. 331.

Marchesi, Andrea detto il Formigine 235. Marchesi, Girolamo da Cotignola 42:-!. Marchetti, Marco 197. Marcillat. Guglielmo di, 445. Marco d'Oggiono 297. Marconi, Rocco 396.

Marescalco v. Bonconsiglio. Mariotto, Bernardino di, 178. Marrina, Lorenzo di Mariano detto il, 77. Martini, Francesco di Giorgio 77.

198.

Martini,

Simone

24.

Masaccio76. 104. 106. 107. 131. Masolino da Panicale 106. 107. Matteo di Giovanni 198. Maturino Fiorentino 244. Mazzola-Bedoli, Girolamo 361. Mazzola, Filippo 361. Mazzola. Francesco v. Parmigianino.

at-

Perin del

Maiano, Giuliano da, 52. Mainardi, Bastiano 134.

84. 439.

1

Pi-ruzzi, Baldassarre 220. 229.

Michelangelo 226. 303. 309. 338. 344.

il

128. 134. 182. 184.

Melzi, Francesco 1292. Meo del Caprina 56. Mesastris. P. A. 178. Messina, Antonello da, 161.

ribaldi.

IT. detto tore 327. 329. 334. Pericoli v. Tribolo

Penili, Giov.

Meldolla,

Lorenzetti, Ambrogio 26. Lorenzetti, Pietro 26. Lorenzetto 261.

Lorenzo

Pastorini,

150. 212,

Lippi, Filippino 106. 131. 278. Lippi. Fra Filippi! 118. 121. 122. 445. Li mi ha idi. Alfonso 259. Lombardi, Antonio 58. imi. Lombardi. Pietro 58. Ilio. Lombardi, Tullio 58. UNI.

de, 49. 97.

Pastorino 445. Pastura (Antonio del Massaro)

346.

Mazzola, Michele 350. Mazzola. Pier Ilario 350. Mazzolino 346. Mazzoni, Giulio 222. 250. Mazzoni. Guido 93.

Liberali-

45:-!

Matteo

Pasti,

159.

65.

Neroni, Bartolomeo v. Riccio. Nicolò d'Arezzo 65. Nicolò da Foligno v. Alunno. Nicolò dall'Arca 93. Nicolo di Pietro v. Gerini. Nicolò Pisano 6. 329. Nuzi, Allegretto 177.

Oggiono, Marco d', 297. Orcagna, Andrea 10. 17. 21. Orcagna, Leonardo 17. Ortolano(G.B. Benvenuti) 346. Pacchia, Girolamo del, 275. Pacchiarotto, Giacomo 199. Pagni, Benedetto 365. Palladio, Andrea 238. 239. 240. 411.

Palma, Antonio 394. Palma, Jacopo (Giovane) 375. Palma, Jacopo (Vecchio) 373. 375.

Palmerucci, Guido 177.

Palmezzano, Marco 195. Pandino, Antonio da, 445. 1 Pandolfo di Cigolino 445. Paolo Romano v. Treccone. Parmigianino (Mazzola Francesco) 361. Passarotti, Bartolomeo 426.

e

Piero)

125.

85.

v.

Cronaca.

Pomarancio (Cristoforo Roncalli)

422.

Pomarancio (Nicolò Circignani)

422.

Pontelli,

Baccio 52.

Pontormo (Jacopo

Carnicci)

227.

Pordenone

de (Giov. Ant. Corticali) 393. 394. Porta, Giacomo della, 232. Porta, Guglielmo della, 416. Predis, Antonio de, 284. Primaticcio, Francesco 365. Procaccini, Camillo 423. Procaccini, Ercole 423. Procaccini, Giulio Ces. 423. Puligo, Domenico 272. Pupini, Biagio 423. Quercia, Jacopo della, 61. 76. Raffaello," IO. 195. 221. 249. 261. 276. 311. 312. 313. 314 315. 316. 317.318. 320. 322. 324. 326. 327. 328. 329. 330. 444. Raibolini v. Francia.

Raimondi Ramenghi

v. v.

Marcantonio. Bagnacavallo.

Renzi. Polidoro de', 396. Riccio, Andrea v. Briosco. Bartolomeo (Neroni) Riccio, 276.

INDICA DEI NOMI

454 Riccio, Doni. (Brusasorci) 397.

Rimini, da,

Giovanni

Francesco

195.

Rinaldo Mantovano 365. Rizzo, Antonio 58. 100.

Robbia, Andrea della, 74. Robbia, Giovanni della, 74. Robbia, Luca della, 10. 61. 72. 427.

Roberti, Ercole de', 172. Robusti, Jacopo v. Tintoretto. Roccatagliata, Nicolò 434. Rodari, Tommaso 59.

Romani, Girolamo

v.

Roma-

Salimbeni,

Iacopo

e

80. 81. 427. Siena, Guido da, Signorelli,

Tommaso di Stefano 17. Tonducci, Giulio 195. Torbido, Francesco detto Moro

il

Triachini,

Tura, Cosimo 172. Uccello, Paolo 112. 124.445. Udine, Giovanni da, 240. 328 334. Ugolino, Pandolfo

1

Giovane, Antonio

'l'I.

140.

Veneziano, Antonio 20. Veneziano, Domenico 115. 124 Venusti, Marcello 341. Verona, Giovanni da, 439. Verona, Liberale da, 168. Veronese (Paolo Caliari) 404. 405. 407. 411. Verrocchio, Andrea 85.

Spinelli, Nicolò di Forzore 97. Spinello Aretino 17. Squarcione Francesco 146. 148. Stefano da Verona 165. Suardi (Bramantino) 168. Tacca, Pietro 413. Taccone, Paolo detto Romano

Vinci, Pierino da, 418. 434. Viterbo, Lorenzo da, 178. Viti, Timoteo 177. 311. Vittoria, Alessandro 259. 434 Vivarini, Alvise 159. 160. Vivarini, Antonio 159. Vivarini, Bartolomeo 159.

Volterra, Daniele Ricciarelli da, 306. 342. Volterra, Francesco da, 20. Zacchi, Zaccaria 260. Zaganelli v. Cotignola. Zenale, Bernardino 168. Zuccari, Federico e Taddeo 420. Zuccati, Sebastiano 380.

di

Terribilia, Antonio 235. ribaldi, Pellegrini Pellegrino

194.

235. 425. 445. Tiberio d'Assisi 195. Tintoretto ( Jacopo Robusti)

Sanseverino v. Salimbeni. Sanseverino, Lorenzo giovine

402. 404.

178.

ERRATA Pag. 323

-

ss.

Sperandio 97.

Bartolo 27. Tamarocci, Cesare 177. Tatti Jacopo v. Sansovino.

198.

sii.

89. 90. 91. 134. 146. 277. Vignola (Jacopo Barozzi) 231

85.

51.

445.

G. B. 195. Vaga, Perin del, 250. 445. Vannucci v. Perugino. Vasari, Giorgio 230. 420. 421 Vecchietta, Lorenzo 77. 198. Veneziano, Agostino 306. Itili,

95.

Taddeo

Sanmicheli, Michele 236.

di,

Ulma, Giacomo da, 445.

Spani, Prospero (Clementi) 261 Spanzotti, Martino 445

da, 217. 229. Sangallo, Francesco da, 434. Sangallo, Giuliano da, 51. 224. Sangallo Seniore, Antonio da,

Pietro

13.

Bartolomeo 235.

Tribolo (Pericoli) 255. 251' 260. 416, Trotti, G. B. v. Malosso.

(G. A. Bazzi) 273. 274. 275. Sojaro (Gatti Bernardino) 369. Solari, Cristoforo v. Gobbo. Solari v. Lombardi Pietro. Solario, Andrea 294. Spagna (Giovanni di Pietro)

Lorenzo

San Giorgio, Eusebio da,

Luca

il

397.

Jacopo

29. Traini, Francesco 21. Torniti,

Sodoma

Salviati v. Rossi Francesco. Samacchini, Orazio 426.

da.

381 (381. 382. 383. 384. 385. 386. 387. 390. 393.

Sebastiano Luciani, del Piombo 342. 373. 376. 377. Serlio, Sebastiano 231. 250. Sesto, Cesare da, 297. Settignano, Antonio da, 80. Settignano, Desiderio da, 78.

177.

di

Tiziano (Vecellio) 276.

257. 259/434. Santi, Giovanni 177. 311. Sarto, Andrea del, 270. 272. 419. Sassetta (Stefano di Giorgio) 198. Savoldo, Girolamo 402. Scaletti, Leonardo 195. Scamozzi, Vincenzo 237. Scarpagnino, Antonio 59. Ippolito detto Scarsella, lo Scarsellino 348.

397.

402. 194. 223. 250. 327. 329. 334. 364. Romano, Paolo 82. Rondani, Frane. Maria 359. Rondinelli, Nicolò 197. Rosselli, Cosimo 138. 262. Rossellino, Antonio, 80. 81. Rossellino. Bernardo 48. 51. 80. 224 Rossetti, Biagio 55. Rossi, Francesco (Salviati) 42(t. Rossi, Properzia de', 259. 260. Rosso Fiorentino 272. Rovezzano, Benedetto da, 252. Rustici, Giov. Fr. 253. Rustico (Lorenzo Brazzi) 276. Rusuti, Filippo 29. Sabbattini, Lorenzo 423. Salaino, Andrea 297. Salerno, Andrea da, 334.

Sano

Tisi v. Garofalo.

Schiavonc (Andrea Meldolla)

nino.

Romanino (Romani) Romano, Antonazzo Romano, Giulio 222.

Sangallo

DEGLI AUTISTI

Sansovino, Andrea 253. 255. Sansovino, Jacopo 235. 236.

Fig. 348.

Raffaello

:

CORRIGE L'incendio

di

Borgo,

Fig.

-

Raffaello

:

Eliodoro scacciato dal

tempio

Roma, Vaticano.

Vaticano.

Pag. 418, riga 20, aggiungere:

Vinci (1520?

436

-

.(fig.

442). Altr

.uh,

notevoli

di

quel

momento furono Pierino da

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