Manuale di storia dell'arte vol. III - Il Rinascimento in Italia
April 28, 2017 | Author: Belva64 | Category: N/A
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Largamente ampliato nelle illustrazioni e nel testo da Corrado Ricci. Con 480 Illustrazioni nel testo e 15 Tavole colora...
Description
SPRINGER Corrado RICCI
Ant.
LE DI iumìii!
IL
RINASCIMENTO
IN
ISTJTVID ITALIANO D ARTI
EDÌT0RE "
MHK|
GRAFICHE
BERGAMO ,,• ,,n ^
Verrocchio
la
e
.
pl
t
ticini, '
.
—
stiche della Certosa di Pavia (fratelli Mantegazza, Amadeo, Solari, Bambaja), L'arte plastica minuta, medaglie e placchette (Pisa-
96—
De' Pasti, Geremia, l'Antico, Sperandio, Boldu, Caradosso, Nicolò di Forzore Spinelli,
nello,
-
134
Botdi Co-
Simo, Cosimo Rosselli, 138. ,,
„
,.
,
.
Italia Centrale:
p ler .
„ „ Della Francesca
,,
e
,-> n Melozzo 139 ,
,, d U a Francesca /Affreschi in Arezzo^ .
1
(
.\ , 1„? h \Forh h (feschi "L; in Melozz ° da 41 f allegorie), 142. figure scorciate,
~
,
c
.
La perfetta modellazione
Alta
j
nello studio dei
Affreschi in Loreto, nella Cappella Sin a, a Monte Oliveto ed Orvieto, 146.
nudi st
D n !,i' Roma, .,( 1 46
„.
.
S.gnorell.
Bellano, Briosco, Gagim, Laurana, 91-93 Plastica in terracotta: Nicolò Dall'Arca, Mazzoni, Begarelh, 93-94— Decorazioni pia-
contempo-
i
Tom91
122
pittura
affreschi narrativi della vita
Sandro
-
bronzo. Verrocchio
nei dipinti sacri; gli
ranea: Benozzo di Lese, 122; Baldovinetti, fratelli Poliamolo, 125. 124; Pesellino,
''
in
mondano
affreschi di Prato e di Spoleto, 120.
La nuova
-
'
La scoltura
-
118
L'indirizzo
—
—
115
-
Filippo Lippi
i
'
113
Lorenzo Monaco, 1 15 Quadri d'altare ed affreschi del Convento di S. Marco, 117 Affreschi della Cappella Vaticana, 118.
d'Empoli, 81 Civitali altare di S. Regolo Tabernacolo del Duomo), 81 Mino da Fiesole e suoi collaboratori nelle scolture romane (Isaia da Pisa, Mino del Reame, Giov. Dal-
^
,,
transizione
di
Frate Angelico
Sebastiano
mata, Bregno, Capponi), 81-84 Benedetto d M a "° < L ;?'; ar ma ?g' ore di S Domefr „ n t a tar S Fm S G" " " Ì. ! di S. Croce), ? 84. r migliano il t pulpito v h
.
1
—
Collegiata
nella
(Tomba Noceto,
..
Paoio uccello, Andrea del Castagno, Do13-1 15. menico Veneziano,
—
—
,.
1U4
Masolino 104
e
-
Maestri
—
—
P a 8-
-
72
lievi
...
,.
,
- -Le
Robbia
della
—
Pili
L '" dirizz0 realistico studio della natura, colorito e prospettiva 104 Masaccio e gli Ila Cappella Brancacci in Firenze, ? re s chi de " l4 Masol.no (Affreschi in S. Clemente d, Roma e a Castiglione d Olona), 106.
renze, 70, 71.
Luca
™"
i
Marco), 100-103.
S.
La pittura fiorentina: Masaccio
-
-
Piazza
di
~~ DITTIID UKA,
, 6m
-
—
Vendramin,
sepolcrale
antenne
delle
64
— Pietro
(Sepolcro Mocenigo), Leopardi
e figli
i
(Monumento
Donatello
toria
So ar
Michele, 6_.
S.
100
Antonio Rizzo (Tomba Tron), 100
—
_
Italia:
Mantegna e Jacopo
Squarcione
146
(Senso di realtà dello spazio, lo scorcio nella prospettiva, l'efficacia plastica della rappresentaBellini
INDICE DELLE MATERIE C.
—
Introduzione.
—
Affreschi in Padova e Mantova, Quadri d'altare, Trionfi di Cesare, 148, 149 zione).
Lo sviluppo
Incisioni in rame, cisione in Italia, 153.
La
Veneziana
pittura
fino
—
159
Crivelli,
—
Carpaccio, 164
—
159
Bellini,
Cima
Bastiani,
e
Milano
e
Pisanello, Liberale, Buonsignori, Montagna, Foppa, Zenale, BergoMarescalco, 167 gnone, Bramantino, 168.
—
Ferrara, Bologna
e
Marche
—
Santi,
—
177.
Umbria: Perugino Francesco
Ghissi detto FranNuzi, Fratelli Salim-
Cecco
pag. 210
la
sua scuola
211
Affreschi già nella casa PaniL'architetto: Canonica di S. Ambrogio e S. Satiro a Milano, Cancelleria, 213; Palazzo Vaticano, S. Pietro, Chiostro di S. Maria della Pace, S. Pietro in Montorio, 214; Loreto, 214; Chiesa della Consolazione a Todi, 217 La scuola del Bramante, 217.
—
—
Fra Giocondo. Antonio da Sangallo
217
....
220
Peruzzi
Farnesina, Palazzo 220.
177
Pintoricchio
e
di
e
pittore: garola, 212 Il
—
—
—
- ARCHITETTURA
Bramante
—
—
di
Carattere dell'Architettura del Rinascimento 210
169
Cossa (Affreschi del Palazzo Schifanoja), Cosimo Tura, 172 Lorenzo Costa ed 171 Ercole Roberti, 172 Francesco Francia e la pittura sacra a Bologna, 172 Gli scolari: Giacomo, Giulio, Giovanni Battista Francia, 174-177 Boateri, Tamarocci, Chiodarolo, Giovanni Aspertini, 177;Timoteo Viti, 177
morte
—
Ba-
165
la
polari, 204.
1.
Verona, Vicenza
dopo
Firenze
—
—
—
164
165.
salti,
Cinquecento.
Lorenzo il Magnifico; Influenza del SavonaPrimato di Roma, 202 rola sull'Arte, 201 Scavi e studi di antiche opere d'arte, Distacco dell'Arte dagli elementi po203
Anto160
olio,
—
Il
Rinascimento.
Giorgione 153
a
da Messina e la pittura ad Gentile Giovanni Bellini, 161 nello
—
dell'in-
Murano (Giovanni Alemanno,
pittori di
I
Vivarini),
i
—
152 —
Massimo
dalle Colonne,
Laurana
Raffaello.
221
cescuccio, Allegretto beni, Nelli Gentile da Fabriano, 177 Fra Carnevale e Giovanni Boccati, 178 Vittore Crivelli, Alamanni, Folchetti, Lorenzo
Raffaello: architetto (Palazzo Brariconio dall'Aquila, Palazzo Vidoni-Caffarelli, S. Eligio degli Orefici, Cappella Chigi, Palazzo Pandolfini), 221 Decorazioni delle facciate
Giovane, Bernardino di Mariotto e Cola dell'Amatrice, 178 Alunno, Lorenzo da Vi-
(Palazzo Spada); Architettura delle finestre (Palazzo dei Duchi di Urbino in Pesaro del Laurana), 222.
—
—
il
—
terbo, Mesastris, 178
—
Buonfigli, Caporali,
—
Fiorenzo di Lorenzo, 180 Andrea di Aloigi, Perugino, 182 Affreschi della Cappella Sistina e in S. Maddalena de' Pazzi a Firenze, 182-184 nel Cambio a Perugia, 184 Progressi della pittura ad olio (Vita di Maria), 185 Pintoricchio: La tecnica personale, impiego decorativo dei freschi, varietà dei soggetti, 188 (Affreschi della Cappella
—
—
— —
Giulio
Borgia,
S.
Duomo
di
Maria in Aracoeli, Appartamento Maria del Popolo, Libreria del Siena),
188-190
Pastura, Antonazzo
—
Romano,
seguaci: il Matteo Bal-
I
ducci, Eusebio da S. Giorgio, 194 lievi
del
d'Assisi,
—
Roma,
architettoniche 224.
di
Firenze
Gli
e
di
224
San Pietro
230
imitatori di Michelangelo
Vasari (Uffizi), Ammannati (Palazzo Negami), Alessi (Palazzo Marino, Villa Scassi, Palazzo Grimaldi, S. Maria di Carignano),
Gli al-
Caporali, 195.
230.
Romagna
195
L'ibridismo: Giovanni Francesco da Rimini, 195 Coda, Palmezzano, Scaletti, Utili, Foschi, Bertucci seniore, Tonducci, Marchetti, Rondinelli, Cotignola, 195-197.
—
i
I
197
Periodo di sosta; Domenico di Bartolo, Giovanni di Paolo, Vecchietta, 198 Matteo di Giovanni, Sassetta, Sano di Pietro, Martini, Landi, Benvenuto di Giovanni, Girolamo di Benvenuto, 198 Cozzarelli, Fungai, Pacchiarotto, 199.
—
231
ecc
teorici: Vignola, Serlio,
—
nuovo
indirizzo architettonico, 231 Vignola (Palazzo Caprarola, Villa di Papa Giacomo Giulio III e Chiesa del Gesù), 231 della Porta (S. Pietro, Chiesa del Gesù), 232. Il
—
Alta
Siena
—
223
Opere
Perugino: Spagna, Manni, Tiberio Ibi,
222
Palazzo del Te, 223.
Michelangelo
—
Sistina, S.
Romano Madama,
Villa
—
Italia.
Genova
e
Bologna
233
—
Alessi e La viva attività artistica, 233 Terribilia, Formigine, G. B. Castello, 234 Triachini, Pellegrini, 235.
—
Veneto: Jacopo Sansovino
235
Falconetto e Sanmicheli (Palazzi BeviSansovino (Palazzi lacqua e Canossa), 236
—
INDICE DELLE MATERIE
XII
Zecca, Loggetta, BiCornaro, Manin, Scamozzi (Procuratie Nuoblioteca), 236 ve), 237. la
—
Siena:
La decorazione
nell'Architettura
in
—
—
—
3.
Ornamento plastico e pittorico delle facPolidoro ciate; la pittura a graffito, 241 da Caravaggio, Maturino, 244 interna (Grotteschi, lievo), 246. razione
— —
LEONARDO, MICHELANGELO
RAFFAELLO
e
pag. 276
La deco-
stucchi
in
ornatisti della scuola Raffaellesca
Gli
273
sua scuola
—
Rina240
del
scimento
la
In S. Domenico, Farnesina, Roma, 275 S. Bernardino, nel Palazzo Comunale di Pacchia (Affreschi in Siena; quadri, 275 S. Bernardino), Peruzzi, Beccafumi (PaviGiorno mento del Duomo di Siena, 275 del Sodoma, Rustico, Riccio, 276.
Studio delle forme architettoniche classiche (Teatro Olimpico, Chiostro della Carità); Palazzi e Ville di Vicenza (Basilica), 238 FacLe chiese Palladiane di Venezia, 239 ciate ad un solo ordine di colonne, 240.
—
e
— —
238
Palladio
Sodoma
li
L'inferiorità della pittura senese nella seconda metà del 400; gli affreschi'del Sodoma Gli affreschi nella in Monteoliveto, 274
.
ri-
a.
Origine, studi, lavori'giovanili (Adorazione dei Magi), 277 Il suo ingegno molteplice, 279 Al servizio di Lodovico il Moro a Milano (Statue di Francesco Sforza e del
249
.
Leonardo da Vinci.
—
—
—
Pintoricchio, Giovanni da Udine, 249 Mazzoni, Brandani, Giulio Romano, Perin del Vaga, 250.
Trivulzio,
femminili,
ritratti
281;
—
—
nell'Italia Centrale al principio
L'Annunciazione
pag. 254
1500
del
Caratteri
Ferrucci, Benedetto da Rovezzano, Baccio Rustici (Predica di da Montelupo, 252 Giovanni nella porta del Battistero), 253.
Rovere
in
Venezia: Jacopo Sansovino
e
S.
La
pittura
b.
Petronio a Bologna S.
—
mano, 264
—
Andrea del Sarto La perfezione
—
—
Primo periodo Romano Chiamata a Roma, lavoro intorno
—
306 al
se-
polcro di Giulio IL Decorazioni della Cappella Sistina, 306.
270
del colorito nei suoi affreschi e quadri di cavalletto (Affreschi del Chiostrino dell'Annunziata e Confraternita dello Scalzo, 270 Deposizione di Cristo, Madonna delle Arpie, Annunciazione), 270 Gli scolari (Rosso Fiorentino, Pontormo, Granacci, Puligo), 272.
302
302
—
—
—
II
nico,
Bartolommeo 261
Mariotto Albertinelli, 267
Giulio
s. Giovannino, Cupido dormiente) e ritorno a Roma (La Pietà, il Bacco, Cupido, Le sue prime pitture Davide), 303-304 (Madonna con gli Angeli, il Cristo deposto e Episodio della la Sacra Famiglia), 306 guerra di Pisa (cartone), 306.
e dello
Bugiardini, Franciabigio, Ghirlandaio, 268.
di
La maniera personale della sua arte. Educazione. Sue opere giovanili (Lotta dei Centauri coi Làpiti, la Madonna e il Bambino); fuga a Bologna e breve ritorno a Firenze; l'Angelo di destra della tomba di S. Dome-
Domenico, 260.
fiorentina. Fra'
Michelangelo, fino alla morte
Periodo Fiorentino
dipinto sacro di grande stile, 262 Il perfezionamento della tecnica pittorica, 263 L'effetto pittorico raggiunto col disegno a Il
292
257
—
Bologna: Tribolo, Properzia, Lombardi, ecc. 259 di
—
leone,
297 Macrino d'Alba, Defendente Ferrari, Cane, Giovenone, Gaudenzio Ferrari (Affreschi di Varallo, Saronno, Vercelli), Lanino, 299.
Giganti a Venezia; Scolari e seguaci (Campagna, Vittoria), 258-259.
Rilievi
—
290
de' Pre-
Piemonte
Della
Bronzi e rilievi Statua del Bacco, 257 della Loggetta, Porta della Sagrestia di di Padova, Marco, Rilievi in Antonio S. S. Statue di Marte e Nettuno sulla Scala dei
zoccolo dell'Arca di
I
Ambrogio
253 nella porta del Batti-
Monumenti Sforza
Maria del Popolo, 253.
S.
284
—
disegni, 291 Melzi, 292.
—
—
S.
stero di Firenze;
Monna
col
Solario (immag. dell'Ecce Homo), Boltraffio, 294; Luini (Transito di S. Caterina, Affreschi della chiesa dei Pellegrini a Saronno e di S. Maria degli Angeli a Lugano), 295 Bernardino de' Conti, Sala, Marco d'Oggiono, Cesare da Sesto, Giampietrino, Magni, Francesco Napoletano, 297.
Scultori fiorentini del periodo di transizione 252
Andrea Sansovino Battesimo di Gesù
dis,
Girolamo
Andrea
Rinascimento 251
del
—
s.
La scuola pittorica lombarda
Baccio d'Agnolo, 251.
della scoltura
291
e
251
Firenze culla della vita artistica
Cronaca,
—
della battaglia di Anghiari, 288 Lisa, 289 Madonna con s. Anna,
SCOLTURA E PITTURA
2.
Vergine
delle Rocce, 284; Sala delle'* Asse, Cenacolo Il cartone in S. Maria delle Grazie, 284)
e.
311
Raffaello
Periodo
Umbro
—
—
1 primi anni Intluenza di Viti e del Perugino (Incoronazione Nicola da Tolentino, Crocifisso, Incoro-
L'origine
Timoteo di s.
311
INDICE DELLE MATERIE nazione, Sposalizio della Madonna, Madonna 11 Sogno del Cavadi Casa Ansidei), 311 liere ed altre opere giovanili, 312.
—
i
i
312
Periodo Fiorentino
Madonne
mona: la famiglia Piazza, Boccaccino, 365; Campi, 366; Sojaro, Anguissola, Malosso, 369.
L'APOGEO DELLA PITTURA
5.
della
maniera fiorentina, Cristo
VENEZIANA
deposto, 316.
Periodo
Romano
317
370
delle
Caratteristiche della sua arte. Efficacia del colorito, paesaggio di fondo, 370; la pala di
—
Castelfranco, la Tempesta o la famiglia di Giorgione, Tre Filosofi, 371; la Venere dormente, 372.
stanze in Vaticano: La Disputa, La Scuola d'Atene, gli altri dipinti della prima stanza, 318; la seconda stanza: Eliodoro, 320 Attila, s. Pietro liberato la dal carcere, la Messa di Bolsena, 320 terza e la quarta stanza: Prigionieri di Ostia, di l'Incoronazione Carlo l'Incendio di Borgo, Collaborazione Magno, Leone 111,320-322 Affreschi
pag. 370
Giorgione
i
;
degli scolari,
324
—
—
Madonne
Ritratti e
del
periodo romano (Giovanna d'Aragona, Leone X, 324; Donna velata, Madonna di Loreto, Madonna col diadema ed altre), 326 Cartoni per Ritratto di Giulio II, 327 arazzi, 327 Decorazioni delle Loggie, 328
—
—
-
—
—
Affreschi Affreschi delle Sibille. 329 della vòlta e della parete della Farnesina, 329. lavori La versatilità della sua arte, 330 di architettura, incisioni in rame, ricostituzione di Roma antica ecc., 331 la Madonna Sistina, 332 Gli ultimi lavori (la Sacra Famiglia di Francesco I, la Trasfigurazione), 334 La scuola di Raffaello, 334.
— —
—
—
d.
L'opera tarda
di
334
Michelangelo
—
Monumento sepolcrale dei
Medici, 334 Sepolcro di Giulio 11, 338 Il Giudizio Universale della Cappella Sistina, 341 Affreschi della Cappella Paolina, 341 Composizioni degli scolari e seguaci (Venusti, Condivi, Allori, Daniele da Volterra, 341; Sebastiano del Piombo, 342) La Pietà del Duomo di Firenze; studi dell'architettura, 343.
—
— —
—
—
4. LA PITTURA DEL 1500 NELL'ALTA ITALIA pag. 345
Romano
345
—
vanni Evangelista, la cupola del Duomo), 350 Quadri allegorici e mitologici (Danae, Leda, Io), 351 Quadri di Budapest, Londra, Parigi, Dresda, 353 Scolari e seguaci (Gandini del Grano, Rondani, Anselmi, MazzolaBedoli), 359 Parmigianino (quadro di
—
—
—
Margherita, affreschi della chiesa della Steccata e di Fontanellato, ritratti), 361-363 Giulio Romano (affreschi del palazzo del Te e del castello Ducale), 364-365 1 suoi aiutanti (Pagni, Rinaldo Mantovano, Ghisi Primaticcio), Leonbruno, 365 Lodi e Cres.
—
—
—
—
380
Tiziano Vecellio
Suoi rapporti con Giorgione. Opere giovanili (Amor sacro e Amor profano, il Tributo), 381 Lavori del Palazzo Ducale, 381 — Rapporti con le Corti principesche (Baccanali, Festa di Venere, Bacco ed Arianna, La Venere Satiri e Baccanti), 383-384 di Urbino, 384 Ritratti virili (Carlo, V, Strada, duchi d'Urbino, Aretino, Duca di Norfolk, Papa Paolo III. l'Uomo dal guanto), Ritratti femminili (figlia di Roberto 385 Strozzi, la Flora, l'amante di Tiziano, Laura
—
—
—
—
—
Quadri d'altare Dianti, la Bella), 385-386 tre Santi, Madonna delle cil'Assunta, Madonna di Cà Pesaro, il Martirio di s. Pietro Martire), 387-390 Pitture degli ultimi anni. Soggetto mitologico:
(Madonna con liege,
—
Venere ed Amore, Danae, Venere ed Adone, 390. Soggetto sacro: il Martirio di s. Lorenzo, l'Ecce Home, l'Addolorata, 390-393.
contemporanei
di
Tiziano
393
—
Considerazione sulle scuole d'arte locali. L'indirizzo della scuola di Ferrara (Garofalo, Mazzolino, Ortolano, Dosso, 346; Scarsellino, Bonomi), 348 Correggio: educazione artistica, lavori giovanili, 349; maniera personale, 350; Correggio a Parma (decorazione del Monastero di S. Paolo, affreschi di S. Gio-
—
—
Violante, le Tre Sorelle, s. Barbara), 375 Sebastiano del Piombo: Quadri d'altare (S. Giovanni Crisostomo), 376 Ritratti (la Fornarina, Andrea Doria), 376-377— Lorenz» Lotto: quadri sacri, ritratti (Gentiluomo dalla barba rossa, il Cardinal Rossi), 377-380.
Pittori
—
Correggio e Giulio
Palma Vecchio, Sebastiano e Lorenzo Lotto 373 Palma Vecchio: Bellezza femminile (la
Giovanni Antonio da Pordenone, 393 Licinio, Bonifazio dei Pitati, Antonio Palma, Battista di Giacomo, 394; Polidoro de' Renzi, Marconi, 396; SchiaParis Bordon, 396 Influenza della pitvone, Bassano, 397 tura veneziana sulla lombarda: Moro, Brusasorci, Badile a Verona; Cariani, G. B. Moroni a Bergamo, 397; Savoldo, Romanino, Moretto a Brescia (quadri d'altare delle
— —
i
Chiese e Pinacoteca), 402.
402
Tintoretto e Paolo Veronese
Influenza di Michelangelo sulle composizioni. Peggioramento della tecnica. Forte contrasto d'ombre e luci, 402 Le sue tele colossali delle chiese veneziane, Palazzo Ducale e
Scuola
di S.
— —
Rocco, 402
Paolo Vero-
nese: toni argentei del colore, 404; la riproduzione della vita veneziana nelle Cene (Nozze di Cana, Cena in casa di Levi, Cena in casa di
Simone, il Convito di S. Gregorio Magno), 405 Quadri di chiesa (s. Antonio, s. Se-
—
INDICE DELLE MATERIE
\l\
—
Quadri di soggetto storico 407 L'elemento de(la Famiglia di Dario), 407 confavo delle sue pitture (dipinti co ossali del Villa Maser), della Palazzo Ducale, affreschi bastiano)
-
Decorazione
A
LA FINE DEL RINASCIMENTO j
,
j-
industriali, trascuratezza del di-
—
segno, immiserimento della fantasia, 412 ritratti e le statue (Carlo V a Madrid, CoSimo I a Firenze, Filippo 111 a Madrid), 413 Plastica decorativa: la Fontana delle TarBenvenuto Celtarughe del Landini, 413 lini e Guglielmo della Porta (statua del Perseo. 416 Ammannati, Paolo III), statua di Pierino da Bandinelli (Ercole e Caco), 417 Vinci, Leone Leoni, Giambologna (Fontana dei Nettuno, Ratto delle Sabine, Mercurio), 418-419 Decadenza della pittura: ritratti (Vasari, Bronzino, Salviati, Allori, Zuccari, Le pitture di Arpino Barocci), 420-421 Palazzo Vecchio a Firenze del Vasari, 421 Quadri figuranti supplizi del Pomarancio, 422 Accademie e Società d'Arte delle piccole città (famiglie Procaccini in Milano, Cambiaso a Genova; Pupini, Marchesi, Francucci, Bagnacavallo, Fontana, Sabbattini, Tibaldi, Passarotti e Samacchini a Bologna), 423-426. 1
—
—
—
—
—
i
-
-
-
D. del
-
L'Arte Industriale
Rinascimento
Italiano.
Influenza dell'Architettura nell'arredamento 427
Produzione industriale, rivestimento delle Leggi fisse dei pareti, camini ecc., 428 campi decorativi, 429.
—
db(jri
chiese 430 fe t
,
bat . del
£
dei
431
palazzi
Portafiaccole, lanterne (Caparra), picchiotti ecc., 431.
... pag. 412
_,.... Produzioni
,
acquasantiere, cancelli, stalli ' ca nde bri) lampade ecc., 430.
£
Arredamento -
delle
.
,
i(j
411.
6.
arredamento
e
.
,
Mobili
431
,-.-..
Cofani, forzieri,
letti,
coperte, 433.
433
Bronzi
"Vi" -ini" 'l\'à'\ Cancellate, candelabri (Chiesa del Santo di Padova, del Riccio), lampadari, 433. 434. ,'
,'
\Ì
_.•
4^ ta>
«pialli nnhiii metani nooiu
Bacini, anfore, coppe, orecchini, anelli, armature, saliere (Celimi, Bernardo da Castelbolognese), la pittura a smalto, 435-437.
439
Legno
,",.'" '"."*". .'„ ''.',.'.'.'.", ln 10 - tarsia (Giovanni Barili frati conBrunelleschi Benedetto ventilali lombardi ,
}^\
da Maiano Fra Giovanni da Verona, Fra Damiano da Bergamo), 439. maioliche
Arte Vasaria: Deruta, Faenza, Gubbio (Mastro Giorgio Andreoli), Pesaro, Urbino (Xanto Avelli, Dario Fontana), Casteldurante Cafa gg iol °> R avenna > Ferrara 44 '- 444 '
-
'
Vetri e vetrate
444
vetri artistici: Venezia e Murano. Le veI trate (Giacomo da Ulma, Marcillat, i Vivarini, Cristoforo de Motis, Antonio da Pandino, Pandolfo da Pisa, Pastorini ecc.), 444445.
COLLOCAZIONE DELLE TAVOLE FUORI TESTO
I.
II.
Andrea Mantegna:
S.
Giorgio.
nella
Frontispizio
Venezia, Gallerie
Masaccio: La cacciata dal Paradiso.
Firenze, Cappella Brancacci
Carmine
chiesa del
Pag.
suonano. Roma, Sagrestia
III.
Melozzo da
IV.
Bramante: L'uomo dall'alabarda
Forlì: Angeli che
(affresco).
di S. Pietro.
Milano, Brera
V. Decorazioni murali nel Palazzo Doria a Genova VI.
Sodoma:
S.
VII.
Leonardo da Vinci: La Vergine
Vili.
Michelangelo: Sacra Famiglia. Firenze, Galleria degli Uffizi
IX. Raffaello:
Madonna
delle
della Seggiola
Roccie. Parigi, Louvre ...
Firenze, Galleria
....
Pitti
X. Raffaello: Madonna Sistina. Dresda, Galleria XI. Correggio:
Madonna
XII. Sebastiano del
del
La
XV.
Il
ricco
212
del
quadro
di
250
»
274
»
284
»
306
»
326
»
332
»
348
s.
»
376
Firenze, Galleria Pitti
»
386
Epulone. Venezia, Gallerie
»
394
»
440
Bella di Tiziano.
XIV. Bonifacio:
Francesco. Dresda, Galleria
Piombo: Tre Donne. Particolare
Giovanni Grisostomo XIII.
s.
145
»
>.
Sebastiano. Firenze, Galleria degli Uffizi
107
»
a
Venezia
Maioliche d'Urbino. Raccolta Spitzer
—
A.
Mentre
NICOLÒ PISANO
e
GIOTTO
coloro che studiano la storia
la dividono, per darle maggiore chiaepoche distinte, l'umanità procede per periodi fluenti uno che solo l' occhio sperimentato di chi guarda dietro a sé punto di separazione. Anche nel campo dell'arte lo stile
rezza, in tante nell'altro così,
può scorgere qualche muta man mano, o inconsciamente abbandonando continuare accanto
Germania, però,
In
verso che in
nome
là
si
associa all'arte
in Italia
i
nuova
in
modo
E
una ragione
ciò per
del periodo degli Hohenstaufen, in Italia
quell'ordinamento politico
quella cultura nazionale che
di
e
senso
dagnando potenza
Roma
si
nuovi tentativi
Dacché secolo XII,
e autorità.
fantasia e serve d'impulso e
la
ricomincia
il
fervore di una
vita
esempio nei
di
si
si
al
segue soprattutto nelle opere di scoltura
risvegli
prima
la fresca
cioè
art'stica,
progresso, benché più lento, è più costante che
Questo progresso
dove par che
rinvigorisce
affermano, gua-
si
artistici.
in Italia il
basi
Agli occhi dei contemporanei, l'immagine dell'antica
sempre più viva, eccita
fa
le
dovevano condurre
municipale, forti personalità
sorge l'orgoglio
politico,
storica.
gettarono
si
paese ad un costante progresso. Le città salgono a grande altezza,
il
assai di-
caratteri che saranno quelli propri all'arte
Rinascimento appaiono già nel Medio Evo.
Infatti, alla fine
di
antiche forme o lasciandole
molti elementi gotici vengono ripresi dall'arte che porta
Rinascimento tedesco,
di
del suo
il
medioevale
l'arte
Mentre
Italia.
le
nuove.
alle
di
nel corso del là
dell'Alta
delle Alpi. Italia,
là
ispirazione artistica.
prendano, per esempio, come punto di partenza bassorilievi della facciata a Verona, rappresentanti leggende, scene del Vecchio e de! Nuovo Testamento (fig. 1) e le occupazioni di ogni mese, per procedere innanzi fino alle Si
di S.
i
Zeno
scolture del secolo XII (Deposizione di
Parma -
di
Verona -
un
soffio
forma. essere
fig.
fig. 2), e si
nuovo
di
canicamente
anche in
meschino autore,
frammento
di
pulpito nel
Duomo
XIII (fonte battesimale in S. Giovanni
vedrà come venga gradualmente spirando da queste ultime un'impronta personale più forte, un migliore senso della
in
Germania
figure semitonde, si
secolo
vita,
Nelle scolture del portale di
nate
dalla Croce,
3) o del principio del
o
Verona manca ogni individuaiità; potrebbero Francia. Si direbbero disegni tradotti mec-
in e,
nullostante
le
direbbe ch'ei neppure conoscesse
iscrizioni le leggi
che glorificano
del bassorilievo.
il
loro
Anche
MANUALE
2 la tavola
conservata nel
maestranza
Duomo
STORIA DELL ARTE
DI
Parma
di
(fig.
3) e scolpita dal
discendente d'una
d'Antèlamo, Benedetto Antèlami,
di scalpellini della valle
1178,
nel
forme par che derivi da antichi modelli. Ancora ai lati della due figure simboleggianti la Sinagoga e la Chiesa, più piccole delle
nel soggetto e nelle
croce
vedono
si
le
contraddistinte l'una dal calice, l'altra dall'abito pontificale. La composizione
altre,
come un quadro,
è intesa
maggior verità
di
e
manca
movenze.
In
concezione plastica;
di
ciò
fonte battesimale di Verona, nel quale e
Antèlami
l'
sono mosse con singolare giustezza
le
e
è
singole figure
hanno
figure snelle
hanno
le
vesti a ricche pieghe,
V
v*~
-
1.
le
con vivace energia. Manca però ancora quel
<
Fig.
ma
superato ancora dal maestro del
L'Adorazione dei Magi. Bassorilievo
di
Nicolò, sul portale della chiesa di
senso dello spazio, che insegna a disporre con equilibrio
e
Zeno
in
simmetria
Verona.
le
figure;
e
difetta ogni conoscenza della tecnica meglio acconcia al bassorilievo.
Da questo punto gresso,
benché
Toscana
il
offriva
di vista
le
scolture toscane appaiono più suscettibili di pro-
disegno ne sia più greve
anche minor campo
e
più rozzo. L'architettura romanica della
alla scoltura
che
la
lombarda. Le scolture dei
portali del secolo XII (per es. a Pistoia) sono di piccole dimensioni e di esecuzione
povera. il
Invece
l'uso
di
senso plastico
loro
e
adornare di
canti e dei frati predicatori,
i
e fu
il
dà occasione agli [artisti Furono nuovi ordini dei
pulpiti
di esercitare frati
mendi-
favore col quale venne accolta dal popolo
la pre-
perfezionarlo.
i
La predica divenne parte indimezzo alla chiesa, isolato, sorretto
dicazione, che diedero tanta importanza al pulpito.
pendente del servizio divino,
da colonne, ascoltatori.
invase
i
così
e
il
da permettere
La scoltura
si
pulpito sorse in al
predicatore di raccogliere tutti intorno a sé
gettò avidamente sul
parapetti del pulpito di ornati
e
nuovo campo che
di figure.
le
si
offriva,
gli
e
NICOLO PISANO
Fig. 2.
Fonte battesimale
in
S.
La ripetizione dei soggetti (Giovinezza Angeli) condusse
E
(iloTTn
Giovanni
e
in
Fonte
Verona.
di
Passione di Cristo, Giudizio universale,
dar maggiore importanza alla
Profeti,
Evangelisti,
forma
a tentare di ricondurla alla verità e alla vita. Nei pulpiti toscani
gresso,
e
in
tal
l'Alta Italia, bassorilievi,
si
senso,
è
costante;
e
gli
fin
artisti
dall'inizio,
1
confronto
in
il
pro-
alle scolture del-
scorge in essi una maggior conoscenza delle leggi della plastica.
che da un pulpito della distrutta chiesa di
renze furono trasportati in S. Leonardo d'Arcetri al
a
(fig.
S. Pietro
4) e
Scheraggio a
I
Fi-
che appartengono circa
250, in un modellato più rotondo dei drappeggi, nelle teste di profilo, nelle figure
Fig. 3. Depo*,izion
edetto Antclan
ei
Duomo
di
Pi
MANUALE
4
più regolarmente rilevate dal fondu
DI
ci
STORIA DELL'ARTE
mostrano
il
tentativo di una decorazione pla-
stica dei piani.
Simili a questi sono
i
bassorilievi in S. Michele in Grappoli (1194)
e
in
S.
Bar-
opera questi di mastro Guido Bigarelli da Como (1250), che attivamente lavorò in Toscana (a Lucca, a Pisa, a Pistoia) dal principio del
tolomeo a Pistoia
(fig. 5),
Fig. 4. Nascita di Gesù. Bassorilievo"
r
derpulpito
di.'S.
Leonardo d'Arcetri presso Fi
si distinguono dalle contemporanee toscane nelia compoChe anche all'epoca romanica si sapessero affrontare con grandi problemi della statuaria, lo prova l'eccellente gruppo di San buon successo Martino col mendicante sulla facciata del Duomo di Lucca (fig. 6). La statua deve essere della seconda metà del secolo XIII e si rivela opera nata in quella Toscana
XIII secolo. Le sue opere
sizione evidente e felice. i
che fu sin dall'antichità
la
non sa dare ancora grazia
culla dello sviluppo artistico. e finezza alle
Però
singole figure, che
la
mano maldestra
non sono per anco
di-
NICOLO rettamente dal
in
forme
le
reali,
l'occhio di
ed
zione,
che
rale
tempo fosse
pulpito di S. Bartolon
ha
educaè
matuquel
in
]
all'artista
più facile
sicuro
forme plastiche
i
le
già
Ed ecco
pronte. arte
e
cercare
il
suoi modelli tra
l'
nel
pla-
una ben
lunga
più
i
immagini
stiche
bisogno
W: Statua equestre del Gattatnelata
Accanto a Donatello e al Ghiberti sta in prima linea, tra gli antichi artisti del Rinascimento, Luca della Robbia (1400-1482). Di carattere più arrendevole, egli comincia dal subire l'influenza dei suoi due grandi compagni d'arte, soprattutto sorilievi
cantoria sopra
della
Firenze, ora nel
la
Museo dell'Opera
del
primo
L'esecuzione
è
qui
Rinascimento, più fine
venze sono meno ardite lice.
fare
Un'altra volta Luca le
porte di bronzo per
e
e
in
gara con
lui
egli
eseguì
suonano
cantano
e
s'indovina
varie, e nel
sostituisce a
la stessa
81),
(fig.
facilmente
pergamo
una
l'indole di
Donatello;
gli
di
aveva
li
delle più
Donatello, quando questi non
Duomo, che
bas-
belle
speciale di Luca.
complesso l'invenzione non
sagrestia del
i
Duomo
ne ebbe l'ordinazione, nel 1441
graziosa che nel
meno si
Donatello;
(nel 1431
già messi al posto). Nei putti che
opere
di
porta della sagrestia settentrionale del
ma
le
mo-
è
così fe-
si
cura di
erano state allogate
quattrocento: la scoltura
il
73
1436. Luca assume il lavoro con Michelozzo nel 1446 e lo finisce più tardi Benché Luca stesso apprezzasse, a quanto pare, la sua opera di scultore e di fonditore, pure la sua maggiore rinomanza è dovuta al piti modesto lavoro dei bassorilievi in terracotta invetriata, coi quali seppe ravvivare una forma d'arte specialmente fino dal
da
solo.
cara li
al
popolo. Con uno smalto qualche volta colorato,
rendeva più durevoli
maggior
e di
ma
solitamente bianco, che
questo genere
effetto, egli creò in
le
opere più
PmS.
Fig. 80. Donatello: Crocifissione. Bassorilievo
belle che
si
in
fossero viste in Italia fin allora e diede al
S.
Lorenzo a Firenze.
tempo
stesso la consacrazione arti-
Madonne, alla calma soaLa materi: ubbidiente favoriva la trattazione più dolce ricerche naturalistiche, e questo fu appunto il merito di Luca di
stica alle terrecotte, grazie alla deliziosa bellezza delle sue
vità delle sue figure delle
forme
e
le
(fig. 82).
1
.
trar partito dalla materia per ottenere
monotonia come l'esagerazione. Non misurato nel sentimento
e
miglior risultato stilistico, evitando così
il
nel secolo
c'è
nessuno che
egli
non usa che una
scolture in
limitata
serie
sono quasi sempre bianche,
marmo. Solo
gli
e
come Ad animare
concilii
fresca vivacità e la plastica compostezza. di
XV
colori;
le
non sfigurano, grazie
accessori, specie
i
lui
la
altro artista più semplice e
l'intima espressione con
ed arricchire
i
la
suoi bassorilievi
figure rivelate su
fondo azzurro
alla loro lucentezza,
accanto
alle
festoni di fiori e di frutti che spesso
MANUALE
74 incorniciano
bassorilievi
i
soave maniera
salì
Lungo un d'arte, cui dà e alla
morte
di
figli:
toni
a
gran favore
in
intero secolo la famiglia dei Della il
lui
Andrea diventa capo
Girolamo,
Luca
Duomo,
Luca,
della
La
diversi.
tutta
in
nuova
il
nipote
in
e
la
questa forma
Andrea
(1435-1525),
della bottega, che a sua volta trasmette
Robbia: Putti cantori.
ora nell'Opera di S. M. del Fiore a Firenze.
Paolo,
Marco
e
Giovanni che
fu
il
più valente
Questa forma d'arte sopravvisse innanzi nel secolo XVI. bassorismaltati di Luca sono spesso decorativi e si legano indissolubilmente all'am-
(1469-1529). lievi
tecnica
Toscana.
la
Robbia prosegue
suo nome. Luca prende come aiuto
Fig. 81.
cinque
STORIA DELL ARTE
sono colorati
rapidamente
Dalla cantoria del
ai
DI
biente soffitto
I
architettonico del
col
quale formano
protiro della cappella
cappella del cardinale di Portogallo delle lunette sulle porte
Pazzi, in
S.
un tutto: e
i
così
tondi con
Miniato. Le sue
(Museo Nazionale -
fig.
82 -
lacunari con rosette nel
i
le
figure delle Virtù della
Madonne
e altri
nei bassorilievi
a Firenze; in S.
Dome-
il
quattrocento: la scultura
75
nico ad Urbino ecc.) s'ispirano ancora ad un sentimento severamente religioso. Solo nelle
d'Andrea
opere
comincia
apparire
ad
grazia, quella soave amabilità che è considerata e
qualche volta par che ricordi
madre amorosa che nocchiata
più
di
in
ig.
Luca
82,
A poco
plastica
monumentale le
sulla
soave
in
e
a
e commuove Madonna ingi-
agita
si
Gesù bambino disteso
allargando
la
terra,
in
cerchia dei suoi bassorilievi,
in creta cotta, e
Madonnaro
invade così
Angeli. Terracotta nel
la si
e
vivace;
tali
sono
i
quegli
in
tempo ed anche
questa tendenza
Ceppo
è
al di il
E
volte
alle
il
campo
della
Museo Na
architettonica della decorazione.
osserva.
li
rinfocolassero
dale del
e
domina
Ma la
sono sempre più affa-
morbidezza
delle
forme
putti fasciati (medaglioni) d'Andrea della
Loggia dello Spedale degli Innocenti
diletto per chi
di
questo
e
per volta, col crescere dell'abilità tecnica,
semplici figurine in bassorilievo dove
e l'espressione
del
sempre
R.ibhia:
della
scinanti
Robbia
Robbia La Madonna diventa una
rappresentazioni drammatiche, in gruppi; costruisce altari, fonti battesi-
mali, tabernacoli, fregi,
i
bambino,
composta devozione davanti
frequente.
scuola comincia a prender coraggio,
avventura
suo valore quella molle
motivo, così caro anche alla pittura, della
Il
e in atto di
s'incontra
il
caratteristica dei Della
figure dell'Angelico.
le
volentieri scherza col suo
con ingenua vivacità.
tutto
in
come
in
Firenze
(fig. 83),
fonte d'infinito
comprende come la materia stessa e l'uso dei colori artisti la smania del verismo, soprattutto con lo scorrer fuori della stretta scuola robbiana. 11 più famoso esempio però
fregio che
si
adorna
in tutta la
sua lunghezza
a Pistoia, di Giovanni della Robbia,
il
portico dell'Ospe-
dove sono vivacemente descritte
sette quadri
Ma
le Opere di Misericordia (fig. 84). ben s'intende come l'attività dei grandi maestri non bastasse a tutta
la
Accanto a questi lavorano, più o meno derivando da essi, quali però con le opere loro non porteranno nessun nuovo elemento
vita artistica fiorentina.
numerosi
artisti,
i
nella scoltura fiorentina. Per le grandi imprese di diverso valore: di
il
Ghiberti per
la
venivan chiamati a collaborare
seconda porta
venti colleghi; Michelozzo fu per molti anni tra
di
bronzo
gli
si
aiuti di
fece aiutare
Donatello;
artisti
da più
Maso
di
MANUALE
76
STORIA DELL ARTE
DI
Bartolomeo (detto anche Masaccio), tanto apprezzato da Michelozzo
Luca
e
della Robbia. Perciò difficilmente
delle singole personalità, e
avviene
Duccio,
di
opere principali sono a Perugia (facciata di Francesco,
di S.
tata
v. pag. 49).
ad avere un'idea chiara
ad assegnare ad ognuno un indirizzo ben definito: così
d'Antonio
Agostino
per
B. Alberti, lavorò con
L.
riesce
si
(1418-1481),
fiorentino
Bernardino)
S.
Rimini
a
e
cui
le
(interno
Alcune 'delle sue teste ricordano con l'espressione
esal-
scuola pittorica umbra, altre figure nell'agitazione tortuosa dei veli o delle
la
lunghe vesti
—
però
di cui
si
hanno esempi
alcune rappresentazioni, molto mosse
—
classici
rasentano l'affettazione;
in
fortemente appassionate, raggiunge un'ap-
e
parente efficacia ed una grande varietà, senza però rivelar una perfetta natura d'arCiò valga anche per molti altri contemporanei di
tista.
Donatello, l'influenza del
quale s'esercita con più prepotenza sulle personalità più deboli.
A
Siena, mentre
nuove
svolge
(1371-1438)
Jacopo della Quercia
sua feconda attività. Già
la
prima opera che
nella
come
egli
XIV.
dello stile del secolo
per
mirabile
morta,
per
e
il
si
il
Lucca
di
nobile
la
conserva,
da molti Infatti
Duomo
del Carretto nel
pera
di lui
liberato
sia
si
aprono
scultori fiorentini
gli
vie all'arte loro,
vede
si
degli impacci
sepolcro d'Ilaria (fig.
86) è un'odella bella
figura
fresco senso di vita che spira dai
un motivo
putti del fregio, tolto a
suo capolavoro, invece
—
la
—
Del
classico.
decorazione plastica
non rimangono che della Fonte Gaia a Siena frammenti (dal 1904 ricomposti nell'altana del quali pur bastano a rivelare Palazzo Pubblico), i
degna concezione
la
e Fig. 83. fascie.
della Robbia: Bambino in Terracotta nello Spedale degli In-
Andrea
battesimale però,
Esso rivela
la
mano
del
uno
e
Gesù
e
i
(fig.
pilastri 85),
la
è
la
tomba
agli
uditori
(fig.
e
e col
malgrado
la
loro e
Petronio
S.
piccolezza,
Un
vigorose.
e
nello
il
e
tali
e
i
suoi ultimi
ne decorò l'archi-
della giovinezza di
da mostrare
la
sua
S.
Giacomo Maggiore, con in cattedra in mezzo
dottore
La sua forma d'arte personale rimase quasi senza influenza la
quale seguiva con ardore
d'un'espressione piena di sentimento fine esecuzione: Oltre a
e
altro suo lavoro del periodo
del dotto Galeazzo Bentivoglio in
87).
fonte
il
Ghiberti, autore d'altri due {Cattura
un bassorilievo rappresentante
sulla scoltura senese,
è
sei bassorilievi,
misura qui con Donatello,
si
con bassorilievi figuranti scene della Genesi
efficacissimi
parecchie statue
Giovanni. De'
largo
opera gran-
solo è suo: quello raffigurante Zaccaria
porta maggiore di
maravigliosa padronanza delle forme vive bolognese
S.
Battesimo di Gesù), senza rimaner loro inferiore. Visse
anni a Bologna, dove architettò trave
modo
il
vesti. Altra
maestro nella bellezza formale delle figure
autore di uno dei bassorilievi (Cena d'Erode)
san Giovanni
in
commovente. Jacopo
schietto procedere della scena
di
le
diosa affidatagli dai suoi concittadini
nocenti a Firenze.
nel tempio.
delle figure e
possente di trattare
Jacopo
e
di
la
scuola pittorica nella ricerca
compostezza,
e
poneva ogni cura nella XV non ha
della Quercia, la scoltura senese del secolo
più artisti altrettanto grandi, pur producendo molte piccole opere (sopratutto
Ma-
quattrocento: la scoltura
ii.
donne
bassorilievo), che sono fra
in
creazioni del primo
migliori
mento. Gli scultori senesi
come
fonditori
abili
distinsero
si
bronzo;
in
le
Rinasci-
di
e
questa loro abilità restano begli esempi
maggiore del
nel tabernacolo sull'altar
Duomo
Pietro detto
di
1480,
il
88) e nei due
fig.
Martini
Come
1497).
nese
in
149J
dal
(lavorati
metà
gruppo
della
il
Giacomo Cozzarelli composizione
nella
al
terracotta nella seconda
Pietà, all'Osservanza di Siena di
lo
Gior-
di
saggio della plastica se-
400 ricorderemo
del
angeli che
Francesco
fiancheggiano, di
gio
di Lorenzo Vecchietta (1412-
Siena, opera
di
(fig. 89),
(1435-1515),
nell'espressione
e
perfetto.
Contemporaneamente
la
scoltura
decorativa fiorisce in Siena per opera degli intagliatori
Antonio
Barili
scultore
Mariano 1
dello
e
detto
fratelli Barili
il
Marrina(1476-1534).
lavorarono insieme nello
ornamento
splendido
e Giovanni Lorenzo di
legno, inta-
di
gliato e dorato, che racchiude l'organo
sopra
zione
porta
la
Duomo,
e
della
Marrina
il
fronte
del
Cattedrale
e
sagrestia
la
ricca
Libreria nella
della
maggiore
l'aitar
del
decora-
chiesa in Fontegiusta (1516,
fig.
della 90), la
cui lunetta racchiude alcuni angeli che
piangono di
vero
e
il
Salvatore morto con senso
profondo dolore.
La seconda metà
XV
del secolo
non ha scultori grandi come Donatello,
ma una
serie di valorosi lavoratori che
continuano l'opera iniziata da
lui.
La
tecnica progredita permette loro di ot-
tenere nella parte decorativa un'esecuzione ferire
splendida alle
grazia gaia
geva
il
pratutto ed
al
e
grandi e
arrivare a
con-
composizioni
ima
di
tranquilla cui non giun-
loro antesignano, attento so-
all'espressione
movimento
caratteristica
delle figure.
Il
bu-
77
78
MANUALE
sto-ritratto e
sepolcro sono
DI
STORIA DELL'ARTE
temi prediletti dalla plastica fiorentina di questo nota già un realismo alquanto crudo, che non cerca la nobiltà dei tratti a scapito della vivace espressione individuale. La prova ce la porgono, tra gli altri, alcuni busti nel Museo di Berlino (già proprietà della famiglia il
periodo. Nei ritratti
come ad esempio
Strozzi),
i
si
il
busto
in
marmo
calcare della cosidetta principessa di Urbino
gnano,
un
e
Majano,
F'g- 85.
busto
il
terzo si
marmo
in
ritratto
di
conserva
così
il
da questi
eseguiti
busti di Piero,
e
fig.
da
il
92, e di
busto del vescovo
in
91),
opere
Egitto.
terracotta (Berlino)
Bassorilievo in
trovano anche
di
marmo
come
e
quello in pietra
Desiderio da Setti-
il
busto
in
nel portale di S. Petronio a
in altri busti di
altri artisti fiorentini nel
di Pietro Mellini, opera di e
si
in
Manetta Strozzi
Nicolò Strozzi, opera forse di Mino da Fiesole. Di quello di Filippo Strozzi, opera di Benedetto da
modello
Jacopo della Quercia: La fuga
(Louvre). Le stesse qualità
i
di
famiglia,
di
(fig.
terracotta e di
corso del secolo
XV
(si
marmo
Bologna
marmo
confrontino
Giovanni dei Medici, opere
Benedetto da Majano,
Salutati, pur
dovuto
a
al
di Mino da Fiesole; quello Museo Nazionale di Firenze;
Mino, nel
duomo
di Fiesole), qualità
che spiccano naturalmente anche più di quelli di terracotta dipinta. Il crescere del favore per la scoltura colorata, d'altronde così conforme alle tendenze allora dominanti, mostra quanto fosse popolare l'arte plastica e spiega perchè siano rari i
busti
in
bronzo.
che esiste tra vacità
e
la
scoltura, che
Infatti
la
vera arte popolare non conosce ancora
l'effetto plastico e quello
verità fisica;
pittorico: essa
non chiede che
perciò difficilmente s'adatta a rinunciare
non vuol ridotta a pura arte formale.
la la al
separazione schietta vicolore nella
MANUALE
80
monumenti
Nei
sepolcrali
la
DI
STORIA DELL ARTE
ricca
incorniciatura
sua grazia l'intonazione troppo aspramente realistica.
sume un Evo,
che
alto edificio; lo
mentali,
porta
pilastri
i
al
rivolto quasi
Fig. 87.
laterali
che fiancheggiano
sempre
Jacopo
a chi
guarda; una nicchia
della Quercia:
Tomba
di
da un tondo con
la
e,
angeli
come architetto (1409-1464) e capolavoro di Desiderio è la tomba del già
Carlo Marsuppini (f 1455), in Santa Croce
o la stessa parete
in S.
Giacomo Maggiore
e col
viso
formano
il
a Bologna.
sopra, una lunetta, occupata di solito e
più belli fra questi sepolcri fiorentini sono di
parlammo
liscia
Galeazzo Bentivoglio
Madonna, sorretto da
sarcofago. Su questo posa,
il
morto, steso orizzontalmente
il
fondo, terminato con un cornicione ornato;
Il
la
secolo
su un catafalco o sopra una bara,
1464).
con
sepolcrale as-
e dal sarcofago isolato propri al Medio XVI. Appoggiato alla parete, esso si svolge zoccolo, adorno di festoni con frutta, grifoni e figure orna-
durerà fino
come un
1
attenua
monumento
tipo fisso, diverso dalla lastra tombale
tipo
come
decorativa 11
di
un festone
di frutta.
Bernardo Rossellino,
del quale
incorniciato da
Desiderio da Settignano (1428-
segretario della Repubblica fiorentina,
(fig.
94);
di
Bernardo
è
il
monumento
Leonardo Bruni (segretario prima del Marsuppini, morto nel 1444 e sepolto pure in S. Croce, fig. 93), dove il ritratto del morto ha una profondità di espressione maravigliosa. Di poco inferiore è l'opera principale del fratello minore di Bernardo, Antonio a
(1427-1478), ossia
il
monumento
che per ricchezza decorativa
Sorge naturale
la
si
al
cardinale di Portogallo in S. Miniato
(fig.
95),
avvicina a quello del Marsuppini.
domanda: quale
è
il
posto di questi artefici in confronto a
QUA rROC ENTO:
IL
Donatello? È ben vero che eredità ad
in
ma
altri;
sua grandezza non era
la
URA di
delle sue qualità, tanto che davanti a tante opere minori,
possibile
è
che
pili
dubbio
il
che
artisti
degli
si
gli
solo per
predominanti
spesso
come
busti
qualcuna
di
bassorilievi,
e
quello
è
per
grazia
soave che sa dare
gran
ma
torme, per
delle
alle figure
elementi
gli
sue opere,
nelle
morbidezza
anche
la
trasmettono
si
avvicina, mentre dal maestro s'allon-
Antonio Russi-lumi, non
tana
decorativi
quelle che
sieno opera del maestro o
se
succedettero. Desiderio
gli
SI
poterono tuttavia impadronirsi
scolari
suoi
i
LA SCOLI
I
loro
alle
e
la
mo-
venze, qualità rese anche più evidenti dalla perfetta tecnica glioso
sono
e di
Gesù bambino,
deliziosi,
opere per
sellino e
di
la
massima parte d'Antonio Ros-
Desiderio da Settignano.
senza dubbio,
e
Duomo
nel
del segretario pontificio Pietro
l'altare
di
S.
Regolo (1484),
le
Lucca
di
proprio
Civitali
al
in
:
quali
risentono
si
carattere
il
come negli stesso Duomo,
altre opere minori,
angeli del distrutto tabernacolo nello
alcune figure allegoriche femminili (ad esempio
Fede, nel Museo Nazionale di Firenze,
Homo
Ecce
nelle
e
la
da Noceto (1472)
modelli fiorentini. Più chiaro appare
(.lei
in
l'amico suo
quale compi,
sua educazione artistica a Firenze.
la
provano due opere
tomba
san
di
così frequentile così
il
lo
busti
i
Ad Antonio Rossellino si avvicina Matteo Civitali da Lucca (1436-1501), Ce
Empoli dove
di
fanciulli sotto l'aspetto
nobili
ritratti
maravi-
saggio
e
menzione meritano
Speciale
Giovannino
quali
delle
e
Sebastiano della Collegiata
san
96).
(fig.
marmo
del il
Madonne
la
98), in vari
fig.
Spira da
in bassorilievo.
queste scolture una mistica pietà, una fede serena,
dà anche
cui
maggior
l'esecuzione accuratis-
risalto
sima, amorosa, che ritroveremo pure nelle sue opere
puramente decorative. Però malgrado questo carattere, per dir così, commovente, dell'arte sua, Civitali non ha né una grande potenza creatrice, né vigore il
o ricchezza di fantasia.
Forse
impedì
la
vita
calma
Civitali
al
sue energie
di
e
vuota della piccola
città
completamente le come Mino da Fiesole
sviluppare così
artistiche,
Fig
Lorenzo I
(1431-1484),
perdere nita
lavoro di
man mano
alla
zione,
sopraffatto
fresca
rende a
troppo
dal
finì
col
ih-i
i
(
Vecchietta):
ilir.ilt.il
>uomo
m.iL'.'-'iri
'li
quella acuta personalità, che u-
naturalezza
così
lavoro
B8
Pietro
«li
..lui ii.H iilu
seducenti
Firenze per
la
e i
alla
suoi
Badia (un altare
Bernardo Giugni, 1464-1481), ma
esecu-
schietta
primi
la
marmi, soprattutto e
i
busti-ritratti.
i
sepolcri del conte
sua maggiore attività
la
Ugo spiegò
fig.
in
Egli
97 -
e
Roma,
MANUALE
82
dove operò un numero grande S.
Cecilia,
S.
M.
Fig. 89.
molti
:
Mino da
della fine del
scultori,
Popolo,
M.
di
in
Trastevere
e
di
ecc.).
A
in terracotta nella Lllie^a
Fiesole, che gli
secolo
chiamati
STORIA DELL ARTE
tabernacoli scolpiti
di S.
Giacomo Cozzargli Altare
della fecondità di
romane
del
l'I
sepolcri (Ss.
tanto
giunse
Apostoli, la
fama
dell'Osservanza presso Siena.
vennero attribuite quasi tutte le scolture che accanto a lui lavorarono
XV, mentre sappiamo
fuori (ad eccezione di Paolo Taccone, detto
Romano),
Fig.'90.
MARRINA: DECORAZIONE D'ALTARE NELLA CHIESA
HI
FONTEGIUSTA
IN SIENA.
MANUALE
84
IH
STORIA DELL ARTE
come
da Pisa, Mino del Reame,
Isaia
Giovanni Dalmata da Tran
in
Dal-
mazia, Andrea
Bregno da Osteno Lugano, Luigi Capponi
lago di
sul
da Milano:
artisti tutti
impersonali,
diversi dei quali collaborarono con
Mino
nelle stesse opere. Dalle trac-
rimaste non
eie
fermare
romana
può ancora
si
che
riscontro
faccia
af-
una scuola
esistenza di
la
alla
toscana ed abbia caratteri assoluta-
mente che
propri; solo
si
l'intonazione,
ornare tabernacoli
può affermare costruire
nel
e sepolcri, fu
senza dubbio da Andrea Bregno, cui primi
lavori del genere (1464)
trovano nella chiesa
e
data i
si
Osteno.
di
L'ultimo degli scultori fiorentini, in
Benedetto
ordine di tempo, è
da Majano (1442-1497), operosità
si
vasto.
assai
svolge
in
intarsio in legno, forse
occupa
egli
un
posto
tra
maestri di plastica decorativa
numentale. Loreto, Faenza migliori
sua
l'opera
richiesero di
le
rimaste
sono
lui
i
mo-
Napoli
e
ma
;
e
cose nella
patria Toscana. La chiesa di S. Domenico a Siena ha sull'altar maggiore un suo ciborio di marmo, che
dà una perfetta idea della lussureggiante decorazione cara al primo
Rinascimento.
mostrano come
E
se
egli
suoi
i
non
ritratti
fosse secondo
a nessuno nella fresca e schietta na-
turalezza, S.
i
lavori nella Collegiata di
Gimignano
(altare di
Santa Fina)
sono testimoni della grazia vivace della
ambito
Esperto nei lavori
di
da Settignano: Busto della principessa d'Urbino
io
tetto,
la cui ricca
un
morbidezza
arrivare.
di
e
forme cui sapeva
L'opera sua
pulpito in Santa Croce
migliore (fig.
è
il
99) ric-
camente architettato e poggiante su una mensola, le nicchie del quale
.Mino da Fiesole: nel
Busto
il
Museo Na
anche archi-
Il
Simo ornate
statuette,
di
\
(.11
e
l
i
R0(
parapetto
il
concezione pittorica, pur ricordando plastica.
dall' arte
in
unità
il
Al
quando
dall'altra
l'ima
primo
declinare il
ciclo del
Altrettanto coltivata bronzo, che per
le
N
l
s'
O:
LA SCOL
ili
bassorilievi.
quadri
i
secolo
del
secolo
i
II
Questi
scoltura
e
(fig.
di
100),
pittura, cosi
la
felice
non sconfinano
epoca,
stessa
della
la
85
RA
lontane
tanto da chiudere strette
iniziava, s'avvicinano
Rinascimento. che
la
scoltura
marmo
in
era
difficoltà tecniche eccitava la fantasia
d'altra parte, per lo studio delle forme e
la
Firenze
in
fusione
la
inventiva degli
artisti;
in
essa.
precisione del modellato richiesta dalla
natura del materiale, corrispondeva all'indirizzo realistico di quelle anime d'artisti. fratelli Antonio (1432-1498) e Piero (1441-1489) fonditori preferiti sono Tra i
i
POLLAIUOLO. Antonio studio
Fig.
'
il
nobile
largo e
assegnare
Oggi difficile
Badia
dalla
quale
si
sente
l'abside
toglie
Gli
Ambrogio
con
Ma
(fig. 33).
sua di ottenere e
(fig.
quella
215) e
la
pittori, subito
anche per
saggi
dopo
mag-
i
la
e si
Cortile del Palazzo Spada.
preferiti, per serbargli, in
Milano,
la
Canonica
chiesa di S. Satiro con la prospettiva del coro e la
queste cose, del resto, bastano a dar saggio di quell'arte tutta grandiosi con minimi mezzi, con quei suoi purissimi profili ogni
sua dote di coordinare le
Bramante, traversa un laborioso di S. Maria delle Grazie, che
cupola
effetti
particolare all'insieme, tutte cose che
sue creazioni, più che risultato di
simo senso dell'armonia. Del celleria (fig.
e
Roma:
designava come uno de' suoi lavori
fanno parere
i
questi
Brera, un
ma
del Quattrocento.
la critica, rispetto alle architetture del
momento.
sagrestia
Comunque^ bastano fra
a
con Leonardo,
famigliarità
un posto onorevole
Fig. 224.
di S.
Chiaravalle ora passato
di la
decorativo.
l'intento
architetto,
lui,
frescanti
giori
nel
rivela
qualcosa" che a
colonna,
alla
Cristo
nel
e
fare
213
cinquecento: l'architettura
212),
pari, tra
con inclusa
la
i
un
monumenti che
chiesa di S.
Lorenzo
calcolo, frutto di
esistono in in
Damaso,
Roma, si
un
finis-
la
Can-
considerava
MANUALE
214
STORIA DELL ARTE
DI
a poco fa come la prima opera romana del Bramante: ma le ultime ricerche hanno provato che cinque anni prima della venuta del Bramante a Roma, era fi. io
già compiuta, così che piano ed esecuzione appartengono ad altri
Andrea
ad
semplice
Breno,
rustico,
pilastri, fregi
piano
il
principale
cornicioni),
e
degli specchi
quella del
cortile,
la
palazzo
Rucellai
che^taluni insistono
a
(fig.
a
un
credere del
e al giardino, in il
solo fizio,
Bramante nei
disegni
quale oggi
minor
col
che
piano se
S.
Pietro,
conservano
esiste, discernere la il
e
un
effetto
la
Maria del Popolo (1509)
e
il
in
superiori
sono
gradazione
ampliamento
l'architettura del porticati, .uno sul-
\1
le
colonne doriche certamente tolte
opera del Bramante
è
il
compimento
al cortile
Né molto
posteriore
più fortunato
giacché noi conosciamo quei suoi progetti in
Firenze,
non essendo
parte che spetta a
lui.
Così,
chiostro di S. Maria della Pace (1500)
di S. Pietro in Molitorio (fig. 217).
è
(parapetti,
fine
felice è
due
parte migliore, cioè quella intorno
di
ne
piani
dei
facciata pare
piano, forse,
il
;
pianterreno
11
architettura
forme
sue
parte non fu eseguita, in parte fu distrutta.
indiscusso e d'intatto che di S.
la
finestre
di
che reggono un piano superiore ed hanno
ma
ricca
Bramante, con
edificio classico (fig. 213). Più probabile
del Palazzo Vaticano;
fu
le
più
delle
Ne
40).
.W.Hlt'A.I
l'altro,
tra
varietà
delle aperture nelle pareti, la
e
Montecavallo.
una
ha
specchi
gli
rianimati da due pilastri. Con
di
Antonio
ad
l'esecuzione
possibile nell'edi-
non (fig.
ci
rimane
di
214), l'abside
piccolo tempio dorico rotondo (1502), nel cortile
Che operasse anche
a Loreto è sicuro. Anzi, fra
Fig. 226.
PESARO: PALAZZO DEL GOVERNO.
Fig. 227.
FIRENZE: PALAZZO PANDOLFINI.
216
Fig.
MANUALE
DI
228. Pianta di S. Pietro, del Bramante.
STORIA DELL ARTE
Fig. 229.
Pianta
di
S.
Pietro, di Michelangelo.
notar pure il magnifico molti lavori, fatti là con la scorta de' suoi progetti, è da da Nazareth. rivestimento marmoreo della casa della Vergine, che si narra portata chiostro di S. Pietro in Riesce di grande interesse il paragonarlo col tempietto del i
Fig. 230.
Pianta attuale di S. Pietro.
il
cinquecento:
l
architettura
217
dell'elemento classico, tanto Montorio, per vedere in che modo il Bramante si servì proporzioni, come pel buone semplicissimo delle mezzo col effetto suo il per ottenere degli edifici che il Bradi decorar riccamente. Pur essendo esiguo il numero
modo
mante
ci
ha lasciato,
il
posto che
egli
occupa come spirito
straordinario. Così la chiesa della Consolazione a Todi di
Matteuccio da Caprarola
Fig. 231.
è nel di
e
da Gabriele
Roma: Chiesa
c!i
S.
di
artistico,
come insegnamento
e
stile
il
fra
il
1508
è
da Cola
216), costruita
Giovanni da Como,
Pietro, secondo
suo insieme un bellissimo esempio di
minor pregio
(fig.
e
il
1524
progetto di Michelangelo.
bramantesco.
II
tamburo
e
la
cupola,
sono posteriori (1607).
—
Antonio da Sangallo il Giovine. Accanto al Bramante fiorisce in Roma una magnifica schiera di artisti. Le grandi imprese edilizie di Giulio li e di Leone X richiamano a Roma numerosi architetti: vengono da Verona il vecchio fra'^Giocondo da Firenze Giuliano da Sangallo già ricordato. Il nipote di quest'ultimo, Antonio da Sangallo detto lavora senza tregua non solo a palazzi e a chiese, ma anche
e
il
Giovine (1484-1546), La sua
a fortificazioni.
Fig. 232.
ROMA: BASILICA
DI S.
PIETRO
—
LA CUPOLA,
DI.
MICHELANGELO.
Fig. 233.
Fig. 234.
FIRENZE:
S.
LORENZO - SAGRESTIA NUOVA.
ROMA: PALAZZO DEL MUSEO CAPITOLINO
MANUALE
220
rinomanza
anzitutto
collega
si
DI
STORIA DELL ARTE
Palazzo
al
Farnese
Michelangelo condusse a termine. Di Michelangelo di
cui
si
fece
prima
la
prova
Baldassarre Peruzzi lui
si
di
Agostino Chigi per
la
quale
egli
c'è
Roma:
costruì in
chi fece
il
il
220) che alla sua morte è
teatro di Marcello
Siena (1481-1537) ha
attribuiscono molti edifici senesi.
Fig. 235.
(fig.
Vignola
il
cornicione
(fig.
legno, e l'ordine superiore del cortile che nei
in
ordini inferiori, dovuti al Sangallo, imita
A
e del
Chiesa di
Roma
nome
di
nel
(fig.
219),
due
218).
suo posto~presso
il
Bramante.
Sappiamo dal Vasari che per
incarico di
S.
il
Maria degli Angeli.
1509 una villa sul Tevere,
la
Farnesina,
Raffaello, sostenendo questa opinione con ra-
corpo centrale e le due ali avanzate, non ha modesto come il numero e la vastità dei locali è anche l'ornamento esterno. Malgrado ciò, anzi forse per ciò, è difficile trovare un edificio che meglio risponda al suo fine, e meglio si riveli luogo di dimora nobilgioni di
stile.
villino (fig. 221), col
11
che poche sale
e
mente piacevole.
poche loggie:
Il
palazzo
e
Massimo
fu utilizzato lo spazio angusto
e
dalle
Colonne
è
famoso per
l'abilità
con cui
tutto angoli, e per l'effetto pittoresco del cortile
interno. Esso è l'ultima opera del Peruzzi, la cui attività giunse fin nell'Alta Italia,
a Bologna
e
sopratutto a Carpi, dove sotto
svolse una fervida vita artistica.
la
signoria del conte Alberto Pio
si
il
--
Raffaello. è
Raffaello,
non
Alessandro
disegno la
(fig.
a'
e
il
nei
in
fondi
segue che
S.
erede.
architettonici
possiamo
suoi seguaci. Per libera e
far
largo
al
Orefici,
il
cui
le
fece la pianta nel
Ma
primo
il
il
destino
il
fabbriche aggiunte,
quadri
degli affreschi.
e
intravedere
1509, e nella Cappella
cupola su pianta quadrata,
edificio a
Egli
Bramante, senza aggiungervi nulla
meglio le
dei
di
quale
fosse
di
ma
anche
nella sua produzione
personale;
l'ideale caro al
ma
qui
è
Bramante
e
a'
chiese l'ideale è la pianta centrale a cupola, possibilmente più
armonica nella sua membratura In uno è curata soprattutto
sono due.
Bramante
colonnato del Bernini, non rimase che
Vidonì Caffarclli ha perduto, con
Maria del Popolo, altro
attentamente
noi
dal
successore nell'opera di San Pietro.
Nondimeno Raffaello ha diritto ad u\\ posto nella storia Bramante stesso dal letto di morie lo raccomandò al papa E come tale egli ci appare non solo nella piccola chiesa a
cupola di S. Eligio degli Chigi
derivata
221
originale.
dell'architettura,
come suo vero
architettura
suoi palazzi: del Palazzo Brancolilo dell' Aquila, distrutto
per
222), e quello
forma
sua
VII
e
l
generazione
giovine
suo compatriota
mostrò benigno
si
sotto
Della
cinquecento:
di la
quanto fosse prima. Pei palazzi, decorazione della facciata,
i
i
tipi
muri sono
da ghirlande a festoni, da statue nelle nicchie, tutte cose che prendono posto della tradizionale facciata a colori, così conforme allo spirito monumentale del Rinascimento. Oltre al palazzo dell'Aquila, abbiamo un buon esempio di tale
abbelliti il
MANUALE
222 indirizzo nel palazzo
Spada
(fig.
223
D!
e
STORIA DELI. ARTE
224) architettato forse da
(1501-1556), poi decorato da Giulio Mazzoni.
L'altro
Girolamo da Carpi
più semplice
è
e
severo.
Il
pianterreno, tuttora rustico o finto rustico, ha una più ricca membratura; nel piano
superiore
le
semicolonne prendono
colonne o due
pilastri,
il
posto dei pilastri;
finestre
le
si
aprono tra due
con l'architrave sormontato da un timpano angolare o cur-
Quando
vilineo.
intonacate, spigoli.
gli
le facciate sono bugne orlano almeno In generale durano la
le
ricerca dell'armonia nelle proporzioni e l'effetto piani.
Ji-^àii^^W
WÈ
I
degradante dei vari
primo esempio
Il
corona-
di
mento
delle finestre sostenuto
pilastri
l'abbiamo nel palazzo dei
Genova: Pianta
Fig. 238.
di
di S.
da
Maria
Carignano.
duchi di Urbino a Pesaro, di Luciano da Laurana, cominciato nel 1465 (fig.
226).
Quanto grandiosae
ta sia tale costruzione,
mente
numero
abil-
larga fascia intermedia
la
mascheri
schiet-
quanto
la
disuguaglianza tra
delle arcate
e
il
quello dei
finestroni,non èchi non veda! LuFig. 237.
Roma: Palazzo
Caetani,
del sori del
fu il maestro Bramante, ed uno dei precur-
ciano da Laurana
architettato dall' Ammarinati.
Rinascimento, come l'Alberti. Anche nel palazzo Pandolfini a Firenze, eseguito
(solo in parte) su progetto di Raffaello (verso
il
1520), prevale l'architettura delle finestre Scostandosi dalle abitu-
in grazia delle grandiose proporzioni e delle forti sporgenze.
dini fiorentine,
ij
pianterreno
—
è costruito allo stesso
modo
dei piani superiori
(fig.
227).
Anche il migliore fra gli scolari di Raffaello, Giulio Romano, lavorò d'architettura. Conforme a un progetto del suo maestro egli cominciò Giulio Romano.
il
a
Roma
stata
il
per
il
modello
cinquecento:
cardinale Giulio de' Medici di
una residenza
l
architettura
la Villa
estiva, destinata
Madama,
223 che, compiuta, sarebbe
ad albergare molta gente. Porticati
ad arco, con nicchie ai lati, terrazze, cortili, tutto è vasto, ma esteso più in larghezza che in altezza. Una leggiadra decorazione accresce giocondità all'edilizio, che
sa di S.
Maria
di
Carignano.
ascende sul pendìo di Monte Mario utilizzando ingegnosamente il terreno. A Mantova dove Giulio Romano dimorò usualmente dal 1524 sino alla morte avvenuta nel 1546, egli fuori della città costruì il palazzo del Te (Tejeto) in stile rustico, con un magnifico vestibolo aperto sul giardino (fig. 225), e costruì la chiesa, a tre la
cupola ottagonale
Michelangelo.
al
—
disopra del coro, di
Con piena
S.
libertà di
navate con
Benedetto a Polirone. spirito
intraprese Michelangelo a la-
MANUALE
224
DI
vorar d'architettura negli ultimi anni
di
STORIA DELL ARTE sua vita. Egli non aveva avuto educazione
Romano.
d'architetto, più di Raffaello e di Giulio
toniche non ebbe guita) di
campo
di
dimostrare tutte
Nelle sue prime opere architet-
sue qualità. Per
le
San Lorenzo a Firenze progettò più che
altro
tettonica a sostegno di statue e bassorilievi; e nella |
chiesa
233)
(fig.
tenne
si
alla
)
delle
romane
(dal
Capitolini
(fig.
opere
edifici
l'edicola
Angelo, Porta Pia,
Terme Diocleziane
sala delle
appare evidente che tutto
il
disposizione,
la
la
l'inventare e
gusto,
in
il
parole,
una 235),
dei
dimensioni, 11
suo
tutto
pel
infine.
era
grandioso e pel potente, e parti dovevano,
(fig.
saldezza
comporre
altre
chiesa in
suo forte era su la
rapporti, la fermezza delle
le
il
Maria degli Angeli inserta
S.
come com-
1534),
234),
pimento del palazzo Farnese, di Castel S. di
date
alle linee
vecchia dal Brunellesco. In molte
[|
gli
facciata (non ese-
la
una magnifica cornice archisagrestia nuova della stessa
le
forme
e
anche a spese della
loro singola bellezza, contribuire all'ab-
bagliante effetto dell'insieme.
Ma
sua vera produzione archi-
la
tettonica
s'affermò
di
architetto di S.
Già nel
XV
si
Paolo
con
II,
la
interrotta,
di
pola
a cui
il
Rinascimento tendeva
in
i
forma
centrale
ammirazione.
fin dall'inizio,
fu II
e
rimase
nel 1506 la
Bramante disegnò una
arrotondati
bracci
più profonda
finché Giulio
progetti, tra
centrale
la
Il
sotto
direzione di Giuliano
da Sangallo. L'opera poi riprese.
pro-
Bernardo Rossellino
continuato, molto lentamente,
e
ancora
pontiil
cominciato col rifacimento del
coro, per opera di
assicurargli oggi
il
era fatto
un rinnovamento dell'antica
di
basilica,
Pietro.
secolo, sotto
ficato di Nicolò V,
getto
quand'egli, settan-
1546, fu chiamato all'ufficio
tenne, nel
(fig.
Infatti
quali di e
serie
uno a pianta
croce greca, coi
una potente cu-
228),
che basta ad
tale tipo di chiesa,
parve portare l'architettura all'altezza
dell'arte classica.
Piante simili il Bramante aveva visto ed eseguito egli stesso, in Lombardia. Eppure sembra che questo progetto non venisse accettato senza proteste, sebbene il Bramante cominciasse il lavoro con l'innalzare quattro piloni della cupola. La i
Fig. 241.
CAPRAROLA: PROSPETTO DEL PALAZZO FARNESE.
Fig. 242.
ROMA: VILLA
DI
GIULIO
III.
MANUALE
226
DI
STORIA DELL ARTE
Facciata della Chiesa del Gesù,
di
Giovanni Trista
tradizione dell'edificio a croce latina era ancora troppo forte; onde non è meraviglia elicsi tentasse di sostituire
tipo a quello proposto dal te.
E
questo
Braman-
così resta facile a darsi ra-
gione del tentennaredegli architetti successivi tra lo,
successo
un progetto, quale
si
tetti)
è
navata. peratori
i
al
due
tipi.
Di Raffael-
Bramante,
in cui
la
attennero tutti
preceduta da
A
lui
è
rimasto
cupola gli
(alla
archi-
una lunga
furono dati per coo-
Giuliano
da Sangallo
e
r ISéiEST
"
IiF»'ì%[
.'"
(J
i
SAMPIERDARENA: VILLA SCASSI
Fig. 24G.
(IMPERIALI).
GENOVA: PALAZZO SAULI.
Fig. 247.
GENOVA: PALAZZO IMPERIALI
Fig. 248.
MILANO: PALAZZO MARINO
—
—
ATRIO.
CORTILE.
cinquecento:
il.
fra'
Giocondo.
Ma
poi,
morto
il
rimase interrotto,
e
di
nulla
si
Antonio da Sangallo.
fece
nemmeno del
229).
(fig.
Fig. 249.
parti dell'edificio alla cupola
buro, prima di morire. Sul
le
cupola sormontata dalla
(i
lavori sotto la direzione
(fig.
pilastri, le
da
braccio
al
quattro
lanterna
nicchie
della
croce
armonizzò
e
vide compiuta sino a tutto
231), ch'egli
della
anteriore
colonne
egli
tutte
le
Bologna: Archiginnasio.
tamburo
l'esterno della parte posteriore
cupola
i
morte del Sangalli!, ritornerai parti accessorie, rendendo tutto più semplice,
Davanti
ideò un portico a frontone sostenuto
la
progetto di Baldassarre Peruzzi tornato
Infine Michelangelo, entrato alla
progetto del Bramante, togliendone
sotto
229
primo (1516), morto Raffaello (1520) e partito fra' Gioattraversò dopo la morte di Leone X, l'edificio
nel 1536 furono ripresi alacremente
più grande, più definito
la
architettura
Roma
condo, nei giorni torbidi che
alla croce greca. Solo
l
dalle colonne accoppiate (fig.
232).
chiesa,
e
A
si
il
tam-
eleva poi sublime
Michelangelo appartiene anche
parzialmente
la
decorazione interna
ecc.).
Quarant'anni dopo la sua morte (1605), per opera di Carlo Maderna, il braccio anteriore della chiesa fu, con grande svantaggio ottico della cupola, allungato; e l'edificio, ricondotto alla forma di croce latina, divenne quale lo vediamo oggi (figura 230). L'occhio del critico trova molto a ridire sulla decorazione della facciata e
dell'interno
e,
in ispecie, sul
rivestimento marmoreo dei pilastri, compiuto da Lo-
MANUALE
230 renzo Bernini dopo
rimane pensa
di il
una
la
STORIA DELL ARTE
DI
morte del Maderna (1629),
ma
indescrivibile grandiosità, e che, per
è
innegabile che
quanto
complesso
il
com-
facciata guasta,
la
colonnato maraviglioso, opera dello stesso Bernini.
La forma
definitiva,
che ebbe
S.
Pietro,
benché non
riuscisse in tutto soddi-
sfacente, esercitò una grande influenza sulle fantasie degli artisti che vennero di poi. Si
vede nella predilezione per
gli
edifizi
a cupola, nell'abbandono delle navate tra-
verse e di un alto campanile, nel predominio che prendono sieme.
Quanto
più
si
ammira
langelo, l'autore principale del
chitettonica,
egli
la chiesa di S.
singole parti sull'in-
le
Pietro, tanto più alto
onora Miche-
si
monumento. Senza aver fondato una vera scuola
ebbe un seguito grande d'artisti che
sentirono legati a
si
ar-
lui
e
ammirandolo come un dio. Ma la natura singolare di Michelangelo, che dell'antichità fece uno studio puramente razionale, per desumerne alcune regole, non poteva dare frutti vitali. Infatti negli architetti posteriori a lui si è offesi troppo l'imitarono,
spesso da qualche cosa di calcolato, di freddo, che tende solo all'effetto, talora con
un'asprezza esagerata. Però Giorgio Vasari aretino (1511-1547), celebre storico degli artisti
italiani,
Bartolomeo Ammansati
Galeazzo Alessi
(151 1-1592) anche scultore,
Perugia (1512-1572),
di
rappresentanti maggiori
nuova tendenza,
quella
di
fe-
cero anche nobili cose. Del
Vasari
è bella la
degli
Uffizi
(fig. il
236),
fabbrica
Firenze
in
dell'Ammannati
palazzo Caetani(fig. 237)
e
giunte di
Romano
Collegio
il
Roma,
dell' Alessi
le
in
ag-
Palazzo Pubblico
al
Bologna
240),
(fig.
il
lazzo Marino oggi del
pa-
Mu-
nicipio in Milano (fig. 248), la
villa Scassi a
darena
(fig.
zo Sauli a e
Sampier-
245),
il
palaz-
Genova (fig. 246)
chiesa di S. Maria di
la
Carignano, pure a Genova, che
tutte
al
giolesco
si
accosta più di
piano michelandi
S.
Pietro
(fig.
239), e la cui pianta (fig.
238)
ha
figura
di
croce
greca inclusa in un quadrato, e
cui cupolette
le
minori non appaiono come satelliti della Fig. 250.
Bologna: Palazzo Malvezzi-Campe
la,
ma
l'ufficio
grande cupo-
fanno di
piuttosto
lanterne.
cinquecento: larchiteth ra
il
i
—
23!
—
Bl'ii diversamente importante che Vignola, il Serlio ecc. che ebbe sul nuovo indirizzo architettonico fu Giacomo Ba(1507-1573) chiamato più comunemente, dal nome della sua patria, Vignola.
teorici
Il
l'Alessi per l'influenza
rozzi
il
La sua regola
cinque ordini
di
colonne
di
poraneo Sebastiano Serlio (1475-1552) principali
attinsero
cui
a
Vignola, pur onorando lungi
un
dall' essere
come
di
i
libri
d'architettura del suo contem-
Bologna furono per lungo tempo
conoscenze teoriche
loro
le
e
tutti
i
gli
architetti
fonti
le
europei.
Ma
il
suoi contemporanei l'antico Vitruvio, era ben
teorico
arido
vitruviano; e basta per convincersene
guardare
l
Illa
del
i
suoi tre capolavori:
Caprarola presso
lazzo di di
Papa di alio
Popolo
Roma.
e
la
Egli è
un
Pa-
il
Viterbo,
la
III fuori Flirta
Chiesa del
in
(jcsìi
artista versatile, di
vigorosa fantasia, che, cercando di
li-
berarsi dalla dispotica influenza michelangiolesca, crea opere originali. Nella Villa Giulia (fig. 242) egli diresse soprat-
tutto l'esecuzione:
committente'stesso
il
e vari collaboratori (fra cui
il
Vasari
e
PAmmannati) concorsero al completamento dell'edificio ancora per intero ideato nello spirito del buon Rinascimento. Nel palazzo 241) egli
si
provò
rivestir delle
di
Caprarola
forme proprie
mento una forma poderosa L'edificio pentagonale,
bastioni,
(fig.
e riuscì felicemente a al
Rinasci-
di castello.
mascherato da
ha nel suo centro un cortile
circolare chiuso
da arcate. La membra-
tura architettonica del cortile,
la
leg-
giadra decorazione delle stanze, mostra-
no comejl principesco abitatore volesse
menar
qui
non solo sicura,
vita
lieta e sfarzosa.
Ma
del Vignola (1568) fu
chiesa dei Gesuiti
ma
l'opera principale il
(fig.
progetto per 244).
la Fig. 251.
La chiesa
Bologna: Palazzo dell'Università.
una sola navata, già frequente pel passato, aveva incontrato gran favore presso a
gli studiosi d'arte antica. Leon Battista quando disegna la chiesa di S.Andrea a Mantova ritorna per primo all'antico modello. Ora lo stesso sentimento religioso, che tende a forme di culto più impressio-
Alberti
nanti, più sensuali, favorisce questo indirizzo. Così avviene nell'architettura quel che
era avvenuto in generale nella civiltà italiana dalla idee fondamentali
il
Medio Evo continua
metà
a signoreggiare,
del secolo in poi; il
mentre
nelle
formalismo classico afferma
suoi diritti nella decorazione esterna. Il nuovo tipo di chiesa si avvicina, con l'accentuarsi della navata maggiore, alla chiesa medioevale, e abbandona l'ideale del i
MANUALE
232
Rinascimento puro, ornamentale
la
STORIA DELL ARTE
pianta a cupola centrale. La cupola soppravvive come parte
vien collocata all'estremità della navata maggiore. Altri caratteri
e
sono distintivi del nuovo nelle cappelle
DI
architettonico.
stile
Le navate
per concentrar tutto l'effetto nell'ampia
vòlta a botte, alla quale segue nella vòlta rappresentano
le
il
i
Fig. 252. Milano: Cortile del
irresistibile; la
musica, tutto
è
comincia a dare
la
S.
la
facciata
(fig.
magnificenza delle cerimonie
sala fastosa, fa i
sensi con po-
all'altare, la predicazione, in
tali
il
canto,
chiese foggiate a sala,
si
acustici.
(15209-1604), successore di Michelangelo nella fabbrica
cupola, diversa da quella da 243) opera del ferrarese
lui
progettata.
alle pareti.'
Ma
porte
e finestre
Nemmeno
Giovanni Tristani
svolgimento architettonico successivo. Essa e di colonne. La incorona un frontone
pilastri
chi
una
per colpire
Pietro, fece alla chiesa del Gesù, che nella pianta e nella figura è opera del
Vignola,
lo
a quella di fusi
Palazzo Arcivescovile.
maggiormente gustato, perchè, dovuta importanza agli effetti
""Giacomo della Porta di
immiseriscono
si
navata centrale con
maestoso vano della cupola. Le finestre aperte « orecchie ». Le chiese senza campanile hanno
e raccolta. La decorazione, simile mezzi sono usati e una grande impressione. Tutti
la
laterali
alta
cosidette
forma più definita
tenza
e
due
e
punto
piani,
è
a
e
l'abbelliscono
è del
di
Vignola
partenza
con membratura di le
nicchie e
gli
non hanno più alcun carattere chiesastico
brano piuttosto appartenere a uno dei
soliti-palazzi.
Un
la
per
gran numero
di chiese,
e
spec-
sem-
soprat-
cinquecento:
il
tutto fra quelle che appartengono egli,
seguendo
le
norme
Maderna,
e poi
tipo creato dal Vignola, al quale
fisse,
in
contrasto con e
lo stile
del Borromini,
barocco, che, per opera'del
dominò tutto
il
secolo XVII.
Bologna: Cortile del Palazzo dell'Università.
e Genova. In confronto di Roma, le città toscane passano in La capitale italiana era loro troppo vicina, per permettere ad esse
uno svolgimento nel
il
233
—
Alta Italia linea.
Gesuiti, ripete
per opera del Bernini
Fig. 253.
seconda
architettura
Vitruvio, oltre alle forme e alle membrature, aveva dato
di
salda regola e proporzioni
ai
i.
artistico indipendente.
Cinquecento una viva attività
Non
non significava abbandono d'ogni carattere speciale mare della costa adriatica e mediterranea, Venezia tato in potenza politica,
ma
la
dove regna anche dominanti locale. Le due grandi città di Genova, avevano molto scapi-
così nell'Alta Italia
artistica, per la quale l'accogliere le idee
decadenza non
e e
fu così precipitosa
da estinguere ogni
234 potenza dal
di
vita,
commercio
come
DI
Firenze
a Siena. Al contrario, la ricchezza
e
STORIA DELL ARTE
nel corso dei secoli, offre ora più che
mai
i
mezzi
di
accumulata
condurre vita
ricchi a edificare splendide dimore La maggior parte dei palazzi Rubens ammira tanto da non disdegnare la fatica di riprodurli in diligentissimi, sorse nel secolo XVI. La magnificenza degli scaloni, la bel-
piacevole, e invita
genovesi, che disegni
a
MANUALE
i
il
Fig. 254.
Padova: Torre dell'Orologio
nel
Palazzo del Capitano.
lezza degli effetti prospettici, l'arte di trar partito dalle angustie del terreno
pregi insigni di questi edifizi.
Galeazzo Alessi
(pag. 230) col
appaiono
bergamasco Giovanni
maggiori tra gli architetti che diedero a Battista Castello (1500-1570?) sono il diritto di chiamarsi « la Superba ». L'educazione architettonica romana i
Genova
dell' Alessi
nestre ecc.
si
Vede nei particolari, nelle colonne doriche binate, nei timpani alle fi240, 245, 246 e 248). Ma se, vagando per le strade, si passa, ad
(fig.
il
cinquecento:
Fig. 255.
architettura
235
Verona: Palazzo Bevilacqua.
esempio, per via Garibaldi che deve l'insieme qualcosa di proprio a
l
all'
Alessi
le
sue maggiori bellezze,
Genova, un carattere particolare ad
tettura che splendidamente armonizza con l'ambiente. Le strette vie,
impediscono
salita
alle
facciate di svolgersi nel senso
monumentale,
vede
si
nel-
un'archi-
essa,
terreno in
il
sia
limitando
l'architettura esterna, sia costringendo a concentrai" la ricerca e la ricchezza nella
membratura
interna.
vostri occhi, con
diosità
logna
(fig.
247).
240),
(fig.
Marchesi detto 250
Appena varcata
-
e
soglia,
la
l'ampio scalone che
si
presenta
ai
varie prospettive che forma, dà subito una impressione di gran-
Galeazzo Alessi lavorò pure per Milano (Palazzo Marino)
e
per Bo-
dove fiorivano ragguardevoli architetti come Antonio Terribilia
autore di parecchi palazzi fra
(f 1568)
fig.
le
il
Formigine
Fantuzzi)
oggi dell'Università
i
quali
Bartolomeo Triachini
e
(fig.
253)
l'Archiginnasio
(fig.
249),
Andrea
(chiesa di S. Bartolomeo, palazzi Malvezzi-Campeggi-
la cui
facciata
(fig.
che fece 251)
si
il
cortile del palazzo
Poggi
deve a Pellegrino Tibaldi o
Pellegrini pittore ed architetto(1527-1597) occupato da san Carlo Borromeo, a Milano, lavori dell'Arcivescovado (Cortile, fig. 252) e del Duomo, nonché nel suo palazzo a Pavia, poi chiamato in Spagna da Filippo II per le decorazioni dell'Escuriale. nei
Venezia bando un suo La
—
Jacopo Sansovino.
—
Anche
l'architettura di
tipo richiesto dalle condizioni locali, è costretta a
città delle lagune
non
è
infatti esclusa dal
Venezia, pur ser-
cambiare
movimento architettonico
lo stile.
del resto
MANUALE
236
come non ne è Falconetto (1458-1534) Verona (1484-1559)
STORIA DELL ARTE
esclusa la terraferma veneta.
d'Italia,
a
DI
Padova
a
(fig.
di Gianmaria Michele Sammicheli
Nelle opere
254) e in quelle di
sente in qualche particolare un accenno allo
si
stile
braman-
tesco.
L'influenza locale
pianterreno, e per
le
artistica nell'Alta Italia
Sammicheli usa
lo stile
Fig. 256.
riossa,
rivela anzitutto nella predilezione pei porticati aperti al
si
grandi finestre ad arco nei piani superiori. Anche esplica più liberamente.
si
La forma
e
il
rustico nei suoi palazzi veronesi, Bevilacqua
Vene
Palazzo Cornaro a
S.
ricordano quei progetti di fortezze
la
modo, (fig.
personalità coi quali
255)
e
il
Ca-
Maurizio sul Canal Grande, ora Prefettura.
e di
porte di città, oggetto di studio degli
suggeriva forme un po' grevi e masSansovino (1486-1570), che solo in età avanzata si recò da Roma e da Firenze a Venezia (1527), dove raggiunse gran fama, non può sottrarsi interamente alle influenze veneziane. Con la chiesa di S. Salvatore, artisti veronesi e veneziani, ai quali la fantasia
sicce.
in
Lo
stesso
Jacopo Tatti detto
costruzione dal
1506
al
il
1530 circa, finisce l'antico
stile
lombardesco; seguono
immediatamente le chiese del Sansovino con le loro cupole e le loro vòlte a botte. Ma egli non deve tanto la sua fama alle chiese quanto ai palazzi Cornaro (oggi Prefettura, fig. 256), Manin oggi Banca d'Italia, della Zecca (fig. 258) e agli edifici della Piazzetta di S. Marco. La loggetta del campanile rovinata insieme con questo nel 1902 e, con questo, ricostrutta dieci anni dopo (fig. 259), puro edificio decorativo, pur non avendo alcuna pretesa monumentale, ha la più grande importanza, perchè mostra
il
quale indirizzo ornamentale
cinquecento: si
Anche in
la
cui
Biblioteca era
(fig.
maestro,
architettura
fosse introdotto in Venezia,
sapesse trasformare l'arco trionfale
stico,
l
romano con
257) deve
alle
figure
la
nei
la
237 in
e
che
modo
sua trabeazione
il
e col
Sansovino suo attico.
sua maggior bellezza all'ornamento plapeducci dell'arco,
al
ricco fregio ed alla
balaustrata popolata
di
statue (motivo usato prima dal Sammicheli nel palazzo Ca-
Essa consiste
in
un doppio porticato che
nossa).
rivela la
buona scuola romana. Nell'insieme,
Rinascimento. La membratura architettonica,
nelle
essa è le
semi-colonne
una
e nel
cornicione
delle ultime creazioni del
proporzioni hanno tale una salda
il minimo mutamento distruggerebbe l'effetto complessivo. Ma ciò non Vincenzo Scamozzi (1562-1616) grandioso costruttore di palazzi (fig. 261), noto pure per aver trapiantato il Rinascimento italiano in Germania quando nelle Procuratie Nuove (fig. 260) ripetè la Biblioteca del Sansovino aggiungendovi un piano,
unità, che
—
intese
e
alterando
così,
per molto, l'effetto e l'armonia delle parti.
—
MANUALE
238
Palladio.
ma I
—
Il
contemporanei
tettura,
lo
seppe,
e
mondo romano,
STORIA DELL ARTE
Sansovino portò a Venezia
Andrea Palladio
solo
DI
di
Vicenza (1508-1580)
paragonarono a Vitruvio,
come nessun
senza però che
altro,
forme architettoniche
infatti
ad imporle con egli
fu
classiche,
le
sue opere.
un dotto
dell'archi-
indagare con alto intelletto nelle rovine del
dottrina e
la
e
le
riuscì
il
senso critico ottenebrassero
ma-
la
ravigliosa forza creatrice della sua fantasia. Concetti antichi egli svolse nel Teatro
Olimpico
di
Vicenza
della Carità a
brature, e
le
la
(fig.
262) che è una ricostruzione di scena romana,
Venezia (incompleto) dove tentò
vita classica.
Le sue
ville
e
i
nel Chiostro
e
di far rivivere, nelle stesse
suoi palazzi, in Vicenza
e
sue
mem-
nei dintorni,
sue chiese di Venezia sono ancora opere di quel Rinascimento che cercava
suoi
effetti
nella
degli architetti
romani soprattutto nell'uso
nella distribuzione dei locali, per esempio,
Tra
anteponeva anche
monumentali, che alla
fossero fatti per semidei piuttosto che per semplici mortali.
essi
uno
dei più rinomati è la
numerosi palazzi vicentini che portano piani, o stico)
egli,
comodità, quasicchè
Rotonda presso Vicenza, un
edificio centrale,
su alto stilobate, con un porticato jonico, a timpano sporgente ai quattro
norme,
come
delle colonne e delle semi-colonne,
parti essenziali di ogni edificio, e per la tendenza agli effetti
gli edifici
i
semplice grandiosità delle proporzioni. Si distinguono da quelle
tolte ai
classici.
lati.
suo nome, noi possiamo apprendere
le
Nei sue
L'unità della facciata non deve essere interrotta da molti
almeno questi debbono zoccolo; modera
come uno
il
essere dissimulati. Quindi tratta il
il
pianterreno (ru-
significato dei cornicioni orizzontali e
Fig. 258. Venezia:
La Zecca, oggi Biblioteca.
dà maggior
ciN(,n
il.
i
u
m:
\
Fig. 259. Venezia:
importanza
i.
architi;!'!
uka
239
Loggetta del Sansovino.
che spesso hanno l'altezza di due e sino di tre Ben s'indovina quale effetto dovessero produrre quegli edifizi monumentali che non rispondevano a uno speciale bisogno. A ragione la cosidetta Basilica, con la quale egli avvolse e coprì una sala medioevale, è considerata come il suo capolavoro (fig. 263). L'aperto porticato ad archi, a due piani, ciralle
colonne
e ai pilastri
piani (palazzo Valmarana).
conda l'antica fabbrica. La disposizione somiglia a quella della Biblioteca del Sansovino che già vedemmo a Venezia, ma è più ariosa e con la trabeazione più evidente. Le semicolonne che sporgono e quelle binate a sostegno degli archi sono doriche nel pian terreno e ioniche nel piano superiore, e ciò costituisce
due
ferenza tra
i
dimensioni,
la stessa
porticati, giacché
membratura
plice ripetizione dello stesso
una esclamazione,
Anche dano
a
edilizio
la
il
Palladio dava
al
la
porticato inferiore
del superiore, e otteneva
il
sola difle
stesse
suo effetto nella sem-
motivo, non diversamente dal retore che, col ripetere
rende più efficace.
nelle chiese
Venezia
il
suo
il
S.
Palladio mette
la
stessa intenzione
monumentale.
Giorgio Maggiore (rifacimento, eseguito nel
Si
ve-
1560, di un
più antico), S. Francesco della Vigna (soltanto la facciata) e il Redentore. La pianta della chiesa del Redentore (1577) si attiene ancora ai tipi del XVI secolo. La navata ha la vòlta a tutto sesto e strette cappelle ai lati, un vano coperto di
240
MANUALE
un'alta cupola sostituisce più importante è
a questa parete fece
la
la
Mentre, fino allora, posti
uno
transetto, tra
braccio maggiore
il
dallo
zoccolo su
e
pilastri
le
facciate erano fatte a
all'altro, e,
di
Palladio
la
pili
su fino alla
se
il
Palladio diede
col
suo timpano,
trabeazione
superiore.
soprattutto nella parte di mezzo, qualche aggiunta messa in
norma
timpano. Anche
coro. Storicamente
ordini di colonne o pilastri sovrap-
di
abbandonare tutte
le
i
diversi piani, qui
membrature intermedie
per un solo ordine di colonne, necessariamente più massiccie il
il
un portico chiuso
senso orizzontale (grandi portali, finestre) raffigurava col
e
facciata. Sotto l'influenza dei concetti classici,
forma puramente decorativa
colonne
salire
il
STORIA DELL ARTE
DI
e
si
afferma
orizzontali,
potenti, che portano
questo concetto palladiano non entra senza discu'ssione nella
nuova architettura chiesastica, guadagna però favore in un'ampia cerchia, e le facun ordine di colonne sorgono accanto alle altre d'origine romana, ed hanno l'approvazione soprattutto dei teorici. La fama del Palladio crebbe ancora dopo la sua morte e soprannome di Figlio degli Dei, che al figlio di povera gente, andata da Padova a Vicenza, fu posto da uno de' suoi ammiratori, non gli fu conteso dalla posterità; egli rimane sempre il rappresentante della probità architettonica, e quando gli artisti, stanchi della pompa e del lusso frenetico dell'arte edilizia del XVII o del XVIII secolo, sentono il bisogno di riposarsi, cercano e trovano la loro via nella ciate a
il
grandiosità semplice e calma dello
stile
caro, grazie al suo alto
il
ammiratore,
del
Palladio, ai Tedeschi particolarmente
Goethe.
La decorazione nell'architettura del Rinascimento. dei rapporti e nell'armonia delle masse,
pale dell'architettura del
Rinascimento.
Fig. 260.
si Il
fa a
—
ragione consistere
il
biasimo, poi, che spesso
Venezia: Procuratie Nuove.
Nella
bellezza
merito princisi
muove
allo
cinquecento:
il
stile del si
Rinascimento,
di
conto della ricca
tien
e
formava
ciate,
il
completamento necessario
soprattutto nel
le
241
al lusso,
delle
ma
forme
che nella maggior parte dei edilizie.
Le nicchie
nelle fac-
Rinascimento, sono fatte per accogliere statue,
tardo
statue erano incoronate
architettura
una certa fredda compostezza, dipende dal fatto che non vivace decorazione, in gran parte scomparsa, che nelle
opere d'allora non era affatto indifferente casi
l
balaustre sui cornicioni,
Queste opere plastiche spesso non hanno valore
e
di
rilievi
artistico,
ma
erano ornati se
mancano,
i
la
e di fregi.
crea-
zione architettonica appare nuda, anzi incompleta.
Palazzo
L'ornamento plastico
degli
Boriiti,
già Thiene.
specchi nelle facciate assai spesso è indipendente
dal pittorico. La pittura entra in uso più rapidamente in quei paesi riale di
costruzione
è
umile
e rozzo, e
quindi
meno
Cosi nei paesi del mattone, ossia nell'Alta Italia, è più diffusa ciate. Dalle figure isolate
tata
si
Talora
la
la
passa all'intera dipintura dell'esterno;
come un fondo generale
e
dove
il
mate-
atto a prender forma artistica.
quindi coperta in tutta
la
pittura delle facla
parete è trat-
sua superficie
di
figure.
decorazione pittorica rimane inclusa nella membratura architettonica. Le
pitture policrome o
monocrome
o in chiaro-scuro
erano ugualmente favorite. Nell'I-
MANUALE
244 talia centrale e a
Roma
appare una diversa forma
Le muraglie sono coperte
sopra,
e
il
disegno vi
vare sino alla
è
di
decorazione pittorica delle fac-
un doppio intonaco, nero di sotto e bianco di praticato raschiando o grattando, in modo che appare nero
ciate.
su fondo chiaro,
STORIA DELL ARTE
DI
di
può dalla semplice imitazione dei mattoni quadri (fig. 264) decorazione di un quadro a soggetto storico o mitologico. Questa e
tura a graffito, si
arripit-
quale
nella
distinsero particolarmente
Polidoro
Caravaggio
da
(f 1543)
eMATURiNO Fioren-
tino
e.
(|
1528)
che dà alla
e
un'apparenza
decorazione
plastica che l'accosta al bassorilievo, trovò facile e rapida
fortuna nell'ambiente romano, così appassionato per lo stile
plastico e per tutto ciò
che sapeva di classico.
rado
Assai di
possono oggi
occhi
gli
nei
deliziarsi
una facciata dipinta. Troppo fu distrutto dal tempo e dalle generazioni più tarde, nemiche del coresti di
lore.
noi
vita
con
Solo
fantasia
la
possiamo richiamare bellezza
la
in
quelle
di
lunghe vie fiancheggiate da facciate
Quel
dipinte.
rattere
festoso,
danno ora
strade
alle
peti distesi
o
le
ca-
che
gaio,
tap-
i
stoffe, nelle
grandi solennità, davano lora
durevolmente
razioni
al-
deco-
le
predilette alla gente
del Rinascimento.
Molte cose abbiamo anFig. 264.
cora che
Facciata fiorentina a graffito.
ci
provano
ric-
la
chezza della decorazione terna.
Anche
tettura,
ma
l'architetto
si
qui vale la regola che la decorazione non solo la
In
molte
fabbriche,
come
palazzi
e
di
in-
ravviva l'archi-
campagna
contenta sino di preparare l'opera all'artista decoratore
fondamentali che 11
completa.
anima
e
dar
le
ecc.,
linee
l'artista riempirà.
Rinascimento, con l'accentuare
la
decorazione a colori nei locali interni, non
Medio Evo. Infatti in Italia, riguardando indietro per secoli e secoli, si trova sempre la decorazione a colori dominare all'interno degli edifici. Basti accennare agli affreschi delle case romane e degli ipogei etruschi, alle
fece che seguire l'esempio del
Fig. 265.
SIENA: LIBRERIA PICCOLOMINI
Fig. 266.
—
PARTICOLARE DELLA VOLTA.
SOFFITTO DEL SERLIO.
MANUALE
246
marmoree
incrostazioni Sicilia,
musaici nelle chiese bizantine, agli
e ai
ecc.)
e
generale fosse questa consuetudine. la arricchisce di
dando col
lo
quale
è
svolgimento della decorazione nel senso decorativo
il
si
la
l'eredità,
ma
veramente con vivo interesse che, guarsec. XV e nel XVI, si ammira il modo
va armonizzando
col
monumentale, seguendone
lo
Stucchi di Federico Brandani
Palazzo Bavii
senza allontanarsi dalla naturalezza né venir
facendo nello stesso tempo e
Rinascimento non solo ne accetta
nuovi elementi. Ed
Fig. 2P7. Senigallia:
stile,
dai giotteschi, per mostrare quanto antica e
e 11
normanni in Zeno a Verona,
edifici
e S.
trattazione policromica dei costoloni e delle
alla
vele nelle vòlte decorate da Giotto
anche
Fermo
travate dipinte delle chiese romaniche (S.
alle
Miniato presso Firenze
S.
STORIA DELL ARTE
DI
meno
al
culto dell'arte classica, e
giusta parte alla ispirazione che deriva dalla freschezza
dalla vivacità della vita che circonda l'artista. Assai spesso lo studio attento delle
decorazioni, nelle quali l'artista l'essenza e
i
si
numenti spesso dovuti a influenze
La decorazione pittorica sperimentati. adiacenti
zoccolo e
che
le
I
il
esteriori e fortuite.
quadro,
fregio.
e
Inoltre,
da principio affidata ad artisti buoni e assumevano anche la decorazione delle parti
delle pareti fu
pittori a fresco di solito
al loro
maggior libertà, fa meglio comprendere non quello fatto sui grandiosi e semplici mo-
esplica con
del Rinascimento, che
fini
dipingevano
i
pilastri,
quando lavoravano
nervature architettoniche (nelle vòlte
i
al
che scompartivano soffitto,
gli affreschi,
lo
coprivano di pitture an-
costoloni). Modelli di tale specie sono
i
:
268.
ROMA: PALAZZO VATICANO — LOGGIE DI RAFFAELLO. PARTICOLARE DEGLI ORNATI .NEI PILASTRI
MANUALE
248 gli
affreschi del
nate di
di
fiori
Mantegna,
e
e di frutta.
ville e nei
Quando e
delle
allo
scorcio
prende
vòlte
un
a frugare coinè in grotte (di qui
lievi
lande messe
al
e
motivi architettonici; posto delle travi,
e circondate di fiori,
audace svariare con
le
di
risorgono
—
carattere. le
Le vele sono or-
265).
costoloni
i
secolo
altro
il
(fig.
lungo
XV
Roma: Palazzo Spada
nuovi modelli ornamentali di
del
umbra
e
bagni romani, che giacevano sepolti sotto
andando
giuoco
della scuola
quelli
Fig. 26D.
tori
STORIA DELL'ARTE
medaglioni legati insieme da cordelle,
decorazione dei muri
serie di
DI
macerie,
grotteschi, la
i
pittori e gli scul-
Partii
nome
di
grotteschi) trovarono
una
ne rimasero affascinati. Era tutto un leggiadro di
di studi
in cui
i
Nei palazzi, nelle
fusti sottili sostituiti
vaghissimi,
di
alle
non
sai se
più
colonne, di ghir-
cartelle sostenute
genietti, d'animali scherzanti tra le foglie.
forme
corrono festoni
ammirar
la
da
viticci
Quel giocondo e
sapiente distribuzione
dello spazio o
la
e
della flora,
zione a colori lascia poi qualche volta
rimarranno bianchi
solo
Tale varia profusione
tomessa
alle
ARCHITETTURA
249
si
di
aspirazioni
alle
libera imitazione dei motivi classici, vedi farsi strada,
grande uso della fauna
il
L
lussureggiante fantasia, corrispondeva perfettamente
la
del Rinascimento. In esso, tra
mercè
1A lAiii:
L'INI,}!
11.
animeranno ornamenti
linee architettoniche, e
non
un fresco senso
posto agli stucchi
il
di
di
La decora-
verità.
di
rilievo,
che più tardi
qualche profilo dorato.
pittorici e plastici
rimane però sempre
toglie chiarezza alle singole
sot-
parti dell'edi-
Parte d;l soffitto della loggii
Ed è apounto questo spontaneo e disinvolto adattamento sempre evidente attraverso la decorazione, che distingue
ficio.
nico, del
fondo architettostile
ornamentale
puro Rinascimento dalle opere dello stesso genere più tarde. Gli ornatisti della scuola raffaellesca.
primi ad uSare ticano
e
da Udine tinte, tali,
i
stile
—
grotteschi nelle pitture delle vòlte
Libreria del
nuovo
che
(fig.
al lo
Duomo
raggiunse
la
di
Siena,
fig.
265);
Il Pintoricchio fu uno de' (Appartamento Borgia in Va-
ma
è
con
la
scuola di Raffaello
perfezione. Le Loggie Vaticane, eseguite da
sotto la direzione di
Raffaello,
hanno ormai perduto
lo
Giovanni
splendore delle
ma il disegno basta a dare un'idea dell'infinita ricchezza dei motivi ornamenche scaturiva, senza alcuna apparente fatica, da quelle inesauribili fantasie
268).
Anche
nei motivi
fondamentali della decorazione delle vòlte
c'è
una grande
MANUALE
250 varietà.
Ora sono
edifici a
STORIA DELL'ARTE
DI
colonne, ora ombrelle e ventagli, ora
i
classici cassettoni.
Questi ultimi anzi vennero usati a preferenza, perchè con l'aiuto dello stucco offrivano maniera di scompartire variamente soffitto a cassettoni del Serlio (fig. 266)
che
la superficie.
in
essi
Piuttosto schematico è
il
questa forma trovò frequente appli-
cazione anche fuori d'Italia. Senza paragone più ricca
è
la
decorazione delle vòlte
quali mirabili quelli del palazzo hanno moltissimi saggi, fra Spada in Roma, dovuti a Giulio Mazzoni (fig. 269), e del palazzo Baviera in Senigallia, dovuti all'urbinate Federico Brandani (fig. 267). Giulio Romano portò la decorazione romana a Mantova (pag. 222) e Perin del Vaga (1499-1547) a Genova, dando bel saggio dell'arte sua soprattutto nel palazzo Doria (fig. 270 e tav. V). Non in
istucco di cui
si
i
eccessiva, né grama, questa decorazione che nelle sue linee
sempre trasparente
e
si
limita a pochi toni di colore
chiara, produce
pressione in chi guarda. Al vedere queste opere d'arte
che destassero nell'anima pensieri giocondi che fici
è
il
e
una deliziosa si
e
e
rimane
durevole im-
respira liberamente, quasi
sentimenti dolci. La composta armonia,
tratto caratteristico del Rinascimento, appare evidente così nei grandi edi-
sacri e pubblici,
come
nei più modesti luoghi destinati alle gioie intime della vita.
Tav. V.
DECORAZIONI MURALI NEL PALAZZO DORMA Da un
acquerello di Paolo Schuster.
A
GENOVA.
Benedetto da Rovezzano: Miracolo
;i
2.°
—
di
san Giovanni Gualberto. Firenze, Museo Nazionale
SCOLTURA E PITTURA
NELL'ITALIA CENTRALE AL PRINCIPIO DEL
Nel 1489 a
Roma
pone
si
compie
si
Firenze
in
prima pietra del palazzo Strozzi; nel 1495
la
in pietra,
ancora ideata secondo
lo
spirito dell'antica
toscana, mentre l'altra rivela, per prima,
la
completa fioritura
Rinascimento. Con
dell'alto
architettura
nell'
nuovo
è
ciò è definito
posto che storicamente Firenze occupa
il
Anche se avrà qualche artista Baccio d'Agnolo (1462-1543)
Rinascimento.
del
come
stile,
Cronaca
il
e
specialmente nei piccoli palazzi (palazzo Bartolini-Salimbeni) patria dell'alto Rinascimento.
pletamente,
Ma
forze
e
i
la
ricevettero
tra
sue
i
per
e il
Caratteri
XV
quali
dell'arte, e d'a-
grandi artisti del Cinquecento
le
loro
la
vita
dove
vediamo
nel
essi,
nei giovani anni,
campo
prima
di
ci
intraprendere
affascina
è
la
—
Nelle
gioia
benché spesso aspra
i
impetuosa. La
quasi e
in
molti
opere di scoltura
mancano quasi mai.
allora allora scoperto la natura, ed è con ardore che gli scultori
una
storia
freschezza della vita che vibra in esse, e
ingenuità che non
di
la
una nuova generazione.
della scoltura del Rinascimento. quello che
di
della scoltura e più ancora in quello
Quattrocento avvenimenti importanti che
a copiarla; la spiano avidi in tutti
con
i
esercitarono
insieme quegli incantevoli tratti
aveva
pittura. Qui è Firenze che
la
impulsi. Si dovrà quindi abbracciar con l'occhio
officina
vari
punti sembrano annunciare l'opera creatrice
del secolo
del
non sarà mai la si svolgerà com-
nuovo incremento
artistica fiorentina e toscana alla fine del secolo,
pittura, già
seguace
quest' ultimo
completa unità.
grande i
mura
mercè
dei grandi eroi dell'arte italiana. Nel della
—
d'azione, dove questo
scoltura
la
le
singoli elementi,
l'arte alla
È Firenze
—
Roma.
sarà
può vantarsi d'aver preparato condussero
campo
vero
11
ben altrimenti avviene per
ver serbato tutti
circa
tempo
facciata del palazzo della Cancelleria. Quasi nello stesso
la
sorgono due opere, delle quali una costruzione
1500
si
L'arte
mettono
suoi moti e cercano di avvicinarsi alla verità
ingenua
naturalezza
della
sconnessa, dà alla scoltura del primo
rappresentazione,
Rinascimento dure-
MANUALE
252
STORIA DELL ARTE
DI
e soprattutto, in un tempo d'arte fredda e riflessiva, le dà imporun modello desiderato. La giovane generazione, che salì in alto nei primi anni del 1500, non se ne accontentò e cercò ogni mezzo, proseguendo in quell'indirizzo, di condurre l'arte alla perfezione. La scoltura del 400 è per lo più decora-
vole valore;
tanza
1'
di
com'è all'architettura,
tiva, e, legata
motivi
i
pittorici,
per
es.
si sente imbarazzata anche dal dover imitare La natura poteva essere vista più in grande, le
nei vestiti.
forme copiate potevano diventar più potenti
non
tichi
era ancora tratto tutto ciò che
si
navano sempre più vento i
lacci
e
ai loro
modelli.
la
legavano all'architettura
Fig. 272. Alfonso
Come
pendenza.
eleva anche
la
le
Lombardi: Cristo
gli
prima una
I
si
avvici-
il
soprav-
le
e
conquista
marmo). Bologna,
S.
la
sua indi-
Petronii
la
il
si
pericolo (che diventerà
presuntuosa nullità
al
posto della
posto della vita vera, piena di carattere, rapcontatti col popolo diventano più fiacchi, e più frequenti al
i
aristocratici e intransigenti conoscitori d'arte.
serie di artisti,
ciano con opere nello la
in
statue
prendeva
concezione. La scoltura scioglie
decorativa,
(gruppo
vedere
di
Scultori fiorentini del periodo la
idealistico
dimensioni delle opere crescono fino a divenir colossali, così
potenza, l'arbitrio soggettivo dell'artista impressionante.
e della loro
e all'arte
risorto
ma
poteva trarre;
potenza delle forme. Ed ecco comparire
troppo presto un difetto inevitabile)
porti con
più semplici ad un tempo. Dagli an-
e
Oramai l'elemento
decideva della scelta dei soggetti
che
si
nuova maniera,
stile
tratti
di
transizione
appartenenti a un periodo
antico,
—
Firenze
di
transizione, che comin-
ci
presenta per
che introducono nelle opere, create secondo
e
particolari all'antica. Tali
Andrea Ferrucci da
Fiesole
Benedetto da Rovezzano (1474-1556; fig. 271) e Baccio da Montelupo (1469-1535; fig. 274) padre di Raffaello da Montelupo (1505-1567)
(1465-1526;
fig.
273),
fedele alle formule di Michelangelo.
Il
principale tra
gli
scultori di questo
ciclo è
il
cinquecento: scoltura
pittura
e
253
Giovanni Francesco Rustici (1474-1554). L'unica grande opera die di lui rimane è il gruppo di bronzo sulla porta nord del Battistero di Firenze, rappresentante san Giovanni che predica tra due ascoltatori (un Fariseo e un Levita; fig. 275 e 276). La potente
caratteristica espressione delle figure e la modellatura delle vesti
e
strano che" egli appartiene già all'arte nuova,
semplice ed esatta fedeltà
alla
dimostra quali
modo
in
abbiamo
al
vero.
che
e
si
Specialmente
evidente quanto stretti fossero
i
la
propone qualche
fine
dimoolire
figura di san Giovanni
rapporti tra
lui
e
ci
Leonardo, dei
notizia dal Vasari.
Andrea Ferrucci: Dossale
273.
d'altare.
Duomo.
Fiesole,
—
Completamente nello spirito cinquentesco è Andrea Andrea Sansovino. Con ucci da Monte Sansavino (1460-1529) che si vuole cresciuto alla scuola del 'Antonio
fonditore
;
del
bottega dei Cronaca. poi,
subito dopo
Battesimo
di
Poliamolo,
Egli
suo ritorno
il
sopra
Gesù
mentre
in
patria,
nudo
nella figura di
Gesù
nel
e
il
ili
dignità,
dove
i
monumenti
educato
creò
il
suo (fig.
nella
capolavoro, 277).
mano Vincenzo Danti perugino le
grandiose, e di un effetto potente. scolpì
1502,
fu
1492-1500) in Portogallo; il
Sono due
(1530-1576).
disegno della veste del Battista sono perfetti;
contrasto dell'espressione e del carattere fra
(1504),
(circa
porta orientale del Battistero
la
statue colossali alle quali diede l'ultima Il
probabilmente
più
lavorò qualche tempo
il
due figure ambedue semplici, piene
Da
Firenze,
dei cardinali Sforza e Della
Andrea passò a Roma Rovere pel coro della
5 5
w d Q < ffl
<
z O « W
O <
o < o u K H O z Z cu
o < f-
ce
< <
K U
< <
5H
Fig.
427.
SAVOLDO: MADONNA COL BAMBINO E SANTI. MILANO, PINACOTECA DI BRERA.
MANUALE
402
DI
STORIA DELL'ARTE
scuola di Brescia vanta tre ragguardevolissimi artisti:
Girolamo Savoluo
(
1
480?-
1550?), che dalla vecchia scuola veneziana trasse dignità e compostezza; dalla nuova,
Girolamo Romani detto il Romanino (1485rammenta Giorgione; e, maggiore di tutti, Moretto (1498-1555). Oltre a diversi ritratti, Alessandro Bonvicino chiamato il Moretto dipinse in dolci toni argentei un gran numero di quadri d'altare, che colpiscono per la compostezza dei gruppi e per la movenza dignitosa delle figure, piene di sentimento. È solo a Brescia, sua patria, che può giudicarsi in tutto il vigoria di colore di
1566),
forme
e di
427);
(fig.
che spesso
ardente,
colorito
il
suo valore. Là
egli
ornò
infinite chiese
con quadri che
in
parte
scolaretti (fig.
429),
Vergine
la
Cristo in
e
rato, per la bellezza delle figure e
nella chiesa dei Ss.
Nazzaro
Emmaus. Ma
il
conservano nella
si
Pinacoteca Civica. Tra questi ricordiamo 5. Nicola che presenta
Madonna
alla
fervido sentimento, è V Incoronazione di
il
Francoforte
e Celso. All'estero le gallerie di
gli
quadro suo più ammie di
Maria Vienna
(Santa Giustina) hanno bei saggi dell'arte del Moretto.
La tenace
Venezia
vitalità di
e
il
gran posto che teneva Tiziano nell'arte
ri-
non tanto però da impedire che le nuove tendenze si facessero a poco a poco strada anche nel modo di intendue maggiori campioni della nuova forma d'arte furono il Tintodere la pittura. tardano di molto
decadenza
la
dell'arte
veneziana,
1
retto e Paolo Veronese.
Jacopo Robusti detto
il
Tintoretto (1519-1594) rompe
l'unità dello stile ve-
neziano, non solo col sostituire alla dorata luce, diffusa per tutto forte contrasto
d'ombre
ma
il
quadro, un più
anche nell'ardore della scena, mossa, agitata,
e di vita, svolta
palpitante di passione
Da una
e di luci,
con piena indipendenza da ogni tradizione.
parte è attratto dalle potenti figure michelangiolesche, dall'altra non arriva
a liberarsi del realismo insito nella sua natura. Di qui quel senso di disarmonia che
urta alquanto nelle sue opere tarde. Nelle prime, invece, dove più brilla l'antico
splendore del colorito veneziano, come nel S. Giorgio di Londra, nella Nascita di
san Giovanni a Pietroburgo, o nel Miracolo di san Marco che piomba dal cielo a
—
salvare uno schiavo dal martirio (dipinto nel 1548
o nel rinvenimento del suo corpo (Pinacoteca di Brera,
mento
dalle figure!
quanta varietà
Il
Vasari
si
reprimere
sentì di
e
chiamò, quindi, a ragione
lo
tura, stravagante, capriccioso, presto e risoluto, e
il
fig.
432)
430), qual mirabile movi-
Dovette
nella composizione!
dere una fantasia irrequieta ch'ei non dello stile tradizionale.
Gallerie di Venezia, fig.
«
il
Tintoretto posse-
contenere nei limiti nelle cose della pit-
più terribile cervello che abbia
può vedere in tutte le sue opere e ne' componimenti lui diversamente e fuori dall'uso degli altri pittori». Quando egli adottò una maniera che richiedeva un lavoro eccezionale e l'uso d\ forti vernici secche, esagerò in rapidità ed impetuosità per rendere anche più fecondo il avuto mai
la pittura,
come
si
delle storie fantastiche e fatte
suo lavoro. Con
le
da
sue tele colossali coprì non solo
le
versale e Adorazione del Vitello d'oro nel coro della
canti di vita e di foga giovanile), ina anche
le
chiese veneziane (Giudizio Uni-
Madonna
pareti e
i
dell'Orto, opere riboc-
soffitti
nel Palazzo Ducale,
quadri, che che dopo l'incendio nel 1577 esigeva una nuova decorazione pittorica. egli operò qui, in gara con Paolo Veronese, trattano in gran parte allegorie o epiI
sodi relativi alla gloria di Venezia. ligiose (Glorie e Presentazioni) egli
nei quadri storici,
ad
es. la
Ma è
più che nelle significazioni allegoriche o re-
grande come vivace
e
appassionato narratore
Conquista di Zara, nella sala dello Scrutinio.
Il
Paradiso
Fig. 428. G.
B.
MORONI: RITRATTO DI VECCHIO GENTILUOMO. BERGAMO, ACCADEMIA CARRARA.
MANUALE
404 nella sala del
Gran Consiglio
molti dipinti che ornano
i
sionante
è la Crocifissione.
Scuola
ammucchiate
ai
il
emozione.
la
È da
gruppo
delle
Madonna
è
il
sue gigantesche dimensioni. Tra
(figg.
431 e 433), forte e impres-
tragico episodio in
donne
una
ricca, vi-
dolenti, perfette di disegno,
un
effetto di straziante
e san Nicola. Brescia, Pinacoteca.
deplorare che nella maggior parte dei quadri del Tintoretto
siano fortemente oscurati, e che molti d'essi luce
le
Rocco
piedi della croce, raggiunge
Fig. 429. Moretto:
si
di S.
Tintoretto allarga
vacissima scena popolare, dove raccolte, anzi
STORIA DELL ARTE
famoso anche per
è
la 11
DI
si
i
colori
trovino collocati in luoghi dove
insufficiente.
Paolo Caliari, detto
più
comunemente Paolo Veronese
(1528-1588), giunge
a Venezia nel 1555 artista completo, avendo già ornato di affreschi molte
anche nella pittura sacra. Non
ville,
ed
dunque da maravigliarsi che egli conservasse qualche carattere tradizionale dell'arte veronese, come toni argentei del colore. Nullameno egli può considerarsi come uno dei sarebbero avendo dato buone prove
i
di
sé
è
l'apogeo della pittura veneziana
405
La potenza
più schietti rappresentanti della vita e dell'arte veneziana.
mercantile
Venezia era certo sulla via della decadenza,
di
nunciavano
smaglianti, per
Egli raffigura
ciò. al
pompe esterne, la vita comoda e
alle
Louvre
e
a
le
ma
i
politica e
Veneziani non
ri-
all'antica magnificenza, all'amore per le cose belle e
lieta. Le opere del Veronese esprimono appunto tutto le Nozze di Cana, Cene sotto splendidi porticati a colonne
Dresda,
la
Cena
—
casa di Levi nelle Gallerie di Venezia,
in
Cena
la
san Marco. Milano, Pinacoteca di Brera.
Simone nelle Gallerie di Torino e di Milano, il Convito di san Gregorio Monte Berico presso Vicenza (fig. 434) e ci mette dinanzi agli occhi,
in casa di
Magno in tutti
a i
—
più splendidi particolari,
il
più ricco
e
il
più nobile dei festini. Paolo
dare maggior risalto alla bellezza delle sue donne con delle vesti, e alla tranquilla e
piccante e vivace.
È
gli
ornamenti
e
lo
ama
splendore
formosa venustà del tipo antico, sostituisce una grazia
innegabile, pero, che qualche volta in questi quadri giocondi
va perdendo della sua signorile finezza, per cadere nella materialità, quasiché suoi contemporanei non sapessero godere qualche ora in lieta compagnia senza l'ostentai
zione di grandi apparati.
dare
alle
A
Tiziano, invece, pochi e semplici mezzi bastavano per
creature del suo pennello l'espressione della felicità.
l'apogeo della pittura veneziana
Anche
nei quadri di chiesa (S. Antonio a Brera
Venezia, uno dei suoi capolavori, intorno
al
quale
si
-
fig.
407
435
-
e S.
Sebastiano a
affatico dieci anni) egli
non
si
astiene dall'introdurre qualche tratto profano, ispirato non tanto a un senso di realismo,
quadri
quanto di
al
desiderio di piacere allo spettatore. In
soggetto storico
Fig. 433. Tintoretto:
—
la
Gesù
alla
adjAlessandro (Galleria Nazionale nuncia ad empire di
presenza
di
Pilato.
Londra)
di
di curiosi la terrazza
Paolo nel mettere figure
sopra
il
si
fosse trattato di
si
pigliano licenze.
—
un dileggio ornamento
dei più
belli
tra
i
suoi
alla
religione.
Venezia, Scuoia di S. Rocco.
non omette
la
scimmia
non
e
ri-
colonnato. Del resto l'audace libertà
di buffoni, di cani, di
nità d'una cena dov'era Gesù, insospetti sino
fatte tali figure per
uno
famiglia di Dario, die s'inchina riverente davanti
il
pappagalli ecc. nella sacra solen-
Tribunale del Sant'Uffizio come se
Egli
pittorico e perchè
i
si
giustificò
pittori
(come
dicendo che aveva i
poeti
e
i
matti)
Fig. 435.
PAOLO VERONESE:
S.
ANTONIO ABATE FRA SS. CORNELIO E CIPRIANO. DI BRERA.
MILANO, PINACOTECA
I
Fig. 436.
PAOLO VERONESE: VENEZIA TRIONFANTE
—
VENEZIA, PALAZZO DUCALE.
L
Una
APOGEO DELLA PITTURA VENEZIANA
delle caratteristiche di
Paolo Veronese fu
la
411
predilezione
per
vaste ar-
le
ampie tele. Ciò non gli consuoi personaggi nobilsentì più il severo elevarsi dei gruppi, sì che noi vediamo mente vestiti, sorridenti amabilmente o superbamente eretti, passarci innanzi, ora chitetture
popolosissime composizioni tradotte
e le
in
i
ora isolati, non senza qualche squilibrio dell'insieme. In sostanza, l'elemento
affollati,
decorativo domina nei quadri del Veronese assai più che
meglio
ogni altro artista
di
Fig. 437.
affidate nel Palazzo
storici,
e nella Villa
Venezia
(fig. i
437).
fratelli
A
Maser, nella
Barbaro,
il
(fig.
quali
i
co' suoi affreschi
Non
Olimpo sono prettamente veneziani
moda
nei
tratti,
pareti di amplissimi
irrompono nella scena, colonne) dà ai dipinti
e lo stesso
di
il
che
negli
paesaggio che
si
Le dee
e
gli
e
dei
nelle
questo, in-
che spiano dalla porta
intravede
di
Palladio di-
abbigliamenti
ma appunto
e fanciulle
Paolo una intonazione
il
raggiunse una delicata nota
fastosa del tempo,
sieme all'amabile vivacità degli episodi (come bimbi o
le
cerchi profondità di sentimento o di caratteri.
acconciature, corrispondenti alla
le
e
meritamente famosi sono
più
villa dalle linee semplicissime,
Veronese
poetica.
si
soffitti
i
436) e V Abbondanza ora nelle Gallerie di
del suo
vi
furono
Giacomelli a Maser presso Treviso. In pa-
dei
allegorici,
e
Ratto d'Europa, la Venezia trionfante
segnò per
gli
Paolo Veronese: L'Abbondanza. Venezia, Gallerie.
Ducale
mitologici
Tiziano. Perciò
in quelli di
adatto ad opere come quelle che
Palazzo Ducale, Paolo coperse
recchie sale del
quadri
egli si sentì
e
par sorridere fra
gioconda intimità, allietata
MANUALE
412
STORIA DELL ARTE
DI
pure dalla luce chiara del colore, grazie alla quale
Veronese non cadde mai
il
quella freddezza che fu propria della pittura decorativa del tardo
LA FINE DEL RINASCIMENTO.
6.0
Se
il
in
Rinascimento.
giudizio sopra
un periodo
della storia dell'arte
sità degli artisti e sulla opinione che questi
ebbero
fondasse sulla opero-
si
ed espressero aper-
di sé stessi
tamente, nessuno potrebbe
fermare che
desse diminuire nel
che
corso
un
metà
scoltura su-
e la
tracollo intorno alla
quel
di
venne
sua 'fortuna
la
cinquecento, né
del
pittura
la
bissero
af-
italiana ve-
l'arte
Quanto
secolo.
dipinto, scolpito e fuso
dal 1530
lunga
1570 supera
al
la
somma
gran
di
opere
delle
create nel primo Rinascimento.
Un
altro fatto innegabile è che
l'arte italiana
mai come
potè gloriarsi
di
allora
servir di
mo-
dello a tutte. Schiere di artisti
anno passa-
settentrionali ogni
vano
le
parar
Alpi per venire ad im-
la
vera
dimodoché Scuola
la
arte in Italia
Roma per
Europa.
tutta
All'incontro, schiere italiani
;
era diventata
di
artisti
erano chiamati da ogni
parte d'Europa a maggior gloria Fig. 438.
Taddeo Landini: Fontana
dell' arte
disposizioni
delle
italiana. e
maestria sono fuori sione.
samente che, cioè, perfetta,
verso
la
La grande
abilità
di
Ma quando
di
discus-
essi orgoglio-
studio.
conduce a lavori abborracciati.
studiare la natura coscienziosamente
e
Gli artisti
non
si
curano più
riferendosi ai grandi modelli offerti loro
dagli artisti anteriori, da Michelangelo soprattutto, terli
felici
si tengono da più dei loro predecessori, in un senso solo dicono il vero, compiono più rapidamente un più ampio lavoro grazie all'abilità completa, cui sono arrivati. Ma qui appunto la posterità, che vede chiaro attrapolvere dei secoli, ha fatta giustizia. Di quel gran numero di opere solo
pochissime riconosce degne
di
Le
loro singolare
la
si
accontentano
al
più di ripe-
con qualche lieve mutamento.
mai pel corso dei secoli ebbe vita prospera un inquando si allontanò dalla natura, unica eterna norma
L'artificio soffoca l'arte; né
dirizzo artistico e durevole dell'arte stessa.
LA FINE DEL RINASCIMENTO Infatti, ciò
rono
che meglio opera-
del secolo furono
questi al
metà
sino circa alla
gli artisti
413
i
perchè
ritratti,
obbligavano ad attenersi
li
vero. Così
scoltura
i
come
pittura
in
sono
ritratti
lunga più pregevoli che
le
in
gran
di
compo-
sizioni sacre e mitologiche. Parteci-
pano
questo pregio
di
sura anche quali
in certa
da Leone
statua equestre di Co-
Leoni,
la
simo
a Firenze di
I
Giambologna
statua equestre di Filippo
fusa da Pietro Tacca.
e
Anche
decorazione
nella
tombe
a crear opere buone. Alcune
molte fontane sono fra
la
più
le
A Roma,
magnifiche che esistano.
è
gli
questa età riescono spesso
artisti di
e
III
Giambo-
a Madrid abbozzata da
logna
V
statua in bronzo di Carlo
la
a .Madrid, fusa a Milano
e la
mi-
monumentali
ritratti
i
fontana detta delle Tartarughe opera così bella che
ne attribuì
il
tradizione
la
disegno a Raffaello,
mentre ne fu autore un fiorentino
Taddeo Landini 1585. Il nome le tarughe levate
che
eseguì nel
la
viene dalle tar-
in alto
da quattro
giovani nudi sottoposti alla vasca 438).
(fig.
Il
fenomeno
scorriamo non gare.
Quando
affaticarsi
in
storico di cui di-
gli
forme
canza
di
avverte; la
posa
sono
anziché
artisti,
cerca
elevati e significativi, di
da spie-
è difficile
soggetti
di si
contentano
lievi e semplici, la
man-
naturalezza difficilmente la si
e
i
figurati
sente invece gesti dei in
modo
si
quando
personaggi assoluta-
mente inverosimile, con uno sforzo che non deriva, come nella prima età delle arti, da difetto di abilità manuale e da imperizia dell'occhio, ma da un traviamento del gusto.
Fig. 439. Perseo, di
Benvenuto
Firenze, Loggia de'
Celli
Lanzi.
MANUALE
414
Fig. 44(1.
PI
Guglielmo della Porta: La Giusti;
STORIA DELL ARTE
.
Particolare del
!ica
di
S.
lento di Paolo
Farnese.
111
Pietro.
Questa inverosimiglianza non è da confondere con quella esagerazione o meglio
esaltazione
del
che
vero,
tende ad una superiore
pura
espressione
e
più
del carat-
che deve considerarsi
tere, e
una idealizzazione
della na-
tura per opera dell'arte. La figura idealizzata è superiore alla
ma non
natura,
ad
traria
caso presente
con-
Invece
essa.
nel
contraddi-
la
zione sta in ciò, che quegli
tumultuosi
sforzi
dono renza
una
come
ma non
Due
Apostoli. Firenze,
Duomo. Cinta
del Coro.
dicono nuli?,
quelle orazioni
matorie
Fig. 441. Bandinelli:
indiffe-
quelle figure parlano
;
molto,
nascon-
intima
nelle
suono
delle
tutto,
e
belle
manca
nuto. Di ciò
quali
gli
declal'alto
parole
è
ogni conteartisti
per-
LA ['INE DEL RINASCIMENTO
sonalmente hanno
anche
minor culpa. Spesso
la
la
415
composizione
risente
si
della
troppo rapida esecuzione.
Ad
ogni
modo
deve riconoscere che
si
anche
se
gli
artisti
si
fossero applicati
non avrebbero mai raggiunto la freschezza dei loro predecessori. Il mondo ideale del Rinascimento italiano era oramai esaurito; oramai consumate erano le forme artistiche nelle quali quelle idee si erano concretate, e nessuno con più pazienza
lavoro,
al
nuovi concetti che allora signoreggiavano
dei
di
là
dalle
Alpi
poteva
farsi
strada
in Italia.
Ammarinati: Fontana del Nettuno. Firenze, Pia
Fig. 442.
Come sempre,
la
fantasia
attingerne vera ispirazione, e lo sforzo della
La nuova forma sibile se
e
si
attiene specialmente alle antiche forme, senza più
senza riuscire a conservarle quali erano.
grandiosità non bastano a mascherare d'arte,
non unito
a
il
la
del
pensiero nazionale. Invece, in questo il
vano favore tutta
in Italia, così gli italiani
l'arte italiana è la civiltà
esteriori,
tra l'arte e gli
artisti
la
nazione.
stranieri tro-
sono accolti ed onorati nelle più lontane Corti,
come un ornamento indispensabile. Del resto aveva assunto un carattere internazionale per le sue forme
considerata ormai
italiana
magnifiche
fasto esterno
realismo che succede all'idealismo plastico, non è pos-
un nuovo indirizzo
momento appunto, par che si venga sciogliendo legame Infatti gli artisti mutano paese con somma facilità, e come dove
Il
meschinità del concetto.
e squisite. All'arte,
che un bell'effetto decorativo.
che non
è più
capace d'altro, non
si
chiede
MANUALE
416
Sarebbe tura. Se es.
si
difficile dire se
guardano
i
concludere che
più soffrisse di questo
bassorilievi che
della statua equestre di
STORIA DELL ARTE
DI
Cosimo
I
ornano
gli
mutamento
monumenti
a Firenze), o certi sfarzosi altari,
scoltura decade più visibilmente. Perduto
la
pittura o la scul-
la
zoccoli dei grandi
vazioni,
senso delle belle ele-
il
neppur raggruppare posta
ed
non sanno più figure in com-
scultori
gli
(ad
dovrebbe
si
le
simmetria,
equilibrata
neppure raggiungono rico cui
tendono con l'accentuare
singole
figure.
grandi
i
storici
intravedere e
D'altra
lasciano
trascurata esecuzione
la
miseria e
la
le
anche
parte
religiosi
e
e
pitto-
l'effetto
il
delle forme, così
vuoto pretenzioso
da fare un'impres-
Comunque, numero delle
sione anche più penosa. si
può affermare che degne
opere
di
il
studio
maggiore
è
nelle scolture di questo periodo, che
pitture.
nelle
Senza tener conto del Tribolo, già ricordato, che segue in parte
traccie del Buonarroti,
noscere
e
della Porta (15009-1577). con
ma
sua orgogliosa
la
le
rico-
Benvenuto Celdi Guglielmo
valore di
il
(1500-1571)
lini
deve
si
Il
Cellini
bellissima
autobiografia provvide da sé a cele-
brare
la
sua grandezza.
fama non durò né Francia
—
dove
in
molto
Corte di Francesco indiscussa,
come
più colpisce in
Ma
patria,
—
I
la
operò così a
sua
né in alla
lungo
egli
sperava. Ciò che
lui, è
l'irrequieta atti-
vità che lo fa operare nei più diversi
campi
dell'arte. Nella storia dell'arte,
più che lo scultore s'ammira l'orafo,
quantunque Leone l Gian Giacon
Fig. 443.
diiì
:
Particolare del
de' Medici. Milano,
monumento Duomo.
a
nel
Lanzi a Firenze)
Perseo (Loggia dei egli
che supera quasi tutte
tempo giovinetto eroe nel loro realismo
Porta appare così suo sepolcro,
anche se altrove
439).
Le forme acerbe del
risentono ancora del tipo caro
al
XV
secolo e
si
dalle
egli sa si
(fig.
un'opera
altre del suo
vuote esagerazioni dei manieristi. Anche Guglielmo della felicemente ispirato, quando nella statua di papa Paolo III seduto
mantengono monde sul
si
lasci le
mettere tanta viva verità e tanta freschezza, che si perdona le orme di Michelangelo e, come tutti gli artisti del
limita a seguire
tardo Rinascimento, crede che l'arte tragga l'effetto maggiore dalle proporzioni colos-
LA FINE DEL RINASCIMENTO
Fig. 444.
sali
(fig.
440).
A
417
Giamnologna: Fontana del Nettuno. Bologna, Piazza del Nettur
tanto errore
li
aveva condotti l'imitazione
senso pedestre, superficiale. La tendenza alla grandezza
di Michelangelo, intesa nel
e alla
potenza, che
emanava
non era più che una ripetizione meccanica. Anche peggio fecero Bartolomeo Ammannati (1511-1592) e Baccio Bandinelli (1493-1560) fiorentini quando vollero gareggiare con Michelangelo. Il Bandallo spirito stesso del maestro, negli scolari
MANUALE
418 dinelli, se
dobbiamo credere
al
STORIA DELL ARTE
DI
Vasari, lo scimmieggiava anche nella vita. Certo
gli
Ìstro.
porto invidia
e gelosia finche visse, e
non comincio mai nessun lavoro senza atteggiarsi continuatore, anzi emulo del maeNon gli mancò ingegno, come mostrano
n
le
figure degli Apostoli a bassorilievo, che
ornano
cinta del coro
la
rità e bellezza
tecnica.
quali
più noto
è
V Ercole e
Caco
della Signoria a Firenze, spiace
dezza
movenze
le
intima
dei
satiri
contra-
e la
Del
si
fred-
resto
cose mi-
nelle
ben
nori comportarsi meglio, e
vede nella
dove
Net-
il
poco meno che grottesco, mentre
e
i
Piazza
il
personaggi.
fontana della stessa piazza, è
altre
grande
in
agitate
anche l'Ammarinati seppe
tuno
e
ima
rivela
Nei gruppi colossali, tra
abilità
sto che c'è tra
di
semplicità, ve-
linea (fig. 441),
di
opere sue nelle quali
il
Duomo
nel
una singolare
Firenze, di
i
ninfe della vasca sono model-
le
con vivacità ed eleganza non comuni
lati
1554)
Leone Leoni (1509-1592
e
che ebbe
gran successo
continuata dal
l'opera sua fu
-
fig.
443)
Spagna, dove
in
figlio
Pom-
peo, morto a Madrid nel 1610.
È
però uno straniero che nell'ultimo
periodo
del
Rinascimento
scultori indigeni
Boulogne stabilirsi a in
di
:
il
trionfa
Donai (1524-1608), che
Firenze(1556) italianizzò
Giovanni
sugli
fiammingo Giovanni
Bologna
o
il
nello
nome
Giambologna.
Egli divenne in tutto italiano. Studiò con
amore Michelangelo; ma, dotato un temperamento più tranquillo,
grande com'era
di
suo vide limpidamente,
l'occhio
lavorò sicura, d'ogni miti
e
l'opera,
la
mano
rimanendo scevra
esagerazione, non
oltrepassò
i
li-
dell'arte.
Altra sua fortuna fu di avere avuto della verità e della vita
un sentimento Fig. 445.
Mercurio
di
Giambologna.
Firenze,
superiore a quello di tutti
Museo Nazionale.
sue
i
suoi
contem-
che appare specialmente dalle Madonne. Assai belle sono pure le
poranei;
il
Nettuno a Bologna, bene ideata come disposizione delle architetto palermitano (15087-1592 varie parti da Tommaso Laureti pittore e sarà Lanzi dei Loggia nella Ratto delle Sabine fig 444) Il aruppo così ardito del un'opera piuttosto ragionata che pur sempre ammirato anche da chi lo giudichi figure della fontana del
LA FINE DEL RINASCIMENTO ispirata, nella quale
curio in bronzo del
il
calcolo prevale sulla fantasia.
Museo Nazionale
di
419
Opera perfetta
è
invece
Mer-
il
Firenze, in atto di volare nell'aria
pog-
e
Con questo capolavoro, meritamente ammirato ed invidiato dagli artisti, Giambologna si affrancò superbamente dallo stile dominante nell'età sua ed infuse un palpito di vita nuova in un concetto classico. Nelle opere decorative invece egli è vero figlio del colossale, e quando lavora d'ornato trasporta nel campo della suo tempo: ama giante leggermente
il
piede sopra
il
del
soffio
vento (1564
-
fig.
445).
il
plastica l'antico stile grottesto con
Eie. 44(1.
In
tutta
la
Vasari: Leone
X
in
le
mezzo
al
sue maschere
Mercurio
di
Giambologna. Se osserviamo
1540
al
1580,
dal e le
venir
meno
le
vediamo rapidamente
permette
v'è
Firenze, Palazzo Vecchio.
un'opera
di
merito uguale
senso del disegno
il
Oramai
le
al
e
del colore
figure leziose e inespressive o
vizio universale.
Inoltre,
un'esecuzione superficiale
agli artisti
animali fantastici.
molti affreschi e quadri a olio prodotti
offuscarsi
caratteristiche individuali.
movenze esagerate sono divenute un
abilità tecnica
i
suoi
i
Collegio dei Cai. liliali.
momento non
pittura di questo
e
mentre
e affrettata,
la
la
coltura poetica non è cosi profonda da preservarli dalle vuote declamazioni
grande diffusa e
dalle
stranezze.
Anche
qui l'imitazione di Michelangelo ha portato
per opera di quel gruppo che
Dal naufragio si
si
salvano soltanto
attiene alla tradizione.
altro è a dire se
non che
Quanto gli
i
peggiori frutti, soprattutto
Andrea del Sarto. Santa Famiglia che quadri d'altare non
raccolse in Firenze intorno ad
si i
ritratti e
ai
artisti,
qualche
Madonna
o
vasti affreschi e ai colossali
dominati dalla tendenza formale del momento.
MANUALE
420
STORIA DELL ARTE
DI
sembrano abdicare alla loro personalità e intendono l'arte, la natura, la vita tutti a un modo. Le figurazioni si somigliano fra di loro al punto che è difficile riconoscerne l'origine anche ai segni esterni. Del resto, non tornando neppure il conto di passare in rassegna
Fra
i
fiorentini,
Fig. 447.
tali
opere, basterà ricordare
accanto a Giorgio Vasari
Angelo Bronzino: Andrea Doria
in
il
di
nome
degli artisti più acclamati.
Arezzo (1511-1574
-
fig.
446)
la
aspetto dilNettuno. Milano, Pinacoteca di Brera.
cui fama letteraria e la cui opera architettonica compensano le deficienze pittoriche, vengono in prima linea Angelo Bronzino (1502-1572 - fig. 447) e Francesco Rossi
detto dei. Salviati (1510-1563).
1
loro ritratti,
giustamente pregiati,
e
i
loro quadri
una scrupolosa coscienza. Però comincia a sfuggir loro il senso dell'armonia coloristica, che difetta anche più in Alessandro Allori fratelli Taddeo (1529-1566) e Federico (1535-1607). A Roma hanno intanto fama d'altare sono,
almeno
nel disegno, di
i
Zuccari (1540-1609 fuori
A
-
fig.
449)
e
quest'ultimo conta mecenati
e
ammiratori anche
d'Italia.
poco a poco però l'influenza
di
Michelangelo va impallidendo per lasciar
il
LA FINE DEL RINASCIMENTI!
421
posto a una vivacità esteriore, a una grazia di ornamenti, a un colore più seducente, la noncuranza del sentimento e lo sforzo. E qui dobbiamo fare Giuseppe Cesari più noto come Cavalier d'Arpino (15609-1640) che salì in gran fama a Roma e a Napoli, e su tutto quello di Federico Barocci (15281612) ammiratore del Correggio, elegantissimo nel disegnare, vivace nel comporre, lieto
che mal celano però il
nome
di
nel colorire a contrasti di tinte fredde e calde che ricordano la madreperla(fig. 448).
ig.
Se
si
448. Feder
vuol vedere come pochi decenni bastassero alla decadenza dell'arteria
nella esecuzione che nel concetto,
renze, opera al loro
si
esaminino
tempo ammirata
le
descrive minutamente. Gli ornati che incorniciano
gerezza né slancio; accanto ceffi in
grotteschi
caricatura vengono a interrompere
sono imitati rificazione
in pittura
i
si i
le
minute figure
i
in
i
al
Vasari, che
quadri non hanno più né
stendono nastri
tirati;
le
maschere
li
lege
i
leggiadri viticci. Sui timpani delle porte
coperchi centinati dei sarcofagi
tombe Medicee; nelle figure allegorica; campi di battaglia,
gelo creò per
folla di
ai
pitture di Palazzo Vecchio a Fi-
imitata da molti, dovuta
e
è le
come
una mescolanza città e
i
quelli che di
Michelan-
verismo
e
di
glo-
paesaggi, popolati da una
tumulto, sono rappresentati a volo d'uccello
e sul
davanti
MANUALE
422 del
quadro
naturale. servile, di
pavoneggiano
si
In
DI
STORIA DELL ARTE
insignificanti figure allegoriche o simboliche a
quasi tutte queste rappresentazioni offende poi
omaggio cortigianesco. Che parole
terribili
tono
il
di
grandezza adulazione
avrebbe trovato Michelangelo
per que' suoi discepoli che nel dipinto dell'Assedio di Firenze onorarono così mici
Fìr. 449.
Un
i
ne-
Repubblica!
della
Federico Zuccari: Età dell'Argento. Firenze,
Uffizi.
nuove tendenze l'abbiamo nelle scene di martirio frescate Roma da Cristoforo Roncalli detto il Pomarancio (1552-1626 - fig. 452) allievo di Niccolò Circignani pure da Pomarance nel Volterrano, dove sono figurati supplizi più raccapriccianti, non soltanto senza alin
S.
altro saggio delle
Stefano
Rotondo
a
i
cunché
di
Non
Roma
e
elevato, si
pensi
ma
in
modo
quasi da esprimere un senso di voluttà brutale.
però che l'attività artistica
Firenze. Molte sono
le
si
limitasse ai grandi centri
piccole città che possedevano
Accademie
e
come società
LA FINE DEL RINASCIMENTO
423
lavoro; anzi spessii, in vista di un maggiore attace nelle quali ferveva camento alla tradizione e di una minor folla di lavoro, l'arte non vi decadde rapidamente come a Roma, e vi sopravvisse almeno una maggiore abilità tecnica. Tali scuole locali noi vediamo operare con fervore e con intendimenti relativamente sani a Milano, a Genova, a Ferrara, a Bologna. In .Milano occupa un posto eminente la famiglia Procaccini, con Ercole d'arte
il
(1520-1591) che gli
si
distingue per l'accurata esecuzione dei suoi quadri,
Camillo (15509-1627)
Fig. 45U.
Giulio Cesare (15609-1626
e
Luca Cambiasi)
imitatori del Correggio e del
decoratori
si
eleva per
Cambiaso (1527-1585
-
il
fig.
vantare allora un rigoglio pittori
Parmigianino.
450). di
Roma
il
A
451) noti
e
suoi
i
come
Genova,
di
contro
ai
molti
e
vigoroso e piacevole naturalismo
fi-
felici
facili
Luca
Delle città secondarie d'Italia nessuna pero può
vita artistica pari a quello di Bologna.
bolognesi comincia col
darono a
e
fig.
Firenze. Uffizi.
nell'atto di dipingere
vivo colore
-
Francia
e
continua
coi
pittori
La
serie dei
che da Bologna an-
per farsi discepoli o seguaci di Raffaello, quali Biagio Pupini
fio-
Girolamo Marchesi da Cotignola (1471-1540), Innocenzo Francucci da Imola (1494-1550) e Bartolomeo Ramenghi detto il Bagnacavallo (1484-1542 - fig. 454), ai quali seguono Prospero Fontana (1512-1597), Lorenzo Sabbattini (1530-1577) ed Ercole Procaccini trapiantatosi, come vedemmo, a Mirito
intorno
lano coi
figli,
al
1530,
intorno
al
1570.
Il
sentimento raffaellesco dura qui più sensibile
e
più
LA FINE DEL RINASCIMENTO
Fig. 453. Pellegrino Tibaldi:
tenace che nelle altre scuole, quella sorta a fervidi seguaci.
Mantova con 1
e
Ade
così
Giulio
3ne dei Pastori.
Roma,
425
Galleria Borghese.
avviene anche delle tendenze similari, come
Romano,
la
quale a sua volta ebbe a Bologna
maestri bolognesi hanno in genere una tecnica eccellente;
ma
a
da essere dai più giovani contemporanei messo a pari dei grandi maestri, Pellegrino Pellegrini detto Tibaldi (1527-1596) che a Bologna lavorò tutti sovrasta, così
specialmente
di pittura, a
Milano
di architettura,
e
nuovamente
di pittura
neh' E-
MANUALE
42(5
STORIA DELL ARTE
DI
scuriale in Spagna. Egli fu artista molteplice, e nelle
sue opere d'architettura,
modeste
e
nei
il
in
benché allievo
quelle di
si
Michelangelo, seppe
di
attenersi
pittura,
quadri serbarsi straordinariamente vivace
tardi la scuola bolognese
durante
come
e
sincero
a
proporzioni
(fig.
543).
Più
diede amorosamente allo studio del Correggio, che, pur
trionfo del raffaellismo, aveva già avuto qualche felice
Bartolomeo Passarotti (1530-1592) e Orazio Samacchim Due fatti risultano chiari dallo studio di queste scuole spesso in eredità da padre in
figlio,
e
la
ammiratore come
(1532-1577). locali:
passa
l'arte vi
forma
produzione artistica prende una
quasi industriale. Essa fiorisce soprattutto nell'Alta Italia;
all'educazione
provinciale,
più borghese, basta l'abilità tecnica; però la lontananza dalle capitali artistiche di-
minuisce
soggezione
la loro
qualche tratto
di
vera
e
ai
gusti ivi
dominanti
fioritura che verrà nell'ultimo decennio del sec.
completa
serba alla loro fantasia almeno
e
fresca naturalezza. Essi preparano
XVI,
e
il
salvano
suolo per
la
miglior
l'arte italiana dalla
ruina.
Fig. 454.
Bartolomeo Ramenghi detto
il
Bagnacavallo: Circoncisione. Parigi, Museo del Louvre.
455. Cassone in legno intagliato. Firenze,
N'azionale.
L'Arte Industriale del Rinascimento Italiano.
D.
Assai
Museo
incerti e
mutevoli sono
i
confini die separano, nel nostro Rinascimento,
pura dall'arte applicata all'industria, quantunque, secondo l'andazzo
l'arte
comune,
consideri industriale tutta l'arte decorativa.
si
primo Rinascimento, l'architettura come decorativa così spesso
e
la
invadono
scoltura,
con tanta fortuna, che non
degli artisti quell'elemento, in
Ma, soprattutto il
campo
nel
dell'arte
potrebbe togliere all'opera
si
apparenza secondario, senza diminuirne sensibilmente
si occupano con lo stesso fervore mostrano di non fare differenza tra l'arte pura e l'arte industriale. Il Ghiberti, Luca della Robbia, Desiderio da Settignano, e molti altri scultori, hanno una grande parte nella storia dell'arte decorativa; e resta sempre che pittori illustri non isdegnarono di abbellire letti, lettiere e cofani con l'opera loro anche
la
bellezza
se
e
l'importanza. Gli artisti medesimi, che
due campi
nei
esclude
si
la
diversi,
leggenda che unisce all'arte vasaria
di
Urbino
Influenza dell'architettura nell'arredamento. viva parte presa dagli belle
forme pure; ed
sulle linee e sugli
è
artisti nella
soprattutto l'architettura che esercita
ornamenti. Gli
partizioni architettoniche:
altari,
il
i
sepolcri, ripetono
le
Rinascimento
tettoniche, corre
e
parti accessorie,
fregio e
dell'architettura: ovuli, dentelli, gole ecc. del
È
il
in
di
Raffaello.
virtù di
questa
le
la
alle
sua felice influenza
forme architettoniche,
come
i
camini, hanno
le
cornicione decorati coi motivi propri
(fig.
456).
E però
quello del periodo gotico, che pur
si
tra lo stile decorativo
attiene alle regole archi-
una differenza profonda. Negli oggetti d'arte
sono coperti interamente
nome
produzione industriale, che questa s'attiene
monumentali. Nelle abitazioni, anche loro
—
il
gotici
di particolari decorativi tolti all'architettura,
tutti
per
i
es.:
piani
uno
MANUALE
428
STORIA DELL ARTE
DI
Il Rinascimento invece separa forma dell'oggetto da quella della parte deve, ad esempio, rivestire una parete od incorniciare una porta?
sportello tutto traforato e ornato di archi acuti ecc.
nettamente
dell'oggetto. Si (fig.
32). Si
decorazione
nelle opere di
dà
alle singole
parti,
architettonica corrispondente
che l'ornamento, che copre
Fig. 456.
Camino
ramente, con frondami,
—
tali
che palesemente sostengono o gravano, pilastri, architrave, cornicione
parti,
di pietra di
viticci,
sapiente, geniale, sicuro con
la
cui
non abbia
—
e si fa
la
figura
in
modo
altro ufficio che di abbellirle libe-
Simone Moschini. Arezzo, Palazzo Fossombroni.
festoni
di
frutti,
trofei
ecc. (fig.
Ma
50).
questi motivi ornamentali coprono
i
il
piani
modo ampi un ramo
o stretti, verticali od orizzontali, tondi o quadrati, rivela nell'artista decoratore
architetto esperto della grande arte monumentale. Nei pilastri non saliente dal
basso all'alto
(figg. 32, 33,
59, 64, 67, 89, 90,
sorge da un vaso o da un calice di foglie, e
si
delizioso contrasto col profilo rigido del pilastro.
114,
si
usa che
184,
il
194 ecc.) che
svolge con una linea serpentina, in
La
fioritura del
ramo
è
più o
meno
L
folta e
ricca,
ARTE INDUSTRIALE DEL RINASCIMENTO ITALIANO
secondo
larghezza del pilastro. Nei fregi
la
e
nelle
429 parti orizzontali
minimo particolare, così che non si potrebbe in nessun caso servirsi di un solo frammento d'essi collocandolo in senso verticale (figg. 42, 45, 50, 60, 90, 94, 108, 114 ecc.). Quando si tratta di una superficie
la
direzione orizzontale è sensibile in ogni
quadrata,
decoratore tende sempre a dare
il
dal centro, con simmetria circolare verso
Fig. 457.
Questa ubbidienza struttive e
i
in
alle
leggi
l'arte classica
Stalli
sue linee una direzione raggiante (fig.
457).
del coro. Particolare.
al
vivo contrasto fra
le
parti co-
osservano frequentemente nelle opere del
si
e simile esecuzione
quanto che
—
alle lati
insieme
fisse,
riempimenti decorativi,
primo Risorgimento; sorprende
Perugia, S. Pietro
i
organica delle parti decorative tanto più
ne offre scarsissimi esempi. La severa som-
missione alle leggi architettoniche dà sovente agli arredi qualche cosa di rigido di
compassato,
ma
soprattutto quando
in
compenso conferisce
tali
oggetti
sono
fatti
e
loro distinzione e mirabile compostezza,
con materiale nobile come
sarebbe
il
MANUALE
430
marmo. È ravano
il
DI
STORIA DELL ARTE
infatti sicuro che gli artisti del Rinascimento, anche quando non lavomarmo, avevano sempre dinanzi quei modelli marmorei che tanta in-
fluenza esercitarono sullo
Decorazione
stile
Rinascimento.
decorativo del
arredamento delle chiese. -- L'arredamento,
e
delle
sia
chiese che dei palazzi e delle ricche abitazioni private, richiedeva l'opera delle arti industriali e
dava lavoro ad una schiera
ale
lo
Rinascimento non
al
propone quasi
si
i
Medio Evo),
cibori
(fig.
(fig.
462, 463),
le
i
i
pulpiti
i
(fig. 99),
cancelli
lampade
la
civiltà
ma
soggetti tradizionali illuminandoli di
artistica. Nelle chiese gli altari (appoggiati alla e i
frontone
(fig.
(fig.
464),
i
-
figg.
90
i
fonti battesimali
460), gli scanni del coro, preziosi vasi,
i
i
parete, costruiti
anziché
e 273,
sepolcri (figg. 86, 87, 93, 94, 95,
88), destinati a custodir l'ostia,
459),
una volta che
contrappone come nemica a quella del Medio Evo,
si
architettonicamente, con colonne
santiere
Sansovino. Volterra, Battistero.
compito d'interpretare
il
una nuova bellezza nel
Così anche l'arte decorativa è
servizio della chiesa, ciò che prova ancora
per del
più
del
di artefici.
(fig.
isolati
108,
come
114, 278),
458), le acqua-
candelabri
reliquiari (fig. 465), le
(figg.
461,
gemme,
gli
l'arte industriale del RINASCIMENTO ITALIANO tutto
pontificali
abiti
marmo,
un largo campo a lavori
offre
artistici
431 d'ogni sorta:
in
legno, in metallo, in ricamo, in merletto, in tessuto ecc.
in
—
Anche prima di varcare la soglia dei palazzi del Arredamento dei palazzi. Rinascimento, noi salutiamo un primo segno di quell'amore dell'arte che abbellisce portafiaccole (fig 467), le lananche gli oggetti d'uso più comune; vogliam dire i
terne
e
porte che ornano
468
delle
il
pianterreno
(figg.
e 469).
Fra
lanterne
le
quattro
le
martelli
o
picchiotti
i
Firenze
Strozzi a
più famose sono
le
angoli
agli
Palazzo
del
opera
466),
(fig.
di
un fabbro molto stimato ai suoi tempi Niccolò e famoso per umor bisbetico Grosso, soprannominato il Caparra, :
perchè
senza
Anche
gli
ferro gli
e
dapprima
porte
ma
;
ultimi,
non
caparra
anelli
furono
poi più
in
specialmente
bronzo;
in
logna, Venezia, Ferrara
tano
delle
lavorati
tardi,
fusero
si
lavorava.
picchiotti
i
e
Bo-
e
Milano van-
più bei saggi di tal genere
i
più riccamente ornati.
e
i
picchiotto del
Il
Museo Civico a Venezia, con la figura di Nettuno (fig. 468), è considerato a ragione come un prezioso oggetto d'arte.
E
per quanto
tali
picchiotti di porta
siano per sé stessi cosa insignificante,
portano pur sempre l'impronta particolare della fantasia di quel tempo, che
non
forme morte, ina
tollera
infonde
oggetto vita
vita
e
movimento sempre
e
in
ogni
movimento
:
conformi
però all'ufficio che l'oggetto deve compiere.
Fig. 459.
sto, Cattedrale.
Pila dell'acqua santa.
picchiotto della porta risulta
Il
semplice:
ma
perchè
mano
la
lo afferri
più facilmente prende una forma triangolare, ovale, leggermente appuntita all'estre-
mità superiore
diventano
una
collocata o
di
mostro
solo
fatta così
figura, (fig.
—
Mobili.
Non
e
che
delfini, draghi, sirene
nel
ii
peso gravi più
basso.
in
Le linee curve
mentre sopra
e
sotto
si
colloca
una testa
e
i
Nelle sale interne
i
satiro
leone, di
mobili sono animati dallo stesso sentimento.
palazzo del gran signore,
letti
di
469).
ma
anche
nelle
case borghesi,
semplici, ogni cosa è ornata con grazia e ha linee artistiche. forzieri
laterali
avvolgentisi a spira nel centro dove solitamente è
di
parata,
sono
gli
oggetti
di
maggior lusso
I
cofani negli
piccole (fig.
471),
addobbi
e i
delle
;$•
\i~>
'
*^/~>
Fig. 460.
<
J < < >
U o H Di
Q 2 < o
o o u z Q <
— » z _ z a
Tav.
~
MAIOLICHE D URBINO Raccolta Spitzer.
XV.
L
Maioliche.
ARTE INDUSTRIALE DEL RINASCIMENTO ITALIANO
—
del vasaio, che nel
caduta,
e
Una
441
parte importante assume nel Rinascimento italiano l'arte
Medio Evo presso
solo in Oriente
i
popoli d'Occidente era completamente de-
era in parte conservata, e in parte
si
aveva progredito.
Nella ceramica araba e persiana la decorazione a colori, di arabeschi e
minava, mentre
la
forma plastica
ragone degli antichi. Anche tale,
ramo
il
argille
i
degli oggetti
Mori
di fogliami sul
Fig. 474.
il
Spagna, che rappresentano, nella
più fiorito, coltivano con ardore questa
smaltate ad ornati
riflessi
di
metallici giallo-rossastri.
fiori,
pareva meschina, soprattutto
forma
predoin
pa-
civiltà orien-
d'arte, principalmente le
fondo bianco, che messi contro luce danno
Piatto di "Mastro Giorgio.
Pare che a Maiorca (una delle
centro dell'industria vasaria moro-ispana,
e
che nel
XV
isole
Baleari) fosse
secolo l'amore per tali
si fosse di là trapiantato in Italia, donde il nome di maiolica. Già prima Luca della Robbia aveva a Firenze trovato lo smalto bianco non trasparente, ma aveva applicato la sua invenzione piuttosto alla decorazione plastica architettonica. In
oggetti
Italia,
magna,
la le
vera patria
Marche
e
dell'arte
vasaria è
la
l'Umbria, dove molte
e
zona centrale che comprende feconde officine producevano
la
Ro-
bacili,
Nominiamo le principali: Deil suo nome alle maioliche (falence), Gubbio (fig. 474), Pesaro, Urbino (tav. XV), Casteldurante. Buon nome ebbero anche le fabbriche di Cafaggiolo in Toscana, di Ravenna e di Ferrara. anfore, vasi, coppe, piatti dipinti, smaltati a stagno.
ruta presso Perugia, Faenza
(fig.
475), che diede
anche
MANUALE
442 L'epoca d'oro per
le
maioliche
DI
è
contrate nelle guerre avevano vuotato
STORIA DELL ARTE
prima metà del 1500. Le
la i
disfarsi delle argenterie di casa e di tavola.
dotti della ceramica, che
Fig. 475.
non appena sono
questi si
Ed
ecco prendere
e
perdono
il
vollero rilevati
tentò pure
la
in
loro posto
Modena
(sec.
i
pro-
un nuovo
XVI).
loro carattere di umili e semplici og-
d'uso casalingo. Se in principio bastavano si
il
accolti dalle Corti acquistano
Piatto di Faenza nella Galleria Estense di
valore di decorazione artistica getti
forti spese in-
privati tesori dei principi, obbligandoli a
gli
arabeschi dipinti, ben presto
chiaro su fondo colorato, azzurro o giallo. Più tardi
riproduzione di quadri a colori su fondo chiaro,
e
si
trovò
modo
di
dare allo smalto uno splendore metallico quasi di rubino. In ciò riuscì a maraviglia
Mastro Giorgio
o Giorgio
Andreoli (14707-1537)
di
Intra sul
Lago Maggiore,
L
il
ARTE INDUSTRIALE DEL RINASCIMENTO ITALIANO
quale, intorno al
nella quale
di quelle sue luci di di
1490,
si
stabilì
portavano d'ogni dove rubino
(fig.
Xanto Avelli da Rovigo
con due
fratelli a
Gubbio,
vi
443 fondò un'officina
maioliche già lavorate perchè
le
egli
le
(fino
al
Fig. 470. Vetrata a colori di
1542)
e
di
iridasse
Urbino sono legati nomi Orazio Fontana (f 1571). Le
474). Alle maioliche di
i
Antonio da Pandino. Certosa
di
Pavii
maioliche erano in generale oggetti di lusso, non d'uso giornaliero; piatti erano probabilmente donati come segno d'amore e spesso, in essi, veniva dipinta una figura ideale femminile con intorno la scritta: Cintia bella, Giovanna bella (fig. 474), i
Beatrice diva ecc. Altri oggetti, stiche; I
ma
si
pittori
tratta su
sempre
come anfore
ecc.,
hanno
di suppellettili decorative e
maiolica tentano anche di riprodurre
bellissime decorazioni pla-
non d'uso comune. le
grandi composizioni;
le
MANUALE
444
STORIA DELL ARTE
DI
del sec.
incisioni
in
rame da Raffaello
e
lo
Florio.
disegni originali servono spesso
i
In questi oggetti di maiolica la pittura
riguardo alla forma per
XVI. Palermo, Raccolta
occupa liberamente tutta
più curvilinea del vaso.
Ma
la
verità,
neppure
verosimiglianza del colore; ed
la
senza
limitata scelta dei colori
la
costringe sempre la ceramica dentro ai limiti dell'arte decorativa.
nonché
come modello.
la superficie,
è
Non
è possibile,
perciò che
le
maioli-
che con pitture puramente ornamentali sono assai preferibili a quelle con rappresentazioni figurate, nelle quali
il
contrasto tra
la
colorazione convenzionale e la ve-
rità richiesta dalle scene e dai ritratti è inevitabile e sgradevole.
—
Vetri e vetrate. Accanto alle ceramiche si possono collocare vetri arAnche in essi gli antichi avevano raggiunto il sommo dell'arte, imitando a perfezione col vetro le gemme ed cammei, e creando mirabili vasi trasparenti, leggerissimi, talora rivestiti di una rete di vetro lavorato a giorno. Bizantini fui
tistici.
i
I
rono
gli eredi
lorato, e dai
Bizantini tale arte passò
del pericolo che di
ai
e
i
loro vetri a smalto co-
la
confinarono, a motivo
a fuoco forzato
come quella, nell'isola non vale l'orientale,
l'industria veneziana del vetro
essa brilla per altre qualità che
ghevole grazia dei suoi vasi
intero
Veneziani che
accompagnava un'industria
Murano. Come colorazione
ma
mondo
degli antichi, e fornirono al
le
sono speciali: come
delle sue coppe, di
un
l'esile,
incorporea, pie-
effetto affascinante. Infatti
suoi vetri a filograna e a mille fiori furono a lungo considerati
come
inimitabili.
i
I
modo di unire tanti fili di vetro di varii colori così da serbare forma e colore, e da esser sempre distinti anche se arrotolati a spirale. Né giovarono poco alla loro bellezza e grazia le forme fantastiche e originali delle anse (fig. 477 e 478). Veneziani trovarono loro
l'arte industriale del rinascimento italiano
Ma
dai vetri fu anche tratta un'arte maggiore: quella delle grandi vetrate
storiate a colori, si
445
onde
in Italia
fa risalire al secolo XI,
ma
s'adornarono specialmente
è certo
le
chiese.
La sua
i-
storia
che fra di noi ebbe unicamente largo sviluppo
XV e XVI. Era d'altra parte una cosa imGermania e in Francia, ed anche più logica laddove le pareti delle cappelle e delle chiese non erano e non sono, come da noi, ricoperte d'affreschi, ai quali il riflesso multicolore non giova dal lato pittorico e sempre toglie luce. Nullameno anche l'Italia, rinfrancata talora dal lavoro di grandi artisti come Giacomo da Ulma e Guglielmo di Marcillat, produsse anche in quel ramo opere insigni che più che altrove si possono ammirare a Bologna nelle chiese di S. Petronio, di S. Giovanni in Monte e della Misericordia; a Pavia nella Certosa; a Venezia nei durante
la
Rinascenza, ossia nei secoli
portata, più fiorente in
Giovanni
Ss. in e
in
e
S. Maria del Fiore, in Or' S. Michele, in S. Croce, suburbana Certosa del Galluzzo; a Siena nel Duomo
Paolo; a Firenze in
Maria Novella
S.
e
nella
Fonte Giusta; ad Assisi
in
Francesco; a Perugia in
S.
S.
Domenico,
cattedrali di Milano, di Lucca, d'Orvieto, cui sono da aggiungerei
e nelle
monumenti dove
Roma. Più spesso uno stesso artista fece può dirsi, oltreché dei Vivarini, di Cristoforo de Motis (op. 1460-1482), d'ANTONio da Pandino (op. 1452 - fig. 476), di Pandolfo di Ugolino da Pisa (op. 1485) e di cento altri registrati dai documenti.
lavorò il
il
Marcillat ad Arezzo, Cortona e
disegno ed eseguì
Molte altre volte
ad esempio
il
la
vetrata. Così
l'artefice
tradusse sul vetro
il
cartone eseguito da
che lavorò spesso sui modelli di Perin del Vaga. Fra nirono disegni
Andrea
pittori,
come
per vetri
ricordiamo infine
colorati
gli
più insigni che for-
artisti
Donatello,
Lorenzo Ghiberti,
del Castagno, Paolo Uccello, Filippo Lippi in Toscana; Francesco del Cossa,
Lorenzo Costa, in
altri
notissimo Pastorino Pastorini (1508?-1592) scolaro del Marcillat,
Lombardia
il
e
Francia in
e
il
Tibaldi in Bologna;
il
Bergognone
Liguria.
('
•&
4 Fig. 478.
Coppa
di
Murano
(sec.
XVI). Museo
di
Mur
e
Martino Spanzotti
.
INDICE DEI LUOGHI E DEI
N.B.
—
numeri fra parentesi sono quelli delle illustrazioni. Gli altri indicano le pagine del testo. Sono esclusi musei e le collezioni pubbliche e private, bastando a rintracciare le opere dei singoli autori l'indice dei noni
I
Arezzo, Chiesa Affreschi
Francesco. P.ero della
di S.
di
Francesca 141 (150). Palazzo Fossombroni. Cain pietra 427 (456). Asciano, Collegiata. Pittura
—
mino
Brescia,
Affreschi di Giotto 18 (24); di Simone Martini 23; Vetrate a colori 445.
Maria
S.
degli
Angeli.
Bergamo, Cappella e monumento Colleoni 96.
—
Chiesa di S. Spirito. Pala d'altare del Lotto 420.
Bologna, Chiesa
Arca
nico.
— —
di
ba 76
S.
Domenico
Galeazzo Bentivoglio
(87).
Chiesa soril
260;
:
di S.
Petronio. Bas-
evo nel portale 76
Gruppo
in
(85),
marmo 252
(272); Sculture dei Tribolo e di Properzia de' Rossi 260 (284); Vetrate a colori 445. S. Maria della Vita. Gruppo
—
di Niccolò dell'Arca 93(105),
260.
—
Chiesa della Misericordia. Vetrate a colori 445.
— Palazzo
Domenico. Dipinto di Giovanni Santi 177 (194). Caprarola (Vedi Viterbo). Capua, Fortezza. Decorazioni di una porta marmorea 6. Carpi 220. Castelfranco, 370. Pala d'altare di Giorgione 371 (399). Castiglione d'Olona, Battistero. Affreschi di Masolino 107
Comunale.
Fine-
Palazzo Fava, 56 (56). Palazzo dell'Università 235 (251, 252).
-
Malvezzi-Campeg235 (250). Case Tacconi 57 (56). Piazza del Nettuno. Fontana del Nettuno 418 (444). Borgo S. Sepolcro, Palazzo Comunale.Resurrezione di Piero della Francesca 140(152).
— —
gi
Sansovino 253 (277); Tomba di Papa Giovanni XXIII 68. Carmine. Affreschi della Cappella Brancacci 106, 107; La cacciata dal Paradiso di Masaccio (tav. II); 110, 111
(116, 118, 119, 122, 123), 131 (140, 141). Confraternita dello Scalzo. Affreschi di Andrea del Sarto 270. Santa Croce. Affreschi di Giotto 17 (21); Cappella dei Pazzi 41 (35); L'Annuncia-
— —
(121).
Como, Duomo. Porta meridio-
zione di Donatello 69 (78);
nale 38 (32); Statue 96. Chiesa di S. Maria
Tomba
54 (52). Cremona, Porta già del Palazzo Stanga 59 (64). Empoli, Collegiata. S. Sebastiano di Antonio Rossel-
Pulpito
di Leonardo Bruni e Marsuppini 80 (93, 94); di Benedetto da Majano 84, 85 (99, 100); Ve-
Crema,
del
della Croce
lino 81
Faenza,
(96).
Duomo
—
(34); porta di
Duomo. Dossale
Chiesa dell'Annunziata. AfAndrea del Sarto
—
del
Castagno
114
(126).
Badia.
Monumento sepolConte Ugo di Mino La
visio-
ne di san Bernardo di Filippino Lippi 131 (142)/ Battistero. della porta di
Bassorilievo
Andrea Pisano
della
d'Arezzo,
trate a colori 445.
Campanile. Scolture di Giotto e di Andrea Pisano 10 (16); Statue dei Profeti di Donatello 67; Testa dello Zuccone di Donatello 67 (74) S. Leonardo d'Arcetri. Bassorilievo del pulpito 3 (4). S. Lorenzo 41, 70; Sagrestia vecchia 41, 70; Crocifissione di Donatello 71 (80); Sagrestia nuova 224 (233); Cappelle Medicee coi sepol-
S. Apollonia. Affreschi di
crale al da Fiesole 81 (97);
—
—
(293).
Andrea
—
Pontormo
Nicolò
Cantorie di Donatello e di Luca della Robbia69(77),72, 73 (81); Gruppo della Pietà di Michelangelo 343 (365); Cinta del Coro,' due Apostoli del Bandinelli.418(441); Ve-
d'al-
freschi di
272
Bassorilievo della Bassorilievi
Nanni di Banco 61; Statue di Nanni di Banco, Donatello e Ciuffagni 66 (70, 71);
tare del Ferrucci 252 (273); Busto di Mino da Fiesole 81 Firenze, 1. Chiese.
270. Affresco del
Duomo.
porta 12(18); Parte absidale
172.
—
Certosa del Galluzzo. Vetrate a colori 445.
38
Fran-
— Duomo. Annunciazione del Tura 172 — Palazzo Schifanoja 171, Fiesole,
trate a colori 445.
—
52.
Ferrara, Chiesa di S. cesco 55 (54, 55).
Archiginnasio 235 (249).
— Palazzo
—
Cagli, S.
stra (240).
— —
Ghiberti 61 (67); Sculture del Rustici 253 (275, 276); Il battesimo di Gesù di A.
(189).
Chiesa di S. Giovanni in Monte. Madonna col Figlio di Lorenzo Costa 172 (190); Vetrate a colori 445.
—
IO (15); Porta principale del
Maria
del Moretto 402. Palazzo Municipale 56(57). Bruges, Chiesa di Nostra Donna. Madonna di Michelan-
Dome-
di S.
Giacomo Maggiore.Tomdi
Celso.
—
8(11), 260 (282), 303 (329). S.
e
di
gelo 305 (335).
Assisi, Chiesa di S. Francesco.
Chiesa di
Nazaro
Ss.
L'Incoronazione
del Sassetta 198(207).
—
MONUMENTI
— —
INDICE DEI LUOGHI E DEI MONUMENTI
448
-
cri di
LorenzoVGiuliano'de' Medici 337 (357, 358, 359,
88; Decorazioni di Leonardo e di Michelangelo 288, 306;
360).
del Vasari 420 (446). Casa Martelli. Statua
Marco. Dipinto'di Fra
S.
Bartolommeo 263; Affreschi dell'Angelico 116(127). S.'.M. Maddalena de' Pazzi. Crocifissione del Perugino 184. -
S. Maria Novella. Madonna Rucellai di Duccio o del Ci13 (19); Cappellone degli Spagnoli 18 (25); Affreschi dell'Orcagna 17 (22);
—
Giovanni
s.
—
(ora nel
di
Donatello 69
di
—
Facciata 48 (41); Porta Mag-
Genova, S. Maria di Carignano 230 (238, 239). — Palazzi di Via Garibaldi
Gruppo
di
Andrea
235.
Palazzo Sauli 234 (246). Palazzo Imperiali 234(247). Palazzo Doria. Decorazioni interne 250 (270, tav. V). Groppoli, Chiesa di S. Michele. Bassorilievi delsecolo XIII 4. Cattedrale. Pittura
Grosseto,
landaio 134 (143). - S. Spirito. Sagrestia 51 (47). - S. Trinità. Affreschi del Ghirlandaio 134. - 2. Palazzi, Loggie, Piazze, ecc.
- Loggia dei Lanzi 416 (439);
Ratto delle Sabine 418. - Palazzo Bartolini-Salimbeni
251.
- Palazzo Guadagni 46 (39). - Palazzo de' Medici (Riccardi) 46; Tondi e fregi di Donatello nel cortile 68; Affreschi tìi Benozzo di Lese 122(133). - Palazzo Pandolfini 222 (227).
- Palazzo Pitti 43 (36). - Palazzo Rucellai 48 (40). - Palazzo della Signoria 262. - Palazzo Strozzi 37, 46 (37, 38), 251 Lanterna 431 (466). - Palazzo degli Uffizi 230 ;
(236).
- Palazzo Vecchio. Statuetta di
fontana del
Verrocchio
Giovanni 198
di
Loreto, Santa Casa. Affreschi
Cappella
della
del
Tesoro
Melozzo
142; Affreschi del Signorelli 146; Costruzioni del Bramante 214; Lavori di Andrea Sansovino 255. di
Lucca,
Duomo.
Martino col Lunetta
S.
mendicante 4
del Carretto
76
(86);
Tomba
Noceto 81 Madonna e santi di Fra Bartolommeo 263; Ve;
trate a colori 445. S. Maria degli Angeli. Dipinti del.Luini 296.
Lugano,
Madrid, Statua
in
bronzo
di
V
413; Statua equeIII 413. Mantova, S. Andrea, 49, 231; Sepolcro del vescovo Andreasi di P. Spani 261 (283). S. Benedetto a Polirone Carlo
stre di Filippo
— 223. — Chiesa di
—
—
S.
Sebastiano 49.
Castello di Corte. Affreschi del Mantegna nella sala degli Sposi 149,1150(160, 161); Decorazioni di Giulio Romano 365.
—
—
del
284.
Modena,
Milano, Canonica di S. Ambrogio. Porticato Bramantesco 213 (215).
Duomo. Statue 96; Partimonumento a del
colare
Gian
Giacomo
de'
Medici
S.
Francesco. Gruppi
in terracotta del Begarelli 94.
— S. Giovanni. Gruppo in terracotta del Mazzoni 93(106). — S. Pietro. Gruppo della Passione del Begarelli 94. Montefalco. Affreschi di Benozzo di Lese (Vita di san Francesco) 122. Monteoliveto Maggiore. Affreschi
Sodoma
Signorelli 146, 274.
del
Montepulciano,
e
Madonna
del di
Biagio 51 (46). Murano, S. Pietro Martire. s.
Quadro Bellini
d'altare di 163.
Giovanni
Napoli, S.Giovanni a Carbonara. Sepolcro Caracciolo 10 Chiesa di S. Gennaro dei Poveri. Affresco di Andrea da Salerno 334. Monteoliveto. Gruppo della Passione del Mazzoni 93. Orvieto, Chiesa di S. Domenico. Sepolcro del cardinale
— —
di
—
Braye 8
(10).
Duomo. Bassorilievo della facciata 10 (14); Affreschi del Signorelli 146(154, 155); Pila dell'acqua santa 430 (459); Vetrate a colori 445. Osteno, Chiesa. Sculture del Bregno 84. Padova, S. Antonio (Santo). L'aitar maggiore ed altri bassorilievi di Donatello 70; Affreschi di Altichiero e Avanzo 29 (30); Bassorilievo Sansovino 259 (281); Candelabro in bronzo 433
Palazzo del Te 223 (225);
Dipinti e decorazioni di GiuRomano 364 (388, 389). Messina, Fontana del Montorsolo 261 (285). lio
—
Sforza e Sante, dipinto Luini 296 (315). Palazzo Arcivescovile. Cortile 235 (252). Marino. Cortile Palazzo 234 (248). Castello. Sala delle Asse. di Leonardo Decorazioni lita
—
(6);
sulla porta sinistra della facciata (Deposizione di Nicolò Pisano) 7; Tomba d'Ilaria
Santo Sepolcro 49. - Spedale degli Innocenti.
Bambini in fasce di Andrea della Robbia 75(83); L'Adorazione dei Magi del Ghir-
Matteo
(208).
del Ver-
rocchio 88 (104); Tabernacolo dell'Orcagna 10; Scoltura di Baccio da Montelupo 252 (274); Vetrate a colori 445. - S. Pancrazio. Cappella del
285 (305).
— Chiesa di S. Satiro 213; Sagrestia 38 (33). — Monastero Maggiore. Ippo-
I
di
de!
54,
213; Cenacolo di Leonardo
413. Statua di Cosimo Fontanellato, Rocca. Affreschi del Parmigianino 363.
— — —
colori
445.
Museo Nazionale).
Piazza della Signoria. Grupcolossali del Bandinelli (Ercole e Caco) 418; Fontana del Nettuno 418 (442). pi
mabue
giore 48 (42); Afffreschi di Filippino Lippi nella Cappella Strozzi 131; Affreschi coro del Ghirlandaio nel 134 (144, 145; Afffreschi di Paolo Uccello nel chiostro 113; iVetrate a colori 445. - S. Maria Nuova. Affreschi di Fra Bartolommeo 263. - S. Miniato. Tomba del cardinale Giovanni di Portogallo 80 (95). - Or' San Michele. Statue'del Ghiberti, di Donatello, di Nanni di Banco 64, 65, 66 (68, 69, 70, 71); Esterno 65;
418 (443); Vetrate a
— S. Eustorgio. Affreschi Foppa 168. — S. Maria delle Grazie
del
—
(461).
Arena. Affreschi
di
Giotto
16 (20).
— Eremitani. Affreschi del Mantegna 148 (159). — Statua equestre del Gatta-
—
melata 70 (79). Torre dell' Orologio (254).
236
INDÙ Parma, Duomo.
l'I
1
il
Hill
I
Mi INI
(373).
della facciata e dell'interno
ed Apostoli ili Melozzo (Museo Petriano) 145 (tav. ili); Particolare del monumento
(53); Tomba di Gian (Galeazzo Visconti 96(108); Ve-
416
224,
Bassorilievi
Certosa.
54
di
Perugia, S. Bernardino. Scolture della facciata 76. Cambio. Affreschi del Perugino 184. loinenico. Vetrate a cos. lori 445. S. Pietro. Stalli del coro I
—
429
(457).
Pesaro, Palazzo detto del Governo 222 (226). Piacenza, S. Maria di Campagna. Adorazione dei Magi
Pordenone 393
del
(417).
Pienza, Duomo, 51; Palazzo Piccolomini 52; Palazzo Pretorio 51 (48). Pisa, Battistero. Pulpito di Nicolò Pisano 6(8, 9). Camposanto. Affreschi del sec. XIV (Trionfo della Morte) 21; Affreschi di Benozzo di Lese 123 (134). - Duomo. Pulpito di Gio-
vanni
Pisano
detta di Galileo 430 (464). S. Ranieri. Crocifisso di
Giunta Pistoia,
Duomo. Cenotafio
For-
Chiesa di S. Andrea. Pulpito 8 (12). Chiesa di S. Bartolomeo. Bassorilievi del pulpito di Guido da Como 4 (5). Chiesa di S. Giovanni Fuoricivitas. Pulpito di Fra Guglielmo 8. Ospedale del Ceppo. Fregio
donna
in
terracotta
della
Chiesa
Duomo. Statua
Vergine
di
della
Giovanni Pisano
Donatello
e
di
Michelozzo
68; Affreschi di Lippi 120 (131). S.
Facciata Chiesa del
— — — —
— —
d'Agostino d'Antonio Duccio 76; Lavori di Leon Battista Alherti 212.
zioni di
degli
pianta della Gesù 231, 232
Chiesa di S. Giovanni in Laterano. Annunciazione di Marcello Venusti 341 (367). Chiesa di S. Maria degli Angeli. Interno 224 (235). Chiesa di S. Maria dell'Anima. Facciata 52. Chiesa di S. Maria Maggiore. Mosaici 29. Chiesa di S. Maria sopra Minerva. Affreschi di Filippino Lippi 131; Gesù di Michelangelo 334. Chiesa di S. Maria in Aracoeli. Affreschi del Pintoricchio
188.
Chiesa di S. Maria della Pace, Chiostro del Bramante214(214); Affreschi del Peruzzi 275; Sibille di Raffaello
329
(354).
Chiesa di S. Maria del Popolo. Facciata 52; Affreschi del Pintoricchio 190; Cappella Chigi 221 Sepolcro dei card. Sforza 253 (278) e della Rovere 253; Statua di Giona di Raffaello e Loren-
—
rj
nezia 52.
—
Palazzo Massimo dalle Colonne 220. Palazzo Spada. Facciata 222 (223); Cortile 222 (224); Decorazioni 250 (269). Palazzo Venezia 52. Palazzo Vidoni - Caffarelli
—
221.
—
Michelangelo 306 (336); Adi Raffaello 327. Appartamento Vaticano. Borgia. Affreschi del Pintoricchio 188, 249. — Vaticano. Cappella di Nicolò V. Affreschi di Frate Angelico 118(128). Vaticano. Cappella Paolina. Affreschi di Michelangelo 341. Vaticano. Loggie. Decorazioni 249 (268), 328; Parte delle Loggie di Raffaello 439
razzi
—
— — —
zetto 261.
— Chiesa stevere. — Chiesa
Maria in TraMosaici 29. di S. Onofrio. Affreschi del Peruzzi 275. Chiesa di S. Pietro in Molitorio.
—
di S.
Chiostro.
(473).
Vaticano. Stanze 318. Pitture murali di Raffaello e sua scuola: La Disputa 319 (343); Scuola d'Atene 321 (344); Parnaso 320; Liberazione di Pietro 322 (345); E liodoro 323 (346); La Messa
—
Affreschi del Sodoma, del Peruzzi, di Raffaello, di Se-
Tempietto
Bramante 214(217). Chiesa di S. Pietro in VinFacciata 52; Sepolcro
di Bolsena 324 (347); L'incendio di Borgo 325 (348). Villa Farnesina 220 (221);
del
bastiano
coli.
275
II 338 (361); Mosè Michelangelo 338 (362). Chiesa della Trinità dei Monti. Dipinto di Daniele da Volterra 342 (366).
di Giulio
—
Vaticano. Cappella Sistina Affreschi del Botticelli 128; Ghirlandaio Affreschi del 134; Affreschi del Perugino 184 (203); Affreschi del Si gnorelli 146; Affreschi del Pintoricchio 188; Giudizio
Universale di Michelangelo 341 (363); Decorazioni di
;
Maria delle Carceri 51
(44. 45).
Eligio
S.
e
(243, 244). —
Filippo
Ravello, Duomo. Busto del XIII secolo 6. Rimini, S. Francesco. Facciata e interno 49 (43); Decora-
di
Orefici 221.
—
Palazzi, Ville. Lontane.
Lontana delle Tartarughe 413 (43S). Palazzo Branconio 220 (222). — Palazzo Caetani 230 (237). Palazzo della Cancelleria Facciata 213(212). 251; Cor file 214 (213). Castel S. Angelo. Edicola di Michelangelo 224. — Palazzo del Museo Capitolino 224 (234). Palazzo Farnese 224; Facciata 220 (220); Coitile 220 (218); Cornicione 220 (219). — Palazzo di S. Marco Ve-
(117).
—
(84).
9 (13); Fregi del pulpito di
Madonna
Jacopo Sansovino 257. — Chiesa di S. Clemente. Crocifissione di Masolino 106
Giovanni
di
Robbia 75
Gruppo della MaAndrea Sansovino
di
di
—
Prato,
(La Giustizia) Agostino. Fac-
255; Statua della
13.
teguerri 90.
III
di S.
(440).
ciata 52;
Lampada
7;
Paolo
Chiesa
trate a colori 445(476).
I
_'.
chelangeli. 3(14(330); Tombe IV e d'Innocendi Sisto zo Vili 85; Angeli musicanti
Affreschi del Cor-
(3);
449
'
Chiese.
.
Correggio 350 (374, 375). Ex convento di S. Paolo. Affreschi del Correggio 350
XI secolo dell'Antelami 2
Pavia,
—
l
Chiesa ili S. Pietro. Pianta 229 (228, 229. 230); Esterno 229, 343 (231, 232); Interno 230; La Pietà di Mi-
1,
—
Li
I
Roma,
reggio 351 (376, 377). S. Giovanni. Affreschi del
del
—
Bassorilievo,
di
Pentii,
— —
del
di
329
Piombo,
Giulio
del
Romano
(355).
Villa di Giulio IH 231 (242). Villa Madama 223. Sampierdarena, Villa Scassi
234 (245). San Gimignano,
Collegiata.
,
45(1
Ma j ano
Benedetto
di
84;
Quadro
da
del Pol-
iamolo 125 (135); Affreschi del Ghirlandaio 134(146). Chiesa di S. Agostino. Aff reschi di Benozzo d Lese 22. Saronno, Chiesa dei Pellegrini.
—
1
i
Affreschi di Gaudenzio Ferrari, del Luini 299 (325). Senigallia, Pai. Baviera, Stucchi del
Siena,
Brandano 250
Duomo, Opera
(267). Li-
Buoninsegna: Madonna in trono 22 (26); S. Giovanni di
statua
Battista, tello
69
di
Dona-
Tabernacolo
(76);
Spoleto, Duomo. Affreschi di Fra Filippo Lippi 120. Todi, Madonna della Consolazione 217 (216). Torino. Duomo 56 (58). Urbino, Cattedrale. L'ultima cena del Barocci 421 (448).
— —
maggiore, opera del Vecchietta 77 (88); Ornamenti dell'organo, opera dei
Rob
della
Palazzo Ducale 53 (49, 50, Atti eschi di
Gauden-
Fondaco dei Tedeschi. Affreschi di Tiziano e di Gior-
381. — gione Libreria 237
Piombo 376
del
(tav.
XII).
Giorgio degli Schiavoni. Giorgio uccide il drago di Vittore Carpaccio 164(175). Ss. Giovanni e Paolo. MoS.
S.
—
Comaro 236
Palazzo
— Palazzo Manin
—
— — — ture dei — Scuola
Lombardi di
cifissione,
Reli-
quiario a cofano 430 (465); Vetrate a colori 445. S. Agostino. Dipinti del Sodoma 273.
Oratorio
di S.
Chiesa Ciborio
Majano
di di
Bernardino.
Sodoma
e
—
del
San Domenico. Benedetto da
—
Tron 100; La Madonna col Figlio e Santi di Bartolomeo
84; Affreschi del So-
doma 275 Chiostro
Vivarini 159 (166); Trittico Giovanni Bellini 163(172); S. Giovannino del fonte battesimale del Sansovino 259;
(295). di
S.
Francesco.
Frammenti di affreschi Ambrogio Lorenzetti 27.
di
di
Chiesa di Fontegiusta. Decorazione d'altare 77 (90); Dipinto del Peruzzi 275 (297); Vetrate a colori 445. — Chiesa di San Giovanni. Fonte battesimale di Jacopo della Quercia e d'altri 70. Chiesa dell'Osservanza. Altare in terracotta 77 (89). — C'appella Piccolomini. Decorazioni della vòlta 248, 249 (265); Statue di Michelangelo 306. Palazzo Pubblico, Madonna di Guido 13; Affreschi di Simone Spinello 17 (23); Martini, Maestà e ritratto di Guido Riccio 25 (27, 28); Affreschi di Ambrogio Lorenzetti 27 (29); Affreschi di Taddeodi Bartolo 27; Fonte Gaia di Jacopo della Quercia, 76; Affreschi del Sodoma 275,
Cancello della Cappella del Consiglio 43(1 (460). — Palazzo del Magnifico. Portafiaccole 431 (467).
presenza
Madonna
—
Cà Pesaro 390
di
(414).
Maria
S.
dei
(61); Capitello
Miracoli ili
58
pilastro 37
—
—
—
Dipinti del Tintoretto 402. Redentore 239. Salute. Candelabro in bronzo 433 (463). S.
S.
Salvatore
236;
Chiesa
Ferrari
299
di
Sebastiano
di
S.
di
S.
— —
— —
gano 439
(472).
Chiesa
S.
di
Zeno. Basso-
(17); Cortile
1
(1);
An-
cona del Mantegna 150; Diantichi 246. Palazzi Bevilaqua
pinti
—
239
—
Basilica
Ca-
57
Palladiana
(263).
Monte
Berico. Il Convita Gregorio Magno di Paolo Veronese 405 (434). Palazzo Bonin 237 (261). Palazzo Valmarana 239.
di
— — —
—
e
nossa 236 (255). Palazzo del Consiglio
—
Vicenza,
Giudizio di Salomone) 10 58(63); Adamo ed Eva, statue in marmo dell'Arco Foscari 100 (112, 13); Scala dei Giganti. Scolture del Sansovino 259; Pit-
(Il
Anasta-
Affreschi del Pisanello 167 (181). Chiesa di San Giovanni. Fonte battesimale 1 (2). Chiesa di S. Fermo. Affreschi del Pisanello 167; Dipinti antichi 246. Chiesa di S. Maria in Or-
tomba
— Pala di Giovanni Bellini 163. — Chiostro della Carità 238. — 2. Scuole, Palazzi, Monumenti. — Palazzo Ducale. Capitello
Cristo-
Gaudenzio
sia.
(60).
Paolo Ve-
102).
Pili delle
(326).
Verona, Chiesa
Statua
ronese 407. S. Zaccaria.
1
Piazza S. Marco. antenne 103 (115). foro. Affreschi di
dell'Orto.
della Speranza nella del doge Venier 259.
—
Bartolomeo
rilievo nel portale
Madonna
—
a
Colleoni 85, 87 (101,
Vercelli,
(31).
—
Gesù Cristo alla 404 (431
di Pilato)
Monumento
Marco. Porta della Sagrestia 258; Candelabro in bronzo 433 (462). S. Maria Formosa. S. Barbara di Palma il Vecchio 375 (400). S. Maria dei Frari. Tomba S.
101.
Rocco. Di(La Cro-
S.
pinti del Tintoretto
colori 445.
—
(256).
236.
Palazzo Vendramin-Calergi 58 (62). Zecca 236 (258). Procurale Nuove 237 (260). Scuola di S. Marco. Scol-
433).
275;
Ma-
in terracotta del Sansovino 259.
ne di S. Pietro Martire di Tiziano 390 (415); Vetrate a
Béccafumi
(257).
236 (259);
Loggetta
-
donna
—
—
—
299.
Ferrari
zio
—
Il Paradiso) 402; di Paolo Veronese (Il ratto d'Europa, Venezia trionfante)41 1(436).
'
allo.
Alessan-
III) 397 (422); del Tintoretto (La conquista di Zara,
dro
bia 75.
Venezia, 1. Chiese. -S. Francesco della Vigna 239. S. Giorgio Maggiore 239. Giovanni Grisostomo. S. Pala d'altare di Sebastiano
Barili
Affreschi del Pacchia 275.
—
Luca
;
con
Ziani
Decorazioni del pavimento del
—
di
doge
numenti Mocenigo e Vendramin 104(114); L'uccisio-
del
—
Lunetta
dro
Domenico.
S.
di LeanBassano (Incontro del
ture di Tiziano 381
77; Affreschi Pintoricchio 190 (204);
fratelli
—
di
Vai
dell'aitar
—
Chiesa
51).
e
rappresentanti l'Annunciazione, la NascitaTdi Gesù e l'Adorazione dei Magi 5; Pulpito di Nicolò Pisano 7; Duccio Bassorilievi
breria.
MUNÌ MISI!
Ithl
1
Sculture
S.
La Rotonda 238. Teatro Olimpico 238 (262).
Viterbo, Chiesa di S. Maria della Verità. Affreschi di Lorenzo da Viterbo 179 (198). Palazzo di Caprarola 231.
—
(241).
Volterra,
Battistero.
Vasca
battesimale 430 (459).
INDICE DEI NOMI DEGLI ARTISTI
Abate. Nicolò dell'. 365. Agnolo, Baccin d", 251. Agostino d'Ant. di Duccio 49. 76.
Agostino Veneziano 306. Alamanni, Pietro 178. Iacopo
Pietro l'Antico 97.
Alari,
Alba, Macrino
detto
299. Alberti, Leon Battista 32. 48. 51. 212. 231. Albertinelli Mariotto 267. d',
Alemanno, Giovanni
159.
Alessi, Galeazzo 231 1. 234. 235. Allegretto Nuzi 177. Allegri, Antonio v. Correggio. Allegri, Lorenzo 348. 350. Allori, Alessandro 341. 420. Altichiero da Verona 29. 165. Alunno, Nicolò da Foligno detto I', 178. Amadeo, Giov. Ant. 54. 96. Amatrice, Cola dell', 178.
Ammannati, Bartolomeo 41',.
230.
d',
261.
Andrea d'Assisi 182. Andrea Pisano 10. 12. 61. Andrea del Sarto v. Sarto. Andreoli v. Giorgio Angelico, Fra 115. 116. 117. 118. Anguissola, Sofonisba 369. Anselmi, Michelangelo 359. Antelami, Benedetto 2.
Antico
v.
Alari.
Antonazzo Romano Antonello da Messina
194. 100. 161.
163.
Antonio
del
Massaro detto
il
Pastura, 90. Aspetti Tiziano, 434. .Antonio da Pavia 365.
Antonio da Settignano 80. Antonio Veneziano 20. Araldi, Alessandro 350. Arca, Nicolo dall', 93. Arezzo, Nicolò di Piero 61. 65.
Arnolfo
di
Aspertini,
Cambio 8. Amico 177.
Assisi, Tiberio d', Avanzo 3o. 165.
195.
Banco, Nanni di, 64. 65. Bandinelli, Baccio 417. Barili, Antonio e Giovanni 77.
Barnaba
e
Tommaso
Marco
165.
dro) 397. Bastiani, Lazzaro 165. Battagio, Giovanni 54. Battista di Giacomo 394.
Bazzi v. Sodoma. Beccatomi, Domenico 275. Begarelli Antonio 94. Bellano, Bartolomeo 91. Bellini, Gentile 161. 164. Bellini.
Bellini,
Giovanni 161. 163. 164. Jacopo 148. 161. 169.
di,
48.
Francesco
Bigarelli, Guido (da Como) Bigordi v. Ghirlandaio.
Boateri,
Giacomo
4.
177.
Boccaccino, Boccaccio 365 Boccaccino Camillo, 366. Boccati, Giovanni 178.
Boldu, Giovanni 97. Bologna, Giovanni da.
413,
418. 419. 434. Boltraffio,
il
Giovanni 294.
Marescalco 168.
Bottoni, Carlo 348.
Francesco 168 Bonvicino v. Moretto. Bordon, Paris 396. Borromini, Francesco 233. Bortolotti, Antonio 348. 129. Botticelli, Sandro 128. Bonsignori,
130. 153. Botticini, Francesco 135. Bramante 53. 54. 211. 212 213. 214. 217.
Bramantino, Bartolomeo di detto
il,
Sitar-
168.
Federico 250. Brazzi v. Rustico. Bregno, Andrea 84. 100. Briosco, Andrea detto il Riccio
Brandani,
91.
433.
434.
Bronzino, Angelo 420. Brunelleschi, Fil. 38. 61. 439. Bugiardini, Giuliano 268.
Bembo, Bonifacio 365.
Buonarroti
Benozzo di Lese 20. 122. Benvenuti v. Ortolano. Benvenuto, Girolamo di, 198. Benvenuto di Giovanni 198. Bergamo, Damiano da, 439. Bergognone, Ambrogio 168.
Buonfigli, Benedetto 180. Busi, Giovanni detto Cariali 397. Busti, Agostino detto il Bambaja 96. Butinone, Bernardino 168
445. d',
Ferrari,
Bonifazio (dei Pitati) 394, 397
Barocci, Federico 421. Barozzi, Jacopo detto il Vignola 231. Bartolo, Domenico di, 197. Bartolo, Taddeo di, 27. Bartolomeo della Porta 261. 262. 263. 264. Basaiti,
Bettino, Giovanni
Bianchi 348.
Bonconsiglio, Giovanni 97.
439. Barisini, 29.
Bassano (Francesco, Jacopo, Gian Batt., Girolamo e Lean-
418.
Ancona, Pietro
Xanto 443. Averlino, Antonio v. Filarete. Baccio da Montelupo 252. Badile, Antonio 397. Bagnacavallo (Bart. Ramenghi) 423. Baldini, Baccio 153. Baldovinetti, Alesso 124. Balducci, Matteo 194. Bambaja v. Busti. Avelli,
Bernardino di Mariotto 17S. Bernardo di Lorenzo 52. Bernini, Lorenzo 230. Bertoldo 71. Bertoldo di Giovanni 97. Bertucci, Giacomo 195. Bertucci. Oio. Battista 195.
v.
Michelangelo.
Paolo v. Veronese Cambiaso, Luca 423. Campagna. Girolamo 259, 434. Campi, Antonio 366. Campi, Bernardino 367. Campi, Galeazzo 366. Campi, Vincenzo 367. Cane. Ottaviano 299 Caliari,
.
452
IND1C
I
in
431. Caporali, Bartolomeo 180. Caporali, Oio. Battista 195. Capponi, Luigi 84. Caprarola, vedi Cola di Matteuccio.
\l'l ISTI
i
I
Caprina, Meo del, 5ȓ. Caradosso, Cristoforo Foppa detto il. '.17. Caravaggio, Polidoro da, 244.
Domenico di Bartolo Domenico Veneziano
198. 115. 124.
Donatello 61. 62. 64. 65. 67.
334. Cariarti
v.
68. 69. 70. 71. 72. 445. Dossi, Dosso 347.
Busi.
Carnevale, Fra 178. Carpaccio, Vittore 1(54. Carnicci v. Pontormo. Caselli, Cristoforo detto
Duccio, Agostino d'Ant.
Duccio
Buoninsegna
di
Fabriano,
Andrea
49.
76.
Tem-
perello 350.
Castagno,
del,
Gentile
22.
168.
da,
177.
114.
Falconetto, Gian Maria 236.
445.
Fattore
nardo da, 437. Castello, Clio. Batt. 234.
Ferrari,
Cattaneo Danese 434. Cavalier d'Arpino 421.
Ferrari,
Cavallini, Pietro 29. Cecco, Francescuccio Cellini,
Benvenuto
Fiesole, di,
177.
4lf>.
434.
to,
Maso
99.
Lorenzo
di
Vincenzo 168. v. Melozzo da. Formentone. Tommaso Formigine v. Marchesi Foppa,
tifi.
Vincenzo Matteo 81.
Civerchio,
Forlì
168.
Clementi v. Spani. Coda, Benedetto 195. Coducci, Mauro 58. Cola dell'Amatrice 178. Cola di Matteuccio da Capra-
mia 217. Como, Guido
da,
drea. Foschi,
Francesco
da,
Borgo
di
An-
Francesco Francesco
Conti. Bernardino de', 297.
Correggio 348. 349. 350. 351. 353. 355. 357. 358. 359. 360. 361. 363. 364. Cosimo, Piero di, 138. Cossa, Francesco del, 172. 445. Costa, Ippolito 369. Costa, Lorenzo 172. 445. Cotignola, Bernardino e Francesco 197; Girolamo 423. Cozzarelli, Giacomo 77. Cozzarelli, Guidoccio 199. Credi, Lorenzo di, 85. 134. 135. Crivelli, Carlo 159. Crivelli, Vittore 178.
i
il,
46. 251.
di
S.
Agnolo
da
Rimini
Giovanni da Milano 17. Giovanni da Verona 439. Giovanni di Bettino 48. Giovanni di Paolo 198. Giovanni di Pietro 195. Giovanni Pisano 9, 12. Giovenone, Girolamo 299. Girolamo di Benvenuto 198. Girolamo da Carpi 222. Girolamo del Pacchia 275.
il,
Se-
detto il, 172. 174. 348. 445. Francia, Giacomo 174. Francia, Giulio e Giovanni Battista 174. 176. Franciabigio 268. Francucci v. Innocenzo da Imola. Fungai, Bernardino, 199. Gabriele di Giovanni da Como e
Ste-
Romano
v.
Romano.
Gozzoli, v. Benozzo di Lese. Granacci, Francesco 272. Grandi, Ercole 346. Grano, Giorgio Gandini del, 359.
Giorgio 77. 198. Stefano v. Pe-
Gaddi, Taddeo
di
124.
217. I
Tommaso
Giunta 13. Gobbo, Cristoforo Solari detto
Francesco da Volterra 20. Francescuccio di Cecco 177. Francia, Francesco Raibolini
'
v.
fano.
v.
sellino.
Cronaca, Simone del Poliamo-
Daddi, Bernardo 17. 21. Dalmata, Giovanni 84.
di
.
Giottino
Giulio
195. da,
polcro 52.
165.
detto
57.
Francavilla, Pietro 434. Francesca, Pietro della, 125. 146. 170. 212.
4.
Condivi, Ascanio 341. Conegliano, (ì. B. Cima
Sigismondo
Fossano, Ambrogio Bergognone.
detto, 297.
v. Bologna. Giocondo, Fra, 57. 217. 229. Giorno del Sodoma (Girolamo Magagni) 276. Giorgio, Mastro (Andreoli) 442. Giorgio, Stefano di, v. Sassetta Giorgione 370. 371 372. 373.
195.
18(1,
Firenze, Andrea da, v. Andrea. Folchetti, Stefano 178. ['(intana, Orazio 443. Foppa, Cristoforo v. Caradosso
13.
Cittadella v. Lombardi Alfonso. Ci uff agni, Bernardo di Pietro
132.
Ghirlandaio, Ridolfo del, 268. Ghisi, G. B. 365. Ghissi Francesco v. Francescuccio di Cecco. Giacomo, Battista di, 394. Giacomo da Pietrasanta 52. Giacomo da Ulma 445. Giampietrino, Gian Pietro Riz-
Giotto 13. 14. Giov. Francesco
122.
Fiorenzo
134.
del,
Garofalo, Benvenuto Tisi detto il, 346. Gatti, Bernardino v. Sojaro. Gentile da Fabriano 168. 177. Geremia, Cristoforo 97. Gerini, Nicolò di Pietro 17. Ghiberti, Lorenzo 61.62.427. 445. Ghirlandaio, Domenico 128.
zi
Defendente 299. Gaudenzio 296. 299. Andrea 252. Giovanni da, v. An-
Finiguerra,
Garbo, Raffaellino
Giambologna
45.
Penni.
gelico. Fiesole, Mino da, 78. 81. 82. Filarete, Antonio Averlino det-
Cesare da Sesto 297. Cesari v. Cavalier d'Arpino. Chiodarolo, Gian Maria 177. Cima v. Conegliano.
Civitali,
v.
Ferrucci,
437.
Cimabue, Giovanni
Luca
Fancelli,
Castelbolognese Giovanni Ber-
lo
DI '.Il
439. Daniele da Volterra 3116. 342. Danti, Vincenzo 253. Da Ponte, Famiglia detta lassano 397. Del Grano v. Grano. Desiderio da Settignano 78. so. SI. 427. Dolci, Giovannino de', 52.
iì,
61.
mimi
l
Damiano da Bergamo
Caparra, Nicolò Grosso detto
17.
Gagini, Domenico 92. Galasso (Matteo Piva) 172.
96.
Grosso v. Caparra. Guglielmo, Fra 8. Guido da Como 4. Guido da Siena 13. 22. Ibi, Sinibaldo 195. Ingegno (Andrea di Aloigi) 182. Innocenzo da Imola (Francucci) 423.
da Pisa 84. Jacopo da Faenza, Isaia
Jacopo della
161
Quercia 61. 76.
77.
Lamberti, Nicolò di Piero 61. Lanciano v. Renzi. Landi, Neroccio 198. Landini, Taddeo 413. Lanino, Bernardino 299.
Laurana, Francesco 93.
INDICE DEI NOMI DEGLI ARTISTI
Laurana, Luciano da, 53. 222. Laureti, rornmaso 418. Leonardo 134. 212. 261. 276. 277. 278. 279. 280. 281. 284. 285. 286. 287. 28S. 289. 290. 291. 292. Leonbruno, Lorenzo 365. Leoni, Leone 413. 418. 4;t4. Leoni, Pompeo 418.
Leopardi, Alessandro 85. 101.
da Verona 168. Licinio Bernardino 394.
Mazzola, Lodovico (Mazzolino)
di
Mariano
v.
190.
Pellegrini v.
Andrea detto lo Schiavone 397. Melozzoda Forlì 142. 145. 146.
Mar-
nila.
Lorenzo di Pietrov. Vecchietta. Lorenzo da Viterbo 178. Lotto, Lorenzo 373. 377. 380. Luciani Sebastiano del v. Piombo. Luini, Bernardino 294. Macrino d'Alba 299. Madcrna, Carlo 229. 233. Magagni, Girolamo v. Giorno. Magni, Cesare 297. Maiano, Benedetto da, 46. 78.
160.
163.
229. 304. 310. 339. 420.
220. 223. 224. 230. 261. 276.302. 305. 306.307. 308. 334. 335. 336.337. 340. 341. 342. 343.
Michelozzo 46. 67. 68. 75. Milano, Giovanni da, 17.
Mino v. Fiesole. Mino del Reame 84. Monaco, Lorenzo 115. Montagna, Bartolomeo •
Vaga v. Vaga. Perugino (Pietro Vannucci) 85.
275. Pesellino 126. Piazza, Albertino, Martino e Calisto 365. Pietrasanta, Giacomo da, 52. Piero di Lorenzo detto Piero di
Cosimo
167. 165.
168.
Montelupo, Baccio da, 252. Montelupo, Raffaello da, 252. Montorsolo, Giov. Ang. da,
v.
Cosimo.
Piero di Puccio 20. Piero d'Ancona 261. Pintoricchio (Bernardino di Betto)129. 188. 190. 194.249. Piombo v. Sebastiano. Pisanello (Antonio Pisano) 96. 169.
Pisano Andrea, io. 12. 62. Pisano, Giovanni, 9. 12. Pisano, Nicolò 6. 329. Pitati v. Bonifazio.
Piva
Moretto (Bon vicino Aless.)402. Moroni G. B. 397.
v. Galasso. Polidoro v. Caravaggio. Polidoro Veneziano (Polidoro de' Renzi da Lanciano detto) 396.
260.
Motis, Cristoforo de, 445.
Poliamolo (Antonio
Murano, Antonio da, Nanni di Banco 64.
Poliamolo Simone
Malosso, G. B. Trotti 369. Manni, Giannicola 195.
Napoletano, Francesco 297. Nelli, Ottaviano 177. Neroccio v. Landi.
Mantegazzat Fratelli) 54. 96. Mantegna, Andrea 147. 148. 149.
150.
151.
152.
153.
248.
Marcantonio (Raimondi) 306. 331.
Marchesi, Andrea detto il Formigine 235. Marchesi, Girolamo da Cotignola 42:-!. Marchetti, Marco 197. Marcillat. Guglielmo di, 445. Marco d'Oggiono 297. Marconi, Rocco 396.
Marescalco v. Bonconsiglio. Mariotto, Bernardino di, 178. Marrina, Lorenzo di Mariano detto il, 77. Martini, Francesco di Giorgio 77.
198.
Martini,
Simone
24.
Masaccio76. 104. 106. 107. 131. Masolino da Panicale 106. 107. Matteo di Giovanni 198. Maturino Fiorentino 244. Mazzola-Bedoli, Girolamo 361. Mazzola, Filippo 361. Mazzola. Francesco v. Parmigianino.
at-
Perin del
Maiano, Giuliano da, 52. Mainardi, Bastiano 134.
84. 439.
1
Pi-ruzzi, Baldassarre 220. 229.
Michelangelo 226. 303. 309. 338. 344.
il
128. 134. 182. 184.
Melzi, Francesco 1292. Meo del Caprina 56. Mesastris. P. A. 178. Messina, Antonello da, 161.
ribaldi.
IT. detto tore 327. 329. 334. Pericoli v. Tribolo
Penili, Giov.
Meldolla,
Lorenzetti, Ambrogio 26. Lorenzetti, Pietro 26. Lorenzetto 261.
Lorenzo
Pastorini,
150. 212,
Lippi, Filippino 106. 131. 278. Lippi. Fra Filippi! 118. 121. 122. 445. Li mi ha idi. Alfonso 259. Lombardi, Antonio 58. imi. Lombardi. Pietro 58. Ilio. Lombardi, Tullio 58. UNI.
de, 49. 97.
Pastorino 445. Pastura (Antonio del Massaro)
346.
Mazzola, Michele 350. Mazzola. Pier Ilario 350. Mazzolino 346. Mazzoni, Giulio 222. 250. Mazzoni. Guido 93.
Liberali-
45:-!
Matteo
Pasti,
159.
65.
Neroni, Bartolomeo v. Riccio. Nicolò d'Arezzo 65. Nicolò da Foligno v. Alunno. Nicolò dall'Arca 93. Nicolo di Pietro v. Gerini. Nicolò Pisano 6. 329. Nuzi, Allegretto 177.
Oggiono, Marco d', 297. Orcagna, Andrea 10. 17. 21. Orcagna, Leonardo 17. Ortolano(G.B. Benvenuti) 346. Pacchia, Girolamo del, 275. Pacchiarotto, Giacomo 199. Pagni, Benedetto 365. Palladio, Andrea 238. 239. 240. 411.
Palma, Antonio 394. Palma, Jacopo (Giovane) 375. Palma, Jacopo (Vecchio) 373. 375.
Palmerucci, Guido 177.
Palmezzano, Marco 195. Pandino, Antonio da, 445. 1 Pandolfo di Cigolino 445. Paolo Romano v. Treccone. Parmigianino (Mazzola Francesco) 361. Passarotti, Bartolomeo 426.
e
Piero)
125.
85.
v.
Cronaca.
Pomarancio (Cristoforo Roncalli)
422.
Pomarancio (Nicolò Circignani)
422.
Pontelli,
Baccio 52.
Pontormo (Jacopo
Carnicci)
227.
Pordenone
de (Giov. Ant. Corticali) 393. 394. Porta, Giacomo della, 232. Porta, Guglielmo della, 416. Predis, Antonio de, 284. Primaticcio, Francesco 365. Procaccini, Camillo 423. Procaccini, Ercole 423. Procaccini, Giulio Ces. 423. Puligo, Domenico 272. Pupini, Biagio 423. Quercia, Jacopo della, 61. 76. Raffaello," IO. 195. 221. 249. 261. 276. 311. 312. 313. 314 315. 316. 317.318. 320. 322. 324. 326. 327. 328. 329. 330. 444. Raibolini v. Francia.
Raimondi Ramenghi
v. v.
Marcantonio. Bagnacavallo.
Renzi. Polidoro de', 396. Riccio, Andrea v. Briosco. Bartolomeo (Neroni) Riccio, 276.
INDICA DEI NOMI
454 Riccio, Doni. (Brusasorci) 397.
Rimini, da,
Giovanni
Francesco
195.
Rinaldo Mantovano 365. Rizzo, Antonio 58. 100.
Robbia, Andrea della, 74. Robbia, Giovanni della, 74. Robbia, Luca della, 10. 61. 72. 427.
Roberti, Ercole de', 172. Robusti, Jacopo v. Tintoretto. Roccatagliata, Nicolò 434. Rodari, Tommaso 59.
Romani, Girolamo
v.
Roma-
Salimbeni,
Iacopo
e
80. 81. 427. Siena, Guido da, Signorelli,
Tommaso di Stefano 17. Tonducci, Giulio 195. Torbido, Francesco detto Moro
il
Triachini,
Tura, Cosimo 172. Uccello, Paolo 112. 124.445. Udine, Giovanni da, 240. 328 334. Ugolino, Pandolfo
1
Giovane, Antonio
'l'I.
140.
Veneziano, Antonio 20. Veneziano, Domenico 115. 124 Venusti, Marcello 341. Verona, Giovanni da, 439. Verona, Liberale da, 168. Veronese (Paolo Caliari) 404. 405. 407. 411. Verrocchio, Andrea 85.
Spinelli, Nicolò di Forzore 97. Spinello Aretino 17. Squarcione Francesco 146. 148. Stefano da Verona 165. Suardi (Bramantino) 168. Tacca, Pietro 413. Taccone, Paolo detto Romano
Vinci, Pierino da, 418. 434. Viterbo, Lorenzo da, 178. Viti, Timoteo 177. 311. Vittoria, Alessandro 259. 434 Vivarini, Alvise 159. 160. Vivarini, Antonio 159. Vivarini, Bartolomeo 159.
Volterra, Daniele Ricciarelli da, 306. 342. Volterra, Francesco da, 20. Zacchi, Zaccaria 260. Zaganelli v. Cotignola. Zenale, Bernardino 168. Zuccari, Federico e Taddeo 420. Zuccati, Sebastiano 380.
di
Terribilia, Antonio 235. ribaldi, Pellegrini Pellegrino
194.
235. 425. 445. Tiberio d'Assisi 195. Tintoretto ( Jacopo Robusti)
Sanseverino v. Salimbeni. Sanseverino, Lorenzo giovine
402. 404.
178.
ERRATA Pag. 323
-
ss.
Sperandio 97.
Bartolo 27. Tamarocci, Cesare 177. Tatti Jacopo v. Sansovino.
198.
sii.
89. 90. 91. 134. 146. 277. Vignola (Jacopo Barozzi) 231
85.
51.
445.
G. B. 195. Vaga, Perin del, 250. 445. Vannucci v. Perugino. Vasari, Giorgio 230. 420. 421 Vecchietta, Lorenzo 77. 198. Veneziano, Agostino 306. Itili,
95.
Taddeo
Sanmicheli, Michele 236.
di,
Ulma, Giacomo da, 445.
Spani, Prospero (Clementi) 261 Spanzotti, Martino 445
da, 217. 229. Sangallo, Francesco da, 434. Sangallo, Giuliano da, 51. 224. Sangallo Seniore, Antonio da,
Pietro
13.
Bartolomeo 235.
Tribolo (Pericoli) 255. 251' 260. 416, Trotti, G. B. v. Malosso.
(G. A. Bazzi) 273. 274. 275. Sojaro (Gatti Bernardino) 369. Solari, Cristoforo v. Gobbo. Solari v. Lombardi Pietro. Solario, Andrea 294. Spagna (Giovanni di Pietro)
Lorenzo
San Giorgio, Eusebio da,
Luca
il
397.
Jacopo
29. Traini, Francesco 21. Torniti,
Sodoma
Salviati v. Rossi Francesco. Samacchini, Orazio 426.
da.
381 (381. 382. 383. 384. 385. 386. 387. 390. 393.
Sebastiano Luciani, del Piombo 342. 373. 376. 377. Serlio, Sebastiano 231. 250. Sesto, Cesare da, 297. Settignano, Antonio da, 80. Settignano, Desiderio da, 78.
177.
di
Tiziano (Vecellio) 276.
257. 259/434. Santi, Giovanni 177. 311. Sarto, Andrea del, 270. 272. 419. Sassetta (Stefano di Giorgio) 198. Savoldo, Girolamo 402. Scaletti, Leonardo 195. Scamozzi, Vincenzo 237. Scarpagnino, Antonio 59. Ippolito detto Scarsella, lo Scarsellino 348.
397.
402. 194. 223. 250. 327. 329. 334. 364. Romano, Paolo 82. Rondani, Frane. Maria 359. Rondinelli, Nicolò 197. Rosselli, Cosimo 138. 262. Rossellino, Antonio, 80. 81. Rossellino. Bernardo 48. 51. 80. 224 Rossetti, Biagio 55. Rossi, Francesco (Salviati) 42(t. Rossi, Properzia de', 259. 260. Rosso Fiorentino 272. Rovezzano, Benedetto da, 252. Rustici, Giov. Fr. 253. Rustico (Lorenzo Brazzi) 276. Rusuti, Filippo 29. Sabbattini, Lorenzo 423. Salaino, Andrea 297. Salerno, Andrea da, 334.
Sano
Tisi v. Garofalo.
Schiavonc (Andrea Meldolla)
nino.
Romanino (Romani) Romano, Antonazzo Romano, Giulio 222.
Sangallo
DEGLI AUTISTI
Sansovino, Andrea 253. 255. Sansovino, Jacopo 235. 236.
Fig. 348.
Raffaello
:
CORRIGE L'incendio
di
Borgo,
Fig.
-
Raffaello
:
Eliodoro scacciato dal
tempio
Roma, Vaticano.
Vaticano.
Pag. 418, riga 20, aggiungere:
Vinci (1520?
436
-
.(fig.
442). Altr
.uh,
notevoli
di
quel
momento furono Pierino da
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