Manuale Addestrativo Nbc

October 2, 2017 | Author: Runelore Rune Celtiche | Category: Chemical Weapon, Cyanide, Nerve Agent, Chemistry, Physiology
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Manuale addestramento per risposte contro NBC nucleare, biologico e chimico...

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Comando Provinciale Vigili del Fuoco - Piacenza

Manuale operativo ed addestrativo per interventi N.B.C.

Elaborato dal Gruppo di Lavoro Comando Vigili del Fuoco di Piacenza, come da O.d.g. n. 147 del 19 ottobre 2001 Prima stesura – 26/10/2001

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UFFICIO CORSI E FORMAZIONE

PREMESSA Tra le possibili cause di un evento incidentale, qualora questi riguardasse in particolar modo un’attività a rischio di incidente rilevante, è da sempre stata prevista l’ipotesi dell’attentato. Oggi più che mai l’atto terroristico costituisce una minaccia tangibile e si può manifestare secondo diversi criteri e nei più svariati contesti della società civile. Il fenomeno, di conseguenza, merita un’analisi particolare ed approfondita relativa, per quanto di competenza dei Vigili del Fuoco, agli effetti che un simile evento può determinare se si manifesta a seguito di utilizzo doloso di sostanze chimiche o di gas del tipo non convenzionale ovvero di materiale potenzialmente contaminato da agenti biologici. Nel ricordare quanto il Vigile del Fuoco per compito istituzionale possa potenzialmente trovarsi esposto al contatto con sostanze chimiche, biologiche ovvero con radionuclidi, si ritiene necessario, per la tutela degli operatori, riservare una adeguata porzione della attività addestrativa a questa tipologia di interventi approfondendo la conoscenza dei dispositivi di protezione individuale e del loro corretto impiego, delle attrezzature nonché delle azioni da compiere secondo predeterminate procedure operative.

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indice: ¾ Riferimenti ministeriali e disposizioni del Comando

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¾ Finalità della Pianificazione

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¾ Attività di Formazione – criteri di svolgimento

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¾ Procedure Operative Standard - presenza di aggressivi chimici

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¾ Procedure Operative Standard - presenza di agenti biologici

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¾ Procedure Operative Standard - presenza di radionuclidi

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Allegati: ¾

Allegato 1: Avvelenamento chimico-batteriologico

¾

Allegato 2: Dispensa Corso Autoprotezione a cura dell’Ufficio Corsi e Formazione VV.F. Piacenza

¾

Allegato 3: Agenti biologici

¾

Allegato 4: Aggressivi chimici

¾

Allegato 5: Elenco presìdi

¾

Allegato 6: Gli incidenti coinvolgenti sostanze pericolose a cura del funzionario PI Gnecchi VV.F. Bergamo

¾

Allegato 7: Caricamento autofurgone Iveco Daily, attrezzatura da addestramento e intervento

¾

Allegato 8: Linee guida dettate dalla Regione Emilia Romagna relative al rischio di contaminazione da Antrace

¾

Allegato modulistica

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…omissis…

3. Agenti chimici Sono generalmente liquidi dispersi sotto forma di vapori o aereosol. Variano per persistenza (facilità di evaporazione) divengono efficaci dopo pochi secondi o qualche ora. Gli agenti chimici presentano una minaccia di inalazione e da contatto e vengono classificati in base alle conseguenza psicologiche. In funzione del tipo di aggressivo variano: le azionj di decontaminazione, le cure terapeutiche, i dispositivi di protezione. Tipi di agenti chimici: Agenti Nervini : Tabun (GA), Sarin (GB), Soman(GD), V X Cianuro: Cianuro di Idrogeno, Cloruro cianogeno Intossicanti polmonari: Fosgene, Cloro Misture: Ammoniaca Vescicanti: Mostarda, Levisite, Iprite

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4. Effetti: 4.1 Agenti nervini: sono i più tossici agenti militari, vengono conservati e trasportati allo stato liquido. Tali agenti possono causare la perdita improvvisa di coscienza, attacchi neuro motori, I'apnea e il decesso. Questi agenti chimici vengono assorbiti facilmente attraverso la pelle, gli occhi o le vie respiratorie. Il meccanismo di aggressione è quello di inibizione della colinesterasi, un enzima presente nei tessuti e nel sangue individuabile con test di laboratorio. La diagnosi iniziale avviene attraverso la presentazione di segni e sintomi. Quelli più visibili sono: contrazioni muscolari, secrezione ghiandolare. La vittima potrà accusare una maggiore salivazione, lacrimazione, gocciolamento del naso, intensa sudorazione, il fenomeno è inoltre accompagnato da effetti cardiovascolari disegno opposto bradiaritmia, tachicardia e aritmia ventricolare. Effetti acuti gravi comprendono la perdita di conoscenza, attacchi muscolari e apnea. 4.2 Vescicanti: sono agenti che provocano danni esterni ed interni all'organismo. Iprite è un agente a cui si viene esposti per inalazione di vapore o per contatto di liquido. Causa lesioni agli occhi, alla pelle, alle vie respiratorie e ad alcuni organi interni. Il meccanismo di azione non è ancora noto. Le lesioni prodotte sono molto simili a quelle prodotte dalle radiazioni. Levisite, gli effetti sono molto simili a quelli prodotti dall'lprite ma i danni causatisono di maggiore entità, di contro gli effetti sono immediati e più facilmente individuabili. 4.3 Cianuro: sostanza chimica ampiamente utilizzata, prodotta e trasportata in Europa in ragione di circa 250.000 t/annue. Viene conservato e utilizzato per scopi militari nello stato liquido e solido. Per causare il decesso è necessaria una grande quantità di sostanza chimica. l tre tipi di cianuro che si possono incontrare sono il cianuro di idrogeno (AC), il cloruro cianogeno (CK) e i sali di cianuro. Il cloruro cianogeno è un vapore pungente, più pesante dell'aria in grado di irritare occhi naso e gola, al contrario il cianuro di idrogeno non ha proprietà irritanti. I sali di cianuro generano cianuro di idrogeno a contatto con un forte acido, quale l'acido solforico e bene si prestano ad una matrice terroristica. L'avvelenamento da cianuro si verifica dopo avere inalato l'agente, ma anche dopo avere ingerito delle soluzioni di cianuro o per contatto con la pelle di notevoli Elaborato dal Gruppo di Lavoro Comando Vigili del Fuoco di Piacenza, come da O.d.g. n. 147 del 19 ottobre 2001 Prima stesura – 26/10/2001

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quantità di cianuro liquido. Dopo I'inalazione, in caso di modeste quantità, la vittima può divenire ansiosa, spesso avrà I'iperventilazione e in genere sviluppa cefalea vertigini e vomito in caso altresì di grandi quantità dopo 15 secondi le vittime diventano ansiose e iniziano ad avere iperventilazione dopo 30 secondi iniziano le convulsioni a 3-5 minuti cessa la respirazione e in 6-10 minuti si ha la cessazione dell'attività cardiaca. 4.4 Intossicanti polmonari: I principali sono rappresentati da cloro e fosgene. I danni sono concentrati a livello polmonare e gli effetti si materializzano alcune ore dopo l'esposizione. Il fosgene ha il caratteristico odore del fieno appena mietuto ed è 4 volte più pesante dell'aria. A causa del lento discioglimento in acqua con creazione di HCI a contatto con le vie respiratorie può dare un'irritazione transitoria degli occhi, del naso, dei seni, della gola. Il cloro è un notevole irritante degli occhi e del tratto respiratorio, viene trasportato allo stato liquido. E' tossico per qualsiasi superficie del corpo compresi gli occhi, la cute, il tratto respiratorio e il tratto gastrointestinale. Pochi secondi dopo l'esposizione insorgono i sintomi dell'irritazione agli occhi al naso e alla gola. Segue l'irritazione del tratto respiratorio con tosse, affanno, dolori al torace e produzione di espettorato. Il decesso improvviso è di solito dovuto alla grave ipossia e all'arresto cardiaco. 4.5 Misture: il più noto è l'ammoniaca, facilmente reperibile e prodotta in grandi quantità per usi agricoli e industriali. Viene rapidamente assorbita dalle superfici della mucosa e danneggia gli occhi, la cavità orale, la gola e i polmoni. Se mischiata con l'acqua forma un agente corrosivo, I'idrossido di ammonio che comporta notevoli danni in forma di necrosi con liquefazione dei tessuti. Negli occhi crea danni permanenti alla cornea con formazione di cataratte, nei polmoni l'esposizione lieve causa tosse, dolori al torace e laringite. L'esposizione prolungata o in grandi quantità può comportare ipossia, polmonite chimica e emorragie. I sintomi migliorano in 72 ore con criticità nelle prime 24. Nei confronti della cute si possono verificare effetti simili a quelli del gelo. In caso di ingestione si accusano forti dolori alla bocca, tosse, dolori nausea e vomito. Si può notare la formazione di edemi delle labbra e della bocca. …omissis…

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Tipologia del materiale Indumenti scafandrati a tenuta di gas, con calzare o stivale integrato, guanti integrati, sacca per autorespiratore interno, .attacco per air-Iine. Accessori (indispensabili): antiappannante per il vigore con appositi panni per l'applicazione, stick lubrificante per la cerniera., valigia o sacca di trasporto (fornibile da parte del produttore), prodotto sanificante per l'interno, sottocalzari (se previsti), guanti interni in cotone, casco interno, stivali (se previsti). Ricambi: guanti interni di tenuta (se previsti); anelli di tenuta per guanti (se previsti); nastro per la sigillatura (se previsto), guanti esterni. Note: -Gli indumenti a tenuta di gas con autorespiratore esterno non sono opportuni in quanto su uno scenario NBC si contaminerebbe l'autorespiratore stesso e l'apparato radio, entrambi di difficile decontaminazione. -Gli autorespiratori a circuito chiuso non sono utilizzabili con gli indumenti scafandrati in quanto non permettono la pressurizzazione della tuta; inoltre con questi apparecchi è inevitabile l'appannamento del lato interno del visore della maschera che è perciò dotata di una sorta di tergicristallo azionabile dall'esterno, manovra questa inattuabile con questi DPI. Pur essendo possibile all'operatore estrarre il braccio dalla manica per effettuare manovre all'interno della tuta, (es. guardare il manometro dell'autorespiratore, azionare l'apparato radio, ecc. ) la manovra è piuttosto laboriosa e, in alcune tute di foggia più aderente, quasi impossibile e può causare lo spostamento del guanto interno, condizione molto pericolosa in fase di intervento. -Se prima di indossare la tuta il visore non è stato trattato con antiappannante, in breve l'operatore si troverà in condizioni di scarsissima visibilità e, di fatto, in pericolo e nell'impossibilità di operare. -Le tute con calzare interno e stivale separato sono più laboriose da indossare ma offrono una maggiore livello sicurezza e consentono, con una certa scorta di calzature, una maggioreflessibilità di impiego. È però necessario un sottocalzare, generalmente fornito con il DPI. -Il casco interno, indispensabile per la protezione dell'operatore, sostiene anche la tuta evitando l'abbassamento del visore con conseguente limitazione del campo visivo. L'elmo da intervento attualmente in dotazione non è utilizzabile. -Insieme con le tute scafandrate, è necessario munirsi dello specifico kit, diverso per ogni produttore, per la verifica periodica della tenuta dell'indumento. -Il produttore dovrà certificare la resistenza del DPI agli aggressivi militari, nonché ai prodotti per la decontaminazione (BX24 ) -Gli indumenti militari di quasiasi tipologia non sono idonei per il soccorso. Indumenti scafandrati di emergenza a tenuta di gas ad uso limitatato Tykem con attacco per air-Iine Accessori (indispensabili): antiappannante per il visore con appositi panni per l'applicazione, stick lubrificante per la cerniera, sacca di trasporto (non fornita dal produttore), prodotto sanificante per, l'interno, sottocalzari (non forniti dal produttore), guanti interni in cotone, casco interno, stivali esterni. Elaborato dal Gruppo di Lavoro Comando Vigili del Fuoco di Piacenza, come da O.d.g. n. 147 del 19 ottobre 2001 Prima stesura – 26/10/2001

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Note: - Queste tute possono essere conservate senza alcuna formalità per un periodo di cinque anni nella loro confezione originale. In caso di apertura, per mantenere la garanzia del produttore, devono essere da questi revisionate e sigillate. - Dopo una serie consecutiva di esposizioni all'aggressivo, e conseguente decontaminazione, l'indumento dovrà essere accantonato. - Le tute in Tykem sono vestibili con maggiore rapidità, sono più leggere e si è potuto verificare che sono meglio sopportate dagli operatori meno esperti. Per questi motivi lo schema operativo in via di perfezionamento prevede questi indumenti come destinati principalmente alle operazioni di soccorso ai nostri operatori eventualmente in difficoltà. Hanno minore resistenza meccanica e maggiore ingombro rispetto le tute convenzionali. Indumenti protettivi monouso in Tyvek F completi di cappuccio e calzare interno, non a tenuta di gas. Accessori (indispensabili): Guanti in mescola adatta all'uso NBC, stivali Note: - Questi DPI sono adatti solo per gli operatori non direttamente esposti o esposti solo a contaminazione indiretta, muniti di maschera e filtro NBC Apparecchi di respirazione a circuito aperto Note: - L 'autonomia degli operatori che indossano indumenti scafandrati è estremamente ridotta a causa dello stress fisico e psicologico cui sono sottoposti. Nell'esperienza corrente si è verificato che il personale non esperto spesso va in affanno, con conseguente consumo abnorme delle risorse di aria respirabile e rischio di collasso. Anche nelle migliori condizioni l'autonomia operativa non supera i trenta minuti, ai quali vanno sottratti i tempi di percorso e la fase di decontaminazione. Per quest'ultima, la procedura completa, della durata di venti minuti, non consentirebbe alcuna operatività; solo l'adozione di particolari docce per decontaminazione campale, in grado di diluire l'aggressivo molte migliaia di volta al minuto, consente di contrarre il tempo anche a solo cinque minuti. - Per quanto sopra è evidente che la riduzione del rischio ed una maggiore operatività possono essere ottenute solo con l'adozione di bombole in materiale composito ancora non omologabili. Sistemi air-Iine con bombole carrellate Accessori (indispensabili): tubazione, tubazioni di raccordo per due operatori, raccordo Y Note: - I sistemi di adduzione di aria mediante tubazione possono presentare, in caso di lunghe esposizioni e di intimo contatto con l'aggressivo, il rischio di fenomeni di permeazione del materiale e conseguente veicolazione del prodotto nelle vie respiratorie, ma consentono una autonomia non altrimenti possibile. - Una volta scollegato il sistema air-Iine dall'attacco rapido delle tute scafandrate, la connessione non potrà essere ripristinata neanche dopo l'esecuzione delle ordinarie procedure di decontaminazione dell'indumento, essendo altissima la possibilità di latenza dell'aggressivo nella valvola di chiusura. Elaborato dal Gruppo di Lavoro Comando Vigili del Fuoco di Piacenza, come da O.d.g. n. 147 del 19 ottobre 2001 Prima stesura – 26/10/2001

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Maschere e filtri NBC Accessori: contenitore per, il trasporto della maschera e del filtro Note: - In alternativa alle maschere militari, testate per NBC e rispondenti agli standard NATO (colore, beverino, posizione del filtro, doppio oculare per l'introduzione della maschera nelle tasche della mimetica), sono utilizzabili le maschere convenzionali, più confortevoli e di pari grado di protezione ( se dichiarata dal produttore). -I filtri militari sono equivalenti agli A2B2-P3 Sistemi di comunicazione via radio adatti con l'impiego di tute e maschere. Sono da escludersi sistemi ad attivazione vocale. Ripetitori via cavo Rivelatore di aggressivi chimici militari (M90) o PID testato per impieghi militari e/o kit di fiale colorimetriche e cartine rivelatrici adesive Recipienti pressurizzati o con pompa manuale per la preparazione e la diffusione di miscele e prodotti decontaminanti Prodotti decontaminanti con elevato potere inertizzante per i neurotossici e gli aggressivi in genere (BX24 od altri similari). Ipoclorito di sodio per la decontaminazione personale di emergenza Doccia per decontaminazione campale (Hughes portaflex o equivalente) La maggior parte delle docce di tipo industriale non sono adatte per il soccorso Sacchi in polietilene o vasche per il confinamento dei materiali contaminati. Gli indumenti personali degli operatori per i quali si sospetta la contaminazione dovranno essere confinati in contenitori o sacchi separati per ciascun individuo con l'indicazione del nominativo, per consentire successive valutazioni Kit di auto soccorso individuale con antidoti e farmaci preventivi Materiali assorbenti in fogli, cuscini e rotoli, con funzioni di contenimento e barriera, anche delle Acque di lavaggio per le quali, nelle fasi iniziali, non sarà certamente possibile il recupero Grigliati in materiale plastico Materiale per la delimitazione delle aree, possibilmente con specifiche scritte di pericolo Tenda pneumatica in materiale decontaminante (per l'area logistica) Molti Comandi sono già dotati di tende di questa tipologia, generalmente in PVC …omissis…

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Si veda Allegato 8 Elaborato dal Gruppo di Lavoro Comando Vigili del Fuoco di Piacenza, come da O.d.g. n. 147 del 19 ottobre 2001 Prima stesura – 26/10/2001

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Si veda pag. 29 - 31 Elaborato dal Gruppo di Lavoro Comando Vigili del Fuoco di Piacenza, come da O.d.g. n. 147 del 19 ottobre 2001 Prima stesura – 26/10/2001

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PIANIFICAZIONE DELL’EMERGENZA RIGUARDANTE INTERVENTI VVF IN PRESENZA DI GAS NON CONVENZIONALI O SOSTANZE CHIMICHE GENERICHE

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COMPONENTI

Addestramento specifico

Analisi degli eventi ipotizzabili

Finalità:

Finalità:

Opera di prevenzione travasando al personale conoscenze su: -

Attività di previsione con conseguente adeguata protezione del personale e ottimizzazione dell’intervento

sostanze e loro caratteristiche possibili rischi corretto impiego degli indispensabili D.P.I. utilizzo mezzi ed attrezzature P.O.S.

Fissando opportune P.O.S.

Secondo mirate e graduali fasi formative

Fasi PERIODICHE

A

IMPIEGO D.P.I.

AZIONI DA COMPIERE

Estese a tutto il personale TRIMESTRALE

SEMESTRALE

Ipotesi di rilascio di sostanze chimiche generiche

Ipotesi di rilascio di gas del tipo non convenzionale

B Nei turni di servizio

Fase METODICA All’interno della normale attività addestrativa giornaliera

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ATTIVITA’ ADDESTRATIVA Il personale VV.F. che garantisce l’intervento viene edotto sugli effetti delle principali tipologie di agenti chimici, sulla loro individuazione in un contesto incidentale e sulle azioni da compiere mediante un programma di formazione da articolarsi in diverse fasi.

Fase metodica Criterio

Attività di formazione costante

Articolazione

Da attuarsi in modo sistematico nei turni di servizio

Cadenza

Continuativa

Figure incaricate

Sviluppo

Contenuti

_ Capi Servizio _ Istruttori professionali

Parte teorica / parte pratica

Approfondimento degli argomenti legati all’uso dei D.P.I. per la protezione da attacchi di gas e sostanze chimiche in genere nonché aggressivi chimici non convenzionali / esercizi

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Turno diurno -

prove individuali d’indossamento dei D.P.I. al fine di conseguirne padronanza e controllare il proprio stato emotivo esercitazione in sede tramite simulazione di un evento incidentale secondo le P.O.S. (*)

-

Turno notturno -

-

analisi dei vari contenuti di testi e dispense relative all’argomento proiezione audiovisivi o altre immagini sulla tipologia in questione con particolare attenzione agli scenari ipotizzabili (area di posizionamento dei mezzi e dell’eventuale triage in relazione alla topografia ed alle condizioni metereologiche, luoghi confinati, sotterranei…) Sistema SIGEM-SIMMA e GEN apporto esperienze caratteristiche dei D.P.I. e prove d’indossamento compilazione di questionari vvf/sanitari commento

(*)

Fasi principali dell’esercitazione 1. Briefing 2. Definizione scenario incidentale 3. Individuazione attori: tutte le figure concorrenti alla gestione dell’intervento con individuazione della squadra operativa tipo 4. Analisi e commento finale • Disporre che tutto il personale vi assista seguendo possibilmente tutte le fasi dell’emergenza a partire dalla richiesta di intervento del 115. • Nei turni diurni successivi si provvederà ad un regolare avvicendamento degli attori.

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Fase periodica Criterio

Articolazione

A Attività di formazione collettiva

Accorpamento di 2 turni, in 1 incontro (per ogni coppia di turni) della durata di un giorno

Cadenza

Figure incaricate

Sviluppo

Contenuti

Trimestrale

_ Ufficio Corsi (organizzazione e materiale didattico) _ Responsabili laboratorio autoprotezione e autorimessa _ Istruttori professionali Parte teorica / parte pratica

_ Illustrazione propedeutica dei D.P.I. (caratteristiche e impiego) _ Prove pratiche di indossamento e maneggiabilità

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Fase periodica Criterio

Articolazione

Cadenza

Figure incaricate

Sviluppo

Contenuti

B Corso di formazione a carattere locale

3 incontri della durata di 2 giorni ognuno per moduli da 40 unità VV.F. (max.) Semestrale

_ Ufficio Corsi (organizzazione, materiale didattico e relazioni esterne) _ Funzionari VV.F. _ Medico competente _ Capi Servizio _ Responsabili laboratorio autoprotezione e autorimessa _ Istruttori professionali Parte teorica / parte pratica

Parte teorica I Giornata Mattino:

caratteristiche chimico/fisiche delle sostanze (Funzionario VV.F.) Pomeriggio: - rischi per la salute (medico competente) - rivisitazione dell’esercitazione prevista Parte pratica II Giornata Mattino: Pomeriggio: •

esercitazione congiunta con personale sanitario presso struttura esterna analisi e commento

A chiusura di questa fase di formazione viene redatta una relazione dettagliata dell’esercitazione con relativa analisi dei vari passaggi.

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P.O.S.

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Procedure Operative Standard IN PRESENZA DI AGGRESSIVI CHIMICI

Schema dei settori e delle figure coinvolte – compiti SEDE VV.F. Figure

¾ Telefonisti ¾ Capo Servizio ¾ Funzionario

SALA OPERATIVA ORDINARIA

TRASFERIMENTO GESTIONE

Compiti

Figure

SALA EMERGENZE STRAORDINARIE (DA REALIZZARE)

Compiti

Figure Lab. Autoprotettori Rep. Autorimessa

Compiti

¾ Gestione fase iniziale ¾ Disposizione partenza (uomini e mezzi prestabiliti) ¾ Allertamento enti ¾ Gestione intervento ¾ Collegamento radio con priorità assoluta ¾ Telefonisti ¾ Capo Servizio ¾ Funzionario

Si attiva qualora l’evento evolva con aumento della criticità (lo scopo è di isolare la gestione dell’intervento che ha assunto carattere di straordinarietà separandolo dal soccorso ordinario) N° 1 Responsabile per ogni settore

¾ Controllo dell’efficienza di mezzi ed attrezzature specifiche ¾ Fornitura alla zona operativa di materiali richiesti

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ZONA OPERAZIONI

Figure Personale VV.F. ------------------Intervento tecnico

Compiti COMUNICAZIONE RADIO

SALA OPERATIVA VV.F.

SALA OPERATIVA 118

¾ ¾ ¾ ¾

Funzionario Capo Partenza 2 operatori di contatto 2 operatori di decontaminazione

Individuazione aree

Zona A Intervento Contatto Zona D Posizionamento mezzi Zona B Decontaminazioni Zona C Triage

Figure

¾ Medico ¾ Personale sanitario

Personale A.U.S.L.

------------------Intervento sanitario

Compiti

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Le seguenti note sono uno schema di procedura di intervento nel caso di presenza di aggressivi chimici non convenzionali che si ispira alle note tratte da un documento fatto pervenire a questo Comando dall'Ispettorato per l'Emergenza. Si tratta, come si potrà vedere, di una prima bozza, cui faranno seguito altre indicazioni che perverranno dal predetto Ispettorato e che andranno ad ampliare e completare quegli aspetti del documento presentati in maniera non approfondita. In questa fase è fatto obbligo a tutto il personale di osservare le modalità operative presentate nel seguito. ATTENTATI TERRORISTICI CON POSSIBILE UTILIZZO DI AGENTI TOSSICI: PREMESSA Gli interventi terroristici con l'uso di armi NBC sono molto simili, per vari aspetti, agli incidenti coinvolgenti merci pericolose. Entrambi sono eventi istantanei che si trasformano velocemente da una situazione circoscritta in una situazione che coinvolge gran parte della comunità Onde prevenire danni alla persona i primi soccorritori devono usare delle adeguate strutture protettive della persona, sia per la protezione della cute che delle vie respiratorie. In particolare si richiede: ¾ L'obbligo di utilizzo da parte del personale di primo intervento in caso di sospetto attentato chimico almeno di: - elmo e sottoelmo; - autorespiratore; - tuta da intervento; - pantalone e giaccone nomex; - guanti in PVC; - stivali da intervento. E' necessario, però, prendere in considerazione che un attacco terroristico NBC contro i civili presenta alcune circostanze particolari da prendere in considerazione: 1. Necessità che le squadre prevedano oltre al personale operativo nella zona di attacco, del personale di riserva pronto ad intervenire in seconda battuta. 2. Necessità di individuazione di aree di triage nell'immediato dell'intervento, chiusura dell'area, concorso delle AUSL. 3. Necessità di gestire l'area con l'individuazione di aree di intervento chiuse mediante recinzione con nastro segnaletico e con accessi controllati (area A direttamente colpita, area B di decontaminazione ed accesso, area C di triage). DISPOSIZIONI DI RIFERIMENTO • • • •

Ordini di servizio e disposizioni interne Disposizioni di intervento regionali o interregionali Accordi di collaborazione con federazioni trasporti o aziende (es. AUSL, ARPA) Dati ricavabili da simulazioni SIGEM - SIMMA e GEN

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AGENTI CHIMICI •

Sono generalmente liquidi dispersi sotto forma di vapori o aerosol. Variano per persistenza (facilità di evaporazione) e divengono efficaci dopo pochi secondi o qualche ora. Gli agenti chimici presentano una minaccia di inalazione e da contatto e vengono classificati in base alle conseguenze psicologiche. In funzione del tipo di aggressivo variano: le azioni di decontaminazione, le cure terapeutiche, i dispositivi di protezione.

Tipi di agenti chimici: Agenti nervini: Tabun (GA), Sarin (GB), Soman (GD), VX Cianuro: Cianuro di idrogeno, Cloruro di cianogeno Intossicanti polmonari: Fosgene, cloro. Misture: Ammoniaca. Vescicanti: Mostarda, Levisite, Iprite. Gli operatori VV.F. che garantiscono l'intervento dovranno essere edotti circa gli effetti dei suddetti agenti chimici al fine di poter individuare in un incidente la presenza di tali sostanze e agire di conseguenza. GESTIONE DELLA SALA OPERATIVA Domande da porre: Secondo lo schema classico Enti/persone da allertare: • Funzionario di Guardia, Ispettorato Regionale, Centro Operativo D.G.P.C.S.A., Prefettura, • CC, P.S., VV.UU., 118, ARPA • Altri ORGANIZZAZIONE DEL PERSONALE VV.F. Considerata la non convenzionalità dell'intervento e quindi la necessità di personale specializzato, appositamente addestrato e da addestrare nonché dell'organizzazione del lavoro C.N.VV.F. si prevede, per questo Comando, una squadra da intervento con capacità di risposta limitata, al fine di garantire l'incolumità degli operatori VV.F. che comunque sono chiamati a svolgere il soccorso tecnico urgente. Questa squadra sarà composta da un totale di 6 unità per turno:

1 Funzionario coordinatore (Funzionario di Guardia o Reperibile) Contatto: compito operativo di valutazione scenario incidentale - 2 unità operative di contatto - 1 unità operativa di soccorso al contatto Elaborato dal Gruppo di Lavoro Comando Vigili del Fuoco di Piacenza, come da O.d.g. n. 147 del 19 ottobre 2001 Prima stesura – 26/10/2001

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Decontaminazione: compito operativo di decontaminazione - 1 doccia con 1 unità addetta - 1 unità addetta alla decontaminazione Per le altre modalità di azione (individuazione aggressivo, primo soccorso, prima bonifica, autotutela) si ricorrerà a squadre specialistiche allestite c/o il Comando VV.F. di Bologna. MEZZI ED ATTREZZATURE IDONEI PER L’INTERVENTO Mezzi VV.F. : ¾ DAILY NBC ¾ CA PAJERO Sala Operativa Mobile ( con attrezzature specifiche) DA REALIZZARE ¾ DAILY RAD (per interventi coinvolgenti radionuclidi) ¾ Altri mezzi a seconda dell'esigenza Altre risorse V.F. AL (per il CA PER ULTERIORE MATERIALE PER LA LIMITAZIONE DELLA ZONA DI SICUREZZA personale ) SQUADRA Altre risorse

DA VALUTARE IN POSTO

Attrezzature: • In considerazione del fatto che i prodotti chimici non convenzionali aggrediscono per inalazione e /o contatto dermico, è di fondamentale importanza l'uso, in assenza di dotazioni specifiche, dei normali DPI in dotazione al personale operativo VV.F. In particolare, si ricorda che è obbligatorio l'uso di: - elmo e sottoelmo; - autorespiratore; - tuta da intervento; - pantalone e giaccone nomex; - guanti PVC; - stivali da intervento •

A fine intervento dovranno essere prese tutte le precauzioni circa le modalità di decontaminazione per evitare problemi al soccorritore e all'ambiente.

Si ricorda che, un accurato trattamento e la scrupolosa applicazione delle procedure può infatti, se non garantire completamente l'operatore, tuttavia limitare fortemente il grado di danneggiamento del personale intervenuto e, soprattutto, evitare il contagio accidentale degli operatori che intervengono successivamente. Altro materiale: • idonea e dettagliata cartografia del territorio • generi di conforto (rimpiazzo fluidi corporei)

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MODALITA' OPERATIVE Disposizioni transitorie In caso di intervento con sospetto utilizzo e/o coinvolgimento di agenti tossici, in attesa di completare le dotazioni di materiali dei Comandi e la formazione degli addetti, considerata la necessità di assicurare il soccorso tecnico urgente andranno previste le seguenti azioni: 1. La composizione dei gruppi operativi dovrà prevedere preferibilmente, ma no esclusivamente, personale con formazione NBC. 2. Il personale dovrà utilizzare tutti i dispositivi di protezione individuale a disposizione per la protezione della cute e delle vie respiratorie. 3. Andranno applicate, quando saranno in dotazione, le cartine di rivelazione che andranno posizionate in corrispondenza degli stivali, delle spalle, dell'elmo e della schiena. 4. In corrispondenza dell'area di intervento andranno individuate tre aree distinte: area A di sicura contaminazione, area B di accesso e decontaminazione, area C di triage. 5. Indipendentemente dalla composizione della squadra, nell'area individuata come A dovranno accedere unicamente le unità operative di contatto, mentre quelle di soccorso si manterranno in zona B. 6. Al fine dell'individuazione dell'area A il personale potrà, in mancanza di dotazioni specifiche per l'analisi delle sostanze presenti, effettuare delle valutazioni sulla sintomatologia delle vittime e, di conseguenza, circoscrivere l'area. 7. L'area A andrà recintata con nastro segnaletico bianco e rosso e dovranno, nei limiti del possibile, essere controllati gli accessi e le uscite dall'area colpita. 8. Tutte le persone che hanno accesso all'area A e che operano all'interno dell'area B e, sicuramente, il personale VV.F., dovranno essere oggetto di un trattamento di decontaminazione, effettuato secondo le direttive di seguito riportate. In mancanza di prodotti specifici sarà comunque necessario un lavaggio con una soluzione di acqua e candeggina (ipoclorito di sodio) in rapporto 1:10 sia del personale che delle attrezzature. I vestiti e le attrezzature utilizzate nel corso dell'intervento andranno smessi nell'area B e, una volta oggetto della prima decontaminazione, inseriti in appositi sacchi di cellophane con identificazione del possessore (potranno essere utilizzati in mancanza di altro i comuni sacchi per il contenimento dei rifiuti solidi urbani, che dovranno essere predisposti). Il personale dovrà togliersi tutti gli indumenti, avendo cura di evitare il contatto con le parti esterne venute a contatto con l'agente chimico, e sottoporsi a doccia o irroramento con acqua e candeggina in soluzione 1:10. Il personale intervenuto, dopo la doccia di decontaminazione dovrà indossare dei vestiti di ricambio ed essere indirizzato nell'area di triage per un controllo medico ovvero, ove non fosse attivo il servizio medico alle strutture ospedaliere per i successivi controlli. 9. Tutti i materiali utilizzati nell'area di intervento dovranno rimanervi confinati fino al termine delle operazioni e fino a quando non saranno rimossi ovvero smaltiti come rifiuto speciale. Si ricorda che sugli indumenti delle persone esposte possono accumularsi dosi di aggressivo molto superiori a quella letale. 10. Durante tutto l'intervento e fin quando non sia esclusa ogni forma di contaminazione è fatto assoluto divieto di bere, mangiare e fumare. 11. Per il trattamento terapeutico di allega una tabella con terapia ed antidoti in caso di attacchi con armi chimiche: è comunque sempre necessario il controllo ospedaliero.

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ESEMPIO SCHEMATICO DI EVENTO INCIDENTALE AREA OPERATIVA (Stazione FF.SS. di Piacenza) Ipotesi di rilascio in zona confinata all’interno dell’edificio ovvero da convoglio

Zona A Zona B Zona C Zona D Corridoio

Contatto Decontaminazione Triage parcamento automezzi di soccorso Percorso delimitato di lavoro per contenere la contaminazione

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SVILUPPO IN PIANTA AREA OPERATIVA (Stazione FF.SS. di Piacenza)

DIREZIONE OSPEDALE

C D

B A

DA SEDE VV.F.

Zona A Zona B Zona C Zona D Corridoio

Contatto Decontaminazione Triage parcamento automezzi di soccorso Percorso delimitato di lavoro per contenere la contaminazione Perimetro zona intervento Percorso automezzi di soccorso

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PROCEDURA PER LA GESTIONE DI MATERIALE POTENZIALMENTE CONTAMINATO DA SPORE DI ANTRACE

FASE PRELIMINARE ARRIVO DELLA SEGNALAZIONE

I

IPOTESI

II IPOTESI

FORZE DELL’ORDINE

SALA OPERATIVA VV.F.

VERIFICA IN POSTO

Il telefonista raccomanda all’utente le precauzioni da osservare in attesa della squadra (**), avvisa il Capo Servizio il quale informa il Funzionario di servizio o reperibile

EVENTUALE RICHIESTA INTERVENTO VV.F. (All’arrivo di questa richiesta il Capo Servizio informa immediatamente il Funzionario di servizio o reperibile)

COMPITI PERSONALE FORZE DELL’ORDINE ¾ ¾ ¾

¾ ¾

INFORMAZIONE ALLE FORZE DELL’ORDINE ATTESA DI EVENTUALE RICHIESTA DI INTERVENTO DA PARTE DELLE FORZE DELL’ORDINE GIA’ PRESENTI IN POSTO

FASI DELL’INTERVENTO

Delimita immediatamente l’area Richiede intervento A.S.L. per l’invio di un sanitario (presente tutti i giorni dalle 8.00 alle 20.00 e reperibile sabato e domenica pomeriggio) Notifica all’A.G. per eventuali disposizioni di sequestro materiali o locali, apertura eventuale busta, possibilità di procedere all’autoclavazione ed al successivo trasporto al Centro analisi di Foggia Richiede intervento artificiere presso l’ARPA per esame visivo della polvere contenuta nella busta ed eventuale innesco Comunica all’ARPA l’autorizzazione dell’A.G. per l’autoclavazione

SUCCESSIVI ADEMPIMENTI: ¾ Provvede al trasporto del materiale autoclavato al Centro analisi di Foggia, solo se questi è stato posto sotto sequestro. In caso contrario provvede l’A.S.L. ¾ Comunica con sollecitudine per via telefonica e fax gli esiti ricevuti dal Centro analisi di Foggia all’A.S.L., ai VV.F. e successivamente all’A.G.

COMPITI PERSONALE VV.F.

DESCRIZIONE DELLA SQUADRA TIPO: • Capo Partenza (operatore di decontaminazione) • 1 Operatore di contatto • 1 ulteriore operatore di decontaminazione AUTOMEZZI PREDISPOSTI: AF NBC 16899 – DAILY RADIOMETRICO ¾ ¾ ¾ ¾

Richiede eventualmente l’intervento del funzionario Recupera e gestisce il materiale secondo le procedure Delimita ed interdisce l’accesso al locale dove è stato rinvenuto il reperto sigillandolo con nastro adesivo da pacchi Provvede autonomamente al trasporto del suddetto all’ARPA COMPITI PERSONALE SANITARIO

¾

gestisce nel teatro incidentale le persone potenzialmente contaminate inviandole al reparto malattie infettive per eventuale profilassi

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INTERVENTO VV.F. (azioni dettagliate)

CASI PROBABILI 1

BUSTA O CONTENITORE CHIUSO

Protezione personale

Ricognizione sul posto

Azioni

2

¾ ¾ ¾ ¾

Tuta Tyvek Pro-Tech (bianca) Mascherina facciale FFP-2S Guanti monouso Sovrastivali usa e getta

Procedura di recupero 1. In nessun caso buste o altri materiali sopra riportati debbono essere aperti 2. La manipolazione deve essere ridotta al minimo 3. Il materiale rinvenuto, per cautela, deve essere immesso in busta di plastica trasparente dopo aver indossato i sopraindicati D.P.I. 4. La busta e/o il materiale sospetto vanno successivamente immessi in un contenitore rigido metallico, fornito dall’A.S.L., e trasportati alla sede dell’ARPA dotata di autoclave per il trattamento termico

BUSTA O CONTENITORE APERTO

Addetto al contatto

Protezione personale

Ricognizione sul posto

Azioni

Addetto alla decontaminazione

¾ Tuta Tyvek tipo F scafandrata (grigia) ¾ Autoprotettore ¾ Sovrastivali usa e getta ¾ Tuta Tyvek Pro-Tech (bianca) ¾ Mascherina facciale FFP-2S ¾ Guanti monouso

Procedura di recupero 1 La manipolazione deve essere ridotta al minimo 2 Il materiale rinvenuto, per cautela, deve essere immesso in busta di plastica trasparente dopo aver indossato i sopraindicati D.P.I. 3 La busta e/o il materiale sospetto vanno successivamente immessi in un contenitore rigido metallico, fornito dall’A.S.L., e trasportati alla sede dell’ARPA dotata di autoclave per il trattamento termico

ATTENZIONE !!! GLI INDUMENTI E I D.P.I. UTILIZZATI DEVONO ESSERE, SUL POSTO, SIGILLATI IN UNA BUSTA. SUCCESSIVAMENTE SARANNO RIPORTATI IN SEDE E RIPOSTI IN APPOSITO CONTENITORE. CIASCUNA BUSTA DOVRA’ ESSERE CONTRASSEGNATA CON COPIA DEL VERBALE RILASCIATO DALL’ARPA. Elaborato dal Gruppo di Lavoro Comando Vigili del Fuoco di Piacenza, come da O.d.g. n. 147 del 19 ottobre 2001 Prima stesura – 26/10/2001

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(**) Contenuti della conversazione telefonica relativa alla richiesta in argomento Raccomandazioni dettate dall’addetto sala operativa VV.F. al richiedente: ¾ Mantenere la calma ¾ Avvertire il responsabile dell’ufficio ¾ Non toccare più l’oggetto ¾ In caso di busta aperta non tentare di pulire o rimuovere la polvere ¾ Possibilmente coprire il contenuto eventualmente fuoriuscito e l’involucro con stoffa, carta, ecc. per evitare una ulteriore dispersione, dopodiché non toccare più tale copertura ¾ Lasciare la stanza chiudendo dietro di se la porta se non si è avuto contatto della pelle o degli abiti con la polvere sospetta, in caso contrario attendere in posto per evitare, di contaminare altre persone e/o ambienti ¾ Attendere l’arrivo dei VV.F. (il telefonista garantisce che l’arrivo della squadra sarà immediato)

Procedura allegata all’ O.d.g. 170 del 31/10/2001

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DIREZIONE GENERALE DELLA PROTEZIONE CIVILE E DEI SERVIZI ANTINCENDI COMANDO PROVINCIALE VIGILI DEL FUOCO PIACENZA

ORDINE DEL GIORNO N. 175 DEL 8 NOVEMBRE 2001 Oggetto:

Procedura per la gestione di materiale potenzialmente contaminato da spore di antrace - Ulteriori indicazioni

Facendo seguito all'O.d.G. n. 170 datato 31 ottobre u.s. e, a seguito di comunicazione pervenuta del S.T.C. - Ispettorato per l'Emergenza, si è considerata la necessità di fornire ulteriori indicazioni da aggiungere alle procedure precedentemente elaborate da questo Comando. In particolare, fermo restando quanto stabilito nel predetto O.d.G., si comunica quanto segue. Procedure per la gestione di contenitori aperti e dei materiali sparsi (materiale liquido) In caso di materiale liquido versato da provette o contenitori biologici al di fuori dei locali abituali, va attivata la segnalazione secondo lo schema riportato in O.d.G. n.170 del 31/10/2001 ed il personale che interviene dovrà osservare la seguente procedura. 1. Identificare e delimitare la superficie contaminata. 2. Indossare i d.p.i. di cui al predetto O.d.G. n 170. Al fine di evitare fraintendimenti si precisa che è opportuno indossare doppi guanti monouso. 3. Versare sull'area interessata idonea quantità di disinfettante in polvere (granuli di dicloroisocianurato o di ipoclorito di calcio) o, in mancanza, ipoclorito di sodio, o comune varechina concentrata per almeno 10 volte il volume sparso. Questo Comando ha provveduto ad acquistare circa 40 litri di ipoclorito di sodio ed a mettere a disposizione un vaporizzatore in materiale plastico per disinfestazione, idoneo per ipoclorito di sodio e prodotti fortemente alcalini. 4. Se si è utilizzato un composto di cloro liquido (ipoclorito di sodio) spargere sulla superficie e sul disinfettante liquido versato polvere assorbente o segatura o carta o garza in quantità Elaborato dal Gruppo di Lavoro Comando Vigili del Fuoco di Piacenza, come da O.d.g. n. 147 del 19 ottobre 2001 Prima stesura – 26/10/2001

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adeguata ad assorbire l'intera quantità del liquido. Dopo almeno 10 minuti, seguendo le procedure previste al punto 2, raccogliere il materiale e porlo in una busta. 5. Inserire in una busta analoga anche i d.p.i. usati (guanti, tute, mascherine..) 6. Trasportare la busta contenente il materiale sospetto c/o l'ARPA sez. di Piacenza- via XXI Aprile. La busta contenente i d.p.i. sarà tenuta, in apposito contenitore, c/o il Comando (cfr. O.d.G. n. 170). Al momento, tale contenitore è stato collocato nel locale ponte radio (sotto il castello di manovra) a cui è possibile accedere con la chiave n. 17 in bacheca. Appare superfluo raccomandare la necessità di non venire a contatto diretto (privi di protezione) con la parte esposta dei mezzi di protezione. Particolare attenzione quindi, dovrà essere posta nella svestizione del personale. In particolare, la tuta monouso dovrà essere tolta, con l'aiuto di un operatore, arrotolandola in modo tale che la parte esterna rimanga all'interno e dovrà essere riposta in un sacco di plastica correttamente chiuso, così come tutto il rimanente materiale usato, in attesa dei risultati di laboratorio. A tal proposito, si invitano i Sig.ri Capi Servizio e gli Istruttori Professionali ad effettuare idoneo addestramento con tutto il personale ponendo particolare cura alla pianificazione ed esecuzione della fase di svestizione. Si allegano le procedure da osservare per la svestizione stessa (All. 1). Particolare attenzione dovrà essere posta anche nella disinfezione dei materiali non a perdere (qualora presenti). Eventuali persone per le quali si sospetta una contaminazione dovranno essere indirizzate presso un presidio ospedaliero. Si riportano, in allegato (All. 2), le raccomandazioni che l'operatore VVF dovrà fare all'eventuale interlocutore. Infine, si riportano in allegato (All. 3) le procedure fatte pervenire a questo Comando dalla D.G.P.C.e S.A. - Servizio sanitario VF del 2 Novembre u.s. aventi per oggetto gli aspetti di protezione antimicrobica necessari per l'emergenza legata all'antrace ed i procedimenti di bonifica e smaltimento dei materiali contaminati (materiali non a perdere).

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ALLEGATO 1

Procedure di svestizione e decontaminazione a) Caso di utilizzo di tuta Tyvek Pro Tech F (scafandrata grigia, cat. 3-tipo 2) con autorespiratore interno, guanti doppi e copri-calzari (per operatore addetto al contatto nel caso di busta o contenitore aperto). Al termine dell'intervento, l'operatore che ha eseguito il prelievo si spoglia, preferibilmente su telo di plastica, nel seguente modo: 1. Aprire lentamente la cerniera della tuta (fino alla vita). 2. Sfilare lentamente il braccio dalla tuta (la mano resta con il guanto trasparente). 3. Ripiegare la tuta dall'interno con la mano guantata (la mano resta con il guanto trasparente). 4. Togliere l'altro braccio e il cappuccio e restare con i soli guanti trasparenti. 5. Lasciare cadere la tuta a terra. 6. Uscire dalla tuta. 7. Togliere i guanti ed uscire dal telo in plastica (se disponibile) che, a sua volta, verrà chiuso e riposto nel contenitore in plastica. 8. Togliere i calzari nella zona più lontana e inserirli nella busta di plastica utilizzata dal secondo operatore (addetto alla svestizione). 9. Lavarsi le mani con acqua e sapone senza contatto diretto con il rubinetto e l'erogatore di sapone liquido (utilizzando eventualmente carta a perdere da smaltire con l'altro materiale utilizzato). 10. Anche la pinza utilizzata per il prelievo del materiale deve essere smaltita con le attrezzature a perdere. 11. L'autorespiratore sarà ripristinato al rientro in sede con le ordinarie procedure di controllo e disinfezione. b) Caso di utilizzo di tuta Tyvek Pro Tech-cuciture nastrate (bianca, cat. 3-tipo 4) con guanti doppi, mascherina e copri-calzari (per operatore addetto al contatto nel caso di busta o contenitore chiuso ovvero per addetto al supporto e/o alla svestizione nel caso di busta o contenitore aperto) Al termine dell'intervento, l'operatore che ha eseguito il prelievo si spoglia, preferibilmente su telo di plastica, nel seguente modo: 1. Aprire lentamente la cerniera della tuta (fino alla vita). 2. Sfilare lentamente il braccio dalla tuta (la mano resta con il guanto trasparente). Elaborato dal Gruppo di Lavoro Comando Vigili del Fuoco di Piacenza, come da O.d.g. n. 147 del 19 ottobre 2001 Prima stesura – 26/10/2001

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3. Ripiegare la tuta dall'interno con la mano guantata (la mano resta con il guanto trasparente). 4. Togliere l'altro braccio e il cappuccio e restare con i soli guanti trasparenti. 5. Lasciare cadere la tuta a terra. 6. Uscire dalla tuta. 7. Togliere i guanti e la mascherina ed uscire dal telo in plastica (se disponibile) che, a sua volta, verrà chiuso e riposto nel contenitore in plastica. 8. Togliere i calzari nella zona più lontana inserirli nella busta plastica. 9. Lavarsi le mani con acqua e sapone senza contatto diretto con il rubinetto e l'erogatore di sapone liquido (utilizzando eventualmente carta a perdere da smaltire con l'altro materiale utilizzato). 10. Anche la pinza utilizzata per il prelievo del materiale deve essere smaltita con le attrezzature a perdere.

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ALLEGATO 2

Raccomandazioni da fare all'interlocutore A.1) Se il materiale non è integro e si trova in luogo privato L'operatore invita l'interlocutore a: -

lavarsi con acqua calda e sapone e non usare disinfettanti;

-

cambiarsi d'abito e riporre in un sacchetto di plastica l'abito stesso;

-

non uscire dal luogo dove si trova e non toccare nulla di ciò che è nella sua disponibilità;

-

non consentire ad alcuno di accedere al luogo dove egli si trova;

-

attendere l'arrivo del personale degli enti competenti ad intervenire.

A.2) Se il materiale non è integro e si trova in luogo pubblico L'operatore invita l'interlocutore a mantenere lo stato dei luoghi e delle cose senza toccare o spostare nulla ed impedire che altri lo facciano. Lo invita, quindi, ad attendere l'arrivo del personale degli enti competenti ad intervenire. A.3) Se il materiale è assolutamente integro, vuoi che sia stato rinvenuto in abitazione privata o in luogo pubblico L'operatore provvede a farlo prelevare a cura delle dipendenti pattuglie in servizio di controllo del territorio, non attivando nessun altro intervento.

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ALLEGATO 3

Aspetti di protezione antimicrobica necessaria all'emergenza legata al rischio antrace e procedimenti di bonifica e smaltimento dei materiali contaminati Si ribadisce che il personale delle squadre di soccorso deve portare, durante tutto l'intervento, idonei dispositivi di protezione individuale già menzionati nell'O.d.G. n. 170 del 31/10/2001. Ciononostante, qualora il predetto personale, in qualunque maniera sia entrato in contatto con materiale potenzialmente contaminato, si dovranno osservare le seguenti procedure. a) Provvedimenti attivi nei confronti degli esposti. •

Decontaminare la cute esposta con soluzione di ipoclorito di sodio (diluita al 10%). Eventualmente, qualora fosse disponibile, si potrebbe utilizzare una soluzione diluita di ipoclorito di sodio per uso esterno (amuchina).



Sorveglianza sanitaria degli esposti da parte di personale dell'AUSL.



In caso di sicura inalazione di spore di antrace oppure esposizione per contatto con un'abrasione della pelle oppure contatto delle mani inquinate con la bocca si richiederà la chemioprofilassi antibiotica sotto la sorveglianza di operatori sanitari dell'AUSL territoriale.

b) Procedimenti di bonifica e smaltimento di materiali contaminati •

Nel caso si debba provvedere alla disinfezione e pulizia dei mezzi ed attrezzature di soccorso costituiti da materiale non a perdere possono essere impiegati, per i dispositivi non metallici, i trattamenti chimici con soluzioni di ipoclorito di sodio.



L'operatore che ha il compito di effettuare le procedure di disinfezione degli strumenti e dei dispositivi potenzialmente contaminati deve indossare e mantenere durante le fasi di pulizia, risciacquo e asciugatura, i seguenti DPI:

-

grembiule plastificato;

-

mascherina chirurgica;

-

occhiali protettivi;

-

guanti di gomma resistenti (del tipo delle pulizie domestiche):

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Procedure Operative Standard IN PRESENZA DI RADIONUCLIDI

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PREMESSA - QUANDO UN INTERVENTO SI CLASSIFICA IN QUESTA CATEGORIA Richiesta di intervento per: incidenti in genere che vedono coinvolti radionuclidi Questo tipo di sostanze sono riconoscibili da una tabella apposta sul mezzo riportante un simbolo cosi rappresentato e contenuto all’interno di una tabella a sfondo giallo.

DISPOSIZIONI DI RIFERIMENTO • • • • • •

Ordini di servizio e disposizioni interne Disposizioni di intervento regionali o interregionali Accordi di collaborazione con federazioni trasporti o aziende Dati ricavabili da simulazioni SIGEM - SIMMA Comunicazioni trasporti materiali radioattivi Dati ricavabili da simulazioni programma radiometrico VVF Piacenza

GESTIONE DELLA SALA OPERATIVA Domande da porre: • località, indirizzo? • numero di telefono richiedente? • numero e tipo di autoveicoli coinvolti? • azienda proprietaria del mezzo? • altri autoveicoli o contenitori coinvolti? • eventuali feriti? • tabelle particolari di riconoscimento

• i veicoli si trovano sulla sede stradale? • si trovano vicino ad altri edifici / impianti / manufatti? • Sono interessate da incendio? (attivare immediatamente procedura apposita) • parlo con il conducente del mezzo o il responsabile della sostanza? • Chiedere informazione dettagliata della sostanza e del tipo di confezionamento

Dopo l’uscita delle squadre: richiamare il richiedente per ottenere ulteriori informazioni sullo scenario e dare ulteriori indicazioni sui primi comportamenti da mettere in atto. Enti/persone da allertare: • Funzionario di Guardia, Ispettorato Regionale, Centro Operativo D.G.P.C.S.A., Prefettura. • CC, P.S., VV.UU., 118, ARPA • Tecnici della Società proprietaria del mezzo, altre società private con mezzi idonei per trasporto delle sorgenti recuperate. • Se in autostrada: Società Autostrade (controllo caselli, ecc.), ANAS. • Proprietari di siti confinanti con l’area dell’intervento • Altri (SOGIN Caorso) Elaborato dal Gruppo di Lavoro Comando Vigili del Fuoco di Piacenza, come da O.d.g. n. 147 del 19 ottobre 2001 Prima stesura – 26/10/2001

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MEZZI ED ATTREZZATURE IDONEI PER L’INTERVENTO Mezzi V.F.

APS

DAILY RAD.

AF-POL (Secondo AG necessità) necessità) Altre risorse V.F.

AV o CA

DAILY NBC

(comando)

Per eventuale ricarica bombole, doccia…

(secondo

AL (per il CA PER ULTERIORE MATERIALE PER LA LIMITAZIONE DELLA SQUADRA DI ZONA DI SICUREZZA personale) RILEVAZIONE

Altre risorse

DA VALUTARE IN POSTO (materiali protettivi o schermanti)

Attrezzature: • stilodosimetri (ricordarsi l’azzeramento e la registrazione prima dell’uscita). • dosimetro TLD (ricordarsi la registrazione prima dell’uscita lasciando in sede quelli di riferimento) • radiametro RA 141 C • sonde F118B –GF 145- GF 118B• FAG. • SNIP con relativa sonda campale • PC portatile • Filtro carboni attivi e a carta bianca. • Buste di carta, pile torcia, cancelleria • radio portatili • verificare il caricamento dei mezzi (in particolare la presenza delle tute e delle maschere per autoprotettori) Altro materiale: • idonea e dettagliata cartografia del territorio • generi di conforto (rimpiazzo fluidi corporei)

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PROCEDURA GENERALE DI INTERVENTO POSSIBILI CONSEGUENZE • irraggiamento nelle zone circostanti • contaminazione delle zone circostanti • formazione di nubi radioattive (Fall-Out) Durante il percorso: • Predisporre gli incarichi per il personale delle squadre. • Attivare un fitto scambio di comunicazioni con la Sala Operativa 115 per ottenere informazioni riguardanti l’isotopo e il tipo di emissione oggetto dell’intervento. • Consultare cartografia con orografia della zona. • Attivare il radiametro verificando l’eventuale irraggiamento a distanza. • Giunti nella zona (2-3 km di distanza) rallentare e valutare visivamente le condizioni al contorno per la pianificazione dell’intervento Arrivo in posto: • Fermare i mezzi ad adeguata distanza (almeno 200 metri, valutando anche la direzione del vento e la presenza di eventuale incendio) • Indossare idonei mezzi protettivi. • Il Capo Squadra scende dal mezzo (se l’irraggiamento lo consente)e, munito di radio portatile e radiametro, si avvicina a piedi alla scena, delimitando la zona sorvegliata(0.0005 mSv/h cioè 0.05 mRem/h). Dopo aver valutato la situazione dà indicazioni sul successivo posizionamento dei mezzi. • Il personale nel frattempo completa la predisposizione del materiale secondo precedenti istruzioni. • già nella fase di arrivo in posto provvedere ad allontanare immediatamente le persone presenti • istituire posto di comando unificato (interforze) Svolgimento intervento: PIANIFICAZIONE INTERVENTO

se possibile, organizzarsi per effettuare contemporaneamente: • valutazione delle condizioni al contorno (nelle immediate vicinanze) • valutazione della zona (ausilio cartografia) per individuazione di siti pericolosi e/o insediamenti • valutare le possibili conseguenze a breve relative all’evoluzione dell’incidente e predisporre adeguate contromisure (limitazione accessi, evacuazioni, blocco traffico, ecc.); • valutare l’ipotesi di organizzare più squadre di rilevazione per delimitare nel minor tempo possibile la zona sorvegliata. • immediata attivazione di tutte le risorse necessarie che devono essere predisposte da altri Enti • istituire area di attesa mezzi.

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MANOVRA PREVENTIVA

• Predisporre personale con elevato livello di protezione (indumenti protettivi completi, autorespiratore, radiametro, TLD da esporre esteriormente alla tuta di protezione, stilodosimetro) • Predisporre letture con radiametro effettuando le misure su perimetri circolari aventi come centro il luogo dell’intervento, al fine di stabilire le seguenti aree: zona sorvegliata (0.0005 mSv/h cioè 0.05 mRem/h) zona controllata (0.01 mSv/h cioè 1 mRem/h) zona operativa (0.05 mSv/h cioè 5mRem/h) • Valutare l’eventuale evacuazione della popolazione in zona o, eventualmente, non evacuare la zona obbligando però la popolazione alla permanenza all’interno delle abitazioni fino al completamento delle operazioni di recupero della sorgente. • Predisporre per l’eventuale recupero della sostanza o delle persone eventualmente coinvolte: ATTENZIONE: anche se vi sono delle persone coinvolte effettuare SEMPRE prima la misura dell’irraggiamento, al fine di non esporre il personale a dosi eccessive.

TECNICHE DI INTERVENTO • Avvicinandosi all’intervento azionare il radiametro evitando così di entrare in zone a rischio. • Partendo dal presupposto che non si conosce la sostanza oggetto dell’intervento, disporre che tutto il personale all’interno della zona controllata sia dotato dei sistemi di protezione individuale necessari. • Raccogliere il maggio numero di dati riguardanti la sostanza interessata (dall’autista del mezzo, dalla scorta o dal tecnico responsabile): tipo di sostanza attività stato di aggregazione tipo di emissione (α, β, γ) tipo e condizione dell’involucro protettivo condizioni del mezzo • Verificare costantemente la lettura dello stilodosimetro per evitare di superare la dose d’assorbimento massima consentita (20 mSv cioè 2 Rem). • Allontanamento delle persone che direttamente o indirettamente sono coinvolte • Operare sopra vento (ponendo particolare attenzione alla direzione e velocità del vento comunicandoli alla sala operativa al fine di accertare eventuali contaminazioni a distanza. • Attenzione a non disperdere la sorgente con getti d’acqua; in caso di incendio agire (dove possibile) con estintori. Eventualmente si rendesse necessario l’uso dell’acqua, cercare di contenere lo spandimento dell’acqua mediante assorbenti o argini occasionali costruiti al momento.

CASO A: sostanze (α , β ) emittenti (CONTAMINAZIONE) In considerazione delle caratteristiche chimico-fisiche di dette radiazioni si rammenta la scarsa capacità di penetrazione attraverso i materiali e di percorrenza nell’aria e alto potere ionizzante. Il pericolo principale è quindi rappresentato dalla contaminazione che a causa di eventi naturali o accidentali può ampliare la zona d’intervento. Al fine di garantire una adeguata protezione cutanea è sufficiente indossare una tuta integrale in carta o stoffa (munite di idonea certificazione), per le vie respiratorie è invece OBBLIGATORIO l’uso dell’autoprotettore. Elaborato dal Gruppo di Lavoro Comando Vigili del Fuoco di Piacenza, come da O.d.g. n. 147 del 19 ottobre 2001 Prima stesura – 26/10/2001

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CASO B: sostanze ( γ ) emittenti -(IRRAGGIAMENTO) In considerazione delle caratteristiche chimico fisiche della sostanza si rammenta la elevata capacità di penetrazione e di percorrenza ( circa 5 Km ) quindi è fondamentale valutare quattro parametri: TEMPO, DISTANZA, SCHERMO, NECESSITA’ DEL RECUPERO (dovuta al luogo dove la sorgente si trova e alla direzione dell’emissione che può avvenire a 360° o in una sola direzione). Per avere una buona schermatura è necessario procurarsi dei materiali adatti (piombo, cemento ecc.) di spessore idoneo al dimezzamento dell’irraggiamento. Effettuare la misura iniziale dell’intensità, in base a questa stabilire la pianificazione dell’intervento, in quanto se l’emissione è elevata si rende necessario delimitare la zona di sicurezza così come precedentemente indicato. Una volta delimitata la zona sorvegliata, andrà stimata la distanza (eventualmente in eccesso anzichè in difetto) dal punto in cui si trova la sorgente, comunicandola in seguito alla centrale unitamente alla misura rilevata nel punto in cui ci si trova; la centrale provvederà a calcolare l’attività al fine di effettuarne il recupero.

N.B.: operare sempre con i mezzi di protezione individuale indicati RECUPERO DELLA SOSTANZA • • • •

Procurarsi le attrezzature necessarie al recupero (pinza telescopica, pozzetto in piombo, ecc.) Richiedere l’intervento in luogo dei tecnici della ditta responsabile del trasporto Procedere (se possibile) al recupero della sorgente avendo cura di riporla in idoneo contenitore. In presenza di sostanza liquida sparsa al suolo, cercare di assorbirla con idonei materiali assorbenti, riponendo in seguito il materiale ottenuto in idonei contenitori schermanti. In seguito procedere in accordo agli enti competenti alla decontaminazione della zona. • Adeguata rotazione del personale operativo al fine di ottenere una equità di assorbimento degli operatori.

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SICUREZZA Sicurezza generale

Predisporre evacuazione persone presenti Informare la popolazione della situazione in atto ( se necessario ) Mantenere libera l’area di lavoro da personale estraneo Sicurezza per gli operatori • • • • •

Utilizzo degli autoprotettori; Utilizzo di tute protettive intergrali; Utilizzo di dosimetri; Tecniche operative (intese come tempi e spessori di dimezzamento, distanze ecc.) Ripari naturali o artificiali

Garantire che il personale operi: • possibilmente sopra vento • ad adeguata distanza di sicurezza (personale non impiegato direttamente e non protetto) • Esporre a situazioni di pericolo il minor numero di operatori contemporaneamente • Tenere sempre un adeguato numero di operatori di scorta in area di attesa.

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AL TERMINE DELL’INTERVENTO • Verifiche di irraggiamento e contaminazione; • Stabilire la necessità di presidi a lungo termine fino alla completa rimozione dei mezzi coinvolti • Raccolta e prima verifica del materiale e delle attrezzature utilizzate

COMUNICAZIONI ED ADEMPIMENTI DI POLIZIA GIUDIZIARIA • Assolvere gli adempimenti amministrativi di polizia giudiziaria • Comunicazione di fine intervento agli organi intervenuti o competenti • Eventuale comunicazione di riapertura delle vie di comunicazione

MANUTENZIONE MEZZI, ATTREZZATURE • Controllo ordinario dei mezzi e del caricamento • Rifornimenti • Decontaminazione di mezzi e attrezzature ( anche a mezzo della collaborazione dell’ASL o della SOGIN di Caorso). • Sigillatura in idonei contenitori degli indumenti contaminati

IGIENE E SALUTE DEL PERSONALE OPERATIVO • Verifica ed eventuale decontaminazione del personale intervenuto • Ritiro dei TLD per la lettura della dose assorbita da inviare al Centro Operativo Roma • Eventuali accertamenti medici

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REVISIONE CRITICA DELL’INTERVENTO Punti chiave per la revisione critica dell’intervento: • • • • • • • • • •

preparazione all’intervento fase di risposta valutazione e analisi della situazione in loco controllo dei pericoli presenti protezione del personale scelta delle tecniche operative operazioni particolari coordinamento con altri Enti operazioni di supporto conclusione dell’intervento

NOTE SULL’ADDESTRAMENTO

L’addestramento ad interventi di questa complessità richiede una programmazione di diversi incontri formativi. La suddivisione dei contenuti per l’addestramento può comunque essere fatta valutando due aspetti: • gestione generale dell’intervento • tecniche particolari di rilevazione di irraggiamento e contaminazione, di protezione individuale. L’addestramento all’uso di questa procedura deve essere svolto in stretta collaborazione tra tutti i livelli operativi del Comando e successivamente comprendendo anche personale degli altri Enti che potrebbero essere presenti sulla scena dell’intervento. •

NOTE OPERATIVE UTILI: con le strumentazioni in uso (RA 141 C abbinato alla sonda GF 145) si possono effettuare le seguenti trasformazioni indicative (cps): Dose limite per soccorritori VVF 20 mSv/h = 2 Rem/h = 20.000 cps Zona Sorvegliata (popolazione, 0,0005 mSv/h = 0,05 mRem/h = 0.5 cps Zona Operativa Squadre Speciali >0,01 mSv/ =1 mR/h = 10 cps Zona d’intervento. Specialisti >0,05 mSv/h = 5 mRem/h = 50 cps

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