L'Invocazione Del Daimoku

July 15, 2022 | Author: Anonymous | Category: N/A
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La vera Invocazione del Daimoku Di Rev. Sinjyo della Kempon Hokke Shu

Chi si avvicina alla Kempon Hokke Shu trovando il Gongyo e l’Invocazione del Daimoku è portato a pensare che la pratica di tutte le scuole Nichireniste sia la stessa. Questo è vero solo in parte. Alcune scuole presentano ai discepoli delle preghiere iniziali e finali che nulla hanno a che vedere sia con il Buddhismo sia con la dottrina di Nichiren. Le nostre preghiere iniziali presenti nel libro di Gongyo, sono brani estratti dai principali trattati di Nichiren Daishonin, dove il Maestro spiega il significato di tale pratica e la profondità di essa. La pratica essenziale della Kempon Hokke è l’Invocazione del Sacro Daimoku come insegnato dal Maestro Nichiren; l’Invocazione dei due capitoli essenziali del Sutra del Loto, il secondo (Hoben) e il sedicesimo (Juryo) rappresentano la pratica di supporto: di conseguenza tutti i credenti della Kempon sono incoraggiati a invocare il Sutra del Loto. Esso può essere letto sia in Italiano sia nella lingua che comunemente è usata per questa cerimonia: lo shindoku, o lingua di fede. La possibilità da parte dei credenti di poter leggere i capitoli essenziali per la crescita del credente indicati da Nichiren nella propria lingua, è già una particolarità distintiva della Kempon Hokke: noi crediamo che non si possa stabilire nessun contatto con il Buddha se non si capisce ciò che si legge. La prima preghiera finale della nostra cerimonia di Gongyo svela l’essenza dell’Invocazione del Sacro Daimoku: "Coloro che riceveranno e custodiranno il Sacro Titolo del Sutra del Loto, 'Namu MyohoRenge Kyo', le Tre Grandi leggi contenute nell'Honmon del Sutra del Loto, i tremila regni in un singolo istante di vita, che noi abbiamo recitato a voce alta con mente sincera e devozione "avranno meriti che non possono essere quantificati." "Le pratiche di Shakyamuni e le virtù che come conseguenza egli ottenne sono tutte contenute nei cinque caratteri di Myohorenge-kyo. Se noi crediamo in questi cinque caratteri, ci saranno garantiti naturalmente gli stessi benefici che egli ottenne". "Essi comprendono Tutti i Dharma, i quali, una volta uditi, ognuno li custodisce; quindi, sebbene non siamo in grado di praticare le Sei Paramita, le Sei Perfezioni appariranno davanti a noi." L’invocazione del Sacro Daimoku pur essendo una profonda pratica meditativa, spesso è vissuta dalla maggior parte di credenti Nichiren come una sorta di grido di battaglia, preghiera o canto votivo, rivolto all’essenza dei desideri che il credente ha e insistentemente porta avanti. Nella realtà il Daimoku, per contenere e rappresentare realmente le virtù delle vite e pratiche passate del Buddha, deve contenere l’essenza della nostra fede, non le nostre costanti richieste. Un giorno è stato chiesto al Maestro

Nichiren se c’era differenza fra il Daimoku invocato da lui, quindi da un monaco, e quello invocato da un laico; il maestro colpito da questa domanda rispose che in realtà la differenza risiede nell’atteggiamento del credente: se una persona invoca il Daimoku, ma agisce contro l’intento del Sutra del Loto e dei Suoi insegnamenti, non sta svolgendo ciò che è indicato da Nichiren, ma ciò in cui crede essenzialmente lui. Questo ci dimostra che in realtà il Daimoku, per essere davvero l'essenza del Sutra del Loto, deve essere invocato con il giusto atteggiamento. Ma cosa significa questo? Se il nostro Daimoku è impregnato di noi stessi e dei nostri desideri, risulta che in fondo ciò che stiamo svolgendo non è il Daimoku insegnato da Nichiren, ma una sorta di training autogeno, un surrogato di volontà insistita e una mancanza di accettazione della realtà. Ci professiamo discepoli di Nichiren e del Buddha, ma nella realtà siamo discepoli nel nostro oggetto di culto, noi stessi: il nostro oggetto di culto diventano i nostri desideri e la nostra fede si trasforma nella voglia che abbiamo di realizzarli. Questo non solo è fuori dalla dottrina insegnata da Nichiren Daishonin, ma essendo una pratica incentrata sul desiderio è anche fuori dalla dottrina del Buddha. L’invocazione del Daimoku insegnato dal Maestro Nichiren deve essere e rappresentare la nostra ricerca del Buddha, la nostra promessa al Signore di credere nell’eternità della Sua vita come indicato nel sedicesimo capitolo del Sutra del Loto, perché questo è il Gohonzon insegnato da Nichiren. Credere che sia al centro dell’Honmon del Sutra del Loto, come da Lui insegnato, e che sia sempre in contatto con noi, desiderando ardentemente di indicarci la strada per sollevarci dalla nostra sofferenza e disagio, aiutandoci in ogni aspetto della nostra vita, non lasciandoci mai soli. Che bisogno c’è di metterci davanti al Gohonzon e sciolinare tutta una lista di desideri, quando abbiamo già la sua promessa che le nostre preghiere, ciò che il nostro cuore contiene, saranno ascoltate ed esaudite? Bisogna imparare a cercare il Buddha nel nostro Daimoku, impregnando il nostro canto di devozione, sviluppando il desiderio di sentirsi uniti a Lui, attraverso la forza dei sette ideogrammi, nel preciso momento in cui cantiamo: il nostro Daimoku deve diventare il canto del nostro cuore, la voce della nostra Fede. NAMU MYOHO RENGE KYO in questo modo diventa realmente ciò che diceva Nichiren: la nostra vita. Attraverso questo nostro atteggiamento e desiderio (ecco cosa intendeva Nichiren con il suo Gosho “I desideri terreni sono illuminazione”! ) noi siamo in grado di ascoltarLo e contenerLo nei nostri cuori: ecco cosa significa il centro della dottrina della Kempon Hokke “Trasmissione attraverso i rotoli del Sutra del Loto”. A questo punto il nostro cuore si trasformerà nella voce del Buddha e avremo la capacità di assomigliargli, portandoLo nel mondo attraverso la nostra vita, facendoLo conoscere ad altri. Il nostro Daimoku sarà la voce del Buddha. Ogni volta che ci inginocchiamo davanti ai nostri altari dobbiamo essere consapevoli che siamo lì per incontrare il Buddha e respirare la sua luce, la sua compassione, avendo come unico desiderio la Sua compagnia e conforto. Questo ci porta sul Picco dell’Aquila, dove il Buddha nella parte in versi del capitolo Juryo ci indica che lo vedremo insieme a tutti i Santi signori a proclamare il suo più grande e meraviglioso insegnamento: il Sutra del Loto, il re dei Sutra. Questo atteggiamento rende il nostro Gongyo una vera cerimonia, perché così facendo celebriamo davvero il Buddha e questa consapevolezza ci accompagnerà nella nostra vita. Ecco qual è una delle enormi differenze che distingue la Kempon Hokke Shu dalle

altre scuole Nichiren. Ciò significa seguire rigorosamente gli insegnamenti del Maestro Nichiren senza deviare di nulla, perché proprio come una grande torre senza fondamenta non può reggere nel tempo, allo stesso modo il Gohonzon di Nichiren Daishonin senza la vera fede, la sua stessa fede, rappresenta la fotocopia di una banconota. La vera dottrina di Nichiren sta nel comprendere tutto questo e portarlo alle persone che soffrono, non dar loro una formula magica che esaudisca i desideri. Nichiren ha parlato per tutta la sua vita di salvezza e ciò che comunemente nei suoi Gosho è tradotto come benefici, nella realtà è giusto tradurlo con “meriti”. Lasciatevi accompagnare nelle vostre vite dall’infinita compassione del Buddha, cercate dentro di voi di sviluppare il desiderio di ascoltare la Sua voce e quando ciò avverrà, perché succederà, portando a compimento quanto promesso dal Buddha, non vi sentirete più soli e fragili. Imparate a concentrarvi su ciò che avete già nelle vostre vite, nei vostri cuori e non volgete sempre e soltanto lo sguardo su ciò che non avete, perché così facendo resterete soli e ogni montagna sarà sempre sotto ad una ancora più grande che desidererete raggiungere non appena saliti su quella precedente, dedicando la vostra vita all’ansia di avere, di riuscire, perdendovi l’amore che c’è sempre e costantemente in ogni frase del Gongyo e in ogni respiro del giusto Daimoku. Abbiate cura delle vostre vite e imparate a sentire. Leggete e rileggete questo scritto. Namu Myoho Renge Kyo Namu Myoho Renge Kyo Namu Myoho Renge Kyo Fratello Sinjyo

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