Lo Psicologo e La Progettazione-Rollo

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Lo psicologo e la progettazione

Eugenio Rollo

Il concetto di progetto Tutti noi facciamo tanti progetti: progettiamo le prossime vacanze, gli esami da preparare, il matrimonio, lo sviluppo di carriera, la serata in compagnia. Così

come progettiamo

un edificio, un

impianto

o I'arredamento di lurl''abitazione, lapreparazione di una cena o il percorso per recarci al lavoro.

Cosa accomuna queste ed altre innumerevoli attività che possiamo raggruppare nella categoria "progetto"?

L etimologia ci suggerisce che la parola venga dal latino e sia composta da pro (avanti) e jàcere (gettare), gettare avanti, stessa etimologia di "proiettare". Nel nostro caso rI pro è I'avanti nel tempo, quello che car attenzza il progetto come ATTIVITÀ PREDITTIVA. In un progetto, infatti, noi cerchiamo di "prevedere il futuro", non in senso magico,

owiamente, anche perché I'iscrizione all'Ordine degli Psicologi non dà diritto a ricevere come gadget I'apposita sfera di cristallo. La predittività di un progetto consiste 11

I

\

nella valutazione delle variabili che possono intervenire nel condizionare il verificarsi di un evento desiderato e attivare le azioni opportune per raggiungere un obiettivo posto, con la maggiore probabilità possibile. Da alcuni il bisogno di progettare è visto con sospetto, come un bisogno di pre-occupazione, di progranìmare la vita e sfidare il fato. Thlvolta dietro questo atteggiamento c'è però la pignzi4 mentale e anche un po' fisica, di mettersi alla prova, la paura di essere smqrftiti dai fatti nelle proprie I

previsioni.

Un altro approccio interessante è stato recentenlente espresso da Eugenio Scalfari, oggi vivace ultraottantenne, che considera il bisogno di progettare come un esorcismo (positivo) dell'angoscia di morte: "Incertezza, angoscia, paura. Sono queste Ie tre parole-chiave radicate nella nostra mente al cospetto della morte, del suo incombere lungo tutto l'arco deglí anni che ci sovrasta. Per sfuggire a quell'incubo la sola consolazione, il solo ristoro è quello di dare uno sfondo al mondo-di-qua, dí poter ímmaginare un mondo-di-là, una luce in fondo aI tunnel, un senso ultimo in mancanza del quale non ci resterebbe altro che Ia rimozione del problema e la sua sublimazione." (Scalfari E., L'uomo che non credeva in Dio, Einaudi, Torino 2008, p. 71)

La reazione è quindi di proiettare se stessi nel futuro, continuarsi nell'immaginarsi vivi anche domani, fino al paradosso di considerare le persone più vitali come maggiormente partecipi dell'idea di morte: "Il vero antidoto alla paura della morte non può che provenire dalla vita. Essa è un formidabile diversivo, un antidoto che re12

Iu

Lo pslcologo e la progettazione

Eugenlo Rollo

spinge indietro quel pensiero e quella paura. Le persone più vitali sono quelle che hanno maggior terrore della morte, e percíò costrette a sfuggirla e a rimuoveme l'incubo moltiplicano gli atti di vita e collocano in essi il senso del quale hanno bisogno. Un senso che occupa tuttavia solo un segmento della nostra esistenza, il tempo di concentrare lo sforzo su un risultato, su un obiettivo, su una persona, su un progetto. " (Ibidem,

p.72)

{il

Chiedo scusa per la digressione, ma mi piaceva accostare un approccio filosofico intrigante con la pratica di chi, come me, lavora per progetti da lungo tempo e, pur non riconoscendosi nei concetti espressi da Scalfari, ne viene utilmente stimolato, anche per far uscir2--'-'---la tecnica della progettazione dall'eccessivo distacio che la consuetudine inevitabilmente porta con sé. Tornando ad un approccio pragmatico, la definizione classica identifica il progetto come il complesso di attività correlate tra loro e frnalizzate a creare prodotti o a rilasciare servizi rispondenti a obiettivi specifici determinati. I criteri di esecuzione, controllo e completamento in termini di tempi, costi e qualità, sono definiti in un contratto. Questa definizione pone I'accento sugli elementi costitutivi e sulla gestione del progetto, citando obiettivi e criteri esecutivi, senza tralasciare un elemento fondamentale: il rapporto tra il progettista ed il committente. Se, infatti, per progetti che riguardano esclusivamente noi stessi il committente, il beneficiario, il progettista e I'esecutore sono figure che si identifica73

no in noi, nel momento in cui sviluppiamo un progetto per un'Organizzazione dobbiamo tener conto dei diversi attori che entrano in gioco.

Un'altra definizione, infatti, pone proprio I'accento sull'aspetto del rapporto tra committente ed esecutore: il progetto è un insieme di attività coordinate, ese-

guite da un 6îornitore" per produrre un risultato atteso da un "cliente"(esterno o interno). Un'ulteriore definizione, certamente di carattere più generale, è quella proposta dal PMI, Project Management Institute: un progetto è uno sforzo temporaneo intrapreso per sviluppare un prodotto od un servizio unico.

In questo caso viene posto I'accento su una caratteristica fondamentale di tutti i progetti: la temporaneità. Accade di frequente, purtroppo, che tale aspetto )

venga trascurato ed un progetto si trasformi piuttosto in un processo. La differenza è sostanziale: jl-prcrc.e.sso í, operazlonr per svilgeèrrn rasieme ai

azloni.

attività

e

lq uZioÈi fu r"tstione; un progetto invece ha caràttere

îGlolidati,

mmai

ha

obiettivi definiti Tfta con un inizio ed una fine ceróTéno) del risultato atteità non vuol dire che il progetto debba essere necessariamente breve, può durare anche diversi anni, ma tale durata temporale va definita a priori. nato. ha un ci tificata dal

14

Lo psicologo e la progettazione

Eugenio Rollo

Pertanto dalle definizioni citate emerge I'articolazione tipica di un progetto, i cui punti fondamentali sono:

.

obiettivi: rappresentano le motivazioni fondamentali che stanno alla base del progetto, ne costituiscono la ragion d'essere e definiscono i risultati finali da raggiungere, il PERCTIE del progetto stesso. Questo aspetto appare scontato e banale, ma mi è capitato non di rado di vedere sedicenti progetti in cui non era definito alcun obiettivo;

o

vincoli: sono le inevitabili restrizioni imposte dal contesto in cui il progetto si svolge ed hanno carattere temporale, economico, organizzatrvo, logistico, normativo. I vincoli vengono evidenziati da un'analisi preliminare della situazione: se, ad esempio, vogliamo realtzzare un progetto di prevenzione dell'alcoolismo in una scuola, non possiamo prescindere dalla struttura organizzativa della scuola, dagli orari e dalla disponibilità del personale docente e non;

responsabitità: è indispensabile che siano ben chiare le figure di riferimento delle diverse funziom all'interno di un progetto, il loro ruolo e le rnterazioni tra le diverse responsabilità. Definire o'chi fa che cosa e come", soprattutto nei progetti ad elevata complessità agevola la chiarezza e I'efficace comunicazione tra le figure responsabili, evita lo scarico di responsabilità e favorisce l'orientamento alla soluzione; 15

lll

metodi e strategie: occorre chiarire quale approccio verrà utrlizzato nell'attuazione del progetto, non solo dal punto di vista teorico, ma anche e soprattutto dal punto di vista operativo, in stretta connessione con i vincoli rilevati e le risorse disponibili. Dal metodo (come si fa) derivano poi i contenuti delle attività (cosa si fa) e la conseguente suddivisione del progetto in fasi;

pianifîcazione: definizione dei tempi, delle attività e delle fasi per raggiungere i risultati. I progetto va scomposto in diversi segmenti, ciascuno con un obiettivo intermedio, una data di inizio e fine, la descrizione delle attività necessarie a raggiungere l'obiettivo intermedio e i risultati attesi (deliverables) per ogni fase. La pianificazione permette di effettuare le verifiche sugli stati di avanzamento del progetto; risorse: assegnazione di quanto è necessario allo svolgimento delle attività. Sono pertanto raggruppati i costi, i tempi, le persone, le attrezzature, i materiali e gli strumenti che servono per il completamento delle attività. È un dato fondamentale che determina il successo di un progetto: sottostimare o sovrastimare l'impiego di risorse può portare al fallimento o al rifiuto del progetto da parte del committente;

rischi: vanno definiti a priori quali rischi si intravedono all'atto della progettazione. Più fre16

Lo psicologo e la progettazione

Eugenio Rollo

quentemente essi sono legati alla disponibilità di risorse, all'organizzazione, alla necessità di coordinare più attori, alla nascita di imprevisti ed emergenze, all'influenza di fattori esterni. Riflettere sui rischi aumenta le orobabilità di

suqlg*

.

del progetto, ignorarli

no_n

serve ad

verifîca e valutazione: all'inizio del progetto occorre anche stabilire con quali metodi e strumenti sarà verificato il raggiungimento dei risultati attesi, sia durante 1o svolgimento del progetto (stati dr avanzamento e deliverables), sia al termine. I criteri di verifica e valutazione dovranno essere il più possibile oggettivi e misurabili quantitativamente.

Questi principi generali sulla struttura dei progetti sono naturalmente applicabili anche alle materie psicologiche, sia pur con le dovute specificità.

Non bisogna dimenticare che spesso i progetti in psicologia riguardano realtà complesse ed estese, spesso si svolgono in ambito pubblico, quindi I'attenzione ai vincoli e alle risorse non va sottovalutata. Così come va sempre tenuta in considetazione la molteplicità di attori che intervengono nello svolgimento di un progetto. Dal committente al project manager, dal cliente al team di sviluppo del progetto, dal beneficiario al responsabile dell'organizzazione, tutta una complessa rete di idee, personalità e relazioni si intreccia in un unico contenitore che a sua volta è stret17

tamente correlato con altri contenitori ed organizzazioni altrettanto complessi.

Nel progettare, dunque, abbiamo bisogno di adottare un'ottica sistemica, in grado di analizzare i diversi punti di vista, di integrare esigenze, attività, ritmr, nsorse che appartengono ad esperienze e funzioni diverse. Guai a considerare il nostro obiettivo ed il nostro progetto come primari e dominanti: sarebbe un fallimento certo, in quanto le variabili incontrollate getterebbero le aziont in balia dell'emeîgenza continua. Un progetto va invece pensato come armonicamente inserito in un contesto più ampio, di cui può e deve essere parte integrante, con obiettivi realistici e non confliggenti con il sistema cui appartiene.

18

Lo psicologo e la progettazlone

Eugenio Rollo

Progettazione e proj ect management

Abbiamo già definito il progetto come una serie di attività finalizzate al raggiungimento di determinati obiettivi che tenga conto del sistema e dei vincoli presenti, soprattutto in termini di tempi e risorse. Se un progetto è semplice ed implica l'operatività di una sola persona (ma questo è raro) senza coinvolgere altre strutture, la sua gestione è semplice. Più spesso,

il

progetto implica la collaborazione e I'interfacciamento di più persone, settori, risorse, per

tuttavia,

cui la sua gestione è complessa ed emerge la necessità di coordinamento e di strumenti organizzatli adeguati.

Il project management

(utilizzo

il

termine inglese non per anglofilia ma perché è il termine più frequentemente utilizzato nelle otgatxzzazioni) non è altro che una serie di metodologie e strumenti per la gestione di un progetto, principalmente in ambito aziendale; molti criteri del project management sono trasferibili nella pratica di diverse discipline, incluse quelle psicologiche.

In questo testo non tratteremo approfonditamente le tecniche di project management, non è questo 1o scot9

t po. Tuttavia è importante t€ner cmto di cosa voglia dire gestire un progetto, in modo da tener conto delle variabili necessarie nel momento in cui si pianificano le attività. I-a pianificazione (o progettazione) è il nostro oggetto di surdio: essa costihrisce solo una delle fasi del project menagement, ma se noi siamo consapevoli delle altre fasi e di cosa il gestore di un progetto sarà chiamato a fare, la pianificazione sarà di migliore qualità e si abbasseranno i rischi di errore. Classicamente il project management si articola in diversi tipi di attività:

1. Analisi e definizione degli scopi e degli obiettivi;

2. Pianificazione del lavoro in funzione degli

o-

biettivi;

3. Individuazione e controllo dei rischi; 4. Valutazione e pianificazione delle risorse necessarie;

5. Allocazione/disallo

6.

cazione delle risorse;

Organizzazione del lavoro e dei processi;

7. Acquisizione

delle risorse umane e dei materia-

li necessari;

8. Assegnazione dei task; 9. Direzione e coordinamento delle attività; Mi sur azione dell'

av

anzamento del progetto

1

0.

1

l.Analisi dei risultati ottenuti sulla base dei fatti delle informazioni raccolte; 20

;

e

Lo psicologo e la progettazione

Eugenlo Rollo

l2.Definizione e controllo delle azioni coffettive necessarie e rimettere il progetto in assetto con gli obiettivi; 13.(Ri)previsioni tempi, costi e altri indicatori del progetto;

l4.Gestione della qualità; l5.Gestione e soluzione dei problemi;

l6.Assicurazione della qualità (riduzione al minimo delle non conformità); lT.Identiftcazione, gestione e controllo delle variazioni di scopo; l8.Chiusura del progetto e disallocazione delle risorse;

l9.Gestione della accettazione dei risultati prodot-

ti; 2O.Comunicazione dei risultati ottenuti ai committenti. Solo i primi quattro punti costituiscono I'oggetto della progettazione, gli altri sono competenza di chi effettivamente gestirà il progetto, cioè del project manager. Ma, ancora una volta, vanno definite in fase progettuale i criteri e i metodi con cui le attività dovranno essere svolte, nonché gli strumenti di verifica e valutazione.

Analizziamo più in dettaglio alcuni punti della gestione di progetto.

Nel punto L abbiamo distinto scopi ed obiettivi. È 21,

utile chiarire meglio questi senta il fine ultimo di un'attività pro

.\

[o scono raDDretl ' nzzazione o di il prin-

lnvece e un da to. armonico rispetto

allo scopo. Facciamo un esempio: un'azienda sanitaria ha tra i suoi scopi quello di migliorare i servizi offerti agli utenti. All'interno di questo scopo individua un obiettivo (dimensionare correttamente un servizio psichiatrico tramite la valutazione dell'incidenza della depressione nella popolazione di riferimento) che attua tramite uno specifico progetto. Non

è

fondere volto rasgiun

al

proJivi,

nell'ambito Anche questo libro è frutto di un progetto. Lo scopo è di contribuire alla professionalità degli psicologi; gli obiettivi sono di diffondere la cultura del lavoro per progetti e far accrescere la capacità di progettazione dei lettori.

Nel punto 2 si definiscono le fasi del progetto, in base agli obiettivi definiti. Pianificare significa individuare, definire e valutare diversi aspetti:

. il contesto: come detto in precedeÍrza,

nessun maniera isolata, occorre te-

progetto va visto in ner conto del sistema co{uples$ifo ffint"*o riguarda del quale-òi si la formazióneHfTffirno di unlazienda, occorre

-uffitto 22

Lo pslcologo e la progettazione

Eugenio Rollo

tener conto, ad esempio, degli orari di lavoro aziendali, dei turni, del ciclo di vita nella produzione e via dicendo, per fare in modo che il progetto abbia il minor impatto possibile sull'organizzazione, anche per evitare resistenze e defezioni. Così come nelle scelte metodologiche non si pdd pféscrruleié clalla tipologia dell'orsanúmîe e dalla sua mission: è caoitato, ad esempio, che un progetto di formazione outdoor di team building basato sulla fiducia tra i partecipanti, che in alcune realtà aveva avuto un buon successo e ottimi risultati, si sia mostrato fallimentare in un tipo di organizzazione (istituto finanziario) i cui criteri normativi erano invece basati sul sospetto ed in cui la fiducia era assolutamente bandita per scelta aziendale, per quanto discutibile potesse essere. Pertanto izio astratun-plqg teorici, to basato esclgsMposti -l

ma UWtt

-ès.e

hcando

i al sistema. Un ul-

.__-E_*

timo'éSéinpio: se devo progettaFtn-intervento scolastico, eviterò di occupare il secondo quadrimestre della classe che si prepara agli esami, in cui gli studenti sono concentrati sulla preparazione e gli insegnanti sono "indietro col programma" e si affannano a far divorare pagine e pagine di testi (a meno che non voglia fare un progetto per la gestione dell'ansia...);

o il campo dtazione, ovvero ciò che è compreso 23

'wil|.

o meno nel progetto. Sembra banale, ma è facile uscire dal seminato, tanto più in ambito psicologico. La nostra disciplina, per quanto si cerchi il più possibile di dare una struttura precisa, è complessa ed interconnessa con altre materie e nella pratica si rischia spesso di andare fuori tema o di disperdersi in un nugolo di attività trasversali e di competenza di altre figure professionaH. È pertanto indispensabile definire con precisione il 'tampo di gioco", le cui linee di demarcazione non devono essere oltrepassate. Se, ad esempio, il committente è un servizio psichiatrico che richiede di sviluppare un progetto per la diagnosi precoce delle psicosi infantili nell'ambito di tale servizio, devo limitarmi a definire attività che rientrino nelle competenze del servizio, non posso a priori progettare di coinvolgere, ad esempio, il Comune o i medici di base, perché uscirei fuori dal campo d'azione del progetto; tale approccio sarebbe invece possibile se il committente fosse un ente con competenze al di sopra del servizio e mettesse a disposizione le necessarie strutture di coordinamento. I1 discorso è necessariamente semplificato in questa sede, perché in realtà un progetto può nascere anche dalf input di una singola struttura per poi essere esteso ad alri

enti, ma qui

mi

preme sottolineare

che nell'elaborazione di un progetto non dobbiamo lasciarci prendere la mano dall'entusiasmo, oc-

Eugenio Rollo

Lo pslcologo e la progettazione

corre sempre mantenere un forte senso di realtà;

oi

vincoli: abbiamo già detto come i progetti debbano tener conto dei vincoli imposti dall'Organizzazione. In realtà nei due punti

precedenti, parlando del contesto e del campo d'azione, abbiamo già rilevato una serie di vincoli. Riepilogando, dobbiamo fare i conti con diversi tipi di vincoli:

-li

o

committente definisce i tempi entro i quali il progetto deve avere termine o i periodi e le fasce orarie in cui è possibile svolgere le attività;

o

economici: le risorse finanziarie sono il più delle volte il punto più critico ed il vincolo più pesante. La valutazione dei costi rappresenta un punto estremamente delicato in tutti i progetti, dai più semplici ai più complessi. Il tetto di spesa definito dal committente deve garantire il raggiungimento del risultato: in fase di elaborazione progettuale occoffe trovare il modo di far quadrare i conti o, qualora non sia possibile, certificare il progetto come irrealizzabrle;

o

organizzativi: come citato in precedenza, molto spesso un progetto si inserisce in un'organizzazione definita e deve integrarsi armonicamente in tali sistemi,

temporali: generalmente

il

non si può stravolgere l'organrzzazione (cioè I'insieme dei processi) per attuare un singolo progetto;

o

logistici: nel caso un progetto si svolga presso una sede definita e vicina alla residenza dei partecipanti al team di progetto, non ci sono problemi; accade spesso però che il progetto si svolga in diverse sedi, anche lontane tra loro, costringendo le persone a muoversi sul territorio o a scambiarsi materiali e documenti. Pertanto I'aspetto logistico può costituire un vincolo rilevante, anche perché in caso di spostamenti fisici ha una forte incidenza sui tempi e sui costi. Diverso è invece per lo scambio di materiali che possono essere inviati senza difficoltà per via telematica, ma occorre comunque definire le modalità di tali trasferimenti;

o

normativi: è un terreno minato entro il quale è difficile muoversi. Spesso siamo

presi dall'entusiasmo

e

dall'interesse professionale, abbiamo una visione orientata al risultato da un punto di vista psicologico e tendiamo a trascurare il mondo intricato della normativa. Peraltro complesso delle leggi in Italia è un groviglio inestricabile, spesso poco chiaro agli stessi specialisti del settore. Purtuttavia nella stesura di un progetto oc-

il

26

Eugenio Rollo

Lo psicologo e la progettazlone

corre accertarsi di essere nel rispetto delle diverse gerarchie normative, a partire dalle leggi dello Stato, fino alle circolari ministeriali, alle leggi regionali, alle delibere degli enti locali, ai regolamenti... Al di 1à della complessità della materia, comunque, basta farsi aiutare dalle persone che operano nel sistema all'interno del quale si svolgerà il problema: ciascuno conosce i vincoli normativi della propria specifica realtà;

culturali: altro aspetto da non trascurare sono i vincoli di carattere culturale. Generalmente si tratta di resistenze al cambiamento (ogni progetto implica un impatto anche minimo sulla quotidianità e I'abitudine), pignzia intellettuale o posizioni preconcette. Per fare un esempio, se dobbiamo svolgere un progetto di psicologia sociale all'interno di un gruppo i-

slamico integralista, sarà "preferibile" prevedere che a svolgere le attività di progetto siano operatori maschi...

.

le attività da svolgere: a questo punto, dopo aver tenuto conto dei vincoli presenti o posti dal committente, si passa ad esaminare cosa faperché re e come.g gli obietle atttr,trì,eei*silnunto tivi e i vi fare, ma pos'

"Wi, @ffi

sibile fare. In genere la scelta delle attività è s oggetto di conflittualità alf interno del team di ---(e dove il professionista è da solo a progetto progettare è comunque oggetto di conflitto interiore), proprio perché siamo orientati a scelte che in teoria sarebbero le migliori, ma non sempre risultano concretamente applicabili. Magari in una ricerca o in una sperimentazione si può (forse si deve addirittura) adottare una scelta di eccellenza, ma nella pratica, proprio perché viviamo in un sistema complesso, non si può fare la scelta migliore in assoluto, ma la migliore scelta possibile tenuto conto del contesto. Sono consapevole che questo approccio disincantato può far storcere il naso a qualche lettore, ma provate solo a pensare ad un piccolo esempio, abbastanza neutro: un servizio psichiatrico può avere nelle proprie intenzioni la creazione di una cartella psicologica informalzzata, ma può questa intenzione uscire dalla sfera del desiderio e diventare un progetto se mancano le risorse tecniche, le competenze,la disponibilità, la formazione e quant'altro? Certo, un progetto può prevedere anche di creare tali condizioni di base, ma ci sono le risorse economiche per poterlo sostenere? Queste domande concrete devono guidare il modo di pensare il progetto, proprio per aver chiari i termini di riferimento e scegliere le attività da realizzaeffettivamente attuabili orientate

re

ed

Eugenio Rollo

Lo psicologo e la progettazione

all'obiettivo;

o

{i@

le responsabilità: definire chi;hcbe"cosa. Mi sono spesso imbattuto in situazioni di progetto in cui c'erano duplicazioni di attività e aree scoperte, in cui non era affatto chiaro chi avesse il ruolo di decidere o semplicemente rispondere alle domande. In molti servizi, soprattutto in quelli distribuiti territorialmente o con competenze non chiaramente definite in cui le attività si accavallano su più figure professionali, anche i progetti risentono di una mancanza di chiuezza di ruoli. Proviamo a pensare ad un servizio sociale, in cui spesso il ruolo dello psicologo, dell'assistente sociale e dell'educatore sono talmente contigui da risultare confusi e qualche volta indistinguibili. Come si fa a costruire e a gestire un progetto in cui non si sa bene a chi sono attribuite determinate competenze? Certo, ci sono riunioni e confronti, ma tali occasioni dovrebbero essere impegnate per dedicarsi alle attività di progetto, non per ridiscutere costantemente funzioni e metodologie. ne facnon pensa che siano altri

di respoqpgp1til[e_-c*o-4.fl;{L4ll:iut_e"gro,dellastruttu-

ra-d;buntuatà definizione di

e

"iitTfirnzioni responsabilità consente una gestione del progetto chiara e lineare, accresce I'efficacia e 29

q7

I'efficienza, soprattutto aumenta la qualità degli interventi e favorisce il raggrungimento degli obiettivi;

la suddivisione in fasi: soprattutto nei progetti complessi o di lunga durata, le attività vanno scomposte in segmenti delimitati nel tempo, in modo da permettere verifiche dello stato di avanzamento del progetto in itinere ed eventualmente attivare le necessarie correzioni e modifiche. Per quanto un progetto sia stato elaborato con accutatezza, ci sono sempre variabili incontrollate e imprevisti per cui, anche se le stime sono state prudenziali e si è cercato di tener conto di una quota di imprevisto, capita di dover apportare modifiche in corso d'opera. Accorgersi di difetti di progettazione solo al tenffié- -ilélle"" "dtiíVitT-ffi"*ai vanificare lnvece, aiuta a tenere sotto controllo le attività e a corregge ddivisione in fasi deve anche prevedere i tempi in cui si prevede che le attività devono essere realizzate. In particolare, occorre stimare:

o La durata di ogni fase o La data di inizio o La data di termile.. o La sequenza delle fasi o La contemporaneità delle fasi

Eugenlo Rollo

Lo psicologo e la progettazlone

La valutazione del tempo può essere fatta solo da chi ha esperienza nelle attività considerate o in attività similari a quelle citate nel progetto.

A tale proposito, val la pena di citare due strumenti cl as sic amente utiliz zati nella progettazio ne per rappresentare lo svolgimento delle attività di progetto: il grafico di Gantt e quello di Pert. Nel Gantt viene riportata la durata delle diverse attività come un segmento in corrispondenza del tempo indicato onzzontalmente. In tal modo il grafico rappresenta la variabile tempo ed illustra la suddivisione in fasi, evidenzia la sequenza e la contemporaneità delle attività e

Esempio di un grafico di Gantt

1

;'---t--TemPo

2

r_r___Ir

morto

3 Tempo morto

-f

4

U

F-l-

-L_

-

{

5 6

l---{

7

I 10

15

20

Tempo {in giorní)

5t

25

30,

35

permette di mettere in luce i tempi morti: Tramite questo strumento si può fare facilmente un confronto tra previsione ed esecuzione. Il Pert (acronimo di Program Evaluation and Review Tecnique) ha invece la caratteristica di indiviDiagramma PERT disegnato in scala in funzlone del tempo

Tempo (in giorni)

duare le attività non tanto nella loro singola durata, quanto piuttosto nella collocazione tempo-

rale all'interno del progetto e soprattutto nella relazione gerarchica e concatenazione tra di esse. In altri termini il Pert descrive le interazioni tra attività ed eventi e Permette di identificare il percorso critico (le fasi essenziali che devono essere completate assolutamente alle scadenze indicate per evitare un ritardo nel portare a ter32

Eugenlo Rollo

Lo psicologo e la progettazione

mine il progetto);

o

gli obiettivi intermedi: in relazione alla suddivisione in fasi occoffe individuare i relativi obiettivi che si intende raggiungere. La verifica delle fasi sarà orientata a valutare se i risultati previsti per ogni fase (deliverables) sono stati raggiunti o meno;

o i risultati che si vogliono raggiungere: al termine del progetto si effettuerà una verifica e valutazione finale. Ma su cosa? Come si misurano gli obiettivi? Al di là degli obiettivi occorre dunque dichiarare i risultati concreti e misurabili da raggiungere. Poniamo che voglia attuare un progetto di intervento per accrescere il livello di motivazione degli operatori in un'azienda: questo sarà definito come obiettivo, ma come posso riconoscere di aver raggiunto tale obiettivo? Dovrò quindi fissare criteri che mi permettano di misurare una variabile connessa alla motivazione, ad esempio la vanazione del livello di assenteismo, la percentuale di etrore o di scarto dei materiali, la misurazione del clima aziendale tramite un questionario somministrato prima e dopo I'intervento, ecc.

La pianificazíone rappresenta la parte più corposa della progettazione e certamente quella più difficile, in cui occorre esercitare la capacità di analisi e di visione di chi progetta. Per quanto una pianificazione possa essere accurata, tuttavia, è sempre esposta a rischi che

vanno il più possibile individuati a priori, come indicato al punto 3: no3 è sufficiente ignorare un rischio le cause oer evitare che si m lr più frequenti di nEffiono legate alla variazione elo all'indisponibilità di risorse economiche inizialmente previste, a variabili legate alle risorse umane, al mancato rispetto dei tempi, owiamente ad imprevisti o a variabili ritenute durante la progettazione meno rilevanti o con livello di rischio accettabile.

l,]ultimo aspetto relativo alla progettazione è quello citato nel punto 4, valutazione e pianificazione delle risorse necessarie. Stimare un progetto significa attribuire un valore alle risorse richieste (ore di lavoro, costi) e organizzare le attività tenendo conto di interdipendenze e priorità economiche, risorse disponibili, scadenze previste. La previsione deve essere realistica e basata su dati ed informazioni attendibili, per evitare rischi di sottostimare e sovrastimare il budget.

Le componenti tipiche dei costi sono:

.

Lavoro: i compensi pagati al personale che lavora al progetto;

. .

Spese accessorie: oneri sociali e indennità accessorie per lavoratori. Generalmente sono calcolate in percentuale sul costo del lavoro;

i

Materiali: il costo di quanto deve

essere acquistato espressamente per essere usato nel proget-

to;

k

Eugenio

.

Rollo

Forniture: costo

Lo pslcologo e la progettazlone

di strumenti, attrezzature,

macchine per ufficio. Di solito sono già in uso presso I'Organizzazione ed utilizzate parzialmente per il progetto, pertanto seno computate in proporzione;

. Affitti e noleggi: costi di attrezzature e locali utilizzati per il progetto;

.

.

Spese generali e amministrative: costo della direzione del progetto e dei servizi di supporto e amministrazione, spesso computato come una percentuale sul costo del progetto;

Profîtto: se è previsto un profitto, il relativo importo va computato nei costi, generalmente con una percentuale sul costo del progetto.

Diversamente da quanto comunemente si valuta, la voce più significativa dei costi non è costituita da materiali e attrezzature, bensì dal lavoro, quindi il budget deve partire dalla stima del tempo di lavoro (ancora una volta si sottolinea f importanza di un'attenta progr amn:m;zione dei tempi). Come osservato in precedenza, i punti dal 5 al 20 sono invece specifici dell'attività di gestione, pertanto sono da tenere in considerazione per le stime adeguate in fase di progettazione, ma non saranno trattati analiticamente in questa sede.

Vorrei limitarmi a citare brevemente quelle che sono le funzioni fondamentali del project management, nonché il ruolo e le caratteristiche del project

manager. Per quanto concerne le funzioni, possiamo riassumere le attività di gestione in tre categorie:

.

conoscenza; il capo progetto deve avere competenze specifiche sulle attività del progetto e deve conoscere dettagliatamente ed approfonditamente il progetto stesso;

o

applicazione: il capo progetto deve essere in grado di gestire diversi aspetti:

o

direzione: organizzazione delle attività delle fasi di progetto;

o

coordinamento: armonizzazione delle

e

competenze e dell'operatività delle differenti professionalità coinvolte ;

o

controllo: verifica degli stati di avanzamento, degli obiettivi e risultati intermedi, dell'utrlízzo dei tempi e costi previsti;

o

relazione: il capo progetto deve altresì essere in grado di gestire una serie di comunicazioni verso il team di progetto, il committente, gestire i flussi di relazione, negoziare su forniture e servizi, risolvere le divergenze, relazionare sull' andamento del progetto.

In questo contesto appare chiaro come la funzione di un capo progetto sia fondamentale per prattutto nelle realtà complesse.

36

fsilIiltw-"

il

successo, so-

Lo psicologo e la progettazione

Eugenio Rollo

il capo progetto debba avere doti da Superman... Gli si richiede competenza, capacità tecniche ed applicative, visione d'insieme, doti di Si ritiene che

leadership, capacità di decidere, comunicare, motivare e coinvolgere, deve essere un buon mediatore, mostrare apertura verso le nuove idee e flessibilità ai cambiamenti, avere capacità di sviluppare il team e le potenzialità dei singoli e di delegare.

Pertanto il project manager si trova al centro di un sistema di rclazioni, attività, termini di riferimento e vincoli di cui occoffe tener conto in fase di progetta-

zione, proprio per facilitare il più possibile il suo compito e non lasciarlo in balia delle emergenze.

Per finire, citiamo la possibilità di ricorrere, per la progettazione e la gestione, a software dedicati, primo ira tutti Microsoft Project@.

Termini di riferimento

nsorse

?meédm lqslqdllt

DIRSMfi

37

Lo psicologo e la progettazione

Eugenlo Rollo

L'elaborazione

di

progetti

in ambito

psicologico Quanto esposto finora riguarda la progettazione in generale, ma ogni disciplina ha le sue specificità, così la struttura del progetto privilegerà alcuni aspetti piuttosto che altri a seconda del campo di applicazione.

Un progetto in edilizia piuttosto che in astronomia o in organi zzazione industriale avrà caratteristiche differenti da un progetto di riabilitazione. Quindi, restando valido l'impianto generale dei progetti così come descritti nel capitolo precedente, occoffe evidenziare la metodologia applicabile in ambito psicologico.

Il primo

aspetto fondamentale è di carattere deontologico: quale che sia la struttura del progetto, abbiamo a che fare con persone e dobbiamo avere piena consapevolezza che qualunque intervento potrebbe avere ripercussioni in positivo o in negativo.

Già nella fase preliminare di analisi, dunque, abbiamo la responsabilità di svisceîare a fondo i diversi aspetti, per abbassare il più possibile la probabilità di errore.

Sviluppiamo allora uno schema di progetto che tenga conto dei principi generali e dei dettagli da esplorare e che sia più pertinente all'ambito del progetto in psicologia.

SCHEMADI PROGETTO 1,. II titolo Sembra banale, ma anche il titolo riveste una sua importanza. Soprattutto con la diffusione dei progetti europei, è invalsa la consuetudine di elaborare titoli che avessero una buona dose di sintesi e creatività, un richiamo mnemonico ai contenuti, spesso un acronimo di senso compiuto.

Naturalmente non è il titolo che dà qualità al progetto, ma contribuisce a dare immagine e ad intuire e ricordare meglio I'argomento. Queste considerazioni riguardano ovviamente i progetti di ampio respiro, non certo la stesura del progetto per l'Esame di Stato...

2.

Premessa e analisi del contesto

Nella progettazione occorre pragmatismo e sintesi, tuttavia è necessario inquadrare I'ambito nel quale ci si muove. È qulasllutilp-.11g:i! rale sulla tematica del progeltp con diqhilsazienodegli scopi, i rifegmq:qli"Jpgricj e oualc.he ove possiriferimento, bile. La premessa non fondita, altrimenti si rischia che il lontani dal concreto. Non dobbiamo mai dimenticare

dafnrl

Lo psicologo e la progettazione

Eugenio Rollo

che un progetto deve essere realizzabile, non deve essere un esercizio accademico; deve essere orientato sul piano pratico, con poche parole, con risultati attesi e facilmente rilevabili. Per qpanlo Spncefne

in

preg

1'

a4plisi, flnl;rnntesto, come detto

e reale in cui.?Ipl9v€ds'*shs#ika[gggfi gJs,gs,?.fl tJqata-rÎepossibile, si guilanche prevedere un rilevamento p{4ra del

ili

da confrontare

poi c

e"uiffi" if .ont"tto significa ottenere quelle informazioni che consentono di cogliere una serie di caratteristiche dell'ambiente e delle persone appartenenti a quel sistema. Dalla lettura del contesto si possono cogliere vari aspetti che servono mettere a fuoco variabili importanti per la definizione degli obiettivi e a contestualizzare le conseguenti azioni. La lettura del contesto, poi, rende maggiormente sensibili verso quegli elementi e quegli aspetti che possono facilitare o ostacolare la nostra attività.

L'analisi del contesto è un processo conoscitivo che un'organizzazione dovrebbe compiere nel momento in cui si accinge arcalizzare un intervento che va ad impattare sull'ambiente socio-economico e territoriale di riferimento nonché sul proprio contesto organrzzativo, dai quali dipende in modo cruciale il risultato finale che I'intervento è in grado di produrre. L'analisi del contesto di riferimento, infatti, consiste in un processo conoscitivo che ha 1o scopo di: 4l

tuazione in

cpstxaad

.

operare;

stlnqÍgJtsEuúqarnagnte le p.qtg+gl*li interazionl esl Inel progetto che si intende realizTalffigg*$tolo diretto sia a titolo in4iretto.

-*-*é L'analisi del contesto non deve dare origine ad un quadro informativo generico e indistinto, bensì ad un quadro conoscitivo direttamente dipendente dalla strategia generale del progetto da realizzare. L'analisi del contesto, infatti, costituisce uno dei principali strumenti che consente una corretta declinazione degli obiettivi strategici dell'organizzazione in obiettivi operativi, pertanto deve essere strettamente correlata a tali obiettivi strategici del progetto.

Gli ambiti

e profili

di un processo di analisi del contesto sono molteplici e molto differenti tra loro: infatti, le forue e le tendenze che sono in grado di influenzare le attività o i risultati del progetto sono numerose. Un strumento utile di supporto all'analisi dello scenario interno ed esterno è costituito dall'Analisi SWOT che consente di ottenere una visione integrata degli esiti delle due fasi in cui è possibile scomporre I'analisi del contesto:

L'Analisi SWOT è un utile strumento di supporto all'analisi del contesto (interno ed esterno) entro cui si colloca un progetto/intervento. Essa, infatti, consente di visuali zzaîe contemporaneamente:

Lo pslcologo e la progettazione

Eugenio Rollo

punti di forza (Strenght)

;

punti di debolezza (Weakness); opporhrnità (Opportunities)

.

;

rischi (Threats)

In

questo modo è possibile, in base ad un'ottica sistemica, evidenziare in modo chiaro e sintetico le variabili che possono agevolare oppure ostacolare il raggiungimento degli obiettivi del progetto, distinguendo tra fattori legati all'ambiente esterno e fattori legati invece all'organizzazione interna, e consentendo di orientare in modo più efficace le successive scelte strategiche ed operative:

.

analisi del contesto esterno, costituito dall'insieme diforze, fenomeni e tendenze dí carattere generale, che possono avere natura economica, politica e sociale e che condizionano e influenzaîo le scelte e i comportamenti di un'organizzazione e indistintamente tutti gli attori del sistema in cui tale organizzazione si colloca.

.

analisi del contesto interno, costituito da tutti quegli elementi che compongono la struttura interna della stessa otganizzazione.

A titolo di

esempio, in Appendice è riportato uno schema utilizzabrle per l' analisi dell' organizzazione, che costituisce un'utile supporto operativo per la guida alla comprensione del contesto.

43

3. Destinatari del progetto Una peculiarità che distingue

i progetti \n psicologia

dalle altre discipline è, come abbpmo detto,

l'attenzione alla persona. Massima cura q\indi va dedicata all'individuazione dei destinatari, cidè coloro ai quali è rivolto I'intervento. Generalmente sp opera la distinzione tra o bepiù termine a livello amincremento della spesa nell'educazione e nella salute) e :k[gEg" (Il nte e direttamente influenzato dal prggetto a livello di obiettivo spec.ifigo) in_qWglp.gy idiun intervento non ne beneficiano direttamente, ma servo-

g_

Nell'individuazione dei destinatari del progetto occorre tener ben presente le caratteristiche del nostro target e valutare i suoi reali bisogni espliciti ed impliciti. Ho visto sovente progetti basati non sulle effettive necessità dei destinatari, ma sui bisogni del progetumere Ia conosceîza tista! Può accadere infatti di del non su una di rilevamento ed osserv

cialpg-addiriltrua*{uqiraai0np"".di"Jlp.frgBs0*bisogno. Ciò che dobbiamo fare è metterci dal punto di vista del destinatario e contemporaneamente guardare in termini di sistema la tematica del progetto.

Ímiiiif,

Lo psicologo e la progettazione

Eugenio Rollo

Alcune domande di riferimento ci aiutano a concentrare meglio l'attenzione sulle variabili legate al destinatario (Leone L., Ptezza M., Costruire e valutare i progetti nel sociale,Franco Angeli, Milano 1999):

."Q Quali

èla il cambi

one,

le

sono

il

nel quale ci si numeroso?

caratteristiche

socro-

i cambiamenti ausoicati

itudini blepro-

sue

de

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i va-

V

::-.P,:9.Iq:qTil-qgilsspvelsi sntot

Come si

o c'è Jg*g*rrRg"i.g.L+Jgljg.J#k*g*i*

uno coinvolto indirettamente?Owero il srupóó nel quale si desidera ottenere il cambiamento stesso a't"

Questo approccio, nato in ambito sociologico e più applicato nei progetti di intervento sociale, è tuttavia estendibile alle diverse tipologie progettuali in ambito psicologico, con gli opportuni adattamenti.-n concetto fondamentale iori di sapere tutto sui destinatan consapevol

45

4. Obiettivi generali e specifici e risultati

attesi

Nel capitolo precedente si è già trattato della differenza $a scopo ed obiettivo. Nel nostro caso lo scopo è definito in premessa, mentre in questa fase occorre definire uno o più obiettivi generali ed eventualmente i subobiettivi od obiettivi specifici che generalmente individueranno anche le fasi operative del progetto.

In realtà la definizione di obiettivi, metodologia e attività procede in genere di pari passo, proprio perché sono elementi strettamente interconnessi.

Nel definire gli obiettivi dobbiamo tener presente alcuni aspetti:

li obiettivi

devono discendere direttamente i sui quali verrà effettuata la vegetto;

occoffe distinguere obiettivi a lungo e a breve termine; tipicamente gli obiettivi a breve vengono classificati come obiettivi intermedi;

gli obiettivi

possono essere di natura diversa, alcuni di carattere tecnico, altri legati a variabili di visibilità (politici o d'immagine) o di comunicazione: questi aspetti vanno distinti anche per vedere quali effettivamente hanno impatto sui destinatarr;

nella suddivisione degli obiettivi, occorre accertarsi che esista una coerenza interna, cioè che gli obiettivi specifici non contraddicano gli obiettivi generali e viceversa;

Eugenio Rollo

Lo psicologo e la progettazione

non confondere obÍettivo con attività! Sembra banale ma non è un'eventualità remota. Obiettivo è ciò che si vuole iungere, attività è il mezzo

li obiettivi derivano

devono

ibile. E fondamentale che tali risultati possano essere poi rilevati in modo oggettivo, il più possibile in modo quantitativo, per consentire una coffetta valutazione finale. La oomanoa Irnale. domanda e: è: come laccro faccio o a saDefe sapere e a dimo,l srrare che l'obierrivo c sernpre tutto è misurabile, a volte dobbiamo ricorrere a variabili osservabili ma non misurabili e questo complica I'aspetto della definizione dei risultati attesi. Riprenderemo questo tema nella sezione dedicata alla valutazione. Ultimo aspetto: ancora una volta è bene ribadire che I'obiettivo non va confuso con un sogno o un desiderio: quanto ci proponiamo deve essere concretamente e con buona probabilità, realizzabile per conservare la dignità di obiettivo. essere \

ws-'_*

r

sffiqi

@ Stephan Pastis, pubblicato su Linus anno XLIV,

n. 8 (521) agosto 2008, p.

Riportato per gentile concessione di Baldini Castaldi Dalai Editore, Milano

Eugenio



6.

L aspetto

5. Vincoli

della

La vignetta precedente collega I'argomento degli obiettivi a quello dei vincoli. Abbiamo già ampiamente

il

tema nel capitolo precedente e ben poco resta a aggiungere. tano vincoli di progetto le scadenze, il budget, i ifforse limitate, nonché i rW isti. Ricordiamo distinto sei categorie di vincoli norma, economlct i) che sono tutte presenti nei progetti in psicologia.

trattato

In particolare, rispetto ai vincoli temporali,

brffitasereffioleatd-

vità

riscon-

;*

nel

" complélàmèlitó di ufà-Tase Sí*fíp-ercuote su quelle @[email protected]#r

r x-"@*iè^Ewuh

úd'#+'H

""' +-' "

successive. Ma sono frequenti anche i vincoli di carat''' ry{arqftil*f

r

=:_'i':W*1'{'rò_1

":

r L ! i__

s+ r{r'riiq

È q

-'_xt+

'"'+{'

'

tereoîgan'zilttYg.!-ópfe$.1Íg.SleIìCpi_pqgge,t$*vanno r ealizzatr nell' amb i to de ll a pubb li c a ammini str azione .

Il vincolo

maggiore, tuttavia, resta quello economico. Intutte1é-ièalffi 'sTvildlEîf ?ilàSsíino-sd&dúdopoco, ma è un atteggiamento estremamente rischioso: il risparmio è sacrosanto e gli sprechi vanno combattuti, ma non si può correre al ribasso, va rispettato il rapporto qualità/prezzo. Riprenderemo più avanti il tema dei costi.

48

logiche:

i[

In ambio diversi fermare tr

to di dame

Uno

Eugenio Rollo

Lo pslcologo e la progettazione

6. Metodologia, attività e responsabitità L'aspetto metodologico rappresenta un punto dolente della progettazione in psicologia, a causa di un vizio strutturale che da sempre affligge le discipline psicologiche: il conflitto tra posizioni teoriche.

In ambito accademico i promotori e i

supporter dei diversi approcci teorici duellano spietatamente per affermare la bontà delle teorie proprie o che hanno scelto di sposare, ma nella quotidianità il discorso è fondamentalmente diverso. Uno psicologo deve avere la capacità di non farsi rinchiudere nella gabbia di un singolo approccio. Può avere certamente un riferimento teorico in cui meglio si riconosce, ma non può limitarsi ad esso o ritenere di possedere la verità rilevata. Solo in questo modo si acquisisce la necessaria flessibilità che consente una migliore visione di un sistema nella sua complessità e, contemporaneamente, moltiplica le risorse professionali e consente l'integrazione delle parti migliori e soprattutto più adeguate alla specifica realtà delle diverse teorie.

Si badi bene, non sostengo la necessità che 1o psicologi sia un tuttologo, mene guardo bene. Ritengo però che una molteplicità di strumenti di cono scenza, analisi ed intervento permetta di essere più efficace e realistico. ità di ricercare non gli avere la Do , ma quelli

più. adeeuatt aila realtà

rar"-

*""t" t""""

con

in cui dobbiamo opeel'appfOa"ìO,

naturalmente. Occorre sempre partre daTl'analisi che abbiamo effettuato e metterlainrelazione agli obiettivi che ci siamo posti, ai destinatari ed ai vincoli rilevati. Creeremo allora un modello di intervento generale, di stile teorico ed operativo del progetto, all'interno del quale sceglieremo le attività da svolgere, ciascuna correlata agli obiettivi che abbiamo precedentemente definito.

Leone e Prezza, nel testo citato in precedenza, suggeriscono alcune questioni guida nell'individuazione delle attività e la suddivisione in fasi:

. "Q .

siuggglggli qpi"ttiyi Le attività sono che. to?

. o

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Perché

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-9"'l.1s"gl'"9r99.{9911-991-eJI1Il.PP-:"' o essere accetSi sono scelte attività che ncoli e

tet

50

Lo psicologo e la progettazlone

Eugenio Rollo

le risorse considerate nella scelta delle attività

(costito

?

o Quali . Che grado di legittimazione "sociale" ha il procome cu

nte è bene mettere in relazione univoca I'obiettivo con il risultato atteso, I'attività e la fase in cui deve essere svolta, secondo uno schema simile al Operati

seguente: Obiettivo generale

Obiettivo specifico

Risultato atteso

Fase

/ attività

Dal punto di vista concreto, si suggerisce di consultare gli esempi riportati nel capitolo successivo, in modo da contestualizzare i criteri qui esposti. Della suddivisione in fase e delle responsabilità abbiamo ampiamente trattato nel capitolo precedente, quindi ci limitiamo ad osservare che quanto espresso si applica pienamente ai progetti in psicologia.

7. Tempi

Il

tempo è una variabile molto particolare, indipendente da noi. Alcuni parlano di time management, cioè gestione del tempo, ma noi non possiamo gestire il tempo, dilatarlo o restringerlo, possiamo piuttosto 51

gestire noi stessi e le nostre attività nel tempo...

Il

tempo ha un elevato valore sia per la nostra vita che per i progetti. Abbiamo detto sin dall'inrzio che progettare vuol dire eseguire un'attività predittiva che proietta nel futuro una serie di nostre volontà ed intenzioni che poi formalizziamo in modo strutturato. Peraltro il tempo ha un costo molto elevato ed è una risorsa limitata, se teniamo conto che la nostra stessa vita ha un inizio e una fine.

Lothar Seiwert è uno studioso del time management ed esprime molto bene alcuni concetti sul tempo come risorsa (Seiwert, L.J., Gestisci tuo tempo, Franco Angeli, Milano 2007):

il

"Il tempo è il capitale più grande: . Il tempo non è una risorsa abbondante . Il tempo non si può comprare

o Il tempo non si può mettere da parte o immagazzinare

. Il tempo non ha minuti con 61 secondi o giorni con 25 ore

. .

Il tempo passa: non è possibile fermarlo Il tempo è vita"

Peraltro spesso non abbiamo la capacità di dare un reale valore al tempo: il nostro tempo è prezioso, quello degli altri no; mi disturba se mi interrompono, ma mi arrabbio se qualcun altro non vuol essere disturbato.

Lo psicologo e la progettazlone

Eugenio Rollo

hiamo

al ra

di pe"rdPJe effisjggfl

pAÀrL,@

I'attività, non aenza

efficac[ Sempre Seiwert sostiene: "Tendiamo a confondere attività con risultati, il movimento e I'operatività quotidiana con larcalizzazione finale, con il rischio di perdere di vista gli obiettivi essenziali, aumentare la frenesia delle attività. divento talmente occupato da non aver più tempo per altro". Spesso non siamo concentrati su quello che stiamo facendo, ma siamo ossessionati da quello che dobbiamo fare, con un inevitabile aumento del livello di stress. Queste considerazioni generali sul tempo ci servono a sottolineare quanto sia difficile calcolare i tempi in un progetto ed allo stesso tempo quanto sia indispensabile farlo correttamente, per evitare di dover lavorare in emergenza; in quest'ultimo caso, infatti, attueremmo un atteggi4menlo REATTIVO (facciamo quello che gfi bbiamo biqg iso e le cose più uello che abbiamo

qfg

imoortanti). *---

Nella progettazione, dunque, dobbiamo tener conto non solo di quanto tempo sia teoricamente necessario per svolgere un determinato compito, ma anche di tutti quei "ladri di tempo" (ostacoli, fattori di disturbo, intemrzioni, emergenze,...) che tipicamente si mani-

ifa Seneca

po'_ce

un con

l'ur-tu3iu

" gudlq à999i3mp".

rh

q.4g r"{trj, che ce ne

Una stima prudenziale del tempo necessario a svolgere le attività ci permette di non correre, ricordando che velocità e fretta non sono sinonimi!

I criteri

per una corretta programmazione e gestione del tempo sono riconducibili a:

. rti

competenti (sono naturalmente più attendibili, un profano non può essere in grado di valutare il tempo per un' attività specialistica),

o un

(in un meccanismo

ben definito sono chiare le attività da svolgere ed si evitano inceppamenti nelle procedure), rgqponsabilità definite (saper chi fa che cosa impedisce scarichi di responsabilità e sovrapposizione di funzioni),

.

efficace circolazione delle informazioni (condividere le informazioni aiuta a creare un knowhow comune, purché i momenti di scambio siano ben condotti e assicurino efficacia),

Un discorso a parte merita la definizione delle priorirà. Fissare le priorità sisnifica decidere ouali sono i coI fi s s A*lg"ruiJ*rog€*to*( mag ari utilizzando un di agramma di Gantt o un Pert, come illustrato nel capitolo precedente).

Uno strumento semplice e pratico è la griglia della

Eugenio Rollo

Lo psicologo e la progettrazione

decisione inventata dal generale americano Dwight Eisenhower. È efficace quando si deve decidere rapidamente quali siano i compiti prioritari. I criteri per fissare le priorità sono: URGENZA e IMPOKIANZA. Dalla combinazione di queste due variabili si compone una griglia con quattro possibilità di valutazione e realizzazione di un determinato compito:

COMPITI C

COMPITI A

- compiti da ignorare o cestinare o ridiscutere -

COMPITI B

N

z

F É,

o È

URGENZA COMPITI A: attività che sono sia urgenti che importanti, devono essere affrontati immediatamente con un livello di competenza molto elevato;

COMPITI B: attività che non sono molto importanti ma che sono urgenti, da assegnare a risorse esecutive o comunque portate a termine, sia pure dopo le altre;

COMPITI C: le attività

ma non ancora urgenti possono aspettare, però vanno programmate, bisogna stabilire una scadenza ed essere verificate;

.

secondo Seiwert i compiti che non sono né urgenti, né importanti vanno cestinati... In effetti ci sono alcune attività che sembrano non avere senso in un progetto: in questi casi può essere opportuno riprendere in esame il progetto per rivalutare o ridiscutere le attività.

Una corretta stima dei tempi qualifica il progetto e ne assicura il successo, per il resto vale quanto detto nel capitolo precedente riguardante i progetti in generale.

Mi

sia consentito terminare queste riflessioni sul tempo con un breve aneddoto, tratto da un testo creativo e

divertente sulla gestione del tempo (Cardaci cambierebbe 25 minuti?, Bannò, Roma 2005):

M, Mi

Un professore di fiIosofia iniziò la sua lezione posando sulla cattedra alcuni oggettí. Prese un yaso vuoto e lo riempì con sassi di 5-6 cm di diametro. poi chiese aglí studenti se íI vaso fosse pieno e loro risposero di sì.

Allora prese una scatola di piselli, e li versò nel vaso. I piselli si ffilarono negli spazi vuoti fra i sassi. Il professore chiese ancora agli studenti se il vaso fosse pieno, e gli studenti risposero ancora

di

sì.

Il professore allora tírò fuori una scatola di sabbia e Ia versò nel vaso. La sabbia riempì ogni interstizio.

Ancora una volta il professore chiese agli studenti se íl vaso fosse pieno ed essi risposero che questa volta il vaso era pieno senza più alcun dubbio!

A quel punto il professore prese una lattina di birra e la versò nel vaso inzuppando la sabbia. Glí studenti risero. "Ora voglio che voí capiate che questo vaso rappresenta Ia vostra vita" disse il professore. "I sassi sono le cose più im-

Lo psicologo e la progettazione

Eugenio Rollo

portanti, la famiglia, la salute, gli amici, il lavoro. I piselli sono le altre cose per voi importanti, la casa, l'auto, lo sport... l-a sabbia è tutto il resto, le piccole cose. Se metteste dentro il vaso per prima la sabbia, non ci sarebbe spazio per i piselli e i sassi. Prendetevi cura prima di tutto dei sassi, le cose importanti. Fissate Ie vostre priorità: iI resto è sabbia!" Uno studente allora alzò la mano e chiese cosa rappresentasse la birca.

Il professore sorrise:

"Sono contento che me I'abbia chiesto. La birra rappresenta iI soniso. Per quanto piena possa essere la vostra vita, c'è sempre spazio per un soniso!"

8. Risorse Abbiamo già definito nel capitolo precedente quali siano le risorse da prendere in considerazione per un progetto: umaneo materiali ed economiche.

Nel determinare

i

mezzi necessari al progetto dob-

biamo individuare le risorse che servono per portare a termine le diverse fasi dell'intervento, quindi anche questa analisi va collegata agli obiettivi ed alle azioni da mettere in atto. Se il anche vedere anche riso parzialr4=-g e quali i nvece sono da acqu$lr.Q. ex novo. t:u#'4$*er-'

ntale, comunque, resta che aalla Il problema fondamentale, pq cioè in fine tutte le risorse vanno tradotte in

57

l

i, l,h

ilfl [:u

[Ì I

I ;

Però, al contrario di quanto awiene in ambito aziendale, nella valutazione dei costi di progetto in psicologia non si deve far ricorso unicamente a criteri di effrcienza. E aperto e acceso il dibattito sul rapporto costi/benefici in psicologia così come nella sanità in senerale. Mentre in ambito industriale è relativamente € semplic"e (anche qe qomplesso.dal+Mto di vista mail benefitematico) pq4ptg utJl-igl4u rodotto, nel"io le scienze umane -9 dglf.F.ùKazbffi*,ÀUr:,Rlità la questiond?Ku-me una complessità che al momento non

4

ú;òIdffifré:*-@*'-

Le posizioni che hanno trasformato le strutture sanitarie pubbliche ín "aziende" sanitarie sono partite da analisi costi/benefici attente alle variabili finanziarie più che quelle della salute, ad esempio hanno messo in relazione il costo sociale di una persona malata, che quindi non produce, rispetto ai costi delle cure. Così come in numerosi servizi pubblici, compresi i servizi sociali, si tende ad esasperare I'ottica aziendalistica rispetto all'efficacia del servizio reso e al bisogno della popolazione e degli utenti.

Ma come è possibile quantificare dal punto di vista etico la vita, la salute, il benessere di una persona? Sono convinto che tutti i servizi in ambito sociale e sanitario debbano recuperare efficienza, ma nel senso di evitare gli sprechi, migliorare l'organizzazione, qualificare gli interventi, non certo mirare al risparmio indiscriminato con il rischio di inficiare lo scopo stesso del servizio.

Eugenlo Rollo

Lo psicologo e la progettazione

Ci troviamo da un lato a dover incrementare la qualità dell'intervento, che spesso si traduce in qualità della vita per i destinatari e dall'altro a dover rispettare i canoni di efficienza e salvaguardare l'aspetto economico, anche in considerazione che spesso queste risorse sono pubbliche, quindi derivanti dalla collettivirà.

Pertanto, nel momento della valutazione dei costi, ci si pongono di fronte notevoli problemi di valutazione, talvolta insormontabili, derivanti dallo scontro di due culture,, quella dell'attenzione alla persona e quella ìrr__ oell afienztone al oanaro.

L'unica possibilità è la massima qualificazione del progetto, in cui si ponga grande attenzione adutrlizzare al meglio (e non sprecare) le risorse disponibili con i dovuti criteri di efficienza e si dimostri che i vantagdiretti indiretti dell'intervento giustificano I'investimento economico, purché il committente interlocutore abbia la preparazione e la sensibilità per cogliere questi aspetti.

gi

e

Le voci di costo da tenere in considerazione sono le seguenti:

O COSTI RELATIVI AI

DESTINATARI: ci possono essere alcune occasioni in cui i beneficiari degli interventi si assentano dal lavoro per partecipare al progetto (ad esempio nei progetti di formazione) o ricevono un contributo (in alcuni progetti sociali) o sono coperti da assicurazione;

*'nri;rffitllw

.

COSTI INIZIALI PRE.PROGETTO: preparazione e progettazione: sono i costi, generalmente espressi in tempo di lavoro, per l'elabomzione del progetto e predisposizione di aspetti logistici ed organizzativi, contatti preliminari, rilevamenti, ecc. ; predisposizione di materiali: alcuni progetti richiedono l'elaborazione di materiali specifici, documentazione o altro. Anche questi costi vengono espressi di solito calcolando il tempo di lavoro necessario. Sono da includere anche i materiali necessari per la fase di verifica e valutazione;

pubblicizzazione: a seconda dei progetti, si rende necessario dare no1uzia, soprattutto per i progetti scolastici, di carattere sociale e sanitario che investano la popolazione o calcolo in determinati settori di essa. questo caso è più complesso perché oltre al tempo di lavoro occorre tener conto di altri costi quali, ad esempio, stampe, inserzioni, manifesti, partectpazione conferenze stampa a trasmissioni radiotelevisive, ecc.;

Il

o

a

formazione del personale: alcuni progetti richiedono una specifica pteparazione degli operatori sulle tematiche di progetto. In questa voce vanno quindi inseriti i costi per la frequenza o l'organizzazione di corsi

Lo psicologo e la progettazione

Eugenio Rollo

propedeutici alla realizzazione del progetto;

FUNZIONAMENTO E GESTIONE:

o

Direzione del progetto: sono da computarsi i costi del project manager e del personale di coordinamento del progetto, destinati non a compiti di intervento, ma al funzionamento generale del progetto;

o Retribuzioni ed oneri del personale interno: nei casi in cui il progetto venga svolto all'interno di un'Organizzazione, occorre attribuire al progetto i costi del tempo per cui gli operatori saranno destinati alle attività di progetto, nonché eventuali indennità aggiuntive per la preparazione;

o

Collaborazioni professionali personale esterno: spesso sono destinati a lavorare al progetto operatori con contratti a tempo o liberi professionisti. In questo caso i costi sono predefiniti e quindi soggetti a minori rischi di variazione;

o

Costi del personale amministrativo e di supporto: in questa voce sono raggruppate le retribuzioni (in caso di dipendenti già in servizio) o i compensi professionali (per esterni) per le attività di gestione amministrativa, logistica e di supporto generale;

o

Gestione dei locali: affitti, manutenzione, 6l

pulizia dei locali utrhzzatr dal progetto, in toto o in quota parte, a seconda se I'uso avvenga in uso esclusivo o sia parte di un'Organizzazione;

o

Noleggio e manutenzione attrezzature; analogamente alla voce precedente, con riferimento alle atltezzat:sre necessarie alla realizzazione delf intervento ;

o Spese di gestione e consumo: rienffano in questa categoria i materiali d'uso e di consumo (carta, strumenti di scrittura, cartucce per la stampa, ecc.), le spese telefoniche e postali, costi per elettricità, clim atizzazíone e così via. Generalmente questi costi vengono calcolati in percentuale sul progetto o in modo forfetario;

o

Spese di trasferta: se il progetto prevede che gli operatori e/o i destinatari si spostino fuori sede, occorre computare costi di viaggio, vitto e alloggio, se si ritiene debbano essere coperti dal budget del progetto.

i

È fondamentale che nel computo dei costi si

tenga

conto di tutte le fasi di progetto, dall'ideazione al follow-up, ricordando che solo intervento e che la stessa Drogettazione e la verifica ne € sono oarú rntesrantr. x-f tu h iEné4#tils'-

In appendice è riportato uno schema per il rilevamento dei costi. Naturalmente, a seconda del progetto, alcuni costi saranno applicabili ed altri no, così come ci 62

Lo psicologo e la progettazione

Eugenio Rollo

saranno costi fissi e costi variabili: I'importante è arrivare a stime attendibili che non vengano smentite in fase di reahzzazione.

9. Rischi La gestione dei rischi meriterebbe un discorso molto approfondito, tanto che nel project management costituisce una sezione a sé (Project Risk Management), con I'uso di strumenti di analisi evoluti.

Pur non scendendo in dettagli tecnici esasperati, mi sembra importante dedicare attenzione a questo aspetto che, come già sottolineato, puÒ essere causa di insuccesso se viene sottovalutato.

I-letimologia della parola rischio deriva dal latino risicum, che indica un evento fonuito sfavorevole, ma secondo alcuni riceve f influenza dell'arabo ri7q, che si riferisce a tutto ciò che viene da Dio e da cui si può trarre profitto. Così la parola contiene in sé un significato positivo o negativo, legato comunque allafortuna.In effetti una minaccia può trasformarsi in opportunità, come alcuni rischi possono essere visti come minacce da alcuni e come opportunità da altri (ad es. una diminuzione del prezzo del petrolio è una minaccia per un petroliere che ha acquistato una grossa partita al vecchio prezzo, ma è un'opportunità per tutti i consumatori).

effi-

La cace,

ve essere

reattiva, basata cioè 63

non sulla

*.e,,_41r_*_efggqz=q"__f

I più frequenti

Bg*sjllla previ-

progetto sono, per esem-

pio: a

I'ambiguità, la scarsa defiv1s10ne

.

la*sarsa $sqr-abi$à degli obiettivi del progetto, che comporta f impossibilità di riconoscerne :.rr,-.,"rslr,4!s,,ìiryrtsrw

del

'-{.4.:É.i"tr.

l'inadeguataallocazjgqg*d,ejh-_Lrp'o.Ig_e:risorse no le mpstenze**'"risorse,- " "quantitativaments rnqufticienti"pgr Fc,arsa*ap.aeil& di stima nec. -e-$.$AtiP*-".-Q,Q.

iqiziale;

o

una non corretta definizione dei requisiti: freti interpretazione tol dei bisogni del committente e del beneficiario;

.la

hb_ilità delle" s!rutture di riferimento, che richiede un continuo assestàffilto di ambito ed obiettivi.

In base alla loro origine, i rischi si possono dividere in due categorie:

oi

rischi interni, che

il

team

di progetto può

controllare e influen zare;

.

i rischi esterni, fuori 64

da tale controllo.

Eugenio Rollo

Lo psicologo e la progefiazione

L analisi del rischio si basa sulla valutazione di due variabili fondamentali :

o

la probabilità che l'evento a rischio si verifi-

.

I'impatto sul progetto.

La combinazione fra le due variabili determina il peso di ciascun rischio che esprime il danno che il rischio potrebbe provocare e quindi il livello di priorità con cui va gestito.

Nella gestione dei rischi si ricorre ad una tabella che ci permette di collocare e valutare il rischio a seconda della sua gravità.

k

variabili possono essere espresse in forma statistica, con formule che ci permettono di stabilire il grado di probabilità ed impatto in termini numerici, oppure in forma qualitativa, con categorie stimate dal team di progetto. In questa sede considereremo solo questo secondo approccio, più realisticamente attuabile in ambito psicologico.

I gradi di probabilità (molto bassa = evento quasi impossibile; bassa = improbabile; media = probabile; alta = molto probabile; molto alta = quasi certo) si incrociano con i gradi di impatto (molto basso = effetti trascurabili, conseguenze insignificanti; basso (effetti fastidiosi ma gestibili facilmente, conseguenze marginali; medio = effetti notevoli, ma non disastrosi, conseguenze critiche; alto = effetti molto pesanti, gestibili con qualche difficoltà, conseguenze molto critiche; 65

molto alto = effetti ingestibili, compromissione del progetto).

Il risultato

illustrato nella tabella seguente è il peso del rischio valutato secondo le variabili suddette e che stabilisce il grado di attenzione al rischio e la sua priorità.

IL PESO DEL RISCHIO IN SCALA QUALITATIVA

L analisi di impatto di un determinato rischio di progetto richiede però un ulteriore approfondimento: quali obiettivi del progetto verrebbero influenzati e quale peso avrebbe il rischio su ognuno di essi? Per esempio un rischio potrebbe avere impatti diversi su 5 variabili tipiche di ogni progetto quali il tempo, il costo, la qualità intrinseca, la qualità percepita,

I'efficacia.

A questo punto possiamo prendere il esame il proces66

l$:-*'**''"

Eugenlo Rollo

Lo pslcologo e la progettazione

so di gestione dei rischi (Risk Assessment) che ste essenzialmente in quattro fasi:

o

identifîcazione dei rischi;

a

analisi dei rischi individuati;

o

valutazíone in termini di probabilità e impatto, secondo quanto descritto sopra;

o

attribuzione delle priorità di intervento.

Il

Project Manager non deve affrontare tale analisi da solo, ma deve coinvolgere sia tutto il team di lavoro che tutte le persone, anche esterne al progetto, che possono dare il loro contributo.

Il risk assessment è un processo di tipo iterativo: rimane attivo durante tutto il ciclo di vita del progetto in quanto alcuni rischi si potrebbero presentare solo quando il progetto è in fase avanzata di esecuzione. L analisi qualitativa del rischio richiede dati accurati ed inrTffiIffiîàfi -ffiffi"inutile lo sforzo speso per I'analiii. Uno strumento molto uttlizzato è quello delle riunioni

di brainst"*ir_E^_G_ iccoli) delle intervisîe"."d*ll,*,sicl": este di lrrer'.sfrúfi (adatte per

pa

plo g glti -dier.andi

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gene.

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rah. i I, ri schi e .dql, nfogetto è direttamente teq4le alla durata (più è lungo il progetto, lso !empo di iniéiVéri on anto maggiori sono le ore o le giornate dilayor-qLil_n:f_mero r.È: s.óF-*F:q(

gono I team di

umane

schi più

il numero di

olte.

Una classificazione dei rischi in base al contenuto, ci fa distinguere:

.

gli imprevisti di origine naturale o casuale (eventi atmosferici, incidenti non prevedibili, fat-

tori esterni improwisi);

o

i rischi progettuali (stime di costo errate, pianificazione inadeguata, organizzazione carente);

. i rischi legati alle risorse umane (scelta, formazione, otganizzazione, competenze, motivazione, coesione del team);

oi

rischi tecnici (relativi all'ambiguità delle

specifiche, alf incertezza tecn\ca, alf impiego di nuove tecnologie, a possibili avarie delle atfrezzature);

. i rischi legati ai destinatari (instabilità delle persone, rinunce o defezioni, interesse e motivazione, fattori culturali e sociali);

. i rischi legati alla struttura e ai cambiamenti nell'Organizzazione di riferimento (perdere I'appoggio del management a causa di mutamenti organizzativi o di interesse, rischio economico finanziario, cambiamenti nella politica e nella strategia generale, modifiche normative, ecc.)

Eugenlo Rollo

Lo psicologo e la progettazione

Un utile strumento per I'analisi dei rischi in fase di pîogettazione e per il monitoraggio durante la gestione, è rappresentato da una checklist che costituisca una sorta di promemoria per fissare l'attenzione sui punti critici. In appendice è riportato un esempio di check-list. 10. Verifica e Yalutazione

La parte conclusiva del progetto riguarda la verifica la v alutazione dei risultati raggiunti.

e

Una cattiva abitudine tutta italiana ha sempre guardato con sospetto la valutazione, considerandola un atto censorio o di giudizio. Accade spesso che diverse persone o addirittura intere categorie si oppongano e rifiutino di essere valutate, mentre ciò non accade in altre culture, soprattutto in quella anglosassone. Ma la valutazione va vista sotto 'tn'aecezione positiva, così com'è realmente, del resto: valutare vuol dire attribuire un valore, stimare, apprezzaîe. Sono contento se qualcuno valuta il mio lavoro che sono convinto di aver svolto con competenza e coscienza. I problema dell'accettazione della valutazione sta nella fiducia verso il valutatore, si tende spesso ad avere un atteggiamento difensivo che attribuisce scarsa capacità a chi ci è di fronte.

Al di là di queste considerazioni generali, comunque, la valutazione è una fase fondamentale del progetto, ci dice se lo sforzo, spesso di tante persone, ha avuto

u"rlllllm|llilrt

successo. Dobbiamo dunque prevedere criteri e metodi attendibili che possano certificare la riuscita del

progetto. Owiamente i criteri vanno scelti in fase di progettazione, dobbiamo aver chiaro sin dall'inizio che cosa andremo a verificare.

Nei progetti in psicologia non è sempre facile trovare un sistema oggettivo di valutazione, talvolta le variabili in gioco sono impa$abili e dobbiamo ricorrere a verifiche indirette.

L obiettivo da perseguire è la misurazione quantitativa dei risultati. Abbiamo già detto che la verifica avviene sui risultati attesi, così come sono stati precisati nella fase di definizione degli obiettivi. In pratica dobbiamo avere uno schema, anche semplicemente mentale, che ponga in relazione obiettivo, risultato e valutazione, analogamente a quanto già rilevato nel punto 6 di questo capitolo: Obiettivo generale

Obiettivo specifico

Risultato atteso

Verifica e valutazione

stessa

Poniamo di avere un progettgsliJonnaziolne rivolto ad obiettivo è di un gruppo d conoscere la classificazione delle psicopatologie. In

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Eugenlo Rollo

Lo psicologo e la progettazlone

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In questo caso occorre liqqrrere a misuruzioni indirette,_che vannqtutl4yia motivate e rnesse in relazione tra

l.

ne G_og_1fl-..-sgd.

k$g{r-alp__é-tgl_ezionale, così somministrerò queq-tipnari péf]a mîsuraZióne del r . b*:r.',0;.*q4Aerq"'q$'ÉeèfkrÉ@*@ clrma e delle relazro.ni-jît9-" prima e dopo il percore"{UstÍmza.(l1 tempo con unfollow=.upchemisr+ri.4a.st#it'f ì-.arbt"*ieultato.

su*?

In ambito formativo è invalso I'uso di utllizzare quet,ig e del cer$o,rrla-tali.s*try4.r!91r,Jin_gg,S_,9"11rpf,g*Iggglgqg_qigche

c@;c*|_4gp.g-oJ.A'dl1;rp*Hi,qgdèllivello di co4prensi_og.e_. {el partecipante o della simpatia e capacità di coinvolgimenro det 6i"";e-i#ìan ab71

-.

i

formazioni e

Tornando ai principi generali sulla valutazione, vediamo quali aspetti occorre tener presenti per impostare correttamente il progetto.

1) Chi valuta? Definire il valutatore è utile per evitare che ci siano confusioni di ruolo Èpp ira il esterne all'e

te un pro

esprlmano

one

vÍuutiLzlonl

strutturate che intervengono solo in questa fase finale. Se questo puo essere fatta anche da chi ha gestito il progetto, ma limitando più possibile interferenze Iegate all'effetto alone, alle attese e ai giudizi emersi e consolidati nel corso del progetto.

non il

2) Cosa si valuta? Come abbiamo già detto in più occasioni, si valutano i risultati che quindi vanno impostati in forma valutabile già nella definizione degli obiettivi. A seconda dei progetti, possiamo valutare, ad esempio:

a) prestazioni ottenute, in termini di competenze acquisite, abilità apprese o migliorate, ecc.;

b) caratteristiche sviluppate, in termini di 72

Eugenio

Rollo

Lo psicologo e la progettazione

comportamento, consapev olezza, stile relazionale, ecc.

c) caratteristiche sociali, in termini di identifrcazione con gruppi di appartenenza, dinamiche intergruppo e intragruppo, analisi, percezione e comportamento sociale, ecc.

d) sviluppo personale, in termini di attitudini, potenziale, motiva zioni

3) Come si valuta? Le metodologie variano ovviamente a seconda dell'obiettivo definito e del risultato atteso. Ci sono risultati più facilmente misurabili ed altri in cui è necessaria un'inferenza statistica o una valutazione qualitativa. Occorre innanzitutto distinguere i criteri da adottare, che potranno essere:

a) Oggettivi: basati su strumenti di rilevamento consolidati e valutazioni quantitative e statistiche; esempi: (a) Test;

Ol Questionari di prestazione; (c) Confronto tra indicatori statistici prima e dopo

il progetto;

(o) Misurazioni strumentali (strumenti ed esami clinici, biofeedback, ecc.).

b) Strutturati: basati su strumenti già utilizzatr o creati appositamente, in cui le 73

valutazioni sono espresse in forma mista, qualitativa e quantitativa, ma con una struttura definita e condivisa tra diversi valutatori; esempi:

(b)

Questionari di impressione; Interviste strutturate ;

(c)

Rilevamento di percezioni.

(a)

c) Soggettivi: basati su valutazioni qualitative, osservazioni libere, il più possibile indipendenti, ma comunque con una struttura e criteri predefiniti; esempi: 1ay

Colloqui;

6y Appunti; (c) Riunioni di valutazione Per concludere, tengo a precisare un aspetto che può apparire scontato, ma nella pratica quotidiana non 1o è affatto. Partiamo dall'assunto che lo psicologo è prima di tutto uno studioso e come tale deve conservare la curiosità ci comprendere quello che accade nelle persone e tra le persone.

Ogni progetto costituisce un'applicazione della psicologia (o delle psicologie, come qualcuno ritiene), ma contemporaneamente è una sorta di esperimento, nel senso più autentico, fonte di esperaenza. Quando pen-

siamo ad un progetto, lo abbiamo ripetuto fin dall'inizio, stiamo facendo un'attività predittiva, ma nessuno può avere la presunzione di conoscere il futu74

Lo psicologo e la progettazione

Eugenio Rollo

ro. Dico questo perché vedo troppo spesso valutazioni tese non a verificare se i risultati attesi sono stati ottenuti e gli obiettivi raggiunti, ma semplicemente a confermare in modo difensivo che il progetto aveva una sua ragion d'essere.

Possiamo disquisire all'infinito del perché accada questo, delle storture del sistema che costringe a giustificare ogni atto che compiamo e via dicendo. Però non dobbiamo dimenticare che siamo professionisti onesti, pertanto nella valutazione dobbiamo antepone la curiosità alla nostra vanità e bisogno di conferma, accettando il rischio che non tutte le ciambelle riescano col buco e che alcuni risultati possano essere differenti dalle previsioni iniziali. Questa iniezione di umiltà e contemporaneamente di professionalità ci dà un contributo enorme di esperienza e di crescita personale.

Il

tesoro prezioso da conservare al termine di un progetto sarà costituito dal patrimonio di esperienze da ripetere e da evitare in futuro, oltre ai risultati ottenuti in quello specifico progetto.

75

Approfondimenti metodologici Ritengo utile riprendere due concetti fondamentali nella stesura dei progetti, già accennati nella trattazione, ma che meritano un posto di rilievo nel momento in cui ci si accinge a sviluppare un progetto: la valutazionelvalidazione e I'attenzione ai contenuti in relazione al sistema.

l.La

validazione

Abbiamo più volte trattato il tema della valutazione degli interventi, ma una buona valutazione non può prescindere da un' adegu ata v alidazione.

Per validazione si intende

quare.

il orocesso attraverso il

re consrali è stato prodotto. L'attività di validazione può pertanto essere defini-

ta come I'insieme delle operazioni attraverso Ie quali si giudica lo scarto esistente fra gli obiettivi programmati in sede di progettazione e i risultati effettivamente conseguiti. Da tale definizione deriva che gli obiettivi devono es-

Eugenio Rollo

Lo psicologo e la progettazione

sere prefissati in fase di progettazione e devono essere espressi in termini misurabili. In secondo luogo si do-

vranno predisporre le procedure adatte alla misurazione dei parametri sui dati effettivamente raccolti affinché si possa valutare il conseguimento degli obiet-

Itri termini, perché si

ffettuare

ta

ibilità di validauna situazione iniziale ed tto.

Nell'approccio sperimentale, ad esempio, esiste la classica divisione del campione in gruppo sperimentale che partecipa all'esperimento e gruppo di controllo che invece non viene sottoposto ad alcuna azione. La misurazione delle variabili rniziali e finali nei due gruppi dà l' idea dell' efficacia dell' intervento.

Nella pratica, però, non sempre è possibile ricorrere a gruppi di controllo. Se nella sperimentazione, infatti, ci sono situazioni di laboratorio, in cui la ricerca è protagonista, quando dobbiamo strutturare un progetto applicativo non possiamo scegliere di far partecipare alcuni e non altri per creare un gruppo di controllo, se non altro per motivi etici. Tuttavia resta l'indispensabilità di una corretta valutazione. Molto spesso capita di trovare progetti in cui si pretende di valutare I'efficacia semplicemente facendo una misurazione alla fine dell'intervento. Ma come posso conoscere I'efficacia se non faccio una misurazione iníziale?

lila va h uesti termini: nel momento in cui elaboro una vadi pre-

In cel

un

lut

uesto poil primo e

che la di

il seco

'efficacia.

Come detto in precedenza, non sempre è possibile avere una misurazione quantitativa, anche se resta un fattore di qualità. Talvolta occoffe accontentarsi di rilevamenti qualitativi che, comunque, vanno trasformati in risultati confrontabili per dare una misura di validità. 2.

I contenuti

Un progetto non deve essere un esercizio accademico, bensì la previsione di obiettivi effettivamente raggiungibili, di azioni attuabili, di costi sostenibili.

Si vedono spesso progetti corretti ed accattivanti da un punto di vista teorico e metodologico: peccato che nessuno avrà mai la possibilità di realizzarli... Quando si stende un progetto, 1o abbiamo ripetuto più volte, occorre adottare un'ottica sistemica per tener conto di tutte le variabili in gioco. Quanto esposto in queste pagine, segue un approccio pragmatico, pur nel rigore metodologico, proprio per78

Eugenlo Rollo

Lo psicologo e la progettazione

ché altrimenti esiste il rischio concreto di creare dei bellissimi oggetti da esposizione, senza che vi sia una reale applicabilità.

I

vincoli economici sono, ad esempio, un fattore drammaticamente importante. Siamo tutti d'accordo

che la salute, la vita, il benessere non hanno prezzo, ma al di là della spinta ideale, a meno che ciascuno di noi non sia tanto ricco e munifico da finanziare in proprio un progetto, chi tiene i cordoni della borsa non sempre ha la stessa sensibilità. Per cui occorre fare i conti non solo sull'efficacia (validità del progetto, capacità di raggiungere gli obiettivi prefissati), ma anche sull'efficienza (ottimizzazione delle risorse e riduzione dei costi). Connesso ai costi c'è anche I'impiego della risorsa tempo e la sovrapposizione con altri soggetti che agiscono ed interagiscono all'interno del sistema in cui vogliamo si realizzi il nostro progetto.

Il lavoro di chi sviluppa un progetto, pertanto,

consiste non solo nel corretto approccio teorico e metodologico, ma anche nella capacità di mediare tra la teoria e la pratica, tra i bisogni espressi e quelli impliciti, tra le intenzioni e la fattibilità. Un progetto sarà tanto più apprezzato quanto più saprà rispondere ai bisogni e sarà effettivamente reali zzabíle.

79

Qualche considerazione conclusiva

Prima di passare agli esempi svolti, mi preme evidenziarc alcuni aspetti irrinunciabili nella stesura di un progetto:

1)

un progetto non è un'opera letteraria, lo scopo non è quello di vincere il premio Fulitzer, ma di creare uno strumento chiaro e operativo. È da evitare quindi il linguaggio aulico e autocompiacente, I'inutile prolissità: basta che il documento sia scritto in italiano corretto... II linguaggio deve essere asciutto, conciso e concreto; richiami teorici metodologici devono essere non unoostentazione di erudizione, bensì la citazione appropriata e coerente di riferimenti concettuali ed esperienziali;

e

2)

i

il progetto non può seguire i contorti meandri delle circonvoluzioni cerebrali di chi lo elabora: de-

Eugenio Rollo

Lo psicologo e la progettazione

ve avere una struttura defÎnita, metodologicamente corretta, il più possibile schematica e non discorsiva, le parti del progetto devono essere facilmente identificabili e le informazioni reperibili, è bene utrlizzare la suddivisione in punti e in paragrafi piuttosto che un testo senza soluzione di continuità; i concetti devono essere espressi con chiarezza, senza ambiguità o interprctaziont contorte: facilitiamo il lavoro del povero project manager. ..

3) evitiamo

una

concezione progettocentrica dell'universo: per quanto importante ed utile sia, un progetto costituisce sempre una parte infinitesimale della realtà e va visto e concepito come inserito in un contesto ampio, ricco di relazioni e contaminazioni. Occorre quindi seguire un'ottica sistemica, analizzando i contesti e gli impatti presumibili, tenendo conto dei diversi punti di vista, in modo che il progetto possa integrarsi nel sistema cui appartiene (questo abbassa anche notevolmente i livelli di rischio);

4) un progetto non è unoutopia: basiamoci su obiettivi e risultati, non su sogni o intenzioni. Verifichiamo che esistano le condizioni concrete per realizzaîe il progetto, lasciamo alla politica I'esercizio dell'illusione. È giusto crearsi degli ideali e una visione alta, ma un progetto non è la 81

via verso il paradiso, è uno strumento per realizzare qualcosa di importante per gli altri. Abbiamo una enorme responsabilità: il nostro operato ha impatto sul benessere di altre persone ed è questo il fine ultimo da perseguire, tenendo però i piedi ben saldi per terra. Dobbiamo sempre conservare la distinzione tra quello che ci piacerebbe, quello che è possibile e quello che effettivamente siamo in grado di fare.

Per riassumere Íìnemonicamente la struttura definita di un progetto, in appendice è riportato un esempio di scheda di riferimento per l'elaborazione di progetti.

82

Euger5tr

ti

teorio^

zione c,or Inoltreur,n:

Esempi applicativi

non cotmll ce pfoFcrl

dologicur Pertam,ur

sull'aryr, Questa sezione è dedicata specificamente ai giovani laureati che devono sostenere I'Esame di Stato per l' abilitazíone all'esercizio della professione di psicologo. Sono contenuti esempi, alcuni dei quali basati su temi proposti nelle passate sessioni degli esami di stato in diverse sedi universitarie, utili per comprendere come impostare la prova pratica di elaborazione di un progetto. Altro è la predisposizione e la gestione di un piano progettuale da atfuare effettivamente, in cui I'analisi del contesto, dei destinatari e delle risorse (in particolare dei costi) devono essere ovviamente strutturate in forma molto più accurata.

getto,

fu,

impostm differerú Negli €@r schemi cr: strumedlgnr tamentc {nr conCeF*rurlr essere

qr

Tengo a ribadire che il progetto non deve essere lo svolgimento discorsivo di un tema, ma propolre una struttura di intervento schematica, articolata e sintetica, basata su considerazioni realistiche. Occorre sempre ricordare che chi sostiene I'esame di stato non è più uno studente ma un professionista che viene abilitato ad operare con le persone e le organízzazioni, pertanto non deve meramente ripetere concet-

!

fi

{j t

i

Eugenlo Rollo

Lo psicologo e la progettazione

ti teorici, ffia mostrare le proprie capacità di elaborazione e contestualizzazione di quanto ha appreso.

Inoltre i contenuti riportati non sono la verità rivelata: non costituiscono cioè le soluzioni univoche alle tracce proposte: sono una possibile interpretazione, metodologicamente corretta dal punto di vista progettuale. Pertanto chiedo al lettore lo sforzo di concentrarsi sull'aspetto metodologico, di impostazione del progetto, fermo restando che le attività scelte e la stessa impostazione teorica delf intervento potrebbero essere differenti. Negli esempi presentati di seguito ho inteso utihzzarc schemi essenziali, riprendendo anche alcuni degli strumenti proposti, o configuruzioni comunque correttamente strutturate: anche in questo caso, la mappa concettuale deve essere coerente e corretta, ma può essere espressa in forme diverse.

85

{f,tt 'ilil1tl"'r

Esempio n. L sione

- clinÍco - prevenzione della depres-

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Argomento: progetto per la prevenzione della depressione in un quartiere in cui il tasso di depressione è superiore al resto della ciuà.

Titolo: Sursum corda

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Hr tu,,flfitnrr

Premessa e analisi del contesto: i dati epidemiologici relativi ai tassi di depressione rivelano che in un quartiere di una città capoluogo di provincia I'incidenza è 8 volte superiore a quella delle altre zone della città.

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Da un'analisi più accurata, emerge che la popolazione del quartiere ha un'età media molto alta, i giovani sono emigrati in altri quartieri e contesti sociali, le attività sono scarse, anche

ptffi:

l'edilizia mostra segni di trascuratezza.

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Inoltre nel quartiere sono state individuate, in vecchie abitazioni di edilizia popolare, diversi appartamenti adibiti a casefamiglia e a piccole comunità di riabilitazione.

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I fattori che sono alla base del livello di depressione appaiono

L'Ml

pertanto essere:

1) I'invecchiamento della popolazione; 2) la mancanza di punti di riferimento, aggregazione e stimolo alle attività;

3)

I'incidenza di poli di sofferenza psicologica che aggravano e appesantiscono il vissuto del quartiere come "deposito" di diversità;

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":

Lo psicologo e la progettazione

Eugenio Rollo

4) il livello economico medio modesto; 5) la mancanza di progettualità alf interno del quartiere. Destinatari: la popolazione del quartiere.

Obiettivi: abbassare il tasso di depressione (obiettivo genera1e); creare punti

di riferimento e motivazione; organizzare punti di diagnosi e sostegno; ridefinire le caratteristiche degli interventi sociali effettuati nel quafiere; creare occasioni di coinvolgimento e progettualità che investa I'intero quartiere (obiettivi intermedi).

Risultati attesi: abbassamento del tasso di depressione

a segui-

to del rilevamento al termine del progetto.

Vincoli: risorse economiche; tasso di mortalità; disponibilità della popolazione.

Metodologia, attività e fasi: il progetto seguirà contemporalivelli di intervento,Wid".

neamente due

punto di vista clinico, sarà organizzato un centro per il fipal (Jmonitoraggio,

la ricerca, la diagnosi, la prevenzione,

il soste-

gno e la terapia della depressione. Sarà pertanto creato un distaccamento della locale azienda sanitaria, con la presenza di un'équipe costituita da uno psichiatra, uno psicologo, un infermiere specializzato, un assistente sociale, tre operatori sociali/educatori e un addetto amministrativo.

L'attività clinica sarà volta alla ricerca sul campo e a seguire i casi conclamati di depressione, sia presso il servizio che a domicilio. Compito fondamentale sarà anche quello della raccolta dati per il calcolo del tasso di depressione, che costituirà I'indicatore del successo o meno del progetto. Dal punto di vista sociale, il centro gestirà, oltre l'aspetto clinico, le attività volte alla iorgarizzazione della vita di quartiere. In particolare:

c

creazione

di un cenfro di ascolto permanente, a cui le 87

persone possano accedere liberamente, con orari di apertura di due ore al giorno, alternativamente di mattina e di pomeriggio;

creazione di spazi di aggregazione su attività specifiche, a seguito di un rilevamento di interessi sulla popolazione. Tali spazi potranno riguardare attività manuali e artigianali, sportive, ludiche, di incontro sociale, artistico-espressive, teatrali, musicali, ecc. ; I'organizzazione di eventi specifici (cinema, teatro, musica, sport, feste, giochi, gite, ecc.) a cui la popolazione possa semplicemente assistere o partecipare attivamente;

L'orgutrzzazione di una struttura di volontariato a supporto delle comunità e delle case-famiglia, in modo da coinvolgere il quartiere, abbassando il livello di rifiuto, valorrzzando le attività, responsabilizzando e motivando le persone che avranno obiettivi concreti darealizzare;

stimolare l'amministrazione a rivedere I'a:redo urbano e orgarizzare tra la popolazione occasioni di riqualificazione urbana (pulizia collettiva di aree dismesse, concorso per il balcone più bello, ecc.)

Tempi: 3 anni. Risorse. Risorse umane: uno psichiatra, uno psicologo, un infermiere specializzato, un assistente sociale, tre operatori socialileducatori e un addetto amministrativo, tutti dipendenti della locale azienda sanitaria.

Costi: tre anni di lavoro delle persone suddette, oltre ai costi per la produzione di materiale pubblicitario e stampe; costi di funzionamento e affitto della sede; costi per I'organizzazione degli eventi e delle attività. In totale, per i tre anni, si stima un fabbisogno economico pari a 965.000 euro.

Eugenlo Rollo

Lo psicologo e la progettazione

Rischi: scarsa pafecipazione della popolazione, indisponibilità di fondi.

Criteri di valutazione: confronto dell'indice di

depressione nel quartiere in rapporto alla città, prima e dopo l'intervento.

89

Esemnio n, 2 - clinico pazienti psichiatrici

-

reinserimento sociale di

Titolo: Abitare la vita Premessa e analisi del contesto:

La qualità degli interventi in pazienti psichiatrici è notevolmente alta, anche nei casi in cui i pazienti debbano essere ricoverati in cliniche o reparti specialistici o siano sottoposti a trattamento in comunità.

In ogni caso, resta prioritaria la necessità di reinserirli nel tessuto sociale e di permetter loro di recuperare autonomia nella vita quotidiana, nel lavoro e nella socialità. Per far questo vengono solitamente elaborati progetti individuali che utThzzano percorsi residenziali avarzati per soggetti clinicamente stabilizzati, con un buon livello di autosufficienza ed un ridotto bisogno di assistenza sanitaria. I1 presente progetto vuole essere un riferimento quadro per la creazione di gruppi-appartamento, in cui gli ospiti possano gradualmente recuperare autonomia e procedere verso un concreto reinserimento sociale.

Destinatari:

Il

gruppo-appartamento si rivolge a pazienti psichiakici adulti che stanno già seguendo un percorso riabilitativo presso una comunità o una struttura psichiatrica residenziale, o presso le strutture del Servizio di Salute Mentale inviante. Si rivolge a due tipologie di pazienti:

o

p€rsone di età giovane o adulta autonome, che proseguendo nel percorso riabilitativo più avat:zato necessitano di sperimentare le proprie capacità sociali e lavora-

tive;

Eugenio Rollo

o

Lo psicologo e la progettazione

p€rSotìe in età adulta o aîziana con buona autonomia residua, che necessitano di effettuare programmi riabilitativi di mantenimento per periodi lunghi, oppure anche per I'arco della vita.

Obiettivi: Obiettivo primario resta il reinserimento sociale e I'autonomia di pazienti psichiatrici al termine di un trattamento residenziale, tramite la promozione del benessere psicofisico del paziente ed il potenziamento delle sue risorse personali, attraverso la sperimentazione e lo sviluppo dei seguenti elementi fondamentali:

. . .

la costruzione di uno spazio-tempo da "abitare"

larelazione all'interno del "piccolo gruppo"

il rapporto all'esterno con il "sociale"

Metodologia:

Le ammissioni degli ospiti nel gruppo-appartamento sono discusse e concordate con i servizi competenti del Servizio di Salute Mentale di riferimento dei pazienti.

L'équipe di lavoro si fa carico di:

.

redigere un progetto personalizzato per ogni paziente inserito

.

strutturare un regolamento interno (spesa, gestione del denaro, assunzione della terapia farmacologica, ecc.)

.

effettuare il sostegno terapeutico-farmacologico, psicologico, sociale previsto dal progetto terapeutico individuale

. .

monitorare il percorso di ogni ospite organizzare periodiche riunioni con

gli ospiti, per con-

t

frontarsi e affrontare eventuali problemi e necessità che possono sorgere all'interno del gruppo

.

organizzare riunioni di confronto tra gli operatori per verificare I'andamento del progetto e rinforzare la collaborazione reciproca

.

nell'emergetua per problematiche varie è previsto il temporaneo reinserimento presso le strutture da cui i pazienti provengono, in conseguenza di un'apposita convenzione che viene stipulata fta il gruppoappartamento e la struttura all'inizio del progetto.

STRUTTURA ORGAI\ IZZATIY AE RISORSE Descrizione architettonica.

È auspicabile la creazione di una struttura abitativa costituita da 4 alloggi situati in un'unica palazzina. 2 di tali alloggi possono ospitare 4 persone ciascuno, gli altri due accolgono 2-3 ospiti ciascuno. La capacità ricettiva totale delle unità abitative è pertanto di 14 persone. Gli alloggi sono costituiti da un soggiorno con angolo cottura o cucina indipendente, un bagno e camere a due letti. D

esc

rizio n e or ganizzativa.

L' organizzazione del personale operante nei gruppiappartamento è flessibile ed è mirata ai bisogni individuali e variabili nel tempo degli ospiti inseriti.

Si individuano diverse tipologie di operatori necessari al funzionamento della strutfura:

2 Infermieri Professionali, che forniscono assistetua per 4 ore la settimana ciascuno ed assicurano comunque la reperibilita diurna e notturna in caso di necessità 2 Educatori, che lavorano a tempo pieno e si turnano in modo da assicurare la presenza in orario diurno per tutta la settimana;

4 Operatori Socio Sanitari (OSS), che giornalmente aiutano

i

illlllililM-

Lo psicologo e la progettazione

Eugenio Rollo

pazienti nelle attività quotidiane: aiuto domestico alberghiero, intervento igienico-sanitario e di carattere sociale, supporto gestionale e orgarizzativo. Lavorano a tempo pieno in turni ed assicurano la presenza di almeno un operatore 7 giorni su 7, in orario diurno e notfurno;

1 Psichiatra e 1 Psicologo per 8 ore la settimana ciascuno, i quali forniscono il necessario supporto terapeutico ai pazienti inseriti nei gruppi-appartamento.

I bisogni sanitari dell'ospite, relativi alla cura di concomitanti patologie internistiche ed eventuali eventi morbosi intercorrenti, sono affrdati al Medico di Medicina Generale del S.S.N., il quale ha una presenza almeno settimanale in Comunità. Tempi:

Il

progetto viene attivato in via sperimentale per 12 mesi, poi sottoposto a verifica e valutazione.

Risorse:

I costi relativi agli affitti degli alloggi sono agevolati, in quanto si utilizzano costruzioni di proprietà comunale messe a disposizione dall'Amministraz ione a pr ezzo contenuto. Le risorse umane impiegate, riepilogando, sono così distribuite:

I Psichiatra, 8 ore settimanali I Psicologo, 8 ore settimanali 2 Infermieri Professionali, 8 ore settimanali a testa bilità 2 Educatori a tempo pieno

4 OSS a tempo pieno 1

impiegato amministrativo per 4 ore settimanali

93

*

la reperi-

il

COSTI ANNUALI DI FUNZIONAMENTO E GESTIONE

Qualifica

Retribuzioni personale professionale

interno

Personale

amministrativo interno

compenso

n. ofe

1 Psichiatra

80

8 ore/sett

33.280

I Psicologo

50

8 ore/sett

20.800

2Infermieri

30

8 ore/sett*

24.960

reperibilità 2 Educatori

30.000

1 anno

60.000

4 OSS

24.000

I

anno

96.000

4 orex52

2.496

qualifica

compenso

I Ammini-

l2

n. ofe

strativo

sett

Materiale di consumo Spese

2.000

di gestione e consumo(compresi affitti

e

uten-

32.000

ze) Spese di trasferta

1.000

TOTALE GENERALE

272.536

Calcolando 14 ospiti in struttura, il costo pro-capite è pari a € 19.467, in linea con i costi di inserimento in comunità terapeutica.

94

Lo psicologo e la progettazione

Eugenio Rollo

Rischi: Burn-out del personale, rischi di intemrzione del periodo previsto di inserimento per emergenze, rinunce o rifiuti. Validazione, verifÌca

e

valutazione:

Misurare la validità dell'inserimento risulta difficile, in quanto ci sono variabili intervenienti di diffrcile controllo.

Tuttavia, considerando che obiettivo del progetto è favorire anche I'intervento di dette variabili ed il relativo beneficio od ostacolo, comunque Ia validazione suggerita può essere messa in relazione con I'attuazione del progetto nel suo intero, più che sui singoli interventi che sons più di accompagnamento che terapeutici. Pertanto si proporranno test psicodiagnostici in fase di ingresso e si ripeteranno a 6 mesi e I anno, per verificare le variazioni intervenute. Sarà inoltre proposto a cura dello psicologo un'intervista strut-

turata, all'inizio dell'inserimento e ad I anno, per valutare il grado di soddisfazione, autonomia, consapevolezza e capacità di rntegrazione degli ospiti.

95

Esempio n. 3 - clinico - proeetto di affido familiare

Argomento; progetto per I'inserimento di un bambino in una famiglia ffidataria. Premessa: il progetto si svolge a cura di un Centro per I'Affrdo presso il Settore Sociale della locale azienda sanitaria.

Mario è un bambino di 6 anni. La sua famiglia è stata valutata inadeguata a soddisfare i suoi bisogni educativi dal Tribunale dei Minori. La madre, 25 anni, è tossicodipendente, attualmente in trattamento presso una comunità terapeutica. Mario è nato da una relazione fugace tra la mafiìma ed un giovane coetaneo, anch'egli tossicodipendente. Già nei primi mesi di gravidanza il padre ha interrotto i contatti con il bambino e sua madre, attualmente è all'estero, ma non ha riconosciuto il figlio, né ha dato più notizie di sé.

Durante i primi due anni emezzo di vita del bambino, la madre lo ha tenuto con sé. Lavorava saltuariamente come operaia ed bambino a volte ai vicini di casa, a volte ad affidava un'amica, non potendo contare su altri (i suoi genitori sono entranrbi deceduti alcuni anni fa). In seguito ha perso il lavoro per negligeîza e ha ricominciato a frequentare ambienti malsani e, sembra, ha spacciato eroina e cocaina, oltre a farne consumo.

il

Dumnte questo periodo si è rivolta ai servizi sociali per un aiuto ed è emersa la sitr,razione di degrado in cui Mario era costret-

Lo psicologo e la progettazione

Eugenio Rollo

to a vivere, per cui il Tribunale dei Minori, su segnalazione dei servizi, ha allontanato il bambino inserendolo in una comunità per minori, ipotizzandone I'adottabilità. Attualmente la madre vede il bambino presso la comunità, un pomeriggio ogni due settimane. Tuttavia, poiché i servizi sociali hanno ritenuto che la madre potesse recuperare il suo ruolo dopo opportuno trattamento, il decreto di adattabilità è stato sospeso. Perdurando il periodo trattamentale, tuttavia, si è scelto di procedere ad un affido familiare, più consono rispetto alla permanenza di Mario in comunità, in attesa di valutare le effettive possibilità di recupero della madre o, in caso contrario, di dichiarare il bambino adottabile.

Mario si presenta come un bambino socievole, sta volentieri con gli adulti, gioca con i coetanei, ricerca spesso il contatto e I'approvazione dei più grandiceth. È vivace ed attento, di statura e corporatura normali per la sua età. È obbediente, non fa capricci, si comporta sempre come l'adulto gli richiede: a tavola è composto, si veste da solo, gioca senza far rumore, è molto autonomo. Qualche volta tende ad isolarsi. Emergono alcuni problemi durante la notte: ha un sonno agitato, spesso si sveglia urlando per aver fatto brutti sogni che però dice di non ricordare. Persiste una forma costante di enuresi notturna, tanto che tutte le notti deve portare il pannolino. A volte piange nel sonno, senza svegliarsi.

situatio

Considerata Ia getto di affido fqq4i*",d"llu si-Vdfuteranno le I' af f i do,TFri en trare--ll

Il progetto tiene conto naturalmente

un proal termine del chiedere al del bambino _e,fornisce la

ne;effiTffià"inafndo,

mentie"Iil'ffiaiffi;ili$gilíffiTflT4ffiffiífriîtiir òui è inserita e dal servizio sociàle te*ryiqgride-

Destinatari: Mario, la famiglia affidataria.

Obiettivi: offrire al bambino una vita familiare equilibrata

e

soddisfacente, assicurare alla famiglia affidataria la necessaria assistenza.

Risultati attesi: benessere generale del bambino, superarnento dei sintomi notturni, inserimento percepito positivamente sia dal bambino che dalla famiglia affidataria.

Vincoli: individuazione di una famiglia, eventuali provvedimenti del Tribunale dei Minori.

Metodologia, attività e fasi: poiché I'intervento awiene a più livelli, occoffe individuare diversi momenti nella progettazione e nella successiva gestione. La prima fase di abbinamento consiste nel trovare la famiglia affidataria in cui il bambino possa essere inserito con successo. Occorre dunque avere una scheda di segnalazione relativa a Mario e alla sua famiglia di origine, contenente:

o o

i dati anagrafici del minore;

i dati anamnestici di tre generazioni (bambino, genitori, nonni) e la costruzione di un genogrÍrmma familiare;

o

i principali indicatori di rischio relativi al bambino e alla famiglia d'origine;

r o

i problemi sanitari; gli interventi attuati finora; I'individuazione del tipo di affido ritenuto utile (nel nostro caso, certamente un affido residenziale, possibilmente con il consenso della madre e, in caso contrario, con il prowedimento del Tribunale dei Minori);

o

analisi del contesto affettivo del bambino;

o

il contesto accuditivo;

Eugenio Rollo

o .

il contesto educativo il

Lo psicologo e la progettazione e dell'apprendimento;

contesto relazionale.

Le informazioni così strutturate saranno confrontate con i profili delle famiglie affidataria presenti in banca dati, Le famiglie avranno già seguito un percorso di formazione e di valutazione secondo le procedure del Centro, quindi saranno pronte a valutare f ipotesi di affido sulla base delle specifiche esigenze.

In particolare tali profili dovranno contenere:

o

i dati anagrafici e la composizione della famiglia affidatana: le motivazioni all'affido, riferite e rilevate dagli operatori; I'idoneità e le preferenze per le diverse tipologie di affido;

o

il percorso di formazione e valutazione effettuato;

O

eventuali problemi sanitari

o

eventi significativi nella storia della famiglia;

O

analisi del contesto affettivo, accuditivo, educativo (in presenza di figli), relazionale.

;

Nella seconda fase si valuterà assieme alla famiglia individuata 1' effettiv a realizzabilità dell' inserimento. Si organizzeranno dge o tre colloqui di approfondimento per propore il caso alla failfrE'nililffifa:e la concreta e contingente disponibilità, affrontare problematiche, timori e aspetti organizzativi e procedurali. Nella terza fase si inizierà un breve percorso conoscitivo prodromico alf inserimento. La famiglia affidataria conoscerà il bambino presso la comunità p":du: ggggH:i, poi inviterà il

bambino a cena, poi a trascorre un pomeriggio in casa, poi un weekend. Durante questi momenti la famiglia ed il bambino sarÍìnno costantemente assistiti e monitorati. Al termine di questa fase si deciderà I'inserimento definitivo. Contemporaneamente il bambino sarà gradualmente preparato dallo psicologo, in collaborazione con I'educatore della comuuna famiglia come nità, considerare I'ingresso un'opportunità importante di crescita e di benessere, sempre valutando positivamente il rapporto con la madre naturale.

in

a

La quarta fase consiste nell'affido vero e proprio. Mario si trasferisce in casa della famiglia affidataria e ne condivide i tempi e gli spazi. Numerose sono le attività da organizzarein questa fase:

l)

il bambino avrà incontri settimanali con lo psicologo, nel primo periodo di affido e fino a quando lo psicologo lo riterrà necessario; tali incontri saranno orientati ad esplorare i vissuti del bambino, sostenerlo nell'esperienza di affido, monitorare I'evoluzione, approfondire gli aspetti problematici, soprattutto quelli legati all'enuresi ed ai risvegli notîurni; assistenza a Mario:

2) assistenza alla famiglia affidataria: la famiglia avrà a disposizione tre tipologie di servizio:

il primo mese di affido, lo psicologo e I'assistente sociale saranno a disposizione per eventuali esigenze della famiglia settimanalmente o anche più di frequente, se la famiglia o gli operatori 1o riterranno necessario; successivamente gli operatori incontreranno la famiglia ogni mese o più frequentemente al bisogno;

1.

sostegno psicopedagogico: durante

2.

sostegno logistico e organizzativo: I'assistente sociale gestirà tutti gli aspetti legati al contatto con g1i enti esterni (contatti con il centro, con la scuola, il 100

Lo psicologo e la progettazlone

Eugenio Rollo

medico di base, il territorio, ecc.); inoltre gestirà il contatto con la madre e le visite quindicinali, che saranno mantenute inizialmente presso il Centro alla presenza di un educatore, successivamente le modalità di visita potranno essere concordemente riviste, se si creeranno le condizioni;

3.

sostegno di gruppo: le famiglie parteciperanno con frequenza mensile ad incontri di sostegno e confronto con altre famiglie affidatarie, sotto la guida dello psicologo e dell'assistente sociale, per condividere le esperienze, evidenziare problematiche, trovare soluzioni comuni, approfondire in generale le tematiche connesse all'esperienza di affido.

La quinta fase è il termine dell'affido. Sulla base degli elementi raccolti durante il periodo di inserimento, occorrerà valutare quale futuro prospettare, con tre possibili indicazioni: richiedere l'adottabilità al Tribunale dei Minori, qualora nel frattempo la madre non abbia fatto significativi progressi nel trattamento; proseguire con I'affido, se la madre avrà dimostrato buoni progressi ma non ancora sufficienti a riprendere il bambino con sé; rientro di Mario con la madre, qualora siano state completamente superate le

difficoltà.

Tempi: 30 giorni per le prime due fasi (abbinamento e valutazione di dettaglio); 15 giorni per la fase di reinserimento; un anno di affido. Risorse: uno psicologo, un assistente sociale, un educatore, personale amministrativo per le ore necessarie alla gestione del progetto. Le attività venanno svolte presso i locali del Centro per I'affido. Costi del progetto: costo degli operatori, quota di gestione dei locali, contributo mensile alla famiglia affidataria, materiali di consumo:

101

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400.00

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4800.00

I

20.00

t2

240.00

4

240.00

25.00

70

1750.00

psicologo

30.00

70

2100.00

educatore

25.00

50

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30.00

2

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assistente

sociale Hl'4U.e 696.1q

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impiegato

20.00

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200.00

10 lfi.ll

300.00 10.880.00

Rischi: rifiuto del bambino e della famiglia nel corso dell'affido; conflittualità o insufficiente fra enti ed attori del progetto.

102

Lo psicologo e la progettazione

Eugenio Rollo

Criteri di valutazione: la

valutazione preliminare per

l'abbinamento sarà effettuata su schede strutturate, comunque avrà caratteristiche qualitative. Le successive valutazioni, compresa quella finale, saranno a carattere clinico.

103

\

Esempio n. 4 - clinico riabilitativo dell'alimentazione

-

disturbi

Argomento: progetto sul trattamento dei disturbi dell'alimentazione. Titolo: mangiare per vivere.

i

Prrcmessa: disturbi dell'alimentazione, generalmente riconducibili ad anoressia e bulimia, si stanno diffondendo in modo preoccupante e sempre più le strutture sanitarie pubbliche e private si stanno atfiezzando per accogliere il trattamento dei pazienti con disturbi alimentari.

Il

presente progetto esplora lo stile e la metodologia di intervento con un gruppo di pazienti all'interno di una casa di cura per patologie psichiatriche, ipotizzando la pianificazione di un cicli di terapia psicologica da affrancare alle cure farmacologiche e dietologiche.

tr titolo del progetto richiama I'attenzione sullo scopo generale, cioè ricondurre i pazienti a considerare I'alimentazione nella sua accezione reale, come modo di nutrizione, non come sostituto dell'affettività o come sintomo di altri disagi: non vivere per mangiare o vivere senza mangiare, ma mangiare,per vivere.

Destinatari: un gruppo di pazienti (da 8 a 12) ricoverati nella struttura con diagnosi di disturbo dell'alimentazione. e ristrutturare il concetto di alimentazione; far acquisire consapevolezza ed affrontare i reali problemi alla base del disagio psicologico, rafforzare le capacità di proattivi-

Obiettivi: ridefinire tà dei pazienti.

Vincoli: tempi di ricovero dei pazienti. Metodologia attività e fasi: per una maggiore efficacia e per aggredire la patologia su più fronti, si intende utilizzare una 104

rt1po""""""""""'" " ilfrl*ltt,,

""'

Lo psicologo e la progettazione

Eugenio Rollo

metodologia mista, che faccia uso di principi e tecniche dinamiche, sistemiche e comportamentali integrate. Pertanto la struttura delf intervento prevede:

1)

psicoterapia individuale con i pazienti, un'ora la settimana, con impostazione prevalentemente dinamica, volta all'esplorazione della struttura della personalità, di eventuali traumi o comunque problemi nello sviluppo e di quanto necessario per la comprensione e I'elaborazione profondi connessi disturbo dell'alimentazione;

di motivi

2)

al

incontri di gruppo settimanali, due ore di durata, condotti

dallo psicologo con I'ausilio

di un

osseryatore. L'approccio sarà prevalentemente sistemico relazionale, volto ad esplorare le dinamiche interpersonali e le regole di comunicazione utíbzzate, a condividere elaborazioni, considerazioni ed esperienze, a sviluppare insieme la consapevolezza di gruppo, ad acquisire modelli idonei a superare il disagio;

3)

tecniche di condizionamento, desensibilizzazioneo riabituazione per contrastare l'abuso alimentare.

Tempi: ciclo terapeutico di 3 mesi. Risorse: uno psicologo senior per la conduzione dei gruppi, uno psicologo junior in funzione di osservatore; risorse professionali della struttura per le riunioni di coordinamento. Rischi: intemrzione improvvisa del ciclo da parte dei pazienti.

Criteri di valutazione: risultati a test psicodiagnostici, osservazione del comportamento alimentare.

105

Esempio n. 5 - clinico condazione assistita

-

assistenza psicologica e fe-

(parte della premessa e della metodologia è tatta dall'intewento di Stefono Bernardi, dagli Ani del Primo Congresso Regionale Sezione Sicilia della Società ltaliana di Psicologia Medica: "La Psicoterapia nelle Istituzioni Oggi", Messina,2003)

Argomento: progetto di assistenza psicologica in un percorso di fecondazione assistita

hemessa e analisi del contesto Con I'evolversi delle tecniche di procreazione medicalmente assistita, sempre più coppie giungono nei Centri specializzati pieni di speranze: la fecondazione assistita viene vista come soluzione miracolosa. Sottoporsi a tali pratiche è "emotivamente costoso". fn base a queste considerazioni si pensa sia importante una collaborazione tra tecnici della salute. Si stima che in Italia circa 20-30.000 coppie all'anno si rivolgano al medico per un presunto problema di sterilità e che solo nella metà dei casi sia possibile emettere una diagnosi certa di sterilità. Tra le cause più annoverate si evidenziano i fattori organici, I'età del concepimento, fattori idiopatici e, in misura inferiore, problematiche psicologiche e sessuali. Ppr p goppia generare un figlio può esprimere la volontà _di costruire una Sé btessi e di avere un'altra possibilità di vita. La coppia uare nel bambino il r --___**_ mezzo per raggiungere un'armonia più completa. La diagnosi di sterilità irrompe gravosamente nella vita della coppia ponendola in una condizione di forte sofferenza emotiva. Essa acquista connotazioni di morte, di diniego della continuità familiare, di angosce di svuotamento, di castigo, di solitudine e di vergogna. Le persone che si confrontano con questa realtà si percepiscono come corpi malati, a cui è stato sottratto il diritto di procreare. Si vedono caratterizzati dalIa perdita di qualcosa, che può essere di un prestigio personale, di un senso di sicuîezz^, di una fiducia in se stessi, dell'autostima. Il tutto in mo106

Lo psicologo e la progettazione

Eugenio Rollo

do più o meno sfumato a seconda delle caratteristiche personali equilibri di coppia.

e degli

Tutto ciò non induce solo un cambiamento a riguardo della funzione riproduttiva, ma investe completamente la persona. La scoperta e consapevolezza della sterilità diviene causa di aherazione della vita della coppia, motivo di sofferenza e di angoscia.

Nella me

Sé nello spazio si espri$r@azione._il spgqiqlq senso di comp-lEtilzza che la fa sentire in

iu.Ino

trattenerq respingere e infine di cqe"-Spp.e-tt?4d.q.itt*1gl*ryg& jt+roDriomandatomaterno. prova del permanp.re dellafamiglia ne llclE@-À-la*re alizzazione de I la"eoufuuita del Sé nel tempo. La coppia sterile sente che le è prectuil*HlbGlbiliH' dí entrare nel ruolo di genitori. L'immagine di sé che si sviluppa è una immagine personale negativa, caratteruzata da un flusso di emozioni difficilmente governabili. Le persone si trovano a vivere ambivalenti sentimenti di vergogna e di invidia verso chi ha avuto la possibilità di procreare. Si disprezzano e si sentono disprezzati per questa loro incapacità a procreare. La coppia awerte in principio un vero e proprio shock, a cui non era preparata. Ciò mette in crisi il loro sistema di valori, le loro convinzioni, i progetti e le speranze. Successivamente in loro si sviluppa un sentimento di perdita, che per certi aspetti risulta simile a quello che viene provato quando ci si trova in una situazione di lutto vero e proprio. Nelle assistita si possodi lutto: uello stabile e uello ricorrente. osservare Con I che reclude si gra4loc[_CAggglle_rq, .99nt9.lerg.

ste qqelle cop_p:e*.php.,f.i"-"S*gtq-*Ug copple presso ottenuto un insuccesso un tró nèîbercano subiche to un altro, non si fermano nemmeno un minuto per tentare di

1,07

I

capire, per riflettere, sono prese dall'accanimento di provare nuove terapie e quando decideranno di fermarsi si troveranno di fronte ad un dolore ancora più forte. Con lutto stabile ci si piangere riferisce ad un lutto vero e proprio, in cuiîGffi sul pepona che poteva essé@ figlio, che paradossalmente si staglia con una fortissima presenza, che viveva nei progetti, nei sogni, si piange la perdita di colui che aveva già un nome. Questo lutto comporta un dolore difficile da gestire, perché non permette i vari riti consolatori che generalmente accompagnano la perdita di una persona cara. Non ci sono funerali, non ci sono veglie, non ci sono lapidi che in qualche modo mantengono vivo nella memoria il defunto. Il dolore di questo lutto pertanto, oltre a coinvolgere i vari sentimenti di perdita, coinvolge anche quel bambino che non c'è, quel bambino che viene definito immaginario. Il bambino che riecheggia nella mente, costituito dai primi desideri di maternità e di paternità. Desiderio che nel corso degli anni si è arricchito nella mente delle persone di fantasie, di aspirazioni, di proiezioni. Lu d e pertanto anche il@rio. Occorre ricollocarlo nella mente per posto nuova esperienza di vita, ad una nuova creatifar ad una vità. Si è osservato che la coppia posta di fronte ad una diagnosi di sterilità si trova in balia di molteplici emozioni, che non solo interessano il singolo, ma che investono anche la coppia, nei

suoi aspetti sociali, relazionali ed anche

sessuali.

Si riscontra che la sessualità può diminuire di intensità ma, ancora più importante, si scevra di quelle caratteristiche ludiche e relazionali che la distinguono, perché la finalità dell'attività sessuale è la sola ricerca della gravidatza. A seguito di una diagnosi di sterilità la coppia può andare incontro ad una diminuzione dei rapporti sessuali o viceversa ad un sostanziale aumento, ma come riportato sopra i soggetti vivono questi rapporti in maniera ftnalizzata al concepimento. 108

Lo psicologo e la progettazione

Eugenlo Rollo

Contemporaneamente la coppia rischia di cadere vittima della cultura della colpa in cui attribuzione di colpe al partner per l'incapacità di procreare si alterna a senso di colpa profondo. Il tutto influisce nella stabilità della coppia e ne altera gli equilibri.

Destinatari: coppie con infenilità che seguono un percorso di fecondazione assistita

Obiettivi: Sostenere e accompagnare le coppie nel percorso zione assistita. Attenuare gli effetti degli insuccessi.

Risultati attesi: Maggior consapevolezza e serenità nell'affrontare con una riduzione del livello di ansia. Minore incidenza di traumi in caso di insuccesso.

di feconda-

il percorso,

Vincoli: Disponibilità delle coppie Tempi del percorso

Metodologia: L'opera dello psicologo consiste nel creare uno spazio emotivo che permetta: accoglienza, ascolto, contenimento e sostegno per la coppia che si sottopone alle tecniche di fecondazione. Un'ipotesi di lavoro potrebbe essere quella di affiancare l'équipe medica offrendo ai pazienti la possibilità di effettuare incontri con 1o Psicologo. Con la consulenza, lo psicologo può svolgere un'attività di informazione per la coppia, favorendo la comunicazione e permettendo l'acquisizione delle varie procedure mediche. Cosicché la coppia viene informata su tutto ciò che dovrà affrontare : conoscerà I'iter terapeutico delle pratiche 109

di procreazione, il perché dei vari esami specialistici a cui sarà sottoposta e le loro finalità, sarà in grado di comprendere il tipo di tecnica utilizzata ( FIVET, IPL ICSI) e le varie percentuali di successo, ma anche le difficoltà e i pericoli in cui si potrà incorrere. Quando la comunicazione si è awiata si può svolgere un'attività di supporto per le coppie che lo necessitino. Difatti si riscontra che :le coppie vivono la sterilità e I'infertilità come,l'gspsrienza vita; livelli del-l'ansia sono sterilità della procreazione assistita; si ha un

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_g vari protocolli da dei livelli dell'ansia; le coppie itesi ad ac-

cc.mmr@eefisiche.

i,

Con il colloquio di sostegno si svolge un supporto che mitiga gli effetti degli insuccessi, che tende a ridurre I'ansia, che attenua gli stati depressivi, la solitudine e il senso di perdita di controllo. Gruzie a questi colloqui, si possono evidenziare aspetti emozionali profondi, che riguardano il desiderio di avere un figlio e la conseguente frustrazione del desiderio stesso. Lo psicologo che cammina con la coppia sterile deve accogliere e riconoscere quei sentimenti di rabbia, frstezza che la coppia sta vivendo e ciò restituisce alle persone quel senso di dignità e di integrita, di cui 1o stato di sterilita li ha privati. La rielaborazione di queste emozioni può indune un miglioramento sia da un punto di vista psicologico che da un punto di vista fisiologico.

Infine, ma non per importarua) può permettere alla coppia la rielaborazione del lutto.

Attività e fasi: Il progetto avrà una fase di sperimentazione di un anno, dopodiché, sulla base delle valutazioni emerse, si potrà decidere di 110

Lo psicologo e la progettazione

Eugenio Rollo

attivare a regime un servizio psicologico di supporto. La sperimentazione prevede che sia individuato un gruppo sperimentale e un gruppo di controllo. Per ogni ciclo (ogni 4 mesi) saranno sottoposte a trattamento 8 coppie per il gruppo sperimentale ed altrettante faranno parte del gruppo di controllo. Nell'intero progeffo di durata annuale pertanto saranno suppofate 24 coppie. Al gruppo sperimentale verrà fornito il servizio di supporto secondo quanto indicato, mentre al gruppo di controllo saranno somministrate solo le prove al termine del percorso. I risultati saranno quindi confrontati tra due gmppi, per verificare I' efficacia degli interventi.

i

il gruppo sperimentale: colloquio informativo e conoscitivo inziale, prima di attivare il percorso; colloqui di gruppo con le coppie che partecipano al percorso, con frequenza settimanale per tutta la durata

Fasi dell'intervento per

-

-

del trattamento;

colloqui quindicinali con la coppia durante il trattamento, per monitorare I'andamento e I'impatto del percorso sull'aspetto emotivo e relazionale della coppia; colloqui quindicinali individuali, per elaborare il vissuto dei singoli; comunicazione dell'esito della fecondazione; PROVE PSICODIAGNOSTICFIE per la valutazione del livello di stress, ansia e depressione (DA SOTTOPORRE A GRI.JPPO SPERIMENTALE E GRUPPO Dr CONTROLLO); in caso di successo dellafecondazione: o colloquio informativo sui passi successivi o follow up a 1 settimana, poi con cadenza mensile per la durata della gravidanza o a 1 mese: PROVE PSICODIAGNOSTICFIE per la valutazione del livello di stress, ansia e de111

il

-

pressione (DA SOTTOPORRE A GRUPPO SPERIMENTALE E GRUPPO DI CONTROLLO); o eventuali colloqui su richiesta in caso di insuccesso: o colloquio di sostegno ed elaborazione del lutto, consulenza sulle eventuali decisioni future o a 1 mese: PROVE PSICODIAGNOSTICFIE per la valutazione del livello di stress, ansia e depressione (DA SOTTOPORRE A GRUPPO SPERIMENTALE E GRUPPO DI CONTROLLO); o follow up a 1 settimana e 1 mese, per sostenere la coppia ed aiutarla ad orientarsi o eventuali colloqui su richiesta

Risorse: 1 psicologo a tempo pieno 1 saletta per colloqui individuali e di coppia presso I sala per riunioni di gruppo presso il Centro

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il Centro

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Rollo

Lo psicologo e la progettazione

Rischi: Imprevisti ed emergenze durante il trattamento Abbandoni

Rifiuti Validazione, verifica e valutazione: Lavalidazione awerrà tramite il confronto dei risultati ottenuti alle prove diagnostiche su stress, ansia e depressione a cui saranno sottoposti tanto il gruppo sperimentale che quello di controllo. Inoltre i due gruppi saranno suddivisi in casi di successo ed insuccesso. Nafuralmente sarà data maggror attenzione ai risultati dei due gruppi in caso di insuccesso.

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Esempio n. 6 - clinico sociale - sostesno a famiglie con bambini malati Argomento: progetto per una serie di incontri di sostegno alle famiglie di bambini con un disturbo fisico e cromco.

Premessa e analisi del contesto

Olne la malattia: le potenzialità delle persone al di 1à dei loro limiti Un figlio costituisce per un genitore l'ideale prolungamento di sé e di proiezione futura. Le patologie croniche, siano esse fisiche o psichiche, interrompono questa percezione e creano vissuti di ansia e angoscia che incidono negativamente anche sulle possibilità riabilitative o comunque terapeutiche del bambino stesso, in un circolo vizioso che alimenta gli aspetti critici. Pertanto I'impostazione che si intende dare al progetto è basata da un lato sul sostegno ai genitori che devono affrontare questa situazione, ma contemporaneamente sulla ristrutturazione della loro visione catastrofica, lasciando intravedere le potenzialità dei loro figli, al di là delle limitazioni imposte dalla Famiglie di bambini con disturbo fisico cronico

114

Lo psicologo e la progettazlone

Eugenio Rollo

Obiettivo generale: migliorare la percezione

Obiettivi (generale

specifici)

Risultati attesi

Vincoli

Metodologia

Attività

e fasi (in relazione agli obiettivi)

della situazione patologica, accettare la malattia ed accrescere il livello di fiducia e motivazione sia nei genitori che nei bambini. Obiettivi specifici: 1) abbassare il livello di ansia nei genitori 2) aumentare le attese positive e realistiche dei genitori 3) aumentare il livello di prestazione nei bambini in attività di base 4) sottolineare I'evoluzione e i progressi dei bambini 1) risultati positivi ad un test di ansia 2) valutazione positiva delle potenzialitìt dei bambini da parte dei genitori 3) miglioramento dei risultati a test di prestazione da parte dei bambini 4) capacità dei genitori di esaminare e riconoscere i prosressi dei fisli Motivazione iniziale dei partecipanti. Preparazione specifica degli operatori. Incontri di formazione in gruppo, volti alla condivisione di esperienze e a coreggere le percezioni totalmente negative della malattia, sempre conservando il piano di realtà. Incontri con le singole famiglie per prendere in esame il caso soecifico. Fase 1: analisi e progettazione di dettaglio sulla base degli utenti potenziali, individuazione e costruzione degli strumenti di verifica. Fase 2: formazione degli operatori. Si suppo-

ne che gli incontri vengano condotti

da

un'équipe costituita da uno psicologo, un medico, un educatore ed un tecnico della riabili tazione. La formazione sarà svolta in tre gior115

nate, dedicata alla conoscenza reciproca dei membri dell'équipe, alla condivisione di conoscenze ed esperienze, all'analisi degli utenti potenziali, allo sviluppo di tecniche e tematiche di intervento specifico e sulla conduzione del gruppo. Fase 3: incontro preliminare con le famiglie per illustrare obiettivi e contenuti degli interventi e somministrare la verifica iniziale. Fase 4: serie di 6 incontri di gruppo, alternati a 3 incontri con le singole famiglie. Negli incontri di gruppo i conduttoi analizzeranno le analogie e le differenze fia le diverse famiglie, terranno sotto controllo il setting per evitare che le ansie si autoalimentino e si amplifichino e restituiranno alle famiglie ipotesi di soluzioni da discutere, valorizzando aspetti positivi e potenzialità, ridimensionando gli aspetti critici. Tale intervento va attuato sia affrontando tematiche tipicamente psicologiche e relazionali, sia di carattere sanitario ed educativo. Negli incontri con le singole famiglie, I'impostazione sarà orientata a raccogliere elementi specifici ed intervenire sulle problematiche caratteristiche della famiglia. Fase 5: verifica e valutazione. L'impostazione degli incontri avrà uno stile sistemico-relazionale, ffio senza preclusioni verso l'utilizzo di tecniche e interpretazioni derivanti da altri approcci teorici. Lo psicologo dell'équipe ha la responsabilità di seguire e coordinare I'intero progetto. Gli Responsabilità altri operatori avranno la responsabilità di seeuire le aree di comDetenza specifiche. Temoi Fase 1: 2 siornate ad inizio Drosetto. 1t6

Lo psicologo e la progettazione

Eugenio Rollo

Fase 2: 15

3 giomate consecutive, a distanza di

giorni dalf inizio.

Fase 3: incontro di due ore, dalle 17.30 alle 19.30, circa 30 giorni dopo I'inizio del progetto. Fase 4: tutti gli incontri di gruppo si terranno nella fascia oraria tardo pomeridiana con cadenza quindicinale, gli incontri con le famiglie su appuntamento. Durata totale della fase: 3 mesi. Fase 5: prima verifica entro 15 giomi dal termine degli incontri, follow-up dopo sei mesi.

FASI

MESI

1

2 3

4 5

Risorse umane: n. 1 psicologo n. l medico n. 1 educatore n. I terapista n. 1 amministrativo a supporto Sede, materiali e attrezzafixe: idoneo locale per accogliere un gruppo di persone, se possibile presso la sede dell'azienda sanitaria, attrezzato con tavoli, sedie e lavagna a fogli mobili; materiale di consumo vario (penne, fogli, pennarelli, fogli per lavagna);

. o . o o

Risorse

o o

117

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Lo psicologo e la progettazlone

Eugenio Rollo : (l Uillll.tlitlll

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50

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educatore

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100.00

400.00 50.00

10.630.00

Rischi

Verifica

e

valutazione

Mancanza di finanziamenti; sospensione della frequenza agli incontri da parte di alcune famiglie; mancanza di sufficiente intesa tra le fizure orofessionali coinvolte nel orosetto. Tutti gli strumenti utilizzati di seguito vanno somministrati prima delf intervento, al termine e nel follow-up. Una variazione del punteggio rilevato nei singoli e nella media del gruppo definisce il raggiungimento degli o-

biettivi:

1)

2\

somministrazione di un test per rilevare il livello di ansia (B.A.I.); questionario sulla valutazione delle

It9

potenzialità del bambino da parte dei genitori; 3) prove di prestazione da proporre ai bambini (da costruire nella prima fase sulla base degli utenti potenziali); 4) questionario sulla valutazione delle prestazioni del bambino da parte dei

tz0

Lo psicologo e la progettazione

Eugenio Rollo

Esempio n. 7 - clinico/lavoro to ospedaliero

-

counseling in ambi-

Argomento: counseling e rete di supporto ai dipendenti ospedalieri

Titolo: Benessere psicologico

e lavoro

in ospedale

Premessa e analisi del contesto: chi lavora in ambito ospedaliero è sottoposto a stimoli emotivi di notevole entitàr, riÍni di lavoro stressanti, a volte scarso riconoscimento delle competenze e delle attività svolte. Il rapporto con il paziente e con il pubblico in generale non è sempre facile e spesso mancano le gratifrcazioni necessarie, con conseguente calo di motivazione, tensioni personali e interpersonali, alto livello di burn-out.

Nasce quindi la necessità per I'azienda ospedaliera di creare una rete di supporto per i dipendenti, per far fronte a disagi relazionali, psicologici e sociali emersi in più ambiti.

Destinatari: tutto il personale dipendente dell'Azienda ospedaliera.

Obiettivi: aumentare il livello di benessere psicologico dei dipendenti, migliorare il clima diminuire il burn-out

Risultati attesi: diminuzione dell'assenteismo, aumento del livello di motivazione, miglioraÍIento della qualità nel rapporto tra i dipendenti e con il pubblico.

Vincoli: disponibilità delle persone, organizzazione per il personale turnista.

Metodologia: Senizi Aziendalí coínvoki

:

t21

. Unità Operativa di Psichiatria . Servizio di Psicologia Clinica . Ufficio Relazioni con il Pubblico

it I I

Modalita' e Ambití di intprvento .. Organizzazione di uno Sportello dascolto di primo livello per accogliere e raccogliere attraverso idonea modulistica le istanze di disagio e effettuare una prima valutazione dei casi presentati e pianificare un eventuale percorso di cura. In questa fase si effettueranno azioni di tipo prepsicoterapeutico. I casi ritenuti "fragili" saranno inviati al secondo livello. Al fine di monitorare il fenomeno e per la programmazione annuale i dati raccolti con idonea modulistica dovranno essere inviati entro il giorno 20 dr ogni mese all'Ufficio Qualità Percepita dell'U.R.P. L'U.R.P., ogni sei mesi presenterà alla Direzione Generale una relazione riepilogativa sui dati per le opportune valutazioni. Sportello counseling psicologico-clinico di secondo livello necessario per avviare terapie individuali o di gruppo da effettuarsi da parte del Unità Operativa di Psichiatria in collaborazione con il Servizio di Psicologia Clinica. Rilevamento a cura del Servizio di Psicologia Clinica in rapporto con i responsabili di settore e di reparto per rilevare eventuali azioni di mobbing in essere. I casi dove si evidenziano situazioni di disagio psichico derivato dal mobbing vengono inviati allo sportello di secondo livello per valutazione e/o presa in carico.

PERCORSO PROGETTUALE Prima fase: formazione degli operatori. Il personale da impiegare nel nuovo servizio seguirà un corso di counseling dí 24 ore e una formazione sul team working di altre 24 ore. Seconda fase: sensibllizzazione nei reparti attraverso incontri dipartimentali con particolare attenzione nei servizi in cui è stato riscontrato un elevato grado di burn-out. I tempi e i modi 122

Lo psicologo e la progettazione

Eugenio Rollo

delf intervento saranno concordati con i Direttore e Coordinatori delle risorse umane. Terza fase: costituzione gruppi di discussione gestiti dallo sportello di primo e secondo livello volto a individuare e ad affrontare i diversi problemi di relazione tra operatori e tra operatori epazienti. Quarta fase: apertura a regime dello sportello per la durata del progetto

ATTIVITA' Interventi individuali presso lo Sportello d'Ascolto: a) interventi di counseling filosofico intesi come filtro prepsicoterapico autonomo ed eventualmente propedeutico a interventi più specialistici; b) interventi di counssling psicologiceclinico costituiti da approfondimenti psico-diagnostici, colloqui psicologico-clinici e psicoterapici brevi sul problema emergente. Sono programmabili interventi di sostegno a lungo termine. O

RGAM ZZAT,IOI{E DELLO S FORTELLO

- Lunedì, mercoleù e venerù dalle l5 alle 19. Mafedì, giovedì e sabato dalle 9 alle 13. - Possibilità di appuntamenti fuori orario.

Tempi: 3 mesi per le fasi preliminari e I'orgarizzazione dei servizi. Quindi inizio della fase sperimentale della durata di un anno. Monitoraggio in itinere e valutazione al termine del progetto, per una durata totale di 15 mesi. Risorse: Per l'attività di formazione: 48 ore di formazione di gruppo nell'arco di un mese. Un centro di riferimento per lo sportello, costituito da tre locali, uno per la segreteria e la gestione organizzativa, gli altri due 123

''n$tllfriilmGìilìllri

per i servizi di counseling, riservati agli specialisti coinvolti. Due psichiati (12 ore settimanali ciascuno), di cui uno con funzioni di coordinamento, due psicologi (12 ore settimanali ciascuno), un impiegato amministrativo a tempo pieno.

124

Lo psicologo e la progettazione

Eugenio Rollo

Rischi: Tempi di apertura inadeguati alle esigenze. Resistenze da parte del personale.

Validazione, verifica e valutazione: Questionario sul clima e il burn-out, elaborato durante la fase di formazione, da somministrare prima dell'apertura dello sportello e un mese prima del termine. Questionario di soddisfazione da somministrare ad un campione rappresentativo di utenti, all'inizio e un mese prima del termine del progetto. Indicatori da considerare: tasso di assenteismo, livello di soddisfazione degli utenti, variazioni nel turn{ver, livello di motivazione, scala di stress, soddisfazione dei dipendenti.

125

Esempio n.

I-

clinico / sociale

- percorso benesse-

(tratto dal progeno realiuato presso I'Az. USL di Piacenza - UU.OO. Assistenza Prtmarta Piacenza, Val Tidone e Montagna, direzione scientifica dr. Cirillo Carta)

Argomento: percorso benessere donna zazioîe

- progetto di riorganiz-

SCENARIO DI RIFERIMBNTO : La tutela della salute, in arnbito materno-infantile, è uno degli obiettivi sanitari prioritari dell'OMS a livello mondiale e costituisce un impegno di valenza strategica dei sistemi sociosanitari per il riflesso che gli interventi in tale ambito hanno sulla qualità del benessere psicofisico della popolazione generale. Negli ultimi anni in tutti i paesi industrializzaf\sisono verificati notevoli cambiamenti relativi alla dinamica demografica e alle condizioni socioeconomiche, di conseguenza sono state emanate leggi e normative per operare e disciplinare il conseguente e coerente processo di trasformazione strutturale dei servizi riguardo anche alla definizione dei livelli assistenziali. ione delle attività toriali con I' :estione frammenrelative alla tute salute femminile attraverso la realizzazione i e codifi6 e non alla richiesta di sinsole orestazioni. -4 La modalità dell'accesso e le sue caratteristiche di qualità, in ogni percorso, sono fondamentali e determinanti per il conseguimento di quest'obiettivo.

CRITICITA'

:

Nella nostra azienda I'attuazione di queste disposizioni legislative è ancora incompleta, il processo di coordinamento dipartimentale dei servizi consultoriali, la loro integrazione ai diver126

Lo psicologo e la progettazlone

Eugenio Rollo

si livelli operativi, la definizione di percorsi specifici del benessere donna e delle rispettive interfacce con i repafi ospedalieri sono in fase iniziale. Le modalità di accesso, le facilitazioni per utenti con particolari problematiche, la gestione della richiesta di prestazione urgente sono differenti da distretto a distretto. In particolare al Centro Salute Donna di Piacenza a differenza degli altri distretti, I'accoglienza è gestita dal personale amministrativo con conseguenze negative sulla fruibilità del servizio e sulla tempestività e appropiatezza della presa in carico. SVILUPPO PROGETTUALE: DESCRIZIONE DEL PROGETTO : Dall'analisi della situazione esistente e delle criticità emerse, attraverso il confronto con le disposizioni contenute nel PSR si è proceduto a delineare una modalità di accesso omogeneo in tutti i distretti che garantisca: 1. L'appropriatezza-del7' accoglienza al fine di decodificare e valutare la richiesta 2. Latempestività della presa in carico 3. L'fficacia e l'fficienza degli interventi atfraverso la valonzzazione del consultorio come luogo di consulenza e di governo dei percorsi e non come centro erogatore di visite specialistiche 4. Lafruibilifà in particolare per le categorie di utenti con specifiche problematiche (giovane minorenne, cittadino non residente Il lavoro del gruppo si è così articolato: stesura della procedura relativa Definizione all'accesso di routine e dei relativi indicatori stesura della procedura relativa Definizione all'accesso nei casi urgenti e dei relativi indicatori

.

e

.

e

.

e stesura delle procedure di accesso all'approfondimento diagnostico e di collegamento e dei relativi indicatori. Dall'analisi della situazione esistente e delle criticità emerse, Definizione

t27

attraverso il confronto con le disposizioni contenute nel psR si è proceduto a delineare una modalità di accesso omogeneo in tutti i distretti che garantisca: 1. L' appropriatezza_dell'accoglienza al fine di decodificare e valutare la richiesta 2. Latempestività dellapresa in carico

3. L'fficacia e l'fficienza deglí intervenrtattraverso la

Il

valoizzazione del consultorio come luogo di consulenza e dt governo dei percorsi e non come centro erogatore di visite specialistiche 4. Lafruibilirà in particolare per le categorie di utenti con specifiche problematiche (giovane minorenne, cittadino non residente lavoro del gruppo si è così aficolato:

1. Definizione e stesura della procedura

relativa

all'accesso di routine e dei relativi indicatori

2. Definizione e stesura della

procedura relativa all'accesso nei casi urgenti e dei relativi indicatori

stesura delle procedure di accesso all'approfondimento diagnostico e di collegamento e dei relativi indicatori. 1) Accesso di routine Al fine di garantire i fattori di qualità menzionati e in particolare I'appropiatezza e la tempestività della presa in carico, fattori indispensabili in casi specifici, per l'efficacia degli interventi, si è stabilito che I'operatore più adeguato e competente per

3. Definizione e

effettuare I' accoglienza è I' ostetrica. In questo modo ni"n" pri@iaccesso diretto che favorisce una maggiore fruibilità dei servizi per le categorie di utenti con specifiche problematiche (giovane minorenne, cittadino non residente) per le quali sono stati anche definite facilitazioni di orario declinate per distreffo. Nei consultori con bacino di utenza maggiore dei distretti Val Tidone e Val d'Arda sono programmate una o più aperture pomeridiane con presenza del ginecologo/a e dell'ostetrica fino 128

Eugenio Rollo

Lo pslcologo e la progettazione

alle ore 17 con accesso libero; nel distretto urbano è previsto l'ampliamento dell'orario del consultorio giovani e le attività del Centro Salute Donna da dicembre '06 sono articolate sulla fascia oraria 8,30-18,30 da lunedì a venerdì, sabato mattina dalle 8,30 alle t2,30, con spazi pomeridiani giornalieri per I'accesso diretto e 1'accoglienza Sono stati individuati i casi in cui è necessario a una presa in carico tempestiva con i relativi indicatori E' stata quindi condivisa e redatta una procedura relativa all'accesso di routine uniforme nei distretti. 2) Accesso nei casi urgenti Successivamente si è analizzato il significato di prestazione urgente nei consultori, differenziandola dall'smslgsnza e intendendo per criterio di trqla severitàiella condizione e il heneficio ^tt...' d^;'n temioP ne.

Cidfiseguentemente è stata redatta una procedura differenziando le situazioni con necessità di una prestazione urgente di tipo consultoriale e quelle in cui doveva essere attivato, con urgenza,vnraccordo con il P.O. 3l Accesso aI secondo livello E' stato infine definito il profilo della presa in carico intesa sia come processo integrato e continuativo che come governo di

un insieme articolato e coordinato di interventi finalizzati alla promozione della salute e alla cura in situazioni cliniche definite.

Essa si cotcretizza pertanto attraverso la realizzazione di percorsi con facilitazioni di raccordo tra i diversi servizi interessati, favorendo la continuità terapeutica e garantendo la coeÍenza complessiva dell' intervento. Per favorire ciò, nei percorsi già standardizzati (assistenza alla gravidanza fisiologica, consulenza e cvra per I'IVG) e nel percorso di specialistica ginecologica, viene fissato contestualmente alla visita, se necessario, I'appuntamento successivo. I 129

collegamenti alle prestazioni di approfondimento diagnostico.(inteso come ogni indagine biofisica o biochimica che non può essere effettuata durante la visita e che è indispensabile per una corretta diagnosi e terapia), sono stati definiti nei seguenti percorsi: -assistenza alla gravidanza fisiologica -consulenza e cura per TVG, -consulenza e cura per problematiche ginecologiche -screening K portio E' stato individuato inolfre un percorso specifico in caso di necessità di approfondimento diagnostico e di consulenza di II livello urgente. E' stata quindi condivisa e redatta una procedura di accesso al secondo livello uniforme nei distretti e si sono individuati i relativi indicatori. Gli approfondimenti diagnostici in ambito ostetrico ginecologico possono essere effettuati presso i consultori di II livello (CSD) e/o nelle U.O. ospedaliere. Considerata la presenza, \n questa azienda, di un solo consultorio di tr livello, si è ritenuto indispensabile evidenziare nella stesura della procedura alcune differenze tra i distretti, mirando comunque alla massima omogeneità complessiva.

MBTODOLOGIA ADOTTATA : . gruppi di lavoro con i professionisti referenti delle UU.OO.coinvolte

OBIETTIVT PREYISTI : 1. RiorganizzÍre e definire il percorso di accesso della donna ai servizi offerti differenziandolo per tipologia

2. 3.

(percorso nascita, percorso per problematiche ginecologiche, percorso IVG) e per livello di offerta (1"e 2o) Codificare le modalità di gestione dell'urgenza Sperimentare i percorsi di accesso definiti e di trasferimento e raccogliere i dati relativi ai risultati 130

Eugenlo Rollo

Lo psicologo e la progettazione

OBIETTIVI REALIZZATI:

1.

2. 3.

Riorganizzazione e definizione del percorso di accesso differenziato per tipologia e per livello di offerta Codificazione della modalità di gestione dell'urgenza Non è stata effettuata la sperimentazione dei percorsi di accesso e di trasferimento definiti

INDICATORI PER LA VALUTAZIOI{E DEI RISIJLTA.

TI:

Procedure di accesso, di collegamento alle attività di approfondimento diagnostico, di gestione della prestazione urgente uniformi nei consultori aziendali (all.) Tempestività di presa in carico: appuntamenti per 1o visita in gravidan-a entro 10 giorni dalla richiesta appuntamenti per visita per IVG entro sette giorni dalla richiesta riduzione del 20 Vodegh accessi impropri per prestazioni di ostetricia e ginecologia al PS del P.O. di PC: codici bianchi Appropriatezzaed efficacia delle modalità di presa in carico 90Vo delle gravidanze a termine seguite dai consultori con presa in carico (almeno sei visite effettuate presso i consultori) lEfficienza e efficacia dei raccordi tra I e Il livello 807o delle colposcopie prenotate direttamente 807o delle ecografie di II livello prenotate direttamente

.

o .

. . .

MATERIALI PRODOTTI : procedure relative a 1. Accesso di routine 2. Gestione della prestazione urgente 3. Accesso al II livello e collegamento alle attività di approfondimento diagnostico

t31

ALTRI OUTPUT DIFFICOLTA' TNCONTRATE:

.

Omogeneizzazione dell'accesso al II livello ospedaliero per la presenza di due differenti reparti di ostetricia e ginecologia

ELEMENTI DI INNOVAZIONE RAGGIUNTI : Real\zzazione di un percorso di accesso ai servizi consultoriali omogeneo in tutti i distretti e differenziato per tipologia di intervento e per livello. Acquisizione da parte del gruppo degli operatori consultoriali di metodologie di lavoro di tipo progettuale con verifica dei risultati raggiunti attraverso il rilievi dei dati degli indicatori di appropriatezza e di efficacia degli interventi

TRASFERIBILITA' DEI RISI]LTATI RAGGIUNTI : CAMPI I]LTERIORI DI SVILUPPO : . Sperimentazione dei percorsi di accesso e di trasferi-

.

mento definiti e raccolta dei dati relativa ai risultati Implementazione e condivisione di linee guida per la definizione di gravidanza a rischio e collegamenti con il tr livello ospedaliero.

t32

Lo psicologo e la progettazione

Eugenio Rollo

Esempio n. 9 - clinico / sociale / evolutivo zione alimentare

-

Educa-

Argomento: educazione alimentare nella scuola primaria

e

media inferiore Premessa e analisi del contesto: Un'alimentazione quantitativamente e qualitativamente correfta garantisce una buona crescita e previene I'instaurarsi di malattie cronico-degenerative (metaboliche, cardiovascolari, neoplastiche, ecc.) in costante aumento nelle società del benessere. In Italia circa il l47o deibambini fra i 4 e i l4anni è in eccesso ponderale: il bambino obeso si mantiene obeso da adulto dal 30 al607o dei casi con un rischio tanto maggiore, quanto maggiori sono il suo sovrappeso e la sua età. E da più parti segnalata I'importanza di una prevenzione precoce aI fine di modificare quanto prima quegli errori alimentari che, non corretti, possono essere mantenuti per tutta la vita. nelle giovani generazioni la udini alimentari le-

I

gati'in-uooÉq-,par-tiE)las**dbrsqSiJ[e$,--tgstrittive,all'abuso aliment#, condutEàYeri e propri *-*"'**disturbldeico,[-r.pg$gg*qgdiment-aff La sensibilità e I'attenzione verso i problemi legati all'alimentazione non sono mai stati così vivi come oggi. Il crescente interesse è dovuto principalmente alla conoscenza della correlazione esistente tra nutrizione e qualità della vita. La promozione alla salute necessita dell'azione coordinata di diversi attori sociali: scuola, aziende di ristorazione e produzione alimentare, autorità locali. Ne consegue che la promozione alla salute agisce attraverso azioni concrete ed efficaci nello stabilire priorità, prendere decisioni, pianificare strategie ed implementarle per costruire, 133

raggiungere e mantenere uno stato di salute ottimale personale e sociale. Nell'età evolutiva questo dovere è a carico principalmente della famiglia, della scuola, della società. In questo processo determinante ed essenziale è il ruolo della scuola in quanto comunità organizzata e competente. La scuola come creatrice e promotrice di cultura rappresenta il luogo ideale per fare educazione alimentare, ha quindi la grande opportunità, se non il dovere, di affivare comportamenti promotori di salute soprattutto in una fascia di età in cui i ragazzi sono particolarmente recet-

tivi. Infatti nella scuola, dove esistono idonee esperienze, indispensabili sono i percorsi educativi e didattici che possono offrire I'opportunità di raggiungere ed interagire con bambini ed adolescenti per un arco evolutivo dai tre ai quattordici anni. Importanti sono inoltre le attività informative ed educative che devono assumere una funzione costante, volte a migliorare le conoscenze, gli atteggiamenti e i comportamenti della popolazione o di gruppi di essa, in campo nutrizionale. Oltre ad una continua e sistematica informazione di tipo istituzionale, ideata e sviluppata negli interessi dei consumatori, occorre dare maggiore rilevanza all'att;.tazione di interventi più specifici di educazione alimentare. Tali percorsi debbono essere completati con un programma integrato di ristorazione scolastica a sfondo educazionale. Gli interventi saranno condotti da un gruppo plurispecialistico comprendente insegnanti, dietisti, nutrizionista, biologo, medici scolastici e psicologi con I'intento di promuovere abitudini alimentari corrette e una coscienza nutrizionale che possa sviluppare scelte alimentari consapevoli. Al termine del percorso è previsto un confronto tra la popolazione scolare oggetto dell'intervento ed un gruppo di controllo che non ha partecipato all'iniziativa. Ai genitori è richiesto un loro attento coinvolgimento rispetto agli obiettivi del progetto, nel rispetto della diversità dei ruoli, 134

Lo pslcologo e la progettazione

Eugenlo Rollo

ma anche nella complementarità delle funzioni che essi svolgono. Essi debbono esprimere aspettative ed esigenze, partecipare al monitoraggio e alla valutazione del percorso formativo di educazione alimentare. Infatti la famiglia va considerata come una potente alleata, in quanto costituisce il necessario raccordo tra realtà interna della scuola e il territorio. Gli studenti, da parte loro, vengono ad assumere un ruolo importante e, dall'essere utenti/fruitori di un servizio erogato, diventano interlocutori privilegiati ed in parte protagonisti delle scelte che caratterizzaîo il progetto stesso.

Destinatari: Alunni delle classi quinte della scuola primaria e delle classi prima, seconda eterza della scuola media inferiore..

Obiettivi: L'obiettivo primario è favorire la consapevolezza sulla corretta alimentazione e i suoi vantaggi, conoscere a fondo i rischi di una cattiva alimentazione, contribuire all'educaziòne alimentare attraversolaqeazione di abitudini alimentari corrette e consapevoli.

Risultati attesi:

-

-

conoscenza dei principali e diffrrsi prodotti alimentari, dei principi nutrizionali, di rischi e vantaggi legati all'alimentazione ed alle conseguenze sulla propria salute capacità di assaporare cibi diversi, di non assumere abitudini rigide e di saper variare la propria alimentazione acquisizione uno stile alimentare equilibrato e consapevole, come buona abitudine e regola di vita, non come imposizione

Vincoli: Resistenza da parte delle famiglie 135

Variabili di personalità le

il

e relazionali che influenzano

in genera-

comportamento

Metodologia: Si adotterà una metodologia di intervento sistemica, integrando le diverse competenze degli operatori, che saranno volte a: . SensibTlízzare i ragazz\, attraverso I'informazione e la discussione, sulle problematiche connesse con I'alimentazione, sulla prevenzione di comportamenti nocivi per la salute, sulle credenze scoffette inerenti I'alimentazio-

o . . . .

-

ne;

Effettuare un intervento di prevenzione che stimoli una considerazione di Se'quanto piu' armonica e globale; Saper creare il giusto collegamento tra la scuola e il vissuto quotidiano e il territorio; Sviluppare comportamenti autonomi e consapevoli (non condizionati da pubblicità); Comprendere ed apprezzaîe il legame tra qualità del cibo e dell'ambiente; Promuovere una discussione sull'argomento e permetterc airagazzi di identificare punti di riferimento stabili a cui rivolgersi.

Attività e fasi: I temi di una sana alimentazione, dell' anatomia e fisiologia della nutrizione vengono trattati in più riprese dal corpo inse-

gnante all'interno della loro programmazione didattica, successivamente ripresi ed approfonditi da tecnici (medici e assistenti sanitarie della medicina scolastica, dietisti, medico nutrizionista ospedaliero e psicologi) in un alternarsi di incontri teoricopratici in cui si prevede I'uso di audiovisivi, attività ludiche, di laboratorio, nonché momenti di verifica dei risultati raggiunti. .+-Non meno importante il ruolo dello psicologo nello "smitizzare" f impottanzadi alcuni modelli,la cui estrema accentuazione così profondamente radicata ed enfatizzata nella cultura occi-

'

136

Eugenio Rollo

Lo psicologo e la progettazione

dentale , nei soggetti vulnerabili, può dare le premesse di disturbi del comportamento alimentare (anoressia,Srrlimia). In queste età comincia ad essere considerato valore la magrezz4 soprattutto correlata alla stima di sé, ed è fondamentale spostarc I'attenzione verso valori più importanti dell'aspetto fisico al di là delle pressioni pubblicitarie. screening auxologico fatto dalla medicina scolastica per il -,Uno rilevamento di situazioni a rischio di obesità potrà consentire, in accordo con il pediatra di famiglia che verÈ informato e coinvolto nel progetto, la presa in carico del bambino da parte del nutrizionista ospedaliero per una valutazione specialistica. a4attivazione di uno sportello-centro di ascolto per I'obesità, condotto dal nutrizionista ospedaliero e dai dietisti, sarà a disposizione delle famiglie dei ragazzt non compresi nel progetto educazionale. ,,JJna sorta di "osservatorio nutrizionale interdisciplinare" finalizzato alla prevenzione e al rilevamento di situazioni di rischio che possono essere conette prima che si stabilizzino nel tempo e diventino patologia. Il programma sarà costituito da una serie di incontri da tenersi in locali idonei ad accogliere le classi pafecipanti. Airagazzi saranno somministrati questionari e materiale vario. Gli incontri verteranno sui vari temi: 1. Screening auxologico; 2. Questionari sulle abiturlini alimentari, conoscenza generule sui principi dell'alimentazione, attività fisica nel tempo libero; 3. Le basi culturali dell'insoddisfazione corporea e della ricerca dellamagrezza; 4. Modi di pensare e atteggiamenti psicologici che predispongono ai disturbi dell'alimentazione; 5. Effetti fisici e psicologici della dieta 6. I disturbi dell'alimentazione, cosa sono e chi colpiscono: segnali d'allarme; 7. Come evitare di sviluppare un disturbo dell'alimentazione; 8. Mangiare per piacere, per dovere e per nutrirsi. 137

Tempi: Il progetto ha la durata di un anno scolastico. Al termine ne verrà valutata l'efficacia e I'eventuale riproposizione per gli anni successivi, con eventuali correzioni e modifiche. Risorse: In questa fase non è possibile effettuare un'analisi di costi, in quanto non esistono stanziamenti specifici per il progetto e non si è in grado di stimare il livello di partecipazione deiragazzi. Dal punto di vista strutturale saranno utíLizzati spazi all'interno della scuola, senza aggravi economici per I'amministrazione. Analogamente il team di lavoro, costituito dagli insegnanti che aderiranno, 2 dietisti, 1 nutrizionista, 1 biologo, 2 medici scolastici e 2 psicologi, sarà reclutato tra il personale in servizio nella scuola e negli enti collegati che metteranno a disposizione il proprio personale.

Validazione, verifica e valutazione: La validazione del progetto avverrà tramite il confronto dei risultati tra il gruppo di rugazzi che avrà partecipato al progetto ed un gruppo di controllo omogeneo. Ad entrambi i gruppi saranno proposti, all'inizio e al termine del progetto, appositi questionari che esplorino: conoscenze alimentari e nutrizionali; consapevolezza dei vantaggi di una sana alimentazione e dei rischi di una cattiva nutrizione;

-

-

abitudinialimentari. La valutazione dell'efficacia sarà legata ai progressi raggiunti dal gruppo sperimentale e dalle differenze evidenziate nei risultati tra gruppo sperimentale e gruppo di controllo.

138

Eugenio Rollo

Esempio n. 10 sanitaria

Lo psicologo e la progettazlone

- sociale - progetto di prevenzione

Argomento: progetto di rtcerca -interttento per la prevenzione del contagio da HIV nelln popolazione giovanile (da Preua, vedi bibliografta). SINTESI DEL PROGETTO

La notevole e crescente incidenza dell'infezione da HIV è il fenomeno che si intende contrastare con il presente progetto di ricerca-intervento. Il target scelto è la popolazione di adolescenti e giovani non studenti del Comune di Bologna, individuata dalle ultime indagini epidemiologiche come fascia maggiormente minacciata dall'esposizione al contagio.

Il gruppo integrato interistituzionale composto

da professionisti

dell'Ausl della Città di Bologna (Spazio Giovani e Dipartimento di Prevenzione), dal Dipartimento di Scienze dell' Educazione dell'Università di Bologna e dalla LILA (Lega Italiana lotta contro I'Aids) - sede di Bologna -, ha elaborato uno specifico progetto di ricerca-intervento per la prevenzione del rischio di nuovi contagi da HIV a danno della popolazione di riferimento e per la promozione del benessere psico-fisico e sociale della stessa.

Tre sono le macro-fasi entro le quali si articolerà, lungo un arco di tre anni, il progetto qui proposto:

1.

Fase di ricerca e documentazione preliminare sulle caratteristiche della popolazione target (I anno).

2.

Fase informativa, formativa e di educazione frnalizzata all'aumento del livello d'informazione sul fenomeno HlV, quindi dell'empowerment individuale e di comunità (II anno). 139

3.

Fase di verifica e comunicazione. Mira a valutare e divulgare I'efficacia dei risultati ottenuti (trI anno).

ANALISI DEL PROBLEMA Si è inteso intervenire sul fenomeno preoccupante consistente nella diffusione del virus dell'HIV tra gli adolescenti e i giovani non studenti, identificati dai riscontri epidemiologici e dalle ricerche empiriche effettuate sui comportamenti sessuali a rischio, come fascia sociale particolarmente vulnerabile alla contrazione della malattia. Gli aspetti che determinano la maggiore esposizione al contagio sono principalmente:

o disagiopsico-sociale . carenzenelbackgroundculturale o disinformazione sulla natura del problema o credenze erronee ( ) o pregiudizio o messa in atto di diversi comportamenti a rischio Un problema che colpisce in prima istanza il nostro target, che si ripercuote sui contesti d'appartenenza e sulle istituzioni generando problematiche ulteriori legate alla salute (gravidanze a rischio), alla sfera sociale (discriminazione sociale e lavorativa), alla vita della comunità (aumento della spesa pubblica, sovraccarico delle strutture socio-sanitarie). La proposta di attuazione del progetto di ricerca-intervento è in linea con il contenuto della delibera regionale per la prevenzione dell'infezione da HIV, che finanzia progetti d'intervento destinati alla popolazione di adolescenti e giovani non studenti. Per la stesura e conduzione del progetto è stato costituito un guppo integrato di professionisti del settore socio-sanitario. 140

Lo psicologo e la progettazlone

Eugenlo Rollo

SCOPI E OBIETTIVI GENERALI

L'obiettivo finale della nostra ricerca-intervento è estendere l'azione di prevenzione dell'HIV al più alto numero possibile di adolescenti e giovani non studenti, attraverso un lavoro d'integrazione tra le strutture presenti sul territorio e gli stessi attori coinvolti nel processo di cambiamento.

SOTTOOBIETTIVI ED OBIETTIVI SPECIFICI

2.

Raccolta informazioni sul target ampiezz1 costumi (vita sociale, sentimentale, sessuale, gnrppale), principali comportamenti a rischio (mancato uso del preservativo), atteggiamento verso la malatti4 strategie di coping e problem solving, conoscenze possedute su origine e natura del problema...

3.

Modificazione delle credenze erronee sulla malattia, attraverso:

o r

Aumento delle informazioni dei giovani sulle caratteristiche del problema Incremento delle conoscenze degli adulti di riferimento sul tema

4.

Modifîcazione degli atteggiamenti, tramite:

o

Eliminazíone del pregiudizio sugli individui sieroposi-

tivi

o

Incremento del contatto diretto dei giovani con la malattia e collegamento diretto del tema a quello più ampio delle esperienze affettive

5.

Riduzione dei compoÉamenti a rischio, per la tutela della vita propria ed altrui, perseguita attraverso un

o

aumento della consapevolezza della gravità del problema e della rischiosità delle proprie condotte sessuali 141,

o

interventi trasformativi sulla relazione individuogruppo, mirati alla rielaborazione di valori, credenze e

di

gruppo che promuovano maggiormente concetto di auto-efficaciain situazioni di rischio.

norme

il

BENEFICIARI DELL' INTERVENTO

Il

progetto intende rivolgersi, agli adolescenti d'età compresa lra i t4 e i 18 anni e ai giovani tra 19 e 25 anni, appartenenti alla categoria dei non sfudenti, del Comune di Bologna.

E' conseguente

che I'efficacia di tale intervento abbia ripercus-

sioni positive su più attori sociali coinvolti e/o colpiti dal fenomeno dell' HIV (famiglia, strutture socio-sanitarie. . . ).

MODELLI D'INTERVENTO E ATTTVITA' Si è convinti della necessità che I'intervento implichi non solo un coinvolgimento passivo del target, ma debba coinvolgere i giovani in forma attiva, rendendoli "attori" degli interventi a loro diretti.

Di conseguenza, i modelli di educazione alla salute che carattefTzzetaÍÍto e guideranno I'intervento sono:

a. Il modello del fornire informazioni (per la trasmissione di nozioni utili per contrastare il livello di disinformazione della fascia bersaglio)

b. Il modello del self-empowerment

(teso al rafforzamento dell'autostima, di auto-efficacia e delle capacità decisionali rispetto alla propria salute)

c. I modelli di sviluppo della comunità (peer-education, metodologia che si avvale del gruppo e della comunicazione tra pari come strumento di promozione della salute) t42

Eugenlo Rollo

Lo psicologo e la progettazione

Ci si orienterà intorno ad attività di informazione dei giovani sull'HIV-AIDS e le modalità di prevenzione, formazione degli adulti di riferimento (educatori, istruttori, tutor...), educazione alla salute, tramite le metodologie dei modelli sopra esposti), avvalendosi delf integrazione di strutture differenti, operanti nella comunità sulle problematiche legate ail'Hfv. Inoltre nella fase finale del progetto è prevista la divulgazione dei risultati raggiunti dalla ricerca attraverso la loro presentazione entro canali di differente portata mediatica

Ci si prefigge di svolgere ogni attività all'interno di percorsi di lavoro in grado di suscitare e mantenere elevati interesse, motivazione, collaborazione e paftecipazione, utilizzando canali privilegiati (musica, cinema, informatica...). MONITORAGGIO E VALUTAZIONE

Il

gruppo di progetto effettuerà un'opera continua e sistematica di monitoraggio sull'andamento del lavoro, in ottica di circolarità di processo e di disponibilità di rielaborazione e calibratura delle azioni a qualsiasi livello processuale.

Il progetto di ricerca-intervento

terminerà con la valutazione dei risultati del lavoro svolto in termini di dimensioni ed efficacia.

FATTORI DI IMPREVEDIBILITA' DURANTE LA STESURA DEL PROGETTO momento della stesura del progetto, il gruppo non aveva previsto la difficoltà nel raggiungere la popolazione target. Infatti, gli adolescenti e i giovani non inseriti in percorsi scolastici (dropouts) rappresentano una categoria difficilmente raggiungibile tramite indagini empiriche.

Al

Altro limite è rappresentato dalle pochissime ricerche empiri143

che che hanno approfondito il rischio HIV nella popolazione giovanile. Pertanto poteva essere difficile reperire dati direttamente informativi sull'argomento da trattare. Infatti, alla caÍeîza informativa si è supplito con dati provenienti da ricerche atrini (ad es. disagio).

Altro elemento di problematicità è rappresentato dalla difficoltà a valutare I'efficacia dell'intervento, che non può awalersi della possibilità di ricontattare i partecipanti. Infine, al momento della stesura del progetto, non si poteva prevedere una continuità dell'interyento riguardante iniziative come I'ideazione del cd o la creazione della pagina web, dato che queste stesse imziative sono state ideate in fase di implementazione del progetto. Quindi, ci si è resi conto successivamente che solo uno sforzo integrativo da parte delle strutture del territorio poteva garantire la continuità di queste stesse iniziative.

ELEMENTI PREVEDIBILI IN FASE DI STESURA Era probabile e necessario uno sforzo integrativo intenso da parte dei vari attori sociali (enti, LILA, Comune, servizi socio sanitari) affinché il lavoro potesse risultare completo e potesse presentarsi come frutto delle sinergie presenti sul territorio. In breve, il fattore che ha potenziato I'intero intervento è stata la collaborazione e l'unità di intenti perseguita dagli attori sociali. Quindi, solo una coerenza di intenti poteva favorire la buona riuscita del progetto.

144

Eugenio Rollo

Lo pslcologo e la progettazione

(ispirato al progetto realizzato a cura dell'Ufficio Politiche Sociali del Comune di Mogliano Veneto - TV)

Argomento: costruzione di una rete sociale di famiglie per l'accoglienza

Titolo: A BRACCIA APERTE Premessa e analisi del contesto Negli ultimi anni è emerso un bisogno, manifestato da più parti, di attivare forme di accoglienza presso singoli e tamiglie del territorio. Le tipologie dei soggetti per quali I'accoglienza presso singoli e famiglie potrebbe risultare opportuna in termini di efficacia educativa sono le più differenti: da minori, a vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale, a donne vittime di violenza psicologica elo fisica domestica, a soggetti che esprimono disagio mentale, ad altri in difficoltà. Nel territorio ci sono molte più famiglie e singoli di quello che comunemente si potrebbe pensare, disponibili ad accogliere chi si trova in una condizione di difficoltà o sofferenza. Il progetto rappresenta la sfida da lanciare nel territorio. Si tratta in sostanza di "reclutare" singoli e famiglie della collettività che già si sono attivate con forme di accoglienza ed altre che sono sensibili, curiose, interessate dall'ipotesi di diventare soggetti accoglienti. Queste famiglie diventano il soggetto attivo, la rete comunitaria oggetto e soggetto delf intervento. Si possono ipotizzare famiglie: attive, che lo sono state, che lo vorrebbero essere, che sono interessate vari modi all'accoglienza, cioè disponibili ad accogliere ora e/o più avanti o non disponibili per ora ma interessate ugualmente. Owiamente la disponibilità è in termini temporali cioè le famiglie possono aderire alla rete senza mai accogliere, accogliere costantemente per lunghi periodi, accogliere solo per un periodo

i

in

145

temporale. ln sostanza per far parte della rete è sufficiente la disponibilita a confrontarsi su questo tema con altre famiglie. Ciò permette di costituire una comunità di famiglie che si interroga sul tema delle difficoltà e delle sofferenze umane e quindi sulle cause delle stesse e sul tipo di risposta della comunità e dei servizi. Il progetto si caratterizzaîon per definire specifiche categorie di soggetti da accogliere (ad esempio solo minori o soggetti con disagio mentale), ma per potenzialmente accogliere qualsiasi tipologia di persona. Inoltre, chiede alla comunità di famiglie accoglienti di offrire disponibilità molto diverse che impegnino anche solo per poche ore la settimana. Ovviamente la comunità di famiglie accoglienti funge da ambito privilegiato di supporto analisi e confronto tra le famiglie rispetto I' esperienza di accoglienza. Le famiglie saranno a loro volta strumento di promozione e reclutamento per altre famiglie e sono e vanno considerate in termini paritetici nei programmi di accoglienza cioè hanno pari dignità nel definire il progetto di accoglienza.Il presupposto è che la famiglia o il singolo che decidono di accogliere siano soggetti competenti.

Destinatari: Famiglie disponibili o interessate ai temi dell'accoglienza

Obiettivi:

1.

Riattivare un tessuto sociale capace di conoscere, capire e farsi carico dei problemi del territorio. 2. Promuovere nei singoli, nelle famiglie e nella comunità locale la disponibilità all'accoglienza di soggetti che per diverse contingenze personali necessitano di accoglienza temporanea o duratura. 3. Costituire una rete di famiglie capace di collegare formare e sostenere le famiglie e i singoli del tenitorio disponibili ad attivare accoglienze di soggetti terzi. r46

Eugenio Rollo

4.

Lo pslcologo e la progettazione

Costituire una rete di famiglie che sia in grado di: - coltivare le motivazioni alla base della propria scelta di accoglienza; - diventare un gruppo in cui i membri interagiscono e si aiutano; - apprendere nuove competenze e stmmenti di accoglienza; - elaborare le esperienze che si vivono attraverso il confronto, il reciproco sostegno e la formazione; - saper interagire con altre figure all'interno di un progetto d'accoglienza; - diffondere la cultura dell'accoglienza nel territorio.

Risultati attesi: Strutturazione di una rete orgarizzata di famiglie per I'accoglienza, facente capo ai Servizi Sociali competenti per territorio. Coinvolgimento di 24 famiglie, 8 per ciascuno dei tre cicli previsti.

Vincoli: Disponibilità delle famiglie Metodologia:

Il progetto consisterà essenzialmente in attività di sensibilizzazione, progettazione e realizzazione della rete, utilizzando risorse interne alle amministrazioni pubbliche locali, consulenti estemi e strutture di volontariato, attivando percorsi di formazione generale specifica in relazione al target dei soggetti accolti dalla rete. Spetta invece ai servizi comunali e socio sanitari del territorio che seguono i soggetti accolti la supervisione, I'accompagnamento e il supporto di chi sta accogliendo o che vuole accogliere.

147

Tipologie di accoglienza individuate BUON VICINATO Azione di sostegno verso un'altra persona o nucleo familiare che si trova in una situazione di bisogno (per esempio: fare la spese ad un anziano, fare assistenza ospedaliera, portare un bambino a casa da scuola, prendere i figli a scuola, tenere i figli mentre una persona va a fare la spesa o qualche visita ...). CITTADINO E FAMIGLIA D'APPOGGIO Si tratta di essere vicini ad una persona o ad un nucleo familiare che necessitano di essere accompagnati o sostenuti nello svolgimento di alcune attività della vita quotidiana o per raggiungere alcuni obiettivi educativi (per esempio: aiutare a svolgere i compiti ai figli, aiutare a cercare lavoro preparando il curriculum e/o accompagnando ad appuntamenti e uffici, aiutare a conoscere i servizi e le possibilità offerte dalla città, gli sport per i figli accompagnandoli, tutti aiuti in cui si dà coraggio ad affrontare qualche difficoltà). SOSTEGNO DIURNO/PARZIALE - AFFIDO DIURNO La persona viene affidata per una parte delle giornata o della settimana ad un soggetto/nucleo familiare (per esempio: tenere i figli per tutto il pomeriggio uno o due giorni a settimana). Si può configurare con il centro per I'affido competente per territorio la strutturazione formale di un affido diurno. OSPITALITÀ A TEMPO PIENO È predisposta per un soggetto che temporaneamente è privo di un ambiente familiare idoneo o per il quale si ritiene efficace I'inserimento in altro contesto da quello di provenienza sia esso la famiglia, il servizio sociale, la comunità....(stranieri in cerca di casa e di lavoro, o che si trovano in Italia con il permesso di studio). Anche in questo caso l'ospitalità sarà strutturata e codificata in forma di affido residenziale a cura del centro per I'affido.

CONWYENZA EDUCATIVA Si tratta dell'accoglienza nella propria abitazione di soggetti o nuclei familiari (esempio: mamma con bambino, donna separa148

Lo psicologo e la progettazlone

Eugenio Rollo

ta sola che ha bisogno di aiuto per breve periodo...) che necessitano di un accompagnamento e di un supporto educativo per un periodo definito (ad esempio: fine settimana, alcuni mesi, vacanze...). In questo caso si può stipulare apposita convenzione con il servizio sociale del territorio o ricorrere ad una formula di affido madre-bambino.

PRONTA OSPITALITA Disponibilità immediata ad accogliere nella propria abitazione persone che, per gravi motivi, si trovano a vivere situazioni di emergenza e che necessitano di allontanarsi per un breve periodo di tempo dal nucleo familiare o dalla realtà in cui vivevano. È necessaria una formalizzazione tramite convenzione con i servizi sociali ed eventualmente il placet dei competenti organi giudiziari.

Attività e fasi: L'attività si svolge in tre fasi:

1) pubblicizzazione

e reclutamento: occorre che il progetto sia adeguatamente reso noto alla popolazione di riferimento e che sia stimolato il senso di accoglienzanelle famiglie. Questo awiene tramite opportune azioni di informazione e s ensib ílizzazione: a. produzione di materiale illustrativo stampato; b. collegamento con le associazioni di volontariato, le parrocchie, le organizzazioni e i gruppi in genere presenti nel territorio; organizzazione di eventi di interesse generale, all'interno dei quali siano presenti o vengano citati temi dell'accoglienza (spettacoli teatrali, musicali o cinematografici, convegni, giornate di sohdarietà, presenza con stand o materiali in sagre, eventi sportivi, manifestazioni e simili). Nel corso di tali occasioni si prowede ad incontrare e raccogliere le prime adesioni delle famiglie, a fornire i recapiti per successive adesioni o manifestazioni di in-

c.

i

149

teresse.

Gli eventi saranno orgarizzati a cura del coordinatore di progetto in collaborazione con I'intera équipe e con le or ganízzazioni presenti sul territorio. 2) formazione delle famiglie: le famiglie che durante gli eventi orgatúzzati hanno manifestato il loro interesse, vengono invitate a partecipare ad incontri di sensibilizzazione e formazione, in cui saranno trattati temi dell'accoglierLza, secondo le tipologie descritte sopra. Si chiariranno compiti e formalizzazioti, bisogni diversi, disponibilità richiesta, ecc. A questi seguiranno incontri di formazione di gruppo, volti ad approfondire i livelli di disponibilità, a cui seguiranno incontri periodici di confronto e scambio di esperienze, tenuti da uno psicologo e un assistente sociale, secondo il seguente schema: a". 2 incontri di informazione generale con le famiglie interessate, con la metodologia della formazione d'aula. Durata: 2 ore ciascuno; b. 1 incontro con ciascuna coppia interessata per chiarimenti specifici, della durata di 1 ora; c. 3 incontri di formazione di gruppo, della durata di 2 ore ciascuno; 3) orientamento: le famiglie che hanno portato a termine la fase di formazione, incontreranno l'équipe per esaminare per quale tipo di accoglienza risultano essere maggiormente disponibili o idonei. Questa azione si svolgerà in due incontri con la coppia e due individuali con i singoli componenti. Al termine di questa fase, le famiglie potranno partecipare ad una sorta di autoformazione permanente, consistente in una serie di incontri di gruppo, con cadenza quindicinale, autogestiti ma coordinati da due membri dell'équipe;

i

1s0

Eugenlo

Rollo

Lo psicologo e la progettazione

Tempi: Il progetto avrà la durata di un anno, durante il quale saranno realizzati tre cicli progettuali (pubblicizzazione lformazione I orientamento). I primi tre mesi saranno destinati all'organizzazione generale e alla presa di contatto con le altre organizzazioni presenti sul territorio. Dopodiché i cicli progettuali avranno una durata di tre mesi ciascuno.

Risorse:

I

locali saranno messi a disposizione dall'Amministrazione

Comunale.

Materiali didattici e supporti strumentali saranno reperiti tra le disponibilità degli Enti coinvolti. Stampe e produzione di materiali originali: da sviluppare. Produzione di spettacoli: su base volontaria o con contributi di sponsorizzazione. Personale necessario: 1 Coordinatore part time 1 Psicologo a tempo pieno 1 Assistente sociale a tempo pieno p:

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i.{ depliant Fascicoli illustrativi 151

Verifica e valutazione: Gli indicatori di successo del progetto sararìno:

-

effettiva creazione

di una rete stabile di

famiglie per

I'accoglienza

'

adesione delle famiglie nel numero previsto (24)

partecipazione attiva alle iniziative proposte realizzazione di accoglienze in numero superiore a quanto rilevato prima del progetto

r52

Eugenio Rollo

Esempio n. L2 - sociale

Lo psicologo e la progettazione

-

violenza intrafamiliare

pnposto dal Comune di San Donato Milanese nell'amhih della pmgettaanno 2005 lege 285 / 1997: diritti ed opportanità pel I'infar,
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