February 14, 2023 | Author: Anonymous | Category: N/A
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Riassunto - libro "Linguistica generale" - capp. 1-8
Linguistica Generale (Università degli Studi di Parma)
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LINGUE, COMUNICAZIONE VERBALE E LINGUISTICA (cp.1) LINGUISTICO= a livello di signifcato signifcato tale term termine ine indica, generica genericamente, mente, un
rapporto con la lingua, ma il nesso cambia a seconda del nome a cui si connette. Il nome LINGUISTICA LINGUISTICA si si lega all'aggettivo GENERALE GENERALE a a indicare una prospettiva che mira a spiegare le somiglianze e dierenze tra le varie lingue, giungendo ad un'ipotesi sull'organizzazione e sul unzionamento delle lingue, le loro parentele e mutamenti (il linguista descrive uno stato di lingua che conrontato con i precedenti ore ino sui possibili cambiamenti).
DATI EMPIRICI E OGGETTO FORMALE La lingua è oggetto della linguistica, e l'oggetto l 'oggetto può essere: REALE = si presenta nei dati che suscitano interesse conoscitivo (es. manoscritto); FORMALE = si confgura in base a come come si guarda l'oggetto l'oggetto reale, da che punto di vista si osserva (es. paleografa, flologia e linguistica) •
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- paleografo: stabilisce epoca e storia del documento; - lologo: ne restituisce la versione originale; -linguista: ricava dati utili per descrivere aspetti di una lingua nell'epoca, nel luogo e nell'ambiente in cui il testo u redatto.
La lingua è l'oggetto ormale della linguistica perché può assumere confgurazioni diverse.
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IL FENOMENO FENOME NO LINGUISTIC LINGUISTICO. O. ORALIT ORALITA A' E SCRI SCRITTURA TTURA La riessione sulla lingua è legata alla tradizione dei documenti scritti: solo a partire dagli ultimi decenni si riconosce il primato dell'oralità (manifestazione orale prima di quella scritta). I sistemi di scrittura urono introdotti per conservare i documenti linguistici rilevanti per una comunità: nacque così la *grammatica (=tecnica da seguire per scrivere in modo appropriato). appropriato). *impostazione prescrittiva (= come una lingua deve essere) e descrittiva (=come si maniesta la lingua). La linguistica descrive.
DESCRIZIONE E SPIEGAZIONE La linguistica generale è una scienza emipirica: è legata a enomeni osservabili, i suoi dati sono eventi semiotici (=eventi sonori o grafci che rinviano ad altro da sé, es. aliquid stat pro aliquo, “qualcosa sta per qualcos'altro”). Lo studioso osserva come da una sequenza di eventi fsici e verifcabili si possa ricavare un messaggio: si tratta di ricavare l'organizzazione l 'organizzazione interna del atto linguistico alla luce della sua unzione, cioè studiare il dato in quanto portatore di messaggio. La realtà non osservabile è sostituita dall'ipotesi ormulata dallo studioso sulla base di dati; l'ipotesi andrà poi verifcata con osservazioni ed esperimenti e deve avere un carattere predittivo (=deve spiegare anche altri enomeni). L'ipotesi=teoria, la teoria consente di vedere la struttura del reale .
LIVELLI DI ASTRAZIONE La linguistica ha compiti esplicativi: non descrive solo i dati, ma li spiega sviluppando un'ipotesi sull'organizzazione del atto linguistico. PROCESSI DI ASTRAZIONE Primo livello: GENERALIZZAZIONE
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Lo studioso svolge osservazioni, ma anche se ripetute queste non bastano, occorre dunque generalizzare, ossia astrarre un aspetto comune ai enomeni osservati. Si avanza un'ipotesi sui atti osservati per poi continuare le osservazioni (un'ipotesi è vera fno a prova contraria, ma non è mai vera in modo defnitivo).
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dati pertinenti La ricerca deve , e lo studioso nonquelli deve considerare tuttiriguardare gli aspettii della realtà osservata, ma solo pertinenti all'ipotesi .
Il ricercatore non può solo adarsi al proprio giudizio, ma deve verifcare le proprie osservazioni interrogando i native speakers, che riveste il ruolo di inormante. Secondo livello: IPOTESI SU PROPRIETÀ' PROPRIETÀ' NON OSSERVABILI Il legame che “regge” il dato osservabile non è esibito nel dato: è una proprietà non accessibile all'osservazione. Lo studioso ne può parlare solo ormulando un'ipotesi su su una caratteristica che spiega il dato e costitutiva del fatto linguistico. Es. considerare i nomi come “segni” è corretto perché è una realtà non riconducibile al dato fsico (segnicità non sotto il dominio dei sensi) . COSTRUTTI = grandezze introdotte dallo studioso per spiegare il atto
linguistico e sono non misurabili/osservabili, misurabili /osservabili, ma utilizzate per spiegare la lingua sottoposta a esame. Terzo livello: IPOTESI SU UNA REALTÀ' NON OSSERVABILE LINGUA= come un'organizzazione complessa di procedimenti che elaborano
strutture oniche o grafche con carica segnica per la comunicazione umana. Quest'organizzazione non si vede, quindi è necessaria un'ipotesi che Quest'organizzazione che spieghi come sono atti i enomeni osservati. GRAMMATICA= GRAMMATICA= nucleo di ipotesi sulla costruzione di una lingua, è un analogo funzionale, ossia un oggetto che simula il ricavate dall'astrazione chiamata “ideazione costruttiva” (=costruisce unzionamento di una realtà non osservabile (grammatica1 appartiene alla lingua, grammatica2 alla teoria).
La lingua e la grammatica sono
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ipotesi su realtà non osservabili il cui unzionamento pone in essere dati osservabili.
LE LINGUE E LA LINGUA E' possibile applicare il processo di astrazione ponendosi domande sulle somiglianze dierenze trasviluppata le varie lingue del mondo. Quest'ipotesiepotrà essere elaborando una teoria generale ( ipotesi complessa), dove gli aspetti comuni a più lingue l ingue siano presentati come una grammatica universale. NOAM CHOMSKY (anni CHOMSKY (anni '50 del '900): grammatica come ipotesi su una competenza innata nella mente umana (valenza biologica e psicologica). La competenza è tipica di qualsiasi parlante perché senza competenza grammaticale nessun umano può parlare, e si maniesta nell'esecuzione che dà luogo alle maniestazioni linguistiche; 2. Altre ricerche: ricerche: grammat grammatica ica universale universale con valenze valenze semiotic semiotiche he che permette alla lingua di unzionare in quanto sistema semiotico condiviso da una comunità di parlanti. 1.
Linguistica moderna ≠
Linguistica medievale
Elaborazione per “astrazione astrazione””
Elaborazione “speculativa “speculativa”: ”: l'individuo essendo dotato di ragione è quindi capace di ormulare un pensiero articolato esprimendosi con il linguaggio.
Cos'è una lingua?
Un codice che serve per comunicare avente fnalità diverse (letteratura, comunicazione quotidiana, uso orale,..). insieme di parole con regole per combinarle (signifcante-signifcato) (signifcante-signifcato) con accia di acustica e concetto
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Perché le lingue sono diverse?
Sono arbitrarie nel segno e cambiano nel tempo, si distribuiscono nel territorio, entrano in contatto con altre culture (es. il latino). Quindi se ci osse un nesso tra signifcante-signifcato si parlerebbe la stessa lingua. Il segno è arbitrale e lineare relativamente ad una delle due acce ed è composto da: signicato: contenuto, in base alle prospettive Scrittura, signicante: aspetto onico (linearità) rappresentazione grafca di un suono, è l'atto comunicativo Fonema,, al centro del linguismo Fonema Suono che salta la rappresentazione onica astratta. •
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Il segno è condiviso da tutti i parlanti per comunicare ed è riconosciuto dalla comunità.
La scrittura è marginale nella prospettiva moderna (da piccoli si parla sempre ma non si sa scrivere, per questo è marginale) vd Atatourk e la Turchia
LA LINGUA E GLI EVENTI SEMIOTICI NELLA COMUNICAZIONE UMANA La comunicazione umana è uno scambio intenzionale di segni tra un mittente e un destinatario.
Classifcazione segni: 1. 2.
Grado intenzionalità : controllo del soggetto che produce il segno; Grado di motivazione: tipo di rapporto ra il segno e la cosa designata.
INDIZIO o SINTOMO INDIZIO o SINTOMO== è un enomeno naturale, non intenzionale dove la motivazione è del tipo causa-eetto (es. le voci sono indizio degli stati d'animo del parlante).
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SEGNALE= è un atto naturale e intenzionale che richiama il destinatario ad SEGNALE= altro (es. segnale convenuto, di richiamo, ecc.). ICONA= è una riproduzione che per orma è analoga all'oggetto a cui a ICONA= rierimento (es. uomini stilizzati nei cartelli stradali); vi sono aspetti iconici in diverse strutture linguistiche (es. plurale ormato aggiungendo sostanza onica alla orma del singolare). SIMBOLO== caratterizzato da intenzionalità e motivazione culturale ed è SIMBOLO quindi il risultato di una convenzione adottata entro una comunità. SEGNI= i segni impiegati nei messaggi linguistici condividono l'intenzionalità SEGNI= e la convenzionalità che caratterizzano i simboli; la dierenza sta nel atto che tutti i simboli possono essere descritti mediante segni linguistici, ma i simboli sono “olistici ” (=non scomponibili in singole parti capaci di combinarsi con altri elementi in modo da costituire ulteriori simboli).
UN MODELLO NELL'ATTO COMUNICATIVO Gli eventi semiotici prodotti nella comunicazione umana verbale sono in relazione con tutti i attori della comunicazione verbale: recano tracce del mittente e del destinatario, mentre i simboli non linguistici non variano a seconda di chi li riproduce o recepisce. Un messaggio, prodotto da un mittente verso un destinatario attraverso il canale di trasmissione (grafco o onico), è rierito a un contesto ed è ormulato per mezzo di unità di un codice condiviso.Il messaggio è legato a tutti i 6 attori dell'atto comunicativo ( mittente, destinatario, messaggio, contesto, contatto e codice): il rapporto è detto funzione.A volte si riconosce detto funzione una gerarchia, con una unzione dominante al vertice e le altre subordinate o disattivate.
STRUTTURA DELL'ATTO COMUNICATIVO SECONDO ROMAN OSIPOVIC JAKOBSON Per Jakobson, le sei funzioni sono s ono costitutive di qualsiasi messaggio a seconda del quale si organizzano dierenti gerarchie. •
La FUNZIONE EMOTIVA è La FUNZIONE EMOTIVA è la “traccia” del mittente nel messaggio
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(=atteggiamento del mittente verso il contesto o destinatario); (=atteggiamento CONATIVA A si ha con la richiesta di una replica verbale, la FUNZIONE CONATIV quando si vuole are una certa impressione sull'interlocutore o quando si vuole essere riconosciuti (nel discorso persuasivo prevale su quella reerenziale); la FUNZIONE FATICA ATICA si si ha nel momento in cui il messaggio è orientato a stabilire o chiudere il canale di trasmissione (gliilintercalari ); ); che METALINGUISTICA caratterizza caratterizza messaggio la FUNZIONE METALINGUISTICA riguarda elementi del codice linguistico (“se dico x è per dire y”); la FUNZIONE POETICA POETICA caratterizza caratterizza il messaggio orientato al messaggio stesso (gli aspetti ormali anno del messaggio quello che è: a dare valore al messaggio non è sempre quello che si vuole dire ma come lo si dice).
Dalle teorie di Jakobson si ricava che la portata comunicativa non si esaurisce nella unzione reerenziale, inoltre ogni caratteristica di un messaggio è pertinente per lo studioso di linguistica.
IL MODELLO DI KARL BUHLER Bühler (psicologo e linguista, “Sprachttheorie”, 1934) colloca il segno in un triplice rapporto con la realtà, il mittente e il destinatario. Per B. il messaggio è un SEGNO SEGNO la la cui portata semiotica è diversa in base al attore a cui è legato (il segno rappresenta r appresenta qualcosa nel *contesto, è espressione del parlante e appello del destinatario). Secondo B. la comunicazione rierimento al contesto nonanche esaurisce verbale è pragmatica, è un'azione *Il l'evento semiotico, che esige la presenza compiuta intenzionalmente dai di mittente e destinatario. soggetti, che si avvalgono di un sistema di strutture predisposte a unzionare come segni della comunicazione verbale. Se non ci ossero individui non ci sarebbe la lingua che è nella testa delle persone, il segno non è nell'aria o condiviso, è vivo nella mente di ognuno di noi per comunicare (visto nella prospettiva di ascoltare e parlare). XIX-XX secolo
visione di Buhler anticipata da Peirce, Peirce, inventore della semantica: secondo Peirce Peirce il signifcato in base ai parlanti ha una grandezza
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diversa a seconda anche del vissuto (diverso da Saussure dove il signifcato è comune). Però are una teorizzazione (=modello interpretativo) interpretativo) non soddisa mai in tot ciò che si vuole esprimere.
SINCRONIA E DIACRONIA SINCRONIA== prospettiva sincronica utilizzata dallo studioso per osservare il SINCRONIA unzionamento della lingua (raccolta e studio di dati per organizzare uno stato di lingua). DIACRONIA= attenzione alle dinamiche del cambiamento linguistico. DIACRONIA= Entrambe sono autonome e sono modi di osservare e interrogare i dati empirici.
LEONARD BLOOMFIEL(americano ebreo) Si allaccia agli empiristi (=danno importanza all'esperienza, azzerando la dimensione mentale), quindi si ha una dimensione empiristicocomportamentale (la lingua come l'esperienza è una dimensione comportamentale, comportament ale, è inutile are scienza su una realtà che non si può toccare.
Il signicato, che è esplosivo, non può essere il * il *concetto perché questo è a livello mentale e può essere diverso da lingua a lingua (es. Eleante, ita-indu) a seconda anche del suo rapporto con l a cultura
Quindi si hanno: ELEMENTI PROTOTIPICI= PROTOTIPICI= quello che meglio incarna la rappresentazione di una categoria (es. per gli ita eleanti con le zanne) ELEMENTI NON PROTOTIPICI== quando PROTOTIPICI manca di qualche elemento (es. per gli ita eleanti senza
*diverso da immagine, il concetto è astratto, è l'elemento centrale e essenziale, togliendo ciò che è marginale (è uno schema mentale, un modo di fltrare l'esperienza)
zanne)
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Studi di Labov (americano) Ha preso dei contenitori e ha atto scegliere tra una tazza e una ciotola per dimostrare che nelle categorizzazioni ci ci sono elementi prototipici e non. La categorizzazione è sumata perché alcune cose appartengono meglio rispetto ad altre (il più prototipico viene in mente subito).
STRUTTURALISTI = = la lingua esiste in sé a prescindere dagli individui (da
Saussure in poi parleranno di un rapporto tra lingua e pensiero). COGNITIVISTI = = la lingua esiste con il pensiero, studiare la lingua è un modo di
studiare il pensiero in quanto è atto di ciò: la lingua è pensiero.
JOHN LOCKE Non guarda gli aspetti teologici e guarda solo il pensiero umano, parte dal presupposto che l'uomo ha in sé categorie innate vuote, cioè nascendo non abbiamo conoscenza, impariamo con l'esperienza attraverso schemi attraverso schemi mentali vuoti che organizzano i pensieri.
Tutti hanno le stesse capacità mentali per gestire la lingua, l'uomo diversamente dal computer ha l'intuizione e gli animali non hanno questo schema.
Rapporto culturale, non genetico (il genetico (il patrimonio genetico è comune, ma le lingue non hanno a che are con le razze, cit. Saussure).
Problema rapporto linguaconoscenza:: lingua come conoscenza strumento utile per organizzare l'esperienza, però la conoscenza è possibile anche senza senza la lingua
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ETIENNE BONOT DE CONDILLAC CONDILLAC (flosoo illuminista rancese) 1746, Saggio sulle origini della condizione umana, lo pubblica in Olanda perché 1746, vi era libertà di pensiero e stampa (in Francia vi era la Controriorma dei Gesuiti). Condillac,ispirandosi a Locke e Newton, riteneva che l'evoluzione osse possibile solo grazie alla lingua, i concetti sono parole e queste sono segni e quindi condivise a livello linguistico. “Il nostro scopo primo, che non dobbiamo mai perdere di vista, è lo studio dello spirito umano, non per scoprirne la natura, ma per conoscerne le operazioni, studiare in qual modo si svolgano, e come dobbiamo eseguirle al ne di acquistare tutta la conoscenza di cui siamo capaci. Bisogna risalire all'origine delle nostre idee, conoscerne la genesi, seguirle sino ai limiti che la natura ha loro imposto, pervenendo così a ssare l'estensione e i conni delle nostre conoscenze e a riformare radicalmente la dottrina dell'intelletto umano. Tali ricerche possono aver successo solo se condotte sulla base di osservazioni.”
CARL AARSLEFF Pubblicò negli anni '80 un libro che partiva da Locke fno a Saussure FERDINAND DE SAUSSURE (Ginevra, 1856) Nato in una amiglia importante, ricca e intelligente, avendo quindi la possibilità di studiare (a Ginevra in età precoce si era interessato agli studi linguistici). PICTET
Amico di amiglia che discutevano porto Saussure ad interessarsi linguistica ed insieme di questa materia.alla “the history of language went hand in hand with the history of the material and spiritual being of the people who spoke it”
Fece studi scientifci ma non essendo soddisatto passò passò allo studio della linguistica a Lipsia. Nel 1879 pubblica a sue spese un libro di linguistica indoeuropea: “Memoria sul sistema delle vocali di ”. Parigi dal 1880 per circa 10 anni. Dopo si primitivo erma all'università
Incontra Michel Bréal (proessore ebreo rancese studioso di lingue antiche,
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ma anche flologo e glottologo). glottologo). Saussure non pubblica altri libri, solo articoli, interessandosi a Condillac tra il 1880-1890 grazie alla sua amicizia con Bréal.
STRUTTURE DELLA LINGUA (cp.2) Una lingua può essere considerata un sistema organizzato di elementi destinato alla comunicazione verbale: è un sistema segnico (=strutture predisposte ad apparire come segni nei testi).
SISTEMA SEGNICO ASSI PARADIGMATICO E SINTAGMATICO Ogni elemento che compare nella comunicazione verbale è scelto in una gamma di possibili candidati per un certo compito e combinato ad altri, scelti allo stesso modo.
Dinamica rappresentata come l'intersezione dei due assi paradigmatico (asse delle ordinate) e sintagmatico (asse sintagmatico (asse delle ascisse). PARADIGMA= elementi che si possono trovare sull'asse sintagmatico (asse
delle combinazioni); si equivalgono per gli aspetti generici, ma si oppongono tra di loro per le caratteristiche specifche di ciascuno: la scelta non è indierente ai fni della comunicazione (paradigma scelto dal parlante in rapporto alle ragioni della comunicazione). comunicazione). Al loro interno sono organizzati secondo il principio della negazione: ciò che viene scelto esclude tutti gli altri elementi che si sarebbero s arebbero potuti scegliere (negando afermo il contrario, contrario, litote=fgura retorica ricavata dal paradigma). LINEARITÀ, STRUTTURA STRUTT URA SINTATTICA SINTATTICA E COMPOSIZIONALITA COMPOSIZIONA LITA'' L'asse sintagmatico è l'asse delle combinazioni, ma la realtà fsica del suono non presenta una combinazione di elementi, in quanto i messaggi si maniestano come un usso continuo di suoni nel tempo. Maniestazione Maniesta zione linguistica= linguistica= lineare lineare (un (un ascoltatore ideale riconosce in un
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evento fsico acustico la realizzazione di una successione di elementi linguistici: il usso continuo è ricondotto ri condotto a unità discrete, cioè segmentabili )).. Struttura sintattica= sintattica= connessione degli elementi sull'asse sull 'asse sintagmatico. Organizzazione Organizzaz ione della struttura= struttura= non lineare, bensì gerarchica (l'ultimo elemento inuisce sulla scelta del “blocco” di orme che lo precedono). Composizionalità== maniestata a tutti i livelli linguistici con la sintassi , ed è il Composizionalità principio che gestisce la combinazione signicativa degli elementi linguistici (il (il signifcato dell'intero si costituisce in rapporto al signifcato delle parti). DOPPIA ARTICOLAZIONE Articolazione= segmentazione del dato linguistico in unità minori; segmentando si riconoscono elementi dotati di signifcato: sono suoni che hanno signifcato o sono signifcati maniestati tramite suoni. La componente fonica delle unità della prima articolazione (=sistema articolazione (=sistema linguistico di suoni e signifcati) può essere segmentata in unità minori , che non hanno più portata semantica, ma servono per distinguere tra loro le unità della prima articolazione. es. r+a+n+a r+a+n+a = = r si oppone ad l e così si distingue “rana” da “lana” La segmentabilità del suono di un elemento linguistico si basa su considerazioni teoriche, non empiriche. La seconda articolazione è articolazione è un repertorio ristretto di elementi distintivi che permette di costruire un numero assai elevato di unità della prima articolazione. RIDONDANZA Più unità linguistiche ripetono una medesima componente semantica o una stessa inormazione grammaticale. es. “libro nuovo” = il masch sing è ripetuto in “libro” e “nuovo” La ridondanza è fondamentale per garantire la ricezione e comprensione del messaggio.
PERTINENZA SEMIOTICA Istituisce dierenze obbligatorie all'interno del sistema segnico (quindi con
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pertinenza semiotica): un elemento può unzionare solo se si caratterizza rispetto ad altri elementi. La pertinenza semiotica è relativa a un sistema linguistico, è una dierenza semantica istituzionalizzata (se la dierenza non è obbligatoria si può reperire nel testo o contesto). contesto). Anisoormismo= di acilmente orma (diverso da Isoormismo); peculiarità di una assenza lingua sidi rilidentità rilevano evano più quando si adotta ,a le prospettiva semiotica di un'altra lingua. MOTIVAZIONE Un sistema linguistico è anche un'ipotesi interpretativa sull'esperienza umana, si parla quindi di categorizzazione (=cogliere un modo di essere della realtà, e il sistema linguistico è un modo per categorizzare l'esperienza). La categorizzazione si ha in due modi: 1. ormazione pertinenza semiotica; semiotica ; 2. di espressioni dalla struttura trasparente, trasparente, motivata quindi dall'esperienza (per lo più nomi o o onomatopee =imitazioni linguistiche di suoni non linguistici). ARBITRARIETÀ' L'inverso della motivazione, e caratterizza il rapporto tra signifcato e suono entro un segno: non vi è alcuna ragione per cui un dato suono sia connesso a un dato signifcato. L'arbitrarietà è impo per il cambiamento del potenziale semantico di un'unità linguistica: visto che non vi è ragione per legare un dato suono ad un signifcato, è possibile attribuire altri signifcati a quel suono.
SEGNI E STRUTTURE SEGNICHE DELLA LINGUA La lingua è dunque un sistema di segni: in un sistema segnico non vi sono veri e propri segni, ma strutture predisposte a unzionare come segni nei messaggi. SEGNI COME EVENTI SEMIOTICI Un segno è ondamentalmente un evento sico (onico o graco) che
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attiva un evento mentale (“signicato”). I soggetti si avvalgono dei segni per rierirsi a oggetti e situazioni del mondo condiviso entro un'azione comunicativa, i cui scopi variano. Un messaggio è un segno complesso, articolato in segni di minore complessità;; costruendo un messaggio il mittente realizza una certa complessità sequenza di suoni (o di caratteri scritti) per suscitare un certo eetto nel destinatario. Quindi la lingua non è un repertorio di segni o messaggi, ma è un sistema di strutture, cioè di strumenti espressivi per costruire messaggi. SEMIOSI = relazione tra suono e signifcato nella comunicazione verbale.
STRUTTURE DELLA LINGUA Per spiegare la semiosi si avanza l'ipotesi della lingua come sistema di correlazioni ra strategie di maniestazione maniestazione ( (signicanti, immagini acustiche) eutte schemi concettualisono concettuali. . chiamate strutture (=strumenti per costruire e T le correlazioni s ono interpretare messaggi; è astratta ed è un modello di realizzazione onica associato a uno o più schemi mentali). Nella mente rimane impressa una struttura complessa, in base alla quale si riconduce la sequenza di un suono a un modello di suono, traducendo quest'immagine acustica in uno schema concettuale utilizzato per interpretare i nterpretare il messaggio UNITA'' E PROCESSI UNITA Le strutture sono di due tipi: unità e processi , che ormano unità più complesse. “Forse” è un'unità un'unità semplice, semplice, “ gatti ” è già il risultato di un processo (ormazione del plurale). I processi sono strutture particolari: particolari : non hanno immagini sonore e partecipano solo indirettamente al piano semantico, organizzando altre strutture che correlano la rispettiva immagine acustica a una unzione semantica. REPARTI ORGANIZZATIVI DELLA LINGUA E COMPETENZA LINGUISTICA Tra i reparti delle lingue possiamo trovare morfologia e sintassi .
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MORFOLOGIA= costruisce parole e orme di parola che la SINTASSI prevede prevede
di combinare. I diversi reparti organizzativi possono anche essere considerati una rappresentazione delle diverse competenze dei parlanti: •
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competenza fonetico-fonologica per gestire la produzione e il
riconoscimento dei suoni e della loro unzione; competenza lessicale che presiede alla gestione del lessico mentale (vocabolario come patrimonio mnemonico); competenza grammaticale che riguarda i processi morologici e sintattici: presiede alla corretta combinazione delle parole e al riconoscimento delle costruzioni sintattiche; altre competenze (es. intonazione).
PROPRIETÀ FONDAMENTALI DELLE STRUTTURE La lingua è un sistema di strutture intermedie ra il suono e il signifcato, e si confgurano come correlazioni ra modelli di realizzazione onetica e schemi concettuali. POLIVALENZA Molteplicità di funzioni collegate tra loro, lasciando così intravedere una base
semantica comune (uno schema condiviso da più valenze). Lo schema si caratterizza per incompletezza e indeterminatezza sono gli usi concettuale nei testi a determinate e completare lo schema, fno a costituire: porzioni di signifcato: nel sistema linguistico non ci sono concetti, ma schemi concettuali . VARIANZA Una struttura può avere una pluralità di strategie di maniestazione: un caso particolare si ha in italiano con il verbo essere (sono/ui/stato) e in inglese go (I went). PREFERENZIALITA' E' l'interpretazione più probabile delle strutture che compaiono in un testo
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(carattere di naturalezza, tipicità). ENDOLINGUISTICITA'' ENDOLINGUISTICITA Una struttura appartiene a un sistema linguistico e si caratterizza distinguendosi da altre strutture del sistema (la struttura sintattica sembra variare meno da lingua a lingua di quanto varino le categorie morologiche e lessicali). DEITTICI Essi non dicono com'è la realtà, ma rinviano direttamente a essa essa,, chi non è presente alla scena non può capire il signifcato: come unità segniche sono istruzioni del tipo “lontano dagli interlocutori, vicino a chi parla ”. Il segno rinvia alla realtà: realtà: il parlante non dice proprietà di oggetti o situazioni, ma indica oggetti o situazioni entro un campo deittico legato all'”io” del parlante (sono strutture deittiche i pronomi personali ee dimostrativi ))..
NOTA NOT A SULLA CONCEZIONE SAUSSURIANA DEL SEGNO 1. LANGUE: LANGUE: lingua, si subisce passivamente sistemandola nella mente, condivisa dalla società; 2. PAROLE PAROLE:: atto comunicativo libero e quindi individuale. i ndividuale. 3. Il segno è vivo vivo a livello comunicat comunicativo ivo (parole (parole)) condivi condiviso so dai parlanti parlanti
4. •
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attraverso la realizzazione del patrimonio il parlante nella mentela(langue (“parole”, langue realizzata con la parole, parole , il segnoche di vita propriaha vive in un iperuranio. Nel signicante signicante troviamo: troviamo: suono: parlando si emette un suono traccia del suono: astratta, astratta, aspetto psichico la scrittura non coglie l'essenza della lingua
L'apprendimento della lingua è un atto passivo, passivo, il primo adattamento alla lingua si ha nel grembo materno e con la lallazione lallazione..
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ELEMENTI DI FONETICA E DI FONOLOGIA La FONETICA è lo studio delle caratteristiche dei suoni della lingua. I modi di analisi sono 3: 1. analisi percettiva, riguarda i complessi meccanismi della sensibilità auditiva e considera la ricezione di un enomeno acustico interpretandolo come elemento linguistico (possono essere decisivi anche indizi che l'ascoltatore desume dalla voce, come l'intonazione); 2. analisi acustica, concerne il mezzo di propagazione dell'onda dell'onda sonora, sonora, e considera i enomeni acustici come enomeni fsici (onetica acustica strettamente legata alla fsica); 3. analisi articolatoria, riguarda l'apparato della onazione e descrive la genesi dei suoni (il parlante può controllare le proprie produzioni oniche). FATTORI DELL'ONDA SONORA Essa corrisponde inatti a una compressione seguita da una depressione nell'atmosera, dovute alla deormazione di un mezzo materiale. FREQUENZA= numero di vibrazioni (ogni vibrazione ha una ase di compressione e depressione) prodotte in un'unità di tempo. PERIODO= tempo impiegato per compiere una vibrazione. LUNGHEZZA DELL'ONDA= distanza percorsa dall'onda in un periodo
(raddoppiando la requenza, si dimezza il periodo e la lunghezza dell'onda). AMPIEZZA= dipende dalla pressione esercitata: essa diminuisce man mano
che l'onda si allontana dalla sorgente del movimento. Ecco i caratteri di un'onda semplice. es. un'onda con 4 vibrazioni complete nell'arco di un secondo ha una requenza di 4Hz. Spesso si hanno però onde complesse, con più vibrazioni contemporaneamente: contemporaneam ente: quando un corpo o una massa d'aria vibra, vibrano tutte le sue parti. Se rispetto la vibrazione è periodica delle metà vibra ad doppia una velocità all'intero corpo,,eciascuna un quarto del due corpo vibra a una velocità quadrupla .
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La vibrazione del corpo intero dà luogo alla requenza ondamentale: ondamentale: è la requenza di ripetizione dell'onda complessa originaria. Le vibrazioni delle parti che hanno requenze multiple della ondamentale sono chiamate armoniche. In un'onda complessa la fondamentale determina la frequenza dell'onda, il numero e la forza delle armoniche determinano la forma dell'onda. IL CORRELATO AUDITIVO DELL'ONDA: DELL'ONDA: IL SUONO Frequenza della vibrazione e ampiezza dell'oscillazione appartengono al enomeno dinamico delle onde sonore. Si traseriscono nel enomeno acustico come altezza e intensità.
Si distinguono suoni bassi con un numero basso di periodi al
Ampiezza dell'oscillazione
secondo, e suonidialti con un numero elevato periodi al secondo (requenza).
La vibrazione ondulatoria varia a seconda della conormazione del mezzo materia, degli ostacoli e intererenze incontrate (es. gli strumenti musicali vibrano in modo diverso a parità di requenza e intensità). TIMBRO= dà luogo alla concreta diversità tra i suoni.
La durata della vibrazione ondulatoria si traserisce nella durata del suono. International Phonetic Alphabet (IPA)= i simboli di questo alabeto
rappresentano i suoni; le parentesi ad angolo racchiudono i graemi e servono per distinguere, quando necessario, la grafa della pronuncia. L'ARTICOLAZIONE DEI SUONI SU ONI Per la riproduzione dei suoni l'apparato onatorio si comporta come la corda sottoposta a pressione. 1. I polmoni e e la trachea durante l'espirazione producono una corrente d'aria che esercita pressione sulle pliche vocali ; 2. La pressione d'aria allontana le pliche;
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3.
Uscendo un po' d'aria, la pressione diminuisce e le pliche si ricontraggono, chiudendo di nuovo lo sbocco alla corrente d'aria. Apparato onatorio: onatorio: cavità nasale, palato duro, alveoli,
La successione di più cicli di chiusura e apertura della glottide
palato molledorso (velo),della apice della lingua, lingua, ugola, radice della lingua, aringe, epiglottide, alse pliche vocali, pliche vocali, aringe, esoago e trachea.
costituisce il meccanismo il meccanismo laringeo (chiamato laringeo (chiamato anche vibrazione delle pliche vocali), vocali ), che determina la frequenza dell'onda.
La requenza è inversamente proporzionale alla larghezza della laringe (dove si trovano le pliche vocali e dove l'aria l'ari a trova ostacoli): più la laringe è sottile, più la requenza è maggiore (per questo le voci emminili sono più acute). 1.
2. 3.
All'intensità corrisponde dunque l'energia impiegata i mpiegata nell'espirazione da polmoni e trachea; l'altezza è il correlato dell'apertura e chiusura delle pliche. La cavità orale, le osse nasali e le cavità ra denti e labbra costituiscono il tratto vocale o risuonatore.
Meccanismo laringeo
Non attivo= attivo= suoni sordi
Attivo== suoni sonori Attivo
USI DELLE DIFFERENZE DI INTENSITÀ, INTEN SITÀ, DI ALTEZZA ALTEZZA E DI DURATA DURATA L'intensità caratterizza il enomeno dell'accento, che comporta anche variazioni di altezza, di durata e di timbro. ACCENTO AC CENTO= picco di intensità che pone in rilievo un momento del usso onico (un accento di parola evidenzia una sillaba in una parola e all'interno della sillaba raggiunge il picco sulla sull a vocale) In italiano la vocale della sillaba sill aba con l'accento più intenso ha solitamente maggiore durata delle altre vocali della stessa parola; •
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•
Nell'ungherese e nel ceco vi è un accento di intensità nella prima sillaba della parola, nelle sillabe dopo vi possono essere vocali lunghe o brevi, quindi l'accento non è un enomeno di durata. Fenomeno fsico che può variare a seconda del suono ed è detta misurabile (=determinata da proprietà fsiche del suono), o funzionale (=si dierenzia la durata per distinguere vocali brevi o o lunghe). Le lunghe si distinguono dalle brevi anche per il timbro e per la tensione dei muscoli.
L'altezza altezza è è impo nelle lingue orientali come il cinese mandarino mandarino “puntonghuà” dove si distinguono 4 toni melodici rappresentati melodici rappresentati su una scala di cinque gradi, i quali suddividono in 4 intervalli uguali la dierenza teorica ra il grado massimo e il grado minimo di elevazione (a ciascun grado si assegna un numero). Si osserva dunque come le dierenze melodiche servano a distinguere le parole: i toni sono interessanti non per la loro orma ma per la unzione(i attori del suono interessano in quanto hanno un compito nell'organizzazione della lingua). DIFFERENZE TIMBRICHE
si distiunguono *I continui si in: Modi di articolazione: articolazione: tipo di ostacolo che si rappone - fricativi = detti anche all'uscita dell'aria, e sono 4: “spiranti”, [,s,v]; 1. occlusivi (ostacolo (ostacolo totale, [p-t-b-d]; -liquidi =si =si classifcano in (serie di occlusioni vibranti (serie 2. continui *(ostacolo *(ostacolo parziale); 3. nasali (velo (velo palatale alzato, cavità orale chiusa e l'aria ed esplosioni, [r]), laterali (occlusione (occlusio ne centrale del esce dalle osse nasali): 4. vocali (quando (quando l'ostacolo è nullo, [a-e-u]; la vocale è il canale e aperture laterali, [l]), e approssimanti suono che dà autonomia alla sillaba (le vocali non
vocaliche non nucleo di sillaba si chiamano ”dittonghi”, [ai],[au]).
(intermedie tra ricative e vocali, [j-w]).
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Nelle lingue slave (russo, polacco, etc..), le occlusive, ricative, liquide e nasali possono essere palatalizzate (=realizzate con un innalzamento della lingua verso il palato). Luogo di articolazione: articolazione: a seconda della parte interessata si hanno bilabiali, labiodentali, dentali, alveolari, prepalatali, palatali, post-palatali, velari, uvulari e laringali.
Se la lingua interviene nel luogo di articolazione si parla di apicali o o dorsali (apicopalatali, dorsodentali, e via dicendo). Nei suoni ad ostacolo nullo il luogo di articolazione si confgura come grado e direzione d'innalzamento della lingua verso il palato; per le vocali si considera anche l'arrotondamento e il grado di apertura delle labbra . Apporto del meccanismo laringeo: laringeo : quando è operativo si hanno suoni sonori , al contrario si hanno suoni sordi (sonorità (sonorità spontanea nelle vocali e nelle continue non ricative). Tensione/rilassatezza dei muscoli: muscoli: un'occlusiva sorda è tesa, una sonora è rilassata. VOCALI 1.
2. 3.
4.
Per il grado il grado d'innalzamento della lingua si hanno vocali basse (grado minimo di innalzamento, come [a]) e alte (grado massimo di innalzamento, come [i-u]); si possono avere anche le medio-alte ([e] di peso, [o] di botte), e le medio-basse ([ε] di vento). Si deve, le tener conto anche dell' apertura della bocca: bocca : le vocali alte sono chiuse aperte semiaperte vocali basse sonodell'apertura (medio-basse e medio-alte sono semichiuse); Labializzazione:: vocali arrotondate [o-u], vocali non arrotondate [e-i]; Labializzazione Direzione dell'innalzamento della lingua: lingua: se si innalza verso il palato la parte anteriore si hanno le vocali anteriori (o palatalizzate, [e-i]), se si innalza la parte posteriore si hanno le posteriori (o velari, [o-u]); se la lingua orma una conca abbassando la parte mediana si hanno le vocali centrali [a]. Se il velo palatale viene palatale viene teso teso,, si ha l'apertura delle osse nasali e le vocali sono articolate con risonanza nasale (es in rancese).
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Serie vocaliche
I attori sopra descritti possono essere combinati, dando luogo alle serie “ preferenziali ” o “naturali ”. Anteriore + non arrotondata= arrotondata= [e] [i] come in venti, vinti Posteriori + arrotondate= arrotondate= [o] [u] Anteriori arrotondate= arrotondate= si trovano per esempio in rancese e tedesco (la medio-bassa di soeur, soeur, la medio-alta di peu, la alta di mur) Posteriori non arrotondate= arrotondate= rappresentate dalla vocale medio-bassa inglese di “cut”, “run” ([triangolino]) Centrali non arrotondate= arrotondate= ad esempio troviamo la medio-bassa inglese di “soa” ([a rovesciata]) Centrali arrotondate= arrotondate= la medio-alta olandese di “gulden” OCCLUSIVE [b] è la bilabiale sonora (banca), [p] è la bilabiale sorda (panca) [d] è l'alveolare sonora (dare), [t] alveolare sorda (tare) [g] è la post-palatale post-palatale sonora (gara), [k] la post-palatale sorda (cara) Nelle lingue germaniche le occlusive sorde si trovano spesso a inizio ini zio parola, e se dopo sono seguite da un suono aspirato si parla di ““aspirate aspirate”” (enomeno di coarticolazione). •
•
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FRICATIVE •
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•
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[v] labiodentale sonora [] sorda [z] dentale sorda (rosa, sbiancare) [s] sorda “jeu” post-alveolare sonora “sciame” sorda
NASALI In italiano si ha una labiale [m], una labiodentale [nn] (anora, tranvia), una dentale [n] (naso), una palatale [n allungata dietro] (gnocchi), una velare [n allungata avanti] che è seguita da un'occlusiva post-palatale sonora (angolo) oppure sorda [k].
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Nelle altre lingue le nasali sono alveolari, mentre nelle germaniche possono essere all'interno di una parola, in fnale o in posizione intervocalica. APPROSSIMANTI Collocate tra le ricative e le vocali, sono delle semiconsonanti semiconsonanti come come [w] [w] (approssimante velare, articolata con un movimento delle labbra), [j] (palatale non arrotondata), in italiano “uomo, ieri”. ieri”. LIQUIDE Le liquide sono vibranti vibranti [r] [r](vibrante (vibrante alveolare)/ [R] (vibrante uvulare), o laterali [l] laterali [l] (alveolare). (alveolare). AFFRICATE Sono suoni complessi, che si producono articolando occlusiva e unao ricativa quasi contemporaneamente (devono essereuna entrambe sonore sorde), ma l'attacco è occlusivo. COARTICOLAZIONE E POSTULAT POST ULATO O DI SEGMENTABILIT SE GMENTABILITA A' La percezione percezione e e l'interpretazion l'interpretazionee del suono sono suono sono importanti: i suoni prodotti eettivamente nella catena del parlato sono ricondotti dall'ascoltatore a tipi , a suoni ideali del del sistema linguistico. L'analisi articolatoria ha la pretesa di avvicinarsi alla descrizione di queste rappresentazioni oniche, viste come “istruzioni per l'uso”, rivolte più al parlante che all'ascoltatore. L'uso di “articolare” presuppone l'idea del suono some “ catena” di segmenti , ma nella realtà del parlato i suoni non sono come anelli di una catena, non hanno confni precisi, bensì momenti di un continuum onico (si onico (si può rappresentare come un'articolazione di unità discrete);i movimenti impiegati per produrre una vocale o una consonante non si sovrappongono perettamente. Il suono di una parola è rappresentato come “i suoni” di quella parola, la onologia studia onologia studia le proprietà individuali dei foni , individuati con la segmentazione e classicazione .
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ELEMENTI DI FONOLOGIA
La onologia si occupa anche di studiare la unzione dei suoni in una lingua, orientandosi al paradigma: il compito è l'inventario delle dierenze oniche tra le lingue. OPPOSIZIONI FONICHE E FONOLOGICHE Nell'analisi onologica si studiano quei tratti che, distinguendo un ono da un altro, distinguono anche un onema da un altro. Un'opposizione Un' opposizione onica è fonologica quando è pertinente, ossia quando serve per distinguere parole, quindi è necessario verifcare la unzione/pertinenza entro il sistema per stabilire se è un'opposizione onica o onologica. Prova di commutazione (vd appunti) Fatta per verifcare la pertinenza dell'opposizione entro un dato sistema: l'opposizione onologica ha una unzione distintiva (la distinzione di oni serve come distinzione di parole, si tengono in considerazione solo i tratti distintivi). Gli estremi di un'opposizione onologica sono detti unità fonologiche, complesse o semplici ( semplici semplici perché non ulteriormente segmentabili, e sono dette onemi onemi). ). Due parole come “ pena” e “lena”, o “bere” e “ pere”, che onologicamente dieriscono solo per un onema nella stessa sede costituiscono una coppia coppia minima. Lo studioso si serve di coppie minime per studiare l'inventario delle lingue. Procedimento per individuare i onemi: 1. le opposizioni foniche foniche sono date dalle dierenze tra i oni; 2. entro le opposizioni oniche vi sono opposizioni pertinenti ; 3. le opposizioni oniche pertinenti sono dette fonologiche; 4. gli estremi di una opposizione onologica sono chiamati unità fonologiche; 5. le unità possono essere semplici o o complesse; 6. le unità onologiche semplici sono chiamate fonemi . VARIANTI LIBERE E VARIANTI DI POSIZIONE Si parla di “variante” perché rappresenta una realizzazione non standard del onema, ed è libera perché la sostituzione è sempre possibile; le varianti
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legate sono imposte dalla combinazione dei suoni in una lingua: es. due parole casa e chiesa, entrambe anche se hanno un'opposizione onica, realizzano il onema /k/ che non può essere preceduto dalla post-palatale; il contesto onetico-onologico determina la scelta di una variante a scapito dell'altra, per questo si parla di varianza combinatoria.
UNA CLASSIFICAZIONE DEI FONEMI Il onema non si defnisce per la l a sostanza onica, ma per il contenuto onologico, cioè per i suoi tratti distintivi . NIKOLAJ TRUBECKOJ = la classifcazione di Tubeckoj mette in luce una
particolare concezione del onema come ascio di tratti distintivi (onema come matrici di tratti distintivi binari ). ). 1-CLASSIFICAZIONE IN BASE AL RAPPORTO FRA GLI ESTREMI I tratti distintivi di un onema sono rilevati ricorrendo a coppie minime. es. /p/
pare;are (occlusiva vs. ricatica) pere;bere (sorda vs sonora) pane;tane (labiale vs. dentale) Questa serie di coppie minime è suciente per individuare il contenuto onologico di /p/ come “occlusiva, labiale, sorda”. Opposizioni privative= privative= opposizioni onologiche i cui estremi si caratterizzano per la presenza o assenza di un tratto distintivo. Opposizioni graduali= graduali= secondo Trubeckoj se gli estremi della coppia oppositiva si distinguono per il grado di presenza di un tratto si hanno opposizioni graduali (nelle lingue indoeuropee riguardano le vocali). Nelle privative e graduali gli estremi si distinguono per il valore stabilito in rapporto ad un tratto (gli estremi si equivalgono per il loro valore che è sempre positivo). Opposizioni equipollenti= equipollenti= né privative né graduali. 2-CLASSIFICAZIONE IN BASE AL RAPPORTO TRA LE OPPOSIZIONI Classicazione in base agli elementi condivisi Classicazione Si considerano gli estremi dell'opposizione per il contenuto onologico
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(insieme dei tratti distintivi) comune a entrambi, ossia per la base di comparazione. Una opposizione onologica che non condivide la base di comparazione con alcuna altra opposizione onologica è chiamata bilaterale (/b/ e /p/ sono entrambe occlusive e labiali, ma non ci sono altri onemi così in italiano); •
•
Una opposizione che che condivide la base di comparazione comparazione con altre opposizioni onologiche è chiamata multilaterale.
Classicazionee in base al tipo di opposizione Classicazion Quando in più opposizioni si riscontra il medesimo rapporto tra gli estremi: es.in /b/:/p/ in /b/:/p/ c'è c'è l'opposizione sonora/sorda che si trova anche in =/d/:/t/=/g/:/k/
Opposizione proporzionale Opposizione proporzionale== Una coppia oppositiva che presenta un rapporto identico a quello di altre coppie oppositive è un'opposizione proporzionale. Opposizione isolate= isolate= nessun'altra coppia oppositiva presenta la medesima relazione reciproca. Classicazionee in base alla orza distintiva Classicazion Opposizioni costanti o neutralizzabili neutralizzabili== quando le opposizioni bilaterali privative in posizione fnali non sono operanti, ovvero i due estremi hanno lo stesso ono (es. in tedesco Rad, ruota e Rat, assemblea). sul piano onetico si parla di sincretismo; •
•
sul piano si parla di arcifonema (= l'estremo dell'opposizione privo dellaonologico sonorità rappresenta l'intera coppia oppositiva, e può essere marcato o non: es. la neutralizzazione dell'opposizione /d/:/t/ dà luogo all'arcionema /T/).
CORRELAZIONI La correlazione è una serie di coppie correlative caratterizzate dalla stessa marca di correlazione (quando due estremi si oppongono per lo stesso tratto sonoro).
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UNITA'' E PROCESSI NELLA MORFOLOGIA (cp.4) UNITA I onemi hanno anche una funzione distintiva: non hanno signifcato, ma contribuiscono a distinguere signifcati individuando parole diverse (la e di vela la distingue da vola). Ma in una sequenza come “cani e gatti” la “e” ha proprietà semantiche: da sola è capace di signifcare, in questa prospettiva non è più un onema. Prima articolazione della lingua= lingua= catena onica come articolazione di elementi signifcativi, e le unità che vi compaiono hanno due acce: un lato onetico-onologico e un lato semantico. Seconda articolazione della lingua= lingua= i onemi che vi appartengono sono unità con un versante solo. Le strutture linguistiche sono tali in quanto sono predisposte a signifcare e hanno caratteristiche di polivalenza, varianza, preferenzialità e endolinguisticità, e possono essere stratifcate: una struttura può signifcare in via diretta, con unzioni semantiche, oppure mediata con unzioni sintattiche le quali a loro volta hanno unzioni semantiche (es. “libri vecchi ” è semantico in libri perché perché serve a rierirsi alla realtà ma è sintattico in vecchi perché perché maniesta il legame con libri ). ). Nella prima articolazione, il lessico e la morologia organizzano le parole e le forme di parola . es. Terra e T Terram erram
Sono orme diverse della stessa parola. Esse appartengono a un paradigma: si tratta del paradigma delle orme nelle quali si maniesta una stessa parola. Per ogni parola vi è una forma di citazione e in un vocabolario le orme di citazione vengono impiegate per indicare i lemmi lemmi (=le (=le voci registrate e defnite come vocaboli di
Struttura semplice e complessa con alcune caratteristiche: -per la onologia è articolata in uno o più piedi a loro volta articolate in sillabe; -per la morologia si articola in componenti disposti in un certo ordine che non può essere modifcato “pena la distruzione della parola”;
una lingua). La parola come unità del vocabolario è chiamata lessema lessema,, e può essere semplice o strutturato (=ottenuto da altri lessemi).
-per l'ortografa si caratterizza come elemento isolato da spazi nella scrittura; -nel discorso, i confni della parola
I lessemi, in quanto strutture con potenziale sono punti di pausa potenziale. potenziale. semantico, appartengono appartengono al lessico della lingua. Distribuzione proibita | Scaricato da Susanna Massetti (
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CLASSI DI PAROLE: NOZIONI PRELIMINARI La morologia è chiamata a descrivere: i processi di ormazione delle parole; parole ; la essione delle parole (dei parole (dei sostantivi, articoli, aggettivi, pronomi e verbi; le parole prive di forme essionali sono sono preposizioni, congiunzioni, avverbi e interiezioni, ovvero le parti del discorso). La essione dei verbi è detta coniugazione; quella delle altre classi lessicali è detta declinazione. •
•
Criterio sintattico Criterio sintattico== in base a questo criterio un verbo si caratterizza come predicato; il nome è nucleo del sintagma nominale che può essere soggetto oppure oggetto di un predicato; un aggettivo è un attributo nel sintagma nominale, è invece predicato quando legato a una copula; un avverbio può assumere diversi ruoli. Criterio semantico Criterio un verbo verbo è è predisposto a signifcare eventi (ciò che accade): azioni, processi, o stati; un nome nome comune comune è è atto per rierirsi all'esistenza di entità che hanno un certo modo di essere (una categoria, una caratteristica comune a più entità che possono essere fsiche, manuatti, etc..); i nomi possono essere anche astratti astratti,, in quanto predisposti a signifcare per proprietà ed eventi; un aggettivo aggettivo è è atto per signifcare caratteristiche di entità; •
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un avverbio avverbio è è correlato alle circostanze che caratterizzano un'azione.
I criteri semantici raggruppano i lessemi che condividono aspetti generici del loro potenziale signifcativo: per questo le parti del discorso possono essere defnite come classi del lessico. Il ricorso a criteri morologici e sintattici tiene conto della struttura interna e del comportamento delle orme di parola nella rase: alle parti del discorso si possono riconoscere funzioni grammaticali .
MORFEMI Il morema morema indica indica una struttura semplice della prima articolazione: in quanto è
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struttura è caratterizzata da biplanarità biplanarità semiotica semiotica e e in quanto semplice non si compone di altri moremi (è possibile che più moremi si maniestino in un medesimo signifcante). Classicazione ormale Classicazione ormale== rileva la posizione dei moremi nella orma di parola e distingue radici , assi e e desinenze. Classicazione unzionale= Classicazione unzionale= considera il ruolo dei moremi entro il processo di ormazione delle parole e nella essione delle orme delle parole. Si possono distinguere tre tipi di moremi: 1. moremi lessicali, sucienti lessicali, sucienti per costruire lessemi elementari che si maniestano senza essione (es. avverbio bene); bene); se il lessema richiede la essione, il morema lessicale rimane uguale nelle diverse orme; 2. ormativi lessicali, lessicali, impiegati nei processi di ormazione dei lessemi strutturati (parole); 3. moremi essionali, essionali, responsabili delle diverse orme di una medesima parola, sono quindi l'elemento variabile che si combina con l'elemento stabile.
SOMIGLIANZE E DIFFERENZE TRA TIPI DI MORFEMI I 3 tipi di morema sono picchi di un continuum di unità morologiche. Le 3 grandezze scalari 1-CHIUSURA DEI PARADIGMI •
Il massimo grado di chiusura si chiusura si ha con i paradigmi dei moremi moremi essionali:: le unità del paradigma sono in numero ridotto e stabile. essionali
es. in italiano, il tempo verbale del modo indicativo ha 6 moremi (presente, passato, passato prossimo, etc..). Un paradigma morologico tende a cambiare solo nel lungo periodo, mentre i paradigmi del lessico sono più predisposti al cambiamento e quindi hanno un grado di chiusura Tale criterio vieneminimo. applicato anche alle classi lessicali: quanto maggiore è la chiusura, tanto minore sarà il numero di elementi che lo compongono.
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I ormativi ormativi essionali essionali sono sono meno meno chiusi chiusi dei dei moremi essionali.
2-SISTEMATICITÀ 2-SISTEMATICIT À DI APPLICAZIONE APPLICA ZIONE La sistematicità caratterizza i moremi essionali e i ormativi lessicali, ossia le unità che operano sui moremi lessicali. Sistematicità= regolarità tendenziale con cui si svolgono determinate Sistematicità= operazioni nella morologia essionale o nella ormazione delle parole. Correlata ad essa vi è la produttività produttività,, ovvero la vitalità di un processo morologico in un certo periodo storico della lingua. L'intervento dei ormativi lessicali consente di associare a un morema lessicale una famiglia di parole: per esempio, il morema di neve si presenta nelle parole neve, nevoso, … che costituiscono il campo lessicale del morema (la sua confgurazione non si può prevedere). Il grado di sistematicità è sistematicità è massimo con i moremi essionali che sono obbligatori per le relative parti del discorso, ed è minimo con i ormativi lessicali, in quanto intervengono come costituenti di un gran numero di lessemi strutturati e tendono così a costituire sottoclassi di parole (grado di apertura diverso in base al ormativo). Il grado non si applica nel caso si semantica discreta (segmentabile), discreta (segmentabile), ovvero quando della proprietà si può indicare la presenza o assenza (vivo può equivalere a non morto). 3-CONCRETEZZA E GENERICITÀ' GENERICITÀ' L'area semantica di un morema lessicale presenta valenze (=predisposizioni all'uso) più “concrete” rispetto all'area di un morema essionale. es. i due moremi libr- e -o Il primo è lessicale, e tutti i suoi usi sono atti per veicolare un signifcato “immaginabile” come oggetto concreto, mentre è più arduo descrivere il semantismo di -o. Il semantismo essiona semantismo didel un morema morema essionale lessicale.le si precisa in rapporto al Anche i ormativi sono di varia “concretezza”, “concretezza”, e anch'essi tendono ad
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appoggiarsi al morema lessicale. Il morema lessicale appare come elemento semanticamente ondamentale per la costruzione delle parole. Vi sono inatti parole senza moremi essionali (es. congiunzioni), oppure con essionali e senza omativi (gatto, tavolo,..) ma non vi sono parole senza moremi lessicali (spesso lessicali (spesso accompagnati da sussi). Moremi lessicali, ormativi e essionali presentano dosi diverse di chiusure del paradigma, sistematicità e concretezza del semantismo.
POLIVALENZA DEL MORFEMA FLESSIONALE: IL CASO DEL POLIVALENZA SINGOLARE Anche i moremi essionali si caratterizzano per la polivalenza, ad esempio il caso del singolare dei sostantivi. SINGOLARITÀ= è la valenza preferenziale del singolare , e rimanda al atto che SINGOLARITÀ= il singolare non concerne al signifcato che rimanda: attiva un uso “non numerabile” che serve per denotare la sostanza, ma anche una razione o una porzione (“Ho mangiato un panettone” può signifcare un panetto intero o solo la propria porzione). Il semantismo del singolare morologico è dunque assai vario, e analoghe considerazioni possono valere per il plurale (usato per signifcare “grandi quantità” di una sostanza nello spazio, o i sentimenti al plurale non signifcano Werther vi sempre pluralità, ma intensità: nei Dolori del giovane Werther vi è uno stato d'animo costante e intenso).
ASPETTI DELLA MORFOLOGIA FLESSIONALE I moremi essionali sono organizzati in classi : in italiano vi sono classi morematiche come il genere grammaticale, grammaticale, il numero, il caso, la voce, il modo, il tempo, e la persona: indicano la categoria generica di cui un dato morema è un'istanza specifca; un'unità si caratterizza in rapporto alle altre unità della stessa classe . MORFEMI FLESSIONALI VARIABILI E MORFEMA FISSO Il genere grammaticale è grammaticale è un aspetto morologico che dipende dal lessema lessema (es. libro, che è un lessema semplice, e interessamento, lessema strutturato, è
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selezionato il maschile). Il morema morema del del numero numero invece invece non dipende dal lessema. Il lessema può determinare un comportamento morfologico irregolare della parola rispetto al numero, mentre la scelta del numero, espressa da moremi moremi variabili,, avviene in rapporto alla semantica; la scelta del genere avviene variabili dentro al sistema (morema (morema sso sso). ). MORFEMI INTRINSECI E MORFEMI ESTRINSECI Il morema essionale del genere è fsso nel sostantivo e variabile nell'aggettivo (es.alto/alta), (es.alto/alta), inatti il genere viene introdotto con il nome, non con l'aggettivo. Nell'aggettivo, il morema del genere serve per maniestare il legame sintattico con il sostantivo. •
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il sostantivo sostantivo ha ha solo moremi essionali intrinseci (genere e numero); il verbo verbo ha ha moremi essionali intrinseci (modo e tempo) ed estrinseci (persona, numero e genere) che ai fni della concordanza sintattica riprendono quelli intrinseci del nome; l'aggettivo ha l'aggettivo ha moremi essionali estrinseci (genere e numero) e un morema essionali intrinseco (grado).
GERARCHIA DEI MORFEMI FLESSIONALI (dei verbi) In italiano vi è la l a seguente gerarchia di classi morematiche: modo>tempo>persona; modo>tempo >persona; modo>numero, e dato il modo si determinano i vari tempi verbali, dato “modo+tempo” si determinano le persone, ed infne dato il modo si determina la presenza o assenza del numero. MORFEMI E MORFI FLESSIONALI Il rapporto ra il morema morema essionale essionale e la sua maniestazione (il suo signifcante, moro signifcante, moro)) è complesso. Amalgama= un morema essionale può maniestarsi in amalgama insieme
ad altri moremi in un medesimo moro (es. -o in italiano rimanda è signifcante sia del singolare che maschile). Le lingue ugrofnniche sono agglutinanti: i morf si applicano progressivamente,, secondo un certo ordine, alla componente lessicale. progressivamente
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Sincretismo= moremi essionali in opposizione (vi è all'interno della stessa
classe) tra di loro possono maniestarsi nel medesimo moro. Allomora (o varianza)= quando un morema disponde di più morf, ovvero di
più strategie di maniestazione. ALTRE STRATEGIE DI MANIFESTAZIONE DEI MORFEMI FLESSIONALI I moremi essionali sono “discreti “ discreti”” in quanto si possono individuare e segmentare entro una orma di parola, e si tratta di morf che si presentano come desinenze. Vi sono anche morf più complessi che si articolano in più desinenze, e si parla di di mor mor discontinui. discontinui. Formativi lessicali e moremi essionali si avvalgono di strategia di maniestazioni simili per la orma ma con unzioni diverse: gli uni producono orme di parola, gli altri intervengono nella ormazione di lessemi strutturati. Altre strategie di maniestazione: Flessione interna Flessione interna== alternanze onologiche che modifcano la radice (es sing-sang-sung); Apoonia qualitativa Apoonia qualitativa== realizza orme diverse di parola mediante alternanza vocalica nella radice, e nel caso qualitativo si basa su opposizioni timbriche; Apoonia quantitativa Apoonia quantitativa== si basa sull'opposizione di durata (es. e breve di venio, e lunga di veni ));; Metaonia== un cambio del timbro vocalico indotto dalla vocale di un Metaonia •
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moro sussale o desinenziale che a sua volta è caduta dopo aver terminato il cambio vocalico (es. foot - feet )).. Nelle lingue romanze e germaniche il passivo è maniestato non da morf singoli, ma da costrutti perirastici che si collocano al confne tra morologia essionale e sintassi.
ALLOMORFIE ALLOMOR FIE E SUPPLETIVISMI Anche i moremi lessicali e i ormativi possono avere più strategie di maniestazione. •
Un'allomora Un' allomora (più (più morf, strategie di di strutture maniestazione) particolare si amalgama traduce nel enomeno dell'più : in italiano caratterizza le cosiddette preposizioni articolate, dove articolo e
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preposizione si ondono in un segmento unitario non scomponibile. Paradigmi suppletivi= suppletivi= si costituiscono ricorrendo a morf lessicali simili semanticamente, ma non oneticamente: in italiano andare costituisce il suo paradigma acendo alternare il moro and- e vad-.
PROCESSI DI FORMAZIONE DELL DELLE E PAROLE: PAROLE: TIPI FONDAMENTALI La lingua recepisce i bisogni comunicativi della comunità; la lingua si avvale anzitutto di una serie di processi di ormazione che sruttano i lessemi già esistenti e ne producono di nuovi. COMPOSIZIONE E COMBINAZIONE Composizione== quando i due lessemi si combinano producendo una nuova Composizione struttura: il risultato è univerbato, cioè viene trattato come una sola parola. Si dice che i composti sono determinativi in in quanto il lessema di base stabilisce la classe lessicale del risultato; in altri casi hanno rapporto di coordinazione e la classe lessicale del composto non è predicibile dai suoi componenti (es. saliscendi, calzamaglia, ..). Composto sintagmatico= sintagmatico= es. mulino a vento: ha caratteri del sintagma perché le due componenti mulino e vento sono legate da “a” e sono prese in autonomia, inoltre il signifcato viene aerrato come un'unica rappresentazione (sviluppo di usi metaorici). La sua struttura di base è: “nome “ nome base+a+nome modicatore”. modicatore”. Combinazione = vi è un rapporto meno orte ed è una sequenza lessicalizzata Combinazione= di parole che conservano una parziale autonomia (es. usa-e-getta, uomoradar ,..). ,..). COMPOSIZIONE E RIDUZIONE DI STRUTTURE La combinazione è sruttata nelle lingue slave e nel tedesco, mentre l'italiano predilige la composizione sintagmatica. Parole macedonia (mots valise)= valise) = più moremi lessicali in un amalgama dove i confni tra le parti sono sumati, e si considerano più le parti componenti del
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risultato (es. smog= smoke+og). La riduzione delle parole si ha anche nelle sigle, dove si parla di “lessemi “lessemi canonici”” (es laser , radar , ..). canonici PREFISSAZIONE In italiano i prefssi danno luogo a parole che per lo più appartengono alla stessa classe lessicale di base (es. verbi, la classe ormata da accorrere, percorrere, decorrere, …). I prefssi non danno ulteriori inormazione sulla classe lessicale, ma sono i moremi essionali a dare queste inormazioni (negli aggettivi troviamo in-, come inutile; nei sostantivi pre-, post - come precorso, postappello postappello). ). DERIVAZIONE La derivazione è un tipo di ormazione che incrementa la base lessicale, traserendo di solito la parola in un'altra parte del discorso. Varie strategie: Uso di sussi, sussi, come -os- che orma aggettivi (ventoso), -ion- che orma sostantivi dei verbi (accensione), -ezz- che orma sostantivi da aggettivi (altezza, bellezza); un susso è capace di individuare la parti del discorso cui appartiene una parola e nel caso dei sostantivi stabilisce anche il genere grammaticale del lessema; Derivazione zero, zero, quando non intervengono ormativi lessicali e il lessema riceve le proprietà essionali della classe di arrivo, ma se il •
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cambio di classe lessicale non comporta una modifca della onologia della parola si parla di conversione; Retroormazione , riducendo o togliendo un ormativo lessicale che compare in un lessema strutturato, e può anche non comportare il cambio di classe lessicale; Formazioni parasintetiche, combinazione di un presso con una derivazione zero (innevare da neve, con aggiunta di in- e passaggio dalla classe dei sostantivi a quella dei verbi); si ha il cambio di classe lessicale, che per prodursi ha richiesto l'intervento di un prefsso; Apoonia, variazione della vocale nella radice (es sing, sang, sung in
inglese). La derivazione non si applica a tutta la portata semantica di un morema lessicale; a volte per derivare semanticamente si cambia la base lessicale ma
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non lessicalmente (es. femminile è aggettivo derivato semanticamente da donna). ALTERAZIONE Gli alterati dell'italiano sono solitamente classifcati in diminutivi , vezzeggiativi , accrescitivi e e peggiorativi . Nei diminutivi si possono trovare i ormativi come -er- e -c- (uocherello, cordicella) chiamati interfssi antesussali: non signifcano direttamente, ma in via mediata in quanto connettono il morema lessicale al susso alterativo. I diversi ormativi degli alterati possono poi combinarsi ra loro (casettina, forellino), è possibile anche intensifcare l'alterazione (libriccino ino ino). Il senso dell'alterazione può variare a seconda dell'uso.
SULLA DERIVAZIONE COME EREDITA' STORICA. LESSEMI LATENTI Un lessema strutturato rappresenta la continuazione di una parola costituita in epoche diverse: es. l'aggettivo adabile è un derivato di adare, ma può derivare anche dall'inglese reliable. Nei verbi come erogare, derogare, arrogarsi vi vi è il morema lessicale -rog-, non è costitutivo di un lessema elementare, che invece sussisteva in latino, però e necessario in italiano per la ormazione di verbi: -rogare è un lessema lessema latente latente (questi si trovano anche negli aggettivi, come e -). -).
SINTEMI I composti sintagmatici sono motivati: il signifcato complessivo è costruito grazie ai signifcati delle parti e può ricevere un uso idiomatico. Composizionalità= per quanto riguarda l'aspetto semantico, il signifcato del Composizionalità= tutto dipende dal signifcato delle parti. Invece i sintemi sintemi (sono (sono un “tutto solidale”, mentre il sintagma si può sostituire con elementi aventi la stessa unzione), sono unità lessicali complesse dove i costituenti hanno autonomia semantica in altri contesti, ma portatori in quella combinazione di un signifcato unitario, non riconducibile alla somma dei,ma signifcati degli elementi costitutivi (es. coda di paglia non signifca l'oggetto, l'atteggiamento).
Sintema e sintagmi e sintagmi sono gli estremi opposti nella scala di lessicalizzazione dei rapporti sintagmatici: nel sintema la lessicaliz è massima, nel sintagma è Distribuzione proibita | Scaricato da Susanna Massetti (
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TRA LESSEMA E SINTAGMA: SINTAGMA: FUNZIONI LESSICALI Le unzioni lessicali sono relazioni che descrivono in generale il rapporto di una parola X con una combinazione di parole (X), dove sta per qualsiasi unzione lessicale . Varianti legate= diverse espressioni della unzione lessicale di intensifcazione, nella traduzione si dovranno rendere non i lessemi, l essemi, ma il senso veicolato dai lessemi. Una unzione lessicale è l'elemento generico di più lessemi specifci, e costituisce un paradigma di unità che servono a esprimerne la portata semantica: es. prestare, trarre rientrano nel paradigma legato alla unzione “porre in atto”.
LESSICO DA CONTATTI INTERLINGUISTICI La condizione naturale di esistenza di una lingua storica è quella del contatto con altre lingue, soprattutto le classi le classi aperte del lessico (sostantivi, aggettivi e verbi) recepiscono elementi di altre lingue. L'inusso si può osservare soprattutto nei prestiti : la parola di una lingua costituisce il modello di costruzione di una parola in un'altra lingua (es. sport èè una parola italiana costruita su modello inglese, ma la pronuncia nelle lingue cambia, e diverso è il sistema delle opposizioni onologiche di coppie minime di cui sport è l'estremo). INTEGRAZIONE INTEGRAZIO NE DEI PRESTITI RECENTI L'adattamento è condizionato dalla conoscenza della lingua modello; quando il modello presenta onemi che nella lingua di arrivo non esistono, l'integrazione può essere di vario modo: vi può essere un arricchimento onologico con un nuovo fonema, o una nuova distribuzione di un alloono (es. snob, sport, raid, hanno una consonante occlusiva in fnale e ciò in italiano non esiste), oppure manca ilunonema e il ono straniero è sostituito da un ono indigeno , che realizza altro onema. Nella lingua di arrivo il prestito può ricevere trattamenti grammaticali •
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diversi: l'inserimento della parola in una categoria lessicale corrispondente (integrazione (integrazione grammaticale, grammaticale, e si usano i moremi essionali della lingua di arrivo); una redistribuzione (l'aggettivo big diventa in italiano un sostantivo, “il big”; la riduzione dei composti ( composti (night club in night ); ); casi di adattamen adattamento to graco (nylon graco (nylon in nailon) al criterio onetico proprio dell'italiano. Il genere grammatico può essere scelto in base a criteri diversi: es le parole inglesi che terminano in -tion sono “fltrate” in italiano come emminili. Ha importanza anche la presenza, nella lingua di arrivo, di un vocabolo contiguo, e se questo manca il prestito viene recepito come maschile (genere grammaticale non marcato). •
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I CALCHI Calco semantico= semantico= quando una parola già presente nella lingua acquista un ulteriore senso. Calco strutturale= strutturale= la struttura lessicale di un'unità di una lingua è il modello di costruzione di una nuova parola in un'altra lingua ( è detto perfetto quando vi è uno stretto legame al modello; è imperfetto quando l'imitazione è approssimativa). Il calco tanto più è peretto quanto più la lingua mutuante tende a riprodurre la struttura della lingua che ore il modello.
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DALLA LESSICOLOGIA ALLA LESSICOGRAFIA (cp.5) I lessemi sono connessi ra loro anche mediante rapporti basati sul senso (=una valenze Si dicedelle iperonimo unpossibili l essemadel lessema di lessema). senso generico, al quale si collega un lessema di senso specifco detto iponimo (es depauperare è iperonimo di disinfettare e disinquinare). •
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Sinonimia= somiglianza parziale di senso, limitata ad alcuni aspetti di Sinonimia= senso (quella “completa” è rara) e limitata dal dominio d'uso (registro della conversazione, stereotipi, etc..) di un lessema; una parola può appartenere a un lessico specialistico oppure alla lingua d'uso comune (cloruro di sodio-sale da cucina ). La sostituzione è un carattere decisivo per verifcare la sinonimia. Connotazione== gli eetti degli atteggiamenti Connotazione atteggiamenti (emozioni, valutazioni) assunti dal mittente verso la realtà messa a tema nel discorso (sbirro ha una connotazione negativa rispetto a poliziotto).
A volte i sensi di un lessema possono legarsi tra loro in vario modo: senso senso proprio (=concreto proprio (=concreto e letterale), e senso senso gurato gurato (= (= come interpretazione di un'altra esperienza per mezzo delle categorie di senso proprio, e si parla anche di estensione del senso: con il senso fgurato ci si allontana dal ssenso enso proprio). •
Omonimia= due o più strutture si avvalgono della stessa Omonimia= s tessa strategia di maniestazione.
Può avvenire che la medesima parola nel corso della storia sviluppi sensi molto distanti tra loro, le aree semantiche si scindono e si danno le condizioni per attribuire al nuovo senso un lessema autonomo, e questo è il compito dei lessicogra (=compilatori dei dizionari). Il atto che un lessema possa avere più sensi diversi è collegato alla loro polivalenza, e per coglierlo è spesso suciente considerare il rapporto con gli altri lessemi nel testo (i lessemi sono atti per lavorare insieme nel testo).
TIPOLOGIA TIPOL OGIA DIZIONARI
Vd. da 85 a 91.
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ELEMENTI DI SINTASSI (cp. 6) COMBINAZIONE SIGNIFICATIVA DELLE PAROLE La parola sintassi sintassi deriva deriva dal greco syntagma (=disposizione, ordinamento). Nell'ambito della sintassi rientrano le combinazioni signifcative delle orme di parola, e la combinazione è retta da composizionalità (=due espressioni signifcative o sintagmi costituiscono un sintagma maggiore che assume un determinato valore di insieme in unzione dei valori delle sue parti). La sintassi mira ad individuare: sintagmi che che costituiscono la rase; fra i sintagmi ; le relazioni fra la struttura interna dei sintagmi. A questo scopo si considerano due tipi di legami: gerarchie di dipendenze tra elementi; le relazioni ra ra singola parte e intero, che stabiliscono i costituenti di di una struttura sintattica. •
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La sintassi studia principi e procedimenti di costruzione di sintagmi complessi, tra i quali emergono le rasi, ovvero le costruzioni sintattiche autonome, predisposte a unzionare come testi minimi (una rase è organizzata in vista del compito testuale che dovrà svolgere ). La sintassi studia la rase come insieme organizzato di elementi.
COSTITUENTI E DIPENDENZE Si dice costituente un elemento che appartiene ad un'unità maggiore. Costituenti immediati (dell'unità (dell'unità superiore) superiore)= costituiscono una combinazione che si può articolare ulteriormente, mettendo in luce una gerarchia di rapporti (ogni rapporto nella gerarchia è una relazione binaria che costituisce una totalità); i costituenti immediati sono gli estremi. Tutti Tutti insieme ormano i costituenti dell'unità massima. Un'altra rappresentazione della struttura si ha con l'albero l'albero delle dipendenze, dipendenze, dove si considerano solo le connessioni ra le parti: emerge con maggiore
chiarezza la dimensione gerarchica della struttura, s truttura, caratterizzata da
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asimmetria ra gli elementi posti in connessione: l'elemento al vertice è il nodo dominante (se è un verbo si dice “verbale”).
Nell'analisi logica (o sintattica) il termine soggetto è usato sia con valenza di costituente (soggetto della rase), rase), sia con quella di nome dipendente dal verbo (oggetto): (oggett o): l'analisi tradizionale non tiene distinti i due tipi di relazione, mentre l'analisi per costituenti immediati non esplicita l'asimmetria nei rapporti tra elemento dominatore e elemento dominato.
SINTAGMI Sulla base dell'analisi per costituenti , ogni costituente immediato ha lo statuto di sintagma sintagma.. es. La cassa rurale aiuta la piccola azienda. 3 sintagmi maggiori: 1) la cassa rurale, 2) aiuta, 3) la piccola azienda . Il signifcato intuitivo porta ad escludere ulteriori combinazioni come * cassa aiuta la. Quindi si dice che 1) e 3) sono combinazioni signicative e signicative e dunque sintagmi.. La sostituzione di più elementi con uno solo mette in luce la sintagmi somiglianza unzionale tra combinazione e l'unità minima che ne prende il posto (al posto di 1) e 3) possono comparire Luigi ee Piero). La somiglianza, sulla quale si basa la sostituibilità, ha due aspetti: permette di ricondurre il molteplice al semplice (cassa rurale simile a luigi); •
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mette in luce una categoria generica, che si maniesta nei casi specifci.
Sintagmi: sintagma nominale, le sue proprietà sintattiche si ntattiche sono determinate dal nome che ne costituisce il nucleo, mentre gli altri elementi sono modicatori (aggettivi (aggettivi come attributi, rasi relative, sintagma preposizionale; sono atti per aumentare l'intensione, restringendo l'estensione)del nucleo o determinanti (articolo (articolo determinativo o indeterminativo, e la loro presenza mette in luce la destinazione semantica del sintagma nominale: individuano o quantifcano •
l'estensione del rierimento) della struttura complessa ormata da nucleo e modifcatori*;
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sintagma verbale*;
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sintagma aggettivale; sintagma avverbiale (sintagma minimo) sintagma preposizionale* (preposizione + sintagma nominale, e organizzano tutte le strutture s trutture complesse). *costituenti principali delle rasi •
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RAPPORTI FRA LE PARTI Entro i vari tipi di sintagmi vi è sostituibilità ra una orma minima e un'espressione complessa, tranne nel sintagma preposizionale ( di non non può sostituire di legno). La sostituibilità è utile per individuare le unità uni tà unzionali (riducendo il complesso al semplice) ma non serve per descrivere la struttura interna di un sintagma (ovvero i ruoli). In generale, le espressioni complesse sono sintagmi quando costituiscono espansioni di nucleo (libri si può espandere in libri nuovi). Iterabilità dei modicatori= modicatori= il nucleo nominale può essere espanso e ili l risultato può essere sottoposto a un'ulteriore espansione e così via (modifcatore di un sintagma nominale, di un modifcatore di un sintagma si ntagma nominale, modifcatore di un modifcatore di un sintagma nominale). A volte la successione lineare delle orme di parole non a emergere il ruolo di un sintagma nella rase. Per risolvere l'ambiguità, si può ricorrere allo spostamento (= spostamento (= riormulare la rase in una struttura del tipo “ è che X che P”, ovvero una frase scissa che circoscrive un costituente: es. è Piero che..).
VERBO, VALENZA E DINAMICA DELLA SINTASSI La valenza caratterizza un modello della sintassi che privilegia un pdv dinamico sul enomeno linguistico: la sintassi è mettere vita in una massa di parole stabilendo tra loro connessioni (un (un verbo transitivo assomiglia ad un atomo che deve riempire due posti vuoti). La valenza è innescata dal lessico e deagra nella sintassi, mentre ha le sue
radici nel signifcato; il verbo è il vertice sintattico e anche semantico (un
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predicato, e rappresenta lo schema di un evento: nella struttura di un evento vi sono i partecipanti che si pongono come argomenti del del predicato).
Verbo monovalente= monovalente= esige un solo argomento (es dormire). Verbo bivalente Verbo bivalente== esige due argomenti, come i verbi transitivi con oggetto diretto (costruire, salutare), o come i verbi che signifcano azione reciproca (litigare). Verbo trivalente Verbo trivalente== richiede anche un oggetto indiretto (dare, promettere). La valenza può caratterizzare anche aggettivi e nomi, inatti un nome che deriva da un verbo può conservare gli argomenti di quest'ultimo. Attanti= il numero di argomenti per un verbo può cambiare in base alle Attanti= ragioni della comunicazione: compaiono dunque altri argomenti, non obbligatori per la sintassi, ma necessari per la semantica. Circostanti= l'argomento è detto circostante perché unziona come un Circostanti= avverbio modifcatore del verbo e serve per collocare un vento in rapporto al luogo, al tempo, al modo o alla causa. L'ordine degli argomenti è ripreso nella struttura sintattica dalla gerarchia delle relazioni che i sintagmi nominali intrattengono con il verbo (l'oggetto diretto e indiretto sono “dominati ” e sono complementi del sintagma verbale; il soggetto è un costituente immediato della rase, alla pari di quello verbale).
FRASI NOMINALI E VERBALI VERBALI Predicato nominale=Verbo essere (copula=collega il soggetto al predicato e trasferisce al nome o aggettivo i morfemi essionali del genere e numero) + nome o aggettivo qualicativo (rase nominale) Predicato verbale= il vertice sintattico è un verbo (rase verbale).
VERBI IMPERSONALI
piove, nevica, ..). In russo la Tipicamente signifcano eventi atmoserici ( atmoserici ( piove
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struttura è bimembre (Cade pioggia, cade neve). Dai verbi impersonali si distinguono gli usi impersonali dei verbi come “ dicono che in siberia faccia molto freddo”.
RUOLI SEMANTICI DEGLI ARGOMENTI NOMINALI DI UN VERBO Ruoli semantici d'agente= d'agente= il ruolo è il proflo proflo che un'entità un'entità riveste in una scena, il soggetto di una rase attiva ha un ruolo d'agente d'agente,, mentre l'oggetto è paziente (=ciò paziente (=ciò su cui ricade l'azione). I verbi sono considerate parole che signifcano azioni, i bivalenti (transitivi) hanno sia il soggetto “agente” che l'oggetto “paziente”. “paziente”. Costruzioni segniche della rase (=strutture rase (=strutture per esprimere schemi di evento della realtà): schema dell'azione dell'azione;; Esistenza,, è uno stato, mette in relazione un'entità con un modo di Esistenza essere (C'è del marcio in Danimarca); Avvenimento,, coinvolge un oggetto in un processo ( la pentola bolle); Avvenimento Esperienza , categorizza esperienze mentali ( pensare, sapere, volere) e sensoriali (vedere, udire), e si richiede un individuo nel ruolo di sperimentatore; Possesso,, come primo partecipante vi è il possessore (umano o oggetto); Possesso Movimento,, è lo schema “origine-percorso-meta” (Il libro è caduto dalla Movimento •
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mensola sul tavolo) •
Traserimento, schema attivato con il verbo dare: un “agente” è il primo Traserimento, partecipante, poi vi è un “beneciario” e un “ paziente”.
COSTRUZIONE PASSIVA COME STRUTTURA LINGUISTICA Le costruzioni sintattiche sono strutture di una lingua, e dunque sono caratterizzate da polivalenza, endolinguisticità e preerenzialita. Costruzione con verbo nito passivo= passivo = è polivalente, può servire per lasciare implicito l'agente oppure cambiare la struttura comunicativa associata alla rase attiva (omissione dell'agente è una unzione preerenziale: Luigi è stato
promosso).
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Le unzioni semantiche del passivo si caratterizzano diversamente a seconda delle lingue (es. in tedesco vi è un passivo processuale processuale e un passivo risultativo).
UNA TIPOLOGIA TIPOLOGIA DELLE DIPENDENZE Il soggetto è argomento del verbo: questa struttura emerge nelle lingue dotate di una morologia essionale (inatti concorda con il verbo). Nelle connessioni ra le parti si riconoscono 3 tipi di dipendenza: 1. Bilaterale Bilaterale:: vi è interdipendenza tra i due costituenti (caso del legame tra sintagma e verbale e soggetto, o il nesso tra una preposizione e sintagma nominale), uno implica l'altro, ed è bilaterale se l'argomento è un attante; 2. Unilaterale Unilaterale:: il nucleo non richiede il modifcatore, mentre quest'ultimo richiede il nucleo; 3. Coordinativa Coordinativa:: vi è un rapporto ra i due nuclei e nessuno dei due ha bisogno dell'altro per comparire nella struttura sintagmatica.
MANIFESTAZIONI NEL NESSO SINTATTICO: CONCORDANZA, REGGENZA, GIUST GIUSTAPPOSIZIONE APPOSIZIONE Le dipendenze sono legami tra gli elementi che per maniestarsi si avvalgono di diverse strategie: Concordanza== quando un elemento traserisce i propri moremi Concordanza essionali a un altro: nel sintagma nominale (il nome stabilisce genere e numero di aggettivo e articolo), e anche il verbo ha un morema estrinseco (il numero viene imposto dal soggetto); Reggenza== quando i moremi che compaiono in un sintagma sono Reggenza determinati da un altro sintagma (modalità che caratterizza lingue con la declinazione nominale, come greco, latino, russo e tedesco), ed è determinata da sintagmi che per nucleo hanno un verbo, un nome, un aggettivo o una preposizione; Giustapposizione== impo nelle lingue povere di essione (es. inglese), Giustapposizione l'aggettivo precede il nome ma lo segue se domina a sua volta altri elementi (a town rich in monuments). •
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RELAZIONI INTERFRASTICHE E TIPI DI FRASE
Paratassi= vi sono dipendenze coordinative, e può maniestarsi con
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congiunzioni coordinative o per asindeto (=senza congiunzione). Ipotassi= dipendenze bilaterali e unilaterali, dove una rase è subordinata all'altra. Per la struttura interna si distinguono dis tinguono rasi con verbi di di modo modo nito (introdotte nito (introdotte da congiunzioni, es. “che credono..”, pronomi relativi o interrogativi), oppure indenito (il indenito (il verbo può avere orma di infnito, gerundio o participio). Le subordinate introdotte da congiunzioni o preposizioni sono connesse alla rase dominante da una dipendenza bilaterale: una frase implica l'altra (la dominante non può sussistere senza la subordinata). Frasi iussive= iussive= presenza di un verbo all'imperativo Frasi interrogative= interrogative= possono essere generali (=stessi sintagmi di una dichiarativa), o particolari (contengono uno o più sintagmi interrogativi, caratterizzati da un lessema interrogativo come aggettivo, pronome o avverbio).
PUNTO DI D I VISTA GENERATIVO E GRAMMA GRAMM ATICA UNIVE UNIVERSALE RSALE La sintassi muove la grammatica generativa generativa, studiata dal linguista americano del Novecento Chomsky Novecento Chomsky,, secondo il quale il generale si realizza nelle lingue, acendosi domande sul rapporto lingua-mente umana: come si acquisisce il “sesto senso” per la struttura?. Si avanza l'ipotesi di un organo preposto all'acquisizione di qualsiasi lingua: l ingua: un bambino nei primi anni di vita è esposto a una serie di stimoli che attivano una capacità innata di riconoscere e produrre espressioni “ben ormate”; scartando le “mal ormate”. Quest'organo mentale è la grammatica grammatica,, una realtà non osservabile che produce dati osservabili ( frasi concrete), ed è anche la descrizione esplicita della competenza implicita che ogni essere umano acquisisce nei primi anni di vita. Grammaticalità= l'intuizione della struttura, è implicita e viene sostituita da Grammaticalità= una descrizione esplicita della struttura, cioè da una generazione; tenta di spiegare il patrimonio genetico che permette al bambino di interpretare certi suoni come “esperienza linguistica”, inoltre spiega le dierenze/somiglianze tra le lingue.
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Deduzione= (la matematica è la materia deduttiva per eccellenza), Deduzione= procedimento che parte dalla realizzazione generale e non tiene conto dei atti, ma viene verifcata con essi: si prendono i atti e si cerca una ormula che li spieghi (la sintassi viene sostituita con l'intuizione, e si parla dei descrittivisti americani*). *DESCRITTIVISTI (Ipotesi Sepir Wor) ciascuna lingua è diversa, anche la struttura riette modi diversi di pensare (diverso da Chomsky); Wor Wor analizza la morologia di certi verbi di tribù aricane e riettono il modo diverso di pensare:le lingue possono avere un aspetto immaginario Parametri : grandezze che ricevono valori diverso e contribuiscono al atto che diversi a seconda della lingua. Un ci ormiamo certe immagini. Il parametro ad esempio è il “ pro-drop” lessico riette le necessità (=omissione del pronome soggetto, in comunicative (es. dani-colori), lingue come rancese, tedesco e inglese senza scordarsi la unzione comunicativa della lingua. non è consentito). consentito).
Nella teoria si distinguono: 1. Principi : requisiti obbligatori che una qualsiasi lingua deve soddisare (sono uguali in tutte le lingue, ciò che cambia è il modo in cui si maniestano). Un principio è ad esempio l'endocentricità (=ogni sintagma SX deve avere una testa X dello stesso tipo); 2.
3.
Principio di proiezione lessicale : ogni sintagma parte da una categoria
lessicale che proietta le proprie caratteristiche su un livello superiore, quindi la struttura sintattica è il risultato della proiezione del lessico sui livelli di astrazione crescente categoria meno “concreta” di N, che a sua volta è meno concreta del(SN singolo lessema). La sintassi è ondata sulle inormazioni ornite dal lessico. Inormazioni sulla essione, sulla compatibilità tra lessemi, le valenze del verbo selezionano i singoli argomenti e ogni argomento ha una posizione precisa: queste proprietà della struttura sono “gestite” dai singoli moduli della grammatica tra loro collegati. La sintassi è il livello intermedio tra la orma onetica (interaccia onetica (interaccia con il suono) e la orma logica di Chomsky: quest'ultima permette permette di collegare una rase al signifcato.
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LINGUA E COMUNICAZIONE (cp.7) le strutture di una lingua servono a costruire eventi semiotici nella comunicazione: è semiotico un evento fsico, orale o scritto che è atto per signifcare e che si costituisce entro un'azione. Cooperazione= due o più soggetti cooperano quando condividono gli Cooperazione= obiettivi. Interazione== è un altro tipo di interazione comunicativa: un soggetto Interazione persegue un obiettivo e si avvale della collaborazione di altri soggetti, ciascuno con obiettivi propri che però si integrano con l'obiettivo del primo soggetto.
Eventi semiotici come questi appartengono all'esperienza della realtà quotidiana dove le parole costituiscono rapporti sociali e anno la storia degli incontri ra le persone. La componente non verbale esplicita è la realtà data come ostensione: i soggetti assumono un atteggiamento, mentre le conoscenze che derivano dall'esperienza condivisa dalla comunità costituiscono la componente implicita.
Enunciati= espressioni che per la sintassi hanno di solito il rango di rasi e che Enunciati= per il loro apporto alla comunicazione si confgurano come testi minimi. Danno importanza alle proposizioni , che sono le descrizioni di una situazione nella realtà.
DALLA SEMANTICA ALLA PRAGMATICA Gli enunciati possono avere: •
Signicato letterale Signicato letterale== signifcato ricavato soltanto dalle parole che compongono l'enunciato, senza contesto e viene studiato dalla
semantica;
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Signicato contestuale Signicato contestuale== componenti che non rientrano nel signifcato letterale e sono legate all'uso, e viene studiato dalla pragmatica (=indaga la compresenza del contesto nell'uso della lingua).
Composizionalità== individua il signifcato ed è la combinazione degli elementi Composizionalità in un intero maggiore (“ il risultato dell'intero è funzione del signicato delle parti” ). ). Per parlare della realtà è necessario che vi sia un predicato semantico e semantico e tanti argomenti quanti sono quelli richiesti dal predicato (il predicato è una proprietà o una relazione che caratterizza una o più entità in senso lato). La semantica studia anche le relazioni tra proposizioni.
Quanticazione== delimita la quantità di individui per cui vale il predicato: il Quanticazione quanticatore universale è rappresentato da tutti/e; il quanticatore esistenziale è espresso da qualche, alcuni/e. Proposizioni contraddittorie= contraddittorie= quando si oppongono per la polarità (una negativa e una positiva), e per la quantità (una universale e l'altra particolare): l'universale aermativa è la contraddittoria della particolare negativa. Proposizioni contrarie= contrarie= quando si oppongono per la polarità, ma non per la quantità (restano universali). Le proposizioni particolari sono dette subcontrarie: se ne aermo una, non nego l'altra (qualche torta è buona e qualche torta non è buona ).
PROCESSI DI TESTUALIZZAZIONE Una struttura linguistica ha una gamma di usi possibili chiamati valenze o funzioni . Una struttura ha una valenza preferenziale, ovvero l'uso che prevale statisticamente o psicologicamente, e viene impiegata per dare il nome alla struttura stessa (es. futuro, tempo di forme verbali come capirai, vedrai,…). In lessicografa le valenze diverse di un lessema sono detti sensi sensi:: quando un lessema entra in un testo non lo a con tutto il suo potenziale semantico, ma con un senso, che si attiva anche grazie ai lessemi con cui si combina. Ildevono signifcato si maniesta dimensione testuale (le strutture per unzionare essere sottopostenella a una serie di processi di testualizzazione testualizzazione). ).
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DISAMBIGUAZIONE La disambiguazione opera sull'omonimia e sulla polisemia. L'ambiguità L'ambiguità può essere: lessicale== omooni non omograf (spirito di vino vs. spirito divino ), lessicale •
risostruttura omooni omograf (non abbiamo ); ambiguità nella maniesta maniestazione zione più della sintattica; quando interviene sulla struttura polisemica (con polisemica (con più valenze), attiva una valenza, escludendo le altre. La disambiguazione tende a rendere univoco un elemento che nella storia di una lingua ha accumulato un deposito di valenze disparate, spesso prive di legame ra loro. •
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PERTINENTIZZAZIONE Essa mette in rilievo un aspetto del senso, mentre altri restano sullo sondo: i caratteri esclusi dalla pertinentizzazione pertinentizzazione non non sono cancellati, ma restano disattivati (non rilevanti nella comunicazione in atto). Il testo viene scomposto in tratti (sono (sono proprietà semplici, cioè non ulteriormente scomponibili), così la linguistica può scoprire somiglianze e dierenze semantiche tra i lessemi. La loro presenza o assenza in una confgurazione di tratti caratterizza un senso lessicale, e descrivono un senso tipico dei rispettivi lessemi, limitatamente l imitatamente agli usi prevalenti, senza considerare la probabilità che alcuni tratti restino in primo piano e altri sullo sondo. SPECIFICAZIONE SPECIFICAZIONE E' un processo che mette in luce la bidirezionalità della testualizzazione. Nella specifcazione il testo si maniesta come un andirivieni tra esperienza e lingua, perché noi sappiamo che l'”essere rosso del vino è diverso da quello del sole, della rosa, …”. SINONIMIA, DENOTAZIONE DENOTAZIONE E CONNOT CON NOTAZIONE AZIONE Per verifcare la sinonimia si può ricorrere alla sostituzione (=criterio operativo utile per stabilire un gran numero di serie sinonimiche nella lingue dell'uso
comune, ma non può essere applicato ovunque, soprattutto nelle valutazione dei linguaggi specialistici).
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Combinando sostituibilità e distribuzione si possono cogliere i segmenti testuali associati tipicamente ai diversi sensi di una parola. Denotazione= attribuita alla semantica, annovera le componenti del senso Denotazione= che descrivono entità o situazioni nel contesti: signicato signicato “ “cognitivo cognitivo”” o ““soggettive”. reerenziale”” perché conterrebbe inormazioni “oggettive” e non valutazioni reerenziale Connotazione= attribuita alla pragmatica, riguarda l'atteggiament Connotazione= l' atteggiamento o del soggetto verso il contesto (signicato ( signicato “emotivo”). “emotivo”). PARADIGMI, COMPATIBILITÀ E INCOMPATIBILITÀ Se la sinonimia sinonimia studia studia la somiglianza, l'antonimia l'antonimia indaga indaga le dierenze tra coppie di lessemi, e anche in questo caso si considerano i sensi, non tutto il potenziale semantico dei lessemi. L'antonimia impone alla lingua le l e ragioni della realtà ed è di vario tipo, e si distinguono solitamente i contraddittori e e contrari : Aggettivi contraddittori= contraddittori= un elemento esclude l'altro e non vi sono stadi intermedi né gradi diversi per qualità (se si nega uno si aerma l'altro); Aggettivi contrari= la qualità è dosabile, graduabile, stanno in opposizione ma si possono avvicinare. •
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PREDICATI E ARGOMENTI TRA MONDO ATTUALE E MONDO COND CONDIVISO IVISO Predicato= è la qualità che la ragione riscontra come aspetto comune a più Predicato= entità: con i predicati si classifcano le entità e le situazioni colte nell'esperienza direttamente o mediamente. I conni tra credere e sapere sono mediati dalle persone con le quali viviamo.
Mondo attuale= attuale= il mondo delle conoscenze e delle credenze correlato a un parlante/ascoltatore. Mondo condiviso (common ground)= ground) = mondo condiviso dagli interlocutori, e se dopo la comunicazione cambia vuol dire che l'atto comunicativo ha avuto
un eetto.
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Il mondo, sia attuale che condiviso , è un insieme di atti, entità e relazioni ra entità. I predicati sono i modi di essere colti nell'esperienza e letti per mezzo delle strategie messe a disposizione dalla lingua. Nel nome, un predicato indica un'entità dicendone il modo di essere . In l'argomento simboli, se x indica indica e Ptale il predicato , laproprietà strutturadi sarà: x:(Px), “qualcosa che ha la P” P sta per tutte le caratteristiche impiegate dal parlante nel suo mondo attuale per individuare l'argomento x.
es. acqua resca Predicati interni= caratterizza l'argomento e stabilisce come deve essere una x qualsiasi per essere “acqua” “acqua”.. Predicati esterni= quando al nome si combina un aggettivo, e la x può essere argomento del predicato esterno solo se soddisa quello interno x:(Px (Px) (Qx (Qx), “qualcosa che avendo le proprietà di P ha la proprietà di Q →
Verbi atelici Verbi atelici== signifcano solitamente stati o attività colte senza un termine (es. dormire, ridere). Verbi telici Verbi telici== predisposti ad indicare azioni momentanee (arrivare, svegliarsi ) o continuative (cadere, salire). SINTAGMI NOMINALI E RIFERIMENTO I nomi comuni hanno la capacità di rierirsi a classi di entità nel mondo, e il rierimento può essere attivato dai parlanti che si servono dei sintagmi nominali entro un testo. Il testo testo può può essere di minimo minimo,, ovvero una frase. Joint activity Joint activity== anche nel monologo e nella lettura di un testo scritto il destinatario unisce le orze a quelle del mittente per costruire il rapporto con il mondo del testo. Molti sintagmi maniestano descrizioni : il parlante vincola un'entità a una o più caratteristiche che la individuano rispetto ad altre entità. Punto di partenza è il denotato di un nome o di un'espressione ormata da un nome e
da uno o più modifcatori. Nella descrizione denita, denita, si applica una *determinazione *determinazione •
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individuante, che si maniesta nell'uso dell'articolo determinativo. Altre descrizioni servono per rierirsi all'individuo che abbia una caratteristica data (es. Il fortunato vincitore è atteso alla cassa ): si parla di uso attributivo, attributivo, non reerenziale, della descrizione. descrizione.
INDETERMINATO SPECIFICO E NON SPECIFICO Le descrizioni defnite sono ottenute mediante *determinazione *determinazione (=individuazione di un'entità specifca entro un ambito più ampio, nel quale si è mosso il rierimento). Il rierimento non noto né al mittente né al destinatario e la ripresa anaorica anaorica (verso l'alto, diversa da cataorica cataorica,, verso il basso) non impiega un sintagma determinato (articolo determinativo con uso specico ), ma il pronome indenito uno. Un sintagma nominale può non rierirsi ad un individuo, ma a una categoria nel suo complesso: si ha così la l a descrizione del concetto, usando l'articolo l'articolo determinativo al singolare (il determinativo singolare (il plurale se l'articolo esprime il quanticatore universale: i leoni=tutti i leoni). QUANTIFICAZIONE Essa delimita il campo di applicazione dei predicati: quantifcatore universale (tutti) e quantifcatore esistenziale ( alcuni , qualche). Tutti , ogni /ognuno, entrambi indicano totalità; alcuni non non la indicano. Con i nomi di massa al singolare si possono usare molto, poco, e vi sono anche i nomi di massa astratti. Ciascuno, qualche hanno uso distributivo (“uno alla volta”); ciò ci ò non vale per tutti , alcuni . I numerali cardinali sono sono specifci; la quantità non è specifcata in tutti , alcuni . I numerali ordinali sono sono detti scalari (non (non è scalare quando si indica un insieme di elementi). Dai quantifcatori si distinguono le espressioni che si applicano a nomi di massa per renderli nomi di entità individuali. Contenitori e quanta possono essere quantifcati, i quantifcatori numerali possono essere combinati con articoli determinativi , dimostrativi o o possessivi . •
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INTENSIONE ED ESTENSIONE Intensione = l'intensione di un'espressione caratterizza le entità che Intensione= appartengono alla sua estensione, indicandola direttamente: l'intensione è data dalle descrizioni diverse impiegate per rierirsi ad un individuo, i ndividuo, oggetto,... Napoleonenon è un nome proprio, non ha intensione, ma solo estensione).(es. L'intensione L'intensione è riducibile alla denotazione, intesa come potenziale di rierimento caratteristico di un lessema. Due espressioni con la stessa estensione ma con diversa intensione, non sono sinonime.
ATTI LINGUISTICI E INFERENZE Vi sono altri aspetti per i quali un testo non descrive la realtà ma la pone in essere. Testi perormativi Testi perormativi== dopo il proerimento, la realtà non è più la stessa (es. ormule proerite dal sacerdote). Secondo lo studioso di Oxord John Austin, il proerimento di un enunciato è un atto di comunicazione verbale, o atto linguistico, costituito da più componenti, ciascuna delle quali ha la caratteristica di un atto: Atto locutivo Atto locutivo,, articolato in un atto onetico (la (l a pronuncia dei suoni), un atto àtico atto àtico (che (che abbraccia onologia, grammatica e lessico) e un atto atto rhetico (“verbo,predicato”, rhetico (“verbo,predicato”, si rierisce sia all'entità sia all'insieme a cui appartiene; Austin vi a rientrare la denotazione e il rierimento); Atto illocutivo Atto illocutivo (o (o illocuzione illocuzione), ), compiuto mentre si proerisce l'enunciato, inatti viene atto mediante le parole e all'illocuzione è connesso uno scopo. Il successo o l'insuccesso è valutato guardando il risultato dell'atto mettendolo in rapporto con l'illocuzione: se l'illocuzione unziona, il risultato realizza lo scopo pragmatico; Per Austin il risultato è considerato parte dell'atto linguistico e viene chiamato atto atto perlocutivo perlocutivo:: enunciato visto come mezzo per giungere a •
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un certo risultato.
Per descrivere la relazione tra una rase rase e una relazione pragmatica viene usato il termine “tipicamente”: signifca che, di per sé, qualsiasi rase può
servire per qualsiasi unzione. Anche un solo gesto può bastare per compiere una direttiva o una minaccia.
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Non sempre la orza tipica di una struttura si realizza in un'illocuzione concreta prodotta quando l'enunciato è proerito: è il caso della domande domande retoriche,, che non sono aatto domande, ma atti linguistici indiretti di retoriche asserzione. Atto indiretto indiretto= = uso retorico di una rase i nterrogativa: interrogativa: non èlinguistico quella suggerita dalla struttura linguistica, bensì deve essere l'illocuzione individuata considerando le circostanze concrete della comunicazione. Atti indiretti convenzionali= convenzionali= atti che seguono una precisa convenzione: per esempio in italiano la combinazione tra la orma verbale “ potresti ” e la rase interrogativa si usa per ormulare una richiesta gentile. Atti indiretti non convenzionali convenzionali== un'espressione come “la nestra è aperta ” si usa per are una richiesta o un rimprovero: bisogna quindi ar intervenire una serie di attori che non sono linguistici, l inguistici, ma costitutivi dell'atto di comunicazione. Inerenza= chi interpreta correttamente un atto linguistico collega una Inerenza= struttura linguistica ad un'illocuzione; questo collegamento, diretto o indiretto, convenzionale o non convenzionale, richiede l'elaborazione di inormazioni ricavate dal contesto (azione che va posta dentro ai processi del ragionamento che presiedono alla comprensione dei testi). Nel processo di comprensione il destinatario deve tener conto del contesto e deve scegliere l'interpretazione pertinente con i attori non linguistici della comunicazione.
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ELEMENTI DI LINGUISTICA DEL TESTO (cp.8) Un testo non si riduce a una combinazione di parole, ma è un evento semiotico all'interno di un'azione comunicativa : vi è diversità qualitativa tra le strutture linguistiche , e possono variare anche per dimensione e tipologia o abbiamo: testi parlati o scritti; monologici o dialogici; verbali o semanticamente misti. •
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La dimensione dimensione transrastica transrastica (oltre (oltre i confni della rase) è studiata dalla linguistica testuale a partire dagli anni '60 del Novecento. Ambiti della testualità testualità:: maniestazioni grammaticali e lessicali delle connessioni trasnrasiche; le relazioni semantiche; •
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le tipologie testuali.
Contesto= comprende la situazione comunicativa (le circostanze) e il mondo Contesto= del testo. Co-testo== è invece impiegato per rierirsi alle sequenze testuali che Co-testo precedono o seguono la sequenza presa in considerazione.
CRITERI DI TESTUALITÀ' TESTUALITÀ' Secondo Dressler, Dressler , i criteri che consentono di attribuire la caratteristica di testo a una produzione linguistica sono coerenza e coesione, intenzionalità, accettabilità, informatività, situazionalità e intertestualità. Coerenza= connessione semantica ra le componenti del testo mediante Coerenza= strutture linguistiche (coerenza grammaticale o coesione); la coerenza è recuperata dalle conoscenze del mondo del testo: coerenza semantica.
ASPETTI DELLA COESIONE
STRATEGIE DI RIPRESA Coreerenza= rierimento di più espressioni allo stesso elemento nel contesto,
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non è un attore di coesione ma di coerenza semantica. E' corretto dire che le strategie coesive di di ripresa e di rimando anaorico o cataorico sono strumenti per maniestare la coreerenza: Un elemento elemento può può comparire identico nel co-testo; Si può ricorrere alla sostituzione lessicale, lessicale, con elementi che si •
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assomigliano per pronomi il senso (sinonimia co-testuale); Si possono usare (o il termine pro-orme): se rinviano a un elemento successivo si dicono catafore, ad uno anteriore anafore. Un sintagma preposizionale si può sostituire con orme avverbiali. Un sintagma nominale indenito specico si specico si può ripetere sostituendo l'articolo l'articolo indeterminativo indeterminativo con con quello determinativo determinativo.. La ripresa può attuarsi inoltre i noltre mediante condense semantiche: un elemento riassume una descrizione articolata anche in più sequenze del co-testo anteriore. I nomi nomi astratti astratti sono sono adeguati allo scopo.
COMMENTI METATESTUALI METATESTUALI E ALTRI ALTRI FENOMENI FEN OMENI DI COESIONE C OESIONE Commenti metatestuali= metatestuali= il mittente esplicita il legame ra le sequenze del testo; sono molto importanti anche i connettori (=elementi (=elementi che legano gli enunciati). Tra i connettori vi sono le strategie correlative (=articolate in più componenti, le quali attuano più legami ra sequenze di testo). Ellissi= vive nella coesione e contribuisce ad essa; solo nella dimensione Ellissi= transrastica è possibile interpretare una struttura ellittica recuperandone le componenti taciute. Fenomeni Fenomeni come l'ellissi mettono in lluce uce la complementarità tra coesione e coscienza (l'interpretazione può richiedere precisazione o rierimenti al contesto). Ellissi semantiche Ellissi semantiche== riguardano le componenti del signifcato che non sono verbalizzate perché gli interlocutori possono ricavare dal contesto, in quanto sono prevedibili o attese.
ASPETTI DELLA COERENZA C OERENZA TESTUALE La coerenza semantica non si maniesta linguisticamente, ma è stabilita e compresa in orza del rierimento a individui o situazioni che appartengono al mondo condiviso dagli interlocutori. Sono però possibili altre interpretazioni
in base al contesto e co testo.
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PRESUPPOSIZIONI, FRAMES E SCRIPT Per la coerenza sono decisive le PRESUPPOSIZIONI PRESUPPOSIZIONI== un sapere implicito la cui validità è condizione per la realizzazione del testo. Quelle Quelle pragmatiche o contestuali riguardano conoscenze relative al mondo e sono attivate a ridosso componente verbale. è strumento di coerenza testuale: esso mette in Ildella presupposto pragmatico luce il nesso semantico ra due situazioni s ituazioni che non sono legate da elementi coesivi. La connessione tra conoscenze contestuali ed elementi testuali si ha con: Frames= conoscenze legate ad uno scenario: sono organizzate in modo statico; Scripts= sono conoscenze procedurali, ovvero tipi di attività che riguardano l'esperienza. •
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Presupposizione esistenziale Presupposizione esistenziale= compaiono solitamente nei sintagmi nominali rieriti ad entità. Il rierimento comporta la presupposizione di esistenza di un individuo o di una cosa nella realtà realtà del testo. La presupposizione presupposizione di esistenza è ereditata nel co-testo successivo Presupposizioni Presupposiz ioni attuali= attuali= si rilevano quando il testo introduce il rierimento a una situazione che viene presentata come un attore scontato. COERENZA E COOPERAZIONE FRA INTERLOCUTORI Nei testi dialogici la coerenza è ricostruita grazie alla cooperazione tra gli interlocutori. Principio di cooperazione (o di buona volontà/di carità)= carità)= vi è un'apertura di credito reciproca ra gli interlocutori. HERBERT PAUL GRICE Categorie e massime della conversazione secondo Grice (vd tabella pag.140). Grice inoltre parla di una comunicazione verbale quotidiana, che è intrisa di rimandi a conoscenze non verbalizzate. Quando il principio di cooperazione è operante vi è sempre coerenza testuale
e l intenzione comunicativa è implicita e deve essere recuperata mediante una inferenza a partire dal contenuto esplicito.
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SII PERTINENTE E LE FUNZIONI DI TEMA E DI REMA REMA La pertinenza dipende dallo sguardo di colui che comunica: è un punto di vista su una realtà. Il parlante/scrivente invita il destinatario a condividere questa prospettiva in un atto di condivisione della realtà da comunicare. Il contenuto può avere aspetti diversi in base al “peso”“meritevole degli elementi testuali:l'asserzione è pertinente se il atto atto descritto è davvero di asserzione”. asserzione” . Per indicare le unzioni delle componenti nella sequenza vi è una terminologia varia: gli americani parlano di topic (argomento) e di comment , considerato l'elemento in posizione di focus (=elemento messo in rilievo nella prosodia); la tradizione europea parla invece di tema tema (argomento) (argomento) e rema rema (predicato=componente (predicato=comp onente del senso, è l'elemento con il massimo rilievo prosodico e compare dopo le componenti tematiche e quindi è doppiamente segnato). X che p, dove X è rematico, Frasi scisse= scisse = sono costrutti la scrittura èche mentre p indica il resto dellacon proposizione, è tematico.
Dislocazione= può avvenire a destra (L Dislocazione= (L'ha 'ha letto Luigi, il libro), o a sinistra (Il libro, Luigi, lo legge): un elemento è sintatticamente dislocato dalla struttura della rase. Ci presentativo presentativo== introduce un rema articolato in due momenti: il primo è un “rema cataforico” e annuncia il compimento di rema; si utilizza soprattutto
quando il soggetto ha un articolo indeterminativo, e come tale introduce un elemento nuovo per il destinatario.
INFORMATIVITA', INTENZIONALITA' ACCETTABILITA', SITUAZIONALITA SITUAZIO NALITA',', INTERT INTERTESUALITA ESUALITA'' Inormatività= capacità di un testo di aggiornare il mondo attuale del Inormatività= destinatario e può essere misurata in base al tipo di testo e agli interlocutori coinvolti. Intenzionalità e Intenzionalità e accettabilità accettabilità== criteri complementari, il primo riguarda il mittente che ha la volontà di costruire un testo ben articolato in rapporto ad
uno scopo; il secondo concerne il destinatario, che maniesta la disponibilità a recepire la produzione verbale del mittente, riconoscendogli le caratteristiche del testo. Una successione di parole è un testo solo se la volontà degli
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interlocutori cooperano in tal senso. Situazionalità== legata all'ostensione (=al ruolo del contesto situazionale): es. Situazionalità non hai freddo? È È sensata se rivolta ad un amico che circola in maglietta in inverno. Intertestualità== insieme dei rapporti che legano un testo ad altri testi, con Intertestualità rimandi interni o esterni all'opera.
PROGETTO TESTUALE FRA ORALIT ORALITÀ À E SCRITTURA Proposte di classifcazione dei testi, tre aspetti ondamentali: 1. la materia, materia, cioè cioè la conoscenza conoscenza dei dei atti, atti, le ipotesi ipotesi che si metton mettono o a tema nel testo; 2. le dinamiche dinamiche di svolgiment svolgimento o testuale testuale (descrittiv (descrittivo, o, narrativo, narrativo, argomentativo e testuale); 3. il tipo testuale, testuale, la classe in cui rientra rientra un un testo testo concreto. concreto. PIANIFICAZIONE E FRAMMENTAZIONE. DISTANZA E COINVOLGIMENTO Dierenza ra scritto e parlato: Lo scritto richiede più tempo dell'orale con una pianifcazione del testo, verifca e integrazione (più subordinate del parlato); Scrittori e lettori non sono in contatto ra loro, per questo l'autore è distaccato rispetto al pubblico dei lettori e verso l situazione (nel parlato c'è maggiore coinvolgimento coinvolgimento); ); è diverso anche il rapporto con la situazione: nel parlato gli individui che •
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interagiscono loaltri anno anche con la loro fsicità quindi comunicano per mezzo anche di segni. DINAMICHE DI SVOLGIMENTO TEMATICO TEMATICO L'andamento narrativo si caratterizza per la presentazione, lungo l'asse temporale, di un intreccio di eventi caratterizzato da atti preliminari, complicazione, sviluppo e risoluzione. La dimensione privilegiata è la spazialità. Nell'andamento descrittivo (tipico per le presentazioni di discipline) la descrizione è subordinata a una “dominante” narrativa.
Gli sviluppi argomentativo ed esplicativo si assomigliano: il primo è caratterizzato da connessioni di tesi e prove, o argomenti e conclusioni; il secondo invece prende le mosse da un dato di atto e si dà un resoconto.
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TIPI DI TESTO E VINCOLI INTERPRETATIVI INTERPRETATIVI Nelle interpretazioni sincere di un testo, il destinatario si preoccupa di recuperare l'intenzione comunicativa e i rapporti del testo con il mondo attuale dell'autore (cioè il contesto) Vicolo iterpretativo= iterpretativo= più i vincoli del mittente sono maggiori, più si avrà chiarezza e precisione delle sue componenti semantiche e per l'univocità della maniestazione linguistica. Si ritiene così possibile collocare lungo la scala, ai cui estremi si pongono il grado massimo e il grado minimo di vincolo interpretativo. i nterpretativo.