LINGUAGGIO ASTRALE dal 1970 Pubblicazione Trimestrale del Centro Italiano di Astrologia
ANNO XXXV n. 139 Estate 2005
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SOMMARIO CASA PRIMA
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107 Annunci vari ............................................................................................................
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110 Darrelyn Gunzburg: Un’intervista con Liz Greene .....................................................
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130 Dante Valente: Sul simbolo .......................................................................................
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140 Robert D. Doolaard: Cicli di guerre 1500-2000 .........................................................
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150 José Luis Pascual Blázquez: Le fasi fisiche dell’astrologia naturale ...........................
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191 Yves Lenoble: Per una diversa interpretazione dei segni dello Zodiaco ......................
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CASA TERZA 301 Demetrio Santos: Le date del Vangelo .......................................................................
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307 Mariano Aladrén: Amore, Astrologia e Ermetismo ...................................................
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315 Brian Clark: Le case delle relazioni ..........................................................................
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320 Angela Castello: Viaggio in Botswana con Urano e Nettuno in mutua ricezione ........
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390 Vita Associativa .......................................................................................................
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CASA QUARTA 410 Luigi Maggi: Cesare Pavese: era destino? ................................................................
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CASA QUINTA 510 Grazia Bordoni: Roba minima ..................................................................................
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530 Marco Pesatori: Gli astri del corpo. Venere-Forma, Plutone-Desiderio .......................
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550 Coffee break ............................................................................................................
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CASA SESTA 620 Dante Valente: In che segno si trova oggi la Luna .....................................................
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679 Gabriele Ruscelli: Le prove della validità dell’astrologia occidentale .........................
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680 April Elliot Kent: Approccio etnografico all’astrologia ...............................................
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CASA OTTAVA 810 Angela La Fortezza: La grande onda: riflessioni sparse .............................................
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CASA NONA 911 Indice mercurio-3 .....................................................................................................
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944 Stefano Vanni: Docenti certificati .............................................................................
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947 Maria Rita Pregnolato: Alla scoperta del Perù ...........................................................
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950 Carla Pretto: I transiti planetari .................................................................................
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980 Elenco dei Delegati e Corrispondenti CIDA ..............................................................
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ANNUNCI VARI
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1) CORSO INTENSIVO PER NEOFITI Per il weekend 22-23 ottobre 2005 il CIDA promuove un Corso intensivo per chi è pressochè digiuno di Astrologia. Lo scopo è di fornire strumenti sufficienti per interpretare – in modo elementare ma proficuo – una carta del cielo, risparmiando calcoli complessi e centrando solo le cose essenziali, in modo che ogni partecipante possa proseguire nel cammino da solo – con testi adeguati – o seguire a livello locale un Corso di base. Si terrà a Bologna presso la sede del CIDA, in via della Grada 4, dalle ore 11 del sabato alle 18.30 della domenica per un totale di 12 ore, con adeguati intervalli, ripassi e verifiche con quiz. Nella quota di iscrizione di 140 Euro sono compresi anche la stampa del proprio tema natale, un dischetto per calcolare effemeridi e stampare grafici,e un testo di base di Astrologia. Per informazioni, iscrizioni, eventuali sistemazioni alberghiere: – Dante Valente - tel. 02.69005576 -
[email protected] - oppure – Claudio Cannistrà - tel. 051.342445 -
[email protected]
2) ESAMI PER L’ALBO - Annuncio preliminare Per la prossima primavera 2006 è previsto l’espletamento del Bando di ammissione all’Albo emesso già nell’anno 2002. L’iscrizione è estensibile anche ad ogni Socio, tenendo presente che sono mutate le modalità, in quanto il candidato dovrà sostenere 5 esami su 5 materie, scelte al momento dalla Commissione fra le 10 che fanno parte dell’attuale Corso di specializzazione per Soci qualificati. La scadenza per la presentazione della domanda è il 31 dicembre. Ulteriori dettagli sul prossimo numero della Rivista e su Sestile.
3) UNA PRECISAZIONE SULLA PRIVACY In seguito a reiterate lagnanze di Soci dobbiamo ribadire – come già fatto in queste pagine nel lontano 1998 – che il CIDA non ha mai nè trasmesso ad estranei l’indirizzario dei Soci nè tantomeno autorizzato altri a farlo o utilizzarlo.
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Ribadiamo pertanto che il CIDA invia ai Soci esclusivamente le due Riviste Sestile e Linguaggio Astrale e non risponde di aggiunte arbitrarie. Segnalateci eventuali abusi.
VOCI NUOVE La Delegazione Roma- Lazio del CIDA intende organizzare un nuovo Concorso “Voci Nuove per l’Astrologia” per l’autunno 2006. I dettagli per la partecipazione saranno definiti quanto prima e pubblicati su uno dei prossimi numeri. I lavori devono essere inediti e originali.
Consultate regolarmente il sito www.cida.net! in particolare vi raccomandiamo la voce “conferenze” e la voce “ultimissime”. Troverete sollecitamente i dati natali di personaggi alla ribalta nonchè le notizie dell’ultima ora, e specialmente le modifiche dell’ultimo minuto di conferenze della vostra Delegazione (utili per evitare amare sorprese). E in ogni caso vi sentirete ancor più partecipi della vita Associativa. *
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L’abbonamento scade sempre il 31 dicembre, rinnovatelo entro il 31 gennaio. Aiuterete l’Associazione a mantenere la stessa quota!
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Darrelyn Gunzburg
UN’INTERVISTA CON LIZ GREENE TRADUZIONE DI GIUSEPPE RODANTE
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La dott.sa Liz Greene è stata e continua ad essere una delle più grandi astrologhe dei nostri tempi. I suoi primi libri, Saturno (1976), La Relazione Interpersonale (1978) e Astrologia e Destino (1984), quasi in un sol colpo hanno dato forma alla moderna astrologia psicologica ed hanno dato il via ad un significativo e sostanzioso filone di ricerca che continua ad esplorare le prospettive astrologiche dei miti e degli stati psicologici. Liz può essere contattata attraverso il sito web di Astrodienst: www.astro.com. L’ho incontrata nella sua casa di Bath il 29 giugno 2004. Darrelyn Gunzburg: Liz, riconsiderando la tua vita, che cosa inizialmente ti ha indirizzato verso il percorso che hai intrapreso? Liz Greene: Non lo so davvero. Certamente, la spinta non giunse dalla mia famiglia, poiché nessuno era interessato a questo tipo di argomenti, sebbene entrambi i miei genitori fossero colti e vi erano sempre molti libri in giro per casa. Penso che, in parte, fu originata dal bisogno di capire perché percepissi le cose nel modo in cui lo facevo. La biblioteca dei miei genitori era molto valida, tanto che a dodici anni, per caso, conobbi Freud. Semplicemente tirai giù dallo scaffale L’Interpretazione dei Sogni e lo lessi, e ricordo di aver pensato, “Ho ragione! Non sono pazza, dopo tutto.” Ho sempre fatto sogni molto vividi e, in qualche modo, sapevo che i sogni erano importanti. La rivelazione dell’esistenza di questo lato inconscio negli individui e della loro incapacità di comprendere che il loro comportamento e le loro motivazioni, in realtà, influenzano inconsciamente le modalità di interazione, era qualcosa che mi sembrava di aver sempre saputo, ma per cui non riuscivo ad ottenere l’attenzione di nessuno. Così, il fatto di aver intrapreso questo percorso fu motivato dalla scoperta di libri che affermavano percezioni che né la scuola, né gli insegnanti, né l’ambiente a me più vicino confermavano. Ciò mi spinse a guardarmi dentro ed a cercare di comprendere attraverso ciò che altri scrivevano e, inevitabilmente, tutto questo mi condusse agli ambiti della psicologia, del misticismo e dei fenomeni soprannaturali, che già mi affascinavano quand’ero molto giovane. Non riesco a ricordare un periodo della mia vita in cui ciò non accadesse, perciò più tardi questo divenne un percorso naturale.
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Sono stata fortunata per il fatto che i miei avevano libri sui miti e le favole e mia madre era solita leggermeli quand’ero piccola. Se anche i miei genitori commisero degli errori, comunque mi fecero un gran regalo, per il quale sarò sempre grata. Perciò, possedevo già un senso del “narrare” e, per quanto riesca a ricordare, avevo l’abitudine di scrivere storie. Ma oltre a ciò, penso di aver avuto la testa piena di “cose” che non sapevo definire, ed allora fu una questione di scoprire linguaggi che dessero un senso a tutto ciò e mi permettessero di comunicarlo. A undici o dodici anni, ero convinta che le persone si reincarnassero; ero certa che esistessero cose come gli spettri o una qualche specie di “risonanza”, e continuavo a sentire che vi era un lato nascosto della vita, che gli altri non notavano. Dipingevo – e questo fu un altro canale di espressione – e trovavo magica la natura; lo faccio ancora. Gli scrittori e i romanzieri hanno, da sempre, lavorato con questo materiale, da quando si scrivono storie; perciò non si tratta affatto di discorsi New Age. Shakespeare mi ha sempre affascinato; mi piacciono i drammi e quelli di Shakespeare sono carichi dell’azione del fato e del modo in cui gli uomini realizzano il proprio destino. Anche la tragedia greca mi è sempre piaciuta; così queste idee erano a mia disposizione da fonti non soltanto New Age. Molte le trassi dalla letteratura e dal teatro. DG: Per quanto riguarda la religione, secondo quali principi sei stata educata? LG: Non ricevetti alcuna pressione ad abbracciare un credo religioso in senso ortodosso. Entrambi i miei genitori credevano in Dio; possedevano un quadro di riferimento etico e morale, ma non si rifacevano rigidamente a nessuna dottrina e godevo di molta libertà da quel punto di vista. Mio padre era inglese. Era nato a Londra e mi diede il nome della Regina (N.d.T. Liz è il diminutivo di Elizabeth), per i miei peccati. [ride] . Io sono nata negli Stati Uniti e, quando mi trasferii in Inghilterra, non avevo il passaporto britannico; ma quando feci domanda, lo ottenni immediatamente. I miei nonni materni erano di Vienna ed entrambi i miei genitori portarono con sé i valori, le immagini, la cucina e la lingua della loro cultura originaria. I miei nonni parlavano tedesco, ma io ho un problema col tedesco: lo trovo troppo duro. Comunque, è da loro che ho preso il mio amore per la musica – il mio amore per Wagner e Strauss – così, crebbi all’interno di un ambiente culturale decisamente europeo. Appesa al muro, in casa dei miei genitori – dove i miei nonni vissero per un certo tempo – vi era un’immagine della Regina e, su un’altra parete, quella dell’Imperatore Francesco Giuseppe, perché mio nonno pensava che la cosa peggiore per l’Austria fosse stata sbarazzarsi degli Asburgo. L’energia che circolava a casa nostra non era propriamente americana. Mio padre rimpianse sempre di aver lasciato l’Inghilterra. Veniva da una famiglia numerosa ed estremamente povera. Suo fratello maggiore aveva combattuto nella Prima Guerra Mondiale ed era stato ucciso. Mio padre voleva diventare un architetto e riuscì ad ottenere una borsa di studio all’Università di Londra; ma i suoi genitori gli dissero, “No, è necessario che tu vada a lavorare,” e non gli permisero di frequentare. Era furioso, perciò fece i bagagli, emi-
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grò e non li rivide mai più. L’atmosfera, dopo la guerra, era orribile ed era difficile trovare lavoro. Mio padre era troppo amareggiato per la morte del suo fratello preferito e penso che questa storia lo avvelenò. Voleva una vita nuova e non riusciva a crearsela rimanendo a Londra, perché era lì che viveva la sua famiglia. Forse, pensava che, in qualche modo, una vita nuova e meravigliosa lo attendeva in America, ma non andò a finire così. Ormai, aveva sposato mia madre e così rimase negli Stati Uniti. Lì aveva incontrato mia madre; entrambi erano impegnati politicamente, tutti e due ferventi Democratici e grandi ammiratori di Roosevelt. Penso che si fossero incontrati a qualche riunione politica, ma mio padre non si adattò mai allo stile di vita americano. Mangiava le aringhe affumicate al mattino (N.d.T.: tradizionalmente, un piatto della prima colazione inglese) e beveva la Guinness di sera. Era un uomo molto introverso e di poche parole, ma ci capivamo. Non eravamo vicini, nel senso tradizionale del termine, ma penso che lo fossimo a un altro livello. Mia madre era spaventata dall’occulto, ma non mi impedì mai di leggere libri sull’argomento. Era una persona molto estroversa e il mondo interiore la spaventava, perciò semplicemente evitava di parlarne. Mio padre non parlò mai di questi temi e scoprii in seguito – molto più tardi – che anche lui era stato affascinato da questi argomenti. Forse, presi qualcosa da lui per osmosi, perché senza dubbio non fece mai riferimento ad essi. I miei genitori non fecero alcuna resistenza, ma certamente la subii a scuola. Ho un solo fratello, Richard Leigh, che fa lo scrittore ed è anche interessato ai temi spirituali. Come dice Bernadette Brady, eravamo la “nidiata del cuculo”. Sia Rich che io avemmo molti problemi a scuola. Non so come sia adesso il sistema scolastico americano, perciò posso solo commentare su com’era allora. La direzione della scuola era ossessionata dall’idea di “normalità” e ciò significava estroversione: “Esci e ti unisci alla squadra e giochi a hockey e a football.” Entrambi avevamo ottenuto punteggi piuttosto alti ai test per il quoziente d’intelligenza, ma eravamo introversi e decisamente strani; e, poiché preferivo leggere libri o dipingere o coltivare piante piuttosto che giocare a hockey (ciò era considerato “antisociale”), fummo etichettati “TAD” – Troppe Attitudini Diverse. Eravamo ritenuti “pericolosi”, perché avevamo troppi talenti in troppi ambiti. Vi furono molti tentativi di “aggiustarci” e trasformarci in bambini americani, normali e felici. Fortunatamente, non erano ancora i giorni del Ritalin, altrimenti non c’è dubbio che ce l’avrebbero prescritto. Entrambi eravamo tosti abbastanza da tener testa agli psicologi della scuola e ai counsellor dell’orientamento e testardamente difendevamo la nostra posizione. Crescevamo nell’America maccartista, certo non un bel posto! DG: Niente affatto. Riesci a vedere qualcosa di positivo legato a quella esperienza, oltre alla capacità di resistere ed alla forza di dire no? LG: L’unica cosa che sento di aver ottenuto dall’esser cresciuta in America – e che non avrei avuto se fossi cresciuta in Inghilterra – è una visione non classista della società. Sono profondamente grata per non aver dovuto subire il peso psicologico della potentissima gerarchia sociale britannica, perché ho visto le brutte cicatrici che ha lasciato nell’animo di molte persone, qui da noi.
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Di recente, sembra però che il sistema delle classi si sia ribaltato, la nuova borghesia è costituita dalla classe operaia che parla con un accento regionale, mentre i colti, laureati a Oxford, sono la classe inferiore. Il senso della gerarchia è profondamente radicato qui. Crescendo in America, non si impara una cosa del genere; diventi adulto credendo di poter diventare ciò che riesci a fare di te stesso, e di questo specialmente sono grata. Potei, inoltre, usufruire di una buona educazione. Iniziai studiando Letteratura Inglese come materia principale, ma quella fu la scelta “obbligata” dei miei genitori. Io sarei andata alla scuola d’arte. Avevo un mediocre talento di pittrice, ma anche un mediocre talento sembra grandissimo in una piccola città. [ride] Ad ogni modo, pensavo di voler diventare un’artista e, probabilmente, avrei avuto successo in qualche branca del design, ma ciò non fu permesso. Avevo, poi, vinto una borsa di studio che mi sarebbe stata concessa, se avessi scelto Letteratura Inglese come materia principale. Dopo un mese, non potevo più sopportare la situazione e mi trasferii al Dipartimento di Arti Teatrali, scegliendo di specializzarmi in Scenografia e Costumi, mentre Psicologia era la materia della mia seconda specializzazione. Quello mi piaceva, eccome! Poi, dopo un po’, la psicologia divenne più interessante e la scelsi come materia principale. Ma, inizialmente, le mie aspirazioni erano orientate verso le arti figurative. DG: Da un certo punto di vista, è come se il desiderio ostacolato, di tuo padre, di diventare architetto si sia espresso dopo tutto – consciamente o inconsciamente – nella tua decisione di diventare scenografa e costumista. LG: Ognuno di noi ha dei talenti. La cosa triste è che molte persone non li scopriranno mai. Non sanno dove cercare o non vengono incoraggiate. Se i tuoi genitori ti forniscono l’incoraggiamento necessario, allora troverai il tuo talento e lo perseguirai. Ma penso, anche, che i talenti siano ereditari. Ritengo che un’attitudine al design o al giardinaggio, alla cucina o alle relazioni interpersonali, alla pittura o alla musica possa essere individuata nel tema natale come configurazione ricorrente all’interno di una famiglia: tutte le donne in una famiglia hanno aspetti Luna-Urano, oppure tutti gli uomini hanno un trigono Marte-Nettuno, o qualsiasi altra configurazione. Quelli sono i talenti. La configurazione che indica un’attitudine o un’abilità che, se sviluppata, potrebbe trasformarsi in qualcosa di importante. DG: Lo hai visto riflesso nel tema di tuo padre e nel tuo? LG: Sì, fino a un certo punto. Sono sicura di aver ereditato da lui un’abilità per il disegno o il design, perciò non posso rivendicarla come “solo mia”. Riceviamo alcune cose come doni. Se riesci a svilupparli, è meraviglioso. Diversamente – anche se si tratta di un talento molto mediocre – puoi sempre trasformarlo in un hobby. Sono convinta di aver ricevuto, in parte, da lui il mio interesse per le arti figurative. DG: Ricordo che, anni fa, mi dicesti di aver studiato per il dottorato perché, in quel modo, avevi la possibilità di dire ciò che volevi senza timore di essere messa in discussione. LG: Beh, in quel periodo, ero già interessata all’astrologia e studiare per il
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dottorato fu una scelta altamente calcolata, ponderata e cinica: “Sono stufa che la gente mi tratti come una folle. Se otterrò questo titolo, ci penseranno due volte”. Naturalmente, dovetti accettare di non essere libera di esprimermi come volevo e produrre un lavoro in un linguaggio accettabile per l’ambiente accademico. La differenza, adesso, è che puoi ottenere una laurea o un dottorato a Bath Spa (N.d.T.: città dove attualmente ha sede la prima cattedra universitaria di astrologia in Inghilterra) e studiare ciò che ami senza doverti nascondere. Ma allora non si poteva fare; così, fu una scelta calcolata. DG: Vuoi dire che non fu una bella esperienza? LG: L’ho odiata. Mi piacerebbe studiare per un altro dottorato e probabilmente lo farò. Vorrei farlo a Bath Spa, perché penso che sarebbe molto divertente. Ma allora fu davvero spiacevole. L’argomento mi interessava; la mia tesi fu su “Isteria, Auto-ipnosi e Cure Religiose Miracolose,” un tema che ancora mi interessa – il modo in cui certe persone vivono incredibili esperienze di guarigione da malattie di dubbia natura e attribuiscono la cura ad una particolare pratica religiosa, ad una certa preghiera od alla reliquia di un santo. Tuttavia, questo tipo di guarigione sembra manifestarsi in ogni religione, perciò ovviamente non può essere legata ad una in particolare. Qual è allora la dinamica in atto? È questo che cercai di esplorare nella mia tesi, ma non potei farlo in un modo che mi permettesse realmente di sconfinare in un ambito immaginale. Dovetti limitarmi ad un approccio rigorosamente clinico, il che fu fastidioso. DG: Facendo un passo indietro, in che modo approfondisti lo studio dell’astrologia? Suppongo che allora non esistessero corsi o un insegnamento formale. LG: In realtà, vi erano corsi in Inghilterra – la Faculty of Astrological Studies era già funzionante allora. Vi erano astrologi che insegnavano negli Stati Uniti, ma erano casi isolati; non esistevano vere scuole di astrologia. Erano disponibili i libri di Dane Rudhyar e Marc Edmund Jones e quelli di astrologi inglesi, come Alan Leo, Charles Carter e Margaret Hone. Ma i posti dove studiare astrologia erano più simili a scuole di iniziazione che ai corsi di astrologia contemporanei. Avevano tutti un che di molto segreto, esclusivo e dottrinale e sempre un’impostazione spirituale. Bisognava essere Rosacrociani o Teosofi. In quel periodo, stavo a Boston e qualcuno mi portò da Isabel Hickey, che teneva un piccolo corso. Isabel era una fervente seguace del Movimento Teosofico, profondamente attaccata a quel tipo di insegnamento, e l’astrologia che insegnava aveva quella impostazione. Esigeva che i suoi studenti aderissero a quelle idee, il che spiega perché non durai molto a lungo. Non andavamo d’accordo e, alla fine, non imparai niente da lei. Invece, mi fece arrabbiare così tanto che andai a comprare tutti i libri disponibili e imparai da sola. Rappresentò un importante stimolo per me. La rabbia è spesso un modo ottimo per iniziare a muoversi. Molti sono passati dai corsi di Isabel: Howard Sasportas e Darby Costello frequentarono le sue lezioni. Non ci incontrammo in quella occasione, perché frequentavamo a orari diversi. Ma siamo tutti passati dalle sue mani.1
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In retrospettiva, sono felice per come andarono le cose. Se fossi stata il tipo di persona che cerca un guru, sarei diventata un’astrologa di orientamento teosofico ed un clone di Isabel; non avrei mai sviluppato le mie osservazioni e le mie sperimentazioni, così come ho fatto. Non conoscevo altri insegnanti, perciò cominciai ad esplorare per conto mio e continuai così fino a che non fu troppo tardi per trovare un maestro. Ho iniziato a insegnare astrologia a diciannove anni. Non avrei mai pensato di fare una cosa del genere. Studiavo da qualche anno, quando si presentò l’occasione di un gruppo di studenti il cui insegnante era svanito all’orizzonte. In qualche maniera, erano venuti a sapere che ero un’astrologa, ma io non mi vedevo come tale. Procedevo a tentoni, cercando di dare un senso alle nozioni astrologiche che incameravo ed ecco che arrivarono questi studenti, circa una dozzina. Mi dissero: “Ci hanno detto che insegni. Potresti farlo per noi?” Giove transitava proprio sul mio Sole-Medio Cielo e ricordo di aver pensato, “Non fare l’idiota. Non ne sai niente.” Inoltre, ho sempre provato sentimenti molto ambivalenti rispetto al parlare di fronte a un gruppo. Mi sento sempre paralizzata per la paura. Ma qualcosa dentro di me diceva: “Zitta e fallo”, così smisi di protestare e lo feci. Scoprii che era molto divertente, perché mi resi conto di ciò che sapevo dalle domande che mi ponevano. Molti studenti di astrologia non vedono l’ora che giunga il giorno in cui saranno pronti per fare un tema o si sentiranno sicuri abbastanza per insegnare. Quel giorno non arriverà mai. Penso che sappiamo molto più di quanto ci rendiamo conto, e ci vuole qualcuno che chieda, “Cosa significa questo?” Allora devi scavare dentro di te e improvvisamente attingi a risorse che hai già notato, ma che non hai ancora messo insieme. Il meccanismo dell’apprendimento è stimolato dal fatto che qualcuno pensa che puoi insegnargli qualcosa. DG: Quand’è che hai deciso, allora, di lasciare gli Stati Uniti? LG: Avrei sempre voluto andarmene. Da bambina, sapevo di voler andarmene. Crebbi in una famiglia molto europea, e non mi piaceva la cultura che mi circondava. Sentivo che sarei stata meglio in Europa, dove un introverso non è giudicato un disadattato e gli intellettuali non sono visti come un pericolo. Per quanto ricordi, sapevo che l’America non faceva per me. Ciò che vedo ora negli Stati Uniti è un risorgere di quanto conobbi negli anni ’50. È il trionfo di Joe McCarthy ancora una volta, ma con diversi capri espiatori. L’attuale amministrazione si limita a riportare indietro gli orologi. Talvolta, mi sembra che esistano due Americhe. C’è quella puritana, sempre nascosta dietro l’angolo, in attesa che arrivi la sua occasione, e quella liberale, tollerante, aperta e intelligente, quella delle grandi città intellettualmente sofisticate – e in mezzo l’enorme campagna. Questa seconda America riesce, talvolta, a prendere piede, come accadde nei primi anni ’60 con Kennedy. È un peccato che Bill Clinton sia stato così vilipeso perché, in realtà, era un buon presidente. Non mi interessa l’uso che un presidente fa dei suoi organi intimi; non ha niente a che fare con la bontà del suo lavoro. Ma gli Stati Uniti furono fondati dai puritani, è c’è qualcosa nella psiche collettiva degli Americani che tende a tornare indietro a quei valori. Anche se temporaneamente
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vengono eclissati, i puritani attendono sempre l’occasione giusta e trovarono in Clinton un bersaglio perfetto. Bisogna continuare a combattere per liberarsi di loro. DG: Avresti qualche soluzione da proporre, astrologica o di altro tipo? LG: Non so che cosa potrebbe essere d’aiuto in questo momento, tranne che buttare fuori Bush. Ma è un presidente eletto dal popolo! Naturalmente, qualcuno osserva che non è così, ma più o meno metà del paese lo ha votato. Non si tratta di un dittatore che ha preso il potere contro il desiderio di tutti. È il popolo che elegge il proprio leader. Tutti qui si lamentano di Tony Blair. Beh, l’abbiamo eletto, per amor di Dio! Magari qualcuno se l’aspettava, ma altri no. Ha vinto grazie a una valanga di voti. Mi sono trasferita in Svizzera prima delle elezioni generali, in parte perché sapevo che cosa sarebbe successo. Tutti credevano che Blair fosse il nuovo messia, capace di camminare sulle acque. Pensavo, “Fagli provare metà del transito di Nettuno in Aquario e se ne accorgeranno.” Blair era la “Grande Speranza” – tutti erano convinti che avremmo realizzato una società meravigliosa, basata sull’uguaglianza. Beh, non lo è adesso più di quanto non lo fosse quando è stato eletto e, in realtà, le cose stanno addirittura peggiorando. Non importa quanto siano buone le intenzioni della gente, ci vuole un individuo particolarmente straordinario e inusuale che non si lasci corrompere dal potere e Tony Blair non è particolarmente straordinario. Non ho soluzioni per questo tipo di problemi. Forse, se le prossime elezioni americane e britanniche mostrassero un po’ più di prontezza, consapevolezza e responsabilità individuale da parte della gente, allora i danni potrebbero essere parzialmente riparati. Non so se i candidati siano capaci di farlo (N.d.T.: l’intervista è stata fatta prima delle presidenziali americane del novembre 2004). Non tutte le generazioni producono leader realmente buoni, e predire i risultati delle elezioni non è, comunque, la mia specializzazione astrologica. DG: Scrivesti il tuo libro su Saturno durante il ritorno del pianeta? LG: No, fu pubblicato durante il mio ritorno di Saturno – proprio in quel momento – ma iniziai a scriverlo diciotto mesi prima. Ogni cosa che scrivo mi risulta più soddisfacente se devo lottarci o non sono abbastanza esperta sull’argomento. Allora, se insegno o scrivo qualcosa in merito, è come se mi costringessi a fare ricerche e ad apprendere, e provo molta più soddisfazione che scrivere di qualcosa che conosco bene. Scrissi Saturno nello sforzo di comprendere meglio la natura del pianeta. Nella mia vita, non mi sono mai realmente impegnata in vista di un obbiettivo, tranne che per il dottorato. Scrivere Saturno fu più simile a “Ci provo, sembra interessante”. Ed ecco che spuntò questo libro; pensai, “Beh, adesso che faccio? Lo so: vado in biblioteca e vedo chi ha pubblicato tutti i miei libri di astrologia preferiti. C’è la possibilità che chi ha pubblicato i libri che mi sono piaciuti sia interessato a questo”. L’editore risultò essere Samuel Weiser, Inc., così mandai il manoscritto con una lettera che diceva: “Sareste interessati a questo?” Ero un po’ come il Matto, la carta che inizia il ciclo dei Tarocchi, pronta allegramente a buttarmi dal precipizio. Poi pensai, “Disegno anche la
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copertina.” Quindi, feci un disegno a inchiostro e lo mandai e, guarda un po’, lo scelsero come copertina. Fu una grande fortuna incontrare Samuel e Betty Weiser. Il successivo libro che inviai fu La Relazione Interpersonale, e da allora la Weiser ha virtualmente pubblicato tutti i miei libri – tranne quelli della CPA Press 2 – sebbene adesso si chiamino Red Wheel/Weiser ed abbiano cambiato gestione. DG: Mi ha incuriosito sapere che hai lavorato nell’industria discografica per l’etichetta Shelter Records, organizzando il tour europeo del cantante e chitarrista blues Freddie King. Che posto ha quella esperienza nella tua vita? LG: Niente ha una collocazione precisa! [sorride] Nei primi anni ’70, lavoravo come astrologa e psicoterapeuta. Uno dei miei clienti astrologici era un produttore discografico inglese, Denny Cordell, che aveva prodotto i Procol Harum e Joe Cocker, e con quest’ultimo aveva appena terminato il terribile tour del disco “Mad Dogs and Englishmen”. Denny aveva incontrato un cantante, Leon Russell, e voleva sapere della possibilità, per i due, di aprire una casa discografica in California. Feci la sinastria e li incoraggiai a proseguire, ma non ebbi più loro notizie per un paio d’anni. In quel periodo, non ero felice di lavorare come psicoterapeuta – ero troppo giovane e mi sentivo intrappolata da quel lavoro – e non riuscivo proprio a guadagnarmi da vivere facendo l’astrologa. Non sono per niente adatta al tipico lavoro d’ufficio dalle nove alle cinque, perciò ero di fronte a un dilemma. Volevo fare l’astrologa, ma avevo bisogno di aumentare le mie entrate e non volevo un lavoro che mi uccidesse l’anima. Un giorno accesi la radio e, come un’esplosione, venne fuori “Roll Away the Stone”, il primo grande successo di Leon Russell. Seguì un rapido chiacchiericcio sulla Shelter Records e Denny Cordell. Mi si drizzarono le orecchie e pensai, “Ehi, l’hanno fatto, proprio come ho suggerito. Chiamo Denny Cordell e gli chiedo di assumermi”. Ed è quello che feci. Fu l’inizio di due meravigliosi anni nel mondo del rock’n roll, ciò di cui avevo bisogno per uscire dalla mia routine. Il mio amore per il teatro fu la stessa molla – suppongo – che mi spinse a lavorare per l’industria discografica. Era un mondo magico a quei tempi – ci si aspettava che gli artisti avessero talento e che non fossero costruiti a tavolino dalla macchina pubblicitaria. Di solito, facevo i temi natali degli artisti che Denny aveva intenzione di mettere sotto contratto con la sua etichetta. Facevo anche i temi dello staff, quando sorgevano problemi. DG: Che uomo pieno d’intuizione! LG: Oh, Denny era meraviglioso, un uomo davvero speciale. Fu grazie a lui che arrivai in Europa per la prima volta. Venni a Londra per un viaggio d’affari e pensai, “Eccomi a casa”. Quindi iniziai a lavorare per stabilirmi qui in modo permanente. Cercai di convincere Denny ad aprire un ufficio londinese, ma non era pronto a farlo in quel momento così, alla fine, semplicemente decisi di emigrare. Continuai a vederlo ogni due anni, di tanto in tanto, fino alla sua morte. Tutte queste attività diverse – studiare scenografia e costumi all’università e lavorare per i teatri estivi, l’attività accademica e quella discografica – sono felice di aver tentato tutte queste strade, perché sono state esperienze eccezionali dalle quali ho appreso moltissimo. Sono diverse dimensioni
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di vita che vedo come enormi opportunità di arricchimento. Non ho mai rimpianto di aver scelto questo percorso estremamente tortuoso, senza un’idea chiara di dove mi stessi dirigendo, tranne che fare la cosa che in quel momento mi sembrava più interessante. Il filo rosso è sempre stato il mio amore per l’astrologia, altrimenti non vi sarebbe ordine o logica in tutto ciò. DG: E in seguito che cosa accadde? LG: Avevo letto Jung lungo tutto il mio percorso educativo, sebbene non fossi riuscita ad inserirlo nel mio lavoro accademico – non era considerato abbastanza “scientifico”. Quando mi trasferii in Inghilterra, la prima cosa che feci fu il training al Centro di Psicologia Transpersonale con Ian Gordon Brown e Barbara Somers. Fu un’esperienza eccellente ma, alla fine, sentivo di non approfondire abbastanza l’aspetto clinico del lavoro psicoterapeutico. Mi è sempre sembrato che entrambi gli estremi dello spettro psicologico possedessero una parte della verità. Sia la psicologia transpersonale che tutte le tradizionali e concrete teorie sull’infanzia sono parte di noi, ma mi mancava l’aspetto clinico. La mia istruzione universitaria mi aveva fornito strumenti minimi per quanto riguarda il training psicoterapeutico. Perciò, decisi di seguirne uno di orientamento junghiano. Ritenevo che mi avrebbe qualificato e fornito una buona base per il lavoro psicoterapeutico sull’inconscio. Terminai la mia analisi didattica nel 1983, e per molti anni fui analista ed astrologa. Ottenni il diploma della Faculty of Astrological Studies prima di scrivere Saturno. Feci quel corso non appena giunsi in Inghilterra. Do molto valore ai “pezzi di carta”, perché sono molto utili. E, inoltre, volevo colmare i vuoti delle mie conoscenze astrologiche. Dovetti risistemarle e rivederle un bel po’, prima di sostenere l’esame. DG: Così, fare un esame ha valore, perché ci si rende conto di quanto non si sa e si possono riempire i vuoti? LG: Ritengo sia un errore non sottoporsi a un qualche tipo di prova. Benché abbia detto che non mi sia affatto piaciuto fare il dottorato, non rimpiango di averlo fatto. Aldilà del valore di un pezzo di carta, mi ha spinto a pensare in modi che non mi erano familiari e con cui mi trovavo a disagio, il che non è male. Questo è il motivo per cui penso che il corso all’Università di Bath Spa abbia valore. Gli astrologi sono, di solito, estremamente intuitivi; hanno un talento per i simboli – è la ragione per cui si interessano di astrologia e la amano, è la ragione per cui possiedono un’abilità per questa pratica. Ma è facile essere trascurati nel proprio modo di pensare e ricorrere a semplici supposizioni. Non ci poniamo abbastanza domande: “Come sono giunto a questa conclusione? Quale filosofia la sostiene?” Conosciamo così poco della nostra arte. Molti dicono che gli esami non possono testare se uno è un bravo astrologo oppure no. Forse no, tuttavia possono testare se sai di essere un bravo astrologo ed aree nelle quali è necessario, in realtà, saper usare il cervello. L’intuizione, da sola, non basta. Il corso della Faculty è superbo ed il Diploma ha un valore reale. Vale la pena di impegnarsi per ottenerlo, se non altro per rendersi conto di ciò che non si conosce. Costringe a pensare e, soprattutto, ad inquadrare ciò che si sa in un linguaggio che qualcun altro può comprendere.
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DG: Che cosa ti ha portato a Bath Spa, dopo tutti questi anni vissuti in Svizzera? Voglio dire, so che comunque avevi intenzione di tornare in Inghilterra. LG: È stato il… Volevo dire “caso”, ma tutte e due sappiamo bene che non esiste. È sembrato un caso, ad ogni modo. Volevo ritornare in Inghilterra, ma dove? Avevo vissuto a Londra per molti anni e, poi, in un villaggio fuori Oxford, il che fu un errore spaventoso – in parte, per colpa del villaggio, ma anche perché Oxford è un posto difficile. È una bella città, ma la sua vita è divisa a metà. C’è l’università e ci sono le industrie automobilistiche – e poco oltre a quello. Chiamano quella divisione “town and gown”.3 La mentalità accademica ad Oxford è estremamente ristretta e chiusa. Non riescono ad accettare uno psicanalista, figuriamoci un astrologo; feci esperienza di incredibile maleducazione da parte dei docenti universitari – maleducazione veramente volgare, considerando le loro reazioni a tutto ciò che è estraneo al loro piccolo mondo. L’altra faccia di Oxford era una mentalità del tipo “Andiamo a casa, beviamo due birre e guardiamo East Enders”.4 Quella città, chiaramente, non faceva al caso mio. Avevo già un appartamentino a Londra, ma non volevo ritornare a viverci, perché la città è incredibilmente congestionata. Ho bisogno di guardare fuori dalla finestra e vedere qualcosa di bello. Non posso affacciarmi per trovarmi di fronte il muro del palazzo di qualcun altro. Alla fine, dovevo cercare di sistemarmi fuori Londra, in qualche bel posto da cui poter raggiungere la capitale facilmente in treno. L’ovvia scelta cadde su Bath, resa ancora più attraente dalla presenza di rovine romane e io amo l’archeologia e la storia dell’antica Roma. Se ci si stabilirono i Romani, allora va bene! E decisi Bath, prima ancora che iniziasse il corso universitario. Quando mi trasferii, il Progetto Sophia 5 era già funzionante, ma non ne sapevo molto all’inizio. Quindi, Nick Campion e Patrick Curry mi chiesero se avessi voluto tenere delle lezioni, una sorta di periodo di prova. Mi piace il formato entro il quale opero attualmente a Bath Spa. Sono docente part-time e non devo curarmi di alcun aspetto burocratico. Non sono una brava amministratrice. Per quanto riguarda il Centre of Psychological Astrology, Juliet Sharman-Burke si occupa di tutto il lavoro amministrativo, per fortuna! – se non fosse per lei, il CPA non esisterebbe. Io ho il piacere di poter insegnare. DG: Che cosa senti di ricavare da questa esperienza a Bath Spa? LG: Devo imparare cose nuove ed ampliare le mie capacità mentali. Invece di insegnare un’astrologia del tipo “come fare a…” (“Oggi, terremo un seminario su Giove. Giove in prima casa significa…”), devo apprendere che cosa pensava Marsilio Ficino di Giove e perché, oppure in che modo gli astrologi greco-romani intendevano la distinzione tra anima e corpo, o perché Trasillo, l’astrologo romano che curò l’edizione delle opere di Platone, alterò i dialoghi e li sistemò così come fece. Devo esplorare le idee che stanno dietro all’astrologia che pratichiamo adesso. Trovo tutto ciò molto eccitante e mi fornisce una scusa per tornare ad essere una studentessa. Devo preparare accuratamente queste lezioni. Non posso improvvisare, perché gli studenti sono bril-
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lanti e mi mettono alla prova; è una maniera per sviluppare il mio modo di pensare. Anche fare temi e insegnare astrologia implica un apprendimento, ma in maniera diversa. Il corso a Bath Spa mi fa imparare cose per lo studio delle quali non saprei giustificare altrimenti il tempo che impiego. È così divertente e, inoltre, stimola la mia natura dispettosa. Eccoci qua all’interno di un’università e guarda un po’ cosa stiamo facendo! È un vero spasso, perché la comunità astrologica è stata sempre molto suscettibile nei riguardi del mondo accademico. La maggior parte degli astrologi fugge dalle università. Queste sono le grandi divinità dell’establishment e noi assumiamo un atteggiamento difensivo, le rifiutiamo totalmente oppure supplichiamo: “Vi prego, prendetemi sul serio, non sono pazzo”, accettando i loro insulti. Questo è uno dei motivi per cui mi sono procurata i miei pezzi di carta. Se un docente universitario dice: “Che mucchio di spazzatura!”, posso replicare: “Beh, se voglio il parere di una mente accademica che possa valutare obiettivamente questo materiale, posso rivolgermi direttamente a me stessa”. E adesso, grazie al Progetto Sophia, possiamo farlo. Questo corso guarisce gran parte del complesso di inferiorità della comunità astrologica. Il corso ci insegna anche a comunicare in un linguaggio che gli altri rappresentanti del mondo accademico capiscono. Non stiamo parlando di un monolite di intolleranza. Ci sono alcune persone molto interessanti e intelligenti che vorrebbero saperne di più ma, visto che non riusciamo a spiegare l’astrologia se non attraverso il nostro gergo, non riescono a capire di che stiamo parlando. Tuttavia, se le idee del mondo astrologico vengono comunicate in un linguaggio comprensibile in quell’ambiente, si manifesta un notevole interesse nei nostri confronti. Questo è stato il nostro fallimento, non il loro, ed è la ragione per cui il modulo di Metodologia a Bath Spa è così prezioso. Anche se tutti lo odiano e scalpitano per andarsene, impariamo a comunicare con persone che provengono da un orizzonte mentale diverso e scopriamo come incontrarle a metà strada. Ciò ha un valore enorme. DG: Non vi è una certa divisione all’interno della comunità astrologica riguardo al valore dei corsi universitari nella nostra disciplina? LG: Certamente. Molti astrologi li ritengono inutili e si infastidiscono per tutta l’importanza improvvisamente attribuita al lavoro accademico. Dicono: “Ciò non ti renderà un bravo astrologo”, e c’è della verità in un’osservazione del genere. Essere un “bravo astrologo” – qualunque cosa significhi – richiede molte abilità che non si insegnano all’università. Talvolta, però, c’è della pigrizia nel nostro modo di pensare e nella nostra capacità di esprimere ciò che sappiamo in un inglese quotidiano. Non conosciamo abbastanza la storia della nostra disciplina o le differenti filosofie che hanno contribuito a darle forma. Da una prospettiva obiettiva, non comprendiamo la particolare filosofia che ogni singolo astrologo abbraccia, e non conosciamo abbastanza di campi correlati come l’arte o la letteratura. C’è una specie di fondamentalismo, espresso da tanti astrologi: “Manteniamo l’astrologia pura. Non abbiamo bisogno di conoscere nient’altro”. Ma non possiamo separare l’astrologia da tutto il resto. È un linguaggio universale e,
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pertanto, affronta temi universali. In che modo tradurre un linguaggio, se le percezioni sono tanto ristrette da restare chiuse in una scatoletta? Si può avere un’intuizione o una sensazione su una specifica posizione planetaria, ma in che modo la si spiegherà al cliente, se non si riescono a mettere insieme le frasi? Sostengo pienamente un rigoroso addestramento mentale. Penso che ne abbiamo bisogno, come comunità in generale. Riguarda la capacità di osservazione dei propri processi mentali – e la comprensione e formulazione dei processi che conducono a determinate conclusioni. C’è tanto da sapere e non smettiamo mai di imparare. Ma dobbiamo sapere come imparare. Dobbiamo usare la nostra mente in un certo modo per apprendere. È un processo attivo, non passivo, e sono pochi gli astrologi che si impegnano in esso. L’astrologia è un linguaggio bellissimo, ma è facile impigrirsi nel pensiero e nell’espressione. Prendi un gruppo di astrologi e qualcuno dice: “Come stai oggi?” e un altro risponde: “Oh, Saturno è sulla mia Luna”. Tutti pensiamo di sapere che cosa significa, ma ognuno potrebbe avere la sua particolare interpretazione. Anche gli psicologi si impigriscono con il loro gergo e perdono la capacità di comunicare con persone che non lo comprendono. Inoltre, non riesco a sopportare il massacro che subisce la lingua inglese. Il linguaggio è qualcosa di importante e poterlo usare è un dono meraviglioso. È come tutto il resto: più lo rispetti, più riesci ad usarlo creativamente. Quando considero l’incompetenza grammaticale ed ortografica e l’impoverimento lessicale così diffusi tra gli astrologi, mi rattristo. È come se stessimo perdendo la lingua. È vero che i media rendono tutto semplicistico, ma anche l’astrologia corre questo rischio. La nostra capacità di attenzione si accorcia sempre di più. Invece che discussioni estese e dibattiti, vogliamo “flash sonori”. Leggeremo un romanzo se è di 92 pagine, ma non di 600. DG: A meno che non si tratti di J.K. Rowling. [autrice della serie di Harry Potter] LG: [annuisce] A meno che non si tratti di J.K. Rowling o de Il Signore degli Anelli – e addirittura Tolkien risulta troppo difficile per qualcuno. Quanti astrologi leggeranno Proust o Mann? Mi rendo conto che questi autori, in particolare, non sono pane per i denti di tutti, eppure trascuriamo tristemente la ricchezza di opere letterarie a nostra disposizione per aumentare la nostra comprensione della natura umana. Talvolta, leggo i commenti che giungono al guestbook del sito di Astrodienst e lo spelling è atroce. Qualcuno non sa neanche come si scrive “Jupiter”; non sanno neanche scrivere frasi coerenti. Scrivono cose che assomigliano a un messaggio di testo e ciò mi turba. Il nostro livello di istruzione deve essere alto. Altrimenti, non riusciremo a comprendere – figuriamoci comunicare – la ricchezza del nostro simbolismo. Bath Spa è un posto dove gli studenti devono mettersi a sedere e scrivere saggi sull’astrologia con tutti i crismi, con frasi con la punteggiatura appropriata, le note corrette, le fonti citate ed elencate in maniera adeguata ed espressioni come ibid. e op. cit. al posto giusto. Potresti obiettare: “Che bene fa ad un astrologo conoscere il significato di op. cit.?” Non fa alcun bene a livello letterale. Ma, come imparare il latino, esercita i muscoli che abbiamo tra le orecchie.
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DG: Allora, Liz, come vedi l’espressione di questa astrologia, modellata da un training accademico, nei prossimi dieci anni? LG: Tra qualche anno, il modo in cui le persone esprimeranno l’astrologia sarà decisamente diverso. Sta già mobilitando la comunità astrologica inglese in modi molto positivi. In questo paese, le maldicenze fastidiose, i dispetti meschini e l’invidia professionale che hanno colpito le scuole di astrologia – qui, come in ogni altro paese – iniziano a lasciare il passo ad obiettivi di più ampia portata. Ci siamo resi conto di essere davvero una comunità e che lo sviluppo delle nostre abilità di comprensione e comunicazione è più importante delle piccole lotte di quartiere. Inizia ad accadere qualcosa di notevole: creiamo unità nel rispetto della diversità. Solo questo ha un valore inestimabile. DG: Liz, grazie per aver dedicato tempo a questa intervista. Ti auguriamo il meglio perché il tempo che trascorrerai a Bath Spa sia ricco di successi, piacevole e fruttuoso, qualsiasi forma tu voglia dare ad esso – o in qualunque modo esso ti influenzi. Il sito del corso di Laurea in Astronomia Culturale e Astrologia, presso l’Università di Bath Spa, è: www.bathspa.ac.uk/sophia/ Darrelyn Gunzburg è astrologa professionista e condirettrice di Astro Logos, una scuola che si occupa della formazione e qualificazione degli astrologi praticanti. (www.AstroLogos.co.uk). Il suo recente libro, Life after Grief: An Astrological Guide to Dealing with Loss, è pubblicato da The Wessex Astrologer: www.wessexastrologer.com. NOTE 1 N.d.t.: Liz Greene fa qui riferimento a un episodio già narrato in Astrologia e Destino, che testimonia la difficoltà dei rapporti intercorsi tra lei e la sua prima insegnante di astrologia. Isabel Hickey fu astrologa ed autrice molto amata e rispettata negli Stati Uniti, tra la fine degli anni ’60 e i primi anni ’70. Sebbene a tratti fortemente influenzato dal suo approccio spirituale – come rileva giustamente la Greene – il suo manuale, Astrology: A Cosmic Science – uscito nel 1970 - è ancora oggi considerato un testo classico e segna il momento di passaggio che apre la strada alla nuova generazione di astrologi di orientamento psicologico. Non è un caso che Stephen Arroyo o Donna Cunningham lo citino come opera fondamentale per la loro formazione. 2 N.d.T.: casa editrice legata al Centre for Psychological Astrology, il centro di astrologia psicologica, fondato a Londra da Liz Greene e Howard Sasportas 3 N.d.T.: “la città e la toga”. Con questa espressione si sottolinea la spaccatura esistente tra gli abitanti della città e l’ambiente universitario. 4 N.d.T.: popolarissima soap-opera, trasmessa dalla televisione inglese, che ha come protagoniste alcune famiglie della classe operaia residenti in un quartiere immaginario nell’East End londinese. 5 N.d.T.: progetto che ha visto impegnata, negli ultimi anni, la comunità astrologica inglese e finalizzato all’istituzione di una cattedra di astrologia presso la locale università.
Pubblicato su The Mountain Astrologer, n.119, Febbraio 2005
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Dante Valente
SUL SIMBOLO
L.A. 139-130
Qualche anno fa a La Havana, una domenica mattina attraversavo una piazza gremita di gente fuori dalla Cattedrale, probabilmente strapiena. I presenti intonavano in spagnolo un canto che mi parve sempre più familiare …e d’improvviso sentii irrefrenabile accodarmi con un “che vien di giubilo oggi ti onora…” nella mia lingua, seguito dai vari “festevole” “ai tuoi pié”, ecc. ecc. Qualcosa mi affiorava con prepotenza da un passato sepolto. Confesso di essermi commosso, per aver “toccato con l’anima” antiche emozioni perdute. In quel momento credo di aver contattato quasi fisicamente il simbolo, che può anche essere inteso come un contenitore di sensazioni, di emozioni, di soggettività, per il quale è inefficace una descrizione razionale, concreta, obiettiva. Il simbolo diventa vivo quando esercita un effetto sull’animo, attraverso vie inusitate, svariate, infiniti oggetti o esperienze, e sempre personali. Quelle poche note mi avevano richiamato un vasto “contenitore”, che annoverava l’eccitata l’atmosfera del mese mariano, con noi bambini che raccoglievano i fiori profumati da portare la sera sull’altare alla Madonna, le campane festanti all’imbrunire, il confluire dei fedeli da ogni angolo del piccolo paese, il cantare all’unisono con quelle vocali lunghissime e digradanti… insomma la partecipazione ad una dimensione magica con cui ciascuno a suo modo veniva a contatto con il trascendente. Per questo credo che, alla fine, così come ciascuno di noi finisce col farsi una propria astrologia, alla fine si faccia una propria simbologia, probabilmente in base al suo stesso tema natale. E potrà meglio intendere che cosa significhi un trigono di Urano; più di cento circonlocuzioni. Ciascuno probabilmente ne percepirà un dettaglio, ma potrà bastare come premio di lunghi studi tecnici e analitici… (Dante Valente)
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Robert D. Doolaard
CICLI DI GUERRE 1500-2000 TRADUZIONE DI CHRISTIANE E GIUSEPPE NASTRI
L.A. 139-140
Introduzione di Christiane Nastri Conobbi Robert Doolaard al Convegno Astrologico di Bruges (VAG- Belgio) nel 2003, allorché presentò un’intervento intitolato “Quale futuro per la Civiltà Occidentale”. Diceva con precisione astrologica che c’era una nuova guerra alla nostra porta… Gli chiesi; “Sarà grave?” Rispose che non s’aspettava una nuova guerra mondiale nei prossimi sette decenni di questo secolo. Ma che avrebbe indicato come era arrivato a questa conclusione. Ce lo ha spiegato poi, usando l’Indice Ciclico, che io stessa avevo già studiato nei testi di A. Barbault e di C. Ridoux. Ha però ulteriormente suddiviso in tre sottocicli: di Urano Saturno e Giove che sembrano particolarmente significativi per lo scoppio delle guerre e la loro sanguinosità. A seguito del suo intervento mi sono subito convinta che quest’uomo aveva continuato e approfondito con una pazienza da benedettino uno studio convincente illustrandolo splendidamente con nitide figure a colori, un vero incanto di chiarezza (da artista Bilancia, Asc Bilancia). La presentazione mi fece non solo sognare, ma anche riflettere per giorni. Andai a trovarlo ad Amsterdam con mio marito, con Charles Ridoux e un’altra astrologa francese. Io gli suggerii di scrivere un articolo per la nostra amata rivista Linguaggio Astrale. L’astrologia mondiale, madre di tutte le astrologie, ha in Robert Doolaard un figlio prodigioso, dolce e saggio, ricercatore equilibrato e tanto gradevole. Sono lieta di potervi presentare Robert e spero che il suo articolo vi toccherà altrettanto. “La via in salita e quella in discesa son una e una sola via”. Eraclito, Frammenti
Sommario La ragion d’essere iniziale di questa ricerca è stata la verifica della correlazione alla scala planetaria, a partire dal 1700, fra l’inizio delle guerre e l’Indice Ciclico (I.C.) di Barbault. Per rendere più chiare le distinzioni, l’I.C. è stato completato da due sotto-indici. I tre indici che ne risultano sono chiamati ri-
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spettivamente l’onda di Urano, di Saturno e di Giove; ciascuna con un ritmo proprio al pianeta da cui prende il nome. Viene presentata una tabella di 61 guerre di maggior importanza, completata con le note di fase per ciascuna di queste tre onde. Appare così l’effetto cumulativo, il che significa che più grave è la guerra, più forte è il collegamento tra le tre le onde. Le maggiori guerre fra il 1500 e il 1700 sono state incluse in complemento a questa ricerca. L’effetto cumulativo è ancora una volta illustrato da esempi storici, a cominciante dal crollo dell’Impero assiro. Nella conclusione, il materiale raccolto è ulteriormente esaminato attraverso un test proposto dal professor Suitbert Ertel. Infine viene discusso il rapporto tra l’astrologia mondiale e lo storicismo. Introduzione Questo materiale di ricerca è stato pubblicato per la prima volta nel 1993, nell’Astrological Journal e nella rivista scientifica olandese – scettica in astrologia – Astrology under Scrutiny. Quest’ultima propose il mio articolo al giudizio di tre arbitri. I responsabili della rivista vi trovarono dell’interesse senza però poter concordare con la mia conclusione, ritenendo che i miei risultati potessero attribuirsi ad una semplice coincidenza. È seguito un profondo silenzio che sembra aver fatto ripiombare nell’oblio il mio lavoro, almeno per quanto riguarda il mondo d’espressione inglese. Ho iniziato questa ricerca per fornire la prova quantitativa della mia storiografia planetario-ciclica pubblicata in olandese nel 1986 con il titolo: Onde – Influenze planetarie sulla cultura. 600 avanti Cristo – 2000 dopo Cristo. Un sommario di questo libro, in quattro parti, è stato pubblicato dall’Astrological Journal (Doolaard 1990-91). Una traduzione in inglese era allora in preparazione e doveva essere pubblicata dall’Urania Trust ad iniziativa di Charles Harvey, che era entusiasta del mio lavoro (si veda Mundane Astrology, seconda edizione, 1992, pagina 218, riferimento 55). A causa del suo decesso, che molto mi ha addolorato, e di altre circostanze al di là della mia volontà, questo non è stato mai attuato. Nel 1993 avevo dichiarato: “il sistema democratico si sta attualmente diffondendo, in particolare a seguito della dissoluzione dei regimi autoritari comunisti, e questo ci consente una certa speranza, poiché la storia ci ha insegnato che le democrazie sono estremamente meno sanguinarie che i regimi totalitari”. Dallo scorso anno sappiamo che anche le democrazie moderne non esitano ad iniziare una guerra in base ad informazioni confezionate ad arte, mettendo quindi da parte l’ordine legale internazionale così faticosamente costruito. Nonostante il numero relativamente piccolo di vittime, questa seconda guerra di Golfo contiene tutti gli ingredienti per svilupparsi in una guerra maggiore. Essa ha in comune con la prima guerra di Golfo d’essere scoppiata all’inizio di una fase in diminuzione dell’Indice Ciclico (I.C.). Il seguente testo è simile a quello di 1993; è stato solo abbreviato, per quanto possibile, con piccoli adattamenti, ed aggiornato.
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I cicli = il tempo La nostra divisione del tempo è in rapporto con la rotazione della terra intorno al proprio asse ed al suo moto orbitale attorno al sole. Estendere questo a tutti i pianeti del nostro sistema solare costituisce soltanto un piccolo passo più in là. La caratteristica comune è il movimento circolare o orbitale, il ciclo. Allo stesso modo in cui il periodo di ventiquattro ore è diviso nel giorno e nella notte e l’anno è diviso in estate ed in inverno, così noi possiamo distinguere due fasi nel ciclo di due pianeti: una di aumento, (la metà uscente, dalla congiunzione all’opposizione) e una di diminuzione (la metà entrante o rientrante, dall’opposizione alla congiunzione), ciascuna con il proprio carattere. La visione ciclica di tempo è molto antica, probabilmente vecchia quanto l’osservazione umana. Durante l’era classica greca, nuova vita fu immessa in questa visione per esempio da Pitagora, Eraclito, Empedocle e particolarmente da Platone, senza contare molti filosofi successivi. La riscoperta dei cicli in astrologia, in vista d’applicazioni pratiche, risale a tempi più recenti. La prima pubblicazione circa i cicli degli accoppiamenti planetari, all’interno di un contesto psicosociale, risale a Th.J.J. Ram (1935). L’ispirazione proveniva dal suo amico Thierens (1933). L’elemento più importante sta nel riconoscimento di un contrasto qualitativo dinamico fra la metà uscente e la metà rientrante. Il primo articolo (realmente brillante) che ho letto (nel 1963), scritto da André Barbault, descriveva la successione degli eventi storici per esempio nell’Unione Sovietica in rapporto con la successione degli aspetti tra Saturno e Nettuno. Si trattava di un’analisi del ciclo, ma senza una particolare differenziazione qualitativa fra le fasi rispettivamente uscente e rientrante. Più tardi riscoprì l’Indice Ciclico di Gouchon e sviluppò compiutamente le possibilità dell’I.C. nella sua opera L’Astrologie Mondiale (1979). Barbault mi disse successivamente di essere entrato in contatto con Ram (“un charmant homme”) ma di non ricordare i soggetti della loro discussione. Sui cicli ci sono state anche interessanti pubblicazioni in lingua inglese da parte di John Addey (1920-1982) e Dane (e Rael) Rudyar (1895-1985). E naturalmente da parte di Michael Baigent, Nicholas e Charles Harvey in Mundane Astrology (1984), con osservazioni storiche, filosofiche e pratiche. Di grande importanza è The Great Year, opera di Campion (1994), un vero inventario dei modi di concepire il tempo nella storia dell’Occidente. Grazie all’«onda mentale» suscitata dall’astrologo francese Henri Joseph Gouchon e alla sua ‘riverberazione’ da parte di André Barbault il concetto ciclico si è davvero trasformato in una seria base di riflessione nella ricerca astrologica. L’Indice Ciclico Durante la seconda guerra mondiale Gouchon e Barbault si applicarono a risolvere l’ovvio problema che si era presentato: non un solo astrologo era stato capace di prevedere la catastrofe incombente.
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Gouchon concepì allora l’idea di calcolare le distanze zodiacali (separazione angolare) dei 10 cicli formati da 5 pianeti esterni (da Giove a Plutone) tra loro. Addizionò poi queste 10 separazioni angolari. E lo fece per ogni anno (alla data del 21 marzo), tracciando i risultati su di un grafico. Collegando questi punti tra loro, diede forma ad una linea ondeggiante che mostra il movimento medio delle fasi cicliche combinate di questi 5 pianeti esterni. L’andamento dell’onda è dominato sempre dal pianeta più veloce, in questo caso Giove. Quando la linea va verso il basso, Giove sta muovendosi verso le relative congiunzioni con i pianeti più lenti (l’onda è in fase rientrante, in diminuzione o discendente). Quando la linea sale, Giove sta muovendosi verso le relative opposizioni (l’onda è in fase uscente, in aumento o ascendente). Gouchon ha chiamato questo indice “l’indice de concentration des planètes lentes” (l’indice di concentrazione dei pianeti lenti). Gli apparve subito evidente che la prima e la seconda guerra mondiale si situavano durante la fase rientrante, cioè discendente, dell’indice ciclico. Su questa base predisse che prima di 1950 non ci sarebbe stata alcuna guerra importante. Nel 1950 scoppiò poi la guerra di Corea. Gli astrologhi che hanno studiato l’I.C. in profondità concordano nel dire che esso fornisce una buona indicazione del grado di stabilità nei rapporti economici e politici internazionali. La storia recente ne fornisce ampie illustrazioni. Nella seconda metà degli anni settanta, durante la fase discendente dell’Indice Ciclico, si è esaurita la fioritura degli anni sessanta e l’economia (mondiale) si è gradualmente impantanata nell’inflazione, i fallimenti e il rapido aumento della disoccupazione. Allo stesso tempo i rapporti internazionali si sono deteriorati, con casi quali i Killing Fields della Cambogia, la rivoluzione fondamentalista in Iran, l’invasione sovietica dell’Afganistan e la guerra fra l’Iran e l’Iraq. Si è trattato di un periodo di cinismo e di grave disfattismo ed è solo a partire dal 1983, con la risalita dell’Indice Ciclico che l’economia si è gradualmente ripresa. Le tensioni internazionali sono pure diminuite, particolarmente in seguito all’ascesa di Gorbachov e ai suoi sforzi per la riforma (glasnost e perestrojka). Con il raggiungimento della cresta dell’onda nel 1989-90 sono crollate le dittature comuniste dell’Europa centro-orientale, secondo la predizione di Barbault contenuta in un articolo pubblicato nel 1955! (Barbault 1990). Sono seguite la disintegrazione dell’Unione Sovietica e la guerra civile in Iugoslavia, mentre allo stesso tempo la situazione politica (guerra del Golfo Persico) e particolarmente economica sono generalmente peggiorate. Durante la successiva fase ascendente, l’economia è stata di nuovo in crescita e i mercati azionari hanno raggiunto un picco incredibile determinato soprattutto dai fondi tecnologici (nuovo boom economico). Con l’opposizione di Giove ai pianeti esterni (a Plutone nel 2000) i mercati azionari si sono arrestati ed al momento dell’opposizione di Saturno (a Plutone nel 2001) è venuta meno la stabilità politica internazionale con gli attacchi alle Torri Gemelle ed al Pentagono. Durante la presente fase verso il basso dell’Indice Ciclico (a partire dal 2003) la situazione internazionale appare preoccupante.
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La ricerca La nostra intenzione è ora di confrontare l’evoluzione dell’Indice Ciclico negli ultimi tre secoli con le guerre occorse durante lo stesso periodo. L’ipotesi è la seguente: la fase ascendente di un periodo contrassegna un ottimismo dominante, una relativa stabilità, la creatività e lo sviluppo. La fase verso il basso corrisponde ad un periodo d’involuzione e di distruzione, al pessimismo, alla confusione e ad una certa forma di caos. Se questa è una rappresentazione piuttosto semplificata dei fatti, è sufficiente per il nostro studio. La questione è ora se l’erompere delle guerre conferma o meno quest’ipotesi. Se c’è davvero una corrispondenza, allora le guerre più numerose o più severe debbono scoppiare piuttosto durante la fase discendente che durante la fase ascendente dell’Indice Ciclico. Le onde Desidero in primo luogo spiegare come si è sviluppato il grafico della Fig.1. Vi ho incluso (soltanto) gli indici ciclici per Urano e Saturno. Il motivo di questa scelta apparirà nel seguito. Tutti i calcoli (geocentrici) sono stati effettuati per il 21 marzo di ogni anno. Il programma usato per la posizione dei pianeti, per tutto il mio lavoro, è stato Astrocalc di Collin Miles. Tutti i calcoli sono stati fatti a mano e sono stati disegnati in “Corel Draw”. Prendendo come esempio l’Indice Ciclico per Urano, cominciamo con l’anno 2000. Dobbiamo calcolare in primo luogo la distanza (angolare) fra Plutone e Nettuno che è di 53 gradi. Vi aggiungiamo le separazioni angolari UranoPlutone e Urano-Nettuno, cioè rispettivamente 66 gradi e 13 gradi, ottenendo un totale di 132 gradi. Sul grafico, che comincia a 100 gradi, mettiamo un punto per Urano a 132 gradi. Per ottenere l’indice ciclico di Saturno, bisogna addizionare le separazioni angolari Saturno-Plutone, Saturno-Nettuno e Saturno-Urano e si ottengono 132 gradi. Per calcolare l’Indice Ciclico di Giove (cioè l’Indice Ciclico originale di Gouchon) si segue la stessa procedura, con questi risultati: 1. 2. 3.
Plutone-Nettuno Plutone-Urano Nettuno-Urano TOTALE
4. 5. 6.
Saturno-Plutone Saturno-Nettuno Saturno-Urano TOTALE
53 66 13 ––––– 132 151 98 85 ––––– 466
gradi (separazione angolare) » » gradi = Indice Ciclico di Urano » » » gradi = Indice Ciclico di Saturno
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7. 8 9. 10.
Giove-Plutone Giove-Nettuno Giove-Urano Giove-Saturno TOTALE
144 91 78 7 ––––– 786
» » » » gradi = Indice Ciclico di Giove
Questi calcoli sono effettuati per ciascuno degli ultimi 300 anni. I punti sono riportati su di un grafico. Poiché le espressioni “Indice Ciclico d’Urano”, ecc. sono piuttosto pesanti, scriverò d’ora in poi “onda di Urano”, “onda di Saturno” e “onda di Giove”. Possiamo vedere su questo grafico come l’onda di Urano guidi l’onda di Saturno e come questa, a sua volta, rinforzi o indebolisca i picchi ed i minimi dell’onda di Giove. Le guerre Avendo a disposizione una lista delle guerre dall’antichità al 1950, con una stima del numero di vittime, ho deciso di calcolare l’Indice Ciclico per i tre ultimi secoli ponendovi accanto le guerre della mia lista opportunamente completata per il periodo più recente. Il risultato è stato così interessante che una pubblicazione mi è parsa inevitabile. Ma ho avuto bisogno di una lista più recente. Barbault gentilmente me ne trasmessa una, compilata dallo storico francese Bouthoul (1976). Questa lista va dal 1740 al 1974. Neppure così sono stato soddisfatto ed ho infine preso contatto con l’Istituto Olandese di Polemologia all’università de Groningen e con il Centro per la Ricerca dei Conflitti Sociali all’università de Leida. Questi mi hanno fornito tutti i dati necessari, in modo da poter finalmente concludere il mio studio. La lista qui usata, “Wars and War-Related Deaths, 15001990” (Guerre e decessi corrispondenti, 1500-1990) è stata compilata da William Eckhardt, direttore di ricerca del Laboratorio di Ricerca per la Pace di Lentz, e pubblicato in «World Military and Social Expenditures 1991» (Spese militari e spesa sociale nel mondo, 1991). Per il periodo 1700-1991, vi sono elencate 491 guerre, per ciascuna delle quali sono stati registrati 1000 o più morti (tra militari e civili). In queste guerre hanno perso la vita complessivamente circa 135 milioni di persone. Bisogna rappresentarsi che questa cifra corrisponde alla popolazione dell’Europa a metà del diciottesimo secolo, o all’attuale popolazione complessiva delle Isole Britanniche, della Francia e dei Paesi Bassi messi insieme. Se poniamo le date d’inizio di queste guerre accanto alle onde, osserviamo che su di un numero totale di 491 guerre: Cominciano durante la fase di Giove Cominciano durante la fase di Saturno
– 241 + 250 – 268 + 223
Argomento
25
I numeri preceduti dai segni meno e più si riferiscono al numero delle guerre che sono scoppiate rispettivamente durante l’onda discendente di Giove (fase meno) e durante l’onda ascendente di Giove (fase più). Le differenze non sono tanto importanti e cadono all’interno di quanto ci si attende da pure coincidenze. Non c’è quindi correlazione evidente fra gli indici ciclici di Giove e di Saturno ed il numero di guerre iniziate. Ormai lo sappiamo. Per superare quest’apparente impasse, ho deciso di dividere le guerre in tre categorie: 1. Guerre minori, con un numero di morti fra 1000 e 10.000 2. Guerre medie, con un numero di morti fra 10.000 e 100.000 3. Guerre maggiori, con più di 100.000 morti TOTALE
296 124 71 ––––– 491
E ho trovato i seguenti risultati: Numero di guerre minori Numero di guerre medie Numero di guerre maggiori TOTALI
296 124 71 491
fase fase fase fase
di di di di
Giove Giove Giove Giove
–137 – 60 – 44 –241
+159 + 64 + 27 +250
Qui possiamo vedere che le guerre dalle prime due categorie scoppiano un po’ più spesso durante la fase uscente o ascendente piuttosto che durante la fase rientrante o discendente. Qui inoltre le differenze non sono così importanti e cadono all’interno di quanto ci si può attendere da semplici coincidenze. Ma consideriamo ora le guerre maggiori. Le maggiori guerre Nella lista che segue i segni più e meno nelle colonne relative ai pianeti mostrano la fase (il segno – significa verso il basso e il segno + significa verso l’alto) nella quale le varie onde stanno spostandosi. Nella colonna di Urano (UR) ci sono due notazioni. La prima si riferisce alla fase con Plutone, la seconda alla fase con Nettuno.
INDICAZIONI CICLICHE PER 61 GUERRE MAGGIORI (tra l’anno 1700 e il 2000, ciascuna con più 100.000 morti, rappresentanti il 92 % del totale dei morti)
1*. 1701-1713 2*. 1740-1748 3 . 1755-1757 4*. 1755-1763
Guerra
UR
SA
GIO
Guerra di Successione spagnola Guerra di Successione austriaca Massacri cinesi contro gli Tzungari Guerra dei Sette Anni
–+ +– +– +–
– – + –
– – – –
Morti x1000 1.250 359 600 1.360
26
Argomento
5*. 1787-1792 6*. 1793-1802 7*. 1803-1815 8*. 1828-1829 9 . 1839-1847 10 . 1851-1864 11*. 1853-1856 12 . 1861-1865 13 . 1865-1870 14*. 1866 15*. 1870-1871 16 . 1873-1878 17*. 1875-1878 18 . 1895-1898 19 . 1898 20 21 22 23
. 1899-1902 . 1899-1903 . 1904-1905 . 1905-1907
24 . 1910-1920 25*. 1912-1913 26*. 1914-1918 27*. 1915 28*. 1917-1922 29 . 1927-1935 30 . 1928-1935 31*. 1936-1939 32 . 1937-1941 33*. 1939-1945 34*. 1945-1949 35 . 1946-1948 36 . 1946-1950 37 . 1946-1954 38 . 1947-1949 39 . 1950-1951 40 . 1950-1953 41 . 1954-1962 42 . 1963-1972 43 . 1965-1974 44 . 1965 45 . 1967-1968
Guerra Russo-Turca (intervento austriaco nei Balcani) Guerre civili e rivoluzionarie francesi Guerre napoleoniche Guerra Russo-Turca Francia contro l’Algeria Ribellione di Taiping Guerra di Crimea Guerra civile Americana Guerra della Plata (Paraguay contro Brasile e Argentina) Guerra delle Sette Settimane Guerra Franco-Prussiana Achinesi contro i Paesi Bassi (Indie olandesi) Guerra nei Balcani (Russo-Turca) Cuba contro la Spagna (Cuba) Stati Uniti contro la Spagna per Cuba e le Filippine (Cuba) Rivolta filippina contro gli Stati Uniti Guerra civile in Colombia Guerra Russo-Giapponese Rivolta contro i Tedeschi in Tanganika (massacri) Messico: liberali e radicali contro il governo (intervento degli Stati Uniti) Prima e Seconda Guerra balcanica Prima Guerra Mondiale Massacri turchi contro gli Armeni Rivoluzione e guerra civile in Russia Guerra civile in Cina Guerra del Chaco Guerra civile spagnola Guerra Sino-Giapponese Seconda guerra mondiale Guerra civile greca (intervento britannico) India: Musulmani contro Induisti (intervento britannico) Guerra civile in Cina (Comunisti contro Kuomintang) Guerra d’Indocina (Francia contro i Vietmin) Guerra Indo-Pakistanese Il nuovo governo cinese liquida i proprietari Guerra di Corea Guerra d’Algeria Neri contro governo nel Sudan (intervento britannico) Guerra del Vietnam (intervento americano) Colpo di Stato abortito in Indonesia Rivoluzione culturale in Cina
+– –– –– –+ –+ ++ ++ ++
+ – – + – – + +
+ – – – – – – +
192 2.030 2.870 191 300 10.000 772 820
++ ++ ++
+ – –
– – +
1.100 150 250
++ ++ ++
– – +
+ – +
200 285 130
++ ++ ++ –+
+ – – –
+ + + –
200 204 150 130
––
–
–
150
–– –– ––
– – –
+ – –
250 140 21.500
–– –– –– –– –– –– –– ––
– + + + – – – –
– – – – – – – +
1.000 1.000 1.250 200 1.200 1.800 52.000 160
––
–
+
800
––
–
+
700
–– ––
– –
+ +
600 800
–– –– ––
+ + +
– – –
1.000 3.000 250
––
+
+
500
+– +– +–
– – –
– – –
2.060 500 500
Argomento
27
46 . 1967-1970 47 . 1970-1975 48 . 1971 49 . 1971-1978 50 . 1972 51 . 1975-1978 52 . 1978-1989 53 . 1980-1988 54 . 1981-1987 55 . 1981-1990 56 . 1984-1990 57 . 1991 58 . 1991-1992 59*. 1992-1999 60 . 1994 61 . 1998-2000
Guerra civile in Nigeria (Biafra) +– Gli Stati Uniti intervengono: guerra civile in Cambogia +– Guerra del Pakistan contro il Bangladesh + – Massacri perpetrati da Idi Amin in Uganda + – Hutu contro il governo nel Burundi (massacri) +– Guerra civile in Cambogia (Pol Pot) +– Intervento sovietico nella guerra civile in Afganistan +– Guerra Iran -Iraq +– Esercito contro la popolazione in Uganda (massacri) +– Guerra civile nel Mozambico (carestia) +– Neri contro la legge islamica nel Sudan +– Prima Guerra del Golfo Persico +– Anarchia in Somalia +– Guerra civile nell’ex-Jugoslavia +– Guerra civile nel Ruanda ++ Guerra civile nel Congo ++
–
–
2.000
– – –
+ + +
156 1.000 300
– –
+ –
110 1.000
– –
– –
1.300 500
– – – + + + + +
– – + – – – – +
308 1.050 506 200 350 130 800 2.000
NUMERO DEI MORTI SECONDO LA FASE DELLE ONDE PLANETARIE PER 61 GUERRE MAGGIORI (numero dei morti x 1000) n° di guerre dimin. rientr.
Giove Saturno Urano predominante Giove+Sa Giove+Sa+Ur
aum. usc.
n° morti x 1000 a metà
diminuz. rientrante.
aumento uscente
–
+
–
+
40 41 23 38 26 9
21 20 14 13 6 4
116.585 111.928 95.160 115.752 105.742 82.690
10.028 14.685 17.061 7.318 3.342 3.150
24 10 29
rapp.
12:1 7:1 5:1 15:1 31:1 26:1
NOTA: il numero totale dei morti considerati in questa tabella è di 126.613.000.
In queste 61 guerre maggiori prese in considerazione, le correlazioni sono molto più chiare: 40 scoppiano durante la fase discendente e 21 durante la fase ascendente dell’onda di Giove. Si tratta di un rapporto di 2:1. Lo stesso rapporto si applica all’onda del Saturno. Inoltre, durante la simultanea fase discendente delle onde di Giove e di Saturno, le guerre esplodono 5 volte più spesso (26: 6) che nella situazione inversa. Tuttavia, se confrontiamo il numero di morti nelle guerre che cominciano nella fase discendente con quelle che cominciano nella fase ascendente del-
28
Argomento
l’onda di Giove, noi arriviamo ad un rapporto di 12:1. Poiché questo gruppo delle maggiori guerre è responsabile del 92 % del numero totale di morti di tutte le guerre di questo periodo, giudico questo risultato davvero straordinario. In questo gruppo si ha il 66 % dei morti (82.690.000 vittime) – durante soltanto il 9 % del tempo (27 anni) – in guerre che cominciano quando le onde di Giove, di Urano e di Saturno sono simultaneamente nella fase discendente. Questo rappresenta un numero di morti 26 volte più grande di quante persone muoiono nei periodi in cui le onde sono tutte in ascesa. Mega-guerre Diventa ancor più interessante considerare le guerre dalla precedente lista che hanno provocato un milione o più vittime, cioè le mega-guerre. Segue una lista da cui appare che queste guerre più terribili costarono 82 % del tributo totale di morti. Numero totale di morti in 495 guerre:
138.000
= 100 %
Numero dei morti in 61 guerre maggiori (di cui muoiono in 22 mega-guerre)
126.613 112.770
= 92 % = 82 %
N° di morti in 433 guerre minori (N° totale di morti nelle guerre iniziate durante la fase + di Giove = 11 %)
11.387
=
(Giove + 10.028)
8%
(Giove + 5.700)
15.728
Le indicazioni cicliche per questo gruppo sono le seguenti:
INDICAZIONI CICLICHE PER 22 MEGA-GUERRE (fra il 1700 e 2000, con un milione o più di morti ciascuna, 82 % del totale dei morti) n° di guerre dimin. rientr.
Giove
aum. usc.
n° morti x 1000 a metà
diminuz. rientrante.
aumento uscente
rapp.
–
+
–
+
20
2
109.770
3.000
36:1
Saturno
16
6
103.420
9.350
11:1
Urano
12
3
7
90.710
13.100
7:1
Predominante
19
2
1
108.670
3.100
32:1
Giove+Sat.
15
1
6
102.420
2000
50:1
7
1
82.400
2000
41:1
Giove+Sa+Ur.
NOTA: nell’insieme queste guerre contribuiscono con 112.770.000 morti, cioè con l’82 %, al tributo di tutte le guerre considerate nella nostra ricerca.
Argomento
29
Cicli di guerre 1700-2000 Robert D. Doolaard
Fig. 1
30
Argomento
La stragrande maggioranza di queste 22 mega-guerre è iniziata durante la fase discendente di tutte le onde e gruppi di onde. Tutte queste mega-guerre sono cominciate – tranne due – durante l’onda discendente di Giove, e durante questo periodo si sono avuti 36 volte più morti che non nelle due sole megaguerre che erano iniziate durante la fase ascendente. Poiché questo gruppo di guerre è responsabile dell’82 % di tutte le morti della nostra ricerca, questo risultato è pure impressionante. Rinforzo reciproco delle onde Apparirà ora perchè includo non soltanto l’Indice Ciclico di Giove, ma anche quello di Saturno e di Urano. Se chiedeste ad uno storico quali eventi hanno formato la minaccia più grave per la continuazione di civilizzazione europea negli ultimi tre secoli, certamente risponderebbe: le guerre napoleoniche (1803-1815) e le due guerre mondiali. Questi tre disastri hanno in comune che sono tutti scoppiati durante le simultanee fasi discendenti dell’onda di Giove, di Saturno e di Urano. Ci hanno quasi inghiottiti. Ciò indica che queste onde, quando si trovano in fase comparabile, si rinforzano notevolmente tra loro. Questo effetto corrisponde a simili risultati nei cicli correlati di Plutone, Nettuno e Urano (Doolaard 1986, 1991-92). A proposito del ciclo di Plutone-Nettuno, possiamo ricordare, che nel periodo tra la fine del trigone rientrante prolungato e l’inizio del seguente sestile uscente prolungato di questi cicli – l’ultima volta fra il 1793 e il 1943, cioè dal regno del Terrore fino al “turning point” (punto d’inversione) della Seconda guerra mondiale – la civilizzazione è passata attraverso un profondo abisso. Ciò è accaduto precedentemente cinque volte, ogni 500 anni, il che può essere confermato da ogni storico. Tuttavia siamo risaliti cinque volte da questa profonda discesa nel ciclo di Plutone-Nettuno durante il sestile uscente prolungato successivo. Nella storia, tutti questi periodi corrispondono ai giorni fausti nello sviluppo culturale. Hanno tutti ricevuto definizioni come ‘classicismo’ o ‘rinascita’, a cominciante dall’Età Aurea di Pericle! (Doolaard, 1986, 1990-91, 1997). L’effetto catastrofe Per ritornare al nostro studio dobbiamo vedere chiaramente che più terribili sono le guerre, maggiore è la tendenza a esplodere durante la fase discendente delle tre onde. Questo richiama l’«effetto eminenza» quale è conosciuto dal lavoro di Michel Gauquelin e di Suitbert Ertel. Guerre maggiori in Europa Il fatto che un numero doppio di guerre scoppi durante la fase discendente rispetto alla fase ascendente di Giove, significa che persino durante la fase
Argomento
31
ascendente dovremmo restare vigilanti. Questo è contrario alla nostra esperienza. Ne ho esaminato il motivo. Nella lista di 61 guerre ce ne sono 19 che si presentano in Europa. Queste sono contrassegnati da un asterisco immediatamente dopo il numero d’ordine in quella lista.
INDICAZIONI CICLICHE PER 19 MAGGIORI GUERRE EUROPEE (fra il 1700 e il 2000, ciascuna con più di 100.000 morti) n° di guerre dimin. rientr. –
aum. usc.
n° morti x 1000 a metà
diminuz. rientrante.
+
–
aumento uscente
rapp.
+
Giove
16
3
86.237
602
143:1
Saturno
14
5
84.554
2.285
37:1
Urano
9
4
6
81.900
1.457
56:1
Predominante
14
3
2
85.304
1.214
70:1
Giove+Sat.
12
1
6
84.144
192
438:1
7
0
80.740
0
Giove+Sa+Ur.
NOTA: il numero totale dei morti considerati in questa tabella è di 86.839.000.
Su queste 19 guerre, le cui conseguenze non si sono sempre limitate alla sola Europa, ben 16 cominciano durante la fase discendente e soltanto 3 durante la fase ascendente dell’onda di Giove. Ciò non dà più un rapporto di 2 ad 1, come nelle 61 guerre maggiori, ma quasi di 5 ad 1. Limitandoci ai conflitti europei, osserviamo che il rapporto fra il numero di morti nelle guerre che cominciano nella fase discendente di Giove e in quelle che cominciano nella fase ascendente è più di 100:1. Visto il carattere estremo di questo rapporto, io che sono doppia Bilancia ho avuto notti senza sonno. Non va dimenticato che in tutto questo periodo di 300 anni le onde di Giove-Saturno e di Urano discendono simultaneamente soltanto per 27 anni mentre ascendono insieme per 35 anni. In 7 delle 19 maggiori guerre europee che sono scoppiate nel 9 % del tempo durante il quale queste tre onde discendevano simultaneamente, si è avuto il 93 % dei morti. Se le due guerre mondiali, con il loro enorme tasso di mortalità, fossero iniziate giusto per coincidenza durante l’onda discendente di Urano, lo squilibrio derivante risulterebbe ingigantito. Per rimuovere ogni dubbio su questo punto ho incluso la seguente precisazioni:
32
Argomento
INDICAZIONI CICLICHE PER 9 MEGA-GUERRE EUROPEE (fra il 1700 e il 2000, ciascuna con più di 1.000.000 morti). n° di guerre diminuzione entrante
aumento uscente
–
+
n° morti x 1000 a metà
diminuzione rientrante
aumento uscente
–
+
Giove
9
0
84.210
0
Saturno
8
1
83.210
1.000
Urano
7
0
81.600
0
Principalmente
9
0
84.210
0
Giove + Sat.
8
0
Giove+Sa+Ur
6
0
2 1
83.210
0
81.600
0
NOTA: il numero totale dei morti considerati in questa tabella è di 84.210.000.
Vediamo qui che le due guerre mondiali non costituiscono un’eccezione. Tutte le mega-guerre europee mostrano un chiaro rapporto alla fase discendente di tutte le onde e gruppi delle onde. Non c’è da meravigliarsi che alcuni astrologhi attribuiscano tanta importanza all’Indice Ciclico. Conclusione Riconsiderando tutto il precedente materiale possiamo fare queste osservazioni: 1. Le guerre minori possono scoppiare in ogni il momento sfavorevole, senza riguardo alla fase ciclica dell’indice. 2. Invece, 89 % del numero totale di vittime muoiono nelle guerre che cominciano durante l’onda discendente di Giove. 3. Il motivo principale per questo è che delle 22 mega-guerre, responsabili per l’82 % del numero totale di morti, ben 20 scoppiano durante la fase discendente dell’onda in di Giove. Esse sono responsabili del 97% delle perdite in questo gruppo. 4. Il 96 % delle vittime di queste 22 mega-guerre, si è avuto in 19 guerre che sono scoppiate durante la prevalenza delle fasi discendenti delle onde ed il 73 % nelle guerre che sono cominciate quando tutte e tre le onde erano discendenti, il che corrisponde soltanto al 9 % del tempo. 5. Più grave è la guerra, più frequente è il caso ch’essa scoppi durante la fase discendente degli indici ciclici (effetto catastrofico o cumulativo). 6. Per motivi ancora sconosciuti le maggiori guerre sono scoppiate in Europa durante la fase discendente di Giove relativamente più spesso che altrove nel mondo. Si sono qui avuti ben 143 volte più morti nelle guerre che cominciano durante l’onda discendente di Giove che in quelle che comincia-
Argomento
33
no durante l’onda ascendente di Giove. Infatti 93 % delle vittime muoiono nelle guerre che incominciano durante i 27 anni (9 % del tempo) in cui tutte queste tre onde sono in fase di diminuzione allo stesso tempo. Il gruppo di 9 mega-guerre europee, in cui si è presentato il 97 % delle morti occorse in tutte le maggiori guerre europee, rivela un rapporto così evidente con tutte le onde e gruppi di onde da indicare, senza dubbio, la grande importanza delle posizioni (nel loro movimento) dei pianeti esterni per il nostro continente. Con ciò la nostra ipotesi secondo cui la qualità della nostra esistenza, per quanto è influenzata dalle guerre, migliora durante la fase aumentante e peggiora durante la fase declinante degli indici ciclici, è confermata tragicamente in modo ampio ed estremamente costante. Commento finale Per la maggior parte delle guerre è difficile stabilire esattamente come siano state uccise tante persone. Comunque venga valutato il numero delle vittime, esso dà pur sempre un’indicazione della serietà del conflitto. La suddivisione di queste guerre nelle categorie di gravità crescente non crea nessuna difficoltà. Lo sfondo storico, che pur avrebbe un valore per questo studio, è stato ignorato. Per esempio, sappiamo che durante i tre secoli inclusi in questa ricerca, la popolazione del mondo si è moltiplicata per otto (McEvedy e Jones 1980). In questi tre secoli è anche cambiato drammaticamente il modo di condurre la guerra. Mentre nel diciottesimo secolo dei professionisti ben esercitati, in numero limitato, praticavano ancora l’arte militare, dopo la rivoluzione francese si sono avuti eserciti interamente popolari. Mediante la rivoluzione industriale queste schiere armate sono state trasformate in macchine da guerra, le cui vittime si sono contate a milioni. A dispetto di questa inflazione dolorosa per la dignità umana, non mi è sembrato consigliabile ridefinire le categorie, aumentando per l’esempio il valore di soglia per le maggiori guerre del ventesimo secolo. La nostra soglia di dolore non è aumentata nella stessa misura. Tuttavia, i risultati che emergono da questo studio sono chiari. Trovo commovente e fonte d’ispirazione il sapere che in questo modo siamo collegati con i lontani estremi del nostro sistema solare. È palese dove si trova la nostra debolezza: la nostra cultura non è adattata ad un eccesso di fasi planetarie rientranti. Se consideriamo la metà uscente e la metà rientrante di un ciclo rispettivamente come il giorno e la notte, siamo ovviamente spaventati dall’oscurità. Che questo possa condurre a reazioni di panico è confermato da questa ricerca. (Fine del testo del 1993). Discussione Nel caso in cui i risultati della ricerca non siano immediatamente chiari, è spesso necessario sottometerli a prove rigorose e, se possibile ripetere la ri-
34
Argomento
cerca con nuovo materiale. Ora, la mia ricerca ha incluso tutte le guerre dal 1700 in poi elencate dai polemologhi. Il fatto che tutte e tre le onde, ciascuna con il proprio ritmo, siano collegate allo scoppio delle guerre, è una triplice conferma dell’ipotesi. Un’altra obiezione da parte degli scettici è stata il limitato numero di guerre, troppo poche per un’analisi statistica. Il mio commento che la quantità di morti fosse più che sufficiente è stato ignorato. In ogni modo, uno statistico dall’Ufficio Centrale di Pianificazione, un organo economico consultivo del Governo olandese, insieme alla sua équipe, ha rilevato alcuni caratteri significativi. A suo avviso non sembrava necessario fare un’analisi statistica poiché i fatti erano manifesti. La mia ricerca avrebbe dunque raggiunto un punto morto e infatti il Dott. Geoffrey Dean e Rudolf Smit hanno continuato a dichiarare che nessun astrologo era stato capace finora di dare la prova di una correlazione astrologica. Il solo scettico che abbia mostrato un certo apprezzamento per i miei risultati è stato l’astronomo Professor Dott. Willem de Graaff. Nella risposta ad una richiesta da parte d’una rivista astrologica olandese ha scritto: “Effettivamente, i risultati della ricerca del Doolaard sono molto impressionanti; ha fornito una prova eccellente.” La sua critica ha riguardato soltanto la Guerra dei Trent’anni (1618-1648), sebbene essa abbia avuto luogo prima del periodo della mia ricerca. Ha trovato che questa guerra non aveva rapporto con i pianeti esterni e ha quindi consigliato una certa reticenza. La seguente lista delle guerre dimostra che anche questa guerra ha un forte collegamento con le tre onde, caratteristico per le mega-guerre. Non avevo incluso queste guerre nella mia ricerca originale perché avevo trovato che 7 guerre maggiori in due secoli rappresentassero troppo poco. Bisogna pur sottolineare che il caso di Giove e della Guerra dei contadini stanno a parte.
INDICAZIONI CICLICHE PER 7 MAGGIORI GUERRE (fra il 1500 e 1700; ciascuna con più di 100.000 morti) UR
SA
GIO
Morti x1000
1. 1520–1529
Turchia contro il Sant’Impero
++
–
–
100
2. 1524–1525
Guerra dei contadini
++
+
+
175
3. 1581–1588
Guerra d’indipendenza olandese contro gli Spagnoli
––
–
–
177
4. 1618–1648
Francia e Svezia contro il Sant’Impero
+–
–
–
4.000
5. 1650–1659
Spagna contro Francia
–+
–
–
108
6. 1672–1679
Francia contro Olanda
–+
+
–
342
7. 1688?1697
Francia contro la Lega di Augsburg (Augusta, 9/7/1686)
–+
+
–
680
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Storia universale ed effetto catastrofe Nel 1997 ho pubblicato la Storia universale, che è una descrizione su 3000 anni (dal 612 avanti Cristo al 2400 A.D.) di tutti gli aspetti fra Urano, Nettuno e Plutone, in cui sono inoltre notate tutte le congiunzioni Saturno-Giove. È anche indicato quando le onde prese in considerazione salgono o scendono insieme, come ai tempi della Prima guerra mondiale e della Seconda guerra mondiale. In più, figurano le più importante periodizzazioni culturali e politiche, con note (280), dal 620 avanti Cristo al 2000 A.D. Tutto il mio libro è ricapitolato in una sola pagina, a colori, per maggior chiarezza. Se consideriamo solamente gli anni in cui tutte e tre le onde discendono e, per brevità, ci limitiamo ai periodi in cui questo accade intorno alla congiunzione di Plutone-Nettuno (ogni 493 anni), vediamo che ben due volte si chiudono grandi epoche storiche, come avvenne con la Caduta di Ninive (-612), che è stata completamente spazzata via dalla faccia della terra, e con i Sacco di Roma (410), quando giunse al suo termine la civiltà classica. Anche gli altri periodi coincidono con momenti estremamente drammatici, come il periodo di prolungate guerre civili a Roma dal –133 al –30. I primi 55 anni sono stati completamente dominati da un eccesso di fasi discendenti dell’onda, in modo analogo ad un periodo successivo, circa1000 anni più tardi, quando Vichinghi, Ungheresi e Saraceni devastarono l’Occidente. Ancora 500 anni più tardi ci troviamo nella seconda metà della Guerra dei Cento anni. La giusta chiave Nel 1999 ho avuto la fortuna di scambiare un’interessante corrispondenza con il professor Suitbert Ertel. Mi propose di verificare il mio materiale permettendo più volte che le guerre scoppiassero con un anno d’anticipo o un anno di ritardo e verificando poi che cosa rimaneva del loro rapporto con le tre onde. Trattandosi di un periodo di 300 anni, questo significa che occorreva ripetere la mia ricerca 300 volte. Se non avessi ottenuto una correlazione migliore o superiore, allora le mie conclusioni avrebbero meritato di essere prese serio. Appare infatti chiaramente che si può far ‘scorrere’ la data d’inizio delle guerre quanto si vuole, senza che si possa ottenere simultaneamente le tre megaguerre (Guerre napoleoniche, Prima guerra mondiale e Seconda guerra mondiale) in posizioni tali che tutte le onde siano discendenti; abbiamo dunque una chiave che s’adatta soltanto alla serratura corrispondente. In risposta alla proposta del Ertel ho tracciato dei diagrammi in cui le cifre riportate sull’asse verticale indicano quante guerre scoppiano rispetto alle varie onde se le faccio scoppiare con un numero di anni d’anticipo da 1 a 6 o con un numero di anni di ritardo da 1 a 6 indicati sull’asse orizzontale (si veda la fig. 2); naturalmente lo 0 (zero) corrisponde alla situazione reale. I tre grafici di sinistra mostrano quante guerre cominciano durante la fase in diminuzione dell’onda e quello di destra quante guerre cominciano durante la fase aumentante. Nel primo grafico, guardando le cifre sull’asse verticale si
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Cicli di guerre 1700-2000 22 mega-guerre a scala mondiale (82% del totale dei morti di tutte le guerre in questo periodo)
Fig. 2
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vede che durante la fase in diminuzione dell’onda di Giove scoppiano ben 20 delle 22 mega-guerre. Se lasciamo scoppiare le guerre con un anno d’anticipo allora ci sono soltanto 11 guerre, esattamente quello che uno s’aspetta se non c’è nessuna correlazione. Invece, se lasciamo scoppiare le guerre un anno dopo, niente cambia. Ciò è dovuto al fatto che le guerre durano solitamente più di un anno. Dopo di che il grafico comincia a scendere. Dopo 4? anni s’ottiene il tasso di aspettativa, da cui si può concludere che le guerre durano in media 4 - 5 anni. Nella situazione reale tutte le onde sono molto al di sopra del tasso d’aspettativa. La ragione per la quale l’onda di Giove si alza così nettamente è che questa è l’onda più veloce di tutte onde e quindi fa da innesco. Le colonne scure al centro dei diagrammi mostrano la percentuale delle perdite umane sul totale, rispettivamente per ogni onda. A 100% le colonne raggiungerebbero la parte superiore del diagramma. I tre grafici di destra mostrano la stessa immagine durante la fase discendente dell’onda. Se non ci fosse alcuna corrispondenza, l’altezza di tutti i grafici oscillerebbe un poco attorno al tasso di aspettativa e anche le colonne verticali si concluderebbero nelle vicinanze. Il contrasto fra i grafici di sinistra e quelli di destra mostra fino a che punto l’ipotesi è confermata. Ciò include l’ 82% di tutte le persone che sono morte in tutte le guerre degli ultimi 300 anni. Questi grafici sono stati ispirati dalla proposta di Suitbert Ertel, per cui vorrei esprimere i miei ringraziamenti. Storicismo Una delle più importanti ragioni per cui i ricercatori adottano, o dovrebbero adottare un’attitudine altamente critica verso la mia ricerca è l’obiezione allo storicismo, quale espressa da Karl Popper nel libro The Open Society and its Enemies (La società aperta e i suoi nemici, 1945) e nel The Poverty of Historicism (Povertà dello storicismo, 1957). L’opera di Campion The Great Year (Il grande anno, 1994) mostra che, per migliaia di anni, lo storicismo è stato la regola piuttosto che l’eccezione nel pensiero occidentale . Lo storicismo suppone che il processo storico funzioni secondo leggi soggiacenti. Quest’ipotesi ha condotto allo sviluppo di parecchi sistemi di pensiero che hanno acquisito un ampio credito ma che hanno avuto un’influenza disastrosa sulla storia. Tuttavia, l’astrologia mondana vista in una prospettiva storica – da cui deriva anche tutta l’astrologia –, con André Barbault come suo moderno fondatore, ha, a mio parere, meno a che fare con lo storicismo di quanto appaia a prima vista, e ciò per due ragioni importanti. La prima è che le correlazioni che sono indicate in questa ricerca non possono essere viste come “leggi soggiacenti” in quanto le leggi non tollerano eccezioni. La seconda è che il rapporto è stato dimostrato, mentre tale non è il caso per le teorie storicistiche. L’astrologia mondana, apparentemente un’eresia storicistica, ha una posizione speciale. Ciò nulla detrae dal fatto che questo studio è un’ode alla filosofia classica e che le sue conseguenze saranno difficili da immaginare.
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I periodi di pace Non dimentichiamoci che ci sono stati anche periodi di pace, come s’è visto tanto nella fig. 1 quanto nei tre grafici sul lato destro della fig. 2. Da 1720 al 1734 ci troviamo in pieno Rococò, stile pacifico, naturalistico e femminile (Tansy 1997). Anche gli ultimi due decenni del diciannovesimo secolo sono ben conosciuti per i loro caratteri di pace, prosperità e ottimismo. Ma il meglio ha ancora da venire: fra il 2025 e il 2042, non soltanto tutte le onde saranno simultaneamente ascendenti, ma inoltre arriviamo nella seconda parte del sestile prolungato fra Plutone e Nettuno, accompagnato da sestili e trigoni entranti a Urano (Doolaard 1997). Questi tre ingredienti di pace, di fertilità culturale e di chiarimento intellettuale saranno attivi simultaneamente. Questo non è accaduto mai prima (dal 600 avanti Cristo). Se potessi quantificare la pace, avrei piuttosto scritto Onde di pace. Amsterdam, dicembre 2004. Note conclusive Con l’espressione “guerre maggiori” mi riferisco a quelle guerre che purtroppo provocano più di 100.000 vittime, durano non più di 10 anni e causano almeno 25.000 morti ogni anno. Così una guerra con 110.000 morti durante un anno (n° 50) è inclusa nella lista, mentre la Guerra del Nord fra la Svezia e la Russia degli anni 1700-1721, con 382.000 vittime, è messa nel gruppo delle guerre di dimensioni medie, in forza del criterio dei morti per anno. Se non sappiamo in quali anni i combattimenti sono stati più sanguinosi, non ha molto senso metterli a raffronto con l’Indice Ciclico. Per il gruppo di 22 megaguerre, ciascuna con un milione o più di morti, non sono state poste altre condizioni. Questo gruppo ha un collegamento così forte con tutti e tre gli indici ciclici, che non è stato necessario determinare un sottogruppo. Ho avuto a disposizione tre liste di guerre che ho confrontato tra loro nelle diverse componenti. Non c’è nessuna lista assolutamente perfetta anche se quella da William Eckhardt è la più precisa e comprensiva. Ho dovuto correggere un paio di dati. A volte un gruppo di guerre è riunito come una singola guerra in una lista, mentre le sue componenti sono date come guerre separate in un’altra lista. Apparentemente ciascuno fa come gli pare, dato che in tutto ciò nessuno dei compilatori è davvero coerente. Per esempio, Eckhardt riduce le guerre rivoluzionarie francesi (n° 6) ed anche le varie guerre napoleoniche (n° 7) ad un singolo conflitto. Bouthoul, dal canto suo, nota ciascuna di queste guerre separatamente, forse perché è lui stesso francese. In altri casi, in cui Eckhardt differenzia fra le guerre, lui le unifica: si veda ad esempio il n° 28. Soltanto in questi due casi ho usato la lista del Bouthoul perché si tratta chiaramente (come per il n° 6 e il n° 7) di mega-guerre se si prende in considerazione il tributo e l’effetto di morte. Inoltre ho considerato le due Guerre balcaniche, che sono avvenute in due anni consecutivi, come una sola guerra (n° 25) dato che, in
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quanto ad effetto, esse possono venir chiaramente contate fra le maggiori guerre. Ho aggiunto personalmente le ultime quattro guerre alla lista (SIPRI e banca di dati PIOOM). Anche se alcune di queste inserzioni sono state inevitabili ed altre desiderabili, esse hanno avuto scarso effetto sul risultato finale. Vi ho accennato soltanto nell’interesse della compiutezza. La Guerra civile nel Congo è una grossa eccezione. Non è mai successo prima, durante gli ultimi 500 anni, che una mega-guerra sia scoppiata mentre tutte le onde aumentavano. Si può replicare che questa guerra è cominciata molto prima del 1998, poiché c’erano già a partire dalla Guerra civile nel Ruanda del 1994 e dalla caduta di Mobutu, decine di signori della guerra ai ferri corti. Il conflitto per il territorio e le risorse è tuttora in corso. E perciò ho inserito questa guerra nella mia lista a causa dell’enorme numero di morti (tra 1 milione e 2 milioni in due anni). RIFERIMENTI
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José Luis Pascual Blázquez
LE BASI FISICHE DELL’ASTROLOGIA NATURALE TRADUZIONE DI MARIA RITA PREGNOLATO
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Presentazione Il seguente lavoro merita un’attenzione speciale per almeno due ragioni. La prima è che affronta un tema di particolare interesse e di grande attualità, come l’Astrologia Naturale. Tale branca della nostra disciplina si occupa, infatti, dello studio del clima e dei suoi effetti sull’ecosistema “Terra” e sugli esseri viventi, che la abitano. Oltre a ciò è un argomento povero di ricerche come di riferimenti bibliografici. La seconda ragione è data dal fatto che il suo autore, José Luis Pascual Blázquez, non è un personaggio comune sia da un punto di vista scientifico, sia da un punto di vista umano. Come molti fra i “veri” studiosi non ama le luci del vuoto placoscenico e si mostra abbastanza schivo, preferendo gli scambi di opinione a tu per tu. Possiede, invece, doti eccezionali di ricercatore e si distingue per una chiarezza espositiva, fuori dal comune. Chi ha partecipato a qualcuno dei congressi spagnoli, se ne sarà reso conto, ascoltando le sue relazioni, sempre molto avvincenti e puntuali nell’affrontare anche temi molto complessi. Laureato in chimica presso l’università di Saragozza, José Luis Pascual è professore presso l’I. E. S. dell’Ebro a Tortosa. Ha sviluppato i suoi interessi astrologici soprattutto in due settori, per gran parte poco conosciuti: la medicina alternativa, in particolare per ciò che riguarda i fiori di Bach, e l’Astrometeorologia, cioè la previsione del tempo tramite i fenomeni celesti, primi fra tutti stelle e pianeti. In questi due settori Pascual può essere considerato uno dei maggiori esperti a livello europeo. Le relazioni esistenti fra l’astrologia e la terapia floreale di Bach sono un tema di grande interesse e in continuo sviluppo, che è stato affrontato dal nostro autore tenendo conto soprattutto delle possibili applicazioni pratiche. In questo campo José Luis Pascual ha pubblcato per le edizioni Mercurio-3 due volumi molto interessanti: “Sistematización astrologica de la Terapia floral de Bach” e “ Diagnóstico de las Flores de Bach por la tipologia planetaria”. L’altro settore delle sue ricerche, cui si riferisce il presente articolo, riguar-
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da l’Astrometeorologia, branca dell’astrologia sicuramente molto affascinante quanto poco investigata. Tale settore della nostra disciplina è per un verso antichissimo, in quanto poggia su conoscenze provenienti dal mondo mesopotamico, e per un altro moderno, in quanto il recupero di questi studi è avvenuto solo negli ultimi anni con l’inizio di un’investigazione sistematica e ragionata. Pascual ha il merito di aver cercato di recuperare e di riproporre la tradizione astrologica, confrontandosi con le nuove scoperte ed impostazioni della scienza e mantenendo sempre nelle sue ricerche un’attitudine di “tipo scientifico”, fondamentale se ci si vuole confrontare con il mondo universitario. In particolare i suoi lavori sulle alterazioni climatiche si basano sia su ricerche storiche con analisi retrospettive sia su studi previsionali, pubblicati mensilmente sulla sua pagina web. Tali lavori sono orientati su una ripresa dell’osservazione diretta del cielo e dei fenomeni ad esso conessi. Sull’argomento José Luis ha pubblicato vari volumi fra cui un trattato in tre tomi dal titolo El pronostico del tiempo a largo plazo, che affronta la Meteorognomia, l’Astrometeorologia e le tradizioni in ambito previsionale del mondo rurale spagnolo, che sopravvivono ancora con il nome di Cabañuelas. Egli ha cominciato a studiare in maniera sperimentale queste tematiche, giovanissimo, fin dal lontano 1967, fattore che gli ha permesso di accumulare una grande esperienza e una grande mole di osservazioni. Ricordo ancora che l’articolo, che segue, è stato presentato al XXI Congresso Iberico di Astrologia svoltosi nel 2004 a Santander, Chi desiderasse approfondire l’argomento, può leggere altri lavori dello stesso autore richiedendo alla Segreteria Generale CIDA i seguenti articoli, come arretrati della nostra rivista: – Alterazioni atmosferiche ed eventi celesti, n. 106 di L.A., 1997. – Aspetti genetici delle impronte digitali (I e II parte), nn. 107 e 108 di L.A., 1997. – Alchimia e Astrologia, 132 di L.A., 2003. Non ne rimarrà deluso. Buona lettura a tutti Claudio Cannistrà
Introduzione. Il movimento armonico nel Sistema Solare. Pianeti, versus oscillatori. Onda astronomica induttiva e onda climatica indotta. Risonanza. Pianeti e clima. Alcuni esempi. Introduzione Per Astrologia Naturale intendiamo, in accordo con alcuni autori antichi, come per esempio San Isidoro di Siviglia e altri, quella che si occupa dello studio del clima annuale e i suoi effetti sugli ecosistemi, esseri viventi, ecc. Questa branca della conoscenza fu ammessa dall’illustre autore delle Etimologías (a diffe-
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renza dell’Astrologia giudiziaria, ecc.) e in generale, non fu messa in discussione fino al momento della grande crisi scientifica del XVII e XVIII secolo. Oggi invece qualsiasi studio che intenda trovare relazioni tra la vita sulla Terra e l’ambiente cosmico circostante, è visto con diffidenza dal mondo scientifico, tuttora ancorato a punti di vista obsoleti. Una delle caratteristiche di buona parte dell’Astrologia attuale, è la sua mancanza di connessione con gli attuali metodi di lavoro scientifico, cosa che provoca incomprensione nei suoi confronti da parte dell’ambiente scientifico stesso e anche da parte di certi settori sociali. Le basi dell’Astrologia hanno la loro origine nella scienza antica, ma nulla impedisce che possano essere interpretate alla luce della Fisica, della Chimica o della Biologia moderne. Ma c’è di più, questa visione non fa altro che arricchire le due parti, favorendo l’eliminazione di certe incomprensioni, delle fazioni ideologiche e soprattutto, di certi dogmi che tanto opprimono sia la nostra Astrologia, così come la scienza moderna. Con questo contributo vogliamo approfondire una modalità di lavoro che vari astrologi spagnoli hanno già da tempo intrapreso, e pensiamo che possa arricchire sia i cultori di Astrologia, che coloro che, per ignoranza, in essa vedono una superstizione. Il movimento armonico nel Sistema Solare Molti anni fa i nostri ricercatori iniziarono lo studio dei movimenti vibratori partendo dal movimento armonico elementare, il più semplice di tutti. In cielo abbiamo numerosi esempi di questo tipo di moto, cosa particolarmente interessante per l’ Astrologia Naturale. In una oscillazione armonica semplice, la particella che vibra si muove tra due estremità seguendo una linea retta; la distanza che le separa dal centro si chiama ampiezza. La particella, raggiunte le estremità, si ferma, per cominciare a muoversi in senso contrario, in modo da pervenire alla sua massima velocità al centro dell’ oscillazione. I punti di levata e tramonto quotidiani del Sole seguono questo tipo di movimento: la nostra stella si ferma ai solstizi per invertire il senso del suo percorso, accelera verso il centro, raggiunge la sua massima velocità agli equinozi e, a partire da lì, frena poco a poco fino a fermarsi nuovamente, ecc. La durata del giorno e della notte, il ciclo della declinazione solare, ecc. seguono questo modello. Allo stesso modo, il ciclo annuale del Sole, visto dalla Terra, descrive un movimento oscillatorio simile all’armonico semplice: nel suo avanzare verso Nord e verso Sud, il Sole si ferma sulle verticali dei Tropici del Cancro e del Capricorno, il 21 giugno e il 22 dicembre, rispettivamente, per poi accelerare, poco a poco, fino a passare rapidamente per la verticale dell’Equatore, momento dell’anno in cui raggiunge la sua massima velocità. Un analogo movimento a pendolo, con accelerazioni e decelerazioni, si osserva nelle posizioni di Venere e Mercurio, come stelle mattutine o vespertine:
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raggiungono la loro massima velocità angolare nella congiunzione con il Sole, e a partire da quel momento, rallentano fino a fermarsi, in posizione stazionaria, per poi iniziare la retrogradazione. È opportuno osservare tutto questo e studiare le relative ripercussioni sui sistemi terrestri. I pianeti non sono solo simboli, o archetipi, ma anche sistemi materiali che possiamo descrivere nei termini della Fisica del nostro tempo. Pianeti, versus oscillatori I nostri ricercatori deducono le equazioni del movimento armonico semplice proiettando l’orbita di una particella che si muove a velocità costante lungo uno dei diametri del cerchio. Detto in altro modo, un corpo che gira attorno ad un centro si comporta come un oscillatore, e le equazioni che descrivono i suoi movimenti possono esprimersi in termini di una vibrazione. I parametri necessari per descriverlo sono la Pulsazione ω (velocità angolare), l’Ampiezza (raggio dell’orbita) e il Periodo T (tempo necessario per un’ orbita completa) o la Frequenza f (numero di orbite per unità di tempo). Un pianeta che gira attorno alla Terra può essere considerato, dal punto di vista fisico, come un’oscillatore, per esempio il Sole stesso, che però non è solo, nè il suo movimento è isolato, e non è indipendente dal resto, in quanto il Sistema Solare evolve come un tutto unico. La stessa cosa accade a quei minuscoli oscillatori che sono gli elettroni negli atomi; il movimento dei pianeti nel Sistema Solare può essere descritto in termini ondulatori, così come una configurazione elettronica determinata possiede un’energia caratteristica, che varia in base alla disposizione delle sue particelle, parallelamente le diverse configurazioni planetarie avranno la loro disposizione. La coreografia planetaria interpreta continuamente una complessa melodia, difficile da decifrare, ma mai azzardata o caotica. L’organismo terrestre e i sistemi in esso contenuti, esseri viventi inclusi, rispondono a quella melodia cosmica (inudibile, poichè le sue frequenze non sono percepibili dalle nostre orecchie), ma non per questo inesistente. Gli antichi parlavano in modo appropriato della Musica delle Sfere, perchè il movimento dei pianeti intorno alla Terra è composto da una complessa mescolanza di timbri e toni. Il fattore ω (velocità angolare) è fondamentale al momento di valutare l’influsso planetario rispetto alla Terra. Per noi, tutti i pianeti del Sistema Solare hanno moto retrogrado, eccetto il Sole e la Luna, passando da un massimo ad un minimo (massima ω negativa), si fermano (ω praticamente nulla) prima di iniziare la retrogradazione e alla fine di questa, prima di riprendere il movimento diretto. Dato che l’influsso planetario si produce grazie allo scambio di energia in risonanza, e che frequenza ed energia sono in relazione tra di loro, l’influenza di un pianeta è, fondamentalmente, la funzione di ω. Se le orbite planetarie fossero circolari e i pianeti si muovessero su di esse con ω costante (come nei primi modelli matematici greci del Sistema Solare di
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Eudosso e Calipo), ci troveremmo di fronte a casi di movimento armonico semplice. Con tale presupposto, per un’oscillatore di questo tipo, la sua energia (E) è: E = 1/2 KA2, dove K=m ω2, A= ampiezza dell’ oscillazione, cioè, raggio dell’ orbita planetaria e m la sua massa. Pertanto l’energia varia in misura esponenziale rispetto a ω. Nel caso di un movimento armonico semplice, l’energia-velocità angolare può essere rappresentata graficamente con una parabola. Per quanto concerne la relazione tra frequenza (f) ed energia abbiamo ω=2πf, e pertanto il tipo di funzione è simile, e così la sua rappresentazione grafica. Per il movimento planetario reale la relazione tra E e ω non è tanto semplice, dato che le orbite sono leggermente ellittiche, ma soprattutto per la variabilità di ω e la notevole perturbazione che, in relazione alla Terra, presenta il movimento di un pianeta nei suoi periodi di retrogradazione. Dal punto di vista qualitativo, queste semplici equazioni sono sufficientemente chiarificatrici per poter comprendere la natura dell’ influsso planetario. L’ aspetto quantitativo fa parte di questo modello ondulatorio che vogliamo adottare per il Sistema Solare, una questione questa molto più complessa. Possiamo comprendere ora la classificazione planetaria dell’Astrologia classica, in cui, considerando il Sole come centro o punto di riferimento, i pianeti veloci vengono definiti femminili (che materializzano), e i lenti maschili (causali). Mercurio, che possiede una maggiore gamma di velocità angolari, viene definito ermafrodita, cioè, può comportarsi in modo ambivalente. Vediamo anche l’ importanza che gli antichi attribuivano ai concetti di orientalità e occidentalità, dato che la velocità dei pianeti (considerando la Terra come punto di osservazione) dipende dalla posizione del corpo dell’ astro rispetto al Sole. In questo schema, un pianeta lento corrisponde ad una pulsazione di bassa energia (bassa frequenza), ma che si ripete un giorno dopo l’altro; il pianeta percorrerà la sua orbita partendo, approssimativamente, da uno stesso punto, per cui accumulerà la sua energia nei sistemi terrestri ad esso connessi per risonanza. Al contrario, un pianeta veloce emette ogni giorno una pulsazione di maggiore energia (maggiore frequenza), ma questa non si accumulerà con il variare della sua posizione. Il pianeta lento (maschile) si manifesta solo quando il pianeta veloce (femminile) si unisce ad esso in congiunzione o in aspetto. Nel linguaggio degli antichi dona la sua forza; l’effetto è ancora più evidente quando ad essere in congiunzione o in aspetto sono due pianeti lenti, e un pianeta veloce si avvicina ad uno di essi, l’aspetto culmina ed in seguito si avvicina all’ altro pianeta realizzando la stessa cosa. In questi casi gli effetti sui sistemi terrestri sono evidenti, come dimostra l’osservazione; detto in altro modo, è esperienza quotidiana, e di questo vedremo esempi significativi. Per dimostrare tutto questo abbiamo a disposizione un modello matematico moderno, la Teoria delle Equazioni Fondamentali di Demetrio Santos.1
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Onda astronomica induttiva e onda climatica indotta Oggigiorno vi è la convinzione, che si può dedurre anche dal linguaggio corrente, l’idea che le “stagioni” inizino ai solstizi e agli equinozi ad un’ora esatta, la qual cosa, pur essendo corretta, lo è solo per caso da un punto di vista astronomico. I periodi climatici (primavera, estate, autunno e inverno) non si adattano precisamente al movimento del Sole, ma hanno una durata disuguale, secondo le zone, a volte sono in anticipo e a volte ritardano, si prolungano troppo, si mescolano, ecc. Nella letteratura astrologica antica troviamo che molti autori attribuirono i cicli climatici non solo al movimento del Sole, ma anche a quello delle stelle. Per esempio, la grande calura estiva quando sorge la costellazione del Cane, da qui viene la canícola. Ma alcuni autori, come per esempio Gemino (secolo I), già allora ritenevano che non fosse corretta.2 Attualmente, purtroppo, ci sono astrologi che persistono in questa confusione a causa della mancata revisione di molti dogmi che nuocciono alle vecchie dottrine.3 Chiameremo onda astronomica induttiva quella del ciclo della declinazione solare. È una funzione matematica relativamente semplice da descrivere e rappresentare graficamente, ed è la principale responsabile del ciclo climatico delle stagioni dell’anno. Al contrario l’onda indotta da questa nel sistema atmosfera-oceani-continenti si dimostra molto più complessa, con salti bruschi più o meno rapidi che rivelano fenomeni di accumulazione e quantificazione. Possiamo farcene un’idea con l’aiuto dei grafici della pressione, della temperatura, della velocità del vento, del grado di umidità, ecc. Possiamo anche comprendere l’ onda climatica indotta seguendo le posizioni medie degli anticicloni e delle tempeste e i loro cambiamenti durante l’anno, così come l’ascesa e la discesa della circolazione zonale delle perturbazioni. In inverno, durante lo stazionamento del Sole al Tropico del Capricorno, nell’Emisfero Nord, gli anticicloni si trovano sui continenti (freddi rispetto all’acqua dei mari), così come le tempeste si trovano sugli oceani. In estate, con lo stazionamento del Sole sul Tropico del Cancro, gli anticicloni si stabilizzano sulle acque (fredde rispetto alle terre continentali) e le tempeste si stabilizzano sui continenti. In base a questo schema, possiamo interpretare l’autunno e la primavera (stagioni di maggiore instabilità atmosferica) come permutazioni delle zone di ancoraggio degli anticicloni e delle tempeste (sono i periodi più piovosi e ventosi dell’ anno). Allo stesso modo, con l’avvicinamento del Sole al Tropico del Cancro, la rosa delle perturbazioni del Fronte Polare e quella denominata Jet Stream aumentano di latitudine, e con l’arrivo dell’ inverno (avvicinamento del Sole al Tropico del Capricorno) scendono di latitudine, avvicinandosi alla Penisola Iberica. Questa è la causa del cattivo tempo invernale e della stabilità propria del periodo estivo. Tuttavia, ogni anno, questo balletto atmosferico è differente. Essendo il ciclo astronomico induttore del Sole molto simile da un anno all’altro (le uniche
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variazioni possibili sono quelle dell’ energia irradiata dall’astro in relazione al ciclo delle macchie solari); nel modello astrometereologico dobbimo attribuire questa disparità dei cicli climatici annuali alla coreografia planetaria, molto variabile negli anni solari. Da questo punto di vista, i pianeti si rivelano come potenti supporti, capaci di notevoli impatti sul movimento delle grandi masse di circolazione atmosferica della Terra. Inoltre, sono anche degli eccellenti indicatori dell’inizio dei periodi climatici. Per molti ricercatori, la debolezza di questi influssi planetari (pensiamo in particolare a quello gravitazionale), è di scarso interesse. Ma non è così, e il fatto di negare l’influenza che i pianeti hanno sullo sviluppo dei periodi climatici ha origine nel modo superficiale e parziale di accostarsi al problema, tipico del riduzionismo scientifico. La visione cosmica dell’astrologia classica, al contrario, non parte dalla separatività e dalla compartizione dei sistemi per i suoi studi (modello meccanicista newtoniano); ci mostra, invece, che la parte sta nel tutto e il tutto nella parte; ci parla di sintonia tra il cielo e la terra, di integrazione e di unità nella natura, di interazione permanente, di organizzazione della materia in un tutto unico attraverso l’ energia e l’ informazione, di universalità delle leggi fisiche… Risonanza La domanda che ora dobbiamo farci è se lo Zodiaco, che è un campo di influssi, scambia energia con i sistemi terrestri, e in particolare con l’atmosfera e l’idrosfera. Data la solidarietà esistente tra le parti costitutive del Sistema Solare, e che aria e acqua si sono evolute in questo ambiente cosmico caratterizzato dalla ciclicità, ciò che ci attendiamo è che ci siano sincronicità e fenomeni di risonanza tra le due parti, il mondo terrestre o inferiore, e il mondo celeste o superiore, e lo stesso fenomeno di istéresi in maggiore o minor grado (ritardo nella risposta dell’oscillatore indotto rispetto al segnale dell’induttore), così come si può osservare nella sfasatura tra le temperature massime e minime annuali rispetto alla maggiore e minore altezza del Sole sull’orizzonte, tra i 30 e 40 giorni. I sistemi terrestri sono refrattari a questo flusso di energia che ci circonda? Assolutamente no. La Terra gira intorno al suo asse e segue il Sole con il resto della corte planetaria come un tutto unico. La massa gravitazionale che formò il Sistema Solare, all’ inizio della sua esistenza, si suddivise in diversi anelli (che condensandosi diedero luogo alla nascita dei pianeti), dovendo questi pertanto mantenere certe relazioni matematiche ben definite, armoniche, per quanto concerne la distanza dal centro, periodo, massa, ecc. Detto in altro modo, queste relazioni devono tendere in ogni momento a minimi di energia per conservare il Sistema più stabile possibile, così come si può osservare in qualunque sistema fisico. Nei momenti in cui l’energia aumenta questa tenderà ad essere assorbita in qualche modo (deviazioni gravitazionali, adeguamenti orbitali, ecc.).
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L’idrosfera terrestre, ruotando insieme al pianeta fin dalla sua apparizione, dovette far parte di questa danza cosmica fin dal primo momento. L’orbita combinata della Terra, rappresentata in Astrologia dall’ Ascendente, e quella del cosmo, in questo caso ci interessa soprattutto il campo gravitazionale, modellarono (e continuano a farlo) il complesso sistema delle correnti marine. Questa combinazione di influssi, inferiore e superiore, configura la forma dei continenti e la dinamica del movimento delle masse d’acqua, che come ben sappiamo, è una delle chiavi di comprensione del clima. Lo stesso ragionamento si può applicare all’atmosfera, organizzata in un complicato flusso di masse d’aria fredda e calda che, come le acque marine, non si mescolano tra di loro, ma si avvolgono le une attorno alle altre. L’interfase di separazione è costituita dai famosi fronti di pioggia che causano il mal tempo. Il diverso grado di riscaldamento del Sole sui diversi punti della Terra (massimo all’Equatore e minimo ai Poli) si traduce in una differenza di densità, e in un flusso di correnti ben strutturato che in Meteorología si chiama circolazione atmosferica. Allo stesso modo in cui la Luna provoca le maree oceaniche, in alcune zone del mondo molto più forti che in altre per effetto della risonanza, è ben dimostrato che il passaggio del nostro satellite per il meridiano locale causa variazioni di pressione tra i 2-3 mm Hg all’ Equatore,4 e che questo valore diminuisce verso i Poli. Quindi abbiamo anche maree atmosferiche, ben conosciute fin dall’antichità, essendo universale la credenza che il tempo metereologico segue i ritmi solilunari. E i pianeti? Passando quotidianamente in corrispondenza dei vari luoghi della Terra esercitano le loro influenze su questi labili fattori? Attualmente gli scienziati ci dicono di no, e che nel caso dell’ interazione gravitazionale i valori di quest’ultima sono così piccoli che non si possono rilevare, nè con strumenti, nè con altri mezzi (rispetto a quella della Luna quella di Venere è 1/5156, e quella di Giove è 1/64.000, ecc.). Potremmo concludere qui l’argomento, se non fosse per il fatto che si può cercare la soluzione del problema in altro modo, che per di più svelerà la semplicità di quanto esposto più sopra (e che inoltre presuppone una riduzione non necessaria degli influssi, benchè questi siano minimi). Nel fenomeno della risonanza, l’intensità non determina lo scambio di energia tra i sistemi oscillanti, ma la frequenza; e che se è in accordo, produce la sintonia, e ripetendosi consente l’accumulazione di energia, capace di portare a effetti insperati. Un ponte ben costruito può essere abbattuto da venti di bassa intensità, è solo necessario che i colpi d’aria gli giungano alla sua stessa frequenza di oscillazione. L’energia andrà via via accumulandosi aumentando l’ampiezza della vibrazione e, se si supera la resistenza dei materiali, possiamo aspettarci la distruzione del ponte. Questo stesso tipo di fenomeno giustifica molte delle osservazioni che, con tanta frequenza, si verificano in Astrologia Naturale. Nel caso dell’idrosfera e
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dell’atmosfera, sistemi terrestri, è necessario che questi raggiungano uno stadio critico perchè si verifichi una trasformazione drastica (per esempio l’inizio dei periodi climatici). Questi sistemi hanno cicli e ritmi propri, e potrebbero evolvere da soli, in assenza della Luna e dei pianeti; ma, come per gli esseri viventi, dobbiamo tenere in considerazione che la rotazione della Terra e i cicli planetari (compresi Sole e Luna) sono per questi sistemi il meccanismo che fornisce loro energia e, come si fa con un orologio, li sincronizza. Per questo motivo i sincronismi di questi sistemi, sono più che una probabilità, una certezza. Pianeti e clima La logica scientifica attuale ci permette di prevedere parallelismi tra i cicli planetari e i periodi climatici, di modo che, conoscendo il moto degli uni, potremo fare congetture su quale potrebbe essere lo sviluppo degli altri. Se la Fisica, da un punto di vista strettamente teorico, ci consente di attenderci questo, le nostre speranze di realizzare pronostici affidabili a lunga scadenza sul tempo aumentano quando constatiamo nei testi antichi che tutto questo si faceva abitualmente e correntemente già secoli addietro, e numerosi autori studiarono questo argomento. Siamo a conoscenza delle tergiversazioni che, con frequenza poco desiderabile, si possono trovare in alcuni testi di Metereologia e Climatologia, quando si affrontano tali temi. Sarebbe preferibile un maggior rigore da parte dei loro autori, in modo da fornire argomentazioni solide in riferimento a questi fatti e, invece di copiarsi a vicenda senza alcun controllo, consultassero le fonti originali. Così come è accaduto che molti autori di testi, uno dopo l’altro, si facessero beffa della presunta predizione di Stoffler riguardo un presunto diluvio che si sarebbe verificato nel febbraio del 1524, causato dall’accumulo dei sette pianeti classici in Pesci in quel periodo. Soltanto Stoffler pubblicò delle effemeridi che permettevano di calcolare lo stellium, ma mai un diluvio, e neppure forti pioggie.5 È quindi necessario porre mano all’opera, studiare ciò che in questi libri venerabili c’è di utile e aggiornarlo attraverso una interpretazione attuale, cioè dal punto di vista della Fisica moderna. Il passo successivo è verificare, con l’aiuto dei registri metereologici esistenti, che i periodi climatici vadano di pari passo, in maggiore o minor misura, allo sviluppo dei cicli planetari e ai loro aspetti maggiori, nel modo in cui ci mostrano i testi antichi, aggiungendo nuovi elementi che potremo scoprire noi durante questo lavoro.6 E per concludere, effettuare predizioni seguendo i metodi dell’ Astrometereologia: questa è la prova del fuoco che ogni teoria o modello scientifico deve superare, prima o poi, per essere riconosciuta come tale ed essere accettata nella comunità scientifica e dal pubblico in generale. Alcuni esempi
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Caso nº 1. I 7 pianeti visibili in Acquario 5 febbraio 1962 00:10 GMT Madrid Probabilmente questa è la configurazione celeste più importante del XX secolo: il programma informatico non accoglie completamente lo stretto raggruppamento dei 7 pianeti classici. Di fatto, nei giorni precedenti a quella data ci fu una grande campagna giornalistica in tutto il mondo: alcuni astrologi indiani avevano annunciato la fine del mondo in base a quella eccezionale configurazione e la notizia fece il giro del mondo. In passato, predizioni simili si diffusero per tutta l’Europa medievale e rinascimentale, causando un considerevole scompiglio. Normalmente questo tipo di pronostici risultano totalmente errati, mentre gli eventi eccezionali non vengono previsti. Ma forse, più che errate, dovremmo definirle predizioni sproporzionate o fuori luogo. Valutiamo ora le informazioni climatiche di cui disponiamo per i mesi successivi a questo stellium in Acquario. Naturalmente, non vi è nulla di straordinario nei giorni immediatamente successivi, ma sicuramente nei mesi successivi (inerzia dei sistemi terrestri in risonanza con i cicli planetari). Possiamo quindi vedere che l’Osservatorio dell’Ebro registrò per il giorno 13 febbraio
Fig. 1 - La Luna Nuova del 5 febbraio 1972 con i sette pianeti visibili in Acquario.
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raffiche di tramontana di 146 km/h, una velocità che non si raggiunge tutti gli anni. Fenomeni di accumulo nei mesi seguenti dovevano essere in relazione con le tragiche inondazioni del Vallés nei giorni 25 e 26 settembre del 1962, che segnarono l’inizio di un periodo di eccezionali pioggie autunnali nella Cataluña orientale, che proseguì fino agli anni ’70.7 Le pioggie di quei giorni furono di carattere torrenziale nel Vallés orientale, Baix Llobregat, Barcelonés e Maresme. Le frane e le voraggini inghiottirono le baracche degli immigrati, causando 296 morti, 416 dispersi e 67 feriti. All’alba del 25 dicembre del 1962 Barcellona si svegliò con una nevicata assolutamente insolita per una città bagnata dal Mediterraneo, la neve raggiunse un’altezza di mezzo metro in 24 ore. Dal punto di vista climatico è un fatto eccezionale. Nel gennaio del 1963 la Penisola Iberica fu interessata da un’ondata di freddo che colpì la zona Sud-Ovest con una intensa nevicata. Il fenomeno si propagò in buona parte dell’ Andalusia, del Levante e le isole Baleari. L’inverno tra il 1962 e il 1963 fu il più freddo del Regno Unito dal 1740, dando un’idea dell’entità del fenomeno che stiamo trattando.8 Gli anni dal 1962 al 1965 furono i più secchi negli Stati Uniti, come risulta dai registri pluviometrici, di cui quel Paese dispone fin dal 1738.9 Questi fenomeni sono in relazione con lo stellium in Acquario? Noi pensiamo di si, dato che una configurazione di questo tipo domina il panorama cosmico durante un lungo periodo, fino a che l’energia da essa messa in gioco svanisce e una nuova configurazione celeste la sostituisce con conseguenze diverse. Dunque configurazioni simili a questa vanno tenute in considerazione perlomeno per un periodo di alcuni mesi, cercando di armonizzare le configurazioni di minore entità con la più importante. Secondo il nostro parere i pianeti in Acquario si trovano così ammassati vicino alla sizigia che non si riesce a riconoscere l’almuten della configurazione. Dal punto di vista strettamente astrologico il grande accumulo in Acquario fa risaltare il reggente del segno, Saturno. E, in base a questo, si spiega come appena il Sole entrò in Bilancia (23 settembre) si aprirono le cateratte responsabili delle inondazioni menzionate (giorni 25 e 26). E la stassa cosa accadde quando il Sole entrò in Capricorno (22 dicembre); la nevicata di Barcellona si verificò il 24 e il 25 dicembre. Questo stellium è in relazione al periodo climatico eccezionalmente freddo di quell’inverno, e anche l’inizio della più severa siccità che gli U.S.A. abbiano conosciuto, che durò fino alla difficile quadratura Giove-Saturno del 1965 (C1). Caso nº 2. La tragica inondazione del ‘57 a Valencia (13 e 14 ottobre del 1957) 8 ottobre 1957 21:43 GMT Valencia La Spagna non detiene i records assoluti per intensità di precipitazioni pio-
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Fig. 2 - L’alluvione di Valencia. Tema della Luna Piena.
vose, ma a volte si citano i numeri di paesi esotici che possono far sorridere quando si comparano con i dati di Jávea per il 2 ottobre del 1957: caddero 871 l/m2 in 24 ore in questa famosa località turistica della privincia valenciana. Se cerchiamo le configurazioni celesti corrispondenti a questo record e alla tragica inondazione provocata dal fiume Turia nel 1957, ci imbattiamo nella presenza contemporanea di Sole, Marte e Giove in Bilancia. Al momento della Luna piena, quando si verificò l’inondazione nella zona di Valencia, l’ASC era in Cancro (segno d’Acqua governato dalla Luna) e Venere è atacir della sizigia. La Luna passa in opposizione allo stellium in Bilancia e l’alluvione si produce quando transita nel segno dei Gemelli, senza aspettare di arrivare all’Ascendente. Il giorno 16 si produsse l’esatta congiunzione tra Marte e Giove. Ma si può osservare nel grafico della Luna piena che Mercurio avanza verso lo stellium in Bilancia, di modo che lo stesso giorno 13 raggiunge la congiunzione con Marte alle 18:51 e il giorno seccessivo, il 14, si congiunge a Giove alle 12:51 (quest’ultimo aspetto apre le porte). In molti casi vediamo che un pianeta inferiore passa da un pianeta superiore all’ altro (il terzo tipo di apertura di porte, in relazione con le pioggie), ec-
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cetto che nei periodi di siccità. Esattamente il giorno 14 si verificarono i danni maggiori a Valencia. Caso nº 3. I tre pianeti superiori in Vergine. Inizia la siccità degli anni ’80 19 dicembre 1979 8:24 GMT Tortosa 12 giugno 1980 20:39 GMT Tortosa Una delle siccità che flagellarono la Penisola Iberica durante il XX secolo fu quella che iniziò nel 1980, famosa per la sua intensità. I mesi di novembre e dicembre del 1979 sono classificati come secchi dagli studiosi del clima, e nel marzo del 1980 si avvertirono i primi segnali della grave siccità”, che si confermò di lunga durata, con un autunno altrettanto secco. L’inverno 1980-81 fu classificato come “straordinariamente secco”, seguito da una tregua piovosa in marzo (pioggie localmente intense nell’Est della penisola). L’autunno del 1981, nel suo complesso, fu probabilmente il più secco degli ultimi 200 anni, e solo alla fine di dicembre ci furono pioggie intense. Nella configurazione del 19 dicembre del 1979, vediamo che i tre pianeti superiori, Marte, Giove e Saturno, si trovano nel segno della Vergine, i primi
Fig. 3 - La Luna Nuova del 19 dicembre 1979 con i tre pianeti superiori nel segno della Vergine.
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due in congiunzione, ed entrambi in quadratura con Mercurio. Nel grafico della sizigia precedente l’inizio dell’estate astronomica (12 giugno 1980), i tre pianeti superiori continuano ad essere in Vergine. La durata della loro permanenza in questo segno fu senza dubbio importante per gli effetti che si sono osservati, e che sono in relazione con la posizione di questi pianeti rispetto al Sole. Caso nº 4. Stellium in Toro (aprile 2000). Il mese di Aprile più piovoso degli ultimi 50 anni 20 marzo 2000 4:45 GMT Tortosa 4 aprile 2000 18:13 GMT Tortosa 4 maggio 2000 4:13 GMT Tortosa L’inverno 1999-2000 fu uno dei più secchi del secolo in buona parte di Spagna e, all’inizio di marzo, vi furono gravi perdite del raccolto di cereali nelle zone di produzione, e i giornali ne davano notizia quotidianamente. Tuttavia le prospettive astrometereologiche erano buone. Alla vigilia della Luna piena di marzo, il giorno 19, il tempo cominciava a cambiare. Il giorno 20 caddero le prime pioggie nel Levante e nella regione
Fig. 5 - La Luna Piena precedente l’Equinozio di primavera del 2000.
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della Castilla-La Mancha, il giorno 21 la pioggia cadde in buona parte dell’Ovest della penisola iberica. Il giorno 23 Marte entrava in Toro, dando la sua forza ai cronocratori: cominciò a piovere anche nel resto della Penisola, con grandine che localmente fece gravi danni (scorreva aria fredda in quota proveniente dall’ Artico). A partire da quel momento si abbassò la circolazione zonale delle perturbazioni atlantiche, e le pioggie, le nevicate e la grandine si diffusero nella maggior parte del territorio spagnolo, isole Canarie comprese. Rimasero solamente alcune piccole zone non toccate dalle precipitazioni, soprattutto il SudEst della penisola iberica. L’Aprile del 2000 fu uno di quei mesi metereologicamente anomali, con pioggie frequenti e abbondanti. Molti fiumi e canali recuperarono i due anni di siccità precedenti, e soprattutto i campi ed i boschi, che fino a quel momento presentavano un panorama scoraggiante. In molti osservatori si constatò che quel mese di Aprile fu il più piovoso degli ultimi 50 anni. A Siviglia, durante quel mese, misurarono precipitazioni di 116 l/m2; a Cadice e a Madrid 104; 73 a Barcellona. Ci potrebbero dire che l’accumulo di pianeti in un segno zodiacale è un significatore universale e che non provoca la stessa situazione atmosferica in
Fig. 5 - La Luna Nuova del 4 aprile 2000, che mostra Marte, Giove e Saturno in Toro.
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ogni parte del mondo. Certamente in Etiopia continuò la gravissima e prolungata siccità, e le popolazioni nomadi dell’Ovest dell’India e del Pakistan dovettero abbandonare le loro capanne in cerca di foraggio per i loro animali affamati. In quelle zone soffrirono per la peggiore siccità del secolo. A Durango (Messico) l’ondata eccezionale di calore favorì una abbondante proliferazione di scorpioni, e in mancanza di un rimedio migliore la gente si raccomandò a San Jorge, che protegge e preserva da questi mali. NOTE 1 Demetrio Santos Santos. Astrología teórica. Ecuaciones fundamentales. Casa Editrice Barath. Madrid, 1985. Esiste una ristampa, Zamora 2002. 2 Gémino. Introducción a los fenómenos. Introduzione, traduzione e note di Esteban Calderón Dorda. Casa Editrice Gredos. Madrid, 1993. Vedere al Capitolo XVII. 3 Questo è il caso, per esempio, di coloro che si ostinano a sostituire lo Zodiaco tropicale con lo Zodiaco siderale, con l’idea di “tornare alla tradizione e alle origini” senza un briciolo di spirito critico di revisione. Questo “ritorno alle radici” comporterebbe un enorme passo indietro nell’evoluzione della conoscenza; è come se i matematici rinunciassero al calcolo infinitesimale o all’utilizzo dei numeri complessi, ecc., una volta che si sia acquisita questa conoscenza. 4 Ignacio Puig, S.J. Che cosa è la Fisica cosmica? Casa Editrice Espasa-Calpe, S.A. Madrid, 1965. P. 37, pag. 97. 5 Vedere Astrología en Italia: pasado y presente. Claudio Cannistrà. Congresso di Astrologia Barcellona 2002. Ediizione digitale. 6 Per questo si possono consultare le nostre ricerche raccolte in Tratado de Astrometeorología y Planetas y clima. Edito dall’ autore. 7 Inocencio Font Tullot. Historia del clima de España. Cambio climático y sus causas. Instituto Nacional de Meteorología. Madrid, 1988. Pag. 175. 8 Idem, pag. 142. 9 Idem nota precedente.
BIBLIOGRAFIA Autori diversi, Física II, edebé. Barcelona, 1999. J. FABREGAT, M. GARCÍA, R. SENDRA, Curso de Astronomía. Teoría y práctica, Valencia, 1993. H. KARTTUNEN, P. KRÖGER. H. OJA, M. POUTANEN, K.J. DONNER, Fundamental Astronomy, Sringer, Helsinki, 1993. ARTHUR N. STRABLER, ALAN H. STRABLER, Geografía física, Edizioni Omega, S.A. Barcelona, 1989. LORENZO GARCÍA DE PEDRAZA, La predicción del tiempo en el Valle del Ebro. Instituto Nacional de Meteorología, Madrid, 1985. Il lettore interessato ad approfondire questi temi troverà un’ampia bibliografia in questa pagina web: http://home4.worldonline.es/astromet/pastor3.htm
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Yves Lenoble
PER UNA DIVERSA INTERPRETAZIONE DEI SEGNI DELLO ZODIACO TRADUZIONE DI LORELLA MALAVASI
L.A. 139-191
La metafora del labirinto cade proprio a proposito per approfondire il nostro approccio all’astrologia, in particolare quella riguardante lo Zodiaco. Il labirinto della Cattedrale di Chartres, situato tra il terzo e il quinto pilastro della navata, ha la sua entrata nella parte Ovest. Se si considera il nostro tema come un labirinto, possiamo dire che entriamo nel tema dalla casa VII, camminando prima verso l’Ascendente, situato in direzione Est, per poi esplorare tutte le direzioni dello spazio, quindi in tutti i sensi. Durante la nostra esplorazione, incontriamo volta per volta i diversi segni dello Zodiaco, così come i pianeti che vi si trovano. Abbiamo scelto per questa esplorazione un approccio dal punto di vista dello Zodiaco. E poiché esploriamo il nostro tema in funzione delle nostre dominanti planetarie, allora un segno si interpreta pure in funzione del suo contesto. Dopo aver intravisto come si è costituita la simbologia dei segni, metteremo in evidenza l’accento posto dai nostri contemporanei sullo Zodiaco e in particolare sul segno solare. Dimostreremo la necessità di una diversa interpretazione dei segni dello Zodiaco. Lavoreremo, a titolo d’esempio, sul segno dello Scorpione. I) L’Approccio degli Antichi Come spiega lo psicanalista Luigi Aurigemma nel suo libro “Il segno zodiacale dello Scorpione”, i tratti dei segni si sono sviluppati man mano secondo il bisogno. Questo psicanalista junghiano mostra che all’inizio le caratteristiche dei segni provengono per gran parte dalla simbologia del pianeta maestro del segno. Così, lo Scorpione deve molto alle descrizioni di Marte. Di conseguenza conviene certo prendere immediatamente in considerazione il genere del segno, siccome è maschile quello dell’Ariete e femminile quello dello Scorpione. La combattività del primo si esterna facilmente, mentre quella del secondo è
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meno manifesta e si esprime nei modi più svariati. Si aggiungono a questi dati i tratti legati all’esaltazione (o alla caduta) e alle simbologie delle croci “cardinali, fisse e mutevoli”. Così, lo Scorpione, posto nel mezzo della sua stagione, possiede le caratteristiche dei segni fissi (gli Antichi li chiamavano col giusto nome di “solidi”), conoscendone la perseveranza e la fermezza. La correlazione tra i segni e gli elementi è successiva. Fu Vettio Valente che, nel secondo secolo della nostra era, stabilì la corrispondenza tra i segni e gli elementi, ma non è che molto più tardi che l’interpretazione dell’elemento Acqua si sviluppò per lo Scorpione. La lettura dei testi antichi fa notare che l’astrologia greca non riservava un ruolo di primaria importanza ai segni. Ciò spiega perché si trovano pochi testi antichi dedicati specificatamente alla descrizione dei segni. Tuttavia, a proposito dei tratti Scorpione legati alla matrice di Marte, si trovano nei testi antichi delle annotazioni molto interessanti: “Il segno dello Scorpione, ci dice Tolomeo, porta l’uragano ed è bruciante” (Tétrabible II,12). “Si distingue lo Scorpione, precisa Manilio, per il suo fuoco scintillante”. (Les Astrologiques I, versi 268). Lo stesso autore scriverà più tardi di colui che nasce con l’Ascendente Scorpione: “egli costruirà nuove città, aggiogherà buoi per tracciare il confine delle mura con il vomere dell’aratro; egli raderà al suolo antiche città, le trasformerà in terre agricole e farà nascere dei raccolti, dove si ergevano palazzi. Così tanto sarà grande, come il valore e la potenza che lo accompagnerà!”. (Les Astrologiques IV,versi 553-559). II) L’approccio moderno Lo Zodiaco è al suo inizio nel XX° secolo. La stampa e i mass-media se ne sono impossessati verso il 1930. Ma non ci dilungheremo su questa astrologia popolare basata unicamente sull’interpretazione del segno solare. Si tratta di una semplificazione impropria che gli astrologi non cessano di denunciare. Per noi è più interessante notare che lo Zodiaco si impone allo stesso modo nella pratica dell’astrologia contemporanea. I libri sui segni dello Zodiaco si moltiplicano. Un nutrito numero di insegnanti d’astrologia cominciano i loro corsi con lo studio dello Zodiaco. Non è un caso. Il modo in cui noi rappresentiamo il tema astrologico, sottolinea nettamente l’importanza che accordiamo ai segni. Se, durante venti secoli, gli astrologi hanno situato i pianeti nelle case “uguali” (essendo i segni “ineguali”), dall’inizio del secolo, gli astrologi francesi, al seguito di Choisnard, pongono i pianeti nei segni “uguali” (essendo le case “ineguali”). Questo cambiamento è una vera rivoluzione. È d’altra parte interessante constatare che sempre più astrologi occidentali adottano questo sistema di rappresentazione che privilegia i segni. Così siamo passati da un eccesso all’altro, da un’astrologia che minimizza i segni a un’astrologia che li sopravvaluta. Possiamo vedere ancora troppo
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spesso astrologi che colgono la dominante d’elemento di un tema unicamente partendo dai segni. Essi determinano la dominante elementare attraverso un semplice computo del numero dei pianeti in segni di Fuoco, d’Aria, d’Acqua o di Terra. Così, una persona che ha 6 pianeti nel segno dello Scorpione, appartiene alla dominante “Acqua”. Al seguito di Andrè Barbault che si è elevato, a giusto titolo, contro questa semplificazione abusiva, riportiamo al giusto valore i pianeti e vediamo in che modo è necessario tener conto del contesto planetario per pervenire a un’interpretazione equa e ponderata dei segni. III) Interpretare il segno in funzione dei pianeti dominanti Andrè Barbault e Claire Santagostini hanno messo a punto, negli anni ’50, un metodo di interpretazione globale e psicologico. Questo metodo parte dai pianeti, connettendosi così alla tendenza degli Antichi di dare primaria importanza proprio ai pianeti. D’altro canto, in questo tipo di interpretazione, è possibile separare il segno dal pianeta. L’interpretazione del segno varia a seconda del pianeta o dei pianeti dominanti. Allo stesso modo, l’interpretazione del pianeta si manifesta attraverso un segno. È allora assolutamente indispensabile avere a propria disposizione tutta una gamma di significati per ogni pianeta e per ogni segno, al fine di scegliere i fattori più appropriati al contesto. Abbiamo già visto che questo segno, che ha per maestro Marte, è: – Femminile – Fisso – Acqua Possiamo inoltre aggiungere a questi dati il legame con lo stadio anale, che Andrè Barbault ha stabilito negli anni ’50. Valutiamo le affinità (o le incompatibilità) di ciascun pianeta in rapporto a tutto ciò che caratterizza lo Scorpione. Eccole qui di seguito riassunte sotto forma di tabella: Maestro + Esilio –
Sole Luna Mercurio Venere Marte Giove Saturno Urano Nettuno Plutone
Genere Femminile
Esaltazione + Caduta –
– +
–
Modo Fisso
Elemento Acqua
Stadio Anale
+ + -
– +
+ – – – +
+
+ + + + +
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Il Sole, maschile, non ha apparentemente affinità con lo Scorpione, segno femminile. Ciò detto, esso ha parecchi punti in comune con Marte, il maestro dello Scorpione. Una dominante Sole Scorpione procura energia e combattività. Ma la maggiore peculiarità è che sia il Sole che lo Scorpione hanno in comune l’aspetto “fisso”: perseveranza, testardaggine, grandi capacità di resistenza. La Luna, al contrario, presenta apparentemente maggiori affinità. Essa si trova in buona risonanza col lato femminile dello Scorpione e con l’elemento Acqua dello Scorpione. La sensibilità, l’emotività si avvertono qui a fior di pelle. Ma questa non è forse che un’apparenza, poiché la Luna, esaltata in Toro, è qui in caduta. Il nativo è spesso inquieto, non si lascia andare facilmente a confidenze e si sente male ad aprirsi. Mercurio non ha a prima vista alcuna affinità con lo Scorpione. Esso si oppone infatti alla fissità dello Scorpione. Il lato aperto, leggero e comunicativo del mercuriano è lontano dalla tensione che regna nel segno dello Scorpione. Ma siccome Mercurio è “convertibile”, esso acquista densità al contatto dello Scorpione e la curiosità naturale mercuriana diventa, con lo Scorpione, più insistente e più penetrante. Sebbene Venere abbia il “femminile” in comune con lo Scorpione, il fatto che Venere sia in esilio nello stesso segno non passa inosservato. La dolcezza e la tenerezza venusiane non vengono certo ben manifestate attraverso lo Scorpione. Aleggia costantemente una sorta di sfida. Il rischio è che si instauri una prevalenza dell’agire e del fare sul sentire. Come può Venere sbocciare, esprimersi in questo segno fatto di grande tensione? Oserà esternare ciò che essa avverte, anche se le sembra difficile farlo? Marte, come si è già detto e ridetto, si trova a suo agio nello Scorpione. E si gode il suo gusto per la lotta nel segno della combattività. Il ritratto dell’anale “rilasciato” gli si addice proprio bene. Per Françoise Dolto, una tale fissazione anale produce “gli ostinati, gli scontrosi, i testardi, coloro a cui piace fare scenate per il loro disordine, il loro sudiciume, la loro indisciplina. Giove, come Mercurio d’altra parte, non ha apparentemente affinità con lo Scorpione. Il suo lato “godereccio” sembra agli antipodi delle caratteristiche scorpioniche. È vero che la naturale tendenza a manifestare di Giove si trova in contrasto con la tendenza all’introversione e al segreto dello Scorpione legata all’Acqua, tuttavia, avendo posto Marte come maestro dello Scorpione, Giove e lo Scorpione hanno in comune il senso del rischio e la tendenza ad essere protesi alla realizzazione. La fissità di cui dà prova Saturno si accorda perfettamente con la fissità dello Scorpione. Vi si aggiunge una particolarità scoperta da Andrè Barbault: Saturno converte il segno nel tipico anale “trattenuto”. Di seguito la Dolto aggiunge che una tale rilevanza di fissità favorisce “un carattere coscienzioso, sobrio, regolare, lavoratore, serio e incline alla scienza”. Proprio come il Sole, Urano è maschile, e non ha apparentemente tanta affinità con lo Scorpione, segno femminile. Detto ciò, il suo lato “secco” si congiunge al “secco” di questo Marte, maestro dello Scorpione. Una dominante
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Urano-Scorpione caratterizza intransigenza e combattività. Peraltro, il lato fisso di Urano rafforza la fissità dello Scorpione: la ristrettezza del campo di coscienza è al suo massimo e qui sviluppa il non-conformismo, l’indipendenza, la testardaggine, l’ostinazione. Apparentemente possiamo riscontrare parecchi punti in comune tra Nettuno e lo Scorpione. Nettuno è in risonanza con il lato femminile e l’elemento Acqua dello Scorpione: il nativo è ricettivo, ispirato, intuitivo. Ma spesso è troppo sensibile a ciò che lo circonda. Egli capta tutti i “fantasmi” che passano, cosa che lo destabilizza. Proprio perchè egli si mette troppo facilmente nella pelle degli altri, risulta fondamentale che egli sappia proteggersi. Infine Plutone. Questo pianeta presenta un bell’insieme di punti in comune con lo Scorpione. Primo, il fatto che è maestro di tale segno; secondo, perché ha uno stretto legame con lo stadio anale. Il nativo che dà prova di un fiuto stupefacente presenta tutte le caratteristiche dello stadio anale “rilasciato”. Andrè Barbault, nel suo “Trattato pratico di Astrologia”, descrive così questo tipo: il nativo segnato da un “potere creativo” è “un carattere” dotato di “forza di volontà, passionale, ostinato, autoritario, duro”. Si tratta di una “natura individualista, ribelle, indisciplinata, rivoltosa, riluttante a tutte le costrizioni, refrattaria agli usi sociali, si lascia andare ai suoi istinti, capace di dissipazioni e intemperanze, di disordine, di irritabilità, di odio, di distruzione, di sadismo o di perversione”. La maggior parte delle volte, il tema comporta più dominanti planetarie. In tal caso conviene ricercare i punti comuni e gli antagonismi tra queste dominanti. Potremo riferirci, in altri casi, alle qualità elementari e agli elementi e associare nel corso dell’interpretazione le dominanti che hanno dei punti in comune. Per esempio: Sole-Urano hanno in comune il Caldo Urano-Marte hanno in comune il Secco Marte-Plutone hanno in comune lo stadio “anale rilasciato” Nettuno-Luna hanno in comune l’Umido In compenso, si sottolineerà l’antagonismo vissuto da persone che hanno dominanti planetarie opposte. Per esempio: Sole (Caldo)-Saturno (Freddo) Urano (Fuoco)-Nettuno (Acqua) Marte (Secco)-Luna (Umido) Poiché tutto si fa simbolo, ogni segno è polivalente e solamente il contesto planetario permette di scegliere le caratteristiche appropriate. Abbiamo cercato di cogliere i diversi significati dello Scorpione tenendo conto dei diversi pianeti dominanti. Sarebbe bene percorrere così ciascuno dei segni in tutti i sensi possibili e immaginabili. Ma non finiremo mai di esplorare i segni…, essendo il simbolo per definizione inesauribile.
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Conclusione Per finire, ritorniamo alla metafora del labirinto di Cartesio: come uscire dal labirinto? Avanzando, tornando indietro, svoltando a destra, svoltando a sinistra, quindi effettuando questi avanzamenti, queste retrocessioni, queste svolte parecchie volte, senza perdere di vista il centro. Questo lungo cammino è vantaggioso se lo effettuiamo con il filo d’Arianna del nostro tema in mano (o piuttosto sotto i piedi). Man mano, durante il nostro percorso, incontreremo ciascun aspetto, ciascun segno e ciascun pianeta. E forse quando saremo sfiniti, completamente “svuotati”, forse proprio allora il centro del labirinto, con la sua rosa a sei petali, ci illuminerà. A Chartres, questo labirinto è legato al rosone occidentale. Proprio come il labirinto è la copia del rosone Ovest (l’uno e l’altro sono delle stesse dimensioni), la rosa a sei petali è il calco di quella che disegna la luce proveniente dalla vetrata occidentale, che si presenta come rosone a dodici bracci. Riassumiamo, quindi: entrati nel labirinto dall’Occidente del nostro Discendente, abbiamo poi camminato in direzione dell’Oriente del nostro Ascendente, poi abbiamo girato in tutti i sensi ed esplorato tutte le dimensioni del nostro labirinto. Grazie al filo di Arianna che è il nostro tema, ci siamo trovati un bel giorno nel cuore del labirinto con, come ricompensa, il più bello dei tesori, un tesoro comune a tutti: lo Zodiaco. BIBLIOGRAFIA
ATTALI J., Chemins de sagesse (Traité du Labyrinthe), Fayard. AURIGEMMA L., Le signe zodiacal du Scorpion, Mouton. BARBAULT A., Traité pratique d’astrologie, Le Seuil. BARBAULT A., Vision astrologique des quatre éléments, Editions traditionelles. DOLTO F., Psychanalyste et Pédiatrie, Le Seuil. MANILIUS M., Les Astrologiques ou la science sacrée du ciel, Bibliotheca Hermetica. PTOLÉMÉE C., Tétrabible, Bibliotheca Hermetica.
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CASA TERZA Mariano Aladrén Amore, Astrologia e Ermetismo Brian Clark Le case delle relazioni Angela Castello Viaggio in Botswana con Urano e Nettuno in mutua ricezione Vita Associativa
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Demetrio Santos
LE DATE DEL VANGELO TRADUZIONE DI MARIA RITA PREGNOLATO
L.A. 139-301
Sull’attendibilità su base astronomica della nascita di Gesù (verso il 15 luglio -7) e della sua morte (9/4/27) In passato, uno dei problemi più dibattuti è stato quello relativo al periodo storico in cui visse Gesù, e ancora oggi, seppure in ritardo, alcuni studiosi continuano a discutere sulle date di nascita e di crocifissione di Gesù, e su altri fatti narrati dagli Evangelisti. Fino a poco tempo fa la datazione storica degli eventi era un problema difficile da risolvere, a causa della carenza di un sistema cronologico universale: alludiamo all’Era di Abramo, a quella di Nabunasar, alla fondazione di Roma e di Costantinopoli, ecc.; persino l’inizio dell’Era Cristiana, con i suoi Calendari Giuliano o Gregoriano, è difficilmente databile. Per questo motivo, solo alcuni fenomeni astronomici, come le eclissi del Sole e della Luna, legati ad avvenimenti storici, possono essere affidabili, e gli storici meglio documentati si limitano a considerare solo questi. Tuttavia, questi stessi dati erano difficili da ottenere, poiché non esistevano effemeridi astronomiche precise; le prime ad essere calcolate dai computer sono piuttosto recenti: nel 1963 le Tabelle di Stahlman e Gingerich (dal 2500 a.C. al 2000 d.C.), e nel 1964 le tabelle di Tuckerman (dal 601 a.C. al 1649 d.C.). Al giorno d’oggi è facile ottenere le posizioni degli astri per epoche antiche, così come per il periodo in cui visse Gesù (sono diffusi i programmi svizzeri Swedel, Swete, Swewin, ecc., e molti altri). Con l’aiuto di questi programmi possiamo verificare la validità di alcune date riportate nel Vangelo e chiarire alcuni punti oscuri che sono stati oggetto di dibattito fino ai giorni nostri. Il primo punto oscuro è la data stessa della nascita di Gesù e anche la data della comparsa della famosa Stella di Betlemme (Matteo 2,2); non è nostra intenzione sviluppare qui tutto il tema, in quanto è già stato trattato e pubblicato in altri scritti, ma desideriamo semplicemente ricordarlo. Lo “stellium” o Congiunzione astrologica (analizzato per primo da Keplero) del maggior numero di pianeti significativi avviene il 1° marzo del 7 a.C. (o verso il 28 febbraio, sia secondo il Calendario Gregoriano che quello Giuliano); ricordiamo che all’inizio della nostra Era, in Medio Oriente, si viveva una
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fase di notevole sviluppo astrologico. In questo “stellium” si congiungono, a 9° dei Pesci, il Sole, la Luna, Giove, Saturno e Venere, cinque dei sette pianeti anticamente conosciuti. Solo i Magi, astrologi orientali, videro la stella (stellium), perché possedevano Tabelle e si avvalsero delle osservazioni dirette dei movimenti planetari, mentre il resto della gente non la vide, perché questo raggruppamento di pianeti era occultato dalla luce del Sole, anch’esso coinvolto nella congiunzione. La “fermata della stella” (Matteo 2,9), inizio della retrogradazione, avvenne attorno al 15 luglio del 7 a.C., data in cui i Magi giunsero a Betlemme; questo periodo di tempo (dall’inizio di marzo a metà luglio) può corrispondere verosimilmente alla durata del loro viaggio, in quanto partirono da un luogo non ben precisato di Babilonia, seguendo la rotta delle carovane. La seconda data da verificare è quella della visita di Gesù al Tempio all’età di 12 anni circa. Egli viveva in Galilea; la distanza in linea retta da Nazaret a Gerusalemme è di 110 km. circa, che potrebbero essere percorsi in almeno 4 giorni di cammino a piedi o a cavallo, cosa possibile per un bambino di 12 anni, ma non possibile se fosse stato più giovane. Dobbiamo ricordare che di sabato non si poteva viaggiare, se non per brevi tratti (mille passi, “il percorso del sabato”). Pertanto, se la Pasqua non cadeva di sabato, difficilmente si poteva raggiungere Gerusalemme dalla Galilea senza fare notte e perdere un giorno durante il tragitto, che attraversava Samaria, i cui abitanti non erano molto accoglienti rispetto agli ebrei. Pertanto bisogna cercare una Pasqua (Luna Piena) che cada di sabato, cioè un “Grande Sabato”, rimanendo così 6 giorni per camminare. La data che corrisponde a questi presupposti è il 21 aprile del 7 d.C., per cui si deduce che questa è la data della visita di Gesù al Tempio e della conversazione con i Dottori della Legge. Gesù aveva allora appena compiuto 13 anni, e è aderente a ciò che riportano i Vangeli. La traduzione della Volgata (Luca 2,41) narra che i genitori di Gesù si recavano a Gerusalemme tutti gli anni per la “solenne festività della Pasqua”, ma è probabilmente un’errata interpretazione, poiché riteniamo che la traduzione più appropriata sia “Festa della Pasqua solenne” o Grande Sabato, che risulta essere più rispondente ai fatti. Forse la data più chiara si trova in Giov. 2,30: “Sono occorsi quarantasei anni per erigere questo tempio, e tu lo ricostruirai in tre giorni ?”. Sappiamo quando iniziò la ricostruzione del Tempio, e questo ci porta all’anno 27, poco prima della morte di Gesù. Quella frase era stata pronunciata da poco tempo, lo possiamo dedurre dal fatto che venne gridata in faccia a Gesù da coloro che passarono sotto la croce su cui era crocefisso. Solamente nel 27, nel 30 e nel 33, la Pasqua cadeva nel Grande Sabato (Giov. 19,31), anche se molti ricercatori hanno creduto che la data non fosse precisa. Ma ci sono altri dati che devono essere precisati. In Giov. 10,22, ciò che è riportato sembra incongruente, in effetti inizia dicendo: “Era la festa della Con-
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sacrazione, ed era inverno”, e di seguito arriva la domanda degli ebrei: “Se sei il Cristo diccelo chiaramente… Sono Figlio di Dio”. La prima frase è scontata, dato che la festa della Consacrazione cadeva sempre in inverno, ed inoltre, che relazione può avere questo con il fatto che Gesù sia o meno il Messia? Tuttavia entrambe si legano dottrinalmente: la Consacrazione era una festa mobile, che dipendeva dalla data di inizio dell’anno religioso, ma nell’anno 26 cadeva nel giorno del Solstizio (23.XII.26), pertanto la frase ha senso, poiché significa realmente “ed era l’Inverno / Solstizio”. E anche la domanda ha senso: il dio della religione mitraica, dominante in quel momento, scendeva per incarnarsi durante il solstizio, e la stessa cosa accade con la venuta del Messia ebreo. I pagani (greci e romani a Gerusalemme) in quel momento stavano celebrando la discesa/manifestazione del loro Messia, e così si scontrano i due concetti, pagano ed ebraico, che sono oggetto della discussione. Finalmente abbiamo la data della crocifissione e della celebrazione della Pasqua fatta da Gesù e dai suoi discepoli. Prima di poter disporre delle Tavole di cui oggi disponiamo, non era facile trovare il momento esatto in cui si verificava la Luna Piena e la sua posizione rispetto al Grande Sabato in cui morì Gesù. In effetti, da ciò che riferisce il Vangelo, si deduce che Gesù ed i suoi discepoli celebrarono la Pasqua il giovedì dopo il tramonto del Sole, che rappresentava già l’inizio del venerdì ebraico (9.IV.27), perché il giorno iniziava al tramonto e non all’alba. Al contrario gli ebrei ortodossi celebravano la Pasqua il venerdì dopo il tramonto del Sole, perché per loro era già sabato. Questo significa che Gesù considerò correttamente la Luna Piena del giorno precedente rispetto a quello considerato dagli ebrei. Quale potrebbe essere il motivo di questa scelta? Facendo i calcoli relativi con l’aiuto delle Effemeridi, vediamo che nell’anno 27 la Luna Piena si verificò il venerdì, circa due ore prima del tramonto del Sole, per cui il Plenilunio esatto cadeva il giovedì, tra la fine del giovedì e l’inizio del venerdì, quindi non si è verificato il sabato come invece stabilirono i Sacerdoti del Tempio. La ragione della discrepanza può trovarsi in “interessi creati” dagli ebrei, poiché molta più gente partecipava alle cerimonie religiose nel Grande Sabato piuttosto che in una normale Pasqua (con i conseguenti maggiori profitti per la città e per i “mercanti del Tempio”). Ma potrebbe anche essere un errore involontario, perché il Sinedrio era guidato dalla “visibilità” della Luna Nuova per stabilire il calendario, e questo metodo non è così preciso. Erano stati proposti tre anni differenti per la data della morte di Gesù, ma si conferma di nuovo l’anno 27, perché la circostanza sopra menzionata si verifica solo in quell’anno. Questo ribadisce la superiorità intellettuale e culturale di Gesù rispetto ai suoi oppositori, e che risulta evidente in ogni passo del Vangelo. È probabile
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che Egli abbia conosciuto bene la cultura babilonese, la più avanzata nello studio degli astri, ed è anche possibile che abbia studiato presso il popolo babilonese (ricordiamo l’episodio dei Magi). Inoltre, la Galilea confinava con Tiro e Sidone, centri culturali molto importanti, dove in quegli anni (25-75 d. C.) Doroteo di Sidone scrisse il suo “Carmen Astrologicum”, in cui sono presenti oroscopi con datazione contemporanea a Gesù (ce n’è uno dell’anno 7 a.C.), e Marino di Tiro (verso il 100), compilò le sue effemeridi astrologiche, usate per la navigazione. Di tutto ciò esistono alcuni indizi: ad un certo punto del Vangelo si legge (Matteo 15,21) che “Gesù esce dal suo territorio e si dirige verso Sidone e Tiro”, anche se non si sa bene cosa sia andato a fare lì; ma è a partire da quel momento che Gesù inizia a parlare ai suoi discepoli del proprio futuro e del proprio terribile destino (Matteo 16,21). Possiamo riassumere la storia: Pilato viaggiò per mare fino a Gerusalemme con sua moglie, (20 giorni di navigazione da Roma a Cesarea) nell’estate dell’anno 25. Durante l’estate-autunno di quell’anno il clima era temperato e Giovanni Battista battezzava (il battesimo avveniva per immersione); uno dei battezzati era Gesù, che in seguito iniziò il suo digiuno, la cui osservanza aveva un carattere di ritualità nel corso dell’anno, poiché serviva ad invocare le piogge autunnali. Poco a poco si uniscono a lui i primi discepoli, alcuni di essi erano già discepoli di Giovanni, suo cugino. Quello stesso autunno Gesù visita Gerusalemme, in occasione della Festa dei Tabernacoli. Non ci è giunta notizia del fatto che Egli abbia partecipato ai festeggiamenti della Pasqua dell’anno 26, non era un anno solenne. Abbiamo invece il Sermone della Montagna, nelle cui parole pronunciate all’aperto si sente la primavera: “Contemplate gli uccelli del cielo… Contemplate gli iris dei campi…”; è la primavera dell’anno 26 in Galilea, in seguito Gesù percorre tutta la Palestina, aumentando la sua fama ed il numero dei suoi discepoli, fino alla Festa della Consacrazione già menzionata, alla fine dell’anno; continua a predicare nei primi mesi dell’anno 27 fino al giorno di Pasqua, tempo in cui finalmente si reca a Gerusalemme, è trascorso complessivamente un anno e mezzo. È chiaro che non acquisì la sua scienza attraverso gli insegnamenti arcaici del Tempio, luogo in cui era considerato un intruso, ma date le sue conoscenze, si suppone che abbia studiato fuori Nazaret. Con la visita dei Magi (Matteo 2,2), la predizione di Simeone (Luca 2,22), l’episodio del Tempio e i Dottori della Legge (Luca 2,47), quale padre non vorrebbe che le straordinarie doti del proprio figlio si sviluppassero nelle migliori scuole? I centri più vicini erano Sidone e Tiro, ma potrebbe essere stata anche Babilonia (in cui erano presenti molti ebrei, e forse parenti, discendenti del periodo della “Cattività”). Ma la sua stessa superiorità e il suo modo di affrontare la religione tradizionale lo porteranno ad essere condannato e crocifisso. Pilato, che era appena stato eletto, e quindi con scarsa esperienza di governo, si adatta a condannarlo.
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Morì, come riportano i Vangeli, il venerdì 9.IV.27, dopo aver predicato la sua dottrina per un anno e mezzo, aveva quindi compiuto 33 anni, confermando così la tradizione popolare; abbiamo conferme anche della data di inizio della sua missione, quando Luca 3,23 dice che al principio “aveva 30 anni circa”, ed effettivamente aveva 31 anni nell’autunno del 25. Demetrio Santos, nato a Zamora, città dove attualmente risiede, è il decano o il “grande saggio” degli astrologi iberici, avendo cominciato le sue ricerche nel 1950. Ha approfondito le relazioni esistenti tra la teoria ondulatoria fisica e l’astrologia, stabilendo le equazioni fondamentali del “campo zodiacale” e scoprendo il periodo direzionale, detto C 60. Figura di rilievo nello studio della cultura astrologica classica per le sue ricerche e per le traduzioni dei testi di Tolomeo (Tetrabiblos), Manilio (Astronomicon), Albubather, Ibn Ezra, Messahallah, Ermete, Matías Haco, etc. in castigliano, ha partecipato alla maggior parte dei Congressi iberici. È autore di Investigaciones sobre Astrología (1978), La interpretación astrológica (1980), Astrología teórica: ecuaciones fundamentales (1985), Introducción a la historia de la Astrología (1986), Astrología y gnosticismo (1986), Astrología física (1988), e Principios astrológicos, gradientes y tablas fotoeclípticas (1992), El lenguaje de los truenos (2003). È stato insignito del Premio Mondiale Mercé Tamarit di Investigazione astrologica.
SOCI QUALIFICATI Gli iscritti all’Albo sono considerati “Soci qualificati” e l’elenco è trasmesso al CNEL in vista della imminente – si spera – approvazione della legge in merito. A pagina 169 del numero 137 sono riportate le condizioni per diventarlo tramite Corsi di specializzazione CIDA oppure per titoli “qualificanti”, o con due Membri CIDA che fungano da “garanti”.
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Mariano Aladrén
AMORE, ASTROLOGIA E ERMETISMO TRADUZIONE DI MARIA RITA PREGNOLATO
L.A. 139-307
Sembra paradossale associare nella medesima riflessione questi concetti, che apparentemente possono sembrare lontani dalla mentalità “moderna”, ma già nell’epoca classica, soprattutto nei cenacoli del rinascimento, furono lo stimolo della ricerca della conoscenza. La natura è retta dalla forza dell’amore, sia universale sia umano, che sgorga dalla stessa fonte, e che per il mondo classico è rappresentato dal Dio supremo atemporale e immateriale. Questa forza è completamente circolare, nel senso che scende e ritorna continuamente, da ciò si può comprendere che l’atto del creare è un atto di amore supremo, e la sua successiva emanazione dà origine a tutto ciò che esiste nel mondo dei sensi. Per comprendere queste idee forniamo un diagramma delle sensazioni:
DIO
AMORE BELLEZZA PIACERE
Fig. 1.
MONDO
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Così la manifestazione creatrice sarebbe un atto di amore che fluisce e ritorna al suo punto di partenza che è Dio, in maniera continua ed ininterrotta. Allo stesso modo, questi quattro cerchi, o stadi, in cui si perfeziona l’opera dell’amore, servono come strato formativo, conferendo consistenza specifica ad ogni sensazione umana. Fondamentalmente possiamo così comprendere che la modalità di osservazione della natura da parte del mondo classico era sensibile e ragionevole, contrariamente ad oggi che solamente viene cercato ciò che è ragionevole.
DIO
MENTE ANIMA NATURA
Fig. 2.
MONDO
Questa maniera ragionata di intendere la realtà sensibile configura il mondo, come possiamo vedere nel diagramma precedente (Fig. 2), in cui si può apprezzare, in base alla realtà che osserviamo, il profilarsi e qualificarsi delle sue strutture. In ugual modo questo modello sensibile risponde al mondo delle forme dell’ energia naturale: Logicamente questo modello di comportamento sensibile è di per sé amore, poiché realmente ciò che esiste nel mondo è l’amore; “il minor amore” lo chiameremo odio, che non esiste come tale, è piuttosto un livello inferiore dell’atto amoroso; nessuna parte del mondo odia un’altra. Esempio: il fuoco non fugge dall’acqua per odio, ma per amore verso se stesso e per non essere spento dal freddo dell’acqua. L’uomo non odia un altro uomo, ma i suoi vizi.
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SOLE
FUOCO ARIA ACQUA
Fig. 3.
TERRA
Facciamo tutti parte dell’amore macrocosmico e dell’amore umano microcosmico, che ci incita a ritornare allo stato di amore (ossia di equilibrio universale ed umano); la prudenza è, fra tutte le virtù umane, l’espressione fondamentale dell’amore, poichè conferisce moderazione e proporzione alle altre tre virtù che le sono conseguenti, e che rappresentano le tre grazie del mondo classico: PRUDENZA
FORZA
GIUSTIZIA
TEMPERANZA
Fondamentalmente questa forza amorosa è guidata dalla LUCE, principio energetico formatore che emana direttamente dal livello Divino, e si connette con tutte le forme creatrici. Questa LUCE si sdoppia in due sensazioni o livelli: INNATA (NATURALE) E INFUSA (SPIRITUALE), così da poter identificare e definire la sua azione, in base alla sfera in cui opera, generando forme e movimenti. Per percepirla disponiamo di 6 sensi. 2 APPARTENGONO ALLO SPIRITO (INVOLUCRI DELL’ANIMA) 3 AL CORPO O AL MONDO (CORPO)
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RAGIONE
Attributo delle divinità ATEMPORALE
VISTA
UDITO
OLFATTO
GUSTO
TATTO
FUOCO
ARIA
VAPORI
ACQUA
TERRA
PIÙ LONTANO
----------------------------------------------------------- PIÙ
VICINO
In questo modo la ragione sarebbe associata alla vista e all’udito, i sensi che ci garantiscono il corretto sentire dell’amore autentico e gli altri tre sensi potrebbero solo percepire il suo riflesso nella materia. Le sensazioni provenienti da questi primi 3 sensi ci garantiscono la percezione del vero amore, reintegrandoci alla nostra fonte originaria o spazio divino atemporale (immortale). Grazie a questo possiamo comprendere i diagrammi ermetici:
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Vista l’importanza della LUCE quale veicolo formatore e strutturante dell’amore, questo diventa evidente anche nelle relazioni personali; abbiamo due tipi di amore, o due forme di Venere, come ci spiegano Marsilio Ficino ed altri autori ermetici: – Venere Celeste: Adora e ama il riflesso di un’immagine abbellita del divino ed esorta in questa direzione. – Venere Ordinaria: Forza di generazione. Desiderio di generare una forma simile a quella divina. Il risultato dell’azione dell’amore: uno desidera CONTEMPLARE LA BELLEZZA e l’altra desidera GENERARLA. Sono entrambe necessarie per il vero amore, una senza l’altra NON E’ VERO AMORE. Ne consegue che coloro che si amano si donano in due modi: – Semplice - l’amato non ama l’amante. – Reciproco - nel quale amatore ed amante si corrispondono. Colui che ama cerca di trasferire il suo spirito all’amante, per cui smette di vivere per se stesso, cioè “muore”; l’ amante non corrisposto è come se fosse morto, perchè non si può riconoscere nell’amato. Di conseguenza colui che ama senza essere corrisposto non vive in nessun luogo. Invece, quando due persone si amano reciprocamente ognuno dei due vive nell’altro. In questo modo gli esseri umani per vivere si donano reciprocamente, dimenticando se stessi. Chiaramente, ognuno possiede se stesso, ma nell’altro. Quindi quando amo, incontro me stesso nell’altro, anche perchè pensa a me, e recupero ciò che di me si conserva nell’altro. La stessa cosa fa l’altra persona. Riassumendo: Se io, dopo essermi perso (amando), grazie a te mi riscatto, riprendo possesso di me stesso; e se grazie a te riprendo possesso di me stesso, possiedo prima di tutto e soprattutto te, più che me stesso, e sono molto più vicino a te che a me stesso; quindi io non aderisco a me stesso, lo faccio solo grazie a te, che fungi da intermediario. Questa è la differenza tra la forza di Cupido e quella di Marte, certamente l’Amore e il Potere sono differenti. Un politico possiede da sé gli altri (potere). Un’amante si appropria di stesso grazie all’altro (amore). Così ogni persona che ne ama un’altra si allontana da se stessa e si avvicina all’altra e, “morti” come singoli individui, resuscitano nell’altro. A livello astrologico si possono comprendere queste chiavi celesti al momento di interpretare i temi natali e valutare il livello di trasmissione di vero amore, includendo i due tipi di amore (amore celeste e ordinario):
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1) Pianeti “scambiati” (amore perfetto rappresentato in Giulietta e Romeo). LUI
CONGIUNZIONE ASPETTO
LEI
SOLE
CONGIUNTO A
LUNA
LUNA
CONGIUNTO A
SOLE
MARTE
CONGIUNTO A
VENERE
VENERE
CONGIUNTO A
MARTE
2) Ascendente nello stesso segno con lo stesso pianeta reggente 3) Le Veneri natali allo stesso grado e nella stessa casa Mariano Aladrén è fondatore con José Luis Carriòn di Gracentro, Associazione Culturale di Valencia con una sede propria in una antica torre ben ristrutturata, che assegna annualmente un premio internazionale. Coordinatore su internet della lista mondiale Astrocuantica, collabora da oltre dieci anni nel progetto editoriale di recupero delle fonti astrologiche antiche, curando le pubblicazioni di testi di Ali Aben Ragel, Morin de Villefranche, Antonio de Nájera. È Consigliere dell’Istituto di Studi Miguel Servet e fondatore del Foro Mundial Dyatessarón.
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Brian Clark
LE CASE DELLE RELAZIONI Fratelli, partner, amici: le nostre altre metà TRADUZIONE DI ANGELA CASTELLO
L.A. 139-315
Una teoria psicoanalitica sostiene che inconsciamente noi modelliamo i nostri rapporti adulti sui genitori, sposando incautamente i nostri padri o le nostre madri come fece il mitico Edipo. Freud, rifacendosi al dramma di Sofocle, Edipo Re, teorizzò il complesso di Edipo, suggerendo che il figlio intrappolato in una relazione triangolare ha l’esigenza inconscia di eliminare il padre rivale per conquistare la madre. Questo concetto fondamentale del suo pensiero ha suscitato una notevole risonanza in psicologia per almeno un centinaio di anni. Pare che anche le ragazze vogliano allontanare le loro rivali. Carl Jung coniò il complesso di Elettra ricalcando la storia dell’eroina che, con la complicità del fratello, realizzò il piano di assassinare la madre per vendicare la morte dell’amato padre.1 Questo grande dramma della mitologia greca rappresentò una eccellente risorsa per i drammaturghi del 5° secolo e i padri della psicologia. Tuttavia, non tutti accettarono il proclama di Freud. Alfred Adler pensava che il complesso di Edipo potesse venire confermato solo se si trattava di un unico figlio, o del primo. Come secondo figlio, lo psicologo era nato all’ombra di un fratello maggiore e non era collegato al triangolo parentale che Freud, come primogenito, aveva descritto.2 La teoria freudiana, comunque, trionfò nella prima metà del 20° secolo e dimostrò di comprendere appieno i pericoli degli schemi che replicavano le figure genitoriali nelle relazioni adulte. Ma, alla fine del 20° secolo, i modelli incominciaronono a modificarsi privilegiando un tipo di relazione basato sull’eguaglianza (opposto a quello più tradizionale e gerarchico). L’incidenza delle dinamiche fraterne sulle nostre relazioni adulte venne ad essere sempre più confermata. L’intelligence astrologica aveva comunque sempre suggerito questo legame che si snoda attraverso le case conosciute come case di relazione, le zone dell’oroscopo, cioè, dove viene descritta la ricerca evolutiva dell’anima gemella. Essa incomincia dalla terza casa, quella dei fratelli. La ricerca individuale per un rapporto alla pari è concepito, modellato e sperimentato nella terza, settima e undicesima casa. Questi settori, che non includono il rapporto genitori-figli in quanto tendenzialmente disuguale e di-
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pendente, sostengono l’uguaglianza e l’individualità della relazione attraverso un continuo processo di crescita. Presupponendo che non ci siano intercettazioni, i segni sulle cuspidi delle case relazionali sono sestili od opposti all’ascendente, congiunti o trigoni al discendente. Queste case, essendo per natura simpatetiche con l’orizzonte, appoggiano la nostra visione del mondo, la nostra personalità e il nostro impulso a lottare per andare avanti. Viceversa, risultano “in contrasto” con il meridiano, l’angolo verticale ereditario legato al retaggio familiare. Qui, esse non possono trovarsi in armonia con le aspettative parentali e gerarchiche. Le Case delle relazioni: con i fratelli, con il partner, con gli amici. La terza casa simboleggia le nostre esperienze iniziali su base paritaria con tutti quelli che hanno condiviso il nostro ambiente primario (soprattutto fratelli e sorelle ma anche cugini, amici, vicini, e compagni di scuola). Le interazioni sociali con partner, colleghi e conoscenze hanno origine dai rapporti con i fratelli. Perciò, la terza casa è un modello per gli schemi relazionali.3 Qui, noi testiamo la risposta proveniente dal mondo esterno attraverso l’azione o reazione dei nostri fratelli usandoli come uno specchio che riflette il modo in cui siamo accettati. Il fratello è il nostro primo partner e il testimone dei nostri primi tentativi. Il segno sulla cuspide della terza casa, il suo reggente e i pianeti che vi si trovano descrivono dunque il potenziale comportamento che viene seguito nella relazione adulta, e nell’ambiente esterno in genere, attraverso le qualità dei fratelli o di quelle che proiettiamo su di loro. La seconda casa relazionale è la settima. Al contrario della prima, si trova al di sopra dell’orizzonte e, pertanto, suggerisce maggiore visibilità ed obiettività. La casa dei fratelli, essendo al di sotto dell’orizzonte e contenuta nel più largo sistema familiare, non consente la scelta “dell’altro”. Nella settima, invece, i partner provengono da un ambiente estraneo alla famiglia e possono essere scelti. Ma in essa portiamo sempre il modello a priori della terza con tutte le sue esperienze. La settima casa rappresenta la sfera dell’eguaglianza a livello adulto dove incontriamo quelli che sentiamo vicini e che sono in grado di integrare la nostra parte mancante. La settima ci fa vivere l’esperienza di essere con un altro, uguale a noi, in modo intimo ed affidabile. Che i partner siano uniti nel matrimonio o siano compagni di vita, collaboratori di affari o amici, essi si impegnano con noi sullo stesso livello di reciprocità. Il termine partner contiene part, cioè la coscienza di essere separati-distaccati, e tuttavia in grado di unirsi. Tradizionalmente, questa è anche la casa dei “nemici dichiarati” dove l’opposto (alla prima casa) è l’avversario. Le vecchie rivalità fraterne possono essere rimesse in gioco con il partner. In un contesto attuale, il nemico dichiarato della settima casa potrebbe essere la nostra ombra piuttosto che un individuo reale. Nondimeno, l’inconscio è terribilmente astuto nello scegliere le per-
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sone che incarnano le qualità-ombra. Pertanto, le dinamiche fraterne irrisolte possono essere proiettate sui partner adulti. La proiezione è un meccanismo inconscio di difesa che, se diventa consapevole, aiuta a rendere più autentico il rapporto. Misteriosamente, nella settima casa siamo di fronte a ciò che appare tanto opposto e diverso eppure è soltanto un riflesso parziale di ciò che è ancora inconsapevole dentro di noi. Qui percepiamo affinità, congenialità, e familiarità. Il partner rappresenta, così, uno stimolo a riunirci con la parte mancante di noi stessi. Il segno sulla cuspide è significativo ed è spesso prominente nell’oroscopo del nostro partner. Il quale, di solito, incarna le qualità della nostra settima casa molto tempo prima che esse riescano ad integrarsi con successo nella nostra vita. Nel trattare i problemi di coppia, trovo molto utile e rivelatore farmi raccontare l’ordine di nascita dei fratelli, il loro numero e genere, l’intervallo tra le nascite, ecc. Questi dettagli spesso contribuiscono a far emergere le problematiche tra fratelli che si infiltrano nelle relazioni del momento. Le energie planetarie della terza casa che sono ancora proiettate sui fratelli o inespresse dentro di noi troveranno un nuovo sbocco nel rapporto adulto espresso dalla settima. La undicesima casa è l’ incontro tra uguali nella comunità che si trova all’esterno della famiglia. Essi includono “gli altri nel sociale” – colleghi, soci, conoscenze, amici e collaboratori. Questa è la casa dei gruppi, delle comuni e delle organizzazioni, che rimandano alle nostre prime esperienze del collettivo – la famiglia. Ma sebbene la undicesima descriva il gruppo, non vincolato da legami di sangue o parentela, in essa confluiscono sempre le esperienze familiari. Come membri di un’associazione, il nostro rapporto con gli altri membri catalizzerà le inconsce memorie dei nostri primi pari: fratelli e sorelle. Nella undicesima casa noi noi persistiamo tendenzialmente a ricreare gli stessi problemi familiari irrisolti e a scaricarli sui gruppi che abbiamo scelto. Allo stesso modo della settima, l’undicesima casa si trova al di sopra dell’orizzonte, ma nel settore orientale dove la focalizzazione è sull’individuo. Come individui, noi siamo contenuti in un sistema di società più largo, soggetti alle sue leggi, influenzati dalla sua etica e vincolati dai suoi tabù. Siamo nel settore dove ancora una volta diventiamo parte di un tutto. Il sistema dei fratelli era un microcosmo incluso in questa sfera e, dunque, ha un’incidenza notevole sulle capacità di sentirsi a proprio agio in altri sistemi sociali. Qui le relazioni con gli altri sono percepite come familiari, in quanto gli altri sono simili a noi, alleati dallo spirito affine. In qualche maniera, l’undicesima significa il ritorno a casa, alla ricerca della parte mancante attraverso il senso di congenialità e della gioia dello stare insieme. Congenialità significa, alla lettera, “con le generazioni” una descrizione appropriata di comunità condivisa. Nella undicesima possiamo provare il senso di appartenenza ad una famiglia allargata, rimanendo individui nel collettivo. È un aspetto importante quello di imparare ad essere separati dal collettivo, in quanto ci prepara a liberare l’anima collettiva della dodicesima casa. Tuttavia, i gruppi degli amici, dei colleghi, e le organizzazioni alle quali ci
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aggreghiamo risvegliano in noi le esperienze incomplete fatte con i fratelli, portandoci nuovamente alla rivalità. Spesso queste esperienze di gruppo sono regressive, poiché ci ricordano i nostri comportamenti infantili, quando si lottava per ottenere l’attenzione dei genitori - adesso rappresentati dal leader del gruppo. Se ancora non abbiamo imparato a sentirci uguali, allora reagiremo male di fronte agli apparenti atti di favoritismo concessi dal leader al rivale, collega o membro del gruppo. Gli adulti sono vulnerabili quando vengono rispolverate le ostilità fraterne respresse per essere trasferite nella vita professionale e nelle terapie di gruppo. Tali sentimenti minano l’equilibrio del collettivo. Ma la undicesima casa può anche essere il territorio dove si redimono i rapporti conflittuali dell’infanzia. Un amico affettuoso, un collega che ci incoraggia o un gruppo sostenitore sono tutti elementi curativi per le prime ferite inferte dal sistema fraterno. Potremmo anche essere capaci di conseguire nel mondo esterno ciò che non saremmo mai in grado di fare in quello dei fratelli. Infatti, anche se ne siamo ancora influenzati, non siamo più legati ad esso, e la casa undicesima è l’arena in cui possiamo combattere per porvi rimedio. Adesso siamo in grado di scegliere i nostri fratelli e le nostre sorelle. Essi provengono dallo stesso clan spirituale e, come noi guardano avanti nella stessa direzione, portandosi dietro le stesse speranze e gli stessi desideri per il futuro. Essi sono partner, uguali ed affini nella famiglia del mondo. È questa la fratellanza. L’Elemento Aria: il Respiro della Relazione Nella ruota zodiacale standard, le case delle relazioni sono quelle di aria. Di primo acchito, l’aria non sembrerebbe la più adatta per la relazione dato che può rivelarsi separata, distaccata, e distante. È focalizzzata più sul cielo che sulla terra ed abbraccia ideali elevati e trascendenti che raffreddano l’impegno nella relazione. In genere, più che partecipare, il tipo aria fa da spettatore, rappresenta il messaggero ma non necessariamente il messaggio. Tuttavia, l’aria incoraggia l’eguaglianza, l’invidualità, e la consapevolezza necessarie al rapporto per consentire l’unione senza la perdita del sé. Nello zodiaco, ciò è rappresentato dal fatto che l’aria precede l’acqua. Se c’è un salutare senso di separatività, questo è una salvaguardia contro la regressione verso la resa o la fusione totale in cui il sé si sentirebbe perduto. L’aria favorisce il distacco sufficiente a rapportarsi con qualcuno diverso da noi. Le case delle relazioni forniscono una base privilegiata per questo obiettivo in modo che l’immergersi nel rapporto possa essere consapevole. Separatività e simbiosi, due istinti la cui polarità serpeggia nella vita, vengono continuamente equilibrati dall’elemento aria. Le case di aria con le loro qualità di distacco, indipendenza, e capacità di osservazione sono tutte importanti nel rapporto basato sull’eguaglianza in quanto testimoni della sua evoluzione. La terza casa attesta gli anni della nostra fanciullezza, condividendone la stessa storia, la stessa cultura e può esse-
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re considerata la pietra di paragone delle nostre prime esperienze. La settima evidenzia il processo di maturazione e di scoperta nel territorio che si estende al di là della famiglia. La undicesima mette in luce le nostre esperienze professionali e personali man mano che cresciamo nel mondo. In queste case, la documentazione dello sviluppo della nostra storia personale è condiviso e convalidato dalle persone che sono significative nella nostra vita. I segni associati con le case di aria sono i Gemelli, la Bilancia, l’Aquario. Nella ruota zodiacale standard, il segno dei Gemelli/3a casa è alla instancabile ricerca dell’altro gemello.4 La Bilancia/7a è alla ricerca del partner ideale. L’Aquario/11a rappresenta il viaggio verso l’eguaglianza sociale. I glifi di questi segni sono duali, due linee distaccate l’una dall’altra. Gemelli ed Aquario sono rappresentati in forma umana mentre la Bilancia è il solo ad essere rappresentato da un oggetto inanimato- i piatti della bilancia. La dualità, il giudicare, il pesare fanno parte integrante del rapporto nella sua evoluzione. Gli attuali reggenti dei segni di aria Mercurio, Venere ed Urano e il classico reggente dell’Aquario, Saturno, governano la sfera del rapporto tra uguali. Essi sono le divinità che incontriamo nel processo archetipico dell’individuazione e del rapporto. Altre forme di governo legano insieme questi segni. Mercurio, signore dei Gemelli, è anche esaltato in Aquario o nell’undicesima casa. Saturno, come reggente tradizionale dell’Aquario, è esaltato in Bilancia. Venere governa la Bilancia nell’astrologia tradizionale e i Gemelli in quella esoterica. I fili dell’amicizia si intrecciano in questi segni. Attraverso i segni e le case di aria ci sono simboli consistenti che ci ricordano il processo di legare, connettere, allacciare ma anche quello della separazione, del dualismo e della polarità. Sulle cuspidi delle relazioni I segni sulle cuspidi di queste case sono significativi per descrivere il nostro approccio alla relazione paritaria. Se non ci sono intercettazioni nell’oroscopo, sulle cuspidi delle tre case ci sarà lo stesso elemento. La tavola che segue mostra la combinazione degli elementi in un oroscopo. Elementi nelle case di relazione
Elementi sull’Ascendente
Elementi sul M.C.
Elementi sul IC
Fuoco
Aria
Acqua
Terra
Terra
Acqua
Fuoco
Aria
Aria
Fuoco
Terra
Acqua
Acqua
Terra
Aria
Fuoco
Esaminiamo gli elementi sulle cuspidi per una prima visione del nostro tipo di approccio al rapporto. Il fuoco è un elemento spirituale e il suo atteggiamento verso la vita è generalmente molto istintivo, spontaneo, diretto e deter-
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minato. Quando si trova sulle cuspidi, esso diventa il custode della soglia del rapporto tra uguali, spingendo l’individuo ad agire in modo competitivo, coraggioso, inquisitivo, e a rafforzarne il senso di autoscoperta e di esaltazione. Il settore della relazione è un’area vitale dove è possibile analizzare e sperimentare il sé. Il fuoco desidera che il partner condivida il suo senso di avventura e di amore per i viaggi,. L’ardente spirito del fuoco, nonché la ricerca per la perfezione filosofica e la verità assoluta, incontra la sua ombra nei sentimenti negativi espressi da letargia e criticismo. Gli individui di fuoco sono frustrati per l’incapacità dei partner di condividere le loro idee. O peggio, il partner potrebbe indicare i potenziali trabocchetti e problemi derivanti da tali idee. L’individuo fuoco può interpretare ciò come una critica mentre è spesso un sincero tentativo per aiutarlo ad ancorarsi alla realtà. I sentimenti oscuri sono inoltre negati dall’esigenza del fuoco di essere ottimista e di sentire lo scorrere dell’energia vitale. Il rifiuto della negatività e della depressione induce a proiettare questi sentimenti sul partner, che esprime così ciò che l’individuo fuoco è restio ad accettare. Un fratello terra o acqua può essere stato il primo a doversi assumere la proiezione della sua negatività Il fuoco è appassionato e, come il suo elemento, brucia il nuovo territorio raggiunto e anela ad allontanarsene per andare più lontano. Insieme alla passione e all’ eccitamento c’è in lui anche irrequietudine e noia. La tendenza naturale può esser quella di entrare in relazione all’improvviso, con brio e dinamismo, e poi accorgersi che il fuoco si sta spegnendo e che la passione originaria sta incominciando a svanire. Il fuoco esige libertà e il bisogno di esplorare nuovi territori, il che spesso lo allontana dalla relazione. Deve assolutamente fare ciò che desidera, e nello stesso tempo vuole entrare in competizione e recitare la sua parte. La necessità di essere in rapporto con quelli che sono in grado di assecondarlo nel suo bisogno di avventure, ricerche, e discussioni filosofiche, è molto importane. Con i fratelli, partner ed amici, il fuoco vuole condividere la ricerca di significato e della verità. Con i segni di terra Toro, Vergine e Capricorno sulle cuspidi di queste case c’è un approccio molto diverso. La terra è più conservatrice ed autocontrollata, rispettosa del tempo. Al contrario del fuoco, ha una naturale tendenza a procedere lentamente e con prudenza all’interno dei rapporti. Ha infatti bisogno di stabilità e sicurezza. È fondamentale che il partner sia impegnato, affidabile ed equilibrato, in grado di provvedere a tutte le necessità del rapporto. Il quale si nutre di attenzioni e di opere. La terra considera il rapporto con serietà in quanto esso rappresenta un investimento sulle risorse materiali ed emotive, come pure un impegno di lunga durata. La terra valorizza l’impegno, la fedeltà e la devozione, e si sente responsabile e protettiva verso i suoi pari. Ciò può esprimersi attraverso il dovere e gli obblighi verso i fratelli, con il pericolo di frenare altri tipi di relazione. Fortunatamente, con la terra su queste cuspidi le prime esperienze di regole, responsabilità e compiti contribuiscono a forgiare una struttura solida per la relazione. I partner di terra di solito sono comprensivi circa i propri bisogni di privacy
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e conforto, e di quelli del partner. Se si sentono insicuri, però, possono diventare possessivi e smaniosi di controllo, col risultato di inibire l’altrui libertà e privacy. La terra è l’elemento dell’incarnazione e della materialità. I valori, il denaro e tutto ciò che si possiede sono importanti in un rapporto tra eguali. Il compito della terra è quello di imparare a condividere, a discriminare tra “mio” e “tuo”, perciò la condivisione tra fratelli può essere stata un problema. Come gestire lo scambio di tali risorse con il partner è direttamente proporzionale a quanto legati e fiduciosi siamo nella relazione. Potremmo proiettare il nostro senso di valori su un partner incapace di condividere spontaneamente le sue risorse o che usa tali risorse per difendere la sua intimità. Con la terra c’è una stretta connessione tra la capacità di condividere ciò che si ha e quella di essere intimi con qualcuno. Rendere il partner compartecipe delle nostre risorse dipende per lo più da come abbiamo gestito i nostri averi con i fratelli. La terra è l’elemento dei cinque sensi, e condividere il mondo dei sensi è importante: ammirare l’arte, ascoltare un brano musicale ispirato, gustare un pasto sontuoso, riempire l’aria di essenze fragranti, o abbracciare e manifestare l’affetto verso l’altro, sono tutte immagini dell’insieme dei piaceri terrestri. La terra vuole una relazione ben delimitata senza escludere le forze vitali, aspira alla stabilità e all’impegno senza che essi diventino fissi e legati alla routine. La terra sulle cuspidi di queste case lotta per trovare l’equilibrio necessario nell’atmosfera continuamente mutevole delle relazioni con fratelli, partner ed amici. La trinità di aria include Gemelli, Bilancia ed Aquario. L’aria è a suo agio con le manifestazioni di eguaglianza, condivisione e teoria delle affinità ma si trova male nella sfera dell’intimità e della costanza emotiva. Per l’aria è naturale esplorare tutta la gamma di possibilità nell’ambito del rapporto per soddisfare la propria curiosità e l’ esigenza dell’indagine. Queste persone hanno bisogno di tanto spazio dal punto di vista emotivo, fisico, e psicologico prima di essere sufficientemente pronti a “sistemarsi”. La mutevolezza è spontanea, e senza uno spazio sufficiente l’aria si sente repressa e incapace di respirare, accentuando così l’ansietà. Se la relazione diventa soffocante la necessità di separarsi diventa un imperativo. Il rapporto con i fratelli potrebbe essere il terreno su cui per la prima volta ci sentiamo stimolati ad esplorare idee ed avventure. Il fratello è il partner con cui scambiare pettegolezzi ed emozioni. Dato che la comunicazione è essenziale nel rapporto, la mancanza di tale fattore può incidere negativamente su una relazione adulta. L’elemento acqua è formato da Cancro, Scorpione e Pesci, che inseriscono la profondità delle sensazioni e dell’amore nell’ambito del rapporto. L’acqua scorre verso la parte misteriosa e mistica di esso, e gli individui di acqua sono insieme attratti e respinti dalla “energia” e dalle “vibrazioni” degli altri, incapaci di controllare sia l’invisibile filo che li spinge verso una persona sia l’impulso che li respinge. L’acqua, inoltre, idealizza coloro con cui si rapporta - fratelli, partner, amici ed associati. Mentre il fuoco è, in genere, concettualmente idealistico l’acqua lo è dal punto di vista emotivo, spesso attratta da rapporti im-
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possibili nella realtà. I tipi di acqua sono guidati dai loro sentimenti, stimolati dall’empatia e dalla compassione per l’ altro, con probabili squilibri nel rapporto stesso. Spesso questi sentimenti non sono reciproci, e l’individuo non si sente appoggiato emotivamente. Il potere dell’acqua di cancellare la separatività emotiva può portare alla trappola seduttiva. Questa viene vissuta come la capacità di sentire le altrui sensazioni (o, almeno, ciò che si crede siano le sensazioni altrui), di prodigarsi per le altrui necessità e preoccuparsi per le altrui insicurezze. E ciò sarebbe molto bello se non fosse per il fatto che qualcuno potrebbe considerare opprimente ed invasivo il tutto. Per i tipi di acqua, il senso di abbandono e di differenziazione emozionale è terribilmente penoso, tuttavia necessario per imparare la difficile lezione della separatività. Con l’acqua si entra nel rapporto attratti dalla percezione di un legame profondo, mossi dalla necessità di nutrire, fondersi e sommergersi nell’altro, probabilmente dopo aver sperimentato la seduzione nella casa dei fratelli. Il che potrebbe essere avvenuto per vari motivi: a causa di un’atmosfera familiare poco funzionale, per non essere stati in grado di condividere appropriati sentimenti con i fratelli, per un segreto che è diventato un forte legame, o per essere stati costretti a badare agli altri fratelli. L’acqua confonde i limiti, e quando è necessario separarsi l’individuo può essere incapace di andar via. Inoltre, quando è importante essere presenti, l’altra persona può anche non essere disponibile. Il flusso dell’acqua si fonde e confonde con ciò che trova, e perciò non può essere a suo agio quando si parla di separazione. Le cuspidi di queste case sono ingressi che portano ad un nuovo mondo di esperienze rappresentato dalle relazioni. Qui troviamo non solo l’anima gemella ma anche i relitti, le immagini, le emozioni, i modelli e le memorie di altri rapporti. La saggezza astrologica ci ricorda l’arcaico legame tra le nostre relazioni primarie e quelle adulte. Ogni oroscopo individuale contiene questa visione inserita nelle case delle relazioni le quali riuniscono le immagini dei fratelli, del partner e degli amici nell’unica e vera immagine dell’anima gemella. NOTE 1 Jung introduce il Complesso di Elettra come “una figlia che elabora uno speciale legame con il padre, ed un corrispondente atteggiamento di gelosia nei riguardi della madre”. CARL JUNG, The Collcted Works, vol. 4: Freud and Psychoanalysis, tradotto da RFC Hull, Routledge & Kegan Paul (London: 1961), 347-8. 2 Per un commento astrologico sui padri della psicoanalisi e le relative dinamiche sui fratelli vedi BRIAN CLARK, The Sibling Constellation, Penguin (London: 1999). 3 La quarta casa è un modello per i vari tipi di dipendenza, legami e intimità. 4 Per l’approfondimento di questo archetipo vedi BRIAN CLARK, Mythic Signs: The Zodiacal Imagination (Melbourne: 2002) disponibile presso Astro*Synthesis, 407 Johnston Street, Abbotsford 3067 o BRIAN CLARK, “Gemini: Searching for the Missing Twin”, The Mountain Astrologer, Numero #91, giugno/luglio 2000.
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Angela Castello
VIAGGIO IN BOTSWANA con Urano e Nettuno in mutua ricezione
L.A. 139-320
Urano è entrato nei Pesci nel marzo del 2003 e ne uscirà in maggio 2010. Nettuno ha fatto il suo ingresso in Aquario nel gennaio del 1998 e ne uscirà nel marzo del 2011 per riprendere possesso del suo regno pescino. A parte l’attuale mutua ricezione e l’elusività, i due non sembrano avere molto in comune. Uno simboleggia l’individualità, l’altro la globalità. Però si trovano entrambi in due segni che optano, sia pure con modalità diverse, per l’unione e la fratellanza. E sono in grado di collaborare dalle loro postazioni scambiate in vista di qualcosa che va al di là del contingente. Naturalmente, sappiamo tutti che essi, come gli altri pianeti, rispecchiano ma non determinano le vicende umane. Tuttavia, resta più comodo personalizzarli e caricarli di mana per comprendere, o tentare di comprendere, ciò che ci accade e di cui siamo testimoni. Così, continuiamo a spiare il loro passaggio nei cieli sperando che siano clementi. Dopo tutto, l’astrologia è stata creata dall’uomo per l’uomo, che deve potersene servire ed avere i suoi riscontri rassicuranti. Uno di questi riscontri credo di averlo vissuto in prima persona con un gruppo-vacanza in Botswana. Il caso può sembrare insignificante ma è bello, secondo me, poter applicare l’astrologia alla quotidianità di cui, in fondo, è intessuta la nostra vita. In psicologia sociale, un T(raining)-group è un insieme di persone che si riuniscono per un determinato obiettivo pratico in un determinato tempo nell’ambito di un determinato spazio. In questo spazio-tempo si originano delle dinamiche che possono portare al successo o all’arenarsi del progetto. Tutto dipende dall’interscambio dei ruoli e dalla leadership. Come ruoli si intendono quelli del leader, del capro espiatorio, dei sostenitori, dei detrattori, ecc. E ci sono anche gli osservatori esterni ed interni. Qualsiasi risultato, comunque, è in grado di operare delle trasformazioni sui singoli che dureranno nel tempo. Da un punto di vista del tutto ideale, invece, un gruppo si forma per affinità elettive con lo scopo di un obiettivo comune di un certo livello. Anche se con qualche esagerazione, potremmo riferirci, per analogia, ai Cavalieri della Tavola Rotonda nella loro ricerca del Santo Graal. Tuttavia, a ben pensarci, è proprio questo tipo di umanità, o di gruppo, quello suggerito da Nettuno in Aquario e Urano nei Pesci in mutua ricezione. I due pianeti generazionali e tra-
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sformativi, nella loro attuale relazione, sembrano rispondere in pieno allo slogan “Uniti nella diversità” proposto da Joyce Hoen in un suo recente Weekhaed. Immaginate delle persone eterogenee per età e background culturale. Si incontrano, si presentano con superficiale cordialità all’aeroporto di Francoforte davanti al cancello d’imbarco, destinazione (gli spagnoli direbbero con un bellissimo termine: Destino): Maun, capitale del Botswana. Si incontrano davvero per caso, ognuna con motivazioni diverse e magari banali, oppure causalmente perché, si dice, niente avviene per caso ma tutto fa parte di un più grande disegno già prestabilito? Quali sono i legami reali che in seguito le uniranno in un corpo unico, sia pure limitato al qui e ora? E perché hanno scelto proprio il Botswana? L’astrologia può dare delle risposte? Supponiamo che possa farlo, per esempio attraverso gli indicatori karmici tradizionali. Spinta da una certa curiosità (sono pur sempre una Gemelli), ho preso in esame tali elementi senza la pretesa di spiegarli. Si tratta ovviamente di ipotesi verificabili soltanto a livello personale, anche se inserite in una struttura generale. Innanzitutto, ho redatto la carta del gruppo al momento dell’incontro: 5/8/04, h. 22:15,(GMT+1), Francoforte (Germania), 50N07-008E40. Ho analizzato: La 12a casa, quella del destino, molto estesa con la cuspide in Pesci. L’asse dei Nodi Lunari, cioè i punti in cui la Luna incontra durante il suo cammino quello del Sole (eclittica), qui collocati in Toro/Scorpione, 1a/7a L’asse Vertex e Antivertex, che funzionano un po’ come AS e DS, ma in senso più destinico, al di là del nostro controllo. Nel nostro grafico il Vertex si trova a 9°44’ della Bilancia in 6a, l’Antivertex è opposto. Dunque, ci incontriamo nel quotidiano alla ricerca, forse, del nostro equilibrio attraverso un gruppo ideale (Bilancia) di cui probabilmente abbiamo nostalgia (Venere reggente della Bilancia cong. Luna Nera/difficoltà, in 3a/Gemelli) La fase lunare (alle spalle del Sole, disseminante: alla ricerca della propria identità attraverso un qualche tipo di crociata? In questo caso, la spinta a fare propaganda per un ideale: la difesa degli animali selvatici-asse 12a/6a) La Luna pre-natale, che indica il crogiuolo genetico di provenienza. Si trova in Cancro/10a, inquadrata tra Saturno alle spalle – realismo e autocontrollo nei sentimenti – e Marte/Leone in avanti – entusiasmo, iniziativa, aggressività frenate in parte dal mentale/Mercurio congiunto a Marte sulla cuspide dell’11a. Cosa potrebbe voler dire? Forse, tra l’altro, ricettività e sensibilità verso l’ambiente-prevalentemente acquatico. Per Lilly il Cancro denota, nelle zone interne come in Botswana, fiumi, laghi, ruscelli, stagni e acquitrini. E in effetti il delta dell’Okavango, il secondo fiume per importanza dell’Africa australe, da noi visitato, è una grande palude di limpida acqua corrente dove vivono innumerevoli e splendide specie di uccelli (elemento Aria) La Luna Nera-il secondo fuoco (l’altro è rappresentato dalla Terra) dell’orbita ellittica della Luna, che ha parecchi significati ma che, alla fine, potrebbe essere definito come ostacolo ai pianeti che contatta, quasi un buco nero che ne risucchia le energie o come rimpianto per qualcosa che non c’è. Questo,
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secondo alcune teorie. A me piace aggiungere: la capacità femminile o animica di rifiutare le regole imposte dal collettivo per seguire le proprie. Nel nostro grafico è congiunta a Venere/Gemelli in 3a. Venere era l’unica dea femminile indipendente in un Olimpo prevalentemente maschile e patriarcale. Ho poi redatto i grafici dei singoli individui costituenti il gruppo, in tutto 10 persone compresa la guida. Senza addentrarmi nei particolari perché sarebbe troppo lungo, ho potuto constatare come ogni tema individuale fosse collegato ad uno o più elementi, diciamo “karmici”, tra quelli presi in esame nel grafico del gruppo come unità. E come ognuno fosse collegato agli altri in maniera diretta o trasversale. 1. Grafico del gruppo Botswana
Come si può vedere incominciando dall’AS in Ariete, si tratta di un insieme costituito da persone dinamiche, individualiste, gelose della propria indipendenza e, nello stesso tempo, rispettose di un certo ordine gerarchico. Il che permette al leader ufficiale, espresso dallo splendido Sole in Leone in 5a, di stabilire il tono generale e di esercitare il proprio ascendente su tutto il gruppo dall’interno senza prevaricarlo, anzi tenendo conto delle diversità individuali (Sole opposto a Nettuno in 11a). Il rapporto che deriva dallo scambio energetico tra il leader e il gruppo avviene sulla base di un’eguaglianza empatica
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(Nettuno in Aquario). In quanto al rapporto interno a livello orizzontale, il gruppo cerca di raggiungere un equilibrio armonico quasi ad esorcizzare la sua eterogeneità attraverso il rispetto reciproco ed il consenso generale (DS Bilancia) malgrado le notevoli differenze caratteriali che qualche volta sfiorano il conflitto. La coesione come gruppo avviene lentamente – MC Capricorno – attraverso la routine giornaliera programmata in modo razionale ed attentissima alle regole che devono servire alle necessità di tutti (6a Vergine con Mercurio/razionalità e Giove/espansione, entrambi trigoni al MC). Le regole sono essenziali quando ci si trova a dover vivere gomito a gomito come succede automaticamente in un campeggio senza supporto di strutture esterne. Del resto il programma che il gruppo si è dato, espresso dall’asse nodale 1a/7a, si focalizza sull’Io e gli Altri, cioè sul rapporto che va gestito in maniera trasformazionale (Plutone, 2° signore della 7a, in 8a) attraverso il raggiungimento di un obiettivo ideale (Plutone in Sagittario). Mi sembra interessante il percorso evolutivo dell’asse dei nodi che, dalla Luna pre-natale con NN in Toro/8a e NS in Scorpione/2a = trasformazione dell’ambiente e delle risorse individuali, si sposta qui sull’asse 1/7, in segni rovesciati, quasi a voler dimostrare di aver introiettato il concetto di amore per l’ambiente per proiettarlo sul gruppo. Da notare il quadruplice Grande Trigono di Fuoco che coinvolge i Luminari, l’AS, e Marte in uno stretto interscambio di energie che si scarica sul vertice più in alto rappresentato da Plutone in 8a/trasformazione nel segno del Sagittario/lunghi viaggi. Il grande Trigono di Fuoco si riferisce spesso agli Iniziati. Nel nostro caso si tratta soltanto di persone in via di apprendimento che hanno già raggiunto una certa maturità evolutiva. Ci sono, dunque, tutti i presupposti per cui queste persone possano amalgamarsi malgrado le differenze individuali. Tra di loro, quella che sembra un po’ in sottotono è l’affettività, agita in modo disinvolto e apparentemente superficiale (Venere/Gemelli ) forse ostacolata dal timore di una precedente fratellanza non pienamente vissuta (Venere congiunta alla Luna Nera) e che, proprio per questo, verrà in seguito proiettata verso una fratellanza più estesa e meno personalizzata (Venere in trigono a Urano/Pesci in 12a). Tuttavia, le radici (4a casa) sono basate sui tradizionali valori cancerini che includono sentimenti e sensazioni. Solo che essi sono ancorati al principio di realtà e imbrigliati in modo che possano servire costruttivamente al gruppo (Saturno Cancro in 4a sestile a Giove Vergine in 6a). In un certo senso, anche il tono gioiosamente vitale e un po’ baldanzoso dei singoli componenti (Mar te in Leone/5a) viene controllato dalla determinazione del collettivo che vuole l’unità nella diversità (Urano in Pesci opposto dalla 12a). Ma qual è l’obiettivo che si è posto il gruppo una volta formato? Semplicemente quello di un fotosafari a caccia di animali, soprattutto di grossa taglia come leoni, rinoceronti, elefanti, anche se non sono ignorati quelli di piccola taglia come le infinite coloratissime specie di uccelli o manguste, fagoceri e altro. Il fotosafari non consiste soltanto nel fare delle belle foto. Significa, nel si-
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lenzio più assoluto e a rispettosa distanza, cercare seguire spiare studiare le abitudini degli animali selvatici per coglierne tutte le sfumature di comportamento, in modo da immergersi nel loro stesso ambiente e cercare di capirli. In fondo, non ci sono molte differenze tra loro e noi a livello emotivo. In genere, essi diventano pericolosi per l’uomo solo se si credono attaccati. Per esempio, l’elefante può diventare terribilmente aggressivo quando è spaventato. Ma è abbastanza generoso con i suoi presunti nemici. Incomincia a sventolare le orecchie quasi a significare: Stai attento! Se l’avvertimento non è raccolto, oltre che sventolare le orecchie incomincia a barrire sollevando la proboscide. Se ancora non basta, fa qualche passo avanti minacciosamente e poi si ferma, almeno un paio di volte. Solo alla fine carica. Una precauzione importante è quella di indossare indumenti del colore della terra: beige, marrone, verde non brillante. Un indizio di più per ricordarci che siamo tutti legati alla stessa Grande Madre. I parchi sono molto controllati perché questi animali non subiscano danni a causa dell’avidità degli uomini. Purtroppo ci sono ancora bracconieri in giro, e inqualificabili individui che li allevano, portandoli via dalle madri ancora cuccioli per usarli nella caccia, e condannarli a morte. Quando le guardie forestali si imbattono in animali feriti caduti nelle trappole dei bracconieri, li portano in parchi più piccoli sistemandoli in recinti protetti. Perché quando questi animali incominciano a vivere con l’uomo diventano fiduciosi e, anche se guariscono, non sono più in grado di provvedere alla propria sopravvivenza. Lo stesso leone può finire per comportarsi come un cane, leale e affettuoso verso quello che considera il suo padrone. Ne abbiamo visto uno, ormai adulto, allevato col biberon dal direttore del parco, raspare, mugolare, e scagliarsi come impazzito contro la palizzata finché questi non si è deciso ad entrare per giocarci e accarezzarlo. L’obiettivo, perseguito inizialmente dalla maggioranza, è stato, man mano e quasi senza avvedersene accettato da tutti. Del resto, il tempo è quello della vacanza con la V maiuscola, lo spazio è dato dagli immensi parchi ricchi di animali selvatici, e quasi del tutto privi di villaggi, ne abbiamo visti e visitati soltanto due. L’obiettivo cui uniformarsi non poteva essere che quello. Traspare anche dal grafico lungo l’asse 6a/12a. Abbiamo, infatti, la Luna/sensibilità in Ariete, voglia di avventura, in 12a/animali di grossa taglia, a contatto di una realtà insolita e un po’ diversa (ancora 12a) rispetto agli schemi occidentali. Nella 6a/animali di piccola taglia, la routine quotidiana è centrata sulla visione/Giove, anche 2° signore naturale della 12a, e sull’attenzione ai dettagli, Mercurio signore della 6a/Vergine, doppiamente nel suo domicilio. Il gruppo non si è proposto una meta qualsiasi di vacanza. Il fatto che la maggioranza dei componenti, appartenga astrologicamente agli elementi Aria e Terra (4 di Aria, 4 di Terra, 2 di Fuoco di cui uno con AS di Aria e l’altro di Terra) spiega già perché abbia scelto l’Africa. Dove se non qui, infatti, delle persone prevalentemente razionali e concrete potevano andare alla ricerca della loro parte sconosciuta – la loro funzione inferiore, secondo Jung – per tentare, sia pure inconsciamente, il recupero della loro identità integrale? Ma
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perché proprio il Botswana? Dopo tutto, ci sono altri Stati in Africa che offrono possibilità analoghe. Mi sono chiesta se non ci fossero alchimie genetiche preesistenti tra il nostro/piccolo e il grande gruppo/Botswana. 2. Grafico comparato delle Lune pre-natali
Mi è sembrato di sì. Se analizziamo, infatti, le due Lune pre-natali comparate, cioè quella del gruppo unitario e quella del Botswana come Stato, vediamo subito un legame interessante. Il Vertex – circostanze che incidono sugli incontri costringendo gli individui a prendere atto di risvolti karmici o comunque incontrollabili – collocato nella carta della Luna pre-natale del Botswana in Pesci/grandi spazi, è congiunto all’ Urano/evento improvviso di quella del gruppo. L’Antivertex, a 4°30 della Vergine, è congiunto a Venere, sempre del Botswana, indicando, forse, un approccio alla vita di tipo matriarcale, rispettoso della natura. Ancora una coincidenza con il gruppo. Inoltre, la nostra Luna prenatale, collocata in 10a/aspirazioni nel segno del Cancro/affettività primaria è congiunta a Giove/dilatazione dell’attaccamento alla propria terra nella carta del Botswana. Mentre il nostro Giove, in Vergine/estensione del senso di servizio in 12a/la nostra parte perduta, si congiunge alla Luna pre-natale del Botswana, a sua volta congiunta a Urano/presente-quotidiano e Plutone/risorse impensate. La Luna, tra le altre cose, rappresenta la sensibilità e la memoria.
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3. Grafico dello Stato del Botswana
Secondo la tradizione orale locale, uno dei popoli che per primi si installarono su queste terre, gli Shan, vivevano in comunità dove uomini e donne avevano diritti paritari, (Sole in Bilancia) Nessuno possedeva niente e ogni cosa era posseduta dal gruppo. Ecco perché non avevano problemi nell’usare tutto ciò che vedevano (Giove visione in Cancro/analogo della propria terra), né avevano necessità di preoccuparsi circa i limiti spaziali (Nettuno opposto Toro/territorio) Ed ecco perché furono ben presto sterminati, prima dalle altre tribù che in seguito sopravvennero, poi dagli occidentali. Il concetto di uguaglianza dei diritti, però, non si è perso nel tempo. È stato reintegrato nella Costituzione del 1966 (Sole in Bilancia) insieme agli antichi valori (Venere/gruppo congiunta Urano/fratellanza tribale) simboleggiati dalla bandiera nazionale: 5 bande con le due esterne di colore azzurro, a significare il cielo e l’acqua, 2 interne nere e 1 centrale bianca, a significare l’armonia tra razze diverse. Tale armonia viene espressa astrologicamente anche da Nettuno/globalità in Scorpione/individualismo. Ci potrebbero essere altre indicazioni astrologiche in tal senso se si tenesse conto della domificazione standard per il mezzogiorno. Ho preferito non utilizzarla e limitarmi alla simbologia dei segni.
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Per quanto riguarda la mitologia, molto complessa, la vita ha origine dalla mantide, venerata come una dea madre. La mantide sembra un insetto crudele perché, al pari dello scorpione, divora il compagno durante l’accoppiamento. In realtà, essa sacrifica se stessa a beneficio della comunità in quanto, dopo aver deposto le uova che continueranno la specie, muore. Un richiamo al simbolismo pescino? Il Botswana è uno stato democratico. Nel passato, erano abitati anche i luoghi aridi e collinosi (Luna in Ariete) dove si praticava l’allevamento di ovini. Oltre a questa attività si continuava a praticare la caccia (Luna-Ariete/origini guerriere trigona Marte) ad animali selvatici nei boschi, savane, luoghi ripidi (Marte in Leone). Attraverso la caccia venivano studiate le abitudini degli animali e si imparava a rispettarli (Marte sestile a Mercurio/apprendimento) perché rappresentavano una fonte notevole di sopravvivenza (utilitarismo di Mercurio) Attualmente, la politica economica si basa soprattutto sul commercio di animali di allevamento esportati nell’Unione Europea, quindi abbastanza selettivo (Mercurio/commercio in Bilancia) come del resto è selettivo il turismo (Mercurio/viaggi) che mantiene molto alti i costi - i campi tendati fissi, per esempio, non contengono più di 8 tende mentre quelli pre-allestiti non superano le 10. Le risorse agricole (Vergine) vengono valutate (Venere/Vergine), trasformate (Plutone/Vergine) con una tecnologia (Urano/Vergine) che porta alla conservazione e all’utilizzazione (Vergine), specialmente nelle relazioni commerciali con l’estero (Giove/estero sestile Venere/contratti) Le individualità tribali (Scorpione/analogo dell’8a-gestione dei rapporti) sono rispettate ma assemblate in una unità nazionale (Nettuno in Scorpione) Si instaura dunque una certa sinergia tra il gruppo e il Botswana, dove Urano e Nettuno per segno, per case o per aspetti e transiti sono preminenti. È infatti in questo spazio-Botswana che, quasi riandando indietro nel tempo, si rivivono improvvisamente sensazioni ataviche dimenticate. Come quando, tornando la sera dopo una giornata faticosa stanchi e infreddoliti, bastava scorgere in lontananza i grandi fuochi del campo per sentirsi subito a casa. O quando, dopo esserci rapidamente lavati viso e mani in una bacinella di acqua calda-la doccia era possibile solo dopo il pasto del mezzogiorno- potevamo gustare un aperitivo seduti in cerchio (ancora Nettuno?) attorno ad uno dei tre fuochi per commentare i fatti della giornata in attesa della cena. Il quotidiano con i suoi piccoli avvenimenti diventava allora l’unica dimensione reale. Quei piccoli avvenimenti, però, ci sembravano grandi, e forse lo erano per le indescrivibili emozioni che ci offrivano: per esempio, le migliaia e migliaia di bufali all’abbeverata del Chobe che apparivano all’improvviso dietro una curva, a perdita d’occhio. Oppure le centinaia di pellicani bianchi, in formazioni di volo a forma di cuneo, che si avvicendavano in picchiata nelle zone ritenute più pescose del Chobe planando come idrovolanti per poi riprendere quota in una specie di elegantissima danza. Sembravano scene da film o da inizi del modo. Così pian piano durante lo snodarsi del viaggio, attraverso sentimenti ed azioni condivise, ognuno si sentiva sempre più responsabile per tutti gli altri e vice-
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versa finché l’Io e il Tu scomparivano per dar posto al Noi. Difficile sentirsi soli. Impossibile non assaporare il senso di assoluta sicurezza nello stare insieme, o quello di trovarsi al posto giusto nel momento giusto. Si trattava davvero del passaggio di Urano e Nettuno che mostravano, una volta tanto, il loro lato benevolo? Ma guardiamo il tema comparato tra Gruppo e Botswana. 4. Grafico comparato del Gruppo e del Botswana
Gli elementi di rilievo sembrano le due Lune congiunte in Ariete e i due Marte congiunti in Leone, entrambi in segni di fuoco, entrambi pianeti personali, i primi legati alle sensazioni, i secondi alle emozioni. Le Lune, in 12a casa/risorse dell’anima, indicano la sensibilità, agita con motivazioni differenziate da parte dei due gruppi (il nostro e quello allargato dello Stato-Botswana) verso gli animali selvatici di grossa taglia. I Marte, in 5a casa (tempo libero, tono vitale) mostrano, da un lato, la gioia di vivere una vacanza libera da sovrastrutture, dall’altra l’iniziativa e l’estroversione (Marte in Leone) in perfetta sintonia tra di loro. Nella nostra carta, Giove/regole-leggi, in 6a/Vergine/conservazione della natura/servizio è congiunto allo stellium costituito da Urano, Plutone e Venere del Botswana, determinato a ricostruire le proprie risorse con amore. Entrambe le carte mostrano la spinta ad operare nella quotidianità che
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si realizza nel ruolo ( rispettivi trigoni al MC) e nel programma che il gruppo e lo Stato si sono dati (entrambi i NN in Toro/clan/natura/affidabilità/bellezza) Dunque, sia il nostro gruppo che lo Stato del Botswana sembrano in qualche modo affini: entrambi capaci di rispettare i diritti collettivi, di armonizzare le diversità, di porsi un obiettivo in grado di soddisfare le aspirazioni – di felicità? – di ognuno. Entrambi, hanno captato delle istanze trasformative rispecchiate astrologicamente dai pianeti, Urano e Nettuno, che si trovano in un particolare rapporto di tempo proiettato in un determinato spazio. Se volessimo considerare i transiti sul Botswana relativi al periodo del viaggio (6-13/8/05), tenendo conto della domificazione standard (mezzogiorno) troveremmo che la nostra 11a casa in Aquario con Nettuno/empatia coincide con la 2a/territorio mentre la nostra 12a/la parte perduta con Urano/volontà di trasformazione entra nella 3a/apprendimento. Si può concludere, allora: a) che c’è stata un’attrazione reciproca non casuale tra i due gruppi, b) che l’elemento trasformativo catalizzatore sia stato rispecchiato dai due pianeti trasformazionali Urano e Nettuno, c) che le trasformazioni operano sia su grande sia su piccola scala dove l’una agisce sull’altra sinergicamente, d) che in analogia con Urano e Nettuno, pianeti lenti, la significatività della trasformazione sui singoli si rivela preferibilmente su tempi lunghi.
L'articolo di Daria Muller pubblicato sul n. 135 della Rivista conteneva lettere al posto dei simboli. Sul numero successivo 136 a pag. 98 è stata riportata la chiave di trasformazione. Segnaliamo comunque che su richiesta potremo inviare agli interessati l'articolo completo via e-mail.
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VITA ASSOCIATIVA
L.A. 139-390
Fabrizio Corrias, nostro Delegato di Civitavecchia vorrebbe avere qualche informazione in merito. Così ci scrive: «...studiando i vari tipi di domificazione mi sono imbattuto in una domificazione “octotopica” di un certo Aldo Lavagnini. Ho anche trovato dei riferimenti alla tecnica di domificazione, ma troppo generici per ricostruirla in modo soddisfacente. So che lo stesso ha scritto un libro: “Quello che dicono gli astri” e credo o spero che in esso sia specificato il suo metodo di domificare. Ho cercato il testo (del 1937) su innumerevoli siti di vendita di testi antichi o usati, ma il risultato è stato un nulla di fatto». Rammentiamo che la suddivisione del cielo in otto spicchi precedette fra i Caldei quello in dodici, e qualche tempo fa è stato riproposto anche da alcuni Autori francesi. *
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Il CIDA veneto ha organizzato felicemente in aprile un viaggio in Perù (vedi resoconto sotto Casa Nona) e la foto a colori Per il 19 settembre Arturo Zorzan e Nadia Paggiaro propongono un viaggio di una settimana a Lanzarote. Hanno già aderito 65 partecipanti. I posti volo sono limitati, per cui invitiamo altri eventuali aderenti a contattare al più presto Arturo entro fine giugno. (vedi recapito sotto Delegazione Veneto a fine volume) *
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Un altro gruppo di amici e Soci ha organizzato in maggio una crociera fluviale sul Rodano (v. foto a colori), fra l’altro favoriti dal bel tempo. Oltre alla Camargue, alle splendide Arles e Avignone, si sono “visitate” le cantine del Beaujolais con splendide viste sul “mare ondulato “ di vigneti a perdita d’occhio. Con una inedita e improvvisata serata musicale ci siamo guadagnati la ammirazione di tedeschi e americani presenti in larga maggioranza...
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Molto emozionante la visita ai luoghi ispiratori di Van Gogh, nei pressi di Arles. A Lione siamo stati festosamente accolti dai cari amici francesi: Maurice Charvet – Presidente del CEDRA – con l’amabile moglie Annie Claire, Denis Labouré, già noto ai nostri Soci del viaggio a Creta, e due loro colleghi. *
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Ha fatto una breve visita turistica in Italia il nostro corrispondente da Mosca Dimitri Ptolomei Svarovich, che insegna fisica teorica all’università di Mosca, con la moglie esperta biochimica. Si sono incontrati con nostri esponenti di Milano, Bologna, Firenze, Venezia, Ferrara e Torino. Ci hanno spiegato – loro – i segreti e le caratteristiche …di tutti i monumenti italiani, visitati con una cura che forse pochi di noi hanno come abitudine! Sono persone amabili e preparate e ci auguriamo che possano presto tornare in occasione di manifestazioni ufficiali.
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CASA QUARTA Luigi Maggi Cesare Pavese: era destino?
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Luigi Maggi
CESARE PAVESE: ERA DESTINO?
L.A. 139-410
Giovanotto, due cose non vanno toccate: la famiglia e i sentimenti. Toglietene una e l’altra cade. Toglietele entrambe, e che cosa ci resta? Lussuria bestiale e la musica negra? A voi piace la musica negra? (da Fuoco grande di Cesare Pavese e Bianca Garufi, Einaudi, p. 82)
Sono ormai trascorsi più di cinquant’anni dalla morte di Cesare Pavese, un mito senz’altro nel campo letterario, ma anche un eroe per il mondo della psiche. Il risvolto di copertina del suo libro prediletto Dialoghi con Leucò nella prima edizione Einaudi del 1947, doveva contenere un testo di presentazione scritto dall’autore stesso che è invece riportato nelle note ai testi a p. 201. Era il suo libro preferito, che portò con sé all’albergo Roma di Torino la sera del 27 agosto 1950. Fu lì che andò a suicidarsi tramite overdose di barbiturici. Per chi non conoscesse l’autore può costituire una valida introduzione alla sua tematica fondamentale, quella del conflitto tra vita e poesia, come risulta dallo stesso titolo del suo diario postumo Il mestiere di vivere (Einaudi). Il testo è il seguente: Cesare Pavese, che molti si ostinano a considerare un testardo narratore realista, specializzato in campagne e periferie americano-piemontesi, ci scopre in questi Dialoghi un nuovo aspetto del suo temperamento. Non c’è scrittore autentico, il quale non abbia i suoi quarti di luna, il suo capriccio, la musa nascosta, che a un tratto lo inducono a farsi eremita. Pavese si è ricordato di quando era a scuola e di quel che leggeva: si è ricordato dei libri che legge ogni giorno, degli unici libri che legge. Ha smesso per un momento di credere che il suo totem e tabù, i suoi selvaggi, gli spiriti della vegetazione, l’assassinio rituale, la sfera mitica e il culto dei morti, fossero inutili bizzarrie e ha voluto cercare in essi il segreto di qualcosa che tutti ricordano, tutti ammirano un po’ straccamente e ci sbadigliano un sorriso. E ne sono nati questi Dialoghi. Dal 1947 al 1950: a tre anni dalla fine queste parole racchiudono un lascito testamentario ben preciso, col quale l’autore vuole comunicare ai posteri un segreto che li costringerà a ricordarlo proprio per questo misterioso contenuto dell’anima umana e non per la sua attività di scrittore di romanzi. Infatti aveva
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deciso di smettere di scrivere, senza però avere trovato una valida attività sostitutiva. Non è difficile svelare quale sia il segreto accennato, scoperto negli anni dell’infanzia e della prima adolescenza e in seguito, dopo la fine della guerra, coltivato in una attività editoriale che avrebbe fatto la fortuna della casa editrice Einaudi di Torino, per la quale fece pubblicare i testi più notevoli di tutto il secolo ventesimo sul tema del mito, della fantasia, della fiaba, della psicologia del profondo, della magia e della storia delle religioni, assumendone in quegli anni la veste di dittatore culturale, come egli stesso dice ironicamente di sè. Tale segreto è quello racchiuso nei miti e nelle leggende di tutti i tempi antichi, in quell’inconscio e in quella nuova dimensione del tempo scoperta nel nostro secolo da autori come Freud, Jung, Frazer, Levi Bruhl, Propp, Graves, Eliade, le cui opere stava contribuendo a diffondere nella seconda metà del secolo. È il tema del contenuto della mentalità dei primitivi, dell’infanzia e degli adulti civili ma mentalmente malati. Il segreto accennato è quello che in tutti noi si riferisce al mistero della vita, al tocco del sacro, del magico e del religioso. È il segreto celato nel mistero della vita e della morte, della creatività, degli dei e dell’immortalità. Ecco perché il suo libro preferito risulta essere proprio Dialoghi con Leucò. Giungerà al punto di portarlo con sé nel luogo in cui aveva deciso di entrare eroicamente nell’altra realtà, nella dimensione parallela, affinché ne testimoniasse la sua appartenenza. È l’operetta con la quale per la prima volta aveva osato affrontare il tema che peraltro costituiva il sottofondo della sua cultura durante l’adolescenza. Insomma il segreto da svelare che tutti ricordano e che quindi tutti sanno è quello che appartiene agli uomini di tutti i tempi, siano essi poeti, letterati oppure gente comune che, senza osare di ammetterlo, credono ancora alle fiabe, alle leggende e alle tradizioni, magari a quella di Babbo Natale o di Gesù Bambino, in altre parole ai sogni e alla fantasia. Il che li espone al pericolo di essere presi per ingenui bambinoni o, peggio ancora, per insani di mente, se non proprio per pericolosi pazzi antisociali, agli occhi di coloro che hanno invece abbandonato l’infanzia per identificarsi con la sola ragione. E Pavese, pur essendo divenuto uno scrittore professionale di successo, non si manteneva molto lontano dalla mentalità di chi queste cose le sa, ma finge di non saperle, mantenendo rispetto ad esse un distacco misto di ironia e di autosufficienza. Come se temesse di svelare il segreto, il quale deve restare lì a separare per sempre l’infanzia dall’età adulta, il sogno dalla realtà. Ma veniamo al dunque, al perché e al come sono stato condotto a Cesare Pavese e al suo segreto, ormai non più celato, che tutti (me compreso) ricordano, connesso tra le altre cose all’unità degli opposti, e dunque al mistero del nascere e del morire. Venerdì 24 ottobre 2003, giornata di sciopero generale: sto vedendo alla TV un film del ’62 che porta il titolo molto evocativo de L’Inferno è per gli eroi, film sulla seconda guerra mondiale con Steve McQueen, Fess Parker e James Coburn, titolo originale Hell is for heroes, di Don Siegel.
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Dopo qualche minuto mi rendo conto che come spesso accade, sia nei film sia nei romanzi, ciò che conta, il messaggio, è solo il titolo, che tra l’altro sarebbe piaciuto a chi, come Pavese, prediligeva l’accostamento tra il compito dell’eroe e la morte in età giovanile, insomma il tema della discesa agli inferi e la ricerca della rinascita attraverso la tipica impresa del viaggio del mondo dei morti. Allora alla fine del primo tempo spengo l’audio e telefono alla nipote di Cesare Pavese, per sapere se è riuscita ad ottenere l’informazione che le avevo richiesto, cioè l’ora di nascita dello zio. Sentivo infatti che era arrivata. Me la comunica ed ho la conferma: è proprio l’ora che le avevo anticipato, le 6 di mattina. Mi serviva infatti per calcolare il suo tema di nascita, del quale sospettavo giustamente un AS in Leone o in Vergine. Finisco di vedere il film per puro dovere e poi stendo il tema, mosso da una profonda curiosità, quella di verificare una mia ipotesi sul perché di un suicidio che fece a suo tempo scandalo e scalpore, in quanto nell’idea della rivoluzione politica non rientra facilmente l’ammissione che ci si può ammazzare per una delusione d’amore. Infatti Pavese era già un mito letterario della sinistra italiana. Ma in realtà sono anche motivato dal desiderio di verificare se in quel documento del destino che è l’oroscopo personale, il tragico gesto fosse previsto fin dalla nascita. Inoltre vorrei chiarire che il mio interesse per Pavese non fa parte di un mondo letterario, non sono infatti né un critico, né un giornalista, né un professore di letteratura e nemmeno uno studioso di politica, sono invece un libero cercatore dello spirito, anzi a dire il vero ne sono un trovatore. Lo spirito infatti l’ho già trovato, ma ogni giorno che sorge lo devo ritrovare da capo, accumularne l’energia e far sì che altri lo trovino per la prima volta. Lo spirito è qualcosa che però non va scambiato con l’intelletto, ciò che i francesi chiamano ésprit, è invece qualcosa che sorge interiormente, piuttosto che dalla percezione sensoriale del mondo esterno. Ma dopo questa precisazione epistemologica torniamo all’indagine che lo spirito stesso mi ha imposto: osservo bene l’oroscopo che ho sotto gli occhi e alla fine mi dico che no, non può essere stato dettato dal destino l’impulso suicida. Intanto l’AS è a 16 della Vergine ed il Sole è proprio sull’AS, non in dodicesima casa. Quindi non si presentano prove particolarmente difficili da individuare e da superare nell’arco dell’esistenza. Sulla base comunque di questa prepotente curiosità nei confronti delle motivazioni profonde e nascoste che in generale ci spingono ad atteggiarci nei confronti della morte e del morire, passo poi a rivedere le poche cose che conosco della vita di Pavese, a partire della scoperta che avevo fatto poco tempo prima di un suo dato biografico, vale a dire del suo soggiorno nel territorio di Crea nel Monferrato durante la seconda guerra mondiale, poco prima dell’armistizio fino alla liberazione. Questo fatto mi aveva particolarmente incuriosito perché metteva in evidenza una probabile significativa coincidenza con una mia esperienza, il mio soggiorno nel territorio del Biellese durato quasi vent’anni, a partire dal 1979,
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dopo un pellegrinaggio alla Madonna Nera di Crea e alla Vergine Nera di Oropa. Ma il primo incontro con Pavese risale a quando avevo 18 anni, alla lettura cioè del Compagno, il romanzo letto durante l’ultimo anno di liceo proposto dalla prof. d’italiano, comunista, Maria Teresa Rosso. Lo rileggo, ma non mi dice niente, è invece il suo diario che mi attira, questo Mestiere di vivere che ho tra le mani, al quale è affidato, ne sono certo, il segreto della sua morte, non solo, ma anche della sua vita e della sua opera letteraria. Pavese era un creatore vero, questo suo neologismo, nonché la contrapposizione tra il mestiere del poeta e il mestiere di vivere, farà fortuna, è entrato oggi nel mondo della canzone. Avevo comunque il sospetto fondato che nella sua vita il comunismo e la rivoluzione non avessero la preminenza che hanno voluto far credere i loro sostenitori. Il sospetto in realtà mi era già sorto agli inizi degli anni 80 alla seconda ripresa di Pavese, quando avevo scoperto durante la stesura del mio primo Calendario del Dio Anno, il suo interesse tramite Dialoghi con Leucò per il mito e per la religione. Mi aveva sorpreso che l’autore del Compagno avesse scelto un libro sul mito qual è appunto Dialoghi con Leucò. Voglio perciò approfondire ora tramite il diario i motivi profondi di questa sorpresa. Dunque leggo e rileggo il diario, per ottenere informazioni sulla sua vita, per pormi un’idea precisa dell’uomo, non dello scrittore, che era poi ciò che lui voleva e finisco per riscontrare come il diario sia pervaso da una profonda dicotomia, quella tra arte e vita, a tal punto da far sorgere il sospetto che la morte stessa fosse ricercata proprio per sanare per assurdo tale conflitto esistenziale e tale suprema contraddizione che nasce nella coscienza di ogni uomo in modo del tutto reale. Alla fine giungo alla conclusione: no, non era destino, non sta scritto nel linguaggio delle stelle. Nel tema di nascita il Sole sull’Ascendente lo porta a brillare, a diventare una star, famoso agli occhi altrui oppure ai propri. Nel mio mestiere sono re, scrive nel suo diario senza falsi pudori. Infatti è come il Sole a mezzogiorno, a 42 anni al culmine della propria vita ottiene il premio Strega che lo sanziona ufficialmente scrittore di successo. E questo è il Sole. Ma la dominante del tema è mercuriana, di un Mercurio però infero e notturno, messaggero e guida delle anime nell’aldilà più che gran comunicatore col mondo esterno. Vero è che Mercurio si colloca in Bilancia, quindi governa il processo mentale tramite impulsi erotici. È un poeta infatti prima che narratore , lo si vede da Venere in Cancro che regge Mercurio dall’undicesima casa. Dominerà totalmente (qui il destino amoroso) tutto il processo tormentato del suo romanticismo esistenziale. Amore e morte è dunque il tema della sua ricerca psichica, il che non può non rimandare al sacro, al mistero della vita e della morte come unità degli opposti. Ma Venere è isolata e ciò significa anche isolamento amoroso. Il diario a questo proposito si diffonde nei particolari più scabrosi e giunge a investigare crudelmente gli aspetti dell’incomprensione da parte del femminile. Il nodo lunare in Cancro in decima indica che il destino personale si manifesta
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nell’ambito della famiglia, ma in particolare con le donne. Stranamente Pavese non dedica una parola alla figura della madre. Perché? La sua assenza è presenza di vita o di morte? Chirone è trigono al nodo lunare nord in Cancro che però è quadrato a Mercurio. In ogni caso non ha avuto il tempo di formarsi una famiglia propria e di raccogliere in questo campo, sia nel bene sia nel male, ciò che era stato seminato nelle precedenti esistenze. La quadratura del nodo lunare a Mercurio sembra poi attribuire ostacoli agli amori sul nascere (la difficoltà iniziale e la prova in età giovanile). Tenendo sempre d’occhio la prospettiva del suicidio come tendenza,l’interpretazione del tema mette anche in evidenza che il Sole è opposto a Chirone , la Luna a Giove e Mercurio a Saturno. Inoltre gli aspetti del tema sono quasi tutti negativi e nemmeno corretti. Le tre opposizioni indicano la prima ferite all’orgoglio, la seconda discontinuità, superficialità e dispersione nei rapporti amorosi, la terza carattere scontroso, umbratile, solitario, segnato da visione pessimistica del mondo e della vita. È anche molto interessante ciò che risulta dall’osservazione dei gradi dello Zodiaco perché coerente e preciso rispetto al vissuto. Le rispettive immagini sono infatti piuttosto eloquenti, specialmente Saturno, grado di Orgoglio, il nodo lunare, grado di Spoliazione, Nettuno, grado di Pionierismo, Giove, grado di Indigenza, Marte, grado di Successo attraverso la seduzione, Urano, grado di Arte, Plutone, grado di Combattimento, Luna, grado di Esecuzione. Il grado del Sole poi suggerisce tutto il contrario di una vita breve, Prudenza. L’esperienza dell’esilio,cioè del confinamento in Calabria per antifascismo, è accennato da Mercurio, grado di Incatenamento e dal nodo lunare visto sopra, Spoliazione. Nel complesso ci si trova di fronte a un tema che denota impiego di energia mentale per arrivare alla realizzazione di uno scopo fondamentale per l’anima, ovvero il matrimonio, non certo un tema di autodistruttività. Ma almeno, ci si potrebbe chiedere, il suicidio per amore è segnato? E la risposta sembra negativa, nemmeno questo è segnato, nonostante le tre presenze nel segno del Cancro rimandino al tema romantico dell’unione indissolubile di amore e morte e a ciò che può derivarne per la psiche e per la vita. Abbiamo dato uno sguardo a Venere, ora dobbiamo guardare anche Marte che ne è l’opposto. È in dodicesima casa, che denota prove esistenziali del destino, tradimenti, illusioni e delusioni. E poi Marte è ciò per cui si tende a lottare, spesso oggetto di amore e di odio quindi la donna. Ma cosa amava il nostro, è d’obbligo chiedersi se non la donna ispiratrice di opere belle, la musa, la donna angelicata, oggetto di proiezioni dell’inconscio maschile, la donna ispiratrice tanto invisa alle femministe della seconda metà del nostro secolo? Se il Gran Pavese vivesse oggi sbandiererebbe ai quattro venti il vessillo di un samurai che ha la luna sotto ai piedi invece che in testa. Il culto della Vergine che è stato del bushido come del cristianesimo cavalleresco medievale ritornerebbe nel poeta innamorato della musa. Perché dunque questa tendenza ossessiva al suicidio documentata in mo-
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do ricorrente, nel diario, il vizio assurdo? Di fatto la morte sembra essere stata ricercata, per un motivo preciso, per una delusione amorosa. L’ipotesi esplicativa è la seguente: vi era nella sua mente e nella sua coscienza un tragico equivoco, tra l’idea del suicidio fisico e l’idea piuttosto filosofica, anzi misteriosofica e iniziatica, del suicidio morale o psichico. Se è vero, come sembra suggerire il titolo di un celebre film su 007, che “Si vive solo due volte”, allora si muore due volte. L’Apocalisse di S. Giovanni, l’ultimo libro del Nuovo Testamento, accenna proprio all’esistenza di una seconda morte, che non è più la morte del corpo, è la morte del principio che tiene assieme l’anima. L’esperienza amorosa è stata comunque determinante nell’assecondare l’impulso. Il destino personale gli riservava un futuro in cui la vita amorosa sarebbe stata prevalente su quella professionale. L’incontro con Costance Dowling, l’attrice americana protagonista del film “La città dolente”, fu determinante nell’ultimo anno della sua vita. Si trattava di amore, lo sapeva, l’aveva riconosciuto, ma si trattava anche di un incontro segnato dalla difficoltà iniziale con conseguente pericolo di rottura. Invece ci fu l’esito finale e fatale. La distanza fisica, che a quel tempo pareva un ostacolo invalicabile, così come le difficoltà di comunicazione fecero il resto. Qui l’amore romantico (Venere in Cancro) che associa amore e morte fu decisivo. “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi” è il titolo della celebre lirica. “Sarà come smettere un vizio, / come vedere nello specchio / riemergere un viso morto”, sono versi che sembrano suggerire che la morte invocata è il ricordo di un passato non del tutto obliato, che affiora in modo traumatico fino a suggerire la ripetizione dell’atto fatale. Ma doveva proprio finire così? E proprio all’inizio di un amore sentito come l’unico vero amore? Dalle righe del suo diario traspare un motivo ricorrente che suona come un’ammissione strappata: il suicidio come cura delle ossessioni. Ma il rimedio, per dirla con Nietschze, sembra peggiore del male. La motivazione del suicidio fu l’orgoglio, inteso paradossalmente come impulso all’autorealizzazione. Nel tema di nascita lo conferma il grado di Saturno. Ma l’eroe che muore con il Sole a mezzogiorno non ha versato il sangue come invece fanno spesso i protagonisti dei suoi romanzi. Non fu quindi sacrificio dell’eroe, fu piuttosto un incidente, un colpo di follia temporanea, non frenato dalla consapevolezza dell’equilibrio tra gli opposti. Il fatto è che nella sua esperienza di vita egli si espose a due shock contemporanei per la vita emozionale, il successo da un lato e l’innamoramento dell’altro, entrambi nello stesso tempo. Dal primo seppe difendersi, dal secondo no. “Non scriverò più” sono le ultime parole del diario, datate 17 agosto 1950. Il vizio assurdo è dovuto a un tragico equivoco, il prendere il morire per qualcosa che coinvolge il corpo fisico in luogo del corpo psichico. Eppure la percezione del proprio nulla, cioè il fondamento della seconda morte, la morte dell’ego, non era certo mancante, come testimoniano le annotazioni del 22 marzo 1950: “Non ci si uccide per amore di una donna. Ci si uccide perché un amore, qualunque amore, ci rivela nella nostra nudità, miseria, infermità, nulla”.
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Amore e morte, il connubio più traumatizzante e più salutare per la coscienza di sé. Ma il passo decisivo verso il sacro impedito dal sorriso di autosufficienza della citazione iniziale, non verrà mai compiuto. Per orgoglio forse, eppure è sempre orgoglio ciò che suggerisce la percezione disastrosa del senso di inutilità della poesia e della creazione letteraria documentata nelle riflessioni del 17 agosto 1950: “ora so qual è il mio più alto trionfo…e a questo trionfo manca la carne, manca il sangue, manca la vita. Non ho più nulla da desiderare su questa terra, tranne quella cosa che quindici anni di fallimenti ormai escludono”. Il mestiere di vivere e il mestiere del morire inteso come mestiere del poeta, il conflitto insanabile non è solo nella mente, è anche nelle cose, prima che all’interno di noi stessi. Non sappiamo come siamo fatti. Se Pavese fosse vissuto al tempo di Dante sarebbe finito nella selva dei suicidi. Il cristianesimo non perdona ai suicidi, perché considera in generale la vita un dono di Dio. Però occorre aggiungere che a chi crede non ciecamente, sulla base della propria esperienza e conoscenza di Dio o degli dei, la vita sembra più essere un progetto dell’Io. S’ intende che è pur sempre creazione di Dio. Chi alla fede congiunge la gnosi, sa che la vita è il campo di sperimentazione dell’Io che tende a farsi Dio tramite il ricordo di sé spinto fino all’oblio di sé. E dunque il progetto dell’incarnazione dell’Io non va interrotto con una morte prematura, frutto di una scelta che è arbitraria in quanto patologica e che viene scambiata per libera scelta. Se non avesse interrotto il progetto prematuramente Pavese avrebbe avuto forse l’opportunità di leggere ad esempio la preghiera di Madre Teresa di Calcutta che porta il titolo di “Vivi la vita”. Eccone il contenuto: «La vita è opportunità, coglila La vita è bellezza, ammirala. La vita è un sogno, fanne una realtà La vita è una sfida, affrontala». Alcune righe le avrebbe certamente condivise, quanto ad affermazioni, perché ne aveva esperienza piena, altre no. In particolare che la vita sia Bellezza. Era infatti non solo in grado di cogliere in sé lo stupore che nasce dalla percezione istantanea del vivere nel qui ed ora, ma anche di far partire intenzionalmente, da quella percezione pura e dal ricordo che ne scaturisce un intero processo di creazione immaginativa di carattere poetico. Sapeva dunque rispondere benissimo alla domanda quid sit poesis. Ma non sapeva che alla domanda stessa doveva tener dietro un altro interrogativo, senz’altro più angoscioso: a che serve la poesia? Oggi la prima domanda se la pongono forse soltanto gli addetti ai lavori, ma in breve potranno porsela tutti coloro che inconsciamente o meno aspirano alla conoscenza spirituale. Posto che di fatto la poesia esiste ancora, e ciò è innegabile, se ci si domanda a che serve, allora la risposta non tarderebbe a venire e sarebbe questa: a vivere nel presente. Poiché è in questa dimensione che avviene il risveglio della coscienza di sé come unità e trinità di funzioni.
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Come tutti coloro che muoiono anche Pavese voleva essere ricordato. Ma per cosa? A 50 anni dalla sua tragica fine ora possiamo chiederci se sia diventato un mito e la risposta non può che essere affermativa. Ma di che cosa si alimenta e si alimenterà sempre più in futuro la leggenda personale che egli stesso ha contribuito a creare? Lo testimonia la crescita della fama letteraria e dell’interesse per gli studi sul mito, sul sacro, sullo sciamanesimo nella letteratura, ma soprattutto la curiosità crescente attorno alla sua vita e alla sua storia personale, culminante nella singolare contraddizione che si può esprimere così: come fu che uno scrittore materialista si uccise per amore di una donna e della poesia? Lo testimonia una singolare iniziativa turistica culturale sorta di recente a Crea, relativa a quel breve ma intenso periodo che fu il suo soggiorno nel Casalese durante la guerra, prima e dopo l’8 settembre 43. Cesare Pavese era nato il 9 settembre ’19. Se riteniamo che questa coincidenza sia casuale non ci dice niente della sua vita, ma se la riteniamo invece significativa, allora scopriamo, ed è così, che l’armistizio e il soggiorno al Sacro Monte di Crea fu l’avvenimento più importante della sua vita , che lo condusse inconsciamente alla scoperta del mito e del sacro e perché no di Dio e iniziò ad attivare il processo di distacco dal materialismo. Il culto della Bellezza, della poesia, della donna angelicata del Dolce Stilnovo, è parte di una mentalità religiosa più o meno inconscia che attraversa varie epoche e vari strati culturali, ma che può essere riscontrata anche nel Medioevo cristiano in una forma rinnovata. È il culto della Vergine, della divinità considerata più nell’aspetto di Madre che di Figlio, che privilegia quindi il 3° aspetto della trinità più che il secondo, più la conoscenza-saggezza che l’amore. La Vergine di Crea è una Vergine Nera e il culto delle Vergini Nere affonda le sue origini nell’alchimia. In quanto simbolo dell’alchimia la Madonna Nera si riferisce alla fase dell’opera al nero. Questo colore designa l’inizio della fine, cioè della produzione della pietra filosofale e compare nel vaso quando la materia è già stata lavorata a buon punto fino al nero. Fuori del vaso invece, cioè all’interno di quell’atanor che è l’essere umano inteso come unità di corpo, anima e spirito, la fase del nero si presenta solo se la coscienza alchemica riesce a superare e ad affrontare l’impulso alla morte, come necessaria premessa della trasmutazione, che si presenta in senso psicologico come malinconia o depressione psichica. Proprio questo è stato lo spunto iniziale che mi ha condotto alla Madonna Nera di Crea. Nel ‘79 per la prima volta il santuario doveva indirizzarmi verso una fase cruciale della mia vita, quella centrale, caratterizzata dalla ricerca dello spirito. Di recente, invece, il passaggio da Crea in modo quasi casuale, suscitò la curiosità su Pavese in quanto anima appartenente al mondo dei morti. È stato proprio questo aspetto alchemico del culto dei morti come fonte del culto della Vergine che mi ha spinto a ricercare la sua ora di nascita, forse per vedere
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se il Gran Pavese poteva dal mondo parallelo farmi da spirito guida nell’aldiqua. Il Gran Pavese fu in realtà senza saperlo un gran pioniere della coscienza acquariana, cioè della trasformazione dell’anima umana spirituale dal grado razionale a quello dell’autocoscienza. Questa sua capacità si è manifestata in molteplici aspetti della sua attività. Innanzitutto pioniere lo fu in quanto introdusse in pieno periodo fascista la letteratura americana. In futuro verrà considerato anche un pioniere dell’età dell’Acquario. E anche nello scrivere il diario e nella volontà di farlo pubblicare post mortem fu un pioniere della coscienza. Infatti in questo suo desiderio si esprimeva inconsciamente un qualcosa che va di gran lunga oltre il fatto di voler essere ricordato da morto, condiviso da tutti a livello della coscienza ordinaria. Si tratta di un qualcosa che individua nel ricordare la centralità per l’esistenza umana e il suo scopo, cosa che non era affatto evidente nella prima metà del secolo nella filosofia del Novecento. Certo che storia significa memoria e già all’inizio del Novecento la filosofia di Nietzsche aveva dato l’impulso alla distruzione dello storicismo, che è stato invece ancora imperante nella prima metà del secolo e che alla fine si è invece eclissato con la crisi delle ideologie. Già all’inizio del Novecento, e questo è curioso, lo storicismo doveva essere sostituito nella filosofia dal neo idealismo hegeliano di Benedetto Croce, dalla biografia. Questo fatto è l’espressione di una ben singolare coincidenza tra filosofia e sciamanesimo. Infatti la storia che è oggetto di ricordo per lo sciamano è quella personale, la propria esistenza che va ricapitolata allo scopo di liberare l’anima dalla morte prima e seconda. Ricordare significa non solo far riaffiorare il passato di una nazione, ma anche e soprattutto il passato di un individuo, storia personale da ricostruire e da cancellare affinché lo spirito si purifichi dall’ego personale. Certo che c’è modo e modo di ricordare. Pavese ha messo in evidenza verso la fine della prima metà del secolo tutta la centralità del processo dell’autoreminescenza per la nascita dell’atto creativo linguistico sia nella poesia che nella narrativa. Ma i livelli della memoria sono diversi, il ricordo deve assumere un carattere spirituale affinché il passato possa essere rievocato in modo tale che gli effetti negativi dell’esperienza vengano cancellati. Del resto conoscere significa ricordare, da Platone in poi. Ricordare significa cancellare l’immagine psicologica che abbiamo del passato per far posto a un’immagine archetipica, quella degli dei che abitano in noi. Si capisce dunque come a partire dall’indagine sul ruolo della memoria nell’ispirazione poetica Pavese sia giunto alla mitologia. Una delle figure centrali del mondo del mito è certo quella dell’eroe solare nelle cui vicende ricorre sempre il tema del sacrificio e del processo morte-rinascita. Il suicidio rientra certamente nell’impresa dell’eroe, ma fa parte più di un suo limite, della sua tracotanza, e dunque del rimasuglio di presunzione o senso d’importanza personale, che della volontà ispirata e guidata dagli dei. La poesia è senz’altro un dono degli dei. Nelle pagine del diario in cui Pa-
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vese si dilunga sulla tendenza all’autodistruzione fisica e morale e sulle sue cause troviamo un’espressione sorprendente. Parla di sé al plurale e dice noi innamorati della vita: “Gente come noi innamorata della vita, dell’imprevisto, del piacere di non può arrivare al suicidio se non per imprudenza” (p.35). Chi è l’innamorato della vita se non il poeta, se non colui che vive nell’attimo fuggente? Egli esprime ciò che ha colto della Bellezza. Quando la vita è bella, per dirla non certo alla Benigni. Quando si vive nell’infinito continuo presente, cogliendo il potere del Silenzio che è la più perfetta espressione della Bellezza qui ed ora. Il mestiere del poeta è solo l’inizio per arrivare a imparare il mestiere di vivere nel continuo infinito presente, dove non c’è più contraddizione tra arte e vita perché la coscienza fluisce aldilà degli opposti e appartiene all’eterno. “Non scriverò più…” Con queste ultime parole del diario voleva forse esprimere la consapevolezza che l’arte è inutile? Sicuramente non si sarebbe tolto la vita se avesse approfondito il contrasto tra i due mestieri. Avrebbe capito (ma con quanti cervelli?) che il conflitto tra vita e arte si sarebbe sanato da sè. Ma non ne ha avuto il tempo. Non tutti sono scrittori, tutti però hanno il diritto di creare, se non altro psicologicamente, la propria vita, di seguire il corso del proprio destino nascosto nell’onda della vita. E l’onda, si sa, va ritmicamente su e giù. Il suo materialismo tutto sommato l’ha tratto in inganno facendogli credere che con la morte vi è il nulla. Invece il nulla va inteso in senso psicologico. Dal nulla a qualcosa. Non è stato in grado il Gran Pavese di attuare questo processo di trasformazione alchemica, di metamorfosi e riciclaggio del personaggio scrittore. Eppure l’occasione non è mancata. Superato l’ostacolo amoroso iniziale avrebbe potuto trasferirsi in America a scrivere soggetti cinematografici cosa che si è verificata invece in Italia, ma dopo la sua morte e per mano altrui. Il destino gli riservava una vita abbondante e duratura. Se avesse avuto tempo di assistere pochi anni dopo il ’50 alla nascita esplosiva della musica “negra” in versione rock forse non avrebbe fatto ciò che ha fatto. E proprio lui aveva inventato la passione per l’America! Ma questa è un’altra storia, che appartiene al Nuovo Mondo. La sua anima era più legata invece al Vecchio Mondo, tormentata com’era da una sorta di vento divino che l’avrebbe reso kamikaze per amore. Morire per amore, una morte con onore, per riparare all’errore di non vivere. Non si muore per un ideale, lo sapeva bene, l’ha scritto nel suo diario, ma per un’idea si, purché sia un’idea nuova, nata nello spirito. Era la rivoluzione dello spirito che aveva bene in mente, non della società. Il suicidio non è un atto dello spirito. Non è possibile affermare se stessi attraverso la propria negazione. Tuttavia esprime un’esigenza eroica e ciò lo rende partecipe e costruttore della leggenda del Duemila. Era scritto? Questo si, nel grado della Luna e di Urano. “A egregie cose il forte animo accendono l’urne dei forti…” Chi oggi non ha bisogno di forza?
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Luigi Maggi, laureato in filosofia presso la Statale di Milano e in psicologia presso la University of North America di St. Diego, California, è studioso e appassionato di astrologia, soprattutto da un punto di vista karmico, come strumento per la conoscenza e il ricordo di sè, teasofia e meccanica dello spirito. Ha scritto diversi libri tra cui Gurdjieff, le tecniche e la conoscenza di sé (1980, ed. Il Fiore d’Oro), Gurdjieff, la vita e l’opera del misterioso emissario della fratellanza Sor moung , (1996, Libri del Graal, in via di una seconda pubblicazione), La musica Rock e la coscienza dell’acquario (1976, Bresci editore), Cuore di piombo – un elfo nella classe degli orchetti (ed. L’Erba Voglio), e varie raccolte di poesie autopubblicate. In qualità di pesidente del Gruppo Tepsofico Psicosintesi pubblica Dovere Partkdolg, serie di quaderni teosofici che vogliono essere testimonianza di un lavoro psicologico finalizzato alla conoscenza dello spirito individuale nella sua manifestazione triadica, oltre che alla terapia. Nato il 19 dicembre 1942 a Milano, nel 1981 si è trasferito in Piemonte dove ha vissuto prima a Pettinengo e poi a Biella, svolgendo attività d’insegnamento, oltre che di studio e ricerca. Qui è improvvisamente scomparso il 19 gennaio 2005.
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CASA QUINTA Grazia Bordoni Roba minima Marco Pesatori Gli astri del corpo. Venere-Forma, Plutone-Desiderio Coffee Break
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Grazia Bordoni
ROBA MINIMA
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Un piasè, ch’el me lasa giò chi che anca mi, mi go avu il mio grande amore roba minima, s’intend, s’intend roba da barbon… (Enzo Jannacci, El portava i scarp del tennis)
Così cantava Enzo Jannacci nella sua più celebre canzone, quella che a suo tempo gli diede il successo. Vi si narra di un barbone con le scarpe da tennis, appunto, che si fa dare un passaggio per l’aeroporto Forlanini e nel corso di un dialogo surreale con il cortese automobilista racconta di aver avuto anche lui un grande amore, ma, dice il poveretto, si trattava di cosa da poco, cosa da barboni. Roba minima, dunque. Spesso noi astrologi ci lasciamo sedurre dall’eccezionalità dei fatti e degli eventi. Ci affanniamo ad andare a cercare nelle posizioni dei pianeti situazioni pressoché uniche e irripetibili, dimenticandoci – io per prima – che il movimento celeste accompagna anche (e forse soprattutto) la banalità del quotidiano e, il più delle volte, descrive esistenze del tutto comuni. Chissà, forse è per questo che non troviamo riscontri astrologici speciali nei cieli di eventi straordinari: dopo tutto, il quadro astrale dello tsunami che ha devastato il sud-est asiatico sul finire del 2004 non ha particolarità tali da renderlo unico come unico è stato l’avvenimento che lo ha accompagnato, o tanto diverso dai quadri astrali di eventi molto meno catastrofici. E così anche per l’amore. Nel nostro immaginario i grandi amori sono quelli di Paolo e Francesca, di Lancillotto e Ginevra, di Dante e Beatrice e via pescando a man bassa dalla letteratura, dalla poesia, dalla storia. Chissà perché non ci vengono affatto in mente un qualsiasi Mario e una qualsiasi Giovanna che magari si sono amati per cinquant’anni superando insieme traversie, dispiaceri, difficoltà e restando sempre uniti. Eppure ne conosciamo tante di coppie così. Ma nessuno racconta la loro storia e cerca il perché del loro amore. Di recente è mancato un mio anziano zio acquisito. Non aveva figli e noi nipoti abbiamo dovuto provvedere a svuotarne la casa. Mentre selezionavo le sue carte mi è capitata tra le mani una lettera scritta da suo cognato alla mo-
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glie, sorella di questo mio zio. Una lettera così bella e struggente che, evidentemente, la moglie aveva conservato e che mio zio aveva trovato tra le carte della sorella quando questa era morta, conservandola a sua volta. Questa è dunque la storia di due persone qualsiasi e del loro amore. Ubaldo e Guglielmina, o meglio Dado e Nuccia, come venivano chiamati in famiglia. Nati all’inizio del secolo scorso (i nomi di battesimo sono già indicatori di un’altra epoca!), hanno vissuto due vite normali, da persone normali quali erano, due vite semplici, da persone semplici quali erano. Ho pochi ricordi di Dado, mancato nel 1972, mentre ricordo molto bene Nuccia che, rimasta vedova, prese a frequentare la mia casa al traino del fratello e della cognata, cioè mia zia. Passò con noi molti Natali, Capodanni, Pasque e feste comandate che avevamo l’abitudine di festeggiare in famiglia. Ci portava un croccante buonissimo che faceva lei e di cui ricordo ancora il profumo di limone. Era diventata una persona di famiglia, tanto che io e mia sorella la chiamavamo zia Nuccia per una sorta di parentela virtuale. Quando morì volle lasciarci un gioiello in ricordo perché, disse al fratello, l’avevamo sempre trattata come una “vera zia”. Ripensandoci, aveva ragione, in effetti. La zia Nuccia era una bella donna, in gioventù, sentivo raccontare. Si era sposata giovanissima, se non proprio per volere dei genitori, molto incoraggiata da essi. Ma il matrimonio non aveva funzionato e molto presto si era separata dal marito. Urano e Marte nel settimo campo opposti a Giove, governatore del medesimo settimo campo, non lasciano spazio a molti dubbi circa la possibilità di frantumi coniugali. Tutto ciò doveva accadere agli inizi degli anni ’30. Essere una donna separata, a quell’epoca, non doveva essere facile. Non lo è oggi, tutto sommato, figuriamoci allora. E non doveva essere facile soprattutto per una donna Toro con una Luna in Scorpione e un Plutone all’ascendente che certamente reclamavano attenzioni e smuovevano desideri carnali non facili da tacitare per una persona che vive in un normalissimo ambiente medio-borghese. Fosse stata un’intellettuale alla Sibilla Aleramo o un’attrice alla Alida Valli, tutto sarebbe stato più semplice, nella mentalità comune di allora in certi ambienti le “trasgressioni” erano meno riprovevoli che altrove. Comunque, forte della sua Venere arietina e dunque abbastanza coraggiosa e avventurosa, la zia Nuccia, dopo la separazione dal marito, ebbe altre storie d’amore effimere finché non incontrò Ubaldo. Non so quando esattamente avvenne il loro incontro, se prima o dopo la guerra. Io li ricordo già insieme. Nuccia e Dado convivevano. La legge sul divorzio era di là da venire, sicché costituivano una coppia cosiddetta irregolare. Non mi sembra però che se ne facessero un gran problema. In famiglia la cosa era accettata anche se nei discorsi che intercettavo da ragazza percepivo sempre le virgolette quando ci riferiva a Dado come “marito” di Nuccia. Il loro era innegabilmente un rapporto molto solido. La sinastria è promettente: i due Soli e le due Veneri sono in opposizione creando una grande complementarietà, i due Marti sono congiunti, la Luna di Nuccia è in Scorpione, dove Dado ha Sole, Luna e Mercurio. Insomma, tutti pianeti personali si intrecciano in reciproci aspetti. Anche il tema
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integrato è discreto, con le case della comunicazione ben sollecitate, a testimonianza di un dialogo di coppia certo non banale. L’unico elemento che può dar da pensare è Mercurio che si oppone al Sole, per altro governatore del quinto campo. Probabilmente si riferisce alla mancanza di figli: una scelta pressoché necessaria nella situazione contingente. So che Nuccia, negli anni della sua giovinezza, abortì (Mercurio quadrato a Urano/Marte e a Nettuno) – non saprei dire se una o più volte – ma forse, tutto sommato, avere dei figli non era per lei così importante, al di là della situazione familiare irregolare. A Dado magari non sarebbe spiaciuto averne, considerato il suo bel quinto campo, e la dissonanza nell’integrato tra Mercurio e Sole può indicare proprio che all’interno della coppia è stato lui a sentire maggiormente la mancanza di figli. Sì, perché il Sole nel quarto campo, nell’integrato, dice che, nella coppia, lui aveva realizzato il sogno di una famiglia. La convivenza di Nuccia e Dado proseguì comunque salda e serena per decenni. Nel 1965 Dado fu colpito da un infarto (il Sole nell’ottavo campo è Punto di Talete che scarica l’opposizione tra Urano e Nettuno nel quinto campo). Probabilmente si spaventò molto e pensò di essere arrivato al capolinea. Fu allora che scrisse la famosa lettera a Nuccia: Milano, 4 febbraio 1965 Nuccia mia tanto cara! Sei stata la compagna fedele della mia vita e devo purtroppo lasciarti in tanto dolore. Sappi trovare nel ricordo e nella rassegnazione la tranquilla e serena continuazione di questa tua esistenza terrena. A te devo molto per tutti gli anni felici che insieme abbiamo trascorso, e molto ancora per quelli un po’ travagliati dalle traversie di lavoro e d’interessi per i quali abbiamo insieme tanto sofferto. Proprio in quel periodo, con la tua comprensione, col tuo conforto, con la tua forza d’animo con la quale nascondevi la tua sofferenza, mi hai dimostrato quanto grande era il bene, l’affetto e l’amore che ci legava, con quel vincolo indissolubile che è l’intento di ideali che ci resero tanto felici. Una lunga vita serena ti accompagni nel ricordo dei nostri giorni più belli. Addio cara, addio Tuo Ubaldo
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Bella, no? Confesso di essermi commossa, quando l’ho letta e di essere anche stata un po’ invidiosa. E di aver pensato come i grandi amori possono nascondersi dietro le apparenze di una completa normalità. Dado comunque sopravvisse all’infarto e si rimise in salute. La legge che introduceva il divorzio in Italia fu approvata nel dicembre del 1970. Come divenne operativa Nuccia chiese il divorzio da quello che per legge era sempre suo marito sebbene ne fosse separata più o meno da quarant’anni. Credo che sia stata una delle prime persone, a Milano, a ottenere il divorzio anche in virtù di una causa in cui tutti erano consenzienti (e impazienti) e non c’era nulla da
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rivendicare. Non appena la sentenza divenne esecutiva, nel maggio del 1972, Dado e Nuccia si sposarono, dopo un “fidanzamento durato tanti anni da chiamarlo ormai d’argento” come canta Fabrizio De André in Marcia Nuziale. Ma Marte e Urano nel settimo campo nel tema di Nuccia, implacabili sentinelle, novelli bravi di manzoniana memoria, ammonivano che “questo matrimonio non s’ha da fare”. Nuccia non poteva restare sposata se non per un tempo sempre troppo breve. E così, pochi mesi dopo il sospirato matrimonio, ai primi di ottobre del 1972, Dado se ne andò per davvero, portato via da un altro infarto.
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Ricordi sbocciavan le viole con le nostre parole “Non ci lasceremo mai, mai e poi mai”, vorrei dirti ora le stesse cose ma come fan presto, amore, ad appassire le rose così per noi l’amore che strappa i capelli è perduto ormai… (Fabrizio De André, La canzone dell’amore perduto)
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Marco Pesatori
GLI ASTRI DEL CORPO. Venere-Forma, Plutone-Desiderio
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Dall’intervento alla Biennale di Venezia - Body Attack Tutti i simboli astrologici parlano del corpo. Di un corpo che non è fatto a pezzi, anche se le sue singole parti rimandano in un modo più particolare a un segno, a un pianeta o a un settore del tema personale. Si può dire che il pianeta ci parla di “cosa” si mette in movimento e il segno di “come” si muove e la casa “dove”, in che ambito si muove, ma la carta del cielo individuale, il tema di nascita personale è una unità le cui parti non sono separate e non vanno mai lette a pezzetti, altrimenti si rischia di leggere un corpo a pezzi. Tutti i simboli planetari sono il corpo. Il corpo unito in un’identità e in un nome che si manifesta (Sole), il corpo che “si sente”, sogna, immagina, vibra, intuisce (Luna), il corpo che si muove, incontra, scambia, comunica, conosce (Mercurio), il corpo che ama e vive piacere e bellezza (Venere), il corpo che penetra e attacca (Marte), il corpo che si abbandona, si rilassa, si espande, cresce (Giove), il corpo che sta saldo, con la schiena ben diritta e osserva e riflette (Saturno). I tre pianeti lenti – Urano, Nettuno, Plutone – si riferiscono invece al corpo attraversato da significanti e memorie più antiche, si potrebbe dire inconsce, un corpo che per essere, sopravvivere e vivere, non può accettare solo l’immediatezza dell’esserci, ma è costretto a un cammino, a un percorso di conquista di una consapevolezza più profonda. In questo senso Urano è la realtà cruda del corpo che costruisce, lavora, affronta la quotidianità, vince o soccombe, risultato della dialettica tra Nettuno (il corpo educato, che ha un nome, un’identità, in un contesto ideologico e ambientale, un modello, un progetto, un’idea) e Plutone (il corpo come puro corpo desiderante). Nel linguaggio astrologico un simbolo rimanda più di ogni altro alla voce del corpo più antica e primordiale. Di un corpo che è puro corpo desiderante, senza alcuna mediazione se non il desiderio stesso del corpo in quanto puro corpo, organismo non attraversato ancora da alcun significante se non la voce del desiderio primario stesso. Questo simbolo è Plutone. Pianeta nascosto, oscuro, fastidioso a tal punto che gli astronomi non vogliono più considerarlo nemmeno come pianeta. Plutone è il più lontano, il più invisibile, il più piccolo, ma è il Primo. Partendo dal fondo del sistema solare.
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Questa sua posizione oggettiva – di essere “il primo partendo dal fondo” – lo pone come simbolo di profondità abissale, di inconscio archetipico, di luogo dell’indistinzione, del possibile, della potenza e della potenzialità. Dell’atomo, dell’energia atomica, della memoria molecolare, del ricordo che il corpo possiede – da qualche parte, in qualche modo – del suo essere stato forma originaria indistinta, scimmia e mostro, t-rex e pesce, verme primordiale ed elemento, fuoco, acqua, terra, aria. Plutone è il simbolo del profondo più profondo dell’animo umano, che costringe – per essere colto e illuminato – a un percorso di speleologia interiore che è cammino all’indietro nel tempo, tempo della memoria molecolare-ancestrale di cui il corpo è ininterrotto portatore. Plutone è il pianeta del desiderio del corpo, che va oltre la semplice catalogazione nell’ambito dell’umano. Più indietro ancora, Plutone rimanda all’esplosione originaria, al big-bang che ha dato origine alla vita, alla forma, al movimento, alla trasformazione di ciò che è. Più indietro ancora Plutone rappresenta l’ultimo baluardo che ci separa da ciò che c’era prima che tutto esistesse. Plutone è l’ultimo demone guardiano prima del vuoto infinito e senza tempo. Plutone infernale, oscuro, incontrollato, famelico. Di vita, puro e cieco desiderio che frontalmente si contrappone alla morte, al non esserci, sempre dalla morte a un passo. Oppure a un passo da quel volto che è il nostro volto prima della nascita. È interessante notare che nella logica dei domicili e delle esaltazioni planetarie, Plutone viene domiciliato nella langue astrologica in Ariete, primo segno dello Zodiaco, grado zero del cerchio zodiacale, che dà il via alla vita con la sua esplosione di energia straordinaria. In termini psicanalitici, Plutone è l’Es. Per dirla con Deleuze e Guattari, l’Es che “mangia-caca-fotte”. Corpo appena nato senza o quasi alcuna determinazione educativa e sociale. Corpo che ciuccia, tocca, guarda, gode, soffre, urla, dorme, stringe, sente, capisce senza capire, cerca. Cieco. Semplice e diretta biologia del desiderio, in cui tutti i de-sidera vengono semplificati e ridotti ad uno, il desiderio semplice e diretto del corpo. Istintivo, impulsivo, irruente, aggressivo. Nell’astrologia le caratteristiche del simbolo si traducono in una pratica verificabile, che conferma tutte queste note riguardo i significati di Plutone. Sia nel tema natale, che nella cosiddetta astrologia previsionale dei transiti, Plutone mostra la sua natura con tutta la potenza e una sorprendente precisione cronometrica. Se in un tema natale Plutone è in posizione “forte” – ad esempio congiunto al Sole o all’ascendente, a Venere o alla Luna – avremo personaggi “plutonici”. Vale a dire energici, esplosivi, ma nello stesso tempo con qualcosa di nascosto, di misterioso, di oscuro, che genera fascino, attrazione, magnetismo; personaggi con una grande carica desiderante, che non sempre prende strade chiare e lineari. Attratti da ciò che di solito viene considerato torbido, oscuro, ma nello stesso tempo creativi, ambiziosi, coraggiosi, sempre nomadici, eversivi, ribelli. Quando arriva il tempo di Plutone nell’analisi dei transiti in un dato momento della storia individuale – ad esempio una congiunzione, un trigono, una
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opposizione con un pianeta del nostro tema natale, in modo particolare il Sole – i contenuti che Plutone simboleggia emergono alla coscienza con uno stile spesso tsunamico, travolgente, potente, ingovernabile. Ciò che era “sotto” (nascosto, celato, compresso, rimosso), esplode e la persona deve farci i conti, spesso tentando di mettere un coperchio sopra un vulcano,operazione davvero difficile. I transiti di Plutone - specie quelli di congiunzione al Sole, alla Luna,all’ascendente – ribaltano l’identità del soggetto, costretto a fare i conti con il desiderio puro del corpo che non accetta mediazioni, leggi, codici, percorsi definiti. Plutone diventa terremoto e alla fine del suo passaggio – che dura all’incirca un paio d’anni – il cambiamento degli assetti individuali è radicale. Se il complesso del tema natale – vale a dire il carattere e il percorso formativo dell’individuo – non temono o hanno imparato a non temere i contenuti plutonici, questo può essere un momento di espansione, arricchimento, godimento, apertura di strade, rivoluzione, esaltazione, conoscenza profonda di se stessi. Se l’individuo “resiste” e tenta di deviare tale esplosione – nella quale naturalmente la sessualità assume una importanza fondamentale – spesso abbiamo conseguenze distruttive, fino ad arrivare alla malattia e alla morte. Fatto sta che ogni volta che Plutone arriva a toccare un punto nodale del tema individuale, tutto si amplifica, trema, si solleva, si apre a quei territori oscuri, dove il desiderio primario del corpo desiderante domina. Con una puntualità stupefacente. Raramente l’orologio plutonico smentisce la sua affascinante e nello stesso tempo temibile puntualità. E data la lentezza del pianeta – che impiega 250 anni a fare un giro intero del cerchio zodiacale – i transiti di Plutone non sono frequenti. In alcuni individui una congiunzione al Sole o all’ascendente può anche non arrivare mai. Se Plutone è il Primo pianeta partendo dal fondo e signore del Primo segno dello zodiaco (l’Ariete), il secondo pianeta – partendo dal fondo – è Nettuno. Se Plutone è Uno, Nettuno è Due. Nettuno è la negazione di Plutone. Nettuno è la negazione del corpo cieco e desiderante plutonico privo di determinazione. Nettuno governa la fase dello specchio, in cui il corpo plutonico – il corpo-bestia, animalesco e cieco – si riconosce. Nettuno è la nascita di una identità, di un io-ideale, che si delinea a partire dal riconoscimento speculare parallelo all’intervento educativo che inizia a plasmare, controllare, guidare, negare il corpo plutonico del puro desiderio. Se Plutone è corpo, Nettuno è mente. La dialettica Plutone-Nettuno è la dialettica della separazione corpo-mente, pulsione-identità, desiderio-educazione, libertà-controllo, cecità-riconoscimento, immediatezza indefinita e mediazione che ha un nome. Nettuno è idea, progetto, direzione. Nettuno è la domanda sul “chi”. “Chi” ci ha condotto fin qui, “chi” ci guida,”chi” ci condiziona, “chi” ci educa, “chi” siamo noi oltre ad essere corpo che vive e sopravvive e desidera. “Chi” sta ascoltando? “Chi” è comodamente seduto? Nettuno dà un nome al corpo plutonico, ponendosi prima come domanda e stupore. Nettuno è l’Io che inizia la sua storia, ma è anche l’Io che per vivere e integrarsi con i contesti sociali, dapprima famigliari, deve controllare il corpo plutonico, limitarne il desiderio, indirizzarlo secondo un progetto e i condizio-
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namenti sociali e ambientali. La dialettica Plutone-Nettuno è potente nei primissimi anni di vita e ritorna, altrettanto violentemente nell’età della adolescenza, in cui al corpo mostruoso e desiderante di Plutone (che ora ha peli, voce non più bianca, sessualità travolgente, sangue mestruale) si contrappone Nettuno, come misura e modello sociale, ideale dell’io e visione di sé. Più o meno accettata. Nella dialettica Plutone-corpo Nettuno-mente, il risultato è il terzo pianeta (partendo dal pro-fondo), Urano, che l’astrologia del Novecento lega a tutto ciò che è azione, movimento, trasformazione, tecnica, inserimento nel mondo, realismo, concretezza, lavoro. L’energia di Plutone e l’idea, il modello nettuniano muovono il corpo nel mondo e lo trasformano, lo lavorano, si attivano, appaiono. Questo apparire e “fare” nel mondo è Urano. Urano è la realtà del corpo plutonico in azione secondo l’indirizzo, il progetto, la direzione nettuniana. Senza l’energia, la vitalità, la tracotanza, il coraggio, l’aggressività e la forza del corpo plutonico, la realtà iraniana è pura idea, ideologia, astrazione, utopia, fuga nel sogno. Senza l’educazione, la visione, la sensibilità e la consapevolezza nettuniana, la realtà uraniana diventa aridità di un desiderio cieco, bulimico, meccanico, passivo di fronte ai modelli imposti dall’esterno. L’azione ben coordinata nell’unità corpo-mente, energia-progetto, desiderio-coscienza, l’azione felice uraniana, l’arte del vivere (Urano è anche tecnica, strumento, manipolazione, pianeta della “mano”, quindi dell’arti-ficio”), è il risultato di un buon equilibrio di Plutone e Nettuno, della consapevolezza profonda all’interno dell’individuo dei loro significati profondi. La tigre plutonica sa camminare al fianco del padrone. Non sta in gabbia a rodere le sbarre, a camminare avanti e indietro nella nevrosi ossessiva, non vive l’attacco di panico del soffocamento. La tigre plutonica sa camminare al fianco del padrone e non gli strappa via il guinzaglio, cominciando a divorare, spaventare, travolgere, uccidere e ferire, cieca. Urano costruisce, secondo la visione e il progetto nettuniano (“chi” l’ha disegnato?) grazie alla forza della tigre plutonica. Alla quale ogni tanto va concesso il guinzaglio un po’ più lungo e robusti pasti, possibilmente regolari. Pasti in tutti i sensi socialmente leciti. Allargando il discorso dall’individuo al contesto occidentale, potremmo dire che la grave malattia uraniana della nostra società sotto gli occhi di tutti (problemi oggettivi di economia, lavoro, rovina e malattia del pianeta, fame, guerre, lavoro come pena, violenze, infelicità, nevrosi), sottintende la grave malattia nettuniana di una mente impazzita preda di falsi modelli, false ideologie, falsi obbiettivi, falsi progetti e la grave malattia plutonica, di un corpo dimenticato, posseduto, alienato, imprigionato, im-piegato, dannato, lacerato, vivisezionato, spaventato, abbagliato, uniformato, venduto, monotono e meccanico. Ruotare questa triangolazione Plutone-Nettuno-Urano – ruotante perché al vertice può esserci l’uno o l’altro dei tre,alternativamente, a seconda delle varie tappe individuali o dei vari momenti – conduce alla forma dell’esserci, allo stile. Venere è la vera forma che emerge. La forma libera, pura, leggera,vuota, danzante. Libera dal groviglio delle radici e dei rami dei pianeti lenti, Venere è
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il fiore che si mostra. Venere appare, gli dei sono incantati, Marte è incatenato, Venere è Bellezza. Nello schema logico del linguaggio astrologico, Venere si trova nelle sue sedi di domicilio (Toro e Bilancia) sempre opposta a Plutone (domiciliato in Ariete e Scorpione).Venere è opposta a Plutone, ne è l’altro di sé alleggerito, sgravato, lucente, alla luce. Venere si mostra. Non pensa, non ragiona, non riflette, non ha strategie, doppi sensi, sottintesi, sensi unici, paure, incertezze, legami. Venere è eleganza - ex-legare, fuori da ogni disposizione di legge, da ogni condizionamento. I significati astrologici classici la mettono in relazione, oltre che con la Bellezza, con l’Amore la Salute e soprattutto la Femminilità. Venere è forma del corpo in movimento, in particolare del corpo femminile. Venere è passione gioiosa, forma estetica che piace e porta all’estasi, immagine del corpo non vuota, ideale, astratta, ma con i sensi ben vivi. Venere è sensualità e non un’idea platonica. E non è nemmeno l’estrinsecazione di un’idea. Venere è l’aria, la cantata, il lied, una ballad, il suono del corpo. In movimento. Venere si oppone a Plutone e lo nega, assorbendone la potente energia. È il piede che si solleva dal fango e dall’inganno plutonico, levitando e fluttuando, volando e danzando. È il femminile che ha guardato negli occhi il negativo e - come dice Hegel - si è soffermato presso di esso, senza fuggire terrorizzata. È il movimento libero dell’amore e dell’arte che con la follia plutonica gioca, scherza dribbla, spiazza e proprio attraversando la palude plutonica senza essere catturata dalle figure mostruose dell’ombra, la trasforma nel luogo magico in-cantato della bellezza. Senza Plutone però Venere sarebbe priva di energia e spessore verticale, sarebbe priva di forza e preda, per la sua fragilità, della violenza. Venere significa dominare Plutone, che riacquista la vista e la forma, il movimento consapevole e individuale. Venere è la femminilità sicura di sé che ha attraversato la notte del passato che non era passato, il buio della propria preistoria e governando l’Ombra la dissolve, separazione e distinzione opposta alla brutalità della materia, dominio sicuro dell’energia primaria. Nella linguaggio astrologico il simbolo Venere racchiude in una sola volta la Bellezza, la Forma, la Salute, l’Arte, la Femminilità, la Bontà, l’Amore. È formosa, hermosa, frumosa, per-formance. Se tutti i Plutone personali sono inquietanti, tutte le Veneri personali sono belle. La bellezza di Venere è leggerezza da conquistare, forma da proporre, passione da recuperare. Troppo spesso non siamo coscienti della bellezza e della forza della nostra Venere ed è proprio l’inferno plutonico il luogo da attraversare per liberarla davvero. Per la sua lentezza Plutone, che rimane in un segno anche vent’anni, può definirsi anche come “epoca” ed è interessante notare come un’epoca rifletta con stupefacente precisione le simbologie del segno in cui Plutone si trova. Si pensi, tanto per abbinarlo ai movimenti artistici, alla fine dell’Ottocento, quando si trovava in Gemelli e i giochi intellettuali e concettuali delle avanguardie superavano la fase realista di Plutone in Toro (futurismo-movimento-Gemelli, cubismo e impressionismo e la questione della prospettiva Gemelli), mentre l’ingresso nel 1914 di Plutone in Cancro porta l’arte figurativa nei luoghi cancerini di un inconscio (Cancro-Luna-inconscio) che la im-pertinenza dadà vio-
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lerà e il surrealismo cercherà di percorrere, fino a quando – 1939 – Plutone nel successivo Leone aprirà un’altra scienza, quella dell’energia prorompente (purtroppo anche esplosiva) che nell’arte vedrà la nascita e la potenza di colore e segno dell’informale, con Pollock, Hartung o Tobey possessori di un nuovo segno non più condizionato dall’ansia psicanalitica di un’interpretazione e più avanti – 1959 – l’inizio dell’epoca di Plutone in Vergine, vera rivoluzione del quotidiano (Vergine-quotidiano) con la nascita della body-art e dell’arte povera che alle simbologie verginee rimandano. Senza aprire qui il capitolo dei rapporti tra Plutone e i movimenti artistici (si pensi anche al jazz e rimandiamo sui pianeti lenti al nostro “Astrologia del Novecento” pubblicato a Verona da FK), concluderemo sottolineando la dialettica in astrologia tra Venere e Plutone, tra forma dell’individuale e clima dell’epoca, tra realizzazione e interpretazione individuale (Venere) e fanghiglia dell’epoca contemporanea, tra humus collettivo (Plutone) e apparire del fiore dell’arte, che dall’epoca plutonica nasce, ma che dall’epoca plutonica si distacca, a volte pagando, altre volte danzando. E facendo nascere nuovi fiori, che a loro volta diventeranno terriccio plutonico,fango, luogo dell’indistinto da cui incessantemente la hybris orgogliosa e libera di Venere rinascerà.
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COFFEE BREAK
L.A. 139-550
Vi giriamo – su segnalazione di Geneviève Jama (la nostra Delegata di Varese, francese DOC ma perfettamente adattata alle contraddizioni italiane) – una gustosa descrizione in romanesco delle caratteristiche dei segni zodiacali. Bisogna ammettere che – oltre all’efficacia delle rime – il vernacolo è più preciso e penetrante del dotto italiano… Per gustarlo appieno sarebbe meglio farselo leggere da qualcuno… ARIETE Comincia, s’entusiasma, pija la cotta se butta a capofitto ne la vita... ma se trova un ostacolo è finita! S’affloscia, se scoraggia, s’urta e sbotta. È semprice, pò vive in d’una grotta magnànno cò le mano e cò le dita ma se strafòga, e quanno te s’invita sbafa, s’abboffa a uffa e te ce rotta. Libbero, schietto, aperto, indipennènte, s’incazza, odia aspettà, vò fa a la lesta, penza pe sé e nun je chiede gnente, te sfragne li calli e resta indifferente. Quanno s’ammala è sempre ne la testa: sinusite, emicrania o quarche dente. TORO Carmo, zitto, è uno che resiste, pero è cocciuto come nun zo che: nun j’ariesce da capitte a te puro si vede ch’ha sbajato, inziste. Sa guadambià pè la famija e sé sbrojànnose ne l’arti più realiste. Odia cambià: er nòvo nun esiste. Quanno che parte nun lo pòi tenè perchè è pigro, ma gran lavoratore:nun za staccà fino che nun fenisce. Tratta le donne e i fiji con amore, ccià pazzienza finchè ’n s’embufolisce. Soffre de gola, ma nun vò er dottore; è lento nel riprènne, poi guarisce. GEMELLI Chiacchiera, scrive, legge, parla ingrese, domanna, vede, compera, sbaratta, svolazza, guida, interpreta, contatta, telefona, s’empiccia ma è cortese. Facile, svelto, fino testa matta, sorte, ritorna, gioca, và pà spese, se fa cinque, sei viaggi drent’un mese, quarziasi cosa già l’ha vista e fatta. Cammia lavoro, donna, veste, umore, tià le fette in dù staffe: è opportunista; nun je chiede costanza ne l’amore. È spiritoso, ironico, ballista, giovanile, ne fa d’ogni colore. Si s’ammala è ai pormoni e se rattrista.
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CANCRO È lunatico e vive cò emozzione. Je va la mosca ar naso, ch’è cazzoso. Te po’ fa a fette cò n’osservazzione ma nun je pòi dì A ch’è permaloso! È fedele, mammone, spiritoso, de tutto quer che fu la collezione perchè è canchero, no? E va a ritroso. ccià ’na memoria proprio d’eccezione. Se piagne addosso perchè è vittimista, attaccato a la casa e a la famija: è patriottaro campanilista. È còco, parco, ché nun gozzovija, pigro, disordinato, spesso artista, ccià un naso che funziona a meravija! LEONE Rigala, ospita, invita, presta, vede, dirigge, ordina, comanna, pretènne, è tutto lui, arza la cresta s’offènne, s’arisente nun domànna. Se crope d’oro addosso e ne la vesta, magna a quattro parmenti e poi tracanna; pò esse inzonne si ce sta ’na festa si no crolla de bòtto e fa la nanna. È commodone e vòle vive in pace ma a chi lo scoccia o je mette fretta – puro s’in fin de conti je dispiace – lo pò azzannà e fànne ’na porpetta. Soffre de còre e abbrucia ch’è na brace: co ’r mal de schiena spesso ce s’alletta. VERGINE Analizza e spacca in due er capello, Critica, nun se fida, colleziona. Nun se pronuncia, dubita, raggiona, cataloga, organizza, ammira er bello. Sparambia, nun vò spènne, te cojona, mejo der còre addopera l’ucello. Bazzica e conosce questo e quello, nun s’azzarda e invece s’empressiona Ccià fifa de soffrii, ama l’iggiene: lustra, pulisce, lava, disinfetta, va dar dottore puro si sta bene, pija trenta medicine e la majetta – pò fà quaranta gradi – se la tiene. Conzerva tutto, poi… caca de fretta. BILANCIA Dipromatica, spesso permalosa, svagata, nas’all’aria, inciampicona, piacevole, indecisa, pacioccona: elegante, indecisa, schizzinosa. P’amor de pace ‘nghiotte rospi a josa fin’a che scoppia e tira lampi e tòna. Cerca er compagno, chè romanticona, appassionata de romanzi rosa innamorata pazza de l’amore. Se gusta assai la musica, i concerti ne i paesaggi è senzibbile ar colore. Nun vòle er movimento né er zudore, nun sopporta der chémpinghe l’incerti. Soffre d’ossa e scureggia a tutte l’ore. SCORPIONE Rimuggina, rivanga, è sospettoso. Indaga svicolànno nun s’empiccia quanno lo credi sfranto, t’ariciccia ccià sette vite, è cupo, misterioso. S’emozziona, è violento e fascinoso.Le cose l’arimanna, poi se spiccia. Se te sfaciola bene, se no… ciccia! Più che de te, lui de sé è geloso. S’adombra, è ironico e satanico. Er zesso? Sii!… ma quanno vòle lui: scopa e cortello li vò d’ar manico. Capisce ar volo li perchè e i percui. È sua la vennetta, non er panico. S’ammala ai posti delicati e bui.
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SAGITTARIO Vòle la libbertà, è inzofferente. Ner matrimonio vede ’na gran cappa. S’annoja, s’ha da mòve, pija e scappa, prescioloso, frenetico, impazziente Magna la frutta quann’ancora allappa. Caciarone, simpatico, imprudente, finché a scola fa sega e nun za gnente però quarche diploma se lo strappa e doppo studia inz’ina quanno è vecchio. È sbafatore, ingenuo, puttaniere, ama viaggià, riduce l’auto un zecchio. Pè restà in forma s’osserva ne lo specchio è giovane sportivo de mestiere finché céde de cianca e poi d’orecchio. CAPRICORNO È un taccagno! Tre pigne ’na tenaja. Tosto, tetro, riservato e muto sale solo, e nun je serve ajuto. Si c’è tropea, sarichiude e scaja, che sa puro campà de pane e sputo. Ma mira arto e de rado sbaja: ccià un’ironia che spella e taja e nell’affari ccià cervello e fiuto e prima o doppo ariva dove vòle. Si evoluto, po’ diventà un zantone, ma si tira ar quatrino, ar post’ar zole allora te diventa Paperone! È stitico e lo scheletro je dòle ma da stravecchio po’ campà benone! ACQUARIO Conta solo er domani, pè l’Acquario. Fanatico de scienza e fantascienza, razzionale, ribbelle libertario nun pòi prévede mai come la penza. Idealista, sur protestatario, nun zopporta famija, ne fa senza, preferisce l’amico. Umanitario, je piace er nòvo e l’indipennènza. Spesso veggetariano e salutista, parla d’ecologgia, d’omeopatia, schifirtoso, un pò snobbe e opportunista te s’appoggia cò tanta simpatia, ma de quello che vò te fa la lista. Soffre de vene e inciampa pe’ la via. PESCI Sensibbile, svagato, indifferente più che casinista è caotico anche ne l’amore, ch’è romantico ma cornifica come fusse gnente. Dorce gentile, debbole e pazziente er dicide j’arimane ostico fenisce a buttà sul filosofico. Chiacchera troppo oppure nun ze sente. Capisce l’antri e spesso ce s’appena, s’adatta a tutto, è semplice e ntuisce nun pò vedè chi letica e chi mena; scappa, se dà, vò le cose lisce. Si beve, beve e fuma e nun ze frena. Pè le fette è un macello: ce patisce.
CASSANDRE E … VESPE Sul “SOLE 24 ore di domenica 1 maggio è comparso il consueto trafiletto “VESPE” che si diverte a pungere amabilmente qualche noto personaggio alla ribalta.
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In quest’occasione è toccata alla brava scrittrice Sandra Patrignani (es. “Care presenze”) che tiene una rubrica astrologica su Panorama col simpatico pseudonimo di CasSandra. Il “vespaiolo” prende in giro l’eccesso di cultura della scrittrice come potete rilevare dal testo, invitandola alla semplicità di Linda Wolf. Fra l’altro la cultura di CasSandra è di tutto rispetto: per es. pochissimi cultori di musica conoscono lo struggente e splendido valzer-jazz di Sciostakovich. Perciò ci viene il triste sospetto che tutto il nostro lavoro di rendere più culturale l’Astrologia non solo non sia apprezzato, ma addirittura che generi irritazione; il “vespaiolo” – interpretando l’opinione comune – sembra augurarsi che torni appannaggio di brave massaie, possibilmente prive di cultura, che deve essere riservata a forme ben più nobili del sapere. È il consueto problema dei luoghi comuni consolidati, inestirpabili e soprattutto del fastidio di dover cambiare un’etichetta comodamente archiviata nella nostra memoria. Rock Hudson è quello “così” che si è beccato l’AIDS, urta sapere che era un profondo conoscitore e cultore di musica classica e di arte; gli alchimisti sono quelli che si illudono di trasformare il piombo in oro; l’omeopatia usa medicinali così diluiti che praticamente non ne resta neppure una molecola, ecc. ecc.; ogni tentativo di spiegazione contraria viene allontanato con fastidio. Diceva mia nonna “meglio esser ladri che aver la nomina”… e i luoghi comuni ne sono un equivalente. Però…
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Potrebbe anche essere che in fondo si veda l’Astrologo con una latente simpatia, per il suo candore, così come si trattano i bimbetti, che si ascoltano divertiti finchè dicono sciocchezze, ma che infastidiscono – o imbarazzano – se parlano troppo sul serio e la sanno più dei grandi… In fase di bozze abbiamo avuto modo di apprezzare proprio la Patrignani in una trasmissione – a quanto pare organizzata frettolosamente in sostituzione di un altra – di Bruno Vespa nel “Porta a porta” con tema l’astrologia e la proposta di legge che dovrebbe rendere edotti gli “ingenui” consumatori sul pericolo degli oroscopi, cosi’ come si fa sulle scatole di sigarette. Molti Soci si sono indignati, per la scelta degli interlocutori e l’inevitabile dialogo fra sordi; ma ripensandoci – forse senza volerlo – la RAI ci ha fatto un grosso favore, perchè gli oppositori erano veramente penosi, maleducati e ignoranti, mentre fra i difensori, oltre alla Giusy c’era una Laura Biagiotti, spettacolosa, vera grande signora e la nostra Sandra Patrignani che sembravano le uniche figure rispettabili della compagnia. Certamente il pubblico neutrale – se ha resistito a lungo – ha tifato per loro. Peccato che Branko abbia cercato ad ogni costo un approccio “conciliatore” ed esotericheggiante che qualcuno ha interpretato come sintomo di lacune tecniche. Per i nostri amici detrattori potremmo concludere: neppure il Papa ha ottenuto di scardinare il piacere di consultare le stelle, e volete riuscirci voi? E alla fine non sarà che si tratti di un latente dispetto per chi ha troppo successo? Se siamo in democrazia si proponga allora un altro (inutile) referendum consultivo: vedremo da che parte sta la maggioranza e chiuderemo l’argomento!…
PASSWORD PER ACCEDERE AI DATI NATALI: BEZZA in onore di questo grande e serio studioso italiano della nostra disciplina.
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CASA SESTA In che segno si trova oggi la luna Gabriele Ruscelli Le prove della validità dell’astrologia occidentale April Elliot Kent Approccio etnografico all’astrologia
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IN CHE SEGNO SI TROVA OGGI LA LUNA (formato Carta di credito) per il 2005
L.A. 139-620
Fotocopiare su cartoncino e ritagliare lungo i margini indi piegare secondo la linea verticale in centro
D. Valente - Milano - CIDA - Linguaggio Astrale n.139.
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Gabriele Ruscelli
LE PROVE DELLA VALIDITÀ DELL’ASTROLOGIA OCCIDENTALE
L.A. 139-679
Abbiamo prove veramente sicure che dimostrano l’esistenza di legami significativi fra particolari fenomeni astronomici e alcuni aspetti importanti della vita dell’uomo? Naturalmente, quando si cerca di rispondere a questa domanda la prima cosa a cui si pensa è l’astrologia. Chi è sinceramente interessato a questo problema non può evitare di prendere in considerazione questa millenaria disciplina. Infatti gli astrologi, da circa 4.000 anni, sostengono che esiste realmente una relazione molto profonda che lega il Macrocosmo al Microcosmo, cioè sono convinti che alcuni astri influenzino sensibilmente il carattere, il comportamento e la salute degli esseri umani. Quindi il quesito iniziale è direttamente collegato al problema della determinazione della validità dell’astrologia e alla valutazione dell’estensione e dei limiti di questa sua validità. Quasi tutti gli scienziati contemporanei affermano con sicurezza che l’astrologia non ha alcun valore. Però, in questo caso, fanno semplicemente delle affermazioni dogmatiche, infatti su tale argomento non hanno in mano delle prove sicure, cioè basate su accurate e rigorose indagini scientifiche. Spesso i nemici dell’astrologia ignorano persino i fondamenti di questa millenaria disciplina, oppure, nella migliore delle ipotesi, ne hanno una conoscenza molto superficiale e incompleta. La loro presa di posizione è completamente preconcetta ed è priva di argomenti scientificamente plausibili. Di solito i loro pregiudizi dipendono da una vecchia immagine stereotipata, che deriva da una lunghissima tradizione di polemiche antiastrologiche. Purtroppo, questi detrattori dell’astrologia, non si sono mai sforzati per cercare di acquisire una documentazione completa, seria e diretta su questa disciplina. Ciò si verifica perché considerano scontato che l’astrologia sia solo un miscuglio irrazionale di credulità infantili, di regole arbitrarie e di antiche superstizioni.
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Argomento
Quindi ritengono che non valga la pena di perdere il loro tempo per approfondire le loro conoscenze su questo argomento. Incredibilmente, moltissimi avversari dell’astrologia continuano ancora ad affermare che questa disciplina non ha alcuna validità perché la Precessione degli Equinozi ha provocato lo spostamento dei segni zodiacali. In realtà, questa affermazione non ha fondamenti né storici né teorici, e dimostra solamente l’incompetenza di questi denigratori dell’astrologia, che continuano a confondere due sistemi di riferimento completamente diversi: lo Zodiaco Tropico e lo Zodiaco Siderale. Innanzitutto, l’astrologia occidentale si basa principalmente sull’influenza dei più importanti corpi celesti del sistema solare, e solo secondariamente sui segni zodiacali tropici. Comunque, è sufficiente conoscere pochissime ed elementari nozioni di astronomia per capire che la Precessione degli Equinozi, responsabile della retrogradazione del punto Gamma, non comporta alcun tipo di problema per l’astrologia occidentale. Infatti, il punto Gamma si sposta rispetto alle costellazioni, ma rimane assolutamente fisso rispetto ai segni zodiacali tropici. Nel VI secolo a. C., gli antichi astrologi babilonesi inventarono lo Zodiaco Siderale, raggruppando in dodici costellazioni le stelle che si vedevano in quella fascia del cielo lungo la quale si spostavano il Sole, la Luna e i pianeti. Suddivisero tale fascia zodiacale in dodici settori di uguale ampiezza, usando come punti di riferimento due stelle molto luminose, vicine all’Eclittica: Aldebaran, che si trovava al centro della costellazione del Toro e Antares, al centro della costellazione dello Scorpione. Nacquero in questo modo i segni zodiacali siderali, e le molteplici discipline astrologiche orientali continuano a basarsi, essenzialmente, su questo sistema di riferimento. Nel 128 a. C., il più grande astronomo dell’era precristiana, Ipparco da Nicea (194-120 a. C.) scoprì la Precessione degli Equinozi, quindi, per evitare i problemi derivanti da questo fenomeno, sostituì lo Zodiaco Siderale dei babilonesi con lo Zodiaco Tropico, che, diversamente dal primo, dipende unicamente dall’orbita apparente del Sole ed è completamente svincolato dalle costellazioni. Lo zodiaco di Ipparco è una suddivisione del cerchio dell’Eclittica in dodici archi uguali, di trenta gradi, che ha come riferimenti i punti Gamma e Omega, cioè i due punti d’intersezione dell’Eclittica con l’Equatore Celeste. Nel II secolo d. C., Claudio Tolomeo (100-178 d. C.) ritenne estremamente valido lo Zodiaco Tropico ideato da Ipparco, e da quell’epoca tutti gli astrologi occidentali continuano a considerarlo, giustamente, il sistema di riferimento più importante per seguire i movimenti dei corpi celesti. Le costellazioni sono completamente arbitrarie, infatti si tratta di gruppi apparenti e casuali di stelle lontanissime dalla Terra, e anche molto lontane fra di loro, aventi ognuna un’estensione molto diversa e variabile nel tempo. Per esempio, attualmente la costellazione della Vergine ha un’estensione di ben quarantasei gradi di longitudine eclittica, mentre la costellazione dello Scorpione si estende solo per sette gradi.
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Inoltre, nella nostra epoca, le costellazioni zodiacali sono diventate tredici, infatti, rispetto ai tempi degli antichi babilonesi, la costellazione di Ofiuco e l’Eclittica si sono avvicinate. Naturalmente, noi vediamo queste stelle come gruppi omogenei semplicemente a causa della nostra percezione bidimensionale dello spazio. Infine, tutte le antiche civiltà, secondo la loro fervida immaginazione, hanno rag-gruppato queste stelle zodiacali in modi diversi, tali da vedervi immagini relative alle loro leggende e mitologie, quindi hanno assegnato alle costellazioni nomi diversi. Perciò, questi gruppi di stelle non hanno alcun significato, e la loro influenza sugli esseri umani è sicuramente uguale a zero, quindi non ha senso basarsi su di esse nell’elaborazione di un valido sistema di riferimento astrologico. I segni zodiacali tropici, invece, non hanno nulla di arbitrario, anzi sono ricchissimi di significati, alcuni molto conosciuti ed altri non ancora completamente indagati. Il più noto ed evidente di questi significati è legato al ciclo delle stagioni, scandito dagli equinozi e dai solstizi. Infatti, il 21 marzo, quando il Sole transita nel punto Gamma dell’eclittica, entra nel primo grado del segno tropico dell’Ariete e sulla Terra inizia la stagione primaverile. Invece, il 23 settembre, quando il Sole si trova nel punto Omega dell’eclittica, entra nel primo grado del segno tropico della Bilancia e questo comporta l’inizio della stagione autunnale. Quindi i passaggi del Sole nei vari segni zodiacali tropici sono legati alle condizioni meteorologiche e climatiche terrestri, e queste influenzano sensibilmente la salute psico-fisica dell’uomo. Ma la vera natura del legame fra segni zodiacali tropici ed esseri umani è molto più profonda e poco conosciuta. Il transito del Sole lungo l’eclittica esercita il suo più potente influsso sull’uomo in una maniera molto più sottile e sofisticata, rispetto alle ben note influenze meteorologiche. Infatti, mentre la Terra si muove lungo la sua orbita attorno al Sole, le interazioni fra il vento solare e la magnetosfera terrestre modificano sensibilmente alcuni parametri del campo magnetico che si percepisce sulla superficie del nostro pianeta, e queste variazioni influenzano le condizioni psicologiche e fisiche degli esseri umani. Le interazioni citate dipendono, oltre che dall’intensità mutevole dell’attività solare, anche dalle variazioni di alcuni elementi dell’orbita terrestre, che avvengono ogni giorno, durante il transito apparente del Sole nei vari segni zodiacali tropici. Alcuni dei parametri astronomici che mutano sono i seguenti: la distanza Terra-Sole, la velocità della Terra, l’inclinazione dell’asse terrestre rispetto al Sole e la direzione del movimento spiraliforme della Terra. Se consideriamo questo movimento elicoidale, all’equinozio di primavera il nostro pianeta si muove lungo il suo piano equatoriale alla velocità di 45 chilometri al secondo, mentre all’equinozio d’autunno si muove lungo il suo asse, con il polo Nord rivolto in avanti, alla velocità di 24 chilometri al secondo.
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Siccome la Terra è dotata di una magnetosfera considerevole, queste notevoli variazioni di direzione e di velocità, rispetto alle linee di forza dei campi magnetici interplanetario e galattico, comportano variazioni del campo geomagnetico. Esistono varie prove scientifiche dell’influenza astrologica del passaggio solare lungo i dodici segni zodiacali tropici. Una di queste è stata fornita nel 1978 da uno studio molto rigoroso compiuto da uno dei maggiori psicologi del Novecento, direttore del dipartimento di psicologia dell’Università di Londra: Hans Eysenck (1916-1997). In questo studio 2.324 persone compilarono alcuni questionari che permisero di valutare l’intensità dei due elementi principali della loro personalità: l’estroversione e l’emotività. In seguito questi fattori psicologici vennero confrontati con i segni zodiacali solari di nascita dei soggetti esaminati. Per quanto riguarda l’estroversione, i risultati furono esattamente quelli previsti dalla teoria astrologica tradizionale: i segni di Fuoco e i segni d’Aria risultarono più estro-versi della media, mentre i segni di Terra e d’Acqua risultarono introversi. Per quanto concerne l’emotività, i risultati confermarono che i segni d’Acqua sono quelli più emotivi, e differirono dalla tradizione solo perché l’Ariete ottenne un punteggio un po’ troppo elevato. Altre prove derivano dalle numerose ricerche statistiche sull’ereditarietà astrale, compiute da Ciro Discepolo e Luigi Miele. Una di queste ricerche, realizzata nel 1991, si basa su un campione di 8.219 date e ore di nascita di genitori e figli, ed è stata confermata da uno studio successivo basato su 3.972 casi. Questi studi hanno dimostrato che i figli nascono, più frequentemente della media, con il segno zodiacale ascendente uguale al segno zodiacale solare del padre. La metodologia seguita dai due astrologi è stata molto rigorosa, infatti è stata giudicata corretta dal prof. Luigi D’Ambra e dal dott. Francesco Mola, docenti del Dipartimento di Statistica dell’Università di Napoli. Quindi non vi possono essere dubbi sull’influenza dei segni zodiacali tropici, però è anche vero che non bisogna mai smettere di ricercare nuove correlazioni. Un settore molto promettente per studi di questo tipo è costituito dalle indagini per determinare il legame fra date di nascita e schizofrenia. Di questa malattia psichiatrica esistono due sottotipi. Il primo è la schizofrenia negativa, che è definita dai seguenti sintomi: incapacità di provare piacere, mancanza d’interesse per la socializzazione, problemi di linguaggio, scarso contatto visivo, mancanza di risposte emozionali e apatia. Il secondo sottotipo è la schizofrenia positiva, che è caratterizzata dalla paranoia e da un decorso della malattia più benigno. Diversi studi statistici, basati su decine di migliaia di casi, hanno dimostrato, senza ombra di dubbio, che i malati di schizofrenia positiva nascono, più frequentemente della media, nei mesi invernali, in particolare in febbraio e marzo.
Argomento
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Questi studi sono stati compiuti da molti ricercatori, per esempio: da Tramer nel 1929, da Barry nel 1961, da Dalen nel 1968, da Hare nel 1975 e da Parker nel 1976. Molto più recentemente, nel numero di ottobre 2004 della rivista “Archives of General Psychiatry”, Erick Messias della Johns Hopkins University di Baltimora, ha descritto i risultati di uno studio basato su 1.594 malati, di sei nazioni dell’emisfero settentrionale. L’analisi statistica dei dati ha dimostrato l’esistenza di un’associazione significativa fra la schizofrenia negativa e la nascita nei mesi estivi, in particolare in giugno e luglio. Tutte queste ricerche sono state compiute da psichiatri e psicologi, che hanno esaminato solo i mesi di nascita, quindi andrebbero replicati da astrologi, per controllare se esiste una correlazione con i segni zodiacali tropici, in particolare con i segni dei Pesci e del Cancro. Oltre alle ricerche sull’influenza dei segni zodiacali tropici, esistono studi molto seri, basati su metodologie di ricerca impeccabili, che forniscono prove a sostegno della connessione fra la vita umana ed i più importanti corpi celesti del sistema solare. Alcune di queste verifiche sono particolarmente interessanti, poiché sono state effettuate proprio da ricercatori che non credevano nell’astrologia e che volevano dimostrarne la sua completa infondatezza. Altre ricerche, invece, sono state compiute da astrologi, oppure da scienziati che non erano pregiudizialmente ostili all’astrologia, ma che volevano controllare se c’è qualcosa di vero in questa millenaria disciplina. In ogni caso, tutti questi ricercatori hanno studiato i fenomeni astrologici con metodi rigorosi e in modo obiettivo, eseguendo esperimenti di stampo galileiano, cioè ripro-ducibili da qualunque scienziato che fosse seriamente interessato a studiare questo tipo di fenomeni. Alcune delle scoperte effettuate in questo campo sono state replicate e confermate da altri studiosi, e hanno consentito la nascita di nuovi settori della ricerca scientifica, uno di questi è il Biogeomagnetismo. Questa promettente e affascinante branca della geofisica si occupa, fra l’altro, dello studio dell’influenza, sui sistemi biologici terrestri, delle interazioni del vento solare con la magnetosfera e con la ionosfera. Queste interazioni traggono la loro energia dai potenti flussi di elettroni e protoni provenienti dal Sole e dai campi magnetici congelati in questi flussi, e generano molti fenomeni che sono in grado d’influenzare le condizioni psicofisiche degli esseri umani. Per esempio provocano variazioni, sia regolari che irregolari, nel campo geomagnetico e nello stato di ionizzazione dell’aria, inoltre producono onde elettromagnetiche della banda ULF (Ultra Low Frequency). Attualmente gli esperti di biogeomagnetismo stanno studiando con particolare interesse la zona di atmosfera che si trova fra la superficie terrestre e l’inizio della iono-sfera, dove si avvertono le micropulsazioni geomagnetiche, che sono oscillazioni regolari e persistenti del campo magnetico terrestre, aventi frequenze comprese fra 0,001 Hertz e 30 Hertz, e quindi rientranti nella banda elettromagnetica ULF.
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Argomento
Queste onde sono generate dall’interazione del vento solare con la magnetosfera terrestre e sono modulate dalle onde magnetiche prodotte dalle variazioni delle correnti elettriche che si verificano nella ionosfera. A loro volta, le correnti elettriche ionosferiche sono influenzate dalle forze gravitazionali del Sole, della Luna e anche dei pianeti più massicci e più vicini alla Terra. Naturalmente le forze gravitazionali planetarie sono estremamente deboli, quindi da sole non potrebbero provocare alcun effetto significativo, però esiste un meccanismo di risonanza magnetica in grado di amplificarle. Questo meccanismo è stato chiarito nei minimi particolari dall’astrofisico inglese Percy Seymour nei suoi libri: “Astrologia: evidenza di scienza” del 1990 e “La prova scientifica dell’astrologia” del 2004. Seymour insegna astronomia all’Università di Plymouth, e la sua teoria della Riso-nanza Magnetica di Marea si serve semplicemente delle conoscenze scientifiche attuali, senza invocare l’esistenza di nuove forme di energia o di particelle elementari esotiche, inoltre è stata formulata in termini rigorosamente matematici, quindi rientra già nel campo della scienza. Inoltre esistono anche altri meccanismi, indipendenti dalle forze gravitazionali, che sono in grado di spiegare l’influenza di alcuni pianeti sulle correnti elettriche della ionosfera terrestre e sulle onde ULF. Per esempio, ogni volta che Giove si trova in opposizione rispetto al Sole, cioè ogni 399 giorni, il campo magnetico interplanetario unisce i campi magnetici della Terra e di Giove, ed i potenti flussi di elettroni ad alta energia che sfuggono dalla magnetosfera gioviana raggiungono la nostra ionosfera. Questa scoperta fu effettuata dalla sonda americana Pioneer 11, che sorvolò Giove nel 1974, ed è descritta sul numero 91 di marzo 1976 della rivista “Le scienze”. Un altro fenomeno importante che potrebbe spiegare, in parte, l’influenza astro-logica dei pianeti consiste nelle radioemissioni planetarie. Infatti, tutti i pianeti, ad eccezione di Plutone, emettono onde radio che raggiungono la superficie del nostro pianeta e che sono in grado d’interferire con le onde elettromagnetiche della banda ULF, generate nella zona bassa della nostra atmosfera. Le onde ULF costituiscono il fondo elettromagnetico naturale del nostro pianeta e hanno sempre accompagnato e influenzato gli esseri umani, durante i 170.000 anni di evoluzione dell’Homo Sapiens, condizionandone i ritmi biologici, collegati ai processi di secrezione ormonale e di trasmissione degli impulsi nervosi. Molte di queste onde elettromagnetiche hanno le stesse frequenze delle onde cerebrali umane, quindi vengono percepite, inconsciamente, dal nostro cervello. Infatti, le onde cerebrali Delta hanno frequenze che vanno da 0,5 a 4 Hz, e sono associate al sonno profondo, senza sogni. Le frequenze delle onde Theta sono comprese fra 4 e 7 Hz, e sono tipiche della fase REM del sonno, cioè quella in cui si sogna.
Argomento
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Le onde Alfa vanno da 7 a 14 Hz e sono associate al rilassamento psico-fisico e al pensiero intuitivo-creativo. Infine, le frequenze delle onde Beta sono comprese fra 14 e 30 Hz, sono generate durante le normali attività della veglia e corrispondono al pensiero logico-razionale. Le onde ULF predominanti nella bassa atmosfera hanno frequenze di circa 8 Hz, perciò sono sintonizzate con le onde cerebrali Alfa. Quindi, quando generiamo onde Alfa, entriamo in risonanza con le onde fonda-mentali del nostro pianeta, e questo ci fa sentire meglio: aumentiamo la calma, la consapevolezza interiore, l’intuito, il coordinamento mentale e l’integrazione mente-corpo. Come ho già detto, le interazioni fra le onde elettromagnetiche di origine cosmica e le onde ULF producono una modulazione di queste ultime. Quindi le onde ULF trasportano segnali provenienti dal Sole, dalla Luna e da quasi tutti i pianeti, e il cervello dei soggetti geneticamente predisposti è in grado di riceverli e può subire la loro influenza. Questi segnali cosmici possono influenzare significativamente le condizioni fisiologiche e patologiche del sistema nervoso di alcune categorie di soggetti. In particolare è stato dimostrato, da vari ricercatori, che il loro influsso può provocare: nervosismo, disattenzione, riduzione della velocità di reazione e tendenza a subire incidenti. Alcuni degli scienziati che hanno fatto queste scoperte sono: Martini e Reiter (in Germania nel 1952), Friedman, Becker e Bachman (negli Stati Uniti nel 1963) e Podshibyakin (in Russia nel 1968). Anche le complesse interazioni fra il vento solare, la magnetosfera e la ionosfera terrestre, producono fenomeni che sono in grado di influenzare le condizioni di salute degli uomini. Infatti queste interazioni generano variazioni nell’intensità del campo geomagnetico e nello stato di ionizzazione dell’aria, nella zona più bassa dell’atmosfera. Esistono molte prove che queste variazioni influenzano il sistema cardiovascolare. Queste prove sono state fornite da numerosi studi scientifici pubblicati da medici, geofisici e astrofisici. Per esempio, per quanto riguarda la correlazione fra infarti del miocardio e aumento dell’attività solare, esistono gli studi dei seguenti ricercatori: Faurè, Sardou e Vallot (Francia, 1935), Dull (Germania, 1936), Poumailloux e Viart (Francia, 1959), Romensky (Russia, 1960), Malin e Srivastava (India, 1979). Lo studio più importante è proprio quest’ultimo. Malin e Srivastava esaminarono 5.000 casi di ricoveri in ospedale per infarti cardiaci, in un periodo di sei anni, dal gennaio del 1967 al dicembre del 1972. Confrontarono il numero di infarti cardiaci con l’indice giornaliero dell’attività geomagnetica, che dipende strettamente dal numero delle macchie solari e dall’intensità delle interazioni del vento solare con la magnetosfera. Ottennero dei risultati altamente significativi, infatti gli indici di correlazione sta-tistica osservati variavano da 0,4 a 0,8.
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In particolare osservarono che nei giorni in cui l’indice geomagnetico aumentava del 14% il numero degli infarti cardiaci aumentava del 30%. Inoltre va ricordato che il famoso ematologo giapponese Maki Takata, nel 1951, ha dimostrato che quando l’attività solare è molto intensa si verifica una maggiore tendenza alla coagulazione del sangue. Naturalmente questo potrebbe spiegare perché si verifica un aumento degli infarti cardiaci. Infine, un altro ematologo, il sovietico Schultz, nel 1960 ha scoperto che esiste una correlazione altamente significativa fra il numero di macchie solari e il numero di casi di linfocitosi, che è una patologia del sangue provocata da un eccesso di globuli bianchi. Lo scienziato che ha compiuto il maggior numero di studi rigorosi per controllare la fondatezza delle antiche teorie astrologiche è stato lo psicologo francese Michel Gauquelin (1928-1991). In circa quarant’anni di intenso e duro lavoro ha effettuato tre scoperte molto im-portanti per l’astrologia scientifica. La sua prima scoperta deriva da una ricerca statistica basata su 16.000 date e ore di nascita di personaggi famosi e 11.000 di persone comuni. Si può sintetizzare in questo modo: esiste una relazione statisticamente significativa fra la futura professione del neonato e la levata e la culminazione superiore della Luna, di Marte, di Giove e di Saturno, nel momento della sua nascita. La sua seconda scoperta è basata su 25.000 date e ore di nascita di genitori e dei rispettivi figli. Consiste in questo: se un bambino nasce mentre la Luna, o Venere, o Marte, o Giove, o Saturno, stanno sorgendo o culminando, spesso i loro genitori avevano gli stessi astri nelle stesse posizioni natali. Quindi la sensibilità cosmica fa parte del patrimonio genetico ereditario. È interessante notare che questo effetto di ereditarietà astrale si manifesta solo se il parto è naturale, ed è più evidente nei giorni in cui le perturbazioni geomagnetiche naturali sono più intense. La terza scoperta deriva dall’analisi statistica delle biografie dei 16.000 personaggi famosi esaminati nella sua prima indagine. Gauquelin eseguì questo studio per determinare il carattere di questi personaggi e controllare se esisteva un legame fra questo carattere e il loro astro dominante. I suoi risultati si possono riassumere in questo modo: quando una persona nasce mentre uno dei cinque astri citati sta sorgendo o culminando, spesso il suo carattere corrisponde a quello che la tradizione astrologica attribuisce all’astro in esame. Per spiegare questi strani fenomeni da lui scoperti, Gauquelin ha ipotizzato che il neonato, in base alla sua specifica costituzione genetica, tende a nascere nel momento in cui riceve un particolare segnale fisico da uno dei cinque astri citati. Quindi la posizione particolare dell’astro farebbe scattare la nascita, ma non cambierebbe nulla nel patrimonio genetico del neonato, che è il vero responsabile del suo carattere.
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Nel libro “Astrologia-astronomia e salute” ho divulgato i risultati più interessanti di una mia ricerca statistica, che ho compiuto nel corso del 2002. Questo studio si basa sulle date di nascita e di morte di 30.328 persone, nate quasi in ogni parte del mondo, nel periodo che va dal 1300 al 1960. In estrema sintesi, i risultati principali che ho ottenuto sono i seguenti: in un numero di casi statisticamente significativo, la morte naturale si verifica quando determinati astri assumono posizioni relative o distanze angolari, uguali o simili a quelle della nascita. Inoltre ho osservato che la durata naturale della vita umana spesso è un multiplo del periodo di rivoluzione di alcuni astri. I corpi celesti che ho esaminato sono esclusivamente quelli considerati dall’astrologia antica: il Sole, la Luna, Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno. Il risultato più eclatante è stato osservato esaminando il periodo di rivoluzione tropica del Sole, cioè 365,2422 giorni. In questo caso il valore dello scarto standardizzato, nel test Z ad una coda, è stato 4,49, che corrisponde a circa 4 probabilità su un milione che il fenomeno sia casuale, quindi il livello di fiducia si può considerare uguale al 100 %. In parole povere, questo significa che la morte naturale tende a verificarsi, più spesso del normale, in prossimità del compleanno. Questi risultati confermano ed aumentano la validità dei numerosi studi statistici che avevo compiuto nel periodo di sedici anni che va dal 1984 al 2000, e che si basavano su decine di campioni aventi dimensioni variabili da 7.000 a 27.500 casi. Alcune di queste ricerche sono state pubblicate sui numeri 59, 63 e 69 di “Linguaggio astrale”, oltre che negli Atti del Convegno Studi di Parma del 1986. Tutte le scoperte di cui ho trattato finora, oltre ad essere in parziale accordo con antiche teorie astrologiche, si possono anche spiegare scientificamente con la teoria di Percy Seymour, oppure con le ipotesi avanzate recentemente nel campo del Bio-geomagnetismo. Però, esistono anche scoperte di altri ricercatori astrologici che, per il momento, non sono inquadrabili nemmeno nei più recenti campi d’indagine delle discipline scientifiche più moderne, quindi sono attualmente inspiegabili. Comunque sono sempre il risultato dell’applicazione corretta del metodo sperimentale, quindi sono fatti reali, e come tali non possono essere ignorati. Non si possono negare o nascondere fatti concreti e ben documentati, solo perché sono in contrasto con le attuali e provvisorie teorie della scienza ufficiale. Gli scienziati dovrebbero almeno riconoscere la loro esistenza, nell’attesa di fornire una spiegazione convincente.
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Argomento
April Elliot Kent
APPROCCIO ETNOGRAFICO ALL’ASTROLOGIA TRADUZIONE E SINTESI DI ANGELA CASTELLO
L.A. 139-680
Gli astrologi, quando scrivono, si mostrano spesso distaccati e professionali, parlano un linguaggio che esclude la comprensione della gente comune la quale, perciò, potrebbe essere portata ad immaginarli come intelligenze disincarnate fornite di mani da utilizzare sulla tastiera di un computer. Infatti, leggendo i manuali astrologici standard (ma credo questo rispecchi più la realtà americana che la nostra europea ed italiana. N.d.t.) si può essere indotti a credere che l’astrologia sia qualcosa di completamente separata dalla realtà. Per esempio, su uno dei tanti manuali in circolazione si legge: “Venere in 3ª significa che siete attaccati visceralmente alla vostra auto”, e chi siete voi per contestare questa affermazione? Ma quando Venere di transito entra nella vostra 3ª, vi accorgete che la vostra macchina non vi ispira una particolare passione – invece, forse, vi trovate ad aiutare un vicino a dipingere la casa. Sarebbe interessante sapere la vostra storia in proposito con tutti i voluttuosi dettagli che Venere è in grado di suggerire. Che cosa avete provato nel lavorare fianco a fianco? Che odore aveva la vernice? Quale colore avete usato? Venere è anche in opposizione a Plutone: per caso le grondaie sono state attaccate dalle voraci termiti? I lettori di testi e articoli astrologici probabilmente stanno appena imparando l’alfabeto e le parole-chiave dell’astrologia, anche se hanno gli scaffali pieni di testi astrologici. In realtà, hanno bisogno di libri che li aiutino ad esplorare e analizzare astrologicamente la loro vita. Riferirsi solo a ipotesi e tradizioni, fare ricerche storiche come Robert Hand col suo Proget Hindsight o statistiche come Gauquelin è sicuramente significativo ma qualche volta può diventare dannoso per la nostra materia. Le ricerche devono avere un significato per tutti, e l’unica cosa che tutti hanno sempre a disposizione è la propria vita. Che dire di quelli che sonnecchiavano a scuola durante le ore di matematica, o venivano bocciati in storia, o diventavano sordi per schivare le ore di statistica? Non si può separare artificialmente l’astrologia dalla vita. Perciò, gli astrologi dovrebbero incominciare a parlare in prima persona, ed avere il coraggio di usare il pronome “Io” perché attraverso la loro vita spiegata astrologicamente tutti potrebbero riconoscere la propria.
Argomento
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Per colmare questo vuoto, l’autrice ha incominciato ad introdurre una dimensione colloquiale nei bollettini da lei inviati periodicamente ai clienti, cercando di spiegare i principi astrologici applicati alla sua quotidianità. Scriveva, cioè, quello che lei stessa avrebbe voluto leggere. Per esempio, una volta ha messo a confronto il transito di Marte quadrato a Mercurio, visto da un astrologo reperito sul Web site e visto da lei stessa. Ecco il transito spiegato professionalmente: Attenti a ciò che dite se avete aspetti conflittuali (congiunzione, quadrato, e opposizione)! Questa è una buona combinazione se dovete fare un importante dibattito e presentare con forza il vostro punto di vista. Il problema è che a Marte non importa se la discussione è importante o meno. Potreste facilmente trovarvi coinvolti in dispute di poco conto che diventano rapidamente dibattiti violenti. Ecco invece la sua versione, scritta nel giorno in cui Marte di transito quadrava il suo Mercurio natale: Marte ha fatto il suo ingresso in Scorpione la scorsa settimana ed ora è in quadrato col mio Mercurio natale… e naturalmente, ho incominciato la giornata lanciandomi in una accesa discussione dopo aver letto un messaggio che ho rilevato da un sito dove io non mi lascio andare quasi mai a commenti. Mi sentivo terribilmente frustrata e incompresa. Oh Dio, quando imparerò a controllare i transiti prima di incominciare a sbottare contro qualcuno? Gli entusiastici feedback ricevuti l’hanno convinta che raccontare storie di vita vissuta era istruttivo sia per i suoi lettori sia per se stessa. In seguito, la Kent ebbe la fortuna di studiare etnografia, e questo l’aiutò ad avere una prospettiva diversa come scrittrice astrologica. L’etnografia (letteralmente:graphy = scrivere + ethno = cultura) è un metodo di ricerca sociale che si basa su osservazioni ravvicinate ed accurate descrizioni della vita quotidiana di una determinata cultura Gli auto-etnografi vanno un passo più in là. Essi non solo osservano una cultura ma vi partecipano, e ciò che scrivono riflette non solo ciò che vedono ma anche ciò che pensano e sentono al riguardo. Mentre la maggioranza degli etnografi (e degli astrologi) pensa di catturare la realtà mantenendo un certo distacco dal soggetto, gli auto-etnografi pensano esattamente il contrario. Questa tecnica di approccio, che si esprime con storie personali, dà la possibilità alle minoranze di farsi udire. Anche gli astrologi rappresentano una minoranza nella cultura. Ecco perché dobbiamo far udire le nostre storie: la storia di quello che accade quando Saturno ritorna alla sua posizione natale, la storia del Plutone di transito su un punto importante del nostro oroscopo, la storia della nostra rivoluzione solare oppure di ciò che mostrava la nostra carta natale quando abbiamo incontrato il nostro amore. Però, raccontare una vera storia implica non soltanto dettagli e introspezione ma anche un contesto. L’abilità di trovare l’elemento universale in una storia individuale – la etno- o cultura condivisa – fa diventare un racconto emotivamente coinvolgente per il lettore, un vero atto di comunicazione. La chiave per avvicinarsi all’astrologia con occhio etnografico si basa su alcuni elementi fondamentali:
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Argomento
L’astrologia etnografica deve essere radicata su una solida tradizione astrologica (cioè conoscenza appropriata di simboli, linguaggio e principi) Per quanto possibile, bisogna essere accurati nei dettagli e scrivere con scrupolosa onestà su ciò che accade e come viene da noi percepito. Sembra semplice ma è invece sorprendentemente difficile, e richiede un grande coraggio. In qualità di astrologi, siamo abituati ad assumere l’atteggiamento di persone che sono al di là degli interessi e delle emozioni di questo mondo, e ci piace giocare il ruolo del guru. Non è facile rinunciare a tale ruolo e presentarsi come persone normali. Ma, se siamo onesti, risulteremo certamente interessanti. Infine, dobbiamo amare l’astrologia e meravigliarci sempre, ed ogni volta di più, della sua costante presenza nelle circostanze più insignificanti e banali. La maggior parte del nostro quotidiano è fatta di questi momenti-transiti fugaci ed irritanti di Marte piuttosto che di quelli interminabili e pesanti di Plutone. Certo, nessuna interpretazione astrologica può essere completamente significativa per tutti e in tutti i tempi. Non ci sono riusciti gli antichi né siamo in grado di farlo noi. Però possiamo presentare un’analisi il più possibile sincera e dettagliata delle nostre esperienze astrologiche. Forse, aggiunge l’autrice, si tratta soltanto del suo Sole leonino che rema furiosamente in controtendenza rispetto al pensiero scientifico-quantitativo dell’Aquario, ma lei è convinta che un contributo individualizzato sia di grande valore. In fondo, se ognuno di noi è un prisma che cattura la luce allora il suo riflesso brilla diffondendosi in tutte le direzioni. Noi astrologi ci troviamo in una posizione privilegiata per osservare la vita. Impegnandoci in un approccio etnografico all’astrologia, siamo invitati a partecipare al viaggio astrologico insieme ai nostri lettori e clienti invece di osservarlo soltanto, abbracciando così la nostra umanità invece di rimanerne distaccati come interpreti onniscienti dei testi. Forse il più grande contributo che possiamo dare all’astrologia è semplicemente quello di scrivere su di essa onestamente, con entusiasmo, e basandoci sulla nostre personali esperienze. Nota della traduttrice. Riflettendo su questo articolo, mi sono chiesta cosa volesse dire in questi giorni il transito di parecchi pianeti in convergenza sul mio Mercurio di nascita in Gemelli/2ª. Mi aspettavo grandi cose. In realtà, si è trattato semplicemente di un improvviso rinnovato interesse per i miei risparmi (2ª analoga del Toro/averi) – da tempo ignorati – che ho poi provveduto a spostare (Mercurio movimento) da un Fondo ad un altro (Mercurio in 2ª/Banca). (da The Astrological, “I”, Putting the Self Back in Astrology, in The Mountain Astrologer, n.120, Aprile/Maggio 2005)
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CASA OTTAVA Angela La Fortezza La grande onda: riflessioni sparse
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Argomento
Angela La Fortezza
LA GRANDE ONDA: RIFLESSIONI SPARSE
L.A. 139-810
«La conoscenza appartiene al passato, la saggezza al futuro». Vernon Cooper
Argomento
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Indicatori astrologici di un sisma Per un’attenta disamina dello tsunami indonesiano si è dovuto, preliminarmente, procedere ad effettuare l’analisi di temi natali di numerosi eventi analoghi (terremoti, tsunami, eruzioni vulcaniche, etc.) verificatisi nel corso dell’ultimo secolo. Si è potuto così creare un database contenente 55 Carte di disastri naturali, selezionati in base ai seguenti criteri: 1. una magnitudo > 6.0; 2. l’intensità dell’evento - ossia i suoi effetti sulle persone, le cose, il territorio - con particolare riferimento a fenomeni tellurici dall’elevata mortalità e che hanno prodotto danni visibili e considerevoli; 3. eterogeneità nella collocazione geografica, per avere uno sguardo d’insieme sull’intero Pianeta; 4. un arco temporale definito: l’ultimo secolo; 5. una precisa conoscenza delle coordinate astrologiche dell’evento, indispensabile per l’esatta redazione del tema natale. Dall’analisi comparata effettuata sono emerse le seguenti ridondanze astrologiche: I terremoti vengono annunciati da molteplici configurazioni astrologiche susseguentisi in un arco di tempo medio lungo intorno all’evento; configurazioni che occorre esaminare nella loro globalità per ricavare una panoramica chiara dell’accadimento. Spesso i terremoti seguono le eclissi (per l’85%) – in particolare quelle di Sole ( per il 59%) – ed in alcuni casi (in special modo gli tsunami) si verificano in concomitanza delle fasi di luna piena o nuova (per un totale del 25%). Emergono preponderanti taluni aspetti dinamici: – di Marte (rottura/violenza, distruttività/scatenatore di incidenti): quadrature (sfida e sforzo/provocazione/tensione) ad Urano (scatenatore di incidenti/scossa violenta ed improvvisa) che spesso emergono il fattore scatenante del terremoto e raffigurante la scossa sismica; opposizioni (conflitto/lacerazione) a Saturno (terra/crosta terrestre/contrazione/masse) generanti lo spostamento delle placche tettoniche e la conseguente rottura della faglia, a Giove (espansione del fenomeno), a Chirone così originando una profonda ed insanabile ferita alla crosta terrestre dal punto di vista geologico e un tracollo emotivo negli esseri umani coinvolti da quello psichico, a Mercurio (evocativo dell’effetto meccanico e della propagazione e trasmissione delle onde d’urto nonché della rapidità del fenomeno) ed a Plutone (trasformazione/mondo sotterraneo, governatore della casa della morte); – di Giove (espansione e crescita/fortuna/denaro): quadrature a Mercurio (diffusione del fenomeno ondulatorio) ed al Nodo Lunare (fattore destinico) e dunque anche con effetti rilevanti sulle economie delle aree colpite; opposizioni alla Luna, (quale amplificazione degli effetti lunari sull’evento: gravitazionali e/o psichici);
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Argomento
–
di Saturno (terra, crosta terrestre/contrazione/rinuncia/privazione/sacrificio): quadrature ad Urano delineanti la rottura improvvisa della faglia, quadrature ed opposizioni a Chirone (frattura/ferita inflitta agli strati rocciosi, alle faglie, alla crosta terrestre, al genere umano) con risvolti depressivi dal punto di vista materiale, sociale ed umano nei territori coinvolti; – di Urano (scatenatore di incidenti/scossa violenta ed improvvisa): congiunzioni a Nettuno (mare e liquidi/dilatazione); opposizioni a Chirone (squarcio violento, improvviso ed inatteso); – di Nettuno (mare e liquidi/dilatazione/confusione): quadrature ed opposizioni (o altri aspetti dissonanti) alla Luna così generando – oltre ad effetti sulle masse liquide e sulle maree – anche altri di ordine emotivo e di confusione notevoli sulle popolazioni colpite, unitamente a spinte solidaristiche e cooperative utili a dare il via all’opera di ricostruzione successiva; – di Lilith/Luna Nera: congiunzioni e quadrature a Mercurio; opposizioni a Plutone. Anche Lilith possiede una simbologia riguardante il ferimento, la privazione, il rimorso ed il pericolo. Vanno considerate, in particolar modo, quelle eclissi che cadono con quadrati a Marte, Giove, Saturno o Urano. Nella quasi totalità dei temi considerati vi sono numerosi pianeti maleficati, in particolare: Sole, Luna e pianeti esterni. Si scorgono, in molti casi, concomitanti aspetti complessi di differente natura: accanto agli armonici Grandi Trigoni, prevalentemente realizzantisi negli elementi Terra e Fuoco, si verificano Gran Croci e/o Quadrati a T, prevalentemente in segni cardinali (principio dell’azione) e/o contestuali combinazioni di Quadrati a T in segni fissi e mutevoli; questi ultimi probabilmente indicanti la necessità che ad una fase di concentrazione e condensazione dell’energia, debba seguire – in un breve lasso di tempo – un’altra di dispersione e diffusione dell’energia, oltre che probabilmente attestanti una considerevole durata nel tempo dei fenomeni. Si è notato che i terremoti avvengono con maggiore frequenza nella fascia oraria notturna (dalle ore 20.00 alle ore 08.00, per un 48%) rispetto alla fascia mattutina (dalle ore 08.00 alle ore 14.00, per un 27%) ed a quella pomeridiana (dalle ore 14.00 alle ore 20.00, per il rimanente 25%). Molti terremoti si verificano con Sole e Giove in collocazioni debilitanti: Sole in Aquario (26 %) e Giove in Gemelli o Vergine (28 %); la Luna prevalentemente in segni dignificanti: Cancro, Toro e Pesci (37 %); Marte, Giove, Saturno ed Urano nei segni del Toro e/o dello Scorpione. Si scorgono forti implicazioni delle case angolari, occupate in particolar modo dai pianeti esterni e dalla Luna. I terremoti avvengono spesso in concomitanza di severe afflizioni dell’asse 2a/8a casa e/o dei suoi governatori. (l’8a casa, tra le altre cose, è in relazione con gli stermini e le morti totali). In più, anche la posizione della IV casa (e del suo signore) necessita di essere osservata poiché rappresenta le masse.
Argomento
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Inoltre, il 73% dei terremoti considerati presenta pianeti OOB di declinazione; in particolare: Marte (con il 17%), Urano e Venere (con il 13%), la Luna (con l’11%) e Mercurio (con il 9,4%) così da un lato confermando la necessità di un’elevata componente energetica al fine di sprigionare la dirompenza sismica nonchè la perniciosità del terremoto e dall’altro evidenziando i consistenti fattori emotivi originati dal disastro, le componenti solidaristiche e la volontà di ricostruzione susseguenti all’evento. Un pianeta OOB, difatti, possiede un’amplificata quantità di energia in sintonia con le proprie caratteristiche, che può essere applicata in modo positivo o negativo e che – in ogni caso – ha notevoli implicazioni psico-emotive sui soggetti coinvolti. Si rileva, infine, un consistente numero di aspetti di parallelo, in particolare di Nettuno, di Urano, del Sole e di Marte, sui quali – tuttavia – non si è avuto modo di soffermarsi sufficientemente. Il Tema Natale dello Tsunami data: domenica 26/12/2004 - ore 07.59 (ora locale dell’epicentro) magnitudo: 8. 9 scala Richter coordinate geografiche: 03N31 – 095E95 località: al largo della costa ovest dell’isola di Sumatra distanze: 250 Km a Sud-Sudest di Banda Aceh (Sumatra - Indonesia) profondità: 30 Km Il 4° terremoto in ordine di magnitudo dal 1900 ed il 1° dal terremoto dell’Alaska del 1964. Passando ora all’analisi del Tema Natale del recente Tsunami indonesiano,1 si scorge un Sole a 04°35’ del Capricorno in 12a casa, un ASC anch’esso in Capricorno (a 23°09’), uno stellium di pianeti in Sagittario in 11a casa (e precisamente Mercurio, Venere, Marte e Plutone), una Luna opposta al Sole, una quadratura applicativa Marte/Urano, una Gran Croce in segni cardinali (formata dall’opposizione Chirone/Saturno in posizioni angolari sull’orizzonte e da quella dell’asse nodale lungo il meridiano) ed altre configurazioni astrologiche minori a cui si farà cenno in seguito. Vorrei – in primo luogo – evidenziare alcune “coincidenze”, a mio avviso, oltremodo significative: a) il fenomeno sismico ha preso il via – con ogni probabilità – molto tempo prima dello scatenamento dello tsunami vero e proprio; b) si è verificato durante il periodo natalizio (esattamente durante quello che gli anglosassoni denominano “the Boxing Day”) ed in prossimità del solstizio d’inverno, momento in cui da un lato si controllano le scorte per l’inverno e dall’altro si è particolarmente predisposti al festeggiamento. c) Ha coinvolto la nazione maggiormente popolata da islamici al mondo (l’Indonesia) ed investito un’area geografica di notevoli proporzioni,2 ad elevata densità di popolazione nonchè ad elevato interesse turistico. È interes-
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Figura 1 - Tema Natale Tsunami.
sante il fatto che nei paesi dell’Asia sud-orientale colpiti dallo tsunami, il turismo è una componente essenziale per le loro economie e molti occidentali - specialmente europei ed australiani – trascorrono in quei posti paradisiaci i loro periodi di vacanza, principalmente lungo la fascia costiera. d) Si sottolinea, pertanto, il carattere internazionale e cosmopolita di quelle aree geografiche, punto di incontro e convergenza di molteplici differenti culture, razze e religioni. e) A ben osservare la carta, inoltre, si ha la sensazione che i simboli in essa presenti si rincorrano, si confermino reciprocamente e convergano tutti nella medesima e precisa direzione. Molti astrologi concordano nel ritenere che l’umanità si trovi al confine tra l’Era dei Pesci e quella dell’Aquario, momento epocale che individua una linea di demarcazione tra un’umanità pescina – orientata alla fede e caratterizzata dalla costituzione di enclavi religiose e culturali – ed un’altra di matrice aquariana – che si muove verso una consapevolezza globale ed un’autocoscienza collettiva –. L’attacco alle Twin Towers del World Trade Center dell’11 settembre 2001 nonchè la più recente invasione dell’Iraq hanno focalizzato l’attenzione mondiale sullo scisma pescino tra Islamismo, Cristianità ed Ebraismo. Improvvi-
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samente, sembra che lo tsunami abbia spostato ora l’epicentro dell’attenzione mondiale dall’antagonismo religioso verso l’empatia universale aquariana nei confronti delle circa 250.000 vittime del maremoto e dei milioni di sopravvissuti, non importa di quale religione essi siano. Nel “villaggio globale” si va assistendo, difatti, per la prima volta ed in proporzioni così rilevanti, all’affermazione e condivisione di un sentire comune fra persone di culture diverse che hanno cominciato a riversare la loro compassione collettiva, sotto forma di aiuti economici e risorse strategiche, in quell’area geografica del globo. Da un momento di “globalizzazione della morte” sembra essersi generata una fase di ‘globalizzazione della vita’ o meglio della solidarietà. Forse può ipotizzarsi la possibilità di un punto di svolta, di un mutamento nell’ordine stabilito, nell’economia mondiale e nell’approccio alla realtà da parte del genere umano. Astrologicamente parlando, questo potrebbe essere attribuito ad Urano, governatore dell’Aquario – attualmente in Pesci – ed a Nettuno, governatore dei Pesci – attualmente in Aquario –, formanti fra loro un aspetto di mutua ricezione fino a tutto il 2010. Tale aspetto, oltre a rappresentare un indicatore della forza pervasiva delle onde gigantesche, sembra stimolare ciascun abitante della Terra a sentirsi parte del mondo al punto da avvertire inaccettabile l’esistenza delle tante sperequazioni sociali, culturali ed economiche esistenti al suo interno.3 Questa fase potrebbe essere considerata come il vero punto di confine tra le due epoche, quella dei Pesci, in cui la religione è in funzione della geografia, e quella dell’Aquario, nella quale le comunicazioni globali ed i sistemi di trasporto collegano le culture mondiali in un’unica entità vivente. Pertanto, analizzato da questa prospettiva, lo tsunami rappresenta forse una benedizione’ o, per meglio dire, un’occasione evolutiva irripetibile per l’intera umanità. Osservando il tema natale nel suo complesso, si riscontra con immediatezza la concomitanza di molti dei fattori astrologici evidenziati in premessa e generalmente caratterizzanti gli eventi tellurici (una Luna Piena successiva ad un’eclissi di Sole, un quadrato Marte/Urano, un’opposizione Saturno/Chirone; Marte, Saturno e Plutone completamente maleficati; una Gran Croce in segni cardinali, un’afflizione della 2a Casa e dei governatori dell’asse 2a/8a nonchè una Luna OOB). Il Sole, come già evidenziato, si trovava a 4°35’ del Capricorno, segno di terra concernente la geologia, le montagne, le “fondamenta” della Terra ed, ancora, associato alle isole ed agli atolli – in quanto montagne in mezzo al mare –. Il suo dispositore, Saturno (pianeta del dolore, della durezza, della privazione, del sacrificio e della sofferenza; la sua iconografia ufficiale lo mostra con una falce in mano, come la morte), – in larga congiunzione a Lilith/Luna Nera – era posizionato nel segno opposto del Cancro (ci si soffermi sul suo simbolo grafico: il granchio, il grazioso animaletto marino e lunare) rappresentante, tra l’altro, l’infanzia ed i bambini. Ed è proprio tra i bambini ad essersi registrato il maggior numero di vittime, come evidenziato a più riprese dai mass media, cosicché una simile catastrofe rimarrà negli occhi della gente
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con l’immagine di gruppi di bambini ignari – come tanti granchietti – intenti a giocare con la sabbia sulla spiaggia, mentre sulle loro teste arriva “l’onda assassina”. Il Sole, dispositore dell’8a casa (cuspide in Leone), sembra – altresì – mettere in evidenza la natura e le cause della morte che – in ragione del prominente coinvolgimento del Capricorno nel tema, con Chirone sull’ASC e Saturno al DISC – l’opinione pubblica tende ad attribuire ai cosiddetti ‘padroni del mondo’ (sia a livello politico che economico), considerandoli come i misteriosi e scontati colpevoli di una tragedia che forse poteva essere evitata o per lo meno attutita nei suoi effetti. La collocazione del luminare in 12a (casa dei nemici segreti) e del suo governatore in VII (casa dei nemici conosciuti e manifesti), in un certo senso, focalizza l’attenzione sul genere di rapporti che la stragrande maggioranza dei cittadini del mondo intrattiene con i propri governanti e con il mondo economico ed industriale al giorno d’oggi, laddove questi ultimi vengono considerati come la nostra ombra psicologica e materiale, il nostro nemico oscuro, ma anche il nostro partner. Il luminare in 12a casa sembra, inoltre, contrassegnare il preciso momento di inizio di una nuova era nella storia dell’umanità in quanto pone l’accento sulla maestosità dell’evento, destinato a lasciare memoria indelebile nei cuori e nelle menti degli uomini, e sulla difficoltà di comprensione dello stesso, ancora troppo grande per milioni di minuscoli esseri umani. Il terremoto è avvenuto poco prima della Luna Piena 4 – fase di cui sono ben noti ed osservati gli effetti gravitazionali di attrazione sulle masse liquide e sulle maree da un lato e quelli connessi all’insorgenza di crisi emotive e psichiche negli individui dall’altro – con il luminare notturno transitante a 28°11’ nei Gemelli, in avvicinamento all’opposizione con il Sole in Capricorno; azione – peraltro – rafforzata ed amplificata dal trigono Giove/Nettuno, particolarmente incisivo nell’accrescere la forza nettuniana dell’oceano, e dalla larga quadratura Giove/Saturno, attiva nell’espandere la rottura della faglia tellurica sotterranea. La Luna avrebbe, tra l’altro, raggiunto – alcune ore più tardi di quel medesimo giorno – la sua “pienezza annuale più totale”, nel domicilio in Cancro; il luminare era, inoltre, OOB di declinazione (a 27°N40’) e si trovava appunto al 29° dei Gemelli, il medesimo grado di longitudine registrato nello schianto del primo aereo kamikaze sulle Torri Gemelli del World Trade Center e molto vicino alla stella fissa Menkalinan, definita da molti astrologi apportatrice di rovine, disgrazie e numerose morti violente e, per giunta, direttamente correlata ad eventi sismici. C’è da tener presente, inoltre, che trattandosi di una lunazione solstiziale – particolarmente potente in quanto l’astro era posizionato agli ultimi gradi dei Gemelli – e, peraltro, in trigono ad Urano, essa ha comportato un più rapido ed impetuoso fluire delle correnti marine che, associato all’elevata declinazione, ha attribuito un più libero e selvaggio funzionamento al luminare con effetti di amplificazione dell’intensità e di velocizzazione del maremoto per un verso nonchè di immediata ed esasperata reazione emotiva per l’altro; reazione, tuttavia, ben presto prevalentemente orientatasi in direzione del futuro, del supe-
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ramento del passato e della catastrofe, della ricerca concreta di soluzioni e della ricostruzione. Un aggressivo ed impulsivo Marte (pianeta della forza, dell’azione violenta ed improvvisa, dell’aggressività dirompente) si era, da qualche ora, mosso da 29º59’ dello Scorpione sino a 0º16’ del Sagittario (esplosione), così formando un quadrato applicativo al brusco e caotico Urano, a 3°41’ in Pesci, – pianeta della rivoluzione e della potenza catastrofica in una simbologia legata al mare ed all’universo sottomarino –; aspetto questo tra i principali fattori di liberazione energetica sotto forma di violenta scossa sismica. Urano ed i suoi transiti esprimono nella vita sociale i capovolgimenti, le rivoluzioni, i cambiamenti violenti, le grandi sorprese e novità. Esso è precisamente il pianeta dei terremoti e degli sconvolgimenti in tutti i sensi e – collocato nel segno dei Pesci – indica esattamente lo sconvolgimento in mare, il maremoto. Inoltre, il quadrato Marte/Urano (che si verifica all’incirca una volta l’anno) è un aspetto quintessenziale di rottura fisica, un preciso indicatore del verificarsi di incidenti o disastri – previsti o inaspettati – di varia natura, sia sul piano individuale che collettivo.5 Nell’approssimarsi a 0° del Cancro e sempre durante l’esplicarsi dello tsunami, inoltre, la Luna è andata formando un aspetto di quinconce a Marte (dopo circa due ore), quest’ultimo in largo quinconce anche al nodo lunare nord (a 28°38’ in Ariete); anche Saturno, del resto, si andava approssimando ad un quinconce con Plutone – divenuto poi esatto nel gennaio u. s. –. Il quinconce tra i segni del Cancro e del Sagittario rappresenta un conflitto fra fuoco ed acqua: il fuoco della passione del Sagittario e l’acqua dell’intimità domestica del Cancro. Tale aspetto, emblematico di una dissonanza fra la casa (Cancro) ed il mondo (Sagittario) nonché di una mancata e complessa integrazione tra le due differenti tipologie di bisogno, considerato ad un livello più ampio, lumeggia un conflitto fra nazionalismo e prospettiva internazionale. Saturno è, difatti, un pianeta rigido, conservatore, basato sulla paura e, nel segno del Cancro, si rivela protettivo della famiglia, della tradizione, dell’eredità e delle radici. Plutone, invece, – pianeta della trasformazione drammatica –, in Sagittario si riferisce al desiderio di estendere la prospettiva esistenziale in modo da ispirare una più ampia visione della realtà.6 Esso fa registrare da un lato atteggiamenti di passionale fedeltà alle grandi battaglie ideologiche a più ampio raggio, in special modo quelle di tipo filosofico e religioso, in alcuni casi anche risvegliando la fede religiosa e stimolando taluni pericolosi integralismi; dall’altro alimenta un viscerale bisogno di protezione nei confronti delle persone del proprio ristretto entourage familiare e sociale, con il rischio di generare vissuti persecutori e paranoici nei riguardi degli altri (si pensi, a tal riguardo, alla politica internazionale perseguita dagli Stati Uniti – nazione governata dal segno del Cancro – negli ultimi anni). L’aspetto del quinconce – particolarmente presente nel tema della Grande Onda del 26/12/2004, come vedremo anche in seguito – sembra legato ad avvenimenti improvvisi ed inattesi e lo stesso termine “dis-astro” – etimologicamente composto dal prefisso separativo dis- e dal sostantivo astro, signifi-
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cante letteralmente “cattiva stella” o “senza stella”, ossia fuori dall’allineamento – lo conferma quale aspetto piuttosto probabile per uno scivolamento delle energie al di fuori del loro flusso normale. Pensando, ancora, al segno del Sagittario ed al suo simbolo grafico (l’uomo armato di freccia sul cavallo), si osserva come i simboli ancora una volta si rincorrano: la freccia, il dolore, la ferita arrivano sul “cavallone”, come viene denominata comunemente un’onda marina. Inoltre, lo stellium di pianeti (Mercurio, Venere, Marte e Plutone) nel segno in analogia con il mondo, in 11a casa – quella della comunità e del cosmopolitismo –, da un lato attribuisce all’evento un sapore decisamente internazionale, rappresentando una connessione simbolica con il lontano, i viaggi, le vacanze ed evidenziando – inoltre – le tragiche circostanze dell’accadimento sui turisti, la loro calamità nonchè le conseguenti difficoltà dei tour operators e delle agenzie viaggi (a tal proposito si considerino in special modo i pianeti Marte e Plutone e gli aspetti formati), dall’altro visualizza esattamente le zone colpite dallo tsunami, in analogia con il segno secondo la prospettiva morpurghiana (in particolare con i primi gradi del Sagittario, nella circostanza ospitanti Marte). La luna formava, altresì, un aspetto di sesqui-quadrato (135º) a Nettuno (a 13º39’ in Aquario), dio del mare ed ottava alta di Venere (amore universale). Nettuno corrisponde al nostro più elevato Sè ed alla spiritualità, così come alle nostre delusioni e cecità. Questo aspetto, pertanto, evoca da un lato una certa confusione nei sentimenti ed incertezza sul futuro, sogni bizzarri, un eccesso di comunicazione a volte alquanto vaga, afflati solidaristici e cooperativi e dall’altro, trasportando gran parte della asperità e della tensione del quadrato e del quinconce insieme, induce a guardare la realtà da una prospettiva differente liberandola dalla visione distorta dei nostri limitati occhi fisici.7 Ed infine, Nettuno era in sestile alla congiunzione Mercurio/Venere, dando ancora una volta risalto all’acqua ed al disastro nonchè all’enorme compassione avvertita dappertutto nel mondo (Sagittario) per le vittime. Alla ricerca di un punto di equilibrio Si ha motivo di ritenere che la chiave astrologica dello tsunami del 26 dicembre 2004 sia individuabile nella Gran Croce in segni cardinali coinvolgente i pianeti Saturno (in Cancro) e Chirone (opposto in Capricorno) lungo la linea dell’orizzonte (ASC/DISC) ed i punti nodali (il nodo lunare nord in Ariete e quello sud in Bilancia) lungo l’asse del meridiano (MC/IC), rispettivamente quadrati ai primi due. Tale disposizione planetaria sembra aver sortito – tra gli altri – il curioso e sconcertante effetto di unificare ed accomunare un gran numero di persone in siffatta circostanza, sia quelle direttamente colpite dal terremoto (morti, feriti, senza tetto, etc.) che l’intera umanità conducendola alla condivisione di un considerevole livello di frustrazione, oltre a far emergere un comune bisogno catartico di guarigione mediante la lotta per salvare vite umane e per ricostrui-
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re quelle andate in frantumi. Prendendo in esame, in primo luogo, l’opposizione Saturno/Chirone sull’asse ASC/DISC e partendo dal presupposto che l’ASC in un tema natale rappresenta ciò che sta sorgendo alla coscienza, mentre la I casa con il suo contenuto visualizza l’evento di cui ci si occupa, la presenza di Chirone parla – dunque – di una consapevolezza crescente; il saggio Centauro rappresenta la ferita di cui ci si deve prendere cura, quella debilità che conduce l’uomo ad acquisire una diversa e più adeguata consapevolezza del proprio sé, a riconoscere la propria forza ed a raccogliere la propria energia, il proprio potere ed il proprio scopo. Saturno, invece, rappresenta la struttura e nel segno d’acqua del Cancro (peraltro, in prossimità di Lilith/Luna Nera) evidenzia un pericolo proveniente dall’acqua, per l’esattezza un muro d’acqua – l’immagine dello tsunami –. C’è da tener presente, inoltre, che l’opposizione Saturno/Chirone, particolarmente frequente in temi natali di eventi analoghi e per giunta avvenuta sull’asse Cancro/Capricorno, raffigura precisamente – dal punto di vista geologico – la spaccatura/ferita provocata alla crosta terrestre e – dal punto di vista emozionale – un aspetto di rottura del cuore: il simbolo della difficile accettazione delle limitazioni umane (Saturno) opposto all’emblema dell’irreparabile ferita inferta alla Terra ed alle esistenze degli esseri umani (Chirone).8 La finalità del tema ed il suo significato fondamentale, contenuti nell’ASC e nel suo governatore, emergono così strettamente connessi a Chirone, in ragione della sua stretta congiunzione all’ASC, dell’opposizione a Saturno – governatore del tema – e della contestuale quadratura ai nodi lunari, elementi che nel loro insieme evidenziano, pertanto, la disperazione ed il profondo dolore per le separazioni forzate e permanenti fra le persone, nei rapporti intimi ed in particolare tra genitori e figli,9 nonché la necessità karmica di un ripristino di rapporti interpersonali più significativi fra gli uomini, di una maggiore corresponsabilità e di più giuste ed eque forme di compartecipazione e di partnership fra la gente, della guarigione di antiche ferite attraverso il sacrificio ed il dono disinteressato di sé (l’opposizione è, difatti, un aspetto che, attraverso il conflitto e la spaccatura psicologica, genera una nuova consapevolezza negli individui). Tali indicazioni vengono, peraltro, confermate dalla posizione di Saturno (retrogrado) sulla cuspide della VII casa, posizione indicante la necessità di effettuare alcune difficili scelte relativamente allo stile relazionale vigente tra gli esseri umani in termini di come ci si occupa (e ci si preoccupa) gli uni degli altri ad un livello più profondo, intimo e naturale. A tal proposito si pensi al fatto che la maggior parte delle persone interessate dallo tsunami versava in condizioni di estrema povertà o – di converso – di benessere al punto da trascorrere il periodo festivo lontana dalle proprie abitazioni. Questa condizione emerge evocativa in sé dell’opposizione che sembra, dunque, contenere un messaggio simbolico concernente la necessità di acquisire una più congrua consapevolezza circa i contrasti e le contraddizioni insiti nel modo in cui vengono utilizzate le risorse della Terra o circa l’abuso
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che si fa di esse 10 nonché di preoccuparsi per le persone meno fortunate, di prendersi cura di coloro che hanno perso la casa. Saturno in Cancro, inoltre, può essere metaforicamente paragonato ad una “mamma orso” che non distoglie mai gli occhi dai suoi cuccioli, rappresentando pertanto – non già, in questo caso, l’indurimento emotivo e l’annichilimento della componente affettiva – bensì piuttosto la necessità di costruire un’idonea recinzione protettiva intorno ad alcune componenti profonde e potenzialmente fragili della psiche umana nonché di erigere una barriera protettiva in difesa dei soggetti più deboli ed indifesi (quali bambini, donne, persone indigenti e senza tetto) appartenenti al proprio entourage personale. Chirone in Capricorno, segno concernente le strutture del mondo ed il potere dominante, sembra chiamare in causa l’ordine sociale e la relazione mentale delle persone con la struttura dominante ed il potere politico. Da un lato porta a provare un senso di impotenza nei riguardi dell’ordine costituito (a vari livelli: individuale-familiare, collettivo-politico) che viene avvertito come distante ed incapace di rispondere ai bisogni più autentici della persona, dall’altro stimola nell’individuo l’acquisizione di una consapevolezza circa l’assunzione di nuove responsabilità in merito al controllo della propria esistenza, finalmente sganciata dall’autorità di forme precostituite e rigide di potere sociale (parentado e/o governo). In opposizione al muro d’acqua (Saturno in Cancro), Chirone in Capricorno – segno dell’eroica figura patriarcale e dell’autorità che protegge l’essere umano in tempo di bisogno, anche come stato/istituzione/organizzazione – focalizza l’attenzione sulla scoperta di quelle marcescenti ferite 11 esistenti all’interno delle istituzioni governative che necessitano di idonea cura in modo da rendere il potere costituito con le sue infrastrutture (Capricorno) più funzionale ed in grado di fornire risposte nuove, globali ed efficaci ai bisogni dei cittadini nonchè di esercitare più autentiche e disinteressate forme di responsabilità in vista del benessere collettivo, anche nell’ambito di differenti rapporti internazionali ed interstatuali (quinconce a Plutone in Sagittario). Esso sembra, altresì, esprimere l’inevitabilità della catastrofe anche in ragione dell’incapacità degli attuali governi di ottenere in tempo gli avvertimenti per scongiurarla ed il tentativo iniziale di controllare e rimuovere la ferita inferta alle popolazioni colpite piuttosto che nutrirle e sostenerle. In quest’ottica possono, pertanto, spiegarsi sia i ritardi nell’invio di aiuti umanitari da parte di talune nazioni occidentali che l’iniziale limitata consistenza di tali supporti sia l’indisponibilità ad accettare gli aiuti da parte di taluni paesi delle aree più colpite.12 Continuando nella disamina dell’opposizione tra Chirone – astrologicamente collegato agli animali – e Saturno – governatore dell’attività umana –, l’aspetto illustra bene l’elevato tributo di morte e distruzione abbattutosi sulla raziocinante specie umana, a fronte – invece – dei limitatissimi danni subiti dall’istintivo mondo animale. Le strutture fisiche ed emotive generate dall’uomo (Saturno) sono crollate, mentre gli animali sono sopravvissuti ed, in alcuni casi, hanno addirittura guidato gli esseri umani verso la salvezza.13
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All’interno della Gran Croce, oltre all’opposizione Saturno/Chirone, un ruolo rilevante viene giocato dalla quadratura dei primi due all’asse nodale. Com’è noto, i nodi rappresentano le evenienze destiniche nella vita degli individui; in particolare, il nodo nord simboleggia quello che occorre assimilare, quello sud ciò di cui ci si deve liberare per andare oltre. Tale aspetto sembra indicare: – che le scaturigini dell’evento sono probabilmente da far risalire ad un più lontano passato, non necessariamente riconducibile ad una responsabilità karmica diretta delle persone coinvolte, bensì ad una responsabilità più ampia e – che, al momento, si registrava una grande tensione tra la necessità di liberarsi del vecchio e quella di assimilare il nuovo. Nello specifico, questa combinazione – considerata a livello astrologico particolarmente sfavorevole – conferma l’elevato livello di frustrazione generata dallo tsunami, le rimozioni affettive forzate provocate nella vita e nei rapporti intimi e familiari di alcune persone (nodo sud) ed, allo stesso tempo, l’affacciarsi di nuovi individui ed esperienze nell’esistenza dei soggetti coinvolti (nodo nord), la lentezza nella risposta delle agenzie di aiuto e la mancanza di infrastrutture che hanno determinato un così elevato tributo in termini di vite umane. Nonostante tutta l’asperità e durezza contenuta nella Gran Croce, tuttavia, la presenza di un sestile Sole/Urano (in 2a casa) – esprimente la necessità di nuovi significati ed idee per l’utilizzo e la distribuzione di beni e servizi nelle aree colpite e di una ricognizione dei valori delle zone e delle persone coinvolte – nonchè del trigono Sole/nodo nord, sembrano prefigurare la possibilità di una costruttiva evoluzione di tale configurazione planetaria, potendo essa fungere da stimolo per una potente costruzione di forza dentro la psiche planetaria, sia a livello individuale che collettivo: a livello individuale – come già evidenziato – dando maggiore enfasi alla dimensione affettiva di protezione e di accudimento dei propri simili, in particolare alla promozione dell’infanzia;14 a livello collettivo e mondiale costruendo sistemi di relazioni sociali e politiche meno sperequate e contesti organizzativi atti a fronteggiare analoghi problemi futuri. Il settile Nettuno/Plutone e le stelle fisse Continuando nella disamina astrologica dello tsunami, si osserva che la Luna si trovava per l’esattezza all’opposto del punto medio tra i due principi maschili (Sole e Plutone) ed in ogni caso opposta ad entrambi, così assumendo il ruolo di sincronizzatore ed attivatore di entrambe le energie planetarie. Relativamente all’opposizione Luna/Plutone – avendo già in precedenza disquisito su quella Sole/Luna – si può ipotizzare che, parallelamente agli effetti di rottura, devastazione e distruzione evocati dal pianeta degli inferi e dall’aspetto, a manifestazioni comportamentali ed emotive eccessive e difficili da razionalizzare, all’intensa fobia e drammaticità emotiva dell’evento, ve ne sia-
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no sempre anche altri implicanti una dimensione di trasformazione, rinnovamento e ricostruzione – al momento, invero, ancora poco visibili, contrariamente a quelli distruttivi – e che gli anni a venire contribuiranno a dispiegare in tutto il loro disegno. Nel tema, inoltre, Plutone va formando un aspetto quasi esatto di Settile 15 a Nettuno. Il ciclo Nettuno/Plutone, tra i più incisivi e parlanti a livello collettivo ed iniziante con la congiunzione tra i due pianeti, dura all’incirca 493 anni, al termine del quale i due pianeti transpersonali tornano a congiungersi. Nello specifico, la loro ultima congiunzione, avvenuta all’8° dei Gemelli, risale al periodo 1891-1892; Nettuno ha, poi, dal 1937 al 1940, formato parecchi settili esatti a Plutone, caratterizzando un periodo segnato dall’aumento del potere da parte di Hitler, dal fascismo, dalla brutalità e dall’inizio della II Guerra Mondiale, oltre che da un clima di disperazione e di caos totale nel mondo. I due pianeti hanno, successivamente, formato un lungo sestile dal 1950 al 1956 e raggiunto una separazione massima di 65° tra il 1965 ed il 1966. Plutone è andato successivamente aumentando la propria velocità rispetto a Nettuno così dando luogo nuovamente ad un lungo sestile tra il 1976 ed il 1986. A partire dal 2001, i due pianeti transpersonali vanno ricollocandosi in un’orbita di esatto settile, aspetto che – peraltro – si protrarrà fino al 2011 (calcolando uno scarto di orbita di 1°, il settile coprirà un arco temporale ben più esteso, tra il novembre 1997 ed il febbraio 2016). La più piccola separazione angolare tra i due, pari a 51°03’, si verificherà nel gennaio 2007 e successivamente, Nettuno e Plutone andranno aumentando la loro distanza angolare fino a formare nuovamente un sestile, a partire dal 2025. L’attacco alle Torri Gemelle del 2001, dunque, ha rappresentato una delle prime forme di manifestazione del ritorno dell’aspetto, a circa 60 anni dall’ultimo settile, facendo sperimentare all’umanità l’immersione in un ennesimo periodo di guerra globale e di propaganda manifesta, con una polarizzazione estrema a molti livelli. Se ci si sofferma, difatti, a riflettere per un momento sul sentire di questi periodi, si scorge un diffuso timore ed una paranoia collettivi, situazione che contrasta con quanto sperimentato negli anni precedenti. La differenza è, a mio avviso, in gran parte dovuta all’energia sottile di questo settile Nettuno/Plutone. I pianeti esterni come Nettuno e Plutone simboleggiano ciò che è oltre il controllo personale dell’essere umano e necessitano di molto tempo affinché le loro sottili energie possano essere utilizzate in maniera consapevole e costruttiva ed, in ogni caso, quando divengono operativi, determinano quei cambiamenti lungamente auspicati anche se spesso in maniera dirompente, esasperata e forzata. In questo caso, il settile Nettuno/Plutone tra i segni dell’Aquario e del Sagittario – enfatizzando talune polarizzazioni atte a spingere gli esseri umani verso un programma esistenziale ancora imperscrutabile, può divenire un seme per far nascere nuove elaborazioni di vita concernenti le energie planetarie in gioco, a mio avviso correlate alla imprescindibile esigenza di giungere alla conoscenza di altri mondi, all’acquisizione di una più ampia consapevolezza
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collettiva e di un autentico senso di libertà. Se tale desiderio di conoscenza da parte dell’uomo non viene soddisfatto in modo adeguato – attraverso il buon uso di ciò che egli crea e conosce –, pena la distruzione del sistema, allora il settile, esasperando i conflitti e le differenze, richiamerà l’essere umano alla sofferenza ed alla distruzione di se stesso. Questo aspetto sembra, altresì, annunciare una trasformazione dei concetti di spazio e di tempo con un probabile definitiva sconfitta del tempo inteso come limite dell’avventura umana verso una maggiore libertà, apprendimenti che probabilmente andranno a consolidarsi nella nuova fase di sestile, a partire dal 2025. *
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Particolarmente utile si rivela, nel tema dello tsunami, l’analisi delle stelle fisse in congiunzione alle posizioni planetarie caratterizzanti il sisma (consultare la tabella di seguito riportata).
Pianeti
Stelle fisse
Nodo nord (28°38’ Ariete)
VERTEX vista difettosa, cecità, maVERTEX (27°55’ Ariete) lattia e mor te violenta. Stella fissa collegata al veri ficarsi di ter r emoti.
Sedna (17°41’ Toro)
RUCHA (17°56’ Toro) appartenente alla costellazione di Cassiopea che determina arroganza, vanagloria, orgoglio esagerato e carisma nel comando; secondo la tradizione astrologica parla di eventi concernenti l’Africa.
Luna (28°11’ Gemelli)
POLARIS (28°28’ Gemelli) malattie, perdita di fortuna, disgrazia e grande af flizione, poteri spirituali;; in congiunzione alla Luna può pr efigurar e for me di pericolo per la folla e per le donne. donne MENKALINAN (29°55’ Gemelli) rovine disgrazie e frequenti mor ti violente. Stella Fissa cor r elata al ve rificarsi di ter r emoti.
Lilith (16°11’ Cancro)
CANOPUS (15°02’ Cancro) dona comprensione e senso di umanità, capacità di trasformare il bene in male; congiunta a Lilith denota pericolo per i viaggi e possibili mor ti per inondazioni, nonché l’allon tanamento di individui dai lor o par enti. enti MEKBUDA (15°03’ Cancro) problemi e disgrazie, infermità, perdita di fortuna, afflizione e pericoli alle ginocchia.
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Saturno (25°22’ Cancro)
PROCYON (25°51’ Cancro) attività vigorosa ed improvvisa tendente alla violenza, disastro, facili angosce; viene associata all’acqua ed al pericolo di an negamento e/o inondazione; congiunta a Saturno fa ipotizzar e violenze impr ovvise concer nenti la Ter ra; sembra, altresì, indicare proprio l’epicentro del s maremoto. Essa dona – tuttavia - la capacità di tramutare i progetti in azioni (ricostruzione) e – nella tradizione astrologica – è associata all’adozione di bambini da par te di coppie che possono assicurar lor o un miglior tenor e di vita (incremento delle adozioni a distanza).
Giove (16°41’ Bilancia)
MERGA (15°31’ Bilancia) appartenente alla costellazione di Bootes che determina prosperità dal lavoro, forti desideri e tendenza agli accessi; congiunta a Giove può aver amplificato gli ef fetti espansivi di Gio ve sull’evento. sull’evento
MC (28°28’ Bilancia)
IZAR (28°10’ Bilancia) appartenente alla costellazione di Bootes che determina prosperità dal lavoro, forti desideri e tendenza agli accessi.
Marte (00°16’ Sagittario)
TOLIMAN (29°33’ Scorpione) i rapporti esistenti vengono disturbati da circostanze eccezionali, periodo di uragani, stress e rivolte contro le riduzioni di libertà; in congiunzione a Marte pr esagisce l’esplosione di uragani e condizioni di str ess; ess nella tradizione astrologica, evidenzia la possibilità di mor te e/o feri mento di bambini in tenera età. età ISIDIS (01°27’ Sagittario) aggressioni improvvise, cattiveria, morte improvvisa e violenta.
Venere (12°46’ Sagittario)
KUMA (12° 02’ Sagittario) appartenente alla costellazione del Drago che dona destrezza, ingenuità e valore; viene associata, inoltre, al pericolo di furti ed avvelenamenti accidentali.
Mercurio (11°49’ Sagittario)
ALW per dità di pr oprietà, ALWAID (10°24’ Sagittario) oprietà violenza, violenza inclinazioni criminale ed incidenti.
Plutone (22°26’ Sagittario)
RAS ALHAGUE (22°31’ Sagittario) provoca sfortuna con le donne; può pr ovocar e l’insorgenza l’insorgenza di ma lattie contagiose ed epidemie; congiunta a Plutone annuncia disgrazie coinvolgenti le donne ed i bambini.
Sole (04°35’ Capricorno)
KAUS MEDIUM (04°39’ Capricorno) rischio di mor te violenta e per fuoco; attribuisce ideali umaumanitari e senso di giustizia. giustizia
ASC (23°09’ Capricorno)
DENEB OKAB (23°42’ Capricorno) abilità nell’azione e nel comando. Nella tradizione astrologica, essa viene associata agli Stati Uniti d’America.
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PEACOCK (23°53’ Capricorno) vanità ed ostentazione di sé, a volte fama; congiunta all’Asc denota un evento che rimar rà per sempr e nella storia del l’umanità. l’umanità Chirone (25°02’ Capricorno)
TEREBELLUM (25°51’ Capricorno) forza e potere, astuzia, disgrazia, secondo la tradizione astrologica, concer ne eventi che coinvolgono larga larga par te deldell’umanità; l’umanità congiunta a Chirone sembra pr efigurar e la dimensione for temente evolutiva dell’evento. dell’evento
Nettuno (13°39’ Aquario)
ARMUS (12°48’ Aquario) imprudenze ed instabilità
discordie, competizioni,
DORSUM (13°55’ Aquario) natura molto malefica, confusione politica ed inef ficienza gover nativa. nativa Urano (03°41’ Pesci)
ANCHA (03°20’ Pesci) zione e potere.
natura pionieristica, ambi-
SADALMELEK (03°50’ Pesci) persecuzioni,, im pr ovvisa ed estr ema distr uzione, mor te; congiunta ad Urano deter mina mor te impr ovvisa, malattie in danno di donne o bambini, ma anche inventiva ed originalità nelle idee. FOMALHAUT (03°56’ Pesci) potente malevolenza e sfortuna, ferimento a mor te, eventi concer nenti il mar e ; congiunta ad Urano determina instabilità, mamar emoto, per dita di amici, ferimenti a causa di elet tricità, esplosioni, scosse. scosse
ìSi tenga ancora presente che, nella tradizione astrologica, le stelle fisse Menkalinan e Vertex sono spesso correlate al verificarsi di terremoti; le stelle Canopus e Fomalhaut ad eventi concernenti il mare; le stelle Alwaid, Canopus, Fomalhaut, Isidis e Sadalmelek costituiscono – in genere – indicatori di incidenti e disgrazie; in ultimo, le stelle Canopus, Fomalhaut, Ras Alhague e Toliman emergono di frequente indicatori di disarmonie e difficoltà insorte nell’ambito familiare e/o riguardanti la sfera delle relazioni intime. A proposito di simboli che ancora una volta si rincorrono, alcune delle stelle fisse in esame indicano proprio i luoghi colpiti dallo tsunami: in particolare, la stella fissa Procyon (tra le più luminose del firmamento celeste) si trova alla declinazione di 05°N13’, cosicché ogni giorno tocca lo zenith di luoghi aventi la medesima latitudine (per l’appunto, le coste settentrionali dell’isola di Sumatra-Banda Aceh, lat. 05N52); la stella fissa Ras Alhague, collocata alla declinazione di 12°N33’, tocca anch’essa lo zenith dei luoghi colpiti dallo tsunami (esattamente la fascia costiera a sud-est dell’India, lo stato del Tamil Nadu).
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Sedna e lo tsunami. Essendo personalmente convinta della potenziale notevole importanza rivestita dal planetoide Sedna – recentemente scoperto nel sistema solare esterno – in ambito astrologico, mi vado interrogando circa i suoi possibili collegamenti con il grande tsunami dell’oceano indiano. Allo stato, si è – tuttavia – ancora ben lontani dallo stabilire con certezza l’esatta natura ed influenza del corpo celeste sulla coscienza e sull’esistenza degli esseri umani. Considerando il mito di Sedna, che descrive il destino crudele di una giovane e bella ragazza del popolo Inuit, si constata la presenza di interessanti elementi – quali il rifiuto da parte del clan, l’inganno, la slealtà ed il tradimento familiare (paterno), le burrascose divisioni all’interno di famiglie e/o culture, l’oltraggio commesso ai danni delle forze della natura e la perniciosità e vendicatività dei mari tempestosi – a mio avviso tematiche tutte in qualche misura riconducibili ai tre pianeti esterni (Urano, Nettuno e Plutone). Sedna viene conosciuta come la dea Inuit degli oceani e delle acque, una dea rabbiosa e vendicativa che diffida dell’umanità e non ha paura di punirla violentemente in caso di mancato rispetto del suo regno e delle sue prerogative, generando – per l’appunto – uragani e tempeste in mare. L’annuncio della scoperta del corpo celeste a lei dedicato, peraltro, è giunto in un momento in cui l’acqua e la salute degli oceani sono diventate una questione molto seria sulla Terra, situazione che sta divenendo particolarmente grave nelle zone polari. Nel corso degli ultimi tre anni, inoltre, due importanti pianeti hanno fatto ingresso in segni d’acqua: Saturno in transito nel Cancro ed Urano nei Pesci, mettendo così enfasi sull’acqua e sulla crisi globale di tale elemento (in particolare di acqua dolce, sostanza alla base della vita sulla Terra) che si è andata sviluppando nei decenni più recenti, problema che, seppur di primaria importanza, viene ancora quasi del tutto disatteso dall’opinione pubblica e dai governanti mondiali. Oltre all’immediata correlazione allo stato dei mari ed oceani ed all’ecologia in generale16, il planetoide sembra simbolicamente correlarsi al flusso della mente collettiva, alla creazione, all’intelligenza emozionale, al sentimento, al ritorno della Dea e delle energie del femminile, al riemergere della cultura e della dimensione matriarcale dell’esistenza. Tutto in natura ha origine dal femminile, immagine della trasmissione della vita, del nutrimento e della sicurezza. Tutto ha origine dall’acqua ed all’acqua deve tornare; è come un ritorno a casa dopo lungo e faticoso peregrinare. A tal proposito, Jung una volta disse: “Sarebbe molto meglio ammettere la nostra miseria spirituale… Quando lo spirito si appesantisce, si trasforma in acqua… Pertanto la via dell’anima… porta all’acqua”. Considerazioni queste che sembrano evocare un bisogno di tornare ai cicli naturali nonchè di rispettare tali cicli, condizione che le culture civilizzate ed oppressive tendono a disattendere e/o addirittura ad alterare, perseguendo esse per lo più obiettivi efficientistici, di profitto e sfruttamento indiscriminato
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dell’esistente. Tuttavia, prima o poi, il ritorno a casa – atto di innata ed integrale ecologia – non può essere impedito; esso non dipende dalla condizione economica, dallo status sociale, dall’educazione o dalla mobilità fisica in quanto gli esseri umani (in particolare l’universo femminile) sembrano possedere una struttura psichica preparata a seguire il suo richiamo quando arriva. Disastri come quello indonesiano, pertanto, pongono l’accento sul fatto che il disattendere i segni ed i messaggi provenienti dalla natura può condurre a forme di ribellione delle forze naturali, a tensioni forzate che obbligano gli uomini ad acquisire, sia pur drammaticamente, una consapevolezza di tale arcaica ed imprescindibile necessità. In tal senso, Sedna sembra poter costituire simbolo di forza e di saggezza ed emerge strettamente correlata ai valori della redenzione e della tolleranza, del perdono e del senso di umanità (tematiche a carattere squisitamente femminile), in contrasto con l’alterigia, la bramosia di possesso, l’ignoranza, i sotterfugi e l’omologazione, atteggiamenti in linea con le espressioni comportamentali protagonistiche, assertive e competitive tipiche del mondo maschile. Sedna è – altresì – un attivatore, un iniziatore, una vibrazione tantrica; essa, difatti, parla di relazioni interumane più autentiche e naturali, di comunicazioni verbali veritiere, di convivialità delle differenze ed accettazione delle diversità, di tutela di quelle forme di marginalità che – dopo il primo impatto – si sarebbe tentati di ricacciar giù, diventando come quei padri che cinicamente gettano in mare le figlie. Essa contrasta ogni forma di cieco materialismo e veicola messaggi di pericolo per il mancato rispetto dell’ecologia della vita, unitamente a quello per le sue dimensioni più mistiche e spirituali. Tornando ora alla disamina del maremoto indonesiano, esso sembra in linea con i temi mitologici di Sedna, anche in ragione della forte implicazione degli oceani nell’azione distruttiva. Si tenga, inoltre, conto che il 2004 è stato un anno di violentissimi uragani verificatisi in special modo lungo il litorale caraibico ed orientale degli Stati Uniti, anch’essi accadimenti riconducibili alla mitologia del planetoide. Sedna emerge collocata nella parte più bassa del tema, in IV casa, a 17°41’ del Toro – segno governato secondo le teorizzazioni morpurghiane da X-Proserpina, il grande principio femminile simboleggiante il generoso ed avvolgente utero femminile costituito dalla natura –, in quadratura a Nettuno in Aquario, aspetto che da un lato ben esprime la bellezza della natura pressoché incontaminata delle aree colpite irrimediabilmente deturpata dall’azione devastante dello tsunami e dalla furia delle onde gigantesche che hanno provocato un vero sconvolgimento degli ecosistemi di flora e fauna esistenti e dall’altro avverte circa il pericolo riveniente per gli ecosistemi dalla “tecnologia come droga”, analogia per certi versi immediata ma alquanto critica della collocazione di Nettuno in Aquario. Entrambi i corpi celesti, governatori dell’oceano, sono - inoltre – collocati in segni fissi, circostanza che può aver generato per un certo lasso di tempo un notevole stress lungo le placche tettoniche. Si è del parere che la forte presenza del planetoide nel tema, per quanto – allo stato – è possibile conoscere, evocare ed ipotizzare circa la sua funzione
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planetaria, voglia focalizzare l’attenzione (e forse anche fornire una risposta, che apparirà agli occhi dei più inquietante!) su una questione alquanto dibattuta e controversa, affacciatasi all’interno del dibattito scientifico e geo-politico mondiale, sulle cause dello tsunami: e più precisamente, quella concernente un probabile coinvolgimento dell’azione umana nello scatenamento dell’evento,17 ipotesi sulla quale si offriranno di seguito alcune riflessioni. Sedna è nella carta pesantemente aspettata; – oltre al quadrato a Nettuno – al momento del maremoto essa andava formando un quinconce a Giove, altro pianeta associato al segno dei Pesci (oceani), ed un largo quinconce a Plutone – signore planetario della morte e della trasformazione – così costituendo la punta di uno Yod coinvolgente i due pianeti appena menzionati, in largo sestile tra loro. Lo Yod è la metafora del dito di Dio che punta su Sedna (pianeta apex) e sembra dire ‘state attenti a questa’; la sua presenza nella carta, pertanto, consente di riconoscere l’esistenza di un problema basilare (quello della ‘violentata’ ecologia del pianeta, non solo intesa in senso di rapporti con i cicli biologici e naturali del globo, quanto anche in riferimento al sistema di relazioni e rapporti intercorrenti tra gli individui ed i sistemi) ed indica un bisogno molto importante di riassestamento, di riequilibrio, di rigenerazione mentale ed emozionale che deve essere compreso, risvegliato e quindi attivato. Lo Yod semplicemente “sa” di aver qualcosa di importante da fare, “sa” di avere uno scopo o una ragione speciale e dietro questa conoscenza c’è una forza che spinge in maniera dirompente. Il planetoide è, altresì, coinvolto in un’opposizione a due asteroidi, non mostrati nella figura 1, entrambi collocati in Scorpione: Ibris (a 15°59’ del segno) – collegato alla tracotanza, all’orgoglio, a ciò che non si riesce a vedere, ad eventi destinici ed al travalicamento dei limiti umani – ed Atlantide (a 14°24’ del segno) – concernente la tecnologia ed, in particolare, il rapido ed indiscriminato progresso scientifico, l’abuso della tecnologia e della conoscenza –. Tale opposizione simboleggia la reazione di rabbia della dea nei confronti della tracotanza della scienza e della tecnologia e vuol essere un avvertimento contro l’uso ed abuso della tecnologia – particolarmente da parte del potere politico ed economico (asse Toro/Scorpione), e conseguentemente anche da parte degli individui/consumatori; in più si tenga conto del fatto che Atlantide ed Ibris, sono anch’essi coinvolti nell’ingannevole quadrato a Nettuno, così enfatizzando le valenze illusorie, dissolutive e disgreganti dello smodato ricorso alla tecnologia (Nettuno in Aquario). Essa rinvia simbolicamente ad un’ulteriore contrapposizione, un potente conflitto tra culture: quello tra Toro/borsa/mondo capitalistico e Scorpione/ mondo islamico e consente l’associazione del planetoide al terrorismo – in particolare a quello fondamentalista –, tenuto anche conto degli eventi verificatisi intorno alla sua scoperta (es.: il sanguinoso attentato di Madrid; l’intensificarsi di episodi terroristici in Iraq e Palestina; l’estremo, violento e persino autodistruttivo rifiuto di valori della cultura occidentale da parte del mondo islamico più integralista, anche in termini di semplice commistione culturale.18
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Inoltre, anche il fatto che la stragrande maggioranza di paesi colpiti dal maremoto siano musulmani deve avere la sua importanza nell’economia complessiva dell’evento). Il conflitto è, peraltro, sostenuto dai due quinconce a Plutone in Sagittario (indicante estremismi ed integralismi religiosi dettati dalla paura di una perdita dell’identità culturale e religiosa, possibili rigurgiti nazionalistici) ed a Giove in Bilancia (concernente talune difficoltà nell’espletamento di attività mediative e politico-diplomatiche nonché possibili abusi di tipo giuridico-normativo, anche a livello di diritto internazionale) così inducendo gli schieramenti in azione a perseguire la via risolutiva più breve, quella dell’annichilimento dell’avversario, della forza bruta contrapposta a quella mediativa e del confronto. È più facile ammazzare le persone, far ricorso alla violenza, annichilire le culture e le diversità piuttosto che dialogare con esse e sostenerne i percorsi di sviluppo. In questo periodo di guerra globale, gli occidentali utilizzano le armi della cultura dominante, avanzate strumentazioni tecnologiche frutto di una supremazia economico-scientifica; mentre gli islamici fanno ricorso alla guerriglia terroristica subdola, imprevedibile e destabilizzante, modalità dai più elevati contenuti emotivi e simbolici. Pertanto, il muro d’acqua/tsunami (Saturno in Cancro) abbatutosi su persone inermi in nome di una struttura di potere (Capricorno), così generando una ferita difficilmente sanabile (Chirone), sembra essere la risposta di Sedna (natura, equilibrio ecosistemico del mondo) a quest’intolleranza e disattenzione globale. In siffatta dinamica, la stella fissa Deneb Okab – congiunta all’ASC – prefigura, infine, un ruolo attivo e – probabilmente – propulsivo degli Stati Uniti nella dolorosa vicenda. In ogni caso, lungi dal voler fare terrorismo psicologico, si è del parere che un planetoide così distante dalla Terra e lento nel suo movimento attraverso lo Zodiaco,19 debba avere essenzialmente un effetto ed un’influenza molto generale; pertanto, nell’ipotesi di una sua effettiva e stretta correlazione allo tsunami indonesiano – così come poc’anzi illustrato – esso sembra ben rappresentare la condizione di paura e la percezione di pericolo globale e precarietà che pervade ed attraversa, allo stato, l’intero genere umano; un momento storico “in progress” in cui è necessario mettere da parte le barriere e divisioni culturali e religiose, in cui emerge ancora attuale e concreta la possibilità di salvare il Pianeta, ma solo riscoprendo quello che accomuna umanità, popoli e culture, focalizzando l’attenzione sulla spiritualità piuttosto che sulla religione, sui valori dell’integrazione, della convivialità e condivisione. In conclusione Il disastro dell’Oceano indiano, contrariamente a quanto affermato negli ultimi anni, induce a considerare fortemente il momento storico attuale non già come una scaturiggine dell’attentato terroristico dell’11 settembre – accadimento che ha colpito solo un piccolo gruppo di potenti del mondo – bensì come un evento caratterizzato da una differente serie di messaggi, tipologie di storie e
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possibili risposte – nello specifico coinvolgente moltissimi paesi, si può dire l’umanità intera, e per gran parte una fascia di popolazione molto povera e deprivata, collocata agli ultimi posti della scala sociale mondiale. Lo tsunami, pertanto, non potrà essere utilizzato per giustificare una guerra, per attizzare le fiamme dell’odio o per progettare la distruzione di altri individui. Esso appare come l’omeopatia, dove una piccola dose di veleno viene iniettata nella persona e questa agisce sulla forza vitale, stimolando l’individuo alla consapevolezza, all’azione ed alla guarigione. Certamente, i cambiamenti nella consapevolezza globale concernono processi lunghi e sottili che si verificano per lo più a livello psicologico; tuttavia, a tale livello, in ragione delle ripercussioni prodotte in milioni di esseri umani traumatizzati e profondamente colpiti da un comune dolore – non vi è nulla di sottile nello tsunami. Si ha la sensazione o la speranza, che tale processo – sia pur ancora alle prime battute –, considerato il fatto che le configurazioni astrologiche continueranno ad accadere e ad evolvere (in particolare talune opposizioni Saturno/Chirone, questa volta lungo l’asse Leone/Aquario) nei mesi a venire, possa – seppur attraverso una grande ed ‘inutile’ sofferenza – costituire un decisivo punto di svolta per la salvezza del genere umano e del pianeta Terra. NOTE 1 Questo terremoto si è verificato in una zona del mondo ad elevata sismicità, in una zona ove è particolarmente attivo il fenomeno della subduzione. In precedenza, si sono verificati due importanti terremoti nell’area che si estende da Aceh alla parte sud orientale dell’Indonesia (oltre l’8° della scala Richter) e – sempre in quell’area – sono allocati numerosi vulcani attivi. Il caso sismico più eclatante è stata quello dell’esplosione del vulcano Krakatoa nel 1883 con conseguente disastroso tsunami. 2 Le aree più colpite dal terremoto sono state 8: Indonesia, Sri Lanka, India, Thailandia, Malesia, Birmania, Isole Maldive ed Africa orientale (Kenia, Somalia e Tanzania). Nella maggior parte degli stati appena indicati hanno avuto luogo – in epoche recenti – agitazioni politiche, guerre civili, lotte tra fazioni e la cosiddetta pulizia etnica. In molte di queste nazioni, inoltre, la popolazione vive nella povertà più totale; si registrano ostilità antiche, problemi razziali e culturali insoluti al loro interno. 3 Si pensi, per l’appunto, a tutti quei turisti che sono soliti trascorrere i loro periodi di vacanza nel Sud-Est asiatico – stimato luogo di vacanza economicamente molto accessibile – per essere trattati come dei “sovrani in paradiso”, mentre la popolazione indigena che li “serve” vive in uno stato di totale indigenza! 4 L’astrologo Richard Nolle, attraverso anni di ricerche nel settore, ipotizza l’esistenza di una connessione tra la probabilità di accadimento di inusuali maree, uragani ed inondazioni, eruzioni vulcaniche e fenomeni sismici di magnitudo superiore al 5° della scala Richter – oltre che di intense espressioni psicologiche ad essi connesse, in aggiunta alle manifestazioni geofisiche – ed il fenomeno da lui denominato della “SuperLuna”, termine coniato nel 1979 consistente in una Luna Piena o Nuova (Sigizia) occorsa durante un perigeo lunare (massima vicinanza della Luna all’orbita terrestre). Relativamente alla SuperLuna del 12 dicembre 2004, quella che ha preceduto lo tsunami indonesiano, Nolle – osservando lo stellium in Sagittario formato da Luna, Sole, Mercurio e Plutone durante il fenomeno suddetto – aveva ipotizzato “una fase di stress geocosmico” intorno alla Luna Piena del 26 dicembre in Cancro, al massimo della sua declinazione nord; allineamento che gli appariva pericoloso per il rischio di inondazioni e per un possibile risveglio dell’attività sismica terrestre, limitandosi – tuttavia – a suggerire il periodo per il verificarsi di un probabile disastro geologico e tralasciando di specificarne il luogo.
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Ricercatori del Dipartimento di Geologia Applicata dell’Università di Madras (Tamil Nadu, India) avevano previsto il verificarsi del terremoto in questione, proprio in riferimento all’area geografica interessata. La previsione era basata su un metodo sviluppato dal team in base al quale, quando due o più pianeti, Sole, Terra e Luna si trovano più o meno allineati – trovandosi la Terra nel bel mezzo di una battaglia gravitazionale tra il Sole e gli altri pianeti –, si produrrebbe una modificazione del momento angolare del Pianeta atto a far diminuire la sua velocità di rotazione al punto da innescare un terremoto. Per comprendere cosa avviene, occorre immaginare di essere su un’automobile quando, improvvisamente, il conducente aziona il freno, si viene immediatamente sospinti in avanti. La stessa cosa accade quando due pianeti sono allineati con la Terra che, dall’altra parte, esercita un’azione frenante. Le pressioni tettoniche sviluppate vengono liberate in specifici punti epicentrali. Nello specifico dello tsunami indonesiano, si è verificato l’allineamento di Giove, Venere, Luna, Terra e Sole. Per innescare un terremoto in un determinato luogo, secondo l’equipe indiana, devono essere presi in considerazione altri due elementi: il primo si riferisce alla distanza del possibile epicentro dalla posizione del Pianeta, il secondo alle direzioni di forza agite dall’epicentro. L’equipe indiana ha verificato – dall’analisi dei terremoti più significativi verificatisi negli ultimi 100 anni – che la latitudine, la longitudine e la magnitudo del terremoto sono collegate alla distanza dal pianeta ed alla direzione delle forze planetarie che agiscono nel punto. In tal modo, correlando le posizioni planetarie e le loro forze con la geologia della zona, è possibile prevedere esattamente i terremoti con riferimento alla latitudine, alla longitudine ed all’intensità, almeno un mese prima. Sulla scorta del metodo succitato, il terremoto si sarebbe dovuto – pertanto – verificare il 26 dicembre 2004 alle ore 7.30 alle seguenti coordinate geografiche: 3N54 e 97E17, vicino il litorale dell’isola di Banyak (Sumatra, Indonesia) ed avrebbe avuto una magnitudo pari al 6-7° della scala Richter. In realtà, vi è stato uno scostamento orario di soli 29 minuti rispetto a quello previsto e di soli 157 km dalla località epicentrale prevista. Il medesimo team aveva, altresì, ipotizzato che la seconda scossa si sarebbe verificata 700 km a sud dall’epicentro, con uno scostamento dal dato reale di circa 500 km. Si tenga, ancora, conto del fatto che tutti i pianeti visibili si trovavano da un lato del cielo, confinati dall’opposizione Sole/Luna e che entrambe queste circostanze – un aspetto dissonante Marte/Urano e la disposizione squilibrata dei pianeti da un lato del Tema – ricorreranno nuovamente nel maggio del 2005, con i due pianeti violenti entrambi nel segno d’acqua dei Pesci. A tal proposito, è opportuno domandarsi se questa singolare ridondanza astrologica possa costituire presagio circa il verificarsi di un ulteriore disastro naturale. Tutti i bambini nati con Plutone in Sagittario palesano una maggiore consapevolezza del loro status di cittadini del mondo; molti individui – inoltre – vengono attualmente influenzati da siffatto transito che agevola l’acquisizione di una maggiore coscienza del loro essere cittadini del Pianeta, della loro posizione nel mondo, della necessità di creare una Comunità mondiale anche attraverso drastiche trasformazioni. Allo stesso tempo, però, tutti ci si sente contemporaneamente limitati da timori e rigurgiti nazionalistici. Un uomo in Thailandia ha raccontato che il suo bambino se ne stava in spiaggia sul bagnasciuga ipnotizzato dall’acqua del mare che si ritraeva fino a quando, compreso il pericolo a cui era esposto, egli non gli è corso incontro, lo ha afferrato e messo in salvo. Molti testimoni oculari hanno parlato di una scena surreale delineatasi dinanzi ai loro occhi, come se in pochi secondi il mondo si fosse trasformato in un caos, come se fossero coinvolti nelle riprese di un film o nella dinamica di un sogno. Questo è Nettuno! Inoltre, i geologi affermano che alcune delle isole dell’arcipelago di Sumatra – e la medesima isola madre – sono state realmente spostate di alcuni km dalla dirompenza del sisma; la punta nord dell’isola principale è stata sommersa fino a 7 chilometri all’interno e la città di Banda Aceh è stata in gran parte distrutta! Le masse sul globo hanno cambiato posizione e forma alterando così significativamente la mappa della Terra. Un simile terremoto di magnitudo 8.9, secondo alcuni scienziati, ha – altresì – provocato
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un aumento dell’inclinazione dell’asse terrestre pari ad un pollice ed un’accelerazione della rotazione del pianeta con una conseguente riduzione della lunghezza del giorno di circa tre microsecondi. Anche le conseguenze per l’astrologia sono reali, benché al momento considerate trascurabili. Si pensi, a tal proposito, alla definitiva modificazione degli ecosistemi provocata dallo tsunami (ad es.: alla barriera corallina) ed alle separazioni forzate ed in molti casi definitive prodotte nelle vite di migliaia di esseri umani. Secondo le notizie diffuse dai mass media oltre 100.000 bambini hanno perso almeno un genitore. Durante questo disastroso accadimento, improvvisamente sono state annullate tutte le differenze tra gli uomini – il ricco ed il povero si sono ritrovati egualmente nudi, feriti e persino uccisi dalle acque violentemente abbattutesi in quella pacifica mattina di sole. Grida di aiuto, sguardi di disperazione e dolore per la perdita e l’abbandono hanno annullato tutte quelle barriere che precedentemente avevano tenuto le persone separate. I superstiti immediatamente si sono trovati catapultati in una realtà comune di shock, orrore e devastazione, senza riguardo alcuno per la loro provenienza, la loro condizione sociale, economica e culturale. Durante tale transito, il Centauro ha portato – infatti – all’acquisizione di una diversa e più profonda consapevolezza circa le connessioni tra governo, affari e politica, facendo – tra l’altro – emergere innumerevoli scandali (si pensi al crack della Enron e della Worldcom, ai noti scandali inerenti Bush, al film documentario ‘Fahrenheit 9/11’, agli scandali presso l’Unione Europea, etc. ). Si pensi alla Somalia ed allo Sri Lanka (quest’ultima, in particolare, ha sofferto un numero impressionante di perdite umane), entrambi paesi immersi da parecchi anni nella guerra civile, che sono stati ripetutamente stimolati ad aprire i loro confini chiusi per permettere l’ingresso di aiuti stranieri nel paese; alla stessa India, che – inizialmente – voleva provvedere da sola a soccorrere i propri connazionali; all’Indonesia ove taluni gruppi di musulmani hanno bruciato gli aiuti umanitari, non volevano consentire l’ingresso di forze occidentali a sostegno della popolazione ed, in ogni caso, non hanno permesso all’esercito israeliano di soccorrerli. Alcuni funzionari addetti alla tutela della fauna selvatica in Sri Lanka hanno segnalato di non aver registrato alcuna morte di specie animali. Nel parco nazionale di Yala (Sri Lanka), tutti gli esemplari di elefanti, cervi, sciacalli e coccodrilli che lo popolano sono sopravvissuti. In altre zone del paese colpite dal disastro, molte donne e bambini sono stati tratti in salvo facendoli salire in groppa agli elefanti. Si tenga conto, a tal proposito che il Chirone mitologico era un mentore ed un insegnante ed il Cancro è il segno in analogia con la maternità. Il settile – corrispondente ad 1/7 del cerchio, esattamente ad un angolo di 51°26’ – viene considerato un aspetto molto intenso che contribuisce a generare una forte polarizzazione. Molti astrologi lo correlano a fatalità che sfuggono al controllo della persona e ad eventi destinici, a scoperte tecnologiche, all’uso della forza e della sopraffazione, a costrizioni/compulsioni e agli elementi emarginati della società. L’astrologo Edward Gillam, nel numero di Febbraio/Marzo 2003 della prestigiosa rivista astrologica ‘The Mountain Astrologer’, lo definisce nel seguente modo: “Questo viaggio nell’oscurità, nello shock e nel caos sembra emergere quando esaminiamo le carte natali della settima armonica... Non dovremmo essere sorpresi se gli astrologi non si sono adattati prontamente al potere della settima armonica. Può essere un’oscurità e un posto opprimente - pieno di timori, di sorprese, di tabù e di confronti con ‘la diversità’. L’individuo da settima armonica è qualcuno che sembra ‘vivere al margine’ come un ‘disordinatore’, un rinnegato o un iconoclasta o qualcuno che pungola la coscienza sociale. Un evento da settima armonica (tipicamente un atto umano shockante) sembra non previsto e non ben accetto, ma può costituire un grido finale disperato, dai posti più oscuri della psiche collettiva, forse per ‘riequilibrare’ i rapporti di potere e riconoscere i diritti delle persone rinnegate ed emarginate. La settima armonica, come l’ho descritta, simboleggia una forza potente e potenzialmente di
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destabilizzazione che sfida e minaccia di insidiare la nostra stabilità, la nostra visione del mondo costruita con tanta attenzione. Ma, in questo modo, la settima armonica offre un itinerario alla trasformazione profonda della nostra comprensione delle dimensioni più profonde dell’ esperienza individuale e collettiva”. Secondo l’astrologo ricercatore Michael Munkasey, inoltre, il settile è un aspetto astrologico di grande importanza; a suo modo di vedere, sarebbe contraddistinto dalle seguenti parole chiave: riconciliazione; concessione; acquisizione di tolleranza; compensazione e confronto; riconciliazione nelle dispute; divergenze di opinione; necessità di capire punti di vista alternativi; esigenza interiore di espansione della coscienza. Gli astrologi, tra l’altro, associano i modelli di settile (anche conosciuti come modelli della settima armonica) al terrorismo. Gillam precisa che gli eventi dell’11 settembre 2001 sono stati il riflesso di un modello di settile coinvolgente il Sole, Marte, Urano ed il DISC al momento dello schianto del primo aeroplano su di una delle Torri Gemelli. Il modello di settile Sole/Marte/Urano, a suo parere, molto ben si adatta, difatti, alla natura tragica dell’evento. Marte ed Urano, del resto, erano ancora una volta in settile il 20 marzo 2003, quando gli Stati Uniti hanno dato il via al bombardamento di Bagdad. A tal proposito, si pensi all’aumento della temperatura sul Pianeta, alla fusione delle calotte di ghiaccio, al conseguente innalzamento del livello del mare ed abbassamento del grado di salinità degli oceani, al progressivo depauperamento delle risorse ittiche ed, ancora, all’accumulo di anidride carbonica, al devastante impatto dell’emissione di gasserra nello strato di ozono, all’abuso di combustibili fossili, all’eliminazione delle foreste, all’aumento di uragani, alle onde termiche, al problema delle locuste, delle siccità e carestie in svariate parti del mondo. Alcuni scienziati parlano di esperimenti atomici segreti in corso di svolgimento nell’oceano indiano da parte dell’India e/o della connessione, lontana nello spazio e nel tempo ma vicina dal punto di vista della delicata geologia delle faglie, con gli esperimenti nucleari francesi di Mururoa. Altri parlano di un incidente, di conseguenze inattese, di un giocattolo sfuggito dalle mani di chi lo maneggiava, di test sempre più assidui, ovverosia del programma HAARP (High-Frequency Active Aural Research), il cui scopo ufficiale sarebbe quello di studiare la ionosfera per migliorare le telecomunicazioni, ma – in realtà – viene dagli stessi americani classificato tra le armi di distruzione di massa a connotazione strategico-difensiva che possono destabilizzare e manipolare selettivamente sistemi agricoli ed ecologici di intere aree del globo. Sostanzialmente si tratterebbe di una sofisticatissima tecnologia di antenne capaci di emettere onde radio ad alta frequenza fino a quote di 350Km, che – grazie alla loro grande potenza – raggiungono aree della ionosfera (lo strato più alto dell’atmosfera) e la ionizzano. A quel punto le onde elettromagnetiche rimbalzano sulla terra e penetrano qualsiasi cosa – viva o morta che sia. A pieno regime, l’impianto richiede 3.6 MegaWatt (la potenza di 100 automobili), assicurati da 6 generatori azionati da altrettanti motori diesel da 3600 hp l’uno. La ionosfera è uno strato dell’atmosfera terrestre composto da materia rarefatta allo stato di plasma, cioè da particelle cariche elettricamente (ioni) e possiede la proprietà di riflettere verso terra le onde hertziane, in particolare nelle ore notturne. È per questo, ad es., che di notte è possibile ascoltare alla radio le stazioni AM di molti paesi stranieri, dato che la riflessione ionosferica permette ai segnali di scavalcare la curvatura terrestre. Si pensi agli omicidi cosiddetti “d’onore” registrati in Inghilterra ed in alcuni paesi arabi negli ultimi anni e perpetrati per lo più da genitori in relazione a possibili unioni miste tra ragazze di fede musulmana e giovani occidentali. Esso impiega, infatti, circa 12.650 anni a realizzare il periplo zodiacale.
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Foto d’archivio per tre Cancri: Mario Zoli, Ciro Discepolo e Dante Valente al Congresso di Palermo del 1982…
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CASA NONA Indice Mercurio-3
CASA PRIMA
Stevano Vanni Docenti certificati Brian Claark Maria Il ciclo Rita Pregnolato di Chirone Alla scoperta del Perù Carla Pretto I transiti planetari
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INDICE MERCURIO-3 48 - 2º TRIMESTRE 2005
L.A. 139-911 Artículos: ASTROLOGÍA Y CIENCIA: EL PAPEL DE LAS CIENCIAS DE OBSERVACIÓN Y LOS MODELOS CIENTÍFICOS por José Luis Pascual ........................................................................................................................ TÉCNICAS: SINASTRÍA DE PAREJA (II): Rasgos dominantes por Jesús Navarro INVESTIGACIÖN: SOBRE EL CICLO C-60 (y III) por Carmen Azarola
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ENSAYO: LA MUTUA RECEPCIÓN URANO-NEPTUNO: Matar recibiendo por Itziar Alberdi
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ASTROLOGÍA E HISTORIA: EL “CHATEAU” D’ABBADIE por Asociación Vizcaína de Astrología ENTREVISTA: RAY MERRIMAN por Patricia W. Castignani
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ASTROLOGÍA HELENÍSTICA: UNA INTRODUCCIÓN A LA ASTROLOGÍA HELENÍSTICA (I) por Eduardo Gramaglia 68 Secciones: EDITORIAL
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EFEMÉRIDES: 2º TRIMESTRE 2005 por Jaume Martín
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LUNACIONES: 2º TRIMESTRE 2005 por Centre Urania
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CONGRESO DE ASTROLOGÍA BARCELONA, 11 A 13 DE MARZO 2005 Y IV FORUM EUROPEO: Astrología Mundial ................................................................................... 76 ASTROCARTOGRAFÍA: “Tsunami mortal” (2): Análisis astrocartográfico por Vicente Gigli y Claudia E. Lamata ........................................................................................ 83 ASTROMETEOROLOGÍA: Pronósticos para 2º TRIMESTRE 2005 por José Luis Pascual ........................................................................................................................ 89 OPINIÓN Y COMENTARIOS: Asamblea General de la Sociedad Española de Astrología, Barcelona 13/03/05 .............................................................................................. 92 AGENDA
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Stefano Vanni
DOCENTI CERTIFICATI
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Il Consiglio Direttivo del Cida nella sua ultima sessione ha deciso in questa fase di certificare i docenti per il primo livello. Dopo un attenta analisi delle domande pervenute e della documentazione allegata la commissione di certificazione ha deciso di attribuire la qualifica di “Docente Certificato CIDA di primo livello” per i soci Cida dell’elenco sottostante. Ricordiamo a tutti i soci che: La certificazione di Docente è gratuita e vale per cinque anni se non intervengono fatti e/o comportamenti che a giudizio della Commissione di Certificazione non sono conformi al codice etico e/o al regolamento per la certificazione. Per essere docenti certificati di norma è necessario avere il titolo di studio della media superiore, essere iscritti all’Albo professionale degli Astrologi, avere almeno 60 ore di docenza astrologica (per maggiori informazioni rivedere il regolamento pubblicato sul numero 133 di Linguaggio Astrale e sul numero… di Sestile). La certificazione può essere richiesta anche se il docente non intende nell’immediato effettuare un corso di astrologia certificato. Perchè i propri Corsi siano definiti certificati con attestato finale è necessario seguire l’apposita procedura prevista nel regolamento, con le opportune verifiche. Ciò non esclude ovviamente che il docente faccia Corsi non certificati.
Socio certificato In relazione alla direttiva europea 92/51/CEE che con il decreto Legislativo, n. 319 ha introdotto l’attestato di competenza con il quale le associazioni professionali, per le professioni non riconosciute, attestano il possesso dei requisiti dell’iscritto, svolgendo quindi la funzione di Enti di accreditamento, e in relazione al regolamento del CNEL in materia, il Consiglio direttivo del Cida ha introdotto la qualifica di socio certificato come persona che ha i requisiti previsti da queste disposizioni. Questi regolamenti prevedono, fra le altre norme, che il socio, per il quale associazione svolge un ruolo di ente di accreditamento, abbia una assicurazio-
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ne contro i rischi professionali. Per ottemperare alle norme previste il Cida ha deciso di effettuare, a partire dal prossimo settembre, una assicurazione contro i rischi professionali con particolare riferimento ad una copertura di base di eventuali spese legali. Per queste ragioni il Cida ha previsto che l’iscrizione a socio certificato comporti il pagamento della quota di 75 euro annue che comprende: l’iscrizione al Cida, l’abbonamento a Sestile e l’assicurazione professionale. Per coloro che si iscriveranno nei prossimi mesi l’assicurazione, solo per il periodo settembre 2005e a dicembre 2005, sarà coperta dal Cida senza nessuna spesa aggiuntiva per il socio. Per gli iscritti all’Albo la quota è immutata di 75 Euro e comprende anche l’Assicurazione. Sulle caratteristiche dell’assicurazione sarà data informativa a tutti soci certificati. Anche la qualifica di socio certificato ha validità per cinque anni purchè non intervengano fatti e/o comportamenti che a giudizio della Commissione di Certificazione non sono conformi al codice etico e/o al regolamento per la certificazione. Il Consiglio Direttivo del Cida ha deciso di attribuire la qualifica di Socio certificato a: Tutti i soci Cida facenti parte dell’Albo Professionale. A tutti coloro che hanno fatto domanda e che avevano i requisiti. Inoltre ha deciso di dare la possibilità a tutti coloro che hanno superato l’esame dell’Albo Professionale ma non sono più iscritti di entrare a fare parte dell’elenco dei “Soci Certificati Cida” purchè facciano esplicita domanda. Sulla base delle domande pervenute e del regolamento in atto, tenuto conto dei criteri sopra evidenziati, la Commissione di Certificazione ha finora attribuito la qualifica di Docente Certificato Cida di primo livello ai soci: Tiziana Bertone di Genova Fabrizio Corrias di Civitavecchia Maria Teresa Mazzoni di Roma. Roberta Fianchini di Roma Fausto Danielli di Bologna Adriana Cavadini di Milano Nicoletta Zignani di Firenze e la qualifica di Socio certificato a: Maria Rita Pregnolato Ribadiamo che il modulo di richiesta di ammissione è riportato sul n. 133 di LA pag 182. Le relative spiegazioni sono riportate nel sito www.cida.net sotto “Scuole CIDA”.
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Maria Rita Pregnolato
ALLA SCOPERTA DEL PERÙ
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Un viaggio atteso da tempo, desiderato da tanto ed ecco finalmente concretizzarsi il sogno, emozionata, direi quasi impaziente, come molti del gruppo, giunge il giorno della partenza. Molte ore di viaggio ci separano da questo paese misterioso ed affascinante, ma vale la pena fare questo “sacrificio”; la lunga permanenza in aereo con i suoi inconvenienti, viene interrotta da un breve scalo in uno dei paradisi caraibici, giusto per toccare terra e sgranchirsi le gambe. Finalmente Lima, e ad attenderci la nostra guida, Lily Buendia (nel nome c’è il buon auspicio!), che ci accoglie con un gran sorriso e che ci accompagnerà per tutta la durata della nostra avventura alla scoperta del Perù, dandoci la “bienvenida” con un Pisco Sauer, aperitivo nazionale, che in seguito ci verrà offerto in ogni luogo che visiteremo. Nella capitale ci accoglie anche il rumore dei clacson delle automobili che richiama la nostra attenzione e ci “sveglia” dall’ottundimento provocato dal lungo viaggio in aereo, e curiosi di questa nuova dimensione osserviamo lo svolgersi frenetico della vita e il movimento di questa megalopoli di 9 milioni di abitanti circa, dove molto evidente è il contrasto tra una minoranza di popolazione ricca che vive in eleganti dimore circondate da piante e fiori tropicali e filo spinato con alta tensione e una maggioranza della popolazione che vive in baracche nell’immensa periferia polverosa, una “atmosfera” che sembra molto lontana da quella della “Città dei Re Magi” (Ciudad de los Reyes) come fu chiamata da Francisco Pizarro, che la fondò il 6 gennaio 1535, sostituendo l’antico nome quechua: Rimac, nome del fiume che tuttora scorre attraverso la capitale, e che significa “chiacchierone”, cioè il fiume che chiacchera. Nel centro storico di Lima permangono molte tracce del passato coloniale, ne sono una testimonianza le sontuose chiese barocche, gli edifici ed i palazzi della nobiltà spagnola con i caratteristici balconi di legno traforato, sopravissuti ai numerosi terremoti, e che attualmente sono in fase di recupero e ristrutturazione, dopo un abbandono durato molti anni. Ma il vero viaggio inizia addentrandoci all’interno di questo grande paese, e salendo a circa 2500 metri di altitudine, ci sorprende l’atmosfera pacata di Arequipa, la “città bianca”(perché costruita con pietra lavica), circondata da
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vulcani, e la città nella città che è il Monastero di Santa Catalina, nel cui dedalo di vie, vicoli e piazzette hanno vissuto le figlie della nobiltà spagnola, come era in uso in quei tempi. La visita della valle del Colca, un po’ al di fuori dai classici itinerari turistici, ci meraviglia con le sue distese di terrazzamenti verdi e fertili, dove sopravvivono le colture tipiche, praticate ancora in modo naturale (cioè senza l’ausilio di sostanze chimiche), di mais, molte varietà delle immancabili papas (patate) e del quinoa, antico cereale tipico di questi luoghi. La sensazione era di fare un viaggio a ritroso nel tempo, e ci saremmo aspettati di vedere comparire da un momento all’altro qualche antico campesino inca, o meglio quechua, coltivare quei terreni strappati alle montagne. Un paesaggio che ci ha riportato in una dimensione spazio-temporale molto lontana dalla nostra abituale, ascoltando il silenzio, inalando la fine aria delle altitudini, assorbendo attraverso gli occhi l’intensità del verde delle coltivazioni, cogliendo qua e là i vivaci colori di fiori sconosciuti, percependo la maestosità delle montagne e ancora silenzio, per consentire allo sguardo di spaziare dallo strapiombo fino alle vette, e lassù il nostro sguardo incontra il tanto atteso condor, che dispiegando le sue ali volteggia sopra di noi e sembra voler toccare la cima delle montagne, ma eccolo ritornare verso di noi, e altri insieme a lui, disegnando con il loro volo chissà quali simboli, e noi tutti con il naso all’insù per cogliere il momento in cui fermare quel volo maestoso in un fotogramma. È l’incontro con uno dei principali simboli del Perù, uno dei tre animali sacri agli Incas: il Serpente, che è collegato al passato, al sapere (acqua); il Puma, che è collegato alla realtà della vita presente, al fare (terra); ed infine il Condor, che è collegato alla vita futura, allo spirito, all’amore (aria). Un profondo contatto con la natura e con la sua sacralità, sempre presente nella cultura inca. Oltre alla storia, all’abbondanza di testimonianze delle antiche civiltà, ai reperti archeologici, la maggiore ricchezza di questo paese è la natura, sia minerale che vegetale; non solo per la presenza di metalli preziosi come oro, argento, rame, ecc, ma anche per le molte pietre semipreziose; i paesaggi diversi ed inusuali, il rigoglio di una vegetazione varia ed inconsueta, diffusa in una molteplicità di specie vegetali utilizzate sin dai tempi più antichi a scopo medicinale, i cui segreti sono custoditi dai Pacos, o Curanderos, i quali conservano la tradizione dei rituali, delle cerimonie, degli usi e delle parole ad essi collegate. Un solo rimpianto: non aver potuto entrare in contatto con uno di essi per poter vivere l’esperienza di una “limpia” fatta secondo le antiche usanze peruviane. Affascinati e catturati dalla forza della natura, dei paesaggi delle pampas delle altitudini, delle vette imbiancate, dell’aria rarefatta dei 5000 metri, cominciamo ad accusare i malesseri dell’insidioso “soroche”, e da europei abituati ad altre cime, cadiamo “vittime” del mal di montagna andina; cerchiamo rimedio e conforto bevendo “mate de coca”, masticando foglie di coca, secondo l’usanza locale, che ci assicurano dà ottimi risultati. Poco avvezzi a simili
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pratiche, notiamo lenti miglioramenti, ed alcuni di noi decidono di avvalersi di un supplemento di ossigeno, fornito dalle bombole in dotazione, altri si mettono in coda per ottenere assistenza medica da parte delle due dottoresse, Aurora e Rita, nostre compagne di viaggio, che, con affetto e dedizione, ad ognuno somministrano un rimedio, omeopatico od erboristico che sia, contribuendo così a ritrovare il benessere generale. Incontri speciali ed emozionanti sono stati quelli che abbiamo avuto con gli animali più diffusamente allevati in questo paese: dalle rare, superbe e timide vigogne, agli imprevedibili lama, a cui è meglio non avvicinarsi troppo per evitare di essere “spruzzati”, ai simpatici e vezzosi alpaca, con il loro musetto tenero e buffo, ai piccoli e mansueti porcellini d’india. E poi i tori, importati dagli spagnoli, che nel corso del tempo hanno assunto un valore simbolico particolare, infatti sono considerati benauguranti, tanto che si è diffusa l’usanza di mettere sul tetto di ogni casa una coppia di tori di ceramica dipinta ai lati di un crocefisso per proteggere la casa stessa ed i suoi abitanti da ogni avversità. Molto apprezzato è l’artigianato peruviano, soprattutto i tessuti dai vivaci colori ed i capi d’abbigliamento realizzati con la lana dei molti animali allevati qui: dalla calda e pregiata vigogna, alla morbida alpaca, senza disdegnare la ruvida lana di lama, e poi gli oggetti in argento e oro che hanno attratto il nostro interesse e, inutile dirlo, non ci siamo mai lasciati scappare le numerosissime opportunità di acquistare i prodotti dell’artigianato locale lungo le vie, nei mercati e mercatini, nei negozi e presso le bancarelle di tutti i luoghi visitati, per la gioia dei venditori peruviani con cui abbiamo civilmente contrattato. Siamo tutti rientrati con almeno una valigia in più, ovviamente in tessuto tipico peruviano. Molte sono le tradizioni antiche che sopravvivono in Perù, presso i popoli quechua e aymara (le due principali etnie di questo paese) che vivono nelle zone rurali: possiedono una propria lingua, propri culti, proprie abitudini di vita, alimentari, ecc. Tra queste è di particolare interesse “il linguaggio” dell’abbigliamento del popolo aymara, un codice “segreto” che la nostra simpatica e speciale guida Tito Castro ci ha piacevolmente illustrato, accompagnandoci nella visita alle sorprendenti isole galleggianti del lago Titicaca, costruite con le totore, tipiche canne acquatiche del luogo, che vengono impiegate anche per costruire le tradizionali imbarcazioni dalla forma caratteristica, e alla splendida isola di Taquile (a quota 4100 m.), i cui abitanti vivono ancora secondo un’organizzazione sociale risalente all’epoca inca, che prevede la proprietà collettiva delle terre, che tutti gli abitanti, cordiali ed ospitali, coltivano aiutandosi vicendevolmente. Una sorta di società utopica, di isola felice, un angolo di paradiso sopravvissuto in questi nostri tempi “moderni”. Poco lontano dal lago Titicaca, sulle rive di uno dei tanti altri laghi del Perù, siamo stati “catturati” dai misteri della necropoli di Sillustani. Prescelto da antiche civiltà come luogo di culto, oltre che di sepoltura, questo sito, carico di un magnetismo speciale, sorge su verdi e dolci colline, invita ad osservare un rispettoso silenzio, e seguendo il richiamo dei “recinti del Sole” nasce spontaneo il desiderio di fare un piccolo rituale in onore del Sole. La magia del luo-
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go ci conduce in una dimensione interiore o forse “extraterrestre”, chissà cosa accadeva qui in un tempo remoto? Ma l’ombelico del mondo (Inca) ci chiama, e la città a forma di puma, Cuzco, ci incanta con i suoi numerosi palazzi in stile coloniale e le molteplici chiese in stile barocco, costruite sui resti di antichi insediamenti incas; della maestosità delle sue mura rimane poco, dopo il passaggio degli spagnoli e i danni dei numerosi terremoti che si sono verificati nel corso dei secoli. Ma Cuzco è una città molto vivace e ci coinvolge in questa sua atmosfera cosmopolita e ricca di cultura; pervasa da una atemporalità, una sorta di sfasamento tra il tempo attuale e la consistente e profonda eredità di un passato che sembra ancora presente, nonostante l’evidenza della “modernità”, che da ogni angolo della Plaza de Armas si fa avanti nelle forme più invadenti di un commercio frammentato. Sulle colline sovrastanti Cuzco abbiamo visitato dei siti spettacolari, il più imponente la fortezza di Sacsayhuaman costruita con enormi massi intagliati e sistemati a puzzle uno sull’altro con tecniche edilizie all’avanguardia e antisismiche. Il nostro viaggio prosegue verso il mitico Machu Picchu, la città perduta degli Incas. La strada ferrata inerpicandosi sulle montagne si snoda tra strette valli, costeggiando il tumultuoso fiume Urubamba; la spettacolarità di questo ambiente selvaggio costituito da una fitta foresta tropicale è emozionante; si susseguono villaggi, ponti sospesi e piccole stazioni affollate da una miriade di venditori, è incredibile, ma si riesce a fare affari anche attraverso il finestrino del treno! Aguas Calientes è la nostra stazione di arrivo; percorriamo l’ultimo tratto di strada sterrata in salita che ci separa dalla nostra meta con un autobus che ci conduce nei pressi del sito archeologico. È uno scenario unico! Lo sguardo spazia tutt’intorno, le rovine della città sacra sono adagiate su terrazze circondate da imponenti montagne coperte da una fitta vegetazione, il mistero che circonda questo luogo e le sue vicissitudini non viene intaccato dalla sorprendente scoperta della ricostruzione di molti edifici che i numerosi terremoti e le ingiurie del tempo avevano danneggiato. La sensazione di trovarsi davanti a qualcosa di non completamente genuino, e il turismo di massa contribuisce a snaturare l’essenza di questo luogo, con cui è difficile entrare in sintonia, percepirne la potenza e coglierne “l’anima”. Ma la potenza e la maestosità delle montagne che ci circondano è tale che ci fa sentire in profondo contatto con la terra e protetti, che meraviglia, soprattutto quando nel pomeriggio il flusso turistico si è esaurito. Ma un’altra meraviglia ci attendeva ai piedi del Machu Picchu, del tutto inaspettata e forse per questo ancora più piacevole e stupefacente: l’albergo che ci ospitava era circondato da un enorme giardino tropicale con la sua ricchezza di piante e fiori di molte specie, abitato da una quantità di uccelli cinguettanti e variopinti e di farfalle multicolori. Mario, la nostra guida un po’ speciale, ci ha condotti al tramonto, alla luce delle lanterne, alla scoperta del giardino e delle sensazioni che questo suscitava in noi, un “viaggio” caratterizzato
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dal sentire, una meditazione a contatto con la natura vegetale e con la nostra natura interiore, un percorso di percezione e di immersione nei quattro elementi. Un momento magico di contatto vero e profondo con la Pachamama (la Madre Terra). Tutti volevamo fermarci lì, in quell’Eden lussureggiante ai piedi del Macchu Picchu si respirava la vera essenza del Perù. Ma il viaggio deve continuare, altre esperienze ci aspettano. Attraversiamo la Valle Sacra degli Incas verso Yucay. Visitiamo le rovine della fortezza Inca di Ollantayambo, che proteggeva l’entrata alla valle sacra, proseguiamo poi per Pisac, con un’area archoelogica molto estesa e ben conservata, poi un salto al vasto e pittoresco mercato domenicale del paese dove non resistiamo al richiamo dell’ultimo ricordino da portare a casa. Il Perù si è dimostrato una miniera di gradevolissime sorprese e ogni luogo che abbiamo visitato ci ha regalato un’emozione diversa. Questo paese, carico di un’energia particolare, ci ha talmente entusiasmato che tutti noi abbiamo deciso di ritornarci presto.
Consultate regolarmente il sito www.cida.net! in particolare vi raccomandiamo la voce “conferenze” e la voce “ultimissime”. Troverete sollecitamente i dati natali di personaggi alla ribalta nonchè le notizie dell’ultima ora, e specialmente le modifiche dell’ultimo minuto di conferenze della vostra Delegazione (utili per evitare amare sorprese). E in ogni caso vi sentirete ancor più partecipi della vita Associativa. *
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L’abbonamento scade sempre il 31 dicembre, rinnovatelo entro il 31 gennaio. Aiuterete l’Associazione a mantenere la stessa quota!
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NOVITÀ LIBRARIE Carla Pretto
I TRANSITI PLANETARI
L.A. 139-950
Nel libro l’autrice illustra che cosa sono i transiti planetari e descrive le regole fondamentali necessarie per una loro corretta interpretazione. Si approfondiscono le simbologie degli aspetti di transito dei pianeti lenti, Urano, Nettuno e Plutone, i quali rappresentano l’orientamento psicologico che l’individuo segue e che successivamente lo indurrà ad apportare modifiche alla sua vita o ad affrontare nuovi avvenimenti. Preparazione mentale che avviene in tempi lenti, così come lenti sono i tempi di transito dei tre pianeti. Il semilento Saturno invece, rispecchia la capacità dell’individuo di valutare attentamente le circostanze e di essere cosciente che i cambiamenti da lui intrapresi siano attuati nel modo migliore. Giove restringe ancor più il tempo di azione dell’individuo, delineando il grado di difficoltà o di fortuna con cui egli si trova ad affrontare gli eventi. I pianeti veloci Mercurio, Venere, Marte e i luminari, Sole e Luna, che scandiscono quasi precisamente i giorni in cui l’individuo reagisce o subisce gli avvenimenti, vengono descritti in modo pratico e veloce. In questo testo di quasi 300 pagine si nota un impegno particolare per approfondire aspetti particolari e spesso inediti della materia.
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ELENCO DEI DELEGATI E CORRISPONDENTI DEL CENTRO ITALIANO DI ASTROLOGIA L.A. 139-980
Sede centrale dell’Associazione: Via della Grada, 4 - 40122 BOLOGNA Presidente: DANTE VALENTE - Via Monzambano, 13 - 20159 Milano - Tel: 02-69005576 e-mail:
[email protected] Segretario: CLAUDIO CANNISTRÀ - Via Vizzani, 74 - 40138 Bologna - Tel: 051-342445 e-mail:
[email protected]
DELEGATI REGIONALI E LOCALI ABRUZZO BIA GATREN - Via dei Cimatori, 14/A - 00186 Roma - Tel:06-6877803 Via Silvino Croce, 11 - 66026 Ortona (Chieti) - Tel: 085–9065565 Collaboratore: GIANNI D’ANGELO - Viale Riviera, 193 - 65123 Pescara - Tel. 085-4710019 - Cell: 340-1452257 e-mail:
[email protected] CAMPANIA CLARA NEGRI - Via Trinità degli Spagnoli,33 - 80132 Napoli - Tel: 081-407550 e-mail:
[email protected] EMILIA ARMANDO BILLI - Via Berengario da Carpi, 7 - 40141 Bologna - Cell: 348-8057972 e-mail:
[email protected] Collaboratore: ANNA COLACICCO - Via Cracovia, 9- 40139 Bologna - Cell: 347-5600067. e-mail:
[email protected] FRIULI VENEZIA GIULIA LIDIA CALLEGARI - Via F. Bonazza, 61- 34149 Trieste - Tel. 040-941263 e-mail:
[email protected] Segreteria: LICIA RAINÒ - Via Junker, 6 - 34014 Grignano (Trieste) - Tel: 040-224647 Sede della Delegazione (gruppo ONLUS Tergeste): Via Mazzini, 30 - V piano – 34121 Trieste LAZIO VITTORIO RUATA - Via Antonio Silvani, 108- 00139 Roma - Tel:06-88640922. e-mail:
[email protected]
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Consiglieri di Delegazione: MARIA GRAZIA LA ROSA - Piazza A. Righi, 8- 00146 Roma - Tel: 06-5572242 e-mail:
[email protected] MARY OLMEDA - Via Foglia, 3- 00199 Roma - Tel: 06-86200959 e-mail:
[email protected] Collaboratore: ROSSELLA BILOTTA - Tel: 06-88640922 e-mail:
[email protected] LECCE JULY FERRARI - Via M. Laporta, 9 - 73100 Lecce - Tel. 0832-350457 - Cell: 338-7439897 e-mail:
[email protected] LIGURIA TIZIANA BERTONE - Piazza A. Massena 5 int.11 - 16152 Genova - Tel: 010-6502617 - Cell: 338-6258781 e-mail:
[email protected] LOMBARDIA ADRIANA RAMPINO CAVADINI - Via Morgantini, 14 - 20148 Milano - Tel: 02.48712992 e-mail:
[email protected] PIEMONTE ROCCO PINNERI - Via Tetto Nuovo, 10 - 10025 Pino Torinese (TO) - Tel: 011.8111292 e-mail:
[email protected] ROMAGNA ATTILIO MATTIOLI - Via Papa Giovanni, 9 - 47034 Forlimpopoli (Forli) - Tel. 0543-741158 Collaboratore: RINO MANEO - Via dell’Aida, 5 –48100 Ravenna - Tel: 0544-270652 e-mail:
[email protected] TOSCANA NICOLETTA ZIGNANI - Via Rosellini, 10 - 50127 Firenze - Tel: 055-353495 e-mail:
[email protected] TRENTINO-ALTO ADIGE FRANCA RIGONI BERNARDI - Via Venezia, 25 - 38100 Trento - Tel: 0461-237068. e-mail:
[email protected] Collaboratore: ISABELLA LINDEGG PASQUALI - Via Ottaviano Rovereti, 4 - 38100 Trento - Tel: 0461-913591 VENETO ARTURO ZORZAN - Via S. Bona Nuova, 106 - 31100 Treviso - Tel: 0422-22843 - Cell: 347-4474877 a Venezia: Cannaregio, 6079 – Tel: 041-5226201 e-mail:
[email protected] Collaboratore: NADIA PAGGIARO - Via Adda, 5 - 30174 Mestre - Tel: 041-5346047. e-mail:
[email protected] CATANIA LILIANA COSENTINO - Viale Regina Margherita, 35 B - 95123 Catania - Tel:095-312251 e-mail:
[email protected]
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CIVITAVECCHIA FABRIZIO CORRIAS - Via Monti Volsini, 4 - 00053 Civitavecchia (Roma) - Tel: 0766-542307 e-mail:
[email protected] COMO e LECCO MARIA LUISA DELL’ORTO - Via Dante Alighieri, 11 - 22060 Arosio (Como) - Tel: 031-761042 e-mail:
[email protected] NAPOLI - HINTERLAND MARIA VACCA - Via Manzoni 24 - 80046 S. Giorgio a C remano (Napoli). - Tel: 081-7711034 e-mail:
[email protected] RAGUSA PIPPO PALAZZOLO - Via Forlanini, 116 - 97100 Ragusa - Tel:0932-642619 e-mail:
[email protected] SIRACUSA GIUSEPPE RODANTE - Corso Gelone, 116 - 96100 Siracusa - Tel:0931-465485 e-mail:
[email protected] VARESE GENEVIÉVE JAMA GIAMMARINO - Via Della Pira, 3 - 21020 Luvinate (Varese) - Tel: 0332-223770 e-mail:
[email protected] VERONA CARLA PRETTO - Via G. Mameli, 116- 37126 Verona - Tel. e fax: 045-8344149 e-mail:
[email protected]
CORRISPONDENTI AGRIGENTO SEBASTIANO CATALANO - Piazza Metello, 3 - 92100 Agrigento - Tel:0922-595230 e-mail:
[email protected] ALESSANDRIA ALDO VISENTIN - Via Testore, 5 A - 15100 Alessandria - Tel: 0131-236445 e-mail:
[email protected] ASCOLI PICENO STEFANIA PARTINI CENCIARINI - Via M. Federici, 75 - 63100 Ascoli Piceno - Tel: 0736-252576 ASTI LIVIO MONTANARO - Via Stazione 18/A - 12058 Santo Stefano Belbo (Cuneo) - Tel: 0141-840868 e-mail:
[email protected] BIELLA LOREDANA BORTOLIN - Regione Valgrande, 4 - 13856 Vigliano Biellese (Biella) Tel. 0348-7490205 (dalle ore 14 alle ore 17 dei giorni feriali) e-mail:
[email protected]
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BOLZANO GIANNA MASCIS - Via Mendola, 59/B - 39100 Bolzano - Tel: 0471-920015. e-mail:
[email protected] BRESCIA FULVIA ROVERE - Via Luzzatti, 6 - 25123 Brescia - Tel: 030-2090283 CASERTA PAOLO CRIMALDI - Viale Lincoln-Parco Aversano pal/E - 88100 Caserta - Tel. 06-4740910 e-mail:
[email protected] CHIETI ONOFRIO CEROLI - Via A De Gasperi,18 - 66032 Castel Frentano (Chieti) - Tel: ab. 0872-569454 Tel: uff. 0872-56862 CUNEO FIORELLA LUNATI - Via Bodina, 46B - 12100 Cuneo - Tel: 0171-65825 e-mail:
[email protected] PESCARA GIANNI D’ANGELO - Viale Riviera, 193 - 65123 Pescara - Tel. 085-4710019 e-mail:
[email protected] PIOMBINO LUCIO CANONICA - Località Germandine, 118 - 57028 Suvereto (Livorno) - Tel. 0565-829089 e-mail:
[email protected] REGGIO EMILIA LAMBERTO GHERPELLI - Via Bisi,10 - 42100 Reggio Emilia - Tel:0522-513635 e-mail:
[email protected] SALERNO MASSIMO CIAGLIA - Via delle Querce, 95 - 84080 Capezzano (Salerno) - Tel: 338-6913555 e-mail:
[email protected] SASSARI ARIANNA MENDO - Via del Faro - Residence della Marina, 3 - 07020 Palau (Sassari) Tel: 0789-708380 (dalle ore 18 alle 20,30) - Cell: 335-8165504 e-mail:
[email protected] SIENA SUSANNA RINALDI - Via Chiantigiana, 105 - 53100 Siena - Tel: 335-7116003 (dalle ore 21 alle 22,30 ogni lunedi, martedi, mercoledi) e-mail:
[email protected] VOGHERA MARINA REGNO - Via Carlo Longa, 3 - 27058 VOGHERA (Pavia) - Tel: 0383-49523 Fax: 0383-363609 - Cell: 338-7344877 e-mail:
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Argomento
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GRUPPI AFFILIATI PADOVA Gruppo Zodiaco presieduto da Lonardo Stefano - Via G. Selva, 2 - 35135 Padova Tel: 049-614038 - e-mail:
[email protected] Segreteria: FIORENZA RAMPIN - Tel: 049-8935396 - e-mail:
[email protected]
CORRISPONDENTI ESTERI ARGENTINA PIO GOWLAND - Arenales, 1478 2”B” - 10161 Buenos Aires - Argentina - Tel: 54-18128768 AUSTRALIA ELIDA MARCHISONE - 6, Terry Road - Eastwood NSW2122 - Australia - Tel. 0061-02-8583265 CROAZIA SLAVEN SLOBODNJAK - 2, Kunc 1- HR 10000 Zagreb - Croatia - Tel: 0385-16159907 e-mail: Slaven
[email protected] GERMANIA LIANELLA LIVALDI LAUN - 79540 Schlossgasse, 10 – Lorrach - Stetten - Tel: 0049-762112453 e-mail:
[email protected] GRAN BRETAGNA e IRLANDA ROSEMARIE ADAMS - D.F.Astrol 262 B Kingsbury Road - Kingsburg - London - NW9 OBT Londra Tel: 0044-1817322717 - Dublino Tel: 00353-12601955 GRECIA THOMAS GAZIS - Franghiadon, 49 - 18537 Pireas - Grecia OLANDA GIOVANNI ZATTINI - Kromstevenwerf, 32 - 2317 DH Leiden - Holland - Tel: 0031-715214017 e-mail:
[email protected] REPUBBLICA CEKA RADMILA VALTROVA - Trojicka 2 - 12800 Praha 2 - Ceska Republika RUSSIA PTOLOMEI SVAROGICH - ap. 352, Kountsevskaia St.41 - 121351 Moscow - Russia Tel. e Fax: 007-091-4177332 e-mail:
[email protected] SPAGNA JOSÈ LUIS SAN MIGUEL DE PABLOS - Plaza de Matuta, 4 - 4°D - E28012 Madrid - Espana Tel:0034-91-4281897 STATI UNITI JAMES H. HOLDEN - American Federation of Astrologers - P.O. Box 22040 - 6535 South Rural Road ad TEMPE - AZ 85285-2040 U.S.A.
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Argomento
L.A. 139-990
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