Letteratura Italiana Dal 1200 A Oggi

September 1, 2022 | Author: Anonymous | Category: N/A
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Marco Alessandrini

 Lett  Le tter erat atur ura a  Ital  It alia iana na dal 1200 a oggi 1

 

Il Pensiero

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2005 Marco Alessandrini e-mail: [email protected]  sito web: web.infinito.it/utenti/i/ilpensiero.mensile

Indice  p. 5  p. 7  p.XX  p. XX  p.XX  p. XX  p.XX  p. XX  p.XX  p. XX  p.XX  p. XX  p.XX  p. XX  p.XX  p. XX  p.XX  p. XX  p. XX  p.XX  p.XX  p. XX  p.XX  p. XX  p.XX  p. XX  p.XX  p. XX  p. XX  p.XX  p.XX  p. XX  p.XX  p. XX  p.XX  p. XX  p.XX  p. XX  p.XX  p. XX  p.XX  p. XX  p.XX  p. XX  p.XX  p. XX  p.XX  p. XX  p.XX  p. XX  p.XX  p. XX  p.XX  p. XX

Pr Preme emess ssaa Ca Capit pitolo olo I Ca Capit pitolo olo II Ca Capit pitolo olo III II I Ca Capit pitolo olo IV Ca Capit pitolo olo V Ca Capit pitolo olo VI Ca Capit pitolo olo VI VIII Ca Capit pitolo olo VI VIII II Ca Capit pitolo olo IX

Nascit Nas citaa ddel el vol volga gare re in Eur Europa opa Scuol Sc uolee e stil st ilii ddel el Ba Bass ssoo M Medi edioe oevo vo Guido Gu ido Caval Ca valcan canti ti (1 (1250 250 – 130 1300) 0) Le Lett tter eratu atura ra com comico ico-re -reali alist stica ica Dante Da nte Ali Aligh ghie ieri ri (1 (1265 265 – 132 1321) 1) Fr Franc ances esco co Pe Petr trar arca ca (1 (1304 304 – 13 1374) 74) Giova Gi ovanni nni Boc Boccac caccio cio (1 (1313 313 – 1375) 137 5) Uma Umane nesim simoo Pi Pico co de della lla Mi Mira rando ndola la – Lo Lore renzo nzo de de’’ Medici Ca Capit pitolo olo X Ludov Lu dovico ico Ar Arios iosto to (1 (1474 474 – 15 1533) 33) Ca Capit pitolo olo XI Ni Nicco ccolò lò Ma Machi chiave avelli lli (1 (1469 469 – 15 1527) 27) Ca Capit pitolo olo XI XIII Il Se Seice icento nto e il Baro Ba rocco cco Ca Capit pitolo olo XI XIII II Ga Gali lileo leo Ga Gali lilei lei (1564 (1 564 – 16 1642) 42) Ca Capit pitolo olo XI XIV V Il te teatr atroo de dell 1600: 160 0: Mol Moliè ière re e la commedia dell’arte Ca Capit pitolo olo XV Ca Cara ratt tter erii ggene enera rali li del de l S Set ette tecen cento to Ca Capit pitolo olo XVI Gi Giamb ambatt attis ista ta Vi Vico co (1 (1668 668 – 17 1744) 44) Ca Capit pitolo olo XVI XVIII Ca Cara ratt tter erii ggene enera rali li dell’ de ll’Il Illum lumini inism smoo Ca Capit pitolo olo XVI XVIII II Ce Cesa sare re Be Becca ccari riaa ((17 1738 38 – 17 1794) 94) Ca Capit pitolo olo XI XIX X Carl Ca rloo G Gold oldoni oni (1 (1707 707 – 17 1793) 93) Ca Capit pitolo olo XX Gi Gius usepp eppee P Par arini ini (1 (1729 729 – 17 1799) 99) Ca Capit pitolo olo XXI Vi Vitt ttor orio io Alf Alfie ieri ri (1 (1749 749 – 18 1803) 03) Ca Capit pitolo olo XXI XXIII Ne Neocl oclas assi sicis cismo mo e Pr Prer eroma omanti nticis cismo mo Ca Capit pitolo olo XXI XXIII II Vi Vince ncenzo nzo Cuo Cuoco co (1 (1770 770 – 18 1823) 23) Ca Capit pitolo olo XXI XXIV V Ug Ugoo F Fos oscol coloo ((17 1778 78 – 18 1827) 27) Ca Capit pitolo olo XXV Ro Roman manti ticis cismo mo Ca Capit pitolo olo XXV XXVII Ales Al essa sandr ndroo M Manz anzoni oni (1 (1785 785 – 18 1873) 73) Ca Capit pitolo olo XXV XXVII II Gi Giaco acomo mo Leopa Le opard rdii (179 ( 17988 – 1837) 18 37)

 

Premessa Uno dei problemi più grandi, per chi studia, è riuscire riuscire a fare una sintesi degli argomenti svolti per fissare meglio i concetti principali. In prima persona ho avuto bisogno di prendere appunti, in questo caso di letteratura letteratura italiana. Perché, allora, non mettere a disposizione disposizione di tutti questo capitale di sapere, facente tra l’altro parte della storia italiana? Attenzione: non si tratta di un manuale, o di un libro di testo; e questa non è stata la mia intenzione. Sono nozioni varie, che hanno  biso  bi sogn gnoo di esser ess eree inte in tegr grat atee con co n un buon bu on test te stoo spe speci cifi fico co sull’argomento, ma che possono essere utilizzate per conoscere in misura importante i personaggi e i movimenti più rilevanti. Il livello della trattazione si riferisce al triennio della scuola secondaria superiore, ma (chissà?) potrebbe essere apprezzato anche da ragazzi più giovani. Buona lettura. l’autore

Capitolo III Guido Cavalcanti (1250 – 1300) Tra gli autori più caratteristici del Dolce Stil Novo c’è Guido Cavalcanti. Proviene da una delle più potenti casate della Toscana, e  per ques qu esto to è impegnato politicamente come guelfo bianco. È amico di Dante Alighieri, ma sarà da lui mandato in esilio per motivi politici (nel 1300) quando Dante è priore delle arti e, in città, scoppiano degli scontri tra guelfi bianchi e neri, causati anche dal suo tentativo di uccide ucc idere re Co Cors rsoo Donat Donati. i. Gli Gli es esil ilia iati ti sono sono i più più viole violenti nti de dell llee due fazi fazion oni; i; per per Cava Cavalc lcan anti ti è prev previs isto to un br brev evee esil esilio io,, po poii rien rientr traa a Firenze, ma vi muore poco tempo dopo di malaria. La fazione fazione bianca fa capo capo alla alla famigli famigliaa Cerchi Cerchi:: sono legati agli antichi valori di società, meno mercantile. Non accettano il legame troppo stretto con il denaro, fonte di barbarie e decadimento sociale, la manca mancanza nza di solida solidarie rietà, tà, l’ l’ing ingius iusti tizia zia.. I guelf guelfii ne neri ri,, legat legatii all allaa famiglia Donati, si oppongono ai bianchi. 4

 

La peculiarità di Cavalcanti, come uno dei massimi stilnovisti, ha origine nel suo carattere, carattere, ombroso, iroso, difficile. difficile. La sua poesia poesia è eccessivamente  fi  filo loso sofic fica a e razionale , di difficile comprensione; il suoo cara su caratte ttere re si ri ripe perc rcuot uotee sull sullaa poes poesia ia (cir (circa ca 52 comp componi onime menti nti  poeti  po etici ci). ). Anch An chee tr trat atta tand ndoo di amor am oree si disco di scost staa dai da i can canon onii de dell lloo St Stil il  Novo  No vo::  – talv ta lvol olta ta segue seg ue i ca cano noni ni fo form rmal ali; i;  – spess spe ssoo emerg eme rgon onoo dr dram amma ma,, torme to rment nto, o, do dolo lore re,, pau paura ra di abbandono. La poesia di Cavalcanti si pone su un piano molto più complesso e spirituale; con frequenza si trova nell’impossibilità di descrivere  per il dolore ch chee prov provoc ocaa anch anchee il so solo lo pens pensar aree all’ all’og ogge gett ttoo de dell componimento.

Capitolo IV Letteratura comico-realistica Si intende per letteratura la produzione letteraria, contemporanea allo comico-realistica Stil Novo, basatatutta su un’ottica della realtà rea ltà comple completame tamente nte divers diversa. a. Mentre Mentre gli stilnov stilnovisti isti,, sul sull’e l’esem sempio pio fr franc ances ese, e, es esalt altava avano no le virt virtùù as astr tratt attee de dell llee dam damee di co cort rtee ( donna angelicata), questi letterati si divertivano a rappresentare la realtà com’era, concentrando la loro attenzione sulla vita reale, riportata come effettivamente vissuta (dunque senza filtri di sorta) e talvolta accompagnata da una spiccata ironia. Anche la situazione politica diventa oggetto dell’ironia dei comico-realisti. La donna, in questa concezione reale, non era certo un angelo titolare dell’amore più puro, ma anzi un essere vivente con tutti i difetti possibili e immaginabili. Lo sviluppo di questo stile è legato soprattutto agli ambienti  goli liar ardia dia si sviluppa in questo periodo nelle comunità goliardici. La  go uniivers un versit itar arie ie,, nell nellee qual qualii gli gli stude tudent ntii tra rasc scor orre reva vano no il temp tempoo divertendosi, bevendo e giocando. Il più famoso rappresentante rappresentante del movime movimento, nto, Cecco Angiolieri Angiolieri , trasse ispirazione proprio dal gioco per scrivere il sonetto Tre cose solamente m’ènno in grado , nel quale esprime la sua preferenza preferenza per  tre soli elementi elementi della vita: la donna, la taverna (il bere) e il gioco dei dadi.. Non potendo dadi potendo permet permetters tersele ele,, inveisce inveisce con contro tro il pad padre re tirchio tirchio tanto da volerlo morto (“è tanto difficile toglierli un soldo di mano che sarebbe più facile per un piccolo uccello catturarne uno più S’i’ fosse mondo grande”). L’altro famoso sonettovisione mostra bene, invece, la diversa dellafuoco, donna:ardereï per sé ‘lvorrebbe

 

solo le bell solo belle, e, la lasc scia iand ndoo le zopp zoppee agli agli altr altri. i. An Anch chee qu quii esis esiste te il cont co ntras rasto to interf interfami amilia liare re per per il denar denaroo (c (con on ulter ulterio iore re desi deside derio rio di morte dei genitori), mentre accanto alla beffardaggine nello scrivere traspare una vena pessimistica nella visione della realtà.

Capitolo V Dante Alighieri (1265 – 1321) Universa Unive rsalm lment entee ri rico conos nosci ciuto uto come come uno dei dei ma massi ssimi mi poet poetii di sempre, Dante Alighieri è il massimo rappresentante del Dolce Stil  Novo  No vo:: è lui lu i a defi de fini nirl rloo con co n tale ta le nome no me per la prima pri ma volta vo lta,, ne nell cant ca ntoo XXIV del suo Purgatorio. Prove Pr ovenie niente nte da una fa fami migli gliaa dell dellaa picc piccola ola nobil nobiltà tà fiore fiorenti ntina, na, Dante cresce studiando la cultura classica, in modo particolare il lati latino no e Virgi irgili lioo (non non poté poté stud studiiar aree mai il gr greeco co,, su suoo gr gran ande de rimpianto). Nel 1277 le famiglie Alighieri e Donati (potente casato di  guel  gu elfi fi ne neri ri ) stipulano un contratto di matrimonio per Dante e Gemma, che si sposano. Purtroppo, nel 1275, avviene il primo incontro di Dante con  Beat  Be atric ricee, la donna che lo ispira e che ama segretamente. Il secondo incontro è nel 1283 (dopo che il poeta ha combattuto a Campaldino, nel 1281, con i feditori a cavallo contro i ghibellini): ne nasce una stori storiaa senti sentime menta ntale le e spir spirit itual ualee che che se segna gna Dante Dante,, po poic iché hé Beatr Beatric icee diventa la musa ispiratrice dell’amor cortese e spirituale per Dante. Morendo presto Beatrice, Dante sconvolto si ritira nel convento di Santa Croce a Firenze fino al 1290: studia San Tommaso, Cicerone Cicerone e Orazio, legge e traduce Virgilio. Qui scrive la Vita nuova , opera dedicata a Beatrice, una specie di diario della storia amorosa tra Dante e la donna fino alla sua morte e alla successiva rigenerazione del poeta. Lo studio di San Tommaso è fondamentale nell’opera di Dante. La massima “si crede per capire, si capisce per credere” è seguita alla lettera dal poeta, anche in base alla scala medioevale che poneva la teologia in posizione superiore rispetto alla  filo  fi loso sofia fia (ancella della  fede de ) discende tutto.  No  Non n c’ c’èè teologia): quindi dalla teologia (dalla  fe ragione senza fede e non c’è fede senza ragione . L’intelligenza è il mezzo per disporre del libero arbitrio, ed è quindi il dono di Dio per  il quale l’uomo è l’essere più perfetto dell’universo: il libero arbitrio, infatti, è alla base della religione cristiana. Dante, credente, è il  primo  pr imo a batt ba tters ersii per un mo mond ndoo meno men o legat leg atoo al dena de naro ro,, al co comme mmerc rcio io (modello no-global ))..

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Dante è anche uomo impegnato politicamente e socialmente; è un at atti tivi vist staa nell nellaa le lega ga guel guelfa fa.. Quan Quando do nel nel 12 1294 94 ripr ripren ende de la vita vita  poli  po liti tica ca at atti tiva va,, è uno un o dei mass ma ssim imii ra rappr ppres esen enta tant ntii de deii  gu  guel elfi fi bian bi anch chii, difensori della libertà di Firenze dagli interessi, della giustizia e dei sani principi morali, che combattevano per una Firenze in condizione corr co rret etta ta.. Dante Dante,, al pr prop oposi osito, to, sogna sognava va una citt cittàà picc piccola ola,, co coll so solo lo  primo  pri mo giro gir o di mura mu ra:: l’ l’in ingl glob obam amen ento to de dell co cont ntad adoo circos cir costa tant ntee po porta rtava va,, secondo imbarbarimento e cambiamento buoni (droghieri), costumi. Dopolui,l’iscrizione all’arte dei Medici e dei Speziali ne diventa consigliere. Quando diventa priore delle arti, si trova nel  perio  per iodo do dei de i cont co ntra rast stii tra i guel gu elfi fi bian bi anch chii (ca (cape pegg ggia iati ti da dalla lla fa famig migli liaa Cerchi, e ai quali appartiene) e i guelfi neri (capeggiati dalla famiglia Donati, cui appartiene la moglie Gemma). Per questo, deve esiliare i  perso  per sona nagg ggii più peric per icol olos osii delle de lle due du e pa part rtii (tra (t ra cui cu i l’am l’ amic icoo Ca Cava valc lcan anti ti). ). Accade che:  – papa pa pa Celest Cel estin inoo V, al alla la fine fin e del de l se seco colo lo 1200 12 00,, abdi ab dica ca per  manca ma ncanza nza di cara caratte ttere re nell nell’af ’affr front ontare are i pr probl oblem emii pa papa pali li non più più spirituali, ma politici;  – vien vi enee elett ele ttoo papa pa pa Boni Bo nifa faci cioo VIII, VI II, che ch e man manda da trup tr uppe pe in aiut ai utoo de deii condanna na a guelfi neri; Dante, che si trova in viaggio, è colpito da condan mort mo rtee in co cont ntum umaci acia a, c os ì c ome i suoi uoi fam amiigli gliar ari, i, e gli son onoo sequestrati i beni di famiglia (1302 – 1303);  – Dant Da ntee si rifug rif ugia ia in città cit tà diver di verse se,, dall da llaa Roma Ro magn gnaa al Ven Venet eto, o, tra le quali Forlì; mentre si trova in esilio comincia la stesura della Divina Commedia . Più volte Dante tenta di affrontare il problema politico italiano, sia sia nell nellee sue oper operee sia sia avend avendoo cont contatt attii co conn i po pote tenti nti de dell ll’e ’epoc poca. a. Giudi iudica ca l’ l’am amic icoo Cang Cangra rand ndee Della ella Scala cala,, sign signor oree di Ve Vero rona na,, “pos “p ossi sibi bile le mona monarc rcaa unic unicoo d’ d’It Ital alia ia”” (s (see l’It l’Ital alia ia fo foss ssee un’u un’uni nica ca monarchia). Affronta la situazione delle zone in cui è esiliato in alcuni canti dell’ Inferno (p.es. la situazione della Romagna, quella di Firenze).  Neii prim  Ne pr imii anni an ni dell de ll’e ’esi sili lioo tenta ten ta an anch chee di torn to rnar aree a Firen Fi renze ze,,  perfin  per finoo unen un endo dosi si ad al alcu cuni ni ghib gh ibel elli lini ni già gi à esil es ilia iati ti.. No Nonn riu riusc scen endo doci, ci, decide di fare “parte per se stesso” e di non tornare più a Firenze. In questo periodo scrive i suoi trattati: il De vulgari eloquentia sulla monarchia rchia sui problemi tra lingua volgare e sul suo uso, il De mona  papa  pa pato to e imper imp ero, o, il Convivio per la formazione culturale dell’uomo. Le Rime sciolte sono poesie dedicate ad amici, anche stilnovisti. Per proseguire proseguire la sua opera politica, Dante tenta di farsi ricevere dall’imperatore Enrico VII, sceso in Italia e visto come salvatore della pace. Non riesce a vederlo: l’imperatore muore durante il suo

viaggio.

 

 Nel 1315 13 15 Firen Fir enze ze procl pro clam amaa un’a un ’amn mnis isti tia, a, che ch e pr prev eved edee la cancellazione cancel lazione della pena per svariati reati, tra i quali quelli di Dante, che può dunque tornare a casa. Rifiutandosi di tornare, fu decretata,  per la secon sec onda da volt vo lta, a, la sua su a condanna a morte. Nel 1315 muore a Ravenna, presso la famiglia dei Da Polenta, all’età di 56 anni. Vita nuova

Si tratta di una serie di liriche in volgare, con dei capitoli in  pr  pros osaa in lati la tino no post poquello stii come co me spieg spi egaz azio ione netra alle alDante le poes po esie ie.. Lo sfo sfond ndoo è fondamentalmente dell’incontro e Beatrice, quando  salu luto to , nel doppio il poeta aveva 9 e 18 anni. Centrale è il tema del  sa concetto stilnovistico di “saluto” e di “salvezza dell’animo”. Temendo che la gente possa sparlare di Beatrice, Dante finge di amare due donne dello schermo, intendendo per “schermo” quello  prese  pr esent ntee tra tr a real re altà tà e fanta fan tasi sia. a. Beatr Bea tric ice, e, però, per ò, togli to gliee il sa salu luto to a Dant Da nte. e.  Nelle  Nel le rime in lode (di Beatrice) spiega cosa è successo e cosa ha  prov  pr ovat atoo quest qu estoo proce pro cess sso, o, ra ragi gion onaa sull su ll’A ’Amo more re us usan ando do mo mode dell llii di Guinizzelli con schemi cavalcantiani. Quando Beatrice muore, Dante decide di non scrivere più finché non fosse stato in grado di comporre “cose nuove” su Beatrice (cioè il Paradiso, terza cantica della Commedia , quella più spirituale, simbolo di salvezza). La Vita nuova, di base, è un diario senza riferimenti: tutto è ri rippor orta tato to media ediant ntee tr tras asfi figu gura razi zion onii simbo imboli lich chee e spir spirit itua uali li,, i riferimenti sono sfuggenti e ci si concentra sui fatti. Dante gioca coi numeri, e in particolare col 3 e i suoi multipli (numero perfetto, che si ritrova ritrova frequen frequente te anche anche nella nella Commedia ). La numerologia era vist vistaa come come scie scienz nzaa perf perfet etta ta già già a part partir iree da Pitag itagor oraa (f (fil ilos osof ofoomate ma tema matic tico) o);; si attri attribui buiva va un valo valore re simb simboli olico co e quasi quasi divin divinoo ai numeri, anche a causa di legami con la Bibbia. Convivio

È un trattato in volgare sulla filosofia; filosofia; la scelta del volgare deve tuttii po poss ssan ano o leg legge gere re il  far far rifl riflet ette tere re perc perché hé è fa fatt ttaa al fi fine ne che che tutt Convivio per imparare la filosofia e , per la legge di San Tommaso, elevare l’anima a Dio . La fi filo losof sofia, ia, per per Dante Dante,, è un el elem emen ento to impo importa rtanti ntiss ssim imoo nell nellaa formazione culturale dell’uomo, e sente l’esigenza di divulgare tutto ciò. “Convivio” è infatti un incontro, un banchetto per “cibarsi” di cultura. Nel proposito iniziale di Dante i libri dovevano essere 15 ma, aven av endo do in iniz izia iato to la Comm Commed edia ia (c (che he gli gli serv servee pe perr spie spiega gare re le sue sue intenzioni), ne scrive solo 4, in esilio.  primo imo trat tr attat tato o è proem Il  pr roemia iale le:: un inc incontr ontroo di sa sapi pien enti ti che  banc  ba nche hett ttan anoo con co n la cultu cu ltura ra.. 8

 

Il  se  seco cond ndo o tr trat attat tato o è il comm commen ento to di 3 ca canz nzon onii (s (sul ull’ l’or ordi dine ne dell’universo, e introduttive ai trattati seguenti). Da questo libro si ri rica cava va l’int interp erpret retazi azione one di un tes testo to lett lettera erario rio ch chee ne nell lloo st stud udio io di Dante e della Commedia è fondamentale. I significati di un testo  poss  po sson onoo essere ess ere::  – letter let teral ale; e;  – alleg al legor oric icoo (n (nas asco cost stoo dietr di etroo la letter let tera) a);; mor ale e (i (ins nsegn amen ento toment innto funzi fun zion one euale o le, re reli gios osa a isic o ico, pol politi ca); ); dall  – moral anag an agog ogic ico o egnam (i (ins nseg egna name o sp spir irit itua , ligi met metaf afis o, itica p.es. p. es. da llaa lettura di un testo sacro). terzo zo tra tratta ttato to è ince Il ter incent ntra rato to sull sullaa pe perf rfez ezio ione ne dell dell’u ’uom omoo e dell de ll’u ’uni nive vers rso. o. La conc concez ezio ione ne geog geogra rafi fica ca del del Ba Bass ssoo Medi Medioe oevo vo  preve  pre vede deva va che ch e la Terr Te rraa fo foss ssee un cerch cer chio io piat pi atto to,, divi di viso so in un emisf emi sfer eroo superiore (boreale o delle terre) abitato e in uno inferiore (australe o delle acque) in cui sono presenti solo oceani. Nel vertice superiore c’è Gerusalemme, in quello inferiore la montagna del Purgatorio (con in cima il Paradiso Terrestre), in quello sinistro le Colonne d’Ercole e in quello destro la foce del fiume Gange (i due limiti del mondo conosciuto). Al centro del disco è presente Lucifero, che si trova sul fondo di un’enorme voragine (l’Inferno) creata creata dalla sua caduta sulla Terra sotto Gerusalemme (aveva osato credersi più grande di Dio). Gerusalemme Inferno Colonne d’Ercole

foce del Gange Lucifero

Purgatorio

Attorno alla Terra si trovano 9 cieli concentrici concentrici e il cerchio delle stelle fisse; tutto è contenuto dentro l’Empireo, che corrisponde al Para Pa radi diso so e a Dio. Dio. L’Un L’Univ iver erso so è perf perfet etto to perc perché hé inco incorr rrut utti tibi bile le e racchiuso in Dio. Il quarto trattato si riferisce alla vera nobiltà, che non è quella di sangue, ma quella spirituale (concetto base dell’amor cortese).

 

De monarchia

Già dalla lingua in cui è scritto (il latino) si capisce che questo è un trattato politico riservato agli esperti, e non di divulgazione. Si intende monarchia come “gestione politica dell’impero”: dell’impero”: analizzando il rapporto tra papa e imperatore, Dante ritiene di dover delimitare i campi di azione dei poteri delle due massime autorità (cioè i loro ruoli e competenze, senza prevaricazioni). L’opera compone 3 libri.  primo imo si li libr bro o è una di Il  pr storia dell’impero e del perché debba essere  prese  pr esent ntee in Itali Ita lia. a. L’im L’ impo port rtan anza za del de l pote po tere re imper im peria iale le (inte (in teso so come co me  pers  pe rson onal alità ità at atten tente te ai bi biso sogn gnii de dell lla a ge gente nte ) è tale da essere necessaria  per port po rtar aree gius gi usti tizi ziaa e or ordi dine ne.. Il terzo libro è riservato ai rapporti tra papa e imperatore: due  poten  po tenze ze indi in dipe pend nden enti, ti, ma l’imperatore deve rispetto al pontefice. De vulgari eloquentia Questo trattato (in latino

perché non divulgativo) è scritto da Dante per dimostrare che il volgare italiano è lingua paritaria al latino, e deve essere utilizzata in quanto tale. La volontà del poeta era di scrivere 4 libri, ma ne completa solo 1, lasciandone lasciandone il secondo a metà (con tanto di frase in sospeso). Il  pr  primo imo li libr bro o è dedi dedica cato to al alla la dist distin inzi zion onee tra tra ling lingua ua mad madre re (imparata da bambino) e  gr  gramm ammati atica ca . La distinzione sta tra la lingua  parl  pa rlat ata a e que quell llaa  stu  studia diata ta : la l ingua ngua madre adre è par arla latta, ma non non è conosciuta conosci uta se non si studia a scuola. scuola. Un’ulteriore Un’ulteriore diversità risiede tra la lingua parlata spontaneamente e la lingua scritta. Lo scopo di fondo dell’analisi dantesca è che, essendo il volgare appena nato, necessita di essere conosciuto nella sua struttura. Per far far ciò, ciò, è ri ripo port rtat ataa la st stor oria ia dell dell’o ’ori rigi gine ne de dell llaa ling lingua ua e l’ana l’anali lisi si dai testi testi sacri sacri:: al all’ l’in inizi izioo (dic (dicee la Bibbi Bibbia) a) tutti tutti parl parlav avano ano l’ebraico, poi fu costruita la torre di Babele e si ebbero tante lingue diverse. Dopo aver giustificato la differenziazione in lingue e aver  analizzato quelle extraeuropee, si sofferma sui tre ceppi linguistici europei:  – ling li ngua ua d’oc d’ oc (prov (pr oven enza zale le))  – ling li ngua ua d’oi d’ oill (fran (fr ance cese se del de l nord no rd))  – ling li ngua ua de dell sì (i (ita tali lian ano) o) Dante ante si sof offe ferm rmaa su di lor oroo perc perché hé tito titola lari ri di produ roduzi zion onii letterarie. Riguardo il volgare, ne dà tre definizioni:  – auli au lico co:: eleg el egan ante te,, raffi raf fina nato to,, degn de gnoo di esser es seree parl pa rlat atoo e as asco colt ltat atoo a corte;

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 – ca card rdin inal ale: e: cardi car dine ne dell de llaa produ pro duzi zion onee de deii lette le ttera rati ti (a (allu llude dend ndoo a quelli come lui, in grado di produrre) presso una corte cui danno lustro;  – curi cu rial ale: e: dovr do vreb ebbe be esser es seree la ling li ngua ua parla par lata ta pr press essoo la cor corte te d’Italia, se ci fosse. Anch An chee at attr trav aver erso so ques queste te cara caratt tter eris isti tich che, e, la ling lingua ua ital italia iana na identifica l’Italia in Europa, così come la sua cultura e letteratura. tipi di stil stilee L’an L’ anal alis isii di Dant Dantee pros proseg egue ue con con lo stud studio io de deii tipi letterari:  – la tragedia è la forma più importante, che necessita di un linguaggio superiore superiore e impegnato, caratterizzata caratterizzata da un inizio positivo e una fine drammaticissima;  – la commedia necessita di uno stile mediocre, inferiore rispetto alla tragedia, poiché da un inizio negativo si giunge a un finale  posi  po siti tivo vo;; il ling li ngua uagg ggio io è più comu co mune ne,, men menoo diffi di ffici cile; le;  – l’ elegia è la form formaa poet poetica ica sull sullaa situa situazio zione ne psic psicolo ologi gica ca di infeli inf elicità cità,, e il suo linguaggi linguaggioo deve essere essere adeguato adeguato all allaa mat materi eriaa che deve cantare (cioè tristezza e malinconia). Divina Commedia È l’ opera di Dante,

quella che lo rende immortale. Vanno fatte alcune premesse importanti per non cadere in inganno:  – all’ al l’epo epoca ca non no n c’era c’e ra diffe di ffere renz nzaa tra tr a mora mo rale le e po poli liti tica ca:: co così sì il reo è considerato anche peccatore, e viceversa;  – Dante Dan te er eraa conv co nvin into to che ch e il mondo mon do fo foss ssee corr co rrot otto to per perch chéé ci si era gettati alla ricerca del potere economico, quindi serviva un impero universale portatore di giustizia: “l’umanità è afflitta da cupidigia”, ovvero da sete di denaro e potere, chi più ha più vuole. L’inizio della prima cantica è probabilmente scritta in Firenze, ma non è certa la data d’inizio. Sicuramente impiega numerosi anni  per scri sc rive vere re l’ l’in inte tera ra opera op era,, prati pra tica came ment ntee tutt tu ttaa in esi esilio lio.. Con la comoedia (alla latina) Dante vuole un’opera in grado di far uscire gli uomini dal buio del peccato e della cupidigia, attraverso consapevolezz volezza a del male. Per questo, sfrutta l’ ide idea a del viaggi viaggio o la consape nell’oltretomba , attinta dalla tradizione classica, secondo la quale il  pass  pa ssag aggi gioo dal da l buio bu io al alla la luce lu ce ra rappr ppres esen enta ta alleg al legor oric icam amen ente te il tran tr ansi sito to dal peccato alla salvezza dell’anima. Esempi classici sono:  – nell ne ll’’ Eneide, Enea scende agli inferi per interrogare l’ombra del padre (tradizione pagana);  – San Sa n Paolo Pao lo scen sc ende deva va agli ag li infer in ferii per torn to rnar aree su sull llaa Ter Terra ra (credenza cristiana).  Nell Medio  Ne Med ioev evoo il male ma le era perso per soni nifi fica cato to nel ne l Dia Diavo volo lo (d (dal al gre greco co “colui che  su  supe perb rbia ia , iinganna”), n quant uantoo

angelo vole oleva ribelle esser sere (Lucifero) come il cacciato Supr upremo,da eDiopoper  sto

 

nell’I nell ’Inf nfern erno, o, del del quale quale è signo signore re.. La puri purifi ficaz cazion ionee dan dante tesca sca deve deve arrivare attraverso un viaggio attraverso la consapevolezza del male, e dunque anche attraverso l’Inferno; si deve rifiutare il male per  ar arri rivvare al bene bene,, at atttuan uando dunq unque una una libera scelta lta dettata ata libero ro arbi arbitri trio o). “P dall’i dal l’inte ntell llig igenz enzaa umana umana (libe “Peer sa salv lvar arsi si occ occor orre re conoscere l’errore ed evitarlo”. Glii in Gl inse segn gnam amen enti ti ri rica cava vabi bili li dal dal perc percor orso so sono sono di vari varieg egat atee tipologie:  – mora mo rali li-r -rel elig igio iosi si;;  – fil filos osof ofic icii-teo teori rici ci;;  – stori sto rico co-p -pol olit itic ici.i. Aut utor oree, prot rotagon agoniist staa e giudi udice del viag agggio è Dan antte, che liberamente colloca e giudica i personaggi secondo diversi criteri.  Nella  Nel la strut str uttu tura ra dell de ll’o ’oper peraa è ri rico corr rren ente te il numer nu meroo 3 e un frequ fre quen ente te ricorso alla numerologia. La Commedia si snoda attraverso attraverso 3 cantiche: Infern Inferno, o, Purgatorio Purgatorio e Paradiso (che sono poi i tre libri di cui si compone l’opera). Ciascuna cantica consta di 33 canti, più un ulteriore canto posto,  proe oemio mio all’inizio dell’ Inferno, in cui è spiegata la ragione del come  pr viaggio. Tutti i canti sono in terzine. Il canto VI di ogni cantica è  poli litic tico o, cioè tratta argomenti di carattere politico: specificamente  po  – nell ne ll’’ Inferno si parla di Firenze;  – nel ne l Purgatorio si affronta la situazione italiana;  – nel ne l Paradiso si tratta dell’Impero. Sono comunque frequenti i riferimenti politici e storici, nel corso della narrazione. I lu luogh oghii sono sono desc descri ritti tti se seco condo ndo la cosmolo cosmologia gia tolema tolemaica ica, già illustrata da Dante nel Convivio:  – tutt tu ttoo deri de riva va e ri rito torn rnaa a Dio, Dio , nell ne llaa cui mente men te è co cont nten enut utoo l’Universo;  – i cieli cie li sono so no inco in corr rrut utti tibi bili li e gove go vern rnat atii ciascu cia scuno no da una un a prese pre senz nzaa angelica;  – l’In l’ Infer ferno no è stato sta to creat cre atoo dall da llaa cadu ca duta ta di Lu Lucif cifer eroo ch che, e, sprofondando dall’Empireo, ha creato una voragine col vertice al centro della Terra;  – il Purg Pu rgat ator orio io è un cono co no mont mo ntag agno noso so su un’i un ’iso sola la nell ne ll’e ’emi misf sfer eroo delle acque;  – in cima cim a al Purg Pu rgat ator orio io c’ c’èè il Para Pa radi diso so,, con co n 9 cie cieli li ra rappr ppres esen enta tant ntii i pianeti (tra cui c’è il Sole) e il cielo delle stelle fisse. Le guide di Dante sono:  – Virgi Vir gili lioo (simb (s imbol oloo dell de ll’’ intelligenza umana) nell’Inferno e nel Purgatorio; Dante lo incontra nel I canto dell’ Inferno;  graz azia ia ,  pu  puri rific ficaz azio ione ne , beatificazione) nel  – Beatr Bea tric icee (simb (s imbol oloo di  gr Paradiso.

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Spesso Dante ricorre a  pe  pers rson onag aggi gi mi mitol tolog ogic icii nella narrazione,  per rappr ra ppres esen enta tare re ca cara ratt tter eris isti tich chee dell’ del l’uo uomo mo,, so sopra pratt ttut utto to ne nell ll’’ Inferno. Questo rientra nel  pl  plur uril ilin ingu guis ismo mo di Dante, che fa uso di molti stili diversi a seconda del contesto in cui si trova.  pecc ccat ator orii, d an na t i i n et er n o.  Ne ll’’ Inferno si tro va n o i  pe  Nell All’Inferno non esiste tempo, spazio, luce, suono (si sentono solo

lamenti e grida): mancano gli elementi fisici. I peccati sono divisi in 3 categorie:  – inco in cont ntin inen enza za:: uso us o smoda smo dato to di un be bene ne lecit lec ito; o;  – viole vio lenz nza; a;  – frode fro de..  golo losi si e i lussuriosi (color Tra gli incontinenti troviam troviamoo i  go (coloroo che si fanno trascinare dai sensi). I violenti sono ulteriormente suddivisi:  – viole vio lent ntii cont co ntro ro gli gl i al altr trii (l (lad adri ri,, omic om icid idi) i);;  – viole vio lent ntii cont co ntro ro se stess ste ssii (suici (su icidi di); );  – viol vi olen enti ti cont co ntro ro Dio e cont co ntro ro natu na tura ra (b (bes este temmi mmiat ator ori,i, so sodo domi miti ti,, omosessuali, usurai).  frau audo dole lent ntii sono ripartiti in base all’oggetto di frode: Anche i  fr  – cont co ntro ro chi ch i non no n si fida fid a (t (tra radi dito tori ri de dell ne nemic mico, o, co come me Ulisse);  – cont co ntro ro chi ch i si fida fid a (t (tra radi dito tori ri dell de llaa pa patr tria ia,, dei de i be bene nefa fatt ttor ori,i, dei de i  paren  pa renti ti). ). Tutti i peccati  so  sono no ug ugua uali li e i peccatori sono ugualmente dannati; i peccati sono considerati secondo la concezione religiosa dei 10 comandamenti. La pu n izi o ne è inflitta d a Da n te secon d o la le legg ggee de del  l  contrappasso: la pena è o abissalmente contraria o totalmente uguale al comportamento tenuto in vita. Per esempio, i suicidi (torturatori del proprio corpo) sono tramutati in arbusti nodosi sensibili al dolore,  provo  pro voca cato to dall da llee ar arpie pie che ne stra st rappa ppano no i ra rami. mi. I golo go losi si,, al cont co ntra rari rio, o, sono immersi nel fango, tormentati da pioggia e controllati dal cane Cerbero, Cerbe ro, che li tormenta coi suoi latrati (questa locazione puzzolente è, figurativamente, un porcile). Prima della voragine infernale è posto un antiinferno, nel quale sono collocati gli ignavi (chi non esercita il libero arbitrio), che devono correre dietro ad una bandiera (che simboleggia l’obiettivo, la scelta). Il I cerchio è il limbo, nel quale si trovano i bambini morti prima prima del battesimo e gli adulti vissuti, in modo virtuoso, prima di Cristo. La “pena” cui sono sottoposti è il desiderio di vedere la luce di Dio. Il Purgatorio è radicalm radicalmente ente opposto opposto all’Inf all’Inferno erno.. L’i L’idea dea del Purg Pu rgato atori rioo nasce nascedelnell ne pe ll’A ’Alt ltooo derivante Medio Medioev evo, o,dallegat le pe gata aiment alla alnto lao.co conce zione ne (diè  perd rdon ono  pent ntime alcuni cardinali) Ilncezio Purgatorio

 

così luogo di espiazione e  pu  purif rific icaz azion ionee, dove scontare la penitenza  prima  pr ima di poter po ter acced ac ceder eree al Para Pa radi diso so.. Si tr trat atta ta,, in fo fond ndo, o, di un luog lu ogoo di tran transi sizi zion one, e, in cui i  pe  peni niten tenti ti (s (sec econd ondoo i viz vizii capi capitali tali) devo devono no  perco  per corr rrer eree tutt tu ttaa l’ l’al alti titu tudi dine ne dell de llaa monta mon tagn gnaa per entr en trar aree nell ne ll’E ’Empi mpire reo. o. Il fatto atto che si tr trat atti ti di un luog luogoo tra rans nsit itor orio io con onccor orre re alla alla reintroduzione degli elementi fisici terreni:  – spazi spa zio: o: i penit pen iten enti ti devo de vono no perco per corr rrer eree tutt tu ttoo il Purg Pu rgat ator orio io,, dall da llaa spiaggia infica movimento;  – luce: luall’Empireo, ce: simb si mbol oloo sempre di puri pu rifi cazi zion one, e, più inte in tens nsaa alle al le alti al titu tudi dini ni maggiori;  – tempo tem po:: la penit pen iten enza za non no n è etern ete rna; a;  – suon su ono: o: non no n più gr grid ida, a, ma ca cant ntoo e pregh pre ghie iere re.. Sono assenti i mostri infernali; domina l’ amicizia tra i penitenti. Dante cerca di dimostrare come tutto dipenda da Dio e il suo giudizio sia diverso da quello dell’uomo: si trovano personaggi che, secondo l’idea comune, dovrebbero essere all’Inferno, mentre è Dio a deci de cider deree la lo loro ro coll colloc ocazi azione one.. Tutti Tutti i penit penitent enti, i, indis indistin tintam tament ente, e, chiederanno chiede ranno a Dante di chiedere ai propri parenti di pregare per loro,  poich  po ichéé le pr preg eghi hier eree ac accel celera erano no il proc pr ocess essoo di pu puri rifi fica cazi zion onee de dell llee anime. A guardia del Purgatorio è posto Catone uticense, personaggio dell de llaa Roma Roma anti antica ca che che si ucci uccise se per per non non dive divent ntar aree succ succub ubee de dell dominio di Giulio Cesare. Egli rappresenta chi cerca di realizzare il  prop  pr opri rioo idea id eale le e, in nome no me della de lla liber lib ertà tà,, prefer pre feris isce ce la mo mort rtee ( libertà assoluta ).

Capitolo VI Francesco Petrarca (1304 – 1374) Francesco nasce il 20 del  pa dre,  padr e, nota no taio io guel guPetrarca elfo fo bian bi anco co,, è ad amic amArezzo icoo di Dante Dan te luglio Alig Al ighi hier eri; i; 1304. sa sarà rà poi poIli tras trasfe ferit ritoo alla alla cort cortee di Avig Avignon none. e. Petra Petrarca rca tras trascor corre re co così sì gli gli ann annii dell’infanzia e della prima adolescenza in Francia, dove compie i  primi  pr imi studi stu di.. In segui seg uito to è a Bolo Bo logn gnaa per studi stu diar aree giur gi uris ispr prud uden enza za,, nonostante l’amore per i classici: per questo, entra in un Ordine Minore nore,, così osì da avere uno stipendi ndio senza nza dove over occ occupa uparsi obbligatoriamente delle anime altrui. Petrarca, al contrario di Dante uomo del comune, si proietta ver so il futu utu ro , co n car atter is tich e dell’ Uma nes imo e d el Rinascimento. È intellettuale di corte, ama la vita lussuosa; è protetto protetto daii Colo da Colonn nnaa di Roma, oma, e può appr approf ofon ondi dire re gli studi tudi ne nell llaa loro loro  bibl  bi blio iote teca ca;; è ambizioso e aman amante te dei dei rico ricono nosc scim imen enti ti (o (ott ttie iene ne la 14

 

nomina a  po  poet eta a llau aure reat ato o, cioè a sommo poeta, con cerimonia ufficiale a Roma). La storia di Petrarca è legata a  La  Laur ura a, la donna amata. Si dice che conosca Laura per la prima volta il Venerdì Santo del 1327, nella chiesa di Santa Chiara ad Avignone, senza poter più smettere di amarla. Un’ipotesi suggerisce che Laura non sia mai esistita, e sia una personificazione di laurum (che in latino significa “alloro”, cioè onori, Lagloria...). caratte caratteris ristica tica princi principale pale del pe person rsonaggi aggioo Petrar Petrarca ca è, sen senza za dubbio, l’ accidia, ovvero la consapevolezza consapevolezza di peccare peccare senza avere la volontà di porre rimedio. I peccati di cui si autoaccusa sono:  – troppo tro ppo desid des ider erio io di ri rico cono nosc scim imen enti ti e on onor ore; e;  – amore amo re morb mo rbos osoo per Laur La ura. a. Petrarca è anche uomo del dubbio e delle ambiguità di scelta (mentre Dante ha certezze): a momenti di desiderio di mondanità e lusso alterna momenti di isolamento totale per rifugiarsi in Francia, dedito all’ otium (in senso latino) di studio dei classici greci e latini. Vive durante l’epoca della repubblica romana di Cola di Rienzo e ne è appassionato (fino al cambiamento in dittatura); ciò nonostante, il suo impegno in politica è solo intellettuale, ne scriveva e poco più. Si non n  pone  po ne con contr troo la lott lo ttaa tra le sign si gnor orie ie e l’us l’ usoo di truppe tru ppe st stra rani nier ere, e, ma no  part  pa rteg eggia gia , è cr it ic o s e co n do l a si t u az i o n e i n cu i s i tr o va . All’attivismo All’att ivismo preferiva preferiva lo studio della storia che, secondo Petra Petrarca, rca, è fo fonda ndame menta ntale le perc perché hé es essa sa è ma maes estr tra a di vita vita e pe perc rché hé l’uo l’uomo mo fa sempre gli stessi errori. Il fatto che Petrarca fosse accidioso porta a considerare che fosse uomo del dissidio (contrasto) interiore: capisce di amare certe cose le quali, però, sono sbagliate. Dopo i 50 anni riconosce che “ciò che  piace  pia ce al mondo mon do ha vita vi ta br brev eve” e”,, sintes sin tesii de dell co conc ncet etto to di caducità delle cose: tutto finisce, quindi non esistono valori assoluti. È possibile analizzare comparativamente i personaggi Dante e Petrarca, per vedere come possono cambiare le caratteristiche di un letterato in pochi decenni. Da n t e mentalità carattere

medioevale-comunale (1200) Imp er o p or ta t o r e giustizia correttezza del Papato certezze libero arbitrio esilio come umiliazione

Pet r ar c a Umanesimo (1300) verso il futuro di vita cosmopolita confront conf rontoo con altre altre culture culture e situazioni sociali cultura provenzale ama viaggiare e essere essere ospite de ll e gra n d i c or ti

 

non vuole onori

(c or ti gi a n o ) ma co n  propr  pro pria ia libe li bert rtàà ama gli onori (Roma, Parigi): grandissima autostima vede ve de Col Cola di Rienz ienzoo come ome ca pa ce di ri po rt a r e l a repubb ubblic lica: lo sosti ostieene

ritisolo ro dscrivendo a “ vi t a a t t i v a ” i n otiu m ( Va l c h i u s a , Provenza, Padova): dedica totale allo studio  padr  pa dree dell de llaa FI FILO LOLO LOGI GIA: A: studio studio preciso del costrutto de ll a pa r o la e de l s u o signi signifi ficat catoo e deri derivaz vazion ionee (cont (contes esto to lett lettera erari rio), o), nel nel latino  papa  pa pato to – imper imp eroo non no n più pi ù otti ot tica ca poli po liti tica ca papa pa pato to  polit  po litic icaa  – imper imp eroo latino medioevale, volgare latino classico, volgare 1. Vit a nuov uova (ca n o n e POETA L IRICO (poesia  produ  pro duzi zion onee stilnovista superato) soggettiva) 2. Divina Commedia non è poesia lirica C i c e r o n e , Vi r g i l i o

La pr prod oduz uzio ione ne di Petr Petrar arca ca è in volg volgar aree e in lati latino no clas classi sico co.. L’Africa è la storia di Scipione l’Africano. Il Secretum (Il Segreto) è ispirato allo studio di Sant’Agostino, mentre l’opera più famosa resta il Canzoniere. Secretum

Il “seg “segre reto to”” sa sare rebb bbee quel quello lo del del cuor cuoree di Petr Petrar arca ca.. L’au L’auto tore re immagina di avere un incontro con Sant’Agostino, che ha affascinato confession sionii , l’opera in cui il santo rivela il suo Petrar Pe trarca ca per  Le confes dr dram amma ma e i suoi suoi dubb dubbii di cri rist stia iano no,, di uom uomo peccam ccamin inos osoo poi convertito (e santificato) che si confessa. Il dubbio di Sant’Agostino è assimilabile a quello petrarchesco. Il faccia a faccia con Sant’Agostino è svolto alla presenza di una donna, personificazione della Verità; Petrarca deve rispondere alle  IIII li libr bro o gli sono comunicati i suoi difetti più accuse del santo. Nel  II grandi:  – l’ac l’ accid cidia ia;;  – l’amo l’ amore re per Laur La uraa e per la glori glo ria. a. 16

 

Quando Sant’Agostino gli chiede di pentirsi, Petrarca Petrarca sa che non lo farà mai, poiché può rinunciare alla gloria ma non a Laura, e per di  più non no n sa comb co mbat atte tere re l’ l’ac accid cidia ia.. Canzoniere

Il Canzo Canzonie niere re raccog raccogli liee 366 366 co comp mponi onime menti nti in tutt tuttee le fo form rmee metriche (tra cui 317 sonetti). Si tratta di versi della giovinezza, che raccoglie in La maniera organica come un libro non  sfucome  sfumar maree rime sparse. costruzione è ideale (secondo glicompiuto schemi) ,per  la realtà: i particolari compongono un’immagine indefinita di Laura (che è comunque una donna molto più concreta concreta delle donne letterarie letterarie  prece  pre cede dent nti) i);; il “l “luo uogo go amen am eno” o” cl clas assi sico co è inde in defi fini nito to;; no nonn esis es iste te rea realt ltàà storica, ma solo situazioni di lirica amorosa, quindi non esiste realtà esterna al poeta (si tratta di esperienza soggettiva e privata). La raccolta è stata composta in 9 redazioni successive, l’ultima in parte è autografa e ci sono meno dubbi sulla trasmissione del testo. La fo form rmaa di Petr Petrar arca ca è unilinguista, con con poch pochii vo voca cabo boli li pian pianii e generi gen erici, ci, con fluidità fluidità musica musicale le e spicc spiccata ata arm armonia onia d’insie d’insieme, me, per  codice ice deg degli li lasciare lasc iare al lettore lettore l’inte l’interpr rpretaz etazione ione.. Esi Esiste ste anche anche un cod abbozzi , cioè componimenti con note a margine. Il titolo scelto da Petrarca cambiò nel tempo:  – Rerum Rer um vulg vu lgar ariu ium m fragm fra gmen enta ta (“ (“Fra Framme mment ntii di co cose se in vo volg lgar are” e”); );  – Rime Rim e spars spa rsee (d (dal al primo pri mo verso ver so del de l pro proem emio io); ); Petrarca non crede nelle proprie opere in volgare, che considera “bazzecole”, al contrario del suo latino che avrebbe dovuto dargli gloria postera.  Nell 1348  Ne 13 48 muor mu oree Laur La ura; a; Petra Pet rarc rcaa comp co mpon onee co così sì dell de llee rime in morte ch che, e, as assi siem emee al alle le prec preced eden enti ti rime in vita, forma no il Canzoniere. Si ha anzi una netta divisione tra i due gruppi di versi.  Nelle  Nel le rime rim e in morte mor te il poet po etaa ri rima marc rcaa come co me il mon mondo do si siaa dive di vent ntat atoo scolo lorrit itoo e squall ualliido, do, pur rimane anendo ndo la pas asssione one; sente ora magg ma ggio iorm rmen ente te il peso peso del del pecc peccat atoo e una una cons conseg egue uent ntee rice ricerc rcaa di  puri  pu rifi fica cazi zion onee (a (asp spira irand ndoo al alla la pace pa ce pre prega ga la Vergi Ver gine ne). ). No Nono nost stan ante te centro tro dell dell’ope ’opera ra c’è Pet Petrar rarca ca: Laura è solo la causa questo, al cen  scat  sc aten enan ante te dei sentimenti sentimenti del poeta, e a causa dei quali egli è portato a scrivere.

Capitolo VIII Umanesimo Si intende con Umanesimo la rivalutazione dello studio della  stud udia ia hu human manit itati atiss) e la ricerca dei  produ  pro duzi zion onee class cla ssic icaa gr grec ecaa e lati la tina na ( st humanae ae litter litterae ae) in giro per l’Europa. L’Umanesimo testi antichi ( human

 

n o n è a t e o e ma t e r i a l i s t a , ma r id i me n s i o n a la c o n c e z i o n e dell’intervento di Dio nella vita dell’uomo (che diventa artefice del   suo  su o des d estin tino o). Il ness nessoo con con i le lett tter erati ati pr prec ecede edenti nti è cost costit ituit uitoo da Petr Petrarc arcaa e Boccaccio Boccacc io . Sono loro a iniziare iniziare l’analisi dei testi classici latini e ad  fi lolo logi gia a, esseree cultori del latino classico. esser classico. Petrarca Petrarca è il padre della  filo che ora diventa una vera e propria scienza. sviluppa una innuova figura di intellettuale ed legato corte, alla Si quale dà lustro cambio di riconoscimenti onori.alla Essendo economicamente supportato dal signore, può alternare momenti di vita mondana ad altri di otium (l’ozio in senso latino, cioè riposarsi  per stud st udia iare; re; la conc co ncez ezio ione ne è posi po siti tiva va,, perch per chéé lega le gata ta a un conc co ncet etto to di  prod  pr odut utti tivi vità tà); ); non no n appar ap parte tene nend ndoo ad al alcu cuna na fazio faz ione ne poli po liti tica ca,, no nonn è impegnato civilmente o politicamente. Per dare lavoro a questi artisti nascono nuovi luoghi di cultura.  Nelle  Nel le accademie si incontrano gli intellettuali intellettuali per liberi “convivi” per  confr nfront ontare are le prop roprie opi opinion ioni (verra rann nnoo poi ricono onosciute iute ufficialmente come istituzioni culturali). I teatri sono invece luoghi di rappresentazione rappresentazione di commedie, commedie, tragedie e simil simili; i; talvolta, anche la corte è dotata del proprio teatro.

Capitolo X Ludovico Ariosto (1474 – 1533) Ludovico Ariosto è collocabile tra Umanesimo e Rinascimento: i suoi tratti caratteristici, dunque, sono ibridi. Si tratta di un esempio d’ intellettuale cortigiano (fu tale a Ferrara), anche se non per libera  scel  sc elta ta ma per necessità. Reggio Emilia, sua patria, si trovava sotto la signoria degli Este di Ferrara; suo padre è funzionario funzionario del duca d’Este. Nonostante fosse destinato agli studi di diritto (per fare carriera giuridica a corte), amava lo studio del mondo classico, del latino, della poesia, della scrittura.  Nel 1500 15 00 il padr pa dree muor mu oree e, essen ess endo do il magg ma ggio iore re di 10 frate fra tell lli,i, ne deve fare le veci, garantendo la dote alle sorelle. Per finanziars finanziarsi, i, va a serv se rviz izio io come ome segr segret etar ario io pre ressso il car ardi dina nale le Ipp ppol olit itoo d’ d’E Est ste, e, controvoglia. Diventa così uomo di corte, ma scopre tutte le difficoltà di quel mondo. Parla malissimo del trattamento che gli riserva il cardinale: gli deve far da cameriere, lo deve vestire, deve accudire i cavalli. In seguito viene usato come ambasciatore presso Giulio II (il  pa  papa pa ba batt ttag agli lier ero) o) da Alfo Al fons nso o d’ d’Es Este te;;inpecca pec cato to ch cheeè costante il pa papa pa tratta tra ssee malissimo gli ambasciatori, cosicché Ludovico la ttass paura 18

 

 per le ra rappr ppres esag agli liee del de l pont po ntefi efice. ce. Ario Ar iost stoo è, infa in fatt tti,i, un uomo uo mo mite e amante della vita semplice, tollerante e moderato, amante della vita sedentaria, sedent aria, libera, contemplativa, contemplativa, di studio, e che tra l’altro odiava le imposizioni e le prepotenze. Nelle Satire (7 lettere ad amici e parenti in forma di poesia) poesia) descrive la vita che desidererebbe, desidererebbe, e che invece il destino non gli permette di fare. Ariosto, in effetti, effetti, detesta il cardinale, il duca Alfonso, la vita di è costretto corte, Per sostenere la famiglia prende minori:ma in vi questo modo. non può costruire la famiglia conglila ordini quale avre av rebb bbee volu voluto to vive vivere re tr tran anqu quil illo lo.. In Infa fatt ttii non non ama ama viag viaggi giar aree (s (sii  pigro ro ), ma è costretto dalla sua attività di ambasciatore. definisce  pig Quando si stabilisce, però, scrive il suo poema, l’Orlando furioso , che lo rende immortale e noto a tutti. Satire

Ispirate a quelle composte da Orazio nell’an nell’antichità, tichità, come critica critica d i s t amp o p ol i t i c o , l e S at i r e d i Ari os t o so no l et te r e d i autoconfessione ad amici e parenti, riguardanti se stesso e il mondo che frequenta. Come interpretazione della vita e nell’uso dell’ironia, Ario Ar iost stoo e Oraz Orazio io sono sono molt moltoo simi simili li.. La poes poesia ia as assu sume me un tono tono  prosa  pro saic ico, o, sempl se mplic ice, e, con co n accen acc enni ni ir iron onic ici.i. Centralmente è l’idea ariostiana della vera vita. Nella Satira III, rivolta al cugino Annibale Malaguzzi e composta nel 1518, il poeta tratta della sua condizione presso il duca Alfonso e ribadisce la sua necessità di autonomia attraverso alcuni concetti:  – gli gl i uomin uo minii sono son o tutt tu ttii dive di vers rsi; i; quest qu estaa idea id ea è più volt vo ltee rip ripro ropo post staa in diverse forme;  – la corte cor te è come co me una un a gabb ga bbia ia in cui cu i c’è ch chii sta bene be ne e chi ch i vi può pu ò morire;  – prefer pre feris isce ce mang ma ngia iare re poco po co ma a casa ca sa su suaa libe li bero ro,, piu piutto ttost stoo ch chee tanto a corte ma oppresso;  – dorme do rme bene be ne sott so ttoo una un a coper co perta ta grezz gre zzaa come com e so sott ttoo un unaa di set seta; a;  – prefe pre feri risc scee visit vis itar aree il propr pro prio io qu quar arti tier eree che ch e l’Eu l’ Euro ropa pa;;  – ha visto vis to poch po chee regio reg ioni ni,, Alpi Al pi e Ap Appen penni nini ni;;  – ama am a viag vi aggi giar aree sull su llaa ca cart rtaa geog ge ogra rafi fica ca,, con co n la fanta fan tasi sia, a, senza sen za dover pagare nessuno. È indubb dubbio io che l’i ’iddeal alee di vita di Arios ostto è basa satto sulla semplicità. Al riguardo dei rapporti interpersonali la sua idea è:  – ogni og ni uomo uo mo dovr do vreb ebbe be esser es seree toll to llera erant ntee co conn gli altr al trii e ris rispet petta tare re le idee di tutti;  – ogni og ni uomo uo mo dovr do vreb ebbe be es esser seree ciò ci ò ch chee vu vuol ole. e.

 

Orlando furioso

Definito “poema di una vita” perché scritto in oltre 20 anni con continue rivisitazioni rivisitazioni del poeta, l’Orlando furioso è un poema epicocavalleresco , perché basato su guerre e su imprese cavalleresche e amor cortese. cortese. Si tratta del capolavoro di Ariosto, che si basa sui cicli bretone e carolingio e sull’unione delle loro caratteristiche:  – ciclo cic lo breto br etone ne:: Carl Ca rloo Magn Ma gnoo e i su suoi oi pa pala ladi dini ni (Orl (O rlan ando do,, Rinaldo); con gliio:arabi d’Africa”);  – ciclo cicscontro lo ca caro roli ling ngio : amor am(“mori ore, e, magi ma gia, a, magh ma ghii ed eleme el ement ntii soprannaturali.  Nel 1400 14 00 c’era c’ era già gi à stato sta to un recup rec uper eroo di qu ques esti ti cicli cic li co conn la st stes esur uraa di poemi, che venivano poi letti durante feste e serate a corte. Il Tulci Orlando ndo innamorato innamorato di comp co mpose ose il poem poemaa Morgante, mentr entree l’Orla Boiardo è la base di partenza di Ariosto. La vicenda di Orlando, infatti, riprende dal punto d’interruzione del racconto di Boiardo. Orlando da “innamorato” diventa “furioso”  per amor am oree e gelos gel osia ia nei ne i conf co nfro ront ntii di Ange An geli lica ca (inn (i nnam amor orat ataa di Medoro), attraverso una trama difficile, composta dall’intreccio di  più stor st orie ie che ch e si inter in terse seca cano no di modo mod o che, ch e, quan qu ando do un unaa st staa per finir fin ire, e, ne comincia un’altra e si rimanda la fine a dopo (come in una  gios  gi ostra tra ); manca la linearità del racconto. I 3 nuclei sui quali si basa la vicenda sono:  – Carl Ca rloo Magno Mag no contr con troo i mori mor i d’ d’Afr Afric ica, a, con co n sconf sco nfit itta ta dei de i mor mori; i;  – Orlan Orl ando do e Rinal Rin aldo do si co cont nten endo dono no Ange An geli lica ca (amore platonico);  – ricerc ric ercaa di Ange An geli lica ca scappa sca ppata ta con co n Medor Med oroo in Ca Cata tai.i. All’inizio All’in izio dell’opera dell’opera Ariosto deve inserire un encomio del casato estense. estens e. Per questo, attribuisce attribuisce all’unione tra Ruggiero e Bradamante la formazione della dinastia dinastia d’Este: tale situazione è ritrov ritrovabile, abile, oltre che nel Proemio, anche in diverse altre situazioni nel corso della storia. Un importante tema sviluppato da Ariosto Ariosto è quello della ricerca. Seco Se condo ndo Ario Ariost sto, o, tutti tutti cerca cercano no qualc qualcosa osa,, quasi quasi semp sempre re con con es esit itoo negativo (soprattutto quando si tratta di ricerche disperate): “l’uomo si dà da fare per false ricerche, ricerche, falsi ideali”. ideali”. L’Orlando L’Orlando furioso nasce  spie iega gare re tutti tut ti i preg pr egii e difet di fetti ti de dell ll’u ’uomo omo , anche anche dall’esigenza dall’esigenza di  sp attraverso elementi fantastici e immaginari.  Luna na . Astolfo, Il senno perso da Orlando, furioso, si trova sulla  Lu  per recup rec uper erar arlo lo,, compi com piee il primo pri mo viag vi aggi gioo di un uo uomo mo su sull llaa Luna Lu na.. Essa Es sa è la metafora dell’ altra faccia della Terra , in cui si raccoglie tutto  foll llia ia , che non può mai essere quello che l’uomo perde (tranne la  fo  persa  per sa): ):  – senno sen no di indi in divi vidu dui; i;  – am d’or d’ oro o tile eled’ d’ar arge gent nto, o, gioco ra rappr pprese ntan anti ti lodi lo di e ad adul ulaz azio ioni ni;;  – ami tempo temipo inuti inu speso sp eso al gio co;;esent 20

 

 – bell be llez ezza za delle de lle donn do nne; e;  – mines mi nestr traa versa ver sata ta,, ci cioè oè l’ l’ele elemo mosi sina na che ch e gli gl i ere eredi di do dovr vreb ebbe bero ro fare rispettando le volontà del defunto;  – falsa fal sa dona do nazi zion onee di Cost Co stan anti tino no,, indi in dica cant ntee l’in l’ iniz izio io de dell llaa corruzione della Chiesa perché titolare anche di potere temporale.  falli lime menti nti de dell ll’u ’uomo omo (che crede di essere La Luna rappresenta i  fal immortale immort ale e punta sulle cose effimere) effimere) e non, dunque, l’astro in sé: è quindi maniera fantastica, Terra. con i tre Ladescritta vicenda in termina con un duellocosì tra come mori la e cristiani, migl mi glio iori ri cava cavali lier erii di ogni ogni sc schi hier eram amen ento to e la vitt vittor oria ia fina finale le dei dei cristiani, dopo che Orlando ha potuto recuperare il suo senno.

Capitolo XV Caratteri generali del Settecento Si sviluppa nel Settecento il concetto di civiltà governata dalla luce dell’int dell’intellige elligenza nza. Questa “luce” deve illuminare le menti dei regnanti per portare progresso e prosperità; perciò questa età è detta  Illu lumi minis nismo mo . dell’ Il Lo sviluppo illuministico si ha soprattutto nella prima metà del seco secolo. lo. Atte Attenuan nuandos dosii la paura paura dell dell’I ’Inqu nquisi isizio zione, ne, nasce nasce un nuovo nuovo modo di intendere la figura dell’intellettuale: ora la sua opera ha funzione divulgativa e di miglioramento della società . Si sviluppa la filo filoso sofi fiaa e tutt tuttaa una una se seri riee di nuov nuovii pr prod odot otti ti lett letter erar ari: i: ro roma manz nzii (sop (sopra ratt ttut utto to di viag viaggi gi), ), gior giorna nali li,, op opus usco coli li.. L’ L’op oper eraa illu illumi mini nist staa contribuisce a creare una mentalità aperta nei confronti dell’uomo e della società. L’econom onomia ia diventa nta imp impor orttant antis issi sim ma, grazie azie anc anche alla colonizzazione colonizzazi one e all’operato all’operato delle compagnie orientali. Si comincia a economia ia politi politica ca, nascono le prime teorie econom economiche iche studiar stud iaree l’econom gr grazi aziee a nuove nuove fi figur guree inte intelle llett ttual uali, i, gli gli economisti. La lett letter eratu atura ra diventa veicolo di diffusione scientifica e filosofica. Para Pa ralle llelam lament entee al all’ l’ec econo onomi mia, a, c’è c’è lo studi studioo del del diri diritto tto civi civile le, specifico del contesto nazionale. Si sviluppa anche il dirit diritto to penale (tra i cui massimi massimi esponenti esponenti è Cesare Beccaria) per regolamentare le  penee dei cond  pen co ndan anna nati ti,, in relaz rel azio ione ne al diritto naturale, sul quale ormai si fonda la giurisprudenza.

Capitolo XVI Giambattista Vico (1668 – 1744)

 

Considerato Conside rato più storic storicoo e filosof filosofoo che letter letterato, ato, Giambat Giambattist tistaa Vico è sicuramente un  pe  pers rson onag aggio gio in co cont ntro rote tend ndenz enza a della propria epoca. In prima analisi, si tratta di una importante testimonianza  fusi sion onee po della  fu poss ssib ibil ilee tr traa la le lett tter erat atur uraa e le altr altree disc discip ipli line ne:: si comincia così a pensare a un’espansione del campo di influsso della letteratura, presagio anticipatore del Romanticismo. Entrando più in dettaglio, si scopre l’influenza di Cartesio e del ergo sum) nell’educazione di Vico, che lo porta Razionalism Razionalismo oe (Cogito a cont contras rastar tare l’ l’int inter erpr pret etazi azione one razion razionale ale domina dominante nte dell dell’uo ’uomo: mo:  fant ntas asia ia , il  se  senti ntimen mento to , l’ immaginazione e la occorre recuperare la  fa creatività (s (sec econd ondoo i conc concet etti ti umani umanist stici ici)) e cont contem empo poran raneam eamen ente te esprimerli attraverso il linguaggio. Questo è il veicolo con il quale l’uomo esprime se stesso: diventa dunque un mezzo di studio per  capire la società, assieme assieme alla produzione letteraria e al folklore folklore.. È in  storia ria de deii po popo poli li , con un questo periodo che nasce lo studio della  sto rigoroso metodo scientifico per capirne le regole (descritte nella sua opera Scienza nuova ). corsii e ric ricors orsii stor storici ici: 1. La storia è segnata da continui cors cicl ciclic icame amente nte ri ritor tornan nanoo mome momenti nti di glori gloriaa e mo mome menti nti di cris crisi, i, diver div ersi si tra tra lo loro ro come come carat caratter teris istic tiche he ma ugual ugualii nell nellaa so sost stanz anza, a, anche a distanza di centinaia di anni. 2. Il progresso dell’uomo è stato segnato da 3 età, considerate in base ase al alll’ev ’evoluzi luzioone dell llaa conos onosccenza nza e della lla cap apac aciità intellettiva dell’uomo:  – cono co nosc scen enza za oscu os cura ra e br brut uta: a: tirannide;  – prima pri ma cons co nsap apev evol olez ezza za con co n eleme ele ment ntii br brut uti: i: monarchia;  – cons co nsap apev evol olez ezza za della de lla ra ragi gion one: e: età dei lumi.  Nell’  Nel l’ot otti tica ca sto stori rica ca di Vico Vic o rient rie ntra ra anch an chee il recupero di Omero in quanto celebratore della grandezza della civiltà greca antica, esempio esempio di periodo di gloria dell’uomo. Le opere di Omero, inoltre, proprio

 per quel qu ello ch e leta racco ratare ccont anoosua hann ha nno segn seagnat stori sto ria. a. e”, Vico Per Pe r locomp coche mple rentan la oper opoera diatoo“avv “alavvers ersion ione”, Vico co conte ntestò stò l’adagio della sua epoca “la conoscenza è vera solo se è scientifica ”: era sua convinzione che l’uomo potesse conoscere solo ciò di cui è creatore, quindi non può certo conoscere conoscere la natura. L’unico campo in  stori ria a, cui può esserci totale conoscenza, da parte dell’uomo, è la  sto  perch  per chéé essa ess a è fatt fa ttaa dall da ll’u ’uom omoo e dai da i popo po poli li.. Si ritor rit orna na così co sì ai co conce ncett ttii  prima  pr ima espos esp osti ti..

Capitolo XX Giuseppe Parini (1729 – 1799)

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Giuse Gi usepp ppee Pari Parini ni è defi definib nibil ilee co come me  pr  primo imo po poeta eta ital it alia iano no co con n intendimento civile e politico in Italia , dopo Dante Alighieri. Tra questi due personaggi ricordiamo però Machiavelli, autore del saggio sul buon governo Il Principe , e Ariosto che, poeta, canta l’uomo nelle sue forme diverse, ma sempre alla ricerca di qualcosa. Dopo la remissività della Controriforma, Beccaria può combattere la sua battaglia per i diritti del colpevole, ma non è certo definibile “poeta”. Parini, al contrario, intende svergognare la classe dominante, l’aristocrazia, attraverso la satira e l’ironia. Tutto ciò partendo dalla  pove  po vert rtà: à: è stat st atoo uno un o dei de i poch po chis issi simi mi au auto tori ri ital it alia iani ni a co cond ndur urre re una un a vita vi ta misera.  Na to a Milan  Nato Mil anoo quas qu asii pove po vero ro,, Parin Par inii risc ri schi hiaa di non no n poter po ter finir fin iree gli gl i studi, per i quali è veramente portato. Ottiene un’eredità da una zia, ma solo a costo che Giuseppe si ordini prete: e così è. Parini diventa, oltre che prete, gran studioso e uomo di cultura, ma l’eredità non gli consentiva di compiere la vita agiata cui ambiva.  prec ecett ettor oree della nobile famiglia Deve lavorare, per cui diventa  pr Serb Se rbel ello loni ni.. Viven ivendo do con loro loro ogni ogni giorn iornoo per anni anni,, impa impara ra a conoscere tutte le caratteristiche, positive e negative, della classe aristocratica. Quando, un giorno, il padrone di casa schiaffeggia il maestro maest ro di musica dei figli, si apre un aperto contrasto contrasto tra Parini e la famiglia, che porta il poeta a partire. L’impegno L’impe gno civile di Parini lo porta ad assumere assumere incarichi sociali e politici a Milano (che gode della situazione di benessere provocata dalla riforme austriache). Prima dirige un giornale, poi entra nella municipalità municip alità dopo la Rivoluzione Francese, di cui (solo inizialmente) è fervente ammiratore: qui scopre che l’ uomo, una volta raggiunto il  poter  po tere, e,  pe  perd rdee fac facil ilmen mente te di vi vist sta a i su suoi oi ob obie ietti ttivi vi . La Lasscia, con sgomento, l’incarico; Ugo Foscolo, fuggito nel ltime e le lett tter eree l’amico di Ja Jaco copo po Or Orti tiss attr suo su o Ultim attrib ibui uirà rà da a Venezia, Par arin inii fr fras asii sconfortanti sulla situazione vissuta, in cui ormai tutto è perduto e veramente poco è possibile fare. Un quadro altamente pessimistico  per un Pari Pa rini ni or orma maii al alla la fi fine ne dei de i suoi su oi gio giorn rni.i. Il Giorno

L’esperienza di Parini dà l’idea per la sua opera più famosa. In essa il poeta descrive la giornata di un giovane nobile, dal risveglio alla notte, con l’obiettivo finale di evidenziare l’inutilità di una vita così condotta.

Capitolo XXI

 

Vittorio Alfieri (1749 – 1803) Pur essendo contemporaneo di Giuseppe Parini, Vittorio Alfieri è abissalmente diverso dal milanese. È un nobile piemontese, essendo un ricco proprietario terriero; per questo la lingua con la quale si  fran ance cese se , e questa è anche la lingua con la esprime abitualmente è il  fr quale scrive le prime opere (non conoscendo l’italiano, che imparerà solo in un secondo tempo). L’uomo Alfieri è iroso, iracondo e umorale. Dopo il compimento degl de glii stud studii vi viag aggi giaa per l’ l’E Eur urop opa, a, cer erca cand ndoo rea ealt ltàà dive divers rsee ma  pace ce int inter erio iore re . Il viaggio è cioè visto soprattutto alla ricerca della  pa come un desiderio personale da aristocratico, non con fini culturali illuministici. La caratteristica che distingue Alfieri è la natura naturale le avversi avversione one  perr la tira  pe ti rann nnide ide , che porta a diverse conclusioni:  – sente sen te il biso bi sogn gnoo di comu co muni nica care re i ca cara ratt tter erii po posi siti tivi vi e ne nega gati tivi vi della tirannide per  combatterla;  – occo oc corr rree elim el imin inar aree la tira ti rann nnid idee tr tram amit itee gr gran andi di per perso sona nali lità tà (eroi); autodistruzione esist esi ste e la poss poamato ssib ibil ilit ità della tirannide; il tiranno sa di –non essere e àdiditemere l’eliminazione;  – biso bi sogn gnaa scuot scu oter eree l’ l’op opin inio ione ne pubb pu bbli lica ca con co n az azio ioni ni fo fort rti,i, ma maga gari ri con il  su  suic icid idio io (visto come “gesto estremo per la conservazione conservazione della libertà”). Il po pote tere re,, se seco condo ndo Alfi Alfier eri, i, gener generaa oppr oppres essi sione one e viole violenza nza.. La conseguente lotta per la libertà è una idea assoluta, che contrasta con la realtà dei fatti (cioè il mondo della delusione). Nel momento in cui  finita ita e, si tenta di realizzare realizzare l’idea astratta, questa da infinita diventa  fin anche nella migliore delle ipotesi, porta ad un insuccesso. In altre  sint ntes esii co con n  paro  pa role le,, la tesi (ideale (ideale)) contro contro l’antitesi (reale) porta a una  si compromessi; lo s cont ontro tra idea deale e reale genera nera una una visione negati ativa va e pess pessimi imista sta de assolutamente neg dell llaa real realtà tà in Alfi Alfier eri. i. Con Con queste idee è uno degli anticipatori del Romanticismo.

Il contributo letterario di Alfieri è di tutto spessore. Le opere teatrali sono scritte seguendo il metodo classico (o aristotelico), secondo il quale le tragedie devono avere delle precise unità che le compongono:  – unit un itàà di tempo tem po:: non no n oltr ol tree 24 or ore; e;  – unit un itàà di luog lu ogo: o: scena sce na fissa fis sa;;  – unit un itàà di azio az ione ne:: poch po chii perso per sona nagg ggii (tutti (tu tti pri princ ncip ipal ali) i) in sc scen ena, a, talvolta solitari; presenza di un coro rafforzativo e introduttivo.

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Tuttoo è volt Tutt voltoo a dare dare drammaticità alla alla stor storia ia,, ad evit evitar aree la cant ca ntile ilena na e la music musicali alità tà dell dellaa reci recita; ta; la sinta sintassi ssi è cont contort orta, a, con con frequenti inversioni della logica del periodo. Tra le tragedie più conosciute ricordiamo Saul , che tratta della vicenda del grande tiranno biblico che, ormai vecchio, è contrastato dall gi da giov ovan anee as astr troo nasc nascen ente te Davi David. d. Il dr dram amma ma è cost costit itui uito to dall dallaa decadenza dell’uomo di potere . Della tirannide è certamente quella che Traente le politiche,  più risen ris te opere del de l pensi pen siero ero al alfie fieri rian ano; o; esi esist ston onoo po poii trat tr atta tati ti min minor ori,i, ma sempre incentrati sul tema della libertà e delle gerarchie sociali, e comunque pervasi del costante pessimismo dell’autore.

Capitolo XXII  Neocla  Neo class ssici icismo smo e Pre Prerom romant antic icism ismoo Tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800 si sviluppano i due movi mo vime ment ntii st stil ilis isti tici ci che che divi divide dera rann nnoo gli gli ar arti tist stii in neoclassici e romantici, in netta antitesi e con illustri rappresentanti da ambo le  part  pa rti.i. Il neoclassicismo si propone un nuovo recupero della classicità, d ella mi to lo gi a , dell e d ivi n ità , per co mun uniicare concetti contemporanei. Il recupero dello stile classico è solo una fase del  proce  pro cess ssoo di recup rec upero ero dell de llaa civi ci vilt ltà, à, di rinn ri nnov ovam amen ento to,, di rif rifor orma ma..  gust sto o de dell be bell llo o, della  pe  perfe rfezi zion onee, della misura. Dominante è il  gu Dalla ricerca dei reperti classi antichi nasce l’ archeologia, che si  propo  pro pone ne di ricer ric erca care re,, clas cl assi sifi fica care re e divu di vulg lgar aree le test te stim imon onia ianz nzee del de l mondo mo ndo antic antico. o. Impul Impulsi si fonda fondame menta ntali li al movim moviment entoo e alla alla nuova nuova  scop oper erta ta di scienza sono dati, negli anni dal 1780 al 1790, dalla  sc  Pompe  Po mpeii ed Er Erco cola lano no , che entusiasma gli amanti del mondo classico, e dalla campagna d’Egitto di Napoleone. T r a c h i l a v o r a a P o mp e i è p r e s e n t e J o h a n n J o a c h i m Wincke Wi nckelmann lmann (studio (studioso so tedesc tedescoo di stor storia ia dell’ar dell’arte) te),, che elab elabora ora la teoria estetica del Neoclassicismo , ovvero la concezione del “bello artistico”. Si intende per “bello” qualunque espressione artistica in grado di suscitare un sentimento di  se  sere reni nità tà e armonia; questo è  poss  po ssib ibil ilee at attra trave vers rsoo una un a fo form rmaa ar armo moni nios osaa e perfe per fett tta, a, come co me può pu ò esser ess eree un corpo umano non deforme (che dà anche misura di perfezione). Il neoclassicismo neoclassicismo influenza influenza tutti i campi, dalla scultura scultura (Canova) all’a all’arc rchit hitet ettur turaa (Pall (Palladi adio). o). Sott Sottoo Napo Napoleo leone ne si sv svil ilupp uppaa lo “s “sti tile le Impero”, che copiava perfettamente lo stile greco antico. La produzione letteraria neoclassica riguarda 2 sfere principali:  – ambit amb itoo civil civ ilee e soci so cial ale: e: Parin Par inii , Fo Fosc scol oloo ;

 

 – ambi am bito to enco en comi mias asti tico co:: Vince Vin cenz nzoo Mont Mo ntii (tr (trad aduc ucee Iliad Ili adee e Odissea; compone odi per i maggiori avvenimenti, tra cui un’ode ai fratelli Montgolfier).  prer erom omant antici icismo smo contrasta col neoclassicismo, poiché qui la Il  pr  subl blime ime , all’essere  fu  fuor orii mis misur ura a. concezione di “bello” è legata al  su  Nonn c’è armo  No ar moni niaa nell ne llaa produ pro duzi zion onee prero pr eroma mant ntic ica; a; le fo form rmee espr es press essiv ivee  sgom omen ento  paur ura a i n c hi oss devono dev ono susc erva rv lnte egge ggedell . L im imma magin giniisuscita sono soitare noreacqui ac sg quisi site te todalle dalele pa manif ma nifes estaz tazion ionii sse più pi ù aviole vioolente de llaae  fort rtii natura, come tempeste, burrasche e simili. Si ha il recupero di  fo emozioni, della  fa  fant ntas asia ia e della creatività. È impo importa rtante nte sott sottoli olinea neare re come come,, in quest questoo movim moviment ento, o, siano siano  prese  pr esent ntii solo so lo alcu al cuni ni accen acc enni ni al alle le ca cara ratt tter eris isti tich chee do domi mina nant ntii del fu futu turo ro  pree- h a pro pr i o i l s i gn i f i c a t o d i Roman Ro manti ticis cismo. mo. Il pr pref efiss issoo  pr “anteprima” di quanto dovrà ancora venire, ma si sta nel frattempo sviluppando. I magg maggior iorii ra rapp ppre rese senta ntanti nti del del movi movime mento nto pr prer erom omant antic icoo so sono no Alfieri (culto dell’eroe) e Foscolo (solo nei contenuti che trasmette, mentre la forma è classica). Si ritrovano, comunque, rappresentanti in tutta tut ta Europ Europa, a, su tutt tuttii i te tede desc schi hi Schi Schille llerr e Wolf Wolfgan gangg von von Goet Goethe he, S t ur urm m u n d D r a n g   precu  pr ecurs rsor orii dell de lloo (“ (“im impe peto to e tem empe pest sta” a”,, il Romanticismo tedesco”.

Capitolo XXIII Vincenzo Cuoco (1770 – 1823) Vincenzo Cuoco si distingue come uno dei massimi intellettuali  Repu pubbl bblica ica Pa Part rten enop opea ea (1796-99) di stampo francese  prese  pr esent ntii nella nel la  Re rivoluzionario. rivoluziona rio. Come insegna la Storia, Storia, tale repubblica repubblica ha breve vita, fondamentalmente perché non appoggiata dai francesi o dalle altre repubbliche giacobine e per l’estraneità del popolo napoletano alla rivolta. I Borboni, quindi, dopo essere stati cacciati tornano al loro posto di comando ndo e, dic dichiar hiaran ando do terminat nata l’epoca repubbli bbliccan anaa, organizzano la repressione. Moltissime sono le condanne disposte, e tanti quelli che fuggono cercando la salvezza. Tra loro c’è Cuoco, saggista di alta classe sociale. Sull Su llaa base base dell dell’es ’espe perie rienza nza ri rivol voluzi uziona onaria ria scri scrive ve un Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799 , nel quale analizza le cause dell’insuccesso dell’insuccesso del tentativo tentativo rivoluzionario. rivoluzionario. La conclusione conclusione cui giun giunge ge Cuoc Cuocoo è che, che, per per aver averee una una ri rivo volu luzi zion onee gius giusta ta,, biso bisogn gnaa coinvolgere il popolo e ispirarsi ad esso materialmente (condizione di rivoluzione attiv rivoluzione attiva a); le classi classi intelle intellettua ttualme lmente nte più più ele elevate vate,, invece invece,,

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 pen sand  pensa ndoo di pote po terr parl pa rlar aree al popo po polo lo come co me dent de ntro ro un circol cir coloo letter let terar ario io,, sono incomprese e non riescono a trasmettere l’idea rivoluzionaria. La rivolta di Napoli, al contrario, contrario, è  pa  pass ssiv iva a perché:  – spera spe ra nell ne ll’a ’aiu iuto to di un popo po polo lo st stra rani nier ero, o, che ch e ness ne ssun un inte in tere ress ssee  puòò aver  pu av eree nell ne ll’a ’aiu iuto to se non no n quel qu ello lo di co conq nqui uist star aree il ter terri rito tori rioo de deii ribelli;  stra rani niere ere , quindi lontane dai bisogni  – si ba basa sa su idee id ee as astra tratt ttee e  st reali del popolo in lotta.

Capitolo XXIV Ugo Foscolo (1778 – 1827) L’impo L’im port rtan anza za di Ugo Ugo Fosc oscolo olo ne nellla let lettera terattur uraa de dell 18 1800 00 è eccezionale, e tutta connessa alla situazione storica da lui vissuta.  Nato  Na to a Zant Za ntee (i (iso sola la gr grec ecaa appa ap part rten enen ente te alla al la Repub Rep ubbl blic icaa di Venezia), è figlio di un medico veneziano, mentre la madre è greca. In adol adoles esce cenz nzaa subi subisc scee il fa fasc scin inoo dell dellaa Gr Grec ecia ia clas classi sica ca,, ch chee si manifesterà poi nei suoi scritti. Alla morte del padre deve trasferirsi a Venezia, in una situazione di povertà; con la seduzione (è amante di molte donne) riesce ad accedere ai salotti cittadini, dove incontra le migliorii intelligenze. miglior intelligenze. Nonostante questo e l’aiuto costante di Isabella Roncioni, la sua condizione non cambia: è sempre povero, malvestito malvestito e denutrito. Quando Napoleone, nel 1797, firma il trattato di Campoformio, la vita di Foscolo cambia radicalmente. La Repubblica di Venezia vi vieene smem smembr brat ataa e dist distri ribu buit itaa tra tra var arii stat stati; i; Fos Foscolo colo,, di ide idee giacobine, è costretto a scappare da una Venezia divenuta austriaca. testimo imone ne dell dell’et ’età à nap napoleo oleonic nica a: dall È qui uinndi test dall’a ’amo more re giov giovan anil ilee Odee a Na Napo pole leon onee Im Impe perrat ato ore) a ll ’ od i o d op o (com (compo pone ne un’ un’ Od Campoformio (ode A Napoleone tiranno ). La sua vita si trasforma in un esilio perpetuo, tra Italia, Italia, Francia, Inghilterra, che durerà fino alla morte (a Londra). I problemi economici continuano a perseguitarlo; arriva anche ad arruolarsi nell’esercito francese. La grande  pa  pass ssion ionee e lo  sp  spir irito ito foco fo coso so distinguono Foscolo come uomo e come autore. La formazione, materialistica e sensistica, lo rende pieno di illusioni e ideali che servono per ammettere che non esiste un’anima immortale. Per continuare a vivere avendo qualche ragione di farlo, Foscolo si “inventa” una propria religione delle illusioni , sull sullaa qual qualee si basa basa per per non non sc scad ader eree nell nellaa de depr pres essi sion onee interiore. Gli elementi  – patr pa tria ia (i (in n quan qu anto to sono: giaco gia cobi bino no); );

 

 – libe li bert rtàà (i (inn quan qu anto to giac gi acob obin ino) o);;  – amor am oree (sen (s enti time ment ntoo fo fort rtee per vive vi vere re); );  – bell be llez ezza za (per (pe r rasser ras seren enar are, e, secon sec ondo do la dott do ttri rina na neocl ne oclas assi sica ca); );  – poesi po esiaa (per (pe r etern ete rnar aree ciò che, ch e, inve in vece, ce, mori mo rire rebb bbe) e);;  – sepol sep olcr croo (luog (lu ogoo di inco in cont ntro ro e ricor ric ordo do,, di af affe fett ttoo per  “corrispondenza di amorosi sensi”, purché chi è morto abbia lasciato in eredità sentimenti positivi). Il te tema ma del de l se sepo polc lcro ro del torn torna a spes spesilio essi siss ssim imoo sa, nell nella pr prod oduz uzio ione ne di Foscolo come conseguenza suo che, loa condanna a non avere sepoltura in patria (“lacrimata sepoltura”). Dopo il romanzo Ulti time me le lette ttere re di Ja Jaco copo po Orti Ortiss , che giovanile, Ul che cont contri ribu buis isce ce in nasc scit ita a de dell roma romanz nzo o in Ital Italia ia, u na f et t a manie ma niera ra deci decisi siva va alla alla na amplissima della produzione in poesia rimanda al tema della morte.  sone netti tti che scrive, Alla sera , In morte del fratello Giovanni e Tra i  so A Zacinto ; compone un’ode ( carme) specifico, I sepolcri . La prospettiva di Foscolo si avvera: muore a Londra, lontano dalla patria. Anni più tardi, il suo feretro è trasferito a Firenze, in Santa Croce, accanto ai grandi della Storia. Ultime lettere di Jacopo Ortis

Si tratta di un romanzo epistolare sulla falsa riga de I dolori del giovane Werther di W. Goethe. La trama riprende in gran parte la vita dello stesso Foscolo, escludendo il finale (Ortis si uccide, mentre Foscolo non lo farà mai); sembra quasi un’ autobiografia ideale. Al cont contra rari rioo del del ro roma manz nzoo di Goeth oethe, e, ne nell qu qual alee si pa parl rlaa solo solo d’amore, qui è presente la considerazione politica di Ortis, specchio dell pensie de nsiero ro dell dell’a ’aut utor oree. L’uo L’uom mo è rappr appres esen enta tato to in manie aniera ra roma romant ntic ica: a: la vi vita ta è un’a un’alt lter erna nanz nzaa di delusioni e illusioni, che  prov  pr ovoc ocan anoo uno un o scett sce ttic icis ismo mo tota to tale le e cost co stan ante te nei ne i co conf nfro ront ntii dell de llaa re real altà tà.. Un esempio di delusione è fornito dall’episodio dell’ incontro co conn Teresa. Si svolge a casa del signor T. (l’iniziale tratta dia un ricercato), padre di Teresa; Jacopo la incontraèeperché scoccasil’amore  prima  pr ima vist vi sta. a. Teresa Ter esa è però per ò prome pro mess ssaa a Odoa Od oard rdo: o: da dall ll’i ’ill llus usio ione ne iniz in izia iale le (avere la donna amata) si giunge alla delusione (per non poterla avere). Alla sera

invito ito alla med medita itazio zione ne (com Questo Ques to sone sonett ttoo è un inv (comee momento momento quietee. La sera è un’ immagine della morte (come introspettivo) e alla quiet  pace  pa ce etern ete rna) a);; è desi de side dera rata ta sia se seren ser ena, a, sia si a se po port rtat atri rice ce di tempe tem pest sta, a,  poich  po ichéé sempre sem pre ragg ra ggiu iung ngee il cuor cu oree e paci pa cifi fica ca l’an l’ anim imo. o. La puri pu rifi fica cazi zion onee re o per le delusioni e per  avviene mentre il “reo tempo” presente ( reo

l’epoca negativa) fugge e si consuma assieme all’autore. 28

 

La divisione è evidente tra le quartine e le terzine. Nelle quartine Foscolo descrive il proprio stato d’animo. Nelle terzine analizza i  proce  pro cess ssii dina di nami mici ci di trasformazione do dovu vuti ti alla alla se sera ra:: la mort mortee è annullament mento o totale (s liberato libe ratoria ria perché perché annulla (sii canc cancel ella lano no conf confli litt ttii e sofferenze).  posi sitiv tivii In tutto il sonetto esiste un rapporto tra gli elementi  po (nulla eterno, pace della sera) che annullano quelli negativi (reo tempo, spirto guerrier). La tematica è la stessa insostenibile. dell’Ortis: la morte unica soluzione vista come per una situazione In altreè  paro  pa role le,, l’ eroe (generoso e appassionato) si oppone alla realtà storica (negativa), ma è sconfitto. In morte del fratello Giovanni

Giova iovann nnii Dioni ionigi gi,, fra rate tell lloo di Ugo Fosc Foscol olo, o, appa appart rten enev evaa all’esercito cisalpino. Il vizio del gioco lo porta ad accumulare un debito tale da uccidersi. Il sonetto scritto in suo onore dal fratello è di consolazione per la madre, rimasta sola. Il desiderio del poeta è quello di rivedere la tomba del fratello, al termine ter mine del propri proprioo esilio; esilio; vorrebbe vorrebbe tornare tornare,, ma sente sente l’a l’avve vversit rsitàà degli dèi (secondo i canoni classici, e come Ulisse) e i tormenti interiori del fratello. L’unica speranza rimastagli è la morte. Nel finale invoca di essere sepolto in patria (presso la “madre mesta”) per   poter  po ter ri riun unir iree la fa fami migl glia ia.. I due temi di sviluppo sono l’ esilio e la tomba. Il primo è legato al senso di sradicamento e di precarietà; il sepolcro è invece visto come cen centro tro di raccog raccoglim liment ento o fam famigl igliar iaree e come immag immagine ine della madre. Gli “avversi numi” rappresentano un potere contro il quale è vano lottare. La struttura è circolare, con i concetti tomba e madre racchiusi entro ent ro quello quello dell’ dell’esilio e, da esso, annullati. La morte è l’unica ri rico congi ngiun ungi gime ment nto o indica de della lla che fami famigl glia ia un ssepoltura); o luzi uzio n e il pefatto r il che (lacrimata sia “lacrimata” esiste legame con la vita, e che la morte non è “nulla eterno”. Il ritorno presso la madre è, comunque sia, un’illusione. A Zacinto  Zacin  Za cinto to è il

nome greco antico (quindi classico) di Zante:  famig migli lia a);  – dove do ve trasco tra scorr rree l’ l’in infa fanz nzia ia Fosc Fo scol oloo (s (simb imbol oloo dell de llaa  fa  – dove do ve nacqu na cquee Vener Ven eree (d (dèa èa class cla ssic ica) a),, si simb mbol oloo di bell be llez ezza za rasserenatrice) e fertilità;  – in Greci Gre cia, a, patr pa tria ia di Omero Om ero (c (che he come co me Fosco Fo scolo lo se ne andò an dò,, e ch chee canta di Ulisse, punto di paragone per l’autore). Il poeta è consapevole che non tornerà mai più, e che alla fine resterà solo la sua poesia.

 

La sintassi è anomale e tortuosa, per vari motivi:  – è indi in dice ce dell’ del l’ inquietudine della passione soggettiva;  – è un fluss flu ssoo appa ap pass ssio iona nato to;;  – è simil sim ilee all’ al l’err errar aree dei de i due du e prota pro tago goni nist sti,i, du dura rant ntee il loro lo ro esili esi lio. o. Ritorna la circolarità del discorso, che punta punta al ritorno ritorno al punto di partenza (del discorso e del viaggio, cioè le due isole di Itaca e Zante). L’eroe classico (positivo) ottiene il suo risultato e fa ritorno. romantico (negativ L’eroe (negativo) o) enon riuscirà riuscirà mai a tornare, tornarequest’ultimo , generando un sentimento di smarrimento incertezza. Rifiutando la società in cui vive, si rappresenta miticamente come un esule . Si nota una regressione materna legata a Venere, a Zacinto e alla madre di Foscolo. L’ acqua è oggetto di una doppia visione:  – dà vita vi ta (i (imma mmagi gine ne mate ma tern rna) a);;  – senza sen za ac acqu quaa (illacrimata sepol sepoltura) tura) c’è la morte lontano da casa.

Capitolo XXVII Giacomo Leopardi (1798 – 1837) Giacomo Leopardi, Giacomo Leopardi, da Recanati nelle Marche, è sicuramente sicuramente una delle intelligenze più acute e sviluppate del suo periodo storico. La  pens nsie iero ro po poeta etant ntee è definizione, che gli è stata data in seguito, di  pe adatta a un personaggio che ha lungamente interpretato il pensiero dell'uomo e della vita, trasponendo le proprie idee in poesia. L'or L'orig igin inee nobi nobile le di Leop Leopar ardi di,, prim primog ogen enit itoo di una una fa fami migl glia ia comunque non ricca, in un piccolo borgo in collina e sul mare, condiziona la vita del giovane autore. Il padre, il conte Monaldo, è un funzionario dello Stato Pontificio assente e autoritario. La madre, Adelaide Antici, è una donna tirchia (al punto da misurare le uova  port  po rtat atee dai da i cont co ntad adin ini,i, mant ma nten enut utii in cond co ndiz izio ioni ni feu feuda dali li)) e se senz nzaa sen senso so materno, attenta solo all'amministrazione delle proprietà di famiglia. Leopardi avverte la mancanza di affetto familiare, che trova solo nell ne ll'a 'ami mici cizi zia, a, sopr soprat attu tutt ttoo epis episto tola lare re,, con con Pi Piet etro ro Gior Giorda dani ni,, che che considera suo "padre putativo". L'educazione del piccolo Leopardi è privata e affidata ad un  prece  pr ecett ttor oree fino fin o ai 10 anni an ni.. Seguo Seg uono no sette set te anni an ni di studi stu dioo "ma "matt ttoo e disperatissimo" nella biblioteca di famiglia: in questo tempo, impara latino, greco, ebraico, studia l'astronomia, la fisica, fisica, la matematica, la filosofia. La sua conoscenza enciclopedica ne fa un erudito, tanto da conoscere più del proprio precettore.

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A 17 anni abbandona gli studi eruditi e passa alla poesia, sia cla ssica che co ntempor a nea . Ques ues to pas sa gg io è defin i to dall'erudizione al bello.  soli litu tudi dine ne ch  Nell fratt  Ne fra ttemp empo, o, si mani ma nifes festa ta in mani ma nier eraa evide evi dent ntee la  so chee caratterizza la vita di Leopardi: non ha confidenza con i genitori; trascorre solo qualche ora con i fratelli, troppo piccoli per capire. Si sente incompreso, diverso, in un borgo "selvaggio", cioè ignorante, anche se è "natìo": "natìo" : noncon può comunicare, scambi con alcuno.e L'amicizia epistolare Pietro Giordaninèloavere risolleva parzialmente gli consente di trascorrere diverse ore in tranquillità.

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