Le Altre Scienze

February 26, 2018 | Author: francesco_argento | Category: Tarot, Playing Cards, Philosophical Science, Science, Science (General)
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Tratto da alcuni articoli di Wikipedia.org, Le Altre Scienze è un compendio di chiromanzia, astrologia, numerologia, tar...

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Le altre scienze

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Indice Voci Numerologia

1

Tarocchi

11

Chiromanzia

22

Esoterismo

25

Alchimia

29

Cabala

44

Ermetismo

52

Occulto

52

Astrologia

53

Zodiaco

56

Segno zodiacale

60

Ariete (astrologia)

66

Toro (astrologia)

68

Gemelli (astrologia)

70

Cancro (astrologia)

71

Leone (astrologia)

73

Vergine (astrologia)

75

Bilancia (astrologia)

76

Scorpione (astrologia)

77

Ofiuco

78

Sagittario (astrologia)

86

Capricorno (astrologia)

87

Aquario (astrologia)

89

Pesci (astrologia)

91

12 (numero)

92

Case (astrologia)

96

Precessione degli equinozi

99

Solstizio

109

Equinozio

113

Eclittica

118

Pietra filosofale

122

Note Fonti e autori delle voci

126

Fonti, licenze e autori delle immagini

128

Licenze della voce Licenza

131

Numerologia

Numerologia La numerologia è lo studio della possibile relazione mistica o esoterica tra i numeri e le caratteristiche o le azioni di oggetti fisici ed esseri viventi. La numerologia e la divinazione numerologica erano pratiche popolari fra i primi matematici come Pitagora, ma non sono più considerate parte della matematica. Questo sviluppo è storicamente simile a quello avuto dall'astrologia nei confronti dell'astronomia o dall'alchimia nei confronti della chimica.

Significato esoterico dei numeri Il seguente elenco cerca di sintetizzare le opinioni dei moderni numerologistii quali non di rado si scontrano con gli "scientisti" che insistono nell'affermare che non esistono prove matematiche o scientifiche che dimostrino la fondatezza di tali "proprietà" simboliche dei numeri. Nel Rinascimento, quando i numeri erano utilizzati e studiati in dettaglio per la musica, la poesia e l'architettura, l'associazione, per analogia, dei significati ai specifici numeri era molto più dettagliata e ricca dell'attuale sintetizzazione moderna.

Uno Uno è il primo numero usato per contare e quindi gli è riconosciuto un grande potere; senza di esso non ci sarebbe il sistema numerico così come lo conosciamo. Ogni sistema numerico che possiamo immaginare ha il suo punto d'inizio. Spesso è visto come l'origine di tutte le cose e rappresenta la perfezione, l'assoluto e la divinità nelle religioni monoteiste. L'Uno è la sorgente di ciò che esiste, di ciò che è altro dall'Uno: da esso emanano le forme, le dimensioni, i colori, le direzioni, lo spazio, quindi il tempo, dunque la diversità. L'Uno è il punto, la retta (l'asse), la sfera. Nell'Uno coesiste il Tutto inespresso e indifferenziato dal quale rimarrà necessariamente distinto; in tal senso è Pienezza, Completezza, cioè Perfezione. In ambito mistico presso molte culture è concepito come punto di attracco per lo spirito dell'uomo Degno, Illuminato, Consapevole che vi si abbandona in un anelito di perfezione nel tentativo di ritornare all'Origine. È considerato un numero maschile, il principio attivo e materiale della creazione. Anche detto motore primo.

Due Due può avere molti significati, rappresentanti, da un lato, associazioni e interazioni con gli altri e, dall'altro polarità differenti e contrapposizione. Nel simboleggiare associazione, il Due implica che i risultati individuali non sono realistici, in quanto solo attraverso la cooperazione e il lavoro di squadra tali risultati sono perseguiti in modo migliore. Mentre la dualità è richiesta per la formazione della vita delle specie viventi che si riproducono in modo sessuato, è anche vista nella sua accezione negativa come contrasto al perfetto e unificante numero Uno. Due rappresenta le polarità distinte quali bene e male, bianco e nero, maschio e femmina, destra e sinistra. Un polo non può esistere senza l'altro; questa idea di complementarietà è meglio simboleggiata dal Tao Yin-Yang. Le polarità possono anche creare conflitto e discordia. Nella valenza positiva, Due può essere considerato femminile, intuitivo e corrisponde all'istinto di protezione. Nella valenza negativa, Due può essere avido, soffocante e frustrante. L'aspetto frustrante è derivato dalla delusione e dall'insoddisfazione dello spirito umano a cui venga sempre negata la prima posizione.

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Numerologia

Tre Tre risolve i contrasti creati dalle polarità del Due, fornendo un risultato di una nuova integrazione e senso di interezza. Il mondo visibile è a tre dimensioni e mente, corpo e spirito insieme formano un essere umano. Nella valenza positiva Tre indica sviluppo e apprendimento tramite le esperienze della vita, è spesso associato alla buona fortuna e al denaro; può simboleggiare un gruppo di persone che si uniscono per raggiungere uno scopo comune attraverso associazioni sociali o professionali; rappresenta la comunicazione di tutti i tipi (dramma, humor, ...); è associato alla fede e alla conoscenza. Nella sua valenza negativa può essere inteso come simbolo demoniaco o innaturale in quanto nessuna creatura al mondo cammina con tre gambe. Tutto ciò rende il Tre un numero molto potente da un punto di vista magico.

Quattro Quattro deriva il suo significato da molte fonti. È il primo numero pari non primo, e il tetraedro, la più semplice figura solida, ha quattro facce. Da quest'ultima interpretazione viene quindi associato alla materia e alla Terra in particolare, così come la Terra è legata ai quattro punti cardinali (Nord, Sud, Ovest e Est). Un altro concetto legato a questo numero riguarda il tempo in quanto l'anno è diviso in quattro stagioni, i mesi hanno all'incirca quattro settimane e, secondo un punto di vista Cristiano, la vita di Gesù è raccontata tramite quattro Vangeli, ognuno dei quali è, a sua volta, legato ai quattro classici elementi alchemici di fuoco, aria, terra e acqua. Più in specifico il Vangelo di San Matteo è associato alla terra (in quanto insiste sull'incarnazione del Cristo nella sua forma terrena), il Vangelo di San Marco è associato all'acqua (poiché enfatizza l'importanza del battesimo), il Vangelo di San Giovanni è associato al fuoco (in quanto è quello più "spirituale"), mentre il Vangelo di San Luca è associato all'aria (in quanto è il più "lungo"). Nella religione ebraica il Quattro simboleggia il Tetragramma biblico, cioè le quattro lettere che compongono il nome di Dio e che sono tanto sacre da non poter essere pronunciate da nessuno. Nella numerologia cinese (così come in altre lingue orientali) la parola "quattro" è una omonima della parola "morte" e quindi il numero viene considerato sfortunato. Nella sua valenza positiva il Quattro rappresenta l'essere pratico (o "terra-terra"), mentre il fatto che sia il primo numero pari non primo lo lega a una personalità composita che trae idee da fonti diverse e spesso in conflitto per elaborare un fiero modo di pensare "fuori dal coro".-

Cinque Cinque è collegato alla consapevolezza dei cinque sensi così come alla protezione. Rappresenta anche il servizio agli altri. In quanto numero delle dita della mano, il cinque indica il potere dell'uomo. Questo significato si riflette nella matematica a base 10 (visto come doppio cinque), nelle costruzioni militari a forma di pentagono o di stella a cinque punte, nello stesso pentacolo. È un numero dalle molte facce che collega lo stato fisico alla salute mentale, che governa l'abilità di pensare chiaramente e la capacità intellettuale. Rappresenta l'apertura a nuove idee ed esperienze, è altamente analitico e ha l'abilità di pensare in modo critico, ma può ponderare così eccessivamente un problema da fargli perdere significato. È la ricerca della libertà, dell'avventura.

Sei Sei è relativo al tatto, alla bellezza e all'armonia. Il Sei possiede carisma, grazia, la possibilità di conversare con tutti, la diplomazia, la capacità di costruire relazioni in incontri a due. Tratta delle cose da cui si è attratti o da cui si trae piacere. Denota perfezionismo in quanto le operazioni 1+2+3 e 1X2X3 lo danno come risultato. Nella sua valenza positiva è associato ad una piccola somma di denaro ed è considerato il numero madre/padre. Nella sua valenza negativa è associato alla gelosia, all'infedeltà, all'amarezza e alla vendetta. Inoltre all'interno della numerologia cristiana il 666 è simbolo della seconda bestia, nell'Apocalisse.

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Numerologia

Sette Sette è considerato un numero spirituale in quanto è illusivo e contiene veli che devono essere scoperti, uno dopo l'altro, per arrivare all'illuminazione ultima. Sette è detto sacro in quanto la settimana è composta da sette giorni, in Genesi la creazione è stata eseguita in sette giorni, l'antico sistema solare consisteva di sette pianeti, il corpo umano consiste di sette plessi o Chakra e qualche versione della Cabala è composta da sette sephirot. Nella sua valenza positiva possiede le qualità della consapevolezza nel sogno, nella spiritualità e nella sfera psichica. Nella sua valenza negativa è associato a dubbio, inganno e menzogna.

Otto Otto è considerato un numero di influenza karmica che richiede il pagamento di debiti contratti nella vita attuale o in una vita precedente. Rappresenta un lavoro profondo e le lezioni imparate attraverso l'esperienza e può quindi risultare un numero "difficile" per le restrizioni imposte dalla sua natura. Più di ogni altro numero l'Otto rappresenta la ricerca di denaro e successo materiale, ma la sua natura implica il confrontarsi con rischi estremi e molti capovolgimenti di vita. Considerato l'importanza ai massimi livelli data alla reputazione e alla posizione sociale, coloro che ricadono in modo preminente sotto l'Otto dovranno condurre una vita onesta, in quanto ogni imprudenza sarà quasi certamente resa pubblica nel modo meno lusinghiero. Sebbene l'Otto nella cultura cinese sia considerato di buon auspicio, nella numerologia cinese non gli è assegnata particolare importanza.

Nove Nove era considerato un numero sacro dagli antichi e, di conseguenza, non venne associato a nessuna lettera dell'alfabeto caldeo. Rappresenta il cambiamento, l'invenzione e la crescita attraverso l'ispirazione. Nove è umanitario ed è stato ritenuto di particolare importanza dal fatto che occorrono nove mesi del calendario per la gestazione di un bambino. Nove rappresenta infine la perfezione numerica attraverso esempi come la prova del nove, dove il risultato di un'operazione aritmetica di moltiplicazione o divisione è corretto a meno di un multiplo di nove.

Dieci Dieci è la rappresentazione di Uno in una "ottava" maggiore e significa la fine di un importante ciclo dal quale scaturirà un cambio di circostanze. Dieci porta con sé una grande carica di significato esoterico che è reso evidente dal fatto che una gravidanza dura dieci mesi lunari, in molte versioni della Cabala ci sono dieci sephirot, il sistema numerico più utilizzato al mondo è quello decimale. Le persone hanno dieci dita che usano per contare, portando ad una innata adozione del Dieci come base nel sistema numerico intuitivo. Da notare che Dieci è considerato un numero moderno di completamento perché è solo negli ultimi secoli che è stato utilizzato come blocco base di sistemi numerici, valuta e misura. Quando Dieci sostituì Dodici come il numero supremo, portò un cambio negli schemi mentali umani rendendoli più scientifici nell'approccio a questioni di natura esoterica. (I sostenitori di Dodici sono in disaccordo con quest'ultima affermazione). Il Dieci era sacro ai Pitagorici, che amavano rappresentarlo tramite la Tetratkys (una sorta di triangolo equilatero composto da 10 punti:la base di 4, poi a salire 3 2 1). Per i Pitagorici dieci erano anche le entità celesti: Sole, Luna, Terra, i cinque pianeti visibili a occhio nudo: Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno, il Cielo delle stelle fisse più l'Antiterra: un pianeta invisibile perché in opposizione alla Terra rispetto al sole.

Undici Undici è il numero Due in una ottava maggiore ed è considerato un numero maestro (il secondo numero maestro è il 22). Undici è considerato la via della consapevolezza spirituale e la conoscenza oltre la comprensione altrui. Porta con sé vibrazioni psichiche e ha una uguale presenza di proprietà maschili e femminili. È anche associato ad apertura mentale, intuizione, idealismo e visione. Nella sua valenza negativa (proprio dovuto al grande potere di consapevolezza spirituale e all'acuto senso di sensibilità) è associato al tradimento di nemici segreti.

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Numerologia

Dodici Dodici è il numero Tre in una ottava maggiore ed indica un gran livello di comprensione e saggezza. La maggior parte della sua esperienza deriva dall'esperienza di vita, che permette ad un senso di calma di prevalere anche nelle situazioni più turbolente. Dodici era molto significativo nella vita umana antica per il fatto delle dodici tribù di Israele, dei dodici discepoli che seguivano Gesù, dei dodici segni zodiacali e delle dodici ore in cui è diviso un orologio. È considerato il numero antico del completamento come segnale della fine della fanciullezza ed ingresso nella vita adulta. In più sistemi numerici e di misura antichi erano basati su Dodici, ne sono esempio la dozzina, lo scellino (12 pence) il piede (che misura 12 pollici).

Tredici Tredici è il numero Quattro in una ottava maggiore ed è uno in più di Dodici, l'antico numero della completezza. Tredici è associato il significato della fine di un ciclo, dal fatto che ci sono tredici mesi lunari in un anno e tredici sono i segni nell'astrologia celtica e dei nativi americani. Mentre Tredici predice nuovi inizi, significa anche che i vecchi sistemi devono terminare per favorire le trasformazioni richieste. Visto come 12+1 è il numero dell'iniziato, in quanto una ottava musicale cromatica è composta da 13 suoni differenti (anche se il primo e l'ultimo sono la stessa nota ma in ottave diverse). Nella geometria sacra Tredici simboleggia l'eterna distruzione e creazione della vita. Tredici ha anche un significato astrologico in quanto la somma dei primi 13 numeri dà come risultato 91 che è il numero di giorni di una stagione.

Armoniche dell'alfabeto Esiste una scuola di pensiero che ritiene che a differenza della società nella quale viviamo normalmente, basata sulla comunicazione verbale, le mitiche civiltà antiche come Atlantide e Lemuria siano state basate su differenti e compositi metodi di comunicazione, incluse forme d'arte capaci di veicolare un messaggio all'osservatore. La nostra era della conoscenza è basata sulla storia scritta deriva dalle registrazioni degli eventi mediante rappresentazioni pittoriche, cioè pittogrammi, capaci di raccontare e tramandare storie elaborate da parte degli uomini preistorici. Nel tempo queste immagini sono state contratte ed abbreviate nei geroglifici, con un simbolo per ciascun vocabolo. Successivamente, in molte culture, i simboli si sono modificati fino a rappresentare un singolo suono o un concetto. L'alfabeto che utilizziamo oggi è probabilmente derivato da un antico sistema egizio, il quale derivava a sua volta da un sistema pittografico simile concettualmente al cinese e al giapponese. Con l'evoluzione dei geroglifici in lettere rappresentanti un suono invece di parole specifiche, le lettere hanno assunto caratteristiche peculiari proprie, a tal punto che la scrittura di certe parole è rimasta inalterata nonostante le lingue parlate, con la loro evoluzione e trasformazione, abbiano reso certi suoni obsoleti. Con l'evoluzione del pensiero umano e dello stile di comunicazione, che diviene sempre più verbale, appare sempre più evidente che ciascun suono genera particolari armoniche (vibrazioni) di particolare significato esoterico. I numerologi ritengono che ogni lettera dell'alfabeto abbia un suo particolare carattere, che può essere meglio descritto associandola ad un valore numerico, che semplifica i calcoli. Ogni lettera di una certa parola contribuisce ad aggiungere un particolare aroma o colore che contribuisce a chiarirne il significato: specialmente quando la lettera è l'iniziale dalla parola o è ripetuta molte volte nella parola stessa. La lettera iniziale di una parola, consonante o vocale, è quella che contribuisce maggiormente a rivelare il reale significato della parola o del nome. Esiste una corrente di pensiero che associa ad ognuna delle ventun lettere dell'alfabeto italiano la corrispondente lamina degli arcani maggiori dei tarocchi, in questo modo la A risulta legata al Bagatto, la B alla Papessa e così via, incentrando il significato delle lettere su questa corrispondenza. La carta che resta slegata a qualunque lettera è il Matto il cui significato divinatorio risulta piuttosto particolare e con più di un significato,risulta infatti la fine e il principio del mazzo allo stesso tempo. • A è l'equivalente numerico di 1. È fortemente collegato alla confidenza che ci rende capaci di raggiungere gli obiettivi. Coloro che si chiamano con un nome la cui iniziale è la A, tendono ad essere vigili e audaci. Nel suo significato negativo A può essere eccessivamente critico nei confronti degli sforzi altrui. Si ritiene che il suono

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Numerologia della vocale A abbia un significato ancestrale che può essere ritrovato nel suono dello sbadiglio e richiamerebbe la calma e il buon sonno. • B è l'equivalente numerico di 2. Rappresenta le reazioni emozionali. Coloro che si chiamano con un nome in cui iniziale è B sono persone amichevoli, compassionevoli alle quali piace l'ambiente domestico. Nel suo significato negativo B può essere auto-assorbito se non un po' avido. • C è l'equivalente numerico di 3. Rappresenta l'energia. Influenza particolarmente l'umore e si presta bene anche con le altre lettere. Nel suo significato negativo C può essere scrupoloso e inattendente ai bisogni altrui. • D è l'equivalente numerico di 4. Rappresenta in bilanciamento. È molto potente ed è la lettera associata agli affari. Se è la prima consonante in un nome, la persona presenta un notevole senso e bisogno di ordine e giustizia. Nel suo significato negativo, D può essere testardo e intransigente. • E è la seconda vocale nell'alfabeto e l'equivalente numerico è 5. Rappresenta un cuore-caldo, amicizia, e passione. Se è la prima vocale nel nome è segno di una persona libera, amorevole e carismatica. Nel suo aspetto negativo E può essere instabile e poco affidabile. Il suono della E sarebbe legato alla vitalità e al risveglio. • F è l'equivalente numerico di 6 e rappresenta l'amore. Caratterizza persone dal cuore caldo, passionali e con la capacitè di far stare meglio gli altri. Quando è la prima consonante in un nome, essa porta le vibrazioni di un individuo attaccato alla mamma (?)[it carries the vibration of a mother hen type of individual]. Nel suo aspetto negativo F può portare un senso di malinconia. • G è l'equivalente numerico di 7 e rappresenta le esperienze mistiche e religiose. Questa lettera è immaginativa, creativa e cerca per soluzioni alternative ai problemi di ogni giorno. Quando è la prima consonante in un nome, la persona tende ad essere intuitiva, colta e in qualche modo solitaria. Negativamente le G detestano ricevere consigli dagli altri, anche se migliori. • H l'equivalente numerico di 8 e rappresenta la creatività e la forza. Questa lettera ha un forte senso per gli affari e pertanto nella maggior parte di casi aiuta a ricavare profitti. Quando è la prima consonante in un nome, la persona tende ad avere successo negli affari. Negativamente, può essere assorta ed egoista. • I è la terza vocale nell'alfabeto ed è l'equivalente numerico 9. Rappresenta la giustizia, e generalmente è sensitiva, compassionevole e umana. Nel suo lato negativo, la I manca di autostima e si arrabbia facilmente. Il suono della vocale I sarebbe legato alla stabilità corporea e alla buona postura. Pare che il suo suono prolungato abbia impatto sul corretto allineamento della colonna vertebrale e più in generale sia legato alla buona postura. • J è l'equivalente numerico di 1 e rappresenta le nostre aspirazioni. Questa lettera è veritiera, benevolente e intelligente. Quando è la prima consonante in un nome, la persona possiede un incontenibile desiderio di insistere, resistere, di non mollare mai, fino a trovare il successo o l'opportunità giusta. Negativamente, J può essere pigra e smarrita. • K è l'equivalente numerico di 2 e rappresenta l'estremità. È a volte molto sicura di sé e autorevole, altre volte piuttosto emotiva. Quando è la prima consonante in un nome, la persona possiede un'intuitività che spesso non viene capita o compresa dagli altri. Nel suo lato negativo, K può essere insoddisfatta nella vita. • L è l'equivalente numerico di 3 e rappresenta l'azione. È caritatevole e ben regolata, ma a volte può essere piuttosto soggetta ad incidenti/scontri. • M è l'equivalente numerico di 4 e rappresenta la spiritualità. Questa lettera tende ad essere molto sicura di sé e aiuta nella realizzazione di un obiettivo di successo. È anche una lettera diligente che può essere piuttosto stacanovista. Nel suo lato negativo, M può essere frettolosa e facile nell'arrabbiarsi. • N è l'equivalente numerico di 5 e rappresenta l'immaginazione. È intuitiva e comunicativa, ma nel suo aspetto negativo è predisposta alla gelosia. • O è la penultima vocale dell'alfabeto e equivale al numero 6. Essa rappresenta pazienza ed è rende particolarmente abili nello studio. Quando è la prima vocale nel nome, la persona ha un buon senso della famiglia

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Numerologia ed è un buon studente. Negativamente O necessita di molto allenamento per ottenere il controllo delle proprie emozioni. Il suono della O può essere denominato "farmacia vocale" in quanto avrebbe poteri taumaturgici, il suono, legato alle meditazioni orientali dell'OM farebbe entrare in uno stato meditativo e le micro vibrazioni prodotte avrebbero potere di rilassare gli organi interni facendo trarre notevole beneficio a tutto l'organismo. • P è l'equivalente numerico di 7 e rappresenta la forza. Porta a un forte senso del comando e possiede molta conoscenza e saggezza. Quando è la prima consonante in un nome, la persona è attratta dalle materie spirituali. Negativamente, P tende a racchiudersi in sé stesso con una certa tendenza a immedesimarsi nelle preoccupazioni degli altri. • Q è l'equivalente numerico di 8 e rappresenta l'originalità. È una lettera misteriosa che in molti cose mostra zone che altrimenti sarebbero sconosciute. Negativamente, Q può essere estremamente noiosa. • R è l'equivalente numerico di 9 e rappresenta le possibilità. È tollerante e umano ma ha la tendenza a diventare faclimente irrascibile. Quando è la prima consonante in un nome, la persona spesso agisce come rappacificatore. • S è l'equivalente numerico di 1 e rappresenta l'inizio. Ha degli attributi molto attraenti e possiede un istinto di abbondanza o di ricchezza. Negativamente, S può agire in modo impulsivo e crea forti sconvolgimenti nelle persone. • T è l'equivalente numerico di 2 e rappresenta la crescita. È una lettera irrequieta che cerca risposte a questioni spirituali. Quando è la prima consonante in un nome, la persona ha una spiccata forza di volontà nell'aiutare le persone e tende ad essere insofferente. Negativamente, T è troppo emozionale e viene facilmente influenzato dalle opinioni degli altri. • U è l'ultima vocale dell'alfabeto e il suo equivalente numerico è 3. Questa lettera rappresenta l'accumulo ed è considerata essere molto fortunata. Quando è la prima vocale in un nome, la persona sa amare liberamente senza restrizioni. Negativamente, U può essere egoista, avida e indecisa. Il suo suono pare sia legato all'oscurità e al superamento delle paure ancestrali collegandosi all'ululare notturno del lupo che crea paura per il suo suono minaccioso, ma che poi non risulta particolarmente pericoloso per l'uomo in sé. Il suono prolungato e ripetuto pare tenda a fluidificare il rapporto tra ES e SUPER IO. • V è l'equivalente numerico di 4 e rappresenta la costruzione. È una lettera lavorativa, instancabile e efficiente. Nel suo lato negativo, V può essere imprevedibile. • W è l'equivalente numerico di 5 e rappresenta l'espressione personale. Nonostante questa lettera possa essere eccessivamente incantevole, possiede anche un'aurea di mistero. Negativamente W può essere avida e tende a prendere troppi rischi. • X è la terzultima lettera dell'alfabeto e il suo equivalente numerico è 6. Essa rappresenta la sensualità. Questa lettera è sempre alla ricerca sfrenata del piacere e può facilmente cadere nella promiscuità e nell'infedeltà. • Y è la penultima lettera nell'alfabeto e il suo equivalente numerico è 7. Questa lettera rappresenta la libertà e non conosce freni di nessun tipo. Negativamente, Y può essere indecisa e di conseguenza può farsi scappare molte opportunità nella vita. • Z è l'ultima lettera nell'alfabeto ed è l'equivalente numerico di 8. Rappresenta la speranza nel riuscire a rappacificare le persone. Negativamente Z può essere testardo e dovrebbe pensare prima di agire.

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Numerologia

Divinazione numerologica Nella divinazione numerologica, uno studente sul campo usa la data e l'ora della nascita di un individuo per analizzare e definire gli aspetti della personalità e le caratteristiche di quella persona. Dei numeri specifici sono inoltre associati alle lettere dell'alfabeto. Uno metodo simile (per l'alfabeto Inglese) è rappresentato qui: Alla base della convinzione che le date e le ore abbiano un significato numerologico si pensa che le vibrazioni di fondo dell'universo avvengano a cicli regolari e che le cose create o modificate in un punto qualsiasi di questi cicli, avranno le proprietà che le vibrazioni creano in quel preciso punto. È meno chiaro però come nomi e parole seguano una regola simile. Una teoria accreditata da alcuni numerologisti dice che una persona che da il nome ad una cosa sia influenzata dalle vibrazioni universali che vengono percepite inconsciamente e che fanno sì che questo nome sia armonico con le vibrazioni dell'oggetto nominato. Un'altra questione sulla quale ci si è soffermati relativamente al significato numerologico delle parole è come, se alle lettere possono essere assegnati numeri, gli oggetti possano avere un significato numerologico identico quando vengono tradotti in una lingua diversa o viene usato un diverso alfabeto. Per esempio, il valore numerologico per "Shirt" è 8. Lo stesso oggetto tradotto in spagnolo, "camisa", ha valore numerologico 6, quindi differente. Una teoria, spiega che i differenti nomi di un oggetto in differenti lingue o ortografie possano avere un significato completamente diverso per quell'oggetto, come le parole che si possono usare per identificare uno stesso oggetto possono assumere aspetti differenti. Va specificato che non esiste una prova scientifica sulla validità delle affermazioni usate nei principi numerologici. La numerologia viene classificata come una pseudo-scienza, e molti scienziati pensano che i principi numerologici siano falsi o inventati. La vera scienza, come riconosciuta nella società moderna, si basa sul metodo scientifico che afferma che ogni teoria applicata ad un fenomeno debba essere prevedibile e ripetibile in qualsiasi circostanza per essere considerata come vera. I numerologisti replicano che i loro studi non sono dimostrabili in quanto i meccanismi di interazione fra le vibrazioni universali e i corpi celesti sono troppo piccoli per essere registrati, misurati o quantificati con gli attuali strumenti disponibili alla scienza. Gli scienziati sostengono però che sia illogico pensare che la scienza moderna non riesca a registrare nemmeno un minimo effetto di questi meccanismi di interazione. Osservazioni empiriche riguardo alla regolarità e alla prevedibilità matematica delle relazioni tra cose nell'universo evidenziano come, in fondo, potrebbero esserci effettive connessioni con la numerologia. Tuttavia, queste osservazioni non sostengono direttamente le affermazioni numerologiche. La numerologia non va considerata come uno studio unico. A dimostrazione della sua veridicità, esistono 3 differenti scuole di pensiero. Riassumendole: 1. La verità della numerologia ha origine divina, avendo l'Onnipotente disseminato nell'universo delle chiavi riconoscibili da coloro che seguono la via della saggezza, facendoli avvicinare all'unitarietà insita nel Grande Progetto. 2. La numerologia è vera grazie all'accordo dello spirito universale tra tutte le forme di vita su un livello o un altro. E siccome l'universo è il prodotto dell'accordo medio (come nella media statistica) tra tutte le forme di vita in qualunque luogo, l'accordo sulla regolarità matematica nell'universo crea un sotto-strato Numerologico attraverso l'universo. 3. La numerologia è vera perché è un riflesso delle leggi Naturali, dando indizi sullo stato di complesse vibrazioni che regolano le funzioni e l'esistenza nell'universo. Il fallimento della scienza moderna sul verificare questo fatto è semplicemente segno di una scienza che dispone di una tecnologia insufficiente. Dopo tutto, la scienza una volta credeva che tutte le cose fossero composte dai 4 elementi primari terra, aria, fuoco, acqua in combinazioni differenti. Quando la scienza sarà sufficientemente avanzata, sarà in grado di verificare la validità della numerologia.

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Numerologia Gli storici credono che la moderna numerologia sia un insieme di insegnamenti che derivano dall'antica babilonia, da Pitagora e i suoi seguaci (VI Secolo A.C. Grecia), dalla Filosofia astrologica da Alessandria d'Egitto, dai primi misticismi cristiani, dall'occultismo dell'antico gnosticismo e dal sistema ebreo del Kabbalah. L'indiano Vedas il cinese "Circle of the Dead", e l'egiziano "Book of the Master of the Secret House", (Rituale della Morte), danno una chiara dimostrazione di come la Numerologia è utilizzata e studiata da centinaia di anni.

Numerologia pitagorica Pitagora e altri filosofi del tempo credevano che siccome i concetti matematici erano più "pratici" (più facili da regolare e classificare) rispetto quelli fisici, hanno avuto maggiore attualità. Questa è un'idea in armonia con il pragmatismo filosofico e una scelta per un concetto permanente sopra una fisica variabile. Questi concetti, comunque, sono stati variamente intesi dagli stessi pitagorici. Per alcuni l'universo sembra esser fatto di numeri, per altri i numeri stessi costituiscono l'armonia su cui si fonda il mondo, per altri costituiscono il modello originario del mondo dal quale originano tutte le cose. Altre interpretazioni sono state messe in luce da Aristotele nella sua metafisica. Da ricordare l'importanza che la numerologia ha avuto nella storia dell'estetica musicale, visto che per i pitagorici la natura più profonda dell'armonia e del numero viene rivelata proprio dalla musica. Sant'Agostino d'Ippona nel 345 - 430 d.C. scrisse " I numeri sono il linguaggio universale offerto dalle divinità agli umani come riconferma della verità". Analogamente a Pitagora anche Agostino credeva che tutto avesse una relazione matematica e spettava alla mente ricercare e investigare i segreti di queste relazioni o farsele rivelare da una forza divina. Nel 325 d.C., dopo il Primo Consiglio di Nicea, le materie e le pratiche al di fuori dalle credenze dello stato della Chiesa vennero classificate come violazioni civili nelle competenze dell'Impero Romano. La Numerologia non trovò quindi il favore delle autorità cristiane dell'epoca. Essa venne così "assegnata" al campo delle credenze non approvate, assieme all'astrologia e altre forme di divinazione e "magia". A causa di questa "pulizia" religiosa, il significato spirituale assegnato ai precedentemente "Sacri" numeri iniziò a sparire. Ma malgrado la soppressione ci furono comunque molti devoti credenti che mantennero la "conoscenza segreta" al sicuro. Tra gli studi più importanti sulla numerologia, si segnala quello di Pietro Bongo, nato a Bergamo nella prima metà del XVI secolo e morto il 24 settembre 1601, che apparteneva alla nobile famiglia bergamasca dei Bonghi, di cui Francois Menant (sul nr. 2, maggio 1982, di Archivio Storico Bergamasco http:/ / www. archiviobergamasco. it/ pubblicazioni/ rivista/ n2. htm) ha ricostruito storia e leggenda, che scrisse "Numerorum Mysteria. Opus maximarum rerum doctrina et copia refertum, in quo mirus in primis, idemque perpetuus Arythmeticae Pythagoricae cum Divinae Paginae numeris consensus", edito a partire dal 1583, con una ristampa anastatica dell'edizione del 1599 a cura di Ulrich Ernst (Georg Olm Verlag, Hildesheim ‑ Zurich ‑ New York, 1983). Si tratta di un'enciclopedia sui misteri e la simbologia dei numeri, a partire dall'uno per arrivare al miliardo, con alcune omissioni, le cui ragioni sono difficili da comprendere. Su Pietro Bongo si può leggere il saggio di Gianluca Piccinini "L'opera di Pietro Bongo sulla simbologia dei numeri" pubblicato dalla rivista Archivio Storico Bergamasco, nr. 6, anno 1984, pp. 105–111: [1] Un importante esempio dell'influenza della numerologia nella letteratura inglese è il discorso The Garden of Cyrus di Sir Thomas Browne del 1658. L'autore in questa occasione illustrò il numero 5 e relativo modello Quincunx per l'arte, natura e misticismo. Il Discorso è un esempio dell'influenza del pensiero Pitagorico nella filosofia inglese. Nel Million Man March nel 1995, Il Ministro Louis Farrakhan fece numerosi riferimenti al numero "19" durante un suo discorso; Alcuni pensano che questi riferimenti avessero una connessione con la Numerologia. Una affermazione della numerologia avanzata da alcuni praticanti conclude che, dopo osservazioni empiriche e investigazioni, attraverso lo studio dei numeri l'uomo potrà scoprire aspetti segreti di sé stesso e dell'universo.

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Numerologia

Numerologia nella Scienza La numerologia è considerata come materia non scientifica, ma alcuni scienziati hanno, di volta in volta, avanzato ipotesi basate su osservazioni numerologiche. Il Fisico Arthur Eddington basandosi su estetismi e argomenti numerologici disse che la Costante di struttura fine α, (che era stata stimata avere un valore di circa 1/136), valesse esattamente 1/136,. (Misurazioni più accurate hanno dimostrato che non è cosi: il valore di α è stimato a 1/137.035 999 11(46).) Quando poi le misure dimostrarono sempre più che il valore di questa costante si avvicinava a 1/137, Eddington cercò di spiegarlo collegando 137 al cosiddetto numero di Eddington, una sua stima del numero esatto di elettroni nell'Universo. Il matematico James Gilson ha calcolato che α può essere matematicamente ricavata attraverso la seguente espressione

con un ampio grado di accuratezza. 29 e 137 sono rispettivamente il Decimo e il 33º numero primo. Il calcolo di α sembrava una misurazione corretta, ma nel 2002 CODATA attraverso sofisticati calcoli, ha escluso questo valore matematico.

Critica Postmoderna Esiste anche una seria critica sui numeri, il loro attuale significato cognitivo, linguistico e politico e l'affermazione numerologica che i numeri siano creati da esseri superiori. John Zerzan e George Lakoff sono due dei maggiori esponenti tra questi teorici. Una critica a sostenere tali affermazioni è che il mondo Romano e quello Greco elevarono i numeri a dei ma solo per il loro potere di prevedere i tempi dei fenomeni naturali, e per permettere le realizzazioni di infrastrutture ingegneristiche. Al centro di altre critiche si dice che il primati abbiano l'abilità di "contare fino a quattro" usando i loro stessi sensi, ma credere che memorizzino il numero degli oggetti contati e il criterio con i quali sono stati distinti dal sistema sensoriale nella memoria a breve termine è surreale. Fare questo richiede un sistema di conteggio preciso, una gerarchia sociale di preti, militari e politici. In breve, una cultura La Numerologia, in accordo con questa scienza cognitiva della matematica, ha facilmente spiegato dal fatto che i numeri stessi sono parte della cultura. "La matematica è una semplice invenzione umana. un metodo sistematico per catturare il modo in cui il cervello vede il mondo; l'unica matematica che conosciamo è la matematica che il nostro cervello ci permette di conoscere", George Lakoff afferma: "Di conseguenza, qualsiasi questione su come la matematica sia inerente alla realtà fisica è senza risposta, in quanto non c'è modo di conoscere cosa è o cosa non è. "La matematica potrebbe o non potrebbe essere presente nel mondo, ma non c'è modo con cui la scienza può dimostrarlo." Il Dott. Lakoff afferma: "La matematica è superiore alla scienza", Lakoff e Raphael Nunez controbattono, "solo perché gli scienziati vogliono che sia così". Questa affermazione è controversa per gli scienziati, ma la tesi ha ricevuto alcuni riscontri positivi, ed è stata caldamente accolta dai matematici del campo, come la Teoria del Caos, che sembra richiedere nuove fondazioni cognitive. Le critiche su queste affermazione puntano sul fatto che mentre matematica e numeri (almeno sopra il 4) possono essere una invenzione umana e l'uso di prove matematiche così come la numerologia sia parte della cultura matematica, le grandi scimmie hanno le stesse abilità sensoriali e cognitive. Esperimenti recenti hanno dimostrato che gli scimpanzé possono distinguere facilmente collezioni di dozzine di oggetti. I futuri teoristi potrebbero essere forzati nel distinguere tra l'oggettiva matematica di primati che conta direttamente sui tratti condivisi delle grandi scimmie e la soggettiva matematica con forse poco più di qualche base nella realtà cognitiva piuttosto che il

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Numerologia tradizionale sistema della numerologia

Numerologia e astrologia Alcuni astrologi credono che ciascun numero sia governato da un pianeta del nostro sistema solare.

Nella Cultura Popolare Nel Film π - Il teorema del delirio, il protagonista è alla ricerca di uno schema numerico nascosto nel commercio e il Torah. Ogni Lettera Ebrea corrisponde ad un numero. Il vero nome di Dio si dice corrisponda a un numero di 216 caratteri. La Band Inglese Inkubus Sukkubus cambiò il nome da 'Incubus Succubus' su consiglio di un amico che disse loro che secondo la numerologia la prima parola del nome, stava portando sfortuna al gruppo. La serie TV Lost contiene una sequenza di numeri: 4 8 15 16 23 42.

Voci correlate • Aritmomanzia • • • • • • •

Gematria Isopsefia Numero della bestia Pitagora Scienza cognitiva della matematica Tarocchi The Unreasonable Effectiveness of Mathematics in the Natural Sciences

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Note [1] http:/ / www. archiviobergamasco. it/ pubblicazioni/ rivista/ n6. htm

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Tarocchi

Tarocchi I tarocchi sono un tipo di carte che nasce in Europa, tra la fine del Medioevo e il Rinascimento. Formati da 78 carte dette anche lame, sono suddivisi in 2 sottogruppi: il primo è di 22 carte illustrate con figure simboliche, anticamente chiamate Trionfi, e solo dal XIX secolo, Arcani maggiori, l'altro in 56 carte suddivise in 4 serie, gli Arcani minori che, a seconda dei paesi possono mutare tipo di insegna. Gli Arcani Minori includono quattro figure: fante, cavallo, regina, re, e 10 carte numerali. Le carte sono suddivise in insegne: nei paesi latini sono più usate coppe, danari, bastoni e spade; in Francia cuori, quadri, fiori, picche; ulteriori sistemi di segni, sono quelli tedeschi e svizzeri. I tarocchi sono stati inventati esclusivamente come carte da gioco o a scopo istruttivo; il loro uso divinatorio cominciò a diffondersi solo dopo il XVIII secolo, specialmente nella forma italiana.

Significato del termine La parola tarocco venne utilizzata circa un secolo dopo l'invenzione del mazzo. La sua origine rimane tuttora oscura. Fino al 1500, le carte erano soprannominate Ludus triumphorum[1] . L'allusione ai Trionfi, è tuttora controversa. Si ipotizzano alcune possibilità: 1. un rapporto diretto con un'opera letteraria omonima, Triumphi, di Francesco Petrarca, le cui sei allegorie sono state spesso rappresentate in modo simile alle icone trionfali dei tarocchi: Trionfo dell'Amore = Amanti (Arcano VI), Trionfo della Castità = Temperanza (Arcano XIV), Trionfo della Morte = Morte (Arcano XIII), Trionfo della Fama = Giudizio (Arcano XX), Trionfo del Tempo = Eremita (Arcano IX), Trionfo dell'Eternità = Mondo (Arcano XXI); 2. un rapporto con i carri trionfali che nel Medioevo accompagnavano le processioni carnevalesche.[2]

Storia L'origine delle carte da gioco è orientale. Esse comparvero per la prima volta in Europa nel XIV secolo. Tuttavia il mazzo di tarocchi comprendente gli Arcani maggiori è una creazione Carta della Fortezza, dai tarocchi detti del Mantegna italiana. Potrebbe, forse, essere documentato per la prima volta a (Ferrara, 1460-65) Ferrara, nel 1442, poiché in due inventari del ducato estense è citato il pagamento della fornitura di Carte da trionphi[3] . Tuttavia non è certo che si trattasse delle stesse carte conosciute come tarocchi in quanto a quell'epoca esistevano altri giochi denominati "Triumphi", per esempio il "gioco dei Trionfi del Petrarca", conosciuto tramite un inventario fiorentino della prima metà del Quattrocento. Qualche anno più tardi, anteriormente al 1447, fu eseguito un mazzo per Filippo Maria Visconti (morto nel 1447). Questo mazzo di tarocchi è il più antico tra quelli conosciuti ed è conservato alla Yale University Library di New Haven (Connecticut). Un altro mazzo praticamente identico a questo, ma più frammentario, è conservato alla Pinacoteca di Brera a Milano. In entrambi i casi tutte le carte sono miniate, col fondo in foglia d'oro e lavori di punzonatura. Il suo prezzo non è pervenuto ma era certamente molto alto; simili opere erano riservate solo alle corti signorili. Fu dipinto quasi certamente dal pittore di corte Bonifacio Bembo come si evince dalle affinità stilistiche

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Tarocchi con altre opere dello stesso artista[4] . Ulteriori frammenti di mazzi sono origine ferrarese: per esempio i tarocchi detti di Carlo VI conservati alla Biblioteca Nazionale di Parigi, quelli detti "di Alessandro Sforza" conservati al Museo di Castel Ursino a Catania e quelli di Ercole I d'Este conservati alla Yale University Library. Il fatto che quasi tutti mazzi siano giunti frammentari è evidentemente legato alla fragilità del supporto cartaceo e alle persecuzioni che subirono le carte da gioco, a volte soggette a roghi, a volte sciolte nel macero per ricavarne cartapesta da riutilizzare. Non prima del 1450 fu realizzato il mazzo più completo a noi pervenuto, cioè i tarocchi di Francesco Sforza, legato alla famiglia Visconti nel governo del ducato di Milano, sul cui schema si modellarono in parte le carte successive. Lo stemma e il motto Visconteo à bon droyt compaiono assieme ai simboli araldici della famiglia, come il sole raggiante, tre anelli con diamanti intrecciati, il biscione. Il mazzo, conservato in tre gruppi separati, si trova all'Accademia Carrara di Bergamo (26 carte), alla Pierpont Morgan Library di New York (35 lame) mentre 13 carte sono di proprietà della famiglia Colleoni di Bergamo. I mazzi si diffusero dapprima nell'Italia settentrionale, con diverse interpretazioni illustratrive dei Trionfi: nei tarocchi ferraresi la Luna era rappresentata da uno o due astrologi, mentre in quello dei Visconti una donna tiene una mezza luna nella mano destra. Emblematico è il Matto, che nei tarocchi ferraresi è un buffone tormentato da alcuni bambini, mentre in quelli lombardi è un mendicante gozzuto, evidente allusione al gozzo, tipica malattia dei montanari della zona prealpina. A volte i mazzi erano realizzati in occasione di matrimoni signorili. In tal caso gli emblemi dei due sposi erano dipinti sulla carta dell'Innamorato. Nelle lunghe serate di corte tutti, uomini e donne, giocavano a carte. I primi mazzi non erano numerati, il che presuppone che i giocatori ne conoscessero a memoria il valore. Verso la metà del XV secolo, le tecniche di stampa furono perfezionate prima con la xilografia, poi con la calcografia e, alla fine del secolo, con l'invenzione dei caratteri mobili. Il progresso della stampa fece nascere le prime fabbriche di mazzi di tarocchi, che erano stampati su un unico foglio, numerati, rozzamente colorati e tagliati. Il prezzo era superiore alle carte comuni, dato il maggior numero, come ci informa un registro fiscale bolognese del 1477[5] . Tuttavia la stampa introdusse sul mercato mazzi a basso costo, favorendo la diffusione del gioco. Nel tempo gli stili variarono a seconda della regione o del paese di provenienza, e non sempre gli Arcani maggiori furono disposti secondo il più importante ordine attualmente noto, quello dei tarocchi di Marsiglia. Anche i nomi delle figure potevano cambiare: l'Eremita era chiamato a volte Il Gobbo, l'Appeso era detto anche l'Appiccato o il Traditore, la Torre era menzionata come la Saetta, l'Inferno, la Casa del diavolo, la Casa di Plutone, mentre il nome attualmente conosciuto, La casa di Dio le fu attribuito a partire dal XVII secolo. Notevoli furono le diatribe attorno alle figure del Papa e della Papessa, poiché si considerava indecoroso che tali alte cariche religiose fossero associate a un mazzo di carte da gioco. Purtroppo manca una doviziosa documentazione scritta prima del XVI secolo che ci ragguagli sull'uso e la disposizione delle carte, che probabilmente variava da regione a regione. Nel 1480 comparve il Sermones de ludo cum aliis dove un anonimo predicatore domenicano si scagliava contro l'uso dei tarocchi, e in particolare dei Trionfi. L'importanza di tale documento è dovuta al fatto che vengono elencate le figure con i nomi e la disposizione attualmente noti, con una nota di profondo sdegno perché Angeli, Virtù cardinali, Imperatore e Papa e perfino Dio padre erano raffigurati nel gioco profano. Il predicatore termina condannando l'inventore del mazzo, il Diavolo, colpevole di trascinare l'uomo nel vizio[6] . Sappiamo inoltre che la pratica di condannare il gioco di carte era diffusa, se persino San Bernardino da Siena le stigmatizzò in un suo famoso sermone tenuto a Bologna nel 1423, dopo il quale fu acceso un rogo dove furono bruciati mazzi di carte, dadi, ed altre vanità. Nei secoli successivi furono fatti ulteriori tentativi dai vari governi per reprimere o almeno limitare il gioco, senza peraltro risultati convincenti. Alla fine si giunse al compromesso di tassare le carte e creare disposizioni di fabbricazione e commercio in modo da scoraggiare evasioni, contraffazioni e contrabbando. Il bollo, ora non più in uso, era applicato solitamente sull'Asso di Denari.

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Tarocchi

L'antico gioco del Tarocco Purtroppo non ci sono pervenuti manuali quattrocenteschi con precise regole di gioco; i più recenti manuali d'uso risalgono al XVIII secolo: la ricostruzione dei giochi più antichi è praticamente impossibile, anche perché le regole potevano variare da città a città e i tipi di giochi erano numerosi, con complesse strategie. Conosciamo però alcune indicazioni di base: al gioco potevano partecipare da due a sette persone, a cui era permesso lanciare segnali ai giocatori e scommettere sulla posta. Si potevano tenere in mano fino venti carte per ciascuno. Il tarocco era (ed è) un gioco di presa, in cui si cala una volta per uno e si è obbligati a rispondere al seme o alla carta in modo ciclico. Le briscole, ossia i Trionfi, battono le carte numerali compreso l'Asso, che non ha una posizione di privilegio. La numerazione dei Trionfi permetteva a quello più alto di vincere su quello più basso. Il Matto non gioca e vale solo come punteggio. Alla fine della partita vince chi ha totalizzato il massimo dei punti.

Il tarocco come esercizio intellettuale e satirico I giochi di abilità verbale erano molto diffusi nelle lunghe serate a corte, e non di rado si utilizzavano i tarocchi anche per comporre frasi e motti che dovevano ispirarsi alle figure estratte. I 22 Trionfi potevano inoltre essere abbinati (o appropriati, come si diceva) a persone e gruppi, specialmente gentildonne oppure note cortigiane. Molti di questi sonetti sono giunti fino a noi: poesiole comiche, satiriche, mordaci, scritte solitamente in ambiente cinquecentesco. Probabilmente in questo ambito colto vanno a collocarsi due mazzi: quello cosiddetto del Mantegna, e il Tarocco Sola-Busca, realizzato con la tecnica dell'acquaforte tra il XIV e il XV secolo. In quest'ultimo le carte numerali rappresentano scene della vita quotidiana, mentre nei Trionfi sono raffigurati guerrieri dell'antichità classica e biblica. Anche Pietro Aretino si occupò di tarocchi nella sua opera Le carte parlanti che ebbe un discreto successo e godette di varie ristampe[7] .

I mazzi storici I tarocchi del Mantegna Probabilmente inciso prima del 1467, questo mazzo di 50 carte fu erroneamente attribuito ad Andrea Mantegna, ma per lo stile è collegato all'ambito ferrarese. Questo tarocco non ha alcun riferimento iconografico alle carte Visconti Sforza: mancano infatti totalmente i semi e in parte gli onori (ossia Fante, Cavallo, Regina, Re) nonché i classici Trionfi, a parte alcune allusioni al Matto e all'Imperatore. Il mazzo, di cui si conoscono due serie, soprannominate E ed S è suddiviso in cinque gruppi di dieci carte. L'ordine numerico corrisponde a una precisa gerarchia d'importanza. Ogni gruppo inizia con Le condizioni umane, prosegue poi con Apollo e le Muse, le Arti e le scienze , con particolare riferimento alle Arti Liberali , ossia a quel complesso di conoscenze teoriche considerato indispensabile all'uomo libero. Nel Medioevo cristiano erano considerate superiori alle Arti meccaniche tra cui figuravano quelle visive. Successivamente si passa agli Spiriti e alle Virtù, poi ai Pianeti e le Stelle dell'Universo, aderenti alla classica visione di Tolomeo e infine all'Ottava Sfera, al Primo Mobile e alla Prima Causa, cioè Dio. Non sappiamo come veniva usato questo mazzo: più che carte da gioco i tarocchi del Mantegna, sembrerebbero un'opera didattica e istruttiva, cosa tutt'altro che rara in epoche dove la diffusione delle idee non aveva la velocità odierna. Il contenuto stimolava quindi il giocatore ad un'ascesa verso la perfezione, simile al viaggio di Dante dall'Inferno al Paradiso.

I tarocchi di Marsiglia Non abbiamo riferimenti per la datazione dei tarocchi di Marsiglia così chiamati per la città della Francia che ha goduto di una posizione di monopolio nella produzione di questo tipo di carte pur non avendole inventate; sebbene i primi mazzi conosciuti risalgano al XVIII secolo, lo stile delle carte a semi italiani fa propendere per l'origine latina di questo tipo di mazzo, probabilmente diffusosi dalla Lombardia in territorio francese. Uno dei modelli più conosciuti dei tarocchi di Marsiglia fu inciso su legno dal francese Claude Burdel nel 1751. Egli aveva

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Tarocchi contrassegnato Il Carro con le sue iniziali, mentre la sua firma per esteso compare sul 2 di denari. Le figure sono intere, e - relativamente agli Arcani maggiori - recano la denominazione in francese e sono contrassegnati da numeri romani. La morte non aveva nome. Le scritte erano in un francese sgrammaticato, spesso privo di accenti e apostrofi. Gli abiti delle figure, pur nella loro forte stilizzazione, si riferiscono a prototipi rinascimentali. Il mazzo fu poi rielaborato correttamente dal francese Grimaud, e ristampato nel XIX secolo.[8]

I tarocchi di Besançon Come per Marsiglia, la città non può vantare la paternità di queste carte da tarocco a semi italiani. Il più antico mazzo di questo genere databile con certezza risale al 1746, e ne conosciamo sia il fabbricante - Nicolas Laudier - sia l'incisore, Pierre Isnard. Le eccezioni più notevoli sono i Trionfi II, la Papessa, trasformata in Giunone, e il V, il Papa, diventato Giove tonante.

La composizione dei Trionfi marsigliesi È questa forse la principale forma definitiva attualmente usata. Molti tarocchi fantastici si ispirano a quelli marsigliesi. Vale quindi la pena di darne una descrizione più accurata: I - Il Bagatto (le Bateleur). La parola ha origini latine e sta ad indicare "figura da poco", "bagatella", cosa di nessun conto. Rappresenta un giovane uomo con un grande cappello e abiti vistosi, posto in piedi davanti a un tavolo, su cui figurano monete, vasetti, dadi, coltelli, una borsa. L'uomo regge nella mano sinistra un bastone dorato. II - La Papessa (La Papesse). È forse una delle figure che ha dato luogo a maggiori discussioni, dal momento che nessuna donna ha mai avuto accesso al soglio di Pietro. In taluni mazzi è stata sostituita da Divinità o altre carte. La donna ha un triregno in capo, è seduta su un trono ricoperto da un velo e ha in mano un libro aperto. III - L'Imperatrice (L'Imperatrice). Una donna in trono, con la corona in testa, ha in mano uno scettro col globo sormontato dalla croce (da sempre simbolo di impero). Regge con la mano destra uno scudo con un'aquila araldica, e ha due ali aperte sulla schiena. IV - L'Imperatore (L'Empereur). Un uomo barbuto, seduto in trono di profilo, con una gamba incrociata sull'altra, regge uno scettro con la destra. Sotto al Trono è appoggiato uno scudo con un'aquila araldica.La carta è evidentemente collegata col potere terreno. V - Il Papa (Le Pape). Seduto in posizione frontale, il Pontefice col Triregno regge un pastorale a croce con tre traverse. Ai suoi piedi, di statura notevolmente inferiore, sono inginocchiati due chierici. Il Papa ha la barba canuta, probabile allusione alla sua saggezza. VI - L'innamorato (L'Amoreux). Sotto a un grande cupido alato, pronto a scoccare la sua freccia, un giovane sta in piedi tra due figure femminili, una vestita più poveramente dell'altra. I critici sono concordi nell'identificare questa lama col mito di Ercole, che dovette scegliere tra Vizio e Virtù. VII - Il Carro (Le Chariot). Un carro visto in modo rigidamente frontale, è condotto da un giovane guerriero incoronato, mentre trattiene saldamente due cavalli, uno blu ed uno rosso, che tendono a scartare in posizioni opposte. VIII - La Giustizia (la Justice). È questa una delle tre Virtù cardinali citate nel mazzo, da cui manca la Prudenza. Una donna in trono regge con la mano sinistra una bilancia dai piatti allineati, e con la destra una spada. Questo Trionfo contiene in sé l'idea di equilibrio e di punizione. IX - L'Eremita (L'Hermite). Un vecchio barbuto, appoggiandosi ad un bastone, avanza reggendo una lampada. Non si può fare a meno di pensare a Diogene che, reggendo una lampada affermava di cercare l'uomo. X - La Ruota della fortuna (La Roue de Fortune). Questa immagine, largamente conosciuta e rappresentata nel Medioevo, raffigura una ruota sormontata da una sfinge alata con corona e spada, con due esseri mezzo uomo e mezzo animale arrampicati ai suoi lati. Già in epoca medievale la Ruota era usata per ricordare la vanità delle conquiste e dei beni terreni.

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Tarocchi XI - La Forza (La Force). Una donna con un ampio cappello in testa chiude le fauci di un leone. È una delle tre Virtù cardinali raffigurata nel mazzo. XII - L'Appeso (Le Pendu). Un uomo è appeso per un piede a un palo retto da nodose travi di legno. La gamba libera è piegata verso l'interno. La carta raffigura una pena praticata realmente durante il Medioevo, sia dal vero sia in effigie, a chi si rendeva reo di tradimento. Questo tipo di pittura, detta infamante, era solitamente affidata a mestieranti, ma a volte ad artisti di rilievo, come Sandro Botticelli e Andrea del Sarto. XIII - La Morte (a volte lasciata senza scritta) - Uno scheletro con una falce cammina in un campo cosparso di mani e di teste. La figura è collegata con l'iconografia medievale del Trionfo della Morte molto diffusa nel Medioevo e nel Rinascimento, in cui uno o più scheletri si trascinano, in fila o in una danza macabra, regnanti, Papi e altri soggetti solitamente di alto livello sociale. XIV - La Temperanza (La Temperance). Altra virtù cardinale. Un Angelo con la veste bipartita in due zone di colore blu e rosso, versa un liquido da un'anfora all'altra reggendole entrambe con le mani. XV - Il Diavolo (Le Diable). Un essere cornuto dal viso sghignazzante, le ali di pipistrello, i seni femminili, i genitali maschili, le gambe caprine, sta in cima a un piccolo ceppo a cui sono legati due diavoletti. Gli zoccoli e il ghigno osceno sono mutuati dalle classiche immagini greche del dio Pan. XVI - La casa di Dio (La Maison Dieu). Una torre che ha come tetto una corona, viene scoperchiata da una lingua di fuoco, mentre due figure umane cadono al suolo e piccole sfere riempiono l'aria. La costruzione evoca la Biblica torre di Babele, talmente alta che Dio punì gli uomini confondendo il loro linguaggio. XVII - La Stella (L'etoile). Con questa carta si abbandona il mondo umano e si entra in quello spiritualmente superiore. Otto stelle, di cui la centrale molto più grande, sormontano una donna nuda che versa per terra acqua da due anfore. Sul fondo, un minuscolo albero su cui canta un piccolo uccello. XVIII - La Luna (La Lune). Seconda lama della serie degli astri la Luna splende rotonda in cielo ma con il volto raffigurato di profilo, mentre gocce colorate partono dalla terra verso di essa. In primo piano un Gambero, legato zodiacalmente al segno del Cancro, esce da una pozza d'acqua. Due cani ululano e due torri sullo sfondo sembrano custodire il paesaggio. XIX - Il Sole (Le Soleil). Un grande sole radiante sparge gocce su due gemelli ritti in piedi vicino a un basso muretto in mattoni. XX - Il Giudizio (Le Jujement). Un angelo esce da un nembo colorato suonando la tromba, mentre tre piccoli corpi sorgono da un avello Anche questa immagine, frequentissima nel Medioevo, può farsi risalire ai numerosi miti sulla fine del mondo presenti in molte religioni antiche. Il più importante riferimento è certamente l'Apocalisse di San Giovanni, ultimo libro del Nuovo Testamento. Questa carta corrisponde all'Angelo di altri mazzi da gioco. XXI - Il Mondo (Le Monde). La carta rappresenta una donna seminuda che regge due bastoncini nelle mani. Essa è circondata da una mandorla di foglie, mentre ai quattro lati della carta compaiono i simboli Tetramorfi degli Evangelisti: un Angelo (San Matteo) un'Aquila (San Giovanni) un Toro (San Luca) e un Leone (San Marco). La carta compendia, se pur in forma elementare due figure geometriche, il cerchio e il quadrato, che erano considerate il simbolo della perfezione. Il Matto (Le Fou). La lama non è numerata e può essere inserita sia all'inizio sia alla fine del mazzo. Un giullare girovago, col cappello a sonagli, che regge su una spalla un fagottino con le sue poche cose, si avvia verso una strada non meglio identificata, rincorso da un cane che gli sta lacerando una calza. Una figura analoga si trova nel tarocco del Mantegna, ma è chiamato il Misero.[9]

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Le Minchiate Comparso a Firenze, questo curioso mazzo di novantasette carte fu chiamato così con probabile attinenza al membro virile, ma anche per indicare che il gioco di carte non era da prendersi sul serio. Godette di grande fortuna soprattutto nell'Italia centro settentrionale, ma fu poi gradualmente abbandonato. Le Minchiate sono una curiosa variante regionale, completamente alterata, del tarocco tradizionale. Le prime trentacinque carte, dette Papi sono seguite da cinque carte chiamate Arie: la Stella, la Luna, il Sole, il Mondo e il Giudizio finale detto Le trombe. I semi sono Denari, Coppe, Bastoni, Spade. Gli onori sono detti Cartiglia e presentano centauri al posto dei cavalieri. Tra le altre carte mancano la Papessa e il Papa, mentre sono state aggiunti il Granduca, le quattro Virtù Cardinali, le tre Teologali, i quattro Elementi, i dodici Segni zodiacali.

Il tarocchino bolognese Bologna, che è stata uno dei centri in cui il gioco era più attivamente praticato, non ci ha lasciato alcun mazzo completo prima del XVII secolo. I questo periodo si giocava una nuova forma di tarocco a mazzo ridotto di 62 carte, anche se non abbiamo indicazioni precise sulla data in cui vennero eliminate determinate carte. I tagli erano relativi alle carte numerali, ad esclusione degli Assi. Né il tarocchino è l'unico esempio di contrazione del mazzo: a Venezia il gioco della Trappola prevedeva trentasei carte. Il tarocchino bolognese trionfò in questo periodo grazie a vicissitudini particolari: tra il 1663 e il 1669 un artista bolognese fantasioso e versatile, Giuseppe Maria Mitelli (1634 - 1718) m incise un libro sui tarocchini dedicato a Prospero Bentivoglio. I fogli dovevano poi essere tagliati e incollati dal giocatore. In periodo della Controriforma e con sensibilità tutta barocca, il Mitelli trasformò il mazzo eliminando la figura della Papessa e ridisegnando i Trionfi. Così l'Appeso è un uomo condannato alla pena capitale che aspetta che il boia gli fracassi il cranio con un martello; la Stella è un mendicante che avanza nella notte con una lanterna; la Luna e il Sole sono ispirati ad Artemide e ad Apollo, il mondo è un globo sorretto da un gigantesco Atlante. Anche le carte numerali hanno disegni fantasiosi, mentre nell'Asso di denari l'artista ha inciso il suo ritratto con la firma. Un altro tipo di tarocchino bolognese, tuttora usato se non altro per la divinazione, risale al 1725 e fu ideato dal canonico Montieri. L'autore aveva indicato le diverse forme di stati europei, audacemente situando Bologna sotto un governo misto, laico-clericale. Dal momento che la città era inserita nei domini dello Stato Pontificio, la cosa fu giudicata irrispettosa e l'audace prelato fu incarcerato. Il senato bolognese trovò un accordo facendo sostituire le icone irriverenti con figure di mori.[10] In una data non precisata della seconda metà del Settecento, il tarocchino fu uno dei primi mazzi che suddivise le figure in due metà speculari.

Il tarocco Piemontese Grazie alla sua vicinanza alla Francia, ma forse anche per influenza dell'Italia settentrionale, il Piemonte conobbe e usò ben presto i tarocchi, che sono ancora uno dei pochissimi mazzi di questo genere in produzione. Alla fine del XIX secolo fu introdotto il tipo a due teste, senza dubbio utile ai giocatori che non dovevano girare le carte ogni volta che si presentavano rovesciate. Le poche variazioni rispetto al mazzo tradizionale sono date dall'uso dei numeri arabi al posto di quelli romani, dalla testa del Matto, Associata a una farfalla, dal Giudizio, detto Angelo, dove i morti emergono dalle fiamme, collegandosi con l'iconografia popolare delle anime del Purgatorio.

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I tarocchi contemporanei Lo straordinario interesse che si è sviluppato intorno ai tarocchi dall'Ottocento in avanti ha spinto numerosi artisti contemporanei a reinterpretare le misteriose figure. Fra gli italiani si possono ricordare Franco Gentilini, Renato Guttuso, Emanuele Luzzati [11], Ferenc Pinter e Sergio Toppi. Fra gli artisti non italiani spiccano Salvador Dalí e Niki de Saint-Phalle, autrice del fantastico Giardino dei Tarocchi costruito a Garavicchio, presso Capalbio. Numerosi illustratori hanno realizzato nuovi mazzi, talvolta in collaborazione con storici e letterati. Per esempio, i Tarocchi di Dario Fo sono stati dipinti dal figlio Jacopo su progetto del Premio Nobel Dario Fo, mentre allo scrittore Giordano Berti si deve la sceneggiatura di dieci mazzi realizzati da vari illustratori. A Riola, in provincia di Bologna, è stato istituito da tempo un Museo dei Tarocchi con un'ampia raccolta di carte.

Il gioco dei tarocchi Il gioco tradizionale giocato coi tarocchi sin dalla sua origine è variato poco, anche se innumerevoli varianti ne esistono in tutta Europa. Si tratta di un gioco di prese simile al tressette, alla briscola, al whist o al bridge, in cui i Trionfi o Arcani giocano il ruolo delle "briscole", cioè delle carte più forti. Il mazzo è composto da 22 Arcani Maggiori o Trionfi e da 56 carte divise in quattro semi, quindi ogni seme è costituito da 14 carte, le prime dieci numerate da uno a dieci più quattro carte vestite: Re, Regina, Cavaliere e Fante.

La forza delle carte Per decidere le prese l'ordine di priorità delle carte dalla più alta alla più bassa è: 1. Gli Arcani Maggiori a partire dal XXI (Il Mondo) fino allo 0 (Il Matto) 2. 3. 4. 5. 6.

I Re Le Regine I Cavalieri I Fanti Le carte numerate dal dieci all'uno (Asso)

Il Tarot nouveau.In Francia si usa il Tarot nouveau; qui le regole sono fissate dalla Fédération Française de Tarot.

A parità di carta giocata, la forza è decisa dal seme.

La forza dei semi In ordine decrescente: 1. 2. 3. 4.

spade coppe denari bastoni

Quindi, ad esempio, il tre di denari è più basso del tre di spade.

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Il valore delle carte Al termine della mano il valore delle carte per determinare il punteggio è: • • • • • • • •

Il Mondo (XXI) vale 5 punti Il Bagatto (I) vale 5 punti Il Matto (0) vale 4 punti. Il Re vale 5 punti La Regina vale 4 punti Il Cavaliere vale 3 punti Il Fante vale 2 punti Tutte le altre, dal X al I, ogni 3 carte 1 punto.

Il mazziere Il mazziere, cioè colui che distribuisce le carte all'inizio di ogni mano, è sorteggiato mediante la pesca di una carta da parte di tutti i giocatori all'inizio della partita. Chi pesca la carta più bassa sarà il primo mazziere. La carta considerata più bassa è l'asso di bastoni, quella più alta è l'Arcano XXI (Il Mondo). Il giocatore che pescasse l'Arcano 0 (Il Matto) dovrà ripetere il sorteggio. Una volta scelto il mazziere, egli farà mescolare il mazzo da chi sta di fronte a lui, farà tagliare a chi è immediatamente alla sua sinistra e distribuirà le carte in senso antiorario partendo da chi è immediatamente alla sua destra. Nel caso di una partita a tre giocatori il mazziere distribuisce 25 carte agli altri due giocatori e 28 a se stesso, mentre nel caso di una partita a quattro le carte distribuite sono 19 ed al mazziere ne rimangono 21. Successivamente il mazziere deve scartare un numero di carte pari a quello eccedente rispetto a quello degli altri giocatori, che vanno così a far parte del suo monte (cioè delle sue prese) seguendo però queste regole: 1. Non è possibile scartare Trionfi. 2. È possibile scartare un Re solo nel caso in cui non si abbia nemmeno un Trionfo.

La mano Il giocatore che sta immediatamente a destra del mazziere, inizia il gioco calando una carta. Gli altri giocatori sono obbligati a giocare una carta dello stesso seme; nel caso non ne abbiano devono giocare un Trionfo, nel caso non abbiano nemmeno Trionfi possono giocare una carta a loro scelta. Chi ha giocato la carta più forte le prende tutte e tre e le raccoglie nel proprio monte. Sarà lui a continuare il gioco giocando la carta che preferisce.

Il Matto Il Matto è indubbiamente la carta più caratteristica dei Trionfi, e può essere giocata in qualunque momento facendole assumere un qualsiasi valore corrispondente ad un'altra carta; è usata nel conteggio dei punti come carta speciale al posto di un'altra carta che non si possiede.

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È interessante notare il parallelo tra il Matto dei tarocchi e la figura del Jolly nelle carte francesi (rappresentato spesso come un giullare): il soggetto rappresentato e il loro uso sono simili.

Gioco in Piemonte In Piemonte, nel gioco dei tarocchi sono presenti alcune prassi e alcune eccezioni alle regole basi. Prassi > Il mazziere distribuisce le carte ad ogni giocatore, tutte insieme (25 se si gioca in 3, 19 se si gioca in 4) > Se un giocatore all'inizio della mano non ha né figure né tarocchi le carte devono essere distribuite di nuovo > Il mazziere non può mai scartare un Re nemmeno se non ha tarocchi > Non si può iniziare la prima mano con tarocchi

Il matto

Eccezioni > se in una mano vi sono sia il Trionfo n° 20 ("L'Angelo") e il n° 21 ("Il Mondo"), il 20 prende sul 21 * > se in una mano non vi sono né figure né tarocchi, nei semi lunghi (spade e bastoni) prende la più alta, nei semi corti (denari e coppe) la più bassa • regola da concordare • per le carte da uno a dieci, a denari e coppe il più basso batte il più alto.

Il conteggio dei punti Finite le carte, ogni giocatore prende quelle che formano il suo monte e le conta a tre per volta nel caso di partita a tre o quattro per volta nel caso di partita a quattro. I punti realizzati variano a seconda della composizione delle tre o quattro carte che si contano a fine mano, se fra queste carte c'è una sola carta di quelle specificate sopra, il valore sarà dato da quella carta (per es. il Re 5 punti, la Regina 4 e così via). Se nelle 4 carte sono presenti due o più figure si sottrae un punto ogni figura in più (ad es: un Re, una Regina + due carte semplici il valore invece di 9 sarà 8). Il pareggio si ottiene a 26 punti, chi ne fa di più vanta un credito corrispondente ai punti realizzati oltre i 26, chi ne fa di meno ha un debito. Quando si è completato il giro, cioè ogni giocatore ha fatto da mazziere, il vincitore della partita è quello che ha più crediti. Nella variante a quattro normalmente si gioca in coppia ed il pareggio si raggiunge a 36 punti.

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Giocare da fuori In alcune zone, nel gioco a 3, è permesso giocare da fuori: nella 3^ mano, il giocatore che raggiunge un credito di 26 punti, può dichiarare di aver vinto (a prescindere dal punteggio che raggiungeranno gli altri) e, da quel momento in poi, deve giocare in modo da non favorire nessuno degli altri due. Le regole sono > Quando si è di mano si devono giocare prima tutte le carte franche o supposte tali, poi tutti i tarocchi > Quando si risponde si deve giocare sempre la più alta delle più piccole. È necessario annotare che i puristi del gioco non amano chi "gioca da fuori"

Il tarocco esoterico Fu nel Settecento ossia nell'epoca dei lumi, che si cominciò a prendere in considerazione una possibile origine esoterica ed ermetica dei tarocchi. Sull'origine dei tarocchi esistono numerose teorie esoteriche, senza alcun fondamento storico. La più nota vuole che i tarocchi provengano dall'Antico Egitto e fossero stati inventati direttamente dal dio Thot. Le elucubrazioni esoteriche sui tarocchi si svilupparono fra il ed il XIX secolo a partire dagli studi pubblicati da Antoine Court de Gebelin. Jean-Baptiste Alliette e che ne postularono un'antica origine, non validata da alcuna fonte storica, legata ai miti dell'antico Egitto o della Cabala ebraica. Il primo a lanciare queste teorie fu il poligrafo francese Antoine Court de Gebelin, alla fine del Settecento. Nella metà del secolo seguente Alphonse Louis Constant, meglio conosciuto come Eliphas Levi, indicò le origini dei tarocchi nella cabala ebraica, per via del fatto che i Trionfi sono ventidue come le lettere dell'alfabeto ebraico. Un mazzo di tarocchi, di qualsiasi tipo, si costituisce comunque di 78 carte. Le 22 figure denominate in origine Trionfi e ribattezzate dagli esoteristi Arcani Maggiori, mostrano un'iconografia di chiara derivazione cristiana (ad esempio Il Diavolo, L'Angelo, La Forza, La Temperanza, La Giustizia, Il Papa ecc.). Le 56 figure denominate Arcani minori consistono nelle tradizionali carte da gioco a semi italiani (coppe, denari, bastoni e spade) e precedono di almeno 40 anni le carte dei Trionfi. Ciò significa che il mazzo dei tarocchi risultò dall'unione di due diversi mazzi. La differenza tra le due sequenze è stata sottolineata dagli esoteristi in questo modo: gli Arcani maggiori contengono simboli universali, riconducibili ad esperienze di vita particolari, mentre i minori sono una sorta di punteggiatura dei responsi. Nel 1927 Oswald Wirth cercò di riassumere in un manuale (ancora oggi pubblicato) le chiavi interpretative assegnate a ciascuna carta dai membri della fratellanza alla quale era legato: l'Ordine Cabalistico della Rosa+Croce. La trattazione viene completata con un mazzo di 22 Arcani Cabbalistici disegnati dallo stesso Wirth nel 1889. L'uso dei tarocchi come carte da gioco si trova ancora in molte aree italiane e francesi. Il tarocco siciliano è utilizzato a Barcellona Pozzo di Gotto ed a Calatafimi. A Bologna si usa il tarocchino bolognese, le cui regole originali sono conservate dall'Accademia del tarocchino bolognese. A Pinerolo si usa il tarocco ligure-piemontese. In Francia si usa il Tarot nouveau; qui le regole sono fissate dalla Fédération Française de Tarot. I primi cartomanti furono affascinati dal significato simbolico di queste carte; in seguito attribuirono agli arcani maggiori ulteriori significati legati sia alle raffigurazioni, sia al loro nome, sia alla numerologia associata al numero indicato sulle carte. Queste ulteriori interpretazioni furono poi simbolizzate e inserite nelle nuove rappresentazioni delle carte, arricchendole sempre più sia dal punto di vista iconografico sia dal punto di vista simbolico. In seguito anche gli Arcani minori furono sottoposti a un analogo studio e seguirono un'analoga evoluzione.

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Note [1] Michael Dummet - Il Mondo e l'Angelo - I tarocchi e la loro storia, pagina 18 - Edizione Bibliopolis - Napoli, 1993 [2] Franco Cardini - La fortuna, il gioco, la corte, pag.11 e seguenti in: Le carte di Corte, i tarocchi - Gioco e magia alla corte degli estensi Nuova Alfa Editoriale, 1987 [3] Michael Dummett; Cecilia Gatto Trocchi e Franco Solmi, I tarocchi per le corti: i tarocchi miniati in I tarocchi: le carte di corte, op. cit., p. 21 [4] Sandrina Bandera,I Bonifacio Bembo. Tarocchi Viscontei della Pinacoteca di Brera, Martello, Milano 1991 [5] Giordano Berti, Pietro Marsilli - Le carte del destino, pag. 11 - Le Tarot - Faenza, 1989 [6] Giordano Berti, Pietro Marsilli - Le carte del destino, pag. 16 - Le Tarot - Faenza, 1989 [7] Giordano Berti, Pietro Marsilli - Le carte del destino, pagg. 41 e 83 - Le Tarot - Faenza, 1989 [8] Stuart R. Kaplan - I Tarocchi - pagine 36, 38, 39 - Ed. Mondadori, Milano - 1981 [9] Claude Burdel - I Tarocchi di Marsiglia - Lo scarabeo, Torino, 2009 [10] Girolamo Zorli - Il Tarocchino bolognese, pag.33 - Arnaldo Forni Editore, Sala Bolognese, 1992 [11] http:/ / www. wonderful-tarot. org/ images/ bambini_forza. jpg

Bibliografia • Michael Dummet - Il Mondo e l'Angelo - I Tarocchi e la loro storia, - Edizione Bibliopolis - Napoli, 1993 • (EN) Michael Dummett; Sylvia Mann, The game of Tarot: from Ferrara to Salt Lake City, Londra, Duckworth, 1980. ISBN 978-0-7156-1014-5 • Giuliana Algeri (a cura di), I tarocchi: le carte di corte. Gioco e magia alla corte degli Estensi, Catalogo della mostra al Castello Estense di Ferrara, Nuova Alfa, 1987. ISBN 88-7779-016-4 • Giordano Berti, Pietro Marsilli - Le carte del destino - Le Tarot - Faenza, 1989 • Giordano Berti, Andrea Vitali, Tarocchi. Arte e Magia. Catalogo della mostra al Museo Civico Archeologico di Bologna. Le Tarot, Faenza, 2005. • Stuart R. Kaplan - I Tarocchi - Ed. Mondadori, Milano - 1981 • Girolamo Zorli - Il Tarocchino bolognese - Arnaldo Forni Editore, Sala Bolognese, 1992 • Cecilia Gatto Trocchi - I Tarocchi - Newton, Roma, 1995 • (EN) Ronald Decker; Thierry Depaulis e Michael Dummett, A wicked pack of cards: the origins of the occult tarot, Londra, St Martin's Press, 1996. ISBN 978-0-7156-2713-6 • Giordano Berti, Storia dei Tarocchi. Verità e leggende sulle carte più misteriose del mondo, Oscar Storia, 454, Milano, Mondadori, 2007. ISBN 978-88-04-56596-3 • Giordano Berti e Ram (a cura di), Il grande libro dei Tarocchi, Milano, RCS Libri S.p.A., aprile 2007. ISBN 978-88-451-4105-8 • Diego Meldi, Tarocchi. Il manuale completo, Firenze, Giunti Demetra, novembre 2007. ISBN 978-88-440-3488-7 • Claude Burdel - I Tarocchi di Marsiglia - Lo scarabeo, Torino, 2009

Voci correlate • • • • •

Cartomanzia Giardino dei Tarocchi Mazzi Visconti-Sforza Numerologia Museo dei Tarocchi, Riola (BO)

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Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Tarot cards • Wikizionario contiene la voce di dizionario: http://it.wiktionary.org/wiki/Tarocchi

Collegamenti esterni • (IT, EN) Museo dei tarocchi e delle carte da gioco (http://trionfi.com/li/tarot/ museo-dei-tarocchi-e-delle-carte-da-gioco/) • (EN) Carte nel Rider-Waite-Smith e Tarocchi Tarocchi di Marsiglia (http://www.rodurago.de/en/index. php?site=tarot&link=riderwaite_0) • Carte da gioco: trionfi e tarocchi (http://www.storiadimilano.it/Arte/carte_gioco.htm) di M. Grazia Tolfo • (IT, EN) Museo dei Tarocchi (http://www.museodeitarocchi.net) • (EN) Tarot and Minchiate of Florence (http://www.tarothermit.com/florence.htm)

Chiromanzia La chiromanzia è l'arte di descrivere la personalità e prevedere il destino di un individuo attraverso lo studio del palmo della sua mano. La parola deriva dal greco "χειρομαντεία (cheiromantéia)", composto da "χείρ (chéir)", "mano" e "μαντεία (mantéia)" "divinazione" [1] . La pratica, diffusa in tutto il mondo sebbene con numerose varianti culturali, è anche conosciuta come lettura della mano. Il praticante della chiromanzia è chiamato chiromante, chirologo o lettore della mano. La chiromanzia, universalmente considerata una pseudoscienza, si divide in due Buona ventura di Caravaggio. discipline principali: la chirologia, che si occupa dello studio delle linee del palmo[2] , e la chirognomia, che si occupa dello studio della forma della mano[3] .

Storia della chiromanzia La chiromanzia affonda le sue origini nell'astrologia indiana di cui era una disciplina. Al saggio induista Valmiki sarebbe attribuito un libro oggi perduto, il cui titolo si potrebbe tradurre con "Gli insegnamenti di Maharishi Valmiki sulla chiromanzia maschile". Questo libro avrebbe contenuto 567 stanze e potrebbe essere stato scritto più di 5000 anni fa. Dall'India l'arte della lettura della mano si diffuse poi in Cina intorno al 3000 a.C.; successivamente raggiunse Tibet, Egitto, Persia e si sviluppò in Grecia, dove fu praticata anche dal filosofo Anassagora. Lo sviluppo in epoca classica ha lasciato tracce nella terminologia, che indica alcune parti del palmo e della mano usando i nomi degli antichi Dei greci e romani.

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Chiromanzia

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La chiromanzia si è diffusa anche attraverso i Rom e altri popoli zingari, che tradizionalmente la praticano ancora (e continuano a influenzare l'immaginazione popolare; si pensi per esempio al primo verso della canzone Zingara, che vinse il Festival di Sanremo del 1969). Al giorno d'oggi non è ancora stata condotta alcuna ricerca soddisfacente né in sostegno né in contrasto alla scientificità di questa pratica, che viene generalmente considerata una pseudoscienza, al pari dell'astrologia e della cartomanzia. Ciò è dovuto alla sua totale assenza di fondamento scientifico e di possibilità di verifica.

Tecniche Ci sono molte interpretazioni diverse delle linee della mano a seconda delle differenti scuole di chiromanzia, e i moderni chiromanti spesso combinano le tradizionali tecniche di preveggenza con la psicologia, la medicina olistica e altri metodi di divinazione.

Lettura delle linee Ci sono tre linee principali, presenti in quasi tutte le mani, che i chiromanti leggono e a cui danno grossomodo queste interpretazioni. Linea del cuore È una linea che attraversa la parte superiore del palmo, e a seconda della tradizione può essere letta a partire dal bordo del palmo sotto al dito mignolo verso il pollice oppure viceversa; rappresenta gli "affari di cuore" sia in senso fisico che metaforico (ossia può riguardare i sentimenti). Può dunque, a seconda della forma, dare indicazioni su stabilità emotiva, prospettive sentimentali, depressione, stoicismo e salute del cuore. Linea della testa Questa linea parte dal bordo del palmo sotto il dito indice e attraversa il palmo fino all'altro bordo; rappresenta gli "affari di testa" ossia principalmente la mente e il modo in cui lavora. Può dare indicazioni su stile di apprendimento, comunicazione, intelletto e desiderio di conoscenza, oltre che sull'approccio (creativo o analitico) all'informazione. Linea della vita

Le linee della mano secondo la chiromanzia o, più precisamente, la chirologia: 1 linea della vita; 2 linea della testa; 3 linea del cuore; 4 cintura di Venere; 5 linea del Sole; 6 linea di Mercurio; 7 linea della fortuna.

È una linea che parte dal bordo del palmo sopra il dito pollice, spesso unita alla linea della testa, e gira ad arco verso il polso; rappresenta la vitalità e il vigore della persona, e può dare indicazioni sulla salute fisica e il benessere generale. Alcune scuole vi trovano indicazioni su grandi cambiamenti che possono intervenire nella vita della persona, compresi cataclismi, incidenti e trasferimenti. Contrariamente a quanto si crede, i chiromanti al giorno d'oggi non credono più che la lunghezza della linea della vita sia correlata alla lunghezza della vita della persona. Linea simiana Quando le linee del cuore e della testa coincidono o tendono a coincidere la linea si chiama simiana. Il termine viene dal latino sīmĭa (scimmia), perché in alcune scimmie è stata trovata una sola linea nel palmo. Questa linea "fusa" si trova principalmente nei portatori di down, ma si può trovare anche, raramente, in persone sane. Viene individuata come un segno molto fortunato che denota grande capacità di concentrazione mentale,

Chiromanzia potenza di immaginazione e secondo la tradizione può portare, a volte, anche alla chiaroveggenza. La linea si può avere in entrambe le mani, ma anche solo in una delle due. Varie sono le persone famose che hanno almeno una linea simiana: Thom Yorke, Björk, Rainn Wilson, Muhammad Ali, Tony Blair, Nick Rhodes, Rasputin, Robert De Niro, Buddha. Per approfondire vedi Plica palmare

Note [1] chiromanzia (http:/ / 62. 94. 111. 137/ treccani/ print. asp?LEMMA=230074) in Il Vocabolario Treccani, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1992. [2] chirologia (http:/ / 62. 94. 111. 137/ treccani/ print. asp?LEMMA=230071) in Il Vocabolario Treccani, op. cit. [3] chirognomia (http:/ / 62. 94. 111. 137/ treccani/ print. asp?LEMMA=230067) in Il Vocabolario Treccani, op. cit.

Bibliografia • (EN) Roz Levine, Palmistry: How to Chart the Lines of Your Destiny, Simon & Schuster, dicembre 1992. • (EN) Edward D. Campbell, The Encyclopedia of Palmistry, Londra, Robert Hale, 1997. • (EN) Peter West, Complete Illustrated Guide to Palmistry: The Principles and Practice of Hand Reading Revealed, Thorsons/Element, gennaio 1998. • (EN) Hazel Whitaker, Palmistry Your Highway to Life, Barnes & Nobles Books, 1998. • (DE) Manfred Magg, Hand und Horoskop - Was Handlesen mit Astrologie verbindet, Tubinga, Chiron Verlag, settembre 2002.

Collegamenti esterni • (DE, EN) Hand und Horoskop (http://www.handlesen.de) sito di riferimento per Manfred Magg, op. cit.

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Esoterismo Esoterismo è un termine generale per indicare le dottrine di carattere segreto i cui insegnamenti sono riservati agli adepti, ai quali è affidata la possibilità della rivelazione della verità occulta, del significato nascosto.

Etimologia e senso comune del termine Questo termine deriva dal greco esoterikos (interno, dentro) e storicamente si riferisce ai sacri misteri presenti in tutti i paganesimi e nel cattolicesimo. In Grecia esistevano i misteri eleusini, orfici e dionisiaci. Nell'impero romano si diffusero pure quelli di Mitra e Iside. Vi era il segreto e un gergo allegorico per nascondere le dottrine e preservarle dalla profanazione insieme coi riti collegati. Il centro dei misteri era l'iniziazione ovvero la liberazione dal corpo visto come prigione dell'anima. Infatti le religioni misteriche, come lo gnosticismo che ne fu una specie di infiltrazione nel cristianesimo, la cabala nell'ebraismo e il sufismo nell'Islam, credevano alla dottrina dell'ensomatosi e della preesistenza celeste dello spirito. Questo spirito considerato divino discendeva nel corpo e attraverso varie vite si purificava dal male fino a far ritorno alla patria celeste ed essere reintegrato tra gli dei. Il buddhismo ancor oggi parla della discesa dei devas sul monte Meru e della loro progressiva materializzazione. Queste dottrine insegnavano che c'è una "scintilla divina" nell'uomo e che l'uomo è temporalmente limitato mentre la particella luminosa trascende il tempo. È la non-consapevolezza che conserva quella scintilla nello stato illusorio umano mentre è la consapevolezza che la libera facendola divenire perfettamente cosciente. La resurrezione era parte del mito dei misteri per cui vi era la morte allo stato umano e la nascita allo stato divino. Tutto questo veniva rappresentato con la morte del dio o del semidio e la sua resurrezione. Tra i mitraici si credeva che si dovessero vincere le potenze astrali per uscire dai loro lacci demiurgici e ascendere allo stato perfetto. I cabalisti lo chiamano Palazzo di Giustizia intendendo con "giustizia" l' equilibrio oltre le opposizioni. Il platonismo, il pitagorismo, il neoplatonismo sono tutte correnti misteriche. E nell'induismo sono presenti i misteri. Ma questo accade in svariati popoli. Nel linguaggio filosofico, il termine "esoterico" caratterizza l'insegnamento riservato dagli antichi filosofi greci, specialmente da Pitagora e Aristotele ai soli discepoli, in contrapposizione ad exoterico, con il significato di "esterno", destinato cioè ai profani, ovvero a quanti non erano iniziati alla comprensione del linguaggio degli adepti. Exoteriche erano definite le lezioni della scuola peripatetica di più facile ascolto, da cui l'attributo passò poi alle opere aristoteliche destinate al grosso pubblico.

Definizione accademica di esoterismo Nel 1992 Antoine Faivre, titolare della cattedra di "Storia delle correnti esoteriche nell'Europa moderna e contemporanea" all'EPHE di Parigi, ha proposto la prima definizione storico-religiosa della nozione di esoterismo. Secondo Faivre,[1] il quale metodologicamente circoscrive la sua analisi all'ambito delle correnti moderne e contemporanee dell'Occidente, è esoterica ogni dottrina e forma di pensiero che si basi sui quattro principi seguenti: 1. l'esistenza di una corrispondenza analogica tra il microcosmo e il macrocosmo (l'essere umano e l'universo sono l'uno il riflesso dell'altro); 2. l'idea di una natura viva, animata; 3. la nozione di esseri angelici, di mediatori tra l'uomo e Dio, ovvero di una serie di livelli cosmici intermedi tra la materia e lo spirito puro; 4. il principio della trasmutazione interiore. A questi quattro principi fondamentali vanno aggiunti i due seguenti, considerati complementari: 5. la pratica della confluenza delle fonti dottrinali;

Esoterismo

26 6. il principio della trasmissione iniziatica.

È evidente che a tali criteri corrispondono le maggiori espressioni di quello che comunemente viene chiamato "esoterismo" occidentale, quali l'alchimia, la cabala, l'ermetismo, la teosofia. I criteri di Faivre però lasciano fuori dalla nozione di esoterismo la maggior parte delle correnti new age e neopagane, come pure le tradizioni massoniche e le tante correnti mistiche minoritarie, occidentali ed orientali, che hanno contribuito a fondare l'esoterismo contemporaneo. Per tale motivo (cioè per il fatto che tali criteri siano poco "comprensivi"), la criteriologia di Faivre è stata criticata da altri storici delle religioni, per esempio Kocku von Stuckrad. Ciò nonostante, essa resta un punto di riferimento centrale per tutti coloro che si interessano seriamente di esoterismo e vogliono studiare quest'ultimo dal punto di vista storico-religioso.

Definizioni non scientifiche Ogni autore di letteratura esoterica è detentore di una propria definizione del termine "esoterismo" (termine di coniazione piuttosto recente, dato che appare per la prima volta in una lingua moderna, il francese, nel 1828). Ognuno di essi indentifica l'esoterismo con una nozione particolare, dilatandone o restringendone il campo semantico a seconda delle proprie esigenze. Per Helena Petrovna Blavatsky (1831-1891), fondatrice della Società Teosofica (1875), l'esoterismo è una "Dottrina Segreta", una sintesi di tutte le filosofie, di tutte le religioni, capace di svelare gli arcani dell'Universo e dell'Assoluto. Per Rudolf Steiner (1862-1925), fondatore dell'antroposofia, l'esoterismo è una "scienza spirituale", un'investigazione dei mondi soprasensibili attraverso le facoltà della chiaroveggenza. Per René Guénon (1886-1951) l'esoterismo è innanzitutto la "Tradizione Primordiale", ossia una dottrina metafisica universale la cui trasmissione si effettua soprattutto attraverso il linguaggio dei simboli. Secondo Guénon il contenuto di tale dottrina metafisica è reperibile, sebbene in forma alterata, nelle varie tradizioni religiose della storia, e più precisamente nel loro versante "esoterico" (la cabala per l'ebraismo, il taoismo per la religione cinese, il sufismo per l'Islam). Per Omraam Mikhaël Aïvanhov (1900-1986) lo scopo dell'esoterismo o scienza iniziatica è quello di insegnarci a trasformare i nostri desideri inferiori e di entrare in comunicazione con il mondo divino per perfezionarci e aiutare tutta l’umanità. Secondo Aïvanhov, certe scienze quali l'alchimia, la magia, l'astrologia e la Cabala sono di difficile approccio e per capirle bene è consigliabile iniziare a studiarle nell'uomo, nelle sue attività quotidiane. Nel cibo troviamo l'alchimia, nella respirazione l'astrologia, nella parola e nel gesto la magia e nel pensiero la Cabala. Lo studio dell'esoterismo, precisa questo autore, non può essere separato dalla vita quotidiana.

L'esoterismo occidentale e la ricerca accademica È a partire dal secondo dopoguerra che gli storici delle religioni iniziano a prendere in esame i diversi ambiti della tradizione esoterica occidentale, fino ad allora ignorata dalla ricerca accademica. Vengono così forniti contributi scientifici di rilievo, grazie ai quali si inizia ad apprezzare l'importanza quantitativa e qualitativa del corpus esoterico occidentale. Tra i maggiori artefici di questa svolta si devono menzionare Mircea Eliade per l'alchimia e lo sciamanesimo (Le Chamanisme et les techniques archaïques de l'extase, Paris, 1950; Forgerons et alchimistes, 1956), Gershom Scholem per la cabala ebraica (Major Trends in Jewish Mysticism, 1941), François Secret per la cabala cristiana (Les Kabbalistes chrétiens de la Renaissance, 1964), Frances Yates per l'ermetismo e il neoplatonismo del Rinascimento (Giordano Bruno and the Hermetic Tradition, 1964; The Occult Philosophy in the Elizabethan Age, 1979), Alexandre Koyré per la mistica e la teosofia tedesche (Mystiques, spirituels, alchimistes du XVIe siècle allemand, 1970), Charles Puech per lo gnosticismo e il manicheismo. Tale fioritura di studi rese necessaria la creazione di una disciplina scientifica nuova, che si facesse carico di studiare l'esoterismo occidentale in quanto fenomeno storico-religioso a sé stante.

Esoterismo L'impulso alla costituzione di tale disciplina fu dato a Parigi, all'Ecole Pratique des Hautes Etudes, da François Secret, titolare fin dal 1964 della cattedra di “Storia dell’esoterismo cristiano”. A Secret successe nel 1979 Antoine Faivre, sotto la cui direzione la cattedra mutò nome, prendendo il titolo di “Storia delle correnti esoteriche e mistiche nell’Europa moderna e contemporanea”.[2] Nel 2002, con l’arrivo all’EPHE di Jean-Pierre Brach, il termine “mistiche” fu soppresso, e l’esoterismo divenne l’unico oggetto di studio della disciplina, i cui quadri concettuali portanti erano stati precedentemente definiti da Faivre in alcune importanti pubblicazioni. La fecondità di tale indagine scientifica è confermata dalla creazione di numerose cattedre in altri paesi, tra cui quella di Amsterdam (1999) e quella di Exeter in Inghilterra (2006).

Dottrine, opere ed autori dell'esoterismo occidentale • • • • • • •

Alchimia Antroposofia Archeosofia Astrologia Omraam Mikhaël Aïvanhov Alice Bailey Helena Petrovna Blavatsky

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Bô Yin Râ Jakob Lorber Cabala Corpus Hermeticum Aleister Crowley Gérard Encausse Ermetismo Julius Evola Dion Fortune Giamblico René Guénon G. I. Gurdjieff Gnosticismo Malleus Maleficarum Massoneria Martinismo Misticismo Occultismo Porfirio Tommaso Palamidessi Paracelso Rosacroce Christian Rosenkreuz René Adolphe Schwaller de Lubicz Sciamanesimo Sefer ha-Bahir Rudolf Steiner

• Sufismo • Teosofia • Tritemio

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Note [1] L'ésotérisme, 1992 [2] Intervista al prof. Antoine Faivre sulla nascita di questa disciplina accademica (in francese) (http:/ / signes-et-symboles. org/ dossiers-symbole/ index. php/ 2007/ 02/ 10/ 50-lesoterisme-et-luniversite-le-temoignage-dantoine-faivre) [3] http:/ / books. google. fr/ books?id=E7cJsHt9mzQC& printsec=frontcover& dq=%27%27La+ tradizione+ ermetica%27%27& source=bl& ots=tEs0qo__w4& sig=M6RLARTTywDRXijGDgzA4L-HbeI& hl=fr& ei=PVs8TYLZK82U4Qb2nJGdCg& sa=X& oi=book_result& ct=result& resnum=6& ved=0CEgQ6AEwBQ#v=onepage& q& f=false [4] http:/ / www. gianfrancobertagni. it/ materiali/ reneguenon/ iniziazione. pdf [5] http:/ / www. scribd. com/ doc/ 34348366/ Western-Esoteric-Ism-A-Brief-History-of-Secret-Knowledge-by-Kocku-Von-Stuckrad-KnowledgeBorn-Library

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Alchimia L'alchimia è un antico sistema filosofico esoterico che combina elementi di chimica, fisica, astrologia, arte, semiotica, metallurgia, medicina, misticismo e religione. Il pensiero alchemico è considerato da molti[1] il precursore della chimica moderna prima della nascita del metodo scientifico. Vi sono tre grandi obiettivi che si proponevano gli alchimisti: • conquistare l'onniscienza • creare la panacea universale, un rimedio cioè per curare tutte le malattie, per generare e prolungare indefinitamente la vita • trasmutare tutti metalli vili in oro. La pietra filosofale, sostanza di tipo etereo (che potrebbe essere una polvere, un liquido o una pietra), era il fine ultimo di ogni alchimista. Ogni alchimista mirava alla creazione di questa pietra che era considerata il fine ultimo dell'alchimia o arte regia. L'alchimia

L'alchimia, oltre ad essere una disciplina fisica e chimica, implicava un'esperienza di crescita ed un processo di liberazione e di salvezza dell'artefice dell'esperimento. In quest'ottica la scienza alchemica veniva sacralizzata e ricondotta ad un tipo di conoscenza metafisica e filosofica, assumendo connotati mistici e soteriologici, cosicché i processi e i simboli alchemici possiedono sovente un significato interiore relativo allo sviluppo spirituale in connessione con quello prettamente materiale della trasformazione fisica[2] . Il termine alchimia deriva dall'arabo al-kimiyah, al-kimiyà o al-khimiyah (‫ ﺍﻟﻜﻴﻤﻴﺎء‬o ‫)ﺍﻟﺨﻴﻤﻴﺎء‬, composto dell'articolo al- e della parola kimiyà che significa "pietra filosofale" e che a sua volta, sembrerebbe discendere dal termine greco khymeia (χυμεία) che significa "fondere", "colare insieme", "saldare", "allegare", ecc. (da khumatos, "che è stato colato, un lingotto"). Un'altra etimologia collega la parola con Al Kemi, che significa "l'arte egizia", dato che gli antichi Egiziani chiamavano la loro terra Kemi ed erano considerati potenti maghi in tutto il mondo antico[3] . Il

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vocabolo potrebbe anche derivare da kim-iya, termine cinese che significa "succo per fare l'oro".

Introduzione Per comprendere l'alchimia, bisogna considerare come la conversione di una sostanza in un'altra, che formò la base della metallurgia fin dal suo apparire verso la fine del Neolitico, appariva, in una cultura senza alcuna conoscenza formale di fisica o chimica, come un'opera magica. Nei tempi remoti, una fisica priva di una componente metafisica sarebbe stata parziale ed incompleta al pari di una metafisica sprovvista di manifestazione fisica. Pertanto, per gli alchimisti non vi fu ragione alcuna di separare la dimensione materiale da quella simbolica o filosofica[4] .

L'alchimista di Pieter Bruegel il Vecchio

La trasmutazione dei metalli di base in oro (ad esempio con la pietra filosofale o grande elisir o quintessenza o pietra dei filosofi o tintura rossa) simboleggia un tentativo di arrivare alla perfezione e superare gli ultimi confini dell'esistenza. Gli alchimisti credevano che l'intero universo stesse tendendo verso uno stato di perfezione, e l'oro, per la sua intrinseca natura di incorruttibilità, era considerato la più perfetta delle sostanze. Era anche logico pensare che riuscendo a svelare il segreto dell'immutabilità dell'oro si sarebbe ottenuta la chiave per vincere le malattie ed il decadimento organico; da ciò l'intrecciarsi di tematiche chimiche, spirituali ed astrologiche che furono

caratteristiche dell'alchimia medievale. La scienza dell'alchimia ebbe inoltre una notevole evoluzione nel tempo, iniziando quasi come un'appendice metallurgico-medicinale della religione, maturando in un ricco coacervo di studi, trasformandosi nel misticismo ed alla fine fornendo alcune delle fondamentali conoscenze empiriche nel campo della chimica e della medicina moderne. Fino al XVIII secolo, l'alchimia era considerata una scienza seria in Europa; per esempio, Isaac Newton impiegò molto più tempo allo studio dell'alchimia piuttosto che a quello dedicato all'ottica o alla fisica[5] , per le quali divenne famoso. Tuttavia Newton mantenne sempre un notevole riserbo intorno ai suoi studi alchemici, e non pubblicò mai opere sull'argomento. Fu l'economista John Maynard Keynes che nel 1936 rese pubblici manoscritti newtoniani

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sull'alchimia, dei quali era entrato in possesso ad un'asta. Altri eminenti alchimisti del mondo occidentale furono Ruggero Bacone[6] , San Tommaso d'Aquino[7] , Tycho Brahe[8] , Thomas Browne[9] , il Parmigianino[10] , Giordano Bruno[11] , e fra gli ultimi Cagliostro[12] . Il declino dell'alchimia iniziò nel XVIII secolo con la nascita della chimica moderna, che fornì una più precisa e reale struttura per le trasmutazioni della materia, e la medicina, con un nuovo grande disegno dell'universo basato sul materialismo razionale. La storia dell'alchimia è diventata un prolifico campo per speculazioni accademiche. Via via che l'ermetico linguaggio degli alchimisti andava gradatamente decifrato, gli storici hanno cominciato a trovare connessioni intellettuali tra quella disciplina ed altre componenti della storia culturale occidentale, come le società mistiche, del tipo di quella dei Rosacroce[13] , la stregoneria e naturalmente l'evoluzione della scienza e della filosofia.

Processo alchemico L'opus alchemicum per ottenere la pietra filosofale avveniva mediante sette procedimenti, divisi in quattro operazioni, Putrefazione, Calcinazione, Distillazione e Sublimazione, e tre fasi, Soluzione, Coagulazione e Tintura[14] . Attraverso queste operazioni la "materia prima", mescolata con lo zolfo ed il mercurio e scaldata nella fornace (atanor), si trasformerebbe gradualmente, passando attraverso vari stadi, contraddistinti dal colore assunto dalla materia durante la trasmutazione. Il numero di queste fasi, variabile da tre a dodici a seconda degli autori di trattati alchimistici, è legato al significato magico dei numeri. I tre stadi fondamentali sono[15] : • Nigredo o opera al nero, in cui la materia si dissolve, putrefacendosi; • Albedo o opera al bianco, durante la quale la sostanza si purifica, sublimandosi; • Rubedo o opera al rosso, che rappresenta lo stadio in cui si ricompone, fissandosi;

Il concetto di sulphur et mercurius

L'alchimista in cerca della Pietra Filosofale (1771) di Joseph Wright of Derby (Derby Museum and Art Gallery, Derby, Regno Unito).

Si tratta, letteralmente, di "zolfo e mercurio", cioè, nel linguaggio simbolico dell'alchimia, di due essenze primordiali visti nel quadro di un sistema dualistico che ritiene qualsiasi materiale come miscela di questi due componenti, vale a dire di un elemento "in combustione" (zolfo) e di uno "volatile" (mercurio), dotati di gradi diversi di purezza e in un diverso rapporto di mescolanza tra loro. Da Paracelso (1493-1541) venne poi aggiunto un terzo elemento, il sal (il sale), che doveva costituire la tangibilità: quando il legno è in combustione, la fiamma prende origine dal sulphur, il mercurius trapassa in evaporazione, mentre il sal ne è la cenere residua[16] .

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Simboli alchemici L'universo alchemico è pervaso di simboli, che, intrecciandosi in mutue relazioni, permeano le varie operazioni e gli ingredienti costitutivi del processo per ottenere la pietra filosofale. Così per esempio l'oro e l'argento acquisiscono nell'iconografia alchemica i tratti simbolici del Sole e della Luna, della luce e delle tenebre e del principio maschile e femminile, che si uniscono (sizigia) nella coniunctio oppositorum della Grande Opera (Rebis).

Simboli astrologici Gli elementi cosmici avevano grande importanza non solo per la loro influenza sui processi alchemici, ma anche per il parallelismo che li legava agli elementi naturali, in base alla credenza che "ciò che sta in basso è come ciò che sta in alto". Tradizionalmente, ognuno dei sette corpi celesti del sistema solare conosciuti dagli antichi era associato con un determinato metallo

Simboli da un libro sull'alchimia del XVII secolo. I simboli utilizzati hanno una corrispondenza univoca con quelli utilizzati nell'astrologia del tempo.

La lista del dominio dei corpi celesti sui metalli è la seguente[17] : • • • • • • •

Il Sole governa l'Oro La Luna è connessa con l'Argento Mercurio, Mercurio Venere, Rame Marte, Ferro Giove, Stagno Saturno, Piombo

Sia i metalli che i corpi celesti erano in relazione con l'anatomia umana e le sette viscere dell'uomo.

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Simboli animali Nelle illustrazioni dei trattati medievali e di epoca rinascimentale compaiono spesso figure animali e fantastiche. I tre principali stadi attraverso i quali la materia si trasformava, la nigredo, l'albedo e la rubedo erano rispettivamente simboleggiati dal corvo, dal cigno e dalla fenice. Quest'ultima, per la sua capacità di rinascere dalle proprie ceneri, incarna il principio del "nulla si crea e nulla si distrugge", tema centrale della speculazione alchimistica. Inoltre, era sempre la fenice a deporre l'uovo cosmico, che a sua volta raffigurava il contenitore in cui era posta la sostanza da trasformare. L'uroboro in un'incisione di Lucas Jennis nel trattato alchemico De Lapide Philisophico.

Anche il serpente ouroboros, che si mangia la coda, ricorre spesso nelle raffigurazioni delle opere alchemiche, in quanto simbolo della ciclicità del tempo e dell'"Uno il Tutto" ("En to Pan").

Storia L'alchimia abbraccia alcune tradizioni filosofiche che si sono propagate per quattro millenni e tre continenti, e la loro generale inclinazione per un linguaggio criptico e simbolico rende difficile tracciare le loro mutue influenze e relazioni. Si possono distinguere almeno due grandi canali, che sembrano essere in gran parte indipendenti, almeno nelle tappe più remote: l'alchimia orientale, attiva in Cina e nella zona della sua influenza culturale, e l'alchimia occidentale, il cui centro nei millenni è slittato tra Egitto, Grecia, Roma, il mondo islamico ed alla fine l'Europa. L'alchimia cinese fu strettamente connessa al Taoismo, mentre quella occidentale sviluppò un proprio sistema filosofico, connesso solo superficialmente con le maggiori religioni occidentali. Se queste due tipologie abbiano avuto una comune origine e fino a che punto si siano influenzate l'una con l'altra è tuttora oggetto di questione.

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Alchimia cinese Mentre quella occidentale fu più concentrata sulla trasmutazione dei metalli, l'alchimia cinese ebbe una maggiore connessione con la medicina[18] . La pietra filosofale degli alchimisti europei può essere comparata con l'elisir dell'immortalità cercato dagli alchimisti cinesi. Comunque, da un punto di vista ermetico, questi due interessi non erano separati e la pietra dei filosofi era spesso equiparata all'elisir di lunga vita. La Cina appare il centro di una tradizione alchemica molto antica, risalente forse al IV-III secolo a.C., ma documentata con sicurezza per la prima volta nel Ts'an T'ung Ch'i, scritto verso il 142 a.C. da Wei Po-Yang, sotto forma di commentario all'I-Ching, Libro delle Mutazioni. In questa opera, classico del Canone taoista, l'autore afferma che i contenuti del Libro delle Mutazioni, delle dottrine taoiste e dei procedimenti alchemici siano variazioni di un'unica materia sotto il travestimento di nomi diversi. Egli fonda il processo alchimistico sulle dottrine dei cinque stati di mutamento, erroneamente chiamati "elementi" (acqua, fuoco, legno, metallo e terra) e dei due contrari (yin e yang): di questi due, il primo è associato alla luna ed il secondo al sole, e dalla loro dinamica si originano gli elementi. Ogni elemento combinato con yang differirebbe da quello combinato con yin, nel senso che il primo è attivo e maschile, il secondo passivo e femminile. Il testo, di non facile interpretazione, per le sue interferenze con dottrine cosmologiche e magiche, presenta una concezione evolutiva dei metalli e il loro trasferimento su piani non sperimentali, ora psichici, ora cosmici. Nel IV secolo l'alchimia ha un nuovo grande Testo attribuito a Ge Hong. maestro in Ko Hung, detto Pao-p'u-tzu, che aggiunge alle tecniche indicate alcuni particolari metodi taoisti destinati alla conquista dell'immortalità. Questo fu l'avvio per una sempre più stretta connessione con forme taoiste di medicina tradizionale cinese ed una ricca fioritura di opere fino al XIII secolo.[19] Le scuole di alchimia cinese, pur avendo come obiettivo comune la ricerca dell'immortalità, si differenziavano per i metodi di ricerca: • Gli alchimisti della scuola esterna si occupavano prevalentemente della ricerca dell'elisir di lunga vita attraverso la produzione di rimedi, elisir e pillole dell'immortalità, le cui componenti erano in gran parte sostanze vegetali e in misura minore sostanze animali e minerali. • Gli alchimisti della scuola interna, invece, ricercavano l'immortalità attraverso l'utilizzo di pratiche fisiche e mentali che provocassero una trasmutazione del corpo, consentendo al praticante di vivere indefinitamente. Il corpo stesso del praticante veniva concepito come un laboratorio alchemico e l'elisir di lunga vita scaturiva teoricamente dalla distillazione di sostanze corporee, prodotte attraverso l'utilizzo delle funzioni vitali (respirazione, circolazione, funzionamento endocrino, etc..) che venivano guidate dall'alchimista. La medicina tradizionale cinese ha ereditato dall'alchimia esterna le basi di farmacologia tradizionale e dall'alchimia interna la parte relativa al qi gong ed alle ginnastiche mediche. In queste discipline molti dei termini utilizzati sono di chiara derivazione alchemica.

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Alchimia indiana Le caratteristiche e la storia della alchimia indiana sono poco conosciute in Occidente. Uno scienziato che visse in Persia nell'XI secolo chiamato al-Biruni ha scritto che gli Indù avevano una scienza simile all'alchimia, che è chiamata rasayana (che significa via del succo (o essenza)), indicando con essa l'uso di una medicina che allontana la vecchiaia. Probabilmente in una fase pre-yogica e pre-tantrica l'immortalità e la felicità sarebbero state ricercate in una pozione di origine vegetale e non metallica. Il padre dell'alchimia indiana è considerato Nagarjuna, figura semileggendaria, ritenuto l'autore di alcuni testi alchemici quali il trattato di magia Kaksaputa Tantra, quello sul mercurio Rasendramangalam e il Susruta Samhita. Il migliore esempio di un testo basato su questa scienza è il Vaishashik Darshana di Kanad (vissuto intorno al 600), che descrisse una teoria atomica circa un secolo prima di Democrito.[20] .

Alchimia nell'antico Egitto Gli alchimisti occidentali generalmente fanno risalire l'origine della loro arte all'antico Egitto[21] . Metallurgia e misticismo erano inesorabilmente legati insieme nel mondo antico, in cui una cosa come la trasformazione dell'oro grezzo in un metallo scintillante doveva sembrare un atto governato da regole misteriose. La città di Alessandria in Egitto fu un centro di conoscenza alchemica, e conservò la propria preminenza fino al declino della cultura egiziana antica. Sfortunatamente non esistono documenti originali egizi sull'alchimia. Questi scritti, qualora fossero esistiti, andarono perduti nell'incendio della Biblioteca di Alessandria, nel 391. L'alchimia egiziana è per lo più conosciuta attraverso le opere di antichi filosofi greci, sopravvissute solamente in traduzioni islamiche. La leggenda vuole che il fondatore dell'alchimia egiziana fosse il dio Thot, chiamato Ermes-Thoth o Ermes il tre volte grande (Ermes Trismegisto) dai Greci. Secondo la leggenda il dio avrebbe scritto i quarantadue libri della conoscenza, che avrebbero coperto Ermete Trismegisto tutti i campi dello scibile, fra cui anche l'alchimia. Il simbolo di Ermes era il caduceo, che divenne uno dei principali simboli alchemici. La Tavola di Smeraldo di Ermes Trismegistus, che è nota solamente attraverso traduzioni greche ed arabe, è generalmente considerata la base per la pratica e la filosofia alchemica occidentale.[22]

Alchimia greco-alessandrina Le dottrine alchimistiche della scuola greca passarono attraverso tre fasi evolutive: l'alchimia come tecnica, cioè l'arte prechimica degli artigiani egizi, l'alchimia come filosofia ed infine quella religiosa. I Greci si appropriarono delle dottrine ermetiche degli Egiziani, mescolandole, nell'ambiente sincretistico della cultura alessandrina, con le filosofie del Pitagorismo e della scuola ionica e successivamente dello Gnosticismo. La filosofia pitagorica consiste essenzialmente nella credenza che i numeri governino l'universo e che siano l'essenza di tutte le cose, dal suono alle forme.

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Il pensiero della scuola ionica era basato sulla ricerca di un principio unico e originario per tutti i fenomeni naturali; questa filosofia, i cui esponenti principali furono Talete ed Anassimandro, fu poi sviluppata da Platone ed Aristotele, le cui opere finirono per diventare parte integrante dell'alchimia. Si delinea, come base della nuova scienza, la nozione di una materia prima che forma l'universo, e che può essere spiegata solamente attraverso attente esplorazioni filosofiche. Un concetto molto importante, introdotto in quel tempo da Empedocle, è che tutte le cose nell'universo erano formate solamente da quattro elementi: terra, aria, acqua e fuoco. A questi elementi Aristotele aggiunge l'etere, la materia di cui sono formati i cieli e che viene denominata quintessenza. La terza fase si differenzia dalla precedente di speculazione filosofica per le caratteristiche di una religione esoterica, per l'abbondanza di rituali misteriosi e per il linguaggio. Nei primi secoli dell'età imperiale, in età ellenistica, si sviluppò una letteratura di carattere filosofico-soteriologico-religiosa, di vario La Tavola di Smeraldo - versione latina - dal De Alchimia, Norimberga 1541. carattere, accomunata dalla pretesa rivelazione da parte del dio Thot-Ermete, da cui il nome di letteratura ermetica. Il supporto dottrinale di questa letteratura è una forma di metafisica che si rifà al Neoplatonismo ed al Neopitagorismo. Nel II secolo sarebbero stati scritti anche gli Oracoli caldaici, dei quali sono pervenuti solo frammenti, che presentano molte analogie con gli scritti ermetici. In questo momento storico, quindi, si sarebbe operata una fusione tra il patrimonio filosofico greco e la gnosi ermetica, nella quale la grande opera assume connotati di tecnica tesa alla realizzazione in senso interiore e cosmico[23] . Tra gli alchimisti ellenistici vanno citati Bolo di Mende e Zosimo di Panopoli, il primo autore che abbia scritto opere alchemiche in modo sistematico e firmando la propria creazione.[24]

Alchimia nel mondo islamico La distruzione del Serapeo e della Biblioteca di Alessandria segnò la fine del centro culturale greco, spostando il processo dello sviluppo alchemico verso il Vicino Oriente. L'alchimia islamica è molto meglio conosciuta perché meglio documentata e molti dei testi antichi giunti sino a noi si sono preservati come traduzioni islamiche. Alchimisti islamici come al-Razî[25] (in latino Rasis o Rhazes) diedero un contributo fondamentale alle scoperte chimiche, come la tecnica della distillazione, e ai loro esperimenti si devono l'acido muriatico (l'antico nome dell'acido cloridrico), l'acido solforico e l'acido nitrico, oltre alla soda (al-natrun) e potassio (al-qali), da cui derivano i nomi internazionali di sodio e potassio, Natrium e Kalium. L'apporto di nomenclatura alchimistica a tutta la posteriore cultura occidentale è di origine araba: termini arabi sono infatti alchimia, atanor (fornace), azoth (forma corrotta da al-zawq, 'mercurio'), alcool (da al-kohl, indicante una polvere per il trucco ricavata dall' 'antimonio'), elisir (da al-iksīr, "pietra" filosofale) e alambicco. La scoperta che l'acqua regia, un composto di acido nitrico e muriatico, potesse dissolvere il metallo nobile - l'oro - accese l'immaginazione degli alchimisti per il millennio a venire. I filosofi islamici diedero anche grandi contributi all'ermetismo alchemico.[26] . Al riguardo la più grande e influente figura è probabilmente Jâbir ibn Hayyân (in arabo ‫ﺟﺎﺑﺮ ﺇﺑﻦ ﺣﻴﺎﻥ‬, il Geber o Geberus dei Latini). Questo importante alchimista, nato agli inizi dell'VIII secolo, fu il primo, a quanto sembra, ad aver analizzato gli elementi secondo le quattro qualità base di caldo, freddo, secco e umido. Jâbir ipotizzò che, siccome in ogni metallo due di queste qualità erano interne e due esterne, mescolando le qualità di un metallo, si sarebbe ottenuto un altro metallo. La grande serie di scritti che gli vengono attribuiti esercitò un'enorme influenza sulle correnti alchimistiche europee.[27]

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Alchimia nell'Europa medievale Dopo essere caduta alquanto in disuso durante l'alto Medioevo, l'Occidente riprende contatto con la tradizione alchemica greca attraverso gli Arabi. L'incontro tra la cultura alchemica araba ed il mondo latino avviene per la prima volta in Spagna, probabilmente ad opera di Gerberto di Aurillac, che più tardi divenne Papa Silvestro II, (morto nel 1003). Nel XII secolo va ricordata la figura del più importante dei traduttori di opere arabe, Gerardo da Cremona, che interpretò Averroè, tradusse l'Almagesto, e forse alcune opere di Razes e Geberus.[28] Il rientro vero e proprio dell'alchimia in Europa viene in genere fatto risalire al 1144, quando Roberto di Chester tradusse dall'arabo il Liber de compositione alchimiae, un libro dai forti connotati iniziatici, mistici e esoterici, nel quale un saggio, Morieno, erede del sapere di Ermete Trismegisto, insegna al Re Calid.[29] Il materiale alchimistico dei testi arabi verrà rielaborato durante tutto il XIII secolo. Alberto Magno (1193-1280) affronta la tematica alchemica nel De mirabilibus mundi[30] e nel Liber de Alchemia di incerta attribuzione. A Tommaso d'Aquino (1225-1274) vengono attribuiti alcuni opuscoli alchemici, nei quali è dichiarata la possibilità della produzione dell'oro e dell'argento. Il primo vero alchimista dell'Europa medievale deve essere considerato Roger Bacon (1241-1294) un Francescano che esplorò i campi dell'ottica e della linguistica oltre agli studi alchemici. Le sue opere, il Breve Breviarium, il Tractatus trium verborum e lo Speculum Alchimiae, oltre ai numerosi pseudo-epigrafi a lui attribuiti, furono utilizzate dagli alchimisti dal XV al XIX secolo[31] . Alla fine del XIII secolo l'alchimia si sviluppò in un sistema strutturato di credenze, grazie anche all'opera di Arnaldo da Villanova (ca. 1240-ca. 1312), con il suo Rosarium Philosophorum[32] , e soprattutto con Raimondo Lullo (1235-1315), che divenne presto una leggenda per la sua presunta abilità alchemica[33] . Nel XIV secolo l'alchimia ebbe una flessione a causa dell'editto di Papa Giovanni XXII (Spondent Pariter) che vietava la pratica alchemica, fatto che scoraggiò gli alchimisti appartenenti alla Chiesa dal continuare gli esperimenti. L'alchimia fu comunque tenuta viva da uomini come Nicholas Flamel, il quale è degno di nota solamente perché fu uno dei pochi alchimisti a scrivere in questi tempi travagliati[34] . Flamel visse dal 1330 al 1419 e sarebbe servito da archetipo per la fase successiva della pratica alchemica. Il suo unico interesse per l'alchimia ruotava intorno alla ricerca della pietra filosofale; in anni di paziente lavoro riuscì a tradurre il mitico Libro di Abramo l'ebreo, che avrebbe acquistato nel 1357, e che gli avrebbe rivelato i segreti per la costruzione della pietra dei filosofi. Nell'alto Medioevo gli alchimisti si concentrarono nella ricerca dell'elisir della giovinezza e della pietra Misteriosi simboli alchemici incisi sulla tomba di Nicholas Flamel a filosofale, credendo che fossero entità separate. In quel Parigi periodo molti di loro interpretavano la purificazione dell'anima in connessione con la trasmutazione del piombo in oro (nella quale credevano che il mercurio giocasse un ruolo cruciale). Questi individui erano visti come maghi e incantatori da molti, e furono spesso perseguitati per le loro pratiche.

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Alchimia nel Rinascimento e nell'età moderna Nel contesto delle idee del Cinquecento è impossibile delimitare una disciplina scientifica dall'altra, come anche tracciare molte linee di separazione tra il complesso delle scienze da un lato e la riflessione speculativa e magico-astrologica dall'altro. In questo periodo magia e medicina, alchimia e scienze naturali e addirittura astrologia e astronomia operano in una sorta di simbiosi, legate le une alle altre in modo spesso inestricabile. Agli inizi del XVI secolo uno dei maggiori interpreti di questo coacervo di discipline scientifiche fu il medico, astrologo, filosofo e alchimista Heinrich Cornelius Agrippa von Nettesheim, 1486-1535. Costui credeva di essere un mago e di essere capace di evocare gli spiriti. La sua influenza fu di modesta entità, ma come Flamel, produsse opere, fra le quali il De occulta philosophia, alle quali fecero riferimento tutti gli alchimisti posteriori. Ancora come Flamel fece molto per cambiare l'alchimia da una filosofia mistica ad una magia occultista. Inoltre mantenne vive le filosofie The Alchemist di Sir William Fettes Douglas, XIX secolo degli antichi alchimisti, che includevano scienza sperimentale, numerologia, ecc., aggiungendovi la teoria magica, che rinforzava l'idea di alchimia come credenza occultista[35] . Il nome più importante di questo periodo è, senza dubbio, Paracelso, (Theophrastus Bombastus von Hohenheim, 1493-1541), il quale diede una nuova forma all'alchimia, spazzando via un certo occultismo che si era accumulato negli anni e promuovendo l'utilizzo di osservazioni empiriche ed esperimenti tesi a comprendere il corpo umano[36] . Rigettò le tradizioni gnostiche e le teorie magiche, pur mantenendo molto delle filosofie ermetiche, neoplatoniche e pitagoriche. Per Paracelso l'alchimia era la scienza della trasformazione dei metalli reperibili in natura per produrre composti utili per l'umanità. La iatrochimica di Paracelso era basata sulla teoria che il corpo umano fosse un sistema chimico nel quale giocano un ruolo fondamentale i due tradizionali principi degli alchimisti, e cioè lo zolfo ed il mercurio, ai quali lo scienziato ne aggiunse un terzo: il sale. Paracelso era convinto che l'origine delle malattie fosse da ricercare nello squilibrio di questi principi chimici e non dalla disarmonia degli umori, come pensavano i galenici. Quindi, secondo lui, la salute poteva essere ristabilita utilizzando rimedi di natura minerale e non di natura organica.

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39 Anche molti artisti, come per esempio il Parmigianino, e persino personalità politiche del periodo si interessarono all'alchimia. Tra questi: Caterina Sforza[37] , Francesco I de' Medici[38] , nel cui studiolo di Palazzo Vecchio fece dipingere allegorie alchimistiche da Giovanni Stradano, e Cosimo I de' Medici.[39] In Inghilterra, l'alchimia nel XVI secolo è spesso associata al dottor John Dee (1527-1608), meglio conosciuto per il suo ruolo di astrologo, crittografo ed in generale "consulente scientifico" della regina Elisabetta I d'Inghilterra. Dee si interessò anche di alchimia tanto da scrivere un libro sull'argomento (Monas Hieroglyphica, 1564) influenzato dalla Cabala.[40]

Il declino dell'alchimia occidentale Il declino dell'alchimia in Occidente fu causato dalla nascita della scienza moderna con i suoi richiami a rigorose sperimentazioni scientifiche ed al concetto di materialismo. Il laboratorio dell'Alchimista di Giovanni Stradano, Studiolo di Francesco I nel Palazzo Vecchio a Firenze.

Nel XVII secolo Robert Boyle (1627-1691) diede l'avvio al metodo scientifico nelle investigazioni chimiche, alla base di un nuovo approccio alla comprensione della trasformazione della materia, che di fatto rivelò la futilità delle ricerche alchemiche della pietra filosofale. Anche gli enormi passi avanti compiuti dalla medicina nel periodo seguente la iatrochimica di Paracelso, supportati dagli sviluppi paralleli della chimica organica, diedero un duro colpo alle speranze dell'alchimia di reperire elisir miracolosi, mostrando l'inefficacia se non la tossicità dei suoi rimedi. Ridotta ad arcano sistema filosofico, scarsamente connesso al mondo materiale, l'Ars magna subì il fato comune di altre discipline esoteriche quali l'astrologia e la cabala; esclusa dagli studi universitari e ostracizzata dagli scienziati, si cominciò a guardare ad essa come all'epitome della superstizione[41] . A livello popolare, tuttavia, l'alchimista era ancora considerato come il depositario di grandi saperi arcani. Facendo leva sulla credulità popolare, molti imbroglioni si attribuirono titoli di guaritore e per dimostrare effettive capacità produssero manuali manoscritti che imitavano, nel gergo e nelle illustrazioni, i trattati di famosi autori alchemici (in tal modo, nacquero anche i cosiddetti "erbari dei falsi alchimisti" che solo di recente hanno iniziato ad essere analizzati in modo attento dagli studiosi). Dopo aver goduto per più di duemila anni di un grande prestigio intellettuale e materiale, l'alchimia uscì in tal modo dal pensiero occidentale, salvo ricomparire nelle opere di studiosi a cavallo tra scienza, filosofia ed esoterismo, quali lo psicanalista Carl Gustav Jung[42] , il pensatore Julius Evola[43] e l'esoterista, alchimista e scrittore italiano Giuliano Kremmerz.

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Influenza culturale Nella psicoanalisi Il simbolismo alchemico è stato occasionalmente utilizzato nel XX secolo dagli psicoanalisti, uno dei quali, Jung, ha riesaminato la teoria ed il simbolismo alchemico ed ha iniziato a mettere in luce il significato intrinseco del lavoro alchemico come ricerca spirituale.[44] L'esposizione junghiana della teoria dei rapporti intercorrenti tra alchimia ed inconscio si trova in varie sue opere che abbracciano un arco di tempo che va dai primi anni 1940 a praticamente fino alla sua morte avvenuta nel 1961: • • • •

Psicologia e alchimia (1944) Psicologia del transfert (1946)[45] Saggi sull'alchimia (1948) Mysterium Coniunctionis (1956).

La tesi dello psicanalista svizzero consiste nell'identificazione delle analogie esistenti tra i processi alchemici e quelli legati alla sfera dell'immaginazione ed in particolare a quella onirica. Secondo Jung, le fasi attraverso le quali avverrebbe l'opus alchemicum avrebbero una corrispondenza nel processo di individuazione, inteso come consapevolezza della propria individualità e scoperta dell'essere interiore. Mentre l'alchimia non sarebbe altro che la proiezione (psicologia) nel mondo materiale degli archetipi dell'inconscio collettivo, il procedimento per ottenere la pietra filosofale rappresenterebbe l'itinerario psichico che conduce alla coscienza di sé ed alla liberazione dell'io dai conflitti interiori.[46]

Nella narrativa • Molti autori hanno bersagliato gli alchimisti con critiche ed attacchi satirici. Il più famoso di questi è la commedia The Alchemist di Ben Jonson. • Nella seconda parte del Faust, Johann Wolfgang von Goethe descrive il servitore di Faust, Wagner, che utilizza procedimenti alchemici per creare un homunculus. • Marguerite Yourcenar, nel suo romanzo L'opera al nero (1968), racconta la storia della vita dell'alchimista Zenone. Dal libro è stato tratto nel 1987 l'omonimo film, diretto da André Delvaux e interpretato da Gian Maria Volontè. • Nel romanzo Cent'anni di solitudine di Gabriel García Márquez è presente un alchimista chiamato Melquíades. • Le vie ed i metodi dell'alchimia sono essenziali nel romanzo L'alchimista di Paulo Coelho. • L'alchimia è uno dei temi presenti nel romanzo Il pendolo di Foucault di Umberto Eco, in particolare in relazione con l'esoterismo. • Daniele Trucco, CEFA (2003) in cui parte della narrazione si svolge a Bourges, nel palazzo Jacques Coeur. • Nel romanzo per ragazzi Harry Potter e la pietra filosofale di J. K. Rowling, questa pietra poteva mutare ogni metallo in oro puro e creare un "Elisir di lunga vita" che permetteva al bevitore di vivere per sempre. Nel romanzo la pietra è stata creata da Nicholas Flamel. • In un altro romanzo per ragazzi (La bambina della Sesta Luna), la protagonista, Nina de Nobili è un'alchimista bambina. • Nel romanzo Notre Dame de Paris di Victor Hugo, l'antagonista arcidiacono Claude Frollo è un alchimista. • L'alchimia e la pietra filosofale sono temi centrali del manga Fullmetal Alchemist di Hiromu Arakawa e delle serie anime da essa tratte. • L'alchimia è il tema principale della serie Golden Sun. • In Guerre stellari con il termine Alchimia Sith è indicata una sorta di ingegneria genetica usata dai Sith per creare delle creature mutate e utilizzate in vari modi.

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Alchimia • Nel romanzo "L'angelo della finestra d'occidente" (1927 - "Der Engel vom weistlicher Fenster") lo scrittore ed esoterista Gustav Meyrink inscena la biografia di un alchimista realmente vissuto (John Dee), in modo da evocare gli stadi di un vero e proprio processo alchemico, in cui morte e rinascita sono momenti progressivi per accedere all’autentica conoscenza.

Nella critica d'arte Alcuni studiosi hanno iniziato a reinterpretare le grandi opere dell'Arte Rinascimentale alla luce del simbolismo alchemico, rintracciando nelle allegorie, nelle metafore e negli emblemi realizzati da Simone Martini, Botticelli, Leonardo, Michelangelo, Raffaello, Durer, Bosh, Brueghel, Caravaggio e Velazquez un filo di continuità con il pensiero alchemico. Tali studi sono riportati sui Quaderni dell'Arte Alchemica

Note [1] [2] [3] [4] [5] [6]

Mircea Eliade, Arti del metallo e alchimia, Torino 1980 Omraam Mikhaël Aïvanhov, Il lavoro alchemico ovvero la ricerca della perfezione, 1996, Edizioni Prosveta Online Ethymology Dictionary. Alchemy (http:/ / www. etymonline. com/ index. php?term=alchemy) E. Canseliet. L'Alchimia. Studi diversi di Simbolismo Ermetico e di Pratica Filosofale. Roma 1985 Newton and alchemy (http:/ / webapp1. dlib. indiana. edu/ newton/ about. do) Le miroir d'Alchimie (http:/ / hdelboy. club. fr/ miroir_bacon. html#Le Miroir d'Alchimie)

[7] Scrisse un'opera dal titolo De alchimia [8] Brahe (http:/ / www-history. mcs. st-andrews. ac. uk/ Biographies/ Brahe. html) [9] Thomas Browne (http:/ / levity. com/ alchemy/ sir_thomas_browne. html) [10] Il Parmigianino e l'alchimia (http:/ / web. mclink. it/ MH0077/ ArsRegia/ ars regia 1/ De Pascalis 2. htm) [11] Gioele Magaldi, Giordano Bruno e l'alchimia, Pericle Tangerine, 2004 ISBN 88-88645-23-3 [12] Iain McCalman, L'ultimo alchimista. Cagliostro, mago nell'Età dei Lumi, trad. it. di G. Caputo, Lindau editore, 2007 ISBN 88-7180-645-X [13] Churton, Tobias. The Golden Builders: Alchemists, Rosicrucians, and the First Freemasons, New York: Barnes and Noble, 2002 [14] Georges Ranque, La pietra filosofale, Edizioni Mediterranee, 1989 [15] Meyrink und das theomorphische Menschenbild (http:/ / www. e-scoala. ro/ germana/ mihai_stroe26. html) [16] Read, J., Through alchemy to chemistry, London: Bell and Sons, 1961 [17] Appunti di storia della chimica (http:/ / www. minerva. unito. it/ storia/ AppuntiStoriaChimica/ AppuntiStoria1. htm#Alchimia) [18] Introduzione all'alchimia cinese (http:/ / www. stanford. edu/ ~pregadio/ jindan/ jindan_intro. html) [19] Cooper. J.C., Chinese Alchemy: the Daoist Quest for Immortality. Sterling Publishing Co. Inc. New York, 1990. Pag. 55-70 [20] Arturo Schwarz, Introduzione all'alchimia indiana, Bari, Laterza, 1984 ISBN 88-420-2489-9 [21] Erich Neumann, The origins and history of consciousness, New York : Pantheon Books, 1954. p. 255, nota 76: "Since Alchemy actually originated in Egypt, it is not improbable that esoteric interpretations of the Osiris myth are among the foundations of the art ..." [22] Jack Lindsay, Les origines de l'alchimie dans l'Égypte gréco-romaine, Monaco, 1986 [23] Françoise Bonardel, La Voie hermétique, Paris, Dervy, 2002 [24] Secondo quel che scrive Suida, Zosimo fu autore di un'opera intitolata Chemeutikà, dedicata alla sorella Teosebia [25] Die Alchemie al-Razi's, "Der Islam", Vol. XXII, pp. 283-319 [26] Julius Ruska, Arabische Alchemisten, t. II : Ga'far Alsadîq, Heildelberg, 1924 [27] Pierre Lory, Dix traités d'alchimie de Jâbir ibn Hayyân. Les dix premiers Traités du Livre des Soixante-dix, Paris, Sindbad, 1983. Paul Kraus, Jâbir ibn Hayyân. Contribution à l'histoire des idées scientifiques dans l'Islam, Cairo, Memorie presentate all'Istituto d'Egitto, 1942-1943, 2 t. [28] Antoine Calvet, Alchimie - Occident médiéval in Dictionnaire critique de l'ésotérisme, sous la dir. de Jean Servier, PUF, 1998. [29] The arabic origin of Liber de compositione alchimiae (http:/ / www. history-science-technology. com/ Articles/ articles 1. htm) [30] Alberto Magno (http:/ / www. unisi. it/ ricerca/ prog/ fil-med-online/ autori/ htm/ alberto_magno. htm) [31] Jeremiah Hackett, Roger Bacon: His Life, Career, and Works, in Hackett, Roger Bacon and the Sciences, pp. 17–19 [32] Herbert Silberer, Problemi della mistica e del suo significato simbolico, Vivarium, 1999 [33] Michela Pereira, The alchemical corpus attributed to Raimond Lull, Warburg Institute Surveys and Texts, vol. 18, Londra, 1989 [34] Michael Scott, The Alchemyst: The Secrets of The Immortal Nicholas Flamel, 2007 [35] Agrippa von Nettesheim (http:/ / plato. stanford. edu/ entries/ agrippa-nettesheim/ ) [36] J. Read, Through alchemy to chemistry, London: Bell and Sons, 1961 [37] Natale Graziani Gabriella Venturelli, Caterina Sforza, p. 151. Cles, Arnoldo Mondadori Editore, 2001 ISBN 88-04-49129-9 [38] Francesco I de'Medici: il principe alchimista (http:/ / www. cfs-cls. cz/ Files/ nastenka/ page_3024/ Version1/ Francesco I. pdf) [39] Giulio Lensi orlandi Cardini, L'arte segreta. Cosimo e Francesco de' Medici alchimisti, Nardini, 1991 ISBN 88-404-3815-7

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[40] John Dee (1527–1608): Alchemy - the Beginnings of Chemistry, Museum of Science and Industry in Manchester, 2005 (http:/ / www. msim. org. uk/ uploadedDocs/ Document_Depository_01/ John Dee. pdf) [41] E.J. Holmiard, Storia dell'alchimia, Firenze 1959 [42] Michela Pereira, Arcana sapienza. L'alchimia dalle origini a Jung, Roma 2001 [43] Elisabetta Valento, Homo Faber, Julius Evola fra arte e alchimia, Roma, Fondazione Julius Evola, 1994 [44] Jung, C. G., Psychology and Alchemy, London: Routledge, 1964. [45] In quest'opera Jung prende in esame il Rosarium Philosophorum alchemico esaminando i parallelismi, quadro per quadro, tra il processo di trasformazione psicoanalitico e gli stadi del processo di trasformazione alchemico. [46] Jung, C. G., & Hinkle, B. M. Psychology of the Unconscious : a study of the transformations and symbolisms of the libido, a contribution to the history of the evolution of thought. London: Kegan Paul Trench Trubner, 1912

Bibliografia • Bernard Joly Bibliographie de l'alchimie (http://www.persee.fr/ web/revues/home/prescript/article/ rhs_0151-4105_1996_num_49_2_1260) Revue d'histoire des sciences, 1996, 49-2-3 pp. 345-354 • T. Burckardt, Alchimia, Torino 1961 • Florin George Calian, Alkimia Operativa and Alkimia Speculativa. Some Modern Controversies on the Historiography of Alchemy (http://www.archive.org/stream/ AlkimiaOperativaAndAlkimiaSpeculativa. SomeModernControversiesOnThe/ FlorinGeorgeCalian-AlkimiaOperativaAndAlkimiaSpeculativa. SomeModernControversiesOnTheHistoriographyOfAlchemy#page/ n0/mode/2up), Annual of Medieval Studies at CEU, 2010. • E. Canseliet. L'Alchimia. Studi diversi di Simbolismo Ermetico e di Pratica Filosofale. Roma 1985.

Lexicon alchemiae

• Mircea Eliade, Arti del metallo e alchimia, Torino 1980 • Julius Evola, La tradizione ermetica, Bari 1931 • Fulcanelli, Il mistero delle cattedrali, 1926 • Fulcanelli, Le dimore filosofali, 1931. • Marcello Fumagalli, Dizionario di alchimia e di chimica farmaceutica antiquaria. Dalla ricerca dell'Oro Filosofale all'Arte Spagirica di Paracelso, Edizioni Mediterranee Roma 2000 • Eric John Holmyard, Storia dell'alchimia, Odoya, Bologna 2009, 320 pp., ISBN 978-88-6288-047-3. • Paolo Lucarelli, Lettere musulmane. Riflessioni sull'Alchimia, Promolibri Magnanelli, Torino, 1998, ISBN 88-8156-073-9. • Vinci Verginelli, Bibliotheca Hermetica - Catalogo alquanto ragionato della raccolta Verginelli-Rota di antichi testi ermetici (secoli XV-XVIII), Firenze 1986. • Michela Pereira, Arcana sapienza. L'alchimia dalle origini a Jung, Roma 2001 • Roberto Pinotti, Enrico Baccarini, Italia Esoterica, 2004, Editoriale Olimpia. • Omraam Mikhaël Aïvanhov, Il lavoro alchemico ovvero la ricerca della perfezione, 1996, Edizioni Prosveta. • Omraam Mikhaël Aïvanhov, La Pietra Filosofale, dai Vangeli ai trattati alchemici, 2005, Edizioni Prosveta. • Sebastiano B. Brocchi, Riflessioni sulla Grande Opera, 2006. • Alexander Roob, Alchimia e Mistica, 1997, Edizioni Taschen. • Anonimo, con commento e note a cura di Davide Melzi, Poemetto Alchemico, 1999, Edizioni della Terra di Mezzo. • Daniele Trucco, Suono originario: musica, magia e alchimia nel Rinascimento, L'arciere, Dronero 2003. • Zolla Elémire, Le meraviglie della natura, Milano 1975.

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• Tommaso Palamidessi, Alchimia come via allo Spirito, 1949, Edizioni Grande Opera, Torino (ristampato dall'editore Arkeios). • Batfroi Severin, La via dell'alchimia cristiana, Arkeios, 2007 ISBN 978-88-86495-83-7.

Voci correlate • • • • • • • •

Athanor Chimica Clavis Artis Esoterismo Magia bianca Alchimia delle scaglie Mutus liber Pietra filosofale

Altri progetti •

Un laboratorio alchemico, da The Story of Alchemy and the

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Collegamenti esterni • Alchimia (http://www.ndonio.it/Alchimia.htm) • Francesca Roversi Monaco, Alchimia alla corte di Federico II (http://www.treccani.it/Portale/elements/ categoriesItems.jsp?pathFile=/BancaDati/Federiciana/VOL01/FEDERICIANA_VOL01_000009.xml), Enciclopedia Federiciana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani • "ESOteric NETwork" - alcuni articoli sull'alchimia (http://www.esonet.org/encyclopedia/Alchimia.aspx) • (EN) The Alchemy website (http://www.levity.com/alchemy/index.html) Portale in inglese sull'alchimia, con una parte dedicata ai testi alchemici • (ES) Rivista Azogue (http://www.revistaazogue.com/) Rivista digitale dedicata allo studio storico-critico dell'alchimia, con più di 600 testi tradizionali on-line e contributi originali • (EN) Dictionary of the History of Ideas: (http://etext.lib.virginia.edu/cgi-local/DHI/dhi.cgi?id=dv1-04) Alchemy • (EN) The Story of Alchemy and the Beginnings of Chemistry (http://www.gutenberg.org/etext/14218), 1913, da Progetto Gutenberg • (EN) H. Stanley, Bygone Beliefs: being a series of excursions in the byways of thought (http://www.gutenberg. org/etext/14218), da Progetto Gutenberg • (EN) The Golden Elixir - Sito sull'alchimia cinese (http://www.goldenelixir.com/index.html)

Cabala

Cabala La cabala, Qabbaláh, Kabbalah o cabbala è parte della tradizione esoterica della mistica ebraica, in particolare costituisce il pensiero mistico sviluppatosi in Europa a partire dal VII-VIII secolo. In ebraico Qabbaláh (ebr. ‫)קבלה‬, è l'atto di ricevere, la tradizione (la parola ebraica designa anche la ricevuta, ad esempio in una transazione commerciale, e la funzione di ingresso del sabato, la maggiore festa ebraica); è il livello più elevato e profondo dell'Ebreo poi manifesto nel metodo d'interpretazione esegetica ebraica in ebraico definito Sod, segreto. La Cabala venne trasmessa da Dio anche ad Adamo e ad Abramo. La cabala ebraica non va confusa con la cabala o le cabale di tradizione occidentale, anche se sono ad essa direttamente ispirate.

Il pensiero cabalistico ebraico La Cabala non si discosta dagli insegnamenti tradizionali ebraici e dalla pratica della Torah, ne è infatti l'espressione "interna" come l'anima nel confronto con il corpo e lo studio della Torah rispetto alle Mitzvot: essa è quindi parte integrante della religione ebraica ma tra studiosi non ebrei o comunemente in ambiente non ebraico è spesso erroneamente ritenuta ad essa parzialmente contigua in quanto, prima dell'era messianica, eredità di pochi Ebrei per la sottigliezza della sua dottrina. Base del pensiero cabalistico è quindi la Bibbia ebraica o Tanakh (acronimo per "Torah, Profeti, Scritti"). La secolare esegesi del Tanakh, già contenuta nella halakháh (presentazione della casistica giuridica), nella haggadáh (sotto forma narrativa), nei due Talmudím, il babilonese e il gerosolimitano, e nei molti midrashím, aveva ormai da secoli posto l'interpretazione del testo sacro al centro della vita dell'Israelita. Si fa risalire l'inizio della diffusione della visione cabbalistica alla pubblicazione del libro Zohar (splendore), pubblicato intorno al XIII secolo e, secondo la tradizione ebraica, scritto da Rabbi Shimon bar Yochay, o al precedente Sépher Yetziràh (Libro della formazione), che però è, secondo alcuni, un'opera più esegetica che filosofica; la più importante diffusione del pensiero della Cabala anche tra il popolo sorge con il Chassidismo, inizialmente grazie al Besht. Nell'era messianica essa sarà facilmente a disposizione di tutto il popolo d'Israele.

Testi principali • Sefer ha-Bahir • Séfer ha-Zóhar • Séfer yetziráh

Il Talmud e la Cabala In quanto aspetto segreto e profondo della Torah, abbondanti i riferimenti alla Cabala anche nel Talmud e negli stessi testi del canone ebraico risalenti ai rabbini del Talmud, opera degli stessi. La Grande Assemblea era infatti composta da profeti e rabbini la cui sapienza era anche quella della Cabala.

Origine profetica della Cabala La Cabala deve essere considerata rivelazione divina della verità più profonda della Torah tramite spirito profetico o attraverso la saggezza con la concessione del Ruach haQodesh; non si tratta quindi di sola deduzione logica, passibile di errore, è infatti verità eterna come parola divina della Torah: fuoco nero su fuoco bianco. Si ritiene infatti che ogni aspetto della Torah sia stato rivelato anche a Mosè sul monte Sinai. Ancora confermata la sua sapienza nell'esperienza mistica profetica consapevole; le porte dell'intelligenza e quelle degli Heikhalot rappresentano il

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Cabala legame unitario tra il livello intellettivo e quello dell'esperienza mistica.

Sephirah Il fulcro dell'elaborazione delle dottrine mistiche riguardanti l'aspetto segreto del creato è un'opera composta verosimilmente in Éretz Yisraél nel VI o VII secolo, il Sépher Yetziráh. Nel Sépher Yetziràh, che tratta delle forze segrete del cosmo, si trova la prima menzione di un termine che diventerà centrale nella successiva speculazione: la nozione di sephiráh. Letteralmente sephirah o sefiráh (plur. sephiroth o sefirót) significa "calcolo, numerazione". Nel Sépher Yetziràh il termine acquista un significato più ampio: le Sephiroth sono ipostasi o manifestazioni allusive dell'energia divina. Gli autori cabalistici amano paragonare le sephiroth a zaffiri, partendo da un'assonanza dei due termini. Tra la fine del XII secolo e l'inizio del XIII, fa la sua comparsa una vasta letteratura mistica già ben organizzata sulla dottrina delle sephiroth; queste si possono definire i gradi per mezzo dei quali Dio agisce nel creato. Praticamente tutti i mistici affermano che esse sono in numero di dieci.

I nomi delle Sephiroth Le Sephiroth hanno anche dei nomi propri: Keter (corona), la più alta e più vicina a Dio; Binah (scienza o conoscenza) e Khokhmah o Hokmah o Chochmah (saggezza) a un livello inferiore; Ghevurah o Gheburáh (forza) e Khessed, Chessed o Héssed (misericordia o pietà) al terzo livello; Tiferet (bellezza) al quarto; Hod (gloria) e Nezakh (eternità o vittoria) al quinto; Yessod (fondamento o fondazione) al sesto; Malkhut (regno), la più prossima all'uomo. Questi sono i nomi più frequentemente usati. A volte Ghevurah viene chiamata Din (giudizio) o Pachad (paura), Chessed può essere chiamata Ghedulláh (grandezza), Tiferet Rakhamím (misericordia). Le sephirot vengono rappresentate secondo uno schema detto "Albero della Vita". Inoltre esiste anche una "undicesima" (anche se impropriamente detto) Sephirah: Daat che si colloca tra Binah, Khokhmah e Chessed e rappresenta il divario tra l'Uomo e Dio.

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L'albero della vita Nel diagramma dell'albero della vita al centro si trova la colonna dell'equilibrio che da Keter, attraverso Tiferet e Yessod, raggiunge Malkhut. A sinistra e destra di Keter si dipartono altre due colonne: quella della Grazia, attraverso Khokhmah, Chessed e Nezakh; quella della severità risalendo attraverso Hod, Ghevurah e Binah.

Le XXII vie Le 10 Sephiroth sono collegate fra di loro da 22 sentieri, associati alle lettere dell'alfabeto ebraico. In vari autori sono presentate varie maniere di associazione. La più diffusa fa partire la alef da Keter in direzione di Khokhmah e si conclude con la tav che sta fra Yessod e Malkhut. I 22 sentieri e le dieci Sephiroth insieme formano le 32 vie di cui parla il Sépher Yetziráh.

Altre rappresentazioni delle Sephiroth In alcuni manoscritti rinascimentali del Cinquecento, il diagramma delle Sephiroth, in quanto emanazione divina, si moltiplica a sua volta indefinitamente. Questa raffigurazione si trova nel testo "Otzrot chayyim (I tesori della vita)" di Chayyim Vital. Vedi anche Giulio Busi, Mantova e la Qabbalah (Skira, 2001).

I quattro mondi All'inizio del XIV secolo si cominciarono a distinguere quattro mondi nel creato: 'Atzilút (mondo dell'emanazione), Beri'ah (mondo della creazione), Yetzirah (mondo delle forme) e 'Asiyah (mondo della produzione o della fabbricazione). Con questi nomi si indica il variare del tipo di influsso delle sefirot. Il mondo di Atzilut, che è più vicino a Dio, è retto da forze solo immateriali. La componente materiale aumenta man mano che ci si allontana dall'Emanatore.

Corrispondenze Anche se non visibili agli occhi le sefirot sono percepite dal mistico che si eleva dalle inferiori alle superne attraverso la contemplazione e lo studio delle corrispondenze cosmiche: p.es. ad Avraham può essere associata Ghedullah, a Isacco Ghevurah, a Giacobbe Tiferet. Tutte le componenti del cosmo hanno le loro corrispondenze: Tiferet è il sole, Yessod la luna, Malkhut la terra, e così via. Anche i XXII sentieri vengono associati alle lettere dell'alfabeto ebraico, ai tarocchi, a segni zodiacali, pianeti e elementi, ecc. L'esistenza di queste associazioni risale alla gnosi e a una visione magica dell'universo in cui ogni parte è collegata ad un'altra. Questo insieme di relazioni complesse ricorda moderne teorie scientifiche come quella del caos. Ciò che non è conoscibile è quello che sta oltre la sefirah più alta, cioè l'Altissimo che, essendo incommensurabile, non può venir percepito dall'uomo.

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Emanazioni Si pone il problema di come possa un ente infinito, quello che per primo Isacco il Cieco chiamò l'En Sof (non-fine), emanare aspetti di sé in un mondo finito. Secondo Mosè Cordovero Dio si "contrasse" per poter emanare la sua energia nel mondo finito e " mostrare la Sua gloria alle genti". La contrazione di Dio (tzimtzum) è al centro della speculazione di Isaac Luria. In conseguenza dell'emanazione, secondo Luria, si crearono dei vasi per contenere l'energia divina. I vasi superni, i più forti, resistettero bene alla pressione della luce, ma gli inferiori si ruppero e dispersero l'energia. I frammenti dei vasi rotti contengono ancora particelle di luce: queste sono le Qelipòth (gusci), le forze del male.

La Cabala dei nomi La parola ebraica tzeraf indica sia la trasmutazione alchemica sia l'interscambio delle lettere dell'alfabeto. Gli esegeti ebrei erano abituati a permutare le lettere del Tanach per scoprire significati reconditi e più veri. La permutazione numerica è detta ghimatréyah o ghematriah. Ogni lettera dell'alfabeto ebraico indica un numero; dunque ciascuna parola della Bibbia ha un proprio valore numerico, somma dei valori numerici delle lettere che la compongono. Una parola si può sostituire con un'altra dello stesso valore numerico. Per esempio: AChaD in ebraico significa "unità" ed è uguale a 13 (A = 1 + Ch = 8 + D = 4). Anche la parola "Amore", Ahavah ha lo stesso numero (A=1, H=5, V=2, H=5). In questa maniera come in un'equazione si può dire che: AChaD = AHVH L'arte del notariqón permette di scoprire parole nascoste dentro altre parole (le lettere di una parola come rivelazione di altre parole). L'atbásh consiste nello scambio alfabetico, ad esempio la prima lettera dell'alfabeto con l'ultima, la seconda con la penultima, ecc.

L'alchimia cabalistica Già nel Séfer ha-Zóhar si trovano spunti alchemici legati al simbolismo delle sefirot e della trasmutazione dei metalli. I sette tipi di oro menzionati nella tradizione diventano una metafora delle sette sefirot inferiori, mentre Binah è chiamata "l'oro superno". L'anonimo trattato di alchimia Esh metzaréf (Il fuoco del fonditore) ebbe notevole diffusione, tanto che non ci è giunto nell'originale ebraico ma in traduzioni latine.

Esponenti della Cabala Diversi gli approcci alla Cabala e ciò secondo l'attitudine di chi vi ci si avvicini. Le differenze variano anche perché essa può essere confrontata con tutti i testi della tradizione canonica ebraica: in quanto anima della Torah, di essa sono molte le idee fondamentali diffuse ampiamente nel popolo d'Israele tra gli accademici, gli studiosi religiosi definiti Mequbbalim o nella sapienza del Mekaven, ad un livello più alto del Mequbbal, tra i rabbini, spesso con doti mistiche, ed infine tra gli Ebrei mistici stessi; queste ultime due catagorie presentano uomini con una maggiore predisposizione alla percezione intellettuale ed all'esperienza mistica spesso associate alla manifestazione di miracoli. Gli stessi profeti del popolo d'Israele hanno sempre avuto familiarità con la parte più interna e segreta della Torah e dello stretto rapporto con Dio non mancando infatti testi mistici ascritti ad essi inoltre i testi profetici del canone ebraico esprimono pienamente l'attitudine mistica degli stessi.

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Rabbini e Maestri di Cabala • • • • • • • • • • • • • • •

Abramo Abulafia Avicebron Ba'al Shem Tov Baruch Ashlag (Rabash) Elazaro Qalonymus di Worms (XII secolo) e la scuola ashkenazita Gaon di Vilna Hayim Vital Isacco il Cieco di Nîmes (secondo costui non solo la discesa dell'energia divina è descritta come una serie di fasi di contemplazione successive, ma è la contemplazione stessa a plasmare le cose del mondo) Isaac ben Solomon Luria (haArì haQadosh o Arizal) Levi Yitzchak di Berditchev Magghid di Mezeritch Maimonide Menahem Azariah da Fano Mosè Luzzatto Mosè Cordovero

• • • • • • • • • • • •

Nachman di Breslov Nachmanide (Mosè ben Nachman) Natan ben Sa'adyah Har'ar Shabbetai Donnolo di Oria (X secolo) Shimon bar Yohai Shneur Zalman di Liadi Yaakov Yitzchak di Lublino (il Veggente di Lublino) Yehuda Ashlag (Baal Hasulam) Yehudah HaLevì Yehudah Loew (il Maharal di Praga) Yohanan Alemanno ...

Rabbini viventi legati alla Cabala • Ariel Bar Tzadok • Yitzchak Ginsburgh

Accademici • Gershom Scholem • Moshe Idel

Personalità controverse • Shabbetay Tzevi • Aleister Crowley

Cabala

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Personalità legate alla Cabala • • • • • • • •

Dion Fortune Giovanni Pico della Mirandola Marsilio Ficino Egidio da Viterbo Giordano Bruno Israel Regardie McGregor Mathers Anthony Kiedis

Diverse sono anche le personalità dello spettacolo che hanno aderito alla Cabala sia pure in forme rigettate dalla quasi totalità dei cabalisti; fra di essi ricordiamo la cantante italo-americana Madonna e l'attrice Lindsay Lohan.

Qabbaláh nella letteratura contemporanea Il romanzo Il Golem (1915) di Gustav Meyrink contiene numerosi riferimenti a tradizioni cabalistiche, in particolare al mito della creazione di un essere d'argilla (come fece Dio con Adamo) al quale, secondo una leggenda risalente al Medioevo, può essere conferita la vita scrivendogli sulla fronte la parola ebraica emeth (verità), mentre per toglierli la vita è sufficiente cancellare la e iniziale, in modo che rimanga meth (morte). Giungiamo in questo modo ai nostri giorni e alla diffusione di questa dimensione magica a livello della cultura popolare per effetto della musica rock che tanto ha celebrato Aleister Crowley, ultimo esponente della tradizione della Golden Dawn, che ha pubblicato tutti i rituali di questo ordine e che ha dato un'interpretazione della Qabbalah così libera e potente da costringere i maestri della dottrina ebraica (come nel caso di Gershom Scholem) a dover fuoriuscire dal loro perimetro interno e spiegare il punto di vista ebraico su cosa debba intendersi per ‫ קבלה‬rivelando una tensione tra la Cabala come corrente esoterica del pensiero e del misticismo ebraico ed una Cabala moderna, secolarizzata, come quella che proviene dalla controtradizione della Golden Dawn. Da qui in avanti i riferimenti diventano interminabili. Anche la favola I Tarocchi degli Gnomi (1990) di Giordano Berti si ispira alla Cabala: i nomi delle ventidue lettere ebraiche sono distorti in modo da formare i nomi di altrettanti personaggi, mentre le 10 sephiroth sono i luoghi in cui si svolge la vicenda. In pratica, sotto il velo di un racconto per l'infanzia si nasconde un vero e proprio percorso iniziatico lungo l'Albero della Kabala. Il racconto sette lunedì contenuto nella raccolta La prima indagine di Montalbano, scritta da Andrea Camilleri ha come motivo portante della storia l'interpretazione distorta (dalla follia) della cabala da parte di uno dei personaggi. In particolare tale personaggio distorce l'interpretazione della cabala di Mosé Cordovero e Isaac Luria. Nel romanzo Cefa di Daniele Trucco (2007) parte della narrazione è costituita da un'indagine che porterà il protagonista a ricercare i legami tra cabala ed ermetismo. Il romanzo "Il Pendolo di Foucault" di Umberto Eco utilizza, come artificio narrativo, la simbologia cabalistica e alchemica; curiosità: il nome attribuito al computer che custodisce "il Piano" è Abulafia. Il romanzo Il Cabalista di Lisbona (1998) di Richard Zimler contiene numerosi riferimenti a tradizioni cabalistiche.

Penetrazione della Cabala in Occidente La Tradizione della Qabbalah riverbera nel genere letterario dell'apocalittica. Prima di giungere in età neo-testamentaria e trovare il famoso Libro dell'Apocalisse (che chiude la Bibbia nella forma in cui la conoscono i moderni), si dovranno ricordare testi fondamentali di questa tradizione tra cui i libri apocrifi (non inclusi nel canone biblico) di Enoch e il canonico Libro del profeta Ezechiele (il cui primo capitolo è la base della dottrina della Merkavah), scritto al tempo dell'uscita dalla cattività in Babilonia e la ricostruzione del Tempio di Gerusalemme. Gli scavi archeologici di Qumran e Nag-Hammadi hanno rivelato quanto fosse viva questa tradizione e quanti altri scritti l'abbiano arricchita prima di svanire con la distruzione del secondo Tempio e la Diaspora. Nel Medioevo, questa tradizione tornò visibile mediante la pubblicazione (soprattutto in Spagna, ad opera degli Ebrei Sefarditi) di scritti come il Bahir (Libro della Chiarezza) e lo Zohar (Libro dello Splendore), che furono le basi della penetrazione della

Cabala

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Qabbalah nel pensiero occidentale. Tuttavia, l'espulsione degli ebrei dalla Spagna ad opera di re Ferdinando il Cattolico eclissò nuovamente questa tradizione, che riparò a Saféd, in Galilea. Qui attecchirono nuove importantissime opere, tra le quali svetta Etz Chaim “L'Albero della Vita”, in cui sono riportati gli insegnamenti di Isaac Luria, che aprì la Qabbalah al pensiero moderno. Dagli insegnamenti di Isaac Luria derivò la dottrina di Nathan di Gaza, che individuò in Shabbatai Tzevì, un ebreo di Izmir, il nuovo Messia che avrebbe dovuto riportare gli ebrei della diaspora in Israele. Su questa operazione investirono ingenti risorse molti ebrei europei, soprattutto i banchieri d'Olanda e Germania; tuttavia non andò a buon fine e, addirittura, Shabbetai Tzevi si convertì all'Islam. Questo paradosso fu accolto come necessità di comprendere la Diaspora. La conversione forzata al cattolicesimo che avevano dovuto subire gli ebrei d'Europa si apriva adesso anche all'Islam (trovando nella dottrina Sufi l'equivalente analogo della Qabbalah). In ogni caso, la dottrina di Isaac Luria (che contiene elementi di interpretazione della trasmigrazione delle anime e del significato profondo della vita), venne importata in Europa – soprattutto da Jakob Frank – e in Germania, dove divenne riferimento dottrinale di alcuni ambienti Massonici presso i quali l'Ordine degli Illuminati aveva influenza. Soprattutto a questa connessione si deve il distacco di alcune ruote massoniche dall'alveo tradizionale occidentale del cristianesimo esoterico per entrare nella dimensione pienamente cabalistica. Per via dei contatti tra ambienti tedeschi e inglesi (precisamente: tra Theodor Reuss e William Wynn Westcott), dobbiamo considerare come la dottrina della Qabbalah abbia fatto il suo ingresso nel moderno mondo occidentale per mezzo della controtradizione della Golden Dawn.

Bibliografia • • • • • • • • • • • • • • • •

Gershom Scholem, Le grandi correnti della mistica ebraica, Einaudi, Milano, 1965 Gershom Scholem, Sabbetai Tzevì, il Messia Mistico, Einaudi, Milano, 2001 Francis Warrain, La Teodicea della Qabalah, cur. Mauro Cascio, Federico Pignatelli, HT, Latina 1999 Aleister Crowley, Magick, Astrolabio, Roma, 1976 Dion Fortune, La Qabalah Mistica, Astrolabio, Roma, 1979 Mistica ebraica. Testi della tradizione segreta del giudaismo dal III al XVIII secolo, a cura di Giulio Busi ed Elena Loewenthal Torino, Einaudi, 1995. ISBN 88-06-13712-3 ISBN 88-06-15360-9 Giulio Busi, La Qabbalah, Roma-Bari, Laterza,1998. ISBN 88-420-5620-0 Abramo Alberto Piattelli, Sefer Yetzira, Atanor, Roma, 2000 Giulio Busi, Catalogue of the Kabbalistic Manuscripts in the Library of the Jewish Community of Mantua, Fiesole, Cadmo, 2001. Giulio Busi, Mantua e la qabbalah, Ginevra-Milano, Skira, 2001. The Great Parchment. Flavius Mithridates' Latin Translation, the Hebrew Text, and an English Version, a cura di Giulio Busi, Simonetta M. Bondoni e Saverio Campanini, Torino, Aragno, 2004. ISBN 88-8419-189-0 Giulio Busi, Qabbalah visiva, Torino, Einaudi, 2005. ISBN 978-88-06-16568-0 Giulio Busi, Hebrew to Latin, Latin to Hebrew. The mirroring of two cultures in the age of Humanism, Berlin-Torino, Aragno, 2006. ISBN 88-8419-261-7 Giulio Busi, L'enigma dell'ebraico nel Rinascimento, Torino, Aragno, 2007. ISBN 88-8419-292-7 Zohar, a cura di Giulio Busi, Torino, Einaudi, 2008. ISBN 978-88-06-17549-8 Abbate Gian Piero - Romano Gioia, I 72 Nomi celesti della nostra vita, Udine, Il Segno,1999. ISBN 978-88-6138-157-5

Cabala

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Voci correlate • • • • • • • • • • • • • • • •

Anima Cabala (esoterismo) Chassidismo Creazione (teologia)#Qabbalah ebraica Era messianica Filosofia chassidica Filosofia ebraica Ma'asseh Bereshit Ma'asseh Merkavah Mondo Superiore Pardes Sefirot Shekhinah Torah Torah celeste Zaddiq

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Collegamenti esterni • Kabbalah Centre [1], il Centro della Kabbalah in Italia promuove studi e incontri di gruppo • La mia Cabala - Viaggio attraverso un triennio d'incontri domenicali [2], libro gratuito che riporta gli appunti del corso tenuto a Milano e a Pordenone da Abbate Gian Piero • Spinoza e la Cabala [3], riporta molte immagini di diagrammi delle Sephiroth • Centro Mondiale di Studi Cabalistici Bnei Baruch [4] • (EN, DE, HE) Dizionario interattivo di Kabbalah (più di 5000 termini) [5] • (HE) Lezioni di kabbalah del Centro Mondiale di Studi Cabalistici Bnei Baruch [6] (trasmissioni live a partire dalle ore 02.20 italiane di tutti i giorni) • Musica Kabbalistica [7] sito in differenti lingue che contiene melodie composte da Yehuda Ashlag Baal HaSulam • Il futuro della Kabbalah [8] Articolo di D La Repubblica delle donne di Enrico Martino • [9] Europa Magica n. 6 – Cosa significa Cabala?

Cabala

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Note [1] [2] [3] [4] [5] [6] [7] [8] [9]

http:/ / www. kabbalahcentre. it/ ''Il http:/ / www. jandjo. org/ HTM%20Articoli/ Qabalah. pdf http:/ / www. odoricoamico. it/ smallspinoza/ Cabala. htm http:/ / www. kabbalah. info/ italykab/ index_italy. htm http:/ / www. rodurago. de/ en/ index. php?site=details& link=cabbalah http:/ / www. kab. tv http:/ / www. musicofkabbalah. com http:/ / dweb. repubblica. it/ dweb/ 2009/ 08/ 22/ viaggi/ viaggi/ 153mad659153. html http:/ / www. lulu. com/ product/ ebook/ europa-magica-n-6/ 12812878

Ermetismo • L'ermetismo è la corrente filosofico–religiosa del tardo ellenismo a carattere esoterico. • L'ermetismo è la corrente letteraria italiana del Novecento.

Occulto La parola occulto deriva dal latino occultus (nascosto) e si riferisce alla 'conoscenza di ciò che è nascosto', o anche 'conoscenza del sovrannaturale', in antitesi alla 'conoscenza del visibile', ovvero alla scienza. Il significato moderno del termine è spesso tradotto in modo errato, intendendo 'sapere nascosto', 'conoscenza riservata a pochi' o 'sapere che deve rimanere nascosto'. Per gli occultisti invece si tratta dello studio di una realtà spirituale più profonda che non può essere compresa usando puramente la ragione o la scienza materiale.

Occultismo Il termine occultismo viene generalmente utilizzato per indicare un complesso di pratiche che spaziano dalla magia, all'alchimia, all'astrologia, a quelle scienze o pseudoscienze, che si basano sul principio che esistano analogie ed omologie tra l'uomo e realtà soprasensibili. L'elaborazione teorica sulla quale si fonda l'occultismo è l'esoterismo, l'insieme dei sistemi di pensiero filosofico - religiosi che costituiscono la base delle tecniche occulte. La creazione del termine francese occultisme si deve ad Eliphas Lévi (1810-1871), che lo derivò probabilmente dalla filosofia occulta di Agrippa von Nettesheim. L'occultismo è lo studio dell'occulto supposto e della saggezza nascosta. Per l'occultista è lo studio della Verità, o piuttosto di una verità più nascosta che esiste sotto la superficie delle cose: "La Verità è sempre nascosta ad una visione superficiale". Può essere considerata un'area 'oscura', forse più grande di qualunque altra nel campo della religione. Può avere a che fare con oggetti come talismani, stregoneria e voodoo, ma anche con percezioni extra-sensoriali e numerologia. Quasi tutto quello che non è contemplato dalle maggiori religioni è incluso nel regno dell'occulto.

Occulto

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Bibliografia • Julien Tondriau, Guida all'occultismo, Introduzione: Jean-Louis Jacques, Odoya, Bologna 2010, 368 pp., ISBN 978-88-6288-055-8

Voci correlate • • • • • • •

Astrologia Esoterismo Gnosticismo Ermetismo New Age Rosacroce Filosofia ebraica

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Astrologia L'astrologia, il cui nome deriva dal greco antico ἀστρολογία (astrologhía) = ἀστῆρ (astêr, stella) + λόγος (lógos, discorso), è un complesso di credenze e tradizioni che ritiene che le posizioni e i movimenti dei corpi celesti rispetto alla Terra influiscano sugli eventi umani collettivi e individuali. Chi pratica l'astrologia è chiamato astrologo e la sua divinazione è chiamata oroscopo. Dall'antichità fino al XVII secolo, mentre era accreditato il sistema geocentrico, col termine astrologia si indicavano gli studi rientranti nell'ambito dell'astronomia. Dopo la dimostrazione dell'eliocentricità del nostro Sistema Solare, durante la rivoluzione copernicana, le due discipline hanno iniziato a distinguersi e l'astrologia è oggi considerata una pratica dell'occulto. Secondo l'antica visione geocentrica, lo schema zodiacale in cui sono inserite le posizioni dei pianeti (ad esempio un oroscopo personalizzato) ha i punti cardinali invertiti. I pianeti e gli aspetti hanno significati molteplici e il loro ruolo ai fini di un oroscopo è suscettibile dell'interpretazione soggettiva dell'astrologo.

Personificazione dell'Astrologia (ca. 1650-1655), olio su tela del Guercino

La comunità scientifica e i filosofi della scienza[1] [2] [3] [4] considerano l'astrologia, in particolare l'astrologia occidentale, una pseudoscienza legata ad antiche superstizioni[5] [6] [7] [8] [9] [10] e secondo alcuni studiosi essa si configura come una scienza patologica.[11] [12] Nel 2006, il National Science Board degli Stati Uniti d'America ha pubblicato una dichiarazione ufficiale in cui ribadisce che l'astrologia è una pseudoscienza[13] . In Italia il CICAP raccoglie ed esamina le previsioni fatte dagli astrologi sull'anno in corso.[14] Le principali tradizioni sono: • astrologia occidentale; • astrologia indiana;

Astrologia

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• astrologia cinese.

Storia dell'astrologia

I pianeti Venere e Giove.

(LA)

(IT)

« Astra inclinant, non necessitant » « Gli astri influenzano, ma non costringono » (Tommaso d'Aquino)

Tutte le più importanti civiltà antiche hanno dedicato grande attenzione all'osservazione dei fenomeni celesti e sviluppato una propria astrologia. Possiamo ricordare l'astrologia babilonese (di cui è erede l'astrologia occidentale), l'astrologia vedica o indiana (ancora oggi diffusa in India ma anch'essa erede dell'astrologia babilonese), l'astrologia cinese (sostanzialmente diversa da quella occidentale) e l'astrologia del popolo Maya nell'America Centrale. Anche presso i popoli primitivi è esistita una forma di astrologia, certamente meno avanzata rispetto a quella maturata presso le grandi civiltà a causa delle ridotte capacità matematiche, essenziali a definire il movimento degli astri. L'assenza di fonti scritte non permette una conoscenza dettagliata delle tecniche astrologiche praticate dai "popoli della natura", tuttavia si può dedurre che i principali punti di riferimento astrale fossero il Sole, la Luna, Venere e la stella Sirio, oltre ad alcune costellazioni (i due Carri, Orione, le Pleiadi).[15] L'astrologia, in quanto supposto strumento di previsione del futuro, ha avuto presso tutti i popoli del mondo forti legami con altre pratiche divinatorie, in particolare con la chiromanzia, la metoposcopia e la geomanzia. Al tempo stesso è stata, ed è tuttora, un essenziale punto di riferimento nelle pratiche magiche.

Note [1] (EN) Lakatos I (1970) Falsification and the Methodology of Scientific Research Programmes in Criticism and the Growth of Knowledge, a cura di I. Lakatos, A. Musgrave, pp. 91-195. [2] Terence Hines, Pseudoscience and the Paranormal: A Critical Examination of the Evidence, Prometheus Books, Buffalo, NY, 1988. ISBN 0-87975-419-2. Thagard (1978) op. cit. 223 ff [3] Richard Dawkins. The Real Romance in the Stars (http:/ / www. simonyi. ox. ac. uk/ dawkins/ WorldOfDawkins-archive/ Dawkins/ Work/ Articles/ 1995-12romance_in_stars. shtml). The Independent, December 1995 [4] British Physicist Debunks Astrology in Indian Lecture (http:/ / www. beliefnet. com/ story/ 63/ story_6346_1. html). Associated Press [5] Bart J. Bok; Lawrence E. Jerome, Objections to astrology: A statement by 192 scientists (in inglese), Prometheus Books, 1975. ISBN 0-87975-059-6, ISBN 978-0-87975-059-6 [6] (EN) Activities With Astrology (http:/ / www. astrosociety. org/ education/ astro/ act3/ astrology3. html). Astronomical society of the Pacific. URL consultato il 26 gennaio 2010. [7] (EN) Objections to Astrology and the Strange Case of Astrology (http:/ / fisa. altervista. org/ list_of_186. html). URL consultato il 26 gennaio 2010.

Astrologia [8] (EN) The case for and against astrology: end of a shouting match (http:/ / www. rudolfhsmit. nl/ u-case2. htm). URL consultato il 26 gennaio 2010. [9] Jennifer Viegas. (EN) Scientists dump cold water on astrology (http:/ / www. abc. net. au/ science/ news/ stories/ s1623400. htm). URL consultato il 26 gennaio 2010. [10] McGrew, John H., McFall, Richard M., A Scientific Inquiry Into the Validity of Astrology, «Journal of Scientific Exploration» 4, 1990, pp. 75-83. [11] Geoffrey Dean, Ivan W. Kelly, Does Astrology Need to be True? Part 1: A Look at the Real Thing, Skeptical Inquirer 11, 1986, p. 166; Geoffrey Dean, Ivan W. Kelly, Does Astrology Need to be True? Part 2: The Answer is No, Skeptical Inquirer 12, 1987, pp. 257-273. La seconda edizione di queste opere si può trovare in Kendrick Frazier (a cura di), The Hundredth Monkey and others Paradigms of the Paranormal, Buffalo, Prometheus, 1991 ISBN 978-0-87975-655-0. [12] Langmuir, Irving, and Robert N. Hall, Pathological science, «Physics Today» 42 (10), 1989, pp. 36-48. [13] National Science Board. Chapter 7: Science and Technology: Public Attitudes and Understanding (http:/ / www. nsf. gov/ statistics/ seind06/ c7/ c7s2. htm#c7s2l3) in Science and Engineering Indicators 2006. National Science Foundation, 2006. URL consultato il 19 aprile 2010.

"...[A]bout three-fourths of Americans hold at least one pseudoscientific belief; i.e., they believed in at least 1 of the 10 survey items...[29]" "[29] Those 10 items were extrasensory perception (ESP), that houses can be haunted, ghosts/that spirits of dead people can come back in certain places/situations, telepathy/communication between minds without using traditional senses, clairvoyance/the power of the mind to know the past and predict the future, astrology/that the position of the stars and planets can affect people's lives, that people can communicate mentally with someone who has died, witches, reincarnation/the rebirth of the soul in a new body after death, and channeling/allowing a "spirit-being" to temporarily assume control of a body." [14] Il CICAP controlla le previsioni degli astrologi (http:/ / www. cicap. org/ new/ articolo. php?id=273127) [15] Giordano Berti, Storia della Divinazione, Oscar Mondadori, Milano 2005.

Bibliografia • Rita Librandi, Astrologia (http://www.treccani.it/enciclopedia/astrologia_(Federiciana)/), Enciclopedia Federiciana, Vol. I, Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani • Astrologia (http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/default/BancaDati/ Vocabolario_online/A/VIT_III_A_009667.xml) in Vocabolario della lingua Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. • Astrologia (http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/default/BancaDati/ Enciclopedia_online/A/ENCICLOPEDIA_UNIVERSALE_3_VOLUMI_VOL1_007014.xml) in Enciclopedie on line, Treccani. • Paul Couderc, L’astrologia, Garzanti, Milano, 1954 • (EN) Hans J. Eysenck; David K. B. Nias, Astrology: science or superstition? (in inglese), St. Martin's Press, 1982. ISBN 0-312-05806-3, ISBN 978-0-312-05806-7 • (EN) Roger B. Culver, Philip A. Ianna, Astrology: True or False? : A Scientific Evaluation , Prometheus Books, 1988 ISBN 978-0-87975-483-9 • (EN) Geoffrey Dean, Ivan W. Kelly, Does Astrology Need to be True? Postscript in Kendrick Frazier (a cura di), The Hundredth Monkey and others Paradigms of the Paranormal, Buffalo, Prometheus, 1991 ISBN 978-0-87975-655-0 • (EN) Kendrick Frazier (a cura di), The Hundredth Monkey and others Paradigms of the Paranormal, Buffalo, Prometheus, 1991 ISBN 978-0-87975-655-0

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Astrologia

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Voci correlate • Divinazione • Pseudoscienza

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Collegamenti esterni • Robert Hand. The History of Astrology — Another View (http://www.zodiacal.com/articles/hand/history. htm). URL consultato il 26 gennaio 2010.

Zodiaco Lo zodiaco (dal greco ζώον, zòon, "vivente" od anche "immagine d'uomini o animali") è una fascia celeste che si estende all'incirca per 8° da entrambi i lati dell'eclittica (il percorso apparente del Sole nel suo moto annuo) e comprendente anche i percorsi apparenti della luna e dei pianeti. Le suddivisioni dello zodiaco sono costellazioni in astronomia e segni zodiacali in astrologia. Oltre allo zodiaco dell'astrologia occidentale ce ne sono di diversi nell'astrologia vedica e nell'astrologia cinese.

Astronomia In astronomia, lo zodiaco è la parte della volta celeste che comprende l'eclittica, ed è una regione utile da definire per le implicazioni Lo zodiaco rappresentato in un mosaico del VI secolo nella sinagoga di Beit Alfa, oggi in Israele pratiche nelle osservazioni della superficie terrestre: tutti i pianeti e la maggior parte degli altri corpi celesti del sistema solare sono visibili solo nella regione dello zodiaco. Un osservatore che vedesse un oggetto molto luminoso al di fuori della regione zodiacale sa che non può trattarsi di un pianeta. Gli osservatori vicini ai poli terrestri non possono osservare facilmente i pianeti perché lo zodiaco è troppo vicino all'orizzonte. Dal tempo in cui non c'era una vera distinzione tra astronomia e astrologia, lo zodiaco comprende tradizionalmente determinate costellazioni, come si vede nella tabella sotto, comprendente anche Ophiuchus, aggiunto allo zodiaco astronomico nel 1930 dall'Unione Astronomica Internazionale, basando lo zodiaco sulla situazione dell'equinozio del

Zodiaco 1875. Nell'astronomia moderna queste, come tutte le altre costellazioni, sono riconosciute come raggruppamenti casuali di stelle, privi di significato naturale e composte da stelle non vicine nello spazio tridimensionale, anzi in alcuni casi separate da vaste distanze, nonostante appaiano vicine nella nostra percezione bidimensionale dello spazio.

Astrologia Nell'astrologia occidentale, lo zodiaco è la fascia della sfera celeste che contiene i percorsi apparenti di sole, luna e dei pianeti. La misurazione del tempo è basata sulla tripartizione dei periodi che intercorrono tra i solstizi e gli equinozi, e di conseguenza tale fascia è suddivisa in dodici parti uguali, di 30° di ampiezza ciascuna, dette segni zodiacali. Al centro della fascia c'è il piano dell'eclittica e la larghezza dello zodiaco è dovuta all'inclinazione relativa ad essa delle orbite degli altri corpi, che si estendono per circa 8°. Il primo segno zodiacale, dell'Ariete, inizia quando il sole transita per il punto in cui il piano dell'eclittica interseca il piano equatoriale terrestre nell'equinozio di primavera. Tale punto è detto vernale o anche primo punto d'Ariete o punto gamma, e vede l'eclittica entrare nell'emisfero boreale della Terra. I segni zodiacali ricevono il nome dalle costellazioni situate lungo l'eclittica, ma per il resto queste ultime sono del tutto ignorate dall'astrologia. Infatti: • le costellazioni sono raggruppamenti convenzionali di stelle, senza alcun significato astronomico, e inoltre quelle attraversate dall'eclittica sono 13 e non 12 (quella che non ha dato il nome ad alcun segno è l'Ofiuco, situata tra lo Scorpione e il Sagittario); per di più a differenza delle 12 parti di uguale ampiezza in cui lo zodiaco è suddiviso, ogni costellazione ha una propria estensione (la più estesa è quella della Vergine, la meno estesa è quella dello Scorpione), • l'astrologia prende in considerazione solo le componenti mobili del cielo, ossia sole, luna e pianeti, • a causa della precessione degli equinozi, le costellazioni sono sempre meno sovrapposte alle omonime suddivisioni dello zodiaco. Nell'epoca attuale quando il sole entra nel segno dell'Ariete all'equinozio di primavera il 21 marzo, esso è ancora nella costellazione dei Pesci e ci resterà fino a metà aprile. Tuttavia, essendo la precessione un fenomeno ciclico, la corrispondenza approssimativa tra segni e costellazioni si ripresenta ogni 25.800 anni circa.

Differenze tra zodiaco astronomico e astrologico La tabella seguente mostra le differenze tra il percorso del sole (visto dalla terra) nello zodiaco astronomico, che coincide con le costellazioni reali, e nello zodiaco astrologico, esclusivamente basato sulla tripartizione dei periodi che intercorrono tra i solstizi e gli equinozi. Le date riportate sono solo indicative, in quanto il passaggio da un segno all'altro non solo non cade alla mezzanotte, ma varia di anno in anno, soprattutto a causa della presenza degli anni bisestili. Lo zodiaco astronomico comprende anche una tredicesima costellazione, Ophiuchus. Non vi è alcuna reale corrispondenza tra lo zodiaco astronomico e lo zodiaco astrologico realizzato e strutturato sulla base degli equinozi e dei solstizi. Le attuali denominazioni dei segni zodiacali hanno esclusivamente un valore simbolico.

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Zodiaco

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Segno

Simbolo

Date astrologiche Tropicale

Siderale

Date astronomiche (J2000)

Ariete

ariete

21 marzo – 20 aprile

14 aprile – 14 maggio

19 aprile – 13 maggio

Toro

toro

21 aprile – 20 maggio

15 maggio – 14 giugno

14 maggio – 19 giugno

Gemelli

gemelli

21 maggio – 21 giugno

15 giugno – 16 luglio

20 giugno – 20 luglio

Cancro

granchio

22 giugno – 22 luglio

17 luglio – 16 agosto

21 luglio – 9 agosto

Leone

leone

23 luglio – 21 agosto

17 agosto – 16 settembre

10 agosto – 15 settembre

Vergine

giovane donna

22 agosto – 22 settembre

17 settembre – 17 ottobre

16 settembre – 30 ottobre

Bilancia

bilancia

23 settembre – 23 ottobre

18 ottobre – 16 novembre

31 ottobre – 22 novembre

Scorpione

scorpione

24 ottobre – 20 novembre

Ofiuco

serpentario

Sagittario

arciere

21 novembre – 21 dicembre

16 dicembre – 14 gennaio

18 dicembre – 18 gennaio

Capricorno

mostro marino

22 dicembre – 20 gennaio

15 gennaio – 12 febbraio

19 gennaio – 15 febbraio

17 novembre – 15 dicembre 23 novembre – 29 novembre

30 novembre – 17 dicembre

Zodiaco

59 Aquario

portatore d'acqua

21 gennaio – 19 febbraio

13 febbraio – 14 marzo

16 febbraio – 11 marzo

Pesci

pesci

20 febbraio – 20 marzo

15 marzo – 13 aprile

12 marzo – 18 aprile

Le date "tropicali" (che dividono lo zodiaco a partire dall'equinozio di primavera) sono usate nell'astrologia occidentale; le date "siderali" (che dividono lo zodiaco a partire dall'allineamento del sole con un punto della sfera celeste detto d'Ariete o gamma, e non risentono direttamente della precessione degli equinozi citata prima) sono usate nelle altre tradizioni astrologiche.

Lo zodiaco come calendario Il concetto di zodiaco ebbe origine presso i Babilonesi prima del 2000 a.C. come metodo per misurare lo scorrere del tempo. La suddivisione in 12 parti è molto posteriore e si deve al numero di costellazioni attraversate dal moto apparente del Sole, e sempre da tali costellazioni deriva il nome dei segni zodiacali. Alcuni simboli (animali) attribuiti alle costellazioni zodiacali, ancora oggi in uso, sono di origine sumerica[1] . I segni dello zodiaco che conosciamo sono quelli descritti per la prima volta dall'astronomo alessandrino Tolomeo nel II secolo d.C.. Assieme all'uso astronomico, ci sono rimaste anche la funzionalità basilare e la struttura del "calendario dello zodiaco". L'ariete corrisponde all'inizio dell'anno all'equinozio di primavera; il gambero che indietreggia del cancro rappresenta la ritirata del sole dal suo punto più settentrionale nel solstizio d'estate; il leone, simbolo del fuoco, rappresenta il caldo estivo; la bilancia corrisponde all'equilibrio tra notte e giorno nell'equinozio d'autunno; il declino del potere del sole è ricordato dallo scorpione, simbolo di oscurità; l'acquario portatore d'acqua corrisponde alla stagione piovosa che, in Egitto, comportava l'annuale inondazione del Nilo; i pesci simboleggiano il ritorno della vita e il nuovo inizio dell'agricoltura.

Iconologia dello zodiaco Il mondo cristiano ereditò dalla tradizione antica anche l'uso dello zodiaco. Pur essendo ideologicamente contrario all'astrologia, il cristianesimo si appropriò infatti del repertorio di immagini fornito dallo zodiaco conservandone e replicandone le rappresentazioni soprattutto in funzione calendariale, e finalizzandole, in particolare, ad illustrare la sequenza stagionale dei lavori agricoli. In questo modo la rappresentazione dello zodiaco non uscì mai completamente dal sistema di segni cristiano, e anzi popolò cattedrali, chiese e monasteri medioevali[2] . Alla fine del Medioevo l'intreccio tra le conoscenze provenienti dal mondo islamico e il risorgere della cultura antica consentì all'astrologia di rifiorire vigorosamente, e al repertorio delle immagini zodiacali di recuperare complessità e raffinatezza, e di uscire dai limiti dell'uso in edifici religiosi per entrare anche nella decorazione degli edifici civili, sia pubblici che signorili[3] .

Zodiaco

60

Note [1] Rene Labat, Florence Malbran-Labat, Manuel d'epigraphie akkadienne. Signes, Syllabaire, ideogrammes, VI edizione [2] Si pensi al mosaico della Cattedrale di Otranto, agli affreschi dell'aula gotica del monastero dei Santi Quattro coronati a Roma, a san Miniato al Monte a Firenze. Ma a Roma nel Settecento sono ancora i segni zodiacali a segnare il passaggio mensile del sole lungo la linea della meridiana di Santa Maria degli Angeli, e nella novecentesca chiesa di Santa Maria Liberatrice, a Testaccio, sono mosaici raffiguranti la sequenza dei segni dello zodiaco a guidare i passi di chi entra, dal portale all'altare. [3] Si veda in Italica, la scheda Rinascimento - Arte e astrologia (http:/ / www. italica. rai. it/ rinascimento/ parole_chiave/ schede/ artastro. htm).

Voci correlate • • • •

Astrologia Segni zodiacali Simbologia del numero 12 I Cavalieri dello zodiaco

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Segno zodiacale Nell'astrologia occidentale e nell'astrologia indiana il segno zodiacale è ciascuna di dodici suddivisioni convenzionali dello zodiaco. Nell'uso popolare, soprattutto in Occidente, col termine segno zodiacale si intende il periodo dell'anno in cui una persona è nata, intendendo cioè il segno zodiacale astrologico sul quale apparentemente si trova il Sole al momento della nascita della persona. In sanscrito il segno zodiacale si chiama राशि (rāśi). Ariete

Suddivisione dello zodiaco La suddivisione dello zodiaco in dodici parti ha origine nell'astrologia babilonese; le dodici suddivisioni si chiamano "segni" in quanto sono rappresentate ciascuna da un simbolo. Dopo le conquiste di Alessandro Magno l'astrologia babilonese è entrata in contatto sia con la cultura ellenistica sia con la cultura indiana influenzando le astrologie locali in modi diversi. Per tradizione ciascun segno zodiacale prende il nome da una costellazione collocata lungo il piano dell'eclittica:

Toro

Segno zodiacale

61

Gemelli

Cancro

Leone

Vergine

Segno zodiacale

62

Bilancia

Scorpione

Sagittario

Capricorno

Segno zodiacale

63

Aquario

Pesci

[1]

nome italiano

nome sanscrito

costellazione

significato

Ariete

Meṣa (मेष)

Ariete

ariete

Toro

Vṛṣabha (वृषभ)

Toro

toro

Gemelli

Mithuna (मिथुन)

Gemelli

gemelli

Cancro

Karka (कर्क)

Cancro

granchio

Leone

Siṃha (सिंह)

Leone

leone

Vergine

Kanyā (कन्या)

Vergine

giovane donna

Bilancia

Tulā (तुला)

Bilancia

bilancia

Scorpione

Vṛścika (वृश्चिक)

Scorpione

scorpione

Sagittario

Dhanu (धनु)

Sagittario

arciere (in italiano) arco (in sanscrito)

Capricorno

Makara (मकर)

Capricorno

mostro marino mitologico (mezzo capra e mezzo pesce nella tradizione occidentale)

Acquario

Kumbha (कुम्भ)

Aquario

portatore d'acqua

Pesci

Mīna (मीन)

Pesci

pesci

Segno zodiacale

Zodiaco tropicale Nella tradizione occidentale si utilizza la suddivisione cosiddetta tropicale dello zodiaco, la quale ha rapporto con il moto di rivoluzione della Terra intorno al Sole; innanzitutto lo zodiaco è diviso in quattro settori in corrispondenza dei due equinozi e dei due solstizi, dopodiché ciascuno dei quattro settori che in tal modo si formano è ulteriormente suddiviso in tre parti uguali. Questo tipo di suddivisione si chiama "tropicale". Per tradizione il primo segno zodiacale si chiama Ariete e così via seguono gli altri segni, seguendo grossomodo la corrispondenza con la costellazione che si trovava dietro al segno zodiacale durante il periodo ellenistico ossia all'incirca 2000 anni fa. Oggi, a causa della precessione degli equinozi, ogni segno zodiacale tropicale non coincide più con la costellazione da cui ha preso il nome.

Zodiaco siderale Nella tradizione indiana si utilizza la suddivisione cosiddetta siderale dello zodiaco, la quale è fissa e non risente cioè della precessione degli equinozi; lo zodiaco è diviso in dodici parti uguali partendo dal "punto d'Ariete" (che non va confuso col "punto vernale" chiamato anch'esso a volte "punto d'Ariete" ma questo in realtà rappresenta il punto d'inizio dello zodiaco tropicale) ossia il punto d'inizio convenzionale della costellazione dell'Ariete. La differenza tra il punto vernale e il punto d'Ariete (ossia tra zodiaco tropicale e zodiaco siderale) in sanscrito si chiama ayanamsa e ci sono scuole astrologiche diverse che danno valori diversi a seconda di dove viene considerato l'inizio del segno dell'Ariete. L'astrologia indiana è ancora oggi intimamente legata alla religione induista e a partire dal 1957 lo stesso governo indiano cura la pubblicazione un almanacco astrologico basato sul valore proposto nel 1952 dagli astrologi Saha e Lahiri; tale valore era di 23°51'21" nel 2000 e aumenta di circa 50" all'anno. Alcuni astrologi di tradizione occidentale, su influenza dell'astrologia indiana, utilizzano anch'essi una suddivisione siderale dello zodiaco; alcuni utilizzano il valore calcolato da Saha e Lahiri mentre altri utilizzano il valore proposto dagli astrologi irlandesi Fagan e Bradley basato su un valore che era di 24°44'22" nel 2000. Per tradizione il segno zodiacale che inizia nel "punto d'Ariete" è chiamato Ariete e così via gli altri segni; oggi, a causa di diversi movimenti dell'asse di rotazione terrestre, ogni segno zodiacale siderale non coincide più con la costellazione da cui ha preso il nome.

Classificazione dei segni nell'astrologia occidentale La classificazione dei segni zodiacali nell'astrologia occidentale si basa sull'intersezione tra due insiemi di 4 e 3 segni. Quello legato ai quattro elementi: • fuoco (Ariete, Leone, Sagittario), che rappresenta il desiderio e l'energia creativa dell'individuo. • terra (Toro, Vergine, Capricorno), che rappresenta le risorse materiali e i possedimenti dell'individuo. • aria (Gemelli, Bilancia, Aquario), che rappresenta l'intelletto e la capacità di ragionare e comunicare dell'individuo. • acqua (Cancro, Scorpione, Pesci), che rappresenta l'immaginazione, i sentimenti e la capacità di amare dell'individuo. e quello che suddivide lo zodiaco in segni: • cardinali (Ariete, Cancro, Bilancia, Capricorno), associati all'iniziazione e alla creatività. • fissi (Toro, Leone, Scorpione, Aquario), associati alla stabilità e alla determinazione. • mobili (Gemelli, Vergine, Sagittario, Pesci), associati all'ingegno e all'adattamento. A loro volta i quattro elementi sono raccolti a due a due in diverse bipartizioni tra segni: • maschili (di fuoco e d'aria) e femminili (di terra e d'acqua) • caldi (di fuoco e d'aria) e freddi (di terra e d'acqua)

64

Segno zodiacale • secchi (di fuoco e di terra) e umidi (d'aria e d'acqua) Un'ulteriore suddivisione ternaria distingue tra: • segni individuali (Toro, Gemelli, Cancro, Leone). • segni sociali (Vergine, Bilancia, Scorpione, Sagittario). • segni universali (Ariete, Capricorno, Aquario, Pesci).

La sequenza dei 12 segni La sequenza dei 12 segni dello zodiaco nasce dall'intersezione tra i gruppi sopra descritti e, in particolare, esaurisce tutte le possibili combinazioni tra i quattro elementi e i tipi cardinale, fisso e mobile. • • • • • • •

Ariete: cardinale - di fuoco - maschile - caldo - secco - universale Toro: fisso - di terra - femminile - freddo - secco - individuale Gemelli: mobile - d'aria - maschile - caldo - umido - individuale Cancro: cardinale - d'acqua - femminile - freddo - umido - individuale Leone: fisso - di fuoco - maschile - caldo - secco - individuale Vergine: mobile - di terra - femminile - freddo - secco - sociale Bilancia: cardinale - d'aria - maschile - caldo - umido - sociale

• • • • •

Scorpione: fisso - d'acqua - femminile - freddo - umido - sociale Sagittario: mobile - di fuoco - maschile - caldo - secco - sociale Capricorno: cardinale - di terra - femminile - freddo - secco - universale Aquario: fisso - d'aria - maschile - caldo - umido - universale Pesci: mobile - d'acqua - femminile - freddo - umido - universale

Note [1] (HI) Pandit Suryanarayan Vyas, जन्म कुण्डली कोश (Janam Kundli Kosh), Subodh Pocket Books, p. 29-30. ISBN 81-7078-082-9 ISBN 978-81-7078-082-3

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Astrologia I segni dello zodiaco cinese Zodiaco Simbologia del numero 12

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Ariete (astrologia)

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Ariete (astrologia) Ariete

Elemento

Fuoco

Qualità

Cardinale

Domicilio

Marte e Plutone

Esaltazione Sole Esilio

Venere

Caduta

Saturno

L'Ariete è il primo segno zodiacale dell'astrologia occidentale e dell'astrologia indiana; in sanscrito e in hindi è chiamato मेष (meṣa) che significa ariete. In entrambe le tradizioni l'Ariete è un segno cardinale e di fuoco, governato da Marte e opposto al segno della Bilancia.

L'Ariete nell'astrologia occidentale Secondo l'astrologia occidentale in questo segno Plutone si trova in domicilio, il Sole in esaltazione, Venere in esilio, Saturno in caduta. Il suo metallo è il ferro, le sue pietre preziose e minerali sono il diamante, il rubino, l'ametista, pietre rosse in genere, ossidiana, zolfo e pirite. L'animale è la capra. I suoi colori: il rosso vermiglio, fuoco, il colore del sangue e di Marte.

Ariete

La flora: tulipani, gladioli, caprifoglio, nocciolo. Nel significato simbolico attribuitogli dall'astrologia occidentale, il primo segno dello zodiaco rappresenta la vita e la morte; dall'ariete prendono vita tutti gli altri segni e, secondo alcuni autorevoli astrologi, il segno avrebbe in embrione caratteristiche peculiari di ciascuno degli altri segni. Per questo motivo, nella sua apparente semplicità, l'Ariete è talvolta visto come il più inafferrabile tra i dodici segni, capace di dar luogo a personalità tra loro assai diverse. In generale, tuttavia, le persone con posizioni di rilievo in Ariete sono energiche, rapide di mente, appassionate e impulsive. Impazienti ed egoiste, amano detenere il potere. Hanno un carattere battagliero e uno spirito giovanile. Come nel caso dell'animale che le rappresenta, tendono ad affrontare la vita a testa bassa. Il Sole si può trovare nel segno dell'Ariete nel periodo che va dal 21 marzo al 20 aprile.[1] Il periodo esatto varia di anno in anno, e per stabilire la sua posizione nei giorni estremi è necessario consultare le effemeridi.

Ariete (astrologia)

Note [1] ariete (http:/ / www. treccani. it/ portale/ opencms/ Portale/ services/ searchTitle. jsp?cercaTesto=ariete& searchIn=V& cercaTestoVis=& x=0& y=0) su Treccani online.

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Toro (astrologia)

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Toro (astrologia) Toro

Elemento

Terra

Qualità

Fisso

Domicilio

Venere

Esaltazione Luna Esilio

Saturno

Caduta

Mercurio

Secondo l'astrologia occidentale, il Toro è un segno zodiacale fisso e di terra. È governato da Venere. In questo segno la Luna si trova in esaltazione, Saturno in esilio, Mercurio in caduta. È opposto al segno dello Scorpione. Il metallo associato al segno è il rame, le pietre associate sono quelle di colore nere, rosa o verde, come il quarzo rosa, la rodocrosite, lo smeraldo, l'opale e l'ossidiana. I colori del segno sono il verde, il celeste, il nero e il rosa, le specie vegetali sono la rosa e il mirto. L'astrologia occidentale ritrae le persone con posizioni di rilievo in questo segno zodiacale come lente, testarde, costanti, sensuali, amanti dei piaceri e dotate di senso dell'umorismo. Pratiche e semplici, amano la loro casa e la natura e sono molto legate alle loro origini. Spesso sono attratti dal mondo delle arti e della Toro musica. Abbastanza possessivi poiché controllati da Venere, spesso sono amanti fedeli e modesti risparmiatori. In alcuni casi i Toro assumono caratteristiche più misteriose ed oscure, a volte addirittura sinistre, con un senso dell'umorismo ironico e tagliente. Questo accade quando sono ascendente Scorpione, ovvero l'esatta contrapposizione del loro segno. Si dice che l'unione di due segni talmente contrapposti non possano che generare persone con una particolarissima personalità, tendenti a comprendere ambedue i lati delle medaglie della vita. Una curiosità: il Toro era uno degli animali favoriti di Plutone, che è il pianeta protettore dello Scorpione. Il sole si può trovare nel segno del toro circa nel periodo che va dal 21 aprile al 20 maggio.[1] Il periodo esatto varia di anno in anno e per stabilire la sua posizione nei giorni estremi è necessario consultare le effemeridi.

Toro (astrologia)

Note [1] toro (http:/ / www. treccani. it/ portale/ opencms/ Portale/ services/ searchTitle. jsp?cercaTesto=toro& searchIn=V& cercaTestoVis=& x=0& y=0) su Treccani online.

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Gemelli (astrologia)

70

Gemelli (astrologia) Gemelli

Elemento

Aria

Qualità

Mobile

Domicilio

Mercurio

Esilio

Giove

Secondo l'astrologia occidentale, il segno dei Gemelli è un segno zodiacale mobile e d'aria, governato da Mercurio. In questo segno Giove si trova in esilio. È opposto al segno del Sagittario. Il metallo del segno è il mercurio, l'animale è il serpente, le pietre il topazio, l'agata e il quarzo citrino. Le specie vegetali associate ai Gemelli sono il garofano, la lavanda ed il rosmarino. Le parti del corpo legate al segno dei Gemelli sono le vie aeree superiori e il sistema nervoso. Secondo l'astrologia occidentale, le persone con posizioni di rilievo in questo segno zodiacale sono dotate di un'intelligenza rapida e brillante e di uno spirito lieve e, governate da mercurio, sono in continuo movimento. Nel ciclo della vita i gemelli corrispondono all'età dell'apprendimento. Perciò sono considerati il segno più curioso dello zodiaco. Eterni adolescenti, nella loro Gemelli continua ricerca di nuove esperienze possono far fatica ad instaurare rapporti affettivi profondi e duraturi. La loro doppia natura (rappresentata appunto dai due gemelli) può portarli a forme di ipocrisia e ambiguità. Il sole si può trovare nel segno dei Gemelli circa nel periodo che va dal 20 maggio al 21 giugno.[1] Il periodo esatto varia di anno in anno e per stabilire la sua posizione nei giorni estremi è necessario consultare le effemeridi.

Note [1] gemello (http:/ / www. treccani. it/ portale/ opencms/ Portale/ services/ searchTitle. jsp?cercaTesto=gemello& searchIn=V& cercaTestoVis=& x=0& y=0) su Treccani online.

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Cancro (astrologia)

71

Cancro (astrologia) Cancro

Elemento

Acqua

Qualità

Cardinale

Domicilio

Luna

Esaltazione Giove Esilio

Saturno

Caduta

Marte

Secondo l'astrologia occidentale, il Cancro è un segno zodiacale cardinale, d'acqua. È governato dalla Luna. Secondo la tradizione in questo segno Giove si trova in esaltazione, Saturno in esilio, Marte in caduta. È opposto al segno del Capricorno. Il metallo del segno è l'argento, le pietre sono il calcedonio, la pietra di luna ma anche la perla. Le specie floreali associate al segno sono il mughetto e la ninfea. Le persone con posizioni di rilievo in questo segno zodiacale sono considerate un concentrato di emotività, spesso nascosta sotto una corazza simile al carapace del granchio che li rappresenta. Soggette all'influsso dalla Luna, il loro carattere è lunatico e romantico. Sensibili e suscettibili, dotati di un'intelligenza intuitiva, tendono a vivere ogni esperienza, inclusa quella lavorativa, nella dimensione del coinvolgimento. Il sentimento Cancro materno e/o il legame con la madre hanno un'importanza essenziale nella loro esistenza. Il Sole si può trovare nel segno del Cancro circa nel periodo che va dal 22 giugno al 22 luglio.[1] Il periodo esatto varia di anno in anno e per stabilire la sua posizione nei giorni estremi è necessario consultare le effemeridi. Negli anni settanta venne proposto di cambiare nome al segno zodiacale, perché si temeva che l'associazione con la malattia del cancro fosse spiacevole. Alcune persone con questo segno zodiacale iniziarono a chiamarsi "figli della luna".

Cancro (astrologia)

Note [1] cancro (http:/ / www. treccani. it/ portale/ opencms/ Portale/ services/ searchTitle. jsp?cercaTesto=cancro& searchIn=V& cercaTestoVis=& x=0& y=0) su Treccani online.

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72

Leone (astrologia)

73

Leone (astrologia) Leone

Elemento

Fuoco

Qualità

Fisso

Domicilio

Sole

Esaltazione Nettuno Esilio

Urano e Saturno

Secondo l'astrologia occidentale, il leone è un segno zodiacale fisso e di fuoco. È governato dal Sole. Urano e Saturno sono in esilio. Il metallo del segno è l'oro, le pietre l'ambra e il diaspro giallo, le specie vegetali associate al Leone sono il girasole e l'iperico. Le persone con posizioni di rilievo in questo segno zodiacale sono considerate generose e dotate di un forte istinto paterno. La loro natura egocentrica, frutto del legame con il sole anziché con un pianeta, li porta ad assumere posizioni di guida, o addirittura di comando, nella società e nella famiglia. Bisognosi di ammirazione, sono particolarmente portati per il mondo dello spettacolo. Irascibili e sicuri di sé, danno molta importanza all'aspetto. Di temperamento passionale. Il Sole si può trovare nel segno del Leone circa nel periodo che va dal 23 luglio al 22 agosto.[1] Il periodo esatto varia di anno in anno e per stabilire la sua posizione nei giorni estremi è necessario consultare le effemeridi.

Leone

Leone (astrologia)

Note [1] leone (http:/ / www. treccani. it/ portale/ opencms/ Portale/ services/ searchTitle. jsp?cercaTesto=leone& searchIn=V& cercaTestoVis=& x=0& y=0) su Treccani online.

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Vergine (astrologia)

75

Vergine (astrologia) Vergine

Elemento Terra Qualità

Mobile

Domicilio Mercurio Esilio

Nettuno e Giove

Caduta

Venere

Secondo l'astrologia occidentale, la Vergine è un segno zodiacale mobile e di terra, femminile. È governato da Mercurio. In questo segno Nettuno e Giove si trovano in esilio, Venere in caduta. È opposto al segno dei Pesci. Il metallo del segno è il mercurio, le pietre sono l'opale e l'agata, il fiore il gelsomino. Le persone con posizioni di rilievo in questo segno zodiacale sono caratterizzate da un'intelligenza acuta e sottile e da una mentalità analitica e settoriale. La loro indole ipercritica e pignola può farli risultare pedanti. Di carattere timido e alle volte apparentemente remissivo, sono tuttavia dotati di una lingua tagliente, di una sensibilità acuta e di notevoli doti professionali e dialettiche. Il Sole si può trovare nel segno della Vergine circa nel periodo che va dal 23 agosto al 22 settembre.[1] Il periodo esatto varia di anno in anno e per stabilire la sua posizione nei giorni estremi è necessario consultare le effemeridi.

Vergine

Note [1] vergine (http:/ / www. treccani. it/ portale/ opencms/ Portale/ services/ searchTitle. jsp?cercaTesto=vergine& searchIn=V& cercaTestoVis=& x=0& y=0) su Treccani online.

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Bilancia (astrologia)

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Bilancia (astrologia) Bilancia

Elemento

Aria

Qualità

Cardinale

Domicilio

Venere

Esaltazione Saturno Esilio

Marte

Caduta

Sole

Secondo l'astrologia occidentale, la Bilancia è un segno zodiacale cardinale e d'aria. È governato da Venere. In questo segno Mercurio si trova in esaltazione, Marte in esilio, il Sole in caduta. È opposto al segno dell'Ariete. Il metallo associato al segno è il rame, le pietre sono il quarzo rosa, la rodonite e la tormalina verde, i fiori sono la rosa, la camelia e il giacinto. Le persone con posizioni di rilievo in questo segno zodiacale sono alla continua ricerca dell'equilibrio, nel rapporto con se stesse e con gli altri. Nella loro ricerca dell'armonia e del bello soffrono profondamente tutte le situazioni di conflitto. Molto attente alle formalità, attribuiscono grande importanza alla relazione di coppia (difficilmente riescono a stare soli) e al matrimonio. La ricerca dell'armonia e della forma può spingerle verso i settori professionali Bilancia dell'arte e della moda e il loro senso della giustizia può a volte portarle ad intraprendere la carriera di avvocato o magistrato. Portate per la diplomazia, non amano i modi ruvidi e le posizioni nette. Sono socievoli, altruiste e accomodanti ma spesso la loro serenità è solo apparente e nasconde profonde tensioni, come in tutti i segni cardinali. Il Sole si può trovare nel segno della Bilancia circa nel periodo che va dal 23 settembre al 22 ottobre.[1] Il periodo esatto varia di anno in anno e per stabilire la sua posizione nei giorni estremi è necessario consultare le effemeridi.

Note [1] bilancia (http:/ / www. treccani. it/ portale/ opencms/ Portale/ services/ searchTitle. jsp?cercaTesto=bilancia& searchIn=V& cercaTestoVis=& x=0& y=0) su Treccani online.

Voci correlate • Bilancia (costellazione)

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Scorpione (astrologia)

77

Scorpione (astrologia) Scorpione

Elemento

Acqua

Qualità

Fisso

Domicilio

Marte

Esaltazione Mercurio Esilio

Venere

Caduta

Luna

Nell'astrologia occidentale, lo scorpione è un segno zodiacale d'acqua e fisso. È governato da Marte; in questo segno Urano si trova in esaltazione, Venere in esilio e la Luna in caduta. È opposto al segno del Toro. I suoi colori portafortuna sono il rosso e il blu scuro. La sua pietra portafortuna è il rubino, il suo minerale è il ferro. Le sue piante sono l'orchidea, il rododendro e la tuberosa. Il suo giorno fortunato è il martedì. Anatomicamente uro-genitale.

lo

Scorpione

è

associato

all'apparato

Secondo l'astrologia occidentale, le persone con posizioni di rilievo in questo segno sono misteriose, ambiziose e dotate di un fascino a volte sinistro. Testarde (come tutti i segni fissi) e permalose, possiedono un'ironia sferzante e un intuito profondo. Scorpione Sia il sesso che l'erotismo hanno un ruolo centrale nella loro vita, ma le relazioni amorose si rivelano a volte particolarmente complesse. In quanto governate da Marte e Plutone, tendono a dominare, soprattutto psichicamente, le persone che amano. Esigenti e contraddittorie, pretendono molto dagli altri, ma sanno dare altrettanto, spesso facendolo solo intuire. Orgogliose e consapevoli delle proprie qualità, nascondono una sensibilità profonda (come tutti i segni d'acqua) che può mettere a rischio le loro sicurezze e renderli preda del dubbio. Il Sole si può trovare nel segno dello Scorpione circa nel periodo che va dal 23 ottobre al 22 novembre.[1] Il periodo esatto varia di anno in anno e per stabilire la sua posizione nei giorni estremi è necessario consultare le effemeridi.

Scorpione (astrologia)

78

Note [1] scorpione (http:/ / www. treccani. it/ portale/ opencms/ Portale/ services/ searchTitle. jsp?cercaTesto=scorpione& searchIn=V& cercaTestoVis=& x=0& y=0) su Treccani online.

Voci correlate • Scorpione (costellazione)

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Ofiuco Ofiuco

Mappa della costellazione Nome latino Genitivo

Ophiuchus Ophiuchi

Abbreviazione

Oph Coordinate

Ascensione retta Declinazione

17 h 0°

Area totale

948 gradi quadrati Dati osservativi

Visibilità da Terra -80° - Latitudine minima +60° - Latitudine massima 25 luglio, alle 21:00 - Transito al meridiano Stella principale - Magnitudine app.

Ras Alhague (α Oph) 2.1

Altre stelle 5 - Magnitudine app. < 3 86 - Magnitudine app. < 6

Ofiuco

79 Sciami meteorici • • • •

Ofiuchidi Ofiuchidi di maggio settentrionali Ofiuchidi di maggio meridionali Theta Ofiuchidi Costellazioni confinanti

Da est, in senso orario: • • • • • • •

Ercole Testa del Serpente Bilancia Scorpione Sagittario Coda del Serpente Aquila

Ofiuco (in latino Ophiuchus, colui che porta il serpente, serpentario; Ὀφιοῦχος, Ofioùchos in greco) è una delle 88 moderne costellazioni, ed è anche una delle 48 costellazioni originarie menzionate da Tolomeo. Nella sua parte meridionale è anche attraversata dall'eclittica, e fra le 13 costellazioni dello zodiaco moderno è l'unica che non ha dato il nome ad un segno astrologico.

Caratteristiche La costellazione si estende a cavallo dell'equatore celeste, in un'area posta a nord-ovest del suo centro; questa posizione fa sì che sia visibile completamente da quasi tutte le aree della Terra, ad eccezione di quelle polari. Le stelle più luminose di Ofiuco sono α Ophiuchi, chiamata Rasalhague, alla testa della figura, e η Ophiuchi, visibile nella parte meridionale. Le stelle di fondo nell'Ofiuco sono, specialmente nella regione centrale della costellazione, relativamente poche, soprattutto a causa del forte oscuramento della Via Lattea in queste regione: nella parte nordorientale in particolare, la Fenditura dell'Aquila si allarga, oscurando pure i bordi occidentali della scia galattica, mentre a sud è presente un notevole numero di Illustrazione del Mercatore delle due costellazioni del Serpente e nebulose oscure minori, che si sovrappongono al dell'Ofiuco. chiarore di fondo creando dei punti bui dalle varie forme. Inoltre le regioni centrali della costellazione sono oscurate da banchi di polveri situati sul bordo interno del Braccio di Orione, a poche centinaia di anni luce dal Sole. Il periodo adatto all'osservazione di Ofiuco va da maggio ad ottobre; nell'emisfero nord è una tipica figura del cielo estivo. Ofiuco è raffigurato nelle stampe e negli atlanti storici come un uomo che porta un serpente. Il suo corpo divide il serpente in due parti, la Testa del Serpente e la Coda del Serpente, che sono comunque considerate una sola costellazione.

Ofiuco

80

Stelle principali • α Ophiuchi, nota come Ras Alhague, è una stella bianca di magnitudine 2,08; la sua distanza è stimata sui 47 anni luce, ed è quindi una delle stelle brillanti più vicine a noi. • η Ophiuchi, nota come Sabik, è una stella bianca di magnitudine 2,43, posta ad una distanza di 84 anni luce. • ζ Ophiuchi, nota come Han, è una stella blu di magnitudine 2,54; si tratta di una stella di grandi dimensioni e con una magnitudine assoluta di -3,20, distante 458 anni luce. • δ Ophiuchi (Yed Prior) è una gigante rossa di magnitudine 2,73, distante 170 anni luce. • β Ophiuchi, nota come Cebalrai, è una stella arancione di magnitudine 2,76, distante 82 anni luce. RS Ophiuchi, una stella troppo debole per interessare gli astrofili, fa parte di una strana classe di stelle chiamate novae ricorrenti, la cui luminosità aumenta anche di centinaia di volte, ad intervalli irregolari di qualche anno. La Stella di Barnard è una piccola stella rossa invisibile ad occhio nudo, famosa per essere l'astro col più grande moto proprio conosciuto; è in effetti una delle stelle più vicine alla Terra (escluso il Sole), in particolare la quarta.

Stelle doppie L'Ofiuco contiene diverse stelle doppie, alcune delle quali sono pure di facile risoluzione. • Una delle coppie più facili è la 53 Ophiuchi: è composta da due astri bianco-giallastri di magnitudine 5,8 e 7,8, separate da ben 41", dunque visibili anche con un buon binocolo. • La 61 Ophiuchi è invece composta da due stelle di sesta grandezza, entrambe bianche, ben osservabili con un piccolo telescopio, grazie alla loro separazione di circa 20". • ο Ophiuchi ha due componenti giallo-arancioni separate da 10", una di quinta e una di sesta grandezza. • HD 158263 è una stella di settima magnitudine, bianca, che presenta a 27" una compagna di ottava, anch'essa biancastra, ben osservabile con un piccolo telescopio. • 36 Ophiuchi è una famosa doppia, composta da due stelle dal colore marcatamente arancione di pari magnitudine, separate da 4,6" e dunque risolvibile solo con un telescopio amatoriale di media potenza. [1] [2]

Principali stelle doppie Nome

Coordinate equatoriali all'epoca J2000.0 Magnitudine

Separazione (in secondi d'arco)

Colore

AR

Dec

A

B

ρ Ophiuchi

16h 25m 35s

-23° 26′ 50″

5,02

5,92

3,2

azz + azz

HD 152909

16h 57m 04s

+19° 32′ 25″

6,6

7,8

4,5

azz + azz

36 Ophiuchi

17h 15m 21s

-26° 36′ 05″

5,05

5,08

4,6

ar + ar

ο Ophiuchi

17h 18m 01s

-24° 17′ 13″

5,20

6,80

10,2

ar + g

HD 158263

17h 27m 52s

+11° 23′ 25″

7,1

8,6

27,2

b+b

53 Ophiuchi

17h 34m 37s

+09° 35′ 12″

5,81

7,8

41,3

b+g

61 Ophiuchi

17h 44m 34s

+02° 34′ 46″

6,16

6,56

20,6

b+b

τ Ophiuchi

18h 03m 05s

-08° 10′ 49″

5,24

5,94

1,9

g+g

70 Ophiuchi

18h 05m 27s

+02° 30′ 09″

4,20

5,99

1,9

ar + ar

HD 165475

18h 05m 43s

+12° 00′ 14″

7,04

7,5

7,1

b+b

Ofiuco

81

Stelle variabili La costellazione ospita un gran numero di stelle variabili, grazie anche alla presenza della Via Lattea, che fa sì che siano presenti densi campi stellari; molte di queste stelle, sebbene non siano propriamente alla portata dell'occhio umano, sono ben osservabili anche con un binocolo. Fra le Mireidi la più brillante è la X Ophiuchi, che quando è in fase di massima, al limite della visibilità ad occhio nudo; in quasi 11 mesi scende fino alla nona grandezza per poi risalire. Fra le numerose semiregolari spicca la V2105 Ophiuchi, che oscilla fra la magnitudine 5,0 e la 5,4, con una variazione appena percepibile ad occhio nudo nel corso del tempo; la V2114 Ophiuchi è invece visibile con un binocolo, e oscilla di poco più di un decimo di magnitudine. Una facile variabile irregolare è la χ Ophiuchi, che oscilla fra la quarta e la quinta grandezza, come pure la 66 Ophiuchi, che riporta anche la sigla V2048 Ophiuchi. [3] [1] [2]

Principali stelle variabili Nome

Coordinate equatoriali all'epoca J2000.0 Magnitudine Periodo (giorni) AR Dec Max. Min.

Tipo

R Ophiuchi

17h 07m 46s

-16° 05′ 34″

7,0

13,8

306,5

Mireide

U Ophiuchi

17h 16m 32s

+01° 12′ 38″

5,84

6,56

1,6773

Eclisse

V Ophiuchi

16h 26m 44s

-12° 25′ 36″

7,3

11,6

297,21

Mireide

X Ophiuchi

18h 38m 21s

+08° 50′ 03″

5,9

9,2

328,85

Mireide

Y Ophiuchi

17h 52m 39s

-06° 08′ 37″

7,6

14,0

17,124

Cefeide

BF Ophiuchi

17h 06m 05s

-26° 34′ 50″

6,93

7,71

4,0678

Cefeide

V1010 oph

16h 49m 28s

+15° 40′ 05″

6,1

7,0

0,6614 Eclisse a contatto

V2048 Ophiuchi (66 Oph)

18h 00m 16s

+04° 22′ 07″

4,55

4,85

-

Irregolare

V2105 Ophiuchi

16h 27m 43s

-07° 35′ 53″

5,0

5,38

-

semiregolare

V2113 Ophiuchi

17h 19m 47s

+02° 08′ 22″

6,59

6,81

-

Semiregolare

V2114 Ophiuchi

17h 27m 44s

+08° 26′ 31″

6,40

6,51

18:

Semiregolare

χ Ophiuchi

16h 27m 02s

-18° 27′ 22″

4,22

5,0

-

Irregolare

Ofiuco

82

Oggetti del profondo cielo L'Ofiuco è una grande costellazione, la cui parte meridionale ricade sulla Via Lattea, in direzione del centro galattico. Ciò fa sì che siano presenti, e in notevole numero, oggetti celesti come ammassi aperti e, soprattutto, ammassi globulari. Tra gli ammassi aperti vanno citati IC 4665 e NGC 6633, posti entrambi a nord, vicino al confine con Ercole e l'Aquila; il primo è anche il più appariscente, visibile come una macchia chiara anche ad occhio nudo, mentre un semplice binocolo ne risolve tutte le componenti. Il secondo è invece più difficile da sciogliere con piccoli strumenti e occorre un telescopio per osservarne le componenti.

La Nebulosa Pipa e i vari complessi nebulosi oscuri dell'Ofiuco.

Fra gli ammassi globulari, uno dei più notevoli è M62, posto a sud, vicino al confine con lo Scorpione; risalendo verso nord, si individua, 10 gradi ad est di Antares, M19. A sud-ovest di η Ophiuchi è visibile M9 e nei pressi di ζ Ophiuchi M107. I restanti sono posti nella parte boreale della costellazione, in un'area priva di stelle luminose, e sono M10, M12 e M14. tutti questi oggetti sono facilmente individuabili anche con un piccolo telescopio, mentre occorre uno strumento potente per risolvere parte delle loro componenti. Nell'Ofiuco sono presenti anche altri ammassi globulari, ma sono in genere meno appariscenti e individuabili solo con strumenti piuttosto potenti.

Una particolarità la offre la Nebulosa Pipa, una nebulosa oscura, ben visibile in direzione del centro galattico, vicino al confine con il Sagittario; essa maschera completamente la luce del bulge galattico, ed appare connessa a nord con un altro sistema di nubi oscure, la cui forma ricorda quella di un animale, al punto che l'intero complesso nebuloso ha preso il nome di Nebulosa Cavallo Nero. Verso ovest invece, dei tenui filamenti oscuri collegano la struttura alla regione nebulosa di Antares. Fra gli oggetti extragalattici infine va menzionata la peculiare galassia doppia NGC 6240. Principali oggetti non stellari Nome

Coordinate equatoriali all'epoca J2000.0

[4] [5] [2]

Tipo

Magnitudine

Dimensioni apparenti (in primi d'arco)

AR

Dec

M107

16h 32m 32s

-13° 03′ :

Ammasso globulare

7,9

13

M12

16h 47m 15s

-01° 57′ :

Ammasso globulare

6,7

16

M10

16h 57m 09s

-04° 06′ :

Ammasso globulare

6,6

20

M62

17h 01m 13s

-30° 07′ :

Ammasso globulare

6,5

15

M19

17h 02m 38s

-26° 16′ :

Ammasso globulare

6,8

17

NGC 6284

17h 04m 29s

-24° 46′ :

Ammasso globulare

9,0

5,6

NGC 6309

17h 14m 04s

-12° 55′ :

Nebulosa planetaria

11,0

1,1

M9

17h 19m 12s

-18° 31′ :

Ammasso globulare

7,7

12

Nome proprio

Ofiuco

83 LDN 1773

17h 30m :

-26° :

Nebulosa oscura

-

500 x 140

M14

17h 37m 36s

-03° 15′ :

Ammasso globulare

7,6

11

IC 4665

17h 46m :

-05° 43′ :

Ammasso aperto

4,2

70

NGC 6572

18h 12m 06s

+06° 51′ 13″

Nebulosa planetaria

9,0

0,1

NGC 6633

18h 27m :

-06° 34′ :

Ammasso aperto

4,6

27

Nebulosa Pipa

Sistemi planetari L'Ofiuco contiene alcuni sistemi planetari conosciuti; in quasi tutti i casi il sistema è composto da un solo pianeta noto, un gigante gassoso. In particolare, HD 149143 possiede un pianeta gioviano caldo. GJ 1424 invece possiede una super Terra. Dai telescopi dell'Eso in Cile sono stati scoperti nella costellazione due "oggetti planetari", una coppia di pianeti senza stella battezzati OPH 1622. Si trovano a 400 anni luce circa di distanza dalla Terra, hanno massa pari a circa 7 e 14 volte quella di Giove e sono distanti fra loro 6 volte la distanza che separa il Sole da Plutone. La cosa più interessante è che questa scoperta mette in discussione le precedenti teorie sulla formazione dei pianeti, che prevedono che essi si possano formare soltanto in presenza di una stella. Tale teoria prevede che i pianeti vaganti siano soltanto quelli sfuggiti alla gravità della propria stella, ma la scoperta di una coppia di questi mette in discussione alcuni aspetti delle dinamiche contemplate in questa teoria. [1]

Sistemi planetari Nome del sistema

Coordinate equatoriali all'epoca J2000.0 Magnitudine

Tipo di stella

Numero di pianeti confermati

AR

Dec

HD 148427

16h 28m 28s

-13° 23′ 59″

6,90

Subgigante arancione

1 (b)

HD 149143

16h 32m 51s

+02° 05′ 05″

7,90

Subgigante gialla

1 (b)

GJ 1214

17h 15m 19s

+04° 57′ 50″

14,67

Nana rossa

1 (b)

HD 156846

17h 20m 35s

-19° 20′ 02″

6,51

Nana gialla

1 (b)

HD 170469

18h 29m 11s

+11° 41′ 44″

8,21

Subgigante gialla

1 (b)

HD 171028

18h 32m 15s

+06° 46′ 45″

8,31

Nana gialla

1 (b)

COROT-6

18h 44m 18s

+06° 39′ 48″

13,9

Nana bianco-gialla

1 (b)

Ofiuco

Mitologia Ofiuco rappresenta un uomo con un enorme serpente avvolto attorno alla vita. Egli tiene la testa del serpente nella mano sinistra e la coda nella mano destra. Il serpente è rappresentato dalla costellazione del Serpente. I Greci lo identificarono con Asclepio, il dio della medicina. Asclepio era figlio di Apollo e di Coronis (sebbene qualcuno sostenga che sua madre fosse Arsinoe). La leggenda narra che Coronis tradì Apollo con un mortale, Ischys, mentre era incinta di un figlio di Apollo. Un corvo, uccello che fino a quel momento era stato candido, portò al dio la brutta notizia ma invece della ricompensa che si aspettava fu maledetto dal dio che lo fece diventare nero. In un impeto di gelosia Apollo colpì Coronis con una Ofiuco tiene con entrambe le mani un enorme Serpente nell'illustrazione dell'Atlas Coelestis di John Flamsteed. Il freccia. Piuttosto che vedere il suo bambino morire con lei, Serpente è la sola costellazione a essere divisa in due metà. il dio strappò il feto dal grembo della madre mentre le fiamme della pira funeraria l'avvolgevano, e lo affidò a Chirone, il centauro saggio (rappresentato nel cielo dalla costellazione del Centauro). Chirone allevò Asclepio come un figlio e gli insegnò le arti della guarigione e della caccia. Asclepio divenne talmente abile nella medicina che non solo riuscì a salvare vite umane, ma anche a resuscitare i morti. Una volta, a Creta, Glauco, il giovane figlio del re Minosse, mentre stava giocando cadde dentro un barattolo di miele e vi annegò. Asclepio era intento a osservare il corpo di Glauco, quando un serpente si avvicinò. Lui prontamente l'uccise con il suo bastone; allora si fece avanti un altro serpente con in bocca un'erba che depose sul corpo di quello morto, che magicamente ritornò in vita. Asclepio prese la stessa erba e la pose sul corpo di Glauco, e l'effetto magico si ripeté. (Robert Graves sostiene si trattasse di vischio che per gli antichi aveva forti proprietà rigenerative.) A causa di quest'incidente, dice Igino, Ofiuco è rappresentato in cielo con in mano un serpente, che è divenuto il simbolo del recupero della salute per la caratteristica che i serpenti hanno di cambiare pelle ogni anno, come se ogni volta rinascessero. Altri, però, dicono che Asclepio ricevette dalla dea Atena il sangue di Medusa la Gorgone. Il sangue che sgorgava dalle vene del suo fianco sinistro era velenoso, ma quello del fianco destro aveva il potere di fare risorgere i morti. Uno degli uomini che si suppone Asclepio abbia resuscitati fu Ippolito, figlio di Teseo, che morì precipitando dal suo carro (qualcuno lo identifica con la costellazione dell'Auriga). Mentre prendeva le erbe guaritrici, Asclepio toccò per tre volte il torace del ragazzo, pronunciando parole propiziatrici ed Ippolito sollevò la testa. Ade, dio del Mondo dell'Oltretomba, si rese presto conto che il flusso di anime morte nel suo regno si sarebbe drasticamente ridotto se questa tecnica fosse diventata di conoscenza comune. Protestò presso Zeus, il dio suo fratello, e quello colpì Asclepio con la folgore. Apollo si sentì oltraggiato per il trattamento severo riservato a suo figlio e si vendicò uccidendo i tre Ciclopi che forgiavano le folgori di Zeus. Per placare Apollo, Zeus rese Asclepio immortale (date le circostanze non era certo possibile riportarlo in vita) e lo pose fra le stelle come costellazione di Ofiuco. La stella più brillante di Ofiuco è Alfa di Ofiuco di II grandezza e si chiama Rasalhague che in arabo vuol dire «la testa di colui che raccoglie il serpente». Beta di Ofiuco è Cebalrai, dall'arabo «il cane del pastore»; in questa zona di cielo gli Arabi vedevano un pastore (la stella Alfa di Ofiuco) con il suo cane e delle pecore. Delta ed Epsilon di Ofiuco si chiamano Yed Prior e Yed Posterior, due nomi composti, formati dall'arabo al-yad, che significa «la mano», uniti alle parole latine Prior e Posterior, aggiunte per dare il significato di parte «anteriore» e «posteriore» della mano.

84

Ofiuco

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Storia Questa costellazione, conosciuta fin dall'antichità, è una delle 48 costellazioni descritte da Tolomeo. È anche conosciuta come Serpentario (in latino Serpentarius). Uno degli eventi storici più importanti per Ofiuco fu l'esplosione di supernova che apparve il 10 ottobre 1604 vicino a θ Ophiuchi. Fu osservata da Johannes Kepler, ed ebbe quindi il nome di Stella di Keplero. Kepler pubblicò i suoi risultati in un libro chiamato De stella nova in pede Serpentarii. Galileo usò questa breve apparizione come prova contro il dogma aristotelico dell'immutabilità dei cieli. Questa supernova comparve appena 32 anni dopo che un'altra era esplosa in Cassiopea, osservata da Tycho Brahe. L'ultima prima di allora era stata osservata nel 1054, e dopo Keplero nessun'altra fu osservata fino al 1987 (vedi Supernova 1987a). La sonda Voyager 1 si sta dirigendo verso la costellazione dell'Ofiuco e approssimativamente tra 40.000 anni passerà ad una distanza di circa 1,6 anni luce dalla stella AC+793888.

Note [1] Result for various objects (http:/ / simbad. u-strasbg. fr/ simbad/ ). SIMBAD. URL consultato il 4 giugno 2009. [2] Alan Hirshfeld, Roger W. Sinnott, Sky Catalogue 2000.0: Volume 2: Double Stars, Variable Stars and NonstellarObjects, Cambridge University Press, aprile 1985. ISBN 0-521-27721-3 [3] The International Variable Stars Index - AAVSO (http:/ / www. aavso. org/ vsx/ index. php?view=search. top) in Results for various stars. URL consultato il 20 giugno 2009. [4] The NGC/IC Project Public Database (http:/ / www. ngcicproject. org/ pubdb. htm) in Results for various objects. URL consultato il 20 giugno 2009. [5] NASA/IPAC Extragalactic Database (http:/ / nedwww. ipac. caltech. edu/ ) in Results for various stars. URL consultato il 20 ottobre 2006.

Bibliografia • (EN) Michael E. Bakich, The Cambridge Guide to the Constellations, Cambridge University Press, 1995. ISBN 0-521-44921-9 • (EN) Milton D. Heifetz; Wil Tirion, A Walk through the Heavens: A Guide to Stars and Constellations and their Legends, Cambridge University Press, 2004. ISBN 0-521-54415-7 • AA.VV., Astronomia - Dalla Terra ai confini dell'Universo, Fabbri Editori, 1991.

Voci correlate • Ofiuco (astrologia)

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Sagittario (astrologia)

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Sagittario (astrologia) Sagittario

Elemento

Fuoco

Qualità

Mobile

Domicilio

Giove

Esilio

Mercurio

Secondo l'astrologia occidentale, il Sagittario è un segno zodiacale mobile e di fuoco. È governato da Giove. È opposto al segno dei Gemelli. In questo segno Mercurio è in fase di esilio. Il metallo del segno è lo stagno, l'animale è il cavallo, la pietra associata è il turchese, il colore il blu, le specie vegetali sono la rosa rossa e il garofano. Nell'anatomia umana il segno del sagittario governa i fianchi, le cosce e la zona sacrale. Geograficamente è legato a Spagna, Arabia, Ungheria, Messico ed Australia. Il Sole si può trovare nel segno del Sagittario circa nel periodo che va dal 22 novembre al 21 dicembre.[1] Il periodo esatto varia di anno in anno e per stabilire la sua posizione nei giorni estremi è necessario consultare le effemeridi. Sagittario

Note [1] sagittario (http:/ / www. treccani. it/ portale/ opencms/ Portale/ services/ searchTitle. jsp?cercaTesto=sagittario& searchIn=V& cercaTestoVis=& x=0& y=0) su Treccani online.

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Capricorno (astrologia)

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Capricorno (astrologia) Capricorno

Elemento

Terra

Qualità

Cardinale

Domicilio

Saturno

Esaltazione Marte Esilio

Luna

Caduta

Giove

Secondo l'astrologia occidentale, il Capricorno è un segno zodiacale cardinale e di terra governato da Saturno. In questo segno Marte si trova in esaltazione, la Luna in esilio, Giove in caduta. È opposto al segno del Cancro.

Simbologia del segno Il metallo associato al segno è il piombo, il suo colore è il nero, il suo minerale l'onice e il suo fiore il caprifoglio, il suo animale è il gufo, il suo giorno il sabato, la pianta attribuita al segno è l'amaranto. I suoi punti vulnerabili sono le ossa, le articolazioni e in particolare le ginocchia. Il Sole si può trovare nel segno del Capricorno nel periodo che va dal 22 dicembre al 20 gennaio.[1] Il periodo esatto varia di anno in anno e per stabilire la sua posizione nei giorni estremi è necessario consultare le effemeridi.

Capricorno

Tratti caratteristici Secondo la tradizione astrologica, le persone con posizioni di rilievo in questo segno zodiacale presentano una tendenza al distacco e all'introversione. Sono ombrose e pessimiste, ma profonde, responsabili e affidabili nell'amicizia. La loro indole ambiziosa le porta a perseguire i loro obiettivi con determinazione. Sono dotate di pazienza, costanza e serietà. Con le persone care amano rapportarsi in maniera paritaria ed onesta. Di conseguenza sono poco tolleranti verso l'inganno e la menzogna, e difficilmente le perdonano. Dotate di una naturale autorevolezza, suscitano facilmente il rispetto degli altri, in particolare sul lavoro. In amore sono seri e concreti.

Capricorno (astrologia)

Note [1] capricorno (http:/ / www. treccani. it/ portale/ opencms/ Portale/ services/ searchTitle. jsp?cercaTesto=capricorno& searchIn=V& cercaTestoVis=& x=0& y=0) su Treccani online.

Bibliografia • Helene Kinauer Saltarini, Gli astri e la salute: manuale di astrologia, De Vecchi Editore, 1980

Voci correlate • Capricorno (costellazione)

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Aquario (astrologia)

89

Aquario (astrologia) Aquario

Elemento

Aria

Qualità

Fisso

Domicilio

Urano e Saturno

Esaltazione Nettuno Esilio

Sole

Caduta

Y

Secondo l'astrologia occidentale, l'Aquario è l'undicesimo segno zodiacale fisso e d'aria. È governato da Urano e da Saturno. In questo segno, secondo lo schema dei domicili tolemaici, il Sole si trova in esilio. Si trova spesso scritto anche Acquario, ma la preferenza va alla forma Aquario in quanto è il nome della costellazione da cui il segno zodiacale prende il nome.

Simbologia del segno I metalli del segno sono il platino, oro ed il piombo, uranio. Il giorno è il sabato, le pietre sono lo zaffiro e l'ametista, il fiore il geranio e l'orchidea, il colore l'azzurro, l'animale il gabbiano.

Tratti caratteristici

Aquario

Le persone con posizioni di rilievo in questo segno zodiacale hanno un'intelligenza proiettata verso il futuro e uno spirito fortemente innovatore (tra i personaggi famosi nato con il sole in questo segno troviamo ad esempio Charles Darwin e Jules Verne). Questa stessa predisposizione per la dimensione speculativa e cerebrale li porta ad una forma di distacco dall'io che investe in modo non sempre positivo anche la sfera affettiva. Instabili dal punto di vista amoroso, hanno un forte senso dell'amicizia e del lavoro di gruppo. I nati sotto questo segno sentono molto la necessità di essere liberi e questo li porta ad assolvere meglio al loro destino nei rapporti basati sull'amicizia; le loro amicizie sono molto ponderate e sentite, non si tratta di qualcosa che essi concedono a tutti. Freddi, razionali, idealisti e dalla mente aperta, hanno uno spiccato spirito umanitario che li rende i più altruisti dello zodiaco. Il segno dell'Aquario ha acquisito una particolare notorietà a partire degli anni sessanta quando ha avuto inizio la cosiddetta Era dell'Aquario. Esistono tuttavia pareri discordanti riguardo all'inizio delle ere astrologiche: secondo alcuni astrologi quella dell'Aquario inizierà il 21 dicembre 2012, nel 2150 o addirittura nel 2660. Il Sole si può trovare nel segno dell'Aquario nel periodo che va dal 21 gennaio al 19 febbraio.[1] Il periodo esatto varia di anno in anno e per stabilire la sua posizione nei giorni estremi è necessario consultare le effemeridi.

Aquario (astrologia)

Note [1] aquario (http:/ / www. treccani. it/ portale/ opencms/ Portale/ services/ searchTitle. jsp?cercaTesto=aquario& searchIn=V& cercaTestoVis=& x=0& y=0) su Treccani online.

Bibliografia • Omraam Mikhaël Aïvanhov: L'Acquario e l'arrivo dell'Età d'Oro – Ed. Prosveta 2008

Voci correlate • Aquario (costellazione)

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90

Pesci (astrologia)

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Pesci (astrologia) Pesci

Elemento

Acqua

Qualità

Mobile

Domicilio

Nettuno e Giove

Esaltazione Luna Esilio

Mercurio

Caduta

Urano

Secondo l'astrologia occidentale, i Pesci sono un segno zodiacale mobile e d'acqua, governato dai pianeti Nettuno e Giove. In questo segno Luna si trova in esaltazione, Mercurio in esilio, Urano in caduta. È opposto al segno della Vergine. Il metallo associato al segno è lo stagno, le pietre sono il quarzo ialino e l'ametista, il fiore è il glicine. Le persone con posizioni di rilievo in questo segno zodiacale sono considerate creative e sognatrici. Naturalmente portate a lasciarsi assorbire in una dimensione mistica e poetica, tendono a cercare la stabilità affettiva e lavorativa come una forma di contrappeso alla loro instabilità emotiva. Il loro universo interiore di creature acquatiche resta tuttavia inafferrabile e, in particolare, si mantiene refrattario all'indagine razionale. Apparentemente deboli, sono dotate di grande sopportazione delle difficoltà, anche se spesso si Pesci lasciano travolgere dai problemi senza opporre resistenza. Come genitori sono apprensivi e insicuri, ma accondiscendenti, amorevoli e sempre pronti ad aiutare i loro figli. Romantici e ascoltatori, sono i più fidati ed empatici dello zodiaco. L'instabilità emotiva è raffigurata nell'iconografia del segno. Due pesci legati l'un l'altro dove uno punta verso il basso del fondo e del buio mentre l'altro punta verso l'alto e la luce. A volte prende il sopravvento uno a volte l'altro. Il Sole si può trovare nel segno dei Pesci circa nel periodo che va dal 20 febbraio al 20 marzo.[1] Il periodo esatto varia di anno in anno e per stabilire la sua posizione nei giorni estremi è necessario consultare le effemeridi.

Pesci (astrologia)

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Note [1] pesce (http:/ / www. treccani. it/ portale/ opencms/ Portale/ services/ searchTitle. jsp?cercaTesto=pesci& searchIn=V& cercaTestoVis=& x=0& y=0) su Treccani online.

Voci correlate • Pesci (costellazione)

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12 (numero) 12 Cardinale

Dodici

Ordinale

Dodicesimo, -a

Fattorizzazione

12 = 22 × 3

Numero romano

XII

Numero binario

1100

Numero esadecimale C

Valori di funzioni aritmetiche φ(12) = 4 τ(12) = 6 σ(12) = 28 π(12) = 5 μ(12) = 0 M(12) = -2

Dodici (cf. latino duodecim, greco δώδεκα) è il numero naturale che segue l'11 e precede il 13.

Proprietà matematiche • È un numero composto, coi seguenti divisori: 1, 2, 3, 4 (= 22) e 6 (= 3 · 2). Poiché la somma dei divisori è 16 > 12, è un numero abbondante. • Di conseguenza, un numero è divisibile per 12 se e solo se è divisibile sia per tre che per quattro (= 22). • È un numero altamente composto. • È un numero n con più soluzioni all'equazione φ(x) = n che qualsiasi numero più basso. • È un numero pentagonale. • È un numero sublime. • È un numero di Harshad. • È il più piccolo numero semi-perfetto, cioè uguale alla somma di alcuni suoi divisori. • Per la sua qualità matematica di essere divisibile sia per 2 che per tre o per quattro, spesso il 12 viene impiegato in sistemi di misura di ogni tipo per esprimere unità superiori (ad esempio nell'antica Roma la libbra da 12 once, o il piede anglosassone da 12 pollici).

12 (numero)

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Il 12 in geometria • Il poligono con dodici lati è detto dodecagono. • Il solido con dodici facce è detto dodecaedro. • 12 è il numero di spigoli di un cubo.

Chimica • È il numero atomico del magnesio (Mg).

Un dodecaedro

Astronomia • 12 Victoria è il nome di un asteroide battezzato così in onore di Vittoria dea romana della vittoria.

Simbologia «Il dodici segna l'ingresso nella pubertà e dunque induce l'idea di una trasformazione radicale [...che] si fonda su un passaggio molto difficile e faticoso che è il solo che davvero porta a crescere. È per questo che il dodici traduce implicitamente gli ostacoli, i passaggi difficili, gli enigmi da risolvere. Nella maggior parte delle società, i riti iniziatici, destinati a far accedere allo stato di adulto, si praticano nel dodicesimo anno di età.»[1] È il numero che ricorre per eccellenza a indicare la gestione e il governo d'una variante delle tre metafisiche speciali di Christian Wolff (1679 - 1754): 1. il corpo (anatomia); 2. il mondo sia fisico (calendario, zodiaco, musica) che comunitario (diritto giuridico); 3. l'ambito spirituale (mitologia, religione).

Anatomia umana • 12 è il numero di paia dei nervi cranici. • 12 è il numero delle vertebre toraciche. • 12 è il numero di paia delle costole.

Calendario • 12 sono i mesi (le lunazioni complete) in un anno solare. • 12 sono i segni dello zodiaco con cui si divide in altro modo l'anno. • Un giorno viene diviso in 12 ore antimeridiane e 12 pomeridiane, così come la circonferenza del quadrante dell'orologio.

Astrologia • Dodici è il numero dei segni dello zodiaco "occidentale", cinese, indiano... • Dodici anni circa è il tempo che impiega Giove per compiere il giro dello zodiaco. Per questo il dodicesimo anno di vita corrisponde al primo ritorno di Giove nella posizione natale.

12 (numero)

Musica • Nel sistema musicale occidentale per convenzione 12 semitoni formano un'ottava.

Diritto • Nel diritto romano, una tra le prime codificazioni scritte è rappresentata dalle leggi delle XII tavole. • "I dodici" era il nome, in questa forma assoluta o con ulteriori specificazioni, di antiche magistrature locali italiane, composte appunto di dodici persone. Ad esempio "i dodici del popolo" di Pisa nei secoli 13º-14º, "i dodici" di Siena nel secolo 14º, "i dodici procuratori" di Firenze durati dal 1480 al 1494, "il collegio dei dodici" di Venezia durato dal 1548 al 1780.[2] • Nel maggio 1793 il Girondino Bertrand Barère fece istituire la "Commissione dei dodici", incaricata di indagare sugli arresti effettuati dalla Municipalità parigina per opporsi al crescente potere della Comune di Parigi. • Nel processo penale anglosassone, la giuria si compone tipicamente di 12 giurati (ma in Scozia sono 15).

Mitologia • Nella mitologia greca gli dèi principali del monte Olimpo sono dodici. • Secondo diversi autori, nella mitologia greca il numero dei Titani e delle Titanesse era di dodici. • Nella mitologia greca Eracle, poi Ercole nella mitologia romana, affronta e supera dodici fatiche. • In alcuni racconti, i cavalieri della Tavola rotonda alla corte di re Artù sono dodici.

Religione • Bibbia • • • • • •

• • • •

Nelle religioni bibliche, dodici è il numero dei figli di Giacobbe/Israele. Da tali patriarchi discendono le dodici tribù di Israele. Dodici è il numero dei profeti minori biblici. Il ritrovamento di Gesù al Tempio in mezzo ai sapienti avviene quando ha dodici anni (Luca 2, 41-47 [3]). Gesù chiamò a sé dodici apostoli (Marco 3, 13 [4]). Nell'Apocalisse di Giovanni, al versetto 12, 1 [5] appare «un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle». Arsène Heitz, cui è solitamente attribuita la bozza che è stata accolta come bandiera europea, ha successivamente fornito una spiegazione in chiave biblica del suo disegno, facendo riferimento a questa descrizione.[6] Sempre nell'Apocalisse di Giovanni, al versetto 4, 4 [7] i vegliardi che attorniano il trono di Dio sono 24 (12x2). Ancora nell'Apocalisse di Giovanni, ai versetti 7, 4; 14, 1.3 [8] è presente il numero 144000, cioè 12x12x1000, come quello dei «redenti della terra». La Gerusalemme celeste ha dodici porte (Apocalisse 21, 12.21 [9]). «In mezzo alla piazza della città e da una parte e dall'altra del fiume si trova un albero di vita che dà dodici raccolti e produce frutti ogni mese; le foglie dell'albero servono a guarire le nazioni» (Apocalisse 22, 2 [10]).

• Via Crucis Secondo la Via Crucis tradizionale, la dodicesima stazione corrisponde alla morte di Gesù. • Apocrifi In racconti apocrifi, Lucifero viene indicato come un angelo con 12 ali. • Religione nuragica Nella religione nuragica della Sardegna della fine dell'età del bronzo, religione molto vicina a quella cananea delle origini, il 12 era un numero assai frequente per esprimere il disco o la luce solare di YHWH. Lo attestano ormai numerosi documenti sardi rinvenuti a far data dal 1995, anno in cui furono rinvenute le ormai famose tavolette

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12 (numero) bronzee di Tzricotu di Cabras. Il numero era spesso affiancato dal numero 'tre', ovvero dal segno commentatore (hē) e dal sette con il significato di 'Santo'. Ragion per cui scrivere numericamente 'sette, dodici, tre' voleva significare 'Santo Sole Lui'. L'espressione è rimasta ancora nel sardo odierno (in area linguistica campidanese): Su (issu) Santu Doxi! Si usa come moto di stizza ed equivale all'italiano 'Per Dio!'. Nell'area in variante logudorese si usa invece l'espressione, ugualmente su base numerica sette, 'Zesù Sette'! Ovvero Gesù Santo. Appare evidente che il 'Gesù' è stato introdotto al posto del 'Dodici' in periodo di cristianizzazione della Sardegna e che l'espressione del campidanese (variante del Sud dell'isola) è quella originaria. • Religione norrena Nella religione norrena, 12 erano i sacerdoti (díar o drótnar) che presiedevano il centro di culto Ásgarðr.

Bandiere • La bandiera dell'Europa raffigura dodici stelle dorate disposte in cerchio su campo blu. Il loro numero è assunto a simbolo di completezza: «come i dodici segni dello zodiaco rappresentano l'intero universo, le dodici stelle d'oro rappresentano tutti i popoli d'Europa».[11] Il numero 12 è stato scelto, inoltre, perché tradizionalmente associato anche alla perfezione ed all'unità.[12]

Cinema • "12" è il titolo del film russo diretto da Nikita Mikhalkov che ha avuto una nomination per il Leone d'Oro al Festival di Venezia del 2007.

Smorfia • Nella Smorfia il numero 12 è il soldato.

Telefonia • 12 era il numero del call center della vecchia Sip, azienda nazionale telefonica italiana. Componendo il 12 si potevano richiedere, al prezzo di cinque scatti telefonici, informazioni sui numeri di telefono degli abbonati Sip.

Note [1] Corinne Morel, Dizionario dei simboli, dei miti e delle credenze, Firenze, Giunti Editore, 2006, p. 302. ISBN 88-09-04071-6; ISBN 978-88-09-04071-7. [2] Cf. Treccani Portale (http:/ / www. treccani. it/ Portale/ elements/ categoriesItems. jsp?pathFile=/ sites/ default/ BancaDati/ Vocabolario_online/ D/ VIT_III_D_035602. xml). [3] http:/ / www. laparola. net/ wiki. php?riferimento=Lc2%2C+ 41-47& formato_rif=vp [4] http:/ / www. laparola. net/ wiki. php?riferimento=Mc3%2C+ 13& formato_rif=vp [5] http:/ / www. laparola. net/ wiki. php?riferimento=Ap12%2C+ 1& formato_rif=vp [6] (EN) The European Commission and religious values (http:/ / www. economist. com/ printedition/ PrinterFriendly. cfm?Story_ID=3332056). The Economist, 28-10-2004. URL consultato il 27-11-2009. [7] http:/ / www. laparola. net/ wiki. php?riferimento=Ap4%2C+ 4& formato_rif=vp [8] http:/ / www. laparola. net/ wiki. php?riferimento=Ap7%2C+ 4%3B+ 14%2C+ 1. 3& formato_rif=vp [9] http:/ / www. laparola. net/ wiki. php?riferimento=Apocalisse+ 21%2C+ 12. 21& formato_rif=vp [10] http:/ / www. laparola. net/ wiki. php?riferimento=Apocalisse+ 22%2C+ 2& formato_rif=vp [11] (EN) Thirty-sixth meeting of the ministers' deputies: resolution (55) 32 (http:/ / www. coe. int/ t/ dgal/ dit/ ilcd/ Historical_Content/ flag/ 55x32. pdf) (pdf). Council of Europe. URL consultato il 20-02-2008.

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12 (numero)

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[12] La bandiera europea (http:/ / europa. eu/ abc/ symbols/ emblem/ index_it. htm). Europa, il portale dell'Unione europea. URL consultato il 27-11-2009.

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Case (astrologia) In astrologia le case (o campi, o settori) sono una suddivisione della carta natale di una persona, graficamente identificabili come spicchi all'interno di un cerchio (lo Zodiaco) che rappresenta l'oroscopo personale, ossia una fotografia del cielo al momento della nascita di una persona, in cui sono collocati i pianeti nei vari segni. Esse rappresentano il percorso del sole e dei pianeti nell'arco di una giornata, dall'alba di un giorno all'alba successiva. Questo perché la rotazione della terra su se stessa causa la rotazione apparente del cielo, e quindi anche dei settori zodiacali. Ogni 2 ore circa un nuovo settore zodiacale sorge ad Est e il settore opposto tramonta ad Ovest, possiamo immaginare questa rotazione come quella di un disco orario. La posizione occupata dai pianeti è detta domificazione, quindi essi si troveranno in una particolare posizione rispetto alla linea dell'orizzonte delimitata dall'asse Ascendente - Discendente o alla linea Zenith - Nadir identificata con l'asse verticale Medium Coeli - Imum Coeli. Le case sono 12 come i segni zodiacali e si contano in senso antiorario. La prima casa coincide con l'Ascendente, ossia il segno che si situa ad Oriente, opposta al Discendente - VII casa che segnala il tramonto. In ordine segue la IV casa o Imum Coeli opposta alla X casa o Medium Coeli. La quarta casa è identificabile con il Nadir, ossia il punto opposto al luogo di osservazione. La X casa corrisponde allo Zenith. È da notare che le case principali suddette, dette angoli, sono spesso menzionate con il numero romano (I, IV, VII e X casa), mentre le restanti sono indicate con i numeri arabi (2º casa, 3º casa, ecc.)

Storia Il primo esempio storico di suddivisione dello Zodiaco in case lo troviamo del Tetrabiblos di Tolomeo. Casa

Nome

Casa 7

Nome

1

Oroscopo

Occidente

2

Il cancello dell'Ade 8

Inizio della morte

3

La dea sum

9

Dio

4

Imum Coeli

10

Medium Coeli

5

La buona sorte

11

Demone buono

6

La cattiva sorte

12

Demone cattivo

Metodi di calcolo delle case Il calcolo delle case, o domificazione, si fa utilizzando appositi calendari compilati secondo diversi criteri matematici; tra i tanti metodi utilizzati sono diffusi quello di Placidus, di Koch, di Regiomontano, Bachmann o il sistema delle case uguali di Huber, secondo cui si calcola la posizione dell'Ascendente e tutte le altre case si troveranno allo stesso grado nei segni successivi. Esempio, se l'ascendente è a 12º del Toro, la 2ª casa sarà a 12º dei Gemelli e cosi via, ma il passaggio da una casa all'altra non è schematico e regolare come per i segni che hanno tutti ampiezza pari a 30º, per cui è preferibile usare un metodo diverso da quello di Huber, solitamente quello di Placidus

Case (astrologia)

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è il più diffuso, ma all'equatore, dove la durata del giorno e della notte è sempre la stessa, le case hanno tutte la stessa estensione.

Suddivisione del grafico zodiacale All'interno di un oroscopo spiccano due grandi suddivisioni che dividono in quattro quadranti il grafico: l'orizzonte, visibile orizzontalmente e che delinea l'asse ascendente-discendente e il meridiano, visibile verticalmente, che delinea Il Medio Cielo o Medium Coeli (MC) e il Fondo Cielo o Imum Coeli (IC). La parte sopra l'orizzonte è la parte superiore e diurna, a cui corrisponde la parte sinistra del corpo, quella sotto l'orizzonte è la parte inferiore e notturna a cui corrisponde la parte destra del corpo. A a seconda della collocazione dei pianeti sotto o sopra l'orizzonte, gli astrologi effettuano le loro interpretazioni della personalità. Suddivisione delle case in un oroscopo

I quattro quadranti sono a loro volta suddivisi in tre settori per un totale di dodici case.

Significato delle case La prima casa è l'Ascendente di una persona e rappresenta il suo modo di presentarsi agli altri, la prima impressione che diamo di noi stessi, il nostro biglietto da visita. È la nostra personalità immediata, la nostra indole, il nostro istinto e fornisce anche informazioni sul nostro aspetto fisico. Spesso si riesce ad indovinare più facilmente l'ascendente di una persona piuttosto che il suo segno solare. La seconda casa è la casa dei valori concreti che abbiamo intorno a noi e su cui possiamo contare, un tempo identificabili con la terra, oggi con il denaro, i beni materiali e le necessità primarie come il cibo, la gelosia come possessività della persona amata, l'immediato futuro e la necessità di sopravvivenza e di sostentamento. La terza casa è l'ambiente circostante immediatamente vicino a noi e come lo viviamo, è la casa dei fratelli, dei cugini, degli zii, degli amici più cari e dei colleghi di lavoro, della socievolezza e della curiosità verso quanto ci circonda, delle pubbliche relazioni, del nostro modo di esprimerci e di parlare. È anche la casa dei piccoli viaggi, degli studi adolescenziali. La quarta casa o Imum Coeli (IC) è la famiglia, l'ambiente di origine in cui siamo cresciuti, il focolare domestico, i genitori, la nostra infanzia e il modo in cui tutto questo ha condizionato il nostro essere, è la casa delle tradizioni e dei legami ancestrali, della memoria e del nostro modo di fermare il tempo, ad esempio collezionando qualcosa. Può esser interpretata come percezione soggettiva, mentre altre teorie sostengono che illustri la situazione oggettiva. Di fatto l'una condiziona l'altra. La quinta casa è quella della voglia di vivere e divertirsi, del potenziale creativo e della capacità di lasciare un segno, un'opera letteraria o un'opera d'arte, ma anche senso creativo inteso come carica erotica e sessuale, procreazione, e per esteso educazione dei propri figli. È anche la casa degli eccessi e dell'atteggiamento nei confronti dei rischi, come può essere il gioco d'azzardo. La sesta casa è il dovere, le regole da rispettare, la routine quotidana e il modo di affrontarla, il lavoro di tutti i giorni, l'adattamento verso il quotidiano e le sue regole, la disciplina e il rispetto degli altri ma anche di noi stessi. Quindi è anche la cura che abbiamo del nostro corpo e la nostra salute, come curiamo i nostri malanni e il nostro aspetto, per esteso il nostro modo di abbigliarci. La settima casa o Discendente inizia la sequenza delle case al di sopra dell'orizzonte e i significati si contrappongono alle precedenti. La settima, opposta all'Io-ascendente è la casa degli Altri, del nostro modo di legarci

Case (astrologia) a loro, ad es. con una società per affari, è la casa della convivenza, delle scelte di responsabilità, dei contratti, incluso il matrimonio, è la collettività e il modo in cui viviamo le reazioni con il prossimo. L'ottava casa opposta alla seconda-denaro e avere, rappresenta il denaro che avremo, magari in eredità, come sapremo gestire la nostra situazione economica futura, quindi rappresenta anche il denaro nel senso di "dare": debiti, rate, mutui. È una casa misteriosa, profonda, occulta, è il sacrificio, il significato che diamo alla morte, ma è anche potenziale creativo, fascino, magnetismo, l'inconscio e l'attrazione per l'occulto, la realizzazione spirituale. Può essere vita o morte, sacrificio o indulgenza. Al negativo rappresenta la segretezza, gli amori nascosti, il mistero, la falsità. La nona casa opposta alla terza-ambiente circostante, rappresenta l'ambiente lontano, i lunghi viaggi, l'estero e il modo di relazionarci con le persone straniere. È anche la casa dei viaggi mentali e dell'evasione attraverso discipline filosofiche, dell'etica, degli studi superiori, del clero, degli ideali. La decima casa o Medium Coeli (MC) è il punto più alto dello Zodiaco ed è opposta alla quarta-origini. Rappresenta la realizzazione professionale che avremo, la fuga dal nido di origine, il successo, l'indipendenza, i riconoscimenti che avremo o non avremo, l'ambizione e la decisione ad inseguire determinati obiettivi, la forza di abbattere gli ostacoli. L'undicesima casa opposta alla quinta-eccessi è la casa dell'equilibrio, della moderazione, del controllo, di come ci muoviamo nel contesto sociale e delle amicizie che impariamo a coltivare, la nostra moderazione, la capacità di individuare progetti e portarli a compimento ingegnandoci. È associata anche alle nuove tecnologie e al modo in cui ci rapportiamo ad esse. La dodicesima casa chiude il cerchio è opposta alla sesta-regole e concretezza e rappresenta noi di fronte al mondo e alle difficoltà della vita, è il modo in cui riusciamo a gestire la nostra interiorità, i nostri sogni, la meditazione, la sensibilità, l'emotività, la solitudine, il sublime, l'insofferenza verso la routine e la materialità a favore della spiritualità.

Collegamenti esterni • Case Astrologiche [1]

Note [1] http:/ / www. oroscopo. it/ 22/ case. html

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Precessione degli equinozi

Precessione degli equinozi La precessione degli equinozi è un movimento della Terra che fa cambiare in modo lento ma continuo l'orientamento del suo asse di rotazione rispetto alla sfera ideale delle stelle fisse. L'asse terrestre subisce una precessione (una rotazione dell'asse attorno alla verticale, simile a quella di una trottola) a causa della combinazione di due fattori: la forma non perfettamente sferica della Terra (che è uno sferoide oblato, sporgente all'equatore) e le forze gravitazionali della Luna e del Sole che, agendo sulla sporgenza equatoriale, cercano di allineare l'asse della Terra con la perpendicolare al piano dell'eclittica. Il risultato è un moto di precessione che compie un giro completo ogni 25.800 anni circa, periodo noto anche con il nome di anno platonico, durante il quale la posizione delle stelle sulla sfera celeste cambia lentamente. Di conseguenza, anche la posizione dei poli celesti cambia: infatti, tra circa 13.000 anni, sarà Vega e non l'attuale Polaris ad indicare il polo nord sulla sfera celeste. La precessione non è perfettamente regolare, perché la Luna e il Sole non si trovano sempre nello stesso piano e si muovono l'una rispetto all'altro, causando una variazione continua della forza agente sulla Terra. Questa variazione influisce anche sul moto di nutazione terrestre.

Lo schiacciamento della Terra ai poli può essere schematizzato ipotizzando la Terra sferica con una massa anulare (in azzurro) intorno all'equatore. L'attrazione gravitazionale (in verde) esercitata sulla massa anulare dà origine a una coppia (in arancione) che, nel tentativo di raddrizzare la Terra, sposta l'asse di rotazione (in magenta con senso antiorario) verso una nuova direzione (in giallo con senso antiorario), dando luogo al movimento di precessione degli equinozi (in bianco con senso orario).

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Precessione degli equinozi

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Precessione planetaria e lunisolare Premessa Prima di entrare nello specifico, conviene tenere presente i seguenti punti. • In un giorno, la Terra compie una rotazione completa in senso antiorario (per un osservatore posto sopra il Polo Nord) intorno ad un asse che attraversa i poli. • In un anno, la Terra compie una rivoluzione completa in senso antiorario (per un osservatore posto sopra il Polo Nord) intorno al Sole. • Il piano equatoriale, perpendicolare all'asse di rotazione terrestre e passante per l'equatore, non coincide con il piano dell'eclittica, contenente l'orbita descritta dalla Terra nella sua rivoluzione intorno al Sole, ma forma con essa un angolo di 23° 27'.

Moto di precessione Il moto di precessione può essere spiegato facendo l'esempio della trottola che gira su se stessa stando perfettamente in verticale. Quando il suo moto viene perturbato, essa comincia ad ondeggiare con un movimento di precessione: il suo asse si muove descrivendo un cono.

La precessione di una trottola

In particolare: se la trottola gira in senso orario e riceve un leggero colpo dall'alto verso il basso, allora la precessione avverrà in senso orario; viceversa, se la trottola gira in senso antiorario e riceve un leggero colpo sempre dall'alto verso il basso, allora la precessione avverrà in senso antiorario.

Il moto di precessione della trottola avviene dunque nello stesso verso in cui gira purché il colpetto sia dato dall'alto verso il basso.

Moto di precessione dell'asse terrestre La precessione dell'asse terrestre è dovuta, come già detto, a due fattori: la forma non perfettamente sferica della Terra, che presenta un rigonfiamento all'equatore a seguito della rotazione su sé stessa e la presenza di corpi celesti che producono una coppia gravitazionale su tale rigonfiamento. Se la Terra fosse perfettamente sferica nessun corpo celeste potrebbe esercitare una coppia gravitazionale su di essa: però, a causa del rigonfiamento equatoriale, la Luna e il Sole producono una coppia gravitazionale che tende a raddrizzare la Terra, ossia a far coincidere il piano equatoriale con il piano dell'eclittica (e, di conseguenza, l'asse di rotazione con la perpendicolare all'eclittica). È questa coppia (l'equivalente del colpetto dato alla trottola descritta sopra) che provoca la precessione in senso orario dell'asse di rotazione terrestre. Poiché essa è dovuta all'effetto combinato di Luna e Sole, viene più propriamente chiamata precessione lunisolare.

Precessione degli equinozi

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Anche gli altri pianeti del sistema solare, in misura nettamente minore, esercitano una attrazione sulla Terra, dando vita alla cosiddetta precessione planetaria: quest'ultima è trascurabile rispetto alla precessione lunisolare. L'effetto della precessione lunisolare è di 50,37" (0° 0' 50,37") all'anno in senso orario (di cui 30" all'anno per esclusiva influenza lunare), mentre la precessione planetaria è di 0,11" (0° 0' 0,11") all'anno in senso antiorario: pertanto, la precessione totale risulta essere di circa 50,26" all'anno in senso orario. L'asse terrestre descrive quindi una circonferenza completa in circa 25786 anni.[1]

Precessione oraria dell'asse terrestre Il fatto che il moto di precessione della Terra sia orario mentre quello di rotazione su sé stessa sia antiorario non è in contrasto con l'esempio della trottola. Infatti, se la Terra fosse diritta e una forza provasse a inclinarla, allora essa svilupperebbe un moto di precessione antiorario, nello stesso verso quindi della rotazione su sé stessa, proprio come nel caso della trottola. In questo caso, però, si verifica la situazione opposta: la Terra è inclinata e una forza tende a raddrizzarla, facendo nascere un moto di precessione orario, contrario al verso antiorario di rotazione della Terra.

Differenza anno solare/anno siderale Si faccia riferimento alla figura sotto: in essa, al solstizio d'estate, la Terra si trova a sinistra rispetto al Sole, inclinata verso quest'ultimo di 23°27', standogli perfettamente di fronte. Supponiamo che la Terra, dopo circa un anno, abbia descritto un'orbita di 360° intorno al Sole, portandosi nuovamente a sinistra: anche se continua ad essere inclinata di 23°27' essa però non sta perfettamente di fronte al Sole come succedeva l'anno prima. Infatti, a causa del moto di precessione occorso in senso orario, la Terra è girata un po' a destra: dal punto di vista del Sole è come se la Terra guardasse alla sua sinistra. Se si vuole considerare il punto in cui la Terra torna a stare esattamente di fronte al Sole non bisogna arrivare a 360°: bisogna, invece, considerare 360° meno una piccola frazione di grado (50"). Di conseguenza, la Terra guarderà direttamente verso il Sole dopo aver descritto 359°59'10" e non 360°, come evidenziato dalla figura. Il tempo impiegato dalla Terra per ruotare di 360° intorno al Sole corrisponde all'anno siderale, mentre quello impiegato per compiere 359°59'10" corrisponde all'anno solare o tropico: quest'ultimo è quello che, comunemente, viene chiamato anno. Il calendario gregoriano, da noi in vigore, si basa sull'anno tropico e non su quello siderale: esso, quindi, tiene conto della precessione degli equinozi e garantisce che il solstizio d'estate capiti sempre lo stesso giorno dell'anno, cosa che non succederebbe se si basasse sull'anno siderale.

Trascorso un anno, il solstizio d'estate si anticipa di 50"

Precessione degli equinozi

Effetti della precessione Spostamento degli equinozi La linea degli equinozi è quella che congiunge il punto in cui si verifica l'equinozio di primavera con quello in cui si verifica l'equinozio d'autunno. Come accade per i solstizi, anche gli equinozi si spostano di 50,26" l'anno in senso orario o, equivalentemente, di 1° ogni 71,6 anni circa. La linea degli equinozi quindi si sposta nel tempo girando in senso orario e compiendo un giro completo di 360° in circa 25800 anni: la Terra, di conseguenza, assume inclinazioni opposte ogni 12.900 anni circa.

Ogni 12.900 anni circa, il solstizio d'estate si verifica in posizione diametralmente opposta a quanto succedeva prima.

È proprio dal fatto che la linea degli equinozi si anticipa di anno in anno che l'intero fenomeno prende il nome di precessione degli equinozi: il termine precessione deriva dal latino e significa precedere, appunto a ricordare che gli equinozi ogni anno si presentano con un leggero anticipo rispetto all'anno precedente. La precessione fa sì che il ciclo delle stagioni - associato all'anno tropico e pari al tempo richiesto per ritornare nello stesso solstizio o equinozio, della durata di 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi - sia di circa 20 minuti più breve del tempo necessario alla Terra per ritornare nella stessa posizione rispetto alle stelle fisse - associato all'anno siderale e pari al tempo richiesto dalla Terra per compiere una rotazione di 360°, della durata di 365 giorni, 6 ore, 9 minuti e 9 secondi. Già il calendario giuliano si basava sull'anno tropico così da far cadere l'inizio di una stagione sempre nello stesso giorno: era però un po' più lungo di un anno tropico reale perché inseriva un anno bisestile ogni 4 anni e quindi portava ad avere un anno medio di 365 giorni e 6 ore, ossia circa 11 minuti più di quanto avrebbe dovuto essere. L'eccedenza accumulatasi nei secoli divenne di 10 giorni alla fine del XVI secolo: fu allora adottato il calendario gregoriano, così chiamato perché voluto da papa Gregorio XIII e secondo il quale gli anni "centenari" (quelli che finiscono per "00") non divisibili per 400 non vengono più considerati bisestili. Ad esempio, il 1600 e il 2000 sono stati bisestili perché divisibili per 400 ma non lo sono stati più il 1700, 1800 e 1900 che prima, con il calendario giuliano, lo sarebbero stati. In pratica, nell'arco di 400 anni, il calendario gregoriano toglie tre anni bisestili "centenari", portando la durata media dell'anno a 365 giorni, 5 ore, 49 minuti e 12 secondi: rispetto all'anno tropico è ancora un po' lungo ma non di 11 minuti come nel calendario giuliano, bensì di soli 26 secondi.

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Precessione degli equinozi

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Spostamento dei poli celesti La precessione dell'asse terrestre comporta che esso punti nel tempo in direzioni diverse: attualmente, il polo nord della sfera celeste, la proiezione sulla sfera celeste dell'asse terrestre in direzione del Polo Nord, si trova a meno di 1° dalla non molto luminosa stella Polare, la cui magnitudine apparente è infatti di solo 1,97: il momento di maggior vicinanza alla direzione del polo è previsto per il 2017. Nel 3000 a.C., l'asse terrestre puntava sulla ancor più debole Thuban nella costellazione del Dragone: con una magnitudine apparente di 3,67, essa è cinque volte meno luminosa della Polaris e risulta del tutto invisibile nelle odierne, illuminate aree urbane.

Cambiamento del polo nord celeste che si verifica nel corso di un anno platonico (25.800 anni) in seguito a un ciclo completo della precessione degli equinozi.

Tra circa 12.000 anni, invece, toccherà alla brillantissima Vega assumere il ruolo di stella polare. Il polo sud si trova in una porzione di cielo particolarmente sgombra di stelle brillanti. L'attuale stella polare sud è σ Octantis che è di magnitudine 5,5 e quindi a malapena visibile ad occhio nudo anche sotto un cielo particolarmente scuro.

Cambiamento delle coordinate delle stelle

Cambiamento del polo sud celeste che si verifica nel corso di un anno platonico (25.800 anni) in seguito a un ciclo completo della precessione degli equinozi.

differenza tra l'anno dell'epoca e la data odierna. Spostamento delle costellazioni zodiacali

Anche se la precessione dell'asse terrestre (e quindi la rotazione della volta celeste) avviene lentamente, il livello di precisione con cui lavorano gli astronomi è tale che essa deve essere presa in considerazione se non si vuole che le posizioni delle stelle risultino sbagliate. Gli astronomi devono quindi specificare l'epoca alla quale le coordinate di un corpo celeste sono riferite. Durante la maggior parte del XX secolo è stata usata l'epoca 1950, mentre oggi si usa l'epoca 2000. In pratica, si danno le posizioni delle stelle come erano durante l'anno specificato e si applica poi un fattore correttivo (usando formule standardizzate) per tener conto della

Precessione degli equinozi Cambiando le coordinate delle stelle, cambiano anche quelle delle costellazioni da esse convenzionalmente composte. Tale cambiamento, quindi, interessa anche lo zodiaco, che è la fascia della sfera celeste che contiene i percorsi apparenti del Sole, della Luna e dei principali pianeti, suddivisa appunto in costellazioni. Nell'astrologia occidentale l'anno zodiacale, suddiviso in 12 segni rappresentativi di altrettante costellazioni, inizia all'equinozio di primavera, nel punto in cui il piano dell'eclittica interseca il piano equatoriale terrestre (detto punto vernale o punto gamma), caratterizzato dal passaggio del Sole dall'emisfero australe a quello boreale. La precessione degli equinozi ha fatto sì che i segni zodiacali, una volta coincidenti con le zone di cielo occupate dalle rispettive costellazioni, siano oggi in realtà spostati di una trentina di gradi: tra l'inizio di un certo segno zodiacale e l'entrata del Sole nella costellazione con lo stesso nome passa circa un mese. Considerando, infatti, che la fascia zodiacale copre 360° e supponendo, per semplicità, che le dodici costellazioni dello zodiaco siano uniformemente distribuite, si ha che ciascuna di queste ultime si estende approssimativamente per 30°[2] : ma negli ultimi 2100 anni, la precessione ha spostato gli equinozi (e i solstizi) proprio di 30°,[3] provocando il ritardo di un mese.

La precessione maturata in 2100 anni ha comportato la rotazione dell'asse terrestre di 30° alla sua destra: al solstizio d'estate, mentre 2100 anni fa il sole si trovava a transitare nella costellazione del Cancro, oggi, a causa della precessione, lo stesso transita in quella dei Gemelli.

Pertanto, quando una tavola astrologica indica che un certo pianeta "entra" in un segno, essa si riferisce ad un settore di cielo occupato in realtà dalla costellazione col nome del segno precedente: per esempio, nel periodo dell'Ariete, il Sole si trova in realtà nella precedente costellazione dei Pesci.

Storia Babilonesi Secondo Albategnius,[4] gli astronomi caldei distinguevano l'anno tropico, stimato in 365 giorni, 5 ore, 49 minuti e 30 secondi, dall'anno siderale, stimato in 365 giorni, 6 ore e 11 minuti e quindi dovevano essere a conoscenza della precessione. Si è inoltre discusso[5] del fatto che l'astronomo Kidinnu avesse ipotizzato la precessione già nel 315 a.C.: tuttavia, non ci sono indicazioni che egli avesse realmente raggiunto una tale conclusione e quindi si è propensi a scartare l'idea che l'astronomo babilonese sia stato il primo scopritore del fenomeno.

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Precessione degli equinozi

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Egizi Altri sostengono[6] d'Ipparco.

[7]

che la precessione fosse nota agli antichi Egizi prima

Alcune costruzioni (come quelle nel complesso templare di Karnak) sarebbero allineate verso punti dell'orizzonte in cui certe stelle sorgevano o tramontavano in momenti chiave dell'anno. Quando, trascorso qualche secolo, la precessione rendeva gli allineamenti obsoleti, i templi venivano nuovamente ricostruiti per tenere conto delle nuove orientazioni.[8] È da notare tuttavia che il fatto che l'allineamento di una stella fosse diventato obsoleto non necessariamente significava che gli Egizi avessero compreso il meccanismo dello spostamento delle stelle nel cielo al tasso di 1° ogni 72 Lo zodiaco del Tempio di Hathor a anni: ciò nonostante, ipotizzando che registrassero la data della ricostruzione Dendera dei templi, è plausibile supporre che avessero notato, sia pure approssimativamente, il fenomeno della precessione. Un altro esempio a sostegno della conoscenza del fenomeno da parte degli Egizi è dato[9] dallo Zodiaco presente nel tempio di Hathor a Dendera della tarda età tolemaica (periodo storico dell'Egitto che va dal 305 a.C. al 30 a.C., non correlato al nome di Claudio Tolomeo menzionato più avanti): si ritiene che tale mappa registri la precessione degli equinozi. Ad ogni modo, anche ammesso che gli Egizi conoscessero la precessione, tale fatto non è stato tramandato in alcun testo astronomico.

Ipparco Anche se Aristarco di Samo possedeva valori distinti per l'anno tropico e l'anno siderale già nel 280 a.C., la scoperta della precessione è solitamente attribuita all'astronomo greco Ipparco di Nicea, intorno al 130 a.C., il quale ne diede una spiegazione nella sua opera Sullo spostamento dei segni solstiziali ed equinoziali; l'opera di Ipparco è andata perduta, ma il metodo da lui adottato è descritto nell'Almagesto[10] di Claudio Tolomeo, astronomo del II secolo. Ipparco misurò la longitudine dell'eclittica della stella Spica e di altre stelle luminose durante un'eclissi lunare.[11] Egli aveva già sviluppato un metodo per calcolare la longitudine del Sole in ogni momento del giorno e della notte: bastava quindi sommare a questo dato altri dati opportuni per ricavare la posizione di una stella. Pensò allora di basarsi sulle eclissi lunari che si verificano sempre di notte (quando anche le stelle sono visibili per poterle misurare), durante un plenilunio, in Ipparco di Nicea corrispondenza dell'allineamento Luna-Terra-Sole: al culmine dell'eclissi, la Luna è esattamente a 180° dal Sole. A Ipparco bastò semplicemente misurare l'arco longitudinale che separava Spica dalla Luna proprio al culmine dell'eclissi: a questo valore, egli sommò la longitudine che presentava il Sole in quel momento grazie al metodo che aveva sviluppato, più 180° per la longitudine della Luna, in esatta opposizione al Sole. Trovò così che Spica era circa 6° a ovest del punto dell'equinozio autunnale. Confrontando le sue misurazioni con quelle di Timocari di Alessandria (contemporaneo di Euclide) e di Aristillo (III secolo a.C.), autori del primo catalogo stellare del mondo occidentale di cui si abbia traccia, notò che la longitudine di Spica era

Precessione degli equinozi

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diminuita di circa 2° in più di 150 anni. Ipotizzò che solo le stelle dello zodiaco si fossero spostate nel tempo: Tolomeo la chiamò "prima ipotesi",[12] ma non riportò altre successive ipotesi che Ipparco avrebbe successivamente avanzato. Considerando lo spostamento misurato di 2° in 150 anni, Ipparco stimò la precessione in 46" l'anno,[13] molto vicino al valore effettivo di 50,26"[14] e senz'altro migliore della stima di 36" fatta tre secoli dopo da Tolomeo. Ipparco inoltre studiò la precessione nell'opera Sulla lunghezza dell'anno. Usando le osservazioni degli equinozi e dei solstizi, notò che la lunghezza dell'anno tropico era di 365+1/4-1/300 giorni, ovvero 365 giorni, 5 ore, 55 minuti e 12 secondi; avendo stimato che la velocità di precessione era non inferiore a 1° in un secolo, calcolò la durata dell'anno sidereo in 365+1/4+1/144 giorni, ovvero 365 giorni, 6 ore e 10 minuti.

Tolomeo Il primo astronomo a continuare il lavoro di Ipparco sulla precessione fu Claudio Tolomeo nel II secolo. Tolomeo misurò la longitudine di Regolo, Spica e altre stelle luminose ma senza basarsi sulle eclissi di Luna come aveva fatto Ipparco. Prima del tramonto, egli misurò l'arco longitudinale che separava la Luna dal Sole. Poi, dopo il tramonto, misurò l'arco longitudinale che separava la Luna dalla stella in considerazione. Usò il metodo che aveva sviluppato Ipparco per calcolare la longitudine del Sole e operò delle correzioni per tener conto del moto della Luna e del suo parallasse durante il tempo intercorso tra la misura fatta prima del tramonto e quella dopo il tramonto.

Claudio Tolomeo

Tolomeo confrontò i suoi dati con quelli di Ipparco, Menelao di Alessandria, Timocari e Agrippa, e scoprì che tra l'epoca di Ipparco e la sua (circa 265 anni), le stelle si erano spostate di 2° 40', ossia 1° in un secolo (36" l'anno contro i 50,26" l'anno attualmente accertati

equivalenti a 1° in 72 anni). Osservò inoltre che la precessione riguardava tutte le stelle fisse e non solo quelle vicino all'eclittica, come ipotizzato da Ipparco.

Altri astronomi dell'antichità La maggioranza degli astronomi dell'antichità non fa menzione della precessione. Alcuni, come il filosofo Proclo, ne rifiutarono l'esistenza, mentre altri, come Teone di Alessandria, accettarono le teorie di Tolomeo. Teone propose anche un'altra teoria, secondo la quale da una certa epoca in poi il solstizio aveva avuto uno spostamento di 8° nell'ordine dei segni, seguito da uno spostamento di analoga ampiezza ma in senso opposto. Anziché avanzare continuamente lungo lo zodiaco, gli equinozi "trepidavano" avanti e indietro di 8° di arco. La teoria della trepidazione è data da Teone in alternativa a quella della precessione. In Estremo Oriente, Yu Xi, vissuto nel IV secolo a.C., fu il primo astronomo cinese a menzionare la precessione: egli stimò la sua velocità nell'ordine di 1° ogni 50 anni.

Precessione degli equinozi

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Dal Medioevo in poi Nel Medioevo, gli astronomi considerarono la "trepidazione" come un moto delle stelle fisse che si aggiungeva alla precessione e non alternativo ad esso come aveva ipotizzato Teone: tale teoria è attribuita all'astronomo arabo Thabit ibn Qurra. La prima interpretazione moderna della precessione come conseguenza della variazione dell'orientazione dell'asse terrestre si deve a Copernico (De revolutionibus orbium coelestium, del 1543): il fenomeno era dovuto all'ondeggiamento dell'asse terrestre intorno alla normale al piano dell'eclittica, fermo restando l'angolo relativo di 23° 27'. La spiegazione fisica della precessione in termini di interazione gravitazionale fra la Terra e gli altri corpi del sistema solare, in particolare la Luna ed il Sole, fu dovuta a Isacco Newton e fu riportata nella Philosophiae Naturalis Principia Mathematica del 1687.

Copernico

La teoria di Newton prevedeva anche che il moto di precessione fosse accompagnato da lievi oscillazioni periodiche sia della velocità di precessione sia della obliquità, oscillazioni ribattezzate complessivamente come nutazione e dovute al fatto che le forze agenti sulla Terra non sono costanti: esse furono poi effettivamente osservate dall'astronomo inglese James Bradley nella prima metà del XVIII secolo. Le oscillazioni avevano però ampiezza molto maggiore di quanto aveva previsto Newton; il fisico inglese aveva infatti sottostimato il contributo della Luna alla precessione. La trattazione matematica rigorosa dei moti di precessione e nutazione si deve ai matematici del XVIII secolo, fra i quali spiccano i nomi di Jean Baptiste Le Rond d'Alembert e di Eulero.

Note [1] [2] [3] [4]

(360°·60'/1°·60"/1')/50,26= 25785,913... 360°/12segni = 30° 2100/25800*360° = ~30° Isacco Newton Cf. (http:/ / books. google. it/ books?id=yaRJAAAAMAAJ& pg=PA38& lpg=PA38& dq=albategnius+ chaldean& source=web& ots=uJGZIL0uGN& sig=pb0g23nQ1QYgrBvk15Zlz61cHuk& hl=en& sa=X& oi=book_result& resnum=2& ct=result) [5] Neugebauer, O. "The Alleged Babylonian Discovery of the Precession of the Equinoxes," Journal of the American Oriental Society, Vol. 70, No. 1. (Jan. - Mar., 1950), pp. 1-8. [6] Cf. (http:/ / books. google. it/ books?id=BtQOAAAAQAAJ& pg=PA209& dq=egiziani+ precessione& hl=en) [7] Cf. (http:/ / books. google. it/ books?id=vuApnLoxLRMC& pg=PA15& dq=egizi+ precessione& hl=en& sig=ACfU3U0CwOWVNib40-AELUnNdQl-AvLnZQ) [8] Cf. (http:/ / books. google. it/ books?id=UEiSfS90kW4C& pg=PA170& vq=alter& dq=egypt's+ legacy& hl=en& source=gbs_search_s& sig=ACfU3U1ehhOm6EwSDD7y6qK_g9v_tPTl0Q) [9] Tompkins (cf. Bibliografia). [10] Almagesto, iii.1, vii.2. [11] Le eclissi di Luna da lui osservate ebbero luogo il 21 aprile 146 a.C. e il 21 marzo 135 a.C. [12] Almagesto, vii.1. [13] 2°/~150anni x 3600"/1° = ~46"/anno. [14] 360°/~25800anni x 3600"/1° = ~50,26"/anno.

Precessione degli equinozi

Bibliografia • Gerald J. Toomer, Ptolemy's Almagest, Princeton U.P., 1998 ISBN 0-691-00260-6 (solo traduzione inglese, senza testo greco) • Claudio Tolomeo, Le previsioni astrologiche, Fondazione Lorenzo Valla / Mondadori, 1985 ISBN 88-04-27424-7 • Gingerich Owen, Alla ricerca del libro perduto. La storia dimenticata del trattato che cambiò il corso della scienza, Rizzoli, 2004 ISBN 88-17-00443-X • Isaac Newton, Philosophiae naturalis principia mathematica, UTET, 1989 ISBN 88-02-02685-8 • Peter Tompkins, Livio Catullo Stecchini, Secrets of the Great Pyramid, BBS Publishing Corporation, 1997 ISBN 0-88365-957-3 • Otto Neugebauer, Le scienze esatte nell'Antichità, Feltrinelli, Milano,1974

Voci correlate • • • •

Polo celeste Stella Polare Zodiaco Cicli di Milankovitch

• Movimenti della Terra • Precessione anomalistica

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Collegamenti esterni • La precessione degli equinozi (http://www.vialattea.net/esperti/php/risposta.php?num=6385) • La precessione degli equinozi (http://www.osservatorioacquaviva.it/view/sezioni/didattica/novita/2010/06/ 00000008/00000008.pdf) • La precessione degli equinozi (http://www.phy6.org/stargaze/Iprecess.htm) • Precessione degli equinozi (http://www.planetariumpythagoras.com/pitagora/divulgazione/sistemasolare/ Sistema Solare/CDSS/ss1/ss1.7.3.htm) • (EN) Hipparchus of Rhodes (http://www-groups.dcs.st-and.ac.uk/~history/Biographies/Hipparchus.html) • (EN) Can precession occur in the opposite direction? (http://www.madsci.org/posts/archives/2001-09/ 1001187215.As.r.html)

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Solstizio

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Solstizio Date dei solstizi boreali (Tempo universale) Anno

Solstizio d'estate (Giugno)

Solstizio d'inverno (Dicembre)

2000

21 Giu 01:48 21 Dic 13:37

2001

21 Giu 07:38 21 Dic 19:21

2002

21 Giu 13:24 22 Dic 01:14

2003

21 Giu 19:10 22 Dic 07:04

2004

21 Giu 00:57 21 Dic 12:42

2005

21 Giu 06:46 21 Dic 18:35

2006

21 Giu 12:26 22 Dic 00:22

2007

21 Giu 18:06 22 Dic 06:08

2008

20 Giu 23:59 21 Dic 12:04

2009

21 Giu 05:45 21 Dic 17:47

2010

21 Giu 11:28 21 Dic 23:38

2011

21 Giu 17:16 22 Dic 05:30

2012

20 Giu 23:09 21 Dic 11:11

2013

21 Giu 05:04 21 Dic 17:11

2014

21 Giu 10:51 21 Dic 23:03

2015

21 Giu 16:38 22 Dic 04:48

2016

20 Giu 22:34 21 Dic 10:44

2017

21 Giu 04:24 21 Dic 16:28

2018

21 Giu 10:07 21 Dic 22:22

2019

21 Giu 15:54 22 Dic 04:19

2020

20 Giu 21:43 21 Dic 10:02

Il solstizio in astronomia è definito come il momento in cui il Sole raggiunge, nel suo moto apparente lungo l'eclittica, il punto di declinazione massima o minima [1] . Il fenomeno è dovuto alla inclinazione dell'asse di rotazione terrestre rispetto all'eclittica; il valore di declinazione raggiunta coincide con l'angolo di inclinazione terrestre e varia con un periodo di 41000 anni tra 22.1° e 24.5°. Attualmente è di 23°27' e l'angolo è in diminuzione.

Illuminazione solare in occasione del solstizio d'estate boreale

Il Sole raggiunge il valore massimo di declinazione positiva nel mese di giugno in occasione del solstizio di

Solstizio estate boreale, mentre raggiunge il massimo valore di declinazione negativa in dicembre, in occasione del solstizio di inverno boreale, corrispondente all'estate nell'emisfero australe. Da un esame di una tabella dei tempi dei solstizi si può verificare che il fenomeno ritarda di circa sei ore ogni anno (5 ore, 48 minuti e 46 secondi per la precisione), salvo subire un nuovo riposizionamento indietro ogni quattro anni, in conseguenza degli anni bisestili, introdotti proprio per evitare un progressivo disallineamento delle stagioni con il calendario. A causa di queste variazioni può capitare che il solstizio astronomico cada nell'emisfero nord (emisfero boreale) il 20 o il 21 giugno per l'estate, o il 21 o 22 dicembre per l'inverno.

Fenomeni correlati Dal punto di vista astronomico, il raggiungimento del solstizio causa una serie di fenomeni osservabili tra i quali:

Sole allo zenit ai tropici Nella fascia di latitudini comprese tra il tropico del Cancro e il tropico del Capricorno, il Sole raggiunge lo zenit due volte l'anno. In altre parole, in ogni luogo compreso tra i tropici, per due giorni all'anno, il Sole è a perpendicolo al mezzogiorno locale (una meridiana non proietta ombra); all'equatore questo accade durante gli equinozi. A differenza di quanto accade nella fascia tra i tropici, le località poste esattamente su uno dei due tropici sperimentano il fenomeno una sola volta e proprio in Solstizio su Stonehenge corrispondenza di uno dei due solstizi: il Sole è allo zenit a dicembre nelle località del tropico del Capricorno ed è allo zenit a giugno nei luoghi attraversati dal tropico del Cancro. Il fenomeno invece non si verifica per le località poste tra uno dei tropici e il relativo polo geografico, in quanto in queste latitudini, il sole non raggiunge mai lo zenit.

Massima o minima altezza sull'orizzonte Ogni giorno, il Sole compie un cammino apparente nel cielo che lo porta alla massima altezza rispetto all'orizzonte in un istante che prende il nome di mezzogiorno locale. Il giorno del solstizio di estate, al mezzogiorno locale, il Sole nei luoghi non compresi tra i tropici raggiunge la massima altezza sull'orizzonte possibile per quella latitudine.

Il Sole di mezzanotte Nelle località comprese tra i circoli polari e i poli, il Sole rimane tutto il giorno sopra l'orizzonte durante l'estate, quindi anche a mezzanotte. La durata di questo fenomeno dipende dalla latitudine: ai poli (90° di latitudine) il Sole non tramonta per metà dell'anno, a 80° per 71 giorni consecutivi, a 70° per 17 giorni. Il solstizio d'estate è l'unico giorno in cui il Sole non tramonta per le località poste sul circolo polare (66° 33' 38" di latitudine), latitudine limite inferiore di visibilità del fenomeno.

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Solstizio

111

Durata del dì e della notte I giorni del solstizio sono quelli in cui si ha il massimo o il minimo di ore di luce. A causa di vari fenomeni valutati tramite l'equazione del tempo, quali l'eccentricità dell'orbita terrestre e altri, il solstizio non è il giorno in cui si ha l'alba o il tramonto più anticipati o ritardati e non coincide con i giorni nei quali la Terra è all'afelio o al perielio. Di seguito un esempio per una località italiana in cui si può verificare come il giorno in cui si ha il minimo orario per il tramonto, il giorno in cui si ha la minima durata del dì, il solstizio astronomico, il giorno in cui si ha il massimo orario per l'alba e il giorno in cui la terra è al perielio, non coincidono.

Alba e tramonto a Milano (122 m s.l.m.) in prossimità del solstizio del 2009 tempo civile locale[2] data

alba

tramonto

durata del dì

note

1 dic 2009

h 07 43

h 16 42

h 08 59

.

8 dic 2009

h 07 55

h 16 40

h 08 45

minimo orario per il tramonto

20 dic 2009 h 08 00

h 16 42

h 08 42

minima durata del dì

21 dic 2009 h 08 00

h 16 43

h 08 43

solstizio astronomico alle h 18 46 (CET)

1 gen 2010

h 08 03

h 16 51

h 08 48

massimo orario per l'alba

3 gen 2010

h 08 03

h 16 52

h 08 49

perielio alla h 1 (CET)

10 gen 2010 h 08 02

h 17 00

h 08 58

.

Alba e tramonto al sostizio d'estate e durata dell'oscurità[3] città

alba

Palermo h 05 44

tramonto

durata del dì

aurora

crepuscolo

durata dell'oscurità

h 20 35

h 14 51

h 05 13

h 21 05

h 08 08

Bari

h 05 20

h 20 29

h 15 09

h 04 46

h 21 02

h 07 44

Roma

h 05 36

h 20 49

h 15 13

h 05 02

h 21 23

h 07 39

Firenze h 05 33

h 21 01

h 15 28

h 04 55

h 21 29

h 07 26

Milano h 05 34

h 21 16

h 15 42

h 04 56

h 21 54

h 07 02

Aosta

h 21 24

h 15 43

h 05 02

h 22 02

h 07 00

h 05 41

Solstizio

112

Aspetti culturali Il solstizio d'inverno ha rappresentato nei secoli occasione di festività di vario genere: il Sol Invictus per i pagani, i Saturnalia nell'antica Roma (dal 17 al 23), o il Natale per il Cristianesimo,[4] Yule nel Neopaganesimo. Anche il solstizio d'estate, rappresentando l'inizio dell'omonima stagione, è sempre stato nella storia occasione di feste, come i Litha nel Neopaganesimo o la natività cristiana di Giovanni Battista.[5]

Note [1] (EN) The Seasons and Axis Tilt (http:/ / www. enchantedlearning. com/ subjects/ astronomy/ planets/ earth/ Seasons. shtml). Enchanted Learning. URL consultato il 25-06-2008. [2] (EN) Earth's Seasons (http:/ / aa. usno. navy. mil/ data/ docs/ EarthSeasons. php) in Data services. U.S. Naval Observatory, Data pubblicazione 31-01-2008. URL consultato il 21-12-2009. [3] in Data services. fabrizio.zellini.org, Data pubblicazione 21-6-2010. URL consultato il 21-6-2010. [4] (EN) Cf. Christmas (http:/ / www. britannica. com/ EBchecked/ topic/ 115686/ Christmas) su Enciclopedia Britannica online. [5] Cf. ricorrenze (http:/ / www. google. it/ search?num=100& hl=it& safe=off& tbo=1& tbs=bks:1& q="solstizio+ d'estate"+ "Giovanni+ Battista"& aq=f& aqi=& aql=& oq=) in Google Libri.

Voci correlate • Equinozio

Collegamenti esterni • Solstizio d'estate - la festa del Sole (http://opportunity.ditudo.com/solstizio_d_estate_la_festa_del_sole.html)

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Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Solstice Wikizionario contiene la voce di dizionario: http://it.wiktionary.org/wiki/solstizio

Equinozio

113

Equinozio In astronomia, si definiscono equinozi i due istanti nel corso dell'anno in cui il Sole si presenta all'intersezione tra l'eclittica e l'equatore celeste, (il Sole si trova perpendicolare all'equatore e la separazione tra zona illuminata e zona in ombra della Terra passa per i poli). [1] Date degli equinozi  (Tempo universale) Anno

Equinozio di Equinozio primavera d'autunno (Marzo) (Settembre)

2000

20 Mar 07:35 22 Set 17:27

2001

20 Mar 13:31 22 Set 23:04

2002

20 Mar 19:16 23 Set 04:55

2003

21 Mar 01:00 23 Set 10:47

2004

20 Mar 06:49 22 Set 16:30

2005

20 Mar 12:33 22 Set 22:23

2006

20 Mar 18:26 23 Set 04:03

2007

21 Mar 00:07 23 Set 09:51

2008

20 Mar 05:48 22 Set 15:44

2009

20 Mar 11:44 22 Set 21:18

2010

20 Mar 17:32 23 Set 03:09

2011

20 Mar 23:21 23 Set 09:04

2012

20 Mar 05:14 22 Set 14:49

2013

20 Mar 11:02 22 Set 20:44

2014

20 Mar 16:57 23 Set 02:29

2015

20 Mar 22:45 23 Set 08:20

2016

20 Mar 04:30 22 Set 14:21

2017

20 Mar 10:28 22 Set 20:02

2018

20 Mar 16:15 23 Set 01:54

2019

20 Mar 21:58 23 Set 07:50

2020

20 Mar 03:49 22 Set 13:30

Equinozio

114

Definizione La parola "equinozio" deriva dal latino"equi -noctis" e significa "notte uguale" al dì. La definizione puramente teorica di lunghezza del dì si riferisce all'intervallo di tempo compreso fra due intersezioni temporalmente consecutive del centro apparente del disco solare con l'orizzonte del luogo geografico. Usando questa definizione, la lunghezza del dì risulterebbe di 12 ore. In realtà, gli effetti di rifrazione atmosferica, il semidiametro e la parallasse solare fanno sì che negli Illuminazione della Terra all'equinozio equinozi la lunghezza del dì ecceda quella della notte[2] . Gli equinozi di marzo e settembre sono i due giorni dell'anno nei quali hanno inizio primavera e autunno. Agli equinozi, intesi come giorni di calendario, il Sole sorge quasi esattamente ad est e tramonta quasi esattamente ad ovest; ma non esattamente, in quanto (per definizione) l'equinozio è un preciso istante che quindi può, al massimo, coincidere con uno solo dei due eventi, ma non prodursi due volte nell'arco di 12 ore. Nell'emisfero settentrionale, l'equinozio di marzo (che cade il 20 o 21 marzo) è l'equinozio di primavera, e l'equinozio di settembre (che cade il 22 o il 23 settembre) è l'equinozio d'autunno; nell'emisfero meridionale, questi termini sono invertiti. Gli equinozi possono essere considerati anche come punti ideali nel cielo. Anche se la luce diurna nasconde le altre stelle, rendendo difficile vedere la posizione del Sole rispetto agli altri corpi celesti, il Sole ha una posizione definita relativa alle altre stelle. Mentre la Terra gira attorno al Sole, l'apparente posizione del Sole si sposta di un intero cerchio nel periodo di un anno. Questo cerchio è chiamato eclittica, ed è anche il piano dell'orbita della Terra proiettato sulla sfera celeste. Gli altri pianeti visibili ad occhio nudo (Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno) sembrano muoversi lungo l'eclittica poiché le loro orbite sono su un piano simile a quello della Terra. L'altro cerchio nel cielo è l'equatore celeste, ovvero la proiezione dell'equatore terrestre sulla sfera celeste. Poiché l'asse di rotazione della Terra è inclinato rispetto al piano dell'orbita, l'equatore celeste è inclinato rispetto all'eclittica. Due volte l'anno, il Sole incrocia il piano dell'equatore terrestre. Questi due punti sono gli equinozi. Il punto dell'equinozio di primavera dell'emisfero settentrionale è anche chiamato punto vernale, punto dell'Ariete o punto gamma (γ). Mentre quello dell'equinozio d'autunno è anche chiamato punto della Bilancia (ω). Tuttavia, a causa della precessione degli equinozi, questi punti non si trovano più nella costellazione da cui prendono il nome. L'istante nel quale il Sole passa attraverso ogni punto di equinozio può essere calcolato accuratamente, così l'equinozio è sempre e solo un particolare istante, piuttosto che un giorno intero.

Equinozio

115

Comportamento del Sole Agli equinozi, per quanto detto in precedenza, il Sole potrebbe sorgere quasi esattamente ad est e tramontare quasi esattamente ad ovest per il fatto che gli equinozi sono propriamente istanti di tempo e non a un giorno. La lunghezza delle ore di luce è quindi quasi uguale alla lunghezza delle ore di buio.

Equinozio di marzo • All'equatore il Sole sorge in linea verticale dall'orizzonte est fino allo zenit, e poi tramonta in linea verticale dallo zenit all'orizzonte ovest.

Il percorso del Sole nell'equinozio a 0° di latitudine (all'equatore)

• Al Tropico del Cancro il Sole passa a sud, dove giunge alla sua massima altezza per quel giorno che è 66°33' • Al Tropico del Capricorno il Sole passa a nord, dove giunge alla sua massima altezza per quel giorno che è 66°33' • Al polo nord il Sole passa da una notte lunga 6 mesi ad un dì lungo 6 mesi. • Al polo sud il Sole passa da un dì lungo 6 mesi ad una notte lunga 6 mesi.

Equinozio di settembre

Il percorso del Sole nell'equinozio a 50° di latitudine

• All'equatore il Sole sorge in circolo verticale dall'orizzonte est fino allo zenit, e poi tramonta in circolo verticale dallo zenit all'orizzonte ovest. • Al Tropico del Cancro il Sole passa a sud, dove giunge alla sua massima altezza per quel giorno che è 66°33' • Al Tropico del Capricorno il Sole passa a nord, dove giunge alla sua altezza massima per quel giorno che è 66°33' • Al polo nord il Sole passa da un dì lungo 6 mesi ad una notte lunga 6 mesi. • Al polo sud il Sole passa da una notte lunga 6 mesi ad un dì lungo 6 mesi.

Il percorso del Sole nell'equinozio a 90° di latitudine (al Polo)

Equinozio

Aspetti culturali Nella lista che segue i termini equinozio di marzo e settembre riguardano le celebrazioni legate al mese (e quindi indipendenti dall’emisfero), i termini primavera e autunno riguardano quelle feste che dipendono dalla stagione (e dunque dall’emisfero). • Sham El Nessim era un'antica festività egiziana le cui tracce risalgono a circa 4700 anni fa. Resta una delle feste pubbliche Egiziane, cade il lunedì e coincide con l'equinozio di primavera. • I calcoli per il giorno di Pasqua nella chiesa Cristiana (la prima domenica dopo la prima luna piena contemporanea o successiva all'equinozio di marzo), usa la sua definizione specifica dell'equinozio - che capita sempre il 21 marzo. Il giorno di Pasqua può capitare al più presto il 22 marzo. • L'equinozio di marzo segna il primo giorno dell'anno per una varietà di calendari, inclusi il calendario Iraniano, il calendario Bahá'í. Il festival Persiano (Iraniano) del Naw-Ruz viene celebrato in questo giorno. Nell'antica mitologia persiana, Jamshid, il re mitico della Persia, ascese al trono in questo giorno e ogni anno quest'evento viene commemorato con feste per due settimane. Queste feste rievocano la storia della creazione e l'antica cosmologia del popolo Iraniano e Persiano. È un giorno di festa anche per l'Azarbaijan, l'Afganistan, l'India, la Turchia, Zanzibar, l'Albania e diversi paesi dell'Asia Centrale, è festa anche per i Kurdi. È inoltre una festività Zoroastrina, è anche un giorno sacro per i seguaci della Fede Bahá'í e per i musulmani Ismaili Nizari comunemente chiamati come gli Aga Khanis. • L'equinozio di settembre segna il primo giorno del Mehr o della Bilancia nel calendario Iraniano. È una delle festività iraniane chiamate Jashne Mihragan, o il festival della condivisione dell'amore nello Zoroastrismo. • Durante l'equinozio di primavera si celebra il Sabbat Wiccan di Ostara (o Eostar) mentre durante l'equinozio di autunno si celebra il Sabbat Wiccan di Mabon. • In Giappone il giorno dell'equinozio di primavera (marzo) (春分の日 Shunbun no hi) è una festa nazionale ufficiale che si trascorre visitando le tombe di famiglia e celebrando le riunioni di famiglia. In modo del tutto simile a settembre c'è un giorno dell'equinozio d'autunno (秋分の日 Shūbun no hi). • Il primo giorno dell'anno per i Tamil e i Bengali segue lo zodiaco Hindu e sono celebrati rispetto al equinozio di primavera siderale (14 aprile). Quello Tamil viene festeggiato nello stato dell'India del Sud del Tamil Nadu, l'altro viene festeggiato in Bangladesh e nello stato dell'India dell'est del Bengala Ovest. • Il giorno del Pianeta Terra venne celebrato inizialmente il 21 marzo 1970, giorno dell'equinozio. Attualmente è celebrato in diversi Stati il 22 aprile. • In molti paesi arabi il Giorno della Madre viene celebrato nell'equinozio di marzo. • L'equinozio di settembre era il primo giorno dell'anno nel calendario repubblicano francese, che venne usato dal 1793 al 1805. La Prima Repubblica Francese venne proclamata e la monarchia francese abolita il 21 settembre 1792 rendendo il giorno successivo (giorno dell'equinozio) il primo giorno dell'Era Repubblicana in Francia. L'inizio di ogni anno si doveva basare su calcoli astronomici (ovvero seguendo il vero corso del Sole e non la media degli altri calendari). • Il festival del raccolto nel Regno Unito si celebra la domenica della Luna piena più vicina all'equinozio di settembre. • Il festival di mezzo autunno si celebra il 15º giorno dell'8º mese lunare ed è una festa ufficiale in molti paesi dell'est asiatico. Dato che il calendario lunare non è in sincrono con il calendario gregoriano questa data può cadere un giorno qualsiasi tra la metà di settembre e l'inizio di ottobre. • La Giornata Mondiale della Narrazione è una celebrazione globale dell'arte orale della narrazione che viene celebrata ogni anno durante l'equinozio di primavera nell'emisfero nord, mentre il primo giorno dell'equinozio di autunno nell'emisfero sud.

116

Equinozio

117

Problemi non connessi alla datazione astronomica dell'equinozio Nell'originale calendario giuliano stabilito da Giulio Cesare, l'equinozio di primavera cadeva il 25 marzo. La ragione dell'odierno spostamento al 21 marzo si lega alle motivazioni stesse della messa in essere del calendario gregoriano. Ciò che spinse infatti Gregorio XIII a promulgare la sua riforma non fu infatti un omaggio al dittatore romano, ma il desiderio di riallinearsi alle votazioni del Concilio di Nicea, svoltosi quasi quattro secoli dopo la vita del famoso politico. Il papa deliberò quindi di recuperare l'errore accumulatosi dopo il concilio, ma non ebbe interesse alcuno a fare lo stesso per le date del 29 febbraio degli anni 100, 200 e 300. Dato che un quarto giorno si era già generato a causa del caos nell'applicazione del giorno bisestile intervenuta fra l'omicidio di Cesare e il definitivo decreto di riordino di Augusto dell'anno 8, fu così che l'equinozio fu stabilmente spostato rispetto alla sua data originaria.[3]

Note [1] (EN) Earth's Seasons (http:/ / aa. usno. navy. mil/ data/ docs/ EarthSeasons. php) in Data services. U.S. Naval Observatory, Data pubblicazione 31-01-2008. URL consultato il 20-03-2009. [2] AA.VV. Explanatory supplement to the Astronomical Almanac. Mill Valley, CA, U.S.A., 1992 (p. 471) [3] Come calcolare la data della Pasqua (http:/ / www. torinoscienza. it/ articoli/ come_calcolare_la_data_della_pasqua_1847)

Voci correlate • • • •

Solstizio Precessione degli equinozi Notte Dì

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Eclittica

118

Eclittica L'eclittica è il percorso apparente che il Sole compie in un anno rispetto allo sfondo della sfera celeste. Più esattamente, è l'intersezione della sfera celeste con il piano geometrico su cui giace l'orbita terrestre (piano eclittico, o piano dell'eclittica). È un cerchio massimo della sfera celeste. Il nome eclittica deriva da eclissi, poiché le eclissi di Sole avvengono naturalmente su di essa. Il piano eclittico andrebbe distinto dal piano eclittico invariabile, che è perpendicolare alla somma vettoriale dei momenti angolari di tutti i piani orbitali planetari, di cui Giove è il principale contributore. Attualmente il piano eclittico è inclinato rispetto al piano eclittico invariabile di circa 1,5°.

L'eclittica e la sua relazione con 'asse di rotazione, piano orbitale e inclinazione assiale.

Eclittica ed equatore celeste Poiché l'asse di rotazione della Terra non è perpendicolare al suo piano orbitale, il piano equatoriale non è parallelo al piano dell'eclittica, ma forma con esso un angolo di circa 23°27' noto come inclinazione dell'eclittica. Le intersezioni dei due piani con la sfera celeste sono cerchi massimi noti come equatore celeste ed eclittica. La linea d'intersezione tra i due piani definisce due punti equinoziali diametralmente opposti sulla sfera celeste. L'equinozio in cui il Sole passa da sud a nord dell'equatore celeste (cioè l'equinozio di primavera) viene In rosso l'eclittica. In bianco-azzurro l'equatore celeste. La freccia gialla indica il chiamato punto vernale, punto γ o primo punto vernale punto di Ariete. Questa nomenclatura si riferisce a quando l'equinozio di primavera cadeva all'interno della costellazione dell'Ariete. Per questo punto e i poli celesti passa il coluro equinoziale. La longitudine dell'eclittica è tipicamente indicata con la lettera λ, si misura da questo punto da 0° a 360° verso est. La latitudine dell'eclittica, usualmente indicata con la lettera β si misura da +90° a nord a -90° a sud. Lo stesso punto di intersezione definisce anche l'origine del sistema di coordinate equatoriali, chiamata ascensione retta misurata da 0 a 24 ore sempre verso est e tipicamente indicata con α o A.R., e la declinazione, tipicamente indicata con δ sempre misurata da +90° a nord a -90° a sud. Semplici formule di rotazione permettono una conversione da α, δ a λ, β e

Eclittica

119

viceversa (vedi sistema di riferimento eclittico). La posizione dei punti equinoziali sulla sfera celeste varia lentamente a causa della precessione dell'asse terrestre, per questo motivo chiamata precessione degli equinozi, e della sua nutazione.

Eclittica e stelle L'eclittica funge da centro di una regione chiamata lo zodiaco che costituisce una banda di 9° da entrambi i lati. Tradizionalmente, questa regione viene divisa in 12 segni, ognuno di 30° di longitudine. Secondo la tradizione, questi segni prendono il nome da 12 delle 13 costellazioni che si trovano a cavallo dell'eclittica. Gli astronomi moderni tipicamente usano oggi altri sistemi di coordinate (vedi sotto). La posizione dell'equinozio di primavera non è fissa fra le stelle, ma determinata dalla precessione lunisolare che lentamente si sposta verso ovest sull'eclittica con una velocità di un 1° ogni 72 anni. Può essere anche percepito uno spostamento molto più piccolo verso nord/sud, (la precessione planetaria, lungo l'immediato equatore, risultante da una rotazione del piano dell'eclittica). Detto altrimenti, le stelle si spostano verso est (incrementando la loro longitudine) rispetto agli equinozi — in altre parole, rispetto alle coordinate dell'eclittica e (spesso) anche alle coordinate equatoriali. Usando gli attuali confini ufficiali della costellazione dello IAU — e tenendo conto sia della variabile velocità di precessione che della rotazione dell'eclittica — gli equinozi si spostano attraverso le costellazioni negli anni del calendario astronomico giuliano (dove l'anno 0 = 1 a.C., -1 = 2 a.C., ecc.) come segue:[1] • L'equinozio di marzo passava dal Toro all'Ariete nell'anno -1865, poi ai Pesci nell'anno -67, passerà all'Aquario nell'anno 2597, e poi nel Capricorno nel 4312. È passato lungo (ma non dentro) un 'angolo' del Cetus a 0°10' di distanza nell'anno 1489. • Il solstizio di Giugno passava dal Leone nel Cancro nell'anno -1458, passò nei Gemelli nell'anno -10, passò nel Toro nel dicembre del 1989, passerà nell'Ariete nell'anno 4609. • L'equinozio di settembre passava dalla Bilancia nella Vergine nell'anno -729, passerà nel Leone nell'anno 2439. • Il solstizio di dicembre passava dal Capricorno nel Sagittario nell'anno -130, passerà nel Ophiuchus nell'anno 2269, e passerà nello Scorpione nel 3597.

Eclittica e Sole [2]

Data e ora UTC dei solstizi ed equinozi anno

Equinozio Marzo

Solstizio Giugno

Equinozio Settembre

Solstizio Dicembre

giorno

ora

giorno

ora

giorno

ora

giorno

ora

2004

20

06:49

21

00:57

22

16:30

21

12:42

2005

20

12:33

21

06:46

22

22:23

21

18:35

2006

20

18:26

21

12:26

23

04:03

22

00:22

2007

21

00:07

21

18:06

23

09:51

22

06:08

2008

20

05:48

20

23:59

22

15:44

21

12:04

2009

20

11:44

21

05:45

22

21:18

21

17:47

2010

20

17:32

21

11:28

23

03:09

21

23:38

2011

20

23:21

21

17:16

23

09:04

22

05:30

2012

20

05:14

20

23:09

22

14:49

21

11:11

2013

20

11:02

21

05:04

22

20:44

21

17:11

Eclittica

120 2014

20

16:57

21

10:51

23

02:29

21

23:03

2015

20

22:45

21

16:38

23

08:20

22

04:48

2016

20

04:30

20

22:34

22

14:21

21

10:44

2017

20

10:28

21

04:24

22

20:02

21

16:28

A causa delle influenze perturbatrici sull'orbita terrestre di altri pianeti, il Sole vero non è sempre esattamente sull'eclittica, ma può trovarsi alcuni arcosecondi a nord o sud di essa. È perciò il centro del sole medio che delinea il suo cammino. Poiché la Terra impiega un anno per fare una rivoluzione completa attorno al Sole, anche la posizione apparente del Sole impiega lo stesso lasso di tempo per fare un giro completo dell'intera eclittica. Con poco più di 365 giorni all'anno, il Sole si muove quasi di 1° verso est ogni giorno (direzione di longitudine in aumento). Questo moto annuale non va confuso con il moto giornaliero del Sole (e delle stelle e dell'intera sfera celeste) verso ovest lungo l'equatore ogni 24 ore. Infatti, mentre le stelle necessitano di circa 23h e 56m per una tale rotazione per completare il giorno siderale, il Sole, che nel frattempo si è spostato di 1° verso est, ha bisogno di 4 minuti in più per completare il suo giro, facendo il giorno solare di 24 ore. Poiché la distanza fra il Sole e Terra varia leggermente durante l'anno, la velocità con cui il Sole si muove intorno all'eclittica è anch'essa variabile. Per esempio, nel corso di un anno, il Sole si trova a nord dell'equatore per circa 186,40 giorni e a sud dell'equatore per circa 178,24 giorni. Il Sole medio attraversa l'equatore verso il 20 di marzo nel momento dell'equinozio di primavera, quando la sua declinazione, l'ascensione retta e la longitudine dell'eclittica sono uguali a zero (la latitudine dell'eclittica è sempre uguale a zero.) L'equinozio di marzo segna l'inizio della primavera nell'emisfero settentrionale e l'autunno in quello meridionale. La data e l'ora effettive variano di anno in anno a causa del verificarsi dell'anno bisestile. Si è anche spostato lentamente nel corso dei secoli a causa delle imperfezioni insite nel calendario gregoriano. I 90° di longitudine dell'eclittica, a 6 ore di ascensione retta e con una declinazione settentrionale uguale alla obliquità dell'eclittica (23,44°), vengono raggiunti intorno al 21 giugno. Questo è il solstizio di giugno o solstizio d'estate nell'emisfero settentrionale e il solstizio d'inverno nell'emisfero meridionale. È anche il primo punto del Cancro e il momento in cui il Sole si trova esattamente sulla verticale della Terra (allo Zenit) nel tropico del Cancro. L'etimologia del nome tropico deriva dal fatto che il Sole cambia l'inclinazione della declinazione. I 180° di longitudine dell'eclittica, 12 ore di ascensione retta, vengono raggiunti intorno al 22 settembre e segnano il secondo equinozio o il primo punto della Bilancia. A causa delle perturbazioni dell'orbita terrestre, il momento in cui il Sole reale passa l'equatore può essere di molti minuti prima o dopo. La declinazione più meridionale del sole viene raggiunta al 270° di longitudine dell'eclittica, 18 ore di ascensione retta al primo punto del segno del Capricorno intorno al 21 dicembre. In ogni caso si deve porre in rilievo che sebbene questi segni tradizionali (nell'astrologia tropicale occidentale) hanno dato i loro nomi ai solstizi ed equinozi, in realtà, (come risulta dalla lista del precedente capitolo) i punti cardinali sono al presente situati rispettivamente nelle costellazioni dei Pesci, Toro, Vergine e Sagittario, a causa della Precessione degli equinozi.

Eclittica e pianeti La maggior parte dei pianeti vanno in orbite intorno al sole le quali sono quasi nello stesso piano come quello orbitale della Terra, differendo di pochi gradi al massimo. Come tali essi appaiono sempre vicini all'eclittica quando vengono visti nel cielo. Mercurio con un'inclinazione orbitale di 7° è un'eccezione. Plutone, a 17°, era precedentemente un'eccezione fino a che esso non fu riclassificato come un pianeta nano, ma altri corpi nel sistema solare hanno anche delle più grandi inclinazioni orbitali (per es. Eris a 44° e Pallas a 34°). Stranamente, la Terra ha l'orbita più inclinata di tutti gli otto pianeti maggiori relativi all'equatore del Sole, subito dopo i pianeti giganti.

Eclittica

121

Inclinazione Pianeta

Terrestri

Inclinazione Inclinazione Inclinazione all'eclittica (°) all'equatore del Sole (°) al piano invariabile[3] (°)

Mercurio

7,01

3,38

6,34

Venere

3,39

3,86

2,19

Terra

0,00

7,25

1,57

Marte

1,85

5,65

1,67

Giganti gassosi Giove

1,31

6,09

0,32

Saturno

2,49

5,51

0,93

Urano

0,77

6,48

1,02

Nettuno

1,77

6,43

0,72

La linea di intersezione del piano dell'eclittica e un altro piano orbitale del pianeta è chiamato the linea nodale di quel pianeta, e i punti di intersezione della linea nodale sulla sfera celeste sono il nodo ascendente (dove il pianeta attraversa l'eclittica da sud a nord) e il nodo discendente diametralmente opposto. Soltanto quando un pianeta inferiore passa attraverso uno dei suoi nodi può avere luogo un transito al di sopra del Sole. Transiti, specialmente per Venere, sono abbastanza rari, poiché l'orbita terrestre è più inclinata di quelle dei due pianeti più interni. L'inclinazione e le linee nodali, come quasi tutti gli altri elementi orbitali, mutano lentamente nell'arco di secoli a causa delle perturbazioni di altri pianeti.

Eclittica e Luna L'orbita della Luna è inclinata di circa 5° sull'eclittica. Neppure la sua linea nodale permane fissa, ma retrocede (si muove verso ovest) su una orbita completa ogni 18.6 anni. Questo è la causa della nutazione e immobilità lunare (lunar standstill). La luna attraversa l'eclittica circa due volte al mese. Se questo succede durante la luna nuova, accade un'eclissi solare, mentre durante la luna piena un'eclissi lunare. Questo era il modo in cui gli antichi potevano tracciare l'eclittica lungo il cielo; essi segnavano i posti dove le eclissi sarebbero potuto accadere.

Eclittica e coordinate stellari

Il piano dell'eclittica, secondo la prospettiva lunare, si può osservare bene in questa foto scattata dal veicolo spaziale Clementine nel 1994. Si vede (da destra a sinistra) la Luna illuminata dalla luce cinerea, il riverbero del Sole sorgente sull'orlo oscuro della Luna, e i pianeti Saturno, Marte e Mercurio (i tre puntini nella parte più bassa a sinistra).

Fino al XVII secolo in Europa, le mappe stellari e le posizioni nei cataloghi delle stelle erano sempre date dalle coordinate eclittiche; in Cina, invece, gli astronomi impiegarono un sistema equatoriale nei loro cataloghi. Fu solo quando gli astronomi iniziarono ad usare i telescopi ed a misurare le posizioni delle stelle con gli orologi che le coordinate equatoriali entrarono in uso anche in Europa, e ciò accade in modo così completo che, al giorno d'oggi, le coordinate eclittiche non vengono più utilizzate. Tuttavia, questo cambiamento ha comportato anche alcuni svantaggi, in particolare nell'osservazione dei pianeti.

Eclittica

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Infatti, una congiunzione planetaria sarebbe molto più esplicativamente descritta dalle coordinate eclittiche piuttosto che equatoriali.

Note [1] (EN) J. Meeus; Mathematical astronomical morsels; ISBN 0-943396-51-4 [2] (EN) United States Naval Observatory. Earth's Seasons: Equinoxes, Solstices, Perihelion, and Aphelion, 2000-2020 (http:/ / aa. usno. navy. mil/ data/ docs/ EarthSeasons. php). 01/28/07 [3] (EN) The MeanPlane (Invariable plane) of the Solar System passing through the barycenter (http:/ / home. comcast. net/ ~kpheider/ MeanPlane. gif). 2009-04-03. URL consultato il 10 aprile 2009. (produced with Solex 10 (http:/ / chemistry. unina. it/ ~alvitagl/ solex/ ) written by Aldo Vitagliano)

Collegamenti esterni • (EN) NASA: "The Path of the Sun, the Ecliptic" (http://www-spof.gsfc.nasa.gov/stargaze/Secliptc.htm) • (EN) Orbits and the Ecliptic Plane (http://hyperphysics.phy-astr.gsu.edu/hbase/eclip.html) • (EN) The Ecliptic: the Sun's Annual Path (http://www.dur.ac.uk/john.lucey/users/solar_year.html)

Pietra filosofale La pietra filosofale (in latino lapis philosophorum o "pietra dei filosofi") è, per eccellenza, la sostanza catalizzatrice simbolo dell'alchimia, capace di risanare la corruzione della materia.[1]

Proprietà La pietra filosofale sarebbe dotata di tre proprietà straordinarie: 1. fornire un elisir di lunga vita in grado di conferire l'immortalità fornendo la panacea universale per qualsiasi malattia; 2. far acquisire l'onniscienza ovvero la conoscenza assoluta del passato e del futuro, del bene e del male (cosa che spiegherebbe anche l'attributo di "filosofale"); 3. la possibilità infine di trasmutare in oro i metalli vili (proprietà che ha colpito maggiormente l'avidità popolare). Molte leggende tuttavia, attribuiscono a tale elemento altre proprietà, o ne sottraggono alcune. Alcune speculano anche sul fatto che l'elemento in realtà non debba essere forzatamente solido e che esso sia una polvere rossa molto densa o addirittura un materiale giallastro simile all'ambra.

Alchimista in cerca della pietra filosofale

Ciò non vuol dire che la pietra filosofale fosse l'oggetto di semplici leggende, di visioni utopiche, o di desideri avidi: l'oro infatti era ricercato soprattutto per essere utilizzato come catalizzatore nelle reazioni chimiche (per portare a termine le trasformazioni), essendo inoltre apprezzato da sempre come l'unico metallo conosciuto in grado di restare inalterabile nel tempo. Poiché anticamente si pensava che gli elementi dell'universo fossero formati della stessa sostanza primigenia, assolutamente identica in tutti ma presente in proporzioni diverse, appariva lecito supporre che tali proporzioni potessero essere variate dall’azione di un agente catalizzatore (la pietra filosofale) capace di riportarli alla loro materia prima. La maggiore o minore presenza di quel composto originario era ciò che determinava appunto le loro

Pietra filosofale mutazioni. Per ottenere la pietra filosofale pare si dovesse adoperare un forno speciale denominato athanor.[2]

Storia Il concetto ha apparentemente avuto origine dalle teorie dell'alchimista musulmano Geber (Jabir ibn Hayyan). Egli analizzò ciascuno dei quattro elementi aristotelici (fuoco, acqua, terra, aria) nei termini delle quattro qualità di base: caldo, freddo, secco e umido. In questo modo, il fuoco era caldo e secco, la terra fredda e secca, l'acqua fredda e umida, e l'aria calda e umida. Teorizzò inoltre che ogni metallo fosse una combinazione di questi quattro principi, due di questi interiori e due esteriori. La credenza nel "triplo potere" della pietra filosofale avrebbe radici profonde; essendo considerato l'oro un metallo "immortale", capire come produrlo a partire da metalli vili significa comprendere come rendere immortale un corpo mortale. L'oro inoltre è simile alla luce che è simile allo spirito. Trasformare tutti i metalli in oro significa quindi trasformare la materialità in spirito. Per secoli e secoli alchimisti e scienziati hanno rivolto tutti i loro sforzi alla ricerca della pietra, specialmente durante il Rinascimento. Alla corte dell'imperatore Rodolfo II, John Dee avrebbe operato una trasmutazione del piombo in oro di fronte a testimoni. Le ricerche della Pietra Filosofale da parte di John Dee furono prese come spunto da Gustav Meyrink per il suo romanzo L'angelo alla finestra d'occidente. Nonostante l'enorme potere di arricchimento che la pietra avrebbe conferito agli alchimisti, costoro tuttavia sarebbero stati tenuti ad usarla per scopi strettamente umanitari, dovendo essi sviluppare un senso morale parallelo all'elaborazione della pietra e che costituiva anzi una condicio sine qua non per la riuscita finale del loro operare. Per produrla si diceva occorresse infatti la disponibilità del grande "Agente universale" o Anima del mondo (altrimenti detta Azoto) che era la Luce astrale divina che permeava di sé ogni elemento della realtà. Anche Cagliostro nel Settecento affermò di esserne in possesso, e di saper operare trasmutazioni dai metalli vili in oro. Secondo leggenda, l'unico in grado di creare la pietra filosofale fu l'alchimista francese "Nicolas Flamel"

Influsso culturale L'influsso culturale della pietra filosofale non è limitato alle sperimentazioni sulle proprietà fisiche degli elementi; ma si estende fino a diventare simbolo della trasformazione psicologica dell'individuo, della sua evoluzione in senso spirituale. Carl Gustav Jung, in particolare, vedeva nella pietra filosofale la metafora dello sviluppo psichico di ogni essere umano, la forza che lo spinge verso la propria identità attraverso una sempre maggiore differenziazione.

Nella cultura popolare Harry Potter Nella serie di romanzi di Harry Potter, la pietra filosofale compare nel primo episodio a cui dà anche il titolo. È custodita in un corridoio segreto ad Hogwarts, da un enorme cane a tre teste. È dotata di immensi poteri e Voldemort, usando il professor Raptor, tenterà di impadronirsene. Fra gli altri poteri, la Pietra ha quello di assicurare una vita oltremodo lunga a chi ne usufruisce (eterna se la si assume regolarmente), nella serie infatti, l'alchimista Nicolas Flamel, ha ben 665 anni. Nel corso delle vicende tuttavia la pietra verrà distrutta dallo stesso Flamel, che morirà di vecchiaia assieme alla moglie parecchi anni dopo.

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Pietra filosofale Fullmetal Alchemist Nell'anime e manga Fullmetal Alchemist in molti sono alla ricerca della pietra filosofale, in grado di compiere trasmutazioni ignorando il principio dello scambio equivalente su cui si basa la serie (quello per cui per ottenere qualcosa bisogna dare in cambio qualcosa dello stesso valore). Una pietra filosofale viene ottenuta sacrificando esseri umani: il suo potere deriva dalle anime degli esseri umani che racchiude dentro di essa. Può essere utilizzata ad esempio per rigenerare arti gravemente danneggiati o perduti, per potenziare le capacità degli alchimisti ed alimentare vari tipi di armi. Nel manga e nella seconda serie anime viene inoltre mostrato come la pietra filosofale costituisca il nucleo degli homunculi e ne garantisca i poteri e l'immortalità: quando la pietra filosofale si esaurisce, gli homunculi perdono le loro capacità rigenerative e periscono. Nella prima serie animata, invece, gli homunculi si nutrono di pietre filosofali incomplete, dette pietre rosse, che alimentano le loro numerose "vite": una volta esaurite tutte le proprie pietre rosse, una ulteriore ferita mortale è in grado di ucciderli definitivamente.[3] The Slayers Nelle light novel e nell'anime di The Slayers, la pietra filosofale (chiamata nel doppiaggio dell'edizione televisiva pietra del saggio) è definita secondo alcune teorie, come un frammento del bastone degli dei che sostiene il mondo, anche se l'unica cosa certa è che si tratta di un potente amplificatore di forza magica, o meglio pare che sia addirittura il più potente. Shadow of Memories Shadow of Memories (o Shadow of Destiny) è un videogioco uscito in Europa nel marzo 2001 per Playstation 2 in cui l'intera vicenda (o quasi) ruota attorno alla pietra filosofale. Nel gioco, grazie a essa è possibile non solo creare un elisir in grado di curare qualsiasi malattia, ma anche dare vita a una forma umana chiamata Homunculus o Omuncolo. Procedendo con la vicenda si scoprirà che in realtà non è la pietra a dare la vita, ma che l'Homunculus è una specie di "genio della lampada" già contenuto all'interno di essa. All'interno della pietra è contenuta l'intera forza vitale dell'Homunculus. Non viene mai chiarito se per "evocare" l'Homunculus serva tutta la pietra o ne basti solo un frammento. Uno dei protagonisti tenterà anche di usare la pietra per riportare in vita la madre, riuscendo però a evocare solo il suo spirito e condannandola a vagare nel mondo terreno per l'eternità.

Note [1] G. Ranque, La pietra filosofale, pag. 38: «La Pietra Filosofale, come la descrivono i filosofi, si comporterebbe come una sorta di catalizzatore, capace appunto di far evolvere gli atomi, senza però modificare troppo i pesi degli elementi trasmutati». [2] Dall'arabo al-tannūr, "forno". [3] Nell'episodio 34 Greed, una volta privato delle proprie pietre rosse da Dante, combattendo contro Ed risulta ancora in grado di usare il proprio potere speciale e rigenerare il proprio corpo da ferite superficiali, ma muore dopo essere stato trafitto al torace.

Bibliografia • Omraam Mikhaël Aïvanhov, La Pietra Filosofale, dai Vangeli ai trattati alchemici, Edizioni Prosveta, 2005. • Georges Ranque, La pietra filosofale, Edizioni Mediterranee, 1989.

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Pietra filosofale

Voci correlate • Alchimia • Catalizzatore • Magia bianca

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Fonti e autori delle voci

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Galadriel75, Gbnogkfs, Gehadad, Gian-, Gipsy, Gvf, Idilaunicaila, Ilmago78, Iron Bishop, Johnlong, Kal-El, Karzac Fabio, Lara1488, Laurusnobilis, Leoman3000, Lilice, Lucio Di Madaura, Lumage, M.violante, M7, Madaki, Manusha, Marcok, Mess, Midnight bird, Mitchan, Moongateclimber, Moroboshi, Msette, Museodeitarocchi, Nicolòvitto, No2, Oks, Osidovich, Osk, Paginazero, Paulatz, Pequod76, Phantomas, Pullus In Fabula, Red Zed, Renato Caniatti, Riccioli72, Roberto Mura, Robiemme, Rodrigotebani, Sailko, Sbisolo, Senpai, Senza nome.txt, Seraphsephirot, Sesquipedale, Snowdog, Square87, Talon, Tarot72, Ticket 2010081310004741, Turboprotosincrotone, Twice25, Veronica franco, Wiskandar, Zio Illy, 262 Modifiche anonime Chiromanzia  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=41388457  Autori:: Achillu, Lorelai87, Madaki, Mamunda, Massimiliano Lincetto, Phantomas, Rollopack, Scorpios90, SirEbenezer, Squattaturi, Veneziano, 4 Modifiche anonime Esoterismo  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=42819672  Autori:: .snoopy., 5Y, AKappa, Achillu, Alec, Amon.Tools, Andcen, Annatapessima, Assamgreen, Avoye, Beechs, Calabash, Carassiti Anna Maria, Ceccomaster, Claudio Carli, Cordelo di Quart, Custon, Drugonot, ErikAchab, Erinaceus, Ermy2, Eva4, Frieda, Groucho85, Hashar, Ignlig, In ictu oculi, Ita01, Jada-88, Lilja, Lucio Di Madaura, Luigi Baldassari, Luisa, Lukius, Marcok, Maxdem, Museodeitarocchi, Numbo3, Phantomas, Ripepette, Robiemme, Sandrobt, Sannita, Square87, Talmid3, Talon, Tarf, Tomegatherion, Tonii, Tristan87, Twice25, Veneziano, Vipera, 123 Modifiche anonime Alchimia  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=42880509  Autori:: Achillu, Alexdevil, Amarvudol, Andrea95L, Ariel, Ary29, Asbesto, AstrMarco, Atreides87, AttoRenato, Aushulz, Austroungarika, Avemundi, Bardak1993, Beatrice, Biopresto, Buggia, Burubuz, Carlo.Ierna, Castagna, Cisco79, Cloj, Cotton, Crypto, DaniDF1995, Davide, Djpro91, Doccor, Drdulcamara3, Emisin, 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Carmaux, Crypto, Elwood, Erinaceus, Fei, Gco, Giuse93, Hpmachine, Ines, Luisa, Manusha, Marcok, Metal zerstorer, Moongateclimber, Phantomas, Tixgo, 12 Modifiche anonime Astrologia  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=42541563  Autori:: Achillu, Al Pereira, Andrea.gf, Angelo macchi, Antonio Alessi, Astromauh, Casanovy, ChemicalBit, ChicaChiaraAleRosy, Comune mortale, Doccor, Dome, Fakeclear, Guidomac, Htm2el, Ignlig, Ita-por, Kikka70, L736E, Lory2k, Mad Nick, Marcok, Mauro Lanari, Melefabrizio, Michele-sama, Mizardellorsa, Nickanc, Phyrexian, Pracchia-78, Rdocb, Remulazz, SirEbenezer, Socho-sama, Superzen, Taueres, 33 Modifiche anonime Zodiaco  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=42873065  Autori:: .anaconda, Achillu, Al Pereira, Alec, Alfio, Amarvudol, Arteyu, AseroDerrs, Astromauh, AttoRenato, Avemundi, Azzurra1980, Bettaro, Buggia, Carnby, ChemicalBit, ChriDaae, Codas, Desirio, Diablo, Diatarn iv, Dragonheart, F l a n k e r, Frieda, Gcovone, Ghost ita, Giuseppe129, Guam, Guidomac, Gvf, Hamed, Ilario7, Joana, Kobretti, Lalupa, Leonard Vertighel, Leopanza, Lorenz-pictures, Lucio Di Madaura, Lucius, M7, Marcok, Mauro Lanari, Michele.lazzarini, Moroboshi, NeoEmit, No2, Phantomas, Piero, Refiammingo, Renato Caniatti, Rojelio, Sandro kensan, Sbisolo, Shaku-kun, Simone, Snowdog, Starmaker, Suisui, Superchilum, Syrio, Twice25, Vale maio, Valhalla, Vipera, WinstonSmith, 142 Modifiche anonime Segno zodiacale  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=42642908  Autori:: Achillu, Al Pereira, Alkalin, Colom, Davide21, Formica rufa, Guidomac, Kill off, Klaudio, Kobretti, Koji, Kulo, Leopanza, Lucas, M7, MapiVanPelt, Marrabbio2, Mauro Lanari, Mermaid95, Osk, PersOnLine, Phantomas, Pipep, Rojelio, Sailko, Shivanarayana, Slastic, Supernino, 160 Modifiche anonime Ariete (astrologia)  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=41967761  Autori:: *Raphael*, Achillu, Al Pereira, Arteyu, Assamgreen, Baku, Beta16, Brownout, Buggia, Calabash, Captain beefheart, Dedda71, Demart81, Dispe, Doc.mari, ElGatoLopezz, Elwood, Fabio Y2J, Francisco83pv, Ginosal, Guidomac, Henrykus, Ita-por, Kikka70, Kobretti, Leopanza, M7, MapiVanPelt, Marco Ciaramella, Marco Plassio, Marte77, Osk, PersOnLine, Phantomas, Pierluca91, Racky, Rago, Robby, Roberto Mura, Siren, Streha, Supernino, Tafankaji, Ticket 2010081310004741, Tirinto, Triph, WinstonSmith, Woodward, 205 Modifiche anonime Toro (astrologia)  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=42059734  Autori:: *Raphael*, .anaconda, .mau., .snoopy., Achillu, Akuankka, Al Pereira, Antofa, Assamgreen, Berry1987, Beta16, Calabash, Chuck, Dark Saturn, Delfo, Dispe, Docekat, ElGatoLopezz, Eumolpo, Furyo Mori, Galiano.M, Giancarlodessi, Ginosal, Henrykus, Ichiki, Immanouela, Ita-por, KLJ, Kobretti, Leopanza, Luckyz, M7, Marco Ciaramella, Marco Plassio, Medan, Musicline, Osk, Panairjdde, Pegua, PersOnLine, Phantomas, Pracchia-78, Racky, Ripepette, Robby, Roberto Mura, Senpai, Siren, Taueres, Turillazzo, Ultimo75, Urbokant, Webmasto, White wolf, Yoruno, 156 Modifiche anonime Gemelli (astrologia)  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=42059759  Autori:: *Raphael*, .mau., Achillu, Al Pereira, Beta16, Calabash, Chianino, Chry95, Chuck, Dispe, ElGatoLopezz, Frazzone, Giuse93, Henrykus, Herr julius, Ita-por, Joseph345, Kamina, Klaudio, Kobretti, Leopanza, M7, Ookamikyra, Osk, Pequod76, PersOnLine, Phantomas, Pinotto92, Racky, Raghnar, Robby, Roberto Mura, Secernesto, Siren, Snowdog, Supernino, Taueres, Tazzulella, Tirinto, Vipera, Webmasto, Wikijens, Yoruno, 123 Modifiche anonime Cancro (astrologia)  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=41803462  Autori:: *Raphael*, Achillu, Al Pereira, Alfio, Alfio66, Angelorenzi, Ariel, AttoRenato, Beta16, Brownout, Calabash, Chuck, Dispe, ElGatoLopezz, Fir, Formica rufa, Gdmercury, Giancarlodessi, Hauteville, Henrykus, Ilario7, Ita-por, Kobretti, Leopanza, Luisa, M7, MapiVanPelt, Marco 27, Marco Ciaramella, Mimmo Carrieri, Osk, Panapp, PersOnLine, Phantomas, Pipep, Pracchia-78, Racky, Robby, Roberto Mura, RuandaBit, Siren, Soverino, Tixgo, Vipera, Webmasto, Yoruno, ZioNicco, 106 Modifiche anonime Leone (astrologia)  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=42937604  Autori:: *Raphael*, Achillu, Al Pereira, Alfio66, Andcen, Beta16, Calabash, Chuck, Dispe, Dottor.Sabbio, ElGatoLopezz, Giancarlodessi, Habsburg, Henrykus, Ichiki, Ignlig, Ita-por, Kinooo, Kobretti, Leopanza, Lucky89, M7, Moongateclimber, Neoisonline, No2, Osk, PersOnLine, Racky, Raghnar, Robby, Roberto Mura, RuandaBit, Siren, Vale maio, Webmasto, Yoruno, 114 Modifiche anonime Vergine (astrologia)  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=42059799  Autori:: *Raphael*, Achillu, Al Pereira, Alfio66, Arteyu, AttoRenato, Avemundi, Bach1685, Beta16, Dispe, ElGatoLopezz, Eustace Bagge, G84, Giac83, Giancarlodessi, Guidomac, Henrykus, Immanouela, Ita-por, Kobretti, Leopanza, M7, MapiVanPelt, Nicolas991, Osk, PersOnLine, Phantomas, Pracchia-78, Racky, Robbie O'Philips, Robby, Roberto Mura, Rorywarren, Salvo da Palermo, Siren, Taueres, Turgon, Uno nessuno e 100000, Webmasto, Yoruno, 122 Modifiche anonime Bilancia (astrologia)  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=41805525  Autori:: *Raphael*, Achillu, Al Pereira, Andrea.gf, AttoRenato, Beta16, ChemicalBit, Dark Saturn, Demart81, Dispe, ElGatoLopezz, Formica rufa, Guidomac, Henrykus, Ita-por, Jabawack81, Katiusha89, Kikka70, Kobretti, Leopanza, M7, Maitland, MapiVanPelt, Maquesta, Marco Ciaramella, Nwa1973, Osk, Panapp, PersOnLine, Phantomas, Pierluca91, Pirandello63, Pracchia-78, Racky, Rei Momo, Riccardo de conciliis, Robby, Roberto Mura, Shallidance, Siren, Thewikifox, Webmasto, X999, Yoruno, 134 Modifiche anonime Scorpione (astrologia)  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=42703783  Autori:: *Raphael*, 6iMo, Achillu, Al Pereira, Anassagora, Beta16, Brodo, Cacitore, ChemicalBit, Clio770, Dark Saturn, David90, Dioniso92, 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Fonti e autori delle voci Maitland, Marco Ciaramella, Marte77, Meddix00, Michele-sama, Nicolòvitto, Osk, Pegua, PersOnLine, Pracchia-78, Racky, Robby, Roberto Mura, Santuz87, Senpai, Shaka, Snowdog, Superrr, Svello89, Traiano, Twice25, Webmasto, Xmrc85x, Yoruno, 235 Modifiche anonime Ofiuco  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=42641560  Autori:: Alfio, Aresss, Ary29, Aushulz, Davide, Derfel74, Dr Zimbu, Eumolpo, Fafabifiofo, Geremia, Ggg, Guam, Hashar, Henrykus, Lotho2, Lukius, Marruz, Michele.lazzarini, Palica, Roberto Mura, Sbisolo, Starmaker, Suisui, Superchilum, Template namespace initialisation script, Torsolo, WinstonSmith, Xabier Cancela, Ysogo, 13 Modifiche anonime Sagittario (astrologia)  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=42059680  Autori:: *Raphael*, .mau., Achillu, Al Pereira, Andcen, Antoniosbau94, Arteyu, Austroungarika, Bedo2991, Beta16, Calabash, Cinnamologus, Cipripedium, Demart81, Dispe, Dylan--86, Eumolpo, Formica rufa, Ginosal, Henrykus, Herdakat, Inskatolata, Ita-por, Kobretti, Leoman3000, Leopanza, Marco Ciaramella, Midnight bird, Orion21, Osk, PersOnLine, Phantomas, Racky, Raghnar, Robby, Roberto Mura, Santabarbara, Siren, Suetonius, Ticket 2010081310004741, Trixt, Vale maio, Webmasto, Yoruno, 169 Modifiche anonime Capricorno (astrologia)  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=42703619  Autori:: *Raphael*, Achillu, Al Pereira, AlessandroAM, Alessio Rolleri, Arteyu, AttoRenato, Austroungarika, Beta16, Calabash, Dispe, Dr Zimbu, Elvenmuse, Gaetanolamparelli1957, Giancarlodessi, Henrykus, Ignlig, Immanouela, Ita-por, Kobretti, Komix, Larry Yuma, Leopanza, Luciob76, M7, Marco Ciaramella, Marcol-it, Mtt, Nemed, Osk, Panairjdde, Panapp, PersOnLine, Phantomas, Pino alpino, Racky, RanZag, Robby, Roberto Mura, Siren, Ticket 2010081310004741, Webmasto, Yoruno, 137 Modifiche anonime Aquario (astrologia)  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=42385642  Autori:: *Raphael*, Achillu, Al Pereira, Alfio66, Andreaturo, Ariel, ArtAttack, Assamgreen, Beta16, Brownout, Capelino, Dispe, Dome, Dony976, Elwood, Fafabifiofo, Gaetanolamparelli1957, Giancarlodessi, Hamed, Henrykus, Ita-por, Kekko1989, Kobretti, Kripta, La voce di Cassandra, Leopanza, M7, MapiVanPelt, Marco Ciaramella, Mark91, Messerschmitt, Moongateclimber, No2, Osk, PersOnLine, Phantomas, Racky, Robby, Roberto Mura, Salvatore Ingala, Sarina82, Shinken75, Siren, Ticket 2010081310004741, Tirinto, Vipera, Webmasto, Yoruno, 154 Modifiche anonime Pesci (astrologia)  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=42059638  Autori:: *Raphael*, Achillu, Al Pereira, Andrea29, Assamgreen, Basilicofresco, Beta16, Confepesv, Dispe, Elwood, Fabio Y2J, Giancarlodessi, Guidomac, Henrykus, Ignlig, Inkub0, Ita-por, KLJ, Kobretti, Leopanza, M7, Marco Ciaramella, Osk, PersOnLine, Phantomas, Racky, Robby, Roberto Mura, Siren, Tanonero, Ticket 2010081310004741, Urbokant, Vituzzu, Webmasto, Yoruno, 143 Modifiche anonime 12 (numero)  Fonte:: 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