La Scrittura Del Formante Tw Del Passivo Nel Medio Regno

December 4, 2017 | Author: Angelo_Colonna | Category: Egyptology, Dynasties Of Ancient Egypt, Egypt, Ancient Egyptians, Pharaoh
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Estratto dalla RIVISTA DEGLI STUDI ORIENTALI pubblicata a cura dei Professori della Scuola Orientale della Università di Roma VOLUME XXXIX [1964: revisione dell’Autore nel giugno 2004]

LA SCRITTURA DEL FORMANTE TW DEL PASSIVO NEL MEDIO REGNO *

PREMESSA.

L’elemento t, che in medio egiziano è aggiunto alle varie forme della coniugazione a suffissi per produrre il passivo, si trova scritto con frequenza sempre maggiore a partire dal Medio Regno anche tw che è la grafia normale nel Nuovo Regno. Connessi sono i problemi relativi alla funzione del w dopo t1 ed alla regolarità della scrittura tw nel Medio Regno2. Verso una soluzione possono condurre i testi epigrafici ed i documenti papiracei, dei quali si è tentata una classificazione fondata sulla scrittura dell'affisso t, separando il caso in cui t compare in esito finale (sdm.t(w)) da quello in cui è seguito da suffisso (sdm.t(w).f).

1 - DATA DEI MSS. DEL MEDIO REGNO ESAMINATI. Tra le raccolte di papiri del Medio Regno prese in esame, è parso conveniente soffermare l'attenzione sulle seguenti opere:

* Le abbreviazioni adoperate corrispondono a quelle di G. LEFEBVRE, Grammaire de I’égyptien classique, Cairo 1955, alla quale si rimanda anche per la citazione di alcune opere. - Per comodità si sostituisce spesso t a sdm.t; tw a sdm.tw; t.f a sdm.t.f; tw.f a sdm.tw.f, tutte forme del cosiddetto passivo in tw. R. S. O. - XXXIX. 13 1

Opinione del WESTENDORF, Gebr. Passivs, p. 79 (nota 4), è che il w sia un espediente per indicare la conservazione del t nella pronuncia, come poi negli stati pronominali dei sostantivi femminili in neo egiziano, cf. LEFEBVRE, Gram. Ég., § 112 in fine; inoltre § 34 obs. 2

Il LEFEBVRE, Gram. Ég., § 302, afferma, con una spiegazione illogica sotto l’aspetto storico, che tw è spesso ridotto a t(w), senza fornire norme. Il GARDINER, Eg. Gram. , § 34, osserva semplicemente che tw può esser più brevemente scritto t(w).

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1) lettere del principio della XII dinastia3; 2) il papiro Prisse, contenente gli Insegnamenti per Kagemni e le Massime di Ptahhotep, della metà della XII dinastia 4. Le Massime di Ptahhotep sono in parte conservate da altri due papiri del Museo Britannico (L, e L,), il secondo dei quali risale alla XVIII dinastia5; 3) il ms. B di Sinuhe; B, , B,, Bt dell’Oasita: questi mss., insieme con il Racconto del Naufrago ed il Dialogo del Suicida, son datati dal Möller a fine XII-XIII dinastia6; 4) i papiri di Illahun e Gurob, i più antichi dei quali risalgono a Sesostri III. Il Möller li antepose a quelli citati nel paragrafo precedente7; dalla presente indagine risulta però parziale contemporaneità; 5) il papiro del Ramesseo (R), che contiene le storie di Sinuhe e dell'Oasita, avendo come terminus post quem il regno di Ammenemé III8. I documenti epigrafici utili sono in grande parte datati.

2. - SCRITTURA DI t(w) IN ESITO FINALE. Nell’Antico Regno non si scrive mai tw, ma generalmente t, e solo di rado nei Testi delle Piramidi tj; daltronde il valore semi vocalico dello j è in tale sede discutibile, giacché esso non compare mai accompagnato da un suffisso. Esempi: (recitare quattro volte) m pr(j). tj n. k hrw «quando ti è fatta l’offerta per voce »9 - (la corona bianca ingoiò la corona grande) n m3.tj ns « e non si vide la lingua »10 - (egli ti ha composto) n hnn.tj jm.k « cosicché non v’è turbamento in te »11. Nelle biografie private, dove alla prima persona singolare lo j del suffisso si trova a contatto con uno j del tema verbale, ed essi due sono spesso scritti, lo j presupposto in tj

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T. G. H. JAMES, The Hekanakhte Papers and Other Early Middle Kingdom Documents, New York 1962. Per lo spostamento della data, vedasi D. ARNOLD,Amenemhat I and the Early Twelfth Dynasty at Thebes: MMJ 26 (1991), p. 5-48: 35-38. 4 G. MŐLLER, Hieratische Paläographie, Lipsia 1909-1912, d p. 12. Cf. DÉVAUD, L’âge des papyrus, Parigi 1924, p. I nota 5. 5 Z. ŽÀBA, Les Maximes de Ptahhotep, Praga 1956. 6 MŐLLER, op. cit., f p. 14. Nell’Ergänzungsheft il Möller modificò però la proposta di datazione per alcuni (Naufrago), anticipandola all’inizio della XII dinastia. 7 MŐLLER, op. cit., e p. 13. 8 A. H. GARDINER, The Ramesseum Papyri, Oxford 1955, p. 1. 9 Pyr. 23 b. 10 Pyr. 243 b. 11 Pyr. 617 b.

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non viene mai scritto *-tj.j12. Se il w di tw nel Medio Regno è veramente un puro espediente grafico, appare verisimile che lo j in tj sia il suo antecedente in antico egiziano. Il primo esempio di tw a me noto si riscontra nei testi di Ankhtifi a Mo'alla, ed è scritto tw: n pr.n.tw n snd .f «non si osava uscire per il timore che egli incuteva »13. Un altro esempio di tw, del primo Medio Regno, si trova in una missiva spedita nei primi anni della XII dinastia14. Tw compare in un graffito del Wâdi Hammâmât, della fine della XI dinastia, nella frase n sp ir.tw mitt « non si era mai fatto il simile» 15, tradizionalmente scritta con ir.t, accanto ad altri casi in cui si nota semplicemente t16. Un graffito del Wâdi el-Hudi, risalente al regno di Sesostri I, scrive ancora tw17. Le lettere di Hekanakhte presentano la medesima incertezza. L’uso non appare neppure uguale in tutte le quattro lettere, giacché la I, la III, e la IV hanno solo t, mentre nella II prevale tw (tre esempì contro uno di t)18. Nella corrispondenza epistolare dell’inizio della XII dinastia si adopera ancora t, tolto il già ricordato tw19. A questo stadio, che scrive di preferenza t, pure ammettendo raramente tw in qualche caso non seguito da suffisso, appartengono i papiri del Naufrago e del Suicida. Nel primo si ha sempre t, eccetto un caso di tw20 ; nel secondo vi sono tre esempi di tw contro altrettanti di t21. Una situazione più precisa si riscontra invece nei mss. Prisse, di Sinuhe e dell’Oasita, nei quali prevale nettamente la grafia tw in esito finale, e dove si possono ancora ricostruire due stadi: uno in cui si mantiene t davanti a suffisso, ed uno, posteriore, in cui si adotta tw anche in tale sede. A questo proposito, in una formula tipica delle biografie private, si nota il passaggio di t (nel tempo di Sesostri I: nd.t) in tw sotto il regno di Ammenemé II (nd.tw)22,

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Urk. I 254, 1.2 (jn(j).t(.j) «fui condotto» e rd(j) .t (.j) «fui creato»); 137, 6 (hz(j).t( -j) « fui lodato »). 13 3 II θ 2; variante II η 2: n pr.n.t; e hr.tw «si dice» I β 4. 14 JAMES, op. cit.: Brit. Mus. 10567, linea 8: hr rdit hb.tw «perché si mandi». 15 Hamm. 114, l6; J. JANSSEN, Egyptische Autobiographie, Leida 1946, I, p. 162 passim. 16 linea 7: dd.t «cosicché si dice». 17 GM 44 (1981) p. 15. 18 I: linea 17; - III: linee 4; 5 (due esempi); verso I; - IV: linea 3; - II: (tw) linee 27; 31; verso I; (t) verso I. 19 JAMES, op. cit.: Meketrê linea 7 (hr rdit h3b.t, cf. la nota 4); Brit. Mus. 10549, linee 4; 7; verso i; Cairo 91061, linee 709 (due esempì uguali); Brit. Mus. 10567, linee 7, 9; Metropolitan Museum of Art 28.9.4., A) 2; B) 2-3; 9. 20 Nauf. sdm.t: 34 = 103; 140 = 146; 184. Sdm.tw. 143. Sdm.t. f: 15; 50; 73;152; 169. 21 Leb. sdm.t: 115; 116. Sdm.tw: 117; 121; 124. Sdm. n.t.f: 146. 22

JANSSEN, op. cit.. I, p. 73 = serie II bj 2-3-4.

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nel breve spazio di un decennio. Trattandosi di un caso unico, esso rimane però soltanto un indizio vago di maggiore estensione della grafia tw da Ammenemé II in poi.

3. - SCRITTURA DI tw DAVANTI A SUFFISSO. In Ptahhotep (Prisse) vi sono 19 casi di tw in esito finale contro 5 soli con t; seguito da suffisso si scrive sempre t (6 casi)23. I mss. L, e L, sono frammentarii; ma si ha che in due casi L, concorda con Prisse 24, mentre in tre casi a Prisse t.f L, risponde con tw.f'25. È intervenuta una regola ortografica che si cercherà di collocare esattamente all’origine, e che riguarda tutti i mss. di questo periodo. In Sinuhe vi sono 22 casi con tw in esito finale contro 5 con t; 11 di t seguito da suffisso (ms. B)26; gli esempì rimasti di R comparabili con B dimostrano che anche in esso è avvenuta la trascrizione in tw.f (3 esempì)27. Per l’Oasita il quadro è più complesso ma anche più istruttivo perché consente una classificazione che risponde bene al valore dei mss. Il frammento Bt porta un solo esempio, con t.f28. B, (il più completo) ha 21 casi di tw in esito finale con una sola incerta eccezione; 3 casi con t.f, e quattro con tw.f'29. B, in due luoghi in cui B, ha già tw.f, conserva t.f, apparendo più antico30. R non solo ha tw in tutti i luoghi in cui B ha tw, ma manifesta oramai interamente avvenuta la trasformazione di t.f (B) in tw.f31. Le copie del papiro del Ramesseo appaiono pertanto indubbiamente posteriori, ed anche per altri motivi di critica testuale si debbono ritenere recenziori. Gli inni a Sesostri III nei papiri di Illahun non riportano alcun passivo con t\tw, ma 23

Pt. sdm.t: 28; 33; 152; 360; (394). Sdm.tw: 34; 55; 90; 127; 231; 242; 274; 284; 288; 293; 342; 343; 348; 349; 356; 447; 480; 512; 526. Sdm.t.f: 59; 66; 89; 223; 337; 338; 596. Negli Insegnamenti per Kagemni l’uso è identico. 24 337 (di.t.s); 338 (snn.t.s). 25 66 (nis.t.f = nis.tw.f); 89 (hnn.t.s = hnn.tw.s); - 337 (di.t.s = di.tw.s), in R. A. CAMINOS, Literary Fragments, Oxford 1956, tav. 28, linea 2. Cf. anche 59. 26 Sin. sdm.t: 90; 91; 181; 226-227; (238); 260. Sdm.tw: 1; 37; 38; 40; 55; 89-90; 183; 183; 184; 191; 192; 194; 195; 195196; 198; 202; 217; 227; 236; 243; 264; 272. Sdm.t.f: 40; 52-53; 69; 72; 198; 200; 233; 234; 281; 308. Su Sin. 205 cf. Barns, JEA, 53 (1967), p. 7 (r ht). Cf. anche B 3 imt = R 28 imtw. 27 B 40 n wf3.t.i = R 64 n psg.tw.i «non ero stato calunniato/insultato »; B 52-53 m33.t.f = R 77 m33.tw.f; B 69 ms.t.f = R 93 ms.tw.f. 28 Pay. Bt sdm.t.f: 33. 29 Pay. B, sdm.t: unico caso, 360. Sdm.tw: 47; 48; 80; 83; 84; l01; 124 (= R); 128; 129; i82; 184; 199; 212; 223; 223; 256; 269; 296; 302; 309; 321 (gmw.tw). Sdm.t.f: 102 (ir. t.f); 236 (rdì.n.t .k); 308 (krs.t.f= B,). Sdm.tw.f: 18 (‘w3.tw.i); 234 (rdi.n.tw.k); 310 (sh3.tw.f). Per la lettura hdt 10 in B 14, cf. Berlev, Палестинский Сборник, 15, p. 27. 30

Pay. B, sdm.tw: cf. B, linee citate 256-321; B, 94. Sdm.t.f: cf. B, 308 e 310 (= B, 75). Sdm.tw.f : B’ 97 (nwh.tw.f: per questa lettura, cf. Osing, in Fs. Assmann, p. 264). Per la classificazione del valore di questi mss. dell’Oasita, si veda l’opera del VOGELSANG, p. 2 sgg. 31 Gli esempì sono già stati indicati nelle note precedenti.

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tale affisso è frequente nei testamenti e soprattutto nelle lettere, che sono compresi tra il regno di Sesostri III e quello di Ammenemé IV. In questi documenti si trova affermata la grafia tw in esito finale32, eccetto in alcuni modelli di lettera conformi alla consuetudine del principio della dinastia33. Fin nel tempo di Ammenemé III si trova ancora qualche caso di t.f34, ma l’uso più diffuso esige tw.f35. Il papiro veterinario segue l’uso più antico36.

4. - NUOVE INTERPRETAZIONI SUGGERITE DALLA TEORIA ESPOSTA. Gli esigui esempì con t in esito finale nei mss. citati non sono sempre imputabili alla mano dello scriba. In qualche caso una interpretazione differente da quella consueta, preferibile anche sotto l’aspetto grammaticale, può ulteriormente ridurne la lista. 1) Ptahhotep: il verso 394 delle Massime deve esser certamente inteso mrrt.f irrt n.f « ciò che egli desidera è ciò che gli si deve fare », cf. Sin. B 307 mi irrt n smr tp « come (ciò che) si deve fare ad un amico di primo rango »37. 2) Sinuhe: B 238 rdit iry.i hrw m I33 «mi si lasciò passare ancora un giorno a Iaa », dove rdit è probabilmente un infinito, cf. Pay. B; 3 7-38 sp pw rdit iwt n.i smsw.k « è il caso di mandarmi il tuo servo », e Lesestücke 83, 4 rdit hm.f dl.t.l «S.M. volle che fossi posto ecc. », cf. JEA 58 (1972), p. 160. 3) Oasita: B, 36-37 h3 rdit swd3.i ib.k hr p3 hn n mdt «ah, se potessi farti una comunicazione sullo stato delle cose! » rdit è forse infinito, cf. supra la nota a Sin. B 238, con il seguito del discorso dell’Oasita, citato nel medesimo luogo; e Lefebvre, Gram. ég., § 569 b. 4) E. Edel, Altägyptische Grammatik, I, Roma 1955, § 736, vede un uso passivo della forma sdmt.f in dr ms.t(.j) «dopo la mia nascita» (Urk. I 75, 14). In realtà, ammesso che le due forme si distinguessero, si tratta di un passivo in t(j)/t(w), cf. Sin. B 69 dr ms.t.f «dopo la sua nascita», cui corrisponde regolarmente R 93 dr ms.tw.f, togliendo

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Kah. 13, 27.35 (testamento); 22, 5 sgg.; 28, 20.26; 29, 37-43; 30, 21.22; 31. 12.15.40; 33, 8.12.19.33; 34, 34.38.41.44.52; 35, 11.15; 36, 53-58.4-I4; 38, 25; 39, 9.24.29.31. 33 Kah. tav. 27: rdìt int n.i «fare che mi sia portato» (più volte). La forma h3b .t è spesso preferita anche nei documenti che hanno sempre tw, ma probabilmente per motivi paleografici (è scritta con legatura tra b e t): 31, 18.45; 36, 53. Ma si ha anche h3b.tw: 28, 20; 36, 14, e h3b.n.tw: 33, 8; 34, 44. 34 Kah.22, 9 (k3.tw sdm.t.f); 11, 19 (dhn.t.f). 35 Kah. 12, 13 (rdi.tw.s); 28, 27 (ir.tw.f); 34, 34 (in.tw.s). 36 H. Grapow, Die medizinischen Texte in hieroglyphischer Umschreibung autographiert. Grundriss der Medizin der alten Ägypter, V, Berlin 1958, p. 548. 37 LEFEBVRE, Gram. ég, § 436, che cita Nauf. 147-148; ed ancora, per la frequenza di ìrrt in tal senso, Siut I 278-279. Cf. Coffin T. VI 273 b (G1T).

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l’ambiguità.

5. - DATA DEL MUTAMENTO ORTOGRAFICO. Nessuno dei documenti elencati può dare una risposta assoluta sul tempo in cui fu deciso di estendere la scrittura tw a tutti i casi, né certamente la riforma fu simultanea. Senonché parecchi indizi convergono per il suo inizio sui regni di Sesostri III Ammenemé III. Intanto i mss. di Sinuhe e dell’Oasita contrassegnati dalla sigla B sono anteriori al papiro del Ramesseo, e perciò probabilmente al regno di Ammenemé III; mentre i papiri di Illahun, compresi tra Sesostri III e Ammenemé IV, costituiscono l’anello intermedio tra i due usi grafici. Argomenti poco precisi forniscono anche i testi epigrafici, poiché nelle biografie private e nelle iscrizioni funerarie è consuetudine costante di preferire il semplice t. Ciò non ostante, si son notati esempì di tw in posizione finale nella X e XI dinastia, benché rari, ed altri si possono citare della XII38. Essi ricorrono su una stela da Abido contemporanea a Sesostri II, la quale ha però con suffisso t.f; di nuovo vi è tw accanto a t.f nelle stele di Sesostri III a Semna39; mentre di tw.f non vi è traccia fino alla XIII dinastia, quando il mutamento si è oramai esteso40.

6. - CONCLUSIONE. La scrittura tw è probabilmente connessa con tj dei Testi delle Piramidi; tuttavia nell’Antico Regno si scrive di solito t, nel Nuovo Regno tw. Il cambiamento avviene nel Medio Regno, attraverso varie fasi progressive: fino al regno di un faraone incerto (Sesostri III o Ammenemé III) è facoltativo servirsi della scrittura t o tw in posizione finale, mentre t è obbligatorio quando segue un suffisso; mentre in un gruppo di testi (biografie private, lettere, Racconto del Naufrago) è preferito il semplice t, in altri papiri (Prisse, Sinuhe, Oasita) prevale la scrittura con tw. 38

Lesestücke 83, 12 (rdl.n.l it.tw h’w.f «feci prendere le sue armi») e 83, 4 (rdit hm.f dl.t.l «S.M. volle che fossi posto»). Vi è inoltre di.tw nella stela Brit. Mus. 1313, 11, appartenente al medesimo individuo (testo funerario). 39 Lesestücke 84, 23 (irt.tw nb m-'.sn «tutto quel che si farà con loro); 84, 13.l6 ((n) ms.t.f n.ì. «(non) è nato a me», uguale sulla stela di Uronarti, JNES, 12 (1953), p. 51 sgg.); e JEA, 39 (1953), p. 51 fig. 1), linee 8-9 (wrd.n.tw). 40 Un wšd.tw.f è nella stela Cairo 20254, 2-3, di data incerta, ma sicuramente tarda.

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Quindi comincia ad affermarsi la consuetudine di scrivere sempre tw, anche quando segue un suffisso, il quale fenomeno riguarda il papiro del Ramesseo di Sinuhe e dell’Oasita, e tutti i papiri posteriori, conservandosi nel Nuovo Regno. Nell’Oasita particolarmente la classificazione dei mss. è tale: sono i più antichi, e purtroppo i più frammentarii, B, e Bt; B appartiene ad una fase di transizione, come il fondo di Illahun, ma è strettamente connesso ai precedenti; viene a distanza il ms. del Ramesseo, che differisce nettamente per l’estensione della grafia tw a tutti i casi. Rimane chiarito che il w di tw non è certamente fonetico, e la sua presenza affatto convenzionale e secondaria, apparendo la trasformazione di t in tw come fatto grafico.

ALESSANDRO ROCCATI

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