La notizia che l’Italia del Nord era insorta fu data per prima dalla ribattezzata Radio Alto Milanese, la ex stazione fa...
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Prefazione
Secondo Moni Ovada, la memoria è l'identità stessa dell'individuo. Occorre quindi coltivare la memoria, ma non quella dell’episodio in sé bensì anche il suo significato. Con questo opuscolo ci proponiamo di ricordare la breve vita di Radio Busto Arsizio, la nostra radio autonoma, che seguì la nascita di Radio Alto Milanese: un episodio della liberazione dell’aprile 1945 nella nostra area. Il significato generale consiste in questo: dopo il 24 aprile 1945, quando si seppe che gli Alleati avevano attraversato il Po e Genova era insorta, la lotta di liberazione era diventata spontanea, almeno in provincia. Per insorgere non erano più necessarie le direttive segrete del CLN locale, come scrisse un protagonista e un osservatore di quei giorni, l’agente dell’OSS americano Aldo Icardi. I partigiani si adeguarono alle varie situazioni locali, magari si lasciarono prendere dall’entusiasmo e pretesero il disarmo da parte di colonne tedesche in movimento, più forti in uomini e mezzi. Ma alla fine il buon senso prevalse, senza arrivare a inutili spargimenti di sangue. Questo opuscolo anche per riportare la verità sulla radio che per prima dette l’annuncio della liberazione. La notizia che l’Italia del Nord era insorta fu data per prima dalla ribattezzata Radio Alto Milanese, la stazione fascista di Radio Tevere, non dall’EIAR di Milano. Già nella serata del 25 aprile Radio Alto Milanese aveva ‘affidato al mondo il suo impeto di libertà e di amor patrio’ sulle onde di metri 35. Le radio milanesi vennero liberate solo la mattina del 26 aprile. Gli stessi alleati appresero dell’insurrezione da Radio Alto Milanese. Lo dicono le date e gli orari, lo dicono i giornali del 26 aprile dell’Italia liberata. Questo per la verità e per la storia.
Mario Colombo – Paolo Paoletti
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RADIO TEVERE 10 – 06 – 1944 / 25 – 04 - 1945
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Sabato 18 settembre 1943 Mussolini faceva risentire la sua voce dai microfoni di Radio Monaco, dalla Baviera. Erano passati 6 giorni da quando una compagnia della 2a divisione paracadutisti germanica lo aveva liberato da Campo Imperatore e un aereo lo aveva trasportato a Vienna.
Già dal 26 luglio Hitler aveva pensato di far liberare Mussolini e di metterlo a capo di un governo fantoccio. Dopo l’annuncio dell’armistizio Hitler, allora presso il suo Quartier Generale a Rastenburg nella Prussia orientale, ordinò di installare una stazione radio di emergenza. Questa fu costruita in gran fretta all’interno del vagone ristorante del treno personale del Führer. La stazione radio fu messa in contatto diretto con Berlino e da Berlino le registrazioni erano inviate a Monaco per la diffusione in etere. Radio Monaco divenne così la prima emittente di quel gruppo di gerarchi rifugiatisi in Germania subito dopo la firma dell’armistizio. Quel 18 settembre Mussolini scioglieva le truppe dal giuramento al re, rivolgeva un appello alle camicie nere e annunciava di aver ripreso la direzione del fascismo in Italia. Successivamente annunciava di aver ricostituito la struttura del Partito Fascista Repubblicano, di cui nomina segretario Alessandro Pavolini 1) , già ministro della Cultura Popolare e direttore del Messaggero. Il Duce ordina anche che dalla Germania trasmetta un’emittente radiofonica fascista e affida questo compito allo stesso Pavolini, il quale si 1)
Alessandro Pavolini (Firenze 1903 – Dongo 1945) si trova nel giorno fatale del 28 ottobre 1922 a Roma per ragioni di studio. Si accoda alle colonne fiorentine di camicie nere per la parata finale, quando Mussolini ha già ricevuto la carica di Primo Ministro. Nel 1929, a soli ventisei anni, Pavolini diviene federale di Firenze. Nel 1935 parte volontario per la guerra d’Africa, col suo amico Galeazzo Ciano, e comanderà una squadriglia aerea, cui viene dato il nome di una squadraccia fiorentina ai tempi della marcia su Roma: la famigerata “Disperata”. Nel 1939 diventa Ministro della Cultura Popolare. Dopo la caduta del fascismo riesce a riparare in Germania. Aderisce alla Repubblica Sociale Italiana e come segretario del PFR tiene le fila del congresso di Verona, ottiene il processo e la condanna a morte dei “traditori” del 25 luglio. Nella primavera del 1945 la RSI si avvia all’atto finale. Pavolini si illude di poter raccogliere ventimila fedelissimi per costituire l’ultima resistenza in Valtellina: là progetta di far trasportare anche le ossa di Dante, simbolo dell’italianità. Il 25 aprile 1945 si avvia con il Duce per l’ultimo viaggio, dalla Prefettura di Como al lungolago di Dongo, dove viene fucilato il 28 dai partigiani della 52° Brigata Garibaldi, dopo un coraggioso ma inutile tentativo di fuga.
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avvarrà della collaborazione di Giovanni Preziosi, noto antisemita, già direttore de “La Vita Italiana”, e di Vittorio Mussolini, già direttore della rivista “Cinema”. Per la stesura dei notiziari furono chiamati due giornalisti che si trovavano già a Berlino: Cesare Rivelli, corrispondente del Giornale Radio, e Felice Bellotti, già inviato de “La Stampa” sul fronte russo. Come annunciatore dei programmi fu chiamato Orio Ruberti, fratello della vedova di Bruno Mussolini, e Angelo Vecchio Verderame con le funzioni d’interprete. La Radio, assumerà la denominazione di “Radio Fascista Repubblicana” e fu da quest’emittente che Mussolini il 18 settembre 1943 pronunciò il discorso diffuso in Italia. Dopo il rientro in Italia del Duce avvenuto il 23 settembre, a Monaco rimasero Rivelli e Bellotti sotto la direzione di Giovanni Preziosi. Una volta in Italia Mussolini esaminò la situazione dell’E.I.A.R. (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche) e constatò che una parte delle stazioni radio erano cadute in mano agli angloamericani. La stazione di Bari, dotata del più potente impianto radio italiano, che poteva trasmettere sia su onde corte sia su onde medie, coprendo tutto il territorio nazionale e quello estero, Oriente e Africa compreso, fu presa ancora intatta dagli alleati e subito riattivata per iniziativa di giovani intellettuali badogliani. La redazione mandò in onda il primo notiziario dell’Italia libera e trasmise le prime parole di Vittorio Emanuele III agli italiani dopo la fuga da Roma. Per circa una settimana quest’emittente della parte liberata del territorio nazionale operò in modo autonomo, successivamente affluirono a Bari personalità della cultura come Anton Giulio Majano, Antonio Piccone Stalla, Alba De Cespedes, Ubaldo Lay, Pio Ambrogetti, Gabriele Baldini e Giorgio Spini. Radio Bari diventò anche la voce ufficiale del quartier generale alleato. La sua potenza di 20 Kw consentiva di trasmettere oltre la linea di combattimento e svolgeva preziosa funzione trasmettendo anche informazioni per la Resistenza. Radio Bari diffondeva ogni giorno quattro edizioni del Giornale Radio che veniva ascoltato anche in Germania, provocando le reazioni di Radio Berlino. La rubrica più ascoltata era “L’Italia che Combatte”, in quanto propagandava la resistenza ma soprattutto trasmetteva i messaggi speciali per gli aviolanci nell’Italia occupata. Mussolini si trovava così a disposizione solo tre stazioni radio, due a Roma e una a Torino. Ma erano praticamente fuori uso in quanto erano state bombardate o saccheggiate e i dirigenti erano scomparsi: era rimasto solo il presidente dell’ente, Giancarlo Vallauri. Nel novembre 1943 Mussolini con una serie di decreti riorganizzava tutto il settore della cultura popolare e della radiofonia e incaricava il Ministro per
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la Cultura Popolare Fernando Mezzasoma di trasferire Radio Monaco in patria. Questi requisì i locali di una scuola elementare di Milano in Via Morivione e qui risorse tutto l’apparato della nuova EIAR. Direttore generale fu nominato Ezio Maria Gray 2), già direttore della Gazzetta del Popolo di Torino, mentre come responsabile della redazione del giornale radio fu chiamato Camillo Pennino. Questa fu l’unica radio ad onde medie che il Governo della Repubblica Sociale Italiana possedeva, ma riusciva a copriva a malapena il centro nord del territorio nazionale. Furono allestite orchestre di musica sinfonica e leggera sotto la direzione del maestro Cinico Angelini, con un quartetto d’archi e ben tre compagnie di prosa, una a Milano, una a Torino e una a Firenze. Le letture di poesia erano affidate a Ruggero Ruggeri e fu anche indetto un concorso per canzoni tipicamente italiane. Insomma fu fatto ogni sforzo per contrastare Radio Londra, sempre più ascoltata in segreto dalla popolazione. Nella primavera del 1944 Mussolini pensò di creare anche una radio che coprisse l’Italia ‘invasa’. Chiamò alla direzione di “Radio Falco” un trentottenne vercellese, Paolo Fabbri, già inviato della Gazzetta del Popolo. 2) –
Ezio Maria Gray (1885 – 1969) partecipò alla marcia su Roma nel 1922 e fu il primo ad abbracciare Mussolini al suo arrivo nella capitale il giorno 30 ottobre 1922, prima che si presentasse a Vittorio Emanuele III per ricevere l’incarico di formare il nuovo governo. Con l’affermazione del fascismo Gray diresse varie federazioni, come commissario straordinario. Poi fu vice presidente della Camera e commentatore politico ufficiale delle “Cronache del Regime” dai microfoni dell’EIAR. Nel 1943 aderì alla R.S.I. impegnandosi nella stampa e propaganda, sia come direttore della Gazzetta del Popolo, sia come presidente dell’ente radiofonico. Il 27 aprile 1945 si presentò spontaneamente alle autorità della Prefettura di Como. Messo in carcere, fu processato e condannato a vent’anni di detenzione ma nel 1946 ritornò libero grazie all’amnistia Togliatti. Aderì al Movimento Sociale Italiano, di cui divenne primo deputato e poi senatore della Repubblica. Fu anche consigliere comunale di Novara e Roma.
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Fabbri però sottopose al Duce un altro progetto, quello di creare una radio che doveva fingere di trasmettere dalle terre invase e per questo fu denominata “Radio Tevere”. Il progetto fu approvato ma nel frattempo era caduta la linea di difesa tedesca imperniata su Cassino, per cui Fernando Mezzasoma, per non far cadere in mano al nemico la più potente stazione italiana ad onde corte, ordinò il trasferimento del centro radiofonico di “Roma Prato Smeraldo” al Nord. Fu scelto di istallare l’impianto nella campagna tra Busto Arsizio e Olgiate Olona, in “Strà Olgià” (oggi Via Diaz), come si trova scritto sui documenti. Trasportato tutto il materiale ad Olgiate Olona, riparate le parti sabotate, la radio fu rimessa in piena efficienza e il 10 giugno del 1944, sei giorni dopo la presa di Roma da parte degli Alleati, “Radio Tevere” iniziò le sue trasmissioni dagli impianti posti sul territorio di Olgiate Olona. Lo scopo del Duce era quello di far credere che Radio Tevere trasmettesse come Radio clandestina dalle terre occupate dagli alleati. I programmi andavano in onda dalle ore 20,30 fino alle 24,00; iniziavano con l’Inno a Roma e terminavano con la canzone “Tornerai”. Gli annunciatori erano Carlo Baccarella e Guido Oddo, mentre Gino Bo Della Rocca fingeva di essere il cronista americano Joe Parker, che trasmetteva in diretta dal fronte. Alla parte musicale collaborava Gorni Kramer e il Quartetto Cetra. A Radio Tevere le rubriche di propaganda nazista in lingua inglese furono affidate a John Amery3) –, figlio del Ministro delle Colonie del Governo Churchill, mentre il prof. Ezra Pound 4, poeta ed economista, fu 3) –
John Amery (1912–1945), nato in Gran Bretagna, figlio di Leopoldo Amery, conservatore, membro del Parlamento e Ministro delle Colonie Inglesi. John Amery fondò il partito filofascista in Gran Bretagna e lavorò per diffondere la propaganda nazista in Europa. Durante la guerra civile spagnola collaborò con il generale Franco, nel 1936 Mussolini gli conferì una medaglia per la collaborazione data ai servizi segreti fascisti; nel 1944 collaborò con la
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impegnato contemporaneamente in rubriche su problematiche economiche e sull’approfondimento del confucianesimo. Il trucco della radio in territorio nemico ebbe vita breve: gli alleati si accorsero subito, che gli impianti erano al Nord. La sala di registrazione era situata in un’altra scuola di Milano in Via Ripamonti. Lì venivano prodotti e registrati tutti i programmi, che poi erano inviati via cavo direttamente alla stazione radio trasmittente, che si trovava, come abbiamo visto, a Strà Olgià, oggi Via Diaz, che con il suo impianto via etere le diffondeva al mondo
Repubblica Sociale Italiana, trasmettendo da Radio Tevere programmi di propaganda nazifascista per le truppe alleate. Verrà arrestato dai partigiani il 28 aprile 1945 a Saronno, mentre su una FIAT 500 tentava di fuggire. Consegnato agli alleati, fu trasferito in Gran Bretagna, dove verrà processato e condannato a morte. Fu impiccato nel carcere di Wandswort il 19 dicembre 1945. 4 Erza Pound, nato nel 1885 ad Hailey nell’Idaho, da una famiglia discendente dai puritani del New England e dai quaccheri della Pennsylvania, si laurea in economia all’Università della Pennsylvenia. Nel 1903 è all’Hamilton College (Clinton, New York) per studiare lingue romanze. Dopo un breve periodo di insegnamento al Wabash College, si imbarca per l’Europa. A Venezia pubblica a proprie spese la sua prima raccolta di versi. Nel 1908 si trasferisce a Londra, dove conosce William Butler Yeats. Il periodo londinese è ricco di incontri e frequentazioni. Nel 1921 si trasferisce a Parigi ma dopo pochi anni di permanenza decide di tornare in Italia, prima a Merano e poi si stabilisce definitivamente a Rapallo, dove incontra amici scrittori. Traduce Confucio e si dedica alla stesura del grande poema epico dei Cantos; contemporaneamente porta avanti i suoi studi di economia. Elabora nuove teorie in aperta polemica con il sistema economico finanziario degli Stati Uniti. Nel 1931 viene invitato a tenere una serie di lezioni all’Università Bocconi di Milano su Thomas Jefferson, che egli in un saggio metterà a confronto con la figura di Benito Mussolini. Ed è proprio al fascismo che Pound guarda con simpatia ed interesse: una scelta che durante la guerra pagherà a caro prezzo. Durante il conflitto collabora con Radio Roma e durante la Repubblica Sociale trasmetterà da Radio Tevere. Il 3 maggio del 1945 viene arrestato dai partigiani e consegnato alle autorità americane, che lo manderanno nel campo di concentramento di Coltano, nei pressi di Pisa. Trasferito a Washington, viene processato per la sua collaborazione con Radio Tevere. L’accusa è di tradimento per aver trasmesso da una radio nemica e per aver incitato i militari alleati a non combattere contro le forze dell’Asse. Pound si difenderà con queste parole “Sono stato accusato di tradimento […] ma non ho parlato in riferimento a questa guerra, bensì per protesta contro un sistema che crea le guerre a catena, una dopo l’altra, sistematicamente. Non mi sono rivolto alle truppe, né tanto meno ho suggerito ai militari di ammutinarsi o ribellarsi, ma mi sono rivolto a quell’apparato di banchieri, finanzieri e politici che destabilizzano a proprio vantaggio il naturale sviluppo economico dei popoli.” Pound al processo verrà dichiarato infermo di mente per evitargli la sedia elettrica. Trascorre dodici anni della sua vita in un manicomio criminale. Nel 1958, ritirata l’accusa di tradimento, tornerà in Italia. In questi anni incontrerà esponenti della beat generation come Allen Ginsberg e intellettuali come Pier Paolo Pasolini. Morirà a Venezia nel 1972.
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PANORAMICA ATTUALE DELLA ZONA IN CUI ERA ISTALLATA NEL 1944/5 RADIO TEVERE
# 1 –Busto Arsizio Via per Fagnano - # 2- Olgiate Olona Via A. Diaz (all’epoca Strà Olgià) # 3 – Punto in cui si trovava la Trasmittente (Via Diaz – angolo Via San. Marco) – # 4 – Antenne della Trasmittente - # 5 – Via San Marco - # 6 – Cabina elettrica della stazione radio, unico reperto ancora visibile – # 7 ex Castello De Dionigi - # 8 – Autostrada Milano Varese - # 9 – Campo d’aviazione della Cicogna del Comando Tedesco - # La riga in ROSSO indica il tracciato della linea via cavo, che collegava direttamente Milano Via Ripamonti con Radio Tevere in Strà Olgià.
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Olgiate Olona – “Strà Olgià” ora via Diaz – le due antenne di RadioTevere da una foto ripresa nel 1945 (Collezione M. Colombo)
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Due interni della Stazione di Radio Tevere (foto del 1945 collezione M. Colombo)
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Olgiate Olona – (Foto fatta il 6 maggio 1945) -Ponte sull’autostrada (di via Gonzaga) Come si nota ai due lati vi sono gli isolanti in ceramica che supportano la linea di collegamento tra la sala trasmittente di Milano con l’emittente di Radio Tevere che si trovava a Olgiate Olona in via Diaz – confinante con la stessa autostrada
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Schema tratto da una mappa militare del 1944
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Plastico di Radio Tevere – realizzato nel 1990 – si nota Strà Olgià come era negli anni 1944/45, oggi Via A. Diaz – angolo via San Marco; sulla destra si nota la Cabina elettrica, unico cimelio ancora visibile. (Plastico realizzato da Mario Colombo, conservato presso la Fondazione Anna Kuliscioff – Milano)
Come si presenta oggi la cabina di Radio Tevere, vista da Via Diaz ad Olgiate Olona
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Ricapitolando, radio Tevere aveva la seguente struttura: a Milano, presso la scuola elementare di Via Ripamonti vi era la direzione generale, la regia con la struttura per la produzione dei programmi. Da qui questi venivano inviati direttamente via cavo all’impianto di Olgiate Olona, che, con i suoi potenti trasmettitori, li inviava al mondo via etere. I cavi per le trasmissioni erano adagiati a terra, a lato dell’autostrada MilanoVarese. A Busto Arsizio, invece, in via Mentana 7, presso la ditta De Dionigi, vi erano solo gli uffici amministrativi per la direzione del personale impiegato presso il complesso di Radio Tevere insediato nella zona Olgiate - Busto. Inoltre vi erano anche alcuni alloggi, una mensa, una sala ricreazioni, sia per i tecnici addetti all’impianto radio che per il personale militare tedesco addetto alla protezione della struttura. Tutti questi alloggi erano stati ricavati nella residenza di campagna dei De Dionigi, all’epoca chiamata Castello De Dionigi, che si trova appunto in Via Diaz.
Il Quartetto CETRA, (foto del 1950)
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RADIO TEVERE CADE IN MANI PARTIGIANE 25 – 04 - 1945
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La mattina di mercoledì 25 aprile 1945, Busto Arsizio insorse spontaneamente contro l’invasore nazifascista. Busto fu la prima città della Lombardia ad insorgere, seguita nella stessa mattinata da tutta la Valle Olona. Milano ed altre città del Nord insorsero nel pomeriggio (nel capoluogo lombardo i tram circolarono fino alle 14) o il giorno seguente. Quella di Busto fu una vera e spontanea insurrezione popolare. Le formazioni partigiane, pronte da mesi ad entrare in azione, assunsero subito il pieno controllo della situazione. Si istituirono prontamente i vari posti di blocco, si circondarono le caserme dei fascisti e delle forze armate tedesche, che furono attaccate, costringendole alla resa. Ma l’obiettivo primario era quello di impossessarsi della stazione EIAR, ovvero di occupare Radio Tevere. I Patrioti progettarono l’attacco, dividendosi i compiti: gli Azzurri della Divisione Alto Milanese attaccarono e occuparono la sede degli uffici in Busto Arsizio presso la Ditta De Dionigi in Via Mentana 7. Così si legge nel rapporto partigiano: “Minima fu la resistenza, l’azione dei Patrioti fu così veloce ed improvvisa che i difensori furono sconcertati e disorganizzati, non pensarono altro che a lasciare ogni cosa e ritirarsi, o meglio fuggire”. Gli impianti tecnici di Olgiate Olona situati in via Diaz furono invece attaccati dalla 102° Brigata Garibaldi “Stefano Ghioldi”, proveniente da Fagnano, che si trovava già dalle 9,30 del mattino impegnata nell’attacco della caserma di Solbiate Olona, sulla via per Fagnano. Anche in questo caso vinse l’effetto sorpresa. Una volta circondata e attaccata la caserma, i partigiani trovarono i militari impreparati ad una reazione; bastarono due colpi di mortaio e qualche raffica di mitragliatrice sparata dai nostri Garibaldini, che gli avversari immediatamente sventolarono bandiera bianca e trattarono la resa del presidio. Alcuni di loro aderirono al movimento insurrezionale e si unirono nei combattimenti a fianco dei nostri Garibaldini. Sistemato il presidio di Solbiate Olona 5, parte della 102° Brigata Garibaldi si diresse presso Strà Olgià (oggi via Diaz) e s’impossessò degli impianti di Radio Tevere. In questo caso non ci fu nessun combattimento, poiché i tedeschi di guardia alla stazione radio, forse udendo il conflitto a fuoco che avveniva presso la vicina caserma di Solbiate Olona. o forse per un ordine ricevuto, abbandonarono l’emittente, fuggendo con un automezzo. Raggiunsero il comando tedesco di Olgiate Olona, sito in Valle, presso la Ditta Tognella. Questo comando, a sua volta, venne attaccato dai Patrioti della Valle Olona, composti dalla Brigata Costanzia di Costigliole e dalla stessa 102° appoggiata anche dalla 182° Brigata Garibaldi, e lo costrinsero, dopo due giorni di aspri combattimenti, alla resa.
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Alle ore 16,00 del 25 aprile i Garibaldini affidarono il presidio di Solbiate Olona (oggi Caserma Ugo Mara) alla responsabilità della Brigata “Raimondi” del Raggruppamento Patrioti A. Di Dio, mentre i Garibaldini insediarono il loro Comando di Zona a Olgiate Olona. L’area di pertinenza del Comando comprendeva anche i Comuni di Gorla Minore, Gorla Maggiore, Solbiate Olona, Fagnano Olona e Marnate.
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“RADIO ALTO MILANESE” 25 –04 - 1945 / 04 – 05 -1945
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Nella stessa mattinata del 25 aprile il comandante della 102° Brig. Garibaldi Antonio Lago, dopo aver preso possesso della stazione di Radio Tevere, la consegnò al Ten. Aldo Icardi, comandante della missione americana Chrysler: L’agente del servizio segreto OSS era da mesi presente sul nostro territorio per dirigere e aiutare la resistenza nell’Italia settentrionale. Quel 25 aprile Icardi incaricò il Ten. Col. Gino Oggioni, comandante dei Patrioti della Divisione Alto Milanese6, di ordinare ai tecnici rimasti presso la stazione radio, di rimettere immediatamente in piena efficienza l’impianto, per iniziare le trasmissioni. La copia dell’ordine scritto di Oggioni è qui riprodotta. Per i tecnici non fu un lavoro facile, in quanto l’impianto di Radio Tevere sul territorio di Olgiate era privo di apparecchiature assolutamente necessarie per le riproduzione sonore, come microfoni, amplificatori, giradischi, miscelatori, cuffie, misuratori di livello di modulazione, ecc.. Questo perché, come abbiamo già detto, le trasmissioni venivano registrate e trasmesse direttamente da Milano, giungendo via cavo a Olgiate, da dove venivano immediatamente irradiate. Occorre tener conto delle difficoltà di reperire in loco quel materiale indispensabile alle trasmissioni. Nonostante questo serio problema i tecnici rimasti riuscirono a recuperare il materiale mancante, ad adattarlo all’impianto ed a portare a termine il lavoro nella stessa giornata. Fu un vero miracolo di tecnica e di caparbietà. Verso le 19,00 del 25 aprile gli stessi tecnici comunicarono al Comando Piazza Partigiano di Busto Arsizio che la stazione era in grado di trasmettere. A questo punto il Ten. Aldo Icardi formò un’improvvisata redazione, che fu affidata al prof. Nino Miglierina, già collaboratore del giornale clandestino “L’Idea”, il quale la riunì presso il Comando della Divisione Alto Milanese, insediato nella scuola Manzoni di Busto Arsizio. In questo modo ordini, disposizioni e altro potevano essere immediatamente passati alla redazione della rubrica Radio-Stampa. Da quel momento “Radio Tevere”assumeva il nome di “Radio Alto Milanese”. 6
La Divisione Alto Milanese era composta dal Raggruppamento Patrioti Alfredo Di Dio e dalla 102^ Brigata Garibaldi Maurizio Macciantelli, incorporata con la 12^ Divisione S.A.P.
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Copia dell’ordine inviato dal Comandante Gino Oggioni alla direzione di Radio Tevere (Archivio Aldo Icardi USA)
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Le forze patriottiche milanesi occuparono gli edifici pubblici nella notte tra il 25 e il 26 aprile. Secondo una pubblicazione ufficiale del C.L.N.A.I. del novembre 1945, “alle 8 del 26 aprile si udiva per l’ultima volta la radio fascista; a mezzogiorno una voce nuova annunciava che Milano era libera” 7. Oggi, sappiamo che la radio milanese passò di mano verso le nove del mattino e che cominciò a trasmettere verso le 12. Dunque Radio Tevere con la sua potente stazione a onde corte fu la prima emittente dell’Italia settentrionale a lanciare al mondo la notizia che l’Italia del Nord era insorta contro l’invasore nazifascista. Gli stessi alleati appresero dell’insurrezione dalla nostra stazione di Radio Alto Milanese. Nessun’altra emittente può vantare questo merito. E se oggi celebriamo il 25 aprile come festa nazionale dedicata alla liberazione, è anche dovuto a questa notizia, che captata nel mondo assunse effettivamente un’importanza decisiva e un valore ufficiale. Busto Arsizio con la valle Olona fu la prima zona della Lombardia ad insorgere contro l’invasore la mattina del 25 aprile. Non ci fu un ordine specifico dato dai comandi partigiani, o dal C.L.N.A.I. come molti dicono e scrivono, ma fu una sollevazione popolare spontanea. L’agente dell’O.S.S. presente in zona, Aldo Icardi 8, ricorda quel giorno del 25 aprile a Busto Arsizio: “Il giorno seguente che era il 25 aprile, venni svegliato alle sei del mattino da un eccitato “Albertino” (Giovanni Marcora - divenuto poi Ministro D.C.). Aveva ascoltato la radio che aveva annunciato il passaggio della quinta armata sul Po, a Ferrara, durante la notte. Io frenai l’entusiasmo di Albertino. ‘Gli Alleati – dissi – hanno passato il Po, ma non si sa quale direzione possano prendere, se Nord o Est’. Quel mattino, quando Albertino andò via, salii in camera e mi preparai 7
In “Argomenti” n. 18 del 20.11.1945, “La radio del Nord Italia e il CLNAI”, p. 5 Si legge nel sito http://www.associazioni.milano.it/isec/ita/cronologia/crono26apr.htm: “verso le ore 9,00, squadre della 40ª brigata Matteotti, guidate dal colonnello Umberto Ricca, occupano la stazione radiofonica. Corrado Bonfantini, comandante generale delle brigate Matteotti, annuncia la liberazione di Milano”.
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Aldo Lorenzo Icardi, nato a Pittsburg, Pennsylvania nel 1917, da genitori italiani, laureato in legge, nel 1941 entrò a far parte come sottotenente della Compagnia D del 2677th. Regiment dell’Office of Strategic Services. Paracadutato nella notte del 26 settembre 1944 dietro le linee nemiche in località Monte Mottarone, nei pressi di Stresa, al comando della Missione Chrysler, fissò la sua base logistica, prima sul Lago d’Orta poi a Busto Arsizio, protetto dai sacerdoti locali presso l’Istituto la Provvidenza. Il suo compito era quello di aiutare la resistenza contro i nazifascisti nella zona di Novara, Torino,Valle d’Ossola, Milano, Mantova e Verona. Organizzò vari aviolanci per centinaia di tonnellate di materiale: viveri, armi, vestiario, ecc.. Ebbe anche l’incarico dal suo comando di catturare Mussolini vivo, compito che non portò a termine in quanto il 27 aprile, mentre si recava a Como, fu fermato ad un posto di blocco partigiano, nei pressi di Abbiate Guazzane e fu scambiato per un fascista in fuga. Venne trattenuto e malmenato per tutta la notte. Liberato su intervento del C.L.N. il giorno seguente, apprese che Mussolini era già stato fucilato. Partecipò alle trattative di resa di oltre trentamila tedeschi nel Nord Italia, consegnandoli alle truppe alleate, senza nessun spargimento di sangue. Rientrato negli Stati Uniti l’8 maggio 1945, il Governo Americano lo insignì con la Legion of Merit; il Governo Italiano a sua volta gli conferì la Medaglia d’Argento al Valor Militare, la Città di Busto Arsizio la Cittadinanza Onoraria. Vive in Florida dove svolge la professione di avvocato.
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per l’incontro che avevo alle otto e quarantacinque con il comandante delle Guardie di Finanza nel retro della merceria di Pierino Solbiati. Erano le otto e trenta, stavo facendo colazione, quando sentii salire Pierino, eccitato anche lui. Mi parlò del passaggio del Po da parte degli Alleati e mi raccontò anche un fatto che gli era capitato quella mattina, verso le otto. Un aviere era entrato nel negozio per comprare delle mostrine per il suo comandante. Pierino gli aveva detto tra il serio e il faceto: ‘Cosa fai? Vai in giro a comprare mostrine per il tuo ufficiale fascista? Hai sentito il comunicato radio questa mattina? La guerra è finita! E’ meglio che pensi a te stesso e che togli quell’uniforme prima che arrivino gli Alleati’.[…]Era un quarto alle nove, lasciai la cucina e scesi con Pierino nel suo ufficio. Egli andò sulla porta del retro del magazzino ad attendere il Comandante delle Guardie di Finanza. Arrivato fissammo tutti gli accordi in cinque minuti. Pierino con il finanziere ritornò nel magazzino, io presi la bicicletta, attraversai il cortile e uscii su via Milano passai davanti alla merceria per recarmi in Piazza Garibaldi.[…] Pedalavo per via Milano, quando sentii chiamare. Era il figlio di Pierino (Peppino Solbiati) che, tutto eccitato ed ansioso, mi disse: ‘Aldo, va subito al comando PAI ! (Polizia Africa Italiana). Luciano Vignati è già là che ti aspetta. Il Colonnello che comanda le guardie vuole arrendersi con tutto il suo battaglione’. Quello era realmente un messaggio elettrizzante. Ero già contento per le Guardie di Finanza, che erano 25 uomini, ma qui si trattava di un numero molto superiore. […] Questo incontro durò solo quindici minuti. Andai alla finestra per vedere cosa accadesse in piazza: ora era gremita di gente e la sentinella portava anch’essa un fazzoletto azzurro. La gente oltrepassava il cancello e chiedeva armi. Questa presenza di gente mi fece felice e nello stesso tempo mi preoccupò’.. Ed ancora: “Molti hanno scritto che l’ordine di insorgere era stato dato ai partigiani dal comando centrale del C.L.N.A.I. di Milano, ma io posso confermare che questo non aveva dato nessun ordine per l’insurrezione, anche perché non potevano emanare un ordine così in breve tempo, su tutto il territorio dell’Alta Italia, in quanto il C.L.N.A.I. non aveva mezzi veloci di comunicazione; il telefono non si poteva usare, non aveva una radio con la quale comunicare. Io penso che tutti i partigiani attesero, come segnale per insorgere, il passaggio del Po, a Ferrara, degli Angloamericani il 25 aprile 1945, come fece il mio amico Albertino quella mattina”9. Come si vede da questo scritto di Icardi, a Busto Arsizio e nella Valle Olona, la scintilla dell’insurrezione partì per volontà popolare la mattina del 25 aprile. Un’insurrezione che voleva essere prima di tutto liberazione dell’occupante germanico. Mentre quel giorno a Milano si susseguivano trattative segrete tra il C.L.N.A.I. e i diversi comandi germanici e fascisti per un 9
Aldo Icardi “American Master Spy. A true story by Aldo Icardi”, Stalwart Enterprises, Inc. Pittsburgh, 1954, p. 160 e p. 168. - Troviamo la conferma alle parole di Icardi nel libro di Valiani “Tutte le strade conducono a Roma” Il Mulino, Bologna, 1983, p. 252, dove riferisce sulle decisioni prese dopo la fine dei colloqui in Arcivescovado, nella serata del 25 aprile: “L’ordine dell’insurrezione, già in atto per Milano sin dal mattino del 25 aprile, è esteso a tutta l’Alta Italia. Lo facciamo sapere a tutti attraverso le staffette che ci attendono davanti all’Arcivescovado. Sono le nove di sera”.
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passaggio indolore dei poteri 10, in provincia si combatteva. Basti ricordare il tragico e doloroso incidente di ‘fuoco amico’ accaduto quel 25 aprile, a Gorla Minore, in via Garibaldi, dove verso le 13,00 erano già caduti 13 Garibaldini. Appartenevano alla 182° Brig. Garibaldi di Gorla Maggiore.
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Il 25 aprile i tram a Milano circolarono regolarmente fino alle ore 14, quando scattò lo sciopero generale. La sera del 25 aprile la situazione era ancora generalmente tranquilla, visto che all’imbrunire il corteo composto da una trentina d’auto con Mussolini e molti gerarchi lasciò la città senza incidenti. Per quanto riguarda l’ora dell’insurrezione si veda inoltre la relazione di Leo Valiani, tenuta a Milano nell’aprile 1964, pubblicata in “La Resistenza in Lombardia”, Edizioni Labor, Milano 1965, p. 198: ”Nell’ultima riunione del C.L.N., che Pertini, Sereni, Valiani tennero la sera tardi del 25 aprile in casa del segretario del C.L.N.A.I. Balzarotti in via Cadore, io misi per iscritto l’ordine di insurrezione rivolto alla Guardia di Finanza chiedendo di impossessarsi entro la notte della Prefettura di Milano [….] la Guardia di Finanza eseguì il nostro ordine all’alba del 26 aprile […] Poco prima anche il comando generale del C.V.L. aveva diramato l’ordine di insurrezione nazionale rivolto a tutte le formazioni partigiane dell’Alta Italia”. Non bisogna lasciarsi ingannare da quanto si trova su http://www.antoniogramsci.com/angelamolteni/politica_resistenza.htm. Qui si legge: “Alle 21,30 del 25 aprile «Radio Milano Libertà» trasmette il messaggio dell’insurrezione che il C.L.N.A.I. aveva diramato sin dal mattino”. “Radio Milano Libertà” era il nome della radio in lingua italiana che trasmetteva da Mosca e faceva
riferimento alla proclamazione dell’insurrezione approvata dal CLNAI la mattina del 25 aprile e distribuita alle staffette. Evidentemente la notizia da Milano fu trasmessa a Mosca e da lì messa in onda. Si trova conferma che la stazione radio milanese sia stata occupata dalla Guardia di Finanza nelle prime ore del 26 aprile in queste parole: “Alle ore 6 del 26 il col. Malgeri della CdF fa occupare dai propri reparti il palazzo della Provincia, il Municipio, il Comando Militare repubblicano, la sede dell’EIAR, la Stiptel ed altri obiettivi” (Giuliano Oliva “La Guardia di Finanza nella Resistenza e per la Liberazione”, Roma, s.n., 1985, p. 238). A Milano il segnale dell’insurrezione fu dato col suono delle sirene alle 8 del 26 aprile. Per quanto riguarda l’accordo del 26 aprile tra partigiani ed SS, questo prevedeva che i comandanti tedeschi, che avevano firmato la resa nelle mani dell’arcivescovo Schuster per non riconoscere formalmente l’autorità del Governo della Resistenza, sarebbero rimasti sulla difensiva fino all’arrivo delle truppe alleate. Il gen. Raffaele Cadorna, comandante del Corpo Volontari della Libertà, nel suo libro di memorie (“La riscossa”, Bietti ed., Torino, 1977, p. 313) scriveva : “Nel pomeriggio del 27 aprile ricevetti una delegazione germanica, capeggiata dal colonnello Goldbeck, già comandante del presidio, il quale si lamentava di alcune aggressioni da parte di elementi partigiani”. Se partigiani e tedeschi fossero stati belligeranti, perché il comandante tedesco della piazza sarebbe dovuto andare a far visita al nemico per ‘lamentarsi di alcune aggressioni da parte di elementi partigiani’ ? A garantire l’intangibilità delle enclaves tedesche nel centro di Milano c’erano i partigiani.. Questa pagina di storia è rimasta poco nota. perché tra chi non si oppose all’accordo vi fu il futuro Primo Ministro Ferruccio Parri.
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Ribadiamo quindi che fu l’annuncio dato da Radio Alto Milanese, la sera del 25 aprile, a dare la scintilla insurrezionale in tutto il territorio del Nord Italia, dal Piemonte al Veneto. Ecco che Milano, Torino, Padova, Verona ecc. insorsero praticamente tra il 26 e il 27 aprile, ovvero dopo l’annuncio dato da Radio Alto Milanese. In virtù del fatto che la vecchia Radio Tevere trasmetteva su onde corte e quindi copriva un territorio più ampio della radio EIAR che trasmetteva da Milano su onde medie, Radio Alto Milanese fu la prima ad essere ascoltata in Italia e forse anche all’estero. Il suo annuncio fu ripreso anche da Radio Londra, che nella sua trasmissione del 26 aprile riferiva di aver appreso da Radio Alto Milanese che l’Italia era insorta. Anche il Giornale di Sicilia No.108 di giovedì 26 aprile 1945 scriveva: ”Ieri sera alle ore 22,00, sulla lunghezza d’onda dell’ex trasmittente fascista “Radio Tevere”, la Radio dell’Alto Milanese liberato dai patrioti, ha improvvisamente dato la notizia dell’occupazione di numerosi grandi centri della Lombardia, da parte di brigate Garibaldine”. Anche l’Avanti edizione romana del 26 aprile pubblicava in prima pagina, stampato in grassetto, al centro: Ieri sera alle 22,05, sulla lunghezza d’onda della Radio repubblichina di Milano è stata intercettata una trasmissione diramata dall’Alto Milanese occupato dai Patrioti italiani, che ha diramato sensazionali notizie di vittorie Partigiane in vaste zone della Lombardia. Busto Arsizio Il CLN ed il Comando Militare della Piazza hanno assunto tutti i poteri civili e militari, una volta sgominata la resistenza nazifascista. In un proclama del ten. Col. Gino Oggioni, Capo delle formazioni partigiane, vengono tra l’altro date le necessarie disposizioni per la resistenza ad eventuali ritorni offensivi di truppe nazifasciste, e diramate le prime ordinanze legislative di carattere democratico popolare. Difendere le macchine, le fabbriche e le centrali, assicurare con ogni mezzo il potere assoluto alle forze partigiane, sono le parole d’ordine.
Anche sul sito http://www.radiomarconi.com/marconi/cronologia.html si legge: “25 aprile, ore 22.00 La radio già della Repubblica Sociale Italiana trasmette, invece del solito notiziario del governo di Salò, un messaggio improvviso: tutta la Val d'Ossola, la Val Sesia e la zona del lago Maggiore sono in mano ai partigiani. Il giorno dopo, con l'insurrezione di Milano, tutta l'Italia settentrionale è praticamente liberata”. La coincidenza degli orari (22,00-22,05) e i riferimenti alle valli a nord di Milano assicurano che l’ordine del ten col. Oggioni di rendere operativa la radio entro le ore 19 erano stati eseguiti.
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La prima pagina dell’edizione romana dell’Avanti del 26 aprile 1945 con l’articolo su Radio Alto Milanese (Archivio Fondazione Turati – Pertini via Bonarroti 13 Firenze)
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(L’edizione romana dell’Avanti - Particolare dell’articolo)
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Al mattino del 26 aprile, il C.L.N. di Busto Arsizio comunicava alla popolazione l’avvenuto ripristino dell’emittente patriottica a mezzo volantino.
Il volantino distribuito dal C.L.N. alla cittadinanza il 26 aprile 1945 (Archivio Mario Colombo)
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Il Ten. Col.Giovanni (Gino) Oggioni.(Busto Arsizio 1892 – 1963) Comandante Supremo di tutte le forze Partigiane della Piazza di Busto Arsizio & Valle Olona
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Sempre il giorno 26 il Ten. Col. Oggioni fece trasmettere da Radio Alto Milanese il primo proclama ufficiale del Comando Piazza. (vedi copia del documento qui di seguito)
(Copia del testo originale emanato da Radio Alto Milanese il 26 aprile 1945) (Collezione Mario Colombo)
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Al 30 aprile il Comando Piazza di Busto Arsizio, comunicava a tutti i comandi partigiani della zona, l’avvenuta costituzione di un Ufficio Radio Stampa Informazioni, vedi lettera allegata:
Lettera inviata dal Comando Piazza di Busto a tutti i Comando di Piazza della zona, Legnano e Valle Olona. Ha firmato per Oggioni il dott. Raffaele Bovienzo. (Archivio M. Colombo)
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Le trasmissioni si susseguirono con regolarità e professionalità sotto la direzione dell’ufficio Radio-Stampa affidato al prof. Nino Miglierina e ad Ercole Faroni. Il 27 aprile, per evitare abbinamenti di orari con altre emittenti ormai anch’esse libere, veniva subito stabilito un orario ufficiale per i bollettini. Dalle ore 10,00 alle 10,30 Dalle ore 11,00 alle 11,30 Dalle ore 15,00 alle 15,30 Dalle ore 17,00 alle 17,30 Dalle ore 21,00 alle 21,30 Con tale orario e con il nome di Radio Alto Milanese, questa emittente funzionò fino al 4 maggio 1945. Dopo questa data, l’emittente divenne una Radio a gestione autonoma denominata “Radio Busto Arsizio”
Prof. Nino Miglierina nato a Brebbia nel1911 morto a Brebbia nel 1989
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NASCE “RADIO BUSTO ARSIZIO” “LA RADIO AUTONOMA” 04 – 05- 1945 / 23 –05 -1945
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Dopo accordi intercorsi con i rappresentanti dell’E.I.A.R. (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche) di Milano e con il benestare del Comando Alleato di Busto Arsizio, rappresentato dal Col. Astley e dal dott. Enrico Tosi membro del C.L.N. di Busto Arsizio, cui era demandato l’incarico di vigilare sul funzionamento della emittente, il 4 maggio 1945 il Governo Militare Alleato ordinò al direttore dell’ufficio Radio-Stampa del C.L.N., prof. Migliarina, che Radio Alto Milanese prendesse il nome di Radio Busto Arsizio. Poteva trasmettere autonomamente con il seguente orario: Dalle 12,15 alle 14,00 – dalle 14,15 alle 15,00 e dalle 21,30 alle 22,00 usando l’onda corta di metri 35 e metri 47. Fu esteso un programma per le trasmissioni cosi concepito: # 1 – Notiziari riguardanti la zona di Busto Arsizio, con corrispondenti propri in detta zona. # 2 – Problemi di politica interna – commenti bisettimanali. # 3 – Problemi di politica esterna – commento settimanale. ( i numeri 2 e 3 devono essere emessi sotto responsabilità del C.L.N. di Busto Arsizio con preventiva revisione da parte del ten. Col. Astley) # 4 – Problemi sociali – commento bisettimanale # 5 – Problemi giuridico-sociali – commento settimanale. # 6 – Problemi italiani – commento quindicinale. # 7 – Problemi di letteratura estera – commenti quindicinali. # 8 – Problemi filosofici – commento settimanale # 9 – Problemi scientifici – commento settimanale. # 10 – Problemi religiosi – commento settimanale. # 11 – Programma musicale – musica vocale, strumentale, classica, leggera. # 12 – Arte drammatica locale. # 13 – Propaganda per la conoscenza nel mondo dei progetti locali. # 14 – Pubblicità cittadina. Tale programma ebbe un vivo interesse tra i radioascoltatori, che sempre più si affezionavano al programma di Radio Busto Arsizio. Purtroppo la sua vita fu breve.
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LA CHIUSURA DI RADIO BUSTO ARSIZIO 23 – 05 - 1945
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Il giorno 23 maggio 1945 verso le ore 17,00 il prof. Migliarina veniva avvertito, a mezzo telefono, dal dott. Enrico Tosi 11, che per ordine superiore Radio Busto Arsizio doveva sospendere le sue emissioni alle ore 21,30 di quello stesso giorno. Pur sorpreso il prof. Migliarina provvedeva immediatamente a sospendere l’annuncio del programma per il giorno 24, già affidato al redattore bustese Ercole Faroni del Corriere Prealpino. Alle 21,30 il prof. Migliarina parlava ai microfoni annunciando la dolorosa notizia della chiusura, salutando i radioascoltatori e augurandosi che venisse riconcesso a Radio Busto l’onore di continuare le sue trasmissioni. Purtroppo, poco tempo dopo la stazione venne smantellata e Busto perse per sempre la sua radio. Questo opuscolo per mantenere viva la memoria di quei giorni e di quegli uomini.
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L’On. Prof. Dott. Enrico Tosi (1906-1962) fu uno dei più attivi animatori del movimento della Resistenza e della liberazione. Membro del C.L.N.A.I. come rappresentante della Democrazia Cristiana, per la provincia di Varese, fu consigliere comunale a Busto Arsizio dal 1946 al 1951. Eletto deputato nella 1^ e 2^ legislatura, fu deputato all’Assemblea Costituente per il Collegio di Como, Sondrio, Varese. Presidente della Sottocommissione Finanze e Tesoro per l’interno, presso la Camera dei Deputati, fu rappresentante del Parlamento Italiano all’Assemblea consultiva del “Conseil de l’Europe” a Strasburgo. E’ deceduto il 6 febbraio 1962 a seguito di un incidente automobilistico sull’autostrada Milano/Varese.
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FONTI CONSULTATE American Master Spy - A true story by Aldo Icardi – Stalwart, Pittsburgh 1954 Busto è Insorta 1945 - 25 Aprile -1946 – Edizione “L’Idea” Archivio - Mario Colombo Archivio – Aldo Icardi Raffaele Cadorna “La riscossa”, Bietti ed., Torino, 1977 La Resistenza in Lombardia – a cura dell’Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia -Edizione Labor – Milano 1965 Fondazione di Studi Storici F. Turati – S. Pertini, Via Bonarroti 13 – 50122 - Firenze Giuliano Oliva “La Guardia di Finanza nella Resistenza e per la Liberazione”, Roma, s.n., 1985 www.istitutostoricorsi.com Spartacus Educational microsoft internet explorer www.radiomarconi.com www.antoniogramsci.com/angelamolteni/politica_resistenza.htm www.aim.milano.it
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INDICE DEI NOMI Ambrogetti Pio 7 Amery John 9 Amery Leopoldo 9 Angelini Cinico 8 Astley colonnello 35 Baccarella Carlo 7 Baldini Gabriele 7 Bellotti Felice 7 Bo Della Rocca Gino 9 Bonfantini Corrado 23 Bovienzo Raffaele 32 Brigata Garibaldi 102° 19 Brigata Garibaldi 182° 19 Brigata Garibaldi 52° 6 Brigata Costanzia 19 Brigata Raimondi 19 Cadorna Raffaele 25, 38 Cetra Quartetto 9, 12 Chrysler missione 21, 23 Churchill Winston 9 Ciano Galeazzo 6 Costanzia Brigata 19 Daddario Emilio 25 De Cespedes Alba 7 De Dionigi 12, 17, 19 Fabbri Paolo 8 Faroni Enrico 33, 37 Ghioldi Stefano 19 Ginsberg Allen 10 Goldbeck col. 25 Gray Ezio Maria 8 Icardi Aldo 4 – 20 – 21 -22 – 23 - 37 Jefferson Thomas 10 Kramer Gorni 9, 17 Lay Ubaldo 7 Macciantelli Maurizio 21 Majano Anton Giulio 7 Malgeri Alfredo col. 25 Marcora Giovanni (Albertino) 23–24 Mezzasoma Fernando 8- 9 Migliarina Nino 33 – 35 - 37 Mussolini Benito 7–10, 23, 25 Mussolini Bruno 7 Mussolini Vittorio 7 Oddo Guido 10 Oggioni Gino 9 - 20 – 21 – 25 -29 - 31
Oliva Giuliano 39 Parker Joe - 9 Parri Ferruccio 25 Pasolini Pier Paolo 10 Pavolini Alessandro 7 Pennino Camillo 8 Pertini Sandro 25 Picone Stalla Antonio 7 Pound Ezra 9 - 16 Preziosi Giovanni 7 Rivelli Cesare 7 Ruberti Orio 7 Ruggeri Ruggero 8 Schuster Ildefonso 25 Sereni Emilio 25 Solbiati Peppino 24 Solbiati Pierino 24 Spini Giorgio 7 Togliatti Palmiro 8 Tognella - 19 Tosi Enrico 35 - 37 Valiani Leo 24 - 25 Verderame Vecchio Angelo 7 Vignati Luciano 24 Vittorio Emanuele III 7- 8 Yeats William Butler 10
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INDICE Prefazione pag. 4 Radio Tevere 10 – 06 – 1944 / 25 – 04 – 1945 pag. 5 Radio Tevere Cade in mani Partigiane 25 –04 – 1945 pag. 18 Radio Alto Milanese 25 – 04 – 1945 / 04 – 05 – 1945 pag. 20 Nasce Radio Busto Arsizio – la Radio Autonoma 04 – 05 – 1945 / 23 – 05 – 1945 pag. 35 La Chiusura di Radio Busto Arsizio 23 – 05 – 1945 pag. 37 Fonti consultate pag. 38 Indice dei nomi
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