La Pipa

February 11, 2023 | Author: Anonymous | Category: N/A
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GIUNTI

 

Immagini: Corbis/G. Neri: pagg. pagg. 15, 26-27, 35, 46, 49, 55, 78, 81, 99, 102, 103, 125, 130, 135, 140, 143, 146, 147, 149, 150 Foto Mariani, Firenze: pagg. 20, 45, 66, 105, 109, 114, 118 Ove non espressamente indicato, le immagini immagini sono dell'Archivio Giunti. Per quanto riguarda i diritti di riproduzione, l'Editore si dichiara pienamente disponibile a regolare eventuali spettanze per quelle immagini di cui non sia stato possibile reperire la fonte. Con l'eccezione di quelle alle pagg. 20, 45, 66 6 6 e 109, le pipe riprodotte fanno parte della collezione dell'Autore, integrata, integrata, per la parte moderna, da alcuni pezzi di Massimo Pellerano. L'Editore ringrazia la Tabaccheria Castellana, Via dei Servi 3r, Firenze, per aver messo a disposizione pipe e attrezzi per il fumo. Progetto grafico e realizzazione editoriale Giorgio Vitale ISBN 88-09-02225-4 © 1985,2001 Giunti Gruppo Editoriale, Firenze Prima edizione: ottobre 2001 Ristampa 65432 1 0

Anno 2005 2004 2003 2002 2001

Stampato presso Giunti Industrie Grafiche S.p.A.- Stabilimento di Prato

 

PIPE DI RADICA Delle radiche lisce e delle rugose Delle diversità nelle venature della radica Delle varie forme di Pipe Delle forme di Pipe adatte alle varie circostanze Delle Pipe di grande marca e delle altre Dei vari "sistemi" per la purificazione del  fumo  fu mo Di qualche accorgimento nell'uso Di quanto debbano riposare, delle loro nel le tempo loro longevità Deltrasformazioni come far riposare Pipe edidella radica Di alcune forme strane o curiose e dei coperchietti per focolai

CURVATURA E LUNGHEZZA DELLE PIPE DI RADICA Pipe diritte o Pipe ricurve? Pipe corte o Pipe lunghe? Osservazioni Conclusioni

ANCORA SULLE RADICHE Del peso e della lunghezza lunghezza delle Pipe Quante Pipe tenere in tasca con sé  ed in qual modo Importanza delle Pipe che non si capovolgono Quante Pipe portare con sé nei viaggi Quante Pipe possedere, come minimo assoluto Pochi consigli circa  glii acce  gl accend ndin inii per per Pipa Pipa

 

PIPE DI GESSO PIPE DI SCHIUMA Dell'imbrunimento delle Pipe di schiuma Come scegliere una Pipa di schiuma Delle classiche Pipe di schiuma, lisce o scolpite

TERRE, PORCELLANE E CERAMICHE  

Pipe di terra colorate Pipe di porcellana

PIPE VARIE E INSOLITE Pipe di legno differente differente dalla radico Pipe metalliche Pipe miste Pipe insolite

       

COME ADOPERARE LE PIPE Il riempimento della Pipa L'accensione La pipata Di quale materia sarà la Pipa prescelta? Quando e dove si debba fumare la Pipa Svuotamento e riposo delle Pipe La pulizia delle Pipe

DOVE E QUANDO Dopo i pasti, soprattutto alla sera Davanti al caminetto Leggendo un libro, in poltrona In passeggiate all'aperto, in collina o in pianura In montagna E in tutti gli altri luoghi e momenti

TABACCHI E LORO MISCELE

126

I tabacchi

127

Le miscele personali

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Conservazione di tabacchi e miscele Qualche altro suggerimento

PIPE, ACCENDINI E FIAMMIFERI  Accendit  Accen ditor orii a ga gass Fiammiferi

OPINIONI ANTICHE E MODERNE Nel Seicento Nel Settecento Nell'Ottocento

 E, infine, nel Novecento

 

PIPE DI RADICA

ono queste le Pipe che - dopo lunga esperienza nel campo delle schiume, dei gessi, delle terre e dei legni variati - reputo per ersspr onal onatic alme ment le migl ior ori i:rezz no non ol tan ntoza pal erla prat icit itàànteene nell ll'u 'uso somi (leg (lgli egge gere zza, a,n resi resolta sist sten enza alla rot ottu tura ra,, lu lunnga dur urat ata) a),, ma sop opra ratt ttu utt ttoo per la do dote te mi mist ster erio iosa sa di im impa parti rtire re so sotti ttilis lissi simi mi ar aroomi al fumo fumo,, che in esse si or oriigi ginna. Deb Debbo tu tutttavi taviaa ri rico cono nosc scer eree ch chee al alcu cune ne Pi Pipe pe di ge gess sso, o, se car ariicate ate co conn tr triinciati iati fort fortii e piut utto tossto sec eccchi hi,, son onoo as asssai ap apppre rezz zzaabili bili:: di es essse si pa parl rler eràà in altro luogo. Sembra che i primi ad usare la radica per far Pi Pipe pe sian anoo sta tati ti i conta ontadi dini ni de deii Pire Pirennei: ei: le usanricavavano do un crozzamente oltello, eddalavciocco evanodi erica, la forma di una piramide molto allungata ta,, a spigoli arroton onda dati ti;; su un unaa delle elle fa facc ccee - e pre ressso alla lla bas asee era scavato il fornello; la cuspide della piram amiide, as asssai as asssot otti tigl gliiat ataa, si po pone neva va tr traa le lab labbr braa e com omun unic icaava col fo foccolai olaioo per me mezz zzoo di un condo ondottto inte tern rno. o. Pipe cos osìì primi rimiti tive ve si usavano ancora in alcuni villaggi delle Fiandre verso il 1870. Fu nel 1851 che i signori Ganneval, Bondier e Donninger fondarono a Parigi la prima fabbrica di Pipe in radica, di foggia più o meno moderna; fabbrica continuata poi da Bondier e Ulbrich ed infine da Maréchal e Bine, e che produceva Pipe lisce e Pipe scolpite: di queste ultime se ne vendettero mi-

 

gliaia e migliaia, che rappresentavano il volto di Thiers e di Gambetta, fra il 1871 ed il 1873. Unaa tr Un trat atta tazi zion onee co comp mple leta ta de delle lle Pipe Pipe di ra radi dica ca (r (rad adic icee dell'Erica arborea), anche volendo trascurare quanto si riferisce alla loro storia ed ai complessi procedimenti di fa fabb bbri rica cazi zione one,, ri rich chie iede dere rebb bbee in inter terii vo volu lumi mi;; mi limi limiter teròò quindi a pochi cenni sommari sui punti che reputo più importanti per il fumatore. Una prima classificazione delle Pipe di radica può essere fatta suddividendole in due grandi categorie, che denomineremo - tanto

 

per intenderci - rispettivamente "radiche lisce" e "radiche rugose". Delle lisce ci occuperemo diffusamente più sotto e qui basterà dire che esse si distinguono per la maggiore o minore perfezione della radi radica; ca; già l'asp l'aspetto etto stesso delle venatur venaturee può rivelare all'occhi all'occhioo esperto pregi e difetti, purché il legno non sia ricoperto da densi strati di vernice, atti a celarne le mende: ma - e lo ripeteremo ancora - si diffidi sempre da cotali Pipe. Per quanto riguarda le radiche rugose, ci accontenteremo di passarle in rapi rapida da rass rassegna, egna, senza entrare nei dettagli tecnici della loro produzione; non abbiamo infatti la velleità di insegnare come si fabbricano le Pipe (il che esulerebbe anche dalla nostra competenza), ma soltanto di dar qualche consiglio sul come sceglierle ed adoperarle. Una delle tante classificazioni possibili delle radiche rugose può, ad esempio, essere la seguente: -Pipe sabbiate; -Pipe rusticate. A loro volta le rusticate possono avere la "rugosità" prodotta a mano od a macchina, e si hanno così le numerose categorie che vanno sotto il nome di scalpellate, zigrinate, setificate, pettinate e che so io. Ma è perfettamente inutile perdersi in questo dedalo di denominazioni, che ci farebbero sconfinare nel campo immenso e poco  ben definito della sistematica sistematica pipale; guai poi se volessimo elencare i vari nomi, più o meno di fantasia, che i fabbricanti italiani e stranieri alle radiche rugose!assegnano Non la finiremmo più, e soltanto a titolo di curiosità ne ribrow own n she shell ll,, bruy bruyèr èree port po rtia iamo mo qu qual alcu cuno no::  br décro décrouté utée, e, rough rough,, rusti rustic , shell shell briar briar,, sea rock rock briar, corallo di mare, guilloché.

Le Pi Pipe pe sab abbi biat atee son onoo quel quelle le che megl megliio lasc la scia iano no rico ricono nosc scer eree la st stru rutt ttu ura or orig igin inar aria ia della radica; infatti il processo stesso di fab bricazione, asportando le parti più tenere del legno, ne mette in evidenza le venature ed i noduli: non mai però in tutti i suoi più sot otti tilli dett de ttag agli li,, co come me ac acca cade de in inve vece ce pe perr la bell bellaa ra radi dica ca liscia, grezza o semplicemente lucidata. Ciò non to-

 

glie che vi siano Pipe in radica rugosa, vuoi sabbiate o vuoi anche ottenute con altri procedimenti tecnici, di piacevolissimo aspetto e prodighe di durature soddisfazioni: sono inoltre meno soggette delle lisce a graffi e intaccature, quando si tengano in tasca assieme ad oggetti eterogenei (malissimo!). Un cenno a parte meritano certe Pipe di radica rugosa, lavorate con particolari trattamenti, atti a rendere il legno estremamente poroso; sono di colore assai chiaro, ricche di increspamenti e di noduli in forte rilievo, ed hanno la particolarità di imbrunire con le successive fumate sino all'annerimento completo delle parti più fredde, simili in ciò alle Pipe di gesso: come queste hanno spesso il difetto (od il pregio?) di trasudare umori nerastri lungo il cannello, tanto che per esse si potrebbe creare lo slogan "le Pipe da fumarsi coi guanti". Tuttavia esalano aromi così dolci e deliziosi, che io ne ho sempre qualcuna alla mano, le uso sovente e le trovo gradevolissime, specialmente al mattino. Ma abbiamo parlato a sufficienza delle radiche rugose, che i fab bricanti producono in un'ampia gamma di colori, dal bianco giallognolo al nero cupo, attraverso le varie sfumature del bruno (per trascurare le verdi e le giallo canarino, che non godono delle nostre simpatie); ci conviene ora passare alle Pipe in radica liscia ed all'intima bellezza delle loro fibre lignee. Comunque sia ben chiaro che - fra le Pipe rugose - la nostra personale va a quelle sabbiate, nellepreferenza quali (e specialmente in alcuni esemplari felicemente riusciti) le venature in rilievo disegnano splendide linee curve, talvolta addirittura ondeggianti, e che - dopo molte fumate - tendono a divenire più scure del fondo; inoltre, il continuo contatto con la mano, che trattiene il fornello, dà loro col tempo una splendida lucentezza, come quella che si nota nei  braccioli dei sedili lignei dei cori, in certe antiche antiche basiliche, dove le manisui deiloro monaci, appoggiandosi sui braccioli pomoli, li hanno resiper liscisecoli e lucenti di sericomedesimi splendore.e

 

DELLE DIVERSITÀ NELLE VENATURE DELLA RADICA 

La radica liscia può mostrare venature e nodulazioni diversissime - in una serie infinita di varietà - così che non esistono certamente due Pipe identiche; ma fra queste varietà domina la fiammata, che la moda attuale considera pregiatis tissima ma.. Ho parlato a ragion voluta di "moda", perché si può dire che soltanto gli inglesi apprezzino da moltissimi anni la radica fiammata: in altri Paesi (ad esempio in Italia ed in Francia) si preferivano una volta radiche di tessitura più compatta, che mostrassero un disegno uniforme di noduletti circolari od ovali, fittamente disposti; ammiratissime le Pipe in cui i piccoli noduli rotondi, numerosi alla base del fornello, andavano poi diradandosi verso l'alto, in fnione ile pera arall lle ele. D que questa opianche, ali principio del secolo, mio zio Francesco, fumatore appassionatissimo di Pipa (benché non disprezzasse sigari virginia e toscani). Oggi la radica di questo tipo viene comunemente denominata col termine inglese bird's eye , che significa "occhio d'uccello", perché appunto i noduletti rotondi ricordano, con un poco di fantasia, gli occhi di simpatici volatili. Ai tempi di mio zio Francesco, siffatta radica si diceva "ad occhio di pernice" ed il termine mi sembra assai appropriato. Certamente una Pipa di bella radica fiammata è cosa rara: poche se ne possono ottenere di perfette, e soltanto da una ristretta zona del ciocco di erica: da qui il costo elevato. Ma la domanda che il fumatore può porsi è questa: le Pipe fiammate sono veramente superiori alle altre? Cercherò di rispondere in base alla mia lunga esperienza personale (su forse duecento Pipe di radica in quasi ses-

 

sant'anni), pur con l'avvertenza che ogni giudizio su tale complesso e delicato problema è sempre opinabile. La radica fiammata, che più soddisfa l'intenditore, presenta sul fornello della Pipa una serie di sottili venature quasi parallele, di tinta alternativamente più scura e più chiara, che decorrono secondo la verticale fra la base e l'apice del fornello. Con maggiore esattezza: le vere e proprie venature sono soltanto quelle più scure, formate da molte fibre minori assai vicine fra loro, mentre le strisce più chiare costituiscono una sorta di sottofondo generale. Questa struttura è già chiaramente visibile a piccolo e medio ingrandimento (10-40 volte), usando una buona lente o - meglio il microscopio stereoscopico. Quali sono, oltre quelli estetici, i pregi della radica fiammata? Posseggo numerose Pipe di questo tipo, italiane e straniere, e credo di po pote terr co conc lude dere re affe afferm rman ando do ch che e lealtre. fiamm fiammate atedopo dive diveng ngon onoo spesso ottime innclu un tempo più breve delle Ma, molte fumate, vi sono normalissime Pipe di radica, senza alcuna traccia di fiammatura, che esalano effluvi delicatissimi per sapore ed aroma, tanto da uguagliare le migliori fiammate. D'altra parte è ben noto no to qua quale le spi spicca ccata ta pe perso rsonal nalità ità abb abbian ianoo le sin singole gole Pip Pipe: e: men mentre tre alcune sono nate per alti destini e doneranno poi ore indimenticabili ai fortunati proprietari, altre poche invece - anche di grande marca - non vorranno mai concedere nulla e saranno fonte soltanto di sconsolata amarezza. La Pipa di radica fiammata (per la quale confesso di avere una predilezione) può dunque entrare, con gli onori dovuti, nella collezione di un fumatore: tuttavia più per motivi di estetica, che non per una reale superiorità di rendimento. Ho già detto che si tratta di pezzi rari e perciò costosi; ma il prezzo elevatissimo, che ne chiedono ora alcuni fab bricanti d'oltre Manica, può essere essere spiegato soltanto con l'esistenza di particolari acquirenti, che - abbagliati da un grande nome - sborsano volentieri somme cospicue.

 

DELLE VARIE FORME DI PIPE

Un'ele Un'e lenc ncaz aziione one di tu tutt ttii i mo mode dell llii sar areebb bbee inu nuti tilm lmen ente te prol proliiss ssaa e noio no iosa sa;; an anch chee limi limita tand ndos osii al alle le fo form rmee clas classi sich chee ne esis esisto tono no al alme meno no 35 ti tipi pi di dive vers rsi,i, ch chee di dive veng ngon onoo poi poi al alcu cune ne cent centin inai aiaa quan quando do si co connsiderino le molte variazioni minori. In re real altà tà qu ques esti ti nume numero rosi siss ssim imii mo mode dell llii pos osso sono no ridu ridurs rsii a po poch chee forme fondamentali: da esse derivano tutte le altre, per modifica-

zione nei rapporti di altezza e larghezza del fornello e della parte sottostante, oppure per diversa struttura del bocchino, per la presenza o l'assenza di una vera in oro, argento, o metallo comune, e così via. Una variazione ancora maggiore porta - per gradi - dalle Pipe ricurve, di diremo ben diverse caratteristiche; senzadiritte entrarea quelle in troppi dettagli ora qualcosa dei loropur rispettivi pregi e difetti tti, mentre nel succes essi sivvo capito tollo esamineremo più a fondo la questione. Chi per la prima volta si inizia alla Pipa dovrà senz'altro acquistarne una diritta, perché atta ad un maggior numero di fumate, senz se nzaa sp spec ecia iali li pr prec ecau auzi zion oni.i. La Pi Pipa pa ricu ricurva rva,, pu purr pr prod odig igaa in deter de termin minate ate cir circos costan tanze ze di notev notevoli oli sod soddis disfaz fazion ioni,i, dev devee ess essere ere usat us ataa pi piùù di ra raro ro e ri rich chiiede ede fre requ queent ntii pul uliizie, zie, ad ev evit itar aree l'l'ac accu cumu mula lars rsii di sove soverc rchi hiaa um umid idit itàà nel nel fo fond ndoo del del fo forn rnel ello lo:: altrimenti interviene spesso il curioso fenomeno del "gorgoglio" che, se piace a un ristrettissimo numero di persone, è invece sgradito a molti. Quando la collezione delle Pipe si accresce, solo allora sarà bene provvedersi anche di alcune Pipe ricurve: esse, più equilibrate

 

delle diritte, affaticano in misura minore denti e mascelle. Ottime perr la fum pe umat ataa seral eralee in un unaa comod omodaa polt poltro ronna, le Pi Pipe pe ric ricur urve ve sarann ra nnoo pu pure re adot adotta tate te co conn prof profit itto to da biol biologi ogi e na natu tura rali listi sti ch chee pa pass ssiino mo molte lte ore ore al mi micr cros osco copi pio: o: in infa fatti tti ne nell' ll'us usoo di qu ques esto to st stru rume ment ntoo le Pipe diritte sono spesso d'impaccio. Ancora Anc ora poc pochi hi sug sugger gerime imenti nti a pro propo posit sitoo del delle le pr propo oporzi rzioni oni del for for-nell ne llo: o: si sc scar arti tino no se semp mpre re qu quel elli li es esag ager erat atam amen ente te alti alti risp rispet etto to al loro loro diametro ed anche quelli troppo larghi in confronto alla loro altezza; infatti nei primi il tabacco diverrà molto umido al fondo, impedendo così una buona combustione totale; nei secondi invece si DELLE FORME DI PIPE ADATTE ALLE VARIE CIRCOSTANZE

Un pr prim o ntar av avve verti nto: o:osisi pr pred edil ilig ano oedric se semp mpre tipe pi pi clas cleghe assi sici ci,voli , li, se senz la lasc scia iars rsiimo i te tent are e rtime dament cu curi rios i fo forn rnel elli liigan po poli lied rici, i, re da i pipe pitipi pieg hevo , nza daa quelle munite di valvole per l'entrata di aria supplementare, o dalle molti mo ltiss ssim imee al altr tree stra strane nezz zze, e, co così sì nu nume mero rose se da sf sfug uggi gire re ad ogni ogni elen elen-cazione; se anche possono piacere per breve tempo, il possessore se ne troverà prima o poi disgustato. Forme inusitate di pipe debbono la lasc scia iars rsii al alle le bach bachec eche he de dell co coll llez ezio ioni nist sta, a, che che sp spes esso so un unis isce ce ta tale le qu quaali lità tà a qu quel ella la del del fuma fumato tore re es espe perti rtiss ssim imo, o, ma ch chee sc sceg egli lier eràà allo allora ra forfornellili men nel menoo str stramp ampala alati ti pe perr tra trarne rne in intim timaa sod soddis disfaz fazion ionee nel nell'us l'usoo di diuuturn tu rno; o; e se talvo talvolta lta,, so sott ttoo l'imp l'impul ulso so dell dell'e 'est stro ro,, ca cari rich cher eràà di buon buon ta ta- bacco una delle stravaganti pipe della sua collezione, egli ritornerà poi con rinnovato affetto alle più semplici e classiche forme. Ed ecco ora un brevissimo elenco della varie fogge di pipe in radica, che ritengo più consone alle diverse occupazioni (fra parentesi la denominazione inglese, dalla quale sono contraddistinte): -per -p er le vie vie ci citt ttad adin inee ed il la lavo voro ro d' d'uf uffi fici cio: o: di diri ritt tte, e, pi piut utto tost stoo co cort rte, e, legg legger ere, e, co conn fo forn rnel ello lo li liev evem emen ente te coni conico co,, sv svas asat atoo ve vers rsoo l'al l'alto to  (Dublin), in radica naturale o rugosa; -per -p er le st stra rade de ed i vi viot otto toli li di camp campag agna na:: più più pe pesa sant nti,i, di diri ritt ttee o legleggerm ge rmeent ntee ri ricu curv rvee, con forn rneell lloo a pa pare reti ti as asssai spes esse se,, qu quas asii cilinlindrico (Billia iard rd,, Egg), o un po' più arrotondato  (Apple),  in ra radi dica ca liscia (buona anche la rugosa, durante le stagioni fredde); -per le ferrovie, i veicoli a motore e simili: corte, diritte e piuttosto tozze, meglio se con fornello angoloso, che si allarga cioè sino a

 

avranno difficoltà all'accensione ed il tabacco tenderà poi a bruciare soltanto nella zona centrale. Personalmente aborro i fornelli eccessivamente conici all'interno, nei quali la quantità del tabacco contenuto va scemando verso il fondo: la Pipa si spegne inaspettatamente, proprio quando la fumata ha appena raggiunto il culmine dell'eccellenza, la-

circa due terzi della sua altezza, per poi restringersi nuovamente all'apice (Bulldog, Scotch pug);radica liscia (rugosa per i viaggi notturni); -per tutti gli altri diporti all'aria aperta: leggermente ricurve, con fornello un po' allargato all'apice e alquanto conico (Woodstock), o arrotondato (Prince), o angoloso -(Rhodesian, Author). Buone anche le pipe diritte, in uno dei tanti altri modelli, purché troppo lunghe, in radica liscia o rugosa (quest'ultima solo innon giornate ventose); -per la casa, soprattutto di sera: nettamente ricurve (Bent, OomPaul, Well), da fumarsi però non più di una volta, o al massimo due, in successione immediata; Queste sono naturalmente soltanto indicazioni generalissime, che il fumatore potrà anche modificare in base al suo istinto od alla sua esperienza; così pure la capacità del fornello, la lunghezza e la forma del bocchino, saranno scelte seguendo il gusto personale. Porto un unico esempio: mi è accaduto talvolta di preferire, in strade e viottoli di campagna, grosse pipe fortemente ricurve a quelle diritte; ciò specialmente nelle ore crepuscolari.

 

sciandomi insoddisfatto e deluso; siano dunque i fornelli sempre internamente piuttosto cilindrici, qualsiasi possa essere la loro formaPuò esterna. l'acquisto di una Pipa, compiuto sotto l'ispirazione del momento, fornire poi grandi e durevoli soddisfazioni? Oppure è preferibile comperare unicamente dopo lunga meditazione? Riconosco volentieri la gravità del problema, che è forse insolubile per le troppe variabili in gioco; ritornerò tuttavia brevemente su questo punto nel succe su ccessi ssivo vo capito capitolet letto, to, dis discor corren rendo do delle delle radiche fiammate. In quanto alla radica, vi ha chi la predilige liscia, chi invece rugosa: a me sembra che il disegno di una rigogliosa fiammatura su radica naturale sia di bellezza inarriva bile. A paragone delle Pipe rugose (che meno si riscaldano esternamente), le lisce esalano un fumo alquanto più dolce: è questa una legge generalissima,esperimentato che ho semprecon trovato vera, pur aven-e do Pipe di ogni marca provenienza, attraverso molti decenni. Ma anche quel non so che di asprigno, proprio del fumo delle rugose, ha un suo certo pregio particolare: anzi, con alcune qualità di tabacco t abacco ed in determinate circostanze, riesce sommamente gradevole. Se tuttavia si possiede una sola Pipa (cosa assai deprecabile), è bene che essa sia in radica liscia. DELLE PIPE DI GRANDE MARCA E DELLE ALTRE

Non è da credere chear soltanto nome poss po ssan ano o do dona nare re gli arom omii migli miPipe gliori ori:nobilitate : ne sa sarà ràdaperf peun rfett etta a la famoso ra radi dica ca,, curatissima la rifinitura, elegante la presentazione e, quel che più conta, completa la soddisfazione nell'uso (con eccezioni rarissime). Ma

 

anche Pipe di marca meno nota o del tutto sconosciuta, forse con stuccature di aspetto sgradevole, che malamente ricoprono fessure e cavernosità della radica, possono talvolta essere ottime. Ricordo una Pipa leggermente ricurva, dall'orribile fornello colmo di ogni difetto e chiuso da un coperchietto bucherellato di metallo vilissimo: il bocchino era in corno. L'avevo acquistata per pochi soldi da un rigattiere del Verbano, in un momento di follia. Ebbene, debbo ad essa alcuni istanti dolcissimi per soavità di fumo, durante la contemplazione di splendidi tramonti sul lago, a fine di ottobre: nel fornello ardeva lievemente un trinciato forte nostrano. Nell'acquisto di radiche si rifiutino sempre quelle ricoperte da spesse vernici, più o meno lucenti, atte soltanto a mascherare le magagne del legno; la nostra preferenza vada costantemente alle radiche naturali, che mostrano senza veli la loro intima struttura (non altrimenti si comportò Frine coi giudici). Può tuttavia essere tollerata una lieve lucidatura, purché essa non tolga alla radica la necessaria porosità: anche le Pipe, in un certo senso, respirano. Per questi motivi non approvo i rivestimenti di cuoio e di pelli variate, che celano agli occhi la nobiltà (o l'ignobiltà) della radica. A proposito delle vernici troppo dense, aggiungo che esse - appunto perché tolgono alla radica la naturale porosità - impediscono il sottile e misterioso infiltrarsi dei distillati tabagici nell'intimo delle fibre lignee. La Pipa - me lo prova una lunga esperienza - non raggiunge mai la desiderata perfezione, il fumo, vacuamente insipido, rattrista e delude, privo com'è dell'attesa dovizia di molteplici e compositi aromi. Ecco perché sono solito togliere alle mie Pipe ogni traccia di vernice, se malauguratamente ne siano ricoperte: ed uso, ad ottenere lo scopo, ovatta imbevuta di spirito di vino o d'acetone. Mi sono talvolta imbattuto in Pipe addirittura corazzate da un lucido strato di smalto, inattaccabile danell'uso. ogni solvente: belle vedersi, ma pessime Soltanto conaun lungo e paziente lavoro, passando e ripassando su di esse tela smerigliata e carta vetrata fi-

 

nissime, mi fu dato di allontanare lo smalto malefico; ne ebbi ampio compenso: le Pipe riacquistarono, assieme alla primitiva innocenza, i pregi smarriti.  Ancora un avvertimento: ho notato - in questi ultimi tempi - Pipe di grande marca offerte a prezzi altissimi con la qualifica di fiam-

mate, mentre la fiammatura della loro radica era del tutto imperfetta. Ricordi il fumatore che non possono aspirare al nobile appellativo di fiammate (né al costo) le radiche con poche strisce oscure, larghe e grossolanamente disposte in senso obliquo sul fornello: le venature devono invece essere numerose, ben distinte, all'in- circa parallele e devono decorrere verticali od in leggera curvatura, sorgendo da piccoli noduli alla base del fornello (non ha importanza se mancassero i noduli). Fra molte Pipe fiammate e bellissime accade talvolta di incontrarne una, che ci sembra di perfezione senza pari, mai vista prima d'allora, come fosse nata proprio per noi: se appena lo possiamo, se il sacrificio non è troppo grave per la nostra borsa, facciamone acquisto. La passione improvvisa e incontenibile per unaa sp un sple lend nden ente te fanc fanciu iull llaa pu puòò - so sodd ddis isfa fatt ttaa - rive rivela lars rsii pu pura ra illusione e fontea di amare delusioni: è raro accada Pipa, di cui ci siamo prima vista invaghiti. Essaciò potrà darcicon perlalunghi anni, sino alla più tarda età, ore felici.

 

Poche parole sui bocchini delle Pipe: una volta erano in corno, o in ambra per le più pregiate, ma furono giustamente g iustamente abbandonati. Quelli ora in uso sono generalmente ottimi, soprattutto se all'estremo alquanto assottigliati ed espansi a ventaglio, così da essere  ben sopportati dai denti. DEI VARI "SISTEMI" "SISTEMI" PER LA PURIFICAZIONE DEL FUMO

Ne furono escogitati numerosissimi: sono, in genere, uno peggiore dell'altro e non sprecherò quindi tempo ed inchiostro per descriverli. Se proprio non se ne voglia fare a meno, si preferiscano i più semplici, costituiti da un tubetto metallico, o di altro materiale. Personalmente mi affretto sempre ad estrarre da una Pipa il "sistema" ed a gettarlo con esecrazione. Comunque - pur dissentendo - rispetto chi sia d'altro parere. DI QUALCHE ACCORGIMENTO NELL'USO

Non si cerchino qui notizie sul modo di caricare la Pipa, accenderla, fumarla, svuotarla, ripulirla, e neppure sulle varie qualità di ta bacchi e sulle loro miscele: verranno date a tempo e luogo opportuni. Discorreremo soltanto di alcune cose, che più specialmente si riferiscono alle radiche. Immaginiamo di avere fra le mani una Pipa nuova, appena acquistata: è necessaria qualche speciale preparazione del fornello, prima di fumarla? Premetto che, su questo argomento, sono in disaccordo alcuni fama, autori, anchecon di chiara  

gono metodi diversissimi: chi consiglia di ungere con olio d'oliva l'interno del fornello, chi di colmarlo di purissima acquavite, chi di strofinarlo con fichi secchi, datteri od altri frutti esotici, e via dicendo. Perrcome Pe mi mioosico cont ntoo so sono noriempirlo dell dell'op 'opin inio ione ne di dilasc labuon scia iare retabacco intat intatto toper il poforn fornel ello lo,, così trova, e di soltanto

 

co più di un terzo della sua altezza nelle prime otto o dieci fumate. Si procuri di consumare il tabacco sino al fondo, riaccendendo - ove occorra - e sopportando con rassegnata umiltà quel leggero sapore ligneo, che spesso si origina nelle Pipe nuove; al solito, le aspirazioni dovranno essere lente, modeste e intervallate fra loro, per evitare che la radica possa bruciarsi. Dopo una decina di fumate il fornello potrà essere interamente caricato. Alla Al la fi fine ne di og ogni ni pi pipa pata ta si ripu ripuli lisc scaa ac accu cura rata tame ment ntee il fo foco cola laio io co conn l'ap l'appo posi sito to attre attrezz zzoo (ma maii  picc picchiando hiandolo lo contr controo oggetti duri o contro

 

il tacco della scarpa, come purtroppo mi accade talora di fare) e, cosa più importante di tutte, prima di riporre la Pipa si soffi con forza nel bocchino , in modo da spazzar via particelle particelle e goccioline residue. Può essere di qualche utilità porre nel fondo del fornello, prima di caricarlo con tabacco, una cartatroppo velina;stringerla, il metodo una migliore è di appallottolare fra sferetta le dita, di senza delle solite cartine da sigarette in vendita presso i tabaccai. Questo semplice accorgimento offre molteplici vantaggi, poiché permette di fumare interamente il tabacco, assorbe l'umidità accumulata nel fondo ed agisce in certo qual modo da filtro; lo consiglio sempre con vero entusiasmo a tutti, amici e conoscenti, ma poi dimentico regolarmente di usarlo per me stesso. Si ricordi di premere spesso il tabacco, durante la sua combustio st ione ne;; è pr pref efer erib ibil ilee ad adop opeerare rare un unoo de deii ta tannti pi picc ccol olii at attr trez ezzi zi esistenti, piuttosto che il pollice della propria mano, ad evitare che esso si insudici e soffra inutilmente. Quando l'accensione non sia perfetta e la combustione non si svolga con regolarità sull'intera superficie del tabacco, sarà opportuno appoggiare sopra al fornello un qualsiasi oggetto appiattito (cartoncino, libro, scatoletta di fiammiferi o altro), effettuando in pari tempo alcune aspirazioni: lo scopo di ravvivare il fuoco sarà così co sì fa faci cilm lmen ente te ra raggi ggiun unto. to. Se ma manc ncas asse se qu qual alco cosa sa di ad adat atto to da posare sul fornello, si potrà utilmente far uso del palmo della mano; quand'an 'anche le prime volte accadess ssee di scot otta tarrsi dolorosamente, ciò non avverrà più dopo un breve periodo di pratica. DI QUANTO DEBBANO  RIPOSARE, DELLE LORO TRASFORMAZIONI NEL TEMPO E DELLA LORO LONGEVITÀ

Moltii co Molt cons nsig igli lian anoo di camb cambia iare re Pi Pipa pa ogni ogni gi gior orno no e pr prop opon ongo gono no persino l'uso di astucci, nei quali trovino posto le varie fogge di radi ra dica ca:: un ca cart rtel elli lino no a fi fian anco co di ci cias ascu cuna na indi indica ca il gior giorno no de dell llaa settimana cui sono destinate. La mia opinione è diversa, e per due validissimi motivi: il primo, che la Pipa deve sempre essere prescelta in base alle varie condizioni di luogo e di tempo e - perché no? anche seguendo l'ispirazione del momento; il secondo motivo, di non mino mi nore re im impo port rtan anza za,, ri rich chie iede de un unaa pi più ù di diff ffus usaa sp spie iega gazi zion one, e, che che cercherò ora di riassumere brevemente. Mi sembra dunque che la radica divenga migliore, facendone uso continuato per molti giorni di seguito, piuttosto che per uno

 

solo; non è naturalmente possibile enunciare regole fisse e stabilire se una medesima Pipa debba essere fumata per una settimana, o invece per due, o per tre: ciò dipende dal tabacco e dal suo grado di umidità, dal modo più o meno rapido con cui lo si brucia, dalla personalità stessa della Pipa e del fumatore. Ciascuno, dopo appropriati, si regoli a suo piacere; soltant ta ntoo esperimenti a titol titoloo di gene ge neri rica ca in info form rmaz azio ione ne,quindi , di dirò rò ch che e pe pers rson onal alme ment ntee sono solito recar meco tre Pipe, che fumo per almeno quindici o venti giorni di seguito, pur alternandole con poche altre nel corso della giornata (talvolta le fumo anche per un mese o due, ininterrottamente!). Le buone radiche - è cosa notissima - migliorano sempre più per effetto delle successive fumate: dopo un certo periodo di tempo raggiungono un optimum , variabilissimo da una Pipa all'altra, attorno al quale si stabilizzano. Contemporaneamente la radica va a mano a mano facendosi più oscura: così, anche nelle fiammate, il sottofondo generale chiaro si imbrunisce e ne consegue un minor contrasto di tinta con le venature che lo percorrono. La Pipa può quindi sem brar meno bella ad occhi profani, ma acquista una sua severa no biltà, che non sfugge certo certo all'intenditore e che le nuove non hanno. hanno. Quando si riaccenda una Pipa dopo un lungo riposo, di mesi o di anni, accade sovente che essa ci deluda, mostrandosi avara di quei preziosi doni di aromatici effluvi, ancora ben vivi nel nostro ricordo; ma ciò non ci allarmi:  basteranno poche fumate fumate e la Pipa ritornerà a darci le antiche soddisfazioni. Ci si può chiedere quale sia il tempo necessario, perché una Pipa di radica raggiunga quell'optimum mu m di cui abbiamo parlato; anche a costo di lasciare insoddisfatto il Lettore, preferisco essere del tutto sincero e dire che non vi sono leggi generali: si può soltanto affermare che, salvo eccezioni, una Pipa può diventar molto buona fra le venti e le cento fumate. Il processo di "formazione", o di "invecchiamento", o di "cottura" della Pipa è costituito da un assieme di fenomeni estre-

 

inamente complessi, di cui fanno parte lo stabilirsi delle incrostazioni nel fornello e l'impregnarsi delle fibre lignee con succhi e vapori tabagici; le intime modificazioni della radica dipendono alla

lor volta da molteplici fattori, di cui è ben diffìcile tener conto: tipo e grado(legata di ualle midaspirazioni ità del tapiù baccoo,meno velorapide cità ded ellaampie sua combustione del fumatore), temperatura, stato igrometrico dell'atmosfera, e molte altre cose ancora. Si aggiunga infine che abbiamo a che fare con Pipe, ossia con misteriose entità, di cui la scienza stessa  ben poco può dirci; imprevedibili e capricciose, come donne  bellissime, forse per questo son colme di fascino: a differenza però delle donne, quando son divenute perfette rimangono tali. Debbo ora far cenno ad un'altra questione, intorno alla quale molti mi interrogano: quanti anni durano le Pipe di radica? Confuso e rammaricato, ammetto umilmente di non saperlo con certezza. Posso soltanto dire che la loro vita è lunghissima, probabilmente superiore a quella dell'Uomo, e che mai mi è accaduto di dover abbandonare una Pipa a motivo della sua vecchiaia: pur avendo fu-

 

mato anche in radiche che furono dei miei avi. Il mio carissimo prof. Vittorio Tonolli, idrobiologo di chiara fama, non era di questo parere e citava ad esempio una sua Pipa (di illustresi marca straniera), il cuitroppo vaso improvvisamente aprì, come una zucca matura sotto al piede dell'ortolano; penso si trattasse di una originaria e nascosta imperfezione della radica, forse aggravata dagli umidi vapori del Verbano. Occorre naturalmente curare con amore le Pipe, mantenerle pulite, concedere loro i necessari riposi. Come i Tardigradi, microscopici animaletti a me carissimi, passano attraverso periodi di criptobiosi, o vita latente, altrettanto debbono fare le Pipe: durante il riposo, in quello stato mal definito che è fra la vita e la morte (e che propongo di denominare criptopipico) , , la Pipa con

DEI COME FAR RIPOSARE LE PIPE DI RABICA

Su questo importante argomento due, e contrastanti fra loro, sono le teoriche degli esperti: gli uni ritengono che le pipe debbano riposare in posizione verticale e col fornello in basso, mentre gli altri, pur d'accordo con la giacitura verticale della pipa,inpensano invece che il focolaio debba rimanere alto durante il riposo. Entrambe le teoriche portano a loro favore valide ragioni, che ora esporremo brevemente. Affermano dunque i primi che le pipe, riposte col fornello all'ingiù, consentono ai prodotti liquidi della distillazione tabagica di scivolare agevolmente dal bocchino al fondo del focolaio, dove meglio evaporano per la maggiore superficie esposta all'aria. Ne consegue che anche il bocchino ed il cannello più facilmente si liberano liberano dagli umori condensati, col risultato di mantenere secco e pulito il condotto fumario. I secondi invece portano come precipuo argomento, a sostegno del-

 

un suo intimo, misterioso travaglio si trasforma e rinasce, preparando la sua vigorosa longevità. DI ALCUNE FORME STRANE O CURIOSE E DEI COPERCHI ETTI PER FOCOLAI

Abbiamo fin qui discorso di Pipe classiche, semplici nell'aspetto, quali ora l'usanza comune preferisce: ma è giunto il momento di dare almeno  breve notizia di alcune fogge di radica, che furono ro no in vo voga ga ne neii temp tempii tr tras asco cors rsi.i. So Sorv rvol oloo su sull llee in innum numere erevoli voli var variaz iazion ionii del delle le Pip Pipee sco scolpi lpite: te: raf raf-figuravano volti di personaggi celebri, di zuavi, di arabi, di cacciatori barbuti (talvolta con berrett re ttoo o odcapp cappel ello lo), ), op oppu pure re ed ripr riprod oduc ucev evan anoo mani ma ni,, aperte a pugno, teschi anche interi corpi di donne formose, spesso discinte e talora senza la posizione all'insù del fornello durante il riposo, che tale artificio costringe il fumatore a tenere ben nette le sue pipe, appunto per evitare che nel bocchino si raccolgano gli aspri liquidi distillati, disgustosi poi alla prima fumata. Pers Pe rson onal alme ment ntee pr pref efer eris iscco, in line lineaa teor teoric ica, a, che il periodico sonno delle pipe avvenga in posizione verticale e col fornello in basso: speculazioni scientifiche e considerazioni tecniche si acco ac cord rdan anoo qui qui mi mira rabi bilm lmen ente te per per gi gius usti tifi fica care re l'asserto. Non posso tuttavia nascondere, sia pure con un certo rossore, che all'atto pratico sono solito lasciar riposare le mie molte pipe in ogni immaginabile posizione, più spesso adagiate sui fianchi opulenti a mo' d'odalisc d'odalische: he: né mai dovetti rammaricarmene, che anzi, a detta di conoscenti e di a m i c i , i l f u m o e s a l a t o d a l l e m ie p i p e s e m b r a e s s e r e particolarmente soave; forse perché le pipe degli altri, come del resto le donne, sempre ci appaiono migliori delle nostre.

 

velo alcuno. Altre rappresentavano animali od oggetti, come ad esempio bovini, cani, leoni, castelli, scarpe e scarpette, mandolini, orologi, pistole, fucili e così via. Certe Pipe avevano curiosi dispositivi per il raffreddamento del fumo: ne ho viste (ed usate) con tubi metallici multipli tra fornello e bocchino nei quali il fumo percorreva tragitti lunghissimi, entrando successivamente nei diversi tuboli, e che richiedevano polmoni mo ni fe ferr rraati tiss ssim imii per per aspi aspira rarn rnee gl glii eff efflu luvi vi.. Alcun lcunee Pipe poss po ssed edev evan anoo su sull cann cannel ello lo un unaa pr pres esaa d' d'ar aria ia supp supple leme ment ntar are, e, regolabile per mezzo di una valvola conica: l'aria si mescolava così co sì al fumo fumo,, de deri riva vand ndon onee in chi chi le us usav avaa l'in l'inso sorg rger eree di un singhiozzo irrefrenabile (come spesso accade anche con le solite Pipe, se non perfettamente accese e con tabacchi robusti). ro busti). Vi erano Pipe con l'interno del focolaio diviso in due parti, od anche con due focolai distinti, ed un solo bocchino; avevano per scopo di produrre la mescolanza, entro il cannello, del fumo proveniente dasidue differenti tabacchi: ma erafornelli, possibile spirazione ripartisse ugualmente franon i due néche chel'ala combustione avvenisse con pari rapidità nei due tabacchi diversi e diversamente compressi. Ciò spiega perché queste Pipe, ed a maggior ragione le simili a focolai plurimi, siano state ben presto messe nel dimenticatoio. Ricordo di aver fumato, poco dopo la fine della prima guerra mondiale, una curiosa Pipa di radica, nella quale il fondo del fornello sboccava, attraverso un tubetto, entro una piccola boccia piriforme di vetro, del diametro di circa tre centimetri. Il cannello era a sua volta acconciamente congiunto con la parte alta della  boccia vetro, entro compreso la quale si che poneva un po' d'acqua. L'accorto Lettorediavrà oramai il complesso dispositivo era dest de stin inat atoo a far far gorg gorgogl oglia iare re il fu fumo mo at attr trave avers rsoo l'ac l'acqu quaa (c (com omee acca ac cade de ne nell na narg rghi hilè lè,, ne nell  qalyoun  e  nell'houqqah),  allo scopo di rinfrescarlo od aromatizzarlo con l'aggiunta di adatti profumi. Durante l'uso questa Pipa si dimostrò di grandissima fragilità e fa faci cilm lmen ente te so sogg gget etta ta a sc scin inde ders rsii fr fraa le ma mani ni nei nei su suoi oi qu quat attr troo principali componenti: fornello, boccia di vetro, acqua tabagizzata e cannello con bocchino; ne derivavano non lievi insudiciamenti ad abiti, mobilio e tappeti. Ma il peggio accadeva quando, per disatte dis attenzi nzione one,, si in incli clinav navaa tro tropp ppoo la Pip Pipa: a: che allo allora, ra, anzich anzichéé fumo, entrava nella bocca il liquido acre e brunastro contenuto nella boccia di vetro, con memorabile di-

 

sgusto; dopo replicati ed inutili tentativi di adattarmi a tale maligno strumento, lo abbandonai del tutto. Di molte altre Pipe di radica non abbiamo parlato ma ci è impossibile passarle qui tutte in rassegna: accenneremo soltanto a quelle con fornello svitabile e che portano sul fondo un filtro in caolino; alle Pipe in forma di sigaro, divisibili in due parti, con accensione allemarasca molte, espesso di grande mole, con focolaio di radica,anteriore; cannello di bocchino di corno o d'ebanite, che possono avere forma e grandezza diversissime, dalle tirolesi alle norvegesi, e fra cui se ne incontrano di ottime. Sono ora venute di moda, soprattutto oltre Atlantico, certe Pipe con vaso di radica liscia o rugosa, innestato ad un cannello metallico di sezione circolare, quadrata, o variamente poligonale, che termina nel breve bocchino d'ebanite: in alcune c'è poi, all'estremità anteriore del cannello, un tappo amovibile ed anch'esso metallico, Per facilitare la pulizia dell'interno. Conosciamo degnissime persone, che adoperano con grande godimento Pipe di tal fatta, giudicandole fresche e gradevoli; dal nostro canto esse ci ricordano trop-

 

po gli strumenti usati nei laboratori di fisica e di chimica, né ci azzardiamo di portarle alle labbra: non saremmo per nulla sorpresi se esse, in luogo di effluvi tabagici, dovessero all'improvviso produrre pericolose reazioni termonucleari o, addirittura, la pietra filosofale. Quasi completamente scomparse sono le Pipe provviste del così detto "salivino": erano spesso di ragguardevoli dimensioni, molto ricurve e con bocchino di corno; il salivino, costituito da una specie di tappo avvitabile, si trovava all'estremità inferiore del cannello e serviva vuoi a scaricare di tanto in tanto gli umori condensati, vuoi a facilitare la pulizia con penne d'oca o di pollo. Alcune Pipe possedeva vanno due salivi vinni, l'un 'uno nell llaa posizione one precedentemente descritta e l'altro, assai più largo, sotto tto al for ornnello ello:: di du dubbbia bia uti tili lità tà,, spesesso fonte di sgradevoli trasudamenti, davnaonno sotutcthaeviadi alpl'aatsrpiaertctoale, dedlelagnoPipdai aultna considerazione; ogni tanto, ancor oggi, ne fumiamo qualcuna. Ricorderemo infine un piccolo accessorio, dell qual de qualee si fa scars carsoo uso al pr preese sent nte, e, ma ch chee sarebbe meritevole di ben maggiore attenzione: allu allud diamo iamo cioè al co copperc rchi hiet etto to,, ch chee ap apppari ariva sovente nelle vecchie Pipe (oh saggezza dei nostri maggiori!), ad impedire che il vento potesse scompagi gina nare re il taba tabacc ccoo in co comb mbus ustio tione ne.. Un te temp mpoo es esso so fa face ceva va della congiunto focolaio da un parte at atta tacc ccoointegrale a cern cernie iera ra;; Pipa og oggi gimedesima, se ne ve vend ndon onoo di al se sepa para rati ti,, ch chee facilmente si adattano ai vari fornelli; sono utilissimi quando si fumi all'aria aperta e particolarmente su veicoli a motore, in ispecie motocicli. Questi coperchietti, impedendo il disperdersi del tabacco ardente, evitano pure i dannosi incendi di abiti, barbe e foreste

 

CURVATURA E LUNGHEZZA DELLE PIPE DI RADICA hi entri per la prima volta in un emporio di Pipe Pi pe pe perr acqu acquis ista tarn rnee una una rima rimane ne ce cert rtoo fr fraastornato e confuso dagli innumerevoli, diversi modelli: né trova agevole far la sua scelta, pur se badi unicamente alla forma e non anche alla qualità della radica. Non ci sentiamo davvero di affermare che l'uno, oppure l'altro tipo di Pipa debba avere la preferenza: troppi sono i fattori in gioco, troppo dipende daii gu da gussti per erssonal onalii di ciasc iascuuno - e dalla loro evoluzpieorncehé neslia tem popsosibiledar consigli sicuri e validi in ogni occasione. Ci limiteremo quindi ad indicare quali siano le caratteristiche più salienti delle diverse e ben distinte categorie: da un lato quella delle Pipe diritte o ricurve, dall'altro delle Pipe corte oppur lunghe; e vediamo ora più in dettaglio le cose.

PIPE DIRITTE O PIPE RICURVE?

Affronteremo il complesso argomento considerandolo da differenti punti di vista e - per semplicità di esposizione - sarà bene suddividerlo in sei brevi capitoletti, ciascuno dei quali prenderà in esame uno dei singoli punti.

 *CONSIDERAZIONI TECNICHE * Le Pipe ricurve offrono indubbiamente - come già abbiamo detto un grande vantaggio sulle diritte, ossia quello di essere meglio

 

 bilanciate: ciò permette di sostenerle fra i denti senza alcuno sforzo o fatica, soprattutto quando la curvatura sia molto accentuata (e allora il focolaio diviene parallelo - o quasi - al cannello, cui si innesta il bocchino). Di fronte a questa superiorità, le Pipe ricurve presentano tuttavia l'inconveniente di "inumidirsi" in modo assai più rapido e vistoso delle diritte: non tanto per effetto delle secrezioni sa sali liva vari ri,, pi piùù faci facilm lmen ente te indo indotte tte a di disc scend ender eree lungo il bocchino ed il cannello (infatti un esperto fumatore non introduce mai saliva nella suaa Pi su Pipa pa), ), qu quan anto to piut piutto tost stoo a ca caus usaa della della  brusca curvatura, che il fumo incontra nell'uscire dal focolaio. L'inconveniente è ancora aggravato in quelle Pipe (e ve ne hanno di marchee fam ch amos ose) e),, ne nell llee qu qual alii il con ondo dottto fuma mari rioo noon sboc boccaancora pro ropr pri al fo fonndo de dell fornello - peggio - isio allarga molto, sino a formare una cameretta cili cilind ndri ricca all' all'iinte tern rnoo de dell can anne nell llo. o. Ga Gass e va vapo pori ri de dell llaa co comb mbus usti tion onee si es espa pand ndoono, lì dove il diametro aumenta: per i  ben noti principi fisici della termodina mica mi ca,, alla alla rep epeent ntiina es espa pans nsiion onee co connsegue un immediato raffreddamento e quindi anche il condensarsi in minute goccioline del vapore acqueo. Ne deriva sp spes o erro ilromp no noiios oso "gsorg oglì og lìo" o":: fsoirt puòente te tennta tare rel di esssint nter mper erlloo "gor offi ofgfian ando do rtem emen te ne nel  bocchino (vigilare sulla pericolosa proiezione proiezione di par arti ticcelle elle ard rden enti ti!) !),, op oppu pure re fum umaand ndoo perr qu pe qual alch chee is ista tant ntee con con la Pi Pipa pa ca capo povo volta lta (ma può accadere che gli acri prod odoott ttii dell de llaa disti distilla llazi zion onee en entr trin inoo ne nella lla bo bocc ccaa e vi provochino disgustose sensazioni). Poss Po sseg eggo go al alcu cune ne gr gros osse se Pi Pipe pe as assa saii ricu ricurrve (non ne citerò la marca) che, dopo poche fumate, raccolgono nella parte più larga del cannello quasi un centimetro cubi-

 

co di liquido fetido e giallastro: occorre naturalmente farlo uscire alla fine della pipata, togliendo il bocchino, ad evitare che esso vada ad imbrattare la tasca, quando vi si riponga lo strumento. Tuttavia, poiché ogni medaglia ha sempre il suo rovescio, anche questo grave è largamente dalla qualità del fumo, cheinconveniente giunge alla bocca più fresco compensato e più dolce. In certe Pipe la "camera d'espansione" assume a bella posta dimensioni notevoli, appunto per raffreddare il fumo e renderlo meno aspro: tali sono, ad esempio, le Capitano  Warrant  (o Warren) n),, di schiuma o di radica - o miste di entrambi i materiali - e le Calabash , con fornello di schiuma adattato a particolari zucche esoti ticche. So Sonno tutte Pipe per molt ltii versi pregevoli, però da usarsi in casa, non da portare con sé. Capitano War Già che il discorso venuto sulle rant  faremo un breveèaccenno all'origine del Wa no-r-

me, tuttora controversa: secondo alcuni l'esatta tta dizione è Warrant  po poic iché hé - ne nell llaa Ma Ma-rina inglese - erano chiamati WarrantOfficers  qu quel elli li ch chee in Ge Germ rman aniia si de dennominavano Deckoffiziere  ed in Italia Ufficiali di coperta. Secondo altri Autori il nome ha invece da essere Warren  e deriva appunt pu ntoo da dall famo famoso so am ammi mira ragl glio io in ingl gles esee Wa Warr rren en (Sir John Borlase, 1754-1822): forse egli da capitano - mentre comandava le navi Elen El ena, a, Ar Aria iana na,, Aq Aqui uila la,, o Wi Winc nche hels lsea ea - ininventò tal forma di Pipa. Si ricordi comunque che la Capitano Warrant  o Warren richiede continue ed accurate pulizie, ad evitare il repellente fetore dei prodotti della distillazione, accumulati nella camera di raffreddamento. Attenzione anche alle bruciature del legno, che in questo tipo di Pipa avvengono con somma facilità, quando sia tutta di radica: e ne derivano irrimediabili perforazioni nel fornello interno. Si fumino dunque con la decuplicata lentezza le Capitano  Warrant  in inter terame amente nte lig lignee nee:: min minori ori pr preca ecauzi uzioni oni richiedono invece quelle di schiuma, oppure di radica con vaso interno di schiuma.

 

Per quanto riguarda il punto di vista strettamente tecnico concluderemo quindi dicendo: -le Pipe ricurve, per la loro stessa natura, sono soggette più delle diritte ad inumidirsi: non è un gran male, quando si abbia l'avvertenzada di tenersi usarle soltanto peresalano poche fumate sono comode fra i denti, un fumogiornaliere; alquanto meno aspro e meno caldo; tendono a gorgogliare, ma l'inconveniente può essere attenuato con una frequente ed accurata pulizia; -le Pipe diritte sopportano un numero ben maggiore di fumate quotidiane: si possono tenere in tasca senza tema di imbrattamenti (meglio se riposte negli appositi sacchetti), forniscono un fumo più completo e più pieno, almeno secondo la mia personale opinione. Ma per una scelta fra Pipe ricurve e diritte non sono sufficienti le considerazioni strettamente tecniche: è necessario prendere in esame altre caratteristiche ed è quello che ora faremo. • FIUTARE IL FUMO •

Alcuni fumatori amano aspirare attraverso le narici una piccola parte del fumo che si eleva dal fornello: è chiaro come ciò sia reso più facilmente possibile usando Pipe ricurve, nelle quali il focolaio viene a trovarsi all'incirca al disotto del naso; si può tuttavia ottenere il medesimo effetto anche con Pipe diritte, tenendole molto indi nate verso il basso mentre si fumano. Non tutti apprezzano l'azione del fumo sulle cellule olfattive del le fosse nasali, che ne vengono talvolta irritate, sino a provocare una serie irrefrenabile di starnuti (il Rigutini giustamente li definisce: "Moti subitanei e convulsi, che spin gono l'aria del petto con violenza e con strepito per le narici e la bocca"); così capita allo scrivente, il quale preferisce invece aspirare dal naso un poco del fumo esalato dalla bocca, non direttamente dal che focolaio. A chi odorarenel gli effluvi, sorgono dalprediliga tabacco ardente fornello, la Pipa ricurva offre per certo nota  bile soddisfazione: ma penso che che uguale -

 

anzi superiore - godimento si possa ottenere anche con Pipe diritte facendo uscire il fumo dalle narici durante la pipata.

 •DELLE STAGIONI E DEL CLIMA•  per complesse ragioni, in gran parte tuttora misteriose, la Pipa diritta riesce più gradevole nelle stagioni calde e la ricurva nelle fredde. Molto ho meditato sull'arduo problema, senza poter giungere a conclusion onii realmente persuasive: forse perché la Pipa ricurva può esser tutta raccolta nel cavo della mano e quindi la riscalda? Oppure, per la sua maggior vicinanza al petto ed al viso, contribuisce a diffondervi un benefico tepore? O è la sua stessa forma contorta, che meglio si adatta al paesaggio invernale? Non escluderei del tutto che la stretta correlazione "inverno-Pipa ricurva" non abbia alcun fondamento e sia soltanto una discutibile opinione dello scrivente: ma a ciò sembra opporsi il fatto che nei paesi a clima freddo (e di conseguenza anche d'estate, in regioni montuose) furono sempre preferite le Pipe ricurve. Né valga l'osservazione che m Gran Bretagna, nazione piuttosto nordica, siano numerose le Pipe diritte. L'uomo vive oggi in condizioni ben lontane dalle naturali; gli impianti di riscaldamento di case ed uffici sono molto diffusi e notevolmente efficienti: l'inverno è quasi divenuto l'estate e la Pipa ricurva cede il passo alla diritta. Ma dove ancora funzionano stufe e caminetti, nelle cam-

pagne casolari epa nelle baite delle semp Alpi,redella Nera e del dei Nord, Tatra, nei Tatra, l'inve l'invernale rnale Pi Pipa ricurv ricurva a allieta sempre col Foresta calore i forti uomini del gelo e della montagna.

 

• LE ORE E IL POSTO •

Noi preferiamo fumare Pipe ricurve nelle ore serali, in una comoda poltrona dagli ampi braccioli e con la nuca appoggiata alla spalliera: un buon ma forse libro èo questione l'amabile dell'età, conversare non con più giovanile. parenti edLaamici lettura (medi glio se fra essi sono donne o fanciulle graziose, ad allietare la vista) completano l'intima gioia di un'ottima Pipa ricurva, dal capace fornello ben colmo di un robusto tabacco, che molto si adatta alla notte incombente. In montagna, sulle vette raggiunte attraverso creste aeree, vertiginose pareti o ghiacci verdastri oppure nelle soste ai rifugi o fra pascoli e boschi, la Pipa molto ricurva è spesso compagna più gradita della diritta: si può tenere  bene fra i denti, anche anche nelle veloci discese su rapidi pendii, sta saldamente in mano mentre si beve o si canta. Non ci sem bra invece adatta in altre occasioni, a mo' d'esempio durante la guida di veicoli a motore, perché il fumo tende a raggiungere gli occhi, per la forma stessa della Pipa, e li fa lacrimare. Consigliabile, al contrario, nell'esplorazione di grotte e caverne: è infatti meno soggetta al rischio di urti contro stalattiti e stalagmiti.

• I TABACCHI PIÙ ACCONCI •

Per mia personale opinione (che ammetto tuttavia possa non essere condivisa da altri) il fornello delle Pipe ricurve - di loro natura più dolci delle diritte - dovrebbe venir Pipe sempre conore tabacchi robusti: ed ecco anche perché queste sonoriempito adatte alle serali, quando appunto meglio si apprezzano le miscele piuttosto forti e saporose. Accade così che alcuni aspri tabacchi nostrani (tipici sotto

 

questo aspetto il trinciato forte ed il trinciato comune o "di seconda"), spesso ostici e tendenti a bruciare la lingua in Pipe diritte, acqu ac quis istin tinoo talvo talvolt ltaa pr preg egii in inso sosp spet etta tati ti en entr troo le ricu ricurv rve. e. Ci Ciòò potrebbe anche in parte spiegare la maggior diffusione, nei tempi tras asco cors rsi, i,se de dell lleeisc Pi Pipe ri ricu curve , niperc perché al non n seesis esiste teva vano ctr om ompl ples ess m scel eleepe de dei i rve, gior giorni nhé ostr ostriallo i, lora cra he no for ors me megl glino io le si apprezzano con le Pipe diritte. Non si dimentichi poi che le ricurve sopportano, assai più delle diritte, la secchezza del tabacco; soggette come sono a inumidirsi, dopo le prime fumate il contenuto del loro fornello diviene ben presto meno asciutto, in modo completo e uniforme: è quindi possibile condurre a termine una pipata abbastanza soddisfacente - che chiameremo  d'emerg d'emergenz enzaa -  anche con gli ultimi ed aridi residui, rimasti in fondo alla borsa del tabacco. • CONCLUSIONI • Tutto quanto si è detto finora - e che si riferisce in ispecie alle radiche - potrebbe essere riassunto in questo modo: chi debba partire per un viaggio di alcuni giorni e voglia proprio portare una sola Pipa con sé (ed è male), ne scelga una diritta; più maneggevole, adatta a tutti gli ambienti, meno soggetta ad inumidirsi, potrà essergli fedele e simpatica compagna anche per numerose fumate. Chi invece desideri esplorare, in ogni più sottile sfumatura, l'infinita gamma di soddisfazioni che la Pipa può dare, si provveda anche di una ricurva: se incontra il suo gusto, potrà poi accrescerne il numero. Non è delle Pipe come delle donne, che si debba restare fedeli a una sola; le diritte, le curve, le fiammate, le lisce, le rugose e così via potranno dare sempre nuove e gradevoli sensazioni, diverse anche per ciascuna Pipa dello stesso tipo: credo del resto - ma parlo soltanto in linea teorica - che il medesimo accada con le donne e che la bruna, la bionda, la castana, la rossa, e ciascuna di esse in particolare, possano offrire soddisfazioni diverse. PIPE CORTE O PIPE LUNGHE?

Fra le Pipe della mia collezione ve n'ha una inglese di grande marca in radica - acquistata prima della guerra in terra elvetica e assai comoda per lo sciatore - lunga all'incirca otto centimetri; ma un altra ve n'ha, che misura complessivamente un metro e ottanta centimetri ed è ricavata - in unico pezzo - dal tronco e dal ramo

di un cil ilie ie io.  

La prima, cortissima, deve esser fumata con attenta precauzione, a piccole e lente boccate, per evitare bruciori alla lingua: e nuvolette irritanti si elevano dal fornello, penetrando nel naso e negli occhi con fastidio notevole, quando non siano disperse dal vento dnevosi. ella veloce discesa sui campi La seconda richiede l'aiuto di un volenteroso assistente durante l'a 'acccensione: non è infatti possibile raggiungere il fornello, neppure col braccio interamente disteso (a meno di non usare la fiamma di quelle lunghe torce, che i vecchi speleologhi adoperavano nell'esplorazione degli antri sotter terra rannei, fra grappoli di pipistre trelli pendenti dalle volte e dalle pareti). Queste due Pipe rappresentano per certo limiti estremi e fuor dal normale: ma è ragionevole chiedersi se - entro le abituali misure - siano da preferire le Pipe corte, oppure le lunghe. Restringeremo il discorso alle radiche, perché se mai dovessimo occuparci anche delle schiume, dei gessi, delle porcellane, delle terrecotte, dei legni diversi o degli altri svariatissimi materiali non la finiremmo più. Fra le normali Pipe di radica di maggiore lung lu nghe hezz zzaa - da ven enti ti a tr tren enta taccinq nqu ue cen enti time metr trii - cite tere remo mo la Churchwarden  (letteralmente:  cust custod odee dell dellaa ch chie iesa sa,,  ossia  sacrestano, campanaro  e si simil mili); i); in gen genere ere diritta, diritta, tal talvolt voltaa lie lievem vement entee ric ricurv urva, a, con o senza la vera d'argento, ha spesso linea elegantissima. Ma ve n'ha d'altri tipi ed anche di quelle che chiamerei  trasformabili: quasi sempre assai ricurve, sono provviste di un pezzo intermedio mo-

 

 bile in ebanite (cannello o cannuccia), di circa quindici centimetri; inserendolo fra bocchino e fornello, la Pipa si allunga; si accorcia invece togliendolo. Senza continuare nella descrizione delle numerosissime varietà, esporremo brevemente quelli che - secondo la nostra personale (e discutibile) opinione - sono i pregi e i difetti derivanti dalla maggiore o minore lunghezza; non ritorneremo invece - se non di sfuggita - sulle differenze fra Pipe diritte e ricurve, perché quanto abbiamo già detto in linea generale nelle pagine precedenti vale anche al di fuori della lunghezza dello strumento. • PIPE CORTE •

Son questi i loro pregi: -di piccolo ingombro, di peso ridotto, non rigonfiano troppo le tae sono facilmente -sche possono essere tenutetrasportabili; comodamente fra i denti, anche senza il so-

stegno della mano: ciò vale in modo particolare per le leggere; -si impugnano bene e sono piacevoli al tatto; -la pulizia ne è rapida ed agevole. Ma hanno per contro i seguenti difetti: -il fumo risulta piuttosto caldo, però solo a chi sia un neofita e non abbia ancora appreso l'arte delle lente, modestissime aspirazioni; -la brevità del cannello può non impedire talvolta l'arrivo alla bocca di piccoli frammenti del tabacco. • PIPE LUNGHE •

Superiori alle corte in queste q ueste caratteristiche: -convogliano fumo meno caldo alla bocca (anche se la differenza non è spesso molto sensibile); -son forse più eleganti nell'aspetto, per snellezza di forme. Ed inferiori invece per le considerazioni seguenti: - ingombro e peso maggiori, in ispecie per le molto lunghe e diritte: la Pipa si tiene allora difficilmente tra i denti e - in tale posizione -

 

è soggetta ad urtare contro spigoli, porte, sportelli di armadi, se appena siamo un pochino distratti; lo so per triste esperienza; -necessita del costante sostegno della mano (unicamente per le le diritte o le poco ricurve); -pulizia meno facile e che richiede sovente scovolini speciali, ci grande lunghezza, o particolari accorgimenti. OSSERVAZIONI

Non ho parlato di maggiore o minore capienza del fornello, perché vi sono Pipe corte e tozze con grande focolaio, atto a contenere abbondante tabacco; mentre esistono d'altra parte esili e lunghe Pipe, con piccolo fornello. Per fare un esempio: la brevissima Pipa diritta da otto centimetri, di cui ho scritto più sopra, ha un fornello assai ampio, quasi pari a quello di alcune mie Pipe in radica di lunghezza pressoché doppia. Non ho neppure discorso di radiche lisce (fiammate o no) oppure rugose (sabbiate, rusticate, scalpellate. zigrinate, setificate, pettinate e chi più ne ha più ne metta), perchè la differente lavorazione non interferisce con le proprietà particolari, dovute alla lunghezza della Pipa. CONCLUSIONI

Dal poco che si è detto risulta come - all'atto pratico - non siano poi così grandi le diversità fra i due tipi di Pipe; la scelta è quinci soprattutto una questione di gusti, almeno per le misure normali ossia quando si scartino  a priori  gli eccessi in più (come le  golia  go liardi rdich chee  tedesche), od in meno (tali i brulé-giieule francesi o d'altr traa fa fabbbri rica cazi zion one) e).. Al so soli lito to::  in medio stat virtus.

 

grosse e panciute, con forte spessore della radica nell'ampio fornell ne llo. o. E pr prob obab abil ilee ch chee Pi Pipe pe siff siffat atte te rich richie ieda dano no un temp tempoo maggiore per la loro completa formazione: però divengono poi spesso ottime, si tengono piacevolmente in mano senza rischio di sc scott ottat atur uree e da dann nnoo una una gr grad adev evole ole se sens nsaz azio ione ne di robu robust staa pienezza. Che siano diritte o ricurve, non ha grande importanza: ben inteso si riserveranno le curve per le giornate più fredde, per la caccia, la pesca, la montagna e per la calma tranquillità della sera: e si fumeranno con minore frequenza delle diritte. Qual è la Pipa più adatta, quando si conversi d'amore con una giovane donna? Per mio conto ha da essere quella preferita dallo ste tessso che l'u 'ussa: se la dama gioisce nel veder la letizia zia dell'amato, è segno indubbio del suo dolce e soave temperamento: sarà dunque la compagna ideale. Ricordi infinearcano il cortese Lettore che - corta o più lunga -coi la Pipa è pur sempre strumento, in misterioso contatto mutevoli stati dell'animo nostro, per ignoti canali: si ascolti dunque l'ispirazione del momento e si fumi la corta o la lunga, siccome dett de ttaa qu quel ella la in inti tima ma,, en enig igma mati tica ca vo voce ce.. Né si av avrà rà da pati patirr delusione.

 

ANCORA SULLE RADICHE cco ora un dilemma, che stenere pesso sempre il fum tore frasi pone laaPipa denti, o sostenerla sempre con la mano? Al solito - e come per altre dubbbie fac du acce cend ndee de dell llaa vita vita - i pare reri ri sono discordi. E certo che il classico modo di fumare la Pipa sia di sostenerla con la mano, ad evitare un eccessivo sforz rzoo sui denti e conseguente affaticamento della mascella Mamse enciò tre è possibile si sta comoda mente seduti, è invero più arduo mentre si cammina, o si scrive o, comunque, quando le mani siano impegnate in altre occupazioni. E allora? Allora vi dirò come mi comporto io stesso lasciando naturalmente a voi ed alle vostre preferenze di seguire ona;meno, ossia,l'esempio: non sto alapensarci cosa è talmente su molto,ovvia, ma - da a seconda essere lapalissiadelle circostanze - tengo la Pipa fra i denti, o la sostengo con la mani Tuttavia è necessario, a questo proposito, tener conto di due caratteristiche, sulle quali non ci siamo sinora soffermati abbastanza e di cui parleremo adesso.

 

DEL PESO E DELLA LUNGHEZZA DELLE PIPE

È evidente che lo sforzo prodotto dalla Pipa sui denti, quando la si stringe di totale: essi, dipende - oltredella cheleva dalla che dal fra peso è il   principio  , di sua cui lunghezza già ebbe ad- anoccuparsi a suo tempo Archimede, ancor oggi ampiamente usato da ingegneri inge gneri e arch architetti itetti,, ma che è orama oramaii noto anch anchee ai ragazzin ragazzinii delle medie (ciò vale naturalmente per le Pipe diritte). Se dunque vogliamo acquistare una Pipa da tenersi fra i denti, senza sostegno della mano, dobbiamo sceglierla  leggera  e non trop po lu lung ngaa; la nostra preferenza deve dunque rivolgersi a Pipe diritte e di peso modesto, ossia a quelle sabbiate o rusticate, o meglio ancora alle così dette "corallo di mare" (che nulla hanno a che fare né col corallo, né col mare), assai più leggere delle lisce. Perché il cortese Lettore possa meglio orientarsi in questo ginepraio, tenga presente che una mia Pipa - da me correntemente usata e con la quale passeggio, scrivo, guido l'auto, lavoro, senza mai sostenerla - è lunga circa 14 centimetri e pesa 3 5 grammi (è diritta, in radica sabbiata); un'altra Pipa, di uguali prestazioni, di forma  Bulldog, in radica liscia, è un po' più pesante (45 grammi), ma è anche più corta (circa 12,5 centimetri), ha cioè un minor braccio di leva. Credo che, con questi esempi, il Lettore sia ora in grado di effettuare una scelta soddisfacente. Si badi però che - pur restando resta ndo entro i limiti sopra detti di lunghezza lunghezza e di peso della Pipa - il fornello abbia sufficiente capienza; non vi è infatti nulla di peggio di un caminetto troppo piccolo: la fumata avrebbe termine dopo lo sventato che pochi l'u- istanti, con scorno e dolore delsa! Se poi il Lettore preferisse una Pipa molto ricurva, con essa egli potrebbe tranquillamente abolire il soste tegn gnoo della mano, sempre che sia poi disp di spos osto to a so sopp ppor orta tare re i le legg ggeeri in inco conv nveenienti delle Pipe curve, ai quali abbiamo in recedenza accennato. quante pipe tenere in tasca con sé e in qual modo Non mi rivolgo qui ai damerini eleganti, che temono di guastare la linea dell'abito, se le tasche siano piuttosto rigonfie; bensì a quegli

 

uomini, ricchi di senso pratico, che amano avere sempre con sé molti oggetti, di lor uso comune. Mi rivolgo cioè alle persone del mio tipo: tanto per fissare le idee, dirò che personalmente gli oggetti, contenuti nelle mie tasche, raggiungono (li ho oggi pesati sulla bilancia) un chilogrammo e 550 grammi e comprendono numerose cose, fra cui un regolo calcolatore, occhiali di riserva, 6 chiavi con catenella, 7 fra penne, pennarelli e matite, due portafogli, temperino svizzero con 10 arnesi (sega compresa), due accendini a gas, borsa del tabac tabacco co e altro anco ancora. ra. In quant quantoo alle Pipe Pipe,, ne ho sempre tre, che tengo nella tasca destra dei calzoni, dove (credo) il rigonfio risulta meno sensibile. Ma come debbono essere protette le Pipe? È necessario tenerle riposte in sacchetti di stoffa, piuttosto robusta, e possibilmente non mettere, nella medesima tasca, altri oggetti assieme a loro. Quando ciò non sia fattibile, per il forte numero di cose diverse, affastellate nelle tasche è il casoio, mio), devetasca ricorrere addei alcuni accorgimenti. Così(come ad esempio chesinella destra pantaloni ho, oltre alle tre Pipe, anche un accendino a gas, interpongo fra questo e le Pi Pipe pe il fa fazz zzol oleett ttoo ap appa palllo lott ttol olat ato, o, im impe pede dend ndoo qu quin indi di che le Pipe di radica lis liscia, ia, sia sia pur pur pro rote tett ttee da dall loro loro sa saccchetto, to, abbiano a graffiarsi contro l'accendino a gas (pesante accendino per Pitueralmgeiànte)a.cceD sptao,, ncoam nneal i rienprecedenza, le Pipe rugos osee (s (sab abbi biat atee o rus rusti tica cate te)) ha hann nnoo la lor oroo superfici icie assai meno soggetta a guasti e richiedono quindi minori precauzioni, sempre che venngan ve gano te tenu nute te in ta tasc scaa rac racchiuse nel loro sacchetto. I sacchetti, di cui abbiamo parlato, si trovano anche in commercio, ma sono - in genere - di stoffa trop-

 

po leggera e tendono a rompersi o a bucarsi in breve tempo. Per conto mio, incarico la Consorte di cucirmi i sacchetti con robuste

Borse da pipa in pelle; ormai più diffuse di quelle in stoffa, sono più solide, proteggono meglio il loro prezioso carico e hanno spazio per il tabacco.

stoffe, meglio se vivacemente colorate, per dar gioia anche agli occhi, mentre si assapora il piacere di estrarre la Pipa e di colmarla di buon tabacco nostrano. IMPORTANZA IMPORTAN ZA DELLE PIPE CHE NON SI CAPOVOLGONO

Sarà capitato certamente anche a voi, per esempio mentre scrivete, di appoggiare la Pipa accesa sul tavolo, fra una boccata e l'altra, col ri risu sulta ltato to che che lo stru strume ment ntoo gi gira ra su se st stes esso so,, ar arro rove vesc scia iand ndos osii e lasc lascia iand ndoo us usci cire re da dall fo forn rnel ello lo cene cenere re e fo fors rsee br brac acee arde ardent nte. e. Le conseguenze ne possono essere molto spiacevoli. Si vede dunque quanto sia importante che la Pipa abbia forma adatta a non capovolgersi, quando la si posi sulla scrivania, cioè rimanendo sempre col fornello rivolto verso l'alto. Tale scopo può essere raggiunto dai fabbricanti con differenti tipi di cannelli ed in diversi modi, che possono tuttavia riassumersi così: basta che il cannello ed il caminetto abbiano la loro parte inferiore appiattita, in tale maniera che la Pipa, quando la si poggi sul tavolo, rimanga sempre senza arrovesciarsi daPipa, un lato o dall'altro. ad esempio,diritta, posseggo una comodissima donatami da unCosì, esimio fa fabb bbri rica cant ntee ital italia iano no,, nell nellaa qu qual alee ca cann nnel ello lo e ca cami mine nett ttoo ha hann nnoo addirittura sezione quadrata; è in radica sabbiata, assai leggera e mi

dà  

così ampia soddisfazione, che la tengo sempre con me e la sto fumando ininterrottamente da oltre 10 mesi! Si tenga tuttavia presente che io la colmo soltan soltanto to di tosc toscani ani sbriciolati sbriciolati e che si tratta quindi di un tabacco molto secco, tale da lasciar sempre asciutta la Pipa: e poi ho potuto potuto oramai oramai cons constatare tatare di essere un fumato fumatore re secchissimo (per il significato del vocabolo, vedi più avanti sotto il

titolo "La pulizia delle Pipe", dalla pag. 116 a seguire).

QUANTE PIPE PORTARE CON SÉ NEI VIAGGI

È questo un problema che accade talvolta di porsi: è evidente come la risposta dipenda soprattutto dalla durata dell'assenza da casa, m per basarci su casi concreti, potremo così riassumere le l e cose: -per viaggi di un paio di giorni o poco più: sono sufficienti tre Pipe diritte, di cui una più lunga e capace, per le fumate serali: -per viaggi di 7-15 giorni: almeno sei, fra le quali una ricurva: -per viaggi di maggiore durata: una decina di Pipe; ma, se l'assenza dovesse e raggiungere i 2-3 mesi, consiglierei otto Pipe diritteprolungarsi di varia lunghezza e capienza, una Pipa moderatamente curva, due invece fortemente ricurve e con fornello

 

assai capace, da usarsi specialmente alla sera, oppure con tempo freddo o piovoso. Se non vi sono problemi d'ingombro nel trasporto, potranno anche far comodo un paio di Pipe di schiuma, o d'argilla bianca, o di terracotta porosa. quante pipe possedere. come minimo assoluto

Se problemi di borsa, o di spazio, ci vietano di accrescere il numero delle Pipe, si tenga presente di acquistare soltanto Pipe di radica ed il loro numero totale non sia in alcun caso inferiore a quattro: meglio se otto (non sette, altrimenti cambiandone una ogni giorno, accadrebbe che in ciascun giorno omonimo della settimana - ossia tutti i lunedì, i martedì ecc. - si dovrebbe usare sempre la medesima Pipa). Degli otto pezzi potrebbero far parte un paio di ricurve. pochi consigli circa gli accendini per pipa Questo Ques to paragraf paragrafoo è un antic anticipo ipo ed un'aggiunt un'aggiuntaa a quanto si legge leggerà rà nel capitolo Pipe, accendini e fiammiferi,  dopo lunga esperienza e dopo aver av er pr prov ovat atoo la ma maggi ggior or pa part rtee di ques questi ti ac acce cend ndin inii es esis isten tenti ti in commercio (e fra essi ve ne sono di ottimi), sono giunto alla conclusione che - per essere veramente pratici - debbono avere i seguenti requisiti: -essere ricaricabili con bombolette separate e non col ricambio di un serbatoio interno; ciò soprattutto viaggiando, perché è facile porta po rtare re co conn sé una una bo bomb mbol olet etta ta di rise riserv rva, a, ment mentre re è sp spes esso so diff di ffìc ìcil ilee tr trov ovaare un nego negozi zioo che che vend vendaa serb serbat atoi oi inte intemi mi di ri riccambio; chi abita sempre in città può naturalmente comportarsi in modo diverso; -avere  grande capacità,  ossia contenere molto gas, anche se ciò comporta un aumento nelle dimensioni e nel peso; questo è un punto di grande importanza, perché certi accendini, ad esempio molti di quelli a quarzo piezolettrico, senza pietrina - ottimi sotto molti aspetti - hanno capacità troppo scarsa e, se usati per la Pipa, richiedono di essere ricaricati ogni paio di giorni. I due che porto abitualmente in tasca sono grossi e pesanti, ma mi durano senza ricarica per una quindicina di giorni; -possedere un ricettacolo, dove possano essere contenute una o

dueischia piere trindi e dtro i varsi ricasimcon bio; l'ac ciòcendin è dino moolt oltno o ncopi mùodofun , zionan pernante, non arr arrisc hiare trovar l'accen non più funzio te, proprio perché l'unica pietrina si è consumata.

 

PIPE DI GESSO n realtà queste Pipe, che così si denomin inan anoo comunemente, non sono di gesso (che è solfato di calcio), bensì di una speciale sorta di argilla oplastica, di colore bi bian anca cast stro ro (c (che hebianco è chim chimiicamente una non ben definita miscela di silicato d'alluminio - o caolino conn sa co sabb bbia ia sili silice cea) a).. Sare Sarebb be quindi più opportuno dar loro un nome diverso rso ad esem esempi pioo quel quello lo di Pip ipee di terra bianche, per distinguerle da altre Pipe di tChemnitz err rraa colecc.), ora ratte di (cui terra erra ro rosssa. si parlerà in uno dei prossimi capitoli. Tuttavia noi, uniformandoci all'uso, continueremo a chiamarle qui,i, impr qu improp opri riam amen ente te,, Pi Pipe pe di gess gesso. o. Queste Pipe erano diffusissime in passato: ad esempio tutte le Pipe raffigurate nei quadri dei fiamminghi sono di gesso; si può dire che esse regnarono incontrastate sino aila fine dell'Ottocento ed oltre, specialmente fra il popolo. Molto pregiate erano quelle francesi (di Parigi, Marsiglia, Lione, Nimes, Arras, Saint-Omer ecc.), le olandesi, le inglesi e le belghe; se ne fabbricavano di vari tipi e grandezze: alcune con fornello e bocchino (o

 

meglio megl io:: ca cann nnel ello lo)) in un sol sol pe pezz zzo, o, ed eran eranoo sp spes esso so lung lunghe he o lunghissime: fin dal 1600 esistevano speciali astucci in legno, a difesa della loro fragilità durante il trasporto. Altre (ad esempio quelle ingle glesi ed oland landes esii, di cui cui già già parl rlaa nel nel 16 1669 69 l'i l'ita tali liaano Don Tabacco))  avevano soltanto il fBenedetto ornello Stella nel suo volume  II Tabacco in argilla, mentre il bocchino era in legno (bambù, ciliegio ecc.); a sua volta il fornello poteva essere liscio, oppure scolpito a rappresentare volti di personaggi celebri o di sconosciuti: raramente di donne e animali; talvolta portava colori a smalto. Sembra proprio che sia stata l'Inghilterra ad iniziare la produzione delle Pipe di gesso, seguita successivamente dall'Olanda, dove - nella città di Gouda e intorno al 1617 - un inglese di nome Baerneltz o Barentsz impiantò la prima fabbrica: le sue Pipe avevano come marchio una rosa sormontata da una corona. Da Gouda provengono del resto ancora ai nostri giorni ottime Pipe di gesso in unico pezzo, lunghe e lunghissime, che portano talvolta impresse lettere o contrassegni vari (ad esempio le iniziali E. S. ed una coroncina). Oggidì le Pipe di gesso sono pressoché dimenticate, ed è male: in esse si cela un tal magico potere di estrarre aromi delicatissimi dai più volgari tabacchi, che ogni giorno d'inverno mi concedo il piacere di fumarne almeno una, ben ricolma di trinciato nostrano (forte e comune). Mi sembra quindi doveroso dedicar loro qualche riga, dicendo però subito che le mie pre-

 

ferenze vanno a quelle foggiate in unico pezzo, con fornello e  bocchino interamente d'argilla. d'argilla. Per evitare cocenti delusioni ai neofiti, premetto che esse hanno alquanti difetti fondamentali: ma non è difficile porvi rimedio con un po' di attenzione; più precisamente le Pipe di gesso sono fragilissime, hanno pessimo sapore da nuove e possono procurare dolorose scottature per l'alta temperatura esterna del fornello. È chiaro tuttavia che il primo inconveniente si può agevolmente evitare maneggiandole con precauzione, che il secondo scompare con l'uso e che il terzo è inesistente, qualora ci si abitui a sostenere la Pipa per il cannello (il corretto apprendimento non richiede, in gene ge nere re,, pi piùù di 6-8 sc scot otta tatur ture: e: pe perr es esse se si us usii lini linime ment ntoo oleo oleo-calcareo da tenersi a portata di mano). Aggiungo poi che le Pipe di gesso sono consigliabili soltanto a chi ama tabacchi semplici e forti: con questi esse svelano le loro intime qualità, mentre danno misere soddisfazioni con miscele delicatee ed aromatiche, le qualiesono ben più Pipe di di radica forse (ma sono per perplesso dubbioso neladatte dirlo) lequelle schiuma. Se il Lettore dunque sopporta il fumo virile di robusti tabacchi ed è quindi deciso ad acquistare una di queste Pipe d'argilla, la scelga non troppo lunga, di buona qualità e che porti a garanzia la stampigliatura del fabbricante (se ne trovano ancora di ottime, olandesi o francesi); il fornello sia liscio, sprovvisto di smalti, di spessore uniforme e senza fessurazioni; l'argilla ben cotta, tanto da non poter essere scalfita con l'unghia; il bocchino, o per meglio dire la parte tubolare della Pipa, abbia il condotto del fumo accuratamente centrato,non nonsopra troppo stretto, che sbocchi proprio nel fondo del fornello, di esso, perché la combustione del tabacco possa essere completa. Simili Pipe quando io ero raga ra gazz zzoo (p (pri rima ma de dell llaa gu guer erra ra 19 1914 14-1 -191 918) 8) co cost stav avan anoo da du duee a quattro soldi: le comuni, invece, ne valevano uno. Per la prima cosa si avvolga strettamente uno spago tutto torno a quella estremità del cannello che andrà poi introdotta fra le labbra, e le spire della funicella lo ricoprano per la lunghezza di circa un centimetro o poco più: ciò è indispensabile, ad evita- re lo spiace spi acevole vole eff effetto etto di un troppo troppo in intim timoo con contat tatto to dell'ar dell'argin ginaa coi denti. den ti. Dop Dopoo qua qualch lchee ten tentati tativo, vo, sarà sarà anc anche he pos possib sibile ile ann annoda oda lo spago in modo che non si producano sgradevoli gibbosità; agli impazienti consiglio di adoperare un elastico, assai più facile da

 

avvolg avvo lger ersi si attor attorno no al bo bocc cchi hino no,, anch anchee se po poii alqu alquan anto to me meno no piacevoli ai denti. Prep Pr epar arat ataa co così sì ac acco conc ncia iame ment ntee la Pipa Pipa,, ha iniz inizio io la lung lungaa e laboriosissima strada, al termine della quale ci attenderà il premio di tanta fatica: è a dire quello che i francesi chiamano  culottage, che noi tradurremo qui con le parole annerimento , oppure imbruni-

mento , termine purtroppo assai meno efficace dell'originale gallico.

Per quanto imbruniscan imbruniscanoo con l'uso anche le Pipe di radica o di altra sorta di legni, e quelle di terra rossa o variegata, il vero  culottage si ha soltanto solta nto nelle Pipe di schi schiuma uma e di gesso: splendido per colorazio colorazioni ni moltepli licci nelle prime, più cupo ed in var varie sfumature di nero nelle seconde, come meglio ora diremo. Vers Ve rsoo la metà metà de dell' ll'Ott Ottoc ocen ento to,, e so sopr prat attut tutto to in Fr Fran anci cia, a, furon furonoo scritte innumerevoli pagine sulla scienza (o sull'arte?) di annerire le Pipe ; al solito, le opinioni dei vari autori non concordano, sono anzi spesso in netta opposizione fra di loro, a proposito dei metodi chee si debb ch debbon onoo se segu guir iree pe perr ot otte tene nere re un pe perf rfet etto to im imbr brun unim imen ento. to. Esigenze di spazio ci impediscono di dare ad un argomento così im-

 

portante tutto lo sviluppo che esso indubbiamente meriterebbe dovremo quindi accontentarci di riassumerne i punti vitali, in  basee alla personale esperienza ed alle notizie fornite dall'aureo  bas Traaitè théorique et pratique du culottage des pipes, quasi interamente Tr dedicato alle Pipe di gesso. Quando è nuova la Pipa è naturalmente cimate site. prepari dunque con forte al sacr sa crif ific icio io dellepessima pr prim imee efu fuma . Il forn fornel ello lo ve veng ngaa animo colm colmat ato o sino sino all' all'oorl rlo, o, già già da dall ll'i'innizi izio con tab tabac acco co pi piut utto tossto secc ccoo e ben compresso; l'accensione sia completa, su tutta la superficie, e le  boccate si susseguano piccole piccole e llenen-

te. Dopo qualche fumata si noterà che all'inizio del cannello, proprio vicino alla base del focolaio, andrà formandosi una macchia di color giallo o brunastro, che andrà via via estendendosi verso l'estremità opposta del bocchino. Al termine di poche o di molte settimane (a seconda della qualità e del grado di cottura dell'argilla) l'intero cannello sarà annerito, in gradazione di tinta variabile da un color bruno-caffè ad un nero intenso di bellissimo effetto. Vi sono Pipe, nelle quali soltanto il cannello annerisce, mentre in altre ciò avviene anche per la parte inferiore del fornello; molte sono le cause che possono produrre l'uno o l'altro avvenimento. principali fra queste citeremo: la qualità dell'argilla, il grado di umi-

 

dità del tabacco ed il lasciarne o meno un residuo sul fondo, la maniera di fumare la Pipa. Con l'uso di tabacchi molto secchi (che, come già ho detto, preferisco di gran lunga agli umidi nelle Pipe di gesso), curando che essi bru brucin cinoo comple completam tament ente, e, sin sinoo al fondo fondo del foc focola olaio, io, e pulendo ben bene il fornello ogni fumata, ha di solito l'annerimento del solo cannello.dopo Personalmente mi si comporto così con le Pip Pipee bi bianc anche he d'a d'argi rgilla lla,, perch perchéé le pr prefe eferis risco co sem sempre pre ben asciutte, non gorgoglianti, agevoli e senza intoppi nel tiraggio. Se però pe rò al altr trii am ambi biss ssee ad an anne neri rire re an anch chee la zo zona na pi più ù ba bass ssaa de dell fornello, ecco qualche suggerimento. Si adotti tab tabacco alqua quanto umi mid do e non lo si con onssumi interamente, ma se ne lasci un piccolo residuo incombusto, che dovrà tuttavia essere tolto dopo ogni fumata, altrimenti la Pipa assu as sume mere rebb bbee in brev brevee temp tempoo od odore ore e sapo sapore re disg disgus ustos tosi.i. Le  boccate siano ancora più lente e, alla fine di ciascuna di esse, una pi picc ccola olache pa part rtee fornello ne ve veng ngasi a veda ri riso soff ffia iata ta liev lievem emen ente te nel nespira l ca cann nnel lo, in modo dal elevarsi un'esigua diello, fumo. Con perseverante pazienza l'annerimento andrà così diffondendosi a poco a poco anche nella parte inferiore del focolaio, focol aio, sino all'al all'altezza tezza raggiunt raggiuntaa dal tabac tabacco co inco incombust mbusto; o; però non sempre: vi sono Pipe che per loro intrinseca natura, o perché l'argilla ne fu troppo cotta, imbruniscono soltanto nel cannello, mai altrove. Doppo mo Do mollte e mo molt ltee fum umat atee, purt urtro ropp ppoo le Pi Pippe di ge gessso incominci inco minciano ano a tras trasudare udare:: attraverso attraverso le parti più anner annerite ite vann vannoo formandosi delle goccioline di liquido oscuro, ricche dei vari prodotti della distillazione tabagica, che poi si rapprendono in grumi. Non è che la Pipa diventi peggiore nel gusto (che anzi alcunii raffi alcun raffinati nati la prefe preferisco riscono no così), così), ma le dita si imbra imbrattano ttano nel maneggiarla e l'aroma ne è sgradito al sesso gentile. Avviene nella vecchiaia di queste Pipe ciò che accade per l'Uomo: se molti sono i pregi di una tarda età, altrettante ne sono le manchevolezze; e nel fumare una vecchia Pipa trasudante se ne rimp ri mpia iang ngee la gi giov oven entù tù,, dime diment ntic ican ando do ch chee al allo lora ra,, nu nuov ovaa ed acerba, priva di personalità e di ricordi, ci aveva profondamente delu de lussi. Ma la na natu tura ra de dell ll'U 'Uom omoo è siffa iffatt tta, a, ch chee nul ulla la ma maii l'accontenta: forse soltanto alcune pochissime Pipe di radica, di eccezionali virtù. A dimostrazione di quantoil gusti e costumi depravarsi, cade qui acconcio ricordare t rattamento trattamento chepossano - dopo ogni fumata

 

- veniva riservato alle Pipe di gesso negli antichi tempi, in Olanda ed altrove. Si usava allora, da parte di locande e osterie, tener lunghe Pipe bianche d'argilla a disposizione degli avventori: alla fine de dell llaa pip ipat ataa era ranno es espo posste al calor aloree de dell fuo uocco, pe perc rchhé ritornassero candide, come se fossero nuove. Altrettanto facevano non esimipochi e quaprivati lità d cittadini, una Pipaacasa annloro: erita ignari, da miopoveretti, lte fumatedelle , si condannavano per tutta la vita alle esalazioni aspre e sgradevoli dell'arido gesso ancor vergine In nett nettoo co cont ntra rast stoo co conn tali tali pr prat atic iche he inse insens nsate ate,, in Fr Fran anci ciaa - e part pa rtic icol olar arme ment ntee a Pa Pari rigi gi in into torn rnoo al 18 1850 50 - al alqu quan ante te pe pers rson onee imbrunivano Pipe a pagamento, per incarico di negozianti o di privati; la professione di anneritore di Pipe, come si legge nel volumetto Pa- ris-Fumeur del 1855, non consentiva grandi guadagni, però rendeva da un franco e mezzo a due franchi al giorno, dedotte le spese per l'acquisto del tabacco ed eventualmente delle Pipe: era po un la lavo voro ro buona piace iacevo vole le,, di per pergesso ch chii sinvendeva e ave vess sseenuova la voc ocaz ione. onsoldo, e. A quell'epoca una Pipa adazi un ma dopo un perfetto annerimento se ne potevano ricavare venti. Ancora nel 1865 (Dictionnaire de la conversation , Tomo VIII) vi erano fumatori ben lieti di pagare somme notevoli a chi fosse di- sposto ad ardere per mesi e mesi tabacco nelle Pipe di schiuma con tutte le cure e gli accorgimenti necessari per ottenere un imbrunimento regolare e senza pecche di sorta. Però la professione era già al suo tramonto, soprattutto per i gessi: forse anche perchè dal 1861 si fabbricavano oramai - con semplice procedimento Pipe di gesso imbr im brun unit itee ar arti tifi fici cial alme ment nte. e. Se Semb mbra ra ch chee le Pi Pipe pe veni veniss sser eroo pr prim imaa scaldate e poi immerse in un decotto di tabacco (così asserisce Privat d'Anglemont in  Industries inconnues);  tale piccola industria occu oc cupa pava va un unaa tren trenti tina na di op opeerai rai e pr prod oduc ucev evaa da di diec ecim imil ilaa a dodicimila pezzi al giorno. Ora un rapido accenno alle Pipe con cannello di legno e focolaio di argilla bianca rappresentante il volto di qualche personaggio: centinaia sono i visi diversi riprodotti in queste Pipe, che ebbero grande smercio nel secolo scorso ed all'inizio di questo e che erano specialmente fabbricate in Francia da Gambier. Sarebbe certamente interessantissimo poter vedere raccolte tutte queste teste Pipe, che raff ra ffig igur uran anoo pe pers rson onee pi piùù no note te e me meno no note, note, da Garib Garibaldi aldi a Do Donn Chisciotte, da Jack lo Sventratore a Jules Gerard (detto "L'uccisore di leoni"), da Cavour ai due Napoleoni. Purtroppo gli stam-

 

pi in rame, gelosamente conservati da Gambier nella fabbrica di Givet, furono distrutti dai tedeschi per farne cannoni, durante la guerra 1914-1918; anche una ricchissima collezione francese (di Charles Martin) andò dispersa in vendite all'asta. Non è da passarsi sotto silenzio (a monito delle aberrazioni cui può giungere intelletto!) voga che pergnet unetic certo peri pe riod odo o de dell l'umano se seco colo lo sc scor orso so le la co cosi sidd ddet ette te ebbero "Pip "Pipee ma magn iche he"" d'argilla: esse contenevano nel loro impasto, o nella vernice che le rico-

priva, sali d'argento priva, d'argento ed altri prodo prodotti tti chimici chimici sens sensibili ibili alle radi radiaazioni luminose ed assumevano quindi i cupi colori dell'ebano, se esposte alla luce. Perché poi si chiamassero "magnetiche" è un mist mi ster ero; o; ma ri rima mane ne il fatto fatto de depl plor orev evole ole ch chee alcu alcuni ni fu fuma mator torii sprovv spr ovvedu eduti ti vol voless essero ero ott ottene enere re l'a l'anne nnerim riment entoo del delle le lor loroo Pi Pipe pe senza prodigarvi sforzi e sudori: simili in ciò a coloro che si contentano di giungere sulle vette dell'Alpi trainati da comode seggiole sospese a funi robuste, anziché salirvi a fatica per le dirute pareti. Si fabbricarono Pipe di gesso a cannello biforcuto, che cioè si suddivideva in due parti, entrando poi alla base del fornello da due opposti lati: avrebbero dovuto impedire l'ostruzione del cannello, ma non arrise loro fortuna. Altre, chiamate "ad aspirazione

 

fresca", portavano sul cannello due fori laterali, da cui penetrava aria supplementare: furono abbandonate, perché impossibili da fumarsi con tabacco sia pur lievemente compresso. Altre Pipe avevano l'interno del focolaio rigato, come la canna di un fucile, per facilitare la combustione del tabacco ai suoi margini, dove esso

tocca le pareti: ma le inevitabili incrostazioni delbelghe fornello vano poi ogni efficienza alla rigatura. Certe Pipe di toglie gesso avevano cannelli lunghissimi, contorti e variamente annodati, di  bellissimo effetto: estremamente fragili, un nonnulla bastava spezzarle; mi accadde di doverne rimpiangere una, ridotta in minuti frantumi forse perché l'avevo troppo a lungo guardata nel l'appoggiarla sul tavolo. Devoo pur Dev puree agg aggiun iunger geree che esi esisto stono no anc anche he Pi Pipe, pe, con foc focola olaio io rapppre ra ressenta entant ntee an aniima mali li o il vol olto to di qu qual alcche pe pers rson onag aggi gio, o, interamente di argilla bianca, ossia col cannello di tal materiale e non ligneo Sono Pipe meno comuni, tuttavia non rarissime; io, ad esempio, ne posseggo alcune con fornello raffigurante il volto di un cinese (con

 

copri cop riccap apo) o),, opp ppur uree la tes testa di un elef elefan ante te,, il ca capo po di un pappagallo, e così via. Sono generalmente assai più corte delle Pipe olandesi lisce, misurando circa 14-15 centimetri di lunghezza, ment me ntre re le ol olan ande desi si po poss sson onoo ra ragg ggiu iung nger eree e so sorp rpas assa sare re i 3 6 centimetri. A bene chiusa di questo argomento, per fumare le Pipe di gesso: un breve riassunto delle norme -accenderle con attenzione, curando che l'intera superficie del tabacco arda regolarmente; -non usarle all'aperto, quando la temperatura sia troppo rigida, o soffino venti impetuosi, oppure nevichi o cada la pioggia; -fumarle con lentezza e con regolarità; si ricordi che boccate tr trop opppo amp mpiie e rap apiide pos osso sonno pro rodu durrre le co cossidd ddeett ttee "bru "b ruci ciat atur ure" e",, os ossi siaa la co comp mpar arsa sa im impr prov ovvi visa sa ne nell ll'a 'arg rgil illa la di macchioline oscure puntiformi, che poi si allargano e da cui trapelano vapori e liquidi maleodoranti. Malgrado ogni cura più assidua, manifestano talvolta "bruciature" per cause del tutto occulte e simisteriose; -comprimere il tabacco a mano a mano che esso si consuma: è molto importante; -alla fine della fumata, svuotare subito il fornello e soffiare fortemente nel bocchino: non appoggiare la Pipa ancora calda su oggetti freddi (pietra, metallo ecc.); -togliere l'incrostazione che va formandosi sulle pareti interne dell fo de foccol olai aio, o, sol olam amen ente te qu quan ando do es esssa abb bbiia rag aggi giu unt ntoo un eccessivo spessore; -Pipe vecchie abbisognano, più delle nuove, di lunghi periodi di riposo. Ed ora a te, amico Lettore, l'augurio che la Pipa prescelta sia d'egr d'e greg egia ia fattu fattura ra e po poss ssaa da dart rtii or oree di co cons nsola olazi zion onee e d' d'ob obli lio: o: trattala con ogni riguardo e ricordane sempre la fragilità, ad evitare l'angoscia di vederla infranta ai tuoi piedi. Ma se anche l'abbandonerai per Pipe di altra natura, in schiuma od in radica, non sarò io certo a dolermene; è degli amatori di Pipe come dei Casanova e dei Don Giovanni Tenorio, amatori di donne: che un pungolo occulto li sprona a sempre nuove esperienze, per scoprire il perfetto. La strada è cosparsa di spine e di pietre, però non mancano fiori bellissimi, ricchi di colore e d'aroma: troveranno così i Casanova e i Don Giovanni alcune vezzosissime dame: e a te pure, d'incontrare, tra Pipe mediocri taluniLettore, fortunatiaccadrà esemplari, che ti ripagheranno a milled'ogni doppisorta, delle fatiche sofferte.

 

PIPE DI SCHIUMA he Venere sia sorta dalla schiuma del mare è dubbio, e mentre Esiodo lo afferma, altri la pensano diversa mente: così già Cicerone distingueva tre Veneri, la prima figlia del Cielo e del Giorno, la seconda nata dal Mare, la terza generata da Giove e da Dionea; ma se molte incertezze circondano ancora i rapporti tra Venere, il mare ed i suoi flutti, è invece cosa sicura l'assenza di quaals qu lsiiasi asi relaz elaziione one fr fraa la ma mate teri riaa che compone le Pipe di schiuma e gli oceani spumeggianti. Ma allora, si chiederà giustamente il Lettore, da che il nome? Ci spiace di dover lasciare senza risposta l'interrogativo: malgrado l'affermazione di Alppho Al honnse Ka Karr rr (il (il no noti tiss ssim imoo au auttor oree di Geneviève  e di Les Guèpes, scritte fra il 1839 e il 1849), ripetuta poi da molti altri, il écumee de me merr non deriva nome francese "écum per assonanza - da Kummer, cui si dovrebbe l'invenzione di queste Pipe (ma è falso) o),, o di uno speciale impas astto per imitarle. Forse è nel piùfatto probabile che l'etimologia di "schiuma di mare"eradebba ricercarsi che anticamente (e soprattutto in Francia)

 

no chiamate "schiume" varie sostanze, sia naturali sia artificialmente prodotte, come ad esempio la "schiuma di terra", sorta di calcare  bianco,  bian co, giall giallastro astro o verd verdognol ognolo, o, e la "schiuma "schiuma di vetro", vetro", che si vede galleggiare sull'impasto del vetro durante la sua fusione; inoltre i naturalisti denominavano allora "schiuma di mare" tutti i corpi e le sostanze che ritenessero origine marina (alcionari, spugneavere ecc.). Èqualche quindi rapporto possibile con che ilquelle nomedi"schiuma di ma mare re"" sia stato tato dato ato per an anal alog ogiia al alla la ma mate teri riaa de dell llee Pipe di schiuma,  sepiolite  pe perr il mine minera ralo lolo logo go,, ossi ossiaa un sili silica cato to id idra rato to di magnesio, non ben definito; la qualità più eccelsa proviene dai pressi di Eschi-Scher (l'antica Do-rylaeum) in Anatolia, e si trova in giacitura secondaria entro argille (la giacitura primaria è entro ser erppen enti tini ni), ), a fo form rmar aree nod odu uli o masse compatte tte leggere, assai porose e di colore bianco o  biancastro  bian castro.. Verso il 1870 la schiuma di mare veniva spedita in casse da 35-40 chilogrammi ed il suo prezzo variava da 100 a 2000 franchi francesi del tempo per ciascuna cassa, a seconda della qualità: la migliore di tutte era detta sublime. Le Pipe, lisce o scolpite, dovevano essere infine trattate a caldo con cere, olii, grassi e bianco di  balena,  balen a, ch chee le rrende endesser sseroo atte ad as assume sumere re poi, attraverso lunghe e sapienti fumate, quelle splendide colorazioni dal gialloaurora al rosso-tramonto per cui vanno giustamente famose. In ge gene nere re le Pi Pipe pe di sc schi hium umaa preg pregia iate te av avev evan anoo tutt tuttee bocc bocchi hino no d ambra, che è - come ben noto - una resina fossile e che proveniva allora quasi esclusivamente dalle rive del Mar Baltico; le qualità più apprezzate erano la verde e la giallo-limone opaca, soprattutto se con delicate sfumature di cielo nuvoloso.

 

Lo stabilire quando, per la prima volta, furono fabbricate Pipe di sc schi hium umaa è co comp mpit itoo so somm mmam amen ente te di diff ffic icolt oltos oso: o: se semb mbra ra tutta tuttavi viaa accertato che la loro culla fu l'Ungheria e che due di esse furono scolpite da un ciabattino di nome Karol Kowater per un antenato del conte Andrassy, il famoso uomo di Stato d'Austria-Ungheria questi le donò poi, nel 1876, al museo di Pest. Alcuni autori ritengono per certo che la schiuma fosse già nota in Turchia verso la metà del 1600, diffondendosi poi un poco alla volta nell'Occidente: ma sembra che soltanto intorno al 1780 essa abbia incominciato ad assumere una certa importanza commerciale nell'intera Europa.

 

Per molti anni centro del commercio delle Pipe di schiuma fu la città di Vienna, che in genere produceva soltanto teste di Pipa lisce, spesso con guarnizioni d'argento, alle quali si innestava il  bocchino d'ambra o di corno, con o senza il tramite di un la fabbricazione cannello di legno.anche Ma nela1852 Parigi, un signor acquistando E. Cardon la materia ne iniziò prima a Vienna; poi, nel 1855, recandosi di persona con disa di sagia giato to vi viag aggi gioo in Tu Turc rchi hiaa ed in As Asia ia Mino Minore re,, po potè tè approv app rovvig vigion ionars arsii dir dirett ettame amente nte dei miglior migliorii blo blocch cchii di schiuma ed a prezzi convenienti. Altre fabbriche sorsero negli anni succ su cces essi sivi vi:: ad es esem empi pioo gi giàà da dall 18 1860 60,, ne nell ne nego gozi zioo di Somme Som merr a Pa Pari rigi gi,, si sito to in una una vi viaa fr freq eque uent ntat atis issi sima ma,, si tornivano e si scolpivano Pipe sotto gli occhi del pubblico. È inte interessa ressante nte nota notare re che gli abbo abbondant ndantii scart scartii e resi residui dui della lavorazione venivano poi venduti in Germania ed in Austria, dove erano largamente impiegati a fabbricar Pipe di finta schiuma, ad imitazione di quella vera e denominata schiuma d'Austria , oppure schiuma artificiale di Wagner,  perc perché hé fi finn da qu quei ei temp tempii si ve vend ndev evaa orpello per oro e non poche erano le imitazioni dell de llaa sc schi hium uma, a, ot otte tenu nute te me mesc scol olan ando do di dive vers rsee sostanze magnesiache e silicee: pare- ma non è accertato - che talvolta si usas us asse sero ro an anch chee gu gusc scii di uo uova va,, fine fineme ment ntee tritati. È spesso difficile distinguere queste false schiume vere, ditocuiinhanno la le legg gger erez ezza za,,dalle e so sop pra ratt ttut utto Pi Pipe pe talora as assa saii vecchie: stia dunque in guardia il collezionista e badi a non prendere lucciole per lanterne (quantunque talvolta si sian anoo as assa saii in inte tere ress ssan anti ti per per il racc raccogl oglit itore ore anche certe Pipe di finta schiuma, o di schiuma ricostituita). DELL'IMIBRUNIMENTO DELLE PIPE DI SCHIUMA

Nel capitolo dedicato alle abbiamo dato qualche noti tizi zia a sul ull'l'an annner erim imen ento to,,Pipeo di igesso mbru mbruni nime mennto to,, giàap appr pros ossi sim mat atiiva traduzione italiana della ben più efficace parola francese culottage: ma a proposito delle Pipe di schiuma è d'uopo svolgere l'argomento

con ampiezza assai maggiore, non dimenticando che il loro per 

fetto  culottage costituisce per un degno fumatore la soddisfazione più pi ù am ambi bita ta,, l'al l'allo loro ro de dell llaa la laur urea ea,, il su supr prem emoo co coro rona name ment ntoo di ambiziosi sogni segreti. Sia però detto ben chiaro sin d'ora che lo scopo principale di chi fuma la Pipa non è di annerirla, bensì di goderne le serene delizie, tanto generosamente altrimenti può accadere di farsi focolai miseri schiavi del  culottage , largite; di fumare unicamente per abbellire e cannelli di schiuma con le più meravigliose colorazioni. Non pochi si sono così miseramente perduti: i meschini colmavano di tab abac acco co Pi Pippe su Pi Pippe, gli gli oc occh chii pe pere renn nnem emeent ntee fiss issi al loro loro strumento, spiando come progredisse l'intensità del colore; e persistevano in questa triste follia, ignari di ciò che perdevano, la lingua e la bocca irritate e brucianti per le ininterrotte fumate. Sappia il Lettore che parlo a ragion veduta: io stesso, purtroppo, fui per alcuni anni nel novero di codesti sciagurati e per uscirne mi occorsero mesi di fatica e molta forza d'animo (non sufficiente per altro ad evitarmi freque fre quenti nti ricadu ricadute te nel nell'e l'erro rrore) re).. È dunque giusto apprezzare   l'imbrunimento delle Pipe di schiuma, ed anche gioirne: si cerchi perciò di ottenere il meglio della colorazione, seguendo i con onssigl glii che daremo fra poco, ma si persegua lo scopo senza inutili impazienze e si goda frattanto la Pipa, che andrà per suo cVionfurono, to assuinmpassato, endo cuomini olo olori ifamosi ncante tevo vol li. nel culottage delle Pipe di schiuma due di essi, il sarto Meunier ed il caffettiere Teissier, dimoravano a Parigi intorno al 1825, celebrati da ogni intenditore per l'l'in inim imit itab abil ilee pe perf rfez ezio ione ne ne nell ll'a 'ann nner erir iree le Pipe Pi pe.. Si nar arra ra che vive vivessse allo allora ra a Pest Pest un nobile ungarico, noto come il miglio) fumatore del suo Paese: la fama di Teissier giunge sino a lui ed il pensiero di avere un rivale lo tormenta siffattamente da togliergli il sonno. Issofatto parte

 

in diligenza per la terra di Francia, arriva a Parigi e senza neppur riposarsi chiede di Teissier e lo trova al Caffè della Bo Bors rese gli dice toosto che è rsa; ina;grsiadpore dsent i nta fua meargl e i udi ndceicitost noce ch dei ta taba baccco al gior giorno no.. Teiss eissie ierr ri risspo pond ndee che, dal canto suo, egli ne fuma soltanto cinque once, ma che non è la quan qu anti tità tà de dell taba tabacc ccoo br bruc ucia iato to a di dirr le virtù di un fumatore. Poi gli propone una scommessa: "Prendiamo", dice Teissier, "due Pipe identiche e fumiamole assieme; io per quindici giorni e voi per trenta; trent a; scomm scommetto etto cinqu cinquecen ecento to franc franchi hi chee do ch dopo po qu quin indi dici ci gi giorn ornii i comp compet eten enti ti giudicheranno il  culottage  della mia Pipa assaii migliore assa migliore e più avanzato del vostro"; e Teissier mostra intanto all'ospite una parte delle Pipe da lui annerite, tutte di una perfezione sbalorditiva. Il nobile nobile ung unghe heres resee oss osser erva va con occhio occhio smarrito la meravigliosa colle lezzione, trema e impallid idis iscce: senza dir mott ttoo volge il dorso a Teissier, riprende la diligenza per Pest e si rinchiude nel suo antico maniero: pare distruggesse tutte le sue Pipe, ma in realtà di lui non si seppe più nulla. Vedi Ve diam amo o or oraa co come me si de debb bbaa imbrunire, pr proc oced eder ere, e,emulando af affi finc nché hé in le bellezza Pi Pipe pe di schiuma possano egregiamente quelle di Meunier e di Teissier; ci baseremo soprattutto sulla nostra esperienza poiché, al solito, i pareri esposti da notissimi fumatori nei testi classici, antichi e moderni, sono in sconsolante disaccordo. Così, per citarne due soltanto, Barthélemy nel suo poema in tre canti L'art de fumer, ou La Pipe et le cigare , pubblicato a Parigi nel 1844, sostiene che si debba lasciare sempre nel fondo del fo foco cola laio io il vecc vecchi hioo resi residu duoo di taba tabacc ccoo inco incomb mbus usto to (il (il  culot  dei fr fran ance cesi si), ), so sovr vrap appo pone nend ndoo ad esso esso de dell nu nuov ovoo tab tabac acco co ad ogni ogni fuma fu mata ta.. Il do dott ttor or Anse Anselmi lmier er,, co cont ntem empo pora rane neoo di Ba Bart rthé héle lemy my,, asserisce invece che l'infetto culot fer-

 

menta enta e si inac acid idis isce ce,, fav avoorend rendoo il fo form rmaars rsii di liqu liquid idii ac acri ri e producendo alla fine un imbrunimento irregolare e malsano. Personalmente sono dell'opinione di Anselmier: che cioè la Pipa debba sempre essere ben ripulita, liberandola completamente dopo l'uso dalle ceneri e dai residui del tabacco. Si fumi con lentezza ed a  boccate piccole e regolari; si dimentichi mai chepuò la schiuma materiale tenero, delicatonon e fragile, che l'unghia scalfire, èeun si spezza con gli urti: la si maneggi dunque con cura amorosa, non altrimenti che fosse un uovo appena depost po sto. o. Anc nche he il solo solo co cont ntat atto to di fr frus usto toli li um umid idii di tabacc tab accoo o, peggi peggio, o, di gocci gocciolin olinee di liq liquid uidii tab tabagi agici, ci, prestamente assorbiti, può rovinare senza rimedio la Pipa; infatti, nei vecchi tempi, ad evitare queste sciagure si usavano appositi sacchetti di morb morbiida pell pelle, e, di ve vell llut utoo o di ras aso, o, en entr troo ai quali si racchiudeva la Pipa in funzione, a al prsootleoggceornlatatto e efidne adneclhlae d ttdoa doegllne i maacncid: enaltla fumata la si riponeva poi nel suo astuccio, foderato di seta ovattata. L'imbrunimento della schiuma avviene solt so ltan anto to ne nell llee pa part rtii pi più ù fr fred edde de,, do dove ve ap appu punt ntoo si co cond nden ensa sano no i prodo rodott ttii di dist stil illa lati ti da dall ta taba bacc cco; o;  accade così che il fornello, riscaldato dalle   braci ardenti, ti, rimane bianco, mentre vanno colorandosi il cannello e la base del focolaio. In Pipe scolpite, te, raffigu gurranti ad esempio volti d'uomini barbuti, si ottengono talora bellissimi effetti: fronte e viso color dell'avorio, barba e  baffi di un giallo-arancione, che va incupendosi nei tratti del cannello via via più prossimi al bocchino, assumendo sfu fuma matu ture re di ti tinnte dal dal ro ross ssoo al brun runas astr troo con assidu duaa pazienza si può gi giu ungere a colo co lora razi zion onii no nonn lont lontan anee da dall nero nero-r -ros ossi sign gno. o. Grande importanza hanno, in questo processo, gli olii e le cere, di cui fu imbevuta la schiuma: olii e cere, per l'azione congiunta del calore e dell'attra-

 

zione terrestre di gravità, tendono a scendere dal fornello verso la sua base, favorendo la penetrazione dei succhi oscuratoli. Non è però a credersi che bastino poche settimane o pochi mesi per arrivare alla meta sognata e soltanto Teissier, forse, giungeva a tanto; per mio conto so che all'inarca quarant'anni or sono iniziai ad diritta, annerire, con impegno e serietà, di schiuma: una liscia un'altra liscia ricurva, unaquattro del tipoPipe  Capitano Warrant ed infine una che portava scolpito l'austero volto di uno zuavo, ornato da una barba rigogliosa (quest'ultima sto proprio ora fumando). A part pa rtee il fa fatt ttoo ch chee la ri ricu curva rva ma malau laugu gura rata tame ment ntee si ruppe e che alla  Capita Capitano no Warrant Warrant  si spezzò il  bocchino d'ambra marezzata, ho sempre sempre in uso le due rimanenti: ebbene, malgrado abbiano assunto colorazioni grandemente apprezzabili e fuor dal comune, esse sono ancora as assa sai i icolu lung ie da dall 'ave ver ra ggiu iunt o ll'es qu quel el vert rtic ice arti ar tist stic o ngi ch che rapi rall'a pisc sce er l'an l'ragg anim imo onto nell' ne estas tasiive de della llae cont co ntem empl plaz azio ione ne:: pens pensoo oc occo corra rrano no anco ancora ra da vent ve ntii a tr tren ent'a t'ann nni,i, perc perché hé po poss ssan anoo da dare re ve vere re soddisfazioni all'occhio esigente dell'intenditore. Se tuttavia il possessore di una Pipa di schiuma ha la costan tanza (a mio parere non encomiabile) di fumare sempre e solta ltanto queella, abbandonando tutte le altr qu tree, potrà anche discretamente imbrunirla in poco più di un anno, ossia con duemila o tremila fumate:  già dopo di averla usata un centinaio di volte vedrà sorgere le prime colorazioni; ma non è possibile dare indicazioni precise sul tempo occorrente, perché molto dipende dalla qualità della schiuma, dal tipo e dall'umidità del tabacco, dall'indole stessa del fumatore.

COME SCEGLIERE UNA PIPA DI SCHIUMA

Dovrà tuo gusto medesimo a decidere se la sceltaessere debbanaturalmente cadere su Pipeilcurve o diritte, lisce o scolpite (queste ultime quasi sempre ricurve); le Pipe di schiuma son da fumarsi nell'intimità della casa, non all'aperto, e potrai anche ac-

 

quistare vistosi pezzi scolpiti, senza tema di lazzi e sberleffi da parte dei concittadini. Prediligi la schiuma leggera, ricordando che quanto minore il peso spe peccif ific ico, o, tant tantoo più più eccel ccelle lennte la qu qual aliità tà;; che es esssa sia di colo olore giallino,sicché o leggermente non bianco-gessoso: sonante al toccodele tenera, l'unghia larosato, possa scalfire (ne farai la prova all'interno focolaio, per non sciupare la rilucente superficie esterna del vaso). Osserva con cura che non vi siano mende o imperfezioni, come ad esempio puntini più oscuri, piccole fessure o tracce d' d'in incr crin inat atur ura; a; di dife fetti tti de dell gene genere re,, an anch chee se po poch chis issi simo mo visi visibi bili li,, no nonn mancherebbero certo di manifestarsi col progredire dell'annerimento,  bruttando l'uniformità della tinta e lasciandoti triste e scornato per l'incauto acquisto. Se le tue tue pr pref efer eren enze ze va vann nnoo a una una Pipa Pipa sc scol olpi pita ta,, ramm rammen enta ta che che essa es sa ri rima marr rràà bi bianc ancaa su tu tutt ttaa la supe superf rfic icie ie de dell vas vaso, o, corr corris ispo pond nden enti ti alla profondità interna del focolaio; sceglila dunque tale che il sucessivo imbrunimento possa renderla artisticamente più bella. A me megl glio io ch chia iari rire re il conc concet etto to,, po poni niam amoo ch chee sia sia ra rapp ppre rese sent ntat atoo un  busto di donna: sarà opportuno che all'intera altezza del fornello corr co rris ispo pond ndaa il vo volt ltoo femm femmin ineo eo,, affi affinc nché hé es esso so rima rimang ngaa de dell tu tutt ttoo in colo co lore re;; le soa soavi roto rotond ndit itàà de dell llee sp spal alle le e de deii se seni ni andr andran anno no inve invece ce via via imbrunendosi, come accade alle belle bagnanti sulle spiagge del mare. Ma se la profondità del focolaio giungesse soltanto alla metà del viso, il risultato di molte fumate sarebbe ben misere una fronte ed un naso d'immacolato biancore, le guance, la bocca ed il mento colorati di giallo, di rosso o di bruno. Quale rovina! Come se un maligno inc incantamento antamento avesse colpito la piacentissima donna, trasmutando la sola parte inferiore del suo nobile volto in quello di una pellirossa. Altrettanto di  casi per figurazioni di uomini barbuti; è auspicabile che le fluenti barbe si trovino  presso la più fredda base del fornello: fatti il color fulvo, che esse vanno man mano assumendo, conferisce loro maggior dignità Ripeto infine l'avvertimento: attenti alle false schiume, poiché

 

ve ne sono di quelle che imitano mirabilmente le vere, e attenti anche alle schiume di qualità scadente; l'occhio esercitato le riconosce senza troppa difficoltà, ma l'inesperto farà  bene ad acquistar Pipe di schiusch iuma soltanto dai negozianti più seri: fortunatamente ve ne sono ancora ai giorni nostri. Si rifugga poi da quelle Pipe tinte con artifici vari e che vorrebbero malamente imitare le schiume annerite da molte e sagge fumate: possono forse soddisfare il principiante, non mai l'esperto. delle classiche pipe di schiuma, lisce o scolpite

Poche parole su quelle lisce, che possono essere diritte o ricurve, di forma varia e che son sempre munite di bocchino d'ambra; occorre trattarle con delicatezza forse ancora maggiore delle scolpite, perché la loro loro su supe perf rfic icie ie,, co così sì be benn po poli lita ta,, me mett ttee su subi bito to in evid eviden enza za an anch chee le sc scal alfi fittu tture re più più li lievi evi.. Og Oggi gi è alqu alquan anto to di diff ffic icile ile tr trov ovar arle le co conn bo bocc cchi hini ni d'ambra perfetta e spesso, anche se non siano volgare imitazione, si tratta della così detta "ambra ricostituita" o "rifusa"; dove sono ora scomparse quelle splendide ambre, in cui soffici nuvolosità biancastre sfumano nel giallo opaco del fondo? Altre Pipe, soprattutto in passato, avevano di schiuma soltanto il vaso, vale a dire il fornello ed un tratto più o meno esteso che lo prolungava posteriormente: in esso si innestava un cannello, provvisto di bocchino all'estremo opposto; per intendersi, tali Pipe si possono denominare "a caminetto indipendente". Vi erano cannelli semplici, in legno di ciliegio o marasca, oppure variamente lavorati ed ornati, in ebano, in corno in mate ma teri rial alii di dive vers rsi;i; talv talvol olta ta si ri rica cava vava vano no an anch chee da zamp zampee di lep lepre re,, capriolo, camoscio o d'altro animale selvatico, lasciandone intatto il folto pelame: purtroppo in quelli da me Posseduti non vi è più traccia dei peli, che furon pasto alle tarme.  Capitano Warrant, in auge per lungo periodo di tempo; interamente di

 

cezione del bocchino di ambra e poco ricurva, aveva il vaso diviso in due parti: la superiore costituiva il vero e proprio focolaio (con un foro nel fondo) e si avvitava sulla parte inferiore, cui era innestato il bocchino. Veniva così a formarsi, tra fornello e vaso, un'ampia intercapedine, entro la qualeacri; il fumo si raffreddava e deponeva umori più queste Pipe imbrunivano bene gli e più rapidamente delle altre: piacevoli per chi amasse un fumo dolce ed amabile, di poco gusto e calore ma ciò non era il mio caso. Non parlo qui delle Pipe che di schiuma hanno soltanto l'interno del vaso (come ad esempio le "calebasse", quelle dei goliardi d'Alemagna), e ne neppure di quellealtrove. variamente ricoperte ("Pipe protette"): discorreremo Ma la grande classe delle Pipe di schiuma scolpite è indubbia mente la più interessante e comprende una così vasta gamma di figurazioni, in grandezze diverse, che non possiamo certo descriverle tutte. Tenteremo perciò di raggrupparle in categorie minori fornendo qualche notizia per ciascuna di esse. • PIPE RAPPRESENTANTI VOLTI UMANI •

Ve ne sono di bellissime, per arte e finezza di lavorazione; donne con le chiom omee disc sciiolte lte, op opppure con cappelli di pagli liaa o galantemente adornati di piume; arabi, negri, meticci, indiani con turb tu rban ante te,, zua uavi vi cacci acciat ator orii barb arbut uti,i, dèi dèi e sem emid idei ei.. Talor aloraa è raffigurato anche il busto: qu queelli femmi minnili sono spesso particolarmente leggiadri. Una ne possiedo (veramente è un bocchino da sigari) in cui il viso è siffattamente scolpito da mostrare, osservato da un lato, il pro- filo di un'amabile giovinetta, mentre visto dall'altro esso è quel di una grinzosa ottuagenaria: triste declino nel tempo di una  beltà tanto radiosamente sbocciata! sbocciata! • PIPE CON FIGURAZIONE DELL'INTERO CORPO UMANO • Predilette dagli scapoli, ma talvolta anche da uomini felicemente sposati, rappresentano di solito femmine ignude, di gradevoli for-

 

me, ritte in piedi o adagi adagiate. ate. Rallegra Rallegrano no gli occhi e danno godiment godimentoo al allo lo spir spirit ito, o, qu quan ando do si sian anoo sc scolp olpit itee co conn arte arte,, senz senzaa tr tras ascu cura rare re il dettaglio. Di rado le donne sono interamente vestite: nella mia collezione ne ho una, in abito da contadinella alquanto scollata, che porge il becchime a gallinelle e pulcini con graziosissimo atteggiamento. Meno frequenti le figure maschili: putti, efebi, ginnasti od altro. • PIPE CON SCENE CAMPESTRI •

militari; sono in genere tedesche, austriache o ungheresi, come appare dalle divise dei soldati e dai costumi delle forosette. Su di esse si sc scor orgo gono no pu pure re,, ma non semp sempre re,, co connta tadi dini ni,, ma maga gari ri con con Pi Pipa pa e  bottiglia, fanciulletti, suonatori di violino, di contrabbasso, di strumenti a fiato, ed anche animali domestici e da cortile; assai spesso i vasi sono abbelliti da fregi e volute, né mancano guarniture di metalli pregiati. • PIPE CON SCENE MILITARI O GUERRESCHE O DI CACCIA •

Portano scolpiti guerrieri medioevali e romani, sovente con elmo, scudo e corazza, armati di daghe, spadoni, mazze, lance e alabarde; alcuni dan fiato al corno o alla tuba, altri pugnano a piedi o in sella a focosi destrieri, altri ancora soccorrono i compagni feriti. In genere son Pipe con vaso grande o grandissimo ed hanno ornamenti e coperchi d'argento; una ne conservo, di eccezionali dimensioni, da cui son ricavati a pieno rilievo cavalieri e fanti (saranno forse una quarantina) in sanguinosa battaglia all'arma bianca: molti i trafitti. Spesso bellissime le scene di caccia, vuoi al cervo, al cinghiale o al di ragguardevole in leone: selve ecertune, lande mirabilmente imitate.mole, mostrano numerose figure,

 

•PIPE CON RAPPRESENTAZIONI ALLEGORICHE O MITOLOGICHE •

La fantasia degli artisti si è qui scapricciata nei modi più vari; per non allungare di troppo l'elenco citeremo soltanto demoni, satiri fauni, sirene, Veneri con amorini, giovani di sesso diverso tenera mente abbracciati, con chia ch iara ra al allu lusi sion onee all' all'am amor oree fede fedele le.. Fr Fraa qu ques este te Pi Pipe pe ve ne sono sono di mo molt ltoo pregevoli, ricche di figurazioni e orna- menti: ne ho una sottocchio dove, fra densi fogliami e fiori sbocciati, si vede la bella Afrodite, un dio barbuto dell de ll'ac 'acqu quee co conn an anfo fora ra za zamp mpil illa lant nte, e, un unaa ninf ninfaa leggi leggiad adra ra ed un fa faun unoo ch chee l'insidia: languidamente distesa sulla Pipa, tra vaso e cannello, una sirena ignuda volge le spalle alla scena. • PIPE CON FORME DI ANIMALI •

Moltiss Molti ssim imee rapp rappre rese sent ntan anoo cava cavalli lli,, o la sola sola lor lor te test sta, a, altr altree uc ucce celli lli (a (anc nche he aquile aqu ile),), can cani,i, buo buoi,i, tor tori,i, leoni, leoni, tigri e cos cosìì via via;; ins insomm ommaa si tra tratta tta semp sempre re di Vertebrati e per lo più di Mammiferi: non mi è nota una sola figurazione d'Invertebrati, né tanto meno - fra questi di Tardigradi (per quanto se ne parli ne II libro delle Pipe , che il Buzzati ed io scrivemmo assieme in tempi lontani, disegnando anche Pipe immaginarie con Tardigradi rampanti). Natur Na turalm alment entee tra trasc scuro uro qui gli Inv Invert ertebr ebrati ati,, che che com compai paiono ono nelle Pip Pipee di schiuma come elementi del tutto secondari rispetto al tema principale: così ad esempio la conchiglia di quei Molluschi bivalvi da cui Venere sorge, o la stella di mare ai piedi di Nettuno, o Chiocciola presso la zampa caprina di un fauno, e via dicendo.

 •PIPE CON ALTRE FIGURAZIONI •  Raggruppo qui tutte le Pipe con rappresentazioni diverse da quel le sinora descritte: son molte e su di esse si potrebbero scrivere pagine e pagine, ma ne verrebbe soverchio tedio al Lettore; basti dunque qualche rapido cenno. Frutta, fiori e foglie sono piuttosto comuni e non val la pena di parlarne a lungo: lun go: talora cont contenu enuti ti en entro tro cesti o panier panierini ini eleganti, ado adorni rni di nas nastri tri e fiocchetti. Figurazioni di castelli e rocche turrite sono alquanto più rare così anche di  barche e navigli; fra queste, una mia vecchia Pipa di mezzana grandezza porta scolpito un battello con ruote, vele, ciminiera e stendardo; sei le persone sul ponte e due di esse son damigelle: sulla riva lontana si scorge un villaggio,

 

maniero ed un monte. Nella mia raccolta ho schiume (Pipe, o bocchini da sigaro) di svariatissimo soggetto e ne cito solo alcune, alla rinfusa: madre con bimbo sulle braccia, cavalli al pascolo, un indiano a cavallo inseguito dai puma, fanciulle al bagno (una su pitaletto), stemmi, principessa in sella al destriero, teschi, uova artigliate da zampe di uccelli rapaci, donzella con cane e cacciatore, giocatori di dadi, fumatore di Pipa ai piè di un castello, cattedrale gotica, battaglia di amazzoni, sacerdotessa pagana dinanzi all'ara, uomo in biciclo, elefante e suo conducente. Molte le figurazioni di coppie teneramente abbracciate, di donne con fiori o strumenti musicali (a corda): fra queste notevole una graziosa fanciulla sprovvista di vesti e con mandolino, in atto di far la serenata alla luna, che le mostra la lingua. Singolare una dama a ginocchi, in abbigliamento elegante e con ampia crinolina,

mobile mobi le qu ques esta ta ne nell llaa su suaa me metà tà po post ster erio iore re:: quan quando do la si rial rialzi zi,, apppaion ap aionoo le gr graz aziie ce cela late te e vi vien en tos osto to alla alla me ment ntee la Ven ener eree Callipige. Di altre Pipe, che potrei chiamare lascive, non è possibile far motto, vietandolo la decenza: spesso di squisita fattura, riposano in un cof cofane anetto tto con mol moltep teplic licii chius chiusure ure,, sottra sottratte tte agl aglii occ occhi hi deg deglili innocenti.

 

TERRE, PORCELLANE E CERAMICHE accogliamo in questo capitolo tutte lesmaltata Pipe di terra, porosa oppure le Pipe cioè che non appartengano alla categoria delle argille  bianche (volgarmente "gessi") "gessi") di cui abbiamo già scritto in precedenza. Tratteremo dunque - nell'ordine - delle terre colorate (rosse, nere, variegate) e delle porcellane.  

PIPE DI TERRA COLORATE

Fra le più belle, di color rosso arancione, decorate con fregi e fiori dorati, spesso anche con guarniture varie in ottone, sono so no cert certam amen ente te le ve vecc cchi hiee tu turc rche he:: ne posseggo alcune, fabbricate a Costantino pol olii vers erso la metà del se seco colo lo sc scor orsso, con fornello molto svasato e ricoperto di smalto, gradevolissime all'occhio e assai meno al palatoo del fumatore palat fumatore.. Il lungo cannello cannello può essere di legni diversissimi, dalcon ciliegio al igel  somino ed all'ebano, sovente bocchin bocchini in ambra, cilindrico ed arrotondato all'apice, oppure a forma d'oliva. Ci limitiamo a farne cenno, perché qui ci occuperemo soltanto delle Pipe europee e non delle orientali; queste Pipe turche, poi, son troppo ricche di ornati e d'o-

 

ro: per quanto ne sia fine la decorazione, mi ricordano pur sempre la paccottiglia di un bazar. Più serie le Pipe rosse non smaltate, con focolaio piccolo o medio, di forma estremamente semplice e spesso di rozza fattura; hanno in genere la cannuccia ricavata da un ramoscello di marasca, o ciliegio in modo grossolano e ricoperto ancora dalla sua selvatico, corteccia: tagliato Pipe di tal fatta sono fabbricate un po' ovunque, anche da noi. Però ricordo che trent'anni or sono, gironzolando per le campagne dell'Italia centrale, dove molti fumavano ancora in Pipe di terracotta, mi venne il desiderio di acquistarne alcune presso un tabaccaio di Montefiascone: dalle scritte sulla grossa scatola, in cui si trovavano a dozzine, mi avvidi con stupore come esse non fossero di produzione locale, bensì provenissero da Marsivgloilat.a Cdiò psiùta qauandtoimossitararediffiucnilae stabilire l'origine vera di molte Pipe (e ancor più l'epoca della loro fabbricazione!). Il vaso delle Pipe di terracotta rossa può avere forme assai varie: talora è piccolo e liscio, altre volte grande e modellato - in stampo od a mano - a rappresentare visi maschili o femminili, illustri o no (comuni i Garibaldi e i Mazzini). Ho ora fra le mani un fornello in terra rossa polita, di linea sobria, ma di grande eleganza, che ha proporzioni eccezionali per Pipe di tal fatta: fu fabbricato in Italia e la sua altezza è di oltre dieci centimetri, con un diametro di poco più di due: il focolaio è quindi assaii al sa alto to e st stre rett tto, o, quas quasii ci cili lind ndri rico co,, co conn liev lievis issi sima ma sv svas asat atur uraa all'e all'e-stremo superiore. Esistono Pipe in terra rossa — e tali sono quelle da me acquistate anni fa in Svizzera - che portano sul cannello (pure in terracot-

 

ta) delle statuine dello stesso materiale, ma dipinte a vivaci colori: sono fìgurette caricaturali di uomini, donne e bambini, in buffi atteggiamenti; non mancano neppure i cani ed i gatti. La maggior parte delle Pipe di terracotta non smaltata ha dimensioni medie o piccole: ne furono fabbricate anche di piccolissime (conservo nella mia raccolta dei minuscoli fornelli, che rappresentano personaggi storici e che misurano poco più di un centimetro d'altezza!). Però come ho detto - vi sono anche focolai grandi e molto grandi: uno ne ho, alto quasi dodici centimetri e munito di coperchio metallico cilindrico, traforato lateralmente; dal vaso, a forte rilievo, sporgono i volti di Gesù Cristo, di Giuseppe Mazzini e di Galileo Galilei, artisticamente scolpiti. In altre Pipe di terra rossa porosa una manina femminile regge il minuscolo vaso, in altre ancora sono impresse all'esterno del focolaio decorazioni varie (spesso foglie e rami fronzuti), righe parallele o scanalature Più variate le Pipe di terra ricoperta da smalti; non sempre riproducono visi umani (di donne, di uomini barbuti, o con folte basette, e non di raro con cilindro per copricapo); vi sono anche figurazioni di animali; ad esempio ne ho tre, smaltate in color giallo brunastro, l'una a forma di muso bovino, l'altra di capo d'elefante con lunga proboscide e l'ultima foggiata a testa leonina. Gli smalti possono essere di una sola tinta, oppure policromi; ricordo fra gli altri - e solodiper la sua curiosa un minuscolo fornello, smaltato verde: giaceva sulprovenienza fondo di uno- dei canalili di Venezia, dove fu racc cana raccolto olto molti decenni or sono, durante durante una delle periodiche pulizie che si fanno ai canali; sarebbe impresa disperata tentar di stabilirne epoca e luogo di fabbricazione. Altri vasi sono invece smaltati in sfumature diverse della medesima tinta: per esempio dal bianco sino al bruno intenso, passando attraverso colorazioni giallognole sempre più cupe. Impossibile descrivere le innumerevoli fogge di vasi prodotte in passato: dirò soltanto che di solito le Pipe con superficie esterna smaltata sono meno rozzamente lavorate delle altre e che talvolta - se pure di rado - raggiunsero anche un ragguardevole livello di

 

pregio artistico; si tratta spesso di teste di indiani con turbante, di diavoli cornuti et similia, di color rosso vivo. Meno comuni le Pipe di terra nera: ne ho che raffigurano volti di Mori (anche con anello dorato al naso), mentre altre hanno fornello semplice e liscio; particolarmente lugubre un teschio, nelle cui or-

 bite brillano due occhi infocati; chi lo guarda ne è sempre atterrito, anche se non lo dà a vedere. L'appassionato vorrà ora conoscere se torni conto fumar Pipe d terracotta: a nostro giudizio si deve far distinzione fra quelle poro se e quelle che tali non sono (ossia le smaltate); mentre le primi rassom omiigl gliiano alquanto nel gusto alle Pipe di gesso - pur rimanendone forse inferiori - e possono dare discreta soddisfazione, le seconde certamente deluderanno e le consigliamo piuttosto al collezionista che al fumatore. Le Pipe di Chemnitz, col fornello in terra di color marezzato dal  bruno chiaro allo scuro, hanno generalmente sezione ottagonale coperchietto metallico, cannuccia di ciliegio e bocchino di corno; non le amiamo in modo particolare, ma siamo perplessi nel dirlo,

 

perché ci hanno dato talvolta curiose e fantastiche sensazioni, quasi evocassero spettri o fantasime: per l'aroma del fumo esalato le porremmo in posizione intermedia fra le discrete Pipe di terracot ta porosa e le pessime di porcellana. Se mai però, amico Lettore, ti capi ca pitas tasse se di ac acqu quis istar tarne ne un una, a, ti sugge suggeri riam amoo di fa farn rnee la pr prova ova,, meglio se a tarda notte: naturalmente non accontentarti delle prime fu mate, sempre aspre e sgradevoli nei fornelli di terra di ogni tipo,  bensì persevera sino a che si formi l'incrostazione interna e la parte inferiore inferiore del vaso inc incominci ominci a imbru imbrunire: nire: potrai allora giudicare tu stesso, ma armati del necessario coraggio. Ricorda che non tutte le Pipe di questa fatta provengono da Chemnitz in Sassonia; se ne fabbricarono anche altrove: per esempio a Bassano del Grappa, con terra ricavata dal vicino omonimi Monte ed al principio di questo secolo, però con marchio "Schemni nitz tz". ". Tu Tutta ttavi viaa altr altree ha hann nnoo per per or orig igin inee pr prop opri rioo la citta cittadi dina na di Chemnitz, che faceva allora parte dell'Impero austroungarico, era denominata in ungherese Selmecz-Banya e si trovava nel comitato di Honth, a circa 110 chilometri da Buda; ricca di miniere d'oro, d'argento, di rame e di ferro (che davano lavoro ad oltre diecimila persone), possedeva anche fabbriche di Pipe e di ceramiche: e vi   son Pipe, infatti, col marchio ""Selmecz". Selmecz". Ma non basta: esistono poi Pipe del tipo Chemnitz, che portano invece il marchio "Kremnitz": erano probabilmente fabbricate indi Ungheria, città diàtal nome (comitato Bars, a 42nella chilometri Nord-Est di Aranyos-Maroth), che pure apparteneva al l'Impero austroungarico. Il problema delle co sì dette "Pipe di Chemnitz" è dunque piuttosto complesso e non può dirsi - per quel che ne sappiamo - interamente risolto ancor oggi E doveroso che io faccia un'aggiunta a quanto già detto, perchè grazie alle attente ricerche di Andrea Bizio-Gradenigo, da lui pubblicate nel n. 1, Febbraio 1973, della rivista "Il Club della Pipa" (rivista che ora ha cessato di esistere), si sono potute avere nuove e definitive notizie sulle Pipe di Chemnitz. Le riassumo qui brevemente Scrive dunque il Bizio-Gradenigo che - coll'aiuto dell'amico Alan Kuzel di Praga - ha potuto appurare che tali Pipe sono originarie della Slovacchia, dove il fumo si era diffuso attraverso guarnigioni

 

straniere, probabilmente quelle del generale danese Mansfeld, nel XVII secolo; in tale epoca comparvero anche le prime Pipe; la città nella quale erano più diffuse fu Banska Stiavnica, che diede loro pure il nome; furono infatti denominate  "stiavnicky". Il nome tedesco di questa città è Chemnitz, e molte Pipe, fabbricate forse dura du rant ntee l'Im l'Impe pero ro au aust stro roun unga gari rico co,, po port rtan anoo ta tale le no nome me ne nell marchio; infine, il nome completo in ungherese di Chemnitz è Selmecz-és-Bé- labanya, ed ecco spiegato perché molte portano la scritta "Selmecz". La massima diffusione delle Pipe di Chemnitz avvenne nel XIX secolo e furono fabbricate nelle seguenti località slovacche:

Ban

 

ska Stiavnica, Zvolen (in tedesco Altsohl) e a Kremnica (in tedesco Kremnitz); ciò spiega anche la scritta "Kremnitz", di cui parlammo L'ultima fabbrica di Banska Stiavnica e di tutta la Slovacchia fu quella di cui era proprietario Karel Zachar, chiusa nel 1959; il mar chio ch io er eraa "Z "Zac acha har-S r-Sel elme mecz czen en", ", op oppu pure re "K "K.. Za Zach char ar-B -B.. Stiav Stiavni nica ca". ". "C. Zachar in Schemnitz". Pipe di Chemnitz furono però spesso prodotte anche altrove: oltre alla fabbrica di Bassano del Grappa, ve ne furono in tutta l'Austria Ungheria, in Germania, Russia, Belgio, Inghilterra, Stati Uniti, Canadà, Sudafrica e India. È possibile che nei marchi di queste fab briche, per ignoranza della lingua, si commettessero anche grossolani errori, e cos una dimenticanza della lettera "S" potrebbe aver mutato "Schemoitz" in "Chemnitz". Si aggiunga che esistono Pipe, quasi certamente fabbricate a Bassano de Grappa, con la scritta "Takagg ka gg-S -Seelm lmec eczi zi": ": ora, ora, il labo labo-rat ator oriio di Ed Edu uard ard Ta Taka kacc esisteva realmente, ma non nella città di Selmecz, bensi a Zvolen. Ecco dunque che il mi èstero stadelle to oPipe ra fdi inaChemnitz lmente diradato e ne sono riconoscentissimo ad Andrea Bizio Gradenigo, dal cui scritto ho riprodotto tutte questo notizie. A titolo di curiosità aggiungiamo che per il por Lorenzo Stecchetti (pseudonimo di Olindo Guerrini) una fabbrica probabilmente quella di Bassano del Grappa - produceva Pipe di Chemnitz di forma speciale, anella lui gradita, e che portava il suo nome: ne abbiamo un esemplare nostra raccolta.

 

Non mancano Pipe - d'ignota provenienza - con forma identica, o molto simile, alle "Chemnitz" tipiche: però hanno colore diverso e sono in genere (non sempre) smaltate; ne possediamo alcune, marezzate in verde, o in azzurro, mentre le classiche Chemnitz mostrano sempre mosaici di tinte, tendenti al bruno e al marrone. (Però ve ne sono anche di nere). pipe di porcellana

Dobbiamo ora parlare di queste Pipe, note sin dall'inizio del 1800, o poco prima, e tipiche delle regioni di lingua tedesca; più belle, in genere, le germaniche, soprattutto se di vecchia fab bricazione; di qualità più corrente le austriache. Dal punto di vista del fumatore, i vasi di porcellana possono suddividersi in due tipi: quelli di spessore piuttosto notevole (intorno ai sei millimetri) tr i),, no nonn ve vern rnic icia iati ti in inte tern rnam amen ente te,, e qu quel elli li mo mollto sottili (da uno a due millimetri), smaltati anche all'interno. Ho già detto che le Pipe di porcellana son onoo pessime, ma aggiungo che lo sono in modo odo partic rticol olar aree se il forne ornell lloo ha le pareti sottili e smaltate tate su entrambe le facce; al fumo ancora peggiore si unisce qui il pericolo, sempre incombente, di dolorose sc scot ture alle al lement di dita ta: più ùtabi mali ma gne as assa e otta mtatu en eno ore fac acil ilme nte e: epi vi vita bili li lign di e qu que esai lle llei che possono verificarsi usando Pipe di gesso o di terracotta. Osservate invece con l'occhio del collezionista, le Pipe di porcellana sono certamente interessanti; ve n'ha di lunghissime (un metro e più), con cannello unico di marasca, oppure composto da molti pezzi - l'uno all'altro avvitati - in corno (spesso di cervo), ebano o legni vari, abilmente foggiati in volute e rabeschi, ed arricchiti da trafori di buon lavoro artigiano. Non mancano nappine e fiocchetti, trattenuti da cordoncini avvolti al cannello, logorieesovente scoloritimontato dal tempo; il bocchino è sempre di corno, assai ricurvo all'estremo di un tubetto alquanto flessibile.

 

Altre Pipe, care una volta ai militari, cacciatori e guardie forestali del Tirolo e della Baviera, erano più corte e non sorpassavano lunghezza complessiva di una trentina o di una quarantina di centimetri: avevano il cannello in marasca, spesso adornato da pezzi e da rondelle di corno di cervo o di capriolo. Il vaso di tutte queste Pipe (che pare siano state inventate da medico austriaco Johann Franz Jacob Vilarius) è sempre composte da due pezzi  ben distinti: l'uno costituisce il fornello vero e proprio, che va ad infilarsi, con la sua lunga appendice tubolare coni- ca inferiore, entro un secondo pezzo di porcellana (talvolta però di corno, legno o altro materiale) che, per intenderci, chiameremo i "salivino". Esso si suddivide superiormente a forma di "V" e presenta due imbocchi: in quello di minor diametro si adatta appunto il focolaio, mentre nel più grande penetra il cannello. Acconce guarnizioni, generalmente di sughero, assicurano una tenuta perfetta almeno in teoria, perché in pratica la Pipa tende a scomporsi in tre tr e pezz pezzii sepa separa rati : e ne cons conseg eguo uono sove sovent nte e ro rott ttur uree o spia spesistono iace cevo voli li insudiciamenti diti:abiti ed arredi. Adnoevitare l'inconveniente, appunto quei cordoncini, cui abbiamo accennato più sopra e che fissano fra di loro salivino, vaso e cannello. Il salivino ha due scopi ben precisi, e cioè: -di condensare i liquidi distillati dal tabacco ardente (abbondanti e di fetido odore) e di facilitare poi le complesse operazioni di pulizia; -di permettere che la mano sostenga la Pipa (non si potrebbe farlo stringendo il fornello, che è bruciante; né d'altra parte consiglieremmo di impugnare lo strumento per il cannello, ad evitare che vaso e salivino si stacchino, spezzandosi a terra o - nella migliore delle ipotesi - riversando tabacco in combustione e ceneri). Solo vantaggio delle porcellane è che vi si possono anche fumare tabacchi volgarissimi e magari le foglie del noce o della patata (Solarium tuberosum), senza avvertire gran differenza con le più celebrate miscele: tanto codeste Pipe riescono a render ugualmente sgradevole tutto ciò che arda nel loro fornello! Le redime in parte la bellezza bellezza di alcuni alcuni pochi e vecchi esemplari quelli di più recente fabbricazione hanno di solito scarsissimo pregio e sono male dipinti, quando non addirittura addirittura ornati con decalcomanie decalcomanie dozzinali. Fra Fra le Pipe Pipe di porc porcel ella lana na,, che che st stoo prop propri rioo or oraa osser osserva vand ndo, o, molt moltee rappresentano rappresen tano scene di caccia, caccia, con cervi e ca caprio prioli. li.

 

oppure con barche ed anatre selvatiche; altre mostrano procaci forosette, teneramente abbracciate al promesso; o ancora serenate di suonatori a giovani sposi, o banchetti in trattorie campestri, cui partecipano guardie forestali, cacciatori e, spesso, un sacerdote: sul tavolo salsicce, cosciotti di cdai mobsicriroa, e, girnatnodrni o, pbroocscpael-i rose servette. Mi passa ora fra le mani una lunga Pipa, probabilmente fabbricata per fumatori della Svizzera; sul vaso, dipinto a foschi colori, si scorge Guglielmo Tell con l'arco, ritto sopra una roccia, e Gessler cader da cavallo, la freccia infitta nel petto; un secondo cavaliere fugge fra i massi di quella tetra gola montana, nei pressi di Kussnacht. Su quest'altro fornello c'è invece un'odalisca dal fiorente seno scoperto, adagiata in languida posa sopra un letto color limone, fra tendaggi vioolacei; ai suoi piedi, in givi nocchio, un gentiluomo  barbuto ed avvolto in un ampio mantello scarlatto le dichiara il suo amore, tenendo la mano destra sul cuore e la sinistra appoggiata ad una piccola arpa (o, forse, una lira?). Ed ecco una Pipa curiosa con la scritta "Die Lowenbrauf  (la   (la sposa del leone): sotto gli archi e le volte di un carcere oscuro giace inanimata una fanciulla biancovestita, con una rosa rossa fra i bruni capelli; accovacciato presso di lei un feroce leone dagli occhi glauchi le appoggia la zampa sul fianco, gli acuti artigli confitti nelle tenere carni, da cui sprizzano stille di sangue. Attraverso le robuste sbarre dell'ampia finestra un domatore dalla giubba rossa e dal panciotto

 

verde osserva la scena, una mano sull'anca e nell'altra un frustino forse la raffigurazione di un tragico fatto, realmente avvenuto? Numerose le Pipe destinate ai militari: portavano sempre, sui vaso e sul salivino l'aquila bicipite (se austriache), zaino, giberne fucili incr incroc ocia iati ti e copr copric icap apo, o, oltre oltre a fi figu gure re vari variee e all'i all'ind ndic icaz azio ione ne de dell reggimento o del battaglione cui apparteneva il possessore non di raro anche anche il suo nome. nome. Così, ad esem esempio, pio, la grossa Pipa che sto ora esaminando apparteneva ad un signor Joseph Kem perl, soldato del "K.K. Feld Jàg. Bat. N. 8, 3 Comp .", che prestò servizio nel 1887 in Cari Ca rinz nzia ia;; su sull co cope perc rchi hiet etto to d' d'ot otton tonee è raffi raffigu gura rate te il vill villag aggi gioo di Helligenblut e, nello sfondo, la vetta del Gross glockner; sul vaso una graziosa giovine ignuda, seduta ai margini di un laghetto e coi piedi nell'acqua, tiene in grembo un piccolo nido, nel quale svolazza un uccellino: un altro si posa sulla mano destra della fanciulla. Questa Pipa, invece, mostra una garitta: nel suo interno la senti nella sta abbracciando con molta passione un'amabile camerierina, proprio mentre sopravviene, accigliato, il burbero sergente. Su altri fornelli sono rappresentati i volti di personaggi famosi e di bel- le donne: piuttosto comuni le Pipe in auge durante la guerra 1914 18, coi ritratti - a colori od in nero - degli imperatori Guglielmo II Francesco Giuseppe o Carlo I d'Asburgo-Lorena, di re Ferdinando di Bulgaria e del Turco. Nella mia collezione esiste poi una strana Pipa, chis ch issà sà dov ovee fabb fabbri rica cata ta,, ch chee po port rtaa di dipi pint ntoo sul sul vaso vaso un so sold ldat atoo austriaco, ritto in piedi fra alberi frondosi; sul salivino, oltre alle soli so lite te fi figu gura razi zion onii di fuci fucili li in incr croc ocia iati, ti, de dell lloo za zain ino, o, de dell be berr rret etto to e dell'aquila bicipite, sono anche impressi quattro zoppicanti versi: "Questa Pipa dovrà servir / Qual ricordo in avvenir / Delle rabbie e d i spia spiazer zerii / Che provai coi bersaglieri".

Non si creda però che le Pipe di porcellana siano sempre del tipo germanico, con lunghi ed elaborati cannelli, di forme aggressive ed adatte alle allegre riunioni goliardiche, o di forma più tranquilla e fatte per il comodo riposo entro grandi poltrone, presso al boccale di  birra; e neppure del tipo tirolese, più corto, buone a chi piacciono (ma noi non siamo di quelli) per aggirarsi fumando fra monti, valli e fo fore rest ste: e: vi so sono no Pipe Pipe del del tu tutto tto dive divers rse, e, sp spro rovvi vvist stee di sali alivin vino fa fabb bbri rica cate te an anch chee da Ma Mani nifa fattu tture re fa famo mose se,, ad es esem empi pioo qu quel ella la di Sevres. Per dare almeno un'idea di queste porcellane dalla forma inusitata, ne descriveremo tre, che prediligiamo fra le l e altre.

 

La prima (è riprodotta in questa stessa pagina) ha bocchino e ca nnello

piuttosto piutto sto cor corti ti (ci (circa rca ven ventid tidue ue centim centimetri etri com comple plessi ssivam vament ente) e) in corno nero e bruno sfaccettato, cui si interpone un pezzo di radice lucida, ricca di piacevoli bitorzoli sparsi qua e là; il vaso, di color verdastro, potrebbe rappresentare un tronco d'albero (ma non è

cerrilievo: to), suuna l qbionda uale sfanciulla ono appinoglungo gi giaate abbigliamento due grazioseceleste figurin ri ne in con piccole guarnizioni dorate, ed un giovine con calze gialle, giubbetto rosso e sciarpa verde, che le trattiene la manina fra le dita, cingendola ai fianchi con l'altro braccio. Sul cop opeerc rchhiet etto to mo mobbile, le, di meta metall lloo e porc rcel ella lanna, è raff ffig igu ura rato to a pi pien enoo ri rili liev evoo il bu bust stoo di un ge gent ntil iluo uomo mo in pa parr rruc ucca ca bianc bianca, a, circondato da una corona di fiorellini rossi ed azzurri, sparsi fra il verde delle foglie. Potrebbe essere una ceramica della fine del Settecento, o del principio dell'Ottocento, ma - al solito - è quasi impossibile edissi origine. L a sec econ onda dastabilirne Pip ipaa è epoca sem empl plic icis sima ma:: un va vaso so alt alto e stretto in porcellana bianca, con sezione ad esagono, collegato da una voluta dello stesso materiale a quel prolungamento inferiore del fornello cui si innes nesta il can annnello ello di ma mara rasc sca; a; sul va vasso sono so no dipi dipint ntii fi fiori ori,, fr frut utta ta e fo fogl glie ie,, di co colo lorr oro, rosso ed azzurro; al fondo del focolaio un ramo verde di quercia ed una ghianda. Assai originale il vaso della terza Pipa, che è formato da due volti d'uomo, posti circa ad angolo retto fra di loro, l'un 'uno a costit tituire il forn ornello vero e pro roppri rio, o, l'l'al altr troo la sua pa part rtee inf nfer eriior ore: e: il primo è un viso di fattezze orientali li,, da daii cupi oc occchi e dai ne neri ri ba baff ffii spi piooventi ve nti,, inc incorni ornicia ciato to da un amp ampio io tur turban bante te  bianco a strisce rosse e azzurre; il secondo è di persona più anziana, con barba e capelli brizzolati, occhi celesti, e porta una mascheri rinna nera rialzata sulla fronte. Di ottima esecu-

 

zione, di colori vivaci, non è improbabile che questo esemplare provenga dalle Manifatture di Sèvres. Porremo anche fra le porcellane (per quanto si tratti piuttosto di terra smaltata) smaltata) quelle curios curiosee Pipe olandes olandesii di un bianco giallo giallognolo gnolo uniforme, che - dopo alquante fumate - fanno apparire sul vaso figure varie; una ne possiedo (e l'ho ora fra i denti), diritta e con bocchino d'ebanite, sul cui fornello si disegnò a poco a poco un mulino a vento di color bianco candido: fa spicco sul lo sfondo annerito da macchie brunastre irregolari, simili a nuvole cumuliformi. Altr tree Pipe, dello stesso tip tipo e della medesima pro rovvenienza (ma in cui non compaiono figure con l'uso), hanno il vaso a doppia parete: te: un' n'iint nter erccap apeedi dine ne inte tern rnaa fu funz nziion onaa da buon isolante termico ed evita (in parte) te) scottat tature alle dita. Tutte qu queeste Pipe, oramai quasi introvabili da noi, si anneri ne risscon onoo più o men enoo be bene ne col tem empo po ed alalcune esalano un fumo di qualità discreta e tal talvo volt ltaa buon ona, a, cer erta tame mennte migl miglio io-re di quello prod odootto dalle vere e pro ro-prie porcellane. Rito Ri torn rniiamo amo ora ora all' all'u uso delle elle var ariie Pi Pipe pe di terra e di ceramica: è opportuno dir subito - a chi volesse servirsene - quale grande importanza abbia la deldella cannello di legno, soggetto diterra umidita e dipulizia prodotti condensazione del fumo:a iimpregnarsi piccoli vasi di porosa sono generalmente montati con una sottile cannuccia in ciliegio ed è allora meglio - dopo molte pipate - gettarla addirittura e sostituirla con una nuova. Quando si tratti di quegli interminabili e talvolta complessi cannelli in marasca, corno od altro, occorre procedere a più difficili operazioni: se è possibile scomporli nelle singole parti, queste deb bono essere accuratamente pulite ad una ad una; se invece la cannuccia è di un sol pezzo e lunghissima, sarà utile l'impiego di un filo di ferro o di rame, cui si unirà un grosso spago (a far da scovolino), passando e ripassando l'assieme nelNécondotto fumario, dopo aver tolto e nettato l'imboccatura di corno. si dimentichi di svuo-

 

tare spesso il salivino, lavandolo ogni tanto con alcool, e neppure di toglier le incrostazioni eccessive dall'interno del vaso. Ma tutti questi cons consigli igli sono probabi probabilmente lmente superfl superflui, ui, perc perché hé ben pochi riusciranno a fumare così a lungo una Pipa di porcellana, da render prima. necessarie pulizie tanto spinte: ne saranno disgustati assai Giunto alla fine di questo capitolo, sono preso da un amletico dubbio: come è mai possibile - mi dico - che migliaia di persone, in Austria e in Germania, fumino Pipe siffatte? Nessuno le obbliga a farlo, il che significa che ci provano gusto. E non potrebbe allora darsi che il torto sia mio e che il disprezzo per esse sia sorto in me da una insufficiente esperienza? Per quanto in età già avanzata, mi propongo dunque - se il Fato mi concederà ancora qualche anno di vita - di riprendere in mano una di queste Pipe e di costringermi a fuma fu marl rla, a, on onde de de deci cide dere re ci circ rcaa l'l'ob obie iett ttiv ivit itàà - o men meno - de dell llee mi miee critiche. Prego dunque il cortese Lettore di tenere lui pure in sospeso ogni suo giudizio, fino a che - dopo personale esperienza - sia riuscito a farsene una spassionata opinione.

 

PIPE ARIE E IN

LITE utte le Pipe di cui tratte-

remo oramai in qquasi uestosol-capitolo sono tant tantoo un rico ricord rdo, o, co conn l'ec l'ecce cezi zion onee di quelle in ciliegio o in panne chia di granturco e di poche altre - che chiameremo "miste" - in legnoo e in ma gn mate teri rial alii dive vers rsii, rive ivest stiiti di schiuma all'interno del fornello PIPE DI LEGNO DIFFERENTE DALLA RADICA

In passato, certamente già prima e 1690, si fumava in Germania entro Pipe che avevano un piccolo focolaio cavato dalla radice dell'olmo (Pipe di Ulm) Ul m):: alme almeno no così così risu risult ltaa da un un'e 'esp spos osiz izio io-ne, tenuta a Lipsia nel 1890, in occasione del secondo (?) centenario della Pipa, e lo riferisse Spire Blondel (evidentemente uno pseudonimo) nel prezioso  Le Livre des Fumeurs et des Priseurs (Parigi, 1891). Però altri autori più recenti ritengono che le Pipe di Ulm, dalla caratteristica forma e spesso con coperchietto formadidibosso, elmo,fortemente non fosserovenato, di radica d'olmo, bensì did'argento un certo alegno cui i fabbricanti di Pipe si approvvigionavano in Turchia e nei Balcani e che giungeva poi ad Ulm per via fluviale, lungo il Danubio Negli anni successivi, e sin quasi ad oggi, si fabbricarono Pipe con ogni sorta di legni, soprattutto ciliegio, bosso, pero, palissandro, e con radici diversissime.

 

Non vale qui la pena di intrattenersi a lungo sulle qualità pipiche delle varie specie di legni, perché il fumo del tabacco ardente nei loro fornelli è in genere mediocre, o decisamente sgradevole. Meno peggiori delle altre - e talvolta discrete - le Pipe di palissandro, ed essenze simili, di cui al giorno d'oggi è però diffìcile provvedersi e che ai loro tempi si vendevano con strani e romantici nomi (legno di rosa, di violetta, Vero Congo, ed altri). Spesso di linea semplice, ma oltremodo elegante, erano in genere completamente di legno, vale a dire che bocchino, cannello e focolaio costituivano un unico pezzo: occorreva dunque non stringerle troppo fra i denti, oppure rinforzarne rinfor zarne l'imboccatura avvolgendovi uno spago, ad evita re la foratura o lo spappolamento delle fibre legnose. Anche le Pipe di marasca, o ciliegio, incontrano il gusto di alcuni fumatori; di solito hanno vaso grande o grandissimo, talora addirittura gigantesco; possono avere focolaio, cannello e bocchino suddivisi in tre pezzi distinti (i primi due di ciliegio, il terzo di corn co rnoo o eb eban anit ite) e),, op oppu pure re so sono no ri ri-cavate da un unico pezzo dell' ell'aalb lbeero ro,, utili tilizz zzan and do un ramo più grosso per farne il vaso ed una sua biforcazione di minori dimensioni per il cannello; il bocchi hinno è di altro materiale. Quasi sempre la corteccia viene cte, onottenendo servata, inbellissimi tutto ocontrasti d in padi rcolore e di aspetto, che soddisfano l'occhio di chi ami la Natura. Le Pipe di ciliegio, fabbricate un po' dappertutto, sono per lo più lisce, ma ve ne è di scolpite ed anche di enormi: quella che ho in cima ad un armadio è alta una quarantina di centimetri (senza cannello) e mostra quattro volti diabolici, di cui uno con copricapo, nonché due uccellini cinguettanti fra tronchi e rami. Le scolpite Possono avere le più diverse origini, dal Veneto alla Russia. Ricordo che mio nonno possedeva - appese al muro della sala da pranzo - tre grosse Pipe russe di marasca, il cui vaso rappresentava bar-

 

 buti visi visi sogg sogghign hignanti, anti, co conn occhi d dii maioli maiolica ca bian bianca ca e pupille pupille nere nere:: a me, bimbo, incutevano altissimo rispetto, non disgiunto però da un'inesp un'i nesplicabi licabile le attr attrazion azione; e; il cann cannello, ello, pure di cilie ciliegio, gio, era lungo oltre un metro. Quando ero a cena dai nonni, al primo piano di unaa vec un ecch chiia ca casa sa in Mo Monnte Napoleone, le guardavo sempre di sottecchi e, qualche volta, osavo anchee to ch tocc ccar arle le.. Cr Cred edoo di po posssedere ancora, nascosta chis ch issà sà do dove ve ed intr introv ovab abil ile, e, una delle tre teste: che fine avranno fatto le altre? Numerose sono, nella mia collezione, le Pipe sc scolp olpit itee in legn legnii di dive vers rsii da dallla ra rad dica ca;; non ted tedier eròò cer er-to il Le Lett ttor oree de desc scri rive vend ndol olee tutte, ma ne citerò solo tre, particolarmente curiose. Una è interamente di  bossoo (la si ammi  boss ammira ra nella pagi pa gina na a fian fianco co), ), lu lung ngaa una una trenti tinna di centimetr trii, ed ha form formaa tiro tirole lese se (a (all llaa lonlontana tana), ), con bocc occhi hinno ric ricur ur-vo in corno. Il cannello è lavorato con grande e porta sculture pieno rilievo, trafori e figurazioni varie:finezza vi compaiono fra l'altroa cinque putti, altrettante colonnine da balaustrata, volti di fanciulli ed ornamenti diversi. Sul vaso una dozzina di persone in bassorilievo, con scene di caccia e della vita di pace e di guerra, oltre ad un cervo e ad un cavallo col cavaliere. Sul coperchietto sono scolpite le statuine di tre persone e di due cani e ai loro piedi - fra l'erba - lucertole, mosche, coleotteri. È una Pipa davvero assai bella, probabilmente austriaca e della prima metà dell'Ottocento; l'interno del coperchietto è rivestito da un foglio circolare di mica. La seconda è un grosso fornello, di circa cm 9x15x30, intagliato a raffigurare il volto di un diavolo barbuto, dai denti aguzzi e

 

dalla lingua protesa fuor dalla bocca: l'estremità della lingua è foggiata a forma di altro viso satanico, esso pure con occhi di ceramica bianca; il capo del diavolo maggiore porta scolpite sul retro le fattezze pensose del dottor Faust. La terza Pipa infine, ricavata da un'ignota radice, ha l'aspetto di un drago serpentiforme, con fauci spalancate: un tubo assai sottile mette in comunicazione il fornello con la bocca del mostro e permette, quando si insuffli leggermente il fumo, di farlo uscire dalla gola del rettile, spaventando femminucce e maschietti (ed anche adulti impressionabili). Abbiamo naturalmente citato solo alcuni dei legni con cui si fanno - o si son fatte - Pipe; noi stessi ne possediamo e ne abbiamo fumate di altre e diverse specie: esempio in Thuya. legno di gelsomino ricoperto di sughero,ade in radica di Rientrano nella categoria dei legni anche le Pipe in pannocchia di granturco (corncob Pipe), e ve ne sono di varia sorta: grezze, semigrezze e infine di levigate e lucide; sembra che le prime siano state prodotte su scala industriale nel Missouri, verso il 1872 (e che le abbia inventate il fattore John Scharnke di Warren County nel 1869); in uso ancor oggi, hanno generalmente cannello di legno (bambù od altro) e bocchino in ebanite; alcune poche sono rivestitePipa di metallo o di cuoio. Una bellissima in pannocchia di granoturco, della fine del 1800 e proveniente dal Tennessee, mi fu donata nel giugno del 1974 da una graziosa americanina di quella zona, che - oltre ad essere simpatica e di gradevolissimo aspetto - ha anche il pregio di occuparsi (e assai bene) di Tardigradi, presso l'Università del Tennessee, dove essa insegna: il nome della gentile donatrice (desidero ne resti traccia) è Diane Roddy Nelson. Come Co me de deve ve comp compor orta tars rsii un fu fuma mato tore re in questa selva di Pipe, fabbricate con legni che non siano la classica radice dell'erica? Se la do-

 

manda fosse posta a me, sarei incline a rispondere: "Amico, rimani fedele alla radica". D'altra parte è possibilissimo che non tutti abbiano i miei gusti, né la pensino a mio modo; consiglierò allora al Lettore, se proprio vuol tentar l'avventura, che vinca lo sconsiderato desiderio di esperimento su ogni tipo di legno e che si limi limiti ti a tre tre so soli li:: ma mara rasc scaa (o (oss ssia ia cili cilieg egio io), ), pa pann nnoc occh chia ia di granturco e palissandro. Le Pipe di marasca hanno un raro pregio: quello di conservare, quando riposte, il delicato aroma del loro legno odoroso. La qual qu alit itàà de dell fu fumo mo è va vari riam amen ente te gi giud udic icata ata:: chi chi l'a l'app ppre rezz zza, a, ch chii invece - come lo scrivente - la considera piuttosto mediocre. Lo st stes esso so pu puòò di dirs rsii pe perr le pa pann nnoc occh chie ie di gr gran antu turc rco: o: es esse se ha hann nnoo sostenitori entusiasti, che ne vantano la soavità delle esalazioni, mentre altri - ed io con loro - le trovano eccessivamente dolciastre ed insipide (e non hanno lunga durata). In quanto alle Pipe di pa pali liss ssan andr droo e perché di le legn gniili fumo an anal alog oghi hi,, le ho ingusto clus usee molto fr fraa i diverso ti tipi pi da sperimentarsi, prodotto è diincl da quello che si origina nelle radiche e può forse piacere ad alcuni: personalmente lo trovo troppo aspro, del tutto privo dei sottili e delicatissimi aromi che solo una vecchia radica può render manifesti e che sono tanto piacevoli per chi se n'intenda.  

PIPE METALLICHE Occupiamoci ora delle Pipe in metallo, che non oseremmo certo consigliare ad alcuno, ma che tuttavia si adoperarono in passato. Du-

rante guerra erano diffuse in Germania le Pipela in ferrodei ed Trent'anni in piombo:(1618-1648) di queste ultime, con cannello assai corto, se ne potevano vedere parecchie nelle collezioni di oggetti antichi presso l'Università di Tubingen, alla fine del secolo scorso; non sappiamo se vi siano tuttora conservate. Anche in tempi più recenti si fabbricarono Pipe con fornello metallico; ne possediamo alcune di provenienza varia - piccole, medie o grandissime - con fornello più o meno elaborato, in argento, in ottone, in ferro, di epoche non ben precisabili, ma comprese fra la metà del '700 e la metà dell'800. Del resto sin forse all'ultima guerra si fumavano ancora nella valle del fiume Brenta, e nelle regioni vicine, delle piccole Pipe con

 

PIPE MISTE

Si apre ora davanti a noi un campo sconfinato: quello delle Pipe composte da materiali diversi fra loro e che noi - per distinguerle dalle altre - abbiamo denominato "Pipe miste". Daremo soltanto una sbirciatina sbirciatina a queste innume innumerevoli revoli variazioni sullo stesso tema, perché sarebbe troppo lungo e noioso - e probabilmente impossi bilee - des  bil descri criverl verlee tu tutte. tte.

can anne nell lloo di le legn gnoo e min minus usco colo lo forn ornel ello lo in ferro erro,, chi chius usoo da un coperchietto conico: quella che abbiamo in collezione fu acquistata appunto a Borgo in Val Sugana. Delle Pipe di Appenzell faremo cenno più avanti, trattando delle Pipe "miste". Non merita di soffermarsi più a lungo su Pipe di tal fatta, ostiche al fumatore e peggiori ancora (il che è tutto dire) delle Pipe in porcellana sottile, col fornello anche internamente smaltato.

 

Inizieremo dalle Pipe il cui fornello è rivestito internamente da schiuma, e che sono ancora prodotte da molti fabbricanti, in Italia e fuori. Le più diffuse hanno l'aspetto esterno di normali Pipe di radica, lisce o scolpite, e se ne distinguono solo perché - da nuove - l'internousate del focolaio mostra candoreeddel vasooggi di schiuma. Ne abbiamo alcune per lungoil tempo anche ci capita talvolta di metterne una fra i denti; il loro fumo, pur rassomigliando un poco a quello prodotto dalle Pipe di schiuma, ha un aroma diverso, forse dovuto al contatto con la radica del cannello: però non ne si siam amoo en entu tusi sias asti ti e pref prefer eria iamo mo,, se pr prop opri rioo ab abbi biam am vo vogl glia ia di schiume, adoperar Pipe che siano davvero e interamente tali, di dentro e di fuori; non sono certo peggiori ed avremo almeno il piacere di vederle annerire pian piano. Sempre fra le Pipe di questo tipo merita di essere citata la Calabash, o "Calebassa", composta da una sorta di zucca esotica, ricurva a forma di penetra trombetta corno da caccia: nel suo estremo più largo per oundipiccolo tratto un vaso di schiuma, tenuto ben fìsso da una guarnizione di sughero, mentre l'altro estremo porta un bocchino. Il corpo cavo della zucca viene così a costituire un'ampia camera, compresa tra vaso e  bocchin  bocc hino, o, entro entro cui il ffumo umo si espande e si raffredda, come accade nelle Pipe di schiuma o di Capita tano no Wa Warr rran antt radica del modello  Capi (o, forse, Warrern?). Queste Calabash hanno, in genere, dimensioni grandi o molto grandi e sono perciò da usarsi in casa, non fuori; nel gusto ricordano le schiume, ma se ne discostano per sotti sot tilili diff differe erenze nze,, che che è be benn diffi diffici cile le sp spie iega gare re a paro parole le:: no nonn sono sono sgradevoli, per chi ami il fumo piuttosto fresco. Si ricordi poi sempre di curare la pulizia interna della zucca: al fondo di essa si raccoglie infatti una densa poltiglia, composta dalla condensa dei vapori, da frammenti di tabacco e da cenere. Sembra che le Calabash

 

siano entrate nell'uso durante la guerra anglo-boera: certo si è che - almeno sino a tempi recenti - le zucche adatte a fabbricarle (zucche-cetriolo) venivano importate dall'Africa del Sud. Accenneremo appena a quelle Pipe che hanno il vaso interno di schiuma e sono ricoperte con materiali diversi: così ne abbiamo viste alcune rivestite di sughero, altre di pelli variate e di cuoio, altre ancora di paglia, d'ambra, di corno, d'onice, e chi più ne ha più ne metta. Fra le Pipe miste dovrebbero - a rigor di termini - rientrare anche quelle con testa di radica e cannello di materiale diverso: ma sarebbe forse uno spinger troppo oltre le sottigl sot tigliez iezze ze dell dellaa classif classificaz icazione ione;; com comunqu unquee fan fanno no par parte te di questa categoria molte Pipe tirolesi (medie, grandi e grandiss di ssime ime),), le no norve rveges gesii ri ricu curve rve ed alt altre re an ancor cora, a, ch chee ha hann nnoo vaso di radica, liscio o scolpito, e cannello tutto o parzialmente ciliegio, in corno, via. Non vogl vo glia iamo mo pe perrin ce cert rtoo so sost sten ener eree ae così spad spada a tr trat at-ta un sif iffa fatt ttoo pu punt ntoo di vi vist sta: a: si ar arri risc schi hieerebb bbee al allo lorra di cata ataloga gare re fr fraa le Pipe mimiste perfino quelle classiche di radica, poichéé ha ch hann nnoo il bo bocc cchi hino no d' d'eb eban anit ite, e, o d' d'al altr tro, o, ma purr se pu semp mpre re di ma mate teri rial alee di dive vers rso! o! E ciò ciò sa sare rebb be ass assurd urdoo (me (mentre ntre qual qualche che dub dubbio bio sus sussis siste te per la cla lass ssif ific icaz aziion onee de dell llee rad adic iche he con ca cannnelli metallici). Sono So no in inve vece ce si sicu cura rame ment ntee "m "mis iste te"" tu tutt ttee le Pi Pi-pe in cui l'interno del vaso è costituito da materi te rial alee di dive vers rsoo dall' all'es este tern rno: o: fra qu ques este te era erano una volta abbastanza diffuse le Pipe in corno di cervo, col fornello internamente meta me tall lliico co;; pe pess ssiime e so sogg ggeette tte a fes es-surarsi per effetto del calore trasme messso, ma talv talvol oltta ass assai be bell lle: e: ne abbiamo alcune con finissime incisioni a bassorilievo sul corno, raffiguranti alberi con tronchi, rami e fogliame ed arricchite da intarsi in avorio (scene di caccia al cinghiale, cani e cacciatori in costume, cervi e così via; raramente donne sprovviste di veli, Veneri ed amorini). Alcune, del medesimo tipo, erano invece più semplici, parzialmente o per intero ricavate

 

dalle corna grezze del cervo, con le sue caratteristiche rugosità. Anche di corna e zampe di camoscio o di capriolo si fecero Pipe. Le Pipe miste giunsero in qualche caso ad un'estrema comples complessità, sità, come in un esemplare, lungo una quarantina di centimetri e che sto ora guardando (la si mostra qui sopra). Al bocchino ricurvo di corno segue il cannello in ebano, variamente ornato e scolpito, in parte, a tortiglione; verso la metà del cannello è interposta una statuina in avorio di donna dal petto scoperto, ma col rimanente del corpo avvolto in un'ampia tunica, ricca di pieghe. Il vaso, in legno di bosso, ra rapp dall'elmo ppre rese sent nta metallico, a un volt volto con o ba barb goletta, rbut utoo di celata guer guerri e rier visiera; ero; o; il tre ca capo po partiè dell'elmo rico ricope pert rtoo son mobili e possono ruotare intorno a due perni: servono da co-

 

perchietti parziali o totali alla Pipa e coprono anche - volendolo il viso del guerriero. Anche le Pipe svizzere del Canton d'Appenzell, per essere costituite da materiali diversi e malgrado ne sia metallico l'interno del focolaio, debbono esseredicatalogate frainlecolore miste.nerissimo: Si tratta diesse Pipe,pordiritte o ricurve, in legno pero tinto tano molte decorazioni, d'argento o di metalli più vili, sul vaso e sul cannello; ad esempio: stelle, coppe, campane, corone, stendardi, raffigurazioni di bovini. Il bocchino è di corno, e sono sempre presenti catenelle, coperchietti, salivini (assai spesso non smontabili ed apposti soltanto per motivi di estetica). Poiché l'Appenzell è regione piovosissima, gli abitanti di questo Cantone sono soliti di fumare la Pipa alla rovescia, col fgi oùrn: ellionf to i caop ll'ienr-giù nfat atti ti raivnoclhe ope chietti offrirebbero insufficiente protezione contro le piogge torrenziali, capaci di spegnere i tabacchi più ardenti. Può forse considerarsi mista (maa il Buz (m uzzzati diss sseent nte) e) una mia grande Pipa di schiuma, il cui vaso è scolpito a volto di donna: pare provenga dalla Casa di Sassoni nia. a. Il fo foco colai laioo po porta rta su supe peri riorm ormen ente te un unaa spes spessa sa ghie ghiera ra d'a d'arge rgento nto con minuscolo coperchietto, traforato, ed la una gros-è sa struttura - pure in argentoartisticamente ed assai decorata - entro quale racchiuso un carillon: quando si sposti una minuscola levetta, la Pipa diffonde soavissime musiche, che rendono ancora più dolce il piacere del fumo. Purtroppo il meccanismo si è ora guastato e di quei delicati concenti non rimane che il ricordo nostalgico: né la Pipa può oggi chiamarsi "mista", poiché fornisce soltanto fumo e non, ad esso riuniti, suoni armoniosi. PIPE INSOLITE

Fra queste veeci neper sono assolutamente infumabili: le poche passat passateci le alcune mani, ma riteniamo per certo che ne ne citeremo esistano di altri tipi, a noi ignoti. Appartengono a tale categoria le

 

Pipe in avorio, in vetro, in corno di animali vari, senza rivestimento interno del fornello: sono dunque Pipe destinate a incrinarsi, a spezzarsi ed anche a bruciarsi per il calore sviluppato dal tabacco in combustione. proNpornio percchoémpresnediamnoe fabbricassero: forse soltant tantoo per per orna orname ment ntoo de dell llee ca casse, come certi magnifici frutti di vetro o di ceramica che, posti sopra una tavola approntata per la cena, possono piacevolmente abbelli lirrla, ma non sono di certo man angi giab abil ili.i. D'al D'altr traa par arte te - sia sia de dett ttoo pe perr inc nciiso - noi apprezziamo assai le Pipe e le figurazioni di Pipe usate per scopi ornamentali e le vorremmo anzi più diffuse di oggi: ad esempio su vesti di giovani signore ed anche - perché no? - sulla loro  bianch  bia ncheria eria int intima. ima. Ma non divaghiamo: altre Pipe curiose sono le "multiple", che possono essere contemporaneamente fumate da varie persone. Ve ne sono di fogge diverse, ma unico è il principio del loro funzionamento: si tratta di un fornello, generalmente di grandi dimensioni e ricavato da schiuma o da radica, che può essere posto in comunicazione con uno o più bocchini, quanti cioè sono i fumatori. Vari sono i dispositivi per ottenere lo scopo: ad esempio una Pipa della mia collezione ha il focolaio scavato in un grosso blocco di radica appiattito ed a contorno molto irregolarmente tondeggiante (diametro circa cm 15-18, altezza cm 7); il blocco è delimitato sopra e sotto da due superfici piane; quella inferiore serve da appoggio ed è ricoperta da un panno, mentre quella superiore - in cui si apre il fornello - è ben levigata e lucida; sui fianchi la radica è invece nel suo stato naturale e mostra un bellissimo assieme di noduli, bitorzoli e rugosità. Dal fondo del focolaio si dipartono quattro canaletti, scavati nel legno, in comunicazione con altrettanti fori, che si aprono sul fianco del blocco a circa 90 gradi l'uno dall'altro (sono cioè disposti in croce, ossia su due rette fra di loro perpendicolari). I quattro fori sono chiusi da quattro piccoli tappi di sughero a perfetta tenuta; si tolgono poi tanti tappi quanti sono i fu-

 

matori, lasciando gli altri, e nei fori liberi si introduce l'estremità conica (in ebanite) di un tubo flessibile, terminato da un bocchino. È chiaro che se il fumatore è uno solo, si utilizzerà un solo foro e gli altri tre saranno otturati dai tappi, mentre se la Pipa è usata da quattro persone esservi alcundel tappo ed alailoro posto si avranno quattro non tubi dovrà flessibili. L'unione focolaio singoli tubi può naturalmente avvenire in modo diverso da quello ora indicato: ad esempio vi sono grandi vasi di schiuma scolpita, cui si innesta un pezzo di raccordo (in avorio, corno od ebanite), munito di varie bocchette per infilarvi i tubi flessibili; le bocchette portano poi dispositivi vari di chiusura. Pipe di tal fatta sono molto gradevoli: come nelle arduee sc du scal alat atee su suii mont montii i comp compag agni ni af affr fron onta tano no as assi siem emee ogni og ni ri risc schi hio, o, unit unitii da dallllaa co cord rdaa co comu mune ne,, così così nell nellee riuriunioni serali la Pipa multipla affratella gli amici attorno al comu comune ne for orne nell lloo e li fa tu tutt ttii pa part rteecipi cipi dell delloo st stes esso so sereno piacere. Nellllaa ca Ne cate tego gori riaa de dellllee Pi Pipe pe in inso solilite te do dovr vreb ebbe bero ro tr troovarr po va post stoo an ancche qu quel elle le co conn presa resa d' d'ar ariia suppl upplem emen en-ta tare re,, co conn dis dispos positi itivi vi va vari ri di ra raff ffre redd ddame ament nto, o, con focofocola laii o ca cann nnel elli li mult multip ipli li,, a si siga garo ro,, e co così sì via: via: ma ne ab ab- biamo  bia mo già scritto, scritto, trattan trattando do del delle le radi radiche che e dei ges gessi. si. Diremo invece poche parole su due altre Pipe curiose, non avendone sinora discorso. Una di queste, che ho acquistato circa tren entt'an 'anni or sono no,, fu certo inv nveenta tata ta da un fumatore maniaco della pulizia ed è di radica; si tratta di una Pipa diri ritt tta, a, comp mple leta tame mennte sezion zionat ataa in due metà, una destra ed una sinistra, secondo un piano sagittale mediale. Le du duee pa parrti son onoo tenu tenute te unite fra di loro da tre anelli metallici (ghiere), aventi diverso diametro: il più grande si adatta all'estremo superi pe rior oree de dell va vaso so,, quel quello lo med edio io alla alla sua base ed il mi mino nore re di tu tutt ttii all' all'es estr trem emit itàà de dell ca cannnell ne llo, o, in cu cuii è in infi fila lato to il bo bocc cchi hinno d'eba 'ebani nite te.. Quan Qu ando do si to tolg lgon onoo gli gli an anel ellili,, la Pi Pipa pa si ap apre re nelle sue due metà simmetriche, ciascuna

 

delle quali contiene mezzo focolaio e mezzo cannello, allo scopo di cons co nsen enti tire re un unaa co comp mple leta ta pu pulilizia zia.. Na Natur turalm almen ente te la tenu tenuta ta non non è perfetta e di conseguenza il tiraggio è insoddisfacente; se ciò non  bastass  bas tasse, e, dal fon fondo do del del vaso vaso e da dall can cannell nello, o, lu lungo ngo la lin linea ea di cconta ontatto tto delle due metà della Pipa, trasudano ad ogni fumata - dopo un certo periodo di uso - umori vischiosi e puzzolenti. L'altra è una Pipa, fabbricata negli Stati Uniti d'America prima dell'ultima guerra: diritta e corta, di forma altamente aerodinamica e con presa d'aria supplementare, ha il cannello che si origina nella parte superiore del focolaio anziché - come di solito - nell'inferiore; ne deriva dunque che il vaso della Pipa si trova tutto al disotto. Nell'opuscolo che accompagna lo strumento era spiegato fra l'altro come la linea aerodinamica permettesse allo sportivo di raggiungere velocità più elevate, in motociclo o in vetture scoperte, rispetto alle Pipe normali: queste offrono infatti una maggiore resistenza all'aria dura du rant ntee il mo movi vime ment nto. o. A nost nostro ro pa pare rere re il fu fumo mo risu risult ltav avaa così così sgra sg rade devo vole le,, vu vuoi oi per per l'l'in insu suff ffic icie ient ntee ti tira ragg ggio io,, vu vuoi oi pe perr la su suaa mescolanza con l'aria della presa supplementare, che il guidatore era costretto non solo a diminuire la velocità del veicolo, ma a fermarlo addirittura, allo scopo di riporre (o di gettare) la Pipa.

 

COME ADOPERARE   argomento di questo capitolo offre tali difficoltà ed è di così vitale importanza, che quasi mi manca l'ardire per affrontarlo: e solo mi sprona all'aspro cimento il ricordo della rampogna di Virgilio a Dante, nel secondo canto dell'Inferno: "Dunque che è? Perché, perché ristai? /Perché  tanta viltà nel core allette? /Perché ardire e franchezza non hai?".

Coraggio, dunque, e diasi inizio all'opera.

IL RIEMPIMENTO DELLA PIPA   La prim primaa e fondamen fondamentale tale regola è di   colmare il vaso della Pipa per pizzichi successivi di tabacco, premendolo a mano a mano con forza sempre maggiore: ossia il primo pizzico deve essere soltanto posato sul fondo del fornello, il secondo leggermente compresso, il terzo un pochino di più e così via sino all'ultimo, che verrà a colmare il focolaio e che dovrà essere premuto ben bene, al centro e tutto attorno. Ritengo molto opportuno, per ovvie ragioni, di esercitare  

una pressione maggiore in corrispondenza del foro di sbocco del cannello nel focolaio, vale a dire sulla superficie del tabacco più vicina al vo volt ltoo de dell fu fuma mato tore re,, ed un unaa pres pressi sion onee mi mino nore re de dell lato lato opposto. Non si dimentichi poi che il grado di compressione deve essere in rapporto col grado di umidità del tabacco: se questo è molto sec-

 

co, sarà necessario premerlo fortemente, se invece è umido basterà una compressione leggera, ad evitare un tiraggio difficoltoso ed una combustione imperfetta. Con tabacchi assai secchi, come spesso sono i nostrani di minor costo (adsiano esempio quelliparte di "prima" e di "seconda"), accadere che essi in buona quasi ridotti in polvere;può è allora consigliabile di caricare la Pipa con un semplice accorgimento: introdurre cioè per primi e sul fondo i frammenti più grossi, facendo poi seguire i minori ed infine la polvere. Non sarà certo una fumata ideale: ma si impedirà pur sempre che la Pipa abbia ad intasarsi, come accadrebbe inevitabilmente se la polvere ed i pezzetti più piccoli di tabacco entrassero nel cannello, o ne ostruissero lo sbocco verso il focolaio. Nel capitolo "Pipe di radica", a pagina 23, abbiamo già parlato della carta velina appallottolata, che può essere posta con successo nel fondo del focolaio e che funziona daaltre filtro:parole non spenderemo perciò sull'argomento. Si ricordi infine che certi tabacchi molto compressi (per esempio quelli del tipo flake, Navy cut e simili) debbono essere resi più soffici, prima di essere introdotti nel fornello della Pipa. Il procedimento è assai semplice: basta porre un pizzico di tabacco nel palmo della mano sinistra distesa, sovrapponendovi poi il palmo della mano destra aperta e iniziando con questa un leggero moto di rotazione; durante il movimento si dovrà anche premere con molta delicatezza il tabacco, che in  brevi  bre vi is istanti tanti ssii scinder scinderàà nei suoi singoli filamenti, divenendo così adatto ad una  buonaa com  buon combusti bustione. one.

 

Prima di accendere la Pipa non si dimentichi mai di controllare, con qualche aspirazione, che il tiraggio sia perfetto: quando si abbiano dei dubbi, meglio svuotare del tutto il fornello e riempirlo nuovamente, dopo di aver soffiato nel bocchino. l'accensione

Ora il fornello è colmo del ta baccoo pre  bacc prescel scelto; to; lo si co compri mpri-ma ancora leggermente col dito po poll llic ice, e, oppu oppure re co coll ll'i'ind ndic ice: e: è qu ques esti tioone assai controversa quale dei due sia pre refe feri ribi bile le usare sare,, ma noi - a secon conda delell'es l'estr troo - ad adop oper eria iamo mo or oraa l'un l'uno, o, or oraa l'al l'altr tro. o. Ci sem embbra pe perrò di gr gran ande de imp mpor orta tannza di non accendere immediatamente la Pipa, ma di gode oderne rne per alqu alquaant ntoo tem empo po il so sollo co conntatto, accarezzandone le armoniose rotondità; chi scrive è del parere che le Pipe di radica, e particolarmente le lisce, siano le più atte a fornire piacevoli sensazioni in questa fase preliminare. Non si trascuri poi di apprezzare, come si conviene, il gradevole effetto sul polpastrello del dito (o delle dita) nel dare le ultime, lievissime toccatine alla superficie del tabacco che riposa nell fo ne forn rnel ello lo.. Si pe pers rsua uada da il co cort rtes esee Le Lett ttor ore: e: no nonn so sonno, qu ques este te,, trascurabili inezie o futili considerazioni; chi voglia veramente trarre dalla Pipa l'infinita gamma deve di piaceri che essalepuò darciineogni che il profano neppure immagina assaporarne delizie più sottile sfumatura. Arte difficile, lo so, di cui nessuno può divenire interamente padrone, come accade per tutte le cose fuor dal comune; ma anche arte che ricompensa generosa i suoi adepti, perché ogni giorno aggiunge nuove esperienze e prodiga nuove gioie: tanto che essa è insieme scienza e poesia, larga di doni all'intelletto ed ai sensi. Ma ri rito torn rnia iamo mo alla alla Pi Pipa pa,, ch chee stav stavam amoo ac acce cend nden endo do.. Occo Occorr rre, e, naturalmente, una fiamma: ma quale? La migliore è prodotta da legni leg ni res resino inosi si di Conife Conifere re alp alpine ine.. Ric Ricord ordoo anc ancora ora l'inde l'indesc scrivi rivibil bilee aroma di una pipata sui monti dell' ll'alta Val di Su Sussa, più di cinquant'anni or sono: il focolaio conteneva ottime spuntature di toscano e la Pipadi radica, grossa e ricurva, era stata accesa con un

ramoscello di

 

Larix decidua , racc raccolto olto oltre i duem duemila ila metri di altitudine altitudine,, pres presso so al

limite superiore della vegetazione forestale. Purtroppo, e particolarmente nelle città, è diffìcile procurarsi tal sorta di legni e sarà quindi opportuno l'impiego di quei mezzi più comodi, ma indubbiamente inferiori per quest'uso particolare, che la civil civiltà tà me mette tte a no nost stra ra di disp sposi osizi zion one: e: fiam fiammi mife feri ri ed acce accend ndin inii Quando possibile, si dia la preferenza ai fiammiferi di legno, del tipo così detto "svedese": si prestano però assai bene anche gli accendini a gas, specialmente quelli con fiamma regolabile; debbono invece essere inesorabilmente scartati i fiammiferi di cera (gli ignobili "cerini"), per il sapore disgustoso impartito al tabacco venendone casualmente a contatto, ed anche gli accendini a benzina, che alterano sempre un poco l'aroma del fumo. Possono invece essere usati i fiammiferi di legno con capocchia impregnata di zolfo ("da cucina" e simili, oggi del resto praticamente scomparsi), purché si abbia l'avvertenza d i po ardperriema pderi qui alchleasciatrelm accostarli al tabacco: altrimenti le acri esalazioni di anidride solforosa irriterebbero sgradevolmente naso e gola dell'incauto. Nel penultimo capitolo di questo libro ritorneremo, con maggiore ampiezza, sull'argomento "accensione". La fiamma deve sempre essere avvicinata alla zona centrale del tabacco contenuto nel fornello, mai lateralmente: durante l'accensione le boccate si susseguiranno rapide e profonde, e quando l'intera superficie arderà bene, si dovrà comprimerla lievemente con

 

l'l'ap appo posi sito to attr attrez ezzo zo.. In liline neaa ge gene nera rale le è as assa saii ra raro ro ch chee un unaa sola sola acce ac cens nsio ione ne po poss ssaa ba bast star are: e: qu quas asii se semp mpre re ne oc occo corr rreera rann nnoo du duee successive, talvolta anche tre; ma per ottenere piena soddisfazione da una fumata è assolutamente indispensabile che la Pipa arda in modo perfetto sin dall'inizio, ossia che l' intera superfìcie del tabacco bruci regolarmente e non mostri alcuna zona incombusta. LA PIPATA

Ci si raccolga un istante in silenzioso raccoglimento: stiamo per dare inizio ini zio a que quell' ll'ope operaz razion ionee fon fondam dament entale ale e com comple pless ssa, a, com compen pendi dioo d'ogni sapienza e frutto di lunghe esperienze, che tutta si riassume nella brevissima frase "fumare la Pipa". Ma prima di inoltrarci nel difficile cammino, è qui necessaria una digressione: i puristi della lingua italiana bollano a fuoco l'espres-

sione "fumare la Pipa", e la vorrebbero sostituita con "fumare a Pipa", o "nella Pipa", magari con la "P" minuscola, perché - dicono loro - ciò che si fuma è il contenuto e non il contenente. Desidero affermare una volta per tutte che i puristi sbagliano e sbagliano per ignoranza: non della lingua italiana, s'intende, bensì dei principi teorici della scienza pipica e delle sue applicazioni pratiche. Infatti

la

 

Pipa viene veramente "fumata", cioè prende parte essa stessa ad ogni pipata con la più intima essenza, variando la struttura dei suoi componenti (lignei o diversi), che si impregnano, si consumano, si incrostano ed incessantemente modificano la Pipa, portandola alle glorie di un invecchiamento perfetto. Chiarito dunque l'equivoco, possiamo chiudere la parentesi e riprendere il filo del discorso interrotto. Come dobbiamo fumare la Pipa? La regola è una sola, ma fondamentale: le boccate debbono essere piccole, anzi estremamente piccole, e intervallate da pause piuttosto lunghe. Enunciata in modo tanto semplice, la cosa sembra facile, anzi elementare: ed invece, o Lettore, non lo è affatto. Per quanto tutto il segreto per fumare bene la Pipa sia riassunto nelle poche parole "boccate assai piccole e molto intervallate" vedrai che ti occorreranno molti giorni, forse intere settimane, per avvicinarti alla perfezione. Qui, purtroppo, non possiamo esserti di aiuto e dovrai tuesperienza stesso perseverare, accrescendo ad ogni pipata la tua personale e ritraendone soddisfazioni sempre maggiori. Ma non lasciarti mai cogliere dallo scoraggiamento! Se ciò malauguratamente ti accadesse, guardati attorno, nelle vie e nelle case, nelle città e nelle campagne, e vedrai uomini di tutte le età con in bocca una Pipa: osservali bene e il loro sguardo vivo e brillante, il volto disteso e benevolo ti faranno persuaso che sono persone felici; hanno certo, essi pure, le loro contrarietà quotidiane, sanno virtùma della Pipa.serenamente affrontarle per Qualche suggerimento - oltre a quello fondamentale già dato - potrà forse aiutare chi si accinge alle prime pipate. - Il fumo della Pipa   no non n  de deve ve es esse sere re "res "respi pira ra-to"" (o "aspi to pirrato", come dicono altr trii); si evite te-ranno così quei gravissim simi danni alla salu lutte che molti attribuiscono alle sigarette. - Ri Rite teni niam amoo in inve vece ce cons consig iglia liabi bile le ch chee un unaa pa part rtee del del fu fumo mo ve veng ngaa espirata attraverso il naso, onde meglio apprezzare certi più sottili aromi del tabacco che triste. altrimenti passerebbero del tutto inosservati: e sarebbe cosa assai

 

-Il fumatore esperto sa mantenere la combustione del suo tabacco

in uno stato perfetto, che oserei chiamare "dormiente": sembra cioè che la Pipa stia sempre per spegnersi, ed invece non si spegne mai. Perr ott Pe tten ener eree qu ques esto to ri risu sult ltaato è ne nece cesssari aria un unaa parti artico cola lare re sensibilità, che si raggiunge soltanto dopo lunga pratica e che permette di alternare alle piccole inspirazioni delle leggerissime soffiatine entro il cannello, per riattivare - nel giusto momento - la combustione languente. -Quando la Pipa è fumata secondo le regole, dal suo fornello deve elevarsi soltanto un esilissimo filo di fumo e non in modo continuo, bensì ad intermittenza (in sincronismo con la fine di ogni inspirazione). -Si ricordi che il grado di compressione del tabacco è una delle condizioni più importanti affinché esso possa ardere regolarmente; durante la pipata sarà quindi necessario comprimere di tanto in tanto il contenuto del focolaio: esistono speciali piccoli attrezzi che permettono di compiere molto comodamente l'operazione. l 'operazione.

 

- Il tabacco sarà consumato per intero, riaccendendo la Pipa, se necessario: non se ne lascino residui (o, al più, soltanto minimi) alla fine della pipata. Qualche autore sostiene che la Pipa non dovrebbe mai spegnersi durante la fumata, ma ardere sino a che l'ultimo frammento di ta baccoo sia tra  bacc trasfor sformato mato iinn cene cenere. re. Ciò, Ciò, sec secondo ondo la la mia oopini pinione, one, è vvero ero soltanto per alcune qualità di tabacco, non certo per tutte; ve ne sono di quelle - pur ottime per altro verso - che si accendono e  bruciano  bruc iano ccon on di diffico fficoltà ltà (p (porto orto come solo esempio esempio le gustos gustosissi issime me

 

"spuntature di toscano"): è allora giocoforza rassegnarsi a replicati spegnimenti, specialmente quando si stia fumando la Pipa durante una animata discussione. Curiosoo il fatto che non poche specie di tabacchi (sul tipo dei caporal Curios francesi) richiedano tre accensioni successive nel corso di una pipata: una prima, iniziale; una seconda, quando quando il contenu contenuto to del fornello si è consumato per circa tre quarti; ed una ultima, per ardere il piccolo residuo, rimasto nel fondo. Ma questa constatazione è lungi dall'essere una regola generale: vi sono anche tabacchi che ardono tranqu tra nquill illam amen ente te ed in mo modo do comp complet leto, o, se senz nzaa alcun alcunaa nece necess ssità ità di riaccensione. Il neofita della Pipa comprenderà di essere passato dal ruolo di allievo a quello di maestro e di esperto quando gli verrà fatto di notare, con lieta sorpresa: -che, tenendo la Pipa fra i denti, gusterà con intensità ben maggiore dell so de solilito to ogn ognii aspe aspetto tto de della lla be belle llezz zza: a: mo mont nti,i, ma mare re,, ca camp mpagn agne, e, accordi musicali, dipinti, sculture, soavi forme di giovani donne ed altre cose che è inutile specificare in dettaglio; -che alla sera, anche dopo aver bruciato il tabacco di una ventina di Pipe nel corso della giornata, giornata, non prove proverà rà alcun bruci bruciore ore alla lingua o al palato. Non sappiamo purtroppo dirti altro, amico Lettore e caro Collega, sul come condurre a termine una pipata compiutamente perfetta, che ti lasci davvero soddisfatto e con l'unico desiderio di ricominciare; possiamoo soltan possiam soltanto to ripeterti ancora una volta che oramai tutto dipende dipende da te, dalla tua costanza, osiamo dire dalla tua fede: ardua è la meta da non certo inaccessibile. Pensa aipensa milioni persone cheraggiungersi, nella Pipa trovano consolazione e diletto; alledivolute di fumo fu mo so sorg rgen enti ti dall dallee Pi Pipe pe in og ogni ni pu punt ntoo dell dellaa Te Terr rra: a: es esse se po poii si raccolgono in una nuvola sola di smisurata grandezza, che si perde nel cielo, portando con sé e dissolvendo oltre la nostra Galassia, sin dove lo spazio si curva, le angosce degli uomini. di quale materia sarà la pipa prescelta?

Eccoci di fronte ad un argomento estremamente complesso, perché vi giocano fattori imponderabili, ed in primo luogo gusti e propensioni di cias ciascu cunnopinione, fu fuma mato tore re;che ; do dovr vròò quin quindi dituttavia limi limita tarm rmi i ad espo esporr e la mia mi personale suppongo condivisa darre molti. Pera comodità del Lettore elencherò, in ordine di importanza attuale

 

e con brevissime osservazioni, i materiali più comuni di cui son fatte le Pipe; dei principali (argille e terre, radica, schiuma ecc.) già si disse ampiamente in altri capitoli e sono quindi superflui lunghi discorsi: le poche note che seguono dovrebbero invece aiutare nelle sue scelte l'amante di nuove emozioni, ansioso di uscire dal solito campo delle radiche, per entrare in quello, generalmente poco noto, delle Pipe di materiale diverso. • RADICHE •

Chi avesse infine deciso di far parte del novero eletto dei fumatori di Pipa, dovrà senz'altro acquistarne per prima una di radica; considero infatti queste Pipe come indubbiamente le migliori, sia per gusto ed aroma del fumo, sia per la grande ro bustezza,  bust ezza, che le ren rende de prati praticiss cissime ime nell'uso di ogni giorno e di ogni ora.  • ARGILLE E TERRE (POROSE) •

Riunis Riu iscco sot otto to ques questo to ti tito tollo le Pipe di var ariio colo co lore re,, mo mode dell llaate in te terr rree di dive vers rsee e no nonn rico rico-perte da smalto; così, ad esempio, fanno parte de dell dette gr grup uppo po"gesso"), le Pi Pipe pequelle di arg rgil la bian birossa anca ca o(v (vol olga garrmente di diilla terra nera, prodotte in molti Paesi d'Europa e dell'Oriente, quelle in cui due o più colori si intrecciano a dare gradevoli sfumature (tali le Pipe di Chemnitz), ed altre della medesima sorta. Le mi migl glio iori ri - a mi mioo pe pers rson onal alee pa pare rere re - so sono no qu quel elle le di arg rgil illa la  bianca,  bian ca, fabb fabbricate ricate in Oland Olandaa od in Francia; Francia; ne abbiamo abbiamo già lunga lunga-mente parlato, ma vorrei ora aggiungere che almeno una di esse non dovrebbe mancare nella dimora dell'esperto fumatore di Pipa: che, se ci prenderà gusto, potrà poi via via acquistarne delle altre, e per il suo piacere e in sostituzione delle molte spezzate a causa dell'estrema fragilità. Certamente chi abbia sortito da Natura temperamento avventuroso

vorrà provare anche le Pipe di terra colorata: ve ne sono di più e meno gradevoli, difficilmente di ottime; un giudizio a parte meritano le curiose Pipe di Chemnitz: da oltre cinquant'anni ne  

vado fumando un paio, a grandi intervalli di tempo, ma non so ancora che dirne. • SCHIUME • Godettero di grande fama soprattutto in passato e credo anche di averne compreso il perché; le Pipe di schiuma hanno infatti il pregi gioo di rend render eree il fu fumo mo as assa saii dolc dolcee e no note tevo volm lmen ente te fr fres esco co,, at atte te-nuando quindi l'asprezza dei più volgari tabacchi; nella seconda metà del secolo scorso e al principio di questo, allorché erano in voga le schiume, si riempiva di solito la Pipa con tabacchi robusti enon molto mol to aro aromat matic icii (mio (mio nonno, nonno, ad ese esempi mpio, o, con consum sumava ava soltan soltanto to il tabacco "forte" o "del Moro"), e la schi hiu uma con onttri ribbui uiva va non poc poco a ra radddolcirne le esalazioni. Oggi sono invece di moda tabacchi assai raffinati, in elaborate miscele: per essi mi sembrano ben più adatte le Pipe di radica, che riescono ad estrarne in modo mirabile i sottili profumi nascosti; mentre le schiume non sono da tanto e possono forse superare le radiche, unicamente se fumate con tabacchi d'antico stampo. Il fumatore appassionato dovrà tuttavia possedere almeno una Pipa di sc schi hium uma, a, pe perr ar arri ricc cchi hirs rsii di nuov nuovee es espe pe-ri rieenz nzee, va vari rian and do le sue se sens nsaz azio ioni ni gu gussta ta-tive e olfattorie: potrà fumarvi alla sera virili tabacchi, quali il "forte", il "seconda" o le "spuntature di toscano", traendone buona soddisfazione. •PORCELLANE•

Per quel che mi riguarda, userei Pipespesso di tal bellissime, fatta soltanto come ornamento di pareti o bacheche, perché ma non le fumerei abitualmente; infatti ben di rado ne accendo una ed ogni

volta deploro di averlo fatto, trovandole aspre e sgradevoli.

 

Non riesco ancor oggi a comprendere per quale strana aberrazione dei sensi io abbia potuto apprezzare, in tempi ormai lontani, una grossa Pipa tirolese di porcellana: forse follia di gioventù? Però mi rimangono sempre i dubbi, che ho precedentemente esposto a suo luogo. • ALTRI MATERIALI •

Si dia l'ostracismo (e non per i soli dieci anni delle leggi ateniesi) a Pipe in argento o comunque in metallo, anche se rivestite di corno di cervo, d'ambra, d'avorio, o che so io; altrettanto si dica per le Pipe di pietra, che però sono rarissime. Qual Qu alch chee ma magg ggio iore re co cons nsid ider eraz azio ione ne me meri rita tano no inve invece ce ce cert rtii legn legnii particolari e specialmente il ciliegio, o la marasca: sebbene il loro fumo abbi ab biaa sp spes esso so un fo fond ndoo d' d'as aspr pret etto to,, pu puòò tutt tuttav avia ia piac piacer eree ad alcu alcuni ni;; soltanto passabili quei legni esotici, che vanno sotto i nomi fantasiosi di "violetta", "rosa" ede altri, identici o simili al palissandro; pessimi il  boss  bosso o ed ildipero pero, , anche anch se ebbero qualche sosteni sostenitore. tore. Migliore il legno del melo. Non sono da disprezzarsi le Pipe di pannocchia di granturco per quanto, a mio gusto, piuttosto insipide; però è bene che l'appassionato le provi, e così pure tutte le altre, di materiali diversissimi, che potranno capitargli sotto mano. Avrà così modo di accrescere le sue conoscenze e di scoprire forse una Pipa dai pregi inusitati, che riveli di essere proprio quell'ideale strumento invano cercato per tanti anni: ma è assai più probabile che egli ritorni, con rinnovato entusiasmo, alle Pipe di radica. QUANDO E DOVE SI DEBBA FUMARE LA PIPA Fuorché mentre si mangia, si dorme o si nuota sott'acqua, tutti i tempi ed i luoghi son buoni per fumare la Pipa; naturalmente ve n'è di più adatti e di meno; qui tenteremo di indicare gli ottimi, o quelli che ci sembrano tali. • AL MATTINO •

Dopo il caffè, o la prima colazione, ben ci sta una pipata, che possiamo chiamare "inaugurale", perché dà principio, con lieta solennità, ad una nuova giornata: gradevolissima in campagna, passeggiando per boschi o per prati, lo è anche in casa, o nelle vie cittadine. A questa prima pipata, altre ne potranno seguire: tuttavia con-

 

sigliamo di colmare il fornello, nelle ore del mattino, con tabacco meno forte di quello che si userà nel pomeriggio o alla sera; ma ciò pure dipende dai gusti di ciascuno.

• NEL POMERIGGIO •

Dopo il pa Dop past sto, o, sobri obrioo o abbo abbond ndan ante te che sia, ia, la Pipa Pipa chiud hiudee degna de gname mente nte l'asc l'ascio iolve lvere re e pr prep epar araa all allee fatic fatiche he del del su succ cces essiv sivoo lavoro; anche

nel tardo pomeriggio essa è oltremodo piacevole da fumarsi. Se è giorno di festa, oppure tempo di ferie, ben più numerose potranno essere le pipate: particolarmen particolarmente te apprez apprezzabili zabili quelle fatte in riposo, all'ombra di alberi annosi, oppure in poltrona, leggendo un libro. Ma non si creda la Pipa adatta soltanto soltanto agli ozii ed ai quieti riposi: ché anzi può porgere valido aiuto in molti lavori, se non richiedano sforzo fisico eccessivo; così è graditissima mentre si studia, nelle occupazioni d'ogni genere al tavolino, durante lavori manuali leggeri.

Se ai vecchi ed ai meno vecchi la Pipa accresce le gioie del passeggio, ai giovani essa è utile assai - in tale occasione - per attira-

 

re gli sguardi ammirati di gentili fanciulle; ciò crediamo fermamente, tanto più che un nostro giovane amico, Matteo C., ebbe a confidarci di aver conquistato più donne lui con la Pipa che non il compagno Giovanni S., poeta di vaglia, con odi e madrigali: ed il giovinetto Matteo C. è persona degna di fede. • ALLA SERA •

Queste sono, a nostro avviso, le ore in cui la Pipa si mostra più ricca di doni, concen concentrando trando nel fumo aromi delizio deliziosi si elar endo a ro-

fusione momenti soavissimi di tranquilla serenità. Se tu, o Lettore, hai la sorte di essere felicemente sposato, potrai meglio godere della cara intimità coniug coniugale ale fumando la Pipa serotina, circon circondato dato dai figli e forse da nipoti e pronipoti: un buon bicchiere di vino, o poch po chii so sors rsii di una una se secc ccaa ac acqua quavi vite, te, sa saggi ggiam amen ente te ce cent ntell ellin inata ata,, varranno ad accrescere la quieta giocondità della sera. Se non hai la fortuna di avere una sposa ed hai invece quella (non certo minore) della di essere scapolo, la Pipa lepotrà solitudine solitudi ne notturna tua casa, o rallegrare liete consolare riunioni e la le partite serali con gli amici, oppure - perché no? - rendere più

 

compiutamente felice un dolce colloquio d'amore con una seducente fanciulla. Il ta taba bacc ccoo da ar arde dere re all llaa sera era può può ess essere ere fort fortee o molto olto fort forte: e: personalmente ho una particolare predilezione per le "spuntature di tosc toscan ano" o" e, in lo loro ro ma manc ncan anza za,, per per i siga sigari ri to tosc scan anii sb sbri rici ciola olati ti ne nell fornello, il cui fumo non è tuttavia gradito - salvo lodevoli eccezioni -al sesso gentile. Se la consorte protesta, si veda di persuaderla con le buone maniere, sino a convincerla: se ciò non bastasse, si minacci il ri ripu pudi dio; o; in ca casi si estr estrem emii si camb cambii la qu qual alit itàà de dell ta taba bacc cco, o, op oppu pure re si fumi all'aperto o in altro locale. L'uxoricidio non è consigliabile. Si può, a letto, fumare la Pipa? Chi è solo la fumi senz'altro, se la cosa gli aggrada; non oso invece suggerire il da farsi a chi solo non è: troppo dipende dalla compagna che giace al suo fianco.

• CODICILLO • Finora abbiamo parlato di tempi e di luoghi, ma senza neppure accennare a due cose assai importanti e con essi in stretta relazione: vogli gliam dire la forma delle Pipe ed il materiale di cui son fatte; conviene rimediare subito. Dunque: in viaggio, durante il lavoro, in tutte le diversissime occupazioni all'aria aperta, ci sembra debb de bbaa es esse sere re pr pref efer erita ita la rad radic ica; a; è in inve vece ce nella nella tra tranqu nquilillit litàà del della la casa ca sa,, e sop soprat rattut tutto to ne nelle lle or oree se seral rali,i, ch chee po potra trann nnoo sp sper erim imen entar tarsi si i gessi, le schiume, le terre, i legni di natura diversa, per far poi la scelta appropriata. In quanto alla forma, il meglio è ancora affidarsi all'ispirazione del datomomento; , parlanabbiamo do degià lle radiche, qualche indicazione sommaria, ma non si deve certo prenderla per oro colato. Così può accadere di essere fortemente attratti, in nebbiose giornate d'autunno, da Pipe molto ricurve, di radica rugosa, che sarebbero forse sgradite d'estate, col sole splendente: o, anche, il contrario. SVUOTAMENTO E RIPOSO DELLE PIPE

Se le Pipe di radica, alla fine della fumata, debbono essere svuota te con cura, precauzioni ben maggiori richiedono le Pipe di schiu-

 

ma, d'argilla bianca, di terracotta e di porcellana; per tutte si userà il ferro a forma di chiodo dell'apposito attrezzo (curapipe), rimestando nel focolaio, in modo da staccare bene dalle pareti e dal fondo vaso la cenere ed ogni resto del tabacco. Durante l'operazionedel il fornello sarà tenuto verticalmente, con l'apertura verso l'alto, mentre dovrà poi essere capovolto, per svuotarlo del tutto; non si dimentichi mai di soffiare fortemente nel cannello, prima di ripor orrre la Pipa. Con Con schi hiu ume e gess ge ssii oc occo corr rree pa part rtic icol olar aree at atte tennzione, ad evitare che qualch lche frammento di tabacco umido, impregnato di liquidi umori con onde dens nsat ati,i, cada cada ma mala laug ugur urat ataamente sulla lla sup uper erfficie esterna del de l li va vas o,chie detu de rpan ando on por orri ribi bili msacch ac ie::turp le qual qudola alila i sono socno oiribelli ad ogni rimedio. Un al alttro utile tile avvertime timennto: to: lasc lascia iarr se semp mpre re ra raff ffre redd ddar aree la Pi Pi-pa,, qual pa qualun unqu quee sia sia il ma mate teri rial alee di cui è composta ta,, prima di riaccen ende derl rla. a. Al Alcu cunni au auto tori ri es espprimono anche l'opinione che ad ogni fuma fumata ta si de debb bbaa cambiare are di Pipa: io sono di parere diverso e ritengo che la medesima Pipa poss possaa es esse sere re tr tran anqu quililla lame ment ntee fumata per molti giorni di seguito, purché si abbia appunto l'avvertenza di non riaccenderla mai quan qu ando do è an anco corr ca cald ldaa e di pas assa sare re og ogni ni ta tannto un net etta tappip ipee attraverso al cannello ed al bocchino; se tuttavia il Lettore fosse di quel qu elli li ch chee fann fannoo le lo loro ro ve vennti pipa pipate te al gi gior orno no,, allo allora ra sì gl glii consiglierei di usare più di una Pipa! Ed ora poche parole sul riposo delle Pipe, perché ne abbiamo gi giàà di disscors rsoo a lu lung ngoo nel cap apiitolo tolo dedi diccato al alle le rad adiiche, indicandone pure la posizione più adatta: preferiamo cioè, per i motivi esposti, rivolto riporre verso le nostre Pipe - La anche se non di radica -allora col fornello il basso. durata delsono riposo dipe di pend ndee da molt moltii fa fatt ttor orii e pr prin inci cipa palm lmen ente te da dall nu nume mero ro de dellllee

fumate, dalla forma

 

della Pipa, dal tipo di materiale che la compone, dal grado di umid um idit itàà de dell taba tabacc cco, o, da dall modo modo stes stesso so di fu fuma mare re:: no nonn è qu quin indi di poss po ssib ibil ilee stabi tabili lirre esa esattam ttameent ntee pe perr qu quan anto to te temp mpoo de debb bban anoo prolungarsi i periodi di inattività, ma forse qualche esempio potrà meglio chiarire il problema. Consideriamo Conside riamo dapprima le Pipe ricavat ricavatee da materi materiali ali molto porosi e permeabili (schiume, argille, terre poco cotte, pannocchie di

granturco e simili): con una o due fumate giornaliere, e sempre che se ne curi la pulizia, tali Pipe possono essere usate per un tempo indef ndefin init itoo sen enza za ri ripo posso di so sort rta; a; ma se le pip ipat atee fos osse sero ro pi più ù numerose, sarà allora opportuno (non sempre indispensabile) che un periodo di otto o dieci giorni di attività venga interrotto da un periodoo di sosta di circa una settimana. Sia però ben chiaro che Pipe period di tal fatta non si prestano ad essere adoperate in continuità dal mattino alla sera: al massimo si faranno da tre a quattro fumate giornaliere, distanza di due oche trevale ore l'una è già averne molto. Diverso è ainvece il discorso per ledall'altra, radiche: ed basterà sotto mano due o tre - meglio quattro - alternandole durante

 

la giornata, e si potranno usare per un paio di settimane o anche più, prima di farle riposare. Questa è soltanto la mia personale opinione e si riferisce ad un numero quotidiano di pipate compreso fra dieci e quatto qua ttord rdic ici:i: na natur turalm almen ente te ci ciasc ascun unoo si re regol golerà erà poi com comee me megli glioo crede, in base alla propria esperienza. Ancora un'osservazione: quanto abbiamo detto ha valore per le Pipe di radica diritte; con le fortemente ricurve, anche se tenute ben nette, non si dovrà fare più di un paio di fumate al giorno, perché spesso si inumidiscono assai e non di raro gorgogliano, producendo quindi vapori acri e sgradevoli. La Pipa ricurva di radica (o d'altra materia) richiede sempre di essere usata con parsimonia, e potrà allor all oraa fo forn rnir iree so sodd ddisf isfazi azioni oni de dell tutto tutto pa parti rtico colar lari,i, be benn di diver verse se da quelle delle Pipe diritte.

LA PULIZIA DELLE PIPE

Come vi sono i maniaci della pulizia personale, che passerebbero le giornate nel bagno o sotto la doccia, così esistono altri maniaci, per i quali la Pipa non è mai sufficientemente pulita. Ne è esempio un mio stretto congiunto, che a regolari e ravvicinati intervalli di tempo procede nelle ore serali a detergere le sue numer umeros osee Pipe di radica ca,, co conn delicata e complessa operazione; innanzi tutto egli rico copr pree unsu acui mp mpio io ta tavo volo lo conpannolini, un'ap n'appo posi sita ta te tela la incerata, stende morbidi adagiandovi sopra le Pipe in bell'ordine; accanto pone l'occorrente e cioè: - una bottiglietta di grappa, che ha da esser della Valle del Piave ed invecchiata da almeno due anni; tanti tan ti ba batuf tuffol folii di co coton tonee idrof idrofilo ilo ste steri riliz lizzat zatoo qu quan ante te sono le Pipe; - due affilate pinzette chirurgiche (una curva e l'altra diritta); numerosi nettapipe flessibili, morbidissimi di colori attrezzi, diversi; fre--strumenti vari per levar la crosta ai fornellie(appositi se di varia misura, aggeggi misteriosi);

-scatolette con cere inglesi speciali.

 

Dopo di che il congiunto procede cati lavaggi interni pe e dei bocchini

mio caro a replidelle Pi(interrot-

tmi entida a gfroetqeuenetnifiatei)n, supffalas-sando e ripassando attraverso al cannello con bam bagiaa umid  bagi umidaa di grap grappa pa od asciutta, per poi raschiare le incrostazioni del focolaio ed infine lucidare la superficie esterna del vaso stropicciandovi sopra cera da Pipe. Spesso si attarda fsainticoqsua asi bisaol gnma attieno sin rteaclae quindi al lavoro ancora assonnato, aggirandosi poi per l'ufficio con occhi vacui e pesti, come se avesse trascorso la notte intera in  bagordi  bag ordi,, tr traa ffemm emmine ine e bbeevande spiritose (cosa che, per altro, gli accade talora di fare). Noi pensiamo che la pulizia delle Pipe, portata a simili eccessi, non sia da imitarsi e per nostro conto ci accontentiamo di molto meno: uno dei soliti nettapipe felpati, passato una volta alla settimana attraverso al cannello e al bocchino, ci sembra più che sufficiente. Soltanto a maggior distanza di tempo, per esempio ogni mese od ogni paio di mesi (a seconda del numero delle fumate, del tipo di Pipa e così via), si potrà procedere - volendolo - ad una pulizia più radic rad icale ale:: qui entre entrera rann nnoo in az azio ione ne ov ovatt atta, a, pe pezz zzuol uolin inee di ba batis tista, ta, spaz sp azzol zolin ini,i, al alcoo cooll (n (non on dena denatur turato ato)) o liqu liquidi idi sp speci eciali ali,, ne netta ttapi pipe pe e quanto altro occorra per ben detergere internamente il cannello ed il bocchino. Per essere sincero debbo però confessare che da anni ho abbandonato del tutto questi periodici faticosi lavaggi: e non me ne trovo male. Si noti che la frequenza delle necessarie pulizie dipende assai dal come si fuma, ed è questa una caratteristica del tutto personale; vi

 

sono infatti persone la cui Pipa appare quasi asciutta anche dopo molt mo ltep eplilici ci fu fuma mate te,, me ment ntre re ad altr altree si inum inumid idis isce ce o ad addi diri ritt ttur uraa si imbeve di umori già alla prima pipata: suddivideremo dunque i fumatori nelle due categorie dei "secchi" e degli "umidi", schierando-

ci naturalmente coi primi. Ma da che cosa dipende la differenza? E poss po sson onoo gli gli "u "umi midi di"" co corr rreg egge gere re il loro loro di dife fett ttoo e tr tras asfo form rmar arsi si in "sec "s ecch chi"? i"?sono No Noii tali riten ritenia iamo mo senz nz'al 'altro troerronea di sì, sì, pe perc rché hépipata, genera generalm ente tevolta gli "umidi" per unase tecnica nella almen sua dipendente dalla posizione del bocchino, da quella della lingua e talora da imperfezioni nella dentatura: ne consegue che le secrezioni sal aliv ivar arii te tend ndon onoo a sc scen ende dere re nel cann cannel ello lo,, pr prod odu uce cend ndoo i molti olti sgradevoli effetti di cui abbiamo parlato. Con un minimo di attenzione ed un pochino di autocontrollo, il fumatore riuscirà facilmente a correggersi ed a diventare "secco"; per aiutarlo, ecco qualche suggerimento: sostenere la Pipa con la mano, in mod mo do che il boc occh chin inoo esca esca da dall llaa boc occa ca in sens sensoo or oriz izzo zont ntal alee o leggermente inclinato verso l'alto, mai rivolto all'ingiù, otturare con la punta della lla li ling ngu ua il foro del bocchino, ne nell' ll'iinter terva vall lloo fra un'aspirazione e l'altra; togliere di frequente la Pipa dalla bocca, non tenervela in permanenza, né insufflare il respiro nel can-

 

nello mentre si fuma. Non si scoraggi dunque chi, per disavventura, sia "umido"; sapendo l'origine del male è facile porvi rimedio e gli basterà uno sforzo da nulla per trasformarsi in "secco", forse anche in "secchissimo" il massimo grado di perfezione che sia dato raggiungere: allora la Pipa si inumidisce soltanto per il condensarsi del vapore acqueo, originato dalla combustione. Per ritornare alla pulizia della Pipa, un altro punto importante è queell qu lloo di li libber erar aree l'i l'int nter erno no del for orne nell lloo dall' all'in incr cros osta tazi zion one, e, ricordando però che essa non deve essere tolta per intero; occorre semp se mpre re la lasc scia iarn rnee un pi picc ccol oloo stra strato to,, dell delloo sp spes esso sore re di circ circaa un millimetro, a protezione del legno e perché la Pipa conservi le ottime qualità acquisite durante le fumate precedenti. Per questa operazione è opportuno usare le apposite frese, a lame laterali taglienti: ne esistono di due tipi, e cioè le fisse e le regolabili; le prime hanno un determinato diametro immutabile e sarà quindi  benee pos  ben possed sedern ernee alcu alcune ne (in genere ne bas bastano tano tre) di vari varioo cali calibro bro,, adatte alle Pipe di grandezza diversa; le frese regolabili invece, graz gr azie ie al allo lo sp spec ecia iale le di disp spos ositi itivo vo che che pe perm rmet ette te di mod modif ific icarn arnee il diametro, si prestano a pulire fornelli di ogni normale dimensione (escluse le rarissime Pipe eccezionalmente grandi). In mancanza di frese è tutt tu ttav avia ia po posssi sibi bile le to togl gliiere ere le incrostazioni anche col solito piccolo attrezzo usato per comprimere il tabacco, purché sia munito di "cucc cchhiai ainno" o",, oppure di "p "pu unta" ta" o "la "lametta"; naturalmente untenz po' d'esper sp erie ienz nza, a, face facend ndoo occorre mo molt ltaa atte at nzio ione ne ch chee la "crosta" venga eliminata in modo uniforme, sen enza za pro rodu durr rree in inci cisi sion onii pro rofo fonnde, de, che che potrebbero intaccare il legno. Nellllee Pi Ne Pipe pe di sc schi hium uma, a, e sp spec ecia ialm lmen ente te in qu quel elle le di gesso, di terra o di porcellana, l'incrostazione si eli lim mina con grande facilità tà,, perché meno aderente alle pareti del fornello: non si deve però mai dimenticare che tali Pipe son onoo fra ragi gili li o fragi ragili liss ssim imee e si do dovr vràà qui quind ndii op oper eraare co conn le precauzioni del caso, evitando pressioni troppo violente ed urti scons sc onsid idera erati; ti; con con l'a l'atte ttento nto lav lavor oroo di un picc piccolo olo ferro ferro alq alqua uant ntoo puntu untuto to (p (può uò es esse sere re qu quel ello lo stes stesso so de dell "c "cur urap apip ipe" e")) si ve ved drà l'incrostazione staccarsi

 

a pezzetti, anche di notevoli dimensioni. Aggiungiamo che, per queste Pipe, non si dovranno dovranno impiegare le frese, adatte soltanto alle radiche o - eventualmente - ad altri legni. In Pipe di quals lsiias asii mate ateriale la "crosta ta"" non dovr vràà mai raggiungere spessori eccessivi: ne deriverebbero infatti molteplici guai, fra i quali certamente il più grave è la possibilità che il vaso della Pipa si fessuri o si spezzi: senza contare che un'incrostazione troppo voluminosa riduce di molto il diametro utile del fornello, e quindi la quantità del tabacco contenuto e la durata della sua combustione; lo dice anche il Poeta: Una pipata è degna di rispetto Se dura un'ora almeno, o giù di lì; Oggi il vaso, per croste, era ristretto: In pochi istanti ogni piacer svanì. Per consolarmi strinsi Rita al petto,  Ma le lei, i, di divi vinc ncol olan ando dosi si,, fuggì uggì;; Triste giornata, colma di dispetto: Pipa incrostata e bimba che sparì!

Per la pulizia esterna del fornello occorrono metodi diversi, a seconda del materiale che costituisce la Pipa; per le radiche esistono cere speciali, che si spalmano in piccolissima quantità mentre il vaso è ancora caldo, soffregando poi con un pannolino morbidissimo: noi però (e lo abbiamo già detto ne  II libro delle Pipe) preferiamo di gran lunga il ben più naturale ed efficace "unguento nasale". Il pro proced cedime imento nto consiste consiste nel pass passare are più vol volte te la Pipa tie tiepid pidaa sull sullee pareti laterali del naso: gli umori grassi che ne trasudano e si disciolgono per effetto del lieve calore hanno mirabili virtù lucidanti sulla radica; può essere che, a lungo andare, si produca anche un assottigliamento assottigliamento delle naric narici,i, confere conferendo ndo al viso una espressione spirituale ed ascetica, di fascino indubbio. Per le Pipe di schiuma, di gesso o di terra (lisce o scolpite) siamo soliti far uso di un morbido pennello da barba in pelo di tasso, ben imbevuto di acqua e sapone, che passiamo replicatamente sul vaso e sul can cannel nello, lo, ris risciac ciacquan quando do poi abbond abbondante antement mentee e ripe ripetend tendoo l'ope l'o pera razi zione one pi piùù vo volte lte,, se ne nece cess ssar ario; io; l'a l'acqu cquaa non do dovr vràà esse essere re troppo ter- calda, in ispecie per le Pipe di schiuma. Nel caso di gessi e di

 

re, meno sensibili delle schiume a graffi e rigature, si potrà anche adopernaitroe duinosetoslpeazznoolnino,eccemssui-vam amen ente te ri rigi gid de. In ogni ogni caso si deve evi vittare che entri dell'acqua nella Pipa, attraverso al fornello od al  bocchino  bocc hino.. Siamo così giunti alla fine di questo capito tollo: partiti dall ll''accensione del ta bacco,  bacc o, abbi abbiamo amo cerca cercato to di fduirmtia, re claaroPipLa,ettionre,che commoedo scegliere la più adatta per te, quale sia la maniera mi migl gliior oree di svu vuot otaarl rla, a, di farla riposare, di ripuli lirrla. Siamo ben consci di non essere sfati all'altezza del compito assunto e temiamo che le nostre parole non ti abbiano degnamente rivelato le delizie ineffabili di una pipata: ci consola un poco il pensiero che parimenti nessuno riuscì scrivendo - a descrivere la dolcezza di un bacio di donna od il sapore del manzo bollito.

 

DOVE E QUANDO

A

 bbiamo parla  bbiamo parlato to qua e là, nelle pagi pagine ne prec preceden edenti, ti, sui luoghi e tempi che più rendono gradevole il fumo della Pipa, ma l'l'ab abbi biam amoo fatt fattoo in modo modo pi piut uttos tosto to diso disord rdin inat ato, o, senza soffermarci in dettagli che pure hanno la loro importanza. Rimedieremo ora alla manchevolezza, elencando pochi, ma notevoli momenti, nei quali fumare la Pipa può assurgere a insospettato piacere. DOPO I PASTI, SOPRATTUTTO ALLA SERA

È qui, dove possono (e debbono) unirsi due delicate sensazioni, le quali, gustate assieme, assumono ben maggior valore che sole e separate. Forse l'accorto Lettore avrà già sospettato che intendiamo parlare del vino: ed è proprio così. Premetto che il vino più adatto alla Pipa è il rosso, non certo il bianco; può darsi che altri non sia della mia stessa opinione, ma penso che i più saranno d'accordo con me. Accade Accade oi e ui es rimo soltan soltanto to un erso ersonale nale arer areree

 

che i rossi più adatti alla Pipa sono quelli pieni e robusti, ma di gradazione alcoolica non eccessivamente alta; ottimi, ad esempio, certi vinelli toscani, i classici della Valtellina e dell'Alto Adige, i piemontesi: fra questi ultimi prediligo quei rari Barbera, spumanti per loro natura, nonseper apprezzabili Lambrusco, anche nonarteficio. si fosse Assai riusciti a porre le certi maniallegri sugli insuperabili del Prete di Sorbara: preferibili comunque sempre quelli secchi ai dolciastri. Personalmente mi sembra che il fumo di buoni tabacchi naturali si accoppi in modo perfetto all'aroma del vino e che da questo  binomio  bin omio nasc nascano ano accor accordi di armon armoniosi iosi,, non presenti presenti nel vino e nella Pipa da soli. Ne faccia la prova il volenteroso Lettore e non avrà da pentirsene. DAVANTI AL CAMINETTO

So perfettamente quanto sia difficile, oggi, poter godere del fuoco scoppiettante in un caminetto: però non è impossibile scoprire anche oggi qualcuno di questi focolari, in vecchie trattorie od in case di campagna. A me, per esempio, riesce ancora di sedermi davant va ntii al ca cami mine netto tto ac acce ceso so ne nellll'a 'ant ntic icaa ca casa sa di Sa Sann Pe Pelllleg egri rino no,, ne neii pressi di Belluno, durante le serate autunnali: ed allora il fumo della Pipa, che si accompagna al guizzare delle fiamme ed ai cigolii dell le de legn gnoo ar arde dent nte, e, ri ries esce ce so somm mmam amen ente te gr grad adev evol ole. e. Può Può es esse sere re consigliabile la presenza di patate o di castagne, che si abbrustoliscano sotto le ceneri. che anche te,anto mio buon capiti tanta poAuguro potr trai ai pers persua uade dert rtii dia quan qu to po poss ssaa Lettore, es esse sere re pi piac acev evol ole e un unaaventura: pi pipa pata ta dinn di nnan anzi zi al fu fuoc oco, o, in mo modo do part partic icol olar aree se ac acco comp mpag agna nata ta da un  bicchieri  bicc hierino no di quelle ottim ottimee grapp grappe, e, care agli uomin uominii delle nost nostre re montagne: ma ha da essere un'acquavite di color bianco cristallino, non di color giallo o dorato, che le son troppo raffinate e adatte soltanto ai miseri fumatori di sigarette. E intanto, con le vecchie molle di ferro, scosterai i ceppi ardenti, sino a che la fiamma sopita si ridesti e riprenda ad elevarsi violenta. LEGGENDO UN LIBRO, IN POLTRONA

È necessario tuttavia che il libro sia adatto alla Pipa; ma questo

dipende troppo dal carattere e dai gusti del Lettore, perché io mi azzardi a dettar consigli. D'altra parte ciascuno saprà regolarsi da sé.

 

Ciò che importa è però anche che la poltrona sia comoda e dia appoggio alla testa ed ai gomiti; la Pipa potrà essere diritta o - ancor meglio - ricurva: comunque di fornello capace, atta ad una lunga fumata. Personalmente assai, durante pipata,che leggere che trattino di Pipe e diamo tabacchi: peccato la soltanto non scritti ce ne siano molti; o anche libri del secolo scorso, che parlino di vecchie trattorie, di viaggi in diligenza od a piedi: insorpassabile sempre e altissimo capolavoro - il Pickwick di Dickens. in passeggiate all'aperto, in collina o in pianura

Non si creda che la Pipa possa essere apprezzata solo dai sedentari: all'opposto, può essere piacevolissimo fumarla mentre si passeggia lentamente per prati o per boschi, accompagnati dal cinguettio degli uccelli, scorrentdal i. frusciar Così, fdelle umanfoglie do ae dal lengorgogliare te boccateleggero , si pdiotacque ranno osse os serv rvar aree ch chio iocc ccio iole le,, co cole leot otte teri ri e farf farfal alle le,, fors forsee anch anchee - se si è fortunati - qualche cervo volante (Lucanus cervus), lucertole e ramarri che prendono il sole e infinite (per modo di dire) altre forme di vita, sia pur minuscole, ma interessantissime sempre. Peccato che i Tardigradi siano troppo piccoli per essere visti! E ci sono poi le erbe ed i fiori, con le loro tinte e i loro profumi: e se con voi c'è una graziosa compagna, la cosa ci sembra ancor preferibile. in montagna

È qui, fra creste di roccia o nevose, fra pareti precipiti ed arditi torrioni, fra torrenti scroscianti e profumi resinosi di abeti o di larici, in me mezz zzoo a pa pasc scol olii od odor oros osii de deii mi mill llee aro romi mi de dell llee er erbe be alpi alpine ne,, che la Pipa raggiunge il punto più alto delle sue misteriose virtù. Non la si fumi però durante il faticoso salire, bensì unicamente durante le soste e il riposo, o quando sia stata raggiunta la vetta, o - al ritorno - nella quiete del rifugio o della baita. Si potranno così godere momenti di completa felicità, rarissimi nella vita dell'uomo e tanto pieni di intima gioia; per questi motivi - ritengo la Pipa è così diffusa fra la gente della montagna ed anche per la medesima ragione la fumo stesso: né non posso impedirmi provare una certa compassione per io quei miseri fumatori che,diseguendo forse il miraggio di una vita più lunga, si privano di alcuni felicissimi

istanti (davvero profondi, se pure in parte sens ensuali) ali),, per la dubbia speranza di prolungare un po' l'esistenza. Ma è poi

 

vero? E se è vero, ne vale la pena? Per mio conto, pur fumando e non poco - da una sessantina di anni, ho largamente sorpassato la durata di vita media probabile dell'uo 'uomo e posso quindi tranquillamente irridere considerazioni di tal fatta. Al Lettore di regolarsi come meglio crede. e in tutti gli altri luoghi e momenti

Secondo l'estro ti suggerisca, dove e quando ti punga il desiderio di colmare la tua Pipa di un buon trinciato, di accenderlo e di lasciare chee pi ch picc ccol olee nu nubi bi az azzu zurr rrin inee di fumo fumo sa salg lgan anoo ve vers rsoo il ciel cielo. o. No Nonn fumare, invece, se dormi, se mangi o se giaci g iaci con l'amata.

 

TABACCHI E LORO MISCELE oiché i gusti degli uomini sono variatissimi in ogni campo - ed so dalle anche Pipe in -quello è chiaro delcome fumo non emessia possibile dar consigli che abbiano validità generale. Tanto più che, a seconda delle stagioni, dei luoghi, delle ore, degli impulsi del momento, si può preferire un tabacco forte, aspro e poco profumato, oppure una miscela più dolce, ricca di aromi nascosti ed ogni volta diversi. L'ostinarsi nel considerare migliore un certo tipo di tabacco - e l'insistere nel volere che anche gli altri lo apprezzino - è cosa del tutto irragi ra gion onev evol ole: e: sa sare rebb bbee co come me persuadere chi non ama aglio o cipolle delle eccellenti qualità gastronomiche di questi vegetali, o come affermare che, fra le donne, sian seducenti soltanto le bionde. Ciascuno si regoli secondo i suoi gusti e cam bi magari magari ttabac abacco co ogn ognii giorno. giorno. Vi sono tuttavia persone, fedelissime per temperamento, che a  

 

vino, la donna di sempre. Siffatta costanza è senz'altro encomiabile, purché abbia origine da una scelta oculata e sia frutto di un'ampia, precedente esperienza; che se invece essa derivasse soltanto dal caso e fosse dovuta ad una sorta di pigrizia nel tentare vie nuove, allo allora ra ch chii fu fuma ma in inva vari riab abililme ment ntee lo st stes esso so ta taba bacc ccoo sa sare rebb bbee da comp co mpia iang nger eree as assa sai:i: mi mise sero ro lu lui,i, ig igna naro ro per per l'et l'eter erni nità tà di mo molt ltee e soavissime sensazioni. Per tutti questi motivi, ci accontenteremo qui di esporre come - a nostro giudizio - si possano classificare semplicemente i tabacchi e in che modo si debbano comporre miscele: ogni Lettore, dopo le prove opportune, dovrà poi districarsi da solo.

i tabacchi

Non ce la sentiremmo proprio di azzardarci a dire quanti sono i ta bacchi  bacc hi diver diversi, si, venduti venduti oggi nel mondo sott sottoo le più svar svariate iate etichette, e confezionati in scatole, in buste, in sacchetti di tela, in grandi pacchi di qualche chilogrammo od in minuscoli di venti grammi appena; non si dovrebbe però sbagl gliiare are di mol olto to,, affe afferm rman ando do che ta tale le numero sia dell'ordine delle migliaia. Per ersson onal alme mennte cre red do di ave verr car ariicat atoo le mie Pipe - nel corso di una sessantina di anni - con qualche centinaio dei differenti ta bacchi,  bacc hi, in preva prevalenza lenza euro europei pei o nord nordamer americaicani ni,, pe però rò an anch chee turc turchi hi,, egiz egizia iani ni,, br bras asil ilia iani ni,, ve ve-nezu ne zuel elan ani,i, e su suda dafr fric ican ani.i. Og Ognu nuno no di qu ques esti ti ta bacchi  bacc hi ha per certo il suo gust gustoo spec speciale iale e divers ve rsoo da dagl glii altr altri,i, se sebb bben enee mo molt ltii si rass rassom omig iglin linoo assai: ma penso che - almeno a grandi linee - si poss po ssan anoo tu tutt ttii ra ragg ggru rupp ppar aree en entr troo le qu quat attr troo ca cate te-gorie seguenti, in base alle caratteristiche comuni. • TABACCHI NATURALI O NOSTRANI •

Denomino così quei trinciati prodotti un po' dappertutto ed in generemoderato, scuri o scurissimi: hanno sapore intenso pienezza. e spiccato, ma aroma e forniscono un fumo di robusta Sono,

ad esempio, di questo tipo gli italiani  forte  (o di prima), comune  (o di seconda), spuntature, quelli del Belgio (Semois ecc.), oppure i vari ca ca-

 

 pora  po rall  francesi: fra questi ben noto il  gris,  popolar popolariss issimo imo e viri virile le

ta taba bacc cco, o, co coll qual qualee ca cari rica ca in inva vari riab abililme ment ntee la su suaa Pi Pipa pa il fa famo moso so commissario Maigret di Simenon. Il ta tagl gliio di qu queesti tri rinc nciiati è in gene enere piut utto tossto sott ttiile e

fi filam lamen entos toso, o,  spuntature ma vi sono son nu meros roseetoscani ec ecce cezio ni: cimette : ba basti sti virginia pe pens nsare are al alle le  cimette nostre ottime  , oallenume   ,,zioni alle  o alle  fogl  fo glie iett ttee amer americ ican anee svizzere, costituite addirittura da pezzi di sigari più precisamente dalle loro estremità - o da grossi frammenti di foglie; altri tabacchi del medesimo tipo hanno un taglio intermedio, come l'italiano  comune , il frances francesee gris grossecoupe e vari sudafricani (fra questi  Magaliesbergse  ne ricordo con nostalgia uno ottimo e potentissimo: sul sacchetto di tela spiccava - in nero e giallo - il disegno di un ardito caprone, non molto dissimile dallo stambecco). I trinciati naturali sono tutti forti, o molto forti, e quindi adatti soltanto a fumatori allenati e dallo stomaco robusto; gradevoli anche in Pipe di schiuma, di gessoradiche o di terra, subliminelle alcunistagioni quandofredde ardonoe lentamente entro vecchie (in ispecie nelle ore serali), confesso di avere per essi una vera predilezione: il tabacco - vivaddio! - ha da saper di tabacco.

• TABACCHI DI TIPO OLANDESE •

Possono essere alla lor volta suddivisi in due distinte categorie: quelli "naturali" leggeri e le miscele aromatiche; entrambi i tipi gene ge neral ralme mente nte di co color loree pi piut uttos tosto to ch chia iaro ro - pre prese senta ntano no ta tagli glioo fine fine oppure medio. A chi ami i tabacchi dolci si offre la possibilità di un'ampia scelta: dai tabacchi di gusto fresco e semplice sino ai più profumati ti,, com omee - per fare qua qualche esempio - lo  Schippe Schipper, r, l'Amsterdamer,  il Rotterdamer. Si badi che miscele assai simili a queste non sono fabbricate soltanto in Olanda; se ne preparano un po' ovunqu ovu nquee (Gr (Grec ecia ia,, Ju Jugos gosla lavia via ec ecc. c.)) e pa part rtic icola olarme rmente nte in Svi Svizz zzera era:: portano nomi diversissimi. I tabacchi ricchi di aroma hanno sostenitori fanatici ed altrettanto accaniti detrattori: detrattori: anche qui è questio questione ne di gusti; osser osserverò verò soltanto che - secondo la mia opinione - i tabacchi olandesi tipici hanno di solito il difetto di ardere un po' troppo rapidamente, così che la pipata viene ad avere una durata alquanto breve. Si producono però

ora in Olanda vari tabacchi di tipo   Cavendish,  non eccessivamente dolci e profum profumati, ati, capaci di una lenta e regolare combustio-

 

ne: fra essi ve ne sono di ottimi ed io pure li fumo sovente, aggiungendovi una congrua dose di spuntature di toscano (ho già detto di avere una spiccata preferenza per i tabacchi piuttosto robusti).

  • tabacchi di tipo inglese • È as asso solut lutam amen ente te im impos possi sibi bile le pass passarl arlii tu tutti tti in rasse rassegna gna od an anch chee tentare di definirne gusto ed aroma, perché sono numerosissimi e spesso molto diversi fra loro (sebbene molte  Mixtures  delle varie marche e di taglio medio esalino - bruciando - fumo assai simile). Questo libro - lo abbiamo fatto notare all'inizio - non intende davvero essere un trattato tecnico sulla fabbricazione delle Pipe e dei tabacchi: non ci addentriamo quindi nei misteri delle varie miscelee (che, d'altra parte, sono tenute segretissime miscel segretissime dai produtt produttori), ori), ma ci ac accon conten tenter terem emoo di ac acce cenn nnar aree all all'i'imp mport ortan ante te co contr ntrib ibut utoo  Virginia,  Virgini a, Latakia, Latakia, Perique portato al loro aroma particolare daietabacchi e da quelli della Rhodesia. Taglio compattezza possono essere diversissimi: dai tipi fortemente compressi, con aspetto di blocchetti

compatti a strati sovrapposti (  flak flakes es), si passa a quelli di forma discoidale, simili a fette circolari di salame, con diametro variabile si 

no a massimi di tre o quattro centimetri circa  (Roll cut) e finalmente alle classiche Mixtures, soffici e di taglio medio. Abbiamo Abbia mo così citato rapidamente rapidamente le princi principali pali categorie, ma dob biamo  bia mo ag aggiun giungere gere che di esse esse es esist istono ono innume innumerevo revolili vvari arietà, età, dal dalle le dolcimild, allemedium molto robuste (rispettivamente  e full o strong),  e differenti nell'aspetto (ad esempio: Navy cut, Plug, Twist, Negrohead Negrohead,, Spuri cut;  poi an anccora  Shaps, Plain Virginias , ecc.) ecc.)..

I ta taba bacc cchi hi ingl ingles esi,i, no nobi bililita ta-ti da dall ll'a 'ant ntic icaa tr trad adiizion zionee, sono certa tam mente fra i mi migl gliiori del mondo: di aroma delicato, ma non troppo

cinatens te binso li o ec(cseal alvo zvo ioni),rared, i decpom re bustion  bus tionee tran tranquil quilla la e tale da consentire lunghe pipate, te, essi of offfron onoo una cos osìì vasta possibilità di scelta da sod oddi dissfare i gus usti ti più disparat atii dei fumatori. Personalmente li  brucio  bru cio vole volenti ntieri eri nel forn fornello ello dell dellee mie Pipe, però non per abitudine; ricono co nosc scoo di esse essere re fra i poc ochi hiss ssim imii ch chee nonn li appr no apprez ezza zano no se senz nzaa cond condizi izioni oni:: alla lunga finisco col trovarli troppo ela borati  bor ati ed anc anche he - sop sopratt rattutto utto se l'ar l'aroma oma del  Latakia  predomina monotoni. Si guardi tuttavia il Lettore dal prendere per oro colato le mie parole e provi - se già non lo ha fatto - i tabacchi inglesi; assai probabilmente uno dei molti tipi lo colmerà di delizia, tanto da farsi beffe dei miei gusti in fatto di fumo: né saprò dargli torto. Ancora Anc ora un'o un'osse sservaz rvazion ione: e: i tab tabacc acchi hi compres compressi si  (f (fla lake ke,, Na Navy vy cut, cut, sliced) debbono esser resi più soffici, prima di introdurli entro il focolaio: per il procedimento da usarsi, rimandiamo il Lettore a quanto abbiamo scritto in altro capitolo, a pagina 100. Aggiu Ag giungi ngiamo amo in infin finee ch chee es esis iston tonoo ta taba bacc cchi hi simi similili ag aglili ingle inglesi si prodotti in diverse nazioni: ottimi, ad esempio, alcuni tabacchi danesi.

 

* tabacchi di tipo americano *

Sono spesso molto elaborati e subiscono complicati trattamenti; nelle miscele ha parte notevole la foglia del tabacco  Kentucky, cui si aggiungono Burley, Virginia ecc.; molti hanno un taglio caratteristico, che si potrebbe definire "granulare". Debbo dire sinceramente che queste miscele non mi entusiasmano,, pe no perc rché hé - co conn poch pochee ec ecce cezi zion onii - tr trop oppo po ar arom omat atic iche he e ta talv lvol olta ta addirittura profumate (per quanto mai come un certo tabacco sudafricano, in grossi pacchi su cui era figurata una tartaruga, che eb bi occ occasi asione one di fumare fumare una ven ventin tinaa di anni anni or son sonoo in que quell di Pallanza: dalla mia Pipa usciva allora un orribile fumo, simile in tutto alla lozione per capelli di un barbiere di periferia). Per non parlare di alcuni tabacchi venezuelani, forse ancora più profumati! La lo loro ro gr gran ande de di diffu ffusi sione one,, spec specia ialme lmente nte ne nell' ll'Am Ameri erica ca de dell No Nord, rd, sta tuttavia a dimostrare che sono graditi a moltissimi fumatori: e nonn mi ri no rima mane ne ch chee in inch chin inarm armii de democ mocrat ratic icame amente nte al pa pare rere re del della la maggioranza, schierandomi però - dal canto mio - all'opposizione. Ci tengo comunque a dire che alcuni tipi (è chiaro che non posso far nomi) sono nettamente diversi dagli altri: talvolta mi capita di fumarli con piacere. LE MISCELE PERSONALI

Nel parlare argomento, primodidubbio affacciae subito alla mente: di se questo cioè valga proprio un la pena perdersitempo danaro per mescolare in vario modo tabacchi, quando i fabbricanti dopo studi sapienti e lunghe prove di esperti - mettono già in vendita ottime miscele, adatte per i diversi gusti dei fumatori tori.. Pot otrrà mai il dilettante raggiungere i risultati ottenuti da questi specialisti? La risposta più sensata sembrerebbe dover essere un n  no, o, secco ed inequivocabile: ma varie con onssiderazioni - e ne citiamo qui alcune — tendono a far respingere una così pessimistica conclusione.

- I prezzi dei migliori trinciati - in particolare degli ingl gles esii - so sono no da no noii così così fol olle leme ment ntee ele eleva vati ti,, che ben poc ochi hi se la sentono di dar a pegno preziosi od arredi per poterli fumare. L'ag 

giunta di piccole quantità di certi tabacchi alle mediocri miscele del nostro Monopolio permette invece - come vedremo - di ottenere mescolanze gradevoli, dall'aroma che ricorda abbastanza le  Mixtu  Mixtures res  britannic  brita nniche he e ccon on mo molto lto rispar risparmio mio nnel el cos costo. to. -Certi fumatori amano variare continuamente - e magari anche ad ogni pipata - la qualità del tabacco: ma se dovessero acquistare miscele già pronte, tali capricciose persone sarebbero costrette a colmare magazzini interi di buste, pacchetti e scatolette diverse, con notevo not evole le imp impieg iegoo di cap capita itali. li. Eviter Eviterann annoo fac facilm ilment entee tut tutti ti que questi sti in inco conv nven enie ient ntii co coll fa fars rsii da so solili le di dive vers rsee me mesc scol olan anze ze:: es esse se no nonn richiedono un numero eccessivo di componenti e - con un po' di pratica - possono prepararsi in quantità molto piccole, adatte per un paio di pipate. -An Anch chee fu fuma mato tori ri di in indo dole le pi piùù co cost stan ante te,, af affe fezi zion onati ati all'a all'aro roma ma fo fond ndam amen enta tale le di de dete term rmin inat atee mi misc scel ele, e, de desi side dera rano no tu tutt ttav avia ia graduarne la forza nel corso della giornata riservando quelle alla più dolci al mattino, le medie al pomeriggio e le più aspre e potenti sera (io, ad esempio, mi comporto spesso così): nulla di più facile e rapido, per chi abbia fatto un pochino d'esperienza nel mescolar tabacchi da solo. -Vi è poi un fattore, insito nella stessa natura umana e di note no tevo voliliss ssim imoo pe peso so:: semp sempre re in inso sodd ddis isfa fatt ttoo di quan quanto to poss possie iede de,, l'Uomo è alla continua, affannosa ricerca del perfetto, nella vana illusione di poter raggiungere infine l'intera felicità. E il fumatore di Pipa, anche se va proclamando a diritta ed a manca di aver composto un'insuperata miscela, nell'intimo sente che le sue son spudorate menzogne. eglitantino pensa meno - esseraspro, certo possibile preparare qualcosa di Dovrebbe meglio, di-un però più dolcemente robusto, con aroma un po' meno tendente al profumo, che arda con maggiore lentezza, e non bruci affatto la lingua, e sia fresco, e pieno nel gusto, e non rigonfi troppo accendendolo, e sia si simi mile le a quel quello lo ac acqu quis ista tato to or so sono no tr tree ann annii a In Inte terl rlak aken en,, e . . . , e . . . , e... per molte righe ancora. Così gli accade ad ogni nuova mistura, che tosto abbandona e disprezza, per rincorrere il miraggio di quella ideale; insoddisfatto ogni volta ed assieme felice, perché lo sostiene la rinnovata speranza e l'attesa fiduciosa: se non oggi, certamente domani giungerà alla miscela perfettissima e gli sarà dato goderne i sublimi piaceri. Ne so qualcosa io stesso, che da cinquantanni vado mesco-

 

lando tabacchi per scoprire la miscela senza difetti e non l'ho ancora trovata. - Un'altra categoria di persone la vede invece in modo diverso e considera ottimo ogni più disparato prodotto, purché esca dalla

loro mente e dalle loro mani. Di questo tipo erano due notissimi uomin ominii d' d'af affa farri, da me con conos osci ciut utii in pa pass ssat ato; o; l'u l'uno - gros grosso so industriale nel campo chimico - nelle ore libere dipingeva quadri ad olio d'insuperata bruttezza; l'altro - a capo di una catena di grandi magazzini - era persuaso di ottenere il miglior vino del mondo dai vigneti di una sua tenuta nel Veneto; ne curava di persona e con sommo amore la produzione, a partire dai grappoli d'uva sino a giungere al più accurato imbottigliamento. Il risultato - come io stesso constatai all'assaggio - era un obbrobrioso e torbido liquido gial gialla last stro ro,, di sa sapo pore re co comp mpre reso so fra fra quel quellili de dellll'a 'ace ceto to e de dellll'o 'olilioo irrancidito. Eppure la prima di queste bravissime e notevoli persone stava per ore in ammirazione dei propri dipinti, che non avrebbe a nessun costo cambiato coi più famosi, e la seconda assaporava ogni giorno, con grande gusto e piena felicità, il suo venefico beverone.

 

Fumatori di Pipa, rassomiglianti nel carattere a questi due uomini, sara sa rann nnoo se semp mpre re sod oddi disf sfaatti tti de dell llee loro loro pe pers rson onal alii mi misc scel elee e le riterranno senza paragone migliori di ogni altro tabacco. Ad essi dunque ben si addice il comporre proprie mescolanze: potranno ricavarne intimi piaceri e gioie durature. È tuttavia auspicabile che nonvogliano renderne partecipi amici e conoscenti. Giunti a questo punto, dovremmo penetrare più addentro nel multiforme problema delle varie miscele: ma non ce la sentiamo proprio di dar ricette specifiche, sia per evitare un'arida elencazione di molte pagine e di dubbia utilità, sia perché non intendiamo far nomi di marche e di produttori. Ci sembra invece più opportuno e proficuo limitarci a poche indicazioni di indole generale, però fondamentali ed atte ad orientare chi voglia dedicarsi all'arte appassionante delle miscele, colma ancor oggi di misteri e di enigmi. Parleremo dunque degli accorgimenti necessari per graduare - nelle mescolanze - la forza, L'aroma,  il grado di umidità, e diremo qualcosa anche sul modo di  preparare le miscele, sugli stranissimi e non rari  imprevisti, su alcuni antichi metodi per conferire uno speciale profumo ai tabacchi naturali, e sugli accorgimenti per la conservazione delle miscele negli appositi vasi. •COMEGRADUARELAFORZA•

Di solito si tratta di aumentare la ro bustezz  bus tezzaa de delle lle mis miscele cele in vvend endita, ita, che sono so no spess pessoo trop troppo po dolci olci pe perr il gu gust stoo di mol molti ti fu fuma mato tori ri;; tabacco è fa faci cile le naturale ot otte tene nere re lo sc scop opo, o, aggiungendo un  piuttosto forte e sprovvisto di spiccato aroma propri prio, per non al alttera rarre qu queello della ella miscela preferita. Si prestano assai bene a tale mescolanza (ci limitiamo a citare tabacchi del nostro Monopolio) il trinciato comune o di seconda, le spuntature e l'Italia. Non ci stancheremo mai di consigliare in modo particolare le spuntature, verso le quali - chissà perché - esistono prevenzioni da parte di numerosi fumatori (e, in ispecie, delle loro graziose consorti): possiamo assicurare che le spuntature - o, se i tabaccai ne fossero sprovvisti, i sigari toscani

 

sbriciolati - conferiscono forza e pienezza al fumo della Pipa, evitano mirabilmente bruciori alla lingua e al palato, ardono con tranquilla lentezza, migliorano ogni miscela. Il Lettore che voglia tentar l'esperienza imparerà da solo e dopoper pochi tentativi quale sia la dose più adatta lui: la potrà anche variare nel corso della giornata. Purt Pu rtrropp oppo ora le  spuntature  non sono più prodotte dal Monopolio, ma possono essere sostituite da sigari  toscani  (o  toscanelli) sbri rici ciol olat atii; tu tutttav tavia, per misteterios ri osee ragioni ni,, i sigari gari sbriciol olaati hanno tutt'altro sapore delle  spuntature  e non ne raggiungono la perfezione! Se il Lettore ha occasione di recarsi in Svizzera, gli con onssiglio vivamente di acquistare le cimette toscani della Manifattura di Brissago, che però sono in vendita quasi soltanto nel Canton Ticino. Per chi preferisce il gusto inglese, suggeriamo di accrescere la ro bustez  bus tezza za dell dellaa mes mescola colanza nza con taba tabacc  flake, chivymcu ot,ltofu scuri e forti aldtri eil del tipl oge Navy Na cut, full ll  o  strong,  o altr de gene nere re:: unic un icoo in inco conv nven enie ient ntee è la diff diffic icol oltà tà di popoterseli procurare. Un'ultima osservazione: non si provi neppure ad addolcire miscele ritenute troppo robuste mediante l'aggiunta di tabacchi leggeri naturali; quelli del nostro Monopolio (scarsissimi in numero) sono adatti per sigarette, giammai per la Pipa: di taglio sottile, di com bustion  bus tionee ecc eccess essivam ivamente ente rap rapida ida,, ten tendon donoo poi sem sempre pre ad irri irritare tare le mucose muco se boc boccali cali,, con fast fastidi idioso oso piz pizzico zicore. re. Ass Assai ai meg meglio lio acq acquist uistare are una miscela già pronta e di forza minore. In altre parole: partire senza eccezioniquindi da una miscela gusto e piuttosto dolce, aumentandone la forza neidi modi piùgradito sopra indicati.

 

• COME VARIARE L'AROMA •

Libero ciascuno di mescolare tabacchi in tutte le possibili combinazioni, che sono praticamente infinite: questeimpresa gli potràsovruanche capitare di imbattersi nella superlativa; mafra sarebbe

mana ana ad adde dent ntra rarc rcii ed erg rger ercci a gu guiida in ta tall selva elva intr intric icaata ta.. Ci acco ac conte ntente ntere remo mo pe perc rciò iò di ci citar taree tre tre ta taba bacc cchi hi,, di sp spic icca catis tissi simo mo e parti pa rticol colar aree aroma aroma:: agg aggiu iunti nti in pi picco ccola la qua quanti ntità tà a misce miscele le ad adat atte, te, permettono di modificarne profondamente le caratteristiche. In prima linea metteremo lo scuro, abbrustolito  Latakia: mescolato in dose ridotta- come (dal 5% 15%, mai di più)  Italia a una-miscela non troppo profumata ad alesempio il trinciato  le conferisce subito

l aroma delle tipiche  Mixtures  inglesi. Talvolta può anche giovare l'aggiunta di pochi pizzichi (non oltre il 5%, meglio me-

 

no) di  Perique, che arde con sapore pepato. Per chi preferisca il gusto Periq ique ue e di olandes olan desee all' all'ing inglese lese,, con consig sigliam liamoo di trascu trascurare rare  Latakia  e  Per aggiungere invece alle sue miscele uno dei vari tabacchi olandesi, scegliendolo fra i più profumati: ad esempio lo  Schipper, che è in vendita anche da Oppure  si(q può spruzzare tabacco una alcoo alc oolic lica a noi. di  cumarina (qu ues est't'ul ulti tima ma - ilche è il con latt latton one e soluzione de dell ll'a 'accid idoo cumarinico - si presenta in forma di cristalli incolori di gradevole odore: ricavata tecnicamente da aldeide salicilica, acetato sodico e anidride acet ac etic ica, a, è in ve vend ndit itaa pr pres esso so i co comm mmer erci cian anti ti di pr prod odot otti ti ch chim imic icii e, talvolta, anche presso i farmacisti). Però voglio dir subito che a molti l'aroma della cumarina non piace. Latakia  e Perique sono venduti sciolti da molti tabaccai svizzeri, che li conservano generalmente in grandi vasi chiusi di cristallo. Poiché ne  bastan  bas tanoo picco piccole le quan quantità tità,, di solito i dogan doganier ierii non solle sollevano vano ec eccez cezioni ioni e li la lassci cian anoo en entr trar aree li libe bera ram men ente te in It Ital aliia; se per eròò si de desi side dera rass ssee importarne quantità maggiori, sarà opportuno dichiararle al confine e pagare i relativi diritti di importazione. Altre variazioni di aroma si otterranno mescolando fra di loro le varie miscele, secondo la propria fantasia o - meglio - seguendo i consigli degli esperti. • IL GRADO DI UMIDITA' •  

Premettiamo che i tabacchi secchi bruciano più rapidamente degli umidi e debbono quindi essere fumati a boccate lente e piccolissime, sia per prolungare la pipata, sia - soprattutto - per evitare bruciori alla lingua. Ma si ricordi che il gusto di una stessa miscela - ed in particolare quello dei tabacchi naturali - varia moltissimo col grado di umidità; anche qui vi sono opinioni diverse: chi ama caricare la sua Pipa con tabacchi secchi, chi invece con umidi. Personalmente preferisco che tendano piuttosto all'asciutto che al  bagnato:  bagn ato: m mii sem sembra bra ch chee ne risalti risalti m megli eglioo l'ar l'aroma; oma; cciò iò val valee in is ispeci peciee per miscele e tabacchi robusti che - se troppo umidi - possono inoltre dar luogo a sconcerti di stomaco (è capitato anche a me - pur ferratissimo con un nero e micidiale tabacco inglese compresso, di cui taccio il nome; mi piace e lo fumo ancora: però con le necessarie precauzioni e mai a digiuno). Più avanti, scrivendo della conservazione delle miscele , daremo daremo altri suggerimenti, suggerimenti, atti ad assicu assicurare rare per lungo tempo il giusto grado di

umidità alle mescolanze, dopo di averle preparate e riposte nei vasi.

 

• preparazione delle miscele •

È cosa cosa as assa saii im impor portan tante te ch chee i va vari ri co compo mpone nenti nti ven vengan ganoo mes mesco colat latii fra di loro in modo uniforme: da qui l'opportunità di scegliere ta bacchi  bac chi con tagl taglio io non molto molto dive diverso rso (me (medio dio o gros grosso). so). Qua Quando ndo si spuntatur turee -  cost impiegh imp ieghino ino le  spunta costit itui uite te da dallllee estr estrem emit itàà reci recise se de deii sisigari toscani - occorre aprire con le dita ogni singolo pezzo e romperl pe rloo in fr fram amme ment ntii di me mezz zzan anaa gr gran ande dezz zza: a: altr altret etta tant ntoo nell nelloo sb sbri ri-flake ke,, Navy Navy cut, cut, slic sliced ed))  doci ciol olar aree i to tosc scan anii. I tab tabac acch chii co comp mpre ress ssii (  fla vran vr anno no ven venir ir sc scomp ompost ostii ne neii si singo ngolili filam filamen enti ti,, ro rotol tolan andol dolii al soli solito to sul palmo di una mano col palmo o con le dita dell'altra mano. Il nume numero ro di co comp mpon onen enti ti ch chee en entr tran anoo a fa farr pa part rtee de dellllee mi misc scel elee personali è in genere limitato e compreso fra due e cinque qualità diverse: ben raramente di più. Affinché la mescolanza avvenga nel modo migliore, suggeriamo di procedere così: -sopra un ampio foglio di carta - quale può essere un giornale aperto - si stenda in sottile strato il primo dei trinciati costituenti la miscela (preferibilmente quello di taglio più grosso) e vi si sovrappongano gli altri in strati successivi; -se i tabacchi fossero troppo secchi (per non averli inumiditi prima, come consigliamo invece di fare), sarà bene bagnarli leggermente me nte co conn un unoo sp spru ruzza zzato tore re (va (vapo pori rizz zzato atore) re) co cont nten enen ente te ac acqu quaa di rubinetto, attendendo poi mezz'ora od un'ora; -con le due mani si prendano, stringendole fra le dita, modeste quantità dei trinciati sovrapposti e si facciano ricadere assieme foogdlioo didall'acaltrota, suinl m che si mescolino il meglio possibile durante la caduta; si ripeta l'operazione sull'intera quantità del tabacco, ed anche più di una volta; - quan quando do la mi misc scel elaa app ppai aiaa ba bast stan ante teme ment ntee unif unifor or-me, la si riponga in un vaso a chiusura ermetica. Se durante la mescolanza — per insufficiente umidità dei trinciati - si fosse prodotta molta pol olvvere di tabacco, questa potrà esetaccio ssere difarete cilmmetallica, ente elim inata piuttosto con un a maglie

piccolo

grosse, sul tipo di quelli usati per la pulizia della sabbia nelle gab bie dei can canarin arini.i.

 

• imprevisti •

Non stupisca il Lettore se talvolta, mescolando fra loro due o più tabacchi ottimi singolarmente, giungerà a un deludente risultato finale: anche da genitori belli e geniali possono nascere figli deformi od idioti. Talora avviene il contrario: che tabacchi mediocri, as-

sieme capitolo intero riuniti, forniscano - ancora tutto un'ottima da scrivere mescolanza. - di quellaMacheaccade vorreididenominare raro. È un  gene  ge neti tica ca del delle mi misc scel ele. e.

Sono appunto questi imprevisti, assai misteriosi e di origine arcana, a dar sapore d'avventura ad ogni nuova combinazione di tabacchi. Con istintiva sapienza la lingua italiana attribuì genere maschile al tabacco; femminile invece alle miscele, che come le donne - pur colme di illogiche contraddizioni — sono sovente piacevoli, ma di comportamento inatteso: ed invogliano sempre a tentar prove novelle. • come impartire profumo ai tabacchi naturali • 

È solo da pochi decenni che in Italia son note le mescolanze aromatiche, di

gusto britannico, olandese od americano; prima si caricava unicamente la Pipa con robusti tabacchi, sul tipo di quello  del  del

 

 Moro  Mo ro (simile all'attuale trinciato forte): spiccato ne era il sapore, ma

scarso il profumo, ed i nostri nonni o bisnonni tentavano di accrescerlo con metodi diversi. Eccone alcuni. -Le foglie di marasca (o amarena). Durante la combustione sviluppano unfumo aroma ducono un chedel bentutto si particolare: mescolate ai trinciati pro-fonde con quello del tabacco e lo arricchisce assai. Un mio vecchio congiunto della Val Belluna preparava così le foglie di marasca: con un paio di fo forb rbic icii le ta tagl glia iava va,, an anco corr freresche, in striscioline sotti tilli e le faceva disseccare all'ombra per parecchi giorn orni; poi le deptroneva tra ucc esscsiilvi enun irnobustr staoti vsauc soces indren icodi vetro, comprimendole man mano con forza e versandovi sopra della grappa genuina. Quando il vaso era colmo, un'ultima pressione e un'ab bondant  bon dantee aggi aggiunta unta di acq acquauavite: infin fine chi chius usu ura erm rmet etiica, col coperchio munito di adatta guarnizione. Un anno più tardi le fogl gliie eran pronte per essere mescolate al tabacco, nella proporzione di un cinque o dieci per cento. -L'Aromia moschata.  Questo insetto è un Coleottero (più precisamente un Cerambicide) dalle lunghe antenne e dall'aspetto elegante, con elitre di color verde metallico o bronzeo; misura da un centimetro e mezzo a poco più di tre centimetri, abita in modo particolare i salici ed esala un gradevole aroma, che è un di mezzo fra il muschio e la rosa. Nelle campagne si usava raccogliere  Aromia ia,, ucciderla e riporta in mezzo ai forti tabacchi di allora, l' Arom perché conferisse loro un profumo di fiori; credo che oggi sia spento perfino il ricordo di questa pratica: mio nonno notaio mi

 

assicurava che il risultato era buono, ma ero allora decenne e non mi fu possibile sperimentarl tarlo; o; né - più più ta tard rdii - ne ebbi mai l'occasione. -Le fa fave ve prof profum umat ate. e. Di no nome me bo bota tani nico co da me di dime ment ntic icat ato, o, di originescorsi che ignoro, furono in voga per qualche tempo negli decenni;queste moltofave profumate, impartivano al tabacco un aroma abbastanza simile a quello della cumarina, che esse d'altra parte contengono: non a tutti piaceva e neppure a chi scrive. Scherzi della memoria: mi ricordo ora improvvisamente che la loro esatta denomi den ominazi nazione one è  fave fave di To Tonc nca; a;  espe esperi rite te le ne nece cess ssari ariee rice ricerc rche he,, apprendo che esse appartengono al genere Dypterix ed alla specie odorata e che provengono dal Venezuela o dal Surinam. -Gli alcoolici. L'aggiunta moderata di rhum,  di whisky, di acquavite o simili modifica lievemente il profumo dei trinciati e può essere talvolta opportuna. Ne riparleremo fra poco.

CONSERVAZIONE DI TABACCHI E MISCELE

Quantità Quanti tà no notev tevoli oli di taba tabacc ccoo poss possono ono es esse sere re ripo riposte ste en entro tro gli apposi po siti ti va vasi si,, gen genera eralme lment ntee in ce cera rami mica ca;; condi condizi zione one pr prim imaa ed indi indi-spensabile è che la loro chiusura sia ermetica: sarà bene assicurarsene sempre quando si acquistano, ad evitare poi delusioni cocenti e purtroppo non rare. Chi non badi all'estetica potrà usare con vantaggio quei moderni recipienti in plastica flessibile, che si usano per conservare gli alimenti nei frigoriferi (tipo  Tupperware e simili), scegliendoli di adatta grandezza: vi ho mantenuto alcune mie miscele per oltre un anno, senza che il loro giusto grado di umidità subisse variazioni. Perché le miscele non si dissecchino eccessivamente, sarà opportuno introdurre nel vaso - soprattutto se la sua chiusura non è perfetta - due o tre fettine di mela o di patata, oppure della carta assorbente ripiegata e inumidita; scorze d'arancia o di limone hanno aroma troppo spiccato e sono quindi sconsigliabili. Se le miscele debbono essere conservate per lungo tempo, suggeriamo di usare liquidi alcoolici al posto dell'acqua, delle mele o

 

delle patate: queste possono infatti dar luogo alla formazione di muffe, con danno praticamente irreparabile. Si ricordi però che aggiungendo al tabacco sostanze estranee di qualsiasi no l'aroma: specie talora - liquide in meglio, o solide ma spesso - se neinaltera peggio; sempre è quindi più obene meandare assai cauti con la grappa, il whisky, il rhum ed anche con l'acqua stessa. Vi sono certe qualità di trinciati (ad esempio il   forte e le  spuntature)  che bruciano malamente e perdono molte delle loro migliori caratteristiche se troppo inumidite: tabacchi di tal sorta debbono quindi inclinare piuttosto al secco, quando sian posti nella Pip Pipa. a. È d'al d'altra tra par parte te faci facile le ric ricondu ondurre rre le mis miscele cele ecc eccess essivam ivamente ente  bagnat  bag natee al loro loro giu giusto sto grado grado di umi umidità dità:: bas basta ta togl toglier ierle le dal vas vasoo e stenderle per qualche tempo sopra un foglio di carta (all'ombra, mai al sole). Il tabacco da portarsi con sé - per l'uso quotidiano - verrà conserv se rvat atoo en entr troo le so solilite te bust bustin inee pi pieg eghe hevo volili:: ch chee sian sian piac piacev evol olii alall'l'oc occh chio io no nonn gu guas asta ta,, ma de debb bbon onoo so sopr prat attu tutt ttoo es esse serr da davv vver eroo im im-permeabili, ad evitare un rapido disseccamento del contenuto. Se poi il Lettore amasse colmare il fornello della sua Pipa con due o tre miscele di aroma diverso nel corso della giornata, gli consigliamo di riporre ciascuna di esse in singoli e minuscoli sacchettini di plastica (si possono acquistare da ogni cartolaio) : questi verranno poi facilmente introdotti nella bustina tascabile da tabacco, permettendo di scegliere ad ogni momento la qualità preferita. QUALCHE ALTRO SUGGERIMENTO L'affezionarsi - per lu lunnga abitu tud dine - ad un unico tipo di tabacco poco comune o ad una certa insolita miscela, produce talvolta un gr gros osso so inc ncon onve veni nien ente te:: quel quello lo di non po pote terrsene rifornire con facilità, quando siano esaurite le scorte e ci si trovi in viaggio od in gita. Sono ancora ben presenti alla mia memoria le sofferenze patite in un lontano giorno d'estate, risalendo la Val del Cordevole: sun altrofumavo mi era gradito. allora un Diretto tabacco al Rifugio ingleseVazzoler, con molto già  virginia pregustavo   e nesla

 

gioia di ammirare le pareti precipiti del Civetta con la Pipa fra i dent de nti,i, al allo lorc rché hé mi ac acco cors rsii ch chee la bust bustaa de dell ta tabbac acco co er eraa vuot vuotaa (dis (d istr traz aziion onee im impe perd rdon onab abiile!) le!):: in into torn rnoo a me le po pocche case ase di Listolade, l'ultimo paesino che avrei incontrato prima di imboccare la Val Corpassa, per sa-

lire al Rifugio. C'era un tabaccaio, però provvisto soltanto dei più volgari trinciati, e mi dovetti adattare all'acquisto di uno di quelli; ma la gita fu rovinata senza rimedio: succhiavo svogliatamente dalla Pipa l'ostico fumo, maledicendo di gran cuore la mia imprevidenza. La cosa mi servi di lezione: decisi proprio quel giorno che dovevo smettere per sempre di restar schiavo di un solo tabacco e - divenuto più saggio - avvezzarmi a fumare anche i trinciati comuni, comuni, in vendita vendita dappertutto. Così ho fatto e me ne sono trovato bene. Ecco perché con onssigl gliio al cortes tese Lettore tore un certo erto ecle clett ttiismo; pur sen enza za abbandonare le complesse miscele, si abitui altresì a tabacchi più semplici:i: la Pipa gli sarà allora piacevole amica e fedele compagna in semplic ogni circostanza, anche se nel suo fornello non arda una sofisticata mescolanza di rari tabacchi. Un altro suggerimento, che pure mi viene da una amara, personale

esperienza: prima di partire per una gita (soprattutto in montagna, ove non vi sono negozi), è necessario assicurarsi di non aver

 

dimenticato i fiammiferi o l'accendino, e che questo sia carico. Mi accadde - oltre cinquant'anni or sono - di giungere solitario in vetta delle Quattro Sorelle, sulla cresta dei Tre Re Magi nell'alta Valle di Susa; stanco ed accaldato, mi distesi comodamente sui massi della cima, preparandomi a godere le gioie di una deliziosa pipata: ma, cerca in una tasca, fruga nell'altra, i fiammiferi non c'erano. Chi non fuma - e ben lo sa il Lettore - non può neppure immaginare che cosa significhi una faccenda del genere; certo si è che quel giorno le mie imprecazioni coprirono il rombo delle cadute di pietre sulla parete della Rocca Bernauda: e credo di aver poi battuto ogni primato di velocità nella discesa a fondo valle, per raggiungere in corsa affannosa il tabaccaio del Borgo Vecchio di Bardonecchia, che - novello Prometeo - doveva farmi dono del fuoco. In tema di tabacchi, non sarà male ricordare come essi - in certe località particolarmente umide - possano essere conservati nelle confezioni originali senza alcun accorgimento speciale (vasi aloro tenuta ermetica, sacchetti di plastica, ecc.). Ciò accade ad esempio nelle vicinanze di Belluno, presso il corso del Piave, dove sono solito trascorrere da molti anni buona parte delle mie vacanze estive e dove sto scrivendo questo capitolo: l'umidità vi è talmente elevata che i trinciati comuni, racc cchhius usii nei lor loro pac acch chet etti ti di carta, mantengono la flessibilità dei singoli filamenti e non accennano mai a frantumarsi od a ridursi in pol olve vere re.. A Mil Milano inve vecce, che pure nonntabacchi no è zon onadebbono a spec speciialm alessere men ente teconservati sec ecca ca,, i eme mede desi si-mi in inum umid idit itii co conn am amor oros osaa at atte tenz nzio ione ne:: altr altrim imen en-ti si tra trasf sfor orma mano no in un amm mmas asso so di po polv lver eree, adatto forse a fiutarsi, aspirandolo dalle narici - com come si usava nel Se Sett tteecento nto - ma non cer ertto ad ardere nella Pipa. Le condizioni atmosferiche di umidità hanno dunq du nque ue gr gran ande de in infl flue uenz nzaa su ta taba bacc cchi hi e mi misc scel ele. e. Ac Ac-cade così che in regioni assai umide le Pipe ricurve tendano a gorgogliare assai, che le diritte richiedano pulizie più frequenti, che alcuni tabacchi brucino con maggior difficoltà e abbisognino di numerose riaccensioni durante la pipata: tipiche, sotto

 

questo aspetto, aspetto, le molte volte citate spuntature di toscano (o i sigari toscani sbriciolati). Ed infine l'ultima osservazione: quando si prepara una nuova miscela, si accontenti di una sola o di da poche pipate, giudicarenon dellacisua qualità: il Lettore che fumi molto tempoper la Pipa

avrà potuto certamente persuadersi come essa vari di gusto da un posto all'altro, da un giorno all'altro ed anche da un'ora all'altra, pur usando lo stesso tabacco ed il medesimo strumento. Difficile stabilire le cause di un tale strano comportamento: senza alcun dubbio sono molteplici e risiedono in parte nello stato psicologico e fisiologico del fuma fu mato tore, re, in pa parte rte ne nelle lle cond condizi izioni oni am ambi bien ental tali;i; no nonn rima rimane ne ch chee prenderne atto e regolarsi di conseguenza. Da qui l'opportunità di sperimentare per alcuni giorni ogni nuova mesc me scol olan anza za,, prim prima a di deci cide dere re se - ad adot otta tarl a op oppu pure re sc scar arta tarl rlaa definitivamente: cosa chede - purtroppo non èrla possibile in altri casi,

ad esempio quando si convoli a nozze. (Questo pezzo fu scritto prima dell'introduzione del divorzio in Italia).

 

ibro ro delle elle Pi Pipe pe , dis   e  II lib discorr correnen-

do di Pipe fantasime, Dino Buzzati ed io narravamo: «... quat qu attr troo stu tude dent ntii di Up Upsa sala la sco cors rser eroo uno spettro umano inseguir per lungo tempo una Pipa fantasima, cercan and do van anam amen ente te di accend nder erla la con un fuoco fatuo». (Non si confonda Upsala con Uppsala). È questo un buon esempio del com co me ta tallvolt olta man anch chiino al loro scop sc opoo gli accend ndiini a gas gas: e che altro è il fuoco fatuo, se non quell'l'ae aerrifor orm me   che veec eccpa chlud i di?ch  imi mic ci chiamavano ga gass idell delle palu Forse un fiam fiammi mife fero ro di legn legnoo av avre rebb be perm permess essoo all alloo sspet pettro tro err errabo abonndo di godersi un'ottima pipata, né è da escludersi che ciò abbia fatto in altra occasione. Ma lasciamo da parte le fantasime, che or oram amai ai ben ben di ra rad do è da dato to inc ncon ontr traare (l'ultima fu da me vista nel 1958, e non fumava) ed occupiamoci invece dei mezzi più adatti a noi uomini per accendere giài detto come di massima soddisfazione siano la le Pipa. braciAbbiamo ardenti ed tizzoni, in ispecie di essenze resinose, raccolte dai focolari; malauguratamente sono però ora scomparsi dalle nostre case camini e caminetti e soltanto in poche occasioni potremo godere di tanta delizia: forse in

 

vecchi casolari, sperduti fra i monti e nelle campagne, oppure in qualche vecchia trattoria d'antico stampo. Occorre dunque impiegare altri metodi: ma, fra i molti, quale prescegliere? Possiamo intanto scartare a cuor leggero - e, a costo di ripeterci, insistiamo questo punto - iecerini e glidalaccenditori a  benz  benzina: ina: i pri primi mi per il su deplorevol deplo revole e sapor sapore assu assunto nto fumo della Pipa, quando disgraziatamente tocchino il tabacco in combustione; i seco secondi ndi perché perché,, sia pur puree di poc poco, o, mod modifi ifican canoo i pre prezio ziosi si eff effluv luvii delle più delicate miscele. Abbiamo poi affermato, in un precedente capitolo del libro, che si pos osso sono no usar usaree i co così sì dett dettii "f "fia iammmife mi feri ri da cu cuci cina na", ", co cont nten enen enti ti zo zolf lfoo nell ne llaa loro loro ca capo pocc cchi hia; a; non non ose oseremo remo però pe rò con onsi sigl gliiar arli li con pa part rtiicol olar aree calore, per quanto ancora molto di diff ffus usi ne nellllee ma, ca camp mpag agne ne, , tr traa dei i fu fuma ma-tori dii Pipa: nel verde prati e al all'l'om ombbra de degl glii alb alber erii an anno nossi, l'as l'assi sill lloo de dell temp tempoo è pe perr ce cert rtoo mi mi-nore che nelle città e non ha grande imp mpor orta tannza atten ttende dere re qu quaalc lchhe istante, sino a che lo zolfo sia tutto brucia ciato e siano quindi scom om-pars pa rsee le sue acri acri esalaz alaziion onii. De Devo vo però pe rò aggi aggiun unge gere re ch che, e, in qu ques esti ti ululti timi mi anni anni,, i "f "fia iamm mmif ifer erii da cu cuci cina na"" sono so no pr prat atic icam amen ente te sp spar arit itii dall dallaa circircolazione e che - in loro vece - si fabbricano ora i "familiari", con capocchia priva di zolfo, ottimi per la Pipa. Rimangono ancora gli accendini a gas ed i fiammiferi di legno, del tipo denominato  svedese  o  di sicurezza , che hann hannoo entrambi pregi e difetti: vediamoli assieme. accenditori a gas

Non v'è nulla da dire: sono gradevoli nell'aspetto e di funzionamento abbastanza sebbene spesso più di uno per scatto per farne sprizzaresicuro, la fiamma. Maoccorra i tipi veramente adatti la

Pipa sono pochissimi: si riconoscono perché il getto infuocato esce

 

da un semplice foro, meglio se laterale, libero da ogni dannosa sovrastruttura, ed è regolabile nella sua intensità. Io stesso reco sempre con me uno di questi accendini (di fabbricazione estera) e lo trovo assai maneggevole, leggero, comodissimo nell'uso: nel suo interno — accorgimento altamente apprezzabile! - è contenuta anche una pietrina di ricambio. A casa invece, adopero spesso un altro apparecchietto (di produzione italiana), che, inclinato vers ve rsoo il ba bass sso, o, pr produ oduce ce un no notev tevole ole all allun ungam gamen ento to de della lla fiam fiamma, ma, connsent co senten endo do in tal tal mo mod do un unaa buo uona na acce accens nsiion one. e. Op Opppur uree un unoo strumento strume nto a forma di penna stilografic stilografica, a, da cui esce la fiamma fiamma,, acces accesaa da un unaa min inus usccol olaa res resis iste tennza el eleettri ttricca: la pi pila la è con onte tennuta uta nel nel  basamen  bas amento, to, il gas nel se serbat rbatoio oio di quella quella sort sortaa di penna, penna, che è agevo agevole le afferrare fra le dita ed avvicinare al fornello della Pipa, come fosse un grosso fiammifero. Però anche i migliori accendini presentano un inconveniente: di dover cioè dipendere da una ricarica, quando il gas sia interamente consumato. Nelle città e nei borghi è facile acquistare una nuova ricarica: ma se vi trovaste in qualche paesello sperduto nelle campagne? O intenti ad arrampicarvi sui monti? Oppure in aereo? O sui treni, che corrono veloci per ore ed ore senza mai fermarsi? Potreste, sì, portare con voi una bomboletta di riserva, ma siete certi di ricord co rdar arven venee se semp mpre? re? Alcun Alcunii tipi tipi di rica ricari rica ca hann hannoo poi di dime mens nsio ioni ni ragguardevoli ed il loro ingombro può essere tutt'altro che trascurabile, ad esempio in un sacco da montagna. E se la pietrina è consumata e siete sprovvisti del ricambio? Non è dunque escluso che un ritorno all'antico - ossia ai vecchi, trascurati fiammiferi - possa aprire nuovi al fumatore di Pipa. Credo valga la pena di esaminare meglioorizzonti l'argomento e di parlare un po' di essi. fiammiferi

Naturalmente ci interessano soltanto quelli di legno: in particolare gli svedesi ed i loro molteplici derivati. Per l'uso di ogni giorno servono  benissi  ben issimo mo le nor normali mali scat scatolet olette te ret rettang tangolar olarii (o par paralle allelepi lepiped pede, e, se vogliamo proprio essere pedanti); ma quando, a casa, si desideri accendere una grossa Pipa con ampio fornello, oppure si voglia far ardere bene un tabacco umido e di combustione difficile, allora è opportuno ricorrere fiammiferi di lunghezza maggiore. questi casi io adopero certi aisvedesi   di produzi produzione one nostran nostrana, a, lung lunghi hiInoltr oltre e 28

centimetri: posso così accendere anche enormi Pipe di

 

schiuma, risparmiando le notevoli quantità di gas che sarebbero necessarie se usassi l'accendino. Senza contare che la parte eventualmente non consumata del lungo fiammifero può essere riutilizzata per una successiva accensione di Pipa, infiammandola col  breve  bre ve sca scatto tto d dii uunn accen accendin dino. o. Ma i pregi della sicurezza, dell'economia, del risparmio di spazio son nulla, in confronto alla perfetta accensione del tabacco che il fiammifero consente te:: la sua fiamma può essere avvicinata proprio al punto centrale del fornello e situata alla giusta distan tanza: la comb mbu ustio tione si propa paga ga cos osìì - tra tranqu quiilla e regolar lare - al all'l'iintera tera supe perf rfic iciie del tr trin inci ciat ato, o, alle da dall pareti ce cent ntro rodelalla alfocolaio. la pe peri rife feri ria, a, sin contro Si provi ad otten eneere il med edeesimo risultato con uno dei soliti accen endi dinni, non proget gettati tati apposita ta-mente per la Pipa: si vedrà quanto poco sia agevole il dirigerne in modo appropriato la fiamma, che ondeggia e si curva da ogni lato, mentre la mano contort tortaa e le ro robu bust stee as aspi pira razi zion onii tent tentan anoo va va-namente di farla giungere dove si vorreb be. Acc Accade cos così talvolta - spe specia lmente tee opeera op rand ndooadeall' all'a ari riaaì tal ape apvolta erta rta ed in cialmen gi gior ornnat ate vent ve ntos osee - ch chee si br bruc ucia iacc cchi hino no mala malame ment ntee i marg margiini del fo forn rnel ello lo,, con grav gravee dan anno no estetico della Pipa. Tutt'altra cosa, adoperando i fiammiferi: intanto la fiamma sale dal basso verso l'alto, secondo le leggi naturali di ogni fuoco dab bene,  ben e, e non giunge giunge inve invece ce dal dall'alt l'altoo in basso basso come negli acc accendi endini; ni; poi è facile tenere fra le dita la minuscola asticciuola lignea e spostarla in ogni senso sopra al tabacco, sino a che esso arda ovunque in maniera perfetta. Allo scopo sono quindi sufficienti piccole aspirazioni,, che bastano a far ripieg razioni ripiegare are la fiammel fiammella la all'ingiù, per la sua vicinanza al contenuto del focolaio: vicinanza impossibile da rag-

 

giungersi coi soliti accen giungersi accendini, dini, se non arrischia arrischiando ndo bruciature della Pipa e fumo caldissimo. I fiammiferi son comodi anche all'aria aperta: in breve tempo si apprende a fare acconciamente schermo con le mani alla piccola fiamma, sì che il vento non la spenga. Vi sono, a questo proposito, due distinte teoriche: chi si pon onee ard rdiitam ameente di fron onte te al ven vento to,, ch chii inve invece ce gl glii vo volg lgee le spalle. le. I com omppeten enti tisssim imii prop pr open endo dono no pe perr la pr prim imaa sosoluzi lu zion one, e, ch chee ma maii tu tutt ttav aviia mi è riu riusc scit ita, a, non onos osta tannte le numerose prove e l'insegnamento di maestri in quest'a st'art rte: e: ho qu quiind ndii do dovu vuto to riripneietrovo gare del sullresto a sebenissimo. conda e me Non si di dim mentic tichi poi che la st stes essa sa sc scat atol olet etta ta de degl glii  svedesi  può può porgere un valid lido aiut aiuto, o, qu quan ando do la com ombu bust stiione del ta tabbacco acco risu risult ltii im impe perrfett fettaa: bas asta ta appoggiarla rla sul forrnello fo llo ed aspirar aree al alccune  boccate  bocc ate d dii fu fumo, mo, con un ritmo un po' più rapido del solito; inlobreve ilràcontenuto del fo forn rnel ello ar arde derà rego regola larm rmen en-te, su tutta la sua superficie. Un avvertimento: attenzione a non tenere a lungo la scatoletta sulla Pipa, ad evitare che si riscaldi troppo e che i fiammiferi possano incendiarsi. Sarebbe cosa sommamente sgradevole e preferiamo sorvolare sulle possibili conseguenze: brutte, molto brutte per certo. Una volta - nel secolo scorso e al principio di questo — per acce ac cend nder eree la Pipa Pipa si us usav avan anoo degl deglii es esil ilii ro roto toli lini ni di ca cart rtaa di fa fabb bbric ricazi azione one pers persona onale, le, lun lungh ghii si sino no ad un pa paio io di de decim cimetr etri:i: erano, diasolito, momento, ma più previdenti ne pr prep epa ra rava vannoavvolti molt moltii,al tutt tu ttii as assi siem eme, e, i efumatori li rip ripon onev evan ano o poi -

vertica verti calme lmente nte affi affian anca cati ti - in vasi vasi o bo bocc ccali ali di terra terraco cotta tta,, sulla sulla mensola del caminetto; per

 

averli a por ave orta tata ta di man ano, o, mi mioo nonn onno ed i suoi fa fami mili liar arii li chiamavamo fidibus: altri ne stroppiavano il nome in  filibus. Ricordo ancora il mio avo, chino sul focolare e in atto di appoggiare alla  bra  brace cestav l'e l'estr stremo dipio uno dirnel quei que otolin lini, perc perché si ,inf infiam masse oion lo acco ac cost ava a emo all' all'am ampi o fo forn ello loi rroto dell della a i,su sua a hé Pi Pipa pa, ripi riiammas pien ena a se: di: ppoi bu buon trinciato del Moro, traendone calme boccate di fumo, solennemente notarili. Ora i fidibus sono caduti in disuso: al loro posto e nel medesimo modo si adoperano - poco in Italia, assai più in Inghilterra - certe sottili striscette di legno, lunghe circa venti centimetri e larghe quattro millimetri, tinte in colori diversi; talvolta me ne servo anch'io, pur non avendo alcun caminetto nella mia casa: sono perciò costretto ad accenderli con mezzi meno romantici e ne soffro in silenzio. Concl Con clud udia iamo mo. . Ci se semb ra du dunq nque ue soltanto che che og oggi gi, , per pesuggerimenti: r iniz inizia iare re un unaoa soddisfacente pipata, simbra possano dare due si adoperi un accenditore appositamente studiato per la Pipa (il perfettissimo non esiste però ancora), oppure si usino gli onesti fiammiferi di legno, sicuri ed al vostro servizio in ogni occasione, senza mai deludervi. E qui ci par proprio giunto il momento di abbandonare la prosa per passare alla rima:  Accend  Acce ndii la tua tua Pip ipa, a, o fu fuma mato tore re,, Ma co con n vigile scelta e cure cure attente: Odia i cerini e assiem l'accenditore l'accenditore Ricolmo di benzina benzina  puzz  pu zzol olen ente te..  Apprez  Appr ezza za in inve vece ce,, co come me si conv convie iene ne,, La  fi  fiam amma ma che che da dall le leggno si sp spri rigi gion ona; a; Liev Lievee brillar di luce: poi serene serene Amabili pipa pipate te essa ti dona. Pian Pian pi pian anoo sale sale il fumo fumo deli delizi zios osoo In nuvola nuv ola azzur azzurrin rinaa e delica delicata: ta: Profu Profuma ma l'ar l'aria ia,, unen unendo dosi si gi gioi oios osoo Al prof profum umoo sottil della tua amata.

E guarda caso: così, a nostra insaputa, ne è uscito un acrostico che, con le iniziali di ogni verso, dice AMOR  ALLA  PIPA! Magia, pura

magia, ci sembra questa: ma oramai nulla più ci stupisce, quando abbiamo a far con le Pipe.

 

OPINIONI ANTICHE E MODERNE oche notizie soltanto, ricavate da vecchi scritti italiani, quasi del tutto ignorati: spero giungano al Lettore e possano interessarlo, soprattutto per la loronuove stranezza. Ecco dunque che cosa si diceva una volta delle Pipe. • NEL SEICENTO •  

Il Signor Pietro della Valle, Cavalier Romano, nella prima parte dei suoi Viaggi , , e pre precis cisame amente nte nnella ella Lettera 3 da Costantinopoli nopo li in data data de dell llii 7 Febr Febrar aroo 16 1615 15 , scrive scrive - sec second ondoo lo Stel Stella la — che ildotabacco in continuo uso pressonel i marinai di tutte leda nazioni ((perchémolto staneglino èdel mare, attraheno esso humori humidi e freddi, a quali essendo il fumo del Tabacco rimedio potentissimo, perché tira fuori dalla testa e dal petto quegli humori pituitosi, e freddi, causati dall'humidità del mare; onde sentendone grand'utile, se ne fecero l'uso familiare)). Più avanti aggiunge: «V'è un'altra causa che indusse non solo li Marinari, e Soldati di dette Nazioni, e Vaselli a prenderlo, ma anche gli huomini di Terra ferma, e Soldati delle Fortezze di tutto il Mondo (poiché oggidì si costuma da tutti) e questa è, che il fumo del Ta bacco  bac co tra l'altre l'altre sue prop propriet rietàà ha ques questa ta di con concil ciliare iare il son sonno, no, e secondo la quantità, che se ne prende, fa più, o meno dormire, ed il sonno, che causa essendo profondo, e quieto, non cagiona nell'animo perturbationi anzi è di molto sollievo, e refettione alle stanche membra; e però li detti Soldati quando devono far la sentinella si preparano prima col fumo del Tabacco, prendendone poco per star più vigilanti, ma uscendo da essa in quantità, per poter meglio e più saporitamente dormire». Dice poi che a Costantinopoli si apprezzava molto, già allora, il fumo della Pipa: «Qui si piglia a tutte l'hore per trattenimento, fa-

 

cendo mille giuochetti, facendosi uscire quel fumo dalle narici, che a loro pare bella vista, e a me una gran sporcarla)). tabacc acco. o. Tra Tratta ttato to Scrive Don Benedetto Stella, nel suo libro  II tab naturale, medico, morale e curioso , edito edito in R Roma oma nel 1669 1669:: (( ((Fra Fra li Medici e Anatomisti verte a nostri tempi una celebre questione, se il fumo del Tabacco habbia forza d'affumicare il cerebro, e con le sue fuligini accozzare in esso alcune croste negre, e fuliginose, in quella guisa, che suole occorrere ne' fumaioli, ne' quali per il fumo, che si fa in esso s'accozzano come in crosta le fuligini)). Lo Stella non prende netta posizione in questa diatriba. Si limita a riferire - con ampia documentazione - che il dottore Adriano Falkemburgio ritiene possibile la formazione di croste nel cervello dei fumatori di Pipa, mentre il Magneno non ne è ben certo ed infine Guglielmo di Meera la nega con valide prove, così riportate dallo Stella: ((... che avendo egli pubblicamente fatto l'anatomia [vale a dire la dissezione] di molti, che erano soliti pigliare il Ta bacco  bac co in fumo, fumo, non haveva haveva,, per quanta dili diligenz genzaa havess havessee fatt fatta, a, ritrovato alcuno, che simili fuligini, e croste causate dal fumo del Ta bacco  bac co hav havess essee nel cer cerebr ebro; o; e in partico particolare lare addu adduce ce un'o un'oper perati atione one fatta in Delfo di Batavia, quando fu anatomatizzato un reo famoso condannato alla morte, che era un celeberrimo fumicatore del Ta bacco:  bac co: e tan tanto to che che,, per gratia gratia ott ottenn ennee dal dalla la Cort Corte, e, e Min Ministr istrii del della la giustitia, una Pipa di esso nell'istesso tempo, che doveva esser giustiziato. E quantunque all'hora, all'hora havesse preso detto fumo,

non gli fu XVI trovato in testa alcuna fuligine, o crosta)). Nelperò capitolo il medesimo autore parla di Pipe e dice fra l'altro: «S'è poscia pensato di provedere alla commodità, per non tenere sempre il fuoco in mano, e di prenderlo [il Tabacco in fumo] con minore incommodo, che sia possibile; quindi furono ritrovati quegli instrumenti, che chiamano Pipe, che hanno da una parte il forame alquanto largo...)) eccetera. Ci tengo a far notare che Benedetto Stella precorse qui di quasi tre secoli lo scrivente, nell'usare la P maiuscola per la parola Pipa: si dia a Cesare quel ch'è di Cesare ed allo Stella quanto gli spetta. • NEL SETTECENTO •

Ecco un brano della prefazione al ditirambo in 2146 versi La Tabaccheide di Gerolamo Baruffaldi, interamente dedicata al  

tabacco da fiuto (volume terzo dei Baccanali del medesimo autore, seconda edizione, Stamperia di Lelio dalla Volpe, Bologna, 1758): ((... E qui sempre mi sono inteso del Tabacco, che si fiuta pel naso, non di quello, che rugumandosi colla masticazione, e col fumo ingoiandosi, si fa cibo della bocca: non perché non abbia questa sorta di pastura anch'essa le sue delizie, ma perché non avendo io mai potuto avvezzare il proprio palato a tal cibo, non avrei mai saputo come darne contezza, e ricavarne, anche per via di poetica verisimilitudine, quello sminuzzamento, che in quello del Tabacco in polvere mi è più facilmente avvenuto, per averne lunga pratica; e ben si sa, che per trattare, come debbesi, un argomento, ei conviene esserne prima ben persuaso. Vivi felice)). E volesse il cielo che molti - anche oggi ed in ogni campo - si attenessero alla conclusione del Baruffaldi!  Storia distinta e curiosa del Tabacco  (di autore ignoto), ediNella ta in Ferrara nel 1768, compare la solita polemica fra i nemici ed i sostenitori del fumo. Si legge infatti: «Molti autori lo tengono [il tabacco] per un possente preservativo contro la peste: ma Ravino assicuraci, che quella di Lipsia trattò del pari sì i grandi fumatori, come gli altri. Vien da altri condannato l'uso di fumar Ta bacco.  bac co. Asser Asserisc iscee Gasp Gaspare are Offma Offmann di aver saputo da' soldat soldatii vis vissuti suti qualche tempo in Ollanda, che i giustiziati aveano il cranio negro, e questo per fumar Tabacco; ed aggiunge di aver inteso da un soldato, che avea servito nelle guerre di Boemia, che tutti gli Inglesi, che vi furono uccisi, aveano il cranio pur nero, perché que' popoli

fumano Tabacco; espeziale il sig. Ray dice di essergli stato detto lo stesso dalmolto sig. Bouchanet, di Londra. «Se questi fatti, de' quali evvi qualche ragion di dubitare, fossero tanto veri, quanto si pretende, che sieno, non ne seguirebbe però, che l'uso di fumar Tabacco fosse pregiudizievole; poiché ne abbiamo una contraria sperienza, ed è che persone senza numero anno fumato il Tabacco per anni, ed anni, ed ogni dì senza sentirne il menomo incomodo; ed è anche verisimilissimo, che non per altra cagione molte di esse sieno arrivate ad una estrema vecchiezza, sane, e senza disposizione, sennonse per l'uso, che anno fatto di fumar Tabacco)).

Strane notizie sono contenute anche nel volume  II tabacco masticato e fumato. Trattenimenti ditirambici di Francesco Arisi, fra

 

 glii Arca  gl Arcadi di Euf Eufem emoo Ba Bati tio. o. In Milano MDCCXXVIII. Nella Stamperia di

Paolo Antonio Montano in Strada Nuova. Nella seconda parte del libro (Il Tabacco fumato) si legge ad esempio: Or miriamo a cento, a cento I bizzarri bizzarri pipeggianti: Ma non lodo Certo modo Di fumare II Tabacco Tabacco misturato, Che se buono, vero e schietto schietto Non si dee cucinare cucinare Come intingolo intingolo o  guaz  gu azze zetto tto.. N Néé chi chi a pr prend ender erlo lo gela gelato to Fa passarlo passarlo in Canalino Nella Neve Neve sotterrato, sotte rrato, Comefus Comefusse se Orzata o Vino: Poi cantando quell'ariett quell'ariettaa Cara dolce, e fresca Auretta.

Non No no,è no di diff icil ileescel co comp mpre ere eanze ch che l'l'Ar Aris isi i e pr pred edil igev eva apio ilo  ta taba bacc ccoo si sinc ncer ero, non nffic mi misc elat ato o rend ander so sost stan zee di dive vers rse (a (ad dilig es esem empi The The , o Scherchillo,  o scorza di Pistacchi  ,, o  Fiore del Gelsomino,  come dice più avanti); meno facile sarebbe invece capire la faccenda del   Canali Canalino no nella Neve sotterrato  se non esistesse una Nota esplicativa. Eccola: «Non è lodato dall'Autore il modo di Fumare il Tabacco accennato dal Redi (1426-1698) nel Libro dell'esperienze , pag. 44, dove scri scrive: ve: "... ed in ciò il Lusso tant'oltre si è avvanzato, che hanno ritrovato un Ingegnoso Modo, e Facilissimo di far passare quel Fumo per alcuni Canaletti sepelliti nella Neve, da quali egli dappoi sbocca così gelato, che non puote invidiare alla più fredda Tramontana"». medesimo libro può d'argilla, apprendere - adi quell'epoca - siDal fabbricavano Pipedell'Arisi lunghe esicorte di che creta, bosso, di metallo (argento ed oro compresi), ma anche di più strane materie: ad esempio di avorio intagliato, di corallo e di corno di bufalo. Queste ultime erano del resto già in uso nella seconda metà del 1500: infatti Egidio Everardi le cita alla pag. 17 del suo piccolo trattato  De Herba Panacea, quam alii Tabaccum, alii Petum, aut

 

Nicotianam Nicotiana m vocant , , stampat stampatoo ad Anve Anversa rsa ne nell 1587 1587.. Cert Certamen amente te l'Ar l'Arisi isi

amava la Pipa, se poteva scrivere questi versi:

Cara Pipa Tabacchi/umifera Tabacchi/umifera Sei più dolce di Poppa Lattifera

spiegando poi in una nota: «s'intende che la Pipa sia più gentile, e più delicata della poppa, a chi se ne diletta». Sulla quale affermazione siamo soltanto parzialmente d'accordo. • nell'ottocento •

  Dal canto second secondoo di Lapipeide, poema di Giusto Navasa - tra   gli Arcadi Lisindro Penejo - stampato in Belluno (Tipografia Tissi) nel 1819, riportiamo queste quartine: Presa la pipa, vivere Giurai lieto con essa, E l'aspra noja vincere E la natura istessa. Ella vicin sedeami, Io mai da lei lontano, Forse qualcuno avriami Creduto un mussulmano. E cinque eh continui Ella mi porse aita, Quale pietosa medica Sanò la mia ferita.  Ah! che  Ah! che magg maggio iorr dure durevo vole le Non so trovar piacere, Vorrei con essa starmene Tutte le notti intere. Voi lo sapete intrepidi ella sua gloria amici, Voi che per essa scorrere

Vedeste i dì elici.

 

Già sol per lei si rendono Grate le torbid'ore, Che di repente sogliono Cangiar aspetto e umore. Quando di cibi carico  Alle  Al legg gger erir irmi mi br bram amoo Come possente antidoto Sol la mia pipa io chiamo.  Allorr che  Allo che il sonn sonnoo in indo doci cile le I miei desir non calma Suole cortese porgermi Dolce sopore all'alma, Ed essa ognor mirabili Volse ad oprar portenti Fin quando ratto assalsemi Crudo malor nei denti.

Ne  L' Arte Arte di fu fuma mare re e pr preender nder tab tabacco acco senz senzaa rec recar disp dispia iace cerre alle Belle (Pesaro, 1828), e precisamente nella Lezione prima, è detto: ((Agevole si è pur il vedere che laddove si voglia fumare senza recar dispiacere alle belle, giova studiarsi di possedere una Pipa elegante, originale, curiosa, che ecciti il sorriso d'aggradimento, né offra un aspetto ributtante come quelle vecchie pipe curve, corte, sporche e nere, conosciute sotto al nome di brucia naso. (( ((Qu Quan anto totorna dà gr graz azia ia un una a pi pipa papipa be belllla a non ne nella llaè bo bocc ccaa d' d'un ununa giov gi ovin inet etto, to, altrettanto schifosa questa se fregiata di qualche eleganza; la di lei scelta sarà quindi della più alta importanza. (( ((Bi Biso sogn gnaa pr prim imaa co comp mpen enet etra rars rsii be bene ne di una una ve veri rità tà cost costan ante te,, invariabile, ed è quella che non evvi se non due sorta di pipe, nelle quali riesca gradevole il fumare [ricordi il Lettore che a quei tempi non era ancora entrata nell ll''uso comune la radice dell'Er 'Erica] a];; le pipe di schiuma di mare, e quelle fatte di quella specie di terra, cui la stessa pipa diè il nome. ((Le pipe così dette alla turca sono le più piacevoli di tutte, se sien eleganti e ben ripulite; ma cogli usi nostri, tornano un poco incomode, sino a tanto che non sia ammesso nella gentil società, che un

 

"fashionable" debba girar per le vie susseguito da un moretto che gliela porti. ((La pipa di schiuma, dolce allo stomaco, spugnosa, d'un gusto aromatico, è essa medesima di sì gradevole aspetto, che ha d'uopo di ben pochi abbellimenti, e le basta la più modesta guarnizione. ((Non è poi lo stesso della pipa di terra, ch'è di soverchia semplicità ed ha mestieri veramente di essere di qualche ornamento fregiata; questo ornamento le venne prodigato in mille fogge differenti, e sta per l'appunto nel gusto il darne la preferenza; tutto ciò che possiam fare in una tal circostanza si è d'avvertire i nostri "fashionables" che non già da soverchi ornamenti si distingue una pipa veramente elegante, ma sibbene dal buon gusto di essi e dalla gentile e leggiadra forma del vaso)). Più avanti, nella Lezione terza , si legge: legge: ((U ((Unn buon buon fum fumator atoree prepreferirà sempre la pipa ad ogni maniera di cigare passate, presenti e future; un uomgiammai galante dee fareedunil qualche crificio,ma nonsiccome potrà obbliare che saper la cigara cigarito sainspirano molto men avversione alla bellezza)). A divertimento del Lettore, ecco il titolo completo del curioso volumetto, dal quale abbiam tolto le frasi precedenti:  L'Arte di fumare e pren prende derr taba tabacc ccoo senz senzaa reca recarr di disp spia iace cere re alle alle Bell Bellee / Inse Insegn gnat ataa in sole sole quat qu atto tordi rdici ci le lezi zion oni/ i/Co Con n una no noti tizi ziaa et etim imol olog ogica ica,, ist istor oric ica, a, do dogm gmat atica ica,, filoso lo sofi fica ca,, poli politi tica ca,, ig igien ienic ica, a, e sc scie ienti ntifi fica ca sul sul taba tabacc cco, o, la taba tabacch cchier iera, a, la pipi pa  pa e la cig cigar araa / Descr escrit itta ta da Due Tzele zelepi pi Turch urchii che che, quan quantu tunq nque ue gran ran  fum  fu mat ator ori, i, fo form rmaaron ron le de deli lizzie deg eglli Hare Harem m di Cost Costan anti tino nopo poli li

Nel riordinare vecchie carte degli avi (correva l'anno 1920) mi cadde sotto gli occhi un foglio, alquanto spiegazzato a dire il vero, sul quale - in bella calligrafia - era scritto questo sonetto: La Pipa Tu, che in cerchio biancastro mi circondi Della tua dolce nuvola odorosa, Tu, cara Pipa, ardente senza posa,  Ment  Me ntr' r'io io sogn sognoo le stel stellle egl glii alt ltri ri mo mond ndi; i;   Perché ne' miei pensieri vagabondi   Ridesti la fragranza della rosa,

 

Sicché veggendo questa e quella cosa Così Così mi  plac  pl achhi e l' l'oz ozio io mio mio seco second ndii ? Deh! Se in smanie crudeli crudeli i' mi consumo Tu m'aiuti, o diletta, dilett a non crucciarmi aggia Pipa,a,prodiga di fumo. O ssaggia Poscia in cenere amorfa amorfa trascolori trascolori Il buon tabacco, ond'io ond'io ti lodo in carmi Pipa gentile, gentile, che ti spegni e muori

Chi mai sarà stato il Po Poeeta? ta? Conf nfes essso che il mistero tero mi appa ap pass ssion ionava ava:: pe perr lunghi lunghi dec decen enni ni fr fruga ugaii ne negli gli ar arch chivi ivi e ne nelle lle  bibliot  bib liotech echee e molt moltee fur furono ono le nott nottii trascors trascorsee ins insonni onni sui lib libri. ri. Alla fine ier l'altro, sfogliando il volume dei sonetti di Giovanni Prati, edito in Padova nel 1876 da F. Sacchetto e dal titolo   Psiche , mi imb mbat atte teii - alla alaccurate, la pagi pagina nanotai 44 4477 subito - ne nell una sonet onetto to  Sigaro.  Avve Avvezzo zzo alle osservazioni curiosissima particolarità: le parole finali di ogni verso del sonetto ritrovato corrispon corrispondevano devano esattamente a quelle del sonetto  Si Siga garo ro (cir (circo cond ndii - od odor oros osaa - po posa sa mondi - vagabo mondi vagabondi ndi - rosa rosa - cos cosaa - se secon condi di - consu consumo mo - crucc crucciar iarmi mi - fumo fumo trascolori - carmi - muori).

Che cosa dedurne? Forse un inedito del Prati? Direi proprio di no, anche perché nutro qualche sospetto circa l'Autore: ma debbo tacere.

• e, infine, nel novecento •

Per il XX se Per seco colo, lo, po poic iché hé sa sare rebb bbee pra pratic ticame amente nte im impos possi sibi bile le fa farr cenno di tutte le cose più notevoli scritte sull'argomento in giornali e ri rivi visste te,, mi li limi mito to a ri ripo port rtaare un brano rano poco oco no noto to e as assa saii interessante, relativo ad una memorabile pipata al Polo Sud, nel giorno della sua scoperta, da parte di Amundsen. Il brano è tolto dal volume La conquista del Polo Sud  di R. Amundsen, Editore F.lli Treves, Milano, 1913; lo storico giorno dell'arrivo al Polo Sud fu il 14 dicembre 1911. Ecco dunque quanto scrisse il famoso esploratore: «Quella sera si fe fesste tegg ggiiò il nost nostro ro ar arri rivo vo alla alla me meta ta,, non con bot otti tigl gliie di

champagne, ben inteso, ma regalandoci un pezzo di carne di foca che trovammo eccellente e che ci ristorò oltre ogni dire. Null'altro rivela-

 

va la solennità del momento: ma si udiva fuori il fruscio della  bandie  ban diera ra e la convers conversazi azione one fu ani animati matissi ssima ma su div divers ersii temi temi;; cer certo to ciascuno di noi pensava a quelli che attendevano nella lontana Norvegia e avrebbe voluto poter trasmettere il suo pensiero per comunicar loro la buona riuscita dell'impresa. «Tutti i nostri oggetti dovevano venir contrassegnati colla scritta "Polo Sud", incisa o disegnata per ricordo. Quanti oggetti furono affidati alle cure di Wisting che si rivelò nell'occasione un incisore di talento! Tabacco sotto forma di fumo era sconosciuto nella nostra tenda; tutt'al più mi ero accorto che di tanto in tanto qualcuno dei miei compagni masticava una cicca. Ma dal nostro arrivo al Polo le cose cambiarono. Io avevo con me una certa pipetta che portava incisi i nomi di diverse località artiche e questa desideravo che fosse contrassegnata anche colla scritta "Polo Sud". «Quando mi presentai a Wisting colla Pipa egli mi fece una proposta che non mi sarei mai attesa: mi offrì tabacco da fumare per il resto del viaggio; ne aveva portato un paio di rotoli nel suo sacco e diceva essere suo vivo desiderio che io li fumassi. Chi potrebbe immaginare l'effetto di una proposta simile in quel luogo su un uomo che considera come un godimento senza pari una buona fumata dopo pranzo? Temo che pochi siano in grado di comprenderlo. Accettai con gioia e ogni sera, durante il ritorno, assaporai una bella fumata. Decisamente quel Wisting mi guastava! Non solo mi regalava tabacco ma si assumeva ogni sera l'incarico di pulirmi la Pipa... perché fosse pronta per il mattino seguente; come avrei potuto resistere alla tentazione di concedermi una fumata appena Da cuialzato?». si vede che anche il grande Amundsen sapeva apprez apprezzare zare la Pipa al suo giusto valore.

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