Achille è dentro la sua tenda. Patroclo entra triste, piangendo
“che c’è amico mio? Perché piangi? Hai forse pietà degli Achei, che muoiono per colpa della loro
arroganza?” Patroclo:
“Sì Achille: il mio cuore sore per loro. Tu i più for sono a terra mor. Perché non vuoi aiutarli?
Davvero il tuo cuore è di pietra! Se non vuoi combaere, lascia che lo faccia io. Manda me in loro soccorso, vesto con le tue armi.” Achille:
“la mia ira non si è ancora placata, ma se tu vuoi, vai e ferma la furia di Eore, guidando i guerrieri
mirmidoni, ma ascolta: quando avrai salvato le nostre navi torna da me: non andare da solo a combaere Troia.”
Scena 2 –
Patroclo si avvicina verso i guerrieri troiani ed inizia a combaere
Narratore: Patroclo allora indossate le ves di Achille e prese le sue armi si diresse verso la baaglia guidando i suoi guerrieri. Quando i troiani lo videro, tra le loro fle serpeggiò paura; credevano che osse Achille. Ad un trao iniziarono a cadere i suoi ves, la sua spada e la sua arma armatura: tura: il Dio Apollo lo erì una prima volta, poi il troiano Euorbo; Euorbo; poi si avvicinò Eore, fero con la sua asta, e con un colpo colpo,, pieno di vigliaccheria si scagliò su Patroclo.
Scena 3 -
Eore:
Eore si avvicina e lo erisce. Patroclo cade a terra morente
“Patroclo, tu speravi d’abbaere la nostra cià, e alle donne troiane togliendo il libero giorno,
condurle sopra le navi alla tua terra patria, stolto! Per esse i veloci cavalli d’Eore si tendono sopra i garre a combaere: io con l’asta eccello fra i Teucri aman di guerra: e così li difendo dal giorno fatale; ma te qui gli avvoltoi mangeranno. […]” Patroclo: “Eore, Achille: “Cugino
tu morirai per mano di Achille, non puoi cambiare il tuo desno”
mio, vendicherò questa tua morte. Tornerò in baaglia e la tua morte non sarà vana”
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