La Luce Dell Anima

February 27, 2017 | Author: Stefania Chiavarino | Category: N/A
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CRESCERE Un corso per corrispondenza proposto da: www.viveremeglio.org

"LA LUCE DELL'ANIMA" 21 LETTERE PER CONOSCERE L’UOMO E IL SUO DESTINO

Note per il lettore Ringraziamo tutti gli autori, antichi e moderni che, con il loro lavoro hanno permesso questa raccolta e ci scusiamo qualora, per impossibilità, errore o distrazione, non abbiamo citato la fonte originale del materiale presentato. I brani nel cui titolo compare un numero, così come quelli usati come citazione e seguiti da un numero tra parentesi, rappresentano un testo originale, tratto dal volume il cui titolo è riportato nei Riferimenti bibliografici. Ricordiamo anche che la nostra mente razionale, essendo stata concepita per risolvere i problemi, letteralmente "perde degli impiegati" qualora si trova di fronte ad una parola malcompresa; impiegati che si "siedono intorno ad un tavolo" per cercarne la giusta definizione e non sono più disponibili per il lavoro di apprendimento. Pertanto non superate mai una parola di cui non conoscete bene il significato. Se incontrate una parola di cui non conoscete il significato o non siete sicuri di ciò che essa vuol dire, cercatene la spiegazione in un vocabolario o un'enciclopedia.

Realizzazione: Dr. Mario Rizzi Sito: www.viveremeglio.org Ultima revisione: 22/7/2003 Pro-manoscritto

La Luce dell'Anima - 1 PRESENTAZIONE Riteniamo che la crescita spirituale sia un argomento assai delicato e personale. Abbiamo perciò deciso di realizzare quest'opera utilizzando brani di autori diversi al fine di offrire un materiale scelto che presenti, nel contempo, una facile consultazione ed un'ampia panoramica dei pensatori che nei secoli hanno preso in considerazione l'anima dell'uomo ed i mondi spirituali. Siccome il presente lavoro è rivolto ad un pubblico che è stato istruito nella religione Cattolica inizieremo il nostro cammino fornendo le informazioni necessarie per poter comprendere ed accettare quanto in seguito verrà trattato. Infatti, gli argomenti che tratteremo (costituzione sottile dell'uomo, vita post mortem, rinascita, legge del Karma, ecc.), potrebbero essere scartati in partenza da coloro che, avendo studiato i fatti delle spirito nella religione Cattolica, non ne hanno mai sentito parlare. Dimostreremo, con l'aiuto di validi e riconosciuti pensatori, che anche nel Cristianesimo, così come in tutte le grandi religioni, è esistito un insegnamento segreto; insegnamento che pensiamo sia a disposizione della Chiesa ufficiale ma che non è oggetto di alcuna forma di divulgazione. Andremo poi alla scoperta di questo insegnamento per comprendere la complessa costituzione dell'uomo, il suo destino su questo pianeta, i mondi invisibili, come sia possibile crescere spiritualmente e tanti altri argomenti relativi a quella che viene definita "Filosofia esoterica", ovvero riservata. Quest'opera è stata concepita per tutti, anche per coloro che si definiscono atei ma che, in realtà, non lo sono. Cercheremo di offrire il materiale affinché, tutti coloro che lo vorranno, possano disporre degli strumenti atti a procedere sul sentiero dell'evoluzione spirituale. Oggi, purtroppo, questo sentiero non ha una segnaletica ben precisa; spesso, infatti, viene confuso con altri magari più facili e appariscenti. Per questo gli uomini, affannati dai tanti problemi della vita quotidiana, gli passano accanto senza neppure notarlo. Sono più di cent'anni che alcuni grandi iniziati ci hanno indicato la strada. Ne citiamo qualcuno omettendo gli altri per brevità: H.P. Blavatsky, Annie Besant, W.C. Leadbeater, Alice Bailey, R. Steiner, Max Heindel, Paramansa Yogananda, P. Ubaldi, Krisnamurti, Omraam Mickhael Ainvanhov, Sai Baba, ecc. Ad essi vadano i nostri più sentiti ringraziamenti per averci messo a disposizione le indicazioni necessarie per un giusto cammino. Nel vangelo Gesù ci dice che la verità ci renderà liberi. Qualcuno potrebbe chiedere "Liberi da che cosa?". Liberi non certo nel senso normalmente conosciuto, bensì nella concezione di libertà interiore; una libertà di cui troviamo un esempio lasciato da tanti saggi nei secoli: è una libertà mentale, morale e materiale. E' la libertà di colui che riesce a non desiderare nulla se non il necessario per vivere giornalmente. Ci auguriamo che quest'opera possa aiutare coloro che intendono conoscere e vivere quanto proposto dagli Insegnamenti di saggezza. Siamo consapevoli che il nostro lavoro è ben povera cosa al confronto di quanto il mondo attuale offra a coloro che amano la conoscenza. Per questo motivo abbiamo cercato di aiutare coloro che desiderano approfondire qualche argomento ponendo accanto ai vari capitoletti un numero che, utilizzato con il riferimento riportato nelle Note Bibliografiche, ne permette di rintracciare la fonte originale. Ringraziamo tutti gli autori, antichi e moderni, che con il loro lavoro hanno permesso questa raccolta e ci scusiamo qualora, per impossibilità, errore o distrazione, abbiamo mancato di citare la fonte originale di quanto proposto.

2 - La Luce dell'Anima

Vorremmo anche ricordare ai lettori, desiderosi di vivere nella luce, questa breve e luminosa invocazione: Divina presenza in me, possa la tua Saggezza dirigere ogni mia azione, il tuo Amore guidare i miei pensieri, la tua Luce illuminare il mio cammino. Avvolgimi nella tua radiosa Presenza ora e sempre. Amen.

Avvertimento al saggio (1) Il fondatore della Religione Cristiana formulò una massima occulta quando disse: "In verità vi dico: chiunque non riceverà il Regno di Dio come un fanciullo, non vi entrerà" (Mc 10,15). Ogni occultista riconosce la profonda importanza di questo insegnamento del Cristo e cerca di viverlo giorno per giorno. Quando una nuova filosofia si presenta al mondo, essa viene accolta in maniera diversa secondo le diverse persone. Una si impadronirà avidamente di qualunque nuovo tentativo filosofico per verificare fino a qual punto esso possa essere di sostegno alle sue idee personali. Per una tale persona, la filosofia in sé è di secondaria importanza, essa sarà infatti tanto più valida quanto più potrà servirgli come sostegno alle sue idee. Se l'opera filosofica viene incontro alle aspettative di quella persona, essa l'adotterà con entusiasmo e vi aderirà con un fanatismo che non ha niente a che fare con la ragione, altrimenti, la stessa persona, getterà via con sdegno quell'opera con l'impressione che l'autore abbia quasi voluto farle un affronto personale. Un'altra persona adotterà un atteggiamento di scetticismo se scoprirà che l'opera contiene qualcosa che essa non ha prima né letto, né udito, né scoperto nel suo proprio pensiero. Questa persona respingerebbe sdegnosamente come del tutto ingiustificata l'accusa che il suo atteggiamento mentale sia il colmo dell'autocompiacimento e dell'intolleranza. Nondimeno è proprio così, ed essa in tal modo chiude la mente all'accettazione di qualsiasi verità che potrebbe eventualmente essere nascosta in ciò che viene da lei respinto senza cercare di comprendere. Queste due classi di persone volgono le spalle alla luce. Le idee preconcette le rendono inaccessibili ai raggi della verità, "un fanciullo", da questo punto di vista, è proprio l'opposto delle persone colte. Egli non è imbevuto di un opprimente sentimento di conoscenza superiore, né si sente obbligato ad apparire saggio od a nascondere la sua ignoranza intorno a qualsiasi argomento, dietro un sorriso od una smorfia. Il fanciullo è francamente ignorante, libero da opinioni preconcette e quindi eminentemente ricettivo. Accetta tutto con quel magnifico atteggiamento di fiducia, che potremo chiamare "fede ingenua", nel quale non esiste ombra di dubbio. Così il fanciullo si attiene all'insegnamento ricevuto, fino a che esso si dimostri giusto o errato. In tutte le scuole di occultismo si comincia col richiedere al discepolo, quando gli si impartisce un nuovo insegnamento, di dimenticare ogni altra cosa e di non lasciarsi influenzare da preferenze e pregiudizi, mantenendo il suo spirito in uno stato di attesa calma e ponderata. Come lo scetticismo ci nasconderebbe le verità nella maniera più completa, così questo calmo e fiducioso atteggiamento della mente permetterà all'intuizione, questa scienza innata, di divenire consapevole della verità contenuta in quanto proposto. E' questa l'unica via che permetta di discernere il vero dal falso.

3 - La Luce dell'Anima

La vostra vita è nelle vostre mani (2) Ricordate sempre che la vostra vita è nelle vostre mani. Non potrete mai raggiungere la salvezza attraverso la sofferenza di un altro. La morte di Cristo sul Calvario stava a simboleggiare il vostro diritto a tentare di nuovo ciò che in passato non vi era riuscito . Ma siete voi a dover agire; voi dovete scalare la montagna del progresso spirituale con le vostre forze; voi dovete protendervi verso Dio poiché, anche se Egli vi attende sempre a braccia aperte, ciò non basta a salvarvi dal male da voi stessi generato. Infine, ricordate che l'universo fu creato per Amore. Il Dio di Tutto ciò che Esiste creò le anime in modo da poter meglio sentire il Suo Amore Divino. E questo può avvenire solo quando le Sue creature gli restituiscono quell'amore. Tutte le anime e le entità che dimorano sul piano dal quale queste parole provengono, sentono profondamente il dolore dei loro fratelli umani in questa epoca, mentre le ombre del Grande Giudizio si allungano sul pianeta. Sappiamo quali prove si avvicinano; sappiamo i rischi che si corrono; sappiamo il dolore e la sofferenza che incombono sul genere umano. Vi inviamo il nostro amore, i nostri pensieri, la nostra forza. Chiedete di essere toccati da queste vibrazioni che inondano la terra e lo sarete. Non importa se nelle vostre preghiere vi rivolgerete al vostro angelo, a Gesù, a Dio o a qualche altra entità. Tutte le creature, grandi e piccole, sono emanazioni di un Unico Creatore. Quando chiedete ad una di esse di aiutarvi, Dio sa che lo state chiedendo a Lui. Rimanete saldi nelle cose in cui credete. Reputate la vostra verità superiore a quella proveniente da qualunque altra fonte, sia che si tratti di psicologi, di medium, di scritture o di questo libro stesso. La vostra verità, è scritta nelle pagine del vostro cuore, poiché è lì che dimora il Dio Vivente. Tutto ciò che dovete cercare di fare è di vivere quella verità, di percorrere il sentiero che sapete distendersi davanti a voi, di tenere alta la vostra luce, in modo che coloro che brancolano nel buio possano vederla. Rimanete fedeli a voi stessi, se credete nel giusto e se ponete a vostra mano nella mano di Dio, allora nessun male, nessun lolore e nessuna sofferenza durevole potranno mai colpirvi. Possano la pace e la benedizione di tutti gli esseri superiori, che hanno a cuore la lotta dell'umanità, essere con voi per sempre.

OM MANI PADME HUM (Io sono Colui che È)

4 - La Luce dell'Anima

ALCUNI PRESUPPOSTI DI BASE Alla riscoperta di antiche verità (3) Viviamo in un'epoca di estremismi e di contrasti impressionanti in cui le più straordinarie scoperte scientifiche nel Regno Materiale coincidono con quelle ancora più sorprendenti del futuro della Coscienza. Ma se le prime sembrano reali scoperte, le seconde non sono altro che riscoperte della Conoscenza degli Antichi. Infatti realizziamo poco alla volta che gran parte di questa conoscenza scartata dai razionalisti come semplice superstizione, non può essere ignorata o negletta in modo così sistematico e che i fenomeni supernormali (paranormali), prima attribuiti all'intervento sporadico della divinità, erano solo manifestazioni di forze naturali, in mano a coloro che le sapevano manipolare o facoltà percettive ancora sopite nella maggior parte degli uomini. Così, quello che una volta era chiamato con devozione "miracolo", è oggi considerato più freddamente come un caso di chiaroveggenza, chiarudienza, mesmerismo ipnotico, guarigione metafisica o magnetica, secondo le circostanze. L'uomo ha scoperto che queste facoltà sono in lui e possono essere, in parte, sia ereditate sia scientificamente sviluppate grazie agli insegnamenti di un maestro qualificato. In tal caso è possibile provare a se stesso con le sue proprie percezioni l'esistenza dei piani superfisici, stati superiori di coscienza, delle molteplici entità disincarnate e dei numerosi poteri e potenzialità di cui aveva, fino ad allora, ignorato l'esistenza. Attendendo di possedere queste facoltà, fa dipendere la sua conoscenza dalla testimonianza di coloro che le hanno acquisite, nello stesso modo in cui accetta come vere le testimonianze scientifiche degli scienziati sull'astronomia, o altri fenomeni scientifici che non ha il desiderio o la possibilità materiale di scoprire da solo. In una parola la scienza occulta è, nel minimo dettaglio, altrettanto scientifica di quella della materia ed il fatto che ci siano occultisti mediocri, indifferenti o fraudolenti non può rimettere in ogni modo in causa la Verità stessa.

La Verità è unica (4) ... esiste una unità di fondo di tutte le religioni; non vi è differenza fra le verità professate dalle varie fedi che il mondo si evolve, sia esteriormente sia interiormente, secondo il medesimo procedimento e che tutte le Scritture riconoscono una sola Meta. Eppure questa verità fondamentale non è facilmente compresa. Il disaccordo esistente tra le diverse religioni, e l'ignoranza umana, rendono quasi impossibile sollevare il velo e intravedere questa grande verità. Le varie confessioni religiose alimentano l'ostilità e le divergenze, mentre l'ignoranza accentua il divario che separa una fede dall'altra. Solo pochi esseri particolarmente dotati riescono a sottrarsi all'influenza del proprio credo e a scorgere l'identità perfetta delle verità sostenute da tutte le grandi religioni.

Definizione della "spiritualità" (5) Noi diamo al vocabolo "spirituale" un significato ampio. Non parlo qui di verità religiose; le varie formulazioni che ci provengono da teologi ed ecclesiastici appartenenti alle grandi organizzazioni religiose, sia orientali che occidentali, possono essere vere o meno. Usiamo la parola "spirituale" per intendere quel mondo di luce e di bellezza, di ordine e di proposito, del quale parlano le sacre Scritture, quel mondo che è oggetto di attenta ricerca da parte degli scienziati e in cui sono sempre penetrati i pionieri della famiglia umana, per tornare poi a narrarci le loro esperienze.

5 - La Luce dell'Anima

Consideriamo spirituali tutte le manifestazioni della vita, ed estendiamo così il significato usuale di questa parola, in modo che includa le energie e le potenze che sono alla base di ogni forma della natura e conferiscono loro le qualità e le caratteristiche essenziali.

La vita spirituale non consiste... (6) La vita spirituale non consiste nell'andare in chiesa, accendere ceri, confessarsi, dare qualche spicciolo ai poveri e mormorare qualche preghiera. No, la vera spiritualità è una qualità della vita e sottintende un contatto con la vita celeste, pura, armoniosa, perfetta. Infatti "spirituale" significa che lo spirito si manifesta, che la Divinità si manifesta. Ora, spesso sono le forme che occupano il primo posto senza che il contatto con lo spirito sia stabilito. Si incontrano dei sedicenti spiritualisti che hanno tutto tranne lo spirito. In questi casi vedrete delle commedie, delle messe in scena, ma lo spirito sarà assente. Quando lo spirito si manifesta, apporta la nuova vita, una vita che fluisce, che purifica, che risuscita. Quando un essere umano è animato dallo spirito, anche se non fa' nulla, anche se non dice nulla, si sente che in lui lo spirito è presente.

Lo scopo finale (7) ... lo scopo di tutte le autentiche discipline religiose, o dello Yoga, è condurre l'individuo al punto in cui egli vedrà, e saprà, di per se stesso la realtà delle cose. Non è costringere la gente a ciò che si considera essere una buona condotta, anche se la condotta stessa, con la crescita della conoscenza interiore, deve inevitabilmente diventare "buona" e sociale. Molti metodi sono stati usati per addestrare la gente, ogni religione accentuando un qualche aspetto particolare delle direttive, e ognuna avendo, anche nel proprio ambito, variazioni senza fine di tali aspetti. In tutte, però, e in qualsiasi modo ciò venga espresso, l'essenziale è che l'essere individuale deve essere cambiato in modo che l'identità personale, così come la messa a fuoco della sua coscienza, vengano sostituite da qualcosa che va oltre l'ego separatista intorno al quale, di norma, sono accentrate le nostre vite. In taluni casi viene richiesta l'osservanza di un rituale e di azioni esteriori, anche in misura esagerata. In altri si dice che la verità esiste e può essere trovata soltanto mediante la meditazione e una elaborazione interiore. In alcuni il tema centrale è la devozione a un dio o a un Maestro; in altri è detto che l'ignoranza, o la conoscenza parziale, sono la causa del nostro "estraniamento" dalla realtà ultima. Comunque per tutte il punto culminante è il principio che fino a quando viviamo focalizzati sul nostro sé personale, identificandoci a ciò che chiamiamo l'Io e che consideriamo come scisso da una qualunque "esistenzialità" universale, restiamo nel buio, meglio, rimaniamo ciechi alla Luce che è sempre presente intorno a noi.

6 - La Luce dell'Anima

Lo spiritualista può essere ricco quanto il Signore (8) Se lo spiritualista ha una coscienza vasta e illuminata, è ricco quanto il Signore, poiché si sente figlio Suo e Suo erede. Mentre il materialista che non si riconosce erede di Dio, si crede soltanto erede di suo padre, del nonno o dello zio, ed è ben poca cosa. Lo spiritualista è colui che si considera un erede di Dio, sapendo che la ricchezza si trova nella sua coscienza. Fino a che non penserete in questo modo, sarete poveri e miserandi.

Se amate la vita spirituale... (6) Se amate la vita spirituale, se non l'abbandonate mai, qualsiasi vostra difficoltà si trasformerà in successo, in vittoria. Ma se, per sfortuna, decideste di lasciare la vita spirituale perché vi impedisce di realizzare nel mondo qualcosa di più interessante, siete naturalmente liberi di agire come più vi piace; presto però vedrete l'enormità del vostro errore e di che cosa vi siete privati. La vita spirituale è un contatto coi mondi superiori, un rapporto grazie al quale imparate a progredire anche a vostra insaputa. Se interrompete questo legame siete perduti, perché vi ponete fuori dalla luce. Se finora non avete ottenuto grandi vittorie, ciò è dovuto al fatto che ancora non avete veramente sperimentato la potenza dello spirito. Incominciate a credere in questo potere, e scoprirete quanto è reale. Più tempo passerà e più lo vedrete manifestarsi in tutto il suo splendore.

Riferimenti bibliografici 1) Max Heindel, La Cosmogonia dei Rosacroce, Edizioni Il Cigno, Peschiera del Garda (1996). 2) Hilarion, Le stagioni dello spirito, pag.123, Edizioni Crisalide, Saturnia (LT), (1992). 3) David Anrias, Attraverso gli occhi dei Maestri, pag. 17, Edizioni Amiedi, Milano (1932). 4) Swami Sri Yukteswar, La scienza Sacra, pag. 12, Edizioni Astrolabio, Roma (1993). 5) Alice Bailey, Dall'Intelletto all'Intuizione, pag. 30, Edizioni Nuova Era, Roma. 6) Omraam Mickhael Aivanhov, Un pensiero al giorno, Edizioni Prosveta, Moiano (PG), (1977). 7) Luarence J. Bendit, Autoconoscenza, pag. 15 Edizioni Astrolabio, Roma (1969). 8) Amadeus Voldben, I prodigi del pensiero positivo, Edizioni Mediterranee, Roma (1992).

7 - La Luce dell'Anima

La Luce dell'Anima - 2

CHI SONO GLI AUTORI DEGLI ARGOMENTI ESOTERICI? Quando si parla di veri Insegnamenti di saggezza, che datano di millenni e rappresentano le fondamenta di tutte le grande religioni, troviamo autori antichi e moderni. Mentre non possiamo stabilire le caratteristiche peculiari di quelli antichi, possiamo senz'altro dividere quelli moderni in tre grandi categorie: 1. persone dotate di chiaroveggenza (Rudolf Steiner, Max Heindel, Mons. Leadbeater, ecc.), 2. persone dotate di telepatia superiore, alcune di loro sono anche dotate di chiaroveggenza, (madame Blavatsky, Annie Besant, Alice Bailey, ecc.), 3. persone normali che raccolgono le informazioni date dagli autori della categoria 1 e 2 e le elaborano a modo loro. Arthur Powell, con la sua grande opera sui mondi invisibili, ne è un classico esempio.

La Chiaroveggenza Vi sono delle persone che sono dotate di una particolare sensibilità che, con un lungo e severo tirocinio, possono acquisire ciò che viene chiamata "chiaroveggenza volontaria" o il risveglio del "terzo occhio", che gli Indù rappresentano con una gemma in mezzo alla fronte dei loro dei. Essi possono investigare esseri e cose costituite di materia diversa da quella fisica e le loro indagini sono indipendenti dal tempo. L'Uraeus, o serpente simbolico, posto sulla fronte dei Sacerdoti degli antichi Insegnamenti, indicava in questa abilità l'origine della loro saggezza. I chiaroveggenti volontari sono rarissimi perché per acquisire tale facoltà occorre possedere delle doti particolari e fare un lungo corso di allenamento sotto la guida di un maestro qualificato. Ecco la descrizione dei due tipi di chiaroveggenti data da Max Heindel: "Il chiaroveggente volontario, vede ed investiga a volontà, mentre il medium (chiaroveggente involontario, n.d.r.) è incapace di indagare per ottenere informazioni, poiché non può osservare quello che desidera ... "La maggior parte della gente, non fa distinzione fra i due; tuttavia c'è una regola infallibile, alla quale ognuno può attenersi: Nessun chiaroveggente correttamente formato eserciterà la chiaroveggenza a scopo di lucro, sia esso denaro od altra cosa; non la userà per soddisfacimento di curiosità, ma unicamente per aiutare il genere umano”. "Nessuno che sia capace di insegnare il metodo adatto per lo sviluppo di questa facoltà, darà una tale lezione a scopo di lucro. Coloro che chiedono denaro per esercitare la chiaroveggenza o per impartire lezioni su queste cose, non posseggono effettivamente nulla che meriti di esser pagato. La regola data è una guida sicura che può esser seguita da tutti con piena fiducia" (1).

La Telepatia superiore Si tratta di una forma di trasmissione e ricezione del pensiero tra una persona ed un'altra, che può essere uno dei Maestri (esseri particolarmente evoluti), di cui avremo modo di parlare nelle prossime lettere. Colui che riceve i messaggi, a differenza dei medium, non cade in trance ma rimane ben sveglio ad ascoltare ciò che gli viene detto, per scriverlo a beneficio di altri ricercatori. In questo stato di coscienza può anche porre domande al Maestro e farsi dare eventuali chiarimenti sull'argomento che sta trattando. Ecco come descrive il suo modo di operare Alice Bailey: "Voglio mettere in chiaro che il lavoro che faccio non ha nulla a che vedere con la scrittura automatica. Questa, salvo rari casi (e tutti pensano che il loro caso sia un'eccezione), è molto pericolosa... Colui che trasmette e colui che riceve non devono mai agire come automi" (2). 8 - La Luce dell'Anima

Continua, inoltre, dicendo: "Molte volte la negatività di chi riceve permette l'ingresso di una seconda forza ... ne consegue il rischio dell'ossessione. Sono molti i casi di ossessione come conseguenza della scrittura automatica" (3).

I CONTINENTI PERDUTI Per poter comprendere la vera essenza di tutte le religioni è opportuno cercare le caratteristiche della prima religione, apparsa sul nostro pianeta. Contrariamente a quanto si è portati a pensare questa non è affatto costituita da riti tribali con adorazione di feticci di legno o di pietra. Ne parla Friedrich M. Muller, in Origin of Religious Laws (Origine delle leggi religiose) dicendo: "Vi fu una religione primitiva ariana, una semitica, una turanica, prima che ciascuna di quelle razze primordiali si scindesse formando lingue, adorazioni, sentimenti nazionali separati. Il Dio supremo ricevette lo stesso nome nella mitologia antica dell'India, della Grecia, dell'Italia, della Germania, e lo conservò, sia che fosse venerato sulle catene dell'Imalaia o tra le querce di Dodona, nella capitale o nelle foreste della Germania. Quel nome fu Dyaus in sanscrito, Zeus in greco, Jupiter in latino, Tiu in germanico ... "... Dyaus non significava il cielo azzurro, né era il cielo personificato; rappresentava un'altra cosa. Nei Veda (antichi poemi indù, n.d.r.), troviamo l'invocazione Dyaus Pitar, il greco padre Zeus e il latino padre Jupiter, e l'espressione nelle varie lingue ripete il significato che ebbe prima che le lingue si differenziassero. Significa 'Padre del Cielo' o 'Padre Celeste'". Pertanto, prima di intraprendere uno studio dell'Esoterismo, che rappresenta oggi l'elaborazione degli Insegnamenti di allora, pensiamo giusto fare una breve analisi storica per mostrare dove e come si sia formato: dedicheremo pertanto questa lettera ai continenti scomparsi Atlantide e Lemuria.

MU, LA MADRE TERRA DELL'UOMO (4) Il Paradiso terrestre, di cui parla la Bibbia, si riferisce ad un'epoca assai lontana, quando l'uomo, alquanto diverso da come lo conosciamo, viveva su un grande continente, ora sommerso, nell'oceano pacifico. Questo continente, chiamato anche col nome di "Lemuria", rappresenta la Madre Terra dell'umanità perché è solo da questo punto dell'evoluzione che l'uomo può considerarsi tale. La terra di Mu era molto vasta, si estendeva da un punto a nord delle Hawaii fino alle Figi e, a sud, fino all'Isole di Pasqua. Era un bellissimo paese dove viveva un popolo che, tra l'altro, fondò varie colonie. Tutti professavano la stessa religione ed adoravano il Sole. Da molto tempo, l'imperatore era anche sommo sacerdote, il suo nome era "Ra Mu" ed il suo impero ebbe il nome di "Impero del Sole"; egli, tuttavia, non venne mai venerato perché era solo un rappresentante della divinità. Gli abitanti di Mu credevano nell'immortalità dell'anima, la quale, alla fine, tornava alla "grande sorgente" da cui era venuta. Furono grandi navigatori ed esperti architetti, costruirono palazzi di pietra e grandi templi senza tetto, affinché il popolo in preghiera potesse ricevere i raggi del Sole, loro Dio. Uno dei momenti di massimo splendore fu raggiunto circa 26.000 anni, un periodo immediatamente precedente alla sua scomparsa, a causa di un'azione vulcanica sotterranea ininterrotta. L'isola di Pasqua, con i suoi enigmatici monumenti, rappresenta un reperto archeologico di questo antichissimo continente.

L'ATLANTIDE

9 - La Luce dell'Anima

Platone, nel suo Timeo, parla di un continente scomparso che, fino a qualche tempo fa, era considerato come fantasioso e leggendario. Ora, con le scoperte archeologiche e le investigazioni occulte, si è invece stabilito che si tratta di un continente assai antico, sprofondato nell'oceano Atlantico circa 12.000 anni fa. Nel Timeo vi sono quattro interlocutori, Socrate, Timeo, Ermogene e Critia. In questo dialogo Critia afferma di aver sentito un racconto da suo nonno, che a sua volta lo aveva sentito da Solone il più savio dei sette sacerdoti di Sais. la prima città costruita in Egitto all'incirca 16.000 anni fa. Solone era stato ospite di una comunità, probabilmente derivante da Atlantide, ed un loro sacerdote gli aveva detto: "O Solone, Solone, voi Elleni siete proprio dei 'bambini' e non è possibile che tra di voi si trovino uomini 'maturi'". "Cosa vuoi dire?, replica Solone, Voglio dire che a livello mentale voi tutti siete 'giovani' in quanto la vostra cultura e la vostra scienza hanno delle radici recenti e la ragione di ciò va ricercata nel fatto che vi sono state, e vi saranno, delle distruzioni dell'umanità dovute a cause molteplici, le peggiori sono però state causate dal fuoco e dall'acqua. "Tutto ciò che è accaduto nel nostro paese, o nel vostro, e di cui noi siamo stati informati è stato da noi registrato e se ne può trovare la traccia nei nostri templi. Da parte vostra, invece, non è rimasta alcuna registrazione relativa a quei tempi lontani. "L'ultimo cataclisma è sceso dal cielo come una pestilenza lasciando solo pochi sopravvissuti senza conoscenza ed esperienza. Per questo motivo il vostro popolo è stato costretto a ripartire dall'inizio e questa è la ragione per cui voi non conoscete nulla di ciò che è accaduto al vostro popolo in un tempo assai lontano. Sappiate che nel vostro territorio visse la più nobile ed evoluta razza che mai apparve sulla terra. "Tu ed il tuo popolo siete soltanto ciò che è rimasto e tutto ciò non vi è conosciuto perché i sopravvissuti non tennero alcun resoconto per molte generazioni. La vostra antica Atene fu costruita 1000 anni prima della nostra città di Sais...". Il territorio di cui parla Solone era l'isola di Poseidone: ciò che rimaneva di Atlante, paese sconvolto in precedenza da tre cataclismi che, a distanza di centinaia d'anni, lo avevano ridotto alla grande isola chiamata, appunto, Poseidone.

Il popolo di Atlantide (5) La razza atlantiana, si è suddivisa in sette sottorazze delle cui caratteristiche faremo un breve riassunto tratto dalla Cosmogonia dei Rosacroce. 1. RMOAHAL: questi primitivi, con il senso del tatto, potevano percepire la sensazioni di dolore, agio e benessere. Possedevano inoltre un barlume di memoria e ricordavano le sensazioni provate (suoni, colori, ecc.). Con la memoria acquistarono anche i rudimenti del linguaggio e, da quel momento, emisero parole e non più semplici suoni come facevano i Lemuriani. Gli Rmoahal cominciarono a dare nomi alle cose. Il linguaggio per loro era utilizzato solo per cose sacre perché era la più alta espressione diretta dello Spirito. 2. TLAVATLI: in questa razza si cominciò a conoscere il proprio valore come esseri umani separati. Diventarono ambiziosi ed iniziarono a pretendere che gli altri ricordassero le loro opere. Il ricordo di fatti compiuti da alcuni, faceva sì che un gruppo di persone scegliesse come proprio capo l'autore di grandi gesta. 3. TOLTECHI ORIGINARI: in questo popolo l'educazione veniva impartita dai genitori che risvegliavano nell'interiorità dei loro figli le conoscenze e le esperienze da essi compiute. Ciò permetteva ai figli ad assumere le qualità paterne e, chiaramente, portava onori ai figli delle persone che si erano dimostrate importanti. L'esperienza era altamente stimata e colui che ne possedeva di più era considerato un buon consigliere. Furono loro che, elaborando le idee dei loro predecessori inaugurando la Monarchia e la successione ereditaria. 10 - La Luce dell'Anima

In questa parte del Periodo atlantiano, troviamo i primi esempi di nazioni separate. Gruppi di persone che scoprivano in altri gusti e abitudini consimili, lasciavano le loro vecchie abitazioni per fondare una nuova colonia. Le Guide del genere umano (che vedremo in seguito, n.d.r.), stabilirono in quel tempo dei grandi Re per governare i popoli, ai quali fu dato loro grande potere. Le masse onoravano codesti Re con tutta la venerazione dovuta a coloro che erano veramente Re "per grazia di Dio". Questa condizione felice, tuttavia, recava in sé il germe della disgregazione perché col tempo i Re divennero avidi di potere e cominciarono ad usare il loro potere corrottamente per scopi egoistici e per profitto personale, invece che per il bene comune. 4. TURANICI ORIGINARI: furono la quarta razza, erano particolarmente spregevoli per il loro abominevole egoismo. Essi eressero dei templi dove i loro Re venivano adorati come dei e inflissero oppressioni estreme alle classi inferiori. Una Magia nera della più nauseante e peggiore specie fiorì e tutti gli sforzi di questo popolo erano diretti al soddisfacimento della vanità e del fasto smagliante. 5. SEMITI ORIGINARI: questo popolo era in grado, fino a un certo punto, di reprimere i desideri mediante il pensiero così, invece di desideri puri e semplici, ne risultavano malizia e astuzia, mediante le quali essi cercavano di raggiungere i loro fini egoistici. Delle due razze seguenti (Akkadiani e Mongoli) non vi sono informazioni importanti in quanto è stata la quinta sottorazza Lumuriana il terreno da cui hanno tratto le loro origini coloro che hanno progredito formando le progenie di coloro che stanno attualmente evolvendo nell'epoca Ariana.

La civiltà atlantiana (6) A brillanti Epoche di cultura si susseguono tempi di ignoranza, durante i quali tutto il progresso della scienza e dell'arte sembra perduto, e questi sono a loro volta seguiti da civiltà che giungono a livelli ancora più alti. La descrizione che segue, dunque, si riferisce evidentemente ai periodi di cultura ... Il governo era autocratico (il Re aveva il potere assoluto, n.d.r.), e sotto i Re divini nessun altro sistema poteva essere migliore per il popolo. Esso era stato ideato dai Saggi per il bene di tutti, e non da qualche classe particolare per il proprio vantaggio. Perciò, il benessere generale era molto maggiore che nella civiltà moderna. I governanti, erano ritenuti responsabili del benessere e della felicità delle loro province: i delitti e la carestia erano imputati alla loro negligenza o alla loro inettitudine ... ... Si praticava la musica, che però era primitiva, come pure gli strumenti. Tutti gli Atlantidei amavano i colori, e tanto l'interno che all'esterno delle loro case era ornato di decorazioni brillanti. Però, l'arte della pittura non riusci mai ad affermarsi in modo stabile, benché si eseguisse qualche disegno ed alcune opere pittoriche. La scultura era invece molto diffusa, e raggiunse una grande perfezione ... L'architettura era l'arte piu estesamente praticata, gli edifici erano massicci e di dimensioni gigantesche. Le case erano separate fra loro, anche nelle città; qualche volta quattro corpi circondavano un cortile centrale, in mezzo al quale era una fontana ... ... Alcune case erano ornate di intagli, affreschi o decorazioni colorate. Le finestre erano munite di un materiale simile al vetro, ma meno trasparente. Gli interni erano ammobiliati, ma senza particolari complicati; però, questi soggetti erano molto raffinati. I templi erano grandi saloni, ancora più ammirevoli di quelli dell'Egitto; i pilastri sostenenti il tetto erano quadrati, o in qualche caso rotondi. Nei tempi della decadenza, le navate laterali erano circondate da numerose cappelle, contenenti statue dei cittadini più importanti e un culto particolare era loro reso da sacerdoti incaricati appositamente di ciò. Anche i templi avevano le loro torri e cupole, che servivano per il culto solare e per osservatori. 11 - La Luce dell'Anima

L'interno dei templi era intarsiato, o anche interamente coperto d'oro o d'altri metalli preziosi, metalli ottenuti con la trasmutazione, essendo questa un'industria privata, con la quale gli alchimisti guadagnavano la vita. L'oro, essendo preferito all'argento, era prodotto in maggior quantità. L'oro, l'argento e l'oricalco (antica lega di rame e zinco simile all'ottone, n.d.r.) erano i metalli più usati per le decorazioni e per gli utensili domestici. Le armi erano riccamente intarsiate di questi metalli, e quelle usate solo nelle cerimonie e nelle processioni spesso erano fatte interamente di metalli preziosi; in queste occasioni elmi, corazze e gambali d'oro erano portati sopra tuniche e calze dei colori più brillanti: scarlatto, arancio e un porpora molto elegante ... ... Tutte le scuole erano mantenute dallo Stato, e l'educazione primaria era obbligatoria, ma saper leggere e scrivere non era considerato necessario per i lavoratori dei campi e per gli artigiani. Alla età di dodici anni i ragazzi che dimostravano delle attitudini erano mandati nelle scuole superiori dove imparavano ciò che meglio si addiceva a ciascuno: agricoltura, meccanica, caccia e pesca, ecc. Le proprietà delle piante e le loro qualità curative formavano un ramo importante di studio; non c'erano medici riconosciuti, ma ognuno sapeva qualcosa di medicina, come pure di cure magnetiche. La chimica, la matematica e l'astronomia erano pure insegnate, con lo scopo di sviluppare le facoltà psichiche dello studente e istruirlo sulle forze più nascoste della natura. In questa categoria erano comprese le proprietà occulte delle piante, dei metalli e delle pietre preziose, come pure le trasmutazioni alchemiche ... L'impiego usuale della chiaroveggenza permetteva loro di osservare i processi della natura, ora invisibili per i piu, cosicché la scienza era avanzata, e le sue applicazioni alle arti e ai mestieri erano numerose e utili. Essi possedevano una conoscenza di certe forze che oggi è stata perduta. Una di queste forze era impiegata per la propulsione tanto delle navi che degli aeroplani, un'altra per invertire la forza attrattiva della gravità in forza repulsiva, cosicché il sollevamento di grossi blocchi di pietra a grande altezza era un'impresa facilissima. Le forze più sottili non erano applicate a macchine, ma dirette col potere della volontà, servendosi del meccanismo, allora ben conosciuto e sviluppato, del corpo umano. ... I Rmoahal e i Tlavatli, vivendo specialmente di caccia e di pesca, non avevano bisogno di un sistema agricolo; tuttavia i Tlavatli avevano un sistema di coltivazione basato sui villaggi. L'aumento della popolazione e la civilizzazione nei primi tempi dei Toltechi resero necessario un sistema di tenuta delle terre, ma poi, specialmente per la perfezione di questo sistema, la povertà e le ristrettezze scomparvero. Il complesso delle terre e dei loro prodotti, come pure il bestiame, si consideravano appartenenti all'imperatore. Il re o il viceré era responsabile, nell'ambito del suo distretto, della coltivazione, della raccolta, del pascolo e degli esperimenti agricoli. I suoi consiglieri agricoli erano versati in astronomia, e traevano tutto il vantaggio dalle influenze occulte sulla vita animale e vegetale ... Tornando all'agricoltura, per ogni operazione si calcolava esattamente il giorno adatto regolando ogni particolare. Ogni regione per solito consumava i suoi prodotti, ma qualche volta avvenivano scambi con altre regioni. Dopo aver prelevata una piccola quota per l'imperatore e il governo centrale, il prodotto di tutto il distretto veniva diviso fra gli abitanti; al viceré locale e ai suoi funzionari toccava una quota maggiore, ma ciascuno riceveva abbastanza per avere assicurata la vita ed il benessere. Gli aumenti nella produzione, sia agricola che mineraria, erano divisi fra tutti. Dopo un lungo periodo di risultati felici, questo sistema declinò, con l'affermarsi della negligenza, dell'egoismo e del lusso raffinato. Un motivo essenziale di malcontento era il fatto che le classi superiori, le cui facoltà psichiche erano state debitamente sviluppate, affidavano ai subordinati, meno esperti, il compito delicato di scegliere i ragazzi per l'istruzione tecnica superiore. Molti errori erano così commessi, e della gente si trovava vincolata per tutta la vita in occupazioni non adatte e non di suo gusto ... 12 - La Luce dell'Anima

... Nel tempo dei Toltechi, quando regnava un Re divino, c'era un clero di iniziati che formava una grande fratellanza occulta, e incominciava i primi passi sul Sentiero occulto. Si tratta naturalmente dei pochi, perché la grande maggioranza era molto più indietro nello sviluppo spirituale. Era adottato il culto del Sole, ma i più intelligenti guardavano il Sole come un simbolo, mentre gli ignoranti non potevano vedere oltre la forma esteriore del simbolo. Per tutta l'Atlantide, ma specialmente nella Città dalle Porte d'Oro, furono eretti dei templi magnifici al Sole. Non era permessa alcuna immagine della Divinità, essendo il disco del Sole ritenuto l'unico emblema appropriato: un disco d'oro collocato in modo da ricevere i primi raggi del Sole nascente all'equinozio di primavera o al solstizio d'estate. Questo sistema religioso sopravvive nel culto scintoista in Giappone, ma a differenza dai templi sfarzosamente decorati dell'Atlantide, i templi scintoisti sono finiti con semplice legno liscio di gusto finissimo, senza sculture, pitture né altre decorazioni. In seguito, un'immagine d'uomo archetipico fu introdotta nei templi e adorata come la più alta rappresentazione della divinità. Ma si avvicinavano i tempi cattivi, nei quali la razza sarebbe stata inghiottita dall'abisso dell'egoismo. Il concetto morale decadde, portando la perversione dell'ideale spirituale. Ognuno lottava per se stesso e usava le proprie conoscenze per scopi egoistici. Le Stanze di Dzyan (libro antichissimo, n.d.r.) così ne parla: "Poi la Quarta divenne gonfia d'orgoglio: Noi siamo i Re, noi siamo gli Dei. Essi fabbricarono immense città. Fabbricarono con terre e metalli rari. Dalla pietra bianca delle montagne e da quella nera delle eruzioni vulcaniche, essi scolpirono le immagini della propria grandezza e somiglianza, e le adorarono. L'apoteosi del sé non poteva andare oltre". Oltre al Sole, il clero conosceva e custodiva altri simboli, tra cui la concezione della Trinità nell'Unità. La Trinità nel suo significato più sacro non fu mai divulgata, ma la Trinità personificante i poteri cosmici dell'universo come Creatore, Conservatore e Distruttore, divenne di dominio pubblico per qualche indiscrezione nel tempo dei Turaniani. Quest'idea fu ancora più materializzata e degradata dai Semiti, in una trinità strettamente antropomorfa, consistente di padre, madre e figlio. Un'ulteriore degenerazione avvenne nel tempo dei Turaniani. Praticando la stregoneria, molti vennero a conoscere l'esistenza di potenti elementali (forme energetiche, n.d.r.), creati o animati dalla loro forte volontà. Gli uomini si erano talmente degradati, che si misero ad adorare queste semicoscienti creature dei loro cattivi pensieri ... ... La parola sacra della Razza atlantiana è Tau mentre quella della quinta Razza è Om.

Cosa rimane dei popoli atlantidei? (7) Della prima e seconda sottorazza atlantiana non esistono discendenti puri, ma lo scheletro dell'"uomo Furfooz" è un buon esemplare della prima e quello dell'"uomo CroMagnon" della seconda. La terza (Toltec) rimane ancora negli "Indios" del Sud e Centro America e nei pellirosse degli Stati Uniti e del Canadà. La quarta sottorazza (Turaniani) emigrò dall'Atlantide e dirigendosi verso oriente, oltre Babilonia, lungo il fiume Giallo, scese nelle pianure della Cina. È rappresentata oggi in certe parti della Cina da una razza Cinese gialla e alta di statura, affatto distinta dai Cinesi della settima sottorazza. Dei Semiti originari, quinta sottorazza, si vedono oggi i discendenti negli Israeliti di tipo puro o nei Kabili dell'Africa settentrionale. La sesta, o Akkadiana, era rappresentata dai Fenici che commerciavano nel Mediterraneo; e la settima, o Mongola, si sparse divenendo la moderna razza Cinese.

L'inizio della Legge di causa ed effetto (8) 13 - La Luce dell'Anima

Il livello evolutivo raggiunto dai Semiti (quinta sottorazza atlantiana), era tale che Coloro che gli avevano guidati fino ad allora e da cui dipendevano le loro vite, decisero di insegnar loro a gestirsi da soli, fornendo le indicazioni su come comportarsi e implementando così la Legge di causa ed effetto (o Legge del karma). In questo insegnamento veniva sancito che solo l'ubbidienza alla Legge avrebbe permesso una vita senza problemi, essendo i problemi stessi generati da ogni tipo di trasgressione. Fatto che viene riassunto in una massima assai significativa: "Noi non siamo mai puniti per i nostri peccati, ma dai nostri peccati".

Una testimonianza della geologia (9) Nell'estate 1896 una nave fu impegnata nella posa del cavo sottomarino che unisce Brest a capo Cod. Il cavo si ruppe a ovest di Parigi ed a circa 900 chilometri a nord delle isole Azzorre. La profondità dell'oceano, in quel punto, era di 3100 metri. Il tentativo di ripescarlo a mezzo di ramponi fallì più volte perché il grappone restava impegnato in rocce dalle punte dure e spigoli aguzzi. Tutte le schegge che rimasero attaccate ai grapponi erano di una lava vetrosa, avente la composizione chimica dei basalti, chiamata tachilite. Una tale lava, interamente vetrosa, può consolidarsi solo sotto l'effetto della pressione atmosferica e non certamente 3000 m. d'acqua. Con questo fatto divenne evidente che il fondo dell'Atlantico, a 900 chilometri a nord delle Azzorre, era una terra emersa quando è stata coperta da colate di lava e solo in un secondo tempo è sprofondata a 3000 metri di profondità. Conclusione: tutta una regione al nord delle Azzorre, che comprende forse le Azzorre, e della quale dunque queste isole non sarebbero che le visibili rovine, si è sprofondata molto recentemente, probabilmente nell'epoca che i geologi chiamano attuale.

Le testimonianze della paleontologia (10) Le testimonianze della paleontologia confermano e completano quella dei geologi. Sommamente interessanti sono a questo proposito le conclusioni cui giunse, qualche decennio fa, il naturalista francese Luigi Germain, che fece oggetto di attenti studi la fauna e la flora delle Azzorre, di Madera, delle Canarie e del Capo Verde. Le sue osservazioni conclusero (C. R. Ac. des Sc., 20 settembre 1911) che, effettivamente, verso la metà dell'evo terziario, i detti quattro arcipelaghi formavano una sola terra unita a nord con la penisola iberica, a sud con la Mauretania, ad ovest con le Bermude e con le Antille. Alla fine del terziario, in conseguenza di vasti movimenti orogenici sopravviene lo spezzettamento... ciò che ne restò, avrebbe formato l'Atlantide di cui parla Platone. Ma durante il terziario, e fino ai tempi del pliocene, il continente che abbracciava gli arcipelaghi era rimasto unito, come si è detto, con la penisola iberica: ciò è provato dalla sopravvivenza dei molluschi o dei vegetali del pliocene nelle Canarie e nelle Azzorre. Anche sir C. Wyville Thomson trovò che alcuni esemplari della fauna della costa del Brasile, raccolti dal fondo del mare per mezzo della sua draga, sono simili a quelli della costa Lusitana. Ripetiamo che il continente terziario dell'Atlantico ha dovuto comprendere almeno una parte delle Antille, non potendosi altrimenti spiegare la singolare ripartizione dei molluschi "Oleacinidae", i quali non vivono che nell'America centrale, nelle Antille, nelle Canarie, nelle Azzorre, ed in una parte del bacino del Mediterraneo. Inoltre, quindici varietà di molluschi marini vivono soltanto nelle Antille e sulle coste del Portogallo; non li si ritrova in nessun altro luogo, né questa coesistenza può spiegarsi col trasporto degli embrioni per la via delle correnti marine. Perciò gli zoologi sono stati costretti, dalla riunione di tutte queste osservazioni, ad ammettere l'esistenza di un grande continente miocenico, che si spezza dapprima dal lato delle Antille, e poi, al pliocene, dal lato dell'Africa, originando l'isola di Poseidone.

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Riferimenti bibliografici 1) Max Heindel, La Cosmogonia dei Rosacroce, Edizioni Il Cigno, Peschiera del Garda, 1996. 2) Leo e Viola Goldmen, Amore e Saggezza, pag. 74 Edizioni Sysntesis, Lecco, 1996. 3) Ibid, pag, 74. 4) Riassunto da: Mu, il continente perduto, di James Churchward, Edizioni SugarCo, S.r.l., Milano, 1975. 5) Riassunto da: La Cosmogonia dei Rosacroce, di Max Heindel, Edizioni Il Cigno, Peschiera del Garda (VR), 1996. 6) Arthur E. Powell, Il sistema solare, pag. 180-193, Edizioni Adyar, Settimo Vittone (TO). 7) C. Jinarajadasa, Il mistero della vita e della forma, pag. 44 Edizioni Adyar, Settimo Vittone (TO). 8) Riassunto da: La Cosmogonia dei Rosacroce, di Max .Heindel, Edizioni Il Cigno, Peschiera del Garda (VR), 1996. 9) Da una conferenza di P. Termier all'istituto Oceanografico di Parigi, il 30 maggio 1912. 10) Giacomo Perrone, Atlantide, Leggende e testimonianze, pag. 118, Edizioni Tilopa, Teramo, 1986.

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La Luce dell'Anima - 3 Premessa Gli argomenti che tratteremo in questa lettera sono basati sulla traduzione di alcuni documenti antichissimi: le tavole dei Naacal, scoperte da James Churchward in un tempio indù, ed una vasta raccolta di tavole in pietra (oltre 2600), portate alla luce da William Niven in Messico. L'esame comparato delle due raccolte ha mostrato che hanno una origine comune: sono delle antichissime Scritture Sacre, che si possono attribuire ai Sacerdoti atlantidei. Secondo la leggenda, le tavole dei Naacal (scritte con simboli e caratteri Naga), furono compilate in Atlantide e portate prima in Birmania, poi in India. La loro remotissima età è convalidata dalla storia che data a oltre 15.000 anni fa il momento in cui i Naacal lasciarono la Birmamia. Su queste tavole possiamo trovare una stupefacente storia della Creazione. Non si è invece sicuri del luogo dove vennero scritte le tavole messicane, che contengono una storia molto dettagliata della Creazione, dell'origine della Vita, dell'attività delle "Quattro Grandi Forze Cosmiche" e la creazione della donna. E' notevole come tanti punti di questa storia coincidano con il racconto della Creazione proposto dalla Bibbia cristiana. James Churchward, ha speso cinquant'anni anni della sua vita per condurre indagini, ricerche ed esplorazioni, al fine di convalidare quanto ha trovato scritto sulle tavole dei Naacal. Dopo tutto questo lavoro ha concluso che le tavole messicane, così come quelle dei Naacal, mostrano in modo inequivocabile che sul nostro pianeta è esistita un'antichissima civiltà che, sotto molti aspetti, si presenta persino più progredita di quella attuale.

ALLA RICERCA DELLA PRIMA RELIGIONE RELIGIONE: è l'insieme di credenze e di atti di culto che collega la vita dell'uomo a un ordine superiore e sopratutto alla divinità, intesa come fine ultimo di tutte le cose. Purtroppo, anche se in buona fede, molti autori, sia per ignoranza dei simboli che per cattive traduzioni, hanno generalmente portato nei lettori un'idea alquanto falsata delle antiche religioni, anziché mostrare con quanta purezza i nostri progenitori seppero percepire la Divinità. Così ne parla Max Muller: "Appena conosciamo qualcosa dei pensieri e dei sentimenti dell'uomo primitivo, lo troviamo in possesso di una religione, una religione di fede o di venerazione, di moralità o di visione estatica: una religione di paura e di speranza, o di supposizione o di rispetto del Grande Dio attraverso vari simboli" (1).

Il linguaggio simbolico (2) Il simbolo, è un segno o un disegno, che evoca ciò che è astratto o non presente. Siccome la mente dell'uomo primitivo non sarebbe riuscita ad assimilare il significato di parole come, ad esempio, "Dio", "anima", "eterno", "onnipotente" i geroglifici ed i simboli furono le comuni forme di scrittura nei tempi antichi; essi non erano una "cosa" ma la rappresentavano e quindi non vanno presi alla lettera. Il fatto che alcuni traduttori non siano stati capaci di diversificare il simbolo da ciò che rappresentava ha portato a notevoli errori di interpretazione. Questo, purtroppo, ha talvolta dato l'impressione che vi fosse dell'idolatria dove, invece, vi era una profonda adorazione e venerazione della Divinità. Questo errore è stato particolarmente rilevante nel decifrare e tradurre documenti relativi alle religioni delle più antiche tradizioni.

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I primi simboli consistevano di linee e semplici figure geometriche da cui, nel tempo, si passò a figure sempre più complesse. La vasta diffusione dei simboli e l'uguaglianza dei loro significati, ci fa presupporre che abbiano un origine comune. Leggiamo, infatti, in alcuni antichi scritti dello Yucatan, che i simboli vennero dalla Terra del Mu; alcuni documenti egizi ce ne indicano l'origine nelle Terre dell'Ovest. Altre scritture indù e di altri paesi orientali ci indicano la loro provenienza dalla Madre Terra nell'Est.

Il Cerchio (2) Tra tutti i simboli il Cerchio occupa certo il posto più importante in quanto era considerato il più sacro di tutti. Insieme al Quadrato con i quattro lati uguali ed al Triangolo era utilizzato dai Sacerdoti per rappresentare graficamente i concetti relativi alla vita ed alla spiritualità. Il Cerchio fu un simbolo universale, molto adatto per insegnare ai primitivi il senso dell'infinito e dell'eterno, lo troviamo sulle rovine dei Templi dei Sacri Misteri in Egitto, Babilonia e Perù. Siccome il cerchio non ha né principio né fine, rappresenta il simbolo ideale per far comprendere ad una mente primitiva il senso dell'infinito e dell'eterno. Con il Cerchio veniva anche rappresentato il Sole (chiamato Ra) che stava ad indicare l'unicità e tutti gli attributi della Divinità; concetto da noi ripreso quando diciamo che "Dio è tutto e tutto viene da Dio". A proposito del Cerchio è molto interessante leggere quanto scritto in un papiro di Anana (capo scriba e consigliere reale di Seti II), circa 3200 anni fa: "L'eternità non ha fine, quindi non ha principio, e di conseguenza l'eternità è un cerchio... Se continuiamo a vivere dobbiamo continuare per sempre, e se continuiamo per sempre, come il cerchio e l'eternità, l'uomo non ha principio".

Il Triangolo (2) Il triangolo equilatero, un simbolo che risale a oltre 50.000 anni, è stato ideato per dare agli uomini primitivi la rappresentazione simbolica di Dio, Uno e Trino nel contempo. Il concetto della Trinità divina è molto antico ed è arrivato fino a noi, benché da un'era all'altra abbia assunto nomi e aspetti diversi. Il Triangolo fu anche usato per simboleggiare il Paradiso, poiché questa era la casa di Dio. Per un'interpretazione più dettagliata di questo simbolo vedere la parte finale del capitoletto "La piramide, il simbolo dei simboli".

Il Quadrato (2) Il Quadrato con i quattro lati uguali fu utilizzato per simboleggiare la terra in quanto i suoi quattro angoli rappresentano i quattro punti cardinali (nord, sud, est e ovest). Cerchio, Triangolo e Quadrato furono simboli universali in quanto li troviamo presso tutti i popoli dell'antichità.

La Croce (2) Tra i simboli antichi, va anche ricordato la Croce che appare in tre forme diverse: il Tau (una linea verticale con una linea orizzontale appoggiata sopra), la Croce astronomica (una croce a X inclusa in un cerchio) e la Croce ansata, definita dei Faraoni e degli Dei (è disegnata come il Tau ma sopra, al centro, ha una specie di occhiello. Il Tau simboleggia la vita che emerge (risorge) dalle acque portando la vita. E' la vita portata dalla pioggia che fa sbocciare i semi e li fa "sollevare" verso l'alto facendoli diventare piante generose di fiori e frutti. Rappresenta pertanto la vita in abbondanza. Nei vecchi scritti Maya, il Tau è generalmente raffigurato come un albero con due rami ricchi di fiori e di frutti.

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Il nome e la grafia di questo simbolo sono rimasti inalterati nel tempo, era T-a-u nella Madre Terra ed è T-a-u ancora oggi. Lo ritroviamo negli scritti egizi, indù, cinesi, caldei, incas, quiché e presso altre antiche popolazioni. La Croce ansata, detta anche "La Croce del Nilo" perché la si ritrova spesso scolpita sui monumenti egiziani, rappresentava la Segreta Saggezza, non soltanto per gli antichi Egiziani, ma anche per i Fenici, Caldei, Messicani e Peruviani. * * * Con il passare del tempo i simboli sacri si fecero più complessi e complicati, con varie elaborazione di quelli che abbiamo esaminato. Nell'epoca egizia, i simboli erano diventati così numerosi e talmente complessi che neppure la metà dei sacerdoti li riusciva a comprendere. A tal proposito un saggio egizio, Ermete Trismegisto (circa nel III secolo d.C.), esclama in un suo scritto: "Oh Egitto! Egitto! di tutta la tua religione, non restano che le favole alla portata dei tuoi discepoli, tanto poco essi comprendono la tua religione. Solo le parole incise sulla pietra parlano delle tue glorie religiose. Gli Sciti, o gli abitanti delle sponde dell'Indo, o altri barbari occuperanno la tua bella terra".

La piramide, il simbolo dei simboli (3) Il numero cinque possiede un enorme significato per il genere umano. Un esempio è quello della Grande Piramide di Giza, che è il tempio più sacro che sia mai stato eretto sulla terra. Essa fu costruita sotto la diretta supervisione dello stesso Creatore, e le sue strutture contengono simbolicamente l'esatta descrizione della storia dell'umanità, dal tempo di Mosè fino ai mille anni di gloria che seguiranno la tribolazione. La piramide è, naturalmente, con i suoi cinque vertici, la rappresentazione architettonica del numero cinque. Ma il suo simbolismo va ben oltre questo. La sua proiezione a terra è un quadrilatero. Il numero quattro rappresenta sempre il piano terreno, con le sue limitazioni, le sue manchevolezze, le sue rivalità ed il suo egoismo. Gli individui la cui natura esprime il quattro sono sempre in contrasto con l'ambiente e con le persone che sono intorno a loro. Tendono a pensare che gli altri "si comportano male", e quest'impressione è reciproca. Non è un caso che il quadrato o il rettangolo siano le forme geometriche preferite per il frazionamento dei terreni e delle proprietà in generale, in quanto il concetto di proprietà separata è in linea con la rivalità e la separatività insite nel numero quattro. Ma, nella piramide, il vertice superiore porta il numero totale dei vertici a cinque. Esso genera anche quattro triangoli, ed in occultismo è cosa ben nota che il triangolo possiede un significato spirituale della massima importanza, che chiunque abbia occhi per vedere può scoprire. Tale significato riguarda la triplice natura dell'uomo - fisica, emotiva e mentale - che può essere ritrovata in qualunque cosa sia fatta ad "immagine di Dio", in quanto il Creatore di tutto ciò che esiste si manifesta sempre in modo triplice. Questo è illustrato anche dalla Trinità dei Cristiani, in termini di Padre (corrispondente alla Volontà, alla Creatività ed al corpo fisico), di Figlio (l'Amore Divino o Coscienza Cristica) e di Spirito Santo (l'aspetto mentale).

Il punto comune di tutte le culture (4) Segue il riassunto di alcune scoperte del Dr. Paolo Schliemann, che fece voto solenne a suo nonno Enrico, di dedicarsi alle ricerche archeologiche da lui iniziate. Ecco alcune delle sue conclusioni dopo aver fatto degli scavi nel cimitero di val Caschuna dove sono sepolti gli antichi Chimus. Così racconta lo Schliemann: "Il tempio, per Atlantidi, Egizi, Maya e Chimus era centro della fondazione politica e della vita sociale, perno dell'arte, scienza, religione ed educazione. Anche la frase 'porte d'oro' 18 - La Luce dell'Anima

può essere allegorica; in ogni modo quei popoli erano già grandi fonditori di metalli e celebri nel ricoprire di cemento aureo lucente, di una forza non più raggiunta, le Piramidi dell'Egitto e del Messico... Le une e le altre di costruzione eguale sono dirette come i bracci di una croce, verso gli stessi punti di direzione astronomica. La linea dei centri è sul meridiano astronomico, da essi ben conosciuto" Schliemann, per fondate ragioni, crede che le strane medaglie, trovate con gli scavi nel cimitero di val Caschuna, fossero usate in Atlantide intorno a 40 mila anni fa, e chiude il suo racconto con una nota lasciata dal nonno Enrico: "La religione egiziana era la stessa di quella dei Maya. Ra era il dio Sole egiziano e Ra-Na quello degli antichi Peruviani. Le nazioni provano tutte la loro infanzia e la loro maturità. Io non ho trovato un Egitto selvatico, né un Maya barbaro. Ho trovato queste nazioni mature nella loro giovinezza; canali, viadotti, strade sospese, templi, irrigazioni di campi, medicina, astronomia e alta organizzazione governativa. I Maya e gli Egizi non erano di razza nera, ma gialla; avevano schiavi e casta intellettuale. Le relazioni fra le caste erano intellettuali ed umane". La narrazione dello Schliemann apre nuovi orizzonti circa i primi passi dell'umanità e la fioritura di una remota civiltà scomparsa, durata un periodo straordinariamente lungo, tanto da farsi iniziatrice di una vera scienza sparsa pel mondo. Per quanto occulta, essa è rivelata dalle opere d'arte, a chi le studia senza pastoie teoriche compenetrato dello spirito ieratico (sacerdotale, n.d.r.) di esse. Di fronte alle opere preistoriche pochi non restano come gli analfabeti al cospetto delle lettere; ciò avviene per l'ignoranza del linguaggio simbolico adoperato e per la convinzione che mancassero le lettere e quindi non vi potesse essere cultura letteraria né artistica.

LA PRIMA RELIGIONE, LA PIU' SEMPLICE E PURA (2) Da molti punti di vista appare che una religione, dovunque la si trovi, è pur sempre sacra. Infatti, per imperfetta e puerile che sia, pone sempre l'anima umana al cospetto di Dio; ed il concetto di Dio, per semplice ed ingenuo che sia, esprime quello che l'Anima in quel momento considera il più alto ideale di perfezione che possa essere raggiunto. Le Sacre Scritture della Madre Terra ci dicono che la religione di allora, la prima dell'uomo, fu la più semplice e la più pura forma di adorazione di Dio, chiamato "Grande Infinito", che sia mai stata insegnata e seguita sulla terra. In questa religione si venerava un solo Creatore, o Divinità, a cui vennero dati molti attributi, ognuno correlato ad un simbolo. E' notevole come non vi sia alcuna differenza fondamentale tra la nostra e la loro concezione di Divinità. La Divinità era venerata e trattata con tanta deferenza che il Suo nome non veniva mai pronunziato. Nelle antiche civiltà Maya, Indù, Uighur, ed altre ancora, si parlava della Divinità come qualcosa di irraggiungibile, di ignoto.

La religione del Sole (5) E' dimostrato, ormai irrefutabilmente, che una religione del Sole, con riti simili, con identici collegi di sacerdoti astronomi, con gli stessi templi dalle pietre massicce placcate in oro, con la stessa scienza d'imbalsamazione dei morti, con miti e simboli comuni (come quelli della montagna santa, dell'albero sacro, dei quattro fiumi, della croce, del serpente), svolge il suo imponente corteo dall'Atlante berbero all'Egitto e alla Caldea, e dal Messico al Perù, sullo stesso percorso lungo il quale si sono ritrovati i dolmen, i tumuli e le piramidi.

L'insegnamento della prima religione (2)

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Oltre l'insegnamento riguardante Dio, il Creatore, nella più antica religione si insegnava che la vera vita era quella dell'Anima Umana che resta anche dopo la morte del corpo fisico, considerato come una dimora temporanea, qualcosa da prendere, usare e lasciare. Leggiamo a questo proposito alcuni brani tolti da un papiro egizio, scritto da Anana (capo scriba e consigliere reale di Seti II), risalente a circa il 1320 a.C. Può essere interessante ricordare che l'esodo degli Ebrei dall'Egitto avvenne intorno al 1420 a.C. "Gli uomini non vivono una volta sola per andarsene da qui per sempre. Essi vivono molte volte in molti luoghi, sebbene non sempre in questo mondo. Tra una vita e l'altra vi è un velo di tenebre ... "La nostra religione ci insegna che noi viviamo in eterno. Dunque l'eternità, se non ha fine, non può avere un principio, è quindi un cerchio. Se è vero che noi viviamo più volte, deve essere anche vero che noi siamo sempre vissuti. "Nei primi tempi, avanti che i sacerdoti fissassero i pensieri umani nei blocchi di pietra e innalzassero altari a mille dèi, molti sostennero che quel ragionamento era vero, e quindi che il Dio era uno solo. "Agli occhi dell'uomo Dio ha molte facce, e ognuno giura che quella che egli vede è il solo vero Dio. Ma tutti hanno torto, perché tutte sono vere. Da un altro papiro di Anana, più o meno dello stesso periodo, leggiamo: "L'eternità non ha fine, quindi non ha principio, e di conseguenza l'eternità è un cerchio ... Se continuiamo a vivere dobbiamo continuare per sempre, e se continuiamo per sempre, come il cerchio e l'eternità, l'uomo non ha principio. "L'uomo nasce molte volte, eppure non sa nulla delle sue vite passate: tranne occasionalmente quando un sogno a occhi aperti o un pensiero lo riporta a qualche fatto di una precedente incarnazione. Egli non può, tuttavia, stabilire nella sua mente dove o quando il fatto avvenne; ha solo la sensazione di una cosa familiare. Alla fine, comunque, tutte le sue vite passate si riveleranno. "Gli spiriti o anime di una incarnazione possono eventualmente incontrarsi in un'altra incarnazione e essere attratti l'uno verso l'altro come da una calamita, ma per quale causa nessuno lo sa. "Sì, io credo che le anime possano vivere più di Ra, lo stesso Sole, e più delle stelle". Molto interessante questa frase finale dove il convincimento che l'anima superasse la vita del Sole dimostra come questi non era considerato la divinità stessa bensì una sua rappresentazione simbolica ad uso dei meno evoluti.

Appunti storici (6) Secondo gli storici, è solo nel periodo definito "Neolitico" (circa dal 6.000 al 3.000 a.C.), che l'uomo creò le basi su cui si sono sviluppati i concetti sociali che continuano ai nostri giorni. E' nel Neolitico che l'uomo inizia a lavorare la ceramica, a tessere e ad edificare dei veri e propri villaggi nonché dare inizio agli scambi commerciali; si sono infatti trovati dei manufatti localizzati a centinaia di chilometri dal luogo in cui vennero creati. Ed è anche in questo periodo che si dimostra intellettualmente attivo, iniziando a costruire attrezzi adatti ad affrontare le sue esigenze future, anticipandole mediante un'analisi dei fatti piuttosto che con l'istinto. E' generalmente accettato che il nucleo di questa civiltà si sia sviluppo in oriente, dalla valle del Nilo alla Mesopotania. Tradizionalmente la fine del Neolitico è contrassegnata dall'apparizione del metallo e dall'inizio dell'Età del bronzo.

Conclusione

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La storia classica colloca nel 3000 circa a.C. l'avvento dell'età del bronzo e dal 2600 al 2480 a.C., la costruzione delle più grandi e famose piramidi, quelle di Giza (fatte costruire dai faraoni Cheope, Chefren e Micerino della IV dinastia). Perciò, secondo la storia, nei 4 - 5 secoli dopo la fine del Neolitico l'uomo, da selvaggio che era, avrebbe raggiunto la capacità di erigere dei monumenti la cui progettazione e costruzione richiede delle avanzatissime conoscenze matematiche, fisiche ed astronomiche. Questa assunzione non regge e, a rigor di logica, dobbiamo invece concludere che l'elaborazione della prima religione, così come la progettazione di queste grandi piramidi, sia stata opera di personaggi con una capacità e cultura molto al di sopra di quella della comune umanità. Possiamo pertanto arguire che questi "personaggi" altro non fossero che i Sacerdoti di Atlantide. Gli stessi Antichi riconoscevano che da questa razza, "civile, guerriera e dotta", provenivano la scienza degli astri e le leggi del governo degli uomini. Questa nostra ipotesi viene confermata dal brano seguente, tratto dal volume "Il sistema solare" (7): "Circa 400.000 anni fa, essendo l'Egitto isolato e scarsamente popolato, una Loggia di Iniziati (esseri altamente evoluti, n.d.r.), a causa del diffondersi delle 'arti nere' nel suo paese (Atlantide, n.d.r.), era emigrata in Egitto, dove poi proseguì il suo lavoro per circa 200.000 anni." "Circa 210.000 anni fa, la Loggia Occulta fondò la prima dinastia divina in Egitto e un impero, facendo venire a questo scopo il primo gruppo di coloni." "Da questo tempo a 200.000 anni fa, furono costruite le due grandi Piramidi di Giza, per servire da un lato come Templi permanenti di Iniziazione, e dall'altro come santuari per la custodia di alcuni potenti talismani, in previsione della sommersione che gli Iniziati sapevano imminente." "E' lecito supporre che i poteri occulti furono impiegati per facilitare il trasporto ed il sollevamento dei grandi blocchi di pietra usati nella Grande Piramide. Molte migliaia d'anni dopo, Cheope diede il suo nome a una delle Piramidi."

Il mito di Atlante Il mito di Atlante, forse, vuole indicarci la strada dell'umiltà; dovremmo infatti accettare che l'origine di ogni conoscenza deve ricercarsi nell'antico continente atlantideo ed il fatto che sulla civiltà di Atlantide si sono poi basate le altre civiltà. E, invece, guardiamo il vecchio Atlante che sorregge il globo sulle spalle e, pur sapendo che l'astronomia fu la scienza più antica di tutte, pensiamo che i creatori della medesima non sapessero che la terra è rotonda!

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Riferimenti bibliografici 1) Friedrich M. Muller (1823-1900), Early Religions (Religioni primitive) 2) Materiale tratto dal volume Mu: il continente perduto, di James Churchward, Sugar Edizioni, Milano, 1975 (pagg. 125-140). 3) Hilarion, Le Stagioni dello Spirito, pag. 21, Edizioni Crisalide, Spigno Saturnia (LT), 1992. 4) Giacinto Perone, Atlantide, leggende e testimonianze, pag. 218, Edizioni Tilopa, Teramo (Roma), 1986. 5) Ibid., pag. 168. 6) Robert K. Moffet, Secrets of the Pyramid revealed, pag. 123, Grosset and Dunlap Publisher, New York, 1976 7) A. Powell, Il sistema solare, pag. 176, Edizioni Adyar, Vittone (TO)

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LA GERARCHIA PLANETARIA (Prima parte) Abbiamo visto, nelle lettere precedenti che, nel lungo corso dell'evoluzione dell'umanità, vi sono sempre stati dei Grandi Esseri che hanno prestato la loro opera affinché le cose procedessero secondo un piano prestabilito moltissimo tempo fa. Anche oggi vi sono Grandi Esseri che guidano l'evoluzione dell'umanità. L'insieme di questi Esseri illuminati viene chiamato con vari nomi, tra cui: "Gerarchia Planetaria", "Centro dei Maestri di Saggezza" e "La grande Loggia bianca".

I componenti della Gerarchia Alcuni componenti della Gerarchia sono attualmente incarnati in un corpo fisico, altri, invece, vivono in un corpo eterico (energetico, n.d.r.) nei mondi sottili. Alcuni di essi, incarnati in un corpo fisico, dimorano nelle Montagne dell'Himalaia, ma la maggior parte è disseminata in tutto il mondo e dimora, in incognito, in varie Nazioni. I componenti della Gerarchia cercano di aiutare l'umanità nel suo cammino spirituale attraverso gruppi o movimenti tra cui possiamo elencare, per brevità: Templari, Massoni, Rosacroce e la Società Teosofica. E' comunque certo che i Maestri hanno il pieno rispetto del libero arbitrio degli umani, questo, chiaramente, ne limita il raggio d'azione. Alcuni di essi sono esseri umani che hanno raggiunto un alto grado di perfezione ed hanno così conseguito la "resurrezione della carne", ovvero non hanno più l'obbligo di rinascere in un corpo fisico per procedere con la loro evoluzione. Tra essi citiamo, per brevità, i Maestri: Morya, Koot-Hoomi, il Veneziano, Serapis, Hilarion, Gesù, Saint-Germain e Djwal Khul. Così ne parla Alice Bailey nel suo volume Iniziazione umana e solare: "Attualmente questi Maestri sono incarnati nel mondo intero con il solo scopo di partecipare alle attività, alle occupazioni ed al lavoro di disseminazione della verità nelle differenti Chiese, scienze e filosofie. Producono così in seno ad ogni organizzazione un'espansione, un'apertura, una disintegrazione cosi necessarie ed altrimenti impossibili. Sarebbe saggio che gli studenti di occultismo riconoscessero questi fatti e coltivassero la loro capacità di identificare le vibrazioni della Gerarchia che si manifestano attraverso i discepoli nei posti e nei gruppi più impensati".

L'opera della Gerarchia (1) I Maestri contribuiscono in mille modi a far progredire l'umanità. Dalle più alte sfere riversano sulla Terra la luce e la vita che possono essere, liberamente come i raggi del sole, ricevute e utilizzate da tutti coloro che sono sufficientemente recettivi. ... E poi i Maestri, che hanno un legame particolare con le religioni, le utilizzano come serbatoi nei quali riversare energia spirituale perché sia donata ai fedeli di ogni religione come un "mezzo di grazia". C'è quindi il grande lavoro intellettuale per mezzo del quale i Maestri inviano potentissime forme pensiero (pensieri concentrati su una certa idea, n.d.r.) che captate dagli uomini geniali, vengono da loro assimilate e donate al mondo. Nello stesso modo Essi inviano ai loro discepoli le loro voci notificando i compiti che devono svolgere ... il lavoro di guida e supervisione nell'insegnamento ai giovani discepoli e l'invio di un aiuto specifico in numerosi casi.

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Nel mondo fisico sorvegliano il susseguirsi degli eventi, correggono e neutralizzano, per quanto è permesso dalla Legge, le tendenze nefaste, riequilibrano continuamente le forze che si oppongono o ne facilitano il progresso rinforzando il bene ed indebolendo il male.

L'influenza dei Maestri sulle Scuole di esoterismo (2) Alcune Scuole di occultismo e di tendenza teosofica hanno preteso di essere le uniche detentrici dell'insegnamento dei Maestri ed il solo punto Focale dei Loro sforzi limitandone così l'opera e formulando delle premesse che il tempo e le circostanze non mancheranno di provare come inesatte. Essi operano certamente per mezzo di questi gruppi di pensatori e danno una gran parte della Loro energia in tali organizzazioni, ma hanno ovunque Loro allievi e discepoli e operano attraverso numerosi corpi e con diversi metodi di insegnamento.

La Gerarchia vista dal Maestro Djwal Khul (il Tibetano) (3) Nota: questo messaggio è stato ricevuto e quindi scritto da Alice Bailey. La Gerarchia, è formata da esseri umani e spirituali nel contempo. Questi Maestri, desiderosi di aiutare l'umanità, si sono presi la responsabilità di assistere l'uomo nella sua evoluzione. Tra loro vi sono studenti, Iniziati, così come Alcuni Maestri che seguono le direttive dei Chohans e Kumaras che, a loro volta rappresentano gli Esseri consapevoli più evoluti nella nostra sfera planetaria. Essi non sono dissimili alle descrizioni fatte per gli Angeli e gli Arcangeli nelle religioni Occidentali. La Gerarchia sta lavorando, a livello politico, per creare una cooperazione internazionale e una sintesi economica. Nel campo della religione, invece, cerca di diffondere la coscienza spirituale e una religione di tipo universale. Nei domini della scienza, istruzione e psicologia, il suo scopo è quello di espandere la coscienza, la conoscenza e le capacità umane in generale. I membri della Gerarchia inviano costantemente nel mondo pensieri, ideali, semi di attività e progetti, allo scopo di influenzare coloro che operano in campo politico, economico e scientifico. Questi piani talvolta sono idealistici, comunque sono realizzabili. La Croce Rossa internazionale rappresenta un esempio riuscito di tale influenza. Coloro che si aprono alle ispirazioni inviate dai Maestri e si dedicano al "bene maggiore", talvolta sono istruiti dagli stessi Maestri mentre i loro corpo giace addormentato ... Queste persone, comunque, non dovrebbero lavorare in questo senso solo allo scopo di ottenere vantaggi personali, bensì offrirsi come cooperatori di coloro che operano sui piani superiori.

I Maestri visti da Giuseppe Filipponio (4) ... Questi Fratelli Maggiori dell'umanità hanno calcato, quali uomini sulla terra, il lungo sentiero evolutivo, e sono entrati nei ranghi dei Grandi Esseri che ora proteggono e guidano il destino dell'uomo soltanto dopo aver subito tutti i processi che ci innalzano a più spirituali dimensioni. Essi hanno trionfato sulla materia e conseguito la loro méta suprema mediante gli stessi superamenti e gli stessi sacrifici che noi affrontiamo e con cui lottiamo nelle nostre vite. Essi hanno conosciuto ogni passo del sentiero della sofferenza, hanno subito ogni esperienza, hanno lottato per redimere le loro fragilità umane ed hanno vinto mediante la padronanza degli aspetti materiali dei loro sé umani.

I Maestri visti da David Anrias (5) Quando un uomo raggiunge il Nirvana o Liberazione non è obbligato a conservare il suo corpo fisico o a reincarnarsi in un altro. La scelta è sua: o preferisce vivere per sempre un'esistenza disincarnata o dimora

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sulla terra per un tempo considerevole come Maestro di Saggezza, in questo caso egli avrà una funzione in seno alla Gerarchia Occulta e aiuterà lo sviluppo dell'umanità in modi estremamente diversi. I Maestri, possono compiere miracoli, ma lo fanno raramente perché ritengono che, salvo in casi eccezionali, ogni miracolo è una forma di esibizionismo. Infatti la loro assenza di vanità è così totale che malgrado la loro nobiltà e i loro grandi poteri sono stati così modesti da chiamarsi Fratelli Maggiori e Servitori dell'Umanità; in effetti, secondo i loro propositi vivono per servire e guidare, perché coloro che guidano non fanno altro che servire. Tuttavia, la loro funzione di guida non intralcia il libero arbitrio dell'uomo, perché ciò infrangerebbe la Legge. Essi suggeriscono, ma non esercitano pressioni, ispirano ma non ordinano mai. Possiamo dunque constatare che, sebbene i Maestri abbiano il loro spirito nel Cielo, i loro piedi calcano il nostro suolo, vale a dire che non sono vaghi sognatori, ma uomini fondamentalmente pratici. Non hanno più i vizi e le debolezze del comune mortale, perché hanno sofferto essi stessi per vincerli camminando sul sentiero che porta all'Adeptato (stato di altissima evoluzione spirituale, n.d.r.). Cosi, essi hanno l'attitudine ad una totale comprensione e tolleranza, unite ad un'immensa compassione e, cosa importantissima come affermano essi stessi, un pronunciato senso dell'umorismo.

Una giusta precisazione (6) Vorrei ricordarvi che quando voi pensate alla Gerarchia, lo fate in termini di Maestri (come fa la maggior parte della gente), oppure in termini di Iniziati superiori. Non è esatto. Tutti i discepoli che vengono accettati sono nella periferia della Gerarchia e della sua influenza.

Come possiamo aiutare i Maestri? (7) In primo luogo, insegnare la legge di evoluzione e il suo corollario inevitabile, gli uomini perfetti. Agli uomini si deve insegnare che tali grandi anime esistono, ed esistono interamente per servire il loro prossimo. Il pubblico dev'essere abituato ai loro nomi e attributi, alla loro opera e al loro proposito, e agli uomini si deve dire che vengono per la salvezza del mondo. In secondo luogo, discepoli e aspiranti devono vivere armoniosamente sotto ogni aspetto e amare. Le vibrazioni violente dei nostri ambienti devono essere smorzate con una forte controvibrazione d'amore, ricordando sempre che quando operiamo dal lato dell'evoluzione è con noi il potere della divinità stessa, disponibile per essere usato. Nulla può resistere alla pressione costante dell'amore e dell'armonia quando sono applicati abbastanza a lungo. Non è lo sforzo spasmodico che conta, è la pressione sostenuta a lungo, invariabile, che alla fine infrange l'opposizione e le mura della separatività. In terzo luogo, le organizzazioni esoteriche devono appoggiare tutto ciò che tende all'unità. Tutti i tipi di lavoro, tutti gli sforzi esterni delle numerose organizzazioni, devono incontrare cooperazione e assistenza amorevoli. Noi stiamo in un mondo di sforzo come punti focali d'amore. Il nostro obiettivo è di aiutare i Grandi Esseri e dar loro l'assistenza intelligente che farà materializzare i loro piani per l'umanità. Hanno deciso di operare, per nostro tramite, all'elevazione del mondo e l'emissione dello sforzo spirituale intensificato che arresterà l'ondata di male e allontanerà le possibili difficoltà che stanno in agguato nell'oscurità del caos attuale dovrà avvenire tramite i gruppi esoterici. L'organismo vivente di aspiranti e discepoli può fornire un centro di pace, di potere e d'amore, di aiuto pratico e di elevazione spirituale quale il mondo non ha mai visto. Questa è la speranza. Abbiatene cura voi.

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Altri modi per aiutare i Maestri (8) Il fatto della Gerarchia e l'opera svolta dai Maestri mediante i loro discepoli devono essere indicati all'attenzione pubblica. Ovunque, discepoli presenteranno sempre meglio il piano gerarchico di fratellanza, di vita spirituale e inclusiva, non ripetendo di continuo (come fanno gli stolti): "Il Maestro mi ha scelto" o "il Maestro mi guida" o "io rappresento la Gerarchia", ma con una vita di servizio, per mostrare che i Maestri esistono e sono conosciuti da molti dovunque; che il piano è di sviluppo evolutivo o di progresso e conduce verso una meta spirituale intelligente; che l'umanità non è sola, ma che la Gerarchia vigila, che il Cristo è con il Suo popolo. Mostrare inoltre che nel mondo esistono molti discepoli sconosciuti perché lavorano nel silenzio, che il nuovo gruppo di Servitori del mondo esiste; che uomini di buona volontà sono presenti ovunque; che i Maestri non s'interessano delle personalità, ma che impiegano uomini e donne di ogni atteggiamento, fede e nazionalità purché motivati dall'amore, intelligenti, di mente addestrata, magnetici e radianti, capaci di attirare alla verità e alla bontà e non all'individuo-Maestro o discepolo. I Maestri, non si curano di fare proseliti, ma si impegnano unicamente ad alleviare le sofferenze, a promuovere l'evoluzione dell'umanità e a indicare le mete spirituali. Non cercano premi per il loro lavoro ne elogi dai contemporanei, ma solo l'accrescimento della luce nel mondo e lo sviluppo della coscienza umana.

L'illusione riguardo ai Maestri MONDO ASTRALE: mondo invisibile, dove vivono i defunti ed i viventi sperimentano le emozioni, i desideri e le passioni. I defunti, talvolta, si presentano ai viventi come "maestri" ed offrono servizi o insegnamenti. La "medianità" e la "scrittura automatica" sono due tra i molteplici fenomeni dovuti al contatto con il mondo dei "morti". Dopo aver dato alcune precisazione, riguardo ai Maestri ed alla Gerarchia, riteniamo giusto parlare di una particolare illusione, oggi assai diffusa, tra coloro che frequentano circoli occulti o Scuole spirituali. A questa illusione, sono spesso soggetti alcuni capi di tali organizzazioni che affermano di essere in contatto con qualche Maestro, spiriti illuminati o, addirittura, con nostro Signore Gesù Cristo, mentre ricevono solo messaggi medianici dallo spirito di una persona defunta. Essi, spesso, illudono anche gli allievi dicendo che, prima o dopo, arriveranno anche loro ad incontrare il Maestro. Leggiamo come Alice Bailey, nel Trattato dei 7 Raggi (9), ci illustra questo fenomeno: "Anche le correnti di esoterismo, teosofiche e rosacrociane (particolarmente nelle loro scuole interne), hanno forme loro particolari di questa illusione di guida interiore. Benché di natura diversa da quelle precedenti, gli effetti sono molto simili e riducono i seguaci nella condizione di farsi guidare e spesso dirigere da voci illusorie. "Spesso i capi dell'organizzazione asseriscono di essere in comunicazione diretta con un Maestro o con tutta la Gerarchia dei Maestri, da cui ricevano gli ordini. Questi sono trasmessi all'insieme dei membri, da cui ci si attende un'obbedienza pronta e senza discussioni. "In questo sistema, impartito sotto il nome di sviluppo esoterico, si presenta la méta di un simile rapporto con il Maestro o la Gerarchia come incentivo per studiare o meditare, e l'aspirante è indotto a credere che un giorno o l'altro udrà la voce del suo Maestro, che lo guiderà suggerendogli cosa fare e come prender parte a ruoli diversi. "Gran parte delle difficoltà psicologiche riscontrate nei gruppi esoterici si possono ascrivere a questo atteggiamento e a questa speranza ingannevole offerta al neofita ... "La guida cui obbediscono tanto spesso gli aderenti delle diverse correnti esoteriche non è quella della Gerarchia, ma il riflesso astrale di questa (essi quindi rispondono alla presentazione illusoria e falsata costruita dall'uomo, di un grande fatto spirituale). Se volessero, potrebbero rispondere invece alla realtà ... 26 - La Luce dell'Anima

"Oggi mistici di ogni specie, per naturale predisposizione alla vita introspettiva e negativa, odono voci, ricevono comandi e obbediscono a impulsi che sostengono venire da Dio. In ogni parte esistono gruppi impegnati ad avviare alla vita spirituale, ad accertare il Piano di Dio o a collaborarvi in un modo o nell'altro. Alcuni operano con intelligenza e le loro premesse e i tentativi sono talvolta corretti, ma in genere seguono una via sbagliata, poiché sono soprattutto di natura astrale".

I pericoli della medianità (10) Desideriamo informare gli inesperti o ingenui, i quali danno spesso molto credito alla medianità negativa, trastullandosi o esercitandosi incautamente, senza fede in Dio e senza la doverosa devozione o ancor peggio senza una preparazione spirituale, né una buona guida insegnante, con sistemi e modi più disparati (come piattini, bicchierini, planchette, tabelle numerate o alfabetiche, seduti attorno ad un tavolo a formare la catena in attesa dei colpi o di un movimento del tavolino), convinti di poter così contattare le anime di congiunti morti, parenti, amici o personaggi illustri e storici, e ne invocano incautamente le anime chiamandole per nome. Questi ingenui o schiocchi non sanno quale rischio corrono in questi casi e con questi sistemi irrispettosi verso il mondo spirituale. Soltanto uno spirito malefico potrà rispondere, capace di imitare perfettamente il timbro di voce dello spirito invocato o fornendo qualunque sua segreta notizia, poiché nel mondo dello spirito, sia positivo che negativo, ogni anima è come un libro aperto. Nulla si può più nascondere od occultare come si fa durante la vita terrena. Perciò si può essere ingannati con falsi nomi, con false voci, con false comunicazioni, anche se spesso all'inizio lo spirito malvagio o burlone alletta con buoni e favorevoli segnali, notizie o messaggi.

Un messaggio del Maestro D.K. (11) Dite a coloro che vi ascolteranno che i loro Grandi Fratelli li stanno semplicemente aspettando, e che non sono solo capaci di fare discorsi. Dite che stiamo andando loro incontro; dite però chiaramente che non veniamo per togliere la trappola sotto i loro passi, ma per indicarla. Non solo non abbiamo mai lasciato la Terra, ma nei prossimi decenni saremo qui più che mai; non ci vedrete circolare né con la veste bianca né con l'aureola sul capo, perché indosseremo gli abiti della gente di città, degli operai, dei contadini, e magari ci vedrete con la ventiquattrore dell'uomo d'affari in mano, o sotto le spoglie d'un monaco dissidente... Aspettatevi di tutto, perché l'Amore non conosce la discriminazione, e si serve di tutto quanto gli è necessario per rivelarsi, in ogni direzione. Sappiate che lo stato attuale del pianeta è come quello d'un corpo malato, e non servono, per dimostrarlo, né prove né grandi frasi. Eviterò anche di farvi il ritratto dell'umanità e di trarne un bilancio... né dirò che tutto questo è molto triste, malgrado qualcuno si aspetti forse che lo dica. Non è triste: è solo un dato di fatto, e vi porremo rimedio. Lasciamo i gridi d'allarme a livello dell'ego, e prepariamoci a cementare le nostre azioni con il distillato del cuore. Partendo da qui, comprenderete che invitiamo tutti gli esseri umani a comportarsi allo stesso modo, perché non v'è più posto per un atteggiamento tiepido, pigro o incongruente.... Quando un veicolo si avvicina a una curva pericolosa tutti si allacciano le cinture, e così dovranno fare tutti i terrestri coscienti, sia che pongano la loro energia in ciò che chiamate Dio, in un semplice feticcio, oppure in loro stessi. La vostra cintura si fregi di questi nomi: tolleranza, perdono, luce e speranza; non abbia mai lo sguardo sdolcinato d'una morale, ma la folgorante dolcezza della Conoscenza: senza questa cintura di sicurezza, senza questo scudo, ogni volontà d'azione sarà vana.

Riferimenti bibliografici

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1) Annie Besant, I Maestri, Edizioni Adyar, Settimo Vittone, TO. 2) A. Bailey, Iniziazione Umana e Solare, Edizioni Nuova Era, Roma. 3) I. Dalichiw e M. Booth, Aura-Soma, pag, 229, Hay House, Inc. Carlsbad, CA, UA. 4) Giuseppe Filipponio, La via della Luce, pag. 63, Centro Verso la Luce, Via Laurentina 622 - 00143 Roma. 5) David Anrias, Attraverso gli occhi dei Maestri, pag. 20, Edizioni Amiedi, Milano, 1932, 6) Alice Bailey, Il Discepolato nella Nuova Era, Vol. II, pag. 64, Edizioni Nuova Era, Roma. 7) Alice Bailey, L'esteriorizzazione della Gerarchia, pag. 515-516, Edizioni Nuova Era, Roma. 8) Alice Bailey, Il discepolato della Nuova Era, vol. I, pag. 778-779, - Edizioni Nuova Era, Roma. 9) Alice Bailey, Il trattata dei 7 Raggi, Vol. II, Psicologia esoterica 2, pagg. 484-487. Edizioni Nuova Era, Roma. 10) Antonio Marchetti, Esperienze di terapeuta. Cenacolo dei Carismatici, via Repetto 2/6 - 16143 Genova, 1980 11) Anne e Daniel Meurois-Givaudan, Viaggio a Shamballa, pagg. 65-66 - Edizioni Arista, 10094 Giaveno (1987)

Letture per approfondire La Gerarchia Spirituale, Istituto di Sintesi Planetaria 23026, Ponte di Valtellina (SO)

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LA TRADIZIONE ESOTERICA (1) Questa tradizione riguarda la dottrina fondamentale che comprende le leggi basilari e principali concernenti la natura della Divinità, l'Universo e l'uomo... ... L'insegnamento esoterico rivela, fra l'altro, all'umanità le Leggi e i Principi sui quali è organizzata la vita planetaria, l'esistenza del Governo interiore (argomento che tratteremo nella prossima lettera n.d.r.), o dominio delle cause che precipitano nel mondo come eventi; rivelano che alla base del Piano Generale c'è un processo evolutivo, e rivelano pure l'Unità della Vita e l'uomo quale microcosmo, controparte del macrocosmo... ... Si può avere un'idea dell'antichità della Sapienza Antica o Teosofia, ammirando le tracce rimaste nelle Religioni Solari degli Incas e dei Parsi, leggendo i libri sacri dell'India e dell'Egitto, il Pimandro di Ermes Trismegisto, il libro di Thot, il libro Egiziano e quello tibetano dei morti, gli Aforismi di Patanjali. Nella Grecia Antica, il pensiero spirituale è inviluppato nella Mitologia; nei frammenti Orfici, nelle Dottrine di Pitagora e nella filosofia di Platone sono nascosti i principi sublimi di una Sapienza immortale. L'apparizione, in luoghi e tempi diversi, di gruppi specializzati per il risveglio e lo sviluppo nell'uomo di facoltà superiori, riguardava solo coloro che erano sufficientemente evoluti, mentre le Religioni ortodosse davano l'ispirazione e la guida alla massa dell'umanità. In tal modo, uomini di ogni stadio procedevano dal loro particolare rango a quello successivo, della scala evolutiva.

I MESSAGGERI DEGLI DEI (2) Max Heindel, nella Cosmogonia dei Rosacroce, ci conferma la presenza di Maestri alla guida dell'umanità già da quando essa, millenni di anni fa, viveva nella Lemuria, oggi scomparsa. Questi Maestri, vennero anche chiamati "Signori di Venere" e "Signori di Mercurio". Così ne parla Max Heindel: "I Signori di Venere furono i capi della maggior parte dei nostri simili e furono conosciuti come "Messaggeri degli Dei". Per il bene della nostra umanità, essi la guidarono passo a passo. Non vi fu ribellione alla loro autorità, perché l'uomo non aveva ancora sviluppato una volontà indipendente. Essi la guidarono perché arrivasse a manifestare volontà e giudizio e divenisse capace di guidarsi da sé. "Si sapeva che codesti Messaggeri erano in comunicazione con gli Dei. Erano tenuti in grande rispetto ed i loro comandi venivano ubbiditi senza discussione. "Quando sotto la direzione di questi Maestri, l'umanità ebbe raggiunto un certo grado di sviluppo, gli uomini più avanzati vennero posti sotto la guida dei Signori di Mercurio, che li iniziarono alle verità superiori per farne delle guide o capi di popoli. Questi individui, chiamati "Iniziati", vennero elevati alla dignità Reale e furono i fondatori delle dinastie dei Re. Vennero ritenuti "divini" in quanto elevati a tale rango per grazia dei Signori di Venere e di Mercurio, e furono considerati come Dei dall'umanità nascente di allora ... "In quei tempi un Sovrano considerava come sacro dovere quello di aiutare e dirigere il suo popolo, di promuovere equità e benessere. Essendo stato iniziato poteva contattare la saggezza divina ed essere guidato nei suoi giudizi e decisioni. Fintanto che regnarono questi Re, tutto prosperò e fu veramente l'Età dell'Oro ... "In quell'epoca lontana lo scopo dei Messaggeri degli Dei e dopo di loro tutti gli Ierofanti (Sacerdoti, n.d.r.) dei Misteri e di tutte le odierne scuole di occultismo, era, ed è, quello di insegnare al candidato l'arte di dominare se stesso. In proporzione diretta in cui l'uomo domina se stesso, sarà qualificato per governare gli 29 - La Luce dell'Anima

altri. Se gli attuali governanti di popoli fossero capaci di governare se stessi, noi conosceremmo un nuovo Millennio o Età dell'Oro".

Le caratteristiche dei Re Sacerdoti Così ne parla Giuseppe Filipponio: "Circa i Re-Sacerdoti, giova ricordare che nessun Iniziato era tale se non sapeva guarire e richiamare in vita una persona dalla morte apparente. Coloro che manifestavano questi poteri erano considerati Re o Iniziati. Gesù, infatti, fu acclamato Re, poiché aveva fatto miracoli, guarito infermi e resuscitato Lazzaro. "Gli Iniziati avevano la prerogativa di rivelare i segreti della natura utili all'umanità, le virtù nascoste delle piante, l'arte di portare fra gli uomini l'amore fraterno e il sentimento di aiuto reciproco" (3). Altri dettagli ce li fornisce W. J. Thompson, una delle voci più autorevoli sui ritrovamenti nell'Isola di Pasqua. Egli, con l'aiuto di un indigeno, riusci a decifrare il testo seguente da ciò che resta delle pareti di un tempio in rovina. "Quale potere ha il Grande Re sulla terra? Ha il potere di fare crescere le piante e di cambiare il colore del cielo. "Tutti salutano il potere del Grande Re che ci rende gentili verso le giovani piante, che ci fa ammirare i vari colori del cielo e contemplare le nuvole che sorgono. "Tutti salutano il potere del Grande Re che ci mette in grado di apprezzare le meraviglie delle stelle lucenti, le nuvole che si abbassano, la gentile rugiada, la pioggia che cade e la luce del sole e della luna. "Quale potere ha il Grande Re sulla terra? Ha il potere di popolare la terra, di creare tanto re che sudditi. Tutti salutano il potere del Grande Re che ha creato gli esseri umani, dato autorità ai re, e creato fedeli sudditi ..." (4). Anche Friedrich M. Muller, in Origin of Religious Laws (Origine delle leggi religiose) ci conferma il fatto che i Re di allora non facevano parte della comune umanità. Ecco uno stralcio dal suo scritto: "La credenza che il legislatore religioso godesse di una intimità più stretta che non i comuni mortali, nei rapporti con la Divinità, riempie le tradizioni antiche di molte nazioni. Secondo un notissimo passo in Diodoro Siculo, gli Egizi credettero che le loro leggi fossero state comunicate a Mnevis da Ermes. "I Cretesi sostennero che Minosse avesse ricevuto le leggi da Zeus. I Lacedemoni erano convinti che Licurgo avesse ricevuto le sue leggi da Apollo. Gli Ariani credevano che Zaratustra le avesse ricevute dallo Spirito Buono. Secondo Gatel, Zamolscis ricevette le sue leggi dalla dea Hestia, e secondo gli Ebrei, Mosè le ricevette da Javè" (5).

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L'ESOTERISMO NELL'ANTICHITA' L'iniziazione (6) Sotto l'aspetto umano, fin da remotissimi tempi, l'Iniziazione era considerata nel modo più consono all'epoca ed era comune ad alcuni riti mediante i quali l'uomo entrava sul sentiero del perfezionamento. L'Iniziazione era collegata al segreto, in quanto certe conoscenze potevano solamente essere elargite a quelli che erano preparati a ricevere, custodire e realizzare certe rivelazioni relative alla natura dei Misteri, la cui conoscenza portava verso l'unione sublime con Dio. Alcune conoscenze davano, inoltre, la possibilità di risvegliare gli invisibili e superiori poteri dello Spirito, da usare soltanto per il bene della Fratellanza Umana. L'Iniziazione, a volte, viene anche definita come "seconda nascita".

Gli Iniziati (7) Dio svela all'umanità ciò che essa può comprendere dei Suoi Propositi per mezzo di quelle menti che sono sensibili alle rivelazioni spirituali, cui diamo il nome di Iniziati. Essi, scaglionati lungo i millenni fra popoli diversi, ispirati dal Centro di Illuminazione di Amore-Saggezza, furono portatori del Messaggio Divino. Alcuni di questi Iniziati furono i fondatori delle Grandi Religioni che hanno contribuito alla formazione dell'umanità: Rama, ci mostra le vicinanze del Tempio, Krishna ed Ermes ce ne danno la chiave, Mosè, Orfeo e Pitagora ce ne mostrano l'interno, mentre Gesù ci rappresenta il santuario. Altri Iniziati ci hanno trasmesso la Dottrina Occulta (Filosofia Esoterica, n.d.r.), che alcuni Discepoli si sono incaricati di diffondere.

Le scuole dei Misteri (8) Durante l'età dell'oro i popoli Toltechi e Maya, della 4a Grande Razza Madre Atlantidea raggiunsero un alto grado di sviluppo. Le masse di popolo, relativamente infantili, vennero istruite da Maestri Divini e da Re Sacerdoti spiritualmente avanzati, esse formarono gli originari Incas, di quello che fu il vasto territorio del Perù che si estendeva nel Sud, verso il centro America e nel moderno Messico. L'uomo viveva in purezza e beatitudine poiché aveva una natura più divina che umana. I Re Divini che regnavano sulla terra promossero un alto grado di cultura e civiltà basate sulla conoscenza scientifica e spirituale e con una semplice forma di insegnamento per i meno avanzati ... Quando l'umanità crebbe di numero e di varietà di pensiero, si ebbero, nelle menti meno colte e meno sane, delle esagerazioni, superstizioni, desideri e passioni; spesso si abusò della conoscenza, del potere, finché fu necessario limitare il numero di coloro che sapevano. Ogni popolo di quei tempi si adattò un sistema religioso secondo la sua illuminazione e i suoi bisogni spirituali. Sorse la necessità di velare la verità per proteggerla dalla profanazione. Il velo fu gradatamente fatto più spesso in seguito al diffondersi della personalità e dell'egoismo. Questo condusse alla formazione dei Misteri e alla creazione di simboli (per es. le antiche scuole egiziane avevano 78 simboli). Fu consentito che credenze exoteriche (per tutti, n.d.r.) crescessero nella mente delle masse profane, in forma di fiabe e di miti e che sviluppandosi formassero la fede popolare senza alcun pericolo per le verità più filosofiche ed astruse che venivano insegnate nei Santuari dei Misteri... I Templi dei Misteri diventarono i principali depositari dell'insegnamento esoterico, fra cui la dottrina del Dio Unico, la resurrezione dell'uomo alla vita eterna, la divinità dell'Anima Umana. In essi veniva insegnato anche a vedere l'ombra della Divinità nella bellezza, nella magnificenza e splendore dell'Universo. 31 - La Luce dell'Anima

I Misteri Egizi e la grande Piramide (9) Vi è una grande differenza di opinioni sul come e quando la Grande Piramide di Giza fu costruita. Questo, probabilmente, si deve al fatto che la mente umana fa fatica a concepire una costruzione fatta dall'uomo eretta molte migliaia di anni fa. Storici e studenti sono d'accordo che fu costruita più di 4500 anni fa ma, negli ultimi anni, il chiaroveggente Edgar Cayce ha ne datato la costruzione dal 10449 al 10349 b.C. e ne ha spiegato il motivo della costruzione come la necessità di salvare del materiale preziosissimo dall'affondamento di Atlantide. In effetti la Grande Piramide fu progettata come un insieme di informazione, poste nella pietra, in grado di durare per migliaia di anni, fintanto che l'umanità sarebbe arrivata al punto evolutivo necessario per poterne afferrare il significato. Era imperativo che il luogo dove erigere la Grande Piramide fornisse una grande sicurezza perché doveva servire per preservare delle importantissime conoscenze esoteriche, pertanto fu scelto il punto più elevato in quella zona (sicurezza contro le inondazione) ed anche il più prossimo al centro della Terra (meno vulnerabile ai terremoti). L'ubicazione geografica fu perciò stabilita alla latitudine 29° 58' 51" Nord; longitudine 31° 09' Est. La Camera del Re (10) Le pareti di questa camera sono costituite da cinque blocchi levigati di granito rosa, per fornire la necessaria protezione alle persone elette di Dio. Vi sono dei fori a circa 90 cm di altezza che, tramite dei condotti, prendono l'aria nei lati Nord e Sud. il soffitto è costituito da nove enormi blocchi di pietra dal peso di 30 tonnellate ciascuno. Sette sono posti orizzontalmente e gli altri due sono sopra di questi, messi ad angolo come il tetto di una casa. Questi blocchi di pietra costituiscono una specie di garanzia contro qualsiasi colpo di tipo violento. La stanza, sarebbe completamente vuota se non fosse che per un cofano senza coperchio, ricavato da un singolo blocco di brillante granito levigato di color rosa. Questo cofano non rappresenta un sepolcro, nessuno, infatti, vi fu mai seppellito. Esso rappresenta la vittoria sulla morte: la "risurrezione". La Camera dell'Iniziazione (11) La Camera del Re è anche nota come la Camera dell'Iniziazione, dove gli iniziati, dopo un lungo periodo di prova e di addestramento, venivano portati per ottenere il grado più elevato dei Misteri di allora. Essi, prima di potervi accedere, venivano istruiti con la Saggezza Antica che includeva: matematica, forze creative e leggi cosmiche. L'iniziazione, durava tre giorni e tre notti, durante i quali il candidato restava nel cofano in una situazione letargica. Nel frattempo il suo spirito abbandonava il corpo per vagare nei reami spirituali sotto la guida del Maestro, per ritornarvi alla fine dei tre giorni. L'iniziato entrava nella "tomba" da uomo e ne usciva ripieno della luce di Dio. E' stato detto che Gesù, così come molti altri, ricevette la sua iniziazione in questa camera della Grande Piramide.

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Anche gli Ebrei avevano i loro Misteri (12) Anche gli Ebrei possedevano la loro conoscenza segreta e le scuole d'Iniziazione. L'accolta dei profeti a Naioth, presieduta da Samuele, formava una Scuola di questo genere e l'insegnamento orale fu tramandato da loro. Scuole simili esistevano a Betel ed a Gerico e nella Concordanza di Cruden, sotto la voce "School", vi è la seguente annotazione interessante: "Le Scuole o Collegi dei profeti sono le prime (Scuole) di cui abbiamo notizia nella Scrittura; dove i figli dei profeti, cioè i loro discepoli, vivevano nell'esercizio di una vita ritirata ed austera, nello studio, nella meditazione e nella lettura della legge di Dio. A queste Scuole, o Società, di profeti succedettero le sinagoghe". Il Tabernacolo nel Deserto (13) Possiamo leggere nella Bibbia come Dio stesso abbia ordinato a Mosè di fare un santuario che potesse contenere l'Arca dell'Alleanza, destinata a raccogliere le 10 tavole della Legge. Questo perché Dio stesso desiderava essere presente in mezzo al suo popolo. Troviamo scritto nella Bibbia: E il Signore disse a Mosè: "0rdina agli Israeliti che raccolgano per me un'offerta. La raccoglierete da chiunque sia generoso di cuore. Ed ecco che cosa raccoglierete da loro come contributo: oro, argento e rame, tessuti di porpora viola e rossa, di scarlatto, di bisso e di pelo di capra, pelle di montone tinta di rosso, pelle di tasso e legno di acacia, olio per il candelabro, balsami per unguenti e per l'incenso aromatico, pietre di ònice e pietre da incastonare nell'efod (mantelletta, n.d.r.) e nel pettorale. Essi mi faranno un santuario e io abiterò in mezzo a loro" (Esodo, 25:1,10). La visione esoterica del Tabernacolo (14) Quando gli uomini cominciarono ad essere dotati di intelletto iniziarono a rendersi conto della perdita della vista spirituale che avevano posseduto fino a quel momento ed una aspirazione ardente verso Dio e verso le loro guide divine cominciò a nascere nella loro anima, aspirazione che sussiste ancora oggi, perché l'umanità non ha mai cessato di piangere ciò che ha perduto. Questa è la ragione per la quale l'antico Tempio dei Misteri Atlantidei, il Tabernacolo nel Deserto, venne dato agli uomini affinché potessero trovarvi il Signore, dopo avere sviluppato le qualità richieste, attraverso una vita di servizio e la sottomissione della natura inferiore all'Io Superiore. Concepito da Jehova, il Tempio dei Misteri Atlantidei era l'espressione delle grandi verità cosmiche nascoste sotto il velo del simbolismo che parla al Sé Superiore o Spirituale. E' bene far notare, innanzitutto, che questo Tabernacolo divinamente concepito fu dato a un "popolo eletto" che doveva costruirlo con offerte volontarie, fatte con amore generoso. Vi è qui un insegnamento del tutto particolare, perché il divino sentiero del progresso non è mai indicato a qualcuno, a meno che questi non si sia votato a Dio e non si trovi così pronto a offrire il sangue del suo cuore in una vita di servizio disinteressato. ... La grande cura apportata nei dettagli della costruzione del Tabernacolo mostra che qualcosa di ben più elevato, di ciò che colpisce i sensi, era ricercato nella sua costruzione. Sotto l'apparenza terrena o materiale era indicata una rappresentazione di Verità celesti e spirituali, colme di insegnamenti per il candidato all'Iniziazione.

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Riferimenti bibliografici 1) Giuseppe Filipponio, Il loto Bianco, pag. 68, Centro Verso la Luce, Via Laurentina 622 - 00143 - Roma. 2) Max Heindel, La Cosmogonia dei Rosacroce, pag. 195, Edizioni Il Cigno, Peschiera del Garda (1996). 3) Giuseppe Filipponio, Il loto Bianco, pag. 66, Centro "Verso la Luce", Via Laurentina, 622 - 00143 - Roma. 4) James Churchward, Mu: il continente perduto, pag. 84 Sugar Edizioni, Milano (1975). 5) Ibid., pag. 291. 6) Giuseppe Filipponio, Il loto Bianco, pag. 62, Centro Verso la Luce, Via Laurentina 622 - 00143 - Roma. 7) Ibid., pag. 70, 8) Ibid., pag. 63. 9) Etelka Holt, The Sphinx and the Great Phyramid, pag. 4, Summit University Press, Los Angeles, 1975. 10) Ibid. pag. 22. 11) Ibid. pag. 28. 12) Annie Besant, Il Cristianesimo Esoterico, pag. 32, Edizioni Adyar, Settimo Vittone (TO). 13) Max Heindel, Iniziazione antica e moderna, pag. 11, Biblioteca Esoterica Piovan (1987). 14) Ibid. pag. 28.

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IL CRISTIANESIMO ESOTERICO Necessità di un insegnamento differenziato (1) E' un'idea largamente diffusa, quindi accreditata, che nel cristianesimo non esista insegnamento occulto e che i Misteri, tanto i Minori che i Maggiori, siano stati un'istituzione puramente pagana. Il nome stesso di "Misteri di Gesù", così familiare alle orecchie dei cristiani dei primi secoli, causerebbe viva sorpresa ai loro moderni successori e, se inteso a significare una speciale e definita istituzione della Chiesa primitiva, susciterebbe un sorriso d'incredulità. Invero, il non avere il Cristianesimo segreto alcuno è stato considerato oggetto di vanto e fu affermato che a tutti dice e insegna tutto quanto ha da dire e da insegnare. Le sue verità sono ritenute così semplici, che l'uomo ordinario, per quanto di limitato intelletto, non può in esse andare errato, e il detto "semplice come il Vangelo" è divenuto un luogo comune. E' perciò necessario provare chiaramente che, almeno nella Chiesa primitiva, il Cristianesimo, al pari delle altre religioni, possedeva una parte occulta e custodiva, quale inestimabile tesoro, i segreti rivelati soltanto a pochi eletti nei Misteri. Ma, prima di far questo, sarà bene considerare l'intera questione di detto lato occulto delle religioni e vedere perchè sia necessario che un tale lato esista in una religione se questa deve divenire vigorosa e stabile; poichè così l'esistenza di esso anche nel Cristianesimo apparirà ovvia conclusione e le allusioni che se ne trovano negli scritti dei Padri della Chiesa, risulteranno semplici e naturali e non sorprendenti e incomprensibili. L'esistenza di questo esoterismo è dimostrabile come fatto storico, ma si può anche dimostrare che, intellettualmente, esso è una necessità.

Qual'è lo scopo delle religioni? Esse furono date al mondo da uomini più saggi delle masse cui erano destinate ed hanno per scopo di affrettare l'evoluzione umana. Per giungere a ciò efficacemente esse devono pervenire agli individui ed avere un'azione diretta su di loro. Ora tutti non sono al medesimo stadio d'evoluzione, potendosi anzi raffigurare l'evoluzione come una scala ad ogni gradino della quale stiano degli uomini. I molto evoluti sono assai al disopra dei poco evoluti, sia per intelligenza, sia per carattere; la capacità di capire e di agire varia ad ogni stadio. E' perciò inutile dare a ciascuno lo stesso insegnamento religioso, poichè ciò che sarebbe di giovamento all'uomo intellettuale sarebbe affatto incomprensibile per l'uomo tardo di mente e ciò che manderebbe in estasi il Santo lascerebbe freddo il delinquente. D'altra parte l'insegnamento atto ad aiutare i non intelligenti è intollerabilmente rozzo e meschino per il filosofo e ciò che redime il malfattore è affatto inutile per il Santo. Nondimeno ogni categoria di uomini ha bisogno della religione per innalzarsi ad una vita superiore e nessuna categoria può essere sacrificata all'altra. La religione deve essere graduale come l'evoluzione, altrimenti non raggiunge il suo scopo.

Il lato occulto dell'insegnamento (2) ... quanto abbiamo detto fin qui basti a dimostrare la necessità teorica di un lato occulto in tutte le religioni. Dalla teoria venendo ai fatti, naturalmente domandiamo: Questo lato occulto ha nel passato fatto parte delle religioni del mondo? La risposta è immediata e affermativa senza esitazione di sorta; ogni grande religione 35 - La Luce dell'Anima

ha asserito di possedere un insegnamento nascosto ed ha dichiarato di essere depositaria di sapienza teoricamente e praticamente mistica, ossia di sapienza occulta. La spiegazione mistica dell'insegnamento popolare era pubblica e lo esponeva sotto forma d'allegoria dando alle asserzioni ed alle narrazioni rozze e irrazionali un significato che l'intelletto poteva accettare. Dietro a tale misticismo teorico, come questo era dietro all'insegnamento popolare, esisteva il misticismo pratico, un insegnamento occulto e spirituale che era comunicato solo sotto certe ben definite condizioni, conosciute e rese pubbliche, alle quali ogni candidato doveva conformarsi completamente. S. Clemente d'Alessandria fa menzione di questa divisione dei Misteri. Dopo la purificazione, egli dice, "vi sono i Misteri Minori che hanno qualche fondamento d'istruzione e di preparazione preliminare per quello che deve venire dopo; ed i Misteri Maggiori nei quali non rimane più nulla da imparare nell'universo, ma solo contemplare e comprendere la natura e le cose" (3). Nulla a questa proposizione si può opporre per quanto concerne le antiche religioni. I Misteri dell'Egitto erano la gloria di quell'antica terra ed i più nobili figli della Grecia, come per esempio Platone, andavano a Sais ed a Tebe per essere iniziati dai Maestri di Sapienza egizi... Il punto culminante dei Misteri era quello in cui l'Iniziato diveniva un Dio, sia per l'unione con l'Essere divino esterno a se stesso, sia per aver riconosciuto il divino sé interiore.

Una risposta da Origene a Celso (4) ... Ma che vi siano certe dottrine non rese note alla moltitudine, le quali però vengono "rivelate" dopo che quelle exoteriche sono state insegnate, non è una specialità del solo Cristianesimo, ma altresì dei sistemi filosofici nei quali certe verità sono exoteriche ed altre esoteriche. Alcuni degli uditori di Pitagora si contentavano del suo ipse dixtit (cosa detta, n.d.r.), mentre altri erano istruiti segretamente in quelle dottrine non ritenute atte ad esser comunicate ad orecchie profane e non sufficentemente preparate. Di più, tutti i Misteri che sono celebrati in ogni luogo della Grecia e dei paesi barbari, benchè mantenuti segreti, non sono sottoposti a nessun discredito, così che invano egli tenta di calunniare le dottrine segrete del Cristianesimo, visto che non ne intende bene la natura ... ... Io non ho ancora parlato dell'osservanza di tutto quello che si trova scritto negli Evangeli, ognuno dei quali contiene molta dottrina difficile a comprendere non solo dalla moltitudine, ma persino da certi tra i più intelligenti, poichè quella dottrina include una profondissima spiegazione delle parabole che Gesù dettò "a quelli al di fuori", mentre riserbava l'esposizione del loro completo significato a quelli che eran passati oltre il grado dell'insegnamento exoterico e che venivano privatamente a Lui "nella casa". E quando Egli arriverà a capirlo, ammirerà la ragione per cui vien detto che alcuni sono "fuori" ed altri "nella casa. ... Lamentando Celso che i peccatori fossero ammessi nella Chiesa, Origene risponde che la Chiesa aveva farmaci per quelli che erano malati ed altresì lo studio e la conoscenza delle cose divine per quelli che erano in buona salute. Ai peccatori insegnavasi a non peccare e solo allorché si constatava che avevano fatto qualche progresso e che gli uomini erano "purificati per la Parola'" allora e non prima, noi li invitiamo a partecipare ai nostri Misteri. Perciocché parliamo Sapienza fra coloro che son perfetti.

Un brano di Ignazio, Vescovo d'Antiochia Ignazio, Vescovo d'Antiochia era un discepolo di S. Giovanni. Questa sua epistola risulta molto interessante perchè parla in modo molto chiaro dei Misteri. "Non potrei io scrivervi cose più piene di Mistero? Ma io temo di farlo, ond'io non faccia del male a voi che altro non siete che fanciulli. Perdonatemi in questo riguardo onde voi non essendo atti a riceverne il peso, non siate da questo soffocati. Poichè io stesso, nonostante sia vincolato (per Cristo) e sia capace d'intendere le cose celesti, gli ordini angelici e le diverse specie di angeli, la differenza tra i poteri e le dominazioni e la diversità dei troni e delle autorità, la potenza degli eoni e la preminenza dei cherubini e dei 36 - La Luce dell'Anima

serafini, la sublimità dello Spirito, il regno del Signore, e soprattutto l'incomparabile maestà dell'Onnipotente Iddio, benché io conosca tutte queste cose, pure non sono, per questo, in alcun modo perfetto, né sono io un discepolo come Paolo e Pietro" (5).

Un passo dalla Stromata di Giamblico (6) Nella Stromata, o Miscellanee, di S. Clemente d'Alessandria, vi sono molti riferimenti ai Misteri esistenti a quel tempo. Ne riportiamo un passo molto istruttivo: "Il Signore... ci permise di far parte di quei divini Misteri e di quella santa luce a quelli che son capaci di riceverla. Certamente Egli non rivelò ai molti ciò che ai molti non apparteneva, ma ai pochi a cui Egli sapeva che essi (i Misteri) appartenevano ed i quali erano capaci di riceverli e di esser formati a seconda di essi. Ma le cose segrete sono confidate alla parola, non alla Scrittura, perché sono cose di Dio".

L'insegnamento nei Misteri Giamblico, il gran teurgo del III e IV secolo d.C., non solo ci parla dei Misteri ma ne descrive anche le teorie ivi enunciate che riassumiamo brevemente: "Vi è UNO anteriore a tutti gli esseri, immobile, dimorante nella solitudine della propria unità. Da QUELLO sorge il Dio supremo, generato da Se stesso, il Buono, la Sorgente di tutte le cose, la Radice, il Dio degli Dei, la Causa Prima che si sviluppa in Luce" (7). Da questa causa procede il Mondo Intelligibile, l'Anima del Mondo, che noi conosciamo a cui appartengono gli Dei incorporei: "le divine forme intellettuali che sono presenti con i visibili corpi degli Dei". Segue quindi la descrizione delle varie gerarchie di esseri sovrumani: Arcangeli, Angeli, Demoni; ecc. L'uomo viene considerato un essere d'ordine inferiore però affine ad essi nella sua natura e perciò capace di conoscerli. Era proprio questa conoscenza che veniva conseguita nei Misteri e conduceva il candidato all'unione con Dio (8).

Alcune parole del Maestro Gesù Vi sono dei passi del Vangelo in cui le parole del Maestro, in modo assai chiaro, alludono all'insegnamento esoterico presente nella Chiesa di allora. Una di queste, che altrimenti non avrebbe significato, recita: "Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle dinanzi ai porci" (Mt 7,6). Va ricordato che, in quei tempi, la parola "cane" indicava anche coloro che "erano fuori" da un certo gruppo di persone che perseguivano un interesse comune. Un altro passo, a cui chiaramente adduce a coloro che "erano fuori" e pertanto non pronti ad un certo tipo di informazione, recita: "Ora quando Egli fu solo, coloro che lo seguitavano coi dodici, lo domandarono della parabola. Ed Egli disse loro: A voi è dato intendere il mistero del regno di Dio; ma a coloro che son di fuori tutte queste cose si propongono per parabole" (Mc 4,10-11). E quindi continua: "E con molte di tali parabole esponeva loro la parola, secondo che potevano intendere. E non parlava loro senza similitudine; ma in disparte egli dichiarava ogni cosa ai suoi discepoli" (Mc 4,33-34, Lc 8,10). Molto esplicita anche la frase di Gesù quando dice ai suoi Apostoli: "Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso" (Gv 16,12). L'insegnamento di Gesù, ai suoi apostoli, continuò anche dopo la sua resurrezione, dice al proposito la Pistis Sophia: "Gesù passò undici anni parlando con i suoi discepoli e dando loro istruzioni" (9).

Il parere di S. Paolo Tra i molti abbiamo scelto due brani di San Paolo che sono estremamente eloquenti:

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"Io, fratelli, sinora non ho potuto parlare a voi come a uomini spirituali, ma come ad esseri carnali, come a neonati in Cristo. Vi ho dato da bere latte, non un nutrimento solido, perché non ne eravate capaci. E neanche ora lo siete; perché siete ancora carnali: dal momento che c'è tra voi invidia e discordia, non siete forse carnali e non vi comportate in maniera tutta umana?" (1 Cor 3,1-3). "Tra i perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo che vengono ridotti al nulla; parliamo di una sapienza divina, misteriosa, che è rimasta nascosta, e che Dio ha preordinato prima dei secoli per la nostra gloria. Nessuno dei dominatori di questo mondo ha potuto conoscerla; se l'avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria. Sta scritto infatti: quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, queste ha preparato Dio per coloro che lo amano (1 Cor 2,6-9).

Quando e perché venne perso l'insegnamento (10) Le convulsioni sociali e politiche che accompagnarono la morte dell'impero romano cominciarono a minare la vasta compagine e anche i Cristiani furono presi nel vortice degli interessi egoistici in contrasto. Troviamo ancora allusioni sparse circa la speciale conoscenza impartita ai capi ed agl'insegnanti della Chiesa, conoscenza delle Gerarchie celesti, istruzioni date dagli Angeli, ecc. Ma la mancanza di discepoli adatti fece sì che i Misteri cessassero come istituzione pubblicamente riconosciuta e l'insegnamento venisse dato sempre più segretamente a quelle anime ognor più rare le quali, imparando la purezza e la devozione, si mostravano capaci di riceverlo. Non si trovarono più Scuole dove venivano impartiti gl'insegnamenti preliminari e con la scomparsa di esse la porta fu chiusa. Nondimeno nel Cristianesimo si possono rintracciare due correnti che hanno per sorgente i Misteri scomparsi; una, della dottrina mistica che fluiva dalla Sapienza, dalla Gnosi impartita nei Misteri, l'altra della contemplazione mistica che faceva ugualmente parte della Gnosi e conduceva all'estasi, alla visione spirituale. Quest'ultima, però, separata dalla conoscenza, portava raramente alla vera estasi e tendeva o a scorrere senza freno nelle regioni inferiori dei mondi invisibili, o a perdersi fra una policroma folla di sottili forme superfisiche, visibili quali apparenze oggettive all'intera visione prematuramente forzata dai digiuni, dalle vigilie e dallo sforzo d'attenzione - ma prodotte principalmente dai pensieri e dalle emozioni del veggente. Anche quando le forme osservate non erano pensieri resi obbiettivi, erano però guardate attraverso l'atmosfera falsata delle idee e delle credenze preconcette e quindi rese, per la maggior parte, poco attendibili. Nondimeno alcune erano davvero visioni di cose celesti e Gesù veramente appariva di tempo in tempo ai Suoi devoti e gli Angeli qualche volta illuminavano della loro presenza la cella del frate e della religiosa, la solitudine del devoto estatico e del paziente ricercatore di Dio. Negare la possibilità di tali esperienze sarebbe menare un colpo alla radice stessa di ciò che è stato più fermamente creduto o in tutte le religioni e che è noto a tutti gli Occultisti: l'intercomunicazione fra gli Spiriti velati nella carne e quelli ravvolti in vestimenta più sottili, il contatto della mente con la mente attraverso le barriere della materia, lo svilupparsi della Divinità nell'uomo, la conoscenza certa di una vita oltre la soglia della morte ... ... Ma mentre c'inchiniamo riverenti a questi Figli della Luce sparsi nei secoli, siamo forzati di riconoscere in loro l'assenza di quell'unione di sagace intelletto e di alta devozione che venivano uniti nella disciplina dei Misteri, e mentre ci facciamo meraviglia che essi si librassero tanto in alto, non possiamo fare a meno di desiderare che i loro doni preziosi fossero stati sviluppati sotto quella magnifica "disciplina arcana".

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La necessità di riproporre l'esoterismo (11) E' questa è la cosa più d'ogni altra necessaria ora al Cristianesimo, poichè appunto per difetto di sapienza perisce il fiore della Cristianità. Se gl'insegnamenti esoterici potessero essere ristabiliti e attrarre fervidi e pazienti studiosi non passerebbe molto tempo prima che anche il lato occulto fosse ripristinato. I discepoli dei Misteri Minori diverrebbero candidati per i Misteri Maggiori e col riacquistare la conoscenza, gli insegnamenti avrebbero di nuovo autorità ... ... Appare manifesto, a chiunque si dia la pena di studiare gli ultimi quaranta anni del secolo trascorso, che gran numero di persone serie e morali sono uscite dal grembo delle chiese perchè gli insegnamenti che ricevevano non soddisfacevano il loro intelletto... Chiunque esamini accuratamente i fenomeni che si presentano, ammetterà che uomini d'alto intelletto sono stati forzati ad abbandonare il Cristianesimo a causa della rudezza delle idee religiose loro presentate, delle contraddizioni che si riscontrano negli insegnamenti autorevoli e dei concetti inammissibili per qualunque intelligenza educata, circa Dio, l'uomo e l'universo.

Conclusione di Eliphas Lèvi (12) Alfonso Luigi Constant (1810-1875), meglio conosciuto sotto lo pseudonimo di Eliphas Lèvi, ha espresso in modo assai chiaro il danno dovuto alla perdita dei Misteri e la necessità del loro ripristino, con le seguenti parole: Una grave calamità accadde al cristianesimo. Il tradimento dei Misteri per opera dei falsi Gnostici - poichè gli Gnostici, cioè quelli che sanno, erano gli iniziati del Cristianesimo primitivo - fu causa che la Gnosi venisse rigettata ed alienò la Chiesa dalle supreme verità della Cabala che contiene tutti i segreti della teologia trascendentale... Fate che la scienza più assoluta, la più alta ragione, divengano ancora una volta patrimonio dei conduttori del popolo; fate che l'arte sacerdotale e l'arte reale riprendano il doppio scettro dell'antiche iniziazioni, ed il mondo sociale uscirà di nuovo dal Caos. Non ardete più le immagini sante; non demolite più i templi; templi ed imagini sono necessari agli uomini; ma scacciate i mercenari dalla casa di preghiera; fate che i ciechi non siano più conduttori di ciechi, ricostruite la gerarchia dell'intelligenza e della santità e quali Maestri di coloro che credono riconoscete soltanto coloro che sanno. Vorranno le Chiese d'oggi riprendere l'insegnamento mistico, i Misteri Minori, e così preparare i figli loro per la restaurazione dei Misteri Maggiori, attirando di nuovo gli Angeli quali Maestri ed avendo per Ierofante (Sacerdote, n.d.r.) il Divino Maestro Gesù? Dalla risposta a questa domanda dipende l'avvenire del cristianesimo.

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Riferimenti bibliografici 1) Annie Besant, Il Cristianesimo esoterico, pag. 11, Edizioni Adyar, Settimo Vittone (TO). 2) Ibid. pag. 23. 3) Ante-Nicene Library, Vol. xii, Clemente d'Alessandria, Stromata, libro V, cap. xi. 4) Vol. X, Origene contro Celso, I, vii. 5) Epistola d'Ignazio ai Tralliani, cap. v. 6) Vol. IV, Stromata, I, xxviii. 7) Psello, citato in Jamblichus on The Mysteries, T. Tavlor, p. 301, nota alla pagina 23, seconda edizione. 8) Ibid., 72. 9) Pistis Sophia, I, i, I, Traduz. di G. Mead). 10) Annie Besant, Il Cristianesimo esoterico, pag. 80, Edizioni Adyar, Settimo Vittone (TO). 11) Ibid., pag. 34. 12) Eliphas Lèvi, I misteri della Magia.

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LA DIFFUSIONE DELL'ESOTERISMO Premessa Come abbiamo visto nelle lettere precedenti, nel lungo corso dell'evoluzione dell'umanità, vi sono sempre stati dei Grandi Esseri che hanno prestato la loro opera affinché le cose procedessero secondo un piano prestabilito. L'insieme di questi Esseri illuminati viene generalmente chiamato "Gerarchia Planetaria". Negli ultimi decenni del secolo scorso la Gerarchia Planetaria, prendendo in considerazione il livello evolutivo raggiunto dalla maggioranza dell'umanità, decise che era venuto il momento di distribuire l'insegnamento esoterico su larga scala. Ricordiamo che tale insegnamento, fino a quel momento, era stato tenuto segreto e dato solo a coloro che erano pronti a riceverlo.

I motivi per la diffusione dell'esoterismo (1) Essendosi il Cristianesimo rivelato inadeguato, come hanno dimostrato gli studiosi e gli storici del secolo scorso, bisognò adottare mezzi radicali per controbilanciare il totale materialismo ... ... Così nell'ultimo secolo, quando la bigotteria vittoriana e la ristrettezza della religione conobbero il culmine, uno dei Maestri, per reagire a questa tendenza, ispirò il Movimento Agnostico. A sua volta tale movimento cadde nell'esagerazione e quindi per ristabilire l'equilibrio un altro Maestro iniziò il Movimento Spiritistico. Un po' più tardi, i Maestri Koot Humi e Morya, apportarono il loro appoggio alla Società Teosofica facendo della signora Blavatsky, che fu molto denigrata, un Loro discepolo. La Scienza Cristiana venne in seguito ispirata da un altro Maestro. Tutti questi movimenti funzionavano simultaneamente e si opponevano. Haeckel, rifiutò la credenza nell'anima, perché era per lui pura superstizione; Elena Blavatsky fece sapere agli spiritisti che le loro menti non erano che "gusci" vuoti, mentre la Signora Eddy decretava che la Teosofia era "un errore della mente mortale" ed i bigotti vittoriani condannavano ciascuno di questi movimenti, considerandoli come macchinazioni anticristiane, opera del diavolo. Tuttavia, pur deplorando queste accuse dovute all'intolleranza, i Maestri seguirono pazientemente ciascuno di questi Movimenti per misurarne l'effetto sul Grande Piano Evolutivo, per il compimento delle quale essi operano in perfetta armonia ... ... Noi speriamo che la Dottrina Segreta, la grande opera della signora Blavatsky, spingerà gli uomini a riflettere, anche brevemente, sull'immensa quantità di potere occulto che essa contiene.

La trasformazione dell'insegnamento (2) L'insegnamento impartito dai Maestri agli uomini, lungo i secoli, non è stato sempre lo stesso. Esso si è perfezionato seguendo l'evoluzione della coscienza umana. La trasformazione che è avvenuta nell'ultimo millennio, rispetto all'insegnamento, può essere sintetizzata in 4 punti: 1. Da segreto è diventato pubblico. 2. Da emotivo è diventato mentale. 3. Dalla devozione al Maestro si è passati al servizio verso l'umanità. 4. Da individuale è diventato di gruppo. 41 - La Luce dell'Anima

Le Scuole ed i Gruppi esoterici fino al Medio Evo erano rigorosamente segreti e, per chi rivelava gli insegnamenti interni, vi erano penalità e gravi punizioni. Gli ultimi 200 anni videro nascere Scuole esoteriche più aperte, così dette "popolari", nel senso che non erano più segrete e potevano fare propaganda dei loro insegnamenti. Generalmente erano basate sull'offerta di poteri psichici personali, che potevano essere conseguiti in un certo numero di lezioni, a prezzo fisso. La disciplina era imposta dalla Scuola, che esigeva obbedienza per le cose ritenute più importanti. A chi portava all'esterno gli insegnamenti impartiti, a differenza del Medio Evo, non vi erano più punizioni ma solo l'espulsione. La Società Teosofica, fondata nel 1875, trasformò completamente la situazione, rendendo pubblico e accessibile a tutti l'insegnamento. Questo processo culminò nel lavoro di Alice Bailey, con la Scuola Arcana, da lei fondata, e con la pubblicazione del libro "Il Discepolato nella Nuova Era" (Edizioni Nuova Era, n.d.r.), che dà a tutti la possibilità di accedere alle istruzioni impartite dal Maestro D.K. al suo gruppo di discepoli.

Il nuovo insegnamento (3) Prima del 1920, le pratiche spirituali tendevano ad essere più emotive che mentali e più mistiche che occulte. Anche le discipline fisiche, come taluni esercizi ed il vegetarismo, erano considerate più importanti di quelle mentali e, all'allievo, veniva richiesto più di immagazzinare informazioni che non di viverle nella sua vita. Oggi, coloro che aspirano a percorrere il sentiero spirituale, hanno un maggior controllo della mente concreta, pertanto l'insegnamento ha dovuto essere trasformato per adattarsi alle nuove esigenze. Si sono perciò resi disponibili al pubblico certe conoscenze che prima sarebbero state incomprensibili. Attualmente, una delle principali attività della Gerarchia, consiste nello scoprire ed educare gli uomini di buona volontà, non importa in quale regione del mondo essi siano localizzati. Queste persone, con il loro corretto modo di agire, saranno coloro che forniranno un esempio capace di influenzare l'opinione pubblica e farle accettare l'idea di un piano evolutivo ed il fatto che esistono i Maestri.

Il Maestro Djwal Khul (4) Il Maestro Djwal Khul, generalmente citato come D.K., è il più giovane fra i Maestri di Saggezza, in quanto ha conseguito la quinta iniziazione nel 1875 mentre era a capo di una lamaseria in Tibet. Attualmente conserva quel corpo fisico e, per questo motivo, è anche conosciuto col nome "Il Tibetano". Egli è molto erudito e, tra i Maestri, è quello che ha più conoscenza sui Raggi, sulle Gerarchie Planetarie, sui Deva o Angeli e sul Sistema Solare. Lavora con coloro che si occupano di guarigione; con i ricercatori della verità nei grandi laboratori del mondo; con i movimenti filantropici mondiali come la Croce Rossa Internazionale, e con molti gruppi di Deva che hanno il compito di aiutare l'umanità a sollevarsi dai suoi mali fisici. Tutto questo rappresenta solo una parte del lavoro che questo Maestro svolge nei riguardi dell'umanità. Egli assolve anche molti altri compiti, sui piani più sottili, che a noi restano sconosciuti. Si racconta che, quando il Maestro D.K. presentò alla Gerarchia riunita il progetto delle sue opere, con l'insegnamento che intendeva trasmettere all'umanità, molti Maestri non furono d'accordo perché ritenevano gli uomini non ancora maturi e pronti per assimilare tali conoscenze. Dopo un'approfondita riflessione si decise comunque di accettare il progetto e di sottoporre gli uomini a questa prova: in questo modo sarebbe stato possibile introdurre e condizionare la veniente Nuova Era dell'Età dell'Acquario. Fu stabilito di operare in tre momenti diversi: 42 - La Luce dell'Anima

1. Fase preparatoria: dal 1875 al 1890. L'insegnamento viene diffuso tramite gli scritti di H.P. Blavatsky. 2. Fase intermedia: dal 1919 al 1949. L'insegnamento viene diffuso tramite gli scritti di Alice Bailey. 3. Fase rivelatrice: è iniziata ad apparire dopo il 1975 e sarà diffusa, su scala mondiale, tramite l'etere.

FASE PREPARATORIA: DAL 1875 AL 1890 (5) La vita di Helena Petrovna Blavatsky (1831-1891) Elena Petrovna Blavatsky, nacque nel 1831 da un colonnello tedesco che prestava servizio in Russia. Già nell'infanzia si trovò in possesso di abilità psichiche non comuni. Si racconta che fin da bimba si divertisse ipnotizzando i piccioni che vivevano in una torre della sua casa e che, più avanti negli anni, fu sul punto di finire in carcere per aver aiutato un giovane ufficiale russo a risolvere un caso di omicidio. All'età di 17 anni, sposò il Generale russo Blavatsky ma il matrimonio ebbe una durata assai breve. Infatti, solo dopo alcune settimane, Elena, travestita da uomo, lasciò il marito e fuggì. Da quel momento iniziò a viaggiare, visitò l'Asia Minore, l'Europa continentale e l'Egitto, nel contempo ebbe modo di sfruttare le sue notevoli qualità psichiche praticando lo spiritismo a Parigi ed al Cairo. Si racconta che, visitando le valli del Himalaia, ebbe modo di fare delle esperienze assai interessanti e di incontrare il Maestro Morya che la accettò come allieva. Nel 1873, approdò a New York, dove i suoi talenti di medium la portarono assai presto a diventare famosa presso i circoli di occultismo. Per superare l'atteggiamento materialistico di quei tempi la signora Blavatsky, che amava farsi chiamare H.P.B., ricorse a dimostrazioni fatte con i fenomeni psichici. Alcuni non apprezzarono questo suo modo di agire ma lei affermò che, per gli inizi del suo compito, un simile comportamento era stato assolutamente necessario. Le sue facoltà di percezione delle questioni filosofiche, delle origini razziali, delle basi fondamentali delle religioni e delle chiavi degli antichi simboli, erano prodigiose. Possedeva inoltre un notevole carisma ed una vitalità eccezionale, pertanto era molto indicata per smuovere il tradizionalismo inglese, tendente ad assumere un atteggiamento piuttosto distaccato da tutto ciò che non è stato fatto in Inghilterra. Tutte queste qualità, unite al fatto che H.P.B. era già allieva del Maestro Morya e possedeva una buona capacità di scrittura, fecero in modo che il Maestro D.K. la scegliesse per iniziare la diffusione del nuovo insegnamento. Pertanto nel 1873, a New York, ella iniziò a scrivere il primo libro utilizzando i messaggi che gli venivano trasmessi dal Maestro D.K., che allora risedeva in una valle dell'Imalaia. Talvolta le istruzioni le venivano anche date dal Maestro Morya o dal Maestro Koot Humi. Questi messaggi erano trasmessi e ricevuti per mezzo della telepatia. Essa li riceveva come un'impressione spirituale, senza perdere la coscienza, come invece avviene per il medium nelle sedute medianiche. Nel 1875 H.P.B., insieme all'americano Henry Steel Olcott (1832-1907), fondò la Società Teosofica, al fine di perseguire i seguenti tre scopi: 1. Trovare un punto di congiunzione tra Oriente ed Occidente e, in particolare, tra Cristianesimo e Induismo, dando così forma ad un nucleo di fratellanza dell'umanità, senza distinzione di sesso, di razza, di casta o credenza religiosa. 2. Incoraggiare lo studio comparato delle religioni, delle filosofie e delle scienze. 3. Investigare le leggi inesplicate della natura ed i poteri latenti nell'uomo.

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La Società Teosofica, a quei tempi, destò molto scalpore perché proponeva qualcosa assolutamente diverso dai programmi delle organizzazioni che offrivano un'alternativa alla spiritualità organizzate delle varie forme di religione. Teosofia (dal greco), significa "Insegnamento della saggezza di Dio." Qualche anno dopo, la sede centrale della Società Teosofica venne trasferita ad Adyar, vicino a Madras, in India. Qui, H.P.B., scrisse "Iside svelata", il primo libro ispirato dai Maestri, che tratta il tema: "Tutte le religioni e le loro filosofie possono essere riportate ad una singola antica 'religione di saggezza' tenuta riservata e protetta nei secoli". Nell'autunno del 1885, entrata in contrasto per motivi politici con le autorità anglo-indiane e osteggiata dalla sua stessa organizzazione, oltre che dalla stampa e dal mondo scientifico, H.P.B. si dismise dalla sua Società. Tornata in Europa, si stabilì nella pittoresca antica città di Wursburg, dove fondò la "Sezione esoterica" dell'istituzione. In questa città ebbe modo di ricevere e conoscere moltissime persone, per questo motivo venne da lei definita "mecca filosofica".

Il lavoro di H.P.B. La signora Blavatsky, non solo fu la prima persona a parlare pubblicamente della Grande Fratellanza composta da Maestri ma ebbe anche il privilegio di conoscerne qualcuno personalmente e soggiornare nei luoghi dove essi abitano. I suoi libri hanno rivelato, tra l'altro, le Leggi della Natura e l'esistenza della Gerarchia Planetaria, costituita da Maestri che aiutano l'umanità a crescere ed a evolvere. Ciò non toglie che La Dottrina Segreta, quando venne pubblicata, provocò un vero e proprio terremoto culturale, perché proponeva un insieme di conoscenze che scardinavano, fino alle fondamenta, le certezze scientifiche e filosofiche di quell'epoca. Il contenuto della Dottrina Segreta creò lettori entusiasti e denigratori. Grazie allo scalpore suscitato dal volume i Maestri raggiunsero il loro scopo: farsi conoscere dagli uomini. Certo non furono molti coloro che accettarono di buon grado il nuovo insegnamento, comunque il seme era gettato e, con tempo, avrebbe dato i suoi frutti. La Dottrina Segreta, resta comunque l'opera fondamentale di H.P.B., il suo scopo è quello di raccogliere citazioni delle sacre scritture di tutte le religioni e dagli scritti di tutti i popoli, onde dimostrare l'identità degli insegnamenti e comprovarne l'autenticità. La novità di questo lavoro non consiste nella natura dei fatti e delle idee presentati (si possono infatti trovare dispersi nelle opere dei diversi orientalisti ed antichi libri sacri), ma nella selezione, fatta da H.P.B, tra le varie sorgenti delle informazioni allo scopo di formare un unico e grandioso concetto dell'evoluzione dell'universo e dell'uomo. La Dottrina Segreta, è un'opera monumentale, suddivisa in 8 volumi, aventi il seguente contenuto: Vol. 1 - Cosmogenesi, Vol. 2 - Evoluzione del Simbolismo Universale, Vol. 3 - Scienza Occulta e Scienza moderna, Vol. 4 - Antropogenesi (prima parte), Vol. 5 - Antropogenesi (seconda parte), Vol. 6 - Antropogenesi (terza e ultima parte), Vol. 7 - Scritti Esoterici, Vol. 8 - Insegnamenti orali della Signora Blavatsky. Parte della Dottrina Segreta è costituita dall'interpretazione di un libro sacro molto antico chiamato "Le stanze di Dzyan".

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Va notato che H.P.B. ha dichiarato che l'opera non è stata scritta da lei bensì dai Maestri. Ella si definiva il loro portavoce e, pertanto, parlava, scriveva ed agiva, sotto la loro direzione.

Un brano della signora Blavatsky (6) Noi tutti siamo come membra di un unico corpo, perciò, chi cerca di danneggiare o distruggere gli altri agisce come se la mano destra cercasse di tagliare quella sinistra, per gelosia. Chi uccide il prossimo suo, uccide se stesso; chi deruba gli altri, froda se stesso; perché gli altri esistono in noi, come noi esistiamo negli altri.

FASE INTERMEDIA: DAL 1919 AL 1949 La vita di Alice Bailey (1880-1949) (7) Alice, nacque a Manchester il 16 giugno del 1880 da una famiglia irlandese di nome La Trobe-Bateman e crebbe educata con un cristianesimo molto severo. Con molta sorpresa, al suo quindicesimo anno di età, una domenica mattina, mentre era sola e immersa in una tranquilla lettura, vide la porta aprirsi ed entrare un uomo alto, vestito all'europea, con un turbante sul capo. Questo il suo racconto: "Avanzò e venne a sedersi accanto a me. Rimasi talmente pietrificata alla visita di quel turbante, che fui incapace di emettere un suono o di domandargli che volesse. Fu lui a parlare. Mi disse che aveva un certo lavoro da eseguire nel mondo e che aveva deciso di affidarmelo, ma ciò avrebbe comportato un mutamento considerevole nella mia natura. Dovevo smetterla di essere una ragazza capricciosa e cercare di acquisire un certo grado di controllo su me stessa. La mia utilità futura per Lui e il mondo dipendeva da questo... Aggiunse che sarebbe rimasto in contatto con me, a intervalli di anni" (8). Passato lo spavento iniziale Alice continuò la sua vita e, a 27 anni, sposò Walter Evans, ufficiale di un reggimento di Ussari. Purtroppo, dopo pochi anni, il marito l'abbandonò lasciandola sola a provvedere per le sue tre bambine. Costretta a cercarsi un lavoro, trovava qualche momento di svago leggendo e studiando la "Dottrina Segreta". Questo suo interesse la portò ad associarsi alla Società Teosofica. Nel 1918, dopo ben 23 anni, a Krotona, nel maggior centro americano della Società Teosofica, riconobbe nel ritratto del Maestro Koot Humi, il suo misterioso visitatore di 23 anni prima. L'anno successivo conobbe Foster Bailey, divorziò dal primo marito ed iniziò un nuovo periodo della sua vita.

Il lavoro di Alice Bailey (9) Nel 1919, mentre si apprestava a meditare, Alice senti molto chiaramente la voce del Maestro D.K. che la invitava a scrivere certi libri. Le disse che era particolarmente dotata per la telepatia superiore e che il lavoro che doveva fare non aveva nulla in comune con la medianità. Il Maestro, le diede tre settimane di tempo per riflettere sulla proposta. Passato tale tempo Alice rifiutò. Il Maestro, comunque, non si diede per vinto ed insistette al punto che Alice decise di collaborare, provando

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a scrivere per qualche tempo. Da quel momento Alice iniziò a scrivere i primi capitoli di "Iniziazione Umana e Solare". Alice, riceveva il testo del libro tramite la telepatia superiore e, quando aveva dei dubbi, li esternava, sempre mentalmente, al Maestro che le forniva i chiarimenti del caso. I simboli ed i diagrammi li vedeva direttamente nella sua mente e la sua intuizione le permetteva di comprenderli all'istante. Questa collaborazione durò una trentina d'anni, durante i quali Alice pubblicò 18 libri che le furono dettati dal Maestro D.K. e 7 di suoi. L'insieme di questi volumi rappresenta una vera e propria enciclopedia dell'Esoterismo. I Teosofi, comunque, non apprezzarono molto il lavoro fatto da Alice. Erano evidentemente convinti che solo loro avevano il diritto di contattare i Maestri. Come risultato, Alice lasciò la Società Teosofica dopo qualche tempo e, nel 1923, allo scopo di diffondere ulteriormente l'insegnamento, fondò a New York la Scuola Arcana, che offre l'insegnamento per corrispondenza ed esiste tutt'ora in varie parti del mondo.

LO SCOPO DEI MAESTRI (10) Attraverso Alice, il Maestro Djwal Khul informò gli uomini che la Gerarchia era formata da studenti, iniziati ed un gruppo di Maestri che, desiderosi di aiutare l'umanità, si erano presi la responsabilità di assisterla nella sua evoluzione. Alice scrisse che gli appartenenti alla Gerarchia, non sono dissimili alle descrizioni fatte per gli Angeli e gli Arcangeli nelle religioni Occidentali... I membri della Gerarchia inviano pensieri, ideali, semi di attività e progetti nel mondo, allo scopo di influenzare coloro che operano in campo politico, economico e scientifico. Questi piani talvolta appaiono idealistici ma sono comunque realizzabili. La Croce Rossa Internazionale rappresenta un esempio di come le idee dei Maestri possono influenzare l'umanità.

L'insegnamento del Maestro D.K. (11) Mai prima d'ora, al pubblico, era stato dato un insegnamento così ampio, dettagliato, completo e tale da poter essere usato da una mentalità sia di tipo mistico che di tipo scientifico. Oggi le sue opere (24 libri) sono tradotte in moltissime lingue (recentemente è apparsa anche la traduzione russa) e sono conosciute in tutto il mondo, fornendo materiale di base per ogni ricercatore spirituale. L'autorità di questo insegnamento, non è data dal fatto che deriva direttamente da un Maestro, ma dal suo contenuto che deve essere riconosciuto dalla coscienza di ognuno.

FASE RIVELATRICE: DOPO IL 1975 Questa fase ha avuto il suo inizio dopo il 1975, così la descrive A. Bailey: "All'inizio del prossimo secolo, apparirà un iniziato che continuerà questo insegnamento. Sarà sotto la mia medesima 'impressione', perché il mio compito non è ancora completato e questa serie di trattati di collegamento, fra la conoscenza materiale dell'uomo e la scienza degli iniziati, deve attraversare ancora un'altra fase. Quel che rimane di questo secolo, deve essere dedicato alla ricostruzione del tempio della vita umana, alla ricostruzione della forma della vita dell'umanità, a ricostruire la nuova civiltà sulle fondamenta della vecchia, ed a riorganizzare le strutture del pensiero e della politica mondiali, oltre che a ridistribuire le risorse mondiali in conformità al proposito divino. Allora e soltanto allora sarà possibile un'ulteriore rivelazione" (12).

Conclusione 46 - La Luce dell'Anima

In questa lettera, abbiamo considerato solo l'opera di due pionieri della diffusione dell'insegnamento Esoterico: la signora Blavatsky e Alice Bailey. Esula dallo scopo di queste lettere approfondire l'argomento ed investigare la vita degli altri autori che hanno collaborato a questa diffusione, scrivendo libri o fondando Scuole di pensiero. Ci ripromettiamo, tempo permettendo, di approfondirlo creando delle schede dove, per ognuno di questi precursori, verrà dato un breve profilo della vita e dell'opera compiuta.

Riferimenti bibliografici 1) David Anrias, Attraverso gli occhi dei Maestri, pag. 22 e 41, Edizioni Amiedi, Milano (1932). 2) Leo e Viola Goldman, Amore e saggezza, pag. 13, Edizioni Synthesis, via M. d'Oggiono, 8 Lecco (LC). 3) Elaborato da: Amore e Saggezza, pag. 14. 4) Amore e Saggezza, pag. 53. 5) Elaborato da: Amore e Saggezza, pag. 59 ed altri scritti. 6) H.P. Blavatsky, Primi passi nell'Occultismo, Edizioni Adyar, Settimo Vittone (TO) - (1996). 7) Elaborato da: Amore e Saggezza, pagg. 70-71. 8) Alice Bailey, Autobiografia incompiuta, pag. 34, Edizioni Nuova Era, Roma. 9) Elaborato da: Amore e Saggezza, pag. 72. 10) Elaborato da: Aura-Soma, pag 231, di Irene Dalichoow e Mike Booth, Hay House, Carlsbad, CA, UA. 11) Amore e Saggezza, pag. 52 e 75. 12) A. Bailey, Raggi e Iniziazioni, pag. 255, Edizioni Nuova Era, Roma.

Bibliografia Sheila Ostrander and Lynn Schroeder, Psychic Discoveries Behind the Iron Curtain, pag 248, Bantam Book, New York, UA. 1970. Max Heindel, La signora Blavatsky e la Dottrina Segreta, pag, 15, A.R.C.O. Italiana, via Monferrona, 28010 Vaprio D'Agogna (NO), Tel/Fax. 0321-966973.

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NOI E I MAESTRI Alla ricerca della Luce Oggi vi sono in Italia decine di movimenti, più o meno seri, che si propongono come detentori della Verità. Per questo motivo una giusta scelta diventa difficile, in special misura quando, essendo noi privi delle informazioni necessarie per poterla fare, troviamo qualcuno che ci incanta proponendoci facili progressi o iniziazioni a pagamento. Pensiamo che, al proposito della ricerca della Luce, possa essere illuminante il seguente brano di Max Heindel: "Tuttavia, l'aspirante non deve mai temere di ritardare i suoi progressi per mancanza di un Maestro, e nemmeno deve preoccuparsi per farne ricerca. Gli è sufficiente lavorare al suo perfezionamento e applicarsi al suo compito con ardore e con perseveranza. Egli giungerà così a purificare i suoi veicoli che cominceranno a brillare nei Mondi interiori, e non potranno mancare di attirare l'attenzione dei Maestri che vegliano sempre a tale scopo e che sono ansiosi e lieti di aiutare coloro i quali, a causa dei loro ardenti sforzi di purificazione, hanno acquistato il diritto di ricevere aiuto. L'umanità ha un grande bisogno di questi ausiliari che vengono in suo soccorso dal profondo dei Mondi invisibili, quindi "cercate e troverete"; ma non dobbiamo credere che l'andare continuamente da un istruttore all'altro significhi cercare. Non è nel nostro mondo oscuro che conviene "cercare". Noi stessi dobbiamo accendere la luce, quella luce che invariabilmente irradia dai veicoli di ogni diligente aspirante. Essa è la stella che ci guiderà verso un istruttore o, piuttosto, che condurrà l'istruttore fino a noi" (1).

I Maestri si preoccupano per noi Il Maestro D.K. ci rivela che, in una recente riunione dei Grandi Esseri fu posta questa domanda: "Cosa possiamo fare per aiutare l'umanità? Questa situazione d'emergenza deve essere affrontata. Sul conclave cadde il silenzio. Durò a lungo, poi tutti gli astanti simultaneamente, come se fossero uno solo, risposero unanimi: 'Tocchiamo ancora una volta con l'amore i cuori degli uomini affinché coloro che sanno amino e diano. Effondiamo amore anche noi'" (2). Chi vuole partecipare a quest'opera è invitato a pronunciare ogni mattina o a mezzogiorno queste semplici parole: "O Signore di vita e d'amore, io so ciò che occorre, tocca ancora il mio cuore con l'amore affinché anch'io possa amare e donare".

Come entrare in rapporto con la Gerarchia (3) Come sviluppare un giusto rapporto con la Gerarchia? una relazione quotidiana che ci aiuti dandoci ispirazioni ed energia? Alcuni pensano che si sufficiente adoperare la persuasione, dirsi per es: "Io sono in contatto con la Gerarchia, sono in contatto con il Maestro, ecc.", crederlo, sforzarsi di crederlo e poi, alla fine, rendersi conto che non funziona. Infatti non è con la persuasione che si può creare un giusto e valido rapporto, è solo vivendo gli insegnamenti spirituali e dando un servizio disinteressato al nostro prossimo che potremo preparare il terreno per questo tipo di collegamento. Se siete in possesso di un dono oppure svolgete un'attività che possa aiutare gli altri, vi conviene allora, ogni mattina e intenzionalmente, visualizzarvi collegati alla Gerarchia in modo da chiederne l'assistenza, la collaborazione e di nobilitare il vostro operato. Se lo farete, l'energia che avete richiamato al mattino con la 48 - La Luce dell'Anima

visualizzazione, vi servirà per tutto il giorno, scenderà su di voi e mentre fluirà per servire gli altri, vi fa crescere sempre di più. A questo si riferisce la massima "il servitore è il primo ad essere servito". Permettendo all'influsso della Gerarchia di operare attraverso di voi diventerete il tramite per uno scambio energetico, i vostri chakra si apriranno ed allora automaticamente, improvvisamente, le cose, le informazioni o le persone di cui avete bisogno verranno verso di voi. Se vi occorre un nuovo metodo per operare, lo scoprite in un libro, lo creerete voi stessi per intuizione oppure incontrerete qualcuno che ve lo insegna. Tutto questo, però, potrà avvenire solo quando avrete creato un certo collegamento con la Gerarchia. Solo quando sarete collegati con la vostra fonte primaria d'energia: la vostra anima, sarete, nello stesso tempo, collegati con la Gerarchia. Certamente il modo con cui vi collegherete con la Gerarchia, potrà essere diverso e relazionato alla vostre possibilità del momento. Le vostre possibilità, inoltre, dipendono dagli sforzi che fate per procedere lungo il sentiero spirituale. Pertanto, ed è importante comprenderlo, prima di qualsiasi altra cosa dovete cercare di essere allacciati alla Gerarchia, non importa quale possa essere la vostra attività quotidiana, questo allacciamento fornirà energia tanto all'anima che allo spirito. Questa energia, a sua volta, svilupperà maggiormente le vostre possibilità e permetterà al vostro spirito di intravedere traguardi sempre più ampi. Ci tengo a precisarvi che, per creare questo allacciamento, non è necessario essere particolarmente dotati, no! Quando parlo di allacciamento psichico, parlo di quello stato in cui vi trovate a vivere con entusiasmo e fare qualcosa di utile. Appena vi sentite di essere "vivi" ed "utili", non potete più dubitare di essere in contatto con la Gerarchia, e in quel momento da essa arriveranno a voi potenza ed energia. Da quel momento, qualsiasi sia il vostro carattere, che voi siate timidi o infantili, paurosi o titubanti, tutto si trasforma e la convinzione di ciò che fate si insedia in voi, una grande forza vi pervade e vi aiuta nell'azione. Quello che vi occorre, e vi prego di farlo, è un collegamento quotidiano con la Gerarchia.

Come collegarsi con la Gerarchia (3) Come farlo? E' semplice, ogni mattina fate un piccolo rituale, che ognuno può prolungare quanto vuole a seconda dei metodi che utilizza per rilassarsi e meditare oppure di quanto scoprirà con la sua intuizione o per l'esperienza acquisita. Procuratevi una copia della Grande Invocazione (ne trovate una più innanzi), tre candele ed una candela più grossa o un lumino. Quindi: 1. disponete le tre candele in modo da formare un triangolo con la punta lontana da voi diretta verso l'Est (dove sorge il sole). 2. ponete la candela grossa o il lumino in una coppa al centro del triangolo. Nella coppa, a vostra scelta, potete porre dell'acqua o degli elementi naturali, ad es. dei fiori, dei cristalli, dell'incenso, dei minerali o altro. Ricordo che l'acqua può servire per aiutare lo sviluppo psichico. 3. recitate la prima strofa della Grande Invocazione, accendendo la 1° candela, quella in direzione dell'Est, affinché la luce della fiammella ne rappresenti la manifestazione. Dal punto di Luce entro la Mente di Dio Affluisca luce nelle menti degli uomini. Scenda Luce sulla Terra. 4. recitate la 2° strofa, accendendo la candela di sinistra, Dal punto di Amore entro il Cuore di Dio Affluisca amore nei cuori degli uomini. Possa il Cristo tornare sulla Terra. 5. recitate la 3' strofa, accendendo la candela di destra, Dal centro ove il Volere di Dio è conosciuto 49 - La Luce dell'Anima

Il proposito guidi i piccoli voleri degli uomini; Il proposito che i Maestri conoscono e servono. 4. recitate la 4° strofa, accendendo la candela al centro del triangolo. Dal centro che vien detto il genere umano Si svolga il Piano di Amore e di Luce, E possa sbarrare la porta dietro cui il male risiede. Che Luce, Amore e Potere ristabiliscano il Piano sulla Terra. Dopo aver detto le ultime parole della Grande Invocazione, ripassate su ogni candela e fate il segno della croce, per consacrare il tutto con il segno cosmico di Cristo. Mentre fate tutte queste cose, pensate che tutto il vostro essere si canalizzi e salga come un tubo di luce, salga verso la Gerarchia, che potete immaginare come un immenso sole; un mantra, oppure un grande tempio da cui esce una dolce musica, fate ciò che il cuore vi suggerisce, quindi ponetevi in meditazione e visualizzate il collegamento. Per fare questa visualizzazione allineatevi sui tre punti: immaginate un filo di luce, che unisce il vostro centro del cuore, il 3° occhio e il chakra coronale e quindi salga, come un grande tubo di luce, verso la Gerarchia. Potete mantenere questa visualizzazione per il tempo che desiderate. Se siete abituato a sostenere una visualizzazione potete mantenerla per qualche tempo oppure, se non siete abituato, non forzatevi a visualizzare e passate ad un altro esercizio spirituale meno impegnativo, ad es. recitare delle preghiere. Quando ritenete di dover terminare spegnete ogni candela, ripartendo dalla prima e ripetendo, per ognuna di esse, la strofa relativa della Grande Invocazione. Quindi rinviate, con le mani, tutta l'energia verso il cielo, verso la Gerarchia e salutate ringraziando. Ricordatevi che è giusto chiudere qualsiasi attività spirituale con un saluto ed un ringraziamento. Questo non perché che gli Esseri invocati o che il rituale effettuato impongano il saluto, no. Il ringraziamento viene dato per riconoscenza mentre il saluto serve ad incanalare tutte le energie in eccesso verso la terra onde evitare che possano arrecare qualche disturbo (calore, ecc.). In questo modo l'energia in eccesso ritorna verso la terra lasciando una condizione di grande equilibrio. E' bene fare il saluto inchinandosi verso terra, in questo modo il chakra alla sommità della testa verrà posto di fronte al suolo e potrà riversarvi il sovrappiù. Fate questo esercizio tutti i giorni, poco importa il tempo che gli dedicherete, dieci minuti per le persone nervose o senza pazienza, mezz'ora per quelli che sono un po' più passivi. Seguite la vostra natura, non preoccupatevi di sbagliare, non ingannate voi stessi pensando "se lo faccio per mezz'ora, allora sì che sarò un buon aspirante!". Non fatelo! Ascoltatevi, invece, siate sinceri con voi stessi, se non sopportate più di dieci minuti non andate oltre. Nel tempo vi ritroverete la capacità di farlo per un tempo più lungo. Iniziate con onestà di intento, puliti come un cristallo, ed allora i cieli potranno riflettersi in voi. Più svilupperete questo allacciamento e più svilupperete la vostra intuizione, si acuirà la vostra capacità mentale, aumenteranno le vostre possibilità e incontrerete le persone più adatte per guidarvi o consigliarvi.

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LA GRANDE INVOCAZIONE Dal punto di Luce entro la Mente di Dio Affluisca luce nelle menti degli uomini. Scenda Luce sulla Terra. Dal punto di Amore entro il Cuore di Dio Affluisca amore nei cuori degli uomini. Possa il Cristo tornare sulla Terra. Dal centro ove il Volere di Dio è conosciuto Il proposito guidi i piccoli voleri degli uomini; Il proposito che i Maestri conoscono e servono. Dal centro che vien detto il genere umano Si svolga il Piano di Amore e di Luce, E possa sbarrare la porta dietro cui il male risiede. Che Luce, Amore e Potere ristabiliscano il Piano sulla Terra.

Origine della Grande Invocazione (4) Oggi l'umanità si trova in un particolare, eccezionale punto mediano, fra un passato infelice e un futuro pieno di promesse che potranno attuarsi, se la riapparizione del Cristo verrà riconosciuta e si farà la debita preparazione. Il presente è pieno di promesse, ma anche di difficoltà; in questo momento il destino del mondo e, se possiamo dirlo con tutta reverenza, l'attività immediata del Cristo, sono nelle mani degli uomini. Le atroci sofferenze della guerra e le angosciose condizioni dell'intera famiglia umana, nel 1945 indussero il Cristo a prendere una grande decisione espressa in due affermazioni della massima importanza. Egli annunciò alla Gerarchia riunita e a tutti i Suoi discepoli di aver deciso di riprendere il contatto fisico con l'umanità, se questa avesse fatto i passi iniziali per instaurare retti rapporti fra i propri membri; dette poi al mondo (ad uso di tutti) una delle più antiche preghiere, sinora mai permessa se non ai più elevati esseri spirituali. Egli la pronunciò la prima volta nel 1945 al plenilunio di giugno, noto come plenilunio del Cristo, come quello di maggio è del Buddha. Non fu facile tradurre quegli antichi versi (così antichi da essere senza data o possibile riferimento) in parole moderne, ma si fece, e la Grande Invocazione che potrà divenire la preghiera universale fu pronunciata dal Cristo e trascritta dai discepoli. Possiamo constatarne la straordinaria potenza perché già centinaia di migliaia di uomini la ripetono ogni giorno e più volte al giorno; è già stata tradotta in più di 18 lingue, è usata da gruppi di indigeni delle giungle africane e da uomini che hanno alte funzioni direttive; tanto in America che in alcune nazioni europee viene radiotrasmessa e non vi è luogo dove non se ne conosca l'uso. Questa nuova invocazione, se verrà grandemente diffusa, potrà essere per la futura religione ciò che il Padrenostro fu per i Cristiani ed il Salmo 23 per gli Ebrei. La Grande Invocazionenon appartiene ad alcuno, né ad alcun gruppo, ma a tutta l'Umanità. La sua forza e bellezza stanno nella sua semplicità, e nel suo esprimere certe importanti e fondamentali verità che tutti gli uomini accettano, in modo innato e normale. La verità che esiste un'Intelligenza fondamentale a cui, vagamente, diamo il nome di Dio; la verità che, dietro ogni apparenza esterna, il potere motivante dell'Universo è Amore; la verità che una grande Individualità, dai Cristiani chiamata il Cristo, venne sulla Terra, e incorporò quell'Amore perché potessimo comprendere. La verità che l'amore e l'intelligenza sono effetti di quello che chiamiamo Volere di Dio; e infine l'evidente verità che solo per mezzo dell'umanità stessa il Piano divino di evoluzione in atto sulla Terra, potrà trovare la sua attuazione. soltanto per opera dell'umanità stessa.

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Questo Piano richiede che gli uomini manifestino amore e che "lascino splendere la luce che è in loro". Segue la solenne richiesta finale che questo Piano di Amore e di Luce, attuandosi tramite l'umanità, "sbarri la porta dietro cui il male risiede". L'ultima frase dell'Invocazione contiene l'idea della restaurazione e indica la nota dominante del futuro ed il giorno in cui l'idea originaria e l'intenzione iniziale di Dio non saranno più frustrate dal libero arbitrio e dal male dell'uomo, dal suo materialismo ed egoismo. Il Proposito divino potrà allora attuarsi grazie al mutamento dei cuori e degli obiettivi dell'umanità. Questo l'evidente e semplice significato dell'Invocazione, che risponde all'aspirazione spirituale di tutti. Nell'uso di questa Invocazione o preghiera, e nell'attesa sempre crescente della venuta del Cristo, risiede oggi la più grande speranza dell'umanità. Se ciò non fosse, la preghiera sarebbe inutile, soltanto un'allucinazione, e le Scritture di tutto il mondo, con le loro profezie, sarebbero prive di valore ed illusorie. La testimonianza dei secoli ha comprovato che così non è. La preghiera ottiene e ha sempre ottenuto risposta; i grandi Figli di Dio sono sempre venuti e sempre verranno in risposta all'appello dell'umanità, e Colui che tutti gli uomini attendono, è per via.

Diffusione della Grande Invocazione (4) Dedicatevi a diffondere l'uso della Grande Invocazione e aiutate a portare avanti il piano di distribuzione. La Grande Invocazione, è un potente strumento solare destinato a produrre dei cambiamenti e i necessari riadattamenti. E' tanto potente, che quando se ne suggerì l'uso generalizzato nel mondo degli uomini, suscitò qualche opposizione fra i membri della Gerarchia, perché ne temevano i potenti effetti sulle persone non preparate e non evolute. Tuttavia il suo uso è stato giustificato e si desidera che la sua utilità venga grandemente accresciuta e il suo uso sia diffuso molto più ampiamente.

Riferimenti bibliografici 1) Max Heindel, La Cosmogonia dei Rosacroce, Edizioni del Cigno, Peschiera del Garda (1996). 2) Alice Bailey, Psicologia Esoterica, vol. II, pag. 736, Edizioni Nuova Era, Roma. 3) Ghislaine Gualdi, La Medicina delle energie, (Quaderno N. 9). Gruppo Teosofico Sarmoung, via Dietro Castello, 140 - Cavaglià (BI) - Tel e Fax: 0163/966613 4) Alice Bailey, Il ritorno del Cristo e Esteriorizzazione della Gerarchia, Edizioni Nuova Era, Roma.

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IL SERVIZIO Quando cesserai di voler riempire la tua coppa di felicità, ed inizierai a riempire quella degli altri, scoprirai, con meraviglia, che la tua sarà sempre piena. Paramansa Yogananda

Com'è l'amore vero? (1) Per darvi una spiegazione devo prima spendere qualche parola su come noi intendiamo l'amore. L'amore non consiste nel scegliere o preferire una persona piuttosto che un'altra. E' infatti un errore generale chiamare "amore" quel qualcosa che ci spinge ad avvicinarci ad una determinata persona; questo non è amore ma un desiderio di pace, sicurezza, armonia. Andiamo infatti ricercando nell'altro le qualità che ci permettano di abbassare le nostre difese per godere di un periodo senza timori e di pace emotiva. Questo, nel migliore dei casi, potrà anche essere un affetto profondo ma non certamente amore! Pertanto, in generale, sono le idee personali, costituite da pregiudizi e preconcetti a creare la maggiore motivazione dei nostri comportamenti, mentre proprio l'amore, l'amore vero, dovrebbe essere il "motore" che sta alla base di tutto il nostro operato. L'amore vero, quello che porta con sé le qualità che provengono dal cuore, è un'altra cosa. Sono solo queste qualità che ci pongono al di sopra di ogni discriminazione religiosa, politica o razziale; ci rendono capaci di evitare pregiudizi e preconcetti; ci aiutano a non fare mai delle preferenze e donare ad ognuno ciò di cui ha veramente bisogno. Questo è il vero amore! Non basta sentirsi bene con qualcuno per amarlo: bisogna essere totalmente disponibile per lui quando ne avrà bisogno; questo è l'amore vero! Ma siccome esistono parecchie realtà, ciascuno di voi è libero di calarsi in quella che più gli si addice. Io descriverò come noi vediamo la "realtà dell'amore" a beneficio di coloro che desiderano approfondire questo argomento. Per noi l'amore è uno stato di apertura: il nostro amore è un sentimento uguale per tutti, senza alcuna distinzione. Discepoli, iniziati e profani, troveranno sempre presso di noi cibo, acqua, conforto e quell'entusiasmo vitale necessario per poter dare un profondo significato alla vita.

Dare e ricevere (2) Nell'uomo troviamo l'individualità e la personalità. L'individualità è la parte spirituale, e la personalità (da latino persona, ovvero maschera) è la parte transitoria con cui lo spirito si riveste per poter nascere sul nostro pianeta ed intraprendere una nuova vita. L'individualità, può essere paragonata al sole (che è stabile al centro del sistema solare e possiede luce propria) e la personalità alla luna (che non ha luce propria e cambia continuamente passando per fasi differenti). L'individualità, come il sole, vuole risplendere, illuminare, aiutare e sostenere. Come il sole, essa dona la sua luce a tutti e non chiede nulla a nessuno. E' disposta al sacrifico ed alla rinuncia, non trattiene le sue ricchezze e non si irrita se qualcuno le viene a prendere. La personalità, invece, bada solo a se stessa, desidera solo ciò che può farle piacere e agisce soltanto per interesse. Pensa soltanto a prendere e conservare ciò che ha guadagnato. Come la luna, che nel cielo

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diffonde una luce che non è sua, se la personalità è generosa lo è per interesse o perché quello che dona non le appartiene. E, siccome queste due nature completamente differenti sono insieme nello stesso corpo, l'uomo è continuamente sollecitato ad andare in una direzione o nell'altra. L'essenziale, per voi, è decidere da che parte andare...

L'amore ci rende completamente disponibili (1) L'amore è la virtù che ci rende completamente disponibili non soltanto verso gli altri ma anche verso noi stessi; una disponibilità amorevole nel rinnovarci e nel cogliere tutte le occasioni valide per verificare il nostro comportamento e, se necessario, trasformarlo. Dobbiamo essere malleabili ma non troppo facilmente influenzabili, non ci deve infatti mancare la flessibilità necessaria affinché il Maestro ci possa "modellare", accentuando così le nostre migliori qualità potenziali.

Non possiamo conoscere Dio... (1) Una meditazione non potrà mai permettere all'uomo di ritrovare la sua natura divina e, senza questa esperienza, è impossibile conoscere Dio. L'unica forma di esistenza spirituale che ci è dato di conoscere è l'esistenza della Gerarchia, per ciò che concerne Dio ci deve bastare la fede! Il bisogno di conoscere a tutti i costi sul piano intellettivo e razionale, ci fa spendere delle energie che potrebbero essere dirette in qualche proficuo lavoro. Soltanto il lavoro, fatto nell'intento di aiutare la Gerarchia, creerà le condizioni che ci collegano ad Essa. E proprio questo lavoro, nel tempo, ci permetterà anche di incontrarci con Dio.

Molti discepoli vorrebbero il completo supporto di Dio (1) Molti individui, farebbero volentieri qualcosa a favore degli altri, se Dio mostrasse loro la strada da seguire, li aiutasse a compiere il loro lavoro ed a superare le eventuali difficoltà. Davvero molti sarebbero pronti a lavorare in questo modo; un modo comodo in quanto tutto dipenderebbe da Dio, la pianificazione delle cose che devono essere fatte, l'aiuto per farle ed ancor più la sicurezza che Lui, nell'eventualità, sarà pronto a risolvere i loro problemi. L'aspirante, deve invece comprendere molto bene, che ognuno deve prendersi le sue responsabilità e maturare quella solidità di pensiero e perseveranza d'azione, che possono dimostrare la qualità dei nostri sentimenti quando ci troveremo a fronteggiare la vita, gli uomini o lo stesso Dio. Dio, volendo, potrebbe benissimo prendere per mano l'aspirante e guidarlo nel suo lavoro, però, al primo ostacolo, questi sarebbe pronto a ritirarsi. E, se Dio eliminasse anche questo ostacolo, e tutti quelli che potessero sorgere in futuro, l'aspirante non potrebbe trarre alcun giovamento del suo operato, in quanto non avrebbe agito di prima persona bensì come un burattino gestito dal burattinaio.

Prima di servire l'umanità dobbiamo "servire" noi stessi (3) Il desiderio di ogni aspirante è certamente quello di poter essere utile, e dunque "servire" l'umanità intera. Sta di fatto che, prima di poter essere capaci di fare qualcosa per l'umanità, dobbiamo essere in grado di "gestire" al meglio quella porzione di umanità che è sotto la nostra diretta responsabilità: NOI STESSI. Un individuo, che lavori coscientemente al proprio autosviluppo e che "prenda in mano" la propria vita sta già servendo l'umanità: elevando la sua coscienza dai miasmi del piano astrale fino a raggiungere il piano mentale, egli eleva comunque l'umanità, essendone un rappresentante.

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Per indicare la strada ad altri, occorre conoscerla molto bene. E' per questo che solo chi ha già percorso un certo tratto del Sentiero può indicare la via a coloro che seguono, così come egli segue la traccia già segnata da coloro che lo hanno preceduto. Inoltre, ciascuno di noi ha la diretta responsabilità di tutta la materia che compone i suoi vari veicoli (corpo fisico, eterico, ecc.). L'evoluzione delle "piccole vite", che animano gli atomi e le cellule dei nostri veicoli, è infatti affidata al "modo" in cui noi ce ne serviamo: praticando o meno gli "insegnamenti spirituali". Se siamo costanti nel portarli nella nostra vita non solo eleviamo la nostra coscienza ma imponiamo ai nostri veicoli una "accelerazione vibratoria" che li renderà sempre più adatti e responsivi all'afflusso di nuove e più elevate energie. Questa accelerazione, alla fine di un lungo ciclo di vite vissute sulla terra, consentirà la "liberazione dell'energia" rinchiusa nella materia dei nostri veicoli: fenomeno che nei testi di esoterismo viene definito come "redenzione della materia". Dunque ciascuno di noi è in realtà il "motore" di un piccolo universo, apparentemente isolato dal resto della manifestazione, la cui espressione ed evoluzione dipendono esclusivamente dalla nostra capacità di identificarci responsabilmente, sempre di più, con l'aspetto divino che è in noi. Dedicandosi al proprio autosviluppo, ogni individuo ottempera ai doveri cui è chiamato e che, volendo, può gestire fino in fondo. Crescendo e conoscendo sempre di più, potrà allargare il campo delle sue esperienze e sarà posto di fronte a responsabilità (o occasioni di "servizio") sempre maggiori.

Come realizzare i progetti per il bene (1) Bisogna soltanto decidere di servire la Gerarchia; questo farà in modo che l'ambiente esterno si adatti affinché l'aspirante possa conseguire ciò che si è ripromesso di fare. Così facendo tutto diventa possibile, anche ciò che normalmente non rientra nella vostra immaginazione! Com'è possibile che ciò avvenga? Può avvenire perché il chakra del cuore è il luogo in cui si entra in contatto con i Maestri e l'epicentro delle energie relative alla natura umana. Lo spirito dell'uomo, la sua volontà ed il suo amore, focalizzandosi su questo chakra, lo inducono ad irradiare, attraverso l'aura individuale, le buone intenzioni che lo animano. Queste buone intenzioni, irradiandosi all'esterno, creeranno i presupposti affinché vengano ad attuarsi anche le soluzioni umanamente più impensabili. Tutti gli individui che desiderano creare qualcosa o migliorarne un'altra, non importa se questa coinvolge un gruppo di persone, un Gruppo, una Chiesa, oppure una Nazione o un uomo politico, è necessario che conoscano il fatto che quando ci focalizziamo sul chakra del cuore e lo "nutriamo" con le nostre buone intenzioni, la realizzazione del nostro progetto inizierà ad aver luogo. Questo può accadere, perché durante il sonno i nostri veicoli sottili (corpo eterico, astrale, ecc.), si liberano momentaneamente del corpo fisico e possono così viaggiare nel mondo astrale dove c'è la possibilità di incontrare altri individui con le nostre stesse motivazioni e preparare così le condizioni per un incontro sul piano fisico. Perciò, mentre il nostro corpo fisico giace addormentato, sarà un raggio del nostro chakra del cuore, che si prenderà l'incarico di trovare la persona più adatta a lavorare con noi e per voi. La nostra aurea e quella dell'altra persona, dopo aver permesso una comunicazione sul piano astrale, prepareranno la strada affinché ci si possa incontrare fisicamente. Così succede che a volte si dica: "Ho l'impressione di aver già conosciuto questa persona". A volte le due aure stanno in comunione tra loro per parecchio tempo ed insieme elaborano il loro piano di lavoro. Questa è la ragione per cui due persone possono trovarsi subito in perfetta sintonia; le loro energie le hanno attirate una all'altra ed esse, insieme, si sentono in armonia. Sarebbe assai utile che questo fenomeno fosse più conosciuto ed utilizzato perché, qualora sfruttato a fin di bene, potrebbe risolvere molti problemi dell'attuale umanità. Va notato che molti di questi problemi 55 - La Luce dell'Anima

nascono perché la società odierna è gestita da uomini che, pur non conoscendo queste cose, le utilizza molto bene a livello inconscio. Gli aspiranti, che dovrebbero sfruttare al meglio queste conoscenze, perdono spesso il loro tempo chiedendosi se saranno in grado di fare questo o quello, oppure discutendo sul fatto che Dio esista oppure no! Discutere su tale argomento è certo un modo molto valido per perdere tempo prezioso e sprecare energie; al posto di vane parole si dovrebbe coltivare la certezza che il potere della Luce indirizzata verso il bene è superiore ad ogni altra cosa. Purtroppo, invece, proprio quando un aspirante dovrebbe concentrare la potenza del suo cuore per permettere alla Luce di manifestarsi in opere di bene, ecco che diventa dubbioso, la sua scarsa fede si spegne del tutto e le sue buone intenzioni svaniscono come nebbia al sole.

Come possiamo aiutare i Maestri? (4) In primo luogo, insegnare la legge di evoluzione ed il fatto che esistono grandi Anime (i Maestri, n.d.r.) interamente dedicate al servizio del loro prossimo. La gente si dovrebbe abituare ai loro nomi e attributi, alla loro opera e al loro proposito. Si deve anche spiegare come Essi lavorino per la salvezza del mondo. In secondo luogo, discepoli e aspiranti devono vivere armoniosamente sotto ogni aspetto ed amare. Le vibrazioni violente dei nostri ambienti devono essere smorzate con una forte controvibrazione d'amore, ricordando sempre che, quando operiamo in sintonia con l'evoluzione, è con noi il potere della divinità stessa, disponibile per essere usato. Nulla può resistere alla pressione costante dell'amore e dell'armonia, quando sono applicati abbastanza a lungo. Non è lo sforzo spasmodico che conta. E' la pressione sostenuta a lungo, con costanza e perseveranza, che alla fine infrange l'opposizione e le mura della separatività. In terzo luogo, le organizzazioni esoteriche devono appoggiare tutto ciò che tende all'unità. Tutti i tipi di lavoro, tutti gli sforzi esterni delle numerose organizzazioni, devono incontrare cooperazione e assistenza amorevoli. Noi stiamo in un mondo di sforzo come punti focali d'amore. Il nostro obiettivo, dovrebbe essere quello di aiutare i Maestri e dar loro l'assistenza intelligente, affinché possano realizzare i loro piani per l'umanità. Essi hanno deciso di operare, per nostro tramite, all'elevazione del mondo, e sarà solo un'intensificato sforzo spirituale che potrà arrestare l'ondata di male ed allontanare le difficoltà che stanno in agguato nell'oscurità del caos attuale. Questo sforzo intensificato dovrà avvenire tramite i Gruppi esoterici. L'organismo vivente di aspiranti e discepoli può fornire un centro di pace, di potere e d'amore, di aiuto pratico e di elevazione spirituale quale il mondo non ha mai visto. Questa è la speranza. Abbiatene cura voi.

Altri modi per aiutare i Maestri (5) Il fatto della Gerarchia e l'opera svolta dai Maestri mediante i loro discepoli devono essere indicati all'attenzione pubblica. Ovunque, discepoli presenteranno sempre meglio il piano gerarchico di fratellanza, di vita spirituale e inclusiva, non ripetendo di continuo (come fanno gli stolti): "Il Maestro mi ha scelto" o "il Maestro mi guida" o "io rappresento la Gerarchia", ma con una vita di servizio, per mostrare che i Maestri esistono e sono conosciuti da molti dovunque; che il piano è di sviluppo evolutivo o di progresso e conduce verso una meta spirituale intelligente; che l'umanità non è sola, che la Gerarchia vigila e che il Cristo è con il Suo popolo. Mostrare inoltre che nel mondo esistono molti discepoli sconosciuti perché lavorano nel silenzio, che il nuovo gruppo di Servitori del mondo esiste; che uomini di buona volontà sono presenti ovunque; che i Maestri non s'interessano delle personalità, ma che impiegano uomini e donne di ogni atteggiamento, fede e

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nazionalità purché motivati dall'amore, intelligenti, di mente addestrata, magnetici e radianti, capaci di attirare altre persone alla verità e alla bontà, e non a loro stessi come presunti maestri. Far conoscere che i Maestri, non si curano di fare proseliti e si impegnano unicamente ad alleviare le sofferenze, a promuovere l'evoluzione dell'umanità e ad indicare le mete spirituali. Non cercano premi per il loro lavoro ne elogi dai contemporanei, ma solo l'accrescimento della luce nel mondo e lo sviluppo della coscienza umana.

La benedizione (6) La benedizione, può essere considerata come una proiezione o trasferimento di energia la cui intensità e potenza sono in relazione al nostro sviluppo spirituale che ci permette di essere centri di irradiazione. Con la benedizione noi creiamo una forma pensiero intensa e vibrante che vale come atto di servizio. Poiché la benedizione crea armonia, dedichiamo costantemente alcuni minuti al giorno nel benedire l'aria che respiriamo, l'acqua che beviamo, il cibo che ci dà forza e salute per mantenerci al servizio nel posto che il destino ci ha messi e nelle funzioni in cui il Piano Divino ci ha inseriti. L'energia spirituale irradiata con la benedizione opera la trasformazione della materia che, dopo aver perduto le sue qualità di massa, di gravità, purificata, rigenerata e redenta diventa atta a risalire allo Spirito. Benediciamo tutte le persone con le quali veniamo in contatto per ragioni di convivenza, di lavoro, di rapporti sociali. Benediciamo quelli che non la pensano come noi: sono coloro che ci consentono di apprendere come superare un’opposizione o n parere contrario. Benediciamo le creature annebbiate dall'ignoranza, avvinte dai loro desideri e perciò soggette a sofferenze fisiche e morali. Benediciamo quanti a noi si rivolgono per aiuto, ma che non sempre possiamo materialmente soddisfare in tutto o in parte. Benediciamo gli infermi, irradiando su di loro energie risananti e purificanti. Ricordiamoci che nel mondo eterico vi è una schiera di aiutatori invisibili, piccole creature pronte a servirci, occorre soltanto saperle invocare con la nostra amorevole richiesta e guidarle verso l'obiettivo col nostro raggio di luce, come un radar. Benediciamo il denaro prima di spenderlo. Il denaro apparentemente è una materia inerte, ma in effetti esso è energia concentrata e cristallizzata. Dal punto di vista esoterico esso è un aspetto statico della divina energia che, in certo modo, può essere considerata come I'immanenza della Vita divina. I desideri, le bassezze, le passioni, di cui il denaro è spesso strumento, hanno fatto sì che ad esso siano attaccate forme pensiero poco raccomandabili. Noi possiamo neutralizzare le loro influenze negative benedicendo il denaro, imprimendo il nostro pensiero direttivo affinché sia usato per fini generosi e umanitari, per scopi leciti. Potremmo usare questa benedizione: "Benedico questo denaro, esso è simbolo di sostanza, di energia divina. Lo purifico e lo redimo da ogni influsso impuro, da ogni attaccamento, da ogni avidità, da ogni colpa. Lo apprezzo e lo conservo come dono di Dio, per usarlo solo per scopi buoni, giusti e opportuni. Nel darlo, ancora lo benedico e ringrazio". Nella pratica della benedizione noi operiamo nello Spirito della Carità e della Fratellanza che non conosce barriere di razza, di religione, di casta e di colore; e se alla benedizione potessimo aggiungere, nella forma anonima, anche un tangibile aiuto, ci saremmo avvicinati alla pratica attuazione della spiritualità, alla esteriorizzazione del Divino in noi dimorante.

Autoesame

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Facciamo ora un piccolo esame per vedere quanto siamo disposti al sacrificio e pronti ad un servizio disinteressato ai nostri simili: - Siamo disposti ad eliminare la consuetudine di mangiare i cibi derivati dall'uccisione degli animali, nostri fratelli minori? - Siamo disposti a cessare l'uso dell'alcool e del fumo che ci pregiudicano ogni possibilità di avanzamento spirituale intossicandoci il corpo fisico ed i veicoli superiori? - Quando aiutiamo qualcuno pensiamo a come ci sarà riconoscente? o lo facciamo per sentirci utili o importanti? - Quante volte usiamo la particella "Io", parlando di cose belle accadute a seguito di un nostro intervento? Ci rendiamo conto che noi non siamo che semplici strumenti e che il merito spetta sempre a Dio? - Offriamo il nostro servizio nell'ambito della famiglia o facciamo come coloro che vanno in giro a curare i figli degli altri quando farebbero molto meglio ad iniziare dai loro? - Pensiamo forse che per dare servizio bisogna essere pronti, avere la cultura necessaria, l'ambiente adatto o un titolo di studio; ed utilizziamo tale pensiero come alibi per non fare assolutamente nulla nella vigna del Signore?

Riferimenti bibliografici 1) Ghislaine Gualdi, Maestro e Discepolo, (Quaderno n. 16). Gruppo Teosofico Sarmoung, via Dietro Castello, 140 - Cavaglià (BI) - Tel e Fax: 0163/966613 2) Riassunto da La Chiave essenziale, di Omraam Mikhael Aivanhov, Edizione Prosveta. 3) Fabio Gatti, parte dell'articolo La Telepatia verticale, scritto il 3/8/96, prelevato dal sito "www.esonet.org". 4) Alice Bailey, L'esteriorizzazione della Gerarchia, pag. 515-516, Edizioni Nuova Era, Roma. 5) Alice Bailey, Il discepolato della Nuova Era, vol. I, pag. 778-779, Edizioni Nuova Era, Roma. 6) Giuseppe Filipponio, Il Loto Bianco, pag. 88, Centro Verso la Luce, via Laurentina 622 - 00143 Roma.

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FENOMENI DI MISTICISMO (1) Negli ultimi anni le società industrializzate dell'Occidente sono state percorse da un fermento religioso di vaste proporzioni. E' un fenomeno che ha assunto forme molto diverse ma che comunque trova fondamento nella profonda crisi di valori che contraddistingue le nostre società, proiettate alla ricerca di un successo e di un benessere concepiti spesso in termini esclusivamente materiali. Il revival religioso sembra compiersi al di fuori delle religioni istituzionali, incapaci spesso di uscire da una prospettiva dogmatica, rituale e consolatoria. Si tratta certamente di un fenomeno ambivalente: il tentativo di dare alla propria esistenza un senso che vada aldilà delle finalità materialistiche di abbondanza e benessere può condurre ad approdi molto diversi e talora opposti. La ricerca di verità e di significati più profondi ha condotto taluni sulla strada di un'autentica crescita interiore, alla riscoperta di una spiritualità che ha assunto forme nuove: si pensi alla diffusione dello yoga, dello Zen e di alcune forme di meditazione di derivazione orientale. In altri casi gli effetti sono drammatici e spesso contrari alle stesse intenzioni iniziali di chi ha intrapreso la nuova via: invece che una liberazione si verifica una perdita di libertà, piuttosto che a un arricchimento spirituale e umano si assiste a un impoverimento della persona, a un restringimento piuttosto che a un allargamento della coscienza. La ricerca compiuta negli Stati Uniti da Conway e Siegelman documenta questo aspetto del fenomeno, che non è certamente l'unico, ma che non può essere trascurato, soprattutto negli Stati Uniti, dove ha assunto dimensioni socialmente rilevanti e ha dato luogo a tragedie come la strage di Bel Air dove perse la vita l'attrice Sharon Tate e il suicidio collettivo dei seguaci del reverendo Jones in Guyana nel 1978. La situazione italiana appare diversa. Qui il fenomeno sembra avere più solide radici culturali ed esprimersi in forme meno oppressive di quelle descritte dai due ricercatori americani soprattutto nei casi (vedi i seguaci del buddismo tibetano e gli arancioni di Rajneesh) in cui la dottrina pone al centro dell'insegnamento la liberazione dell'individuo da ogni costrizione e conformismo sociale.

LE SETTE SOTTO INCHIESTA (2) Flo Conway e Jim Siegelman hanno interrogato persone che avevano fatto parte di sette e gruppi religiosi. Dalle loro risposte è emersa una dura realtà. ... Questa ricerca, condotta su scala nazionale tra ex-adepti delle varie sette, ha messo in luce che molte di queste, nella loro opera di proselitismo e nei loro rituali, si avvalgono di una nuova forma di controllo mentale, una manipolazione senza precedenti nella storia della nostra società. Effettuare un confronto con il lavaggio del cervello sarebbe fuorviante, poiché tale metodo di condizionamento del pensiero si basa sulla coercizione fisica come fattore dirompente. Nelle sette americane, la partecipazione inizia quasi sempre volontariamente. Dal primo contatto alla conversione e nella vita quotidiana degli adepti, il controllo non viene esercitato attraverso la coercizione fisica, bensì attraverso un mezzo ancora più potente: l'informazione.

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Strategia dell'alienazione Abbiamo studiato per sei anni le tecniche di comunicazione usate da alcuni santoni delle sette americane per ottenere il controllo mentale delle persone e abbiamo riscontrato che essi si basano prevalentemente sull'uso - e sull'abuso - di informazioni: linguaggio ingannevole e distorto, suggestione studiata ad arte e intense esperienze emozionali, tattiche alienanti portate al limite dello sfinimento fisico e dell'isolamento. In genere, per arrivare a ciò, le sette svolgono un'intensa opera di proselitismo con linguaggio imbonitore: abbacinanti immagini di facili vie all'estasi e d'incontri personali con Dio, Cristo o altri messia viventi della setta. E quando l'individuo è ormai completamente coinvolto, la conversione avviene generalmente nel momento di un'intensa esperienza determinata dalla manipolazione dell'informazione. All'inizio delle nostre ricerca, abbiamo notato più di venti gravi alterazioni mentali, emozionali e fisiche, conseguenza della vita di setta. Fra le modificazioni fisiologiche vi sono: elevato aumento o perdita di peso, dermatiti esantematiche, eczemi, acne; disfunzioni mestruali nelle donne, variazioni del tono vocale e diminuzione della crescita della barba negli uomini. Le pressioni indotte dalla gregarietà portavano anche a sensi di colpa, fobie, ostilità e crisi depressive, esplosioni di violenza e tendenze autodistruttive. Ma gli effetti più inquietanti sono costituiti da turbe della coscienza, della percezione, della memoria e di altre funzioni fondamentali legate all'elaborazione delle informazioni. Alcuni ex-adepti lamentano disorientamento fluttuazioni fra stati di coscienza e di obnubilamento, incubi ricorrenti, allucinazioni e fissazioni; esperienze di fenomeni psichici stupefacenti o snervanti e, assai diffusa fra gli appartenenti a sette note per il loro intenso rituale ripetitivo, un'incapacità a interrompere i ritmi mentali del salmodiare, della meditazione e della confessione pubblica ... ... Ci si domanda come sia possibile alterare il modo di pensare e di sentire di una persona con il solo mezzo dell'informazione. Gli studi condotti nel campo della neurofisiologia hanno chiarito che, fin dalla nascita, gli schemi mentali di elaborazione vengono modellati e conservati da un flusso costante di informazioni. Possiamo andare più in là e affermare che, a qualsiasi età, è possibile alterare o deteriorare questi stessi schemi mediante un improvviso bombardamento di informazioni o di esperienze nuove. Parlando con alcuni neurofisiologi e specialisti di bio-informatica della Stanford University, Caltech, e dell'University of California, Berkeley, abbiamo appreso che, in alcuni casi, esperienze nuove e intense possono innescare una riorganizzazione di microstrutture sinaptiche di vecchia data; in altri, nuovi modelli intellettuali e psicologici possono superare o sovrapporsi ai precedenti. Ma, fin dall'inizio della nostra ricerca, abbiamo osservato uno stretto rapporto tra la frequenza e la gravità degli effetti riscontrati e la quantità di tempo dedicata alla pratica di riti disgregatori dell'autonomia mentale. Una pratica protratta di queste tecniche sembra imprimersi nella mente in modo più duraturo. Nelle nostre conversazioni con ex-adepti, abbiamo sentito parlare di turbe mentali ed emozionali che persistevano per mesi, talora anche per anni, dopo il distacco dalla setta. Testimoni sconvolti dicevano di aver avvertito un vero e proprio dolore fisico quando tentavano, per la prima volta dopo anni, di prendere decisioni autonome e razionali; ricordavano periodi d'incapacità a distinguere fra mondo reale o esterno e mondo immaginario o interno. Alcuni ex-adepti affermano di essere diventati incapaci di pensare; di non essere più sicuri delle proprie azioni e di non essere in grado di ricordare avvenimenti risalenti al periodo di appartenenza alla setta o precedenti a esso. Una giovane donna che per diversi anni ha fatto parte della Chiesa della Scientologia si è resa conto che la sua mente aveva smesso completamente di funzionare. "Ho dormito, La mia mente è rimasta inerte per quasi se anni e mezzo - ci dice. - La mia personalità ha smesso di evolversi sia intellettualmente che psicologicamente, non appena ho incominciato gli esercizi iniziatici. Ero come stordita e ipnotizzata".

I risultati della ricerca 60 - La Luce dell'Anima

Il nostro studio si è concluso nel 1981 avevamo esaminato oltre 400 ex-appartenenti a 48 diverse sette, incluse le cinque più importanti sette religiose internazionali, Scientologia, Missione della Luce Divina, La Via, Chiesa dell'Unificazione Hare Krishna, le sette locali e le sette minori, quali I Bambini di Dio (o Famiglia dell'Amore), il Grande Faro e seguaci di guru orientali. Abbiamo sollecitato 98 risposte precise e 4 risposte pluri-opzionali a domande che riguardavano ogni fase dell'esperienza pseudomistica: reclutamento, vita gregaria, de-condizionamento, riabilitazione effetti a lungo termine. Le risposte erano assai varie, secondo l'età - dai 15 ai 25 anni (età media: 21 anni - e il periodo di appartenenza alla setta - da 3 giorni a 12 anni (periodo medio: 3 mesi). Erano divise pariteticamente per sesso (51 per cento uomini, 49 per cento donne), mentre variava ampiamente l'estrazione religiosa (46 per cento protestanti, 26 per cento cattolici, 21 per cento israeliti, 7 per cento atei, agnostici o altro). Dalle risposte alle nostre domande, sulla loro vita quotidiana, emerge una dura realtà. Per la maggior parte di membri la vita di setta è un moto perpetuo, un estenuante programma di lavori umili, di raccolta di fondi e opera di proselitismo senza sosta, il tutto intrecciato con obblighi rituali e di devozione. Nella maggior parte delle sette, i rapporti sessuali sono scarsamente importanti. Prevale il celibato (72 per cento), benché un quarto circa delle persone (24 per cento) riferisca di aver avuto rapporti eterosessuali almeno occasionalmente. Lo sfruttamento sessuale a opera dei membri d'alto rango è minimo. Solo il 5 per cento ammette di aver avuto rapporti sessuali coi maggiorenti della setta. Un'importante eccezione è costituita dai Bambini di Dio, alle cui donne s'impone di trasformarsi in pescatrici di uomini e prostitute felici per Gesù. Il 60 per cento di esse riferisce di aver avuto rapporti sessuali coi membri d'alto rango. Le punizioni fisiche, di cui parla circa uno su cinque intervistati, comprendono digiuni, asservimento fisico, docce e immersioni fredde e ore di fatiche umilianti e degradanti. Un ex-scientologo riferisce: "Fui tenuto in un 'campo di prigionia' sotto sorveglianza e isolato per quindici mesi. Per tutto il tempo si cercò di convincermi che ero pazzo e malvagio". Le sette si aspettano però ben altro che contributi spirituali. Il nostro modesto campione aveva versato oltre I miliardo e ottocento milioni - risparmi e possedimenti - al proprio gruppo (donazione media: circa mezzo milione) e quasi metà degli intervistati era impegnata in campagne per la raccolta di fondi e in lavori esterni che avevano fruttato, nel periodo di appartenenza, altri 8 miliardi (apporto medio: 1 milione e mezzo). Senza alcuna eccezione, le attività più vincolanti consistono nelle intense pratiche quotidiane, rituali o terapeutiche, richieste da ogni setta. I metodi variano largamente da setta a setta: meditazione per la Missione della Luce Divina; incentramento sugli insegnamenti del reverendo Moon, per i suoi seguaci; il rituale delle confessioni per La Via; i regimi di training e la consulenza pastorale per gli scientologi: il canto dei mantra per i seguaci di Krishna. I nostri intervistati riferiscono di aver dedicato da tre a sette ore al giorno all'assolvimento di uno o più di questi obblighi. Vi erano, inoltre, quotidianamente, i riti di gruppo, comprendenti sedute parapsicologiche. psicodrammi, elaborazione di fantasie e una serie di attività religiose ad alto coinvolgimento emotivo. Inoltre, quasi tutti gli intervistati riferiscono di aver dedicato 20-30 ore settimanali a conferenze, seminari, o allo studio privato della loro dottrina. L'estenuante programma di attività devote va da 40 a 70 ore settimanali (tempo medio: 55 ore), trascorse in varie pratiche di controllo della mente. Il risultato può essere catastrofico. Quasi tutti i nostri 400 intervistati riferiscono di aver sofferto di uno o piu degli effetti negativi a lungo termine da noi catalogati nella nostra ricerca iniziale. In questa parte del nostro studio avevamo ovviamente escluso quelle persone che avevano avuto precedenti problemi di salute fisica o mentale.

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"Quando lasciai la setta - dice uno degli intervistati - mi sentivo distrutto, sconvolto e atterrito da tutti e da tutto, soprattutto da me stesso". Un ex-seguace di Moon si sfoga: "Sono furioso. Mi sono rovinato la salute con anni di denutrizione, di paura, di sensi di colpa, di tensione nervosa". Ma, come già è stato sottolineato, è nel campo delle turbe della percezione, della memoria e delle altre funzioni legate all'elaborazione delle informazioni che la nostra analisi si fa più rivelatrice. Il 52 per cento degli intervistati riferisce di periodi di disorientamento o di fluttuazione fra stati di coscienza e di obnubilamento. Il 40 per cento riferisce di aver incubi sulla setta. Più di un terzo riferisce di non riuscire a rompere ritmi mentali del salmodiare, della meditazione e della confessione pubblica. Uno su cinque dice di aver sofferto di allucinazioni e fissazioni per otto anni dopo il distacco dalla setta. "Pensare fa male, fa male fisicamente". dice un ex membro della Missione della Luce Divina. La setta ha limitato le mie facoltà immaginaive e creative in modo forse irreparabile" dice un altro. Per molti ex-adepti, uscire da queste sette si è dimostrata la più tormentosa delle prove. In media, una completa riabilitazione richiede più di sedici mesi. Più di uno su cinque degli intervistati riferisce di aver avuto quel periodo cruciale tendenze suicide o autodistruttive. e più di uno su tre ha dovuto ricorrere a terapie di sostegno anche nel periodo successivo. Questi diffusi resoconti di effetti traumatici starebbero dunque a dimostrare che le sette provocano turbe informazionali? Di per sé, no. Ma la nostra ricerca ha messo in luce quello che sembra essere un rapporto numerico diretto fra le ore settimanali dedicate ai riti e all'indottrinamento e gli effetti a lungo termine. Inoltre abbiamo riscontrato un'analoga correlazione fra ore settimanali dedicate ai rituali e all'indottrinamento e tempo di riabilitazione. Detto in parole povere: i nostri dati sembrano confermare che il trauma psicologico inferto dalle sette ai loro membri è direttamente proporzionale al tempo dedicato all'indottrinamento e ai riti di controllo della mente. Ma vi è un secondo fattore, ancor più sorprendente: in molte sette, dopo il primo periodo di tre-sei mesi di noviziato, le conseguenze del rituale e dell'indottrinamento variano di poco, qualunque sia il periodo di permanenza nel gruppo. In altri termini: la maggior parte del danno sembra verificarsi nei primissimi mesi ...

Il decondizionamento Alcuni dei commenti più appassionati ci vennero in risposta alle nostre domande sul distacco e sul decondizionamento. Dall'inizio degli anni '70, quando si è cominciato ad allontanare a forza, su richiesta delle famiglie, i giovani che avevano aderito alle varie sette, il decondizionamento è sempre stato un punto dolente all'interno del dibattito sui diritti civili. I portavoce delle sette lo condannano come violazione brutale dei diritti individuali e delle garanzie costituzionali sulla libertà di culto, mentre gli ex-aderenti l'approvano come intervento provvidenziale che aiuta i giovani a ritrovare la loro autonomia mentale. A propria difesa, gli psicologi che operano il decondizionamento affermano che l'allontanamento forzato è solo un mezzo esterno e il processo di decondizionamento è una pura e semplice maratona di domande e risposte. Ai membri vengono fornite informazioni sulle pratiche di culto e sui loro possibili effetti sulla mente; essi sono inoltre incoraggiati a esaminare i loro dubbi e problemi. Attraverso questo procedimento, quasi tutti i giovani emergono dal loro stato di trance nel giro di pochi giorni. La nostra inchiesta ha confermato che il decondizionamento è il primo e vitale passo sulla via del recupero dello stato di indipendenza mentale. Durante questo processo si passa attraverso tre fasi distinte: anzitutto la separazione, che, per chi è sotto controllo mentale, può comportare il distacco forzato dalla setta: poi, il decondizionamento vero e proprio; infine, un più lento processo di riabilitazione, nel quale l'individuo ricostruisce gradualmente le proprie indebolite capacità di pensiero e decisionali, nello stesso modo in cui si riallenerebbe un muscolo atrofizzato.

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Più dei due terzi (il 71 per cento) degli intervistati sono stati decondizionati, ma di essi solo il 40 per cento è stato allontanato a forza. In genere, quelli che sono stati decondizionati si sono ripresi più rapidamente e hanno risentito meno degli altri degli effetti a lungo termine. I giovani decondizionati hanno richiesto, in media, un periodo di riabilitazione di dieci mesi più breve (14 mesi anziché 24) e presentato, in media, meno della metà degli effetti a lungo termine. Non abbiamo trovato prove che suffragassero talune affermazioni secondo le quali il decondizionamento avverrebbe in modo violento. Solo il 5 per cento parla di minacce, di insulti e di maltrattamenti fisici durante la separazione o il decondizionamento e in 6 di questi casi si trattava di lesioni autoinferte. Il campo del decondizionamento resta il punto cruciale del dibattito, ma i responsabili della salute pubblica si sono fermamente rifiutati di riconoscerlo formalmente. Malgrado i molti problemi e alcune gravi deficienze da parte di decondizionatori inesperti, questa terapia resta il solo rimedio ora disponibile per molte vittime del controllo mentale.

SETTE: IDEE E VITA (3) E' un fatto elementare, ma spesso dimenticato, che ogni setta ha almeno due aspetti: un'ideologia e una prassi. Non si possono capire i Testimoni di Geova, ad esempio, se ci si dimentica che aspettano la fine del mondo. Questo è l'aspetto "ideologico", con tutta una storia che gli studiosi possono analizzare. Chi non conosce direttamente le sette tende a guardare soprattutto le loro idee. Le sette tendono a pubblicare molto materiale di propaganda di facile reperimento, che una persona colta può confrontare con altro materiale di altri gruppi per ricostruire dei filoni culturali o ideologici. E' insomma un lavoro che si può fare in "casa" senza sforzi eccessivi. Ma questo approccio ha alcuni limiti. Spesso ci sono due gruppi con le stesse idee, però con comportamenti radicalmente diversi. Ad esempio, nella Società Teosofica e in Nuova Acropoli si dicono le stesse identiche cose. Ma nella Società Teosofica ci si riunisce sì e no una volta al mese per una chiacchierata, mentre i seguaci di Nuova Acropoli finiscono sulla cronaca dei giornali per campi paramilitari, traffico di reperti archeologici e possesso di armi da fuoco. Si cercherebbe invano una spiegazione in termini di meri "filoni culturali". Poi, chi appartiene a una setta di solito non sa nulla di "filoni culturali". E' in genere una persona piuttosto semplice, e per lui le idee della sua setta non hanno storia: sono una rivelazione personale del fondatore. Egli ignora che altri gruppi hanno idee simili, e se lo sa, li considera degli imitatori. Infine, nessuna setta considera le proprie idee fini a se stesse. Parafrasando Marx, il loro scopo non è interpretare il mondo, ma cambiarlo. Il loro ragionamento è semplice. Nel mio gruppo, è possibile trovare la salvezza o la realizzazione, vivendo in un certo modo. Questo costituisce una esperienza. Ma un'esperienza non si può trasmettere: si può solo fare un po' di "poesia" che ne renda vagamente l'idea, e che attiri la gente a fare la stessa esperienza. Quindi il materiale pubblico di una setta è spesso uno specchietto per le allodole. Appartenere ai Testimoni di Geova non significa solo credere in "Geova": bisogna esserne anche "Testimoni", cioè vivere in un certo modo. Questo significa una vita intera fatta di obbedienza ad una organizzazione con sede a Brooklyn; significa farsi sbattere le porte in faccia, giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno; significa che il massimo di creatività ammessa consiste nel leggere pubblicamente discorsi scritti da sconosciuti; significa vivere nel quotidiano terrore del "mondo"; significa allevare i propri figli a obbedire a mille piccoli divieti, come ad esempio partecipare alla festa di compleanno di un compagno di classe; significa non andare al cinema, separarsi dai parenti, senza poter nemmeno crearsi una vita alternativa che soddisfi le esigenze fondamentali della vita umana. Cosa che comporta un grado altissimo di frustrazione, che ogni tanto esplode in atti di violenza. Studiare la vita quotidiana e l'organizzazione di una setta è molto più difficile che leggerne i testi pubblici.

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Ogni setta si propone come gruppo perfetto. Ogni setta ha quindi qualcosa di fondamentale da nascondere: il divario tra questa presunta perfezione e la realtà, ed ogni membro della setta è mobilitato per tenere questo segreto. Un segreto che può consistere semplicemente nel fingere di essere felici quando si e infelici, oppure in reati, o almeno in pratiche che "il mondo non potrebbe capire": la setta della "Grande Madre" non parlerà mai pubblicamente del fatto che essa divide le coppie, ne "rieduca" i figli in austere scuole in India e fa risposare i genitori secondo i capricci della "Madre" stessa. Tutte cose che la setta considera "buone", ma che la società ripudia. Per una setta, svelare uno di questi "segreti" costituisce un grave delitto: I'adepto che lo fa diventa un nemico morale del gruppo. Se un ricercatore viene a conoscenza di uno di questi segreti, può parlarne o tacere. Se parla, diventa automaticamente nemico della setta e si preclude l'amicizia dell'oggetto delle sue ricerche. Se tace, diventa complice. A una setta non preoccupa una critica "ideologica", anche profonda e seria; preoccupa solamente lo svelamento dei suoi segreti. Alcuni ricercatori, di grande capacità intellettuale, scelgono la via più comoda: quella di limitarsi a discutere con spirito critico le idee di questi gruppi, ma accettando di tacere della loro realtà organizzativa. A questo punto, questi ricercatori corrono il rischio di diventare dei "testimoni" della stessa, che può dire: "Vedete, questo grande studioso critica la nostra ideologia, ma non presta orecchio alle calunnie contro di noi". Per arrivare a capire cosa è veramente una setta, bisogna avere molta pazienza. Bisogna diffidare di un loro eventuale rancore, certo, ma bisogna anche capire che questo rancore ha spesso fondati motivi. Un cane, tenuto per una vita a guinzaglio corto, può essere un cane furioso; ma la sua stessa furia è un indizio di quello che ha subito. Bisogna capire che il materiale pubblico delle sette è materiale propagandistico, e quindi bisogna imparare a leggere il materiale interno e segreto delle sette. Bisogna notare piccoli particolari - la setta della "Grande Madre", ad esempio, nel suo dépliant dice esplicitamente che non ci sono "divise" nell'organizzazione, ma nelle conferenze si vede che tutte le ragazze appartenenti al gruppo portano gonne molto lunghe. Nulla da ridire - ma il fatto che le portino tutte vuol dire che c'è una direttiva in questo senso. Lo stesso dépliant dice che i corsi della setta sono gratuiti, ma è stampato a colori su una bella carta patinata. E così via. Uno studio obiettivo di una setta non può piacere alla setta stessa. Perché deve includere una ricerca proprio sulla vita quotidiana, sull'organizzazione e sui "segreti". La setta si ritiene perfetta; se viene vista come meno che perfetta, si offende ed entra in una condizione paranoica, perché crede di essere aggredita. Siccome ogni setta si dà una grande importanza, ritiene che questa aggressione provenga da qualche potente nemico. La "Grande Madre" - nota a ben poche persone - ritiene che esista una congiura diabolica in tutto il mondo contro di lei. Quindi chi ne svela i segreti è un nemico del progresso dell'umanità. Nuova Acropoli ritiene che la stessa "Inquisizione che ha messo al rogo Giordano Bruno" le stia facendo la guerra. Scientology crede che esista una congiura mondiale di psichiatri ai suoi danni. Quindi chi studia le sette seriamente diventerà automaticamente non solo un estraneo, ma anche un "agente" di queste "cospirazioni", e sarà trattato di conseguenza. Un prezzo che non tutti i ricercatori sono disposti a pagare.

Un suggerimento di Roberto Gervasio (4) Tutto ciò che posso fare, ora, è di tentare di mettere in guardia con i mezzi a disposizione la gente, cercare di evitar loro esperienze traumatizzanti. 64 - La Luce dell'Anima

Questi mistificatori non sono una teoria astratta, sono vicini, vicinissimi a noi. Hanno persone incaricate di fare proseliti ovunque, utilizzano tutti i sistemi moderni di comunicazione. I mercanti dell'occulto, quelli che vi promettono (a pagamento) I'illuminazione, la conoscenza, addirittura la remissione del Karma, il risveglio Iniziatico, vivono fra noi. Quelli che vi promettono di cambiare in meglio la vostra vita, che dicono di curare il cancro ed ogni altro male, sono persone reali, mettono su giornali e riviste lusinghiere inserzioni, diffondono opuscoli mielati con fotografie e disegni accattivanti. Spesso hanno consulenti psicologi, esperti in messaggi subliminali che impostano le loro campagne pubblicitarie! Attenzione! Usate la massima, assoluta attenzione! Andateci cauti prima di fare qualunque scelta. Prima di prendere decisioni in loro favore pensate e ripensate ... Fate questo semplicissimo ragionamento che è tratto dal Vangelo. Quando chiesero a Gesù come fare per riconoscere i falsi profeti, Gesù rispose: "Un albero si riconosce dai frutti che porta". Sulla base di questa similitudine ribaltate il discorso e chiedetevi: "Costui mi sta promettendo mari e monti, perché lo fa? Quale è il suo tornaconto? A chi, o a cosa giova? Cosa guadagna lui da questo e cosa guadagno io?". Fate questo discorso a mente fredda. Valutate quanto di vostro può passare a lui, quanto beneficio materiale può provenirgliene e quanto beneficio effettivo potrà invece venire a voi. Le cose dello spirito, dovrebbero essere date con amore e per amore. Non vendute, mercificate e strapagate. Fate prima il calcolo di quanto denaro può ricavarne l'altro e quanto potete beneficiarne voi. Lucidamente. Fatta questa semplice operazione allora decidete cosa fare o non fare. Questo purtroppo è un vortice che non avrà mai fine perché la massa di persone che brancola nel buio alla ricerca di qualcuno disposto a dar loro una mano, un appoggio morale, è enorme!

Riferimenti bibliografici 1) Articolo di Paolo Anselmi su Science Digest, luglio 1983, pag. 74 2) Estratto da un articolo di Flo Conway e Jim Siegelman su Science Digest, luglio 1983, pag. 74 3) Articolo di Giulio Franceschini su Presenza Cristiana, novembre 1974. 4) Giuditta Dembech, Quinta Dimensione, pag. 156 Edizione L'Ariete (1989)

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CHI SIAMO? Noi siamo quello che siamo perché il nostro sé, per età innumerevoli, ha stabilito nella sua volontà che la materia debba organizzarsi in forme sempre più complete per mezzo di cui conoscere e dominare tutto l'universo. Alice Bailey Spesso chi desidera vivere nel migliore dei modi si trova impedito a causa dei desideri del suo Io inferiore o parte istintiva. Già San Paolo denunciava questo fatto dicendo: "Io non riesco a capire neppure ciò che faccio: infatti non quello che voglio io faccio, ma quello che detesto. Ora, se faccio quello che non voglio, io riconosco che la legge è buona; quindi non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me. Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene; c'è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio. Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me" (Romani 7,15). Per quanto grande sia questa tragedia umana, il più tragico è che essa non è affatto necessaria, ma proviene solo dalla nostra ignoranza riguardo al funzionamento della nostra coscienza. Ben pochi, infatti, si sono chiesti dove nascono le emozioni, come fanno a pensare, dove erano prima di nascere, la ragione per la sofferenza e dove andranno quando il loro corpo fisico cesserà di vivere. Alcuni si accontentano delle spiegazioni fornite dalla Religione ma, spesso, tali risposte non sono in accordo con il ragionamento logico ed allora creano solo della confusione.

Nessuno si chiede il perché della vita (1) L'ultima cosa che l'uomo scopre è sé stesso. E' una verità strana, eppure universale, che la sete umana della conoscenza debba cominciare da quello che è più lontano e finire con quello che è più vicino. L'uomo primitivo ha studiato i cieli, ma soltanto l'uomo moderno comincia ad esplorare i misteri della propria anima. Moltissimi uomini sono un mistero per sé stessi; molti sono perfino inconsci della esistenza del mistero. Se noi dovessimo domandare ad un uomo comune che cosa sia lui, l'essere umano vivente; cosa accada quando egli pensa, sente od agisce; e quale sia la causa della lotta fra il bene e il male, che egli pur sente entro il suo petto, non solo egli non saprebbe rispondere, ma le domande stesse gli apparirebbero strane e nuove. Eppure, che cosa è più strano del fatto che un essere umano possa attraversare la vita, sopportarne le vicissitudini, soffrirne le miserie, comuni a tutti gli uomini, goderne i caduchi piaceri, portarne il perpetuo fardello, senza mai chiedere perché? Se noi vedessimo un uomo viaggiare con grande incomodo e numerose difficoltà, e se chiestogli dove vada ci sentissimo rispondere che questa domanda non gli si è mai affacciata alla mente, lo riterremmo certamente pazzo. Eppure, questa è precisamente la condizione della maggioranza degli uomini nella vita comune. Essi compiono il viaggio dalla vita alla morte, si arrabattano nel faticoso cammino della vita, e non chiedono mai perché, o tutt'al più si pongono superficialmente il problema, senza curarsi poi in realtà di trovare una risposta.

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Per ogni anima viene un momento che... Ma viene per ogni anima, nel suo lungo peregrinare, il momento in cui la vita diventa impossibile se non ne conosce il perché; delusa del mondo circostante che non può mai darle una soddisfazione durevole, essa desiste per un momento dal frenetico inseguimento delle illusioni, e completamente esausta si ferma, silenziosa e sola. In quel punto è nata nell'anima la coscienza di un nuovo mondo; in quel punto, stornando il viso dal fascino del mondo circostante, essa scopre la sempiterna realtà del mondo interiore, del mondo dell'Io. Allora, e soltanto allora, le domande della vita trovano risposta.

La Scienza e la Sapienza Antica La Scienza, prima osserva i fenomeni e poi cerca di dedurre le leggi che li hanno provocati. Questo metodo è fondamentalmente valido, ma molti dei fenomeni hanno le loro cause in mondi "sottili" che non possono essere investigati neppure mediante i più delicati istrumenti. La stessa cosa avviene con la medicina dove le cause profonde delle malattie non possono essere trovate in quanto risiedono nei mondi sottili in cui si manifestano i pensieri e le emozioni. La Sapienza Antica insegna che l'universo è composto da sette diversi tipi di materia, dalla prima (la più grossolana) che ne costituisce la parte fisica tangibile ai sensi, alla settima (la più sottile) che viene considerata come la dimora della divinità. Tra la materia più grossolana (quella del mondo fisico) e la più sottile troviamo quella "astrale" che serve per sperimentare le emozioni e quella "mentale" con la quale possiamo ideare e pensare. Appare evidente come la scienza, utilizzando strumenti fatti di materia fisica, non potrà mai investigare i mondi fatti di materia ultrasottile. Per questo tipo di investigazione sono necessari degli strumenti particolari, insiti nella natura umana, che anime particolari hanno sviluppato e che consentono loro di investigare i mondi sottili, comprendere come l'uomo vi partecipa e conoscere le creature che vi abitano.

I chiaroveggenti volontari e involontari (2) Coloro che sono capaci di investigare i mondi sottili sono definiti "chiaroveggenti volontari". Sono assai rari perché, per acquisire tale facoltà, occorre possedere delle doti particolari e fare un lungo corso di allenamento sotto la guida di un Maestro qualificato. Esistono anche i medium, o "chiaroveggenti involontari", che vedono qualcosa dei mondi invisibili ma non hanno la possibilità di scegliere a volontà cosa vedere e cosa non vedere. Ecco la descrizione dei due tipi di chiaroveggenti data da Max Heindel, fondatore di una Scuola che fa capo ai Rosacroce: "Il chiaroveggente volontario, vede ed investiga a volontà, mentre il medium è incapace di indagare per ottenere informazioni, poiché non può osservare quello che desidera ... La maggior parte della gente, non fa distinzione fra i due; tuttavia c'è una regola infallibile, alla quale ognuno può attenersi: nessun chiaroveggente correttamente formato eserciterà la chiaroveggenza a scopo di lucro, sia esso denaro od altra cosa; non la userà per soddisfacimento di curiosità, ma unicamente per aiutare il genere umano. Nessuno che sia capace di insegnare il metodo adatto per lo sviluppo di questa facoltà, darà una tale lezione a scopo di lucro. Coloro che chiedono denaro per esercitare la chiaroveggenza o per impartire lezioni su queste cose, non posseggono effettivamente nulla che meriti di esser pagato. La regola data è una guida sicura che può esser seguita da tutti con piena fiducia".

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ALLA RICERCA DEL SE'... (3) Esaminiamo ora la questione da cima a fondo, e vediamo se non si possa arrivare ad una comprensione un po' più profonda di ciò che veramente siamo. Quando osserviamo un individuo, la prima cosa di cui ci rendiamo conto è, di solito, il suo corpo fisico, quella cosa che vediamo nello specchio. Molte persone pensano di esser solo un corpo fisico e l'esistenza fisica sia la sola esistenza, perciò impiegano l'intera durata della loro vita per nutrire e compiacere il corpo fisico, provvedendolo d'ogni agio, adornandolo di ricchi gioielli e abiti costosi, indulgendo ad ogni suo capriccio. Queste sono le persone che "vivono per mangiare" invece di "mangiare per vivere". La loro filosofia è quella di "mangiare, bere e godersi la vita perché quando si è morti non rimane più nulla". Tali individui hanno come massima aspirazione nella vita il conseguimento di una ricchezza sufficiente a provvederli d'ogni possibile piacere fisico, cosicché non faranno nulla per loro stessi a meno che in ciò non provino piacere. Comunque una breve riflessione sull'argomento ci convincerà che siamo più che un semplice corpo fisico.

Noi siamo più che un semplice corpo (3) In primo luogo i fisiologi ci dicono che la materia di cui è composto il nostro corpo fisico va cambiando continuamente, che entro un brevissimo periodo di tempo abbiamo un corpo fisico quasi nuovo perché di quello vecchio è rimasto ben poco. Eppure, sentiamo che siamo gli stessi individui, con le stesse simpatie e antipatie, le stesse capacità e caratteristiche. Del resto, possiamo controllare il nostro corpo fisico: possiamo farlo muovere quando vogliamo che si muova, possiamo educarlo ad acquisire abilità, come suonare il piano, recitare, nuotare o far altre cose. Bene, se io posso controllare questo corpo fisico, allora debbo essere qualcosa di più che non soltanto un corpo fisico. Chi, dunque, è questo "Io" che lo controlla?

La costituzione sottile dell'uomo E' un concetto comune che l'uomo sia composto da corpo e mente; la Chiesa ci propone pure l'anima e lo spirito. In realtà l'uomo è davvero un insieme assai complesso: egli è una scintilla divina, un essere spirituale che non potrebbe acquisire l'autocoscienza (poter dire "Io") se non si rivestisse di un insieme di involucri di cui il più grossolano viene definito corpo fisico. L'insieme di questi corpi sottili costituisce una specie di "nube" di energia che interpenetra l'uomo fisico e lo circonda per alcuni centimetri: questa "nube" viene chiamata "aura". I chiaroveggenti sono in grado di leggere i colori presenti nell'aura e di dedurne sia lo stato di salute sia il tipo di pensiero (egoistico, amorevole, ecc.) che la persona sta intrattenendo in quel momento. Secondo la Filosofia esoterica l'uomo possiede ben sette "corpi" o "veicoli", composti di materia con diversi gradi di densità, comunque i corpi utilizzati da una persona normale sono soltanto tre. Questi corpi si interpenetrano l'un l'altro, così come in una cassa piena di palloni per il gioco del calcio potrebbero trovare posto delle palline da tennis, delle ciliege, della sabbia e dell'acqua. L'acqua, permeando tutti gli oggetti nella scatola, dai più grossi (i palloni) ai più piccoli (i granelli di sabbia) ci può fornire una idea approssimata di come l'Io possa compenetrare tutti i suoi veicoli ed usarli come strumenti di esperienza.

Il doppio eterico o corpo vitale Mentre la scienza ci insegna che il nostro corpo fisico è composto da cellule, ed è sostenuto da uno scheletro, la Filosofia esoterica ci informa che il corpo fisico può esistere soltanto perché gli atomi e le molecole che lo compongono sono tenute insieme da una specie di stampo energetico, chiamato "doppio 68 - La Luce dell'Anima

eterico" o "corpo vitale" in quanto è la sua esatta replica, fatta di etere ovvero di una materia assai sottile e pertanto invisibile. Va precisato che il doppio eterico non è un veicolo vero e proprio come lo sono il corpo fisico, l'astrale ed il mentale. E' solo una matrice di energia che fa parte integrante del corpo fisico, lo compenetra e si spinge oltre i suoi confini per alcuni centimetri. Questa matrice è in rapporto con il corpo fisico così come lo stampo lo è per la torta; la nostra forma è infatti determinata da quella del doppio eterico. Se amputiamo un organo la sua controparte eterica rimane con noi ancora per un certo tempo. Ciò spiega perché alcuni invalidi accusano dolori agli arti che ormai non possiedono più. Tutte le forme viventi possiedono un doppio eterico individuale mentre i minerali ne hanno uno in comune. I suoi compiti principali consistono nell'assorbire il "prana" (energia vitale proveniente dal sole), nell'elaborarlo, e nella sua distribuzione a tutte le parti dell'organismo. Alcune persone elaborano più prana di quanto le necessiti e possono diventare pranoterapisti, altri invece (gli ammalati in particolare), ne elaborano meno del necessario e tendono a "vampirizzare" coloro che gli stanno d'intorno. Questa è la ragione per cui dopo una visita in ospedale ci si ritrova spesso senza energia.

La personalità (4) Qui vorrei richiamare la vostra attenzione sull'origine ed il significato del termine "personalità". Esso deriva dal vocabolo latino persona, che significa maschera. Questo è esattamente ciò che la personalità è, una maschera del vero Sé, semplicemente assumiamo tre rivestimenti o veicoli per sperimentare o rispondere agli stimoli nei tre mondi della materia; fisico, emotivo e mentale. Questi corpi o rivestimenti o veicoli che dir si voglia costituiscono la personalità che maschera il vero Sé di ognuno di noi. Essi possono essere così definiti: - il corpo fisico, composto di materia fisica capace di rispondere a stimoli fisici, - il corpo astrale, formato di materia più fine capace di rispondere alle vibrazioni più rapide delle emozioni, - il corpo mentale, fatto di materia ancor più sottile e rarefatta capace di rispondere alle molto più rapide vibrazioni del pensiero. E' esattamente come se indossaste una bella veste di seta (il corpo mentale) e, su quella, un più pesante soprabito (il corpo emotivo) e, in aggiunta a quello, un largo e massiccio mantello (il corpo fisico). Ognuno di questi vi limita. Ognuno di essi nasconde il vostro vero sé. Ognuno di essi vi rende più difficile esprimervi quali veramente siete. Rende anche più difficile agli altri conoscere il vostro vero sé. Questi veicoli, comunque, sono assai utili perché senza di essi non potremmo percepire e fare esperienze nel mondo materiale ed in quelli sottili che corrispondono al corpo astrale ed al quello mentale. Ora, la tragedia realmente grande avviene quando veniamo così limitati, così racchiusi entro questi rivestimenti o veicoli o maschere, che prendiamo ad identificarci con essi; quando diciamo: "Ho fame", "sono stanco", pensiamo di essere realmente affamati o stanchi, invece di comprendere che è solo il corpo fisico ad essere affamato e stanco. Ovviamente dobbiamo provvedere in modo che il corpo riceva cure appropriate, ma non che sia viziato. Alcuni, in questa nostra epoca, sono arrivati al punto di identificarsi con la loro automobile. Sentiamo gente che dice: "Ho bisogno di benzina", o "Ho una ruota a terra", o "I miei freni debbono essere cambiati". Ebbene, ovviamente noi non abbiamo bisogno di benzina, né abbiamo le ruote a terra! Le nostre macchine viaggiano, e certo dobbiamo aver cura appropriata di loro, dal momento che non correranno bene senza benzina e, in specie, sui cerchioni. La stessa cosa vale per il corpo. Non siamo i

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nostri corpi come non siamo le nostre macchine. Gli uni e le altre sono veicoli che usiamo. Facciamo lo stesso errore identificandoci con le nostre emozioni. Diciamo: "Sono arrabbiato" o "Sono triste". Voi non siete mai arrabbiati o tristi: lo può essere il vostro corpo astrale, ma non voi. Ciò può essere applicato anche al mondo del pensiero o mentale. Una persona può adoperare una macchina se parte per un viaggio sulla terraferma, e può cambiare con una nave per viaggiare sul mare e con un aereo per viaggiare nell'aria. E' la stessa persona che viaggia; semplicemente usa un veicolo diverso a seconda della materia in cui, o attraverso cui, desidera viaggiare. Essa non è la macchina, la nave o l'aereo, e questi sono semplicemente i veicoli senza i quali non potrebbe viaggiare in quel particolare elemento. Proprio allo stesso modo, abbiamo bisogno di veicoli o corpi per agire nei tre mondi della materia dove si esprimono le persone comuni (fisico, astrale e mentale). Questi corpi sono tutti transitori, utili strumenti che si logorano e vengono rinnovati in relazione ai nostri bisogni. Ciò che non si logora e non cambia mai è la nostra parte spirituale, la scintilla divina che in ogni vita fa nuove ed utili esperienze.

Riassunto Per riassumere diremo che il corpo fisico risulta compenetrato dal corpo eterico (energia vitale); dal corpo astrale (sede delle passioni, emozioni e desideri) e da quello mentale (sede del pensiero). Rimandiamo la descrizione dettagliata della costituzione sottile e del destino dell'uomo alle prossime lettere.

Riferimenti bibliografici 1) I.F. Van Der Leeuw, Dei in esilio, pag. 15, Edizioni Alaya, Milano, 1951. 2) Max Heindel, La Cosmogonia dei Rosacroce, Edizioni Il Cigno, Peschiera del Garda, 1996. 3) Eunice e Felix Layton, Teosofia, pag. 30, Casa Editrice Atrolabio, Roma, 1969. 4) Ibid., pag. 32.

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La Luce dell'Anima - 12 Premessa Per sperimentare le emozioni è necessario avere un corpo costituito dalla materia del mondo astrale e per poter pensare ne necessita uno di materia mentale. Così, per vivere una vita cosciente, percepire le impressioni dei sensi e tramettere la nostra volontà prima al cervello e quindi al corpo fisico, dobbiamo possedere il doppio eterico: una nube di materia eterica (molto, molto sottile), che compenetra tutto il nostro corpo fisico estendendosi nel doppio eterico della Terra.

IL DOPPIO ETERICO O CORPO VITALE Il doppio eterico individuale dell'uomo non è qualcosa di separato da quello degli altre creature. Possiamo immaginarlo come una gabbia fatta con una rete immersa nel mare; l'acqua contenuta si può considerare isolata pur mantenendosi in contatto con quella esteriore. In effetti il doppio eterico individuale è parte integrale del doppio eterico di tutta la Razza Umana che, a sua volta, partecipa al doppio eterico planetario il quale, unitamente a quello del sole e degli altri pianeti, costituisce il doppio eterico dell'intero sistema solare. Lo spazio interplanetario si può perciò considerare come l'insieme del doppio eterico di tutte le costellazioni e dei sistemi solari (con i relativi pianeti) che si trovano in esse. Attraverso tutto questo tessuto cosmico vi è una costante circolazione di energie.

La costituzione del doppio eterico (1) Il doppio eterico, è una vera e propria matrice di energia che compenetra il corpo fisico e sporge all'intorno di esso per pochi o molti centimetri, a seconda dello stato di salute e condizione energetica individuale. Anche il doppio eterico dei vegetali e degli animali fuoriesce dalla forma fisica e si estende nel doppio eterico planetario. I minerali non hanno un doppio eterico individuale pertanto non possono crescere, propagarsi e manifestare una vita cosciente. Nell'uomo, la parte che eccede, è molto luminosa e il suo colore è simile a quello dei fiori di pesco appena sbocciati. Talvolta diviene visibile anche da persone che posseggono una lieve chiaroveggenza involontaria ed è fotografabile con una speciale macchina fotografica chiamata "camera Kirlian". Il doppio eterico è in rapporto con il corpo fisico così come lo stampo lo è per un budino, pertanto la nostra forma è determinata dalla forma del doppio eterico. Se dovessimo amputare un organo la controparte eterica di esso permane per qualche tempo, ciò spiega perchè alcuni invalidi accusano dolori agli arti che non hanno più. Nel periodo che si passa nel grembo materno, è il doppio eterico a costituire la matrice entro la quale viene a crearsi il corpo del neonato; come le linee di forza dell'acqua formano i cristalli nell'acqua che gela, così le linee di forza del doppio eterico determinano la forma del corpo fisico. Durante tutto il corso della vita, il doppio eterico è il costruttore e il restauratore del corpo fisico. Esso, per quanto è in suo potere, cerca di neutralizzare tutti gli abusi ai quali assoggettiamo il nostro organismo: fa un lavoro ininterrotto e necessario affinché il corpo fisico possa sopravvivere. Il suo compito principale consiste nell'assorbire il prana (energia solare), elaborarlo e distribuirlo a tutto l'organismo tramite la rete formata dai nervi. Per mezzo del prana l'energia della Vita Unica può entrare in un corpo individuale, vitalizzarlo e quindi uscirne fuori per ritornare a circolare nel Grande Tutto.

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Generalmente, il doppio eterico rimane con il corpo fisico fintanto che questi cessa di vivere. In questo caso le forze chimiche del corpo fisico non sono più tenute a freno e, mediante la decomposizione, riportano le varie sostanze nella loro condizione primordiale. Molte terapie della Medicina Naturale (omeopatia, cromoterapia, magnetoterapia, pranoterapia, agopuntura, ecc.), agiscono principalmente sul doppio eterico cercando di armonizzarne i flussi energetici per riportare armonia e salute a tutto l'organismo. Va ricordato che la materia di cui è composto il doppio eterico ed il prana stesso sono influenzabili dal pensiero.

L'Io può agire nel corpo fisico tramite il doppio eterico E' tramite la parte eterica del cervello che le sensazioni arrivano alla coscienza individuale e, sempre attraverso di essa, le decisioni dell'Io possono raggiungere il cervello fisico e produrre le azioni desiderate. Pertanto è il doppio eterico che abilita l'Io ad essere in rapporto con il suo ambiente; questo scopo è raggiunto per mezzo dell'intero sistema nervoso. Nelle persone normali il doppio eterico è strettamente interpenetrato con il corpo fisico, viene estromesso in parte tramite l'anestesia ed è per la mancanza di questo tramite che l'Io non è più in grado di recepire il dolore. Nel medium, il collegamento tra il doppio eterico e quello fisico è assai debole ed è per questo che lo spirito di un defunto può, tramite il doppio eterico del medium, arrivare al corpo fisico e utilizzarlo a suo piacere. La sensazione di formicolio che proviamo in un arto, dopo che lo abbiamo tenuto in una posizione scorretta, è dovuta al doppio eterico che rientra quando la circolazione energetica ritorna normale. Finché dura la salute il doppio eterico produce una quantità sovrabbondante di forza vitale, la quale s'irradia intorno al corpo fisico con linee rette che vanno in ogni direzione e trascinano con sé germi e microbi nocivi. Quando subentra una malattia, il doppio eterico s'indebolisce e le linee di fluido vitale che s'irradiano all'intorno sono contorte e ricurve e non creano più una valida barriera difensiva contro gli agenti patogeni (germi, ecc.). Generalmente una persona ammalata non riesce a produrre tutto il prana di cui ha bisogno ed allora tende a vampirizzare coloro che le stanno vicino. E' interessante notare che più una persona sana è robusta e più avrà bisogno di prana se cade ammalata.

I CENTRI ENERGETICI O CHAKRAS Il doppio eterico è costituito da milioni di sottilissimi flussi, o linee di energia, chiamati "nadis" o portatori di energia. I nadis, sovrapponendosi ed intrecciandosi l'un l'altro e tessendosi all'interno ed all'esterno del corpo fisico, creano una vera e propria rete di finissimi canali vitalizzati. Anche se, all'osservazione, essi appaiono separati gli uni dagli altri l'intera trama del doppio eterico consiste di un'unica sottilissima funicella, detta "funicella d'argento", che con il suo intricato girovagare forma il "tessuto eterico" che circonda e permea ogni organo del corpo fisico. Nei punti dove si incrociano gli intrecci della funicella d'argento compaiono dei vortici di energia che, nella filosofia Indù, vengono chiamati "chakra" (plurale chakras) che significa "ruote giranti". I chakras costituiscono il punto di contatto tra il corpo fisico ed i veicoli sottili (corpo astrale, mentale, ecc.). La loro importanza dipende dal numero di intrecci che si verificano in essi. Vi sono 7 chakras maggiori (localizzati nella testa e lungo la colonna vertebrale), 21 chakras minori e 49 chakras regolari. Dei sette chakras più importanti, cinque sono situati lungo spina dorsale ad intervalli regolari, mentre gli altri due sono situati uno tra le sopracciglia ed uno alla sommità del capo. Nelle persone comuni sono perfettamente funzionanti solo i tre chakras più bassi, perché non hanno ancora raggiunto il livello spirituale

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necessario per aprire i chakras superiori. In effetti ogni chakra corrisponde ad un vero e proprio livello di coscienza. Il livello di coscienza più basso è quello corporeo ed è correlato al chakra più in basso (tra l'uretra e l'ano), mentre quello del santo o dell'illuminato è correlato al chakra posto nella sommità del capo. Il chakra del cuore è il punto di confine tra l'uomo materiale e l'uomo spirituale. Quando questo chakra si risveglia a sufficienza la persona inizia a provare simpatia ed amore a livello universale: è il Cristo che nasce e trasforma l'amore ristretto alle persone care in un'amore che abbraccia tutto il genere umano. Attualmente vi sono molte persone che iniziano a sentire l'influenza del chakra del cuore, il lavoro fatto dai volontari in molte strutture ne è una chiara dimostrazione. L'influenza dei tre chakras superiori, invece, è sentita solo da coloro che sono abbastanza avanti nella loro evoluzione spirituale.

Chakras e livello di coscienza - POSIZIONE DEI CHAKRAS -

- LIVELLO DI COSCIENZA -

7. alla sommità del capo 6. tra le sopracciglia (terzo occhio) 5. all'altezza della gola 4. all'altezza del cuore 3. all'altezza della milza 2. all'altezza dell'ombelico 1. alla base della spina dorsale

superiore (libertà dal corpo) superiore (chiaroveggenza) superiore (chiarudienza) rivolta all'amore universale rivolta al possesso materiale rivolta al cibo rivolta al sesso

Il Kundalini (2) Alla base della spina dorsale vi è una energia del tutto speciale, chiamata "kundalini". Questa energia, vita dopo vita, si apre la strada verso l'alto e porta in attivazione i vari chakras che trova sul suo cammino, elevando nel contempo il livello coscienziale dell'individuo. Alcune scuole di yoga con orientamento Indù insegnano a farlo, ma dimenticano che la costituzione degli Indù è assai diversa da quella degli orientali per i quali queste pratiche possono risultare molto pericolose. Chi cammina in un sentiero di crescita spirituale aprirà i suoi chakras in modo automatico e senza traumi. Questo è il percorso che ognuno di noi è tenuto a fare ed è tanto inutile quanto pericoloso fare i furbi cercando di possedere qualcosa per cui il nostro organismo non è ancora equipaggiato.

IL DOPPIO ETERICO E LE MALATTIE (3) Vi è una cosa che va sempre ricordata: il doppio eterico in sé si mantiene sempre integro e sano. Una condizione per cui l'energia eterica non fluisce come dovrebbe può comunque creare un problema fisico, mentale o emozionale, ma la ragione profonda di queste disarmonie va ricercata nel mondo psichico dell'uomo. In tutti noi, al di sopra della personalità (corpo fisico, astrale e mentale), vi è la Parte spirituale, che ben conosce che cosa dovremmo fare e non fare, per procedere nel nostro cammino evolutivo. Questa parte spirituale viene anche chiamata Anima o Sé superiore. L'Anima trasmette le sue intenzioni alla personalità tramite il doppio eterico. La personalità, dal canto suo, non dovrebbe mai opporsi al volere dell'Anima, che è sempre giusto e buono, essendo la medesima di origine divina.

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Se la personalità, generalmente per ignoranza o desiderio egoistico, si oppone al volere dell'Anima ed agisce a modo suo, il flusso di energia nel doppio eterico viene disturbato e può generare una disfunzione o malattia. Una congestione di energia eterica può infatti portare a problemi fisici, mentali o emozionali, creando una vasta gamma di sintomatologie. Va comunque precisato che una congestione eterica non indica per nulla una malattia del doppio eterico bensì una situazione di pressione dovuta alla resistenza offerta dalla personalità. Qualche volta può anche accadere che il doppio eterico perda la sua vitalità a causa delle condizioni ambientali che inquinano (e così diluiscono) il prana disponibile. Attualmente (e per alcuni secoli ancora), possiamo aspettarci che la congestione a livello eterico costituisca la maggior causa dei problemi di cui è afflitta gran parte dell'umanità. Questo è quasi certamente dovuto alle soppressione ed inibizioni a cui l'umanità, come razza, è stata soggetta nel corso dei millenni. Le inibizioni, infatti, creano dei comportamenti innaturali che possono essere in contraddizione con le intenzioni e gli scopi dell'Anima.

Altre problematiche del doppio eterico (4) Dopo aver esaminato la congestione vediamo ora le difficoltà eteriche dovute ad una carenza di coordinazione ed integrazione. Queste difficoltà prendono le seguenti tre forme: 1. Il collegamento tra il corpo fisico e la sua controparte eterica è troppo debole o tenue. Questo fatto produce una condizione di debilitazione e mancanza di vitalità in cui possono insorgere disturbi e malattie. 2. Il collegamento tra alcuni chakras energetici e gli organi fisici correlati non è sufficiente a causa dello scarso fluire dell'energia. Ciò causa una debolezza nell'area interessata. 3. Il collegamento tra il doppio eterico e quello fisico è talmente debole e blando che l'Anima non riesce ad avere una "buona presa" sui suoi veicoli al fine di manifestarsi nel mondo terreno. Le manifestazioni leggere di questa problematica includono alcune forme di svenimento o perdita di coscienza. Nei casi estremi si può anche arrivare all'ossessione ed alla possessione.

Come armonizzare il doppio eterico (5) La possibilità di portare il doppio eterico al meglio della sua funzionalità e la realizzazione delle sue massime potenzialità dipende da una cosa sola: il pensiero. Il pensiero è infatti in grado di controllare il doppio eterico. I pensieri giusti, puri, astratti ed elevati sono i mezzi per portare il doppio eterico nella sua piena gloria e completo funzionamento. Va sottolineato che i complessi e stimolanti esercizi respiratori (a volte consigliati) non valgono nulla per la realizzazione di questo scopo. La respirazione in sé è un bel simbolo della nostra connessione con la Vita Unica e noi possiamo utilizzare una naturale, profonda e libera respirazione per iniziare a sperimentare (non manipolare) il doppio eterico. Con l'osservazione del respiro e con la percezione consapevole della costante presenza del respiro, possiamo iniziare a percepire la vitalità del doppio eterico, immaginare il prana che entra nei nostri veicoli per arrivare nei pressi della nostra Anima.

Il doppio eterico è il grande Unificatore (6) Quando pensiamo al doppio eterico vi dobbiamo pensare in termini di non separatività. Nello studio del doppio eterico è importante l'uso della immaginazione creativa. Ciò non darà una chiara idea di tutte le sue peculiarità ma vi porterà a comprendere una grande realtà; la realtà del fatto che non vi è alcuna possibilità

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di separazione per la vita che si manifesta sul nostro pianeta... Il concetto della separazione dagli altri, il sentirsi individui isolati, è soltanto una idea della mente non illuminata dell'uomo. Ogni cosa, ogni forma, ogni organismo all'interno di tutte le forme, ogni aspetto della vita che si manifesta in ogni regno naturale è intimamente relazionata con gli altri attraverso il doppio eterico del nostro pianeta (di cui tutti gli altri doppi eterici sono parte integrale). Il doppio eterico del nostro pianeta va pertanto considerato come il substrato di tutto ciò che esiste. Per piccolo che possa sembrare, o inutile quanto possa apparire, il tavolo sul quale scrivete, il fiore che tenete in mano, il cavallo su cui cavalcate, l'uomo con cui parlate, egli sta condividendo con voi la circolazione energetica del pianeta che fluisce attraverso, dentro e fuori, ogni aspetto delle forme create dalla natura. L'unica differenza che contraddistingue queste forme è quella della loro coscienza... Vi è UNA SOLA VITA che interpenetra la massa delle forme che, nel loro insieme totale, costituiscono ciò che noi conosciamo del nostro pianeta.

Esercizio per aumentare la consapevolezza eterica (7) Al fine di diventare più consapevoli e sensibili al vostro doppio eterico fate alcuni esperimenti con questo esercizio basilare. In un giorno soleggiato trovatevi un posto protetto e pieno di luce solare; un posto dove siete sicuri che per qualche tempo nessuno venga a disturbarvi. Rimanete in piedi in tale spazio, gli occhi chiusi, le mani aperte, il volto leggermente rivolto verso l'alto, e lasciate che la luce del sole si riversi sopra e dentro di voi. Immaginate il vostro corpo come se fosse una batteria solare e provate a sentire come tale luce vi stia caricando. Immaginate il doppio eterico che vi circonda; immaginatelo mentre riceve l'energia solare e la distribuisce a tutto il vostro corpo fisico, ad ogni organo ed ogni cellula, e quindi mentre emette l'energia trasformata rimandandola nell'eterica trama della vita. Sperimentate la circolazione eterica dell'energia solare all'interno del corpo in cui vivete. Ora aprite gli occhi e guardate diritti di fronte a voi (non guardate direttamente al sole). Potete vedere le minuscole e trasparenti "bollicine" piene di luce che si muovono disordinatamente davanti ai vostri occhi? Contrariamente al credo popolare queste non sono particelle eteriche che danzano nella luce solare ma cellule morte che fluttuano contro la cornea dei vostri occhi (questo è il motivo per cui hanno la tendenza di scorrere a lato e verso il basso... muovendosi con l'umidità propria degli occhi). Ciononostante questo fenomeno vi può dare un'idea di come potrebbe essere il mondo eterico, l'intensità della sua presenza, la sua capacità di far scorrere la luce nei nadis. Come tutti gli altri fenomeni questo effetto ottico ci rammenta che esistono delle realtà molto più sottili e ci ricorda l'onnipresenza del mondo eterico.

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Riferimenti bibliografici 1) Elaborato da: La Cosmogonia dei Rosacroce, di Max Heindel, Edizioni del Cigno, Peschiera del Garda (VR), 1997. 2) G. S. Arundale, Kundalini, Edizioni Adyar, Settimo Vittone (TO), 1997. 3) Elaborato da: Foundations of Mental Color Therapy, pag. 29, Maitreya School of Healing, 2 Jeymer Avenue, Willesden Green, London NW2 48L. 4) Maitreya School of Healing, Foundations of Mental Color Therapy, pag. 30, 2 Jeymer Avenue, Willesden Green, London NW2 48L, England. 5) Ibid., pag. 28 6) A. Bailey, Telepathy and the etheric vehicle, Lucis Press, Londra, 1950. 7) Maitreya School of Healing, Foundations of Mental Color Therapy, pag. 31, 2 Jeymer Avenue, Willesden Green, London NW2 48L, England.

Bibliografia A. E. Powell, Il doppio eterico, Edizioni Macro Post Editore, Bellaria (RN), 1997.

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LA COSTITUZIONE SOTTILE DELL'UOMO La Filosofia Esoterica, così come la Chiesa Cattolica, ci insegna che l'uomo è uno spirito, creato ad immagine e somiglianza di Dio. Questo spirito, per poter fare le necessarie esperienze di autoconsapevolezza, "scende" nella materia rivestendosi di corpi, o veicoli, sempre più grossolani. Questa discesa è necessaria perchè solo quando si è circoscritti da un involucro (il corpo fisico) si può dire "Io". Per meglio comprendere questo concetto, immaginiamo di porre su un tavolo alcuni bicchieri con vini di diversa qualità. Se chiediamo ad ogni bicchiere "Chi sei?", potremo ottenere varie risposte, ovvero; "Io sono il barbera", "Io sono il tocai", "Io sono il bardolino", ecc. Supponiamo ora di chiudere la stanza per qualche tempo, quando ritorneremo i vini saranno evaporati e, se chiediamo al vapore "Chi sei?" la risposta sarà "vino", Infatti, mancando il contenitore, è venuta a mancare la possibilità di una coscienza individuale. Perciò, per necessità, lo spirito dell'uomo scende dal mondo spirituale nei mondi di materia sempre più grossolana, si riveste di tutti i tipi di materia che trova, ed arriva a trovarsi "coperto" dal corpo fisico che tutti conosciamo. In totale i corpi dell'uomo sono sette. Abbiamo già visto in precedenza che, partendo dal corpo fisico (con il suo doppio eterico) ed andando verso i più sottili, troviamo il corpo astrale o emotivo e quindi quello mentale (la mente). Appena più sopra troviamo il "corpo causale" o "anima" che, con gli altri corpi ancor più sottili, rappresenta la parte immortale dell'uomo. Il corpo fisico, astrale e mentale durano infatti solo per una vita e costituiscono quella che viene definita "personalità". Il corpo causale raccoglie in sé le esperienze di ogni vita e permette ad un individuo di rinascere portandosele appresso. Questo è il modo in cui avviene l'evoluzione individuale perché, vita dopo vita, ci si trova sempre più ricchi di esperienze. Il ricordo di ciò che abbiamo fatto nelle vita passate è invece coperto dall'oblio.

I chakras o centri energetici E' ovvio che i vari corpi devono essere interconnessi tra loro per permettere all'Io di utilizzarli come gli sembra opportuno e ricevere le impressioni dei sensi. Il collegamento energetico fra i vari corpi avviene tramite alcuni vortici di energia detti "chakras", parola Indù che significa "ruote che girano". I chakras nascono nella spina dorsale e si aprono a cono estendendosi verso il davanti e l'indietro del corpo fisico. In totale vi sono quarantanove piccoli chakras, ventuno chakras minori e sette chakras maggiori. Ognuno dei sette chakras maggiori è localizzati nei pressi di una ghiandola endocrina che rappresenta la sua manifestazione nel mondo materiale.

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Segue la localizzazione dei sette chakras maggiori con la ghiandola corrispondente. 7. Alla sommità del capo 6. Tra le sopracciglie 5. All'altezza della gola 4. Nei pressi del cuore 3. Nei pressi del plesso solare 2. Sotto l'ombelico 1. Alla base della spina dorsale

epifisi (pineale) ipofisi (pituitaria) tiroide timo pancreas ovaie o testicoli capsule surrenali

I vari corpi sottili circondano ed interpenetrano il corpo fisico ma, per renderne più facile la comprensione, immagineremo che siano posti in strati sovrapposti come le bucce di una cipolla. Ricordiamo che l'insieme di questi corpi crea una nube di energia chiamata "aura". Il primo strato dell'aura (doppio eterico) è associato al primo chakra, il secondo (corpo astrale) con il secondo chakra, il terzo (corpo mentale) è associato al terzo chakra, e così di seguito. I vari corpi ed i chakras a loro collegati, rappresentano dei "luoghi" specifici dove possiamo sperimentare sensazioni, emozioni, pensieri e ricordi.

I chakras ed il livello di coscienza Alla base della spina dorsale vi è una energia del tutto speciale, chiamata Kundalini, rappresentata come un serpente che dorme nel suo cesto arrotolato su se stesso. La filosofia indiana insegna che i chakras si risvegliano man mano che il serpente Kundalini, alzandosi lentamente dal suo cesto, risale la spina dorsale per raggiungere il settimo chakra, quello che darà il risveglio spirituale completo, la perfetta illuminazione. Il fuoco serpentino Kundalini, aprendosi la strada verso l'alto, attiva infatti i vari chakras che trova sul suo cammino elevando nel contempo il livello della coscienza individuale. Nelle persone comuni sono perfettamente funzionanti solo i tre chakras più bassi che sono correlati alla vita fisica e psichica con le relative emozioni e passioni. In alcuni individui si sta risvegliando anche il chakras del cuore mentre i tre superiori sono completamente attivi solo nelle persone assai evolute dal punto di vista spirituale, ovvero i Santi e gli Illuminati. Siccome i chakras sono la sede di un grande potere, è assai pericoloso forzare la loro attivazione che deve avvenire in modo progressivo e naturale. D'altronde, siccome sono legati al livello di coscienza raggiunta, il voler forzare l'attivazione di un chakra ancora chiuso significa creare una discordanza tra coscienza ed energia che può risultare assai pericolosa.

CARATTERISTICHE DEI SETTE CHAKRAS MAGGIORI 1. CHAKRA ALLA BASE DELLA SPINA DORSALE Nome sanscrito: Muladhara. Nome italiano: Centro basico. Costituzione: 4 petali - Colore dominate: rosso. Controlla ciò che vi è di solido nel corpo (ossa, unghie e denti, colonna vertebrale). Questo chakra corrisponde all'elemento terra e permette la consapevolezza della solidità e della sicurezza. In esso si genera l'impulso sessuale che solitamente si dirige verso i genitali. Tale impulso è creativo e, quando si mantiene una certa astinenza sessuale, l'energia si incammina verso l'alto aumentando le capacità intellettuali.

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2. CHAKRA ALL'ALTEZZA DELL'OMBELICO Nome sanscrito: Savadhisthana. Nome italiano: Centro sacrale. Costituzione: 6 petali - Colore fondamentale: arancio. Controlla la salute e la crescita, aiuta ad equilibrare il sistema nervoso e mantiene una temperatura normale nell'organismo. Governa i fluidi dell'organismo quali urina, seme, saliva e tutti i succhi inerenti alla digestione ed all'assorbimento del cibo. E' collegato alla sessualità ed alla creatività in genere. Regola anche i rapporti interpersonali, quello che determina la simpatia o antipatia a prima vista, che conferisce magnetismo personale. 3. CHAKRA DEL PLESSO SOLARE In sanscrito: Manipura In italiano: Plesso Solare, Gemma Luminosa o Ombelicale. Costituzione: dieci petali - Colore dominante: giallo dorato. Controlla: stomaco, milza, pancreas, fegato, cistifellea, parte inferiore del nervo vago. E' collocato nel plesso solare, e presiede alla gestione dell'emotività. Non per nulla le persone ansiose o fortemente preoccupate vengono colpite allo stomaco, quelle colleriche al fegato e così via. E' la porta di ingresso per il senso di possessività e il desiderio di autoaffermazione ed il punto in cui verranno a scaricarsi le sofferenza per gli insuccessi, l'invidia e la gelosia. Affinchè questo chakra possa funzionare nella sua totalità è necessario evitare le emozioni negative (gelosia, invidia, vanità, ira, egolatria, ecc.). Si ricorda che per il plesso solare anche una buona respirazione ed una posizione corretta sono della massima importanza. Le persone psichiche, e quelle dotate di alta sensibilità, possono soffrire parecchio perché i loro plessi solari sono alquanto ricettivi ai pensieri e alle emozioni altrui, e così pure a certe nuvole di pensiero che ristagnano intorno a determinate località. 4. CHAKRA DEL CUORE Nome sanscrito: Anahata. Nome italiano: Centro cardiaco. Costituzione: dodici petali - Colore: verde erba brillante. Controlla: cuore, ghiandola timo, sangue, nervo vago, sistema circolatorio. Sul piano simbolico il quarto chakra rappresenta la via di mezzo. Si trova infatti fra i tre chakra inferiori, strettamente legati alla materia ed i tre superiori, che sono correlati ai mondi spirituali. In questo chakra è polarizzata l'energia del Cristo, questo è il motivo per cui lo si raffigurava con il cuore in mano. Attualmente l'umanità inizia a sentire l'influenza del Cristo che agisce in loro tramite questo chakra. Lo sviluppo spirituale dell'uomo dipende infatti da questo chakra, ed inizia quando l'individuo comprende che non bisogna vivere solo per il piacere personale e comincia a donare se stesso per il bene dell'umanità. 5. CHAKRA ALL'ALTEZZA DELLA GOLA Nome sanscrito: Vishuddha. Nome italiano: Centro della gola. 79 - La Luce dell'Anima

Costituzione: 16 petali - Colore predominante: azzurro. Controlla: tiroide, bronchi, corde vocali, polmoni, gola, esofago, liquido cefalo-rachidiano. Questo chakra governa la salute della gola in genere e di conseguenza la forza e l'elasticità delle corde vocali pertanto è assai importante per i cantanti e gli oratori. Il centro della gola è il centro più importante tra quelli collegati al sistema nervoso. Esso è anche correlato all'apparato digestivo (attraverso l'esofago), agli organi genitali (tramite la ghiandola tiroide), ai polmoni, ai bronchi, ai bronchioli, ed è intimamente collegato con il centro della parola e della respirazione. 6. CHAKRA TRA LE SOPRACCIGLIA Nome in sanscrito: Ajna. Nome in italiano: Centro frontale, Loto dei cento petali. Costituzione: 96 petali, suddivisi in due semicerchi di 48 petali ciascuno. Colore predominate: indaco, un viola-blu profondo e brillante. Controlla: ipofisi (pituitaria), parte inferiore del cervello, sistema nervoso, occhio sinistro, orecchie, naso. E' collocato al centro della fronte, in profondità all'interno del cranio (equidistante tra la fronte e la nuca) e si manifesta fra le sopracciglia. Rappresenta il punto di collegamento fra i sensi psichici e quelli spirituali e presiede alle funzioni più sottili del corpo fisico, come udito ed olfatto. Quando la razza umana sarà maggiormente progredita, da questo chakra eterico giungerà l'apertura del "terzo occhio", quello in grado di percepire i piani sottili per ora irraggiungibili. Va notato che questo chakra fu in piena attività per le razze che ci hanno preceduto in un remoto passato 7. CHAKRA SULLA SOMMITA' DEL CAPO Nome in sanscrito: Sahasrara. Nome in italiano: Centro coronario, Centro apicale, Loto dai mille petali. Costituzione: 960 petali, o raggi, suddivisi in 24 corone di 40 raggi ciascuna. Colori: predominano il bianco ed il violetto, però vi si può contemplare una meravigliosa gamma di colori e sfumature. Controlla: epifisi (pineale), parte superiore del cervello, occhio destro. Questo è il chakra più importante da cui dipendono tutti gli altri, per suo tramite entra in noi l'energia divina e da esso la emaniamo. Nasce dal centro della testa e si manifesta nella sua parte superiore. Non si sviluppa se non sono già attivi gli altri chakras e, una volta attivato, vibra ad una velocità inconcepibile ed è tanto grande da coprire la parte superiore del capo; alcuni pittori lo raffigurarono con l'aureola dorata intorno alla testa dei Santi. Quando il chakra apicale è completamente attivo l'individuo acquista la capacità di lasciare il suo corpo fisico e di lavorare in piena coscienza nei suoi corpi sottili. La sua coscienza rimane perciò la stessa sia di giorno che di notte perchè, mentre il suo corpo riposa, egli può fare quello che vuole nel mondo astrale. Alcune persone approfittano di questa abilità per recarsi presso qualche malato ed aiutarlo riequilibrandone il corpo eterico o astrale. CHAKRA DELLA MILZA Nome in italiano: Centro splenico. 80 - La Luce dell'Anima

Questo chakra è collegato alla spina dorsale e si trova all'altezza della 10° vertebra toracica al di sopra della milza fisica. Sebbene questo chakra non faccia parte dei sette chakras maggiori, è comunque molto importante per il corpo fisico in quanto assorbe la maggior parte della vitalità proveniente dalla luce solare (prana) e la distribuisce a tutto il corpo eterico. In una persona sana e vigorosa il prana distribuito è superiore al fabbisogno e viene estromesso dall'organismo formando quella che viene definita "aura della salute", perchè crea una serie di raggi che escono come zampilli di acqua sotto pressione tutto all'intorno dell'organismo. Una persona malata e con poca vitalità, diventa invece una specie di spugna e assorbe il prana dalle persone sensibili che le stanno d'intorno. Ciò torna a suo temporaneo vantaggio ma costituisce un grave danno per le vittime occasionali. Alcuni alberi, in specie il pino e l'eucalipto, assorbono più prana del necessario e quindi lo emettono all'intorno dopo averlo elaborato. Questo torna a vantaggio delle persone che hanno tali alberi vicini alle loro abitazioni.

CHAKRAS E SALUTE Ogni chakra permette lo scambio di energia con il campo universale e i vari chakras sono i passaggi che consentono all'energia stessa di entrare e di uscire dall'aura; in effetti noi siamo come "spugne" immerse in un oceano di energia. Un chiaroveggente può osservare l'energia affluire in ciascuno dei chakra che sembra risucchiarla, con un processo simile a quello dei mulinelli d'acqua o dei vortici d'aria (cicloni, trombe d'aria ecc.). Per mantenere una buona salute è importante che i chakras lascino circolare l'energia vitale. La malattia, infatti, è provocata da squilibri o da blocchi nel flusso energetico.

Non bisogna forzare l'apertura dei chakras Dall'esame fatto appare chiaro come i chakras forniscano le chiavi energetiche per comprendere i diversi tipi di problematiche, siano esse fisiche o mentali. Attualmente vi sono molte persone che si dichiarano capaci di sviluppare, aprire, o risvegliare i vostri chakras; noi sconsigliamo vivamente la manipolazione dei centri energetici in quanto vi sono molti pericoli che accompagnano tali pratiche. I chakras vanno lasciati maturare in modo naturale perché uno sviluppo prematuro può generare molti problemi che vanno dalle malattie fisiche alla distruzione di tessuti corporei o cerebrali. Nei casi estremi è possibile arrivare anche a malattie mentali e persino alla pazzia. Vi sono soltanto tre cose che si possono fare al fine di conseguire un innocuo e produttivo sviluppo dei chakras; tre azioni che rimuovono gli ostacoli ai processi naturali e spirituali che sovraintendono al loro sviluppo, ovvero: 1. Purificare, disciplinare e trasformare la personalità (corpo, mente ed emozioni). 2. Conoscere se stessi e mantenere nella propria mente buoni intendimenti e puri pensieri. 3. Servire l'umanità con modestia e senza alcun interesse. Mentre non ci è possibile offrire degli esercizi per sviluppare i chakras, possiamo comunque proporre il seguente mantra (invocazione sacra, n.d.r.) che, essendo dedicato al benessere dell'umanità, serve a creare un'atmosfera favorevole allo sviluppo dei chakras. Vi invitiamo ad unirvi alle migliaia di persone che dicono questa invocazione giornalmente (se potete alle ore 17.00), dedicando così parte della loro vita al servizio del grande Tutto.

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LA GRANDE INVOCAZIONE Dal punto di Luce entro la Mente di Dio Affluisca luce nelle menti degli uomini. Scenda Luce sulla Terra. Dal punto di Amore entro il Cuore di Dio Affluisca amore nei cuori degli uomini. Possa il Cristo tornare sulla Terra. Dal centro ove il Volere di Dio è conosciuto Il proposito guidi i piccoli voleri degli uomini; Il proposito che i Maestri conoscono e servono. Dal centro che vien detto il genere umano Si svolga il Piano di Amore e di Luce, E possa sbarrare la porta dietro cui il male risiede. Che Luce, Amore e Potere ristabiliscano il Piano sulla Terra.

Bibliografia Artur E. Powell, Il doppio eterico, Macro Edizioni, Cesena, Forlì, 1997. Barbara Ann Brennan, Mani di luce, pagg. 50-55, Longanesi Editore, Milano, 1987. G. S. Arundale, Kundalini, Edizioni Adyar, Settimo Vittone (TO), 1997. Maitreya School of Healing, Foundations of Mental Color Therapy, 2 Jeymer Avenue, Willesden Green, London NW2 48L, England.

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I SETTE PIANI COSMICI DELLA CREAZIONE La Sapienza Antica insegna che l'universo è composto da sette diversi tipi di materia, dalla prima (la più grossolana) che costituisce gli oggetti tangibili ai sensi, alla settima (la più sottile) che viene considerata come la dimora della divinità. Questi sette tipi di materia non sono separati tra loro, infatti si interpenetrano e costituiscono altrettanti mondi che hanno un nome ben definito, ovvero: --- NOME ORIENTALE --7. Adi 6. Anupadaka 5. Atmico 4. Buddhico 3. Mentale 2. Astrale 1. Fisico e doppio eterico

--- NOME OCCIDENTALE --7. Mondo di Dio 6. Mondo degli Spiriti vergini 5. Mondo dello Spirito divino 4. Mondo dello Spirito vitale 3. Mondo mentale 2. Mondo del desiderio 1. Mondo fisico e doppio eterico

Ognuno di questi mondi è a sua volta costituito da sette tipi di materia, dalla più fine alla più grossolana. Siccome vi sono 7 piani o mondi di esistenza, ognuno suddiviso in 7 tipi di materia, esistono in totale 49 tipi di materia di cui la più grossolana costituisce le forme del Mondo fisico e la più sottile il Regno di Dio.

1. IL MONDO FISICO Dopo aver compreso il fatto che ognuno dei sette mondi è suddiviso in sette tipi di materia, lo studente potrebbe chiedersi in che modo questa settemplice suddivisione si possa applicare al Mondo fisico. Vediamo, a tal riguardo, quanto insegnano le Antiche Conoscenze.

Le sette suddivisioni del Mondo fisico e doppio eterico(1) Il Mondo fisico, con la sua controparte eterica, risulta suddiviso nel modo seguente: --- NOME ORIENTALE -7. Sub-eterico 6. Eterico 5. Sub-atomico 4. Atomico 3. Gassoso 2. Liquido 1. Materia solida

-- NOME OCCIDENTALE --7. Etere riflettore 6. Etere luminoso 5. Etere vitale 4. Etere chimico 3. Gassoso 2. Liquido 1. Materia solida

Le prime tre suddivisioni della materia appartenente al Mondo fisico son ben conosciute a ciascuno di noi, faremo perciò una breve descrizione del doppio eterico e dei quattro eteri che lo costituiscono. I nomi e le funzioni specifiche di questi quattro eteri, partendo dal più denso ed andando verso il più sottile, sono: 1. Etere chimico. Questo etere si presenta con due polarità: positiva e negativa. La polarità positiva dà luogo all'assimilazione attraendo i vari elementi ed inserendoli nelle varie aree dell'organismo. La polarità negativa promuove l'escrezione che elimina i residui della digestione, le cellule morte, ecc. Queste operazioni si effettuano in maniera selettiva, intelligente, ed assicurano lo sviluppo e la conservazione del corpo fisico. 83 - La Luce dell'Anima

2. Etere vitale. Le energie correlate a questo etere operano per mantenere in vita le varie specie con la funzione della procreazione. Le forze che operano lungo la polarità positiva rendono le femmine capaci di generare un nuovo essere, quelle della polarità negativa permettono al maschio di produrre il seme. 3. Etere luminoso. Le forze che agiscono attraverso la polarità positiva generano, negli animali superiori e nell'uomo, il calore del sangue. Le forze che agiscono lungo la polarità negativa reggono le funzioni passive dei cinque sensi: vista, udito, odorato, gusto e tatto. Nelle piante le forze della polarità positiva agiscono sulla circolazione dei succhi. Perciò in inverno, quando questo etere non è potenziato dalla luce solare, la linfa cessa di fluire. Le forze della polarità negativa sintetizzano la clorofilla (la sostanza verde delle foglie), e danno colore a tutti i regni della natura. Perciò gli animali hanno il colore più scuro sul dorso, ed i fiori sono più intensamente colorati nella parte esposta al sole. 4. Etere riflettore. Questo etere è l'intermediario per mezzo del quale il pensiero agisce sul cervello umano. Esso "riflette", come uno specchio, tutto quello che è stato registrato nella memoria della Natura, generalmente chiamata "Cronache dell'Akasha", che si trova nella quarta suddivisione del Mondo mentale. Tutto ciò che è accaduto sul nostro pianeta ha lasciato un ricordo incancellabile nelle Cronache dell'Akasha. Come le felci gigantesche della fanciullezza della terra, hanno lasciato la loro immagine nei giacimenti di carbone, così i pensieri e le azioni degli uomini sono indelebilmente registrati nelle Cronache dell'Akasha ed il veggente esperto può leggere la loro storia con un'esattezza proporzionata alla sua abilità. Nell'etere riflettore appare solo il "riflesso" dei ricordi che costituiscono le Cronache dell'Akasha. Pertanto nessun chiaroveggente esperto cercherà di leggere queste informazioni perché le immagini sono molto più vaghe e confuse di quelle che si trovano nel Mondo mentale. Generalmente i medium investigano la memoria della Natura in maniera indiretta, servendosi appunto delle immagini proposte dall'etere riflettore.

2. IL MONDO ASTRALE O MANAS INFERIORE Il termine "astrale" è stato coniato dagli alchimisti medievali e significa "stellare". Essi lo utilizzarono per designare un essenza luminosa che assomiglia alla luce delle stelle. Come abbiamo visto più sopra il Mondo astrale è composto da sette piani, corrispondenti a sette ordini di densità di materia astrale, dalla più grossolana alla più sottile.

Il corpo astrale della Terra Il nostro pianeta ha un corpo astrale che lo interpenetra completamente e si estende ben oltre la sua superficie, arrivando fino in prossimità della Luna. E' un globo enorme, interamente costituito di sostanza astrale il cui volume è migliaia di volte superiore a quello della terra. La materia astrale più fine, ovvero quella che permette le più alte vibrazioni, è localizzata presso la sua periferia mentre quella più grossolana, che possiede delle vibrazioni molto basse, è localizzata sotto la superficie del pianeta. Questa localizzazione spiega la credenza dei Mondi celesti, di cui parlano tutte le religioni (dalla nostra a quella dei buddisti), ed anche quella dell'inferno infuocato e quindi associato alle attività vulcaniche della Terra. La disposizione della materia del corpo astrale planetario, che ricorda le bucce di una cipolla, è assai importante nella vita dei defunti che, man mano che si purificano, si spostano verso la sua periferia. Di questo argomento parleremo in modo dettagliato nella prossima lettera.

Il corpo astrale individuale

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Ognuno di noi, oltre al corpo fisico ed il suo doppio eterico (vedi lettere "La Luce dell'Anima", n. 11 e 12), possiede pure un "corpo astrale", anche conosciuto come "corpo delle emozioni" o "corpo del desiderio". Si chiama corpo astrale perché l'aura umana viene vista come un'essenza luminosa, simile a quella degli astri, per via del veloce succedersi delle vibrazioni causate dai desideri, sensazioni e passioni. Gli Indiani d'America, una delle razze più psichiche della Terra, vivevano in stretto contatto con la natura. I copricapi piumati dei loro Capi, con i vari strati di piume colorate, intendevano appunto mostrare i vari colori dell'aura umana. Il corpo astrale di ogni individuo non è affatto separato da quello degli altri (così come non è separato il loro corpo eterico). Si trova infatti in intima connessione con la natura astrale dell'intero pianeta e con quella delle altre persone e degli animali. Ricordiamo che i minerali non hanno il corpo astrale ed i vegetali ne hanno uno appena abbozzato. Va precisato che l'uso del termine "corpo astrale", può generare una falsa idea perchè crea l'impressione che si tratti di una forma specifica ben definita, mentre non è altro che un'aggregazione di forze che si manifestano come emozioni, speranze, desideri, brame e aspirazioni. Queste manifestazioni sono prive della benché minima forma concreta ed appaiono al chiaroveggente come un incessante gioco di colori, ora violenti ora tenui e luminosi, a seconda che la persona stia provando sentimenti grossolani o spirituali. Comunque uno dei vanti del nostro corpo astrale è il fatto che esso può riprodurre qualsiasi forma in accordo con i nostri desideri. Esso può anche facilmente assumere una forma molto simile al corpo fisico, cosa che fa di sovente. Se consideriamo le dimensioni del corpo astrale e della sua aura, vedremo che sono correlate allo sviluppo spirituale di un individuo. Il corpo astrale di un aspirante spirituale può estendersi oltre il corpo fisico per 20 o 30 cm. e in un discepolo può raggiungere anche i 45 cm. La simbologia cristiana ha rappresentato il corpo astrale nell'aureola dei Santi, il colore giallo oro indica infatti un "puro intelletto". Vi sono stati dei grandi Maestri spirituali, come il Buddha o altri, che avevano una enorme sfera di influenza (alcuni fino a 4 km. di diametro), senza peraltro avere nessuna emozione astrale. Le loro aure erano soltanto spirituali, rappresentavano la presenza dell'anima e potevano estendersi tanto perché non erano per nulla limitate dagli attaccamenti personali.

I compiti del corpo astrale individuale (2) Il compito principale del corpo astrale è quello di rendere possibile la sperimentazione del piacere e del dolore. Infatti le percezioni esterne, dopo esser penetrate attraverso i sensi, arrivano a far vibrare la materia astrale e tali vibrazioni sono avvertite dalla coscienza come sensazioni di piacere o di dolore. Il secondo compito consiste nel permettere la sperimentazione dei desideri. Se un essere avesse solo il corpo fisico ed il doppio eterico, potrebbe muoversi ma non avrebbe il desiderio di farlo. Sono infatti i desideri che spingono ad agire e le azioni, a loro volta, permettono di raccogliere le esperienze necessarie alla nostra evoluzione. Anche gli errori, da questo punto di vista, sono validi. Infatti, se sappiamo far tesoro delle nostre esperienze, saranno proprio gli errori ad insegnarci il modo più giusto per vivere. Non si dimentichi che esiste una grande differenza tra la purezza è la virtù. Puro può essere un bimbo che in un campo di nudisti non è affatto turbato da ciò che vede. Virtuoso è colui che, dopo aver commesso molti errori, non è più turbato perché ha superato il sesso e la cosa non gli interessa più. Anche la parabola del "figliol prodigo" (Lc 15,11) ci mostra come gli errori insegnino a vivere. Nel racconto, infatti, il padre è molto contento del fatto che il figlio sia ritornato a casa. Anche se il Vangelo non lo dice possiamo supporre che il padre sia contento perché potrà affidargli la sua azienda, sicuro di lasciarla in buone mani. Non sarebbe così sicuro se dovesse lasciarla nella mani del figlio che non è mai uscito di casa e pertanto è alquanto sprovveduto. Fondamentalmente il corpo astrale assolve alle funzioni seguenti: 85 - La Luce dell'Anima

1. Rende possibili le sensazioni, senza il corpo astrale il nostro Io non potrebbe avvertire le impressioni ricevute dai sensi. Sia il piacere che il dolore non si possono infatti percepire fintanto che il prana non ha trasmesso le vibrazioni al corpo astrale. 2. Costituisce il ponte tra la mente e la materia fisica. Questa funzione può essere spiegata meccanicamente come una connessione tra corpi, una trasmissione di vibrazioni e così di seguito. Nel caso della personalità individuale il corpo astrale rappresenta il ponte tra il corpo mentale (la mente) e quello fisico; questo ponte permette loro di notarsi l'un l'altro, di avvicinarsi e di lavorare assieme in modo coerente. 3. Agisce come un veicolo che permette coscienza e azione. Questo si esprime in quattro momenti principali: a) durante lo stato di veglia, ovvero quando l'Io, mediante il corpo astrale, riceve informazioni (sensi, memoria, ecc.) e decide le azioni da fare, b) durante il sonno, o uno stato di trance, in cui il corpo astrale è libero nel Mondo astrale anche se il suo proprietario non ne è consapevole, c) quando un individuo è sufficientemente evoluto e può, coscientemente e deliberatamente, utilizzare il suo corpo astrale per lasciare temporaneamente il corpo fisico ed agire nel Mondo astrale in tutta libertà, d) dopo la morte fisica fintanto che il defunto è ancora rivestito dal suo corpo astrale, ovvero prima che possa passare nei mondi più sottili.

La mente e le emozioni Nel corpo astrale giocano due forze primarie, attrazione e repulsione, che determinano il grado in cui una certa cosa o persona risulta gradita oppure no; determinano perciò anche la maggioranza delle nostre scelte, ovvero quelle fatte a livello emotivo. Queste scelte spesso si dimostreranno inadeguate perché fatte senza che la ragione facesse una valutazione di tutti gli elementi disponibili. Per illustrare come le emozioni ed i sentimenti possano offuscare il ragionamento, si immagini il corpo astrale come uno specchio d'acqua posto tra la mente ed il cervello. Se l'acqua è ferma e tranquilla, come una lastra di cristallo, il pensiero arriverà al cervello senza distorsione alcuna. Se, invece, è alquanto mossa e ondosa, il pensiero arriverà distorto e deformato. Anche gli eventuali desideri che il pensiero potrà far nascere contribuiranno ad offuscarlo ancora di più. Quando un individuo è in preda ad una forte emozione la sua capacità di ragionare si riduce notevolmente, fatto dimostrato anche dagli Apostoli che, presi dal panico, svegliarono Gesù temendo che la loro barca affondasse. Gesù, in quel caso, riuscì a "calmare le acque" al fine di tranquillizzare i suoi discepoli impauriti (Mc 6,51). Il corpo astrale, attualmente è il corpo nel quale la maggior parte dell'umanità focalizza la sua attenzione. Appare pertanto come logica conseguenza la difficoltà incontrata nell'eliminare molte malattie: esse trovano nei desideri e nelle emozioni coltivate dal malato la forza per poter sfidare la guarigione.

La purificazione del corpo astrale Ogni emozione, desiderio o passione che sperimentiamo altro non è che il risultato delle vibrazioni di un certo tipo di materia del nostro corpo astrale: l'amore disinteressato produce delle altissime vibrazioni, l'odio e la paura delle vibrazioni assai basse. Vi sono delle persone molto sensibili che, in determinati ambienti, possono percepire la presenza di amore o di odio, ovvero di sostanza astrale con altissime o bassissime vibrazioni. Un aspetto interessante da considerare nello studio del corpo astrale è la "sua cura ed il suo nutrimento". Questo corpo, seppur lentamente, è soggetto ad un progressivo logoramento delle sue parti che

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necessitano pertanto di essere rimpiazzate. Invece di ingerire ed assimilare gli alimenti, come accade per il corpo fisico, esso attrae le particelle di ricambio dall'ambiente astrale circostante. Quando coltiviamo in noi un certo sentimento il corpo astrale si arricchisce della materia necessaria per sperimentarlo. Pertanto quando coltiviamo sentimenti elevati il corpo astrale si arricchisce di materia astrale assai sottile mentre, per sentimenti di basso livello, si arricchirà di sostanza astrale assai grossolana. Questo fatto dovrebbe far riflettere coloro che cercano intenzionalmente delle emozioni grossolane (spettacoli violenti, sesso, musiche rock, ecc.). Essi, inconsapevolmente, rendono il loro corpo astrale sempre più grossolano e questo fatto li porterà inconsapevolmente a cercare quel tipo di vibrazione. Perciò chi si diletta o persegue cose basse, grossolane o volgari, avrà un corpo astrale scarsamente brillante; mentre chi si diletta ed aspira a cose molto elevate, avrà un corpo astrale molto luminoso. Siccome questi sono gli alimenti con cui si "nutre" il nostro corpo astrale, la sua formazione e le sua qualità dipendono solo da noi, così come la salute del nostro corpo fisico e la vitalità del nostro corpo eterico, dipendono dal tipo di alimenti che utilizziamo. Il corpo astrale ideale dovrebbe rappresentare uno strumento di inoffensività, ma "non quel timore di nuocere che deriva dalla debolezza e dal sentimentalismo e che evita i problemi perché essi, rompendo l'armonia della vita, portano ai conseguenti disordini. Si tratta invece dell'innoffensività che nasce dalla vera comprensione e che emana dalla capacità di entrare nella coscienza del proprio fratello. Quando questa inoffensività è stata acquisita tutto è perdonato e tutto viene scordato nel desiderio di assistere ed aiutare" (3). Una delle forze più potenti del corpo astrale è la gioia, essa purifica e guarisce il corpo fisico, aiuta a compiere il proprio lavoro con poca fatica, supporta i migliori valori umani e nutre il distacco che è basato sul vero amore che dona la libertà. La gioia è accettata da tutti, è magnetica, attrae ed aiuta tutti coloro che la contattano. La gioia guarisce e protegge perché armonizza e crea condizioni positive. Le preoccupazioni e le paure svaniscono in sua presenza. La gioia è in grado di generare confidenza e saggezza e può essere sviluppata da ciascuno. Ricordiamo che la vera gioia è tranquilla, ed evidenzia l'acquisizione della pace interiore.

I colori del corpo astrale Un chiaroveggente, ovvero chi ha il "terzo occhio" sviluppato, è in grado di vedere il corpo astrale e di distinguere, in base al colore che esso assume, quale emozione alberga nell'animo di una persona in un dato momento. Pertanto coloro che desiderano essere notati da un Maestro ed, eventualmente, diventare un suo allievo, devono purificare la loro aura perché saranno accettati solo quando sarà priva di sfumature negative. Tutti i colori conosciuti (e molti di quelli ancora sconosciuti) esistono anche nei mondi sottili che abbiamo visto più sopra. Come noi progrediamo da un mondo a quello superiore incontriamo colori sempre più delicati ed armoniosi; sono come le note musicali che diventano più sottili nelle loro ottave più alte. Riportiamo di seguito una breve descrizione dei colori proposti dal corpo astrale. - ultra-violetto: il più elevato sviluppo delle facoltà psichiche - viola: elevate facoltà spirituali - blu chiaro tendente al violetto: affetto e devozione - blu: sentimento religioso - verde: vitalità, simpatia - bruno-verdastro (con lampi rosso cupo): gelosia - giallo: intelletto - ocra giallo cupo: intelletto che persegue scopi egoistici 87 - La Luce dell'Anima

- arancio: ambizione - rosa: amore interessato - cremisi opaco e denso: amore egoista - rosa brillante con sfumature lilla: amore disinteressato - rosso bruno (simile al color ruggine): avarizia - nube scarlatta: irritabilità - rosso sangue e rosso cupo: sensualità - rosso: (lampi rosso scuro su fondo nero): collera, ira - grigio di tonalità plumbea: depressione - grigio livido: paura - nero: odio, malizia

I viaggi nell'astrale Mentre il nostro corpo giace addormentato parte del doppio eterico rimane con lui e noi ci ritiriamo nel corpo astrale portando la mente con noi. Solo in questo modo l'organismo può ricostruire tutte quelle parti che si sono deteriorate durante la vita quotidiana. Questo spiega la grande importanza del sonno quale elemento ristoratore. Il fenomeno chiamato "sogno" denuncia il fatto che, durante il sonno, il corpo astrale non è completamente uscito dal corpo fisico. In questa situazione possono arrivare al cervello delle immagini confuse delle nostre esperienze nel Mondo astrale. Quando si è raggiunto un certo grado di evoluzione spirituale diventa possibile lasciare il proprio corpo fisico addormentato e, in piena coscienza, spostarsi verso paesi lontani con estrema rapidità. Nel Mondo astrale le separazioni spazio-temporali sono quasi eliminate: in pochi minuti si potrebbe compiere tranquillamente il giro della terra. Nel Mondo astrale si possono conoscere persone più o meno evolute, abitanti in varie parti del mondo, venire a contatto con entità astrali di vario genere ed anche, cosa ancor più notevole, si possono risolvere dei problemi che nel Mondo fisico si presentavano come difficilmente superabili. Va ricordato che il corpo astrale, e gli altri veicoli che nel sonno lasciano il corpo fisico, rimangono collegati con esso da un sottile condotto energetico, una specie di cordicella chiamata "funicella d'argento". Se la funicella si dovesse staccare subentrerebbe la morte perchè i corpi sottili non potrebbero più rientrare nel corpo fisico.

Riferimenti bibliografici 1) Tratto da: La Cosmogonia dei Rosacroce, di Max Heindel, Edizioni del Cigno, Peschiera del Garda (VR), 1996. 2) Tratto da: Terapia mentale mediante i colori, The Maitreya School of Healing, revised edition 1993, 2 Jeymer Avenue - Willesden Green - London NW2 48L - England. 3) A. Bailey, A treatise on white magic, Lucis Press, Londra, 1951, pag. 318.

Bibliografia A. E. Powell, Il Corpo Astrale, Edizioni Adyar, Settimo Vittone, TO, 1996. Anna Renda, Il Corpo Astrale. Articolo apparso sul Giornale dei Misteri n. 114 - 53. 88 - La Luce dell'Anima

Dr. Douglas Baker, Il Piano Astrale. Conferenza del 3 aprile 1993.

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La Luce dell'Anima - 15 Premessa Il corpo astrale ci mette in relazione col Mondo astrale e con tutti gli esseri che ci vivono. Questi esseri invisibili sono più o meno luminosi e, per i viventi, possono essere utili o dannosi perchè li possono vampirizzare e sfruttare. Il corpo astrale è costituito da materia molto più fine di quella fisica e di conseguenza la compenetra. Per comprendere ciò si pensi che, anche nelle materie più dense, nessun atomo tocca quello vicino, perché lo spazio tra loro è molto più grande degli atomi stessi. Per questa ragione si può comprendere come sia facile per il corpo astrale (e gli altri corpi sottili) il compenetrare il corpo fisico e muoversi con piena libertà tra le sue particelle. E' anche possibile, per un essere che viva completamente nel Mondo astrale, occupare lo stesso spazio di uno che viva nel Mondo fisico senza che i due si intralcino nei movimenti; essi sarebbero infatti inconsapevoli della reciproca presenza. Perciò intorno a noi vi sono le entità del Mondo astrale e degli altri mondi che vivono la loro vita, ma noi non siamo coscienti di loro come loro non sono coscienti di noi, salvo che in circostanze particolari.

2. IL MONDO ASTRALE O MANAS INFERIORE (continua) (1) I termine "astrale" o "relativo alle stelle", venne usato in origine per descrivere i cieli e gli dèi del Mondo pagano. Poi la parola si è estesa nelle sue applicazioni e venne impiegata per indicare quella che potrebbe essere chiamata la "terra dei fantasmi" degli antichi popoli. Questa terra dei fantasmi si credeva abitata da esseri di natura eterea: non solo spiriti disincarnati ma anche esseri angelici di un ordine molto elevato... Ognuno dei sensi fisici dell'uomo ha la sua controparte astrale che funziona sul piano astrale così come funzionano i sensi fisici sul piano materiale. Così ogni uomo ha il potere latente di vedere, udire, sentire, odorare e gustare anche sul piano astrale per mezzo dei suoi cinque sensi astrali... Il corpo astrale circonda e compenetra il corpo fisico e sopravvive a quest'ultimo per un certo numero di anni. Tuttavia non è immortale e quando, infine, si disintegra, gli elementi che lo costituiscono vengono riassorbiti nella sostanza del mondo astrale. Nei casi di chiaroveggenza, o visione astrale, l'investigatore rimane nel suo corpo fisico e percepisce naturalmente i fenomeni del piano astrale. Non è necessario per lui entrare in trance o in qualsiasi altro stato mentale anomalo... I ricercatori più evoluti possono lasciare temporaneamente il loro corpo fisico (che rimane in uno stato di sonno o trance), e ritirarsi nel corpo astrale con il quale possono visitare a volontà il Mondo astrale, anche in punti dello spazio molto lontani dal luogo in cui giace il loro corpo fisico. Una delle cose più difficili a capirsi, è che il Mondo astrale è reale, abitato e solido come il Mondo materiale. Come il vapore è reale al pari dell'acqua o del ghiaccio, così l'astrale è reale al pari del Mondo della materia. Non è un grande corpo di materia compatta ma piuttosto l'aggregato di un infinito numero di particelle sottili strutturate in atomi a loro volta strutturati in molecole e in masse con una certa consistenza... Lo spazio fra gli elettroni degli atomi della materia solida è grande: in proporzione, come lo spazio fra i pianeti del nostro sistema solare. Siccome ogni elettrone, atomo e molecola, sono in costante e intensa vibrazione, in realtà non vi è nulla di solido. Se avessimo una lente di ingrandimento di infinito potere, anche gli elettroni si scioglierebbero in un nulla vibrante... La vibrazione delle sostanze del Mondo astrale è più alta di quella del Mondo materiale. Ma anche le vibrazioni astrali sono di molto più lente di quelle dei piani più alti.

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Per chi viaggi nel piano astrale, lo scenario e ogni altra cosa sembrano solidi, come lo sembrano, all'occhio fisico, le più solide sostanze... Per dare un esempio di questa forma di viaggio, dirò che si può viaggiare, nell'astrale, da Berlino a Bombay solo desiderandolo o volendolo fare... Se si hanno le conoscenze e la capacità per farlo si possono attraversare tutti i sottopiani del Mondo astrale o soffermarsi su uno solo in particolare.

La visione astrale (2) La visione astrale, nella maggior parte dei casi, è un lento e graduale sviluppo. Molte persone la possiedono in debole misura ma, per mancanza di un'educazione appropriata, non la sanno gestire. Altre ne hanno ogni tanto dei barlumi, mentre altre volte ne sono totalmente sprovviste. Alcuni, più che vedere le vibrazioni astrali, le percepiscono. Altri acquistano un grado di questa visione osservando una sfera di cristallo. Il potere psichico che è di frequente definito "vista psichica" o "sensazione psichica" è una forma di visione o di sensazione astrale. In ogni caso lo psichismo è collegato con fenomeni astrali.

Cosa si vede quando si è fuori dal corpo fisico (3) Quando ci si trova fuori del corpo fisico e rivestiti del corpo astrale, guardando il proprio corpo ci si accorge che non è diverso dal corpo ordinario... Ci si rende conto di essere realmente fuori del corpo fisico quando, voltandoci, lo percepiamo immerso in apparente sonno sulla sedia su cui eravamo seduti solo pochi momenti prima. Guardando un poco più da vicino, vedremo che il nostro corpo astrale è collegato con la sua controparte fisica da un sottile filamento di sostanza eterea, chiamata "funicella d'argento". Questo filamento può estendersi e contrarsi, cosa che gli permette di muoversi con libertà... Ad un certo momento sentiremo la nostra forza vitale vibrare a più alta velocità e ci renderemo conto che il senso di pesantezza sembra svanire. Avremo l'impressione di muoverci senza sforzo. Potremo attraversare le pareti della stanza e uscire nella strada, percorrendola tranquillamente come se fossimo nel corpo fisico.

Una passeggiata nel Mondo astrale (4) Mentre passeggiamo nel Mondo astrale potremmo vedere un altro passante che si avvicina e passa attraverso di noi. Siamo forse divenuti un fantasma? Si, ora siamo un vero fantasma come quello del padre di Amleto, con la sola differenza che il suo corpo fisico andava decomponendosi sotto terra. Un cane ci vedrà o un gatto avvertirà la nostra presenza perché gli animali possiedono sensi psichici molto acuti. Ma non pensiamo più a noi e guardiamo da vicino le persone che passano. Ci accorgiamo che ognuna è circondata da un'aura che si estende da ogni lato per circa sessanta o novanta centimetri. Si può notare il giuoco caleidoscopico dei colori che si frammischiano nell'aura, le differenze delle ombre e delle tinte e anche il predominare di alcuni colori. Osserviamo l'aura del colore blu spirituale attorno alla testa di una donna ed il brutto rosso fangoso attorno ad un uomo che sta passando. Poi vediamo una persona molto intelligente con un bel giallo dorato attorno al capo. Osserviamo delle grandi nubi di sostanza semiluminosa, che fluttuano lentamente e il variare dei loro colori. Sono nubi di energia create dal pensiero di molte persone. Notiamo come ogni nube attiri a sé piccoli frammenti di simile energia-pensiero. E' la tendenza dei pensieri ad attrarsi reciprocamente. I pensieri sono attirati dai pensieri affini per la nota legge di "sintonia". Muovendoci in una città potremo notare come ogni negozio abbia la sua specifica atmosfera astrale, creata dal tipo di energia dei proprietari e dei clienti abituali. Perfino le case e le strade hanno la loro atmosfera, creata dall'insieme dei pensieri di coloro che le abitano o le frequentano.

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Osservando dall'alto potremo vedere una grande moltitudine di piccole luci; ognuna di esse rappresenta un'anima umana. Vi sono alcune luci che si distinguono per la loro brillantezza ed altre che risplendono come lampi elettrici: sono l'aura degli individui più progrediti spiritualmente.

Gli abitanti del Mondo astrale Il Mondo astrale ospita diversi esseri tra cui elenchiamo: - corpi astrali delle persone viventi e addormentate, - corpi astrali dei defunti, - corpi astrali degli animali addormentati, - spettri (gusci o fantasmi), - esseri di natura (fate, gnomi, ecc.), - forme pensiero.

Le persone addormentate ed i defunti (5) Nel Mondo astrale esistono temporaneamente tutte le entità fisiche, uomini ed animali, allorché, nel sonno, i loro corpi sottili si separano dal corpo fisico. Mentre noi "dormiamo", viviamo infatti nel nostro corpo astrale, pienamente coscienti ed attivi oppure parzialmente coscienti e semi addormentati, secondo il grado della nostra evoluzione. Quando ci "risvegliamo" i corpi sottili si uniscono nuovamente a quello fisico e cessiamo di essere abitanti del Mondo astrale. Anche le persone "defunte" vivono "temporaneamente" nel Mondo astrale indossando il corpo astrale. Generalmente, dopo un periodo di tempo passano nel Mondo celeste; questa permanenza nel Mondo astrale può variare da poche ore ad un secolo e più. Va notato che, generalmente, si pensa che si possano incontrare i defunti non appena entrati nel Mondo astrale. Ciò non è vero perché essi abitano solo in certi sottopiani di questo Mondo e, per poterli incontrare, bisogna essere capaci di viaggiare tra i vari sottopiani e fermarsi intenzionalmente in ognuno di essi.

I gusci astrali (6) Mentre siamo nel Mondo astrale potremmo anche vedere qualcosa di poco piacevole, sono i cosiddetti "gusci astrali", ovvero i residui del corpo astrale abbandonato dalle anime che sono andate verso i Mondi superiori (mentale e spirituale), conosciuti anche come "Regno dei cieli". Quando l'anima trapassa, lascia dietro di sé il corpo fisico e vive nel Mondo astrale per qualche tempo. Dopo qualche tempo abbandona anche il corpo astrale che comincia a disintegrarsi e col tempo scompare totalmente risolvendosi nei suoi elementi originari. Nel frattempo questo corpo abbandonato è abbastanza disgustoso e costituisce quello che viene chiamato "fantasma", "guscio astrale" o "spettro astrale". Vi è una grande differenza fra i gusci astrali di differenti individui, come pure fra la durata dei medesimi. Per esempio, il guscio astrale di una persona di alta spiritualità e alti ideali si disintegrerà molto rapidamente, mentre il guscio astrale di una persona con molte tendenze materiali ci metterà molto tempo.

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I corpi astrali abbandonati (7) I corpi astrali abbandonati sono ciò che le parole esattamente descrivono; come quando "moriamo" abbandoniamo il nostro corpo fisico e andiamo a vivere per un certo tempo nel Mondo astrale, così ci spogliamo del nostro corpo astrale quando passiamo nel Mondo mentale. Questi corpi astrali abbandonati non differiscono tuttavia dai nostri corpi fisici abbandonati, ritengono infatti una certa quantità della coscienza dell'anima dipartita e ricordano molte cose, Per qualche tempo conservano anche una curiosa vitalità e son capaci di ripetere automaticamente certe abitudini e modi di espressione proprie dell'entità dipartita. Sono chiamati "spettri astrali" o "fantasmi" e spesso sono attratti dalle sedute spiritiche ove vengono scambiati per le anime vere di cui non sono che semplici contraffazioni. A meno che non siano artificialmente stimolati, come accade in tali sedute, si disintegrano in poche ore o in pochi mesi od anni, secondo che l'ego passato al Mondo celeste, era di natura spirituale o materiale.

Il potere dei "fantasmi o spettri astrali" (8) Quando un'anima con alti ideali e aspirazioni spirituali, lascia il Mondo astrale il suo guscio è solo una cosa morta senza alcuna coscienza né intelligenza. Nel caso, invece, di un'anima che nutriva intensi desideri materiali, tali vibrazioni assai basse possono dare al guscio che ha abbandonato qualche sembianza di vita e attività; così esso può manifestare un potere considerevole per un certo tempo e diventa uno "spettro astrale" Invece di fluttuare nello spazio astrale, come gli altri gusci, questi spettri si presentano come evanescenti esseri umani in condizioni di stupore o di sogno. Vanno attorno come sonnambuli, senza alcuno scopo, e costituiscono uno strano e sgradevole spettacolo. Il potere contraffatto di queste forme spettrali diminuisce continuamente, ma in certi casi viene intensificato, così come un tizzone ardente è reso più brillante soffiandovi sopra. Questo può avvenire per mezzo di uno stimolo da parte di persone viventi sul piano materiale come il potere psichico che viene generato nelle sedute medianiche; questo potere, unito con le affinità mentali tra le persone presenti e lo spettro astrale, può far sì che questi si manifesti, mediante una più o meno completa materializzazione, oppure attraverso l'organismo fisico del medium o dei medium presenti nel circolo. In tal caso lo spettro, rianimato e galvanizzato alla vita per mezzo del potere psichico del medium, o del circolo spiritico, riuscirà a manifestarsi con la parola, la scrittura automatica, i colpi o in vari altri modi. Ma, nel migliore dei casi, i suoi sforzi saranno deboli e difettosi, e le persone presenti a tali fenomeni ricorderanno l'evento con la vaga idea che "doveva esservi qualche cosa che non andava". In alcuni casi sopravvivrà nella forma spettrale la vibrazione di vecchi ricordi e ciò le permetterà di rispondere bene ad eventuali domande. Ma anche in questo caso vi sarà un'ombra di irrealtà che lascierà qualche dubbio a chi sa osservare attentamente. Molti fenomeni che nelle sedute spiritiche passano per "reali" sono in realtà solo delle manifestazioni delle forme spettrali. Inoltre queste entità prendono a prestito idee e impressioni dalla mente del medium e delle persone presenti; idee che, aggiunte ai loro evanescenti ricordi, dan loro la possibilità di rispondere alle eventuali domande in modo assai veritiero. E' interessante notare che l'anima che lo occupava ignora quello che fa il suo guscio abbandonato. E' patetico osservare come, a volte, gli spettri astrali vengano accolti come se fossero le anime di persone care. Una mancanza di conoscenza del vero occultismo spesso permette deplorevoli errori di questo genere.

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Gli elementari Gli elementari sono gli "spettri astrali" di uomini depravati che, continuano ad essere attirati dal Mondo materiale in cui cercano di perpetuare i loro vizi. Generalmente questo termine viene utilizzato per indicare i fantasmi e gli spettri di persone defunte.

Il supplizio di Tantalo (9) Nelle suddivisioni molto basse del Mondo astrale si può provare una sensazione molto sgradevole e quasi una repulsione fisica per l'atmosfera che vi si trova. Non è meraviglia se uno degli antichi scrittori egiziani, le cui opere sopravvivono incise nella pietra, dice: "Che tipo di ignobile regione è questa in cui sono ignobilmente venuto? E' senza acqua, senza aria, è indicibilmente profonda; è nera come la più buia notte quando il cielo è coperto da dense nubi e nessun raggio di luce attraversa la loro cortina. Qui le anime vagano senza aiuto e senza speranza; non vi è pace, non vi è calma, non vi è riposo per il cuore e la mente. Tutto è abominazione e desolazione. Guai all'anima che abita qui". Guardandosi attorno nella luce scarsa e spettrale di questa regione, si percepiscono innumerevoli forme umane dall'apparenza più repellente. Alcune di esse sono così rozze da sembrare più bestiali che umane. Queste creature sono i defunti che vissero in modo molto materiale, soddisfacendo i più infimi desideri ed ora vivono qui nel loro corpo astrale. Attraverso la nebbia presente in questo luogo, possiamo scorgere il Mondo materiale. A noi appare staccato e lontano, ma per queste creature i due Mondi sembrano fusi insieme ed a loro sembra di essere fra le persone e le scene che sono in accordo con i loro bassi desideri di un tempo. Ma, pur vivendo apparentemente fra queste scene a loro familiari, queste anime soffrono realmente il supplizio di Tantalo perché vedono chiaramente quello che avviene ma non possono partecipare alle baldorie e alle orge che contemplano. Ne sono tentate e tormentate perché possono solo vederle e questo rende la loro vita un vero inferno. In ogni luogo della terra esse vedono i loro simili che mangiano, bevono, giuocano, si danno a ogni forma di depravazione e di brutalità, mentre esse si affollano attorno a loro senza poter far nulla di nulla. La mancanza del corpo fisico è per loro una vera "pena infernale". L'atmosfera astrale delle più basse osterie, bische, ippodromi, bordelli, ecc., sono piene di corpi astrali di anime assai basse. Talvolta queste creature riescono ad influenzare qualche "compagno" terreno allo scopo di trascinarlo ancor più nella degradazione e nella dissolutezza. Nel tempo tali esperienze fanno provare all'anima un profondo disgusto per queste cose ed allora dirigerà i suoi desideri verso qualcosa di nobile ed elevato e potrà passare ad un sottopiano superiore del Mondo astrale.

Gli esseri di natura (fate, gnomi, ecc.) (10) In certe regioni del Mondo astrale esistono alcune entità, o esseri viventi, che non sono stati mai uomini e mai lo saranno perché appartengono a un ordine della natura totalmente diverso. Queste strane entità sono generalmente invisibili agli esseri umani, ma, in certe condizioni, possono essere percepite dalla visione astrale. A rigore questi esseri non abitano affatto sul piano astrale bensì sulla terra al pari degli esseri umani. Vibrano in modo diverso dal nostro e di solito sono di dimensioni microscopiche. Le chiamiamo entità astrali solo perché divengono visibili all'uomo quando egli è capace di vedere nell'astrale. La visione astrale, infatti, li ingrandisce alquanto e permette sia di vederli che di percepirne le vibrazioni. Alcune di queste entità sono conosciute come spiriti di natura e abitano nei fiumi, nelle rocce, nelle montagne e nelle foreste. Il folklore popolare ha creato intorno a loro storie e leggende. Sono stati dati loro vari nomi tra cui citiamo: elfi, ginni, trolli, satiri, fauni, coboldi, goblin, piccolo popolo.

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Gli antichi occultisti chiamarono le entità della terra di questa classe col nome di "gnomi"; quelle dell'aria col nome di "silfidi"; le entità dell'acqua "ondine" e quelle del fuoco "salamandre". Questa classe di entità astrali di regola evita la presenza dell'uomo e fugge dai luoghi in cui l'uomo abita. Evitano le grandi città perché preferiscono le solitudini della natura. Non sono contrarie alla presenza fisica dell'uomo ma le sue vibrazioni mentali risultano molto sgradevoli per loro. Una certa classe può essere chiamata quella dei "bravi ragazzi", la quale, ogni tanto, sembra provar piacere nell'aiutare gli esseri umani. Molti di questi casi sono narrati nell'antico folklore, ma la vita moderna ha fatto ritirare dalla scena questi benevoli amici. Un'altra classe, oggi molto rara, si diverte a fare scherzi fanciulleschi soprattutto ai campagnoli. Nelle sedute spiritiche questi scherzi sono spesso evidenti. Gli antichi maghi erano spesso assistiti da esseri di questa classe. E oggi in India, in Persia, in Cina e in altre regioni orientali è nota questa assistenza. Molti dei fatti meravigliosi di questi maghi sono attribuiti a tale aiuto. Queste creature non sono ostili all'uomo, sebbene ogni tanto possano fargli degli scherzi. Sembrano particolarmente inclini a far tiri birboni ai neofiti della ricerca psichica, che cercano di penetrare nel Mondo astrale senza un'istruzione adatta. A questi neofiti possono apparire sotto forme paurose o come mostri, allo scopo di allontanarli dalla regione astrale in cui è possibile osservarli. Generalmente non prestano attenzione all'occultista avanzato, lo lasciano stare o fuggono la sua presenza.

L'ESSENZA ELEMENTALE L'essenza elementale è una strana vita semi-intelligente che ci circonda e che vivifica la materia dei piani mentale ed astrale. Questa essenza è delicatamente sensitiva, intensamente viva ma non ancora individualizzata. Presenta delle caratteristiche che la fanno simile al plancton marino però, a differenza di questi, possiede una specie di istinto innato che la spinge a raggrupparsi al fine di creare delle vere e proprie strutture energetiche. Questo, per l'essenza elementale, rappresenta il primo passo verso quel processo che, dopo miliardi di anni, le permetterà di costituire le forme solide del regno minerale. L'essenza elementale, per poter continuare la sua evoluzione deve procedere verso i mondi sempre più densi, ovvero ricercare vibrazioni sempre più grossolane. Questo percorso è esattamente l'opposto di quello del mistico che cerca di "salire" sempre di più verso Dio. Mentre l'essenza elementale cerca la grossolanità per poter scendere verso la materia, il mistico si innalza nei reami spirituali con le sottilissime vibrazioni della devozione e dell'amore. Può sembrare strano parlare di materia che prova sensazioni ed evolve. Per poterlo comprendere bisogna ricordare come l'opera del Creatore nell'universo contempli un ciclo involutivo, dove la Sua essenza tende dal divino al minerale, ed un ciclo evolutivo dove il minerale tende di nuovo al Creatore generando, nel suo lungo percorso, che dura miliardi di anni, i regni vegetale, animale, umano e superumano. Nella religione Indù questo lunghissimo processo viene definito "Respiro di Brahma". Il ciclo involutivo rappresenta l'espirazione, con cui appare il Creato, e quello evolutivo l'inspirazione, con cui Tutto ritorna a Colui che l'ha creato. A tutti gli effetti l'essenza elementale appartiene all'onda di involuzione tramite cui la divinità, per una serie di addensamenti successivi, si "incarna" nella materia assumendo l'aspetto che ci viene presentato dai minerali. Pensiamo così di aver chiarito perché questa essenza presenti una sua coscienza e cerchi le vibrazioni grossolane che per lei rappresentano l'unico modo di evolvere.

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Riferimenti bibliografici 1) Zolar, Il libro delle antiche conoscenze, pagg. 122-127, Edizioni SIAD, Milano, 1981. 2) Ibid., pag. 147. 3) Ibid., pagg. 128-129. 4) Ibid., pagg. 129-130. 5) G. Jinarajadasa, Il Mistero della vita e della forma, pag. 118, Editrice Libraria Sirio, Trieste, 1977. 6) Zolar, Il libro delle antiche conoscenze, pagg. 130-131, Edizioni SIAD, Milano, 1981. 7) G. Jinarajadasa, Il Mistero della vita e della forma, pagg. 118-119, Editrice Libraria Sirio, Trieste, 1977. 8) Zolar, Il libro delle antiche conoscenze, pagg. 131-132, Edizioni SIAD, Milano, 1981. 9) Ibid., pagg. 134-135. 10) Ibid., pagg. 143-144.

Bibliografia A. E. Powell, Il Corpo Astrale, Macro Edizioni, Cesena, Forlì, 1997.

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La Luce dell'Anima - 16 3. IL MONDO MENTALE (1) E' opportuno precisare che la sostanza presente nei sette sottopiani di questo Mondo, come quella degli altri Mondi a questo superiori, non può essere paragonata in nessuno modo con quella conosciuta dalla scienza ufficiale. Il Mondo mentale viene suddiviso in due parti, ovvero: 1. Mondo Mentale superiore o Manas Superiore: costituito da tre sottopiani di materia assai sottile. 2. Mondo Mentale inferiore o Manas Inferiore: costituito da quattro sottopiani di materia più sottile di quella del mondo astrale ma più grossolana di quella del Mondo Mentale superiore. E' la sede della mente con cui ognuno di noi ragiona per la maggior parte del tempo. Nei sette sottopiani del mondo mentale è presente l'essenza elementale propria di ogni piano. Va notato che su ogni sottopiano esiste una specifica materia mentale ed un'essenza elementale ben distinta dalla materia di quel sottopiano.

IL CORPO MENTALE (1) Il corpo mentale è quello che distingue un essere umano da un animale. Si esprime con il pensiero e consente le facoltà della deduzione logica, del ragionamento e della razionalità. E' anche il principio individualistico che permette all'uomo di capire che esiste, sente e ragiona. Possiede una forma ovoidale che permea e circonda il corpo fisico; questo ovoide cresce in dimensione e luminosità quando la coscienza limitata, separata ed egoistica, si espande e comincia ad interessarsi del benessere di tutte le creature e dell'umanità,. Il corpo mentale ha delle incredibili potenzialità operative che, purtroppo, sono state spesso utilizzate per raggiungere scopi egoistici e distruttivi. Comunque, quando viene permeato d'Amore (come dovrebbe esserlo secondo l'Intenzione Divina) diventa un utile e fattivo strumento di servizio ed evoluzione personale. Generalmente, il corpo mentale, così come il Mondo Mentale, viene suddiviso in due parti: 1. Il corpo mentale superiore , che costituisce la mente astratta, ovvero lo strumento con cui possiamo raggiungere l'illuminazione. E' l'aspetto mentale con cui i filosofi cercano di interagire. E' in questa sede che la conoscenza diventa saggezza. 2. Il corpo mentale inferiore , che costituisce la mente concreta, ovvero la mente che utilizziamo per risolvere i problemi che la vita ci propone giorno dopo giorno. E' l'aspetto mentale con il quale cercano di entrare in contatto gli psicologi e gli educatori.

Il corpo mentale superiore (mente astratta o corpo casuale) (1) Questo corpo è assolutamente speciale in quanto, a differenza degli altri (fisico, astrale e mentale inferiore) è immortale, ci accompagna infatti vita dopo vita raccogliendo quanto di meglio siamo riusciti ad imparare. Il corpo causale non può contenere imperfezioni, difetti o negatività. Quando non è sviluppato, però, non contiene neppure virtù, pertanto l'individuo potrà presentare i difetti che sono l'opposto delle virtù mancanti. Colui, ad es., che non ha sviluppato l'altruismo, sarà egoista, e così via. La sostanza che compone il mondo mentale superiore, è talmente dinamica e sottile che il chiaroveggente non la vede come luce fisica ma come "luce spirituale"; pertanto attraverso la mente astratta la "luce della conoscenza" può illuminare la nostra coscienza, conferendole conoscenza e saggezza. Chi ha raggiunto questa "illuminazione", non dovrà più lottare tra gli appetiti dei suoi corpi inferiori e le esigenze etico-morali, 97 - La Luce dell'Anima

infatti le seconde assumeranno sempre e comunque un carattere prioritario. Rimandiamo ad una prossima lettera una più dettagliata descrizione del corpo causale.

Il corpo mentale inferiore o mente concreta (1) Il corpo mentale inferiore, detto anche "mente concreta", è maggiormente visibile intorno alla testa ed opera nel mondo fisico attraverso la corteccia cerebrale ed il Sistema Nervoso Centrale. Le parti più antiche del cervello e del sistema nervoso in genere, sono invece gestite dal corpo astrale e dal corpo eterico che operano tramite il Sistema Nervoso Autonomo (simpatico e parasimpatico). La maggior parte delle persone è incapace di separare l'uomo "vero" dalla mente, quindi per essi il Sé e la mente sono la stessa cosa. Ciò è naturale, se non inevitabile, perché nello stadio attuale dell'evoluzione l'umanità sta lavorando allo sviluppo della mente, quel genere di intelletto atto alla discriminazione, capace di distinguere la differenza tra le varie cose. Pertanto "mente", secondo l'insegnamento dello Yoga orientale, significa semplicemente "coscienza individualizzata"; una coscienza che si manifesta con i seguenti processi: 1. conoscenza degli oggetti, aspetto dell'intelligenza proprio del piano mentale, 2. desiderio di ottenere gli oggetti, aspetto del desiderio proprio del piano astrale, 3. sforzo per ottenere gli oggetti, aspetto dell'attività propria del piano fisico. La mente concreta si è sviluppata con la necessità di dover risolvere i vari problemi della vita quotidiana. Se qualcuno, però, si impegna solo in questo tipo di attività mentale, ed accetta come "vero" solo ciò che è materialmente tangibile, potrà sviluppare la sua mente concreta, ma si limiterà perché non darà spazio a tutto ciò che è "veramente" vero, nobile, giusto e bello. Utilizzando la mente concreta il nostro "Io" ha l'illusione di "ragionare" mentre, in effetti, fa' solo una valutazione del diverso rapporto tra le varie cose; questa valutazione presume che le cose siano "reali", mentre sono solo illusorie perché, in ultima analisi sono solo strutture energetiche di atomi ed elettroni.

I COLORI DEL CORPO MENTALE INFERIORE (1) Il corpo mentale è dotato di grande bellezza, la delicatezza ed il rapido movimento delle sue particelle gli conferiscono un aspetto di viva luce iridescente. Questa bellezza diventa straordinariamente radiante e meravigliosa quando la mente viene orientata verso traguardi puri e sublimi. Ogni pensiero, fa nascere nella sostanza mentale una vibrazione particolare accompagnata da un gioco di colori paragonabile a quello creato da una cascata d'acqua colpita dai raggi solari; i colori sono però assai più dolci e assai delicati. Quando vi sono pensieri ispirati al divino, si può vedere un piccolo cerchio violetto localizzato al di sopra dell'ovoide creato dal corpo mentale. Come l'aspirante avanza nel sentiero spirituale questo cerchio diventa sempre più grande, aumentando il suo splendore finché, in un Iniziato, forma una calotta luminescente con i colori più meravigliosi che si possano immaginare. Spesso, un po' al di sotto del cerchio descritto, si trova un cerchio blu relativo al pensiero devozionale; cerchio generalmente assai sottile tranne per quelle persone che vivono la religione in modo profondo e sincero. Nei pressi di questo anello, si può riscontrare la zona molto più ampia correlata ai pensieri d'affetto; qui troviamo sfumature di color rosa e cremisi più o meno luminose a seconda dell'intensità del sentimento provato. Sotto alla zona dell'affetto, e spesso a lei collegata, si può trovare una fascia di colore arancione che spesso manifesta pensieri di ambizione e di orgoglio. In intima relazione con questa zona si trova la zona gialla dell'intelletto, a sua volta divisa in due parti che distinguono i pensieri filosofici da quelli scientifici. I pensieri di ordinaria amministrazione (casa, ufficio, scuola, economia, alimentazione, ecc.), sono manifestati in una larga fascia che occupa la parte mediana dell'ovoide. Il colore principale è il verde, con 98 - La Luce dell'Anima

ombre di marrone e giallo in relazione alla disposizione personale. Non vi è nessuna parte del corpo mentale che sia soggetta a modificarsi al pari di questa. Nella parte inferiore dell'ovoide vengono espressi i pensieri più indesiderabili: una specie di color fango denota l'egoismo ed al di sopra di questo si trova alle volte un anello dovuto a pensieri di odio, astuzia o paura.

I MECCANISMI DEL PENSIERO (1) Nel momento in cui formuliamo un pensiero concreto (lavoro, studio, ecc.), si generano nel corpo mentale inferiore delle vibrazioni che mettono in movimento pure il corpo astrale, il doppio eterico e la materia grigia del cervello. Tali vibrazioni, si rallentano di un'ottava nel passaggio da un corpo all'altro (che sono di diversa densità), e, quando arrivano al cervello fisico, sono così lente da poter stimolarne la materia grigia e determinare l'azione desiderata. Questo passaggio, non è sempre facile, perché talvolta non sono ancora aperti i canali necessari. Per questo motivo vi sono delle persone che non hanno alcuna comprensione per la musica, la matematica, o altri tipi di conoscenza.

La telepatia (1) Quando due individui, opportunamente addestrati, spostano la loro coscienza nel corpo mentale e comunicano tra loro, possono utilizzare suoni, forme e colori; questo fatto permette loro di convogliare un'idea nella sua completezza, presentandola sotto forma di immagine colorata e musicale. Questo tipo di comunicazione è pertanto molto più completa di quella ottenuta mediante la parola. Noi tutti, sebbene del tutto inconsapevolmente, siamo costantemente coinvolti in un continuo scambio telepatico. Sarebbe pertanto assai produttivo se cominciassimo, in modo regolare, ad esaminare ciò che appare nella nostra mente per renderci conto di quanti "disturbi" sono in grado di entrarvi. A tal scopo potremmo pertanto iniziare ad esaminare i nostri pensieri e cercare di determinarne l'origine. Sono nostri? Provengono da un'altra persona o gruppo di persone? Sono costruttivi o distruttivi? Ci portano gioia o tristezza, pace o agitazione? Vale la pena di tenerli nella nostra mente oppure no?

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GLI EFFETTI DEL PENSIERO Vi sono due effetti principali prodotti dall'attività del pensiero: 1. vengono prodotte delle vibrazioni nel corpo mentale e queste irradiano delle onde nello spazio circostante, 2. se il pensiero è sufficientemente forte e definito, si viene a creare una struttura energetica, chiamata "forma-pensiero", tanto più potente e resistente, quanto più forte è stato il pensiero che l'ha generata.

Le onde-pensiero (1) Ogni pensiero, produce delle onde che tendono a propagarsi nello spazio circostante, perché nell'atmosfera vi è molta materia mentale pronta a rispondere a simili impulsi. Queste onde sono simili a quelle create da una pietra che cade in uno stagno; però non si propagano in un piano solo, ma in molte dimensioni, come quelle del sole o di una lampada. Vi sono molte varietà di materia mentale, ed ognuna di queste ha la sua speciale qualità di vibrazione, alla quale è più abituata ed alla quale più rapidamente risponde. Un pensiero complesso generalmente utilizza molte varietà di materia mentale. In generale, possiamo dire che i pensieri di male o di egoismo sono espressi con la materia più grossolana, mentre i pensieri buoni ed altruistici, generano delle vibrazioni più rapide che mettono in moto la materia più fine dei sottopiani superiori. Le vibrazioni emesse da un pensiero tendono a riprodursi ogni qualvolta ne hanno l'occasione. Perciò, quando urtano un altro corpo mentale, tendono a far nascere in esso una vibrazione simile a quella originaria. La distanza alla quale arriva un'onda-pensiero, e l'energia che possiede, dipende dall'intensità e chiarezza del pensiero originale. Si deve notare che un'onda-pensiero non trasmette un'idea completa e definita, ma piuttosto tende a produrre un pensiero del suo stesso carattere. Così, per esempio, se un Indù emette un pensiero devozionale, in un Maomettano le sue vibrazioni ecciteranno la devozione ad Allah e in un Cristiano a quella verso Gesù. La potenza del pensiero di più persone unite è sempre molto più grande della somma dei loro pensieri separati; perciò è oltremodo benefico per qualsiasi città o comunità che vi siano delle persone che si riuniscono per generare pensieri di alto livello. Va sottolineato che, così come nelle trasmissioni di onde elettromagnetiche, più alto è il numero delle vibrazioni è più l'onda generata possiede energia; questo è il motivo per cui i telefonini usano una frequenza elevatissima che permette loro di comunicare con una piccolissima potenza. Pertanto colui che emette pensieri puri, buoni e forti, produce delle vibrazioni assai elevate nella materia dei sottopiani più alti della sua mente, mentre la stessa materia non è affatto utilizzata dall'uomo comune. Simile pensatore, perciò, è veramente una sorgente di bene nel mondo, e stimola in coloro che lo circondano la parte più sottile della loro mente, incentivando nuovi e più vasti campi di pensiero. Vi sono altri fattori che influiscono sull'energia di un'onda-pensiero; questi sono la natura stessa dell'onda e l'opposizione che può trovare nella sua propagazione. Le onde che hanno un'alta percentuale di contenuto emotivo, e si propagano nella materia mentale ed astrale, sono solitamente sommerse da una moltitudine di altre vibrazioni del medesimo livello, così come un piccolo rumore si perde in mezzo al tumulto di una folla che protesta per qualche ragione. Per questo motivo, i pensieri ordinari che riguardano se stessi, dopo essere nati nel Mondo mentale si tuffano nei corrispondenti bassi livelli dell'astrale; e per quanto emessi con energia, incontrano una quantità tale di pensieri simili che sono costretti a perdersi nella confusione. Un pensiero di carattere elevato, ha invece un campo di azione molto più vasto, perchè si propaga nella materia sottile del Mondo mentale dove vi sono pochi pensieri e si può espandere con facilità. 100 - La Luce dell'Anima

Non è esagerato dire che chi coltiva pensieri impuri o cattivi diffonde delle onde che pregiudicano il livello morale dei suoi simili. Tenendo presente che una larga quantità di gente porta con sè i germi del male (solitamente latenti), l'onda-pensiero emanata da un pensiero impuro o sacrilego può risvegliarne l'attività e dar loro l'inizio per un eventuale sviluppo. Molto male viene fatto in questo modo, seppur inconsciamente, da coloro che non cercano di correggersi e che dovranno rispondere per le loro azioni ed i loro pensieri. D'altra parte è ugualmente vero che un pensiero benefico può influire sul prossimo nel modo migliore. Tutti coloro che pensano hanno quindi una grande responsabilità, specialmente se lo fanno con forza e chiarezza, perchè inevitabilmente i loro pensieri influenzeranno una grande quantità di persone. Perciò ciascuno di noi dovrebbe mantenere pensieri elevati al fine di irradiare su coloro che ci circondano amore, calma, pace, e così via. Purtroppo pochi sono consapevoli del bene che potrebbero fare servendosi della potenza del pensiero. Può darsi che talvolta non possiamo fisicamente aiutare un sofferente perché questi non ci considera validi o simpatici, ed il suo cervello fisico è chiuso ai nostri suggerimenti. Il corpo astrale e mentale di costui sono però molto impressionabili è possiamo comunque aiutarlo con un pensiero di aiuto, affetto, calma ed ottimismo.

Le forme-pensiero o elementali artificiali (1) (2) (3) L'uomo è un creatore inconscio, perché quando pensa, parla, desidera, soffre, gioisce, ecc., crea delle strutture energetiche nei mondi corrispondenti, cioè nel mondo mentale e nel mondo astrale. Queste strutture sono tanto più potenti e perciò resistenti, quanto più forti sono stati i pensieri, i sentimenti, i desideri, e le emozioni che le hanno generate. Ogni pensiero, se abbastanza energico e definito, crea delle forti vibrazioni nel corpo mentale facendone espellere una piccola parte che si riveste con l'essenza elementale corrispondente; in questo modo viene a crearsi una struttura energetica vitalizzata che prende il nome di "forma-pensiero". Quando il pensiero è permeato di desiderio, o si occupa di attività passionali od emotive, la forma-pensiero si riveste anche di essenza elementale del mondo astrale. Pertanto un pensiero, o un impulso emotivo, generano una specie di essere vivente, che avrà come anima l'energia mentale e come corpo l'essenza elementale più adatta ad esprimere l'impulso originale. Talvolta una forma-pensiero viene anche chiamata "elementale" o "elementale artificiale". Questo elementale può avere molte e svariate forme e colori, dato che ogni pensiero ha una sua propria frequenza vibratoria ed attira a sè l'essenza la materia adatta alla sua espressione. Come abbiamo visto il corpo astrale ed il mentale inferiore sono i veicoli maggiormente interessati nella produzione di ciò che chiamiamo "forme-pensiero", pertanto tale termine non è del tutto esatto, perchè le forme prodotte possono essere costituite di sola materia mentale, oppure di materia mentale ed astrale, come accade nella maggior parte dei casi. Una forma-pensiero può bene paragonarsi ad un accumulatore di energia pronto a scaricarsi o a caricarsi ancor più se trova delle vibrazioni simili a quelle che l'hanno generata. Creazione delle forme-pensiero Vi sono alcuni principi basilari che stanno alla base della creazione di una forma pensiero: 1. i suoi colori sono determinati dalla qualità del pensiero, 2. la sua forma è creata dalla natura del pensiero, 3. i suoi contorni sono più o meno definiti in relazione alla chiarezza del pensiero, 4. la sua durata nel tempo dipende dalla forza con cui è stata creata e dal numero di volte che il pensiero è stato ripetuto. 101 - La Luce dell'Anima

Ognuno di noi, nella sua vita quotidiana, produce tre classi di forme pensiero: 1. quelle che, non essendo relazionate a noi stessi, e neppure rivolte ad altre persone, vengono lasciate indietro a marcare il percorso della vostra vita. 2. quelle che, essendo dirette verso una persona, un animale, una pianta, ecc., partono da noi e vanno nella direzione del traguardo stabilito. 3. quelle che, essendo centrate su noi stessi, restano sospese nelle vostre vicinanze e ci seguono sempre e comunque. Esse possono muoversi nel mondo del desiderio per raggiungere un punto dove le vibrazioni sono più congeniali oppure aleggiare intorno a chi le ha generate: idee fisse, pregiudizi e preconcetti fanno parte di questa categoria. Essi non sono altro che forme pensiero cristallizzate che costituiscono una specie di paraocchi tendente ad alterare la realtà delle cose. Qualità delle forme-pensiero Vi possono essere delle forme pensiero altamente spirituali ed altre della più bassa materialità, individuali o collettive in relazione al numero delle persone coinvolte nella loro creazione. La loro durata dipende dall'intensità dei pensieri, dei sentimenti, dei desideri ecc. che le hanno create. Ve ne sono perciò di breve durata ed altre che accompagnano l'uomo per tutta la sua vita terrena e talvolta anche in quella dell'aldilà. Alcune forme-pensiero collettive, come l'amor di patria, credi religiosi o politici, possono durare secoli o millenni, perché sono continuamente ricaricate dai pensieri e dai sentimenti di coloro che hanno accettato tali concetti e li condividono. Forme-pensiero personali e il pericolo delle paure provate per gioco Se la forma-pensiero è egoistica o egocentrica (come lo sono la maggior parte dei pensieri), vagherà costantemente intorno al suo creatore, sempre pronta a reagire su di lui ogni qualvolta egli si trovi in condizione di passività. Prendiamo, per es., il caso di un uomo che si abbandona sovente a pensieri impuri; egli potrà dimenticarli fintanto che la sua attenzione è occupata nel fare qualcosa, ma quando l'attenzione cala e la mente non è più concentrata, le forme-pensiero di impurità (che gli aleggiavano intorno), lo assaliranno inducendolo in tentazione. Se tale individuo è sufficientemente intelligente potrà rendersi conto di quanto avviene e forse pensare di essere "tentato dal demonio". In realtà la tentazione gli viene dall'esterno solo in apparenza, perché è solo la logica reazione delle forme-pensiero che lui stesso ha creato. Ogni individuo si muove nello spazio, racchiuso in una specie di gabbia, costituita dalle forme-pensiero frutto delle sue abituali attività mentali; questa "gabbia" costituita da idee cristallizzate, pregiudizi e preconcetti, gli impedisce di vedere le cose nella loro giusta luce e lo porta ad interpretare ciò che vede e sente in modo del tutto personale. Pertanto un individuo non vedrà mai nulla con precisione, finché non avrà raggiunto il completo dominio dei propri sentimenti e dei propri pensieri. Se un certo pensiero è ripetuto più volte, può generare una forma-pensiero talmente forte che, per evitare la propria estinzione, può ricreare il pensiero che l'ha generata nella mente del pensatore. Da questo fatto nasce il grande pericolo che corrono coloro che si "divertono" assistendo a film dell'orrore o similari. Essi, senza saperlo, creano una forma-pensiero di tensione e terrore che, nel tempo, può instaurare paure irragionevoli a cui i tranquillanti potranno offrire solo un leggero sollievo. Forme-pensiero senza una direzione precisa Se la forma-pensiero non è formata da pensieri riguardanti se stessi, o non è rivolta verso qualcosa o qualcuno, vaga nello spazio e, se non viene a contatto con altri corpi mentali con vibrazione similare, esaurisce gradatamente la sua energia e scompare.

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Se, al contrario, riesce a contattare uno o più corpi mentali con le sue stesse vibrazioni, ne viene assorbita e susciterà in essi pensieri uguali o simili a quelli che l'hanno generata. Vediamo perciò che migliaia di persone possono essere influenzate da una forma pensiero con sufficiente energia. Forme-pensiero dirette verso altri Se il pensiero di un individuo o i suoi sentimenti, sono diretti verso una data persona, la forma-pensiero derivante si dirigerà verso di essa e, se trova nel suo corpo astrale e mentale la materia adatta si scaricherà con un effetto correlato al tipo di pensiero originario. Desideriamo sottolineare il fatto che, se l'aura del destinatario non contiene una materia adatta a rispondere, la forma pensiero non può produrre alcun effetto. Da questo fenomeno proviene il detto "un cuore e una mente puri sono la miglior protezione". Questa purezza, infatti, costruisce un corpo astrale e mentale di materia assai sottile, incapace di rispondere alle vibrazioni che richiedono una materia grossolana. L'Egregore Un egregore è un'entità collettiva creata dal pensiero di tutti gli individui appartenenti a un gruppo, un popolo, oppure a una religione; i loro pensieri ed i loro desideri, che vanno tutti nella medesima direzione formano un egregore impregnato, nutrito, modellato da quella collettività. Un egregore può aiutare sia una comunità che l'intera umanità, è perciò essenziale comprendere come si può formare un egregore potente che lavori nel mondo, che aiuti e illumini le creature.

La responsabilità nei confronti del proprio pensiero Se consideriamo come ogni nostro pensiero e sentimento crei un'onda-pensiero e spesso anche una formapensiero, la cui vita può essere prolungata per giorni, mesi e persino per anni, apparirà chiaro come la nostra aura non possa far a meno di essere popolata da una quantità inimmaginabile di forme pensiero, positive o negative, che influenzano in modo notevole le nostre azioni, i nostri pensieri e la nostra salute. Da quanto esposto emerge la necessità di giuste informazioni sui terribili poteri inconsci dell'uomo; un'insegnamento che proponga l'igiene del pensiero, dei sentimenti e dei desideri, così come normalmente si insegna l'igiene necessaria al mantenimento della salute del corpo fisico in particolare. La "malattia" che da sempre risulta più diffusa è l'egoismo, sia individuale che di gruppo. Ogni individuo, pertanto, dovrebbe essere "vaccinato" sviluppando in lui una coscienza planetaria e rendendolo consapevole dell'energia contenuta in ogni sua parola, azione e pensiero. Questi, infatti, se non sono amorevoli e costruttivi, turbano l'equilibrio planetario e costringono la natura ad azioni riparatrici, che possono andare dalla malattia individuale ad un cataclisma di cui i terremoti e le trombe d'aria costituiscono un drammatico esempio. Come abbiamo visto il nostro corpo mentale è influenzabile dai pensieri provenienti dalle persone che ci circondano: ciò che viene definito come opinione pubblica non è altro che una forma-pensiero che stimola le persone più ricettive ad allinearsi con l'idea che l'ha generata. L'energia mentale/emozionale, creata da un partito politico, una setta od un gruppo, deve la sua forza al fatto che gli aderenti a quell'ideologia mantengono vivi tali pensieri nella propria mente. Se tutti costoro cessassero di pensarla in quel modo la forza dell'egregore (forma-pensiero) verrebbe a mancare e cesserebbe di esistere.

Un pensiero del Maestro Daskalos (4) L'intensità degli elementali (forme-pensiero, n.d.r.) corrisponde alla forza dei desideri che li hanno generati. Dopo aver raggiunto il loro obbiettivo e servito al loro scopo, essi ritornano al creatore per essere proiettati 103 - La Luce dell'Anima

di nuovo con ulteriore forza. Tale processo è ripetuto molte volte, e crea all'interno della nostra personalità, o un ambiente terribilmente oscuro (quando gli elementali sono di livello basso), o una forte atmosfera di amore (se sono pensieri-desideri di buona qualità). Nello stesso modo con cui possiamo avvelenare il corpo fisico, se consumiamo del cibo pericoloso, o purificarlo se ce ne prendiamo buona cura, così è possibile avvelenare o purificare le nostre personalità. Questo è il modo con cui il carattere umano si evolve.

Riferimenti Bibliografici 1) Elaborato da: Il Corpo Mentale, di A. E. Powell, Macro Edizioni, Cesena, Forlì, 1997. 2) Elaborato da: Le forme pensiero, di Besant e C.W. Leadbeater, pagg. 12-15, Edizioni Adyar, Settimo Vittone (TO), 1997. 3) Elaborato da Alchimia spirituale, di Filiberto Zarattini, pagg. 111-117, Edizioni Società Teosofica, Trieste, 1979. 4) Kyracos C. Markides, Omaggio al Sole, pagg. 135-136, Edizioni Miriadi, Via Cassanese, 4 - Traverserolo, Parma.

Bibliografia La terapia mentale mediante i colori, The Maitreya School of Healing, revised edition 1993, 2 Jeymer Avenue - Willesden Green - London NW2 48L - England. G. Jinarajadasa, Il Mistero della vita e della forma, pagg. 118-119, Editrice Libraria Sirio, Trieste, 1977.

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La Luce dell'Anima - 17 I SETTE MONDI DEL NOSTRO UNIVERSO --- NOME ORIENTALE --7. Divino o Adi 6. Monadico o Anupadaka 5. Spirituale o Atmico 4. Intuitivo o Buddhico 3. Mentale: - superiore o causale - inferiore o mente concreta 2. Mondo Astrale 1. Fisico e Doppio eterico

--- NOME OCCIDENTALE --7. Mondo di Dio 6. Mondo degli Spiriti vergini 5. Mondo dello Spirito divino 4. Mondo dello Spirito vitale 3. Mondo Mentale: - superiore - inferiore 2. Mondo del desiderio 1. Mondo Fisico e Doppio eterico

Premessa L'uomo è un animale più un Dio vivente, entro il suo guscio fisico. Dottrina Segreta II Erman Hesse, nel suo libro Siddartha, paragona l'uomo ad una goccia d'acqua del mare che, in questo caso, rappresenta Dio. Ogni goccia, fintanto che resta nell'oceano, fa parte del tutto e non possiede una coscienza separata con cui affermare "Io sono un goccia e come me ne esistono altre". Solo quando l'acqua evapora, ed il vapore si condensa, appaiono le gocce separate. Ognuna di esse, volendo, può darsi un nome e proclamare "Io sono N...". Così accade per lo Spirito dell'uomo che si è separato dal Fuoco Divino diventandone una scintilla (detta Monade o Jiva) che è scesa ad abitare nel Mondo Monadico. La Monade, fintanto che resta nel Mondo monadico, non può avere una coscienza individuale, perché in tale Mondo ogni parte condivide la coscienza universale del Tutto. Pertanto la Monade, pur restando nel suo Mondo, scende con una parte di sé nei Mondi spirituale, intuitivo e mentale superiore. Quando arriva a ricoprirsi con la sostanza del Mondo mentale superiore, possiede finalmente un involucro abbastanza denso da consentirle di sentirsi isolata e distinta.

Io, Ego, Sé superiore, Anima, Angelo solare, Cristo interiore La Monade, così individualizzata, costituisce la parte immortale ed immateriale dell'uomo. E' il Maestro interiore di ognuno di noi, chiamato anche Ego, Sé superiore, Anima, Angelo solare, Cristo interiore. La Filosofia esoterica insegna che vi sono due Ego: 1. L'Ego superiore, che ha una coscienza universale e tende al benessere di tutte le cose; non è toccato dall'egoismo e, pur essendo isolato, si sente parte integrante del Tutto. 2. L'Ego inferiore, generalmente chiamato "Io" o "personalità", che è tendenzialmente egoista e pesantemente influenzato dai desideri e passioni del Mondo astrale. Quando, in una persona la coscienza dell'Io lascia un po' di spazio a quella dell'Ego, gli interessi personali diventano meno forti e quelli degli altri cominciano ad assumere qualche importanza. Quando la coscienza è completamente focalizzata sull'Ego gli interessi degli altri diventano più importanti che non quelli personali. L'uomo, nella sua totalità, risulta pertanto così costituito: 105 - La Luce dell'Anima

Veicolo Spirito

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Monade

Mondo Mondo Divino o Adi Mondo Monadico o Anupadaka

Ego o Anima

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Spirito Intuizione Mente superiore

Mondo Atmico Mondo Intuitivo o Buddhico Mondo mentale superiore

Io o Personalità

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Mente Inferiore Astrale o emotivo Fisico ed eterico

Mondo mentale inferiore Mondo astrale Mondo fisico

Mentre la materia è il mezzo con cui l'Ego può lavorare e fare esperienze, l'Ego stesso, su un piano più elevato, è il mezzo utilizzato dallo Spirito per sviluppare le varie potenzialità che porta con sé, in forma latente, dal momento in cui è stato creato.

La tragedia dell'umanità Quando pensiamo a noi stessi, non ci riferiamo all'Ego bensì al nostro "Io", ovvero siamo concentrati sulla nostra personalità. Questa è l'attuale tragedia dell'uomo la cui coscienza è inviluppata dai corpi fisico, astrale e mentale, e perciò non si rende conto della sua vera natura: quella spirituale. In effetti, ognuno di noi, se riuscisse a focalizzare la sua coscienza nell'Ego, potrebbe considerare l'insieme dei suoi veicoli inferiori (corpo fisico, astrale e mentale), come un burattino: uno strumento con cui fare esperienze nel mondo della materia, delle emozioni e del pensiero. Invece, purtroppo, ci identifichiamo con lo stesso burattino e siamo pesantemente coinvolti nei suoi desideri e nelle sue passioni, mentre ne dovremmo essere alquanto distaccati.

3. IL MONDO MENTALE SUPERIORE Il Mondo mentale viene suddiviso in due parti, ovvero: 1. Mondo Mentale superiore o Manas Superiore: costituito da tre sottopiani di materia assai sottile. La sostanza che compone il mondo mentale superiore, sede della "mente astratta", è talmente dinamica e sottile che il chiaroveggente non la vede come luce fisica ma come "luce spirituale"; una luce in grado di "illuminare" la nostra coscienza, conferendole grandi possibilità di conoscenza. Nel Mondo mentale superiore sono localizzate i circa sessanta miliardi di Anime che costituiscono l'umanità; di queste solo qualche miliardo è attualmente incarnato in un corpo fisico. 2. Mondo Mentale inferiore o Manas Inferiore: costituito dai quattro sottopiani di materia più grossolana del Mondo Mentale. E' la sede della mente con cui ognuno di noi ragiona per la maggior parte del tempo. Questo Mondo, ed il corpo relativo, sono stati esaminati nella lettera "La Luce dell'Anima" n. 16.

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Il Corpo Causale o Mentale Superiore L'entità che informa il corpo causale è il divino Pensatore. A. Bailey, Trattato del Fuoco Cosmico, pag. 662. Il corpo causale, o mentale superiore, è costituito dalla materia dei tre sottopiani superiori (i più sottili) del Mondo mentale ed è il corpo che permette alla Monade di possedere una coscienza individuale. Con il corpo causale la Monade può dire "Io sono". Nelle persone comuni, il corpo causale non è ancora completamente attivo e quindi viene vivificata solo la materia grossolana che ne costituisce il sottopiano più basso. Man, mano che l'uomo sviluppa le sue possibilità latenti, durante il lungo corso della sua evoluzione, anche la materia degli altri sottopiani entra gradatamente in attività, però è solo negli uomini perfetti, chiamati Adepti o Maestri, che il corpo casuale raggiunge il pieno sviluppo. Il corpo causale, costituisce la mente astratta, ovvero lo strumento con cui l'uomo può raggiungere l'illuminazione. E' l'aspetto mentale con cui i filosofi cercano di interagire; la sede in cui la conoscenza può diventare saggezza. L'uomo, utilizzando la mente astratta, può comprendere pienamente come tutte le creature siano partecipi della stessa e unica Vita, e trarne la motivazione a pensare ed agire in conformità alla "fratellanza universale". Con questa "illuminazione", non dovrà più lottare tra gli appetiti dei suoi corpi inferiori e le esigenze etico-morali, infatti quest'ultime saranno sempre più importanti dei suoi desideri.

L'individualizzazione (1) Possiamo considerare il corpo causale un involucro necessario affinché una Monade, pur restando universale nella sua essenza, appaia come separata dal resto delle cose e delle persone. Lo scopo di questa separazione è quello di permettere alla Monade di svilupparsi e crescere; permettergli di conoscere e lavorare nei Mondi inferiori (fisico, astrale e mentale inferiore) nello stesso modo in cui conosce i Mondi spirituali. Pertanto non può esistere alcun "uomo", nessun essere "umano", finché la Monade, non si riveste con il corpo causale, che gli conferisce l'individualità. Gli animali, pur avendo un corpo astrale ed un abbozzo di corpo mentale inferiore, non hanno una coscienza singola perché mancano del corpo causale che la può conferire.

ESPERIENZA E SAGGEZZA (2) Mentre i corpi inferiori servono per le sensazioni, le percezioni, la reazione ed elaborazione delle idee; spetta all'Ego coordinarle, discernere fra quelle valide e quelle non valide ai fini dello sviluppo spirituale. Pertanto l'Ego viene anche chiamato "il divino Pensatore". L'Ego svolge un lavoro assai puro, non più turbato dai sensi né influenzato in alcun modo dal mondo esterno. Qui la Monade esprime l'intelligenza pura, la visione chiara, l'intelligenza libera dai sensi, tranquilla e serena. L'Ego, raduna nel corpo causale tutte le esperienze fatte durante una vita terrena, affinchè vengano tramutate in quell'essenza di esperienza e di sapere che forma la saggezza. Pertanto la saggezza rappresenta il frutto di numerose incarnazioni, il risultato di tante esperienze e conoscenze.

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Il corpo causale dei primitivi (3) In un uomo primitivo, questo corpo si presenta come un ovoide, delimitato da una delicata membrana appena visibile; assomiglia ad una bolla d'aria e dà l'impressione di essere vuoto. Benchè questa bolla sia piena di materia mentale superiore, questa non entra ancora in attività, ed appare perciò trasparente e senza colore. Nel tempo, man mano che l'uomo si sviluppa spiritualmente, anche questa materia viene posta in attività dalle vibrazioni provenienti dai corpi inferiori. Questo sviluppo avviene assai lentamente, poichè le attività dell'uomo nei primi stadi della sua evoluzione non sono tali da potersi esprimere in una materia tanto fine come quella del corpo causale. Ma quando l'uomo diventa capace di pensare astrattamente o di provare emozioni altruiste, la materia del corpo causale viene attivata ed inizia a vibrare. Queste vibrazioni appaiono nel corpo causale sotto forma di colori; allora la bolla trasparente diventa gradualmente una sfera piena di materia tinta con i colori più belli e più delicati, un oggetto d'una bellezza inconcepibile.

I colori del corpo casuale (3) Riprendiamo brevemente il significato dei vari colori che abbiamo già visto in precedenza. Un rosa pallido esprime un aspetto altruista; il giallo un alto potere intellettuale; il blu devozione; il verde simpatia, e un blu lilla luminoso esprime la spiritualità superiore. Nei corpi più densi questi stessi colori sono naturalmente molto meno delicati e anche meno vivi.

Nel corpo causale non vi possono essere negatività (3) Benchè, nel corso della sua evoluzione, un individuo spesso introduca nei suoi veicoli delle qualità che non sono desiderabili, per es. l'orgoglio, l'irritabilità e la sensualità, nessuna di queste può trovare espressione nel corpo causale. Le vibrazioni dovute alle emozioni negative si esprimono infatti nelle materie più grossolane del corpo astrale, quelle dei sotto-piani inferiori. Queste vibrazioni astrali, assai grossolane, possono influenzare anche la materia dei sottopiani inferiori del Mondo mentale, ma non la materia assai sottile del corpo causale. Tale materia può essere influenzata solo dalle vibrazioni dei tre sottopiani superiori del corpo astrale, che esprimono solo delle buone qualità. Ne risulta che l'uomo può immettere nel suo corpo casuale soltanto buone qualità. Le qualità cattive che egli sviluppa hanno solo un effetto transitorio, dal punto di vista evolutivo, e vengono messe da parte col progredire dello sviluppo spirituale. Ad un certo punto non potranno nemmeno esistere perché nei suoi veicoli non vi sarà più la materia capace di esprimerle.

Il livello di evoluzione individuale (4) Il corpo causale rappresenta il serbatoio di quanto l'individuo ha raccolto, vita dopo vita, agendo in modo nobile, generoso, armonioso e in accordo con la Legge dello Spirito. Infatti ogni pensiero grande e nobile, ogni emozione pura ed elevata, si eleva e si mescola nella sostanza del corpo causale; potremmo perciò paragonare questo corpo ad un filo, su cui, come fossero perline, si infilano tutte le cose buone e valide compiute da un individuo. Quindi osservando il corpo causale si può conoscere in modo sicuro lo stadio di evoluzione raggiunto da una persona. Questa è la vera è unica prova per conoscere il livello di evoluzione individuale. E' nel corpo causale che vengono immagazzinati i germi delle qualità che costituiscono le caratteristiche profonde di un individuo nelle incarnazioni successive. Da questo fatto possiamo comprendere come il carattere di una persona, ovvero il modo in cui si esprime attraverso i corpi mentale, astrale e fisico, dipendono in realtà dal contenuto del suo corpo causale.

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LO SVILUPPO DEI CORPI SOTTILI (5) Ogni piano dei mondi sottili, sia esso eterico, astrale o mentale, consiste di una materia più fine di quello che lo precede. Quando l'uomo si trasfigura, cercando di vincere l'egoismo individuale a favore del benessere universale, attira a sé una materia di qualità sempre più raffinata, che viene usata per rinnovare i suoi corpi sottili rendendoli sempre più sensibili ed efficaci. Considerando le grandi possibilità creative della mente, l'umanità dovrebbe utilizzarla ed esercitarla nel modo più giusto al fine di favorirne un giusto sviluppo. In questo senso sono assai utili i pensieri costruttivi e un continuo esercizio nell'attenzione e concentrazione. Il leggere senza riflettere, il guardare passivamente gli spettacoli televisivi, le conversazioni fatte di luoghi comuni e lo studio fatto imparando "a memoria", non aiutano certo lo sviluppo del corpo mentale. Mentre la quantità dei pensieri intrattenuti nella mente determina le dimensioni del corpo mentale inferiore; la loro qualità determina invece la qualità della materia utilizzata per la sua crescita. Non vi preoccupate mai di andare incontro ad un esaurimento mentale perché il corpo mentale non conosce la fatica. Ciò che noi definiamo "fatica mentale", è soltanto il risultato degli sforzi fatti dal cervello fisico attraverso il quale il pensiero si esprime. Mentre un buon corpo astrale può essere sviluppato eliminando emozioni, sentimenti, passioni di carattere egoistico, negativo e distruttivo, lo sviluppo del corpo mentale prevede invece l'acquisizione ordinata della conoscenza, la raccolta delle informazioni, l'osservazione dei fatti, e tutto ciò che possa istruire scientificamente, intellettualmente ed accademicamente. A tutti gli effetti siamo noi stessi che determiniamo la materia costituente e la frequenza vibratoria dei nostri corpi sottili. Se pensiamo veracemente la menzogna non potrà "vibrare" nella vostra mente; se pensiamo amorevolmente l'odio non troverà spazio nella nostra mente.

Lo sviluppo del corpo causale (6) In un uomo primitivo la crescita del corpo causale è di necessità infinitamente lenta. Come abbiamo visto, è per mezzo di eccitazioni, di vibrazioni simpatiche che le qualità superiori vengono sviluppate dalla vita dei piani inferiori e sono gradatamente costruite nel corpo causale; ma nella vita di un uomo non sviluppato saranno ben poche le sensazioni o i pensieri di ordine superiore che possano servire di nutrimento per la crescita del vero uomo. Perciò la crescita è lenta e la vita grossolana non dà alcun aiuto.

I difetti e le qualità (6) Dobbiamo sottolineare il fatto che anche il peggiore degli uomini ha il suo corpo causale, benchè non ancora sviluppato. I suoi vizi, anche se persistenti di vita in vita, non possono macchiare il corpo causale; possono però rendere sempre più difficile lo sviluppo delle virtù opposte. Va sottolineato che l'esistenza di un difetto nella personalità, significa mancanza della corrispondente buona qualità nel corpo causale. Anche se questa buona qualità non appare all'esterno, si può comunque dire che essa è già presente nel corpo causale, benchè non sia ancora in attività. Appena essa viene destata, le sue intense vibrazioni impediranno che l'opposta qualità negativa sia presente nella personalità. Quando una buona qualità non è ancora sviluppata, non è detto che sia presente un vizio nella personalità; vi è solo la possibilità che lo stesso possa crescere indisturbato, magari per imitazione di altre persone. Quindi il modo più rapido per liberarsi dal male ed impedire il suo apparire consiste nel riempire di bene il corpo causale; la buona qualità così sviluppata farà poi parte integrante del carattere in tutte le vite future.

La parete di egoismo (7)

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Quando un individuo diventa forte nell'intelletto e nella volontà, senza crescere nello stesso tempo in altruismo ed in amore, invece di espandersi si contrae attorno al suo centro separato; in tal modo esso costruisce intorno a sé una parete di egoismo ed utilizza i poteri in via di sviluppo per se stesso invece che per gli altri. Per questa ragione l'ambizione, l'orgoglio ed il potere dell'intelletto, usati per scopi egoistici, sono molto più pericolosi e mortali nei loro effetti che non le colpe più appariscenti della natura inferiore. E' per questo motivo che "il Fariseo è spesso più lontano dal regno di Dio, che non il pubblicano e il peccatore".

Come formare il nostro corpo glorioso (8) Il corpo glorioso (o corpo causale, n.d.r.) è già in noi sotto forma di seme, di germe. Che cosa si fa di un seme? Lo si pianta, ci si occupa di esso, lo si innaffia, ed esso cresce, diventa un albero, cioè un corpo sviluppato, vigoroso. Ma questo corpo esisteva già in potenza, con tutte le possibilità di futuri sviluppi. Tutto è contenuto nel seme: le dimensioni, la bellezza, i frutti dell'albero, ma bisogna nutrirlo, innaffiarlo, altrimenti muore. Il corpo glorioso non viene creato; ogni essere lo possiede sotto forma di germe, e il lavoro del discepolo consiste proprio nell'innaffiarlo, riscaldarlo, alimentarlo. Perciò, quando attraversate momenti di vita spirituale molto intensa, quando ascoltate della musica, quando vi sentite trasportati dinanzi ad uno spettacolo di grande bellezza, in quel momento voi alimentate il vostro corpo glorioso e gli date forza; infatti, questi sentimenti di amore e di meraviglia, queste emozioni, sono delle particelle grazie alle quali formate la vostra creatura. Nutrite il vostro corpo glorioso esattamente come la madre nutre il proprio figlio: con il suo sangue, i suoi pensieri, i suoi sentimenti. Se siete istruiti in questa luce iniziatica, potrete attirare gli elementi più puri e più luminosi per formare il vostro corpo glorioso. Ma se non lavorate, se vi abbandonate alle passioni, alle elucubrazioni e ai desideri di ogni genere, non ci riuscirete mai, perchè il corpo glorioso non si costruisce con questi materiali così torbidi e pesanti, e perciò rallenterete la vostra evoluzione. Dovete imparare ad essere più attenti, a fare delle scelte, sia nei vostri pensieri che nei vostri sentimenti, e quando giungono i momenti difficili, nei quali siete preoccupati, oppure provate odio, gelosia, desiderio di vendetta, ricordate subito che state rallentando la formazione del vostro corpo glorioso, e cambiate il vostro stato! Il corpo glorioso non può essere formato che con la parte migliore di noi. Se lo nutriamo a lungo con la nostra carne, il nostro sangue, il nostro fluido, la nostra vita, esso diventa luminoso, irradiante, potente, immortale, perchè è formato da materiali inalterabili, eterni, e potrà compiere meraviglie, dapprima in noi stessi e poi fuori di noi. E' attraverso questo corpo glorioso e luminoso che Cristo può compiere miracoli. Prima di avere formato questo corpo in se stesso, l'uomo è opaco, debole, oscuro, vulnerabile, malaticcio. Tuttavia, ciascuno porta in sé un germe del Cristo, che deve sviluppare lavorando coscientemente secondo la legge dell'affinità. Dovete dunque riuscire a superare voi stessi, per attirare le particelle più pure, le più luminose dell'oceano eterico e fonderle nel vostro corpo glorioso. Potete cominciare oggi stesso ad attirare queste particelle, dapprima in piccola quantità, poi ogni giorno di più...

Riferimenti Bibliografici 1) Arthur E. Powell, Il Corpo Causale, pag. 86, Macro Edizioni, Cesena, Forlì, 1997. 2) Ibid., pagg. 86-87. 110 - La Luce dell'Anima

3) Ibid., pag. 91. 4) Ibid., pag. 86. 5) La terapia mentale mediante i colori, The Maitreya School of Healing, revised edition 1993, 2 Jeymer Avenue - Willesden Green - London NW2 48L - England. 6) Arthur E. Powell, Il Corpo Causale, pagg. 103-104, Macro Edizioni, Cesena, Forlì, 1997. 7) Ibid., pag. 105, Macro Edizioni, Cesena, Forlì, 1997. 8) Omraam Mikhael Aivanhov, La nuova Terra, pag. 175, Edizioni Prosveta.

Letture per approfondire Betty Bethards & Jaclyn Catalfo, Sette gradini per sviluppare i poteri dell'intuizione, Sonzogno Editore, collana "Best Seller" . Questo libro, strutturato come un vero e proprio "libro di esercizi", è suddiviso in sette lezioni. Nel suo insieme rappresnta una guida ispirata che, passo dopo passo, mette in grado il lettore di espandere la conoscenza che ha di se stesso, fino a fargli raggiungere una maggior consapevolezza spirituale ed un maggiro equilibrio fra corpo, mente e spirito.

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La Luce dell'Anima - 18 I SETTE MONDI DEL NOSTRO UNIVERSO --- NOME ORIENTALE --7. Divino o Adi 6. Monadico o Anupadaka 5. Spirituale o Atmico 4. Intuitivo o Buddhico 3. Mentale: - superiore o causale - inferiore o mente concreta 2. Mondo Astrale 1. Fisico e Doppio eterico

--- NOME OCCIDENTALE --7. Mondo di Dio 6. Mondo degli Spiriti vergini 5. Mondo dello Spirito divino 4. Mondo dello Spirito vitale 3. Mondo Mentale: - superiore - inferiore 2. Mondo del desiderio 1. Mondo Fisico e Doppio eterico

4. IL MONDO INTUITIVO O BUDDHICO (1) Subito sopra (in senso figurato) al Mondo Mentale superiore si trova il Mondo Buddico, anch'esso formato da sette sottopiani di materia sempre più sottile. Questo è il mondo da cui provengono le intuizioni che permettono agli artisti di ideare il loro capolavoro. Va sottolineato che un'intuizione può aver luogo solo quando il corpo mentale ed astrale sono tranquilli e favoriscono in tal modo il passaggio dell'ispirazione dai piani superiori a quelli inferiori. Mentre l'intelligenza è la nota predominante del Mondo Mentale inferiore, e la luce spirituale lo è di quello superiore, la qualità specifica del Mondo Buddhico è l'Amore-Saggezza. Questo è perciò il mondo dei rapporti, delle comunioni, della coscienza di gruppo in cui si realizza l'unità; una unità fatta dall'intreccio di innumerevoli rapporti. Il Mondo Buddhico è il mondo dell'unione, e non solo fra gli uomini; infatti la sua materia pervade lo spazio interplanetario ed interpenetra i singoli pianeti, formando un vincolo comune fra loro. Così come chi possiede una nave e la sa dirigere, può spostarsi da un paese all'altro, così chi ha sviluppato il corpo buddhico e lo sa controllare, può viaggiare da un pianeta all'altro in un tempo brevissimo.

5. IL MONDO SPIRITUALE O ATMICO (1) Sopra (in senso figurativo) al Mondo Buddico si trova il Mondo Atmico, anch'esso formato da sette sottopiani di materia sempre più sottile. Nel mondo Atmico le note fondamentali sono la volontà e la potenza. Qui dimora l'energia dinamica dello Spirito, che anima il Piano divino e che ne promuove l'attuazione nei livelli inferiori. In modo analogo a quello col quale il Mondo Buddhico ci mette in relazione con gli altri pianeti del nostro sistema solare, il Mondo Atmico ci mette in relazione con gli altri sistemi solari. In questo mondo l'uomo ha il suo veicolo più sottile: il corpo atmico che, come un velo, lo isola dagli altri uomini permettendogli l'individualizzazione. Ben pochi umani, però, hanno sviluppato questo corpo e lo sanno utilizzare in piena coscienza.

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6. IL MONDO MONADICO (1) Ricordiamo che dal Mondo di Dio, come tante goccioline che evaporano dal mare, si sono staccate circa 60 miliardi di scintille divine, chiamate "Monadi", che rappresentano la parte divina di ogni essere umano. Ognuno di noi, infatti, attraverso la sua Anima è legato ad una Monade, che rappresenta la sua "stella nel cielo". I 60 miliardi di Monadi abitano nel Mondo Monadico. Anche questo mondo ha sette sottopiani, ciascuno diverso e con qualità differenti. Pertanto le Monadi non sono tutte uguali; sono distinte anzitutto in sette grandi gruppi, corrispondenti ai sette Raggi, e inoltre in altri gruppi e sottogruppi secondo le loro funzioni. Quindi questo Mondo Monadico, che a noi può sembrare qualche cosa di astratto, è invece pieno di vita e di Esseri che vi svolgono attività per noi inconcepibili, ma altrettanto reali e definite quanto quelle che si svolgono negli altri mondi. Cerchiamo perciò di renderci conto di questa pienezza di vita differenziata e organizzata meravigliosamente a tutti i livelli.

7. IL MONDO ADI, IL "MARE DI FUOCO" (1) Questo è il mondo più sottile, il "mare di fuoco" o "Mondo di Dio". Anche questo mondo ha sette sottopiani, sette livelli, ed è abitato da Esseri altissimi, alcuni del quali sono chiamati con espressione simbolica "Le Luci che attuano il Volere di Dio". Qui dimorano permanentemente il Buddha e altre Entità eccelse che hanno raggiunto il suo livello spirituale. A capo di tutti è Colui che è detto il Re del Mondo: Sanat Rumara, che potrebbe esser considerato come il Dio del nostro pianeta... e che in termini cristiani viene chiamato il Padre.

GLI ABITANTI DEI MONDI INVISIBILI (1) Secondo gli insegnamenti esoterici vi sono due grandi gruppi di esseri viventi, quelli che "scendono" verso la materia o mondo fisico, lungo l'arco involutivo (vedi l'essenza elementale, n.d.r.), e quelli che "salgono" di mondo in mondo lungo l'arco evolutivo. In questo secondo gruppo sono presenti due grandi schiere di esseri: 1. quelli appartenenti all'evoluzione umana (circa 60 miliardi di Anime), tra cui i Maestri di saggezza, 2. quelli che sono chiamati con termine orientale "deva" (circa 110 miliardi di Esseri), che corrispondono in parte alle Gerarchie angeliche del Cristianesimo.

GLI ESSERI APPARTENENTI ALL'UMANITA' Gli abitanti del Mondo Astrale Per questi abitanti rimandiamo il lettore a quanto detto nella lettera "La Luce dell'Anima" n. 15, ed al capitoletto "Le fate", che si trova più innanzi.

Gli abitanti del Mondo Mentale inferiore (2) Questo mondo, detto anche "Cielo inferiore" o "Devachan", è composto dai quattro sottopiani di materia più grossolana del Mondo Mentale. Questi sottopiani vengono anche chiamati 1°, 2°, 3° e 4° Cielo.

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Il Mondo Mentale inferiore è un luogo di suprema beatitudine, poiché in esso si trovano le anime dei defunti in quella condizione di felicità che la religione Cattolica definisce "Paradiso". Nel sottopiano più basso vivono gli uomini, le donne e i bambini nel cui carattere, allorché erano sulla terra, predominò l'amore (per quanto limitata, stante avverse circostanze, possa esserne stata l'espressione). Essi gioiscono per secoli in beata comunione con quelli che amarono in terra ed il cui affetto costituì la più alta beatitudine dei loro sogni terrestri. Sul sottopiano successivo si trovano quelli che all'affetto unirono la devozione per qualche ideale religioso; sul sottopiano superiore a questo stanno gli uomini e le donne che espressero i loro sogni di amore e di devozione in atti filantropici; sul quarto sotto piano (il più sottile) sono quelli che alle precedenti belle qualità unirono, alla manifestazione della loro anima quand'era sulla terra, una natura filosofica, artistica o scientifica. Nel Mondo Mentale inferiore si trovano anche innumerevoli "forme-pensiero" o idee, rivestite di sostanza mentale che possono essere considerate come vere entità, viventi ed intelligenti. Quelle di natura collettiva corrispondono alle "ideologie" che prevalgono nelle masse umane. Anche da queste forme pensiero bisogna proteggerci per non esserne dominati ed ossessionati. Per farlo occorre un'attenta vigilanza e l'uso della discriminazione spirituale.

Gli abitanti del Mondo Mentale superiore (2) Questo mondo, detto anche "Mondo Causale" o "Cielo superiore", è composto dai tre sottopiani di materia più sottile del Mondo Mentale. Questi sottopiani vengono anche chiamati 5°, 6° e 7° Cielo. Nel sotto piano più alto di tutti vivono gli Adepti ed i loro discepoli più avanzati; sul sotto piano che vien dopo questo, vivono le anime della cui evoluzione superiore fanno fede la innata cultura e la naturale finezza che manifestano nel corpo terreno; e nel terzo sottopiano dimora la vasta maggioranza dei 60.000 milioni di Anime che formano la nostra, ancor poco evoluta, umanità. Da questi livelli ogni Anima discende ad incarnarsi, manifestando solo una parte di se stessa nella "personalità", per sperimentare la vita nei piani inferiori. Secondo le dottrine orientali, le Anime sembrano dei fiori di loto, che sono chiusi od aperti a secondo del loro grado di evoluzione. In un esercizio di visualizzazione dato dal Maestro Tibetano a una sua discepola è detto quanto segue: "Visualizzatevi stando a lato di un vasto campo di boccioli di loto chiusi che posano sulle loro foglie verdi. Al di sopra vi è l'azzurro del cielo e di fronte a voi, oltre il campo dei boccioli e delle foglie, verso il lontano orizzonte, c'è una porta dorata con i due battenti chiusi. Immaginate poi di vedere il lento aprirsi dei boccioli, finche a poco a poco il campo cambia dal verde al colore dorato e si vede una massa di fiori dorati aperti al sole". In questo esercizio di visualizzazione è compendiato in modo immaginativo tutto il processo dell'evoluzione. All'inizio del grande ciclo evolutivo del quarto regno della natura, il regno umano, le Anime sono già nel piano mentale superiore e ci restano sempre; esse proiettano un loro "raggio" a ogni incarnazione, ma sono "chiuse", in uno stato potenziale. Poi, attraverso le lunghe esperienze di centinaia di vite, a poco a poco, dalla radice, dallo stelo (parlando simbolicamente), dalla vita terrena, sale la linfa e, mediante l'azione combinata dell'acqua e del sole dall'alto, i boccioli a poco a poco si aprono. Questo è il simbolo dello sviluppo dell'Anima grazie all'attivazione delle potenzialità divine insite in esse. Nel piano mentale superiore ci sono, come ho detto, circa sessanta miliardi di Anime, in vario grado di apertura di manifestazione, delle quali soltanto un decimo sono ora collegate ad una personalità incarnata in un corpo fisico.

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Gli abitanti del Mondo Buddhico (1) Fra gli abitanti di questo mondo, hanno per noi un interesse particolare quelli che costituiscono la Gerarchia spirituale formata da Iniziati e Maestri. Qui, infatti, dimora la maggioranza dei Maestri di Saggezza e di Compassione che hanno conseguito la Quarta e Quinta Iniziazione. I membri più avanzati della Gerarchia spirituale (i Chohans), dimorano invece permanentemente o prevalentemente nel mondo successivo o Mondo Atmico. E' da questo mondo che la Gerarchia spirituale dirige l'evoluzione umana, quella di tutti i regni della natura ed altre a noi ignote.

Gli abitanti del Mondo Atmico (1) Nel Mondo Atmico si trovano i membri più avanzati della Gerarchia spirituale (i Chohans) ed un gruppo speciale di alti Iniziati, chiamati Nirmanakaya, i quali hanno una funzione particolare di collegamento fra la Gerarchia spirituale ed un centro spirituale localizzato nel corpo eterico della Terra e chiamato "Shamballa" o la "Casa del Padre"... Attualmente il Signore Cristo agisce dal mondo Atmico, il mondo dell'energia dinamica per l'attuazione del Piano divino che riguarda l'evoluzione dell'umanità. Il Cristo è "sceso" se si può dire così, a questo livello poichè, come è detto nel Vangelo, era asceso alla "casa del Padre" al mondo più alto (Adi), in comunione continua col Padre, ove aveva conquistato il diritto di far la Sua dimora. Ma, per amore e compassione dell'umanità, e per fare la volontà del Padre, si sta ravvicinando all'umanità, ed è sulla via del ritorno. Attualmente, sarebbe già sceso dal Mondo Adi, attraverso il Mondo Monadico, fino al Mondo Atmico, da dove starebbe organizzando la propria ulteriore discesa e quella di una parte della Gerarchia Spirituale. Questa volta, infatti, il Cristo non verrà solo, ma ritornerà con una schiera di Iniziati; una parte di Essi si manifesterà nel mondo fisico, mentre un'altra parte resterà nelle Sue sedi buddhica e atmica.

GLI ESSERI NON APPARTENENTI ALL'UMANITA' I Deva o Angeli (2) Affatto distinta da tutta la vita dei mondi visibili ed invisibili finora descritta, è la vita di una evoluzione di entità note sotto il nome di Deva o Angeli. Nel cielo più alto vivono i Deva del più alto tipo, detti Arupa, o Deva "senza forma", perché loro corpi sono costituiti dalla materia dei tre sottopiani più alti del piano mentale, materia tecnicamente detta "informe" poichè il pensiero in essa non dà origine a forme determinate, ma si esprime come una vibrazione radiante e complessa. Sui quattro sotto-piani più bassi del Mondo Mentale, detti Rupa o sottopiani della "forma", perchè il pensiero vi crea delle forme-pensiero che hanno contorni e figure ben definite, esistono i Deva Rupa o Deva "della forma", gli Angeli minori. Nel Mondo Astrale esiste un ordine di Angeli ancora più basso composto dai Kama Deva, o Deva del "desiderio", poichè vivono nella regione delle emozioni.

Gli esseri di natura (3) Nel Mondo Astrale e sui più alti livelli eterici del piano fisico, esistono gli spiriti di natura che stanno ai Deva su per giù nella relazione in cui gli animali domestici stanno a noi. Nel regno vegetale abbiamo, ad esempio, le fate, che moltissimi chiaroveggenti hanno spesso visto danzare nelle campagne assolate, tra i fiori. Esse costituiscono gli elementi evoluti da un dorato brulichio di altri spiriti di natura, che sono i "costruttori" del regno vegetale.

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Nell'acqua, abbiamo le ondine che creano, in alchimia occulta, la catarsi dell'elemento acqua e nel fuoco troviamo le salamandre. E' di questi inferiori spiriti angelici che la magia nera, in Atlantide, si servì, sino ad abusarne... Infatti esistono delle invocazioni specifiche, per richiamare le ondine, o le silfidi, o le fate, o le salamandre. Il mondo devico è presente ovunque; in noi, fuori di noi. Ogni classe di Deva è sotto uno specifico Raggio, possiede i suoi colori naturali, i suoi suoni, i suoi profumi. Esistono i Deva Maggiori, che sono a capo di ciascun piano dell'essere; quelli che sono a capo di ogni sottopiano; quelli che sono a capo di gruppi interi, e così via, sino a che si arriva alle propaggini del mondo angelico, che sono gli elementali, le fate, le salamandre, gli elfi e le silfidi, ecc..

Le Corti angeliche (1) Le "corti angeliche" sono costituite da circa 110 miliardi di Esseri, a vari gradi di sviluppo e dimoranti a diversi livelli. Secondo la terminologia cristiana ve ne sono nove gruppi chiamati: Angeli, Arcangeli, Troni, Dominazioni, Virtù, Principati, Podestà, Cherubini, Serafini. Dante ne parla nel suo Paradiso; si potrebbe dire che questo descriva la geografia e la demografia medievale di quei mondi, ma per fare uno studio delle corrispondenze fra esse e el dottrine esoteriche occorrerebbe una doppia competenza, esoterica e dantesca, e si potrebbero allora trovare delle analogie interessantissime.

I VARI MONDI NON SONO COMPARTIMENTI STAGNI (1) Va ricordato che i vari mondi non sono separati fra loro, non sono "compartimenti stagni"; infatti vi è un continuo salire e discendere di Esseri e di energie (anche Dante dice delle Gerarchie angeliche che salgono e scendono da un mondo all'altro. Alice Bailey, nel libro "Il Discepolato nella Nuova Era", dice che "le catene dell'amore uniscono gli uomini e il mondo delle forme e costituiscono la grande catena della Gerarchia".

L'importanza dei pleniluni (1) Vi è quindi un rapporto di amore e di unione fra tutti i livelli dal più basso al più alto. Questo avviene sempre, ma con intensificazioni cicliche. Ad ogni Plenilunio c'è un afflusso di energie ed un'azione speciale degli Esseri superiori verso l'umanità. La conoscenza di questi fatti fa sì che gruppi sempre più ampi di esseri umani si protendano verso l'alto e proiettino la loro invocazione, creando una via di discesa per i grandi Esseri. Ciò avviene ad ogni Plenilunio, ma in modo particolare ai tre Pleniluni di Aprile, Maggio, Giugno, e, in modo culminante, al Plenilunio di Maggio. Quanto ho detto, può aiutare a sentire maggiormente la realtà di quanto sta avvenendo nei periodi dei Pleniluni nei mondi invisibili, ed a cui possiamo partecipare: anzitutto con un atto di fede; poi con la nostra azione di invocazione, infine col nostro raccoglimento recettivo. Dobbiamo "risvegliarci" a queste mirabili realtà che ci attorniano continuamente. Ricordiamo quanto siamo limitati nella vita personale fisica: la scienza dimostra che i nostri organi dei sensi percepiscono soltanto una piccola parte delle vibrazioni che esistono nel mondo fisico; i raggi infrarossi e quelli ultravioletti non sono percepiti e fino a poco tempo fa se ne ignorava l'esistenza. Ciò è tanto più vero per le irradiazioni dei mondi superiori; ma come sono stati scoperti i raggi infrarossi e quelli ultravioletti, possiamo e dobbiamo arrivare sempre più alla conoscenza, all'esperienza, al contatto cosciente con gli Esseri e con le energie dei mondi superiori. In una scuola esoterica durante il periodo del Plenilunio di Maggio è stato dato per tema di meditazione "Risvegliarsi a ciò che eternamente esiste". E' quello che dovremmo fare sempre, ma particolarmente in occasione dei Pleniluni.

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Si tratta di sviluppare gli organi interni di percezione, di stabilire un'azione reciproca, una cooperazione cosciente. Ma si può anche fare l'inverso, cioè cominciare ad agire, e cooperare prima di avere percepito, e così cooperando entrare in una crescente comunione, fino ad acquistare consapevolezza. La nostra azione interna, la nostra cooperazione consiste anzitutto nell'invocare. Ricordiamo sempre il valore magico dell'invocazione, che è sintesi di meditazione, preghiera e affermazione. La sua funzione "di creare un canale di afflusso, e poi di evocare (richiamare) e di render possibile alle schiere di Esseri superiori di proiettare la Loro Luce, il Loro Amore, la Loro Potenza fino ai livelli ove vivono le Personalità umane (vedi La Grande Invocazione, lettera "La Luce dell'Anima" n. 8, n.d.r.).

Una meditazione per il corpo astrale (1) Sopra il mondo fisico, vi è il mondo emozionale, chiamato astrale ma alquanto impropriamente, poichè non ha nulla a che fare con gli astri e le stelle. Del mondo astrale siamo coscienti in quanto abbiamo un "corpo" o veicolo composto di sostanza astrale nel quale sperimentiamo emozioni e sentimenti. Il nostro corpo astrale è immerso, per così dire, in un mare, in un mondo nel quale vivono ed operano miriadi di esseri che non percepiamo direttamente, ma che esercitano influssi su di noi. Può essere perciò percorso da forti correnti o ondate di emozioni collettive, che ci investono e possono penetrare in noi. E' bene rendersi conto di ciò per stare in guardia e proteggerci dagli influssi nocivi. Un metodo semplice ma efficace per farlo è il seguente esercizio: "Visualizzare un punto di Luce dentro di sè. "Vederlo espandersi in un globo di luce, che pervade e circonda tutto il nostro essere, e dal quale emanano raggi di luce in tutte le direzioni".

Riferimenti Bibliografici 1) Liberamente tratto da: Le vie dello spirito, di Roberto Assagioli, pagg. 25-30, Edizione a cura di Giuseppe Filipponio, Via Lauretina, 622, 00143, Roma, 1974. 2) G. Jinarajadasa, Il Mistero della vita e della forma, pagg. 119-121, Editrice Libraria Sirio, Trieste, 1977. 3) Liberamente tratto da: La Grande Sintesi della Tradizione Esoterica, a cura di Guido Da Todi, 22° lezione. Sito: www.esonet.org.

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LA MORTE, UNA FASE DELL'EVOLUZIONE La morte fisica (1) Il corpo non è che il viaggio dell'anima. Si cambia d'abito nella tomba, il sepolcro è l'anticamera del cielo. Victor Hugo Quando arriva il momento di lasciare questo mondo terreno il corpo fisico non serve più, allora il doppio eterico e gli altri corpi sottili si ritirano dalla testa e lasciano le spoglie inanimate. I corpi sottili escono dal corpo fisico con un movimento a spirale, recando con loro le informazioni raccolte da un atomo speciale che risiedeva nel cuore. Tutti gli eventi vissuti dall'individuo durante la vita ora finita, sono stati registrati in questo speciale atomo, detto "atomo permanente". E' un atomo che l'individuo ha portato con sé da millenni, esso, infatti, ha preso parte alla formazione di tutti i corpi fisici usati nel corso della sua evoluzione. Siccome tale atomo serve come nucleo attorno al quale si costruirà il nuovo corpo fisico ad ogni incarnazione viene anche definito "atomo-seme". Durante la vita terrena l'atomo-seme è localizzato nel ventricolo sinistro del cuore, vicino all'apice. Al momento della morte sale al cervello seguendo il nervo pneumogastrico e abbandona il corpo fisico insieme ai veicoli sottili, passando tra le suture delle ossa parietali ed occipitali del cranio. Anche se i corpi sottili hanno lasciato il corpo fisico, vi restano ancora collegati mediante un sottile cordone risplendente detto "funicella d'argento". Questa funicella resiste fintanto che viene raccolto tutto il panorama della vita trascorsa (circa tre giorni) e, solo nel preciso momento in cui si spezza, il corpo denso può veramente considerarsi un cadavere. Per questo motivo si deve aver somma cura di non cremare o ferire il corpo del defunto, almeno fintanto che siano trascorsi tre giorni dalla morte. Siccome il doppio eterico ed i veicoli superiori sono ancora uniti al corpo fisico per mezzo della funicella d'argento, qualunque autopsia od altra lesione al corpo fisico, sarebbe in qualche modo risentita dal defunto. Si dovrebbe assolutamente evitare la cremazione nei tre giorni successivi alla morte, perché tende a disintegrare il doppio eterico che dovrebbe mantenersi integro fintanto che il panorama della vita passata è stato registrato nel corpo astrale.

Il panorama della vita trascorsa (1) Quando il defunto si libera dal corpo fisico, giunge per lui un momento della massima importanza. Non si insisterà mai troppo, facendo presente ai parenti di chi sta per morire che è una colpa grave, nei confronti del moribondo, il prorompere in rumorose espressioni di dolore. Infatti durante i tre giorni che seguono la morte il defunto è impegnato in una questione di suprema importanza: "la raccolta del filmino della sua vita", e l'accuratezza con cui può fare questo lavoro dipende dall'attenzione che vi può dedicare. Un altra azione colpevole verso il morente è, inoltre, quella di somministrargli stimolanti che abbiano per effetto la forzatura del rientro dei corpi sottili nel corpo denso, fatto che provocherebbe un penoso choc. Un trapasso naturale non crea sofferenza mentre è assai penoso l'essere trascinato indietro per sopportare nuovi dolori. Alcuni trapassati, hanno detto agli investigatori nei mondi invisibili, che in tal modo essi erano

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stati trattenuti in vita per delle inutile ore e sarebbero stati assai lieti se i parenti (e i medici, n.d.r.), li avessero lasciati morire in pace.

Molti defunti credono di essere ancora vivi Sembra accertato che la grande massa di coloro che muoiono non sapendo nulla dello stato post-mortem, credono di essere ancora vivi e, per qualche tempo restano piuttosto perplessi per il pianto e le forti vibrazioni emotive da cui sono circondati. Questo accade perché, durante il sonno, ognuno di noi lascia temporaneamente il corpo fisico (vedi lettera "La Luce dell'Anima" n. 14), pertanto il defunto si ritrova in una condizione conosciuta, con la sola differenza che alla fine del sonno la funicella d'argento gli permetteva di rientrare nel corpo e ora, essendosi spezzata, il rientro non è più possibile. La letteratura esoterica, pullula di esempi e di testimonianze di persone che si sono trovate fuori dal loro corpo fisico. Vi è, per esempio, il caso di un medico che dovette sottoporsi ad un intervento chirurgico ad opera di suoi colleghi; pochi secondi dopo l'anestesia, si è trovato improvvisamente in un angolo della sala operatoria da dove ha potuto seguire l'operazione. Senza dubbio l'anestetico, iniettato, era troppo forte e quel medico ha corso il rischio di non poter più rientrare nel suo corpo fisico, per ringraziare e per congratularsi con i suoi amici, perchè il distacco totale del doppio eterico significa la morte del corpo fisico. Il corpo eterico, generalmente, si disintegra dopo poche settimane o pochi mesi, nel frattempo aleggia sulle tombe ove i corpi fisici densi sono sepolti e le persone sensitive lo possono vedere.

Il purgatorio Quando il corpo eterico si disintegra il defunto inizia a vivere nel Mondo astrale, utilizzando gli altri corpi sottili. Mentre permane nel Mondo astrale si dedica ad osservare il panorama della vita appena terminata e soffre per ogni sofferenza che gli altri hanno subito a causa sua. Questa fase dura all'incirca un terzo degli anni vissuti nel corpo fisico e viene fatta a ritroso, ovvero dalla morte alla nascita; in questo modo si vede per primo il dolore arrecato e poi l'azione che lo causò. Questo esame è assai importante perché permette al defunto di rendersi conto di quanto male ha causato e, questa consapevolezza, sensibilizza la sua coscienza. Va notato che quando uno spirito entra nel purgatorio, è esattamente lo stesso personaggio che era prima di morire; ha gli stessi gusti, gli stessi desideri, le stesse avversioni di prima. Non ha però il corpo fisico per soddisfare i suoi desideri; il beone, ad esempio, desidererà ardentemente bere, ancor più di quando era in vita. Egli, non avendo lo stomaco, potrebbe entrare in un bar, penetrare nel corpo fisico di un beone e soddisfare, suo tramite, il suo pressante desiderio. Il supplizio di Tantalo, intende appunto mostrare la situazione dei viziosi durante il purgatorio. Il supplizio termina quando il defunto comprende che non ha più alcuna possibilità di soddisfare i desideri carnali e supera i suoi vizi avanzando così nel cammino spirituale. Se i suoi desideri fossero insaziabili, al punto da non poter resistere senza essere appagati, la sofferenza sarebbe davvero "infernale" anche se non vi fossero fiamme di sorta. Se la vita terrena è stata vissuta sobriamente il processo di purificazione viene terminato in breve tempo, sarà invece assai lungo se le brame ed i desideri sono stati forti ed incontrollati.

Il territorio di confine (1) Il purgatorio occupa le tre regioni inferiori del Mondo astrale. Il Primo Cielo si trova nelle tre regioni superiori. La regione centrale è una specie di territorio di confine in cui si trovano coloro che sono stati 119 - La Luce dell'Anima

onesti ed integri; che non hanno recato danno ad alcuno, ma che, durante la vita terrena, furono completamente presi dagli affari mondani e non si curarono affatto della vita superiore. Per loro la vita nel Mondo astrale è una condizione di opprimente monotonia; in quel Mondo, infatti, non esistono gli "affari", e neppure qualcosa con la quale sostituirli. Fino a che non impara ad occuparsi di cose superiori agli affari mondani, il defunto vive un'esistenza molto dura. Qui si trovano coloro che quando rivolsero il pensiero al problema della vita conclusero che "con la morte finisce tutto", e quelli che negarono l'esistenza dei mondi sottili.

Il primo cielo o paradiso (1) Terminato il purgatorio, il defunto passa nelle tre regioni superiori del Mondo astrale, dette anche "primo cielo". Qui egli ha il modo di osservare nuovamente il panorama della vita trascorsa, lo scopo è però diverso, si tratta ora di vedere il bene compiuto e di rallegrarsene. La Chiesa Cattolica definisce il tempo impiegato per svolgere questo lavoro di retrospezione come "paradiso". Il risultato che segue a tale lavoro è l'aver imparato ciò che si deve fare per alleggerire le miserie dei nostri simili.

Il terzo cielo (1) Dopo il paradiso, detto anche "secondo cielo", lo spirito è pronto per entrare nel "terzo cielo". Qui le esperienze fatte nel purgatorio e nel paradiso vengono incorporate nel corpo causale che ne risulta arricchito e diventa più luminoso (vedi la lettera "La Luce dell'Anima" n. 17). Nel terzo cielo il defunto può concedersi un periodo di riposo, certamente meritato, ma che a lungo andare diventa monotono, egli inizierà perciò a desiderare di rinascere in un nuovo corpo con cui fare nuove esperienze.

Il desiderio di rinascere (1) I libri dicono bene, la vita di ciascuno è il risultato del suo vivere passato; gli errori compiuti portano tristezza e sventura le buone azioni generano felicità. Budda, poema tradizionale Quando il defunto decide di incarnarsi nuovamente subentrano degli esseri spirituali di altissima intelligenza (gli Angeli del Destino o Rettori del Karma) che l'aiutano a creare la trama della sua nuova esistenza. Con Essi egli esamina i vari atti negativi e positivi compiuti in tutte le precedenti esistenze, e pianifica una vita dove poter incontrare le persone che ha danneggiato e compensare il male fatto nel migliore dei modi. Anche il bene fatto non va perduto perché le persone beneficiate, saranno coloro che gli offriranno amore, aiuto e simpatia nella vita che si stà preparando. Dopo questa laboriosa preparazione lo spirito inizia la sua discesa verso i mondi più densi. Con la materia del Mondo Mentale si crea il corpo mentale e con quella dei Mondi inferiori si crea il corpo astrale ed il doppio eterico. Quest'ultimo viene posto nel grembo materno ed agisce come una matrice energetica per dare la forma dovuta al feto in gestazione.

La visibilità dei disincarnati (1) Max Heindel, esperto ricercatore nei mondi sottili, ha tentato numerosi esperimenti con certi spiriti dei regni superfisici: taluni avevano appena lasciato la vita terrestre, altri erano rimasti un tempo più o meno lungo nel Mondo astrale, altri ancora erano quasi pronti per entrare nel primo cielo. Molti di questi spiriti sono stati compiacenti e si sono prestati per una serie di prove il cui risultato ha fornito delle informazioni sorprendenti.

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Lo scopo di questi esperimenti, era dimostrare in quale misura sarebbe stato loro possibile di rivestirsi dei materiali che costituiscono i due eteri più grossolani e di quelli che formano le regioni gassose del nostro pianeta. Si è così riscontrato che coloro che erano trapassati da poco tempo potevano sopportare facilmente le basse vibrazioni dell'etere, benché le loro aspirazioni superiori gli impedissero di sentirsi a loro agio o di restarvi per un tempo più lungo di quello necessario. Gli spiriti che si trovavano nel Mondo astrale avevano invece più difficoltà e le medesime aumentavano in proporzione a quanto lo spirito, nel suo purgatorio, si era sbarazzato delle sostanze dense del Mondo astrale. Per gli spiriti prossimi ad entrare nel primo cielo tali difficoltà diventavano notevoli. Essi spiegavano che pareva loro di dover entrare in un pozzo molto profondo e di soffocare. E' stato inoltre constatato che era assolutamente impossibile che una persona vivente riuscisse a scorgere gli spiriti più o meno rivestiti di materia eterica. Sono stati provati diversi stratagemmi per indurre i viventi a guardare nella direzione in cui si trovavano gli spiriti ma nessuno di essi diede dei risultati positivi.

LA RESURREZIONE DALLA CARNE Quando un'individuo ha raggiunto un notevole grado di perfezione non ha più bisogno di rinascere e continua a vivere nei mondi sottili aiutando l'umanità insieme ai Maestri della Gerarchia Planetaria. Egli, in effetti, ha ottenuto ciò che viene chiamata la "resurrezione della carne", che andrebbe meglio definita come "la resurrezione dalla carne". Leggiamo al proposito nello Zohar (libro della Cabala): "Le anime devono ritornare all'Assoluto da cui sono emerse. Per raggiungere questo fine, però, devono sviluppare le perfezioni il cui seme è già insito in loro. E se non avranno sviluppato tali caratteristiche in questa vita, allora dovranno cominciarne un'altra, una terza, e così via. Dovranno continuare così finché non avranno acquisito la condizione che permette loro di tornare in compagnia di Dio".

Un pensiero di Origene, padre della Chiesa, 185-254 d.C. Se si può dimostrare che un essere incorporeo e dotato di ragione ha vita indipendente dal corpo e sta peggio all'interno del corpo che fuori da esso, allora indubbiamente i corpi hanno solo un'importanza secondaria e appaiono di quando in quando per soddisfare le diverse necessità delle creature razionali. Chi ha bisogno di un corpo ne viene rivestito; quando invece le anime cadute si elevano a un destino migliore, i loro corpi vengono nuovamente distrutti. Così essi appaiono e scompaiono perennemente. * * * Vediamo ora, utilizzando fonti alquanto diverse, di arrivare ad una interpretazione sufficientemente valida della "resurrezione della carne", questa importantissima fase dell'evoluzione umana.

L'interpretazione della Chiesa Cattolica (2) Seguono alcuni brani tratti dal nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica. Pag. 265, versetto 997. Che cosa significa "risuscitare"? Con la morte, separazione dell'anima e del corpo, il corpo dell'uomo cade nella corruzione, mentre la sua anima va incontro a Dio, pur restando in attesa di essere riunita al suo corpo glorificato. Dio nella sua onnipotenza restituirà definitivamente la vita incorruttibile ai nostri corpi riunendoli alle nostre anime, in forza della Risurrezione di Gesù. Pag. 266, versetto 998.

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Chi risusciterà? Tutti gli uomini che sono morti: "quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna" (Gv. 5,29). Pag. 266, versetto 999. Come? Cristo è risorto con il suo proprio corpo: "Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io!" (Lc 24,39); ma egli non è ritornato ad una vita terrena. Allo stesso modo, in lui, "tutti risorgeranno coi corpi di cui ora sono rivestiti" (Concilio Lateranense) ma questo corpo sarà trasfigurato in corpo glorioso (Fil 3,1), in "corpo spirituale" (1 Cor 15,44): Ma qualcuno dirà: "Come risuscitano i morti? Con quale corpo verranno?". Stolto! Ciò che tu semini non prende vita, se prima non muore, e quello che semini non è il corpo che nascerà, ma un semplice chicco... Si semina corruttibile e risorge incorruttibile... E' necessario infatti che questo corpo corruttibile si vesta di incorruttibilità e questo corpo mortale si vesta di immortalità (1 Cor 15,35-37.42.53). Pag. 266, versetto 1000. Il "come" supera le possibilità della nostra immaginazione e del nostro intelletto; è accessibile solo nella fede. Ma la nostra partecipazione all'Eucaristia ci fa già pregustare la trasfigurazione del nostro corpo per opera di Cristo: Come il pane che è frutto della terra, dopo che è stata invocata su di esso la benedizione divina, non è più pane comune, ma Eucaristia, composta di due realtà, una terrena, l'altra celeste, così i nostri corpi che ricevono l'Eucaristia non sono più corruttibili, dal momento che portano in sé il germe della risurrezione (S. Ireneo di Lione, Adversus haereses, 4, 18, 4-5). Pag. 266, versetto 1001. Quando? Definitivamente "nell'ultimo giorno" (Gv 6,39-40.44.54; 11,24); "alla fine del mondo" (Concilio Ecumenico Vat. II, Lumen gentium, 48). Infatti, la risurrezione dei morti è intimamente associata alla Parusia di Cristo (venuta del Cristo negli ultimi tempi, n.d.r.): Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell'Arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo (1 Ts 4, 16).

L'interpretazione dell'Esoterismo Come avremo modo di vedere l'interpretazione data dall'esoterismo è ben diversa da quella data dalla Chiesa Cattolica e, ciò che più conta, utilizza come convalida anche alcuni brani della Bibbia. Seguono le differenze fondamentali tra le due interpretazioni: Chiesa: considera la risurrezione un fenomeno a cui parteciperanno i corpi fisici di coloro che sono defunti e che ora stanno nella tomba. Si leggano al proposito i brani seguenti: "Tutti risorgeranno coi corpi di cui ora sono rivestiti" (Concilio Lateranense). "Vidi poi un grande trono bianco e Colui che sedeva su di esso. Dalla sua presenza erano scomparsi la terra e il cielo senza lasciar traccia di sé. Poi vidi i morti, grandi e piccoli, ritti davanti al trono. Furono aperti dei libri. Fu aperto anche un altro libro, quello della vita. I morti vennero giudicati in base a ciò che era scritto in quei libri, ciascuno secondo le sue opere. Il mare restituì i morti che esso custodiva e la morte e gli inferi resero i morti da loro custoditi e ciascuno venne giudicato secondo le sue opere. Poi la morte e gli inferi furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la seconda morte, lo stagno di fuoco. E chi non era scritto nel libro della vita fu gettato nello stagno di fuoco" (Apo 20, 11-15). Esoterismo: vede la risurrezione come il momento in cui una persona, dopo molte vite di giusto operato, è riuscita a far sviluppare il seme del suo "corpo spirituale" o "corpo causale" (che tutti abbiamo allo stato germinale) e può vivere nei regni invisibili senza aver bisogno di un corpo fisico. 122 - La Luce dell'Anima

San Paolo, se letto con una visione esoterica delle cose, è molto esplicito nel sottolineare che la risurrezione non avviene con il corpo fisico, afferma infatti che "la carne e il sangue non possono ereditare il regno di Dio" (I Cor 15,50). Egli ben sapeva dell'esistenza del corpo spirituale che tutti noi abbiamo e dovremmo coltivare con cura come si coltivano i semi, lo sottolinea dicendo: "se c'è un corpo animale, c'è anche un corpo spirituale" (1 Cor 15, 44). E' notevole come nelle edizioni vecchie della Bibbia il corpo spirituale veniva chiamato "soma psuchicon" o corpo-anima. Nei versetti precedenti, egli ci spiega il cammino che l'uomo "seminato sulla terra" dovrebbe seguire per poter vivere nei mondi spirituali, ecco le sue parole: "si semina corruttibile e risorge incorruttibile; 43 si semina ignobile e risorge glorioso, si semina debole e risorge pieno di forza; 44 si semina un corpo animale, risorge un corpo spirituale" (1 Cor 15, 43-44). Nella prima lettera ai Tessalonicesi egli spiega anche come al ritorno del Cristo coloro che avranno sviluppato il corpo spirituale risorgeranno per andare con Lui tra le nuvole e lì restare per sempre. "E prima risorgeranno i morti in Cristo; quindi noi, i vivi, i superstiti, saremo rapiti insieme con loro tra le nuvole, per andare incontro al Signore nell'aria, e così saremo sempre con il Signore. Confortatevi dunque a vicenda con queste parole" (1 Tess 4, 17-18).

L'interpretazione di Max Heindel (3) Max Heindel, fondatore di una scuola che fa capo ai Rosacroce, riprende le parole di S. Paolo e precisa che effettivamente gli uomini della nuova era abiteranno nell'aria. Ma siccome sappiamo che i nostri corpi fisici gravitano verso il centro della terra, deve necessariamente avvenire una trasformazione che ci permetta di equipaggiarci con un corpo spirituale costruito di etere e, di conseguenza, più leggero dell'aria e capace di levitazione. Questo corpo è il "dorato manto nuziale", la pietra filosofale o pietra viva, che alcune antiche filosofie chiamano "anima diamantina" perché è luminoso, splendente e scintillante come un gioiello inestimabile. Gli alchimisti medioevali lo designarono col nome di "corpo astrale" per la facoltà che conferisce a colui che lo possiede di attraversare le regioni stellari. Però non lo dobbiamo confondere con il corpo astrale che abbiamo studiato in precedenza, con cui sperimentiamo passioni, desideri, emozioni e sentimenti. Il corpo spirituale è un veicolo che, col tempo, tutta l'umanità svilupperà, ma durante il transito dall'Era Ariana alle condizioni eteriche della Nuova Galilea, vi saranno dei precursori che precederanno i propri fratelli, come fecero i primitivi Semiti nel cambiamento dall'Epoca Atlantidea a quella Ariana... Infatti vi è già chi, in virtù di una vita santa e pura, è capace di staccarsi temporaneamente dal proprio corpo di carne per volare nell'aria e occuparsi delle cose del Signore rivestito dell'abito nuziale etereo della Nuova Era. Questa trasformazione può essere ottenuta tramite una vita di preghiera e di servizio.

L'importanza dell'abito nuziale Nel seguente brano del Vangelo, viene illustrato il ritorno del Cristo (il Re), e come coloro che non avranno ancora sviluppato il corpo spirituale o, manto nuziale, non potranno partecipare alla vita celeste. "Poi il Re disse ai suoi servi: Il banchetto nuziale è pronto, ma gli invitati non ne erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze. Usciti nelle strade, quei servi raccolsero quanti ne trovarono, buoni e cattivi, e la sala si riempì di commensali. Il Re entrò per vedere i commensali e, scorto un tale che non indossava l'abito nuziale, gli disse: Amico, come hai potuto entrare qui senz'abito nuziale? Ed egli ammutolì. Allora il Re ordinò ai servi: 'Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti. Perché molti sono chiamati, ma pochi gli eletti'" (Mt 22, 8-12).

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Riferimenti bibliografici 1) Liberamente tratto dalla Cosmogonia dei Rosacroce, di Max Heindel, Edizioni del Cigno, Peschiera del Garda (VR). 2) Catechismo della Chiesa Cattolica, Libreria Editrice Vaticana. 3) Max Heindel, Massoneria e cattolicesimo, pag, 82, Edizioni del Cigno, Peschiera del Garda (VR).

Letture per approfondire Max Heindel, La Cosmogonia dei Rosacroce, Edizioni del Cigno, Peschiera del Garda (VR). Charles Rafael Payeur, La luce oltre la soglia, come addomesticare la morte, Brewsci Editore, Edizioni L'Età dell'Acquario, Grignasco (NO). Omraam Mikhael Aivanhov, La morte e la vita nell'aldilà, Edizioni Prosveta..

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La Luce dell'Anima - 20 LA DOTTRINA DELLA RINASCITA Il corpo non è che il viaggio dell'anima. Si cambia d'abito nella tomba, il sepolcro è l'anticamera del cielo. Victor Hugo

L'importanza del concetto di rinascita (1) Accettando e meditando il concetto di rinascita, incomincerete a capire che tutti gli avvenimenti della vostra vita (i legami, gli incontri, gli incidenti, le sconfitte, i successi) hanno una loro motivazione. La ragione d'essere è più o meno remota, ma esiste. Questa comprensione, in seguito, influirà sui vostri sentimenti; quando capirete che tutto ha un significato, non vi ribellerete, e non cercherete di risolvere i problemi con l'odio e la violenza. Saprete che ciò che vi sembra ingiusto è in realtà il conto da saldare per le trasgressioni del passato, e allora accetterete, senza accusare gli altri delle vostre disgrazie. Inoltre, l'idea della rinascita vi induce a fortificare la volontà: vi sforzate di riparare gli errori ed evitate di commettere atti riprovevoli, allo scopo di costruirvi un avvenire luminoso.

Basta una vita per realizzarsi? (2) Le anime devono ritornare all'Assoluto da cui sono emerse. Per raggiungere questo fine, però, devono sviluppare le perfezioni il cui seme è già insito in loro. E se non avranno sviluppato tali caratteristiche in questa vita, allora dovranno cominciarne un'altra, una terza, e così via. Dovranno continuare così finché non avranno acquisito la condizione che permette loro di tornare in compagnia di Dio. Lo Zohar (libro della Cabala) Può un Dio misericordioso dare ai suoi figli un'unica possibilità di raggiungere il suo regno? Come conciliare la sua misericordia infinita con l'inferno eterno? Davvero Dio ci costringe a giocarci tutto in questa vita? Un padre affettuoso non lo farebbe. Perché dovrebbe farlo Dio? L'esperienza diretta, la deduzione, la logica, la fede religiosa e l'osservazione empirica, tutte concorrono a indicare che esiste una forma di energia cosciente all'interno del corpo. E questa energia cosciente che pensa i pensieri e percepisce le sensazioni. Il corpo è uno strumento, l'energia cosciente è il suonatore dello strumento. Non sono il mio cervello o il mio sistema nervoso più di quanto un chitarrista sia la chitarra che suona. Come un musicista produce musica con uno strumento musicale, così io, il pensatore, produco pensieri con uno strumento per pensare: il cervello. E se lo strumento va distrutto, non necessariamente devo finire anch'io. Le chitarre vanno e vengono, ma i suonatori esperti rimangono.

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La rinascita e il cristianesimo delle origini La mia infanzia ha forse seguito un'altra mia età, morta prima di essa? Forse quella che ho vissuto nel ventre di mia madre? ... E ancora, prima di quella vita, o Dio della mia gioia, io esistevo già in qualche altro luogo o altro corpo? dalle Confessioni di Sant'Agostino Facendo degli studi approfonditi è possibile dimostrare che la dottrina della rinascita faceva parte del cristianesimo delle origini e rappresentava una parte essenziale della fede cristiana; durante il V e VI secolo dopo Cristo, tale dottrina era comune e molto diffusa. In effetti, siccome fornisce una spiegazione logica a molti misteri della vita, era stata accettata da alcuni Padri della Chiesa, tra cui Agostino, Tertulliano, Sinesio, Origene ed altri. Ce lo conferma Ruffino che, in una lettera diretta a S. Anastasio, scrive: "... questa credenza era comune tra i primi Padri della Chiesa ..." (3). Ciononostante molti cristiani moderni tendono a considerare l'idea come una buffa superstizione.

La rinascita e le religioni del mondo Come una persona indossa vestiti nuovi e lascia quelli usati, così l'anima si riveste di nuovi corpi materiali abbandonando quelli vecchi e inutili. Bhagavad-Gita, poema Indù Proprio come gli Indù e i Buddisti accettano la dottrina della rinascita, così tutte le tradizioni religiose l'hanno accettata in tempi diversi compresi gli antichi Egizi ed i Greci. Anche molte tribù africane, gli Indiani d'America e gli aborigeni australiani includono la rinascita nelle loro credenze. Anche gli Ebrei e gli Esseni, credevano nella rinascita e tale credenza ha continuato ad essere popolare tra gli Ebrei europei fino alla fine del Medioevo, tale dottrina è infatti spiegata in varie opere cabalistiche.

Fonti storiche sulla dottrina della rinascita Per trovare le fonti più remote di questa dottrina dobbiamo recarci in India, dove ne troviamo ampi cenni nei Veda, uno dei testi religiosi che risale a circa 2000 anni a.C. Il testo dei Veda che maggiormente sviluppa la dottrina della rinascita è il Codice del Manù Manavadharmashastra (4), specialmente nel libro XII dove troviamo ben 126 paragrafi in cui vengono descritti premi e castighi che un individuo raccoglie in una vita in relazione alle vite passate. Questo trattato, ancor oggi, rappresenta, per gli Indù un testo fondamentale di regole civili e religiose. Studiandone il contenuto appare chiaro come sia servito di ispirazione anche per creare la legislazione greca, quella persiana ed anche la romana. Il paragrafo 40 dice: a) "Le anime dotate di bontà conseguono la natura divina; b) quelle dominate dalle passioni, ottengono la condizione umana; c) "... le anime precipitate nell'oscurità, sono avvilite allo stato di animali... ... Circondati dall'oscurità, manifestantesi sotto un'infinità di forme, a causa delle loro precedenti azioni, tutti questi esseri sono dotati di una coscienza interiore: sentono il piacere e il dolore. Sono cosi stabilite da

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Brahma, fino ai vegetali, le trasmigrazioni, che hanno luogo in questo mondo orribile, che si autodistrugge senza tregua..." (4). "Dandosi alla meditazione più profonda, L'asceta osservi il cammino dell'anima attraverso i diversi corpi, dal grado più alto fino al più basso, cammino che stentano a intravvedere coloro il cui spirito non è stato perfezionato dai Veda..." (5). Altri notevoli passi del Codice di Manù alludono non solo chiaramente alla dottrina della rinascita, ma indicano la ragione delle vicende del destino umano e il modo come l'uomo può emanciparsi dalla sua condizione mortale (non dover rinascere, n.d.r.): "Ogni atto del pensiero, della parola, del corpo, porta un frutto buono o cattivo: dalle azioni degli uomini risultano le loro differenti condizioni" (6). "Colui che è dotato di questa vista sublime, non è più incatenato dalle sue opere, ma colui che è privo di questa vista perfetta, è destinato a rinascere in questo mondo" (7). "Quando gli uomini delle quattro classi, senza una necessità urgente, deviano dai loro particolari doveri, passano nei corpi più vili e sono ridotti in schiavitù sotto i loro nemici ..." (8). "L'uomo considerando con il suo spirito che queste trasmigrazioni dell'anima dipendono dalle virtù o dai vizi, diriga sempre il suo spirito verso la virtù..." (9). Nel Mundakaupanishad troviamo questo brano assai interessante: "Chi si crea dei desideri con la sua mente, nasce di nuovo a cagione dei suoi stessi desideri" (10). Anche nella Bhagavad Gita, che possiamo considerare come il Vangelo degli Induisti (circa V secolo a.C.) si trovano dei riferimenti molto chiari: "Come per il corpo dell'anima incarnata vi è il sopraggiungere dell'infanzia, della gioventù e della vecchiaia, così vi è per l'anima di prendere un altro corpo, su questo punto il saggio non è perplesso" (11). "Come l'uomo deponendo i vecchi abiti ne prende altri nuovi, così lo spirito spogliando i vecchi corpi, entra in altri nuovi..." (12). Tertulliano (160-240 d.C.), uno dei più antichi Padri della Chiesa, combatteva la dottrina della metempsicosi intesa come possibilità che l'anima umana potesse trasmigrare negli animali e, nel suo Apologetico, tratta l'argomento della resurrezione in modo molto esteso, leggiamo le sue parole: "Se un filosofo afferma, come Laberio, seguendo l'opinione di Platone, che un uomo deriva da un mulo, da una serpe o da una donna e se con abilità dialettica adduce tutti gli argomenti per la comprova di una simile tesi, non otterrà forse consenso e susciterà fede in altri? ... se invece il cristiano assicura che un uomo morto, ritornerà uomo e che Caio diventerà Caio, sarà subito cacciato dal popolo ... se vi è qualche Mente che presiede al ritorno delle anime in altri corpi, perché non si dovrà credere che essa trasmigra nella sua stessa sostanza, consistendo nel ripristinare in essere ciò che uno era? ... la luce ogni giorno si accende e si spegne, le tenebre si diradano e poi ritornano, le stelle scompaiono e ricompaiono, le stagioni ove finiscono, ricominciano, i frutti si consumano e ritornano, i semi non risorgono più fecondi se non si corrompono e disfanno: tutte le cose col perire si conservano, tutte le cose con la morte risorgono..." (13). Origene (186-253 d.C.), considerato come un studioso assai serio, credeva nella rinascita e venne scomunicato proprio per questo motivo, In numerosi suoi scritti troviamo esposto il suo punto di vista su questa dottrina, nella sua nota opera Contra Celsum afferma al riguardo: "Non è forse più conforme alla ragione credere che ogni anima per certe misteriose ragioni (parlo secondo l'opinione di Pitagora, Platone ed Empedocle) sia introdotta in un corpo, secondo i suoi meriti e le sue azioni passate?..." (14). S. Agostino dimostra di essere al corrente di questa dottrina quando nel Civitate Dei egli dice: "Certi gentili asserivano che nella rinascita degli uomini avviene quello che i Greci chiamano palingenesi... essi insegnano che avviene l'unione della stessa anima e corpo ogni 440 anni..." (15). Nelle Confessioni, 127 - La Luce dell'Anima

invece, lo ritroviamo mentre esclama: "Quando, oh, Signore, ho io peccato? Quando ero nell'utero di mia madre o prima che io fossi? La mia infanzia seguirà ad altra età già morta? o prima ancora? E dove e chi io fui? Ho io peccato o i miei genitori?..." (16). Ruffino, in una lettera diretta a S. Anastasio, afferma: " ... che questa credenza era comune tra i primi Padri della Chiesa ... " (17). Un'altra conferma, di quanto tale dottrina fosse diffusa nel V secolo, la ritroviamo anche nella preziosa opera De Natura Hominum del vescovo Nemesio, in cui sta scritto: "Tutti i Greci credono che l'anima sia immortale e ritengono che questa passi da un corpo all'altro ... " (18). Anche nella Cabala ebraica, conosciuta per la saggezza del suo contenuto, troviamo degli accenni alla rinascita, nello Zohar, per esempio, sta scritto:" ... tutte le anime sono soggette alle prove della trasmigrazione ... esse devono sviluppare tutte le perfezioni... e se non hanno adempiuto a questa condizione durante una vita, devono incominciare una seconda, una terza, fino a quando ... saranno atte all'unione con Dio..." (19).

LA CHIESA E LA DOTTRINA DELLA RINASCITA Chi ha bisogno di un corpo ne viene rivestito; quando invece le anime cadute si elevano a un destino migliore, i loro corpi vengono nuovamente distrutti. Così essi appaiono e scompaiono perennemente. Origene

Origene (185-253 d.C.) Fu Origene, uno dei più dotti tra i Padri della Chiesa, che, osservando come tutti gli uomini fossero assai diversi tra loro fin dalla nascita, concluse che essi dovevano aver già vissuto in precedenza. Secondo lui era proprio per questo motivo che essi hanno un loro modo unico di pensare ed agire. Sempre di Origene era la convinzione che le Sacre Scritture potessero essere comprese nel giusto modo soltanto quando considerate nella luce della rinascita. Origene, fu una delle figure più controverse nella storia della Chiesa Cristiana. Viaggiò molto, visitando Roma, Atene e l'Arabia. Frequentò il grande filosofo Ammonio Sacca, che fu maestro anche di Plotino. Origene era un cristiano devoto ma non accettava la dottrina semplicistica, così come si presentava dopo due secoli di lenta evoluzione. Si mise allora a meditare sui testi sacri per ricavarne un'interpretazione più profonda, intelligente e convincente. Questo suo lavoro basato sullo studio, l'interpretazione ed il commento dei testi sacri lo portò, pian piano, a dissentire dagli insegnamenti proposti dalla Chiesa. Ciò che turbava maggiormente le autorità religiose era un punto della dottrina di Origene; un punto dove si insegna che l'anima vive in un corpo ed, alla morte, lo abbandona per passare in un altro. Questo ciclo continua fintanto che l'anima non si sia dimostrata superiore alle inclinazioni della carne; in quel momento essa conquista la libertà dal corpo e può tornare alla propria residenza divina senza doversi incarnare di nuovo. Gli ostacoli incontrati non impedirono comunque ad Origene di portare a termine un testo monumentale, l'Esapla, che contiene una revisione critica del testo sacro. La sua influenza sulla teologia cristiana fu predominante per tutto il secolo III e buona parte del IV. Nel 250 d.C., l'imperatore romano Decio pretese che tutti i cittadini facessero sacrifici agli dei riconosciuti dai Romani. Origene non acconsentì e fu imprigionato e torturato. Morì nel 253, probabilmente in conseguenza della sua prigionia.

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Giustiniano (482-565 d.C.) Giustiniano, di umili origini, nacque a Tauresio nel 482 d.C. In gioventù visse a Costantinopoli (ora Istambul) dove ricevette una eccellente educazione. Egli era molto versato nel Greco e nel Latino, cosa alquanto insolita per una persona delle sue origini. Ben presto fu adottato da un suo zio romano, Giustino I, a quel tempo imperatore dell'Impero Orientale Romano, che gli conferì onori e potere. Durante il suo soggiorno in Costantinopoli, Giustiniano si innamorò di un'attrice del circo locale: Teodora. Dopo la morte della zia, Giustiniano convinse lo zio e sposò Teodora che gli fu di valido aiuto possedendo una notevole intelligenza ed una forte volontà. Nel 527 d.C. Giustino accettò Giustiniano e sua moglie come cooregnanti del suo Impero e soltanto quattro mesi più tardi morì, Giustiniano successe allo zio e divenne Imperatore Romano. Rimase al potere per circa 40 anni e sotto il suo impero fiorirono commerci, attività economiche ed arti edilizie; risalgono infatti a questo periodo la costruzione della cattedrale di S. Sofia in Costantinopoli e della basilica di S. Vitale in Ravenna. Giustiniano si era proposto di ricomporre il vastissimo territorio dell'Impero Romano, di cui auspicava anche un'unità nelle ideologie religiose; faceva parte del suo sogno la realizzazione di un Impero Universale Cristiano e Romano. In quei tempi, però, vi erano delle notevoli controversie teologiche tra vari Padri della Chiesa che non riuscivano a mettersi d'accordo su alcuni argomenti tra cui, il più importante, riguardava la natura del Cristo. Queste controversie preoccupavano seriamente Giustiniano perché, senza una unità religiosa, non vi sarebbero stati i presupposti necessari per poter raggiungere i suoi ideali. Egli pensava che se avesse convocato i Vescovi per discutere qualcosa su cui erano d'accordo sarebbe stato più facile che trovassero un'intesa anche sulla questione della natura del Cristo. Ben sapendo come la dottrina di Origene fosse contestata dalla loro maggioranza pensò allora di utilizzarla come capro espiatorio politico. Arrivò allora alla conclusione di convocare i Vescovi affinché potessero confrontarsi e discutere sulla possibile condanna della dottrina di Origene e di altri argomenti. Fu così che venne indetto il Sinodo del 543 d.C. che si tenne a Costantinopoli a cui il Papa Virgilio si rifiutò di partecipare. Fatto che, secondo alcuni ecclesiastici, invalida le decisioni ivi prese. Giustiniano, che si riteneva capo supremo della Chiesa, pubblicò comunque i decreti emanati dal Sinodo; decreti che comprendono le seguenti poche righe di condanna per coloro che avessero creduto ad una possibile trasmigrazione delle anime: "Chiunque creda alla favolosa preesistenza dell'anima ed alla condannabile apocatastasi (ristabilimento di ogni cosa nell'ordine voluto da Dio alla fine dei tempi, n.d.r.) a cui essa si collega, cioè alla reintegrazione di tutte le cose come erano all'origine, che su di lui cada un anatema (sia scomunicato, n.d.r.)" (20). Da quel momento in poi furono combattute tutte le Scuole e coloro che avessero parlato della dottrina della rinascita. Anche i testi riportanti tale dottrina furono distrutti o fatti sparire, insieme a tutti i riferimenti al riguardo presenti nei testi sacri, Bibbia compresa. Comunque, la sentenza emessa contro tale dottrina non nega per nulla la natura spirituale dell'uomo, afferma soltanto che non vi sono state delle vite precedenti a quella attuale e, ciò che più conta, non condannò la dottrina in sé... ma chi ne avesse parlato!

Gesù Cristo e la dottrina della rinascita (21) Segretamente, Gesù di Nazareth insegnò la dottrina della rinascita ai suoi discepoli. Ne troviamo una conferma durante la scena della trasfigurazione in cui disse: "Elia è già venuto e non l'hanno riconosciuto, ma hanno fatto contro di lui quanto vollero". Dopo di che è detto "che essi capirono che Egli parlava di Giovanni il Battista" (Matteo, XVII, 12-13).

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In altra occasione, mentre Gesù stava discutendo con i suoi discepoli, essi gli dissero che qualcuno pensava che Egli fosse Elia ed altri lo credevano uno dei profeti ritornato in vita. Allora Egli ordinò loro di "non dire queste cose a nessuno" (Matteo, XVII, 9; Luca, IX, 21). Infatti tale dottrina, per altri 2.000 anni, doveva restare un insegnamento esoterico, noto solamente ai pochi Iniziati che si erano resi degni di ricevere tale conoscenza. Che Gesù abbia insegnato la dottrina della rinascita e la legge di causa ed effetto (detta anche legge del Karma, n.d.r.), viene anche dimostrato nel caso del cieco nato, quando i discepoli Gli domandarono: "Chi ha peccato, quest'uomo o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?" (Giov., IX, 2). Se Gesù non avesse insegnato la dottrina della rinascita e la legge di causa ed effetto la naturale risposta sarebbe stata: "Insensati! Come poteva un uomo peccare prima di nascere, e procurarsi la cecità come risultato?". Ma Egli non risponde in tal modo. Non si sorprende della domanda, né la considera come priva di senso, dimostrando così che essa era perfettamente in armonia coi Suoi insegnamenti. Egli spiega: "né quest'uomo ha peccato, né hanno peccato i suoi genitori; ma egli è nato cieco affinché le opere di Dio si manifestassero in lui" (Giov., IX, 3). A questo punto, termina il brano preso dalla Cosmogonia dei Rosacroce. Riteniamo comunque doveroso specificare che le parole "affinché le opere di Dio si manifestassero in lui" sarebbero assai meglio interpretate con "affinché le opere del Dio in lui si potessero manifestare".

PERCHE' QUESTA DOTTRINA E' STATA ELIMINATA? Sono sicuro che la rinascita esiste veramente, che essa trae la sua origine dalla morte, e che le anime dei morti continuano a vivere. Socrate Max Heindel, parlando dell'evoluzione dell'uomo, ci spiega in modo assai chiaro perché, ad un certo punto dell'evoluzione, I Maestri della Gerarchia Spirituale ritennero opportuno eliminare dall'insegnamento pubblico la dottrina della rinascita. Possiamo leggere nella Cosmogonia dei Rosacroce: "Frattanto l'uomo era penetrato sempre più a fondo nella materia... nelle Epoche precedenti sapeva che non esiste la morte, sapeva che quando un corpo si dissolveva era come una foglia che si secca in autunno ed un altro corpo sarebbe venuto a prendere il suo posto. Egli non era perciò in grado di apprezzare i vantaggi e le opportunità di questa vita terrena; unica possibilità per poter fare delle esperienze di esistenza concreta. Prima del Cristianesimo erano esistite religioni che avevano insegnato la dottrina della rinascita e la legge di causa ed effetto, ma era venuto il tempo in cui non conveniva più al progresso dell'uomo che egli conoscesse questa dottrina. Questa sola vita doveva essere l'unica e doveva perciò essere vissuta nel migliore dei modi..."(22). Questo è il motivo esoterico per cui i Padri della Chiesa, nel lontano Sinodo del 543, tenutosi a Costantinopoli, emisero un decreto per cui sarebbero stati scomunicati tutti coloro che avessero parlato della trasmigrazione delle anime da un corpo ad un altro. Va notato che quel Sinodo fu abbastanza anomalo, vi parteciparono i soli Vescovi, il Papa non v'intervenne. Comunque vi furono prese decisioni importanti, compresa la scomunica di Origene.

PERCHE' NON RICORDIAMO LE VITE PASSATE?

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E' Dio che ti ha creato, poi ti ha mantenuto, poi ti farà morire, e di nuovo ti darà la vita. Sia gloria a Lui! Il Corano

L'offuscamento dei ricordi (23) Quando un uomo vive in un corpo materiale non ricorda più le conoscenze spirituali possedute dall'anima prima di incarnarsi. Non ricorda nemmeno le sue precedenti vite terrene. Infatti, in ogni incarnazione il sapere che riguarda vite precedenti e la vita nelle sfere dell'aldilà vengono ricoperti da un velo. Per questo, ogni anima, qualunque sia il suo grado di purezza, corre il rischio di incolparsi durante il suo cammino sulla terra. Il fatto che la memoria dell'anima venga ricoperta al momento dell'incarnazione in un corpo terreno non è, tuttavia, solamente un rischio, ma offre certamente maggiori possibilità. Il ricordo di altre vite, infatti, sarebbe un enorme peso per noi; come avviene alle anime nelle sfere di purificazione, ci tormenteremmo rimproverandoci il passato e non saremmo liberi di vivere il presente e di cogliere e sfruttare le opportunità che ci vengono date oggi per riconoscere noi stessi e riparare al male fatto, liberi dalle conseguenze degli errori fatti in passato. In questo modo l'evoluzione spirituale procederebbe in modo molto più lento e difficile. Ogni giorno, anzi ogni ora ed ogni minuto sulla terra, racchiudono in sé la possibilità di riconoscere se stessi e sistemare le colpe dell'anima, se noi siamo aperti, coscienti ed abbiamo chiarezza. Tutto ciò che ci accade non avviene per caso, ma ci tocca secondo leggi ferree: sono i frutti di ciò che un tempo abbiamo seminato. Alla luce di queste conoscenze di fondo è chiaro che è contro la legge cercare di scoprire intenzionalmente le incarnazioni precedenti con l'aiuto di determinate tecniche, per qualsiasi motivo lo si voglia fare, dato che ciò interferisce nel processo di maturazione previsto per l'anima: così facendo, l'uomo si fissa sul passato anziché cogliere le possibilità di riconoscersi che gli vengono date nel presente.

Ricordare potrebbe essere pericoloso (1) Se fosse così importante per gli esseri umani conoscere i dettagli delle loro incarnazioni precedenti, perché la Provvidenza glieli avrebbe nascosti? Certo, verrà il momento in cui dovranno conoscerli, ma devono prima acquisire una maggiore padronanza di sé. Immaginate che vi sia rivelato che in una incarnazione precedente una certa persona vi aveva assassinato: se siete deboli, se non siete capaci di controllarvi, quali saranno le conseguenze? Sono rivelazioni pericolose; c'è il rischio che vi turbino e che alimentino in voi sentimenti tali da impedire la vostra evoluzione. Immaginate il caso di certi genitori: non sanno che, in passato, i loro bambini sono stati i loro peggiori nemici. Ora, amandoli, prendendosi cura di loro, essi si liberano dei debiti nei loro confronti, ristabilendo delle buone relazioni. Ma se si rivelasse loro la verità, che tragedia! La Provvidenza ha voluto giustamente lasciare gli esseri umani nell'ignoranza su certe cose, perché essi possano meglio liberarsi dei propri debiti ed evolvere.

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Riferimenti bibliografici 1) Omraam Mikhael Aivanhov, Un pensiero al giorno, Edizioni Prosveta, 1997. 2) Steven Rosen, La reincarnazione e le religioni del mondo, Edizioni Gruppo Futura, 1995, dorso della copertina. 3) Ruffino, Lettera ad Atanasio. 4) Q.W. Judge, L'oceano della Teosofia, Edizioni della Società Teosofica. 5) Erodoto, Storie, II/22. 6) Tertulliano: Contra Valentinianos, I/XV. 4) Manavadharmashastra, VI, XII. 5) Ibid. 6) Ibid. 7) Ibid. 8) Ibid. 9) Ibid. 10) Mundakaupanishad. 11) Bhagavad-Gita, XI/22. 12) Ibid., II/13. 13) Tertulliano, Apologetico. 14) Origene, Contra Celsum. 15) Agostino, Civitate Dei. 16) Agostino, Confessioni. 17) Ruffino, Lettera ad Atanasio. 18) Nemesio, De Natura Hominum. 19) Zohar, XXI. 20) C.J Hefele, Historie Des Conciiles, pag. 1191, Paris, 1908. 21) Max Heindel, La Cosmogonia dei Rosacroce, pagg. 123-124, Edizioni Il Cigno, Peschiera del Garda (VR), 1996. 22) Ibid., pagg. 121-122. 23) Ibid., pag. 124.

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Letture per approfondimento Reincarnazione, Edizioni di Vita Universale, Milano. E. Bratina, La Reincarnazione, Casa Editrice Adyar, Settimo Vittone (TO). Steven Rosen, La reincarnazione e le religioni del mondo, Edizioni Gruppo Futura, 1995. Annie Besant, Reincarnazione, Casa Editrice Adyar, Settimo Vittone (TO). Max Heindel, La Cosmogonia dei Rosacroce, Edizioni Il Cigno, Peschiera del Garda (VR), 1996.

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L'IMPORTANZA DI UNA PROSPETTIVA SPIRITUALE Durante gli ultimi 30 anni mi hanno consultato molte persone provenienti da tutte le parti del mondo... E tra i miei pazienti degli ultimi 35 anni io non ne ho trovato uno i cui problemi, in fondo, non fossero altro che la ricerca di una prospettiva religiosa della vita... E furono curati quando riguadagnarono tale prospettiva. C. G. Jung (1932)

Ognuno di noi è perfetto nella mente di Dio (1) Nella Bibbia sta scritto che il Divino Architetto creò l'uomo a sua immagine e somiglianza. Essendo Dio puro spirito appare chiaro che l'uomo che Dio ha creato NON E' certamente l'uomo che noi vediamo intorno a noi bensì un uomo spirituale, sottile e invisibile: una particella di coscienza individualizzata nella mente cosmica di Dio. Così, come ogni cosa che l'uomo ha creato, prima di essere creata ha dovuto essere ideata e progettata, così il divino Architetto, nella sua mente, ha ideato ognuno di noi ed il nostro progetto; un progetto perfetto e senza alcuna disarmonia. Provata a pensare ad una diapositiva con un'immagine perfetta proiettata da un proiettore con la lente sporca o non messa a fuoco. La perfezione dell'immagine originale andrà perduta e sullo schermo apparirà una figura distorta o deformata. I pensieri sbagliati sono come la lente sporca o non messa a fuoco; sono essi a precludere la manifestazione terrena della nostra perfetta immagine-pensiero nella mente di Dio. Coprendo parzialmente la luce proveniente dal proiettore, è possibile far apparire sullo schermo la figura di un uomo senza una mano, e si può far riapparire la mano lasciando che la luce scorra liberamente. Analogamente, le malattie che appaiono nel corpo fisico non sono che un'ostruzione all'energia vitale, generata dall'erroneo comportamento e pensiero dell'uomo. Purtroppo l'umanità è erede di errori accumulati nel corso di innumerevoli vite, ha vissuto con pensieri imperfetti ed ora si è abituata all'imperfezione. L'amputazione di una mano in un incidente d'auto, non è più reale di quella della mano dell'uomo sullo schermo, visto nell'esempio precedente. Attualmente l'uomo, a meno che non sia un Essere altamente evoluto (per esempio Gesù di Nazareth), non è ancora in grado di correggere la distorsione che si è verificata nella proiezione della diapositiva o progetto divino. Dio, mediante le diapositive perfette di ogni creatura da Lui ideata, e l'energia cosmica da Lui condensata, cerca di proiettare immagini perfette dell'uomo (fatto "a Sua immagine") e di tutte le creature in tutto l'Universo. Per ignoranza l'uomo si è posto in disaccordo con la volontà divina e così impedisce che sulla Terra vengano proiettate in modo perfette le creazioni di Dio. Un blocco di ghiaccio è solido, pesante, freddo e visibile. Se lo si lascia sciogliere, diventa liquido ed è ancora visibile, benché in forma differente. Se lo si fa' attraversare da una corrente elettrica, diventa invisibile trasformandosi in idrogeno e ossigeno. Come un blocco di ghiaccio può essere trasformato in gas invisibili, così i gas possono essere ricondensati in liquido e quindi congelati in un blocco di ghiaccio uguale all'originale. Similmente, il nostro corpo fisico può essere ridotto in liquidi e fatto evaporare in gas invisibili; però non saremmo più in grado di ricreare dai gas il corpo nella sua forma originale. Noi non conosciamo ancora l'anello di congiunzione fra mente e corpo, spirito e materia. Quando, usando la volontà, l'uomo 134 - La Luce dell'Anima

raggiungerà il supremo controllo dell'energia nel proprio corpo, sarà in grado di sciogliere i blocchi energetici che costituiscono le sue malattie e godere di una perfetta salute.

Noi non siamo il nostro corpo (2) Gli scienziati ci insegnano che il nostro Universo si regge su leggi matematiche e pertanto assai precise. E' perciò impensabile che nel progetto di Dio, visto come Creatore, esista la sofferenza o qualcosa che non abbia uno scopo ben preciso. Più sopra, il maestro Paramansa Yogananda, propone un'idea per cui l'uomo appare come un progetto perfetto nella mente di Dio; progetto che appare però deformato sulla scena del mondo. Pertanto è un grande errore quello di considerarci non come esseri spirituali, sani e perfetti nella mente di Dio, ma come un insieme di organi che, ad essere ottimisti, dura qualche decennio e non di più.

Il dramma dell'Anima in esilio (3) Possiamo considerare le ripetute incarnazioni dell'anima divina nei mondi della manifestazione esteriore come un'attività particolare dello spirito umano per lo scopo specifico di acquistare quella conoscenza, che in tal modo soltanto può essere ottenuta. Con questa immissione della coscienza divina nei tre corpi, il corpo fisico, astrale e mentale, avviene la tragedia, la vera caduta nella materia, che è la causa di ogni susseguente sofferenza nel pellegrinaggio dell'anima. Infatti, nel processo di rinchiudere una parte della sua coscienza nei tre corpi, questa parte si identifica con i corpi stessi, ed in questa identificazione si illude di essere quei corpi che invece dovrebbero essere i suoi servitori. Con questa sensazione la coscienza incarnata non condivide più la coscienza universale e divina, ma condivide la separatezza dei corpi e si crede un'entità separata dagli altri esseri: la personalità. E' l'antica storia di Narciso, il quale vedendosi il volto rispecchiato dalla superficie dell'acqua della fonte, vuole abbracciare l'immagine e così facendo annega. Così la coscienza incarnata annega nell'oceano della materia, e nella sua identificazione con il corpo fisico, rimane segregata dalla coscienza universale, e non si conosce più per ciò che è veramente: un figlio di Dio. Allora incomincia l'infinita tragedia dell'anima in esilio. Essa dimentica il proprio retaggio divino e si degrada per la sua incosciente sottomissione a quei corpi che dovrebbero essere i suoi fedeli strumenti. E' questo il vecchio mito gnostico di Sofia, l'anima divina, che vive in esilio fra ladroni e malfattori i quali, abusando di lei, la umiliano sin quando viene redenta da Cristo e può far ritorno alla sua divina dimora. Può esservi una tragedia più grande e una peggior degradazione di quella per cui l'anima divina, membro della più alta Nobiltà (la Nobiltà della Divinità medesima), si assoggetta all'umiliazione e indegnità di un'esistenza in cui, dimenticato il suo alto rango, si permette di essere asservita alla materia? Allorché ci capita di vedere degli individui nei loro momenti peggiori, repellenti nei loro odi, rozzi e brutali, disarmonici in quanto estraniati dalla natura, oppure sciocchi e superficiali, noi assistiamo a questo dramma dell'esilio dell'anima, e siamo acutamente consci della degradazione sofferta dalla scintilla divina in ciascuno di loro.

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La necessità di mutare atteggiamento (3) Così adunque la nostra coscienza di essere due parti separate: una spirituale ed una materiale, è basata solo sull'ignoranza. Noi non siamo due, ma uno: siamo la parte spirituale e null'altro. Il suo mondo è il nostro mondo, la sua vita è la nostra vita. La sorgente dell'inganno nasce dal fatto che, quando noi caliamo la nostra coscienza divina nel corpo fisico, astrale e mentale (attraverso cui dobbiamo acquistare una determinata esperienza), ci identifichiamo con questi corpi e dimentichiamo quello che siamo veramente. Allora la coscienza imprigionata, fatta schiava dei tre corpi, segue i loro desideri; ed ecco quello che noi chiamiamo "personalità". Quindi, fra la parte divina e la personalità, inizia una lotta dolorosa: la nostra vera crocifissione. Eppure, gran parte di questa sofferenza è dovuta alla nostra ignoranza e cessa quando noi ci rendiamo conto della nostra vera natura; il che però significa un cambiamento completo di atteggiamento. Per cominciare, dovremmo comprendere quanto sia falso il nostro concetto della dualità della nostra natura. Noi parliamo sempre dell'anima, dello spirito, dell'Io superiore, dell'Ego (o qualunque altro nome diamo alla nostra natura superiore) come di qualche cosa o di qualcuno che sta sopra di noi, mentre noi, la natura inferiore, abitiamo più in basso. Ed allora facciamo sforzi incredibili per raggiungere quello che sta "in alto" nel tentativo di conquistare qualche cosa di essenzialmente estraneo a noi stessi, e perciò arduo ad ottenersi. Così parliamo spesso del "tremendo sforzo" richiesto per raggiungere la parte divina in noi; altre volte parliamo dell'ispirazione o della conoscenza, della forza spirituale o dell'amore, come se fossero "doni" che scendano a noi da questa "parte divina". In tutti questi casi commettiamo l'errore fondamentale di identificarci con ciò che non siamo, e affrontiamo il problema con un atteggiamento sbagliato in partenza. La prima condizione di successo spirituale è l'assoluta certezza che noi siamo uno spirito che vive in un corpo; la seconda condizione, non meno importante ed essenziale della prima, è la fiducia nei nostri poteri come esseri spirituali ed il coraggio di usarne liberamente. Invece di considerare naturale e normale il nostro stato abituale di coscienza, e guardare l'Ego dal basso come un essere eccelso che si debba raggiungere, con uno sforzo continuo e tremendo, dobbiamo cominciare dal considerare il nostro abituale stato di coscienza come anormale e innaturale, e la vita dello spirito come la nostra vera vita, dalla quale solo noi, con uno sforzo continuo ci teniamo divisi e lontani.

Tutti i nostri problemi nascono dal fatto che... (2) Tutti i nostri problemi nascono proprio dal fatto che abbiamo dimenticato la nostra divina eredità e siamo convinti di essere un corpo più o meno bello secondo i canoni attualmente vigenti. Pensate ad un burattinaio che sta muovendo un burattino restando sul suo balconcino; di certo non si vergogna se il suo burattino è nudo o prova paura se la sua esistenza viene messa in pericolo. Ricordate Adamo ed Eva nel giardino terrestre? Erano nudi, non avevano vergogna e tantomeno paura. Cosa accadrebbe se il burattinaio entrasse nel burattino per muoverlo più facilmente? Si vergognerebbe immediatamente della nudità ed inizierebbe a provare paura per tutti i pericoli che l'ambiente esterno gli potrebbe presentare. Questo è quanto è accaduto ad Adamo ed Eva, ovvero l'umanità di tante migliaia di anni fa'. Anziché continuare ad usare il loro corpo fisico come uno strumento di lavoro, ci sono entrati dentro ed hanno cominciato a dire "Io sono Mario", "io sono Luigi", e così via. Non vi ho convinto? Bene provata a pensare al modo in cui usate il verso essere ed avere. Vi rendete conto che per ogni parte del vostro corpo usate il verbo avere (io ho un braccio, io ho una testa, ecc.) e poi mettete insieme le parti che avete e per le parti tutte unite usate forse il verbo essere (io sono Mario, ecc.)?

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Dire "Io sono Mario, Luigi, ecc.", è un grande errore, sia grammaticale che esistenziale. Se volete veramente risolvere i vostri problemi incominciate a considerare il vostro corpo come un meraviglioso strumento da utilizzare giusto per l'arco di una vita. Quando non sarà più efficiente (perché vecchio o malato) lo lascerete e sarete più vivi di prima. Abbiamo visto infatti come i defunti vivano in un corpo sottile che i viventi non riescono a vedere (vedi lettera "La Luce dell'Anima" n. 19). Sapete perché le macchine parcheggiate non si muovono? Perché coloro che le facevano muovere ne sono usciti e sono andati a fare i loro affari. Sapete perché i corpi in un cimitero non si muovono più? Perché le anime (dal verbo animare = dar vita) di coloro che vi erano dentro ne sono uscite e stanno facendo altre cose.

Lo spirito ha bisogno di un buon strumento (4) Non sono la nostra anima ed il nostro spirito ad aver bisogno di evolvere, ma gli strumenti fisici attraverso i quali si manifestano, e uno di questi strumenti privilegiati è evidentemente il cervello. Quando si incontra un minorato mentale, bisogna sapere che non è il suo spirito ad essere debole - il suo spirito è forse quello di un grande saggio - bensì il corpo materiale ed il cervello grazie al quale egli deve manifestarsi; è il suo cervello, che è rovinato. Date un violino con le corde allentate a un violinista: anche se fosse il più grande violinista del mondo, non potrebbe suonare. Anche lo spirito è un grande virtuoso, ma per suonare ha bisogno di un buon strumento.

Considera il tuo corpo come un grande amico (2) Se vuoi cominciare a vivere veramente, senza paure od angosce dovute ai condizionamenti che ti hanno imposto gli educatori, i giornali, la radio e la televisione, comincia a guardare nello specchio, e considerare colui che ci vedi riflesso non come te stesso ma come un tuo prezioso alleato, uno strumento che ti permette di fare molteplici esperienze altrimenti impossibili. E' solo per mezzo del tuo corpo che il tuo vero Sé, quello spirituale, può sviluppare le qualità potenziali che Dio gli ha donato al momento della sua progettazione. Parla a colui che vedi riflesso, salutalo al mattino e chiedigli di aiutarti a combinare qualcosa di buono durante la giornata. Alla sera, prima di coricarti, salutalo di nuovo, sgridalo se ha sbagliato qualcosa ma fagli i complimenti se ha fatto qualcosa di buono. Ricorda che il corpo che abiti in questa vita è quanto di meglio tu possa avere per fare le esperienze che ti servono. Anche se ha delle imperfezioni, per te rimane il migliore perché le stesse imperfezioni ti permettono di saldare i debiti del passato e sviluppare nella vita attuale la pazienza ed altre virtù. Tutto ciò che avrai imparato andrà ad arricchire il tuo patrimonio spirituale e ti servirà per partire in modo migliore nella vita futura.

Noi tutti siamo preziosi agli occhi di Dio (2) Quando ci guardiamo allo specchio dobbiamo evitare di chiederci se siamo grassi, magri, belli, brutti, piacevoli o sgradevoli. Chiediamoci invece che cosa ci stiamo facendo con quel corpo. E' un corpo unico al mondo; unico perché Dio attraverso di noi ha deciso di fare cose uniche. Dio attraverso di noi può parlare come può farlo solo con la nostra voce, può accarezzare come può farlo solo con le nostre mani. Noi tutti siamo preziosissimi; siamo unici su cinque miliardi di esseri umani!

L'importanza del discernimento (5)

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La scelta tra il bene ed il male non dovrebbe essere difficile, perché quelli che vogliono seguire il Maestro hanno deciso di fare il bene ad ogni costo. Ma il corpo e l'uomo sono due cose differenti, e ciò che l'uomo vuole non è sempre quello che il corpo desidera. Quando il tuo corpo desidera qualche cosa, sosta e rifletti se tu veramente desideri quella cosa. Perché tu sei parte di Dio, e vuoi soltanto quello che Iddio vuole; ma fa d'uopo che tu ricerchi nelle profondità del tuo essere per trovare Dio in te stesso, e per udire la Sua voce che è la tua voce. Non confondere i tuoi corpi con te stesso, né il corpo fisico, né l'astrale, né il mentale. Ciascuno di questi pretenderà di essere il Sé, allo scopo di ottenere quanto desidera. Ma tu devi conoscerli tutti e conoscere te stesso quale loro padrone. Quando vi è un lavoro da compiere il corpo fisico vuol riposare, andare a passeggio, mangiare o bere; e l'uomo che non sa dice tra sé: "lo voglio fare queste cose e debbo farle". Ma il savio dice: "Questo che desidera non sono io, e bisogna che aspetti un poco". Sovente, quando si presenta l'occasione di aiutare qualcuno, il corpo suggerisce subito: "Quanta fatica sarà per me, lasciamo che altri lo faccia". Ma l'uomo risponde al suo corpo: "Tu non mi ostacolerai nel compiere. un'opera buona". Il corpo è un animale al tuo servizio: il destriero sul quale cavalchi. Perciò trattalo bene e abbine cura; non strapazzarlo e nutrilo convenientemente, soltanto con cibi e bevande pure, e mantienilo sempre scrupolosamente pulito, libero dalla più piccola macchia di sudiciume... Il corpo astrale ha i suoi desideri: desideri a profusione: vuole che tu vada in collera, che tu dica parole aspre, che tu sia geloso, avido di denaro, invidioso della roba altrui, che tu ti lasci sopraffare dallo sconforto. Esso desidera tutte queste cose, e molte altre ancora, non perché vuol farti del male, ma perché ama le vibrazioni violente e gli piace cambiarle continuamente. Ma tu non vuoi nulla di tutto questo, e perciò devi discernere tra i tuoi bisogni e quelli del tuo corpo astrale. Il tuo corpo mentale desidera considerarsi orgogliosamente separato dagli altri, pensare molto a se stesso e poco al prossimo. Anche quando tu l'abbia distolto dagli interessi mondani, cercherà ancora di essere egoisticamente calcolatore e di farti pensare al tuo progresso anziché al lavoro del Maestro ed all'aiuto da dare agli altri. Quando mediti, cercherà di farti pensare alle molteplici cose che esso brama, anziché all'unica cosa che tu vuoi. Tu non sei questa mente, ma essa è tua perché tu te ne serva; onde anche in questo è necessario il discernimento. Vigila senza posa, altrimenti fallirai. Il cammino spirituale non conosce compromessi tra il bene ed il male. Fa ciò che è retto, a qualunque costo, ed astieniti dal fare il male, checché ne dicano o ne pensino gli ignoranti. Studia profondamente le leggi nascoste della Natura e, quando le hai conosciute, conforma ad esse la tua vita, esercitando sempre la ragione ed il buon senso. Distingui l'importante dal non importante. Saldo come una roccia quando si tratta di principi, cedi sempre nelle cose che non hanno importanza, perciò cerca sempre di essere sempre affabile e dolce, ragionevole ed accondiscendente, lasciando agli altri la stessa piena libertà che desideri per te stesso. Cerca di scorgere ciò che merita di esser fatto, e ricordati che non devi giudicare dalla grandezza della cosa. Merita di più fare una minuzia direttamente utile al lavoro del Maestro, che non una cosa più grande che il mondo forse giudicherebbe buona. Devi distinguere non solo l'utile dall'inutile ma altresì ciò che è più utile da ciò che è meno utile. Cibare i poveri e opera buona, nobile ed utile; tuttavia cibare le anime è più nobile e più utile che dar da mangiare ai corpi, ma solo quelli che hanno la conoscenza possono cibare le anime. Se possiedi la conoscenza è tuo dovere aiutare altri a conseguire questo sapere. Per quanto saggio tu possa essere, molto ti resta da imparare su questo Sentiero, tanto infatti che anche in ciò occorre discernimento, e bisogna che tu rifletta attentamente per vedere che cosa vale la pena d'imparare. Ogni cognizione è utile ed un giorno avrai tutto il sapere, ma fino a che ne possiedi solo parte, guarda che questa parte sia la più utile. 138 - La Luce dell'Anima

Dio è Sapienza al pari di Amore, e quanto più sai tanta più parte di Lui puoi manifestare. Studia dunque, ma studia anzitutto ciò che ti può rendere meglio capace di aiutare gli altri. Persevera pazientemente nei tuoi studi, non allo scopo che gli uomini ti considerino erudito, e nemmeno per la felicità di essere savio, ma perché l'uomo savio soltanto può saviamente aiutare. Per grande che sia il tuo desiderio di recare aiuto, se sei ignorante l'opera tua potrà fare più male che bene.

Riferimenti bibliografici 1) Paramansa Yogananda, L'eterna ricerca dell'uomo, Casa Editrice Astrolabio, Roma. 2) Mario Rizzi, scritti vari non pubblicati. 3) Tratto da Dei in esilio, di J.J. Van Der Leeuw, pag. 20, Edizioni Alaya, 1951. 4) Omraam Mickhael Aivanhov, Un pensiero al giorno, Edizioni Prosveta. 5) Brani tratti da Ai piedi del Maestro, di Alcione, pagg. 12-16, Edizioni Adyar, Settimo Vittone (TO).

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DIO E LE LEGGI UNIVERSALI (1) "Noi riconosciamo soltanto una legge nell'universo, la legge dell'armonia, del perfetto equilibrio". Koot Hoomi Dio, fondamentalmente, può essere descritto come mente infinita. Egli è stato il progettista ed il creatore dell'Universo, che ancor oggi sostiene con la sua volontà. Certamente prima di aver tradotto la sua idea iniziale in realtà dovrà aver elaborato un piano di azione assai accurato; creare un Universo non è certamente facile e molte leggi devono essere osservate affinché la creazione stessa possa essere compiuta e poi mantenuta nel tempo. Se pensiamo alle leggi che l'architetto deve osservare per la costruzione di un ponte o di un grattacielo, potremo farci una idea di quante e a quali leggi, il piano divino è tuttora sottoposto. Da questo fatto è scaturita l'idea che Dio fosse legge. Egli è infatti l'originatore di tutte le leggi che reggono l'Universo; leggi che osserva Egli stesso perché in caso contrario il creato cesserebbe di esistere. E' ovvio che le leggi rispettate dal Creatore devono esserlo anche dalle sue creature; questo è un fatto assai importante ma generalmente sottovalutato. I nostri problemi nascono infatti dalle trasgressioni alla legge che, creando una disarmonia, creano pure le condizioni affinché, prima o dopo, la rottura dell'equilibrio venga sistemata. Il fatto che l'uomo cerchi da sempre, ed in tutte le culture, di eliminare le malattie, dimostra chiaramente che esse non sono state create da Dio. Se fossero state create da Dio l'uomo non avrebbe mai avuto alcun successo nel combatterle ed avrebbe cessato di farlo dopo alcuni inutili tentativi; l'unica sua speranza sarebbe stata quella di pregare Dio affinché lo guarisse. Dio, alla fine della creazione, si guardò intorno e constatò che "tutto quello che aveva fatto era molto buono" (Gen, 1,31). Nella mente di Dio, infatti, ognuno di noi è un "perfetto essere spirituale"; siamo come una diapositiva perfetta che, proiettata su uno schermo, può apparire deformata per colpa del proiettore.

Cos'è il destino? (2) "Tu non sei un essere umano che sta vivendo un'esperienza spirituale. Tu sei un essere spirituale che sta vivendo un esperienza umana". Wayne W. Dyer Il destino è il susseguirsi implacabile delle cause e delle conseguenze. Ma soltanto la vita biologica, istintiva deve sottostare assolutamente a lui. Tutti coloro che si identificano col corpo fisico, che hanno per scopo primario della vita la ricerca del piacere, delle comodità e dei beni materiali, non possono sfuggire alle Leggi del destino. Chi invece è conscio di essere anzitutto uno spirito, e cerca di manifestare in ogni attività il primato di esso, per lasciare sulla terra tracce di luce, d'amore, di nobiltà d'animo, diviene sempre più padrone del proprio destino. Perciò è chiaro, non vi è molto da discutere e da porsi domande sulla libertà: solo colui che si impegna ogni giorno nel considerarsi uno spirito che sta facendo esperienze terrene in un corpo di carne sfuggirà all'influsso del destino e diventerà veramente libero.

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LA LEGGE DEL KARMA (1) ... La legge del Karma, infonde speranza per il futuro e rassegnazione per il passato. Fa comprendere agli uomini che le cose del mondo, le sue sfortune ed i suoi insuccessi, non intaccano la dignità dell'anima. Mario Ingaramo Tutti i disordini che affliggono l'uomo sono dovuti all'azione della "legge di causa ed effetto" detta anche "legge del Karma". Questa legge è la stessa che noi conosciamo con il nome "legge di gravità" e supera il campo fisico per applicarsi a quello del comportamento. "Così come tu semini raccoglierai; così come tu misuri agli altri sarà misurato a te, disse Gesù di Nazareth, e la tua misura sarà piena, scossa e traboccante". Quanto esposto chiarisce la famosa massima: "Le macine del Signore macinano lente... ma fino all'ultimo granello". La legge di causa ed effetto opera infatti affinché ognuno di noi abbia a raccogliere, vita dopo vita, ciò che ha seminato. Dio è legge e non punirà mai coloro a cui ha donato la vita. Sono le trasgressioni alla legge che hanno creato la situazione attuale, in cui esistono la sofferenza, la miseria e malattie. Noi tutti, durante la nostra vita, abbiamo il libero arbitrio di accettare le cose brutte, come se fossero di "nostra competenza", oppure imprecando contro un Dio ingiusto e vendicativo. Difficoltà, miserie e problemi sono infatti nostri e ci competono come risultato delle azioni compiute durante le nostre passate esistenze. Nella cultura orientale l'insieme di tali azioni, buone o cattive che siano, viene chiamato "karma individuale". Ogni conoscenza ed ogni esperienza rimangono per sempre, vita dopo vita, come possessi acquisiti, comprati e pagati. Questi possessi diciamo che sono acquisiti per "diritto di coscienza" e non possono né perdersi e tantomeno venire rubati. Nessuno, infatti, può togliere a qualcuno l'intelligenza, il talento, le facoltà e le conoscenze. Nel nostro essere vi è una specie di registrazione dove, in essenza, vengono segnate tutte le cose acquisite. Il fatto ancor più straordinario è che tutto le cose che le esperienze ci hanno insegnato ad usare, sia esso un tavolo, le stoviglie, gli indumenti, i gioielli, il denaro, le coperte e perfino una scatola di fiammiferi, rimangono anch'esse registrate. Questa registrazione ci serve per portarle con noi vita dopo vita. Questi oggetti, o strumenti come li potremmo chiamare, appaiono nelle nostre vite, sia che noi li desideriamo oppure no, ed è questo il motivo per cui alcune persone nascono nell'opulenza e altre nella miseria. Ognuno, infatti, nasce nella condizione in cui ha meritato di nascere per diritto di coscienza. La legge di causa ed effetto si incarica di attrarre ad ognuno ciò che gli compete ed il posto più opportuno. Non c'è ingiustizia nel piano della Verità. A questa legge si riferì il maestro Gesù quando disse: "Non accumulate tesori sulla terra, dove la polvere li corrompe e dove i ladri minano e rubano, ma accumulate tesori nel cielo dove né la polvere danneggia, né la ruggine corrompe e neppure i ladri rubano e rovinano; perché dove sarà il vostro tesoro lì sarà pure il vostro cuore" (Mt. 6,19-21).

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Come funziona la legge del Karma (1) E' Dio che ti ha creato, poi ti ha mantenuto, poi ti farà morire, e di nuovo ti darà la vita. Sia gloria a Lui!. Il Corano La filosofia esoterica insegna che esiste una specie di archivio dove sono contenuti i progetti di tutte le cose. Tale archivio viene chiamato "Mondo degli archetipi" e non è tangibile ai sensi in quanto è costituito della stessa sostanza di cui sono composti i nostri pensieri. L'uomo, a sua insaputa, lavora nel mondo degli archetipi mediante i suoi pensieri abituali e le sue modalità di vita. In tal modo egli getta i semi per un roseo futuro o un raccolto di tribolazioni. Tale fatto non gli è però facilmente comprensibile in quanto "getta i semi" in modo inconsapevole, così come un sonnambulo può causare dei danni di cui, al risveglio, non riuscirà a capacitarsi. Si comprende allora l'avvertimento di san Giovanni Crisostomo quando dice: "Il primo convincimento da suscitare in noi è il concetto che nessuno si danneggia se non da se stesso" ("Quod nemo laeditur nisi a seipeo", pag. 52/3). Anche Giobbe, nella Bibbia, afferma: "Ciò di cui temo mi piomba addosso" (Gb, 3,25); altra indicazione di come le emozioni negative (in questo caso la paura) possono causare la realizzazione della situazione tanto temuta. Troviamo in quanto esposto la legge di causa ed effetto in azione; essa è tanto dura da essere stata definita "la legge del taglione" e, qualora male interpretata, porta a concludere che Dio è tutt'altro che infinitamente buono, anzi, lo si suppone crudele al punto di chiedere di tagliarsi una mano a chi l'ha utilizzata per danneggiare il suo prossimo. E' infatti difficile, per l'uomo, comprendere che il supremo Creatore ha utilizzato delle leggi ben determinate con cui ha creato l'Universo e che Egli stesso ha estremo rispetto per le leggi che ha promulgate; l'ordine millenario con cui si muovono gli astri e vengono amministrati gli eventi della natura sono un chiaro esempio di tale immutabilità. Tra le leggi esistenti quella di gravità è di certo una delle più importanti, ed è un vero peccato che l'uomo la consideri solo in relazione ai fenomeni fisici. Se la considerasse attentamente potrebbe scoprire che essa è legata alla sua esistenza più di quanto possa immaginare. La legge di gravità, nella fisica, implica che un oggetto lanciato in alto ritorni verso il basso; la stessa legge, nell'esoterismo, implica che ogni nostra azione o pensiero crei delle condizione che torneranno a noi. In questo caso prende il nome di "legge di causa ed effetto" o "legge del Karma". L'uomo difficilmente si rende conto di essere l'unico artefice del proprio destino perché le sue azioni non sempre provocano un effetto così immediato da evidenziare il collegamento con la loro causa. Questo fatto porta un individuo a cercare l'origine dei suoi mali all'infuori di sé stesso, ed alla conclusione che gli altri (e talvolta lo stesso Dio) siano l'unica causa delle sue tribolazioni.

Nessuno può farvi alcun male (3) Nessuno può farvi del male se voi stessi, con le vostre azioni o i vostri pensieri, non ne avete creato la causa in questa vita o in quelle passate: è un debito in sospeso che deve essere pagato. Noi stessi siamo la causa dei nostri mali, non altri. Gli altri sono soltanto strumenti con i quali l'equilibrio naturale, erroneamente chiamato "Giustizia di Dio", ci chiede di sistemare i conti che abbiamo aperto. Dobbiamo perciò pagare i debiti e nel contempo riscotiamo i crediti per il bene che abbiamo fatto.

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Convincetevi che, se non avete debiti da pagare, sarete inattaccabili. Lo sarete anche se emanerete pensieri d'amore verso tutte le persone e tutte le cose. Essi, infatti, formeranno intorno a voi un'aura di luce che vi difenderà da ogni attacco malevolo.

Karma collettivo e Karma individuale (4) Il pensiero è la sola forza che dà vita o distrugge, a seconda che è diretta in bene o in male. Prentice Mulford L'umanità, attraverso i propri interessi, le proprie azioni ed i propri sogni di carattere benefico ed altruistico, crea poco a poco, un'entità bianca, mentre, con quelli di carattere egoistico e malevolo, crea un'entità nera, un demone potenziale. Sarà proprio la qualità dell'energia a far crescere una o l'altra di tali entità. La creazione di queste due entità fa' parte delle leggi che governano il nostro Universo. Quando l'umanità compie certe azioni, oppure pensa in un certo modo, contribuisce (nel Mondo astrale) alla formazione di una di queste due grandiose entità: è inevitabile. Ogni pensiero ed emozione dell'uomo prende vita e forma nel suo universo individuale ma, nel momento in cui vi sono milioni di persone, che pensano e percepiscono come lui, significa che vi sono milioni di persone all'opera per creare nel Mondo astrale la medesima entità. Quando l'entità nera ha raggiunto un certo grado di sviluppo cerca di scaricare l'energia accumulata, si creano allora i presupposti per l'inizio di una guerra, un massacro, un gesto fanatico o un cataclisma naturale di cui il terremoto è un classico esempio.

Non siamo puniti per i nostri peccati ma dai nostri peccati (4) I Maestri ci osservano continuamente ma ciò non significa che Essi, vedendo che l'umanità si comporta molto male, emettano un verdetto seguito da una punizione. I Maestri non hanno bisogno di mettere in atto delle punizioni; non esiste nel nostro Universo nessuna punizione se non quella che l'umanità si crea da sola dando vita all'entità nera che abbiamo descritta. Fintanto che le entità sviluppano la loro forma nel Mondo astrale, non vi è alcun problema per l'umanità o per la vita del pianeta. Rappresentano una situazione che assomiglia a quella del feto nel grembo materno, non crea problemi né per se stesso e neppure per la madre. Il bimbo si trova là, buono buono, non lo si sente piangere né gridare, non pretende nulla, si trova appartato e cresce pian piano. Dopo la nascita, invece, subito dopo la nascita, il bimbo, che ora esiste nel mondo in modo tangibile, comincia a reclamare il suo diritto a mangiare, respirare, essere amato e riconosciuto; da quel momento diventa esigente. Allo stesso modo dopo un certo tempo la gestazione astrale dell'entità, nera o bianca che sia, arriverà a termine e si manifesterà nel Mondo fisico. E' in quel momento che essa pretenderà ciò che gli è dovuto, proprio come un bambino appena nato e, se si trattasse di un'entità maligna, si produrranno grandi catastrofi. Per provocare questi catastrofi, l'entità nera cercherà chi le assomiglia, esattamente così come fanno i bambini che, una volta grandicelli, cercano tra i loro piccoli amici quelli che sono più portati a fare le birichinate da loro ideate. L'idea distruttiva di questa entità sarà innanzitutto recepita dalle persone che, a loro insaputa, le hanno dato vita e fornito l'energia necessaria al suo sviluppo. E' per questo motivo che si può vedere qualcuno arruolarsi nell'Esercito mentre pensa tra sé: "Non ho più nulla da perdere, allora mi unirò a coloro che cercano di salvare il mio Paese", oppure "Non ho motivo per vivere, così cercherò di esistere per la mia Patria, per una nobile causa". In realtà questa offerta di sé mostra come vi siano delle persone che nello stesso tempo collaborano al piano guerrafondaio di un'entità 143 - La Luce dell'Anima

nera e, con il loro sacrificio, cercano di riscattare la parte di energie negative che hanno offerto all'entità stessa per autogenerarsi. Quindi, esiste un'attrazione tra questa entità e le persone che l'hanno creata, anche se nel momento in cui esse muoiono sembrano esserne le povere vittime. Ogni volta che vedete accadere delle cose nefaste, orrori dovuti alla guerra o al fanatismo, oppure catastrofi ambientali (terremoti, alluvioni, incendi, ecc.), sappiate che dietro ogni evento vi è stato un accumulo di energia che, scaricandosi, lo l'ha generato.

Come superare il Karma negativo (2) La maniera migliore per non aggravare il vostro Karma è di accettare il destino e lasciare che si compia, senza tentare di sfuggirgli. Penserete che questo è fatalismo. No, i fatalisti accettano gli avvenimenti perché "sta scritto", e così non reagiscono. Si lasciano coinvolgere da ciò che accade come fanno gli animali, senza cercare di modificare la situazione con la volontà e l'azione. I veri discepoli non sono fatalisti; essi decidono di assumere delle iniziative e dicono: "Ho commesso degli errori nel passato, devo pagare, va bene. Ma per il fatto di aver sbagliato, devo rimanere inerte a soffrire? Mi impegnerò piuttosto in una grande e nobile impresa, che non soltanto cancellerà tutto, ma mi porterà anche alla vera liberazione". A che cosa serve pagare il Karma se è unicamente per soffrire senza evolvere?

La felicità mediante la Legge di Causa ed Effetto (5) La felicità è nobile e nasce dalle cose costruttive. Il piacere, basato sulla vanità e sul desiderio, non dura e si tramuta sempre in pena. Dal "Nakulamata" I tipi materialisti ed intellettuali, dovrebbero considerare la Legge di causa e di effetto, così come considerano la Legge di gravità, la Terra attira tutto ciò che si allontana da lei, noi attiriamo tutto ciò che si è allontanato da noi. Tutte le religioni confermano questa grande Legge, ma citerò soltanto quanto ha detto Gesù di Nazareth: "Ciò che l'uomo semina, quello raccoglierà". Possiamo aggiungere: "Qualsiasi cosa un uomo raccoglie, quello è ciò che ha seminato nel suo passato". In Cina questa legge è enunciata in questi termini: "Semina un frutto per raccogliere quel frutto, semina semi di zucca se vuoi raccogliere zucche". Lork Kilmur, primo ministro inglese, quando parlò alla Westminster Hall di Londra ad una udienza di magistrati e di avvocati inglesi ed americani, disse che per risolvere i mali che affliggono l'umanità non c'è che un mezzo: insegnare agli uomini come funziona la Legge di causa e di effetto e come creare buone cause al fine di raccogliere degli effetti benefici. Tutti i nostri pensieri, le nostre emozioni e le nostre azioni appartengono ad una di queste due categorie: 1. ciò che determina armonia, 2. ciò che semina disarmonia. Noi spargiamo i semi dell'armonia o della disarmonia in ogni momento della nostra vita quotidiana e, nella stessa precisa misura, raccogliamo armonia di disarmonia dalle persone che ci circondano e dalle situazioni che incontriamo. Quando i nostri pensieri, le nostre emozioni e le nostre azioni sono incontrollate, generalmente noi reagiamo in sintonia con gli stimoli che ci arrivano. Perciò, se qualcuno ci parla in modo critico di cose o persone noi, generalmente, ci uniamo a lui con il nostro risentimento e le nostre critiche, senza renderci conto che così facendo attiriamo disarmonia su noi stessi.

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Poiché questa è la sola Legge che insegna a vivere, basterà controllare le cause per essere sicuri di controllare gli effetti. Supponiamo che il Sig. X provochi disarmonia nel Sig. Y o che manchi ad un dovere verso di lui. Agendo in questo modo X ha creato una causa. Y, con la sua reazione genererà una nuova causa: se reagisce armonicamente alla provocazione di X egli creerà una causa armonica; se reagisce in malo modo, irritato e offeso, anch'egli seminerà una causa negativa e disarmonica. Dobbiamo comprendere che questa Legge è tanto perfetta che anche la critica del governo, del tempo atmosferico o dei cosiddetti oggetti inanimati, produce per noi dei semi di disarmonia. Quantunque la causa e l'effetto siano inseparabili, così come il diritto e il rovescio di una moneta, ciò non significa che si possa constatare un effetto a tempo breve; qualche volta può accadere, ma in altri casi esso potrà realizzarsi molto più tardi, magari in una vita successiva. In questa Legge possiamo perciò vedere quella che ci viene proposta come Giustizia di Dio. Questa Legge ci porta anche a comprendere che "noi non siamo mai puniti per i nostri peccati ma dai nostri peccati".

Quello che conta è il momento presente (5) Un sorriso che non dai, è un sorriso che non avrai. Noi dobbiamo CREARE ARMONIA ORA. Dobbiamo sempre cercare di rispondere in modo positivo a qualsiasi situazione ci si presenti dinanzi. Con il controllo dei nostri pensieri e dei nostri sentimenti siamo liberi di attirarci cause armoniche o disarmonie in ogni istante della nostra vita. Se impariamo ad osservare noi stessi e gli altri scopriremo ben presto che ognuno raccoglie ciò che semina. Controllando le nostre reazioni verso il mondo esterno, noi diventiamo padroni completi della nostra vita. Vivendo in armonia QUI e ORA, noi siamo in grado di equilibrare le energie negative che abbiamo creato nel passato e prepararci un futuro di pace e benessere. Quando comprendiamo cos'è che genera le cause e gli effetti, cambia completamente la nostra attitudine verso coloro che provocano disarmonia in noi. Comprendiamo che essi stanno seminando una causa, mentre noi stiamo soltanto raccogliendo il frutto di ciò che abbiamo seminato nel passato. Dovremmo sempre ringraziare coloro che ci fanno del male perché in questo modo ci permettono di chiudere un conto che abbiamo aperto tempo fa, magari in una vita passata. Scrisse a tal proposito Richard Bach: "Quando hai davanti un problema, guardagli nelle mani: vedrai che ha un regalo per te".

Massime importanti - Tutte le libertà scaturiscono dalla libertà mentale. - Vivi nel presente, per il futuro, guidato dal passato. - Nessuno è felice se non pensa di esserlo. - Le responsabilità vengono attirate dalle spalle in grado di sopportarle. - Il potere dell'amore, non l'amore del potere, può portare la pace. - Per un uomo saggio, ogni giorno è una nuova vita. - "Vai... e non peccare più." - Gesù di Nazareth -

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Riferimenti bibliografici 1) Mario Rizzi, scritti vari non pubblicati. 2) Omraam Mickhael Aivanhov, Un pensiero al giorno (ed. 1997), Edizioni Prosveta, F.B.U. Casella postale 12019 - 20120, Milano. 3) Amadeus Voldben, I prodigi del pensiero positivo, pag. 72, Edizioni Mediterranee, Roma, 1992. 4) Ghislaine Gualdi, Individualità, desiderio e volontà, (Quaderno n. 21). Gruppo Teosofico Sarmoung, via Dietro Castello, 140 - Cavaglià (BI) - Tel e Fax: 0163/966613 5) Joseph Pang Wai, La felicità per voi ora, Bresci Editore, Edizioni l'Età dell'Acquario.

Letture per approfondire Annie Besant, Il Karma o l'enigma del destino, Edizioni Adyar, Settimo Vittone (TO). Rudolf Steiner, L'azione del Karma, Edizioni BIS (Blu International Studio). Mario Ingarano, Il KARMA; del seminare e del raccogliere, Bresci Editore, Edizioni Età dell'Acquario. Quest'ultimo volume rispecchia i concetti fondamentali sul Karma che si trovano nel Brahmanesimo e nel Buddismo, chiaritio dal pensiero di due grandi filosofi indiani moderni: Radhakrishnan e Aurobindo.

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CONOSCERE IL CRISTO E LA SUA OPERA (1) Nella Bibbia sta scritto che il Cristo prese su di sé le reazioni peccaminose della gente e sacrificò la sua vita. Ma i cristiani hanno stabilito che Cristo debba continuare a soffrire mentre loro fanno ogni tipo di sciocchezze. Hanno fatto firmare a Gesù Cristo un contratto dove si impegna a prendere le loro reazioni peccaminose mentre essi fanno quello che vogliono. Cristo fu così misericordioso da prendere su di Sé tutti i loro peccati ma questo non li induce a non commetterne più. da: Incontri con il maestro spirituale, di A. C. Bhaktivenanda Swami Prabhupada

Gesù di Nazareth e il Signore Cristo Penso che il personaggio più discusso negli ultimi 2000 anni sia Gesù di Nazareth, detto il Cristo. Ciò malgrado ben pochi possono dire di sentirlo familiare come "uno di casa". Ho conosciuto alcuni praticanti cristiani che, a parole, conoscevano il Cristo nei più intimi dettagli ma che, trovandosi a fronteggiare una pesante crisi, sia essa di salute, finanziaria o affettiva, non hanno saputo trovare in lui quella presenza amica quel conforto tanto declamato. La riprova a quanto sopra la troviamo pure nel considerevole numero di persone, troppe forse, che dicono di avere pregato per anni senza aver ottenuto la grazia desiderata. Esse sono state di certo animate da buone intenzioni ma probabilmente è mancata quella fede, ovvero fiducia, che può nascere solo da un rapporto di intima conoscenza ed amicizia. Personalmente ritengo che Gesù il Cristo sia un personaggio troppo dissimile dalle nostre comuni caratteristiche per poter essere facilmente considerato come un intimo amico. La massima "Così in alto così in basso" ci porta a comprendere quanto sia difficile un rapporto di amicizia con Lui, che non abbiamo mai conosciuto, quando vi sono già notevoli difficoltà nel considerare amica una persona che conosciamo e frequentiamo da anni. Gesù si presenta talmente diverso, e pertanto incomprensibile, da ricordarmi i consuntivi annuali delle grandi aziende dove compaiono numeri con nove o dieci zeri e che per noi, abituati ad una ben più modesta economia, non hanno quella realtà che gli esperti invece gli attribuiscono. Per realtà si intende infatti ciò su cui si è d'accordo. Tutto è relativo; l'essere d'accordo su una cosa significa perciò vederla nello stesso modo e ciò permette di parlarne e di scambiarsi le proprie opinioni al proposito. Tra figli e genitori manca spesso la realtà, intesa in questo senso, ed allora il rapporto si deteriora e la comunicazione si assottiglia sempre di più. Affinché la comunicazione possa esistere, e sostenersi nel tempo, è necessario che vi sia un comune accordo sulla realtà in esame. Ciò con Gesù non accade; la sua realtà è quella di aiutare gli altri al prezzo di umiliazioni e del sacrificio cruento della sua stessa vita. La nostra realtà considera sempre con estrema cautela ogni forma di sacrificio a favore degli altri. Tempo, danaro e disponibilità vengono sempre filtrati dall'egoismo personale e le monetine che ancora vengono date nella questua domenicale illustrano assai bene questa situazione. Chi va in chiesa alla domenica per l'incontro settimanale con il Salvatore, il grande amico di tutta l'umanità, e fratello maggiore di ognuno di noi, non gli offre neppure un cappuccino con una brioche. Non

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si capisce bene il perché. Probabilmente il parroco non viene ritenuto un buon amministratore, o il Vaticano stesso viene citato in concorso di colpa in quanto non si decide a vendere i suoi tesori a favore dei poveri. Resta il fatto che ad un amico il cappuccino si offre, a volte anche un pranzo. Con Gesù il Cristo questo non accade: tempo e danaro sono ben calcolati, poche lire e tre quarti d'ora settimanali sono ciò che una normale amministrazione del cristiano contempla in suo favore. Eppure quante volte ci si rivolge a lui per chiedere qualcosa e poi ci si chiede stupiti perché non si ottiene il riscontro desiderato... Alla domenica la chiesa si riempie, a volte non vi è neppure il posto a sedere. Penso che il Cristo, dall'altare, si illuda ogni volta che siano venuti per Lui. Per offrire con Lui il grande sacrificio eucaristico in modo che esso trovi il massimo favore del Padre celeste e porti ai partecipanti prima, ed al mondo intero poi, il misericordioso perdono per le tante trasgressioni fatte contro le leggi da Lui emanate. Tutto ciò, purtroppo, non è reale per la maggioranza delle persone. Per loro un Padre che permette al figlio Unigenito di sacrificarsi per duemila anni a favore di un popolo dalla dura cervice è fuori dai modelli abituali. La partecipazione viene allora a mancare e le persone aspettano soltanto che la Messa sia terminata per ritornare nel mondo che le aspetta con i suoi molteplici ed inderogabili impegni. E Gesù, dall'alto dell'altare, le osserva mentre si accalcano all'uscita. Ancora una volta si era illuso che venissero per stare un poco con Lui, invece no, hanno timbrato il cartellino per mettersi a posto la coscienza con il parroco o con i genitori, oppure con se stessi, e se ne vanno in perfetta buona fede. Pochi veramente conoscono chi è, e cosa fa', Gesù il Cristo. Notate che non uso il solito tempo passato "chi era e che cosa ha fatto" ma il presente, perché Gesù il Cristo non è un personaggio dei tempi lontani ma una presenza viva e attuale. Vediamo di tracciare un breve profilo di questo grande Maestro e dello scopo della sua missione. Il nostro pianeta, oltre all'atmosfera fisica, che tutti possono percepire, possiede pure una atmosfera sottile che viene chiamata Mondo astrale o Mondo del desiderio, che rappresenta l'ambiente emozionale dove ognuno di noi ha un suo spazio che, pur essendo privato, non manca di interagire con tutto il circondario. Nel Mondo astrale le emozioni, i desideri e le passioni sono supportate da una sostanza/energia in continua vibrazione. Un'emozione elevata è contraddistinta da sostanza leggera ed alte vibrazioni mentre per le basse emozioni, come l'odio e l'egoismo, accade il contrario. Un'emozione nobile tenderà a portare alte vibrazioni in tutto il Mondo astrale mentre un'azione cattiva sarà sempre legata ad emozioni con basse vibrazioni capaci di abbassare, seppur di poco, le vibrazioni di tutto il Mondo astrale a svantaggio di tutta l'umanità. La venuta del Cristo è stata necessaria perché, nel corso dei secoli, la malvagità aveva abbassato le vibrazioni del Mondo astrale al punto tale da precludere i sentimenti più nobili ed il ricongiungimento spirituale con il Padre celeste. Il Cristo, a differenza degli altri Profeti che sono stati dei terrestri molto evoluti, è uno Spirito solare che, di sua spontanea volontà, in un atto di grandissimo amore, decise di entrare in un corpo terreno onde mostrare come l'uomo stesso, comportandosi secondo certe direttive, potesse superare i travagli terreni quali il peccato, la morte e la malattia. La crocifissione del corpo di Gesù di Nazareth ha liberato lo spirito del Cristo, che era entrato in lui al battesimo. Da quel momento il Cristo è diventato lo Spirito del pianeta terra, che compenetra il pianeta e partecipa alle esperienze di vita degli innumerevoli esseri, uomini compresi, che vi nascono, vivono, soffrono, e muoiono. Narra infatti il Vangelo che alla morte del Signore il velo del tempio si è squarciato, dipingendo in modo simbolico la grande onda di luce che lo spirito del Cristo ha riversato nel Mondo astrale sollevandone le vibrazioni al punto da creare una luce accecante che arrivò persino ad oscurare quella del sole. Da quel giorno lontano il Cristo si adopera costantemente per risollevare le vibrazioni della materia astrale abbassate dalle azioni cattive di ognuno di noi. Se non vi fosse la sua opera continua il Mondo astrale sarebbe presto ridotto come duemila anni fa e non vi potrebbe più essere alcuna possibilità di avanzamento 148 - La Luce dell'Anima

spirituale. Seppur breve questo profilo del Cristo dovrebbe farci comprendere e valutare l'opera di salvezza da lui compiuta e continuamente rinnovata nei sacrifici eucaristici che vengono offerti giornalmente dai sacerdoti in ogni parte del mondo. Questo è il significato della sua grande promessa: "Io sarò sempre con voi" . Per chi non conosce questa frase tende a disorientare ancora di più in quanto, per noi, riesce già difficile mantenere le promesse un giorno per l'altro. In effetti la promessa di Gesù, seppur mentalmente accettata, non può trovare in noi quella accoglienza che dovrebbe formare il terreno fecondo per le radici della vera fede. Quella fede di cui basta un granello per smuovere una montagna. Il non comprendere questa promessa nel più profondo dei suoi molteplici significati è forse il maggior torto attribuibile all'umanità. Vuotare di significato una promessa del genere significa togliere al Cristo la possibilità di essere quel vero amico tanto decantato nei sermoni domenicali e dalla letteratura cristiana. Un vero amico deve essere con noi nei momenti più duri e difficili così come in quelli di gioia. Gesù ha promesso di essere sempre con noi, ma quanti Gli hanno offerto un momento felice affinché ne partecipasse? Quanti Gli hanno chiesto di presenziare al concepimento di un figlio o alla sua nascita? Agli esami scolastici? Al matrimonio? Al delirio di un familiare in agonia? Penso pochi, forse nessuno. Eppure la promessa è lì da leggere e rileggere. Come i consuntivi delle grandi aziende, entra negli occhi ma non arriva al cuore, è troppo diversa dalle cose abituali e resta distante, fredda e presto dimenticata. Purtroppo questo fatto non mancherà di avere il suo riscontro. Nel Vangelo si narra di un giorno in cui si terrà un processo e Gesù, quale giudice, porrà coloro che lo hanno aiutato alla sua destra e coloro che non lo hanno fatto alla sua sinistra. Tutti noi dovremo un giorno comparire quali imputati in un processo del genere, ed allora, se accusati, ci affretteremo a dire che non abbiamo colpa alcuna perché Gesù, personalmente, non ci ha mai chiesto da mangiare, da bere o da vestire. E lui ci spiegherà che siccome non abbiamo creduto alla sua promessa non abbiamo potuto ravvisare il suo volto in quello della vicina isterica, del portinaio brontolone, del drogato seduto sui gradini della metropolitana, della prostituta all'angolo della strada, dell'assassino e del suo assassinato. Dobbiamo capire, una volta per tutte, che Egli è presente in ognuno di noi, nei nostri genitori, nei compagni di scuola, nei colleghi di lavoro, nei familiari ed in tutti gli altri, ricchi o poveri, sani o malati, simpatici o meno. In ognuno di essi si cela il Cristo, quasi sempre piegato sotto un'ennesima sofferenza, novello Cireneo con il compito disumano di portare sulle spalle non una ma cinque miliardi di croci. La nostra crescita spirituale inizierà veramente soltanto quando cesseremo di cercare il volto del Cristo nelle opere d'arte, più o meno famose, e smetteremo di considerare Gesù alla stregua di un illustre personaggio che ha fatto il suo tempo. "Io sono la vite e voi siete i tralci" , sono sue parole, tutti noi facciamo parte del corpo di Cristo. Non si dimentichi che la parola "chiesa", all'origine indicava un certo numero di persone riunite. Noi, tutti insieme, siamo il corpo del Cristo e Lui soffre e gioisce con noi in ogni istante della nostra vita. Questo è il fatto più importante da comprendere pienamente. Egli è con noi ma, quale essere spirituale, manca delle mani fisiche per poter sorreggere i deboli, manca della parola fisica per portare un messaggio di speranza e di conforto. Dobbiamo essere noi che Gli offriamo le nostre mani affinché possa sostenere i nostri simili, e la nostra parola affinché possa pronunciare messaggi di conforto e di speranza. In una predica sentii un messaggio che mi rimase impresso profondamente: "E'inutile, disse il padre, che vi affannate a correggere i vostri errori, siete troppo deboli... Fate invece crescere il Cristo in voi e quando sarà cresciuto a sufficienza da prendere il controllo della vostra vita tutti i vostri errori saranno eliminati". Noi dovremmo consacrare al Cristo tutti noi stessi, giorno dopo giorno, al mattino, appena alzati dovremmo alzare le braccia al cielo e dire: "Grazie, o Signore, della notte che mi hai concessa, ti offro queste mie mani, queste mie labbra, questa mia mente e questo mio cuore affinché tu li possa usare come strumenti di pace".

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Ciò è tutt'altro che reale per la comune mentalità. Ecco perché il "fenomeno Cristo" non può essere capito; supera le nostre possibilità di comprensione così come la grandezza dell'universo, o la coscienza infinita di Dio. Belle parole ma non entrano, non riescono a generare in noi nessuna emozione e ben sappiamo come la molla per ogni nostra azione trae l'origine da una istanza emotiva. Non per nulla la parola emozione significa mettere in movimento. Questo è il lato tragico della cosa, pochi sentono la viva e reale presenza del Cristo al punto di provare un'emozione. Questo comporta assenza di movimento, passività e poco interesse: ecco spiegato il motivo del poco calore del cristiano praticante e di tanti ministri di Dio che si affannano a far perseguire agli altri quegli ideali che loro stessi non riescono a realizzare. Eppure il Cristo c'è e lavora per noi. Egli è dentro il nostro cuore ed aspetta null'altro che noi, novelle madri, lo facciamo crescere alla giusta statura. Egli ha voluto nascere in una mangiatoia per dimostrare che anche il cuore più meschino può offrirgli una dimora. Ha scelto di avere un traditore su 12 per mostrarci che anche per i traditori vi è un posto presso di lui. Ha frequentato i relitti umani ed è stato crocifisso tra due ladroni affinché anche i più emarginati possano aspirare ad un posto al suo fianco. Tutto ciò è quanto coloro che si rivolgono ad altre religioni non hanno compreso nell'intimo del loro cuore. Chi vede nel Budda la perfezione e la compostezza, e nell'induismo la cultura profonda, non valuta che nella compostezza del buddismo non vi è spazio per il deliquio di un drogato e nella sapienza dell'india non può trovarsi a suo agio il deficiente o l'analfabeta. E' solo nel cristianesimo che vi è un posto per tutti, Gesù lo ha ampiamente dimostrato con le sue opere e lo ha insegnato con le sue parole. Il cristiano vero dovrebbe sentirsi cittadino del mondo; i confini sociali o razziali dovrebbero essere da lui completamente superati dalla comprensione, l'accettazione e l'amore. Con il cristianesimo cessa l'usanza di sacrificare ciò che si possiede ed inizia l'offerta di noi stessi, del nostro tempo e del nostro operato. Sull'esempio del Cristo nasce il servizio, compaiono i missionari, che prima costruiscono un ospedale e poi la chiesa. Nelle altre religioni ciò non accade, i maestri orientali in occidente creano scuole di pensiero non centri per aiutare i deboli e gli ammalati. Il cristianesimo è una religione attiva, non si è mai letto che il Cristo se ne stesse seduto ore ed ore a meditare; una breve preghiera e via a lavorare, "alzati e cammina" è il suo comando, "andate, guarite e predicate" è il suo volere. Eppure queste parole, come tante altre, non suoneranno reali ad alcuni di noi. Siamo troppo affannati a trovare prove sensibili a quanto ci viene proposto per accettare le promesse del Cristo almeno come ipotesi di lavoro. Alla fine la mancanza di prove farà nascere in noi un ennesimo alibi cosicché la comoda poltrona non manchi del nostro consueto appuntamento ed il conto in banca non corra rischi ulteriori. Chi ha mai pensato che le scarpe che tiene nell'armadio sono le scarpe di chi non ne possiede, e che i soldi che tiene in banca sono i denari di chi non può comprarsi del cibo? Sono pensieri duri ma anche il Cristo non ha la vita facile... Ci rendiamo conto di quante premure vengono offerte ad una persona sofferente e che poca comprensione si ha per il Cristo che da 2000 anni soffre in croce per tutta l'umanità? Ci rendiamo conto che nella persona che trattiamo duramente c'è il Cristo che subisce la nostra violenza? Si rendono conto i medici che nei loro malati vi è il Cristo che soffre e forse porta anche un poco di quella croce che a loro compete? Non abbiamo mai pensato che il Cristo è coscienza planetaria e ciò significa che soffre l'umiliazione della prostituta, le percosse del violento, le ingiustizie dei ricchi e la miseria dei poveri? Tutto ciò non è reale, vero? E' fuori dalla nostra portata. Noi, se abbiamo il raffreddore siamo già sofferenti e piagnucolosi, potremo mai capire chi soffre tutte le sofferenze dell'umanità, di giorno e di notte, senza tregua né respiro? Questa è la tragedia: noi non lo possiamo comprendere. E' troppo diverso da noi, è un fenomeno irreale e anche chi si dice convinto non suffraga con la sua vita la sua posizione meramente intellettuale. A questo punto qualcuno potrà dire: "E allora? Non possiamo certo essere tutti quanti come madre Teresa di Calcutta!". Ciò è vero ma è anche vero che tutti noi siamo al centro di un nucleo sociale e che possiamo aiutare e servire il Cristo senza neppure allontanarci da casa nostra. 150 - La Luce dell'Anima

Questo è il fatto importante. Quando faremo il proponimento di osservare coloro che ci circondano ripetendo in noi: "Ecco in questa persona vi è il Cristo", allora inizieremo ad essere consapevoli che l'ingiuria proferita, la violenza fatta, o la pigra omissione non sono un fatto meramente personale ma una ennesima sofferenza del Cristo ed un'influenza negativa che si ripercuote su tutta l'umanità. Meditiamo attentamente su quanto esposto e rendiamoci conto della enorme responsabilità di ogni nostra azione. Considereremo allora ogni nostro simile come un tempio, più o meno disastrato, dove il Cristo sofferente si aspetta da noi amorevole comprensione e massima disponibilità. Sta scritto nell'Apocalisse: "Io sono fuori della porta e aspetto... Se mi farai entrare starò a cena con te". Dovrà aspettare ancora per molto?

ESPERIENZE DI UN BARELLIERE A LOURDES (2) E tutto ciò che farete ad uno di questi piccoli è come se lo aveste fatto a me. Gesù di Nazareth Ogni persona desiderosa di camminare sul sentiero spirituale ha un traguardo ben preciso che consiste nell'accelerare il suo processo evolutivo seguendo gli insegnamenti di nostro Signore Gesù Cristo. Ciò, però, non è possibile se tale meta viene perseguita con dei fini meramente egoistici: infatti il Cristo stesso stabilì l'indissolubile unione che ci lega gli uni agli altri e non è possibile alcun avanzamento a chi non si prodiga per gli altri. Purtroppo la vita dei nostri giorni, con i suoi inderogabili impegni di lavoro e di famiglia, non sempre consente di agire come vorremmo ed è per questo motivo che da diversi anni utilizzo parte delle mie ferie per offrire il mio supporto come barelliere a Lourdes. Questa attività è patrocinata da alcune associazioni internazionali tra cui la "Oftal". Il compito dei barellieri è molteplice: inizia sul treno "bianco" che trasporta i malati e gli accompagnatori a Lourdes; si sviluppa, una volta arrivati, con il compito di accompagnare gli ammalati alle piscine di acqua benedetta ed alle varie processioni; termina con l'assistenza fornita durante il viaggio di ritorno. Durante il viaggio la sofferenza che, seppur celata dall'umano pudore di chi soffre e non vuole far portare la sua croce agli altri, gioca un ruolo determinante. Le etichette che separano i singoli individui nel consorzio umano cessano di esistere. Direttori di azienda, studenti e disoccupati perdono il loro ruolo personale per assumere quello di assistente o di assistito; un rapporto comunitario dove dare e ricevere non hanno più significato perchè la sostanza di scambio è soltanto amore vero, sincero e disinteressato. Anche la vita promiscua negli alloggi per il personale porta ad un cameratismo che, seppur necessario, non pesa per nulla perchè ognuno sente l'altro come una parte complementare di sé stesso. Il servizio agli ammalati offre l'opportunità di fare delle esperienze meravigliose. L'assistenza alle piscine permette di udire molteplici linguaggi ed i canti che si levano alla "Madre Maria" sono una polifonia che, malgrado la diversità delle lingue, è pregna di fiducia e speranza. Qui la sofferenza cessa di essere una croce e diventa un mezzo di redenzione e rigenerazione. Le persone lo recepiscono e la commozione è comune. Da ben duemila anni Il Cristo è in tutti noi, sempre, ma ben poche volte ne siamo consapevoli; è come un mendicante al quale offriamo assai poco, ed anche questo di rado. Nei pochi gironi trascorsi a Lourdes la situazione cambia radicalmente, il Cristo appare ovunque, nei volti sofferenti dei malati ed in quelli premurosi degli assistenti, nelle lacrime del bimbo paralitico e nell'angoscia celata della sua mamma. Sì, in ogni sofferente vi è il Cristo che soffre, è in loro, è in me, è in tutti noi che cantiamo, soffriamo e speriamo. Quanta sofferenza! A stento trattengo le lacrime e porgo un sorriso a colui che porta una "croce"

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più grande della mia... Ma con quale diritto posso parlare di croce io che sono sano, ho una bella famiglia e forse sono la causa primaria degli attriti e disaccordi di cui mi lamento? Questi pensieri mi turbano, non riesco a scacciarli. Nella cappella del Santissimo Sacramento, tra una folla orante, devota e silenziosa, faccio l'esame di coscienza e non posso trattenere che qualche lacrima righi il mio volto. Tutti gli alibi perdono il loro valore, mi ritrovo "nudo" davanti alla mia miseria ed a tutte le scuse che per anni ho eretto a difesa della mia inadeguatezza. Un bimbo mi guarda, mi fa' sentire assai imbarazzato, vorrei nascondermi ma non lo faccio, almeno qui non voglio fare lo struzzo. Nel cuore mi nasce una preghiera struggente: "Signore, Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore". La Messa, celebrata nelle varie cappelle lungo tutto l'arco della giornata, i punti di incontro e di preghiera, la processione degli ammalati non sono che momenti di fede sentita e vissuta. Come vorrei che il monotono grigiore della mia vita quotidiana potesse essere interrotto da attimi così intensi e struggenti. Ciò che però mi ha colpito di più è stata la fiaccolata notturna. Una sera magnifica di fine estate, una brezza leggera e migliaia di fiaccole, simbolo di vita e di luce... E tanta, tanta, fede. Io spingo una carrozzina con Bruna, una invalida civile. Siamo in due con ruoli assai diversi, io la spingo e lei è spinta da me. Eppure, ad un livello superiore, non sono più io a spingere ma è lei: la sua compostezza nella disgrazia preme sulla mia coscienza e mi rende ancor più consapevole del mio destino fortunato e di quanto poco ne sia grato al Signore. Il santuario è completamente circondato di luce; canti mariani si innalzano al cielo in tante lingue diverse. Per un attimo gli ammalati non lo sono più, sono figli di Dio che innalzano lodi. Per pochi istanti lo spirito immortale si è liberato dalla carne tormentata e si libra in alto, sempre più in alto, in un estremo tentativo di ricongiungersi al suo Creatore, Padre, e Signore. Ora tutto tace. Siamo di nuovo nelle camerate, eppure qualcosa è cambiato. Ora il dubbio ha lasciato posto alla certezza, sono sicuro che Dio non solo esiste ma tutti noi siamo suoi figli. Mi riprometto di cercare nel volto dei miei famigliari il volto del Cristo per meglio comprenderli ed amarli. Ma perchè solo di essi? Lo voglio trovare nel volto del mio capoufficio, del giornalaio, del mio vicino di casa e di tutti color che mi circondano. Voglio ricordarmi sempre che siamo tutti tralci di quella vite simbolo del mistico corpo del Cristo. Ora capisco S. Francesco che ammoniva: "E' solo dando che si riceve". Come vorrei gridarlo a chi è solo nel suo egoismo e nei suoi rancori e limita la sua esistenza nel grigio riscontro della sua vita quotidiana. Ricordo una predica in cui un prete ebbe a dire: "Come potete trovare la pace se non la date per primi?". Oggi la pace si cerca nel tranquillante, è una pace da struzzi dalla mente intorpidita. Tiriamo fuori la testa dalla sabbia e facciamo un bell'esame della nostra vita. Scopriremo che la causa di molti dei nostri problemi siamo proprio noi stessi.

NON PERDETE TEMPO A SOSPIRARE... (3) "Non perdete tempo a sospirare dietro a cose straordinarie, impossibili, non aspettate sognando che vi spuntino ali angeliche. "Non disdegnate di essere un fioco lumicino, non tutti possono essere stelle... ma illuminate qualche angolo oscuro facendo luce li, dove siete. "L'umile candela ha la sua funzione, 152 - La Luce dell'Anima

al pari dello splendido sole, e la più umile azione diventa nobile quando è compiuta con dignità. "Forse non sarete mai chiamati ad illuminare lontane regioni oscure, perciò assolvete la vostra quotidiana missione brillando li, dove siete".

Riferimenti bibliografici 1) Mario Rizzi, scritti vari non pubblicati. 2) Camillo Senna, Appunti di un viaggio a Lourdes nel 1985. 3) Tratto da Insegnamenti di un Iniziato, di Max Heindel, Edizioni del Cigno, Peschiera del Garda (VR).

Bibliografia La Sacra Bibbia. Max Heindel, La Cosmogonia dei Rosacroce, Edizioni del Cigno, Peschiera del Garda (VR). Max Heindel, Domande e risposte sulla filosofia rosacrociana, A.R.C.O. Italiana, via Monferrona, 28010 Vaprio D'Agogna (NO), Tel/Fax. 0321-966973.

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APPENDICI

INTERPRETAZIONE ESOTERICA DEL SANTO NATALE Interpretazione astrologica di Alice Bailey (1) Come sapete, fin dalla notte dei tempi il momento in cui il Sole torna a salire verso il Nord (21 dicembre, n.d.r.), è stato sempre considerato tempo di festa; per migliaia di anni è stato associato con l'avvento del Dio-Sole che salva il mondo, porta luce e pienezza di frutti sulla terra e speranza all'umanità per mezzo del Figlio di Dio. Alcuni, che non ne sanno di più, considerano il Natale unicamente come festività del Cristo; così insistono le chiese cristiane, e testimonia il clero. Ciò è vero ed è falso. Il Fondatore della Chiesa cristiana - Dio incarnato - si avvalse di questo periodo per venire a noi nell'oscurità dell'anno a inaugurare un'era nuova, di cui la luce fosse nota precipua. Ed è stato così in vario modo, anche in senso puramente fisico, poiché oggi abbiamo un mondo illuminato: ovunque splendono luci e le notti buie dei vecchi tempi rapidamente scompaiono. La luce è discesa in terra anche come "luce del sapere". Oggi l'educazione, che vuole condurre tutti gli uomini per una "via illuminata", è fondamento della civiltà e preoccupazione principale in tutti i paesi. L'eliminazione dell'analfabetismo, lo sviluppo di una vera cultura e l'accertamento della verità in tutti i campi del pensiero e della ricerca hanno assunto ovunque importanza di primo piano.

Interpretazione esoterica del Maestro Omraam Aivanhov "Ora mentre essi si trovavano in quel luogo, venne per lei il momento del parto e diede alla luce il suo figliuolo primogenito, Lo avvolse in fasce e Lo pose in una mangiatoia, perché non vi era posto per loro nell'albergo" (Luca, 2,6-7). ... Quando Maria e Giuseppe cercarono rifugio nella locanda, non vi era posto per loro; ciò significa che quando gli uomini sono occupati a mangiare, bere e divertirsi, non hanno mai posto per il "Bambino Gesù", che può essere, ad esempio, un grande ideale ... Nessuno gli apre la porta, cioè nessuno lo comprende. Ma ecco una stalla. Quella stalla, con la mangiatoia, è un simbolo: prima di tutto è il simbolo della povertà, delle difficoltà delle condizioni esteriori. Sì, per l'uomo nel quale dimora lo Spirito sarà sempre così: gli uomini comuni difficilmente lo apprezzeranno e lo accetteranno. Ma grazie alla luce che il Bambino proietta al di sopra della mangiatoia, altri lo vedranno da lontano e verranno a rendergli omaggio ... ... L'intelletto, cioè Giuseppe, anziché essere geloso e ripudiare Maria, come farebbe un uomo rozzo che grida: "Il figlio che hai messo al mondo non è mio, vattene!...", deve inchinarsi e dire: "E' Dio che ha sfiorato il cuore e l'anima di Maria. Io non potevo farlo ". L'intelletto non deve dunque ribellarsi e adirarsi, ma comprendere correttamente dicendo: "Qui vi è qualcosa che mi supera", e proteggere Maria. Ripudiare Maria sarebbe come ripudiare la metà del suo essere e diventare come coloro che, puramente intellettuali e razionalisti, hanno eliminato tutto il lato affettivo, ricettivo, tutte le qualità come la dolcezza, l'umiltà e la bontà ... E che cos'è la stella? E' un fenomeno che avviene inevitabilmente nella vita di un vero mistico, di un vero Iniziato. Sopra il suo capo appare una stella, un pentagramma luminoso. Ciò che è in alto è come ciò che è in basso, e ciò che è in basso è come ciò che è in alto. Questo pentagramma deve esistere in duplice forma. Dapprima l'uomo stesso è un pentagramma vivente, mentre in alto, sui piani sottili, quando ha

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sviluppato in pienezza le cinque virtù: amore, saggezza, verità, giustizia e bontà, un altro pentagramma lo rappresenta sotto forma di luce. Quella luce, quella stella che brillava sopra la stalla, significa che da ogni Iniziato, che possiede in sé il Cristo vivente, esce sempre una luce, una luce che rasserena, una luce che nutre, conforta, guarisce, purifica e vivifica... Un giorno quella luce verrà notata da lontano da coloro che percepiscono che qualcosa di speciale si manifesta tramite quell'essere. Ciò che si manifesta è appunto il Cristo, e i potenti in tutti i campi verranno a lui. Anche i grandi capi religiosi che credevano di essere giunti al vertice, sentiranno che manca loro qualcosa, che non sono ancora giunti a quel grado di spiritualità che credevano, per cui vanno ad apprendere, a inchinarsi e a portare dei doni ... I tre Re Magi portarono oro, incenso e mirra, e ognuno di questi doni era simbolico. L'oro significava che Gesù era re: il colore giallo è il colore della saggezza, il cui splendore brilla sopra il capo degli Iniziati come una corona di luce. L'incenso significava che era un sacerdote: l'incenso rappresenta il campo religioso, ma anche del cuore e dell'amore. E la mirra è il simbolo dell'immortalità: ci si serviva della mirra per imbalsamare i corpi e per preservarli dalla decomposizione. I Re Magi hanno dunque portato dei doni che hanno un legame con i tre mondi del pensiero, del sentimento e del corpo fisico ... ... Occupiamoci ora della stalla. In quella stalla non vi erano né pastori, né greggi, ma soltanto un bue e un asinello. Perché? Da secoli si ripete questa storia senza capirla, perché il simbolismo universale è andato perso per l'umanità. La stalla rappresenta il corpo fisico. E il bue? Sapete che anticamente il bue, il toro, è sempre stato considerato come il principio generativo. In Egitto, ad esempio, il bue Apis era il simbolo della fertilità e della fecondità. Il bue è sotto l'influsso di Venere e rappresenta la forza sessuale. L'asino è sotto l'influsso di Saturno e rappresenta la personalità, vale a dire la natura inferiore dell'uomo, quella che chiamiamo il vecchio Adamo, testardo, ostinato, ma buon servitore. Infatti quei due animali erano là per servire Gesù. Ma servirlo come? Ora vi rivelerò un grande mistero. Quando l'uomo comincia a compiere su di sé un lavoro per la sua evoluzione, entra in conflitto con la sua personalità e con la sua sensualità. L'Iniziato è appunto colui che è riuscito a dominare queste due energie e a metterle al suo servizio. Egli non le reprime. Infatti non è stato detto che quei due animali siano stati cacciati o soppressi; erano là, presenti, ma che cosa facevano? Soffiando sul Bambino Gesù lo scaldavano con il loro fiato... Quindi, quando l'Iniziato è riuscito a trasformare in lui l'asino e il bue e a metterli al suo servizio, essi vengono a riscaldare e ad alimentare il neonato con il loro soffio. Queste energie non sono più presenti per tormentarlo e per farlo soffrire, ma diventano energie vivificanti. Il soffio già è vita. Vedete, il soffio dell'asino e del bue è una reminiscenza del soffio mediante il quale Dio ha dato l'anima al primo uomo. L'asino e il bue sono stati utili al Bambino Gesù; ciò significa che tutti coloro che hanno il Cristo in sé, saranno appoggiati dalla loro personalità e dalla loro sensualità, perchè si tratta di energie straordinariamente utili se messe all'opera sotto il giusto controllo. Poi apparve un angelo ai pastori proprietari di quella stalla. Essi tenevano il loro gregge nei campi, e quando venne l'angelo ad annunciare la notizia della nascita di Gesù, rimasero stupiti; presero degli agnelli e li offrirono al Bambino. Ciò significa che tutti gli esseri che esercitano un'influenza sul corpo fisico, cioè gli spiriti familiari, reincarnati o meno, e che hanno qualcosa da dare (ciò che possiedono è qui simbolicamente rappresentato dalle pecore, dagli agnelli e dai cani), vengono avvertiti. Vengono avvertiti perchè hanno partecipato alla formazione di quella stalla (il corpo fisico), e arrivano tutti dicendo: "Non avremmo mai pensato che un tale onore toccasse alla nostra stalla!" ...

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INTERPRETAZIONE ESOTERICA DELLA SANTA PASQUA (3) Siete in attesa che vi parli... ma che cosa volete di più? Guardate, la natura ha già parlato a tutti. Non vi siete accorti che tutt'intorno a noi sta accadendo un avvenimento che si chiama "primavera"?... Ah, ve ne siete accorti... E' magnifico. Si sente che tutto si muove, come sotto un flusso che proviene dal cosmo e che tra poco inonderà la terra, i fiori, gli alberi, gli uccelli... che meraviglia! Ecco uno dei fenomeni più straordinari della vita: la primavera. Ecco dunque la primavera, la rigenerazione che si avvicina, ed è questo il processo che ci interessa: tutto il resto lasciamolo da parte per ora. Il periodo dell'equinozio di primavera è uno dei più importanti dell'anno. E se la resurrezione di Gesù viene ricordata proprio in questo periodo, è perchè si tratta in realtà della resurrezione di tutta la natura, che veniva festeggiata già molto prima dell'avvento di Gesù. Nel corso dei secoli si è persa la luce dell'Iniziazione e i cristiani non sanno più come interpretare la resurrezione . Ogni anno tutto si rinnova... Si, tutto fuorché gli esseri umani! Gli uomini rimangono così come sono, e non si mettono all'unisono con questo risveglio. Avvertono che qualcosa avviene nell'aria, ma non si lasciano influenzare. E' ora che imparino ad aprire le porte e le finestre del loro essere, affinchè questa vita possa penetrarli e impregnarli. Ecco la cosa importante da dirvi questa mattina. E' un peccato che questo fenomeno avvenga soltanto in natura, e che gli esseri umani, troppo concentrati su vecchie cose, non lo avvertano nemmeno. E' necessario essere liberi e ricevere a braccia aperte la nuova vita. Osservate il lavoro che il Sole che sta facendo su tutti quei piccoli semi che dormivano! Ha detto loro: "Ma che cosa aspettate? O dovete dare qualcosa. Su, al lavoro ! - Ma siamo tanto piccoli, deboli... - No, no, provate e vedrete, io vi aiuterò." Così, tutti quei semi si fanno coraggio. Ogni giorno il sole li scalda, li accarezza, parla loro, e dopo qualche tempo si vedranno spuntare dei fiori magnifici che daranno ispirazione e gioia a poeti, pittori e musicisti. Perché non potrebbe accadere la stessa cosa con noi? Noi siamo dei semi piantati nel suolo spirituale, e sotto i raggi del sole possiamo sviluppare colori ed emanare profumi così squisiti da far estasiare perfino le divinità. Che cos'è un fiore? Esso non sa cantare, né danzare, né suonare il violino, eppure i cantanti, i ballerini e i musicisti rimangono estasiati nell'ammirarlo... E se noi pure fossimo capaci di diventare come dei fiori, non potrebbero venire a esprimere la loro meraviglia nel vederci perfino le divinità, che sono molto superiori a noi? Direbbero: "Oh, che bel fiore!" e si occuperebbero di noi per renderci ancora più puri, più luminosi e più profumati. Perciò, colui che vuole far crescere il seme del Cristo in lui, cerca di far diventare la sua anima una principessa meravigliosa, piena di amore, di umiltà e di dolcezza, sempre pronta a compiere la volontà divina fino al punto di donare la sua vita. Ecco perchè la religione ha sempre caldeggiato un atteggiamento di ricettività, di devozione, di adorazione nei confronti del mondo divino: inchinarsi, inginocchiarsi, prosternarsi, cioè diventare "donna", simbolicamente parlando. Quando l'anima del discepolo è diventata come una giovane principessa, ornata di perle e di pietre preziose, lo Spirito cosmico viene a unirsi a lei per fecondarla. Ma il discepolo deve essere molto attento, perchè accade che alcuni fra coloro che pretendono di attirare lo Spirito Santo, attirano in realtà soltanto energie negative !... poichè, avendo trascurato di purificarsi in precedenza, hanno effettivamente attirato degli spiriti, ma spiriti tenebrosi. Come potete immaginare che lo Spirito Santo venga a manifestarsi in voi se non cercate di vivere una vita divina ?... Comunque il modo migliore per attirarlo è sempre quello di nutrire per lui un grande amore. Nel momento in cui l'unione avviene, il discepolo sente che, per la prima volta nella sua vita, gli sta accadendo qualcosa di stupendo, di immenso, di grandioso e ne rimane sconvolto; tutto il suo essere vibra di gioia e di speranza. Il seme del Cristo in lui, poco a poco, prende forma e il discepolo non sciupa più le sue energie disperdendole verso l'esterno in cose futili ed effimere, ma si consacra interamente al suo compito di nutrire il Cristo bambino in lui, esattamente come fa il sangue della madre con il feto durante la gravidanza.

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La nascita del Cristo, del Bambino divino in noi, è quell'evento che i Vangeli chiamano: la seconda nascita. Direte: "Ma sono io che nasco per la seconda volta oppure è un altro essere che nasce in me?" In realtà, che siate voi o un altro essere, è indifferente. Comunque, si può dire che siete voi che nascete, dal momento che vi rendete conto di avere un'altra coscienza, altri pensieri, altri sentimenti e che state entrando in un mondo che esiste da sempre, nel quale prima non potevate ancora entrare, in quanto non era ancora avvenuta la vostra seconda nascita. Dunque, dicevo: siete voi a nascere, ma al tempo stesso è un altro essere che nasce in voi, un figlio il cui padre è Dio stesso. L'anima umana è diventata una madre che, grazie alle sue virtù, è riuscita ad attirare lo Spirito cosmico.

"Se non morrete, non vivrete" Lo Spirito cosmico è là, sempre vigile; non chiede che di penetrare in noi per deporvi i suoi doni, ma come può farlo se è tutto chiuso e barricato ? soltanto colui che decide di consacrare la sua vita alla venuta del Regno di Dio sulla terra può attirare a sé lo Spirito cosmico. In quel momento, il suo cuore e la sua anima si aprono, e ne erompe un gettito di scintille come quelle dei fuochi di artificio, che si proiettano al di sopra della sua testa formando una corona. Ed è così che, in quell'oscurità in cui il mondo è immerso, in quella notte senza stelle, in cui tutti si lamentano e si massacrano, dalle tenebre emergono proiezioni luminose, che sono altrettanti segnali verso i quali si dirige lo Spirito per prendere quell'essere sotto la sua protezione. "Se non morrete, non vivrete", disse Gesù. Il concetto di resurrezione è obbligatoriamente legato a quello di morte, di disgregazione. Fintanto che il seme non muore, si oppone alla manifestazione di quella potenza di vita che ce la in sé. Nell'uomo, è la sua natura inferiore che deve morire, per lasciare il posto allo spirito, quel principio divino che trova così la possibilità di liberarsi per agire e trasformare tutto. Il segreto della resurrezione è qui, sotto i nostri occhi, nella natura, e attende solo che lo comprendiamo, che ci decidiamo a morire consapevolmente, affinché sorga da noi un uomo nuovo. Pochissimi, anche fra gli Iniziati, sono riusciti a risuscitare per diventare immortali poichè non vi è nulla di più difficile che soggiogare la natura inferiore, che è estremamente abile, scaltra, e che sa come fare per attirarci nelle sue spire. Per sfuggirle, è necessario molto discernimento, un amore potente e una volontà incrollabile. Per risuscitare e raggiungere l'immortalità bisogna elevarsi fino alla Divinità per fonderci in essa, e al tempo stesso attirarla, affinchè venga a dimorare e a manifestarsi in noi. Dite: "Signore, non sono più io che vivo e mi manifesto, ma il tuo Spirito in me." Vi perdete nello spazio infinito, affinché non rimanga di voi nemmeno un atomo e affinché Lui venga, il Potente, il Grande, il Forte, ad occupare il vostro posto...

La vera resurrezione avviene progressivamente Naturalmente, la vera resurrezione totale, definitiva, dell'essere umano, non avviene all'improvviso, ma progressivamente. Quando accendete una candela, sapete di poter dar fuoco a tutta la terra, poichè possedete già una fiamma. Alla stessa stregua, nel momento in cui accendete una cellula nel vostro corpo o nel vostro cervello, si può dire che abbiate il fuoco in voi, e sebbene tutte le altre cellule non siano ancora accese, il fuoco potrebbe rapidamente raggiungerle. A Pasqua, nelle chiese ortodosse, il pope accende un cero, poi passa la fiamma al cero del suo assistente, e così, mentre il fuoco passa di cero in cero, tutta la chiesa viene ad essere illuminata. Perciò, miei cari fratelli e sorelle, è necessario che riusciate a risuscitare almeno una cellula, perchè quella sarà in grado di accendere le cellule vicine, e poi tutte le altre... ed è così che la luce si propagherà poco a poco in tutto il vostro essere. "Se non morrete, non vivrete." Morire significa espandersi nell'infinito per cedere il posto al Signore, affinché sia Lui a dimorare in voi. Non date più valore alla vostra esistenza, volete morire, ma ad una sola condizione: che sia Dio stesso a prendere il vostro posto. E se insistete veramente, Egli sarà obbligato a cedere, perché state utilizzando energie della Sua stessa natura. Non potrà dire: "Vedremo, si dovrà riflettere ed esaminare come ha vissuto in passato." No, il passato non c'è più, non c'è più nulla: dinnanzi a un simile desiderio, tutto il resto si cancella e rimane soltanto la decisione che avete preso oggi. 157 - La Luce dell'Anima

Finché non vorrete cedere in voi il posto a un essere superiore, nemmeno al Signore, rimarrete vulnerabili, malaticci, apprensivi e infelici. Non esiste religione superiore al sacrificio: accettare di morire per vivere, per essere vivi di una vita diversa dalla vostra, per essere vivi della vita di Dio. Volevate sparire, ma ora non soltanto non sparite, ma diventate più grandi di prima. Ed è questo il vero eroismo. I veri eroi sono coloro che non temono di scomparire per essere sostituiti dalla Divinità.

Riferimenti Bibliografici 1) Alice Bailey, Il destino delle nazioni, pag, 147, Edizioni Nuova Era. 2) Omraam Mikhael Aivanhov, Natale e Pasqua nella tradizione iniziatica, pag. 22. Edizioni Prosveta. 3) Tratto da Natale e Pasqua nella tradizione iniziatica, di Omraam Mikhael Aivanhov, Prosveta Editore.

158 - La Luce dell'Anima

LETTURE PER CONTINUARE LA COSTITUZIONE SOTTILE DELL'UOMO A. Powell, Il doppio eterico, Edizioni Macro Post, Cesena (FO). A. Powell, Il corpo astrale, Edizioni Macro Post, Cesena (FO). A. Powell, Il corpo mentale, Edizioni Macro Post, Cesena (FO). A. Powell, Il corpo causale, Edizioni Macro Post, Cesena (FO). I quattro libri del Powell sono un compendio delle informazioni che egli ha trovato sugli argomenti trattati e contengono molte informazioni utili sia ai principianti che agli studenti avanzati. APPROFONDIMENTO ESOTERICO Max Heindel, La cosmogonia dei Rosacroce, Edizioni del Cigno, Peschiera dal Garda (VR). Max Heindel ha scritto questo libro sotto dettatura di un Maestro della Rosacroce. Nel suo insieme questo si può considerare uno dei libri più completi per chi vuol conoscere l'esoterismo. Prende infatti in considerazione la costituzione dell'uomo, i mondi sottili, la vita nell'aldilà, la missione del Cristo e molti altri argomenti. Giuditta Dembech, Quinta dimensione, Edizioni l'Ariete. Tante informazioni per capire i mondi sottili che ci circondano, libro fatto bene da una giornalista con una vasta conoscenza. Tra i vari argomenti troviamo: gli spiriti di natura, gli Angeli, la Reincarnazione, lo Spiritismo, la Meditazione, le Scuole Iniziatiche ed altro ancora. Giuditta Dembech, Gli Angeli tra noi, Edizioni l'Ariete. Gli Angeli sono personaggi generalmente poco conosciuti. Eppure, come al di sotto dell'uomo esistono le creature dei Regni inferiori (animali, vegetali, ecc.), così al di sopra di lui esistono esseri a vari livelli, di cui gli Angeli rappresentano quelli più vicini a noi. Vi sono Angeli dedicati ai compiti più svariati che aspettano soltanto la nostra richiesta per poter intervenire. Gli Angeli della guarigione, ad esempio, sono personaggi che un terapeuta dovrebbe conoscere e contattare per poter offrire una vita migliore a sé stesso ed i suoi pazienti. Charles Rafael Payeur, La luce oltre la soglia, come addomesticare la morte, Bresci Editore, Casa Editrice Età dell'Acquario, Grignasco (NO). Un piccolo volume che, seppur in modo succinto aiuta a comprendere il mistero della morte e della vita nell'aldilà. Contiene preziosi consigli su come comportarsi in presenza di una persona agonizzante e quando essa depone il suo corpo per passare a miglior vita. Betty Bethards & Jaclyn Catalfo, Sette gradini per sviluppare i poteri dell'intuizione, Sonzogno Editore, collana "Best Seller" . Questo libro, strutturato come un vero e proprio "libro di esercizi", è suddiviso in sette lezioni. Nel suo insieme rappresnta una guida ispirata che, passo dopo passo, mette in grado il lettore di espandere la conoscenza che ha di se stesso, fino a fargli raggiungere una maggior consapevolezza spirituale ed un maggior equilibrio fra corpo, mente e spirito. 159 - La Luce dell'Anima

SOMMARIO NOTE PER IL LETTORE ................................................................................................................1 Avvertimento al saggio (1)

3

La vostra vita è nelle vostre mani (2)

4

ALCUNI PRESUPPOSTI DI BASE ...............................................................................................5 Alla riscoperta di antiche verità (3)

5

La Verità è unica (4)

5

Definizione della "spiritualità" (5)

5

La vita spirituale non consiste... (6)

6

Lo scopo finale (7)

6

Lo spiritualista può essere ricco quanto il Signore (8)

7

Se amate la vita spirituale... (6)

7

CHI SONO GLI AUTORI DEGLI ARGOMENTI ESOTERICI? ..................................................8 La Chiaroveggenza

8

La Telepatia superiore

8

I CONTINENTI PERDUTI................................................................................................................9 MU, LA MADRE TERRA DELL'UOMO (4)...................................................................................9 L'ATLANTIDE ...................................................................................................................................9 Il popolo di Atlantide (5)

10

La civiltà atlantiana (6)

11

Cosa rimane dei popoli atlantidei? (7)

13

L'inizio della Legge di causa ed effetto (8)

13

Una testimonianza della geologia (9)

14

Le testimonianze della paleontologia (10)

14

ALLA RICERCA DELLA PRIMA RELIGIONE ..........................................................................16 Il linguaggio simbolico (2)

16

Il Cerchio (2)

17

Il Triangolo (2)

17

Il Quadrato (2)

17

La Croce (2)

17

La piramide, il simbolo dei simboli (3)

18

160 - La Luce dell'Anima

Il punto comune di tutte le culture (4)

18

LA PRIMA RELIGIONE, LA PIU' SEMPLICE E PURA (2)......................................................19 La religione del Sole (5)

19

Appunti storici (6)

20

Conclusione

20

Il mito di Atlante

21

LA GERARCHIA PLANETARIA (PRIMA PARTE) ...................................................................23 I componenti della Gerarchia

23

L'opera della Gerarchia (1)

23

L'influenza dei Maestri sulle Scuole di esoterismo (2)

24

La Gerarchia vista dal Maestro Djwal Khul (il Tibetano) (3)

24

I Maestri visti da Giuseppe Filipponio (4)

24

I Maestri visti da David Anrias (5)

24

Una giusta precisazione (6)

25

Come possiamo aiutare i Maestri? (7)

25

Altri modi per aiutare i Maestri (8)

26

L'illusione riguardo ai Maestri

26

I pericoli della medianità (10)

27

Un messaggio del Maestro D.K. (11)

27

LA TRADIZIONE ESOTERICA (1)...............................................................................................29 I MESSAGGERI DEGLI DEI (2)....................................................................................................29 Le caratteristiche dei Re Sacerdoti

30

L'ESOTERISMO NELL'ANTICHITA' ..........................................................................................31 L'iniziazione (6)

31

Gli Iniziati (7)

31

Le scuole dei Misteri (8)

31

I Misteri Egizi e la grande Piramide (9)

32

Anche gli Ebrei avevano i loro Misteri (12)

33

IL CRISTIANESIMO ESOTERICO...............................................................................................35 Necessità di un insegnamento differenziato (1)

35

Qual'è lo scopo delle religioni?

35

Il lato occulto dell'insegnamento (2)

35

161 - La Luce dell'Anima

Una risposta da Origene a Celso (4)

36

Un brano di Ignazio, Vescovo d'Antiochia

36

Un passo dalla Stromata di Giamblico (6)

37

L'insegnamento nei Misteri

37

Alcune parole del Maestro Gesù

37

Il parere di S. Paolo

37

Quando e perché venne perso l'insegnamento (10)

38

La necessità di riproporre l'esoterismo (11)

39

Conclusione di Eliphas Lèvi (12)

39

LA DIFFUSIONE DELL'ESOTERISMO .....................................................................................41 I motivi per la diffusione dell'esoterismo (1)

41

La trasformazione dell'insegnamento (2)

41

Il nuovo insegnamento (3)

42

Il Maestro Djwal Khul (4)

42

FASE PREPARATORIA: DAL 1875 AL 1890 (5)

43

La vita di Helena Petrovna Blavatsky (1831-1891)

43

Il lavoro di H.P.B.

44

Un brano della signora Blavatsky (6)

45

FASE INTERMEDIA: DAL 1919 AL 1949

45

La vita di Alice Bailey (1880-1949) (7)

45

Il lavoro di Alice Bailey (9)

45

LO SCOPO DEI MAESTRI (10)

46

L'insegnamento del Maestro D.K. (11)

46

FASE RIVELATRICE: DOPO IL 1975

46

NOI E I MAESTRI............................................................................................................................48 Alla ricerca della Luce

48

I Maestri si preoccupano per noi

48

Come entrare in rapporto con la Gerarchia (3)

48

Come collegarsi con la Gerarchia (3)

49

LA GRANDE INVOCAZIONE

51

Origine della Grande Invocazione (4)

51

Diffusione della Grande Invocazione (4)

52

IL SERVIZIO.....................................................................................................................................53 Com'è l'amore vero? (1)

53 162 - La Luce dell'Anima

Dare e ricevere (2)

53

L'amore ci rende completamente disponibili (1)

54

Non possiamo conoscere Dio... (1)

54

Molti discepoli vorrebbero il completo supporto di Dio (1)

54

Prima di servire l'umanità dobbiamo "servire" noi stessi (3)

54

Come realizzare i progetti per il bene (1)

55

Come possiamo aiutare i Maestri? (4)

56

Altri modi per aiutare i Maestri (5)

56

La benedizione (6)

57

AUTOESAME ..................................................................................................................................57 FENOMENI DI MISTICISMO (1) ...................................................................................................59 LE SETTE SOTTO INCHIESTA (2).............................................................................................59 Strategia dell'alienazione

60

I risultati della ricerca

60

Il decondizionamento

62

SETTE: IDEE E VITA (3)

63

Un suggerimento di Roberto Gervasio (4)

64

CHI SIAMO? ....................................................................................................................................66 Nessuno si chiede il perché della vita (1)

66

Per ogni anima viene un momento che...

67

La Scienza e la Sapienza Antica

67

I chiaroveggenti volontari e involontari (2)

67

ALLA RICERCA DEL SE'... (3) ....................................................................................................68 Noi siamo più che un semplice corpo (3)

68

La costituzione sottile dell'uomo

68

Il doppio eterico o corpo vitale

68

La personalità (4)

69

Riassunto

70

IL DOPPIO ETERICO O CORPO VITALE..................................................................................71 La costituzione del doppio eterico (1)

71

L'Io può agire nel corpo fisico tramite il doppio eterico

72

I CENTRI ENERGETICI O CHAKRAS

72

163 - La Luce dell'Anima

Chakras e livello di coscienza

73

Il Kundalini (2)

73

IL DOPPIO ETERICO E LE MALATTIE (3)................................................................................73 Altre problematiche del doppio eterico (4)

74

Come armonizzare il doppio eterico (5)

74

Il doppio eterico è il grande Unificatore (6)

74

Esercizio per aumentare la consapevolezza eterica (7)

75

LA COSTITUZIONE SOTTILE DELL'UOMO.............................................................................77 I chakras o centri energetici

77

I chakras ed il livello di coscienza

78

CARATTERISTICHE DEI SETTE CHAKRAS MAGGIORI

78

CHAKRAS E SALUTE

81

Non bisogna forzare l'apertura dei chakras

81

LA GRANDE INVOCAZIONE .......................................................................................................82 I SETTE PIANI COSMICI DELLA CREAZIONE........................................................................83 1. IL MONDO FISICO .....................................................................................................................83 Le sette suddivisioni del Mondo fisico e doppio eterico(1)

83

2. IL MONDO ASTRALE O MANAS INFERIORE .....................................................................84 Il corpo astrale della Terra

84

Il corpo astrale individuale

84

I compiti del corpo astrale individuale (2)

85

La mente e le emozioni

86

La purificazione del corpo astrale

86

I colori del corpo astrale

87

I viaggi nell'astrale

88

La visione astrale (2)

91

Cosa si vede quando si è fuori dal corpo fisico (3)

91

Una passeggiata nel Mondo astrale (4)

91

Gli abitanti del Mondo astrale

92

Le persone addormentate ed i defunti (5)

92

I gusci astrali (6)

92

I corpi astrali abbandonati (7)

93 164 - La Luce dell'Anima

Il potere dei "fantasmi o spettri astrali" (8)

93

Gli elementari

94

Il supplizio di Tantalo (9)

94

Gli esseri di natura (fate, gnomi, ecc.) (10)

94

L'ESSENZA ELEMENTALE

95

3. IL MONDO MENTALE (1) .........................................................................................................97 IL CORPO MENTALE (1)

97

Il corpo mentale superiore (mente astratta o corpo casuale) (1)

97

Il corpo mentale inferiore o mente concreta (1)

98

I COLORI DEL CORPO MENTALE INFERIORE (1)

98

I MECCANISMI DEL PENSIERO (1)

99

La telepatia (1)

99

GLI EFFETTI DEL PENSIERO

100

Le onde-pensiero (1)

100

Le forme-pensiero o elementali artificiali (1) (2) (3)

101

Creazione delle forme-pensiero Qualità delle forme-pensiero Forme-pensiero personali e il pericolo delle paure provate per gioco Forme-pensiero senza una direzione precisa Forme-pensiero dirette verso altri L'Egregore

101 102 102 102 103 103

La responsabilità nei confronti del proprio pensiero

103

Un pensiero del Maestro Daskalos (4)

103

Io, Ego, Sé superiore, Anima, Angelo solare, Cristo interiore

105

La tragedia dell'umanità

106

3. IL MONDO MENTALE SUPERIORE ....................................................................................106 Il Corpo Causale o Mentale Superiore

107

L'individualizzazione (1)

107

ESPERIENZA E SAGGEZZA (2)

107

Il corpo causale dei primitivi (3)

108

I colori del corpo casuale (3)

108

Nel corpo causale non vi possono essere negatività (3)

108

Il livello di evoluzione individuale (4)

108

LO SVILUPPO DEI CORPI SOTTILI (5) ...................................................................................109 Lo sviluppo del corpo causale (6)

109

I difetti e le qualità (6)

109 165 - La Luce dell'Anima

La parete di egoismo (7)

109

Come formare il nostro corpo glorioso (8)

110

4. IL MONDO INTUITIVO O BUDDHICO (1) ............................................................................112 5. IL MONDO SPIRITUALE O ATMICO (1) ..............................................................................112 6. IL MONDO MONADICO (1).....................................................................................................113 7. IL MONDO ADI, IL "MARE DI FUOCO" (1) .........................................................................113 GLI ABITANTI DEI MONDI INVISIBILI (1)................................................................................113 GLI ESSERI APPARTENENTI ALL'UMANITA'

113

Gli abitanti del Mondo Astrale

113

Gli abitanti del Mondo Mentale inferiore (2)

113

Gli abitanti del Mondo Mentale superiore (2)

114

Gli abitanti del Mondo Buddhico (1)

115

Gli abitanti del Mondo Atmico (1)

115

GLI ESSERI NON APPARTENENTI ALL'UMANITA'

115

I Deva o Angeli (2)

115

Gli esseri di natura (3)

115

Le Corti angeliche (1)

116

I VARI MONDI NON SONO COMPARTIMENTI STAGNI (1).................................................116 L'importanza dei pleniluni (1)

116

Una meditazione per il corpo astrale (1)

117

LA MORTE, UNA FASE DELL'EVOLUZIONE........................................................................118 La morte fisica (1)

118

Il panorama della vita trascorsa (1)

118

Molti defunti credono di essere ancora vivi

119

Il purgatorio

119

Il territorio di confine (1)

119

Il primo cielo o paradiso (1)

120

Il terzo cielo (1)

120

Il desiderio di rinascere (1)

120

La visibilità dei disincarnati (1)

120

LA RESURREZIONE DALLA CARNE .....................................................................................121 166 - La Luce dell'Anima

Un pensiero di Origene, padre della Chiesa, 185-254 d.C.

121

L'interpretazione della Chiesa Cattolica (2)

121

L'interpretazione dell'Esoterismo

122

L'interpretazione di Max Heindel (3)

123

L'importanza dell'abito nuziale

123

LA DOTTRINA DELLA RINASCITA .........................................................................................125 L'importanza del concetto di rinascita (1)

125

Basta una vita per realizzarsi? (2)

125

La rinascita e il cristianesimo delle origini

126

La rinascita e le religioni del mondo

126

Fonti storiche sulla dottrina della rinascita

126

LA CHIESA E LA DOTTRINA DELLA RINASCITA...............................................................128 Origene (185-253 d.C.)

128

Giustiniano (482-565 d.C.)

129

Gesù Cristo e la dottrina della rinascita (21)

129

PERCHE' QUESTA DOTTRINA E' STATA ELIMINATA? ....................................................130 PERCHE' NON RICORDIAMO LE VITE PASSATE?............................................................130 L'offuscamento dei ricordi (23)

131

Ricordare potrebbe essere pericoloso (1)

131

L'IMPORTANZA DI UNA PROSPETTIVA SPIRITUALE.......................................................134 Ognuno di noi è perfetto nella mente di Dio (1)

134

Noi non siamo il nostro corpo (2)

135

Il dramma dell'Anima in esilio (3)

135

La necessità di mutare atteggiamento (3)

136

Tutti i nostri problemi nascono dal fatto che... (2)

136

Lo spirito ha bisogno di un buon strumento (4)

137

Considera il tuo corpo come un grande amico (2)

137

Noi tutti siamo preziosi agli occhi di Dio (2)

137

L'importanza del discernimento (5)

137

DIO E LE LEGGI UNIVERSALI (1) ............................................................................................140 Cos'è il destino? (2)

140

LA LEGGE DEL KARMA (1)

141 167 - La Luce dell'Anima

Come funziona la legge del Karma (1)

142

Nessuno può farvi alcun male (3)

142

Karma collettivo e Karma individuale (4)

143

Non siamo puniti per i nostri peccati ma dai nostri peccati (4)

143

Come superare il Karma negativo (2)

144

La felicità mediante la Legge di Causa ed Effetto (5)

144

Quello che conta è il momento presente (5)

145

Massime importanti

145

CONOSCERE IL CRISTO E LA SUA OPERA (1) ..................................................................147 Gesù di Nazareth e il Signore Cristo

147

ESPERIENZE DI UN BARELLIERE A LOURDES (2) ..........................................................151 NON PERDETE TEMPO A SOSPIRARE... (3)........................................................................152 INTERPRETAZIONE ESOTERICA DEL SANTO NATALE..................................................154 Interpretazione astrologica di Alice Bailey (1)

154

Interpretazione esoterica del Maestro Omraam Aivanhov

154

INTERPRETAZIONE ESOTERICA DELLA SANTA PASQUA (3) ......................................156

* * *

168 - La Luce dell'Anima

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