La Follia Attraverso I Secoli - Breve Storia Di Una Danza Secolare - Amrit Beran

October 14, 2022 | Author: Anonymous | Category: N/A
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Scuola di Chitarra - Triennio Corso di Storia della Musica I docente: prof.ssa Margherita Canale

LA FOLLIA F OLLIA A ATTRA TTRAVERSO VERSO I SE SECOLI COLI studente: Amrit Beran

a.a. 2019-2020

 

La Follia attraverso i secoli La Follia (anche Folias in Spagnolo o Folies in Francese) è uno tra i temi che nella storia della musica occidentale appare con maggiore ricorrenza. Tutti cconosciamo onosciamo le celeberrime opere variato, di Corellie econosciamo Vivaldi chelafiorirono nel tardo XVIIa secolo doveben il tema della follia viene follia anche grazie tanti altri noti compositori come Händel, J.S. Bach, A. Scarlatti e Couperin. Oltre ai sopracitati, a usare nelle proprie composizioni la Follia, furono più di 150 compositori nell’arco di tre secoli.

Le Origini Le prime tracce di referenza storiografica a riguardo ci rimandano al rinascimento in Portogallo, dove il drammaturgo Gil Vicente (Lisbona c1465–c1536) cita, per la prima volta, all’interno delle proprie opere teatrali La Follia  (cfr. Triunfo do Invierno, G. Vicente). Essa appare come una danza molto nota e diffusa non solo al livello popolare e folkloristico ma anche nelle corti dei signori. Oltre a Gil Vicente, dalla Spagna, le prime fonti relative alla Follia provengono in questo caso da uno scrittore scritt ore Spagnolo: Diego Sánchez de Badajoz (c1479-1549), egli si ispirò molto a Gil Vicente e infatti la Follia appare nelle sue opere sostanzialmente nello stesso modo in cui ne parla il drammaturgo portoghese. Bisogna aspettare il 1611 prima di avere delle informazioni più dettagliate relative a questa danza. Sebastián de Covarrubias  (1549-1611)  ci parla della Follia in modo esaustivo: si tratta di una danza molto rumorosa accompagnata da tamburelli e altri strumenti; con la musica giovani ballerini, travestiti con abiti femminili, ballano sfrenatamente (cfr. (cfr. Tesoro de la lengua castellana, S. de Covarrubias). Egli deduce anche l’etimologia del nome Follia: che proviene da ‘Folle’ o ‘Senza Testa’ come appunto i ballerini, che nella loro danza sfrenata e rumorosa, appaiono fuori di testa. Non ci sono pervenute alcune fonti dirette come spartiti in questi anni perché la stampa musicale non era ancora del tutto affermatasi e soprattutto perché in ogni caso risulta va complicato definire in modo chiaro che cosa determinasse una Follia. Un tema specifico, una progressione di accordi, figure ritmiche e melodiche, cadenze precise sono tutte variabili che possono rimandare allo stile della Follia senza però vincolarlo come invece capita con i bassi ostinati di Passacaglie e Ciaccone. Seguono due esempi di follie antiche:

 

(1468-c1530) forma primitiva di Follia: si possono sentire i tamburelli e le percussioni tipiche per le danze e i ritmi sfrenati e veloci

Antonio de Cabezón (1512 - 1566) Estratto Romanza: Para Quien Crie Yo Cabellos per due violini e continuo. È una follia dal carattere più solenne e sobrio rispetto al fragore della Follia d’origine

https://www.dropbox.com/s/gn4vb17jci1livn/  hoycomamosybebamos.mp3?dl=0

https://www.dropbox.com/s/nf8krcr2ndo4qe4/  paraquiencrieyocabellos.mp3?dl=0

Oy comamos y bebemos di Juan del Encina 

L’antica Follia È la prima Follia e più che una forma musicale è una danza che può assumere più forme. La prima fonte diretta proviene dalla Spagna e si tratta di un’intavolatura per vihuela risalente al 1546 dai ‘tres libros de música en cifras para vihuela’   di Alonso Mudarra  ‘Fantasia ntasia que contrahaze la harpa en la manera de Lodovico’   la (1510-1580) dove nella ‘Fa la Follia appare su una progressione di bassi ostinati. Ma la prima volta che viene esplicitamente usato il nome ‘Folia’ è nel 1577, nel ‘ De musica libri septem’ di Francisco de Salinas, egli riporta uno schema melodico sulle parole ‘Veritate facta cuncta cernis optime …’ che rappresenta la melodia più tipicamente diffusa dell’antica Follia.

In Italia le fonti più antiche relative alla Follia sono da attribuirsi a G.G. Kapsberger che nel 1604 nel ‘Libro primo di intavolatura di chitarrone’ riporta sotto la denominazione di Follia alcune variazioni. Vi sono poi molte altre antiche Follie di autori di intavolature quali A. Piccinini (1623), A. M. Bartolotti (1640), Corbetta (1643 fino al

 

1674) e di autori per tastiera come G. Frescobaldi (1615), B. Storace (1664) e Ximenez  (1672). Sono tutte Follie antiche con stili tra loro anche abbastanza vari e differenti, ad accomunarle tutte è un metro ternario piuttosto serrato, una tonalità su un modo minore (Sol minore la maggior parte delle volte) e una certa simmetria nella struttura del brano. A variare sono ritmi, progressioni armoniche e melodie.

La tarda Follia Con il passare del tempo aumentarono sempre di più i compositori interessati in i n questo genere. Fu solo nel 1672, quando l’importante compositore della corte francese del Re Sole Jean Baptiste Lully (1632-1687) decise di occuparsi personalmente di questo genere, che venne messa per iscritto la l a prima Follia secondo la forma che successivamente i compositori chiameranno Follia di Spagna o Fol Folies ies d’Espagne. La Follia di Lully si articola in sedici battute ed il tema è semplice e solenne (come era tipico nella musica alla corte del Re Sole), la struttura armonica del basso è chiara: un accordo ogni battuta tranne la penultima battuta, che ne contiene due, alle dove avviene avviene cadenza conclusiva. conclusi va. Il basso, nelle seconde otto battute, è simmetrico prime otto;laquesto genera un singolare effetto palindromo nell’armonia. Lo schema armonico semplificato risulta essere così: I

V

I

VII

III

VII

I

V

I

VII

III

VII

I I

V V

I

A questa forma e anche a quelle leggermente diverse dei contemporanei a Lully Francesco Corbetta , Falconieri e Gaspar Sanz si ispirarono i compositori successivi che adoperarono la Follia. Di questi compositori cito i più celebri: Arcangelo Corelli con le sue variazioni per violino e continuo (1700), Marin Marais variazioni per viola (1701), Antonio Vivaldi variazioni per due violini e continuo (1705), Alessandro Scarlatti nelle 29 Partite sopra l’aria clavicembalo balo (1723), J.S. Bach nella Cantata BWV 212 (1742), C. P. E. Bach  della Folia per clavicem nelle sue 12 Variazioni  per  per clavicemba clavicembalo lo (1778), Antonio Salieri 26 variazioni  per  per orchestra (1815), Franz Liszt nella Rhapsodie espagnole (1863), Carl Nielsen Maskarade (1906), Manuel Ponce Tema, 20 Variaciones & Fuga sobre La Follia per chitarra solo (1930) e Sergei

 

Rachmaninoff Varioations on a Theme by Corelli op. 42 per pianoforte solo (1932). Il tema della Follia compare anche all’interno della Quinta sinfonia di Ludwig van Beethoven

esordendo nella battuta 166 del secondo movimento: i fiati declamano il tema sull’accompagnamento degli archi archi che è articolato in un particolare contrasto dove il fluente arpeggio dei primi violini risalta dal resto della sezione impegnata a pizzicare gli accordi. Tra le due tipologie di Follia possiamo capire come entrambe si basino su metri ternari e come tendenzialmente il movimento dei bassi mantenga questa simmetria sulla dominante. L’antica Follia sembra porre maggior enfasi sull’accordo di dominante mentre nella tarda Follia invece sull’accordo di tonica. Vi Vi è inoltre una maggior libertà ritmica e armonica nell’antica Follia. Mentre in quella tarda basso appare come un ostinato da passacaglia e il canto come un tema di sarabanda. Potremmo dire che nei secoli La Follia abbia vissuto una maturazione dal punto di vista intellettuale: dalle dionisiache e folli danze di cui scrive Gil V Vicente, icente, alle solenni e pompose danze di corte fino alle prestigiose sale da concerto del XIX e XX secolo.

 

Riferimenti Bibliografici: Hudson: The  The Folia Dance and the Folia Formula in 17th Century Guitar Music  (1971)  (1971) R. Hudson: R. Hudson: The Folia, the Saraband, the Passacaglia and the Chaconne (1982) Chaconne (1982) R. Hudson: The Folia Melodies (1973) J.  Griffiths: J. Griffiths: La  La “Fantasía que contrahaze la harpa” de Alonso Mudarra: estudio históricoanalítico (1986)

G. Fiorentino: ”Folía”: El origen de los esquemas armónicos entre tradición oral y transmisión escrita (2013) F. Salinas: De Musica Libri Septem fac simile del 1577 Salamanca Edition

Riferimenti Sitografici: https://www.folias.nl/html10.html https://imslp.org/wiki/List_of_compo https://imslp.or g/wiki/List_of_compositions_with_the_the sitions_with_the_theme_%22La_Follia% me_%22La_Follia%22 22 https://www.oxfordmusiconline.com/grovemusic/view/10.1093/gmo/  9781561592630.001.0001/omo-978 978156159263 0.001.0001/omo-9781561592630-e1561592630-e-0000009929 0000009929

https://www.treccani.it

Riferimenti Discografici: Estratto da Oy comamos y bebamos di Juan Del Encina nell’incisione

 Al alva venid: Secular Music from the Spanish Renaissance  Marta Almajano, Almajano, Ensemble La Romanesca & José Miguel Moreno ! 2017 Glossa Estratto da Romanza: para Quien Crie Crie Yo Yo Cabellos di Antonio de Cabezón nell’incisione  Early Music: Tientos Y Glosados Thomas Wimmer, Wimmer, Ensemble Accentus ! 2001 Naxos

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