La creazione dei mondi secondo la Kabbalah
January 19, 2017 | Author: lothar82 | Category: N/A
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Descrizione del processo di formazione dei mondi secondo la teoria cabalistica, la funzione delle lettere ebraiche e dei...
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LA CREAZIONE DEI MONDI SECONDO LA KABBALAH
LA CREZIONE DEI MONDI SECONDO LA KABBALAH
Il processo di creazione nelle sue diverse fasi viene definito TZIMTZUM, con il quale si descrivono le diverse fasi del processo che portano l'infinita essenza divina a farsi finita. Tale processo ha luogo all'interno dell' EN SOF e non prevede alcun cambiamento nel creatore, dato che Dio esiste al di là del mondo spazio temporale e relativo che percepiamo noi, in cui il cambiamento è una funzione del tempo e dello spazio che prevede un prima e un dopo. Dio crea il mondo spaziale e temporale ma non vi è legato, come viene detto nel libro di Malachia 3,6: "Io sono il signore, non cambio". Lo TZIMTZUM avviene nei primi momenti della creazione, e permette infine la manifestazione degli universi fisici, i quali sono, secondo la cabala, di numero infinito. Il termine TZIMTZUM ha due significati: il primo è contrazione e condensazione; il secondo è occultamento. Infatti perchè l'infinita essenza divina diventi finita, è necessario un processo articolato nelle tre tappe di condensazione, contrazione e occultamento. L'occultamento è necessario perchè la Creazione e le Creature non vengano distrutte dall'infinita luce dello EN SOF. L'emanazione divina infinita e illuminata dapprima si contrae in sè stessa, al centro, creando uno spazio, un vuoto primordiale all'interno del qual diventa possibile la creazione di sostanza finita e fisica. Quando il vuoto primordiale, detto TEHIRU, viene ad esistere, l'Essenza divina invia un QAV HA-JOSHER (linea retta di Luce Divina) al suo interno, trasformando il vuoto privo di pensiero nei KELIM (vasi) che riceveranno la OR EN SOF (Luce divina). La fase successiva della creazione provoca la SHEVJIRAT HA-KELIM (rottura dei vasi) e lo spargimento dei frammenti dei vasi e della Luce divina per tutta la Creazione. I vasi frantumati sono poi ricostruiti fino a formare i PARTZUFIM, aspetti della Divinità che ricevono, trattengono, trasformano e trasmettono la Luce Divina, fino a creare le SEFIROT primordiali: gli attributi di DIO che fanno da prototipo agli attributi dell'essere umano, da cui gli esseri umani stessi hanno inizio, creati a immagine di Dio. L'altro aspetto dello TZIMTZUM-l'occultamento- riguarda la riduzione della Radiazione della Divina Infinitezza. L'IO SONO COLUI CHE SONO si cela alla creazione in modo che il mondo possa esistere senza distruggersi all'istante, come avverrebbe se la Creazione fosse soggetta a una potenza divina meno contratta e più manifesta. Gli OLAMOT1 (mondi) sono prodotti dello TZIMTZUM. I mondi sono vasti e 1 Ci sono correlazioni profonde tra gli OLAMOT e l'ineffabile NOME SACRO DI DIO, IL TETRAGRAMMA. ADAM QADMON:l'universo sublime, la vibrazione più elevata ed eterea; tanta è la sua prossimità allo EN SOF, da rendere impossibile ogni decrizione; ATZIJLUT: le Sefirot e altre strutture energetiche come le partzufim hanno origine in questo mondo, per esempio le idee e gli impulsi creativi; BERIJAH: la creazione delle anime (NESHAMOT) avviene qui. Mondo ancora estremamente etereo, le cui formazioni sono d'energia più che di materia, qui le idee assumono forma specifica; JETZIRAH: qui avviene la creazione degli angeli e delle matrici energetiche che sostengono la materia. Molto vicino al mondo fisico, ma ancora immateriale, origine di coscienza e
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comprendono numerose cose e i loro dettagli e gradazioni sono troppo complessi, numerosi e impercettibili per nominarli, motivo per cui gli antichi Kabbalisti avevano accesso solo a un numero limitato dei mondi creati. I mondi principali sono cinque: il quinto e più elevato viene chiamato ADAM QADMON ed è così sublime da essere a stento distinguibile dallo EN SOF. Ogni mondo che viene dopo l'ADAM QADMON ha gradazioni crescenti di complessità e densità, percezione e realtà, fino all'ultimo mondo, lo ASIJAH (quello che percepiamo come nostro ambiente primario) che è il più denso e dà origine a forme fisiche e materiali di incredibile complessità. Lo ASIJAH è il mondo fisico insieme ai suoi aspetti spirituali; JETZIRAH è il mondo dei MAL'AKHIM2 (angeli); BERIJ'AH è il mondo del TRONO DELLA GLORIA e delle FORZE; infine ATZIJLUT è il mondo degli influssi di Dio, che si manifestano sotto forma di PARTZUFIM e SEFIROT. Nei quattro mondi spirituali un'idea generale o un impulso creativo corrispondono al primo stadio della Creazione, il livello dello ATZIJUT; il secondo stadio, in cui un'idea assume forme specifiche, corrisponde al mondo di BERIJ'AH; il terzo stadio, in cui si formula un progetto e si radunano gli strumenti necessari a mettere in pratica l'idea nella realtà manifesta, corrisponde al mondo dello ASIJAH. In tutti gli OLAMOT è infusa la CHOKHMAH DI ATZIJLUT, la saggezza della più alta SEFIROT SUPERNA. Nei testi kabbalistici, molte discussioni incentrate sull'esistenza dei mondi ne indicano solo quattro, perchè il primo, quello dell'ADAM QADMON, è così inconscio collettivo, qui vengono formulati i progetti per le idee che hanno preso forma in BERIJAH e si radunano gli ingredienti energetici necessari a concretizzare le idee; ASIJAH: tutte le creature e le cose che hanno un'esistenza fisica dimorano in questo mondo; pensieri e idee sono ora portati alla luce nella realtà manifesta, questo è il mondo in cui dimoriamo. 2 Nella kabbalah gli angeli vengono definiti come intelligenze cosmiche, ovvero principi carichi di alcune funzioni e responsabilità ben specifiche. Il SEFER JETZIRAH analizza nei minimi dettagli il rapporto angelico-pianeti. Secondo questo testo, gli angeli, che possono essere incaricati solo di una missione alla volta, possono operare a svariati livelli, proprio perchè la loro energia si esprime attraverso i pianeti. I pianeti, perciò, possono essere paragonati al corpo, mentra l'angelo all'anima. Proprio come gli esseri umani, che sono entità singole, possono esprimersi in moltissimi modi grazie alla loro esistenza fisica, così anche gli angeli possono moltiplicare l'espressione della loro missione specifica grazie alla loro stella o al loro pianeta. Pianeti e stelle, secondo la Kabbalah, sono fondamentali per la manifestazione della divina provvidenza nel mondo fisico. Gli angeli sono considerati (a seconda del tipo o dell'ordine di angeli) sia messaggeri che servi di Dio, e adempiono compiti diversi. Possono, per esempio, agire per conto di un essere umano che ha domandato con la preghiera un intervento celeste; oppure possono rivestire una funzione vitale nel mondo naturale. Gli angeli sono uno dei due tipi di essere trascendente per i quali non è prevista l'incarnazione in un corpo fisico. Secondo gli insegnamenti della Kabbalah, ogni oggetto fisico nell'universo manifesto è dato in carico a un angelo che vi sovrintende, ed è responsabile di apportare cambiamenti necessari, nonchè di sostentare quell'oggetto o quella creatura, momento per momento, come decretato da Dio. Nel MIDRASH i sapienti si domandano quando vennero creati gli angeli, concludendo che ne esistono di due tipi diversi. Quelli temporanei, che non possiedono nomi individuali e furono originati il quinto giorno, dopo la creazione delle stelle. Gli angeli non possono ottenere maggiore vicinanza a Dio, sono "fissi" nella loro posizione, non sono in grado di spostarsi tra i vari livelli spirituali, i loro corpi sono più raffinati, capaci qundi di percepire la sorgente divina, cosa che non sono in grado di fare gli esseri umani, dotati di corpi più densi e meno spirituali.Secondo gli insegnamenti della kabbalah, inoltre, ogni parola e azione degli esseri umani, considerate nel loro insieme come un tutto unico, dà vita a un angelo:alcuni sono angeli accusatori altri difensori e, alla morte dell'uomo che li ha generati, parlano contro di lui o a suo favore. Gli angeli sono spesso protagonisti dei racconti kabbalistici, così come della torah. L'interazione con gli angeli è un aspetto importante, in quanto aiuta gli adepti ad ascendere tra i vari regni celesti.
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prossimo alla sorgente divina da risultare intelleggibile per noi. A partire dal mondo più sublime, ovvero l'ADAM QADMON, ogni OLAM funge da necessario fondamento per il mondo seguente. Ogni OLAM è più denso del precedente, fino a che non inizia ad esistere il mondo finito e materiale. Tutti e cinque i mondi hanno alla base lo ASIJAH, la cui densità è tale da nascondere alla percezione umana i mondi più elevati. Perchè noi umani possiamo esistere nel mondo dello ASIJAH e percepirci come esseri umani distinti, l'infinita luce di DIO deve essere parzialmente nascosta: da qui la relazione tra i termini ebraici OLAM e HE'ELEM, che significa "occultamento". Per le stesse ragioni, l'infinita luce di Dio deve condensarsi e contrarsi. Questo triplice processo di condensazione, contrazione e occultamento viene riassunto nella parola ebraica TRIMTZUM. Tale processo si rese proprio necessario per sminuire la luce infinita di Dio, facendola decrescere fino a rendere possibili i "mondi", ognuno dotato delle proprie uniche possibilità e di modi diversi in cui l'energia divina si manifesta. Ciascuno degli OLAMOT trattati nella kabbalah, oltre al mondo materiale in cui dimoriamo, può sembrare distante e inaccessibile; eppure questi mondi devono essere "da qualche parte", in qualche punto assai lontano da noi. In realtà, tutti i mondi esistono nello stesso spazio che sperimentiamo come il "nostro mondo". Ciò è possibile perchè i mondi che vibrano a una frequenza maggiore esistono al di là della portata dei normali organi della percezione umana, adatta solo a cogliere i segnali dello ASIJAH, il mondo in cui dimoriamo principalmente. Questo fenomeno è analogo alla nostra esperienza dei colori e della luce: esistono tutti all'interno dello spettro luminoso, eppure alcuni di essi, come gli infrarossi e i raggi x, rimangono al di fuori delle nostre percezioni sensoriali. Esistono, ma non riusciamo a vederli senza usare uno strumento apposito. Gli OLAMOT possono essere concepiti come mondi che esistono a vari livelli di vibrazione. Si pensi all'energia elettromagnetica: quando vibra a una velocità (frequenza), 30-15.000 Hz, per esempio, viene percepita come suono, alla frequenza di 0,76-0,39 um viene percepita come luce. L'energia è la stessa, ma noi la percepiamo attraverso organi sensoriali diversi a seconda della frequenza della sua vibrazione. Possiamo dunque comprendere come gli OLAMOT possano essere presenti nello stesso tempo (simultaneamente) e nello stesso spazio (ubiquamente), mentre le nostre percezioni sensoriali ci permettono di percepirne uno solo, quello della vibrazione più densa: il mondo fisico di ASIJAH. Il nostro mondo vibra così lentamente che le sue manifestazioni sono di densa materia fisica. Gli altri OLAMOT hanno vibrazioni molto più rapide, che vanno oltre la capacità delle nostre percezioni sensoriali e quelle degli strumenti di misurazioni da noi inventati finora. Per comprendere come tutti i mondi esistano simultaneamente e nello stesso spazio, si può utilizzare questa metafora: immaginiamo una boccia per i pesci intorno alla quale siano disposti un bicchiere d'acqua trasparente e tre bicchieri d'acqua colorata di 3
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giallo, verde e azzurro. Noi siamo i pesci. Le acque di diversi colori, sono gli OLAMOT. L'unica cosa che distingue un bicchiere d'acqua dall'altro è la velocità della vibrazione dei raggi luminosi percepita dai nostri occhi. La luce gialla ha la vibrazione più lenta, poi viene la verde, l'azzurra e infine l'acqua trasparente che vibra a una velocità tale da apparire ai nostri occhi come priva di colore. A cominciare dall'acqua trasparente, versiamo ogni bicchiere dentro la boccia. Quando tutte le acque sono state aggiunte, noi (i pesci) viviamo in un mondo colorato di una gradevole tinta verde-azzurrognola. Non riusciamo più a distinguere i singoli colori (ovvero i mondi) che circondano e pervadono la nostra esistenza, pur rimanendo al di là delle nostre capacità di percepirli singolarmente. Le dieci SEFIROT3 operano in ciascuno degli OLAMOT, ma in ogni mondo domina una Sefirah in particolare. In risposta all'antichissima domanda su come la materia sia sorta dal nulla infinito, i Kabbalisti scoprirono che le lettere stesse dell'Alfabeto ebraico sono la fonte materiale della Creazione, mentre i numeri sono le fonti delle 10 SEFIROT. Non solo le lettere dell'alfabeto sono responsabili dell'inizio e della formazione del mondo, ma sono esse stesse a sostenere la Creazione, le loro combinazioni determinano ogni cosa creata. È scritto infatti "PER SEMPRE O SIGNORE, LA TUA PAROLA E' STABILE NEI CIELI" (salmi 119,89) aumentando notevolmente il significato di "Parola" e di "Lingua Sacra". Le DODICI ELEMENTALI sono le lettere dell'alfabeto associate ai percorsi diagonali all'interno dell'albero della vita. Queste dodici lettere sono importanti per la meditazione, che prevede l'uso del TETRAGRAMMA4 e la permutazione delle lettere. Utilizzare le dodici elementali può aiutare il mistico a velocizzare il processo di ascesi, perchè queste sono legate ai percorsi diagonali, meno erti di quelli verticali. Le dodici elementali creano esperienze umane che non possiedono opposti. Le duecentotrentun porte sono il numero di combinazioni che si ottengono 3 Il breve schema qui di seguito mostra le Sefirot dominanti e le loro principali forme di espressione in ognuno dei mondi. Il passaggio del Libro di Isaia -43,7- allude proprio ai 5 mondi: "Quelli che portano il mio nome (ADAM QADMON), e che per la mia gloria (ATZIJLUT), ho creato (BERIJ'AH), e plasmato (JETZIRAH), anche formato (ASIJAH). ADAM QADMON( mondo)-Primo uomo (significato)-Tetragrammi (abitanti) Punta della JOD (relazione con il tetragramma)- Tetragramma, Partufim, Olamot (Espressione);ATZIJLUT(mondo)-Vicinanza (significato)-Semi delle idee e degli impulsi creativi-Partzufim,Sefirot (abitanti)- JOD (Relazione con il tetragramma)- OTJIOT ossia lettere (espressione); BERIJ'AH (mondo)-Crezione (significato)-Le idee si precisano, si formula un progetto (funzione)-il trono anime (abitanti)-He (relazione con il tetragramma)- Tagin ossia ornamenti (espressione); JETZIRAH (mondo)-formazione (significato)-energie e matrici si assemblano per rendere effettivo il progetto (funzione)- Angeli, forze, intelligenze (abitanti)-VAV (relazione con il tetragramma)-Nequdot ossia punti dicritici delle vocali (espressione); ASIJAH (mondo)-fare (significato)-la creazione produce oggetti materiali o creature (funzione)-Forme (abitanti)-He (relazione con il tetragramma)-Te'amin ossia annotazioni per la salmodia (espressione). 4 Ogni nome sacro di Dio allude ai modi specifici in cui il creatore si manifesta nella creazione in un dato momento. Ogni nome è composto da svariate combinazioni di lettere dell'alfabeto ebraico e trasmette specifiche combinazioni di Potenza divina, Autorità, Santità e Attributi divini. Il TETRAGRAMMA è il nome sacro più importante:viene indicato solo con le lettere e non viene mai pronunciato, per cui deve essere sostituito da un altro nome.
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accoppiando ogni lettera dell'alfabeto ebraico con ciascuna delle altre lettere. Seguendo il precetto secondo il quale ogni lettera dell'alfabeto ebraico rappresenta una diversa espressione dell'esistenza, le 231 porte sono punti o vie d'accesso ai segreti della creazione. Una vasta porzione del sefer jetzirah è dedicata all'esplorazione di queste porte della coscienza, o sentieri della saggezza, come vengono chiamate alternativamente. Dedicandosi alle 231 porte, si viene istruiti a visualizzare le ventuno lettere dell'alfabeto ebraico seguendo particolari esercizi e disponendo le lettere in un cerchio, come se si trovassero all'orizzonte del proprio campo visivo. Le lettere, poi disposte come monoliti intorno a sè, vengono collegate una alla volta secondo un ordine specifico. Quando ogni lettera è connessa a tutte le altre, le linee di congiunzione formano una volta sopra il capo della persona che medita, quasi si trovasse al centro di una cupola geodetica le cui pareti sono costituite da grandi sculture delle lettere ebraiche. Dal lavoro con le 231 porte si possono ottenere molte variazioni nelle permutazioni e nel calcolo, nella GEMATRIA5 e nella disposizione delle lettere; la kabbalah insegna che tramite questi metodi ci si può collegare alle sefirot e al termine del percorso giungere persino alla sefirah keter. Più alta è l'ascesa, maggiore è il danno in caso di caduta; è un livello di kabbalah con il quale non bisogna procedere per tentativi. Confrontarsi con simili esercizi spirituali senza un maestro esperto può essere molto pericoloso, motivo per cui nella letteratura kabbalistica non vengono impartite istruzioni specifiche e si concedono solo pochissimi dettagli sul modo in cui lavorare con le 231 porte. Altro importante strumento di meditazione basato su serie numeriche è quello del quadrato magico (Rebùa Kesem). I numeri e le file contenute in un quadrato magico sono considerate stanze di una casa, ognuna delle quali simboleggia proprietà e funzioni di una sefirah. Utilizzando i quadrati, la persona impegnata nella meditazione passa di "stanza in stanza" all'interno delle sefirot, visualizzando "migliaia di miriadi di parasanghe" e le "migliaia di miriadi di luci colorate" di cui è pervasa ogni stanza, accedendo così alla conoscenza spirituale. Il più semplice dei quadrati magici è quello del "primo ordine", composto di cifre singole. Nelle opere kabbalistiche mancano quasi del tutto indicazioni dettagliate sul modo in cui interagire con i quadrati magici, presumibilmente per proteggere gli iniziati alle 5 La GEMATRIAH esisteva già nella cultura greca, babilonese e siriaca, prima di venire introdottta nella Kabbalah come sistema per indagare la realtà al di là dei suoi effetti e accedere ai meccanismi che permettono alla vita di funzionare. Nel TALMUD troviamo una discettazione su un passo dell'Esodo nel quale Dio fornisce le istruzioni per la costruzione del Tabernacolo, l'oggetto più sacro degli antichi Israeliti. Per realizzare quest'opera, Dio preferì Belzael perchè pssedeva conoscenze esoteriche, "sapeva come permutare le lettere con cui cielo e terra furono creati". Dato che il Tabernacolo doveva riprodurre il microcosmo dell'universo, dei regni spirituali, e persino del corpo umano, solo un sapiente che padroneggiasse le arti esoteriche sarebbe stato in grado di meditare su ogni fase della lavorazione per attrarre le proprietà spirituali con cui pervadere e costruire ogni parte. Esodo 31,2-3 aggiunge inoltre: Vedi, ho chiamato per nome Basael [..]. l'ho riempito dello spirito di Dio, perchè abbia saggezza, intelligenza e scienza in ogni genere di lavoro. Nella kabbalah saggezza, intelligenza e perizia sono le tre SEFIROT superiori, CHOKHMAH, BINAH E DA'AT, che formano le SEKHEL, ovvero le facoltà intellettive dell'essere umano e, inoltre, sono legate agli stati mistici di coscienza, favoriti dall'uso della GEMATRIAH. Esiste una tabella che mostra le equivalenze numeriche tra le lettere ebraiche e i valori del codice 'ATBASH.
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prime armi.
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