La Chiave Principale Della Ricchezza - Napoleon Hill
January 19, 2017 | Author: gemalto25 | Category: N/A
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Napoleon Hill. La chiave Principale della ricchezza. PREMESSA. Lascio al popolo americano la parte maggiore delle mie fortune, che consiste nella filosofìa del successo personale, grazie alla quale ho potuto accumulare tutte le mie enormi ricchezze.». Iniziavano così le ultime volontà di Andrew Carnegie, che potrebbero essere il prologo di una storia che rappresenta il punto di svolta nell'esistenza di tutti coloro che ne vengono a conoscenza. La storia è cominciata nell'autunno del 1908, quando Andrew Carnegie mi convocò a casa sua, facendomi i complimenti per la mia onestà e capacità di giudizio, e mi affidò ciò che riteneva "la parte maggiore" della sua grandissima fortuna, a patto che la tramandassi. Di conseguenza, ve la trasmetto per farvi sapere che avete il diritto di condividere una porzione di tale patrimonio e vi informo sulle condizioni da ottemperare al fine di ottenerla. Tali condizioni non sono eccezionali o limitate all'intelligenza di poche persone: può comprenderle ogni individuo di normali capacità. Non ci sono trucchi o illusioni, né nella mia promessa né nei criteri da seguire. Affinché possiate capire se quella che vado a presentare è una cosa di cui avete bisogno o che desiderate, lasciatemi precisare la promessa che vi faccio. Una descrizione chiara della formula con cui potrete beneficiare appieno della Chiave della Ricchezza che vi consentirà di trovare la soluzione di tutti i vostri problemi, che vi aiuterà a convertire le battute d'arresto in esperienze positive, avviandovi verso le Dodici Grandi Ricchezze, sicurezza economica compresa. Un elenco delle risorse lasciate in eredità da Andrew Carnegie, per chi è pronto a farne uso, oltre alle istruzioni dettagliate per acquisirle e sfruttarle. La descrizione delle modalità per beneficiare dell'istruzione, dell'esperienza e delle abilità tecniche delle persone con cui dovrete collaborare onde raggiungere gli obiettivi principali della vostra vita, superando gli eventuali svantaggi di una carente educazione scolastica e conseguendo i risultati che desiderate nella stessa maniera di coloro che hanno avuto la fortuna di seguire un regolare corso di studi. Il privilegio di applicare la filosofia del successo messa a punto, dopo vari errori e tentativi, da centinaia di uomini di primo piano. Un piano articolato col quale chiunque lavori in cambio di un salario o stipendio può avanzare di carriera e guadagnare di più, cooperando col suo datore di lavoro e riscuotendone gli elogi. Un progetto strutturato col quale chiunque lavori per un altro possa mettersi in proprio, con possibilità di successo superiori alla media. Un progetto definito con cui qualsiasi uomo d'affari può trasformare i suoi clienti in fedeli sostenitori e, grazie alla loro collaborazione, integrare altri clienti, che a loro volta si fidelizzeranno. Un progetto chiaro con cui ogni venditore di articoli utili, o di servizi come l'assicurazione sulla vita, può tramutare i suoi compratori in persone che contribuiscono a fargli trovare nuovi clienti. Un piano preciso con cui qualunque datore di lavoro può diventare amico dei suoi dipendenti in modo da rendere più lucrosa la sua attività, per sé e per loro. Ecco quanto posso promettere, ma la prima condizione che vi pongo è che leggiate il libro almeno due volte, riga per riga, e che riflettiate sempre mentre lo leggete! Sia chiaro fin dall'inizio che, quando parlo di "ricchezze", intendo tutte le ricchezze, non solo quelle rappresentate dai beni materiali e dai profitti economici.
Mi riferisco infatti anche al sommo bene della libertà né posso dimenticare il bene delle relazioni umane, grazie al quale tutti i cittadini possono esercitare l'iniziativa personale nella direzione preferita. Pertanto, parlando di "ricchezze" alludo alle risorse disponibili nel senso più ampio, all'abbondanza a cui ciascun cittadino può attingere con uno sforzo minimo. Nel contempo, debbo anche precisare che non offrirò suggerimenti a chicchessia sul tipo di rendite a cui dovrebbe mirare, né sull'ammontare che egli dovrebbe cercare di accumulare. Per fortuna, le risorse sono molte, sufficienti a livello qualitativo e quantitativo per soddisfare qualsivoglia desiderio umano, purché sia lecito e ragionevole. Spero sinceramente che ogni lettore punti a procurarsi la sua parte, non solo di ciò che si trova sul mercato, ma anche quelle che il denaro non potrà mai comprare! Non dirò a nessuno come condurre la sua esistenza ma, avendo osservato sia i ricchi sia i poveri, so che le ricchezze materiali non danno la felicità. Non ho ancora conosciuto una persona veramente felice che non fosse impegnata in qualche forma di servizio a favore del prossimo. E conosco numerosi individui facoltosi, innegabilmente benestanti, che non sanno cosa sia la felicità. Ho delineato queste considerazioni non per farvi la predica, bensì per stimolare chi, a causa del gran numero di beni materiali che abbiamo, crede di poterli ottenere facilmente, magari perdendo di vista le preziose ricchezze, queste veramente impagabili, che si possono acquisire soltanto in virtù delle qualità immateriali e spirituali cui ho accennato.
Capitolo 1. LE DODICI RICCHEZZE DELLA VITA. Sì, credo proprio che, come tutti gli altri, anche voi abbiate l'umanissimo desiderio di possedere le cose migliori della vita. Volete certamente la sicurezza economica che può garantire solo il denaro. Forse desiderate pure trovare uno sfogo per i vostri talenti in modo da provare la gioia di creare il vostro benessere personale. Alcuni cercano la maniera più facile per giungere alla ricchezza finanziaria, auspicando di trovarla senza dare nulla in cambio. Anche questa è un'aspirazione comune, che però spero correggiate, dal momento che l'esperienza mi ha insegnato che non si riceve mai alcunché se prima non si è dato qualcosa. Esiste un'unica strada che conduce con certezza alla prosperità, ma sa percorrerla solamente chi possiede la Chiave della Ricchezza. Si tratta del meraviglioso strumento per aprire le porte che portano alla soluzione dei propri problemi. Essa dischiude le porte della salute fìsica, dell'amore, dei sentimenti e dell'amicizia, specie svelando i tratti caratteriali che rendono possibile l'affetto durevole. Rivela le tecniche con cui trasformare in bene, materiale e spirituale, tutte le avversità, i fallimenti, le delusioni, gli errori di valutazione e le battute d'arresto del passato. Ravviva le speranze e permette di scoprire la formula per "sintonizzarsi" sull'Intelligenza Infinita, dalla cui grande riserva è sempre possibile attingere.
Eleva le persone umili a posizioni di potere, di gloria e benessere economico. Ferma lo scorrere del tempo, e addirittura lo fa retrocedere, rinnovando lo spirito giovanile di quanti sono diventati vecchi troppo presto. Offre il metodo col quale è possibile assumere il controllo della propria mente, gestire in modo inoppugnabile le emozioni e applicare il potere dell'intelligenza. Colma le carenze di chi, per qualsiasi motivo, ha avuto una cattiva istruzione scolastica, mettendolo sostanzialmente sullo stesso piano, se non altro a livello di occasioni, di quelli che hanno potuto godere di una migliore educazione. Infine, apre le porte, una dopo l'altra, delle Dodici Grandi Ricchezze della Vita, che elencherò e spiegherò tra poco. Nessuno è in grado di assimilare ciò per cui non ha (avuto) alcuna preparazione. Tale preparazione consiste di diverse cose, fra le quali si devono citare la sincerità, l'onestà, l'umiltà e la consapevolezza che nessun uomo possa sapere tutto. Ora vi esporrò alcuni fatti e descriverò certi princìpi, di cui forse non avete mai sentito parlare, dato che li conosce solo chi è pronto a ricevere la Chiave. Le due personalità. Prima di elencare le Dodici Grandi Ricchezze, vorrei soffermarmi su certe risorse che già possedete, ma di cui potreste non essere consapevoli. Innanzitutto, occorre riconoscere di avere una personalità multipla, anche se magari pensate di essere individui tutti d'un pezzo. Gli uomini hanno come minimo due personalità distinte, qualcuno ne ha addirittura parecchie. C'è l'"io" che riconosciamo guardandoci allo specchio: questa è la persona fisica, che tuttavia rappresenta soltanto la dimora in cui abitano le altre personalità. In tale abitazione convivono perlomeno due individui eternamente in conflitto. Uno è un personaggio negativo che pensa, vive e si muove in un'atmosfera di dubbi, paure, indigenza e cattiva salute. L'"io" negativo prevede di fallire e sbagliare, tanto che viene quasi sempre esaudito. Si sofferma sulle vicende più spiacevoli della vita, che vorrebbe evitare ma si ritiene costretto ad accettare: povertà, avidità, superstizione, timori, incertezze, preoccupazioni e malattie fisiche. L'"altro io è la figura positiva che pensa in termini dinamici e propositivi, anticipando le ricchezze (buono stato di salute, amore e amicizia, successo personale, speranze, creatività, servizio a favore del prossimo) e guidando infallibilmente al loro conseguimento. È solo questo "io" a poter riconoscere e conquistare le Dodici Grandi Ricchezze. È l'unico in grado di ricevere la Chiave della Ricchezza. Abbiamo inoltre molte altre risorse di cui forse non siamo coscienti, abilità nascoste che non abbiamo mai usato o sfruttato. Tra queste includo ciò che definisco il "centro vibrazionale", una specie di sensibilissimo apparato di ricezione e trasmissione sintonizzato sui nostri simili e sull'universo che ci circonda. Questo potente apparecchio proietta i nostri pensieri e le nostre sensazioni, ricevendo un flusso infinito di importantissimi messaggi per la realizzazione individuale. È un sistema di comunicazione a due vie dotato di una capacità inesauribile e instancabile. Questa stazione emittente opera in modo continuo e involontario, sia quando siamo svegli sia quando dormiamo. Inoltre, essa è sempre controllata da una delle nostre due personalità principali, quella positiva o quella negativa. Allorché prevale l'"io negativo", il sensibilissimo ricevitore registra unicamente i messaggi più nocivi delle numerosissime personalità negative. Di solito, ciò conduce a pensare: «A cosa serve tutto questo?», o: «Non ho la minima possibilità di riuscire!» La formulazione delle frasi potrebbe essere diversa, ma conterrà sicuramente parole scoraggianti, se non mortifere, per la fiducia in se stessi e l'uso delle proprie energie onde ottenere ciò che si vuole. I messaggi nefasti ricevuti quando comanda l'"io negativo" portano invariabilmente a situazioni che sono l'esatto contrario di quelle in cui vorremmo trovarci.
Quando invece comanda l'"io positivo", raggiungeranno il nostro "centro d'azione" solo i messaggi stimolanti, ottimistici («Ce la posso fare!»), che tradurremo nel loro equivalente concreto: prosperità, buone condizioni di salute, amore, speranza, fede, serenità mentale e felicità. Vale a dire i valori della vita a cui anelano tutte le persone normali. Il dono più grande. Voglio iniziare svelandovi la Chiave con cui ottenere queste e molte altre ricchezze. È quella che, fra le altre cose, colloca la stazione emittente di ciascun individuo sotto il controllo della sua personalità positiva. Vi rivelerò inoltre i mezzi per spartire i benefici garantiti dalla Chiave della Ricchezza, ma la responsabilità della spartizione dipende solo da voi. Tutti coloro che hanno spirito di osservazione avranno notato che il durevole successo personale deriva, se non altro inizialmente, dalla benefica influenza di un altro individuo disposto a condividere i suoi beni. È mio desiderio informarvi preliminarmente che si acquisiscono le ricchezze tutte le ricchezze attraverso l'espressione dell'iniziativa personale! Questo è il dono più prezioso in senso assoluto! Presumo che anche voi vogliate arricchirvi. Ho cercato la strada verso il benessere in tanti modi sbagliati prima di imparare che ne esiste una che avrei dovuto seguire se fossi stato guidato come spero di guidarvi. Intanto, preparatevi a riconoscere le ricchezze quando le avrete a portata di mano. Alcuni ritengono che esse equivalgano al denaro! Invece, quelle durevoli nel senso più ampio consistono di molti altri valori che trascendono le cose materiali, e posso agevolmente affermare che, senza tali beni immateriali, il denaro non darà mai la felicità, come crede erroneamente qualcuno. Quando mi riferisco alle "ricchezze" alludo a tutti i valori spirituali che ricompensano con la piena e completa felicità coloro che le possiedono: sono le Dodici Ricchezze della Vita. Ed è con sincero piacere che vado a presentarvele: preparatevi a riceverle. 1. L'atteggiamento mentale positivo. Ogni ricchezza prende avvio da una condizione mentale, ma lasciatemi dire subito che tale condizione è l'unica cosa su cui una persona ha il controllo totale e inalienabile. È sommamente significativo che il Creatore ci abbia dotati della possibilità di comandare a nostro agio solo sui nostri pensieri, modellandoli nella maniera che preferiamo. La disposizione mentale è importante poiché trasforma il cervello in un'elettrocalamita che attira le cose corrispondenti ai nostri pensieri, scopi e obiettivi dominanti. Naturalmente, essa attrae pure la controparte delle nostre paure, incertezze e preoccupazioni. L'atteggiamento mentale positivo (AMP)1 è il prologo di qualunque ricchezza, materiale o immateriale, di natura concreta o spirituale. Esso polarizza la vera amicizia e le ricchezze che speriamo di accaparrare coi successi futuri. Ci procura le bellezze che troviamo nelle opere della Natura, così come si esprimono nelle notti illuminate dalla luna, nelle stelle che punteggiano il cielo, nei meravigliosi paesaggi e nei lontani orizzonti. Ci fornisce il bene del lavoro individuale prescelto, dove trovano espressione le più elevate aspirazioni dell'animo umano. Ci regala il tesoro dell'armonia nei rapporti famigliari, quando tutti i membri del nucleo cooperano in spirito di reciproco sostegno. Ci dona le ricchezze della salute fìsica, che sono il bene di cui si rallegra chi ha appreso a equilibrare il lavoro col gioco, la venerazione con l'amore, la saggezza di mangiare per vivere anziché vivere per mangiare. E così pure le ricchezze della libertà dalla paura. Quelle dell'entusiasmo, sia attivo sia passivo. Le ricchezze del canto e della risata, entrambe indicative del positivo atteggiamento mentale.
Le ricchezze dell'autodisciplina, grazie alla quale si è felicemente consapevoli che la mente permette di realizzare qualsiasi obiettivo se la si gestisce con chiarezza di intenti. Le ricchezze del gioco, grazie al quale si mettono da parte tutte le fatiche della vita e si ritorna bambini. Le ricchezze della scoperta dell'altro io", quello che non riconosce la realtà della sconfitta definitiva. Le ricchezze della fede nell'Intelligenza Infinita, di cui ogni individuo è una minuscola parte. Le ricchezze della meditazione, la maniera per connettersi alla grande riserva dell'Intelligenza Infinita, da cui attingere a volontà. Sì, questi e altri beni dipendono inizialmente da una positiva disposizione mentale. Perciò, non dobbiamo stupirci se l'AMP figura al primo posto nell'elenco delle Dodici Ricchezze. 2. La salute fisica. Per stare bene fisicamente occorre in primo luogo avere "consapevolezza della propria salute", che è la condizione generata da una mente capace di pensare non in termini di malattia ma di benessere, di moderare il comportamento alimentare e incentivare sane attività sportive. 3. L'armonia nei rapporti interpersonali. Per andare d'accordo con gli altri bisogna innanzitutto essere fedeli verso se stessi, perché, come ha detto bene Shakespeare, ci sono ricompense che spettano solo a chi osserva questa esortazione: «Sii onesto con te stesso e ne conseguirà, come il giorno segue la notte, che non potrai esser falso con nessuno». 4. Libertà dalle paure. Nessun uomo che tema qualcosa è libero! La paura è foriera di guai e, ovunque si radichi, è la causa da eliminare subito per diventare ricchi nel senso più pieno del termine. Le sette paure fondamentali che dominano più spesso la mente dell'uomo sono: paura della povertà; paura delle critiche; paura delle malattie; paura di perdere l'amore; paura di perdere la libertà; paura di invecchiare; paura della morte. 5. La speranza di avere successo. La felicità più grande è quella che consiste nella realizzazione di un desiderio inappagato. Povera al di là di ogni immaginazione è la persona che non può sperare di diventare in futuro ciò che vorrebbe essere, o di ottenere le cose che non è riuscito ad avere in passato. 6. La fede. La fede è l'anello di collegamento della coscienza razionale alla grande riserva dell'Intelligenza Infinita. Essa rappresenta il fertile giardino mentale da cui prelevare tutte le cose belle della vita. È l'"elisir eterno" che dà capacità creativa e operativa agli impulsi mentali. La fede costituisce la base di tutti i cosiddetti miracoli e dei tanti misteri inspiegabili per la scienza e la logica. Essa è la "sostanza chimica" spirituale che, unita alla preghiera, dà a ciascun individuo la possibilità di connettersi immediatamente all'Intelligenza Infinita. È la forza che trasmuta le comuni energie mentali nel loro equivalente spirituale. Ed è l'unica energia che ci permette di applicare la Forza di Dio per gli scopi umani. 7. La disponibilità a condividere i propri beni. Chi non ha imparato l'arte della generosità non ha ancora capito qual è la strada che porta alla felicità, dato che questa è raggiungibile solo grazie alla condivisione di ciò che si possiede. E sia detto una volta per tutte che ogni ricchezza viene impreziosita e moltiplicata dalla semplice disponibilità a elargirne una parte agli altri, in spirito di servizio. Si ricordi inoltre che lo spazio occupato da una persona nel cuore dei suoi simili è determinato dai servizi che rende in forma di generosa spartizione dei suoi beni.
Le ricchezze materiali o spirituali custodite gelosamente si inaridiscono e deperiscono come una rosa staccata dal gambo. Infatti, una delle prime leggi di Natura contempla l'inazione come preludio alla decadenza e alla morte, legge che vale tanto per le cellule dell'organismo umano quanto per i beni materiali posseduti. 8. La passione per il lavoro. Non esiste uomo più ricco di colui che ha trovato la professione che ama e che si impegna a svolgere nel modo migliore, dal momento che il lavoro è la più alta forma di espressione del desiderio. Il lavoro è il nesso tra la domanda e l'offerta di tutti i bisogni umani, l'antesignano di ogni progresso sociale, lo strumento con cui si mettono le ali dell'azione alla fantasia individuale. E tutte le opere appassionate sono sacre perché danno la gioia dell'autoespressione a chi le esegue. 9. La mentalità aperta a tutti gli argomenti. La tolleranza, che è una delle qualità migliori della cultura, è manifestata solo dalla persona che tiene la sua mente sempre aperta a ogni argomento. Soltanto l'uomo dalla mentalità ricettiva si istruisce davvero e quindi si prepara a servirsi delle grandi ricchezze della vita. 10. L'autodisciplina. L'uomo che non è padrone di sé non diventerà mai padrone di nulla. Chi sa gestire se stesso potrà diventare il padrone del suo destino terreno, il "capitano della sua sorte e della sua anima". E la maggior forma di autodisciplina consiste nell'esprimere umiltà di cuore nel momento in cui si raggiungono le grandi ricchezze, o si gode di quello che viene comunemente definito il "successo". 11. La capacità di capire gli altri. L'uomo che sa capire la gente possiede una grande ricchezza: riconosce che siamo fondamentalmente simili, anche perché siamo evoluti dalla stessa radice. Infatti, tutte le attività umane sono ispirate a una o più delle nove motivazioni basilari dell'esistenza. Esse sono: sentimento dell’ amore; emozione del sesso; desiderio di guadagno materiale; desiderio di autoconservazione; aspirazione alla libertà fisica e mentale; desiderio di esprimersi; impulso a perpetuare la vita dopo la morte; emozione della collera; sentimento della paura. L'uomo che vuole comprendere il prossimo deve quindi prima di tutto capire la propria identità. La capacità di conoscere gli altri elimina quasi tutte le cause dei conflitti interpersonali. È la base di ogni amicizia, dell'armonia fra i popoli e intersoggettiva. È il fondamento della collaborazione e delle qualità che devono avere i capi per stimolare la fattiva cooperazione dei dipendenti. 12. La sicurezza economica. Da ultima, ma non per importanza, viene la parte materiale, tangibile e concreta delle Dodici Ricchezze. La sicurezza economica, ovviamente, non equivale in senso stretto al possesso del denaro; per esempio, la si può raggiungere prodigando i propri servizi al prossimo, oppure offrendo prestazioni utili che si convertiranno nel tempo nelle varie forme delle necessità umane, con o senza l'uso dei soldi. Un imprenditore miliardario ha sicurezza finanziaria non perché dispone di un'enorme somma di denaro, ma perché offre un impiego utile a tanti uomini e donne, attraverso cui produce preziose merci o servizi per un gran numero di persone. Tale utilità gli permette di calamitare ingenti risorse monetarie, ed è proprio così che ci si assicura il benessere.
Fra poco vi esporrò i princìpi che servono per accumulare il denaro e le altre ricchezze immateriali, ma prima voglio prepararvi ad applicare tali princìpi. Per accettare le ricchezze, la mente dev'essere pronta, così come occorre dissodare la terra prima di piantare il seme che vi crescerà. Quando si è pronti per una cosa, questa si concretizzerà di sicuro! Ciò non significa che le cose di cui abbiamo bisogno appariranno senza una causa, visto che vi è una grande differenza tra i bisogni personali e la preparazione a ricevere. Se non si riesce a cogliere tale differenza, si possono perdere i vantaggi che cerco di trasmettervi. Pertanto, abbiate pazienza e lasciate che vi guidi verso la condizione mentale di ricettività; dopodiché, sarete pronti a ottenere le ricchezze che desiderate. Naturalmente, lo farò a modo mio. All'inizio, il mio stile di porgere le cose vi potrebbe sembrare strano, ma non fatevi scoraggiare per così poco: tutte le nuove idee appaiono dapprincipio bizzarre. Qualora dubitiate della praticità del mio metodo, vi ricordo che grazie a esso sono diventato molto ricco. Peraltro, il progresso umano si è imposto con fatica perché la gente è restìa ad accettare le idee innovative. Quando Samuel Morse annunciò al mondo di aver scoperto un sistema di comunicazione per via telegrafica, tutti lo derisero. Il sistema era effettivamente eterodosso, una cosa mai vista, e quindi suscettibile di dubbi e sospetti. Il mondo schernì Marconi quando lo scienziato italiano annunciò di aver perfezionato il sistema di Morse, facilitando le comunicazioni per mezzo del suo apparecchio senza fili. Thomas A. Edison si espose al ridicolo proclamando l'invenzione della lampadina a filamenti incandescenti, e lo stesso dicasi per il primo costruttore di autoveicoli a propulsione semovente che rimpiazzavano cavallo e calesse. Allorché Wilbur e Orville Wright vantarono di poter volare su una macchina di loro invenzione, la gente fu tanto poco impressionata che i direttori dei giornali non si degnarono di partecipare alla dimostrazione del primo volo. Poi venne la scoperta della radio, uno dei "miracoli" dell'ingegno umano, destinato a restringere e avvicinare il mondo. Chi aveva una mentalità "impreparata" se ne servì come giocattolo per divertire i figli, nulla di più. Ho rivangato questi fatti per rammentare a chi cerca di arricchirsi in nuove maniere che non ci si deve far scoraggiare dalle novità. Assecondatemi, impadronitevi della mia filosofia e state certi che funzionerà per voi come è stato per me. Fungendovi da guida nel vostro sforzo di arricchirvi, ne sarò remunerato in proporzione esattamente corrispondente ai vostri benefici futuri. È l'eterna legge di compensazione a garantirlo. Forse il compenso non mi verrà direttamente da chi si approprierà della mia filosofia, ma sotto un'altra forma secondo cui nessun servizio reso da chicchessia rimane senza giusta retribuzione. «Fate la cosa», diceva Emerson, il grande filosofo statunitense, «e avrete il potere». Innanzitutto quindi c'è l'obbligo che sento di avere per i tesori che mi sono stati concessi per il solo fatto di essere nato. Infatti, anch'io per progredire e arricchirmi mi sono servito dell'aiuto altrui. Inoltre, ho notato che tutti coloro i quali hanno salito la scala del benessere durevole lo facevano tendendo le due mani: una verso l'alto per ricevere il soccorso di quanti avevano già raggiunto la vetta, e l'altra verso il basso per aiutare chi stava ancora salendo. A questo punto è quindi importante avvisare anche voi, che volete arricchirvi, di procedere con le braccia tese, una verso l'alto e l'altra verso il basso, per dare e ricevere aiuto, dal momento che tutti quelli che puntano a un successo duraturo devono soccorrere i loro simili in lotta per giungere agli stessi obiettivi. In altre parole, prima di avere si deve donare. Ora che sappiamo quali sono le vere ricchezze della vita vi svelerò il prossimo passo da compiere per "preparare" la mente a ricevere ogni vantaggio e beneficio. Ho riconosciuto che le mie ricchezze dipendevano dall'aiuto degli altri. Alcuni di questi erano uomini noti, che sicuramente conoscete anche voi. Altri erano sconosciuti e, forse, i loro nomi
non vi dicono nulla. Tra questi, figurano otto dei miei amici che hanno fatto tanto per me, preparandomi all'accettazione di ogni bene. Io li chiamo gli Otto Prìncipi. Essi mi servono quando sono sveglio e anche quando dormo. Sebbene non li abbia mai incontrati a quattr'occhi, come mi è capitato con altri che mi hanno aiutato, essi hanno agito da custodi delle mie ricchezze, proteggendomi dalla paura, dall'invidia, dall'avidità, dal dubbio, dalle indecisioni, dalla tendenza a rimandare. Mi hanno incentivato ad attivarmi di mia iniziativa, hanno tenuto sveglia la mia fantasia, mi hanno dotato della chiarezza di intenti e della fiducia di poter riuscire. Sono stati i veri addestratori della mia mente, gli edificatori del mio atteggiamento mentale positivo. Posso raccomandarveli in modo che vi rendano un servizio analogo?
Capitolo 2 GLI OTTO PRINCIPI. Se volete, potete chiamarli con un altro nome, magari Mentori, o Princìpi, oppure Consiglieri. Quale che sia la vostra decisione, vi dico subito che me ne servo grazie a una tecnica semplice e flessibile. Tutte le sere, come ultima attività della giornata, io e i miei Prìncipi ci sediamo attorno a un tavolo. Ciò mi giova per esprimere, e quindi corroborare, la mia gratitudine per il servizio che mi hanno reso durante la giornata. La riunione procede proprio come se i Prìncipi esistessero in carne e ossa. Allora, è un periodo di meditazione, di ricordi e rassegne personali, e di ringraziamenti, grazie al contatto stabilito dal potere del pensiero. È a questo punto che vi accorgerete se siete in grado di superare la prima prova per "esercitare" la vostra mente ad accettare le ricchezze. Se non ce la fate, pensate a quello che è accaduto a Morse, Marconi, Edison e ai fratelli Wright quando diffusero la notizia di aver messo a punto una nuova invenzione capace di offrire servizi migliori. Vi aiuterà a resistere allo shock. Esaminiamo ora una sessione tipica in compagnia dei miei Prìncipi. Gratitudine!. «Oggi è stata una bellissima giornata. «Mi è stato concesso di avere salute mentale e fisica. «Mi sono stati dati cibo da mangiare e vestiti da indossare. «Ho avuto un'ulteriore possibilità di servire gli altri. «Sono stato mentalmente sereno e libero da ogni paura. «Per queste benedizioni, vi sono grato, miei Prìncipi e Guide. Vi ringrazio collettivamente per aver dipanato l'intricata matassa della mia vita passata, affrancandomi così il corpo, la mente e l'anima da tutte le cause e gli effetti della paura. «Principe del Benessere Materiale, ti sono riconoscente per aver mantenuto la mia mente in sintonia con la consapevolezza della prosperità e dell'abbondanza, libera dai timori della povertà e del bisogno. «Principe della Salute Fisica, ti ringrazio per aver mantenuto la mia mente sintonizzata sulla risorsa del benessere corporeo, offrendomi i mezzi affinché ogni mia cellula e ogni mio organo
fossero adeguatamente riforniti di energia per sopravvivere e applicare tale energia nelle cose da fare. «Principe della Serenità Mentale, grazie per aver mantenuto la mia mente libera da tutte le inibizioni e dai limiti autoimposti, garantendo così al mio corpo e al mio intelletto un sano riposo. «Principe della Speranza, ti sono grato per la realizzazione dei desideri quotidiani e per la promessa della realizzazione di quelli futuri. «Principe della Fede, ti sono grato per la guida che mi hai sempre assicurato; per avermi ispirato a fare ciò che mi è utile e avermi evitato di fare ciò che, se lo avessi fatto, si sarebbe dimostrato nocivo. Tu hai infuso forza ai miei pensieri e impeto alle mie azioni, dandomi la saggezza che mi ha consentito di comprendere le leggi di Natura, nonché il giudizio per adattarmi armoniosamente ad esse. «Principe dell'Amore, riconosco il mio debito di gratitudine nei tuoi confronti per avermi stimolato a condividere le ricchezze con quelli con cui sono venuto in contatto oggi; per avermi dimostrato che posso trattenere e considerare mio solo ciò che distribuisco. E ti sono grato anche per la consapevolezza dell'amore con cui mi hai arricchito, poiché esso mi rende dolce la vita e piacevoli tutti i rapporti interpersonali. «Principe del Romanticismo, grazie per avermi ispirato con U senso della giovinezza nonostante il passare degli anni. «Principe della Saggezza, ti sono eternamente grato per aver convertito in un patrimonio di durevoli valori tutti i miei trascorsi fallimenti, insuccessi, errori di azione e valutazione, paure, delusioni e avversità di ogni tipo; questo bene corrisponde alla mia disponibilità a stimolare gli altri nel gestire le loro abilità intellettive per conseguire gli scopi che si prefiggono, dandomi quindi il privilegio di condividere il mio patrimonio con chi è pronto a riceverlo, arricchendolo e moltiplicandolo proprio grazie al beneficio che ne ricavano gli altri. «Ti esprimo perciò il mio ringraziamento per avermi fatto capire che nessuna esperienza umana è imputabile nel registro delle passività; che ogni esperienza è trasformabile in utile servizio; che il potere della mente è l'unico su cui ho il controllo totale; che la forza del pensiero può essere tradotta in felicità; che non esistono limiti al mio potere mentale, se non quelli che io stesso mi impongo». Il mio più grande bene consiste nell'aver avuto la fortuna di riconoscere l'esistenza degli Otto Prìncipi, poiché sono stati loro ad allenare la mia mente affinché fosse in grado di ricevere il privilegio delle Dodici Ricchezze. E l'abitudine a comunicare giornalmente con questi Prìncipi ad assicurarmi il durevole godimento di tali ricchezze, a prescindere dalle mutevoli vicende della vita. I Prìncipi sono gli strumenti che adopero per tenere la mente focalizzata sulle cose che desidero e lontana da quelle che aborro! Mi servono come sano feticcio grazie al quale posso attingere liberamente all'energia mentale per levigare "una perla all'ora, e un tesoro per ogni perla". Mi garantiscono l'immunità completa da tutte le forme di deleteria disposizione mentale, distruggendo il seme del pensiero negativo e la creazione di qualsiasi atteggiamento nefasto. Mi aiutano a tenere la mente concentrata sui miei obiettivi principali, così che possa conseguirli con facilità. Mi tengono in pace con me stesso e col mondo, e in armonia con la mia coscienza. Mi permettono di chiudere la porta a tutti i brutti pensieri che emergono se ripenso agli insuccessi del passato. Anzi, mi aiutano a trasformarli in preziose esperienze da cui imparare. I Prìncipi mi hanno rivelato l'esistenza delT'aitro io", la mia identità che pensa, si muove, progetta, desidera e agisce in base all'impulso che non accetta nulla che sia "impossibile". Mi hanno dimostrato innumerevoli volte che ogni avversità porta in sé il germe di un vantaggio equivalente. Così, quando sono colpito dalla sfortuna, come capita a tutti, non mi faccio spaventare, ma comincio subito a cercare "il germe del vantaggio equivalente", lasciandolo sbocciare in un fiore di occasioni.
Mi hanno permesso di sconfiggere il mio nemico più acerrimo, me stesso. Mi hanno mostrato ciò che è buono per la mia anima e il mio organismo, guidandomi correttamente verso la fonte di ogni bene. Mi hanno insegnato la verità secondo cui la felicità non consiste nel possesso delle cose, ma nel privilegio di esprimere se stessi attraverso il loro uso. Inoltre, grazie ai Prìncipi ho compreso che è meglio prodigare i propri servizi che riceverne dagli altri. Notate che non chiedo loro nulla: mi limito a celebrare questa cerimonia di ringraziamento nei loro confronti esternando la mia riconoscenza per le ricchezze che mi hanno già elargito. I Prìncipi conoscono i miei bisogni e li soddisfano! Sì, essi me li appagano in modo sovrabbondante. I Prìncipi mi hanno ammaestrato a pensare in termini di ciò che posso dare e & dimenticare quello che vorrei avere in cambio. Mi hanno indicato l'approccio corretto alla vita impersonale, lo stile che ci fa capire i poteri che risiedono al nostro interno e a cui possiamo attingere a piacere per risolvere tutti i problemi personali e realizzare ogni bisogno materiale. Mi hanno insegnato la calma e ad ascoltare la coscienza! Mi hanno dato la fede per ignorare le mie ragioni e accettare la guida interiore, sicurissimo che questa piccola voce interna è superiore alla mia razionalità. La mia vita si è ispirata a loro. Adesso ve li espongo, così che possiate appropriarcene. Credo dell'uomo felice. Ho trovato la felicità aiutando gli altri a trovarla. Ho rafforzato la salute perché vivo con moderazione tutte le cose, mangiando solo gli alimenti offerti dalla Natura per il sostentamento fisico. Sono libero da ogni forma di paura. Non detesto nessun uomo, non invidio nessuno, ma amo tutta l'umanità. Ho un lavoro che mi appassiona, al punto che talora mi sembra un divertimento. Di conseguenza, non mi sento mai stanco. Ogni giorno prego, non per avere nuove ricchezze, ma per la saggezza con cui riconoscere, accettare e usare in maniera giusta la grande abbondanza di beni che è già nelle mie mani. Non pronuncio nomi di persona se non per onorarli. Non chiedo favori ad alcuno, eccezion fatta per il privilegio di condividere le mie ricchezze con chiunque voglia riceverle. Sono a posto con la mia coscienza, che quindi mi guida correttamente in tutte le azioni. Non ho nemici perché non ferisco nessuno, per nessun motivo, ma sono prezioso per tutti quelli con cui interagisco, insegnando loro il modo per accumulare ricchezze durature. Possiedo più beni materiali di quanti abbia bisogno perché sono libero dall'avidità e bramo soltanto gli oggetti materiali che devo e posso usare per vivere. Possiedo un grande patrimonio, che però non è tassabile perché la sua sede è nella mia mente, sotto forma di ricchezze immateriali che non sono misurabili o calcolabili, né espropriabili, se non da quelli che adottano il mio stile di vita. Ho creato tale patrimonio osservando le leggi di Natura e adattando i miei comportamenti nel modo più coerente a tali leggi. Le opere della Chiave. Procediamo con la storia descrivendo la filosofia che occorre adottare per acquisire le Dodici Ricchezze. Ho spiegato il modo per approntare la mente alla ricezione di ogni bene. Ma questo è solo l'inizio: adesso mi pregio di esporre come venirne in possesso e farne l'uso migliore. La storia risale a più di mezzo secolo fa e trae ispirazione dalla vita di Andrew Carnegie, il grande filantropo. Egli entrò in possesso delle Dodici Ricchezze, ma la loro parte finanziaria era talmente ingente che non gli bastò l'intera vita per distribuirla agli altri, per cui la trasmise a quelli che sono tuttora impegnati a usarla per il bene dell'umanità.
Anch'egli beneficiava del servizio degli Otto Prìncipi. Il Principe della Saggezza Suprema lo aiutò in maniera così efficace da consigliargli non solo di spartire tutti i suoi beni materiali, ma anche di trasmettere la filosofìa di vita che permette a tutti di arricchirsi. Carnegie spiegava così il motivo per cui divulgava la sua filosofìa del successo: «Ho accumulato il mio denaro grazie agli sforzi altrui e lo restituirò alla gente non appena troverò il modo di farlo senza ispirare in loro il desiderio di aver qualcosa in cambio di nulla. La parte principale delle mie ricchezze è rappresentata dalle conoscenze che mi sono servite per accantonare i beni, sia materiali sia spirituali. È quindi mia intenzione organizzare tali conoscenze in una filosofia pratica, rendendole disponibili ad ogni persona che cerchi le occasioni per realizzarsi, sempre in ossequio al sistema economico che regge il nostro paese». Se sperate di ricevere le ricchezze che desidero spartire con voi, dovete abbracciare e applicare la stessa filosofia. Prima di enunciarne i princìpi vorrei delineare un breve resoconto di ciò che essa ha già fatto per altri uomini di mezzo mondo. La filosofia di Carnegie è stata infatti tradotta in quattro dei maggiori dialetti dell'India: questi libri hanno venduto più di due milioni di copie. Inoltre, è stata tradotta nella variante brasiliana del portoghese, potendo così essere sfruttata da più di 1.500.000 di persone. È stata pubblicata in edizione speciale per la diffusione in tutto l'impero britannico, Commonwealth compreso, dove ha servito più di due milioni di individui. Ha circolato in ogni villaggio, paese e città statunitensi, talché si stima che ne abbiano beneficiato venti milioni di persone. Essa potrebbe diventare il mezzo per una collaborazione in spirito di amicizia tra tutti i popoli del mondo, poiché non si fonda su nessun credo o fede particolare, ma sui princìpi fondamentali del successo durevole, sull'atteggiamento costruttivo in ogni campo delle attività umane. È talmente universale da favorire il successo in ogni occupazione umana. Tuttavia, ancor più importante di queste prove, sia per voi il fatto che essa è così semplice che potete iniziare ad applicarla a vostro vantaggio dalla posizione in cui vi trovate adesso. Eccoci quindi pronti per enunciare il segreto della Chiave della Ricchezza! I diciassette princìpi vi serviranno come una precisa mappa che conduce direttamente alla fonte di ogni tesoro, concreto o immateriale. Seguite le istruzioni e non potrete sbagliare strada, ma siate disposti ad assumervi tutte le responsabilità che si accompagnano al possesso di grandi ricchezze. Ricordate soprattutto che la dovizia di beni va spartita con gli altri e che c'è un prezzo da pagare per qualsiasi cosa si ottiene. Descrivendo i diciassette princìpi non vi svelerò la Chiave, perché il suo segreto consiste nella loro combinazione. Essi rappresentano le diciassette porte che occorre varcare per raggiungere la camera interna dove è racchiusa la fonte di ogni bene. La Chiave aprirà la porta di quella camera e sarà nelle vostre mani quando sarete pronti ad accettarla. La vostra preparazione dipende dall'assimilazione e dall'applicazione dei primi cinque dei diciassette princìpi, su cui mi soffermerò nel prossimo capitolo.
3. LA CHIAREZZA DI INTENTI. È impressionante rendersi conto come tutti i grandi capi della storia umana, di ogni settore e attività, abbiano raggiunto la posizione di comando applicando il loro talento con chiarezza di intenti. Altrettanto impressionante è accorgersi che chi viene classificato tra i falliti non abbia mai obiettivi precisi, ma giri sempre attorno al suo scopo, come una nave senza timone che torna a mani vuote al punto d'inizio. Alcuni cosiddetti "falliti" hanno inizialmente un obiettivo da realizzare, ma lo abbandonano non appena incontrano delle difficoltà, più o meno gravi, e subiscono battute d'arresto. Allora, rinunciano senza sapere che esiste una filosofia del successo precisa e affidabile come la matematica, senza sospettare che le sconfitte temporanee sono solo un banco di prova dietro cui potrebbero celarsi occasioni favorevoli, basterebbe non considerarle definitive. Una delle grandi tragedie della nostra civiltà è costituita dal 98% di persone che sprecano la vita senza avvicinarsi mai, nemmeno lontanamente, a ciò che definiamo la chiarezza di intenti! Il primo esame a cui Carnegie sottoponeva i collaboratori che puntavano a una posizione di preminenza comportava la valutazione della misura di quanto fossero disposti a percorrere un miglio in più. Il secondo esame mirava a stabilire se la loro mente fosse focalizzata su un traguardo preciso, compresa la preparazione necessaria per tagliarlo. «Quando gli chiesi il mio primo avanzamento di carriera», raccontava Charles M. Schwab, «Carnegie si aprì a un grande sorriso e replicò: "Se hai cuore e cervello concentrati su quello che vuoi e non c'è nulla che io possa fare per impedirti di ottenerlo!"». Schwab conosceva bene il suo obiettivo: era la carica più alta dopo quella di Carnegie! E il filantropo lo aiutò a raggiungerla. Una delle cose più notevoli degli uomini che si attivano con chiarezza di intenti è la sollecitudine con cui gli altri si scostano per lasciarli passare, addirittura aiutandoli affinché conseguano i loro scopi. Nascita di una filosofìa. La storia collegata all'organizzazione di questa filosofia ha stretti rapporti con l'importanza che Carnegie dava alla chiarezza di intenti. Dopo aver ingrandito le sue acciaierie e accumulato un'enorme fortuna economica, egli volse il suo interesse all'uso e alla condivisione delle sue ricchezze. Essendosi reso conto che la loro parte maggiore consisteva nelle conoscenze che gli avevano permesso di arricchirsi, approfondendo le relazioni umane, cercò di ispirare un altro a organizzare la filosofia che le avrebbe trasmesse a tutti quelli che desideravano possederle. A quel punto era già avanti con gli anni, sicché comprese che il compito avrebbe richiesto l'impegno di un giovane provvisto del tempo e della disposizione mentale giusta per dedicare i successivi vent'anni, o più, alla ricerca delle modalità della realizzazione individuale. Quando lo incontrai per caso (ero andato a intervistarlo per conto di una rivista che voleva divulgare i suoi successi), Carnegie aveva già vagliato più di duecentocinquanta uomini che riteneva possedessero le qualità che cercava. Era abituato a sondare il carattere delle persone con la sua intuizione e probabilmente si chiedeva se avessi le abilità che stava cercando da tanto tempo. Infatti, aveva messo a punto un piano per scoprirlo. Iniziò narrandomi la storia dei suoi successi. Poi alluse alla necessità che il mondo usufruisse di una filosofia pratica che avrebbe consentito anche al più umile operaio di arricchirsi nella forma e nella quantità desiderate. Per tre giorni e tre notti mi espose la sua idea, descrivendo quello che si doveva fare per perfezionare una simile metodologia. Finita la storia, mi sottopose a una prova per capire se avesse davvero trovato l'individuo giusto per portare a compimento la sua idea. «Ecco, ora sei al corrente del mio progetto», mi disse, «e, in relazione a questo, vorrei farti una domanda, a cui dovrai rispondere con un "sì" o con un "no". Se ti do l'occasione di organizzare
la prima filosofia mondiale della realizzazione individuale, presentandoti gli uomini che collaboreranno con te a tale scopo, saresti contento di avere quest'occasione e porterai a compimento l'idea, nel caso te l'affidassi?» Mi schiarii la gola, balbettai per qualche secondo e poi risposi con una frase breve, ma colma di conseguenze. «Sì», esclamai, «non solo accetto il compito, ma lo porterò fino in fondo!» Questo significa parlar chiaro! In effetti, era la cosa che Carnegie voleva sentirsi dire per capire se avevo chiarezza di intenti. Parecchi anni dopo, sono venuto a sapere che, in quella circostanza e quando poneva quella domanda, il grande e saggio filantropo teneva in mano un cronometro a scatto, concedendo alle persone che aveva davanti appena sessanta secondi per rispondere. Chi ci metteva di più veniva scartato. Io, per replicare come accennato, ci avevo impiegato ventinove secondi. Lo stesso Carnegie mi spiegò poi il motivo del cronometraggio. «So per esperienza», precisava, «che l'uomo incapace di giungere celermente a una decisione quando conosce tutti i fatti che gli servono non è affidabile nel portarla a completamento, qualsiasi decisione prenda. Inoltre, ho scoperto che gli uomini in grado di decidersi rapidamente sanno di solito procedere con chiarezza di intenti anche in altre circostanze». Il primo esame lo avevo superato a pieni voti, ma ce n'era un altro, non meno importante. «Benissimo», mi incoraggiò Carnegie, «possiedi una delle due qualità necessarie all'uomo che vorrei organizzasse la mia filosofia. Adesso vediamo se possiedi anche la seconda. Se ti dessi l'opportunità di congegnare questo metodo, saresti disposto a dedicare vent'anni della tua vita alla ricerca delle cause del successo e del fallimento, senza paga, cioè sbarcando il lunario con altri mezzi?» Questa richiesta era piuttosto scioccante perché mi ero già illuso di poter essere finanziato con una parte della sua enorme fortuna. Tuttavia, mi ripresi subito dallo sconcerto, chiedendogli perché non volesse sponsorizzare un compito di così elevato valore morale. «Non si tratta di tirchieria», obiettò, «ma è mia intenzione sapere se hai dentro di te la capacità naturale di percorrere un miglio in più, cioè di espletare il tuo compito prima di pretendere di essere pagato per farlo». Poi mi spiegò che gli uomini di maggior successo in ogni attività umana erano, e sono sempre stati, quelli disposti a rendere servizi superiori a quelli per cui venivano ricompensati. Inoltre, sottolineò il fatto che spesso i sussidi finanziari, a favore di gruppi o individui, arrecano più danni che vantaggi. Mi ricordò che avevo un privilegio che aveva negato a più di altri duecentocinquanta uomini, alcuni dei quali molto più anziani ed esperti di me, terminando così il suo discorso: «Se trarrai il massimo vantaggio da quest'occasione, è probabile che la farai fruttare in ricchezze favolose, tali da far sembrare da poco quelle che ho accumulato io. Infatti, eseguendo il compito, potrai penetrare nelle menti più acute della nostra nazione, approfittare delle esperienze dei maggiori capitani di industria e proiettare la tua influenza su tutto». Come rifiutare una simile prospettiva?! Avevo ricevuto la prima lezione di chiarezza di intenti, oltre al prezioso principio dell'abitudine &fare un miglio in più. Con una precisione quasi esatta, vent'anni dopo, la filosofia con cui Carnegie aveva raggranellato gran parte delle sue ricchezze era completa e poteva essere diffusa nel mondo sotto forma di otto volumi motivazionali. «E che ne è stato dell'uomo che ha investito tutto quel tempo senza essere pagato?», potrebbe chiedere qualcuno. «Quale compenso ha ricevuto per la sua fatica?» Una risposta esauriente è impossibile perché lui stesso non lo sa, né conosce la somma totale dei benefici ricevuti. Inoltre, alcuni di essi hanno una natura così impalpabile che continueranno ad aiutarlo per tutta la sua vita. Comunque, per dare soddisfazione a coloro che misurano le ricchezze solo con il metro dei beni materiali, posso affermare che un solo libro, quello basato sulle conoscenze ottenute
applicando il principio del miglio in più, ha già fruttato profitti calcolabili in cifre superiori ai tre miliardi di dollari. E il tempo effettivo speso per la stesura del libro non ha superato i quattro mesi. La chiarezza di intenti e l'abitudine a compiere servizi maggiori di quelli per cui si è pagati sono un elemento che colpisce l'immaginazione anche delle persone più fantasiose, ma devo subito avvisarvi che si tratta solo di due dei diciassette princìpi per la realizzazione personale. Li ho associati per un unico motivo: segnalarvi come i princìpi di questa filosofia siano tutti collegati, quasi fossero anelli di una catena, e come la loro combinazione conduca allo sviluppo di un potere meraviglioso, inattingibile con la singola applicazione di uno solo di essi. Il potere della chiarezza di intenti. Analizziamo ora i vantaggi garantiti da tale principio in base alle motivazioni psicologiche che ne derivano. Prima premessa. Il punto d'avvio di ogni realizzazione personale è l'adozione di uno scopo preciso, da conseguire secondo un progetto strutturato. Seconda premessa. Tutti i successi derivano da una motivazione o da una combinazione di motivazioni (desideri, emozioni e sentimenti), ma nove sono quelle fondamentali che determinano ogni azione volontaria (vedi cap. I). Terza premessa. Qualsiasi idea, progetto o obiettivo che domina la nostra mente, se opportunamente ripetuto e reso emotivamente marcato dal desiderio ardente di concretizzarlo, viene recepito dal subconscio che, spingendo all'azione, lo porterà alle sue più estreme e logiche conseguenze con i mezzi disponibili. Quarta premessa. Qualunque idea, piano o traguardo coltivato dalla coscienza razionale, e sostenuto dalla fede assoluta nella sua realizzazione, viene recepito immediatamente dal subconscio, che spinge all'azione: non si conosce alcun desiderio di questo tipo che non abbia portato sempre al successo. Quinta premessa. Il potere della propria mente è la sola cosa su cui una persona ha il controllo totale e indiscutibile, un fatto così stupefacente da rimandare allo stretto rapporto che esiste tra il cervello umano e l'Intelligenza Infinita di Dio, due entità unite dalla fede. Sesta premessa.. Il subconscio, cioè la parte mentale inconscia, è la porta d'accesso a Dio che esaudisce le nostre domande in proporzione esatta alla qualità della nostra fé dei È possibile, attraverso la fede, dargli quindi istruzioni come se fosse un'entità autonoma. Settima premessa. Uno scopo preciso, supportato dalla fede vissuta, è una forma di saggezza, ed è risaputo che la saggezza applicata produce esiti positivi. I principali benefìci della chiarezza di intenti. La chiarezza di intenti incentiva la fiducia in sé, l'iniziativa personale, l'immaginazione, l'entusiasmo, l'autodisciplina e la concentrazione operativa, tutti requisiti essenziali per il conseguimento del successo materiale. Essa facilita la gestione del proprio tempo e la progettazione delle attività quotidiane in modo da raggiungere i grandi obiettivi della vita. Ci mette in allerta per il riconoscimento delle occasioni inerenti all'oggetto eh.; si vuole conseguire e ci ispira a trovare il coraggio necessario per cogliere tali occasioni quando si presentano. Stimola la collaborazione delle altre persone. Prepara la strada al pieno esercizio dello stato mentale che chiamiamo fede, facendole assumere un atteggiamento positivo e affrancandoci da paure, dubbi e indecisioni.
Ci sintonizza sulla consapevolezza del successo, senza la quale nessuno può realizzare alcunché in nessun settore professionale. Elimina la pessima abitudine di rimandare le decisioni. Infine, conduce direttamente allo sviluppo e al mantenimento della prima delle Dodici Ricchezze, la disposizione mentale positiva. Queste sono le caratteristiche principali della chiarezza di intenti, che però possiede numerose altre qualità e possibilità d'uso, essendo collegata a ciascuna delle Dodici Ricchezze. Queste infatti sono ottenibili solo se si conoscono bene i propri obiettivi. Paragonate la chiarezza di intenti con le Dodici Ricchezze, una alla volta, e notate quanto essa sia essenziale per il conseguimento di ognuna. Poi elencate gli uomini di maggior successo che conoscete e osservate in che modo ciascuno di loro abbia privilegiato un certo obiettivo, facendone il punto focale dei suoi sforzi. Thomas A. Edison si è dedicato completamente alle invenzioni scientifiche. Andrew Carnegie si è specializzato nella produzione e nella vendita dell'acciaio. F.W. Woolworth ha concentrato l'attenzione sulla gestione dei suoi Grandi Magazzini. Philip D. Armour si è dedicato anima e corpo all'imballaggio e alla distribuzione della carne. La specialità di James J. Hill era la costruzione e la manutenzione dell'enorme Ferrovia Transcontinentale americana. Alexander Graham Bell si è distinto per le ricerche scientifiche inerenti allo sviluppo della telefonia moderna. Marshall Field ha fatto funzionare i più grandi magazzini al dettaglio del mondo. Cyrus H.K. Curtis ha dedicato la vita alla fondazione e alla pubblicazione del Saturday Evening Post. Jefferson, Washington, Lincoln, Patrick Henry e Thomas Paine hanno vissuto soprattutto per dare libertà al nostro popolo americano, impegnando le loro fortune in tale lotta. Uomini con chiarezza di intenti, con un unico scopo e obiettivo da realizzare! L'elenco potrebbe continuare, e sarebbe lunghissimo, dato che contiene i nomi di tutti i grandi leader che hanno contribuito a perfezionare lo stile di vita americano che tanto ha fatto e farà per chiunque voglia applicarlo. Come giungere alla chiarezza di intenti. La maniera per definire l'Obiettivo Principale della propria Vita è semplice, ma importante. Comportatevi nel modo che descrivo. a. Mettete per iscritto una frase chiara e accurata contenente lo Scopo che vi prefiggete nella vostra esistenza, firmandola e mandandola a memoria. Poi ripetetela oralmente almeno una volta al giorno, anche di più, se potete. Ripetetela continuamente. b. Scrivete un piano preciso e organizzato con cui intendete iniziare a conseguire il vostro obiettivo principale. Deve includere la scadenza entro cui realizzarlo; non dimenticate però di inserire anche la definizione di ciò che siete disposti a dare in cambio del successo. Ricordate che non esiste qualcosa che si possa ottenere gratis, che tutto ha un prezzo, da pagare in anticipo in un modo o nell'altro. e. Fate in modo che il vostro piano sia abbastanza elastico da permettere certi cambiamenti tutte le volte che desiderate apportarli. Rammentate che Dio, che opera in ogni atomo della materia e in ogni essere, animato o inanimato, potrebbe suggerirvi un progetto di gran lunga superiore al vostro, qualunque esso sia. Perciò, siate sempre pronti a riconoscere e adottare tali progetti superiori che potrebbero venirvi in mente. d. Non divulgate l'Obiettivo principale della vostra vita e il piano per conseguirlo, se non in rapporto alle informazioni che potrebbero servirvi per migliorarlo e metterlo in pratica, come spiegherò più avanti col principio dell'Alleanza di Cervelli. Non commettete l'errore di presumere che, siccome potreste non capire le istruzioni che vi ho appena dato, i princìpi non siano validi. Seguite le istruzioni alla lettera; praticatele con fiducia e ricordate che, così facendo, vi situate sulla falsariga dei maggiori leader vissuti nel nostro paese.
Le istruzioni non richiedono uno sforzo particolare, solo l'applicazione della forza di volontà. Né richiedono la disponibilità di tempo e risorse al di fuori della normale capacità dell'uomo medio. Inoltre, esse si armonizzano con i precetti di tutte le vere religioni mondiali. Decidete ora quello che volete dalla vita e cosa siete propensi a dare in cambio. Decidete dove volete approdare e come desiderate farlo. Poi esordite muovendo da dove vi trovate adesso. Iniziate con qualsiasi mezzo a tagliare il traguardo più vicino e scoprirete che, nella misura in cui saprete agire, vi si sveleranno altri e migliori mezzi operativi. Questa è stata l'esperienza di tutti gli uomini che il mondo onora per i loro successi. La maggioranza è partita dal nulla, o con poco, ma sempre col desiderio ardente di raggiungere uno scopo. In un desiderio siffatto vi è una magia inestinguibile! E infine ricordate: Il Dito che si Muove scrive; e, una volta scritto, Continua a muoversi: né tutta la tua Pietà né Ingegno Lo piegherà a cancellare mezza Riga, Né tutte le tue Lacrime laveranno via una Parola. Ieri è passato per sempre! Domani non arriverà mai, ma l'oggi è il domani di ieri a portata di mano. Che progetti avete per l'oggi? Fra poco vi svelerò il principio che è la pietra angolare di ogni realizzazione architettata, del sistema della libera iniziativa, della libertà e delle nostre infinite ricchezze. Ma prima di tutto voglio assicurarmi che sappiate ciò che desiderate dalla vita. Le idee che portano al successo esordiscono con la chiarezza di intenti. È un fatto risaputo che le idee sono gli unici beni a non avere un valore fisso e predeterminato. Altrettanto noto è che esse sono l'inizio di qualsiasi impresa. Costituiscono il fondamento di tutte le fortune, il punto d'avvio di ogni invenzione. Governano l'aria che respiriamo e le profonde acque degli oceani; ci permettono di padroneggiare e utilizzare le energie invisibili dell'universo. Ogni idea scaturisce dalla chiarezza di intenti. Il fonografo non era altro che un'idea astratta finché Edison non la organizzò sotto forma di obiettivo da mettere in pratica, rielaborandola nel suo subconscio per proiettarla nella grande riserva di Dio, da cui gli rimbalzò nella configurazione di un progetto operativo. E fu tale progetto che egli tradusse nell'apparecchio per la riproduzione dei suoni. La filosofia della realizzazione personale esordì con un'idea elaborata dalla mente di Andrew Camegie, il quale la fissò con la chiarezza di intenti, così che oggi tale filosofia è disponibile per milioni di persone che vivono nel mondo civile. Inoltre, questa filosofia ha la concreta possibilità di diventare una delle forze che fermentano il progresso mondiale, dato che se ne sta appropriando una crescente moltitudine di persone che vogliono uscire dalle solite abitudini. Qualunque idea cullata, coltivata, temuta o venerata dalla mente umana non perde tempo a rivestirsi della forma fisica più appropriata che sia disponibile. Ciò che gli uomini credono, temono o dicono, sia esso positivo o negativo, trova la maniera di assumere una forma concreta. Chiunque lotti per liberarsi dalla miseria non dimentichi questa grande verità, che appartiene tanto ai singoli individui quanto alle nazioni nel loro complesso. L'autosuggestione, il legame essenziale. Volgiamo ora la nostra attenzione al principio operativo secondo cui i pensieri, le idee, i progetti, le speranze e gli obiettivi coltivati dalla mente razionale riescono a penetrare nel nostro subconscio, dove saranno captati e portati alle logiche conseguenze per mezzo di una legge di natura che descriverò in seguito. Capire tale principio significa riconoscere anche la ragione per cui la chiarezza di intenti è l'inizio di ogni realizzazione. E possibile accelerare il trasferimento dei pensieri dalla coscienza razionale al subconscio limitandosi ad aumentare o stimolare le vibrazioni mentali mediante la fede, la paura o qualsiasi
altra emozione intensa, come l'entusiasmo e il desiderio ardente supportato da un preciso obiettivo da conseguire. I pensieri sostenuti dalla fede hanno la precedenza assoluta per quanto attiene alla rapidità e precisione con cui essi transitano dal subconscio prima di essere trasformati in azioni pratiche. La velocità con cui agisce il potere della fede ha dato adito alla diffusa credenza secondo cui certi fenomeni possano essere causati da un "miracolo". Gli scienziati e gli psicologi non ammettono l'esistenza dei miracoli, sostenendo che quanto accade è il risultato di una causa precisa, anche se questa potrebbe talora rivelarsi inspiegabile. È risaputo però che la persona capace di affrancarsi dai limiti autoimposti trova generalmente la soluzione a tutti i suoi problemi, a prescindere dalla loro natura. Fissatevi bene questo concetto in testa: vi ritroverete così in possesso di una forza sufficiente a risolvere i vostri problemi quotidiani applicando uno sforzo assai inferiore a quello cui è costretto chi si preoccupa troppo per i suoi problemi. Le cosidette "intuizioni" sono spesso il segno dell'azione di Dio in noi per raggiungere e condizionare la nostra parte cosciente e razionale ma, come avrete notato più volte, esse affiorano di solito in reazione a un'idea, un piano, un obiettivo, una paura o un desiderio trasferiti al subconscio. In effetti, bisogna trattare con rispetto e analizzare accuratamente ogni intuizione, dato che essa trasmette, in tutto o in parte, informazioni di grandissimo valore per l'individuo. I presentimenti compaiono spesso ore, giorni o settimane dopo che il pensiero li ha ispirati. Nel frattempo, l'individuo potrebbe aver dimenticato l'idea originaria che li ha fatti nascere. Questo è un tema complesso e profondo che perfino gli uomini più saggi faticano a penetrare. Abitualmente si manifesta alla nostra attenzione nei momenti di meditazione e di maggior concentrazione mentale. Se riuscite a capire il principio del funzionamento intellettivo qui descritto, avete a disposizione un indizio affidabile sul motivo per cui la meditazione ci permette di ottenere talvolta ciò che desideriamo e talaltra quello che non desideriamo. Questo genere di disposizione mentale è raggiungibile solo attraverso la preparazione e l'autodisciplina che si possono ottenere con una formula che svelerò più avanti. Una delle verità più profonde è quella per cui gli affari degli uomini, che siano determinati da pensieri individuali o di massa, si conformano al modello esatto di tali pensieri. Gli uomini di successo diventano tali solo perché adottano la consuetudine di pensare in termini positivi. La chiarezza di intenti dovrebbe occupare del tutto la mente di un uomo di modo che egli non abbia tempo né spazio per pensare in termini di insuccesso. Un'altra radicale verità consiste nel fatto che l'individuo sconfitto o che si ritiene un fallito può, invertendo la posizione delle sue "vele", far cambiare direzione ai venti contrari al punto da conseguire successi di pari entità (alle sconfitte), come dice il poeta: Una nave veleggia verso est, l'altra verso ovest, Entrambe sospinte dallo stesso impeto, È la disposizione delle vele, non le brezze, A determinare la loro direzione. Qualcuno che si pregia di essere "una persona pragmatica e riflessiva" potrebbe ritenere troppo astratta quest'analisi del principio della chiarezza di intenti. Eppure, esiste una forza superiore alla ragione umana che spesso la mente limitata dell'uomo non riesce a percepire. Accettare tale verità è essenziale per il successo di qualunque scopo basato sul desiderio di realizzazione personale. Sappiamo bene che i grandi filosofi di ogni tempo, da Socrate e Platone a Emerson, fino a quelli più moderni, si rivolgevano sempre all'"io interiore" quando dovevano risolvere situazioni di emergenza. Va quindi da sé che nessun successo durevole è mai stato conseguito, e mai lo sarà, se non da chi riconosce e usa la forza spirituale dell'Intelligenza Infinita come la si può percepire mediante l'"io interiore".
Ogni circostanza della vita umana è la conseguenza di una causa precisa, indipendentemente dal fatto che provochi successo o fallimento. E qualsiasi vicenda della vita umana è l'effetto di cause su cui l'uomo ha, o può avere, il controllo. Questa palese verità annette importanza di primo piano al principio della chiarezza di intenti. Se le circostanze della vita non sono quelle che un uomo vorrebbe, egli può cambiarle trasformando il suo atteggiamento e plasmando nuove abitudini mentali, più efficaci e produttive. In che modo la chiarezza di intenti conduce al successo . Fra tutti gli industriali americani che hanno contribuito allo sviluppo del nostro sistema economico, nessuno ha avuto una parabola più spettacolare di quella tracciata dal compianto Walter Chrysler. La sua storia dovrebbe riempire di speranza ogni giovane che aspira a raggiungere la fama o la fortuna e serve come prova della forza attingibile dalla chiarezza di intenti. Chrysler iniziò come meccanico di un'officina ferroviaria di Salt Lake City, nello Utah. Risparmiando, riuscì ad accantonare poco più di quattromila dollari, che decise di usare per mettersi in proprio. Guardandosi attorno, vide che l'industria automobilistica stava diventando un vero affare, per cui si accinse a entrare in quel settore industriale. Il suo ingresso fu traumaticamente innovativo: la sua prima mossa suscitò infatti lo sconcerto di amici e parenti, visto che prevedeva l'investimento di tutti i suoi risparmi nell'acquisto di un'auto. Quando la macchina arrivò a Salt Lake City, egli li stupì nuovamente smontandola nei vari pezzi che la componevano, con cui poi cosparse il pavimento dell'officina. Dopodiché cominciò a ricomporli. Ripetè l'operazione tante di quelle volte che alcuni amici pensarono fosse impazzito. Ma loro ragionavano così perché non comprendevano il suo obiettivo. Vedevano ciò che faceva dell'auto e non intravedevano il piano che stava prendendo forma nella mente di Chrysler. Egli la stava rendendo "consapevole" della meccanica automobilistica, la stava saturando con uno scopo preciso! Così, osservava ogni dettaglio della costruzione. Quando ebbe finito il continuo smontaggio e ricomposizione dei pezzi, era in grado di capire le meraviglie ingegneristiche e di rilevarne i punti deboli. Di tale esperienza si avvalse per progettare auto che incorporavano tutti i lati migliori di quella che aveva comprato e ne eliminavano i difetti. Si applicò con uno zelo eccezionale al suo compito, così che, quando le auto col marchio Chrysler invasero il mercato, l'industria automobilistica non potè far altro che esprimere il suo plauso. La conquista della celebrità e della ricchezza arrivò con rapidità: ciò dimostra il vantaggio di sapere quello che si vuole prima di attivarsi, come fece Chrysler mentre si preparava all'impresa con pignola accuratezza. Osservate il comportamento degli uomini che agiscono in base alla chiarezza di intenti ogni volta che ne incontrate qualcuno e sarete impressionati dalla facilità con cui essi si guadagnano la collaborazione degli altri, abbattono le resistenze dei concorrenti e ottengono ciò che vogliono. Analizzate bene l'impresa di Walter Chrysler e vedrete con quale naturalezza egli acquisì le Dodici Ricchezze della Vita, facendole fruttare nel modo migliore. Egli esordì sviluppando la maggiore di tutte le ricchezze, l'atteggiamento mentale positivo. Ciò gli fornì un campo fertile in cui piantare e far germinare il seme del suo Obiettivo principale, la produzione di automobili di lusso. In seguito, si procurò, una dopo l'altra, le residue ricchezze: salute fisica, armonia nelle relazioni umane, libertà dalla paura, speranza di successo, fede e fiducia, inclinazione a spartire i suoi beni, un lavoro svolto con passione, una mentalità aperta, l'autodisciplina, la capacità di capire la gente e, infine, la sicurezza economica. Uno dei fatti più strani in rapporto al successo di Walter Chrysler è la semplicità con cui l'ha ottenuto. Egli non aveva un capitale d'esercizio apprezzabile col quale far fronte alle prime spese; la sua istruzione era limitata ai minimi termini; né lo aiutarono dei finanziatori, almeno inizialmente. Ma aveva un'idea concreta e sufficiente iniziativa personale per mettersi all'opera, partendo dalla situazione in cui si trovava. Non appena si dimostrò pronto ad agire, tutto ciò di
cui aveva bisogno per tradurre il suo Scopo principale in realtà sembrava mettersi miracolosamente a sua disposizione: una circostanza che non è affatto insolita per gli uomini che si fanno guidare dalla chiarezza di intenti. Un obiettivo da due milioni di dollari. Poco tempo dopo la pubblicazione di Pensa e arricchisci te stesso (l'edizione abbreviata in un solo volume dell'intera filosofia del successo di Andrew Carnegie)1, l'editore cominciò a ricevere per via telegrafica le ordinazioni di numerosissime copie provenienti da varie librerie del circondario di Des Moines, Iowa. Gli ordini reclamavano una spedizione del volume per posta celere. L'improvvisa richiesta rimase un mistero per qualche settimana, finché all'editore pervenne la lettera di un certo Edward P. Chase, venditore di assicurazioni sulla vita per la Sun Life Assurance Company, il quale spiegava: «Le scrivo per esprimere il mio apprezzamento e ringraziamento a proposito del libro da voi edito, Pensa e arricchisci te stesso. Ne ho seguito i consigli alla lettera e, come conseguenza, mi è venuta un'idea che mi ha portato a vendere una polizza assicurativa per due milioni di dollari. Si tratta della più lucrativa polizza mai fatta firmare a Des Moines». Le parole chiave nella lettera di Chase apparivano nella seconda frase: «Ho seguito i consigli alla lettera». Egli mise in pratica l'idea con chiarezza di intenti e ciò gli fece guadagnare in un'ora più soldi di quanto la maggioranza degli assicuratori incamera in cinque anni di lavoro. Con una sola frase Chase ha riassunto la storia di una transazione commerciale che lo ha elevato al di sopra dei normali venditori di assicurazioni, permettendogli di accedere all'ambita congrega degli uomini che possono vantarsi di possedere un Milione di Dollari. Quando uscì per vendere quella polizza miliardaria, egli aveva un obiettivo chiaro rafforzato dalla fede. Infatti, non si era limitato a leggere il libro, come avranno fatto milioni di altre persone, per poi riporlo pieno di dubbi o di scetticismo, magari pensando che i princìpi descritti potessero funzionare solo per gli altri. Lo aveva letto con mentalità ricettiva, in spirito di fiducia, riconoscendo la forza delle idee che conteneva, impadronendosene e applicandole con l'evidente intenzione di sfruttarle. A un certo punto del libro, Chase si sentì in contatto con la mente dell'autore, e ciò acuì la sua determinazione in modo così intenso da fargli venire un'idea: la convinzione di piazzare l'assicurazione sulla vita più consistente che avesse mai immaginato. Tale vendita divenne così per lui l'Obiettivo più importante, da cui prese le mosse senza indugiare oltre. E, come volevasi dimostrare, egli lo realizzò in meno di un'ora. L'uomo motivato dalla chiarezza di intenti e che agisce in base a tale motivazione con le forze spirituali che ha in sé può sfidare tutte le persone indecise, partendo in svantaggio e superandole sul traguardo finale. Non fa differenza alcuna che egli venda polizze assicurative o faccia lo sterratore. Un'idea precisa e potente, purché stimoli il cervello, non ammette il "fallimento". Il principale difetto di molti uomini è la loro prontezza a vedere gli ostacoli che li intralciano senza accorgersi di avere anche la forza spirituale per superarli facilmente. La strada verso la padronanza. Le ricchezze, quelle vere, aumentano in esatta proporzione ai benefici che si creano nel condividerle. Lo so perché anch'io mi sono arricchito spartendole con gli altri. Non ho mai elargito alcunché, in qualsivoglia maniera, senza poi ricevere in cambio, da una fonte o l'altra, dieci volte tanto. Una delle grandi verità che mi sono state rivelate è che il modo più sicuro per risolvere i problemi personali consiste nel trovare qualcuno con un problema maggiore e aiutarlo a risolverlo, e ciò grazie all'abitudine a Percorrere un Miglio in Più. Questa formula è semplice, ma possiede magia e fascino, e non fallisce mai. Tuttavia, non potete appropriarvene credendo semplicemente al fatto che sia io a dirvela. Dovete adottarla e
applicarla a modo vostro. Allora, la capirete a fondo e non avrete bisogno dell'attestazione altrui. Scoprirete di avere numerosissime occasioni in attesa. Aiutando gli altri a trovare la loro strada scoprirete anche la vostra! Potreste cominciare organizzando un Circolo di Amici, scelti fra i vicini di casa o i colleghi di lavoro, autonominandovi per il ruolo di capo e insegnante del gruppo. Allora imparerete un'altra grande verità, cioè che il modo migliore per impadronirsi della filosofia del successo individuale è l'insegnamento dei princìpi a persone disposte ad ascoltarli. Infatti, quando si inizia a dare lezioni su una materia, si affinano le conoscenze sulla stessa materia. Adesso siete studenti di tale filosofia, ma presto ne diventerete maestri, impartendola ad altre persone. Così, è sicuro che sarete ricompensati in anticipo. Qualora doveste essere operai di un'industria, questa è la vostra grande occasione per scoprire la vostra identità aiutando gli altri a gestire i loro rapporti in spirito di pace e armonia. Il risultato è garantito, come dimostrano le esperienze di chi agisce in qualsiasi attività professionale. Il lavoro necessita di una sana filosofia a cui si ispirino tutte le persone coinvolte, in modo che possano beneficiarne sia gli imprenditori sia le maestranze. È per questo che i suoi princìpi sono perfettamente adatti a tali rapporti. Il capufficio che consiglia i suoi impiegati applicando la filosofia descritta godrà della loro fiducia e della fattiva collaboratone del datore di lavoro. Non è ovvio? Non è una promessa di sufficienti ricompense da giustificarne l'adozione? Un'organizzazione professionale strutturata secondo questi princìpi offrirà vantaggi a tutti coloro che ne sono coinvolti. I conflitti saranno soppiantati dall'armonia nelle relazioni umane. Gli agitatori e gli sfruttatori del lavoro verranno automaticamente eliminati. Inoltre, si avranno maggiori profitti. Se non avete ancora adottato la chiarezza di intenti per la realizzazione di un obiettivo, questa è l'occasione giusta per cominciare. Potete farlo da dove vi trovate, offrendo il vostro contributo per insegnare la validità della collaborazione a quanti ne hanno bisogno. È ora che ogni individuo aiuti i suoi vicini a risolvere i loro problemi. Se la casa del vicino andasse a fuoco, vi dareste volontariamente da fare per spegnerlo, anche se quella persona vi sta antipatica, perché il buon senso vi dice che quella è la maniera per salvaguardare la vostra abitazione. Chi applica una sana filosofia di vita si troverà circondato da una miriade di occasioni. L'uomo che procede senza chiarezza di intenti si imbatterà invece in difficoltà di gran lunga maggiori di quelle che può gestire una normale persona. Nel mondo attuale, e in quello di domani, le opportunità più interessanti capiteranno a chi si prepara al ruolo di guida nel suo campo preferito. Tale ruolo, in qualsiasi campo, richiede la preparazione di una sana filosofia. I giorni delle procedure per "errori e tentativi" sono finiti per sempre. Nel mondo in trasformazione che stiamo sperimentando, ci sarà bisogno di varie abilità, tecniche specifiche e comprensione umana. In futuro, i dirigenti e i funzionari industriali dovranno assumersi nuove responsabilità come saper creare l'armonia tra i dipendenti di cui sono responsabili. I giovani di oggi saranno i capi della società futura. Che cosa insegniamo loro? Questo è un problema di assoluta pregnanza e 0 peso più grande della sua soluzione ricade sulle spalle dei docenti che insegnano nelle scuole pubbliche. Ho accennato a questi fatti, anche troppo ovvi, per dimostrare che il futuro contiene occasioni per offrire servizi utili come mai in precedenza; il mondo è in trasformazione talmente rapida che alcuni non riescono a scorgere la portata dei mutamenti in atto. Prendete nota, se non avete chiarezza di intenti, per vedere dove vi situate in questo mondo mutevole; preparatevi alle nuove occasioni e fate il meglio che potete. Obiettivi personali.
Se avessi il privilegio di poterlo fare, potrei senza dubbio scegliere per voi un Obiettivo Preciso, adatto alle vostre qualità e necessità, ideando un semplice piano per farvelo raggiungere; ma penso di offrirvi un servizio migliore insegnandovi ad attivarvi in prima persona. A un certo punto del percorso vi si rivelerà l'idea che state cercando, tale è l'esperienza che ha fatto la maggioranza degli studenti della metodologia che sto esponendo. Quando vi verrà l'idea giusta, la riconoscerete perché avrà un impeto tale che non potrete eluderla. Potete esserne sicuri, purché la cerchiate con sincerità. Uno degli elementi più imponderabili di questo metodo è la sua capacità di ispirare nuove idee, rivelare occasioni per il miglioramento individuale e incentivare l'iniziativa personale per cogliere le occasioni nei loro risvolti più redditizi. Queste caratteristiche non sono un risultato casuale. L'effetto è infatti insito nella loro natura: un'occasione creata da un uomo a suo vantaggio, o un pensiero elaborato dalla sua mente, garantisce maggiori benefici di quelli che egli potrebbe mutuare da altri. Infatti, il procedimento stesso con cui si elaborano pensieri e si colgono nuove opportunità ci conduce infallibilmente a scoprire la fonte da cui attingere ulteriori idee in caso di bisogno. Pur essendo di grande beneficio accedere alle proprie fonti di ispirazione, e sebbene la fiducia in sé sia un bene di inestimabile valore, possono esistere situazioni in cui occorre attingere alle risorse mentali di altre persone. Verrà infatti il tempo in cui chi aspira alla leadership dovrà utilizzare i servizi altrui per sfruttare tutte le energie disponibili. Ora vi svelerò come adoperare il potere personale attraverso la coordinazione delle abilità intellettive di varie persone, ognuna volta alla realizzazione di obiettivi definiti. E così che Andrew Carnegie ha fondato e sviluppato in America l'industria dell'acciaio muovendo da un capitale iniziale quasi inesistente. Analogamente, Thomas A. Edison è diventato il più grande inventore di tutti i tempi pur non avendo cognizioni di fisica, matematica, chimica, elettronica essenziali per le sue invenzioni. Dovreste essere incoraggiati dal fatto che la carenza di istruzione, la mancanza di capitale d'esercizio e di abilità tecniche non vi impediscono di fissare ogni obiettivo: questa metodologia vi dà infatti modo di conseguire ogni scopo ragionevole che rientri nelle comuni capacità mentali. L'unica cosa che non può fare è scegliere l'obiettivo per voi! Tuttavia, dopo che lo avrete scelto, essa potrà guidarvi infallibilmente al suo raggiungimento. Ve lo prometto senza esitazioni. Non posso sapere quale sia il vostro desiderio maggiore, né quanto successo possiate sperare di avere, ma sono in grado di rivelarvi la formula che vi darà il successo. Quindi, la vostra responsabilità consiste nel capire ciò che volete dalla vita, la direzione che desiderate assumere e quello che farete una volta giunti a destinazione. Questa responsabilità spetta solo a voi, e vi dico subito che il 98% delle persone non se l'assume mai. Ecco il motivo per cui solo due persone su cento possono essere definite individui di successo, Il potere del desiderio ardente. Il successo non può prescindere dalla chiarezza di intenti! Se vi sembra che abbia troppo insistito su questo concetto, sappiate che è la nociva tendenza a rimandare a indurre il 98% delle persone a sprecare la vita senza decidere su quale obiettivo puntare. Avere uno scopo chiaro per cui impegnarsi è un bene prezioso, tanto più che pochi lo possiedono. Eppure, per averlo bastano pochi secondi di riflessione. Decidete quale meta volete raggiungere, eleggetela a obiettivo principale della vostra vita, senza pensare ad altre cose che possono distrarvi e, come per magia, avrete in mano uno dei beni più preziosi che abbia a disposizione l'essere umano. Ma questo desiderio non dev'essere una vaga speranza o aspirazione! Dev'essere un desiderio ardente che dovrà diventare così preciso e ossessivo da rendervi disposti a pagare qualunque prezzo per realizzarlo. Il costo potrebbe essere grande o piccolo, ciò che importa è che siate pronti a pagarlo.
Nel momento in cui decidete il Traguardo da raggiungere vi accorgerete di una strana circostanza: vi si sveleranno subito metodi e tecniche per tagliarlo. Occasioni che non vi aspettavate di avere si presenteranno sul vostro cammino. Si renderà disponibile la collaborazione di altre persone e stringerete nuove amicizie, quasi dal nulla. I vostri dubbi e le vostre paure svaniranno a poco a poco, venendo rimpiazzati dalla fiducia di riuscire. Per gli inesperti ciò potrebbe apparire una promessa poco realistica, mentre chi si è sbarazzato delle indecisioni e ha scelto un obiettivo la vede diversamente. E lo dico non solo perché ho ascoltato le confidenze di persone di successo, ma anche perché ho tratto giovamento dalla mia esperienza. Mi sono trasformato in uomo di successo, per cui mi arrogo il diritto di spiegarvi ciò che potete aspettarvi se seguirete la mappa del tesoro rappresentata da questo metodo. Quando vi verrà il momento di ispirazione che vi farà scegliere l'Obiettivo della Vita, non fatevi scoraggiare se amici e parenti vi diranno che siete solo dei "sognatori". Ricordate tra l'altro che i sognatori hanno sempre anticipato il progresso umano, in ogni campo. Pertanto, non fatevi avvilire e non permettete a nessuno di impedirvi di fantasticare; però, assicuratevi di corroborare i sogni con azioni basate sulla chiarezza di intenti. Le vostre possibilità di riuscita sono pari a quelle di tutti i grandi uomini che ci hanno preceduto. Anzi, in un certo senso le vostre sono maggiori, perché potete accedere alla conoscenza dei princìpi della realizzazione personale che milioni di personaggi del passato dovettero acquisire dopo lunghe ed estenuanti esperienze sul campo. Lui sapeva ciò che voleva. Lloyd Collier è nato in una fattoria nei pressi di Whiteville, nello stato del North Carolina, da una famiglia di possibilità economiche talmente scarse da non permettergli di ricevere un'istruzione regolare e da costringerlo a trovare presto la sua strada. Mentre era ancora adolescente, Lloyd venne colpito da una malattia che gli paralizzò il corpo dalla vita in giù. Alcuni filantropi di Whiteville raccolsero una certa somma per fargli frequentare una scuola dove si insegnava a riparare gli orologi, finita la quale, Lloyd fissò il suo laboratorio, esente da affitto, all'interno di un negozio al dettaglio e iniziò a svolgere il suo lavoro di orologiaio. Malgrado la sua invalidità, non perse mai l'allegria né la fiducia in sé, due qualità caratteriali che gli fecero guadagnare in breve tempo una schiera di amici e tutto il lavoro che poteva sbrigare. In seguito, Lloyd potè leggere Pensa e arricchisci te stesso, libro che influì moltissimo sulla sua vita. Ne fu impressionato a tal punto che si mise ad applicare con forte impegno la formula di Carnegie per ottenere il successo. La prima cosa che fece fu di mettere per iscritto l'Obiettivo principale che aveva eletto di sua iniziativa. Lo imparò a memoria e ne ripeteva diverse volte al giorno la formula. Consisteva sostanzialmente nel possedere la più bella gioielleria di Whiteville, nello sposare la ragazza più carina, nell'abitare la casa più graziosa e nell'allevare i bambini più felici della città. Mica male per un uomo senza l'uso delle gambe, partito dal nulla e senza disponibilità finanziarie di prim'ordine. Eppure, ci riuscì. Realizzò tutti gli obiettivi a cui aveva anelato e ce la fece mentre era ancora abbastanza giovane da avere una strada lunga davanti a sé per godersi le sue fatiche e i beni conquistati. Oggi lo si vede girare nella sua carrozzina e guidare la sua automobile speciale per invalidi, in cui entra e da cui scende senza farsi aiutare da alcuno. La sua gioielleria è attualmente gestita da impiegati in cui ripone tutta la sua fiducia, mentre la moglie tiene in ordine i libri contabili. Se vi capita di entrare nel suo negozio, potreste trovare lui stesso, sulla sedia a rotelle, ad accogliervi con un gran sorriso: allora, avrete la netta sensazione di essere in presenza di un uomo per cui l'invalidità non è stata affatto uno svantaggio. Lloyd Collier ha assunto abitudini che uomini molto più dotati fisicamente potrebbero benissimo imitare. Ogni giorno si mette in relazione coi suoi simili senza mai cercare la loro pietà e recita una preghiera di ringraziamento per i doni che ha ricevuto nonostante l'handicap fisico. Inoltre,
cerca sempre di spartire una parte di tali doni con chi è meno fortunato, siccome è sua convinzione che solo condividendoli potrà ancora moltiplicarli. In lui riconosciamo l'uomo che si è reso finanziariamente indipendente, trovando la pace interiore. La differenza l'ha fatta proprio la disposizione mentale: Lloyd scoprì subito l'AMP (atteggiamento mentale positivo) e ha trovato la maniera di ottenere quello che voleva. Tutte le volte che state per compatirvi o lasciate che l'AMN (atteggiamento mentale negativo) vi deprima, fate un viaggio fino a Whiteville e andate a chiacchierare un po' con Collier, vedrete che alla fine tornerete a casa con un atteggiamento positivo. Del resto, i saggi elargiscono generosamente le loro ricchezze. Non si confidano indiscriminatamente e, se danno consigli, lo fanno in modo opportuno, senza perdersi in chiacchiere inutili. Quando svelano i loro progetti, di solito preferiscono dare una dimostrazione non con le parole ma con Vazione. I saggi ascoltano a lungo e parlano con cautela, pesando le parole, perché sanno che, ascoltando, un uomo può sempre imparare qualcosa di prezioso, mentre potrebbe non apprendere nulla quando apre la bocca, se non la follia di parlare troppo] C'è il tempo giusto per esprimersi e quello giusto per starsene zitti. Non sapendo se sia ora di parlare o di tacere, i saggi si concedono il beneficio del dubbio standosene buoni. Lo scambio intellettuale che avviene mentre si parla è uno dei metodi più importanti per raccogliere notizie utili, ideare progetti per realizzare lo Scopo della vita ed escogitare la maniera migliore per metterli in pratica. Le discussioni attorno a una "tavola rotonda" sono quelle preferite da tutti gli uomini di maggior successo in ogni attività professionale, ma sono tutt'altra cosa rispetto alle oziose discussioni in cui gli stupidi spalancano la loro mente a chiunque desideri entrarvi. Fra poco vi rivelerò un modo sicuro per scambiare opinioni col prossimo, assicurandovi che otterrete altrettanto di quanto Concedete, se non di più. Grazie a questo metodo non solo potrete divulgare liberamente i vostri più cari progetti, ma la cosa sarà anche produttiva in sommo grado. Vi indicherò l'importante incrocio raggiunto il quale lascerete la via secondaria che state seguendo per arrivare al successo e imboccherete la superstrada che vi porterà a destinazione! Vi mostrerò chiaramente il cammino, così che noterete per forza la svolta decisiva. L'incrocio a cui mi riferisco è il punto in cui gli uomini più ambiziosi si separano dai loro ex soci e confidenti per unirsi ad altri che sono pronti a dar loro un passaggio lungo il tragitto Verso la ricchezza.
Capitolo 4. L'ABITUDINE A PERCORRERE UN MIGLIO IN PIÙ. un importante principio di successo, in qualsiasi campo e occupazione, è la disponibilità a dare più di quanto richiesto, ciò che nei paesi anglosassoni si dice: "Fare un Miglio in Più". In altri termini, rendere servizi maggiori e migliori di quelli per cui si viene ricompensati, facendolo ovviamente con lo spirito giusto, ovvero con atteggiamento mentale positivo.
Cercate dove volete un solo argomento contro questo principio e non lo troverete; né troverete un esempio di successo duraturo che non sia stato ottenuto in parte grazie alla sua applicazione. D'altronde, il principio non è un'invenzione umana, ma fa parte del progetto naturale, come dimostrano le creature inferiori all'uomo per intelligenza, costrette ad applicarlo come strategia di sopravvivenza. Volendo, l'essere umano potrebbe anche ignorarlo, ma in tal caso non può pretendere di godere dei frutti del successo durevole. Notate come la Natura si serva di questo principio per produrre il cibo che cresce dalla terra: il contadino è obbligato a percorrere un miglio in più pulendo il campo, arandolo e piantandovi il seme nel giusto periodo annuale, il tutto senza ricevere un centesimo d'anticipo. Ma osservate che, se egli compie il lavoro in ossequio alle leggi naturali ed esegue tutte le fatiche richieste, la Natura raccoglie il testimone dalle mani dell'uomo, facendo germinare il seme da lui piantato, incrementandolo in un grande raccolto alimentare. Qui, il fatto significativo è il seguente: per ogni germe di grano o frumento seminato, la Natura può rendere al contadino anche cento spighe, consentendogli così di avvantaggiarsi della legge dell'incremento delle rendite. Essa si spinge un miglio più avanti di quanto dovrebbe producendo sempre scorte superiori ai bisogni, così che in caso di emergenza possa disporre di un bacino di riserva. Per esempio, i frutti degli alberi, il fiore da cui nascono i frutti, le rane degli Stagni e i pesci del mare. Percorre un miglio in più producendo esemplari superiori di ogni specie vivente al fine di assicurarsi la perpetuazione della vita, dovessero mai capitare delle condizioni sfavorevoli. Se non fosse così, si sarebbero estinte tutte le specie. Alcuni credono che le bestie della foresta e gli uccelli del cielo vivano senza faticare, ma i saggi sanno che le cose non stanno in questa maniera. E vero che la Natura fornisce le riserve di cibo a ogni creatura, ma tutti gli esseri viventi devono compiere il loro lavoro prima di potersi sfamare. I vantaggi consistenti nella consuetudine di fare un miglio in più sono precisi e facilmente comprensibili. Esaminiamone alcuni per convincercene meglio. Quest'abitudine mette un individuo sotto la benevolenza di chi può dargli un'occasione per migliorare e progredire nella sua carriera. Lo rende indispensabile nelle varie relazioni umane, permettendogli di ricevere compensi maggiori di quelli concessi mediamente per remunerare i servizi personali. Favorisce la crescita intellettuale e lo sviluppo delle abilità fisiche e tecniche in diversi campi di applicazione, incentivando così la retribuzione personale. Protegge dalla perdita del lavoro in periodi di disoccupatone, collocando l'individuo nella posizione di poter scegliere tra le possibilità residue. Permette di trarre vantaggio dalla legge del contrasto, dal momento che la maggioranza della gente è pigra e non è disposta a impegnarsi di più. Conduce all'adozione di un atteggiamento mentale piacevole e costruttivo, cosa essenziale per il successo durevole. Tende a far sviluppare la fantasia più vivace e sfrenata perché ispira la continua ricerca di nuove, più efficaci maniere per rendere i servizi. Stimola l'importante qualità dell'iniziativa personale. Incentiva il coraggio e la fiducia in sé. Serve per rafforzare la fiducia degli altri nella propria integrità morale. Contribuisce a tenere sotto controllo la cattiva abitudine a procrastinare e differire. Acuisce la chiarezza di intenti, tenendo lontano il troppo diffuso difetto della mancanza di scopo. Dare di più per ottenere di più.
Vi è un'altra ragione, ancor più importante, per abituarsi a rendere servizi maggiori di quelli per cui si è pagati. Fare un miglio in più è l'unica ragione logica per chiedere un aumento di stipendio. Se si impegna a eseguire solo ciò che le viene richiesto e per cui viene compensata, una persona riceve già tutta la paga che le spetta, e non merita altro. Anzi, deve stare attenta perché ciò che fa le basta appena per mantenere l'occupazione, cioè la fonte di guadagno, a prescindere da come lo faccia. Nel caso invece che le prema rendere servizi maggiori, accumulerà un credito di buona volontà che le permetterà di chiedere un aumento di salario o un avanzamento di carriera, o entrambi. Ogni lavoro salariato o stipendiato è un'occasione per progredire con l'applicazione di questo principio ed è importante notare che il sistema americano della libera iniziativa funziona sulla base della possibilità, concessa a ciascun dipendente, di migliorarsi dando più di quello che gli si chiede. Qualsiasi sistema o filosofia che privi l'uomo del privilegio di percorrere un miglio in più è destinato a fallire, a tal punto è eviì1'dente che ciò rappresenta la pietra angolare grazie alla quale j' ognuno può essere ricompensato per le sue qualità, la sua esperi rienza e istruzione; inoltre, questo principio facilita l'autodeterminazione in qualunque occupazione o professione umana. Chiunque può sbarcare il lunario anche senza fare un miglio in più. E molti si limitano a questo, mentre la sicurezza economica prende la via di chi incorpora questo principio nella sua ' vita e lo applica a livello di abitudine quotidiana. Sono le regole della logica e del buon senso a dimostrare che tutto ciò è vero e reale, come attesta anche un'analisi, seppur rapida, delle gesta dei maggiori uomini di successo. È risaputo che Andrew Carnegie ha saputo formare più capitani di industria di ogni altro imprenditore americano. La maggioranza la prendeva dai ranghi degli operai non specializzati, che hanno potuto poi accumulare tante di quelle fortune che non avrebbero mai immaginato senza l'aiuto del grande filantropo. Il primo esame a cui Carnegie sottoponeva ogni dipendente che voleva promuovere consisteva nello stabilire se fosse disposto a percorrere un miglio in più. Fu così che scoprì Charles M. Schwab. Quando colpì per la prima volta l'attenzione del magnate, Schwab era un operaio a pomata in una delle sue acciaierie. Stava circolando la voce che l’operaio eseguiva sempre mansioni superiori e migliori rispetto a quelle per cui era pagato; inoltre, lo faceva con un atteggiamento costruttivo che lo rendeva ben visto anche dai colleghi. Non passò molto tempo che venne promosso da un incarico all'altro, fino a diventare presidente della grande United States Steel Corporation, con grandi emolumenti. Nessuna abilità umana avrebbe potuto far guadagnare una STande ricchezza a Charles Schwab, l'ex operaio a giornata, se non avesse deliberatamente adottato la consuetudine a fare un ciglio in più. A volte Carnegie non gli versava solo lo stipendio, già abbastanza lauto, ma lo ricompensava con una parcella extra per gratificarlo ulteriormente. Quando gli chiesero perché gli desse tali somme, Carnegie rispose con parole su cui dovrebbero meditare tutti i lavoratori, indipendentemente dalla loro occupazione o dal loro salario: «Gli versavo lo stipendio per il lavoro che eseguiva effettivamente, e l'indennità aggiuntiva per la sua disponibilità a percorrere un miglio in più, stabilendo così l'esempio per i colleghi e i dipendenti». È proprio vero che percorrere un miglio in più paga, poiché ogni volta che un individuo lo fa mette in debito qualcun altro.
Nessuno è costretto a seguire questa generosa abitudine e raramente si chiede a qualcuno di prestare servizi straordinari senza retribuirglieli. Perciò, il miglio in più va percorso di propria iniziativa. La ricompensa può assumere diverse forme. Un aumento di paga è una certezza. Le promozioni e gli avanzamenti di carriera sono inevitabili. Le piacevoli condizioni di lavoro e di interrelazione umana sono sicure. E tutto questo conduce alla sicurezza economica che un uomo può esigere per i propri meriti. C'è un altro beneficio per chi adotta l'abitudine a percorrere un miglio in più: essa lo conserva in buoni rapporti con la sua coscienza e gli serve da incentivo spirituale1. Ciò significa che ne viene corroborato il carattere personale in un modo che non ha eguali. Dovreste ricordarvelo bene voi che avete figli e figlie adolescenti! Insegnate loro a rendere servizi maggiori e migliori di quelli usuali e contribuirete così a formare il loro carattere in una maniera che darà loro vantaggi per tutta la vita. La filosofia di Andrew Carnegie è di natura essenzialmente economica, ma c'è dell'altro: non può prescindere dall'etica delle relazioni umane. Ne conseguono infatti la simpatia e la comprensione, inoltre, essa ci mette in rapporto armonico coi nostri simili, ricompensandoci per la nostra disponibilità a farlo. L'abitudine a fare un miglio in più non è altro che uno dei diciassette princìpi di realizzazione personale, ma analizziamo meglio in che modo sia collegata a ciascuna delle Dodici Ricchezze. In primo luogo, è inestricabilmente legata alla ricchezza più importante, Yatteggiamento mentale positivo. Chi impara a padroneggiare le proprie emozioni e l'arte dell'autoespressione grazie al servizio reso agli altri compie un notevole passo verso lo sviluppo di una disposizione mentale costruttiva. Con un atteggiamento positivo che modella i pensieri, le altre ricchezze vi si conformeranno in modo naturale e inevitabile, come la notte segue il giorno. Riconoscete questa verità e capirete perché la consuetudine di offrire servizi maggiori del normale garantisce benefici che trascendono la mera accumulazione di beni materiali. Comprenderete anche perché questo sia il primo principio della filosofia del successo personale. Un uomo troppo prezioso, impedibile. Analizziamo ora il paradosso rappresentato dal concetto dei maggiori servizi da offrire rispetto a quelli per cui si è pagati: in effetti, è virtualmente impossibile comportarsi in tale maniera senza essere ricompensati in modo di gran lunga superiore. La compensazione potrebbe assumere varie forme e giungere da diverse fonti, alcune addirittura strane e inaspettate, ma giungerà sempre. Il lavoratore disposto a rendere maggiori servizi potrebbe Bon ricevere il riconoscimento dalla persona che favorisce, ma ciò gli procurerà molte occasioni di migliorarsi, fra cui l'assuntone in un nuovo tipo di attività. Così, in modo indiretto, sarà ricompensato. Nel suo saggio sulla Compensazione, Ralph Waldo Emerson a riferiva a questo concetto dicendo: «Se dovete servire un padrone ingrato, servitelo di più. Mettete Dio a vostro credito. L’azione sarà ripagata. Più a lungo sarà differito il pagamento e meglio sarà per voi: infatti, l'interesse composto sull'interesse composto è il tasso per l'uso di questo tesoro». Tornando al nostro paradosso, si deve dire che il tempo più redditizio che una persona dedica al suo lavoro è quello per il quale non riceve un immediato compenso finanziario. Occorre infatti ricordare che esistono due forme di ricompensa disponibile per colui che lavora come lavotarore dipendente. La prima sono i soldi che riceve alla fine del mese, la seconda sono le abilità che sviluppa con l'esperienza. Quest'ultima forma di compenso è solitamente più elevata della remunerazione monetaria perché le abilità e l'esperienza sono il bene più prezioso per chi vuole mettersi sul mercato del lavoro puntando a maggiori responsabilità, e quindi a uno stipendio più adeguato.
L'atteggiamento dell'uomo che. percorre abitualmente un miglio in più è questo: riconosce di essere pagato per migliorarsi, entra nell'ottica della formazione perpetua al fine di trovare occupazioni e ricompense migliori. Questo è un bene di cui nessun lavoratore può essere defraudato, quali che siano l'egoismo o l'avidità del suo attuale datore di lavoro. È l'«interesse composto sull'interesse composto» menzionato da Emerson. Peraltro, la stessa situazione permise a Schwab di scalare uno alla volta i gradini del successo: da umilissimo operaio a giornata alla posizione più eccelsa che poteva offrirgli il suo padrone; fu così che egli potè ricevere una gratifica più che decuplicata rispetto ai suoi emolumenti annuali. L'indennità che ricevette Schwab era la ricompensa per essersi impegnato in modo straordinario in ogni mansione svolta, cosa che egli fece sempre di sua iniziativa, non dimentichiamolo. Tale circostanza non sarebbe potuta accadere se non fosse stato abituato a fare un miglio in più. Su questo, Camegie non aveva alcuna possibilità di controllo. Era una circostanza al di fuori della sua portata. Se vogliamo essere generosi, possiamo sostenere che il magnate ricompensò Schwab perché questi si era guadagnato la gratifica aggiuntiva che non gli era stata promessa. Ma è molto più probabile che lo abbia fatto per non perdere un uomo tanto prezioso, che avrebbe potuto licenziarsi e trovare occupazione altrove. A questo punto vale la pena notare che l'uomo abituato a per, correre un miglio in più mette l'acquirente dei suoi servizi in una ' duplice condizione di obbligo: la prima è quella di ricompensarlo .per senso di onestà, la seconda per paura di perderlo. Perciò, a prescindere dalle nostre idee su tale principio, giungiamo sempre allo stesso punto: chi dà più di quello per cui è pagato riceverà «interesse composto su interesse composto». Analogamente, possiamo capire ciò che intendeva un ^grande industriale del nostro paese quando affermava: «Personalmente non sono interessato alla legge delle quaranta ore , settimanali, ma a trovare il modo di far durare quaranta ore un : solo giorno». La persona che ha rilasciato questa dichiarazione ha naturalmente una dose più che abbondante delle Dodici Ricchezze che, come ammette egli stesso, ha accumulato iniziando dalle posizioni più umili, avendo però sempre avuto cura di prodigarsi maggiormente ogni volta che saliva un gradino. Era lo stesso uomo che diceva: «Se mi costringessero a scommettere tutti i miei beni su un unico principio di realizzazione personale, punterei senza esitazioni su quello che contempla l'abitudine a percorrere un miglio più». Fortunatamente, però, non fu obbligato a operare una scelta tra i diciassette princìpi, anche perché essi sono strettamente connessi, come anelli di una catena. Da ciò deriva che li si può usare in modo coordinato per moltiplicarne il potenziale. Da ciò deriva che l'omissione di uno dei princìpi indebolisce la catena, come quando se ne allenta un anello. E ovvio che la forza dei diciassette princìpi non è nella loro formulazione teorica, bensì nella loro applicazione Usandoli, viene mutata la nostra "chimica" cerebrale, e l'atteggiamento positivo che si instaura ci conduce al raggiungimento delle Dodia Ricchezze. Ognuno dei princìpi messi in pratica rappresenta una qualità positiva della mente: per ciascuna circostanza che richiede l'uso del potere mentale è necessaria l'applicazione della combinazione di alcuni princìpi positivi. I diciassette princìpi sono paragonabili alle ventisei lettere dell'alfabeto1 che, opportunamente combinate, permettono l'espressione del pensiero umano. In sé, le lettere significano poco ma, associandole per formare le parole, possono esprimere qualsiasi nozione concepibile. Così, i diciassette princìpi sono 1'"alfabeto" del successo individuale grazie ai quali si esprimono tutti i talenti personali nella forma più elevata e benefica. Di conseguenza, essi forniscono i mezzi con cui arrivare a possedere la Chiave della Ricchezza.
Capitolo 5. L'AMORE: IL VERO EMANCIPATORE DELL'UMANITÀ. L’amore è la più grande esperienza umana: mette in comunicazione con Dio. Unendolo al romanticismo e all'esperienza erotica, esso può condurre alle più alte vette della realizzazione Individuale per mezzo della Vistone creativa. I sentimenti di amore, sesso e romanticismo sono i tre lati dell'eterno triangolo che caratterizza le qualità del genio. La natura crea il genio solo mediante l'associazione delle tre qualità citate. , L'amore è l'espressione esteriore della natura spirituale del l'uomo. Il sesso è un fatto prettamente biologico, ma fornisce le molle dell'azione per ogni sforzo creativo, dalla più umile creatura che striscia al più complesso degli esseri superiori, l'uomo. Se abbiniamo amore e sesso allo spirito del romanticismo, ci guadagna il mondo intero perché da tale combinazione nascono , poi grandi pensatori che anticipano i progressi dell'umanità. L'amore rende simili tutti gli uomini! Elimina l'egoismo, l’ingordigia, la gelosia, l'invidia; rende superbi sovrani anche gli uomiini più modesti. Non si troverà mai vera grandezza dove non prevale l'amore. Quello a cui mi riferisco non va confuso con la lussuria, dal , momento che è l'espressione più pura della somma dei tre lati del triangolo menzionato, anche se è maggiore dei tre lati presi singolarmente. L'amore di cui parlo è la "forza vitale", la molla di ogni azione. di ogni sforzo creativo che ha elevato l'umanità all'attuale stato di progresso e acculturamento. È il fattore che permette di tracciare una netta linea di demarcazione tra l'uomo e gli altri animali inferiori. Ed è inoltre l'elemento che stabilisce quanto spazio ha un uomo nel cuore dei suoi simili. Ma l'amore è altresì la base su cui si edifica la prima delle Dodici Ricchezze, la disposizione mentale positiva, e chiariamo subito che nessuno può veramente arricchirsi senza di essa. L'amore rappresenta il tessuto e l'ordito delle rimanenti undici ricchezze. Le abbellisce dotandole della qualità della durata, come dimostra il caso effimero di chi si arricchisce senza infondere amore nelle sue opere. L’abitudine a fare un miglio in più permette di operare con spirito amorevole, dato che non esiste affetto più spassionato di quello che si manifesta nel servizio reso a beneficio altrui, senza scopi egoistici. Anche Emerson si riferiva a questo tipo di amore quando scriveva: «Chi è capace di umiltà, giustizia, amore e speranza si trova già sulla piattaforma che comanda le arti e le scienze, la poesia e l'oratoria, l'azione e la grazia. Poiché chiunque risieda in tale bellezza mortale anticipa gli speciali poteri che gli uomini apprezzano tanto. «I generosi sanno molto bene che chi offre tempo, soldi o rifugio allo sconosciuto e lo fa per amore, non per ostentazione avrà la ricompensa nell'ultimo giorno. In un certo senso, il tempo che essi sembrano perdere viene redento, e le sofferenze che si accollano li remunerano. Questi uomini rinfocolano la fiamma dell'amore umano e innalzano il vessillo della virtù». I grandi personaggi di ogni epoca hanno riconosciuto che l'amore è l'eterno elisir che guarisce le ferite del cuore e affratella gli uomini. Infatti:
«L'amore è l'unico arcobaleno nell'oscuro cielo della vita. «È la stella del mattino e della sera. «Risplende sul neonato e spande i suoi raggi sulla silenziosa tomba. «È la madre delle arti, l'ispiratore del poeta, del patriota e del filosofo. «È l'aria e la luce di ogni cuore, l'edificatore di ogni dimora, il guardiano di ogni focolare domestico. «È stato il primo a sognare l'immortalità. «Riempie il mondo con la sua melodia, perché la musica è la sua voce. «È il mago, l'incantatore che tramuta le cose inutili in gioia celeste, che rende sovrani re e regine di comune argilla. «È il cuore profumato del meraviglioso fiore; senza tale sacra passione (un'estasi divina) siamo inferiori alle bestie; con esso, la terra è un paradiso e noi diventiamo dèi. «L'amore è trasfigurazione. Rende nobili, purifica e glorifica. È una rivelazione, una creazione. Dall'amore il mondo mutua la bellezza e il cielo la gloria. Giustizia, abnegazione, carità e pietà sono suoi figli. Senza di esso svanisce qualsiasi gloria, il nobile decade, l'arte muore, la musica perde significato e diviene pura vibrazione sonora, e la virtù cessa di esistere». Se è davvero grande, un uomo ama tutta l'umanità! Amerà i buoni e i cattivi, il bene e il male. I primi li adorerà con orgoglio, gioia e ammirazione; i secondi con senso di pietà e dispiacere perché, se è davvero grande, sa che le qualità umane, positive e negative, sono solo il risultato di circostanze che alcuni, a causa della loro ignoranza, non sanno controllare. Chi vuole essere veramente grande dovrà essere tollerante, comprensivo e appassionato. Quando sarà costretto a giudicare gli altri, tempererà la giustizia con la pietà, mettendosi sempre dalla parte di deboli, poveri e ignoranti. Così, non solo percorrerà il miglio in più in vero spirito di Amicizia, ma lo farà con costruttiva disposizione d'animo. E se non basterà il miglio in più, ne aggiungerà un terzo e un quarto, o tutti quelli che saranno necessari. Alcuni personaggi che hanno tratto vantaggio dal miglio in più. Nessuno fa alcunché volontariamente senza un motivo. Vediamo se possiamo scovare una sana motivazione che giustifichi l'abitudine a fare un miglio in più analizzando le azioni di quelli che si sono ispirati a tale principio. Molti anni fa un'anziana signora oziava guardando le merci esposte all'interno di un grande magazzino di Pittsburgh. Passava davanti a tutti i banconi senza che nessuno le prestasse attenzione. Ogni commesso l'aveva infatti già "battezzata" come una che aveva tempo da perdere e nessuna intenzione di comprare. Lo facevano apposta a girare lo sguardo quando lei si avvicinava a loro. Che spreco si è rivelata quella mancanza di attenzione! Alla fine, la donna giunse al bancone dietro cui stava un giovane commesso, che si inchinò cortesemente e le chiese se potesse servirla. «No», replicò lei. «Sto solo perdendo tempo, aspetto che smetta di piovere per tornare a casa». «Benissimo, signora», aggiunse sorridendo l'uomo. «Posso portarle una sedia?» Andò a prenderla senza aspettare la risposta e fece accomodare la donna. Quando smise di piovere, egli le diede il braccio, la accompagnò in strada e la salutò. Prima di andarsene, lei gli chiese il suo biglietto da visita. Qualche mese dopo, il proprietario del grande magazzino ricevette una lettera in cui si sollecitava che quel giovane commesso fosse inviato in Scozia per prendere un'ordinazione relativa all'arredamento di un'intera casa. Il proprietario rispose che quel commesso, purtroppo, non lavorava nel reparto arredamento, ma che sarebbe stato felice di mandare un "impiegato esperto". A stretto giro di posta gli fu detto che si voleva solo il giovane commesso, nessun altro sarebbe andato bene. Le lettere erano firmate da Andrew Carnegie e la "casa" da arredare era l'enorme
castello scozzese di Skibo. L'anziana signora era la madre di Carnegie. Così, fu inviato in Scozia il giovane e gentile commesso, il quale ricevette un ordine per migliaia di dollari di mobilio, cosa che gli valse subito la promozione a socio del grande magazzino. In seguito, egli ne divenne comproprietario al 50%. È proprio vero che compiere un miglio in più ripaga gli sforzi fatti. Alcuni anni fa, il direttore di «The Golden Rule Magazine» venne invitato a tenere una conferenza alla Palmer School di Davenport (Iowa). Egli accettò l'invito secondo le norme d'uso, ovvero una parcella di cento dollari più le spese di viaggio. Tuttavia, mentre si trovava in loco potè attingere dalla biblioteca della scuola una notevole quantità di materiale da usare per gli articoli della sua rivista. Dopo la conferenza, prima che tornasse a Chicago, gli dissero che lo avrebbero pagato con un assegno. Ma lui rifiutò qualsiasi pagamento, sia per la conferenza sia per le spese sostenute, spiegando che era già stato ricompensato sufficientemente col materiale che si era procurato per la rivista. Prese il treno e tornò nella sua città a posto con la coscienza. La settimana successiva, cominciò a ricevere numerose richieste di abbonamento alla rivista, tutte da Davenport. Alla fine della settimana, gli abbonamenti ammontavano a più di seimila dollari. Dopodiché, arrivò una lettera di Palmer, il rettore della scuola, in cui si precisava che gli abbonamenti erano stati sottoscritti dagli studenti. Questi erano venuti a sapere che il direttore della rivista aveva rifiutato di essere pagato per la conferenza. Nei due anni seguenti, gli studenti e i laureati della Palmer School sottoscrissero abbonamenti al Golden Rule Magazine per più di cinquantamila dollari. La storia era talmente significativa che venne raccontata da un altro periodico, questo di diffusione mondiale, il quale contribuì all'ulteriore espansione del bacino di utenza degli abbonati. Pertanto, rendendo un servizio gratuito del valore di cento dollari, più le spese di viaggio, quel direttore aveva cominciato a far funzionare a suo vantaggio la legge dell'incremento delle rendite, che alla fine gli fruttò cifre enormi rispetto al suo piccolo investimento. L'abitudine a percorrere un miglio in più non è una fantasticheria: ripaga e in misura incrementata a livello esponenziale! Le sue conseguenze sono inoltre costanti nel tempo. Questo investimento non viene dimenticato e spesso permette di spuntare dividendi per tutta la vita. Ma esaminiamo cosa è accaduto invece quando si è trascurata l'occasione di fare un miglio in più. In un pomeriggio piovoso, un "venditore" di automobili sedeva dietro una scrivania del salone di New York in cui si esibivano auto di gran lusso. Sul tardi, si aprì la porta ed entrò un signore che roteava allegramente un bastone. Il "venditore" alzò a malapena gli occhi dal giornale che stava leggendo, diede un rapido sguardo all'avventore e giudicò che fosse uno dei tanti "curiosi" di Broadway che hanno tempo da perdere. Continuò a leggere e non si diede neppure la pena di alzarsi. L'uomo col bastone girò tutto il salone, ammirò le varie macchine e poi tornò verso il "venditore", facendo oscillare il suo bastone prima di informarsi sul prezzo di tre auto. Senza degnarsi di abbandonare il giornale, il "venditore" snocciolò i prezzi e riprese a leggere. Il signore tornò verso le tre macchine sui cui si era maggiormente soffermato, tirò un calcio ai pneumatici di ciascuna e poi si rivolse di nuovo all'uomo tanto indaffarato alla sua scrivania: «Non saprei quale comprare delle tre, se questa, codesta o quella; oppure se acquistarle tutte». Il "venditore" reagì con una specie di sorrisino saccente sulle labbra, come a dire: «Proprio come pensavo!» Poi l'uomo col bastone si decise: «Credo che ne comprerò una; domani mi mandi a casa mia quella con le ruote gialle. A proposito, quanto ha detto che costa?» Estrasse il blocchetto degli assegni, ne compilò uno, lo diede al "venditore" e uscì dall'autosalone. Quando lo scansafatiche vide la firma sull'assegno, arrossì e per poco non collassò a terra. Colui che lo aveva firmato era niente meno che Harry Payne Whitney, uno a cui, se solo avesse avuto la voglia di alzarsi dalla sedia, avrebbe potuto rifilare con irrisoria facilità tutte e tre le vetture.
Rendere servizi inferiori a quelli di cui si è capaci sono soldi perduti, un fatto che troppi hanno imparato con deplorevole ritardo. Il diritto di assumere l'iniziativa personale vale poco per la persona pigra o indifferente che non sa cosa farsene. Ci sono molti che appartengono alla categoria degli infingardi senza rendersi conto che è proprio questo il motivo per cui non si arricchiscono mai. Più di quarantanni fa un giovane impiegato di un negozio di ferramenta si accorse che vi erano tantissime minutaglie invendute e ormai fuori moda. Ritagliandosi un po' di tempo, preparò un bancone nel mezzo del negozio, su cui dispose una parte di questa merce invendibile all'invitante prezzo di dieci centesimi per articolo. Con sua grande sorpresa, e quella del proprietario, la gente entrava a comprare questa roba come se fossero pasticcini caldi. Da tale esperienza è nata la grande catena di magazzini di F.W. Woolworth, che a cinque e dieci centesimi vende una miriade di articoli di piccole dimensioni. Il giovane impiegato a cui venne l'idea del miglio in più era Frank W. Woolworth e sia detto per inciso che quell'ideuzza gli è valsa una fortuna superiore ai cinquanta milioni di dollari. Inoltre, sulla sua falsariga si sono accodati parecchi altri imprenditori, tutti lautamente ricompensati da questo nuovo sistema di commercializzazione. Nessuno aveva suggerito al giovane Woolworth di esercitare il suo diritto di iniziativa personale. Nessuno lo aveva pagato per farlo; eppure, la sua azione lo ha portato a un incremento delle rendite per lo sforzo compiuto. Una volta messa in pratica l'idea, il reddito incrementato lo ha quasi travolto. Vi è qualcosa nell'abitudine a fare un po' di più di quello per cui si è pagati che agisce a proprio vantaggio anche quando si dorme. Una volta messo in moto il meccanismo, le ricchezze si accumulano in maniera così veloce che sembra esserci all'opera una magia, quasi che la Lampada di Aladino chiami in aiuto un esercito di gemetti carichi di forzieri d'oro. Una trentina d'anni fa, il vagone privato di Charles Schwab deviò verso il binario di raccordo della sua acciaieria in Pennsylvania. Era una mattina fredda e nevosa. Scendendo dal vagone, egli si vide venire incontro un giovanotto con un taccuino in mano che si affrettò a spiegargli di essere impiegato in un suo ufficio e preoccupato di anticipare le lettere o i telegrammi da inviare. «Chi le ha detto di venirmelo a chiedere direttamente?», esclamò Schwab. «Nessuno», ribatté il giovanotto. «Ho visto il telegramma in cui si annunciava il suo arrivo, per cui sono venuto di mia volontà, sperando di renderle un servizio». Pensateci! Era mosso dalla speranza di trovare una cosa da sbrigare per la quale non era pagato. E lo aveva fatto di sua iniziativa. Schwab lo ringraziò, ma disse che al momento non aveva bisogno di uno stenografo. Però, prese nota del nome di quell'impiegato e lo rimandò nel suo ufficio. Quella sera, quando il vagone privato fu attaccato al treno notturno diretto a New York, sopra vi era anche il giovane stenografo. Su richiesta di Schwab era stato assegnato a un ufficio newyorchese, dove avrebbe svolto le funzioni di segretario particolare. Il nome del giovanotto era Williams, che rimase al servizio del magnate per diversi anni, durante i quali ebbe l'occasione di progredire gradualmente nella gerarchia aziendale senza nemmeno chiederlo. Il modo in cui le occasioni inseguono chi si prende la briga di fare un miglio in più è bizzarro, ma capita proprio così. In seguito, Williams ebbe un'opportunità che non potè ignorare: fu eletto presidente e socio di maggioranza di una delle principali ditte farmaceutiche degli USA. Va da sé che ciò gli permise di accumulare una fortuna che non avrebbe mai immaginato. Questa vicenda dimostra cosa può succedere e cosa è sempre successo grazie al sistema della libera iniziativa basato sullo stile di vita americano. L'abitudine a percorrere il miglio in più non ricompensa naturalmente solo chi è sul libro paga di un'altra persona. Funziona altrettanto bene per i datori di lavoro, come può felicemente testimoniare un artigiano di mia conoscenza.
Il suo nome era Arthur Nash: faceva il sarto e vendeva anche la stoffa degli abiti che confezionava. Alcuni decenni prima il suo laboratorio aveva più lavoro perfino dello sceriffo, ma alcune circostanze incontrollabili lo avevano portato sull'orlo del fallimento finanziario. Una delle cose più gravi era lo spirito di disfattismo che aveva contagiato anche i suoi dipendenti, i quali lavoravano sempre meno produttivamente e sempre più contrariati. La situazione era disperata. Occorreva agire in fretta se si voleva mantenere aperta l'attività. Allora, Nash convocò una riunione di tutti i dipendenti per mettere le carte in tavola. Mentre parlava, gli venne un'idea. Disse che aveva letto su «The Golden Rule Magazine» la storia del direttore che aveva percorso un miglio in più rifiutando di farsi pagare una conferenza, essendone poi ricompensato con abbonamenti per più di seimila dollari. Da ciò Nash concluse che, se lui e tutti i dipendenti avessero colto ed emulato lo spirito del miglio in più, forse avrebbero salvato la loro attività. Promise a tutti che, se si fossero uniti a lui nell'esperimento, l'avrebbe perseguita, purché nessuno pensasse più allo stipendio e alle ore settimanali, ma badasse solo a lavorare, a testa bassa e di buona lena, ricevendo la paga solo in caso di profitti. Qualora le cose si fossero messe per il meglio, ognuno avrebbe ricevuto indennità accessorie, una specie di compartecipazione agli utili. L'idea piacque e, comunque, tutti dissero che era il caso di tentare. Il giorno dopo i dipendenti offrirono volontariamente i loro magri risparmi sotto forma di prestito personale alla sartoria. Ciascuno si mise al lavoro con uno spirito diverso e l'attività cominciò a mostrare nuovi segni di vita. Non ci volle molto perché potesse ridistribuire profitti, da dividere fra tutti. Poi si iniziarono a far soldi a palate, come mai in precedenza. Dieci anni dopo, Nash era ricco come un nababbo, e i dipendenti più facoltosi di quanto fossero mai stati. Tutti erano felici. Arthur Nash è deceduto, ma la sua sartoria artigianale sopravvive nei vari atelier sparsi in tutta la nazione. Sono stati i suoi primi dipendenti a rilevare l'attività: chiedete a uno qualsiasi di loro cosa pensi dell'abitudine a percorrere un miglio in più e avrete la risposta giusta! Inoltre, scambiate due chiacchiere con qualunque rivenditore o rappresentante delle confezioni Nash e vedrete quale entusiasmo mettono nel loro lavoro! Quando l'incentivo del "miglio in più" penetra nella mente di una persona, cambia tutto il suo atteggiamento. Il mondo le sembra diverso e anche lei appare diversa, perché lo è. Ecco arrivato il momento di descrivere un'altra importante conseguenza di questo principio: il miglio in più ha lo strano effetto di influire più su colui che lo percorre che su quelli per cui viene reso il servizio maggiorato. Ciò capita perché egli trasforma il suo "atteggiamento mentale", il che gli permétte di avere più carisma e ascendente sugli altri, più sicurezza di sé, maggiore iniziativa, entusiasmo, immaginazione e chiarezza di intenti. Tutte qualità essenziali per il successo personale. Una facile maniera per ottenere quello che si vuole. Chi lavora come dipendente sappia che nessuno può dare servizi inadeguati e avere la paga di un raccolto abbondante. Verrà il momento in cui non si avrà salario per un lavoro fatto in maniera scadente. Due paroline anche per chi è libero professionista e vuole maggiori quantità delle cose belle dell'esistenza: perché non diventi saggio e cominci a raccogliere i frutti nel modo più facile? Sì, c'è un modo sicuro per proiettare se stessi verso le cose belle della vita, e il suo segreto è noto a tutti quelli che si impegnano a percorrere un miglio in più. Non si può scoprire in altra maniera questo segreto perché esso è connaturato nel miglio in più. Questo tesoro non è nascosto nel forziere di un racconto fantastico: alla fine del miglio vi è effettivamente il luogo in cui termina la mappa e dove si può trovare il tesoro. Tuttavia, pochi arrivano a compiere tutte le fasi del percorso; molti credono di aver seguito la mappa fino in fondo, ma poi si accorgono che il traguardo è lontano. Il guaio di numerose
persone è che non sanno come seguire le istruzioni. Chi conosce il segreto, invece, sa che il tesoro si trova alla fine del miglio in più percorso. Circa quarantacinque anni fa, di pomeriggio tardi, William C. Durant, il fondatore della General Motors, entrò in banca dopo l'orario di chiusura e chiese un favore che potrebbe essere normalmente chiesto soltanto quando la banca è aperta. L'uomo che esaudì la sua richiesta era Carol Downes, un piccolo funzionario. Non solo gli fece quel favore, ma vi aggiunse un tocco di cortesia, dimostrando a Durant che era un piacere servirlo. La vicenda sembra banale e, in effetti, in sé contava poco. Tuttavia, all'insaputa di Downes, la sua gentilezza avrebbe avuto ripercussioni inimmaginabili. Il giorno dopo, Durant gli domandò di andarlo a trovare nel suo ufficio. Durante la visita, gli offrì un posto nella sua industria che venne subito accettato. Downes ebbe una scrivania in un reparto che contava un centinaio di impiegati e seppe che l'orario di lavoro era dalle 8.30 alle 17.30. All'inizio, lo stipendio era modesto. Alla fine del primo giorno, quando la sirena annunciò l'ora di staccare, Downes vide che tutti si alzavano in fretta per prendere cappello e cappotto, correndo verso l'uscita. Lui rimase alla scrivania, riflettendo sulla causa della fretta che aveva fatto fuggire i colleghi nell'attimo stesso del suono della sirena. Quindici minuti dopo Durant uscì dal suo ufficio e vide che Downes sedeva ancora al suo posto: gli chiese se avesse capito che l'orario finiva alle 17.30. «Certamente», replicò l'impiegato, «ma non volevo correre il rischio di farmi travolgere dalla calca». Poi domandò se potesse essergli utile in qualche modo. Durant disse di porgergli una matita; Downes la prese, la temperò per rifare la punta e gliela porse. Il magnate lo ringraziò e lo salutò. Il giorno seguente, sempre all'ora di chiusura, Downes rimase nuovamente alla scrivania dopo l'attimo della ressa generale per svignarsela. Questa volta lo aveva fatto di proposito. Poco dopo, Durant uscì dal suo ufficio e gli chiese di nuovo se non avesse capito che poteva andarsene alle 17.30. «Ho capito benissimo», precisò Downes con un sorriso, «che è ora di andarsene per gli altri, ma nessuno mi ha detto che devo correre via nel momento in cui si chiudono i battenti, per cui mi sembra giusto rimanere nella speranza di offrirle un servizio, seppur di poco conto». «Una speranza insolita», esclamò il magnate. «Come le è venuta l'idea?» «Mi è venuta osservando la scena che vedo ogni giorno quando tutti staccano», rispose l'impiegato. Durant borbottò un commento incomprensibile tra i denti e se ne andò. Da quel momento, Downes restò sempre alla sua scrivania anche dopo l'orario ufficiale finché non vedeva l'uscita di Durant. Non gli pagavano affatto lo straordinario. Nessuno gli aveva detto di restare più a lungo del normale; nessuno gli aveva promesso alcunché se restava e, da ciò che può intuire un osservatore casuale, stava perdendo tempo. Diversi mesi dopo, Durant lo convocò nel suo ufficio per informarlo che era stato prescelto per dirigere una nuova fabbrica dell'azienda: doveva presiedere alla installazione dei macchinari. Pensate! Un ex funzionario di banca che nell'arco di pochi mesi diventa un esperto. Downes accettò senza discutere e si preparò a traslocare. Non disse: «Ma come, se non so nulla di ingegneria!», o: «Non è il mio lavoro, non sono pagato per installare nuovi macchinari!» No; si trasferì alla filiale e fece il lavoro che gli era stato assegnato. Anzi, ci andò con una disposizione mentale positiva! Tre mesi dopo, il nuovo centro di produzione era in piena attività. Funzionava così bene che Durant, dopo aver fatto chiamare Downes, gli chiese dove avesse imparato a gestire una catena di montaggio. «Non l'ho mai imparato», spiegò Downes, «mi sono limitato a guardarmi attorno, ho individuato gli uomini che sapevano farlo e li ho messi all'opera. L'hanno fatto loro!» «Splendido!», esclamò il magnate. «Ci sono due tipi di uomini preziosi. Quelli che sanno fare una cosa e la fanno bene, senza lamentarsi di essere oberati di lavoro, e quelli che sanno indurre gli altri a fare le cose nel modo giusto. Lei incarna e riassume entrambe le tipologie».
Downes ringraziò per il complimento e si preparò a uscire. «Aspetti un attimo», aggiunse subito Durant. «Mi dimenticavo di dirle che l'ho nominata direttore della nuova fabbrica e che il suo stipendio iniziale sarà di cinquantamila dollari all'anno». Nei successivi dieci anni di collaborazione con la General Motors, Carol Downes percepì tra i dieci e i dodici milioni di dollari. Era diventato il consigliere personale del re dell'automobile, potendo così arricchirsi in maniera impensabile. Il nostro guaio è che spesso vediamo gli uomini "arrivati" e li valutiamo nell'ora del loro trionfo senza preoccuparci di sapere come abbiano fatto ad "arrivare". Non vi è nulla di esteriormente sensazionale nella scalata di Downes al successo. I fatti che ho menzionato succedevano durante le normali ore di lavoro e nessuno dei suoi colleghi si era accorto di nulla. Anzi, credo che alcuni di loro lo invidiassero perché presumevano che Durant lo coccolasse, o gli avesse dato una "spinta", tutte scuse a cui si aggrappano i mediocri per giustificare la propria incapacità di progredire. In effetti, a voler essere sinceri, Downes ricevette davvero una "spinta" da Durant. Ma fu lui stesso a crearla, di sua iniziativa. La creò percorrendo un miglio in più nella banalissima occasione della matita a cui rifece la punta quando gli era stata chiesta solo una matita. La creò restando alla scrivania "nella speranza" di poter servire il suo datore di lavoro dopo la solita "calca" delle 17.30. La creò avvalendosi del suo diritto di iniziativa personale quando seppe scegliere gli uomini che erano capaci di installare la catena di montaggio senza chiedere a Durant dove o come trovare le maestranze più adatte. Ripensate a questi fatti e vedrete che il successo di Downes era dovuto solo al suo spirito di iniziativa. Inoltre, il succo della storia sono i piccoli piaceri fatti con il giusto atteggiamento mentale. Forse c'erano centinaia di altri dipendenti in grado di svolgere i compiti assegnati a lui, ma il loro problema è che stavano cercando il "tesoro della mappa" scappando via dall'ufficio ogni giorno alle 17.30 in punto. Parecchi anni dopo, un amico chiese a Downes in che modo ebbe l'occasione di farsi benvolere da Durant. «Oh», rispose lui con modestia, «mi sono sforzato di farmi vedere. Quando lui si guardava attorno e aveva bisogno di un servizio, mi chiamava perché ero l'unico in vista. Col tempo, ha preso l'abitudine di rivolgersi a me». Ecco come funziona! Durant "prese l'abitudine" di chiamarlo, accorgendosi ogni volta che quell'impiegato era contentissimo di assumersi la responsabilità di compiere un miglio in più. È un vero peccato che tanti non riescano a cogliere lo spirito costruttivo che vi è nel prendersi responsabilità maggiori di quelle normali. C'è un uomo che potrebbe seriamente affermare che oggi Carol Downes starebbe meglio se fosse stato obbligato per legge a unirsi alla folle ressa per uscire dal posto di lavoro alle 17.30, ogni pomeriggio? Se si fosse comportato così, avrebbe ricevuto lo stipendio pattuito, niente di più. Perché mai avrebbero dovuto ricompensarlo maggiormente? Il suo destino era nelle sue mani, racchiuso nell'unica cosa di cui dovrebbero pregiarsi tutti: il diritto all'iniziativa individuale, esercitato al punto che fare un miglio in più diventa un'abitudine. La storia è tutta qui: non ci sono altri segreti. Lo ammette lui stesso e lo conferma anche chi conosce le vicende del suo progresso dalla povertà alla ricchezza. Ma c'è una cosa che tutti sembrano ignorare: perché esistono poche persone che, come Downes, scoprono il potere implicito nel fare più di quello per cui si è pagati? Questo è infatti il mezzo per centrare ogni bersaglio, il segreto di ogni successo degno di nota, eppure è talmente incompreso che la maggioranza della gente lo considera un trucco per sfruttare meglio i dipendenti. Il mondo del lavoro ha sempre riservato, infatti, un posto privilegiato a chi è disposto ad assumersi la responsabilità di svolgere un lavoro con giusto atteggiamento mentale, in spirito di servizio per dare di più.
Andrew Carnegie ha elevato non meno di quaranta uomini di tale tempra dall'umile condizione di lavoranti a giornata a veri e propri miliardari. Lui intuiva subito il valore di chi è pronto a compiere un miglio in più. Ogni volta che scorgeva la presenza di un personaggio simile, lo cooptava nel ristretto circolo dei dirigenti e gli offriva l'occasione di guadagnarsi "quello che si meritava". La motivazione più sana alla base di chi percorre il miglio in più è il fatto che tale abitudine produce frutti durevoli nelle più svariate condizioni. Nessuno è mai stato capace di avere un successo duraturo senza fare più di quello per cui è pagato. Questa pratica trova un corrispettivo nella legge di natura. Peraltro, le prove che la suffragano sono numerosissime, anche perché si basano sulla giustizia e sul buon senso. Il metodo migliore per vagliare la solidità di tale principio consiste nel metterlo in atto nelle proprie abitudini quotidiane. Ci sono verità che si apprendono solo con l'esperienza personale. Conosciamo le regole per ottenere il successo. Appropriamocene e usiamole in maniera intelligente: le ricchezze non tarderanno a favorirci personalmente. Così, contribuiremo all'ulteriore prosperità della nostra nazione. Il caso dell'avido padrone. Alcuni potrebbero dire: «Sto già facendo più di quello per cui sono pagato, ma il mio padrone è talmente avido ed egoista da non riconoscere i miei servizi». Certo, sappiamo che esistono persone ingorde che desiderano ottenere più di quello che sono disposte a dare. Tuttavia, gli egoisti sono argilla nelle mani di un bravo vasaio. La loro avidità può essere trasformata in ricompense per chi non si arrende, ostinandosi a fare più di quello per cui viene pagato. Gli imprenditori egoisti non vogliono assolutamente perdere i servizi dei dipendenti che percorrono il miglio in più, proprio perché ne percepiscono fino in fondo il valore. Ecco quindi la leva per indurli a emendarsi dalla loro ingordigia. Ogni uomo intelligente sa come usare questa leva: non diminuendo la qualità o la quantità dei servizi resi, ma incrementandoli! L'uomo intelligente farà di tutto per rendersi indispensabile al padrone egoista eseguendo più mansioni di qualunque altro collega. Il padrone preferirebbe "cavarsi gli occhi" pur di non privarsi delle prestazioni di un uomo simile. Così, l'egoismo del padrone diventa una risorsa per chi si abitua a percorrere un miglio in più. Abbiamo visto tante volte l'applicazione di questa tecnica per manipolare l'avidità altrui che ormai tutti sanno come si fa a sfruttare le debolezze padronali. Del resto, essa non ha mai fallito, nemmeno una volta! In alcune circostanze il datore di lavoro avido ricompensava con un certo ritardo, ma tale indecisione dimostrava la sua disgrazia, perché le prestazioni dei dipendenti più scaltri attiravano l'attenzione dei suoi concorrenti, che si assicuravano i loro servigi. Non c'è davvero modo di ingannare la persona che compie un miglio in più. Se non ottiene il giusto riconoscimento da una certa fonte, di solito se ne presentano altre a ricompensarla, spesso nei momenti più inattesi. Ma state certi che apparirà sempre. Chi fa un miglio in più con la corretta disposizione mentale non deve mai perdere tempo per cercarsi un lavoro. Non è necessario, poiché è il lavoro a presentarsi automaticamente. L'uomo che prodiga maggiori servizi di quelli per cui viene pagato si renderà indispensabile per qualcuno e sarà così assicurato contro la disoccupazione. Stipendi alti e insostituibilità sono figli gemelli: lo sono sempre stati e sempre lo saranno! L'operaio abbastanza furbo da rendersi indispensabile lo è altrettanto da tenersi continuamente occupato, e con uno salario che non oserebbe chiedere nemmeno il più avido sindacalista. Molti trascorrono la vita a cercare il "colpo di fortuna" e attendono le occasioni senza fare nulla, affidandosi alla sorte per risolvere le proprie necessità, ma non giungono mai in vista, nemmeno da lontano, del loro obiettivo, perché non hanno obiettivi precisi. Di conseguenza, non coltivano motivazioni che possano ispirarli a percorrere il miglio in più. Come dice il poeta, non si rendono mai conto che:
La Speranza Terrena su cui gli uomini fissano i loro cuori Diventa cenere o prospera; e subito, Come la Neve sull'arida distesa del Deserto Dopo aver sostato un'ora o due svanisce. La loro fretta è fatica sprecata! Essi girano in cerchio, come pesciolini rossi in una sfera di vetro; e tornano sempre da dove avevano iniziato, a mani vuote e delusi. Le ricchezze sono raggiungibili solo con l'impegno e la preparazione, con la scelta di un obiettivo preciso e la progettazione di un piano da realizzare; oltre alla definizione di un punto d'avvio da cui spiccare il volo. Tuttavia, che nessuno commetta l'errore di credere chela consuetudine a percorrere il miglio in più ripaghi solamente a livello di ricchezze materiali. Essa permette di attingere alla fonte delle ricchezze spirituali per appagare qualsiasi bisogno umano. L'istruttiva storia di Edward Croate. Certi uomini saggi e intelligenti hanno scoperto la maniera di arricchirsi applicando deliberatamente il principio del miglio in più per ottenere maggiori risorse pecuniarie. Senonché, chi è molto saggio riconosce che la più grande ricompensa ottenibile con tale principio sono le amicizie che durano tutta la vita, i rapporti umani armoniosi, un lavoro svolto con passione, la capacità di comprendere gli altri, la disponibilità a spartire i propri beni col prossimo, tutti elementi che fanno imprescindibilmente parte delle Dodici Ricchezze della Vita. Edward Choate è uno di quelli che ha scoperto tale verità e trovato la Chiave per la vera Ricchezza. Vive a Los Angeles, California, e la sua professione consiste nel vendere polizze di assicurazione sulla vita. All'inizio della sua carriera di venditore, riusciva a malapena a guadagnare per sopravvivere, senza mai stabilire alcun primato. A causa di un'errata speculazione economica, perse tutti i suoi risparmi e si ritrovò al verde, dovendo così ricominciare da capo. Ho detto "errata speculazione economica", ma avrei fatto meglio a dire "fortunata speculazione economica" perché la perdita lo costrinse a fermarsi, guardarsi attorno, ascoltare e riflettere sul destino che sembra elevare certi uomini a grandi realizzazioni e condannare altri a sconfitte, temporanee o permanenti. Meditando, Choate venne indotto a studiare la filosofia del successo personale. Quando arrivò alla lezione in cui si spiegava il principio del miglio in più, fu colpito da un'improvvisa intuizione che gli fece capire ciò che aveva sempre evitato: la perdita di ricchezze materiali può aprire la strada verso un bene superiore, che consiste nel riconoscere la propria spiritualità. Dopodiché, egli potè iniziare ad appropriarsi, una di seguito all'altra, delle Dodici Ricchezze della Vita, a partire da quella che capeggia la lista: lo sviluppo di un atteggiamento mentale costruttivo. Nel frattempo, aveva smesso di rimuginare sulla quantità di polizze assicurative che riusciva a piazzare e, anzi, era attento alla realtà sociale per cogliere ogni occasione di mostrarsi servizievole e solidale con gli altri, specie quelli che erano afflitti da problemi peggiori, apparentemente irrisolvibili. Ebbe la prima occasione quando si imbatté in un giovanotto che, dopo il fallimento della sua attività mineraria nei deserti della California, si trovava quasi a patire la fame. Lo prese con sé, lo portò a casa sua, gli diede da mangiare, lo incoraggiò e lo protesse, fino a trovargli anche un'ottima posizione. Assumendosi questo ruolo da buon samaritano, Choate non pensava assolutamente a vantaggi pecuniari, a tal punto era ovvio che un ragazzo in stato di inedia e dal morale sotto i tacchi non avrebbe mai potuto comprare una sua polizza. In seguito, spuntarono in modo così rapido altre opportunità di aiutare persone sfortunate che Choate sembrava una calamita che attirava solo chi era nei guai. Ma le apparenze ingannano, perché in realtà egli stava soltanto attraversando un periodo di prova in cui dimostrare la sincerità del suo atteggiamento solidaristico. Un periodo, non va dimenticato, da cui devono passare tutti quelli che si propongono di percorrere un miglio in più.
Poi ci fu un cambiamento di scena e gli affari di Choate assunsero una piega che probabilmente non si aspettava neppure lui. Le sue vendite salivano in maniera inarrestabile, fino a raggiungere un livello da primato nazionale. E, miracolo dei miracoli, una delle polizze più lucrose fu sottoscritta dal datore di lavoro del giovanotto che Choate aveva salvato dall'inedia. Peraltro, la vendita non fu nemmeno sollecitata. Nella stessa maniera cominciarono a piovergli altre occasioni commerciali, finché potè piazzare un gran numero di assicurazioni senza sforzo, dove in precedenza faticava tanto. Inoltre, egli era capitato in un giro dove le polizze vendute non potevano non recare una cifra elevata: erano gli uomini di grido e dalle enormi disponibilità finanziarie a rivolgersi a lui per farsi consigliare sulle modalità migliori di difendere le loro famiglie e proprietà in caso di morte. Perciò, pensando solo ad accaparrarsi le ricchezze spirituali, Choate ha trovato anche quelle materiali; e le ha trovate in quantità maggiore di quanto avesse mai auspicato. Appena sei anni dopo essersi comportato da buon samaritano, egli riuscì a far firmare più di due milioni di dollari di polizze nei primi quattro mesi dell'anno. La storia dei suoi successi cominciò a diffondersi in tutta la nazione. Lo invitavano a tenere lezioni commerciali durante i convegni delle compagnie assicurative, dato che tutti gli agenti del ramo desideravano sapere come avesse fatto a ergersi fino a quell'invidiabile posizione. Lui non nascose nulla! Contrariamente all'abitudine di tanti che si vantano dei loro successi, Choate accreditava le sue realizzazioni all'umiltà di cuore da cui si era fatto ispirare, ammettendo di essersi limitato ad applicare una filosofia messa a punto da altri. Gli uomini che strappano qualche rara vittoria vogliono spesso dare l'impressione che il successo sia dovuto solo alla loro saggezza e intelligenza, cercando di nascondere l'aiuto ricevuto dagli altri. Che peccato che non vi siano al mondo tante persone come Edward Choate! In effetti, tutti coloro che sanno riflettere si rendono benissimo conto che nessuno consegue risultati durevoli senza la fattiva collaborazione di altre persone; né vi sono individui che hanno successi durevoli se non aiutano in qualche modo il prossimo. Edward Choate possiede le ricchezze materiali che gli servono. Ma è molto più ricco di valori spirituali perché ha scoperto, fatto proprie e usato le Dodici Ricchezze della Vita, di cui il denaro è l'ultima, la meno importante.
Capitolo 6. L'ALLEANZA DI CERVELLI. Definizione: si tratta dell'unione fra due o più menti che si fondono in perfetta armonia per il conseguimento di un determinilo scopo. Notate bene la definizione di questo principio perché qui c'è la chiave per attingere ai massimi poteri personali. L'Alleanza di Cervelli è la base di ogni grande realizzazione, la pietra angolare su cui si fonda il progresso umano, in senso individuale e collettivo. Il significato di tutto ciò è forse racchiuso nella parola "armonia"! Senza tale elemento basilare gli sforzi collettivi possono portare alla collaborazione, ma scarseggeranno del potere derivante da un'efficace coordinazione. Le premesse più importanti in relazione a questo principio sono le seguenti.
1. L'Alleanza di Cervelli è il mezzo col quale ci si può procurare i benefici dell'esperienza, dell'istruzione, delle conoscenze specialistiche e delle abilità innate di altre persone, come se fossimo nella loro mente. 2. La fusione di due o più cervelli in spirito di totale armonia per il raggiungimento di uno scopo stimola al massimo grado la mente di ciascun individuo e può far giungere a quella condizione ispirata che viene definita Fede! (Una vaga idea del potere di questa condizione la sperimentiamo nei rapporti di amicizia intima e di vera unione affettivosentimentale). 3. Il cervello umano è una stazione emittente e ricevente che emana vibrazioni di pensiero: l'Alleanza di Cervelli stimola l'elaborazione mentale attraverso ciò che viene definita telepatia, cioè l'uso del cosiddetto sesto senso. In questa maniera, molte unioni commerciali o professionali sono diventate assai produttive: raramente qualcuno ha avuto successo durevole senza applicare questo principio che permette di trarre vantaggio dall'intelligenza altrui. Tale fatto in sé basterebbe per dimostrarne la validità e l'efficacia, ed è un fatto che ciascuno può notare senza dover esercitare troppo la capacità di osservazione. 4. Attivamente applicata, l'Alleanza di Cervelli produce l'effetto di collegare la persona al suo subconscio e a quello dei suoi alleati, fatto che spiega molti dei cosiddetti miracoli ottenuti con tale principio. 5. Le relazioni umane più importanti che vengono influenzate da questo principio benefico sono: a. il matrimonio; b. la religione; e. la professione, l'occupazione o la vocazione. Il principio dell'Alleanza di Cervelli rese possibile a Thomas Edison di diventare un grande inventore malgrado non avesse seguito un corso regolare di studi, circostanza che dovrebbe far sperare chiunque ritenga erroneamente di essere svantaggiato se non ha potuto studiare. Grazie all'Alleanza di Cervelli, associandoci con esperti geologi possiamo capire la storia e la struttura del pianeta in cui viviamo. Sfruttando le conoscenze e le esperienze dei chimici possiamo combinare le sostanze molecolari senza dover essere laureati in chimica. Con l'aiuto di scienziati, tecnici, fisici, ingegneri e meccanici è possibile diventare inventori senza aver avuto un'istruzione specifica in tali campi del sapere. In generale, esistono due tipi di Alleanza di Cervelli: 1. La coalizione per motivi puramente sociali o personali coi propri parenti, con amici o consiglieri religiosi, quando non si mira a ottenere alcun vantaggio pratico. La più importante di questo tipo è quella tra marito e moglie. 2. L'alleanza per motivi economici, commerciali e professionali, che consiste nella collaborazione tra individui che condividono certi obiettivi. Esaminiamo ora i più rilevanti esempi del potere ottenuto con l'applicazione di questo principio. Un bell'esempio dell'Alleanza di Cervelli è costituito dal grande sistema dei trasporti e delle comunicazioni. Gli uomini che gestiscono le nostre linee aeree e ferroviarie, il sistema telefonico e quello telegrafico offrono un servizio senza eguali in qualsiasi altro paese. La loro efficienza e il potere che ne consegue dipendono essenzialmente dal principio dell'armoniosa collaborazione instaurata. Un ulteriore esempio sono i rapporti di coordinazione tra le forze militari: l'esercito, la marina e l'aviazione. Qui, come negli altri casi, la chiave del successo sono gli sforzi coordinati. Una moderna squadra di rugby o di calcio è un eccellente modello di forza prodotta dalle sinergie organizzate. Le catene dei grandi magazzini commerciali sono un altro esempio del potere economico moltiplicato grazie all'Alleanza di Cervelli. Del resto, ogni azienda di successo si avvale di questo principio. D sistema della libera impresa è la meravigliosa illustrazione dei benefici economici prodotti dalla collaborazione di ogni sforzo teso al miglioramento.
Ma l'Alleanza di Cervelli non appartiene esclusivamente ai ricchi e ai potenti: è lo strumento più importante con cui ciascun individuo può raggiungere i suoi fini. Anche la persona più modesta può trarre beneficio coalizzandosi con chiunque desideri. L'applicazione più profonda e vantaggiosa che esista è compendiata nell'unione matrimoniale, purché alla base vi sia l'Amore vero! Tale coalizione non coordina soltanto la mente dei coniugi, ma fonde le qualità spirituali delle loro anime. Allora, oltre alla loro gioia e felicità, ne saranno avvantaggiati i figli, che cresceranno con un carattere sano, prerogativa indispensabile per una vita di successo. L'Alleanza di Cervelli è la maggior fonte di potere disponibile per gli uomini, la responsabilità del suo uso spetta solo a voi. Usatela bene e ne sarete beneficiati col privilegio di occupare un grande spazio nel mondo: quello delimitato dalle relazioni umane amichevoli e armoniose. Non abbiate paura di mirare in alto quando fissate i vostri obiettivi. Prima di stabilire l'obiettivo della vostra vita, memorizzate i seguenti versi e fate tesoro della lezione in essi contenuta. Ho pattuito con la Vita un penny E di più la Vita non pagherà, Per quanto io mendichi la sera Tirando le somme della mia piccola attività. La Vita, infatti, è un padrone giusto: Ti dà quel che chiedi, Ma una volta stabilito il compenso Ebbene, devi svolgere i tuoi impegni. Ho lavorato per un salario da servo. Solo per imparare, sgomento, Che qualunque prezzo le avessi chiesto, La Vita me lo avrebbe corrisposto in un momento. Gli uomini di successo non pattuiscono la povertà! Sanno che esiste un potere che permette loro di essere ricompensati secondo i più elevati desideri. Sanno che tale potere è disponibile per tutti quelli che entrano in possesso della Chiave della Ricchezza. Conoscono la sua natura e sono consapevoli che essa apre possibilità illimitate. Ne conoscono perfino il nome, il più grande ed evocativo! Tale parola è nota a tutti gli uomini, ma il suo segreto è compreso da pochi.
Capitolo 7. ANALISI DEL PRINCIPIO DELL'ALLEANZA DI CERVELLI. Quando Andrew Carnegie mi commissionò il compito di organizzare la filosofia del successo personale, gli domandai di definire analiticamente l'Alleanza di Cervelli di modo che ogni cittadino potesse servirsene per raggiungere il suo Scopo. «Signor Carnegie», esclamai, «vorrebbe descrivermi meglio il principio dell'Alleanza di Cervelli? Potrebbe essere così gentile da elencarmi le varie forme di applicazione nei quotidiani tentativi di estrapolare il meglio dalle occasioni che si presentano all'uomo della strada?» Ecco la sua risposta: «I privilegi disponibili derivano da una meravigliosa fonte di potere. Tuttavia, essi non sono come funghi, che spuntano dal nulla. Occorre crearseli e poi conservarli facendo leva sul potere ottenuto.
«Grazie alla loro saggezza e capacità di previsione, i fondatori del nostro sistema di governo hanno gettato le basi di ogni forma di ricchezza e libertà. Solo le fondamenta, però. La responsabilità di edificare su di esse compete a ciascuna persona che reclami una parte di tali privilegi. «Ti descriverò gli usi dell'Alleanza di Cervelli applicati da alcuni individui di successo, specie nell'ambito delle relazioni umane che, se sviluppate a dovere, contribuiscono al raggiungimento dello Scopo principale. «In primo luogo vorrei però sottolineare il fatto che la realizzazione dell'Obiettivo deve per forza attraversare una serie di fasi; che ogni pensiero coltivato, ogni transazione effettuata, ogni rapporto interpersonale, ciascun progetto ideato ed errore commesso influiscono sulla capacità di realizzarlo. «Decidere quale sia lo Scopo della vita, anche se lo si mette per iscritto con formulazioni chiare e lo si fissa bene in mente, non assicura la sua realizzazione. «Ogni obiettivo dev'essere sostenuto e perseguito con impegno indefesso, soprattutto mediante la collaborazione interpersonale. «Appurata questa verità, non è difficile capire quanto sia necessario saper scegliere i propri colleghi, specie quelli con cui si devono avere frequenti contatti. «Ecco quindi alcune forme di relazioni umane che l'uomo interessato ad avere successo deve coltivare, organizzare e adoperare nelle varie fasi di realizzazione. La professione. «Eccezion fatta per l'unione matrimoniale (che è l'Alleanza di Cervelli in assoluto più importante), non esiste rapporto più significativo di quello che intercorre tra una persona e i suoi collaboratori. «Ognuno ha la tendenza a emulare i manierismi, le credenze, gli atteggiamenti mentali, le opinioni politicoeconomiche e altri tratti caratteriali degli uomini più estroversi con cui si associa professionalmente. «La tragedia di tale tendenza è che non sempre chi è più estroverso possiede anche le migliori capacità intellettive, anzi, spesso è rancoroso, o desideroso di spargere veleno tra i collaboratori. «Inoltre, le persone più aperte non hanno quasi mai uno Scopo principale da perseguire. Di conseguenza, occupano il loro tempo a svilire chi invece vuole combinare qualcosa nella vita. «Gli uomini dal carattere sano, che conoscono bene i loro desideri, possiedono di solito sufficiente saggezza da non dire ai quattro venti i loro obiettivi e non sprecano mai il tempo nel cercare di scoraggiare gli altri. Sono talmente occupati da non gingillarsi con cose o persone che, in qualche modo, non contribuiscono a farli avanzare. «Sapendo che in ogni gruppo di persone si trovano individui utili e collaborativi, chi ha giudizio, e un Obiettivo da realizzare, si allea e fa amicizia con quelli che desiderano essergli d'aiuto, cosa naturalmente reciproca. Gli altri li eviterà con tatto. «Ovviamente, egli stringerà i rapporti più significativi con le persone in possesso dei tratti personali, di esperienza e carattere e più utili per i suoi obiettivi, senza trascurare chi detiene posizioni di potere o cariche superiori alla sua, tenendo d'occhio il giorno in cui potrà affiancarli, se non superarli, e in mente la frase di Abramo Lincoln: "Studierò, mi preparerò e, un giorno, verrà anche la mia occasione". «L'uomo con uno Scopo costruttivo non invidia i suoi superiori, ma ne studia i metodi di lavoro per assimilare le loro conoscenze. Potete scommettere quanto volete, ma chi passa il tempo a criticare i superiori non diventerà mai un capo. «I soldati migliori e più efficienti accettano ed eseguono senza esitazione gli ordini degli ufficiali. Quelli che non lo fanno non saliranno mai nella gerarchia militare. Lo stesso dicasi per le altre occupazioni umane. Chi non riesce a imitare il suo superiore in spirito di armonia non beneficerà mai della sua collaborazione.
«Almeno un centinaio di uomini ha dato la scalata alle cariche maggiori della mia industria e si è ritrovato più ricco di quanto avesse bisogno. Non l'ho promosso perché aveva un brutto carattere o l'abitudine a trovare difetti in chi stava sopra, o sotto, di lui, ma si è autopromosso avvalendosi dell'esperienza di ciascuno con cui entrava in contatto. «Chi coltiva un Obiettivo prende debita nota di tutte le persone con cui deve interagire quotidianamente e cerca di capire se possono essere una fonte di informazioni e conoscenze che può mutuare per avanzare verso la sua Meta. «L'uomo che sa guardarsi attorno scopre di trovarsi in un luogo di lavoro ricco di occasioni per istruirsi nella materia più preziosa che vi sia: l'osservazione diretta di chi ha maggiore esperienza. «"Come attingere il meglio da tale scuola?", potrebbe chiedere qualcuno. «La risposta si trova nello studio delle nove motivazioni fondamentali che spronano gli uomini all'azione. Gli altri ci prestano la loro esperienza e le loro conoscenze, collaborando con noi, se infondiamo in loro una motivazione sufficiente per indurli a desiderare tale cooperazione. Chi si mette in quotidiano rapporto coi colleghi in modo amichevole e produttivo ha maggiori possibilità di imparare da loro di quante ne abbia l'uomo irritabile, aggressivo, scortese o indifferente alla cordialità tra persone civili. «Il vecchio proverbio secondo cui "si prendono più mosche col miele che col sale" dovrebbe essere ripetuto continuamente a chi desidera imparare dai collaboratori che ne sanno più di lui e del cui aiuto ha bisogno». L'istruzione. «L'istruzione personale è perpetua, non finisce mai. «L'uomo che nella vita ha un grande Obiettivo deve sempre rimanere studente, imparando da qualsiasi fonte, specie quelle da cui può attingere esperienze e conoscenze specialistiche inerenti al suo scopo. «L'accesso alle biblioteche pubbliche è gratuito. In esse vi si reperisce una miriade di notizie che possono essere utili, oltre ai libri in lingua straniera, che contengono l'erudizione accumulata in tutto il mondo. L'uomo che coltiva uno Scopo si assume la responsabilità di leggere i volumi principali sull'argomento, acquisendo così l'esperienza di chi lo ha preceduto. Si dice che chi non ha immagazzinato, nei limiti delle possibilità umane, tutte le conoscenze possibili sul suo Obiettivo principale debba considerarsi ancora come uno scolaretto dell'asilo. «I programmi di lettura di un individuo dovrebbero essere organizzati in antìcipo come la sua dieta giornaliera, perché si tratta di un'altra forma di cibo, senza cui non si può crescere a livello mentale. «La persona che sciupa il tempo libero a leggere i giornali scandalistici non combinerà mai niente di buono. «Lo stesso dicasi per chi non include nel suo programma quotidiano una forma di lettura che gli fornisca cognizioni utili per il conseguimento del suo Obiettivo. Leggere a casaccio su parecchi argomenti può essere divertente, ma non è quasi mai utile per gli scopi professionali. «La lettura, però, non è l'unica fonte di informazioni. Scegliendo accuratamente i collaboratori professionali, un uomo può allearsi con questi e acquisire gratuitamente l'istruzione garantita dalle loro conversazioni. «I circoli ricreativi e professionali offrono diverse opportunità di formare alleanze molto istruttive, purché si scelgano quelli frequentati dagli individui con obiettivi simili. In tali luoghi molti hanno conosciuto persone di grande valore che li hanno aiutati a realizzarsi. «Nessuno può avere successo nella vita senza coltivare le amicizie. Il "contatto" interpersonale per stringere rapporti sempre più significativi è un talento che vale la pena approfondire. Chi si abitua ad ampliare la sua cerchia di amicizie si accorgerà col tempo di ricevere favori imprevedibili. Se sa presentarsi bene, quella persona vedrà che gli amici così conquistati saranno solleciti ad aiutarlo.
«Come già detto, l'uomo con uno Scopo preciso dovrebbe cercare di stabilire "contatti" attraverso ogni fonte disponibile, avendo naturalmente cura di sceglierli dove è più probabile che possa incontrare persone utili. «La chiesa è uno dei luoghi più favorevoli in cui coltivare le amicizie perché vi si riuniscono periodicamente le persone che si fanno guidare dallo spirito di solidarietà umana. «Ognuno dovrebbe poi trovare il modo di intrattenere rapporti amichevoli coi vicini di casa e di quartiere per avere occasioni di mutuo scambio di opinioni. L'uomo che si chiude nel suo guscio diventerà un irredimibile introverso, sempre più egoista e gretto nelle sue concezioni. La politica. «Per ognuno è un dovere e allo stesso tempo un privilegio interessarsi di politica e quindi esercitare il diritto di contribuire a eleggere, col suo voto, personaggi degni di detenere cariche pubbliche. «Il partito politico a cui appartiene un individuo è molto meno importante del suo esercizio del diritto di voto. Se la politica si sporca con pratiche disoneste, gli unici da incolpare sono coloro che eleggono personaggi disonesti, indegni e inefficienti. «Oltre al diritto di voto, e al dovere che ne consegue, non si dovrebbero mai trascurare i vantaggi derivanti da alleanze con personaggi politici che possono essere utili per il conseguimento del proprio Scopo. «In numerose professioni e attività economiche, l'influenza politica diventa un fattore da tener in gran conto per la promozione dei propri interessi. Gli uomini d'affari non dovrebbero mai ignorare la possibilità di caldeggiarli facendo lega con chi li difende politicamente. «La persona scaltra che comprende la necessità di tastare il terreno in ogni direzione per trovare amici da usare onde conseguire l'Obiettivo principale della sua vita non si farà mai sfuggire il privilegio di esercitare il diritto di voto. «Tuttavia, la ragione primaria per cui i cittadini dovrebbero sempre esprimere la loro preferenza elettorale è che, se non lo facessero, le attività politiche si corromperebbero, diventando un male in grado di distruggere la nostra nazione. «I fondatori degli Stati Uniti hanno impegnato la loro vita e le loro fortune per assicurare al popolo americano il bene della libertà, primo baluardo per elevarsi verso la realizzazione personale. La responsabilità di ogni cittadino consiste perciò nel rafforzare, attraverso il voto, le istituzioni governative che i fondatori hanno previsto per la difesa della libertà. «Qualsiasi cosa che valga la pena avere ha un suo costo! «Chi desidera la libertà personale dove proteggerla formando un'Alleanza di Cervelli con altri uomini onesti e patriottici, preoccupandosi sempre di eleggere alle cariche pubbliche personaggi di specchiata moralità. Non è esagerato sostenere che tale alleanza è la più importante che possa stringere ogni cittadino. «I nostri padri fondatori hanno combattuto per la libertà col loro voto. Noi dobbiamo fare altrettanto per i nostri figli e per le generazioni futurel Le alleanze sociali. «Questo è un campo fertile, quasi illimitato, in cui coltivare i "contatti" e le amicizie. Esso può rivelarsi particolarmente propizio per l'uomo la cui moglie conosce l'arte di intrattenere le persone con varie attività sociali. «Una donna simile sa trasformare la casa e gli incontri sociali in un preziosissimo bene patrimoniale, specie se la professione del marito richiede un continuo incremento di pubbliche relazioni. «Molti professionisti la cui etica deontologica impedisca loro di pubblicizzarsi direttamente possono mostrare le proprie capacità se hanno una moglie capace di favorire le relazioni sociali. «Un assicuratore di successo vende più di un milione all'anno di polizze sulla vita con l'aiuto di sua moglie, il cui ruolo è molto semplice. Lei è iscritta a diversi Circoli Femminili e di tanto in
tanto invita a casa le colleghe coi loro mariti, tutti uomini d'affari. Così, suo marito li conosce in circostanze interessanti per proficui rapporti commerciali. «Si dice che la moglie di un avvocato di una città del Midwest lo aiuti ad arricchire il suo già fornito portafoglioclienti limitandosi a invitare le mogli dei personaggi più facoltosi della città. È evidente che, in questo caso, le possibilità sono infinite. «Uno dei principali vantaggi dell'amicizia consiste nello stabilire contatti per organizzare discussioni e "tavole rotonde" con persone che permettono di accumulare informazioni utili per il raggiungimento di un certo Scopo. «Se sono sufficientemente varie e numerose, le conoscenze personali possono diventare una fonte di notizie su un'ampia gamma di argomenti, facilitando gli scambi intellettuali tanto essenziali per lo sviluppo della versatilità mentale che serve nelle varie occasioni della vita. «Quando un gruppo di persone si riunisce e intavola discussioni su diversi temi, questo spontaneo scambio intellettuale arricchisce le menti di tutti quelli che vi partecipano. Ognuno ha saltuariamente bisogno di alimentare le sue idee con nuovo cibo per la mente, che si può acquistare solo mediante discussioni con chi ha un'istruzione e un'esperienza diverse. «Lo scrittore che assurge a fama nazionale o internazionale deve, per rimanere in tale posizione, reintegrare continuamente la sua riserva di cognizioni impadronendosi dei pensieri altrui attraverso contatti personali e vaste letture. «Ogni persona che voglia essere brillante, ricettiva e versatile deve attingere costantemente alle capacità intellettive altrui. Qualora trascurasse questo continuo rinnovamento, la sua mente si atrofizzerebbe, come del resto capita ai muscoli e agli arti che restano inutilizzati. Ciò è determinato dalle leggi naturali. Osservate la natura e vedrete che ogni essere vivente, dal minuscolo insetto alla complicata macchina umana, cresce e si mantiene in salute solo per mezzo dell'uso continuato. «Lo scambio di idee non arricchisce solo la propria riserva di cognizioni, ma sviluppa e amplia le capacità mentali. Chi smette di studiare il giorno stesso in cui finisce l'ultimo anno di scuola non sarà mai una persona istruita, indipendentemente dalla quantità di nozioni che ha accumulato fino a quel momento. «La vita è la scuola principale e ogni cosa che incentiva l'attività mentale è un docente. I saggi lo sanno bene; inoltre, essi si preoccupano di scambiare tutti i giorni le loro opinioni con quelle degli altri in modo da affinare la propria elasticità mentale. «Perciò, l'Alleanza di Cervelli è un principio dalla portata praticamente illimitata, il mezzo con cui l'individuo può integrare le sue capacità mentali con le conoscenze, esperienze e capacità di altre persone. «Un saggio ha espresso in modo perfetto l'idea: "Se ti do un dollaro in cambio di un tuo dollaro, ognuno di noi ha la stessa somma di quando abbiamo iniziato; ma se ti comunico un pensiero in cambio di un tuo pensiero, ognuno di noi guadagna un dividendo del 100%". «Nessuna forma di rapporto umano è altrettanto redditizia di quella con cui le persone si scambiano pensieri utili; forse vi sembrerà sorprendente ma è vero: si possono attingere idee di enorme importanza anche dalla mente delle persone più umili. «Per illustrare meglio questo punto voglio raccontarvi la storia del predicatore che imparò qualcosa dall'inserviente della sua chiesa: un'idea che gli fece realizzare lo Scopo della sua Vita. «Il nome del predicatore era Russell Conwell e l'obiettivo che si era posto da tanto tempo era la fondazione di una scuola. Gli mancavano però i soldi, una somma mica male: qualcosa come un milione di dollari. «Un giorno, il reverendo Conwell si fermò a chiacchierare con l'inserviente che stava tagliando l'erba del prato attorno alla chiesa. Mentre conversavano del più e del meno, egli fece casualmente notare che l'erba del cimitero adiacente era molto più verde e meglio tenuta, volendo così estendere un piccolo rimprovero al vecchio sacrestano.
';' «Ma questi rispose con un largo sorriso: "Sì, quell'erba è sicuramente più verde, ma perché il nostro occhio è abituato al colore da questa parte dello steccato". «Ora, non c'era nulla di geniale in quella risposta, anche perché voleva essere poco più che una scusa per la pigrizia; eppure, essa piantò nella fertile mente del reverendo il seme di un'i; dea un piccolo semino intellettuale, badate bene , che portò alla soluzione del suo problema principale. «Da quella scusa dell'inserviente nacque l'idea di una serie di quattromila conferenze che il predicatore avrebbe poi tenuto in tutto il paese. Le aveva intitolate Terre di diamanti e il fulcro verteva su questo concetto: un uomo non deve cercare lontano le sue occasioni, ma può reperirle nel luogo stesso in cui vive, riconoscendo che l'erba del vicino non è più verde di quella del suo giardino. «Le conferenze fruttarono a Conwell più di sei milioni di dollari. Vennero perfino pubblicate in forma di libro, che è tuttora un bestseller internazionale; immaginate quante ristampe ha avuto1. Il denaro è stato usato per fondare e gestire la Tempie University di Philadelphia (Pennsylvania), che è diventata uno degli istituti educativi più prestigiosi del paese. «Ma l'idea su cui erano incentrate le conferenze non si limitò a contribuire alla fondazione dell'università. Ha arricchito la mente di milioni di persone spronandole a cercare le occasioni che sono talmente vicine da passare inosservate. Questa filosofia è valida ancora oggi come lo era la prima volta che balenò vagamente nel cervello di un umile inserviente. «Ricordati: ogni mente attiva è una fonte di ispirazione da cui ci si può procurare un'idea, o il seme di un'idea, di altissimo valore per la soluzione di un problema personale o la realizzazione del più importante obiettivo che si ha. «A volte le grandi idee scaturiscono da persone semplici, ma di solito spuntano dalle menti in stretta associazione, purché l'Alleanza di Cervelli sia in azione da tempo. «Il pensiero più redditizio che abbia mai avuto mi venne un pomeriggio quando, con Charlie Schwab, completavo il percorso di un campo da golf. Dopo aver finito i colpi per la tredicesima buca, lui mi guardò col suo sorriso mite e disse: "A questo punto sono tre colpi avanti a lei, Capo, ma avrei un'idea che potrebbe lasciarle un sacco di tempo per allenarsi e battermi la prossima volta". «La curiosità mi spinse a interrogarlo. Mi spiegò la sua idea con una sola frase, ciascuna parola della quale valeva, più o meno, un milione di dollari. "Consolidi tutte le sue acciaierie", mi suggerì, "in un'unica, grande, società e la venda ai banchieri di Wall Street". «Durante la partita non accennammo più alla questione, ma la sera stessa ci ripensai con particolare attenzione. Prima di coricarmi, avevo già trasformato quel suggerimento in un preciso obiettivo. La settimana dopo mandai Schwab a New York con l'incarico di tenere un discorso davanti a un gruppo di banchieri cittadini, fra cui J. Pierpont Morgan. «Il discorso verteva sul progetto per l'organizzazione della United States Steel Corporation, società in cui consolidavo tutte le mie acciaierie e mi ritiravo dall'attività con più soldi di quanto avessi bisogno. «Lascia che sottolinei un fatto: l'idea di Schwab non sarebbe mai nata e io non ne avrei mai beneficiato se non avessi sempre incoraggiato i miei collaboratori a riflettere per creare nuove opportunità. Manifestavo tale incoraggiamento grazie all'Alleanza di Cervelli con tutti i membri della mia azienda, tra cui lo stesso Charlie Schwab. «Il contatto interpersonale, lascia che te lo ripeta, è un concetto molto importante! E lo diventa ancor di più se vi aggiungiamo l'aggettivo "armonioso"! Relazionandosi in modo amichevole coi collaboratori, un uomo può corroborare al massimo grado la sua capacità progettuale. Chi trascura questo fatto si condanna eternamente all'indigenza. «Nessuno è abbastanza intelligente da proiettare la sua influenza sulla realtà senza la cooperazione altrui. Instilla questo concetto in ogni maniera possibile perché esso è in sé sufficiente per aprire la porta del successo nelle alte sfere umane.
«Troppi cercano il successo lontano da dove si trovano e spesso con progetti complicati, basati sulla speranza che la fortuna o un "miracolo" possa favorirli. «Come ha spiegato bene Russell Conwell nel suo libro e nelle sue conferenze, alcuni ritengono che l'erba del vicino sia più verde e trascurano "i diamanti" che hanno a portata di mano in forma di idee fornite da chi vive al loro fianco. «Io ho scoperto i miei "diamanti" mentre osservavo l'incadescenza di un altoforno. Ricordo bene la prima volta che mi convinsi di poter diventare il proprietario della più grande acciaieria nazionale, anziché restare alle dipendenze di un altro e invidiare i suoi "diamanti". «All'inizio l'idea non era ben definita, più che altro sembrava un desiderio, una cosa molto lontana da un progetto. Ma continuavo a pensarci e la stimolavo a impadronirsi della mia mente, finché venne il giorno in cui essa cominciò a guidarmi nelle mie azioni. «Fu allora che iniziai con impegno a dissodare le mie "terre di diamanti" e mi sorpresi della rapidità con cui un'idea ben definita trova il modo di tradursi nel suo equivalente concreto. «La cosa più importante è sapere quello che si vuole. La seconda cosa più importante è cominciare a cercare i diamanti scavando nel proprio terreno, usando gli strumenti a disposizione, fossero anche solo quelli mentali. Se un uomo si serve fedelmente dei mezzi che ha ne sarà ricompensato proporzionalmente con altri e migliori, che gli saranno dati quando sarà pronto a usarli. «Chi si serve correttamente dell'Alleanza di Cervelli troverà i mezzi necessari molto più velocemente di chi la trascura. «Ogni mente ha bisogno dello scambio interpersonale per ricevere il cibo con cui crescere e migliorarsi. La persona di giudizio che persegue un certo Scopo sceglie con grande cura gli individui con cui si associa perché riconosce di poter essere influenzato dalla loro mentalità. «Non scommetterei nulla su chi non cerca la compagnia delle persone che ne sanno più di lui. Un uomo si eleva o si abbassa, a seconda del mimetismo cui è costretto in tali rapporti. «Infine, vi è un altro pensiero su cui dovrebbe meditare chiunque lavori come dipendente: il suo lavoro è, e dovrebbe essere, una fase di istruzione per raggiungere mete più elevate. Ciò si sostanzia in due modi: il primo è la paga ricevuta direttamente, il secondo l'esperienza accumulata in maniera indiretta, che si manifesterà col tempo. In effetti, ci si rende spesso conto che la ricompensa migliore non è dentro la bustapaga, ma nell'esperienza accumulata. «Questo plusvalore dipende in gran parte dall'atteggiamento con cui ci si mette in rapporto coi colleghi: se l'atteggiamento è costruttivo, nonché rinvigorito dalla disponibilità a percorrere un miglio in più, il progresso personale sarà rapido e assicurato. «Perciò, è evidente che la persona di successo non si serve solo dell'Alleanza di Cervelli, ma applica anche i princìpi del miglio in più e della Chiarezza di Intenti; questi tre princìpi sono inseparabili dalla possibilità di successo in qualsiasi campo di intervento umano. Il matrimonio. «L'unione matrimoniale è di gran lunga l'alleanza più importante che possa sperimentare un uomo nel corso della sua vita. È importante in senso fisico, mentale, finanziario e spirituale, proprio perché unisce tutti questi aspetti. «La dimora famigliare è il luogo dove dovrebbe iniziare la collaborazione più proficua; l'uomo che sceglie oculatamente la sua compagna troverà in lei il primo membro della sua Alleanza di Cervelli. «L'unione matrimoniale dovrebbe contemplare poi l'inclusione nell'alleanza anche di altri membri, specie i figli. «La collaborazione tra i membri della famiglia attiva le forze spirituali di tutti i componenti che tendono verso lo stesso Fine; e il potere spirituale, benché appaia immateriale, è il più forte di tutti. «L'uomo sposato che va d'accordo con la moglie, cioè vive con lei in totale armonia, comprensione, simpatia e unità di intenti, possiede un bene preziosissimo che può elevarlo alle maggiori realizzazioni.
«La discordia tra marito e moglie, quale che ne sia la causa, è molto negativa perché può distruggere le possibilità di successo, anche se sono presenti tutte le altre occasioni che lo favoriscono. Solo per le mogli. «Posso a questo punto avanzare un suggerimento a tutte le donne? Questo consiglio, se compreso e seguito a dovere, potrebbe fare la differenza tra un'esistenza di miseria e una di prosperità. «La moglie condiziona il marito più di qualunque altra persona, o meglio, esercita questa influenza particolare se riesce a ottimizzare il rapporto. Lui l'ha scelta preferendola a tutte le altre donne che conosceva, e questo significa che lei ha il suo amore e la sua fiducia. «L'amore capeggia l'elenco delle nove motivazioni fondamentali della vita e ispira ogni atto volontario. Grazie a questo sentimento, la donna incentiva l'uomo a svolgere le sue attività professionali con uno spirito che non accetterà mai il fallimento. Ma si ricordi che la "petulanza", le critiche, la gelosia e l'indifferenza non nutrono il sentimento dell'amore: lo uccidono. «La moglie saggia fa in modo di stringere ogni giorno col marito un'Alleanza di Cervelli in cui essi metteranno in comune gli interessi reciproci, discutendoli nei minimi particolari con spirito di comprensione. L'ora più propizia per questo scambio di idee è in genere quella che segue la colazione mattutina o che precede il momento di coricarsi. «Ogni pasto dovrebbe essere un periodo di amichevole intrattenimento. Mai ci si dovrebbe soffermare su critiche e inquisizioni personali, anzi, l'accento va messo sul pasto come rituale famigliare in cui trovano posto l'allegria e le battute su argomenti di interesse reciproco. «La maggioranza delle relazioni coniugali si guasta durante i pasti perché essi sono l'occasione in cui i coniugi cercano di appianare le divergenze personali o discutono l'educazione dei figli. «La moglie può indurre il marito a fare una miriade di cose! Inoltre, dovrebbe sempre interessarsi alle occupazioni di lui. Dovrebbe conoscere i dettagli del suo lavoro e mostrarsene consapevole. Una donna non dovrebbe mai dire al marito, come fanno tante (se non a parole per mezzo di velate allusioni): "Tu porta a casa i soldi che poi ci penso io a spenderli, e non seccarmi sul modo in cui li guadagni, perché non me ne importa niente". «Credo che le donne sagge abbiano capito ciò che intendo dire. La moglie diventa l'azionista di maggioranza della ditta famigliare. Se applica l'Alleanza di Cervelli col marito, continuerà a detenere la maggioranza. «La moglie saggia riesce a gestire le entrate famigliari in modo oculato, facendo attenzione a non spendere più di quanto sia consigliabile. Molti matrimoni vanno in rovina perché ci sono problemi finanziari. Ed è assiomatico che, quando la povertà bussa alla porta principale di casa, l'amore scappa dalla porticina secondaria. L'amore, come un bel quadro, richiede la decorazione di una bella cornice e di luci adatte. Vuole essere coltivato e nutrito, come un organismo vivente. Non prospera nell'indifferenza, nella petulanza e nelle critiche. «Esso dà i migliori frutti se i coniugi lo nutrono con unità di intenti. La moglie che se ne ricorda sarà per sempre la persona più importante nella vita del consorte. «L'uomo in genere ha la responsabilità di guadagnare i mezzi di sussistenza, mentre la donna ha il compito di attenuare i traumi e le difficoltà. «La moglie dovrebbe custodire il nido familiare in cui vengono messe da parte le preoccupazioni e si goda dei piaceri coniugali. Colei che segue tale approccio sarà più saggia dei saggi e più ricca delle regine nelle cose che contano maggiormente nella vita. «Devo altresì mettere in guardia le donne dall'istinto materno, che non deve offuscare l'amore per il marito. Spesso infatti esse riversano tutto il loro amore sui figli, trascurando le attenzioni per il coniuge. Questo errore ha portato alla rovina di molte famiglie e ciò non sarà mai sottolineato abbastanza. «L'amore di una donna, se è sano, basta per il marito e i figli, e felice è colei che ne dona in abbondanza senza fare preferenze e distinzioni tra il primo e i secondi.
«Quando l'Alleanza di Cervelli famigliare si basa sull'affetto, le finanze domestiche non creeranno litigi, dato che esso è in grado di far superare ogni difficoltà, perfino economica. «Certo, sorgeranno sempre dei problemi all'interno di una famiglia, ma l'amore li risolverà tutti. Mantenete viva la fiammella e ogni altra cosa si conformerà al modello dei desideri più sublimi. «So che questo suggerimento è prezioso perché l'ho messo in pratica nelle mie stesse relazioni coniugali e posso testimoniare della sua importanza per i successi materiali che ho potuto conseguire». (L'onesta confessione di Carnegie è tanto più impressionante se consideriamo che ha accumulato una fortuna pari a cinquecento milioni di dollari. Lui ha "fatto" fortuna, ma chi lo conosce sa che è stata la moglie a "fare" di lui un grande uomo). Le donne dietro le quinte. Raccogliendo il testimone dell'Alleanza di Cervelli all'interno del matrimonio, dove ce lo ha consegnato Carnegie, questo è il momento giusto per sottolineare quanto la sua esperienza non sia affatto unica. Thomas Edison ammetteva francamente che la sua maggior fonte di ispirazione era la moglie. Tutti i giorni, di solito alla fine della giornata di lavoro, si scambiavano le idee e corroboravano la loro unione. Non permettevano a nessuno di interferire in quegli incontri. La signora Edison non lo avrebbe consentito perché riconosceva il valore del suo interesse per gli esperimenti del marito. Spesso Edison lavorava fino a tarda notte per completare le sue invenzioni, ma quando tornava a casa trovava sempre la consorte che lo aspettava, trepidante di sentirlo raccontare dei suoi successi o fallimenti. Lei sapeva tutto dei tentativi eseguiti in laboratorio e se ne interessava a fondo. Fungeva da "cassa di risonanza", così che il marito potesse esaminare il suo lavoro da una diversa prospettiva; qualcuno sostiene perfino che gli suggerisse spesso l'anello mancante per risolvere gli esperimenti. Se è stata considerata tanto preziosa da uomini di questo calibro, l'Alleanza di Cervelli dovrebbe essere ritenuta essenziale da chiunque lotti per trovare il suo posto nel mondo. L'ispirazione garantita dall'Amore Romantico ha svolto un ruolo di primo piano nella vita di tutti i grandi personaggi. La storia dei due poeti Robert ed Elizabeth Browning è la prova dell'azione di quest'entità immateriale, da loro riconosciuta e rispettata, per la creazione dei capolavori letterari che vengono loro attribuiti. John Wanamaker, il "Principe dei Commercianti" di Philadelphia, come lo chiamavano migliaia di persone, attribuiva alla moglie il suo passaggio dalla povertà alla fama e alla ricchezza. Essi si appartavano tutti i giorni per scambiarsi le idee in spirito di armonia, specie di sera, di solito prima di andare a letto. Gli storici ascrivono l'ascesa al potere da parte di Napoleone Bonaparte all'influsso della sua prima moglie, Giuseppina. I successi militari del generale francese cominciarono a diradarsi quando egli permise alla sua ambizione mondana di indurlo a ripudiarla. Vale la pena aggiungere che molti moderni "dittatori" nel ' campo degli affari sono andati incontro allo stesso penoso destino dopo essersi separati dalla moglie. Charles Schwab, invece, si è comportato diversamente. Anche lui aveva fatto fortuna grazie all'Alleanza di Cervelli con Carnegie, in ciò soccorso da un ottimo rapporto con la moglie, che contrasse presto una malattia invalidante. Lui le rimase fedele fino alla morte, anche perché sapeva che la lealtà è la prima qualità di un carattere integerrimo. La lealtà. Poiché abbiamo sfiorato l'argomento, è opportuno enfatizzare il fatto che la mancanza di lealtà tra soci d'affari è una delle cause più frequenti di fallimento commerciale. Finché perpetuano lo spirito di alleanza reciproca, essi troveranno la maniera per superare la concorrenza e le eventuali battute d'arresto.
Si dice che la prima caratteristica che Andrew Carnegie cercava di individuare nei giovani dipendenti della sua azienda fosse la lealtà. Lui stesso ripeteva con grande frequenza che, se non possedeva quel tratto caratteriale, un giovane non poteva far leva su alcunché per avanzare di carriera. I suoi esami per vagliare la lealtà di un dipendente erano ingegnosi e ripetuti a intervalli regolari. Avvenivano prima dell'avanzamento di carriera, naturalmente, e anche in seguito, finché non ci fossero stati più dubbi sulla fedeltà di quel particolare individuo. Ed è un tributo alla sua comprensione degli uomini rilevare che Carnegie non si è sbagliato quasi mai nel giudicare la lealtà dei collaboratori. Non rivelate lo scopo della vostra Alleanza di Cervelli a coloro che ne sono esclusi e assicuratevi che i membri della vostra alleanza si astengano dal farlo, perché i pigri, i criticoni e gli invidiosi stanno ai margini della vita in attesa di cogliere la possibilità di piantare il seme dell'avvilimento nella mente altrui. Evitate questa trappola mantenendo la segretezza dei vostri piani, nella misura in cui è possibile, finché non li rivelerete con le vostre azioni e realizzazioni. Non recatevi agli incontri con i membri della vostra Alleanza di Cervelli con un atteggiamento mentale negativo. Ricordate che, se siete il capo di tale alleanza, compete a voi mantenere un elevato livello di interesse ed entusiasmo per la collaborazione. Con una mentalità negativa, non potrete farlo. Inoltre, nessuno segue con piacere un leader dubbioso2, indeciso o che non ha fede nello scopo da conseguire. Sostenete l'entusiasmo per l'obiettivo mostrandovi sicuri di poterlo raggiungere. Non dimenticate di provvedere affinché ciascun alleato riceva un giusto compenso, sotto qualsiasi forma, in proporzione al contributo offerto. Nessuno infatti infonde entusiasmo se non intravede dei benefici futuri. Familiarizzatevi con le nove motivazioni che spingono gli uomini ad agire e fate in modo che ciascun membro della vostra Alleanza sia adeguatamente motivato a concedervi la sua lealtà, 0 suo entusiasmo e la sua fiducia totale. Se i vostri alleati sono spinti dal desiderio di ricchezze materiali, assicuratevi di dare più di quanto ricevete, adottando il principio del miglio in più da percorrere. Se volete ottenere il massimo da tale abitudine, fatelo volontariamente, prima che ve lo chiedano. Non inserite nella vostra Alleanza di Cervelli nessuno che sia un concorrente: seguite invece la regola del Rotary Club, a cui possono appartenere solo persone che non hanno motivo di antagonismo o di competizione. Non cercate di dominare il vostro gruppo di alleati con la forza, la paura o le minacce; al contrario, esercitate la leadership con diplomazia e incentivate la lealtà e la cooperazione. Sono passati i tempi in cui ci si affidava a capi di polso. Non cercate di riportarli in auge: essi non hanno posto nel mondo moderno. Non mancate di creare le situazioni giuste per stimolare l'amicizia fra i vostri colleglli, perché l'armonioso lavoro di gruppo fornisce un potere altrimenti inattingibile. Ha fiducia è la base di ogni rapporto armonioso. Ricordatevene lo quando vorrete organizzare un gruppo di collaboratori che ' vi possa servire a lungo e produttivamente. Abbiamo così analizzato tutti gli aspetti della maggiore fonte di potere personale, l'Alleanza di Cervelli. Abbinando i primi quattro princìpi di questa filosofia abilitudine a Percorrere un Miglio in Più, Chiarezza di Intenti, Alleanza di Cervelli e quello che seguirà , è possibile ricavare il primo indizio per scoprire il potere disponibile grazie alla Chiave della Ricchezza. Di conseguenza, è mio dovere avvisarvi di leggere il prossimo capitolo con spirito di grande aspettativa, poiché esso potrebbe segnare il punto di svolta della vostra vita. Vi svelerò l'approccio migliore per un'effettiva comprensione della forza che sfida ogni analisi della scienza moderna. Auspico inoltre di potervi fornire la formula con cui vi approprierete di tale forza usandola per il raggiungimento dello Scopo della vostra vita.
Capitolo 8. LA FEDE VISSUTA. La Fede è l'ospite regale che feconda la mente preparata ad accogliere, quella che è pronta perché sa disciplinarsi, Come ogni personaggio regale, la Fede occupa la stanza migliore, anzi, gli appartamenti migliori, una vera e propria suite all'interno della mente. Non permette di essere dirottata nei quartieri riservati ai servi e non si associa mai a invidia, avidità, superstizione, odio, vendetta, vanità, dubbio, paura e preoccupazioni. Carpite il senso di tale verità e sarete sulla strada giusta per comprendere il misterioso potere che ha caratterizzato gli sforzi degli scienziati di tutti i tempi. Con le parole di Ralph Waldo Emerson: «In ogni uomo c'è qualcosa che posso imparare e che mi rende suo discente», mi accingo a presentarvi un grande benefattore dell'umanità, affinché possiate osservare come ci si comporta per preparare la mente a esprimere la propria Fede. Sarà lui stesso a narrare la sua storia. «Durante la crisi economica iniziata nel 1929, mi iscrissi a un corso di specializzazione a Hard Knocks, l'università più prestigiosa che esisteva. Fu allora che scoprii un tesoro nascosto, che possedevo ma non usavo. «Feci la scoperta una mattina, quando mi giunse l'avviso che la mia banca aveva chiuso i battenti, forse per sempre, cosicché mi diedi da fare per stilare l'inventario dei miei beni immateriali. «Seguitemi mentre vi descrivo cosa si celava in tale inventario. Iniziamo con l'articolo più importante della lista: la Fede sterile perché inutilizzata! «Scrutando bene nel mio cuore mi accorsi, malgrado le mie perdite finanziarie, che possedevo ancora un'enorme Fede in Dio e nei miei simili. «Da ciò conseguiva una scoperta di rilevanza perfino superiore, cioè che la Fede può compiere quello di cui non è capace neanche tutto il denaro del mondo. «Quando possedevo i soldi che mi servivano per vivere, avevo commesso il grave errore di credere che fossero una fonte permanente di potere. Adesso mi rendevo amaramente conto che, senza la Fede, il denaro non è altro che materia inerte, carta straccia che in sé non ha nessun potere. «Riconoscendo forse per la prima volta nella mia vita il meraviglioso potere di tale ricchezza, mi analizzai accuratamente per stabilire quanta ne possedessi. L'analisi diede risultati sorprendenti e gratificanti. «Cominciai l'operazione andando a fare una passeggiata nei boschi. Volevo appartarmi dalla massa della gente, dal disordine della civiltà e dalla paura degli uomini, così da poter meditare in silenzio. «Ah, che piacere vi è in questa parola: "silenzio". «Durante la passeggiata raccolsi una ghianda e la strinsi nel palmo della mano. L'avevo trovata vicino alle radici sovraesposte della quercia da cui era caduta. Stimai l'età del gigantesco albero e mi parve così avanzata che esso doveva essere già sviluppato quando George Washington era un ragazzino. «Mentre osservavo la pianta e il suo minuscolo embrione nella mia mano, mi venne in mente che anch'essa era nata da una piccola ghianda. Capii inoltre che nessun essere umano avrebbe potuto forgiare una cosa simile. «Ero consapevole del fatto che una forma di Intelligenza intangibile aveva creato la ghianda da cui nacque la quercia, facendola germinare e radicarsi a terra prima di spuntare verso il cielo.
«Allora, compresi che la forza più grande è quella contenuta nell'energia immateriale, non quella che deriva dai bilanci bancari e dalle cose. «Raccolsi una manciata di terra nera con cui coprii la ghianda. Così, tenevo in mano la porzione visibile della sostanza da cui era cresciuto il magnifico albero. «Ai piedi della quercia secolare strappai una felce. Le sue foglie erano meravigliosamente disegnate (sì, disegnate) e, esaminandola, mi accorsi che anch'essa era stata creata dalla medesima intelligenza che aveva prodotto l'albero. «Continuai la passeggiata nel bosco finché non giunsi a un ruscello in cui scorreva acqua chiara, pulita e gorgogliante. Ormai ero stanco, per cui mi sedetti sulla sua riva per riposare e prestare ascolto al ritmo della sua musica, che lo portava serpeggiando verso il mare. «L'esperienza mi riportava alla mente la mia infanzia. Mi ricordavo di aver giocato nei pressi di un torrente simile. Mentre sedevo ad ascoltarne la musica, da piccolo avevo preso coscienza di un essere invisibile, Dio, che mi parlava interiormente raccontandomi la fantastica storia dell'acqua, che mi dispongo a riportare. «"Acqua! Acqua pura e spumeggiante. La stessa che esiste e offre la sua utilità da quando questo pianeta si è raffreddato ed è stato popolato dall'uomo, dagli animali e dalla vegetazione. «"Acqua! Ah, che storia potresti narrare se parlassi la lingua dell'uomo. Tu hai spento la sete di milioni e milioni di viandanti; hai nutrito i fiori; ti sei mutata in vapore per far girare le ruote delle macchine umane, condensandoti di nuovo per riprendere lo stato originario. Hai lavato le strade, reso innumerevoli servizi all'uomo e alle bestie, tornando sempre alla tua fonte, nei mari, per purificarti e ricominciare il viaggio. «"Quando corri, ti sposti sempre in un'unica direzione, verso il mare da dove sei venuta. Il tuo viaggio a doppio senso è incessante, ma sembri sempre contenta del tuo compito. «"Acqua! Sostanza pura e spumeggiante. Non importa se fai un lavoro sporco, alla fine ti ripulisci sempre. «"Non ti si può creare, né distruggere. Sei simile a tutta la vita. Senza la tua beneficenza, sulla terra non potrebbe esistere in nessuna forma vitale!" «E l'acqua del ruscello continuava a gorgogliare, a spumeggiare, ostinandosi verso il mare. «Finiva la storia dell'acqua, ma le parole che avevo ascoltato erano sublimi. Ero stato in intimità con la più grande forma di Intelligenza esistente. Avevo avvertito dentro di me la prova dell'Intelligenza che aveva creato l'enorme quercia dalla minuscola ghianda, che aveva modellato le foglie della felce con abilità meccanica ed estetica che l'uomo non saprà mai clonare. «Le ombre degli alberi si stavano allungando; il giorno stava morendo. E mentre il sole tramontava lentamente dietro l'orizzonte, capii che anch'esso aveva svolto una parte nel meraviglioso sermone che avevo udito e sentito dentro di me. «Senza il benefico aiuto del sole non avrebbe potuto esserci la trasformazione della ghianda in quercia. Senza il suo aiuto l'acqua del placido ruscello sarebbe rimasta per sempre imprigionata negli oceani e non avrebbe potuto esistere la vita sulla terra. «Questi pensieri furono il punto più alto delle parole che udii; erano pensieri sull'ideale affinità esistente tra 0 sole, l'acqua e tutta la vita terrestre, a paragone dei quali ogni altra forma di sentimento appare insignificante. «Raccolsi un sassolino bianco che era stato a lungo levigato dalla corrente. Mentre lo tenevo in mano, ricevetti un altro sermone, ancor più impressionante. L'Intelligenza che me lo suggeriva sembrava dire: «"Osserva, o uomo, il miracolo che tieni in mano. «"Io sono solo un sassolino di pietra, eppure, in realtà, rappresento un piccolo mondo in cui vi è tutto quanto si possa trovare nell'universo interstellare. «"Sembro morto e immobile, ma l'apparenza inganna. Sono composto da molecole, dentro le quali ci sono miriadi di atomi, ciascuno un piccolo universo in sé. All'interno degli atomi si muovono a velocità inconcepibile innumerevoli elettroni.
«"Non sono una massa inerte di pietra, ma un gruppo organizzato di unità dall'energia inestinguibile. «"Sembro una massa solida, ma l'apparenza è illusoria perché i miei elettroni sono separati uno dall'altro da una distanza maggiore delle loro dimensioni. «"Studiami attentamente, umile viandante terrestre, e ricordati che i grandi poteri dell'universo sono immateriali; che i valori della vita sono quelli che non possono essere sommati in un bilancio bancario. «Il pensiero trasmesso da questo sublime sermone era così illuminante che rimasi muto, a tal punto ero consapevole di tenere in mano una parte infinitesimale dell'energia che alimenta il sole, le stelle e la terra, su cui viviamo per un breve periodo, nei loro rispettivi posti del cosmo. «La meditazione mi rivelò la bellissima realtà dell'ordine esistente entro i confini di un sassolino. Capii che in quella piccola massa erano contenuti il romanzo e la realtà della natura. In essa, i fatti trascendevano la fantasia. «Mai in precedenza avevo avvertito tanto acutamente il senso della legge naturale, ordinata e diretta a un fine, che si rivela in tutto ciò che la mente umana può concepire. Mai in precedenza mi ero sentito così vicino alla fonte della mia Fede nell'Intelligenza Infinita. «Fu un'esperienza straordinaria vissuta in mezzo a Madre Natura e alla sua famiglia di alberi e ruscelli, dove la calma circostante imponeva alla mia anima affaticata di rasserenarsi affinché potessi osservare, sentire e udire Dio che mi svelava la storia del tutto. «Mai nella mia vita ero stato così acutamente consapevole dell' esistenza di tale Intelligenza, la fonte della mia Fede. «Mi attardai in questo paradiso ritrovato finché Venere, la Stella della Sera, non cominciò a brillare; poi rintracciai le mie orme per tornare verso la città, dove mi sarei di nuovo mescolato con quelli che sono costretti a seguire le regole inesorabili
Nella civiltà, nella pazza lotta per accaparrarsi beni materiali di cui non hanno bisogno. «Ora sono di nuovo nel mio studio, coi miei libri e la mia macchina da scrivere, grazie alla quale registro la mia espeIIescenza. Ma sono dominato da un senso di solitudine e dal desiderio di essere ancora a fianco dell'amico ruscello dove, fino a poche ore fa, avevo bagnato la mia anima nella meravigliosa realtà di Dio. ì) «So che la mia Fede in tale Intelligenza è reale e durevole. Non è cieca, si fonda sull'accurato esame delle Sue opere come si esprimono nell'ordinata natura dell'universo. «Avevo cercato la fonte della Fede nella direzione sbagliata, cioè nelle opere degli uomini, nelle relazioni umane, nei saldi bancari e nei beni materiali. «L'ho trovata in una piccola ghianda, in una quercia secolare, in una minuscola pietra, nelle foglie di una semplice felce e nel suolo terrestre; nel benefico sole che scalda la terra e fa muovere le acque; nella Stella della Sera, nella calma e nel silenzio }' dell'ambiente naturale. «Così, sono portato a credere che l'Intelligenza Infinita si riveli più prontamente nel silenzio che nella turbolenza dei , conflitti umani, nella loro pazza corsa verso l'accumulare beni materiali. «Il mio conto bancario era svanito, la mia banca fallita, ma io ero più ricco di tanti, perché avevo scoperto l'approccio diretto alla Fede. Con questa forza che mi sorregge, posso accumulare altri risparmi per soddisfare i miei bisogni. «Anzi, sono più ricco perché dipendo da una fonte di potere che mi si rivela dall'interno, mentre tanti ricconi ritengono necessario rivolgersi ai conti bancari per essere autosufficienti. «La mia fonte di potere è libera come l'aria che respiro e altrettanto illimitata! Per servirmene basta che mi rivolga alla mia Fede, che ho in abbondanza. «Così, ho imparato di nuovo la verità secondo cui ogni avversità contiene il seme di un vantaggio equivalente. La mia disgrazia mi era costata il saldo bancario, ma mi ha ricompensato con la rivelazione della fonte di ogni ricchezza!»
Le fonti durevoli di Fede. Queste sono le parole dell'uomo che ha scoperto come influenzare la sua mente per esprimere la Fede che prova. E che storia drammatica: drammatica proprio perché semplice! Ecco un uomo che ha trovato una base solida per la Fede durevole; non nei conti bancari o nelle ricchezze materiali, ma nel seme di una quercia, nelle foglie di felce, in un sassolino, nei rivoli di un ruscello; cose che ognuno può osservare e apprezzare. Ma le sue osservazioni degli elementi naturali lo hanno portato a riconoscere che il potere più grande è contenuto nelle forze intangibili che si rivelano nelle cose semplici. Ho riportato la sua storia perché volevo sottolineare il modo in cui è possibile sgomberare la mente da inutili orpelli, dal caos e dalle difficoltà apparentemente insormontabili per prepararsi all'espressione della Fede personale. La morale è la seguente: una volta liberata la mente da un atteggiamento negativo, prende il sopravvento il potere della Fede! Nessuno studente della filosofia del successo personale sarà tanto sfortunato da lasciarsi sfuggire quest'importantissima osservazione. Torniamo ora all'analisi della Fede, anche se devo subito chiarire che essa è una forza che ha sfidato gli studi dell'intero mondo scientifico. Benché per i nostri scopi sia in rapporto con la realizzazione personale, l'ho messa al quarto posto di questa filosofìa perché può essere rappresentata come la "quarta dimensione" fìsica. La Fede è la condizione mentale che possiamo giustamente definire la "molla dell'anima" con cui tradurre nel corrispondente fisico gli obiettivi, i desideri e le aspirazioni individuali. In precedenza ho detto che si può attingere grande potere abituandosi a Percorrere un Miglio in Più, avendo Chiarezza di intenti e applicando l'Alleanza di Cervelli. Ma questo potere è debole rispetto a quello disponibile abbinando i citati princìpi Ho stato mentale fecondato dalla Fede. Abbiamo già rilevato che la capacità di credere è una delle bDodici Ricchezze. Vediamo adesso come sia possibile dotare abilità e "capacità" dell'arcano potere che è stato il baluardo della civiltà, la causa principale dei progressi culturali, la guida di ogni miglioramento. Tanto per cominciare, ribadiamo che la Fede è uno stato «.mentale su cui può sintonizzarsi solo chi ha imparato l'arte di ^controllare del tutto la propria mente. Questo è l'unico prereE] quisito necessario. La Fede sprigiona il suo potere solo attraverso j'la mente pronta a farlo. Ma conosciamo i metodi e le tecniche, per prepararla, basta desiderarlo e impegnarsi. I punti fondamentali della Fede. a. Chiarezza di Intenti stimolata dall'azione e dall'iniziativa personale. b. Abitudine a percorrere un miglio in più in tutti i rappor ti umani. e. Alleanza di Cervelli con una o più persone che hanno Fede e coraggio, oltre a essere compatibili a livello spirituale con i nostri bisogni e desideri. d. Un atteggiamento positivo, una mente libera da ogni ne gatività, come la paura, l'invidia, l'avidità, l'odio, la ge losia, la superstizione. (La disposizione mentale positiva è la prima delle Dodici Ricchezze, la più importante). e. Riconoscere la verità secondo cui ogni sconfitta reca in sé il germe di un vantaggio equivalente; che le tempora nee battute d'arresto non sono un fallimento, a meno che non le si ritenga tali. f. L'abitudine a riaffermare quotidianamente lo Scopo del la propria vita, specie con la meditazione, come se fosse un rito cerimoniale.
g. Ammettere l'esistenza di un'Intelligenza Infinita che ordina e struttura l'universo; che tutti gli uomini sono espressioni infinitesimali di tale Intelligenza, così che la mente individuale non ha limiti, tranne quelli che essa stessa accetta come invalicabili. h. Un elenco particolareggiato e retrospettivo delle sconfìtte subite, il quale svelerà il fatto per cui ogni avversità ingloba il seme di un vantaggio equivalente, se non superiore. i. Il rispetto di se stessi che si manifesta nell'armonia con la propria coscienza. j. Riconoscere che l'umanità è un'entità unica e indivisibile. Questi sono i punti basilari da cui partire per preparare la mente all'espressione della Fede. Per applicarli non c'è bisogno di sforzi particolari, ma di intelligenza e di una sincera sete di verità e giustizia. La Fede fraternizza solo con la mentalità positiva! È la "forza vitale" che dà potere, ispirazione e possibilità di agire ad un atteggiamento positivo. È la forza che permette alla mente umana di fungere da elettromagnete che attira la controparte fisica del pensiero che essa esprime. La Fede è la madre di ogni risorsa umana perché permette alla mente di produrre "farina da tutto ciò che viene portato al suo mulino". Riconosce le occasioni favorevoli per la realizzazione individuale in ogni circostanza della vita, spingendosi al punto di provvedere i mezzi per trasformare i fallimenti in successi di pari dimensioni. La Fede permette all'uomo di penetrare nei segreti della Natura e di capirne il linguaggio così come si esplicita nell'ordine naturale. Da questo fatto sono nate tutte le invenzioni dell'umanità e la comprensione della libertà come mezzo per armonizzare i rapporti interpersonali. La Fede rende possibile conseguire tutto quanto l'uomo concepisce e prende per buono! Thomas Edison era convinto di poter inventare una perfetta lampadina elettrica e, nonostante avesse fallito più di diecimila esperimenti, Essa lo sostenne fino alla scoperta del segreti dei filamenti incandescenti. Guglielmo Marconi credeva che l'energia dell'etere potesse trasmettere le vibrazioni sonore senza l'uso di fili. La sua Fede sorresse anche nei peggiori momenti finché non venne ricompensato col trionfo. Cristoforo Colombo riteneva che la terra fosse rotonda e che, Navigando, avrebbe potuto trovare una terra al di là degli oceani ignoti. Nonostante le proteste dei suoi marinai miscredenti, egli ordinò di veleggiare finché la sua Fede non lo ricompensò. Helen Keller credeva di poter imparare a parlare malgrado 1 avesse perso l'udito, la vista e l'uso della parola. La sua Fede le ridonò la parola e la dotò dell'equivalente dell'udito grazie al senso del tatto, dimostrando così che Essa trova sempre la maniera di realizzare i desideri umani. « Se volete avere Fede, concentratevi sull'oggetto del vostro desiderio e ricordate che non esiste una fede di "copertura", perché quella vera è la dimostrazione esteriore della Chiarezza di Intenti. ' La Fede è la guida interiore! Questa forza spirituale diretta a fini specifici è stimolata da Dio, che non agisce direttamente, ma ci guida all'autorealizzazione. Come dimostrare il potere della Fede a. Chiarite i vostri obiettivi e stabilite cosa siete disposti a dare in cambio per realizzarli. b. Affermando l'oggetto del desiderio mediante la preghiera, fecondate la fantasia e immaginate già di averlo, agendo in seguito come se lo possedeste. (Ricordate che il possesso di qualsiasi cosa avviene prima a livello mentale e poi fisico). c. Tenete sempre la mente aperta alla guida interiore e, se avete intuizioni che vi inducono a correggere i vostri progetti, fatelo senza indugio. d. Se incappate in una sconfitta temporanea, come può capitare, ricordate che la Fede dell'uomo viene messa alla prova in parecchie maniere e che le battute d'arresto potrebbero essere solo uno di tali "esami". Perciò, accettate i fallimenti come stimolo per impegnarvi di più, avendo fiducia di riuscire.
e. La disposizione mentale negativa distrugge la capacità di avere Fede e porta alla negazione di qualsiasi desiderio. Lo stato della mente è tutto; perciò, prendetene possesso e sbarazzatevi completamente, a qualunque costo, di tutti gli intrusi che vi si insinuano per minare la Fede al la base. f. Imparate a esprimere il potere della Fede mettendo per iscritto la formulazione chiara dell'Obiettivo della vostra Vita, usandola poi come base per le meditazioni quotidiane. g. Fecondate l'Obiettivo principale della vita col maggior numero possibile delle nove motivazioni fondamentali de scritte nel cap. I. h. Stilate un elenco di tutti i vantaggi che vi aspettate di ricevere realizzando il vostro Scopo e richiamateli alla memoria molte volte, a cadenza quotidiana, rendendo così la mente "consapevole del successo". (Questo è ciò che comunemente si definisce autosuggestione). i. Associatevi il più possibile a persone che condividono il vostro Obiettivo; esse devono interagire armoniosamente con voi, che avete il dovere di incoraggiarle in qualsiasi modo. j. Non lasciate passare nessun giorno senza progredire in qualche modo verso la realizzazione del vostro Obiettivo. Ricordate che la "Fede senza le opere è sterile". k. Scegliete "come esempio da imitare" una persona facoltosa che ha coraggio e fiducia in sé e prefiggetevi di superarla nelle realizzazioni. Fatelo in incognito, senza divulgare il vostro proposito. (Per il successo individuale, la vanteria è fatale perché la Fede rifugge da vanità ed egocentrismo). 1. Circondatevi di libri, quadri, citazioni proverbiali e altri suggerimenti basati sulla Fede personale, creando così attorno a voi un'atmosfera di fiduciosa prosperità. Quest'abitudine produrrà frutti meravigliosi. m. Proponetevi di non evadere mai dalle situazioni spiacevoli, ma riconoscetele e cercate di combatterle dal punto in cui vi trovate. In questo modo scoprirete che accettare le circostanze date, senza temerne le conseguenze, equivale ai nove decimi della battaglia per vincerle. n. Riconoscete che ogni cosa che valga la pena avere ha un determinato prezzo. Tra le altre cose, il costo della Fede è l'eterna vigilanza nell’eseguire queste semplici istruzioni. La tenacia sarà la vostra parola d'ordine. Tali sono le fasi che conducono allo sviluppo e al mantenimento dell''atteggiamento mentale positivo, l'unico in cui può albergare la Fede. Ma sono anche le fasi che portano alla ricchezza mentale e spirituale, oltre che del portafoglio. Alimentate il cervello con questo tipo di cibo. Solo così la mente può prepararsi alle più alte espressioni dell'animo umano. La Fede applicata. Alimentate in questo modo la vostra mente e vi sarà facile assumere l'abitudine a percorrere un miglio in più. Vi sarà inoltre agevole tenervi continuamente sintonizzati sull'oggetto del desiderio, senza il dubbio di poterlo ottenere. «La chiave per ogni uomo», diceva Emerson, «sono i suoi pensieri». Che preziosa verità! Ciò che siamo oggi è l'esito dei nostri pensieri di ieri. James J. Hill sedeva con le mani sul tasto del telegrafo in attesa del segnale di "linea libera". Ma non oziava: la sua immaginazione era al lavoro per costruire il grande sistema delle Ferrovie Transcontinentali che avrebbe dovuto contribuire a sfruttare le enormi risorse delle regioni statunitensi occidentali. Non aveva disponibilità finanziarie, né amici influenti. Tantomeno un'esperienza di realizzazioni prestigiose. Però aveva Fede, l'irresistibile forza che non ammette l'impossibilità di alcunché. Allora, mise per iscritto il suo Obiettivo, senza omettere nessun dettaglio. Tracciò sulla carta geografica del continente americano la linea che avrebbe dovuto seguire la strada ferrata. Dormiva con questa mappa sotto il cuscino. Se la portava con sé ovunque andasse. Nutriva la mente col desiderio di realizzare il suo "sogno", finché non lo fece diventare realtà.
Nel 1871, la mattina dopo il grande incendio di Chicago che ne aveva raso al suolo il centro commerciale, Marshall Field arrivò sul sito dove, il giorno precedente, sorgeva il suo negozio al dettaglio. Intorno a lui c'era il gruppo degli altri botteganti che avevano subito lo stesso danno. Egli ascoltò la loro conversazione e si accorse che avevano perso la speranza di ricominciare in quella città; molti erano già decisi a emigrare a ovest. Rivolgendosi al gruppo che gli era più vicino, Field disse: «Signori, voi potete fare ciò che volete ma, per quanto mi riguarda, intendo assolutamente rimanere in questo posto. Lì dove vedete le vestigia fumanti di quello che era il mio negozio edificherò il più grande magazzino al dettaglio del mondo». Il grande magazzino che Field edificò grazie alla Fede si erge ancora nello stesso posto, a Chicago. Questi e altri uomini simili sono stati dei pionieri. Ci hanno Spato i film sonori, il fonografo, gli aerei, i grattacieli in cemento armato, le automobili, le superstrade, gli elettrodomestici, le aprane centrali elettriche, i raggi x, il sistema bancario per gli investimenti, le grandi assicurazioni sulla vita; ma la cosa più importante che essi, grazie alla Fede, hanno potuto fare è conservare la libertà di cui gode ogni nostro concittadino. % A progresso umano non è una questione casuale o di fortu,j»ùa, ma il risultato della Fede vissuta come la esprimono gli uomini che, grazie ai diciassette princìpi di questa filosofia, hanno , abituato la loro mente a credere nell'Intelligenza Infinita. Lo spazio occupato nel mondo da ciascun individuo è misurabile mediante la Fede che egli esprime in relazione ai suoi f obiettivi. Ricordiamolo! Ricordiamo altresì che la Fede non pone limiti alla libertà né alle ricchezze, ma guida ciascuno alla realizzazione dei suoi desideri, grandi o piccoli, a seconda della convinzione personale. E, sebbene Essa sia una forza che nessuno scienziato ha mai potuto analizzare, il processo con cui la si può applicare è semplice, comprensibile anche per le persone più umili, così che può ritenersene proprietaria l'umanità intera. Tutto ciò che sappiamo è contenuto nel presente capitolo: nessuna fase di applicazione supera le capacità dell'uomo medio. La Fede esordisce con la chiarezza di intenti di una mente preparata grazie allo sviluppo dell'atteggiamento positivo. Essa sprigiona tutto il suo potere per mezzo delle azioni concrete, nella realtà, per il raggiungimento di un obiettivo. Ogni azione reale è ispirata a una o più delle nove motivazioni fondamentali. Non è difficile sviluppare la Fede in rapporto al perseguimento di un obiettivo. Se si è motivati d’amore, si avrà l'impressione di avere le ali per agire con fiducia sulla realtà. Così provvisti, si applicherà con fantasia ogni mezzo per raggiungere la meta. Tali azioni si concretizzeranno spesso in un lavoro appassionato, che è una delle Dodici Ricchezze. Decidendo con purezza di cuore di accumulare beni materiali, ogni sforzo diventerà in breve un lavoro appassionato. Le ore del giorno non sembreranno sufficienti per appagare i bisogni e, per quanto a lungo si lavori, si sentirà che la fatica è attenuata dalla gioia dell'espressione personale, che è un'altra delle Dodici Ricchezze. Così, per chi prepara la mente si autoespressiona mediante la Fede cadranno una dopo l'altra le resistenze frapposte dalla vita. Il successo diventerà inevitabile. La gioia coronerà ogni sforzo individuale. Non ci sarà tempo per l'astio e l'avversione personale. Si instaureranno relazioni umane armoniose. La speranza sarà corroborata e perpetuata perché ci si vedrà sempre in possesso dell'obiettivo. L'intolleranza sarà sostituita dalla mentalità aperta. L’ autodisciplina diventerà naturale come l'alimentazione quotidiana. Si comprenderanno gli altri perché li si amerà; a causa di questo amore si sarà disposti a spartire i propri beni. Non ci saranno più paure, perché la Fede le avrà eliminate tutte. Le Dodici Ricchezze saranno a portata di mano! La Fede è un'espressione di ringraziamento per l'unione dell'uomo col suo Creatore. La paura è il riconoscimento dell'influenza del male e connota una mancanza di fiducia in Dio. La maggiore ricchezza umana è la comprensione dei quattro princìpi che ho menzionato. Essi sono i famosi "Quattro Grandi" di questa filosofia perché rappresentano il tessuto e l'ordito, oltre
che la pietra miliare, della Chiave della Ricchezza per scoprire il potere mentale e i più intimi segreti dell'animo umano. Usate questa Chiave in modo saggio e sarete liberi! Alcuni che hanno ricevuto la rivelazione di questa Chiave. Il potere che gli uomini attingono interiormente non conosce distinzioni di casta! È disponibile per i poveri come per i ricchi e i potenti. Non è necessariamente tramandabile da una Dna all'altra; lo possiede chiunque sappia pensare. Nessuno, tranne voi, può attualizzarlo per voi. Lo si deve prendere proprio interno ed è a disposizione di chiunque lo reclami. Qual è la strana paura che paralizza la mente umana e impedisce a tanti di attingere dalla forza interiore che, se riconosciuta e usata, ci eleva alle più alte vette realizzative? Perché e in che nodo la maggioranza della popolazione si fa vittimizzare da un io ipnotico che distrugge la capacità di adoperare il potere segreto della mente? Come si può spezzare questo ritmo?
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