L'Idea Stessa Di Spiritualità Se n'è Andata (Jeff Foster)

August 26, 2017 | Author: gianfrancob | Category: Idea, Philosophical Science, Science, Entertainment (General), Religion And Belief
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Brano di Jeff Foster...

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"L'idea stessa di spiritualità se n'è andata" (Jeff Foster)

“Ogni cosa è ritornata al suo posto. Alla sedia era permesso di essere di nuovo una sedia, mentre nello stesso tempo, naturalmente, era l’espressione divina, era l’Unità che giocava al gioco di essere una sedia. Una tazza di caffè poteva ancora essere una tazza di caffè, un pensiero un pensiero, una sensazione poteva ancora essere una sensazione. La tristezza poteva esser tristezza, l’amore poteva essere amore. Ogni cosa era se stessa e nulla era mio. Le parole non riescono a catturarlo, ma finalmente si poteva vivere una vita ordinaria, e la vita ordinaria era l’unico miracolo. C’è stato un ritorno al mondo anche se era solo un mondo apparente, anche se era tutto un sogno, anche se non c’era nessun me e nessun altro. Improvvisamente dopo anni di essere distaccato e di voler essere distaccato c’è stato un rilassamento in «quello che è». L’intera cosa è collassata in una vita molto ordinaria. Ma il ricercatore era morto. La ricerca era morta. […] «Quello che è» è stato visto come il miracolo. Ed è sempre abbastanza. L’idea stessa di spiritualità se n’è andata. Quel concetto non era più necessario. Concetti di ‘risvegli’ e ‘illuminazione’ e ‘nulla’ se ne sono andati. Concetti di pratiche e scopi e conseguimenti futuri se ne sono andati. Perché? Perché l’erba era abbastanza, l’albero era abbastanza, il terreno sotto ai miei piedi era abbastanza. Mi sono innamorato del terreno solido o il terreno solido si è innamorato di se stesso e la ricerca di una vita è terminata. […] E’ «questo» il miracolo. […] Quando ci attacchiamo a idee del sé o idee del non-sé, o idee di pratiche, o idee di non pratica, cadiamo nella dualità. E’ assolutamente chiaro che la non dualità non può venire contenuta in nessun concetto, nessuna filosofia, nessun sistema, nemmeno il più raffinato. […] Nel vedere chiaramente che non c’è nulla da fare, perché «questo» è già completo, la stagnazione se ne va. Ci può essere un saltare fuori dal letto, col cuore completamente aperto a un altro giorno di non-sapere. «Nulla da fare» è solo un altro concetto, «qualcosa da fare» un altro concetto. […] E così il paradosso viene risolto qui nella semplicità assoluta e nella meraviglia di quello che è. Nell’accadere del respiro, nei rumori della stanza, nel tepore della mia tazza di tè, nel crocchiare dei biscotti, nelle briciole che cadono sui pantaloni. La ricerca di una vita finisce qui e c’è

solo gratitudine per la tazza di tè, per i biscotti, per questo, così com’è. Nessuno beve il tè, nessuno mangia i biscotti e nessun scrive queste parole, eppure, che miracolo è tutto questo, e come sono stato pazzo e innocente nella mia pazzia cercando qualcosa di più di questo, quando ogni cosa di cui avevo bisogno era proprio qui. Proprio qui nel posto dove non sono”.

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