L'italiano dei giornali -Riccardo Gualdo.docx

January 22, 2017 | Author: Ivano Celentano | Category: N/A
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L’ITALIANO DEI GIORNALI Breve storia della scrittura giornalistica Giovanni Becchelloni e Alessandro Mazzanti dividono la storia del giornalismo in tre fasi:  Dalle origini alla riforma fascista del 1925  Dal 1925 alla metà degli anni Ottanta  Dagli anni Ottanta ad oggi Questa divisione la si è scelta partendo da una base storico tecnica più che linguistica. Essa, per molti, sottostima la fase del boom economico degli anni Settanta. Dalle origini al secondo dopoguerra Avendo come punto di partenza la nascita del nuovo stato unitario, nonostante i primi opuscoli fossero presenti già dalla fine del Settecento, iniziarono a moltiplicarsi i primi quotidiani a larga distribuzione. Accanto a loro, con la scoperta del telegrafo attorno al 1866, si uniscono le due sponde dell’oceano Atlantico così da poter avere informazioni in tempi brevi anche con riferimento al nuovo continente. La lingua dei primi giornali è ancora molto eterogenea: nella sintassi, incerta tra modello letterario e maldestri tentativi di svecchiamento del lessico e la ricerca di una depurazione da regionalismi e dialetti. A dare slancio al giornalismo, a dire di Tullio De Mauro, contribuiscono:  le riforme elettorali (sempre più grandi fette di popolazione si interessa alle notizie dal momento che ora hanno la parola sulle vicende italiane)  la secolarizzazione e la progressiva riduzione dell’analfabetismo  la crescita industriale e l’inizio della lotta sindacale Con inizio nel fallimentare “L’Italia”, ispiratosi all’americano “New York Herald” in cui la prima pagina diviene, per la prima volta una specie di vetrina. Il giornale in questa fase inizia a costruirsi una fisionomia ben precisa:  a livello di tempi verbali prende voga l’uso dell’imperfetto cronistico, l’infinito iussivo (l’infinito al posto del imperativo)  burocratismi e forme anaforiche  si cristallizzano gli stereotipi come la coppia sostantivo-aggettivo (audace furto, fuga precipitosa) con tutto questo, anche se questi elementi contengono basso interesse linguistico, aiutano i lettori ad abituarsi ad un certo tipo di scrittura e di lingua. Nei primi anni del Novecento l’aspetto del quotidiano è ancora austro: una grande prima pagina a cinque colonne che riserva grande spazio alla politica e alla cronaca giudiziaria, soprattutto locale. Una caratteristica della stampa italiana è che, in qualche modo, i primi giornali tagliano fuori una parte della popolazione dietro ad una lingua non per tutti accessibile e riserva una versione illustrata solo all’edizione domenicale. A seguito della collaborazione con degli illustratori il giornale cambia anche dal punto di vista linguistico. 1

Esso si apre agli influssi del parlato ed alle lingue straniere, favorendo l’armonizzazione del lessico e aprendosi ad un ventaglio di contenuti più ampio (sport, economia, letteratura ed intrattenimento). Un'altra svolta sarà nel periodo della guerra in Libia e dell’ingresso della nazione nella prima guerra mondiale. Iniziano a nascere i primi inviati di guerra, al fronte, nel frattempo cresce l’importanza del ruolo del direttore come garante della qualità degli articoli e della omogeneità del giornale. Nel primo venticinquennio del secolo la trasmissione delle notizie via telegrafo e telefono incide sulla sintassi; a causa dei costi di trasmissione  la sintassi diviene più secca agile e diretta; molto più coordinante rispetto che subordinante.  Aumenta l’impiego di modi impliciti e si diffonde l’utilizzo del participio passato ad inizio frase.  Sviluppo di uno stile nominale Tutto questo snellisce il periodo anche se contribuiscono a crescere il rischio di sconcordanze e anacoluti. Gli articoli di politica sono più equilibrati e lessicalmente molto vivaci. Il giornale avrà un ruolo fondamentale nella propaganda mussoliniana, specialmente per quello che concerne l’estero, importante sarà l’agenzia Stefani , completamente fascistizzata e in continuità nella Repubblica Sociale. Nel 1930 si avviano le prime macchine a rotocalco. Dal miracolo economico agli anni Ottanta Dopo l’esperienza del conflitto, con la legge Costituzionale (art.21) del febbraio del 1947 hanno dato respiro all’informazione imbavagliata per tutto il ventennio fascista,anche se non corrispondono variazioni a livello linguistico e stilistico rispetto ai decenni precedenti. Obbiettivo era dunque il “ripulire la lingua dei giornali dagli eccessi del fascismo”. La ricomparsa di stereotipi e formule burocratiche, perifrasi e l’attenzione alla correttezza dal punto di vista linguistico, tengono lontano il pubblico medio dalle edizioni quotidiane per poi riversarli nell’edizione illustrata del fine settimana. Oltre allo svecchiamento tecnico e stilistico abbiamo l’uscita allo scoperto di quella cronaca nera tenuta ben nascosta dal Duce durante il ventennio, oltre che a quella bianca con particolare attenzione ai fatti locali. Nel 1954 le prime trasmissioni televisive annunciano la novità per cui, oltre la TV, metodo prediletto per la didattica della lingua italiana alla popolazione più difficile da raggiungere, la stampa , attorno alla fine degli anni Cinquanta, raggiunge quasi la totalità (tra lettori regolari, meno regolari e settimanali) della popolazione non analfabeta presente nel paese. Il primo giornale a dare una sferzata al mondo giornalistico italiano fu “Il Giorno” (1956) voluto dall’allora presidente di ENI Enrico Mattei il quale produce un giornale innovativo, creando il primo ufficio grafico in Italia (seguendo l’idea dell’inglese Daily Express) con il quale produrre una prima pagina vetrina ed una parte interna con una serie di fumetti e vignette. Si allargano gli argomenti trattati, ampio spazio viene dato allo sport ed alla società e, in fondo alla prima pagina, il primo direttore Gaetano Balduzzi, pone una sezione dal nome Situazione dove, quotidianamente, egli poneva il punto della situazione nel mondo. 2

Caratterizzato da uno stile tagliente, d’effetto ed essenziale, destinato alla classe media di stampo democristiano, non esclude le donne e gli argomenti fino ad ora poco considerati all’interno del tipico quotidiano dell’epoca. I pezzi sono stringati, non retorici e con molte rubriche tematiche:soprattutto non a stampo politico e viene introdotto un nuovo tipo di lead che mette in primo piano l’avvenimento in oggetto nell’articolo. Dal punto di vista linguistico abbiamo l’introduzione di pronomi atoni che riprendono, collegando le varie frasi del pezzo. (Mazza non si ritira dalla testa del giornale, lo dice la stessa redazione della testata) oltre a questo si registra l’aumento di frammenti di discorso diretto per evitare frasi di ripresa secondo le regole del discorso indiretto > maturazione in vista dello stile nominale. Il Giorno costringe altre testate nazionali come Corriere e Stampa ad un veloce e netto svecchiamento.  Il Corriere di Milano apre una rubrica di contatto con i lettori ed apre ai giovani giornalisti ed introduce le donne in redazione. Si adatta lo stile “centauro” (metà politica e cultura nazionale, metà cronaca, spesso di carattere locale.)  Il giornale del PCI “l’Unità” cambia il suo stile grazie a Giuseppe Trevisani In questi anni nasce l’ANSA, erede della Stefani , anche se gestita dagli organi di stampa e non molto legata all’autorità di governo. L’ANSA assume il primato dello smistamento delle informazioni con uno stile meno ufficiale e più sostenuto . “La società italiana degli anni 50 e 60 non è per nulla rappresentata dai media presenti in quel periodo; c’è poco di quella società dinamica e vogliosa di cambiare che in realtà era quella italiana” Sorrentino . La politica mobilitava la grossa quota parte dell’attenzione dei giornali e con il suo politichese, contorto e di difficile comprensione: mix che diede alito a tale lingua anche nei giornali coniando l’appellativo di lingua giornalese . Negli anni Settanta compaiono i giornali di estrema sinistra che danno voce alle istanze di quella parte politica nell’epoca della mobilitazione operaia e del femminismo > povere di mezzi ma per la controinformazione. Anno di passaggio è il 1974-75 quando ci fu, a causa della crisi economica, un calo delle vendite ed il Corriere cambia direttore scegliendo Piero Ottone che provvede a dare un tono moderno e uno stile meno ostico al giornale accogliendo in prima pagina tecnici, sociologi e commentatori vari; per la sua presunta simpatica per il PCI viene abbandonato dal suo collaboratore Indro Montanelli che, una volta abbandonato và e fonda, con l’aiuto di Montedison “ Il Giornale Nuovo”. Viene imposto al moderato “Il Messaggero” una forte tendenza socialista; soprattutto “La Repubblica” (fondata da Eugenio Scalfari nel 1976) con i giornalisti del gruppo dell’Espresso la caratterizzano con una forte connotazione interventista in campo politico. Il giornale di Scalfari è il primo “tabloid” italiano visto che ospita una pagina autonoma per le rubriche, tralasciando lo sport ed il costume. La forza de “La Repubblica” sta in un nuovo stile, brillante, narrativo, riuscendo a conquistare i più giovani. Tra la seconda metà degli anni Settanta e la prima metà degli anni Ottanta i giornali perdono il monopolio della notizia a vantaggio della TV della sera. 3

La stampa nell’era della TV e del Web Gli anni Novanta sono segnato dalla nascita e diffusione di Internet e la diffusione sempre più istantanea delle notizie attraverso differenti canali. Convergenza: il consumatore può accedere ai contenuti attraverso più canali, senza vincoli spaziali o temporali Oltre a questa variabile determinante abbiamo la nascita della free press. Quotidiani generalisti

Foglio a lenzuolo

Tutti gli argomenti

Corriere della Sera, Repubblica

Quotidiani d’opinione o di tendenza

“Quattropagine”

Niente sport e costume e molta opinione

Il Foglio

Target il grande pubblico > politically correctness e par condicio Target la nicchia di persone intellettuali > stile brillante e spesso senza freni nel giudizio

La nascita dei quattrofogli è dovuta anche ad un sempre più profondo disinteresse per la politica dopo gli anni Novanta. Anche il linguaggio tra i due varia nettamente: se nei generalisti il tono è sempre e comunque sommesso, con un linguaggio che tiene le distanze, a dovere di cronaca, il giornale di tendenza propone spesso uno stile più nararativo, complice del lettore, con dei termini altrimenti banditi, domande retoriche, come se il lettore sia complice del giornalista che scrive l’articolo: per fare ciò il destinatario deve avere un livello decisamente superiore a quella del ricevente medio. Per quanto concerne il giornale gratuito abbiamo:  Un formato ridotto (attorno alla media delle 24 pagine)  Sono pieni di pubblicità, visto che sono sostenuti da esse  Super sintetici Il loro scopo è puntare su un pubblico di non lettori e con l’idea di saturare la necessità di conoscenza superficiale degli eventi della giornata. A livello linguistico, a causa della loro ristrettezza viene utilizzata una periodizzazione breve e stringata, molto ricca di cronaca cittadina. Per Bonomi i caratteri complessivi di questa stampa sono: leggibilità, essenzialità, medietà e scarsa espressività. Due problemi rimangono aperti: 1. Non esistono vie di mezzo tra i due tipi di giornali (free e a lenzuolo/di tendenza) come i tabloid britannici (o il Bild tedesco). I giornali italiani rimangono prodotto elitario 4

2. La dipendenza dalle agenzie di stampa: per quanto riguarda la produzione gratuita è spesso senza redazione e quindi facente riferimento alla sola notizia apparsa in rete. Futuro?  Supporto fisso  Supporto mobile Come è fatto un giornale Durata media: 15-20 minuti al giorno > fondamentale è l’attrattiva a partire dai titoli e la brevità dell’articolo: -

Espansione delle forme brevi (sommari,commenti, interviste, battute fulminanti) Ruolo sempre più rilevante delle immagini Sfruttamento di tipo ipertestuale di brevi commenti ed immagini che rimandano ad altre pagine interne

Formato standard: (a lenzuolo) 40x56 cm; formato tabloid: formato A3 Macrostuttura del giornale: contesto. Ciascuna delle parti di esso si inquadra in piccole sottoparti legate assieme da quello che viene definito CO-TESTO. Formato ed impaginazione Se nei primi giornali la composizione fatta in piombo imponeva una struttura ben determinata, con le nuove tecnologie permettono di muovere l’aspetto generale, questo aiuta il colpo d’occhio e una modalità di lettura non lineare ma “a scansione” che aiuta gli appigli visivi (Bonomi). La disposizione assume un valore ideologico: l’alto è più importante del basso e la destra è superiore alla sinistra. Nella tipografia tradizionale il progetto grafico del giornale si definisce con il termine menabue ma, nella grafica attuale si ragione per blocchi organizzati per moduli che vengono distribuiti a seconda del layout voluto; ognun giornalista ha a disposizione un certo numero di pagine master. Titoli I titoli sono fondamentali per censire il contenuto del giornale e scegliere quello che è importante leggere all’interno dei giornali che constano anche di 50 pagine. I titoli della prima pagina vengono considerati vetrina del giornale, essi devono attrarre il lettore nel momento della scelta. Determinanti sono i font dei titoli che si distinguono tra font “con grazie” o “senza grazie” (Times New Roman, “con grazie” e Arial “senza grazie” ). Le grazie sono le finali delle lettere che concludono ciascuna lettere. Le lettere “senza grazie” sono anche chiamate bastoni visto che non hanno tali terminazioni e sembrano, appunto, dei bastoni. Lettering: scelta dei caratteri di stampa a fini estetici e comunicativi. (calco dell’italiano lettera)

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Per quanto concerne i titoli in vetrina il tutto deve servire come logotipo di riconoscimento della testata giornalistica: i caratteri del titolo, di norma comunque superano i 36 punti di grandezza, per il testo dagli 11 fino a caratteri più piccoli. Per guadagnare spazio si utlizza spesso anche l’interlinea nel testo e, a livello di modalità di scrittura, per maggiore leggibilità si preferisce il minuscolo al maiuscolo. Si dividono i titoli in due categorie:  

Titoli valutativi (features): titolo che attirano per l’uso che in essi si fa dell’allusione e dell’ellissi di parte dell’informazione riguardante l’articolo. Titoli descrittivi (news): titoli molto più espliciti tipici di aspetti come la cronaca.

Eliminazione di articoli e ausiliari Tematizzazione e messa in rilievo Frasi passive

Tecniche di riduzione della frase Il modello Merkel è una tentazione da evitare Prodi incalza i lavori autonomi sul tema delle tasse L’imam di Torino è stato espulso dall’Italia con un blitz

Modello Merkel tentazione da evitare Prodi incalza i lavori autonomi Blitz a Torino, espulso l’imam

Soprattutto gli articoli che sono all’interno di colonne hanno la necessità di economizzare e, quindi, le prime elisioni sono per gli ausiliari e gli articoli che sono uniti al sostantivo a cui si riferiscono. Omissis Testo ed immagini All’inizio i quotidiani erano delle pagine rigidamente caratterizzate da articoli e colonne, ora, nel nuovo millennio le immagini sono parti importanti della lettura del giornale e, sono spesso riportante, almeno in prima pagina, a colori; questo grazie sicuramente all’abbassarsi dei costi di riproduzione delle copie a carico delle varie testate. Secondo Umberto Eco il ridimensionamento della stampa rispetto agli altri media lascia solo due alternative al quotidiano: o lasciare più spazio al commento critico oppure assomigliare sempre di più alla televisione, imitandone le modalità comunicative. La via del commento critico è ben vista dai giornali di tendenza o d’opinione: molto testo e poche immagini e grande tendenza al commento e alla critica; il secondo atteggiamento invece è scelto per i generalisti che mettono in campo un profondo apparato iconografico. L’immagine, oltre che un aiuto dal punto di vista narrativo e descrittivo può, se scelta bene l’immagine essere un ottimo strumento per la spettacolarizzazione della notizia stessa, creando così un forte connubio testo-immagine. L’immagine viene concepita su due piani (teoria di Roland Barthes): -

Come copia oggettiva della realtà Come strumento di interpretazione di alcuni segni che scaturiscono da tali immagini

Da qui ci sono due effetti all’interno del rapporto testo-immagine: 6

a) Ancoraggio: quando le parole ancora la percezione del lettore su alcune informazioni, distogliendole da altre (parole come delimitazione chiara dei significati). b) Ricambio: quando parola ed immagine sono complementari con la commistione dei quali si giunge ad un significato superiore. Nell’informazione a stampa è molto raro trovare un’immagine completamente autonoma da un testo di un articolo. Con il supporto visivo la pregnanza informativa aumenta vertiginosamente. L’iconografia, in particolare, è utilizzata per valorizzare e problematizzare allo stesso tempo delle notizie che perderebbero di attrattiva e pregnanza con una semplice fotografia: esibire uno schema ben fatto o un diagramma, una mappa geografica può aiutare a velocizzare la comprensione di molti argomenti. (De Mauro) Testi misti e testi speciali Il giornale è caratterizzato da più di un autore: ha una scrittura che possiamo definire polifonica. A firma dello stesso autore, inoltre, si possono trovare spesso articoli appartenenti alle più svariate forme si scrittura giornalistica (linguaggi e articoli più o meno specialistici.) Tipologie di articoli Per Rossella Savarese per analizzare l’oggetto testo-giornale bisogna prendere in considerazione un insieme gerarchizzato composto da tre sottoinsiemi: 

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la prima pagina: la redazione inserisce tutte le notizie che vengono ritenute più importanti e più attarenti: a lei il ruolo di vetrina dei contenuti interno. Gli articoli sono molto spesso estratti e proseguono nelle pagine interne, ad eccezione dell’editoriale o articolo di fondo che è riportato per intero sulla prima pagina. Oltre a questo abbiamo il feuilleton, posto a piè pagina ed è scritto con una forma molto narrativa(la parte del giornale che prima ospitava le puntate del romanzo d’appendice), il corsivo, un breve articolo o commento a carattere polemico; e i trafiletti le pagine interne: inteviste ed articoli più o meno ampie: l’elzeviro, l’articolo principale della pagina culturale l’ultima pagina: dove prima si dava spazio alla pubblicità ora si trovano spesso grosse immagini.

Ora analizziamo l’articolo in tutte le sue parti che lo compongono: L’attacco Detto anche cappello o lead ha il compito di spingere il lettore a continuare la lettura dello stesso. Questo ha, di norma, al massimo quaranta parole e deve contenere tutte le informazioni principali (le 5W del sociologo Lasswell). Si è visto che il metodo del lead non è sempre il miglior genere di attacco. Da manuale si distinguono quattro tipi di attacchi: 1) 2) 3) 4)

Enunciazione (descrittivo): racconto oggettivo dei fatti Situazione (narrativo): descrizione di una situazione concreta Dichiarazione (dichiarativo): citazione tra virgolette Domanda (interrogativo): frase che trasforma il fatto in un problema ed avvia la riflessione.

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L’uso del presente nei primi due casi ha il compito di inserire con la neutralità un fattore obbiettivo nel testo e la continuazione all’imperfetto colloca la storia in un recente passato. Il secondo attacco era tipico di giornali come “la Repubblica” che vivacizzarono la scrittura giornalistica ed in particolare la cronaca politica con il partire dal particolare e allargare lo sguardo o presentando i protagonisti colti “in azione”. Il testo L’articolo di giornale prende sempre spunto da una serie di informazioni essenziali che poi il giornalista andrà a disporre secondo una certa logica che può anche non rispettare il criterio cronologico ma, bensì,una propria logica interna.  

Fabuola: insieme delle informazioni principali . Intreccio: la sequenza che il narratore intende disporre. Esistono poi due modi per organizzare l’intreccio della narrazione: a) A spirale: il giornalista torna più volte sul punto fondamentale della notizia aggiungendo particolari o informazioni nuove. Fondamentale è dunque la coesione e l’uso dei connettivi per collegare tutte le singole parti dell’articolo. b) La notizia ritardata: consiste nel non svelare la notizia principale sin dall’inizio ma annunciarlo poco alla volta in modo da favorire la lettura tramite l’effetto dell’attesa. Ellissi catatonica del tema: il tema viene cancellato e annunciato al massimo da quel pronome che, sostituendo il soggetto, crea il fattore di attesa nel lettore. 1

Effetti della forma della lingua Sia la scrittura a spiarale che quella ritardata sottolineano la tendenza in voga nel giornalismo moderno della suddivisione in paragrafi del testo. La differenza tra capoverso e paragrafo sta, lentamente scomparendo: il primo è inteso come “la porzione di testo delimitata da due accapo”, azione che sottolinea una variazione nel dinamismo comunicativo; mentre il secondo è sottolineato dalla creazione di blocchi di testo che è tipico della scrittura inglese e che sta influenzando il mondo soprattutto a causa dell’introduzione della scrittura digitale che prevede questa ripartizione e che andrà sostituire il continentale capoverso. Questa divisione in gruppi risponde all’esigenza di un maggiore ordine logico mentale, di una pulizia e di una chiarezza anche dal mero punto di vista visivo. La tendenza generale sembra una sempre più importanza mantenuta dai connettivi con il compito di collegare le varie parti del testo: spesso con separazioni forti. Questo è molto evidente nelle pagine di tipo informativo dove la riduzione delle proporzioni del testo corrisponde ad una maggiore attività di NOMINALIZZAZIONE e di utilizzo di strutture VERBALI IMPLICITE. LA COORDINAZIONE E’ PREFERITA ALLA SUBORDINAZIONE. Le sezioni tematiche del giornale

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Catafora: quando un pronome sostituisce un nome che compare dopo. Anafora :quando un pronome sostituisce un nome che è già apparso nel testo.

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Il giornale è passato, con il passare degli anni ad una divisione a sezioni tematiche che, a seconda della giornata viene più o meno allargata a livello di pagine: a livello di sport, ad esempio , il lunedì vengono dedicate più pagine rispetto alle altre edizioni. Alcuni tra le principali testate giornalistiche adoperano anche inserti tematici settoriali per dedicare ampio spazio al tale tema. In molte di queste occasioni vengono adottati testi misti: testi in cui le varie tipologie testuali si mischiano andando a formare un unico testo, dei testi ibridi con nuove finalità e strutture. Il lettore, dunque, nel settore tematico, grazie a questi testi ibridi potrà trovare testi che variano anche dal punto di vista diafasico, diamesico per ovviare all’arrivo dei tecnicismi esiste una corrente, non solo in Italia che tende alla cosiddetta domestification: l’eliminazione di tutti i termini specifici e la loro sostituzione con termini più familiari al pubblico . ECONOMIA Nel 1865 l’industriale laniero veneto Alessandro Rossi fonda a Milano il “Sole”, primo quotidiano economico del paese, il quale si unirà nel 1968 al giornale “24 ore” che diede vita all’attuale testata leader nel campo economico legato alla Confindustria. La scrittura di nei giornali a stampo economico sono caratterizzati dal forte supporto di tabelle, grafici e riferimenti extra testuali ed un lessico molto tecnico che rende difficile la lettura del giornale ai non tecnici. Nei titoli domina la sequenza tema-rema, magari con il verbo in prima posizione, e la cosa particolare è che ne “il Sole 24 ore” non sono presenti articoli di commento in prima pagina. In generale, anche dal punto di vista lessicale si trovano periodi con un grado assai maggiore di complessità rispetto a quello che si sarebbe potuto trovare nelle testate generaliste. SPORT Per Valetini quelli sportivi sono i veri giornali popolari ed in Italia sono molto carenti. La cronaca sportiva, scritta o trasmessa, è un genere testuale abbastanza consolidata nel tempo e con caratteristiche abbastanza standardizzate. Nei principali quotidiani sportivi (Gazzetta) spesso, grazie schemi , grafici, foto e titoli d’effetto, viene resa inutile la stessa lettura integrale dell’articolo, visto che, solo da queste parti “preliminari” si riesce a cogliere bene il nesso delle questioni. Lungo l’articolo,inoltre, per ogni passaggio è spesso presente un sommario tra le colonne che riprende, con frasi nominali, il paragrafo importante dell’articolo. Qui si sono riscontrati aumenti di frasi nominali, l’accostamento di due nomi (uomo-partita), anglicismi(corner per angolo), ed in genere una scarsa potenza retorica dei contenuti soprattutto nelle edizioni infrasettimanali. Forme brevi e forme espanse Brevità > si adatta bene alle nuove forme di comunicazione digitale (breve testo – immagini - clip): co-testo multimediale, fatto tramite un ipertesto. Tutto questo è chiamato da Raffaele Simone paradigma digitale e multimediale.

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Il testo deve essere breve e così avere una ricezione rapidissima, ma può essere solo grazie alla compartecipazione di tutta una serie di altri elementi che consentano vari approfondimenti. Questa tendenza alla miniaturizzazione è data dalla necessità di avere a che fare con lettori sempre meno abituati a leggere e che preferiscono la notizia MORDI E FUGGI.  

Per i giornali tradizionali: una modalità di lettura preliminare. Per i giornali free: l’unica modalità.

Nei box dal titolo “il punto”, “in sintesi”, il lettore trova le linee guida fondamentali per capire il commento sulla tale vicenda.

Il corsivo È la forma breve per eccellenza, in forte aumento durante la metà degli anni Settanta e serve per condensare in poche linee i concetti chiave alla comprensione dell’articolo.  

Lingua brillante Spesso molto polemici

Es. Indro Montanelli- Mario Melloni

Il comunicato stampa Testo nudo con il puro scopo informativo, diramato da un addetto stampa facente capo ad un’agenzia di stampa. Lo stile deve essere più o meno quello del giornale così da non avere grande difficoltà ad adattarla ad una testata. Un tempo solo per i tecnici del giornalismo, ora è aperta a tutti tramite la rete. Si rispetta lo stesso paradigma degli articoli, con a capo la notiziabiltà , l’attitudine di un avvenimento a diventare notizia. La scrittura brillante e la scrittura grigia “la scrittura è un’arte seria, fatta di una tecnica piccina” (De Mauro in ricordo di Don Milani)  2007 tantissimi non hanno superato la scuola media inferiore  La gente non supera l’utilizzo di 10.000 parole tra quelle che si usano attivamente e passivamente. Dardano ha coniato la parola “ discorso brillante”. Modello proposto soprattutto da la Repubblica e dalla cronaca politica de “Il Giorno”: molto vicina alla miemesi del parlato e con una scorrevolezza notevole. Questo tipo di scrittura può esprimersi anche tramite strumenti sintattici inconsueti come “l’ipotassi paralizzante” , ovvero di un frantumarsi delle strutture subordinanti dando vita ad una serie di incatenamenti di coordinate. Frasi fatte, parole alla moda. La lingua giornalistica è una delle scritture più soggette alla standardizzazione, cioè alla ripetizione ed assimilazione meccanica di parole più o meno brillanti. 10

Molto spesso con il mero inserimento di frasi appartenenti ad un testo di diverso tipo. Principalmente: a) 1. Medico “il paziente ha ricevuto LE CURE DEL CASO, ora si trova in PROGNUSI RISERVATA” 2. Legale “il PM CONVALIDA L’ARRESTO” b) Collocazioni fisse di due o più parole in una frase “macabra scoperta” – “Blitz antidroga” –“fitto riserbo” – “nessuna traccia” Più abituato alla variazione è il campo della canzone e della cinematografia: però ci sono alcuni che sembrano stereotipi: “TUTTI PAZZI PER MARY /-TOTTI/-AMORE “ (nota l’allitterazione T-Z) Le forme stereotipate sono facenti parte della caratteristica linguistica della plasticità > lingua plastica, che dà la possibilità di continuo riflusso di lemmi all’interno della lingua Neologismi e stereotipi sono l’ultima frontiera delle parole alla moda. Neologismi : sono di altissimo uso; si provi a pensare alla serie di parole che sono composte dal suffisso greco -poli con un significato che ha assunto valore di “ luogo dello scandalo” (Tangentolpoli,Calciopoli) Anglismi: sono spesso generati dalla necessità di riportare frasi ritrovate in testi o canzoni in inglese oppure a scopo di utilizzare l’estrema sintesi degli oltre manica per messaggi molto stringati. Più genericamente si trovano spesso parole inglesi in un co-testo italiano (bacio KILLER) Questo aumento del numero di parole inglesi è stato sviluppato a partire da un certa stampa tecnica che ha per prima inserito, senza tradurre, le parole inglesi, ignorando le traduzioni proposte dall’italiano. La scrittura giornalistica Dall’agenzia di stampa alla pagina La prima agenzia di stampa europea è francese ad opera di Charles Louis Havas del 1832 con il compito di tradurre i comunicati e gli articoli di giornali stranieri in francese. Prima in Italia: Agenzia Stefani (1853) > ANSA (1945) Le agenzie diffondono: > FLASH (1-2 righe)

> ROUND UP (panoramica generale)

Il loro lavoro deve essere utlilizzato da tutte le testate quindi non deve essere interpretato e non ideologico, oltre che privo di personalizzazioni cercando di fare sembrare gli articoli scritti da una sola mano. Fino ai primi degli anni Novanta le grandi agenzie producono dei manuali sullo stile di scrittura redazionale: alto deve essere il tasso di riutilizzabilità della notizia. L’articolo di cronaca Caratteristiche chiave già dal 1800 devono ottemperare alla necessità di 11

 Brevità  Semplicità  Leggibilità Da sottolineare l’abbondare dei costrutti impliciti, che condensano la notizia, a scopo di brevità ma ne mettono in crisi la coesione all’interno del testo. Se,da una parte, la cronaca sta tentando di liberarsi di stilemi come VENIRE sotto forma di ausiliare, ecco che, problemi ben più complessi sono quelli dati dagli stereotipi. La tendenza nello stile è quella di indurre la narrazione a consumo: essa ha un impostazione letteraria e un risultato molto vicino all’idea della presa diretta cinematografica caratterizzata da:  DISCORSO DIRETTO LIBERO (in vista di una maggiore chiarezza e semplicità)  MIMESI DEL PARLATO  DOMANDE RETORICHE E NON INTRODOTTE L’articolo di approfondimento Con la perdita da parte della stampa del primato della notizia, il ruolo dell’articolo d’approfondimento è diventato sempre più determinante . EDITORIALE (generalmente sulla prima colonna a sinistra) Teoricamente dovrebbe seguire questi passaggi: 1. ESPORRE I DATI ED I FATTI 2. DARE UN GIUDIZIO PERSONALE > tendenzialmente non prendendo le parti di uno o dell’atro contendente. Un buon editoriale deve avere una buona struttura logico-argomantativa e di una ottima componente retorica. In genere esso si compone di tre parti: a) Tema iniziale (brillante ed allusivo) b) Sviluppo argomentativo c) Conclusione La sua scrittura deve avere uno stile comprensibile a più livelli: sia da colui che ignora totalmente i fatti che dal lettore più informato. Esso possiede una grossa influenza sui lettori. L’intervista La modalità con cui la carta stampata può lottare ancora contro il medium televisivo. Questa ha la possibilità di una maggiore durata rispetto agli stretti tempi televisivi e, per questo interessare molto il lettore interessato alla persona o al tema trattato. Regola generale è avere una buona conoscenza del tema e dell’intervistato. Sono difficili anche se sempre più frequenti le domande fuori programma, grande rischio. Una buona sintesi è data da Rizza: 12

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Preparazione: essa viene portata avanti con la collaborazione della redazione, la documentazione è fondamentale per la riuscita della stessa. Si necessitano di domande non banali e, anche nel caso di una mancata risposta si dovrà scrivere fedelmente: così da non far passare il giornalista da portavoce. Bisogna tener conto che a parlare deve essere l’intervistato e non il giornalista che deve restare il più possibile all’oscuro. Vanno programmate risposte brevi ma evitate quelle a monosillabo. Le “domande cattive” sono quelle che servono a toccare. Scorrette sono le interviste dove c’è lo “scarico delle responsabilità” con domande del tipo “X ha detto che…”. Ci vuole anche un tono adeguato che dice molto della professionalità del giornalista. Stesura: fase molto delicata, non è male anteporre un breve riassunto del contenuto, in più, quasi sempre, il testo finale non è uguale a quello iniziale, essendoci stata una precisa rivisitazione dell’intervista, mettendo a posto tratti oggettivamente gergali e comunque non consoni (Eugenio Scalfari diceva, ad esempio,che la lingua dei politici non era per nulla bella.) il giornalista può anche indurre artificialmente i tratti che diano al lettore l’impressione della vivacità del parlato spontaneo; quelli più economici sono delle interiezioni come va beh, ma dai, mah e l’utilizzo, composto dei puntini di sospensione, per non parlare dell’allitterazione grafica (Noo!, Coosaa?). Oltre a questo abbiamo frasi scisse, temi sospesi e dislocazioni varie.

Recensioni ed altri testi argomentativi Esso è un testo argomentativo, è scritta solitamente da esperti del settore all’interno delle pagine tematiche del quotidiano. Il primo metodo è il mettersi nei panni del lettore non competente e che desidera un giudizio tecnico. Per questo dopo una breve sintesi della questione con la spiegazione di cosa si tratti, si danno delle interpretazioni sull’argomento con la presenza di dati ed argomentazioni per sostenerlo . Di solito ad esse sono predisposte sezioni di 70-120 parole. I giornali in rete 1993-2003 : gli utenti della rete sono aumentati da 26 a 513 milioni. Con il 2000 sono nati i blog, espressione perpendicolare tra la stampa professionale e libera espressione. Con la rete l’informazione inizia l’era di un collegamento diretto tra il giornalista ed il pubblico, superando la barriera data dalla redazione giornalistica. L’ultima frontiera della notizia non intermediata è data, ad esempio da Google News che fornisce tramite una tecnologia chiamata spider tutte le notizie, così come sono pubblicate, senza l’ausilio di un redattore. Questo recupera e cataloga automaticamente le notizie e le raduna sul portale. L’assenza del giornalista dà un grande senso di libertà dell’informazione e di democrazia che passa con il nome di “interattività orizzontale”  altissimo pericolo di contaminazione della notizia.  Scomparsa definitiva della figura del giornalista anche solo per la selezione e le indicazioni di merito sugli articoli. I paradigmi della scrittura Raffaele Simone suddivide la storia della comunicazione in tre fasi, corrispondenti ad altrettanti paradigmi: 13

1. Il paradigma di Platone. il testo scritto ha le seguenti proprietà: pubblicità scarsa dipendenza dal contesto, pianificazione e correggibilità. Questo è potenziato dall’invenzione della stampa che ed è stato interrotto negli anni Novanta con l’avvento della fase successiva 2. il paradigma digitale. Esso enfatizza la fase processuale, non lascia tracce ed è instabile ed immateriale. Esso è accessibile solo in modo indiretto (tramite dei programmi ), parziale, delimitato solo dalla parte visibile nello schermo oltre che delocalizzato ed adespoto, ovvero che non si riesce a verificarne la vera autenticità.

3. il paradigma multimediale: oltre alle caratteristiche del digitale aggiunge non è più solo, rapido, con scarso controllo il co-testo del testo multimediale è un ipertesto che spazia per li Web e quindi è indefinibile. La disposizione delle notizie è a piramide rovesciata con in alto le notizie più recenti ed importanti in alto nello schermo: attitudine contraria al passato visto che il nuovo spinge in basso il vecchìo. Regole per la scrittura digitale? Regole di Killan : brevità, densità e compattezza Ci sono blocchi di notizie in cui si preferiscono verbi forti rispetto ai deboli,la forma attiva a quella passiva e la coordinazione alla subordinazione.

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