Kriya Yoga - Il Terzo Occhio - Roy Eugene Davis 1969

September 26, 2017 | Author: Igor Medeot Diaz | Category: Kundalini, Meditation, Mind, Chakra, Truth
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Il terzo occhio Di Roy Eugene Davis (Titolo originale: “The third eye” – CSA Press 1969)

Questo Libretto fu scritto da Roy Eugene Davis nel 1969. Ho deciso di tradurlo in quanto il soggetto mi intrigava, pur essendo consapevole che se il sig. Davis dovesse scrivere oggi un testo simile, cambierebbe molti dei contenuti (Con gli anni la sua comprensione spirituale è sicuramente cambiata). Leggendo il testo, in ogni caso, ho riscontrato all’incirca la medesima linea di pensiero che il sig. Davis ha oggi e pertanto ho deciso di andare avanti con il progetto. Non essendo un grande maestro spirituale, ma un semplice canale dei maestri, questo è il mio modo di servire e di evolvere sul sentiero. Spero che sia questo libretto, sia tutti gli altri che potete trovare sulle mie pagine web possano esservi d’aiuto. Il testo (come tutti quelli scritti da Davis del resto) non è semplicissimo e richiede una lettura attenta e ripetuta, ma è molto scorrevole. Non vi consiglio di leggerlo una sola volta “da pagina iniziale a pagina finale” tutto di un fiato, perché probabilmente non assimilereste quasi nulla. Gli scritti di Davis non sono sempre facili, ma sappiate che difficilmente potrete trovare testi come i suoi in circolazione (inerenti al kriya yoga), in grado di indicarvi i lati essenziali della pratica. Leggete il libretto una volta dall’inizio alla fine, dopodiché rileggetelo capitolo per capitolo, soffermandovi su ciò che non vi è di facile e immediata comprensione. Ho inserito alcune note per aiutarvi ad approfondire alcuni concetti. In ogni caso, se aveste bisogno di maggiori ragguagli, potete contattarmi tramite e-mail all’indirizzo: [email protected]. Questo libretto è per vostro utilizzo personale. Non avete il permesso di pubblicarlo su giornali, riviste o altri siti web senza il mio espresso consenso. Furio Sclano Ministro in Italia del Center for Spiritual Awareness Luglio 2006

Chi non ha mai avuto un senso di fascino sentendo parlare del terzo occhio? Forse parte del magico connesso con questa espressione è dovuto al fatto che tutti noi sappiamo a livello intuitivo che è in quel punto che siamo attirati, quando iniziamo il nostro percorso all’indietro (1) verso la realizzazione cosciente dello spirito. A volte ci si riferisce al terzo occhio come: stella (o cancello) dell’est, occhio interiore, occhio dell’intuizione, colomba che discende dal cielo, occhio di Shiva, ecc. Possiamo leggere anche dei trattati che descrivono cosa avviene quando questo centro “si apre”. Esiste inoltre l’idea che il terzo occhio si possa aprire grazie ad una connessione elettrica tra la ghiandola pineale e quella pituitaria. Il numero di persone che (con lo scopo di aprire il terzo occhio n.d.t.) hanno praticato esercizi di respirazione, tecniche di concentrazione profonda e che hanno persino sperato di ricevere un colpo in testa (qualsiasi cosa purché il lavoro sia fatto …. ), sarebbe sufficiente a formare una legione. Sappiamo una cosa: i riferimenti nelle scritture e nella letteratura dell’occulto, riguardanti il terzo occhio, abbondano. Un libro che vendette moltissime copie ad esempio, contenente parecchie storie bizzarre mescolate a punti di vista filosofici, fu pubblicato qualche anno fa. Una spiegazione che si dà circa lo stato originale di coscienza di Adamo, sostiene che lo stesso fosse concentrato nel “giardino dell’eden volto verso Est”. Adamo, ovviamente, rappresenta il primo essere umano sul pianeta. Nel vecchio testamento (Ezechiele 43:1-2) leggiamo: “… più tardi, mi portò fino al cancello; lo stesso cancello che guarda a est e ad un tratto la

gloria del Dio di Israele arrivò dalla via dell’est e la sua voce era come il rumore di molte acque. La terra risplendette nella sua gloria”. Questa è la testimonianza caratteristica di tutti coloro che dirigono la loro attenzione all’interno e che vengono elevati al di sopra della coscienza del corpo, fino al punto dove l’intuizione (la capacità dell’anima di percepire chiaramente) rivela la verità. “Il rumore di molte acque” è, ovviamente, la prova della percezione di Om (Amen), ossia la vibrazione cosmica.

Il terzo occhio è quello dell’intuizione Ognuno di noi percepisce questo mondo attraverso la vista e gli altri sensi e l’intuizione ci permette di percepire ciò che è più sottile della creazione grossolana. Quando l’intuizione è risvegliata, si afferma che il terzo occhio sia aperto e che l’uomo inizi a possedere “vista divina”. Impareremo, andando avanti, come accelerare il risveglio dell’intuizione e a come utilizzarla saggiamente. In India, secoli fa, durante una passata era illuminata, alcune giovani persone furono iniziate da un sacerdote. Questa iniziazione culminò nel risveglio della loro intuizione, che fu indicata esteriormente applicando un punto di pasta di sandalo sulla fronte, nel punto in mezzo alle sopracciglia. Questo segno era l’indicazione del risveglio interiore mentre ora, nella maggior parte dei casi, è solo un simbolo. L’intuizione risvegliata si può utilizzare saggiamente per discernere la verità nelle scritture, la natura dell’anima, per ottenere comprensione circa la natura della Realtà e per risolvere i problemi della vita. Si può utilizzarla anche in modo non saggio, facendo cose come lettura dell’aura, chiaroveggenza, predizione del futuro, ecc. (il tutto con lo scopo di guadagno personale o divertimento). Ovviamente non esiste ragione grazie alla quale non dovremmo usare l’intuizione per avanzare nel percorso dell’autorealizzazione o per vivere meglio nella società. In ogni caso, un forte desiderio di risveglio intuitivo, motivato solo dalla voglia di gratificare piccoli capricci o di ottenere potere personale, è la prova di una motivazione egoista e può condurre solo alla confusione. L’anatomia occulta dell’uomo Ogni studente delle scienze occulte conosce i sette centri vitali nel corpo dell’uomo, situati nel sistema nervoso cerebro-spinale. Nella parte alta della testa troviamo il centro della corona (detto anche “loto dai mille petali”), la batteria del corpo. Nel punto in mezzo alle sopracciglia c’è il terzo occhio, connesso direttamente con il midollo allungato, che contiene i centri di controllo delle varie funzioni vitali, ossia battito del cuore, respirazione, temperatura, ecc. I cinque centri inferiori sono: Cervicale – dietro alla gola nella spina dorsale Dorsale – in mezzo alle scapole Lombare – dietro all’ombelico Sacrale e coccigeo – nella parte inferiore della spina dorsale

I chakra nella spina dorsale

Esistono anche sette piani, dalla pura coscienza alla manifestazione piena della creazione fisica. I sette punti vitali del corpo dell’uomo corrispondono esattamente a questi piani. Nel corpo, i centri più bassi sono “nutriti” (o sostenuti) dall’energia che fluisce dal chakra della corona (ruota o centro della forza) e distribuiti attraverso il centro del terzo occhio. I corpi fisico, astrale e causale dell’uomo sono sigillati (o connessi) a questi punti vitali. Il corpo con i suoi sette punti vitali è definito come “il contenitore sigillato della conoscenza”. Senza il risveglio intuitivo, la conoscenza non è disponibile. Nell’uomo ci sono tutti i segreti e i misteri dell’universo, ossia ogni manifestazione esteriore si riflette nell’uomo stesso. Questo è il motivo per cui parliamo di “autorealizzazione”. Quando realizziamo il vero Sé (la natura dell’anima), conosciamo noi stessi come individualizzazioni di Dio, fatte realmente a sua immagine e somiglianza. Cosa? Non lo sai che il tuo corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in te, che hai avuto da Dio e che non è tuo? ( Corinzi 6:19)

Quando un uomo fa cadere l’ego (il senso di separazione da Dio), realizza di non essere “di sua proprietà”, bensì un’espressione della vita divina. La piena realizzazione di questo concetto è la “salvezza”, ossia la vera libertà dell’uomo. San Giovanni, come è stato riportato nel libro delle rivelazioni, percepì il suo corpo con i sette centri risplendenti e l’aura intorno ad esso. Con una visione chiaroveggente, questi punti vitali si possono osservare come luci pulsanti di colore diverso, secondo la loro vibrazione. A livello fisico, i centri corrispondono ai principali gangli nervosi nella colonna spinale. Poiché i veicoli dell’anima sono fusi (o sigillati) a questi centri, i maestri suggeriscono di focalizzare l’attenzione sul terzo occhio - durante la meditazione – per “pentirci”, ossia per orientare nuovamente noi stessi nel punto giusto, trascendendo l’identificazione con mente e corpo e diventando consapevoli della vera origine (di tutto n.d.t.). Questo è il vero significato della parola “pentimento”. “Pentirsi” significa distogliere l’attenzione dalla manifestazione materiale e diventare consapevoli della Realtà. Quando sediamo in meditazione con il nostro sguardo assorto nel terzo occhio, veniamo innalzati e trascendiamo sia il subconscio, sia i problemi del mondo per tutto il periodo della meditazione. La persona comune, con l’attenzione diretta all’esterno, si identifica pienamente con mille e più cose interessanti e seducenti, perdendo la strada nella vita e dimenticando la sua vera natura. In profonda meditazione però, si dirige il potere di cuore, mente e anima verso il terzo occhio (e oltre) e i risultati arrivano velocemente. Questo tipo di abbandono completo del (piccolo) sé e dell’ego culmina nella realizzazione del (grande) Sé (detta anche “autorealizzazione” n.d.t.). Sarebbe bello se tutte le anime che ricercano sinceramente imparassero questa lezione in fretta, praticassero la meditazione nel modo corretto e diventassero libere. L’uomo, mentre dirige l’attenzione all’interno nel modo corretto, sale le scale che portano alla realizzazione del Sé, passo dopo passo….. dalla coscienza grossolana, passando per le dimensioni psichiche e mentali, attraverso la “porta” del regno interiore, oltre il senso dell’illusione e fino al raggiungimento della realizzazione del supremo Sé. Non esiste altra via per la libertà, questa via è ben definita e chiunque la può seguire. Esiste una via scientifica per la realizzazione del Sé; per avere successo sul percorso servono solo perseveranza e comprensione. Ovviamente, deve esserci desiderio di verità. Fermarsi lungo il percorso ed essere coinvolti dai fenomeni è un errore. Ogni maestro ha detto questo e lo ha fatto per una buona ragione. I consigli dei maestri sono l’autorità, perché essi conoscono la via! Un potente metodo di meditazione Durante la meditazione, sedete semplicemente in modo tranquillo, con l’attenzione focalizzata nel terzo occhio. Lasciate che gli occhi si muovano verso l’alto, mentre il vostro sguardo si dirige in quel punto. Siate consapevoli del vostro respiro….andate sempre più profondamente nel terzo occhio (2) …. Penetratelo ….. abbandonatevi all’attrazione magnetica che viene dall’alto. Otterrete dei risultati. Non c’è bisogno di visualizzare, pregare o cercare di far “accadere” qualcosa. Semplicemente rilassatevi e date voi stessi ad un potere più grande che farà il resto. L’uomo non può “salvare” se stesso; solo l’abbandono alla volontà divina (l’amore per Dio) lo farà. Cercate di andare oltre tutto fino all’origine, qualsiasi cosa si presenti, sia essa sotto forma di sensazione, luce interiore, suono, ecc. Questo è il segreto del successo nella meditazione. Non fermatevi lungo il percorso e non rimanete affascinati dalle esperienze interiori, poiché vi illuderete pensando di “diventare spirituali”. A volte, succedono cose interessanti. Una volta, anni fa, calmai la mente dopo circa un’ora di concentrazione interiore. Ad un certo punto, senza preavviso, diventai un punto di consapevolezza all’interno del mio corpo. Potevo vedere dal mio punto di osservazione tutti gli organi del corpo sospesi e immersi in una luce bianca.

Ovunque ponessi lo sguardo, ero in grado di “vedere”…. Il cuore, i polmoni, il fegato, l’intestino, il cervello …. Ogni cosa! Ero un punto di consapevolezza con la capacità di percepire qualsiasi cosa volessi. Questa esperienza durò per parecchi minuti. Più avanti, lessi che gli yogi conoscono questa luce interiore e possono, in modo simile, osservare l’interno dei loro corpi, di quelli altrui e persino il lavoro della natura. Alcune persone dotate di capacità chiaroveggenti possono dirigere la loro attenzione nel corpo di un’altra persona, “vedere” all’interno di quel corpo e comprendere quale sia il problema da risolvere. Poterlo fare è una grande benedizione. La visione del terzo occhio dona ad una persona la capacità di vedere attraverso le apparenze materiali fino a raggiungere il cuore delle cose. Anni fa avevo l’abitudine di fare “letture” alle persone. Mi sedevo davanti a loro e dicevo alcune cose sulla loro personalità o sulla loro vita (3). Non dovevo sforzarmi per farlo, poiché mi veniva naturalmente. Ora però non lo faccio più. Mi fermai non appena iniziai a comprendere che le persone si aspettavano da me un ruolo di “chiromante” e non volevano assumersi responsabilità personali per loro stesse. Ovviamente, utilizzo l’intuizione per sapere le cose sulle persone, in modo da conoscerle e sapere come istruirle nella maniera migliore sul percorso spirituale. La maggior parte dei problemi personali possono essere risolti essendo onesti con se stessi, con la meditazione e l’attività responsabile. Fare una “lettura” serve a poco. Naturalmente, siamo tutti interessati a sapere qualcosa su noi stessi, specialmente circa i ruoli “fantastici” che abbiamo avuto nelle nostre incarnazioni precedenti, il nostro potenziale non sfruttato oppure su cosa potrebbe accadere nel nostro futuro se le cose andassero bene. Una “lettura psichica” (4) può soddisfare la curiosità di una persona, dare prova dell’abilità del “lettore” e rendere la vita noiosa di qualcuno più interessante. Un vecchio proverbio recita: “dai un pesce ad un uomo oggi e dovrai dargliene uno anche domani. Insegnali a pescare e si sfamerà da solo per tutta la vita”. Preferisco insegnare alle persone come conoscere Dio e avere fiducia in se stessi per tutta l’eternità, piuttosto di intrattenerli e basta. La manifestazione trina A volte, dopo che la mente agitata si è calmata e tutte le immagini subconscie sono assenti, possiamo vedere nel terzo occhio un’aura dorata con una parte blu all’interno e, al centro della stessa, una massa bianca di luce. Questa ultima è il riflesso dell’aspetto trino della Realtà. La parte dorata è la luce di Om (spirito santo), il blu è la luce dell’intelligenza universale (“coscienza cristica” o “coscienza di Krishna”) e il bianco è la luce della coscienza incondizionata (Spirito). Quando percepirai queste luci, abbandonati ad esse e lasciati attirare al loro interno. Non c’è nulla di cui avere paura (5), sarai attirato in una sintonia con il grande potere della vita e con una “presenza”….quindi nella coscienza cosmica e successivamente nella consapevolezza del puro essere. Anche se non si manifesteranno esperienze drammatiche, mentre contemplerai le cose di cui sto parlando, noterai che la tua intuizione diventerà più acuta e la tua comprensione più profonda. Inizierai automaticamente a sapere cose che non sapevi prima. Questa evidenza del risveglio del terzo occhio sarà la prova del chiarimento della tua coscienza. I maestri a volte hanno l’abitudine di toccare i discepoli nel centro dell’occhio spirituale (il terzo occhio) con la mano in gesto di benedizione. Questo non è solamente un rituale esteriore. Quando una persona risvegliata entra nell’aura di una che non lo è, le forze vitali di questa ultima vengono sollecitate e si accelera l’intuizione. So dalla mia esperienza con Paramahansa Yogananda (il mio guru) che, quando mi trovavo insieme a lui (oppure quando ero in sintonia con lui), mi sentivo innalzato, avevo un impulso più forte verso la meditazione, mi era più facile essere in sintonia con l’infinito e notavo che i miei piccoli problemi cessavano di esistere. Concrete benedizioni possono fluire attraverso mani, occhi e da anima ad anima. Dio, nella forma di un maestro o di una persona illuminata, benedice il mondo. Il “mondo” non lo comprende (6). Le persone che non hanno la percezione del terzo occhio tendono a prendere in giro e/o a deridere coloro che vivono o cercano di vivere la via spirituale, ma indipendentemente da questo, sappiate che il percorso spirituale è molto particolare e lo dobbiamo intraprendere da soli (7). Il terzo occhio come uno specchio in grado di riflettere Attraverso la visione interiore possiamo vedere posti distanti, comunicare con altre persone e discernere le verità della natura. Possiamo discernere ciò che non è percepibile dai sensi. Possiamo, utilizzando in modo appropriato la visione del terzo occhio, “vedere” senza restrizioni di tempo e spazio. Per esempio, immaginiamo di voler comunicare con qualcuno che si trova ad una certa distanza da noi e di non avere un telefono a disposizione.

Questo è il metodo: Sedetevi calmi e rendete la mente tranquilla. Osservate il terzo occhio (punto in mezzo alle sopracciglia) ad occhi chiusi con un atteggiamento di aspettativa. Pensate alla persona con la quale volete comunicare e sentite la sua presenza. Questa pratica rimuove l’idea che lo spazio sia una barriera. Potete visualizzare la persona nel terzo occhio, benché la visualizzazione non sia necessaria. In quel momento, pronunciate mentalmente il nome della persona e fate la vostra richiesta (o mandate il vostro messaggio) con convinzione. “Sentite” che il messaggio è stato ricevuto, dopodiché rilassatevi e accettate di aver fatto tutto ciò che dovevate. Il dubbio e l’agitazione mentale sono come statici che interferiscono con i vostri sforzi. Se, in questo momento, volete sapere qualcosa sul benessere di una persona, invece di mandare un messaggio, osservate al vostro interno e desiderate di sapere…. Dopodiché siate calmi e ricettivi. Dopo un po’, una certa quantità di impressioni invaderanno la vostra mente, arriveranno delle sensazioni forti e avrete un’impressione generale su come stiano andando le cose per quella specifica persona. Se un vostro amico ha bisogno di aiuto in questo momento, osservate interiormente e sappiate che in questo momento è in uno stato di perfezione, felice e completo in ogni modo. Accettatelo come un fatto e abbandonate il pensiero. Lo spirito è presente ovunque e, quando vedrete e “saprete” dal posto in cui siete che una persona è libera, il lavoro sarà stato fatto. (8) Non pensate di dover inviare pensieri attraverso lo spazio, poiché facendo in questo modo vi limiterete semplicemente a fare un lavoro con la vostra mente. Quando siete calmi interiormente, siete oltre le dimensioni del tempo e dello spazio. Essere in grado di sapere che una persona è in uno stato di completezza è una via migliore che non cercare di visualizzare la perfezione, inviare raggi di luce o costruire (mentalmente n.d.t.) campi di energia. Questi sono metodi astrali. Possiamo funzionare come lo spirito, trascendere il livello psichico e i nostri sforzi possono avere risultati istantanei. Ci sarà un’alimentazione di potere e luce attraverso l’individuo e prevarrà l’armonia. Ho avuto spesso l’esperienza di non cercare di sapere nulla su una persona specifica quando, rimanendo calmo e con gli occhi aperti o chiusi, un’immagine di qualcuno si è manifestata improvvisamente nella mia coscienza, unitamente ad una qualche sensazione e ad una necessità di intraprendere una forma di comunicazione. Dopo aver fatto il lavoro spirituale, quando questo è successo, non è raro che una persona mi abbia scritto per dirmi di aver avuto bisogno di aiuto e di come era stata aiutata. Luci interiori A volte, mentre meditiamo, osserviamo interiormente immagini, scene di posti, volti di persone conosciute e non, ecc. Per la maggior parte si tratta di immagini subconscie che galleggiano subito sotto la superficie della mente cosciente. Non abbiamo bisogno di tentare di comprenderle, poiché possiamo vedere oltre di esse. Con il tempo, possiamo vedere figure geometriche brillanti che cambiano costantemente, dopodiché potremo osservare delle magnifiche luci chiare. Se persistiamo, percepiremo immediatamente la luce bianca ed è con questa che possiamo lavorare durante la meditazione. Possiamo provare ad immergerci in essa e, alla fine, trascenderla. Durante la meditazione, ogni percezione di luce o suono è prova della dualità, anche se può essere un passo essenziale per il nostro progresso. Una signora, una volta, mi disse di vedere dei volti che la guardavano, quando chiudeva gli occhi per meditare. Fu terrorizzata da questa cosa e smise di praticare. Le dissi: “Di cosa hai paura? Ci sei solo tu nella tua testa, giusto?” A quel punto, cessò di aver paura delle immagini - prodotte dalla sua stessa mente – e le stesse non si presentarono più. Benché io sappia che alcune persone abbiano visioni e ricevano una guida interiore (9), penso che sia meglio imparare a conoscere direttamente piuttosto di fidarsi di una visione. Fintanto che le informazioni sono filtrate dalla mente, come succede nelle visioni, c’è sempre la necessità di interpretarle correttamente. So di molte persone che sono diventate confuse in modo irrimediabile, cercando di seguire troppo attentamente visioni o sogni. Invece di desiderare visioni, che alcune persone sostengono provenire “da Dio”, dovremmo cercare di diventare consapevoli del fatto che Dio si sta esprimendo in noi e attraverso di noi, anche in questo momento. Questa realizzazione dissolverà la credenza di separazione, che è il maggior problema dell’uomo. Rimanere attaccati alle visioni significa perdersi nell’illusione e avere una barriera verso l’illuminazione. Sri Ramakrishna, un santo dell’India che lasciò questo mondo verso la fine del secolo scorso, raccontò le sue esperienze ai suoi discepoli. Quando era giovane, bramava il raggiungimento della realizzazione del Sé ed essendo di natura devozionale, spesso entrava in uno stato di beatitudine interiore e aveva visioni della Madre Divina (il suo concetto di Dio).

Egli non vedeva l’ora di meditare ogni giorno a causa della gioia che sperimentava in quei momenti. Non sapeva che le visioni erano proiezioni della sua mente e dei suoi desideri. Più avanti, egli incontrò Totapuri, il suo guru. Questo maestro poneva l’accento su un modo di vedere “assoluto” della Realtà. Il guru di Ramakrishna gli mostrò come meditare e trascendere la visione della Madre Divina, in modo da poter entrare nella consapevolezza del Puro Essere, ossia la più alta condizione di samadhi (realizzazione dell’unità). Non condanno visioni, luce, gioia, beatitudine, ecc. Sto semplicemente riaffermando gli insegnamenti dei maestri. Alla fine, non importa quanto possano essere attraenti ed elevanti le nostre esperienze interiori, bisogna trascenderle. Un passo avanti importante nella pratica della meditazione Un passo avanti nella pratica della meditazione si ha quando sentiamo un’attrazione definitiva dall’alto. Nei nostri primi sforzi, solitamente dobbiamo lavorare per meditare. Non è sempre facile calmare la mente e mantenere alto l’entusiasmo. Dopo un certo punto, però, gli sforzi di elevarsi incontrano una forza di attrazione dall’alto che ci attira letteralmente nella consapevolezza dello spirito. Questo è il motivo per cui si dice che quando l’uomo alza una mano verso Dio, Dio stesso ne allunga due per attirarlo verso la libertà. Questa attrazione dall’alto è magnetica, ossia è dovuta all’aspetto positivo dello spirito (definito a volte come “l’amore” di Dio). Quando gli effetti di questa attrazione sono manifesti nelle nostre vite, si afferma di essere “catturati dai raggi della Grazia di Dio”. Una definizione della Grazia che amo è: “L’attività dello spirito nella (e attraverso la) vita dell’uomo, che lo trasforma e lo rigenera. Per questa ragione enfatizzo l’importanza della meditazione regolare. Yoganandaji suggeriva ai suoi discepoli di meditare profondamente con regolarità. Ricordo che mi disse: “Medita ogni giorno più profondamente di quanto hai fatto il giorno prima”. Ovviamente non è sempre possibile, ma possiamo tentare. In un’altra occasione, mi raccontò di quando, da giovane residente nell’ashram del suo guru in India, lavorava alacremente tutto il giorno per preparare cibo per gli ospiti. Alla fine della giornata era così stanco da riuscire a malapena a raggiungere la sua stanza. “Solo questa volta”, pensava. “Il maestro non si arrabbierà se per una volta non medito, prima di andare a dormire”. Il suo addestramento, però, era stato troppo perfetto e (dopo aver pensato quanto detto prima) si sedeva subito per meditare. Immediatamente, veniva assorbito dalla luce e aveva delle grandi esperienze che duravano anche per ore. Ricordando quegli episodi, soleva dire sorridendo: “Vedi cosa avrei perso, se non avessi meditato”. Quando si magnetizza il cervello, – quale risultato della nostra contemplazione costante di materie spirituali – troviamo una stabile attrazione in quella direzione e la meditazione diventa facile e gioiosa. Prova in ogni momento Nota, quando sei vigile, in che modo comunichi con l’ambiente circostante attraverso gli occhi. Sei consapevole delle tue vicinanze immediate. Nota, quando sei di cattivo umore o in uno stato simile, come tendi a ritirarti e a non mantenere la comunicazione con l’ambiente che ti circonda, a volte, con gli occhi puntati verso il basso e la tua attenzione che riflette ricordi subconsci o problemi. Quando ti senti depresso/a, fai così: alza gli occhi volontariamente oltre il livello normale e sii consapevole dell’ambiente circostante. Comunica con esso in quel momento. Inizierai a sentirti immediatamente rinnovato e diventerai più ottimista. Prova e vedrai che funziona. Quando gli occhi sono abbassati, tendiamo ad identificarci con il subconscio, mentre quando sono ad altezza normale tendiamo ad identificarci con il mondo esterno e le situazioni del presente. Quando gli occhi sono innalzati verso il terzo occhio, tendiamo ad identificarci con la parte supercosciente, ossia il livello della mente oltre la mente. Il potere della kundalini Non ci potrebbe essere discussione sul terzo occhio e sull’anatomia occulta dell’uomo, senza menzionare, almeno brevemente, la forza sottile conosciuta come “kundalini”. Durante i miei giorni da monaco, ho sempre sentito alcuni confratelli che facevano riferimenti velati ai loro sforzi privati di risvegliare questa energia dormiente, ma mi è sempre sembrato che l’aura di mistero che li circondava (per il fatto di aver reso pubbliche le loro pratiche private) era l’effetto maggiore. Non ho mai visto accadimenti drammatici nelle vite delle persone il cui scopo principale era di “risvegliare” la kundalini o di “aprire” i centri dei chakra.

Mi chiedo come mai i veri santi che si affidano all’infinito lavorino in sintonia con il piano cosmico e facciano le cose con umiltà. Le persone disincantate, coloro che manifestano presunti miracoli e i non-realizzati sono nella maggior parte dei casi coloro che sono ossessionati da forze segrete, tecniche misteriose e poteri psichici. E’ vero che al nostro interno abbiamo una forza cosmica dormiente (la kundalini, appunto) che, se la si risveglia, attiverà alcuni centri vitali nel corpo dell’uomo, donandogli sensazioni di beatitudine e forse alcune abilità psichiche. Non dobbiamo però interessarci troppo a questa forza. Se meditiamo, lavoriamo in modo responsabile nel mondo, rimaniamo in sintonia con l’infinito e ci affidiamo ad esso, sperimenteremo una piena libertà spirituale. Ho conosciuto molte persone psichicamente dotate che non erano autorealizzate, come ne ho visto anche altrettante che sperimentavano le meditazioni più estatiche, unitamente a visioni e sensazioni di beatitudine, che non avevano una chiara comprensione a livello cosmico. Come conseguenza naturale della meditazione e della sintonia interiore, le energie vitali inizieranno a fluire nel sistema nervoso, portando un senso di benessere e ripulendo il subconscio da immagini e schemi negativi e indesiderati. La kundalini, la forza cosmica dormiente, si risveglia naturalmente quale conseguenza di calma, rilassamento, meditazione e contemplazione sulle cose inerenti allo spirito. Non c’è bisogno di fare esercizi complicati, diete speciali o lunghe sessioni di esercizi respiratori. Forse un giorno scriverò più estensivamente su questo argomento; per adesso lasciatemi dire che quando trascorriamo il nostro tempo focalizzati nel terzo occhio, le cose succederanno nell’ordine giusto, in modo che gli sviluppi naturali siano assicurati a tutti i livelli. Siate centrati in Dio La pratica del kriya yoga insegnata da me e da altri discepoli del mio guru Paramahansa Yogananda, non è un esercizio di respirazione. E’ una tecnica che ha lo scopo di controllare il flusso della forza vitale e di dirigerlo intenzionalmente all’interno del percorso cerebro-spinale. Il kriya yoga assicura velocemente la concentrazione completa e la meditazione profonda, portando anche ad un raffinamento del sistema nervoso. Chiunque sia stato appropriatamente iniziato può praticare il kriya con beneficio. La cosa importante da ricordare è questa: diventando strumenti del divino sulla terra, qualsiasi risveglio richiesto arriverà nel momento più opportuno e nel modo più giusto. Ciò che per ognuno di noi è importante, è di imparare a vivere in questo mondo con il giusto atteggiamento e con la coscienza della nostra natura divina. Molte persone “dotate” non contribuiscono mai al benessere della società, né sono felici o complete. L’altruismo e una vita vissuta in sintonia con il divino, sono la via per la libertà. Milioni di persone nella nostra società hanno fatto esperienze con l’LSD (10) o con altre sostanze stupefacenti che dovrebbero “espandere” la coscienza. Qualcuna di esse ha avuto qualche intuizione, ma la maggior parte di queste persone sono state catturate da esperienze illusorie. Le droghe non sono nuove, poiché sono state utilizzate per secoli. I saggi però ci hanno detto che non sono necessarie e che possono essere causa di problemi mentali ed emotivi. Uno degli effetti più benefici dell’aver ottenuto la visione del terzo occhio (o la percezione dello stesso) si ha quando la nostra consapevolezza diviene più acuta e il nostro apprezzamento della vita è più pronunciato. A quel punto, riscontriamo che la guida fluisce costantemente da dentro, siamo portati a fare le cose nel modo e nel momento giusti, comprendiamo facilmente la verità nelle scritture e negli scritti ispirati e osserviamo che qualsiasi cosa facciamo, se è appropriata per il momento, è un’attività spirituale. La consapevolezza spirituale non ci rende inadatti a vivere nella società, ma ci rende più utili e fa sì che la nostra presenza in questo mondo sia proficua. Sempre a quel punto, possederemo una nuova vibrazione ed un reale senso di scopo, mentre riconosceremo che l’infinito sta recitando tutti i ruoli nel dramma cosmico, dove ognuno di noi è un partecipante. Le immagini che il mondo ci presenta attraverso i sensi, sono appunto solamente immagini, riflessi e scene che cambiano. L’uomo centrato in Dio non si muove mai dalla sua posizione. E’ sempre saldamente ancorato e sa di essere uno spirito libero. Partecipando pienamente alle attività del mondo, sa che, mentre le scene esteriori cambiano, lui non cambia mai. Egli non dipende da nessuna specifica manifestazione esteriore per la sua sicurezza. La sua sicurezza risiede nella sua chiara realizzazione della vita, perché conosce la verità. Non ho detto: “Sta usando la verità”. Fintanto che esiste il pensiero di utilizzare il potere, non siamo illuminati. La cosa ideale è che il potere e l’intelligenza si esprimano in noi e attraverso di noi. Questa è la vera libertà spirituale. Roy Eugene Davis

Note (1) Poiché siamo unità individualizzate della Realtà Suprema, la nostra anima ha assunto un ego nel momento della sua individualizzazione. Poiché lo scopo della pratica meditativa è quello di realizzare l’unità con la Realtà Suprema stessa, si può affermare che il percorso spirituale sia una sorta di viaggio all’indietro verso l’origine di noi stessi. (2) La tecnica descritta è la meditazione pura. Chi è iniziato al kriya yoga dovrebbe sapere che, dopo il kriya e la tecnica di Om, questa è la pratica più importante della meditazione. (3) Anche se in maniera sicuramente molto minore rispetto al sig. Davis, anche io ho sviluppato la capacità di comprendere molto delle persone semplicemente guardandole. Non sarei veritiero se affermassi che ogni persona è per me un libro aperto, ma qualcuno indubbiamente lo è. Sono convinto che tale capacità sia un prodotto secondario della pratica meditativa e che tutti siamo in grado di svilupparla. (4) Dall’inglese “psychic reading”. Una lettura psichica avviene quando un presunto sensitivo, guardando una persona, dice cose sul suo passato e/o sul suo futuro. (5) Meditavo da circa un anno (era il 1996 mi sembra), quando una notte, trovandomi in uno stato di dormiveglia, mi apparve una grande luce nell’occhio spirituale. Percepii una sensazione simile all’essere attirato dentro quella luce e ricordo nitidamente di aver provato una sensazione di diffidenza, rifiutandomi di lasciarmi assorbire. Da allora, non mi è più ricapitata un’esperienza simile. Per dovere di cronaca, voglio comunque mettere in considerazione la possibilità che l’intera esperienza fosse un prodotto del mio subconscio. Se dovesse capitarvi un’esperienza del genere, non abbiate timore. (6) C’è un passo in uno dei vangeli cristiani dove è contenuto un passaggio che cita: “La luce risplendette nelle tenebre, ma le tenebre non la compresero”. L’espressione utilizzata dal sig. Davis intendeva dare una spiegazione di quel passo. (7) Sri Yukteswar disse una volta: “Il battello che salpa dalle rive del fiume dell’illusione è in partenza. Chi andrà? Chi andrà? Se nessuno va io andrò!!”. (8) Comportandovi in questo modo manderete vibrazioni positive alla persona (o alle persone) cui state pensando, che verranno sicuramente recepite ad un qualche livello. (9) Questo libretto risale al 1969. Con gli anni Davis ha indurito ulteriormente il suo punto di vista sulle visioni, arrivando a considerarle quasi interamente inaffidabili. E’ infatti vero che la stragrande maggioranza delle cosiddette “visioni” sono prodotti del subconscio. (10) L’LSD era una droga in uso per lo più negli anni sessanta e settanta che provocava, tra le altre cose, allucinazioni. Non era raro che persone, assumendola, si buttassero dalla finestra pensando di poter volare.

Roy Eugene Davis

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