Ken Follett-Inverno Del Mondo

Un buon motivo per leggere L’inverno del mondo, secondo capitolo della Trilogia del secolo di Ken Follett? Il desiderio di fare un ripasso di storia. Perché per il resto, c’è veramente poco che faccia valere la spesa per l’acquisto del volume (15€ in edizione economica) e il tempo da dedicare alla lettura (il tomo conta poco meno di mille pagine). A meno che non siate anche attratti dai romanzi che in una pagina su due propinano al lettore scene di sesso il più delle volte inutili e ridicole, fuori posto come il classico cavolo a merenda. I protagonisti del libro non riescono quasi mai a superare la bidimensionalità a cui li ha costretti un autore forse troppo frettoloso (il primo volume della trilogia, La caduta dei giganti, era tutt’altra cosa), ma di loro impareremo a conoscere durante la lettura ogni tipo di desiderio e di impresa sessuale. Non di rado nel racconto si incontrano perle come questa: “Erano a letto nel sontuoso hotel Moskva e avevano appena fatto l’amore. Zoja era venuta due volte. Il rapporto sessuale che preferiva era il cunnilungus: le piaceva adagiarsi sopra una pila di cuscini mentre lui si inginocchiava adorante tra le sue gambe. Volodja era un adepto volenteroso e lei poi gli ricambiava il favore con entusiasmo”. Un’imbarazzante via di mezzo tra un romanzetto rosa da edicola e le avventure pseudo-erotiche della sciatta e borghesissima protagonista delle Sfumature, in cui anche le scene di violenza sessuale vengono descritte con una malizia che infastidisce non poco. Sesso a parte, rimane lo sfondo storico, quello dei totalitarismi. Quello, per intenderci, affrontato da Eric Hobsbawn ne Il secolo breve e da Hannah Arendt ne Le origini del totalitarismo. Follett non riesce comunque a dipingere un affresco di ampio respiro, limitandosi a un tono cronachistico, un palco su cui i suoi personaggi si muovono a scatti come marionette. L’inverno del mondo inizia dalla crisi della Repubblica di Weimar e termina alle soglie della Guerra fredda, che presumibilmente sarà al centro del terzo capitolo della trilogia. La materia è ampia e soprattutto è stata oggetto di opere, sia letterarie che cinematografiche, di ben altro respiro. Pochissime volte il dramma riesce a coinvolgere il lettore: il capitolo sulla guerra civile in Spagna può conquistare solo chi non ha mai letto Hemingway, ma in quel caso il consiglio è di tuffarsi in Per chi suona la campana e lasciar perdere i pupazzetti di Follett; per lo sbarco in Normandia, meglio guardare Salvate il soldato Ryan e la serie Band of brothers; anche per la guerra nel Pacifico molto meglio guardare gli episodi di The Pacific. Il dramma dei campi di concentramento e di sterminio è oggetto solo di poche righe. Nel romanzo di Follett, il vero assente è l’Uomo.