Jules Verne - A Mosca Cieca
March 9, 2017 | Author: Bruno Thieme | Category: N/A
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GIULIO VERNE ________________
A MOSCA CIECA ________________ VOLUME UNICO
MILANO CASA EDITRICE GUIGONI Via, Manzoni 31 1882
PERSONAGGI ________________ PERSONAGGI IL BARONE della VERDURA, finanziere, 53 anni. CASIMIRO BONNEAU, fiorista di Corte, 50 anni. PELAGIA BONNEAU, sorella di Casimiro, 47 anni,, COLETTA, nipote del signore e di madamigella Bonneau fiorista, 17 anni. FIORINA, altra nipote, 18 anni. BRIGIDA, idem., 16 anni. LEONIDA, Quartiermastro, 25 anni. CIPRIANO, pittore, 25 anni. COTILEDONE, garzone di speziale, erborista e naturalista, 21 anni.
L'azione ha luogo sotto Luigi XV, l'anno 1744. ________________
Proprietà letteraria.
A MOSCA CIECA ____________________________________ ATTO UNICO. Il teatro rappresenta una spianata nel bosco ai Meudon. ___________ SCENA I. CIPRIANO, LEONIDA, poi COTILEDONE. CIPRIANO (entrando
da destra dalle quinte davanti).
Come non è ancora venuta? ah, Fiorina! che cosa fai tu dunque! quando verrai tu? per Dio, che ciò m'inquieta (si allontana). LEONIDA (entrando
dalla seconda quinta a destra).
Come non è ancora venuto? ah, Coletta! che cosa fai tu dunque! quando verrai tu? per Dio! che ciò m'inquieta! (scompare dietro gli alberi.) COTILEDONE (comparendo
dal fondo).
Come non è ancora venuta? Ah, Brigida, tenera Brigida, che cosa fai tu dunque? quando verrai tu? per Dio! che ciò m'inquieta! (Va verso il fondo e si mette sulla punta dei piedi per vedere più lontano). LEONIDA (ricomparendo
Nessuno!
a destra).
CIPRIANO (ricomparendo
a sinistra).
Nessuno! COTILEDONE.
Nessuno! TUTTI E TRE.
Che diavolo lo avrà trattenuta! basta, pazienza, aspettiamo! LEONIDA (vedendo
Cipriano).
Oh! CIPRIANO e COTILEDONE (incontrandosi).
Oh! TUTTI E TRE.
Che cosa volete? che cosa cercate? chi aspettate? donde venite? LEONIDA.
Calma altrimenti non ci potremo spiegare (mettendosi fra Cipriano e Cotiledone). Io mi chiamo Leonida. COTILEDONE (timidamente).
Ed io Cotiledone! LEONIDA e CIPRIANO.
Oh, che bel nome! COTILEDONE (a
Cipriano).
E voi come vi chiamate? CIPRIANO.
Il mio nome vale un altro, mi chiamo Cipriano.
LEONIDA e COTILEDONE.
Benissimo! LEONIDA.
Io sono soldato del re!… e amante di tutte le belle. CIPRIANO.
Io sono pittore! COTILEDONE.
Ed io, signori, in mancanza di meglio, studio farmacia. LEONIDA e CIPRIANO (ridendo). È un giovine speziale! COTILEDONE.
Ma si può sapere qual movente vi ha condotti in questo luogo? LEONIDA (sospirando).
L'amore! CIPRIANO (sospirando).
L'amore! COTILEDONE.
Come! l'amore? LEONIDA e CIPRIANO.
Sì, l'amore! COTILEDONE.
Aimè, signori, io pure!
LEONIDA e CIPRIANO.
Come, anche voi amate? COTILEDONE.
Sì, io amo! CIPRIANO.
Benissimo e poiché è l'amore che ci rende uguali e ci riunisce in questo luogo, godiamone insieme il piacere e stringiamoci la mano! LEONIDA,
Scusate un momento. CIPRIANO.
Che c'è di nuovo? COTILEDONE.
Io tremo! LEONIDA.
Prima di andare più oltre, spieghiamoci sopra un certo punto! forse, noi siamo rivali! CIPRIANO
e COTILEDONE.
Cielo! LEONIDA.
Suvvia coraggio! sveliamo il nome delle nostre amanti. COTILEDONE (timidamente).
Io adoro in segreto la gentile Brigida.
CIPRIANO.
Io amo Fiorina, LEONIDA.
Ed io sono pazzo per la simpatica Coletta! CIPRIANO
e COTILEDONE.
Benissimo, la partita è completa! LEONIDA.
Io aspetto qui la mia bella! CIPRIANO.
Ed io la mia! COTILEDONE.
Ed io la mia! LEONIDA.
Poiché la sorte ci unisce, noi dobbiamo vicendevolmente e vedrete che amore ci sorriderà.
sostenerci
COTILEDONE.
La vostra Coletta è una giovine dei dintorni? LEONIDA.
La mia Coletta è una fanciulla simpatica, ma che non è di questi luoghi. COTILEDONE.
Ella sta dunque a Parigi come la Brigida. LEONIDA.
Precisamente!
CIPRIANO.
Per Dio anche la Fiorina! COTILEDONE.
Eh! ci sono tante belle ragazze a Parigi! LEONIDA.
Ma non c'è che una Coletta! COTILEDONE.
Ed una Brigida! CIPRIANO.
E sopra tutto una Piorina, Via degli Orsi!… voi conoscete la via degli Orsi? LEONIDA.
Ma è appunto dove abita Coletta! COTILEDONE.
Ed anche la Brigida! LEONIDA.
Non c'è più dubbio sono le tre cugine! CIPRIANO.
Le tre nipoti del signore e della signorina Bonneau. LEONIDA.
Le fioraie di corte! CIPRIANO (ridendo).
Sì!
LEONIDA (ridendo).
Ah! ah! ah! il caso è singolare!… da sei mesi che ho lasciato l'armata del maresciallo di Saxe, io passo giorno e notte sotto le finestre della mia bella… ne ho chiesto due volte la mano!… ma il nemico mi ha respinto con gravi perdite. CIPRIANO.
Per tre volte mi hanno chiuso la porta in faccia… COTILEDONE.
Per quattro volte ho bussato invano alla loro casa… LEONIDA.
Ah! la questione è che la loro zia Pelagia è la zitellona più insopportabile di Francia e di Navarra, essa non vuole maritare le sue nipoti se prima non si sposa ella stessa. CIPRIANO.
Ed ella non darà il suo consenso al loro matrimonio finché resta zitella. COTILEDONE.
Ecco la posizione! LEONIDA.
Bisogna impadronirsene… CIPRIANO.
Della zia?! LEONIDA.
Della zia e della posizione (cavando di tasca una lettera), ecco quello che mi scrive Coletta: «Mio valoroso Leonida. Provatevi a venire domani a Meudon per vedere se io vi passeggio…
alla» spianata di Castelnuovo… ho scoperti dei segreti, dei quali noi potremo approfittare; il nostro matrimonio è sospeso per un capello col quale mi dico tutta vostra… Coletta!…» Sempre vivace, scherzosa e pazzarella! CIPRIANO (traendo
dal petto un letterone).
Ecco quello che ho ricevuto dall'imponente e superba Fiorina: «Caro signor Cipriano… Venite domani alla spianata di Castelnuovo a Meudon, noi ci saremo; abbiamo, forse, trovato il mezzo di costringere la zia a maritarsi… voi sapete che da ciò dipende la felicità di tutta la nostra vita!… Vostra serva… Fiorina…» COTILEDONE (traendo
dalla tasca colla punta delle dita, una letterina).
Alla mia volta, signori, ecco la lettera della giovine e timida Brigida: «Mio buon amico Cotiledone, abbiamo scoperto l'amante della zia Pelagia!… non so se faccio bene scrivendovi che domani andremo alla spianata di Castelnuovo nel bosco di Meudon… ma quello che so… si è che sarebbe male per voi se non veniste. Arrivederci mio buon amico Cotiledone!…» LEONIDA.
Benone!… Mi sembra che riusciremo certamente coll'aiuto delle nostre belle comari… e, per Dio! ne valgono la pena! CIPRIANO.
Ma come introdurci nella loro compagnia?… LEONIDA.
È certo che esse saranno fiancheggiate dal loro zio e bastionate dalla loro zia!… se si potesse allontanare la signorina Pelagia si potrebbe facilmente con suo fratello Casimiro… d'altra parte egli non ci conosce e per di più è un pauroso di prima forza… e
più bestia di un coscritto… CIPRIANO.
Più credulo di un fanciullo! COTILEDONE.
Più semplice… di me!… ma chi è che viene? CIPRIANO.
Un' importuno! COTILEDONE.
Un indigeno dei dintorni! LEONIDA.
Avrebbe egli per caso la pretesa di mettere il disordine nelle nostre batterie?… osserviamolo! (Si ritirano in fondo e si nascondono dietro un tiglio).
________________ SCENA II. IL BARONE (che entra da destra; una grossa rosa di carta gli adorna la bottoniera). IL BARONE.
Io sono il seducente barone della Verdura, guardate che bel corpo e che espressione furba! Ho per natura dell'imponenza, una gamba perfetta, ed uno sguardo assassino. Colle mie incantevoli maniere io trionfo da per tutto; le marchese, le duchesse non hanno che per me gli occhi dolci e la beltà la più ribelle, quando la mia fresca voce la chiama, accorre irresistibilmente. Io piaccio, io seduco, io affascino! Ah, davvero, che è troppa felicità! Eccomi dunque alla spianata di Castelnuovo! Il simpatico luogo che sarà testimonio discreto dei miei trastulli!… (guardandosi intorno) ma io non vedo ancora la mia colomba!… (i tre giovinotti riappariscono dal fondo). LEONIDA (a
parte).
Che dice mai?… CIPRIANO.
Come egli aspetta qualcuno in questo luogo!… COTILEDONE.
Signori, prudenza! LEONIDA.
Lasciate fare a me!…
IL BARONE (vedendoli).
He! he! non sono dunque solo sotto queste fresche ombrie! chi sono questi villani? LEONIDA (avanzandosi).
Signore!… vi siete accorto che noi qui passeggiamo?… IL BARONE.
Lo vedo! (a parte) Questo uomo armato m'inquieta… (con un sorriso) E fate conto di passeggiare così per molto tempo ancora? LEONIDA.
E voi?… IL BARONE.
Io sono il Barone della Verdura, il signore del castello che si scorge a cento passi da qui. LEONIDA (facendogli
segno di andarsene).
Benissimo!… potete andarvene a vedere se io ci sono! IL BARONE (a
parte).
Questo cavaliere non è di umore conciliante… (riflette) se io potessi interessarlo alla mia posizione!… (si volta verso Cotiledone) questo giovinotto ha una fìsonomia più dolce… (forte a Cotiledone) Giovinotto! COTILEDONE.
Signore! IL BARONE.
Voi avete una fisonomia…
COTILEDONE.
Sì, signore. IL BARONE.
Una fisonomia aperta. COTILEDONE.
Ne ho vedute di più brutte… IL BARONE.
Io lo credo… voi dovete essere…-, COTILEDONE.
Io sono un giovane… IL BARONE.
E anch'io! giovinotto!… COTILEDONE.
Giovane di speziale. IL BARONE (a
parte).
Ah sì! pouah!… LEONIDA (portando
la mano alla spada).
Hem, che cosa dite?… CIPRIANO.
Hem, che cosa fate?… IL BARONE.
Signore… io sono sincero… io sono senza cerimonie, e fra giovinotti si può andare d' accordo!…
LEONIDA.
Sentiamo, giovinotto!… IL BARONE.
Vi svelerò i motivi che mi conducono in questo luogo. È un mese che i miei sguardi hanno veduto una incantevole donna!… passando dalla via degli Orsi!… CIPRIANO.
Via degli Orsi. IL BARONE.
Questa donna mi piacque. Le mandai delle lettere incendiarie… che infiammarono il suo povero cuore… di maniera che una sera ella lasciò cadere dalle sue finestre ai miei piedi questa bella rosa primaverile… che voi vedete!… COTILEDONE.
Mi permettete di odorarla?… IL BARONE.
Volentieri… COTILEDONE.
Ma questa è una rosa di carta! LEONIDA.
Di carta? CIPRIANO.
Di carta! IL BARONE.
Per l'appunto… ed ecco il piccante dell'avventura!… la mia
bella è una vezzosa fiorista, che… CIPRIANO.
Una fiorista!..-. LEONIDA.
Via degli Orsi!… CIPRIANO (piano
a Leonida).
Se egli fosse l'amante della zia Pelagia!… COTILEDONE.
Già, già, già! LEONIDA.
Ah! corpo di bacco! IL BARONE (a
parte).
Che cosa dicono sotto voce fra di loro?… (accostandosi loro) Signori, per finire la mia storia… LEONIDA.
Noi la sappiamo! (passando dietro di lui e parlandogli all'orecchio) La bella vi ha dato un ritrovo qui… (gli dà una gomitata). IL BARONE.
Si!… CIPRIANO (come
sopra).
Voi l'aspettate con impazienza (e colla mano gli batte il ventre). IL BARONE.
Sì!…
COTILEDONE (con
un sospiro).
Comprendo… IL BARONE.
Voi comprendete?… LEONIDA
Perfettamente!… Voi ora desiderereste sapere se potrete vedere con tutto vostro comodo, questa incantevole bellezza! Se noi decideremo che voi possiate fare una corte galante al vostro giovane tenerune!… IL BARONE.
Precisamente… LEONIDA.
Infatti, non e' è nulla di più solleticante che con un così bel tempo correre i facili amoretti! Con uno splendido sole è bello il gareggiare a chi conta maggior numero di fiorellini! La stagione, l'erba, i ruscelli, gli augeletti tutto parla al cuore, in questo piacevole soggiorno; e l'inebbriante natura è piena di fuoco e di amore! (il Barone impazientito guarda il suo orologio — i tre giovani 1' attorniano ridendo) Ma noi abbiamo preso il vostro posto! Voi mormorate che il tempo passa e vorreste sapere le nostre decisioni. Ma… (nuovo gesto d'impazienza del Barone — i tre giovani escono dal fondo ridendo).
___________ SCENA III. IL BARONE solo. Finalmente eccomi solo!… Sono le quattro al mio bel orologio, questo orologio che ha spesso segnata l'ora del piacere!… la piccina non vorrà tardare! Ecco un'altra che cade nelle mie reti!… (ridendo) Ah! ah! ah!… vecchio libertino! (ai batte il ventre). Quando penso che nel 1816, avevo allora 25 anni… io fui lì lì per entrare nella rispettabile corporazione dei mariti! Ah! ah!… Io ho diabolicamente ben agito piantando là la mia fidanzata nel giorno della cerimonia!… io non ero ricco allora!… e senza la banca del signor Law, che mi ha fatto guadagnare dei bei sacchi di scudi… io sarei ammogliato. Sì… perdio! che lo sarei… lo sarei (piegandosi per ascoltare). È lei senza dubbio… (Si slancia a destra urtando con Casimiro Bonneau) Oh là!… Un altro importuno! ___________ SCENA IV. Il BARONE e CASIMIRO (questi porta sopra una spalla un gran canestro sospeso ad un ombrello). CASIMIRO.
Scusate!… Vi riverisco (deponendo il canestro ai piedi di un albero) Ouf! Il mio desinare è molto pesante! IL BARONE.
Il suo desinare!…
CASIMIRO.
Noi staremo benissimo sotto questo grosso albero. (Siede e si asciuga il sudore della fronte col fazzoletto). IL BARONE.
Hen? CASIMIRO.
Come? IL BARONE (dando
un calcio nella cesta).
Fatemi il piacere di portare altrove le vostre provvigioni!… CASIMIRO.
Perchè?… (levandosi) Forse che il bosco di Meudon non è di tutti e del re?… IL BARONE.
Non è certo delle persone del vostro rango. CASIMIRO.
Scusate!… (fa un inchino) Io sono una persona conosciuta nel mio quartiere! io mi chiamo Casimiro Bonneau. IL BARONE.
Ed io sono il Barone della Verdura. CASIMIRO (a
parte).
Un barone! IL BARONE.
Vi prego di… (gli fa segno di andarsene).
CASIMIRO (timidamente).
Impossibile. IL BARONE.
Impossibile! CASIMIRO.
Io aspetto qui tutta una compagnia!… tre nipoti e una sorella! IL BARONE (a
parte).
Decisamente il posto non è più difendibile! CASIMIRO.
Una sorella amabilissima, in fede mia! e molto ben conservata per la sua età! IL BARONE.
Al diavolo! CASIMIRO.
Non ha che quarant'anni e tre giorni… IL BARONE.
Mi annoiate! CASIMIRO.
Se qualcuno la volesse io gliela darei subito. IL BARONE.
Andate, andate! CASIMIRO.
Essa crede che tutto il quartiere di S. Dionigi arda per lei… e son già vent'anni che cerca un marito!… (ritorna ridendo al suo
canestro). IL BARONE (a
parte).
Non c'è altro mezzo che andare incontro alla mia bella! (si allontana rapidamente e scompare dietro agli alberi). CASIMIRO (esaminando
le sue provvigioni).
Così quando mi ha detto che verrebbe a Meudon per ricevere una commissione dalla signora Lauraguais io l'ho fatta accompagnare dalle sue tre nipoti… ed io sono partito prima per esaminare la località (si volta e cerca cogli occhi il Barone). Oh bella! Se n'è andato!… Me ne dispiace! (levandosi) Mi piace questo Barone, ha dello spirito, delle maniere distinte… e poi, quando si è con lui, non si è soli… ed io ho veduto nelle opere del signor Quinault che girano per i boschi certi esseri che non mi piacerebbe certo incontrare… Ma chi va là? Ah! bestia che io sono, è l'allegra voce della mia famiglia.
___________ SCENA V. CASIMIRO, PELAGIA, COLETTA, FIORINA, BRIGIDA, (le tre fanciulle giungono da destra saltarellando seguite dalla zia Pelagia che fa la giovane). PELAGIA.
Oh come è dolce fuggire la noia della città! Bel bosco fresco e tranquillo difendici e proteggici da ogni sguardo curioso. COLETTA.
Sotto questo verde fogliame… BRIGIDA.
Sotto questa fresca ombra… FIORINA.
Noi balleremo… PELAGIA.
Noi salteremo… CASIMIRO.
Noi mangeremo! COLETTA (a
parte).
Il mio bel Leonida tarda a mostrarsi! BRIGIDA (a
parte).
Non si vede il mio caro Cotiledone!
FIORINA (a
parte).
Quel povero Cipriano si fa aspettare! PELAGIA. (a
parte).
Nascondiamo ai loro occhi le nostre ansie amorose!… CASIMIRO.
Mi pare che sia ora di rifocillarsi! Vi aspettavo con impazienza. PELAGIA.
Io scommetto che non vi sentivate troppo sicuro, signor Bonneau. CASIMIRO.
He! per bacco, in questo bosco… COLETTA.
Eravamo molto strette su quella carrozzella!… ma noi abbiamo sempre riso… CASIMIRO.
Ed io che con tutti i miei pacchi non ho trovato altro posto che quello vicino al cocchiere! Simpaticone quel cocchiere, ha dello spirito! dei modi distinti… gli ho domandato se non pensava ad ammogliarsi. PELAGIA.
E perchè?… vi riguarda forse?… (avvicinandosi alle tre fanciulle) Vediamo nipoti mie!… voi siete qui per divertirvi, ma non vi allontanate… FIORINA (a
parte).
Se noi potessimo vedere i nostri amanti!…
(Le fanciulle vanno verso il fondo. — Coletta e Fiorina cominciano una partita al volante. — Brigida cerca delle viole e delle fragole). PELAGIA (a
Casimiro).
E dunque!… avete disposti i coperti? CASIMIRO.
Ma cara mia… PELAGIA.
Io vado dalla signora di Fauraguais… vado e torno… e al mio ritorno sono sicura di non trovare nulla di pronto. CASIMIRO (traendo
a parte Pelagia).
È dunque vero, Pelagia, che te ne vai sola dalla signora di Lauraguais? PELAGIA.
Pretendereste forse di accompagnarmi?… è forse necessario che io vi tiri meco con tutte queste signorine? CASIMIRO.
No! no! non dico questo… ma finalmente… capisci bene! PELAGIA.
Voi siete uno stupido, Casimiro! CASIMIRO.
Si! sì!… Ma che cosa vuoi! ho sempre paura! una disgrazia fa presto ad accadere!… certo che io non domando di meglio che di maritarti… io capisco la tua impazienza… alla tua età è naturale!… ma ricordati la storia del giovane Polidoro, che ti ha piantata proprio il giorno delle nozze… vent'anni fa!
PELAGIA.
Vent'anni! vent'anni!… ma dove avete imparato, o signore a svelare così l'età delle fanciulle? io dico ad alta voce, ho il cuore caldo come una bracie, la mia anima nella mia infanzia si svolse comodamente e conserverà i suoi vent'anni ancora per molto tempo! e se Voi non lo credete, caro fratello, è segno che non mi conoscete punto! Perchè essendo bella dovrei restare zitellona? L'amore mi chiama all'Imene e felice colui che mi amerà e mi potrà chiamare la sua tenera pastorella, (esce rapidamente da destra). ___________ SCENA VI. DETTI meno PELAGIA. CASIMIRO.
Ha il diavolo in corpo (vuota il canestro su l'erba). FIORINA (piano
alle sue compagne).
Ebbene Coletta?… ebbene Brigida?… BRIGIDA.
Non troviamo il mezzo d'allontanarci un po'. COLETTA.
Tranquillizzatevi… i nostri amanti sono avvertiti!… , CASIMIRO.
Eh!… che cosa brontolate, piccine? COLETTA.
Nulla, caro zio, nulla… (piano) Bisogna a qualunque costo che
Leonida, Cipriano e Cotiledone, sappiano che io ho ricevuto delle lettere d'amore da un vecchio signore… che queste lettere le ho nascoste nella cestina da lavoro di mia zia. Siccome non ci erano sull'indirizzo che queste parole: «Alla bella fioraia!» mia zia colle sue ridicole parole ha creduto che si trattasse di lei! BRIGIDA.
Povera zia! essa avrà continuato la corrispondenza col proprio nome… e probabilmente ha scelta a pretesto questa commissione per trovarsi col vecchio adoratore… Bisogna dunque sorprenderli, forzarli al matrimonio, e allora verrà anche la nostra volta… BRIGIDA (a
Coletta).
Ma riconosceresti tu questo vecchio signore? COLETTA.
Si! È grosso, bruttissimo!… CASIMIRO (che
a poco a poco si è avvicinato).
Che cosa c'è! sono sicuro che voi parlavate di me!… volete lasciarmi solo ad asciugare i piatti? (tirando Fiorina per la manica). Andiamo dunque, vieni ad aiutarmi! FIORINA.
Ma perchè! CASIMIRO,
Per pranzare, oh bella! per pranzare! BRIGIDA.
Oh! gli zii! non pensano che a mangiare!…
COLETTA.
Zio mio, voi ci avete condotte qui perchè ci divertiamo!… CASIMIRO.
Ebbene? FIORINA.
Ebbene!… noi ci annoiamo, terribilmente. CASIMIRO
Voi vi annoiate con me? BRIGIDA.
Noi vorremmo giuocare, correre, saltare… COLETTA.
Lasciateci libere!… in campagna non ci sono né pupille, né tutori, né zii, né nipoti… Suvvia!… lasciateci libero il volo… forse che gli uccelli hanno degli zii!… CASIMIRO.
Ma gli uccelli non sono fanciulle. COLETTA.
No! sono le fanciulle che sono uccelli.. CASIMIRO.
Restate! BRIGIDA.
Ma zio mio, di che cosa hai paura? FIORINA.
Non temere per noi…
CASIMIRO.
Io non ho paura… ma non sono tranquillo… COLETTA.
Ah! zietto!… caro il nostro zietto!… pensa che abbiamo diciotto anni, abbiamo bisogno del sole, lasciaci fiorire in libertà! noi piangeremo se ti opporrai alla nostra allegria! lasciaci andare, correre e saltare… Tacete, una buona volta… se la signorina Pelagia vi sentisse… (guardando in aria) Ma che cosa è questo?… Piove!… CASIMIRO.
Che pezzi di grandine! rompono i nostri piatti… Ah perdio! sono sassi!… BRIGIDA (spaventata).
Ah! zio mio!… corri a vedere che cosa è mai… CASIMIRO.
Hum!… io non sono punto quieto… COLETTA (spingendolo).
Ma va dunque zio, va!… (Casimiro esce da destra).
___________ SCENA VII. DETTI LEONIDA,
CIPRIANO, COTILEDONE.
LEONIDA (a Coletta). Coletta! CIPRIANO (a
Fiorina).
Fiorina! COTILEDONE (a
Brigida).
Brigida! LE TRE CUGINE.
Ah! i nostri cari amanti! LEONIDA.
Siamo noi che prima abbiam fatto piovere… ed ora facciam il sereno! COLETTA.
Lo zio sta per ritornare e se vi trova qui!… LEONIDA.
Allora fuoco alle bombe! LE TRE CUGINE.
Che cosa faranno mai? LEONIDA (impadronendosi
A me questo pasticcio…
di un pasticcio).
CIPRIANO (C. S.).
A me questo prosciutto!… COTILEDONE (C. S.).
A me questo formaggio!… COLETTA.
Ma voi siete pazzi!… LEONIDA.
Sì! pazzi d'amore!… LE TRE CUGINE.
Eccolo!… eccolo!… (I giovani fuggono da sinistra, le fanciulle corrono incontro a Casimiro).
___________ SCENA VIII. COLETTA, PIOR1NA, BRIGIDA, CASIMIRO. CASIMIRO (con
aspetto tragico, dopo un lungo silenzio durante il quale le fanciulle lo interrogano collo sguardo piene di inquietudine).
Io non ho nulla veduto, nulla inteso, nulla scoperto, nulla! È strano! è sorprendente!… Il fatto è bizzarro ma non meno inquietante! È strano! è sorpr!… Ma!… (gettando uno sguardo alle provvigioni). LE TRE CUGINE (A PARTE).
Silenzio!… CASIMIRO.
Il mio prosciutto!… Perdio! tutti i piatti vuoti!… LE TRE CUGINE (fingendo
Gran Dio!… Gran Dio!… CASIMIRO.
Perfide!… Avete tutto mangiato!… COLETTA.
Noi!… CASIMIRO.
Sì! è di voi che io sospetto!… FIORINA.
Ahimè!…
paura).
CASIMIRO.
Qualcuno allora sarà qui venuto!… LE TRE CUGINE.
Nessuno!… CASIMIRO.
È strano!… è sorprendente!… Che cosa accadrà mai!… BRIGIDA.
Cielo!… COLETTA.
Io tremo!… CASIMIRO.
Fanciulle mie, noi morremo insieme!…
___________ SCENA IX. DETTI, LEONIDA,
poi CIPRIANO, poi COTILEDONE. (Leonida entra solennemente dal fondo). LE TRE CUGINE (con
un grido).
Ah! CASIMIRO.
Che cosa c'è? (voltandosi) Gran Dio! LEONIDA.
Buon giorno, signore! Permettete che io vi renda questo superbo pasticcio che un vecchio fauno aveva portato nel suo antro! CASIMIRO.
Un fauno? LEONIDA.
Un fauno! CASIMIRO.
Davvero! (Casimiro riprende il suo pasticcio. Cipriano entra bruscamente da destra, le giovinette fuggono dall'altra parte della scena). LE TRE CUGINE.
Ah! CASIMIRO (spaventato).
Chi va là? (vedendo Cipriano) Dio!
CIPRIANO.
Buon giorno signore! Permettete che vi renda questo eccellente prosciutto che un Silvano portava senza complimenti a casa sua. CASIMIRO.
Un Silvano? CIPRIANO.
Un Silvano! (depone il prosciutto sopra il pasticcio fra le braccia di Casimiro). CASIMIRO.
Io diventerò matto! (Cotiledone entra da sinistra). LE TRE CUGINE.
Ah! CASIMIRO (spaventato).
Che! COTILEDONE.
Un corvo appollaiato sopra un albero, teneva nel suo becco questo formaggio. CASIMIRO.
Un corvo? COTILEDONE.
Sì, un corvo! LEONIDA.
Ecco riparato ogni danno…,
CASIMIRO.
Grazie mille! E spero, signori che dopo un tal caso non ci lascerete e accetterete senza complimenti la nostra compagnia ed il nostro desinare! I TRE GIOVINOTTI.
Ma certo, signore, con trasporto! CASIMIRO (a
parte).
Son simpatici, questi giovanotti!… hanno dello spirito, dei modi distinti… (forte) A proposito, posso sapere con chi ho l'onore di parlare?… LEONIDA (facendo
un inchino e passandogli dietro).
Leonida!… (raggiunge Coletta). CIPRIANO (fa
lo stesso).
Cipriano!… (raggiunge Fiorina). COTILEDONE.
Cotiledone! CASIMIRO.
Ed io, signori, mi chiamo Casimiro Bonneau, e sono fiorista di corte… COTILEDONE.
Voi collaborate colla primavera. CASIMIRO.
Ho questo onore! LEONIDA (a
Coletta).
Ah! è una gran bella cosa la primavera, la domenica in
campagna… CASIMIRO (voltandosi).
Ma, che cosa vedo! come… signori! signori! I GIOVANOTTI.
La domenica! LE FANCIULLE.
In campagna! CASIMIRO (ridendo).
Come sono simpatici! (stendendo loro la mano) Ecco, con franchezza, voi mi piacete!… E se io incontrassi dei giovanotti come voi che volessero le mie nipoti… io le concederei loro subito subito… LEONIDA.
Eh! signore!… Queste signorine sono simpatiche all'eccesso! e se è necessario dirvi tutto… Noi abbiamo già chiesta la loro mano alla signorina Bonneau! CASIMIRO.
Voi le conoscevate? ed io che non sapevo nulla!… CIPRIANO.
Sì, ma la vostra signora sorella ce le ha rifiutate, e non vuole maritare le sue nipoti che dopo il suo matrimonio! CASIMIRO.
Ma!… se uno di voi si sacrificasse a sposarla! LE FANCIULLE.
Come sarebbe a dire?
CASIMIRO (a
Cipriano).
Voi, signore, coll'aiuto dei vostri pennelli potreste riparare sul suo viso gli oltraggi del tempo… CIPRIANO.
Eh! via!… CASIMIRO (a
Cotiledone).
Voi, giovinotto, che siete abituato a vivere fra l'erbe medicinali… COTILEDONE.
No, grazie! CASIMIRO (a
Leonida).
Allora, voi!… un valoroso che ha visto il fuoco!… LEONIDA.
Che la peste mi soffochi se!… CASIMIRO.
Allora è necessario aspettare che qualcuno la pigli! E chi mai la vorrà? FIORINA.
Zitti! Qualcuno… COLETTA
(sotto voce).
Ma, è lui!… lo riconosco!… CIPRIANO.
Chi?
COLETTA.
Il barone amoroso! LEONIDA.
Diavolo! attenti!… (entra il barone). ___________ SCENA X. DETTI e
il BARONE.
IL BARONE (vedendo
Colletta).
Cielo! è dessa! CASIMIRO.
Eh!… ma!… è il signor barone! I TRE GIOVANOTTI.
Già… già!… il Sir della Verdura. IL BARONE.
Signori, io non credevo di ritrovarvi così presto!… (a parte, guardando coll'occhialino Coletta) Perchè non è venuta sola!… CIPRIANO (a
parte).
È necessario che non mi scappi… CASIMIRO.
Non avreste incontrato per caso mia sorella? IL BARONE.
Che sorella?…
IL BARONE (a
parte).
Se potessi allontanarlo… (forte) Diffatti! diffatti… io credo di averla veduta in una forra di piante… a due passi da qui… a sinistra… vicino al castello… CASIMIRO.
Sarebbe mai possibile! Gran Dio… Se potessi sorprendere qualche imbecille ai suoi piedi!… quale occasione!… (piano al barone) Signor Barone, voi siete un uomo rispettabile… sorvegliate per un momento questi fanciulli… corro a raggiungere Pelagia e ritorno. IL BARONE
Signore, la vostra confidenza mi onora… CASIMIRO.
Sono tosto da voi, fanciulli!… stendete la tovaglia… (esce correndo).
___________ SCENA XI. DETTI, meno CASIMIRO. (I giovanotti e le fanciulle sono in fondo della scena, stendono la tovaglia sull'erba e dispongono i piatti). IL BARONE.
Sono una bestia, se questa piccina non mi appartiene!… (chiamando Coletta) Stt! stt!… COLLETTA (avvicinandosi
al barone).
Signor Barone… IL BARONE (piano).
Mi riconoscete? COLETTA.
Serva vostra, barone!… (gli fa una riverenza e gli volta le spalle). LEONIDA (avvicinandosi
al barone che vuol seguir Coletta).
Oh! una idea, barone! (gli batte il ventre) Durante l'assenza del signor Casimiro… a che giuoco dobbiamo giuocare? COTILEDONE.
Alla fortuna! BRIGIDA.
Ai giuochi innocenti!
LEONIDA.
A mosca cieca!… COLETTA.
Oh! sì, si!... a mosca cieca! CIPRIANO.
Splendida idea!… la benda? LEONIDA.
A me! IL BARONE
(a parte).
Benissimo! io approfitterò del suo accecamento per corteggiare la piccina… COLETTA(mette
la benda a Leonida).
Ecco fatto! LEONIDA
(piano).
Lascia che io ci veda! COLETTA
(aprendo la mano).
Quante dita sono? LEONIDA.
Dodici! IL BARONE.
Oh! oh! non ci vede? LEONIDA.
Avvisatemi se mi ammazzo, almeno… (il giuoco si organizza, dopo poche mosse, Leonida prende il Barone).
LEONIDA (fingendo
di sbagliarsi).
È Cotiledone? TUTTI.
No. LEONIDA.
È Cipriano? TUTTI.
No. LEONIDA.
È dunque il signor Barone? TUTTI.
Sì! sì! a lui la benda! IL BARONE.
Oh! no! scusate! io devo sorvegliare. TUTTI.
Come? LEONIDA.
Volete forse imbrogliarci, signore… IL BARONE.
Niente affatto… ma io non posso… LEONIDA.
Non una parola di più, signore… o altrimenti la piglio come una personalità!
COLETTA (piano
al Barone).
Siate tranquillo, signor Barone, mi lascerò prendere… potremo parlare… ma voi terrete la benda. IL BARONE (a
parte).
Sì! brava! (forte) A me la benda!… (mettono la benda al Barone legandola strettamente) Ahi! LEONIDA (facendogli
un gesto di dileggio).
Quante dita son queste? IL BARONE (ingenuamente).
Una!… TUTTI.
Via!… e giuochiamo allegramente… (escono i tre giovani e le tre fanciulle con mistero).
___________ SCENA XII. IL BARONE e poi PELAGIA. IL BARONE.
Come questi fanciulli capiscono lo spirito della moscacieca.. Io non sento il minimo rumore!… Per fortuna che Coletta mi ha promesso di lasciarsi prendere! PELAGIA (entrando
da destra).
Nessuno!… non ho trovato nessuno!… Ma!… dov'è la compagnia?… IL BARONE (prendendola
alla cinta).
Ah! ci sei!… PELAGIA (a
parte).
Dio!. IL BARONE.
Siete voi, simpatica piccina?… PELAGIA (a
parte).
Che cosa?… Sarebbe… Ma perchè questa benda? IL BARONE.
Mia cara Coletta!… PELAGIA (a
parte).
Coletta!… Eppure è lui!… Ha la mia rosa alla bottoniera!
IL BARONE.
Non ti spaventare, piccina!… Tu vedi che seguendo la mia promessa io conservo la benda… come conservo 1'amore! la tua virtù è dunque al sicuro… PELAGIA (a
parte).
Che vuol dir ciò? IL BARONE.
Oh giornata incantevole! Vicino a te, cara Coletta, l'anima mia naviga nell'ebbrezza, ed il mio cuore batte dolcemente commosso! Noi siamo fatti l'uno per l'altra; io per te, tu per me! PELAGIA (a
parte).
La collera mi soffoca! IL BARONE (a
parte).
Oh! io spero di riuscire. PELAGIA (forte).
Ma a chi credete di parlare? IL BARONE.
Qual voce!… PELAGIA.
Guardatemi signore! IL BARONE (levandosi
la benda).
Ciel, non è dessa!… PELAGIA (con
È lui!
sorpresa)
IL BARONE.
Chi!… Gran Dio! PELAGIA.
Guardami bene… tu sai chi io sono… IL BARONE.
Ma no! non so nulla! PELAGIA.
Io sono la povera Pelagia, che ha in te riposta tutta la sua vita e che al tuo cuore ha legato il suo cuore! E sei tu, mostro feroce, che alla vigilia delle nozze, mi hai senza pietà abbandonata! IL BARONE.
Son morto! PELAGIA.
Io t'amo! IL BARONE.
Oh è lei! PELAGIA.
Sì sei tu! IL BARONE.
Io muoio di spavento! PELAGIA.
Scommetto che vuoi fuggirmi ancora; ma io seguirò i tuoi passi e ti terrò così stretto che tu non potrai abbandonarmi.
IL BARONE (a
parte).
Ah! io soffoco dalla rabbia; è necessario fuggire, fuggire presto! (Durante la fine di questa scena i giovanotti e le fanciulle sono riapparsi dal fondo). ___________ SCENA XIII. DETTI, CIPRIANO,
FIORINA, poi LEONIDA e COLETTA, poi COTILEDONE e BRIGIDA, poi CASIMIRO. TUTTI.
Alto là! (a Casimiro che entra, mostrandogli il Barone) Ecco il seduttore. IL BARONE (volendo
fuggire).
Servo di lor signori! PELAGIA (trattenendolo
per la falda dell'abito).
Il mio cuore lo ha riconosciuto! È Polidoro, il mio marito! TUTTI.
Sì! sì! sì! è lui! (Cipriano, Leonida e Cotiledone sì avanzano minacciosi). LEONIDA.
Tu la sposerai! CIPRIANO.
Tu te la terrai! COTILEDONE.
Tu l'adorerai!
TUTTI E TRE (insieme).
O tu morrai! IL BARONE.
Ma io sono il Barone della Verdura! PELAGIA.
Oh! egli è Polidoro! LEONIDA.
Tu la sposerai. CIPRIANO.
Tu te la terrai. COTILEDONE.
Tu l'adorerai. TUTTI E TRE (insieme).
O tu morrai. IL BARONE (turandosi
le orecchie).
Ah! perdio! Basta! Preferisco prender moglie. (Pelagia cade fra le sue braccia). COLETTA (a
Pelagia).
E noi? PELAGIA.
infatti, come avviene, ch'io vi trovi tutti e tre in questi luoghi? LEONIDA.
È l'amore che ci ha qui chiamati, quell'amore che ha qui condotte anche le vostre nipoti.
PELAGIA.
Eh! sposatevi dunque! CASIMIRO.
La loro felicità dipendeva dalla tua. PELAGIA (a
Casimiro).
Ora non temerai più di nulla! IL BARONE.
La loro felicità vale assai più della mia?
FINE.
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